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Full text of "Della fabrica del mondo di m. Francesco Alunno da Ferrara, libri 10. Ne quali si contengono le voci di Dante, del Petrarca, del Boccaccio, & d'altri buoni auttori, ... di nuouo ristampati, corretti, et ampliati di molti uoci latine & volgari del Bembo poste a suoi luoghi. Con una dichiaratione di piu vocaboli che mancauano nelle"

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FÀBRICA  DEL  MONDO 

DI  M.  FRANCESCO  ALVNNO 


DA  FERRARA,  LIBRI  X. 


NE  Q^ALI  Si  contengono  LE  VOCI  DI  DANTE,  DEL 
Petrarca, del  Boccaccio,  & d’altri  buoni  auttori,  mediante  le  quali  fi  poflbno  fcrìucndo 
elprimere  tutti  i concetti  dell’huomo  di  qualunque  cofa creata. 


j)j  ni  sT^MT^Ti,  corrett  i,  et  uh-p  li  i 

di  motte  Hoci  latine  & Foig^ari  del  Bembo  fofle  a fnoi  luoghi . 


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CON  VNA  DICHIARATIONE  DI  PIV  VOCABOLI  CKB 
mmcjuatuhetU^impreftuM.dggiMntdébemfuiode^ 
findiofi  delU  lingiM  uolgae. 

PER  M.  FRANCESCO  SANSOVINO. 


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ALLA  MOLTO  MAGNI  FICA 

SIGNORA  CAVALIERA  LA 

SIGNORA  GIVLIA  DA  PONTE  DELLE 
SIGNORE  SI  SPILIMBERGO. 


F n 'H.c  E.  s c 0 s ^ 0 y I -H^o. 

I c o M E molto  tempo,  ha  Magnifica  A ualorofa  Signora,  che  io  honoro 
fra  me  fteflb  le  lingolari  iiirtù  di  V.  S.  nella  guifa  ch’elle  fono  honoratc  & ce-  , 
Irbrate  da  tutti  i piu  bciringegni  di  quefta  Città , Se  finalmente  da  dafeuno 
che  laconofrc.cofi  hohauutoun  continuo dcfidcrio  di  gratificarmele  con 
qualche  dono  degno.di  lei . La  onde  hauendo  a quelli  di  non  fenza  lunga  fati 
ca  accrtfeiuta  & ridotta  a maggior  corrcttionc,&  per  mia  opinione  a non  pie 
ciolo  miglioramento  quefta  Pirica  del  Mondo, ncllaquale  fi  contengono  re- 
golatamente con  beU'ordine  tutte  leuoduratedatcelumi  della  lingua  Tho- 
feana , & da  molti  altri  fcrittori  illtiftri  de  noftri  tempi , ho  giudicato  conue- 
neuole  dedicarla  a V.S.  fi  come  a Signora  che  oltre  alla  nobiltà,  & alle  molte  doti  marauigliofe  del 
fuo  bellanimo,  & oltre  aH'incomparabile  fuoualoredi  hauer  Tempre  con  infinita  fortezza  foftenuti 
gli  afialti', della  inimica  Fortuna , laqualc  ha  piu  iiolte  cercato  di  turbarla  nella  pedona  del  molto 
Magnificò  Caualicr  fuo  Conforte , & mio  caro  & honorato  Signore , ha  Tempre  hauuto  cognitionc 
diqueftalinguanolgarc,&  fauorito  glihuominich’in  quella  hanno  fcritto  dottamente  & conleg- 
''  giadria . Di  che  ne  può  far  piena  fede  al  mondo  la  ftima  che  di  lei  léce  uiuendo  il  Grandifsimo  Bem- 
bo , & come  ho  fopradetto  quella  che  fanno  di  continuo  tanti  altri  nobili  ingegni , iquali  tengono  a 
gran  fanore  dato  loro  dal  Ciclo  di  goder  fpeflb  de  fuo  dotti,  & uirtuofi  ragionamenti . Ma  ne  fanno 
ancho  piu  uiuo  teftimonio  i Tuoi  frritti.che  con  molta  lode  uanno  per  le  mani  de  gli  huomini . Potrei 
anchora  llcndernii  s‘il  luogo  lo  permetteffe  in  dimollrar  al  Mondo  col  mezo  di  quefta  penna  quanto 

a V.  S.  fi  conurn<»a  non  folo  quella  mia  dedicationc.ma  ogni  altro  fupremo  acaltifsimo  honoredi  ha 

ui  r allenato  nella  copia  di  tante  & cofi  fingolari  uirtù  le  lue  due  maggiori  figliuole,  alle  quali  Tltaba 
non  ha  forfè  alcun  pari  Ma  farci  troppo  lunp , & non  baftano  a ciò  le  mie  forze.  V . S.  gradifea  il  do- 
no , ma  molto  piu  la  mia  ailct  rione  che  dcfidcra  d’ellcr  conofcluta  da  lei  in  cofe  molto  maggiori . 


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SONETTO  DI  M.'  MARCO  ANTONIO 

magnoin  lodedella 

r*<*>CA  s<L  mOnpo,. 


■r  A<<\ 


le  pietre  deU  fabrit»  dtl  Mando 
Sono  le  noà  cbe'l  Tetrarca  pop 
£ Dante  in  nerfi.&il  Boccaccio  m prtfe, 
che  pn  tre  Inmi  del  parlar  facondo . 

Il  fnalo , e'I  fondamento  piu  profondo , 

£'  la  Imgua  kolgar,  che  già  cornee 
L'età  de  gli  ani  ,e’l  tetto  d'oro  a rop, 

E col  primo  latin  porre  il  feconda, 
eli  omamenti  han  piu  forme  che  rerturmo , 
Ma  rordme  dimoflra  a l'intelletto 
Pliant' ha  fior  Trimanera putti  .Autunno 
De  l'edificio  à nobile  .Architetto 

Fu  de  la  lingua  Tbofea  il  nero  .Alunno, 
C'ha  dato  al  Mondo  un  Mondo  fi  perfetto. 


l ' i* 


: 


.<  Al  MAGNANIMO,  ET  ILLVSTRISS.  COSFMO  DE  MEDICI 

‘ CKAN  DVCA  DI  FIRENZE.  .• 

i . • - ..  i 


rnuv^cEsco  ^ l y 


I COMI  il  noftro  (tgnore  Iddio  lUuilrifs.  DucAhauendo  tutte  le  colè  a alò  & a c& 
moditàdcU'huomo create,  uoUc  nel  fentimento interiore dilUnguerlo da  tutti  gli 
animali  brutti  ,&  uiui/ìcarlo  con  l'anima  rationale  desinata  a goder  la  Tua  eterna 
beatitudine,  co  lì  parimente  leco  debberò  larlo  nella  lingua  digerente  da  tutti  loro, 
acciocheper  mezo  di  quella  poteflè  gli  alti  concetti  deiranimo  proferire , & in  qut> 
Ao  modo  far  noto  a tutto’l  mondo  tanti  Aupendi  doni  dalla  Tua  dniina  macAa  rice» 
uuti.  Ma  pcrcioche  il  Tuono  della  lingua  Tubito  mandata  fuori  la  uoce , mancaua  an 
chora  che  le  cole  elprdlè  lì  coUocallero  nella  memoria  di  quelli  che  Tudiuano,  non> 
dimeno  elTcndo  innumcrabili  anzi  infiniti  i fiori  & i parti  di  quello  noAro  intelletto. 
Iddio  apprelTo  gli  donò  l’arte  della  fcrittura , accioche  egli  potelTe  màdatc  ad  eterna  memoria  quello  che  ' 
con  rintcllctto  capiua , & con  la  lingua  efprimcua . llqualc  ogni  uolta  che  uoglia  gliene  uenina  ( fecondo 
che  diuerlì  & infiniti  erano  gli  huomini  ) trouaua  diucriè , & tiarìe  nouità,rcicntie,&  arti,&  tutto  a bene* 
fido  uniuerfale  di  clTa  creatura  huroana,&  a chiarezza  di  quella  incomprcfibile  gratia-PoTsiamo  adunque 
con  uerità  dire , che  la  fcTittura  ó Ipccchio  del  no  Aro  fapere , Se  che  s’ella  non  fulle.non  lì  haurebbe  cogni- 
rione  alcuna  di  religione,nc  di  legge,ne  di  ordine , ne  dì  ucruno  uAicio  humano , di  maniera  che  uiuendo 
ciafeuno  a modo  Tuo  fenza  difcipltna , laquale  dalla  fcrittura  appariamo  .onero  dalla  uiua  noce  di  quelli , 
iquali  hanno  hauuto  la  dottrina  per  elfa , làrcbbe  neramente  quali  quello  antico  Chaos,  & quella  indige» 
Aa  confufione  che  uiene  da  poeti deferìtta.  Hora  adùquefe  neiridioma,  & nella  uoce  della  lingua,&  della 
fcrittura  miniAra,&  fecretaria  fua,non  folTc  ordine,&  legge  uni A>imc,per  laqualc  dafeono  intcndellè , di 
che  altri  parla,o  ferine, & fe  ciafeuno  a modo  fuo,&  fenza  Icggeparlailè  con  uarii,&  diuerft  Idiomi,  fareb* 
be  inutile,  & l'una , & l’altra  inuentione,  anzi  farebbe  la  mina  di  queAo  ammirabile  confortio.  Se  ciuiliti 
fiumana . Però  uoUe  Iddio  dare  l’uniforme  parlare  a popoli , & far  fi , che  una  prouìncìa , od  una  nariono 
parlaAe  con  un'Idioma  comuncatutti.acdochepermezo  di  quello  intendendo  l'uno  i concerti  dcll’aU 
tro , rhuomopoteAè  imparare  dall’altro  hnomo . Di  qui  auenne , che  quando  la  diuina  proiiidenza  d'id- 
dio uollèconrondere  l’arroganza  di  quelli  che  immemori  di  tanti  benefidi  riccuiiti , uoUero  dirizzarle 
coma  contra  lui,  edificando  quella  altifiima  corre  Babilonica,  confufe  le  lor  lingue  in  modo  che  l'uno  non 
poteuaintendere  l’Idioma  dell’altro,  diche  nacque  la  mina  di  elfa  torre  ,& parimente  la  pena  dìfiin- 
confideraro  ardimento,  & di  li  gran  peccato . Et  allo  incontro  quando  uollc  che  i Tuoi  difcepoli  diunlgaf* 
Icro  la  legge  fiia  a tutto  A mondo  , per  la  lidute  di  tutti  ; fece  ch’elfi  parlalfero  con  tutte  le  lingue , non  al- 
trimenti che  fe  nati  folTero  in  ogni  pronincia , & in  ogni  partedeiruniuerfo . Per  laqualcofa  noi  poffiamo 
quindi  chiaramente  comprendere, chc'lpiunccelTario  dono  che  Iddio  dhabbiad^o,dAaro  l’Idioma  a 
tol  quale  parliamo  , & col  quale  fcriuiamo , percioche,  A uiuere  infieme,riidire,  il  toccare,l’odorare,  il  ge 
ncrare,  il  midrire  figliuoli , & lìmAi  atti  naturali  non  fono-propiii  dell'huomo , anzi  comuni  anchora  a ^ 
animali  brutti , ma  il  uiuere  fecondo  lele^i,  con  coAumi , & ordine,  con  pace , Se  religione,  il  conofeetr 
k cofe  paffate , & lo  incendere  le  ptefenri , & l’antiuedcre  in  pane  le  future , è proprio  folo , & peculiare 
dell'huomo , lequali  tutte  cofe  fi  pollbno  làpere  col  mezo  di  quel  dono  delqualc  hora  parliamo . Et  oltre 
actòichicfi  fuor  di  fe,chc  non  fappia, tutti  glildiomi, tutte  le  lingue  che  fono  Aateal  mondo  haucre 
hauuto  pnncipio,&  fondamento  da  qualche  grande  Impero  ? Chi  non  si,  che  la  lingua  Hebrca  non  fi  ha- 
urebbe giamai  tanto  AcfaaUa  memoria  noAra,  & per  tanti  fccoli  ,i’ella  hauuto  non  haucAè  Ibndamenco 
da  quel  popolo  Ifraelìtico , Se  da  quei  Regi  canto  a Dio  diletti  ? Chi  non  si,  che’l  Caldeo,l'Ainrio,&  l’Ara 
bo  gii  fareobono  del  tutto  cAinri,  fit  faremmo  priui  della  cognitione  di  quella  Theologia  an tiqui filma 
S( della tantonecellàriaarcedella medicina, NdicantialtrinuAerìi  in  quella  lingua  ferini , fe  non  fblTc' 
kaco  il  Regno  de  gli  Afiìri , & drU’altreprouincie , iquali  dominando  foUentarono  l'Idioma,  & furono  ca> 
giopOiChe  in  quello  i concetti  loro  fi  fcriuefiero  1 Chi  non  si,  che  la  lingua  Greca , dallaqualchabbiamo' 
noi  poAeri  hauuto  i priaapu  di  tutte  tre  le  parti  della  PhAolbphia , Se  dvU'artc  del  dire,  A di  tutte  le  leggi 
oimli , làrcbbe  maneaca , le  non  folle  Aaeo  l'Imperio  di  quelle  Rcpubliche  d^li  Atheniefi , Se  de  Lacede-  ; 
Q>0flÌiWqualÌatt4lÌMn0j«^aUcuarpnajqueÌlalingiia»conlaquakfu  nccclurw,cheqoci  fublimi  inteU| 


Ietti , che  jUhori  uiueina,  ptrlafTero , & rcriueflero  f Chi  non  ti  » che  la,  tanto  celebrata , & faconda  lin- 
gua latina , dallaquate  tutto  il  mondo  ha  prefo  perfettione,  & uero  ciTcmpio  di  tutte  le  perfette  fcicntic , 
Starti  fempre  (lata  farebbe  nelle  tenebre  dellaobliuioncfepolta.feftato  non  fofle  il  potentiffimo  Impe- 
rio de  Romani,  ilquale  con  quella  parlando  la  mantenne , l'abbelL' ,&  tal  la  fece,  che  uiuerà  in  eterno  ? _ 
Onde  dobbiamo  necefl'aria  mence  concludere,  che  fi  come  i Regni , & gli  Impcrii  fono  fiati  conferuatori 
delle  lingue,col  beneficio  dellequali  queftq  mondo  c ridotto  ^quella  perfetta  politezza  che  lo  ueggiamo, 
coli  le  lingue,&  gli  Idiomi  fono  fiati  fempre  fogni  indubiuti  della  grandezza  de  gli  Impcrii,percioche  nó 
ueggiamo  uiuere  Idioma  alcuno,che  fia  maflìmamente  in  ufo, ilquale  nó  fia  fiato  di  gradi, & di  poteti  Im- 
perli, Effondo  adunque  a quelli  eftremifecoli,at  ultime  rcuolutioni  del  mondo  forca  una  nuoua  lingua 
nella  principale,  ^ piu  degna  pane  diqucllo  ,«ioènella  Italia,  nataprimajoza,  & diffonante.  Se  apprelTo 
da  uaric  lingue  di  genti  Barbare  corrotta  ,impofsibile  è hormai  ch’ella  uenghi  meno , anzi  fia  nccelfario , 
chefcmprcpiucrifcafopratutteraltrc,conciofiacofa,chelaThofcanaunadellcprincipali  parti  di  effa 

Italia  lltabbi  ridotta  a fi  perfetta  ébnfonanza,  & a fi  uaghe  forme  di  parlare  approuate  con  tanti  argutif- 
fimi,  & belliflìmi  Poemi,  Se  contanti  fcritri  di  cofi  eccellenti.  Se  celebrati  ingegni.cheio  ardifeo  dire,  lei  ef 
/crea  nofiri  tempi  a tutta  laEuropa,  Se  piu  oltre  anchora  fatta  comune.  Se  diuenuta  fi  grata  all'orecchi  di 
dafeuno,  che  chiunque  uuol  fcriuere.non  si  in  altra  miglior  lingua , chein  quella  ifprimerc  il  fuo  concet- 
to. Et  come  chea  ciafeun  Prcndpe piaccia  di  eifaltare , Se  fublimar  quella  fi  auencurata  lingua , non  fola- 
mente  fcriuendo  le  file  facende , ma  anchora  largamente , & con  animo  liberale  premiando  (quelli , che 
con  elTa  bene.  Se  correttamente  foriuono , Se  tanto  piu  q^uelli  anchora,  che  con  ogni  lor  sforzo  s ingegni^ 
no  di  ridurlaa  cc»tc,&  faciliregole.non  può  però  tanto  fare  ch’ella  non  fia  propria.  Se  naturai  figliuola  dèi 
la  Patria , dellaquale  meritamente  uoi  fiora  ne  liete  Prencipe,  nellaqual,  oltre  che  effa  lingua  è nata,  è fia- 
to ancho  colta,  & regolata  da  fvoi  cittadini,  & ridotta  a qnella  candidezza, fic^rfetto  colmo, che  noi 
faoggi  la  ucggiamo.m  maniera, che  alcuno  non  fi  può  dire,che  parli,o  fcriua  perfettamente  con  eira,fcnon 
ollcrua  le  noci.  Se  le  clocutioni  ulàte  da  i tre  nofiri  gran  Thofeani  Dante,Petrarca,&  Boccaedo . Et  però  a 
me  pare  llluftrillìmo  Cofmo,  che  tutta  la  pofierità,  Se  il  fccol  nollro  habbia  oltre  modo  ad  effore  obligaro 
A cotefia  inclita , Se  nobiliffima  patria  ,laqualc  uoi  reggete,  di  fi  nobil  parto  produtto  da  lei , Se  tanto  pio 
obligato  a uofira  Eccellenza,  quanto  piu  felicemente  la  conforuate.  Se  mantenete,  con  tanta  pace,&  amo 
Tc,  con  quanta  maggior  cura  attendete , che  quefia  lingua  fua  figliuola  conforui  il  Iplendorfuo , tenendo 
appo  uoi  cofi  rari,&  nobili  intelletti,  come  fono  Bernardo  Segni,  il  Varchi,  il  GiambuUari,  il  Cello,  & al- 
tri molrilillnftratori  della  Fiorentina  Academia . Però  granife  errorparmi,  che  facciano  quelli,  che  in- 
torno a quella  lingua  s’affaticano , dedicando  le  fatiche  loro  ad  altri , che  a propi  parenti  di  quella , Se  a 
«udii , che  fono  fondamento,&  fido  foftegno  di  ella . Per  laqual  co(a,fe  le  dedicationi  deU’opcrc  fi  foelion 
fare  a quelli,  che  debbono  con  l’auttoriti  loro  difenderle,  quale  puote  effore  piu  degno  foggetto  di  dedi- 
*«ationcdicffe,&  de  fcritri , che  trattino  d’alcuna  lingua, che  quello,  che  c padre,nudritore.  Se  amoreuo- 
Ufiimo  conferuatore  di  ella?  Perche  fi  come  il  bambino  fi  tiene  piu  ficuro  nelle  braccia  della  madre , cofi 
la  lingua.  Se  l’Idioma  d’una  prouincia  non  può  effore  piu  ficuro,  che  nellebraccia,&  fotto  il  nome , & pro- 
' ttttione  di  quello  Impero,  che  l’ha  creata,nudrita , alle  uata , & condotta  a queU’ultimo  fogno  di  auttori- 
: ti  che  fi  può  defiderare.  Et  però  hauendo  io  Erancefeo  Alunno  humil  forno.  Se  offeruatorc  del  gran  nome 
di  uofira  Eccellenza  fatte  non  poche  fatiche  in  quefia  fi  nobil  lingua  Thofcana,folo  per  giouare  a porteli, 
che  uogliano  con  efl'a  fcriucre , accioche  uedendo  reffempio  de  gli  approbati  auttori,in  ogui  lor  concet- 
to pollano  ficuramente  fonia  riprenfione  fcriucre  le  loro  inuentiom , Se  horaellendoin  penfiero  di  da- 
re in  Iucca  comune  uciliti  di  tutti  quella  prefente  opera,IaquaIc  contiene  in  fc  tutte  le  uoci  di  quefia  lin- 
gua , che  cafiamentc , Se  correttamente  ufàt  fi  poffono , mi  parrebbe  commettere  grande  errore  fé  ad  al- 
tri, cbcauoftrii  Signoria  lllufirifiìmala  dcdicaffi,pcrcioche,fe  uogliamo  confiderare  tutte  le  cofo,che  pof 
fono  moiierelo  foxittorc  a dedicare  l’opera  fua  ad  alcuno,  uedremo . che  ad  altri,  che  a lei  piu  propiamen 
tc  dedicare  non  la  potea.  Se  fi  confiderà  la  materia,  di  che  io  tratto , laquale  è tutta  della  lingua  Tho- 
foana, fariaftatounooffendcreUIinguiifieiraiallaquale  intendo  giouare, fola  hauefsi  fonata  del  fono 
di  uofira  Signoria  Eccelicntifsima . Se  fi  ha  rifpetto  al  titolo  ,&  al  nome  di  erta  opera, che  c la  Eabrica 
del  Mondo, per  contenere  la  regolata  architettura  delle  uoci  uolgari , con  let]uali  fi  pofToBO  efprimcre 
tutte  le  cofe  create  nel  módo;a  qual  nome  di  Prence  poteua  io  piu  attaméte  offerirla, che  al  gran  Colino? 
il  cui  nome  in  lingua  Greca  non  fiiona  altro  che  Mondo , Se  coli  è fogno  euidente , che  fia  quello , che  cia- 
feuno  proua , cioè  il  piu  faggio , ilpiu  giufto , il  piu  magnanimo , Se  hbcrale  Prencipe , c’hoggi  uiua  in  ter- 
ra , Se  nnalmcnte  ornamento , & Iplendore  dell  uniuerlo . Tal  che  giungendo  il  titolo  dell  opera  mia  con 
TlUufirifsimo  nome  uofiro , tanto  importa  a dire  Eabrica  di  Colino , quanto  Eabrica  del  Mondo . Oltra 
di  ciò.s’io  confiderò  lapcrfona,a  cui  dedicare  fi  debbono  l'opere  uirtuofe,a  qual  piu  uirtuofo  offe- 
rir fi  debbe  ? che  a quello , ilquale  hauendo  radice  da  quella  nobilifsima , SC  tanto  illuftre  pianta  , Se 
famiglia , che  di  fecole  in  fccolo , per  fuo  proprio,  Stpeculiar  cofiume , ha  fompre  conforuatole  lettere 
giada  Barbari  dilsipate,  auilite,  corrotte, & quali  fepoIte,&  sforzatoli  di  mantenere  la  fua  propria 
politezza , & il  Aio  plcndore , & diiamato  dal  nino  amore  de  fuoi  popoli  al  gouemo  ,8(alPrincipato^ 
j Ama 


di  Firenze,  bora  ad  altro  non  attende , chea  confcruare  i Tuoi  fudditi,&  figliuoli  in  una  aiirea,&  fclidf- 
fima  pace , come  fa.i  mantenendo  la  nobile  utiliza  de  fuoi  progenitori,&  con  ogni  fuo  iludio  ufando 
ogni  atto  di  uimì,&  di  liberalitadegna  di  ogni  gran  Prencipe,  innita  i pirtoofi  a celebrarlo,  ad  eflaltar 
lo , & a dargli  diuini  honori . Delle  cui  lode , & della  fua  ccccllcntifsima  conforte , & degna  compagna 
la  Signora  DuchefiajDonna  Lionora  di  Toledo  dignifsima  dell’Imperio  del  mondo,  perla  nobilti 
dtllan"ucrealc,dondeédifcefa,deiringegnomlci  pm  diiiftio  chehumano.&delualorepiu  che  in 
donnafipoflauedere.fc  non  temefsiuitiolo  nomedi  adulatore, con  uerità  potrei  fabritarc  maggior 
opera  di  quella . Ma  confiderando  finalmente  chi  piu  pqteire  clfcrc  atto  a difenderla  da  rabbiofi  morii 
deghinuidi,  non  ho  Ciputo  ritrouar  dopo  molti  rauolgimenti  perfona,  che  meglio  lo  polla  fare  di  uo- 
llraSinnoria  Ecccllentifsima,  perche,  come,  uedranno  quefta  mia  opera  fqual  ch’ella  fi  fia^clTerdda 
poiabbracciata  , Se  hauiita  cara  ,lc,non  mi  daranno  lode  di  dotto  fcrittore,  mi  loderanno  al  meno  che 
lìa  pur  giudiciofo  ,Sc  accorto  in  quella  mia  dcdicatione . Volita  Eccellenza  adunque  non  fdegni  d ac- 
tettarc  quello  parto  del  mio  debole  ingegno,  &che’J  fuo  Eccellente  nome  adorni,  3t  honori  l’òpcv 
ra  della  baflèzza  mia,  peraocbchauendomegli  con  quello  mezo  dedicato  per  feruo  diuotifsimo,  non 
comporterò  mai  d’ellcruinto  da  perfona  alcuna  inofleruarecon  ogni  rcucrcntia,&  procurare  con  tiit- 
Tc  le  forze,  che  quello  nome  magnanimo  di  Cofmo  rimanga  ( come  rimarràifenza  dubio  alcuno  ) clàl- 
tato  nc  lècoli  fempitcrni.  Si  con  quello  facendo  fine , l'adoro  c'uciuno,cooic  colà  làuta . * 


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AL  GRAN  COSMO  DE  MEDICI 

I L L V S TR  I S S I M O DVCA  DI  FIORENZA. 
SIGNORE  ILLVSTRISSIMO. 


R t M D 1 , honorato^effiofiUTe  ogni  mio  merito , & proprio  foLtmente  della  fingulare  liberalità 
di  Holira  Signoria  IllKjtriJiimjèftatoUprefentedeUidHcemofcudi  (f  oro  fattomi  per  nomeéqueU 
La.  Maé  maggiore  pre7jso,&  da  me  molto  piu  filmato  Jòno  fiate  le  amoreMoli,&  huniane  offer- 
te m/jtwr  I OH  quelle  ueimtcmt  dalla  fua  magnanmttà  ,per  lequali  ho  compre  fo,  la  diuotioue , & li 
jeruitù  mia,  che  con  la  pm  urna  parte  dell’animo  le  ho  dedicata  in  perpetuo  , e^ere  da  uofira  ecceU 
lenza  ricoHofiiuta, &hauktj  cara;  per  laqualcofa  fi  come  io  rm  fenio  tutto  ardente  di  defiderii 
di  rtngraUarla,&é  farle  eoHofcere  alquanta  larga  fia  un  gramf  animo  d'unfgaoreuerlòillcnii- 
dore,  cofimiaffligp,&  con  tutti  gli  affetti  mi  doglio  non  lo  poter  fare  efiendofigran  difianza,  daU 
C altezza  deLgrattojo  animo  dt  qneUa,atla  bafiegga  dèlie forge  del  mio  intelletto , cir  perciò  lafta,tbe'lfuo  diurno  ingegno 
confiden  quello,ch^o  uinto  dalla  fua  jouerchia  uirti,  norra  poter  fare, & femedifima  neniigrjtH,  poi  tb'hnon  pejji'ig- 
guagliarmi  alla  uolontà  grande  ch'io  tengo.  Bencbenonpier  queHo  [animo  mio  s’auilifca  .anzi  dalla  cortefia  ufatami 
prenda  forza  ,&uigor  tale , che  aràfeo  promettere  a uofira  Signoria  lUufiriffima  ,&  al  mondo , che  fi  con  glt  effetti  non 
poffo  agguagliarmi  alt' ammirabile  magnanimità  di  Cofimo.almeno , aiutato  dalia  fua  fmgulare  humanitate  megb  appref- 
feri  di  modo  con  [affetttone  del  dinoto  mioammoah'io  non  farò  tenuto  del  tutto  tngrato,&  mutile  firuidore,&  in  ciò  jpen- 
derò  fimpre,  le  fatiche  mie  tutte,  acciò  che  gli  effetti  appaghino  in  qualche  parte  quello, ibe  le  parole  nonpoffòno,  & 
però  bora  mi  tacilo , & non  piu  parlo  di  quefio . 

Doghorm  oltre  ciò  Signore  lUufiriflimo  dell'error  prefi  nel  nome  della gratiofiffìma  Signora  Lionora  fua  degna  con  forte , ilcbe 
auenneper  la  fimhra  infbrmatione  hauutane . Ma  rendo  alla  Eccellerla  uofirainfimtegratie  di  hauermi  fatto  auerth  e 
a tempo  ,cb%  potuto  ageuolmente  emendarlo,  & fatto  fubito  nflampar  tutte  quelle  carte  alone  era  impreffb  d nome  i I- 
fabelia , & poftouiin  fuo  luogo  Lionora,  &fe  mifojSe  fiato  lecito^  non  nbaueffi  ritenuto  biafimo,  negli  baurei pofii  am- 
bedueiiomeionueniemiffimt alla perfona, che rapprefemano . Ilprnno ,percioche[inclilaconforeediuoilra  Eccellergli 
la  ifiiffabi  Ili  per  laqualcfi  potrebbe  chiamare  ,ejia  bella , & non  meno  per  le  bellegge  del  corpo,  che  per  quelle  dell’anim 
mo  ornate  S ogm  chiara  mrtu.  Et  d fecondo  nero  fuo  proprio  di  lionora , per  la  magnammttà  ,érper  [honore , che  regna- 
no in  lei,  meritamente  feconda  parte  dell’anima  delgrandifiimo  Cofimo  . 

Doghomianchorachelamalafirtecagionediguallarmiil  piede  nelcaualcarch'io  feci  a Fiorenza  tm'impedijfe  talmente, 
che  non  gli  potefii  fare  quella  riuerenga  tb'h  defideraua  ,eìrcon  piu  cSmmodttà  non  gli  face/ii  uedere  oltre  [opera  della 
Fabnca  del  Mondo,  quel  tanto,  ch’io  uaglio  nello  fcriuere,  nel  mimare, (p  nel  toccar  dt  penna,  nella  qual  arte  ardifeo  dir- 
gli con  uentà,&  finga  ultantia,  che  gli  baurei  mofirato  cofi  non  folamente  rare,  ma  in  altrui  nonuedute  ,&cheda  mag- 
giori prcneipi  del  mondo  fino  [late  ammirate . Ma  purfperochenonpalfaràmoltotempo,ch’iolofarò,tir  forfeconpi» 
giocondo  animo,  che  non  borei  fallo  allhora  per  [impedimento  del  piede  ohe  motto  mi  molefiaua,  & c'bora  mi  addoglia,  ^ 
mbmaadomi  a uofira  magnanima  Signoria  con  quella  bumdtà  ch’io  debbo  me  le  raccomando . 


Di  yinegfa  atUllI.  di  Febraio, 
M D XLyil. 


D.  y.  txceUentifima  S'igperit 


Humilifiimfiruo 

FrancefcoUlumto. 


.1  A -■ 


MARCO  ANTONIO  MAGNO 

ALLI  LETTORI. 


1 


R À H D 1 Ihr^dubto  è fiata  Hcriò  noi  bunumjjimi  Lettori  LtUberalitàdel  nojlro  megere  f Tante* 
fio  diurno , perno  ib't  gli  prima  con  l'ofienatiom  ni  Jonò  infiniti  fiori , ^ copiofi  frutti  Ja  Ini  nel 
giardino  del  Vetrarca  raccolu^  apprefio  con  le  H/cchezze  della  lingua  uolgare  tante  premfegent 
me  del  Boccaccio  ni  pofe  innanzi  (perche  ad  arbitrio  nofirone  pigltaììe)  tfuante  nel  fuo  abbondenOm 
le  teforo  fi  rttrouafie  giamai . Ma  bora  infieme  con  le  noci  é Danto,  thè  piu  gli  fino  panie  neief- 
fànejir  al  propoftto  (fi  come  già  promi fe)  ut  prefenta  quefla  Fabnta  del  mondo,  doue  dituttatrefi 
fa  mentione/lono,net  uero,  chepaffa  tutte  le  grandezze  detta  fua  cortefia , ty  della  uofira  commo- 
ditàJLt  quale  (fecondo  ch'io  fiimo ) tanto  piu  dourà  efierm grata /luanto  piu  c<mofcerete,ch’cgb  s'ba 
ingegnato  di  donami  tutte  le  nane  ftgniftcationi  de  uocaboli,&  le  ofieruatiom,&  i modi  del  parlar  colto, &gli  EpithetiJ  S l- 
nonomiJa,defcnttioae  deluogbt,&  < primi  inuentori  dette  cofe,con  la  cogmtione  di  molte  htfiorte,efauole  da  Latini,i&da  Cre 
ti  auttorifentte^nperò  mai  fcofiaadofi  da  quello,  di  ebe  n'banm  fatto  mentione  ine  fiora  nominati  auttori  principali, & in 
pTofa,&ÌHuerfi  detta  poefia  i dr  della  lingua  Tbofea,  con  alcune  autorità  di  cofe  rare  a altri  fcrittori . Et  ciò  ha  fatto  confi 
imrabileoréne,dr  con  fi  aueduta  difpofitione,che  uolendo  uot  parlare  dt  qualunque  materia , potrete  di  leggieri  trouare  tutto 
tiortbe  ni  ìapprefinta  nelFammo  di  douer  due, peraoche fotta  dieci  Titoli jouero  Cafi,  ha  cofi  ben  toliocau,narrate^  dechia 
rate  tutte  quelle  coficche  fi  pofpmo  dire, che  uot  medefimi  eoa  quelle  ifieffe  uocicche  i detti  ne  «offri  "Poeti  ufaronoj&  altri(oue 
fia  bifigno)  potrete  parlandola  uofirafauelia,  o fcrtuendo  le  uofire  compofitioni  arricchire . Et  come  ch'effo  non  habhia  in  ciò 
figmtol'ordine  de  dieci  Tredicamenti  d\4  nfiotele,è  fiato  nondimeno  in  fifianza  a lui  confórme,  fe  con  gbuUciofi  occhio  la  pre 
finte  Fabrica  confiderar  uorrete , per  baun  compre  fi  tutte  quelle  cefi  in  quelli  dieci  T itob,non  altrimenti,  che  ,A  ri  fintele  ne 
fuoi  dieci  Tredicamentifi  comprendelfe.  Et  quando  bene  fitto  i Capi  principali,  ty  loro  membri  noi  non  potefiecofi  facilmente 
trouare  cu),cbe  cercate,bauete  dueamplifiimi  ^Ipbabeti,  t uno  delie  uoa  pntinenti  alla  bngua,  f alno  de  nomi proprq  degli 
buomini,el  de  luoghi  con  alcune  ampltmiom,che  non  giaceranno  a gli  buomini  diligenti,con  li  quali  ^l^abeti,&  con  t aiuto 
de  numeri  trouarete  ageuolmente  tutto  quello, che  cercate , Et  benché  i uocabolt  uolga  ri  fumo  nelt  opera  interpretati  con  noci 
latine, nondimeno  molto  piu  ampio,ty  abbondante  Indice,  & uolgare ,&  latino  ui  i apparecchia ^bè  (fel  mio  auifi  non  ni  in- 
ganna) fimmamente  farà  appouoitq>prezxato,&  tenuto  caro,  con  la  dednarationenonfolamente  ielle  uoauolgari,&  latim 
ne, ma  anebora  di  molli  uarq  modi  eleganti  del  parlar  latino,  con  i fuoi  uolgari , laqual  cofa  credo,  che  non  farà  picciolo  gioua- 
mento  a fiudiofi  dell una,& delf  altra  lingua.  & queflo  lo  potrete  a fiatare  tra  non  molto  fiotto  di  tempo,percioche^  i tefiu 
toitìr per kmag^r parte condiato  daldatoauttoreaperfettione,fengachefeparatamentenel  finedellaprefente Fabrica 
baurete  tutte  quelle  particelle,cbe  non  hanno  hauuto  coUocatmne  nelloperafiarte  molto  utile, & naefiaria . Sicenae  adun- 
que le  fatiche  di  molti  anni  del  uofiro  Mlunno,&  leggendo  fenntem  dette  mgflie  èque  fio  ddigentifiimo  efieruatore,  perdoche 
per  giouarui,à"  per  fami  cofa  grata  fi  i affaticato,<y  non  conperfuafione  di  acquifiar  fama  appo  gli  buontini,che  uerranno , 
Et  pai  uoi  accioebe  egli  iifieme  con  C Indice , ch'io  ui  promato , coffa  donami  gli  altri  praioft  frutti  del  fuo  nobile  ingegno, 
come  che  tiene  in  animo  è fare, pregate  Iddio , che  per  fua  diupu  lontàgli  conceda  ulta  unga  ,&iom  tanto  allegrandomi^ 
cefi  eccelleau  eificm  da  luifabncato^m  ho  uolnto  rthare  è celebrare  il  nome  fuo , 


Hi 


ALL  1 SAGGI  ET  GIVDICIOSI 

fRANCESCO  ALVNNO. 


LETTORI. 


X 


p 


E T »j>  Schllorihf<^fi^ril)rrfodìhiUirr^euoltTtrrJte,oJim>nhMelrfidi^MoJrof>miimeJitUt 
11, mptntkbciiai cfjm  fittopofio jUì tuturddcgUhuontmcomunnncme diti <td oTiO-e.crhjKreitrop^ 
po  piu  grjn  pruutrgio  de  gli  dkri,  d'effer  bberoeU  maft  dclU  npreufione,  c du  tunj , CT  dmtrfi  giudici/di 
quùfi  mfintti  lettori, <he  piu  ageuolmente  vuolpano  [ultrut  com^iitonùche  fi  pouguno  u fcrùure,0'  ud  ejji 
re  oltraggun  dt  <pieBi,che  pmfmno,  o fino  piu  muidiift , i quali  il  piu  delle  uolie  mettono  ncOa  bifucdt  cbt 
dinanzi  portano,!  difetti  del  compagno.^'  m quella  dopo  le  fiaUe  i loro  propi,  oltre  che  mi  dorrei  molto  del* 
la  ingratitudine  ufatami.per  huuerc  io  affinto  tante  fatiche  pergiouamento  degli  huomini,  cr  bara  riportar 
ne  pm  lofio  ha/ìmo,che  rànuneratione  (al  men  che  fu)  tf animo  grato, fi  non  dt  lode.  M a perche  conojco  ha* 
nere  de  compagni  affai,cr  che  forfè  faranno  pm  queUi,che  accetteranno  in  buona  parte  la  mu  pura  intentione,che  gli  ingemop  neffopea 
re  altrmjio  gmdicato,che  non  fu  fuor  di  propofno  renderui  ragione  del  mio  pmfiero  dt  quefio  elfermt  ino  aUo  fcriucre,^'  uliinumena 
te  a pigliare  affunto  di  comporre  quefia  opera'da  me  nominata  la  i'abrica  del  mondo,  difendendo  tal  nome  tenuto  firfi  alquanto  arroa 
gante  dal  giuàcio  S aleuno.E  perciò  a noi  pw  che  ad  altn,npetendo  alquanto  d’alto  [ ongme  delle  mie  còpofmoni,  dico,  che  il  deflderio 
della  immortalità,  cb'è  fiato  in  ogni  tempo  accefii  nelle  fuegliate  menti  de  mortali  Ju  Jemfme  commolio  gli  animi  loro  a quelle  grandi  »»• 
pre/e, che  potrfiero  giouare  aUa  publica  utilità  de  gli  huomtni,che  uerranno,Et  di  qui  ujaicano  i Romani , per  incitar  gb  animi  duufiuno 
di  giouare  al  mondoab  conficrare  a quelli  tali  flatue  di  bronzo, o di  marmoaie  per  alno  fine,  che  per  andare  nome  eterno , furono  aU 
Zate  al  cielo  le  gran  Piramidi  <f  Egitto.  Ma  perche  quefle,cr  quelle  erano  medefimameittefiggettr  alla  acuta  bma  del  tempo,  fu  troua* 
ta  la  tìijloria,òe  porta  U nome  de  martab  per  ufittti  fècob,cr  fila  fi  difende  dal  rabbiofi  morfi  d' quello  ingordoferpentr,  che  fi  fiefi 
fi  diuora.  Onde  na  eque  tanto  defiderio  anchone  caSh.O'  gburwfi  petti  d'effere  portati  dalle  falde  fiaBe  dt  quejta  nemiea  di  morte  per  le 
noci  degù  huómini,che  Cicerone  non  fi  uergognò  di  uoler  perfuadere  a Lueeio,chenel  farlo  immortale  congb  fermi  liioi,uob‘fJè  alquan* 
to  trapàjiare  i termini  della  Hiftorica  ueruà . Io  adunque  im^  da  quefio  naturale , cr  uniuerlàle  difio,  mi  fon  tempre  ifirzato  con 
Uirtuofi  fatiche  é giouare  a coloro,cbe  con  [ab  detta  diurna  uirtù  cercano  ogn'hora  di  poggiare  al  cielo.B  perche  io  nò  penfi,che  alcuna 
altra  uirtifia  tanto  frequentata  al  pre finte  nel  comune  ufi  degb  buommi,  quanto  è la  profèfiionc  detta  uolgare  ebxfuenza.a'  conafien» 
dola  nondimeno  inuibippata  netti  ciechi  errori  piu  che  tutte  f altre , per  efiere  i termtm  firn  qua,  cria  unriamente  ffiarfi  ne  giardini  de  i 
Ire  findatari  diquefia  lingua  uolgarefio  fimpre  cercato  con  le  mie  laboriofe  operc,(j- fideliab  trarla  dt  tenebre,  cT  ittu/b-arla  fecondo 
k^ciole  forze  del  imo  debob;  mgegnoatnehara  che  occupato  in  altri  uirtuofiefirrcmf.  Nc  mi  è partito  molto  bihauer  dato  m bieele 
efieruatiom  del  Petrarca,  crlelfiiccheTxe  detta  lingua  nomare,  che  ho  uobuo  anclxracon  piu  atto  foggettomefirare,  la  ueru  firada 
db  non  andar  pn  errando  mentre  che  altrui  piacerà  di  fiore  in  quefia  tafìrafabrica.  Ne  mi  fiafiritto  ad  arroganza  éaffnrare  con  tanta 
ima  bofiezza  atta  immortabtx,  pereioche  nette  cofi  grandi  la  sforzo  di  ehi  che  fìa  non  dee  efferc  defraudata  della  meritata  lode , ma  co» 
mendata  la  indufiria,cr  tenuta  per  uirti  taudaeia,(rb)haueruoliUobifieuole.PeraochenoHlònionuouoAppione  grammatico  detto 
Cùmbalo  del  mondo,  o Thnpanoahe  fi  perfiiadea  di  far  qualunque  perfina  immortale,  che  egb  hauefic  ndl’opere  fuc  nominata , Anzi 
no  io  con  [animo  fimpre  bi^,(y  per  terra,  cr  pre  fimo  di  me  medefimo  meno  éiputto  che  molti  fi  penfiao,  come  huoiuo  che 

(quaniimquefiadififiàlefpimofiéattTibuiriniilconofiimentodiquantocapexyabbraecucilmiopoco  fipere . Ma  con  tutto  ciò  finto 
iòffiare  non  fi  che  uento  che  aliamo  mi  molejla  [orccchie.Percioche  alcuni  nel  primo  mcoatrodi  epiefia  ppera,finza  haueme  forfè  kt» 
todiqucttapiuoltre,offefidattagrandczzadel  titolojianno  detto  che  non  è alcuno  fi  ardito,  che  fipcfiadtr  uomo  dt  fare  alcuna  finca 
del  mondo  fi  perfetta,  come  qnetta,  che  fice  il  gran  Padre, cr  creatore  di  tutte  k cofi.  A tti  quab  per  mu  difrrfione  riffondciuto,  preghe» 
róciafcuno,cbenon  uogbacofitoftogmdicarcdclTitolo.fiprrimanonhabcnccoi^dcratatuitalacontaimzadctt’opcraPcrciocheioaJ 
imitatione  dt  motti  Greci,cr  di  Latini  attmi, c'hanno  mutoUto  le  laro  opere  con  nome  dt  Comueopia,é  Cafi,o  dt  F.ii<o  di  mele,  di  Pan^ 
dettegli  Btbbotecao)  di  altri  nomìfòmiglianttjho  cofi  nominata  [opera  mia  per  efiere  la  Pabrua  dt  Cofmo,ncttaquale  non  intendo  à fora 
mar  Stette.Piancttaic  E Icmentfo  dwerfità  di  paefixr  i[ammjlÌMi  fi  come  nella  tabrica  d'iddio  fi  trouano  tutte  leeofi  create,  cofi  uri» 
[opera  mu  fi  leggono  lutti  i modi,cr  k uarie  proprietà  di  parlar  di  quettc,ficanJo  il  leggiadra  jblc  detti  Ire  ficondifiimi  auttori,ebe  firn 
prc  CI  fino  ficura  fcarta,cr  chiaro  lume  per  condurci  alla  uolgare  eloquenza.  Meritamente  adunque  fi  può  dire  Pabrica  di  Cofmo  quetta 
che  contiene  in  fi  il  nero  modo  del  parla-  Thofio  é tutte  k cofi  ereate,ltquale  è fondata  fòpra  dieci  falde  cobmie  per  firmfiimo  fonda» 
mento  di  quefio  ricco  cdificio,lequattfino  Dio.  Cielo , Mondo . Elementi.  Anima.  Carpo.  Huomo.  Qualità.  Quantità,  cr  Inferno . cr 
cfci  fappoggcTàadunadiquejleaiolendoragionarrdiqueifiibbicttichcttafiSicnr,p>olràgirficurodtnoncadermainclcomuneemre 
detta  cieca  igncTanza.Et  s'aleum  per  aucntura  mi  uol^jiro  notare  d^infamia  di  Ladro,  per  haucr  rubato  da  diuerfi  finttori  buona  furte 
di  do  c’ho  detiofiffondrrò  loro  dx  di  colai  fiati  fi  aucggpno  piu  die  gli  altri  i Ladri,cr  mi  difenderò  fchmnmJo  con  quetta  trita,  cr  ue 
ra  fcnlcnza  che  non  è cefi  detta  che  non  fu  prinu  detta.Kaci  oglietc  adunque  benegni , cr  mgeniofi  giudici  de  k mie  fuiche,quefie  lun» 
ghc  vigilie  con  quitta  ferma  fronte  die  fi  calmene  allamoreuole  affitto  die  mifofioifc  a cofi  ardua  imprcfa . Et  fi  alcun  aitnf offe  che 
uolcffe  riprendere  con  nubugia,  cr  ingrata  mente  quefio  dono  ch'io  ficcio  boggi  al  mondo,  un  con  Lt  prudenza  uofira  difiqdeteio,cona 
fcTuatclo,cr  mantenetelo  in  pregio,  che  [io  conojcerò,dK  k fitichc  mie  tremno  appio  noi  fieuro  cT  grato  albergoan'mgcgiirrò  attagior 
nata  dipiufcmprcgratifieawxrfieiaamente  miporròapùbbcartdc gUaltnfrutticbegiaftnuturanoncl  giardino  dime  nato  per 
giouare  a molli  fidek  Alunno. 

Di  Vinegia  atti  t.  di  Gennaio. 

M D XLVm. 


5 


AL  SVO  CVGINO  SEBASTIANO  DEL  BAILO  DA  FERRARA. 

FRANCESCO  ALVNNO. 


VtilA  i>iiiidij,chegÌ4mimafieaiioìmk$ioflreTÌcd>e:^auanxfre;perlcipiali 
w compofi  le  RiuhtT^  dtUd  lingua  nalgare,  donandole  al  mondo  per arnccbtme  altrnii 
fi  come  altre  uoUe  in  una  mia  lettera  largamente  ne  ragionai , quella  tjiefia  ktra  fart- 
mentemihafiironato.&lprotta  (quanto  per  me  fi  f note)  ndaiunvtTeUituttrafiipt.r~ 
ba  Fabrka,  che  già  dignajte  a parte  aparte  dentro  di  Ferrara  ntohrarmi . Là  ondeme^ 
comedefimomi  dtjjwfié  farne  un’altra, laquale  fojienon  folanantcpiubeUa  dcllauo- 
firn,  ma  che  di  gran  lunga  auanzajfe  qualunque  altra  fi  trouafie . Pojiomi  adunque  aU 
la  im^efa  fenna  riguardo  niuno , ch'ella  fi  fùijfa  chiamar  temeraria , & alle  mtèdeholi 
forze  non  bafteitole  ; pur  nondùnenoftimolato  da  cotal  (prone,  con  ogm  mio  lludto  le  diedi  principio , il  che  uà  uen-, 
nifi  benfatto , che  bora  che  iojiagiunto  al  fine  di  quella , farmi  dbauerla  fondata  (opra  dieci  colonne  cefi  falde, 
ib’iolpero  tch'eHanonhabbiaadubitareé  fuoco, neé  ferro,  ne  di  lunghézza  di  tempo. Sic'hor  tuoi  m rendo 
eertijìimo , che  ne  il  uofiro  (anzi  pur  mio)  meffer  Terzo , ne  il  fecondo,  odprimo , ne  quanti  ankiteitt  che  mai  fu- 
rono, con  ragione  potranno  con  Pane  loro, 0 di  helìezzo,oédifpofitione  darle  menda  alcuna,  perno  che,  ^ da 
uoi,&  da  loro  piu  della  uoHra,&  delle  altre farà  da  cómendare  ; con  quanto  meno  di  fatica  tutta  la  pia  grandez- 
za potrà  fenza  altrui  diilurbo  capire  nelle  camere,  negli  (ludi,  & non  che  in  quefhfi  ptaiob  lui  ghigna  amilo  qui 
m Fmegia,  doue  ella  bebbe  principio,  &fiiK,&  appo  uoi  in  Ferrara,  & m ogni  altra  citta . Et  doue  jurlla  uojtra 
fiora  ferma  in  Ferrara,dr  cofit [olamente fi  potrà  uedere  l quefia  mia  per  tutte  le  parti  del  mondo  a ciaf  uno  fi  di- 
mofirerà, Quella  col  tempo  Amatore  Jogmeofa  fi  n’andrà  mrouma  ,comene  uanna  tutti  glttéficq  mondami 
quefiqffi'lmioamfononm'inganna)  faràquella  ,^t  durerà  fenga  pauradi  timpo , odi  fortuna , fin  che  que..t 
noflra  lingua  , gp-  qutflonofirouolgare  idioma  farà  da  gb  buomiiii  lequto  caro,&  bauuto  m pregio . Ita  forfè 
0 qualche  uofiro  amico  dirà  , cheParàrmio  è troppo  grande  aperfuadgmu , che  quefia  mia  Fabrua  debba  durare 
fi  lungo  tempo,  ni  duo, che  (quantunque  io  nonPbabbiafabricala  ad  altro  effetto)  mi  goda  mn  alir,iaenn,<.uriio 
mi  uedefiiuelare  honorato ftw  le  botale  de  dotti  tulli  futuri  feooli , & innanzi  tempo  mi  pai  co  di  quella  immotta-r- 
btà,  &diquellagloria, de fuoleauemre alle cofecelekri,& l*date . Fa (eper  aumurareplubertte iche  uqiivii 
bauetepimiod’iimidutnealiemie'R.icthezxe,nealUmiaFabKca  .ptjcùube qualunque  imita  mgfut  u »euau 
ga,ue  ne  potete  con  pota  prezza  fodiifare,uitornerqqdire, effe  una  m_inima  fiimilladittsTagLmaità'  di  fai  .1 
perpetua  ual pm  affqi,die  tutte  le  nctbezze  di  suda,  o di  Craffò,o  di  tuffi  i palagi,  ^ delitu  LÙcullituA.  W.iuqi-e 
ficofi  è cugino  canfiimo  habbiatemiperifiufàto  uiprcgo , perno  chequtlig  ch'io  ulipd^a,/ùin  igiupct  inufinia» 
re  in  parte  alcuna  le  uoftre  bene  acquiftate  fatuità, nela  uoflra  fabrica  ,ne  meno  per  non  ut  amare , che  per  non 
effirci  rimafii  (come  ben  fapete)  altri  dèlia  cafanolìra , che  noi  due  fenza  pm,fino  oltre  modo  tenuto  ita- 
marui  di  cuore;  ma  filo  per  fami  cono  fiere  l’aumento  della  progenie  noflra , cJ-  il  buon  proponimento  del- 
la nande:^  delPanimodeluofirocongiuntodi [angue ,ilquale  fenonperlauo!lra,peraltrauta  forfenonme- 
HO  Todeuole , ba  finire  cercato , & cerca  difarfi  me  piu  ricco  itbonore , che  (Toro . Et  oltre  ciò  non  ui  paia  Urano 
fi  io  lodandoui  le  mie  opere  bo  uoluto  fórfiporui  nelt animo  di  far  quelle  mie  comuni  con  le  uoSlre  appo  me  di  moU 
to  minor  ualore . Ma  fi  noi  pur  febiferete  di  accompagnare  le  uoHre  cofipictiole  con  le  mie  cofi  grandi , con  la  me- 
de fima  ragione  potrò  io  ribattere  la  uoHra,  cioè  cheuoi,  iUfuale  filmate  affai  piu  quelle  ,ibequefle,  [degnate  forfè 
pareggiami  con  la  mia  bafiezza . Et  quefio  bafii  per  burlar  am  uoi,tr  cofi  far  conofeere  al  mondo,  & alla  pofleri- 
tà  le  uofire,  & le  mie  ricchezze . In  quefio  megp  Iddio  ui  feliciti  come  de  fiderate . 


Di  Finegia  alti  tre  di  Gennaio.  M D XLFIII. 


AVERTIMENTI  intorno  alla  DICHI ARA7I0NE  DELL’OPERA, 


Nonfi  fono  pofti  i numeri  dinotanti  i luoghi  deirauttotc  allegato  Perciò  che  già  fono  lidie  Ric- 
chezze della  lingua  volgare  alle  voci  viatc  dal  Boccaccio , & nelle  O fiètuationi  a quelle  del  Pe- 
trarca, opere  già  porte  in  luce. 

Non  citiamo  tutte  le  voci  del  Boccaccio,  ne  a fatto  quelle  del  Petrarca,  & diDancc',  non  però  U- 
feiamo  alcuna  di  quelle,che  piu  fono  in  propofito . 

Non  fi  coflcTuato  l'ordine  dell’AlphabetOj  perche  volendo  parlare  di  vna  materia.  Se  ciò  che 
fotto  quella  fi  comprende,  non  fi  haurtbbe  potuto  orteruare  tal  ordine , non  retta  però,  che  la 
Tauola,  onero  l’I  ndicc  non  ferua  il  medefimo. 

Le  voci  approbate  (ì  debbono  intendere  del  Petrarca,  di  Dante,  Sedei  Boccaccio,  incendendo 
peròquelle  del  Decamerone,  & ncn  dcll'altre  fuc  opere . 

Là  doue  citiamo  l'Indice  nell’opera,  fi  debbe  intendere  le  Ricchezze  della  lingua  volgare . 

Tutte  le  voci  volgari  hauranno  i fuoi  latini,&  in  cjuanti  modi  latinamente  fi  poflbno  efporpe. 

Noi  vfiamo  nelle  auttoriti  ( doue  occorre  ) Ph.  in  vece  della  F,&cofilaH  nelle  voci  che  viTaa 
mente  vengono  da  Greci  e da  Latini , e lì  come  Tempre  vfarono  i noftri  tre  approbati  auttori; 
auenga  chealprefente  quali  del  tutto  fcliili,  e dì  ciò  nell'opera  nortra  della  lingua  volgare  & 
latina  ampiamente  ragioneremo. 


^BBKEf'I^Tf'RE  DELl'OTER^. 


Anttori  «tati  nell'opera 

A M. 

Ameto. 

Voi. 

CÀm 

Volgare 

Singuiare. 

l'IT. 

retrarca. 

P H. 

Fniiocolo. 

5tn. 

Dan. 

Dante. 

L A. 

Labirinto 

piu. 

Plurale. 

B oc. 

Boccaccio. 

Fi. 

Fiammetta. 

Mai: 

Mafculino.  ‘ 

A a 1. 

Ariorto. 

Ep. 

Epirtola  conf. 

Frm. 

Feminino. 

San. 

Sannazaro. 

Vi. 

Vifioneamo. 

Sort. 

Softantiuo. 

ViR. 

Virgilio. 

L A. 

Latino. 

Adie. 

Adiettiuo. 

Alv. 

Alunno. 

Gr. 

Greco 

Adue. 

Aduerbio. 

T. 

Taleauttore 

Pr. 

Prouenzale.  * ■ 

Dim. 

Diminutiuo. 

Bim. 

Bembo. 

As. 

Afolani 

Vo.  Vocc,o  Vocabolo.' 

Gli  altri  fono  tutti  dirtinti . 

Meta. 

Metaphora. 

*1 

<i  Vii''-'', 

1 1 ' . .. 

-di  i - ' 

. .1-4  V ‘ (Ù(t 

V 


,-Vir  . •v/jt'vJ.i', V *•' 


Vr  : ■* 


» . . , '.rn;vv**  •;’«*?;  . -HOV.t 

•v.i  ri  it 

; „.ii\  1.;  '-i'-:'.  1 tT-  t-I . ■'Tj.'jdji.i  «.  i « . j j\  i-1 


INDICE  PRIMO  DI  TVTTE  LE 

VOCI  VSATE  DAL  PETRARCA,  DAL  BOC- 

CACCIO,  DA  DANTE,  ET  D’ALTRI  BVONI  AVTORI. 

DOTO  SEOy  ITU  VI  n.0  IC  £ SECO  'H.D  0 D E V^O  M I T R O T KI. 


C o M tU  feot  vtri  figmfi- 
b. vedi  a it)o 

a,i  vece  di  nofnC)&  aei  feo 
fo  deldaciuo,  ddJ*acitt> 
fjtiuOyft  deU*abUotM> . 

a,adueibiaJmcntr>& aoco 
aducrbiatipcttie  repiicau . il{  1. 1 S)i 
a,  con  l'anicolo  nel  numero  del  piu , & dd 
meno, & eoo  Ì'iafioito,&  replicala  per  or- 
namento. I0|) 

n,coo  Iaclie,rioe'a  che*  i0l]>i7i4 

a, IO  -vece  delia  particella  cooydc  della  per  la> 
twa,&  prò  in, prò  prope  rei  fecut,  prò  lux 
ta,fecuodum,verAu,pts,  e!»  nolir,httc, 
huculi^t,  ad  ^uidfVcl  ^uorfum,cir,ca,  da, 

di.  ^ l•,4.li3f 

a difpetto  di  tc,ctoe  cÓtra  il  tuo  volete*  p 71 
a pennello  ooc  pfifcitameore.  Stt 

ab  pamcella  Ialina, efau anco  da  volgan* 

abaehiera,ciod  macfha  di  ur  conto.  ?S  f 
abaihtlla,  il  compucilla,  cioè  che  crea  conto 
de  libri.  7>f 

abada, Talea  rc^ndictoneva  fperanxa,d(  alca 
na  volta  a pcz^tcnto  di  tempo*  itfi 

abantuo,valc  anticainence.  tpo 

abaÌbat,aoea(ttl6ucu,vediballàia.  174} 
abate, &bade(Ta  24; 

abbacinare, il  medclìmo  chcabbagliare  i|}7 
abbagliare,perabbarbaglure,ofiuftarla  vi- 
lla. I|T7 

abbaMDCi,val  latranti.  noe 

abbaiare,  per  latrare,  cioè  far  la  voce  del  ca- 
ne. IXOf 

abbaiatori, petmcu-maladiceaci.  1 tor 

abbandonate  verbo.  1 4 44 

abbjadooato,aoè  dcteliuo.  1494 

abbandono.^  tnabbaodono.  14ÌÌ4 

abbarbagliare , il  medefimo  che  abbagliare, 
abbaciiiare,&  oflufcaic.  sjp 

abbarbaglio  nome.  i)f7 

d)barbKarc,pcr  appigIiarc,A  attaccare.  54 
abballare, per  huinjliare,inclinafc*  1 Sa 

abbattete, per  abbacare*  1 71  x 

abb**uerc,per  incontrare  6or 

abbattercjp  amuare,o  giungere  a calo.  1040 

-i.i 

e>4 
I «36 
4X9 
liti 
676 
476 
»9» 
070 

990 
lto7 
lata 
I irv 
J40S 

1640 


abl>atterc,}'eriouinarc. 
abbellire,pcr  farbello,omare. 
abbicare, per  far  bica,cioe  cumulo, 
abbondanza, & abondanxa. 
abbonir, per  maturare. 
abbracciamcoto,&  abbracciamenti, 
abinacciare  verbo- 
abbrcuure.per  accurare,nccorciai«. 
abbruloarc,&  brufciart. 
abbrurciaio,&arlo. 
abbuiare,per  far  buio,ciod  renro. 
a bei  ftudiu, Cloe  volontariamente. 
abcte,albcro  noto* 
ab  eterno  vai  fempre,dc  da  pnodpio. 
ab  cxpcrtOfVal  per  prona. 

ablwnre,p  hauereuiodio,o  afcbino*  f6f 
•Morrai  barauo,profbadicà«  iiji 


abofmneuolcjche  vai  maladetto*  919 
abommeuole,che  vai  punolente.  t4ia 
aboodanie,&abondantemente.  aa0 

•boodaota,&  aboodactia*  aa^ 

abondare  verbo*  atv 

a bfano,a  beano, che  vale  a pczxo,a  pmo. 
I7<0 

abrcnta,abfcntìa,  dcaHenta.  96Ì 

acancho  herba  & fiore,  de  appo  alcuni  la  brà 
ca  vrfina  herba.  1169 

acafo,cioearorte.  tra 

accadcrc,p  far  birogao,auenire,occorref.ifS 
accJtflarc,ii  medeCmo  che  acctcflarc.  14.9 
accampare,per  càpegoare,o  por  campo.4  ; a 
accapigliarCfperazt^'.re.  i)  o 

accapricdaie,dc  riccapricctare*  1170 

accarnare,pcr  prender  carne  l)xo 

acc»fnare,pcr  fcemarc,4t  dtminnire*  Spo 
accattare,  |>  •ogltctc  ad  uopicile,  & per  tro- 
vare. 1494 

accccare,per  fac  cicco , cavargli  occhi.  1 irr 
accedcrc,pcr  venire, de  appropinquare.  1479 
acccfiarc,per  accatfare,ooè  pgliar  per  ceffo. 
•41* 

accelerare  per  aff'rettare , foUeacara,dc  an- 
dar prima, omoanti.  I49r 

acccndete^per  infiammar*.  ft$ 

accencbmento  ranlore.  tS? 

acccnDare,perfàicenao*  lira 

acceofo  de  accefo*  tSp 

acceoto,la  nronantia,o  tuono  del  dire.i  i9a 
accertare, per  certificare.  1*77 

accefo, vale  infiammato*  997 

accetta  arma  m ia.  494 

accettar, rcrriccuercgraramentc.  410 
accctto,chcfignifita  grato*  4)0 

acchetale, d(  acquei  are.  7 1 7 

acoaio  mculio  00(0.  1 1 )7 

acuaio,d(  acculino,il  focile  con  che  fi  batte 
il  foco.  99  I 

acculcni  c,dt  acodcotì.  1 r 7 

accio  de  a CIÒ , che  vai  a qucfto  a quello^  o a 
talcafo.  ia|é 

accioclie,vaie  a finche*  i8j6 

accifmaiepcr  moleffare.  1x9$ 

acciuire,per  dare  a cambio, vocabolo mcrca 
tancclco,che  hor  fi  dice  ciuire*  760 
acdJoe,vai  inchinate.  ipf 

accoccare,perfarcliela.  4)7 

accogUenza, lo  abbracciamento.  ipdi 
accog)iere,pernccuerecuD  beoigoili*  ir6| 
accoglier, per  adunare.  ir4)*i7oo 

accogliere, p aggiungere  all'improuifo.  I47r 
aca^itore, Cloe  che  accoglie.  ird|.l70o 
accomandare, per  raccomandar*.  410 
accomodarcjper  adagiare.  7ia 

accomodato,valeagMto.  71S 

accomodojla  <ocnoditi,lo  agio.  7 it 

accomnoare,pcr  far  coo>uoc*  1 fjo 

accompagnare, r#r  aiiotiatc.  1 p74 

acconciamentc^va]  .Tccameote.  pia 

accunciarc^per  accomodare,  addaoar*,  or- 
oarc*  71S 

a«onQO>yak  a*com»daco>attOte  7 il 


accentare, per  oum*rarc,far  conto, dr  p porfi 
eoo  gli  aiin  in  compagnia.  1371.1696 
accoppiare, per  giungere  lofieme.  1 71  < 
acccrarc,p  dar  affanno,chepinail  core.i|io 
accorciarc,per  abbrcuiare.  497 

acofdare,pcrcomponcrc.  7*o 

accordatore,!!  compofitorfe  71  o 

accorgere  uome,dc  aaorgere  verbo*  741 
accorgimcntodo  auedimcnto.  742 

accorri  voce  araba,che  vale  aiuto*  r 7 
accorro, vai  prudcaie,fagace,affuco*  744 
accofriare,  per  federe  come  fanuo  le  donue 

3uaodo  aggiungono  ic  gambe  alte  cofvic, 
be fi  accolgono tn  vno.  I4ril 

accollare  per  approfiimarc*  9>i 

accoixare,f  cr  aggiuogcrc,dr  per  fommatc,& 
per  confia(larc,o  ioinbactcre.  990 
acciefterenorre^dcaccicfccre  verbo.  1190 
acctercimmto,valeaumeii(o-  ir9>a 

accumulare, per  far  cumulo,  1 ; 01 

accufa,{aqucieia.  cwt 

accufare,per  incolpare.  . 6ox 

accrbaméie,val  acramcnre.malarnète.  1444 
acerbo,  vai  arpro,lcucto,duio,araguo,  im- 
inaturo,nca  abonito*  1644 

acero  albero.  iif9 

aceto  il  vio  fort*.  1 ao 

acetofo,  vale  agro.  1443 

a che, vai  pcrciie.  iato 

adò,dcauiò,chevaleaqneffo,a^to.  1836 
Ac^va  eiemeotonoto.  1014 

acqua  laofa,o  cunCt.  1 636 

acquano  fegno  cclcffe.  ^63 

acqufitare.per  afiondere, appiattare-  }?  | 
acquatterò, luogo  abundante  cTacqua»  1014 
acqucdoKo,vai  cooduuo  d*acqua.  1077 
acquetare, per  paci6care,placaic*  716 
acquiftare,per  auanzarc.  7^a 

acqutffo,lo  auanxo.  76x 

acro,d(agio.  1*43 

acume  de.l*occhio,  doe  la  virtù  viGaa,dc  au 
cho  dinota  acuita, dr  fonigimta.  1 146 
acuto, vai  pungente, fottiie  in  punta*  4x6 
acuto,cbc  Val  lottile,  come  d'ingegnoacu 

tO.  1999 

ad  prepofitione,dt  prima  con  nomi  delle  cit- 
tà^con  verbi  fìgnificaati  Uaio,  dr  moto,  dr 
repluata,d(  ad  prò  verfus,  prò  in,  prò  per, 
de  valpcrtempo,appr<llb*  18361837 
adagiare, per  accomodare.  7ia 

adagio, il  medelimo  che  agio.  7 1 a 

adamante, de  diamante  pietra  predofa.1138 
addate, per  accorgere, aucdcrc.  744 
addcntarc,pcr  mordete-  1 37  7 

addeftrar  e , per  guidar  il  cavallo  per  le  rc^> 
ne.  ixio 

addimadare,dunàdarc,de  domandate.  1409 
additare  per  moffrate  a dito.  1436 

addoU)are,perorDare,drper  vcAire*  716 
addogliarc,pcr  farò  per  dardoglta*  noe 
addorctre,per  far  dolce.  164 1 

•ddoppiarc,per  far  doppio*  t7XS 

addormeaure,per  dormir*.  1367 

addoffài*,p«i  andai*  addoffb.  17  7> 


jdduare,pef  duplicare.  1 709 

adducere»per  cocÌucere»&  per  aUcj^rare*  41  x 
jdegujre»il  mcdefimo  che  agguagliate.  1660 
adempire, per  fodisfare^dc  iatiare.  1 éo? 

adcntro,aduerbio.  96) 

adefcarc,per  loduceregli  Tccellicon  crcaa)* 
la  rete,A  per  meu.  1 (97 

adcilojaducr.ch'e  dal  al  prefeotejhora.  194 
adefil  pauimeoto  anima  mca.  (4 

adhor,uaÌ  al  prefcoCe^adelTo.  x6j 

adhor,  adhor,  ual  Cai  uolca , alcuna  uolu,  o 
qualcheuolta.  a67 

adhuggiare,  che  ual  adóbrare  di  ombra  che 
noce.  6*4 

adietro, quando  dioòtafempo  paflaio.  aas 
adierro, quando  dinota  mouunento*  1 4?r 
adietro, quando  fignifìca  {lama.  964 

adimare,per  uenir' dalPalto  al  baffo.  179) 
adirare,per  comiccrarfi,  (64 

adirato,ual  crucciofo.  964 

adito,  ua)  tngrcno,  lo  introito , la  uia  encra> 
ra.  9^6 

adjuenire,per3aenfre, incontrare.  itt 

admettere,ft  ammettere, per  actettare.  qae 

adocchiare, per  guardar  fottilmeotc.  1344 

adogn'hnra,  uafdi  cootinouo.  i47 

adoreiceoia,&  adoleftentia.  1 do 

adombrare, per  far  ombra.  4t) 

adombrare, per  fpaueoiarc,(he^  proprio  de 
cauaUijft  de  muli.  4X4 

adonare,to  ucce  di  adunare*  1 49$ 

adoperare, per  operare.  Ì4r 

adorate,^  orare*  )4 

adontare, per  far  iafiuria,&  difpelCO*  f?9 

adotczza,ìaorobra7dMl  rezzo.  614 

adorexzare,perombrarc,far  ombra*  6x4 

adornameoto,4c  oioamento.  7xr 

adornare, & ornare.  ’ 7xf 

adoUb, che  ual  (opra.  1779 

adoerrario,&  auerfario.  far 

auerliti,&aduer6tà«  I48 

aduerfo  ,dc  auerfo.  tòt 

adulare,p  luUaiare,hiandire,addolàre.  47f 
aduUcnce,&  aduUtJooc.  479 

adulatore,il  lufccglieuole*  479 

adulteno.il  (hipru.  49) 

adultOjualCT^cTnto.  1990 

adunjriduer.che  ual  inljcme*  *979 

adunare  por  raccogliere, giungere, unire, con 
uocare,conguitigete  inlieu'e.  1 499 
adunco, ual  cuiuo.  149) 

aduacare,per  piegare, & lacuiuarc*  1 49) 

ad  un  tratto, ciocio  una  uolta.  *704 

adunque,'Bcdunq(jc,eheual  come.  i4)0 

aduaqueaiiucr.ciieualpetfetuotaite,  & <ó 
elulione  della  cofa.  1 1)9 

aduraretperaiTuefare*  169 1 

Asti,  & aria  elcmeoto  noto*  999 

aerc,in  uecc4ÌcU'arpetto.  iqso 

•£atici,4(  affano  sdoer*  it^o 

aliabii<,ualiacDodo,&£aale  del  patlai.704 
affamarciper  patir  fune.  fi? 

affamato, ual  pieno  di  &me.  )*7 

affangare,.Sc  mCtng«ce,pcr  empir  dtabond.ip 
ditangm:  1099 

aibanare,perdaraliiuoo. 
afl*atioato,ualan(to.  1)04 

affaono,U  aa£cta,ln  rooletin.  • 104 

aflafaare,pet  far  fafoo.  1 rrx 

affatatOftuleiooiòlabile*  791 

affaticare,  & atfxocarfi.  990 

affatto, dt  a fallo,  aduer.oale  al  tutto,  toraU 
fneoee,ia  etfetto,ad  ogni  modo*  1740 

aflattnrare,peTfarmalie,dt  incancu  799 

atfcrmarc.pcr  Confermare.  41 

afferrare, per  pigliare, tener  femo»  394 

affeniooarc,per  por  affctuooe*  70S 


TAVOLA 

aflrettióe,ual  affetto,amof , delio nolóti.  7oÌ 
affectOjual  amore, dcfìderio*  707 

affettuofo,ualpicno  d* amore.  709 

affibbiare,  per  allacciare  fibie.  1(9) 

affidare, perafsicurarc.  19 

afKgere,per  fi  ccare,dc  fermare.  I x4  8 

affinare,  per  far  fino,  cioè  nduccrc  a pcrfcc- 
tione.  147* 

affifarc,per  mirar  rottilmcote.  1 )99 

affiliare,  per  f ermare.  1X69 

a£finb,uale  aggiunto, & riftretto*  99 

affittare, per  locare.  99* 

affligerc,*  affligerfi.  i)o9 

afflfttione  dtanfimonì.  i)Of 

affiicco,ualtnelio,laffojdebole.  S)08 

affogare, de  afl'uocare . 9 9x 

affocato, ualcinfismmeto*  99x 

affogare,  per  attuH  are, fummergete,  o annc> 
gare.  ''  io)4 

afloUarc,p  fofpirare,hanelare,fli  anfaf.itxf 
affondate, per  fommergere.  iO)8 

aflraogere,perromperc»  446 

affrappare.perftratagliare.  9)o 

arrenare, éc  raffrcnare,&  frenare*  1x19 
affrefure,perfbllealarc.  1494 

affiuiuare.pcr  porfi  al  contrailo.  4o7 
affumicare,per  affamate.  991 

a gara,uale  a proua.  1 449 

agcuoÌarc,pcr  facilitare, & far  ageuole.  4?x 
agcuo)e,ual  facile, cractabile,dr  qucHo,<he  fi 
molUa  ad  aitn  grate.  4xi 

ageaolezsa,ual  faahci,gratìa,pìacere,&  uà* 

Wgeio . 47 1 

agcu^méte,ualfacìlmére,tecgiermcte*  471 
aggclarcfpercongeiare.  " 894 

agghiacriare,per  gelar  fortemente.  994 
8ggioroarc,per  fax  giorno.  X4o 

aggirare, per  circondare  dt  far  circoloi.  i4o 
aggiraia,il  rauolgunemo.  i4o 

aggiungere,dc  aggmgoci«,perarrTuare*  1477 
aggiungerc,pcògiuDeere,&acaefcer«.  i697 
Inoliare, per  appr«lTare,aDicioarc.  974 
aggradtre,per  piaccre,fodufare«  )99 

aggrappare, per  arrappare, appiccare, afferra» 
re.  1781 

aggroppare, per  annodare.  )4? 

aggrauarc,  per  calcare,  caricare,  tnoleflare, 
annoiare.  I79| 

agguagliala, la  mrìti,cqnalid, equità*  1 44o 
ageoasIiare,p  taieuguale,d(adeeuar(.  i46o 
aglua  Jo,ual  latto  frcddo,d(  per  meta  caglia- 
to a pezzi*  1 4 1 4 

agiato, uale  accomodato, atto,in  affetto  7 1 8 
agl  le, ual  deliro  ,difpoilo,lcggiadro,  di  leggic 
Il  della  perCema.  i9oa 

agiOfil  comodo.la  comodità.  7*8 

a gioco, de  in  g»oco,auerbio.  69  7 

agitare  per  commoucre.  49) 

agiiofruttofaoto,diodof,dc  fapof  acuto. 1184 
agoa,dc  agncllo,anBnali  noti.  1 xo  1 

agnusdci,uocclaDna.  txot 

ago,la  gufella  per  cufcire.  1914 

ago, IO  uecedellapnntura, punta, obefeuio 
della  uefpc,o  dell'apa«  1 934 

ago, de  agl»  dapomolo  cheufano  le  donne 
per  acconciare  1 uelim  capo*  1934 

agognate, per  bramare,  de peofiir  defiaodo,o 
eoo  anfieta  temere.  1x71 

agone , era  luogo  m Roma  doue  li  lóbatcea, 
de  perciò  fi  piglia  n ogni  cóbattimcto*90X 
agoAo  ,Puno  dedodto  meli  deffauoo.  X99 
agmdu,aducr-ualciu  piacere.  47) 

agran  pcna,aducr  aoc  agifnfatica*  890 
agtdia,Ia  Tua  acerba*  1x0 

agricola, lo  agneoUore.  )oi 

agncoltura,la  coltura  de  campi  • )oz 

9gn> A 8U0,  Itale  acerbo,  affro,  nolcllo,  de 


alle  uolre  crudele.  144I 

agrume, ualeacerbità,amarìcndiae.  144 
aguaco,ualeifidia,ingàno,iiafcódiincto.9tA 
agueffare,peraguagliare.  i46o 

aguglia,in  ucce  di  aquila*  t oon 

aguifajuale  a forma,a  modo.  I99^ 

aguti,di  aguzu,ooe  focrili  m punta*  9x8 
aguzzare,per  far  rotule,  de  far  la  punta,  (xt* 
1799 

aguzzare, quello  che  aguifee.  1799 

aguzzo, de  acuto,  cioè  Hiiul  io  punta,  o pua- 
fido.  1794 

ah,ioteriettioae,ch«  dimoftra  affetto  di  ho> 
manica.  i9a4 

ah, inuecedi  ahi  con  fofpiro*  i8x5 

ai, de  hai,uoce  con  fofpiro.  1 9x4 

aia,&  atuola.ildimio  di  aia*  1107 

aunc,d(  oimcyvoce  di  dolore.  1 9x4 

aita,dc  aiuto, il  foccorfo*  9o4 

8itxrc,dc  aiutare  907 

aiuola, il  dimmeli  aia.  1107 

aiutare, di  aitare.  907 

aiuto, de  aita.  994 

anzare, per  irritare, d(  proarcare  ad  ira*  999 
al  articolo, de  in  ucce  01  nel, de  di  m.  1 8)9 
al  da  fczzOfCiot  a l'ulomo.  1 4x4 

al  tuo  diCpctto,  97* 

ala, de  alla  articolo.  19)9 

ala, ale, de  ali  con  cui  nolano  gli  ncccUt,  dt  có 

CUI  nuotano  1 pefei.  999*19)9 

alaballro,  e rpcciedi  marmo  candido  ,fino^ 
d(  tralparenie.  i*)9 

atamani, fono  1 ledefchi.  1 9 9o 

alano  cane  da  caccia, aot  cao  Icurìcri*  1 xo  1 
alba  del  did* aurora.  6x9 

alberello  uafo  di  terra  picciolo.  9)0 

albcrgare,ptr  alloggiare.  9)1 

albergatore,lo  alloggiatore.  931 

aiboo,dearbore,de  arbofccllo.  1193 

albcro,dc  arbore  da  naue.  1090 

albòrc,la  bianchezza.  914.6x9 

alchimia, la  archimta.  1 1 )7 

alchtmilb,gij  archimiffi.  * 1 )7 

aluone,  de  cetee,  uccelli  c'babitano  alta  ma^ 
ima.  loox 

alcun.alcuoa, alcuno  • 1 840 

alcuna  cofa,dc  alcunaTolta.269.aIcuai.  1 840 
aldafezzo,uaÌein  ultimo.  1 616 

aleppe,  anzi  piu  tollo  al'faeppe,  che  uale  ale 
bebbe.  ii)9 

algente  bruma,che  ual  freddo  uerao.  S99 
alintento,il  nutnmenCo.  1 399 

almiprouifo,de  alixnprouifa.  che  uale  tmpen- 
faumente,in  uno  inllaote.  X94 

alilio  fiore*  1177 

aJitare,perfiararc.  *59) 

alitQ,loanheljco,ilfiato.  i)9) 

aIla,allo,alie,alli.arucoli.  |S)9. 

alla  nome,  che  cmifura  di  duo  braccia  alla 
fiamengi.  1760 

alU  difiefaycome  correre  alla  dillefa . 1791 
alla  fuggita,  aducr.che  uale  eolio, dt  oafcola* 
mente.  1489 

alla  grofla,  cioè  alla  buona, o alla  fempli* 
cc.  1149 

aUaimprfiutfa,oali*unproi.ilo.  X74 

alia  lunga, aducibio.  1790 

alla  mano  Qoc  in  pronto.  I fOx 

allacciare,per  legare.  ))7 

aUagare,per  inondare.  1080 

alUrgare,per  ampUare, dilatare.  1 794 
allatOfChe  uale  apprelib.  973 

allacraic,per  dare  il  latte.  1449 

alUrgarc,per  adduccrc,affegDare.  4 1 s 
alleggiamentOyUalealJcuiamenCO.  1744 
aUeggiare,p«raUcgou'e.  1744 

allcgrare,pcrlcamar«A9^^^\ 


aie 


atle^miAfla  pocooditi*  ifoi 

allegro  vai  gt‘ condo. fetùntefliero.  701 
ailciiiia,  roce  hebraica  di  due  diCUoniA  vai 
lauda  Iddio.  701 

allentare, per  Urdarc,per  molare.  iro7 
aIlentarC)per  brar  a (e  con  caicice,  de  lutio' 

alletcamceo,val  ìocicaméto,blàdiméfo.  677 
alleuare,per  nodnre.  js99 

alteuiamento.valc  alleggiamento*  i7rf 
aUeutarc,iI  medeitmo  che  alleviare*  r 7f  r 
alle  volte, aduerbio, vale  alcuna  volta.  1714 
atlhor  Se  allhora,che  vale  a <}uel  tempo.  i6t 
allhotta,in  vece  di  allhora^.  at$ 

allodola, o lodoU  vccelio  noto.  100& 

alloggiamento, loolbergo.  9)1 

a)  logore, per  locare, pooere.  9Cf 

allonuaare,  per  dilungarli,  Tcoftarfi , andar 
lontano.  96S 

alloppiare, per  tar  dormire#  1367 

aliormodo.  IÌ40 

alloro, dtUuro  albero  aoiiftlmo  • 
allumare, perillullrare.  4ii 

alluminare, & allumare.  dii 

allungare 0c  dilungare, per  allontanare  1790 
allungo  andare,cioe  dopo  lungo  tempo.  |oo 
alma, per  I*an<ma.  it)l 

almajCofa  che  da  nodnmento.  idoo 

almen,almeno,4t  almanco.  1774 

alno, albero,  fluuialc,  nelijual  furono  mura- 
te le  figliuole  di  Phetoncc*  1 1 60 

aloe,l}ema  amarirnma.  1 641 

alpe, de  alpi  in  pIu.monci  alhfaimi.  nt6 
atpeilro,valeafpro,defacicofo.  1694 

alpha,  de  o prima  de  vloma  litera  Gr.  de  però 
fignifica  principio  de  fine#  idt| 

alphibeto,cioèa,b.c.  top 

alpiu,aucrbio.  I7l) 

alquaDti,alquaate.  I7|t 

alquanto, auerbio,ciod  vn  poco  di  tepo*  171 
alquanto,adtectiuo.  I7|S 

aU«»vale  alTrcddò^de  aehìacoè#  9y6 

alulòrte,c  rocca  m lagmlcerra.  4 1 4 

altarCfdc  altari, in  piu.  4S 

alteraiione,vaÌ  montmenco*  S77) 

alterczT2,vaUiiperbia,graadma.  I77| 
aitemire^  per  mutare.  174 

altero, de  altiero, vai  fuperbo,d(  il  phi  delle 
volte  in  buona  parte.  t77f 

alreiza,deertcua,val  cofa  alca,8Htginiiea  la 
patte(u.>eroa,ddlaprofoadamcC4.  i77a 
altovalca,jlte,al(i,  177» 

akramea(c,d(alcrimentb  1964 

alueH,aducr.vaI  fimilmcte,  àchora  coli  1 d;; 
altrccuo(o,dc  altrcttanu.  1 7)7 

altnmenci,de  aUramente.  7464 

aliBO,alcra, altre, de  aldi.  1^41 

altra  che, vale  eccetto  chefolo  che,fenò.i970 
a‘trondc , voi  daU*akra  parte , o per  altra 
parte.  97« 

aitroue»  cioè  m altro  luogo,  o verfo  altro 
lu>gO.  994 

altrui.uecafi  obliqui, vai  altri, alcun, de  altro, 
de  alcuno.  itaa 

ahura,ia  vece  di  aitezia*  1 77 1 

al  verde, che  vale  al  fine.  1619 

al  viuo,aduCrbio«  T)1I4 

aloopl  ventre. 

alure,dcinaliare,pereletare«  177$ 

a niacto, aoè  mangiare  a bertolotfo,afcroc 
co,che  vai  nlaogiar  a rpefedraUri.  791 
amaUiOfde  malato,che  vale  lufcrmo.  1 684 
a man  giunte.  1419 

a man  piene.  1419 

amanfalua»  t4)9 

a mano  a mano, vale  infiememente.  191 
amante,  mafe.  4|4 


/T  A :v  O L A 

Mante  celebrati  da  oollri  poeti.  4 ,0  amomeglksche  vai  piuroUo.  ii7r 

amaaza,la  inn^motata.  4|4  amumo,e  lagrima  odorifera. 

amarantho  fiore, immortale, perche  oontnai  amore  lafciuo.  a r ]z  amor  buono.  4j|-.unor 
marcifce.  1177  paterno. 

amare, nome, 5r  verbo.  6|  7 amoreuolc,val  beneun]o.amoreuoIezza.et]r 

91 
4(4 
6if 
I Mi 
179) 

1794 

1791 
‘79i 


amaricudmCyVal  pouationc  di  dolcezza,  di  p amori  vani. 

meu.dolorc,cordoglio,pafMone.  1642  amoio(ameoie,vedi  in  amorefo. 

amaro, roll  il  cótrariom  dolcc.de  odie.  1642  amorofo^val  pieno  d'amore, 

amato  .amato.  6)7  amphilibena^aogue  vclcuofo. 

amatore, amatori.  6)7 

amarzare,per  vccidere.  f )6 

amba, e frutto  limtle  alla  olioa,  ma  piu  gran 
dc,d(  di  piu  foaue  fapore.  1 1 9 1 

ambage,lo  intrico,  de  circuitiooe  di  parole. 

ambafeia,  la  fabca,il  fadidio,  laafma,  cioè  do  dcicaenbiaudo. 

infermtri  che  fa  difficile  il  fpirare*  ancoiil  gallone 

ambafaaioic  il  oontio>il  legato.  779  ancella, de  anelila, la  fantefea. 

ambafuaru,  U legidonc,  779  anche >lecuUce,i  vaioou 

ambafclata#  779  ancho  vileaquclrhor>|. 

ambe,dcambo,cheva1  duo.  17 io  ancho,pro  edam.  ' 

aod>idura,dc  ombtduo,  aoèlo  andar  di  por-  anrbo,rh«  vai  ptr  alcun  tcmpo.oi 

tante.  1217  aneboche  vai  per  loaueoi  e. 

ambiguo,  vai  dubbiolb.  171  anclKii,va]e  hcggi. 

ambo,ambe,dt  ambi, che  vai  duo,due,en-  anclKir.dc  anihora,che  vale  a queU'liora,  dt 
cra.nbi,ambidui,affibidue,amcadui,  a-  lofin  a quello  tempo.  279 

mendunu  1710  anchor,chevaldinuouo,ocomepnma.a7i 

ambra  pietra,gemma,dt  imftura.  1 1)9  aachor.che  vai  fimiimcnie,cCioiMlio  Z7  » 


ampiamente,  vale  abouaaotemente. 
ampiarcpcr  allargare. 
amptczza,la  larghezza, 
ampio, d(  ampio, vai  Ur.  o fpatiofo. 
ampolla  vaiodivctro  da  vino,oda  cglio.lji 
amura  a muta,!  mudaa  muda, cioè niuraa 

177 

*47» 

i60 

X7X 
X7X 

*7) 
Ì77 


ambrofia,  e c4  o diurno.  i6oa  ancbofcbe. 

amenduo,deamendu«,aoè  ambedue.  1710  anchora  che  vale  a que{l'hora. 
ameno,  voi  dilctteuoie,  il  concranu  di  alpe*  ancoca  fierro  d«  oaue. 


ftro. 

amtcheuote,dc  omicheunlb 
amico,amiGi. 
amicitiokdc  amilla. 
amtlta,iÌmcdeGmo  chtamlcitiai 
amm»ccare,pcr  pc{lare,dc  premere# 
amoueftrameato. 
ammaellrare,  pcrinfegnare» 
ammacilracOfVal  difciprioaco. 
ammaliare>per  a0anirare,far  malie . 
ama)anaarc,perapparccdiiare,poriflor.  U. 

4>ne.  14  andar  portante. 


1694 

xn 

7i| 

71» 

71» 


»?o 

IOf% 

f |4 
160 

»41 


aocdcre,pcr  cadere  de  arpazzare. 
aocilla  de  ancella, la  fctuif/Ke. 
ancifa  villa,  duuc  nacque  lU’ctrarca. 
ancudc,d(  iDCude  fcin.  . 
andareoomedt  veibo,chcdiqocamouui)ea 

, *449 

9j9  andare  ucrbo quando  dmou  tempo.  )oo 

9j4  andare  i cnrfo,cioè  coffegiare  il  mare.  1469 
g}4  andare  in  corfo,aoe in  flnazao,  1^49 

7ll  andare  di  fopra  come  ^àdo  bofle  la  pigna# 

•44| 


ammantare,  per  coprir  col  manto,  & pigliali  »dda(a  fu/lanu.ao*  m44 

io  genere  P44 coprite.  it)8  andatura  eroe  mododi’anJare.  1466 

amnuoto,io  vece  di  manto.  • sìt  endrona  c quali  «gui,fa  di  colle, tra  Puna  ca. 

ommallàte , Aammafucciar^perfar  mafia,  ^ & l*alcra,alc{itla  chiamàocornturo.uoz 
accumulare,aggiuogere.  1701  anello,  de  oelpiu  aacUa.dtaoelleuoiidiou^ 

ajmnaCiicaare,n  ammanare,aggiugere.i70t  7»} 

amiq«,in  Vece  di  ameo,che  vai  cohfia  1629  »oeto  hzrba  di  buono  odore.  U44 

ammenda,  orameodameoto,  menda,  emei».  angelo, de  angeli.  g 

dacionc,aoc  tlanooycrrora.  999  30g4lico,dc  auelica.  g 

ammemlamento,  il  medefiino  ebeammen.  angore  per  fafhdiredt  cruciare.  tjo8 
4a.  949  aagofcia,deangofc]ofo#  1114 

ammendare, per  emendare.  )8  anguilla pefee  noto.  1091 

acnmeacore,fer  rammentare, rìcordare.i»4i  a»sue  il  ferpe  animai  velenolb;  1149 
ammiccare , p-accenoar  fpcÙo  con  cenni  da  auguinagha.Lat  uiguioa.  4497 

tmcarc  Laiche  vai  giocaf  alla  morta.  I9<9  aiigulto  cioè  picciolo. firetco.  4799 

ammirabile, cioè  rocrauigliofo.  1191  aah.clo,ooeannantc,anhelante.  199} 
ammirare, per marauigliore.  i29a  An  1 m A,deanuno. 

tmmttacore,dc  admiiatorc.  rapa  anima  mia,io  vece  della mam orata.  6)4 

ammiralo  • il  capiunodcU’armada  di  ma  animale  in  genere.  1199 

re,dc  da  tetra.  541  aiumaliaen.  996  animali  quadrupedi.  1194 

ammirattone,la  mcraulglte.  1x9»  ammali  veleoofi.  1148.  ammali  oottuini.igu 

»mR>ngl4aft,per  far  matntaoQÌo,cioè  pigliar  ammo,dc  anmit.  i9|| 

niuuic#  19x6  aoimofieà  il  coraggio.  9^9 

ammutire, per  faMnolle,liumiliare,raddol-  animofo  vai  coraggioso.  944 

^ocedcrpiugare.  1699  anitra  vccelio  noto.  loov 

ammonirc,pfr  npreoderc,de  correggere.  8)9  anoali,aoè  lecofe  farteiTanttoio  anoo.2)4 
ammorbare,  per  infermar  di  moibù,aoe  io#  anoafarepcrodorarcoloafo.  ,|7q 

£cUarfi,ocorroreperfi.  1699  annegare, de  annegarli  per  afiogare.  iO)7. 

ammorbidire,paminollire,ioteocrire.  1690  annerare  per  far  nero.  9)7 

amo^nare,pcr  fpcgnere.dt  ciimguCTC.i4it  aunidatc,pcrfernido.  9)) 

ammufare,  p por  il  mulo  i'vno  npprello  l'al-  enno,che  contiene  in  Ce  ziKcnefi.  apò 
Uo.  14,9  aanodare,pcra2groprare  146 

ammutire, perfajdimnttojcioeuccrcdeltui  annoiare,per haucr faibdio.  noi 

■ W*  , 1414  4J)ant(at9,per  farli  notte, dtofearare*  Hot 

■ # li 


99ix 


T ’A  V O L -A 


iàttÀacrare,per  Anoerare^o  nbm«rsrc.  t^f4 
«Qnulljre,p<r  anichtUre»  (cancellare^  pnua* 
re»ci>nruni  ire.  *7>r 

anau(uurc&  nuntiare*  >191 

aonuncutnce.  *191 

aoauatio,il  presagio.  * ì9ì 

an(are,pcr  rrrare,con  Jifficalti  a feilfiaco  & 
maadarlo  fuori*  * f94 

ante To<o  Lac*ch«raleinnaxso prima.  tPii 
aoCtfccHon  » che  foco  quelli,  che  fono  flati 
aitanti 

aatclucanotual  ndrauroraio  aaana  dt*  6ir 
antenna  da  nane,  ór  aounncrtaildimuót  pi» 
gliafi  ancho  per  altro  fimil  legno,  o perti- 
ca lunga. 

anteporre, óc  antiporte.  • * • ^ 

anteriore, vai  dinanii.  iòta 

aotiguardia  del  capo,  vocabolo  militare.foa 

àntita  madre, IO  vece  delia  terra*  * opr 
aotKhita,flt  aotiqoica.  sfo 

aaoco, antica. 

antiporte, ót  anfcporfe,fit  anteponete, per  pre 
fenre  altrui.  i6i» 

antiilc,&  anuftite  che  (igni6ca  rettore,  o pie 
fidente, nelle  «ofe  facre,ót  nelle  altie.  m 
aotiuedcre,nome,  ót  verbo, che  vai  prima»  o 
tonanticonofeere*  t aóp 

antro, la  <a«tenia,o  fpHonca . * * ar 

aniifchs  vai  più  collo, primo, uno.  atf.  òca 
liti 

anxi»qo4ndo  dinota  teinpo,aoe  anti  tempo 
o innantìal  fine.  ast 

apar,che  vaie  rnfieme. 
aparo  apaio aduer-  vale  egualmente,  lóto 
a parte  a parte,  che  vai  da  ogni  banda  , o m 
otailuog^  i7ei 

apal’>a  ano.  *4*^1 

fepe,fin.Si  nel  piu  api,aturaaleteoinelUAuo* 
lOol 

ipena, vai  quali*  *7ta 

apertamenfe,ft  aperto  aduer*  lóto 

aperto  aduer  cioè  apcitamence.  lóto 

ape^o  adie.che  vai  manife(lo,parent<  i óaT 
aperto, che  vale  a paraogooe,o  a comparano 
ne.  i«47 

aphonlmi.foao  le  breoi  fcnuoae, della  medi 
einaferitte. 

a pie  che  Vale  appreso»  971 

a p eoo  aduer.val  totteramente,a  compimen 
to,óc  a fiifficienta.  *7ól 

fpoco  a ooco  aduer.  *74* 

ar'>ila,vaie  ad  infiacaa,o  votba,ft  renfara  * 
niente.  Ii9i 

apoltolo,ól  apoftoli, celebrati  da  nfipoen  i7 
appagare  ,per  contentare, o fodiifare.  774 
ap;*defarc,ól  paleTare,per  ptiblicarc*  |ó7f 
appann*re,Per  coprire, velare.  pii 

appaTCC(hiacneaco,Órapparecchlo,tl  prepara 
mento.  IM99 

apparccchiare,perpreparare.'>rdjnare.  i| 
apparecchio, óc  tpparecchiamenro,  in  vece 
dello  enercico.  499 

apnareccbtaro,cioè  pre^^arato.  499 

apparegg(jre,per  agguagliare.  i ióo 

apptrcnia,  la  preftaxa,  arpecto,vifta,  dimo- 
Ihatione.  1411 

apparere,Ót  appanre.per  mollrare  1 irp 

appar<fcence,è  quello,che  ha  baooa  appareo 
ta.óe  è il  mtoefimo,chc  auenente.  1 412 
appanaooe,ótappatfionf*  1 itp 

appartenere,ót  arerfenere,percooucaire  e{- 
fcrc  cooueniCQrcttoccare.  1 (*14 

appaftare,rer  congiugnere  iaficmc,comc  fi 
fa  la  ralla.  1Ó99 

' appellare,  per  richiamare, aomlnare,alcuna 
volta, per  pruucKart.  1409 

«pf«odftte,pcf  aliare, folpendere,  Óe  appicca 


re.  i7ti 

apperteoere,*  appaitenere,  vedi  apparteue- 
re. 

appetibile,  v.it  defiderofo.  *a7| 

appetire, per  ddideurc.  *i7l 

tpp2ttto,val  volontà, óc  defiderio,  ai7| 
arpiaoare,per  rpiaoar«,flc  far  piano.  I7ii 
appiattare, per  afeondere.  }7i 

4ppiccare,per  attaccare,a  pigliar*  t { 

appigliate, per  atuccarc.accoilare.  f4 
appiu  herba  nota.  tióp 

appbudcrc,rer  blandire.  Or  accarezzare  con 
atu  & gcili  del  corpo.óc  delle  meni.  67Ó 
appo,  vale  appreflo.  9Ti 

appoggiate, Ót  arpo^iarfi.  • * *1 

appo(gio,val  loilcncamento.  1 1 1 1 

appoòcre,per  incolpate.  4o  1 

appoaerc.peraggiuogcre.  1479  (ii74 

apporre  et  appooere,per  incolpare, acculai  e* 
apporurc,perportare,dare,  1411 

appo(lare,perllario  polla, Qoe  flar  fermo  ad 
afpcrtare  alcuno.  994 

apprendere, per  imparare, romprendere,***- 
tCQdete,pigiiare  attaccare,  Ì4<* 

apprcnliua,e  quelij,che giudica,  do  che  de- 
fiderà  eleggere.  1 if9 

apprcrentarc,per  rapprefentarc.  *4'9 

apprcnarc,peratticinare,accr>ftare*  97) 
app  reflo  i vece  di  dopo,óc  di  oltra  dì  C10.2S  1 
apprenoinvecedlvirioo,accollo*  971 
apprcHo  quando  figoifita  di  lotto-  1 7t) 
appteflu  in  vece  driubito.  19) 

apprellaic  per  preparare.  *497 

apprezzare,per  valeieót  eftimarc*  401. 7i* 
approcciare, perapprenare,aotaoare.  974 
appTodarc,pcr  giouare.  7ór 

apf  ror inquar c per  auicmare,appreflare , ap- 
prodare* 974 

appropnare,nerfar  proprio, ót  alcuna  volta 
pcrvlurpare.  if|i 

approuare,^  rperimeotarti  tentarci  ót  per 
confermare.  1649 

appuloare,rer  abbellire.  <64 

appuntare,per  affermare.  fa 

appoz2are,per  far  pimoleote.  ttia 

aprico  è luogo, elpollo  al  fole  óttra  il  freddo 
& li  caldo,  ór  {Kio  vago  ót  dilecteuole.  7)t 
aprile l*UQO  de  zìi. mefi  dell'anno.  )ti 
aprire  artua'menre.  pip 

apnre,pcr  mamfeflare.  tifo 

aprtcore, quello, che  apre.  919 

apriture,le  fede, o fenditure.  919 

aproua  è propno  far  in  gnifa  che  fi  vinca  il 
compagno  nd  contnlUrc*  liqp 

aprouo,che  vaie  appredb.  971 

apnneo adue.vil  propnameote,a pdoche 
Olente  ui  maaclii.  1 7 47 

a qael  tempo,cio^  allhora.  aii 

aqurlli  volta*  apó 

aquila  vcccllo  a Gione  fiero.  1001 

aragna,il  ragno  animaletto  che  fa  le  tde.ócé 
ancho  cena  rete  da  pefeare  9m  tooi.ioit 
araldo  Ioambafci  •lore,oracorcol»aro.779 
araocio,Ó(  arangiO,il  naraaiaro,allwo  & 
fructonnto.  ii6o.it9i 

araodairanda,  valeappreff’>appreffb,  die  il 
lombardo  dice  a irò  a ITO.  1747 

arangiOfóe  arancto,aIbcro  Ór  frutto*  1 1 óo 
arare, per  colunare.  |o7 

aratore.qud(o,che  ara  la  terra.  )o7 

aratro, ftromento  con  che  fi  ara  la  terra.  107 
arbicno,la  rolonca,Ia  potelU.  1179 

arboreót  albero.  1747 

arboredanaue..  1090 

arborc,iD  vece  dell'alloro.  1 1 99 

arbafcclh>,tldtmi.di  arborab  11 9) 

arenila  enfià^  fioul  1797 


area  meti.pcrljTcp<5ltlira.  iCzi 

arcani  fono  e lecrett  de  orli.  6 

a/ciuefcQuo  dignità  ecclcfiallica«  )7i 
archangeliÓcani;elu  9 

arUiimandma,v'aÌ  archipa(lore,óc  piincipe 
d'una  conertgittone.  )77 

archtpézoIo,i1  p^«'>bmo  che  adopera  lo  archi 
Cctto,periodruiarc  Ó(  aggiullace.  a 4 1 
architettOyéilfoprall^nceàinaellii  delle  la- 
brichc.  <41 

arcieri  fono  efageiettari  a cauailo.  49) 
arcigno  vale  acerbo,  ó(  vifo  arcigno  vai  guar 
do  torco.  1691 

araonc  dcUa  fella,  cioè  la  parte  dinanzi . 
lati 

arcoarma  oficnfibtle  nota.  4)ó>4<9-49i 
ateo  Cioè  il  \if  lto,o  la  volta*  par 

arcobufOfUromeoco  bellico  noto.  441 
arco  <elcllc,ooe  iti.  <64 

arca  triomrhale.  944 

arcolaio  il  filatoio, doii<oatoto,arpoomoh- 
Orilo, eoo  che  fi  auolgc  >1  fih>,o  lana  i,}4 
ardente,  vale  infi.immato,  come  d’amorofo 
loco  óc  vehemente  defiaotc.  999 

ardere, per  ab6rui'ciarc,Ó(  grandemencedefia 
re.  9<9 

ardimentosa  nnimnfità.  9 1 • 

aidire,óc  ardimento*  |p  1 9 

ardue  verbo,pet  hauere  ardimento.  ti4 
arditamente, ooe  amlacemente.  9 1 9 

ardito  vale  audace, temerario.  9 1 9 

ardore,lo  a€cendimrnto,la  cupidità.  9 <9 
arena, la  Kcoa, la  (abbia,  i09t 

argcntato,cioè  coperto  di  argento*  8 1 1 
aigciito  mètallo  iioufamo»  1 1 if 

argento  iotimato>che  fi  fa  di  arg*aco  uiuo,óe 
Ule  aimooiaco.  ttc9 

argento  uiuo  alctimeoti  mercurio  ii)9 
argine, e quello  riparo,  che  fi  faallcrìue  de 
fiumi  accio  non  fpandano.  ii.41. 

argomentare,pcrifotzaifi  di  fer  alcool  cofa 
con  ragione  aio 

argpmenio,  tal  ragion^indibo,  prouifiooc» 
arufiao.  109 

arguco,ooe  fottile  pronto.  aio 

ariafem.Ór  aere  mafc.eiraiento*  99f 
anain  uecedc]l'afpccta,oprcfeoza*  tqao 
aria  IO  ucce  del  fpabo*  1794 

ando,ual  fecco.  é)o 

ariete  il  montone*  <99  noie 

axtoe,ujfidouehabiranoteapi*  tjo 

anooe  cauailo  <elebre,a  deitriero.  1 lc9i 
a nfpettOiUale  a comparaounc.  1647 
arma  óc  arme  nel  ling.óc  pin  anni.  419 

armare  per  uell  rfi  d^arrac.  419 

armato  vai  uelhco  d'armi.  4I9 

aMuture,learm«.  499 

armeggiare, nome,  Ót  nerbo  per  bagordare, 
far  curniaincatt  Ót  g'oftre.  489 

armellino  animai  picciolo  comeladonola  * 
biaochdC  faluo  rcttfemita  della  coda  , 
che  coera. 

armcUioo  fruttoooco,altrùneati  ormooMca*. 
omooica. 

armeDCo,€toè  quantità  cTanim  ali  quadrupe* 
1*96 

•^®®^S5i»re,o  armooizaragft  armonia,  ue  *• 
diad  armooeggiare*  ioa 

®rncfc,e  armamento  delle  cofete  come  ftiua 
**•  . 4*» 

aroefcyche  uale  omameoto,Óc  madàna  del- 
la cafii.  499 

arra,la  caparra,o  il  pegno,ch*è  p tinopio,o  le 
goo  di  pagamento.  7Ó0 

arr4ibbiare,per  diucmr  rabbtofo.  9f  7- 

arraodel)are,per  lanctare,ddrde£giare  » 4)7 
aixcdt,ta  uccedt  ariicfi.  497 


■«  X s s ?•?  g.3-* 


amoJ<Dole,ti>1  }'j<^fieuote  ftcoDrenticnte. 

tiK 

arrfcflarftpfrfenrore.  T» 

arretrare, rer  cornare  adiefiu*  1471 

arri«h»re,n*rdijftmir  ricco.  117 

arricciare, per  £«rricciO|  corno rarriedar  de 
capelli.  t6»i 

amdercdaf  verbo  ridere. 
arno|o,o  anngo,  che  e lo  fp atio  dd  corfo. 
Ml7 

arringoo  aringo,  che  figniiìca  d pnlprio , oil 
pcigamo.  14I7 

arnilchrare.  per  pronare  tentare , ardire , o 
ponerfi  apericrio.  tra 

«nWiheuolCfUal  troppo  audace, & porli  al  ri 
Ichto.  tri 

ama  are.pcr  atrgìMn^ert.  l <Mo 

drogante, narinrolcce,inrappoftabile,  icir.e 
rartOfprofontrmro.  rao 

anogancia.la  infolentia,£aperhia.  rao 
arrotare,  p dare.porecrr,&  p-accrcfcerc.4i7 
anóiigliare,8r  rócig}Tare,rer  ratnpm9te«474 
arrunate,perdmemr  rollo  &am>(6re.  $>o 
arronare,&  arreibre,  per  toro  are  adieOo,  Se 
per  aggirare.  fo 

arroHirCjp  cuocere  al  fuoco  Tenta  acqua.^et 
arrubinare,pertingcre,o  far  rodo.  $xo 
JrfcnaluocaboIomorefcOjTedi  anceni.  ipoi 
«rfìccia,ual  cr>ra  arfa  dal  fuoco.  487 

arfura,ll  meddtmo  che  ardore.  p 

artarafpCflCe,aalHrertamcntc.  1798 

arte  foH.  é la  uera,&  tetta  ragione  delle  cofe 
fattibili  t)4 

arte, per  l'aftutia,pnidcatia,UlduAria.  7)9 
arte,  adie.uat  Uretre.  1 79^ 

arte  magtca,o  arte  maga.  79a 

arcemannerefea.  K>)| 

artefice, lo  arteg>aao,oartifta.  t J4 

arbglKira»  441 

arti. dare, per  diftinguere.  i64& 

arficoIi,che  fono  10  tutto  otto.  1 f 
mrtif  ao,la  areCjd  mefliero.  844 

artigli, le  unghie  de  gli  uccelli, dt  per  meta,  le- 
gami, che  Ihiogrino.  tooo 

artimont,la  maggior  nela  dela  aaucb  1 Ofo 
artifta,lo  ant|{iatio,o  artefice.  8 14 

arto, tal  ilrctco.  tf8 

arcuroltelU.  86f 

a ruba, cioè  i Tacco  a bottino.  7tx 

nrxcnay&arfenal  uocabolomorefco,cbe  di« 
nota  cafa,o  luogodiefleratio.  ioti 

afacco,a  bottino, a ruba  oedi  a ruba.  7f  a 

a faccomaoo  uocabdo  militare.  7tx 

a$bergo,&  usbergo, ch*è  armatura  del  petto. 
488 

afccllc,ìe  dttella,cioe  lelafene,fottoil  fcaio. 

1414 

afc«udcnte,nocabolo  d'alhoto^l.  1779 

afccadere,pcr  falirc,montare  1779 

afdegno  uala  fdcgno,iuodiO)  ofpreaaaca> 
mente.  t4t 

afchifb,&  afehiuo.  tt9 

afcTugare,pcrfcccarc.  6|0 

afcniitOyual  fnu(to,o  fecco,’  819 

afcoluoCi,ciof  ({uellichcafcolcaoo.  i|7X 
afcoltarc,uaI  piu  che  udire, impcroche  ciaf- 
cuno  ch’ode  non  afcoira.  t }7 1 

afcoCkderc&nafcoodcrepcroccuTtare.  )70 
afcofan)cotc,ual  celatamcatc.  370 

afcriuere^pcr  accribuire,ft  aggiungere,  foo 
afino, animai  ootiffimo.  ''  ixox 

afma,eiiifcmuUcheia  difficile  ilfpirare* 
•48t 

8 forte,uale  a uenrura  a cafo.  t tr 

afpeiUferpeofeipcoie  1198 

•fpergej  me,cioèbagDaniL  1010 

afpctute,uc(bo.  - ' tfor 


tavola 

afpetrationc,8f  in  afpcftationf.  itr.f 

afpctto  Ja  faccia  ,la  prefenta.  u 1 8 

afpido,&  afpido  Tordo.  1 1 48 

afplrare,pcr  loccntamenfc  defiderare>o  pen> 
fare.  iato 

afpOflo  arcdatOfil  nafpo,o  il  macafiliro  1 1 34 
afprer2a,ual  crudelu,durcru.  tf* 

afpro,ual  crudele, duro, ollivo.  ttS 

dTapgiarc,  per  acutamente  fentite  j onde  fi 
duealTaggiareiluioo.  lair 

affai  aduerbio.  i7|a 

affai  nomioalmcnrc,che  ual  molti.  rTja 
aflalire,fcraflaliare  Toa 

afralitore,4ueIio,dicaflalta  atrmi.  'roa 
a(!alcare,&  afialtte.  toa 

afTalto,lo  tafuUo  foi 

aflànnare,o  aiiannare,pcf  mordere,©  tener 
forte  codcnti.  M98 

jfraifinare,cheual  rubare, de  amaazare.  7t| 
afaifioo.  7n 

Affé, la  taaola,o  loia,  I ipa 

aflccurarc,pcr  far  ficuro.  8 3 

aflcdiamcnti,8c  affedm.  t©3 

a(redtare,perporl*aHedrm  fo3 

aflhdio^ftaffediameato  tot 

afTcrgcrcjpcr  federe.  390 

al)egnare,per  dimoflrare,anegare,depDtarr, 
cfedicarck  Kia 

affembrare,&  afTcìnprarc.at  raffcmbtarr,  per 
parere.  *8^ 

aflembrati  uoce  proocciiale,llal  raunati.i8t3 
aflemprirc, per  parere.  »8t3 

aUcnnarc  per  dar  fenoo,dr  per  far  accorto, 8e 
faggio.  *139 

afTcnlo  ual  cftfentiméro,&  promifiione.iair 
afTeote,&abfcmc,uaMontano;  988 

afrrnfto>heTba  amanftima.  M7o 

afleotire.perconfcntircat  uoIeriTalcrl.  17  8f 
a(T^2a>dcaneariJ,8rabfetixa.  988 

a0ep8r«»ll  allepiare4>«r  etreondardj  fepivdc 
prrmeu-per  impedire  il  pafib.  Ii88 

•(kttiuamcDtetValfennamenre.  fi 

a(fersiaoieiaflafttno»qucllo>cb«8Aillìoa.7  o 
aflectare,pef  Taffete.  I la 

affeteare  per  accomodarfi.  390 

alfetato,pfcna  ili  fete  taa 

allettare, p accomodare, adatra?,ordìnaf.  7 8 
aflettatuazo,uaI  accommodatuazo.  7 « 8 
afietto,cbe  inalletro.  718 

ashbilare,perfarfibili.  t in 

ifncarare,dc  affecurare.  83 

afsidere,per  federe.  390 

afiìcparc,&a0eparep€ircódardi fepe  fi98 
afsi^epopoh.  i(8| 

a{toluere,per  liberare.  909 

afÌnldare,perfarc,ocondDrfo1daCà  499 

affolutione^la  ahfoluttone:  pr'9 

affomigliare, per  comparare.  reta 

afibm  mare  per  raccogltere.  171# 

afftòoare,pcr  adormentare.  1384 

afibrdarcperfarfordo.  1373 

aflottare, par  accompagnare.  1^74 

aflòbgttare,per  farfotiile.  I799 

af1uefare,pèl4rae7tare,aiHare.  1 r 8 1 

affumerejpePpigliar  per  imprcfa.  iti 

a(fumere,pcr  togliere.o  pigliare.  4 iq 

tUadc  albcciuoTa  ildtmKuedthafia.  491 

afUìlate,  per  fouraflare,  detto  da  fililo  thè 
dinota  fianzA.  931 

aftencre:pcracc;aetar{ì.  rattemperarfi.  37 
afimente,ral  abfUncntc.  !7 

aUiocnza,8rAlbncnti4.  37 

afiore  tccellc  da  rapina  affai  noto,  1008 

afinngertf,finngere,&firgnere.  'i79d 

aftro,m  recedi  liella.  88f 

afirolofi  celebrati.  788 

aftioUgia,d(  firolc^if  -*  * ' ^86 


aftutameore,cioè  ad  *fte.  ,739 

iftoti  celebrati  da  orfinpocrt.  t|9 

ailutia,ual  malitia.ucrfiitia.frbdoleina.  739 
alluro,val  maJicmfo,rnnrafo.  739 

a Tua  fcclta*valea  fua  eletrione  ia8i 

a fuo  fcno,ual  a foo  volere, 9 fuo  piacere.iiSi 
a tanto, vale  allhora.  388  I7|8 

atentr  ne,aducr.che  naie  andare  a palpicene 
cioè  tentandoti  con  timidità.  1488 
athleta,il  lottatore, cioè  il  gmocatore  delle 
braccia.  4®® 

atòmoiècofa  rrinutrf9tma.&  indioifibile  17| 
atoVncjoc.è  per  ogni  banda  *8f 

a totto,chc  uale  ingiufiamente.  1 692 

àtroiibeualeofcuro.  308 

atroce, che  ual  crudcle,fcucro.  3t® 

attaccare, per  arpiccaie.  ca 

attece  are,pe  afibcare  a tedif,'che  fono  le  la 
ccUe.  p8a 

atfempare. per  venir  tiecf hit»,  an 

attendarcper  por  tende, 8t  accampare.  498 
acTèodc;e,pcrafc(.ltare  auertiredur  arttea* 
fo,pcmer  mente.  i37| 

»Ttèmlerr,perdaropeT3i.  4>® 

attèndere  per  fermarc.attaccare.  n 

ar'endcre.pei  atpeitarc.  ifo8 

anendcTCtpergiiardaTfi.  tot 

atfcp.derc.pcf  fchiuarfi.  f79 

aticnderetper  r antencreiroirenjare.  44 
attenere, per  oflcru.ire, A attendere.  44 
•Artèntaretf  crafiumare.  83 

attennone,Tal  diligenza. fiiid*o.  w88 

attèto  ache.vaie  intcìitt  ,9c  con  atfentione» 
1388 

9f!eriiiat<f,BrÌfieriiatf>.  383 

afteigare,pcr  iiuoirarlararte  dinanzi  di  die 
^rp,qceu(  Irar  Icfparle.  1430 

attérràretpcrabbafiare.o  abbattere  ucrfo  ter 
* ib.  1097 

Stingere, per  caaare»oYrArre»coineac4ua,  ui 
* na8 

'■If'mjeVcpet  toccar  leggiermente^  *44* 
atfone,Ia  fatt}cne,l(rj*ritfica^  - 847 

VfcifboècjuelkhCheè'fatrrtio.  ' 8f7 

arritzarevferiìltarciéfiirttaifltzs  99^ 

attoche  vai  modo, c<  fiume.  ' k8i 

affo  adte.ualcaccc  rrmodaiò,lccódo.  1787 
afrooito,uii  fiupefacto.  1:94 

atBc.rcere,&  toftertprtri^  rlUo^gcre.  1 891 
atforficàre^ier  aucleoare.  " 1147 

nttratCfìiuale  aftiderato,o  firoppiato*  ir  1 o 
attauerfarc,  &traueifarc.  1894 

ntinbuire.rcr  afcriuere, concedere.  426 
àtttiflarc,wc  arinflarft.  • ; *1309 

aftulfiir, per  ficcar  fott’artfh».  ' iri37 
aNLiarc,pcr  cfrufcare,ofcuraie»drintncare. 
8l7. 

atrorwè,pef  clhngócrcifpcgEere,  arnmorza 
rie*  7oj7 

aufcriarc  peraiTrerrare.'  1^98 

allaccio, adue.rat  rr  ilo. 

80allarc,|)  far  ualr,& meta  p tSfondef  1089 
8uallare,p  abballare, A per  defeendere-  J7tr. 
MP 

aualtare,perdiminuire&  cofifoDdoel  1*9 
aualiarc.pcr  arriuare,  congiungeiC|  munire, 
drfermare.  •'  1041 

auallare,per  agg*ungere,o  appoge'arc.  * 1*898 
aualoraretperdlir  uàlore.ft  inanimare.  r>8 
anamparcffer abbrufciatc«& hifiimarc*  987 
aoiitaggiarctpcrauanrare  ' 788 

8aaniaggiaio,m  ucce  di  auantaCo  con  tan 
' Mgi'O.  788 

QoantJ^Cìo  valeufitird.  789 

amiotiKM  vai  fupcrioHti.  ' 788 

aoante^auaott,uaJpr,(Pa,olrta.  ‘it« 
ati8atarc,ra  fopiabondue.  atf 

« ìii 


T A V O L -A 


«MI 

114? 

ili? 


aucomjole,val  cTautonti* 
8utontà»&  auronfate. 
azurroycolore  notiCsimo* 


auegna  ch<i&  auenga  che,  vai  henche,aochtf~~àutore,1o  autncotatorc* 
rache,o  quantunque.  — ‘ **  •"* 

auelciiatr,f  er  aftobicare. 
auellana  ,la'in7caola,no(<lla,oizxola. 
aueÌlano,lo  arbore  che  fa  le  auellane. 
auellere.per  fuellcre,liirpart. 
auello,il  Sepolcro. 

auena  ilromento  mufìco.  104.&  aucna  gra 
00, quali  (tnule,atron;o* 
■uencaec,Taleaffarifcente,gratiofo4aUegr57 
671 


16|  haleftra^ft/omefltobcnico  Doto.  4lr 

i6a  baleftrare,per  facnarc.  qlf 

ari  balia, la  pode{Uyliberca«o  volere*  ix7r 

loca  balia, & baila,la nutrice. 

I a i P balla  da  giocare,  & pigliali  per  qualunque  cfT 

601  fan'tonda.  7 fi- 
na baliarevprrltsaiTfc/alcare.  6t7~ 

1 1}7  ballatc.foo  certe  canioni,  che  fi  cantano  a 

II  14  balli.  kf-‘ 

6ar  balloyla  danza.  6I7~ 

balordo, vai  poco  iauio,&  anello  pigro,  gc  c^r 
r>9  do.  lift 

auifare,perauczzare,a(ruefarc,do«efticare.~Dalzo,balii,&balzc,e  luogo  ne  monti  di  pie 
(f6i  traumamfoggiantonutfatucoine  a 

'Sufo,gt  àura,  vedi  di  Ibpra  auCa.  fie  gradi.  1119 

aufpicc  è quc!lo,che  nelle  nozze  e dalla  par*  bambagia,il  cotone.  141 

baoibo,&bambino,ilfandullo,gcilfanloli* 
i7Sf”“  oo,gtpermeta.huomogro0o.  •fiì” 

* bachicro,que)lo,che  maneggia  1 danari.  1 af— 

4dtr~b<iDCo,chepaoca,dice  il  TiHcaaOtVal  fedi», 
401^"  &é  in  guifa  di  calla.  I75i~ 

40Ì  banda, la  parie,o  il  lato  deflro,o  finiftto.  966 

• U bandiera, il  veflillo.  497 

lido — baruffare, perfar  zuffa, per  accapigliare, kioe  baodire,perfcacaare,fuori  della  atti,  rèi 
I»r7  combattere.  r99  bandito,o baodevgiato.  r9l 

_ B ~ banditore, tl  trooiMttiero.  rit 

Babbo,voce  de  fanciulli, che  vai  padre,&  ab  bando,to  ersilio,U  coonnadooe,Ia  rclcgaci<r~ 
ba  è voce  finca,  die  pur  dinota  padre . ~ ot.  ftf 

irz7  bando,per  la  «rida,  o la  procIama,che  fi  fa 

babbuino  é animai  di  fpetiedtfimia.  laoz 


mantarCiper  acquiftare.  766 

iU«nzarc,per  crefeere  1 90 

luantarc^pertrapalTare  manzi.  1 464 

auàzare,perrup  rate, ftar  Copra  a gli  altri 

juaDto,la3ccrerafoeiilo,guadagao,tcnaflte~luor:o,il  dente  del  Leofante. 

refidua.  7^6  auotoaduer.valeiovaoo,uidamo. 

auan  celebrati  da  nnftri  poeti.  ji|  aura, vento  Coaue. 

auantiayla  cupldicà,au<diri  )ri  aurato, & orato, 

auaroyil  contrario  di  liberale.  tz|~~9uro,&  oro,metallo  notirsiroo 

audace, vai  temerano,profono»ofo,  arrogan~aurora,la  alba  deljd). 
te,  pertinace. 

audacemeate,val  temerariamente. 

•udienza  come  dar  audienia.  i)7i 

audicorCflo  afcoluotc.  1 )7 1 

éue,&  auc  maria,  che  valDio  tifalui,&aue 
ciana.  i}9) 

nucdere,pcr  accorgere.  74I 

•uecTimento,lo  accorgimento.  74 } 

■uedutOyVale  accorto,fcaItro.  74? 


auo1cere,pcr  circuire. 
auolgimrnto,&  rauolgimeoCo* 
auolo.gc  auo. 

auoltoio.vcccllo  alTainoto. 


r 1 9 aufa.il  medefimo  che  ardire, & ardimento . 
f»9" 


te  déirhuoffio. 
auCpicio  il  medefimo  che aogurio. 
autunno,  ab  augendo. 


con  la  vocc''di  chi  UindiCce.  788.1409 

labra.la  lettica,tl  cadilctto  eoo  chefi  porut 
corpi  mora  alla  fepulcura.  rdiz 

baratro,ua)  profonditi, 6t  ofeuriti»  “FT/I 

baratta, la  battaglia  466 

baranareoome,&uerbo,pcr  cambiare  174 
baratuna,  é quando  fi  ucnde,6c  compra, 5t'> — 
quello  che  non  è liatu,&  anche  il  luogo 
pubtico.che  fi  giucca.  174'- 


auengaciic,6c  auegnacht.  1 84I  ~6'accaUre  vai  furiolb  ìt  brauo.  prò 

•ucnimeato,lo  acadeoce.  tf8  baccatf;Tliracerdorcfiadibacco,&p«rmC‘ 

aaeoifTn’^' ‘**^^Blrzre,incerueoire, accadere  ta.  funofajftolta.  ni 

& irobactere,nel  futuro.  1 rf~bacchetta,e  picaola  mazza,  o picciolo  batto 

«ueotare,per  girare, Una jrCfttrare,  dcappref  ne.  fzp 

fare.  41^  bacchetra,per  lo  fccttro  regale.  1 1 91 

•uentura,val  a forte*  166'  baccelliere, è certa  dignità  uafacrìthcologu 

•uerare,peraccertare,affeimare,&£arlao><  447 

favera*  i67t  baciare, vedi  bafeiare.  677~bantterie,  il  giocatore,  de  quello  che  iagan 

onerCahOydt  aduerfirio.  r4r~bazzlcare,  per  praticare,  ocooucrfufpefib  nanelgiuoco.  179 

auerfanoia  vece  de)  dianolo.  . ionrtDt^*  1774  baratto  il  camb«o,opermuutiocie«  17^ — 

«ucrfo.&aduerfo, vai  contrario»  I68.749~baccell^ooo  lefaoefrefcbc*  1184  barba, la  barba  dcU’huomo*  1419 

auerfojche  vai  voluto  adictro.  94; — baoofijpi^rnucura  oota.  496  harba,ilzk>.  ipfo — 

•uertire,peraeceodcre,a(  Ibr  attento*  1771  l>adno,2^fo  dalauarleraaaiAìpt^di.  877— harbagiaant.nccello  notmmo.  i8if — 

•umarc,per gufare, iU»««rffr ifliic£ara? fcracio,«bafdo. vcdibifdo.  677~barbaro,doehuomodiftrananatiofie.  804“ 

ar6>  — bada, vale  indii|ia,,alaioa  volta  Dcrdimeo*  harbiero,dqDcllo.che  rade  la  barba.  1419 

auget  ,10  vece  di  augelli.  997  <oditempo,&fperàza,orcquihoon&iro7~Bafca,dtbarchetta,picciolo,lcgnoda  nauj^~~ 

badare,per  AareatteotOjpormence,  afperu*  gare.  1044 

re,o  indugiare.  1707  barda,  il  dnedo, il  zanzero* 

ba4erlo,ua]  fioltOfdc  è lo  lilcfib  cbebalor*  barde  le  armature  del  cauallo.  1111 


«ugello, de  uccello.  $97 

augmeneo,lo  accrefciraento.  767 

augurare, per  diutnare  che  venga  ogni  cofa 
. defidcrata*  787  do* 

augure, il  datore  degli  auguri, doc  quello,  badeira,drabbadefiiu 

chemdoutnq.  787  badala  abbatta, 

«ugprto.quafi  auiearìum.  7t7'~bagafcia,Iameretrice,pubbca. 

au«ufio,c  ne  fignifica  hiogo  vcocrato,d(  con-  bagattioi  moneta  vilifnma. 

iccraco con auguno.  Vf  ‘ 

amare, per  porfi  in  via.  1 1 00 

«■uceoda,aduer.cioe  Tvoo  dopo  Talcro  dei 
bieuolmentc. 
auianare,per  appreflare. 


tiri 

Z46 

•fM 


barile, e' vaCo  picciolo  di  legno.  819 

barlume.e  certo  laUro,tn(bbde*chchora  In? 

ce  molto, de  hor  mente*  «zt 

bamire,6  vckc  del  afino  feiuaggio. 


bagnare,  per  mollare, 
bagno, Ìuf>go  doue  fi  lana* 
bagordarc.per  far  bagordi. 

1 7)4— bagordo  ,eiuoco,rpectacolomiliUre. 

971  bauredtratrarcyvocedecani.  , 

barulo,il  portatore,  il  bafUgio,  il  faccl^to. 
t4H 


1 7|~barone,che  é come  heroe , dchgoorc,  di  ca- 


Il  8 
144 


1019  flella. 
loto  bafaareidc  baciare, aooic,dc  uerbo. 
48^  Hafoo,dc  baao. 

48I  Bafilico, animai  vdenofifiioio. 
laof  hafilicò  herba  odonfera* 

Baflàre.dc  abbafiare,per  chinare, 
baliezza  eoa  t fuoi  dcnuabui* 


191 

677 

677 

Ii4«- 

1170 

I78t 

à7Ìr~ 

1788“ 

14» 


auiUre  ^er  (uihre,ao«  farfi  vile. 
auiluppare,pcr  inuoluerc, 

auiDCCfC.pcr  m»Iuere,Icgarc*  i6f-baIaifcìo,gcmma  pretiofo.  1119  bafiotcheèil  contrarìo  di  alto. 

sttiaglare,auiochiare,perauiacerc.  170  ®alb^rc,eloiftcflo  chcbalhwuare.  140Z  baftagio,il  baiuolo.il  facchino. 

«uiùre,  per  ftimarc,  pcofire  confideraro . — tjalbo,*val  blefo,fcifinguagno,  dt  non  dilla-  baftanza.*  abaiUnza,che  uale  a fuffidenzà^ 
1*67  — euafeiolu.  1401 — 1764 

«tiifo,valpenfameoto,confider«tiooe,opi-  balcoae,lafineftra.  9U  bafiardo,oonlegitimo*  tpir 

U6|  baldanza, de  baidcxta.  9x0  badare  per  hauere  a AifìScieozj*  1764 

741  baidaazofamenteyVa)  liceadofiuncntc,  ardi-  badcrna,era  certa  carcera  che  ufauanoiRo 
11»  tanfcntc*  pio  mani.  |oi 

l78r“36ldaozofo,valliccDtioCo.  710  baftia,la  fortezza.  pi5 

}I4  oaldo, de  bardo, che  va)  leggiero.  fao  badjoned  riparo, dt  fortezza*  918 

1790  baldoraftromcqeomufico.  104  baffo, la  feHadcgIiafini,mulÌK>fomari.iaii 

1790  ''^^cna,pefccgràddjnmo,dfiooltooo{«.io99  hadooatc,le  mazzate.  717 

auo.de  auolo,aoe  padre  del  padreAdelia  — O6jcoare,per  vibra7e,dtfplendere.  4t4"'Baaonafoaalpcrcofibconbaftonc,occm  " 

medrt.  ifl  ualeDo,é raggio  di  fuoco,  che uica  dal  ciclò  mano. 

.uoaw,il  caufidico.  f>|—  ad  tempo  dcUa  fta|«,  x.'  414  Ufi9ue,U  mazza.  91, 

* 


•uJlopn&edefimo  che  aueduto* 
aui(icchiarc,per  atuccare  come  vite 
auiuare,per  far  viuo» 
aula, la  cortercgale. 
aumentare, rer  accrcfcere. 
auraenco  vale  accrefamento. 


TAVOLA 

bcnhiotofual  amorruolc*  7M  bobolco, lo  aratro.  |c* 

bea  parlante, cioè  cloqutate*  19I6  bocca  in  plH*aboccbe.  iirr 

bcrc,&  beoere.  ia|  boccooe>oomr,  detto  da  bocca.  i]7r 

bergolo,  trai  huomo  di  poco  rcaoo,iaftabile,  bocceac,aducr.  che  vai  Ilare  eoo  la  bocca  m 
leggi en,& come  ebro.  iati  gtu, cioè  col  petto  verfola  terra.  i|^~ 

bergaotiao, legno  marittmo  minor  della  ru*~boia,iÌ  maBigol(io,il  carnehee  r6ó~ 

1 047  bolgia, la  bifacua,  & dinota  ogni  recettacolo, 
beraia,o  ibemia,o  goardiana.vc{leIÌjga  tf40  come  il  golfo.  107  f 

^ beitoccla,è  animale  di  Tpccie  di  fimia.  laot  holla,i|fonagiiochcfaPac^ua9dpioue.|i]if 

battcre,per  coniar  moneta.  * * H~benaglio  & vcrfaglio,!!  Pegno  doue  ù tirano  bollarc,f  et  imprimere*  ir  ir 

batter  d'occhio, coraevn  batter  d*occhi(Ha97  {«(aette.  49ì  bo]lcn(e,TalferQente.  994^~ 

battemmo, & batefmo.  I Tuberie, & lerze  fono  qoe  fe£ni,o liutdori,  che 

battezzare, & battettaco,&  batteizatore.  |i'  ~ rimàeono  delle  pcolTc, della  fconata.u  1 1 

bcllemmia,&  bcftemmiaiore*  itar 

j^emmiare  per  maUdire*  • S ai 

beftemm>atote,&be{lemciiin*  itxi 

beftta  belai  animale*  > 1 

beftia,pcr  lo  membro  virile* 
bdbaJe, vai  fenia  ragione.  »'9f 


betol  >.laft  *la,o^u  che  portano  i dottori. 

(opra  la  fpalla.  ifri 

battaglUyla  guerra*  4ii 

batceUo, e picciolo,  legno  aaritàmo  noto* 
1041. 

battere, per  rollediare*  ifoo 

battere, élr  thartere,pcr  percuotere.  far 

batter  patina  a palma.  ^ lait 

battere  le  mani  per  allegrezza*^  l4!t 


batomencotcomedcl  core.  far 

battiture,  le  percoflc  far 

batofteo,ij  baUifleno,il  batte(ÙM>,cioè  il  luo 
go.  M 

baccuio,iI  terrazzato,ìl  piuimento.  ffo 

batCatOyche  vai  icroUato,  rqualTato.  479 


batta  é quella  fpuma,o  rpucoleggien,che  per  bcftiooe,  vai  huom  groflo,pccorone,  o CaU~Booci,&  booute. 


bollire  nome.dt  verbo*  994 

bollore, il  feruore.  994 

bombarda,cofi  detta  dallo  ifteflo  fuooo,per. 

che  rrmr<'>mba,arde,3c  da.  441 

bofnbilaie,A  bcmbitare,voce delle  api.  looa 
bonaccia, cheCgDificabuon  tempo  arq 
bcmaccia,per  la  (rao<|uillirà  dd  mare.  tt’4~ 
bono,dr  buono  fofi.dt  adie . 1 66r 


ira,o  doglia  «fae  dalla  bocca.  1 f •&' 

baoaro.c  quella  reu,o  Itib  di  pauso, che  h betaootca.herba  nota* 

porca  intorno  al  collo.  1 7<9  f,euaodà»ac  beuande. 

bauancchi  popoli.  if«>~Bere,oomcatverbo. 

beatitudine.  ao  h«^o,aialchcviueiaoqiu&lcma 

beato, beato, beate.  “^tore,8tanagliooe* 

beccaio,il  beccaro*  i4i9~^^ton  celebrati, 

beccamorti, & becchioi,quc1ti,  che  portano  biacca,cok>re  bianco  noto* 

alla fepoitarat  morti  di  pelle.  »9ao  biada &biade,tl grano, 

beccare  vetbo,è  propno  quando  le  giJlme,o  biancheggiare, perur  bianco* 
vccclli  mangiano  da  per  loro.  1 9on  hiancbezza.il  candore, 
beccheria, il  macello^  li»o  bianco  coÌore,at  noto, 

becchini, & beccamorti.iicdi  beccamorti  • 

16&0 

boccole  il  ptccio,o  il  roftro  deirvccello,  St 
per  »eta*la bocca,  & anebo  il  becco  di 
voa  natte.  looo 

bneoo  animai  nolo,  dot  il  caftrato  tra  le  pe 
core.  IBO} 

beccoae,val  caflrooe,meDcliiont.  iz4é 


i66r 


961 


bianco,to  vece  di  canuto. 

Jnaaco.io  vece  di  paHido. 
btico,(bft.itr?TOriW  biàco  deirorechio.t  1 1 
bM(imare,per  vituperare 
bica, il  cumulo,©  la  moneta/"^ 
bicciuere  vaCo  da  vmo  per  bere. 


94  borbottarci»  parlar bafloft  da  cormcooiqt  9 
1 170— bordello, é luogo douc Hanno  le  puiunepti 
la)  btiche*  19^4 — 

*a)~boid<  n che  vai  tenore  nel  canto.  109 

1091  bordff, ch*e  Phaila  che  porta  il  pcregrino.77S 
la)  bcweoftuogocaiameotu  dideoiro,&  difuon — 
11)  dellicitti.  91) 

Bornio, vai  di  poca  villa.  tiri 

ira  borraginc.&borrana.hcrbanota  1170 

• *4’  bomeo , e bora  certa  forte  di  velie  ptcaola. — 

i 1 4~  che  già  ù foieua  portar  fupra  1 camif«  lut? — 

• H o.  ir4l 

I ~Borfa,A  borfello.dccta  da  bjrrCi.che  è cuoio 


icn 


titf 
iir-ieo) 


beffatore,tl  fcbcniiiore, barberi*  1 99  • 

bei, debello 

belletta, rignifica  acqua  torbida  aguiTa  di  pà 
tono,o  di  fango  molle*  1090 

bell  erta, de  beltà.  dd| 

belli  celebrati*  4^1 


belÌo,beIta,bclli,de  belle.  Se  per  la  zappa< 

bclta,debelradc,labdletza*  6é|  birTo,ilzaHb,tlbncooe* 

belttaJabeHia.oraaiioale.  iipé  hfa<ce,le  bolge,o  vahge. 

beadebeoefoU.chedinoulohanere*,dcla  ~fTifiuo,il  padre  delHauo. 

robba.  tan~fnibtgliare,p  parlare  come  gh  vccelti. 

ben,&  beae,roll.aoe  li  beni  1 44{  GiÌabiglo,doc  il  fufarro,il  mormorto, 

ben  aduer.>n  vece  di  cereamentn»  ff  bifcazzarc,p  difcaccute,dtconfuinarc. 

ben  aduer  che  vai  ottimameace,perretto  • bìfchen,fono  rallellt. 

l44|  bifcia»fpecjc  di  ferpe. 

ben, in  veeedi  aflfai.  i7)z  bifora, la  faceoda.lloegotio. 

beache.Lai  quamuia.  itqi  hifogna  de  btfogno,la  ncccfiiti* 

benda, quella  £afaa,che  portano  le  donne  al~bifogiure,per  eflere  ncccSano, 
capo.  — • ' “ • ' * ' - ’ 

bene, de  beA,fo(l.8t  adie. 
beoedctto,adte« 

benedire,per  dar  labeneditttottc. 
beneditioae,de  benedittiooi* 
beo  far  nome, de  ben  fitto* 
bendi  ao,de  bcneficii. 
badia  vece  delle  facultad* 
ligniti, de  bepigojute. 


col  qual  li  fanno  le  borfe. 
bofco.Gr.fìgnifica  pafeo.  1 lof 

boflb,de  buffo, arboie  noto.  1 1 ao 

bonoio  valbpicoolo.  |)o 

'botTa,altnméti  rofpo  animai  relenoib  1 1 49 
htcó,TaUobìi^<>,ao^  diirui*>fo,-A-,i)cl  bona  foft  U r«colTa.  fai' 

lo,ch. natda  torto.  i)T..i.ji~Boiiatao,Tafoda  «ino.  «a, 

bifetco,lo  aratore.  !o«— Bottc.ilvafreIloda«no,odjog1io.  ,at 

!)ifoime,»alili  due  forme.  »Tio  bottega,  8t  boMcghe. 

“ ■ * ' — ncF — hotaaoo  è vafo  picciolo  da  vino*  ti9 

{oi^boctOtla  botta,colpo,o  percoflà  rat 

• 16  botolo,  é cane  picciolu  de  OTgogiiofo,  detto' 
I7f7  da  botta  ammal  vclenofo.  lao) 

] 7rr  bozzacchioni,fooofrutti  ioutiIi,che  fanno  le 
1711  qecrae  pieni  di  acqua,de  di  vermini.  1 1 1 a 

iir  bozzo,il  medefimo  che  biliardo  ini~ 

494 

*9)4‘ 


beffa,?  al  difpr«gio,of<beroo,o  burla.  199S 
beffarc.per  fcbemire^reiteggiarc,  vituperare  

foiar^dar  la  baia.  1)99  biga. la  carretto  di  due  rote, tirata  <U duo  hotoaoo  è vafo  picciolo  da  vino* 

*.m«  uailijcome il  cocchio.  •‘«itift-ft  «....«tr. 

bèghe, colore  berettino* 
btgoaaa,é  certo  roifura* 
b«lancia,ilron)cnco  per  pefarCt 
binato, vai  due  volte  nato. 


htoodogè  colore.che  traheairoro. 

beUtco.dc  vrabiieOyiUigamcoto  ddcorpoi. — t4pcne,è  ftromcnto  cometa  Accetta, che  fa  bracculctti, armatura  delle  bracoa. 
•449  dia, da  ogni  banda,' de  piglufi  perla  braccia. 


49^  brace, de  brage, fono  carboni  accefi.  991 

lf>9  bracche,altrimeoti  mudande.  ifeT — 

^ 1 7 f 9 bracco  U cane  da  nafo,pcr  fagiani,  perdio, 

illo  di  fimih.  ISO) 

i)97~bragia,&braca,t1carboQeaccefa*  999 — 

1 197  brago, & braco, il  fango, o pantano.  io9t 

brama. vale  auidito,di  »omo  dcltdeho  • 117) 
bramarciè  intenfamente  deiiderarc  1 a?) — 

• I bramofo,  vai  pieno  di  brama, de  difomma  aiQ — 


dita. 


»»7) 


1 1 1 branca  lo  artigiio,U  xaropa,o  la  mano  deli*  j — 


i»r 


mmale. 


1744  bifogoo,dcbifogiia,la  neceùid* 

•«64— btftcstOjvaHlcncovoccfem.plebea. 
ao  bitume  è certa  creu,o  argila, folturea, che  ar  «©«Ifciiro. 


1 199 

beando, la fpada.  49l~ 

if  cou  le  Piani  attaflan> 

" *44» 


ao 

Ud4 

764 

Ili 

4M 


„ . „ co.  urT 

benigno.val  placido,pìaceuol,drmcatc,t  ~~51andimrnti,f'>oo  carezze  con  Infnghe.  677 
graciofo.  IO)  bIaRerare,voce  de  montoni, et  Lat*  darlare; 

beumanza,  vai  beoigotti, boati*  411  i)94 

benifiimo*  i44l  blefo,deba]bo,dtfaUDguagno.  104» 

bcaiuol(au,dcb<oiuolentU*  71 1 boarci  voce  de  buoi*  t)l4 


de  come  pece, de  come  termeotioa.  994“  ^*®folare  adoerbìo,  uale  l'iffcfTo  che  carpo 

bitzaria,d  ira.d(fancallichezza,dt  vanatione  144» 

di  coffunic da  gli altn.  tari  ”*®Oi'^alpetio,deabranoabraoo.  1799 

bhzarro,equello.rhe  frdlo  B muto  di  fen  ^ue, quando  icmpO|fignifìca,  397 

no  de  che  c-eau>do,colenco,dc  fantafU*  rrcuc,in  vece  di  corto  maf.  de  fem*  il  conira  • 

-no  dilungo.  179-^ 

bieuc, quando  chnota  plcciola  faittura*  ood — 


•06 


brcucmenl«,breuifirmameote»  de  in  brrue  ad 

, 197 

bnco,€  luogo  ne  monti  in  goifa  di  Grcp.  1 4 )o 
ff  ,n»i 


TAVOLA* 


br'CcoiStbpccotteJIbiro.Taffo.fcrc'efiU  k9  butto, il  butiro,butato»(Bialto,o(ito(bt4le. 

lrri|t,lacaiitioucrfu,qaelttoae,  zutfai  ^aar  « 

fa.  rf6  burroocila grotta. 

bn$antc.valcompagnone.  i bufecchie,itbudelle. 

bfig-iff.j  litigare, piatile, mcftiooare.  fp6  bulTa*«rperba(tere,o  picthìarcb 
brigata, eal  molta  gente  mueme.  buile,teDaiK>aate,lepercotle. 

briglia  dei  cauailo*  un  buflo,&  boflb arbore  noto, 

brillare, per  gongoUre.gtubilare.  70*— bullo, il  corpo  Tenza  tclla. 


ili» 

»l»7 

r»4 

1160 

•ii-ii- 


cattofd,cKcual  pieob  de  calli.  tC$7 

calooica,  é la  capei  la  grà  de  della  ducra  qua 
• (tcoloouinqaa  deuscolitur.  qt 

calfdlio,ioilre^o,che  lì  fa  co  pcdj,&  il 
medeltmo  che  fcalpiccio.  1 46 1 

<ahmma,e  f4iraiafamta,&  ingaono.  M»— 
caÌaufuatorc,il  detrattore.  iqi 

caluo>e  quello, c’ha  pochi  capcdi  ia  capo, fen 
brina  è nigtadacongclàu.  lott— buttare, per  gittat  Via, rtbuaare,iibatcere  10 — za  capelli.  >14-»— 

broccata,«md>roccau,  chevaleiochioditta-  dietro.  4TV— calzare uerbo.  if  fo- 
rato il  colpire.  rag  buttare,ogittafeÌQocchi,docrunproDcrare-calzan,}eicàrpc*  irri 

broda»5(  brodotildimi.brodetto»  i6or  rml'acciare.  I4g  calze, & calza  nel  mcn.  irrr 

brogliare, per fpogliare.  & pelare, & pevere*  _-cambiare,pcr  permutare^  nr 

mate  iecoado  li  Landmo.  1124  C cambto>Ia  permuiationc*  I7r 

broUoi&  brullo, vai  pda(o,dc  per  meta,  fpt»- — Ci,ra  recedi  cafa.  917 — <^clio, animai  noto.  iioi  * 

giuto&phuocToeai  bene.  iio7.i|Z4  ca,tn  vece  della^migba,o parentado,  ipér  camere»  9t«— 

bronchi,fooo  t rami  degli  alberi*  1 1 17  cacatoio, il  nece{1ario,il  deàroicafello,came  c^incriere»  e quello, che  Hai  cuftodia  delle — 

bronco, metallo  noto. iijf  riao,pnuaeo,zangola,latnna.  *4H~  camere.  9zo — 

camia,ucilechcu£anoi  fotdaci>hora  le  ul'a 


btama*chedtamail  verno.  erf- 

bruno  colore  non  del  tutto  nero*  gii 

brufaare,d(  abbmfciare.  ' 990 

brwtare,&  imbrattare.  1 fi  • 

bructato,valetmbratta<o*  i già 

bruttoiil  coouario  di  bello.  1 g t g 

bruttura, la  bruttezza, Sporchezza,  lordura^ — 
«diSig  — 

bubalarc,la  voceddrAloccovcccllo  nottur  - 
no.  M04 

buTi  9-baco,d  pertugio, o feto.  1 r { 


«o« 

no  facerdott. 

«0? 

camKia,&  camiScia. 

«MI 

tana 

caminanti  fono  1 uiandanri* 

IIO| 

607 

camioare,per  andare  IO  uiacgio. 

• lOf 

94^cammata,U  camera  grande* 

fi7 

607 

camino  per  lo  uiacgio. 

1 N»#” 

.900 

camino  del  fuocor* 

9»7 

607 — camiSua,éc  camioa. 

tP47- 

felujgg*ume. 

cacciare, per  an darei  caccia, 
cacciare, per  fcacaare.dtfcacoare,  allontana 
re,da  fe,Ieuar  uia. 
cacciata  in  vece  dello  cftilto* 
cacciatore, qecUo,cbc  va  a caccia, 
cacoatriee  quella  che  caccia  gli  ani 
& quella  che  fcaccia  da  fé. 
cachereiÌi,llroazecri,&  per  meta  le  voua  • camilctoac,il  medcltmo  che  camifaortoirqt 
16  ir  eamircioctOfC  ucllc  il  pm  di  lino  che  fi  porta 

cacamele  la  rommiti  de mond*  1774  fupraraltreuctle.  irqi 


bucato, equàdo  fi lauanoi  pani  di  lino. loxz  cailaueTo,il  corpomorto.  i6i4  commeofurarc  Lat  (imulmetiri*  i7f  7 

buccia,la  pelie.  i)U  cacoazzo, quello  che ferra,o  chiude  fcoellra  c^ino,iUTcno,&per  lo  tegame.  laiz 

bucinarc*per  parlarbaflo,mormorarc.  o bu-s—  o porta*  9**— campagna,la  pianura.  itor 

bigliare*  loiiitf?  cadere  nome  & verbo*  1719  c^pana,lafquiUa,&campaodlaildimì.'4V— 

bucauok), e quello  fpack) della  canna  ch*d  cadere,tn  ucce  di  morire.  igig  camparcper  fuggire.  1490 

• tra  l’un  nodode  Palerò  a guifa  di  bucine,  cadueo,«aifragiletmortale*moraentaacor  <ampare»per  uiucre.  itgg 

ciod  d«  trombe,  & è proprio  qùellxpiéfze — frale, & che  anche  da  per  Se  cade, come  è campare, per  Ub;farc,t4luare*  fo® — 

del  como»cbc  fi  pone  alla  bocca  quando  pomi  maturi.  t7#r~  capare  uome, che  uale  aiuto,  dt  liberario* — 

fi  Suona.  1191  caduco  maic,aod  mal  caducO|il  mal  grande  *e*  50g— 

1684  campeggiare,pcr  abbellire.  4f-^ 

cadutala  ruiaa,il  Scofeio. . i7gr  onipigQare,per  cnoofare,  Sguazzare, godere 

i,PelTefe  il  mondo* 

lz7g  campioni, erznoicomba«ritori*chefi  coodu-  - 
— ceuano  io  campo,  per  difiioire  le  lor  que» 
IZ04  ftioni,&  le  altrui.  4g7 

}6r  campoda  campagna,  cìodfitoSpaaofo  da  Se. 


cagtonare,per  iacolpare,dar  la  cauSa,! 


1 204  - fumare,  de  da  lauorarc. 

1094— campo,per  loeScrcito. 

1 1 >9— campo  IO  ucce  di  I patio. 

4èy  canailu,U  gentaglia, ciod  gente  mie. 
~~  mie, é condono  di  acqua. 


baco,&  buca, il  pcrtngio,il  fbro,oode  Subuca 
• repctvSare*  it|0 

boecoUch  fono  coCe  pertioenri  a collodi  de— 

buoi.  iioj  la  forma. 

badella,3e budello,! c interiora.  tp7  cagiooe,0r  cauSa. 

boe,&  Imoi  nel  roaegiore.  ixo|  cagne  fem.3c  cane  mif. 

bufferà,  gf  bifferà  dice  1 Bologncfie'vaneu — cagioncuole,ual  diffetoSo. 

de  vcati. 119-  cagne fem.3c  caoemaS* 

bnffa,e  vento  chefifa  con  labocca*  1994-  calatnaro  peScealT&i  noto, 
buffa,  che  vai  nfla.o  cóuoucrfia,5i  buffa  pae  calamita  pietra, che  trac  a Se  il  ferro* 
fe.mott^giando*  IT94  calamo, per  la  Saetta, 

buffone, 6e  buffoni.  119.9 — calandra,ucello  capelluto. 

buffouCTUidc  buffonerie.  ^ 1)99  calappio, e certa  gabbia  fatta  in  foggia  di  cailepein  uecedel  lacci^ 

bugi4,c  il  «niranoddia  verità.  trappola, per  pigliar  uccelli.  ]|4  caiuuacao,é  tela  fatta  di  canape. 

bae>ario»iunéutore,chefinge,omoilra  quel  calare  perahbaffare.aoe  andarede  maa<U««— cmcdlare,pcr  ScaocdUrc>dep«aare,danna-^-' 
lócheoone.  ii9<i—  dall'alto  al  baffo.  I7gf  re.  go| 

bogiarc,pcrmcntire,odif  bugie*  i]9g  calcala  moltitudine, la  prdTa,lafolu.  1977  cancelliere,  & cancelltoi 

bugio, il bwo,tl  forame.  n|o  calcagna  nelpiu,dt  calcagno  ndmen»  14^0  cancro, fegno ccleile. 

bngioverbotche  vai  mento.  n]o  calcare, per  prcmcrcioppreffarc, conculcare,  «aodda  & candele.  7®»— 

buiare,io  lingua  aretina  figmficagittar  vta.Se  1791  candelabro ,&canddabri.  9^ 

. condo  il  Landò.  i §07  cila,&  in  fing.caldo.  146 1 caoddiere,iÌ  iucemano  di  legno  done  fi  poo 

buio  vale  olcuro.  1907  calctDaalcrimeotimalca,quxfitdcalcc»aie.  gono  le  lucerne.  9*9 

buhcamecboUnrc  di  acqua  Sorgente.  994  oa,&  acqua.  9>7  caodido,ual  bianco. 

bulla«&  bolla*  1919  cajcole,fo0oftroméli,perccflerclalda.in4  caodore,ual  ùaocheTia. 

937 
M 
M 
tf&d 


1109 

49® 

1794 

ir>» 

1077 

117 

m- 


irto 

H7t 


buono,buooa,buone.5c  buoni,  il  coi  coocra>  caldaia,&  calderooeaV paiuolo. 

no  i cactiuo,o  enfio.  1 64^caldezza,it  caldo,U  calore, 

bnono^che  vai  molco,o  grande,  come  buon  caldo  foO.il  calore. 

tempo  paflatD.  1 446  ca,du,a4,etfiuo. 

burchi  che  fonolcgni  naoigabili  ilpiu(Tac<'-calendano,aoelefe(le. 

qoa  dolce.  , 1049  caleodi  dinamo  il  pruno  del  mefe. 

baratto, il  Umifo  (Iromeoto  per  burattare  la  calice  nafo  da  bere. 
faniu«vcdi  unuro«7|0.buracco  é luogo  ca  cahgare.per  far  caligine  & lunv  A per  meli 
uo.vedi  ptu  baffo.  1 per  offu(care,&  accecare*  ijfv 

buri., ral  gioco, fchmo,fp.(lo,bcffi,fou,  caligine  U nebbu.Uofcunti  inuieri.  che  lomufico.  lof 

follmo.  „„  fi  g««.  rei  fumo.  cmoc.le  fancic  ddU  gol,,  Ì417 

burUrc  ^befffre  cUemaf.&cdUfem.  no  ,a,»ucc.eolJimi.di.®,«„c.  ,.9, 

boiT-.o,3cb,r,lr^TJIuogocnio,aipTofon  MUo,atcllinelpiu.cheddm«ii,dl  ero.  cnoiin uece di cnoto.  »,»- 

doUuiSbiMlhium&r.  11,,  che  leea , pedi,»  alle  uum.  i«W- caolarcpcr  dax  luogo.  9*9- 


• le 

tir 

caoc, animai  nottiSnmo.  1104 

can«ftro:il  ceffo, òoc  uaSo  fatto  di  oimio  h- 

®M 

cangiare, per  commutare* 
zj4“cani  10  uecedeTurcht 
ar*  canna, canne, cannocrie* 

I10  canna^ilrofnenromuCco* 

caana:fecanne:lefence  delta  gola*  «417 
caonamella:aIcrimenti  chiaramclla  ftromea 


t 


1.' 


T A'  V O t A 


CAQtire  veriK). 

C4nure,p  celcbrarCidoconeu 
€aAUtore,5c*  cantore* 
caacileoayU  caotona. 
cantine  da  vinitooc  canene,& 
caoto,&  canti  nel  pni  • 
canuco>&  cano. 
camoac,5e  canxool* 
capacc>&  capaa. 

<apaona,é  poacra  cafa  ri  IcTca.  ^ , - 

capc^aoe  enee  capace*  vedi  al  reibo  capire* 

1x98 

cape  in  vece  di  capelli*  IHO 

Opecciuo  cmatena  piu  grofla  dalla  ftoppa 

che  fi  crahe  del  canape, de  del  Uno*  }}f  carro  di  tramoouaa* 
cape^,&  capelli*  <^4<>  carro  boote* 

capeiiayè  luogo  10  cKiela  dose  fi  racrìfica.47 
<apcUt,&  capeglijdr  capei, de  cape.  i^o 
capello,  e coperto  che  cuopre  il  capo,dcica* 
pelli.  »?44 

capere.de  captre,pcr  Car  capace, per  Ìlare,  per 
penetrare* 

capcftro,tl  Uccio*  Ii9 

capitai  pena, la  pena  del  capo*  1 42} 

capiuino,d(  capitani.  f4*> 

capitare,!!  arriuare  a cafo  ad  vn  luogo.  1401 
capo,U  tdti.  1 41}.  capo  che  fivmfica  princi  • 

pio.  i4ot*capo  che  dinota  noe.  idxd 

«apoletti,rono  ornaneaci  di  Urgia,o  di  leta, 
che  fi  pongono  a torno  a Leto.  7&0 
cappa, dpropno  babau  fraaefeo*  IC44 

cappone, vccclio  ooti^imo*  1004 

capuccio,ddimi.di  cappa*  *944 

capra  animai  noto* 

oprecao,8c  capricdo,è  proprio  capo  ame- 

culo  per  ìubita  paura,in  lingua  Yituoana 

tricciolo.  *‘40 

capretto,*  caar«eto,il  dimìM  capto,a»unaJ 
poto. 


100 

carolare,  per  ba  Ila  re  ,da  o zare. 

488 

menre.  • 

744 

1. 100 

carovana,  vai  moIri(udine,oqDantiti. 

IH7 

cautela, vale  auedrmenro* 

744 

100 

carpare,  1 ertaftare,andir  carpone, de  il  me- 

cato.vale  aftuto,accorto. 

744 

•7 

defimo  chebraocolare* 

•442 

ecce  legume  noto. 

1114 

947 

carpino  albero  noto. 

1 i49 

cecità  Ja  ceoe<ne,ofrufcatione. 

Mff 

100 

catpiie,dt  fcarpire,per  pigliare* 

7CI 

cedere  per  dar  luogo, ma  fumé  al  fuo  m tu- 

xn 

carpone  aducral  medefimo  chcbrancolooe* 

giore. 

40 

87 

1*47 

cedriuolo,jldimi.  di  cedro  butto. 

Mix 

1x98 

carrattfero.lo  auriga. 

»ot 

cedro  albero  noto. 

1141 

carretta, de  carro.  |ot 

carnaggi, fono  gli  luroean  che  portano*  eoo 
ctrnbo  vai  modo,o foniu*  ire? 

caiTO,dc  carri  m genere.  |oi 

carro  tnomphale.  54  ■ 

III 
III 

carro  della  notte*  itio 

carro  d’amore*  dje 

carro  del  Sole*  4i| 

carrucola  e qaelIagirclU  del  pozzo  perca* 
uareacqua.  »e9 

carta, de  ebarta.  t<'4 

cala,ca,c  caie  in  pttt*  919 

cafcio,il  formaggio.  1*04 

cafo  perle  auenimento.  Kf 

cafo, eh  e vai  ilima  ,0  conto*  76 1 

ca0ii,ta  arca,arnuio,il  dimLcafletta*  ■ H7 
cade  firomeoio  eoo  che  fi  celle  U tela*  ir}4 


cado  loftomaco.  1449 

cado  in  vece  di  prmo*  1 4 14 

caiibnevalgran  calta*  t7f4 

cafiagua  frntto  noto*  Ii8a 

calbgno  ,tl  caftagnaro  arbore*  lido 

caUeUo,caftelU,«  caftclb*  9 1 1 

cafiello  deila  naue.  lor  1 

calli  celebrati  da  nofiri  poeti*  a 1 a 

cailtgamenfio.dc  calbgare,vcdigafiiganicnto 
dtgalfac^'c*  d]9 

caihu,val  podicitit*  i 

Capricorno  fegno  celcfte.  no*  <afto, vai  pudico.  ai* 

caprOfdt  capnuolo  il  dimi.  animai  noto.taod  caftore,tl  Beueio  anifpal  che  Tùie  In  acqua, 
caprone,«nlebuomgrofiblatio,nienchiooe*  de  in  terra* vedi  Beucro*  1091 

JX44  cacaletto,Ubaracoa«uifiportaicorpimor 

capt>ui,i  prigioni  prefi  in  baccaglia*  114  tbvedtbara*  idaa 

capuccio,chefiporUia  capo,akriimcnri  Cca  catena  il  dimLCJMnclla*  |}t 

puccWfO  fcapolario.  < <44  caterau,  U lcala,la  robalu,  o pertugio  per 

feendere*  4*a 

catrdrale  chiefa*  |90 

cattiuiti,la  fcruitd*  ICd 

camuita,U  tnfi«aia,fceterttà.  1 447 

caCtiuo  uaIfcelcraco»criilo,reo,malfiiflb.f447 
caltwo,cbe  valmeiÌo,dolece,mal  faao*i694 
catttuo  IO  vece  di  pouero.  } i a 

catino, m vece  di  òufio, vecchio*  *49 
caua.Ia  coocaaiti,la  eroua,U  cauetoa.i  1 x8 
cauat,m  ucce  di  canali*  laoi 

caualcure  nnmcydc  verbo*  1*08 

caualaone  adue.che  vai  a guiCadi  cauallu. 
laoi 

c»ulbcre,d(  caualiero.  94) 

canadctte.U  loculU  animaletco  noto. ve- 
di Locufie.  laaa 

caualli  del  fi>lc,cbc  fono  quattro*  vedi  quat- 
tro. 1711 

cau«llo,corfiero,deftnero,palafrtoo.  imi 
canate, per cacrahere,fcpeÌlire,foracc*  t lai 
cauenu,la  fpeluo€a,lo  antro.  1 1 18 

cauciaa,dc cauezzina  del  cauallo*  laia 
cauiarobquof  falato  dipefce,abo  ooto.109) 
cauiglia  m vecvlel  membro  vin  le.  1 4f4 
cauuare,dcg>u4>  te, per  vCueiogaano>frau. 

de.  P90 

cauoli,altrim  oti  verge  herba  da  mangiare 
nota.  117 1 

cauretto,d*  capretto  animai  noto.  1204 
cannoli  animali  noti*  1 ao7 

CBuLuD  ente,  vai  prwdcocemeotc/caltnta- 


cara  caro.pt  r graia,d(  grato.  704 

carato, e qualità  di  finezza  d'oro,  de  d^argcn 
IO.  >7f4 

caratterl,chefono  gli  donéci  delle  lett.Ìor 
carbonchio, gemma  pretioU*  . 

carbone, la  bra^  efiiata. 

carcererà  pngi  oc  e. 
carcere  meta,  per  lo  corpo, 
carco, de  carico  foft.che  vai  pieao, 
cardinale, vai  prtocipale* 

<ardo,dc  cardi  berba  nota. 

care«^^t<A 

carelli,!!  cofrino  il  guaaaale,di  panno  fatto 
a fcacchi  di  pezzi  di  piu  colon*  7 a 1 
careiba,tapenuna*  }>i 

carezzare,&  caregg>are,per£ir  carezxc.ir4| 
carezze,  fono  amorcuohnze,  de  accoglienze 
. £arte  eoo  canti. 
cabcare,per  granare*, 
carico,  vai  pieno,  vedi  a carco, 
caiiddi  fcoglio. 
onfeo  da  corre  ui  Bologna* 
canti, dt  chanta,d(  canuta* 
orme, il  verfo* 
carminare, per  fcapigliare* 
caroaJe,aod  di  carne, 
carne,»  genere»  aoe  de  utui,  dt  de  morti. 

l}ZO 

caro  adic.chc  vai  grato*  704 

carogna, la  puu«£oe,coatttlìoa6>  1114 

carola, il  ballo*  . f$9 


4 140 
99* 
4M 
»|a7 

47fO 

177 

1170 


lp4| 

I7f0 

I7CO 

lO}9 

9*4 

ii 

91 

•14* 

l}ZO 


ceffo, il  mufo  degli  animali.  14  >i 

celare  per  occultare, afeondere.  |7 1 

celato, vale  occulto,aafcofo,couertn.  17 1 
cciebrare,pcr  magnificare, rollenniz-re,d1'al 
rare.  tri 

cclcbre,ral  publico,rolennc,magnifico.  ir* 
celebro, vai  ogni  buomo  celebrato.  ira 
edere  vai  veloce*  l49f 

cclefìc  vai  dal  rieto.  46 

ccleile  arco.  Vedi  ad  arco  celcfie*  S44 
ceic(lule»val  cofa  dal  aelo.  64 

ceictlro,d(  ciletlro,rolnredcl  cielo*  tir 
ceda, la  fianza  de  icligiofi.  47 

cdla,il  reccftacolo  di  qualunque  cofa.  919 
cembalo, d(  cembalo  ftromcnto  mufico,  che 
il  ptu  vfano  le  donne*  top 

cena,il  mangiar  della  fera.  i4r>o 

cenarc,permangiareaccna.  i4oo 

ceociojval  flraccio,doe  panoo.rocto , de  per 
veccliierza  confumato.  1 j ro 

ccncn  fpecie  di  fedenti  maculofi*  1149 

cenere  maf  de  fem.  941 

ccao,4  quàdu  ad  altri  fi  fa  cegno  di  fi.o  di  nò 
cògli  occhi, C(  D lcmani,ocot  capo,  ijqf 
cenobio, il  coaueoro,o  monaficrio.  46 

ceutaun  cclcbrandanoltnauiton.  iriz 

ceminaia,d(€cnrinara.  1720 

cento  numero  indeclinabile.  1 7 z» 

centomila*  17x0 

cccro,eil  pfito  chVin mezzo  deldrcolo.79| 
cepphfoDO  certiferri  olegni  grofzi,chc  fi  pcn 
gonoa  piedi  deprigonicri.  |{4 

ceppi  fono  zecchi,  doc  legni  grofxt  per  bru- 
fdare.  1191 

ceppi, i vece  delle  famiglte,vedi  di  fiotto. ir  64 
ceppo  che  vai  famiglia  o ftirpe.  if44 

ceppo,p  lo  zoccOfVedi  di  forra  a reppi.i  9x 
cera,m.nena  combunibile,de  tenace*  99} 
cera,ocicra  in  uece  deirafpetro.  14x1 
cer3fie,foop  fpeae  di  ferpi,  die  hanno  le  cur 
na, da  cerei  che  fignifica  corno*  i>49 
cerbiati,fono  cerui  picooli.  1 xo; 

cercare,quando  dinota  mouimento,'c  oe  at- 
rualmcnte.  149X 

cercare  niétalméte,cioè  ingegoarfi,iludure, 
afiaDcarfi,iodagare,inucfiigare.  1x97 
cerchiate, per  infaiciare.  7 f & 

cerchio,urcolo,o  neoletto,cÌoé  l^ame  di 
legno.  7 «a 

cermonie  fono  i coltumi  facn  eccl«fiaftia,dt 
altri, d(  ordioatioau  1 ) 

cero, o zero  figura  di  abaco , che  foia  niente 
nJeua.  1746 

cero  albero  ffhiandifcro.  n4i 

cerUmc,varpugaa,contrafto,fcanmazia,dc 
pigliafi  per  qualunque  combatimcoto. 

4*7 

certamente, vai  veramente.  1476 

certe, certi.>D  vece  di  alcune, alcuni.  1476 

certezza, il  certn,lauerita.  1474 

ccrftficare,per  far  certo.  1 47  4 

certo  aduer.de  certo  adic.  14?4 

ccrueUOfin  vece  deiriogegno.  1 140 

ccruiero  animai  detto  Lupo  ceroiero. 

1x07 

ceruleo  colore  celcfte.  9i6 

ceraojdi  cerna  ammat  noto*  t xo7 

cenK>fa,bcoaoda  nota*  no 


TAVOLA 


il  teItj»o  maiTa  di  terra  eaua 

ta  con  Ì'iìcrba.  1099 

ccfpuglio,il  medefìmo  che  cefpo  1 099 
ceflarCfpcr  lafaatc,rc(ljr«,rcainparC|  fmiooi 
re^Uar  difcoilo»  1 904 

cefta,ccltotceHdla.  10*9 

cello>ce(lclU,o  caneflro,  che  è rato  £atto  di 
viact.  1099 

ccfto,il  cncdefimn  chtcefpo.  1099 

chanca^dc  canu.  |8 

charta, de  carta.  904 

che*  eoo  le  Tue  varie  figoifìcariooi^cioè  m ve 
ce  di  ilqualfdeUa  qual, nel  quale,ncUa  qua 
tC)delleouaIi,di  qual,  quando, onde,  icem 
prò  quoa,  prò  qnam,  prò  quid,  prò  quis  de 
qux,  prò  qua,  prò  cur,  tdcoaiiquid,  quid, 
iu  vi,adco,vt.  It44 

che  che,io  vece  di  tutto  quello  che*  1 tqt 
che  m vece  di  onde*  974 

che  chiavai  colui  che, che  non.  1 e^c 

chiegfiere,dc  chiedere, per  domandare.r4io 
chelic  In , fono  fcrpi , ouero  fciludioi  nunne 
«chelbenoin  terra, de  io  acqua.  1 ipo 

chcntc  , c relatiuo , che  dimoHra  qualità , de 
vai  quanto , de  quanta  , de  alcuna  volta , 
quale.  171  e 

chete, de  chiere,Vo«fpagniola/che  vai  doma 
do,vo|lio.  1410 

chtrico,»  cherìct.  149 

cherubini,  é choro  d*Aoge1i*  9 

chetamente  {.quietamente*  717 

cheto,  vai  quieto, de  tanto.  717 

chi  con  gli  Tuoi  GgniBcati,  dod  in  vece  di  co> 
lui  che, quale,  alcuuo,  de  in  vece  di  quale, 
t «99.  chi  che , vai  chiunque , de  cixfcuno. 
ifftL 

chiamare, per  domandare, oorainare.  1409 
chiàmare,  per  anre  a ragione,  vedi  alare* 
I40< 

chiana,  vai  acqua  morta, quafi  ftagQnfn.1089 
chiappa, vai  fcheggia.  1 ;6S 

chiaretta,de  chtanuM»  dai 

diiarire, per  certificare*  1477 

chiamate, de  chiarcxza*  dai 

chiaro, per  luado.  dia 

chiaro  m vece  di  nobile,  illaihe.  407 
chiaro, che  vai  ccrco,aperto,euidente,mani> 
fello.  idTp.ldtO 

chiafictto.  de  chia0obao,tl  dimi*  di  chiallo* 

I ioa 

cbianb,e  calle  Qretta,o  ruga  habrtata  da  gen 
levile.  laoa 

ehiaue,8t  nel  pio  chiaui . 911 

chtazaare, per  macchiare*  inp 

cfaicdere,&  cheggcre,per  dimandare,  o ricer 
care.  1410 

chicr,  de  cherei  Vo*rpagnuola,cioe  doman- 
do, voglio*  1410 

chicù,il  tempio.  4f 

chinare, per  piegare, dt  abbaflare.  1799 
chinca  e canallo,cofflc  TV  bino*  ino 
chino,val  balTo,&  piegato  1 799 

chìoeda,  de  chiocao,  vai  raucD,o  foco  qua- 
fi  chinfo , ouero  gloadare  per  fir  il  verTo 
detta  gallina  qfi  vuol  couar  rnoua.  1419 
chiocoaTla  gallina, che  ha  t pulciai.  1004 
chiodo, chiouo.  #41 

chiome,!  capegU.  1 140 

chiofare,per  intcpretare;  91 

chiofe.  ale  intcepifcationi.  91 

chioftra,Uclttfura,comeder«(igiofi*  47 
chiooopdl  chiodo*  94) 

chiudere,per  renare*  914' 

chiunque, vai  aarcuno,dt  i rrifiUabo.  l Ifa 
choro  ceieilc  io.de  choro  della  chiefa.  44 
chrich,e  ccrtofuono,o  Arepito,che  fi  fa  con 
le  diu , o come  fa  la  ghiaccia  quaadu  fi 


fpicca,o  cheli  rompe  pel  caldo,  cofi  det- 
to dalla  ificfia  >oce.  44I 

chnfoiico  pietra  di  color  d*oro.  1140 

clinfiiam  detti  da  Chiifio.  a 

Ornilo  redentore  nollro . a 

a,che  vaie  in  quello»  o in  quel  luogo,  de  a 


ciacco,il  porco  animai  noto. 
cuociare,per  parlare, dir  ciaode. 
ciaocicjle  ciarle, le  frappe, 
ciaoaoocjl  ciarlatore,il  cianciatore* 
cijnciooi,ia  vece  di  canzoni. 


9éO 

1207 

M9f 

IJ9P 

•I9f 


cìpr(fib,d(  dpariflb  albore  1 1 1 1 

circoto,d(  cerchio.  79  a 

oicoodarcjpcr  circuire.  7ki 

arcondato,val  cucuicu.  7»i 

aiconlercoza,d(  circonfcrentia.  7^ì 

atconlcnuere,pcr  fctiuere  a torno,  termina^ 
ic,difinirc, confinare,  coollttuirc,  deputa- 
re, in  chiudere, meaimare,eccetiuarc»nllré 
gcrcjdimmutre  u auuoriu,  & ancho  can- 
cellare. 901 

circuire,rcrdrcondare.  781 

arcuilo, la  circonferenza.  781 

ciarameia,d( cannamela, llromeotomufico*  circgiefiutto*  ii8a 

orcgio,l*alborechcfa1eciregie.  1161 
aarlatore»il  roedefimochedandone*  1)97  drugia,aiteda  medicar piagìie.  ipa 

aafcuoo,aafcuoa*  1740  allctna , énunaoza  d’acque  ptonaoequafi 

cibare, per  nodrìre.  1797  in  gutfa  di  pozzo.  1090 

cibo, la  efea,  il  palio*  1797  elio  albero  fogliuolb,cheoafcetra  fafiii.iidi 

cicala  , animaletto  notifiimo  per  lo  fuo  Un-  citare,p  clitamare  a ragtone,o  cóuenire.ie  1 1 

dorè  nel  gran  caldo.  ioo|  atclla,d(  Zitella,  vai  gioumetta.  ifjo 

acogna,vc(cllo  altainoto.  ioo|  athera,cetheta,o cetra, llromcto malico. lOf 

cicco,queno,chcé  lenza  occhi*  1K7 

C,i  a L o , il  fermamenfo.  dd 

aimbalo,  dr  cembalo,  llromcnto  mufico 
noto.  107 

aea,d(  cera, lo  alpettcsil  vifo.  1 41 1 

de  gli  occhi, ta  fing.  ciglio, 
cigno  vccellobiancbifsimo. 


città, de  ateade*  994 

ciicadini,i  compartitori.  404.991 

ciuanza  lignifica  guadagno, dt  auataggio  7«7 
auaozare,pcrauazare,S  p guadagnare.  747 
emetta  vccello  notturno  noto.  iSt  1 

I ] 44  aufiietto,il  aiifib,  cioc  la  parte  dioao v dei  ca 
looj  po*  . I 

per  orare, cofi  detto  dalla  voce  che  cìoiie,aniii,cluilifiìmo.  404 

fi  la  camicia  quando  eoo  gran  pelo  vieo  auire , per  prendere , o dar  danari  a camb» 


girata.  i4od 

aldlro,dc  celcllro, color  del  odo.  8 1 7 
aliao  , vellimmio  latto  di  fete  di  animali , 
ouero  di  grolle  lane,  habico  da  penitenti* 

dilaro, de  Adone  casaili  celebrati. vedi  a de- 
ftnero.  1109 

cima  la  fommiti. 
ciregie  frutto  noto* 


vocabolo  genouefe  » che  bora  fi  dice  chi. 
Ulte. vedi  Acauire.  79^ 

aamia,foDo  I mannari, o galeotti,  dt  pigliafi 
per  qualunque  moltirud  nt.  1074 
ciurmare,  de  iDcbttare,d(perfuaderccoo,ift- 
ganno,  vender  parole.  1:7 

dzze,l€  mtmmelle,poppe,o  tette.  1447 
1774  clauftro,tl  chiollro>la  claufure.  47 

J 1 9a  clnna,il  partimento  della  fpera,dt  dinota  an- 


cmrttrio,luogolacro*  47.1414  chopaefe.  949 

dnaglione  nome  proprio,dr  pigliafi  per  dar  ditta  fiore,ia  cui  fu  trafinaCata  la  infeUce  Gli 
latore,frappatore,d(  beuiiore.  127  tianimpha  figlia  deirOcceano*  l i77 

dndaoo,draiToinlmguaÌat]n«  dinota  ce-  cUuo.che  dinota  monticello.  nt9 

pello  torto,  che  alcuna  volta  fi  fa  con  fcr-  co.in  vecedi  cape,oiefia*  1421 

ro  ad  arte , fi  che  i capelli  diuengono  no-  coiin  vece  del  principio.  1 4o9 

ciuti  per  oroamento.vedi  a cincmaco.444  <o,m  vece  del  fine.  • 4x4 

dngeie,dt  cjgnere.  «749  cofcoza  Particoki,vaÌ  con.  1977 

aaghia  del  caualio, onde  aoghiare  verbo  coi,iovecedicooÌi,ocoogU.  i}77.i977 

.pcriegarc.  inf  coaznevocediRana.vediaRana.  1184 

doghiale  il  porco  faluatiro*  1107  €occa,laconcainta della  faetta,donefi  pone 

cinghio, in  vece  di  cerchio.  79a  la  corda  dell’arcr.  417 

dnguetarc.per  acalare, petegolare,  dod  par-  ‘cocche, fono  legni  grandi  maritimi,  che  via* 
larpreflofenzafoodamento.  1404  no  Catalani, de  Genouefi*  1047 

doquanta  numero  indeclinabile*  1 7Zo  cocco  berba  di  color  purpureo,  detto  grana, 
anque  nome  numerale.  1717  914 

anco, anturi, dcciniola.  1744  coccrc,de cuocere,percudnare.  997 

dotola  il  medi  fimo  che  cintura.  1744  cochtgliem3rioe,ibnolefcorrie,ognrciede 

doColiDiffono  que  legami, o lifte  che  fi  lega-  le  lumache, dt  ancho  dette  cape  unte.1074 

no  momo  alle  eambefotto  1 gioocclii*  1 744  cochiume,  il  cocone»  che  chiuoe  la  botte  di 
aacura,de  datola.  1744  fopra*  8x9 

oó,  in  vece  di  tal  cofa,  A di  quello , A di  cocola,o  cucoIU  habito  da  rcligtofo,  & il  ca 


quello.  979  1974  puedo. 

doe,val  latioameoteideft,vi<lclicet,rab€et,  cocomero  frutto  nolo* 
hoc  eli  9 79  coda  ddrantmale. 

doche, va]  tutto  quello  che.  1970  code  meta.per  Io  membro  virttc. 

ciocca, A ciocchctca  il  dimi  ècerta  quantità  codardo, vai  vile, A di  poco  animo. 

di  capelli  infieroeraccolu.  iiqa  codoto,il  aottolo  pietra dunfstma. 

docchetu  li  dtini.  di  cocca*  vedi  di  jfopr  j. 

1141 

docco,  A tocco , d legno  gr^^Ob  A feoza  ra- 
mia  1199 

dooco,  vai  mozzo,  o monco.  7 1 r.  1 5 o9 


I74a 

iiir 
Uff 
•4f4 

Ufi 
1140 

cogliere,  per  accumulare,  adunare, mettere 
infieme,A  hducere  m voo*  i)|.i4f  f 

cogliere, per  aggiungete  airunprooifo.  i.,79 
cognato, A la  cognata*  17x9 

cof,in  recedi  con  il.  17771877 


dotto, A zopM.vedi  zoppo.  1708  cola.valc  in  qlla  parte,  o in  quel  luogo.  944 

cottolo, è fal1b,o  chtamnedj  p'etra  durtfit-  cola  dal  verbo  colate,  per  fiiUare.  vedi  cola- 
ma,rotondo,A  nuuiale*  1140  re.  ioi9 

dpanflq,tl  cipreHó  arbore.  ii4 1 cola  dal  vcibo  co)ere,pcr  hoaorare.  vedi  co- 

dpoUa  fruito  nocifatmo.  1197  (ere* 


coUrc,pcrpurtare)ftjnar«»  loitf 

coKct,  ral  qudfa.  l tri 

colera.o  colora, Uiracoodia.  r^ 

colere, per  honorare,ofleraart.  400 

coHa,U  corda, ooe  4 tonneoto  4 martino. 
I7t7 

colla  matcrui  tenace,  onde  iocoHare  per  for 
tificare.  17 17 

collare,6c  cotlana,cheC  porta  al  colto.  1439 
collare  del  cane.  iao6 

collare  rerbo,  pertonDencare,  dar  ia  corda, 
3t  pertnaizare.  17 17 

cotle,e  picàolo  monticcHo.  1 1 > 4 

«otlejto,val  comparila,  o coogregatione  di 
perfooc.  If7d 

collo, iaenla.  1434 

collo,  ernia,  colli,  articoli  io  vece  di  con  lo, 
conia.  tfr« 

collottola,  la  noce  del  collo,  cioè  la  parte  di 
dietro  del  collo.  1439 

<olmare,perenipireraiìno  al  colmo.  1 76) 
colmo,  vai  fomtmtà  detto  dat  calmine.  17  tf| 
colo, che  dinota  peffctttooe,&  é d panto  che 
fi  fa  dopo  tifine  della  orat»oae,o  delta 
fentenzi.  itfiS 

colomba, d(  colocnSo  vcccllo.  loo) 

colonna,&  colonne  946 

colóna,i  vece  della  faml^ia  Còl^efe.  if6r 
colorare, perfingere, figurare, fingere,  fi  a 
colorato  adie.val  pinco.  li  x 

coloretngenere  Latcolor.  Sia 

caloro,vaÌ4ucili, quelle, cfai^elTc.  iSpa 
cotofib.è  fiaana  grande.  tiv 

colpa, & colpe.  ria» 

colpcQole  tl  malfimore*'  ttaa 

colpire  per  dat  colpo.  {-ii 

colpofla  botta, il  rufiorno.  fi  t 

coltello armn  oota,acalciiot  volula  vece 
della  fpada.  491 

col ciuare  la  terra.  907 

colto, li  Inogocoltinato.*  907 

colto, chefigoifica  honorc»  400 

<ollre,coperu  da  letto.  711 

coltitra,la  ageionlcum.  |07 

colubro,  fer  pe,a  ngne.  rt  f o 

colui , Tal  qndio  in  tutti  i cafi , anchora  che 
colui  folofenta  altra  compagnia  , quello 
* accompagnato  comeqaelloafMmnle.i8f9 
coni, IO  luogo  di  come.  tapv 

comandare,comaadameo9o.vcdicetnanda 
re,comandameni.i.  409 

Comare,la  l>tlia,cio«  quella,  che  allena  è fan 
oulli,  k comare  dei  baitefimo.  irto 
cotnara  verbo, per  pettinare,omare,pu1i- 

1141 

combattere  non>e,Ar  rerbo.  4*7 

combattimento, il  combattere.  499 

combamtorctdtcombafcitoti.  487 

combufioyvalearfo.  989 

come  in  ucce  di  poi  ali.&in  ve^diquan- 
doa9o.Aein  veccdi  fubito.  iir4 

come  Iddio  rei  dica,mododi  dire.  itpe 

come  adner  vai  quanto.  ifn 

come  con  Tarticolo , che  viene  a dimoftram 
^ ddlatto  col  modo.  (drq 

come  che, Valli  qnalanqnemodo,o  manie* 
ra.  & quando  dinota  Benché , o Anchora 
che.  ittfcome  fé,  & in  altre  varie  ofler- 
uaooni.  iff7.itT4 

<ometa,fcgnocc!eftc  notiikmo.  i6r 
commciameoto,il  pnndpio»  1709 

cominciare  nome. de  verlM.  1 609 

commctaco.i.pnnaptato.  idop 

comandamento,dc  comandare.  409 
commaodare,dc  comandare.  4 10 

commenTurare^^mifurareiifione.  I7f7 

commeUaoo. 


'TAVOLA 

comme(To,ft  commeifa  adie.  4 1 1 

commet(ere,per  imponcre, comandare, dipu 
tare.  410 

commettitore, qneltochecommctte.  41 1 
commiato,  la  licenza.  1 47  • 

cofnmodita,il  commod»,  Vo  agio.  7 < 8 

commodo  adie  cioè  agiato.  1 178 

comiTKmere,per  tuibare,  k alcimi  voka  per 
mouere  con  pietà, o con  benigniti.  1 X97 
romune  dt  coimioità.  if7o 

comune  adiettiuo.  1T70 

comunicare, per  farcomtrae.  ir  70 

coffluniCà,dc  comune  foft.  it70 

cocno,in  vece  di  come.  i8c7 

come!  ango|a,frutto  a gnlfa  di  mcnone,o  fi. 

mite  alla  cocorza.  1 ita 

compagne,  la  €oogiim|ione,dt  aggregatione. 
7714 

compagna,in  vece  di  compagnia.  1574 
compagnta,vale  adnnatioae,coagregatione, 
de  congiuntione.  tr?) 

compagno,  d Sono.  1 r7  4 

cothparatione , vai  rdpeffo , fimile,  parago- 
ne. 1446 

compare.dt  comare.  tf)o 

coAparere,perfarfi  redert,dimodrarfi,  an- 
dare alla  preTenza.  1419 

compartire, perdruidere,pattictparek  1727 
comparsone, la  pietà.  j9 

CBmpaiTo,il  fedo  llromento  geometrfeo  7tf 
compenfoydrrmedio,  tl  pronedunento.  f c 4 
comperare,il  contrario  di  vendere.  770 
comperatore,  quello  che  compra.  770 
CDmptaCere,per  far  il  voler  d'-alm».  7or 
compiacimento, dr  compiacenra.  70T 
rompi  jgn«re,dc  companeere,per  haucr  com 
pafnone  dell'altrui  male.  19 

compi30lo,il  pianto  chefi  favofieme.  $9 
conpieta,hora  cancmica.  ita 

compdat«,ptr  rtnnar  pio  cofrtn  voo.  {idee 
compimento, vai  fimmentt».  id)o 

compire, pcrfinire,fornire«  fdtr 

coiopto,val  finito, fornito.  id|f 

comporre, decomponete,  per  ordinare.  ii 
comporre,per  mettere  inficme.  1 69  f 

compone, per  formere,far  opere.  i4p 
comporrCfpertolerare,  vedi  comportare  41 
oompocre, per  accordare  infieme.  710 
comportare, peftolcrare,fopportire,pati- 

«.  41 

comprendere,  per  imendcre,cooeicerc,  ca- 
pirei irdr 

compungere, per  dimnlare.  )4 

comunque,  vaierà  turni  modi.  trr7 
con  prepofiaone  copuUtina,  che  dinota  có- 
giunoooe,d(  compagnia.  ipvr.itrr 
eoo  tneto  che,  vai  ben  clie, anchora  clic.  1849 
con  qucilocioè  con  tal  patto.  7(4 

conca, vafodileenonoto.  4)f 

conca, meta,  perla  fepoltnri,  dt  è andio  pe 
fee  marmo  Umile  alPoftrega.  1 4ii.  1091 
eoaeedere,perdare,permetterc.  4x6 

eoocento,la  coafoiuatii,  de  melodia  de  vo- 
ci IO| 

coooepere,dc  conenpere,  per  compreodere. 
i»ri 

coooecto,  è quello,  che  propone  rhnoino 
ndranimu  di  fare.  i xfi 

conchiudere,  de  concludere,  per  ditermina- 
re.  18x9 

conchiufione,val  diterminatione.  1 6x9 
coooo  foifecóra  che.  itrt 

conaofia  cofi  che.  itrt 

cocK)ufione,drconchtufioficw  idxo 

concordava!  conformi.  7 < o 

concordia, lo  accotde.  7 10 

eeM4orrcre,pocooueaircmficmt.  1488 


concorro, la  fieqnentia.  * «4 

concubina,  è quella  che  dorme  con  altrui  m 
TU  letto  de  pigliafi  per  puttana.  ir  14 
conculcare,  per  por  lotto  a piedi,  fcalpicarc. 
I4<4 

candannaiTfpcrdaanare.  18:9 

cundenfare,per  iDfpe(sire,{ripare.  f7 

códenfo,vaÌ  ropprciIn,carKO,dt  ^nraam.  57 
condì  re,per  vngcre,coDfiertarc,«  far  viuan- 
defaponae.  191 

conditionare,per  dar  buona  forte.  it7 

cooditione,  vai  fortuna,  forte, liato,  de  qua- 
lità. irv 

oóditione,in  vecevli  parro,de  cóuètione.  7f7 
coaducere,dc]condurre,pcr  monaic, guidare, 
tirare.  413 

conducrtore,il  guidatole.  41* 

condutto, vai  menato.  411 

<oafare,i»er  coouemre.  1 6rr 

confcifiire,dc  eonfedarfi.  187; 

«oafef<ione,ciafahire  dciPanrme,dffnpam 
oe  de  vini,  refiauratnee  delle  virtù,  fcac- 
ciatrice  de  demoni  chepwf  che  chiude 
laborca  dclrinferoo,dcapeJeporccdcl 
pnradiio.  187} 

confeiTore.cioc  qu^locbefi  confefia.  1871 
conficcare, defecare.  pf 

confidare, per  fidarli  ap 

confinate-,  per  bandire,  fcacdndelproprin 

^ IttO^O.  1 T04 

confine  fing  de  p4ur.  1104 

confitte, mi  conficcate.  t4 

conflitto, il  combattiinenro,hil>Jttagha.  fo| 
confonderc,pcr  turbare  1 

conforme, vai  (imiie,o  ronueoienie.  i8n 
confir)rtare,pcr  cnofolarc.  6vr 

confòrto,  la  confolatione  699 

confufioQc,U  perfurbanone  f97 

co«fufo,val  pccturbaco.  pv; 

congedo, il  commiato, la  licencn.  «47* 
congiungcre , per  aooompagaart  di  gmngera 
inficme. 

congiaiigimeoto , vale  accoftamenCo  ^ con» 
giuntione.  #77 

congiurare, pergiurare  incontra.  in 

coniare, per  battere  moneca.  144 

cooigli,aninuli  (imidi,dcnori.  1 107 

coniOila  impreftson  della  moneta.  1 14 
connubuvl  matrimonio.  trx6 

conocchia,la  rocca  col  Imo  fopra  perhlarc. 
♦ni 

conofceote,quello  che  conofec.  lido 
cooolcenzatdconofcanento.  ti6o 

cOAofceie,perintendere.  t lé  t 

conofcrmcncotdrcooofccDM. 
coaquifo,val  foderato, vfoio.  749 

coaquifiare,per  vincere.  749 

conquido, I4  vittora.  749 

coQUcrare,pcr  dedicare,ofiehrc.  io 

confanguinità, vai  parentado*  <787 
coofcienva  de  confocntia.  ii4o 

confcguente,aocpcfconfegueate,che  vai  al 
tteb,aochora,cofi,linif4roeni«.  i8r7 
confeguire  Lat.con<equu  I481 

coafeowneato,|la  voioocà,il  cocnpcacìmcfx- 
to*  1x84 

confeotu«,pcr  alTeniire.  ixt4* 

cooferua,d(conferue,laguardaroba.  919 
conicruare,  per  mantenere,  gaarcocarc,  de. 

fcodertfCuUodtre.  9^ 

cooferuatore,queIlochefnaatieme.  9)9 
conferui.cioe  ferui  tofieme.  977 

confiderare,cogiUre.iroagmart.  fx88 
confiderationeja  eHammabone.  1186 
confideratorejoimagiaatorc.  Ii88 

con^liarc, per  confuTcare.  197 

configliere^io  afi'dibrt.  ipp 


con^C^io.lat.  confilium*  Hr 

coafoi  ue,per  conf  - ria're-  1 1 nj 

coafolitione,il  coafofto»  i )0| 

€oofortr,vai  partcapCyCompagno.  ifté 
coafpcttojla  presenza.  14x0 

conlbtuire, per  ofUioafc, deputare,  o ditermi 
nate.  TT 

conrti«udine,ta  vfjnza*  ir^o 

coaAimamcnco^Tal'  dru^fmrntn»  1 6|) 
coufumare,  per  (lrug*ereìdiiUuggerr,  an.iui 
Ure.annichilare.  i6h 

coo^umarh  pafnuo  itfH 

coofumato,val  deftrufto.  i6n 

coa(’umaCore,i|  ilruegicore*  t^TT 

cootadioo,tl  Villano.  jpr 

coutadOfil  paefeja  villa-  rif 

cóiaimoare,  per  cóturbare, corrompere, mrr 
chiare.  frtr 

conufmaaòone.la  macula, U corratela  iro- 
coQUntt,i  danari, la  pecunia.cntaaca*  mi 
contare;per  numerare, far  conto.  i^vv- 

ronrare.rer  narrare.  i|9i 

co»t4ttf,ticf  tardare  179 

conie,tMìgoore  di  coutado»  )>| 

come  adtc.val  narrate.raccootate^  l|9o 
conte, vai  famotc,illunn.  rrr 

contegno, ood  in  contegno  adue.die vai  crrir 
grautta*  irci 

contegno(b,è<)ueUo,che  fi  croheoe,ctoc  fta 
fù  la  granita.  ip«a 

contem,  lare.per  coolicferare.  1267 

con  tem  pUtione,!a  confideranone.  1167 
contemprare,per  accordare.  7-ro- 

contendere,pcr  cootTaftare,compe(cre.  doo 
contenere, per  comrrendere.  rtTìr 

contentamento,  tl  rodirCaamenlo*  704 
cootearare,ner  (itaùre,  jof 

oooteatiane.val  difcordia.coateCk  éoo 
contento  adicvaUodifTatco.  704 

contera.il  contrailo.  #ocr 

conteira,mogU«  di  conte.  )9| 

contei1o,val  tefluto,compofto.  1 714 

conttgie  erano  calze  IbUte  coperte  di  cuoio 
Crasforato.  ip^y 

continenia,la  temperanza.  ~aio 

continouamente,val  lempre,  apo 

continoa2nza,dc  contìnnoaOnne.  zoo 

conti  nouare.per  frequétjrc,rollccitarc  irSfT 
cootinouo,3c  continuo  aduer.  cioè  <ti  eomn 
nuo,che  nai  cootinouamente. 
continouo,&  continuo, adie.  i«»i 

conto, ual  ragione-  1444 

contorcere, per«orcere,noolgcre»  i«7z~ 

cootra.dt  contro  aduer 
comrada .luogo  doue  Ibnno  piu  perfone  reu 
• nate  & anche  dinota  il  paefa  rnn 

COUtradire,per  contraftare  eo| 

cootradictiooe,valeoppo(itiaoe«  tfof 

contrad'tcorc.chc  contradice.  ~4o| 

eólcapalTo.valepmett.chi  tagliala  man  ad— 
. niin.chc  altre  figli  fiatagb'au  ad  effo* — 

14^4  ' — 

cnotrapor<i,percootranietterff.  790 

cootrapof1o,3cConcrapo(Va,penc. 
cootranc>,d  cootrano,Pel  coutrenotTale  op' 
poftio.  «01 

coatnlbrc.percoacacùre.coatndiiv,  eoa- 
If.potfi.  fi,o' 

coacra{lo,la  controuerfia.  „o 

<OQtraucnire,per  venir  cnotra.  40} 

coatri{bre,&  contrd^rlL  f)ep 

€Ontnnone,edolor  di  core,ar  amaritndfoc— 
dcU*aoima  peri  peccati  che  l'hnomo  ha— 
commtfTu. 

contrito, vai  pentito, ]>anficato.  |4 

contro, & Coatta.  401 

coatuibarc,pcrtuihare,coorondcrc  jpn- 


TAVOLA. 

eoa  tutro,clie  vale  anchora  che»  (S49 

con  tcn,&  conuien,val  eflctenecelUrio,  o 
forra.  )it 

cooucn<uole,val  cooueniente.  izi 

con|JcneuoUzza,l2  conuenienza.  )il 

conueDienie,val  couforme.  I Z7t.ie^ 
CoouentC(ite,che  vai  fratto, conueotione.7f7 
conuenieuUicheual  debito, honcllo,  Uattrr 
u?8 

conucniie,per  eflcrliato,debito,&  bonefto. 
i4tf 

coiiucnire,per  d4liberare,o  uolere.  777.1176 
cooucoite.cer  cotigiuogere,adua4ic,  accor 
dare,(o  ncordare.<onfarc. 
conueotre^per  bifoguare- 
conucntione,il  patto, il  baizarro. 
cooucaio,n»^iUDooe  defraa. 
<onuerfare,per  praticare  inficme. 
conucrro,ual  uoluto  mutato. 
ionuerCire,per  nuoltaic,o  tramutare^ 
conuico,Ar  conuen. 
couuttaic,perfarconuitOyO  palio. 
cooujrai2,vale  multati. 
coQUiCn,  il  pailo,ie  nozze, 
coouolcoyual  riuoltOf  auiluppato» 
co  perchiatc,pcr  coprire, ferrare, 
coperchio, li  coperto, 
cope  'romper  io  tetto  della  caCi« 
copia  lo  eflemrlaro. 
copia, la  aboudantia. 


4er 

<•7 

rer 

jQir 

ITT 

*7te 

•IO- 

copiare.per  cxcmpare,trarcriucre,  canaria 
copia.  eoi 

copioro,ualeaboodaote.  .aTtr 

copiofamcnrc.val  abondantemeote.  ajo 
coppa,la  tarza,  vaio  da  bere.  t|o 

coppa,  la  parte  di  dietro  tra  le  fpallc  & il  col 
14x7- 

coppixle«agolc,ch«<ooprono,lecafe.  pai 
coppia,Ia  pariti  .vnpaio.  171 1 

coprirCfA  ,C9unre,p  afeoadcret  celare^ 
copula.la  congl^a^oac•  ipzX 

cor^da.&coradella.  ^ i^ig 

curaggto,val  gran  cuore.  ' i^rr 

ulcutaio,  inanioùto,  anihnor 

corallo  pietra  d pio  dì  color  ro0^  de  ancho 
di  color  nero, dt  di  bianco.  1240 

corazza,  quali  coragent,  aoè  che  facaa  il 
combatTìtorCyCorraggiofo^mdUTen  dogli 
animofiiate.  494 

coiba,é  vafo  grande  fatto  di  vimini,  che  uia 
00, gli  herbiioli,fructarioli,&  firoib»  818 
corbo,&  coruo  vccello  noto*  ioo| 

corcare, la  uoce  del  ceiuiero.  1)84 

corda  la  fune, la  foga. 

corda,  per  la  tortura,  o tl  martoro  come  dar 
la  corda.vcdta  coÌla,ch*e  il  medefimoB — 
1787 

cordigliere, il  frate  di  fanFrancefeo.  119 
cordali©, è dolore  di  cuore , de  pigUaGper 
r^anoo, lamento.  1 1 1 o 

core^dc cuore^ucdi  cuore.  isii 

coricare,d(  conpatfi.  97^ 

corioyil  duuanat9io,arroUto.  1 

comaccbtadacoroiceucceUonoto»  iooi 
coroamufa,ftrorf)ento  niufico.  top 

cornice,U  cornacchia.  leof- 

cornio,il  cormale  arbore  noto.  1 id  1 

corno,nelplu.conia, decorni.  1199 

corno,  lliométo  da  malico  da  cacciatondi 
corner!.  ic^r 

coroUano,vale  aggiunu  corrilfondenteaUe 
cofe  fopradetcc.  x4«8 

coroaa,dc  corone. 

coronare, per  por  la  corona.  * 19 1 

coronato  ooc  laureato.  791 

Co>i  r 0 Acarpi.  ipr^ 


corpora1e,cioero/a  del  corpo.  IU7 

corporatura,la  ilaiura.  1 ' > 6 

Corporeo, corpulroza,cf  rpiileuio.  1 1 t.p 

corredare, p(.roinare,ptfr  t<••<l^e  7*4 

corredi, fono oroamenu, A foruwi.eoti.  9F7* 
correggere, per  ammonire. 
coreggM,  ti  petto,  aue  il  vento,  che  fi  fa  coP 
culo.  iOfS' 

coreggiati , fono  certe  mazze  con  cui  fi  batte 
il  grano.  ira* 

corrcggimento , gaAicameoto.  et» 

correre, nome, de  verbo  1486 

corrente,A  corientb  rave- 

comen  Ione  mcfn,o  nuotii  che  Portao  leicc 
re.  *,77 

corrompere,A  corromperfi,  I4i9ti8t4 
corrottoual  putreCatto#  1419.H14 

conotto,  per  io  duolo  con  pianto, che  fi  fn- 
mortu  2619 

corrutCione,la  purrefattiooe.  ~l)i4- 

coiCale.AcdrlarciCioè  cbeuatncorfo*  vrq 
corfeggiarcilaiarc;c<oc  rubare  il  maic  7TT" 
corfia  della  Gal«a.c)uc  il  luogo  di  aiczo'  do- 
uefi  camma.  icpt 

cocfiece,,il  cauallo  corndore.  1 209 

corib.cioe  lo  aMO del  correte*  I4t4 

coefo  della  vita  A delta  natura.  1 591 

corfaricclebratida  nolhi  autori*  iqtS 

loeu vi^ti^toccliihaUvdUdebole*  f>«i 
corre  folLlat.aula. 

conc,ii  luogo  più  fpaliofo  del  palazzo»dMo 
daalcunMUofiile.  107 

corte,per  la  famiglia  del  podefli*  179 

concccia,U  fcorza,A  fcorco.,  1 177 

corlcfe.val  bcotgfU\«liberaic.  477 

cortefeggiarcfper  far  cortefia*  «77- 

cottcrui&cortefic.  9>r 

cortezzaiA  certezza, vai  breuiti.  i7«i 

corticc)la,il  dinu-di  coite,inuecedel  cortite^ 

«07  — > 

cortile,  è luogo  oeUa*cafa^Jtiofo  detto  da 
corte  là  doue  (i  nutricano  galhne  polli  A 
altri  firoih  ammali.  1107 

cortine,  fono  paramenti  che  fiorano  ìntoc^ 
no  a IctcijA  altri  luoghi.  711 

corto, A culto, corta  corte,  chi  vai  breve. 
1792 

corrucdo,Acruccio,Ia  indigaaoooe. 
coruo.A  corbo  vccclJo  uoio*  1009 

cofturcarc,cbevalriÌucefe..  óvf 

cofaiArofe.  «ri 

cuicia,la  parte  dilbpra  della  gimbo.  t fT7~ 
coli  che  vale  in  tal a:odo,o taccilo  modo. 
1677 

corpargcre.per  Tpargere  in  piu  parti.  1766 

coltaiin  uecedi  la.  valcmcotdln,oa  cote* 
fio  luogo  doue  tu  non  lei,  ma  doue  c qud 
lo  con  CUI  parlito  a cui  tu  fenuu  96 1 

Colla,A  cofiedel  corpo.  1976 

colUyCioc  latcvo  h^da  dimootc.  ijiv 

colla  nte, vai  fermo. 

coilanceiAfOte^valfiinnameate.  rr 

cofianu  celebrati.  p« 

colUoza»Acofiaoti. 

coli^e,per  alere,o  montare.  77  r 

colleggiarc,per  andarcaile  cofie  de  fnonCi,o 
fixndc  4^24 

collei,vaÌ<m(U.  i»r« 

cofli,&  coKinci,vaI  quanto  la  colU.  942 

coftioci,i!medefimo,chrcofii,vtlufrB*  *>4v 
colto  il  prezzoiia  vaÌttta.o  pagamento.  771 
collorofval  quelh,quefie,ehi.  A efie.  ipee 

collnngere.A  coflregnerc.  1 770- 

collrcttotvalc  afireiio.  1994 

cofiuiival  fuetto,  ma  collui  può  fiar  foto . A 
queilu  aaópaKoatD,«ome  roHui  ha  fimr 
ha  detto*  Queuo  huemo  fa, dice.  1879 


TAVOLA 

coì1um3re,9erurar«,coaaetr4re,praticafe,*o  criAillo,  che  ghiaccio  lij;oifìca  in  Gr.  9r  cer>  da  fc?to,va1c  m fine.  '9626 

cdcrTolilo.  irrt  ao  ilcuaa  volta  C f*one  in  vece  delPac-  daforoinqua.da  uid!  io  qua  da  quinci  in< 

1140  n^nzi.  a^i 

101  da  bene, aoé  buona  pcrA>oa«  KI7 

40  da  cordn,che  ual  ct'equiri.ucdi  equità.  7 1 o 
49  dalootn,da  parte«da  prcHb,daCfìrnA,  da  pti- 
49  cna,  daooco,  dauant(«  dapui,  tutb  {uno*  a 
fo  /boi  luoghi  pnocipaii* 
dadi  con  cui  ù emocu 
da  douero,cltc  vaie  in  vertci. 
daiodiinqua  . 
dalnoo,&  delfino  pe/ce  noto. 
dalPaltra  parte*  ^ 


cofiumaco.val  morigerate»*  »rrt  nua. 

coflume.la  vf «naatln  Wb  1 rrt  crifteio  il  reniigiale,la  borfetia« 

eoftureylccofirurtdelte  veftt,o fimilc.  irif  aoce,decroaoelpm. 
cotale,  vai  f)roile,oco(t,deha  10  fe  maggiore  croce  io  uece  della  forca* 
cffìcatia  che  Tale*  '‘i6rd  crociati, vai  fegnati  di  croci* 

cotale, IO  vece  della YuIuajA  della  Meachia*  CR>ctfìeerc,rer  croo£care* 

Uf« 

cotanto,couoti,adie.  1919 

cotante  aduer.  À affai  ù coofa  eoo  tanto , & 
valeaiTaigraodc. 

cote, la  pietra  per  aguzzare  coltelli.  1140 
cotenna,^  proprio  la  pelle  del  porco, 4c  pt- 
gliafl  per  la  cotica . irti 

cote(lo,corcfta,coeeUi,co(cftt.  ii4o 

‘cotellui,io  vece  di  cofini.  1 1 do  cro/aa  di  acqua,  vale  vn  (qoaflo  di  pioggia. 

<Dthurnt,i  borfacchiin,nfatì,o  ftiualt,  che  4f t 

vfaao  i tragici  nelle  tragedie , ,tl  cm  Al- 
le d pio  alto  de  gli  alcn,ae  aai^  vfaoa- 
noi  cacciatonadogoi  piede  accomo’ 

dati*  irr&  cntcciare,&  comTcciarctpcr  irarfi. 

coodiano  valecofa  (fogaidi,odicótinuo  391  cmccio,Ar  corrucso* 
cocone,Ia  bambagia*  ^ cruccio{b,valfa>nicciato, 

€otogno,frarto  noto.  • tfq  <nidele,valcrudo]afpero* 

cotto,  vai  co^  cotta,  & aocbo  abbraggiau 
&arfa. 

cottura  la  arfura. 

cocurnicc,  e veeelto  alquanto  maggiore  del-  cnientoro,val  rteno  di  /angue* 
la  quaglia,  & della  Aaroa,at  ha  ifroAro  di  cruaa,il  buro  deti'ago. 


croa6nb,fotUotiuo.  49 

croatare,  la  voce  de  corut.  MÌ4 

croco, fiore,3e  herba  comeil  Safraoo*  1171 
croiare^drincrotare,  perindarare,  deincnAa- 
re.  i6t9 

crollare, per  £i]uaflàre,trabballare,omuooe-  dalle  dalle, et  dalli  dalli  mó  di  fgndare- 
re  con  empito.  49}  -da  kingicioetft  looiauo. 

croNn,vaI  fcoio*  4f)  daiua,iD  vece  della  (ignora. 

dama, & dama  animate,  vedi  ptu  ballò  t>a>, 
ma.  Ili; 

crofaare,  per  crollare,  & d proprio  quel  Are-  daiaieclla  la  donzella*  ai» 

pitoche  falatcpcAa  doue  pcrcnote*  1019  dam3»&dama  animale,doela  capra  feiuaa 
croAa.m  vece  di  ghiaccio. 


491 

I9< 

lorr 

1791 

1409 

969 

J94 


crudeb  celebrati. 
crudclu,la  afprezta, 
pyf  crudo,val  CTudeie,afpero, 


color  rolTo. 
couarelevoua. 


cani  da  oafo  detti  bracchi. 


concile, & caueile,che  vai  aience,‘o  pur  qnal  cabtro,la  curuatura  del  braccio. 


caculare,c  la  voce  del  cuculo  vccelio  notar 
no 


9r« 

ca- 

»zi7 

9*7 

daoari,la  moneta  la  pecuota. 

9«7 

da  niente  vedi  ^nie. 

• 749 

967 

damo, 0 damo, la  dama  animai  ucloce  nel 

99Z 

«.orfo. 

IZI7 

9ft 

danoag^io,d  danno* 

779 

99Z 

dannarè,per  condennare. 

1910 

9f4 

dannare, per  depennare, 0 fcanzellare. 

9<H 

9(7 

daonatione,la  perdtrtone. 

t$i9 

>9(4 

dannato,  vai  condennato. 

litp 

iduu 

danneuole, ciocche  da  danno. 

7*9 

(IV 

danno,&  danni. 

7*9 

•414 

dannofo  ooc  dadanno* 

7*S 

checofa  1749 

couerto,che  uaJe  oceulto,fecreto,cclato.  j7i 

couerto,&  coperto,il  tetto  della  cafa.  9&i  «naila^A  c»cco,vcceiloootimio* 
<ounre,&  copnre  9it  cuctnaydooefiaiooe. 

cozzare, per  cótraAare*ft  repngnare,  dt  e prò  cncula,A  cocolla  veAe  da  religtofi* 
prìo  vitar  col  capo  Tvno  coatta  l'altro  co  «cuoirtre,  la  voce  del  gallo* 
me  fanno  (montoni.  9t9  cufiSa,&fcn{fia,dvchporta  incapo. 

cozzo,come  dar  di  cotto*  9A9  coi  fcruiante  a tutti  icafi  del  maCdt  della 

cozzone  dica  ual  li*  mi  km.dal  primo  in  fuori,  nel  qual  poi  fi 


creare^dc  crtare,pnucrife  generare, fare,  iflf 
.creatore,quelio  che  cria,&  per  meta*  io  vece 

di  Dio.  4 cDgino  di  fraCelli,d(  di  forelle. 

czeacura,!a  perfoaa,d(ilbamb«oo,ofaflCìtil-  €slla,dc  cuna,iIletrodc bambini, 
lino.  a4o,iHbramedotie/itrulU* 

. <rebe,val  fpefTe*  I4|l 

credenza, lo  afiàggio,  o U fienrti  che  fi  fi  a 
gran  (ignori  per  io  maogiar,dr  per  lo  be- 
re per  caeiooe  di  veleno.  9r9 

credenza,H  crediro,la  ana.  9 c# 

.credenza, la  crcdu!iti,tener  feacto,pfeAar 
fede.  yp, 

^deaza,|atauola,ofcrwnodouefivipo*-  cuore,dr  core  cori. 

gone  i vafi , de  altre  cole  apfortmeatt  alla  cupidigia, la  cu|ddteà,rau«rìtu* 
menfa.  7P9  cupido, vai  auido,di(iofo. 

credere nome,dr  verbo*  iato  cupo,cofa  concaua, de  profonda. 


danza  il  ballo, de  canto  fattoper  diporto-eaf 
174C  danzare.perba  lare,ciiolare*  eai 

«ooj  daparte,cheya].dabanda.  1761 

4)7  dapc,Ie viuanderegte,ouerodiu'oc.  ir 99 
1199  da  poco,  vai  huomo  (h  poco /apcre,  dt  come 

i)i4  da  niente.  114; 

1744  da  poi.de  da  poi  che.  a9o 

aiapfcfloadaerbtos  • 971 

da  prima  vai  nel  prinopie.  16 1 a 

dicechi, &C0I  fegnodelTatùMlo^À /co  daprincipio,ciOeAei  ptioapto.  i9ot 
i960  da  aero, & da douero,  tcyt 

irap  dar  con  fupi  Jmerfi  (ignificati , fecódogli 
17)1  fuoi  aggiunti.  4sr 

•49*  darcelo,  dar  di  pigl*o,dara  diuedere,  occ 
170Z  a conoCctre,dar  uoUa>dar  vanto, ooc  |ian 
19)4  tetfì  .dar  le fpalle.dar  luogo  dar  da  fare 
ad  alcuno. dax  aiuto, & (bccorio.dar  tmpe 
999  goq.  ^7 

99;  dar  di  piglio.  37^ 

9)7  .dare di  cozzo* . 779 

i)za  dardcggiarc,rer]anciareildardo,dcffglija 


cumulo, lajnafTa. 

€uni,dt  cullaci  letto  de  bambini* 
cuocere, de  cocere,per  abrugiare,  dtperfcoe 
' tare,  ■ 

.cuocere, per  cucmare. 
cuocD>queIlo  cheenàna* 

OMiCKii  cocame. 


I)i9  in  genere. 

)Z7  dardo,ilteloUfaetta. 

)Z7  dare  da  do  dai,per  concedere. 
ii)0  dar  opera,  eroe  affaticar. 

419  da  fua  parte, da  mia  parte,da  parte. 


4SI 

9»9 

*^44 

<76| 

I7t6 


. credibile, cioè  cofa  da  credere*  rato  cora.il  gouerno,la  cuUodia. 

credtto,cioèqlio,che  altri  debbeasoè.  i7)p  ciiTare,perbauerc«ra,o  per  far  conto.  419  da  tanro,cioe  di  canto  fapere.' 

(tedulo^quelksche  crede.  iato  <«nc>fo  vai  troppo  autdo, de  Togho/o.  rz7i  dacoroo,ral  perlecooitade,  & per  Huoglu 

. crepare, per  hauer dolore.  441  curfon  celebrati.  I4ÌS  drenfiantì.  1^4 

crepare, per  nifonarejar  Artpito.  441  c«rto,8t  corfo,ual  breuc.  1791  dauaucrfo.cioe  allatraucrfa  1694 

crepitantijcomc  crepicaou  Tuoni,  Taochi*  cufno,vale  inchinato.ptegato*  17M  dattero,  albero  dr  frutto  della  palma.  II4| 


44» 

crercente,dod  che  crefee. 
czefeere  nome,fi(  verbo. 

crerpa,liruga,Ia  tHÒaa.U  mia. 

cremare, & mcrefparc*  1 749 

cre(ta,comedclgailo,o  fimilc.  vooo 

enare,de  creare,per  autnrc,gcoerare,€ire. 

• r?9 

.cribrare,  per  purgare,  de  per  nettare  labiada  Daprc. 

col  aibro.  7|o 

cnbro,it  aiuello,  U vaglio,  con  etti  fi  porga  il  da  dai 


curule,  erano  fedie  doue  Uanaao  gb  antiani  danantnclic  fi  da  al  t«mpo,alie  per/ooe,dc  aj 
•790  della  terra  a federe.  490  lecofe. 

1790  cu/cirearccparfmeote,afartore.  IPK  dauanticonmouùneoto.  1479 

1749  cuùcagoa, il  medefimo  ebe  cotenna , cioè  la  dauand  chevalein  prefenza.  lata 

cotica. 


grano. 

apdatura, 


7)0  da  pfO  arca,o  incorno; 


.4  eoo  gli  fuoi  vari  fignificati. 
lare. 


Hzz  dcpfcpofitioae,femprefi  da  alp!oraIe,&C 

accoippagoa  con  l'articolo.  1 • 6» 

dea,in  vece  della  innamorata, de  della  foa 
figaora.  1 )9 

dea  della  Terra,  a temi  1096 

dea  demorti. vedi  a morte.  1614 

4Z)  debde,6(  debole, deboli.  )06 

1901  dAUicare,pct  dmenir  debile.  )'i4 


l)4i  dache,valpoicht4|ùcheodaqua^1ora494l  dcbi(o,v«ldoouto,ebligo,coDurotio^e^, 


officio.  7TT 

dd>icnrr.4]oHIo  che  Jtcdve.  77  f 

drboIct&  debite.  |o6 

ddrilcz£j,lj  U<iinidine*  } 6 

dccauicrone,  vai  di  dicci  jkmoì,o  di  itieci  war 
* ti,dc  c Yoce  Gr.  I7t# 

dcccntbf*c,&  dteembre  mcTe.  if9 

decenne, (he  uagboa  di  dica  anni.  1718 
dechiarare.pcr  mollraec  aperuuumc.  tt8 
deomu  in  ordine . 1 71) 

decurione, tl  capo  di  dica  lmomioi,n  folda- 
ci.  I71t 

de  YcrbndeiPinfimtodare.  iida 

defcno^ual  lUnco,tafio 
defbo(i,val  priui  de  vica,aod  morti*  1 6 id 
degnate, & digaare  407 

dignità, aoè  honore, grado, reputatione.^o? 

' - 407 

•410 


I 

]9«t 

aeo 

1719 

lofr 


degno, & djgnO(Valc}ioooraco> 
dehjunprecanua. 
det,&  dn.vedJ  a dio* 
deiu,&  deitacc. 
de)  articolo. 

del  contmouo.cioé  fempre* 
del  tutto.  Lac.omoiao. 
delfino, o dalfioo  pefee  noto, 
deliberare, per  foaueméte  toccare  con  la  lin. 

rua.  Mit 

deticaccxzc,dctjcaco.redideltcace7.ze,deÌica 

to.  687 

delirare, c proprio^feir  della  drrtia  uia.  1 irò 
deliro, vai  Aolco  patto.  viro 

ddtcie,le  ddicate/te  6f7 

de)ubro,iI  tempio,le  cbiefa.  47 

detudere,p  inganna  re, befrare,deridere.i4ox 
dbmonin,ch«  va)  fapicnte^  iloi 

denaro, 3(  danaro, le  pecunia*  t]j 

dente, 9r  nel  piu  Denti.  i}77 

denno,&  entro* 

demidare,per  lfogliare,&  meta.permannfe 
ftarc. 

^tfponcre,per  poner  giu#  I rf  s 

'depuute, per  ordinare.  i t 

defdUQo,&dtrecaoo,chevaIevlcimo.  r4i4 

deriro,valt>e0ato.  1406 

dennare,^r  dckendere,nafccrt.  17  fr 
derrata , vai  mercato , cioè  ^oello'che  fi  ha 
per  buooo,o  p cattnio  mercato,oode  f?  di 
ce  buona, dr  cactjua  derma, alcuna  vol- 
ta dinota  picoola  moneta.  7^4 

defco,la  tauola.o  U menfa^nadra.  t4o) 
dèfaitnonc  de  luoghi, de  pacfi,&  de  lìti  .9^  1 

dercnuere,&knu«re.  Ioa 

defcrto,luogo  inabitato.  I rÌ7 

dcfiare,difiare,&  defìderarc»  ' Yi7a 

tde£dcrare,3(  dr(ìare,difiare.  ft7x 

defìdeno, il  defio, li  delirala  auìtfati,  1171 
defiderofo,&  difìofo*  1171 

definarc,&  difìnarenomeA  vetbo.  i4oo 
defib  St  debderoTo.  1 17  x 

dcfK>ro,&  dillo.  I i7a 

defpino  in  vece  di  difpetfo.  p a 

de(Ìb,dcfra,defle.  I94r 

dcftare,per  far  fucgtiare,per  far  pronto, vino, 
diligente, 

dcfhoare,per  dilibcrare,depuUre,aif7goare, 
eleggere.  tv6 

delUnaco,val  dcccroUnalo, deputato,  diLbc. 

rato.  tyC 

dettino,  vai  (orte.fato.  ift; 

deftra,iQ  vece  della  mano.  9^7.14)6 
delira, in  vcce.di  felice, pro(pera,fiuoreQoic. 
706 

delira, 46  (igmttca  la  bamda  (rooorc.9479 
dcftnerc,&  dcttnero,il  cauallo.  1 ao 

deflncre  10  vece  di  pnàpo . 1 4r9 

dHlro,d  caca(otio,il  oeceflirio,  la  laogola. 

.MU 


T A V OLA 

dettro,che  vale  atro, commodo,  4c  facile  da 
fare.  ifoi 

dellruggcrc,&  diftruggere'  4ro 

deiutare,d(  deuiare,pcr  vfcire,  & torcere  del 
la  via*  noi 

deitare,per  dire,&  pronundare,  accio  clPal- 
tri  notino.  I}I4 

dcitatione,  vai  compofitiooe.  1)9# 

detti  proucrbi  & fcntcntc  nciiandi.  i6ro 
detto  nome  dal  verbo  dire, che  vai  motto,  o 
feotencia.  sita 

detto  adie.vediàl  verbo  dire.  i|s8 

deturpare,pcr  far  brutto.  t Ii8 

deaere,&  doiure,pcr  efler  conurniente,  de- 
bito,ragioncuoÌe.  776 

drutarc,&  trauiarc,  per  ufcir  della  vie  dine* 
ta.  noi 

di  prcpofitione,che  feraprefi  Tenue  nd  fingu 
lare  non  vi  feguitando  dopo  ierticolo,cbe 
allhora  vi  6 potrebbe  de  , dt  m alcn  vani 
lìgniiìcati.  i96t 

diifuinci  di  lunga  era.  di  anooo.  dt  botto,  di 
cotta-di  colta,  cioè  a proua,  o viano  di  fot 
to.  di  certo . di  gratta  eoo  pngbiera,  di  la 
entro,  di  qua  di  ieggten.  di  lontano . dio- 
Corno, di  nmpetto,  di  che,  in  vece  dd  qna 
le.di  di  in  di.  di  giocnoin  giorno  .di  con  • 
cordia  difarrOtCìoedi  fubico.di  nouo,ue- 
di  a I luogbiloro. 

didal  vcibo  dire*  li6r 

di  fing.de  piu.  noe  giorno.  x6 1 

dM,(he  valdiua,dcdea.  i)6 

diadcma,<.lte  vai  corona  regale.  991 

dialetcxa^artechc  difceroe  il  vero  dal  fallo. 

lei 

diamante^ètadamanteptecriprefioCi.  1141 
diametro,  la  linea  rettachcdindeilarcolo 
la  due  parti  eguali»  7fr 

diana, ilagno.  ioao 

irit»  ,diattzi,el)e  dinota  tempo  poco  fa  pattato, IO* 


naxui,teflè. 

diafpro  pie&a  ptectofa*  zi  4 1 

diauolo,&  dianoli. 
cllharbare,per  leuar  la  barba, 
dibattere, per  mouere.  1 

ddx>cto,c^  ual  fabito*  % 

dtctmbce,d(  dccembremcfc. 
dicefccte.Lat.dccem  & fempteni. 
didnaraicvper  fporre,foluere,  diroottrarepa 
lelarCió  mtnifcttare.  1 6t4 

dtciotte(Ìmo,Lat.dccimDioèlauuf.  17x1 

diaotto.Lat.  duo  devigoa.decein,ftoèlo. 

1719 

di  cotta  adoer.  vale  aVrouo , o vidno . Lat . 

iftac.  97} 

dtece  oumeroindeclinabile.  1 7 1 d 


dtttbrme,val  disformato,bmno. 
dittbrmita,vai  biuietza,  ico^ 

dittiindcre,per  fpandeie.  177^ 

cbffitio,  & cdi6cio,la  fabnea.  9 17 

ddrroare,pcr  ufcir  difreoo.  t a 19 

diruora,dif«»on  aduer.  964. 

dignità , vai  grado , hcoorc,  dt  repucatiooe  • 
407 

digiunare,per  far  attinenza.  ir 

d^puno  fott.de  adie.  }7 

degno, de  degno, degni*  407 

degradare, per  difceodere  di  grado  in  grado. 
94® 

di£nanaridcnu,ck>ctorccr  il  vifo  de  aprir 
la^cca.  ij/9 

di  la, di  la  entro, di  la  dali'alpi.  961 

di  la, che  vai  nell'altra  vita.  96.1 

dilaccare, per  dileguare*  i6|| 

dilagire,perinoadare.  loSi 

d>leggten,valleg|icnneote!,racilmentc  671 
dilcguare,f  crd4»birc,ttrugger,pcr  cobfumar 
a poco  a pocco,  come  la  ceta  quando  ar> 
de.  i6)a 

dileguare, per  partirli,  de  allontanaifi,  Il  co* 
me  fpanr  da  gliocchi  nottrt.  i6u 

dilettanza, de  diletto,  rallegreiza*  699 
difettare, per  piacere.  6S9 

dilcttationiydilettt*  eSp 

dilettcuole,va}c«siroo.  609 

diletto, de  dilettaiione.  489 

dilettofo, vai  pieno  di  diletto*  4|o 

deliberare, per  ditrrminare.  cavd 

dilib«ratMae,val  difiimoooc»  U7d 

dditatezze,le  diline.  7zi 

delicato,  vai  dehtioro,moUc.  7r8 

dihgeQiie,drdiiigeoti.  1499 

diligeniemente,val  ibllecitamente.  1499 
diligenza, vai  cura,ttudio,faHcntudine.i499 
dilmrarc/-pcr  liberare,  o nfcaccare  di  pngio  • 
oc.  U7®M9 

dt  {ontano  aduerbie.  9^ 

dihtngàre,d(  allungare, per  alkmtanare.i79b 


tpoo 

*r9 

1719 


ttuz  tlihiiiro,caoe  inondacione  «Tacque.  io9> 

M41  dimagrare,per  vemrmacro-  %&*r 

dimanda, de  domanda.  1409 

dimaodare,*  domandare!  1409 

dimano  in  mano.  r^n 

:dtmcDare,per  muooere,o  fenoterc.  4^9 

«luncncicaoza,d(  «kimenticanza.  t x4t 
dimenocare.perfcordare,  fmemomrc,dt  qua 
tt  vfdr  di  mente.  *^T4 

aiimetticarede  dimefhcheTza,vedi  domcttièa 
rr,Otdomeftiche*ta.  707 

dfmtnuimeaco.val  fminuimeopo.  I77t 

diminuire, permitigarejeoar  via.  17/1 

<ticnora,diinoratvza,de  dimoro, la  tardanra  , 


dieta  la  attinenza  del  cibo.  te  Thabitatione.  ,1906 

dietro  adiccro,&  in  dietro, che  ttaDza,;atmo  (imoranza, il  mede  limo  che  dimora. 

mento  dinota.  96^  dtmorare,perftal  fermo.  irr* 

dietro, quando  e ttmpopafl*afo.  it  dimoro,i]  meddìmò  che  dimora.  1 re« 

difaUare,  per  fccmarc,, mancare,  oiogltm.  'dimottrare.perdarea  vcdere,ocooofcere,di 

chtarare,fcoprire, pronare, accennare.  9t7 
difatto,chevalfubito.  294  dimottrati««e^ìra)£irmottra,direa  vedere* 

difendere, per  fcliiuare.  pio  «t)? 

difeoforc,qucUo  che  difende.  f t o dinan7Ì,che  il  piu  fi  da  al  luogo  & al  tempo. 

difefa,ladifcnfioQc.  pio  tip 

diretto,oalihaacamentodctfrto,crroreki44z  «boao7Ì,che  vai  inprefenza  1472 

dxfirttofo,  vai  piM dt  difetto,  cagioncaole,  disan7i.cheficbaltfpo,&alleperfboc.itp 
malfano.  vbnaozi,conmouimeiilo,  1477 

diffalta,  o di»falca,*che  vai  difetto,  peccato,  •dinanzi,auaado  fienifica  lungo.  949 


errore.  G 

differenza, & difTcrentia. 
differire,per  prohiiigare,tardar 
difficilcjual  malageuole. 
difficulca,val  malageuolesta* 
di6Sdaoza,de  difficknza* 
diffidare, per  non  fidaxfi» 


1642  d’iodi,valdaaan,vocefinaullcfca. 

|i44i  dintorno, ual  da  ogni  parte,oin  £iro.  962 
179I  diottouoadtter«óoe  ououamcnie,vedia  no6 
tfo  uo.  1144 

Spo  D I o , & dei,ttr  dii  ^ 

29  dio  io  vece  di  Amore.  4)2 

29  difrarore,&dipaxurc,f)oci)e,ftrctbo*  1470 


Jiparttre.per  pamre,tlIontaoarC.  1470 
<lipanrta»iapatnca,Upart«aia.  1410 

•\!ipelarc,pcrlettar*iptli«  ••  ij»4 

dipwgerc,&  pingcf«.  tH> 

di^nto«&  pioto.  •©? 

dipintura, & pintura. 

dìportare.pcr  folaxxare.  <90 

'dfporio,tl  rolazMid»  dtlatto.  é90 

diradarc,pcr  far  chiaro  una  cofa  dcnfa.i74f 
diradicare  p fpiàcatc,cOirpare  la  radice-iHf* 
diramare, per  ieuarei  rami  degli  alhen.i  ipa 
dirc,&  dir  nome  & nerbo, per  parlare,  oarra> 
rc,rcfttire.  ijft 

diredarCjp  Oedicare.cioè  06 heredirarc*  i)a 
dtrctaao,A  deretancsnale  ulnroo*  Ȏx6 
dirimpetto, ualcalPmcontro.  I44r 

dincro,dimtaraeQCe,uedj  dritto, de  dritta- 
mente. 1490 

dtrfccura,ual  booti.  1690 

diritzare,&  dnatare.  1691 

di  mal  d’altrui.  M99 

diro,ual  audele,feuero.  9|a 

diroccare,  per  uenir  o mandare  d*alco  al  baf 
fo  eoo  luna.  1 7 9r 

dirocuaxc,per  deriuarc.  I7tr 

dirotiamcote,  ual  grandemeate , à con  do- 
lore. i)«a 

ddaecrbare,paddoleir«,dtmaCnrare.  1^44 
tfi<aguaultaoza,uateincqtiabU.  I64« 

ddaguagluirc,&  difuguagliarc.  i6<  1 

difagiare,pcr  feommodare,  uoc  lena  re  di 
agio.  !I4 

dt{kgto,il  contrario  di  agio.  1 14 

difamare,€ioe  non  «mare.  9}9 

dtfamarper  fpegllaf  l’armi.  490 

dt(armato,ual  inermc,cioe  lenza  armi#  490 
dtiafcondefc,il  contrario  di  nafcoadere.|7i 
difaueduK),ua(eioauerteore.  74f 

dilàttentura,la  difgrada,la  mala  fortuna. i(f 
disbngare,p  leuar  di  briga, & di  Inftidio.  pad 
difcocuameotoyla  repulfa.  f$9 

dircacciaie,fcacciarc,dt  cacciare  • 4of 
difcartiare,perfmagrare,  dt  per  laoar  la  car.> 
ne.  Jd7 

difcaro, il  contrario  di  caro.  704 

dirceadenti,!  fuccelTon  ipót 

difcenderc.p  fccdcrc  dalPalto  al  baflo- 1714 

d>rceate,il  ddceiHilo.  ’t|6 

djfccpolo,il  difceote.  8|C 

dirce{nere,&  (cernere, per  cooofccre,  diilin* 

^iierc,fepararc.  t3«t 

ddcenarc,per<1»fforiIare.  711 

dt(chiomare,per  leuar  le  chiome.  1)4  • 

difciDgcrc, per  (cingere.  iC4^ 

difcioglicrc.per  (l^are.  }49 

djfcipare,pcr  tor«>cMaTe,(acerare,  de  con(u> 
mirr.  1819 

dtfctpltnato  buona, de  tn  mala  parte,  aoe  da 
* *^6110.  \7 

dH^iiuatc,  perbaucrcilrtagellare.  j? 
difcolotare,  & Plorare.  • 1 x 

dt(colparc,perfoiraie,tCTiar  di  colpa.  ao«> 
difeonuemre,  & fcomicnirc,  per  difcordare. 
itfrt 

difcOpiire,d(  difcounre.  97$ 

difcopriie,]'erriÌcuarc.  i6lo 

dlf<ordamt,<io4difcotdi.  PH 

4Ì(cordia,la  diircnnend^  P94 

difcorrtmentOfilconcorfo.  ifax 

dif<o(ccadere,per  rocrpere,Oa«gere.  44f 
difcredcic,peroon'ciedtrc«  iz8i 

difcfetioQe,Umoletlia.  411 

dif<reto,ual  (auto,o  (aggio.  4)  1 

difdcgoare,  de  fnrgnare.  cae 

difdcgoo,d(  (dceui' . rea 

difdcgnoio,  uaUieno  di  fdc|oò.  p4é 

difdct(o,ual  coocrado.  IM9 


TAVOLA 

di£cÌiceuole,cioè  da  dUd4re,o  da  ocgar#,aon 
coouemeote.  1 1 1 9 

difdire, per  negare.  i|99 

difcrraie.per  apme.  914 

di/erurc,  per  partorire  innanzi  il  campo,  far 
fconciatura.  ita 

diCeruire,per  difcompiaccre.  if  d 

.dic&lta>o  difiaiioadeficio,  chcual  difetto, 
dcpcccato.  i6d2 

di(Ìramare,d(  (Tamara.  917 

di(f.imare,per  rouinarc,di(lniggfre.  447 
di(l^gare,&  (fogare.  981 

difgannarc, per  ipuar  d’inganno.  c84 
cii(giogare,per  (ciogliere  ^1  giogo.  Ma 
di(gmngerc,per  feparare.  1477 

di/giun(o,nal  (eparato.  1477 

diigombrarc,d(  (gombrarc.  C 1 1 

diigratiaJomfortUQio.  167 

di£ratuco,ual  (eozagriUa,ioctto.  167 
di(grauarc,per  (caricare.  aj7.i7n 

ditgraKidare,per  di(perdera.  2)7 

di|nooeni,d(  dishouelUte.  ai  1 

dJ2hoocilo,d(  tnhoDcdo.  aat 

di|horeuole,d(  dishonorcoole.  400 

^igillarc,per  diCfare,  guadale,  di  perdere  il 

44ìnare,d(  deiìnare  nome  de  nerbo.  1 doo 
44)0, de  defìo, de  delire.  ii7a 

di^^cciare.c  piofflp  delle  uiu  Icuandoglt  U 
terra  d’intorno  al  piede.  ji? 

dilagare, per  allagare, dr  dilatare.  lofo 
dingtcarCipetcUllcttate.  1448 

dUleale,ual  feoza  fede*  f 81 

diflealta,uale  infidcbii,  981 

di(o»a^c,>l  medalimu  ebe  (magare,  cioè 
quali  leuare  della  propna  imagine.  aad 
th(maglure,d(  (magliaie,  per  knar  le  ma> 
gbe.  49d 

dilmalare,pcr  riCiMte.  totf 

dUapbbiare,per  illum.nare,fare  chiaro.ioi  7 
diCnodaie,Ì(fnodarc,pef  ditfcloglieic,  chiaci 
i«,iiMaóificaK« 

diliV3re,iT  medelimoche  duhonore»  400 
di£pQoare,per  dcHardol  fonno.  i)6r 
di  (op(a,uecli  (opra.  1776 

di(urdi|ato,dc  di(ordtnaumcote.  i| 

d4oflare,pei  leuar  Toifa.  1 

di(oUdrrare,pcT  leuar  di  (otto  terra.  1097 
ddpau#e,pet  diuiiktc,  lq>agarc,lar  di(paro. 
1471 

tli(parcre,pcr  fueoire.  ijca 

di(p4io,ual  dileguale.  1 64o 

dilpartc  dcindi(paite  die  ual  feparato.  9fx 
dt(peoCarc,per  cbrpaocrc,de  ordinare,  aa? 
di(perarc,pernon(pcrare.  1828 

4ilpc.iauone,ooe  lenza  Ineranxa.  1 814 
di(peratp,e  quello  che  e tuor  di  (peiàia.1828 
ciilpeidcic,per  gualUiiyiibipare.  470 
diii«tfo»ual  (paiuto. . 470 

di(pettcuolc,  di(pcnofamente.  uedi  di- 

(p4Ko.  771 

dtfpetro,ual  fdegno/upetbia.  772 

difpetCo,chc  ua^'4i(pregiato  • pa 

di(pettolo,ual  pieno  di  diTpetto.  771 
diCi  iacete,de  fpiacere  noma  di  ueibo.*  j?7 
ddpiaccuole,  & (pis  ceuole.  777 

dimiccrre,d(  (pici  are.  1781 

di(ptega>c,d(  (piegare.  1748 

di(pieiato,ual  empio.  779 

di(pitto,}D  uecf  di  di(petCo.  771 

di(pogl>are,d(  fpogliare.  1740 

di(porrc,dc  di(p<iOcroypcr  ordianre,detcnm> 
otre.  14 

di^cfio,nal  peeparatoyo  deliberato.  1 4 
diti  olìoooe,  uaicordtaauooe,  prepara- 
tiooc.  14 

4iTpxcya«e,di(prmaie>di(prcguit.  40» 


/ne 


dìrpregiatore,difprezzare,  dcfpreg'are.  401 
dilf  regiatore,il  iprezzatore.  401 

di(pregio,d(  d)(pr  .zo.  402 

diiprezaamento,d(  (prezzamen  to.  40^ 

d)fprezzare,d)(prcgiare,d(  (pinzare.  qoa 
dt(prezieuole,dilpregieuole.  407 

dilprczzaco, di  (prezzato.  401 

di4>rerzo,d(  di(pregio.  402 

difputarenomedcueibo.  790 

dilTcgnare,per  limare-  8 1 1 

d)iregno,ual  pittura.  8 1 1 

ddTcure,per  ìeuar  la  (et^  1 a a 

diliipito , ual  (enza  fale,cioe  non  (alato , de 
per  meca.ual  (cmplice.  ia)6 

dibundc,  diiromigliante,  & dinbmiglieuote. 
1671 

difluiucrc, per  (cicaline, di  diffara.  449 

diirolutioae,ual  difordiue.  449 

diiromigUatCfUal  non  (omiglìara.  1 671 

dtlfonante,.,  ual  difeordante.  101 

dtibnte,uai  lontaOiD.  948 

dillanza,la  lontananza,  il  dmario.  968 
ddUmpcrarCjper  rcrtuibarc,«ruggcre,dt  tri- 
tare. I7Z7 

diHead«re,dt  lleodere.  1791 

dilidlarc^dc  Pillare, per  purgare,coUre.  lot  6 
djUiaguete,d(limgue7tf,  perfepararc  dtllm* 
Umcnte.  i64i 

diUinnoneda  differenza.  i4(i 

ddlornare,pcrntomatcin  dietro.  147) 

diAprcere,&  llorcere.  1491 

ddlraliere,  perrimoucre.  1483 

dilire(ta,i  ue^cdi  di(agto,uraco  da  Ditc.114 
dilbetto, ual  neretto.  1796 

dillrcttQ,in  ucce  della  prigione.  mt 

ddlrgoetc,per  llngoere  fortemente.  1 798 

dittrugerc,pcr  conlumare . 450 

flinrugitore,ual  coafumatore.  470 

difturbare,per  impedire,dc  intcnópere.  1 70 
di(uentaggio,ual  loequaliti.  744 

difiÀidicnce,dcmubtdiente.  43 

di  (ubico  aduttbio.  894 

diruellerc,dc  diuellert.  1 79 1 

di(ùguaJe,ual  noa  uguale.  1679 

difutlnppareyper  u(cir  di  uiluppo,&  didri- 
carc.  ,47 

difuiticchiare,  per  (uiluppare,  dirgiuDgerc,dc 
difpartirc.  ixt 

difuoire, per  parcire,drnidcre.  147} 

dt(uolcre,iI  centrano  di  uolere.  1177 

di(uCire,pcrdirmcttcre  l’ufo.  1740 

dilu(ato,ual  diliuello.  1740 

ditelia,!e  a(celle,o  la(«oe,o  (otto  il  (caio.  1 4) 
diterminare,pet  di  liberare, concludere, dilli. 

aire.  i4a7 

diOfdc  dita  IO  plu.di  liog.dieo  • 14M 

dito, dib, dita, ut  (upra.  1438 

dittamo  herba  odonfeni,  & di  mirabile  lui* 
tu,&  paiticolanncnte  el  parto  delle  don* 
ne.  1171 

diuallarc,per  (cender  acqua  per  le  iiaIb,o  per 
£umi.  iue9 

diucdcrcyper  cooolcerc.  744. 1 z«9 

dittcUare,  per  (ucllere.  ■ t f 7 

diueoire,perdiuenure*  1791 

diuentare,per  diueoire.  1791 

diuer(o,  uate  abeoo , contrario',  & dt£ÌoJe. 
189 

dhii,ual  diuloHfantiygeoerol).  1 7 

dmidcre,pcr  feparate,  allontanare,  rùnoue. 

ic,partirc.  I47Z 

diuKlere,mcta.per(epanre  dalia  nita.  1616 
iiiuie(o,ual  prohibitiooe.  i|oz 

diumare,per  (lcgare,(cio^cre.  34^ 

diuino, ual  divo, celcfic.g  it 

diuifare,per  ordinare,  14 

diudarejpCT  oarrare*  1391 


-> 


e 


T A V O t A 

noci fonpio» 

la^r  df>ratc,rmo(^oiair.  i 4 

d<  rai<  ,&  iiidorato.  1 1 14 

1 47 1 óctn  nono  > il  lurgo  do«f  doneooo  i frao, 
it7  &>lcn-  Il  7 

tj  doiirigliroc,'! fcrnrlcoff»  I|e7 

]f7i  di  ni  irr  nt.fi  c6(  veibo  1 

d<  rf«s  & dofio  » < bc  c la  paite  di  dietro  drl 
ri  u<  mo.  i4fo 

dritfo^la  (t  ir  ir  iti  dcfrr  ori*  1777 

dofio,&  dcirlo  « la  fatte  didietro  dell*!  t^o- 
vno.  1470 


i}?o 


diitirarft  f«r  nariart^ 
d U'  arp*per  i'rn‘  're«no»f‘«9re, 
d>ui<c,val  ftt  err,f«  rmr,ir;)fi  ere. 
diti  lOfbal  'rnt4Dc,nn'.oto, reparato, 
d u t'^la  ahrndaina 
diuo«ti'l  dturar>,ratito,|eoeroro. 
diuolgare,&  diuuigarc.pcr  pubUcaee. 
diurrarc.per  confumare. 
diu<  ito,uai  reparat.ooc»  clic  (ì  fa  tra  manto 
& moglie.  I47> 

ditiotionc.  ual  a0cttioiie,dc{liiiatioae. 
dinoto, uat  catolico.  9« 

diuulgare.dc  d>uo*gare,per  pubi  care, manife  doilo,la  frmmtti  de  mooii. 

ft.<rc,far  palefc.  1771  dotarc,p«r  dar  la  dote, 

doag  o,iteagio,c  certa  qualità  di  paone  cefi  dotato  ualcomato. 

detta.  ifrf  dote, il  retrimcnio  della  donna. 

dobrc,era  certa  moneta,  cesie  il  doppion  dotta, che  ual  brcoifiiinofpatio  di  tépo.  141  n.  ixt4 

d'oro.  ir|  dotta, la  paura.  1140  eccetto, & ercetto,ual  fe  oco,{aluo,ruon 

doccia,  è ceno  condotto  dt  acqua  a gutfa  di  datt.'i4,lapaura,iltimor«^oilrorpeico  1250  die.  nt4 

nuoto.  1077  dotiarCfp tcincie,tiuÉMtai7,dr afpettare. la^o  eccKlio,tauccifione,d.ftrurtiooc,touioarAf 

dodio,ododect numero.  171S  doiio,ual  fcient}aco,penco,ammaciltaco,&  eccitare, pcriDiorare,ioaoixuarc«  liaf 

dodicina  I comcTna  dodicioa  di  lino,  & fi-  quello  clic  fa*  179 

mite.  171S  dettoli  celebrati.  iS 

doga  della  botte  del  Tino.  (19  cbiftnnaja  (ocnia*  174 

dogana,  e luogo  et  mime  dove  fi  pongono  le  d«  ueaducr.loralt.  ^71 

n eionnc.  ” 940  dcHiere  nome, che  ual  debilo,  ft  ragioneuo 

dogauien.iono  gli  officialt  della  dogana  «40  le.  774 

dogaie,f  er  pi  nei  e le  doghe,  come  alia  hot-  dovere  per  liauere.  i|l 

ti4  douere,&  dencie,  perelfeTCOoiienKOte. 
dogr.&duged*  Vinera.  ftó  7761178 

dogi.4,1.  d<  lnre,il  uu«  lo*  l|or  douerc,  ci  potete*  717 

d<-g.i4difi>ruhi.  1694  doue>c,pei  uolerc.uedioolerc* 

doglio, T4t(b  dj  vtno,o  da  nho*  f|)  douero,  & dj  duucro* 


F ,*ro  3r  rrsghsitione  e,  m oerc  dell'artica^ 
io  II  e IO  uicc  di  rcii.A  di  ei,urilo.  i9ld 
ebano, o cbcoo,&  hcCcao»Je^o  scgionoiiF 
firro.  iiF 

cbbicrraja  cbtne'i*  laq 

ibbrirftc  ,&  ebbro.  124 

ebbre  ,&clbnaio,»ifupra*  114 

ebbio  herba  nota*  I 71 

iburrcisbalcofa  o'auorio*  tif 

ccf elicane. & ecccllcoru  qof 

«ccdJrria  0(<tcilici)tia.  407 

•777  ecidio  ,&  lacclio,  ifac  ualc alto grande* 

119  177* 

129  ecuiU  ,ual  peccato,errcrr.&  fal’e*  f9f 

129  cc(Ctt.ooc,&  laicuiciic, ci.eual  cattatolo 


ecco  aduer  dimLllrabuoa  1437 

Cibo  uocc  refpoofiua*  1 jfp 

eibpfare,per  ofeurare.  6 1 1 

eibpfidel  Sole.  «i| 

ed'jgt»  de  egloga,  che  uale  eletttonc , fcelia» 


ragli  narocoio. 

ed  in  ucce  di  ft, od  uctfopciò* 
ed  ficare, pci  f.bncaje. 
ccLfici<',la  fabma. 
eCfUerbo  ufaco  da  Dante» 

I277  c6cCto,laopcraiic>ne  pcifettinne. 
1471  efiiguie,rcr  f«>rmaic,c  figurare. 


>4 

1968 

9*7 

4*7 

496< 

•4^ 


dugliofo  vai  pieno  <ji  dotile.  t)cr  dLUu(oad.c.ualdci>ito.  779  eflìgie,Uimagme,ia  tuima. 

di>t«re,p  polire, f,  ianarc,'&  finir  Topcra  729  drago, dragone, o draconeanimal  uelcnofo.  db  & ci,  aiucobletuieniialprisKi 

dolce  b li  de  adie.irarc.8r  femu  1*39  1170  fo.  86f 

dobcaoucr  cii.'c  dolccmenie»  16  9 dumina,chee  pefodi  tre  fcropuli,ouerodt  eglino, de  cMeoo,ciod  ille.  i»6( 

dniccpieot  ,dr  dolce  aduer.  1640  lei  obt.ii  fecondo  1 greci.  9776  <g>illcflo,ual(jUcUoficflo,oefIbfl<fio.i8eS 

dokcxia,d(  dohore.  18  40  «irappdlo,c  certo  numero  infiemc  umto.dcn  <g'^>o,ual  fccUofCleuo,  & quali  ca  loie  gr« 

dolciato,T4Ì  dolce.  1840  filetto»  1178  gc  cleàut.  404 

dolcote,&d  lenti*  1107  drappni.  ,dt drapp)«H.  1738  »gio,ualc infermo*  t69| 

doJcre,A  dolerli»  per  hater  dolore, per  lanié  dra|  pi , per  gli  ucfttmcoti  » dt  pjumo-cb'fcta,  oio,uale  cgro,inrcefno.  1 *9| 

talli.  i}07  odVro.  »7I7  eguale, uguaU, iguak,  & cquale»  ual  paro,  li- 

doloja  frande, lo  inganno.  794  dnade  n’m{be  ddlr  fclue.  ai)  nule, o cinb. ime-  ibtf 

dolore  la  dogba.il  duolo»  |)t6  diiu.f,la  uocc  della  mi.llctla,ocióoo1a.»)94  egualmente, & ugualmente.  test 

dolorofo,Tal  mcfio,laaguidOb  f ,c  6 dritta, & d una,  nuc,e  dell.,  u.à  dettta.  14JA  e*  alinolo, tu  ucce  di  egli,  tioc  cfio.uccb 

dclzcrc,val  dolccita.  I640  dnt  air ente, ual  Uuc,giulUntcalc,  tagtone.  **47 

doman, de  domani, de  dimao.  a 6 uuiniciiic,a  fi>o.  1870  elc*^  albero  firn  le  alla  quercia.  ii»a 

domaadatc.de  dunandare.  1409  dritto, di  dii itto  ,ibe  ed  contrario  di  ccciu.  cicl*oto,&cKf4nu,  8 Icof  haute  aoitna^uo 

domare, pet  farmanfucto,fuperare,  perma  1670  liUimo  ^ ci  la  fu.<  giandiiaa.  mt 


cerare. 

domarrma,la  materna  vegnente* 
domenica,il  di  «lei  Scguoie. 
domeHicarc,per  manfuefare. 
domefliche7za,dt  U mcllichezza. 
domclhcc>,ual  iotimo,f4m'gl<are. 


• 216  dniic^,d(diritro,rheualeipKdi,oafilo.i«70  cicggeic,  crioiglK 
ai6  dJitio,d(  dintro,ihc  ual  gibit.^.  i»9«»  2 m a t 1,  lonoi  inoupudimueccco 

aói  dm£arr,0ccbrizaaie*  lepi  99o 

707  diUdo,Uguiuaucaaiance.  é ì cJctia'oe,la  fc> Ira*  al 

707  du.m  ucic  di  duo.  170*  e<iito,uaJ  fc.clio.  at 

^ 7.7  dublMaie,dc  dufacure,per  fiarei  dubbio.  172  ebicrc,p(rahcie,cflrahere,cauarruoii.tia8 

domiQanoai,i'uoo  de  orctioi  degli  angeli  9 dubbio,uaJ  dubb<olo,dubttauuo»ioc«fco,am  & hclintipia  p<ccra  di  molta  uiitu» 

dominio,il  lbito,la  lìgnorta*  199  b:guo,(olpciod'au  a.<>.  171  di  color  uerJc,  tiiUinta  di  ilellc  puxpura- 

duoare,ptfr  dcdicare,dcpatare.  421  duhb>o(o  ual  pico  dj  dubbio, &tl  medefimo  oe.  114I 

dtmaiotc,il  clature.4ii.  d(  donatotela  vece  chedubbio»  171  tiitropia  herba.  1171 

di  Dio.  8 dubiiarc.de  dubbiare, per  ftar  dubbrofto.  172  e*U»cll« , clic  ual  quefta  oefià.  IÌ69 

^nile,aal  cb  qual  luogo*  977  dubitauuu«JadubiiaiiLa  171  c leuo,dt«glino,io  ucce  di  elle.  Il6f 

w>ona,9crIafen>inalZc  mulier- ipip.^in  duca  ii  lìgnoic,cbe  ha  ducato.  cUci  a, dt  hcllera  herba  noia.  «'7» 


vece  della  fignora.Latdt  mina. 
d<*noa  IO  ucce  della  inoamor^ca. 
donne, *0  ucce  delle  rouoaihe. 
donneatc.per  fignorcggiaie. 
dooQefcamenic,ual  hgn  • umentt. 
docioofdc  doo,che  ualb^oore. 
dono  li  prefcQceJa  mancia 


)99  ducati d'uro,Boneta nota*  1)4  eili.A  egb,d(cic)elpnmocarodelfiog.  i97o 

1720  ducc,perlaguuia,d(mcu.  pliGgoora,aoc  d!o,ella.elÌe.dcclb.  i9;o 


248  ionareor*u. 

|99  duce,ilcapiuao,imperarere,pnnap«. 

|99  due, de  duo. 

I»  dumi,cbc  figoifica  ogni 
421  dunquc,d(  adunque. 


donzelle , dt  damigelle , le  fcniitrici  della  fi-  du<',d(  due. 

S*^*’tv*  222  duodcama,duodecnno. 

dopo,in  ucce  di  dapot,cliefépo  dinota-  zeo  duul,dc  duolo  il  doloie. 
dopo  che  fi  daal  luogo  , al  tempo,  dk  all'or  durare, quando  teir pu  diooO. 
dine. 

doppurc,per  duplicare. 


dopptcrc,il  (orci^o  U ttwcà. 


412  cbno, de  elmetto  armatura  del  capo.  491 
)7é  doqucte,ualbeoparlaacc4ielpailatore.  7|| 
•707  doqucnxa,d(eloqucnaa.  7|| 

1197  cUa»dc  clza,parte  del  manico  della  fpada, 
•8)0  che  difende  la  mano.  491 

1709  emcndarctdcaaisiendaie.  )• 

1721  cmcrgcre,pct  vfurlu(Mliàdou9Cr•isllner- 
•)o9  io.  aoie 

|ov  cmiaence,ualptu2)todegUaltri,dtqnafiii»-> 
958  durare, p (opporiarc,iofienere,dr  folenre  <r  pra  jJioimaocre.  i77f 

I7;9  durezza  il  lontrano  cb  tcacrcna*  rr4*i4l7  caipafincctar«,di  impafiò(caee»per  tnfpotca 


999  duropi wjitratie di «eaeie,  n»»i48p  labratuieb 


emi>i»ftro,atimpUfti«.«tt»  rompoGlii» 

ch«  fi  pone  fepra  i aulc.o  per  baio  nutu 
riretOifueaire* 

«mf«nì*.DCo,Actaipimciito.  I7<^ 

«mpiOyChe  vsi  crude)c«  crudo*  fft 

«mpire,&  tmpire  verbo. 

empireo  cielo.  ^7 

empi^iumpeto. 

eonaecs&  gonfiato*  * * ^ 

«otrare,&  latrare* 

«aerata, lo  introito* 

«■tropdc  dentro. 

epa,peril  ventre  po(e  Dante.  tl** 

cpiaclo.val  cerchietto  come  da  pianeti*  7i t 
epiftolaA  Hftola.  *4 

«pitaphiOjla  (bpraknttiene  che  fi  f»  a lepol  • 
cri  de  motti  4T 

oqulooitio  o eqainolio  doe  quando  la  noi* 
ced  vgualeai  di*  7M 

oqtnti,  vai  rtn(biu,  ogttiftamente,  o dacor* 
do. 

eremita,chehahita  all’eremo*  ^17 

ergere, per  dinture,dt  tnaliace*  i *9t 

«Tigne  herba  ^tnofa.  i'7i 

«nae^fune  tafanali.  t®04 

«rmo.é  luogo  folrtaho*  > ' ^7 

errante, vai  vagabondo.  iqfo.Tt^ 

«rranxa,  lo  errore.  ^9* 

errare,per  vagare,c*od  andar  vagando.!  479 
«rrare  per  peccare,  far  aiaacainento , far  cr* 
rore. 

errore, il  fa8o,il  peccato*  49t 

«rtexta,la  alcetia.  1777 

crto,erta,che  vai  alio,3t  diritto.  1777 

«faneae,val  fenza  (angue,  de  por  «Kta.  timi- 
di 

«fca*m  vece  dd  cibo*  * (97 

«fea  materia  di  accendcreti  fuoco.  99I 
«fea  dal  verbo  vfeire  9id 

«(cato  vale  inganno  coperto  (otto  Tefca, co- 
me per  pigliar  gli  vccellt*  <797 

«fcluderv,  p ferrare,o  chiuder  di  fuori.  4o9 
efeiufoA  eldu(o,v^d  edere,  o hauer  ferrato 
fuori, o fcacaato,da  fe  alerai*  *o9 

eahalare,pfptrare,&raeta^perifbgare.  Kit 
«fordto,il  principiodelfa  oraoone.  tCof 
c(pedjre,expcdtre,de  ifpedire*  lfo< 

cfparieozaÀ  expenentia,val  prona  1 <47 
«(perimenure,&  (peruaentar^  per  far  prona 
deifpcnenra.  1649 

«fperto,  vai, provato*  K47 

«fpataarc,pec  cond>actere,8r  ancfto  pernn* 
c«e  749 

cflàlumento,3c  efakameato,  la  eflàltatio* 
ne.  17» 

«ffalure.de  efaìtare.rer  magnìfirtre.  1 r» 
•iTamioarCfper  coafiderare,inttcRjg4re,fcm 
urcipcfare.  1179 

«fTamiDatJone.de  efiamioa.  1 179 

«iiraneue«vai  fenza  (angue  de  ptr  n|fU.  orni- 
do.  I7t7 

«(TaudeuoW, vai  demente*  rio 

clfaudiretde  eifaudeuole*  rio 

«Ìremp«o,exempto,  dt  HcmpIare,lo  origi- 
nate. irrt 

dfence,  vai  I ibero*  l a?  6 

r^eaia,9t  eflentìj*  ii7d 

«fTequte.dc  exeqme.  1 4 1 9 

cfrercitare,St  cflerdtarfL  §47 

eflercieio  corporale, dementale.  Ì47 

^eroio,c(ercito,dc  esercico,tlcMipo  della 
ffiilitia.  49t 

flT^e  nome,  in  rece  dello  ftato,^de  del  Tiue- 
' re.  ir97 

c(rcreverbo,da  (umeteil*  / ir97 
«ftiUo.dc  0x1(10, il  bando*  rt7 

$ùi,  k clfe,  rat  ^U,  dia,  aglioo,  k 


tavola 

«fieno*  *tT« 

efta,efte,nf  qucfta,qneftt.  *4io 

cftate,d(  fiate.  4*7 

efierrefatco,  vai  pieno  di  fpanento*  taif 
«ibmare,ftimarc.di  ifiimarc.p  repucare.urt 
efiuaare,pcr  confiderarc,gia.licare.  t art 
efiimatM»oe,la  efii<na,U  cofideratione*  « art 
efiinguere.dc  exttnguere,p  (pegaere,ammor* 
iare,vcadere.  «4it 

eft<uo,vaI  di  eftatc,ciod  caldo.  «»8 

efioIlere,nerMalzare,dc  meta,  per  magnifica 
re,dc  Saltare.  <7  74 

«firamo,vaÌ  {lraoio,forefticre,aiieno.  ir79 

crtremita,dc  firemiti.val  grandeata,  de  alcu- 
na volta  fiac,dc  virtmo-  l taf 

eftremo.de  extremo,ea(  fUe,rltìmo,  de  mor 
te,tn  fomma*  *tit 

cftro, il  rafano  aniout  pin  grande  delTape,& 
di  color  «ero.  io*» 

e(tde,vai  bandito,o  bandertiato*  ft7 

et  congiuntK>oe,volgare,dclat»c*  «l7l 

eti,etate,dc  etade*  *'77 

ecernare,pcr  far  eterno*  <4 

eternicifla  perpetuità*  I 

eterno  aduerbio.  i4 

ctenio,etermCi  adic.  i4 

ediera,tn  vcicdel  cielo,atcuna  volta  dclPae 
re  , del  fuoco  celefie,  del  lume,  de  di  gto- 
ue.  4 a 

educo,  lo  infermo,  di  fcbbrei  chefempre  ha 
fete.lt diaamo cihica  febbre.  itti 
fliamdiOjVale  anchura, benché, doe*  <f  7i 
cuacuare,pcr  votare.vaeuirc.  1764 

cuaogcliQ,Jevange}io,dc  vangelo*  Z7 

enidente.  vate  aperto, charo  manifefto*  1 47  7 
cnidentemcnre,ealmanifeftamcaie*  t«77 
exaudirc,dc  ciTaudire*  7 1 o 

excelfo.vedi  eccello*  1774 

exckifo.vedi  efeiufo*  4o9 

«xcubic,l«guardie,lc  feodnefie^  ladu 

esempio, de  «(Tempio*  1 779 

txequie,de  cflequic.  I4i9 

«nercito,de«fierato,t1  campo»  49! 

exilio.dt  efiilio,il  bando.  7t7 

expedKo,«ffcdito,de  fpedito.  1 49f 

esperienza,  esperto,  vedi  cfperìenit,  ef pet- 
to. « *47 

tstrcmtt4,extremo*  vedi  efironiià,  eftrcmo* 
tM 

F 

pAittcaoitMoMno»  1 

faSica,Ìo  edificio*  fi  7 

fabneare, per  edificare*  441 

fabro,fabbro,ic  (auro*  tal 

faccia,«f  volto, il  rifo.  «4l4 

ficciolo,de  facciolcttOyO mocechioo.  if74 
fiice,il  Tuo  dimi.facella.  9t9 

fcceila,dc  feccola  il  dimt  di  face.  9t9 

faceDila,i1  negoCio.  777 

farile,ai  faciliti, vale  agile, dtageuolctta.471 
facitore, è quello  che  (a.  t4  7 

facuiti,!  beni  della  fortuna,  ricchctxa,  baie 
attionc  de  poterti.  i*t 

faggio  arbore  noto.  Ii4a 

fagiano,  vccello  affai  ooco*  loor 

fafcare,pcr  torcere.  i49J 

falce,  k falci  nel  a utnero  del  pia  rtromeoto 
vitUfce».  I®9 

falcone,vccellocta  rapina  noto.  loop 

falde  armatura  nota*  4^4 

falde  di  neue.  tf  7 

faldellati,val  pieni  di  falde*  t77 

f4llace,valfro^lence.  17) 

faIUre.permaocare,deperfar  errore.  4oo 
fallire  nome,lo  errore.  4oo 

fallire  verbo, per  «gasnare.  4oo 

CaiÌo,lo  errore, U emenda»  • 


UfiGcriori  di  Bio»eM  diaolM 

roeo*  *1» 

fal(rti,il  contrario  dfHaverid.  i474 

falfbfoiJabuvia.chectl  coartrano  del  ve- 
to. ' *4’4 

falfoadie  cioè  mendace.  K74 

fama  nome  di  mezzo, che  fi  diftande  fi  al  ma 
le  cornea!  bene.  i)4 

fime.éappceto.dcbrama  di  mangiare.  )i7 
famclicoiVjl  bramosi).  I7t 

famiglia,in receda! parcntadmeafau.  <747 
famiglia, per  la  corte  del  podclU  come*  zaffi, 
bncooi.  119 

famigluiCioe  quelli  di  cafa.  1 1 7 1 

fam<|liarc,u*l  dom;rt'Co  di  ctfa.  714 

famigliantà,uildomertichcTta.  7i| 

f imiglio  il  fcruitore,o  fenio.  17* 

fimcffi  ,n  arme  celebrati  da  noiàii  poeti,  ijr 
fjmoro.famofj.adic.  1 17 

fanciullcfco,aoe  da  fanciullo.  tfio 

fanciullcxxa,laiQfanua*  I7|0 

fanciaUo,dc  faoaulla.  ifi® 

fa«go,il  luto.o  loto.  *09 1 

bnufiz,la  opinione.  «»J9 

faotafm3,v*Ìe  imagme,(paoe«tcuoIe.  l lO 

fantatticotual  ccfiicllioo,biiarro.  I iT» 

fante, il  fera  tore,dc  la  feruilricc.  J7t 

Came.tl  foMaco.  499 

fantolino , de  (ancin , il  pKcioto  fandulb. 
I}44.tf|0 

fare,d( far uerbo.  ^ 

far  fede,  far  bene,  far  male,  faruAa,  far  uo 
lentien*  t4* 

faretr  i,4  faretrato,  uedi  pharctra,  * pharc- 
frato.  ^ 491 

farfjlbi*  friméti  pautglioo«,opoueia.e*ucr- 
fnicello  alato  a gmfa  di  «ofca.lt  il  pcn  uo 
la  di  notte,  de  intom  > al  lume,  tantoi  che 

le  piu  uoltc  more  IO  quello.  1007 

farnencartiper  uanlUr  della  mente.  1 *70 

^roetico , eqtadlo  che  oacilta  della  mente. 

far  lanole,  prouerbio  che  lignifica  tir  nulla. 
«747  ... 

fefaa,dt  fafdoUa  il  dimi.  «fJI 

fiifciare,P«rcircondarc,inooIgefe*  I7H 

fafc«o,ilrtr't>"*«*®**’’*^"'*®* 

Éifcio,  di  fafcctto  il  diini.che  dinota  pefo, 
grauciza.faftiJlo. 

fa£dio,  ual  »octcfam«oto,  noia  * molcCha, 
tedio.  •*9t 

fnftidiofo,ual  pieno  di  noia.  lapt 

fafiidire,refann®’»"**9^**^4* 

faftofo,  ual  pieno  d*  fupcrbia*  74» 

fata  la  donzella  aueoturofa.  7o| 

faille, Ulte  Jcftmato,o  cofa  di  deftiao.  7>| 
fatica, defaticile.  *49 

faticare,*  affacicate*  M 9 

fatKofo.oalUbonofo.  t49 

fa«o,iI  deftioo,la  (orla.  174 

£attczie,èdt(pofiooaedella  perfocui  imiU- 
tudini,bellezze,membra,  l f 1 4 

faiMB  ucce  delle  imprc(e,dcgefli*  fqo 

fatto , partiapio  del  nerbo  fare  • aedi  a fare» 

t4t 

fatto  d’arme.  4*7 

fattore.de  meca.ln  uree  di  DiO  - 7 

facuo,in  ucce  di  ftoko*  tara 

faua  legume  ooiifiimo  • liit 

fauella  a faado,la  loquela*  ijt; 

buellaie  nomedt  ucrbu,dwiul  p*rlaec.iit7 
fauellatore,  il  parlatore*  «lt7 

fauillada  fcincilla.  99® 

fauillare,dc  ifauillare.  990 

f«uat*foaodci  delle  fclttc,dcd<  campi.  »i7 
£auoU>U  cofficdu* 


&tiAT«^9Ìare,p  fjueltare.ft  per  dir  fjoole.t  I 
fau  iloloi  <^«l  pieao  dt  Eittule*  SS 

f*uore,&  frulli  fo6 

fauoregj'are.Der  fiuonre.  fo4 

fauorcuole>5c  fauorjbile.  fo6 

fluii  > ad  e «^«1  felice.  7o6 

fe»&  fede  LaLfidet.  &9 

f^:>re,&  febbre  cone  n^nj.  1 6 96 

fcbbriciranti,aoè  chi  iu  la  febbre  1 6 ii6 
fcbraio  mefe.  a f7 

ftcaaJo  fporchrzto  come  di  vioCtoIio.tSi^ 
fecciofo,  vai  rporcodordoyfozio.  i S * 4 

fecondo,  vale  jbondanM*  aio 

fed;,&  fé  Lariìdet  ae 

fedele»&  h leV,iìdeiù  a9 

fcdclmmte  fideaccmente*  *9 

fedeltà, & fidelca.  ap 

fc  liiCtin  vecediferire.  na 

fc.in,  vai  brutto, & deforme*  l8 ' 9 

{fgiCOv&fv'gitelloiI  dimi.  Iia9 

fegg  4*iQ  vece  di  fenfee  vedi  ferire.  na 
fci.Jc  felc,3cmeea  pcoCa  amara*  i |a9'<64i 
felice, & frltcì.  7<*f 

fetiaca,^  fehe  rate.  7i*c 

fdicitare, per  far  felice*  7^9 

fello, va*  afprtHcrudele^trtfto  traditore.  )74 
fcUonc,val  periimo  774 

feltro  panno  groif»  noo  teiTuro*  1 777 
feltro,  c-*lie]lo  odia  marra  cT  ^ncooa,  & 
felcrecaile’lo  nella  marca  tnu’guaa*  ve 
d>  find'ce  Je  n imi  proprii  I777 

femina  irai  & iq  vece  di purtaaa  t7a> 
fendere.  & >feaderc,pcr  dm-dere,  o fpaccate 

IMI 

fenice  vece’Io  foto, '«cr  fama  nociriimo.ioor 
fcflO,6t  fìcn  ><h  *rSi  notifiiina.  il7i 

fer<,&  fiera, animale,Hclhi,o  belua*  1 1 97 
fcretrn,la  bara  con  cui  ii  portano  icadaueri 
alla  fepoltura  i6it 

feria, le  fene,cioei  g'omi  ferali.  a^4 

fenalm^nte , vai  ordinanjmente,&aa<h.9 
groilimente.  * 164 

ferire , & fedire  piu  antteameou  diflìe  il  cha 
feo 

feriu,la  fiercoTa,afpreua,dt  crudeltà.  747 
£enra,t  ferite, le  piaghe.  7l& 

ferito,val  plagito.  7ta 

fermigliOfé  or  .lamento,  che  per  pendente  fi 
poi  (j  ai  collo.  1419 

fcrmatc,rer  llabilire*  71 

fermctea.la  ftaSiliti  la  forteixa.  7C^ 

fermo.val  (labile.  7* 

fero,&  fiero, & feroce.  747 

feroiC  vai  fuperbo,  tenibile,  felnag^o,  cni 
dclc.  747 

ferocità, vai  crudetca.fencncd*  747 

fcrramctin,fcrngno,ferrace.  1 1 }6 

fcrngno,c  colore  fimileal  ferro  ,dt  ancho  di- 
nota verdefiuro,  & per  meta,  duro  , cru> 
dele.  ii}6 

ferro  metallo  notifnmo*  1 1 16 

kt(»  a fcnieodo  diAa , vai  mfermicà  di  gran 
calore.  194 

ferule, vale  aboadaote,fecoado,graiIb«  fnir* 
tnofo*  a 9 

feruente  Tal  bollente.  994 

fcrtjerc. per  bollire.  994 

feruido.cine  ca1do,&  meta  diligeste*  9*4 
fcruore.vale  ardore,calore.  994 

ferza,&  sfena.la  feonaca*  lau 

fe{ra,fc(ro,&  ('effura  foll.5t  adie*  l t|i 

fedura,dt  felfa.vt  fupta  1 1 1 1 

fellanri  gmuani.  494 

fcOe,i  piacer,  1 ibllazxj*  6Ì4 

felle , cioè  t giorni  follcsol  & fcftioi*  684 
fedeggiare,per  far  fella.  6$  f 

Cell^uuie,  vai  feibntc^egro*  eif 


TAVOLA. 

feftrt,perlodi  feftiuo,cio^  di  fefta,  ^4 

felhico,o  fuCcrlloiaoc  cofa  picciola  di  legno 
di  paglia, o fimile.  nl9 

fetta,è  cola  llretu  & folcile,  o di  paooo,o  di 
feti  1769 

fetta  di  pane.  *6oi 

fiaccare.per  rompere  coofumare,  abbaflarc, 
farlafib  S64 

fiacco,  vai  fcfrn,1«flo,debole.  $64 

fiaccole, &facet1e.  99f 

fiala, la  coghi&ara  vafo  di  vetro  da  vino, 
oda  acqua.  tM 

fiamma, la  vampa.  9Ì< 

fiammeggiare, per  Umpeggiare,fplcderc.  984 
fianco,£  fianchi.  ia7i 

fiatare,per  fpirare,  anhelare,  cabalare,  man 
dar  fuori  il  fiato*  1791 

fiatcìvai  volte, vna  fiata, vai  vna  volta-  1714 
fiato, lo  alito, lo  fpirtro  Panima,  alcuna  vo'ta 
fig  iifica  <1  vroto,comeappo  Ianni.  i79l 
fibbia  , è ornameato  della  cintura  con  cui  Q 
aMacaatc  veili.  1 774 

fibra.e  la  radice , o 'flremilì  del  fegae9,& 
meta  fi  pigi  a ^*cr  la  Uretn’ia  di  tutu  loco 
fc.  • M 19 

fibre,  e animai  che  viue  in  terra  dt  in  acqua. 

ved- beucfo.  1091 

fica, chef!  fa  con  maoo.  1 162 

ficcare.per  mettere,poaoe|Chiaaare.  79 
fico  arbore  noto, fem*  1 164 

fico  frutto  noto.  lift 

fid4nia,la  fiducia*  49 

fidare, per  confidare*  &9 

fidato, Hdata.fiilare»  99 

fide'e,  jt  fideb-  >9 

fidelt  celebrati  da  nofiri  poeti.  |0 

fidcla  ente  & fcdelmcnre.  99 

fieno. & feoo,herba  nou*  >i7a 

fiera, & fera, la  beflta,lo  animale*  1 1 97 
firra,perlomcrcaco  rublico  776 

ficra,&  fiero, tn  vece  dt  crudele*  747 

fierecza,dc  feriti.  747 

ficro,&  fero,val  crudo, indomito*  747 
fieuole,vaI  debole, quafi  fefiiii.  )6f 

fii,dt  filo, comedi  fpada,odi  altra  arma  491 
figi-afiro  , il  figliuolo  del  marno  de  d^la  pri* 
ma  moglie.  I7t9 

figlio, dr  figluoto,fighuolt.  >741 

figlioccio,  é quello,  che  e leuato  dal  facto 
finte  1729 

figllUolo,dt  figlio.  1741 

figura,la  forma, tmag  ae,afpctto, qualità  8io 
fiorare, per  formare.  fio 

filare, verbo  pcrtinenre  a donne.  140 
filatoio,il  molinellocó  Cui  fi  fila  la  lana  15H 
filo,il  Hame^l’aua.  140 

filo  dtfpada,od*alira  arma  49* 

filofofo,dcfii*ofolo,dtphilofophn*  194 

fioche, prepofiuone  (tgaficanee  crnQoua 
ttooe  dt  fine  dd  fatto,come  di  lungo  tem  • 
po.  494 

fin,d(  fine, che  vai  eJftreino,  & meta,  per  la 
morte.  1614 

fioidrfioefoft.  >617 

finallhora,che  valfio  aqudeempo.  1617 
fin  a tanto, che*  1644 

fio  che.ctod  m fin  tanto.  494 

fio  là  de  fin  qaf.  Lat  vique  ad  hne.  at4 
fin,dt  fine,che  vai  perfetto,  dod  co  Gl  cidotta 
afua  perfettione.  1671 

finale  fin  dt  piu.  vai  difioiCiua,dr  difiaiduo* 
i6»4 

finare,per  far  fine,dt  finire,  vedi  finire.  1644 
fioc,d(  fin  foAantiuo.  1647 

fine  meta  per  la  morte*  1614 

fingrre,de  infingere,  per  fùnaUrt,  per  fzt  vi> 
va,omolUaxdi£ue«  U7f 


findlra.de  findbe-  999 

finire, per  fare,o  dar  fine,  pereendoeerea  fi- 
nc.pcr  morire*  > 674 

finotdr  fia,n  vere  di  rerfrRo*  1671 

finorc  h I,  hr  dia  fin  a per  gl  loccbi*  1 > 7 f 

finumente.firtiCiamcnte.  l67r 

finto,val  fimu'aco.  >677 

fio,*!, tributo, il-feudo, dado,  gabella,  pena,o 
mento*  744 

fiocare,-  e neuare.  977 

fioco, pai  ranco,dr  debole  dePa  vore*  964 
fionda, fi(.>ndca,frcmba,dt  maziafruflo,  che 
e ftromcnco  con  nii  fi  tirano  1 faftì,  come 
quello  di  Dami  centra  Golia.  4)9 

fiore,fion,dr  fiorire.  1 1 6 

fiori  tr^fmucjti.ce'ebrarida  nfi  poeti.  1176 
fior  ni  moneta  d*oro  nuttfnaaa.  t )4 

finnre.I  at  8-irere.  1 176 

fioritn.fi  >nri.  1 179 

fi  >tM,il  moihmento  del  mare*  1046 

fifcbetroffirchiert  ,frafchctto  fl romeo to  del 
comico  d.  2.|ea.  1072 

fifcdlc.fono  vafi  di  vimÌQC,odi  giunchi  per 
crng  lireil  Ime.  8|i 

fi-'ihiare,"er?u6r  lare.  H79 

fifchio,c'ifi  detto  della  voce  ifleiTa . lo# 
fifo,che  va'e  inunramente.  1144 

fifsp  mirar  latenramcnte  con  Panirao.1 267 
fiffare.per  ponere,fiabi)ire,  o ficcare.  f $ 
filfo,  va' fi  (bile, dr  fermo.  7I 

fiitoÌo,e  mite  tifi  icurabiIt,cioè  fifiola.  i4ftf 
fitiione.vil  (tmulatione  >677 

fitto, fitti  dal  verbo  ficrarc.redi  ficcare,  fi 
fitto  meriggio,  ooe  nel  maggior  caldo  * vedi 
mengg  o.  t«| 

fiume, fiumi.  1077 

fiumi  de  lo  inferno*  iotI 

fiumi  del  purgifV'rto*  ir  7i 

fiutare, per  nafatc  de  per  gjitar  fiato  pel  oafo 
come  fanno  1 ca  aUi.ahni  1 970 

flagrare, che  ual  arder,  & tal  uola  fudaado. 
989 

fiauio  firnmentocouGcOa  <<>4 

ficto,il  pianto.  Ii6| 

fieuma*o  flegRui,  Mvr 

fiu(Te,ual  labili.nedj  fottn.  i 49  ( 

fiufTo  dal  u<>rbo  fluere , calcodal  corfo  del 
racqu3,che  ueloccniente  fugge.  1 49 1 
focaccia, la  fugacela, pinza, pi(U,o  fchiac 
ciaia  i6ot 

foce  é il  canarurcio  del'a  gola . de  per  meta, 
la  fireuiza  delle  ualU , « delle  bocche  de 
fiumi  I49i 

foale.o  fuci1e,1o  acciaio,  o acdalioo  con  cui 
. fibmeilfuoco.  991 

F o c o ,d(  f v o co  elemento.  pii 

tbcolarc  del  fuoco  78| 

focefo^dr  focofamente,uale  affocato  arde n> 
temente.  pia 

maoiecJ,  la  guifa,  la  fimilitudme* 
>776  * 

fi'gha  cTarbore,de  d*herbc*  1 1 74 

foglio  della  carta.  604 

folafla  fauoU.  >949 

folcire,  per  adornare,  fomtrt,  fortificare,  8t 
pcrfolleoere  7 ad 

falg^^rare,  per  fplendere,  de  lampc^iare  ful- 
minando. ^1 

fblg'ire,la  faetta ce1efleaccefa,oil Ilpo.  411 
folle,ual  uano,ififtabile,poco  lauio*  1149 
folletto, ualeinfi-abile.  >44$ 

foHetto^è  certo  G inro  aereo^  che  fa  cofe  fioi 
te,cnoief  m bocca  del  uulgo.  lio} 
follia, uale  mfijbìlità,uaoiti,pauia.  la#* 
fulminare, dr  fulminare.  4}| 

folta, la  moltitudine.  1777 

iulu,Uie  ual  coti  denta*  ti4o 


TAVOLA 


fnarfacoja  bottega  erotfi*  * ^4* 

fondamento, flt  fnn<Jame«ri.  itfio 

fonclare»ptr  ftabilirtfy6rmare,fabncarté4  0 1 o 
fond  itor«,qucUo  cb«  fonda.  léio 

fnodare,|)  liquefare  diifare,ftruggerc.  i4{4 
fondo  di  acqua.  lotp 

longo  pefee  marmo*  che  e'  ceru  coadunauo 
ne  de  fcbiiinia  cht  ft  fa  viua>dc  li  iuoue,dc 
fen(Cy&  non  Ka  membra.  lof  4 

fbacana*fooune,&  ionce.  10Ì4 

fbate*!!  raedefimo  ebe  fontana.  10I4 
fonti, & fontane  celebrate, da  ooAri  poco. 
iot4 

fnra,fuora,& fuori*  9^4 

foiame,in  vece  del  culo»  14^4 

forate, per  pertugiare.  1 1 |i 

fbtbirc,rcr  nettar,far  polito.  719 

forbite  fpade.  7i9 

fbrbito,val  polifo,cer(o«  7^9 

foHaite.cbe  vai  trincato, & buomo  dì  grande 
ad  are.  7 46 

forca  doue s'impiccano  iladrt.  7T4 

forcata,CK>«  la  forcella  del  petto.  i44f 
fbrefe , io  habitacore  delle  villa«comc  il  ni- 
Uno.  967 

€Drereonato,&  forfennato,  valfuondi  fca. 

i>o,3c  come  infenfato.  tii6 

fbreflj,la  campagna,o  felua  lontana  dairUa 
bitationi.  ilo4 

^rertiert,t  quello  dieliabita  fuori  delle  oo> 
Are  conira  Je.  K79 

fbrfìce,ft  for€cette  il  dimì*  t4t 

forma, la  li^ttra,)a  im3g>ac,la  perfona.  if09 
fòrroji!gtu,ii  cafeso.  1 604 

fbnnarc>per fidare, fimre,perficcrc.  ino 
formica  antm^cteo  noto.  Iii8 

fbrm>dabile,val  paucotoro.  HI9 

fornace,  Lar.fornax.  <MP 

fbraaciaio,^  lo  che  lauora  a la  fornace»  914 
foroaiUyO  pùfcoxe,cioe  qoeUo,cbe  cuoce  il 
pane.  9)9 

fornire, per  prouedere.  4 1 1 

fbrotre,pcreuarojre,oniare.  itf)i 

fornire  per  nnire, compir  vna  cola.  1 6)  1 

forno  dove  6 cuoco  il  pane.  9)9 

fbro,io  vece  della  piazza.  1104 

foro,tl  forame, o d buco.  il)« 

forfe,vocedi  dubbio.  199 

forfenoaco , vai  fuor  di  fenno , ìofenfito, 
matto.  914 

force  aduer.che  vai  molto, o troppo.  t7)o 
forteraentc,dc  forte  aducr.  17)0 

forti  celebracidanoUri  poeti.  ri4 

fortuna  dea  vedi  all'iadice  de  nomi  pro- 

pm  194 

^rtuna,per  la  terapefta  marìtima.  to)) 

fi>rcmn4to, vai  felice  aucnturoCo,  194 

forza  la  fortezza,  la  polfanta,  1!  valore,  & la 
violenu.  91 1 

Carziere  vafo  quali  limile  alla  calTa.  179$ 

fòfco,color  negro,  & aacho  per  ofearo.  Se 
ncbulofo.  ti7 

foiri,foiro,fbCii,8t  folTr.  1 1 1 c 

vece  della  fepottura.  itf.i 

fca,,il  medclimo  de  tra,  che  tal  dentro,  o in 
mezzo.  I7z4 

fnca(laco,val  rouìo3to,fuperato.  49» 

fracalTo.ellreLiitn,  u romore  di  cofe  rotte, & 
/pezzate  da  venti, o limile.  494 

Radume, vat  putredine.  1 f 14 

fraudo, vai  marcio, putrido. 
fragile,val  frale, deboie,caduco.  i^r 

fragilità  Humana.  )<9 

Iragaie  frutto  alTat  noto.  t ilz 

fragore, e fuono,  o Crepito , che  proniene  di 
ardore,  o di  qualche  cofa  rotta  , o fracaf- 
44V. 


44«  bogare, perfhmolare,ibaf(endo,operco^ 

»44l 
474< 
»U 

fi) 
Ì7'9 
<191 


Mciuil  frugtle, debole. 

francheggtare,per  far  franco*  fzi  tèndo* 

fraochena.lagagliardjA.  911  fruUo  invece  di  niente, 

franco,  vai  libero.  far  fntineDCo,grano  notir.imo. 

franco, che  vai  gagliardo.  9x1  fmfiare, per  sferzar c,/corrcggiaret 

frangere, pnr  rompere,  fpexzare,firacaltire.  fmiìatort.quellt.che  fruftano. 

44^  frullo, vai  pezze, o boccone, 

frarpacorcstl  darUtore.  i)^  fracare, uerfar frutto. 

frafclic,le  fronde  de  gli  alberi.  < ler  fiurcc^che  A danao'dopo  lamenfa  , cioè  (tu 

frafchc,per  le  baie,£iiioÌc,fiouelInze.  700  po  il  m an^'are.  < 1 9 1 

frafc'heggiare.  per  burlare.  Se  inettamente  fructifcra,&‘frimaofa.  1 1 9i 

feberzare.  700  frutto, & frutti.  Il9t 

fraTchetto,  & fifchetio.  e picciolo  firomeoto  fu  dal  verbo  cHere.  1999 

col  qual  fi/chiaitdo  lUomito  digaleaco-  /uolc,&fucile,uaccialtno.coocuifiha<reil 

manda  alia  aurina.  ii>9X  fuoco.  97) 

frafstno  albero  noto.  ii4t  fucina, il  luogo  douefz  il  bioco  per  gli  fa* 

6alWltaumcnie,valcoadtiulainentequafi  bn.  tif 

tarate  & mozze  le  parole.  uS,o  fuga  che  vico  da  fugare  per  Ccacciare,&  non 

fraflornare,  per  tornare  in  dietro,  ndnccrca  da  fusctie.  1 489 

nulla  &U  medeliroochetrallornare.  1474  fugace,(hefacilmenrefuggc.  M*? 

frate,ilfrateI]o.i9A9.  f(£rat<,cio«religiofo.  fugare, per /cacciare , 1449 

»4^  fugatricc.val  fcacciatrlcc.  <489 

fraeclUnta, la  fratemiti.  ifzf  fucgire, con  rT>oujmcnco,per{ramrare.  1499 

fratelleuole,  vai  da  fratello.  Ifz9  fu^'re,per  rchtuare,&  pcrcuarrlarit  97v 

fratel!o,il  germano.  19x11  ftigeita,  & sfuggita  nome,  oc  alla  fuggirà  ad» 

fraca,  il  medclimo  che  macchia,  o macchio  uer'*ia]m«utc  , che  vai  cedo , Se  nalcoTa* 
oc.  |j99  mente  <4^9 

frxude,il  medefimo  che  frode.  jlf  futgitiuoidoc  fugate-  1499 

freccia, la  faeiia, il  ftrale/ivefctta.  4)7  fuìò,val  furo,rnidolenre,tr.flo»fcuro.  9f| 

freddo  fod.dca^e.  86x  futgcrc,rerfpleodcre. 

ffcgarc,per  llropicciare.  49X  fulìn  narc,5c  folminare.  4)) 

ficcata,  o freghetu  legno  mantimo  quali  co  fulmine, vai  baleno.  a )) 

ruelabarca»  1647  fuIuido,(hc  vai /plcntlico,Iullro.  6i6 

frcgitfono  ornamenti, die  li  pÓgonoalMIre  funTaie  fttnera.  perofeurare  991 

miti  delle  vcfli,&limih»&cuii  10  pmis-  fuma,rumi,&  fumare.  99» 

7at  func.la  cm  da, la  fog.*i.  ))9 


fregiare, per  ornare.  ?zx 

fictuerc,e  la  voce  de  leonì.  1 1 zo 

f recu[C,é(  arrenare, & ratfrenare.  1 x 1 ) 

frcruhre,  Se  frenire,la  voce  del  porco  falux» 


func.la  cm  da, la  fog.*i. 
fuQcrale,funebte,&fuocflo  vai  dolorofo* 
mortifero.  i<i9 

fuBe(lare,per  dar  foorte.^  dolore.  1619 

fusello, & funebrctlk  funerale.  1419 


hto.  i)i4  fiuigo  frutto  che  nafee  deU'humor  della 

frecelio,e  (paghetto,o  cordella, (he  per  lega  cma.  ufi 

me  iotomo  al  fronte  m fogia  di  ghirlan*  Fvoco,&Fo  co  elemento  noto.  99  a 
da, a tempi  noflrt  d v/aua.  1 949  fuoi,fuora,  fuorct  Se  fuori,  che  vai  feparato, 

ftcoelia , è infermità  di  mente  come  quando  lontano, 3c  come  vfnr  fuori.  964 


vnovaalla.  uro 

freneticare, per  vacillare  della  mente,  uro 
frencucoi&  franettco.  1 X)  1 

freno,  come  quello  dd  cauallo.  Se  per  meta, 
ma 

frefco,per  giouinile,onuono.  140 

frefcoiaoe  era  caldo  & freddo.  140 

fmta,Iapreira,larolliatudioe.  144/  i44f 
frettolofo.  Se  frezzolofo,  quello , che  fa  con 
fretta. 

frezzolofo, & frettolofo, ve  fupra. 


fuora,&  (ora, in  vece  di  eccetto,falua  964 

fuor  di  inifura,cioe  fuor  di  modo,&  fmifu* 


ratamente 
fuor  di  propolifo. 
fuon,d(  fuora.vedi  di  fopri  a (aor. 
/t»ort,che  valeeccetrn. 
furare,pcr  rubare, carpire. 
funa,il  furore. 
furia,ta  calca, la  preffa 
S49r  furiare,nfune,perfarfuHa» 
l.«9r  furie lolcrnali. 


fncre,  o forneic,  qocllo  cheallonta  il  cam-  furmfo,val  pieno  di  (urta, 
po , o che  prepara  le  cofe  per  ugoori  per  Ajiiofo^clie  vai  llolto,pazio« 
alloggiare.  P4)  furire,perfurtare. 

<TtgeTe,ìc  fritto, come  il  pefee  fritto.  994 
f^irc.c  la  voce  della  acaU.  1 ) 94 

hmda,fi(  frodo,ilmedelÌmo€befrode.  j9j 
hodare,per  ingannare.  $9} 

6^e,frodolétia,&  fraudedo  inganno,  Taitu 


f47 


furo,iI  ladro,tl  rubatore* 
furore,la  furia, 
furto, il  latrocinio,la  rnberij. 
fufaiuolu,U  verticelln,che  li  pone  nel  (ufo  di 
lotto  quando  li  (ila.  ip)t 


I7C7 

<376 

964 

964 

7ro 

J49 
1)79 
C49 
1 904 
ero 
1^49 
Ko 
?go 
T49 
7fo 


tia,lamalitia.  ''  98)  furceJloitl  fclluco,dilegno,o(lipaglia.  1 119 

frodolcnte,  loingaanatorCfgabbacore.  99)  fulb.ftromcnto  concui  lì  (ila.  ir<) 

fromba,3c  fionda. vedi  fionda.  4)9  (olla,  legnomariumoalquantopiu  picciolo 

fronda,  diffonde fing.^ fronde,  dtfrondi  della  calca.  1047 

piu.  1 1 or  fuilo,il  legno  Tenta  bronchit  cioè  il  tronco, 

fronte,la  parte  fupenore  della  faccia.  Se  alcu  Se  meta.il  corpo  feoza  tella.  1 1 9 7*  1 ) 1 9 

nz  volta  dinota  lo  efictto  deirammo.  1 )4|  futa, vai  confunane.vcdi  fatare. 
fronceggiate,rcr  llarallcfrontiere.  1)4) 

fironbcra,&  froocierc,la  difefà.  2)4) 

fronzuto, vai  pieno  di  frondi.  1199 

frotta, la  moltitudine,  dr in  frotta,  vale  in 
quantità.  ip74 


firQCt<^l^>fooorc(fi  di  nozze, ola/uui.  99  gabbiadUl'vueUe. 


• i9 

fatare  per  coQ(uure,nproueiaie,<Sc  accufare 
con  riprenfionc.  9)9 

futuro  adie.il  tempo  da  venire.  xlj 

G 

G a a I A R t,  per  rdierniteiO  bcfTare.  700 


9» 


ufi 


.4* 


. V»  V • 


SabbÌ3,ltta{:^ia,qneUailetIa  naw.  fon 

Sabboy/arbucUiliherzo, beffa*  700 

Saggia  ,&  eabbia  delta  oaue.  1 or  1 

& igjiOtraf guadagno, dt  vtilicà.  7u| 

SaglurJe«aa*&  gaeliacda.  r4f 

|^agliar<io>g)gliarJa*  f4r 

Saio, vale  allcgro,galaaCe,  diletteuole*  70) 
Sala,vai  pompa  vedi  galla  fru  eco.  ut) 
galea,legno  mariciiDO  noti(suno.  1046 
ga)eocto,&  galeotn.  I9f4 

galia,ilfructo  della  querùaleggerifiuiio* 

I !•» 

gallare, per  (lar di  Copra . Hit 

ga(tiaa,vcceUo  aotiCtimo*  loop 

giltoyVccello  notiGiimo.  1000 

gaiopparCfC  piu  checamioare.  tai7 

gailoppoyéc  gualoppo,  che  é manco  del  cor- 
rere. 

gambaro  , Corte  di  pefee  fluuiale  notiCtimo. 

vedi  caucer*  t6t 

gambe, & la  gamba  • I4rt 

gambiere  armatura  delle  gambe.  1 4ft 
gambo, m su  la  gamba,  come  il  gambo  ifun 
vaCOfO  (opp‘,cioe quella parceihee  tra  il 
piede  òt  la  coppa  doue  fi  bcue , & il  liimle 
a'idccude  dd  hi(lo,o  del  tronco  dcH'albe- 
ro  Cenza  rami,6c  U radice*  1 4fl 

gannire, la  voce  del  cane. vedi  a cane.  1 to6 
gtia,valbnga,zuff4.lite  f96 

gara, cioè  a gara, che  valea  proua.  1644 
garbino  venfo,alVai  noto.  1 1 1 

gargirrggiaie  come  gorgogliare,  cioè  o con 
acqua,  ocoovioo  forgoitzare,  nella  go- 
la. *'  1401 

gar  dano  Core  roHb,  di  odore  acutiCùmo. 
1177 

garrire,  per  cantare  come  Canno  eli  vccelli, 
& per  meta  parlarmale,)rif  rendere,  con 
tradare,  lamentare.  101 

garrulo,  valciarlatorc,chiaccbieneri>  i|9| 
garzone,  vai  Caocrullo.  ino 

galbgamenco,il  galligo.  t)9 

gad  gare.per  pim're.  940 

gaculljrt,la  voce  de  gatti.  i)l4 

gatto, gatta, gene, animai  noto*  tilt 

gauaztaic  per  balUre,faltare  6tl 

gau  ilats,9t  cauiliare,  pec  vfar  iagaono,At  fai 
laciacooallutia.  T90 

gzuocctolo,  la  goitanciuola  vitlercamcntc 
dcuo.  irte 

gazza, o gazinola, la  ragazzata  pica  rccello* 
Vedi  a pica  ic»09 

ge]are,d(  aggdare,per  congelare  ird 

gelatina,  e condimento  Catto  di  brodo,  &di 
accto,fpeac.  tfó 

gel  aro,  vai  congelato.  i r9 

gelo, e acqua  0 <ogeUta  pel  freddo.  ire 
geloCa,ftgcIoCo.  ztC 

gelofo,gelofa,ge!oC.  zjr 

gclCe  Crucco, alcrtmenci  more.  1 1 •) 

ge<fo,&  geUa,il  moro,o  mora  ro  albero,  1 1 6a 
geifomioo  fiore  btàco, Aebe  lodo  cade.  1 1 78 
gemere,  per  dolerfi,o  lameaurfi  con  la  vo 
ce.  ntf) 

gemini, il  Cigno  cclcCle,  cioccador,  & poHu- 
ce  $6 

gemtre,d  U voce  della  tortora,  St  del  celom 
bo*  1184 

gcmma,e  nome  generale  a qualunque  pietra 
prec>ofa.  1141 

gene.Icguandr.  1)74 

genebro  albero, larroa  Giunone.  it$x 

generai, generale, & generali',  vai  comune, 
vnmciiale.  I47.ir70 

generale  artcfice,in  vece  di  Dio.  6 

^ncraimente,val  vniuerCalmcnte.  867 
geoetarcjpcr  create.  I f f 9 


TAVOLA 

geoeratiooefod.Aradie.  K7i 

genero, il  manto  delia  figlia*  lfa9 

gcnerofOfVal  nobile  ,di  gran  fangue.  404 
gesigiue,doue  danno  i deno.  1 ) ti 

gengiucj, qualità  di  fpecie  nota.  944 

gemali  letti , vai  voluptnofì , bc  matrimo- 
niali. irto 

gCQ.ali  letti,  cioè  quelli  douc  fi  genera,&  do- 
tte fi  nafec.  >770 

geooaio,&  genaro  mefe.  aC7 

gente,cioe  oactooe^Camtglia.  1 T7  ) 

gentile, vai  corccfe,no!ulc.  674 

gentilezza,val  coicciia.  404 

geatilhuomo,val  patntio.  qor 

ecomaati. fono  duelli,  che  efierduno  U eco 
mancia.  /px 

gcofr.aotia,c  rpecìedtdiuinacione,  cliefi  Ca 
fu  la  cc/ra  rou  fegai,punu,o  caratten.79X 
geomem  edebrau.  7 io 

georaetra,il  mifuracorc  della  terra.  7 80 
geometnada  mifuratioue  della  terra*  7io 
gerarchia, o hicrarclna.  10 

germano  ilmedcfimo  che  CratcMo.  1749 
germe, e quello  occhio, o germoglio, che  gte- 
ta  fuori  del  albeio, de  {.cr  mcti*  iffri 
gerniioare,&  germogliare  p pullulare.  1 pòi 
gcimogliare  per  germinare.  1 1 71 

germoglio, ttgenne.  117) 

gelii,<9(  fatti  iiiagnauimi.  140 

gcriifuno  1 lcg.imi,cbe  fi  pongono  a piedi  de 
fpatuiert.  t)4 

ghcuibo,&gibbo,chevalC'')bbo.  14)1 
ghcrm:n.'llc,(ooo  triditie^uulitie, ghiottone 
ric,iogAaoi-  7 ,a 

ghe  mire , por  pigliar  con  le  vnglue  per  for- 

1418 

glieruni  fono  I lampi  della  veda,  o come  af 
tri  vogliono  quelle  pezze,  che  fi  pongono 
alle  camifcie  lotto  ieaCcellepcr  farle  piu 
ampie.  irqf 

ghiacciare,per  gelare, congelare  Ifp 

giiiacaOfC  au]u-i  congeUra  pel  freddo*  ite 
ghiado- vedi  aghiado  ^duer-ualmeote.  I4i6 
ghiaia, <Sc  ghiara,ciieem4terapm  groffache 
la  ubbia.  107^ 

ghianda,il  frutto  della  quercia*  1 1 i | 

ghiandaia  vccello  die  mangia  le  ghiande. 
ioo4 

ghiaclliiif,&  guelfi,  che  fono  due  fatboni  co 
trans.  ifSi 

ghignare,per  forriderc  69 1 

ghiotto»  vai  golofo,  voionterofo , & troppo 
^autdo.  1417 

gntotf  orna,  vai  golofitd . 14x7 

gbtrUnda,a  girando, aoè  circondando  il  ca- 
po. I fio 

ghiro  animai  fonaediiofo.  1x18 

già  aduer.dt  tempo  xix 

giacchio,  trae  da  pefure  decu  a tacendo. 

io,C 

giacere,per  ftar  fermo.  97C 

giacitura, meta.de  re  venerea.  97f 

giallo  colore  816 

giamai  aduer.di  tempo.  a8a 

g>ar  i,&  ghiaia,  vedi  gliuia.  1 098 

giardino, Jt  giardini*  1106 

ghtbbo,&ghembo,  vai  gobbo*  1411 

giga,<crto'ilcomenco  mufico.  1 oc 

gtganu  celebrati  da  aoliri  poeti.  ipSt 
gigante, Se  giganti*  irSx 

giglio  fiorenotiftimo.  1 i7t 

gmedra  é virgulto, che  fa  t fiori  gialli*  1 1 7| 
gioocchio,Sr  nel  piu  ginocchia.  1457 

giocare,St  gtuocarc,per  follazzare*  69S 
giocare,  tac.ludere*  497 

giOco,che  vai  fi>Ilazto,piacere,fchcno*  «97 
gioco,Segiaoco,quaodoe  vioo.  697 


^oco,  0t  adnerbialrotnto  agtcco,o  ta  gioco» 
& alcuna  volta  valcafuo  c&cdo,dc  alla 

lit>cra.  497 

giocondo  valeallegro*  7c»4 

giogo  de  buoi.  )4^ 

g<ogo,la  fommìti  de  monti*  1 77f 

gioia,vale  allegrezia^'uria,  diletto*  ;al 

gioia, la  gemma. cioè  cofa  pcetiofa*  1 1 4% 
gtoiofo, pieno  di  allegrezza*  701 

gioue,per  allegrarfi.  70J 

giornata, & giornate,  ti  giorno  1 6 60 

gic>ruea,  c velie  faldata , frappata  fenza  ma- 
niche aperta  dalle  bande  dica  tempi  no- 
fln  vfangli  hu^miQid'ainie.  If4* 

giorno, &g>ujoi, il  di*  i6c» 

gtollra,va>  coocraflo.  489 

giofirare,per  contraltare.  4S9 

^ouaiic.giuutne.  x)8 

giuuaneataila  gioueotutc.  x )• 

gM>uaotutc.&  gioucntutc,&  giouanezxa 
gM»uare,per  aiutare.  7*r 

giouedi.il  di  di  giobbia*  . x6 1 . 

gtouciiiu,Sc  giuueotute*  ztS 

giouenchotooo  i vuelli,o  màzi  gioaani,  che 
non  tirano.  1196 

girare.pcr  volgcrc,torniarc.  l4o 

gire,per  anuarr,ire  1467 

girifalcti  uccello  da  rapina*  )oo4 

giro, il  rauoÌgimcnCo,il  circolo  160 

gtuare,  per  lauuarc,  dardeggiare,  faettare» 
buttar  uia, rumare.  4^9 

ghurc,pcr  rpanderlargimcnCe,&  malameo 
te, per  buttar  uta.  1768 

gtC4te,perponete,oglracere  974 

gitcarc,pcr  germinare  germogliare»  pullula- 
re,rampollare.  xc4i 

gittata  noit.CjCome  una  gittata  di  pietra  97f 
giitaio  in  terra,  97f 

gu,g»ufo,ariogiu.  ‘ i7i| 

giuhoa,S(giuppa,  èuefleluoga  con  le  maot- 
ihenoumoltoluughealh  fcggia turche- 
fca.  jp44 

giubctto,é  luogo  in  Parigi  doue  {tanno  le  fior 
cjic  peri  ladri.  97T 

giubilare,  per  p angolare»  cioè  fiu'  gran  fetta. 
70X 

giudicare, per  difcerocre*tliftmguere  1 179 
giudice, quali  lui  dicear  pouuio.  494 

giuiiouyUextllitnatione,  il  penfiero*  1x79 
giuggtarc,  che  ual  giudicare,  uoce  prouenza- 
1x79 

giugnere.flt  giungere.  1474  1697 

gioiiuo,uilcalÌcgro,giabtUntq,feitofo.  70  & 
giumenti  fono  le  bcitie  che  portano  (orna  ^ 
Se chetiraoo  U carceu, carriaggi, Se  fimiU. 
1197 

giuncatali  giuncate*  1441 

gmneo, detto  da  aggiungere.  1 1 iS 

g'Uagere.Sc  g ugncie*per  aggiungere,  & arri* 
aure.  ,474 

giungsre,pcr  poncre,met(cre»agg>ungsre. 
1097 

giunta , il  crefeimeoto , il  fopra  più  che  fi 

1S9T 

giuntOfin  ucce  di  prefo,o  colto.  sc4 

giuncure,lc  <oagtuncutc,te  commiirare»o  có 
mettiture.  i|if 

guHKarc,S(giocarc.  <97 

giuoco,& gioco, gtochi. 
giuppa,Sc  giubba,  ueile  come  alla  turche 

gmc.mcnlo.iir.crajnnito.  i* 

giurare, per  r.crameiiut*. 
giuro,  gtu,&  ingiù.  17», 

giudi  iclcbruti.  1*77 

giuliitu.L.t.iul|iti*.  I»7« 

giuaa,giuaa,gmiti.  1*7* 


gl  angirf,^  h noce  T)|  4 

glcb&,la  lotta,  o ma  (Fa  di  cerra  eoa  Therba. 

1099 

gti,ti,&  « qoaatlo  tbao  nticoli  non  han  • 
no  latino.  itTi 

glietvale  a iut,&  rcroffd  nel  datino*  itrx 
gliel,mlealui.  ii7) 

gliocchh&occhifVedi  <kcIi(*  t)^r 

globo,in  vece  del  moado,dt  lignifica  drColo 
o n tondi  ti  loda.  96S 

gtoctare,  e la  voce  d<n*ooagro  animale  • 

nM 

glena, & glorie.  *4f 

glena  celcfiiatc.il  eloria,pcr  la  lama.  149 
gloriare,per  vantarh.  11 

glonofo,vaÌ  famoCo»eccellenee,&  celebra 
ro.  ai 

^otorare,è  la  noce  della  cicogna  vccellono 
to.  HM 

gnaffe,  vai  quanto  in  buona  fe,matde,&  (iqi^ 
le  modo  di  dire.  tl7| 

goccia,&  tocaola  il  dìmi.  loid 

gocciare,  Ir  gocciolare,  pgeturgoccie.ioi9 
gocciola, il  diifii  di  gocoa.  loid 

gocaolone,val  menchione,groiro1one.i  tar 
godcrenomede  vcrbo,perlctictare, eiubilare 
& triópharemangiando,&  bcueodo.  1606 
godimeoto,nal  criompho.  1 9o< 

gola, la  parte  dióaozid  I collo.  141^ 

gota, per  lo  rido,  òoe  Tuno  di  fette  peccati 
mortali.  1414 

golfo, che  e feoo  di  mare.  ioi4 

gotofo,Talc  ingordo.  I4lf 

gombine , fono  certi  cuoi  con  cni  fi  legano 
lem  41  te  con  lequali  fi  batte  lì  fhuneoto. 
IP47- 

gomitolo, in  Mapotiglio«nero,tn  Lombard'a 
il  gemo  del  filo.  irS4 

gom«aa,è  la  corda  piugrufia  della  nane, 
eoo  CUI  fi  legano  le  ànchore  per  dar  a 
fondo.  for% 

gwsfalonieri  della  chiefa,  ciod  quello  che  por 
ta  il  ftendardo.  f4& 

gonfiare, per  enfiare.  1 1 9 

gonfiato, Tal  enfiato, fisperbo.  1 1 S 

gongolare, per  giubilare, cioè  foptaboodare 
d*allegreica.  7oa 

gonna, ifdimi.d  gonella  vefte  lunga  da  huo  * 
mode  da  donna.  iri9 

gonna  vefie,  dt  per  mcta.in  vece  dd  corpo. 

gonnella  il  dim  di  conoa  vefte.  iri9 

gora, e’  canalletto  cfacqua  corrente.  io7t 
gorgiera  dell  a caiaifoa , cioè  quella  parte  , 
che  fta  intorno  al  collo, detta  da  gorgo* 

IP4! 

gorgo, é copia  di  acqua.  tot? 

gorgogliare, per  parlar  di  maniera,  che  non 
emenda  da  gurgulio  Lac  ched  il garga* 
tene,  Oli  gorguztule.  1401 

gote,  Icguinae.  1174 

gotuiKiuola  voce  vtllefca , che  vai  la  giando 
la,o  il  gauocciolo.  1 4tc 

gotte  mferiiuti  incurabile.  16I7 

gouernare,per  reggere.  4 1 • 

goueroatore.dc  goucmatorl*  41 1.  lOf  t 
goucrno  per  lo  dominio.  419 

goiKrno  delta  naue,ciné  il  temone.  topi 
goaiauiglufil  g >dimento,tl  tnooipho^ch  e fi 
fa  m compagnia.  idod 

gozzo  dc!lag>ju,tkaacho  fi  piglia  per  tutta 
la^t^lla.  14Z6 

gracch'a,U  cornacchia  vccelto  noto.  too4 
gracchiare, pergndare  come  la  cornacchia. 

lOOd 

graadare  voce  della raaa.1 1f4.de dell’oca. 

JOOf 


TAVOLA 

gracillare  voce  delta  gallina.  i|#4 

grada, erara,di  graticola,d  quella  feriaej,che 
fta  arie  fineftre,  come  a parUeon  delle  mo 
iiiche,dt  fimilt.  9tz 

grada, la  graticola  doue  fi  cuoce  il  pei^  o 
carne.  9^a 

gradagli  fcaliniiofcagliont.  947 

gradire, per  hauere  a grado,  dt  io  presto,  de 
efialtare.  }9S 

gradito,val  pregiato,de  efialtato.  |9f 

grado  la  digniea,rofiioo.  409 

grado  lo  fcaiioo,  o fcaglione.  947 

grado, m ucce  di  grato^dt  piacere.  671 

graffiare, per  fchtaocare,o  fregar  la  pelle  con 
le  vnghie-  494 

graffio,  e firomcnto  di  ferro  torto  in  capo 
per  poter  pigliar  alcuna  cofa.  494 

gragniuola,la  pioggiamiouta  ghiacciata, oue 
ro  la  grandine.  1019 

gramcz7a,valdolore,dt  tnftezza.  i)09 

gramegna  hrrba  notifiima.  1 1 7 1 

grammatica, Fvna  delle  fette  arti  liberali . 
zof  * 

gramo, detto  ab  oculugrimiofi»,  feu  gramo* 
fis.  t)09 

gran,in  recedi  grande  fin  de  plu.maCdc  fem. 
1767 

granaiodoueCripootìlgrano*  94' 

grande, dt  grandi.  I7V7 

grandemeotCfgrandicello.  1767 

grandezza.Lat  magnitudo.  1 a67 

grandinare, per  lempclUre.  1019 

grandine, la  tempefta.  1019 

granello  il  dimi  di  grano.  Z|Z 

graao.il  fuo  dimi.grancUo,  de  alcuna  voka  fi 
gnifica  il  frumento.  ztx 

graOezza.lat  pingoedo*  iizt 

groflb  foft.deadie.  l^zi 

grata, grada,de  graticola. vedi  grada.  91Z 
graca,iavccedicara.vcdigraco.  669 
gratia^drgraue.  ifr.169 

graticola, ta  gradella  con  laqual  fi  arroAc , il 
pefcc,&  la  carne.  9zt 

grariofo.gratiofa.grataore*  469 

gratitudioe,la  grana.  46f 

grato  adie  che  vai  caro.  6 69 

grattare, per  caufa  di  rogna  o di  pnirito.i4J7 
graftuggtatoycomedel  formaggio.  I4r7 
grauarc,pcr  dar  carico, dtfaftidire.  I7ra 
grauc,valpooderofo,molefto,notofo.  I7rz 
graucmenee,val  moleftamente.  lira 

grauezza.de  greuezza,val  pefo,  dk  per  aera. 

moleftia,ooia.  I7fa 

grauida,  vai  pregna.  Z)6 

grauidezza.U  pregnezza.  Z|4 

grauoro,val  pooderofo.  1 7)Z 

gregge  nei  numero  del  pm,de  gteggia  nd  nu  * 
mero  del  men,che  e la  motucudine  degli 
aaimaliminuti  come  pecore,  capre.  1196 
grembiule,  de  grembiale,  che  oca  dinanzi  le 
donne,  de artigiani , detto  da  grembo, 
irir 

grembo  detto  ab  aggregando.  1947 

greppo, è luogo  di  moote  diroccato,  io  guifa 
di  fcaglione.  11x9 

greue.de  greuezza.vedidifopraagraue,dea 
grauezza.  1791 

grida, de  gridi  io  plu.dt  grido  in  fio.  de  grida 
la  proclama,o  libando.  1404 

gridare  nome, de  verbo.  1 409 

grido, in  vccedclla  fama.  149 

grido  per  lo  remore.  1 40; 

grifagno, che  (igoifica  rapace.  |zf 

grifate, de  graffiare,  per  logrcmirc,  dk  pigliar 
nelle  gnffe,dc  meta  per  vfurpate.  ]Z9 

grifo,dc  grifone  veceUo  noto.  k>o< 

gn£o,il  giugno  dcil'atumalCjCOfne  d«l  por* 


co.  »4»* 

grigio, perbuk),dtorcur<C  tio? 

grillare. e‘ la  voce  degnili.  iai9 

grillo  animaletto  noto.  <i>9 

gitphon»dr  giifonrdc  grifo  vccelto  ooto.K>c4 
grippo, legno  mantello  picoolc.  1047 
gromma,  la  muffa,  che  è ceru  fuperffuita  , 
che  fi  genera  per  rhufludo  intorno  imu 
n.  »f‘r 

gronda  ,altnmeoti  grondara,la  ifircmiti  do 
gli  imbficijO  de  cupi  delle  caie  doue  pto- 
ucTacqua. 

groppe.fonolcculate.  M9o 

groppo,tl  oodo,la  Icgarura.  J47 

grorpr^  rncta.p'er  lo  dubbio*  >7z 

groffirtz  3,grc  flezze.  ' 7 9 f 

graffetta  d’ingegno*  '14 

gtofsi  mr>ncta%nai  nota.  t79f 

grotto, che  alcuna  uolia  fignificagrade.  t M4 
groffo,d(  groffniano  d*  ingegno,  ooe  iguoran 
fc,rudc, (ciocco.  inf 

crotta,luogo  croraun,rotrerra«eo.  IO07 
gru  indectiuabile  vcccllo  affai  noto.  Ijf  4 
grutec,e  la  M^ce  della  goi,vt  fupra.  t}84 
granire, e la  uocc  del  l'orco.  74 1 

guaJagnare.fcr  auanzare.  76| 

guadagno,d(  guadagni.  947 

guadarc,dr  vadarc,pcr  paffar  da  guado, che 
vai  puffo.  949 

guado, de  vado, il  palio  dell'acqua  baffa,  dt 
guado  è herba  vile  a finiori-  949 

goagnele,e  giuramento  vitlefco,  chcual  uan 
gelo*  z9 

guai  fono  iameti  della  voce  con  affanno,  1311 
guai  aduer.romf  guai  a te,dc  guai  a noi.  1 1 1 1 
gualdana,la  correria,  che  fanno  t toldati  per 
rubare  loemlcsclie  ho^i  diciamo  anda« 
reaguad*gno.  79| 

goaloppo,d(g4loppotchedtra  il  correre,  de  il 
ctoctarc.  iai4 

pannale, lo  origlierc,o  coftincv  13^4 
goancielegoKc'del  utfo.  1|74 

guanti, detti  da  guardare,’  perche  cooferaaoo 
la  mano.  *947 

guardare, per  vedere, per  BMrarevatCualetdc 
mentale.  i|49 

guardare,per  coofiderarCfpor  mente,  hauer 
cura.  iz4f 

guardar«,per  cuftodire,o  g^ouernare.  410 
guardare, dt  guardarli, per  Ichiuarfi.  909 
guardaeorc,val  cuftode.  410.1349 

guardia,1acuftodia,ilg'7oetoo,la  uigilaocia* 
410 

guardigoo,val  fofpertofo,  nferuato.  747  • 
guard'gno,  é luogo  m Firenze,  cofi  detto. 

97  7 

guardo  dt  leardo.  ' 149 

guari, che  tpauo  dt  tempo  dinota,  vai  molto 
zfi 

guan,che  vai  fpatio.ctod  lontano*  1730 
guarire, per  fanare,curare.  «off 

guarnaccia>dc  guarnacca  vefte.  1939 

guamello  vefte  di  tela  da  dona  da  Titla.1940 
guamimenCo,d(  gucmimcnto.  i4jz 

gaamirc,dc  gueraircipcr  fornire,  ptouedere, 
ornare.  i4|i 

guaftadetta,la  ampolla,  o enghiftara  piccìo. 

la  di  vetro.  f|i 

guaftamenco,la  ru'oa*  44Ì 

guallare  per  rumare.  44t 

gnaftatore,dc  guaHatricc.  44  f 

guafto,vaI  roticsdifiipato.  448 

guafto,ia  vecedi  conoico^mardo.  44f 

guafto,in  vccedi  vcofo*  4^4 

guatarciche  vai  guardare.  I349 

guacatura, il  guardo*  <149 

guattOjO  guato,  vccb  quatto*  |7) 

99  ii9 


|Q9iidfo,  ri]  l'icao  digti;iit9 , cioè  bagna- 
lo 1UI7 

guatiOi  uale  ac>]ua,oadeguiiurc,  per  ba- 
gnar neil'ic^u  u loi; 

gucl^«dc  ghibellioj  die  fono  factiom  contra- 
rie. I 8i 

guerOo>è  quello, cheguarda  ftorto.  i )r6 
guernifflcntOiSc  gujrmmeato,il  fornimento, 
roruatncQto.  i6u 

guernirc, Sguarnire-  i6)i 

guerra,&  gueire,la  battaglia.  ^96 

guerreei(’^rc  nomc,3t  vcrl>o.  4t6 

guerriero, li  belUcoro, che  volentieri  fa  guer- 
ra. 4*6 

gufTo  Tcccllo  notturno.  ttii 

guidarla  feorta,  il  conduttore,  &lacoodut 
ince.  4*ì 

guidare.pet  conducere  menare.  4 1 { 

guiderdonare,per  premiare.  4x1 

guiderdon,&  guidardon»  il  premio,  la  rema- 
neratione.  4^1 

guinzaglio,  fono  que  duo  anent,  che  foho  al 
col  are  del  cine  $17 

guifa, vai  forma, modo, maniera, vfanza, fog- 
gia,fìmilitudine.  icr6 

guizzante,val  vibrante, lubrico.  1 49 1 

guizxiare,per  lanciar,  & vclucemeute fuggi- 
re,ifugure»(coricre,moucr(i.  149 1 

guiizo,e  qìio,che  fa  1 1 pefee  nelPacqua.  1491 
gufcio,U  fcorxa,o  la  corteccia.  1 1 

guftjre,per  alfaggiare  que1lo,che  mangiamo 
n b uemo.  1 )t  t 

gu(lo,I*uno  de  cinque  fentimenCi  del  corpo. 

H 

H 4 e 1 1 I,  vai  fuftìriente, atto.  747 
habicacolo,ta  habitarionc.  p)| 

habifare  vcrbo,ner  Ilare.  9)1 

hahitaro,&  hahitan,la  habicatiooe.  p){ 
iiabicacioQe,&  habitationi.  p|) 

Bftbitaton,&  habilatore.  9}) 

habito.iQ  recedei  velbmeato.  IfiC 

liabito,Uqu4liti,laforcna.  ipjf 

hamoda  pcfcarcydc  hami.  lopf 

harmonu  , & armonia,  vai  concordanza  di 
canto, & di  fuono.  101 

liarnic  nizare,pcr  cantar  dolcemente,  lox 
h^rpajlromcntomuficonoco.  106 

lurpie  animali  lotdjfiimi.  }Xt 

balla, & il  j(hccioIa,il  diml.  491 

Ìijucreanme,che  fìgnibca  la  roba.  H9 


H 

I4}i 

U* 

all 

axi 

ÌÌ9 
■ Ì99 

iv9 

i6xr 

i&f 


,hauere  ver!>o. 


TAVOLA 

hierarchia,fir  gerarchia»  lo 

hiuno,val  canto.olau  le.  *7 

Iiiron>bnc,  ArondineWa  vccdlo  alTai  noto. 

veri»  rondinella.  1006 

hirfutOfVal  horndo,rabuffato,  & afpro  di 
pelo.  1)41 

hirto,o  irto, vai  pelofo.  134) 

h ilona,&  iloria,^  hdlorie.  4 9 

hdlonci  celebrati  da  uolln  poeti»  99 

hiAnceanunale  pcrmciofoacani  detto  da 
alcuni  porco  fpinofo.  1x19 

hoggsche  vale  anchuo,  bopgidÌ,iI  di  d'bog. 

g‘  ** 

holocaufto,il  facriArto,viccima. 
homeri  fono  le  fpalle. 
homicidio,micid»o,&  amazzamento. 
lioneAaydc  honeAate- 
hoaeAamente  aduerbio. 
lionorare,per  colere, ouerire# 
li  onorato, bonorala,honoraO. 
honore,&  honori. 
hor,clievale  alcuna  volta» 
hor,che  vai  hnalnicuCc. 
hor,chc  vale  adc(To,o  al  prefente. 
hot  fu.l  ac.age  Jtoriu  cxutaotK.  LaUagelit, 
hor  fu  vialionantif.  iat.  age  rooJo,age- 
dum  x9r 

bora  .quando  tempo  ligniHca.  a'.4 

bora, in  vece  di  adeflo>o  al  prefente.  a&p 
iiore  canoui<hc,ooC  prmia,terza.  x6x 
horìuolo»&  horolugio,  che  batic  Phorc  m 
genere  a 6 

horologio^&horinolo»  x66 

hortanza,che  vale  honoranza.  400 

horreuolc,in  vece  di  iiouurcuole.  400 
horreuolczza,to  vece  di  lionurcuolezza.4oo 
bombile, vai  homdo, brutto, pauentofo, hor 
nbilmeare.  pcp 

horndo,val  paueatofo,cembile,duro,afpfo. 

fOO 

liorrore,val  rcrrore,marauiglia.  1 194 

horto,0thortJ,iÌg6rdioo.  1 107 

bartolano,qucno*  che  lauora  l'horto.  1 1 07 
ho^ite,lo  aibcrgupre,&  il  forcAiere.  9)4 
hofijggio,in  Aacico,(hc  li  da  ad  altrui  per  ii. 

curia-  vedi  fianca  7 $0 

hoflcflo  c0ercito,qu.in  liofles.i.nimìci.  499 
liu  Ae,qne)io,(he  alberga,  che  viene  alber 

lioTlelloyPhofpJtto,  ralbcrgo,raUoggiamcn 

^14 


biac’mto  pietra  pretiefa  di  coler  fìauo,&  btó 
do, cioè  come  Poro,  & liinicic»  1 1 ,x 

I 

I,  in  vece  di  li,  & di  gli  orticolo  del  plura- 
le. Il  74 

ÌacoÌi,foQO  fpetie  di  fcrpi,  che  fi  lanciano  co 
me  il  dardo  1 1 pò 

iacolo.il  dardo  dalaociare.  4)9 

iattura , c proprio  tl  danno.  & la  perdita 
che  fi  ha  nel  mare , Oc  piglia^  per  ogni 
.danno-  769 

iddio, & Dìo.  I 

idea, e locnempiocherien  dauàti  per  ritrar- 
rciouero  la  iinagioanua  i{T9 

jdioma,ilpaiiar  proprio.  1 )px 

iiliuta,vaie  ignoiitc, grullo  d^ogegno.  1x4) 
idoto,&  idoii.  X4X 

idoneo,  è quello,  elicè  atto  Oc  fofficieoie  ad 
ocnicofa  744 

idro'^lta  ,c  infermità  che  ciò  che  fi  raan^u 
in  acqua , Oc  in  vento  li  traniuta.  1 69  6 
ignauo , vai  da  poco  pregio , Ac  cardo  di  ani- 
ma  1x4) 

j9nominia,la  vcrgogna»tI  virupeno.  no 
ignorante.c  quello  che  non  fa.  1 14) 

ignoraoz  -i,&  ignoranna.  1 14) 

Ignorare, per  non  hycrc»  1x4) 

Ignoto. vai  non  cooofciuto.  1x60 

Ignudo, vai  f|>ogliavo,&  pmeta.prìua  iei6 


1)0  hoAia.ii famfido.  »,  woom oocca»  ir 

hebe  dal  verbo  Iicbeo , che  va!  far  debole,  * bofheTc,8t  holticro,  la  hofietia,  Io  allojffiia-  , per  pigliar  con  la  bocca  come 

01  curo.  iCLéi  m Od  I ..  t .. 


li,  9c  lo  ariKoh Usi  (iugulare.  1 87f 

ilice  albero  fimile  all  Mjurrna.  1 1 6) 

ilietarc,ciie  vale  carraie  IO  la.  1994 

illuiarc.pcr  farli, o entrare  in  lui.  1894 
ti.lumtuare,  per  ilUi  Arare  cxi 

i'luArare,pcr  illuminare, fchiarire.  61 1 
itluAre,vaI  chiaro, nobile.  ]p6 

liluAniCioccfaiati  perfaraa»  409 

image,in  vece  di  iniaginc.  tip 

iinaginare,eercoafidcrarc,penfare.  1 xt; 
imagmationcyla  mtagmatiua.  t xr7 

iinagtoauua,latmaginatioae.  ixt7 

iinagme,tmage,&  imago»  gap 

imago, la  imagme.  8xp 

imbardarc,lmbardigliare,  o imbarbigìiarc,  p 
innamorarli  parzzameocc*  6)9 

ÌQibccd]it4,val  dcboIezza,bacchczza,e  flao- 
chezza  del  corpo,*  delPanimo.  j«p 
imbelle, ual  non  atto  alla  guerra.  490 
imbcAiare,pcrfarfi  brAia.  1196 

imbiancale , imbunchirc , per  bìancbcggia- 

u . 

itnboccare.per  porrei!  aboia  bocca»  ii7p 


ofeuro.  )66 

hebeno, legno  negro nobfsìmo,&ptghafi in 


II* 

• 171 

6 

• Ut 
• 67 


genrre  per  lo  colore  negro 
bdlera.A  ellcra  herba  ootifxima. 
beli,lieii,in  vece  di  Dio. 
hehrropia  pietra,*  herba» 
hemifperQ,*  hemifferia 
lierba,*  herbe  in  genere, 
herede,*  rede>qudlo,cbe  heretfita. 
ber  editò**  retarla 
herefia,*  herefurca. 
berefiarca,tl  principe  de  gli  heretid. 
berettcì  celebrati  da  noAri  poeti. 
hcreiico,queUo  che  oon  aede  in  Dio. 
hcrmo,*  ermo,  luogo  (olicano. 
hermophrodico,  quello, che  ha  fune,*  Pah 
irofefTo. 

hcroijche  fonogli  huomini  famofi.  4pf 
biacuto  pietra  prcciofa  fimiJc  airaroechy. 


fanno  1 cani  quando  imboccano  le  le- 

f”*  l)7f 

imborgarciper  entrare,  o habitare  in  boreo. 

9if  ® 

ìn)borfarc,per  mettere  IO  borfa.  ippf 
imbofchire,pcrfarbofco«  1 109 

mibracaarc.comeimbracdareil  feudo-  C76 


mentOyola  ftanra. 

IioAilc,val  cofa  nemica.  .«2 

horta,m  vece  di  bora. 

hutjvoccdi  dolore,*  di  amaritudine.  iti6 
humanitò,*  humanitarc,chcvaJcortcfia  41 
humano,vaJ  huom  correfe. 

humido,  humida.  g^.g  

1109  liumilc,irj|bcni»nu,huiiiMO,il!.Bchovilc  ""1*""“"'* i8i* 
i)x  * baAb.  ••**j7*’occata.uedi  alla  ditfioncbroccat*.  px9 

I,.  humliaw.perùriJhumrie 

&rulinle.  ' 

huqulci.  &humitude,ch’e  il  contrvio  dt  fu 

p«ibij. 

humore  tcrrcftrc.la  humidicd. 
humore  corporale. 


I8t6 

I*X6 

l*X7 

I*x6 

4* 


irabruoirc,perfarbmno,oera  $t9 

imicare,perfeguire  d*alcrui  le  uefligie.  i6pa 
injmacchiare»  per  afconderfiin  macchia» 
1199 

imniacuraro,ual  non  maculato, netta 

^ >*nmanifiiino,ual  crudclifiima  • 

huommi  marmc-fiimofi  celebrati  da  0011*1  crudo,  acc/bo. 


40 

• *r* 

Mpg 


fi4 

TP6 


poca 

liuoino , & huom  ,ooe  petfona  morulcT 
• ri7 


u^^'r  r,  . .loiro.BoIuone 

htdnfcrpe.coC  J«i»,p»rcIichalMUinac-  >f»7  ® o.pomone. 

. "PO  •“““'«.in  «ce  di  Dio. 

‘■-Po.^rofo.cbcv.lb.fojuo.&^ili.^^ 


iramcgliure.pn  fur  mejliore.  io., 

unmergcrc.per  poncce.o  huccar  dctro,o  fot 
toa.,ua  ,0,4 

inmuarc,  pcrCufi in  me.'o  entrare  io  me. 

i8«; 

immiUare,pet  multiphcare  in  migliaia.  1711 
imminente , ual  apparecchiato,  & fopra. 
uaaie.  „ 


^im>l>ilc,cK>ènoA  nnirahilf* 
iiomoUjretp  mrene^ire»o  per  bagoare*  1690 
imnì'>n Ji(ta,lo  fporchczzo.  Ili  7 

immoruk,rior  non  mortale.  1 r 

émoyche  vai  bafloA  rrofondo.  4 7lia 
impacciare, per  f «lidire,ooiarc.  * )o  1 

•niRaccin,vat  faAiilio.ooia  <}oi 

impallidire  nome  & verbo,  per  diueatr  palli 
doL,&  bianco. 

impalmare, per  giunger  palma  a palma  m 
/egno  di  fede*  *i)9 

tmpaiudare«perentrare/)far  palude.  1079 

amparadifarciperentraria  paradifo*  67 
amparare,per  comprendere. 
impaHare,chc  c proprio  della  palla  1601 

àmralUicoarCfper  tmbruciare  con  empu- 
vro  o limii  altra  cola*  1 9& 

impaunrc.perhaucr  paura.  iak9 

impanare, & impaiitre,per.diuentr  pax 
xo.  1147 

impecaace,per  imre^lare.  994 

impedimento, lo  cdlacnln.  • )oo 

impedire, pei  vietare,«.dlirc.  aio  > 

im  '#enare,r<r  d >r  peguo.  >C9 

J«t.eiare,per  metteic  neh.  lui 

émpennare,per  metter  peone.  99* 

impeoraumeate.cioe  airimprooifo.  I x6r 
ira,i  eradorci  & imperatore.  17# 

imperatrice,  & imperadiice.  17  ■ 

im  erfeao,cK>e  non  perfetioa  4^71 

imperio,impero,U  lìenona-  |74 

tmpcnolo,c  «quello,  ue  troppo  ft^ierbamen 
te  domina.  |7t 

imperlare,per  ornar  di  perle.  1 14} 

ém.^o,&  imperio, la  fignnria  I7l 

àmpeTuerlarc,per  (ax  pazaie  peruerr^dc  lofu- 
tiare.  r7J 

tmpero.Sr  emrrro. 

■mpenoli  celebraci.  i $ 

impetrare,'^ ottener  grada. 

9m/ctrare,  per  fard  di  paeoai.  vedi  impietra 
xe. 

lmpctuoram<ntc,doè  i5  gride  impeto  rei 
èmpetuofo,eal  pieno  (Tunpeto*  rei 

impiasarc.per  ferire  f 14 

bmpiaitncciare , per  imbrattare  000  eofa  che 
attacchi  come  cmpiaftro.  191 

impiaftro,  & cmpiallro.  1 9 » 

Impiccate, per  fo'pendcre  i74« 

locare, mcttere,ac(|uiftare.  pfi 
impietrare, & imfctrare,peruidurarli  come 
pietra  tilt 

|mpigliare,per  emrire.  176) 

impinguare, per  mgrair.re.  i}ii 

impticare,renouofare.  164 

impolare,pcr  entrar  ne  rolt*  4*4 

imporre  aome,auc  comandimeoCOfimpoG- 
tiooe.  4 , 1 

imporre,  8r  tmponere  verbo,  per  cominette 
re,comaodare,deputare  4 1 1 

importarc,per  lignificare, dmotarc>riIcuare, 
valere 

lmporiunare,per  Ci(l>dire,noure. 
importuno, vai  molcfto,fdtjdiofo. 
vmpofsibilr,CK>eooa  poftibilc 
impouenre,perdiucntre,o  far  pouero. 
émpregnarcyper  mgrauidaje 
vmpren  dcre,  per  i m parare. 
imprendetr,pcr  a0umerc,o  pigliar  per  ìm' 
prtrfa. 

smpreia.equindu  fi  ptgha  a fate  alcuna  co 
ia  dt  moioento.  4- 19 

impefisvateofttaaro  duro.  9$t 

imTVcfie,ral  0ampare,fvgnate*  iti  i 

imprefuonc, In  impronto.  Jt  t 

im^ngionare,  rerinca-cerare  ){| 

hnfnmerc.per  JUmpare,loimaxc.  ifii 


tio 

f4o 

1694 

I** 

1)6 

•40 


TAVOLA  . 

iinproDrafe4>erin\prirocre.  l-fla 

iraprouCo,  vale  importuno,  &prefomuofo. 
tI9l 

tmproucrafc,  de  rimprouerare,  per  buttar  in 
iicchi.  1A4 

icnprouifo,  improuifa,  dcalPimprouiro,  che 
vale  >mpeoU(ameote,iQ  vne  mHaaie.194 
iraprunare,per  por  de  prunt  4 190 

impunito, vai  fcDia  pena  a «24 

in,prcpc  fittone, dello  illcfib  figoificato  appo 
noi, che  appo  latini.  1976 

in  che,a  che  che  vale  io  ijuello  d>e,  o m quel 
la  cola  che  ai76 

iaabadoro,ctocin  arbitrio  di  fortuna  1484 
macerbare, pel  fare  acci  boyiodurauyiiiitaie. 

1644 

jnao4uaie,pcrmoUare,ob^^are.  101^ 
ioaffiare,pcrbaeoare,o mollare.  lo  9 

inalbare.pcr  imBiaiuace.  814 

inaliate. per  altare, leuaie-n  alto.  1774 
mamorarc, tnamoraio  vcdimD;imorarc,in> 
namorato.  6^9 

maoellatQ,vjUierpoyricciOyaiinodato,inior 
nuto.  7i) 

maoimare,per  far  animo, per  inrorace. 
marrarc , per  locapparare , o appaieccliiarc. 
760 

maificcìatcsvai  mcio  abbruA.ialo.  9P9 
inai  erare,rcr  mciudelire.  r t> 

in a0ct«<»,valeaccoinodito,ia  ordine.  7*B 
in  bando,vaIe  m efaih  1 ttt 

in  bteue  aduer.ral  bicuemc  ite.  197 

iucJtameiiio,vaÌ  ioUcutudine,  conUrengi 
mento.  I tf  r 

iocal4aic,('cr  rollecturc,dc  per  coniircngcrc. 
ITf‘ 

iocantare.ier  fare  incanto*  7 8 

incaniatore,d(  lacantatrice*  798 

tocaniciimo, incantagione.  798 

in  canto, mcaDtameato,tocaQtcfimo>iacanta 
^pne-  798 

mcarellarCfper  porre  il  capello,  incoronare. 
<•844 

mcape(lrare,per  legare  col  capefiro*  h* 
iocappaie,mtoppate,o  incontrate.  604 
incafcerare,rcr  impregionaie.  IH 

incaico, il  f efesia Brauetta  4)tt.i7r4 
incarnaie,rer  v>uihcare,&  darcarne.  ijio 
incanno, vai  male  accorto.  1 149 

uiiautamcntc,ooé  non  cautamente.  1 aap 

9*7 
987 
99 1 
i I7J.I6)7 
79) 
17) 
1097 


incendere,  per  lafummare* 
incendio, lo  avccndiincnto. 
uiceocrarr,rci  (ét(\  di  cenere. 
mcenlo,e  gwuma  odotifeta. 
inccrarcypcr  vac ere  di  cera, 
incerto, vai  duboiu,dubb  oiò* 
mcefpai.per  iiicapparnel  cef^o. 
incciluyval  congiuuguneniodi  parente, o di 
fjicidote.  68) 

in  Jte,v>leinqual  cofa  che  1484 

iiujuiiuaie.per  ferrar  con  chiaue*  9)* 
tncbinaieidt  inchnaropei  picgaie^bumihate, 
abbacare  1789 

inchinato,  vai  piegato.  1 789 

iucliiocuole,val  picghcnole.  1789 

luchioilrOfla  tinta  con  cui  fi  (ernie.  404 
incidere, per  laghare.dc  per  intagliare,  ni 
iocielate«per  porte  m ciclo  66 

incinquart,p>  far  ritornar  cinque  uolte.  171P 
itici'cniarr,per  tagliare, 0 intaccale.  ni 
incit  te.per al(eture,allucre.  676 

inclito,  vai  |^ono(o,ecccllcorc.  qop 

lucolpaie.pcr  accufiie,acc^ionare,  dai 
la  colpa.  601 

incomiuuare,3t  cominc.are,  per  principia  ■ 
re.  1609 

lucoAfiantCjUale  uftabilc  legg'Cto  1 74 


moonftanza,uaIc  ìnnabihta.  « 74 

incontanenic,  vai  fubi«o,lo0o.  i9r 

IO  contegno  aducr.vcdi  contegno.  « r6a 

mcoACo,val  icapigbafu«eica4aotdioc  144) 
incontra.&  incontro.  604 

incootrarCtper  fioiitrare-  604 

inronrrare.peraucnire.  159 

incontro, d(  toumtra.  Oo) 

iiKontfo,chc  vale  «Il  veeed*  cambio ,0  di  ii< 
compcoia  noe  aHo  iiicocitro.  6o| 

inconttc*  aducr  come  al  primo  iDConCro*6o) 
mcorarc,dc  ruicQcare,pot  £i»r  aauiKi,purTe  io 
cu<  re.  1)1$ 

incoronare  g emmar  dt  corona.  )9a 

incpronatrvcioe  ornato  di  corona.  )9a 
mcieiiibiie,da  non  tredere.  4 280 

ifìac(cerc,per  failidiie.  i}o| 

uicrotiuhiare,perporrcto  croce.  49 
tiiCiudclire,pcrdiue4ur  ciudcie-  496 

indarno,  valcjiiuano.  69) 

indeN. lite, per  far  debole. 
uu(c^uitafc,drindgQiiate«  404 

tnd<gno,d(  mdigiio,cir.enoo  degno.  408 
indi,  che  «ralali  quel  luogo,  uoe  <h  h,  o di  hu 
960 

iiidiare,perpaitictpare<on  Dn».  i 

indicele  quellochc  a^euia^  JicmciUa  co- 
me telbnioriio  8c6 

indirlo, Val  fegno, anta.  4pr 

tnd  co,e  Col.  le  azurio  feuro.  Sia 

iiidiu)inarc-  4029 

indietro, che  pa>uimcnto  dinota*  447P 
uidigniure , & indigno , vedi  indegnitate,  & 
indrgno.  40B 

indirncare,  & indirtzarc,  vedi  drizzare* 
1690 

indjfparte.val  feparato,o  1 dmerfa  parte  9P& 
ioduione,il  fpatio  ch^uindeci  anni, A piglia- 
li  in  vece  del  tempo.  ipr 

indibifibile,val«inrcparabile  14  a 

mdunfo,  indiuiia.  vai  non  diuifo , non  fepa- 
rato.  147X 

indonnare,rer  Infignortre.  )88 

mdoilo , vale  intorno,  punendo  la  parte  per 
Io  tutto. vedi  dodo.  t77f 

mdotro, vale  Ignorante  ■ <*4* 

indquare  verbo  compofio  da  doue , voce 
Danterca.  9n 

indpuinare,'  er  vaticinare.  787 

iodouini,&  aueunceJcl’iati  danfipoctùzS? 
uiduuinoaJie.da  diuiro  t at.  787 

indnzzanicniD.aoc  indumooe.  4 1 1 

indra(arr,c>oé  coo.cdtacu  incrudehre.t  1 pò 
in  dubbio, vale  joccciu.Culpciu  vario*  ambi. 

*«o.  17» 

induccrei  rer  tirare*  prouocare,o  conducere 
a fare  alcuna  coia. 
mdug-are,pef  tardarciaipcttare. 
m lugioJadimoraiLatacdinza* 
indurare.pcrfar  ifuic. 
indu/aro  1 fatto  duro, 
indullna  la  diligenza. 
inebbrure,l(  inebbriarfi. 
locfiabtle, vale  ine  nairabile. 
inerme  vai  difaimaio. 
inerte  vai  pcgro,da  poco,polttoar.&  feoz'ar 
*«•  I f 07 

inerr{a,Ia  ptgricia*la  poltroneria,  la pecor.ig- 
g'06.  ipo7 

ioercjii.va)  prefialPefca.  ip97 

ineQare.per  incalmare.  )07 

tncdimabiIeanocincoiiiprcnfiSlc*  lapl 

locteriio.val  fempre.vedi  eterno, 
lufacendatetper  far  faccode. 
infame,  vai  vituperato* 
infamia,la  mala  fania 

mraniJiiouoi  fauiiulh  che  oó  fanno  rarla^^ 
^ f ini 


41) 

iroa 

iroi 

1688 

1688 

•47 

«44 

<491 

4^9 


16 

77f 

147 

•47 


1 


dbta&fon4o«  trio 

tnf«ufto<  V «te  infelice  ifortoaat#»  7^6 

infelice  vaUfortunato*  7oe 

infellonire, permcniJelire.  ,rrr 

infenorcji^ai  piu  bailo.  1781 

infermare, per  far  debole, 7riuar  di  faoicà. 
I6t) 

infermiti,il  conerario  della  fanid.  leti 
tafcrmo,u  al  malafo,egroto«  1 

ioferoo,8c  mferoate,  ^vcdi  l'indice  de  nomi 
proprti.  1 800 

fafeftmeiilo,la  moleftiada  noia*  reo 

infettale, per  roole(lire,noiare«  fto 

tniiacchtre/perdiaeairtiaccr».  i8| 

in6afnmarc,ner  inccndcre.ardere*  pf4 

in  tìiic, quando  lucm dinota*  at4 

intiiie>4duer.aoe  hnalmente.  961 

infingere,  per  fimulare,  one  moftrar  di  non 
fapere,&  anebo  p ficcare, o fermare.  i67r 
infinicamentCfCioe  feoza  fine.  ino 

iafinico,ciocfeQzafine.  1710 

mfiorarc,per  ornar  di  fiorì.  tij6 

infocarc,rer  infiammare.  ptq 

mformarc,per  ammaefirare,  cioè  dare  cogni 
none  di  quello  che  non  fi  fa*  ino 

infonnatiooe,(a  notizia.  ipio 

infornare  per  meccer  in  forno.  919 

inforfa,8c  inforfe,vale  m dubbio.  17 1 

infra, 3cintra.  I7t« 

infreddatc,&  infi'eddaeo*  $c  t 

infretu,val  con  foliecitudine. 
infrondare, perornardi  fronde*  1 icp 

in  frotu,valein  quantità.  ir? 6 

mfundcre,&  mfondere*per  fpargere,&  per 
^iture.  loto 

io  tu  >n  vale  eccetto  che,ocome  volgarmen 
ce  fi  dice,da  Dio  in  giufo,&  fienile.  964 
ÌDfuon,&infuora-I.ac.catra.  964 

infufoyva!  bagnato.  I oto 

infiicurare,per  far  futuro,o  da  dorare  pel  té- 
po  futuro.  atr 

iognnare,perfraudarc,decipcrt.  pii 

fngannaro, ingannata.  p 8| 

ìngaanatore,n  fraudatore*  p|} 

inganneuolcjo  ingannatore*  pf  | 

inganno  lafraude.  pi) 

ingegnarc,per  inuefttgare»  1 

iogeuiofi  celebrati  da  noftri  poeti.  ixjp 
iogegno,!  • mente,tl  naturale.  1 ajp 

togeiÌi)fire,perdiuenirgeloro*  ajp 

mgemofoiingeaiofa.  1&99 

ìngenimare,per  ornar  di  gemme.  1141 

ingcntilire,per  farfi  genol^  6 74 

ingenre.per  mtrometterfi.  t7xp 

tnghiotfire,per  ingoiar  e,&  per  diuorare  t}f  1 
mghiftara,&  eDgi(lara,vafo  di  uetro  da  ac- 
quato da  vino.  Sta 

ifigtgliare.per  farfi  in  giglio.  1174 

inginocchiare  ^ner  porfi  10  ginocchioni.  1 4pt 
ingiro,  vale  intorno.  160 

togiancare,per  coprir  de  giunchi.  1 1 SS 

ingiungere,  per  ordinare, per  impoaere.  1477 
tttgiuna  la  offera,U  calunnia*  p?  e 

ìngiunareiper  fare  ingiuria*  pp4 

higiunofo, vai  pieno  amgiurìe*  p?e 
Mgiufiameote  aduer.  • 477 

logiufto.aoè  non  giufio.  1x77 

ignominia, la  infamia.  xao 

logourCfpertnghtoccireideQorare.  iqae 
ingombrare, per  empire,  & occupar  la  mente 
difaliidii.  4ii 

Àgord>gia,valetnfadabiI  roloati*  i)So 
ingordo, vai  troppo  auido.  i|So 

nfcoete,*  raccogliere , 
iogozxarCfpermandargiu  pcrlo  gozzo,  eoe 
perla  gola  il,] 

ingranducipcT  fargraade*  1441 


• TAVOLA 

togra  Jare,per  far  entrar  di  grado  io  grado#' 
64! 

ingrairare,per  far  graflo.  i )z  1 

ingraumdine*  870 

ingrato,  vai  feooofeente.  670 

tograuidjre,per  impregnare.  Z|7 

ingrolfarciper  dmenrr  groflo*  1798 

inhoncltOfVal  diihonetio.  aii 

miquicifla  malignità.  P7P 


iniquo,  vale  tagiuiio,dineate,difeguaIe  p 7 r 
inleiare,pcr  farfi, o entrar  in  lei.  ìii  4 

m luogo  aduer.che  vai  in  vcce,o  10  cambio. 

9CO 

In  malhora,8c  in  fua  malhora*  164 

in  mantioeace,val  tolto, Acquali  io  maoCe- 
nente.  »vp 

io  mezzo,  vedi  alla  dictionemezo.  I7Z4 
innamoramenfì-  <*|8 

innatnorare,é(  mamorarc.  ^ì9 

innamora ti,8tiaamoraCi  celebraci  danollri 
poeti.  6)8 

innamorato, mQamurata,o  ioamorato.  6)8 
innanzi, che  tempo  paflato  dinota*  ai7 
innanzi, quando  è moutmeoto*  M98 

innaiizi  cnevalem  prefenia*  1411 

innano,in  vece  di  dauanci,o  prima.  16 1| 
innafpare,pcr  muolgere*  164 

lnnC(tarc,per  infilare, omcalmare.  I ip7 
innocente  & innocenru  1177 

innuivtrrabile,val  fenia  numero,  & quali  in 
finito.  *656 

inoltarc, per  entrar  oltra.  1498 

mon  dare  per  afioadare,bagQare.  t oi  ) 

inopta,la  puuercà,ta  miferia  |i6 

inoilrare, per  ornar  di  oltro.vedi  olilo.  ipP4 
in  palefe  m publico*  1 678 

in  parte,che  vale  m luogo.  9Pa 

in  parte,chevalin  tal  modo*  1761 

tu  poi  che  vai  per  lo  auenire*  z 80 

in  prefenza,ctoe  dinanzi  pnrp*  14*9 

inprtma,cioein  prinapio*  I6i  1 

in  proceiTo  di  tempo.  ap8 

in  proototvedi  pronto*  Ifox 

mpublico,valein  paltfe.  I679 

io  quella,cfoè  io  quello  iftaaCe,ia  quel  mezo 
in  quel  punto.  aci.ipio 

io  quello  mezzo, aoe  in  tanto.  I9>i 

inquietOfinquieta.  I7) 

inquifirione,la  louelligatione*  1411 

ioquifiiiooe,Ìotnuclligatore.  I41 1 

in  rotta, vale feoofitu  m fatio  «Tarme,  poj 
infaccare,per  por  nei  facco.  iipq 

tofalare,rerfarfalfo.  i6oz 

infalata,&  inralatuzza,&  fatata.  1 6oa.i  6op 
infaoguiaarc,per  imbrattar  di  fangue.  p)7 
infanOfVal  ilolto, pazzo.  1x48 

infaporare,perpigliarfapore.  16)8 

in  fcambio,valein  luogo  o m vece*  176 
infegnaja  bandiera.  497 

infegnare,per  ammaeflrare*  $\6 

infernCySc  infieme.  1979 

iofemprarc  per  eternarf*  490 

infeofaco,val  fenzafenno*  ii|d 

tolidiatore,  & lolidiacori*  pia 

infidie,  fono  gli  aguan,leiiidx)rcate,i  nafeon 
dimeotf.  pta 

tofieme,&  infeme.  ipp 

iofiemeroeoie,valiofieme,parireeace,  vguai 
mente.  ip7r 

infipido,vaJ  non  faUco,feoza  lapore.  i 
iDfoi)are,per  far  vano,  vedi  follo,o  faoUo* 
*96r 

in  fomma,rat  in  fine,in  coaclufioae,romma 
mente.  1619 

inlbbtle, vai  lenza  fiabitid.oferaiczza.  17) 
iolbnza,che  vai  requ  ifinonc.  194 

lafUllare^pergocciare*  loip 


iaftraere.per  ammaeflrare, infegnare,  ordi- 
nare. 8)6 

in  fu«&  in  fufo*  i7?8 

infulcare,per  far  infulcodngi urtare,  3c  per  di  - 
leggiare.  p77 

inluUo,lo  afialco,1a  ofieofa.  p7  7 

iofufare,pcr  inalzare.  1778 

incagltarCfper  fcolpire.  ^8X7 

lotagliacondi  llacue,  celebrati  da  ooiln  au- 
tori. Sar 

intaglio  perla  fcoltura.  8Z7 

inuatoivale  a quel  traipo,  o in  quel  mero  «fi 
tempo.  198 

intatto, vai  non  cocco,  8t  per  meU.tmmacu- 
lato*  1440 

intafcaroyrer  porre  in  lafca.  iffl 

ia(ellctto,&  intelletti.  ix)^ 

intempciliuo.val  fuor  di  tempo»  17  9 

inteodcrcyper  vdire^afcoltaie.  i)7^ 

in(enderc,prr  Aare  intento.  1x67 

mieadcrcjper  conofccrc,&  per  fapere  per» 
feteamente.  latp 

intCQcnre,per  farmolle.  1689 

tDtefu,che uale intento,8c  fifo»  ix6t 

inccDCo,val  diligentemente  attento.  1167 

intentioac«loaito,chcgoucroa  la  votonci. 
ixra 

intepidire, intiepidire, per  templare.  617 
interamente, & mtegramente.  1694 

ioteixc(to,ual  prefo  da  nemia.  ]f4 

inicrdecco,ual  era  quello  ch'e  detto*  1 190 
inCenora,4  quello  cit'é  dentro  del  corpo* 

Mir 

intermezzo, ual  tra  qjefto  tempo*  i7ir 
intcrnare.pcr  andare,»  encrardentro.  961 
interno, ual  cofa  di  dentro.  96% 

tnCero,iatJcru,  & loticgro,  cioè  non  rotto* 

*694 

ioierpoacre,pcf  intercedere, clTcr  aezano* 

iDterprctare,per  dichiarare.  #)t 

interprcie,aoè  che  dichiara*  •]• 

interrompere,pcrfpczzare*  444 

tocerfitio.ualeinteniallo*  474 

inccrtcmre.pcr  ritardare*  179 

intenialloÀ  tempo,il  mcdefimocheialcrfi» 
tio.  X74 

in8eruallo,che  lignifica  diAanza.  968 

ìntcruenue,Ac  iniraucnire»pcr  accadere*  1 fé 
intiepidire,* intepidire, pertcmperarc.  617 
inroppare,ner  tmbattere.  604 

intoppo, cquan do  duo  t^ncontrano  io  un 
luogo  medeiimo.  404 

iotornare, per  circondare*  i46i 

intorno,*  dintorno.  14^. 

mtorno.muecedi  circa.  tc^ 

JoCra,inrra,tra*  fra.  tjic 

iotrambo,intrambe,*  intrambi,  che  ual  tnz- 
dduo.  ,y,Q 

intralafciare,  per  dlfmettcrc,  lafoar  fcorrc- 
refenza  far  alcuna  cofa,  fu  uacatione. 

1486 

intralaarepernoltarc,*  riuoltare,  attuai , 

* mentaiméte  per  rìtrouare,  li  ucro  • i)oa 
intramettere,*  iotramcttcrfi,per  eflermeza. 
no* 

intraoagtiare,*  trauagliarc.  t )o& 

incraueoire,*tnccrucnirc,pet  incontrare,  ac 
cadere. 

iQtrcarc  verbo  formato  da  tre.  1 71  a 

uitepido.  vai  feoza  paura*  60 

torneare,*  iDtrigare,per  aniloppare  544 
intrìnfecoval  domellico.  707 

introdurre, per  metter  dentro,*  rocta-pcr  io 
fcgoarc,ammjcfbre.  4 1 1 

incf(7ductiooe,io  lotrodur  il  pruicipio,1a  via 
lamczanità.  411 


iotronarc«pct  gridar  forte  a guifa  di  footo. 

iotrooue,che  va!  dentro 
ÌntroMrc,pcr  mfupetbire. 
intuire, per  farfi  o ecurario  te. 


tavola 

■fpero.  •Ut 

ifcacciarc,dt  (caccìare,£c  discacciare.  óos 
tfcede,&  ifaedc,flc  fciede#  • aro 

ifchdeltàyC  propno  Schifare, vna  cofa,fde* 

m tutto,«l  u.uln.cote,gcneraImenie,a  f.t_ifeond„«l 

® i73^fcotcre»Pcrbattere,lcronare.  . , 

iniuthire,per  diuenir  »,».  W-ifc«iio.«c  ifenoo  <puC  «aTat»,  che  Tal  ror-],„po  & l,mpa,<he  Tal  frleodore, 

ioTaL,TiUiodarDo.  ^ «U  to.o  rottura  lampreda  pefee  afla.  noto. 

iouafarc,per  porre  nel  rafo.  Kcufarc,i«  feufar^  j r r ■ 

•n  Tece,»ile  l^quel  luogo, o u.  quel  fc«n-  -iHmfure.per  ^ .'"i 

. ^ ^ * j,^—|ffio»mcnto,  per  uenirc  a fine, come  andare 

inuecch.are.perTen.rTecchio,  M»  . ‘““«"'“i'-f"'”;'/-  •"« 

tou^l«e‘^n3du«,  Cloe  ha»er.lnu!^-^a«!l’pGure,Uuoce  deftorni 
inutmone . J ndouaM  ntrouamen»  .’“-dhèlÌo,ar  fu.Ho.Tal  deliro,  f„el».TeIocc.,g. 
inu«r*re,.1ritrouarore.  le»! 

iouentr.ire.per  entrar  m alcun  luogo,  ipe  ,fole  celebrare  da  noltn  poco.  »! 

Én»er;jnnTeroj>repofitione.  *o»  K'"' 

inuetarc.ner  farli  Ticino  altero.  i»»!  tfr«dito.&  fpedito. 

in  uenu.ial  certamente.  ,»fi-fnnmere,perptoountiare,dethiarare.  i6*i 

in  ucnu.vai  ccriam  i(5uattare,&  fquatare.p  topctein  peiu.  .ef 


ie»8 

q»! 


Ì::u7d«tV«volurrTnocoatraraIt»r±^a^^ 


l6i 


* ifteifo.rcdi  alla  diuiuue  dvflo. 


x94 

’iet-r 


Tatfra  TÌta,doe  cdefte,obeat»J 
lama,lacca,&  lacuna.  • ' 

lamenrare.dc  lamentarfi  nome,&  eeibo.i  ìm 

lamenCo.il  lamentare.  ••M 

Iampa,&  lampo,iHrieadore*  414 

lampada, & lampana,il  cefendcllo.  454 

1amprte>areTnomc:&  verbo.  454 

’ "■“  * * 

t091 

lanajaoe.  **97 

lan.'iiuolo.quello  che  lauora  la  lana.  » *97 
laDCCtne)  numero  del  meno, èia  ftatera,o1a 

bilancia  da  peSare  * 7 rjT 

|ana3,&  IanTa,dt  landone.  49  * 

1anciate,per  nrarc,oSaetiare.  4^ 

lanciare.p'r  falrarein  alto,&gittare«  149* 
landaja  pianura  * 

lanf*  acqua  odonfcra  

ld6?uido»»al  mefto,dog!iofo.  i8a4 

largire  nome,&  verbo, per  lamentar  doler 

lannfcgotte.ciod  barbate  piancic.  i*9T 
lanue'ne.la  fcona,jr  per  mcia.la  prima  bar> 
ba':la?»oueorutCTr>pmi3n«ia.  iji? 

1apidano,è  quello  che  ha  cognttiooe  dd>e 


ìnucfcare,per  pigliar  col  vefeo. 
lOuefciM.adie.cioè  prefi  co!  uefeo. 
inueftìpre, per  cercale, indagare, 
inuiarc, per  entrar  in  u«a.  »loo 

tnuidii,c  mclbua,  & dolor  di  animo  del  be 
ne  d*altrui. 

inmdiare,per  baucr  inuidia. 
louidioSotVal  pieno  tfiouidia* 
inuido,vale  inuidiuSo. 
sou>lu;>pare  per  muovere. 
touilib«le,cioe  che  non  fi  vede* 
£DUifibilfneace,aduerb»o. 
in  Tilt}, cioè  m afpetto* 
inBiUre»&  inuidare* 
ignito, & louido. 


,4t  iruegliafe.pcrnluegiiare. 

Ij9)  ifueoirc,Fcr  venir  meno. 

• f97 

~ iièx 

iterare,  per  intenare.triplicarc^o  replicare. 

I7IX  , , 

hn,Tal  di  li,  o in  quel  luogo  doue  tu  non  lei . 
960 

iumenti,&  giumenti, 


5S1 

f8t 

f*x 

fai 

144 


1197 


ùumo,Tal  non  fupemto,o  non  ..m...  „,iun«.o.elcun.  Tòlta 

tOTnioliaatc,aoerubi(oaU  imfrouiia.  494 9<i 


* 17^— W)bia  in  vece  dclfafpecao,  o d ella  aera . 


in  vn  momento, 
in  imOfCioèuificme. 

•onogiiare,per  far  venir  voglia* 
tnuolare.per  Cubar  di  nalcoto.  7f  1 

io  volta, vate  in  fuga,coroe  quando  vno  fe  ne 
va  Senta  vittoria,  6c  quando  lo  cfletcìto  é 
rotto.  U90 

inucJuerc,per  tmpticare,&  ioinlupparc.  1 44. 
aoutbare,pcr  farfi  cittadino.  8 

inufiuto,c.oè  non  vfato  ,non  auetxo,ncm  af 

Su^atio.  ^-“-laccio.meta-perlocoq'O. 

anutilc,aocnoB  vc»lc,difutilc.  ;44  .1 


pietre  MI* 

* 1 49  lappole. fono  herbe  a campi  inutili*  1 1 90 
*194  farsa, larforadie*  1795 

. vocc'laona,  chcval,tì,  vfata  daDancc  larfameme  vai  ampiamente.  I7vl 

largue,&allartjre.  1795 

lardato. che  vat  Sciolto.  1795 

larì»hc77a, larghezze.  1791 

largire, per  donare.  421 

larptate,cìoèdono,liberaYifi.  qiz 

largo  adie  cioè  ampio  patente.  1 7 95 

largo  aduer.cioè  largammtCtaboDdaorcmen 
te»  >795 

1877  h)iua,ta  maSchera,cioè  finta  faccia  1412 

1878  laSagne,mangiar  di  pafianoto.  I604 

laSca  pefe  noto.  1 09’i 

lafctare,&  anche  lafl*arc,iQ  rima  però, per 

S«re,ab*)anHonare.  14!  p 

laSciuia  la  lib'dine;la  lufitiria.  678 

laScin,  & laSaa,iD  Lombardia  fi  dice  il  laflo. 
719  577 

laSnuOfVal  hlvdiooSoJufliircro.molle.  4?f 
1^10  . laSdno*o,vfcello  notturnoquafi  fimdea  la 

labia.iDVCCcdellclabra.  *l84  ch'ettà.  ma  alquanto  piu  piccmlo  , & fi 

labfa,UWwa,4t  labbia.  »l^4  Sdita  dmote.  i9ii 

labirihTòtabricafo,  da  Dedalo.  554  Ja(To.ual  fat  faro,fl.nnco. 

bcca-.èirroedefimoche  lacuna,*  chclam^^ la  Su,*laflu.*  !«  SuSo.  1779 

clic  fignifica  cottcauiia , o folla,  done  Sia  lata  via,è  vna  Hrada  in  Roma  coli  detta . 

gran  quantità  di  acqua.  lt|X  179^ 


t7 — la,lc,U,lo,aiticoli  fcruicnti  al  maf.&  al 
17  fem. 

1414— ta,fnvcccdilei.odiena. 

aduetb  locale  come  U code,  la  doue. 
é8r“"  »8’8  

Tinto. 


^ Rato  dinota 
I — la  arte  dell’arte  è Schernita. 


lacciuol,*  laclnolutl  dtmi.di  laccio. 


557  Iatebra,i1  naSconefimento,*  la  oSruriti  i99è 
1 5 1 8 latini  popoli  «Tltalta.  redi  a nomi  propm  * 

•outilmcntc,val  vanamente.  7*4  g pjri«  del  bracco,*  ancho  fi  pìgliJ~]atinot&1adtoo,che  vai  agite,*  faole.  671 

IO,*  (u.Lac.ego,*  tu.  , — per  tutto  il  braccio.  H54  lato,relnimero,delpiuho,&Utora.chcfi- 

aou,evoccgrcca,*eUpiupiccioUlclerj  gnifici1>anda,o  rarte.  966 

ài  tutte  le  lettre  dciralfabeto , greco  p,rg„ic^,n  Ferrara, in  Vincgia,*  10  altri  lato, che  vai  SpatioScN*  largo,  1 79  { 

peiui.  «hikuU  uwimmima,pumo,onictc.  luoghi  chiepa.  >o9»  Utrare,rer  baiare,©  abbaiare,  come  il  cane* 

*7'’^*  - m , Iaco,*lago.  “>8o  ,ao6 

ira,e  colera, A itizza.  r*c  lacuna,*  laca,  vai  fofla,oconcauita.  un  latria  voce  Gr.è  quella  Sarujiu,  che  a Dio 

sracoodi  celebrati  da  noltri  poeti.  56}  


. . , : A -,  ladino, ralSacilc, vedi  latino* 

aracondia,e  ira  che  dura,colcra,ftizza.  r4j_^^  celebrati  da  nofiri  poeti . 

éracoodo,ualcolcncoj^ftazoft}raduau).  pèj  Udro,latro,*  Udroncelloddimi. 
•rufcert.per  coruccurfi.  f ‘^Jadronecao,.!  Umtanto. 

«»to,»d.r>to,«c  iraconda  f »j_l,,n  a.il  faftid.o.raranna 

«e  Teibo,&  gircpcr  andare.  '4‘0»|Mre,ncr  dolerli, lameotirC. 

«tretire  ,>er  pigliar  con  reo,  «t  meta  per  in  •_uSo,«t  leco.quaC  luogo  di  acque. 

geonatc.  ,!*  lagnmare  per  piangere. 

rrteBerente.Tolfcnianuereina.  i»a  u^„,b.i,,o  lacrimabile, 

imeare.per  inacquare,  conducete,  acqueo  |a?;,„,,e,l,cnme. 

IpargetlatTunnuo.  «Oi'Magrimeuole.it  lacnmeuole. 

imCarc,peraizz4re,infhziare,prouocare,  in-  |4grimoSo,val  pieno  di  lagnmt. 

lai  che  vai  lamenti. 

irto,  o hino,ii  capello , 0 il  pelo  horrido,  laido, vai  brutto, lordo. 


47»  cofiitiene*  4 

748  lattarèT^  dare  il  latte.  1447 

748~Tatfe,iI  Succo  materno*  1447 

748  lai eime,è  mal, che  vtene  alli  fanduUi  in  ca- 
ifZ4  po,a  guiSa  ^Cigna*  I4t7 

18x4  !attuca,'hvrba honalenoriSirma.  ii4t 

loln  liuacco,  che  vai  huomo  vile,  * da  poco. 

•jèò  5*9 

i}4o  lava  cenci, vai  lauaftraco,*  Umedefimo  che 
1540  lauacetì.  119 

M4o  lauacro;!)  battefimp.  51 

i|4o  lauJQdaia,èquella,che  laua t panai dllino. 

18x4  ICXI 

141^  'auare,perpurgare,oioodare,Qe*tarc«  iÒ8l~ 


tauda«&  Iaqd«(. 
laudare, dr  lodare, 
laudato, & lodatOf 
laude, & lode, 
lauorare.per  fatieare* 
lauoraiore,  Poperatort* 
lauoro.dr  lauorto , 

laurea, la  corooa,&  lafotlta  di  lauro, 
laureto, d luogo  picuo  dilauri. 
lauro, de  alloro, albero  notiftun*». 


TAVOLA 

^jrl  proRtto  in  lettere, 
ifi  lenere,dr  lcure,<ioé  caratten,e)emcnti. 
f I r lettere  miriiuc,dc  refpoanue, 
irt  lettiera  doue  li  dorme. 
ieC  letto,lerci,ruil<)ual  li  donne. 

Ì4  6 lettouano,chc  (i  piglia  per  mediana. 
$46  |euare,per  alzare, o Icuar  in  alto, 
lid}  leuare,nermouere,nmottcre,ld>erare. 

I U|  |euare,o  lenard  m pid. 


7ao 

17I0 

t7fo 


iid}  leuar e.per  ufare  di  Ietto* 

(aporc  a/pro,dc  niirettiuo,come  <]uel  leuar  del  fole, 
lodelforbo.  id4l  leaatura,reeca.perPjrarondia. 

le  articolo  feruiente  al  fem.deio  recedilei,dc  Icue,  Se  }ieuc,cioe  cofa  fenzajpefo,  o di  po 

in  vaneoflaniationi.  1079  co  pefo.  Se  permcnnfiantc,  dna  vece  di  , 

leale, vai  fidele.tiuAo*  16/4  ptcoolo.  comeil  vino,il  dolore.  17^4  lifta, vai  linea, oGlza,Sc  nieta  per  lafciiiera  • 

lealtà, la  realUfU  fideici*  1671  Icue, de lieue «quando  lignifica  mouimento,  poi 

Ieanta,lalea1ri.  1674  vai  vdocc,leggiero,  i4Pf  lite,Se  Uti,i|  piatire*  19* 

leccare,  p r foauemente,o  leggiermente  toc  Icizo.d  certo  puzzo  procedente  da  corpi,  viui  litigare, per  pianre,  f9i 


194  Ilio 

. S04  lipartfé  la  voce  del  ni'jbio  vccello  noto  « 

904  t}94 

7 <9  lippe, d quello.c’ba  glioccki  Iagnmoli,Sr  pie- 
719  ni  di  4'orcbczzo. 

iva  liquido)VatmoUc,chiaro,dc  alcuna  volta  pu 
#790  rp.  toc* 

1481  liquore,o  licore,doc  CoCa  foauealgufio,  de 
1790  liquida,  i6-,9 

lira  (tromento  mulìcoooto. 
hredirooocea.  M4 

lifaare,per  poltre.oroarc,  7^9 

Liccio, e quella  miltura,  che  operano  le  don  ■ 
neper  farfi  belle.  7>9 


care  con  la  liogna.  t 

lece,de  lice  che  vai  c^nueoiente.  1x79 

lecito, de  licito, valdcbito,  1 a79 

lega, che  e fpaeio  di  miglia  in  Francia.  1 10 1 
lega  di  oro,n  di  argento.  |j}7 

l^a,che  vale  accordo, vmonc*  7 1 1 

lega^io,il  fafao  legato.  147 

legame.il  vincolo, il  laccio,  )4v 

Icgaieper  annodare,iouolgere,  147 

legato, cioè  ainbaCctatore  d:l  papa*  {77 

legatOfla  donat.ioo  del  tcllatoec.  411 

leggCiil  comandamento.  1 17 

leggere, per  leggere, de  fiudiare.  1 9f 

1eggiidna,la  galanteria, 

Irggiadroyval  gataoie  47j 

leggiero,vaÌ  di  poco  pelo,de  pcrmeta.facile, 
tt  di  poco  ceruello.  1 1 7^^ 

leggtrta  LaMurefconfultus.  119 

leg.oraoti.l’ccuD  lum  legem  fa^u,dc  vai  con 
ucniente.ginllo.  ip)i 

l.egnaggto,la  thrpeja  proCapta*  tp6d 


come  di  rudore,o(imile,  i9i| 

li  articolo  (eruicntc  al  plurale.  Se  li  in  vece  di 
a lui.  iMo 

li,chcvaleio  quel  luogo.  961 

lihcl(i,dclihticctuo(ecti,  che  dii  dimt.di|h' 
bri.  ’ 1 9f 

libelli,  come  libelli*, famofi  ,c)ie  Ibnu  car- 
celli, note  d*iofamia,ruppliclje,  mciuona 


liberale, vai  largo. 
hberalmente,vjl  largamente, 
liberalità, Se  liberal  tate 
liberare, per  darliberrajCanarc. 
Iibericore.tl  redentore. 

Ubero, vale  faoito  10  liberta, 
liberta, Se  libereaui 
libtchucja  lullurij. 
libi  dinofo.  vai  1 ulTuf  io  fo. 
libitu,la  voloAca,o  il  piacere» 
)ibra,d  pefo  dt.xn.oncie. 
libra  per  lo  fe<no  celcUe* 


lcgnjauolo,iI  marangone,  carpentiere,  o mae  librare  per  pcure 


ftio  di  legname.  1191 

legoo.fingilegneiSelegna  piu*  intendo 
delle  legna  da  brufuaie.  1191 

legno  manumo, eoe  oaue,nauilio.  1046 
leijluiiloro.  I .fi  |gf| 

lembo,e  quella, tftremità, che  drcódadmeor 


U79 


libncauoli.ooelibii  piedoU* 
libro, Uh  ri* 

ltce,Sc  lece,che  vai  conueaiente. 
heenoate,  per  accommiatare,  dar  licencia. 

1471 

. licenxa,»!  commiato.  1471 

nolauciteiD  guifa  di  orJo,o  di  lillà.  if4i  Ua,St  Ima:  vai  m quello,  aquelIo,odiquel 
Iena,Uforza,Iapoiri5za.  199)  luot»*  ^ 9«» 

leotare.per  rcemare,o  mancare.  ip.iS  liato.Sc  lcdto,val  debito, conueniécc.  IZ79 

Iencc,d  legume  minuto  nolo.  1194  hcorc  cioè  cibo roaue,St liquido.  1644 

leotigtDr,ToQo^macchie  minati  naturali,  che  lido*dt  lito  come  quello  del  mare.  1091 

vengono  fu*l  vifo,  Se  ancho  per  la  perfo.  lieto  rate  allegro,gu>condo.  704  lontra,animal,chc  urne  in  acqua  lofi.tiai 

*ri4  lieua,e  ordegno  con  CUI  fi  carica  flabalellta.  lonza,aaimalmaculoro,comei)  pardo, Se  il 
lfOti<co:arbufcaUoamaro,Stlempre  verde,  491  lupo  ceruiero.  izzi 

Se  frutta  tre  volte  raaoo*  1117  lieue,dclcue, vai  leggiero, Scdiaountemcui-  loquclla  la  fauclla, il  parlare.  ij97 

lento, vai  Pcgro,urdo.  1^04  mento.  J7C4  lor,dcloroprunoiae,iovecedicoloro,queb- 

]cozuolo,)eozuok,&  lenzuola  da  lecco.  7ai  liga,dc  lega, che  dinota  vnione*  vii  li,dtef*i.  ii9z 

ligioToca!>olo legale.  I{7  lordo, vai fpQrco,rucudo.  i9tS 

IigullrOfd fiore picaolo,biaaco,odonfero,Sc  lordura 4 fporchezzo*  t$té 

checoftocade.  1179  lonca, la  corazza.  494 

Irma  Aromeoto  fabnlc  noto..  941 

lunaca,S(  lumaca.  izza 


leofante, tlcphaate,dtelephanco»atumal  >-  0 
tifinmo  per  la  Cua  grandezza.  1319 

Icone  Ke  degli  ammali.  n.9 

leopardOfSc  pardo  animai  vclodlnmo  nel 
corfo.  ,,*• 


litigio  la  lite.  V9I 

hto,Sc  lido,ci»me  quello  del  mare.  loff 
Uuido,  va!  nero,  per  mefli(ia,o  per  battitura* 

lutto  ftremento  mulico  noto.  l ov 

lizzali  beccato, che  fi  fa  percombatrere.roa 
Io>la,li,dt  le  aiucoli  fciuicnti  al  fin.de  al  piu. 
1981 

7o<  locare, rernponere.affitare.  9f* 

qrt  I0C0.&  luogo.  ( at.locua.  $eo 

4x7  locuneJccaiiaMctre  animai  ootifirmo  pel 
410  danno  graodi^iimo,  chedaaoo  alle  cam* 
1176  pagoe  a cent  tempi.  tati 

x.7f  lodare, de  laudare  verbo.  i.i 

«X7f  lode, il  medefimo  che  laudo.  in 

|i7C  IodoÌa,dt  allodola  vccelio noto*  tooa 

479  lcggia,tl  ridotto  de  no)ili,Sc  luogo  per  far  ra 
47H  gione  del  publico.  944 

P74  lo^io  grano  mutile.  a>t 

I7(T  logorare, per  fonfumare*  i6|i 

96x  log9n,val  confumati.  |6|) 

I7vr  logoro, locare,  o Iudro,cìod quel  legno  del 
ilS  palio, cne  co)  girare  fi mollra  alfalcone 
• Vd  quando  e m aere, per  farlo  fccodcre.  1001 
Ioica,la  logica.  znt 

lombi,oTomhi,é  quella  parte  del  corpo  dou# 
figoueroatlalmidine. 

lontananza, la  diiUnza,  Se  lo  efler  lontano. 
9d9 

fonCanare,de  allontanare.  9^9 

lótanare,per  durare,1a  doue  dice.  Et  durerà 
quanto  il  mondo  icntina.  969 

lontano, vai  aflente,d:llinte.  94S 


lrpMlipp7,quello,  chehaglioccbi  lagrìmo*  lunare  con  U lima  il  fcrro*o  altro.  94X 
. . urd  lunitare,aoe  li  fcaitno,i}grado  della  porta, 

lepre, de  Ifure  animale  ooiciliiifno, per  la  cum 

diti,de  velociti  nel  corfo. 


94T  ^ 

, . , . limo, il  Ungo. 

|eze,St  lace,  in  vece  delie  gambe  ^»4f9  luBofiaa,tldoQodacoapooeri« 

JeKn,&  lurco,valgolofo.  114^  lunofinare,?er  cercar  per  Dio* 

lc!lare,pcr  cuocere, q cucinare, in  acqua  99  r limpido, vaJ  chiaro, luceaCe,puro. 

Ietrame,il  iierro,  Stil  fporchezzo,come  quel  )tnce,il  lupo  ceruiero. 

Iqdclranallo*  H,7  |io«i>  quella  che  da  Tro  punto  alPiltiod 

letharei>diQ(cnmdgr<odc,chevieoae1cer  orata  diritta.  vSr 

udló.  Iincamcnti,i  fecni  de  la  faccia.  irta 

eOfia,la  allecrczza*  lingua, Se Imeu?.  , *it 

l<uo,rt,p.rrciificue,firl«iti,,Jl.grein.  Iiagu,jjiu,i; f.u.Uj . i„, 

. lioo.tnjtCTiid,  filare.  ,.1 

(cnf-.e,io  recc  dei  Rudio.dgnnaa,  come  fai  kconio,&ali(ori,o,  ama, Iferfimi  noto. 


loro,Se  ior  proaome,iii  vece  di  coloro, cftì* 

I99X 

lofcodqucllotcheha  vnofolo  occhio.  i)rd 
]oto,Se  luto,tI  fango.  1 099 

Iottare,per  giocare  alle  braccia.  499 
1090  loftatore,tI  gtocaeore  dellebracda*  499 
40  locce,tl  giuoco  delle  braccia.  499 

lubrico, quafi  labncm,é  quella  cola  clic  non 
4xx  fi  può  beo  firmare.  17} 

Ilio  luca  dal  nerbo  lucere.  di9 

lucaoica,o  Iugancga,la  faldccta.  1604 
lucaole,  fono  ammaletcì  che  volano  di  m^t  • 
teda  Greadcttelamphpriida  lampa»  per 
che  lucono.  1007 

luce  del  fole, Se  per  lo  fplendore,9t  meti.di  9 
luce,Sclud,in  vece  degli  occhi.  ijaS 
luceaw^àoefplepdeate.  <1# 


M 


lufcre.ferfpltfnd^r*. 

lucertola»  & lueerta»  antmalctto  io  ^{a  di 
{crpencdlo  aflai  aoUK  liia 

lucidaua!  iuceate*  6i9 

luctrcro»ttelb.  *14 

luCfgniuoln»e  una  certa  f arficrlla  di  lana  car 
miniata»&  pigfuli  per  vna  manau,  o ma- 
nipolo di  I jna»barba»o  peli*  if  )f 

lucore  in  eccedi  gMn  luce.  éi9 

lue»e  certo  morbo  nelle  creature»  ne  otti- 
mati. de  nelle  pance»  clic  lubito  recide»  dr 
che  tolto  (i  parte.  1 6 ••4 

lugliOyC  gtulto  mele.  af  a 

lugubre» ral  dolente»  do^Uoro  & è mcftiiia 
con  putito  per  la  motte  d'alcuno.  1619 
ltii»lei»dcto'o;&  lai,  dt  lei  nel  primo  cafo. 
I09{.  9*4 

lulla»*>  rulla, c la  doga  collaterale  della  lotte 
vafo  da  rinòo  daoi(ho. 
iumaca,dt  «umache  «he  ha  la  C4fa«torcana 
mente  chiocciola, in  \ inegiabuuuolo*  o 
caraguolo.  Iiu 

lumbtic  la  par  te  del  corpo  Lbidiaora*  t \x  1 
lume. la  luce  in  genere.  4io 

lumc,  o uecedegl  occhi.  i)4S 

lumiera  cioè  gran  lume*  6 io 

lumicino,'!  lioppino.  610 

luminare,de  ilium  oare-  610 

lummofo  vai  pieoo  di  lume*  4 ro 

luna,  luna  nuoua.  9fi 

lunedi»it  pruno  di  della  fcttimaoa.  adì 

lungameateaduerb  o.  1790 

lunge»dc  lungt,chc  vai  lontano*  969 

luogheiaa,dt  lunghezze.  1790 

luugn»  quando  dinota  tempo,  cine  dì  lungo 
tcmpo»che  vai  còtiQouo,o  chedura.  1790 
lungo,lungJ  adie.  1 7 90 

luogo  aducr.che  vai  da  ulcino»  o cTappreiTo. 
97» 

luogo, de  loco»luochi#  9tt7 

lurmo  legume  am^nraimo.  * 1 1 9^ 

hiro,]upa  ammal  dannofo*  lazo 

lupo  ceiuieioidetco  da  linee.  laao 

Juctgaoli*(onu  le  lane  earminiare*che retta* 
no  nc  peteeoi  delle  faldelle  dell  a lana . 

lurco,dc  lerzo.chevalgolofo*  i4tf 

laicigmulo»  de  rufogmauto  vccello  noto. 
KK17 

luHog  ire»per  adularc»dt  addoldre,ammolli  • 
re.  d7f 

lunngheJebljoditie»dod,parolefinte,  de  fai 
fe.  d7r 

laGngheuo1e»lo  adulatore*  479 

lunuria»deluxuna.  dte 

lufTunolo.dcluxurioro.  «79 

la(lra»la  tana  dcllcltcre*  1 197 

lucrare,  per  tl)ummafe»dc  per  vagare,  dai 
luUro,che  Val  fpatio  di  tempo,  at  r 

luftro.chc  vai  iumioofo.  dai 

lutetlo,d(vtrclio»  tlvafopicoolo  da  ogiio  * 
Ito 

luto.de  loto,iWango.  I09l 

Iucca, de  lotu»il  giuoco  delle  braccia.  qtt 
luttarc.pcr  piangere.  i { d& 

luno,iI  piaato,i(  piagnere.  |i}da 

lazzOyO  luccio  pefee  nolo*  lopa 

M 

M A»  congmncionefepiratiua»da  magic  lati- 
no corrotto.  iS9t 

ma  che»  vai  fe  non  che.  1 

naccheroni , o gnocchi  » che  é mangiar  di 
patta  alTai  oocu.  1404 

■ucchia»la  bruttezza,  alcuna  volta  tìgnifica 
notaiinfamia*  *914 

inacchia»luogo  fpinofo,dc  foltOyaltnmcnti 
fracu.  ciM 


TAVOLA 

macchiare  per  imbracare.  1914 

macerar,  per  domar  le  cara!»  dt  per  fuperarle 
con  battiture.  )d| 

macero,  vai  fiacco, liuido»  de  domo  per  batti  > 
cute, o limili.  td} 

machina,e  cofa  grande.de  di  gran  pefo.  1 7 49 
cnachinaectpcr  ingionare,r>  penfar  male.  1 7) 
macigno»  e ptetn  dura  per  far  macine»dc  an- 
che per  murare  edtfiai.  t'4^ 

macina, da  molino.che  macina  il  grano-  941 
macinare, de  meta. prò  fubagrare.  941 

macciulla  , la  gramola  con  cui  fi  frange  il  li 
no.  )io 

macroidt  magro.  )«7 

madama,ciue  mia  dama.  994 

madonna,cpial1  mia  donna.  99} 

madrc*nei  f4u  madri.  1917 

madre,f  er  Maria  vergine . 7 

madrein  vece  dctii  terra, come  madre»  ann 
C7,vniuerfale.  IC9^> 

maefta,dc  macHade.  14' 9 

macUro  da  (cola*  9)9 

maeHrn  d’opere.  Ì99 

maeliio  in  genere*  9^9 

magAiva)  incaotatrice»dtabolica*  799 

maga  aite,cioe  arte  maga.  799 

maeagna^il  diffetto.  1914 

magagnare, per  gualUrctferire.  19*4 

magazmo , luogo  doue  fi  ripongono  temer  ■ 
cadancie.  949 

maggio  mefe.  at7 

maggiOtin  vece  di  maggiore.  1769 

maggio ranta,la  fupcriorita.  40} 

maggiore, in  vcccdi  ftipenorc*  409 

maggiore, che  va)  piu  gr.-inife«  I7d7 

mugica  artccicè  mcaoCanone.  79a 

magici  celebrati.  ?9J 

Vagfon»la  cafa»lo  aIbergo»vocabolo  frante 
le.  9*1 

mag'ftero,dt  maglierìa  * 9)9 

magliaie  cofa  inirfiuca  con  magliettedi  fer- 
itilo di  acciaio  come  gucciii,fnan«che*  pi- 
gliali a ntho  per  0^1  cofa  fatta  a buchi»- 
come  lerctit&fifndi.  499 

ougliiic , per  battere  col  magt*o>  de  legale 
come  fi  fanno  le  balle  di  inercadanba. 
499 

iragninimidivalgrandezza  cTanimo*  997 
magtianim'  » vai  grande  d’animo.  99  7 

magni  celebiati  3a  noHn  poeti*  } »d 

m «gaificameote  aduer.  99  ^ 

magnificenza.de  m4gnifi<eaÒa*  |97 

magrNfico,magnific)ii.  977 

maeno»per  grande  famoTo*  996 

mago  lo  ineanutore*  799 

magrczza.la  maoicntia*  3^6 

magio, de  macro.  9«7 

ani  a^maiiuo  , che  «al  per  alcun  tempo. 
a9) 

mai  rton»dr  non  mai, che  niega.  at| 

mai  nome, che  fono  taim  d'ìlbcri  • vedi  a 
maio.  ndt 

maicHade,maiefli,  dcmaefli.  1419 

maio, e ramo  di  albero  * che  fi  taglia  il  pn- 
•no  di  di  Maggio  per  portarlo  alla  cirta  » 
perfegno  dcìauore  delle  lonamoraie. 

■ I id) 

mainraoaherba  odorifera  nota*  1179 

mal,dcma)c  fotiaoliuo*  1 664 

mal  »dc  male  ad«e*  1 66  5 

malrdc  male  ciod  malamente.  1 ddp 

mAl4arto,nulhora,mal  compofto,  mal  dire, 
malgrado.  iddp 

mal  caduco  eoe  mal  grande.  1 494 

mal  di  madre.  1064 

mal  di  (ormicaiKul  di  fianco, ma!  di  pietra* 
1494 


ma!  foro  in  ucce  della  vulua.  9476 

mal  farc,fnal  fatto.  1664 

matjdetto.maladerta.  i9i7 

nia'adire,nufcdneidr  maladicere*  lSi7 
mjta?etiMezza,lad'ffi(ult4*  C-7a 

maljgeuct.'fVal  diffide.  67Z 

maU|cuoImcmc,val  malamente.difficiltncn 
te."  67a 

mal.-mdi  inoȏ  quello  che  ruba  alla  firada  de 
chevccidc.  79a 

maPannOfCioé  quafi  tutto  Parno  ma  le  > cd 
malania,lainfcrmita.  149) 

rra!ato,À  amoUto»chr  vale  mfrrmo.  1694 
mal  caduco^l’iofermitigraude.  vedi  mal . 
16*4 

mal  r«*fr<prfto,va' difordioato*  t| 

maldicente, de  maledico.  1999 

maldircnome.  ijdy 

male,rrfi.aJie.dr  aduer*  1664 

maledico»'!  nialdiceiite.  iiSp 

ma'ed<re,d(  maladire.  1917 

matfittore,i!colpeurle,i|  reo*  97) 

mal  furo^in  vece  dri’a  vulua* 
xr.algrado.vale  a onta  a di<petto,dc  cootra  il 
unler  d’altrui*  971 

ma!  hnra  ved*  bora.  3C4 

mahe.fono  le  faciurct  dr  incanti  fatte  da  ma- 
lefici. 799 

ma!ice,fono  cipnllcpirciole,  che  urgono  di 
Margin,d(  fi  mangiano  con  la  falau.i  1 r 9 
mali»mi»v«t  cattiuo»frelerato.  47) 

iralràcc  n'a,l.i  mefiitia»tnficzza*  949 

mal'ticonico,dr  malinconinfo.  964 

mahnconioio,vu|  pirnodinulinconia*  969 
maltf(aÌ(o,drmanifcHlcoi  il goueroatore  de 
gl>eicrcitj,dt  dcilcoita.  C4| 

mabiia,ta  aftuCM»veKv.ua,fraudc»  taccagna  - 
na.  "74» 

oialKiorr,vale  afiut'^»  frodolcn^e*  741 
maiU3gia,V'Do  notifrono*  1 19 

nMÌnagio,V4lfairo,maliguo,dt  ofitco.  979 
oiainma»la  poppa«trfta,n  ocra.  1 4 4 

mamrt.a,  io  vece  della  madre,  voce  de  bam- 
boli. irai 

mammeiUtil  dimudi  mamma.  1446 

mancamenro»dc  manca  per  finifira,ili’c  Iik>* 
godcbole.  967 

mancan)eoco,ooc  diminurmento , difieuo. 
1669 

maiuafe»rcrdimÌQUire»cefIare,  refiare»iniiec 
chiare, venir  meno.  1 6 la 

manaa,i|  dono  che  fi  fa  a fanciulli»comc  dal 
natale.  414 

mancino, cioc  da  tran  manca.  967 

mancipio  il  fcruo.  )f7 

manco  che  luogo  d.nota»  come  il  mano  • o 
fioillro  lato.  *4' a 

manco  aduer.  che  ual  meno.  <744 

mandare.  Lat  mittere.  . 1476 

man  defira.vedt  delira  mano.  967 

mandorlo, de  maiiJo.'o  albero  noto.  1 16| 
mandria, luogo  doneftànogli  an  rnali.  1 197 
mandri30.de  fflandnalc»tl  pafioie»&  cuficdc 
della  mandra.  1 1^7 

mane, la  mattina.  179 

maoeg«iate,per  toccare,  demenar  con  mano 
come  fi  fa  lapafia.  1419 

mangiarcide  manucarc»drroanicare.  I09 
man&'atorc,&  cnaoucaiorc,dr  manicatore . 
»)V9 

mani  piu  de  mano  fio*  1 499 

manicare,*!  medcfimochc  mang*are.  1 979 
manicaretto»  vai  ptcciola  rmauda  a guifa  di 
guazrerto.  i|to 

ma/iicacore,  de  mangiato  rCi  manucatorc* 
l|79 

■uniche  cTArmaie  eoe  di  fcnoidi  maglia. 494 


maajco  di  qualunque  cofano  di  l«gnOi  3t  di 
odo. 

manicratTal  modo>rcgnla,vfaaia.  Iff6 
nuuifclUmeate,vale  ap«rtameato«  i6to 
maairc(lare,&  mamf<dir(t,per  pub(icarc,oro 
poocrcjdiuolgarct  allargare . 1 4 to 

maaifeiio  ad>e.«.ioe  apcrto,pa?eate.  t «79 
manigÌie,(nao,oraafneoti  da  bracoii  de  maf' 
{ime  delle  donae.  7ii 

maaigoldO|iU>oia,il  carnefice.  560 

xnanipolo.é  una  brancau,aoe  quanto  piglia 
una  mano. 

manna, c rofita  dolco matntioa,  & cibo  atUi 
POCO. 

mano, 5c  mao  in  piu  mani, 
manfojvalminfucto. 
fnan(uefare,per  domcfticaro* 
manfucto,manfucta. 

aanraetudine,la  horailta. 
cnanteliaccto  ctoé  tnftomantclloi 
mantello,  è vcfte,che  fi  poru  di  fopra  airal*' 
frc.  *n8 


manienerp.perdilTjndere.  fi  * 

mantenere, per  foficnere,  o tenere  in  uiu. 

mantenere, per  offirruarcjattcnderc.  4J 

manoce,At  mantico,colqual  fofKando  u *c- 
ceode  ilTuoco.  99ì 

cnantico,il  medefimo  che  mantice,  vi  fupra. 
99% 

manto,c  verte  che  fi  porta  di  fopra,&  per  n»e 
faphora,»!  corpo. 
manucare,manicjre,&  mangiare. 
minucatore,manicacore>cioc  mangione,  go* 
lofo.  • ;79 

marau<glta,&mcrauiglia.  lapi 

mìran(eliare,&  marauigiiarfi*  iipa 

ma  ra  u ■ ghofa  mco  te. 

marau  gliofo,marauijliofi. 


TAVOLA 

maraoir.efe,t]  primo  dell'anno  appo  Romani 
il  medefimo  (ifl'crua  querto  inciito  {iato 
Veneto.  af? 

raafcaiiooc,val  polcrooe,afinone.  lao 
lna(celle,doue  rtanno  i denti.  1 ) 

Ihalcbera^ooc  finta  £acoa«  141» 

marchioi&mafchi.  ira? 

mafnada  quali  fimul  mancni , vai  rompa- ~ 
gaia,o  turba  di  malnadicn»  aoe  rubaturì  ~ 
dirtrada.  irriT 

marnadieri,(boo  compagni  mallattoriyfic  ru 
baton  di  Itrada. 

ma(ra,it  cumulo, o coadunatione. 
malTcmic  di  cafa  iJ  mobile. 

14IV — ma&icao  cioè  lodo. 

4)  a malitimameace^vai  grandementa. 

414  martino, é can  grandc,mordac4. 

41 4 martro,&  maettro. 

4ia~ matapane,monetadi  poco  valore, 
ini  matera(lo,ii  letto  di  lana,  o di  bambagio 
“*  * ~ 7lp 

materia, il  foggdto. 

'ma cerno. vai  di  matre. 
machemàlici  celebrati  da  noftri  poeti, 
matrigna  i.agens  matrem- 
matrimonio,ii  congiungimento, 
mattamente,  vale  impcafaiamente. 
mattetza,la  lluliitia. 
mattina, macuno,&  mane. 
mactioare,perorjrc  nel  mattino* 
maumo,&  mattina. 

matto, vai  rtulio  paizo,fdocco,  inrano,furio' 
fo.  U47 

mattone , é argilla  cotta  per  murare , aod 


ineL/lutf,  comemlifiue  pirole,  cioè  mela* 
ce.  1C44 

mellonagtne,vaI  gofiSti,  grofiezra  d’inge* 
gno.  1446 

mellone  frutto  noto,&  per  meta,  vai  humuo 
crofio.goifi>*  Il  ir 

mao,U  pom.‘iro,albero  noto.  1 16| 

Inelode, la  melodia.  10% 

me|odia,fc  melode, che  vai  dolce  canto.  1 oi 
membrare,per  raccordare.  1 4f7  “ 

membn,&  memora  nel  piu  & od  figg.  mem- 
774  _ bro.  Ip? 

»74l  membro  uirile  il  priapo.  i474 

P40  memorabile, (ucmorcuolc,  & memorando* 

TZ lari 

I7i7  memorando,  vai  degno  di  mcrnoria.  titt 
memoria, la  mente.  1 4f| 

men,&  meno  adic.dr  adue.  174I 

mcoarc,per  condurle, guidare.  414 

menato,  demenau.  vaUondotto,  guidato* 
4*4 

mendicare  per  limofinare,  & cercar  per  Dio, 
ili 

jneodico,^  pio  che  pouero,come  piaDCCO,fur 

fante.  _ pi 

meno,dt  men  adu  et.  1741 

1 447 meno  adie.che  vai  manco, & minore*  1741 

• 447  menomare, per  iminuire.fcemare.  1744 
a?f  meaomo,val  manco  che  picc  olo.  1744 
477  meafa,la  caui  la  douefi  mangia.  JÌoà~ 

477  meafola,  e certo  legon  intagliato , che  fi  pò» 
oefotToa  tram  nelle  mura  per  forteota* 

_ roenro.  •44 

menta  herliaoJonfcra,&rtomacale.  1 >7| 


laii 

•ir 

I}] 


t6 

1717 

7ÌI 

ine 

ifid” 


per  far  mura*  114}  mente, quali  emmem. 

mattutino  della  notte.  a77  mencecaCiagine,laobliuionc* 

maturare,perabbonire*  1 181  meotccaCtu,val  fmemotaio. 

»a9t~*o4tunCi,val prudenza.  lÌ^~rheoure,per  dirbugia. 

• a?!  Biataro,vale  abbonito,  & meta. per  pni>  iocnticurc,&  mentirnce,il  bugiardo 


march^e,*  marchdana.  jea  dente*  144 

marchia, cioè  fegno  bollo.  1 f 1 ? «iara,&  raaxtnoU  fl^dimi.il  bartone,  de  la 

marcia,  che  vico  neUecami  per  potreÉmion*  bacchetta.  ra4 

~mazta  arma  ofTenfibile.  494 

mard<>,val  patrido.guaRo.  1 ii|  maitafrarto,!a  fionda, {romba.  419 

marar.-.dt  marorfi.i  immarcìre,  perputrefa  malia  te  le  bartonace,  o percolle  di  malia*  ' 

re,dr^trefarfi«  iii| 7*4 

marcito, vai  rutrefatto.  li  1 rmaiierare, per  fonocare,  de  annegare  iti *c- 

mari,  vedi  atrmdicc  fecondo.  101^  qua. ioti 

m4reggiare,per  far  corfo  come  il  mare  loir  ■me.dcmiparticeUepeffooali.  iiir 

mare  ne , la  cftrcraiu  di  qualunque  coCa  « Bie, quando  fta  doppo  la  per, vai  permeilo^, 

, S41  7*oc  dinmpetto,dintco,o  appCclTo.  1744 

margarita, pietra, de  perla  preciofa.  1 1 41  me, in  vece  di  metto.  1 714 

marndtfolfidiuerfi.  vedi  aUecoodo indice  me, in  vece  di  meglio^ 
de  oOitil  propriii 


1140 

Ii4t 

•44^ 

1474 

1474 

• 4*7 


marma  la  riua  del  mare* 
m trtoaio  il  nocchiero, 
mannerefea  arte, 
maritaggio, il  fponfalkio* 
mantarc.  lat.nubere* 
marito,mariCi. 
marmo,p»ecra  darifiima* 
marmo  in  vece  del  fepolcro. 
marra, la  tappa  rtromento  villefcof 
martedi,  doe  marci* 
martc)Ìarc,per  batter  col  martello, 
martello, firomenco  fabrile. 
nartiale,val  reruente amarle. 


loid  tneare,che  vai  trappaifareiprocedcre.  1469 

I o|  i neccanico,aoè  de  uil  arte* come  manuale, 
lon >774 

to||  meco, vai  con me.Latmecum.  iSid* 

ifar~"*idagha.la  effigie,  o il  ritratto  iotagliato,o 
mr  fculèolo  metallo,  o m pietra.  817 

I 1914  medefimo  il  medefino.  lept 

11^1  medicarc,per  curare*  199 

liti  medici  celebraci  da nortri  poeti.  IÌ9 

liò~anedidna, de  medicine*  199 

a4i — medico, medici.  199' 

l4Ì~TJ»edolU,  dt  midolla,  quella  materia  che  rta 
941  ~ dentro  deU’olTo.  i|i4 

477  >neglio,il  contrario  di  peggio. 


mento, il  barbozzo, detto  da  fiarha. 
menlouare,p<r  aominare,dc  memorare,  voce 
viUefca.  lapd 

mentre, de  mentre  che  vai  nel  tempo, nel  tem 
po  che,tnfin  infio  che.  78 1 

menzogna, la  bugia,  aoè  quando  fi  crede 

• 491 
IZ9I 
i49r_ 
77C_ 
7fé 
7rr~ 
7tr 
777 
774 
777 


w . *«4 

martire, dcmartiro.dcroartino,chcvalCormé  n*e^iorc,il cpotrarto di  peggiore.  I4ii 
to,artanno.  i}ia  frutto, de  melo  radere, aoe  irpemo,dt 

martire  adie.che  vai  tertimonio.  al  ilpomaro.  n9l 

martinetto, de  marcineilo, certo  rtromeato  melarancio, dt  arando  a!bero,de  frutco.i  1 4} 

col  qual  fi  canea  labalertra  ^91— melato,  vai  vaco  di  mole,  |c  per  meta,  dolce, 

marsorello  animai  aoto,d9lia  cui  pelle  fi  fan  >i44 

no  bellifiimcfodredi  ucrte.  ma  mele  liquore  dolcifiimo. 


re  il  vero, de  non  è. 
merauiglia,d(  marauiglia* 
rocrau(ghare,de  marauighare. 
marauigliofo  de  mcrauigliofo. 
mercare,pcr  mercantare», 
mercantare, per  farmercatantia. 
mercatante, de  mercacaotuizo. 
ltiercatance{’co,mcrcatantefcbe* 
mercatantiaide  merca  cantre* 
mercato, la  derrat). 
merce, la  roba  da  rendere* 
merce, de  mercede, che  vai  pietà,  compafno- 
ne.  40' 

mercè,chcvalgratia*  474 

mere edc,&  merce.  479 

mercotdi,]!  dì  di  mercurio.  16 1 

merda^l  rterco.  1471 

fflerenia,e  il  maogiare*tra  il  definare,dt  la  ce~ 
oa.  lioo" 

fnercndare,permangiareal  tempo  della  me 
renda.  i4oo 

meretnee, la  puttana.  1914 

mergere, per  affondare.  io|4 

mergo,d(  finergo  vccello  acquatico*  lo^ 
meridiano, vai  mcfjggto.doè  meiiodì.  44|~ 
merigglo,ilmcdefiinu  c^meridiano,dc  chn 
mezzodì.  24| 

7hencare,chefi  eftende  cofi  albene,romeat 


1Ì44  male,  come  patir  p 001,0  bau»  merito  * 

martonarc,pcr  cormeoure, crollare, dot  dar  »*<l<n^‘3S<n^7aldapocaggine,gpfficà.  114Ì  .747 

la  corda.  1020  nrelenfo^vale  metto,  de  quali  minili  agcna.  merico^dcmcrtOydieval  prcxnio,guiderdA 

maicortoil  lMme&to,oÌaCorrttr«.i}i4«if40  *Mi  oc. 


T A V O I A 

merlo, St  merli  delle  mnrt  ddla  citar  ^lO  mille  volte  aduer-nameralc.  i 710 

fnerk>«vcccllo  a£Tal  noto.  1007  mille(imo,chcdmoailccBifopBfliito,&il 

merto,5t  mento,il  guidardone.  767  prdcntc.  1 7&t 

mefcere,per  mencTe  vioo , o «equa  nel  bK>  «mltayparte  delle  iateriora  del  corpo.  1 U9 
chseh.  ^eibcoUcori,d(  o ueJÌi,cbe  cootrafan 

mefclitao  vai  degno  di  ffiirericordia.  )ir  oo,dc  che  uniunom  acuì, Àio  fatti  i mo- 
nefchtce  vocabi^oturchefcot  fono  le  chiefe  di  altrui. 

de  Turchi.  4f  minacnare  nome, de  nerbo. 


critd,modor  tfC9 

modello,  vai  (emperato,dircreto,co(lumaco. 
*f49 

moggio,  « mifura»  die  contiene  io  fe  piu  mi • 
Iure.  I7V9 

mo|rlie,dr  mogliera.  ifK 

*<ra  mogliera,&  mogtiema.che  vai  oioglie  tua.de 
9M  otogliemiaiparlardaplcbct.  ira; 

cnefcolarc,à rtmefcolart.  194  nmaccu,miaacaato.  7I}  oK>gÌKra,laniogbc.  inr 

rnefcolaco,o  reefchiato  di  laba,o  Umile.  *i6f  mtoiaion  edebratt  da  ooftri  autor . fio  rootoe,  io  lingua  boreocioa  vale  adulaoom, 

fnc(Ì,che dodea  fanno  vn’anno*  ip;  iainiino„val  più  ebe  picoolo.  1770  & moinen gli  adulatoti.  C7f 

india, il  facri6do,la  vittima.  n mimo, «he  é pittura  polita, 3edilicau^|j^n«4»  molae  cofa  (uoda,&mo]cè  cofa  traode,  & 


mdlaggio,il  meflojU  nuntio.  777  miniftro,quello  che  muiiHra. 

lodTete^qoafi  miofigoore.  |p|  miooic.Valpiuchcpicriolo. 

mefl'o,il  meiracg»o,ii  nuntio.  977  m>Dotauro,mollro  noto* 

oielltero,me(ircre,de  mebien,  lo  eflerdtio  iniougu,&  mmuua,le  budelJe. 
deTatte.  9l4  nuautagente.cxie  vile. 

meaieTo,meftierc,&meftrerichevaIbifotno  minuta, che  vai  trita. vedi  miouco. 

o c 


PI 

mellitia,la  grametta,la  tnftexta.  167 
fneib>,val  indo, gramo, & di  oula  voglia. 
1^7 

meliol3,Ìa  mefcolaiola  cazzi  forata,  con 
CUI  fi  fchima,  la  caroe,  quando  bolle, de 
per  meta.fi  piglia  per  doooa  poco  fama. 
917 


ps 

1771 

minutie,&  inmngie,lebudclle.  1117 

nuouto,val  piu  che  picciolo,  trito , fottiJiiai 
ao.  1771 

mtouziare,per  cagliare  io  pezzi.  1 7 71 

mii>,de  mia.  ilStf 

mirabile  cioè  ch’è  degno  di  ammiraciuoc . 
*«9} 


mirabdmeatc.Lac.  l zp} 

metà.ft  m<».d.,ril  mnzo.  1 71,  jnirtiolo,  vai  mci.uii;li], quali  coatta  oa<u  - 

meUyche  vai  (erauQC,o  fcgoo,cbe  fi  pone  a H 

cornton.  tea?  oitrando,v4l  mancugUoro.  U9) 

meu.che  e certo  cumulo  Catto  aguifa  di  pira  oiirar  e,per  guardare,  vedere.  i {4^ 

midc  1116  mirarc,pef  coofiderare,penfare.  1170  molo, è il  portonianualmcntefaito. 

metallo  5t  metalli.  ®‘fta,&  mirrila  arbuiceiio.1 164.  vcdirbifio  molte  volrc,o  molte  fiate. 


mentore, quello  che  Caglia  le  biade, 
metro, il  uerfo,&  la  mifura. 
mettere,per  ponerc, locare, 
mettere  innanzi, per  antq>orre, preporre, pre- 
ferire. 1 70Z 

mcucrc  feaJa,  che  è quando  la  naue  fi  ferma 
ai  porto , & che  pone  1 ponti  per  fccnde  - 
re.  I04f 

meta,  vedimelo.  1744 

mezzano, vai  mediocre,cioe  quello,  che<*in 
tromettetra  Punoydtraltro.  1714 

mezo,per  meto,m  mexo.  1714 

mezodifO  mezo  giorno.  a6| 


4«o  di  ttan  pefo.  1 79 

1770  molcìrctpcrdiiettarc.&  per  mitigare.  C90 
mole,»  cofa  gran<ic,&  di  gran  pcfo.  1768 
• l«7  mokilare, per noiarcffailidirc, tediare.  1199 
noUHie,Ia  noia,il  failtdio,ia  ncadia . 1 199 
mclciioyval  faitidioro>noioro.  1197 

mollo  crnagno,  aoc  che  manualmente  fi 
volge.  1097 

moliao,&rrolinapel  numero dql  piu.  941 
n»oJlare,ptraliencare,4(  per  lafciarc.  i486 
moilare>per  bagnare.  uai 

moUe,rhe  vai  Gagnato.  ieri 

molle, (licual  tenero,  Lfetuo,  eficmioato. 

1 689 

molliÌicare,perlarmoiIe,&  tenero.  1689 
moUofint,o  mnoaofini,  o nioibidiQi  iKÌle 
rune  di  Am.  parlando  de  duo  lepretuu . 
1898 

1041 

»7J4 


}o6  na.  6«i>  molofii->c  cane  grande,  mordente.  ia&4 

mirrare  per  con(eruare, detto  da  mirra  il  cui  mo'n, cioè  air.ti.  vedi  ir  otto.  1719 

1701  licoceècooleruaciuoa  corpi  morti.  1 164.  molcitudiocda  turba, U fiottaicaka,  fornata, 

1170  Ci'ncorfo,(olra,frequeatia*  ir78 

mirio,cioèmortina*o  mortella  albero,  lecui  molto, moiti.adtc.  1719 

bacche  fono  dt  fapore  mirabile.  1164  molto  aducr.  I7«9 

mii  pArtice'.ia,  che  dinota  dimioutione»  cioè  molto  piu, molto  poco.  1729 

meno,  quand  j è acc  *mpagnata  con  aicic  momento, vai  punto  di  tempo.  471 

ditcìont,  & peruomalciCoiDemircredea  momento, ch'è  di  poco,o  di  gran  valor«,o 
za,  che  vai  mala  credenza , mtUeale , che  conio»  p 1 7 

vai  diOeale.  i<6r  monaco,che  ual  folitario.  148 

mU<ÌHa,ual  nlTa,coateatione.  P94  mooarca,cheval  fblofignore.  }7/ 

mdchiarCtpermercolarn.  P94  monarcUi«iCloimperio  divnfolofignorr. 

mezuolfch’è  U doga  di  mexo  dalla  bottefap  ouferabile,  vai  compafitooeuoU, cioè  degno  177 

mezzo, che  vai  ieoero,&  molle  da  mdii-Laf.  di  rodcncordia.  jip  mnnatlerìo,i!  conuento  de  frati.  q6 

onde  pita  mieta,  cioè  quelli  peri,clie  fono  nufetcre  voce  Ut.  roetapbohcamcnte  vfaia.  mon  11  hermool  braccio  fenza  la  mano,  n 1 


41 


mifena,ladi(gratia,^a  infelicità.  |ir 

oufertcordio^val  campallioocuole.  6 
miferOfVal  fgratiato,maÌ  auiaco,pouero,me- 


fchino, infelice, 
mtfcredenzaivalmala  credenza. 


ìff 

I66P 

I6tf’ 

rai 

27P7 


troppo  Rutun.vedi  mezzo.  1814 

mi.lai.me.  t884 

mica,  &miga,fhe  vai  quali, dfccon  lanegaa 
ua  dinanzi  vai  mente.  1 79$ 

micidiale,vale  vcodirore.  p}7 

micidio,vale  vccifione.  ri7 

miculino,o  micmo,valpicciolioo,opocbec>  mt«fatto»vaI  mal  fatto, & pecca 

co.  1 744  mtneale,  vai  d (leale,ooè  feoza  fede, 

midolla, & medoUa  quella  che  Ila  naU*ol^  millcno*apperttncnii  folo  a facerdotr 

i|i6  mifura,aufure.pro.&  mcu. 

mietere,per  Cagliar  le  biade.  |o4  mirunre,per  compartire, 

mig i,& mica, che  valquafi,onienrr.  174O  mitigare, per  pÌacare»humiliare,icido!cire»am 

mtgiia,miglto,&mighaio,chc  valfpaciodi  moll>re,matunire.  40 

imilepaGu  1104  mitra,3(fmtria,cheporta4lV«fcouoioca- 

migliaia,che  alcuna  uolca  fi  piglia  ^pcr  nume  po.  19^ 

ro  infinito.  1741  mìuure,percoronare,cioèmecteie  la  mitra, 

niglioi migliaio,  & miglia  fpaoo  di  mille  paf*  ]9| 

fi.  1104  mò,tn  vece  di  adcflo,di  hora,tefie.  196 

nuglioramanto  nclPmfcrao*  1 88a  mobtle,val  mutabile, 

migliorare  dello  inferno.  1682  mobilc,per  la  roba  di  cafa. 

migliotarc>peraccrefccte,aaaDzare.  1667 

migliore,  & mcgiiore  1 69  8 


reouro,vaUroaco,o  mutjato.  ni 

mondano, cioè  del  mondo.  966 

mofidigiu,  è «quella  parte  che  rcfla  nel  cnucl 
lo  quando  fi  monda  il  grano,  1817 

Mondo,  ruoiucifo.  tedi  Tlodice  de  no- 
mi pronni.  S64 

inondo,cne  vai  necto,p(>hto,fcuflo.  747 

moneta,  o moneda,la  pecunia.  1 $7. 

maaecarii,cclebratida  cofln  poeti.  ija 

monetter,c  quello, chefaatre  la  moneta . 1 14 
I7C7  mooiie,  e ornamento  che  fi  porta  al  collo, 
71Z 

monna, in  vece  dì  madonna  ]9} 

moanofinM.moiiufini,*o  morbidioi>nelte  ri- 
me d^Ameco,  vedi  di  /opra  a Mollofìoi. 
1689 

moofigaort.voccdihooore,coouciiieaCe  a 
He.  |87 

2 74  moncagna,&  monte.  1 1 1 f 

momare  per  a/ccndere. 


migure,per  partire,3t  per  torture  indietro . 

• 1479 

mUta,&  centomtlia,&  mila,  I7ii 

fDtliUra.per  firr  l'arrc  della  guerra.  487 

fnililta,>*artc  delia  guetra  487 

mtllaara,mod j di  dTbefiando.  )7ri 


l|i  momare  per  aiccndcre.  tur 

moccichino, li  facooletco  per  nettar  il  oafo.  moocarc,per  vai  :re,&  coftare.  7 7 a 

ifjl  monte  montagna.  iltf 

moccolt,rofio  li  candele  in  parte  arfe.  989  moncone, ch'c  il  mafchio  delle  capre.  11x4 
moderare, per  femperarc,goucrnare.  1 rc8  montone  fegno  cel  elle.  f r 9 

modctacamcnte*val  temperatamente.  irc8  moouinento.la  fcpoliura,  19** 

modcrato,val  temperato.  irf8  motbidczia,la  mohma.  1690 

moderno, Val  nuouo,  0c  nel  tempo  prefente.  morbido, vai  molle, delicato.  1890 

if74  morbo  la  pcftdcoza,  &ogoi  infermità  del 


mileaomefoltnumerale delgenoeu.  i7«o  modeiba,tadifcretiooc,temperaoCia,medio  corpo. 


i8lr 


■i5Nlereirer  morficarc,  & meca.per  ripret- 

l|77 

cnor  J'<n«ncs&  nmordim*  1 177 

mordicorc^A  morti  tct>ìl  detrattori.  it77 
morire  oomeA  verbo.  1614 

inorraorare,nome  & verbo*  per  dir  mal  d’ai 
irui.  Hf7 

ni  )rmnrJtore*it  dei  attore.  i407 

OK>rniano,é  certo  Tuono  come  dell’acqua» 
de  rigliaiì  oer  ogni  fuTurraaieaio,  ftrcpito, 
n Tuono  Toaue  dt  baflo.  1 )9? 

norTo  del  cauallo.  itti 

morTo,  che  Ti  Ta  co  dent  idr  e-rmeta  M77 
mortaio* vaTo  duue  fi  pefta  dentro  cui  peUel 
lo.  944 

raoria*Otin  vece  della  vulua.  1 476 

mortai  marca, io  ucce  del  monJo  vo.proueo 
xale.dt  dinota  contrada, & habtucione. 
•67 

mortale, mortali  adic. 
mortahti,U  mina  di  morte-  id»t 

morte, vitimo  fioe,6c  pruanone  di  vici.  1614 
mortella,  morfina,  o mirto  arbalc«ilo  ad 
opus  t.opiarium  1164 

morti  ToH  dt  adie  vedi  morto.  t dif 

morrfero,cheaperramen(c  t mortale.  i6if 
mortina.ft  inorteMa,o  muto.  1 1 f | 

morto  Toft  & adie.  1 6 14 

nu)Tci  animaleteonot'Ts'mo.  1007 

mofear  t marcris  odorifeta.  t6i7 

m-^ffe.il  luogo  d »ue  fi  pongono  1 ca 
111II1  al  corTo,douefiora  vaacoi^a  per  lo 
terminepo  meta.  I44t 

mofi  I tl  u no  nnono.  lao 

moftri  de  Toldati  vocabolo  militare*  eoo 
moft'’are,per  dichiarare  fien-ficare.  ij? 
fnoftro,aoè  animate, o roTa  mofimoCa.i  ata 
moto  celelle,  ani  moji  mento*  e 

motore, IO  vece  d’  i>in.  4 

mocceggeuole*vai  faceto.  1 ]9t 

moctcgg*are,nomc.5r  verbo»  1491 

motto. e parlar  lentaciun,  & motti  Tono  quei 
li  che  tacni  dicono  iod>dc  Tcommata.t  49) 
mouere  nome.ft  verbo,  per  dimouerc.com 
moucre, incitare.  tror  14^4 

rao  ler d'occhio.  I4ff 

muu’mento.dc  moto.  I4<i 

mo-tzirc.4icrtfvmcare,Teparare.  rti 

mnuo*  de  mozza&o»che  vai  tronco»  & m iti 
lato.  f>i 

muci  hio.il  cumulo,  il  mo 'itone,  o la  cataih 
fatta  pc'  diTenfione.  t f > 6 

mucciare.perfirgg'tc.o  Tcam*'are.  149  « 

rouJa,è  luogo  Terrato  doue  fi  pongono  gl«  ve 
celli  quindo  fi  muda-m.*  177 

mafia*  (a  g >mma*  onde  amm affare  verbo 
pcrvemrmufin.  iHtf 

mogghiare.dcmaggircjla  uoce  de  tori  de  de 
bum.  14^4 

mugghio  demugghito,rurlo  14*'4 

mugehjre,dc  muzehiare,vocc  de  tori,  de  de 
buoi  1414 

mugnaio, il  moltnaro*  94* 

mufa  animai  noto* vedi  mulo  lair 

mulacchia, o munacchta,  é vccello  fimileal 
la  corna<chta,ma  piu  piccolo*  1007 
mQlacticrc*colui,che  conduce  muli.  itar 
mulo  animai  noto,  nato  di  caualU  èogenera 
ladavn'afino.  tatf 

multa, & multe  <apan>riooe.  1 ili 

0ungere*per  cauar  li  latte  da  gli  vberi*&an 
che  per  farbire  d D4Ìo»dc  moccar  b caode 
Ìa*oÌa  lucerna.  *44* 

munltioDCfion'^  qde'lecqTe,che  fi  prepara 
no*per  la  guerra  a ddeofiooc.  aio 

muram  ~l>i. Ir  muro  m fing»  917 

•turate, per  edificArCyTabricart.  917 


T A V o L -^A 

muratore,que11o  che  mura.  #19 

muTe,  vedi  l'Indice  de  nomi  proprii.  97 

nufica*faenza  dd  canto.  9* 

mufici  ce'ebrao  da  notbi  poecL  #4 

muiico*dc  mnfia  9t4 

maTo.e  la b«»cra 4cli*buotno,6eroftro «al 
beeco.oilmcaodeg’i  vccelli.  14*7 

m*i(T>,eil  cariar  badb,lt  il  tacere  1411 

mafieila,  lad->nnola  annoilecco  nodCumo 
nem  e>  a t »p-.dt  «TerpcaCi,graadecomc 

l’armrlmKOilgiro.  iia; 

muu«dt  mu  i i*ctoc  a muta  a muta , che  vai 

mutrnd  i*d(  T^ato  landò.  I77 

mucameotny'a  mutanons*  <7d 

mutare, dt  tramutare  17* 

muto,dt  mutolo,  quello  che  è pnuo  di  lo 
quella-  14'4 

aintolo,dt  mulo, fedi  di  Topra  * 4*4 

N 

Nabiflare.perprof  mdare*  come  far  profon- 
do rumore  con  fracafib.  1 1 1 4 

naccare  Tono fir amenti  mufici  puerili , oda 
buF cem  co  del  Bnccacao.  1 741 

nanfa  acqua  odonferg  fatta  di  fiori  iTarafi  • 

CI*  tó\7 

nanna,  è la  voce  che  fa  la  donna  quamlo  vote 
incitale  d Tonno  ai  Vibmo*  detta  a K«<ma 
che  Tono  voci  tameote'Uil  i*  c >me  il  poora 
no  rhe  file  nenie  a ul  Toggetto.  i|«« 

nanno  d huomorirriolo.  • iS 

na’^po,  vaTo  da  Sere.  tu 

narci<T «.fi  >rer»»meile*glio  bianco.  U7f 

narrare,  ?er  dire,contarè*nTerire,d»uiTare. 

1410 

naTcenca.dmil  chenaTce  Topra  la  perTonn. 
>7»« 

oaT  ere*^r  venir  al  mondo, vTare  in  luce  • 
i'9a 

flaTcnr<dcre,per  celare, oceultarc,copnre . 
470 

naTcond»me«fo,4  niTcnndimmti*  770 

n sfcnfamcme.'Val  cd  ar  immite.  yjo 

naTcoTM,Talcoperto,occuUo.felaco.  }7  ■ 

oaTo.gtnafi  470 

oaiTiydnfirif'fimncheéilcairoarbort , del  ’ 
quali  fi  ftd  roTttco.  1 1«4 

naftr  sia  e‘'rdcl'-i  di  Trta  I7a7 

n’tuhe.le culate  olerhtaroe  iqra 

nat  *10  vered*  tnniio.di  ori*nark>*  tett 

n-Mione.rcr  ia**r*gtn#.  |p7| 

n.it  noe  iti  vece  della  gente,  de  ddla  moltitu 

dmc  1769 

natiuità,il  naTnmento.  irit 

nario,dcaat'un  174$ 

nai -,drniTriiito*''die.  ir48 

n arura,la  creatnre  delle  cofe.  t c97 

narura.iq  veied.dia  vulua.  *47* 

naturale  I7t9.de  meta-perla  vulua.  1477 

naue.dr  naui.  1047 

naufi-jgio,  il  rompere  in  marcy^oafi  nauli 
fra^io.  1047 

nanicarc,dr  naui^are  1 077 

nauiccTa.dt  peTcatorì-  >094 

nauieanti.qudh  che  nanleaoo*  1 074 

nauigare,dc  aau'care,perrcmigare*dr  edifica 

re.  1074 

nauiciotdc  nauilio*f  nane  grande.  1047 

nauiTio  de  nati'g'o.grao  naue.  1044 

oauta*il  marinaro, o nocchiero.  1 074 

ne, in  vece  di  in,di  k>,&  di  o*de  accompagna 
ca  con  la  me,Te*rc*ce.  1 9«4 

ne,che  fi  riToIne  col  ucrbo  io  ueceddgcnt 
ciao*  i««7 

ne, in  ucce  di  non  , dt  quando  • pollo  dopo 
la  non-  1194 

ne, m recedi  noi.  1999 

•c,pcroraafflento,dem  floe  del  fcibo,de  w 


Tfct  Jdia  copula  o,drin  vfcedind,o  efi 
Negh.de  della  io*dc  di  uei.  i«9».i  t f 9 
oeaccu  npagnata  i..m  la  me,te,Te,ge,le,gii. 

I&90 

nemai,  arnec  voqaam.  at? 

oebbia,4  caligo.  zoi,6 

oe.'dr«no*rai  b'Iog'Xjfo-  • • * 

aecdrano,il  cacacoia,il  ddlro. 
ncceTstu.val  hiTog  10.  } 1 0 

ncdyio  vece  (fi  ne,ue(  uerfo  però  *99*3 

nefando, va}  crudele* T^lerato,  de  da  noa  di  * 
re  fs9 

negante,  cioè  che  nega.  * afj 

negare  nome  de  vc-bu  ,per  cnntradiccre  • 
i&9t 

neghitcofo*val  oegligeaceileaeo,de  ignauo» 
*uf 

oeglete>>,val  Tpreziato.  40> 

neRhgenie*v»l  pigro  1707 

negotiOiUfacennatilrrafico.  T 777 

negro  de  nero, per  lo  colute,  de  anche  per  (cu 
ro*dcfncfiu.  9i7 

ncgro.de  nero  10  vece  di  ofeuro.  i9o7 

nembo, che  vai  pioggia  Tubita.  1019 

ncmico,uemici  de  nimico  de  m vece  del  du< 
uolo  *9oi 

neo, è cello  Tegao  naiuiaU  Topra  u carne. 
•f<4 

nrpofc.dt  nipote*  1719 

nerbf'niroydt  oerbuto.  au4 

iicr«tde,nirnnhe manne*  i>  79 

nero, de  negro, per  lo  colore  Jrin  vecedioTcu 
ro  9i7.»9j; 

ncruo.uerui.dr  nerbo. 

ncTcìOyVale  ignr>taote*fiurid  )*  *a4f 

neflunOfVal  munu*ouÌl>>  1990 

nettare.è  Cibo  dr  licore  di  ino  tdoa 

nect4re,i'er  pnrgare, polire,  forbire,  fcoj’are, 
lanate.  7>7 

apciezza.la  politezza.  7^7 

■etcotvai  moado,polito*Tcuflb»  fax 

neue.de  acuì*  977 

ucuicare*pernouare, fioccare.  977 

nibt|io*vcccllodar-ipmanoto.  1007 

O'ahiare.perràmancarfi  con  Toramefla  vo 
ceUmentcìmic.  1411 

mcchtOyC  feonu  di  qualunque  cappa,o  goo«. 

gola  manna.  1179 

nieiodcnidi.  ti7 

niente*  vai  nulla, dr  non  mica.  1747 

nientedrmeno  vai  nondimeno*  «894 

nigromanre,dt  negromaocc.  79) 

Rtgromantia.la  ioiaatagiono.  79« 

nimicitia,  la  mm  (Li.  744 

aimìco*dc  Qcmico*  744. 

nimiffi.lanimicitia.  744 

nimphe*dtloro  vancqoatila.  a&) 

Qipote,dt  nepotc.nepott*  iv*9 

OK]HÌr^To,val  furìofo.drp.eno  tTiri.  79t 

oifnte  la  noce  del  cauallo.  *)94 

niuo,niano,dt  m fluno*&  nullo.  1 99 1 

nò.paiticclla netatiua.  iz9}.i  91 

oobile,val  ge  itile. cortefe.  404* 

nobiliti, de  oobi]ci*ia  cortefia,la  geaoletza. 

409  , 

nobilitare,rer  far  nobile.  404 

nocchieruto  barcaiuolo,  1074 

nocauole*il  frutto  del  nncduolo.  * « > 9 

nocciuolo.  & nocco «l'albero,  cheta  le  n'ir* 
ciuole.olcaueltaae.  1194 

nocco.Mmedcfimocheooccniolo.  1 164 

nocealbero  (hefaleooci.  1 197 

nocc.&noct  il  fruito  della  nocealbero.  1 1 9 7. 
noce  della  balrftra.che  è quello  ordegno  di 
olTo*chc  tieo  la  corda,  quado  TaiCQ  é tem- 
perato. 49» 

•ocercydtauocerc.  m 


V 


I 


TAVOLA 

•octmento.ft  mdmentl.  ni  miorere,& aof«rc* 

noKUOtCìoc  cKtfti'  ce  r>|  miourei&  Qadare«iR  scatti* 

•odoftn  vece  del  groppo  146  & meu  per  lo  ouora.l  at  aurui6In  veor« 
corpo.  Itti  Duo«o^Quoua,aoitn. 

•odo, per  Io  dubbio fCiod  cola  diffide  da  ouoao.adie  ood  di  auouo. 


fooj^icTc. 

BOI, noi  fnrde(ìmsnr»< 

Bou,il  fjft  dK>,il  (C'Ir-  ,'ancadia* 
aoiare,rcr  dar  nota  fafl»4irc« 
Do>euolr,val  notoro* 


171  nutricare, & nutnre. 

I teo  ouaoÌa,ouuolO)Ouailetto,mmoll- 


Tf| 

•'■94 

ine 

»J9 

Me 

icee 

«017 


•cHo(i>,cheporge  noia. 

Bo*J,  che  vai  non  Ìo,o  n'»ii  il* 


l|00 
l|Ot 
l|CO 
ItOO 
lf;>.  Ì97 

fiomare,Sca  >m  nare,  e m(‘nr'>a«rr.  i^r 
•ome  4 he  cola  e, vedi  a nomi  (oft.  de  adie . 

•orni  prorriidi  htiomin*  & -It donne.  «f|t 
•om<nare,dr nomare,  perchiamare,appclla- 


0,ia  vece, dì  onero,  ifed.o  in  luogo  di  ne. 
ff9t.ovocariuo.f40i  o con  inarcato* 
ne.tfff  .0  eoo  irrfioBe.tfee  o con  ad- 
roirauone  119}  .ocon  raccordaci'me  o 
con  mifer*rtonr,&  d dove,  o con  rnren  • 
lioDc&iRcrcpatK)Qe.ffoo.  dolentiacon 
efclaraarione.  i8id 

obbrte'ire,dt  obbrìgatiooe.iiedi  obfigare,  8t 
obhganone.  l i4a 


fe,mcotouaie.  147  obbrobrio opprrdmo.  I44| 

■ion,e  farttidU  rheiem’*re  nega  iati  iter  obed>eate,&obciiire.vedivbidiente,&vbi- 
■rnconla  ft,nonrc^1icaCainlurgo  dtduo  dire.  4: 

negooocH.  fi  a obeno»dtogi5efto.  MV7 

aon,(he  vai  non  Tolameare.  ncn  rur.che  ohliaa'a.tlmede(i'nocheohlinirm<*.  fiat 
Val  n<>04mh<>,&  m>n  rt  .lamente,  non  obli  fre,pcrfcordare,&  porre  ló  obl  uione. 
foUmeo  te.aon  folamccc  con  la  macor  1 141 

nfpoaJeote.  1894149  obligarff,obbrigare,Iper  legdre.fbiogcre. 'm 

•on  mai, non  pili,  che  vai  non  altro  r u,  noe  cedire.  «laa 

per  tanto,  non  in  ruiiKi,noR  mollo  ftion  obi  gatione.dtobbnfactone.loo'itigo  la  2 
te  non  niente,  non  mica.che  vai  non  214  ' oblio,ilfncdefiniocheobliuione.  1141 
nonne.  iSfa.ife).  obliqun.uat  to*to.  f'i)i 


•ona  horacaoon>ra. 

•oad'meoo,cK>e  nientedimeno* 
con  che, cioè  non  rolamrnte. 

•orma, va!  reg-ta,furaia. 

■orco, vai  con  noi. 

Doftraie»val  dt  nollxo  paefe. 
noitra  noft-a,no(ln,nofire. 

Doiiro  mera  in  vece  di  d o> 

■olà  che  va!eaccen(o,parola,  dk  voc^  per- 
che fa  noto  colui  che  parla  et 

•oca, per  lo  | eccat«ì,Iamac(li4a*  T99 

aoca»o,dc  nodaio  Laufenba.  toi 

AoCjndi,pr«>uab«,dc  detti  vani.  »6ro 

Botare.dc  ouaUie,^'er  notar  oodar  oelPac 
«pia.  1094 


i6i  obbuione.laobl  «nra,roblio,Ja  dimenttran 
1496  za.fmem  ragm*.  1141 

17  7 ocha.Sf  «che  vcceJlo  noto.  no- 

iPf9  OCcafK>ne,va|  vMtnra.  i64 

i»ed  occaio,ooe  il  mnei*te,A  meta.p  la  fine. *69 
ir7'i  occhitSf  nel  mene  occhio  ii4<“ 

ii9d  occh  aia.&  (>cchiair,&  occhiali,^  meta,  t'tr 
4 gliocch'.  ii4r 

ociiienrale  Aoccidentali  Sit 

occidere.de  vccidere,per  ammazzare.  rif 
occor<b,val  foccorib.  407 

ocrnItafneiite,vaÌ  afeofameote  ,(eaeramca’ 
te.  170 

occultare^rcnrrre.afco«dere,<etare»  170 
occult->vval  uafcof  \ceUtn.<op-  ita  170 


Aotare,pera«cnÌTe,pnarTbeBmentr  • é|  oc<uparc,&  accupare, per  pigliar  uccelli  cuO 


DoCKia.lacoervOone,  la  ncoDofeenta.  itói 
••>lte,nd  più  notti.  «f.,8 

Botroi.<,liiiuctta  uccello  notturno,  io  t 
oottu'oo.v.'l  roCa  di  notte.  tfoi 

•ouj,&  cuoua  cofa.  119 

nuuanttydi  nocunta.  1 710 

Bour  numc'oindedinabife.  «717 

pouelia  iuft.la  fauotj, diceria, hiftoria,par1a 
Urc. 

•ouella.adie  ciodcofa  nuoua, 
ooucÌ]amrnte,vat  nuouamcnMw 
■ouellare,‘er  dir  oouelle. 

•onembre.mefe  noto. 

Bouerca,la  matrifna. 

Booifiimo,V4l  ulrùno. 


1094 

54^ 

f67 

189' 

ter 


ei 

are 

aie 

et 

ac9 

tri8 

•4l4 


occupare,rer  vfurrare.podedere* 
oc(Upato,vale  tir  pedio. 
od.in  necedio,che  va]  onero, 
oda,odo,ode,odi,dal  verbo  vdire. 
odiare,}  cr  portare,ohauerod  o* 
odio.c  ira  inuecchiata  peraoia,  Apermo^e- 

Uia  r44 

odiofo.vat  mnlefto,ooiofo,eaoib»  róp 
odirc,A  udire.Lat.aodjre.  Ii7a 

odorare,ncrolere.  i|7o 

odnratu,r  uno  de  cinque  fenbnaeoti  del  cor- 
po. i4i4 

adorc.Aodori,ilfeocimentodclnafo.  ié|6 
odorifero, odonfìm. 


nnbiin.val  folco  adie. 
•obilofo,&  nuutlofo. 
nocca, la  fommita  del  ca'>n. 
nudo,&  Ignudo. vai  fpogliato. 
Bodrimenco,lo  alime:iCo, 
Btidfire,A  nutricare, 
nulla, aduer.che  va)  niente, 
mollo  adte.che  vai  nìuno. 
moroerare,A  aonoucrare, 
■omero, A oumeri. 

•oaciare,  A anoanciart. 


14?# 

I4{4 

TU 

ni 

4H 

4»4 

444 

TI» 


nono, A Qoooo,val  raro,  non  mal  r'O  vedu-  odorofo.vafpieno  d'odore. 

M/>  vd.tn,nato,4l  hora,g*onin?ifoe(co.  offendere, ver  ine>unare,olinig^are, 
aie  offenfìone,il  medefimo  che  c«ffoù, 

nozze, che  vai  raaeiiaggio,rTK>mpbo,  godi  offeore,per  dcdicare,cnn/ccrarc« 

fcento.leticia  444  offerta  la  dedicattone. 

nobe,lan«uola,Aauiulctto,  1017  offerfe.rhe  fi  fanno  a morti. 

1017  offtfa,Aoffcn(ioae,la  mgiurU. 

1017  officto,Avfficia,i  vccedeircdftdodiufno  |6 
1414  officio, A vffiaoyd  magiftrato,  ladigmta,  il 
Iftc  debito.  404 

I Tee  offurcare^ptr  ofcunre,anoerare,  A ìnotnbra 
iree  t-T 

1749  og|etro,Aobietro,cheé  qualunque  cola  che 
1744  b pnooppooereallavirtavifiaa.  ijv? 
teef  ogliOiAo]io,liquore,oofa  téli 

I4e4  ogaiindeclina^lc.  1140 

tifi  ogni  a&ao^cioe  culaia  an»o.  ifé 


ogni  co  fa.  #740 

Ofni  di  a6t 

ogni  bora, vai femrre.  i46 

or  voce  di  dolore , A gmota  con  la  me  fa 
•o«mc.  i4o4 

om.e,A  ot,vt  fu  ri.  1426 

olerare,  per  dare  odore.  t4)7 

olunpo, e monte  alaf»imo,A  meta  Cgaiffca 
il  odo  éf 

olio,3t  ngbo,bquore  noto.  |4|8 

oltrci'cr  fa  er  di  buouoo  di  no.  «I6|4 
oliuo,oltua,A  vbuo  a.bcro.  ii6f 

olmo, albero n<  to.  Ii4f 

oltra,<n  vece  dt  piu.  1714 

olirà,  A oltre, rhe  vai  piu  innanzi, o molto 
ptu  loorano.  970 

olirà, tn  vece  di  eccetio.A  fuori.  94f 

olirà  CIO, A olirà  tii  ciò, che  vai  oltraqueffo. 
■ 494 

olrra  di  q uefìo.  i4vi 

oirra  ninura.noefuordi  mifura.  I7r7 
oltra  modo,c  oe  fuotd*  modo,  iri7 

ol»r*gg  ire  per  ngamaic.  477 

oltrae4'>lo.valeitig'ur>am.  4 7 

oUra-:g  n,Ia  fnperch<em,U  iagtoria.  477 
nlirare.nrf  allonran  *te.  1494 

oltre  A obra.cbe  vai . lu  manzi.  14  4 

omLra.&ombre  44) 

ombri  «n  vece  dell'anima.  ici} 

('mbrarr,per  oHufraie.  C}| 

ombregg>are,pei  omL  rate, come  m pittura. 

tu 

ombria,m  vece  dì  ombra.  4zi 

ombrofo,va!eufcuro,  A pieno  di  ombia. 
614 

oncare.la  voce  deli'orfo  animai  noto.  1 144 
oncia, la  du  decima  parte, d'voa  bra«  17^4 
oode,Aonda  diaequa.  io|| 

onde, A doue,aduer.  locale.  pr4 

onde, (he  vai  per  laqual  cola,  977 

ondetgiare,per  far  onde.  io|| 

ooti>,"v4J  difp<tto,iog>uria,  474 

onnfto,vaUntHo.  1741 

opaco,valc  ombiofo,fciiro  614 

openione,A  opinioni.  iai| 

opera, A opra, A cura.  44  4 

opcfatiQue>lo  operate.  } 44 

oreraic  nome  A veibo.  444 

opimo,  vai  graflo.  |}ti 

optoicf)e,A  opcnior.c, la  congettura  126} 
opto^fucco  tallo  di  papaiicrotche  induce 
funno.  1 )44 

oppotiiuio>vaUonueoiente.  1179 

oppnmcre,p<r  cóculcare, occupare  .conflrio- 
gcrc,  violare,  grauare  con  carico  celar  ta- 
cendo. 1109 

opprqbno,A  obbrobrw,chcvaI  vituperio, 
vergogna.  i6«| 

opnrc,per  aprire.  9zp 

ora,A  in  plU'Ore,m  uecediaura.  114 

orac/do,c  quandi»  doimcodo  pare  (heahu  • 
no  a pacli.A  che  quelio,che  diccriefce.ve 
ro.  f|64 

orare  nomeiA  verfco,pct  prcgare,ncchicdcre 
faroratione.  §4 

orai»onc,A  oianool.  14 

oraton,cclcbracida  ooffri  poeti*  7t} 

orbo,e  quello, che  e fenza  luce.  1144 

orca, e pefee  grande  marino,iofcffo  alla  baie 
oa  i«  44 

orcare  e*  la  voce  d?  meirerraftno  iioa.t  144 
orcuiolo, il  boccale  concai  li  Cattai  «ino 
della  bottcfoucro  vafo  con  cui  fi  n ette 
acqua,o  vino  in  vo*altro  vafo.  8}0 

ordigno, va)  ordine,  A IÌto,A  >rffrun)(*Co  la 
ordigno,  m vece  dcU'acc&bugto  viaio  dal  - 
TAnofto.  44} 


t 


TAVOLA 


or<!mart,pfr  eonlllta!r«,(lifpon«rt«  1 1 

ordine  m genere, che  Tal  modo^agione.  1 1 
ordine  de  eh  angeli.  li 

ordine, perla  r Agioqe#  a^r 

ordiue,per  cominciare.  i;i4 

oreadt  nimphe  de  mond»  aat 

orecchie, & orecchii  & nel  meaoorecchia,& 
orecchio*  * I t i 

oreza,fic  oreao,d  orabra,&  luogo  doue  non 
VI  percuote, tl  fule,&cheTi  rpiraTaara. 
6t4 

orgaan,(lro«ento  mofico  noto.  t or 

orgoglio, da  ira, & vrgoche  dinota  Aiperhia, 
ftarrMiota.  fTt 

orgoglio^ciod  pieno  dì  orgotho*  f7t 

oncaTco,  è fpeae  di  roetcallo  netro  ottone  o 
lattone, & per  meta,  tn  vece  della  tromba. 
•i|f 

oricano  vafo  da  acqua  odorifera,  Tacamn. 
«IO 

oricote,&  orientale.  ««« 

ongcu, fiume  di  carmanìa.  1 070 

onginare,per  dare  origine.  it«7 

ongine,vat  parentado, naiione,  pigliali  an. 

cho  per  lo  pnnnpio.  tr(7 

oritherctil  tuanoale,o  coCnno,  detto  datilo 
recchie.  ^ 7ii 

onoa,ilpirdo,illotio.  iqvr 

orinale, il  vafo  doue  fi  orina  dentro,  iqrr 
orinare,  per  pifciare.  1 4f  f 

ononeite)Ia,naiodjonoa  di  credei  fecon- 
do, le  fauole.  8d} 

oriionte,è  fegno,  che  parte  U cielo  in  due 
parti*  869 

ori  o iftremicd  delle  redi,  & di  qualnoque  al  • 
iracofa*  1619 

orme.rono  le  ncftigie,o  pedate  de  piedi,  iqea 
onure,&  adornare  per  piogcre,abbelUre  • 

7ar 

ornamento  lo  adornamento*  714 

ornato, vai  pobco,dipinto*  7a4 

omo  albero, Toigarmeote  ti  fraCiioo*  ii«f 
oro  meullo  fopra  gli  alto  nobcldeimo*  1 1 i4 
oro, quando  lignifica  colore*  iaa 

orfo,aoimal  noiiftimo.  1 atf 

ortica  hetba  ootjfiima*  1174 

otto  in  vece  di  oriente,  «t  perlonafcimenao 
969 

Otta, è quelli  corda,che  fi  lega  in  capo  del* 
Tanceona  da  maofiniftra.  1409 

ort^horgi^fthortogranoaflainoto.  an 
o(anniCe,per  laudar  Dio.  ira 

ofare,per  ardire,  cioc'  hauere  ardirne  oto* 
ia97 


orcorare,t*er  far  feuro. 

i9o4 

ofcurità.dt  ofcuhtate. 

)«.r 

ofcoro,val  coperTo,a(cofo,fcazaInce.  t«o4 

ofla,&  oelfin.oflo. 

oÌ1emanza,U  riuerenza. 

4) 

0 fl  erua  re  ,p  er  ma  ntene  re. 

4) 

oflollcTÌ,dc  vfolien,fooo,i  cordoni, 

con  cni 

fi  fe  rrano  le  brache*  1 747 

oftare,per  coacrafiarc,o  ftare  al  cootrafto* 

oifanattoneUpertìDacia*  t«7 

olfanato  vai  pertinace.  r«7 

oftro,!a  porpora  il  fcarUco.  irj4 

oftro  vento.  11  a 

otiOfil  npofe,Pa^o,ia  quiete, la  commodìci 
la  craoqaiUtt.ì.  719 

otiofo,  vai  pieno  di  odo*  7 1 9 

ottanta  numero  dechnabile.  i7ao 

ottavo, ottaua-adie.  i7a) 

ouenere,ptr  haucre,lmpetrart,  acqoiiUrc . 
76 1*  N 

ptamamentcìval  perfettamenie.  ifrt 

octimoi  vai  pafcnO|dc  molto  pin  che  boooo* 


i«ri 

otto  numero  indedinabile*  I7ÌT 

oiaobre.mefe  oiuuo  delPanno*  are 

oue  aduer.che  vai  m quel  luogo,  o io  quella 
parte.  9V4 

oue,m  vece  di  quando*  389 

ouer,ouero,dc  oueramente.  l«97 

ouile,la  ftalli  deile  pecore.  iaa« 

ouunqueaduer.val  lu  quella  parte.  9tf 
P 

Pace,Sr  nel  piu  paci.  709 

paceiicaro  per  placare, raccoaciliare.  709 
padfico.valq  lieto.  709 

padella, la  frill'ora  vafo  doue  fi  Crige  il  pefee. 
917 

padiglioÉ9.&  padiglioni  497 

padjrc  nome.ik  verbo  tlfmalcire.  l4f| 
padre, in  gencre,aoeil  gcoicore»  ifiT 

padrc,ia  vecedi  Ou>.  4 

padre  nomedi  honore.  ipx? 

padre  IO  vece  del  papa* 
padrnne,&  patrone.  197 

padronedi  oaue.  1074 

paefani,quelli  del  paefe*  rf7a 

paefe,che  vai  regiooe,contrada,parti,bande* 
«71 

pagamento, la  rod  ifittione, del  debito*  774 
pagarc,per  fodisfdre,cootcncare,  accordare. 

pagare, per  punire, cafi'garc.  liai 

pagatore.il  fadisfattore.  774 

paggio, il  medefuno  che  vallerò.  )V9 

paglia,dc  pagltanccio.  3}« 

pagliariccio,é  paglia  rocca,  & fminuttata* 

pagolino,  vccello  quali  fimilc  al  pafeere  • 
1010 

pagoneggiar,&  pauoneggiare,  per  mirar  fi  co 
mc^tlpauone.  imo 

peto,  vai  duoycomc  vn  paio*  17 1 1 

paiadmiyin  vece  di  huomioi  valenti,  (c  ellet- 
Ci  nell'arme*  eoo 

palafrentere,e  qndio  * che  femt  aHa  ftafia 
quaudo  fi  caualca.  ilio 

palafreno  il  cavallo*  11 10 

palagio, & palaizcspalagi.  9i9 

pala.o  della  bocca.  1)76 

palazzo, palai7i,&  palagio.  9 1 • 

palco,&  palchi,il  folaio.  910 

pale  del  molino*  * 941 

palco, era  certa  palla  di  legno  eoa  cnt  gioca* 
uanoifanctulJu  j9i 

paleCare,per  mantfedare.  1678 

palcre,val  publtco,fnanifcfto.  1 679 

pahfcalmo,  o palifchermo , é certa  naoicula 
a guifa  di  fchife , che  al  piu  fi  vfa  al  tempo 
de  rnofflphtfO  di  felle  io  vane  foggie*  1047 
palla, d cofa  monda.  7I1 

pallido,val  foolorato,liuìdo,&  bianco.  |4t 
palilo, li  mantello, vede  che  fi  porta  di  fo- 
ifl« 

f allore,la  pallidezza*  |4i 

yallotole,  volgarmente  balotle,dod  palle 
ptcciole*  7i| 

plmaddlar  4O0,doc  la  parte  di  dentro. 
•4J 

palma  albero  noto, le  cui  foglie  dinotano  ho 
notato  I premio  de  vincitori,  & honora> 
to  fegno  di  vittoria.  it«4 

palma  che  fijnifica  vittoria.  740 

palmo, a milura  che  fi  fa  con  mano.  14}$ 
palo,è  legno  che  fi  ficca  interra  perfoften- 
tamento.o  fimile.  1 1 99 

paIparc,pertoccarefoauemcnCe*  1441 
palpebre  de  gliocchi*  1)44 

palpitare, è proprio  quello  batdmento,cha 
|aro*aiu^Cj  riaaoamoftCì  coae4 


•efee  fuori  deiraequa. 
palude  è raunanza  di  acqua. 


•441 

l«-9 

paludetiigie.  «070 

pampani,dc  pampint.te  foglie  delle  viti*  iz  • 
pa  ,«(paoe,  abo  ootafaimo* 
panca, la  banca  per  federe.  I7r« 

pancta,la  parte  «il  fuon  del  corpo.  i|i9 
pane,&  pan  abo  notifliroo.  1 4o  1 

paate,&  pane,  le  bacchette  pìccioleinucfca* 
teper  pigliare  vccclli.  tei 

panae,fono  le  bolge  unpao'ate  di  pegola,  Vo 
ce  dintcfca*  ]4l 

paniere, il  cello  o candirò*  «|  1 

panDacciOfilpanaogroiToyCoreedi  cauauac 
00,0  limile.  1 HT 

panni, in  vece  de  vellimeoli.  1 r|4 

panni, cioè  iele,drappi,o  pezze  diranno  • 
ifl« 

panni  lani.val  panni  di  Una,  & paoni  lini, 
panni  Ui  Imo.  iri7 

pannicelio,è  panno, o drappo  di  lino,  t n4 
pantano,il  fango  molle.  1890 

pantliera  animai  roaculofo,conie  il  pardo, 

& lince.  I2z4 

panthera,é  rete  per  pigliare  vccelli*  loot 
papa,(un)mu  pontefice  |74 

papagalÌo,vccello  uonfiimo perla  fna lo- 
quacità. loot 

papafiiijl  pontefice  de  gli  lofi  Jeli.  |7« 
papaue.*o,heiba  fonnacchÌ<.fa.  1 1 74 

pape  voce  di  ammirabone.  129^ 

pa]'em,Poca  g*ouine.  1009 

pappare  vocefjocruliefca,che  vai  maogiare. 

1)90 

pappo, & pappa  voce  de  faociulli.dcfta  da 
pane  Dio 

par  paro,&  pain,che  vai  coppia, 0 duo.  1 7 H 
par,care,«c  pari, il  luogo  eguale,o  di  fiinile. 
i4c7 

pardal  verhoparere.  laSo 

paradifo,  de  dinota  borto,piaataio  de  pomi* 
67 

parabola,che  vai  fimilitadine.  «7 

paraggio.val  paraogone.  1 ^47 

paragooare,per  prottare,rpencnencare.  1 648 
paragone,  vai  proua,«t  efpcrienza.  1 647 
paralleli, fono  circoli , o linee  della  fpera 
cqualinence  dillanti.  il 

parafito.è  quello,che  a coonitì,dt  col  man  • 
giarralmti  fi  viue.  iqar 

parche.letreforelle,che  coaducon lama 
delPhnomo.  1611 

prco,vaÌ  fcarfo,  auaro  tenace.  |z4 

pardo  animai  veloofitmonel  corfo.  1117 
parecchi,  vai  mol(t»alcnni,piu,dt  ugualì.i  7)0 
parecchio,val  fimiie,evgu4Ìe*  i7|o 

pareggiare, per  airomigliare,  per  far  eguale, o 
patii*  i46o 

parentado,la  parentela*  irftr 

parenre.dc  pareno.  sr6p 

parentefi,cioè  incerpofitione,  o anerfiooe  dt 
parole , che  fi  fa  nel  ragionare , leqnali  n • 
ffiofle  rimane  integro  il  parlare*  19  a9 
parere  oome,cbe  vai giuditio,mcaie,  voloo- 
ti*  iato 

parere  verbo,  per  cooofcereiper  efiere  vedu  • 
co.  iato 

paretaria  herba.  i>7r 

parentc,è  fcparatione.  9 1 7 

pafgoIeggiare,per  nmbambirc,dod  diueoirt 
comeputto,o  UnciuUo.  ijii 

pargoletto,  vii  ptcoolino*  • 7 ) 1 

pan,pire,8cp8r,che  vai  eguale.  i770 

paruncote,val  firoilmentcì  medefimamentc» 
aochora*  i6ri 

parUmentOfparlamenti.  i|td 

parlar  Dame, dtvet^  i)tt 

ferUfia 


ir 


V 


■X 


»Q 

lutiune  deoerui. 

1996 

Ì9 

parlatore, de  parlatori. 

l}99 

Ut 

uK>,rar,tk  r>K>,  <b(  vai  duo  .edi  par. 

0| 

che  vai  coppu. 

1711 

» 

parochia,dc  paro^. 

Jf 

19 

parole,qualt  paro  ore« 

■Kb 

.parra,  de  parru,  io  vece  di  pareri 

, de  di 

I 

parerla* 

iz9o 

pacte,perla  porbone. 

1760 

1 

,parie,rer  la  fatnone,o  partialiti. 

1760 

parte  Tolt  la  rcgioo< 
parte  adie  come  bella  parte.  ^ra 

parte  aduerbio. 

partc>ta  vece  di  meatre  9r>- 

parte»quaodo  luogo  (Lnota^o  banda,  ara 
parteape,&  parteapi*  *761 

parteggiare, per  tener  parte,o  fattioae.  1 7^0 
parteouyla  partita.  1469 

parncelia  il  dimudi  parte  adte«  pra 

particelle  ooo  collocate.  ii|0 

parucolare  particolanti  » & porticolar- 
meate.  i7<o 

partiggianj,  (000  i fideii  A cari  amici  di 
vnatattione.  71 1 

partirCtSc  partirà  nome,&  verbo.  1 4^9 
parure, per  dmtdere,  & per  fcparac*  1 470. 
I7a7 

partire,  meta,  per  feparard  da  quello  mon> 
do>aoeroonrCt  i^i7 

partita,&parteoaa,il  partire.  14^9 

parto  adie. . air 

parionre,perfarHgliuolì.  a;r 

parueaza,che  vale  apparenia.  1 4aa 

pafeercipcr  abate, nodriie.  ifpS 

pa^co  nome>il  roedefimoche  paRura-  ifpf 
pafiV^g'^rCftf  V(aodaate,&  il  aocdiicro, 
a limiie  che  palTa  i viaodanu , a (tu- 
rot,o  (ionie.  1461 

paflaggio,val  craaRto. 
palDmcnco,come  pafTamento  di  noia*  14^1 
paflàre  nome,  chedioota  mouimeato* 
àoe  per  andare  innanzi.  M^4 

paflare  verbo  • cbemouimcnto  & tem« 

•444 


eo  (igoiRca. 
àre,per  traiì 


Idl7 
a99 
• 617 

199 

179 

1444 


r traiìgcre^  & per paflai davo 
cantaall*altro.  f}) 

pa  dar, per  v£ar  di  ^oeRa  vica«  cjoèmo' 
rire. 

pai&re  quando  tempo  dinota. 
pa(Tati,i  uapaHati,oo4  mortu 
paiTato  aduer  di  tempo, 
padatuad  e che  tempo  dinota. 
pa(Teggiarc,per  andate  a (jpalTo. 
poSéie  nome , lacelaga  vccellonotìfii. 

mo  1010 

palTere  rolletarìo,  d rccelloquafi  io  goi 
la  del  merlo,  habtta  ne  luoghi  follc- 
tacM,Qoo  cofiuerra  eoo  gli  »cn  vccel 
li,&  canta  beoiCsimo.  1010 

pafunne,c  Poppofito  delPalIcgrezia.  i}io 
pa(To,che  (i  fa  co  piedi,  dr  alcuna  volta 
dinota  mifuu.  144} 

pado  f che  e'  luogo  ftretto,  & guardato, 

, de  doue  n pada  come  ilrada,  e feotie. 

IO.  944 

pa(To  paflb.de  a paiToapalIb,chf  vai  pian 
. Piano.  14C} 

pafio,il  cibOfU  efea.  1 99* 

paltor  di  greggia.  ]04.  de  in  vece  del 

papa.  }7d 

paftu  ra,  tl  pafee^  o il  pafcolcMl  nftn,  o 
. cibo,  de  il  luogo , doue  pafcolano  gli 
animali.  104.1  fpS 

paducrare,pcr  andarealla  paftura*  §04 

pa(ieae,val  foflferen(e,toleraate.  4» 

paticatemesie  Ut  patienca.  42 


A V O L A 

patienti  celebrati  da  noReì  poeti.  rv 

patienza^dc  paucatia,val  toleiaocaifoffcrcn 
aa.  42 

patirctper  rofferire,CoIcrare,fofteaerc,  com- 
portare. 4Z 

patna,è  illuogo  doue  fie  nato.  991 

pateurra,  valprtoupedcpadn,  de  pnmn  de 
pooteba.  iz 

patcurchi  celebrati  da  noftri  poed.  zz 

palncida  Puccifor  del  padre.  1 . 17 

painoonio^  beni  paterni.  ita? 

patricia.val  gente  nobile.  4'jf 

p4jucggiarc,  per  pattuire,  far  patto.  7c4 
patio  lo  accordoytl  bazzarro.la  cegua.Ia  con 
i^tiouc,la  conditione.  7r6 

patcuire,de  patteggiare.  7f6 

pzuentate,dc  (paucaure,per  hauer  pau- 
ra, •!« 

paucoto,1a  paura,il  battimento  di  cuo- 
re.  «avi 

paoentoiOfVal  pieno  di  pauento.  liti 

pauc(e,  c cerm  targone , o feudo  gran* 
de,chc(i  vfaua.  49f 

pauone,depagonc  vccdlo  nottfaimo,  per 
roioamento  delle  occhiute  penne  1010 
pauone««are,dc  pagoncgciare,Pcrmo 
ilrarh  in  pubhco,  per  elfer  veduto  ve 
ftuo  di  bc  panni ,miraodoll,  coese  fa 
tlpauune* 

paurf.ilpaucnto,il  timore.  »aai 

paurofo , vai  pieno  di  paura , de  di  pa- 
uenio. 

patiaraente.val  mattamente*  *r47 

pazzia, la  ft'dtilia.  *^47 

pazao,val  ftolto, matto.  IZ47 

pe,in  vecedt  per.  *9^z 

peccare  nome, de  verbo.  M*4 

peccato,ual  errore, difetto,maoc4rnen- 
to. 

pcccafore.de  peccatrice, 
pecchie, fono  le  api  vedi  api. 
peccala  pegola. 

pc(ora.&  pecore  animai  noto, 
pecotagioe,  che  vai  heftialiti. 
pccorato.dr  pecoraro. 
peconcciQ,doue  (fanno  le  pecore, 
pecorone, vai  ra(lrone,bccconc  . - . . 

pecuglio,  è proprio  la  rtccheiza,  che  prouie 
se  dal  le  pecore»  <^7 

pecunia, l^moneta,il  danaro.  >)l 

pedate  dciralbero  ,.o  Gmik , óoe  il  hiftn , il 
rroocoio  la  gamba.  1460 

^da(e,tc  ve(lt£ie,leorme. 
pedom  fono  i Mari  a piedi.  4V9 

pedono, la  guida  maritima.  4 ' 4 

peggio, vai  piu  che  cattivo.  I670 

peggiorar,?,pcr  andar  di  mal  in  peggio.  i<70 
peggiorare  neiriufermo.  téV4 

peggiore, li  contrario  di  migliore.  1 67 o 

pegpo , À pegni , d pegno  che  fi  da  per 
ucuru.  7f9 

pelago  mcta.per  lo  aure,  de  per  quiluo 
que  prolondirà.  loja 

pclare,per  leuar  peli,dt  pellere  per  Icuar 
la  pelle.  i|Z| 

pelfgiOjé  picciolo  pelago,dc  traofito.  i o}z 
pcht&pelo  nel  meno.  i}7} 

pehcjoo  pefccjdi  vccello.  ioo9.lo9z 
pelle^la  fpnglia  deirhuomo,dt  ddram- 
.male.  i|zi 

pcilgrmasgiOfdr  peregnnaggio.  777 

pellpgnnare,^  peregrinare.  77  9 

pellegrino  • de  peregrino,  il  forefliere,  il 
viandante.  778 

pelliccione,  de  pelliccia , vede  fiodcrata 
Spelte.  ^ iT4t 

pelo, d(  nel  piu  peli  i|7i 


H14 

1114 

looa 

994 

IZld 

lazd 

lazd 

lazd 

*Z4f 


pesa, perla  punitione,coadiiDtiagto- 
ne.  me 

pena, per  la  doglia.  i|ii 

penale, ooe  rbe  da  pena,  de  pighad  4 fuoco 
penare  per  infernale.  i9za 

penare,per  indugtare,tardare,  affatica- 
re. i}ii 

pendente inil.  morule  che  pende  al  col 
lo  perora  amento.  711 

pendente,!  loe  piegato, chino.  1799 

peiulere,('er  denuàre  1-99 

penderc.per  prfire.inchmarr,caUarei79Ì 
pendice, e la  rua,  o la  ùonda  de  fiumi, 
de  monri , de  di  qualunque  cofa  ag* 
giunca,clte  fia  ad  vn'alrra  1 041 

pcndule.dc  penfulefVal  pendenti.  179  9 

pene  dello  inferno.  iSzz 

pcniienza.de  nenitentia.  )9 

penna  da  fcriucre.  9o| 

penna  deirvcceilo.  997 

pcotiaiuolo,  tl  pennamolo  dotte  fi  por 
tano  le  penne  per  fenuere.  9i  1 

peunati.in  vece  de  gh  vcrellt.  998 

pcnncccluo , è quello  cumulo  di  lino.o 
di  ffoppa.olana,ciiefi  ponefoprala 
rocca  per  filare-  irti 

penncHare,per  rin^er  col  pennello.  811 

penneljocnn  cui  li'p-nce.  9t| 

penoonce.Io  di  lancia^  é quello  che  fi 
porla  IO  capo  della  lancia  aguifa  di 
bandiera.  99$ 

penfarc,pcr  co|itart,confidcrarc.  1164 

pen<>fo,valc  afnittoJa(ro,meR  i.anfio.  t } 1 1 
penderò , de  penfao  t vai  penfamento , 
cura.  1164 

penfieruxzo,il  dtmi.di  renfiettx  ia64 

penfulc,dcpendule,vul  pendenti.  7799 

penfofo.val  pieno  di  penficn.  m-t  1 a/p> 

pentacoli,  fono  carte  con  caractere,rc- 
goi.  sor 

penar, de  pentirfi,per  effer  malcontento.  } I 
pentola, la  pignata  vafo  per  cucinare.  9)7 

penuria, la  careflia.  )i6 

pepe,  il  peuere  ardore,  il  cui  frutto  e o- 
dorifero  j de  molto  in  vfo  ne  condt* 
menti.  944 

per  prepofitiooe  coolefue  olTcruatio* 
ni.  1701 

per  adictro.cioe  gii.  1 9or 

per  amore, vai  per  caufa.  1 904 

per  auentura,val  forfè . 1909 

perche.  Lac.air.rcrchc,  in  ucce  di  pcr- 
auche,de  per  laquatcofa.  1901 

perciò.,  che  ual  per  quello,  de  Tempre  pende 

dal  parlar  di  fopra  1 90J 

perctoche,ual  quanto  perche.  1901 

per  diCKCon  preghiera.  1904 

per  innanzifdc  per  lo  innanzi.  1 >or 

per  laqual  cofa.  1904 

per  lo,dc  non  mai  per  il.  jppr 

perioauemre  a9o 

perme,chcual  permezo.  1714 

per  niente, d(  non  pernieofe*  1749 

per  poco» per  tempo, pertempeflnio,pcr 
rutto , per  tutto  oò . vedi  a gli  fuoi 
luogiti. 

pereonfeqnenre , nal  pcreonfeqnen- 
tia,  alircfi,  anchora,  coli#  fiual- 
mente.  laor 

perccflaidr  percofie  foli.  rzz 

pcrcorcret  de  percuotere, rer  battere,  pza 
pcKulTc . m oeee  di  pcroone  dal  nerbo 

percuote. 

perdercrual  piu  che  fmarrirc*  . 74^ 

pcrdiia*tl  danno.  74^ 

perdttK>ne,dcin  perrlibone.  i8a9 

perdonanUjla  indulgenza.  \x 


perdonaataja  rcmiftmBb  fof 

perdon  4fC»^r  nmcctrre.  709 

perJ<jnacor«,tral  piOtclcroence.  909 

pffrdoAO>U  iad«jlgeaia>pcrai£iiooc>  o 
beacfitio.  Il 

pcrdonoi  la  perdunanUi  la  remi6)oae< 
rt>9 

p«rducere,pcr  conducere, menare.  41] 

penlaco,V4l  piu  che  fmarneo.  768 

peregrinare, & pellegrinare.  778 

pcregrma||to,&  peregnoo.vcdi  pelicgnnag 
gjo.Óc  p^legnoo.  778 

peflettjooe,va>  compimento.  1 67 1 

perfetto, che  vai  cotnpuo,&  feoza  mea 
da.  1871 

perfido*  vai  feci  era ro.  r 7 p 

pergamn,il  pulpito, ciod  luogo  deuato,do- 
ue  li  predica, o rtitga.  pò 

perg  >taro,cioe  luogo  coperto  di  viu.  ixi 

pencnl»,pcmlo,&  periglio. 
pericolufo,&  pcrigiinio.  rpt 

pendilo, pencolo,dr  pendo.  ffi 

periglierò, & pencoloi'o.  m 

per  innanzi, & per  lo  mnaniì,che  vai  per 
Io  aueoirr.  1 

penre, che  vai  morire.  1817 

perla,e  gemma  di  molta  bianchezza  1141 

permeicente,  vai  volente, o coacedente. 

1 176 

pcrmettere^per  concedere.  1176 

permurania,la  permutatione.  1 7 7 

pcfnoriare,per  albergar  di  nortc,5c  per 
veg«htare,cioe  ftar  ru  di  notte.  1809 

pero  ^cro  noto.  1188 

pero  frutto.  084 

pero  Lac  ideo»  lOo] 

perpetuo, vale  continuato»  17 

perpetuo  adie.aoe  perpccualmente.  1 7 

per  poco, che  vai  quali.  1 744 

perfa  herba  odonfera.  1 1 74 

perfecntore,  vai  infettatore.  148  1 

perfcguire,&  perrcguitare,per.fegair  con 

dchdeno.  I4I1 

perfeiaeranza,la  colboza»  80 

perreuerare,pcr  conbnouare»  80 

perla, e color  fcuro.che  tira  al  nero,&  come 
azurrOfO  verde  l'euro.  7 ig 

perlbna,(he  lìgoifìca  rutto  il  corpo,&  le 
fattezze  di  qualunque  huomo,&  ani* 
male,  Se  ancho  dinota  Thoomo , & la 
cionna  in  genere.  1907 

perfonaggiyiooohuomini  di  grande  affare. 
4ff 

perftiadereyper  far  credere.  1 u 1 

perfualione,  vale  eflorumento»  1 at  c 

per  tauro  aduerbio.  1^04 

perteinpeibuo,val  molto  a buon*hora. 

»77 

per  tempo,  vale  a buon'hora*  o dì  mattino. 

• 77 

pertica,  d vna  rama  di  albero  lunga  a gnifa 
d^vaalanaa. 

pertugiare, per  foT2n,k  apnre.  1 1 )o 

pemtgiotd  buco  o furo.  at}o 

perturt>are,peT  impedire, interrompere, 
f 70 

pertuf  to.che  vale  in  r>goi  lungo,  1 904 

pei  rutto  cjo,aducr»co{npolto,che  Tal  per 
• tanro,n  quanto  a dire, oltre  CIO  chehaH 
biimo  detto.  190^ 

perueo»re,per  iopragtungere.  lq?f 

peiuerliu  «V  pcrurrlirate.  971 

pcruerfisnal  petfiUo.fcelerato.  j7x 

I efarc^er  i'OadCTarc,|rauarc,  rinCTtfcere 
d Icie.  1J07.I749 

pelcate.rer  p'ghar  pefee.  1094 

ppicatorc^ucltu  che  pefea  il  ptfee.  1091 


T X V 0 T.  A 

péfee  fogno  cdelle. 

pefce,&  ptu-pefci  animai  acquatico  1091 

pefchiera.oviuaio,  aoè  luogo  doue  fiati- 
no ipefei.  *094 

pefci  ma rtnmì, Scaltri.  1091 

pefeo  il  pcrficaro  albero  noto.  ti68 

pefo,ll  caneo^lagfauezza,  * 1749 

pefo,meta  per  lo  corpo.  I|i8 

pef«imo,val  piu  che  peggiore.  1 870 

pefia.la  oraa,lapedata.  1484 

peftarc,per  rolucrtzaretajnmnccareffchitra- 
re.tbattere, calcare.  et8 

pef!eIlo,il  pifione  de)  mortaio.  994 

pefielin, meta. per  lomembro.  I4C4 

pdlilcDza,la  peHe,tl  morbo.  lesr 

peftilentioro,valpienodipcfie.  I8er 

petrofillo  herba  noia-  1 1 7f 

pettinare, per  fuiluj'pare,&  acconciare  1 
capelli.  1148 

pcitinecon  cut  n pctrmai  capelli.  ii4Z 

pecto,U  parte  dinanzi  del  corpo.  >4*7 

pettnirggure,  per  andar  pettoruto*  dod  col 
petto  tnfuon.  1447 

petiorurn,qacnn,chefporge  il  petto  auanrt , 
0r  come  gonfiato.  1449 

pezza,dr  pezro  quando  dinota  tempo*  cioè 
di  quia  gran  trmt'O.  agl 

pczza,dr  \ czzo  quando  dinota  quaotitd. 

1788 

phalange  roce  perfica , o macedonica , 
che  vai  fchiera  quadrata  diottorai> 
liafantt.  poi 

phantafma,fic  fanrafma.  1 }88 

pharce.fooofcrpi  che  vanno  con  la  coda, 
dr  col  refio  del  corpo  clcuaa  da  terra* 

I in 

pharctra,il  turcafib, altrimenti  carcafib  do. 

ue  li  ripongono  le  faetec.  491 

pharetrato.val  con  la  pharetra  allato.  491 
phrnice»dt  fenice  vccello  voico.  loof 

philòmena  , & philomela , il  rofigniaolo  • 

lOfO 

phitofophi  celebrati  da  nofin  poeti»  194 
philofophta,dc  filofolia.  19^ 

ph'fici  celebrati  da  oofiri  poeti»  1 9^ 

phtlìco,il  medico.  19^ 

piacerc,nome,&  verbo.  898 

piaceuole.dc  piaceuoli.  «98 

piaceuoIezza,&  piaceuoleizeJ  898 

piaceuolmeme,val  betngnamencCi  898 

piaga,de  paghe, la  Tenta.  p 

piagati,  vai  fertii.  p 

piaggia, la  fpiatgia.  ini 

piaggiare.cxr  fiar  fermo,  &non  fimonere, 
come  fiar  di  mezo , noe  tra  naare,dr  ter* 
ra  dcdicefi  fiarèìn  fpiaggit.  1 1 n 

piagnere, de  paogere.  mi 

pian  piano. vai  quetameote.  1411 

piana,chevalfpanora,cofnelavia.  7794 
pianamente,  vai  qtieiamentc*  141} 

piancllejc  pantofole, o fouretti,  ched  fpetie 
di  calzari  chavCano  parimeniegli  hooitd 
ni, di  le  donne. 

pianetaiche  vai  forte, fato.  194 

paoeti  fcttedel  ciclo.  |^| 

piangcTe.drpagQcrc.  ||0, 

piangere  oomc,il  pianto»  i|$4 

piano,  che  vai  chiaro,  paJefe,  mattifcfto . 

1691 

plano, in  vece <b  quieto, hiuniie*  manfueto» 

4J1 

plano, de  pianura»  uop 

punta  d’albero  de  fimilèb  n^l 

panta,meta.per  la  origine.  1789 

pianta  de  piedi. 

pianta  meta,  m vece  di  f ygf». 


pfantagine  herba  notit  i 17  > 

piantare , ch’e  il  proprio  de  gli  alberi , 
detto  da  pianta.  Mfi 

pianto, il  piangere,  tìil  lift 

pianura,il  piano.  Tioe 

. piafirCyfono  lame  per  armare.  49^ 

fiatano  dr  plaCano,arborefafflofoappo 
Romani.  1187 

piatanza  & pietanza.vocabolofrarefco, 
dt  anello  proucnzale,  de  lignifica  gran 
Imx-finak-  *799 

pìatcllo,dt  piato,vafo  che  fi  adopera  alla 
meofa.  9|o 

piatire  chcvallingare.  794 

piato, de  piatello  vafo noto.  9}0 

piatto.elie  vai  bafro,ptaoo,dc  comcafeofo. 
ni 

patco,chevalfpboafo,fchiacriato»  }7| 

piazza, il  foro,alcuoa  volta  dinota  il  pa* 
lazzo  publito.-  1104 

pici,  la  ragazza,o  pura,vccello  che  facilmen 
tc  appara  di  parlare.  1009 

picchi, & pkcom,chefono  firomenti  gran- 
di di  ferro  da  tompere,o  da  cjuarTaiau 
•41 

picchiaretto,èquel1o,o  quella*  che  fin  • 
goido^ildiuoto  fi  batte  il  petto  eoa 
mano. 

picchiare , per  bo(Tare,conie  battere  ad 
vn’vfcio  con  le  mani*,  o con  altra  co* 
fa.  7**8 

piccin.rhe  vai  picciolmo»  1970 

picciu!ezza,d(  piccolezza.  1770 

picciol»,  o f iceoli,  1 bagatrìni  ched  moncra 
di  picciolo  valore, cioè  la  piu  infima  delle 
altre.  in 

picciohfsfmo,dt  piccolifiimo»  1770 

picctolo,dc  piccolo.  1770 

p«cu,vccello,dedicaCoa  Marte.  too9 

p*docchieiia|deaa  da  pidocchi,  che  vai 
viltà.  914 

piefindtpltt»  1480 

piede, ptc.de  nel  pia  H9di.  1499 

piedi  con  cui  fi  camina, alcuna  volta  di* 
nocamifura.  1480 

piee4,comeia  piegatura  delle  vefie,o  di 
flltracofa»  |ip48 

picgare,pcr  torcere,  inchinare,  rim  onere  • 
»74t 

piegato, vai  inchinalo, cnnio.  174! 

pienOfVal  abondanec>colino*iogombnto, 
ornato.  178Z 

pietà,dcpietac«.  99 

pieta,è  lamento  atto  a commouerea  com- 
paCiiooe,ou9ro  hauerccompafnooe  «fai 
trui.  lixp 

pietanza,  de  piitanza,  limofioa  fratefea  • 

*799 

pietorOfVal  pio, alcuna  volta  ben  igne, de 
nufericordiofo.  49 

picfra, de  pietre. 

pieu<ale,piOBiale,dt  ptuoÌale,eni  vefie, 
che  vfauano  1 facerdoit,ncl  tepo  del 
verno.  ,44, 

pigltare,per  prendere, togliere.  ipi 

pi^io  io  vece  di  fguardo,pcrcheguarda>i- 
do  par  che  fi  pigli  ebo gli  occhi  ilguar* 

. . »n 

pigiK>,come  dar  di  piglio  .vedi  dar  di  piglio* 

ptgolare,è  voce  della  ghiandaia,  vccello 
che  mangia  le  ghiande  • vedi  ghian  • '• 

loofi 

pignoa,la  igoauia,!nertia.  1 407 

pigro, vai  lcoco,tardo»  1 1*07 

pira,«l  vafo  dcU’icqua  faota.  8x4 

piUfiii,fgDOicaAiaoiqaadnd4cfllapor«  . 


fi  poagoto  per  Tofteaticolo^  fi4 
Joca,tl  pedou,cbe  c il  guidatore  del- 
la oaue>  IOT4 

piluccare,  per  noiere,  faflidue»  comeil 
cauardepeli.  i|&| 

dipiagere.  <io 

pino  albero  notirsimo*  4 164 

pmzochero,dc  buoco^il  frate  del  terzo 
ardine*  ^47 

|4c»,pi*,pie,flc  pU.  ì9 

pioggiatft  pioua-  4018 

pto^ia*mera.per  leUgrime*  i|4i 

piotare, d quando  il  muratore  dicn* 
za  col  poakbìoo,oode  fi  dice  a piom 
bo.  I 

piombino , lo  arcbipeoaolo  » che  e or- 
degno » o firomeato  delÌ*aiciuiec(o 
per  aggiuftare.  1 1 |d 

^mbo  meutfonotifsimot 
pwMia,pioue,&  px>n>  a*  1018 

piouercnome,&  Tcroo.  4018 

piouo(o,vale  abondancrdì  pioggia»  ioti 
pipare*e.Ja  locedel/parniore»  aoi  1 

jHpiliaieJa  voce  delie  palfere.  4010 

pipite,  la  vene  della gallma  •& de  pol- 
li. 1009 

pipiftrello , ft  vipiftccUo  roteilo  oolur- 
no.  1811 

pira , derogo , de  pilla,  era  certa  coadn- 
fiatioaedi  legne accede  douefibru- 
faauano  1 corpi  morti , altri  voglio- 
no , che  fiolTe  va  vaio  pur  a ul  elet- 
to vfato.  pf| 

piramide , fono  moli  aldlsiiue  quadra- 
te, & larghe  dal  piede , & acuu  nel- 
la ama  84d 

pirata,  il  corfale,  li  ladrone  del  mare*  7J4 
pìropo.o  pproro,egeoima,chcnfplen- 
de  in  guiia  di  fuoco*  4 1 44 

pifitare,&  ifiuce^U  voce  de  frotoi  vocel 
Il  noti.  loia 

pjilola.dcepdlola»  84 

pitone  lerpente  rmifuraca»  Ufi 

pttcoie,dc  iLpintore.  #04 

pittori  celebrab  da  noibi  poeU.  S07 

pittura,dc  dipintura.  Ì07 

pio,  con  fuoi  vani  figoificad»  1 7|| 

pm  quando  ba  Partìcoto , come  il  pà«  » 
dioou  la  maggior  parte*  I7}| 

pra,&  piUfpia  rpefib.  I7)t 

piu  <Tuna  volta,piu  volte.  1711 

pm  tolto.  i9a 

pinolo, meta.ilmembro  nritfr  l4f4 

piuma  dell*ucceIlo  $ cfa*e  la  penna  pra 
fDinuca.  pp8 

pizzicore , il  prurito , csod  il  gran  di- 
Co  di  grattare  , come  qudh  c'bao- 
no  la  (cabbia  , ch^l  lombardo  dice 
fcadore.  I4]t 

placare, per  fa  uni  Ha  re,  mitigare.  40 

plagc  IO  vece  di  piagge.  ina 

platano ,6t  platano  arbore,  vedi  pia- 
una  Ii4r 

pi  auficare,la  voce  de  palombi.  1 184 

plauilroi  é carro  d^ogni  parte  aper- 
to. |o8 

plebe  • il  volgo  & U parte  del  popolo 
ptuvile.  IV7I 

plebeo , vai  huomo  vile.  1 p7t 

plettro,  vuceGr.Jo  archetto  delta  li- 
ra, &aocho  quella  penna, con  la* 
qual  fi  /uosa  la  atbara , o fimil  Aro- 
mento.  107 

ploatirc,la  voce  del  corno  vccello  no- 
to* loot 

ploia,m  vece  di  piena, o di  ptogpa.  loif 
plorare, che  vai  pianger*.  ■ p |8| 


tavola 

ptauìale,  pieuiale.&pijowalei  vcAefiicerdo- 
tale.  IV4* 

pocbifrimOfpocbifiima.  i74i 

pocpfoA.ficadic.  4741 

poco  dapoi.Lat.paulo  poft.  7741 

pocoaduer.Lai  parum.  1741 

pocoio^uandofignifica  tempo.  *74 

foco  ainanii.  *74 

poco  dante,  vai  pocofri,  » breue  tem- 
po,auanci,o  poco  dipoi  1 74 

podere, & potere.per la  pofTcfrioiie.  1107 
podere,  8c  pouie,  per  la  fac ulta*  per  lo 
hauere.  117 

poderctto,val  picciolo  podere,cioe  pof 
fefitoocclla.  hot 

poderofoyval  pofleoCe, valente, gaghar*» 
do.  wri 

podeili,&  poteftanomedidigottiLifof- 
frcio.  ITf 

podeila  fem*dc  potefia.  jTf 

poceAadit  demioauoni,  doe  gerarchie 
d’angeli*  9 

fodeUena,ilgociemo- 
poema, ch’e  benone  poetica*  9 1 

poeta, & poeti.  70 

poetare  verbo.  70 

poeti  celebrati  da  oofiri  autori.  7o 

poniv,  è quella  corda,  che  lega  Heapo 
^U'antenoa  da  man  delira.  1049 

polare, per  afeendere,  alcuna  volta  di- 
nota ripofare.  ili| 

Vinegia  Liagò. 
eluogo  emuience,  dem  tuoci  detta 
cafa.  14  11 

poi , vai  pofcia  col  tempo  del  pafiato , 
dcdel  prefente.  180 

poi  che.  Lai  fimul^i . aio 

pela  vccello, fpeuc  di  cornaccbia,detu 
nonaccJiioa4gro}a,o4acoIa.  1009 

polpella,dc  punzclla.  aia 

poÌtre,per  ornare,  fr>ibire,aetcarc,  £co- 

fiare.  7&8 

lumente.  vai  ornatamente.  ?a8 

politcazadanetezza.  7x8 

polito,vale  ornato, netto,  galante.  7x1 

pollotil  pollaftro,nd  piu  polli.  «oof 

polraooe,  runa  delle  intcriore  dd  eor- 
PO.  11*9 

polo  articoidc  antartico.  88  884 

polpada  cicne/enta  rofib»  i*ii 

pollo,  le  vene  puUat  h , de  pct  meta. 

If9l 

poltro,  vai  poltcone,o  U letto,  o il  pol- 
licdro.  fio 

poltrone, vai  vii  d*animo,da  poco^  dea- 
io  da  poitrOfCh'e  il  letto.  § 19 

poltroneggiare.perCacil  poltrone.  yao 

po{ironena,Taldapocagtne.  119 

polue,dc  polucre.  «077 

polvere, d(  polue,vt  fupra.  1047 

pomi,per  le  mammelle*  1447 

pcMno.ralbcro  che  fa  1 pomL  « 1 <*7 

pomo  (rutto  noto.  i 1 14 

pomo  cotogno  , pomo  granalo , pomo 
limone, pomo  ranao.  H84 

pomo  della  fpada*  491 

pompa,  lo  apparato  magnifico.  884 

pompofo,V9l  faflofo,fuperbo«  484 

pondererò  dt  poderofo.  1 771 

pondo, il  pefo,il  carico.  1771 

ponere>dc  porre, pcrmeuere.  1 701 

pooerc,perdare,dc  per  mettere.  417 

pootarc,  per  acculare,  & per  efier  con* 
frano  con  lollccitudine  tonua  alcu- 
no. 4o? 

ponte  per  pafiar  fopra  l'acqua.  #47 

pontefice, lo  papa.  17  p 


popo1i,nationi,drgeotf.  4779 

popolmi.inoocra  m argento  ptcciola.  i 1 1 

popolo,  la  gente,o  le  pcrloacdVna  ut- 
u*  1770 

poppa  ddla  oaue,  cioè  la  parte  di  die. 

CIO*  1049 

poppa, fa  mamma, o la  mammetla.  1448 

poppare,per  cettare.o  iartaie.  1448 

porcellana  herba.  ii7r 

forco.depora  animai  noto.  41x8 

porfido  pietra  dunfuma.  4 144 

pot|ere,pcr  dace^concedere , eften- 
^re*  4*7 

porpora, il  fcarlato.la  grana.  818 

porporea,dr  purpotea^cnfii  di, porpora.  1 1 8 
porre. ponete, per  mettere.  1 70 1 

porro,radicc  damangiarenoca.  1187 

porta,rufao,  ooerentrau  della  cafa.  9x1 
poc£amcntn,che  vai  modo, forma,  gai- 
fadivcltire.  1778 

portare,  attualmente,  de  meocalmente, 
de  fi  nfenfee  fi  al  bene , come  al  ma- 
le.  i4|t 

poiutoce,iI  ba  Aagio.  1 4*1 

portico  ,è  luogo  dauanti  della  cala  io 
guifadiloggu.  944 

portiere, il  portinaio.  911 

4>orco  di  marc,o  di  fiume»  104X 

pofa, li  ripofo,la  quiete»  717 

pofare,  per  npofare,  chetare,  le  alcuna 

717 

380 
f»7 
177 
T’K 
tl8 
»7 
4IOT 
Ì9f 

•♦94 
7t8 
1817 


voUa  per  dormire, 
pofaa.tial  poi, Ir  dapoì. 
pofl*a,la  poflanza^  forza. 

•poltéditore.di  pofieflocc.  . 
poircnee,val  (orte,gagbardo. 
poifenu,  io  vece  di  ficco. 
pofledere,per  dominare. 
pofiffiione,dr  pciflcfuoni. 
foflcfiore,&pon«di<ore.  ' 
pofribfle,qucllo,che  fi.pno  Ciit. 
pofiibibti,il  potere.  . 
po^,ta  poficmq^mal  noto, 
polla , io  vece  della  orma , della  peda- 
*»  • t48a 

polla , dod  a poA^  che  vale  adiofran- 

*4.  1181 

polla  participio  dd  oerbo  ponete.  4 ;oi 
poAilla . ualc  imaguie , o fimilirudine, 
che  fi  uede,o  nel  fpccchto,  o nelPac- 

* 1709 

pollUla  , cheual  breue  fcrìttora.  808 

poteotc,rdc  po(Q*enlc,che  ual  iulente»ga 

d*»4rdo.  n8*7i8 

potenza, de  poteotia,  la  fona,  la  pofiàn 

24*  7’f8 

potenza,pcr  lo  hauere.  ix8 

fotere,nomc,ooe  putefti^orza.  7 1 8 

potere»uerbo.  , ft4 

poiefti.&podefU.  197 

poetarla  natura  delta  donna.  I478 

pcMiero,pouera,pcurn.  ) t • 

pouerta,dtpoaeitatc.  )ii 

pozza.c  luogo  di  poca  aduoatiooe  cfac 
qua.  1089 

pozzOfC  luf^o  concauo  fiacco  per  corno 
dica  cb  actonar  Tacque  • 
pranderc,per  defio  are. 
praodio,iJ  definace* 
pratico,  ualc  efperto. 
xracello,il  dimi.  di  prato» 
praco, quali  parato» 
pra  ui  ci,  I a ma  i uagiti. 

prauo,ual  malui^io. 

Recedere  per  anelar  mnaotl. 
pretto,  ij  comandamento. 
picud«e,fct  ugli*i*4  per  teimin*  - 
te. 

• li 


i -r 


e 089 

1800 
4800 
748 
Slo8 
• 108 
7ra 
77X 
1467 
410 

5» 


})>• 


fftdplnrc,^  èràbocòòtf  ^ 4n 
prtcìpitiOfU  profundttà,U  voragifit*  4ri 
pr«<U,iUurco«il  Ucrocinio.  7fo 

prcdccciTon^rono  t paiTati»doè  i rnord.  & in 
cho  l'mteadc  de  Tiui,comc  i ftati  pnma  ia 
qoalchc  O0ÌC1O*  U»7 

predica, & prediche.  1191 

predicare,per  publicare,dhialgere>celebrarc, 
dire.  i]9i 

predella , è quella  parte  della  briglia , che  (i 
tiene  IO  mano.  iati 

prefetto, ral  capiiaao,capo,  o pcwcipale^o  fo 
praftante.  f4t 

pregare  nome, de  rerbo.  ) r 

preghi,dtpncghi,&  preghiera*  k 

preghiera, de  preghiere.  I4 

predire, de  preauic,  per  ftunare,  rapo» 
le.  741 

pregiare,per  hooorare.  44 1 

pregiato, vale  exiftimato.  76t 

preggto  ,dc  prexio^  la  volota  , o la  fti> 
ina.  7di 

pregio,  per  rhoaore,il  pallio, la  eftima- 
tioac.  441 

pregtone,dc  prigiooc4a  prigionia. 
prcgione,dcpngioiuero  aoie.  vedi  prl* 
gione. 

prcgUcaxa,pregnok  aj6 

pregni , vai  pieni  come  gli  occhi  pregni 
di  lagnine.  aid 

prelato , é perlboa  in  dignict  ecclelìa- 
ftica.  177 

premere,  cbeTalgraoarc.calcare,  Aregoere, 
cenere.  I7rr 

preoiure,per  guiderdonai#.  414 

prcace,depnocc,prenape,depfìadpe.  i$9 
prendere, per  pigliare.  IC 1 

pre«dero»per  comuiciarc.  1 609 

prcpararCiper  ordinare.  i| 

preiagiOfVal  prodigtoifegno*  791 

prefagojlomdouiao.  77X 

prercntto,val  6oiR>,  termiaato.  8oa 

prefea£are,per  donare.  421 

prcfeniaegione,  la  prefeaucioae,  dod  Tatto 
di  prestarli.  0 411 

picfente»  che  tempo  (ìgoUica.  aSp 

prefeoee,che  dinota  10  prefenaa.  1419 

prcfente,il  dono.  4H 

prefcttza.loe  {petto.  1419 

prefo , vai  piglialo , dod  fatto  prigio- 
ne. in 

prefepio,il  luogo  douefipone il  mangiar  de 

Sii  animali.  {04 

oneiooe,dcprefuneiont.  919 

prefootuofo, vai  arrogante.  p ao 

pre(Ta,d(  preiiia,Ia  fretta.  1496 

prelTo,val  vifìoo,propioqao«  971 

preflOfChe  vai  quafi,o  arca.  1742 

prcftanxa  lo  uiìprefto.  4x8 

preftare , per  accomodare,  concedere , 
dare.  4x8 

preAer,fpttie  di  ferpente.  1 in 

prcftnta,la  veloau,raÌNteRa«  1497 

pcefto,che  vai  lbUea(o,protito,apparec> 
chiaro.  1497 

pretto  aduer.  in  vece  di  cotto,  de  di  pre- 
ttamente. X7I 

prtfumcrciper  ftunare,giudicarc,  coaiectura 
re, ardire.  I>i9 

prtfunciooe,de  preCoadoM.  fip 

preCura,la  cattura.  jn 

prete,  cioè  rcligtofo,  peifooa  fiere , £x> 
cerdote.  X4€ 

prtceriio , che  tempo  pattato  dinota.  x$p . 

preno,dtpregio4a  vaiali.  74 1 

pxcaofo.Yaldigranprcxxo.  40X 


TAVOLA 

pt^no,  il  palano  doue  habic^il  pretore^ 
magiftrato,o  fìgnore.  9 > 8 

prezza, IO  vece  di  pretti,  opreCHa*  1498 

prezxare,dc  apprezzare,per  cHunare.  44 1 • 

78l 

prezzo,dc  pregio, la  valuta,  la  ttima.  441. 

rei 

prezzo,dc  pregio,  la  eftimatiooe.  441.781 
prezzolato,  vai  ben  pagalo,  o per  prez- 
zo. 781 

pria, prima, dt  preoitera.  • 8 1 a 

priapo  dio  de  gli  berti, de  meta,  per  lo  mem- 
bro virile.  I4f4 

prietht.de  preghi.  )r 

pregierà, de  preghi-  14 

pr>goolere,deprrgoacadie.  |)X 

prima, pna,dt  primiera.  1811 

primato, primierofdr  primo.  181 1 

pmnauera.  Lae.  ver  oouum.  71 1 

pnmipilo,il  pruno  ordine  in  mtliCia,  1 6 1 a 

primiera, primiero.  le  t a 

pnmieraroenceaducr.  1610 

primo, primiero,prunaio.  1 8 1 o 

primo  in  vece  di  prinapale»  i8to 

fnoca»prcace,dcpnnape.  jt9 

prmapale,ctoe  primo, de  maggiore  del- 
la città , dt  ne  la  repu.  de  m ugni  altra 
cola.  j6o8 

principio, il  cominaamcQCO , il  oafd- 
mento.  I6crt 

priore,  vai  fuperiore.  47 

pnore,che  lignifica  guardiani  de  frati.  47 
pr.ona,dtgmta  fracclca,dc  valbtoettao 
ccclcliailico.  47 

prifca.uale  antico.  zj  1 

pnuarcyper  rpvgliarejeuar  di  libertà.  1614 
pmiaco.pnuo.  18)4 

priutlegiarc,peroraardiprìailegio.  91 

prtuilegio,d(prtutlcgi.  9X 

prnio,prìue,prìua(o.  18)4 

prole  vece  di  valente, aitante. 
prò, per  lo  vate, il  guadagno.  789 

prò, IO  vece  di  ^uore.  p 08 

prò  tribunali , vocabolo  di  leggittt , che 
vai  federo  a trtbuaale,tt  fedendo 
giudicare.  ijp 

procacciare,  per  cercare,  procurare. 

I49Z 

procedere, pervenire, & derinare.  crea 

fiocedere,pcr  andare  innanzi.  1488 

procella, la  fortuna  de  è vento  impetuofo  r6 
pioua,fna  non  durante.  io}p 

proccilofoyval  ^cno  di  procelle,  1 ojr 

|4t>ccf<ion,dc  proceltiooi.  39 

procettb,comeil  proeviTo  di  tempo.  Z9S 

pfochi , ì riuali  coli  detti  da  lulTurìa  per 
lo  troppo  dendeno  in  cercar  la  cola 
amata.  ^49 

petantra, de  procure.  149] 

f«oCnrare,pcr  ccrcare,folIedtar^  I491 

pioturena.Lat.  procurano.  149} 

procuracore,tl  follecitatore.  1 491 

proda, prora, dt  prua, la  parte  dinanzi  del 
la  naui , de  ancho  la  nua  cTua  fiuene , 

. 'fetto, o^limilc.  1049 

piode,che  vai  valente, gagliardo»dc  per 
prudeote,dt  Cauio.  pn 

prodezza,lag4eliardia,ta  valentia.  pai 

piodjgalità,vaÌlargbctza.  4x1 

prodigio, è fegno,  che  figmfica  le  cole , 
che  hanno  da  venire.  1 p< 

ptodigOjVal  largo, dt  confureatore.  4x1 

producere,per  produrr, per  cnare,per  gè» 
nerare.  1^91 

profano, dt  prophaoo,  vai  infto,  dt  feo* 
munì  calo.  P98 

proferire,  dt  proferere,  per  far  offerta  , 


ipeitamè re  fare,  prometfere  vototh 


uriamence.  414 

proferu,Ia  oblaiione*  414 

profilare, per  lmeare,dmztare.  > tu 

proHtto.la  vtilitàfil  frutto.  7 6p 

profondamente, vai  €auaCo.ben  fono.  1 1 |p 
profondo  vai  conrauo.  1 119 

progenie, la  prole, la  ttirpe.  1 r 6S 

progncja  roQdmelÌi,vccello  noto.  1 010 
prohemio,  è quello  ragionar  che  G fa  net 
principio  delToraitooe.  * 91.1809 

prole  la|progemt,la  famiglia.  1 987 

prof  ungare,  per  dtfenre»  1 790 

promclu,, de  promette.  798 

promifiione,Ia  promeQa.  79f 

promettere, per  o bitcare.  798 

promectiiore,quello, che  promette.  798 
pronotticoda  cliumatioae.  79t 

prontare,perfol)eciute,dc  affrettare.  Ifòa 
prontezza,  la  viuacttà.  i9oa 

pronto, vai  follecico, parato.  1 9oa 

pronuba,  è quella,  che  nel  far  delle  nozze  è 
da  parte  della  donna , dt  aufpice  da  parte 
delThunmo.  1 918 

pronulo,albero  fpinofo.  1 1 86 

propliano,d(  profano, vai  fcomuoicato.  997 
propheta,vale  indouino.  24 

prophcticelcbrati  da  noftri  poeti.  14 
propio,  de  proprio,  vale  dl^o,  ottef- 
fo.  ifji 

proponimento , ual  propofito , de  pro- 
pofto,che  ual  dctcrnunacione,  ordi- 
natione.  1 Z78 

propoGtOjflt  propofto,  dt  proponiracn- 
to.  uz8 

propoiltto,  medcGmo  che  pi oponimea 
to.  1178 

propofto,  dt  proaofto,  cena  dignità  ec- 
defìattira.  146 

proprio , dt  propro , tuie  iftcfTo , mede- 
fimo.  I9JI 

prora, proda,dc  prua  della  nane.  1 049 

profadaoratiooe  folata.  91 

prefapia, la  ttirpe, la  progenie.  1987 

profpcrifàjde  profpcrrtate.  IJ94 

profpcro,ual  fcltce,fecDQdo.  1994 

prolsimano,ual  propinquo, uicino.  if78 

profumo,  dt  profumano , ut  fupra.  971. 

1978 

proiontuofo,dc  prefontuofo,  uale  arro- 
gante. 9}0 

proicruo,  ual  dishobedienre.  99! 

pio  tribunali, uocabolo  legale.  i?f 

prouatfic  prnoua,la  efperienza*  1 849 

prouarc»pcr  efpenmentare.  1849 

pronatore,  chefa  proua.  1849 

prouedcre.per  far  prouittone.  417 

prouedimento,la  prouittone.  417 

proncrbiare,per  imrrouerare.  978 

prouerbi,aoundi,fimceDze, detti.  « 890 

próuerbio , quaG  cómuoe  omnium  nerbum. 
977.1890 

prooidenza,tl,prouedtmcnto*  417 

proutnea  herba  aliai  nota.  1 1 7. 

prouioda,dt  prouinac.  f;i 

prouocare,per  irritare.  fn 

prudente,  & prudenti.  1 14 

pr«denza,d(  prudcntia.  194 

pniine,fono  le  brine.  loxf 

pruoi,rooonirguIiifpiaoG.  tipo 

poblicare , per  manifettare , diaulgare. 

1479 

pabbeo, ual  palcfc, comune^  1879 

pudicitia,la  cattiu’.  a 1 9 

pudico, ual  catto.  ai  9 

puerile,  aoè  di  putto  • * 19)  1 

potiltia.  ‘ 


pagoa,1igu«m,n  litigio*  410 

fugoalctarmaofi'cnitua  QO(ii&ma«  490 

pHgnOfta  maao  diiofa.  4 440 

fuTc«,ia  putire  animaletto  ooto.'  t ai7 

jnaluoo,  queno)  die  i nato  d«Ua  gattuu  • 

• 0^ 

pulcrOycht  Tal  bdlo.  444 

puU«IU,6t  paotclU,&  puacellj.  aaa 

fniDgeati.Talc  acua*  tu 

pungere, per  flimolare,forarC*  fi  7 

punire  per  cathgare.  I li  1 

puaitiooe,il  gailig4meoto*  l f i 1 

puQiCorc,il<a11igaror«*  «fii 

punta, uoc  qualunque  coCa  acuta, |&  pungen 
«.  fi7 

puotalmenttrdtCTaleapunto*  1747 

pUQte,&  panca  come  deiJ*armek  977 

punte  de  piedi.  I444 

pudtetlare,pet  fermar,forCifieare.  4f 

pumcilojiKdlleacacolo.comedt  Talegoo»o 
triue  4f 

pumoquando  Ggaifica  tempo.  174 

punio  aduer.ch«  ral  m ente, nuca,  atquioco. 
■•744 

puQCOjche  luogo  dwou.  944 

puoieeduare, per  toccar  col  pugno  Titaodo, 
<ame  fifa  ad  rooforu  addocoieotato. 

<440 

puoKcUaylc  puocdla,*  pulcetla.  lit 
puoxclli,che  loao  Aimolt,  meca.per  conli 
gii  maiuagi.  1440 

fmoione,  d pugno, ooe  percolTa  di  pu- 
gno. 1 .40 

pupilla  delPoccliiOjCiod  quella  parte  chepu 
ii  vede  H44 

pupillare, Tocedel  paoone.  1010 

pur,&  pure  parUedU  aducr.  che  a dmerfi  ef  ’ 
felci  fi  cilende.  i4o4 

pur , m rece  di  000  chci  odiaon  aocb^ 
1906 

pur, che  rale  al  fine.  i4ir 

pir,che  dinota  (olameoM^  ito? 

pur»m  vecedicerramcnte*  i47|’ 

pur,  IO  luogo  di  quando  , & di  ogni  eoi- 
ia. 

pur , che  fignifica  eerfo , prepofiùone , 
come  Tio  Dance , douedifie,  9t  vidi 
reno  chemiraua  pur  me, coma  cono 
fcermi  volcde.  4o4 

pur  come,  m vece  di  fi  come.  14fl 

purflondimeno.  I49t 

pur  via, che  raI,quanto  olirà.  1 49 1 

pttre,<3cpur.vcdidifopra«  1499 

purgare,  per  nectare,  moudare,  lauare* 

»|o 

punti,  & pnricate,  o puricade,*ia  £aoà«llet« 
ia,la  lempljciri  4t 

poro, che  vai  mondo, netto, fempliceb  41 
purpurea, vai  di  porpora.  • 1 • 

ptafilUmino,  vai  di  poco  anuno,  • di  loimo 
vde.  ,jX4 

pu6re,pcrpviur«.  lti| 

putrido,val  corrocto,mardo*  44i9 

poeta,  ic  pucto,ilm^c<Imo  che  putta 

IVil 

puttana , e quella  , che  per  prtcxo  diuulga  il 
CDpo  fuo  éc  vende ritoaore, de  rboncfti 
fua,(.at.mcretnz.  if  tl 

puttaneggiare, per  Seguirle  puttane*  Ui| 
p«ita,&  puxzofilpuzcore.  ifia 

puuarc,&  punre.  iti» 

puaio,puiza,0c  puzzore.  iti» 

puuolenu,&  poziolcoci.  itia 

ppihoae,op(CÌsoDcierp«QtefiRifarato.l  if  l 

<^v  A*,  che  alcuna  volta  danza  alcuna 
voiia  moannenio^  ia»po  dtoota»&  fi  da 


T A’  V O V A 

alla  prima  pevTona.  fpy 

quadragcfima,la  quatefima.  17 

quadrangolo, e figura  guarir  lia^  felida,ccw 
cneilclado.  7Ì4 

quadranre.  Lat  quadrane.  7t4 

qwadrella  nel  piu  le  Caecie.  419 

q«adrcllo,tlmaitooe,o  pietra  cotta.  elf 
qaaÌlriparfrto,val  partito  per  quadro*  7Ì4 
quadro,  & quadri*  794 

qual  pronome.cheferueal  mafe.  AaHcm  & 
quando  vai  fimile,o  corale.  I4f  9 

qualche  none  vece  thofeana. 
qualhor,val  qual  volta, o quando.  i44 

qaalc  pronome rclatmo  icruieBtefnarc.  dea 
lem.  de  alcuna  volta  e foft.quaado«lm<>u 
qualità  i4r9 

qtiile,m  vece  di  dii.  1 4f  9 

quale, chcdiootaquafiri*  lift, 

quale, che  vai  (imiÌe,o  cotale.  1 4{t 

ÓjT  ALITA»  l’uno  de  ooftri.  s.  ctfd 
pnocipaU.  ifK 

qualunque»  vai  ciascuno  »oqual  fi  vo- 
glia. 1907 

quandunque,  vai  quandomai,ogai  voi 
ca.  1907 

quando  adner.di  tempo.  a9f . 

<^T  AviTf  r A ,rvQode.K.  capidclU 
•oftra  fabrica  del  mondo.  1 4 f 

quanto  aduer.che  vale  infin  che.  1 7)7 

quandoaducr  che  alno  non  vale  chevaa 
certa dimoliratione  pwid’preda,  (eoza 
cccectuarione.  I7)7 

quantunque, vai  bcachefOquaotOfOquan 
teftfiano.  tao? 

quaranta  numero  indecimabile.  1 7io 

quarantèiimo  Lat.quadragefimal.  t7io 

qoare(ìma,dequadrageri«)a«  )7 

quarto, quarta*  4 7a*  1 7>  i 

quartodcoimo.iiiii.  i7M 

quafi  aeiuerbio.  * *740 

quacordio.lat.bif  (epfem.  1719 

quano,dt  guano, vai  quieto  )7) 

qualtragio, certa  quelita  di  pano cofi  detta.  ■ 
vedi  dongto*  ifrf 

quattro  numero  «declinabile.  ini 

quattro  parò  del  mondo  » per  vani  modi 
defcritte.  944 

qne,m  vece  di  quelli,qoeg^i»dc  di  quei.  1909 
quegli  fiog.dt  piu.  1909 

^ei,che  ual  queiti, quegli, drque.  i9<  9 

qad,chc  lul  quello,dt  quelli.  1909 

qucl,chc  ual  colui  ilquaie.  1909 

quei  canto ,ual  rolamcnte,de  tutto  quel,  cioè 
ogni  cofa.  I9trt 

qudta,  ual  colei,  de  fi  da  a perdona , o a cofa 
non  molto  lontana.  1 9*0 

qodle,fi  da  alle  cr>fe.  1910 

quelli, que^i,quei,A:  que*  c 9 1 1 

quelli, cheli  fono  traafiormaciio  uarieforme 
calcbraCi  da  oofiri  autori.  994 

quello,ual  quella  cofa,dc  fi  trova  io  ca- 
foretto.  1911 

quercia  arbore  noto.  1167 

quercla,ilUmcnco, la  querimonia.  991 
qoecetare*per  lamencarfi.  991 

querimonia, la  querela, il  lamento.  991 
queruli, ual  lameoteuolt,  99Ì 

quefta,fidaa  periooa,oa  cafantcitia.  I9it 
quefte,ual  coftucD.  I9tl 

quelli  fingdt  piu.  1911 

queftionare,  per  litigare.  997 

quefiioae,U  lite,laarra,dnbbio,diman 
da.  997. 

quefto  ,in  ucce  detradie.  de  fi  da  alle 
cofe , de  quando  c accompagnato,  fi 
da  al  mafe.  de  fido  poi  figomea  que- 
ftacoU.  Iti) 


qneèaic^  per  pacificale , placare , acquei 
-tare.  ri4 

qu0Co,dcch  Co.  714 

qtn,quando  fignifica  fUto,dmouiinento,  fi 
da  alla  pcxiona,come  la  qual.  9^9 

qoio,m  ucce  di  qainci  ufo  Dante.  999 

quiece,cheua)  npofi».  7if 

quiod  , ual  di  qua , dt  alcuna  unita  di. 
oota  a quello  modo  « -da  qncAo,  co- 
fi.  V99 

quioa  ionan2Ì,<ioé  da  qui  ionaoci , che  ual 
per  loauenire.  9)9 

qtóoci,de  qumdi,ua1  di  qui,dc  di  là.  9C9 

quindi  de  loco, ual  diia»o  da  quel  luo- 
go. 999 

qumdi,drqnieci.  vr?  ^ 

quindici  numero  wrleclinabile.  1719 

qainto  per  lo  adie.de  per  lo  aduer.  1 7ia 

qiNfquigliada  immoadigUa.  1417  . 

qmui , uile  in  quel  luogo  uu  non  dona 

fei  tu.  -994  f 

quotoyual  quanto  io  ordine*  ìa 


Rabbattere^  ribattere,  per  giungere  a 
cafo.  «040 

rabbi8,etra  ira,  de  furore*  fra 

rabbiofo,oalpxiio  di  rabbia.  C97 

rabbracnate.'-cr  abbracciar  di  ououo.  674 
rabbufifarci  per  fcarmigliare,fcapigliarc»»er 
conturbare.  itqa 

raocapprtcciare,  dt  accapfrkciarc.  uedi 
capnccio.  1Z40 

raocendcre,ner  infiamirar  dt  miotio.  944 
rarclirtare,dcracqueCare»A  racheiarp, 
dtac<)uetere.  7i7 

raccogliere,  dr  rcf.g’iere,'^  r:>cuoare  1 700 
ncc(«mandare»n  raenrciaodare.  4*0 

raoonmumrare, per  farcomune*  1970 

raccon(olare,percoiifotarcdiaan«o.  ii<>4 
raccontare, de  ricontare, per  ridire*  119I 
raccorotre.per  abbremare*  a#  7 

racccrciace,ii  medefimo  che  accorciare.  1 497 
ra<emi,looo  égrarp  deiruua.  tao 

raiquctare.de  racchetare.  7:7 

rac4uiflare,peracquifiardiOQOUO.  74» 
racquiib>,dt  acquifio.  74  a 

raddo'cire,rer  addolcir  di  nuouo  1441 
raddoppiare,per  addoppiar  di  iinono.  1714 
radeTCfper  nettare.  71, 

radicare.per  far  radica*  1194 

radire,d(  nel  piti  radici  11  >4 

raibce,  mera,  per  io  fondameofo,  dr  io  uecm 
dipriapo.  leto 

radimadia,  U rafoiadel  aafo  douefiCi 
la  palla.  917 

rado,d(  raro  adie  dr  aduer.  *744 

rafrermarc,pcrcoafcrfnare.  9 1 

ra(Hnarc,dt  refin  are,rer  Kauer  fine.  1909 
rafiiojtlmedclìmo,  ebegraffio,  rampi- 
ooto  uncino.  499 

raffreddare,dc  raffreddarfi*  1 V4 

iafireoarc,per  ritenere, nftrtogere,o  ritorna 
a dietro.  (a  ir 

rafirettare,per  facinfretla,4ollccitai«.  1494 
rafieontare,drAfirootare*  407 

lagatza , la  gazza , o gazTUola.  uedi 
pica.  1009 

r-Ag3Tto,iI  raggiOf'lualettfì.  199 

f^gg4lare,per  atgcUr  di  fluooo,  497 

taggi , de  rat  del  Sole , dt  meta,  in  nece  de  gh 
txxhi.  4i7.itA7 

raggiare.per  fpander  raggi.  4i4 

raggiungere, per  gnmgeré  di  nuouo.  1 77 
ragionanicfito»*!  rarlamento  iitr 

ragionare  nome  druerbo.  1)47 

ragione,  e quello  che  mceoèfi,  dLiI  dire  d* 
ili 


fitto  tàé'.  txrr 

r»g(oneool«,«trigioiieaon.  i»tt 

nrtoncuolmctiec. 

ra|na,ctrta  rete  da  figliar  vceelli.  looi 
ragnOydc  aragna  antmalecio  noto,  che  ^ le 
reo  fottiU  per  p'ghar  lemoCche.  laot 

ragunare,  &rauoate , pernduceretaGcme» 
Idei 

fahumiliare.perhumiliar  di  aaouo.  40 

raiAraggt  del  Solc,& meu.pergUocchi. 
dit-i|4r 

ratare,de  ngiarc,per  fpaader  raU  dii 

rallegrare, & allegrare.  Toa 

rallentare,per  ammollire,  mieoerire,  allega 
geme. 

ralignafe,per.figliare,comc.far  d»  vn  legno 
m* altro , flt  e proprio  delle  no,  flt  de  gli 
alberi.  • > 9* 

ramancare,dt  rammaricare, ‘per  lamentare, 
bianmare,doler6-  >la4 

ramanco,o/amnurichio,e  ramarichio,nel 
più.  ramanchi,  vai  lamento  eoo  voce  di 
ripreo(iooe.  'lai 

ramarro,altnmenti  ragano, lucertolo, o li- 
guro  animai (imile  allaiucerta,maal. 
<]uan(o  piu  grande,9t  di  color  verde,  laa? 
rame  metallo  noto.  iijf 

ramemorare,per  ramentare.rlcordarfì, 
commemorare,  tornare  alla  memO' 
na.  11^4 

ramemoraooae,  la  ricordanza  delle  roTe 
paflite.  iac4 

ramenno,orammarìno,il  rolmarmoher 
baootifsima.  1771 

ramingo, vai  rolo,^  di  eafeofo.  cip 

rammentare»  per  ricordare,  &ridurerea 
memoria.  *141 

ramo  di  albero,  6t  od  pm  rami,&  ramo* 
ra.  nri 

ramogna,val  fucceilo , doè  fegoireoel 
Viaggio..  <rdd 

ramora,rami,dc  oel  meno  ramo  di  albo» 
le.  1151 

nmorbidare,per  £ar  morbido,  ft  teatro. 

Ideo 

rsmpogaa,il  cootrafto.  f|pl 

rampognare, per  rip  rcndert*  1 ipl 

rampollare  per  nrorgert.  1 1 P4 

rampollo , il  noouo  ramo  nato  fopra  il 
vecchio.  ttr4 

rana , & oet  phi  rane  anioul  acquatico, 
iota 

mdo,e  colore  gialla  1 1 f 

raodo  che  fign'thcj  vecchio , onde  didimo 
Ucarnf  rancia.  tit 

rancura, la  follicitudine.  1499 

raocurartyperCoIlvaiart.  1499 

raoda.de  araoda,che  vale  a peaa,qaa(i, 
o Olente.  I74d 

raorucchiare,  perritrarfìioGeme,  perchina» 
re,o  racchinare.  17 19 

raoocchto,  il  mafehio  della  rana.  1 09  a 

rapido, vai  veIoce,celerc.  1497 

mpiiia,valemte(a  rubena.  7fi 

rapiooib,valpieiiodi  rapìoe.  7ri 

rapire,perrapinare,pcr  rubare.  7r* 

rapitore,il  rubatore.  7pl 

pappaaGcire,  per  rappacumare,  dod  £ar 
pacediououa  709 

nppattumare,  & rapattumare,  per  rappa* 
^care,  709 

rappellare,perrichlafflarc.  I409 

rapportare,pcr  nfertre.  I411 

npprcfcaiaie,pcr  rafrembrare,mollrare,  pa> 
rere , far  la  perfooa  di  vo'alcro , o dj  altra 
cofa  recitare.  1419 

rato,  dt  rado  adie.  & aduer.  1 7 44 


T A V O L A 

rafdngire,ner  fcìugir  di  nuooo.  djO 

rafoio,'!  coltello,  che  adopera  i barbieri, 
per  rader  la  barba.  14 -f 

rinem')rare,per  parere,©  d«moftrare.  i6n 

raflerenarc,pcr  nfchiarare.  7o8 

rafftcurare,perfar  ficoro. 
rafleili,dr  raitrelli.de  raft’i. 
ra(tri,de  raftrdiijftfomeoto  nl’cfco.  jos 

ratiGcare,per  conGrmare.  TP* 

ractempcrar,per  temperar  di  nuouo.  17  a 7 

rattentOflo  indugio,la  tardanza.  ifoa 

rattezza,  la  ertezza,  de  roalagcuolczia. 

1777 

ra(ticpidire,oer  intepidire.  diT 

ratto, vai  preito, Cubito, tolta  avi 

rattOfChe  vai  erto, de  alta  1 777 

ractrapare,perattrare.  * 

rancare , la  voce  del  tigre  animale  aliai 
ooco  per  fama  della  tua  vdoaià  del 
corfa  *ai9 

rauedcre,rer  accorgere , de  Ce  ftc0b  ca 
norcere.  *44 

rauiare.per  mutare, aujarc*catrar,omct 

ter  io  via  *>oo 

raatcinare,per  auicio^r  di  nuouo.  97 1 

rauiuoli,  fonofpecie di  tortelIi,^he  (1  fanno 
con  formaggio  fieico , eoo  voue , de  eoo 
herbe  »^04 

rauoare,d(  ragunare, pernducereinfie* 
me.  i^Pi 

raucl^mcnco,dt  auolgimento.  lez 

ranolgcrc,de  riuolgere,pei  circoodare*  1 d| 
razza, chcval  oattooe.  ic^7 

rt,che  vai  prendpe,rignorc.  jla 

re.meta  in  vece  di  Dio.  |iz 

re, de  regi  edebraa  da  nodrì  poeti  • iti 
reale, vai  cofa  di  re,dequeUoicbecon  ragion 
di  reege-  }8r 

reame,dc  reami, il  regno,  de  meta,  m vece  del 
odo.  6l.)8r 

rebcUinae»dc  rebello,  vedi  nbelliooe,de 
ribello.  ri7 

rcbdlo,mbclio,de  ribello.  ff7 

recarc,per  poriare,de  aocho  per  dare.  14H 
recente, vai  frefco,odi  nuoua  240 

reoderc,dc  riddere,per  rifecare,  caglia- 
re. nz 

rediare, per  narrare.  1190 

reoproco , vai  cornfpooderc,  doè  che 
Corna  mfc.  418 

redarguirc,pcr  riprendere.  8)9 

reddirc,per  rcomarc,  npetterem  dtccro,re- 
plicarquello,cheè  detto.  # 474 

rcde.de  herede,il  fucceClbre*  aia 

redma  del  ^ualla  iati 

redentore, tn  vece  di  Dia  tf 

refc.il  filo  torto  da  cufare.  I4t 

refioare,dc  nfinare.de  raffinare,  per  ha- 
uer  fine,  ma  ncliiede  con  CVco  la  oe- 
eatiua.  ifOf 

renettere,  de  riflettere , per  riuetberare, 
per  inchinarCtraddoppiafC*  1789 

remgerio,dc  nfrigcna  épp 

ref)gto,val  luogo  ficura  fo6 

reggere, pergoucrnarc.  417 

Kt^a,rhabiutioae  regale.  |i4 

regunentn,tl  gouema  717 

regiaa,de  reina,mcta.per  Maria  vergine.  7 
regioni,  de  prouioce  defentte  da  oollrt 
autori.  i7a 

regoarc,per  dominare,  per  ammioiftrar  il 
regno.  |8r 

regno  fpincuale.  48*  de  regno  tempora- 
le.  }8r 

regola,val  Icggetordine.  irr  9 

recarci  per  ordinare, góoernarc.  1 rr  9 

regolato, vai  temperaio,ordinaia  if 


rcInd.’àf^Va.ilr  &«««*•  per  Maria  ver 
gine.  7 

relacioae,rvoo  delti  dieci  predicameo- 
ri  d'Anftotile.  id4e 

religione.ch'eil  timore  de  gli  dd.  fO.Z4p 

reltgi'>fn,come  rrete  fr*tc.  *41 

re!inquere,per  abbandonare.  * 4 8 f 

rei I outc,fono  gli  aua QZi,ctoe' qudle  po cb e co 
fe,Lhedi  molte  reflano.  747 

remi,llromcnto  oaualc  noto.  ioga 

remta<fcenza,laramenCaCiooe«  laricor« 
danza.  lagf 

remoto  de  rtmoto,clie  vai  lonano«o  fé* 
parato.  87 1 

reoa«8c  aréna,d  fabbione.  1 09  f 

rendcre,peT  re{btaire>riCotoare, recate, 

prefenrarer  4*8 

render  graiie,prrringvatiare.  168 

rendita, la  eotrara-  taf 

renditore,quello,<hereChtuirce.  4^8 

rem, cioè  la  fchiena*  1470 

rcauna2re*pcr  r futar  e.  41<> 

rco,dc  r>o,val  catriucstnfto,  colpcnole, 
ma!fatrore.  1448 

repente,  vai  fubite.rofta  Z97 

ieprofoodare,per  afiondare,  de  tetufiar 
di  nuouo.  iOf8 

repulfa,d(  rrpu1fc,la  contentione.  |Ì9 

reputare , de  aoc  ho  npntate  fi  può  dire, 
per  ten  ete,cftimare.  • Zf  7 

recute,t1  ripofo.  714 

refiflere,rer  repugnare,  contraftare,  contr»- 
dire.  rpz 

rcfpingere,rer  fpingere,caccfare.  4 10 

rcffHrare,per  mandar  fuori  il  fiato.  1 1 4 

refnondere.de  rifpondere.  428 

reftare,  per  nmancre,  fermare,  cefiare, 
mancjre.  cz.  1704 

reftio  in  vece  di  refliuo,  cioè  adombra- 
to,cheèquandotlcauallo,  o mulo, 
che  ne  per  fpironi  t ne  per  battJiure 
vuol  paCTif  piu  auanti.  1 a 1 7 

reftteuirf.per  rendere  ritornare.  4Zt 

re(lo,che  vale  d refluite.  ifo« 

refurrerionc  della  carne.  irte 

rettaggio  la  heretbti-  1 )Z 

rete  in  genere.pcr  pcfcarc,de  per  pigliare 
vcrcìli,dr  airrt  ammali.  I09f 

rere,per  pigliar  vccclH.  )f4 

reccore,in  vece  di  Dia  4 

reuerenta*  de  reucrire*  vedi  rruereoza  , 
denuenre.  197 

rezo,chc  figmfica  ombra.  6Z4 

rhombo.o  rombo,  è figura  4]uadrata,dt 
folida.  784 

nafrumere,rer  pigliare.  |74 

ribaldo,  vai  maluagio,dc  criflo, detto  da 
reo,dc  baldo.  771 

Hbandire.per  noocar  di  bando.  get 

ribattere, o rabbacerc,per  arriuare,  o 

reacafo.  1040 

nbeca.  la  viuoletta,  o fimile  flrocnento 
mufica  loS 

ribeIlaoie,dtnheIlanti.  787 

nbellare.rer  efler  centra  al  fuo  Signore  gff 
nbellioae.de  nbellioni.  787 

ribello, rebello,dr  rullila  gl; 

nbotnbo,dc  rombo, cioè  Aiono.o  flrepito.4)9 
nbrczzo,d(  npreizo,  vai  capncao,fpa- 
ueoto, tremore.  lago 

nbuttare,per  ribattere  in  dietra  4it 

ricadente, de  ricadenti.  1 784 

ricadere, per  cader  di  nuoua  1 784 

ricadun,val  rinfcrmati,  aoè  di  nuono  torna 
Ci  infermi.  1 4I4 

iica9D2Co,valriearto,rrefpa  le  I 

nalauare,per  un  de  cala,  pa  conttaftare^ 


oppnjnare.  T4tfi 

ficamato>do^  Uuorato  di  rìcame*  t£| 

ncanutorc>il  cnaeUro  de  ricami  <i| 

ncami,oroameatj  dioro,  & (il  fera.  ft| 

fKapricaare,ft  accapncoare.  redi  ripmo. 
Ii90 

rtcchctza,&  ncchctt«.  i»7 

riccio  adie.comc  icapcUt  corti,  crespi,  o ina- 
nellati. 7M 

riccio  (bit  aoimalccto  rpinofo  a guifa  dell'i  • 
fthee , ma  piu  picciolo , alerasicoce  detto 
porcospino.  iai7 

•riccOfChe  ral  daoarofo,pecaaiofo>  i ty 
•ricercare  con  mouimento.  1491 

ricercare  mentale>per  laucftigarc*  e 19$ 

ricercare, per  nceoere» 

ricetto, ilncctiacolo,rhaBitackMe.  91S 
aricenere,per  nccteare.  ^ao 

riceuuta,  aocla  coareMooe  del  debito  4^ 
-richiamare,  per  chiamar  dittuooo,  perrrao 
care.  991140$ 

cichiedere,per  citare, o chiamare.  1410 

ricchiedere,pcrehiedcr  di  DUouo>domanda 
re,e{Tcre  di  bifogno.  1411 

richiudere, 3c  nack  ludere.  9 14 

•ncaderc,perrirocKe,cagliareyofendere.  n% 
ricocliercA  raccogliere.  JkSf.tToi 

ricolta, la  raccolu, il  ricotto.  »ti 

«icoaipera,d  riicatco.  770 

ticompcrarc,per  riScattarCt  770 

ncoaaAiarc,pcr  placare.  707 

cicongiungercfper  accompagnar  dì  aoouo. 
1^97 

Rcoaofceiuj,Urimcad}raaaada  rkordaaca 
U60 

«ioonofccre,per  coaofcer  di  aaono,  rttomj> 
Tcaneraona.  ia$i 

«iconofcimenro.eal  remuacralione.  1 i4o 

ncouiare,&  raccoocarC.  1 %9 1 

ROopcrchiar,rer  copcrctiiardi  nuovo*  917 
ricoprire, & ncounre,per  aaScoadere,  occul- 
tare,coprir  di  nuovo.  9t$.l$77 

ricordare, & ricordar^  , per  riroe<aonTf,ri> 
foaemre,rìducere»a  memoria*  lire 
ricofdaitaoc,d  ricordo.  4 ter 

ricordo  li  medetimo  che  ricordatioQe»  irte 

scorrere, per  coah^cre^ornare,  remie,  o 
andate*  1479 

ricoruo,0c  rtcamo,Ta1  iacuruato.  141 1 
XKOurare,dc  ncouerare,pcr  rkaperarc  • 7$4 
rtaekere.percrerer  diotaooo.  K90 

rkuriio  rat  piegato.  14)  1 

riddagli  balio  tondosoaerodhaloado*  $|$ 
riddare,pcr  ballare.  $$• 

ridente, & ndcnti,ciod<cott  cificb  091 

ridere  nome  & verbo*  éev 

ndtre,p«r  ai£enrc,nportaro  iftv 

mdolerc,per  dare  odore*  c9)r 

ridacere.&ndurrcipcrncoraara»  997 

riduttodo  albergo.  979 

fiedere,é(  r«dire,per  ritornare*  4414 

rtentpire,pcr  cmpirdi  noouo.  17$| 

rientrarttpereotrardiauouo*  916 

rilare,per  Car  di  Ottono.  $4$ 

rifigbare,perfarfigliuoU  di  Ottono.  >r&$ 
ndaare,  & rc£oar^a£^re,  per  hauer  6- 
ne*  I TOC 

tttitttare, per  recurare,reaootiare,oegare,Schi 
uare.  40) 

rifiuto, la  rifiutatione.  409 

n6ettcre,&  reìieKeTC,p«r  ri«erh«rarc*  4 17 
edettcrc,  periocbmare,  & raddoppiare . 
J7l7 

rif)roire,per  fornir  di  nuovo* 
nfi^efeare^per  noouare , de  per  pigiar  £rcSco* 
140 

rilr«gmo,ac’xctngetio,  fff 


T A V O 1 A 

rifulgere,  per  nfpletidere.  4 id 

riga,'&  roga  a legula  delta, che  vai  linea  dni- 
ta.  ifi» 

rigagno,iI  rioo,o  il  rio.  X077 

ngare,per  bagnare, & adao^narc*  4 010 

rigidezza, vale  ofìinatiooe, durezza*  i4l8 

ngido,vaiafpro,daro.  i4$$ 

rignire,é  la  noce  de  caualli,&  delle caualle 
quando  defìderaoo  il  cotto*  110$ 

rigore,  vale  ofonata  durezza.  lift 

nguardamcn(o,val  coafideratione.  IKO 

riguardante, vai  vedente.  i)fO 

ngMardare, per  mirare.  i^po 

riguardare,  per  conliderir^ponermeote  * 
»»fo 

riguardare,  per  haaercocnpa£Hooe,mirericor 
dia,rìfpeito«  ifpo 

rigiurdatore,  il  veditore.  l)CO 

ngoardeuoletval  hoooreoole.  lift 

riguardo,  vai  rirpetto,confideratiooe.  lift 

r]leuare,per  aizare,lcttar  di  ououo.  4780 

nleuarc,per  importare.  1780 

ctlucere.per  nSplendere.  6 1 9 

runa , la  defiacaza , ctoe  la  fiat  dd  verfo . 
94 

rimaadace,per  rimettere.  1474 

nmaado,val  ribattere  allo  mrootro.  9474 

n(nancate,iltcÌlo,oiI  recante,  caoc  quello 
cherelU.  leof 

rimanere, perre{hre,ceirirc,afteiierc.  ifor 

nmantarc,per  mantae  di  «mouo.  i r 19 

ztbaito,e  il  fecondo  balzo,  che  fa  la  palla 
quandofigiMOca.  II19 

rìrabambire^per  diuenir  bambo.potto,  o fan 
€iul)u,&Scropre,iQmaIa  parte.  icu 

rimbeccate,  vocabolo  de  grucaioH  di  palla. 
C9« 

ribombare  per  rifonare:,far  bombo.  440 

ninboMba,<racco  da  bombo,  che é la  voce 
dcirapi,&  delle  trombe^oodc  abombare 
per  rifonare.  440 

jinàborcare^pacritoroarael  boSco*  1 109 

mnbroiure,pcr  brootolare,dc  è proprio,  del 
le  donne  contendenti  co  mano*  1409 

hmbcouo  d broMolamento.  1404 

nrae,foooledefioenze  de  vetfi  ditte  an- 
■undo.  94 

rimedio, vai  riparo,jnedicioa.  90$ 

mnedirc , per  fare , o Crarc  00  che  fi  può . 
490 

rintembraoza,U  ricordanza*  4 tr4 

no^mbrarcyper  ncordate*  1 k4 

nmenare,per  ciconducere*  4 1 4 

runefoolameati,vai  rauolgtotenti,  & pertur 
batiooi.  i49 

x^efcolare,per  rimefebiarer  t4f 

zÙDCttere,per  nponere.  i7oa 

hoiirarc, per  guardare.  taro 

tamirar  mcoulmcnce,  percoofiderare  • 
M94 

iiinoa(lo,ral  fcoraato,&  netto*  1 1 1 f 

rtraontace,per  rufeendere.  1 1 1 f 

runotchiace,  per  tirare,  vocabolo  marinere- 
fco.  1099 

xioiordere*per  compungere.  i)7i 

nmorduneato,val  compuntionc.  1 )7  7 

zùnoto,&  remoto, che  vai  loouao,f«parato 
971 

iimou«rc,per  rooner  di  nuooo,per  difgiunge 
1471 

rimpaJmare  vedi  Spalmare.  lOfi 

ximpeuo,anmttcoo,dc  dinfiipttto,che  vale 
a fronte,al  antto,airiacootro,per  mero 
alToppoito.  i44f 

rtmprouctare,pervilfonoeggtare,fiofacaare, 
buttatela  occhi*  >49 

nmp8ouero,laigttomiaia»looppiobcio*  I49 


rfnarcere,per  Rufeer  dì  nootiin!  *4rtt 

rincnlzare,per  forbficare*Spingere,  ^ ualc  »a 
cito  calcare.  1994 

rincalzo, 4 ccrto,lcgoo piccK>fo«cHcfi  pone, 
alle  botti  Sopra  le  rappe  accio  fiano  Sal- 
de. 1994 

fincartare,  perrinouar  di  vifaltra carta* 
K04 

riocorareidc  incorare,  perriafrancare,  far 
animo.  i}a$ 

nnchiudere,&  richiudere.  9 14 

naczeSccre,&  tacrefoerc,per  Saflidire,noi  a. 

re.  i|on 

riacrticeiiole,val  fofodioSo.  1 104 

nncreSpare,per  increlpardi  nuooo.  1 949 

nnfreScare, per  pigliar  ireko.  &40 

nagauagnarc,per  nguadagnare.  74| 

ringhi  ttocede  cani.  4 &o4 

mighiare,onaghtre,perfar  paura,8c  d pro- 
prio de  cani,  da  nogere  Lat.  che  vai  cor- 
rucCiarfi  per  ira,dc  torcere  la  bocca, come 
1 caou  uo4.I4$7 

ringhire,o  noghiare,e  ia  voce  de  cani  quan  - 
do  Sono  adirati.  1 ao4 

riagiouanire  , per  farli^iouatte*  de  ououo. 
ai$ 

nograTiare,perrcndere»o  reSerir  grafie  i48. 
470 

nagrautdare.periogramdardi  nuovo.  z|r 
noouare,  de  rmoueilarc,  per  reintegra  te. 
Z17 

nnoaatoival  reintegrato.  ajy 

nnoaeliarCfdc  noouare.  i»f 

nnScluare,pcr  rientrare  m Svina.  tmp 

notenerircipermoUificaic. 
riatorpaccipcrfermare.&  >ccoociare  aJcona 
* cofa  al  Suo  luogo.  404 

rintoppoyval  nScontro,  dcdirimpotto* 
do4 

hotuzzare,per  nbattere,rifnouere,  eftiogue  • 
re, reprimere.  >M4 

itatuzzato,val  di  groflb  ingegno.  1 144 

rinverdire, per  nnouare.  • 1 94 

nouefeare  per  KuieScar  di  ououo.  944 

nnuigorirc,per  pigliar  uigort*  4 t 

riOfin  vece  di  nuo.  1077 

xioperreo,dctnfto,&ratthio*  te$$ 

noeta  il  contrado  la  cooccotiofie*  999 
nparare,per  albergare, alloggi.ire,o  dare.vi» 
npararCfPer  Prouedcre,a€foacurc,dc  ao<ho 
per  difemlere,&  Schmare*  904 

nparlare,per  parlar  di  nuovo.  1 )$$ 

riparo, la  proui6ooe,il  rimcd)0,o  il  Schermo. 
904 

riparo  dbaAione,la  fortezza*  971 

ripea£are,per  cepl4care,pcr  tidire,per  ripiglia 
>«•  Kl 

npieno  Soft.  1 744 

ripieno adie.riod  ben  pieno.  I7$a 

rtpiglìare,per  npreodere,  doe  pigliar  dinuo* 
uo.  jn 

ripigliare  per  rìprciidere, ammonire.  $}$ 
nponere  per  mnettere.  1 7on 

riposare, per  dar  i«npoSo,£arpattSa.  714 
iipoSare,per  dormire.  • 

ripoSato,riporata,Hpo(óti*  7 1 4 

ripoSo,)*otio,la  quiete*  7 14 

npregartfper  pregardi  aoouo.  19 

riprendere,pcr  npigtiar,  àoediouotto  preo- 


deie. 


riprendere, per  aromoaire,dc  ripiglurc.  $|$ 
npaeo(ioae,U  ammooiùone,  il  concgtmeo* 
to.  $]$ 

ifprcziO|dt  ribrezzo,!!  medefimo  che  cipnc 

CIO.  |t9i 

riprouare,perprouardinuouo« 
riproua4ort,cheSaproua  di  nuooo*  x«49 
• ilit 


HfaMare.f  er  falcar  (C  nciow*  fi 

nfaiiare,&  rifanacfi*  I6*» 

rirj9cre,per  fiperlo  di  nuouo-  1 19 

ntcaldjmeaco^tralicccagpoc,  nbrotto,n« 
baffo. 

rifcaldarCy&rtfcaldaiC.  Cv6 

rifriicare,perrtfcuocere.  77$ 

nrc3tto,lo  acquiffo,&U  liberaeìone*  77S 
xifchiarare,pcrf»fcnafc. 
rirdacquarcyval  dt  nuouo  taaare,nfrdcarc, 
o nrentarc,!  bicdiicn.  1014 

nfcuotere,per  nhauera«&  comeracquiftare 
la  cofa  perduta.  77) 

cifoiotcrc,pcr  rifetit<rc^conofccre,;&pcf  ri- 
niouerfortemencc*  7 7) 

rìfcuuccre^per  deUare»  nfue^tiare,  & nhaue- 

fC  l)®7 

rifcaotereiper  fmarriKj,&fpauentarG.  tape 
riredcrc.pnpofaretdt  fì  nferifcc  alPaio.  190 
nfenfare,  per  pigliar  (eooo,&  nioraarcio  fe* 
11)6 

r ferbare^n  feruar  dt  nuoooycuilodire.  940 
rifcrrare,per  nathiuderc*  pi) 

nro,iQ  piu  Icfira.  691 

nfoìucre,pcr  disfaiefO  difucotre*  449 

rifblue,per  nucrfare.  1766 

nfolueretper  djtcrmiQare,difHntre.  |<U7 
riroaarctpernfpondereal  fuono.  lot 
rifointgl  tare, per  raffembtare.  1 f6a 

rdbrgere,perrorgeredi  nuouo.  loia 

rifoucairc,  per  ricordare  nducere  a memo- 
na.  Iir6 

rirparinlare,per  auanzare,  per  non  mettere 
in  opera, fparagoare.  764 

nfparmioilo  auaoio,i(  Tparagno*  7(4 

nrpegneretperammorxar  di  nuouo.  i6it 
nrpeico,&  amrpetco»  aoe  acomparacionc. 
1647 

rirpmgere,  per  fpineer  di  ooouo.  6 1 o 

rfpleodcre,per  luìlrare.  < 1 6 

nrpondere,per  faremo  dare  rffpoiU»  I4*  i 
nrpondcrc,percootraftare.  pji 

nfpondere,per  guardare.  1)51 

nlpoodere,  per  fruttatelo  rcndertyO  dare  • 
416 

ril^nroyflrrìfpond.  I411 

riTcK>ib,&rifpoilc.  1411 

riffa, & ri(Te,la  contefa.  P9) 

nftorare»per  ricreare.  76) 

nftorOfia  ncreattone*  76) 

riflrecto  cioè  ferraio  infiemf.  1 796 

riffrioeerc,0c  ntbignere.  1996 

nruoguare,pcr  nfcuocere  dal  fonao,  deftare. 
1)69 

rifuture,pertorDarein  rrtìe,orndàno.  1474 
nfufacarc,d(  fufaure,per  ntoroar  rmo,noo 
uare.  tftp 

nfufciUtOfdrmeta.Iiberaro.  ipt9 

maglio, ft  a maglio, cheuale  a mtouro,a  pei 
zt^o  a faggio,  come  lì  fanno  1 melloni,  o 
come  bmiii.  fl9 

ritardar,  per  dimorar  di  nouo.  179 

ritegno, vai  legame»  6) 

riceoercpper  reggere, gouernarfc  4 1 7 

riieocre,per  cooferuare.  94  • 

ritenere, per  fermare, ftabilirOi 
ntenerciper  impedire»  601 

ntentare,per  tentate  di  nuouo.  1 649 

motval  colhtme.vfaoza.  1 pp  9 

ritogliere, per tocrc,o  pigliareio  rfietro.  4)0 
ntoodrti,  il  circolo.  1 pf  7t  • 

ntondo,i!  tondo,)!  cerchio.  791 

rttornare.pcr  tornare  indietro.  1471 

ritorte, fono  legami, come  corde,flroppe,d^ 
lìinili.  1)9 

licia  *,pernttrare,rimouere  1474 

'fitratto,lacff>g)e,lafomigliiMa.  1474 


TAVOLA 

Htrofn,da  retrofum  latinOfChe  ral  fdegnofor 
fa(hdio£o,ofliaato,dc  fuperbom  mala  par 
te.  p6$ 

ritrouare,nertrouardi  nuouo.  1494 
rtua  e quella  foromita  di  terra  lungo  a liu* 
mi.  1040 

rtuaii.fono  i contrarìi,  & coocorreoti  in  ama 
re  vna  iftclfa  giouine.  P4P 

riucdere.pervcderdf  nuouo.  I)p) 

nudare, per  manifellarc.  1 69o 

nueiatiooe,lamanifctUtioot*  i69o 

nuerenza,6c  nuercntia.  )97 

nuerenCCtdc  riuereudo.  )97 

nucnre,&  reucrire,pcr  far  honore.  ) 99 

nuerrarc,per  fpandere.  1766 

riueff>re,pcrve&irdi  nunuo.  ip)6 

nuierailmedclimocheriua.  1040 

imocare.per  ntorDare,nchiamare«  1 408 
riuo,rio,rurcello,9r  ngagno , che  e voa  pie- 
noia  acqua  procedenre  da  la^o,o  da  lìu> 
me  fiipetchiante,  o veroartilToofameore 
farro.  1076 

rioolgerc,per  volere  di  nuouo.  ii7P 

riuolgere,&  rauolgere.  16) 

rtuolgimento,& rauolgimento.  16) 

nuoIta,clic  valgirata,come  vni  rìnotta  d*oc 
chi.  16) 

rnfare,rer  aocafeare, accadere, auen ire.  91 7 
nziai^lin,  il  medclimo  che  giacchio, rete  rer 
pefeare.  io9P 

rizzare, & drizzare.per  leuarin  piedi,  come 
mtare  ammazzata.  1691 

roba,&anchorobba  perla  faculU.  1 19 
roba,che  dinota  la  velie  fìgnortle,  come  la 
toga.  t«)8 

robòsa,o  rabbia  herba  nota.  1 174 

rubboin  veccdir<>ff>  vlò  Dante.  9io 
robino  pietra  rreHofa.  1 144 

robonee  veli  mento  di  la  na  fodralo  In  gui- 
fa  di  tabarro . 1740 

robuft3,vaIeagltardo*  ;44 

rocca,&  rocche, la  tòrre,&  te  torri  916 
rocca, la  conocchia, ebee  ftromento,  con 
chelifi!a,tllino-  ip)) 

rocchetto, velie  da  cardinale,  vedi  a rocco. 
699 

roccia, la  ripa  de  monti, o limile.  ni6 
rocco  de  I giuoco  de  fcacchi.  6v9 

rocco, die  vai  faffo,o  pietra  roKa.  redi  ron 
chtone.  1144 

roco,chc  ual  rauco  ddta  voce.  1414 

rodere, per  roligarc, confumare.  tiri 
roditori. ral  deuoratori, mangioni.  1 j7B 

rofH.1  f la  condeolìtd.ft  fenebrofitd  de  rapo 
ri  humidi,&  condenfati.  ièo6 

foggio, fit  robbo  i»  rece  di  roffo*.  fio 
7ogo,la  pilla,  doue  5 ardeuaoo  i corpi  mor> 
ti.  49, 

romanzi, 0r  romanzatori)eranoqnelli,che 
caotauano  fu  panchi  per  le  piazze . lo) 
rombo, nbombo.il  Tuono, o èrdpito.  4)9 
rombo, & rhombo,lìgura  quadrata.  4)9 
romeo  in  recedi  romito. rfò  PArioffo.  147 
romito, che  (la  alP eremo, & in  luogo  deferto 
Se  foltoguo*  «47 

romito  ad^. che  ral  Mo,&i  ferillretto.T798 
romore,&  ronM>ri.  #406 

romore,perla  lama.  149 

rorapere,per  fpeztare.  444 

ronca, arma  allata,aflaÌnota.  494 

roncare^pcrftirpare,o  tagliare!  " l>tp7 
roochiooe, 6 ftromento  nUcfco,per  caglia*^ 
re.  494 

rot)chionc,o  rocco,d  parte  di  picfra,(o  di  faf 
fo,coffiefcheggia,erero  rn  pezzo  fot  dei 
co  da  rompere.  1144 

tODagÌiare,j(  axraaciglurci  per  prendere  co 


rondglì.  494 

roactglio,il  r6dihiolo,npioo,o  rneino.  494 
rondineiJa,vccello  noto.  1011 

ronaao,c  picaolo  cauallo.  iato 

roozoDC,&  rozzQne,il  llallone.  ino 

rofcigniuolo.dc  vfignuol'i,vccello  noto  loit 
rofa  hor  notiftuno , per  U loauiti  dd  fuo 
odore.  1179 

rofa,paracipio  del  uerbo  rodere  uedi  rode- 
re l,7A 

roffcggiare,pet  fare,o  venir  roffo.  9 1 9 

rollerta&rofforc.  8*9 

rofto,rona,rof«i>&  relTc.  $»9 

toObrtt&  roffezza  • 9 1 9 

rolla,  per  lo  iir.pedimeQto,detta  da  reftare, 
che  vallìrmaie.ritcnae.  949 

rota,&  ruou,a  roconditate,  due  a ruendo  eli 
fu.  IP9 

rotare, per  girare,raao1gere.  IP9 

ròua,part.Ujróperc.chevalcolafratta.  444 
rotto  adie.cioé  non  intiero.  444 

rouofche  vai  fracairato,iD  baccaglia.  904 
touaio,e  vento  da  iramoocana.  1 1 r 

rouente,val  roffo, & infiammato.  tao 
roucfcie,&  a roucfao  val  roucrfo,teiiuolu 
tevA  e il  contrario  del  dirìcto*  1 P41 
tozeua,val  goffita,5r  groffezia  d*mgegoo. 

rozzo, vai  grofto dbngegno,  & male  ornato. 

•M)  " U4I 

rozzone,o  roQzon,  e cauallo  trillo, 3c  di  po- 
co prezzo.  iato 

rozzonc  meca.tn  vece  di  phapo.  1499 
rubi,3t  a ruba,, che  valca  lacco  ,a  botbno. 
7pa 

ru'}are,perfuiare,inuolarc»  7ra 

ruba(ore,il  iadro,il  furo.  7fx 

rubbia,Qiobb<a  iKcba  nota.  1174 

iubberibio,val  rofib,mggiix  fio 

rubcljo,rebcUo,&  ribelli  997 

rubeda,la  raf'ioa, il  furto.  7ra 

rubo,&  rubt,la  rou;ta,mota,die  fono  fpetie 

difpiQi.  iipo 

nd>iQo,at  rQbinOfpiemi  pretiofa.  1 144 
rubrica,la  terra  roffa,3r  pigliafi  per  cofa  fcni 
U o f^nau  di  rodò.  906 

rufìM04bmo,dr  rufifianiccìo.  1924 

rulHaoo.e  qudio,  che  tiene  puttane  a guada 
gno.  ,,14. 

ruga,a  crefra,4akla  o rappa.  IC49 

ruga, la  ftradaibctta,qualirtgoa,qtuarcfla. 
•001 

rnggiare.de  ru9girr,ta  ucce  de  leoni.  1401 
raggine, dt  rupg)oezza,cnfne  dd  ferro.  1 1)  6 
nijgire,&ru|igiare,voccdeÌeonL  1401 

eugg>tot)ome,Uvoccdelleone.  *.  140) 
xciprda,c  humor,che  vico  dal  cado  od  lem- 
pofereoo.  loip 

ragiadofo,iral  pieno  di  rugiada.  1019 
nigofo,val  pieno  di  rugh^aod  pieno  di  ere 
*947 

rama, vai  fracafto.prcdpirio.  49 1 

taioare,pcr  fracaffare,precipitare,dillrut|»e- 
rc,coafumarc,dMlàrc»dirocarc.  %ri 
ruratoar,iier  nuomcr  di  nuouo,  confumar%, 
deq^ficibumadrumea  vocnieo.  t)7t 
rupc,e  rattezza  de  mono  UfloB,de  diaoccAci 

1)17 

nifcello, e canaletto  di  acque  correte.  1077 
nifchi  loooramuli  fpmon.  t ino 

rufcigaraolo,h)ligemoio,dt  vfiganjolOyLat. 

plTilomcla.'  1007 

ruftichezzada  rufticiti.  - 

niftico , il  villano. 

ruoido, vai  rigide.  a <99 

ruzzamcDh.Uwofcherzi. 

-iiizzare,p  fcherzare,c6  piacer  dal  corpo. 0^ 


«e  0 


tavola 


Si  dii  »«bo  fipWt.Tcdi  bfut- 
fAbbtwA 

fibbia, & fabbionc,rareoa. 
fabbton«,è  la  fabbia  piu  grofla. 


19  fcabro, vai  rotto, duro. 

Itl4  fca<chifCotncilg’uocodc  fcaccWi 
I }92  (cacchicre,i!  tauolicre. 

1 9 “rcacciare,per  difcacciarc, cacciare. 
I6lx  fcadcrc,rcr  fuccedcce. 

119)  fcagiooarcjpcr  efcufarc. 


•H4 

690 

«9t 

Co9 

1794 

II7S 


1)9)  w.»-.-...  j , 7 

1 167  “tcaEliare,,pcr  lactare,  mcfatora  tolta  dal  icar 

. ■ ■ __ii  .1^  li»  fnimr«  ft'SL 


fatuo  fatua, fj)ui,adie. 

79  fatuo, aduer.cha  vale  eccctto,fe  noa 
94)  faiutare.per  dar  faluto  ad  alcuno. 

1099  fahite  dtmaa. 

fabbione.c  la  faooia  piu  groua*  I099_falu(e  corporale. 

facccntc,val  foCficieoie.fagg»©, pratico.  74^faluto, 8t  faluic.la  faluiatioae. 

ficchcEtiire  per  rubirc,mctt«»»(icco.Tfr-r.irbuco  albero  00».  ’ r^ 

facco.^a  ùcra  aduer.  7fi-rampoini,Hrométo  irunco,có-T  ferami.idir—  pellire  de  rairmi  quando  le  fp««« 

facco.che  nel  numero  del  pm  fa  facca.  ' 1 7 r»  f „ ctrfce  in  man.in  vece  di  priapo.  • 4r^  gbe  vanno  con  velocu  a guifa  di  factte  , 

faccomano.comeaodatafaccomano.  7fx  fanare.& nfanare.per guarire.  16, a ottrali  -.A:, 

facerdotc,aoerebgiofo,pteteoftatc.  aqr  (aoeuc,corporeo,&naunlé:  ijie  fcagliare.perleuarlefeaglle  apeW.  Iw, 

fac^t,ò.arface,lo.«/  a,f  Safuelviolenre.  fcaglie.S.  fquame.che  foao  propno  d.  pefc 

facrare.perdedicare.offenre.  ao  f.ogne.perlo  origine.opetlafamiglia.  ifd?  'W,  „ • i-it.rr.le  »or 

faoiinnito,atfa<'>">““-  ,v—raoluitno, e colore  toffo,o  purpureo,*  co-  fcaelioni.fono  i gradi  delle  reale. 

ramficio,*  facnficu.  ,|-  ^Sifangue.  rcale.eon  laqualfi  afcende,*  fi  d. 

facnflano.oucllo,  chcha  cura  dcUecofedel  faneuinofo,  vai  pieno  di  faacue.  f)7  feende.  ...  . r i i V 

lachicra%edifagriftaao.  4*  “fanpduta.la  finguetrola.aiiimaletto  di  ac- 

facnftia.facriHie.  4*  qua  vallofa,  che  ha  natura  per  rucoare,  il 

•&cro,facra.facri.  »o  Lg»« ^ , .o,,-rca]arpi.re,p«frrrsg.onare  c,o.,r«m 

faetfa,lafretcia.lo(haIe.  aiv^a.lràfil  contrario  della  Infermità.  16,,  ' III 

faettJ  di  pouCgCioè  il  fulmine, che  vie»  dal  fanne, etiannc,chefonoideoti  maggiori  del  fca  ea,m  vece  di  feaU  vfo  Dante.  9^ 

• ® ranimale.eomc  del  porco, cane.  uva  fcaldare,*  tifcaldire  616 

fano.cioe  non  mfcraio.  uri-fcalrgne.fruitoquafi  limile  alle  cipolle,  ma 

fa  nota.*  faut  lare.  17  piu  pi  cade.  l'»4 


aclo.  ^ 4*7 

faetta  meta  in  vece  di  priapo.  I4f4 

faectare,per  trar  faetee.  4*7 

f^tna,  legno  mantimo,a  guifa,  quafidi  fre* 
gata,o  di  fufta,cofi  detta,  perche  va  velo 
cc  come  faceta. 
fagace,vale  riluto, pnidence» 


fa  nlica.&faut  tate.  i7  puiFucaoic.  V >— 

famo.è  cola  a Dio  confecrata, ferma,  Aabile,— fcalpiccio,e  quello  romore,  o flrepito,  che  li 
velo-  immobile.*  femptedurante  it  fa  co  pKdi  caininam.o.  146» 

• O46~fancocoo,val  quanto  fcmpliciotto,o  fantuz-  “fcal  itaie,pet  calpcllatc,  * calcare  co  piedi. 
747  IO,  olaatiielio  Cioè  come  huomo  Tanto  1449 


ftgiauda  alìùoa, Va  prudenza.  74V  (motteggiando.) 

faggio, & faglia, va!  Tallio*  *79  fantuito,e<ju«lio,chefaìlfaniOi 

fa2ittario,aucllo,che  faetta.  49)  raota,&  fcota»Lat  line. 

fa|ii(ario,legno  celcHe.  96i  fapa,&.faba,il  vin  cotto. 

(Ànik  ano,queUo,che  ha  cura  delle  cofe  dcT~faperc  nome,&  verbo. 

U chieii.  4r~7apteoti  cclebraw  da noftri  poeti.' 

fala,é  riiabicatiooe  maggiore  del  palazzo . fapienza,&  (apienna. 

yxo  fanone  mofeato. 

falamandra,animale  in  guifa  di  lacerta,  ilcIa^porc,fauore,&  faporì. 

1 C a n fi. A fjtlArOJ 


•749 

no 
179 
)9o 
• 79 


ta,&maculaca- 
fiUta7^aIatuzxa,ftinfalate. 
fata  to,Ulata, falate. 

Calce, & fal/ce, albero  noto, 
faldate, per  forcdicare,fermar«. 
faldu  in  vece  di  fermo,fbvte. 


• Zi7  faporitameure,ofauorofamenie. 

xóox  faponco,&  faponta,val  fauorofo. 
l6ot  faaorofoyval  pieno  di  fapore. 
t • Carte, io  vece  delle  cortine  da  letto* 

f7  fatK , le  corde  della  vela  legate  airantenna. 
f7  *on  ' 

841 


• 4tf 
710 


lalou  in  vece  (uicnno,(UKt«.  «ni* 

file  maf.&  fem.ioogQtoimicroLa(.£aL  leoi  farro, 8t  Cartore* 
falcio  vece  del  m uc . • oif— (afu.ptctra  dura,  114+ 

(ale, che  fono  habiutioai  maggiori  del  paiaz  (iDare,^  fati^rc,pcr  ifanrare,  eonteotarc. 

«w>  tKnK 


zo. 


glfTpyinlp  -va!  faftldidiofo*  & di  CODUCffatlO 


9» 

faliccyde  falce  albero  noto.  li  <7 

faliccto*;c  luogo  peno  di  falid.  11 4?  ocuuhju.  *9^^ 

faiu^llro,  e la  pertica  di  (alice  ,0  no  pezzo . iaon,  che  fono  dei  de  bofebi, delle  felue,& 
li4  7 ' ' delle forefte. 

fjlire,nome*df  verbo.  •779~l*t**f**ff»8tfodtifare.  77p 

falica  la  montata ioafeendere.  1778  fatolU.comcvna  fitolla,che vale  vna cor- 

fehtorc^ùcUofcheafcendc.  1779  pacciata  una  panciate.  *4o7 

faloia  la  foma,ilcartc»,oil  pefo.  1770  faiollo,valfauo.& pieno  di  cibo.  *401 


IIU 

li  "tciltrirc, pcrauedfrc.accmgcr».  74P 

li  fcxicnto.uale accetto, aueiiùio.  74f 

fcalxare,*difcalx»tc.  irv> 

fcaUo,val  fcnia  calze.  ifP< 

fcambtjrc,ncr  pcnnutare.irannatare,  1 7 6 

(cambio,*  ifcambioi  clic  vale  m luogo,in  v» 

...  « - 

14,7 — fcacn  pare, per  vinere.  iriP“ 

,4,11 — f campare  per  liberare,faUiarc,o  aiutare,  foi 

I4,i — (campare.Der  fiigirc.  1490 

14,4  fcampo,clie  vai  vmere,(alute,aiuto,foccor- 

- fo.  ir!r~ 

fcanilere.perafcendere.  i7io 

fcannarc,deuo  da  caoaa,che  Ggnilica  la  go  - 
la.  '»*7— 

'fcannn.ia  fedi»,* meta.'p Io  dominio,  ijri 
fcapeftiare,per  vfardi  capcftto,  cioeflegat- 
fi.  11» 

-fcap  gliatn.d quello.clic  ha  i capelli  fparii,  * 
inu. lappati.  **4* 

fcauolafe,il  crpuccio  de  frati»  *744 

(canratc.pet  fuggire.  ' III 

Icappuzzare.dc  fcaputzo,  che  eque|lo,(neii 
fa  col  piede  intoppando  'naducrtentemeB 
te  cflminado  in  alcun  (aflo,o  cerpite.1469 
fcarco.acfcanco,il  conuario  di  catto,  & di 
canco.  *77* 


raltnalafoma,ilcanco,oilpefo.  1770  f«iollo,valfauo,&pieooc!ì  cibo.  rAnAÌMtt.01  dalaoj. 

(alm.meu.pcr  Io  corpo,* il medrfmoeh’e  LlL^e.é qu'dio  .l.epneina  la 

riti  ncntedeU.nnaio.voceperlica.  « , u*moltofi 


felnienj,fono  piu  fome  inHeme. 
falmo,dt  Calmi  Lat  pfalmut. 
{pipare  per  leuar  leancore. 

(alfa, fapore  fatto  di  herbe. 
fainccia,la  IngamEa. 
falfo  vai  Calato  ajie. 


MT- 

i^ica.  * 749  fcaidaf*ierc,ci^ucnochepettinala1ana  94t 
i7>o  fauore,*fapore.  '«)•  fcaidoua,fcfcep.cuolo,*molto(quamo(a. 

14  rt>idaEliare,nome,*uerW  quando. che  fi  109)  . - 

lor,  aprlfonelabocca  coocetto(uono.l)6p—fcaricamcnco, Sfatico.  7f 

‘ili  rfJl«,e,p«Uaa.re  come  balla.  .49.  (cancare.il  ron.rano  d.  caricare.  .79. 


• 404  “ibandeggiamcnto.lo  efsdio. 
1 4oi  ibaade^iarc,&  ibandir*. 


Ulto  vai  uiato  adie.  teox  «aoaeggtare.ac  «uac 

CaltabeliarCgpcr  (aitare, bora  moanzj.8t  hon  lbaadite,dt  bandire. 

indietro.  14^  «bandito, vai  confinato. 

faltarc.SrfaltabeUare.  179!  ibarra,é  ferraglia  fatta  H*  legnarne 

Calteliare,per  far  Calti  fenza  ordine.  ‘ 1490  —1. 

faltefio,4il  v^o  della  monaca»  174) 

falteno  hbro  de  i falmi.  14 

falco, 8c  falci, & falcare.  I491 

f4luantcnco,&  falnamente.  19 


IcarUtóTOlore  di  grana.  8zi 

f i4 — frurm»gharc,p«rraW>utìarc,  cioè  mal  pettina 
ff9“ 

f g;r~ fcarmighaco,val  non  pettinato.  • *4» 

amare,  pct  froagraie,  o coofomarfi  di  cai* 

abarrare,pcr  aprire  largamente  9X7 

Aemii,obernV.,og.a.rd.oa,vcfte.  .r40-fc«r.h&fc.rpett.. 

rfiiadato  è colore  tome  d.  pa*l.a,o  d.  b.ada.->ar(clla  detta  da  queUo  che  fa  fat(o . i a*. 

non  io  tutto  bianco,ma  t'aTlido.  8i4  ' , . 

«b  eo»tc,phaucr  terrore, & impaurire. 

. = *•.  ..  a lrarfn.valDJt£Q.auari 


iir~ 

19  libero,*  p difirrgirc.  1 100  pnodcll’acqua^e  dcirìicil'a.  ìo^~ 

^-=1.  -^1,.,-,  jL  a,  ro4  fcaucjzate,per  lomperem  duo  pezzi*  4-54 

4 .bneare,pcr Ieu4f^br.5a.& di fciOidH,  794  ,ic,ccxiaon* 

M ibaffaie nome*  nerbo.  ly  a Ir^r 

iiTff  fcabòia.UtogÌa,iafa«iUnoaùiiiia.  tuia  di  fcu.  vedi  khcggwlc.  . _|^4f 


tj  •4>gotme,phaucrterrore,otimpaunre.i»r 
ajuarc.pcr  fcmarc,cufl^ÌTe.o(renwre.  .v  -|b«tWilo,^queIlo,che  «npauritomnan  qua  c 

jluxDco, eroe  non  domeftico.  uro — fi  fenta  ducila.  a .imiriifiilv. 

faluatmneivalfaluamntto.  ' ‘ -c-=-- c t.oo  rno dell  acqua,e  deiriic.li* 

faluatore  in  vece  di  Dio. 
faloezxa^val  Caluacioo4. 

(ahua  berba  ootiCnau . 


fcejjiere.pa<rie«gffrciitfeparaifc  ti 

£ce{eri^»'nc>>5c  (cclcntat 
federalo,  vai  giottO|trillo 
Ìcelu,laeletfmne 

mancare,  dimtnure 
& ancho  per  dmidere.  » ♦ 

fceino.val  diminuto.fic  efler  manco  dcll’mre 
grò. 

fcempiarc,pcrftratiare,af8|gerc.  frtf 

fcempio,fofl.il  ttralio,U  difgratia.o  cafo  mi- 
ferabtle. 

feempio,(he  valfolo  & feompagoato,  il  oii 
coatrario  c doppio,*  meta.  Ji  poco  ingc 
gno.  *M9 

fcena.ftfcenici  affi.  94P 

fceoderc,nomcflc  verbo, per  difcenderc,© 
fmontare.  *^*4 

l'ceroereipcr  coaofccre,difceraere.  ia<i 
fcefa,ia  dtfcefa.U  fmoQUU.  1704 

feertroyla  regale  infegna.  }pf 

rceurare,per  {eparare,diuidere.  147& 

Echeggia, lachiappa  chcè  certa  particella  che 
per  taglio  fi  leua  ,o  da  vn  legno,  o per  per 
cofia  dt  martello  da  ferro>  o pietra  , detta 
da  feindere.  M^9 

fcheggiaic,rccggiale,o  fcaggtale,  i il  gretti  hia 
le,o  certa  cultura  di  feu  alquanto  ionga  , 
altri  vogl  1000,  che  fia  verte  di  donna  da 
Villa.  *r+7 

fcheggiare,per  Icuar  fcheggie.  1 

fchcggtoni,*  fchcggie,*che  fono  fefluredi 
feogho  alla  lunga,*  rochi  fono  poi  fef- 
fure  alla  trauena,*  e ancho  vna  pietra 
non  dtuifadal  fcoglio.  1769 

fchelmo.^quel  legno*  al  qual  fi  lega  il  remo 
pervogire.  1040 

fcherano,  il  miadìale**  Ioaflalitordi  notte 
per  rubare-  7ra 

fchermagtia,*  fchermo,la  difenfione.  ^04 
fdi^mirc,i>er  fchiaare,difcodcre<  404 
fchermidore,quello  che  fchermifce.  poq 
fchermo,t]  riparo, la  difenfione*  fo) 

fcberniméco,&fcbemO)U  uergogna,Ìl  dttho 
oorc,il  feorao.  1 4t>o 

fchemire,per  befifare. 

fcherao,*  fchertnraentOyla  nergogna.  1400 
fchcnare,per  burlare,trepare, giocare.  700 
fcherzo,giaoco,ptaceuole^come  da  burla, da 
treppo.  700 

fchiacaare**  ifcfiiacdare,  per  rompere  minu 
camence,*  fracafTircpercotendo.  444 
fchiacciata,la  fbcaccia,o  cofadaio  Cogactn  a, 
1601 

fchiacciato.val  piato,*  maccato.  44f 
fchtamazvo,o  fchiamaccio.il  ftrepito,o  re- 
more, & è proprio  della  gallina  quando 
che  ha  £atto  l*vouo.  440 

lchiactcare,pcr  fcndere,o  rompere,*  d pro- 
prio de  rami  quando  fi  rompono  la  qual 
die  parte»  ma  non  però  fi  fpciza  del  tut* 
tb.  444 

fchiarare.pèr  chiarire.  1^77 

fchiatta»Ia  progenie,'*  il  grado  del  parenta  « 
do.  If07 

fchiauare^per  difchiauare,*  aprire.  910 
febiauina,  c certa  coperta  da  letto  pclofa  da 
una  banda,*  di  grolla  lana,  con  cui  6 ve* 
rtono ancho  1 pwcgrinj>*igaleoto.  7it 
fchianOfVal  cattiuo,aoe  prefb  per  forza.  414 
fchicdierare,pcrunbtattare,&  inzaccolare. 

• 017 

fchidone,lofpiedoddrarrofto.  sì$ 

*^n3,la  reai.  1449 

fdiicra,Ia  moltitudine  di  gente,**  dì  folihrt, 
ordinaumcnte  vadano  l'uno  dopo 
ImIcio.  foo 

ichv’^^  iValc  ordinati  io  fchicra»  fot 


TAVOLA 

fthietro, vai  puro^Sc  fenza  macula.  7iV 
fchi^re.*fch  uare, per  guardarli.  rvp 
fcitifo,*  fchtuo, vai  fdegoofo,ooiofo, farti  • 
diofo.  T79 

fchirt),  o fchipho  legno  maritimo  picciolo . ' 
104S 

fcliiodare,per  cauarchìodt.  S41 

fchipho,o  fchifo,lcgQO  piccolo  maritimo  • 

1040 

fchiuare,*  fchifare, per  fuggire  alcuna  cofa 
còn  fdegno.  f79 

fchmde,pcr  aprire.  9Z4 

fchmma,*  fpuma*  Icz) 

fchmo,*  fchifb,vale  odìofo»difpettofo.  rr  0 
fchtzzi,*  fchiazzc,chc  Cono  quehc  macchie 
piccio!e,*fpelTe  che  fanno  iCaualUfopra 
le  vcrti  quando  camìoano  pel  fango  Itqui. 
do.  ifir 

fchao!a,fchuote,ma  piufcuola,*  fcuolc.t04 
fciagtira  la  disgrada.  >67 

fciagurato,*  ^aurato, vai  difgratiato.  a 67 
fchmuco,fpetie  di  feta  non  fina.  1 ftq 

fnuato,val  zoppò  per  difetto, cTanca  . •ro0 
racdc,ifnede,*  ifcede  fono  fciOccbezze,fa  • 
cc6e,fempliciCà,o  buffonerie.  1 aro 
fcicmarc,*  fcemarc,rer  mancare.  1764 
fciemo,*  fcemojchc  vai  mancamento  di  ccr 
uello.  1764 

fcieoza,*fcicnria.  179 

feteociaco,valdorto,nento.  179 

fcieniiati  celebrati  da  nortn  poeti.  1 79 
fahnguagnoicquel'n,  cheparla  male,  doè 
non  tfpcdito  della  lingua.  1401 

falingu Ignoto  eque!  filo,ncmo,ocamofi- 
ci  ch*c  fono  la  lingua , che  impcdifce  il 
non  poter  ben  parlare  quando’oon  ébè 
tagliato.  140Z 

fata,c  fcoglK>cauato,*emioeate,oeUf9odì 
taira, doue  il  mar  fuol  far  fortuna.  io|0 
fciadere,rer  diuidere/cemare,nMCare.  1764 
fangere,*difcingere.  1944 

fantil]a,la£audU*  990 

fancillare,pertfauil]are,fplendere.  990 
faoccbexza,val  inepcia,femplezza  /impm  • 
denza,infipKÌezza  1 14Ì 

fctorco,vale  i newo^impmdcnte.  1 140 
fctoglierc.per  negate, difciogliere.  $40 
fcioTto,rai  negato, liberato,  14Ì 

faoperato,*  difdnperaio.val  fenza  opera, 
fenza  penfieto,*  perciò  difutile.  04f 
Iborinarc,*  fciorare,é  quando  il  fparoieri  va 
ad  alto,*  non  cura  ne  d*vccdlo,ne  di  al- 
tro. tota 

fdpa,o  fipa  vfato  dal  Boccaedo,  comemae 
Aro  fcipa,  in  vece  di  maellro  pecora,  o fi. 
milc.  irer 

fdpare,il  medefimo  che  ftirpare,sradicare . 
I0i8 

fcifib,val  dioifo  da  fdndere.Labvedi  fdode> 
re.  1764 

fdugagglo8,la  ficdtdjU  fcalmann.  é&9 
fdagare,perfeccart.  449 

fciagatoio,fazzuoI  da  fugar  le  mani.  1 rro 
fcoccar  rarco.ciod  cardar  b betta  della  eoe 
ca,  417 

fcodella,vafo ptcdolo dacucinanoto.  0|| 
fcoglio,è  brtb  eleuato  in  acqua,o  » tcrra,ma 
é ptopno  del  mare.  1 0}9 

fcola,*  fchoia,*  fcuola.  f 19 

/coladura  del  membro.  1 4p4 

fcolare.*  ancho  fcoÌaro,tI  dìfcepolo.  0{4 
fcolorare,*  ibfcolorare.  • 8 1 a 

fcolpare,pcrleuardi coIpa,p pcnbnare.  4oi 
fcolpire.pcrfcarpcibre.  far 

fcoltorc,*  fcultore.  114 

fcolton  celebrati  da  nortrìpo^,  izq 
feoaunener  c^per  metter  oulé^^  femioordi- 


feordie.’  . •TOf 

feohibauare, per  coprir  di  baue.  19I1 

fcorobigliarc»*  fcompiglure,  per  turbare, 
mettere  in  rotta.  07® 

fcompagnare,per  Icuar  di  compagnia.  If74 

feompt^iafe,*  fcombigliare , per  turbare. 

070 

fconao,ral  difordmato,*  malfatto.  444 

fconficcarc,rer  fchiodare.  04 

feonfitra,*  feoofitto,  vai  rotta  di  facto  «Tar- 
me, onde  fconfiito  lo  cfTcrctto , vai  rotto, 
* rutto  guallo,*  fionfiiu  fi  «lice  tal  rota 
ra.  fO| 

fconfortare,per  difconfbrtare.  1 10| 

fcooForto,il  dtfronforto.  t }0| 

fconginrafe.per  aHrengere , * per  giurar  fai- 
fo.  sa 

fcooofccntc.val  ingrato,*  ingrata.  Ii40 
fcooofciuco,vatnon  conofduto.  ilio 

fconfigliaco,é  quello, che  habifogno  di  con 
figlio.  S90 

fcon7olaco,val  fenza  confolanone.  M04 
feontrare,*  incontrare  4o7 

fcoocro, lo  atto  dello  feontrare-  6o7 

feonueoeuole,vai  difconucacuoÌe,ialicito.  - 
*404 

fcofMtcncuolczza,la  difcóueneuolezza*  1 4f4 
fconuolto,*  conuolto.  tfi 

feopa, quella  con  cui  fi  feopa,*  netta  la  ca. 

b»  0*1 

feopare, per  batterefu  le  fpalie^o  fu  la  cop- 
pa,doè  fruftare.  ni 

feoparorr, quello  che  feopa, o netta  la  cab. 
&qucllo,rhe  fi  batte,*  che  batte  altrui  fu 
le  fpaiie.  pai 

fcoperchiare.*  fcouerchiare,*per  leu  are  il  co 
oercliio,  cioè  feopnre.  929 

fcoppiare.è  proprio  quando  gli  alberi  apro- 
no 1 fiori,*  per  crepare.  44I 

fcoppto,il  fchioppo,oil  tuono.  441 

fcopme,*  fcounce,pcr  «itfeofrire,  rioelare, 
manifcrtace.  919  1 680 

fcorgere,per guidare,* per  cooduccrc  dili- 
gentemente,* con  fiduoa.  414 

fcorgere,per  conofccre,  & perfettamente  ve- 
dere. 9t9.it0z 

feorgere,  per  ammonire . 740 

fcooada,o  fcuruda,ta  ferza,otferza.  1 z 14 
fcoroare,per  vergognarfi,*  per  refiar  fcoina 
lo.  iqol 

fcoraato,val  uittiperalD.  1401 

fcorpoivale  vergogna,*  dishooore.  140 1 

fcorpiooc,aoimalveleoofoa{Iàiooto.  n0i 
fcoipiooe,runo  de  «iodio  fegm  celeftì  fez 

fcoirere,per  uafcorrefc,per  fiaru.  14I  f 

botta, la  gunUtO  il  duce.  414 

borto,valeaccorto,*aueduto.  749 

botV<*«b**ii>4ro.  M00 

rcorzadeluouo,ofimil«k  lóof 

feot^  meta.per  lo  corpo.  • p 4 

(corta  meta  per  la  verte.  1117 

feorzare,  per  fcorricare,  dot  lenirla  bona, 
&meu.pfpogliare,*pnuardt  oca.  1117 

borticare,ii  medefimo  che  fcorzjtte.  l p 7 

fcofccndcre,per  rompere.  449 

feofoo,*  fcoflb,che  vai  ruina»o  caduta  con 
mcMumcoCQ  veloce.  qra 

bolla  adie.che  vai  liberata*  ]fo 

bofià,io  vece  di  eblu^ colta, ofpogUata. 
4|o 

bolla  participio  del  verbo  fcuotere.  491 

rcortare,perncitare,fcparare«  971 

boUumano,4^  difeortumano.  1 99  4 

fcocto,il  pagameolOfChe  fi  b all'bort  e qua  li- 
do fi  ha  mangiato  77  4 

feouerchiar^  *lbpercbiart,per  kuat  ileo- 
UfrcblO;  Ì|Z9 


TAVOLA 

fcouigTi, ftou]g(ì,I«  mjflàrìde  dcIU  nidaa«  Cnltf&  fcdia,^er  lo  domioio. 

fif  fodere  Roinc,&  verbo» 

fcounre,Sc feopnre^per dìfeonnre pif  légo  fediatU (rn<a»U fcraooa,ilicaa&o« 
krctiati  panai,  o fcntiati«i«coloraci  di  piu  fedja,&  fede, per  lo  dominio. 

colon.  44f  fediet  uumero  iDdcclinabile. 

fcriba,il  fcrìoaoo  il  nouio^o  il  caocclliero.  leggio  per  lo  dominio  icmporaleL 
foi  fcggiotn  vece  del  celo. 

Ichgno  la  esHà  doue  fi  pongono  le  fcheenre.  feggio  da!  verbo  federe. 

gol  fegnalc  tl  fegoo,U  macchia>nota*ÌQdibo 

fcnnan,o  fcrctiad  panni, che  vai  roto  & lira  i;i  t 


|go  fententìare,per  diterminare.  lapo 

190  renienza.&reaeentia.  1779 

it9  fentenze^notandi.proaetbi, detti*  ig}o 

|f9  fentiero,la  orbitala  calle.  itoi 

1x19  renrimento,il  fenfo.  ix}7 


ta  tagliati. 
fcntu,icriueadie« 
fenttore  & faittori. 
fenteura  il  fcntto,Iarcrina,opolna* 
fcnucre,ircnaere,dcraiuere. 

frroffajaporcafatnce.  xxxl  chiamano  feopo. 

InoUare.À  tfcrollare,  perfquaflarc,  ft gitta  * fcgoo,che  valeiodino,pegno. 

regiUfComedefruto.  4n  frgno  in  vece  della  orma. 

fcodarCipernparare.  49T  feguaaquelli  che  fegujtano altrui. 

foidiere*il  feiutdnredi  cafa«  it9  fcguentcìval  feguicaute. 

laido  la  larga,tl  brocducro,  arma  difenfibi-  feguire,per  feguitate. 

bile,nota.  494  fegoitarcnome. 

faiUore,de  fnilcori  celebrati.  8x4  fei  nomenumerale. 

fcuola,fcbola,&fiola.  $16  feice,ptetra  lunga, & rìtonda. 

fcuoiare>per  feortteare.  i}ii  fella  del  cauallo. 

fcuotere.  per  battere  Radiare,  & dimenarfi.  fe)Ure,per  por  la  fella. 


189  feQbDj,luogo  puitolcntenellanauenoto . 

6g  tOfO 

|t9  feneire.per  conrentìre,conorcere, intendere. 
U17 

. . fentire.per  ronfentire,coaorcerc,rapcre  in- 

44^  fcgnare,perliaeare,far fegno.  ipi | tendcreivdire,(occare,prouare,pat)re»ro 

toi  fegni  celclb.  8)8  fienere. vedi  a 1 luoghi  loro, 

goo  fegno, fegat,& regnale.  ipi)  fcntore,dcttoilafcncre,valrumnre.  1407 

Sor  fegno,pet  lo  termine,meta.o  brocca  Duetto  fenza,&  fanza.vfò  fem'  re  il  Boccaccio  io 
iox  dncaaaolcfaeitcdegli  araen, che  Crea  profa  fante, & net  verfupoifenia.  1 74$ 


4n 

me 


lfi|  fenza  dubbio  aduer.  i;t 

ifix  leparare^pcr diutdere,rparcire,aUoatanare. 
*4fr  1471 

1480  fepe,&  ficpe,la  fieue.  ilff 

1480  fcpcllire,per  fottmare.  16x1 

1480  fepolcro,&  fepoliura.  «4ao 

1480  fepoltura.tl  fcpolcro.  1640 

I7ir  fera  la  tiiama  parte  del  di  1809 

x<4r  fcraph'ni.runode  ooue  chort angelici.  9 

txi  t fcrbare,&renjare,i  cr  confenure.  940 

liii  fere,fer.4r  fìere.lo  dumine.  394 

IMO  ferena.(Ìrena,&firene.  708 

feIu«gK>,vaI  cofa  di  felua  doè  filueftra,  & fercnare.prr  far  chiar  ».  70i 

oiuca.  Ilio  fireno, vai  chiaro. allegro, & giocondo.  7vg 


fci«a,&  felue. 


go4  felaaggiumifO  falua^tae,  fono  gli  ammali 
fekiaggi.  Ilio 

fctueBrf>,cioè  di  felua.  ino 

fcmbiaote,Io  a(p<uo,la  dera«ottcro  atto,  o 
^egnodel  vi(o.  1411 

fembiaote,  io  vece  di  fimile , o conforme  • 
i4n 


491 

1806 

1676 

1476 

77f 

fgf 


fcrgetire.il  deputato  a pigliate, 

Il  zafin,il  sbirro. 
fericn,val  di  fera. 
fermone.il  parlar, la  locoela. 
ferot  noyval  tardo,ooe  verfo  la  fera, 
ferpe  fem  & maf.il  ferpente. 
ferpcntcìl  mede  limo  che  ferpe. 


trilli,  come 

ter 


fcmbianfe,perla  dùnollratioQe,parete,fittio  rcrpeartno,pietradunfiÌma. 


nc,o  far  vilb. 


»rr4 

• S94 
178 
Itti 
nrt 

I4f 


>4n  ferpereper  andare  a gu  Cadi  ferpe, o col  cor- 


4H 

fcuoicrc,per  cacdare,&  feaedare. 
fcuriada,Ìa  fcrza,U  iferia,ii  flalfile* 
fcurarc,dc  ofeurare. 
fcuie  la  fecurc,ia  maaara,o  acetta. 
fcnro,d(  ofcuro,che  vai  buio. 
fcufa,&  ifcufa,il  contrario  di  acenfa. 
fcufare&  ifcufare. 
fdcbitarc,per  leuarfi  di  debito. 
fclegnare.it  difdegnare,per  irritarli. 
fdegpo,&  fdcgnija  ira 
Cdegnofo,val  pieno  di  fdegno. 

fdeoure,fdentato,&  ifdcotato.  1 ^77  fembiao4a,val  ligura,cthgte,tsnagioe,o  bmi-  po  in  g>u,o  per  entrar  a poco  a poco  come 

fdraccioUr«,perfcorrexevclocaneQCe,dr  litudioe.  1651  tl  ferpe.  1467 

Ihzzigarc.  I7I  fcmtbtaoza,il  ferobiantetcioè  dimoftratione,  ferpillotherba  odonferl  nota.  117; 

ldmcciolo,valInbrico,&  luogo  done  eoo  oapparenia.  i4C{  lmare,per  chiudere.  9x1 

difficulta  fi  ftà  IO  piedi  fermo  come  fu*l  fembiare,0t  fembrare.  14x1.1693  ferrame, la  ferradura,nchiaaadura«  911 

gluaccio.  17)  fembrare, dtfembiare, per apparercidimodra  ferta,fertc>dtferco,Ughirlaad4,  ildrcolo. 

Cdrufore,&ifdrurdre,pcrfcufcireifendere,&  re.  14x1.169}  iigo 

fchixntate.  if)4  feme,la  feroeoce,o  la  femeoxa.  1197  frrtico  herbaalcrìmenti  fermila  cépaoa.i  179 

fe  pronome, nel  fio.Bt  piu.  femrrt  in  tema  feme,&femeoxa,pcria  origine.  1968  ferto,  il  creolo  fatto  m foggia  di  ghirlanda. 

perfona,ia  vece  di  Àefro,ttefla,efió,efl*a  femenza,Bc  femente,  10  vece  della  origine  • 1 1 go 

hefli  BelTe,  efit  elTofO  loro.  1914  1968  feruare,perofleroare. 

fe, in  vece  della  fi  latina*  tifa  1914  fcmìdei,ilmedefimo  che  heroi.  499  feruarefpercoafcruare,maotcnere. 

fcne,fe  non,fenaone.,renoonecbe,fcnoafe,  faminarciper  fparterc  il  grano  in  terra.  1 197  fcruacore,queilo,che  conferua. 

fcBelfo.  vedi  a gli  fuot  luoghi.  1919  fempiccroare,per?arferapitcrno.  i4  reruence,itmaf& fem. 

fe  dai  verbo  cirerc,che  vai  quanto  fei.  1914  fe«nfitcmo,qu4fi  Tempre  eterno.  16  feruidorequdio  che  ferve. 

fecare,&  fegare,per  ragliare.  911  fempbc9,val  fcempio,il  cui  cootraho  è dop-  feruigtafe,ii  cnftem.o  borfetn. 

feca(o,vai ugliatOyfpexiaeo*  931  pio.  *^49  feruigial>,fono lefantefihedi,C4fa* 

fecca  di  mare.  4x8  fempiice,m  vece  di  puro.  41  fem>gio,&  fcruigi. 

fcccaggioe,j(  faucaggtne.  6xi  fempUce,cbevairccmp»o,goffb,ogro(rola- 

feccaic,per  fduca^tae«  6i^  no.  *M9 

fcrcheiia,la  fccchica.  4x8  fempbctlà,Upurìta»&bootà.  41.1x49 

fecihia,&  fecchio,vafo  di  rame, ocb  legno,  fcmpfe,ooèd*ogmhora.  X90 

per  cauar  acqua  de  poni.  gag  fco,m  vece  di  fc  oc, vfato  da  poeti*  1919 

fecco,val  foucco.  4x8  fenapc,herbaa(Tai  nota.  1179 

feco,  vai  con  lui,  con  lei,  tra  fe,  o tra  loro,  fenato  vai  congregattonc  de  vecchi,  8c  il  pa-  fclleiro,val  femedefimo. 

1761  lazzo  del  coofigiiO.  S9I  fefto,Dome  numerale, A feftodccuno* 

fecolotche dinota renipo nelle facre lettere,  fenacme,A  fcnatori.  }9i  fe{lo,Afefta,iI  compaflb. 

A appo  i Laoni  il  fpatio  d i cent*anoi.  X99  fcne,A  fcnile,che  vai  vecchio. 

fe  oc, A fen. 
fennotper  lo  fapert. 
fcno,il  petto.il  grembo. 
fcQO,iI  golfo  del  mare. 
feno,m  vece  del  paefe. 
fet»oo,che  vale  eccetto* 

779  feunone.che pur  vale  eccetto. 

779  fcnonoeche«vedi  ai  detto  luogo. 

779  fe  non  fe,A  non  fif^ 

44  fenfalcro  fcnlarn,(l  mezzano. 

4 1 fenfo  il  featuncnob,tI  foggecto. 


fecondare,per  fcguitareionde  diciamo  Pie  > 
qua  andate  a feconda  quando  va  alla  in 
giu.  1481 

fecondo  cio^  dopo  u pruno, 
fecondo, che  ual  fi  come,A  coli, 
fecondo, m vece  di  profpero, A felice. 
feaetanorA  fccreum. 
fecreumente,  vai  celacament^ 
feaeto  lo  arcano. 
fecure,A  fcurc»la  manara* 
fecuro,fecura.A  ficuro. 


I7XX 

1498 

709 


fervile, vai  cofa  di  feruo. 
ferutre  verbo  pemnence  proprio  a fenii. 
feruitnce,A  tcruitrici. 
feruitu.A  fcruitute. 
feruo,ferua,ferui. 
fdlx.A  felloiilcompaflo. 


X90  fcu.À  feda,  lat.fencum. 

1919  fetCfla  auidità,A  vogliadibere. 
I8).ix}8  fetta, vai opmione,icga. 

1 446  fetta  participio  del  verbo  fecare* 
fette, nome  numera  e. 
feitrn>l)re,il  fettimo  mrfe. 
fetnmaoa,il  fpatto  di  fette 
fertuno,(cttima.adie. 

. . fcveTità,e  viulhtia  fenza  m<fericordia. 
1914  feuern,vargraue,ac4rl)c,auUero« 

777  fenaio, vai  vltimo  Afetro. 

14  l*8|4  fci40,val  vitunoAfexaaio. 


10x6 
871 
• 916 
1916 
1914 


44 

940 

940 

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K6 

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789 
'*>  S 
18X| 
7*; 
•894 

IXX 

19x1 

9M 

i;i6 

»T9 
1 60 
I7:x 
188 
|84 
t4U 

84X4 


ffacdato^^eMo  <fie  nft  f«mt  rtrgng«a.i4ttf 
ffaamenK>»val  ruma  fbn»i^tmento*  447 
tfare.ner  diftruggere. disfar*.  447 

ffaaj|iare,p«r  fcintilUr*  8c  ifauiilant*.  990 
ffrfrare^pcr  liberar  dal  ferro.  490 

rfenat  la  fcoriau , la  ferula«il  ftaffile . ^i|. 
»a*4 

•ferure,perbanerecoiilaafefxa«  mr 
tiìoimentn^aod  venir  al  fine  t tfif 

•fojtrcAùfogirefper  liberar  dal  fuoco  991 
afbgliarcypcrieuarlefoglit.  tir4 

sfondare»per  immergere.  1099 

«formare pcrfarbratco,dc quali  miocardi 
forma.  Ifii 

cforaire  per  guaftarf  difordioar*.  449 
«forxare.per  farfona.  fia 

«foftotla  vK>lentiJ,U fona.  ria 

s^eg>are,il  cootrano  di  £rcgiare,che  vale  or 
care.  7aa 

«f/enacoyral  fenia  ^aotdod  quello»  die  no 
lì  può  gouemare.  iai| 

l^agllardare»per  far  timido»8c  da  poco*  467 
fgannare,pcr  leuar  d*iagaonn.  r«4 

fgorabrire  de  d>rgombrare  per  diflrigarc»efpe 
dire.  4ii 

(bometitare,per«b*gottire*  1X94 

Ig  irgare,per  mandar  fuori.  1 n9 1 

f^riJarc.perrrretiderecon  romore.  140* 
Igrignu  eo,  vale  tu  caga  alo,ncagaato»mio, 
degobbo.  1691 

fgroppato,val  feoaa  groppe*  1471 

fguardate,tl  medelim'o  cheguardart.  un 
(Riardo  il  mede^mo  che  guardo  ik  I 

fgunzare»d(  gituaare,che  e proprio  de  pefd. 
1491 

lì,adaerbto,affermatiuo.  ia9x.i9<7 

H,io  vecedin'>me»comeiJII,&ilNò,  1917 

fì»tn  vece  Hi  Unto.  1 7 \6 

li,in  vecediialcadaer*  t9r9 

li, in  vece  di  c ifi.de  ditanto.  Itff7*i9i9 

fi,  quando  nel  pnndplo  delPorabone  Ila  10 
vece  di  perciO,di  pero,di  onero,  de  di  per 
laqualcofa.  1917 

fi  con  la  per,  come  raria»fi  per  qacfto»  de  li 
perquello.  1917 

fiche, m vece  di  tàlmeote.di  maniera,  di  mo 
do  K64.  1917 

fi  come.Lat.licul.  t4c4 

fi»qaando  fi  accompagna  eoo  Cacto,  fatca,fac 
n,  de  fave,  ciod  fi  fatto*  1919 

fi.che  femore  fi  accompagna  col  verbo.  1919 
fia  dal  verbo  elfere.  tr9f 

fibilare,  voce  parvcoiarmencè  de  ferpeoo . 

Ufi 

fibille, che  fono  noue.  ad 

fibilo,il  fibio,il  luffbio*  1 1 ri 

ficurania,la  ficurtà*  61 

ficurare,dcar«icurare,per far ficuro.  di .760 
ficuro,de  fecuroificura.  di 

ficurcaA  lecurtà.per  la  piegiaiia,  tl  picgio>  il 
maieuadore  7 do 

fienrta, perla  fede, fidanza, odifeaGoae*  6i 
Ili! 

fie,in  recedi  11, Tfato  da  Dante.  irdq 

fiepe,dk  fcpe,  la  Geue.  1 i 98 

fieftri  porto  di  Genouefi.  loqr 

fi  fatto,fifatta,fi  fatte.  1919 

ligi  1 1 a re.de  fuggeUar  e,  per  bolUre,tiBprùn  ere, 
(legnare.  irli 

figlilo, de  fuggetio*  I f 1 1 

ligoificare.per  dinotare, dtmoftrarc,  de  mo 
ftrarperfegni  i|9 

6goific3to,U  ligatficabone.  es9 

fignQre,iovecedi  Dio*  d 

figsore  in  vece  di  amore.  ^ d|4 

fignure  tcmporalc.d(  fignori*  i#7 

figoqi^^^accjpcidoauoare*  |ft 


TAVOLA 

fignaria,il  dominalo  imperio.  fl7 

fi^ozzo,il  medefimo  che  Iwgulto*  • ) 
fi!eatio,il  zitto, o cito  il  tacere.  1411 

filtabe.cH  coaiprehenColicerarum.  8or 
fiU>>girmo,c  pungente, de  foctJe  a^omcnco 
di  cofe  dubbie.  X09 

fillogizare.per  argomentare.  109 

fiIopo,dc  firopo.  191 

fituaoo,dc  filuellro,  Io  habitacore  delle  ‘fel- 
ue.  Ilio 

filuefiro  deriuato  da  felua.  imo 

fimigt<aau,val  fimilitudine.  idfi 

fimia  animai  noto.  I «17 

fimigtiare.de  fomigliare.  1 dfi 

fimigtiinc*,val  fimile  adìt*  idri 

fimiglieuole,val  fimile.  idpi 

fimifc,val  coalorme,cale,eguale,ccfi.  idfi 
fimilrtudioe,vaI  fomigiiaaza.  idra 

(imilmentoLac  limtlicer.  idei 

(imo.val  fchiacciato, piatto.  i7l 

fimphonia,chc  vai  confonaoia*  1 07 

fimulacrola  imagine  fiuta  d*alcutio.  tid 
fimulare,per  fingere, de  per  dimollrare/queU 
lo  che  non  d.  idTf 

limulare,Qome,la  fimutatione*  1 d7f 

fimulabonCila  finetone.  l«7r 

limulato,va)  fintoidie*  ld7r 

fingularcjVal  vnko.  ipof 

lioifcalcotqueUo  die  ha  cura  della  cafa  del 
fignore.  941 

fio'^ra, in  vece  della  mano.  1416 

finillTa  che  luogo  dmota.  967 

fingalto.dr  fignutzo,  chee  quello  fiocopare 
che  VICO  dopo  li  luogo  pianto.  ndi 
fipa,in  vece  di  fia,  voce  bologncfe  vfaca  a» 
Oaute.  irpr 

firacufani.ciod  di  firacufa.  irti 

fire,che  vai  fignore,  vocabolo  francefe.  189 
fircne,roaomoAnmarini,  come&uole^a* 
noi  poeti.  lofd 

firocchia,U  forore,la  forella*  ifi» 

fillro  flremento  mufico,  aoe  il  corno  ricur> 
uo,cho  (larticolarmeate  rfauaiio  gli  Egri  * ' 
tl  ne  facr. fieli  di  I fide  loro  reto  a.  1 ot 

fifa,è  certa  compofinone  cheadopra  i’minia 
fon  per  mettere  oro  10  carta.  904 

fito.de  lìti, vai  luogo.  949 

fitnare,per  ponere, edificare*  949 

{Teg4re,rer  fciogliere.  149 

fmag4re,per  trare  del  fcnCimeoto.dt  quafi 
della  propria  imagine.  ii6 

fmagliarc,per  apnre,dr  per  rompere*  494 
fmaltato,val  coperto,di  ma^ta*  1 149 

fma  Ito, e maceria  adu  ila  atta  a pmgerc.  1 1 er 
(maoceric  fono  oraamcntj,)nepoe.  716 
fmaniare  per  funare.  j |oo 

(marno  fntania,d(  ifmanio,  vai  noo  trouar 
luogo  per  ira  furore,  o pafiione , come 
vfcirdifcnCiinenco.  i|oo 

fmarnmcnto,Ia  paura*  1 194 

(marrire.per  impaurire.  1494 

(mamre.che  vai  non  IO  cucco  perdere.  769 
fmarnre,p  iJcbtlire.comelmamca  vica.769 
fmarrici',val  Tpauencaco*  1x9^ 

fmafrel.'arc,per  romper  le  mafcclle*  ir7f 
(memorare, per  dimeQCicare,(cordarc.  1194 
fmeraldo, pietra  prenota  nota.  1149 

(menglioTccello,fpecie  di  fparuicre.  loia 
(mifuraco.valfuordinufura.  i7;9 

fmifuratamenteival  fenza  mifura*  tjfj 
(moderaCamencc.val  Cmi(uracameiite,dc  im- 
moderaumcnte.  1^-5$ 

fmoncare,per  feendere  1 1 1 4 

fmotCuc.FO  Icuv  il  nioffo,kiiKt..libcra- 

l«l| 

xmortoival pallido, dt  coi&c  coloxe  di  morto. 

I6i  V . 


fmoiere,perrìmonere.  14)9 

(mozzare, per  tagliare,  fecare.  f 1 1 

(mozzato,  vai  mozzo, fecato.  r 1 1 

(muccurc  per  (druccioiare*  tjf 

(nello, de liaelto  che  vai  agile, vdoce,de(lro, 
(udco,(chieito*dritto.  1 roa 

faeruarc,pcrpcrdere,ocauari  oerui*  i|  4 
£nidare,per  vfar  dt  nido.  919 

fnodare.dt  diraodare,perfdog1iere.  146 

fo, particella  nò  (cópagnau/ivcce  difiiok  1 919 
(ò,Cà,dal  verbo  (apere,  179 

(oane,che  vai  dolce*  691 

foauemcntc  adu^.Latruaoe.  49  ) 

IÌDauità,dc(oaafCaCe.  491 

(bbbarcare,per  fommergere,  maio  lingua  ca 
labrcfc  lignifica  crapallare.  ^ 14)7 

(occhi  erano  calzJhicoii  da  comici,  tl  cui 
dire  era  humile,dcpcraofifitluper  lo 
iW  baffo.  19 

(occurera,per  aiutare. 

(occorfo  lo  Muco»lo  aufilio.  pop 

(odalioo,  la  compagnia*  409 

(oddutto,vale  iMaonato* 

(odufare,d(  (ausfare  anco  fi  può  dire , per 
contentare.  ^jp 

(odu£aamento,il  compiaomento*  779 
(odo, vai  fermo, iacero,noo  vacuo,oade  affo 
dare,per  allcrmare.  pp 

(odocniCica/odomitioo*  4f| 

fodomito,il  g<imorreo.  49) 

(odomili, celebraci  da  ooftri  autori.  48| 
(oficrcnza,Ia  tolerainx.  44 

fo6enre,per  lopporcare  colerare*  41 

(offiaoCi(vtpuca)  venti.  np 

(ofiiarCjper  ibufiare*  np 

fofioUire,pcr  (otlenere.  1^99 

(offolgere.per  rolleQtare,(ottopoaere.  1 7u| 
(offfumigare,pcr  profumare*  991 

foga, la  corda  da  fune.  | {9 

(oggtRo,dc  (ubietto,  U materiajo  argo- 
meato*  14 

foggetlo,che  vai  (addico.  ppp  : 

fog;bigute,  pct  futndwe,  fc  |wt  ghigiurc . 

foggi«er»,j.«ftarfotro()ofto.  ),»• 

foggiDgjre,pcr  roKumct<crc,o  fapnir.,).. 
Coggioraarc,p.r  ftaniire.pcr  h»biute.  t. 
fo^iorao,  U Haati,  o l’habinuooc . ito 
»I4 

fogFUagcr*,&  .ggmgaere.  i.tt 

fo^u,&roglio,tlln.iurddU  porrà.  ,.7 

fogliardo.v.l  polcionc,  lece  fcodelle,  detto 
da  foglia. 

fo^io, foglia, & fogliare,  che  c qtia  parta  po- 
tta  folto  la  porca , per  follaotacolo.  ,.7 
fog.are,&  infogoare.  ||6. 

fo«ao,&  lofogoo.  I 

fol  u)  vece  di  lolo, odi  fola.  iao< 

fola  vale  fcompagaaia,&feiiaapari.  170» 

(olaio,il  folaro,o  il  palco.  ,)o 

folaDiente,&  noa  folamenie,  1 707 

folco,c  quello,cbcii  fa  io  cena  eoa  Paratia. 
»07 

foldacoj&foldaCi  4., 

foldo,vocabolomibtare , vai  ilipenilioiiidi- 
aie. 

fole  piu  che  vai  fenta  pari.  1 70* 

folftJc  foole,dal  verbo  folere.ehe  vai  coma 
c (olito/}  confueco.  ipp9 

fole,  per  lo  pianeu  illuminanie  II  cielo,  * la 
ferra, vedi  atrjodice  fecondo  de  nomi  prò 

pni.  4,x 

folecchio,e'picdolo(ole.vedia  fole.  6in 
(olcfinc,&  (oleanemcnCc*  9S9 

(ulmoicà.drfolenoitace*  449 

(blere,val  come  e (olico,coci(iie9o,om  vfo. 

irr> 


'/ 


Werfe.TjT  diticcW,liig«iìoro,tc»rto':  i i%f 
foicno  «I  dimi  di  Colo.  1707 

folfo,&  £o1fo,materia  comboftibtle.  99Ì 

foli  fioc  fcompagnad.  *7od 

folingotil  mcdclwo  che  folitario#  t7o<_ 

folio  la  Tedia  regale.  l*o 

foiitanoi&  Toleur^o.&foltngoi  raIfdo»& 
luogo  ooe  ooD  è alcuno.  1 709 

folitudioe,  cheé  proprio  nutrice  de  pcnfien. 
170S 

folla,folto,&  TcìoIIa.vedl  follo.  I79f 

foQatiare,  per  diportarli.  690 

follaicuoletVal  Cefliuo.  690 


TAVOLA 

fopra  mfcgna,la  fopraurdcmihtare.  497 
foprano>5e  feurano  vai  ftimmo.  1776 

foprapreDdere,&  forprendcre,  per  prendere 
airimprouifo.  tV) 

fopraprcodimeoto,  i!  Top  ragmngimento,  al 


hoiprouifo. 
foprafcr>rta,o  fopra  fcritto* 
fnpraOaote,dc  fopraftanci. 
foprafhrr,perfiar  fopra. 
fopraucnircyper  Topragtongere. 
foprcyRi  vece  di  fopra  vfò  n Petrarca, 
fonlo^e  queltofche  non  ode* 
forelb, (orore, & (irocchia. 


follano, vai  (palio, diporto,cófolatiooe  690  foriere,  & furgere,  che  e proprio  delPacque,  1779 
folleaco,roHcctra,foUictto,(oUiàu.  1999  £ alcuna  uolta  pej^crcfccre. 


fooerchiare,per  toanure.  1740 

fouerchiato^vale  auaazaro.  17^0 

(ouerchte,  & fopcrchio  adie.  dtadeer.  vale 
a U3io,molto  gràde.fopraboodante.  1 74 
fonerò  albero  noto,  per  la  commoditi  della 
in  fuafeona. 
loi  Toura, (opra, & (opre.  177^ 

1777  fooraon,dc  (oprano, che  vai  fomcno.  1779 
I77d  fouraniare,dtfoprauàrare,riod  Vincere.  949 
1479  fouraftare,&  fopraftare,per  ÌQdogiare,liar 
t7  7^  fopra  di  fcjollarfofpefo.  I77d 

i|7|  Tozzo  vai  lordo  (porco.  jtit 

m9  ^ozxofopra , d medelimo  che  (ottofopra  • 


ioai  lbtira,lalordura,lahrurtezu.  ifiC 

foIIecitarc.perafTretrare.  1499  _forgozzone,é  percoffa  di  mano  fopra  il  goz  fpacciare,perifpcdjre,at  per  vendere  la  oicr- 

<bllecitudinc,vai  cwa,aAÙ»uO|dmgeota, — zo.  14x6  cadanna.  771 

fretta.  1 499"  “formootare,pet  innalzare.  1 1 1 p fpacctaramcnte,vaJ  colloide  io  poco  fpatio 

foHcuare,peralzare.  l7io  foro, vai  di  pnina  penna,  ft meta,  di  prima  ditempo.  196 

Volitato, dr  fbllecicoadie.  1499  barba.  241  jpaccto  vocabolo  mercatàtefeo,  che  vai  ven 

iblliarafe,écfolleaure.  1499 i^rore,forella,  drltrocehia.  1919  dita,tfpcditione,sbngamcnco.  199.771 

fntlo,drfciollo,che  vale  rarefatto, non  ran-  forprendere,loifte<ro,chefoprapretidere.]n  fnàda,dc  brando, arma  nota.  491 

fofprclIò,da  fupra  dt  prcheofut.  vedi  foppre-~^ghc{to.il  dimi.dt  (pago.  141 

lo.  97  (pago, è (ilo  grolib  torto.  141 

forra,è  cibo  di  pancie  de  pefctfalatajOuero  fpauT  * 
legume  come  altri  vogliono.  1604 

fornacre,per  fghtgnarc,?ogghignare.  69 1 
forfo,come  10  vofbrfoyooe beuere io  vo Ha 
Co.  11| 


deofato  , dal  verbo  fciollare , vocabolo 
Calabrefe,che  vai  pnuare,dr  aprtre,o  dal 
»eitK>  luc^Uerc»  o follare,  che  vale  fua- 
nire  1769 

foto  aduer.i7o9.&quandoval  porche.  1949 
iblo,fola,fole,0t  foli.  • 7od 

folo.dt  fuolo,  in  vere  della  terra,  A di  Tac- 


<]ua.  1019.1097  forte,peTUforcuna,caro,aacntura»difgra* 

Colo  aduer.  in  vece  di  purché.  i7o9  tia.  tu  ...  

folO?fs;pfrdiv£arcirompere,o  gualUte  449  forte  per  la  qualità, conditione.gencraiione,  “Tpanna.la  mifura  che  H fa  con  mano. 
lbliierc,pcrfuogliere,tiberare.  149  fpecie.  ^ , *99.  (Varare, perdmidere, per  parure 


fpaIdo,i(  fporto,il  verrone,il  pogginolo,  che 

è quella  parte  della  cafa , che  dal  fonda- 

mento  al  tetto  porge  10  fuori.  9*9 

fpalle^gli  homen, li  tergo.  1430 

fpalmare,per  vnger  le  naut  nel  fondo  col  fc* 

uo,accio  vadano  piu  vdoa.  to9l 

foandere,&  fpatgere  1 769 

‘ ' * 1419 

1471 


ibiuere,p  chianre,cioè  Icuar  di  dubio.  tdti  foneggiare,  per  foitire,darlclbrti,&  ordina 
foma»Ufalma,il  pefo  il  carico.  1790  re.  199 

Toma  meta.per  lo  corpo.  i|t9  ~loittre,perde(hnare,odifporre.  199 

fomiere,queHo,chepoitalafoma*  1790  fofo,in  vece  di  falò  vfò  Dante.  1779 

fomigharciA  limighare.  1 6fx  fofpeodercyper  Har  fofpcfo,  Dar  lo  forfè.  172 

lòmma, per  la  moltitudioe.  1749  (ofpeodqre, per  fofleuafe,ah*re.  1791 

ib<nnia,&fofflmo,chcvalalta,fiagalare.  i9  (ofpefo,val  ftar  ambiguo, fopra  di  Ter  172  fraruierc  veccHo  da  rapina  noto. 


fpargcre,&  fpandeie.  17*9 

fparircfper  nafcoodere,A  come  froarrirc,eu^ 
nefeerc.  ' 1119 

fpar(a,fparfc,A  fparte,particfp.di  fpargere»À 
difpandere.  1769 

fpaitire,perdiuidere,feparate  1479 

frarutere  vccello  da  rapina  noi 


fommamète, vai gràdemeocc, in  Tomaia.  K|o ^fpeciiooe,il  fofpccto.  17^  fpaGmare,perhanerfpanmo. 

foounergerc,per  affondare.  i9]9  fr)fpetco,la  fofpibooc.  1 70  frafirao,e  infermità  di  nerui.che  fa  rifirar 


ioti 

l|09 


lommelki,  c mifura,cbe  H fa  con  mano  aU 
xàdo  diritto  il  pobee  fopra  la  palma  dd 
la  tnanot  che  vien  ad  eflere  quanto  voa 
palma,&  mera  di  mano.  1439 

lomtnita,raltcua  fuprema,  prt^.A  metapb. 

1774 

£ommo,val  aAciff.GnguUrir«.  id 

fommofio  vece  di  Dio.  4 

fbmmo,rerla  fommi(i,ft  p faleezza.  1774 
iooagUo,Hromcto  giocolare  notdauno . loft  lTiltioza,eff  qua  per  fe  Rat. 
fbaatCì&fuonare.  tot  foRareper  fermare^ 


lofpiccace,&aQcbofofpicdare,perfofpe(U' fune  le  mébra  dd  corpo,  & pigliali  an- 

*70 cho  per  dolor  grandiRimo,  A quali  in 


fofpicdofo,val  plio  di  fofpecto. 
fofpingere,&  fofpigrere. 
fofpirare,nome,&  verbo. 
fofpiro,A  fofpiri. 

foRa,che  vai  ^1,0  affanno.  i}i}  pertofrano. 

folla, che  vai  indugio, dimora, qoiete,o pofa.  fratk)  la  diRanza,Ioiateruailo. 
719  Tpatio  quando  tempo  dinota. 

I99ft  Tpaucntarcjper  far  paura. 

9&  fpaueotacOfValeimpaunto. 


fonao,il  dormite..  *t44  foftegno.il foQcntamenro.  94 

iaoo,fuoQo,c  ogni  voce,  che  può  capire To*  ~7ofteotaméto,val  amto.notrimeto  . $9.1995 

recchto.  «01  f,  >ftcnere,  per  foftcncarc , A per  mantenere  . 

foKrdarrerbo  effcre.vedi  efTere.  1999  19?$ 

fbperchiare.Afoperduo.vcdi  fouerchiare,  fnHcncre, per  patire.  iftli 

. Afoucrchio.  1740  ~fo(lenerr.rer  fopporcare,fofferife.  $* 

lophifmOfO  fophifma.  aoft  foAenìm»to,AfofteDCamcnlo.  $9 


170  tolecabile  1109 

$10  fp»ftare,pcr  tenaria  paRa,Ametaph.pernci 
iny  tare.  7,1 

^19  ^patiate, per  pa(reggiare,caminar,  aoè  andar 

1)94 

*794 

*ao^ 
laP9_ 
1189 
1118 
7 


rnauenteiiole.val  ternbilc. 

Ipancnto  la  paura. 
fpazzare,per  nettarcifcopare. 
l^az7anira,U  rporchezza,i'mimondeize,co 
me  quelle  delia  ciifa.  1817 

fpecrhio,  A fpeglio.  7*4 


iopiio,  vai  tramortito,  o come  addormeota' 
to,A  fuor  di  Ce.  i$i< 

foppaoQOyVal  fotto  panno.  l n< 

foppidianOjilbàcodallcttode  vilUnt.aipft 
Ìbpporurc,p«rcomporcare,tolcrare,  (offerii 


ie,foccopnrtare. 
fòpprefo,a  fub  A prebenfui,  A forprtffb,a  fu 
fra  A prèhenfuc.  97 

ibpreflb,  che  vai  calcato.  *794 

fopra, A foura  Lat.Tupcr.  177$ 

ibpraboadare,per  Coprauaazare.  ai9 

ioprabondante.  aap" 

fopragiudJcare,peT  aperumeniegiadicatc. 
1779 


fotloentrarc,per  entrar  (otto.  I7ft* 

foKerra,nome  fenza  numero  dd  piti*è  habi> 
tabonefotterranea*  . •.«*  1097 

fotterrarc,per  Tcpcl 
car  foteo  terra-  * 


41  fnmlc,Afotti!i,vLfrle. 


• 79ft 

focto,A  difetto  aduer.'  179) 

R>Nomectere , & foctoporre,  per  fuffatnire  « _ 

1 70) 

fottofopra,  A fozzopra,  vale  alla  riaerfa  * 
I7$9 

"lohraggcrc^  fotcrahere,  per  liberare,  o ri* 
mouere.  IZ7$ 

~f^rarre,Afoctraggerc,perrimouae.  1175 


(reciaIe,A  fpecie  vedi  fpetiale.A  fpctie.  941 
7recicria,A  fpeticna.  94) 

Tpeco,la  fpclunca.  1127 

("eculafionc,A  fpecvlationi.  1127 

lantarerporre,oHc*  fpiKialetab  hofpitando.  47 

•097  Tpedire.efpedire.A  ifpedire,p  exequire,  fpac- 


ibpragmogercjper  fopraponere,  accrcfccre.  (oueoire,per  ncordite. 

*^97  foucmre,per  aiutare. 

iopragiQgere,j^  giungere  airimproutfo.  1477  ' Tba9ate,va!  fpe^o  fpdTe  roUc. 


1196 

ro7 

t7|l_ 


dare, Hntre, liberare, sbrigare.  1 901 

fpedicionCjA  fpediiioni.  lofi  “ 

fedito, A expedito  che  vai  fdolto , preito.  

1091 

fpeglio,A  fpecchio.  714 

fp^ere.A  fpengvre, per  estinguere.  *i5ift 
fpemnca.A  fpilunca.  1 1 49 

fpeme, A (pene,  la  fperanza.  i xj  i 

fpendefeoomeiA  veibo,per  pagare,  foluerd 

774 

ffendifore,qtttnochefpeodt.  774 

^enc,Afpeme,U  fpcranta.  127 1 


1788 

it 

U7I 

6)6 


I& 

»! 

*•47 


fptogere>&  fpegnere,per  extinguert. 
rpeoaccht^rc.rcr  ieu^r  le  pttiae. 
^nfìeraio.val  feoza  pcoGcro* 
ipeoio,val  mono. 

/(pcntolaie.val  pendenti, 

fpera^dt  rpheraj)  dimuè  rpertila* 

/pera  del  fole, cioè  Inombra  del  fole* 
fpcranza^U  fpeme,o  fpene. 
fp^raaz^  fflia^i'erla  innamorala, 
fperarc  oQmc,4:  verbo.p  hauer  fperaia.  1171 
frergere»perperdere,&  perdifpcrdere.  ^470 
|pcrg>urare,lc  fperg>urato. 
fpeigiuKvl  gpuramciito  falfix 
fperimcatare,4r  efperimeaurt* 
fpertu,&  efperto.  ^ 

fperula,Udimi  difpera* 

|(j>ef4,dc  fpefe,it  fpendcrc. 
ipciTi^fpeircyadic. 

ipcGo  aduer.val  foueiue,&  fpefie  rolte< 
fpeflb  adie  cioe  fre^uence* 
rpcaalc,&  fpeciale. 
ffeueria,&  fpeciena. 
foeCic  della  fpecieria 
^ctrare.per  liberar  della  pietra, 
(^ctacplo^cofa  di  cfpcttacioae. 
fpetzuc,pcr  rompcrCfdiaidere* 
fpeitac  j,ral  roCtOiCracallato.diuifo. 
^hera^dc  fpera)il  fuo  dtmi.e  fpherula. 
^Kineetinoftro  eoiematico.vediaLaio 
diThcbc. 

(p»,8c  fpte»il  fpiooc. 

(piacere, & difpiacere. 
fpuccdoIc,5c  difpiaceuole* 
fptaceuolmeote  aduer. 
fpiaceuoIezza,ta  nifticitd* 
fptaggia,dc  piaggia. 
fpUQ^rCtpcrfar  piano, 
fpiaretpcr  perfettamente  ioucftigare  al 
cuna  cofa 

fplccare>&  4ifpiccare,per  diflaccare. 


TAVOLA. 

’ldit  (ptrti,&fpjrto.vcdifpiritj,&fpinCo.  ifò) 
99$  fplendere.de  rifpleadcre.  616 

X264  fplendido  vai  cnagoiHcoycbiaro.  407 
16 II  fplcadorCtU luce.  616 

fpoglia,m  vece  della  velie,  de  meta,  per 
lo  corpo.  I ) 1 6 

fpog!iare,per  fuc&irc>audatc,dcmeta.pcr 
pnuare.  1740 

fpagiic,le  prededemmici  fatte  vitcono* 
famente  740 

fpogltatQtMtadroBÌi  fchcrani.  77) 

fpoUydc  fpuola^liroméio  da  teftori,  (opra  ti- 
^ual  G auolgc  tifilo  p teflerc  la  tela  17)4 
fpoU  legno  raaniimo  adai  Gcuro  fu  raajtfc* 
104$ 

fpoIpare,pvr  leuar  la  polpa)Cioe  la  carne 
daiPoflo.  1)11 

fpoliraiciper  non  clTcrc  piu  poliedro,  ciod 
gtouin^o  vfcir  del  letto»aoe  del  poltro  • 
ne.  iiQ 


774 

*7M 

17)1 

»7)i 


941  fponda,cIie  dinota  pgni  banda, de  anebo  U 
riua  dcGuoujU  Gimlc»  967.1041 

fpoocr  e.pcr  depoocre.  1 71 7 

fpófaliDc,che  fi  fa  tra  marito.dc  mogtic.ipzò 
fpo(ooc,dc  fpuoionc^rma  ballala  nota.  49) 
rporchezza,la  rmmondiuada  (ozzura.  181 6 
ff'orco,valeunmofldo,luzzo.  1I16 

fporgere,n  fpargere,oipingerein  fuori.  447 
fporco,il  ipaldo,verrcnc,portico,o  pog- 
gioolu.  919 

Ii6x  fpDla,d(  fpofo.dc  fpofi.  ifi6 

778  fpofale,pcraficxo^rUpromc^^axnatr^. 

778 
778 
778 
I i I 
1107 


741 

94} 

II}* 
747 
447 
447 
1 1 

1»4 


fcoiiiale.  1716 

fpnfo,fpofa,fp4fi.  1716 

fpofo  meta. in  vece  del  papa.  )?6 

Ipranga , ctod  llrettora  r e «erto  legno  clic 
fi  pone  a t;ai)crfo,  fitto  in  d)ip  legni  per 
toro  foilegno.  67 

U6x  fpraxzo,che  valguauo,dettodarprui- 
74  1010 

IjpKCiare,  prpicare,fnouerefdt  andare,  ouero  fpregionart»dcfprigionare,pcrleuaxe,oca* 
jtfprpzzaretdc  vfcir  fuori,  & bauercoriEi-  uar  dì  prigione.  D) 

ne , onde  diciamo  le  voua  fpicciare  quàdo  rpregnare,pcr  dtfprcgnaro.  x)6 

fono  per  oafeere  1 polcini , o colomoint , fpremere,m  vece  di  efpnrocre.  1 77) 

detto  da  rompere  col  picao.  9»?  fprezzare,dt.^r«glar7,perdifpreYure.  40X 

fpi€nc,& fpighr,ft fpiga  io  Gn.  a)i  fpngtonare,&fpegtooare.  j|| 

fpiedo,arma  badata  ooiiùima*  4^i  fpri|igerc,per  trar  de  calzi.  1461 

fpiedodalParrofto.  9)f  frizzare, & fpnizz»re,p  ibrufiareacqua.H>xo 

difpicgarCjpermanifclUfe , (prooarc,perdarde  fprooi,&mcta.per 

{pianare.  IP4$  ft, molare.  11,4 

Mietalo, vaie  ^pio,crudele*  , 779  fprone,defpirone,drfproni*  1x14 

fpiga,m  plu.fpighe,dc  fpiche.  xji  fproueduco.ralcairimprouifo.  xpr 

ipingcre,dc  fpignere,per  edingoere.  610  fpmrzare.o  fprfzzarc,per  cbroffarf^dc  per  ba 

fpigolare.écoglierc  ne  campi  le  fpiche  rella  gnarmioutameotc.  loxo 

tcui  dopo  la  prima  raccolu.  x)i  (pruzzo.il  guazzo.  10x0 

fpigolillra  meta.7al  donna  viie,dtdi  baiTacÓ  ipoi»a,Ulchmina,ciodqQdla  feccia  che 
dicione.  1)1  efccdoiracqua  per  bolleremo  per  fo* 

fpiEolo.é  punta  acuta.  x)  t ucrchio  caldo.  I ox) 

lpiljo,il  pontvvoio.o  il  broccaglior  l4X  fpumaote,&  fpumanti.  lox) 

fpioa,dc  fpioe,cioé dumi) virgulti, o rubi  fpumarc,pc7ÌouarUfpama,cofDedeIlapi< 

pungen^  1188  guata  quando  bolle.  toa) 

fpinace  herba  da  mangiar  notiftinia.  1177  fpnnute,per  vfdr  fuori.  9x7 

4io  (puntare, perfenrdipBoia,&perleaar 
1188  U punu.  fX7 

ix6x  (pGtooe,&  fpótone,anna  badata  nota.  49) 
11)1  (purgare,per  chiane  (putendo  come  quando 
iir  vno  vuol  bere.  9)o 

fpntate,&  fpudart.  l|gx 

• 17  fquaderaare,per  guadare,  per  romperc,co- 
, , . , , *»7  me  va  bbro,o  quaderno.  4*7 

fp«ntaale.  1x40  (qnadra.lafchiera,o  compasnia  de  (Mati 

gntj,atfpiro  maligni, atinfcmaU.  i$o)  inordmaoza.  ® 

ljniito.&rruM,pnloiDtcII«io,aaiiiM.&i-  u«. 

rorcuto.  ,to«  lqa»ilro.&  fiiiutto,»  itraairo.  è Orommeo 

5MrnoUaioL«.fpmtufljaaiH.  , che  adopera.,  i nuS»  d,  |„aame  cioè 

1440  «aarangofu»d(  muratori.  ^ f4f 


ÌpiDgcre,&  fpignere.perdar  la  fpmu. 
fpinbfo,val  pieno  di  fptoe. 

(pione, la  fpia. 

{^raglio, il  buco  detto  da  (ptrarc. 
(ptrante  curt>o,vxl  fofitanie.girante. 
(pirare, per  Mfiare>cxhaUre,mfiuadere 
morire. 

fpiratione,6r  ifpfratiooe. 


{^ntualf,&  {finulf. 


rquaTido,V4lbmtCo^afprA,8choiT!do.  |6i 
fqualore,val  bruttezza,m«grezza.  )6a 
{quame,&  fcag!ie,come  quelle  de  pefet.  1 09) 
{qUfirciare, per  rompere  con  furia.  4^6 

fqiurtarq,p  ròpcre  in  quarti, & in  pezzi.  447 
(quairare,per  ifcrolUrc.  47) 

fquilÌ4,la  campana.  108 

(la,in  vece  di  qucda»come  damane, danoc- 
ce.  1719 

dabi]e,che  vai  fermo.  76 

damile  la  roba, Io  hauere,i  beni»  1 ) 1 

dabilire,perfirmzrt.  76 

dabiliti, vai  fermezza.  78 

dadaiordegoodecauatcanri.  lair 

dadeggiare, per  vfcire,o  abbandonar  le 

iUK  18  7 

dagione,cbe  Ggmfica  tempo.  xr4 

dagliaio,vale  IO  piu  pezzi  tagliato.  7x9 

dagnare,per  fermare.  roto 

dagno,Rietalio  nonflimo.  i x$r 

dagau,*e  ricetto  di  acqueto  gaiCa  di  la* 
go.  loto 

daio,&  diro  mifura  nota.  1779 

dalJa,daoia  d'animali.  1117 

d-illarc,é  quando  1 caualli»  o altri  animali 
ptfciano  dando  fermi.  Ixif 

dallo, b ltinza,Ì'habttatione.  9)0 

damane,iD  vece  di  queda  mane.  191 9 

damc,tl  filo, per  tcllcTe,&  ancho  il  lmo,o 
lana  polli  ìula  rocca  per  filare.  741 
dampa  vai  rorma,o  legno.  tri  1 

Uampare,per  iorinare,(egnar«.  1 n 1 

dampita,é  certo  diano  da  balUre,&  canta>> 
re,cume  vna  piferata.  toa 

dancar,&  dancarfi,pcr  faticar  troppo.  )«9 
dancbetto,il  dimi-di  ilanco. 
danchezza  la  bOfciza. 
dauco, & dracco,cioè  riduco. 
lbnga,e  certa  mazza  lunga  grolTa.  . , 

dance, come  poCo,o  molto  (Unte,  vedi  poco 
dante.  ^^4 

danza,lababitacione.  930 

ÌUnzare,pcrdaffermoiaaapropofieo  9)t 
dare  nomc,dt  verbo.  976 

|bma,vccdio  quafi  Gmile  alla  perdice.  loi  x 
ftaraucire,prr  draoudare.  1)79 

daraaeo,dcdranudo.  079 

date. Ut.cftai,  tic.  9xx 

^tera,dromenCo  con  cut  fi  pefx.  1 777 

dauco, lo  hodaggio,  che  G da  ad  altri 
per  Itcnrb.  741 

dato  ,peclo  dominio  fpixitualc,  &tcm' 

n'®  •.  ^ 

date,(^r  lo  enere,&  per  In  viucre.  1794 

d^,bfigura,la  imagme.  fxr 

«»2“re.per  ordinare,  dilibrrare, fermare, 
«poncre.  1x74 

iUtuico,vai  ditermÌnaro,dJiberato.  iZTd 

(acuto, va]  ordioacione,rl>liberatione.  IZT# 
d*s^>e  certa  mazzetta, ftduco»,obaC’ 

^nt..  II*. 

« cw u molcicudme  de  pali  Atti  m 
Krra  . euir.  di  rcrratlio  6ro  pcrcòm- 
hatu»»  “ 

ftecchi  loBo  lejnt  picciali,&  pungeoli.  ■ 1 1* 
^la.e  r.,no  cclcftr  * 

jj'[)*P*'“<l«*‘no,(àfo,o  forte.  lyj 

udiate,  rjl  ftcliifcro  cpitteto  coauenteo  t. 
a]  ciclo. 

qualnnqoe  cofa  dtrtte..come  colon- 


ie» 

ì‘9 

»<* 

>i,a 


.a>l^no)  0 palo  fitto  hi  cena. 
HemDetare,per  liquefare. 
IleDdardo.Qetio  rii  eaieadcnA». 
fteo<^al^fouoleI.fte. 
ilendere,A  dillendere. 
Ileaebtare.per  Icuai  di  tenibre. 
^ouce.petpaticgrandemcau. 


».< 

4*T 

• n» 

»*9I 

• o*r 

«•ae 


^ì  - ■ 


W A \ O t A 


ftcrco,U  fcccujla  merda.  4 49  J 

fteracit,p  diftédcf,&  mcu.p  hx  dbìico.1791 
fterpe»*  fterpo,U  radice.  iir? 

fierpc(«^perdircauare,dtradicare.  1 ir? 

ftcrw>,3c  ftcrpc.la  radice.  1 1 9t 

fte(ro,&  i(leflb*che  vai  mcdeCmo.  1919 

ihU  in  vcccdeilo  dire.  96 

iiilcper  U>  coftume.vCaoia maniera.  tf6x 
ilile  con  CUI  fi  diregaa,& qualunque  cola 
duna  8** 

ftilia,la  goccia  dell'acqua.  loif 

ftii)atc,p«r  gocciare,  purgare, colare.  »oif 
llima,tl  prciiOjO  pregio.  74 1 

fiimare,pergtudicare,cooofcere,  appeez- 
«are.  4»T7 

ftdnatiMa,vai  ghidrtto*  1 a , 7 

ftuiuilare.  per  molcttare,  pungere.  fio 
filinolo, li  pooeecto.o  il  ponioae.  rio 
fiioguereiflc  difimguere.  1 44 1 

fiipuidc  fiiua,&ilu  dice  il  lombardo,  é 
ciiiu(ura,di  foepc  nr 

fiipra,per  raccogliere tofieme  ^chiudere 
couCeuiare.  ISf 

fiipcndto,d  fajdofla  prouifiooCtO  /alano 
che  fi  p^a  a chi  {erue.  499 

fiiuaequdia  gabbia  doue  fiteogoooteap 
poni  ch'ufi  per  ingraflarc.  }if 

ftjua,«cbiururaracudifiepc  vedifiipa.  iir 
fiiuare,percrcooJardi  fiepe.  jif 

Ama, e ira, corrucio,€olera, rabbia.  f66 
fiiizo.Ìlntoae,&  uzzo,  e iegou  m partear/o 
dal  fuoco.  991 

Aiziofo,deuo  da  (bzio.perche  fi  accende 
d'ira  come  il  Aizzo  afi'ocato.  f 44 

Aòjfta.vcdi  al  verbo  ftarc  974 

iloccOfU  (pada  del  cauaHiere,[dc  dcIPhuo* 
rao  d'arme.  490 

Aoìo.é  fccca  di  philofophi  cofi  detta,  aio 
Ao)a,é  cerca  falcia, ofet»  di  pàno,o  cela,che 
fi  pongono!  facerdou  al  colloide  è ancho 
certa  vede  facerdocaIe,che  fi  poneuano,  i 
dofToì  preti  quando  predicauaao.  ir4z 
Aolbtia,U  pazzia.  H47 

Ao1to,il  pazzo,!!  matto.  U47 

AomacOfla  partedmanzi  del  corpo.  1449 
Aoppa.,e  quella , che  dopo  il  capecchio  fi 
ua  del  liQO.o  delia  canape.  |ir 

Aoppare.pcr  (errare  con  la  lloppa. 

Aiipria,  c quello  refiduo  di  feschi  di  pa- 
gata, che  reUa  nel  terreno  dopo  il  ta- 
gliar del  formeoto.  1 190 

ftorcere  & torcere,per  piegare.  1494 

Aordire,è  rropno  quel  remore  quando 
per  inuiicatc  linda  rhuomo  fi  lente  of 
fendere  l'vdico.  440.1499 

ftordiCo,val  comebatordito*  440 

fiorionepefceafiai  noto.  1091 

fiormtre,per  far  romore,dc  Arepito.  499 
fiorm j,il  remore,  o Arepito,  de  perla  molti  • 
ludioe  di  corobatienti , de  pigliafi  anello 
peri  foldsti  quando  fono  per  pigliar  qual 
che  terra, checon  gndi,dc  romori  cercano 
fpauentan  nemiu.  499 

Aornare, pcrtoraaremdietro.  147} 

ftorno,dc  ftomitVccelloalTai  noto,  101  a 

fiorpio, dr  ficoppio,lotncerrompimeoto.  49 1 
fiouigliffoao  le  realTanae  della  cucina.  919 
ttraboccamenti.vai  derocameou.  4p  o 

firabocchruole,  vaireDzacoofidecatioae,d( 
firabocchcuolmente.  ^po 

ftracciare,perrompcre»dt  fqturciarein  pcz 
ZI , una  cofa  dj  panno,  o fimde  per  forza 
dimani.  iffo 

firacao.dc  firaccì,rono  panni  rotti, de  per  vec 
chiezza  confumaii,d(noapiu  booi,deil 
medefimoe  cenno.  affo 

Ancco,de  fianco,clic  vaUaiTo.  |4y 


ilradaja  via  pubitca.  $ loz 

firadico  il  giudice  del  maleficio.  1 1 oz 

ftrjgcU  maligcutà.  f}6 

firaiaare,dctneraiciare  perfnoilare,fiti]uppa 
re^Aringere.  i4p 

Arale, la  factta, la  freccia  4|i 

Arai unar  gli  occhi, per  guardar  fifiameoce  có 
miaac()e,quaG  ezera  lumen.  ifp? 

»ramazzjre,per  traboccare, rumare.  4f  1 

rainbCifono  legami  fatti  di  giuachi  in  fbg- 

?,ia  di  corde  morte , con  le  quai  fi  legano 
ebalJe  de  cuoi,o  fiuailt.  140 

firaiue,tlfieno,hciba  nota.  Ii7r 

Afaogoiare,per  afi'ugare  perla  gola.  I4«f 

Acangoglioniffonu  que  cnfii  bocconi,  die  fo 
noquafipArangolarechiliroangiJ  i4zp 
firamurefperclTer  ebudo  de  contrailo  al 
voler  d'atirui.  r4l 

Araniero,dc  AranictCjil  foraAicro.  1979 

Anuio,di  firamo.  967 

Arappa(e,pcr  Aerparedi  mano,  Hf7 

Aiarif  euoie, vai  firabocchcuole.  1040 

Aniiuujr  per  terra.  1791 

fi  atagcma,è  aAuaa  militare.  904 

Araojtc«per  far  Arano,rchernire,AcoCare, 
confiunare,  mal  trattare.  1 1 1 1, 

Arano, vai  fccmpio^frugg^meato^crudeità, 
datino  grande.  i|i  ^ 


Arauag'u/e.rer  vfnr  di  trauaglio.  ijoi 

Arega  in  plu.ltnghe  la  maga.  7^9 


Arcgghia  del  cauado, detta  da  Aringo,o 
tiaAemo.  iii^ 

ArcgS*3tc.che  è proprio  de  cau alli.  1 1 1 p 
iiiemiti,&  cArennra.il  fine.  1 cx$ 

firerooydt  cAremo, vai  ultimo.  - 14x9 

Arena  li  roedefimo  che  manza.  qn 

Arepito  il  rumore.  qu 

Arettamenu  aduer.  1 79P 

Arctcezia  tl  conaano  di  larghezza.  1 79P 
ilrctto,Afetta,Aretti.  179P 

Andcre,p-cr  fortemente  gridare. 

Andcrc,e  la  voce  del  pipifirclio  eccolo 
nbtiurpo.  1404 

findifdc  nel  numero  dd  pia  Arida,  de  Aridi. 

Arigaide  Arighe,fooo  certe  vecchie  (fecondo 
uempu)  die  fi  trasformano  10  gaae,  dt  10 
altre  varie  forme.  799 

ftrigtierc,dc  Anagere,deaAnngcre  *79f 
filare, per  gn<Qrc,dt  far  firepito.  1 404 
AriDgere,dr  Urignere.  upp 

ftafctre,p  Aropicaare4dciare,o  fregare . 719 
firofogia, de  aerologia.  794 

Aromcti,de  Arumctimufia  di  vane  forti. 104 
ftro(ncnti,o  Arumenb  da  notai.  9oe 

Aropicaare,per  fregar  leggiennente.  4jz 
uropiccio,  vai  picciolo  luono  fatto  có  mani, 
o con  piedi  fregandogli  per  terra.  4pz 
Aroppiato,vaieatcrarto,ratraj)pato.  ipio 
AroppK>,e  Aorpto  aoémterropimento  • 4^1 
fttOifcio,ègranfiioao,o  Arepito.  4pz 

Arotxa,  e ii  canale,  che  giunge  dal  polmone 
alla  bocca, la  doue  viene  U fiato,dt  pigliafi 
in  vece  della  gola.  1417 

Arottare,  étalinérc  Arcngerc  la  Arozza  che 
ipedtto  il  fiato  fi  affbga,dt  fi  Arégoìa.  1428 
Aniggere,p  di»fare,córumat<,dileguarc.449 

Aromentirnufia.  104 

Ammencì  da  notai.  906 

ArupOjdtAupro.  491 

Auccate,pcr  feocare,o  per  indurare, dr  an  * 
cho  per  fauare.  4|o 

Auccc^é  còpolinooe  di  varie  maniere, iaqual 
poichec  fciuccadiuiendurifiim.s  6ìo 
AudÌare,perfo)leurare.  ipoo 

fiudiare,per  dar  opera  alte  lettere.  i9| 
ftudio,pcr  la  foUccitudme,  diligenza,iada- 
Aru  cura,  opera.  190I 


Antlio  delle  feterre.  it| 

Audiofo,vai  dediro  alle  lettere.  1 9| 

Audiofamente  aduer.  ipoi 

fiu0a,dc  Ajta,habitacioae  per  lo  verno  nota. 
91* 

Auo)n,la  mokitudioc  de  foldaa.  499 

Aupefactione.la  Aupidita.  I Z94 

ftupefatto,vale  atronttu.  1 194 

fiup«do,val  Aupefattr,oazzo.  1194 

Au . ore,c  fpetie  di  amimratiooe  di  qualun- 
que foprauegneore  pcn  colo.  1 Z9  4 

Aupro.  d(  Arupo.  6 tp 

^uz7icare,pcr  toccar  piaoamence.oode  fi 
d:ce  Autzicar  oc  denti.  144) 

fu  fufo,  vai  fopra.  177* 

fua/ur,fue,dr  furd.  1919 

fuadcre.p  renuadcre.cioè  far  credere.  1 ai  1 
fubbto,  e Aromeoto  fopra  il  qual  fi  auolge 
rcrd.nira  per  ctAcrelatela  . Ifj4 

fubietto,(ogvctco.lamatcna«  •* 

fbbttOfdt  diluoito  aducr.  che  vai  ioconta- 
nenie.  194 

fubito  <hc>&  fubito  poi.  Z94 

/ubico, fubira.adie.  1497 

fub(ìAenze,vai  foAanzc.  ip96 

fuccedci  e,  per  auenue,  iatemcnirc,andar 
forco.  irtfd 

ruccer>tonc,il  parentado,  la  poAerità.  1 r6$ 
(uaefMuam«nte,oal  di  gtado,in  grado.  ip4d 
fucee(fore,val  pcAero.  ic64 

fucchto^dc  furchicl{o,iltriuello,dc  trìuellino, 
Aromeoto  per  forare.  94^ 

ruecare,pertcttarc,o  poppare.  t44? 

fuccidume,il  Ipur  chezzo,o  lordura  fatta  per 
caufa  del  fudore.  1810 

fucado, vai  lordo, /porco.  i9i* 

fucro&fucchitóifug'i.  ioZ| 

fuccoyin  vece  di  latte.  194* 

fudare,chevim  pcMroppo  caldo.  8n 
fuddito.var/oggecto  Lat.fubditu*.  tp7 
fudore,^ /udori.  9fl 

fuc,tn  vece  di  fu  vfò Dante.  1778 

fue  adie.Lat  fuut,a,nm.  1910 

fucg^hiareperdeAardalfoono.  1169 
fa«gtiare,6cfuegghiare,&  fuegliarfi,  per 
dcArarfi  dal  («-nno.  11*9 

fuegitato.val  folleciio.  1949 

faefare,perfcopnre,orcourir«.  919 

fuctlere,per  Airpare.o  Aerpere.  iip7 

fuvnar,  per  tagliar  le  vene.  1 )Z4 

fueoirc,per  venir  meno, per  fmarrìrc.  119* 
fuentrare,petapmcil  ventre.  1119 

fuentura,iafciagura,ladjfgratia,  167 

fuenturato,  val7ciagurato,difgraCiato..  1 6 7 
fuer^gnato,val  fenza  vergogna, sfiicdato,. 

sfrontato.  xao 

fucrgognare,pcr  vituperare,  gittarvia  la  ver- 
gogna,diucoir  sfacciato.  aio 

fucm'are,per  vfctr  del  verno.  947 

fueAtre,per  fpogl>are.dinudare.  1 p )6 

fufiumigare.dt  fofl'umtgar«.  971 

fufiblare,per  fib<Ure,coo  la  bocca.  •197 
fuggellare,&  fivtllar«,per  unprunere.  1 p 1 a 
fuggvllo  & fieiHo.  I pi  X 

fuegere  per  (eccare,&  per  fougare  chc*l  lom 
ìiardo  dice  dzzare.  1 X4 

fiigo,fughi.óc  fuccn.  10Z9 

(uiare,per  Icuarfi  di  ma.  ioi|.  1 1 00 

(uilupparc,&  difuiluppare,rer  foodare.  i4p 
fuifare,per  non  auifat^cioc  ctTeie  aue* 
doto.  1x4} 

fudarc,  perguaAare  il  Tifo.  1417 

fun, invecedifu,  vCstoda  Dante.  I77f>: 

fuo, (ua,fuc,dcfuoi  pronome.  ipjo 

Aio  nel  numero  del  puiycaocja  Vicedifuór, 

& di  Aie.  17x0 

Aio,iq  vece  di  fuoi.  19Z0 

fuo(ceu,5t  luocero.  , t pz9  ^ 


niJbudQOpDafH3DOOd!dOQu 


TAVOLA 

nogYla.  tt74  inodo.o  per  tal  modo.  ì6k$ 

fuoruTare,perbacceri*4li,comeqtuoJoc*im  CjleiitJrc,per<onrcn(irr,opÌ<cere,doé  del» 
para  dj  volare.  looo  la  Tua  voglia  far  la  uogiia  altrui.  lx7; 

fuoi.ia  piu  &ia  iinWuo  pronome.  ipao  talento, la  vulnnca,il  volWe.  lavi 

fuolo,in  vece  della  terra.  top  7 iaÌhor,vj|e  alcuna  volta.  1 6p 

Aiolo, rcr  la  ruperficie  deiPacqna.  loif  taiiune,&li  pone  per  la  parte  del  piede  n* 

fuolo,perio  folaiu,&  ogni  cofa,  che  fofliene ^cma  al  tallone. 

onde  fì  dice  nelle  oaui  porre  le  mercatan  • taipa.la  toptnjra  animai  quali  limile  al  topo7 
ne  a fuolo,  a fuolo  , aoe  a Iblaio  a foiaio  & babita  lottcrra.  1 iM 

IVnafopra  l*a|{ra.  Pio  tal  volta, vale  alcuna  voltaitalhor.  269' 

fuanare,<S(  fonare.  101  tamanfro,arbore.  1168 

fuono,&  fooo.cheè  ogui  voce, che  Torce-  tamburro,  & camburri  fìromeoto  bellico  oo> 

chio  può  comprenJere . 101  ~ nffimo.  109 

fuora,dc  luoreda  monaca.  248  tana,l3Cauema,oueha*>itanolefere  itif 

fuperare,per  auantare.  rq8  tanaglie, Ibomentn  di  ferro,  che  adoperano 

fuperbia,la  alterecxa.  f6o < fabri  per  pigiar  t ferri  affocaci  842 

fapabo,val  aUicro,ft  alcuna  volta  Dobtle,&  canto  aduer.  vale  ad  ogni  momento  di  tem- 
pigliali  IO  buona, 3c  in  mala  parte.  r8i  po.  tri 

fuperbi  celebrati  da  noiirt  poeti*  1 caato,uota, tanti  adie*  17}8 

fupcrficiale,&  fuperlicialt.  78»*  tanto,  in  ucce  di  al  line.  t<24 

fuperficic,  e quella  cofa.che  ha  lunghetta  , ranto,o  quanto, vai  mica, va  poco,o  alcuna 

& larghetta, della  quale  I termini  fono  le  cofa.  i7ir 

linee.  78f  tanto, & intanto,  che  vai  in  quel  rotto  di 

fapernOtCtoé  di  fopra.  *6  lempo,0  a quel  tempo*  298 

fuptnr>,e  giacer  col  corpo  IO  fd.  9?r  tanto  piu, tanComanco.  17  {6 

fuppa  fatta  In  acqua,o  in  vino.  ixf  ^nto(ìo,cioe  tato  collo, che  vai  fubito.  292 


fupplicarc.per  pregare  reuerenccmente.  jr 
fupplicationc,À(  fupplicationi*  K 

fuppliaOfd  tormenco,tl  martire*  1820 

fupremo  vai  fomroo  aitoiin  cima.  ir 

furgentitComefurgenn  raggi.  rota 


tapeto,e  tedura  fjtta  di  iana,o  di  feta  d i ua 
ni  colon, vanamente  filtrato.  7it 

tapinare,per  andar  peregrinando.  ]ij 

tapino  vocabolo  Cr.val  mircro,humiIe 
ballo.  ;i| 


tri 


furgere,  & forgcre,che  é proprio  delTacque , tarchiata, vai  ben  formata  in  tutte  le  pam . 

c ancho  per  crefeere. 
furfe^o  vece  di  Tufo  vfò  Dante, 
funsi  alberi  noti.  & fulineil  fratto. 
lufot,fu.&  fupra. 
fufsidio,io  aiuco,tl  foecorfe»* 
fuiuirare,c  la  voccdelTalpi 


iota  

1:7  tardala, la  tardità.la  dimora,la  Ictczta.  278 
1168  tardare, per  indugiare.  278 

1778  rirdn,&  tardraducT  di  tempo.  278 

ro7  tardo  adic.  vai  pigro,lcnto.  278 

1)97  targa, arm4  difcnfibilcaguifa  di  fatto.  q9r 
fu(trurre,plafaarllluogodi  vn'alcro.  1701  nrìo, il  caruolo,  la  tignola  ammalato  che 
futom  vece  di  flato  dauerbo  cfTere.  irrf  fempre  rode, detto  a ferendo.  122S 

T earma  li^6gnuo]a,o  carpa  rperiediuermea 

Ta*m  vece  di  tali.  i6fd  guifa  di  carlo,cbe  rode  la  carne.  1118 

caballtfdt  timpanltfooo  fìromcnci  belljo  tartaree  porte, le  porte  delTinfcrao.  i8or 
morefcht*  109  tafca,Uborfa»larcarfe{Ìa.  ijp) 

tabarro,iT  veftimeoto  fenta  maniche,  che  fi  tairo,aau»al  fooacch:ofo.  * ' 

portaua  difopra  alPaitre  vcfti.  ir40  taflare,per  ifpnmentare.  144! 

taccherelle.foao  tacche,  o cagli,che  fi  fanno  tatto,  Tvno  de  anque  feanmeoci  del  corpo . 

fopra  vn  legao,dc  per  meta . fi  dice  ad  va  N 4^0 

huomo  haua  tacche,ctoe  difetti.  t nr  tanerna, luògo  doue  baccicanoi  teuernierì, 
tacere, nome,&  verbo, per  ammuure,  000  bbrattien,beuiton  114 

periate.  tauermere,qllo  chef  ratica  alla  tauerna.  114 

Cadtamentetvale  occultamente.  141)  tauola,la menfa  doue  fimaogta.  1 80) 

t3ato,val  con  fileociojfeoia  farmotto,&  tano!a,per  lo  conuito. 

fecieto  . 14I)  t.ìuolare  per  far  cauoia  & meta.per  far  pae- 

taacurnit.7,i|  fil  otto.  1411  i©.  1748" 

tafaniffono  animali  volatili,  piu  grandi  del  • taoolaceto,  il  targone,  cioè  feoto  fatto  di  ta  - 
leapi^dc  di  colorfcuro.  tota  uole.  49C 

cagli  maa*  ( er  la  fimilimdine,  o coofornura.  taiK>laizo,tl  cargrme  da  diffefa.  499 

i6rr  tauolato  la  ferraglia  fatta  con  aireotanole  . 

tagliemeotOyla  vcafione.  929  417 

taghare_^ermafchi»rc.  P)o  cauole  da  giocare.  898 

tagliarli  tetti,  per  decapitare.  fio  viuolief  da  giocare  a tauoìe.dc  a rcarchi.898 

cagliare  a petzu  ~iiuoleit4 , in  vece  di  pittura , o di  quvdro 

tagliatotche  vai  ferito, frenato.  f)o  proto.  807 

tagliente,  epithctoeonuenienteanafpadi.o  tauro fcgnocelefte noto.  f8o 

fìmile.  rio  tana, fa  coppatvafoda  berenoto.  tjo 

taghereidetto  da  tagliare,  ciod  doue  fica-  te, b, prò  nome.  19x1 

glia  fu  la  carne.  1801  té, in  vece  di  togli.  1911 

tag  lodelTarma.  fio  . tcco.che  vai  con  re.  lyxx 

tai,in  vece  di  ule,&  di  tiN.  i8f8  tedefeh!, gli  alamanni.  ip8o' 

tastale,  h tal^fenn  Particolo  vale  alcuno,  Cedioda  molefÌia,l4  noìailfattidio.  i)oi' 
altoiw-fratcunii&conrafCKolo  vai  colui»  teg|liia»o  tegeia,&  teu>u7xa,iidimi.é  vafe 
quelli.  comeule,gli  tali , alcuna  volta  fa  ^ terra, o ai  rame  da  cuana, a tegendo  di 

comparatione.cnme  talc,&  quale.  t9ii  fla.  9)8 

t2f,&  Uic.cbc  vai  firmie,&  cefi.  1 6r8. 19x1  tela,chc  fi  fa  col  fiIo,&  fbme  teflendo,  1 rn 
tal  che  vai  maoiera,diroodo,fiche,  178).  *•■^0,10  vece  dello  flrale*  4)8 

»8xi  tema, la  paura,  il  timo ' 128^ 

-^.^tale  adurr  che  vai  talmente, quando,  fi^di  ''neoia^la  temaitl  timore*  ^ II88 

Hi  A ;v  “7  ^ 


temerirfo,va1eirióg}ntc,pttfoneaofo,aB. 

dace.  )2o 

temere*  & ancho  femore  nome , dt  verbo. 
1186 

. tctncre,perrauemare,haucr paura.  iil8 
temo, il  fi.^ooe.il  goucroo  della  nauc  109 
_t£wore,8rtifrne-  iree 

temorofu,  vai  pieno  di  timore.  12Ì6 

tempera,  rnme  qndia  del  ferro,  o buona, o 
trfl.i,  5c  per  niaa  »717 

tempcranria,*  remperamento.  i?x7 

temperarc^pef  accrnciate.adatfarc,&  riduce 
re  alia  via  del  mexo  la  eofa  cccefnua.1717 
temperato,  Val  moiigcratf>,mi.dctto  1727 
temrcUa»égococ  d’acqua  congelata,  che 
vten  dalTaerccon  er^ipito  1019 

tefnrelb,per  la  fortuna  maritima.  10)4 

tempelbré,per  cadere  icmpelb^dc  meta,  per 
combattere.  I094 

tcmrcftofo,val  pieno  di  tempefta.  10)4 
~ccmpie,  fono  le  due  parti  del  capo  » tra  Toc- 

chio»&  l'orecchio.  1 ) 70 

tempifsfit  remplofluogofacro.  44* 

TiUPO,  il  ceno  capo  principale  della  DO 
lira  fabnea  2C2 

jempo  in  ucce  della  ttagione , ocraficne,  co* 
modica,  St  qualità  del  tempo-  tfi 

temprateA  tcmperare,per  rifoderare,  accoa 
ciarc, adite  ire.  nducerc  alla  via  del  mero 

^la  cofa  ecceftiua.  I717 

tempre.che  vai  modi, & maniere.  ifCl 

tempre, che  vai  nme,o  concordanze*  94 
trn.in  vece  di  tene,vfato  da  poeti  19x2 

'tenace, vai  tenente, & meta  per  coftaote, 
frrmoA  peT/e»«crante.  ff 

rcnagltc.vcJi  tanaglie.  842 

ten(fe,fono  i padiglioni.  498 

tcadere.per  diftcnderc,dcperponCfC.  170) 

_tcjidnore»cuello,fherem!e.  170) 

trnebre,laofcunta.  llOf_ 

tenchrofo,  vai  pieno  di  tenebre,  de  di  ofen- 

rirà.  *8of 

tenere  che  a dhierfi  figoificati  fi  eftende,  fe> 
condo  1 fnui  aggiunti.  I444. 

cenere, per  cenere, clte  vai  mettere,  ponere, 
haucrCipolTcdere.  )9f 

tenere, per  reputare, ftimare,cTcd«c,gnMb- 
care.  taf# 

tenere, pcrrafrenare, attenere  conteoetA 
comprimere.  tit) 

tenere, per  fauare,conferuare,dt  mantene- 
re. 94» 

funere, pefdffeadere,fchtuarc« 
filiere, per  reggere, dr  goiiernare.  4*7 

tcnere.per  impcdrrc,iturbare,viaare,  eoo- 
trattare.  6ol 

teoere,per  fare, 'Come  qurtta  donna  vt  tetri 
compagnia.-  847 

tvnerc.pcT  legare, con  ttrengere.  )4* 

tenere,p  peliate, come  tenere  Piouito.  1 44t 
~tèóere. per habitare, come  tmódel  citila 
phi  beata  parte.  9tl 

(eoae,per  fermare,  come  c*l  ad  tener  con 
fcmphci  parole.  rf 

tenere, per  eleggere, comdl  da  man  manca, -d 
tenne  il  canno  dntco.  it 

tcoere,perhanere  i)i.eperdiHrzare.  1891 
tenerevta  il  contrario  d<  durezza.  1687 
truero.il  contrario  di  dr*^  i687 

~^ntate,perfpcrimcacafe,taf  prona,  cercale, 
otattare.  144x1849^ 

r?nt«none,dt  centationi.  •44»'^ 

tentiOfiflre,pereqnrendere.  «■tj 

tenCtonCfO  ceozone,U  cootcCi,  i)  contfallo* 
f6| 

tentone, il  roedefimo,chea  temone,  o a paW 
PHOC-  I48q 

teszoncjftteotiont. 

tepidezza. 


y 


tcpHlo,  & fctudo,  che  é tt*  mMo  0c  fircd- 
do.  <17 

tcrdecimo.il  tcrroderifno,  71^ 

‘ teri*o>ttjI  dopo  IcrfattC)  flt  pigliafì  io  vece 
della  rpaMj.  I4I*> 

term'narc,*  d»retm*nirc, per  finire 
* rermme>ln  vece  delfine- 


■ A V O LA 

tiotlono»  i certo  (oono  picciolo.  to]  tofo^Sr  Cofa.aocabulo  fnilanefe,  che  ua!  fan> 

tinto*  vai  fegnato,  come  di  carbone,  o fi-  ciullo,&rjoc]ulla.  ino 

miie.  fai  tofto  aduer.val lollamentc.fubifo.  a$i 

tiranoi  celebrati  da  noftn  poeti.  ia9~crtalmCTire,uaIe>n  tutto, a fatto.  1740 

tirannia.ual  Yiolenaa,  & sfonata  figi>o«  tcuag1ia,il  manti1e,dettoda  tauola.  160) 
na.  119  tra,& ba  eoo  II  fiiof  agg-unti.  I7ar~ 

K17  ciratioo*il  figoore,  ft  vfurp^ore della  ldicr<  Iràbaechc.fooo  cortine  da  letto*,  Rancho  lì 

K17  tà.  ~ b9  vfano  oe  campi.  49t” 

tefmine,^aando  luogo  lenifica.  977  tirare.rerftendcre,  fracoare  » cioè  rìmoue- ~Gabocrari,per  uerfare,  per  mandar  fiiori  ~ 

termine*quando  tempo  lenifica.  174  redafe,  comeil tirar  detI*arco , & Icoc-  confuna.  4fi 

termine,  luando  diDOtaacadcote,cafo,for«  care.  4tr~lraccia,levcnigie,eaeropediCei&an<hom 

te, o fiato.  tf7  f«rare,perconduccrc,o menare.  4it  vecedcllauia.  1104 

Ta  a SA  elemento.  i09<'~mo  nome,cioèvn  tiro  di  tnan.  4)*  tracorato,oKacurato,quel1o,cheBonha  cu 

terra,in  ucce  della  cittd.  <91  t figuno,e  infermo, che  molto  fpnta.  itffe  ra  delle  cofe,&  che  pafla  Purdioe.  nei 

tefragio,cioe  fatto  in  terra  o di  terra.  1097  “iRzo,  flt  taiooe , il  medefimo  che  fin 
terraiTanlrfonoquelli,  chchabiuoonelfa  to.  99i 

terra, cioè  nella  circi.  ir7t  tn,m  ucce  di  togluo  piglia.  ipta 

fenemoio,«ttremo«o.  44)  toccare,penangere.  1440 

terreno  adib. vai  Vofa  nata  ra  terra,  oche  par  toccate, per  aprcrteoere^o  coaueoire.  1441 

Tecipi  di  ferra-  #095  nicramento,il  tatto, 

terrefirc.ooe  di  terra.  io97'~eofo, pietra  dura.*  arenofa. 

terribile, rat  rpaucnicuole* 
terrore, vai  fpanenfo. 


tracuraggtne,dr  trafcurragginc.  1141 

tracuranta,<he  fienifica^ofcaUiooe,  auda* 
eia  ,8c  trSPafiar  rordine.  1 441 

Tradire.per  fraudarci  inganoarc.  rt5 
144*  iradilore,dt traditori. 
fi4<  trad.tori  celebrati  da  noftri  autori.  rfp 
S<o  toca,3  temendo  vede  appo  Romani,  Jtcom*  traficarc.uocaboio  mercadaotefco,pernu-  ‘ 
ftpo  muoe  da  huofno  ^ da  donna.  1H9  ncggiare.  771 


’terib.ualcofa  polita,elegante.  7af  togate,ref  eopTfrc,|<leuo  da  toga  uefie  mp  “fSifico,il  maoegsio.detto  da  traficare.  771 

ieru,hora  canonica  togliete^^per  piglfare,prendere.  419  trafigere»  per  pafiardcntro,St  per  pungere, & 

terteroolo,ia  uela  minore  delia  nane,  tofo  ttderarc,perfopporrare,ccmportare.  41  è proprio  d pungere  de  borpiooi , delle 

teno  M)  élr  :tHie.  i7aa^tnlleta,drtoneto  dal  uerbo  togliere  449  ninili.  fjl 

n,  Tpetiedi  fpaniteri.  10  ia~IÓmacelia,è  certa cnmpofitìone  fatta  con  trafitto  aal  pUDto,fcrìto  , cooficcalo,  & ua- 


tcrcb»o*eil  capo  morto. 
teilere,oer  far  la  tela. 

Tefti>aòè  il  capo 
tedi  meta.rcrJo  rrmdpio. 
t fta, mera, per  la  fidb. 
teRamentcda  vlt  ma  volenti* 
tefie.ual  adefro,mo,hora,poeofa. 
tefiefo,in  ucce  di  tede» 
tefiirof*,  i logtioni. 


14x4  carne  pefia , fegato  ,&  ceruelle  di  por*  — paflàfo  pu 

I H4  en,  in  gutfa  di  pomo, ma  fchuedato  al*  ‘-TrafcdÉa,&  tragedie.  9 4 

I4a)~~‘  quanto.  K04  tragenare,perpadaredauoarìua  adun*al> 

1608  tornare,  per  cadere  in  bado  luogo,detto  da  tra.  1041 

t4i6  tomba,checluogo  coocauo.  1787  crag<rto>5ttragitto, é ilpalTotComedauna 

I )ar~tomba.é  luogo  concauo,& o(curo , & mera.  rihia  alPaltra  tTun  fiume,  o per  mutar  ro> 
JP4  perla  re^^lrura  11x9  bcdi  unliiogoin  un*atrro.  *04 1~ 

*rf  t6mo,ela  caduta  albtfib.  1787  traggeredal  u«bo  trarre, per  mandar  fiiori, 

1477  ~tonare,0etuonarr,perfjr tuoni.  441  eatrahere,mducere,o tirare.  417 


«cfiihcwnieheccfiificaao,cioè  chefanni  tondirc,per  tagliare, o telare  1 capelli, peli, or~rfalafciare»il  roedelimo  che  lotralafda 


fede.  lana. 

fvftrficare,per*renderetefilmooÌanta.  i<7t  fonditnrv.la raditura. 
tdtmooianza.la  certexta,fede.  i477  tondo  fofi  & adiettiuo. 

teftiniomarc,dr  tefiificare  t per  rendere,  o loaica.uefie  fenza  maniche.^  corta* 
adducerc  teftimoniOiO  proteftarfi.  t47i~toaicella,tl  dimi  di  tonica. 
tefiimoDio,ft  tefi.mooii.  1677  toaoo,pefcegra9de  mariooi 

tcfio,è  va(b di  pietra  coctti  ‘ - i-  • - 

tefio,loorif>nale. 


r*9  re.  1484 

rs9  tralci,foaoiccttide!leHtCt.  tai.titp 

7ti  milgoare  «cneaallerutr  la  diritta  uiadc  » 
ID9  faci  buoni  predccefefi.  if«54 

>719  ~ffaluccre,perrrarparere  imbambolate.  ~ <1^  ~ 
*09)  trama,ia  fittione,mganttO.  787 

•lo  Copatio,pinrapretiora,&  gemma  di  color  — fnma,il  filo, che  fi  trahe  nel  Rame  per  far  là~ 
94  dell'oro.  1144 rela.  )4t 


tefiore,&  ccfince,qucIlo,&qat!Ia,ehet«f>  topo, & topi,  il  forke,o  il  ratto  di  cafa  ani  — framaie,rerordire,bnagmare.  141 

' fe-  17)4  malenoeisfimo.  1418  rrambo,&mtrambo,uai  tra  ambo.  T7to 

teftudme,  la  galana  animai,  da  acqua  ,-&da  loppa, la  chiaujdnra  di  ferro,  odi  legno, co-  ~rramortrto,na)  quali  morto.  taié  ' 

terra  aliai  noto.  19)  me  fiufa  a pouerecafe.  9tx  fVamontare,rer  andar  di  fotto.  tii4' 

•etmgno, è quadro  quadranguUre.  784 — carbfdarc,&  turhidare.  770  fTamuure,&  crarmutare,&  trafinocarfi.  I7< 

cetn>,iiale  ofcurn,4c  brutto.  i8 1 o torbido, 8t  curbido,ual  fporco,  confufo  fraoare,per  trapalTarc.  f 487^ 

tetto  il  coperto  della  caK  non  chiaro.  1 810  ~iranghiottirc,  & inghiottire.  i)8i 

theatro,uocabuU>  Gr  c luogo  doue  fi  fanno  ~«orrerc,8t  fiorcere , per  piegare , oolge-  tranguggiarc,per  fenfBaro , o inghioetìre  10-  ~ 

ilpectacoli.  947^  ' re  l88s  gordameote.  i)8l 

thema,ch'è  pnneipio  di  parlare,  pofitioae,o  torchio, il  doppiere, o la  torcia.  990  tTanquillita,la  pkee, la  quiete.  7i7~' 

- foggecto.  88  toi^a  la  molbrndine  di  gente,  A pigliali  per  tr3nquiilo,ual  quieto  pacifico.  717 


iherorena,  la  camerlengaria , cioè f erario  il  ógni  moltitudiae,&  compagina. 

firco.U  pecunia  publica.  148  tormentare, per  affìigere. 

theroroiJtancherhcfaoro.  nf  ^5rmeato,Ucortora,i1  martoro. 

thimbra  hcTba,djlÌ4quale  è detta  la  felua  tormencn.per  la  artigliarla. 

ihimbrea  propinqua  a Troia.  1 ti4  ~tr^are,&  ritornare. 

throot>,che  in  Gr.  lignifica  fedìa  eccelfa , & ~7oroel,i  tomiamenti. 

eleuaea,douefedo  chi  giudica.  9 turmaiT.per  circondare,ft  girare, 

li  <1  pone  lonanxì  al  uerbo,&  dopo,*  non  ~ tt>mo  firnmcnto  fabnle. 

1 malte.  1914  toro^frcuniaoimal  nonsfimo. 

tibia,firomento  mufico. 

«si*»  , arbore  alfainoto. 


1777  “Imnslattare,  per  transfernre, tramutare.  178 
1819  trapanare, per  monre  1817 

I817  trapanare, quando  tempo  dinota.  399 
441  irapallare,quaadoèmottimeo)o,  comepaf- 
I47)  ~fareinnanzi,o!afciar  aiiietro.  1484 
488  trapairare,pcr  paflare  dall'vn  canto  alfa! 
488  — tro,o  con  arma,o  fimile.  7)1 

I8j^“crapdare,pcr  pafl'arfocnlmeote, come  tra 


tigna^iofcrmica  nota. 
ogoofo,quello  che  ha  la  fieoa. 
tigre .anunalc  nelocufimonel  corfo. 
lDiiido,ual  pauidojoon  audace, 
cioiooc  della  naue.cioe  il  goneroo. 


l4|o  pelo,firpelo,otrapanar  tra  peli. 

09  torpore, perigomcntare,unpigHre, ètra-  frappola,il  medefimo  che  calappio. 

-rt88  dcbilire.  1498  ~mpungerc*per  Uuorar con fago. 

i887~~Tcrrre,pCf  toeliere, per  Pigliare.  419  trapunto,èlaoorodi  ago. 

1887  ~t>ane,&  in  piu  torn,edi^io  noto.  918  tcarre,per  moaerc,o  iruare. 


•IM 

))4 

73) 

74) T 


M8| 
•411  ■ 


14  47  torfcnce.é  fiume,4;he  non  Tempre  correi  ma — trarre,  per  portare. 

laSd  aimna  volta  fi  lecca.  1078  trarre, per  irjhere,o  tirarea  fe,  per  indu(i«.  ' 

1071  torta, A uirielli,ribo  no4iifi«n«  1804  per  cfirahcrc, mandar /iiori.  417  — 

•UB'iaai,rabaÌli,amburri,&firomeaCì  more  torco  .&fiorro,uaI  non  dntto,&  per  meta.  trafandirc  perpalìar  auanti  &Tircatc.i48C 

h fchtbcilici.  S09  ualcingmfto.  1894  trarcolnrare, per  mutar  coloie.  8*^ 

naeUo,l( tinelb uafo.  849 — tmcore,vccelio  noto.  1914  rrafcortete*pertrapairate.  t4$0>c^ 

bngctcì  perfegnare  eoa  carboae',o  fi-  to(co,iì  veleno^  pigliali  in  genere , per  ogni  uafcuraggine,&  tracuragiae,  cbeualeofc 

• jailc. . 848  ucleao.  I147  nudi^enic^inauerhata.  vm 

‘ — ' ' ■ . ’ 


.r 


h 


T -A  V O L A 


trafcnraataiUmedeCcnocbt  oleraconata, 
dctracoraaia»  it4i 

trafcuratOi&tracarato.  1 141 

trasfbrinarc»pertramurare*  in  1 

traihuraaaare,  per  ttafmuUrS  <li  humani' 
natura  IO  (iiuina.  |i 

trarmodare,  per  pacare  il  modo  » de  la  mifu 
ra  llf7 

trarmtitarC|&  tramutare.  I7i 

Crafognareiper  ftordire,  de  quaft  ufcirdel 
feucimeatg^come  un  che  fogna. 

rrafparence,Cioè  erailucido.  419  ~tnom9hi,dr  tnompho. 

trafparcre.per  ueder  dt  fuori  quello, che  é morm>ho,pcr  lo  godimento* 


tneg-ja.dr  tregua, il  patto , la proaiùfiooe  di 
00:1  olTsodere,  demetaJa  quicte^U  u* 
pofo.  711 

miurtfe.val  di  qumdeci  anni.  afr 

trmare,dem4fare,U  voce  della  rondmeb — 
la.  ,«bii 

ttinici  Lat  rrioitaif  } 

triofare,dc  Crmarela  uoce  della  roadinel- 
la. 

Cnomp)uIe,dr  trioophali. 
triomphare.Lac.cnumpiiare. 


dentro . 
lra^rtare,:'er  nmouere. 
cralricchire,  per  farli  ItrarKCOf 
traUomare,Pcr  cornare  adietro. 
trallullare,per  fche:aare. 
tra{fullo,ual  fcheren. 
tracuiio  accedi  fchiera* 


6 1 ^ — mfudu),n  ballo. 
l4tt'~t?ill]niuolo.TaIeaIquanro  trifto. 
iz7_  triihria,0e  mftitie,  dccnlleiia  , la  feelenti 
147}  ~ la  ribalderia.  ^f7.i467 


499 


ro» 


tarbato, vale  irato, indigiitto*  r^f 

turbo, è ucoto  eoo  graoTreddo.  * l#' 

turbo, iQ  ucce  di  curbido.  1810 

Curcalioda  ph arctra,o  il  carcalTu  $ doue  ù 
pongono  le  Inette.  49}^ 

'tiitchi  popoli  dt  turchia.  1 r jo 

(urgere pergoiilìare, de  enfiare.  xxo 

turpe, turpa.ual  brutto.  iti» 

tu(ilare,&  crutdarc^  la  uoce  del  tordo  vc> 
cdta  l|t4 

turca, tut(e,tuttj, de  tutto,  1 7 a& 

luttauia.vai  conemuameoCe. 
tutto  foU  lu  tutto.  ~ 

étS  ~nKCo  adie.ciie  uale  ogni  cofa  ,ogni  par>^  ^ 
1414  tr.  !4ÌÌ4‘ 

tutto  che, ual  ben  che,dclfi  ueccdi  quafi^ 
di  poto  manco  che.  1719 


aoi  I 
T4* 
74 1 
MI 
1 4o4 


tratta , a trahendo,  come  una  (ratta  d'arco,  tiifioiper  mfermo,maJfaao,debole,dolen(e, 


triA  >.che  ual  fcelerato,pesfimo,  ribaldo,  lutto  quel,  vale  ogni  cofa.  I7ìf 

fhiotto,  mallufo.  i647  tu  cuito,dc(uuata,  muccedi  tutto  Cutu,  ^ 

Trilro,perpoucro,mtfero.  |ia  di  tutta  tutta,  >744 


aoe  quanto  tira  un  arco.  4)9' 

tratcarc,r>er  mouere , neg  , tiare , gnuernare, 
parlar  con  frequentia  1 1 

traete  di  corda.  4)8 

tratto  aduer.  come  un  tratto, che  Tal  voa 
Tolta.  i7or 

tratto  tratto  aduer  chevaleadogniroo- 
mento, ad  ogni  punto  di  tempo.  17} 

trauagliare , per  voltare , de  nu  iUare  con 
l'aoimo , dt  col  cor^K)  per  rttrouare  il  ue 
ro.  lioa 

trauagliato,uaIeagitato.  i|oa 

trauaelic,ualeaogufi<e.  i)oa 

(rauaficare,pcr  trapalTare.  94I 

trauahcatore,val  rrafgreirare,  9,1 

trauafare,per  mutare,  come  cramutareil  ixu 
nodiunvaroiQ  vn'altro.  177 


drmello.  1484  7,iouercdìdoue»  ffe 

cnfi->,''cr  mefiaJafTo.  |4f  u,  10  ucce  di  ue,di  ui,dt  di  voi,  alcuna  uoÌtI~ 

triure,per  raioutaareminuUmente^  frego  (iguificam  quelluogo,omi.  (914 

lare.  I77i  oal  uerbo  andare.  {cl.1464 

(rito, vai  fminuztalo,rpe(ro.  i77i~oacare,per  aUcdere,daropera,far^ria.  418 

critico, il  formcDtn.  ai»  iiacca,animal  nomiimo  t cioè  lafemma 

(ritmare,la  voce  dci.*anitra.  1^84  del  bue.  ii|o 

tnuio,eluogu  cheha  tieuie.  no|  uaccaro, équello,chegoucma leniccbe.  ~ 

Cnumuiraio , ofìScio  dt  dignità  de  Romn-  1 t)o 

19)  uaccdlare,per  errare.  ' ~ 


U3Cuu,uacante,ual  uota.  if44 

uado,nrìnè,chc  e il  paOb,o  il  uarco  di  fiu 
' me,o  di  qualunque  acqua  baila.  948 
uagare,  per  andare  errando.  1 (79 

uaegheggiare,per  coatempJare,proprio  deU 


~lfoiata  la  fcrofia,cioc  la  porca  fattrice, 
tilt 

troiarc  fono  Halle , o porcili  doue  ftanoo  le  ' 
croie,  noe  le  porthea  far  1 porcelli,  iati 
trorooajtromeoco  bellico  oociadmo.  109 

(roinbecta,t|  troinbectiere , cioè  quello , che ì'Tnnaìnorato.  44t 

fuona  la  tromba  109  uagheg^acore,quello,checoa(enpU.  44f 

trauerfare.per  g<r  da  (rauerfo.  i494~'Croncarc,per  tagliare, o mozzare.  ]i<7  uagbcaza,la  ueouHa, la  grana.  4«S 

trauerfOfdc  trafuerfo,  de  da  (rauerfo  ad*  tr>mco,dc  troncone,  il  fuHo  dcii'albero  féaza  vagghti  voce  de  le  lepri.  1 aao 

ucr.  i<94  rami’  iiSTjlTapio^il  cribro, il aiuclln.  jj9~ 

tramare, dtdeuiare, per  torcere,  o vfardeU  troncone, d medefimo  che  tronco.  IU7  uàglio  il  ucrbonalcre.vedi  ualerc. 

tronfOfVal  gonfiato  nella  gola, cornee  il  co>  uagq,chf.ual  beUo,difiofo,ionamorato.448 
lombo  quando  fcgutcaucolomba.  1 14  uago»che  ual  errante, uagabondo*  1479 
trophei,fooo  le  prede  vittoriofe  fitte  da  ne  ~uàto,0t  uai , che  fono  pelle  con  cui  fi  fuo- 
mici.  749 

troppo, troppa, tropri,ad>«.  i?}o 

troppo,aduer  de  troppopltu  I7|0 

~m>tiare,per  andar  di  trotto.  lai  4 


lavo.  noi 

trauo , è quel  legno  groflo  che  fi  pone  a teni 
delle  cafe.  119Z 

trauolgere,i>er  rìaoleare.  1 44 

trauolto,clie  vale  attratto»  144 

tre  con  gli  fuot  mi  Henu  1711 

uc  aduer.  numerale  tre  adie.  & maf  de 


fem.  laia' 

ire  furie  iofemal*,(ioe  .Megera,  filetto,  ft  ~ 
Ihcfiphone.  1804 

treagio,ceru  forte  di  panno  coli  detta.  1 777 
treccie,foiio  1 capelli  lotercuii , dt  con  ordì* 
ne  rauoUi.  1141 

Credeci. numero  indeclinabile.  I7I9 

tregua,dc  incgualapromufione,  ilpal* 
to  di  non  otTcndere , de  vale  ancho  ~ 


trotto, lo  andarem  ftetu,  ma  manco  del 
galoppo.  iai4 

trouare,  per  ntrouare.  1 49  ì 

(rouatore,lo  inuentore.  1491 

Crullarcyper  pettegg>are.Lac.pe*rdere.  1471 
trutilare,d(  tutJare^voce  del  tordo  vccel* 
lo.  ij4f 

tu,  nel  primo  cafo  della  feconda  perfo 

194} 


drano  1 c uelb  da  mezzo  tempo , de  di 

doiton.  1541 

ual  caua,in  uece  della  uulua.  I4J9 

uale , voce  ufiuta  in  chiodar  licenza , tomo 
ilafano.  1471 

ualeote,ual gagliardo, potente, fimo»  74* 
ualerc,per  giouare.  77| 

^alcie,p«rpotere,permótareocofiare.  744 
ualere  nocne.per  le  faculti.  77i^ 

ualicare,  per  paiTare.  947 

ualigu.ii  fardello,  douefi  pone!  veftìmeat(~ 
quando  fi  caualca  in  maggio.  1744 
ti«llare,pcr  circondare.  1 io8 


ripofo.  71  i~tù,mvecedi  tutto, dtaccompagiia(o<oatu€*~uaIleacquanca.  lofp 

lieuiau'e.di  iremanti.  1194  to,aoe  tu  tutto ,vai  rutto  lutto.  1944  uolleduogo  ficuato  tra  ooggi,e  monti.  1 lot 

tremare  tcincndoto  hauendo  paura  nome,  tuba, la  tromba, Hr>  mento  bellico.  109  ualle,meca.per  loraondo.  970 

deuerbn.  U9e~Me,in  vcce,ditu,vfóOanie.  1044  ualletto, il  ragazzo, d paggio, od  femo  di 

tremolare, per  tremare.  ii94~~niffarc,rerappoz4are,oficcar  tutto  fot  non  tran  conto.  I79 

tremoto, de  terremoto.  445  ('acqua.  io|7~iralore,dacui  ualemogmuinu,Upfodczu» 

(reounurocroioderitnabde.  1719  tugurio, pouera  habitatione  TiUefca.  9|4  fortezza.  pi9 

trepie.dt  trepide,  ordegno  da  cucina.  f}8  rumor  di  fangue, infermiti.  i48r  ualoio(o,ual  pieno  di  nalore.  ft9 

trefca.vaifchtera, traccia, coapagaia,obal-  nnimulo,il £epolcro,o la fepolcura.  i44i  uampa,dettada  vapore, oo«ntdore»& 

lo  con  mpuimento  veloce.  poi  tnmulto.é  rc>morecoofufio,ofuoaodìfordi*  fiamma.  98* 

(rtfc4re,per  ballare  falcando.  701  ** — n^r  -idi  mola.  i407~iSlncggiare,per  uagare,  de  andate  errando 

tuo, tua, (ae«dc  tuoi.  ifZZ  conlameoie.  lapa 

tuoaar,d(tooare,dr  far  tuoni»  47a  uanga,e  ilfonicato  villefco  dodb  tappe 

tuonifdt  tuono,!  tootcrui.  494  percauare.  |I9 

turare,d(  ottuure , per  chiudere , o ferra*  nàgaiuolc  fono  reti  picciole  p pefeare»  i09r 


tnaogolo,e  figura  di  tre  angoli»  79  4 

tribo.per  la  famiglia, il  parentado»  irdf 

(nboli  fono  frutti  pungenti  iriaegolaci.  1190 
^tribu!attone,d(  t >*- i!-'  ni.  i|,|9 

tribunale  della  ragione , uoue  fiede  chi 
. «fca. 

tributino/nbatarìe.  741 

(ridente.e  l'arma  di  SeUttao,Cofi  detta  per* 
ebebatredeno.  49Z' 


turba, la  calca.o  la  moltitudine. 
turbamento,dc  turbauone. 
urbare,&  turbare, 
'ruibationc^dc  turbamento.  | 


944  uaageliojdt  euangelio,dcuaegdo.  97 
irzo — iBoi  amori.  99 

f6$  uaoire,pcrfmarrire,ciod  andarla  vano»  991 
f o|T~aàniUvdc uamtade,io  pbi  vamutu  9«a  ' 
fti  oaiu,fooolepeaaemacflie,ciocleducpc». 


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nìpmj^tofidelPil*  dclPrccello* 

' 'tiano.tf  Sn,ual  f riuo,vaoio,*  feoxa  prò 
fitto  ft* 

tiantaggio,naIe  accrefcimenio.  7 60 

tiaaUrc,pcT^lonare>todarfi«  ifo 

Uanto,  ta  unaniia*  (fo 

aaràre,e  quando  un  legno  mantimOffatto  o 
tmpesQiato  di  quouo  li  fpioge|all*acqua, 
qui^eadarc.  •Off 

uarcare^perualicare.pafiart*  fql 

toar(0)UaÌ  pa(To,o  guado.  94# 

aariab>le,ual  mutabile.  169 

. tiart  ire  nome, dt  ucrbo.  169 

<«tarteti,Ia  tnfbbtUci  Ja  dtuerliei.  1(9 

'tArto,ual  diuerfo,du(ìmile.  itff 

ua^)  IO  uece di  torto, ufato  da  Dante.  1493 
uareitamettcìyittafi  di  piu  forti.  fa# 

aiareHo,&  ua{el,Se  rafo.  taf 

nafello  legno  mariomo*  104* 

uali  di  nane  forti-  iat 

ttalo,nafi}&  tialello.  iif 

Qffialto,ual  fuddito  del  fignore.  ir? 

tiberiifoQO  le  mammclie^o  le  poppe.  1447 
ubefta,la  abondanza.  Ujo 

ubcr^ofo^ubertiilimo.  a|o 

sbf,e  uoce  tatiaa.che  vai  dose.  eri 

ubidire, & obcdire.  41 

ubidiente, & obediente.  4I 

ubidienia,&  obed<eaia.  4} 

ubino, quali  il  medeliaio , che  chinea  canal- 
lo  noto.  Ilio 

uccellare, per  pigliar  urcelll.  997 

uccellare, mct.  per  ingionare,  deper  bef- 
fare. 99é 

eccello,  vccelh.  994 

nccelii  notiurol.  Itir 

uccelli  dedicali.  995 

Uccidere, per  amaztarew  fu 

ecaditort»!  micidiali*  $39 

uca(ioae,U  firage.  934 

ecali,uile  amazzati.  flP 

«dienti, & audienza.  i|7l 

udire,nome  de  uerbo,otr  afcoltare*  1 }7( 
«dita  per  la  fama  publica.  149.  137  f 
ue,in  oece  di  oue,9rquido  luogo  dmota-9fr 
oSfChe  dinota  uot,dun  quel  luogo*  1913 
ue,muccc  diuedi.  I3T3 

uecchia.de  uecchie.  249 

nccchitxza,ji  uecchiaia*  149 

uecchio,vecclii,vecchta.  149 

oece, de  in  uece,uale  m quel  luogo,  dt  in  quel 
cambio  4pa 

oedcrc,pcr  guardare.  1 449 

uedere.pcr  có(idcrarc,trouare,mfiure;  1x49 
oedere  oome.Lac.infpeého*  1 144 

ueditore, quello  che  vede.  lira 

tt«loua,quclla,che è lenza  marito*  ini 
uedouetta,dimi.di  vedoua.  ini 

«educa, che  naie  tQtelligenna,notltia*  1391 
ueggeiue,d(  videntc.  i|fi 

•iegghia,Uuigiljutia.  f'Jf/  H4# 
uegginare,dcuigdare,deuegliare.  tff/  9444 
«cggilaotc,*  Tig.lante.  134# 

oej^ia  la  botte  rafo  da  vino.  U t 

•eggio.dtucggodalmbovedcre.  i|fa 
•cgiio,d(  regitardo,cheval  vecchio , de  vec- 
chiazzo.  2^9 

uchicoloiii  carro.  30# 

ucla,veJo,dc  uelc^dcllanaue.  loro 

oelanie,  va!  copeira,  prctefto,  lotto  colore, o 
fpcf,c.  ,,, 

«cl«re,ptfrcoprire,o  courìrc*  919 

tteleno,écuelem,ilcofco*  **47 

uele(ca,qu.iiì  rcdecu,  cheélnogo  doge  (i  fa 
J^guudia.  l&4i 

tielli,ineta«per  gli  capelli.  1 341 

odio, per  la  lana  delle  pecoreconduu.ii9t 
3|cUoiieiroro«  vediU  hilUmaaUfo- 


TAVOLA 

Ae.  47t«ir4t 

CieUato,è  drappo  di  feta  pelofoafiat  no- 
to. Ifr4 

«elo,  dt  ueli,  che  portano  le  donne  io  ca* 
po.  ir4t 

uelo,meta  in  vece  del  corpo.  1916 

uclo,pcr  lo  coperto  della  caCa*  919 

«do, per  lauela  della  «aue»  tori 

«ielace,de  veloci*  l49r 

«clociiftmamenre*  I49f 

oelociti,dc  uelociuce.  I49r 

«eltro,e  cane  da  caccia  afliù  noto*  1231 

ueQa,&venedtaoqua.  loia 

neaa,dc  uene  di  faoguc.  1 314 

urna  del  dire.aodif  Itile.  i7 

ueaale»quello,cbcfiuende«  771 

nenchi, urna, nmuie»o  vitncL  941 

«eudcmta,de  viodemia.  laa 

uendemiare,per  far  veademta*  laa 

uendere,per  alienare.  770 

uendeta,dt  uendette.  f|i 

ueodicare.per  far  ucndetla.  n 9 

ueodice.ual  vendicatore;  f 4 

aeodica,d(  vendite.  770 

nencno.dc  veleno,  il  tofeo.  1 147 

neoerabile,val  venerando*  399 

u en  era  ad  3,ua  1 r coer  cado*  1 9 i 

oenerdiyilchdiucnere.  i4i 

ueogiare,per  uendicarc.  ng 

uenire  oomc.dt  verbo.  1479 

ucntare.per  far  uento.  1 10 

ueQte(imo,dc  uigehroo.  17x1 

uen('voo,uent'octo  1719 

ueoo  numero  indeclinabile*  1719 

uenii  contrari!.  no 

uento, de  ucoti,&  neotarc.  i to 

uentofo,  ual  pieo  dt  uento.  1 1 o 

neatragiia,il  uentre  1319 

nentre,  il  corpo , de  alcuna  uolu  fi  piglia  per 
lo  nino  dola  gola*  13 1 9 

nen«ira,nal  buona  fortuna.  1 44 

neoiura,in  ucce  della uerga.  1494 

uenufta,uenultace*  471 

neBu(to,ual  galàte,polico,gratiofo,bello.47t 
ucnuta,la giunca, Uarnuata.  **-7^  1479 

uepri.dcuepre, fono  pruni,  deuirgulorpi. 

nofi.  1199 

uer.de  uerfo  prepoficione.  403 

vcr,d(uero  nome  fofi.dt  adie*  147& 

uemee,  ual  ptfno  di  uenci , doeptn  che 
ueeo.  1471 

uerace,io  uece  di  Dio.  9 

ueracemente,ual  ueraméce,certaméee.  »47| 
ueramence,ual  certameott.  1 473 

verbena, herba.  *i7r.. 

umbo,la  parola.  S3M 

ucrde  naturale, cio^  di  hcibe  * di  fo- 

Mf# 

ucrde fofi  in  uece  di  herba*  1149 

ucrde, de  uerdi, quando  dinotai!  colore,  lai 
uerde,iauecbdigiouemle.  440 

uerdctmet.per  lo  fine,  tolto  dalla  candella, 
che  nei  fine  é tinta  di  color  ucrde.  i4a9 
ucrde  fiume.uedi  aU*iadicc  de  nomi  pro- 
pnì.  i07r 

ucrdeggiart.pcr  far  ucrde*  1179 

uerdura,dc  nerzura.  1 ifS 

uergn,per  lo  feetro  regale.  391 

uerga.p  la  bacc  hetia,o  picciola  mazza.  1 1 94 
uerga,perlo  membro  mrile.  1474 

ueigare.perfcriuerCfdcrigart.  S03 

ucrgineinuccedi  Maria.  7 

uergine,dt  ucrgini  gca.com.  alt 

uerginitaideucrgmitacc.  ii9 

ucrgogna , c timore  di  non  errare , o di  non 
haucre  erratOj  alt 

uergognarc  io  buona  parte  , dt  fuergognare 
U mala  patte*  ito 

. M - 


Dtrgognoramente,doe  con  udr^goa*  alt 
uergognofo,ual  pienodi  ucrgogna.  ahp 

ucnra,d(  ueritarc.il  ucro.  1 673 

ucrmcna,lauerga.ò  umcaftro.  1 194 

uermo,&  ucrmc  a ucrtendo  didhif.  1131 
uermiglio  colore  non  io  tutto  roflb,  ma  co- 
mc'il  fuoco.  941 

ucmacaa  utoo  aolitfimo.  1 ao 

uemare,dr  tnuemarc.pcr  far  freddo.  #94 
ucrno.de  inucrno,de  lauernata*  834 

ucro  fofl.de  adie.Dauero.  1 474 

nerone,tl  pog|<uolo,o  il  portico,chee  luogo 
clcuato  nella  cafa, de  fportoin  fuori , non 
pero  facto  fopra  1 tetti  delie  cafe*  come  le 
altane.  919 

aerfagl(o,debenaglio*  493 

uerfarc,pcrfpandcre.  1744 

udrlificare,  perfar  uetfi.  93 

uerfo, de  uerfi  fofi.  9 3 

ucrfc,ucr  prepoficiooc.  4or 

uerfo  aduer.  locale.  4op 

uerru,uerture,dc  utrture.  i84 

uertuono  Dio  deiraano.  tf4 

uerunoiual  puruno,foI  uno>oefluno*  1891 
uerziero,il  giardino . iio4 

oefpe.di  uefpa,aial  quali  limile alPapc.  ioti 
uc^ro,hora  canonica.  444 

ue(cica,il  nafo  nel  corpo  douc  fta  l*o> 
rina.  x{49 

uet(iJlo,la  bandiera.  494 

uciti,  li  ueAimenco.lo  habito.  ipir 

uclta  m et.  per  lo  corpo.  1717 

uelhbuIo,tl  luogo  dauàtt  la  porta  della  cafa 
de  Pctrata  della  cafa.come  l'adito,  o fimi» 
le.  9x1 

neftigio,&  nel  numero  del  pio  vefiigia.  de  ve 
Aigie,lc  pedate,  aoc  la  forma,che  lafcu  U 
piedeio  terra.  * 1444 

ueftimenro,]'abito,che  fi  porta  di  fopra*  1 f 3f 
uclhre,  peradobbare.  if|4 

ueftiti,fono  veftimenci*  Xf}f 

vetro, de  uetn,de  meta.io  vece  di  nafo.  1 144* 
• 19 

uccia, la  cima,o  la  f.immici.  199^ 

uetpouaglia.dructtouagbe.  430 

ucttura,dr  uecture.  740 

ueturto,uaI  ucc4.hio,dt  antico.  449 

uczzo,de  uezzi,U4l  uitto,coliuxne,de  anco 
blaaditic,carczze.  1 f 4 1 

ufficio, de  offiao  diurno.  34 

ufficio,  de  officio  per  la  digniti.  409 

timore,  paura  con  arriedamento 
uè  capHii.oode  in  Thofeana  fi  dice  cu  mi 
dai  uggia,aoe  noia,  fafiidio,dc  peto  adug 
parcual  fiiAldire,noiare,dr  odiare  actiuo, 
« patfiuo  anchora  che  adhuggiarpoi  fi 
efpona  altrimenti,  uedi  adhuggiare  644 
uguale, dt  eguale, de  equale,dt  iguaTe.  itfjv 
ugualmente, igualmente.  *6ff 

uguaano,aaI  qucii'anno  uocabulo  ville- 
fco.  4,4 

VI, quando  luogo  dinota.  9,9 

ui,in  uece  di  uoi,dt  in  quel  luogo, dt  per  orna 
mento, dt  quando  ualc  eflo,efTa.  19x6 
ui»pcr  ujghezza , de  omamento  del  parla- 
*«•  1919 

ui  fi,uatquan(oin  enb,dtio  efia*  1944 
uia,che  lignifica  la  llrada.  1100 

uia,tn  uece  diottra.  1739 

uia  mcn,de  uien  rocn,uale  aflal  meno.  1 734 
uia  pju,&  uie  piu,uale  aliai  piU/ò  «mito 
piu.  1719 

Ulama, ual  incontanente.  294 

uiauio  detto  da  nia.é  damino*  noi 
uiid3ote,qucUb,che  camina  10  uiaggic^tioo 
uibcare,permoucre  con  ficua , o^efiihcc 
mbrar  la  fpada  quando  quella  è moda 
con  fretta  verfo  d Sole.  439 

li 


irfcarulycioè  laogolomenM*  994 

Vi  ;cnJa,c  U voltaiche  bora  ad  vaa^,  à bora 
ad  VD*jt(ro  Cocca.  1 174 

YtcìaaaUila  vtaoici  de  vicini.  irvS 

Yictao  aducr.Oaaicmo*  971 

vicino, vicma,&  vicini.  irvi 

VICO, il  borgo, uia,o  calle.  91  r 

vie piU|Ual  alTii  riUfO molto piti,& èti  mede 
deltmoyche  uia  pm.  t7tr 

vie  mcn,  vie  peggio.  I7if 

TieOiio  vece  di  conaien.  ]xi 

VICO  qua  uedi  uenire.  147 1 

vietare, tier  impedire, fchiuare.  i|oa 

victu.e  ptcctoiauia.  1 100 

vigilia, & mgJie.  17 

vigilare, Se  vigghiare.vedi  uegiIaDte  & ueg 
ghiare.  fS/^  iffi 

viglia. & uigoaiojluogo  di  ulte.  110 

Vigaaggio,qucllo,che goucrnale  vigne,  lao 
Yigorc,  la  t'oiTv,  Iagagliardia,ta  profpenti 
de!  U'uere  naturale.  1991 

vg  trofìta.utg'irofamente.  ir 

vigorofOfVd  pieno  di  vigore.  1 91 

vif,&  uile  aJie.val  di  poco  pretto.  iti 

vdtpciiderc,per  far  uilc.  |i8 

Villa, & Utile,»!  uidaggio-  914 

villania, la  ingiuria.  914 

villanOìSt  uillaat.tl  rollico.  }or  9 > r 

villefcn.u  il  di  uilla . 914 

viipilIreliihSt  {^pjUrello,  nccello  notturno 
nolo.  liti 

Viltà, ual  dapocagine.  vip 

TilurpO,  il  fagotto.il  fjtrdclin.  144 

vmi'ne.fooo  le  ftro:'pe,oi  vinci  groffi . }qi 
vtn,U'uo  Se  uim.uediuino.  119 

vm  c *tto,la  fapa  uin  Cìreco.  119 

vmcalfro.Ia  uerga  ucrde,  con  cui  il  pafior 
guida  rarmenio.  I4  s 

viocere,per  luperare.auanaare.  r4l 

vinCifO  uccbi,&  mroi.o  uetrici,  fono  legami 
di  falce, có  cui  li  legano  le  uiti,  o nmite.)4i 
Vincigli  il  medebmo  che  uiaa,o  vuoi.  148 
vtoci(ore,uio€itnce.  747 

Vincolo  li  laccio, i|  legame.  {41 

vmdemia , Lai  vindemti.  1 xi 

viodemtare,per  far  uiudemia.  iti 

vioo,uia,umi.  1 19 

vinco. vai  Tuperato,  abbattuto.  ^47 

vi7la,fiore  odorifero  noto.  1 1 79 

violare, per  maculare,ifortare,ftuprare,  gua 
ttarf.  fii 

Violato, colore  di  uiola.  1179 

violento, uiolcoU.  4 , 1 

Viuieaxa,il  sfono.  vtx 

vipiUrcllo.uilpiftrcllo . pipiftr«Ilo,baibaOel. 

lo, & notrnla  vccello  notturno.  liii 

Virgmira.dt  uerginiù  ai8 

Virgulti,*  il  Pullular  di  molte  uerghe  . 1190 
Virile, vai  cofa  di  huomo,dc  alcuna  uolcaual 
force,dc  magnammo.  irai 

Viro,dt  uiri,lo1iuofnn.  tpii 

Virtù, uirtute.uirtude,  & uertucc.  t$C 

virtù  celcduLatuirtutet.  io 

virtù  uibuadacume  delPoccbio.  xm 

virrnofotual  pieno  di  uitture.  ittf 

Tiraggio,!]  Ulto, voce  francefe.  1417 

vifco)&  uifcbio, materia  tenace  per  pisbar 
uccelli.  ,,, 

vifib«lmeiite,i]alcapertanicale.  i|f4 

Vificra  delÌ*clraeuo.  447,  1^17 

vi(ìcre,iouccfideUiochiaÌ.  iu7 

vifiooe,  che  uien  nel  dormire.  l}46 

vifìure,pcrriuedere.  1774 

v.^oaiie.comeui5oo  fenfo.  itn 

fefofii  mufu  &il  rollo.  1417 

Vtfo,iQ  ucce  di  panie,  come  rat  fttVifo,  eoe 

mtparue.  1^9^ 

f ifia.St  muifla^a  prcfenia,Io  afpetlo.  141» 


TAVOLA 

vifta  corca,  cioè  chi  uedepocodBcdi  cor- 
ro »T9» 

viAa  uidua.ciod  la  uirtù  luCna.  1 ira 

vita, la  anima, lo  fpirito.  *V’84 

TÌraÌe,ctoecheci  lolheneìn  vita.  'if84 

vite  nel  ha  & nel  plu.uiti,  rarboxcdelU 
Ulte- 

vitello, uitc)li,vitclU*anuDa  ooto.  it|i 

vitio,il  contrario  della  uutu.  i6*a 

vifnolo  herba  nota.  1 i 7f 

vi(tima,il  facrthcio.  }| 

VitcOfil  uiuere^o alimento.  Iflf 

vitiore,&  vitto,il  vincitore.  f48 

vtccona,&  vittorie.  ri9 

Vitionofo,cioe  umatore.  nf 

vitui  erare,pcr  fuergognare.  144} 

vituperiOfla  verepgna,b  ignociUatt.  i44f 

viuace.ooe  valido, Se  vigorofo.  k84 

vmaci,cioeqllichesó  {lati  diitiga Ulta.  XfSé 
viuacitàtU  prontezza.  irl4 

Viuagno,  io  orlo,cbe  ù pone  intorno  alle 
retti.  t6x9 

vmaio.lufìgo  de  pcfd  riuù  1 094 

viuanda,0c  uiuande.  lr9^ 

vmete,nome,&  uerbo.  ItSe 

viuo,uiua,Sc  uiui.St  uiue.  U*  4 

Viuoia  Uromeolo  crulico  noto.  109 

vizza. la  crcfpa,&  per  loadiettiuo  nhzo(a, 
cioè  crefpaia.  1)49 

vliuo,A  oliua  albero  noto.  1 1 «r 

vUimamentc.val  hoalmence.  i4z4 

vltimo,tl  deret400,il  fczzaio.  1 6x6 

vlula, uccello  noiturno,  la  cui  voce  è uli*. 

lare  *o»l 

viulare  per  piangere, lamentare.  i}4} 

vjnbilico,ilbelico,il  ligamenio  degli  m* 
tdbnt.  1449 

vo,uno,uoa,&  uneufó  il  Bocacao.  1704 

vn  batter  d'occhio.  X97 

vn  paio,&  un  paro, che  ual  duo*  171 1 

vna,uno,&  un  adie.  1704 

vo'altra, un'alito.  l7or 

vn'altra  uolca,  ual  di  nnoiio.  I70p 

voa  noUa,cio«f  una  baca.  1 704 

voterai  ta , It  no  tratto , comequando  h eira 
di  arco.  qii 

vnanare,pcr  pigliar  con  fuocioo*  49f 
vacioo»iigra^o,il  rampino*  497 

vodeamoadit.  I7a| 

vne,fi  come  da  Ubai  lì  croua  tei  namero 
del  piu, come  voaj  hterax , cohappo  il 
Boccaccio.  1704 

vogete, per  condtre,tingere«  1 9} 

voghia,St  vnghic.  I4J7 

mgucii(o,&  vogucoti.  194 

vnico,val  folot  dtlìogulare.  1707 

vnigemcoyval  figliumo  folo,ckHl  voico.i70f 
voiuerfale,ual  generale.  j 847 

voiuerfo,io  ucce  del  mondo.  947 

vno,una,S(  vn>adic.  1704 

vnqua,&uoquc,uaÌe  alcuna  ooIta,mat.  x8} 
voqnaoccHCioèaochoraouL  184 

TStione.&onnooe.  19X 

voto  ache.cioe  imbrattato , fporco.  19X 
vntume,il  rporchczxo,clie  aie  pelfudore.iei 
vo*&ua  dal uerbo andare.  iri.1444. 
vo  dal  uerbo  uolere.  1 Z74 

vo  in  ucce  di  VOI.  19x7 

vocabulo,ta  noce,  la  dictiooe.  1 )l4 

vocehumana,  ooè  vocabalo,foooo,  di ctio> 
ne.  1)84 

voce  di  animali  diuerfi.  l}94 

vogare  & nawgare,pet  cooduceic  aani 
co  remi.  loff 

vogliala  uoloocà,tl  uolere.  1x74 

vogtiofoyval  aoloncororo,«|ùdo,anCo,cu 
riuh  htiboodo.  1174 

T«,uace  di  hooor^  oucropiu  tofto  di  adu- 


latìooe. 

Volare  ueiboperónenle  a gU  vccenò  io« 
voleotieri,ua)  volencerofameace,  & di  vo 
lonraL  >974 

volete  ooree,&  uerbo.  1 974 

Totgerc,S(  riuolgere,per  uolcard.  161 

volere, per  doucre.  197  f 

volgere, per  crasfurmare.  irx  > 

volgare, & uulgaret  che  ual  dd  uolgo.  1979 
volgo, & uulgoda  plebe.  >r7t 

voh.pome.Latuolatuf.  999 

voloota,&  uolonrate.  9x74 

volontariamente, ual  fpontaneasnente*  1174 
volootcrofo  adie  ual  ucgltofn.  >974 

volpe  aaimal  ootulìmo  • i9}  • 

volca,la  cantina  fatta  a unico.  947 

volta, cioè  inuolta  ,'cbe  ualeio  fuga  uedi 
mnolta.  >4  9^ 

volure,per  nolgrrctgirare,riuolcare.  1 4 1 

voltarc»pcr  fabreare  a uolto.  947 

voke,rono  luoghi  fot  lenanci, come  cantine 
dauioi-  947 

voice, uaUiatc.  >714 

volto, il  uifn.la  faccia  deirhuoAO.  1417 

vclto.in  ucce  di  uohato.  1 81 

vomerdi  fenoa,meca  perrcniaere.  to| 

vomere,  il  ferro  delTaratro  eoo  cui  fi  fende 
la  terra.  |oS 

vomito, la  naufea.  ^49 

vopoydc  lmopo,il  bifogoo  la  uCilici.  114 

voragine, ual  profondità  Tenia  fine.  ii|x 

roTa,uoTe,&  oTati,  fono  ttiuali,  o bolgiachu 
ni  uedi  ufatcì.  1 999 

voUo.ual  con  uoi.  > 997 

voute,&  uuocate.pernacuare.  >784 

voto, ual  uacuo&  uacante.  >7^4 

votoyla  prcmiifione  chefi  (4  a Ok>.  Il 

roiio,dt  nel  numero  dei  pm  uooa.  1809 
vpupa, uccello  chriftato,  che  di  coociouo  hn 
bita  nel  letame,  alcuni  la  dimandano  bu- 
ba,alrri  puttana.  ioi| 

vrbenita,la  anditi.  Sya 

V rette,  per  fp*bgere,& per  urtiM*  8io 

vriare,la  uoce  de  lupi.  1404 

vrlOfC  fuoDOCon  ftndo.  1404 

vma,è  proprio  uafo  da  acqaa,demeCa.p*rU 

fepoltnra.  l4xx 

vrcare,per  fpingcrt  con  impeto.  4to 

vtàza,lo  ufo,la  córuetudioe,ilcofiame.i94o 
vfare»percofiumarc,hauerctntt£o,  efier 
folito.  1940 

V fato,uale  a ITuefatto.  1 9 4o 

vfatci,dc  uofc,i  fiiuali,o  bolgiachini.  19 1 n 
vibergo,&atbergo,armararadelpetto.  496 
vlc>gnolo,&  rufcignolo, uccello  noto.  1700 
vTaoda  porta,la  entrata.  9x1 

V fare  oome,&  uerbo.  9x8 

vfoyla  uTanza,!!  coRume.  1 |4o 

vfoca,loeQio,&ancho  lapcrta.  9x8 
vlblien,  Scoflolien , Tono  1 Tpaghctli  eoa  ctd 

fi  ferrano  le  brache,o  mutande.  1 947 
vfura,6cuTute,come  cuore,  o dare,o  fare 
ufura.  798 

vTurano,dt  ufuricre.  7x8 

vteroil  uentre.lo  alno.  >}I9 

vcile,ttul,di  utilità.  X44 

vcibtitOlc  ntilitate,dc  ubliuti.  144 

vire  la  peli  e del  la  Lodra  animi!  acquatico, 
& ancho  di  oltre  bclbe  fatta  in  foggia  di 
ficca  1799 

vcrelÌo,Sc  ntello,  o lucello  uafo  picoolo 
da  olio.  g|o 

vna,il  frutto  della  uiteoootfimo  per  lo  Tuo 
liquore.  1x0 

Tui, in  ucce  diuol, maio  dcfincnxa.  19x7 
vulgate, & volgzrcjCioè  della  plebe.  trvn 
vulgo, & ooleoyla  plebe.  197  • 

Vuo,i  uece  di  uoi,acdi  al  uerbo  uolere.  t 


ruuipxre,  ?4toc«  deirAuolfbio  vc(c{|obo 
to.Tcdi  Auolioio.  loo» 

notare,  & ?ouie,p«t  fccmarc.  Tacuare, 
prillare.  I7«4 

Z 

Zacchere,  fono  q«eilc  fporchme,che  fi  firn 
no  pel  fango  nelle  elhemici  delle  Teftt 
co  piedi  cimiaando.  lliò 

taccherofo,  vai  fangofik  llld 

«acconato , & laiieaco  dal  verbo  aatzeare 
voce  coacadinefca,che  vale  andare  a tor* 
no.oafpalo.  1476 

lafiro  o laphiro  pietra,  gemma  pretio- 
fa,di  color  purpureo , & azurro  fimile  a 
quel  del  ciclo. 

zaino  » è certa  bifacda  paftorale  Tatù  di  pe> 
cora,od'altroafUAalemgUifadj  bolgia, 
odi  valigia.  I7f9 

zamarra , o timarra , é vefte  fodrata  di  pelle 
di  pecora  ,0  di  capreuo.  IP40 

lambra,  la  camera  vocabulo  francere . pao 
zàpa , la  branca,&  io  artiglio  dcU*aiale.  t xoo 
zanca  io  vecedelU  gamba  vfó  Dante.  1 4f9 
zanne,  & fanne,  fonoi  denti  maggiori  del 
|*animale  vedi  fanne.  net 

zanzara»  la  Caoiata,che  il  pia  vola  di  notee 


'TAVOLA 

A pia  regna  ne  luoghi  vallofi , St  palUdo 
fichealtroue.  toor 

zanzeri,  foaoì  cinedi  • 
zappa,  la  mirra  Aromeato  zdlcfco  per  latto 
rar  la  terra.  |0{ 

zappare,  per cauare,orotterrare.  |0] 

zappadore,  quello, checaua,&  thè  lauora 
la  terra.  |0| 

zara  , e giuoco  de  dadi.  69% 

zauorra , la  giam,o  fabbiooe,<he  fi  pone  nel 
le  feneme  delle  nauÌ,accioche  pd  poco  ca 
rico  non  vacrfimo.  1 opi 

zazzeare,  per  andare  a forno, o a fpaflb,  vo.. 

ce  di  contado.  1447 

zazzera,  tazzerina,il  dimtJa  captgliera.  t {4 1 
zebe,  fono  le  capre.  tx\t 

zecca  «itlogo  dotte  fi  coniano  le  monete.!  ir 
zelo,  vate  afretto,amore,defire»ardorc.  619 
zeodado»i  feta  fotaliffima.  1774 

zero,  o cero  altrimenti  nulla , d proprio 
quella  figura,  che  fola  aeiranthmerica 
niente  rrieua.  174$ 

ziinarra>o  tamarri  vefie.  1140 

zioacislare.laTocedclla  rondinella*  ioti 
Zfo,drvia  llbarba,dcramida.  K19 

zicella,o cucila,  la giouinecu  • if|o 


zhio,  d certo  Tuono, cl\e  fi  fa  con  la  borea 
emero  fegno  che  fi  fi  ponendo  H dito  in 
dice  alla  bocca  dinotante  fileotio . 14 iz 
zizania,  per  la  d>rcordia,0t  quando  e fem.di 
nota  trKIafecnenza  » come  il  toghe  grano 
mutile  & noto.  f94 

zocco,  & zocchnvedi  ciocco, ft  docebi.  1 Tpa 
zoccolo,  & zoccoliffono  tnpelli,  o cofpi  di 
legno , che  fi  portano  il  piti  del  tépo  del 
verno,  ocomcqueichc  portano  i frati 
zoccolann . ipp  z 

zodiaco,  orbi!  fignorum  . S6p 

zolla.tl  mcdeftmo  chegl^a,  o teppa  di  ter- 
ra cauata  con  l’hecba.  10079 

zoppo , zoppi, de  dotto.  ipot 

zotico  «Phuorno  rulbco^dt  rude.  )o6 

iucca,  & zucche  frutto  noto.  iif4 

zucca,  meta  per  la  pazzia  t zra.de  per  lo  ca- 
po otefb.  1414 

zacchete,  cmelc  cootelato  nelle  canne  In 
tudadel  forgaro  o od  niifegaro.  i4ox 
tuìT-i,  la  fìira,laquelhonew  " p94 

zuffolo  Aromenio  muficopaAorale*  109 
zuppe  A Tuppè.  «g|- 

IL  F I K £. 


INDICE  SECONDO  DE  NOMI 

PROPRII  DE  GLI  HVOMINI 

JT  Ì>E  tVOCHI. 


I 

9 

1 

$ 

f 

I 

f 


i 


Czt  figliaolo  di  Adamo,6t 
di  Eua  primo  paAore,& 
huomo  giuttoydt  rdt|pO' 
foyfii  vcciTodaCaioruo 
fratello  per  inuìdia*  )or 
I Abraam  primo  patriarca, 

I aoe  il  primo  de  padn  t 
codia  tu  il  primo  fidcl  vecchio  i d cui  Id- 
dio riuellò  la  Triatti. 

AbfaloaebelUilimo fiflmoha  dìDauid 
«.e.  ® ««r 

Acani  hebrcoauarOy&Turo.  4-Vt-  }!}•  74t 
-^eatio  hereiico  * ita? 

Acheloo  detto  iÌagI*aDtichlThoa  fiume  di 
Grecia.  1 4r9 

Acheronte  fiume  infernale , come  fingoao  i 
poeti, de  Acheronte  fiume  de  Bruttii  preT- 
foCoQeotia,doue  da  Lucani  hi  tagliato  a 
pezzi  AldTandro  Eptroca.  lojt 

Afille  figlio  di  Pcleo, càuto  crHomero.4r7 
Aa  S'mechiotvccifo  da  Foliphemo  » per 
Gaiaua.  040 

Aa  fiume  di  SlaUa  procedente  dal  monte 
£toa,daUa  cui  npa  dlcefi  Pulipheoio  ba- 
uerlancumlTaeficootra  Viifle.  lore 
Addali  fonte  in  Orchomcno  citta  in  Boetu, 
y che  fu  faerato  a Venere,  & dal  quale  aku 
I oa  volta  da  quelUfu  detta  AccMLlia.rotf 
Aiolo  fonte  m Sicilia , nel  qual  fu  conuettito 
' Ao  Simetbio  vcafoda  Poliphcmo  per 
Galacea.  io8r 

Acri  cictimaritima  io  Scria,  antlquiafima  di 
tutte  l'altre  acri  del  mondo.  9oe 

Adam, & Adamo pnmo  huomo, & prima  fi- 
gura d'iddio,  vide  aniii  piaflette  nel  Lim 
lx>aiuura)i.  tri? 

Adamo  Brefoano  monetano  fingolarùfi- 
mo,c  Ile  Vilificò  il  fionoo,ccl&rato  da 
' Dante.  i|Z 

Adige^fimsefaafcc  dtU'Alpi  dìTrcaCo,  pafia 


per  mezo  Verona,  poi  mette  in  Fo,  ft  non 
lungi  da  Braodolo  corra  nell'Adriano,  da 
gli  antichi  detto  Athefi.  iof9 

1 Adone  beiliifimo  da  Venere  amaro»9c  dopo 
"mòrto  fu  efiai  pianto  da  lei , il  cui  fai^ue 
per  mitigare  il  dolore  fu  da  lei  coouerfo 
In  fonte  del  Tuo  nome*  f 


Adna,  Adn,&  piu  volgarmente  AH  citti  an. 
nchidtma.hofgì  da  tutto  ruiuata,  dalia- 
quale  é detto  tifare  Adnatico.  9<>a 


tutto  ruiuata,  dalla- 


Adriano  mare.dcttoda  Adna  citta,  hoggi 
del  tutto  dcHrutca.  ioz7 

Africa, Funa  delle  ere  parti  del  mondo  t & 
Mauritania,  de  Barbaria  anco  fono  dette 
Africa.  871 

AgameooneRedi  Micenefigliodi  Aereo  841 
Agantpe  fonte  di  Boetia  ccmramfimo , oue 
cM  moou  Helicooa  facrato  alle  Mufe , de 
per  cm  fono  dette  Aganifùde.  iii7>lo8f 
l'ACTihooe  poeta  Grcco,dt  Samico.  7i 
A^dro  figlia  (il  Entfarco  Redi  Atheoe  có- 
uerfainTafio*  |Z| 

Agobbio  ertef  ndb  MdTca  d'Ancona.  900 
Agofimo , de  Auguftioo  nome  dmunutnio  di 
Augufio.  ina 

Agoftioode  Righmi  da  Ferrara  minorità- 
no.  ipi^ 

Aiace  il  fbrte.figlio  di  Telamone , che  do 
po  Achilie  Tuo  cugino  fu  il  piu  forte  de 
Greci.  477 

Alagna  <iccà,dc  colonia  di  Hemtci  pofta  nel 
latio fecondo  placca  Ptolomeo»  oucroin 
terra  di  iauoro,comcatcrì  voghooo.  908 
Alanuni,fonotTedcfdu.  ifSo 

Alaaoaflroloe^celcbraciifimo  neldirc784 
AiardOfbaró  fracefe  vecchio, ^valorofo.4f8 
Alba, fono  più  città  di  tal  nome.  902 

Albania,gia  detti  £ptro»Molotfia,  dt  Chao- 
nia,dcAÌbaAcfi.  88} 

Alberto  magno  di  Colonia  Agrippua 


t . Rro  di  fan  Thomafo  tTAquIno.  1 80 
Albia,fiume  di  Thofeana  quairo  miglia  lóti 
da  Siena  nella  via  Aretina  fecondo  il  Bió- 
I ck>,dt  Albia  fiume  IO  Germania, proceden 
ce  da  monti  di  Boemia,  paflaodo  tra  Soé- 
. ui,dtCcruczti»metceiiélPOcceano.  1080 
Alca  mote  neU’lfofe  oouaméte  crouate.  1 1 it 
Aìcai,tnooteaett*lfol«ooQameote  trouate, . 

nel  qual  fi  fepclifceiregide  Tartari.  1117  * 
Alceo  poeta  Lirico  Mitilenco.  7t 

Alcibiade  Atheoicfe  dt  forma,5r  di  eloquen- 
za chiamfimo  difcepolo  di  Socrate.  714 
Alade,m  vece  di  Heixole,che  fu  figiraolo 
di  Alceo.  478 

Akioa  beliisfima,dt  Alcoa  brutbffima  deca 
tata dalF Anello.  668.  iti8 

Alcaooc  figlia  di  Folo,dt  moglie  di  Ceice.64z 
Aleppo  citu  vicina  al  Cairo,abondaDtisfima, 

& di  gran  (tifico.  910 

Aleflaodcia  otta  oobiIisfimancirAfia  mag- 
•iore,edificatada  Alefsàdro  Magno.  909 
AleXlandro  Kedi  Epiro.  Aieléàdro  Redi  Ci- 
pro, de  Alcfiaffdro  Magno.  478.479 
Alcflandro  Phcreo  Tiraano,che  fnfatto  vc- 
cidcre  dalla  moglie.  }Z9 

AleflrodroCuanoi  oobilitfinio  Ferrarefe.ve 
eh  a Ferrara.  •94 

Alecto  funaittfernalc,figlta  di  Acheronte,À;  e» 
della  Koiie,dtcniotfira  di  Plutone.  1804 
Almcon  fig!iodiAmphraraomdouino,|che 
vcdfeU  made  Erirhile.  7,7 

Alpheo  fiume  in  Lulide  paite  dt  Grecia  pref 
foa  Pifaiilquate  inghiotiiodalb  terra  paf 
fa  il  mare , de  io  Stcìba  armia  nella  amaca 
Arechufa,  lodo 

Altafbrtc  rocca  in  Inghilterra.  9 1 6 

Aiuemia  villaia  Francta,pamadi  Pier  d^l- 
uemoytelehraro  dai  Pecraria.  914 

Amaa  Prefetto  della  mdila  di  AfTuerocrn 
fififlft  per  Mardodieo.  vedi  ad  Afluero  la 


X 


i.-itjpitWT'oiaitMi-  .■ 


Amento  po^  eaC«Uao,&  vn*altro  Tho- 
fcaao.  71 

Amtclacc  pcfcatore  pouerìifìmo  » alla  cui  ca 
paoQia  G ricouro  ccfarc  dalia  fortuna  ma 
ntimi  nbuecato.  109  a 

Aoulcare  padr«d>  Aoaibala  Carcag>aerc.4f9 
Amor^decto  Cupido, figlio  di  Venere. 
Amphiarao  indoniaoi  mueatorc  della  Pyro< 
roantia» 

Amphioot  mufico,fo  di  Michinaacitci  la 
~XesW.  »r 

fiume  ia  ThelTiglia.preno  alqaa- 
jeAp^Io depóila la  diumiu  fette  aaaf  pa 
ficolo  rarmeais  dei  R.e  Admeio  foNo  (or- 
ma palloralc.  ioao 

Anacreoote  poeta  Urico.  71 

Anania  difcepolo  di  Chnfto  batcmalo 
da  Sao  Paolo  Apoftoio. 

Aoairarco  philoibptio,&  cofiiaciffiiiioi  ifc 
Aoailafio  Papa  Romano,  il<}uale  dtfrataado 
in  coRoit'iro  di  Hcrefia,  3c  coilreto  dalla 
neceafiti  del  vétre  a diporta  U pcfo,ad  rn 
• .tratto  el’ufa  tutte  Pinteriora  & mon.i  I&7 
Anauro  ^^e  di  Theflaslta,  cofi  detto , tm- 
pcrcioche  non  ha  in  Te  aura , ne  nebbia, 
chiaro  per  tli  calzari  che  ri  lafcio  (afone 
regnente  allt  (acnficii  di  Pclia,&petoo  ne 
fu  mandato  ra  Calchi.  to6o 

Anaxagorachilofopho.  I9f 

Anchile  padre  di  Hnea,&  figlio  di  Capi».  i)$. 
Ancona  citta  nella  marca  crAncooa,  doue  é 
il  porco  fatto  i guifa  di  cubilo, & perla  ne 
gligcnza  degli  buoroioi,  hoggi  quali  mu- 
nito. t9Ì 

Andro  ifoia  nel  mar  Ege9,aboodancedifoo 
tane,da  gli  antichi  detta  Antandroi.  fpo 
Andromeda  figlia  di  Cephalo  Re  degli 
£thiopt.  dql 

Anetico  Iago  di  Egitto , dintorno  alquale 
nafcepapiro»  di  cui  furono  fatte  le  pn. 
me  carte.  loSt 

Affilo  Coloima.  redi  a Viuegia.  991 

Angelo  Agano.yedi  al  dectto  luogo.  f pj 

Annibale, o HannibaltCarthagi^Befecapt- 
taoo  ralentiafirao,  fehaue%tcoli  r(a- 
ta  In  viteona  coatra  Romani,  comefep 
perincere  q7o 

Aofelmo  di  Normandia  Theol.  egregio.  180 
Anfelmo  rimatore  Umofino.  71 

Ancandro  otta  in  Phrigia  poRa  nel  melo  di. 
& Ancandro  promoncono,o  come  voglio 
no  alcuni  ifola^  faflb  pop 

Antenore  Troiano,  ilqualemfieree  co  Enea 
tradì  Trou  lua  patria  & dfcdelanGre* 

Anteo  gigtatt  figlio  della  terra.  4^9 

Aotieooa  forella  di  Poliatce.rediU  hiRorhi 
nd  Argia.  »4i 

Antiocho  figlio  di  ^elenco.  (41 

Annone  madre  delf  Amazooe*  460 

Antonio  Fio.  tt 

Aoro  aio  Se  Crallo  fommi  oratori»  7ì  { 

Aon  fonte  loir 

Aoniamoote  d*Helicona  1117 

À^lle  £phefoclan(«imo  pirtoM  tof 
ApoiIo,&  apolhne.redi  i Sole.  69 

Apenomo,oAppeaorao  moncu,che  dioidc 
ntalia.enmeozando  dall'Alpe  giungeodó 
alPefircma  Calabna.  iil  7 

Appio  Claudio  oeco,&  Palerò  appio.  460 
Aquilone  rcnCo.vedi  Borea.  un 

Arabia  regione  diuidctela  Giudea  dall’Egii 
tuidetca  da  arabo  figliuolo  d’ApoiltoeJ?^ 
Aragne  Lidia, rhe  nfo  di  contendere  con  Mi 
oerua  a teffere,  0r  nau  fii  traofmurata  In 
racno,&  fii  mueoCrice,  come  fcriue  Plinto 
del  lino, de  delle  tcti^  ^ fuo  figlio  CloRero 


TAVOLA 

trono  t fnfi. 

Arbia  fiume  m quel  di  Sieoa  preflo  oKiote 
Aperto.  lofo 

Arcadia  prouiocia,  detti  da  Arcade  figlio 
di  Gione  Ì7i 

Archelao  philofoplio&crudeliifiiDO.  fri 
Archcfilao  philolopho  Itf 

arcliiano  fiume , oafee  nella  codaefApcnaj  ■ 
no, che  é fo^'ra  PHcrmo  di  Camaldoli/cé 
de  nel  Cafentiao»dc  mette  io  Arno,tra  Sap 
pi,&Btbteoa.  1060 

Archimede  ^iiacufano  Mathemaòco  ce- 
lebre. 7lo 

Arcbda  prouìncia  foggettaalgran  Can  eri 
Arda  prouincia  neh^Alia  maggiore  » doue  « 
Aleflandria  città  nobdi»nnu.  879 

Ardenna  fc!ua>la  maggiore , ebefia  io  Frao- 
cia,allai  celebrata  da  fcmton.  1 1 10 
Arechufa  mmpha  figlia  di  Nereo,  & cL  Oo- 
nde.vedi  di  fotto.  nj4 

Arethufa  fonte  di  Sicilia  preiTo  SìrncuCi,  nel 
laquale  fuconuerfa  Arechufa  lumpha  di 
Diana  amata  d*  Aioheo.  io8r.a&4 

Arezzo  otta  iMbilufima  in  Tbofeana  p mol 
u huomim  di  fama  chiari  « de  tra  poeti  de 
M Fràcefeo  Petrar-  l'Vnico  Accolti,  Leo- 
nardo, bora,  il  fi^nor  Pietro  Areooo.  198 
Argenta  caRdlo  pollo  fopra  il  Po,fiume,lon 
ceno  da  Ferrara. zviii.mtgiia.  911 

Argia  figlia  di  AdriRo,Redi  Argo, de  fidatif- 
tuna  moglie  di  Poiicioe  figlto,dc  manto  di 
locaili.  641 

Argo  cuti  dt  Grecia  anticlnftima,  non  lun  * 
gl  d'Atheoe , piu  famofa  che  grandnper 
gli  fuoi  palTats  regi.  984 

Argo 'fecondo  che  vogitoao  alcnai)(u  il  pn 
mo  fabricatore  di  nani.  1044 

Argo  paue  enfi  dettn,clie  fu  la  prima  ( fecoo* 
do  piace  ad  nicani)chc  aauicalle  d ma* 
1044. 

Argo,  che  banca  cent'occhi  veofo  da  Mercu 
no  perche  era  Rato  da  Giunone  pofto  n* 
guardia  di  lo  amata  da  Gioue,  che  poi  fu 
• irafmutnta  in  vacca.  4147 

Atgoho  Mpoli , i greci.  877 

Arianna  figlia  di  Mioo»  Re  di  Creu.  «4» 
Arime  tibia  fecondo  Strabonc,  dr  Inarime 
pofepoi  Homero»de  Vcredio,  hoeei 
detta  ilchia.  897 

Arimmo  , de  Rimino  città  in  Romagna  aliai 
chiara  p la  bella  fonte,  de  |>  lo  Ponte.  900 
^.^^^olico^de  poeta  Lineo.  97 

Ariltide  Greco, capitano  d'Athcniefi.  461 
AriUippo  philofopho.  194 

Arillotelefommo  philofopho.  196 

Arli  citta  tu  Prouéza  pofta  alla  foce  del  Rho 
danocopiolìff.di  fef>olcri.  potf 

Arnaldo  Daniello  poeta  proaenzale.  ri- 
Ateo  fiume  celebrati  rumo  dt  Thofeana^dei- 
Ta  pennino  corredo  fommergerfi  nei  mar 
T hofeo, corre  pnrtnezo  Firenze.  10^1 
Thofeano  augure,  come  fcriue  Lu- 
cano. 799 

Arpiso dtcà,  tra  ForadtAquino  nelcampo 
fondano,patna  di  Oceroae.  907 

Arrigo  He  (Tloghilterra.  |tf 

Arrigo  di  1 ucimburto  imperatore.  179’ 
ArwerfeRe  de  Perh,oommato  Airuero.)8| 
Arteroifia  moglie  di  Maufoleo  Re  di  Ca- 
ro. é4X 

artu  teef  taghtlKm,capo  di  caualleri  della 
uyola  rocoda.dr  Artu  Re  di  6ertagoa.|8| 
Aruncaattaia  Italia  nelÌ*Abrazzo  colonia 
deeli  Aufom,dr  patria  di  Lnallo  inuenio- 
re  delle  Satire,  hoggi  detta  Suefla.  908 
Asbilocrotoniaca  curfore,  che  per  femarfi 
nel  correre  velociifimoferagoa  caRitap- 
j>ctoa,celebuco  da  Plafone.  iqdS 


Afcian  camello  fottola  turifditiooe  di  Sie- 
na. 9*t 

AfafiyO  Afcefi  città  ia  VmbrU,  de  doueoac- 
que  fan  Francefea  900 

A fJente  Parmegiano  ìodouino.  7 89 

Afdrubaie  Cartfiaginefe.  4ei 

Afia terza  partediH mondo.  i7o 

aGoio  Polhoae  oratore,  vedi  a PoIIionc.  rjd 
Afopofiume  di  6Qcaa,cofi  detto  da  Afopo  pa 
are  di  Egma.  • oé  1 

Afphalti  lag.*)  di  Soru  appellato  mar  morto 
per  effet  graode,dc  fenza  moto,  non  riee- 
uein  fe  alcuna  cofa  viua.  I081 

Azfina  regione, detta  diAlfurfigliofL  Sen. 

rolgarineote  Sona. vedi  Sona.  8 7r 

allo  cittain  Alia  patria  di  cleaole  philofo 
pbonobtiufimo.  $to 

Afiuerotdecro  a rtaferfe.  84^ 

AlliaghcRede  Medi  padre  di  ciro,de  da  lui 
vinto.  789 

Atalania  figlia  dì  Scheneo  Re  dlSctroifoU. 
Nd  corfo,d(  nella  caccia  famofa.  Yo’altra 
A taliu  altrefi  caccotnce  amata  da  Mm&a 
bone  da  poeti  celebrata.  148# 

Athamante,  che  da  Giunone  fu  condotto 
a tanta  fona,che  vencndngU  incótrail  fuo 
figliuolo  Pvccife  (limandolo  vn  liooaoo, 
dei  che  fpauentata  Ino  fua  maglie,  co  Pai 
tro  figlio  Mcbccrta  fi  gittò.nd  mare, 

4^ei  marmi  fi  coouerfono.  ia)7 

Alheo3,8rAtheneatca  in  Grecia,gta  domid 
ho. & ricettatolo  di  tutte  le  dottrine  cofi 
nominata  da  Mincrua,chci  Grcachiama 
no  A(hcnj,hoggi  del  tutto  dclirutta  90f 
Afilla  flagello  d'iddio,  Kedc  gli  Voiu,dc 
di  Dana.  481 

Atlante  monte grandirfimo  m Mauritanca 
ocU'occidcDtc  tnendionalc,per  fama  anti 
ca  edebrauf»  hoggi  detto  carena,  sur 
Atridefigliodi  Aitcb.i.Agameooooe*  481 
Atropot,t*vaa  delle  tre  Parche.  i8»| 

Attilio,  ctoc  Marco  Attilio Gabiooe  con- 
fole.  481 

Attilio  Regolo,  che  da  carthaginefi  fu  cru- 
delmente venfo.  |o 

Anco  tino  l'uno  de  fette  colli  di  Roma.  1 1 14 
Auerno,à  luo^o  in  camraenj  verfoncadea 
le,  al  lato  deliro  dairaiUergo  della  Sibi- 
la nomfirnoper  quello  che  Homcro.A 
Vergilmae  cantarono*  to8a 

A uerou  montagna  in  Guafcogna,ouelbno  i 
popoli  Auern>,oacTO  Aruerni,che  combat 
terooo  con  cefare.  1117 

Aorrotx  medico,  &gran  ccMncntatore  di 
Anftotele.  190 

Augnila  citta  famofitfima  in  Gcrmania^det- 
U volgarmente  a ufburg.  908 

Augufio  imperadore  fecondo.  979 

Auicenna  Re,8r  medico  celeberrimo.  • 90 
Aulidedttà  in  Boctia  eoo  porto  capace» 
poche  naut.  1049 

Aurora.vcdi  a!  foo  loogo  Oip 

Auaburg  citta  m Germania,  detta  aosu- 
llo.  ® 908 

Aufonda  già  parte  dell'Italia,  al prefente  per 
luta  nulia.  tt77 

Aufiro,&  Oftro  vento.  ita 

A ucolie  Ladro,  figlio  dt  Mercsrio  748 

Autumeodoa  carratticre  di  AchiDe.  909 
Aizolltno  liraaoo,8t  crudelufimo.  * 919 
B 

Babeleiio  vece  di  Babilonia  deca.  909 

Babiiooiaydetta  ta  graade,  doue  fo  prima  la 
gran  corre  di  Nembroth,  perlaqùal  f«ro- 
nn  d-uifc  le  bnguc.  909 

BacebUmne  fiume,  che  pafia  preOo  V»* 
cenza.  108» 

Bacco  di  Giotte,ei  di  Scmde,  £u  li  ps^ 


mo , f^c  trntiafrc  il  m‘<vmrho , & iJifiodo 
del  v«ndcre,  & del  compenre*  lamtifìca. 
Se  rvfo  del  vmo,&  perciò  fu  deno  Dio  del 
vino.  117 

fiacco  fiume  in  peopin<)uo  a Cor- 

dué»a  cuti.  ^ 40*1 

BaenacMullo  cafleHo  di  Romagna, fono U 
lurifdicdanedi  Ferrara*  9'l 

Baia  ifnta  loMana  da  Napolt«r  inolia  verfo 
occidente , non  lungi  da  Cuma  , di  hebbe 
nome  dell*vno  de  compagni  di  VbUe  mi 
fcpoUo.  t>4 

Baldac<o,in  vece  di  Babitooia  cittd.  vedi  Ba- 
bilonia 90| 

BaHiagia  paefe  di  Sardina,  dooe  fono 
monti  aff nfaimi  habitaci  da  fcmtne 
veneree.  ' 

Barbane  paefe  neU'fithiopìa  ,doQC  é 
*1  uoif.  fSa 

Parbartccìa  demonio  itoi 

Barbaro  monte  preflo  il  Ugo  Aaemo,  fotto 
il<)Baie  Coc«io,<)iiel|o«  che  aocho  il  moo 
tc  di  Paufil)^  rapaodofe  le  vrort«y<heé 
tra  Napoli, dcpottuuioy  dettefegrotte  del 
la  Sibilla.  mi8 

BarbarofiàyPederKO  nominato  primo  di 
Soenta  Imperadore  4*4 

Bartolomeo  Louaru  dottore  ercdtentiriì. 

cno.vedi  ad  Vdme.  90i 

Bafhan  del  Bailo  cugino  mio  cartfiimo.vcdt 
Ferrara.  _ f94 

Batiifta,in  vece  di  fan  Giooiai  Battì(la«in^ 
fiattroyÀ  Baitnaaa,&  fiattna  i(bla,de«ada 
Haftro  fiume.  U4 

Bauarici  popoli*  iftl 

Bcatrice,amara  da  Dante  Beatrice  del  Bario 
madrcgia  delPnlunno  autore  dell'opera  • 
dt  Bcatnca  dt  Monferrato.  *41 
BelgiOyde  Brenno  cancant  Fraocefi.  4^1 
Belufiasio  valorofifnroo  capitano  di  Gmfij' 

- Diano  Imperadore*  461 

Bellona  Dea  della  battaglia , foreUa,  k Car* 
raumadi  Mare. 

Belo  padre  di  Nino  Re  de  gli  AfsiripHn 
eipio  della  idolama  dt  Bello  é aocho 
nome  di  f umc,doue  fu  prima  liona- 
to il  verno.  tea 

Behefauydc  Belzebbubpnoctpe  de  demo 
ni*  i9oa 

Beaaxo,Lago  di  Garda  m Lrmbardia»ilqual 
producei  Carpioni  pefci  fogulanla  iota 
Bernardo  poeta  proueniale,  celebrato 
dai  Petrarca.  7» 

Bernardone  frate  minore, de  compagno 
di  fanF/aacefeo.  iS 

Bau  fiume  in  Hifpagna,dalqiialeddct 
to  U regione  Bettca*  tfl 

fietica  ptouincia  neHa  Spagna  detta  dal  fiu> 
me  bcti  dt  é aocho  detta  T ubertana,  bora 
Granata*  I9) 

BetugliaQitiydtPairiadiIndithebrea  910 
hibli.  che apaaoao Cauno  (un  fratello»  de  nò 
amata  okn  fi caouerfem  fonte.  444 
Bdilt  fonttdt  Mefopoiamta  non  lungi  da 
Carré» nellaqualcfuconuerfa  Bibit figlia 
4t  Milcro,  die  amaua  il  fiaceUo  Cauoo»  dt 
non  ama  teda  lui*  644  lotc 

Btlbilo  arca  co  H'fpacna  poma  di  MartiaJe* 
doueeil fiume  deilo iRefio  nome,lecui 
acque  fono  di  forza  graudibisu  a tempe- 
rare 1 ferri.  joda 

fiif^tuafiuine  tra  Fiirote , de  Prato  » le 
mette  »n  /vino  fci  miglia  lontano  da 
I Firenze.  loda 

Biftnancoua  montagna  molto  aitatoci  duca 
ro  di  Reggicela  Lombardia.  1 1 17 

fiocttfi  p^uàuopho»  MaUiemadco  » <Be  Poeta 


•T  A V O L 'A 

celebre.  9f.t97 

Bolfeoa  Lagodi  Tlwfcaoa,  non  lontano  da 
V iccrbn  abódeuole  di  peiéi,detro  da  Vol- 
finocaifcHoMiaco.fopni^fago.  lopz 
fiotogoa  otta  madredefiudii,dt  pio  aboodà 
ledi  tutte l'alvie  nobih cirta  d*italia,ami. 
cifiiirea*ft  f etHUola  a fnrcftien.  496 
fionagiunta  da  Lucca  de  gli  Obizzoni  poeta* 
de  amico  di  Dante#  71 

Borea  vento.  1 1 1 

Borgo  é luogo  dotte  foec»  pia  cafe  infieme 
fuori  del  eircouito  della  otta.  9 1 e 

Borgognotii  popoli.  irs) 

aracelo  di  fan  Gtorgtooel  Mare  Hellefpon- 
to.vcdiad  Hellcf^nto.  10&8 

•randa  fonte  fu  la  piazza  di  Siena , di  acqua 
abondaocifinma.de  chiara.  4o8d 

•raoditio  citti  edificata  da  Greci,  dooe  mo- 
ri Vrtgibo.  897 

arenno  uuca  de  GaHt,che  vcnocto  Italia  c5 
tra  Romani.  461 

Brenta  finmc, corre  peellb  a Padoaa*  na 
fee  m Chiarantaoa  moocagoa  pofta 
nell'alfi.  io4a 

arefeta  atti  mXombardia,  edificata  da  Ce- 
nomaot  popoli.  e^t 

arctanoro  caccilo  in  mezo della  Romagna, 
poftntn monte  fnpra  Porli.  pia 

inarco  gìgàte  celebre,  figlio  della  tena,c  he 
haura  cento  bracca.  46) 

aniggia  otta  preclara  nel  fine  di  aelgan  , al 
lito  dell'oceano  fetteotriCBaÌe.copiofa  di 
vanemercL  pu; 

■nmetro  Latini  Fiorentino, maefiro di 
Dance*  74 

Bruto  nemmato  fidele , che  liberò  la  patria, 
cioè  RomadaTarquìnoidc  fi  chiamò  Lu- 
cio lunto  Bruto  L'altro  Bruto,  clic  amaz- 
zòCefarCyfu  detto  Marco  arato*  4*1 
Buggta.ottà  nd  lito  Africano  all’iacoatzd  di 
Marfigha,lioggi  aflìi  nota.  poi 

auooagiuauda  l.ucca.Pocca«  72 

C 

Caballioo  fbote.Tcdi  ad  Hclicooa  mon 
£C.  Ilio 

CacceaùlìfoUin  pr>nente,oue  gli  vccclli  co 
bartonocongli  huomini.  891 

Cacco  ladro, figTiuoln  di  Vulcano.  749 
Cadmo  loueotore  delle  lettere  greche , vedi 
lettre.  fop 

Catn  figlio  di  Adamo, fu  primo  auaro^&am- 
fnazzòil  fuo  barello  Abet  ) i a 

Oiro enei  regia  delPEgitto, che  a céri  nofiri 
è ridotta  furto  la  potefti  de  Turchi.  90) 
Calabria,i(  Calauna  già  >rutia,  & Locn,^  la 
Magna  Grecia,  perchcanticamcnte  Cala- 
bria era  da  Taranto  ad  Otraoto,  chehog 
gt  fidice  tcrrarTOiranto*  88i 

Calcante, Eunpilo  auguri.  787 

Caldei  popoli.  irti 

Calj^Uo^lìadi LicanaeRedi  Arcadia,muu 
ca  m Orla  da  Giuoone»d(  daGiunone  pò- 
fia  poi  fiale  ficlle.  114 

Caliagura«&  caUhorra  citd  io  Spagna , pa- 
tria di  fan  Dominico,  de  fecondo  alcuni 
anchodi  Qt2,inciliaoo.  007 

Caipc monte  nel  fine  della  Spagna,  alPefire- 
mò  òccideoie,  ouc  fi  dice  eflere  le  colon* 
ne  di  Hercolc,3c  calpeè  atti  in  aicbp- 
nia,  U porto,rc^e  Tcopooipo , & calpe  d 
monte  preflo  il  Pharo  di  S^ha  fecondo 
alcuni.  1118 

Caluofommo  oratore,  detto  Itcinto , ilqual 
Ce  hingaméte  viuca,era  per  acquilfar  fom* 
ma  lodc»fi  come  largameocedunoftra  Ci- 
cerone de  ciani  or  atonbui . 7 14 

pipbara  j^a  del  mondo  Duerno.  f 70 


Camittn  Ro.  dieliberò  Roma  dal  furore  de 
Francefi.  464 

Camillo  Strafoldn  canonico  metitifirmo 
d'Aquileìa.vedi  Vdme.  901 

C8nirtdoc)to,&  Capitolino  tempio  di  Grotte 
■nel  mónte  Taipcio.  897.  vedi  Capitoli- 
no. ( 1 19 

Can  dia  i fola , già  d etta  Ma , poi  Creta  ,fir  Ho • 
.mero  la  chiamò  HecatofiT^'cdr,  perche  fii 
ornata  di  cento  otta.  9$r 

Canopoatra  m tgtrtn,derradaCanopogo- 
cicrnarorcdeMa  nauediVlriTe.  904 
Caorfa  ciirà  in  f roucoza»  già  per  lunghi  fero 
li nccico di  Vftffau  907 

Capaneo  crudo*  fprezzatore  de  Dei, da  Gio* 
uefulmmato  444 

Capttclino,il  raprtnlino  monte  in  Roma,det 
to  da  Vfi  Capo  mi  rrouaro,  detto  per  auan 
ti  Tarpeo  da  Tarpeia  uu  da  Sabini  vccifa, 
ét  fepoira , anticamente  detto  Saturno , le 
dapoi  Vandona.  ImB 

Capo  d'tfina.antrcameotellkrta  89$ 

Capraia,&Gorg*  gna,dole  nel  mar  Tirreno, 
celebrare  da  D'ante.  8S6 

Carena  monte,  già  detto  Adantc  « vedi 
Atlante.  1117 

Caria  ymtocia  ncll'Afia,  ouc  era  1!  Manfo- 
leo,deti.o  da  Cara  Ke,|r  pruno  augure  de 
ghvccelli.  879 

Catiddt,  fc(  gfio  nel  lìtodi  Mefim* , deTal- 
tro  ramo  della  rmadi  icilia,  rlvamato  il 
Braccio, ihe fa  1!  pono della  cKià,doacè 
la  torre  di  fan  H anierl.  10)9 

Canfenda,  è vna  torre  in  Boloena,  che  pen- 
de di  m»n'erj,che  imnacaa  ruma,  kè  co 
fa  antica , k dieefi , che  coli  fu  fàbrìcaca 
ad  arre.  818 

Carlo  Magno  Redi  Francia  ,8e  Imperatore 
chnlliamfiimofirliodi  Pipino.  484 
Carlo  fecondo  Re  cTi  Napoli  di  cafa  Francia, 
& mokolibidioolò.  67  f 

Carmcnte  madre  di  Euandro , fa  la  prima , 
che  trouo  l'alphabero  laDao , coli  detca*a 
cannmibur,  co  qoali  dauarifponfi,  k pn* 
ma  era  detta  Kiccftrata  per  proprio  no- 
• me.  8op 

Carncadephilopho  Cirenefe , principe  della 
nuoua  Aeademia.  c 9 6 

Carone,o  Cliarone,  Ac  Charonte  nocchiero 
iafcToale.  10944801 

Canhaeine  otta  celebre  io  Africa  .a  Roma- 
ni tuf<fia,&  al  fine  vinca. cefi  detta  daCar 
thagine  figlia  di  Hercole , che  prima  era 
detta  Ryr(a»&  Chalccdoa*  904 

Carthaginefi  popoli.  904 

CaRore,  Ac  Polluce  fiardtì  nari  ad  vn  parto, 
della  nanuirà  de  quali  rane  fnod  leopi- 
mone  ,al  fine  dopo  morte  afTuott  da  Ciò- 
uein  ciclo,  Ac pofioelt  nel  tenofetoo del 
Zodubo,  detto  Gemini,  vedi  al  filo  tuo- 
go.  86 1 

Cacone  Ceoforìoo,detto  Marco  Portio  Cato- 
ne, AcCatone  Vcicenfe^  che  fi  vccife  detto 
Marco  Catone.  489  714 

Cattalo , è aircflremo  dell'lodia  onentale , 
verfo  fettentnone*  890 

Catullo  poeta  Veroneft  da  Sirmiooe  iloia 
del  Iago  dt  Garda.  p| 

Ciucafo  monte aliifcimo  io  India,  coli  det- 
to , perche  ha  fempre  le  cime  canche  di 
neue , checaodorediacta  prefio  gli  habi. 
tanti.  Il  II 

CeciUo  Stano  Poeta , fu  detto  Stano  perche 
fu  dinatioac  feruilc  • 71 

CecmaòoOanafiume,cbefnecte  in  mare 
non  toncano  da  vadi  Voleteraoi,doue  ter 
mioa  UmarcmiDjdiPira.  io8a 

• iiii 


I 


Cetcemarifo.di  AldoseTtraotSe  TAltro  con 
urrlìinuccelitdel  loro  nome.  641 

Cepltalo  (igliuolo  t(i  OeioneOfO  di  Eolo.co- 
Me  Tenue  Ouidio, amalo  da  Procru  644 
Cerbero  Demonio.  itoa 

Cerere  Dea  delle  budefiìglia  di  Saturno.xit 
Certaldo  cailelto  in  Tholcana*  patria  del  no 
Oro  M.Giouannt  Buccaccio.  yia 

CerarCiprimO  fmperadnre.  4^$ 

Ccrena.o  Cefenna  citei  in  Romagna^prCiTo 
lacuale  corre  Sauto  fiume.  900 

Charon,&  Caroa  nocchiero  lafernaIe.iof4 
i8oa 

Ch«auen,&  Siedi  caftdii  nella  riuiera  di 
Genoua.  9>a 

Chiereatana,dmnnlagna  neiriapi,  che  diui 
de  la  Icalta  dalla  Magna*  1119 

ChiOyO  Coo  ifota  nel  mare  Egeo^detta  anti- 
camente E(olia,Macrm,&  PytluuTa.  84$ 
Chitone  rhefalo  centauro,  Mulico^Medico, 
St  maeftro  d* Achille.  97 

Chrihprorhiloropho$toico,&  Aliano.  198 
Ciacco tioreobaogolorO|Celebrato  da  Dan* 
te.  IM 

Ciinte  ntmpha, compagna  di  ProTcrpina, 
che  volenilu  contrai!  ire  alta  rapina  di 
Plurnne,fa  connerfa  in  digno,qual  é m 
Sicilia  non  lontano  da  Siracuta.  loìio 
Ocerone«detto  M.Tuho  Cicerane,fu  d*Ar- 
pmo  taglio  iTvn  Tullio, & di  Olbia  Tua  dó> 
na.come  ferme  Plutarco, Se  alTaj  per  fé  no 
tOySclaudatirsim?.  714 

C 1 1 LO,  Hetco  dalla  bellezza  di  Cielo  pa 
d'c  di  Saturno  nato  della  terra  Tua  fureU 

h. 

CitiCia  prouincia  nell'AGa  minore,  done  é la 
Speunca.  i7l 

Qleoio  monte d*\rcadia, celebre  porlo 
^oàtamento di  Mercuno*  1119 

Ombri  popoli.  tfli 

Cimmo  lago  inThofeana  forco  il  monte 
Cimtiioi  iota 

Cimone  Clconeo  pittore  celebre.  807 
Cinabue  pittore  Fiorenbno  , celebrato  da 
Dance.  807 

Cincinato,tQuintopmro!ceiIi  aratore  • 
fatto  Dittatore.  4$$ 

Cino  da  Pidota  rimatore,  Se  Icgida  cccel 
lente.  7| 

Cinthip  monteddrifola  di  Deio,Camofoper 
'Ta^tauita  di  Apollo , Se  di  Duna , Se  p«r> 
clolVo  detto  Cintino , Se  Taltra  Cimlua, 
Se  diceli  edere  canu  U fua  gràdezza , che 
con  la  ombra  cuopra  ilarcoito  deirArci 
pelago  1119 

Oprigna  in  recedi  Vedere.  6)0 

Opro  ihda  affai  nota.  88$ 

Circe  tìglia  dei  Sole, Se  di  Perfe  nimpha, 

M igj  noiift.  794 

Oro  figliolo  di  Cambife^nepotedi  Aftage 
R.C  di  Media.  4$$ 

Othsna  ifotaa  Venere  facra.  89$ 

Cit]ierea,in  rece  di  Venere.  8)t 

CilherQjae  monte  di  Bnctaa  non  lunghi  (Ta« 
(bene  cclcbratfnmo  da  pocta,Sc  quiui  fpe 
Oalmenie  Bacco  era  adorato , A ancho 
Venere  come  rolfero  alcunt,Sc  daini  no 
minata  Otherea.  1119 

Gaudio  Merone  celebralo  capitano  de  Ro- 
mini.  4$7 

CleahtcfiicceSToredi Zenone,  nella  fcuola 
Stoica  de  Philofopht.  189 

Geoparra  Reina  cTÈgitro  amata  da  Giulio 
Cefare , Se  da  Marco  Antonio , al  fine  da 
Augufto  vincj*pcroooaodarconduttaia  . 
Tnomphofi  vcciiecol  veleno  679 
Chma,d  tl  pacCimento  della  Sphera , che  gre 


TAVOLA 

camsnte  fign  fica  lereligìnai  deltnnnlo 
oafeuna  cuu  tato  fpatio  co  quanto  Ti  odi 
variare  i'horologio.  868 

GiteaneUra  moglie  di  Agamennone,  laqua« 
le  per  adulterino  ain^re  fece  vcodcre  d 
manco  Agamennone.  644 

Qoto.lVna  delle  tre  parche,  vedi  a parche . 
i6x) 

Copto  fiuTie  infernale.  1804 

CuTogna  cittf  nella  Magna  baffafoura  il 
RheuoyCoii  detta  perche  fu  Coloni  idi 
Ro.  fu  edidcatada  Agrippa  genero  di 
AuguRo,S(  ppo  fu  ilccu  Colonia  Agr^p 
piua,  fono  t corpi  de  tre  Maghi , 
che  venero  d’Oriente ad  adorar  Gin- 
Uo.  907 

Compara  ifola  nel  mondo  nuouo.Vcdi  a 
pinchea.  891 

Conte  Michele  della  Torre  magnanimo,  Se 
Udlefla  géallcazact  cortelìa.  vedi  a Ro 
mi.  896 

CootSe  Chio  Ifola  nel  mare  £geo,hoggi 
delti  Lange.  88f 

Conno  poeta  Greco,  fu  il  primo  che  fcrilfe 
la 'lidia.  8ot 

Cornell I figlia  di  Sctpmne  Africano  maggio- 
re, S(  muglie  di  Tuo  Sempronio  Graccho 
Se  madre  de  gli  duo  Gracchi , Matrona  or 
nata  di  Tomaia  eloquenza  • 647.  vedi  a 
Tiberio.  7|4 

Cornelia  moglie  del  gran  Pnmpeto.  647 
Corneto  caltclio  in  tcira  di  Romi  nel  patri  * 
manto  di  S.Pictro, detto  da  Conto  Ke  9ia 
Cprg  yen fcx. vedi  ad  Euro.  iix 

Corfu,Sc  Corahu,S(  Gurfu  tfola  nella  foce 
del  mare  Adnatico.  887 

Cofmo  de  .Medio  llluflnfaimo  Duca  di  Fio- 
renza nella  dcdicatione 
Coflo.  A comelio  Cofio  huomo  fbrtifsimo , 
Se  in  arme  eccelJe.itifaimo.  467 

CoRantioo  tmperador.  | lo 

Con  Re  di  Troia, che.  xxiiii.  anni  fu  pbee- 
uolift.  poi  diuennefi  crudele,  chefneno 
la  moglie  per  vedere  la  dono  erano  vfci> 
tii  Tuoi  figliuoli.  774 

Cralfo.  cioè  Marco  Craflo  ricchiftimo  di  tat- 
ti I Ro.Se  auanfrimo,di  tutti  gli  huomim , 
come  Tenue  Cicerone.  467 

Oado  detto  Luoo  CrafTo  oratore,  da  Mar- 
co  Tullio  celebrato. vedi  ad  Antonio.  7|| 
CreoateTiranno  di  Tlicbe.  )|o 

Creta  Ifola.detta  Candia.  887 

Creocomare,€ofi  detto  JalPlfola  di  Creta  • 

10X7 

Confpo  SaluBo  dignìfi  cittadino  Ro.  Se  cla- 
nf$ . Hifionco  fcnlTe  elegantifximamente 
la  coagturatiottc.  Se  refiìcio  di  CatiUna,  Se 
della  guerra  di  lugurta.  89 

Crocoau,  ouero  Crocacolo  fiume  di  Apruz  • 
xo  nauigabtle,ouero  di  SaIennoi,nel  qual 
fe  vifigirtalegnOfO  fronde r*indarano  có 
feoroa di  pietra.  io6x 

Cuba  Ifola  nelPOccano  occidentale grandiA- 
fima  con  porto  bellitfuno,  St  capace  ad 
ogni  numero  di  nauu  890 

CupidOyScAmorefigliodi  Venere.  é}x 
Curio, Marco  Cuno  Dentato,  Imperadore 
deil'clTeraCo  Ro  mirabile,  per  le  molta 
virtù  Tue.  468 

Cufione  Romano  oratore  cloquentifs.  7 17 
Curtio  Ro.che  fi  gitro  nella  Voragine  arma- 
to a cauallo  per  liberare  la  fua  patria.  468 
D 

Damiano  nome  proprtOjSt  cognome,  ipja 
Damiau  atta  nobile  in  Egitto  polla  fui 
.Kilo . _ 908 

Oanoclcpfatlofopbo  • ^ lyt 


Dan  Se  Oìor  fonti  del  mrote  liKano  , da  i 
<|uxi  duo  fonti  quandofono  giunti  in- 
heme  fanno  il  fiume  Giordano  1086.  A ve 
di  Giordano  fiume.  1006 

Danae  bcllittima  madre  di  Perfoo,  6 od 

Daoao  figlio  di  Belo,  Se  fratello  di  Egirc«',fu 
ilprimo,chelrouoUnaue,con  iaquale  na 
utgo  in  Egitto,  S(  in  greaaifu  aneli#  il  pn 
mo  che  txouó  I pozzi,  come  piace  ad  al- 
cunu  1044 

Danoia  fiume,aiciimenti  Danubio.  io6x 

Dante  Alcghieri  Poeta  celebratifiimo.  74 
Danubio,8icnmenti  DanotaiSc  dlrofiume 
maggiore  di  tutta  la  Europa.  to6| 

Daphncnimpha  figlia  di  Penco  fiume  eoa 
uerfa  10  Lauro  p lo  Amor  di  Apolilne.  a z 7 
Dardanelli,gi4  detto  il  ilreito  del  mar,clie  é 
tra  ScUofdc  Abido  atudi  « vedi  ad  Helle- 
fpontomare.  ioat 

Dardano  figlio  di  Giouc,Scdi  Elettra  fonda- 
tore dii  roia.  !}• 

Damd  propheta, Poeta  Pfalmographo  » Ci- 
ihariUa,Ke,Sta  Diugrato»  04 

Dea  della  Terra.  1096 

Dea  delie  biade,detta  Segefia.  xxJ 

Dedalo  ingeniofitumo  padre  di  Icaro.  740 
Oei,S(Oii  vedi  a Dio.  1 

Oeidamiamt^iiedi  Achille.  647 

Oehatia  Luna.  |ox 

ucmade  Atuctuefe  oratore  cmoto  di  Oemo- 
licne.veJi  Kfchioc.  7)7 

Ocinorrico  Abdcnta  Philofopho  difc^olo 
di  Antloule, che  Tempre  rideua  • 199 

.Dcinollliene figlio  di  Demofihene,  detto 
Macropto  perche  lauora  coltalli.  7ir 

Dco,in  vccedi  Dio.  1 

Diagra  fcruo.  444 

Diana  figlia  di  Gioue.Sc  di  Latona.  M t 

Diana  Stagno,  elice apprefld gli a'cidtt , Se 
da  quclh  cfTa  Ora  e hoaorata,dalla  qua 
quale  é nominato,  Se  perciò  Satina  é dot 
taappolorb.  1080 

Diccearco  Philofopho  dihgeote,Sc  curtofo. 

1,99 

Dido,Sc  DidoneSidooia  Cartagmefe.  aif 
Oidoàe,Sc  Oido  vcdidiiopra.  xi} 

D j o , Sci  o o t o.  1.  St  vedi  all*lndtce  pri- 
mo. * I 

Duigcne  philofopho  Cinico.  ano 

Diomede  figlio  di  Tideo  Greco  hucuno 
valorufo.  449 

Dione  midre  di  venere,  St  figlia  deirOcea- 
no  Sedi  Thetide , Se  alcuna  volta  fi  piglia 
per  Venere.  ijf  . 

Oionifio  Areopagita  Ph'lofopho  nel  tempo 
chefu  Chilto  crucifilTo.  aoo 

Dionilio  Siracufano  Tiranno  di  Sicilia.  1 1 1 
Dite  atta  mferoalc  * Se  Fiutone  fuo  fignore  , 
che  e Dio  delie  ncchczze,  onde  Dite  dtoo 
ta  ricco.  Ilo} 

Doagio,Guantn,  LìllatBraggla,  Guiziaorc, 

Se  altri  nobil  1 Citta  in  Fiand|||teile  ne  li 
a del  mare  Oceano  , che  e tavibogii ter- 
ra,Se  la  Fiandra  molto  meiàcantelcba 
di  vane  Se  nobilifnmemcrci»  comcTa- 
pczxeric,S(  Razzi, Tde,P4nni.  90} 
Dodona  fclua,  in  Epiro  nd  monte  Dodooio 
in  Chaonta  . douc  fi  dice,  che  vi  era  Rito 
vn  tempio  a Gioue  Dodonio  facrato,St  al 
tre  mcranighe.  1 1 1 1 

Domencdio,uio,lddfO.  x 

Domioano  Imperadore.  |fo 

Ourazto,hoggi  Valona,gia  ApaUoota.v^t 
£piro. 

E 

Baco  ^lio  dì  Gioue, di  Egioi.  119 
£cbo  o^u  deUaetv,  St  fccoodo  i poeti 


éfi« I morati  (li  Naraifo  t>o  da  tul 

V aimta.  ijlr 

£d(fo  figlio  di  Lato  RediThebiof^  &di  lo- 
padre  di  Eteodc.iSc  di  polince.  i 
•£gftta  ntfpphi  da  Kuma  PomptUo  Ctcondo 
' Ke'di  Roma  amata,&  dal  (ao  Dome  è no- 
minalo ti  h>oie  nel  moofe  Amino.  ai6< 
loltf 

Zgtna  figlia  di  Afopo,amatJ  da  tioue,&  io 
forma  di  fuoco  la  coaobCfdr  della  quale 
fu  delti  U riti4  £gma  preffo  Peloponoe 
fotalcrameoted^ta  Enopu.  «qp 

EgiUo  facerdote, cugino  di  C|ieenne{banio> 
glie  di  Agamenm.ac»ccm  iaqunl  cotnim- 
^ medio. 

£gitto  regione  prdTo  PAfrica , dr  parte  del  * 
PAftaanchochtaleaiuvogluno  cKefia 
tra  PAfnea  .dt  l'Afia,  abódateperla  lOon 
datione  del  Nilo*  S>r 

Bletira  figba  dt  Atlante*  119 

JEIfa  fiome^dt  Tofcana-,od'contado  fioten. 
«ino  oelpimciPio  ,delPacqtiadeIquale, 
ogni  cola, che  iui  gma  f'jadurtfe^dc  di>' 
uien  pictra.merte  in  Amo*  roiir 

£lueci»roooSuiza«n*  ' leSi 

Empedocle, Poeti. Oratore,  Philofopho,  Me 
dìi(0,de  Malico  cognominato  Onnoo . 190 
£ncelado  gigante  fmifiirato,da  Gioue  fulmi 
nato  • de  pollo  folto  >1  monte  Etna , hoggi 
detto  Moagtbello,<he  fiamme.  469 
£oea  Dardanofigliuoiodt  Giove,dr  Redi 
Trota, pritDo  progeotcoreiTEncauna 
> co  da  Vergdio.  469 

Ennio  poeu  Tateocino^b  pan  toftoda  Ru- 
die,ouero  Khodie  caficlln  di  CaUbrla.rf 
Enone  mopha  Idea  amata  da  Parts , de  da 
Apolline  per  la  Aia  virginità  fatta  mei|i 
ca  hebbe  la  cogoicione  di  tutte  l'herbe* 
ixà 

Eolo  Re  de  veoo,d(  deUa  cempefta/figlio  di 
• Giouc,dediSergelUfigluciiHippou,Tro 
Uno.  Ito 

Epaminonda  Thebaoo  fortiiaiine  ,6tcnorto 
in  guerra  per  la  patria* 

Epcna  oim^a  di  Cebreno  fiume  amaca  da 
Efaco  coDuertito  poiin  fmerso.  ai5 
EphcAo  otta  m India  patria  di  Homero  fe- 
condo la  opinione  d'atoint*  9 1 o 

Ephialte  g' ^ Nettuno  tanto  ài  te- 
so,che  moife  guerra  a Giouc.  4^9 

Epteurophflofephoprmape  della  fetta  £pl 
cura.  toi 

Eptro  regione  della  Grecia,  già  detta  Molof 
AaA  Chaonu,hora  Albania.  99 1 

Era  fiume  di  Germania, nafte  nel  monte  Yo 
gefo.dc  fi  moue  canto  legi^iermente,  che  a 
pena  lt<ooorcedoue  vada, mette  nel  Rho 
danOfboggi  detto  Sagona.  iodi 

Erafiumedi  Phofeana,  douedii  ponte,  che 
va  ad  Era  ciUdlo,  douei  pifam  haueado 
poRo  infuga  Locchcfi,da  Ftorencioitono 
fopra»  ^furono  roto,  Acfpai fi  • ioti} 
£ridanot|Me,il  medefimoche  il  Po,come 
ai  (uc^^uoàdcfto.  lotf) 

Elidano  monte  di  Onratzo.  1 1 1 9 

Encnanto  fiume  di  Arcadia , nafee  del  mon- 
to Mello  lAeflo  nome,  nelquale  Hcrcole 
pr efe j]  Cinghiale  vtuo , 6c  portollo  al  Re 
EunAco.mettein  Alpheo  fiume.  1064 
I nmanio  ssonte.  vedi  di  fopra.  1 064  1 1 1 9 
Ertnne  furia  infernale, cofi  detta  perche  cor 
rompe  la  humana  menu.  1904 

Enfinone  Thefalo  impio  difprrctatore  di 
Cefjre,che  per  Arme  vendette  la  figlia, al 
fine  fi  mangiò  le  proprie  carni.  119 

EnflonCfO  LnihooeTc£ala,CamoCa  di  mol- 
ti vcnoficu.  794 


T A.  V O 1 A 

Erio  fiume  di  Frant]a,dooe  é leone  cictj  ito 
biliisima,  come  vuol  Tolomeo,  mette  nel 
Rhodano*  1064 

Enphile  auara,ch«  tradì  fuo  marito  Amphia 
eao  pet  la  cupidità  di  voa  catena  d'oro,  ve 
diad  Amphiarao*  | a j 

Efaco  figlio  di  Priamo  coouerfo  io  Smergo 
irccelio  acquatico*  649 

Efchine  Atbcniefe oratore,  emul odi  Demo 
fthene.  7jr 

Efculapro  figlio  di  Afonme,fu  detto  Dio 
della  medicina.  191 

Efti  caliellom  Padoana*  9 1 a 

Ethcocle  figlio  di  Edipoiche  fi  ammazzò 
con  Polinice  Aio  fratello  cóbattendo*  499 
Ethiopia  religione  calidirihna,(&  peroo  pro- 
.duce  gli  huomini  neri , « abondcuole  d'a- 
QitnaR  velenoii.  974 

Etna  monte  m mero  la  Sicilia, cclebratift  • 
da  poeti  per  lo  fuo  còtinouo  ardere.  1 1 1 9 
Etalia  {fola  nel  mar  di  Genoua , hoggt  detta 
Palmo,oPalmara,ropiofa  di  mincredi  fcr 
ro, cofi  detta  da  Fcalo  Duce.  8,0 

Eua  ptima  donna,  deprima  madre>laquale 
col  fuo  sfrenato  appetito  ci  Aj  cagione  di 
eterna  dannatione.  ittp 

Euclide  da  Mcgara  Philnfbphoi9t  principe 
- nelle  focncie  mathematiche-  * 79n 
Eoplirace  fiume  celebre  di  Mefop otamia,dcl 
CUI  nafamétofono  vane  Pofiniont«fo94 
Euridice  ntmpha  moglie  di  Orpheo  amaca 
da  Eanllco.  n9 

Eurìpi  de  poeta  T ragico  figlio  df  Telefto 

TC.  7t 

Eurpilo,  decalcante  Auguri.  790 

Euro  vento.  it| 

Europa, la  terza  pare  del  mondo. 97 1 *d(  Eu- 
ropa mmpha  amata  età  Gicuic.  _ 

Eurofa  fiume  di  Licaoni»  pre^  lemnra  cU 
Macedonia  corrente;' ‘7  ' ' loer 

-Etccliia  ptopheta.  6t  Redi  Oferufalem,  che 
■ perle  Aie  fante  opere'inefitòefierchlttna 
togmfto.  ap.1477 

Ezechld  pròpheta.  — ar 

F 

Fabrtdo  Rom.fpenacote  di  ncchetre.  140 
Eàlerno  monte  in  campagna,  celebre  di 
ottimo  vino,  d(  per  quello  noggi  in  c(Ta  re 
gionefoon  i Vini  pendei.  1 1 10 

Fano  culi  nella  Marra  aHito  de!  mare  Adria 
tico,eopiofj  di  bellifsime  donne.  999 
Firià  IAila,dr  volgarmente  da  Schiaurnl  det- 
ta liefna,douc  nacque  Demetrio  891 
Faro,dt  farfalla  • vedi  a Pliaro,d(  a Pharfalia. 
Svi.ioir 

Faudina  belliAtma,  dt  impudica  moglie  di 
Marco  Aurelio  Philofopho , de  Impera- 
dorè.  999 

Federico  Barbarofla  vedi  ParbarolTa.  499 
Feifioa,dcbologna  citta  nobilifi.vedi  Bolo- 
gna. 994 

Feme  otta  nella  marca  tr-uiciana.  710.  ifcr 
Feltro  caftello  nella  marca  d*Ancona.  911. 
irrr 

Ferrara  patria  canfs.laquale  hoggi  del  fecon 
do  Hcrcole  lllullnft  Dura  illuRraca  di  fio 
ndi  lludii  io  ogni  facuirà  ,dt  di  hucimim 
preclan  già  di  È«Uez7a,d(  d'ogni  ornanicn 
to  di  viiiUfContcnde con Iep7u  nobili  en- 
ea (fluita.  994 

Ferrarla promnotorio in  Hifpacnaiion  lon- 
tano da  Cartag.nc  nuoua , (otto  delquflie 
Hibero  fiume  entra  nel  mare-  1 no 

Ferrino  da  Ferrara  cancciltere  ducale,  vedi 
Ferrara.  994 

Fcfante  mooiet  doue  comiotid  Perfeo  a vo> 
lare  pcq|8ndareio  Libia , per  atnmaattre 


da  Gorgnnea frfia.  ino 

FiameoghijO  Fum  nghi*  994 

Firenze  citta  che  difiellcrza  anche  ferba 
Pantico  nome,  ma  a trmpi  ocAri  dalle  par 
fi  quali  ridotta  All’ultimo  cltcrniinio.  Pvr 
Flora  Dea  de  fiori,  alrnmcna  detta  donde, 
dt7efhirite.  il  79 

Fòlchetco  Geoonefe  Poeta  Prowenzale.  79 
Forlt  città  tn  Romagna  aitai  chiara, per  la 
rocca  già  difefadàlla  Signora  Caterina 
Sforna  conrra  Talentino  Borgia.  900 
Fortuna,  Oca  della  buona  dedeìU  cnita  (ot- 

cCfFato.  IJ4 

Fobno  hcretico  . che  infieme  con  Acino 
perAiafead  Anaflafio  Papalahcrefia, 
cheti)  poicaufa  della  tua  morte, come 
ad  effo  Anaflafio.  1 917 

Fcàcefchin  dclli  Atbid  Poeta  Fiorencioo.79 
Francefi,A  Calli  popoli.  977 

Francefeo  Scraphico.cioè  San  rraocefco.^i  9 
Fraocefeo  Pcrrarca.vcdi  Sorga.  ic89 

Francia  ptouinria  delJ'Euiopa,  il  K heoo  la 
chiude  ad  4quilc.ne»&  dal  Leuante  l'Ape 
nino,dairaullro  foooi  iiiooii  Pirenei, & 
da  ponente  li  mar  di  P.ertagna.  977 
Franco  Mtmacorcfiologacfc  celebrato  da 
Dante  9)0 

Freto.  è nome  generale  di  ciafrun  marepaf- 
fante  1 tur>ghi  ftrcfti,  et  me  il  flrcrio  di  Co 
fiantinopcdi,&  tia)Jllrcttodi  Mefsina,  & 
Rhcgio.  1019 

Frifoni  liuomim  della  Phngia  molto  gran- 
di. irle 

Friufi  regmoenotifiima  Lar  forum iuli).9la 
Fulnio  Fiacco,  che  coocra  Aoiballe  alfedió 
Capua.  470 

G 

Gabriello  Angelo.  9 

Gaeta  citta  in  terra  dìLauoro  chiara  pd 
porto,ftpef  iito  amcnifsimo.  9oa 
Gaia  donna  bcKifsuna  figlia  del  booo  Cerar 
dodaTreuigi.  99i 

^Calatea  oimpha  marma  figlia  diNereo,  & 
di  Donde.  . 647 

Galba  detto  Sergio  Galba  oratore , del  qna- 
leCicerutie  patlando  di  Bruto  ne  ia  men 
Clone  affai  volte  vedi  ad  Anionio*  ?)f 
Galieno  medico  eccellenff.da  Pvreamo  d*  a - 
fia  Sctifle  molte  opere  m meduma  notif- 
fimc,  vide  nei  tempo  di  Traiano  , Impera- 
dorefin  ad  Aotonin  pio.  191 

Gange  fiume  tflndia  grand)fsimo,  della  on* 
gifirdd quale aprreffo gli  anciclii  Amo- 
dcmifono  vane  l’opintooi  * io9p 

Gano,  & Ganclione  di  Magjoza  Cradiiore 
contra  Carlo  Magno.  594 

Garbino  venro.  uà 

Garda  n Aello  pollo  fopra  la  rìua  di  Benaco 
Lago  di  buoQifiimi  pefn  abondcuole , A 
massime  di  Carpioni , che  :o  neffun  altro 
Lago  fi  trouano.  9^ 

Gargana monte  (h PugIia,doueefaotoAn 
nìo,  predo  del  quaìe  fu  vo  tempo  di  Pal- 
ude Hclinite*  1120 

Gargapliia  fonte  di  Boctia  già  facro  a Diana, 
A m quella  Atcone  vidcbiaoa  iauarfdon 
deda  la  futnfmucato  in  cerun.  ir  |9 
Oartgliano  fiume, già  detto  Lift  alPincontro 
dt  Gaicta  utU-Wia  Mmtumo  cafiello* 
4t  1.1099 

Garóna  fiume  della  fr.inda , nafte  da  moo- 
D Pirenei,  parte  la  Guafeogna  della  Fran* 
cta.metce  nell'Oceano.  1 o9 1 

Gebennaotea,  hoggi  detta  Geneva,oGe- 
- neuTa,noflaaedollrcn)odegIt  Allobro- 
gi  preffo  9 Suizr ari,  nòguan  lontana  da 
*.  Froueoza  ^ oue  dai  lago  Lemano  efceil 


Rhodano*  ^ 

CcdcoQt  hebreo  captuoo  de  gli  Hcbrci,  che 
vtQfemirJColnramence  i Medianiti.  470 
Cencura  doaaa  di  Artu.64?  & altra  Geoe- 
ura, celebrata  dal  Boccacoo  1 fja 

Geaoua  eipporio  di  Liguri, atd  aabilir»ima 
gcfuperba*  ^97 

Ceooueli  popoli. vedi  a Geooua.  847 

permanta  rrouiocia  , aoè  Lamagna  la  alca , 
flclabiflajaalca  dcircoodata  dal  Danu- 
bio » & la  balla  dal  K heoo  uerfo  meio  di 
(ìa  che  fi  attufi'a  nei  mare  dal  reccécnooe, 
& dal  poneatePOceaao.  trt 

Gerulalem  citti  10  Stria^celebratiff-  per  Io 
Sepolcro  di  ChriftOj  le  per  lo  tempio  di 
Salamone.  fiog 

Gcculta  pae{e  in  g(rica,ouc  aafeooo  gli  £Ie> 
phanti.  >fo 

Gherardo,  Giraldo, Gierardo.  ina 

Gj^iao  di  Tacco  Scoefe,  Ladro  oobiUrnmo. 

749 

Gtacopo,&  Giacomo,&  Iacopo.  1 rea 

Giacopo  padoiiano  prodigo*  411 

Giano  KeiTlcalia.  i44 

Gtafoo,&  laroac.vedi  lafone.  471 

Giaua  Ifoiecca  in  Calicui,  doue  gli  hoommi 
mangiano  carne  huraana.  I9 1 

Gterardo, Gerardo, Gherardo,  &Girardo. 

uu 

Gicfu,&leru.  a 

Ciglio  Ifoletca  nel  mar  Lìguftico, lontana  da 
monte  Chriftì  cnigliadr.  997 

Gineura,&Zrneura  irn 

Gior,&  Dan  fonti , che  giunti  rafieme  fanno 
il  fiume  Giordano.Vcdi  Dan  fonte.  \o66 
Giordano  fiume  io  India  di  grl  foauitd,  efee 
della  fonte  Penctda,( fecondo  fan  Girola- 
fno)delte  radia  del  monte  Libano  nafee^ 
no  duo  fonti , l'uno  detto  lor , & Haltro 
Dan  che  giunti  lofieme  fanno  lordano.cn 
tra  da  poi  nel  Lago  Afphalci,4(  quiui  fi  cor 
rompe.  1069 

ciorgio,aoèfaQ  ciorcto  ina 

eiofeppodofcppe,o  loicph  figlio  di  lacob  pa 
tnarca,  ft  pia  grato  al  padre  di  tutti  gli  al 
’ tn.xii.fratelli.  114 

Ciotto  pittore  Fiorentino, nel  Tuo  tempo  mi. 
rabi!e,colebratoda  Dante  >&dal  Bocca 
òo.  90 

ffiiouaani  Apoflo1o,&cuangelina.  X7 

Giovi.  Lai.lupiter.  1 749 

ciouc  fonte  frcddifiimo  in  Oodooe,feIn  ef* 
folefaci  efiinte  fi  foinmergono  quelle  fi 
raccendono.^  le  accefeeftingue  come  gli 
bIcm  fonti*  toj9 

piraklo  poeta  Prouenxale.9e  duo  ciraldi  Fer 
rarefi  huomioi  di  dottrina  celebn.  77 
eirolamoi3c  Hierooiroo  da  Carpi Ferrarefe 
pittore  eccellentiri.  vedi  a Ferrara.  994*  & 
oirolamo  nome  propno.  iffi 

CtulUtto,e  luogo  in  Pangt,dop9  fonoiefor 
che.  977 

Qiuda  Scanotto  difdpoIo,&  poi  tradicor  di 
Chrifto.  f99 

piodca  regione  10  Spria  edebre  per  la  oatiui 
lidiChrifto*  979 

tiìucbc  hebrea^che  rccife  Oloferne , R liberò 
la  tua  patria.  a 14 

9ÌUI10  Paatagatbo fratello  cariTi  .vedi a Vt* 
ocgia.  Ì9l 

Giunone  Dea  figlia  di  Saturno , ft  forcUa, 
moglie  ili'qioue.  H4 

Qiulbnianolmperadore.  |9i 

Glauco  pefcatore,p«>«dii}eauroDtOfnanoo 
amo  Solla, difpreaio  Circc,coiM  fauo> 
Icggiano  i poeti*  1014 

CofiIndoDucaBiloaiCQi  470 


TAVOLA 

Golia  gigante  vccifo  da  Dauid  conUfiuo  ’ 
da.  470 

QOmorra,dc  Sodoma  cirtadj,aefe  da  Dio  per 
lo  peccato  contra  natura*  907 

corfuidc  corphu  tibia  99r 

corgogna,fic  Capraia  Ifoleoel  mar  Tirreno 
uon  lontane  dalla  foce  di  Arno*  899 
C ofianza  monaca , & iCcma  di  Malia Im  • 
peratnee*  141 

cotlii  popoli.  ifSr 

cracco  detto  Tito  Scmorohioo racco Impc 
radore  Rom.  valorofo,  manco  di  Come. 
Jia  figlia  di  ScipioQC  A&icano  fupcriore* 
uediaTico.  470 

0 lanata  prouinca.vcdi  Serica  protitnaa.89) 
Grattano  monaco  »chc  compoUillibro  dd 
Decreta  m ragion  canonica.  180 

Grecia  regione  di  Europa,  gm  di  tutte  ledi - 
fupline  celeberrima, hoggi  quafi  dd  tutto 
re  ggetta  a Turchi.  J76 

Grcc^  popoli  di  GresiJ.  $iC 

Ortfqiioo  arcliinufta  defentto  da  Dante, ve* 
di  Aichtmia.  U)7 

Guanto  Citta  celebre  in  Fiandra,  vedi  Doa* 
gio.  90} 

Guglielmo  Redi  Sicilia.  14* 

Gugiielmo  Cebeften  poeta  proueniale.  77 
Guido  caualcantt  Ftorenn  no.cuido  Gumi' 
celb  da  Bologna,  dt  Guido  Urlandi  poeti 
Thofeam.  77 

cuKtqo  di  Arano  poeta  ThoCcano*  77 
Guizxante  atti  in  fiandra , polla  al  Uto  del 
mare  Ocpano.vcdt  OoaeiQ.  tqi 

H 

H^driano  vedtpdHcbe  Hadrìano*  470 
dambale,AnDibaIe,  Amballe,  dtHarmibatc, 
470 

IjarpocrataPÌD  del  filcntio.vedi  a Sdendo  • 

14*4 

Hebe  O ea  della  giouentu  , figlia  di  Giunone 
de  moglie  di  Heroole.*  x\C 

iIcbrci,&ioi  Giudei  ab  Hebcr  qui  fui!  Ab- 
nepqi  Seo  filli  Noe.  • r9 1 

Hebro  fiumedi  Tracia cantahCi.per  la  me- 
moria  del  poeta  Orpheo , del  qual  efee 
Nello, djr  Stri  mone,  ebe  nafee  del  monte 
£mo  mette  nel  mare.  1 o49 

Hecuba  fi^ia  di  Dimante,  o di  Ofiè  donna 
dpi  Re  Pnamo,  laqual  dopo  la  ruma  di 
Troia  per  lo  wfuportabile  dolore,  fingo 
no  I poca , che  fi  coouertifle  in  rabbtofa 
cagna.  laop 

Helena  beUiGima  figlia  di  cioue>h  di  Leda. 
^M9 

nella  propheta.  x6 

Hclicoaa  monte  di  Boecia,  non  lungi  d»  Par 
aaroyfacro  ad  Apollo,  de  alle  Mute,  onde 
fono  dette  Heliconide.  1 1 ao 

Hadrìano  fuccefióro  di  Traiano  nello 
Imperio.  470 

HelKidoro  mandato  dal  ReSeleuco  (fAfia 
a rubare  il  (empio di  HieruCaletn*  144 
Hplifeo  propheta.  ad 

Hellefponto  mare,  è il  {fretto  che  dioide  TA  • 
fia  dall'Europa,  dalla  parte  ifAfia  d A- 
bidoatli,dtdalV£uropadSetto.  ioa9 
Hemifpero,val  meza  Sphera.  967 

Hemo  monte  in  Thrapa  altt£wno,done  fi  di 
ce  elTere  il  domicilio  di  Marte.  tuo 
Heraclitophilolbpbo.chcfépre  piàgea»  aoa 
Hercinia,enome  gracTalea  piu  felue,inala 
piu  coQofcruta  c quella  che  è appo  i Ger* 
mam.  un 

Hcrcote  figlio  di  Gtoue.  470 

Hcrcoleifrhebaoo.  948 

Hc7maphrodito,e  quello, che  p^meipa  di 
fG^chiOj^ihfemtOa.  J4i 


Hentirob  donna  di  HoreRe  figlia  di  Mene- 
la^.dr  dt  Helena.  9 49 

Hcrmo  fiume  di  Lpdia,  rbe  diuide  b Bolu. 
dalia  toma,  & col  qual  fi  mefea  con  pac- 
tolo  fiume.  I049 

Hero  amata  da  Leandro,fii  da  Scilo  città  n9t 
Tco  delb  Europe  contrapofta  ed  Abido  • 
949 

Herode  pnmoRedegli  Giudei*  949 

Uerodoto  Ionio  piu  eccellente  fcrittore  del  • 
le  liiiiorte  greche.  1 90 

HeKe  bcllifiima  figba  di  Cecrope  Re  di 
Athencamata  da  Mercurio,  66f 

Hcrfiha,  che  dopo  fitta  Dea  eoo  Quirino 
fu9  manto  fu  detta  Hora,  vel  Ora.  9 49 
Hefi^cna  Nunpha.  949 

Heiter  hebrea  donna  di  AlTuero  Re  di  Perù. 
949 

Hetture figlia  di  Priamo  Redi  Troia  vccifo 
da  Achilie  fecondo  Homcro,bcni.healttì 
dicano, 8c  forfè  con  piu  verità, che  egli  ve 
afe  Achille.  47i 

Hiberafiumcfaroofa  neQa  Spegna  di  qua  • 
io69 

Hicron  Sirarufano  Re  di  $idlia,faniofb  ti- 
ranno. 471 

Hidarpe.oldjfpe,fiume  celebrato  perla  tua 
grandczaa.v«ditdafpe.  io9f 

HtC6ommo,8(Gfrolamo,vcdi  Girolamo.tr}t 
Hierulalcm,&  Gerufalé  vedi  Gierufalè.  909 
Himeoeo  Omdcllenrme  4f9 

Hipcnont  padre  del  Soic,&  prghafi  ancho 
per  lo  Sole.  4ia 

Hipcrihefba,VMdeleanqtiaoia  figlie  dt 
Danao.  9ro 

Htppoaare  da  eh»  prinape  demedio.  «94 
Hipporrcne  fonte  di  Boccia  natocomeaUu- 
Dtvoghono  dalla  pcrcnfii  fatta  col  piede 
del  cauallo  pegafeo,8cda  quello  eifere 

f'rccamcQce  nominato,  e (aerato  alle  Ma- 
iddr 

Hìppodamia  udocifiima  nel  corfo.  1 489 
Hipp^rtaRttna  delle  Amaione.  9ro 

Htppolito  figliuolo  diTltefeo*  9ro 

Hirpomene  aomo  drfccfo  di  Nettuno,  dt  di 
Megarachc  umfe  nd  corfo  Atlanta,  éjo 
Hirlanda,dc  Idandi  ifola.detta  da  gli  anti- 
chi H}bernia,8e  luuerna.  9fr 

Hi(i(  hile  figlia  UiThnante,Rema  dell'llólj 
di  Lcnno,amo(afone.  eri 

Hif^pna,  A Spagna  regione,  Hifpaaia  vhc-  .■ 
nor,la  Caibglia,dt  llifpania  citenor,  lire  ‘ 
(no  d' Aragona,ft  di  C»  n:lof  na.  977 
Hif  uo,o  iRro  fiume,  che  di  loblt*  d creduto 
mettere  capo  nel  mar  Adriatico.  io97 
Homero  ptinape  de  poeti.  7$ 

Horat»  Code  Romano,fimnfo  dd  ponte, 
che  tenne  contra  tutta Thofeann.  474 
Hortenfio , detto  Quinto  Hortenlro  oratom 
ceicbrati(s.ft  molto  da  cicerone  commen 
dato,8cparticolarmeotedimeniona.  7)f 
Huoghena  detta  ancho  ^anao^  ^ vedi  Pan 
noni».  979 

Hymeto o Imeto  monte  odia  regione  Attica 
tra  tutti  gli  aliti  mona  di  bdlciva  itencil 
pnodpato,cQpiofbdtfiori,  diTimo  Sedi 
otamomde.  liti 

Hymeneo  reputato  Dio  delle  nozM.  989 
1 

lacob  fidio  (Tifaac,che  fu  poi  detto  Ifraol 
propheta*  ag 

lacomo, Iacopo, At  Giaropo.  t tit 

bcopo  fkmacofib  medico,di  Papa  Paolo  1 1 L 
Fon. Mae.  9^9 

Iacopo  Rulhcucci  Sodomita  indegnoda  ef- 
{eroomiaatQ,macofiparuca  Dante.994 
Ufoa,&Giafone figlio th£fDae(c4CrU%  <Ìi 


Priia  Redi  ThefTiglia  « clic  ahdd  a Coleo 
con  la  f r4ma  oauc  perac^uilUre  il  Vello 
d«ll*oto  ^?a 

Icaro fìglio di  OcbaÌoRedelacoai,& padre 
di  Penelope  inueorore  del  vtao.  1 1 1 
Icaro  figlio  «il  Dedalo,  vedi  a Dedalo.  740 
Ida  fclua  di  Phngia  da  Ida  monte  preflb  Tro 
i8f  nella  cui  valle  fu  dato  d giudioo  da  Pa 
nt  delle  tre  Dee,  Jt  quiui  ancho  lìi  rapito 
Ganimede.  1 1 1 1 

Ida  monte  diPfangia  non  lungi  da  llione. 
vedi  dilbpra»  A Ida  é anche  monte  in  Cre 
ti,doue  fu  nudnro  Cioue.  1 1 & 1 

Idalicho  Idalo  bofeo  1 & caftello  nelPlfola  di 
Ciprea  Venere  (acro,  A perciò  é delia  Ida 
ha.  iiop.iiai 

Idalago  mutato  in  albero.  1 1 

ldafpe,o  Hidafpc  fiume  celebrato  per  la  fui 
grandcxza  y detto  da  Idafpo  Redo  Medi, 
corre  tra  Parti , A Indi  » A riceuendo  in  fe 
altri  fiumi  entra  nel  mar  Indo  io«7 
Iddio  pnoeipio  delia  nuiira  fabricadcl 
mondo.lddto,A  Dio.vccii  Dio. 
lrim,leruralem, Salem,So  lima»  Elia, Hierofo- 
. luTU,HieruCaIeni,A  Geniraiem.  90$ 
[fT  ie(u,A  GieAi.  6 

. lÌerda«Lenda»A  £eida  citta  in  Spagna.  90S 
^ Imeio  monte  della  Regione  Atuca.  iiai 
Imola  citta  in  Romagna  t per  laqual  pafla  il 
fiume  Saotemo.  89! 

loanmc  tibia  coli  detta  da  Homero  » A da 
Ver  ma  da  S&abonc  Anme  • Grecamente 
Piihecufa  » A per  altro  nome  Aenana'^  al 
prefeoie  detta  Ifchia  dal  caReilo , hoggi 
ineffugnabile.  8«7 

lodia.e  tra  il  mczodiA  rorfeote,comioaa  da 
mono  medit  » e regione  faluberrima  » due 
raccolte  fa  di  biada  Panno. Fu  giudicata  la 
tona  parte  dei  mondo»  Bacebo  fu  il  pruno 
chenetnompho.  t74 

lodicoraaregrandiCumOftal  cheli  dice»  che 
per  quaranta  gK>rm»A  nocir  cotiltnoue  cò 
legoofiate  v^ebafb  alla  Tua  nanigatio- 
oe.  10x9 

iNFitNo»  dlapiit baflà parte dd mon- 
do. i$oo 

loghilrerra  IColjfderta  Angliterra  Anglia, 
Bnctanaia»Cahdnoia»  Albico.  8g7 
Ionia  proomaa  nelP.MÌa  minore , oned  >1 
monte  Lamio, famofa  perle  infonto di 
Endimione^maco  dalla  Luna*  f79 
lofaphai  valle  vicina  a oerufalé,dooefcéde> 
là  Chnfto  a giudicarci  buoni, A t rei.  1 top 
lofcph.Alofep^figlmdilacob.  xrq 
lofue,  chcfucccfTea  .Mofe  per  coriducere  gli 
hebra  in  terra  di  promifMone , A pallb  il 
fiume  Giordano  <0  piedi  afouiti  con  rut- 
to il  fuo  cdèrcìco,  A a fuoi  preghi  lì  fermò 
il  Sole  per  ue  «li  commoui.  47X 

IphiOpnano  amò  ardentemente  ADafnerte, 
iaquaie  clTcado  coocra  lui  durìfftma , egli 
fi  appicca  alPufcio  d»  lei.  Fu  nn’alcro  Ipni» 
checiTcodoCanaulla  diuennepoi  vn  bel. 
logartooe.  6fl 

Ifaac'^tnarca  fielio  di  Abraham.  x| 

Ifabella  di  Toledo  Ouchefla  digniff.  dì  Fi- 
renze, redi  alla  dcdicationedclPopera  » a 
Cofmo.  1 000 

Ifara  fiume, ou ero  torrente  di  Calila  eotran- 
re  od  K hodanu.  lo47 

Ifchia  lfola,da  Homero»  A da  Ver.  detta  Ina 
rùne»da  Strabene,  Anme, da  Crea,  A an- 
ticamente PithccuCa.  Lab  Aeoana , hogeì 
Ifchia.  897 

inaoda»ouero  Hirlanda  trota»  Aanticamen- 
ce  detta  H«bcmiaiA  luueraa.  Ì91 

Ifmeneo  fiume  dt  Boetia  predò  a Tbcbe,de9 


Y *A  V O L A 

to da  Ifmeneo  figliuolo  di  Pelafgio.  ted7 
Ifotta  amata  da  TnHanu.  6p  1 

Uracl  Propheta  figlio  di  ifaac,  che  pnma  fu 
detto  lacob.  it 

Iftria  rcgio»antìcamentc detta  lllpftria,  hog* 
gicapncPiftna-  81) 

Iftru»o  Hiftro  fiume. vedi  Hillro.  1007 

Italia  proainaa»A  Italiani.  t76 

luda  Sca riotto  difcepolo»A  traditore  di 
- Chnfto.  ffd 

ludii  hebrea  della  eìld  di  Betulia»  che  vca  ■ 
fcOloferne  perhberarla  patria.  214 
lutia,o  Giuliamoglie  di  Pompeo,  A figlia  di 
Cefare.  eri 

lu1k>»o  Groho  Panthagato  fratello  cartfiimo. 
vedi  a Vmeeia.  f9) 

L 

Lachefi  Putu  delle  tre  parche,  vedi  a par- 
che. 4x) 

Lada  corfore  di  Aleflandto  magno,  tanto  ve 
loofi.  cheoó  appareualevclhgiedcfuoi 
piedi  nella  rena,  onde  Catullo  Non  Ladai 
ego  pennires  ve  Perfeus.  14^9 

Laio  Re  di  Thebe,figlio  di  Labdaco,  A pa- 
dre di  Edipo.  )?4 

Lamagna,  A Alemagna.  878 

Lamio  monte  in  Caria , famofo  per  la  fauola 
di  F.ndimione  amato  dalla  Luna»  A i quel 
lo  hauer  dormito.  11  ai 

Limone  finme , nafte  della  valle  di  Lamone 
A pafia  per  melo  Faenza.  / 1067 

Lanolutto  amò  Geneura  moglie  del  Re 
Artu.  8rt 

Latona»chc  lignifica  la  lana»ADiana*  fra 
Laudomia  moglie  di  Protefilao  . 6ra 

Laura  amata, A celebrata  dal  Petrarca. 
Leandro, d*Abido»cbe  amò  Hcroda  Sello 
ani.  6f) 

Leda  moglie  di  Ttodaro,  A amata  da  osouc. 
874 

Lelbaifolettanelmarliguftico.  887 

Lerida»  A Leida  città  in  Spagna  redi  llerda. 

to8 

Lelio  amico  del  Petrarca,  A altri  duo  Lelii  io 
amicrtia  cdcbratt.che  có  l'rao^A  con  Pai 
tro  Aphneano  hebbero.  7>a 

Lenno  lfola,doue  fu  venerato  Vulcano  » A e 
detta  Hypfiphila  da  Hifiphilc  amata  da  la 
fone,  A fivlia  «li  Thoaote.che  in  quella  re  • 
gno.  a 87 

Leonida  Spartano  Re  di  Lacedemoni»  chefe 
ce  centra  Xerfe  cole  anirabiti.  mori  a Ter- 
muptle.  4?a 

Lepre  figlio  di  Go1ad,che  fe  monre  la  ^pna 
figliuola  f*  fcruare  il  voto  fatto  a Dio.  nel- 
la aibia  fi  legge  lephte  A nò  Lepte.  4?^ 
^the  fiume  inferaale»come  fingono  1 poeti» 
"malafciando  Icfinioni  c fiume  inAfrica 
preflb  Peftremo  corno  delH  Sin  , non  lun 
gl  dalia  città  Cronire . I oa? 

teuàte,cdoueil  Sol  fi  lcua»cioà  POrto.  889 
Leuioio  detto  uumio  Lcumto,  A duo  Roma 
ni  furono  di  mefto  nome  celebri.  47a 
Libia  » detta  Africa  Puoa  delle  tre  parti  del 
mondo , coli  detta  da  Libia  figha  di  Epa- 
pho  A madre  di  Bafiridc.  87) 

Licaonia  prouiocia, polla  quafi  nel  mero  del 
l’Aha  detta  coli  dìa  Licaooe.  880 

Ltaa  prouincia  aflai  celebre,  per  lo  oracolo 
di  Apo)itne»detta  da  Lido  Re.  879 
Lidia  regione  nelPAfia  minore , celebre  per 
Crefo  Re,  A per  Fattolo  fiume,  che  fi  di- 
ce hauer  Parcoc  d*oto.  880 

Lilla  città  in  Fiandra.vcdi  Doagio.  90) 
Limbo, e la  cftremità,  che  circonda  la  velie 
di  fntto»4gidorlOi  o lillà  A coG  il  Limbo 
é il  prihio  cerchio  » che  circonda  tatti  gli 


altri  dcTTfnfpmo.  977 

Linceo , ouero  Lmcheftio,fiume  delTacqua 
dei  quale  chi  frooderaramente  bruera, 
non  altriff.co  vaallera.cbcfebcuuto  ha 
uefle  vino  fordtmifura.  1067 

Lineo  fiume  detl’ifola  di  Caodia , rorretiie 
*prcnu  Cortina  città  ,per  lo  quale  da  cio- 
ue»comierfo  m Tauro,  dicefi  Europa  cller 
ftjta  portata  1087 

Lintemo  fiume  di  campagna  non  lontano 
dal  fiume  Vulrurno , A da  callello . vedi 
Lirerno.  1088 

Lione  città  celebre  in  Francia  nella  Gallia 
ludoncfe.lat.ittgJiinuni  box 

Lipari  Ifola  detta  da  Liparo  Re,  g*a  celebre, 
ma  huggi  da  Turchi  tutta  dcpopuIata,A 
defolaca.  aiS 

Lipan  fiume  diOltda  di  mirabile  proprietà 
tmpercioehe  t notanti , o tauandofi  della 
fua  acqua  rellano  da  quella  non  altnmen 
te  vnti»  chefe  nell'olio,  o graflb  fi  fulTcro 
lauati.  1088 

Dn  fiume  alPincontro  di  Gaiera  città,  hrggi  /n 
'^Gangl]aoo»vctb  Minrurno callello.  1068  adr 
Lirope»  ouero  Lmopc  Ibnte , nel  qual  fi  dire 
Narctflu  hauetfi  in  cucilo  veduto»  A pre* 
fo  dcU'amore  dt  fe  ftelTo  ne  mono.  10I7 
Lifippo  mt:>gliatore  di  llarue»fingulare.  8xf 
Lii*na,o  Lic'fina  lfola,coE  hrggi  oetiada 
Xchiauom.  891 

Literoo»A  non  Linterno  caftello»come  dimo 
lira  il  Minrumo,  poftn  al  hto  del  mare,fo 
pra  il  fiume  dei  fuo  nome  pflb  a Cuma.9 11 
Liuia  donna  di  TtbenoG.pat  moglie  di 
Cefaic  Auguft-'.  874 

Imio  cioè  T Ito  L mio  Padoano.  90 

tombardia  regione.  SS  1 

Lotcìingo  Re  di  Francia»  A Imperadore.  47X 
tuca  nome  proprio.  ina 

tucano  Poeta  Cordubefe.  79 

zucca  atta  di  Thofeana  cefi  detta  da  luccn 
monte  Re  degli  Hctrofci,  firuata  prefToi 
monti  di  Luna,  topiofa  d'huomioi  degni, 

A atti  alla  miltcia.  898 

Lucifero  ftella.8 1 4.A  tndfero  Diauolo.  tSoi 
Lucina  io  vece  della  Luna  • ip) 

LuaaSianio  Dentato  Ro.fbrtifttmo.  47X 
lucretia  Ro.  finguiare  eflempto  <fi  caftirà,  fi- 

f;lia  di  Spurio  lurreno»  A moglie  d 1 Cot- 
atuio  Stuprata  da  Sello  T arqumo  a te 

Ludouico  Fontaoada  Modena  , vedi  a Ro- 
ma. 898 

Luigi» A Loi^iyilfuo  intero^  tudouico.ina 
Lumoeev  caftcllo  mPrnuenza , patria  di  Gi- 
raldo Proucnzale,  del  qual  fa  meottone  11 
ooftro  Petrarca.  914 

iima»altnnienu  Diana, iatooa,Lucma,  Pro- 
ferpma,Onna.  kra 

Luni  atta  nobile, A bora  é fpenta,per  laqua* 
le  la  regione  e detta  innigiaoa,  al  pulco- 
te  e detta  porto  Venere.  907 

luntgiana  Regione  detta  da  luna  dttàgia 
nc^le.  88 1 

Luogo, A Luoco.  9f  o 

M 

Macedonia  prouincia»dettJ  <b  Macedone  fi 
gltodiOfinde,  celebre  per  gliduo  Ke, 
cioè  Philippo,  A Aleflonc^»  Aaltrimena 
detta  Emana.  879 

Macomettn  Arabo  Iruentore,  A Principe, del 
la  fetta  Matunecana.  X9X.797 

Maeflro  vento, che  ancho  è detto  Coro.  1 $ a 
Magra  fiume  della  riuera  di  Gcnouj.che  di- 
uidc  la  1 hofeana  dalla  Ltguna,  hopgi  det 
co  Lurtigiaua  da  Luna  utta  aoticlufs.  1088 
Maik.Puna  delle  fettefitlie  di  Adaiiic,  che 
partorì  Mcrtuno,di  Giouc.  14) 


M»g»i  ^tetiraH  iairme,ft  Ìecter«,tra 
mio  canfiuno  compareM*  Marco 
Antonio  Magno.  \9f 

Mais  cofta  d>  mare  prelTo  Saltcrso  fopra  il 
mare  rtguarilaQte,  piena  di  pi(doIe  atti 
copioia  di  giardini,  & di  footaoe.  j i ai 
MalOfdc  Vccalatoio  moou^ciie  fu  Tmo  fi 
iregffoao  tutti  gli  tdilicii  dt  Koma,&  J'al 
rrtlTo  a l^renze  cinque  miglia  . i tai 
>1  alta  6iunc,ch^  corre  od  Ugo  di  Solfena  « 
1069 

Cambre  monte  prefTo  Ebron, doup  Iddio 
creò  il  nodro  padre  Adamo.  iiai 

^aoto  figlio  dt  Melampo^dd  quale  fu  detta 
Mautouj  città.  141 

Maotoj  atti  già  cotooia  di  Thofeaob  & pa- 
|ria  di  Vcrgilio  principe  de  poeti  tquiui  fi 
dice  efiVre  del  veto  Cauguc  diCbrtllo  S99 
^aratboqa  luogo  neU'Atuca  regione  nò  Ìò> 
uno  d’Acben«»oue  Cario  per  io  ro|ore  di 
Mileiade  fu  rotto.  006 

/larnthonc  monte, ouero  Campagna  d>  Atti 
ca, chiaro  per  la  vitsuru  di  Tbeieo  del  fu* 
perato  Tauro  Maracbonto,&  perla  morte 
di  Icaro  Kc,  da  Rultia  vcofb»  & per  Uglo 
riardi  Miipade»  111» 

Tdarca  d'Ancona-t  a>*piceoui  agcr^cofi  detto 
da  Fico  couu^rfo in  eccello 
Marcello  Konwdetro  Marco,capftano  ecceU 
lente  coutra  Annibale,&  vincitore  di  àara 
gofa^jle  Sicili3,cbe  ifpugnó.  471 

Marco  Marcello  Komano,vedi  dtfopra.  471 
Marco  Fopilio  Romano.  14) 

Marco  Aotooio  M^gnotiiedi  a Magni  cele- 

braò.  19$ 

Marco  Tullio  Qcerone. vedi  Cicerone  7)4 
Marco  Manlio,  Capitolino  nominato  perle 
molle  nctoric  c'hebbe.  473 

Marco  Antonio»che  fu  Aureliolmperadorc» 

. 9r+ 

Marco  Se^ìo  famofo  per  le  molte  prodextp 
& mafiimamcate  nella  rotta  di  càna-4  7 a 
Marco  Graffò  ncchifnmo  di  tutu  1 Romani 
& ananfi  di  tutu  gli  fauommi.  |t4 

Marco  Marrone  iioto(5.di  tutsii  Romani  Poe 
ca,flcPhiiofopbop(Utift.vcdiVarrooc.7)i 
Mardocheo  hebreo.  redi  la  fui  btfiona 
ad  Alfuero.  C41 

Mare»Mare  Adnatico»Mar  di  Colbntinopo* 
li, Mare  Indoro  Indico,  MarMirtoo,  Marc 
Oceano, Mare  Tirreno,  o Pifano,Mar  Sai 
Ieo,Mar  di  Salamta , Mar  di  Spagna,  Mar 
di  Maionca,dc  di  Mioonca,  Mar  di  Geno* 
va,  Mar  di  a Ibania,  Mar  di  Ponto,  o della 
Tana, Mar  RofTo,dc  Mar  Morto.ioii|  toar 
Maremma  paefein  quel  di  Siena  vecfo  la 
manna  di  pafchi  abondante.  mo 

Marghema,&  Malghenta  nome  ^prio.if  )a 
Man, 9c  Golfi  diuerU,&  vani.  ioa) 

Mana  V ergine  noilra  auocata.  7 

M*rtanne,o  Maruonafighadi  aleflandrofi 
gliodi  Ariftobolo  rcro  Rcdc  Giudei, de 
moglie  di  Hcrode , dt  daini  intenCamenttf 
amata-  6f4 

Manna,  la  nniera  del  mare,6c  pigliafi  ancho 
per  lo  marni  tote 

Mario  Romano  oatoad  arpino  luogo  burnì 
le,arrcfe  in  Roma  per  ordine, a fonimi  ho 
non  fino  al  fcttimo  confolalo.  471 
Marrocco  prouinaa  nella  effrema  AfriciiSSo 
Marfia  Statiromufico.fuf  orato  nel  citare  di 
Apollo, de  da  qllo  della  pelle  fcorticaco.77 
Marfia  fiume.  ioAR 

Marfilu  città aotichiCiiina  taprouenxa,po. 

fta  fu  la  fn>tina  con  bclhfitmo  porto,  poi 
Ma  tra  figliuolo  di  Gioucift  di  Giu> 
pone.  4f4 


T A V O L A 

Mareìa  moglie  di  Catone  Vciccofe  caftifó* 
ma.  iir 

MaGoiflaRedoMaftili»  47} 

Mauri eanuregiooc  di  Africa»  bo^ detta 
Marocco.vcdi  Marocco.  I90 

Maufoieto  Re  dt  caria.vedi  ad  Artemift«.)t4 
Meandro  fiume*efce  del  lago  alomoc.ioAp 
Medea  figlia  di  Età  Re  dj  Golcbi,  incancatn 
ce  innamorata  di  lafone.  pff 

Medufa figlia  di  Fhorco,  & di  aaleoapefce 
martno^iaquaJ  mutava  chomque  la  intra 
uamfajTo.  144 

Megera fiiru  infernale  figlia  di  Acheróie,  A 
della  Notte  fecondo  fingono  i poeti.  1 404 
Melàpo  padre  di  Mito  grande  ipdoutno.  7pp 
Melano  atta  pnnapalc  io  tombardu,  della 
quale  vane  fono  ieppimoni^che  cob  fofie 
nommaca.  tfp 

Meieagro  figlio  di  Eneo  Re  di  Calidopia , ae 
diAcbeoa*  taf 

Meleglnnor  cioè*  Iacopo  Meleghiao  nobibhi 
ino  ferrarpfe.ycdi  a Roma.  |f  A 

Menalipe  Rema  delle  Amatone  viop  da 
Hercolp.  ^7| 

Menalipo  vccifoda  Tideo  nella  guerra 
Thebjua.veii  a Tideo.  471 

Mcnao  fiuins<eie‘xe,efcedellagodi  Bona* 
co,4ticne  va  a Maatoa,doueMgoa  lutor 
no  alla  citeade  140$ 

Meqcìao  Ke  de  ’iparcaoi  figlio  di  4 treo  fra. 
cello  di  Agameunooe , & manto  di  HAfe- 
4?l 

Meonooc  figlio  di  Tithooe . & dell'Aurora, 
vecifo  da  Achille  « fu  tfalFAnrora  conuer* 
foiovccello.  1007 

Mercuno  figlio  di  Gioue,  dt  di  «Maia, nuoti» 
degliOo. 

Merlino  mago  ootiftimo,  da  molti  decao- 

. 79Ì 

Meroe  mote  cTIndia  facro  a Gioue, nella  cui 
Sféluca  fi  dice  Bacebo  eficre  dato  nudri. 
co,di  butti, de  di  acque  aboodeuole.  lui 
Mefttaa  citta  nobiliijima  in  Sicilia  ,dt chiara 
pel  porco  fioire,  dt  j>foodilatmo  detta  ao. 
CicameoceZaac!e,dr  Mamertsum.  pO| 
Metauro  fiume  di  Vmbna  difeendente  iid 
golfo  Adriatico  verfo  Senoeagliaoó  lun 
gl  daPhaQo,fiunoro  per  la  wage,  de  rea 
uoacdiHafdrubale  10A9 

Metello, detto  Quinto  Metello  Macedonico, 
reputato  feh^ricno,per  molte  vittorie,  dt 
^fperità  fue,dc  de  figliuoli,  che  vide.  474 
Mctrodo  Phtlofopho  hpiruro.  aoa 

Mctencio  crudelifruno,dclpregiatorede  Dei 
che  Icgauai  corpi  uiui  con  quelli  demorti 
^treUut , de  con  tal  fupplido  vccideoa  i 
luddici.  er4 

Micenoa  atti  nella  morea, detta  da  Micena 
momha , dt  da  Perico  figlio  di  Daoao  bi 
edificata.  904 

Michiel  Scotto  fauomo  doteibimo»  dt  di  fot* 
Cile  invegao,famofo  m ago.  797 

Michid  dalla  corre  Conte  dignifaimo,  de  ve* 
rofoggetto  di  gentilezza.  vediRoma.  494 
Midaauaniii.dcandcbirt.Kedi Phnpa.  }14 
Mifdadc  capitano  iTAcheoiefi  coatra  Dano, 
dt  celebre  pia  Victoria  di  Marachooa*  474 
Minerua  Dea, figlia  di  Giouc.  17Ì 

Minoi  figlio  di  Cjioue,fu  di  Europa, r^nò 
nell'itoUdi  Creta,edificò  piu  atti  le  co 
do  Diodoro  Siculo,dt  fecondo  Plinio  in 
il  primo, che  facefiebattagha  oauale,bi 
huomo  gioff  iftiaio*  10441801 

Minof  giudice  lofcmale.  1 4of 

Minotauro  moilro  biforme tencrafo  dtvn 
Toro.dtdi  Pafipe  moglie  di  uiAof  Redi 
Crcca»f»coodo  le  fauulc  mj 


Mintarti8eaftrllo,dettohoggiTr7lette.  911 
Mirrha  luflunolìftima  figlia  di  Ooara  Redi 
Opn,dt  madre  di  Adone,  infame  di  eifert 
occultamcflce  giaciuta  col  padre , A final* 
rociecóucrfa  in  arbore  del  iuooume.Afo 
Mirtilp figlio  di  Mcrcuriocarraciero  d'Hippo 
damia , laqual  fuperau  nel  corfo  da  Pelo  * 
pe  per  inganno  di  effo  m utiilo  » il  quale  fo 
POI  dal  detto Pelopc  nel  mar  giitaio,aiqua 
le  tafciò  il  fuo  nome  perpetuò^  lof 
Mirtoomarc,opatcedimaretra  r£gco,dcd 
ionio  ptefibil  Promontorio  di  Lacoma,dt 
dall'arcipelago  airiooio  è piatolo  carni* 
nodetto  da  Mirtillo  fopradetto  reggitore 
dei  carro  di  Eooaio  Ke  dt  Elide  p^re  di 
liippofUmia-  io|o 

Mivtdate Redi pootoocffiico  perpetoode 
Ko.dt  contia  loro  crudele.  474 

Modcoa*  atta  affai  chiara, per  lo  corpo  di 
San  Gemioiano . 449 

Motiie  pomo  leggiiU , & dottore  della  legge 

dtuma.  144 

fiume  io  Boemia.  1 069  «ba 

Mo  V D 0,  lo  voiuerfo.  $$t 

Moogibello  monte  pm  alto  di  Sialia  » detto 
da  gli  antichi  Etna  prcflo  a Cauoìa , fa- 
mulo  pel  Aio  coQUooiio  ardere.  ii&a 
MompoUen  cailclio  in  Fraiiuà»l*voo  di  quat 
tm  pitt  cclebruvedi  Prato.  90» 

Mugnonc  fiume  in  Thofeana.  1069  unr^ 

Mumio  Attilio, Mumio  icuinto.  474 

Mufe,che  fono  in  tutto  noue  fp 

Mmio  Scuoia  clic  lignifica  line  vola , ciod 
fcQupalroapervhenelfiaocorarie.  4o 
N 

Nabide  Tiranno  di  Lacedemoni.  ||l 

Nabuebodonofor  Re  di  Babiloota,clic  vin  * 
fela  Giudea, & prefe  Giemfalera.  474 
Napoli, otu  gemile, oraau  di  bdliisime  don 
ne, Ac  leggiadre.  497 

Nafidjo,A(  gabello  foldati  Romani.  taf 
Narcifió  giouine  bcllibiroo  » nato  di  tirope 
ousplui,^  Gwhifofiume  di  Boctu,  ilqual 
fpecchiaodofi  nel  fonte»di  feilefio  acoeft 
di  fib>cofoimore»chenemon,4cficoo* 
lierfe  tn  fiore  del  Tuo  nome.  < 1 7 1 

Kazarctte  atu  in  Giudea, celebre  per  la  nati 
Ulta  di  Chnib»,&  di  Maru  vcrgioe.  904 
MCmbroth  Gigante  figlio  di  Cao,  figlio  da 
Noe.  77f 

Nemea  felua  io  Achaiatra  gli  Argi^uitAc  The 
baoi, chiara  per  lo  Leone  nemeo  odia  me 
defima  da  Hcrcotefuperacu.  ma 

Nerone  cruddib.  Impcradortfefio,  immer* 
fo  iD  moUruofe  hbidmi.  Nondimeno  poe  • 
ta  eccellente  , Citaredo  oobilifsimo , & di 
ciò  ne  facea  proiefiione.  era 

Ncffoccneauro  figlio  dt  Ifiooe , & di  Niobe  , rIM 
che  volendo  violare  Oetanira  mogliedUet 
ta  dtHercole,fada  eilbHercolecó  lefaet 
te  V Caio.  trfi 

Neilor,ch<  canto  vifiè,  figlio  di  Hdeo.bi  di 
ioaue  eloquenza, Ae  tra  Greci  canfs  . 477 
Nettuono  Dio  del  mare  figlio  di  Saturno,  ft 
di  Opt,  fcacello  di  Oioue,  & di  Plutone,  gli 
antichi  facnficarono  il  cauaUo  • 1014 

Nilo  fiume  graodiiitimo,  At  aochcM  che  dd  ó# 
fuooafdmcnto  non  fi  Rabbia  notitia,  pur 
t cornane  opuutme  , che  nafea  de  monti 
della  bada  Mautiuma  preflo  airOceaoo 
dal  lavo  Nafide.  1069 

KioofigUo  di  iclo,  che  fu  primo  Re  di  A fi*  rh# 
na,del  qual  molte  cofefi  namnoi  che  pa 
ion  favole.  477 

Nifo  Re  de  Megarì  A padre  di  Scilla, mutato  «/e 
io  Smeriglio  vccclJo.  144 

Noepadrt di  Sem  Cui»  Btlaphei  fu  il  piuoo 


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in<iodi.f9i>&èancbolaBad>axta.  fSi 

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Occifo,ìo  Occt<!cate,&  il  fODeate,do£  do- 
uc  tl  fol  rramoQfi.  869 


conte  nctafegna  Piioio.  90  r 

phttone^o  >rcooe«  iiji 

Pico  fillio  di  yatnrno , & padre  di  fanno , 6t 
Re  de  latioi  coouerfo  10  vccelio  del  fuo 
nome.  if7<icK>9 

Pier  d'Aluemia  poeta  proucnaale.  81 


TAVOLA  s 

della  feconda  ef4,rilTeanni.ero.frioo»*ne  PaCphe  figlia  del  Sole,  & mojlie|di  Minot  igigafltIcofnbarteronocoagllDel  909 
haucaqtsaado  egli  enfio  nclParca*  jo  RediCrea,  ches*inaamorò  iTvn  torcH  de  Phicgra  diti  io  Thrada,ocone  ruol  Soli- 

I^olidtft  di  Oenouefi  fintata  nella  miiera  m fecedapojilmiooUuromoRro,  dto  noin  Macednata , cofidecta  da  Phaileae  ^ 

un  va!loac.doiiecódiffitulu(ifcéde.j{97  Pattolo  fiume  di  Lidia,  bagna  i campi  fmir>  fighadiSthetoae,&dùnadiCleto,conie  ^ 
Noto  reato, d(  Aulirò . tia  na  eoa  arena  d*oro*  1070  narra  Egefippo.  90f 

Ntimidia  paefcnrti*Afncadcrerta  verfo  il  Pauta  acci  in  Lombardia  anticamente  fcdia  Phiegra  è ancho  cittiia  ictradi  Lauoro  era 

di  Lon^>bardi  doa*c  tl  corpo  di  Cinto  Ago  Cuma  a uerCa  t de  poziiiob  prefib  Napoli  fi 

fimo.  fei 

Peletronio  dai  doue  prima  fit  trouaco  il  mo 
dodi  domve  1 caualti.  910 

Ocadcnte,i|  ntedefimocbeeOccafo.  849  Pelmoe  monte  di  Thcfljjgliaorientalc»tanto 
Oceano  mareidctro  padre  deU'4C^tie,ira9«-  ' pèP la  fianca  di  Chirone  memorabile,  <pià 
roche  tutto  00  c’haooi  fonti,!  l4gh>|ifiu  to  pie  notte  di  Pcleo,de  di  1 hetide.  iiit 

mi,  dt  tutto  <pie!lo, che  mogul  luogo  d di  PeiUatta  di  Macedooia,pacrudiPhtbppo,d(  riero, de  Pietro  ÀpoHoJo  per, altro  oomeSì- 
huimditi.pigliafi  dcda^fiodenuah  ioio  di  alcfiandro magno.  907  moneaanona«  ap 

Odorili  tTAgubio  buono  miniatore, celebra*  Penelope  cafiifiruna  moglie  di  Vlific  figlia  piccola  mila  di  ManCooa,  doue  nacque  Ver* 
roda  Dante.  d*o  dilcaro.  aid  gdio.  914 

monte  fra  Tliefiaglia,  dcThrada  nobe*  Peneofiume celebrato  da  poeti  per  la fauol a Pictrapana monte  in  Grafignana  di  Thofea • 
leplamorfe,St(epor(uradiHerca)e.tua  ~^t  Daphne  amata  d*  a pollo,  laqnal  fuggea  ca  ibpra  iucca.  iii) 

Olimpia  celebrata  Ignuda  dairAnollo.  867  dofoprale  fueriue  fi  trafibrmo  10  Lauro,  Piramo , de  Tisbeamantiiof^idfa.  il  cuifan 
(jl*mpo  mante  alcifiimo  in  M4cedonta,que*  di  pero  quelle  fono  abódici  di  Lauri.  1070  guefeceil  Moto  negro,  che  poma  erabù 

fio  tanto  malta  it  cacume, che  rerifpenea  Pcrgamoacci  nobtUfMmain  Afia,doue  re-  co.  4(7 

aa,e  conoiautofu  crar  le  Nuuole  tua  gno  Aitalo  AmicodeRomaoitqutuifupri  pjf  enei  monti,  la  Spagna  dalla  Frauda  diui* 

Olmeto  monte  in  O'uHea  g'untoa  Gerufa*  ma  rrouaca  la  caru  pergamena.  Qi^efta  fu  denti,  cefi  deen,  perche  foueote  fono  per* 

lem,  tra  lutti  t}*  altri  degno  di  veneratto-  patna  di  Galicoo  medico  celebre,  di  Dio-  cofaida  facile  ceiefii, perche  pptcì,  10  gre* 

ne>p<roochequ«uirhrittoOfó,dcafccn*  nifio,dc  di  Apoiodoro  oraton.  904  co  lignifica  fuoco.  ni| 

déte  in  ciclo,  lafcioPvlrtmevcfiigie.  ma  PtrtUoinceotoro.chefabficòilTorodi  bró  Pngoteiefamofifnmofcoltoredigemme, 
dorherne  vccifnda  ludi!  hebrea.  6rr  aoperf«rui  morir  dentro  ^1  buommi  ef-  vediAp^le.  lof 

Orefle  dalle  fune  commolfo^vcafelua  ma*  fendo  quello  prima  bene  aFocaio , de  egli  Pirrho  figlio  di  Eacidc  Re  di  Epiro,  chehog* 
drcLlytennefira.  iff  fu  il  pnmo  che  lo  prouò.  740  gie  AmaniatOcmicodeRomani.  474 

^ Origeo  fiume  di  Carmania  pieno  di  porti,  dt  figluioto  di  Gwue  ^dt  di  Danae,  che  Pirihu  figlio  di  Achilie  »dt  di  ocidimia  detto 

fcrtileiToro.  1070  tagUòilcapoa  Medula  col  colteliodi  Vul  Ncopaoiomo,  chefaenfied  Foltlleoa  al  fe* 

Onenie,e  il  Ltuaote^ciod  doue  d Sol  filetta.  cano  detto  Harpe.  47p  poltro  del  padre.  474 

94  f Perfio  f lacco  Poeta  Satirico,  mori  ne  pruni  Fifa  citta  m Thofeana  già  poréciCiima  in  ma 

Onchta  amaiona  figlia  di  Erichtheo  Re  di  tempi  della  fua  gioueotute , nondimeno  rc,dc  in  terra  bora  fouopofia  a Piorenciou 

A'fhene.  &|S  lafao  di  fe  fama  immortale.  fi  899 

OmonteonentaÌe,d(Ornonleocadentaie.  Pcrfiaregioneoneoule  detta  da Perfe, oda  Pififirato  Aiheoiefe  figlio  d’Hippocraie  huo 


f«ay^ 


»•> 

Orpheo  Thracio  poeta,dt  mufico,  che  amo 
Euridice, d(  altn,Orphcl.  p8 

Orfo  amico  del  Petrarca, dt  (U  efib  decanta' 
•o.  tir 

Orto, per  lo  Orieaee,dt  il  Leuaote.  168 
Oftro,de  Aulirò  vento  iia 

Octauiano  Augufio.vedi  ad  Augufio.  |?9 
Ouidio  Sulmooefe  iofcaiofifiimo  poeia.  90 
> 

Padoa,  dt  Paua  dtlTe  o JOte>città  nella  marca 


Perfeo  Re,  nella  gitale  Chnfto  con  cinque 
pani,  de  duo  pefd  latiò  cinque  milita  huo  • 
mmt.  8?d 

Pcfchiera  caflcllo  pofio  nel  fine  del  tago  di 
Garda,odiadiocefedi  Verona.  91  j 
Petrarca,  detto  Fraocefeo  Petrarca  Poeta  ce- 
leberrimo, redi  Sorga  fonie.  loft 

Pbalan  ciudelifnmo  (iranno  Re  di  Agrincen 
la  Cleti  di  Sidlb,ilquale  fece  prouareaPe 


mo  pallente  » de  eloqueotilaìmo  ,&  buon 
Philofopho,che  poiJmenac  cuaono  d*A> 
thene,d(fu  ù pnmo  che  ordinò  libraru  10 
Atheac.  60 

Pifioia  atti  in  Thofeana  tra  Fircoze,&  Ine* 
ca  doue  fa  rouoCatilioa,  dt  delle  fue  re* 
liquie  fu  edificata  Pillola.  999 

Platonctdc  Plato  philofopbo  veramente  4 

*^iuino«  lot 


nllo  il  medefimo  tormenco  dcil*afibcato  Placo  poeta  Comico  , che  ancho  fu  detto 
Toro, ch'egli  voleua  ebe  altri  ^uafie.  5f4  Marco  Attio  Si 

Tnuigiaaa  fi  ircntifnma  defiudtt,drdel  Pharo«c  nome  di  mare  per  qualunque  cagio  aUnio  detto  Gaio  Plinio  Cectiio  Secondo, 


da  Como  nepote  de]  maggior  Phoio,cbt 
fcnflcdeila  bidona  naturale.  i8f 

Plinio  maggiore,dctto  Gaio  Plinio  Secondo, 
da  Como, che  fenfle  della  liiliorta  natura* 
l*«  1 9 1 

plotinoPhilofopho  alatofiico.  aoq 

plurone,dt  aiuto  Re  dello  inferno.f  iS.i  fot 


Ai» 


▼iuer  copiofa*,  predo  laqual  nacque  Tiro  aediuifo,  mailPbarocbMefuna  Cratuici 
Ltuio.  999  gli  alcn  ha  feruato  pnoapaimeote  quello 

Raglio, o Paolo £milio.47p.  Pagoloapo*  nome.  lòip 

Ilolo.  ina  PharCalta regione.  991 

palla  Dea  altnmcnti  Mincma.  vedi  Mincr-  Phebea,la  Lunavedi  a Luna-  9n 

ua.  179  Phebo»iJ  Sole tBrtvedi  Sole.  414 

Palude  Srice.d  fonte  d'a  rcadia  furgéte  aa  faf  Phedra  donna  di  Thefeo,  de  matrigna  d*Mip 

fi  mortitelo  a tutti  gtianimabperUfuafn  polito.  drf  fo  fiume  notifitmo,ia  Ica!ta,dc  celebre  per  lo 

giditi,oode  I poeti  da  quello  molai,  finfe*  Pbenicia  regione  in  Sjrria,dooe  d il  reooie  fulminato  phetonte, detto  da  poeti  Re  de 

radTer  fiume  infernale.  1070  Carmeilo,d(Libaoo,dt  doue  fi  raccoglie  fiumi  da  Gr.Endaoo  1070 

PanOiodePadori.  |0}  lomceofo,  a>fidertadiPhraiceKc.  89|  foia ateade amica  incapo  cTlfiru,  viooa  al 

pjochea  Ifola  mondo  ououo  ,hog^i  detta  Pbetontc  figlio  del  Sole,  de  diGiment , che  golfo  del  mare  a driatico,hoggtd  Quanta 

~voJléprouire  di  conducete  il  orto  pater-  naro.  907 

nOfdc  arfe  il  mondo,  di  al  fine  fii  da  oioue  policleco  Sithonio  Scultore  eccelentift . 814 
fulminato.  6if  folmefioreRedi  Tliraaa,chevccife  polido 

Paolo  Apoiinlo*  * tfu  Phihppo  padre  di  Alefiandro  magno  figlio  ro  per  auantia.  lap 

Parche,fooolctreforelte,doèCloto,  Lacho  di  Aminu  Re  di  Macedonia.  47^  Po^cefigliodi  EdipoRediThebt,  dc^a-  /<•* 

fi,d(  Atropo,  (he  fecòdo  fingono  ì poeti  di  Phidiafcoltorefingulanfiimo.vediaPraUi*  cello  di  Eteoefe.  474 

notano  il  pnoopio,il  mcto,  de  il  fine  della  tele.  914  eoliphemo  Cydopc  figlio  di  Nettuno.  Sri 

rica,oueropfeoce,pretcf  Ito,  de  futuro.  i6i|  Phille  figlia  dt  Ucurgo.  4(4  polifiena  ^lia  di  Priamo  amaci^da  Achille, 

Pangt  atra  in  Franca  maggiore  di  tutte  l*al  Philon  detto  Publto,  primo  Dittatore,  de  ec* 
tre  d'Europa , celebra^ima  di  Ihidii , de  celiente  cantano  de  Romani.  474 

del  viuere  aboodanttfcinu  • eoa  Pfailoroena  figlia  di  pandone  Re  d*A  thene. 

pini i^lio  di  Priamo  aedi  Troia.  144  4p4 

Pamalo  monte  di  Phroade  con  due  fammi  phlegeton  fiume  infernale  fignificantc  fuo* 
là  diilinie,i'voa  ad  apollo, de  l'altra  a fiac  co, de  ardore^  lo4t 

chofacre.  iiai  phlegia fi^itmlo di  Marte.  _ 148 


Combara.  |90 

Paonoma, la  Vagheria  regione.  979 

paolo. Pagolo  Kmiliopa&e,d(  fighuolo-47r 


de  facn^ati  al  ftpolcro  di  efib  Achille  da 
Pirrho  figlio  di  Achille.  6r9 

poUiodc  detto  A Gaio  pollione,oraeoreipoc* 
ta,d(  b fionco  ceJobre,de  padre  delle  face- 
tjc,fu  di  tanta  diligenia  di  confegtio,  de  di 
animo  che  fìi  da  molli  nrutato  (roppa.7)4 
polluce»d(Cailorefraedli.vcdi  a Gcmiai.lfi 


Panfio,p(tu>rtcelebrediEphcA>»  909  Phiegra  v«lÌe,o  luogo  in  Tbefiàgli9,U  doue  polo,de  paulo  apoHolo  di  Chnfto  eloquen*^^*! 


tiCuioo»dj<]uite  dap<^m3lti  (bikoftiCi  di 
ciloomcaobilirsimi.  ifl» 

FomoniOrade  &ori,dc  de  rrucci.  1 17< 
«f>  pota.'co  Magooumto  da  Lefarti  maooa  di 
iu<  minore.  477 

roneace,è  l'Occideace.  <69 

Fonte  ddla  Maddalena  fiame  1 già  detto  >c» 

beto  107A 

Fooco  prouinaa  prima  detta  Hcllerponto, 
poiProponco.  I7* 

Fontremoli  camello  ad  iìaedeUa  Thofeana 
ocTaipi  d'A  peomao.  .9>l 

Forphmo  philoibptio  , Tino  discepolo  di 
Piotino.  104 

PrasiitelCi&Phida  fcolcori  celebernmi  « de 
4uait  ant.hor  fi  veggono  m «orna  a Monte 
cauailoy  duo  gran  caualU  di  marmo , che 
damolirano  la  grand'arte  loro.  8&4 
Prato  caltello  m Thofeana  predo  il  fiume  Bi 
lento  nobile  tra  gii  alin  fegnalat*,  ondelì 
dice  PratomThorcana,BarIetta  in  Puglia 
Crema  in  Lombardia , & Mompulicn  ,ia 
Francia.  19* 

Pnapo  Dio  desìi  Konù  I4f4 

Pnfciano  PivluTopho.dc  grammatico.  904 
Prucfi  gelofa  di  Ceplialo  ^uo  manto  « vccifa 
da  lui  iUodo  nelbofcoafcofa.  érS 
Progne  figlia  di  Pandione  Re  di  athene, 

ISe  foreUt  di  Pltilomena.  6^9 

Promethe  j figlio  di  lapeto,  & padre  di  Oeu 
calionc  t fu  pemifaimo  in  aftroiogia  » & il 
primo  cJieformò|PlitMmo di  Lutui,fu  ca- 
cenatone]  monte  Caucafo,  &1' aquila  di 
cootinouo  G pafee  del  fuo  cuore  come  fio 
gonui  poeti*  ir  *7 

Pioperfio  poeta  elegiaco,  detto  Sello  Proper 
(io  Aordio  Vmbro  da  AfiiG»&  non  di  hs* 
uaaia,comcmoltiuog!iono,  amò  HoUia* 
drnomioolla  Cadila.  t»  9 

Proferpioa  figlia  di  Gioue , & di  Cerere  rapi  • 
la  da  Plutone , c la  medclitiia  che  4 Luna, 
fri 

Pmtefilaofighodilphtco  rnode principi  di 
Creoa,fu  il  pnrao  morto  da  Dardano  nel 
la  goeira  di  Troia , ilche  indica  fuo  nome 
ifteifo,  che  il  medeGmo  lignifica  che  d pri 
lAo  morto.  477 

Puglia  regione.  Lai  a pu^a.  f 1 1> 

QuaroarOfgolfo  del  mare  a driaticn^ilquale  d 
da nuaranta miglia, pel  uentoAuftrod 
molto  F‘Cticolo?o,&  i fttoi  Uti  fonoi  termi 
Qid’>ulia.  lOid 

QuintiUnno  oratore,  jc  rhetorico  Gagulanf- 
limo  di  Calagura  atra  di  Spagna.  7|d 

Raab  meretrice  d>  Hienco , Gdelea  lofué.  & 
dopo  la  Vittoria  fetnata  da  lui  et  1 

Rachel  donna  di  lacob  patnarcha . vedi  da 
elToUcob.  6C7 

Raimbaldo,duo  furono  di  tal  nome  poe 
ti  proucniaii-  tx 

Rauena  atta  aotiquifiima  10  Romagna*  900 
Reggio  citti  m Lobardia  prefTo  Modena , ft 
rviia,ei  l'altra  nel  ducato  di  Ferrara.  900 
ReggiociuincifinedcUaltalia  all'incontro 
di  Meùina.  900 

Rcgillo  Lagone]  contado Thufculano. ioti 
Regolo  Attilio.  461.  vediaGdehad  Attilio 
Kegolo.  IO 

Rheno  gran  fiumadi  Gmnaaia,  il  cui  nafa- 
rneto  e quali  nei  mete  de  fono  del  Oaud 
biu,dt  del  Rhodaao,OiuidcU  Germamay 
dalla  Gallia,  alfine  mate  ncirOceaoo  . 

IOTI 

Khcuo  picaolo  fiume»  che  nafee  dall'apen* 
ninu  rcrfoPiftaUyptfTapfio  Bologna  1071 


TAVOLA 

Rh  Dd  ino  fiame  della  Francia  detto  da  Rho 
da  colonia  Kbodooa , anebor  ch'alm  di  • 
cclfero  dal  rodere  delle  riue , doue  paCTa, 
Parte  la  Prouenia  dalla  Franaa,pafD  pref 
fo  Lione  poi  da  Aujgnone,  de  entra  nel 
marTjrrtheoo.  1071 

Rhodi  Città  chianflima,  dclfoia  done  ^ Lin* 
do  Città  abondantifiiina*  patria  di  Care 
llatuano,  chrfeteil  gran  ColoGo  polloni 
Rhodi,  per  lo  quale  iurooo  poi  detti  Co- 
lofTcnfi  90Ó 

Rjbate  caGello  io  Francia  nel  vefcouado  di 
Peragoi  in  Proueoza, patria  di  Arnaldo  de 
caotaiodal  Perrarca.  pia 

Rimino, & Arimino  città  in  Romagna  9^9 
Roboao  figlio  di  Sa]amooe,tlie  per  fupecba 
perfe  buona  parte  del  regno  paterno,  r^i 
R orna  prìnapal  città  d'ltaiia,&  capo  di  rutto 
il  mondo.  Ì9^ 

Romagna  prouincia  m Italia.  M f 

Romolo  pnmo  Re  di  Roma  & di  quella 
edificatore.  q7t 

Rubicone  fiume  in  Lombardia , di  gran  no. 
mc,ma  picaolo,pcró,  pollo  tra  Kauenoa, 
& Arrioiino,  de  già  fu  termiae  della  Gallia 
Cifaipma.  1071 

Ruttilo  defili  Caio  Mario  via6tore,de  Tede 
fchi,d(  contrario  di  Siila*  47 1 

S 

Sabello,dc  NaGdio  foldati  Romani.  191 
Sabine  rapite  da  Romani , tra  legnali  Hcdt  * 
ha, de  Marfilia  mog  ie  poi  di  ?toinolo.ir$) 
Sagona  Gumedetto  Era,  raettem  Khodano. 

vedi  Era.  lotff 

Saladino,  o Saracino  famofo  capitano  con* 
tra  chriGianiquando  andorono  a conqui- 
llar  Geruralem,dt  hebbe  di  molte  vittorie. 
479 

^Lamina  ifoU  contrapoflo  ad  Attica  prefTo 
ad  Egma,oue  Serfe  per  virtù  di  Themefto 
clclu  pofloia  fugga,  de  in  rotta.  lO)  l 
8olem,Solima  lebu,  icbufaiem.Hierofolima, 
Elia.nomi  della  città  di  Gerufalem.  90$ 
Salmace  fonu  di  Cina  appo  AÌicarnafTo 
« otti.  X0I7 

Salull  o Crtfpo  hiflorico  tcceUcntiftimo. 

vedi  a Crifpo  Saluflio.  19 

Sanleo>o  Salleo  callello  del  Duca  di  Vrbino, 
mRo  oellafommiu  di  monte  Peltro,  qua 
fi  loefpugnabile.  9 < } 

Sanfone.illorcecomparato  in  molle  cofe 
adHercole.  nc 

Sanremo  fiume,corre  prefTo  ad  Imola,  entra 
in  Padufa  fiume , oucro  v^erto  ramo  di 
Po,dcpera)tromodoappalfato  MaGani* 
co.  IOTI 

Saracino  detto  Saladino  famofo  capitano . 

vedi  Saladino  479 

Sardanapain  LufToriofOfVlttmo  Re  de  fh  Af- 
fin,il  quale  vinto  da  fuoi  capitani , f«  me* 
deiimo  t'abbrugio  inficme  co  catielefue 
deline  àti 

Sardigna  Ifola  nel  mar  Ubico,  ndia  quale 
non  nafee  ne  Lupitne  Serpenti  fft 
Saroo  finmcin  tetra  di  ianoro,nafce  di  mò- 
te S'arno  prefTo  Tefuuio  monte , bagna  il 
contado  Pompaaoo,  e di  natura  freddo, 
che  fe  legno, paglia,  fogla,oGmil  cofa  vi 
fia  dentro  gittato  in  po(.ht  giorni  diuenta 
pietra  1 471 

Sachaa,dt  Sa(haaa(To,che  figntfica  aduer- 
Fano.  ito» 

$ A T V a K o figlio  di  Cdo,0c  di  Velia,  pa* 
dre  di  Gioue,  di  Ncctuoe,di  PIutooe,&  di 
Giunone.  444 

SauioGumcdi  Romagna  «corre  prefibCcfe* 
' aa,3c  entra  acir.Adriacico  mate.  1074 


Saul  primo RetTifrael, fecero  Bc  predecefTo- 
rediOaufd.  qto 

Sc^ea  , o Schalca  » è tetra  di  Calabria  in  va 
colle  prefTo  la  manna,  che  li  falc,comc 
per  fcala,  & perciò  é detta  Scalea.  909 
Scartotto  otti , & patria  di  Giuda  difcepoln 
diChnfto.  910 

SceuA  Centurione  di  Cefare  fertifiimo  10 
guerra.  pif 

SciTla,o  Scjrlla  figlia  diNtfoRedi  .Megara,  i/m 
cheiBoamorAta  di  Alioot,  &000  Ama- 
ti da  lni,lradi  il  padre.  4ff 

sulla  figlia  diPhorco,mutaia,lametà  io  ca* 
ne  lairàte,&  poi  *1  fcoglio,iofamia  del  mar 
Stcìliano.  perche  nel  Pharo  di  Miftioatri 
Scylla  & Cirjrddi  i'aouegaoo  di  molte  na 

Ul.  4F9 

Salia . o Stila  Romano  crudclifàì.  nemico  di  i 
Mario,che  fecero  morire  afTii  Romani  per 
le  loro  fjttioai,€oaimeutc  mori  di  morbo 
pedtcuUte.  rr4 

Scilla  amata  da  Glauco  conueria  di  circe  io 
inoltro  marino.  6r9 

Sciilco  mare , è tra  Sicilia , 3t  Italia  detto  da  r* 
Scilla  conuerfa  in  fcoglio,  o in  cani  lairaa 
lì,  & altre  opinioni,  come  féuole^iando 
fingono  I poeti  io|i 

Sapione  Africano  tl  Maggiore.  480  '* 

Scoua  IfoU  » & prouinaa  prelTo  la  Bricania  • 

Scylia, oscilla*  vedi  di  fopra  a Siila.  frv 
Sebeto  fiume  celebrato  dal  Ponuno , & dal 
Sànazaro,  hoggidetto  il  poute  della  Mad 
dalenafuora  ddlemuradi  Napoli.  |07^ 
Segefla  Oca  de'.b  ricolta»&  delle  biade,  aat  ■*<  A 
SefeucoHcdi  Sona,  checoncefTead  Ando* 
co  fuo  figlio  la  fuA  m^lieStratooica  fiào 
Semete  figlia  di  Cadmo  Thebano,  che  parto 
ri  Baccno  di  Gioue.che  per  aitutia  di  Gm 
none  fu  dal  fuiaùae  di  Gioue  conuerfa  ta 
cenere.  ^ 99»^ 

Scmiramis  lufrariofa  Reina  de  gli  Afiin,m' 
famedi  Scelcrata  libidine  anchor  che  bel- 
la foQe,&  valorofa.  eia 

Sena  città  in  Thofcaoa.vedi  Siena  piu  bafTo. 

• 9C 

Sena  fiume  nel  lito  Adriatico  tra  Sapi,fic  Au-  .'**  a 
fido  prefib  Senogaglu.  m7a 

Sena, o Senna  fiume  in  Francia, pada  perPa- 
riguoodc  I popoli  fono  detti  Senooi , beg* 
gl  Borgognoni,  anticamente  detto  $equ>* 
oa,Sepera  1 Belgi  da  Celtu  1 o7a 

Seneca  Spagniuolo  poeta  top 

Sennuedo  Poeta  del  Senno  Fiorcotiao,aaiu 
co  del  noflro  Petrarca  l| 

SenocratCjO  Xcnocrate  Philofopbo  auditore 
di  Platone.  io4 

Senophonte,  o Xenophonte,  Philofopbo , Bc 
oratore  celebre.  xoS 

Serchio  fiume  propinquo  a Lucca , mette  nel 
marTirrheoo.  io7| 

Se^holagodcU'Ifola  coG  detta  nel  mar  tf 
£ge‘o , uelqual  le  rane  fono  mutole , Bc 
fe  foootralfortate  in  altro  Lago  coaxa 
no  come  Paltre»!!  Gmile  c del  Lago  Stcé 
do  di  ThcfTaglia.  1 oSf 

Serran  Caio  Attilio  Colatino  Confule  coatra 
CarihagineGin  Sialia  fece  cofe  miniai  • 

Serfe  » o Xerfe  Re  de  PerG  vinto  da  Greci  co 
clTeratoquaG  loGoito  491 

Setientnone.  Lai.f<p(eatrìo.  $«9 

Stbiha  atta  nelle  parti  piuocddcotali  della 
Spagna  non  lungi  dalPOccioo,  afCiiaboa 
deuole.  90S 

Sicandro  Ifola  in  ieuaote»coG  detta  dalla 
copta  de  ficbi|Cbe  vi  fono.  $9 1 


tte 


iichM  «pfor»  dclU  fijlij  di  I*<qV,  che  ffr- 
(«wa  (una  Ja(u4g;u(ciioBrdIò  onpu 
■rto. 

iktlulfoU  perfetta  di  tutte  ralceclfolc , Si 
peraftiKhica  tutte  Talcre  auiaaa.  I8S 
ou>atCQobiiif* 
fiau naie  ruta  di  Tliorcaàa,&chiarirf. 
di  ro  Condito  gu  io  «quella  ccleorato.if  r 
|Kftn,ecal(etlo»& porto aelia  rm  cradi  Ge- 
Douiprc(TudicirA.xxxinig)ia.  io4r 
tit«6air.c  di  Vimtiani»  cCce  de  mòti  di  Trcui 
« Alligna  la  citti.  Sili  anchoe  Hum^ra 
tela  Scichu  ,<hedaU*elTexctCod*Alcffao' 
dmfog'udicatoeiTcre,  la  T4na,dcSilelÌ- 
mlneotc  e fiume  de  Perfida  mona  Sufia 
Bidefeendente.  io?! 

Sinoa  da  Siena  pittore  celebrato  dal  Pecrar* 

, CI- 

tinon  mago, dalquale  furono  detti  Simonia 
o tutti  quelli,  che  mercaouuaoo  le  cofe 
(aoc.  yf7 

Smomde  poeta  lirico, inueocorore  della  ma 
mona  Icicale  per  bencfiuodi  CaÌlor,dc  Po  1 
luce.  il 

Sinai  monte  altifumo  d* Arabia  > nella  regio 
ne  Madianjlquile  nelle  (acre  lettere  alai 


/TAVOLA 

-stigcpaladed*Africa  riemaafieni  otti  no 
luoghi  vi  ami  d'^  e Ito  verfogli  f-.ihiopi, 
laquaice  molto  fLigofa.  1079 

atratonica  prima  di  scTcuco»&poid*AOtio- 
ebo  figlio  del  detto  sdeuco moglie.  66 1 
Sttongili,o  Stromboli  Ifola  m mare  Hgeo,gia 
detta  Du,  & Onoftrogda  dalla  figura  lua 
ritooda,hoggt  NalTo.  igg 

a tropliade  da^i  anudu  dette  Piote  Ifole  nel 
Arapelagodt  Ro<naoia,ouegia  habiraua- 
no  le  Harpie,  de  Sono  dirimpetto  al  ftreteo 
di  Larca^come  od  (erto  dejjrbactda  atte- 
lUVerg.  Ma 

Subari  monte  in  Calila  nobile  perla  rapina 
di  Hdia  propheta,&  per  la  memoria  di  He 
lifeo,de  pio  fiume  da  lui  benedetto.  11x4 
Suefia  otta  in  lulia  nel  a brutto,  colonia  de 
gli  Aulooti  t Se  patria  di  Luuboioueotore 
delleS'atire.  910 

Snlpina  Romana  caRiff.  detti  Lucretia  Sul/i 
aa  figlia  di  Senno  Sulpitio  pairitio,  Ae  mo 
gtic  di  QJ^uluio  Fiacco  eletta  Arc^feir»- 
cedei  tempioa  Veoerefacraio.  417 
Sunio  Procnótorio  della  regione  Attica  finic 
te  Prcnbil  biodi  biide  verfoleuàte.i  114 
Supero  marcai  mare  Adriatico.  io)i 


na  rolue  detto  Corcb,  Se  Ortb,  In  queOo  ^/ene  otta  tra  1 cófim  d'bthiopia,&  di  £git 


Iddio  die  U legge  a Moife,  de  quiui  é il  cor 
po  di  fjota  Cat4nna  . 1 1>4 

Sinonc  figlio  di  Aucobo,che  fu  figlio  di  Mer 
cimo  ambeduo  ladri  famofi.  7^9 

fiinooc  Greco  traditore  celcbracoda  Vergi* 
Ito  nell»  deRrurtionedi  Troia.  f96 
Sioa  monte  pcdulo  di  Gerufalem , nella  etn 
cuna  Oauidfcce  edificare  ma  rocca,  & 
quiui  có  Tuoi  facri  verfi  il  fece  illuRre.aiq 
Sinca  legione  in  Sciiiui,  doue  gli  alberi  prò  • 
ducono  lana  fottilifrima. 

Siria, regionr,hoggi  Sorto-  redi  Scria,  irr 


to  poRa  lotto  il  tropico  Cancro. 

T 

Tabernich  monte  alafaimo  ioSchiauonia 
nominato  da  Dante-  1 1 a4 

Tabor  monte  albfkdt  roiódo  in  mete  di  Gi 
lilca.vcramcte  memorabile, Sr  umcrando. 
unperoche^lifoloica  ra  habbia  veduto 
ChriRo  traif^rato  nella  Tua  diuimta.iiar 
Tadeodircepulo,Ac  ApoRolodi  chnRo.irji 
Tagiiaroento  fiume  di  Vioitiani  nel  Fnuli 
propinquo , a coocordia  > de  non  molto 
tootano  d’ACquileia. 


Tefiito  fiumedi  Lóbardia,efeedel  Lago  Vr- 
bano,  corre JimptdiRmio, bagna Tauia,  fi 
mefcola  col  Po  1074 

Teurxo^TebrOjdtTibro  fiume,oafceoclpA  • 
pennino  tra  il  LaooA  1^  Thofcana^chta- 
rifa,  p la  atta  di  Roma, doue  egli  paRa  per 
mete,  Se  per  le  vittoiie  de  Romani . «074 
Tlialete  Mtlefio  eoo  de  fecce  fapienci  di 
Grcaa.  i$| 

Thebe  Circi  celebrata  in  loctia, edificata 
da  Cadmo  figlio  di  Agenore.  907 

Thenit  Oca  de  Kifponli.  441 

ThcmtRocleAtheQiefehuomo  celebre.  491 
Tbefeo  figlio  di  £geoRed'Adicac,fuHcroe 
chianb.dr  emnlodi  Hercole.  <91 

Thcfiphooe.l'voa  delle  tre  furieinferaali  fi 
ella  di  A chcroaie  , dt  della  notte  fecondo 
fingano  I poeti.  1 S04 

Thcllagba, detta  da  Tbeflallo  figlio  di  Ameo 
ne,cucro  di  lafone.de  di  Mccua , detta  da 
Humero  Argopelafgtcon,  de  da  Strabotve 
netempi  aouchi  Pyiiheada  Pyrra  mogìre 
di  Oeucaliooe  $io 

Ttle Ifola  nel  Sectentrioue  ocodentale, da  1 
Strabene, de  da  Dionifio  detta  Thute  da 
Tulli  Redi  Fgicto.  It9 

Thimbna  fetua  prcRb  a Troia  facra  ad  Apoi 
lo , Se  pereto  vi  e vn  tempio  detto  Thun* 
breo Apollo,  nclqualcAchillefuda  Pani 

VCCifo.  lui 

Tbube  amata  da  Piramo,dc  Pvno , de  Palrro 
infclicifitmi.vedi  Piramo.  66i 

Thoftiafb,  Thomaflbyde  Thoma  vfò  Dante, 
ma 

TliomaRo  da  Meftina  amico  del  Petrarca . 

«4 

Thomirtt,  altramente  Tbamirii  nel  Dante. 

vediThamtm.  491 

Thofcaoa  prouiocia  in  Italia.  •$  1 


Siringa  nimpha  acnau  da  pan,  de  conuerfa  in  Tato  fiume  di  spagna  ,dc  di  lufitania  hogy  Thraoa  regione  mBuropa  ncllepartidi 
cauna  paluRrc.  aad  octta  Portogallo, dquaJefe  dice  hancr  Par  Scichta.  Sto 


tirocco  vento.  > < s 

Smiroa  citti  nella  minore  afia,  che  fecondo 
la  piu  celebrata  opinione  fu  parna  di  Ho  • 
mero  principe  de  poeti. cofi  detta  da  Smir 
oamoglie  di  Tbefeo  ThcfTalo.  907 

Socrate  rnocipede  Hhilolophi.  nof 

A'ocratc  Mufico,  de  Poeta  amico  del  Pt- 
crarca . 94 

Sodoma, de  Gomorra  cittadiin  S^na  PaleRioa 
lequjii  pdfceierato  vmo  contra  natura 
Dio  piouue  fopra loro (blfo  I de  fuoco, fi 
> chelcarfe.  907 

So  I a,  aktimenli Apotlo,Ttran,Phebo.4ix 
SoIe,in  vece  dell*aano,  de  Solecchio,  che  vai 
picooiofole.  4 la 

tolon  da  taUmina  Prno  defeteefauii  di 
Grecia.  ila 

soiYa  fonte  di  Normandia,cofi  detta  dal. 
l^bondcnoleforgeredelPacqua , cele- 
bre per  le  lodi  de  gli  anachi.  lotd 

aorgn  fiume,  che  oaKC  di  «orga  fopradetta. 
• 071 

noria  regione, dal  Leuàce.ha  la  India  dal  Po- 
oente  Tigre  fiume,  dal  meto  di  la  Media 
da  sectencnnae  ilmarCaucafo,defecon. 
do  Plinio  due  fono  le  strie, vna  in  PaleRi* 
na»&  Talcra  m Aouochia.  877 

n pagna^  A Hifpagna,  regione  di  Europa , 
^ual  il  diuidcin  fei  pruuincte,  aoé  in  Be 


mcd*oro.  107} 

Tamar  forella  di  Abfalon*&  figliVdel  ReT^a 
uid  amata  diamone  fuo  fratello  non  però 
•narerno,  iaqualcnon  uoleodoconfentir- 
gl?,fu  cjgiooe  che  AbfalooePuccidcfi'e.séi 
Tam^  fiume  di  BnUnia,  paRàper  Londra 
citta  regia.  1071 

Tamirii,aitramélcTbomfria,RaQa  di  Malfa 
geti,che  védicadofi  del  fuo  figliunlo  mor  • 
to  da  Cyro  RediPerfia,d  vifc'Arvcare.48i 
Tana,  o Tanai  fiume  nel  Seuenaone  » nafee 
demonti  Riphei  ne  termini  dell'Afia,At 
della  £uropa,mette  nella  palude  Meotica 
entra  nel  mar  Fufioo-  107  { 

Tanaqml  moglie  di  Tarquino  Pnfeo,  donna 
di  grande  animo.  Se  dotata  oelPane  dello 
tnaoumare.  790 

Tantalo  figlio  di  oioue,  Bc  di  Piote  nimpha , 
& Auo  dt  Agamennone  Se  di  Henrlao , fu 
Re  di  Phrigia,  che  diede  il  figbo  a mangia 
re  a icoDU^catiOei-  117 

Taprobana  Ifola  grandifitma  nel  mar  Indi* 
co  traM  Lcuance , 3(  il  Poocncc . In  qucRa 
gli  huomini  umono  piu  di  cento  anni  fe. 
condo  che  fenue  Tolomeo.  889 

Tarpeomótedt  Roma,  detto  da  Tarpea  uer 
gioe  mi  veofa,  già  Saturno,  poi  Campido. 
•lio  fu  detto, Quiui  fi  coronò  il  ooRro  Pe> 
trarca.  iisp 

TarqnmofuperboRevltiinodiRoma.  481 


chicn,  in  Lufitania,  in  Galttia,tn  Tacraco*  ^ 
nefe^tn  Cacalogn.i,Bcin  Carchagmefe.  877  Tcrenao  poeta  Comico,  & Publio  ancho 
Stagi  ra  ca  Uello  preflb  Athene  pama  di  detto  ( Se  come  1 piu  vogliono)  mora  io 

Anllotcle.  9M  mare  penclitalo.  84 

• CacioCecilto|>ocra.vediaCcctIio.  8|  TereoRcde  lliraci  figlio  di  Marte  con  ai* 
9 Cige  e palude  deib  Inferno  celebrata  da  ftonidc  Dimpha,chcnono  Philomena  fua 
poeta*  1I07  cugaataiBtlcmoatòiabagua.  ila 


Scichta. 

Tlwctdidc  hiRoricotra  Greci  il  primo, fcriL 
fediligenteoKate  la  guerra  Pdopoonefia- 
ca.  90 

Tbule  Ifola  nel  Seiceotitone  ocridétale*dei- 
ta  da  Thule  Re  d^Lgitto-  vedi  Thile.  899 
Tiberio  DecianocompacrecanCnmo,  Bc  ti* 
beno  Gracco.  717 

Tibnllo  Albio  iVieta  nelle  elegie  prim aio,  ca 
uallierRomaiK),  mori  molto  gioutne.  84 
Yidcofieho  di  Eneo  Re  dt  Ecolia,  che  Veci  é$ 
u Menalippo  fuo  fratello.  7i| 

Tigre  fiume , celebre  nella  maegiorc  Arme-  /èr# 
‘m'a.oafce  nel  piano  d'vn  luògo  detto  £ló 
gofine.  1074 

T imauo  fiume  di  Vinitiani»  detto  da  gli  antì 
chi  mare , per  hauere  Tacque  filfe . mette 
con  fette  bocche,  nuero  con  noue,come 
piace  ad  alcuni  nelTHadriatico,  delie  qua 
li  Puna  é di  acqua  dolce.  1077 

Tinge  urrà  in  Mauri  tanu, edificata  da  Anteo 
Redella  vlama  partedi  Mauritania, doue 
firrouail  fuo  feudo  diauono  molto  gran- 
de.  come  Tenue  Pomj^Dio  Meda.  904 
Tipheo gigante  da  Gioue  fulminato , Bepo. 
Rofotco  il  monte  luanme,  chehoggt  e 
Ifcbia.  4$& 

Tiphi  argonauta, c*hcbbe  in  gouerno  la  naue 
di  Argo,  Se  fu  il  pruno , che  trouò  Parte  di 
gmicrnarlanaue.  1044 

Tiralli  cootado,li€ui  conti  da  Lacintfono 
detti  Thuronei.  917 

Tircno,o  Thtreno  mare.  io)i 

Tirefia  Thebano  indouino  , Se  augure  figlio 
di  Peaeto»fu  creato  daCiuoonc^o  da  Mi* 
oerua.  791 

Tubero  Thiibe  amata  da  Piramo.  Ma 


'r 


TitiA  figlio  <!i  Gtoàe*dt  Apoltinc  fiet 
tafo»&  dànicoaUoiafcrnOjChe  vn  auoIco 

10  gli  braccia  il  (eg«to,&te  tntcfttaa. 

Ti(o  iHàlto Torquato. vedi  a Torquato.  q0t 
Tito  Liuto  padouano  hifionco  fingulari(tt> 

mo>oacqneprefibPadoa«9(mori  in  Padoa 
d<  età  di  ottanta  annida  fua  fepolcura  c m 
Paloa  .90 

Tito  Flamminio  R.o . viacitore  ddia  Grecia 
perKomani»  qt& 

Tuo  Sempronio  Gracco,  che  per  inrercefiio- 
ne  dal  feoam  fatto  am*co  del  maggiore 
Africano  pigliò  per  mogl'eAia  figlia  dct- 
taOorneha.faqualeam'v  tntéfaméte  ■ qta 
Tito  Ver.'alt'ano.a  Vefpafiano.  4$^ 

/jw'  Titonefieli^  Laomedonte  He  di  Troia,  8c 
(tendo  fingono  1 poeti  fu  inn.imorito  del 
l'aurora, 9(  al  fine  fi  cóuerti  in  Cicala  éip 
Tohfa  nome  propnoicdebrato  nelle  facre 
lettere.  ina 

^ TolomeoRedi  F.gitto.chsrecetagUardcj- 
po  al  gran  Pom  'eo  che  era  a lui  ncorfo,dc 
mandollo  a Cefare*  ft7 

Tolomeo  AUro!'>«o  di  F.gifto,chenel  tempo 
di  I ratino, & A'iriino  fu  florètiftim  y 076 
Tedofa  otti  noHiiift.  nelle  confine  di  Gua 
fcogia  verfo  It  Bretagna.  poi 

Tor.iui’o  detto  Tito  M inlio  T.  Ii'iomo  ec  • 
celiente,  flr  tanto  oircr>iatored:lla  diferdt 
na  miliure , che  fece  morire  tl  proprio  fi  ■ 
gliu  iloanchor  chevinvitore,  per  Iiiner 

lenza  Tua  or  line  vmreu  40i 

éjm  Trai  ino  Im  'eraiore  ottimo  d'ogni  virtatc, 

ornito  Se  finrtfi.  tanti  thè  multi  Voglio* 
no , ctieeglifi  lira  beiti , ancltorchenon 

11  iuefic  bictefimo , & qu  :ito  per  la  fua  in* 

com>arahilevirlù.  qit 

Trmccto  cafleli  1 già  detto  Mincurno . pii 
4M  Tram  intana  veuto.Lai. borea.  ni 

Trini  atti  in  Puglu,  noo  antica  ma  alTai  no 
^le  poi 

Trapani  citei  di  Sicilia, abondantecofi  detta 
dalla  piegatura,  chefanel  portoaguiradi 
vna  falce  , é di  U dal  m ante  ttlibeo , non 
«Mv  loouni  da  Enee  monre,Oal  qual  porto  d 
commodo  palTarem  Africa.  pop 

Trento  cartello  nella  Marca  Trniìgtana,  do* 
Qcforge  drn'AlptfAdigefiume.  poi 
jf'  Treutgi  città  neSla  mircaTnuigiaoa,  cc^io* 

^ fi  tli  fontane, & di  fiumi.  0p0 

Trtertecitra  anoqu'rt  Colonia  di  Vinituii>j 
cofi  detta  perche  fu  tre  volte  dirtrucn  » 9c 
Tempre  reliaurau , come  piace  ad  alcuQi . 
ìA  pno 

Tnf»rme,Dea,ciof  Duna*  14* 

am  TrirtiAo  oepoiedi  Marco  KediCornoaaglia 


T A V O L 'A 

' prineipa'e  (ra canallieri  erranti,  deqnàli 
cofi  già  6 fauoleggiauj  , come  lyora  di  Or- 
lan«io,  & di  Palamni.  6Ck 

Troiaigia  città  celebre  in  Phrtgìa  nelTAfia 
minore  prefTo  Hdefponto,^gia  fudci> 
ta  Mjrrina  da  Mynno,  cheta  edifico,  pop 
T ubalcain  figlio  di  Lamech, 5c  di  Sella  muen 
lore  della  fcuitnra  , & del  far  carbone  di 
Cerro, & di  Certagnn.  ptp 

Tubertana  proutnoa  detta  la  Betica,hogti 
Granata-  0p{ 

Tullio  detto  M.T.Occróe.vedÌCicerone.;j7 
Tunifi  città  regia  nei  beo  d'Africa , 8c  non  é 
molto,  che  (u  da  Cario  Cefare  Impcradore 
efpugnata  & fattalafi  tributaria.  poi 
Turno  RodeRuioli  nominato  piupereiTcr 
H.ito  veufo  dal  grande  Enea , come  piae* 
quei  Vergilto*  qgi 

V 

Vafentiniano  Imperadore  Romano  di  natio 
ne  Vugaro,5tbuun  chnftiino,ma  iracon- 
do. r0i 

Valloaa  cirti  famofa  nella  regione  di  Epiro, 
pio 

Varo  fiume, efee  dell*alpi,corre  oltre  Nicea» 
diuije  li  Hfincia  dalla  icalia  io?r 

Varrone, detto  iiatco  Terentio  Varronedot 
nr.tmo  di  rutti  1 Komani,&  primo  tra  ferii 
tori  ddU  lingua  l4tma,^Pocu , d(  vliilofo- 
piioprertintifnroo.  t{0 

Vaticino  mon.e  iiif 

Vcceilau>to,Jr  M ito  moti  vedi  a Malo . 1 iir 
Vd<ne  città  celebre, fic  di  preclari  ingegni  co- 
piof  I , de  di  tutta  I j patna  del  Fnuti  capo , 
& feJia  prinnpale.  poi 

Dei deiramore.  6n 

Verde  fiume,  nella  marca  cPAncona,  metti 
nel  Ttonto, non  lontano  d'Afcoli.  io7f 
Ve/^ona  cicli , pnmameniedetta  Rrennona 
da  Breoo  Duce  de  Galli,  che  prima  la  cdt 
fico.  0pp 

Vcfuuioaltciniéci  Vefeuo  monte  no  lontano 
da  Xapofi  ^efib  Satnrno  fiume,  eccedo 
U cima  cheé  ceuernofa,  de  arfiaa,  lutto  il 
certo  e fcrCile,d(  ameniftimo  di  vm.  1 1 ip 
Vmuono  Dio  dell'anno,  innamorato  di  Po- 
moaoaa,dria  vanefbrmefi  trafmutaua^ 
dt  perciò  detto  Vcitanno.  dccredacoOio 
de  fruiti.  IC6.60I 

Vefpafiano  Imperadore , de  Tito  fuo  figlio  ce 
Icbridi  multe  virtù,  ma  piuTico,  cjie  po- 
co viiTe.  404 

Vgo  di  Penna  Genouefe,poeCa  Thofeo.  ir 
Vjci  mootein  1'hofcana*  già  detto Cimtcxa, 
onde  Verg.Et  Cjrmioi  ciim monte  lacum. 
vedi  Camino.  loii 


VÌQtMicra  paèfe  parte  della  Germania, done 
d Augurta  città  aobilifsima  volgarmente 
detta  Auaburg.  000 

V)oegta,dc  Vrnecia,  cofi  detta  da  Venetia  ao 
oca  prouinoa  cf )talta,lmpercioche  dia  fo 
la  ^ per  molte  città,  defupera  tutte  l'aU 
tre.  Spi 

Virgilio  MantoaooMarone, detto  Platone 
da  Poett.dcilDiodePoctJ  ir 

Viremia  figlia  di  a ulo  patnoo , di  moglie  di 
Voinnnio  plebeo  Romano.  ift 

Vliflearturtfc.de  fapicmifc  di  curri  i Greci  che 
furono  aita  guerra  Troiana,fu  figliuolo  di 
LaerleRed^irhaca  ifnia.  74C 

Vnghena.dt  Mungheria  Lac.Pannonia  .vedi 
Pannonia.  ire 

Volturno  fiume  di  campagna«corre  verfo  Cn 
pua.dt  mette  10  marepreltoa  Cuma,fami> 
fa  per  la  memoria  delle  ceneri  del  dmo 
Africano.  lorr 

Voluiimo  detto  Ludo  , o Quinto  Volunoio 
di  fangue  plebeo, ma  di  vtm'i  nobilifli.4i4 
Vncapicciola  ifoletca  prefloaUpan,  quafi 
dirimpetto*  Trapani  de  Vcicaottàin  aTà 
ca,da  CUI  fu  detco  Cacone  Veinéfe,  chiara 
per  la  fu  1 morte, impero  che  fe  tlcITo  fi  re  * 
afe  p no  andar  prigione  di  Cefaf  .bSf.f  0$ 
Vulcano  Dio  del  fuoco.Furooopiu  Vulcanu 
900 

Vulcano  Ifola  nel  mar  Sicolo  f.icraia  a VuU 
can*> , da  gli  antichi  detta  Hiera  » cioè  fa* 
era.  090 

X 

Xante  fiume  troiano,  efee  del  monte  Ida , de 
d'fccndendo  preflo  llione  fi  infonde  nel 
mir  diProponctde.  Xanto  èanchofiume 
corrente  per  la  Licia,  da  cui  la  città  f no* 
minata.  107^ 

Xenocrace  Philofopho, auditore  di  Platone* 
noi 

XenopboDte,o  Xeoofonte  Philofo^w>,& 
Oratore  celcbre,feguace  di  Socrate  lod 
Xerfe,o  ^erfcRedePeffi  , vinto  con  cfierd. 
Co  quafi  infinito  da  Grea.  404 

Z 

Zenobia  Refna  bellifsima,  cartifs-  de  valoeo* 
fifi.piu  che  e donna  fi  conuema.  4Sf 
Zenone  Philofopho  padre  de  atoicu  top 
Zeph'to  vento.  «i| 

Zeufi  pittore  celeberrimo.  0O0 

Zoroaflro  Rode  Baitnam  inucotore  dell'ar 
te  Mag^ica , de  dell'AlIroiogia , di  Philofo* 
phn  celebre.  700  PfT 

tifine  della  Seconda  Tauola 
de  uomi  propru  • 


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DELLA 

DEL 


F ABRIC A 

MONDO, 


DI  M.  FRANCESCO  ALVNNO 

SAFERRARA. 


LIBRO  PRIMO. 


MÌ4  ' ■ i-lui 

. V.. . .1  - A hai  A 

1 in  ) -4»  3 ; x>:  U - ’.i  .OiCt 

.•  r- - b Uii»"  ' •"  ■' 


o - 

nrtdt  ,acchche  anchou  a^Umimtli  brutinen  nuncafjt 
la  deità  [ua,ft  come  ampiamente  Ghuan  Boccaccio  nella  f ax 
Genealogia  de  Dei , & altri  c’infegnano . Terciù  bora  baiieit 
do  noi  la  nera  cognittoneé  DiomcdianteUflia  infinita  mife 
rieordta , qnal  fi  degnò  comunicarci  la  fua  gratta  col  mexp 
del  Saliiatorenoflro  Icfii  Chriflo  ; cp-  conojeendo  nonJimenn 
quanto  fila  malageuole&periulofi)  il  ragionare  di  efjo  Id- 
dio, lafitieremo  tal  imprtjaa  piu  fiubtimi  intelletii  del  no» 
Uro,  aceioche  quello  ijtefib  a noi  non  interuenga  che  al  dotto 
Simonide  auennealquale  da  Hierone  tiranno  domandato,qut 
le,  tìrchi  fiolfie  lidio,  dopo  molti  termini  é tempo  f re  fi,  mi- 
la rifpondendo, dinuonodaeffio  richiefio,  perche  tanto  dimo- 
rafie,tofiirifpofie.SluantopiucipeHjb,lntaopiumiparecofia 
«utoéqurRa  fiabrica  dcKomt  delle  cojt  create  da  Ini  nel^  éjficile ,&ofikra .Eteome Eufiebiodopo molte cofiedifcorfi; 
Mondo,  ritenga  tanto  di  lena  Gr  di  forxa  dalcontmonomar  xhDiodiJfie;  lopenfb  quello  effiere  Iddio,  ilquale  conlingux 

tellare , che  mi  conuienfare  fu  quefla  dura  Incude , «Jr  dalle  humana  non  fi  pùnefifrtmere,  ne  con  mtc  detto  comprende  re. 

infiniic  fatiche  ér  fùdori,  che  mi  conuieii  fpargere  in  quella  "Hpi  adunque  attenderemo  filo  a dirne  quanto  ne  hanno  det 

fi  grande  Grjijpatiofa  fucinai  cheialeopcra  conducaalde-  to  i tre  uìhì  lami,  et  le  rìi  chiare  fontane  di  qucjla  lingua  noi 

fiderato  fine,  a laude  tir  gloria  del  fiuofempre  lodato  nome,  gare  ,chflldoltoDant'e,l'argaio  à"  amorqfo  Tetranha, 

^ a iommunc  utilità  di  tutti  gli  shcdiofi  della  Imgua  twlgx  d gentile,  e^giuéilofo  Boccacào , notando  prima  tuttii 

re;  acciò  che  io  fra  il  numero  de  gli  altri  non  paia  efifiere  ftam  • eapicomuniadeffoDio,filtodequaliparticotarmcntepor- 

10  mutile  Gr  octofò . - remo  ad  unaud  una  le  auttorità  ufiatc  da  Jòpradetti  Toc  ti , 

^ perche  uarie,etquaji  infinite  fono  fiate  le  opiiiiottide  gli  htio 

mini  intorno  alla  credenza  di  Dm  ; percierhe  alcum  bcbhcro 
per  fermo, che  l'aiùma  nofira  fuffie  Iddio , come  intelligenza 
iiuina,tr  molti  credettero  Iddio  effiere  l'ariat&  altri  pm 
lontani  dal  nero  giudicarono  d mondo  efferefabneato  d for- 
te alcuni  fecero  il  nome  degli  Di  i infimio , quantunque 

ultn  poi  in  due  pili  d diflingueffiero',  ehi  nel  Sole  cr  nelleLu- 
na  tCqnello  Ofiride ,&  nuefia  ijide  nomUiaroiio ;Tn  ci 
mancò  tra  tinti  uarii  tmelletli  chi  eredeffie , Satùrno  ejfère 

11  padre  di  lutti  gli  Det,& pròducitoH  loro,&'perciò  gli  fece 
ro  altari, & confiatraranO  tempifìGf  molti  aJM^ro 
Hel  collegio  del  cielo  quegli  che  con  lagrandeg^  de  lorU  fat 
ri  egregi  fi  haueffèroacquiflata  la  immortalità  della  aita  mi 
mondojcomefu  H ercole,  Thefio,  & altri  altresì  domatori  di 
mofiri;  Et  alcuni  a quefii  aggmnfiero  quelli  che  foffiero  Hai 
ti  edificatori  di  Città.come  Cecroptde,  Htttuno, due  fi- 
gliuoli é Khea  Romolo  & Rano,c!r  altri  ; Et  parimente  do- 
narono la  deità  alle  feminc  che  foffeto  fiate  é chiaro  &c4- 
Ho  nome,  come  Diana,  Cerere, &altre  ; Et  tali  ( come  fu* 
tono  gli  Egitiif)  fecero firn  Dei  d Canti  la  Cicogna  &laiuu 


Gr  quelle  pmte,procederemo  di  grado  m grado  alle  altre  par 
ti  di  lui  te  le  eofi  4 Dio  appartenenti , a le  auttorità  fòpradee 
te;El  col  wfttyiwo  ordine  dif  lèderemo  à gli  altri  capi  printi 
paliiponédofòttodi  qitcOi  regolatamftc  tutte  le  fue  parti  ad 
ejii  comuni, cóme  leggcdopotretcottiiiiamciuc  cóprcndere , 

ORDIiqjS  DE  TRIMl  C WHI  DI  DIO. 

I o , Iddio fiomenedio,Chrifio,Giciù, Dei- 
tà,Trinità,  Eternità,  Spirilolamo,  Salnato- 
re.  Redentore , Creatore,  Onnipotente,  Mim 
f rricordiofio , Donatore,  Motore  ,MaeJiio, 
Vadhl  Figliuolo,  Hnomo,  $tgnore,Re,  Fat 
tor  del  tutto,(.onditor  del  tutto.  Generale  artefice, Reltur  del 
cielo , Soniilu  Effèntia , Somma  Duce , Sommo  ben , Diurna 
giuflitia.  Diurna  effentia,  Maeflàdiuina,Trokidenza eter- 
na. Superna  prouideaza,Motore  delle  fìcUe,'Hofiro  pellica- 
no , ynica  luce  del  cielo , & della  terra , /'editore  de  noftri 
cuori . Inuifitbile  Re  det  Cielo,  Colui  che  tutto  può,  L’ainira- 
btle,  & fanti)  nome  dLcolmJlqual  é tutto  fn  fattore,  .A  ti- 

-i. 


DI 

D D I o , DaUe  cui  mani , come 
da  eterno  principio,  efi-  infinito  fi* 
ne  ifnroilófabricate  con  fi  mira- 
bile magifiero  tutte  le  cofe,che  ne- 
dere  con  gli  ociftr,"  c"  comprende- 
re con  Umenté  fi  poljòm  .fièome 
ìprimo  capo  di  qìtcfla  opera  per 
orìuK  fola  guida  di  quella  per 
fua  jòmma  bomà  ,alla  cui  laude  fimpre  ho  mJirixz-no , 
inérxzp  tutte  te  rme  fatiche ;ifi-fi  come  quello , che  feci 
.Architetto  della  grande  arca  "Upe , eS^  dei  tuo  làuro  tempio 
Dami  ; fia  quello  anchora  che  per  ft. stia  fiùt  infinita  filiti  ik 
me  mi  fua  i reatura  tanto  di  lume  ditano-,  che  io  fabro  diue- 


D I O 


tKrcm^tiiCoìm^mtuttelenJèHiMMO  .laStgura  JJCo-  gli  altrui  meriti.  Iddio,  dx  tmourufce,&  sd.rigliuol 
Uà , de  fu  deir  umuerfé  falute , Colui , a cui  la  morte  per  la  d’iddio  lodato  fta  Iddio , Con  Potuto  d’iddio . La  Iddio  mcr- 

nojlra  Ulta  fu  cara.  Si  come  a Colui  pine  que,ilqualt:elfendo  ci. Con  lagratia  d’iddio. Ter  l’amor  d’iddio  . S'Iddto  mi 

egli  infinito , diede  per  legge  incommutabile  a tutte  le  cofe  falui.  Gli  Iddi] , i quai  noi  habbiamo  a credere , che  con  ra- 

mondane  hauerfine.  Colm,che  tutto  d mondo  alluma . Lo  no  gkmperpetua , &fèitM  aUun  errore  éjfionghino  ,&gouer 

me  à Colui , chea  terra  addiiffe  la  uerità , che  tanto  fi  fubU-  nino  noi,  & le  cofe  nojire . Se  a gli  Iddi]  immortali  folJe  pia- 

ma  . La  gloria  di  Colui  ,cbe  tutto  moueTer  Puniuerjo . Tm  cinto . Sia  de  gli  Iddi]  immortali  éjfofuitne , cr  prouedimen 

piacque  a Lui, che  mi p'rodujfémuita  Chiamarmi . .4 lui  ti  io.  uedil  inàce  .&uedia  Dio  '.Bemb.Tercbe  Ufanno  egUm 
uolgi^luichiedijoccorfo.O grandifimo  rettoredel pmtmq  no  Iddiod^t.  i.  * 

cielo  ,&  generale  arbitro  di  tutto  d mondo  poni  boramai  oL  Domcnedio . Lat.  Dominus  deus . B o c.  Domenedio  abon- 
le  mie  graui  fatiche  modo.  dantijiimo  donatore . Domcnedio  i Rato  mifencordiofo  dite. 

Dio,  ilfuo  latino  è Deus^efus,  & Chriflus^fi-fipno  dire  in  tut  Le  ingiurie  fatte  a D.Facendola  paréte  di  mejfer  D.cbe  D.ba 

liicafineluerjoi&nellaprofaldàonelpnmocrquartoca  upluto  mpartepurgare.yocediprofafblamcnte. 
folcir  Dioneglialtricafi,ecceitofelra[articolo,&Dlonon  Chrirto.ta/.  ChriJIus.&gliHebreime/sia.P  tr . Ficario 
ni  fbjfe un’ altra uoce , che allbora  Iddio  fidirehbe  ccmedel  diChriflo .Feraamicadi.C.11  fèpolcrodt.C.Se.C.Ra  dola 

grande  Idéo,aljòmmo  Iddio.  &iofi  trono  effere  offeruato  contraria  fihiera.SeCalfinetecononsadira.'Boc:.  Ilue 

per  Io  più  ne  tejii  antichi  del  Boccaccio . racifiimo  corpo  éC.  I poueridi  C.D  a k.  La  pafiion  di  C. 

VìioGloriofoMifcricordiofo. Fero. -dito. Benedetto.Zolo.Lter  Cbe'nquella  croce  lampeggiano  C.Ma  chi  prende  la  irò, 

no.  Sempiterno.  Superno.  Pur.Tercbe  inchinar  a Dio  mol  ce,c3-JigueC,&  quimnoni  cbiragkmidiC.ne  chi  legga, 

tocoHutene . Che  per  Dio  ringratiar  fur  pojlemalto.  ne  chifcnua.aquefioregiio'ì{pnfalimai,chi  non  credette 
-d  Dio  diletta  obediente  ancella.  Et  febin  guardia  la  ma-  inC.eccolefehiereDellriompho  diC.Qjiei  che  crcdeiter 
gm  di  Dio  .Cb'ardeboggitutta  .Si  come  eterna  uita  èue-  inC.uenturo. 

der  Dio,  Tie  piu  fi  brama , ne  bramar  piu  lue . & piaccia  a Cbriftiani.  CT  chrijlicole . P t t . Itefuperbi , e*r  mifiri 
Dio  chc’n  nano . C'bor  per  lodi  am^ a Dio  preghi  mi  rende . Chrifliani  Confumaudo  l'un  l'^ro . L'mfegne  ChriflumfSit 
Sìneflim'hafattommamare  Dio, ch’inondouea. Forgine  me  accompagna . B o c.  SigmriChrifiiani.MalChrijlu- 

Slcordati,chefece  il  peccar  noflro  Trcnder  Dio  per  faluarna  tto.  Il fangue  C,  La  Cbriftiana  Ferità.  C.  Fede  -diurne  Chri 

Humana  carne  al  tuouirginal  ehiofiro,Mapur  che  f alma  in  Rione . Vrouincie  C.  Cbriflianella  d’iddio  ,D  \k.  non  co. 

Du>  fi  nconforte. Voi  quel  ch’a  Dio  famigliar  fu  tanto;  In  me  credi  Gemili,  ma  Chrijliam  in  ferma  fede.  Herone  fejlo 

grana  a parlar feco  a faccia  a faccia . 0 fidam(a  gentil , chi  imperadore  fu  il  primo  perf  tutore  de  Cbrijiiani . Corneliq 

Dio  ben  cole.  Qjianlo  Dio  ha  creato  hauerfoggetto.  &alq  Centurione  fu  il  primo  CbriRiano  de  gemdiuhe  foffe  batte» 

fine  il fifloDto  permettente  uederem  la  fufo. Ter  Dio  quefio  'jatodafanTietro. 

la  memcTalhorui  mona . Ma  segli  ì amor  per  Dio  che  co-  G iesii . & lesi  Lat.  & hehreo,  & fiigmfica  faluatore  .Dan. 
fa  quale  ;M  nero  Dio  fatrato,& muo  tempio.  Fergi-  SignormioGiesùChrifioDiouerace.P  ìt.  Tamo  che  per 

ne  Kac comandami  al  tuo  fieliuol  uerace  Huomo , & uerace  lesi  la  lancia  pigli . Et  per  lesi  cingete  bomai  la  jpada. 

Dio  .drDioinuece  diVbèho , di  .Amore,  ueit  afùoiluo-  Deità. Lat.  D ak  .Deità  facraparimeme  decidi  de  la  j 

gbi.R  oc . Bimanti  con  Dio.  -d  Dìo  ni  accomando,  lo  giu»  terra  unica  luce.  Che  partorir  lentia  in  fuladelpbicaDeità 

ro  a Dio.  Fe  ne  prego  perl^.UDil  delle  future  cofe  ue-  douria  la  fronda  penda . Tuofii  far  forza  ne  la  Deitate  Col 

rtdici  prone  Jiton.i^n  penfi  tu,  che  con  ripofato  andamen-  tepr  negando, & bejlemmiando  quella.  B o c.  S’alluna  Da- 
to i Da  procediamo  delle  ooftre  ire  alla  ueodetta  pei  lo]  tar-  , tè  i in  cielo , F i : Hiuna  Deità  è in  cielo  da  coRui  non  fe- 
do tempo  con  accrtfiimento  di  pena  rifioriamo P h . ue-  rila . F t . S a n . Tm  Dea  pieatifiima  appaga  per  loro  le 

di  alf  Indice  . Dan.  in  che  mirabil  una  Del  poucrel  di  Deità  offe  fe. 

Diontrrata  fumi  .a  Diofece  bolocaujlo  ,Qi^  coiiueniafia  Trioità.  Lof.^Boc.  ,4  riuerenza  della  Trinità. c nella 
la  gratta  mmeUa.Vat^eUUDh,  che  le  peccata  toUeà.pre»  fuauifioneamoixfi.E'nant^anoui  Jècoli  formati  effire  in 
gin  fatti  a Dio. Tercheé  grata  bigotta  Dutgliaperfè,  Tre  perfine,  & una  effenza. Ter  lo  tuo fanto;&  ineffabi. 

ebenoi  ,cbeDiouedemp  ,T^n  conojiiamo  anchor  tutti gfi  le  nome  Triforme  per  amfèqueme  il  uahdo  aiuto  concedi , 
eletti,  che  quel  che  uuolc  Dio, &nofuolemo.  tutto  B'dcla  Odiualucc  qualemTreperfone  .Etuna  effenzail  cielgo- 

gente^ìcper  Dio  dimanda. Quiuitt{ompba  fotta  t aito  fi-  uenii,e’lmddoCougiuftoamore,^etcmaragione.D  a n. 

già  di  Dio,  & à Maria  di fuauittoria  .Seper  grana  é Dio  O Trma  luce , eh' unica , & fola  Scintillando  a loruifia  fi  gli 

epcefii  preliba  Di  quel  che  cade  da  la  nofira  menfa . Bifonò  appaga . La  prima  cofa  che  per  me  dintefe-BenedeitoJie^u, 

perleffere , un  Da  lodiamo . Et  i rifponào  ; credo  in  un  Di»  fu , Trino  & uno,  credo  in  Tre  perfine  eterne  , & queRe 

Solo,crrtemo,ibemtd‘lcielmoHe'ÌLffimoto  con  amor,  credo  una  effeutia  fi  una, &fiTrina, 

tSrcondifio.'ìfelaprefiuzadelfigliiiol  é Dio. Signor  mio  Eterniti . Lat.  aternitas.V  ut.  TLsnbauràloeofiifari  ,ne 
eie  fu  Cbnfio  Dio  uerace . Bemb.  o di  Folcano  medefima-  era , Mai  filo  in  prefinte , & bora,  & hoggi . Et  fila  Eter- 

mente  0 d’atre  Iddio. -4s.  nitàraccoitae'ntera.Ouenel  fuo  fattor  tatua  l’mierna , 

DcousòilVtr.in  uece  di  Dio  per  la  rima . Feder  prefi  colui  QueRo  penfaua  ; & mentre  pm  i'uaerna  U mente  mia . 

cb'i  fatto  Dee  Da  tardi  ingegni,  (parlando  di  amore.)  Tarinnteme,OubioIntcrao.D  ah.  In  fuaEtermtàdi 

Indurr  ual  participar  con  Dio,ir  far  diurno.  Lat:  ater  Dcos  re  tempo  fare . 

fem.D  AN.  De  Serapbin,  colui  che  piu  s'uidu.  Spiritoiànco.Li/.  Boc.  Lequat  parole  lo  Spirilofantofi- 

Iddio.  Lat:  Deus. Boc.  Iddio  tlquale  ottimamente  conofep  pra  la  lingua  deltbuomo  idiota  poneua.Mi  tnoRxò  il  dito 

tm,che[amefiienncìafcun».  Iddìo  gtufl»  riguardatorede  deUoSpintofanio.Segmudlatoalnome  dei  padre, &del 

fighnoto. 


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J>r  I 

figliuolo  ,&dclS.D  AK.Veifi  qiietaron  ouri  lucani  inm 
, ciudi  DehSpmtofantomchorncl  ft^no.  Colui, che  luce m 
mezo  per  pupilla  Fu  d cantur  de  lo  Spmtofanto . padre  , 

al  figlio , a lo  Spiniofinlo . 

* Saltudorc  .lat  .&  Struator . hoc  .Il  Saluador  nolìro  : 
La pajùon  de!  S.  Camma  mia , laquale  il  imo  S.  ricomperò 
col  fuo  pretiofo  jaugue , Salute , Salut , Saluare . ucé a ì$. 

Padre . Lat.  pater  .Pei.  Tadre  del  ciet . Si  come pàacque  al 
luijtro  eterno  Tadre . .Apri  tu  T.  e'menerijci,  & fnoda . Ma 
tu  come  cottfenti  o Sommo  Tadre . Ter  te  d tuo  figlio , & 
quel  del  fommoTadre . fi  £ n.OninpadreceleLle  i te  n.i 
uolgo . 

Creatore . iJf . fi  o c . Iddio  effer  Hato  creatore  del  cielo , 
ideila  terra. Da  uno  medcfimo  creatore  tanone  create. 
1 1 mio  Creatore . 

> Motore.  i4f.  V tr.Onde’l  Motor  eterno  de  le  Stelle  Degnò 
mofirardelfitoiauoromteTra.fi.  R l .dgianMotore . 

Moto.  Lat. motus , motto .'D K n. che'lmexp cercbiodel Mo 
tofuperno . Ch’i  muto  finrital,  & mai  non  cefja . 

Fattore  . Lat  .faSor  .Dan.  CiuHitiu  mojfe'l  mio  alto 
Fattore. 

f VijoàemoK. Lat. redemptor .toc. ‘RcdentorUgfiro.'M.  1- 
EERicoRDloso.,  Lat.  P £ I.  eit  fi  o c.  Mijericorm 
diofo  Dio . M.  Domenedm . M.  Efauditorde  nofin  prieghi , 

; Donatore  abondantijUlmo.D.Larghij/imo.D.Benù 
gmfi'imo  .Padre  Eterno . Sommo . Beato  del  citi . 0 Ta~ 
Jre  nofiro  che  ne  cieli  fiat  .Ficlivol  l'crace . Di  Ma 
ria . Figlio  Rettore  Superno . Crandijfimo . Del  ciet 
lo . Mercè  del  Si  otto  tc,  chemidK  forza . Come  piae- 
que a l'unico  Signor,  che'n  culo  Hajfi.Siffiordel  cielo , & 
della  terra . Signor  del  cielo , & della  Ulta . Signor  di  [opra  , 
Signor  della  fine . Eterno . .Alto , Tdofiro.  S.  Sefufeitò  da 
morte  a ulta  il  nofiro  .S..Ad  una  tamdetta  dotte  dnofiro.  S, 
era  efiiguto.Ma  tuS. c'hai  di  pietate  il  pregio.  Il  Signor  eh’! 
adoro  ,&  ch’io  ringratio . llS.  che  mai  fallito  "Hpn  ha  per* 
I fona,  che  fi  fida  in  lui , Re  Immortale.  Bemgno.  Ce- 
ielle.  Inuifibde.  Del  ciclo,  gp' delle  Stelle.  G b n e r a rs 
.Artefice. G..Arbitrodituttodmondo.  Verace  Hho~ 
ino . Figliuolo . Sommo  Tadre.  S.Sole.S.Ben.  No- 
stro Taire .Saluatore . Redentore  . Pellicano.  Moto- 
re. Signore.  MaeBro.yfcir  buone  dimaiidelìA  astro 
fterno . Heli,Heloì,Heeios.  fono  noci  He- 
firaiche  , che  fignificano  Iddio  ufate  da  D a n.  Che  me- 
nò ChrtSìo  lieto  a dir  Heli-,  Ch’io  éffi  o Heltos , che  fi  gli 
addobbi.  Eli  fi  cbiamò  poi . ^ qui  finga  fi  ,fitnua  feritto . 

Itittii  yo.Cra.  cri  proprio  quella  finiuù  itile  à Dio  fi  dee . 
etldolatria  i quello , che  douendo  a Dio  dar  fi  da  ad  altri , 
Dan.  CbefitolefferdifjieSloafòlaLatria. 

/LtCiiù,Lat.fonoefieretidelcielo.D  A s.L'altopreconio,cbp 
grida  ! .Arcano . Sijiandofu  Clone  .Arcanamente  giuSio, 

Miflciio  è il  fectetoarcano , uedi  146. 

M a R l .A. 

Maria . Lat.  P e t dt  fi  o c.  Maria  y ergine  Madre  del  Ji- 
gbuol  é Dio.  Ccdfigliuol glorio fo  di  Marta,  lalfo.nou  a Mo- 
na, non  nacque  a Tietro . S’a  tuoi  pnegbi  0 Marti  yergate , 
dolce  ,e!rpia.  Donna  & Reina  del  cielo . Madre,  Figliuola , 
.&  Spola . Madre  dirratu  ,&dipietà . y ergine  innanzi  al 
farto  ,&  che  dopo  U parto  rimafi:  uergine . ynica  &fola. 


O 

Stabile inetemo . Tiena <f ogni gratianoSlraauocata .Seti- 
za  1 fjin.pio  . stella  di  qui  fio  mare . Jmmaculata  ,Crpura . 
Colei  nel  CUI  uciitre  fi  rinibiufr  la  nofiro  filuie,(fiiheèM- 
ua  fontana dimifiricordia .Uor tu  Donna  del  cicl,tutu- 
Sìra  Dea  .D  A K.  Sijtiui  trnmpha  fitto  l’alto  figlio  di  Dio  , 
cr  diMariadifiiauiiloria  .La piaga,  che  Maria  nchiuji, 
.Crunje.  Cantando  aue  Alano  gratta  piena .Tcrche  tghi 
quegli , che  portò  la  palma  Già  di  Alano . f ’c  tgine  madre 
jigiiadeltuo  figlioHumilCr  fantapiu  che  creatura  .Ter- 
mine fifl'o  detcrno  configlio,ln  te  inifincotdia  ,m  tepie- 
tate ,In te magnifiicntia,inte i aduna  Quan.unque  incrct 
tura  è di  buttiate . Ojomma  luce . 0 abutidante gratta.  0 lu- 
,ce eterna  . 

Regina  .Lat. P ìt. Btn  ch’i  fio  ti  rra,cftu  del  del  Regina . 
j3  A N.  quel  ar.gel,  che  con  tanto  gioco  guarda  ne  gh  occhi 
de  la  nofira  Regina. Regina  de  gU  angeli . Rema . Hoc.  1 z. 
Bcmb.  .Al. 

Vergine . Lat.  uirgo . P e T.  y ergine  Santa . Sacra . Clorio- 
f a.  Benedetta  .Mima  .ymca,cr  fola  .Tia  .Dolce.  Chia-  ■ 
ra.  Bella.  Humana.  D'alti  finfi.  "Hemica  d’orgoglio.  Di 
fol  ueFlita . ynica  Jpofa  de  lo  jbirito  fanto . y ergine  finita 
dogm  gratta  piena,  y ergine  foLalmondo  finza  effcnipto , 
y ergine  in  cui  ho  tutta  mia  fieranga.  Eoe.  y ergine  Ma- 
dre del  figltuol  di  Dio  . Caldi  he  in  fi  contiene  la  redent  io- 
ne del  mifiroperdimento .tdelyergineo  uentre  dtfiefe  fu- 
pema  prole  a purgar  la  fallattza . ucdi  al! Indice  ,'D  a n. 
Mue  regina  y ergale  Alarla.  Et  credo,  che  thumana  car, 
ne  Ulta  Mortai  prendejfe  in  la  y ergine  [anta  Maria; 
che  co  filai  preghi  qgii'hor  ci  atta . yedi  é jòpra  a Alari* 
Vergme, 

-A  H.G  E L I. 

Angeli  ,Mrcba»geli,  Trmcipati,Tote!ìati,  yìrtuti,Domina* 
tmni,Tbrom , Cbcrubitu , Seraphitii , Spirti celefti , Gerar- 
chie ,Chori,  Ordini , Spere , Taralleli , Michel , Gabriel , 
Raphael , Oriel,  Raguci,  Ragiel,  Rubicl,Bjracbiel , T ubici , 
TemafJ'eron . 

Angelo . Lat.  fecondo Damdficeno ,& tutti  altriTheologi ,i  8 
Stantia  intellctmate,t!r  incorporea . Sempre  mobile,  tibe-  ~ 
ra  d arbitrio , a Dio  miniSirantc  immortale  non  per  natura , 
ma  per  gratta . Et  Diomfio  nel  bbro  de  diuims  nomméuc , . 
fermo  ,1'M.ngela  effer  tiniagine  dtDio.  AlamfeSlatione  di 
lume  occulto  tjpecchio  puro  fplendidijjimo  ,&  immacula- 
to ,ilquale  rueue  tutta , (ir  (è  Ueim  dire , la  bellezza  dell*  ■ ■ 
ben  formata  deifermità , gir  puramente  dichiara  in  fi  quan, 
t’ipvjfiinte  Li  bontà  recondita . E' differente  l'angelo  daWani 
ma  tu  quattro  tufi  iimperoebe  fantina  è inuifibtle  al  corpo, 

. de  non  Congela  ; ! atumai  r»t tonale,  l'angelo  è intclL  tina- 
ie i perche,  l'anima  a/cqqisia  inuefligando , tifi  confi  r.  ndo; 
Congelo  riguardando.  Vangelo  non  paffie  fenonperriffet- 
todefupciUirit^Cammapernfpemde gli  inferiori , per-  , 
che puoeffere mutate  da  finjibtk.  L'anima  fipuoccntucnirs 
da  ben  a male , & da  male  a bene  : ma  l'angelo  non  può  ; 
perche  Ha  fermoinquellpaebe  una  uqltq  fi  cenucrti  .Sono 
gliangeli  tutti  futiu  m quanto  fono  imaoitaii.inuifibtli, 
indifiolubiliyfLmplici,  fiparati  m perfine  tncommutabili  ■■ 
ad  altra  natura . E'  manifeflo , che  in  tre  Hicrarcbie  fino 
noue  chort . Ala  quanti  fiauogti  angeh  non  i manifelio . Da- 
niel propbeta,  fecondo  lijettanta  tmcrpmi  dice . Mil’.c  nnfi 


D I O 

Imtrìj,  & decies  mille  Jecem  milienirij  ; douepone  le  mi-  gli  altri  Seraphim . 

gliau,&Umiglura  iquilidae  numeri  fono  grindifjimi  •,  \ÌTtudi.  a loro  s' appartiene  roperationidemortali,^  in  effi  i» 
& perche  gli  ricircola  in  jè  medefimi;  imperò  che  dice  ; mil-  Jddio  opera  come  Mirlù , D a N.  Trima  Dommatuni,  c^poi 

le  miUionanjs  : & myriai  myriadat.i.deiies  mille  decem  mil  yirtué . 

lenarioi;  tacitamente  dimojlra,  che  fiJiio  infiniti;  perche  il  SpÌTÌtiCele/ii.V  m.  ^glijpirti  celefiiinuilla  eguali. Che 
tircola  cominciando  mfe,&finiendo  infittire  thè  dima-  piu  gloria  è net  regno  degli  eletti  D’un  Spinto  connerjò. 

firi  numero  infinito . Oltre  a ciò  l'altra  trasUtione  ha  un' al-  Qjiafi  un  Spirto  gentil  di  Taradijò . Spinto  Celefte  Beato . 

tro  numero.i.miUu  miUtum  decies  milltes  centena  millium . B o c.  Spiriti  Diurni . D a n.  Cm  figodeua  folo  del  fuo  uer 

Ma  ..Alberto  Magno  nel  fuo  lòpendto  di  theologia  ferme, che  ho  Qjiello  Spirto  Beato. 

riafeun  choro  ha  in fe . M.cecccclxri.  legioni, & ciaftuna  le.  Choro . Lat.  tr  conuentui  prop.  ^ meta.  P E t.  Folgar  ef- 
gione  ha  tami  angeli  quanto  fono  legiom;  cioè  femiluccccccu  [empio  a l’amorofò  Choro. Beati  Spirti, che  nel  fomm» 

Ixri  aduque  ciajcun  chorohainfexUàf.rmllioni  ccccxxxr.  Choro  Sitroueranno  .D  a n.  Mefchiate  fono,  a quel  catti- 

nùghaia , & cceeclx  vj.  angeli , ilqual  numero  muluphcato  uo  Choro  Deglt  angeli . l fentma  ofanna  di  Choro  in  Choro  . 

per  none  chori  fa  la  fomma  di  cccxc  'ix.  mihoni , & xx.  mi-  uedi  a 45 . 

gliaia,  & iiij.  angeli.de  quali  fe  ne  trarrà  il  numero  ituncho  Gerarchie  0 Hierarchie . Lat.  Hierarchia  j.  facer  prineipa- 
ro,perche tornine caddono  ,refteranno in  noue chori  cecie.  tus,Tre fonale  Hteranh'ie ,& ciafeuna  ha  tre  ordini. L* 

tniliom,&  ccccl.xxxiiij.migliaia,&  ccccxl liqjtngeli.  & que  fuperiore  ha  Cherubmi , Seraphini , e*r  Tbroni . 1 Cheru- 
bini confiJerano  la  bontà  d Iddio .[  Seraphim  la  uinù . J 


fio  balli  per  bora  degli  angeli 

Angeli  con  gli  fuoi  epiiheti,&  deriuatiui  prop.  & meta,  ufiti 
da  nofìri  Va'ti . P b T.  c!»’  B o c.  Mngeli Beati , Eletti,  San 
ti , Lieti , Cantami , jtngelica  .Anima , Foce , Vita  , Bcl- 
ìe^a , Forma , Figura , Sembianza , Faccia , Bocca,  Salu- 
te , & f'ifla , Mngelieo  Cantare , Corno , M filetto , Dilet- 
to, Intelletto , Rifo,Seinbiante  ,Seno  ,&  f'ijò.  .Angehci 
Coflumi,  Detti  > .Angeliche  Fauille  ,Diuife  Tarole . 

"ìdoua  -dngioletta  [opra  l’ali  accorta  .Dan.  f'/ii  piu  di 
mille  Mngelt  feflanti . Qjial  è quel  -Angel , che  con  tanto 
gioco  Guarda  ne  gli  occhi  a la  noflra  regina  t Et  egli  a me 
Bellezza , leggiadria  > Quant'effer  potè  in  .Angelo , & in 

alma  Tutta  è m lui.L'ulttmo  è tutto  dMngehci Ludi. In 
queflo  miro  & .Angelico  tempio . Come  Mngehca  uoce  in 
(uà  fauella . Dal  fuon  de  VUngelica  tromba  .Che  da  le  man 
ni  idngelicbe  [alma  . Mngelo  Gabriello  piu  uolte  ufato 
dalBùC. 

Archangeli.  .Arche  in  greco  [igni fica  principato,  a queiU 


Tbroni  l’equità . ne  primi  Iddio  ama  come  carità  ; ne  fecondi 
conofee  come  uentà  ine  terzi  fede  come  equitl.'HeUa  fe- 
conda ha  Dominationi  fVrincipati Toteflati.Le  Do- 
minationi  reggono  gli  officq  de  gli  angeli  j I Vrincipati  fono 
prefidenti  a capi  de  ; Le  Voteflà  raffrenano  la  potefti 
de  Demoni . 'tifile  DominaUoni  Iddio  fignoreg^  come  mae 
Uà . ne  Vnncipati  regge  come  principato . TfpUe  Voteflà  di- 
fende come  falute . La  terza  ha  F'irtù , Mnhangeh , & 
geU . M primi  s'appartiene  toperationi  de  mirai  oh.  M fe- 
condila denunciatione delle  maggior cofe.M  terzi  la  cura 
deli’humana  cuflodia . tfe  primi  Iddio  opera  come  uirti . 
"He  fecondi  riuela  come  Uce.'He  terzi  manda  come  infin- 
ranteiauengache  Diomfto  Damafeeno  & alcuni  altri  ua- 
rianoin  alcuni  delle f opradette  cofe.  Hoc.  Vareua  ehi 
tutte  le  Gerarchie  degli  angeh  quiuifuffero  difeefe  a canta- 
re .D  ah.  In  efia  Gierarcbia  fònt altre  Dee.  Ar  t.  Et  be- 
flemmiò  l’eterna  Hierarchia. 


s'appartieneladenuntiatione  deUe  cofe  maggiori  ,&  meffl  Speri. &Sphera  .Lat.  V sr.  Da  quali  angeli  moffe  ,& da  II 


Iddio  riuela  come  luce  .Dan.  Vofeia  ne  due  penultimi  tri- 
pudiVrinctpati  ,&  Mrchangelt  fi  girano  L'ultimo  è tutto 
i’-dngelittludi . 

Podeftadi  raffrenano  la  potè flà  de  Demoni,&  Iddio  li  difen- 
de , come  S iluatore  .Dan.  L’ordine  terzo  di  Voteflaii  ò. 


qual  Spera  Sluel  celefte  cantari  Ma  ben  ti  prego  ch'a  la  ter 
Zet  Spera  Guitton  flint i,&  meffer  Cmo,  (jr  Dante.  Ver  man 
mi^fe,&diffe!laqueftaSperafaraiancbormeco.D  A n. 
M a mnhe  le  tue  uoglte  tutte  piene  Ten’ porti;  cIk  fono  in 
qi  lefla  Spera . ma  Sphera  iti  fuo  diritto . 


I>ommitiom.Teggonoglioffìctidegliaigeli,&inef}ìlddio  Spcriila  Dtminuuuo  di  Spera.  D a ,n.  l'idi  cento  Sperule, 
figfi'rggit  come  Maefli , D a n.  Vrima  Dominationi , eS"  id.Tfl cento  amme,  eh' erano  circondate  da  raggi  in  rotonditi, 

poif'irtudi.  y oee  Sìrana,&dtuon  ufarfi . , 

Tbroni. ingrecoflgnifica  fedia  eccelja,&eleuata  douefiede  Paralleli  fine  iircoli,o lince lUlIa  Spera  egualmente  diHin» 
chi  giudica,  quefii  confederano  la  equità  Ì Iddio,&  in  e fi  fte»  ti  yo.  Greca  & uftta  da  Latini  .Dan.  Come  fi  uoìgon  per 

de  tome  equità.D  AH. Obene  nato  acni  uederhThront  del  tenera  nube  Due  anbiVaralleU,&  con  colori.  idefleguaU 
Triompboetemalconcedegratia.Sùfonofiiecchi.uoidice-  mentediBinti . 

teTbrom.Qjurgti  altri  amori  Si  chiamanTbroni  del  diui-  Ordine  de  gli  Mngeh.D  ah.  Se'l  mondo  fiffefoflo  Con  tOr 
no  affieno . B o c.  dì,uegli  che  dopo  lui  rimafè  fucceffor  del  dine  th’i  uiggio  in  quelle  rote  Setto  m'haurebbe  ciò  che  m’i 


Beale  Throno.i. dominio 

Cherubini,  in  hebreo  dinota  molt  'ttudine  di  cognithne , onero 
infufione  difiipientia,^  quefli  confiderano  la  bontà  d’iddio , 
dqualegli  ama  come  charità . B o c.  yna  dette  unghie  de 
Cherubmi.  D a n.  i cerchi  primi  t'baunomoflratoi  Sera- 
phini , &■  Cherubini . 

SeraphinLi»  hebreo  fignifica  ineenfiuo  0 mcenlirio , onero 
rifcaldanti . quefli  tonfiderano  la  uirtù  d’iddio  ttqualeinefà 
f comfee  come  uerità . Hoc.  Il auffetio  dei  Seraphino , 
ib'apparue  a fin  Fraucefeo  .Dan.  Trk  couimiato  m 


propoflo  Cantre  melode,chefuonano'mtre  ordini  di  letitia  , 
onde  s' interna.  Qjiefìi  Ordim  di  sù  tutti  rimirano . Et  Dio- 
nifio  con  tanto  dif  io  -i  contemplar  quefi  Ordini  fi  nufe , Che 
gli  nomò  & dif le  fe  com'io . 

Ordine  in  genere  .Lat.  ordo.Vtx.  L’ordine  uoigi,  e non  fur 
madre  mia . yenian  tutti  in  quell’ordine  ih’i  dico . Io  non 
poffo  per  Ordine  ridire . B o c.  Diedero  Ordme  a ciò  ch’af- 
fare hjueffero . Et  dato  Ordine  a lor  fatti . Et  dato  éfiref 
Ordine  a lor  amori . Conofeendo  già  per  lordine  cominciato  « 
che  a lui  toccaua  il  douer  dire.  Tutti  quelli  Ordmi  lommenu 

darono. 


h 


DIO  j 

émnì.  Ordini  be'to , Ripoftto,  Crinéjfttm, Secondo  [ 0r~  ciò  fi  pojja  preparare  audio , che  fitrà  opportuno.  £t  quiut 

érte . Et  quefii  Oréni  dati . Ogni  eojà  Ordinatamente  é-  preparale quelloche  hilbgii  tua . 

Ipolìa.  L.rlbjte^gU  altri  OrénMxmcnteeir  di  buone  ni-  DifpoCitione.  Lat.J’fpofnio.  ulordine.prepjralione.'Boc. 
uande  lerkiei.& come  O,pofie  fujpro  te  piante  nelgiardi-  ConJiderataUDilpojitione  del  luogo.  Si  comi  colui. chela 
no . aedi  Cindice . Dippofitionc della cafa  della  gtouane  fapeua.  La  Jua  buona 

Ordaare . Lat.  (SrconHituere  .dijbonire , dirigere.  P s t.  Co-  Dijpojiiione.  ideH  deliberatane,  "blanfapeudo  per  cui poUr- 
meacufcunlefueSicUeordinaro.Sìueltb'ordinatoègiànel  gtiqueflaimadijpojitioni  fargli  fenttre.lntaledifpofitione 

fornita  jèggu.Cbegia’lcótrano  era  ordinato  in  cielo.  Ho  c.  dimorando. 

fece  ordinare  una  bella  cena.Ordinando  una  betta  fella.  Co-  'Dii’pollo . preparalo  o deiibcr.ito . Lat.  praparatus . Pet, 
minciò  a Ipaz'gare  le  camere  & ordinarle.  InTrocejfioni  or»  Che, dio  non  m’inganno,cra  Dijpoflo  a foUcuartni  alto  da 

dinate,  t'fficialifopra  dò  Ordinati . Luogo  da  toro  Ordinato.  terra  . Hpn  effendi  ei  Dtjpofto . Oa  erano  a tu:  f bore  Dijpo- 

^nda  Ordinato  de  fiderà,  uedi  aiPlndice.  SìigUhami,ouafuiprelo.u>rdinaii.H  oc.  doueogmeofa 

1>  Ordigno  ualmfirumentodaoperarftujatoda  Dan.  Dicni  onhnatameateù^oiio  trouorano.il uomini  a mal  far  Di- 

fuo'lococonteràfOrdigno.  Ari. Omaledetto,oabonnno-  fjwlli.  Il  tempo  ben  Dijpolio.uedt  alfjndi.e. 

fi  Ordigno,  Che  fabricatonel  tartareo  regno  Foftì  per  man  m^rre.  Lat.  àffoncre  .Ho  c.lod  jporrò  quella  colà  in  gui- 
dt  Belgtbu  malignoJJtromento.  (parlando  dtU’anobugio)  fa,chedordmcrò . Effendo  lecofcm  quella gutfi  éjpolle.Che 
Voce  Lombarda . ' 

Comporre  per  ordinare.  Lat . fandre , eonlìituire ,pacifd . 

B o c.  è"  fattolo  fenthrea  Giannole compofe  con  lui , che 
quando  un  certo  cenno  faceffe  ; egli  ueniffe . Et  hauendo  col 
prete  é là  entro  compoHo  ciò  che  far  uoteua  ( fi  come  infte- 


me  compoflo  haueano  ) . Et  d’alcunì pini  fi  ben  compolii  dr  .Ammannare  ual  apparecchiare  yo.Thofcana.  D A N.  D»  quel, 
ordinati . & quando  fliper  tolerare  a^i.&pro  ftmul  pone»  the'l  del  ueloce  laro  ammanna . La  uirtù,  eh’ a ragion  dtfeor 

re  a lipj.érpcr  acconciareaq  IO.  [oammanna. 

Conliituire.Lat.conlìitue're&de]iinare,perordinarefideter  Diuifareperorénare.  Int.difponere , flatuere.Hoc.fiipea 
minare . B o c.  1{pn  altra  pena  hauere  con  fUtuita  ; ch’efiì  re  dmifitre  un  mefeoUto , ofare  una  tela  .Che  cofi  faceffe  far 


• tonfiituirono  a colmi  che.  lo  primieramente  conftitmfio  Tar 
meno  famigtiar  di  Dioneo  mio  finifiaieo . 

Quoto. £jf.  quotus.idefl  quanto  inordine;& perche  chi 
ponela  cojamordine  fi  giudica,  & imperò  per  togiudiào 
■fuMfioda  Dan.  'Hon  timaraaighar  per  che  fòrrtda , Mi 
diffe , appreffo  il  tuo  pueril  Qjuuo . f'oce  Logicale  & no» 
delia  Imgua. 

I n jlTctto  «4/01  ordine ^udi  a 7 1 8.  ii  i»  feparatt . 

.Affetureper accommodare&  ordinareal  dettoluogp. 
jg  Dtfbrdinaco  . Lat.  'mmadicus.  Hoc.  per  lo  difordinaio 
ffendcre.moffo  da  dilàrdinato  appetito.  Difordinaiatnenèe 
munto  era. 

Appaxcccbàimmto.tat.npparatus.&prcparatio.Hon. 
facendofir apparecchiamento  grande.Ctiappartcthtamemi 


de  SignoriCbrifliani.JlRe  fece  fare  t’.Appareccbio  gran-  Diurni . lat.  Pet,  Boc.  Diuini  yffid,  .Altari  ó" 


de.  FcdutoUgrandeApparecchiodeUatucina. 

^Apparecchiare.  Lat.  preparare  .P  s T.  Che  non  ben  fi  ripente 
Dcl’un  mal,  chi  delaltro  s apparecchia . S'apparecchuua 
con  maggiore  sforzo.  Et  t altro  fentom  quel  mede  fimo  al- 
bergo Appareuhiarfi . Tante  nefquarch  n'apparecchio  & 
uergo . Et  quantopoffo  al  finem'apparecihh . B o C.  Fece 
magnificamente  apparecchiare  da  mangiare.  0 la  natura 
apparecchiando  ad  una  nobile  anima  un  uil  corpo . Appà- 


reecbiai^i  egli  dall'altra  parte  per  andargli  adoffo.S'ap-  DiUi.  Lat.diuimDiuofidiceefferecolui,cbemarendo  fi  cre- 
parecchiajfiToariceuerlabattaglia.Lui&lefiietofioffer-  de  e ffer  fatto  iddio,  oìamoì  Onde  dir  affi  Dmo  Cefare,  Di» 


fe  Apparecchiate.yna  beUiIJima  fefla  .ApparttthiataS  ’ap 
parecchiauano  per  difenderli,  uedi  [Indice. X)  a n.  Ch'el- 
la non  s’apparecchi  a grattarmi  la  tigna . Sf apparecchia» 
ua  a foliener  la  guerra . Co»i’arff  ««  1 m’apparecchio  ad 
■ afeoUar . 

Imminente . Lat.  ìmminem  ; ual  apparecchiato.  Ari.  'Ifon 
• mirando  a pericoli  Imminemij.Soprallanti. 

"Preparare . Lat.  Premunire, confiitueTesconftrre,ponere,  Ha- 
tuere,  fiz.-d  ueder  preparar  la  fedia fncKlo.Hoc,.Ae» 


‘4 


ab  eterno  diffollo  foffe.  Ad  amar  Im  dtfforre  non  fi  potcffe.t. 
deliberare  fi  determinare.  Chea  douere  alcnua  nouetla  di- 
re fi  éffoneffe.  Cofi  mdifpofidifareiluofirouoler  imoié- 
fpofe  di  aprirgli  il  fuo  bijogiio.  Difpolla  fon  io  di  figuir  d pia- 
cer Moftro . uedi  qW  Indice . 


la  cena  come  M eUffo  diuijàffe . Caiiine , & di  quelle  {ok  ua- 
rieuiuande  dmuò  afuoi  cuochi  pel  conmta  reale  j.  ordinò  & 
tompartì . 


Diuini . Diui , Immortali,Sommi,  Eterm,  Superm,Supremi, 
S empitemi.  Perpetui,  tnmfibili,  CeleRi,  Santi , Salui , Glo- 
nafi.  Eletti , Benedetti , Beati , Santità , Beatitudine,  Bene- 
dittione,Gtoria , Eiettùme , Saluathne , Salnaaaauo  , Salu» 
te  ,Saluare , Sacrare , gloriare  ,eteggere,fcegliere,  tenere 
fer  eleggere, eternare . 


•# 


Prieghì , Diuina  Maefìà , Cratia , Mente , Stmentia , Ln- 
ee , yote  ,Giufiitia , Diuine  Opere;  Cofi . Diurno  Miraco- 
lo. Ma  tra  mortala  poi  fi  celebra  la  Duina  BtUezga,^i 
Diuini  Poeti , Portamenti , yirtuti , & te  Diurne  Parti , 
lo  Duino  Sguardo,  Andare,  & Diutn  Poeta , Portamen- 
to. Da  n.  Penhi  la  donna, che  per  quella  Dia  Regionli 
conduce,  ide  fi  Duwia.  He  M.  Cantar  che  fanbra  dibar- 
moma  diurna. 


ua  Lauri;  Ma  non  diraffi  Duo  Raggio, ne  Dina  Bellez- 
za ,anchor  che  Thoftani  fductlanloufmo  Duo  in  ucce  di 
Diurno , ma  fenga  alcuna  auttorità  però . Pet.  Facean 
dubbiar;  Se  mortai  donna  , 0 Diua  Foffe.  Hor  in  formi 
di  nhnpba,o  d’altra  Diut.  eir  citai  Diua.  Come  non  co- 
nofch'io  [alma  mia  Dua,  Q^uefio  cantò  gli  errori  tT  le 
fatiche  Del  figtinol  di  Laerte  ,&  de  la  Dina . idefì  The- 
tidenimpba,&dea  marma. I era  amico  a quefie  uoflre 
J>m&,  Seguendo ipajfi  bonefii,é’l  Diuo  raggio .pejr  dun- 

A di 


o 

tu  ,e  Diuo  rjg^lo  :ptr  nggh di Diiu,Maumo  raggio Ha- 
ria  meglio . 

Itntnortal . Lai.  P e t.  Immortai , òttima , Bellerfa  • Fa* 
ma , Cui , Apollo , Stato , Male , Forme  .Redeltttlo  Inai- 
fibile  Immortale . ch’ifjierofartm  Immortai,  perche  la  car- 
ne moia . Ciafeuna  di  noi  due  nacque  Immortale . ^nxi  par 
mica , cJ-  hor  fatta  I.  Ver  dir  di  quella  ;cb’è  fatta  I.  Gli  hao* 
mini  Immortali  .lì  oc.  Sia  degli  Iddi/  Immortali  dtffoft- 
tione . Siro  Vbilofopbo , fu  il  primo  ,cbe  ferine  della  Immor- 
talità dell'anima . 

1 6 Eterno  aée.  & aduer,  Lat.  atemxs.  P e t.  Eterno  Iddio,  Va- 
dre , Motore , Signore , Lama , Cione , ^Albergo , Soggiort 
HO , Donno , Obtm , Odio , yento,  Ricetto . Verfarfi  comete 
é fama  Eterno .Tiiente  appreotja , ma  d'mcnta  Eterno, 
y ergine  chiara  & Fiabile  in  Eterno , aitgi  chi  fa  chiaro  una 
Molta , fa  fempre  in  Eterno , Eterna  Giniiitia . Beatitudine, 
Salute , Fama , Memoria , Tace , yita , Dolce^ga , Luce , 
State , Guerra , Eterni  compagni . B o c.  Eterna  y ita.  Bea 
Mudine , Eterno  SuppUcu , Vene  Eternali . Sono  dmenuta 
Eterni. 

Eternare  ual  fare  eterno . Lat.  atcrnxre , perpetuare  .Dan. 
m'infegnanate  comcChuom  s’eterna . 

Sommo . Lat.  Summus atale  alto  & fingulare . P e t.  Sommo 
bene  in  uece  di  Dio,  Sommo  ben.  Sommo  Sole,  Vadre,  Volo  , 
Cboro,Seggio,Difu,Diletto,Viacer,  Duce,  .Amore , Somma 
Charità  , Bontà , Corte  fa , & Honefiate , Sommi  Vreghi . 
B o c.  Somma  Confiùtione , Somme  Lode , Sommo  Dilet- 
to . ueéaW Indice.  Dan.  Somma  ejfentia , Sommo  Da- 
te, & Sommo  ben . & quando  énota  .Alieg^  p fommità 
Media  ijiq. 

Superno . Lat.  che  Flà  di  fopra . P e t . Superno  Regno,  & Lu 
me , Superna  Vieti,  Strada  & Rota.  T.  Superna  Luce,  Su- 
perno Kttore , Moto , Gioue . 

Supremo.  Lat.ual  Sommo,alto,incima.  & per  molto &eflre 
mo.  Pn.  Ma  le  parti  Supreme  erano  auoite  ad  una  nebbia 
ofeura . ho  c.ù  uoflra  beniuolenx^ , laquale  mai  da  me 
in  f Supremo  grado  non  fu  meritata . 

Sempiterno . Lat.  quaf  fempre  eterno,  & fempre  durante . 
P E T.  Renda aqueti'occbilefueluciprimc,Oti condanni  a 
Sempiterno  pianto . SJ^nto  piu  mie  Sempiterna  belletta  , 
che  mortale . T.  Sempiterno  Dm,  Sempiterna  Rota , Sempi- 
terni Danm . ■ 

Sempiternare  ual, far  fempiterno.  Lat.  perpetuare .D  n n. 
Qjiandolarota  ,cbe  tu  Sempiterni  Defderato  a fe  mi  fe- 
ce atte  fi . 

n-j  Perpetuo . Lat.  P e t.  Verpetua guerra  & T^rma . "Perpe* 
Mi  .Affanni.  B o c.  Verpetua  Vrighn,  R igion.  Laude, Clùie 
te . Verpetuo  Ejfilio . In  Verpetuo  u‘ amerò.  Hgl  mortai  cor 
pof  perpetuerà  nella  taudeuolefama . 

Inuifibilc . Lat.  P E T.  Inuifibil  Forma,  Foco,  Re  del  cielo  In- 
mfdiile  immortale.  Cbc'imifbilmentc  midisfaccio. 

Santità . Lat.  SanSitai  .hoc.  La  uoHra  Saniità  ‘Hiuna  S. 
Mona  feria  affai  famofi  di  S.  uedi  alf  Indice . fi  dice  anco 
Santà,&  iajlbora  noce  Fiorentina. 

Santo . figntfca  a Dm  confecrata,  & anebora  co  fa  ferma  Ha- 
bUe  & immobile,  & che  fempre  dura.  Lat.SanQus.  Pet. 
Santo  Edtfcio  Cofiume,  yifo.  Santa  .A mma,y ergine. 
Compagnia , Imprefa , Varala  & Cofa , Santi  ,Atti , Ven- 
eri , Coflumi , yefligi , Gli  occhi , Viedi , Rami  ,Sante  Lu- 
ti , Lagrime , Opre , Tiagfie  ^ Tartle . San  Tietro , San- 


» if 


I O 

tiffmo  Heiicona,&  Saiitiffiinl  cofa.  2 oc.  Santa  Ma- 
ra . S.  Reparata . S.  yeridiana.  S.  Lucia  di  Vrato.  S.  Don* 
tu . S.  Fede  Cbrtjliana . Conti  di  S.  Fiore . Sante  Terre  cif 
Cofe.  Bejìcmmiatore  et  Iddio  & de  Santi.  Santo  .Antonio. S. 
.Alejfio . S.  .Ambruogio . S.  Vadre . S.  Abate . Santiffima 
yita . S.  Rebquia . S.  Donna.  Furono  già  i Frati  Santijfimi 
cr  ualenti  huomini . Santifime  Opere . Santifjimo  Huomo . 

S.  Corpo . yna  di  quefle  Sant  ugge . SanFlus . ueé  alC  Indi- 
ce. Dan.  Eccun  degli  antian  di  Santa  Cita . coflei  fu  di 
Iucca  donna  di  fanti  coSlttmi  & fece  miracoli  in  una  dr 
m morte . 

Francefeo  ,Bf/ 1 loo.  Innocentio  tergo  hebbein  uifone  ,cbe  ■ S 
la  cbiejà  di  fan  Gmuanni  lateranp  cadetta,  ma  due  di  uil  ha* 
bito  uefiiti  la  fofeneanocdtpoi  uenendo  fin  F rance  fio,  perche 
egli  li  confermaffe  la  fua  religione  conobbe  effere  quello  che 
hauea  ueduto  infogno . Ilpercbe  con  bolla  papale  gliela  con* 
fermò,  Bernardo  fu  il  fuo primo  compagno,  &fu‘dotlore  al 
mondo,  Vietro  Bernardone,  non  fu  egli  di  molto  gran  le - 
giiaggio . Coflui  con  animo  regio  & inuitto  aperfi  ad  Inno- 
eenth  Vapa  la  fua  int emione,  cioè,  di  offeruare  Obcdientia, 
Vvuertà , & Cafiità , & però  dice  Dan.  'Hon  gli  granò 
mltà  di  cor  le  ciglia  Ver  effer  f di  Vinto  Bernardone.  ?i(e 
per  parer  difpetto  a marauigtia  ; Ma  regalmente  fua  dura 
imentione , .Ad  Innocentio  aperfi , & da  lui  bebbe  Vrimo 
figlilo  a fua  religione  .hoc.  Et  il  ciuffetto  del  Serapbico , 
che  apporne  a fan  Francefeo . 

Sailtoccio  uale  come  a dir  Samoneo  bipocritone,  cioè  huomo 
forno . & non  il  lompare  da  battefimo , che  Santolo  fi  chia- 
ma in  alcum  luog  bi,come  hanno  detto  alcuni . perche  dfan- 
tolo  è anello  che  lena  il  figliuolo  dal  facro  fonte  aSt  non  il  pa* 
dre  del  battezgato,^  quiui  d fidate  chiama  d padre  Santoc- 
f» , & egli  lui  compare , & però  Santoccio  non  è il  com- 
pare , ma  piu  toHo  un  nome  effi  nominato  daWauttore . ra- 
me m piu  altri  luoghi  fa . anebor  cbe'l  tefìo  antico  nel  pri- 
mo luogo  baBefiiofanto,&  ne  gli  altri  Samoccio.  hoc.  Il 
Santoccio  credendo  quelle  cofi.Siuando  il  Santoccio  udì  que 
fio,  tutto tfuenne . 

SantUEZo  èqueOo.chefailfamo.h  o c.  yna  à quelle  fàn- 
tug^,  che  cofifchife  fi  moftrano  famejfi  dr  fameffe  hanno 
/din  lefli , ma  corrottamente . 

Salute . Lat.  Salus . incolumicas  .Pet.  Salute  Eterna  Hu-  1 9 
mana . La  cui  falute dalmiouiuerpende .Fontana  diognifit 
Iute  al  porto  thS.  Che  mr  noUra  falute  unqua  non  urne:  .Al , 
dolce  porto  de  la  lor  falute.  Ogm  mia  S.  Ch'ogni  afjira  ma  per 
fua.  S.  tenta . Da  radice  n'ha  fuclta  mia  S.  Ogni  uia  tenta 
per  li  fua  S.  Del  lume,  onde  falute  & ulta  pende.  Tiet.ì  cele 
Ile  ha  cura  Di  mia  S.  non  queflo  tiranno.  Siueflo  bel  ua- 
riar  fu  la  radice  di  mia  falute.  Ch'a  tebonore,tra  mefia 
f.  B o c.  Ver  gratin  ,& per  fidate  .Salutenole  acqui  .Ri- 
medio filutifero . ueé  alCinéce.  & per  la  fdute  corporale  , 
ueéa  ,6Si. 

Saluezza . Ut.  Salai  .hoc.  In  quella  gai  fi  puoi  la  mia  paté 
dr  la  mia  Salueg^  acquiliare.  Ciò  che  una  gtonane  per  Sai 
Megga  é feal  manto  face ffe . Con  pm  Saluegga  dar  effetto 
al  fuo  peruerfo  intendimento . 

SaIiiamrntO.Boc.per5'j/»jmeBtp  éìor  Donne. .Aedo- 
che  piu  Saluamentt^tefle  prendere  uoftro  àlttto . 

Saluo.  Ut.&  ficurui.  P e j.Hor  trifio,borlictoinfin  qni  ibo 
condutto  Saluo . Che  credendofi  in  otto  niuer  Saluo  Vreuen*  : 
tofttdalfuo  fiero  defiino . B o c. Saluo  a capi  ritorna. £t 
* tutto 


D I O 


Umort,  Gloriofi  f^ergine,Sede,Fiwu, Colonia  ^ptme,yìrn 
fa,  ,Alma,yttioria  & Donna . Glorioji fingile  O-  Cojé.  Glo 
rtofi  Taffi  .^AUafna  (afa  ne  tornò  Glonoft . 

Gloriare.  Lat.gloriari . P e t . Cuna  ènei  tiel,che  fette  gia- 
ra & nanfa . Qnafi  i un  piu  bel  (ol  t'allegra  & gloria . 
an^i  mi  glorio  D'cffir  feruato  alla  Hagion  piu  tarda . 
hoc.  de  miei  doni  glorar  ni  poffiate . Della  uojlra  bel- 
lex-^  piu  cb’altra  donna  gloriar  ut  potete  . Di  ciò  feto 
Sìeffa  nanamente  glorutndufi . pur  feto  fi  glonaua  . uedi 
Vindice . 


tutto  VamefemeffiiinSaluo  fem(a  alcuna  cofa  toecari.i.in 
faluamento . Salua  la  ma  bonefià . La  fua  foretta  fatua  ^ 

Ubera  ribaueffe.  Et  cofi  Ueti  fitamo  fani  & falui firuati.  Sa- 
m& Salkiji  ne  tornano  a cafaloro. 

Saluare . Lat. leruare.  P BT.Tertheafaluarme&tr,nulPa[ 
tra  uia  era . Saluando  infieme  tua  fàlute  & mia . Saluan- 
do  la  tua  uita  e*/  nofìro  bonore . l'enne  a faluame  m fu  gli 
eftremi  giorm , B oc.  Se  Iddio  mi fitlui .fi  Iddio  ti  falui 
imprecantts . 

a o Sacro . Lat.  P e t.  Sacro  Loco  Tempio,  ,Aer,  .Affetto,  Sacra 

y ergine , Terra , yia , .Aura  & Fronde , Sacre  Foglie , dr  Elctrion . Lat.  elettio.  P s T.  T^nperElettion,ntaperdeflL 
Fergini,  Sacrato  Tempio.  B o c.Terra  Sacra, mipareteun  no.  Bo  c.  Cbi  il  primodinoieffere  debba,nella  Elettionedi 

banditor  di  Sacre.  Sacro  Fonte . Sacraiiffimi  Effetti . uedi  noi  tutti  fia . HtUa  uoflra  Elettrone  fluì  di  torre , 'Hmno fe- 

aWlndice.S  AU.lecarnide  facrificati  ytteUi,Sacramen-  condo  debita  EÙttione  s’innamora . 

lo,  Sacramenti  a ii.  Eletti . Lat.  elcfli.  P e x.  Eletti  .Angeli,Spiriti,Tenfieri,  Luo 

Sacrare  . P et.  Ferginei  ftcro&purgoal  tuo  nome  ^pen-  gbitlnumerodegUElettiJIelnkmero  Eletto, et  ElettoHuo 

fieri  e'ngegno , & Siile . mo,Habito,&  Elette  Doime,Compagne,etgiffe  al  loco  Cb'a 

Confecrare . Lat.initiare,Sacris  imbuere . VsT.ll  bel  nome  l'humana  fàlute  era  già  Eletto . 

(onfacrcrò  con  quefia  penna . Sempre  al  loco  torno  ,Cbeper  Eleggere . Lat.  eligere . P e x.  Di  quei  cbeuolentìergia'l  mon- 
te confecrato  honoro  S"  colo . do  eleffe.  Di  mille  donne  eccellenti  n’elefii  una . Ogni ^eran. 

Beatitudine . Lat.  beatitas.  B o c.  Sentirai  marauigliofa  co-  za  perder  elepi,per  non  perder  fede . B oc.  E da  eleggere 

fi  della  beatitudine  eterna. 

Beato . lat.  beatus . P e x.  Beato  Tadrefiuomo^pirito,  Luo 
go, Infogno,  Morire , & Beata  F ergine , Torte,  Speme , gr 
Beati  Spinti , -dngeli,  Occbi,&  Beatiffimo  Tadre . Beatiffi. 
ma  Leu.  Laura . Beata  sècbe  po  beare  altrui . Sorga  fine  e 


fiutofiotlpocoò' faporofò ,cbc  il  molto  dr  inftpido.  Seco 
eleggendo  di  uolerpiu  lo  fio  la  morte,cbe  di  tornare  a cafa  po 
nero.  Che  gli  amia  noi  habbiamo  , quali  ce  gU  eleggiamo. 
Lei  per  Rema  del  primo  giorno  elefjono.  Lo  hauere  eletto  fi- 
mo, dr  uakrofo  amatore . uedi  all’Inéce. 


Beata,  & Beate  Luci,  Fergint,  -dnhne . Beato  me fopragli  Sughere . tfrSriegliere . Lat.  Seligere,  uai eleggere  & fepara 


altri  amanti.  Beato  è ben  chi  nafte  a tal  defiino.  .Alcun  dice 
Beato  è chi  rum  nafee . Sopra'l  rifo  cPogni  altro  fui  Beato . Bea 
trici  Fauille , Beatrice  bora.Trego  ch'appaghe'l  cor  nera 
Beatrice.  B o c.  Sondiuenuti  Beati  Imi  effere  Beato.  Dan. 
Maellas'è  Beata  & ciò  non  ode. Trai  altre  prime  creatu- 
re Ueta , Folue  fht  ffera  ; & Beata  fi  gode . Beata  Riua . 
BeateCemi&Beatifòfl.QjialiBeati  al  nouifftmo  bando. 


re.  P ET.  Coli  delmondoilpiu  belfiore fieìfe. eh' amor cbiet 
to  fcelf? . Sljiel pietofo  penfier , ch'altri  non  fcelfc . B o c. 
tìarda  fiorfceghaua , dr  de  Scelti  leggiadra  gbirlandetta 
facendo  .Fi.  Effendo  ella  cTun  giouane  beilo  leggiadro  a 
fua  Scielta  innamorata  .Dan.  Cade  in  la  filua , dr  non 
gfè  parte  S celta . A zi.  Ma  ti  farò  di  mille  Sulta  d'una , 
odidue. 


.Affermando  efprr  Beati.  Etfentl  die  Beati,  chi  alcuna . Bea  T nere  .P  et.  Ida  man  manca,  e terme  il  camin  dritto.  B oc. 
ti  mundo  corde  .Beato  Scanno , ConàUo , Reato  te.  Beato  sé.  HauenJogU  prima  moSlrato , che  uia  tener  doueffe  a uenir 

Bencdittionc . Lat.berudiBio. B o c.  EtdiedegUla  fua  Be-  dentro . 
neditione . Con  la  Benedittione  d'iddio,  uedi  Vindice  il  tefio 

ant'ioobaBeneditione.  Vunoetaltropuo fiate,  T.ATRI .ARCHI  TROTII ET I . 

Benedetto . Lat.  benediSus . P e x . Benedetto  fia'l  giorno , 

il  mefi,& l'anno.  Et  Benedetto  il  primo  dolu  affanno.  Bea-  Patriarchi  .Tropheti,SibiUe,.Apofioli,Fangelifli,Dottori , 
to  il  Taire , & Benedetto'l giorno , Benedetta  Chiane.  Fer*  Martiri, Confeffori,  Fcrgini,  Fedone,  .Antifli . 

gine.  Benedetta  Colei;  cb'a  migborriua  Folfe’l  mio  corfo . Patriarca . Lat.  Tatriarcha  .Dan.  .Abraham  Tatrtarca  , 
Et  Benedette  Hore,Fila,  Luci,  Carte . B o c.  Figliuola  mia  tir  Dauit  Re . Infin  la  tùia  uide  il  Tatrtarca  lacob  rfforger 

Benedetta , .Acqua  Benedetta , Candela , .Aròma  .Dan.  la  fupema  parte . B o c.  Tatrurca  digmfiimo  di  Hieru- 
Benedetta  colei  ; che' n te  s’mcirffe.  Benedette  Domte , Figli-  fàlem . 

uale  , Benedetto  Fafo  , -ingel.  Carco  , San  Benedetto.  Patriarchi  celebrati  da  noflriToeti.  -ibraham,Iacob,lfaac, 
Ferme  BenedifU  Tatris  mei  tutti  dicendo  , BenediBus  qui  Ifrael . 

Ab  raham  Tatrtarca , cioè  il  primo  de  tadri . CoHui  fu  il  pri- 
mo fedel  uecchio , a cut  Iddio  nuelà  la  trinità  ■ DalCanna 
del  dtluuio  infino  ibe  nacque  .Abraham  furono  anm  1071. 
La  origine  fua  fu  da  Sern  figlinolo  di  ‘Koe,  & nacque  in 
terra  di  Chaldea,  nel  tempo  che 'Hino  figlinolo  di  Belo  re- 
gnaua;  uiffe  anni  17^. -ibram  figmfica  padre  effiltato, 
ma  .Abraham , Tadre  uedente  il  popolo , onero  padre  di 
moltitudine . Onde  1/  P e x.  Toi  uide  il  padre  nofiro  ( in- 
tendendo -tbrabam  ) a cui  fu  detto , Ch’ufiiffe  di  fua  ter, 
ra  &gifje  al  loco , Cb'a  Chumana  fàlute  era  già  eletto . Fi- 
uace  amor , che  ne  gli  affanni  crefee  : Fedii  padre  dr  que- 
flo,c*rueéC-luo  ( Uefì -Ibrabam  ) comedi  fua  magiou 

.A  IHf 


uemt. 

fenedirc . Lat.  benedicere  .P  et.  I benedico  il  loco,  e'I  tempo , 
dr  f bora  .B  oc.  Et  cosi  fi  poffono  benedire  legnile  del  gen- 
gtouo , come  il  pane,  i tefii  antichi  hanno  berudicere  ma  cor, 
rottamente. 

Gloria . Latino . D a n.  La  gloria  di  colui  che  tutto  mo- 
ne per  l’uniuerfo.  P e x.  Che  piu  Gloria  è nel  regno  de 
glieletti  tSun  ffiirito  conuerfo . B o c.  Molte  cofi  èffe  del- 
la Gloria  Celefiiale.  & Gloria  per  la  fama  0 nome  ue- 
di a 140. 

Cloriofo . Lat.  P b x.  dr  B o c,  Glorhfo  Dio , Stato , Regno, 
Fine,  Ramo,  Trincipio , Huomo , Figlmolo , T rtompbo  & 


D I O 


fot  tùH  Sdm  tfce . Sana  fu  doma  d'Abraham , con  lajua- 
le  Andò  in  Egitto , Terciò  che  non  max  fevz*  élei  mojje  un 
fijfa , & unto  l'nmò , che  fempre  fludiò  di  pucerle.Que- 
iìo  fn  anello  che  per  ubidire  a Dio,  fu  contento  di  faenfi- 
tar  il  lùo  figliuol  lacob,  perche  meritò  che  Iddio  benedi- 
tejfe  il  fané  /ira . D a n.  ^Abraham  Tatrureba  & Dx- 
uidRe. 

j f licob  & Giacob . Ext.  Ixcobus,  alio  nomine  Ifrael  Vropheu 
porrà  Ciofipho  nel  primo  libro  delie  aiitiiiuitoti  de  Giudei  fe 
condo  la  hijtorix  ferina  da  Uofe , i he  lacob  figliuolo  ctlfàc 
per  configlio  di  Rebecca  fua  madre  fu  benedetto  dal  padre , 
la  oue  benedire  fi  douea  Efau  maggior  di  età;  £?•  ito  fuggen- 
do lira  del  fratello  da  Cananea  in  Mefopotamsa  a Laban  fuo 
materno  Zio  ,feruì  fette  anni  guardando  la  greggia , per 
bauer  per  donna  la  bella  & diletta  Rachel  figlinola  di  La- 
ban . ma  uenuto  il  tempo  delle  nog^e , & in  ucce  di  lei  poflo 
hauendogh  nel  letto  occultamente  il  focero  Lia  deforme, 
a cui  gli  occhi  fempre  piangeiiatio  per  effere  hppofa , con 
coflei  fatto  il  matrimonio  , accortofi  deW inganno  fatto- 
gli per  hauere  la  cara  fua  Rachel  fette  altri  anni  feruir  U 
tonuenne  . Onde  d P ej.  per  Rachel  ho  fernito , & non 
per  Lia,  &altroue.  Volgi  in  qua  gli  occhi  al  gran  padre 
fchernito , Che  non  fi  pente , & cf  bauer  non  gimcrefee  Set- 
te , & fett’anni  per  Rachel  fendo  . & D ah.  Ifrael  con 
fuo  padre,  & co  fuoi  nati  Et  con  Rachele  per  cm  tanto 
fi  . In  fin  la  sù  la  idde  il  patriarca  lacob  . Che  mi  fe- 
dea  con  l’antica  Rachele,  Hebbe  lacob  dodici  figliuoli , de 
quali  utnnero  le  dodici  Tribù numerofa  famiglia, uijjeaa, 
n>  I 89. 

Ifac  & HifachJM.  Ifaacbusfignifica  rijbifu figliuol if,Abra- 
ham,  uiffe  anni  %6<}.&  mori  regnante  Xerjè  primo  Re  de 
gU  -Affiri , Cojlui  èffe  a lacob  fuo  figliuolo,  che  non  pigUajfe 
moglie  della  generation  di  Cannami  ma  andaffe  in  Mefópo- 
tamu  è Siria  a Laban  figlio  di  Balucl . & fratello  di  Rcbcc- 
ta  maglie  è ^Abraham  & fua  auola , Vbtdi  lacob,  la  htfio- 
riauedièfopra, 

Ifrael . LU,  IaiobusIfiachifilius,Tropbeta,fu  ìacobeofidet 
to  1 perche  andando  in  Mcjòpotamia  uide  una  fiala,  ch'ag- 
gmngeua  dalla  terra  al  cielo , & angeli  faine , & feendere 
per  quella, pertiche  Ifrael  fignifica  huomo  ueicnte  Iddio, 
ouero  utfione  d’idèo.  D AH.  Ifrael  con  fuopadre,&  co  fimi 
nati  Et  con  Rachele  per  cui  tanto  fè. 

f 4 Propheta . Lat.  & bariolus  .Vir.  Ld  doue  .Apollo  diuen- 
to  Tropheta.  Dan.  Ter  Moifc,per  Tropbeti,per  fil- 
mi ,& per  uo!  ,cbe  fcriuefie . Ari.  s'mmenonerraQjiel 
Tropbetico  lume,  che  m'injpiri . Il  Vrophetiio  Spirto  è 
Merlino , 

Propheti  celebrati  da  noflri  Toeti  Dauid,Egecbu,Ezecbiel, 
Hetia,Heiifio. 

J}inidfu’Propbeta,tà'R‘  Tfàlmograpbo  cìtbardìa ,tr  fi* 
gnifica  forte  d’animo, & defiderahde  è uolto.  Coftuifu 
il  fecondo  Re  del  popolo  di  Dio . regnò  anni  40.  nel  tempo 
ebe gli  .Athemefi , morto  rixirOiiiDR  uiffono  pm  folto  Re, 
egli  fu  nella  quinta  etd , che  durò  inficio  a Chnfio . non  mi 
ejlenderò  qui  netta  fua  bifloria, perche  firci  troppo  proliffo, 
pur  non  tacerò  quelioabeldèo  diffe  fhauer  trottato  utihuo 
pio  fecondo  il  cor  fua,  & nondimeno  innamorato  è Rerfabe 
pioglie  d'Vria  fuo  lauahere.per  bautrla  ,ftce  uccidere id 
manto , onde  tomnnffe  adulterio , homicidio , & tradimen- 
fe.fotpentcndop  deli'errore ,ftauò dSalm  Mifexere  mei 


deus. onde  Dan.  Bt colti, che fubifiua al cantor ,cheper 
doglia  Del  fallo, diffe  Aliferere  Mei , la bifiua è DauA  fa 
Ruib  meghe  è Boog^,Cr  Baoggenerò  Obed,e^  tojlui  fu  pa- 
dre è lefe,  delqual  nacque  Djuid  Kfgiujlijjiu.à,  & Vrophe 
ta  pieno  èfiiriiofinto,  onde  Dan.  Colui,  che  luce  m meg»  '■ 
per  pupilla  Fu  (/  cantar  de  lo  Jjnrito  finto  .&  alt  roiu  Ubra. 
liamTalriarca  Dauid  Rt . & d P i r.  Vidi  Dauid  can- 
tar celtjli  uerfi , Tè  guarda  come  amor  crudel  ^ prauo 
Vince  Dauid , & sforzalo  a far  Copra  Onè  poi  piange  m lo- 
(oofcuro&  cauo . E'I piflor  (ideCi  Dauid)  eh' a Golia  rup- 
pe Li  fronte . Tfpn  giacque  fi  fmarrito  ne  la  ualle  Di  Terc- 
bintho  quel  granVbdtUco  .A  CU!  tutto  Ifrael  dauale  fialìe 
ydl primo fajfo del gargoiihebreofièfl  Dauid)  L’hiCìorut 
di  Golia  ueè  a 470.  Di  Tamar,  .Abjàlon,  .Amon , .Aibito- 
phel  ueè  a T amar  a66a. 

Ezechia  Tropbeta  Re  di  Giudea, delqual  i firitto  nel  libro  tq 
d’Ifiia , & nel  libro  deìRe , iLquale  annunciatogli  la  morte 
daU'angelo , pianjì , & lagrimando  èffe . Ego  dixi  in  dim-  ■ 
dui  èerum  meorum  uadam  ad  portai  inferi . .A  coHui  per 
motti  prieghi  Idèo  prolungò  la  ma  per  ijpatio  è anni  i ». 
onde  dice  O A H.  Et  quel , che  figue  in  la  circonferenga  Di 

che  ragiono  per  Carco  fieperno. Marte  indugiò  per  uerape- 
nirenza. 

Ezechiel  Tropbeta.  CoClui  fu  una  de  Tropbeli,ilquate  con 
loachin  Re  è Hierufatem  fu  mandato  fcruo  m Uabiìonia,& 
in  un  tempo  cofièprophetizòm  Caldea  a fuè  hebrei  quiui 
feru),  & Hieremia  in  lèa . Onde  rf/re  D a n.  Ma  leggi  Ege 
chiel , che  h èptnge  Come  gli  uiite  dalla  fredda  parte  Vemr 
con  uento  con  nube,  & con  igne  ; Et  qua  li  trouerai  ne  le  fue 
tane, 

Hclia  fu  di  TeHite  città  è Galatidi  paefi  proffimo  alla  The-  , 4 
uiaa  Tropheta,ilquaJ  regnando  in Hierufalem  lofiphat, 
ér  tra  gU  Ifraebli  Acbab,  &■  dopo  lui  Oeboo^a , fiori , 

& a tempi  è lara  fratello  d’Acbab  fi  perciò  fattoRe, 
per  non  effere  iCQcbozia  rimafo  fiatcUo  alcuno  . pre- 
èffe  egli  ai  Aèab  la  futura  fucilate  , che  durar  do- 
uea fin  che  egli  ritornajje  alui:&  tornato  gh  preèffe  la  . 
pioggia , bauendo  già  con  deuote  preghiere  fino  dal  or. 
lo  feendere  il  fuoco  fopra  Cattare , che  fare  non  hautuu 
potuto  i falfi  propheti  : perche  furono  dal  popolo  uedfi  ~ 
per  comandamento  di  lui . Treèffegli  anchora  che'l  fuo 

aue&defuecefforifparger  fi  douea  per  la  mone  èlCa-i 
ingiufiameme  fatto  morire . Treèfle  ad  Ochava  La 
morte  : ilquale  cercando  a forga  farlo  a fi  uemre , il  pn-, 
tuo  & il  ficondo  capitano, che  gli  mandò  l'uno , & f al- 
tro , efieudo  fieri  (jr  fupcrbi , con  tutta  la  lor  fihiera  arm 
mala  egli  arder  face  dal  celeSie  fuoco  . Durante  la  fu* 
citate  habitò  uerfo  ntezoè  appreso  ad  uu  torrente , onde 
da  bere  fi  procacciaua , portandogli  da  mangiare  ogm  di  il 
corno  .Seccatoli fiume , ne  uenne a Sarettaànà  non  lungi  - 
da  Tiro  ; oue  fu  da  una  uedoua  doma  mitrilo . thè  benché 
pouerellafufie , nondimeno  per  la  diurna  uirtù  ,fi  come  egli 
le  preèffe,  è farina  & ai  olio  abonJò  infm  alla  mteua 
phgffa  lOnde  in  guiètrdone  dd  beneficio  bauuto  di  mor- 
te a ulta  le  redufie  il  figUuolo:  fuggendo  poi  Pira  è le- 
zabella  donna  è Acbah , Uquale  nudiaua  farlo  mori  - 
re  per  la  mone  de  fuoi  falfi  propbeu , ueniie  m Idumea 
ad  babitare  ne  folitari  luoghi , pregando  Idèo  che  po- 
ttefie  fine  al  firn  uiuer  mortale  ; oue  addormitofi  un  gu/r-  '■ 
ntt  fittp  unarborefpoi  thè  deSiarr  fi  fcitti  ileu.md>fi  tro% 


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kiilciboà't4:qsu;Jiche  prejh  conforti  ne  Henne  al  monte 
Sina,  Olle  è [am  i che  Mofe  da  Dio  haueffe  le  leg^i.  lui  comm 
mand-ttoii  da  noce  diuina,cbe  delta  jpeloaca  al  fereno  ujeijie. 
dopo  il  terremota  da  nm^  d fuoco  ardente  giunfe  cetejie  no- 
ce; laquale  fdOj.’J Jù , chepropheta  fucceffore  fi  faceffe  He- 
ìtfco  d' Abela, con  cui  egli  al  fine  di  Hierico  al  fiume  Giorda- 
no uenuto,ir  indi  paffaio  fparue,fi  che  mai  piu  non  fi  uide; 
delquale  fi  come  d’Enoih,  che  fu  inaanxi  il  diluuio,  fi  ferine, 
che  di  te  rea  fubitamente  fi  leuaffe  al  cielo,  neffunogidbro 


uanni  in  uerfo  efametro . ^ Francefeo  A tu  kìi  o auiord 
della  prefente  opera  lo  ferine  in  firme  con  la  falutatione  An, 
gclica,& col  fuo  nome  & cognome , lultondodiunpicttolo 
Marchetto  uinitiano  in  lettera  beliijiima , & netta , &ion 
pocbifiime  bremature,  & non  una  fol  uoha  ma  mitie,  tome 
ne  può  far  fede  gran  parte  del  mondo  thè  l’hà  ueduto,cp-  mal 
tigranfignori,0-Trincipi  che  ne  hanno  hauti  da  lui,  qr  < o- 
meam  bufi  può  bora  uedere^ppreffo  lui,&piu  pici  lulo  an- 
ebora . 


morte  fapcndr,Manelhbrode'Hf  filegge.chcdal  iieloim  Gungnele  è giuramento  upito  da  plebei  et  uillam,&uall'an  *8 
carroé  fuoco  tutto  infi-to  a caualh  che’ l tirauano,fcenieffc;  gelo  i.iauerilà . ueii  all' Indile  lunga  ifpofitione.  B o c.  Dif 

fapra  itqiiale  Helia  fililo,  cr  in  alto  L aatofi  alla  uijìa  de  mor  fi  Ut  Scalata  alleguagiu  te  non  fo . Alte  Cuagntleaion  ha  in 
(àù  del  tutto  fi  tolfe.  Et  però  il  noflroPtT.  dice  Cumen  con  questa  terra  medico , che  s' intenda  dorma  itafino  affetto  a 

lei  in  fu  l Carro  S Helia,  cojim.  (beffando) 

Hclifco  raccolto  c’hchbe  la  uefle,con  taquale  Helia  hauendi-  DAtrori . B oc.  l Santi  Dottori,  dr  Dottrina,  uediaMiner- 
Hifo  l'acquedel  fiume  Giordano  dopoché  fu  rapito  al  lielo  uaa  17S. 

fu'l  carro  di  fuoco,  laqu  ite  nel  faliregti  era  caduta , ritornò  Mtrtire . adie,  che  fignifica  teflmonio.  Vo.  lat.Boc.  ligio 
al  Cardano, & con  queUadmile  l’acqua  & ritorno  in  Hitri.  rmjb  Martire  fin  Lorenzo,  & quando  è ^fl.  che  tormento 

co,&mdiandandoin Bethel ,ifaneiuUiuetmeroincoinrapct  duatapiedia  >2. 

fcberncndolodiceuam,uicniealuo,quafirimprouerandoebe  Aiitiiit:.  Lat.  è rettore  nello  cofèfacre.B  oc.  metaphorica-  ' 
menliiu  fCbeHeha  fofie  ceffi  rapito;  gli  maladiffe  nel  no-  memeufatonelAmeto.AlgkriofochoroiehabbiamocUu 
me  di  Diofir  fubito  ufetrono  delle  felue  due  Orfipqualt  late-  tu  Annfìe.  k'occ  da  non  ufarft  da  gU  fcrittori . 

rarono  xlu.  di  quelli  fanciulli.  &pcrà  dice  D a N.  £r  qual  ò 
quel, che  fi  uengiò  con  gli  Ocft,i'ide'l  carro  dlHclu  al  dipofa 

ture  Sìuàdoi  caualUalcieloertiUuorfi;  Che  noi  polca  fi  ci  FEDE, 

■ gliocchifeguire,Cheuedeffealirocbelafiammfota,Sl(o~ 
me  nuuoUtta  in  si  falere. 

Sibilla.  Lat.  Sybilla.  S a k.  Che  U SAiUa  ne  le  foglie  ftrff-  Fede.  Fe,  Fidanga,  FideUà , Batte  fimo,  Uuacre,  Sacramen- 
feb.  T.Trcdctto  daTropheti&da  Sibille.  'Latuntb  ne  t*,Sacrifuio,Ciuramenio,Terdonanza,Terdono^oio,Mi 

ferine.  ■■•,2  tatob/)raiione,Orare,Adorare,Vregbiera,Vrieghi,Di.  ' 

•7  Apoftolo.  Lat.Boc.  Secondo  t Apóflob.  VipUe  iTApoBa  notane,  t omrimne,  f'gica.Meffa,  Hobeauflo,  Vrocelsio* 

i.  D A N.  Voi  con  dottrina  & con  uoler  infieme  Con  [offici*  ìó,Supplicaeiam,Digiuno.Aflininga,Difciplma,  Vaticirfa, 

A^fioticofi  tmfse  Qjiafi torrente, eh’ alea  uena preme  Tn  Soffcrenga,Charità,Vu tà,Compj]^ne,LemofmaJLmnilti, 

mite  cinfe  me.fi  come  tacqui  VApofMico  kmè,  A R X.Ap!»  Huinamu , Mercè,  Mercede,  Miferere,  Kbidienge,  Fedeli, 

fiolicaSede.  Oratori  J)iuoti,Contriti,AilMenti,Vietofi,Tti,Humili,Hn 

Apoiioìi,cebbr.itidaVoetiViero,Ciouanni.  'i.  imaui.Vaticnli.t'bidtemi, 

Piero  & Vietro di  Simonefigliuob  ,ird’Andrra  ffateU»,  il~  Fubre,conjUare,  battegg:are,orare,aJorare , pregare,fuppli- 
quab  fupaidcgliApoBolipriniipe.  Ondeil  Vix.Tolft  tare,pcntire,tmeudare, compungere, humtlure,cedenfli- 

Giouanm  da  la  rcte,ér  Piero.  I die  in  guardia  a fan  Vieti*  fiipbiare,  digiunare,  frfferire,  obedire , offeruare , giurare, 

(tdcli,alVapa  .per  mctonymia,  come  primo  p'icarb  di  {congiurare .patire ,limofinare ,comportare,aflenere,cou- 

Cbrilio.  )'  tenere . 

Cìouinni.  lat. Io.ìnes  figliuolo  di  Zebcdeo,e^diCiaami$Mag  Vede.Lat.  fides.  V n.& Bo  c.FedeS.inta  ,rera  ,Verfet.  20 
gare  fratelb,ilqualfu  Apoflob  et  Emngèbjla,onde  ilPtr.  la.  Buona,  Rara , Alta , Coftante , Ferma , Certa , Intera , * 

Tolfi  Cauanni dalla  rete , eFVicro.  D a n.  Ditemi deto- 
Hildi  fin  CiouannL  A r i.glidiffe  Eff»rc»lui,cbeteuange- 
iio  fcriffe;  lìuel  tanto  al  redemor  caro  Gauonni,  "Ver 


culli  fermane  tra  i fi^atebt  ufeto.  Che  nondouea  per  trut- 
te finir  gli  amò.  Si  che  fu  cauft  . cbe’l  fighuol  é Db 
A Vietro  diffe , perche  pur  [affanni;  S’u  uo  , che  co- 
fi  affetti  il  uemr  ma  i Ben  che  non  diffe  ; egli  nondè  mo- 
rire ; Si  uedepur,  che  cofi  uoljè  dire.  Lo  fermare  della  ofiu- 
raApocabfie. 

yaimclio , 0 l'angeb , & Euangelio , Lat.  come  fi  kgge  ne 
tefii  amichi, figmfica  buoni  naoua,  B oc.  Verche  non 
figuuiamo  rat  quella  altra  finta  parala  del  yangeho  , che 
incominciò  CbriJIo  a fare, & ad  infegnarei  Dan.  7Vr 


Chiara,  Somma , Mirabile,  Sincera,Cbriftiana.  Falfa,  In- 
certa,!nftabde,  Tnjìa,  Vana,  Voca,Mainmonial,Vromef- 
fa , Amorofa . F e D 1 1 Amico,  Configlio,'Hecehiero,  Co- 
re, Cane, & Fcdel Bruto,  Fidata  Cuida,Scorta,& Fi- 
do Albergo,  Conf  orto,  Duce,  Sguardo,  Soccorfo , Inganno , 
Ftà  Compagni , M effaggt , Vnneipi,  Amiti , Luoghi , Fida 
Urna  &■  Fida  A rgia.  Fide  Scorte,  Cofi,  Stelle,  Ver  far  f eòe 
q»f  giudei  fuo  bduijà.  Ihmndo,  che  aciiol  tempo  netien 
Fede , tp-  tal  fama  Fede  acquila . Et  fa  qui  de  celeili  ffirii 
Fede,  il  bel  uifo  ; Chefolea  far  del  cielo  Et  del  ben  di  blu  Fe 
de  fra  noi.  Dandopuna  F edeatte  pareb . Cranfiiocchezga 
porre  nei  fogiii  alcuna  Fede . ueM  [Indice.  T,  Sengt  fi  de  { 
Lat.  mfiJut . 


Moife , per  propbeti , & per  Salmi , per  C Euangelio  ,&  Fe.  P E T.  cir  B o c.  J«e  promeffe  di  Fe  come  firn  unte.  Malfa, 
per  uot.cbe  fcriuelie.nela  mentemi  figilb  Viu  uohe  la  chi  tanta  Fe  fi  lofio  abita,  la  ^naFe.  In  Fe  d’iddio.  Sopr.t 

Mnangehca  dottrina.  Am. Et-pfferob  man  fu  gli  euai^eii,  bfuaFe.RotfiUFe. 

idesì  gmeartnr.'ìiinmpoaa  fenffelfe*aage\it  di  fan  Ciò*  Fedelti . Lat.  fides.  B oc.  La  Fedeltà  delfno  famiglio , Fe- 

■ .4-. 


D 1 O 


icì  Seruitore,  Bjlia,Cmmi{!ttirio,Famigliare.  I cani  Feie-t 
lisfimi  a gh  huommi.  Da  Fedcbsjinio  amor  mojfaj' n FScr-- 
nitore.  Fedelmente  C banca  configliato. 

Leaìtituedi  a 1 6 y j. 

Fidanza.  P e t.  0 Fidanza  gentil, ihe  Dio  ben  cole.  Boc.Se 
io  te  domeflicamente,& a Fidanza  ruhteieri  Della  tna  f <».• 
ea  Fidami  mi  (a  dolere. 

Fidare. Lat.  P E T.  Ma  fur  in  te  t anima  mìa  fi  fida.chiinlni 
fi  fida,  m c’huom  fàggio  fi  fide . Se  del  configlio  mio  punto  ti 
fiàt.  guarda  m chi  li  fidif  affai  mi  fidarne  di  lei  molto  mi  fido, 
Boc.'I'^on  uolcndofi  di  qm  fio  amore  in  alcuna  per  fona  fi- 
dare. Se  cofiui  fe  ne  fidauajìcn  me  ne  po(fo  fidar  io.  ta  donai 
troppo  fidandofi  di  ai.  Senza  fidarmi  io  di  te.  lo  non  ho  alea 
tiojienitinto  fidafji, afidi, quanto  io  mi  fido  d'Mnicchmo, 
F’aa  Cameriera  Fidata,  fn  fuo  Fidato  Compagno  ,'nedi 
all’ indico, 

diffidare.  Lat  fàluum  facere.  ,Tet.  Ches'ellami  fiauentd 
amorm’affida.  Boc.  MaaffidandofiédareaciO  riparo 
Lafficurandofi, 

Confiate.  Lat.  confiderà.  Boc.  'UgUa  fina  buona  affetthne 
confidandoft.  I danari, hqualieffoconfidandofi  mattamente 
fempre  portaua  addoffo.  Del  fuo  fenno  non  ni  confidate.  Di 
cui  egh  molto  fi  confidaua. 

Diffidare  oial  non  fidarfi.  Lat.  diffùtere.  Dan.  E'imioconform 
to.perche  pur  diffidi  ,A  dir  mi  (ominciò. 

Diffidenza. Lai. Mffidcntia. Boc, Molto  della fua tiepide:^ 
za  & diffidenza  riprefolo. 

fedeli, celebratida  nofiriToctt.vAbrabam  primo  fedel  di  Dio, 
uedi.Argia,Bmto,Hipciinelìra  HoeiM.  .Attilio  Regolo, 
^ ° Hoe  fu  il  primo  della fèt  oda  età;  laqualeduri  In  fino  ad  -Abra- 
ham,aa  -Adam  infino  a lui  durò  la  prima,  Cofiui  fu  folo  tra 
tutti  gli  buomim  di  quello  fecola  tremato  giufio  & fedele.  Et 
irato  iddio  per  l’nmuerfal  fceleratezja  di  tuttigli  huomini, 
uoUndo  uccidergli,  cyfpegnerli  col  cÙIunio  dell'acqua , eoe 
mandò  a luiMualera  giu  di  anni  ottocento,  che  faceffe  Car- 
ta ,comt  pone  la  Bibia , laqual  penò  a fare  cent’anni  ;&  in 

Jjuefla  eglittttrò,&  tre  fighuoli,Sem,Cam,&  lapheticon  le 
oro  mogli, & duo  animali  mafehio,  &femtna  dt  ogni  ffiette. 
Dopo  d dilunio  T^,et  Sem  habuarono  in  -Afta, Cam  in  -Am 
frica,&  lapbct  in  Europa , uiffe  950.  anni.  D a n. 

L'ombra  del  primo  parente  D’-Abel  fuo  figlia, & quel- 
la di  'Upe. 

Attilio.  M.  .Attilio  Regolo,  tr'tompbò  di  Salfutim,  &dprtmt 
de  ilo.  imperatori  pafiò  in  -Africa  con  l'armata,  pigliò  Lxmù 
nani  lunghe  a Carthaginefijttprcfc  cc.cittadini,& ce.millia 
buomim.  Et  efiendo  poi  fiato  per  arte  del  Lacedemonico  Sa* 
tippo  capitano  de  nemici  ninto,  & prefo;  & mandato  poi  per 
làùbafiiaeore  a Roma,  per  cangiare  i prefi  di  una  città  co» 
quelli  deli'altra,(on  giuramento  di  tornare,  fe  non  impetrafr 
feUbifogno;  amando  pm  Cutilitd  comune,  che  la  propria, 
confortò  il  Senato  a non  fare  il  cambio.  Et  per  feruar  la  fe- 
de tornò  mCarthagine  ,&  fapendo  iCarthaginefi,cbeper 
fua  opera  era  fiurbata  la  permutatione  &lapace,fupofio 
in  un  doglio  à legno;  che  di  dentro  hauea  agutiffime punture 
di  chiodi;  ma  prima  tagliarunli  le  palpebre  degliocthi,acao 
thè  infimo  allcfiremo  ffiirito  fentiffe  dolore.  &iofi  notte,  & 
giorno  ueggbiando  con  fonttna  patienz*  fi  morì:  & però  di- 
ce il  nofirp  P E X..  yn  Hegel  ,cb’a>M  Roma  ,&  nanfe 
fieffo.  & altroue.  Regolo  -Attilio  fi  à laude  degno , Et  um- 
tendo^  morendo,  ... 


Bittefimo.  Lat.  Baptifhium.  Boc.  Tion  creditutrouare 
qui,  ehi  il  Battefitmo  tt  diai  Fot  he  tenni  il  uofiro  figlu'olo  a 
Baitcfimo.Che  ad-Abram  doueffinodare  il  Battefmto.Dns, 
Et  nelt’antito  uofiro  battifico.i.  il  fonte  del  Baitefmo.Lufin- 
cuidiei,ilàdelbattefimo,  ^ 

Battezy^are.  Boc.  Qjùui  mi  fa  battezytare,  & credendo  che 
Turco  fuffe , il  fe  battezzare.  Che  egli  la  uerace  eredenz* 
battezzàdofihaueffe  prefa.  yoifofii  battezzato  in  domrni- 
ta proucrbio.'D kv.  Muore  non battczzato,iy  fenza fede, 
Q-uefie  tre  donne  gli  fur  per  batte  fimo , Dinanzi  alhattez 
zar  piu  d'un  millefimo. 

Lzuicro. yo. Lat. i il battefimo.  BoC.prefiquel  fantoLa- 
uacro  dalle  man  di  colui,ebe  porgli  piacque,  ÌA  M.  Corrae 
al  finto  fonte  del  nero  Lauacro.  P h.  Ari.  Carludaì 
falutifero  Lauacro  Con  cerimome  debite  leuolìa. 

Sacramento,  yo.  Lat.  Boc.  Tsfen  fi  uorrà  confeffarc , ne 
prendere  alcuno  Sacramento  della  chiefa  : & morendo  fen- 
za  confeffione  ninna  chiefa  uorrà  U fuo  corpo  riceuerc.  -A 
chiefa  non  ufauagiamai , & i Sacramenti  tutti  é quella  co- 
me uil  cofa,  con  abomineuoli  parole  fi  hemiua.  & per  lo  giu* 
ramento.  -Affiermando  con  Sacramento.  Rieordandoft  delta 
promiffion  fattagli,&  co»  Sacramento  fermato.  Dandofi 
que  tempi  m Francia  a Sacramenti  grandiffima  fede.  Et 
co*  molti  Sacramemi  gliel  affermò , Sacro , Sacra , sacri. 
Sacrato, Sacraliffimi,Sacrare,confecrare,ueé a g i. 

GiurameAto.Iitl.XiiraMdU<o».  Boc.  Qjiefiofermoro- 
no  con  Giuramento. 

Giurare.  Lat.  iurare.  Boc.  giurare  di  dtreiluerofoprala  . 
fua  fede,  lohaneua giurato,  ne  permeneperaltn  odrpe- 
rarla.  uoglio , che  mi  giuriate.  Io  ti  giuro , uedt  all'Indice, 

V iZ.Ellamiprefè;fzio;e'hauràffuraio  Difendermi  da 
huom  copertoaame,  -Amor piatura.  Contea  me  fon  giura- 
iLLcongiurati, 

Congiurare.  Lat.eoiàurate,couffiirare.  P e t.  Che  m'hanno 
congiurato  a torto  incontra.  -Amor  natura.  Contea  me  fon 
giuratU.  congiurati . 

Scongiurare.  Lat. periurare.  Boc.  Quando -Anicchino  fi  fin- 
ti feongiurare.  Vi»  m'haueteficangiuratoperperfona , che 
nonni  fottegarecofa cbeuoimidomandiate, Tantodiffe,& 
tanto fiongiurò. 

Spergiuro  ,i  giuramento  falfb.  Lat.  periurium . D a n. 
Ricordati  il  Spergiuro  del  cauallo.  Boc.  0 Spergiurato  . 
Cùme, che  fanno  le  folgori  tue  IGioue  acciochegU  altri  per 
innam^di Spergiurarti babhiano temenza.  Fi. 

Perdonanza.  Lat.  indulgentia.  Boc.  Che  andar  uo- 
leuaallaVerdcmaitza  a fan  Gallo,  lo  uoglio  infino  ad  bo- 
ra, che  tu  fila  parieàpe  di  tutte  le  mie  Terdonauze.  Et 
le  feSe  & le  Terdonauze , & digiuni , ferbarmi  quando 
ftròuecchia. 

Vetdono.Lat.uenia.'  Boc.  tìaueregfiadagnato  il  perdo- 
no di  colpa, ó"  di  pena.  Quella  fatica  di andare  a Ro- 
ma per  mio  tonfigli  ti  ferberii  ad  un'altra  uolta  ad  alcuno 
Terdono, 

Voto.  Lat.  Pet.  Ofieroyoto,  Cho'lpadiee'lfiglhaduna 
morte  offerfi.  Boc.  Io  fo  yoto  a Dio,uedi  all  Indice, 
Dan.  Et  quafi  peregrin,  che  fi  ricrea  “Hgl  tempo  del  fuo 
yoto  riguardando. 

Sicrificio.Lat.^boftia,  Boc.  Il fanto tempio, nelqual fi 
rende  Sacrificio  a Dio.  Elle  diuinecpfi  afacrifiaj  appartu 

. uenti.  San. quefii pochi Sacnficifi 

Vittima. 


DIO  C 

Vittimi.  Lit.uicUiu-zè  loptcrifUi},^.\s.Co>ilepnfrieinj-  ixmorti'.  fhopregJtoamr,ci~iiclrlprego.  QMpipoftr 
Rj  uccife  uni  buHca  agm^  le  intcriori  di  quella  diuotamm  fiL-ntio  al  fignor  mio,  Che  per  me  ui  pregaua.  Matubennt- 

leper  yittimtoferje.  A K i.  Come  uittime  tratte  ai  Cmi-  ta  preghi,  th'i  fprec^i’l  mondo &Jwijnlrihami.  Tantali 

teri  D:  morti  ji^:,  e di  fua  man  f cannate.  prego  piu  gentile  jpirto.  T{e  quella  prego, i he  per  me  fi  feto- 

Holociudo.  Lat.,  il  Sacrificio,  uittima.  Ari.  Ter  far  de  glia.  Et  dou’io  prego, che  l mioalbcrgo  fa.  Io  per  me  prego 

leflramere  empio  Holocaujìo.  il  mio  acerbo  dolore,  i pur  ti  prego  & chiamo.  O fole  Manda 

HoUii.  lae.  Sacrificium  Aki. S'alcunnelafciapeuolchepri  prego  d mio  in  prima,  che' l pio  p ne.  Con  le  ginocchia  de  la 

ma  giuri  Su  bHofiufacra;  che'l  femineo  fejfo.  niente  inthine  Trego , che  fa  mia /corta,  i prego  che  m’a- 

Cerimonie.  Lat.  cerimonie;  Iòne icoflumi  fieri ecclrfiallici,tt  filetti.  Occhi  miei  la/fi  Tregoui, fiate  accorti.  Boc.  uen 
ordinai  ioni.  Ari.  Tm  che  le  Cerimonie  finite  hanno.  di  alt  Indice. 

Miracolo.  Lat.  Miraculum.  P et.  Miracolo  .Alto  t'ìloiio,  Kipregare.  Tet.  Qjiefleuocimefchine'ÌInn  grani  al  mio  fiu 
Gentile,.  Primo,SeconJo,ungran Miricolo.  Ma  Miracol  no  gnor,percb’io'lnpreghi.  Ch'amhor poinpregando  ,inerui 
i.QjulMiracoliquel;quando  fratherba.  Boc.A//ra-  &tojfa  Mi  uolfe  in  dura  lèlce.Etnfiregando  te  pallida  mor 

eoloDiuino.  Che  quafi  un  Miracolo  mi  pare.  Molti  Mirato-  te.fbopregacoamor,i<rnelriprego.Boc.Touheladon- 
li  Iddio  hauer  mo firati.  Miracolofa  maniera.  Il  Miracolofo  na  da  capo  anchora  il  riprrgò. 

/inno  di  Salomone.  Impetrare.  Lat.  Tet.  Si  dolcemente,  che  merci  m'impetre. 

?4  Otitioni:.  iM.oratio.  Bo  c. Standomi  in  Oratione.f'na  fan  M'impetre  gratia,cb'ipofiaej]er  feto.  Et  perche  pria  ta- 
ta & buona  Oratione . fare  Oratiom  Speciali  a Dio  in  iiofiro  tendo  non  m'impetro  f Hot,  poi  che  da  madonna  i non  impe- 

nome.  Ti  conuerrebbe  dire  certe  Orationi.  uedi  alt  In-  tro  Vu fata  atta.  0 qual  grana  mi  fio  fe  mai  Cinipi  irò. 

dice,  Dak.  Glioccbi  do  D'to  diletti, &uenerati  Tifine  Boc.LapotenxadeUemerttrici,&degarzoniadimpetr.i 
tOrator.  re  qualunque  gran  cofiipton  era  di  picciolo  potere.  Et  cofiU 

Orare,  lat.  Boc.  L'Orare  e'I  difciplinarft.  fu  m'impetra  La  tornata.  D'andar  a Tuitfila  bcemga  impc- 

Orore.Boc.Orando/iandareinpelkpinaggu.  Dam.Om»-  trajfe.  La  grafia  di  Dio  Impetrata.  Ilthe  agcuolmente  impe 
do  grafia  conuienrche  Ciinpetri.  A#  orai.  trauano.  uedi  C Indice. 

.Adorare.  La.  P et.  Da  me  ralma  adorar;  forfè  l farei.  Il  /ho  Sapplicationc.  Boc.  tfe  anchora  humilifupplicationi  do 
belnomeadora.  Triomphar  uolfe  quel  che'l  mondo  adora.  Iddio  fatte,  i.procesfioni. 

If  adoroe' ncbiao  come  cofa  finta.  Et  al  Signor  ch'i  adoro,&  Supplicare  A R t.La  fupphcaJLt  prega  la  feongiura. 
eh'i  ringralio.  Boc.  In  guifadhuom  che  adorar  uoleffe.  Te  Procesfionc.  B o c.  Molte  Supplicationi,  &Trocc/fioni  or- 
odorando  come  mio  Idèo.  Ejfeneb  per  finto  adorato.  D ah.  dmarie,&  in  altre  guife  a Iddio  fatte. 

Omètiadeltielouio  contemplo,  .Adoraper  color,chefono  V>\\xoiione.  Lat.  deuotio,drrebgio.B  oc.  Dmotione  Spaia» 
in  terra.  7fon  adorar  debuameme  Dio.  Che  ben  per  me  le.  Crandi/ftma.  Gran  D.  Commenda  la  fua  D.  Dinota  Ga-  ^ 
t'adori.  nane.  Diuote  Terfone  Dinoti  di  Dio.  Dinoto  Tarlare.  Diuo- 

Salmi.  Lat.  Tfalmi.  D a v.  Ter  Moife,perTrophetiiperSaL  tiifimi  è fam' Antonio.  Dimtamente  fi  confefsi  .Tet. 
mì,Terl'euangelio,&per  uoiebe  firiueHe.  Trefcandoal'ga  piu  Denota  che  non  fole.  Forfè  i Denoti,  &gliamorofi  pro- 
to thumile  Sahntfia.  ghi , & le  lagrime  fante  de  mortili  Son  giunte  inangi  a U - 

Siìterio.  Lat.  pfaùerium.  Ari.  Che'l  Silentio,oue  cantano  pietà  fupema.  Tornai  fempre  Deuotoaprhnirami.  Signor 

iSalteri.  mfOcaroognipenfiermitnraDeuotoauedcruoi.  Ch'almen 

Preghiera.  Lat.preces,drregationes.  P et,  Selapreghiera  T ultimo  pianto  fia  Denoto.  Curio  con  loruema  non  men  De- 

c mitnonifuperba.&leTregliiere  honefle.Boc.LaTre»  uotoChe  dtfe, 

ghiera  da  Vhilomena  fatta.  Contririonc.  Lat.  Boc.  Hauere  fi  fatta  Contrithne.Contri 

fregWi,&Trieghi.T  ET.  TreghiAmorofi,  Ardenti, Calli,  tadogni  fuopeccato.  Ch'egli  ne  fujfepemito,^ Contrito. 
Dtuini,Giuftidfoneflidfumili,Mortali,li^ti,Spefii,  men»  Tet.  Mlfereredun  cor  Comrito,e  humile. 
te  mi  rdeua  Trego  ch'io  faccia . al  mio  Trego  l'inchina.  Et  Officio, & vfficio.  Lat.  Ogicium.  Boc.  Senza  affaticarfi  in 
fé  Trego  mortai  al  del  >' intende  Sahfiialeiel  finde  miei  Tre  troppo  lungo  rgicUtio  S otenne.  In  chiefa  il  Diuino  fj/iao 

ghiafcolti.  Etda  fuoiTreghi  per  fug^fi  fciolfe.  C'hor  ■ afcoltarono.  Vl'f}uio,ih'intalgtomoficanta,ceUbratoda 
per  lodi  anzi  Dio  "Preghi  mi  rendi.  Teribe  porger  al  del  fi  Sacerdoti  & quando  dinota  debito  fi  U magifirato  dulie, ue- 

^esfiTreghi.B  o c.  SenzaTriego  affettare.  Douere  alcun  dia  409.  Tet.  Se  gli  ianchoruenuto  Rumor  la  giù  del 
priegoperfeporgere.  "Porgere  iTrteghinofiri  nel  cofpttio  ben  locato  Officio,  ùitic. 

di  tamo  giudice  delle  cofè.  Molti  ,Troppi,Grandi,Tietofi,  Dipano. Lat. ieiuiiiumjnedia.TET.llRefèmpredilagrime  11 
Humilt,  uedi  t Indice.  Digiuno.  Tonerei  Digiuno  Senio  io  tornato  a feluere  il  Digiu 

fregare. Lat.obfecrare.rogare.T  ET.  Etperimi  fonmojfoa  no.  Boc.Dopohmgpèpuno.lld.giunodellaQuadrageft- 
pTegarmorte.  TerchTi  lodo  pregare,  ch'C  m'affretti  Don-  ma.Lnnghi  Digiuni.  Li  Digiuni,&  le  uigilie.  La  buona  feml- 
na  mi  prega.  Trega,  che  non  e fiingua.  "Prega  ch'i  uengx  naeffere  anchora  Digiuna. 

lofio  aliar  con  noi  Che  la  cafiamogliera  afiietta  & prega.  Digiunare  Lat.  leiunare.  Boc.  yfo  rumerà  è ègiunare. 

Del  Ungo  odio  ciuiljipregan  fine.  L'herbetta.eifiori.Tre-  A rmtrenza  della  uerg/ne  digiunare,  dipunaua  per  de- 
gan pur  che'l  bel  pie  li  premalo  loccbi.Tutti  infieme  pregan-  uoiione. 

do  ch’io fempi  ami  Tregando,ih'alleuarCalma  non  tardi.  Diert, èafiinenzaècibo.  Lat.inedia.So  c.  EteffcnJodal 
Tregandohuniilmente, che  confinta.  Himèfidurocor,che  manto  lungamente  fiata  tenuta  a Dieta,  meta.  Etforfeper 

Ugrtmaudo  ,Tregando  ,amando,tatharnon  fi  mona,  ella  la  uecchie^gia  faceua  mollofpeJfodroppophUngbe  Ditte, 
fofienne  D'effpr  molto  pregata.  Tregaie,immifiapmfàr-  tbeuaUtononbaunbbe. 


D 1 O 


Quarefima.c?’  Qjftdrigefmu.  Lil.  Boc.  Che  a Jigium  del- 
ie Qjierefimr.  Ti;  mgilu/ie  quMro  tempora,  ite  Quari  fi- 
ma.  f'tta  mattina  di  Qjiarifima.  Gli  banca  dipi  ma  lajiiUa 
fata  la  Quarefima.  Oltre  al  digiuno  della  Quarefima. 
Vigilia.  Lat.  Boc.  Sopra  il  loipo  fecero  una  grande  et  foleru 
ne  f^igdia.  Che  ijumi  non  ci  ha  fefla  ne  yigdia.  'He  digiuni, 
ne  yigdie  poteano  macerare.  Come  de  égmm,  & del- 
le yigitie. 

ABinenza.  Lat.  atflinmtia.  Boc  Gli  coiuiiene  cominciare 
un  digiuno, (ir  una  afimenga^andifiima.  Se  .Afimemi  & 
fanti  non  fi  credono  dauer  ejfere. 
cAflenere.  Lai.  abflinere.  B o c.  ZXi  toccare  tatua  moglie  ti  cÓ- 
uiene  afienerc.  Lat.  ahRinere  feacoitu.  .A  pena  di  ridere 
potendofiafienere.  L’huomo  eiria  donna  douerfi  aSlenere  da 
enfi  fatti  eongiungimenti.Dal  nofiro  noueUar  a aHcniamo. 
l)irciplina. Lat.  & jlagellum.  Boc.  Lafiiati fiare daU'una 
delle  parti  i penfier  fanti, & Coratioiiir&  le  difcipline. 
Difciplinare. Lat.fiageUare.  Boc.  t)ifcipiinauafi,<<r digiuna- 
ua.  L'orare,&  d difciplinarfi.i.batterfi, 

3®  Penitcnza.dr'PfwtoirM.  Lat.  Taimtemia.  P e T.  Tcnitemia, 
& dolor  dopo  le  jfiiUe.  Boc.  Penitenza  Crndele,Trofitte- 
uole.  Fatta  la confesfione,& prefa LtTeniteirga.  .Acchebe 
Iddio  gb  faceffe  la  fki  Tendenza  profitteuole. 


Corr.battea  in  me  con  la  Tictà  il  drfire.  Deli  com'è  tua  Tie» 
tà  uer  me  fi  tardai  Che  pietà  non  bauelfcfpe  me  lire  a on  Vie 
tà guardate  Le  lagrime,  s'ia  morta  la  Tuta.  Dipinta  di  Vie- 
ti. Et  fe  Pietà  anchor  furba.  L'arco  fuojaldo,  'Hon  mia  ; ma 
di  Ttetd  la  fai  eia  amica.  Ma  uvi.che  mai  Vieti  non  éfcolo- 
ra.  Per  far  forfè  Pietà  uemr  negli  occhi  Di  tal.  Spero  tro. 
tiar  Pietà,  non  che  perdono.  VerlaPiftadcl  fuofatior  trai. 
Ben  paria  anchor  Viltà  con  amor  mijla  Vorfi.  Ch'un  tordi 
Marmo  a Vieti  luoffuhaarebbe.  Boc.  Le  donne  uime  da 
doppia  Vieti.  Sigran  Vieti  mi  ninne  é la.Vi^ofia  la  dan- 
nefea  Vieti.  Varole  piene  di  materna  Vieti.  Soprahondantf 
V.  Senza  alcuna  Vutà.O  Vieti  lintiifinia  patf  ione  di  gmfii 
cuori.  DitamaVietà  lofuouifodipinfe.  D a k.  Lamenti 
fatttaron  me  diuerfi  ,Cbe  di  Vieti  ferrati  haucan  h flrali, 
Ond  iogli  occhi  con  le  man  coperfi.  La  tua  benigniti  nonpur 
ficcorre  .A  chi  dimanda;  ma  molte  fiate  liberanninte  aldi, 
mandar  precorre.  Benfei  erudii  /è  di  me  non  ti  chiede. 

Pictoib.  Lat.  pius.  P E T.  cr  Boc.  Vietoft  Donna,  Gionane, 
Tiouella.Mamera,  I'crga,'HaturaMadre,Morte,  Pieno  di 
Vktofa  Liberalità, Viciofe  RimetTarolcJiiacpafHpte,^^ 
lofi  Vreghi, Soffiiri,Giri, Detti yAttu  11  m[ò  di  Vietofi  color 
farfi.  Vietofo  Vcnficr,Mormorar,  Stile,  & Cuore.  Uififile 
Vietofituediaó^  i 


’Ventire.Lat.Vanitere.'Pir.Etdelfuoerror  ^uandonouual  V 'io.  Lat.  pius.  PsT.  >10  .Amor, Variar, Enea,Umonin, 
fipeme.DiaòdfuperbofiUmema.&pente.  E’ipiufipeme  C’Hanmbale,nonih'aUri,farian  Pio.  Via  Laura,  Madre, 
de  l’ardite  imprefe.yolgi  in  quagli  occhi  al  gran  pa  tre  fcher  BsimaJ'ergine,.Aura,  Pw  Lagrime, .Accoglurez^.  Hs 

nito,Cbenonfipeme.E'lpeniirfi,e’leonofeer  chiararncme.  piuVia Ferme  fitmofin. 

Et  anchor  non  men'  perno.  Ond'io  Dui  non  mi  pento.Cbe  non  Antonin  Pio , figliuolo  adoUiuo  é Helio  Hadnant , & dopo 
ben  fi  ripeme.hoc.uedif  Indice.  la  fica  morte  fu  affumo  allo  imperio;  di fiefo  per  naturaje- 

imendare,Lat.ualleuariferrore.P  BT.Mentreemendar  po  condo  ferine  Giulio  Capitolino  di  uto.Aurelio  Flautonato 


tete’luoSiro  fallo.  Boc.  Le  cofe  mal  fatte  fimo  troppo  pUt 
ageuoli  a riprendert,che a emendare. 

Ammendare.  Lat.  emendare.  P e T.  Dunque  per  ammendar  la 
lunga  guerra.  Boc.  D' ammendar  me  fiàffo  m'mgegnerei. 
Io  ne  farò  cio,cbe  potrò  per  ammendarlo.  Di  quefio  tu  douet 
ui  auertire  & ammendarti.  Ma  tuti  fèt  bene  ammendato 
per  glimieicalligamenti.  Dan,  'Hs'n'omuiendMia  per 
pregar  difetto. 

Ammenda,  che  uaìeemendatione.  uedi  S9  9- 

Compungere. Lat.ualfitmolare.P  n.  Che  non fiaiira,^  di  i 


inGalliaTranfiilpù>a,&per fuoimeriùuemiein  Ro.caii  la 
dignità  conjòlare.  Fu  egli  Meramente  Pio, ornato  et ogni  uirtu 
&fu  eguale  a TLerua:  Tenne  C imperio  cong’nhtgiufittia  m 
■ paceAS"  fu  égnotde  autorità,  Quanie  tra  dagli  amia  per- 
fuafia  fargnerra  rijpondeuacon  lidegna  lenieaza  diSo- 
crate.  Malo  unum  ciuem  feruare , quam  mille  hofìes  occi- 
dere.  Tenne  l’imperio  corca  i j . ami , morì  di  età  d'ami  7 7. 
onde  »/  P H T.  Helio  Hairiano  , e'I  fiur  .Amomn  Pw, 
Bellapcccifione  infine  a Marco,  chebber  nò  meno  il  natu-  40 
ral  defio. 


dolor  compunto.  Dan.  Et  io  c’hauep  lo  corquafi  computo.  Ljmofina.  I4t.  Elcemofyna.&è  noce  greca  fignifica  donoiir 
Kàznti.Caraate,& Chatiti.  Lat.charuas.V ut.  Cariti  di  dato alpouero-Bo c.Tipndcmenole fece Litaofuu.l'nafe- 
fignor,amor  di  donna  Sonle  catene.  .A  l'.alu  tmmenfa  Cari-. , mina  gli  domando  lamo^,&  bcbbela,  & rttomasaper  U 


tate  (prona  di  Carilate  aceejà.  B oc-LacaruidegU  amici. 
■ la  bippocnca  Carni  de  fiali.  .Actefo  d'boaefla  CarÉ- 
t.i.  L’opera  della  Cariti.  Carilatuu  pietà.  L-A.&’Cari- 
teuede  ardore. 

39  Cìtezte, carenare, &Careggiare.uedia  1 ydj. 

'Compaslìone.  lAf.  Boc.  Dacompasfioneuintt, 

CraniisfimaCompasftone.Vienodi  Compasfiume.Dicbepor 
tanno  pari  Com^fione.  Hauendo  Emilia  la  fica  Com^- 
fioneuoje  T^uella  ^ua. 

Compiangere  compia fftere.  Lat.  compìorare  per  bauer  cotti 

pasfione  dell altrui  mate.  Dan.  Donna  i gentil  nel  àel,che 
fi  compiange  Dt  quello  impedimemotou'io  ti  mando.  Qjciui 
le  linda  il  Compianto  e’I  lamento.iJl  piato  mfiteme,  che  fifa. 


feconda  porta  purallni  Umofina  chiedendo  Chdibe.  .A  rico- 

■ gliere  le  Lancine  fatte  loro  da  gli  fciocehu 
làmofmare.  Boc. Et Ltmofinando trauersò tifala. 

Mercè,&  metcedc.Lat.pietas,merces,dit.  uat  PietJ,etcont 

pasfitne.  P l T.  Rubella  di  mercè.  Merci  chiamando.  D'in- 

■ j'S”®  fi'tttfidi  Merci  degno.  Dopo  quantunque  afeli  a, 
Merci  Henne,  noncb’i  Merci  mi  uagha . Ti  chier  Merci  da 

■ tuttifette  icoìlijcheMercim'impetre.Horte,o  Merci  fila  fi- 

■ ne  il  mio  dolore,  fe  forfè  elladiutde  Cliocebifuoi  da  Merci. 
TueridiMercichumargia  nco.  Piacciaui  homai  di  que- 
llo bauer  Mercede.  Poi  tbe’lcaminm'i  cbiulb  di  Mercede. 
omPattendea  Mercede.  Fergine  t'a  Mercede  Ciamai  ti  uol- 
fe.B  o c.uediaU'lndtceAÌr a6y  X. 


VictL Lat. pietas. eufibia.P  ET.  Vieth.Alta,Celefie,'Hgtu,  H\mù\ti,et HumiUate,FoXat.iiicotrjriodella  fupbia.Ptr. 
'HouafHgìUfPerfettajrera^upema^SoTda,F ma, Fonte  di  Ma  talhor  Huntài  fpegneéfdegiio.pien  é Humilù  fi  nera. 

Vieti.  Foco  divieta  Dourian  deUVtetà  romperun  fafii.  Tienafid'Hmttiltà;uotaitorgoglio..Alt*uumiltate,cb’ogm 
FM  lettere  di  Tictà.  Se  le  man  di  Tietà  umida  m'ha  chmfi,  . mi  gioia  Spegner  per  Hiuiultate,oferptgcgtioJIum  iltatt 

txaltar 


'•-■gDvJ' 


m. 


I 


DIO  7 

mlur fimprcgU pUcque.Valms^ìt  fHumiltate, & non  Paticntc.  Lat. poiìens. R oc. Se tk /irai Tatiente,o perdona 
d'altr'armo.  Si  che  cantra  Hkmiltate  orgoglio  ty  tra  11  bei  toritingmne.EfierhiimiltTatienie  tir  ubidiente.  La  donna 

pjjfo  non  chiuda.  Hoc.  ueél'Indice.  conTatiinteamrnoapoltò.  SiateTatienti  a perdonar  l’in* 

Humil.d’’  Humile.  Lat,ual  benigno  & humana,  & ancho  uile  giurie . Vaticntemente  la  fra  pouertà  cotnportaua . uedi 

tr  bafio.  P B T.  Humil  .Atto,CorJngegno,f.oco, Tortamene  f Indice. 

toJOIò,  Sembiante, Colte,  Fera.Sembiain;^,Touertate,L'ua,  Tatire.  lat.  pati &tolerare.  Boc.  .A  patir  granpenitenza 
Donna, Faueìla,Vreghiera,Figura.  Vero  ch’inuiflaetla  fi  deipeccatone  fumandatoallathieji.Cbe'ltiiornonmipa- 
mo/ha  burnite.  Col  corner  me  pacifiiO& Humile.  Et  ella  fi  tirebbe  per  ninna  cagione , di  uederti  tra  letorniam.  Otme 

JeJea  Humil  in  tanta  gloria.  Ch’ogm  afpro  ingegno  &-fero  diffe  la  doma, dunque  hai  tu  patito  difigm  di  danari!  Haucn 

FaceuaHumtl.  Humile  in  fe,ma  cantra  amor  fuperba.  Eli  do  in  affai  mifera  ulta  motte  cojé  patite, 

dolci  [degni  alteramente  Humili.  U queUa, che  nùei  preghi  Sostenere  per  paure, uedi  a • 8 a i. 

Humih&cafìiGradi.I  lariueggioflarfi  Humilmcnte.lnat  SoSferenil.Lat.tolerantiafauemia.  Vet.  Ma  Sofferenza  l 
ti,&inparolela  ringratio  Humilmente.Tregando  Humil-  nel  dolor  conforto.  Boc.  Varendogit  tempo  di  far  f ultima 
mente.  Boc.7{e lo effere Humile m’è ualuto.  Huomo di  na  prona  della [offerenga  di  cofiet. 

tione  affai  Humtle.i.  bajìa.  Humili  & benigni  uerfidilui.  Sofferire,  lat.  pan,  [erre, ^tolerare.  P e T.  Stuella  ih' amar 
’H9nfotamenteHumili,mauihffimi  diuenire.  Scritteinfiile  &fifferirm'mfegna.  U foffnrCafpra guerra.  Erbaggio  a 


Huiniliffimo  & rimefio.  Come  Humibffimo  feruidore  ui 
priego.  H umilmente  parlando.  Con  atti  HumiUtmi  cerca- 
ua  perdono.  .A.  M. 

Humiìiare.  P et. Ho riprouato bumiliar  quell’alma.  Che’l cor 
s'bumiliaffe  offro  & feroce. 

JtAhumihare.  Boc.  Et  poi  con  dolci  parole  rahumiliandolo  il 
commciò  a lufingare.  Cominciò  con  iolaffime  parole  a rahu- 
mitiarla. 

Cedere.  Lat. ualdar  luogo  al fuo  maggiore.jt  R l.  Comeparten 
do  affiitio  Tauro  fu^.  Che  la giouenca  al umiitor  ceffo  bah 
bia  Cercar  lefelue. 


[offrir  aniho.Tanteuarietatihomaifoffnre.  Che  tanuaffan 
m huom  mai  fotta  la  luna  "hlonfiifferfe.  Tal  che  (occhio  la 
uiSianonfofferfe.  Che  delauiflaeinonfofferfeilpondo.  Et 
uiuer  orbo  per  amor  fofferfe.  Che’lRejbfferfi  conpiugraue 
pena.  Di  quanto  per  amorgiamai  /ùfftrfi.  Ma  noi  oci  hi  bea- 
li Jn  cui  foffer  fi  ffuel  colpo.  Che  la  parola  non  fofferfe.  Voi 
ch’i  foffèrfi  gli  occhi  fuoi  dapreffo . & tanti  Tormenti  in  juf- 
ferfi.  Sìuant'iofofferfi  mai.  i^  fa  ben  quanto  'ìfho [offerto. 
Sai  quel, che  per  fèguirti  bogiafòfferto.  OncFiho  dami^'n- 

f anni  affai  (offerto.  Mlmanonulagnar;  ma  [offri  ,0- taci, 
ioc.uedialflndice. 


Punti,&TurUate.Lat.PEt.Cortefia  intorno  intorno, & Comportare  per  tolerare.o  fòpportare.  I-tt.  pati,  fufferre. 


Turilate.  Boc.  La  Turiti  dell’animo.  .Alla  Turiti  del  pre 
gatore  riguardando.  So  conofeo  la  Turiti  dcKarnmo  tuo. 

Puro.  Lat.purus.  P b t.  Turo  Core.  Huom.OrTuro.Tura  Fe- 
deJ'ergineJLaura.  Colomba  Giouanetta.  Lamentarfidi  me, 
thè  Puro  & netto.  Boc.  Confiderata  laTuramtemione 
della  donna.  Dan.  Forma  & materia  congiunte  et  Turet» 
te y [tiro  adatto. 


B oc.'Nnn  potendo  do  Comportare  Mcciothe  date  appa- 
rando io  poffa  la  mia  patientemente  comportarejbquale  fal- 
lo Iddio,  fef.tr  lo  poteifi,  uolentieri  ti  donerei.poi che  fi  buom 
no  Comportatore  netè.  in  alcuni  tefii  moderni  fi  legge  com- 
porrein  uecedi comportare.Tiunonintedocomportarglie- 
ne.  Che  esfi  patientemente  comportaffero  il  fiato  pouero. 
Comporre  uedi  la  tamia . 


4» 


Sempliciti  Ut.  fimplicitas.ualbonti,& alcuna  uoltaual  Miferire.Ut.V  et.  Miferertdelmionondegnoafanno.Mi-  4J 
goffiti.Boc.  Cominciò  della  fica  uita,&  della  fua  SemplU  fererei  un  cor  cotaritohumile.B  oc.  Gli  fece  dtuotamente 

citimarauigliiffe  ceffe  a parlare. Tnormien  dire  cinquàt  a p.i  cantare  il  Miferere. 

ter  nofirie&  conaltrctante  auemariejetapprefìoquèfiocó  \hidicnK,ó' Obediente.y o.Ut.  P tr..A  dio  dinota  Obidié 
Semplicitifarealcunituoifatti.uedi  fxqp.  teanceila.  Bo  c.ybidienteGiouane, Damigella,  Moglie, 

Hempnce.  Ut.  Shnplex.ual  puro.  P ET.  Quel  ch'iuo  dir  in  Tbidienti  figliuoli. 

Semphciparole.Elciel  tener  con  Semplici  parole.  Semplicet  ybidire,&Obedire.P  bt.  Obeér  a natura  in  tutto  i meglio^ 
tafarfaUaallumeauez‘za,ctotioLeHte;cheSemplicettico-  Fratei  negli  annitonctubidir  conuenne.  Boc.  Udonnano 
ri  inuefea.  Boc.  Semplicetta  donna.  UChuane.che  Sem-  fu  lenta  ad  ubidir’ il  marito.  Diffo/to  ad  ubidire.  Ilqualenoi 

plicifjima  era.  Semplicemente  parlando  quando  dinota  honoriamo  dr  ubidiamo,  come  maggiore,  ubidirò  alla  Rci- 

Scempiouedia  H49.  na.Et io perubidiruineracconterò una. 

Humaiiicài  & Humanitate.  Vo.  Ut.  P b t . -dnima  ,che  di  Offeruare  per  mantenere,  Lat.  feruare,&obferuart.  Boc.  SI 
noflra  Humanitade  yefiitauai,non  come  (altre  carta.  uogliono  i pattiofferuareo  Dioneo.Offeruare  i comandamen 

piumano.  Ut.  & tornii.  P e t.  Human  Ligufiro.Mrdore.In*  ti  d'iddio.  Mapenfa  d nfferuarlotm.  Che  la  fede  gli  era  fiata 

gegno.& yefii^.Humano Corpo.Intelletto.Tarlare.Sem  maleofferuata. effere fiatoofieruato inTrato.  loCojferuerò 
biante.  Senfi  cr  yffo.  Humana  Carne.  Difefa,  Fronte.  Cen-  fermamente.  Io  ti  prego  per  Dio,  che  le  conditiom  poflemi  tu 

te.Hifioria.  Ufcmia.yita.y ergine. Mifiria.^yoce.Hu-  lem’offeriii. 

mane  Difefe.  Cofe.  Qjialitati .Tempie.  Humani  Mffctti.  Seruare  per  ofiemare.  Pet.  Dura  Ugge  ifamon  ma  ben  4^ 
Ingegni.Prieghi.  Semtuccio,(lr  Francefihin,chefurfi  Hu-  ch'obliqua  fènur  conuienfi.  Boc.  Ter  feruar  quello, 
mani.  Boc.  uedi  all’Indice.  che  promeffo  bauea . & per  feruarr  la  fama  della  mia 

Trashumanare  ,i  trasformar  fi  di  humana  natura  indiuina.  honefià. 

n AK.Trasbumanar  fignificar  per  uerbaTlon  fi  patria.  ^Attenere.  Latobfernrre.per  attendere,  tà"  offeruare.  Bo  c. 

Paricntia.  Lat.  Pet.  Ch'ai  fine  uinta  fu  quella  infinita  mia  quello  promettere  uogliate  per  douerlo  attenere.  Et  ricor- 
Tatientia.  Ondiohebbi  la  ulta.  Boc.  Douerfi  con  Taiien-  ■ dandofi  della  ptomesfionprocurarSattene^licla.  Che  ut  ri* 

ZA  pajiarelagr.tndeTgca  demali.TrouartlaTatiizA  di  lei,  coi'di-iteiTaitenermilapromefia.  Egli  m ha  male  attenuto 


DIO 

queliti , cbf  egli  mìfrctrrjji . Er  «or.  Cè attenuto , quello  che  Spedale . Lat.  Xenoioihium,  brephetrophiumii  & bcjpiiiuitf 
c’è prom'IJò . .AltenendoJineSaUbetto  atlajua  fetnplice ptu  abhofpitando  detto . B o c.  yna gran  Trtona  di  qiulie  del- 

mijjiime,idejl  fidandofi . lo  Spedale. 

.AttendercperojferuaretOmantencre.Lat.objeruare.'&oc.  Deiuoro.  lat.  è il  tempio.  D A s.  Che  fu  ferrato  a Ciano  il  ■ 
Trouifidelte  altri, iheglic  l'attendano.Tuttifietegranprom  fuoDelubro.T.ttftanotlnpi  il  fuu  fimo  Delubro . Kku 

mctiitori^et  poftia  nÓaitcndite  nulla.  Dan.  Cbenómifac  Ch'ornerà  di  tropbei  tanti  Delubri, 
d de  t .Attender  nego.  Lunga  promejfa  là  [.Attender  corto.  Chiollro.  tlaujlrum.  (ir  claufura  .V  n.  Cbiojlro  t'ir 

gmaLD'amore . Cbiojlracmbrofa  .Ter adornar  i fuoiSìel- 
C H I £ S .A  E T C.  iatiCkioJìri.D  A K.Dinìmifeutend’mfcmo,oéqualcbio 

Jlra  .Con  le  due  [Ielle  nel  beato  cbiojlro . 

45  Chiefa.Tetnpio,Mefchita,Choro,Tarr»cchÌJ,MonaJlero,Con~  CliuRro.  Lat.  ualclaufura.  A r i.  ComeapiedelfuoCLu- 
kento.Cenobio,  Badia,  Trioria,  Spedale,  Delubro,  Cbioftro , Jiro  empie  la  foglia . 

Cimitero.  Capella,Calonica,SacriJha, .Altare,  CeUa,Ermo,  Cimitero.  Lat.  (ameterium,fepMUhretum&Crx.fopioquix 
Croce , Crocifijfo . Reliquie  fante . ibi  mortui  dormire  écuiitur,  qua  fi  mortuorum  dormitonu  . 

Chiefl. Lat.ecclefia,delubrum,fanum,gbhebreidiconoSi-  Boc. .Al  Cimitero  de f-ati  minori. Si  fateuano  per  Cernite 

nagoga , che  dinota  congregatione . B o c.T{ella  uenerabi-  ridelletbiefefojfe  .Dan.  Fatt'ba  del  Ciimteru  mio  Cloa» 

le  Cbiefaé  fama  Stana.  Della  maggiore  Chiefa  di  Treni-  ca.uediaièii. 

gl. ToueraChieJà. Ter  li  cimiteri  delle  Chiefe.Tn.  Don  Kltire  .Fa.  Lat.  & ara.  .Altari.CaHi,  D',uim,Santt  .Vene- 
tu  in  ucce  delta  Chieft.  Et  in  Donna  amoroptanebor  m’ag-  rabili.  V tT.  Et  tra  gb  altari,  (j- tra  le  Jlatueignude  Ogni 

grada.  M alte  mrrutt  in  bella  Donna  a fonde.  Dan.  Ma  imprefatrudelpar  che  f tratti. B oc. Fattofi  tl  prcteal- 

, perche  fama  cbiefa  in  aòégicnfa.Ee  fama  Chiefacon  l’alt. ire.  In  full' altare. 

ajjtetto  bumano , Gabriel , (jSr  Michel  ni  rapprefenta . T.  la  Captila . quòd  capti  facra . Lat.ftcellum , quaf  fiera  cella . è 
finta  madre  Cbiefa  .Ari,  Quindi  alla  thieja  catbedral  luogo  in  chiefa  ione  fi  faenfea  .Boc.  Inun'arca  di  inarm 

eonuerf.  mo  fepoltoju  honoreuobneme  in  una  Capella . Ma  non  uo- 

Tetnpio  .Lat.  templum.luogoJàgrato.V  BT.Etpoi  cadd'ei  Ua.ch'ellaandafe  ai  altra  cbicfa,cbeaUa  Captila  loro,  & > 

fotio’lfamofoTempio..AlueroDio  Jàcrato ,&utuoTenu  confejfarfi dal Capellano . 

pw.Tortì  dal  fumé  alTempio  acqua  col  eribro.Tempiod  he  SactcBis.lat.aditum.  Dan.  Tenh’io  fui  ladro  allaSa.» 
rcfui'HelTcmpiopna,  che  dedicò  Solpitia.  Boc.'Hiuua  ere  fu  de  BeUi  arredi. 

coft  f conuien  tener  piu  netta, quamotlfamoTempio.nei-  Sigtcllano.  Lat.  Sacrif a ^xdituui,  ueladitimui,è  quello , 
qualfirendefacrifiaoaDio.Eteocle  RediThebe,drRede  che  cufodtfce  le  eofefacre. Boc.  Sonato  gu  rnatutinoilSx 
gli  oreomem  primo  che  edifeaffe  Tempio  alle  Gratie . gre f ano  delia  chiefa  emr'o  con  un  lume  in  mano. 

ÌAefchitef'o.turebeftofonolecbuJèdeturchi.  Dan.  Erio  Cìlonici.  Lat.  Epifeopium  è la  capella  gr.tnde  della  chiefa, 
macflrogialefueMeJihite  .là  emro  certo  ne  laualle  ter-  quaf  colonia  in  qua  deus  coUtur.B  o c.  "ÌLella  Calonac^ 
no.  A R t..Ardeapalagi,portici,eMefchite.  quandotenipoguparuefattofimnanv  dtjfe. 

Choro.  Lat.  Chorus,con,,emus,(!r  in  Greco  dinotamoltitudi-  Cella.  Lat  quòd  celai  facra,  è hàbuation  ai  tfeligiofi . P e T. 
ne  di  geme  adunata  a cantare^ giuoi  hi,  onde  è detto  il  Cbo-  Sol  chiufo  in  fofea  Cella.  Qjcal  Celia  é di  meuwria  ut  cui  l’ae 

rodeprctififratineUachieJa.Boc.SitttifeafedertmCho  coglia,  idefl  ricetto.  B oc.  Et  qutm  una  piuiola  Cella  fi 
ro  della  Cbiefa . uedi  a i o.  mif(  col  fuo  figliuolo.  Pajfando  dalla  Cella  di  cojlui  femì  le  la 

q6  Parocchia  .f'o.  ^.D  A N.  Con  le  bellezze  ctogni  fua  Ta-  ro  Celle  piene,  (jr  quando  éaota  ricetto  di  qualunque  coft, 
roffia.  in  ucce  diTarocchia. edificio  per  far  la  rana.  uediapqy. 

Monadcro.  Lat. &cemdìium . B o c.L'nMonafieTodidon  Hermo.  fa.  Gri.  Zar.  errmw.  è luogo  deferta.  Dan.  Sotto 
nealfaifamoJòéfamtt.i.Etfaniofffimoéftmilà,&dire-  alqualiconfatrateunHermo.uedia  1117. Ermo, 
hgione.  Ku.t.  Lopuotrouar  inchtefeje  in  Monajleri.  Qtoce.  Lat.  enee. Boc.  Croce  fama.  Ccd  fegno  della  Croce . W 
Conuento . fa.  Lil.  D a n.  Et  Francefo  hurmlmeme  il  fuo  .Alla  Croce  i Iddio  turami! . Facendo  U maggiori  Croci  del 

Conuemo  .'Hpndiffe  Cbrijlo  al  fuo  primo  Conuento, .Aii-  mondo  .A  commendare tlmcouoauifo del  Crociato.!,  fgna- 

date  (T  predicate  al  mondo  ciancie  ; Ma  diede  lor  nera-  to  col  fegno  della  Croce.  D A N.  Terò  mira  ne  comi  de  la 

ce  fondamento.  Qjiam’e'l  Conuemo  delle  bianche  Jlole,ideJl  Croce  . Tofece’lfegnodella  fama  Croce . 

numero.  Croce  per  la  forca.  Lat.  crux,utinmalamcruceni,fkrca,pa- 

Ccnobio .Lat. cienobiumhinc  Canobite,fonoquelli,theha-  (tbulum.  Bo  c.  Comandò, che  fojfe  fatto  morireinCro-  - 
bitan  nel  monafltrio,(Jr  che  muono  m commune.i  il  conuen,  ce . Quai  catene, qual  carcere,  quat  Croci  à bajlarianof  Crm 

tofi  monafiero.  A R i.lnhonorarncl  fuo Ccnobto adorno  , ciariu!  ,ii , qiicllo,tbemertaLtforca,^patibulatus, quel- 
le donne  e i caualicr  cheuanno  tmorno.  lo  ch’ipofiom croce. 

.Badia  Lat.  ahbatia  .Boc.  FuaduiuqueinTbofcaaaunaBa  Incrocicclmre . Lat.tranfuerfa  atmeBcre, ut  cancelli  .Boc. 
dia. .Abate  d'una  delle  magghn  Baèectlngbtlterra.  Dan.  Et  quindi  [ una  uerfo  dclC altra  patte , & [altra  uerfo  la  fini 

Le  mura  ; chelileano  effer  Badia,  fatte  fon  jheluiiche . fira  incrocicchiate  rifedire  al  colmo . A m.  Sopra  le  incrocic- 

’Prìotii.  F'o.  frate fca.  Boc.  llTapanconcuiatofcio,gli  donò  chiare  piante  é Siringa.  A u. 

una  gran  Trioria  é quelle  dello  Spedale.  CrociElTo . Lat.  crudfijcusxìr  truce  fixui . B oc.  Et  tenere 

Priore,  lat.  prior.  B o c.  Il  frate,  chetonfeffalo  Vhauea  ue-  i piedi  m terra  ,drifiendere  le  braccia  a gufa  di  Crocififfo. 

dendoeh'(glierapaffaio,fuuifiemeeolTrioredellui^oi^  Groctfigere.  B oc. Hoherocififfo  CbnflotT. in  fuquelmon,  5» 
fatto  fonare  a caboto.  te,  Oue fucrvcififfoilgran  Motore.  Lat.<TU(ifgcre . 

■ ' Tergamo, 


Tcr^tno,piJpitmn  Utùu.  è d pergola  oue  fi  predica . B o c.  ti  raffermati,  aedi  Flndice . 

SaUtojid  Vergamo^  ha  cominciò  a predicare.  QiuUifiaH  , ^rrefiare , & .Arrofiare per  affermare . Ut.  manere,  mora-  » * 
chemaggiorromorefaanomfaiTergami.  ri.P  zt.U  atta  fagge  & non  s’arrefla  anhora.Xe  mai 

Keli ffOae.lieugiafi^acerdoit,?reti, Frati, .Abati.Badcffe,  fi  pofa  ne  darre fia  ,o  tarda.  Or  codaitre cTarreflar  ti  h. 

Mimathi ,S4ore ,Cberici.&c.aeiia  Rfligtone  Sotto  Sa-  ie.Talhor  m’arreflo.  B o c.  Corfefi adunane  aUecafedel 

tarnoai^f.  tonteperarreflarlo  .Semcaarreftarfiline  kenneacalalka. 

V.KUiiuieJaate,aedia.  767.  forte  gridi  arrefiateaiidr  calatele  aele . D a k.  Qaai  di 

qaejla  greggia  darreSìa  patito.  Giace  poi  cent’anni  fenga 

F EHM EZ  Z.^.  ETC,  orroflarfipanto,qaandofocoUjreguJarrefiarji,ó-nonper 

altrafciarji  lonf altri  tfiimgona.  Far  pia  di  cemo,ibeqaan- 
ferme^t^ditì,  Coftaaxa,  CerteT^ , TerfiaeramcA,  Wo*  do  fadiro  darreftaron  nelfoffo  a ngaardanm . Tercb'io  tat 

rattga,Sicartd,Bitegno,Softegno,Taatello.  tofimarritondarrefiai.'ìlpau'arrefiate^  Badiate  il  pad-  ■ 

fermo,Teaace,Satdo,SuJoMafficiio,CoJlaiite,Stabde,Im>na-  fo.Debperche  nont'arrefli  i 

tabiledmaobile,  Coadenfo.  Soppreffo . Refiare  per  fermare . & per  ceffare , tr  mancare  a 1/04. 

Terfeaerante , Fiffo,  Confitto, Intrepido,Certo,Sicaro . Ben  Sofiare . Lat.fiBereper  fermare .D  a s. Et  dafeun gridaaa 
in  accedi  fermamente.  SoBaii  ta.idcB  fiBe gradam . SoBa  anpocoper  me  tua 

fermareAffermareAppantare^ftare,airefiare,arrofla-  maggior  cura  ..A  pajji  dicà  sofia  j.  fermai,  aedi  ajts. 

re,attaccareAppiccarc^careAppigl^re,fiabilire , falda-  t^a  1717, 

referfeuerare,ficarareAjficarareltenereAttenere,fiffare,  ,/dppamare  per  affermare.cir per conuemrfiinfieme.  onde  aol- 
ficcare,prefiffare,  conficcare,  fifitnere  puntellare.  gannente  fiàce.fapanto.i.  fcrmati,nan  procedere  pm  altra. 

Fermezza . Lat.  StabiÙtasjirmitaf,firmttudo,confiantia.  ual  Dan.  Venite  s’appantaninofiri  defin.  Di  qaejìo  ciclo , m 
fortezza  prop.meta.  P « T.  'ì{el  corfemineo  fa  tanta  Fer-  cui  [ombra  dappiùita.  Fior  qui  a la  qaefiion  prima  dappan- 
mez'^.  ebe  patito  di  Fermezpt  ,odi  aaiore  Mancaffe  mai  ta  La  mia  rifpojìa . Oue  dappunta  ogni  ubi,  eir  ogni  quando . 

ne  [indurato  core . Cbe  (fogni  pace,&  di  f emneca  ipri-  luce  àaina  /òpra  me  s'appunta . 

«o.Bo  c. Conpia Fermezzaitanimo .L'huomodeebaucrn  .Attaccare. Lat. anuedere. hoc.  Hauendo  i gheroni  della 
re  pm  di  Fcrme^  cbe  non  ha  lafemina . F'cdendola  é tan  gonnella  alla  coreggia  attauatt . Lo  Stadico  bauere  [uncino 

ta  buona  fermezp^,  attaccato  l^oBe  una  aolta  attaccare  l'uncino  alla  thnfiia- 

Fermo.  Lat.fiabdis,firmus,confians.  P et.  Fermo  De-  neUailddtometa.profiéagdare.'D  ak.  Mentre  dte  tatto 

fir . f'oler . Ben . De  fiino . L'octbio  non  po  Bar  fermo  .S'io  in  lui  ueder  m'astaccoà.  lego , o Bò  attento . 

fòffi  Boto  Fermo  a la ^elunca.  Veri  pia  Fermo  ogn’bordi  A([emaimente.Lat.affeueranter.Boc.ciòcbe.Affrrti- 
tempo  intanpo.  Cattzpn  mia  Fermo  in  campo  fiorò . Da-  uamente  haaeua  dauanti  di  lei  detto , di  uoler  par  fègaire . 

foichefitto’lcielcofsnottaidiStabile&Fcrmatluttosbi-  pentendomi  nella  mente  aacdlaua.f  i. 

gettito.  Diletti  fuggitÌHÌ,&  Ferma  noia.  Cianfe  a man  .Attendere  ^ fermare. 'D  a h.  Et  atte  fer  fi  a noi  fie  fanti  la  jj 
%fira  e'n  terra  Ferma  falfe . Fermi  eran  gli  occhi  àfiofi  tm.UÌe  lorgridt  il  mio  dottor  s'attefe . Tipi  eraaamo  an- 

e'ntenti . B o c.  ferma  Credenza . Tutte  per  Ferme  le  ere-  fiora  al  tronco  Alttefi,  Crcdtdo  cldaltro  ne  uoleffe  dire . 

do . Fermi  Banano  a riguardarle . Hebbe  per  Fermo,idefl  .Attenere  per  fermare  0 attaccare . Lat.  retinere,  dettnere,  ap- 
per  certo . Fermamente  io  acconcierò  i fatti  uofirià.  certa-  prebendere  .Dan.  .Attienti  ben,  che  per  cotab  fiale jdefl 

mente . Fermijfima  opinione . Fermiffnno  tefiimonio , aedi  appiccati  ben . Lo  duca  diffe  attienti , & fa  cbejeggia  lo  ai- 
alTIndice.  fo  • idoB  affermati , onero  Ba  attento  . hoc.  Et  s’egU 

fermare.  Ut.  Babfiire .fancire ,firmum  facete, affirmare.  nonfifoffebenattenato.farebbealfaadocaduto.idefiappi- 

P E T.  Oidamor  nidi  già  fermar  le  piante.  Etper  firmar  faa  gUato. 

bella  imentione.  Fermar  in  cofe  il  cor, cbdl  tempo  preme.  .Appiccarepcrattaccare,appiglitre.Ut.appendert,affigea 
Ma  ferma  fin  d’adiarb  tatti  quàtL  & qaelfana  ^er  ferma.  re.  hùc.  Dico , cbe  é tanta  efficacia  fu  la  quabtà  della 

Che at^a  aifia miai  non puofermarfe.  Chi  i firmato  di  me  peflilem/a  narrata  nello appiccarfi da  uno aW altro . Tiptan- 

narfuayitaSupertondefaUad&per  gli  [cogli. Fermole  do  quelli  che  notar  lapeaano  imcomtnciarono  ad  appiccar., 

f tante  sbigottito,  & [morto.  Et  Jbn  fermo  a amare  il  tempo  fi  a quelle  cofe , che  per auemara  loro  fiparaaanocÙnanzi. 

f/rthora.  B o c.  QjieBo  fermarono  congiuramento.i.con-  Lafeto  la  pelle  .Appiccata  alte  lenzuola.Ma  infino  aWoffa  di- 

f Infero.  La  pronùfjione  fauagb,&  con  facramemo  Ferma-  uorato,  leqaai  bianche  ranafe  a turai  appiccate  poi  lungo 

ta.&  ceffi  è firmato  .miai  la  nofira  fferaaza  fi  firmi . ue*  tempo.F.ffendo  tutto  il  bianco  aefiimento  appiccato  alle  car- 
di [Indice . ni.  Dan.  TleW orto  doue  tal  feme  s'appicca. Voi  [appiccar 

affermare.  Lat.hn  T.S‘ergelaffeme,&poinonjàBarfer-  comedicalda  cera  fojj'ero  /to.  & e^ndoBàproappen- 
ma  Maricadendo  afferma  Di  mainon  ueder  lei.  B o c.  dcre .Ut.uedi  1781. 

Comittóòaffermarcoafacramemi.Similmcnteigiouamafi.  Spiccare.  Ut.  difcerpere,difiangere.iilcontrariodiappicca-  54 
fermando.  Et  al  caaaliere  .Affermato , che  carola  doaeua  re.per  Baccare.h  o c.Spiccata  [atiadellecofiied^a  grò, 

hauere. .Altri  affcrmatiano  il  bere  affai , aedi  [Indice . aliaBranettaladKde.Chenonfòé&laaottetltrochefi- 

D A N.  Senga  difiintion  afferma  0 niega . Con  [affermar , lare , tanto  t he  la  carne  mi  [ideata  dalT  angh:: . Et  /pic- 
che fa  creder  altrai.  In  Cefàre  affermando,  affermando  ef-  tato  d porco  aia  a cafa  col  prete  ne  portarono  Tffel  ffecebu 

fere  beati.  fi  riguardaua , eir  quafi  molto  a )i  Beffa  piaceffe  , a pena  da 

flaffètmare.Lat.  Ctmfirnure.hoc.llche  raffermando  piu  quello  fi  jpiccauaj.fcoftaaa. 

aoite  .Unofira  credenza  raffermeremo.  Col  caaaliere  ipat  DiffUcare  per  ffiuare  .aedi  a t jti. 


V- 


DIO 


tcpmStUas'ìmagluTcrfjrà  marno  unaperfona  urna. 
VaUro  col  pie  ft  ernie  mai  fa  Saldo.  Che  mai  ftu  Saldo  in 
Tturmo  non  fi  fi  riffe . Salde  i hiaai , cr  Tiene . Saldi  Chioui . 

^ Oichi.  Salda  Torre.  Tlaae,  & memoria.  Fa  Ima 
gaie  Salda  di  diamante . B o c . Salda  f'oce . Saldi  Capelli J. 
non  maculali . Coft  intero , & Saldo  come  fu  mai.  Dormiua 
Saldili  imo. 


cheuiluppo  di  fina , tlqual  e'J*  cbiamiaa  treccia  .La.& 
D K ti.  che  non  fi  conuerria  [occhio  fpprifo  d'alcaaa  neh. 
bia  andar  dautnti  al  primo  mmijiroia  accedi  Soppreft.i. 
condenfato,&  vfufcato , chi  pri»u  prefo  da  nebbia.i.  ofem 
ritàjir  che  purgato  n.m  foffe  .uediaìfj. 


abbarbicare . Lat.  raJices  deor  funi  agere , germirure  coalcfce 
re.  per  appiccare , &appigtiarc  ,daad  éf  Barba  .Dan. 

Hellera abbarbicata  mai  non  fuead  arbore. idefl  appicca- 
ta ; impenioche  l'bellera  ha  molte  radici  fimili  alle  Barbe 
con  che  s’appicca  a muri.  A R i Tion  cofi  Sìretiamentc  be- 
dera  preme  Tianta , oue  intorno  abbarbicata  s'hubbia . 

^Jhrfit  pauimcnto  amma  mea , fi  nti  dir  loro  ujato  daD  Ati. 

idclì  l anima  mia  riman  appiccata  al  pauimcnto  ,&al  fuolo  Saldare . Lat  ; Solidare , firmare,  roborare . P e t.  Ter  te fpe- 
de'.ia  terra , che fignifica l’anima, che fidoueaeUuareaWa-  rafaldarognijuouim.ih'emedcfuniporian  faldar  L pia- 

more  delle  cofecelefli,  è runafa  appiccata  aU’amore  de  beni  ga . Et  per  faldar  le  ragion  nojlreamiibe  .Saldinle  piaghe  , 

temporaU&  terreni.  ch’io  prefi  m ijuel  bofeo . 

,/tppigliare.Lat  .apprebendere.  Per. Et  uegpo'l  meglio,  Rifaldare.P  er.  Rifalda  il  cor , perche  piu  tempo  auampi, 
palpeggiar  m'appiglio  idefl  accojlo . .Al  cui  fàper  non  Chim’ba'lfiancoferitoipch’il  rifalda. 
pur  IO  non  m'appiglio.i.noH  comprendo  nulla.  Boc.  Era  Sodo.  Lat.  Solidus.ual  fermo,  duro,  intero,  p non  uacuo. 
già  l'htimidoradicale,perloquaù  tutte  le  piante  fappigliam  Boc.  Toitoicandoietlpctto,ptrouandotoSodo,pton- 
no,  uenuto,  Ch'alcun  de  tuoi , uncin  mai  non  m'appigb  .La  do,T  rimò  due  poppcUine  tonde , p Sode  .Dan.  Grattar 

mortifera  pefidenga  in  uer  toteidente  s'era  appigliata,  lifccedutntreatfimdoSodo.Mapariin  atto  ,p  bone  fio» 
idefi  attaccata  .Dan  Et  abbracciollo  oue’l  nutrir  s appi  to , pSodo . 

glia . Qjiando  alcuna  pianta  feuga  feme  palefe  ui  s'appiglia.  Condenfo . lat.  condrnfus . ual  fuppreffo , carico , p gra- 
.Appigiéofealeuelluiecofie.  nato.  P et.  Oidolorofaaebhu  il  cor  Condenfo. 

55  Ben  ,muece dt fermamente , certamente ,oueramente .Lat . Maflìccio . Sobdus.ual  Sodo, e da  niuna  parte  uacuo 
bene  quidem,p  certe.  emmuero,equidem,p  mehercle , Ari.  Mojlrxtl  portar  de  le  Mafiicde  antenne . 

P sr.' Mabenueggi'hor , fi  comealpopoltutto  Fauolafui  Sopprcfo . Lat.  alubpprehenfusipSorprelOAfuprapre- 
graatempo.  Ei  jò  ben,  ch'iuo  dietro  a quel  che  m'arde.  Ben  henfus.hoc.  RauiUii  capelli  in  capo  Sopprefi  a mm  tb 

micredeadinancia  glioccbi  fuoi. Che  non  ben  fi  ripente . ' > - j ' .....  _ 

Tempobenforahomai.EtparBen  ch'io m’ ingegni . E’I  fol 
abbaglia,  t hi  Ben  fifo  il  mira.  "ì{e  fiinBen  ancho,chi  di  tei  mi- 
creda.  Ben  debbio  perdonar'a  tute  menti.  .Altri  che  uoi  fo 
Benchenmm'mtcnde. L'opra  fuBendtquelle.Benmicre, 

deapafjdr  mio  tempo  homai . Ter  punir  in  un  dì  Ben  mille  Fi(Tc . Lat.  fi  xx , ual  ferme , p flabiU . P t t.  Co  fi  fonie  fue  r % 
ofejea.  certamente,  o benebe , cui  che  a lui  pareffe  benpu»  forti  a ciafiun  Fife  .laonl  iati  fi  allhor,  ma  hor  fi  Fife  Sue 

nire.  B oc.  ueJit  Indice.  parole  mitrcntonelatefia  ,Cbemaipiufaldoinmarmotm 

Tenace . Lat . tenax . ual  tenente , pper  tonfiante  fermo,  p fi  fcrife  . 

perlèuerante.pnp.pmctatPtx.  Tenace  yifco.Tcce.  Tifare,  per  ponere,  fi  tbiìire  ,oficcare,P  sr  .Che  fardde  la 
Hedera  ,pTcuaceSpeme, .Amore, Memoria  ipTinaci  legge,  che  Uiel  fife  i Mas  io  u' era  con  faldt  cbioui  fijptj. 

Hami . B o c.  d Tenace  yifco . nel  cordi  M.  Laura  . 

Tenere  per  fermare . Lat  firmare  manne . P E T.  fi  del  te-  Affiflb  ,ual  aggiunto , o rifiretto . P b r.  Ubero  Jpirto , od  4 
uer  con  jempbii parole . p cofi  fifo  tieueil  fuodolce  fguar-  fico  membri  .Affifò . 

do.  gliocibi  Quando  primin  fi  fifo  Gb  team  nel  bel  uifo.ma  Prefifare  per  flabibre . Ari  .Quel,cb'iprefifoèdalfuofier 
rueutre  tener  fijò  Tofo  la  méte.  "Tien  pur  gli  occhi  com'.Aqui  deflino . 

lamqueltòle..Amedicdeocibi:  piopurneimiei  mab  U Ficcare.  Lat.  figne .'Ro  c.  FiccargbartigU.'Hinofiricuo.d 
tenni.Boc.  uedi  l'Indice.  rigbaculidàerdidiCup.dononmai  fi  potè  ^care.  Vh.Lu 

Ritenere  per  fermare . P E T.  Qui  fi  riuolji , p qui  ritenne'l  nane  tutta  fi  ficcò  nella  reru . lign  lò  a ch'io  mi  tengaMi'in 

pafo  .ucdiaój.  non  ti  ficchi  le  mani  ne  gb  occhi.  O A n .Ficcando  gb  oc— 

Stabilita.  S tabilitas. 'Boc.  le  cojè  di  quello  mondo  non  chi  urrful  oriente  .l>  n .Maiio  u'era  con  faldi  chioui  fif- 

^ bauereRabibtànlcHiia,mafempreelfer  in  mutamento.  }o.i.fittoo  conficcato. 

Stabile , ual  fermo . P e t.  Stabile  Loco . Colà.  l'ergine  chia-  Confitte . P e t.  Le  parole , che  mi  flanno  altamente  Con- 
ra,psubde  in  eterno.  Fondar  in  loco  Stabile  jua  jpeme.  fitte  mmezo’l  core.  Boc.  Mlcunetauole  confitte. 

Dapoi  che  lòtto  Idei  coft  non  uidiStabile.p ferma.  Boc.  Conficcare  .Lat -.configere. Boc.  Qiiandoconuncbiouo,p 
LafortunanonStabile.  Lat:Stabiìis,Firmuj,Confians.pe.  quando  con  due  i pie  conficcar  fopra  la  croce. 

Stabilire . Lat  sperfcrmareiP.t  x. Tal  foni quatera,an;Q che  Sconficcare. Lat; éfdudere,recludire/iperire,fparare. Boc. 

Stabilita  Fofie  la  terra . Et f conficcò  la  cajfa . yna  tauola , laquale  era  fionfitta  dal 

Immobile . dot . P s t . lafeian  le  membra  qua  fi  ImmobU  trauicello.Ma  tu  rificchi  purgb  occhi  della  mente.  L a. 

pondo . yeder  mi  paruewa  manda  fqouo  in  etate  Immobile  Coftanza . Lat  : cofiamia , iut , robur . Boc.  La  Cojìamga 
p eterno  .Boc.  Leuar  uolendola , p Immobile  trouan-  p l coftumi  di  Ceneura . Fu  dt  tanta  Cojianga . Maraui- 
d-la,moria  la  conobbero.  Ari.  Immota, e come  attonita  gbofi  della  fuaCoflairga. 

Hè alquanto . C orante  .Boc.  Tiu  Collante  thè  mai  trouandoU . T ulti 

ÌAub'ilcucdiaFortunaalluogo  per  Collante  bebberoJ.per  fermo. P et  . Ilmio  gran  Co- 

ff  Siido.  lat.  Solidui.P  EX.  Saldo  .Arco. Ciudicio.Tenfier . lonnejè  Magnanimo,  Cmlil, Collante , p lar^.p  no» 
Scudo. £tXenocTatepiuSaidotb'unfaffo.Che'nnuUapar-  fui  piuCoftante  cantra  io  tfoixo  jci  d'una  anpoUtta. 


Ter 


'} 


« DIO  5> 

Ter  forte.  gli  occhi.  QMndomu  donna  j/!jiproms&Securt.  E . 

Coftanti , ei'"  Patientx,  ceUbrati  danoflri  autori,  per  éjperalion  fotta  SecMra.Tal;ibc  mia  tiitapainon  fu 
.Anafarco,  ^rijlide^tutio  Sunoia,  .Attilio  Regolo  Ti-  Sccttra.  giouanccta  donnaiE  tra  due  ta  nemici  i fi  Secu- 

fiflrato.  ra.TeufiergueSecuribomat.  Ton  man  in  quella  neiie- 

4o  MutioSccaola.T{el  tempo  che Tor/cna  Re  di  Cbmfi  ha-  rabilihtomaSecurameme.  UaUropuoffi  uederSctura- 
Meaa[iedutaRoma,C.Muiionobtl giouane  Rom.tmpe-  mente. 

trota  beent^  dal  Senato , andò  nel  campo  de  nemici  lon  Sicuro , B o c.  Moflrami  in  che  mi  connenga  effer  Sicura 
fermo  propofito  o di  morire,  o di  occidere  il  Re,  ma  hebbe  ianimofa.  in  Tane  fuura . .A  cuoche  le  nurcatantie  Sia 
tnuiéa  la  fortuna  aftalta  imprefa.  Troni  adunque  il  ma  cureflejieroà.  ferrea  JiJbetto.  c!r  Sicuri  poter  uiutre,  SUu 

gfiinimogiouaneilRtinfietnecolfuoSecretariofifacer-  re,Stcuranun:e,uediah'laJue,  . ; 

iotediporporaueflito,percioihel'habitoUparuercgale,  Sicurare,Roc.liberamentedalla  fila  fcSictirarti.EtSi- 
l'ucciji, credendo  uccidere  il  Re;(jrprefo,confefii  l’errore  luratodalui.  Che  egli  fi  Sicurarebbe  delia  mercataiitia. 

infieme,cnlfuopropofito.DipotuoltoalladeJlrajua,de-  .Ajficurare.Lat.fecurumfacere.  Pet.  Ter  cui  la  gente 
liberò  punirCtdelTerrore,&m  fui  fuoco  qniui  parato  per  bcnnons'ajficura,ùilorribtm'ajficurai  Quanta  piula  •'  ; 

fcarificare tardona. flupì  Torfena di  tanta  1011001^,0"  jperam^mqfiicura.  Cbemortalguardombinont’afiu  ■ 
eccellentia  dì attimo,^  pcrdonogluMa  Muiio  per  piu  tbi-  cura.  .Amor  m'afiicura,  tìe]j>aueuM.  La,douc  horm'af. 

goti  irlo  gli  dtfie,che  trecento  giouam  haueano  t ongiurato  fi  curaAlthor  mi  sfidei  Oche  bene  i ingannerà  hi  ìafiii  u 

uentre  ad  uno  ad  uno  per  ucciderlo.  CoHut  fu  dipoi  detto  ra.Hoc.fi  ifor^  (tafiicurarfi.  di  poter  parlare  afiicii- 

Sceuola.i.  fine  noia, cioè  sfza  palma  ,pen  bencliuoioCha  rato  fi.  thè  ta  tutte  i'.tltrt  afiicurai , .A fin  uiaii,  Afiicu- 

tieaarfa.EtperciòdiceD/Lìi.Sefofiefiatoloruotcriu-  rato, uedi all'indice.  Dan.  Qjaflo  m'muita ,queJlo 
tetro, Come  tenne  lorenxp  in  fu  la  grata , E fece  Mutio  a m’afiicura.  Lena  la  tefla,  e fa  che  t'a/iicuri. 

lafua  man  feuero.  Pet.  Mutio  che  la  fua  dejlra  errante  Rafiicurare,  B o c.  Itqual  toccamemo  fu  cagione  di  rafiicn 
toce.E  qucleche’n  metto  del  nemico  Ruolo,Mofie  la  mano  rare  gli  antini.  lUhe  ucJcndo  tutto  mi  rafitcurai.Ma  pur 

indamo,& pofeia  Forfè,  Si  ficco  trato,cbe  no  finti' l duolo.  Rafiicurato  dtfie  loft  tutto  Rafiicurato.  Et  Rafitcìiratofi 

Pififtraro,  Coflutfuhuomopienodi  PhiloJiphia,&d’elo-  tuttodì  prefe  per  la  mano.Rafiicuratoft  allbora  .Ameto, 

quenza,&in  forma  ft  conciliò  la  plebe,chcdiucntòtiran  uediaK  Indice.  Pet.  Con  ferena  accoglimi  rafiicura, 

no  X.Athene^  anni  xxxitf.  in  quella  regnò.  Il.tuea  co-  .Attentare,  Lat.  audcre,ual  afiicurare.  Hoc.  "Non  attcn. 
firn  una  figbuoLt  motto  bella, laquaF  un  nobile  guuanetto  tandofi  di  dire  limo  alt altro  alt  una  cofaà.  non  afi'icuran- 

accefò  del  fiuoamore  non  dubitò  fiontrandola  baficiare.  dofuldon  attentando  di  farmi  piu  auanti.  Mapurnon  fi 

.AdtrofSene  la  madre,  & diftderaua  concitare  TifiSlrato  atteiuaua  di  dimandarlo.  Donna  che  non  s’attendi  di  farm 

a uendetta , ma  cgb  patientijjimo  fiorrtdendo  dtjfe , Che  mi  oltraggio  i.  ardifica  oprofiusni.  D A N.  £ qual  il  lico- 
faremonoiacbi  cthainodto  ,fie  uegliamo  nuocere  aihi  gninahe  lena  l’ala  Per  uogbadi  uolar,  e non  s’attenta 
ci  amai  onde  dice  D AH.  yendica  tré  quelle  braccia  ar-  D’abbandonar  il  nido,  e giu  la  cala  Diffemi , Frate  per-  ' 

dite,Ch’abbracciarnoftrafigba  ,OTififlrato  lE'lfignor  che  non  t’attenti  .A  dimandar  hcmiaiucnindo  meco  { 

mi  parca  berùgno,&  mite  Rijponder  lei  con  uijò  icniperom  Attcntonc  aduerbio.uale  ritentiuamente,ucdi 
to;  Che  farem  noi  a chi  mal  ne  deJira;Se  quei,che  ci  ama  Attento,  & Intento  uedt 

i per  noi  condannato.  Ritegno.  Lat.  rcisiuculum.?  tr.  ouenaturat'olòteffcn- 

Intrepido,  A'o.  Alt.  (ir  mpAB/V/m  Ptx.yidi.Anafiarco  dal  mio  dolce  Ritegno.  B o c.Stn^  alcun  freno  orite- 

Jntrepido,euinle.  Comeuno  febermo  Intrepido,  & ho-  gito  cominciarono  a jjteadere.  Il  cuore  di  quejle  cofi  Rite» 

neftoSubito  ricoperfe  quel  bel uijò.  nitore, ueél’Imbce.  D uìì.  Che  non  alcun  Hitrgnoadn- 

■jcrfcucranza,  Fo.  Lat.  B o c.  £ ueggendo  la  fitta  Terfe-  dugio,  Lat.  mora. 

ueran:;a,&  il  fuofenno.  Con  jauiaTerficueranzaié  lei,  Rjtcnereperfermare,Lat.retmere.Vn.Et 
& étne.P  Bt.Terfeuerantia,egloriainfulafìne.  ritener  gli  anni.  Mtriticnconunjreno. 

Terfeuerare,  Lat.  B o c.  Terfeueraudo  adunque  ilgiouane  meco  parla  Sol  mi  rtticnfb’tonon  ncida’l  nòdo.Ma  Ctr- 

nelFamare.  Incotaluitapeifèueraronobentrcanni.  Et  ce  amando  gbclritienengomhra.  1detcmogiÀ,Chemi 

tanto  in  quefioperfeuerò,  ueé  aWlndice.  ritegna.  O Falma fcioltafi  Ritenuta  ai  baflo.  E,  ritenuta 

Sicnni,&  Sicurtade.  Lat.fiecuritas.tutamcn.  Pet.  Già  anebor  data' duo  noéiQuifiriuolfe.e  qui  ritenne  il  puffo, 

incomtnciaua  a prender  Sicurtade  La  mia  cara  nemica  a Sodegno.  Lat.  prafiéum.  Tst.O  ufatodimiauiia  So- 
pocoapoco.Bo  c..AcciotheconSuurtàpotefieroinJie-  ftegno  ; Ter  Sodiegno  di  me  doppia  colonna,  ho  c Lai 
me  é cofi  fatte  notti  hauere.  Si  come  piu  forti, con  mag-  ne  itedeua  andare.cbefuo  Soflegno  & refugh  era.  La  dono 

giare  Sicurtà  ne  patria  nelle  ufitte  leggi  reflrtagere  .&  efii  fondamento, d!"Sofiegiiodourianoefijere  della  Chru 

pcrlapiegeria,ucdia  i o j 8.  fltanarchgione.Con  put  firma  et  Soflenentememoria.Vt. 

SicuTznix.Lat.fecuritas.hoc.Toich’inpiacerHonUfu  Sojlcnere , per fiopportare,& [offerire.  Lat.fubjimere ,& 
amare,CheamedonaffitantaSicuranza,Ch’amefferfar  fulcire.  7>i  r.  Che  nullo  sforzo  è,  che  fojlegna.  Seco  mi 
fapeffi  lo  mio  core.  tira  fit,ih’iofioHegno  Mlcungiogomengraue.Cofinela 

fi  Securo,£4t.  P e r.Teròn’andaiSecur  fenza  folpeito.Ter  tempefia,Ch’i  fojtcgnoifamtir.i.fopporio.  'Hemaipelò 
mezp  i bofiebi  F o fecur’io.  Che  fa  Securo’l  nauigar  fenz,’  fu  grane  Quanto  quel  ch’i  [oflegno  in  tale  flato.Efe  con. 

arte,  qui  firn  Securo.  non  perch'io  fia  Seenroaton  farò  Se»  Ira  fuo  flileclla  fòflene  D' effer  motto  pregata.!.' effer  mio 

curo.  PIU  Securo  m’accoflai  lor.  Secura  dirada,  Tarte,  gli  rijji.ifipion  fioflcne  Tanto  conofliior . Forfè  am  bor  fia; 

Fedoua,  T ua  dolce  uifia;  bomai  tutta  Secura  Folgi  a me  cb'i  foffirando  éca  ; a/iai fofienne  Ter  belli  fiimo  amor 

B 


nonmi  ^fion 
ìuet.il) amor 


DIO 


ifiulli  alfuo  tempo . Toifegnirò  quel,  che  <f  altrui  fofien-  ronlo . Ma  poi  che  cojloro  bebbero  l’arca  aperta,  cSr  Thm 

ue. &foJierreiCirmen  con  ella  m fui  carro  d'Heha.  Do  Iellata  in  queRione  caddero . 

ter  perche  mi  meni  fuordtcamm  ; Sojlien  cb’i  uada,  oue’l.  Spr^ga  è certa  lama  é ferro  jche  fi  pone  a irauerfò  a qual 
filler  mi  Rrtnge . & borfojìien  cb’i  arda  Senza  alcun  ri  che  cofa  ifcfia  per  congiungerla  tnfieme.  Lat.  CoarOafio, 

fugio.  Ko.i.'He  di  farla  pregar  anco  fofienne.  Comprefj'to . Dan.  Cun  legno  Ugno  Spranga  mainon  '>'» 

Sollcnimcnto . Lat.  Subjlentaculum  &fulamen.  B o c.  Rriife  jorte  cefi . 

£t  quantunque  il  mioSoJlcmmenlo.o  conforto, che  uo-  Durarcperfoftencre,fopportare.Lat.tolerare,ferre,paii. 
gliamdire ,pojfaiJfere&  fui  abifognofajfai poco.ue*  hoc.Toictemaldurarfatua .Inlèruigiodi uoici uo- 

é . 149  J . gito  durar  fatica,  tioi  cihabbiamu  durato  fatica . Ter  la 

Punccllo  . Lat.fkflentaculum,ual  fofegnofifollenimento,  fatua  il  di  durata . Ter  lo  durato  affanno.  Di  tanti  fatu 
driun  legno  0 traue,  chef  pone  a muri , 0 ad  altro  acciò  ca.quatuo  i quella  ch'ui  duro.Dife  la  Beh  olort, bene  ijtai 

non caggiano . B o c. Trefo tempo , tirarono uia U puiu.  Se  uoi  uolete andare , andate {Senonfinene  durate Jjie 
tello , cheti  coperchiodeUarca  foftenea.  ne  baucrete  paticnza..yiUbe  per  cofa  del  mondo  non  poa 

Tuntellare . Lat.fuRmere . & fulcire.  P e t.  Si'l  cor  tema,  tete  durare.i.reflareofopportare.  P e t.  Che pcnjirr  haf 

tà-jferanzamipuntella  .hoc.Ilcoperchiofodeuarono  Jo,ograue  Tlsn  poti  nut  durar  dtnanzf  a Uia  re  fare, 
(auto  quanto  un  buenno  ut  poteffe  entrare , ^ funtcliom  0 refi  fere , 


Fine  del  primo  libro. 


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10 


Apollo  C I 

LIBRO  SECONDO- 

CIELO 

CIELO,  P^R^D/JO,  FEHM,yeME-ì{TO, 
Mondo , Olimpo,  Eihera , Empirio , Reame , Re^no  , 

. Stato  , Seggio , Telo  .Dei,  Dee , "Pianeti , 

Segni  telejii  ,& Stelle  ,,Aflri , 

Zod^to  .Cometa. 


I E L o.Lat.  talnm. cefi  dettedal 
la  bcUe^^a  di  Celo  padre  di  Setter 
Ito,  nato  della  fua  forella.  ^ a ca- 
lo Scalpo  eoQ,  fitcalainm  hot  eft 


E L O Apollo 

non  punte  miei  ocdit  è Taradifo . la  dolce  ftmpltoma  di 
Taradijo . 

Imparadijìre^ porre  in  Taradijo  .Dan.  QuelU,cl)r‘mpJ- 
radtla  la  mia  mente . yoce nuoua  di  Dante, 

Olimpo . Lat.  Olympus^  i noce  greca  ; perche  rij^lende, 
et  anco  pgmfica  mòtealtijJimo,ehe  dmota  il  cielo.  Dan. 
triompha  lieta  He  [alto  Olimpo  gid  la  fua  corona . nedt 

Alili. 

Ethcra.  atherin  greco,  dinota  la  compofitùm  tir  coniuntion 
di  tutto  il  cide  con  le  Jielle . alcuna  udita  dinota  lo  elemen 
to  del  fuoco . àr  pigliaji  comunemente  per  l’aere , & coft 
appo  tatuò.  D A Kjniù  uid'io  cofi  [ Ethera  adonto  farfi. 

A R 1.  RendcBi  grafia  ai  regnatordeCEtraàxtlura  per 
aceorciamento . 

Sider,  hus  Stalptum  fme  fipiatum.  Empireo  cielo . LatJ.  qua  fi  infocato, pertbe  luce  tutto  delia 
Leggi  fi  nelle  diurne  cannoni  di  Or,  luce  propria  del  fuoco  ; & ptr  in  greco  figmfica  fuoco , et 

pheo,  che  fclamando  egli  uerjoil  qHÌuiJiiIdJto.l)AN.Hel£mpireotielperpadreeUtto. 
Culoéjfe.Ocielodi  tutto  fatto.  Keimeperlocielo.Lat.regnum . Ù ak.  Ben  fi, che  nel  6S 
re , prmcipio  à tutte  lecofe,cydi  del  alto  Reame  La  dtuina  giujlitia  fa  fuo  jpccchio . 

tutte  le  cofe  fine . Cr  nel  Tetrarca , nel  Boccaccio , dr  tn  Regno  .Lat.Vtt.  Regno  Celefie,  Cloriofo,  Superno , Re- 
Dante  fi  legge  conuarij , & diuerfi  Epilheti , Smonomi , gno  del  neh  .Regno  deghticitt.  Di  Dio.  De  gli  Dei:  dr  nel 

«jr  con  uarie  circuiciom  di  parole  ejfer  fiato  ufato,&pri-  Regno  del  del  fece  hr  parte . Ondai  fio  Regno  da  qua  giù 

tnanoteremogliEpnhcttdelP  ET.&del  Boc.Ctelo,  fi  turca.  Et  cittadina  del  celejie  Regno.  B oc.  Iddio  nel 

C Ciel,  Empireo,  .Adorno,  .Alto,  Bello,  Cortefè , Dipia-  fuo  Regnod  riceuette.  Saliti  alla  altezza  de  Regm.&  per 

to,Taciio,Sereno,SteUato,TranquiUo,.Amico,Crande,  hregno  temporale  a j 8/. 

lieto , Chiaro , Immortai , Terzo . Le  bellezze  del  Cielo . Stato  Celefie  jEtemo,Dimno,  Cloriofo,  Immortale . & per 
Haueagfà  VottauoCiehd'azunvioincohrecilejlromu  hStatoiemporaleuedia  J ip.lp'  quandodinota  h ef- 
tato  tutta.  Il  Cieh  pieno  é chiare  flette  dauaparttcdare  fetta  i >94, 

inJicio  al  futuro  giorno.  Si  comeilCielTraaquillo,eÌr  Se-  Se^^o.  Lai.  Sedes  per  h deh.  Vt  r.Qjiel,ch’ordtnaloè 
renomoflrahchiariflelie.il  Cieh  mtemo  a fHarmo,  . gtanei fonano Seggh,^ per hdommh agi 9- 
ma.  il  Cieh  ofeurato  é nuuidt , ir  di  buia  notte . Il  Cieh  Polo.  Lm.  Pet.  Stanco  nocebier  di  notte  alzalateHa 


dfofcunffimi  nuuolipieno ,&trafcorjòdauarii,^lonan 
ti  uenii . Tieno  di  ofeurilà,  Ofeuro,  Off tfeato,  Teuebrofb, 
Fofeo , Irato,  yarh , yolubih , Rapido  ^Freddo . D a n.' 
Chiaro  mi  fu  allhor  ; come  ogni  doue  In  Cieh  i Taradifo. 
"Hslempireo  Cielper  padre  ehtto -Curandi  tenelacot- 
te dei  Cieh.  Ter  quelhc’hodiluinrldeludito..Ahbato- 
donati  ifuoi  da  Ganimede  Qjiando  fu  ratto  al  fonano  CSr 
àjloro . Da  quel  Ciel  c’ha  minor  li  cerchi  può . Corte  d^ 
Cieh . Tqon  iterate  mai  ueder  h Cieh  .B  tu.  Di  me  poto 
dal  Ciel  mente  come  io  uiuo . 

Celeilc . Lat.  cmhfis.  Pet.  CeUlh  Regno  fit,Spirito,jtr 
to,  Camar,Dihtto,  Habito,lumt,Tortamento,.Anda.  I 
refihna,fama,  Tietd,& CehftiBeOezge,Forme,Do- 
m,Raggi.Rai,Spiriti, tir  CehfiialGhria. Boc  LeCe-  I 
. lefiiaU  BelletQte  di  madonna  Ufetta . 

Incielare  i por  nel  deh. T>  A a.Tcrfettauita,t^altomer- 
to  inciela  Donna  piu  fu.  yoce  nuoua  di  Dante . 

f UzeUfoingreeoA  appo  noi  Horto  piantato  di  pomi. Lat, 
Pet.  ^afi  UH  hirto  gentil  di  Taradifo.  Conobbi  allhor, 
JicomtinTaradifb.yede  [un  [altro.  Cofiei  per  fermo 
nacque  in  Taradifo.Ter  gir  nel  T.fuo  terreno.  Tu  Tj  fen 
Ita  cor  un  ptfio . Due  rofe  jrefebe  colte  in  TaradipiX’mm, 
fibtlfua  forma ìinTaradifo . Che  lòkan  far  in  terraun 
Taradifo . Ch'un  de  gli  arbor  parta  del  Taradifo . l’era 
interra,e'l corin Taradifo.  Delaperfonafatta  inTara- 
dif> . B o c.  T utta  la  corte  del  Taradifo . Semina  tanto 
pùcer  nell animo,  quanto  fi  fiata  fojfe  in  Taradifo. 

D A N.  In  CiehèTaradifò . Rjjfonder  quanto  fa  lun^ 
ylafefiaInTaradifb tanto .futbandita  diTatadift.cic 


due  lumi,  c’ha  fempre  il  nofiro  Tolo . Hor  uedi  mfteme 
[un,  & [altro  Toh  Le  flelh  tughe,  ep-  hi  maggio  torto. 
T.Terò  fòpraa  ogni  cboroal  fbmmo  Toh  Col  corpo  tpù- 
titemtrediUtta.uediaiCq, 

DEI. 

.ATOLLO,  EOLO,  S.ACCO, 
TLyrOH^E. 

Pollo, &.Apolline,Lat.uediaSoh.  fu  fi-  69 
gito  di  Cioue,&  é Latonafiio  della  japien- 
tia/h  Toetiedelle  Mujè,^  m ueu  del  S oh. 
.Ardendo .ApoUoneli’amor di  Daphenem- 
pha,&  figlia  di  Tento  fiume  ; uelaceméte  la 
ftgutaua , Ma  ella  non  pigramenie  hfuggtuajaquah  fi- 
nalmente laffa,&-nonpotendo  altrimenti  fcampare  dalle 
forge  del  cupido  amati;  mofii  li  Dà  a rmfencorduju  traf 
mutata  in  albero  del  medejimonome,  chi  Daphne  in  Gì» 
co,  quello  che  da  Lalini  dicono  Lauro,  & non  .Alloro. 

■ Tercbe  come  r«NMtMi  nimpha , cofi  l’amò  albero,  Delqua  . 

■ hlrcoronauanoiirit>mphanti,&iToeri,eTdiceficbeU 
, faetta del cuhnonmat pitocca. Tercbe  Tiberu  Impe- 

rotare  ne  tempi  di  tuoni  fempre  fe  ne  coronano,  perche 
molto  temeua  le  flette . -Ahumfcriiiono,  che  chi  aormen 
• do  h tiene  pitto  ilcapo  fa  uarij  pigni . ucdi  a Daphne  a 

■ rnf.0"chiamafibiondoperlatburemdeljuouilò,on 
dedaLatmii-ibiajuatofarmofui,oftaperU  capelli, 
effondo  da Latinidettomonfut.lUbe dinota  i ragp  la- 


Apollo 

tm! piu  che  Foro  , percioche  apollo  i il  fole.  T roiufi 
[inno  tulle  f amie , che  Miiurua  fonando  il  xkfoloio 
piffero  fopra  {acqua  della  palude  T ritone,fi  mdegonjtau 
le  gote  ,UihegUparue  coft  coft  brutta  > che  gittè  uia  la 
Tibia  I & non  piu  uoljé  fonarla . Marfia  fatiro  la  trouò  ^ 
& perfeuerando  nel  fonarla  diuenne  dotto  mufiioima 
tanto  infoiente,  & temerà  rio , che  fi  preponeua  adepti 
line  Dio  delfarte  mu ficaie , &prouocollo  a cantar. feca , 
Sedeuano  per  giudici  Mmerua,&  Alida  He  di  Lidia,  uin 
fe  .ydpollttte  fecondo  il  uerogiudicio  di  Mmcrua  : ma  Ali- 
da come  indotto  fauoriua  Alarfta  : perche  .Apolline  fece 
a Alida  (orecchie  ita  fino , (Ir  Marfia  fcortiiòdella  fua 
pelle . .Apollo  i nome  greco , & trito  apprefio  de  latini , 
(r  fecondo  gli  antichi  i dio  del  Sole.  & i nerbo  greco, 
che  fignifica  disfare  & uccidere,  perche  i raggi  folari  fo- 
no coft  atti  alla  corruttione  perla  eccefiiuo  caldo , come 
alla  generai  Urne  pel  temperato,  perche  Homero  lo  indu- 
ce datore  della  pejlileirga , ej-gh  antichi  gli  attribuifco- 
no  (arco  ,&  la  cithara , quello  per  dimoflrare  , che  fui 
nociu»,  quello  per  figmjicare  [armonia  ,&  temperan- 
za, & proporik>ne,&  conuenientia  fua/lallaquale  ogni 
co  fa  fi  genera , onde  H or  alio  nelle  ode  prega , che  uenga 
fmja  le  faetie , & con  la  cithara . doue  dice  Condiiorni- 
tii  placidnsqi  telo,Supplicei  audi  pueroi  .Apollo.  Finge ft 
che  fa  Dto  de  "Poeti,  perche  nonpuo  efiere  alcuno  nero 
poeta  feltra  la  felenga  di  tutte  le  atjciplÌMe,&  fono  i poe- 
ti coronati  di  lauro , perche  quefa  arbore  i dedicata  ad 
.A polline  .Ptr.Se  non  che  forfè  .Apollo  f difdegna , 
eh’ a parlar  de  futi  femprenadiraim  làngua  mortai  pre 
foniuofa  uegna . Ch‘.Apollo  Iqfegma  qua  giù  per  terra . 
Tergratiatiendetimmortal .Apolb  . .Apollo  ianeh'oi 
uiue’l  bel  difio.  7<lil  bel  guardo  d' .Apollo.  S' io  fo fi  flato 
fitrmo  a la  fpelùea  Là  doue  .Apollo  diuenti  propheta.  Spi 
raoueamoB  fetìnel  fianco  Jlpollo.  yediOiunongiùrfa 
e'ibiondo .Apollo . Il  fighuoidi  Lawua.bauea  gfànmte 
y olte guardato  dal  baUonfourano  (intendendo  .Apol- 
lo,cioè  il  Sole  .)Da  s.O  bnndt-dpollo,a  [ultimo  la- 
uoro  Fa  me  deltpo  uoler  fifattfi  uqfii^  Come  dim.tda  dar 
[.Amato  .Adoro . Minerua  ffira.S'Coliduetml  .Apollo; 
Et  none  mufe  mi  dimolìrag  fvrffi  .V^on  .Apollo  entra 
nel  petto  mio  , &jj>ira  tue  Si  come  quando  iU.iJjjjra- 
befli  De  la  uagina  de  le  membra  fue.So  c.  .ApolldJcfi 
derojòdi  preflo  tornare  nelle  btof  da  della  roffeggUnte 
aurora . .Apollo  col  carro  della  luce  [alito  ai  ì,\.ctidiauo. 
terchio . Luminarne  il  cielo , ^ la  terra.  A k i .'còn  tap 
taattention  tanto  Stupore  Con  quanto  .Aàpbrifb  ùide 
Ufuo’Pttftore.i-.Apollo.  quando pafceua  [armento  apr 
prefjo  .Ampbryfo  fiume  di  Thefiaglia . 

.Apoltiaei  raggi,  uedi  Sole  a 6 li, 

T 0 E T l. 

Toetì,Toefia,SoggettodAateria,Tetna,Senli,StiU,f'euaiii 
direc  Ballate,Barztllette,Caax.oni,Carmt,Adetri/:oiM- 
die,  Compofitioui,  ChioJi,Daitogbi,Differate,  EUoghe , 
Epigrammi  .EpitaphidEpiflole,  Efiordio,  Fauole,  Farfè , 
Frottole , HiHorie , ninni , AUdngaii , 7{pueile.  ,7Ìg- 
te , Ode , Tarabole , Tifiole,  Poemi , Triuiiegif , Proe- 
mio, Trofiedlime,  Satire,  Sejime,  S anetti.  Stanze,  Sira 
motti,Storie,Trrzetti,Tragedur,Tefli,yerfi. 
Txtare,yerfificare,fauoleggtare,  . 


C X E t O Apollb 

PoetLtof.  .Apollinei, Dotti, .Amorofi,IIeiier.tti, .All  ffmi,  ya 
Fauoloft.  P t T.Diuini,‘tlobili,Fiorcnga  haurij  fors  hog 
■ gidfuo  Poeta.  .Arbbruiitorioja&iitomphale  llonor 
<f  ImperaJori,  e di  Poeti,  hoc.  Et  piu  pam  troucrai  ne 
le  fauole  de  Poeti,  che  i ticchi  tra  loto  tbejòri.  Otji rutti 
Lat.id  furor  poetico, luu. 

Txiare.  Lat.  poctari.  Pìt.  Che  /io!  ornar  chi  poetando  ferì 
uè.  Oue  fi  fende  poetando, e poggia. 

Poeti,  dr  Dicitori  in  rima  celebrati  da  noflri  Poeti , jtga- 
tbone.  .Alceo  poeta  lyrUo.  .Amerigo,  .Anacrconte,  .An- 
fclmo,.ArHaldo  DanieUo,Beniardo, Brunetto,  Buoiugrun  ‘■'i 

ta  da  Lucca,  CatuUo,Cecilio, Stano,  M.Cmo.Dantc,  Da- 
uidJ>»iùfioSiracufano,Empcdode,Fnnia,F.uripide,Frà 
ufihin,GMglielmodiRofigltone,Giraldo,  Guido  cauaUan 
ti, Guido  GuiniceUi , Guido  Orlandi , Guitton  S .Arezzo, 
Homero, Orphco,Ouidio,Perfi0,  PierT.Aluerma.Tlaiim 
to,Properiio,RaimbjUo,SeHnuccio,Simomde,StatioCe- 
cdio,T erentio,Thomafo.T ibullod'go. 

Agathonc.  Lat.  .Agatbon,  poeta  Greco, &Samio,  le  fen-  V l 
tenne  delquale  fono  laudate  da  .Artflyn  altro  -.Agatho- 
neamboratragico,celcbre,&amicodiPlatone.  Ì)a  k. 
Euripide  uè  nojco;  Aiucreonte,  SimomdrAgatbone,clr 
altri  piue  Greci  Che  già  di  lauro  ornar  la  fronte. 

Alcco,  Lat.  Alce  US,  Poeta  Lyrico,  Che  come  fcriue  Quin- 
tiliano nel  deamo  delle  oratorie  inftautioni  meritò  il  do- 
no del  Laureopleetro.perqucKoperaaultaquale  riprende 
^ biafima  i tiranni.  Fu  nel  ér  breue,^ grande.  & dili- 
gente,^ molto  ad  Horatio  fimile.  ma  nei  giuochi , & ne 
gb  amori  dijcefe,  e fendo  cgh  piu  d ffoFlo  alte  cole  magga 
rifFudi .Hityleae.tlr facendone mennone dnoflro  P it. 

: dice  Alceo  conobbi  adir  iamor  fi  feorto.  Fu  un'altro 
1 Alceo  Aihouiefi poeta  tragico  ,&  altri  duo  scema , «jr 
. uno  Scriuotetb,  Epigrammi, 

Amerigo. Lat. \Autcnacs . Duo  Rimatori trouodi  quefla 
nome,[  uno  de  Belengi  dì  Bordioui,  et  un  caflello  chiamato 
SpadaàlqMaleamandamaJonnaGentile una  dellegenól 
donne  di  Ottaflognasperlei  compoli  molti  amoruft.ct  le^ 
giadriucfft'i  ultimamente  forni gb  anni  fuoi  in  Catalo- 
gaa  ! L'altro  fu  di  Piguillan  da  Toh  fa  figlio  iun  merco- 
tutite  àdrappiulcMÌ ingegno c fendo afiai  éffoflo  adir 
male,  pur  fenfe  alcune  colette  in  laude  cFuna  contadina, 

' Uqualeegbardentanenteamaua , et  andando  in  Calalo^ 
gua  perle  fue  lodewU  eangoui,  fu  molto  coro  al  Re  Al-  . 

! fimjo,  al  fine  in  Lombardia  fi  fciolfi  della  una  mortale. 

‘ -Ondeil P i T. Amerigo, Bernardo ,ygo,&Anfilm9., 

1 E niU'aUri  ne  nidi ,4  cui  la  bngua,  lancia  e jpadafu  fem 
pre,  e feudo  ,&•  elmo . . . 

A nacrco  n tc  daTeo,  Poeta  Liric  o,come  i firmo  ne  Girti 
epigranufiatt  in  tre  cofe  fficfigli  anni  fùotmfinoaUo  efltu  ' . t > 
mo  giamo,  in  Amare  fnBactbo,&  nelle  Mufit  amiteli 
ardentemente  tra  le  fanciulle  Eunpile,(ìrtra  fanciulli, 
il Samio  BathyUo,& il  Tbracio Smerdo  & Magiflco,iL- 
qnale  alcuna  uolta  nomini  Magifla.  ondeil  uer  fcrtfi- 
fe  Marco  Tullio,cbe  la  poifia  di  lui  fu  tutta  amorofa  (j- 
cofiilnoflro  P UT.  due,  Alceo  conobbi. 1 dirO'amor  fi 
feorto.  Pindaro, Anacrcouii',1  he  rimefe  Hauta  le  muh 
fbl  di  amor  mporto.Du  u.  Euripide  uènofcosAnacri’óm 
te,Simonide , Agatlmne , Satiri  pine  Gren  ; che  già  di 
lauro  ornar  U fi^ite.Qjucfli  ottine  il  Secolo  hce  dopo  fin 
.daro,ttiffe  fino  ad  ouantacsnq;  vm/tfitangplato  da  uno 

granello. 


Il 


Apollo 


CIELO 


Apollo 


patullo  j)  acino  ifiuu  pafi*  morì, tome  ferme  Tiuth  ,&  n.Jn  notoria  pafii  tutti  gli  altri,  & in  qatU'artcJun-  ■ 

t'alerà  Majiimo . fatodifalfitàuollepiutaSÌi>efiereioitdeiaato,ibecunfef 

Anfelmo  FJuMeiaf'fertaborgodiUmoges, &ficome’l  fare  [errore  ,& per  ulfiegm  andò  adhabnare  a Tan- 

padrecamò  molto  male tcoiid  jnodiremafu  moltoagra  ff,&iiuim  finfiem lingua  jranceje  il  Tbeforo  Jópradtt- 

'Hpadimeao.percbeeffenJofi  dato  alla  golaj&  al  gnu  to  .Buono  ambo  che  fu  eciellentcmatbematiio,&ucdu 

co,&  allo  jpenderelargamenteÀmenm  panerò,  onde  per  u (bora  della  natinai  di  Dante,  Uprediffe  tomi  baneua 

ptu  piacere, per  le  corti  la  fua  maghe daquale  fapena  con-  ad  arrtuare  al  fommo  grado  di  dottrina . Ma  perche  fu 

^reCrfonaTe,fecomenaHa,periheiaitrononuiueua.  maculato  del  uitio  della  fodomia  D ah.  finge  trouarlo 
Indi  appo  il  Marcbefe  Bomfaiiodt  Monferrato  confegià  nello' nfemoaioiie  tal  uttio  fi  pnmjce.&éce  .fieu  noi  qui 

nnaUhe  bene,  onde  il  P tr..Amerigo,Bernxrdo,rgo,&  Ser  Brunetto  {Et  quegU;Ofiglmolmionon  ti  éjpiaccta 

Ztn&tmo , Et  mil[ altri  ne  nidi.  Se  Brunetto  Latm  un  poco  teto  ritorna  inéeiro,tìr  lafcta 

Arnaldo  DameUoVoeta  proneirg^e  gran  maeflroindir  andar  la  traccia,  dr  quel  che  fegue  ,&  piu  oltre  .Ids  di 

S amare  jiqual  col  fio  dirnuouoO-bello,amborfàbono.  men  parbndo  uommi  con  Ser  Brunetto,  & m perpnadi 

re  alla  fua  patria.  Fu  cofiui  dun  cadilo  nominato  Bjba.  effo  Brunetto . siati  raccomandato  il  mio  Tbeforo , '^icl- 

rac  nelyefcouado  di  Varagos  ch  i in  Trouenv,  & di  no  ^ i uiuo  amhara  t&  piu  non  cheggio . 

biltà  di  [angue,  & di  Uttere  ornato . amò  coflui  una  gen-  Buonagiunta/i*  degl'Obtg^om  da  Iucca,  or  fu  ottimo  di, 
tiùSima  donna  à Guafeogna  moglie  dt  Guglielmo  di  Bo-  citare  in  fonerti,  & in  con  cotti , amico  di  Dante,  tlqual  di 

mUa,ambor  ch'ella  fempre  al  fuoéfioconcraflaffe,& la  lui  parlando  dice,  iiueliif&moflrò  col  dito)  iBuona- 

celebrò  nelle  fue  rime, per  lequaU  ottenne  fra  àatort  Tra  giunta , Buonagiunta  da  Lucca. 

uixalid primo luogorirejjendooppreffo da pouertàneUa  CamWoToetayeronefènanaSermionelfiLi  dellagodi  -jj 
fua  uecebiena  fcnjfe  un’opera  morale , con  laquale  ibi  gardaMtiflimo,&  edebratifiimo  nel  tempo  fuo , che  fu 
Jtf  di  FranM,&  tTlnghilterra  hebbe  affai  danari . onde,  con  luUo  Cefare  poco  innanzi  di  yirgihojlquale  non  file. 

ilP  ir  Fra  tutti  il  primo  .Arnaldo  Daniello  Gran  mae-  giù  furare  i liioi  uer fi  interi . mori  giouaoe  ette  non  pafia 

aroÌamor,cb'abfiiaterraAmhorfahonorcolfuodir  ua  trent  anni,  coslui  amò  Usbia,& di  Iti  cantò  .P  ir.  . 

nono  & bello  &D  AH.  0 fidate  éffe,quefii  ch'io  ti  feer.  L’altro  Tropertio,  ibed'amor  cantaro  fermdameme , & 

no  Col  ditola- additò  col  dito  innanzi)  FumigUor  fabro.  [altro  era  Catullo.  B t m.  fe  dolce  ragionar 

delparlar  materno, yerfid'amore.&profediromanv  CatuUo . 

So^ibiò  tuttiidr  Ufcu  dirgli  Holti,Cbe  quel  di  Lemosi  Cecilio  Statio,poeta  camico,alcuni  thctmopmefu  di  queila 

credoncb’auanziJGuittoneda.Ar^Zp.  parte  della  Calila  oue  fono  gli  InfubntalUimenti  Mib. 

Bernardo  CofiManebor  che  [offe  figliuolo  di  fornaio  fu  nefi. detto  StatiopercbefudinationeStrude. Fu  (ami- 
' nondimeno  di  perfona  affai  belto,&  piaeeuoU,  & (Cinge- . gUar  ^Enmo,&  mori  l'auuofcguente  aib  morte  di  En- 
no  leggiaJro,& di  coflumigemili, amòprima  U donai  mo ntUa  Olimpiade  c a.  Fu  feptiliio  nel  mme  lamcu.. 
delyefcontciayentidamunodecafUllidiLimogesMu  lofinde  Dan.  Dimrm,dou'iTeremionofiroamict,Ce 
^ egli  era, &à  lei  cantò  un  poco,& perche  fu  [coper  cilio,TUuto,&  yarro,ftiifai. 

tod  fai  amore,  fu  coflrettoa  partirfi,&fen’andòalla  Cino  fu  de  Sightbaldt  chiara  famiglb  da  THflob  .ilquale 
Duchefia  é X:;rmandb allhoragnuaue  & amorpfa don  fcr^e  fiipra  il Codicodottipmejbofitiomitìr  di  digefii gri  . 

na,lecmlodinon  fenxa  gutd  irdoni  [piegò  in  molte  cara»  parte  e^ofla  bfciò,&  origine  diede  alb  mirabile  dottri- 

N.  m ‘.marUaiafi  poi  cofiet  col  Re  .Arrigo  d'Inghilterra  fe  aaà  Bartolo , che  fu  auditor  di  lui . compofe  anche  egli 

nèuenne  a TtAofa  al  conte  Raimondo,  appo  iLquale  hono-  tbafeanamente  uerfi  i amorofo fpirto  adorni,  ft  come  leg- 

ratamentefi  Rette  fin  ch’egli  uiffe . ultimamente  dopo  la  padm  diatore  in  rane  ,d-  dopo  Dante  fior)  m quefia  lui. 

mortediluihauendoilmondo  in  fafUdio  ,fi  fece  fiate.  gua  ìbutmoà leggiadro mgegno,& nel  dire S amorofo 
■ptt.,AmeTigo,Bernardo,ygo,&.Anfelmo,Etmil-  tir  fiume  Rde.piu  che  gU  altri  primieri  ne  fuot  tempi. 

[a  Uri  ne  nidi . ^ P**"”  obndn  & neri  in  Faenze  nate,&  per  [al 

~ Brunetto  Utini  fu  Fiorentino, maeflro  di  Dante  ,&buo-  tre  cutadi  fparfe guoRauano  b Thofeana  &é  quà , & 

unmtdloumuerftleinrnoUcartiliberidi.Scriffedueope  é U tutto àandauam in efilù;  bande  egli  fu  cacciato  t. 

re  ; La  prima  in  lingua  Fiorentina  in  uerfi , nellaquale  fuori  deUaoatrb  ,ft  come  Dame , & fuori  ne  mori , & 
tratta  de  cofiumide  gli  huonàni , &decaft,&mutatio.  però  éce  iluoRro  P e r.  Vtangan  te  rime , anchor  pu^ 

ni  della  fortuna,&  dello  Rato  bumano.&intitololla  The  gano  i uerfi  .Verche’lnoRro  amorofo  meffer  Cmo  nauei- 
iorefto . Laitra  i maggiore,&  cbiamolla  Tbeforo  ferina  bmente  l'ida  noi  partito . Ecco  Cin  da  TiRou;  Guuton 

inlmgùafrancefe,&inprofadiuifititttreLbrtiilpritno  d .Arr^.  Ma  ben  ti  prego,  che  b terga  [pera  Cuittou 

i qua  fi  cronica  de  tempi  ,&  delU  cofe  fatte  nel  nuouo , & faluti,  mefierCino.dr  Dame  : amò  cgb.  &lcri[je  di  Scl- 

uecchu)  tefiamemo.  & de  regni  de  Gentili,  de  Tropheti , uaggb . Lat.  Cynui . B i m.  QjieRa  fe  Cmo  poi  lodar 

degli.ApolloUM'adottionedeUacbKCa,&deUoimpe-  Seluaggia. 

ruRomano,traffebiaCreàAFrancefi,&Mbmamii.  Dante Mhgieri. Lat.Dames.Aligeriiu .‘Poeta  ranfimu,  74 

.Anchora  de  gli  elemftijui  filo  delle  regiani/letii  anima  ■& Cuna  de  tre  lumi  della  uelgar  Imgua . fu  oUragU  aUri 

li -HelfecÓdo  tratta  é-Phtbfophu  morale.'Nel  tergo  de  fuoiRuduottimoThiblòpbo.,AmòBicedaluipoiHonti- 

fnceui  retborici,&fcriue  delle  amrmmfiratiom  dcUe  dt  nata  Beatrice  per  piu  ccceUengaMclbfua  una  & bude- 

tà . Il  primo  chiamò  moneta  ufuale.  il  fecondo  pietre  pre  noli  opere  mferiubmopernoeffér  troppo  proli[fo,  et  per 

,i.r.  Il  nronuridimo.  Secondo  alcuni  aUriinn-  chenelprincipiodeilafiiaoperaafiaianipbmiten'ifirU 


Apollo  CIELO  Apollo 

Itti  Uxce-cmputtndo  gli  anni  iella  iiuitnaiiotte  di  Chri  & però  di  Im  parlando  il  no  fin  V t J.dicej^olchenoth'» 

fio.  Se  adunane  il  dì  della  pafiione  nella Jèfla  bora  pel  ter-  Marftlia  il  nome  ha  dato.Et  a Cenoua  tolto,  dr  a Pejlre- 

remoto  furonorotti  gliarchi,dr  nelgiomo  cbeDante  tno  Cangiò  per  miglior  patria  hahito& fiato  ; &D  av. 

uifitronò,  che  era  k prima  bora  del  fatato  fantofaceua  folco  mi  diffe  quella  gente,/a  cui  Fu  noto  il  nome  mio, &■ 

M.cclxyLreftachefojfenclM.ccc.perciocbedobbiamo  quefiocielo  Dime t tmprema fom'io  fè  é lui. 

amgare.xxxiij.cheCbrifioerautuKtOi&unoannopiu,  Tnncefchin  fòlade  gli  ^Ihh^drlle  cut  compofitionitro- 
percbe  none  mefi  era  fiato  neluentreieUamaire.adunm  uafi  una  ballata,  che  comincia , Ter  fuggir  nprenfmte, 

guearrogandoaimixxxiij.aM.cclxyi,  faranno  M.cec.  Fu  amico  del  fetrarca;drcofiSennuccio  del  Senno  Fio- 
f'ilfe annitrì. timori  nel M.cccxxi.  fecondo  cbeappa-  retttino^tutudue  furonocortcfibumiini,&amorofi: 
re  a Rauenna , nella  Jua  frpoltura,  & leuanio  xxiélri,  c però  il  detto  P et.  dice  Sennucch  & Francefchmxbe 

reflanoxxxr.drtantoueniuaegliadbaiierenelM.ccc.  furfihumani,  Com'ogniunuede.  Francefcbinnoflro,& 
tfuanio  finge hauerbauutokuifione,dr  però  dice  tìgl  tutta  quella  fibiera. 

tnexpdtl  camin  di  noflra  ulta . dr  altroue  Hier  piu  oltre  G uglieltno,  alcuni  dicono  Guglielmo  Cabefìein,  che  fu  un 


etnqu  bore , che  quest  otta  Mille  dugcnto  con  /effanta 
,Anni  compier,  che  qui  kuia  fu  rotta  ,P  et.  Ecco  Dan- 
te, Beatrice,  ecco  Seluaggia , Cinda  Tifloia.  B o c.neU 
la  uifione  amorofa.  La  donna  mi  dtffe  cojìuii  Dame  -4lk 
gier  Fioremino  ; llqual  con  eccellerne  fhl fcriffe , Il  fom- 
mo  ben , le  pene , & le  gran  morti  Gloria  fu  delle  muje 
mentre  uiK . Fu  un  altro  Dame  da  Molano,  che  comfoji 
alcune  cofette  amorofe.  B e m.  £ Dame  acciocbe^  Bue  ho 
nornetraggia. 

Dauid  Poeta , dr  Tropheta  ; uedi  a Tropbeti  414. 

Tt  Empedocle  Poeta  egregio,& perfettiJDimo  Medico, dr  ot- 
timo degli  oratori , uedi  a Medici  4190. 

Ennio Taremino,& piu  toHodaRudic  cafiello  di  Cala-. 
brio  boggi  detto  terra  d'Otramo . Fu  poeta  nel  fuo  tem- 
po di  gganhjftmo  nome , tomo  che  Scipione  Ufricano  lo 
fece  degno  che  foffe  fipellito,  drpoftakfiatua  di  quel- 
lo nel  fuo  fcpeiUro  neUa  tèa  ./fppia  uicino  a Ro  ; imorno 
ad  un  miglio,  ma  a ricetto  de  gli  altri  poeti, piu  tofio 
rogo  che  ornato , non  efiendo  a fuoi  tempi  adorni  di  leg- 
giadria . Qjitfto  cantò  di  Scipione  ruuido  ,ajpro,  dr  du-, 
ro  nerjò . dr  però  dite  ilP  et.  Ennio  di/juet  cantò  ruui- 
docarme. 

Euripide 7\W4fr4|»fi)  ottimo  fcrittore  inTragediedet- 
10  da  Euripodinatione  bafiifiima  ;i»ari  kcerato  da  ca- 
ni andando  a caccia  con  -4rcbelao  Re,o  come  alcuni 
uoghono  dalle  donne  per  Codio  che  loro  portauano  per 
hauer  trouato k fua  moglie  con  uno  nJirione.Fu  di- 
fiepoloà-dnaxagora;&-condifcepolodiSocrate,  fumai 
to  atto  a f criuere  le  cofe  tragiche  con  miferatione  Dan. 
Euripide  u'tnofco , -dnacreome , Shnonide , -.dgatbone, 
dr  altri  pine. 

7^  Folchetto  fu  figlio  d’un  .Alfonfò  ricco  mercatante  Getto- 
ne fe,  fu  bello,pkeeme , dr  liberale  .fu  dal^dre  kfeia- 
to  ricco, & emendo  i alto xt grande  fpirito,fi  diede  atCami 
càia,  & fcruUù  di  ualorofi  taualieri,  onde fu  molto  hauu 
to  in  pregio  dal  Re  Ricca  rdo,  dr  dal  come  Ratmondo  di  To 
lofa,  mafjietialmeme  da  Barai  di  Marfilk  fuo  fignore,  k 
CUI  doniu  detta  .Adakgkprtfiegli  ad  amare , e kudare 
nelle  fue  campo fitioni,  benché  ella  dura  foffe , é modo  che 
ejfendo  egli  da  Genouafta  chiamato  FoUbetto  da  Marfi 
Ua,dr  uenendo  a morte  k domuxbe  egli amaua,dr  ceic- 
braua,prefe  tanto  a fdegno k ulta  mortale  ,&k  mobi- 
Utàdelmondo;  ibe  fi  fece  tofto  frate  dell'ordine  di  Cifial, 
con  duo  fuoi  figliuoli . altri  dicono  cibate  di  Torinello,  dr 
fecondo  alcuni  fu  refeouo  di  Marfilia  finalmente , & 

. taccionnemoUiberctitidirixxandoi fiioipcnfierialuero 
tt  ottimo  fine jct  k moglieredel  medefimo  ordine  monaca. 


gema  buomo  di  Rofigiion , tra  Catalogna , & llgrboMa, 
innamorato  delia  maghe  di  Raimbaldo  daCaHet  Rofu 
glion , del  cui  amore  meruò  per  lo  ualore  deU' animo , & 
per  uirtu  del  fuo  ingegno  godere  ; lidie  uenuto  in  notiiia 
al  marito  di  lei  per  le  cannoni  che  egh  in  kudark  faceua,. 
fu  cagione  che  egh  un  di  con  fuoi  feruiton  armato  aftu- 
dio  ntrouando  lui  Jifarmato,& da  pochi  aciompaguato, 
Cuccife , & cauogti  il  cuor  del  petto , dr  fattone  fare  un 
mamearetto  troppo  buono:  alta  fua  donna  il  diede  a manu 
giare,  kquale  baueiidolo  commendato , dr  imefo  quello, 
ch'igliera  ,diliberòdinoupiu  mangiare  altra  uiuanda. 
Et  tofio  correndo  egli  alla  ^ada  per  ueciderk,  ella  fi  git- 
tò  dal  balcone,  fi  che  fubuo  pofefine  alk  fua  uàa.Óueflo 
miferabil  cafo  fu  tofio  fbarlò  dalla  fama  per  li  par  fi  intor» 
no.  dr  portato  all'orecchà  del  Red'  -dragon,  dquale  ejfen. 
do  di  quel  paefe  ftgnore  uenne  a Rofiglione,  dr  dannato  in 
prigione  Raimbaldo/iue  egh  alfine  morì,  fece fiiiaiure  tut 
ti  i caflelii  di  lui,  &i  duo  mfeha  amanti  honereuoiuunte 
donanti  aita  chieft  maggiore  in  Terpignano  mfieme  m 
un  medefimo  marmo  fepellire.  Et  ordinò  ch'ogni  anno  i 
eanaheri,dr  le  donne  di  quel  contado  a far  toro  andaffero 
l'annuale.  Ma  U Boccaccio,cbe  nella  quarta  giornata  rac 
toma  la  Infiont  in  forma  di  T^ouelk  , l'amame  chiama 
Guglielmo  Cuardafiagno , dr  d manto  Guglielmo  Rofi- 
glioneduo  cauaiteri,  coideglidice.prouenzali  affai  «a/oi 
rofi,&cbiari,dr  Signori  di  cafìeUa;dr  in  Trouenga  nel 
cafioUodolle  donne  dice  lei, & il  fuo  amarne  effere  fiato  da 
quei  delk  contrada  poRi  in  una  medefimo  jipoltura  con 
nerfi  1 nomi  loro,&  li  capi  fignificami.dr  ilP  et.  Et  quel 
Gughelmo,  Che  per  ramar  ha't  fior  defilai  iD  fermo. 

Guido  caualcanti  dotto  ne  gli  Rudi  di  Toefia , ma  piu  in 
tpiehi  di  Tbilafophia.  ty  Guido  Cumicelh  da  Bologna  bui 
diiàore  m rima,  dr  un  Guido  Qrlàdifiilqual  fi  legge  una 
rifpoRa  a Dame  da  Maiano.  P e t.  Ecco  i duo  Guidixhe 
gtdfur  in  pretino,  intendendo  de  gh  due  primi. 

Guitton Lat.yittomuibuono  compofitcre  in 
rmaplqual  fi  pàfaua  di  dir  meglio  di  Dame^t  di  meffer 
CinOida  quali  fu  auangato  : & però  di  luiparkndo  il  no- 
flroV  ET.  dice.  Ecco  Dame  teatri  ce, ecco  Setuaggk,  Ec 
tocinda  Tifiok;  Guitton  it  .Areg!^,  Che  di  non  effer  pri 
mo  par  cb'àa  haggfa . & altroue.  Ma  ben  ti  prego  chea 
k ten^  fpera  Gmtton  falmipneffer  Onoro-  Dante;Fraa 
cefebin  noRrox  tmta  t altra  fchtera.  D an.  0 frate  if- 
fa  uegg'hfiifi'egh  il  nodo,  Che’l  'Hstaiox  Guatane  re  me 
ràenne  Di  qua  dal  dolce  ftd  nono  cb'i  odo.  Quefio  Gua- 
tane fu  fiate. 

Giraldo  Trouematlmeme  Cerault  dtSemeil  ,fu  da  limo- 

gei 


Apollo  C I E L'  O'  Apollo  i» 

. get  u!U'do,&  tHfhor  che  fi  trona0e  iuta  in  ofcuro , molte  jKjmifeP.o'quai  (ofieU  ftafxtrii,  percioche  altri 
hnmiihiago^iiMmenOifi  perla  linàio  delle  polite  let~  iitono  Smirna, alluni  Colophone  ,ulichie,& alanà. 
treji  mafiimamlte  per  U uirtù  della  naturai  nem,  cbia  lAtbcne . Similmente  i controuerfia  tra  gli  firittori  in 
ro  dinenne , & i inalbò  ; falena  egli  per  le  corti  menare  che  tempo  nafte fie . HeroJoto  nuote  centoquaranta  anni 

feto  due  ,ihe  cantafiero  le  fnenmt  ,&  quanto  gnada-^  dopo  la  JeflrutttonediTroia.Eratofiene  cento  iThiloio- 

gnauaalthe  non c ra  poco,tutto  a poneri  /noi  parenti^  ro  cento ottanta.^poUodoro  ^theniefe  dueento  quaran 

alia  chiefa  della  patria  donaua  . P e t.  £’/  uecebio  Tier  ta . Cofiui  adunque  fu  prmctpe  delia  Greca  Eloquemia  i 

d^lnemia  co  Giraldo.  Ha  fatto  fimilmente  mejSer  Gw  onde  dice  Dan.  Quegli  i Homeio  poeta  fourano . Cofta 
uan  ballilla  Giraldi  Cintbio  cittadino  noHro  nobiliffimo  ro,&  Terfto  : & altri  afiai  Rijjiofe  il  Duca  mio(j.f'irg.) 

di  Ferrara  anojiri  tempi  afiai  chiaro  qneQo  nome  di  Siam  con  quel  Greco  ( lioìHumero)  Chele  mufe  lat- 
Giraldo,  Vero  che  egli  neli’bonorato  collegio  de  tar  pm  ch'altro  mai.zT^ft.  Se  rirgilto , & Homenr 
tAedici,&  di  Thilofophi  i flato  honorcuolmente  menu-  bauefien  uiflo  Siuel  fot . Che  d Home  ro  dtgnifiima  & 

^ IO,  dr  egli  pera,  anni  continui  ha  ietto  puh.  Tbilofophia  cfOrpheo. 

nella  fua  natia  città^gli  in  quello  fiore  della  f uà  gioueu-  Lucano  .M..Ajtneo  lucana  fnnepotedi  Seneca  Tbilofo- 
tù  fibre  le  tangpm,& fòaetli,&  nouelle  fne,  tale  fii  ho-  pbo  nato  di  ./Ittiiio  Lucano  fuo  figliuolo , fu  da  Corduba 

rafeoperto  nelle  Tragedie  da  lui  compofie,  che  già  fi  leg  cittàdi  Spagna,&diuua , à-écofìianifimiljaU'.Auo- 
gono  con  bonorato  grido,  che  forfè  non  minore  chiare^  lo,&  tanto  amatore  della  ùbertà,ibediucnti  uno  de  com 

' %a,& pudore  ha  bauulo  iuiiòla  lingua  uolgare  da  Im,  pagni  di  Tifone  contro  a 1<lnone  : onde  damato  a morte 

thè  fi  bauefien  da  gli  antichi  Tragici,&  la  Greca  jó-  la  fi  fece  tagliar  le  uene,&  mori  l’ultimo  giorno  d'aprile , 

' Latina;  Hellaqual  Latina  lingua  ù ne  uerfi,  come  ru  He  nel  uigefimofltthno  anno  della  fuauua,  a nel  terranno 

prof  e fi  italo  eletto  fuccefiore  ad  infègnarla  con  pubbeo  della  ducenti  fima  decima  Olimpiadi , & nel  fcfìagefimo 

tiipééo  a quel felicìfiimo^rto di  M.  Celio  Calcagnino,  auinioannodi  Cbnflo.ScrifieSalumalia  Syluarmn  b--  1 

a tal  confemimito  di  tutti  i dotiifihe fi  punte  ficuramite  bros  x.Mcdeam , Orpheum , & TbarfàUam  dotte  fona  le 

érefihe  ne  M.  Cebo  era  degno  di  meno  bonorato  fuccef-  gutrre  ciuib  tra  Cefarefifr  Tompeo.  Dan.  Quegli  i Ho 

fiore, ne  egb  degno  di  (uccedere  ad  huomo  dimeno  celebre,  mero  poeta  fourano  ; L’altro  è Oratio  fatiro , che  uicuc  : 

^gloriofónome.Etuott  meno  i Hata  di  ornaméto  a que  Ouidio  il  tergo, &l  ubimo  Lucano . 

fio  nome  della  medefima  patria, &cogm>me  Ubo  Grego  Orpheo,  il  Tbracio  che  amò  Eunice  .uedi  agi.  8o 

fio  Giraldo  huomo  celeberrimo,  ór  dowflimo,come  per  Ouidio  nacque  a Sulmona  nel  tergo  amto  della  centefima 
Papere  che  bacópofioi  marafeflo  al  mòdo,  uedi  a i j 1 8.  ottagefima  fefla  Obmpiadejiuomo  fi  atto  ad  ogm  genera 

^ ^8  }ioi^TO.  Utt.  Homerus  poetarumpnnceps.  figlio  i Ma  uoneiToema.&italmgegno  .che  fenonhauefiefug 

' rone,& i Omtthone  : Ubri  affermano  fihe  mtafigbuo-  gto  la  fianca  dello  eimarefi  nefiuno  era  infcriort . fn  nel 

lai  MenabpochiamataChiweidageneròHomero,ne  fiu>dirlaficino.amò&celebròCorima.Morìntb‘ifòlai 
ùpea  chi  fi  fofie  il  padre,  & partoriilo  in  Smime  appref  Toto.done  da  Ottamano  era  filato  rilegalo.  P et.  L'un  era 

Ual  fiume  Melata  ,&  per  quello  lo  chiamò  Melefogenoi  OmioJ.' altro  era  TibuUo,L’abro  Tropcrtio,  che  d'amor 

nodrito  con  fomma  pouertà.Dapoi  per  lo  fino  mirabile  in-  cantaro  Fernidamcme.  dr  D a n . Omdio  d tergo,  órl’ul 

regno  fn  adollatodanno  maefiro  é GrammalicaMfat  timo  lucano . Taccia  i Cadmo , & d',^retnjà  Outìu) . 

IO  adubo , & iuennto  dotto  ; andò  cercando  la  maggior  Beh.  Di  Lesbia  e i Corinna  tl  Snlmoneli . 

parte  delie  altd  i Grecia  : & finalménte  in  Colophone  Perfio  Toeia  Satirico  fu  y aberrano,  del  cui  ingegno  le  fue  Si 

‘ ^uenlòcieco.a' per  quello  fu  chiamato  Homero;^rcl)e  Satire,benche  poche, àmofilrano  mamfieSiofe^. onde 
i Colophon!  cbiamano  i cttihi  Uomeri . Tornò  adunque  Dan.  Tarlante  yirgilia:  Co{ioro,&Ttrfio,&io,  &. 
inSm^na,&quiniefiìercitòrarteToeticafiiellaqualefu  altri  afiai.  mori  ne  primi  anni  delia  fina  gionentn, &pur 

fi  eccellente,  che  per  anebora  nefinno  [ha  fupemlo  ; acqiailò  fama  immortale . 

d'aUunofe  rum  da  ytrgibo  i ilato  etpàpcrato.Fu  coHret  Pier  flT  Mluemiaplquale  ben  che  fofie  contadino  del  nefiioua 
^ to  da  ponertà  andar  cantando  I fuoiner fi  per  preggo,&  dodiCbiaramontefimrfiud’ingegno,órdidottriaapieno,  '•  • ^ 

ikIU  regione  dt  Tboeida  fi  pattuì  con  un  ttrto  Tefiort-  ér  bello  in  uijla,&gratiofo , & m cantare  U migbore  de  ^ 3 

de;cbc  dàndagU  d mtto , e’iueflito  gU  attribuifie , tutti*  jii  Oltramontani.  Ma  tanto piaeeua  a jeflefio;  che  diffra 

uerfitbefaceua.MadopoaUuntempoTefioridefinan  giaua  Papere  altrui  ^yi/ie  Lungo  tempo  ,&  alPcfìnvio 

dòmrifoladiChto,&quiui  tecbauainerfi  dHomera  fialtapemtengafimorì,btfctaadodijébuoiiaopimoiiem 
per  fuoi . finabneme  uolendo  andare  a Sano  in  Mtbene  terra.  V et.  e l uetebia  Tier  d'Mbirrma  con  Giraldo . '• 

gbfu  propofie  uno  enimmaadefi  nu  detto  ofcuro,  ilquabi  Flauto  Tocia  i amico,  fu  anco  dato  Marco  Mao  fu  Sym 
non  potendo  egb  rifòluere  di  dolore  fi  morì  .Lo  emmma  bna,&deUacittàdiSarfinatamopoueTO,ebeperpreg^ 
fu,cbe domandando Hanuro a eertipef<atori,Ohuomuù  gpuoìgealamacinadelpiflrtno  FuneWobmpiaJe.c.xlr. 

d[  Mrcadiababhiamonotprefii  alcuna  cofat^inffofèro,  D a m.  D!mmi,dok'iTercntionoflroainico,Cecdio,Tlau 

Quetlifbenoibabbiamoprefò,noiljfciamo;órportian-  lo,g^yarro, 

tenequeUi.cberumbabbiamoprefo.  Homerointefedepe  KaimbaSdo. DueRamibaldifinoitoideqn^luno  fn  Si-  8» 
fci,&  però  noi  feppe  rifòluere.  & loro  tntendeuano  de  pi-  gnor  i Mruegna  di  Cortefo»,  &■  d’abre  caflella  ualorofò 

doubl,c’baHeanoadofso,Ma  in  nero  non  par  quella  a eauabere,crleg^drocompofiioreamòjjielialmcntema 
tanto  hnomo  conueniente  morte  ; perche  piu  lofio  confen  donna  Maria  y erde  fogha  gentildonna  Tronenzale , CT 

to  ad  Herodoto  padre  delle  Hifiorie  greche,  ilqnal ferine  per  fama  smnamorò  della  contrfia  d'yrgUi  fighnala  dei 

lui  efierc  morto  opprefio  dalia  nbim*  uecibiegj^ . He  i marchefe  df  Bnfiar&fn  lókardajequabamdne  celebra 


Apollo 

fuUt  fiée  rime,t!r  da  loro  ne  fu  amato.  L’altro  Jtaimbatdo 
altramente  nominato  Tanops,fu  un  fumerò  caualiero.ne 
molto  faggio  da  f'actbieres  : datofi  a dire  in  rima  . uiffe 
gran  tempo  bonoratamante  prejfo  al  Principe  <l.Arue~ 
gna^i  uenuto  a Monferrato  in  corte  del  Marcheji  Boni- 
facio fine  uijfe  motti  anm,  & amò  & cantò  madonna  Bea 
trtee  forella  del  Marcbefe,^  donna  d'^rngo  del  Carret- 
to. onde  il  P ET.  dice.  Che  cantò  per  Beatrice  in  Monfer» 
rato  fbenebe  alcttm  teShbabbiano  net  numero  del  piu; 
ebe  cantar  per  Beatrice  in  Monferrato-,  licbe  non  t affer- 
ma; perche  non  fi  ià  altro  Raimbaidoeffere  mai  uenuto 
al  Marchefe  di  Monferrato.  T et.  I dico  Pun  & Paltro 
Raimbaldo;Cbe  cantò  per  Beatrice  in  Monferrato. 

Sj  . Sennuccio  del  fenno  Fiorentino,  amico  del  P s x.  fu  éci- 
tore  PI  rima  in  que  tempi  & innamorato  ; & pm  fonetti 
glifcrijfeiinojlro  P et.  quali  fono  ,ScimHccto  1'  uo  ebe 
fappiinqualmanieraTraitato  fona.  Quidouemeo^pfin 
Sennuccio  mio.  Senimccio  mio  benebe  doghofo,e  fola 
M’habbi  lafciato.  Tiecofi  belio  il  fòlgiamaiUuarf  ,& 
nel  fine.  Setmuccio'l  uidiér  nel  inonphoiiij.  et  amore  Sen- 
nucciotdr  Fraiuefcbin,cbe  fur  fi  bumani. 

Simonidc.  poeta  delt'ifola  Cca  ,fuinuentorede  luoghi,^ 
delle maginiapparttnenti  alla  memoria  artificiale . Ha- 
nea  cofiut  feruti  himu  in  bonore  di  Scopa  buomo  potentif- 
fimo,&  riccbifftmoinTbelfaglia;'ìd£  quali  baueauuer- 
pofle  molte  lode  di  ToUuce  ,&  di  Caftore  figliuob  di  Clo- 
ne chiamati  Diofeuri  ; & recitagli  in  un  conuito , atquale 
Scopa  banca  comùtati  molti;  & dopo  i uerfi  recitati  dtffe 
a SimonidejcbegU  darebbe  la  meti  del  premio  che  meri- 
taua  pe  uerfi , & Paltra  meta  doueffe  domandare  a Dri- 
feuri  ; i quali  parimente  baueua  lodato . Confeni)  Simonia 
de,  &eoco  dopo uennero  duo giouani  uifiitia  bianco  ; Et 
per  coja  dtmportanxa  fecero  chiamare  fuori  di  capi  SU 
monide,&fia>ito,cbe  fuufcùocadde  tacafa,Crigiouaià 
^arirono  ; perche  fu  giudicato,  che  quelli  fiqfine  fiati  i 
Omfeuri  per  camparlo  di  quella  rouina,  douegli  altri  peri 
rono;ma  egli  ritornato  a uedere  il  luogo  riconobbe  i mor- 
ti fbianunte  conlamemorianominaudogliper  nome , tir 
cofi  ritrouò  Parte  mediante  i luoghi  ordinati,et  di  qui  beh 
he  principio  la  memoria  locale,  morì  in  efirema  uecebie^ 
zagidprefso  a cent'anni.  Dan.  Euripide  ui  nofio  M- 
nacreonte,Simomde,  Mgalhone,a-  altri  pine  Greci,cbe 
di  lauro  ornar  la  fronte. 

Sudo  Cecilie  atedi  di fofra  a Cecilio  al  fico  luogo. 

84  Tcrentio  fu  Cartbagmefe,&  prtfo  in  guerra  diuenne 
febiauojt!!-  a Roma  jeruì  a Terentio  Lucano  Senatore,» 
per  lo  ingegno  fuo  eccellente  fu  nudrito  come  Ubero, ir 
diuenne  dotto.Scrifte  feicomedie.  fu  amico  a Scipione, 
tra  Lelio;& Damechiamaua  Terentio  amicofuo,& 
di  rirgiUo,ptrchei poeti, che  furono  dopo  Terentio  beb- 
iero  piu  famigliare  Terentio,  che  gli  altri  antichi  ;tr 
imita  Cicerone , tlquale  per  quefla  medefima  ragione 
ebiama  Terentio  fuo  famigliare,  & CeciÙo  Slatto,  on- 
de Da  n.  Dimmi  dou'è  Terentio  noflro  amico,  fn  comi- 
co Toeta  candidifi.  & come  i piu  nogUonò  mori  in  mare 
perielilato,  fn  antbo  detto  TubUo. 

Thonufo  fu  da  Mefi'ma,  & fingularìfiimo  amico  del  Te 
frana  fludià  in  Bologna , <<r  come  dùnoflra  il  Tetrarca 
nelle  fùe  Epifiole  famiglia  ri  ,fn  uinto  da  pafiion  d'amo- 
rt,(crleqnàli fumiamo fqfieftancofiraioa  fenuae  al 


CIELO  Apollo 

cuneeofette.  EtdapiugemirbuommidaMe/ìina  hoitu 
tefo , che  lafciò  fermo  in  F'erfi  heroicHatmamt  nte  mt 
gran  uolumc.  morì  a Mefìina . onde  il  noflro  P e r.  nella 
lix.  Epiflola  delle  famigUari.  Tali  Thomam  mcum,fa- 
teor  mori  uolui,  nec  potui,fi>craui,féd  etufiu  fum  .&■  ne 
fuoi  uerfi  uolgari.  Et  poi  conuien , che't  mio  dolor  difiin- 
gua;  yolfimi  a nofin,  & uidi'l  buon  Thomafio , Ch'orni 
Bologna,&horMtpina  impingua.  O fugacedolcex^, 

0 uiuer  laflo;  Chi  mi  t'ha  tolto  fi  toHo  dinanzi.  Senza  U 
qual  non  fapea  mauer  un  pafSo.  & quel  che  feguiia. 

Tibullo  Jllhio poeta  primaionelle elegie  fucaualier  Ro- 
mano, nato  m un  mtdefimo  di  con  Ouidio , ma  molto  in- 
nanzi mono,  tome  colui jche  appena  era  anchora  gioua- 
ne;  celebrò  due  fue  innamorate  T{anefia&  Tlama  ,quan 
tunque  lei  dinominafie  Delia  ,fi  cornei  finito  nelle  fùe 
elegie.  P e x.  L un  era  Ouidio d'altro  era  TibuUo,L' altro 
Tropertio,  che  d'amor  cantaro  Feruidamente.  Beu. 
yno  a cui  Tatria  fu  que  fio  paefe . 
y^o,  tome  dicono  daTennaduncafieUochumato  Mam- 
me fiat  poHonel  Genouefe  piu  nominato  per  hauere  ben 
cantato  le  Canzoni  akrm,cbeper  hauerne  compoììo  ; poi 
c'hebbe giocando  confilmato  quanto  bauea,  in  TrouenzA 
fi  n'andò  a torre  doniia,cT  a finir  la  una.  P e x.  Mmeru 
go,  Bernardo  p'goj&-  Mnfelmo. 

Virgilio  f Tubilo  yirgilio  Marone  nacque  nel  xuj.  di  d’Ot-  8 S 
tobre,neli'anno  che  Tompeo  magno,&  Marco  Craffofù- 
ron  Confiti,  negli  anni  del  mondo  cinquemila  cento  tren- 
ta uno,&  nel  fecondo  armo  della  centefima  feptuagefima 
fittóna  olimpiade, eSr  anm fiffmtaotto  auanti  la  natiuiti 
di  CbrifioiSonoadunq;  anni  M.cc.  Ixxxyi.  mquefioanno 
della  falute  M.  D.  xlim.  nacque  nei  tornado  Ji  Mantoua 
in  una  uilla  detta  MlrnU.  il  padre  fu  chiamato  Marone^U 
madre  Maia.  Sognò  la  madre  la  notte  innanzi  il  pano, 
tbepartorina  un  ramo  di  Lauro.&  ijuello  piantato  in  bre 
MT  crtfieua,  & fatto  grande Atarq  pomi,  & frutti  produ., 
tetta.  Studiò  in  Cremona, & a Melano,  prefe  la  toga  uiri- 
It quelmedefitmogiomo,tbe LucretioToeta  mori.  Stu- 
diòanchora  a 'Hgpoli,& diuenne inmedicina,/^ in  tut 
te  lemathematicbe  ecceUentifiimo  .poi  uenuto  a Roma 
diuenne  amiiiffimo  di  Mecenate, fua  imercefjiona 
uenne  neUamicitia  di  Cefare  .AuguSìo.  apprefio  il- 
quale  fu  di  tanta  autorità;  che  imparò  cM  a tutti  i 
Mantouam  fidino  rifiituitelepofiefiioni , lequab  tutte 
prima  l'imperadore  bauea  tolteé^diuifia  funi  fòldati. 
Molto  proii/lo  farebbe  riferire  leuarie  dottrinerà  la  firn 
ma  eloquhiadiquefio  Toeta.'He può  pfna  andare  pref, 
fi  al  uoiereine  lo  nchiede  il  luogo,ct  la  cofa  per  fi  ad  ogni 
detto  i maiiifefla.Ma  eÓiludo  f molte  manifehipime  ra 
gùmircbe  nò  cede  ad  Hom.  ilqualefu  il  primo  Toeta  tra 
Grecite  però  due  Dan  rnperfonadteffoyirgibo.Tiacqui 
fub  luho , anebor  ebefuffe  tardi , Et  utfii  a Roma  fatto'l 
buon  .AuguHo  Al  tempo  deliDafalfi&bugiardt;Toe 
la  fui  & cauta  é quelgtufio  figlimi  Ì Ambile  abe  Hen- 
ne da  Troia, Voi  cbc’lfuperbollion  fucombuFlotcirpiu 
oltre  rifondendo.  Dan.  Hor  fei  tu  quel  yirgiliojet^l 
la  fonte  ; Che  fpande  di  parlar  fi  largo  fiume  i Rfofi  al- 
Ihor  eoa  uergogu‘>f<tfi«>>tc  • 0 degli  aitn  l'oca  bonor  ^ 
lume  & quello ebefiguita . & uT et. Se yergilio , & 

H omero  haueflin  utflo  Qjiet  fole . A man  a man  con  lui 
caniàdogma  II  Mantouanabe  di  par  fico  gioflraJ-’irgie 

li» 


f 


IJ 


Apollo  CIELO  Apollo 

bfMidi , pirmi  intorno  hjueffe  Campigni  i 'alto  inge-  D a it.Qiiefi' ffùm fi  gorgo%Uon  ne  la  firoxx?  • 

gno,&  da  troHnllo  .cmè  mnamorati.&-  yirgiho  hanen-  Parabola.  Hai  fimilitHàne.  B oc.  Intendo  éraccon- 
do  fcntto  t pafiorali  amori  ; oue  i per  Coridone  mnamora  tare  cento  nonelUfi  fauole^  Tarabole^  hijlorie. 

toi^lejjìde,& per Titiroprefodelt amore d'.Amartllim  Fauola.  Lat. fabula.  P it.Mabenueggi’horficomralpo  gS 
daintejèrolui;'hlrperòio  faprà  affermare  qual  egba-  poltHtto  Fauola  fui  gran  tempo,  lania  Fauola  breucè 
> “He  tului  che  ferine  la  fua  ulta  [afferma . ueit  a già  compita  T ra  quejìi  Fauolofi  gr  uam  amori.Lat.iom- 

Varrone  a yjSatl luogo fuo.  mentici.  B o cSauola  Lunga  Ordinatamente  Compajia. 

t6  Soggetto  & l'ubictto.Latijnateria.  Tn.  Soggetto  .Alto.  Fanale  Belle. Marauigltofe.Fauolofe  Dimoflrationi . 

T'(j  fai  idolo  un  nome  l'ano  fenga  foggetto.  Cbe’n  un  Sog  Fauoleggutre . Lat  fabiUari.  Par.  Quél  fauoleggiar  £ a» 
gettoogni  Jlella  cofferfi.  Etcbiéuoi  ragiona  Tiendel  mor  f le  notti.  B o c.Cofieliatralefeminedimefiuoleg 
Soggetto  un  bahito  gentile.  Subietto  inme  Calliope, ó"  gtaua.La.. 

Euterpe . Frottola.  Lat.cantio.nis, cantilena,  uel  carmen,aut  thalaf 

Thema,  f'o.Lat.ualprincipiodiparlare,&pofitioneofog~  fionis.fiuefefienmniuerJiis.i.uerfidinozgeailafcim.SAS. 
gettodPn.  Maper  ni Jeguirpiu  fi  lungoTbema.B  oc.  .A  cautarurrft  fi  leggiadri  & Frottole . 

DttrouarTbemada  rannate.  LoTbema  dato  dalBjt  HiftorÌ3.Z4t.  P e x.  HilionaCraca.Lnnga.Ma pur quan 
piacque  alla  beta  brigata.!)  A s.  Ma  chi  penjaffeilpon  to[  éiifioriarrouofcntta . Et  fanno  HiHoriaqne  pochi, 

derofo  Thema . ch’a'ntefi . degna  Di  poema  ihianpimo  ,&  a Hijloria . 

Stile. Lat.  Stylui dicendi.  P e x.  Stile, & Stil .Amorof».Ul  B oc.  La Hiboria precedente.  Hiflorie  .Antiche Racion 

lo, Dolce,  Omato,Legffodro,.Antico,  Canuto,GraueAla-  tatala  Hijioria  Conparole  molte  tutta  la  Hilìoria  narrò. 

ro,Tietofo,l'ano, l'Iato  J4utato[Rimeffo,.Affro,  Doloro  Hiftorici  celebrati  da  nojiri  Vueti.Tlinio,  Salujlio,  Tito  Li 
foJ)ebiÌe,Frale,Stanto.  De  Moderni  .&[unHilcon  [al  uio,Tbutidide. 

tromiHo.LeuociinnumeropiuffeffoanStilpiurare.Che  Plinio  F'eronefefcrifie le hiflorie Romane  dal  principiodi  19 
mgegno  0 Sul  non  fia  mai  che'l  deji  rtua.Ch'aggiunger  noi  Roma  infino  a tempi  fuoi,&  de  oaturab  HiHorta;  uedi  fot 

po  Stil,ne’ilgegm  humano.  0n£  tono  col  penfier  cangian»  toM  inerua  la  fua  bifioria  4181. 

doStileàuflparlar.chenuUoStilagguaglia.CheStileol-  Tbnionepotedelfoprafcritto,fcrijSela  Hijloria  deimondo 
tra  [ingegno  non  fi  fiende.'He  col  mio  Sti[  il  Juo  bel  uifo  in  lujtno  a tempi fuoiaieàlafua  bili  uria  al fopr adetto  luogo 

camoA.elodtmainonitallra,etpropriejke,CbealeifHr,  a i8t . 

comefielle  in  cielo  ffarte  Tur  ardifeo  ombreggiar  hor  SiluRio.CrifpoSal.fuprefiante&degnocittadinoRo.huo 
unaJìoedue.B  o c.  uedi  [indiceJsuiB.DatealoStil  che  mo  dottiJ3imo,& cLariJfimo  hiJlorùo.La  cui  dottrina  ,elem 

nacque  de  miei  darmi.  gamia , ir  deftentà  del  dire  afitiibtarofi  può  uedere  per 

Materia.  Lat.  & argumentum , & ret.  P i x.  Materia  da  le  opere  fue  [critte  della  congiuratiime  & exitio  di  CatiU- 

cotburni,&  non  da  focthLFuron  Materia  a fi  puffo  difde  na,& della  guerra  di  lugurta,  come  ferme  in  fua  cornmen 

pn.  B o c.  Fiera  materia  da  ragionare. Umpia  Materia  datume  Qjiintibano  quefle parole.  .At  non  hijloria  cefie- 

accio-, che  m'è ffatopropoffo.Materia  Bella. Dogbola  lieta.  rit patti  ; necopponcrcThuadidi  Salluffiumuerear. 

Senfo . Lat.  Dan.  Qmffeparole  ditolore  ojeuro  ytiio  oltreaquejlo  per  uniuerfal  contlufione  de  gli  antichi  & 

/f  riffe  al  fommo  d'una  porta  Terch'i  ; maejìro  d Senjò  lor  moderni  fcrittori  i dato  a Saluffio  meritamente  il  primo 

m’i  dura.i.fentenga . luogo  di  tutti  queUi.c  hanno  fcritto  hilioria . Scrifie  mol- 

87  Vena,  di  dire.  Lat.ueua;modus,&ffjlus  dicendi.  Ptt.Sec  te  degne  fentemiej&  ueramentefugran  lumeRofferha- 

' Cai  la  yena  de  [ufato  ingegno.  Lalungauita,&lafua,  nere  fcntto  tutta  la  bifloriaRo.  Computando  Cicerone 

Larga  yena  D’ingegno  pofein  accordar  la  parti . Et  hor  ilprimoj'arone  il  fetondo.Salufho  il  tergp.T  e x.  Crijpo 

nouellamentein  ogni  yena  Intrò  di  lei.&  per  la  uena  del  Saluffio  ; & (èco  a mano  a mano  y no, che  gli  hebbe  inui- 

fangueuediaigxcc.&perquelladlacquaa  io«i.  dta,  &uiJe’l  torto:  Cioè  il  granTitoLiuioTadoano. 

Canzone.  Lat.cantit,&cantileta.PsT.  Canzontuue-  TitoLiuio  Tadouano  fu  chiamato  aureo  pelago  £ctoquen  po 
drà  Italia . Cangpnei’t'ammoHÌfco.  Chi ffiajle  Cannone.  tia.Scrffle libri cxLdiffintt in  xiiii.  Jeihe delle  hiHorieRo 

Opouerellamia  tome  fei  Roga. Ti^ta  di  notte.  Tfl^taiH  mane.incommciandodalprinapiodiBpjnffnoaltempodi 
fue^o  i bofebi  uederai  un  caualier . B o c.  Canzoni  ya-  Cefare  .Augujlo, onero  di  Ouaxiwo,  & l'ultima  guerra, 

ghe , Liete , Disbonefìe.  Canzonette  belle.  Leggiadre.  La  cheferiueè  quella  à Drufi  cantra  Germani  fempre  emu- 
CanzondiJanlo .AleJìio.Ciancione inuece  di  Cangonijie  landò  Saluffio, perciochc da  inuictia  mojlo  fi  diede£Jcn 

di4 1 J95  BtriB.CangpnqiàuedounTempio.  uere  le  hijlorie  Ro.  onde  Seneca,  làuiustam  intquuiSa- 

Cantilcna.  Lat.  Cantio,canlus.  D a u.Rifpofe  aladiuiiut  luHiofuit.nthancipfamfcntentiam&tanquamiraniU 
Cantilena.  T.  Ma  cauti  fi  una  dolce  Cantilena  In  laude  de  tam,&  corruptam  dum  transfertur  obijcen  t Salluffio  ; 

la  ulta  paliorale  . necbocamore7hutididisfecu,utillumpraferatjaudat. 

& Farfetta.  Lat..Acromata  ; èfeliiuarecitatione.  Mori  Tito  LimoaTadoatliiif.anno  éTiberh  Cefare  di 
dr  narramne  giocofa  A r i . Con  tomiamenti,Terfonag  età  d'anni  circa  Ix.xxJLa  cuifipoltura  al  di  d" hoggi  i ma- 

jri,e  Farfe.  nifeHa  m TadouaArperò  dice  il  nollroPtr.Crifpo  Sala 

Ballata.  Lat.  caniilena,cantio.è  certa  cannone, che  fi  cama  ffioj&feco  a mano  amano  yno,  che  gli  hebbe  inuidia,tà‘ 

a balli.  B o c.  Ballata  mia  1 alcuno  non  tappata  , io  non  uide’l  torto,C  ioè  il  pan  Tito  Liuh  Tadouano . 

mi  curo.  .A  fare  delle  Canxonij&  delle  Badiate.  Etmu  ThuódidecittadinoMtbemtfepielfuBffitetraGreciotten 
Ballatettafi  due  furono  cantate.  «■  H P'iuio  luop . S crifleegti  la  guerra  Tcloponnrfiaca. 

naaodipecqmLat.iembymnutiuaUcnmo,&lttude  chebberogbMbtmfi  coni  Lacedemoni, & con  quelli 


Apollo  C 1 E L ' O Apollo 

di  Velopomrfa  coiKmcunlo  di  i tempi  di  "Pericle  quando  turft.  Che  comprender  noi  po  Trofi,ne  uerfo.  Bb  c.  U~ 

ThueiMie  ijiejjo  fu iiicftlt»  ,n:llaquaie  hiSìoria  egUben  qHaltmmeUeinFiorenlinuolgaTe,&  inTrojaijirUteper , 
dishngue  dijhntamenie  le  opere  leggiadre, &i  fatti  glo-  mefano.  Bem.  leprofe. 

. ■riojìdiciafiunutinqHaltempOi&inqualluogofurono,  yerCo.Lit.carmcn,&nietrum.eTuirfaorjtio,Crcarmi- 
cr  di  chefanguediquetU,&di  quejiapartequalcampo  nalis.  F'crfi  ^Arguto, mfonjiite,Terfo,Or>uu, Uggii- 
s’ingrajia  ,& certo  i greci  non  bimio piu  uero  Hiflorico  di  dro.  Corrente^ ottinte,Ttcno,3afio,  Touem  Faljò.  Vhe- 

hà.ondc  Cicerone , Tbuiididi  imuarc  oplime  fi  bifioriam  monoe  figbuoli  di  "Pbebo  fu  la  primi,che  riirouó  il  uer- 

fcrtbere  : non  fi  caufis  dicere  cogitas.Thucidides  cnim  re-  fo  beroico.  P E T.  quanti  l'or  fi  Ho  gii  fparti  al  mio  tem- 

rmn  gejlarum  pronunciator  ffiicerus  dr  grandi!  f Hit.  & po;e’n  quòte  note  Ho  rìprouato  buimbar  quell'alma.  Lt- 

QjimtiUatto.Thucididei  dulcn,iir  candidus.^  altri  auto»  grimandouà'  cantando  i nodiri  f'erfi.  Tiu  uolte  incomui- 

rijCri/noBroP  E r.Thucidideuid'io ,chebendijlmgue  cui  a fcriuer  f'eifi;Malipenna,&la  mano,tà-l'intel~. 

1 tempu  i luoghi,  & loro  opre  leggiadre.  Et  di  qual  fan-  letto  Rimajir  uinti  nel  primier  ajfalto.So  ben,cbe  a uoler 

gue  qual  campo  s'impingue . chiuder  in  Ferfi  Sue  laudi  fora  fianco  Chi  pm  degna  la 

ìioui:\\ì.Lat.fabulaiialfauolaJ>ifioria,parLire,o  nuntio.  manoaferiuerporfe.  E iftauifo^ir,e'ldokefiile,Cb'i 
P E T . "Houetla  ^lla.Fre fiche  nouelle.  che  h'abntio  Si  fiac  folea  rifinir  in  l'or  fi  e’n  rime.  Et  quel  cantato  m F"erfi 

eia  lieto  udendo  la  noueUa . il' agghiaccio  dentro  in  gmfa  -Achille.  Bo  c.lnunimedefiima  fepoltnrafurpofli;c}~ 

d'huom,ch'aficolea'hloueUa,cheéfiubito  l'accora.  Io  pur  fopraefia  fcritnyerfi  lignificanti.  Senga, chele  donne 
af colto,  & non  odo  "fiouella  De  la  dolce  & amata  mia  ne  mi  furono  cagione  ad  aiutar  m i a camp  nere  nulle  yer  2 

tnica.yago  dt udir  Tipuelle  olirà  mi  mifi.  B o c.  "Upuella  fi.  Fu  oltre  ad  ogni  altro graniijjimo  y erfificatore. 

BeUa,Tiaceuole,Trecedente,ContataMaccontata,1<lar-  yerfiificare  i proprio  far  uerfi;mai  da  notare,cbeyerlificA 
rata, Lunga ^n  troppo  Lunga. Cento  'F{puelle,Trime^u  tori  no  è uocabolo  Ciceroniano,  ne  y erjifiiatori  fi  chiama 

ture,Lietet&  -Attrattine  a concupificcnga.  & per  lo  nun  no  poeti  ; perche  yerfiificatori  quafi  a piu  miti  di  nome  fi 

tio.Latamntium,"Hpuelle  Lietediuone,'Huoue,  Care,T ri  tolgono  dalla  fichiera  poetica;&  fino  quetlinhe  Crea  chi*  •. 

fle,RÌe.  Dan.  "Perche nofira  "hlquella  fi  riflette . mano  tji» rmeiodefl epopeiàdefifiut  ita  dtcam)HCijifica» 

'ìfoHeUare  per  dir  nouelle  s.  -A  Dioneo  refiaua  danouella-  tores.  Bo  c.  Et  qui  fiudiandoioperaiido  uerfificando- 

■ re.iqpueltando,quefia  calda  parte  del  giorno  trapaffare-  effercuare  lo  ingegno.  L n. 

nto.Cbe  tutti  baucano  nouellato . Citme. Lat.carmen,&'metrum.'P%  t.  Ennio  di  quel  can 

tioti.Lat.uerbuin,Signum,Scriptura.meloi,cantusJ]armo  tò ruuido carme.  Aei.  Scriue neluerde  ceppombreue, 
ma,& lignifica  accento, parotaja  noce,  perche  fa  noto  co  Carme. 

lui  che  parla.  P e T.  Tiote  amorofie,Soaui,"Pietofc,  Qjtie  Metro.  Lat.  & Gre.  & Snota  uerfo  tir  mifiura.  Boc.Lefue 
te,Scorte,CofirutteKAlpefiri,Siuante,Qjielle,Mie,Sue,  beilct^e Sgne  d'tgnicanto  "Hpnpoftonrfier  louhecol  t 
Lor.Con  tante  Tlgte  fiptetofie  & forte.  B o c.  Sonando  mio  Metro.  A m.  Dan.  Et  uede , che  s’accorda  Con 

aggiunga  belle  parole  con  gratiofi  uerfo  alla  fuaTqpta.  efio, come  nota  confuo  Metro,  Giaera  (^conpaurail 
-A  u.Conpiaceuolejqpta,etlbaue  cantando  commnòque-  metto  in  Metro.  ) Tatti  era  ini  lo'ncendio  finga  Metro.!, 

fìi  uerfii.  .A  u.Cli  uccelli  dolci  (Jr  naoue  "Fiate  aggiungem  fienga  mifiia-a.  Ari.  Sol  la  Citala  confuodoUe  Metro*.  » 
do.D  f.  K.qualiSonlrnue'tloteate,chettonl'iateiuli.  cantOjOgiido. 

Et  ueìe  che  t' accorda  Conefo , come  "Hqtacon  fitornem  ’Rjan.lat.rythmus.i  la  definetttia,& fine  del  uerfo, che 
tro.&'HotaperlopeccatOMediajpp.  coitunallra  l'accordas  detta*  rimando  per  la  ddigruga^ 

Chiofe.glofla.Lat.glofiamenta.ualinterpretatiom.DuK.  ^eonfidcratione  delle  rime  concorS,  (mero  da^^yof^ 
"Poi  giunfe  ; figlio  quefte  fon  le  Cbiofe  Di  quel  cheti  fu  che  ual  numero,cioi  confinanga.onde  numerofi  pout,c  he 

detto . firuano  nel  parlare  i fuoi  numeri  con  acconcio,&  teggia- 

Chiofar.La.imerpretari*:xponere,explicare,expUmcre,glo  drofuanodlqualnumcroèiltcmpo,theaUefiUabeli  dafi 

fare.D  A ti.  Serbato  a cbiopir  con  altro  teflo.  lungo, obreiie,peroperadellelrttere,cbefannolefiJlabe,  j 

Pocma.iat.P  e t.  bendegneS  Toema  tbiarifiimoAÌreChi  ^ per  gli  atcentiiaie  fi  danno  alle  parole non  filamca 

floria.  Dan.  Semai  continga  cbe’l  Toema  fiacro  Mlqual  tefonodettiipoeunumerofi;  ma  i profatori,piomeap-, 

hopoflomanoA^cielo,eirierra,&Terficoretunadelle  frefloiLatim  fiSct*imnerofaoratio.OndcilT b x.S- 

mufefi  pritga  neiVoemi.  ce.  Che  non  curò  giamai  Rimeneuerfi,perlerime  uiiole 

Vroemto AlpirSo.  uedi a i6op.  huendereuerfiuolgari,^ per  uerfii  Latini; perciò, che, 

Pnniicgto.Lat.&diplonuAìt.P  ET.  Chequefìoèprimle-  noi  Sciamo  i uerfi  uotgari  rime  Aome  ti  mede  fimo  Pet. 

già  de  gli  amanti.  B oc.  Spetial  priuilegio.  ITriuilegt  yoÌAh'aficoitateTnRiinefparfe'dfuimo.Ettutliuoi,cb’a  j 
SI  Torcetlani. Et  gabbando  il  Smandò  ,fe  [ ImperaSre  mor  laudate  in  Rima.  "Hg’n  penfier  cape , nonché  n uerfi 

gli  hauea  qucfto  TriuUegiopin  che  a tutti  gli  alari  huomi  o’n  Rima.  Tiaiigan  le  Rimeaiuhdrpiangan  i uerfi.  Hor 

meoneeduto.SaluofempreilTriuUegioSDioneo.  Kr  i.  time,bor uerfijMrcolgoherbette,& fiori.DoldJLtggia-  j 

Tlpn  firmo  <f efli  hamrpiu  prmilegio . Se,DolorofieJ^eruiS,.\IuteJ{ime  -A^re , & Fioche  far 

Triuilegianr.  Lat.  infignire , primlegio  ornare.  Pn."ìl£  SoauÌAlr  Chiare.  ScarfiJ>efuiateAloche,Bafiefagrimo 
poeta  ne  tolga  mai  ; ne  Cioue  lapnuilegl:  elralfot  uenga  f,-AugofciofJDolenl!,T'ietofe,Difufaie,  "Hpuc , y olle  in 

M ira.  piamo,  yolte  w doglia.  Ignude  S Sleegga.  Boc.  Egf 

Tcfto.ZJf.  textus.'D  Aie.  Et  come'ltempoin  cotalteflo.  . hauer,dolemRimamtfierifponSua,SroIli!UÌ,egliétar- 
Profk.  lat.  &proftoraiio.  Pet.  Come  fi  legge  inTrofa  do,  lògliarS,  bugiardo.  MinuccioaJiS  buono  Scitorei» 
^nytrfi,cbeut’nmiaToriajtte'nprofiafsaiornarAie'H.  .SimainqiieteinpL  . 

Terifpre 


•4 


Apollo  CIELO  Apollo 

’fem^nuslnmc/tcimoriiiUie.lM.Soitiu,tm^inM^  gli  aUri,ueiiltfiu  fiorie  che  jcgmano. 

mfidoUi^mfiliuiàTemprellijiiurJep^  MuGci  celebraù di oofirt Toeii. ^/npbione Orione, Chiro 
pigli  amorofigmi.  &per  le  tiumere  nedi  a i;  < 8.  He,Marfu  Siterò, Orpbeo^ocnte. 

pillola.  & EptiUU.  Lit.  & CoMciUks.  D in.Tit  mi  flil-  Amphione  Mafico . Jlmiope  coacepe  à Gioite  tre  figlinoli  P7 
lifli  conio fii'lir fino  ’hfe  U VtfioUpoi.  jecondo  Homero.^mphione,Zrtojn  Cilii„Ampbiune  ii 

Egloga  lit. mi  R’ffmemo^Uttionc^ulti,  J a nJt/uto»  fm  dolce  muftci  ttnita  itile  pietre  ,&■  quelle  jeie  inj'orm 


tire  le  ro^  Egloghe  di  miurd  ueiu  ufitte. 

Tragedie  Lai.Thc^ts  nimphi,et  Memlippetum  delle  mn 
(e  ne  furono  mueturia.  Ari  qml  tndtmento  rio  ynqui 
i udì  per  T ngiche  querele . 

Epitaphio.  lit.  S A s.  Et  letto  nelli  Bella  fipoUura  il  de- 
gno  Epitaphio . 

9i  Mnfc.  Ut.  Mufa,rim.  Mnemofynes,  Cjmamt.Thtfiiiides, 
dumHelicomde!,Tarnipdes,Ubetbridei,Timpleidet,Ci 
ftilidei,Tegifides,Hippocraiidei,Vieridet^omdesdum 
\lifiidei,Ilefiiidei,Corjcidei,Tateidet,Olympiides,jirdt 
lidetMjomdei^MyomceJjgice.HiamueSorora 
Sono  le  Mufe,cioi  Clio,£ueerpe,Thibi,Melpome)ie,To~ 
linmi,Erjto,Terficon^nma,Calliope.Clio  fignifia  fa- 


ma iccoj^rft  ; che  fecero  le  mura  di  Tbebe  ; tube  altra 
ttoafignijiiijfe  non  ihe  tgh  con  la  fm  pr-deiiza,  & joa, 
HiJJima  eloquenza  puotei  òduuregli  buon, mi  é quella  re 
gione , che  habitauano  ffarfi  pe  campi  ,eirperle  Jelue  ad 
habitare  cimlmite  m una  medefima  ttiu,fi  tome  Orpheo 
cantando  mafie  i]àfji,&  le  felue  afegutr  bn,  cioè  col  dtr 
leggiadro , & bello . onde  éccil  Pii.  "Perche  d orpheo 
teggeudo,&  d odmphione  Se  non  il  marauigU,&  il  hoc. 
nella  fm  mfion  amoroia-AiUpbion  li  con  lauou  conjolata 
Conobbi  al  juon  del  fua  dolce  Lutto  Tbebe  fu  pria  di  muri 
circondata,  dr  U a k.  Ma  quelle  donne  aiutino  il  mio  uer 
fo,  Ch'aiutar  Mmpbun  a c hutder  Tbebe  Siche  dalfauo  d 
dtrnonfiadiurrfó. 


ma,&  cogmthne  aWimparare  ; tJr  s'muoca  nelle  Satire . Arione  perftttijJimoMufico  fu  di  Methunna  città  in  Letbor 


Euterpe  dinota  ddeuione,  & tremò  le  Tibie . TaUa  fiorire, 
dr  capacità,  & tinuoca  nelle  Comedie . Melpomene  can- 
to,&  mcditationee&  tremò  le  Tragedie.Vobnnia  memo- 
ria , & l’inuoca  nel  cantare  i gefii  dell' armi , & trono  la 
Rhetorica . Erato  amore,  inucnlione,tìr  trouò  la  Geai- 
metria,&  s’inuoca  nelle  Elegie.  Terfitore  Letitia,  drdt- 
letteuole  di  fimi  urne,  dr  fi  prega  nel  poema . Calliope  buon 
canto,  & l'inuoca  neU'beroico  fhle  di  qmlunque  degna  hi 
Bona,&  trouò  le  lettere.Sono  piu  fonti  fatri  ad  eflc  Mu» 
fi„4on  nella  regione  di  .^onia  cj*  perciòfoilo  dette  .Anni 
ie.Egeria  nei  bofeo  -driciuo.Libeibro  fante  di  Magnrfia, 
per  cui  fono  dette  Libethride,TegalioJ^amppe,Tirenq, 
et  Hippocrene  fonti  del  monte  Tarn  ijó /aerati  alle  Mufi. 
Ofireo  fonte  di  Mili.i  eprefìo  ilqmlefono  uenerate  le  M ti- 
fi Cafialio  monte  in  Ddpho  ad  effe  Mnfefacro,(!r  Tordo 
monte  in  Tbejfaglia.  Par.  Ma  mmphe , & Mufè  a quel 
tenor  cantando  che  rimeffe  Hauea  le  Mulifil  S amen  in 
porto , & quell’ardente  feecchio,  a cui  fur  le  Mufe  tanto 
amiche.  Calliope, fjr  Clio  cont altre  fette,  hoc.  Le 

Mufe  fino  donne . Che  io  farei  piu  fauiamente  a fiarment 
con  le  mufe  in  Tarmfo.  Dan.  Mtnerm  fj>ira,efi-  condum 
temi  Mpollo  ; Et  none  Mufe  mi  dimofiran  forfè, 

u y s i c ji. 

Moetio  nelproemio  della  fua  Mufica  dice,  che  quella  ad  ogni 
età  diletta,^-  tanto  i potenie,ehe  ogni  buomo  muta. Em- 
pedocle con  la  fua  Mufica  mitigò,&jpenfe  t ira  d’uà  gio- 
nanejlqmle  uoleua  uccidere  faccufatore  del  padre.Mrim 
fintele  ne  problemati  dice;  che  chi  è dolente, tir  chi  è alle- 
gro u fa  la  mufica,  f uno  per  diminuire  il  dolore,t altro  per 
accrefeere  t allegrezja..Anafiafio  Tapa  uietò,che  in  chie 
finonfi ufajfe Umufica.AC>nbrofio comandò;chelafi  u- 
faffe  per  eccitar  la  mente  no fira  alla  religione.  Mgofti- 
no  d^utapro  & cantra . 

96  ÌAti(ici.Camo,Gamto,Suono;rintinnofiianmnia,Melo- 


& per  fua  artefumoltoacc.ttoaTeriandroRedi  Comi 
tho  : Ma  cupido  di  uedere , & dmulgare  la  fama  fui  non 
feltra  utilità  ; nauigò  in  Sicilia,  tfi- <f  mdi  in  Italia  doue  col 
fuo  artificio  ac  cumulò  gran  pecunia.Ma  dopo  alcun  tem- 
po difiderojò  di  torture  a Tehandro  montò  m nane  di  ter» 
ti  Corinthq,  Cofioro  mojji  d auantia,  CT  altem  eC ogni  hu- 
mamtà  l'ac  cordarono  gittare  in  mare  Mnone , & largii 
la  fua  pecunia  ; Ilche  intendendo  il  Mufico  prona  fi  u5fi 
a preghi,^  tentò  con  loro  ricomperar  la  una;  Uopo  ue- 
dendo  che  indarno  pregaua,  chiefi  fiatu  prona  che  lo  git 
tafiero,  di  potere  cantare  con  la  fua  Cubare  ue fitto  & or 
natodellepiupretiofe  uefte,et  gioie,eheegl'baMefSe.Fuglò 
coHceflo;&  egli  fu  la  prua  cantò , & dopo  il  canto  figittò 
in  mare. Et  di  fubito  rieeuuto  da  uno  Delphino  a Jaluarnim 
to  fu  portato  nella  ifila  di  Tenaro , Et  oidi  andò  a Corm- 
tbo,&  da  Teriandrofe  mare  quelli,  che  l'haueano  uolum 
to  affogare  in  mareà  quali  fiupefaiti  per  la  non  ajpettata 
pre/ènza  d" M rione  non fippono  negare.  Et  afferma  Mero 
dMo j( beinT maro  doue  il  Delphino  t apportò,  eralafta- 
tuafiuadi  brÓzo  pofta  in  fui  Delphinoatella  natura  del  Del 
plìtno  diremo  al  luogo  fuo.  B o c.  nella  fua  uifione  amoro 
fa  dicefiJiofcoride  ancboru'era^t  ambe  Orphco,&  l'har 
monico-dnone. 

Chironc  cemauro,  nonfigbuolo  iPlxione , & della  nuuola, 
come  gU  altri  Centauri;ma  di  Satumo,tlquale  innamora- 
to d una  niinpha  chiamata  Tbiltrefi  congiunfi  con  quel- 
la ; ma  foprauenendo  la  mogbe  per  non  eJSer giunto  in  ma 
mfeflo  funo , fi  conuertl  in  cauallo , il  perche  Thilare  di 
tal  congiumione  partorì  Cbironemezp  buomo  ,^mezo 
cauallo.Cofiuifu  dotto  in  Mufica  ; onde  in  quella  era  mae 
firocfMcbille.  CoRui  tnfegnò  Carte  della  chirurgia  ad 
Efculapio  Fu  detto  mezp  huomo,&  niezp  cauallojpcrcbe 
fu  huomo  beUicofi , pero  cbe’l  cauallo  i animale  atto  a 
guerra  , però  -de bilie  i detto  huomo  bcOieofifuo  difcipo  - 
lo.ondedice  Dan. Et  aueldi  me:(p,th’ al  petto  fi  mira. 


It  ilgranCbironeàlqualnodriUcInlle. 
dia,Simpbonia.Concento,BordonJiominzi,cantare/ona  Mirfti Satiro,mufico uedi ad Mpollo la hiRoriaa  146. 
re,gamrejjnofniauentore  deSa  Mufica-ApoUo,Catbo,  Orpheo-Arifleo  amando  ardentemente  Euridice  fi  mife  un 
pe,-dlphee,&  Orpheo  tutti  Mufiei  di  Cuhara.  Afrrcurt*  giorno  a feguirla,et  ella  fuggendo  efiendo  punta  neltalion 
^tfillola,tfi‘SiarfiadiiÌHioJiAinpbme.UTÌ»ne^  de  damipicàoloangue,&ditalpiorjòfienta.  Orpbeo,cblt 


V 


Apollo 

tnche  egli  feruti  ammtc  tamau» , per  rihauerla  fufi  al~ 
^inferno  ; & cantando  con  la  fica  Lira , e Cithara  la  rac- 
qutSiò  con  pano  che  nel  ritorno  non  fi  uotgefie  indietro } 
Ma  uinto  dal  troppo  difio  é uedere  snella  ilfeguiua,  non  ri 
(oriandofi  delle  leggi  dategli  dalli  Dei  infernali , un' Ina 
noie  a la  perdi  fen^a  jperanza  di  poterla  piu  nhauere , il 
che  uedendo , deliberò  di  non  amare  altra  donna  per  amor 
di  lei, onde  per  quello  fu  dalle  femine  di  T hracia,cbe  fi  uea 
deano  effereda  Im  fregiate  fler  faenficiéBaetho  occifo, 
tìr  lacerato  a parte  a parte,& per  li  campi  jparto,&git~ 
tato  il  filo  capo  nel  fiume  Hebro,come  dtceW  ix  atei  quar 
to  della  Georgica,  il  qual  hall  nofiro  Tenarci  qui  imita- 
to : Eurydicen  uax  tpjà , & fritida  Lingua  Jih  miferam 
Eurydicen  anima  fugiente  uocabat  ; Eurydicen  loto  refe» 
rebatfiummeripit.  fuOrpheo  come  tutti  affermano,fi- 
gliodi  Calliope;  ma  del  padre  non  Raccordano; perche 
Apollonio , chefcrifletargonautica , & Diodoro  dicono 
itEagro  ; Tindaro  ; ,Afclepiade,  Cheride,  Ammonio,  & 
Ouidio  anebora  tC apollo . Fu  quefto  OrpbeoTbracio,& 
tome  ferine  Snida  ,yndici  età  innam^ìaguerraTroia- 
naiEt  quanto  fi  dice  bauer  ferino  tutto  fi  £t  altrui  ; per- 
che Dumifio,  & ,/driflotele  con  pochi  argumenti fiftudia 
> no  dimoSirare,Orpheo  poeta  non  efiere  Italo  giamaiS u- 

rono  altri  del  medefimo  nome  : onde  Orpbeo  Camarineo  fi 
dice  bauere  ferino  l’andare  aWinfemo,& Orpbeo  da  Cor 
tona  t Argonautica,  lequalt  opere  s’attribuijiiMO  alThra 
ciò , ilquale  non  è certo , che  come  è la  comune  opinione 
andafie  in  CoUbo  in  compagnia  di  lafone: perche  Herodo 
to  nomando  duo  Orpbei,C altro  ferine  efiere  andato  in  quel 
la  ifpeditione  ; altra  che  Therecide  non  Orpbeo  dica,  ma 
Tbilemone.Tfr  tacerò  quello, che  mi  rimembra  bauer  let 
to  negli  Epigrammati  Greci  ; Orpbeo  non  dal  furoredel 
le  donne , ma  dalle  folgori  di  Ghue  efiere  flato  uccifo  ; & 
perciò  dice  il  nofiro  Pet.  yié  colui;che  fòla  Euridice  a- 
ma.  Elei fegueat  inferno,  et  p lei  morto  Co  la  lingua  già 
fredda  la  chiama.  Che  Lauramiapotefie  torre  a morte, 
Com' Euridice  Orpbeo  fuo  fen^a  rime . Terche  iT Orpbeo 
leggendo,&  i ,Anmbione . Che  £ ilomero  dignijiima,&- 
d'Orpheo;Odelpaflor , cb'anchor Màtouahonora,Ch'an 
dafier  fempre  lei  fola  cantando . Opra  non  mia,mad‘Ho- 
mero,&£Orpbeo. 

Socrate  l'uno  de  piu  ari  amici  del  noflro  Tetrarca  Fudi 
natùrne  oltramontano;  ma  necoflutm  di  qua  da  monti;& 
.fe  crediamo  a Beuuenuta;  che  mterpretòla  Bucobcadel 
T.Mufita,&  amico  delle  fue  mufepiu  erudito,&pcrquà 
to  fi  fltma  per  quello,che  ne  appare  nella  mta  del  Tetrarm 
ca,fu  anche  egli  innamorato.  Tur.  Qjtando  Socrate,  &■ 
Lelio  nidi  inp  rima  Con  lor  piu  lunga  uia  conuien,  ch'io  ua 
da.  0 qual  coppia  d'amici;  & quel,  che  figue . uedi  a Letto 
a 711 . 

(•O  Ctnto.Lat.&  Sympboma.^  minurritiojomi  ilcantodegb 
HcceUi  & Thrygiut  cantus  ; il  canto  jòaue,&  doUe.Vir, 
B o c.  .Angelico  .Amorofo  Dolce . Canto pien  d'angelico 
dilelto..Acciò,chedi  Canto  non  fefiero  da gUuccelltauan 
xati.  CantffnettediCamomaeflreuoii.  ’hlgnt'aporeflar 
oue  fia  rifi)/)  Canto.Canti pieni  di  melodia.Lat.  Tbrygins 
cantui. 

Cantare. lat. V sr.&Bo  c.  Celefie.  Tiouo.Tamo Soa- 
ue.Cmuerfoinmanto.  IlCantar,cbenefanimafifente. 
Cantatore  fimfiMO.Camte  C*K(pni  .Cantami  y cetili. 


CIELO  Apollo 

^ quel  Cantato  In  uerfi  .Achille.  ì 

Cantare  per  cantare,&per  celebrare.  Ttr.&'Boc.  Can 
tare  dolcemente . yidi  cantar  per  l una  ^ l'altra  rtua . 

Mai  non  nò  piu  cantar  com' io  foiea.  Dolce  cantar  honefle  ■ 
donne  ^ belle.CantandoU  duol fi  cUfacerba.  Che  cantafie 
a fuo  nome.  Cbeif  amor  càtaro.  Cantai  bvr  piango.Eagton  ■ 
ì ben  eh' alcuna  uoltai  canti.  Cantò  la  fuaBeltade.  Hor 
pungo  bor  canto.Qjuflo  cantò  gU  errori  jet  le  fatiche  Del 
figbnol  di  Latrtejet  delia  diua.  S'odono  gli  uccelli  cantar, 
a ridere,^  a cantar  meco,  y enti  mamere  di  canti  £ ucu  l 
li  quafi  a prona  fun  deU altro  cantare . Cantando  amaro  ■ 
famente.Gli  uccelli  tutti  lieti  cantauano.  Si  canti  una  can 
Zpne.  Dan.  Toetafm  ; eìr  cantai  di  quel  giufio  Figtiuol 
d'.Ancbife.  BEUu.Etper  Delia  & per  'Hemefi  Tibullo 
cantar. 

Garrire. Lat. &uernareèpropriocantar  £uccrìli.&pcr  lot 
meta,  per  gridare,  riprendere,  contraftare.  P t t.  Etgar 
rir  Trogne,tà' pianger  Thilomena.  Con  amor  con  madon- 
na; CP  meco  gorra.  Bo  c.  La  donna  hauendo garrito  al- 
lagattajn  camera fenc tornò.  Tareviole hautre udito 
il  manto  garrire,  uedi  Cinéce.  Dan.  Tur  che  mia  i on- 
feienza non  migarra , idefl  contrafli,&fia  contraria. 

Suono  Jiarmonia,Mclodu,Simpboma,Stampita, Concento, 
Trintmno,  BordonAomanzi.  Sonare,  rijonare , bucinare, 
barmonizare . 

Suoao,«j7'  SonoJM.fonus.Titagora  ne  fu  inuemore.  P e t. 

&B  oc,  Dolce,yfato,Bafio,  Crande,Terribile,Sparfo, 
Triflo  di  doUe^.  Di  Sirene. D' un  Cigno.  D'amorofe  no- 
te. De  calli  detti.  Delle  parole.  De  primi  accenti.  De  miei 
fifiiri.  Del  ragionar  Latino . Del  tuo  firmane.  Dijpr^- 
ta  nebbu.Dell'acque.  Delle  purpuree  pemie.Sonanteuen 
to . Mare,  Scogb,  Selua,  yoce flòra,  ycrfò,  .Ami,  Suoni 
t>iuerfi. 

Sonare,  V et.  Etmm  finì  poi  Squilla . L'aere , thè  fi  dolce 
fuona . DoueCaere  freddo  fuona.Lepareleanchormifo- 
nannelamcnte.  Boc.  Igiouanifapatano  tutti  fonare. 
Cominciò  dolcemente  fonando  a cantare . Le  trombe  fonte- 
tono . Sonata  nona.  Sonato  il  maturino.  Con  la  fua  muoia 
finn  una  flampita. 

Bffinare.  lat.  refonare.  Vet.T^  mai  in  fi  dalà^  in  fi  fot» 
ui  tempre  Bifinar  fippigli  amorofiguat.  Che folca  rijonar 
inuerfie'nnm. 

Bucinare  per  mormorare , & meta,  per  dare  .parlare . uedi 
aiypy. 

Sufolarefi  fibilare  con  la  bocca airdi a lyqy. 

Armonia!  & Harmonia . Lat.D  k n.  Si  dolce  Harmenia  Wi 
dorgano  non  menea  fimi  fece  attefo  Con  l'Hamionu, 
che  tempi  ri,&  ifiemu  T.  Bocca  purna  £ odore, ^ £Har- 
tnonia.Arifioxeno  tnofSo,  che  gU  ammi  nuflri  ef tendo  per 
fettameme  creati  non  pofiono  efiere  fenxa  fommapropur 
tione,diflejrbel’amma  noflra  era  Harmonia . 
Harmonizare.D  a n.  La  doueharmonixando  il  del  t’ adom- 
bra. A L.L'arcadn  Tan  con  la fqidllaate fìflota  Harmo- 
nizandoapiédun'altanmcre  Compofiin  carmi  quefia 
dolce  Epiiiola . 

S\taphoiùa.Lat.Sympboidaà.confonanrza.T>  K vfladol- 
ce  Simpbonia  del  paradtfit , 

Melodia,^  AfeMe.  Lat.Melos  indeclinabile  ualdoUe  can 
n>.  D A N.  S'accegUena  per  la  crou  una  melode , 
CviWC)lM,udimnuMu,&fiMta  corno  Ari.  Trai 

fuon 


Apollo  C t B'  I»  O ApoUo 

(hMÌ argute  tronAe^éCdmre.  Ganniraella.  Lat.àtfij  tsnnajn  pmlugbifiiiee  Cura-  •' 

Stampita  i cerio  fuono  da  baUare,&Jaeautare,‘coine  una  nuLa.  Dan.  r{egù  lOii  fi  dwerla  CamumUa  Caualicr 

pifferata.  Lai.  vmcemus  ubtarum.  B oc.  Co»  una  umo-  uùii  mouer  ne  ptdom. 

tadoUementelonàakkaastamprta^tcamòapprelìòal-  Cxthaa.Cuhara.Cetbera.o  Cetra.  Lat.  &Cithara,et 
lune  cannoni.  Voi  che  alcuna  Stampila , & una  ballatct-  Lyra.  Apollo  greto  fu  d primo  che  la  fouafie.  B o c 

tafidue  furono  cantate.  Saura  Xanto  jiucggonoaniborale  Jjiarfe reliquie  della 

Concento,  tt».  & occentui.Sjmphoma,àuerfarumuo-  terra, che  per  adutro  da  'ìigttuno  lonìlrum  al  fuono 

tum  modulatto.  P e T.  Facean  pungendo  un  fi  dolce  Co-  della  (ethera  i .Apollo, fud’altiffime  mura  muraia.Vhe 

cerno  D'ogn'altro,cheael  mondo  udir  fi  foglia.  ho  accordatore  delU  Cithare  di  Tanujò.  F i.  4e  doUi  uo 

Tintinno  Ut.tinmtus&foausexiguus.Boc.  Qjiaado  cidelia  Cubarad’Orpheo ,etdi  qualur.que  altro  Cuba-  . 
una  fogUa  con  Valtra^  Ulte  dolci  Tintinno  rendono.  Pa-  rdìa.  P h.  ir  Ceibere  de  Sagginali.  Ptr.Ela  Ctlhcra 

1 Tintinnanti  bacili.  A m.  D a n.  £ towe  Giga  jet  Har-  rma  riuolta  in  punto.  D a n.  £(  come  a buon  cantor  buS 

pa  m tépra  tefa  Di  molte  corde  fan  dolce  Tiiittuno.  Ari.  Ciibarifta.  San.  One  come  che  ntolliuifuffeao,etiii  Ce 
faccndoiniornol'ana  tintinnire D'anuomadoLe.  tberejctmSampogneeffeniffimu  A r i.  »w  quella  Cer 

Bordon  figmfica  tenore  nel  canto.  Lat.  tenor.  Dnn.cU  tra  Con  che  tu  dopo  i Gigante!  furori  Bcndefli  gratu  al 

augeliclttCantaudorueuemoinjralefoglieCheicneuan  reguatordeCEtra.  r-j 

Bordon  alefuenme.ibecofai  Bordonaiedi  <«  778.  Cembalo,  0 Ctembalo.  Lat.  tympanum.  B oc.  Et  meglio 

Romanzi,  oiloiNinizoton.  Lat.  rhyihmi/trctaloges,  CT  dr  fàpeua  fonare  il  Cicmbaloche  alcun  altra  Gli  fece  tnear 

culalores.  fono  quelli,  che  cantano  fu  banchi  per  Upirgr  CiembalOyetapMcargltunfonaglikViy.  Madon- 

Xe.V &e.SogmimfcrmiafoUdtRoma»7p.Ouìi.L'erm  tUiUibaiuJJiCicmbaloaodirti.  ; 

JicCantor,eprvfediKomangiSouercbiòtutii.Boc.  Chi  Cornamul'a.  LatMcntriculut.batdlut.icoraiolumj.Boc. 
alcggcreL^mangi,(!rcbigiuocareafcacihi  alcumdtco  Fare.carcAarcglthuommfengaluonod.  Cornamufa.M 
no, che  in  lingua  gallica  figmficano  gli  annali  ,&brtui  fùonodella  CoriumujàdiTtndaro  S a u.  .Amphi.ne  col 

memorie  fatte  deUe  cofe  occorrentL  fuono  delU  joaue  Comamufa  edificò  le  eterne  mura  del- 

Li  diurn  i Cittade. 

ST R.OU E'HT I Alesici.  Corno.lM.comuaquocormcines,quellicbefufano.BQC.  '• 

, Le  tronée  fonarono  ,&  Corni,  & altri  firomcnu  molti.  ' 
^rpicordo,Uuena,Baeiiti,BaldofajBiumbi,  Buccina.Caca  Hgint  fonanti  tamburi,  & rauchi  ComLSAti.  .Andò. 
penfiero,Campana,Canna.Can>umeltajCetbara,  Cura-  col  rauco  Como  tutta  la  brigata  deflando. 
melLt,CienAaU,Chuóira,Cho>a,CUmicerdo,Clauuttm.  Cwna.  Lat.  fiftula.  Boc.  Etlamcerata  Canna  coni*  > 
balo,Colonna, Comamufa, ComoAioltemelloA^ifibio,  FU  gonfiata  gola , &lumurofe  gote  largo  fijtodanda.  A m. 

ftola.FLmoAlgajHarpaJjuiOtLegfioJjra,  Mameordo,  neéatljnéce.$Au.  Canto  conia  mu  Cannaòtr  uerfi,.  > 

'ìqacchere,Organo,Ortcaica,Viffero,Viua,Vlntro,Vfal  borrirne.  &perarundo.  Lat.nediactp  }.  &per  le 

terio,lluagliaruolo,Blbcc.t,Sambuca,Sampogna,Ìtbmo-  fauci  della  gola  a •417. 

lo^ifiro,So»agli,Sqiolla,Stif<llojrabdliyambim  ,Ti-  TciùìùoUat.  fibdumdeUo  dalla  noce  ifief!a,cbe  fi  facon  U. 
bi^Telracordojrimpano,Trombajrrombetta,Tuba,yU  boicafibilando.  D AH.Tuitifipofanoalfanard'u»  fi~ 

uola^ioleitaùlufati.  febio.Eifihiare,uedta  II  ft. 

• 04  Snomenzi,o  Strumenti  Mufici.  Latino  h^nrmentamn-  Giga.  Dan.  Et  eoa  Giga.  & con  Harpa  in  tempra  teft 
fica.  Boc.  Comandò  la  Beuta,  che  gkStromenti  ue-  DimoltecorJe  fan  dolce  tinttmio. 

mffero.  SìumiT tombe fonaranojó'Comt,& altri  Stro-  Hupi,Lat.tylbara,fidei.  D an.  uedidilòpra a Giga 
mentimoitl.  a tot.  Aki.  .A  queiiamenfaCubare.Arpe^lJre,£ 

Aucna,  Lat.  T.  La  mia  è letitia  a fiat  ne  le  mie  torme  ,Cbe  diuerfi  altri  dilelteuolfuom, 

fe  m'odon  fonar  la  iolee  .Auena.  Qjulmibela  a Coree-  ìàxu.,Lat.lyra.Lira.Anama,Orpbica,Sonante,CauaJ)ol-  yeti  • 
tbie.Hr  qual  fi  dorme.  S a n.  a fuon  i(.Auena.  (e.  V et.  £'  cofà  da  fiancar  -itheiie,.Arpiao,&CuHa,ct 

Baldofa  è certo  firomentomupco.  Lat.  barbttoi,  noce  non  (aitraUra.  Dan.  Silemio  pofeala  fiiadoieeLira,  E 

uolgare.  fece  quietar  le  fante  corde.  Mercurio  ne  fu  inuentore. 

Tlituo.  Lai.  aulos,&monau!os  ,iflromento  come  la  eia-  Liuto,  lat.  tefiud».  Boc.  Dtoneoprefo  u»  Lutto  tC  La, 
ramclla  detto  uedgarmente  Flauto.  fuanmftta  uua  V moia  ; gf- nelLi  jba  mfionf  amorofa^ 

Ciaramella.  Lai.  monauloneSitéiafimplex  Alar.  Sepe  Mmphumlicanlabbia  cvnfolata  Conobbialfnon  del  fuo 
duaipauter,pipemonaklimbabet,HancMercuriui  or*  dolce  lauto  Tbebe  fu  pria  di  muncircoudaca. 

uemfie  fcnbitibn.  Lcpioo,  Lat  inStruinentummu/ìcum.  Boc.  La  cercata, 

Bacino. Lat.truiLa,&peluim,aquimnarium.iuafodaLt-  Euridue a condaume  EdalfuonuintodeCargutoLegnot 
uarlemam.  Boc.  Cìuiui  fònantiTamburiArrauibi  Etdalanotadelafuacamonc.Kìi.&neliauifioneamo 
Corni,  ftiTiniuinantiBacinL  Eli  Bacini,  gù  orcioli,  fia-  rofà.  Ver  la  doliez^  del  canato  Legno  ( parlando  pnrJ^  ■ 

fchijle  coppe.  Due  gran  Bacini  (t argenta  ptemé  Dobre.  Orpheo)  San.  Hot  petibe  lofio  alluondelcuruu  Le-r 

t07  Campane,  Lat- nuoua  il  medcfimo  che  Squille.  Boc.Le  . gnoTcutprar  nonliceamc  fimifienote. 

Camp.viedelLimaggiorcbieJadiTrÌMÌgu»minciarono  4 Nacchere.  Boc.  L firatt  mmon  a fuon  di  Tiae^hcre  li 
fonare,  te  campane  del  tempio  di  Salomone.  Qjiaud»  ui-  rindon  tributo . San.  Mi  fuono  della  Sampoffui  gfi  di 

iero-fònartk  Campane.  Squilla  per  la  campana  uiò  al  f{actbcri,tantauadiftimameiitrletodi.StluaggioaMJar 
PiT.uediatot.  perlaSempogna,ei'Hìccari, 


• Apollo  C I E I,  O Apollo 

Organo.  LaÌ.&hydraittosaGréio.t>  AS.Talmugin  a T uhi.  Lai. T>  ah.  OuejhttuUTomfxaiuTKba. 

fuau  mi  rettdea  Cu^h'l'  udii, qual  prrder  fi  [noie  ^an  Viuola.  lai.  pania  fyra.  B o c.  ì)imkp  preji  un  Uiit» , ^ 
do  a cantar  con  T Orbano  fi  fiea,C'hor  fi  hor  ni  l'intcndon  Fiammetta  una  yumla  cominciarvno  a cantare  . Con  la 

le  parole.  Come  men  a F orecchia  dolce  Hamtoma  da  Or-  Fhiola  fimi  ma  Stampiiajiedi Cindice.  Bau  perch'tL 

^ano,miHÌene.  San.  Che  filpenfando  udir  ijnelfno  dal  laprefiaunafnaFmola.K  s. 


ce  Organo 

Oricalco  m nece  della  tromba^  fimile  flromento  A tu.  do 
ne  dice,  E fa  gridando  al  /non  degli  OricaUhi  nimitor  del 
lagiojira.  iu.ti  ■ i}^. 

Plettro. A'o.Crj.^  Lai.  ’PleSriem,&  TleSen  i Parchetto 
della  Mimla, a della  lira,  & quella  penna  contaqualfi 
fiioHa la cithara,o filmile Stromento.  A R i.Doue cbumò 
con  lagrimofo  “Plettro  Phebo  il  figlmol  ; c'hanea  mal  ret 
to  il  lume.  Fermar  al  finon  de  lor  Soani  Plettri  il  fiume, o- 
ttefndargU  antiqui  elettri , 

■0  8 Ribeca  & Ribeba  i la  uioletta  o fmùle  flromento.Lat.  che- 
iys,  R oc.  Se  tu  CI  rechi  la  Ribeca  tua,(ir  canti  un  poco 
con  efia  di  quelle  lue  cangpm  innamorateXu  mi  bai  grò» 
tigliafoil  cuore  con  la  tua  Ribeca . 


Zufoli . Lat.fijlnia  .Ari.  Tanto  cb’ndi  fonar  Zufoli, e 
Canne. 

t 

Z 0 l 0. 

V 

Olo  Dio  de  Fenti , ^ della  tempefia  figlio 
di  Gioue,d-  di  Segejia,  li  nomi  de  t uenti  fi- 
no Sirocco..AquiU»ie,Tramoniana,.Aujiro, 
Borea,OBro,'ìqgto, Garbino, Maiflro,Can- 
ro,coro,Euro,  zepbiro,.Aura,Ora,Bufe-  . 
ra,  Bufi^, Turbo,  Rouaio,  Tronj-jfSoffianti, 
f>ffiare,finrare,regurare,gonfiare,turgnreSluattropinoi 
unti pnnctpalijcioi  Orintale,Ouidentalejouero  léuan-  '. 


te,Pontnte,OFìro,(^Tramomana. 

Sampogna  jlromento  con  fette  forami  fu  prima  tronata  in  EoloXat-^rolujXUppoudeui.Fentipetem.  P ir.  Eolo  < • ' O 


.ArcaMa  paefe  nella  Morea.  Lat.fiflnlaauena,calamut. 
B o c.  £r  Stringa  Sampogna  celebrata  da  Theocrilo. 
San.  Sonando  a uicenda  la  fua  Sampogna.  Che  ben  s'ag 
guagba  a la  Sampogna  mia.  RufUca  ^ bofcarecda  Sam 
pugna. 

Caoibuca.  Fo.  Gra.&  Lat.  è StromentoTaflorale.  Ani. 


7letiuno,e<ra  Giunon  turbalo  Fa  fintir,  ep-ana  tome  fi 
pane  II  bel  nifi  dagli  angeli  affienato  .Hoc.  Ztphim 
ancbora  non  era  flato  da  Eolo  rtnchiujò  nella  canata  pte- 
tr a ,anvf> filando  correa  fopra  le  falate  onde  con  le  pie for 
T>  H.  D A N.  Qjtando  DoloSrrocco  fuor  difdoglie.  T. 
Eoloi  uenti  ficai  tutti  dfifierga.  Ahi.  FeutiEoli. 


Ode  la  fiera  il  Suon  della  Sambuca  Con  che  inuaa  lafciar  Vento.  Lai.  uentus  & flamina,um,flabra,orum,mn:but.et 


l'bunùde  herbette,  E ritornar  le  pecore  a [albergo  II  fier 
Pj!ior,che  br  uema  da  tergo . 

$iRro.lat.fltrumento,cbe  uf^nogli  Egitti  ne  facrificij  di 
l fide  loro  Rf  ina , 

Sonagli.  Lai.  tintinnahula.  B o c.  Circondati  lutti  di  So- 
aagltfòpra correnti canalligioflrauano. Fi.  L'aererijò- 
nauatt infiniti  Sonagli  per  molti  armeggiatori.P  H.llpre 
le  gli  fece  incartare  il  Ciembalo,&  appiccargli  unSona- 
tlmXfp. 

Squilla  l la  cameana.  V n.  Et  non  fimi  poi  Squilla . “ile 
finza  squille  t incomincia  afialto.Jd nona,a  urffiro  a [al 
ba,  lira  le  Squille.  Dan.  Cbe‘1  nono  peregrin  d'amore 
Punge, fe  ode  Squilla  di  lomano.  A ni.  Et  piu  [ficJio,cbe 
i altro M (non  à Squille . Ad  un  botto  di  Squilla,  ad  una 
voce,  uedi  a Campana  a loq. 

Tamburi.  Lat.  rympana.  B o c.  Quiui  fonanti  Tamburi, 
c!riramhicorni,&itintinna7mBacini.A  m.D  a k.Cou 
Tamburi^  con  Cenni  di  caflella.  Ani  J>i  trombe  di  tam 
burdifuondecomi. 

'•  yiinpini.Lat.tymfana.è  come  il  tamburo.  Ari.  Suetlia 
noi  font  a Timpani  ,eTaballi.  Di  Timpani,  e de  barbari 
flrumenti,Cerni  Bufom,Ttmpani  morcjcbi . 

Taballi.  i flromento  carne  iTimpamupuida  mori/ir i no- 
te morefea,  ^ ^gnuola,  uedi  difiipraa  Thnpam  [auto- 
rità , 

Tibia.  Lat.  Sannazaro  ; che  alla  finora  Tibia  di  Patade. 


altro  non  è che  aere  compofio.  Frmo  Occidentale. Borra-  - 
le ,Meridionale, Orientale. V e t.  ^ B o c.prvp.&  mera. 

F eniiProJfierì.Soaui,Amorofi,AmettiJtlanii,  numidi, 
Gelali,FreddiXieri, Sonanti  ,Farif,Diuerfi, Mormoranti, 
Sofiiami, Turbati, Contrari,  DifcordenobX»lminanti,F» 
ri^i,lmpetuofìj)olorofiXternid(abbiofiAngofciofi.Tie 
ni  dt  doUe-exa . Furor  de  F enti . Diedero  te  neleaFemi, 
Ajfiettando  miglior  Fmto . Mutofi'd  Fmto.Fenne  fug- 
gendo la  temprai  e’t  Fento.  7te  moflr’l  Fento  mai  fi  uer 
di  fiondi. Tanta  dolcetta  hauea  pien  tarla  e‘t  Fmto.  Sol- 
co C onde,e‘n  arena  fondo, dr  fermo  in  Fmto.  Ma'l  Fento 
ne  ponana  le  parole.  Spargi  con  le  tue  man  Ir  dnomeal 
Fmto.  le  chiome  ffiarfe  al  Fmto.  Che  come  nebbia  ai 
F ente  fi  dilegua.  Amor  m'ha  pofto  come  nebbia  al  Fm- 
to Ma  non  f uggia  namai  nebbia  per  Fmti.Come  pianta,  ■ 
cdte  ferro, 0 Fmto  flerpe.Piu  leggiera  che  Fmto.  Qjian- 
tefperanzefe  ne  porta’ l Fmto.Ch’i  Fmto, ex  ombra, & 
ha  nome  bebade.One  non fpira  fulgore /te  indegno  Fento. 
PrtHo  di  nauicar  a ciaf  un  Fmlo.pima  la  urla  Di  Fm- 
to,che  mi^mft  a anelli  fogli.  O di  ueloei  pin  che  Fmto, 

0 Arali . Ma  piu  che  neue  bianca,  che  fenxa  Fmto  in  un 
bel  coUe  fiocchi  AptandcmalFento.ilciewc&Ponde.Co 
me  afitrtt?  FentiSlanco  nocchirr  di  notte  alga  la  te, 
fla.  Et  acquetar  i Fmti,  & le  tempeftt  .Et  lei  piu  prefla 
afiai  che  fiamma  ouenio.D  A N.  La  terra  lagrimofa  die-  ^ 
de  Fento. 


Tromba.Ì4/.  tuba.P  sr.O  fortunalo,ihe  fi  chiara  Tram  Ventofo  ual pim  di  umto.  Lat.  & nmbofiu.  B o c.  Fento 
ha  Tronafli  tdfebidi  te  fialto  fcrifle  ,meta.  Eliaco-  foMare.V  it.Fmtofapioggta . 

M'hnom,cbe  teme  Futuro  mal  & trema  anzi  laTromba,  Femare.ualftruenta.Lat.flare.D  a n.  5r  iwi»  ch'ai  tifò 
D A tc.ES  cgbbauea  coiculfattoTrombetta.LajlaffcS.  di  fittomi  umia.ijtiimmuento. 

B o c.  it  Trombe  fonarono  ; prefero  f armi . Parti  ch’io  Tramontana,  lat.  boreasrt,  apogmsei,  aquila.  B o c. 

fappia  f ar carolare gUbmmtm  fenxafitondiT romba ,0  Percio,cb’efiendoeUajacinaaSiciliaSilmi  unaTramS 

ihCtmatimfti  taBapericolqfi.Tercioccb'tficndoilnmiochelrahcuapet 

Tramontana 


Apollo  C I 

Tratnontautjìaijiuiu.  Et  mito  a Tramontana  conia 
imagittcinmano,QjKUc  Uqnaiil  carro  di  Tramontana 
guardaua. 

Carro  dt  T ramontana.  Lat.  cnrrns  borcaUs  bootet  cSr  ardo 
fhylax,cts.  P s t.  Inghilterra ^onCifòU.che  bagna  VO- 
ceanointra'l  Carro  & le  colonne.  Ahi.  Etudcpoidi 
uerfo  il  freddo  Tlanilro  Entrar  nel  campoj.dalia  parte 
diTramontaaa  doue èl’orfa ,cbequièmicfo  perlocar- 
ro. 

Borea . Lat.  Boreas  diciiur  a Boatn  lat.  .Aqnilo  flatus  efl 
utolemi,&  fimori,nubes  difiuttt/irfcremim  redditaeri, 
V ode  & SnJificusab  Homerq^t^bijuusa  Cobtmella 
kocarur,atq;  a diuo  Hier.  Scoflas  uiarmn,  Seu  floparium 
quid  lUfflanJoperpHrgat  quicquii  in  uia  obiacet.  Stat^  a 
iinislra  Septentrioms,cuiHs  dexteramhabet  Tbrafias,Si 
ne  Cracias.  Bo  c.  Dal  jreddifiimo  Borea  canuto.Borea  ne 
mfòyijr  frigido  in  affetto  s l.  P e t.  Et  quella  doue  l'ae- 
re fredda  litonaTqebrem  giorni  quando  Borea  fede . Dal 
Borea  a Cauflrofi  dal  mar  indo  al  mauro.  Dan.  Sìuan- 
do  foffia  Borea  da  quella  guancia , ond'i  più  lem . uedi  ad 
Euroa  ut. 

Scirocco.Lat.notiu^euroiiotus.  B o c.  Leuandafllafira 
un  Sciroccoólqualemnfolamenleera  contrario , ma  an- 
chorafaceua  grandifiimoilmare.D  a s.Qjiattdo Eolo 
Scirocco  fuor  difciogUe . 

'■  Olirò,  lat.  ^ufler.  Ari.  Come  fifliinto  fuol  da  Borea,  o 
d'Oftro  V enir  lungo  Tfauilio  a pigliar  porto . 

Aulirò.  Lat.auflermerubonalis;gre.  mios  nominatiir  quo 
mam  efl  nebuiojusatque  humedus  notis  enimgrajiumor 
nommatur  babcns  addextra  Euro  notuma  SouSiraliba 
uotum.  Dan.  Che  non  fin  ficuri  <f  .Aqmlone , & d'.AUf 
flro.  B oc.  Et  quali  alberi  io  douefit  da  Euro, (ir  quali  da 
Borea, oda  ./iudro  guardare  .nella  yifione  amorofa . 
Ku.i.Qj4aluenirfolnelfalfltluoVondaMofia  dalT.Au 
ftro,fb'a  prinàpiofcberga . 

ìioto.lM.'Uptus.uideittdidione .Aufler.B o c.  Leboc- 
cbe  di  Zepbtro  cbiufe,  erafi  effo  'Ugto  con  focofifiimo  flf- 
jiamentoda  Etbiopia  leuato . Da  caldi  flati  del  turbato 
T^to  Dafoicge  pioue,enuuob  premuto, D'ogni  letitia  ne 
l affetto  noto.  Aia.  A ui.Tercbe  leuofii  unfuriofo  HotOi 
Cbe  d'ombra  il  cielo, e'I  pelago  toperjéssa  lui  fuggir  uelo 
cepiucbe'ì^o. 

Euro.  Latxurus.  Orientalis,fiue  uultiimus,  qui  fiat  a ftm- 
flra  jlpeliotitj.fubpilani , tenens  a dextra  Circium  fiue 
Corum.  B o c.  Et  quali  alberi  io  douefìe  da  Euro,^  qua 
li  da  Borea,  o d .Au flro  guardare , & quali  dal  jiaue  Ze» 
pbirofeiuii  alcun' oflacolo  concedere.Et  empiute  le  noflre 
uele  da  Euro  cominciamo  ad  abandouare  i bti  Tirrheni  nel 
la  f'ifloneamorojà.  Bt».  Fedeli  miei  che  fitto  [Euro  ha 
ueteR  I. 

Garbino  .Lat.  .Aphricus,  aut  Caciai,  Siue  Carha.  Ari. 
Quando' l furor  di  Borea,  o di  Garbino  Snelle  da  i monti 
il  f raffino,  et  abete. 

Aquilone.  Lat.aquUo.  ueà  Borea,  hoc.  Et  lo  ghuane  Op 
pio  non  piu  rcftameaueloci  .Aquiloni.  V i.  D a n.  0«e 
tra  noi,&  .Aqudone  entrano.  Cbe  fin  ficuri  d.Aquilone, 
<>rd.AuRro. 

Macllro,«o»o  Lat.  Comsdapys  dii,  Circius  ij.  A ni.  Sal- 
tauuMae{lro,cb’atrauerfomena , E crefee adbora ad 
bora^foprabenuk,  .Al  uemo  di  la  nane,  Le 


E Lt  O Apollo 

uele  a Torza,&  aUargoffi  m alto . 

Coro.  Lat.  CorusMedi  in  Euro.  D a n.  JTl  carro  tutto  fo- 
ura'l  Corogiace.  A r i.percbetorga  Lenuil  nouhicr, 
thè  crefcerfente'l  foro . 

Zephiro.iUr.  eJ-  fauomcusocdJuus  cui  iungitur  a dc'Xtris  1 1 J 
tipisfme .Afiicus  acquea  fimfira  Japix.PtT.Zephtro 
tama/l  bel  tempo  rrmena.  Et  i fiori, & (birba  firn  dolce 
famiglia;  Et  garrir  Trogne , & pianger  Tbilomina  ; Et 
fnmaucra  candida  dr  uerniiglia:  RiJom  i praiiat  del  fi 
rafierena.  B o c . Zepbtro  era  leuato  per  io  fide, eh' al  Tom 
nenie  s'auidnaua.  Il  fiorifero  Zepbiro  fopraucnuio  col  Juo 
lem,  & pacifico  fiffiamento,  haueua  le  impnuofc guerre 
di  Borea  pofie  in  pace.  P z.  Come  quando  Zephirofòucme 
Jf)ira,fi  fogliano  le  tenere  fommtà  de  gli  arbori  mouere 
pe  campi  ,l  una  fronda  nell’altra  fermio  AS"  di  liiltcdol- 
ce  tintinno  rendendo.  T h . ueé  ad  Eolo  a no.c-ad  Eu- 
roa 111 . 

Aura.  Lat.  i unto  foauc.'P  s t.  .Aura  Dolce,  Celcfie,  Efli- 
ua,  Gentile,  Sacra,Soaue .l^'tile, .Amica, .Amuroja  .Di 
fofjiiri.  L'.4ura,cbe'l  uerJe  Lauro AT  (aureo  crine.  Era- 
mi  capei  d'oro  a (.Aura  jpai  fi.  Le  chiome  sparfè  a i',Au 
ra.  In  rete  accolgo  l'.Aura..Aure  Sottili, Sofliand.B  o c. 

1 capclUdatiaU’.Aufe  ucnsiland.Lcuclc  date  a (.Aure 
ueniilanti . ynuelo  fotubfstmo  fiflemSeueniilato  dalie 
fittili  .Aure  con  piaceuole  moto.  .Aure  foffianu  .\  i. 

D A n.ycH,  cbe  correte  fu  pert.Aura  fofea.  Etqual'an- 
mnciatrtce  de  gh  .Al^n  L',Aura  di  maggio  mouerfi, 
y ri  Aura  dolce  forza  mutamemo  Hauer  la  fe  mi  feria 
per  la  fronte , Tdon  di  pm  colpo , che  fòaue  sunto  .Ella 
percoffà  pianta  tanto  puote  ,Cbedelafua  utrtuu  (Aura 
impregna . 

Ora  ni  «ere  di  Aura . P s t.  Ora  Dolce . L'Ora  parla  ia-  114 
mor  , Ou'i  l’ombra  gentil  Ai  nife  humano  ; Ch'Ora^et  ri- 
pofoi  aua  a l'alma  fianca . Tarmi  d' udirla  udendo  i rami, 

^ (Ore.  Ma  pur  che  (Ora  un  poco . 

B ulFera  i una  certa  uarietd  é ucnti,  thè  nelle  momagne  ag 
gtra.&rauolgelaneueton  ruinaquando  cade;tl  Boio- 
gfuji  due  Bifera  .D  a u.  La  Bufferà  infernafithe  mai  no 
refla.  Menagli  fpirti  con  la  fua  rapata , ideìì  il  uemo  in- 
fernale , che  aggira  (anime,  come  i aggirata  la  neue . 

Buffa,  buffare,  buffare,  uedi  41594. 

T urbo . Lat.turbo,nisAir.  Et  terrai  turbine  uerfitt . i uen 
tograndedlquateleuandolapotucre,o  la  rena  da  terra 
(aggira, (ir  rauotge in  circolo  nell'aere.  B o c.  Tcnio 
ch'io  mn  uoglio,che  di  me  altro  pofia  auemre  ,cbe  que  Ho, 
che  della  minuta  peduere  auieiu  ; Laquale  Spirante  Tur- 
ho,o  egb  da  terra  rumlamouefi  fe  la  moueja  porla  in  al- 
ta. La  miapuciola  nauicrlla  hauea  la  fuapioda  dinega- 
ta per  peruemre  a faluteucde  porto AC  per  muoTurbojpa 
rito,  7 H.  D A N.  Eaceuan  un  tumulto , ilqual  s’aggira 
Sempre  in  quell’aria  fenga  tempo  lima;  Come  (arena 
quando  Turbo  fp&a . 

Rouaio . Lat.  Boreas , i uemo  à Tramontana.  B o c.  i tre 
mafnadicri  il  di  figueme  andarono  a dare  de  calci  a Ro- 
itaio,idefi  dudero  de  calciai  uemo,prribefurom  appicca 
ti  per  la  gola.  B i h.  che  quelloRouaio  cbe  tutta  mattina 
hafùffiato.T  R . 

Sofflinti.Lat.Spiramesflamcs.B  oc  Da  cefi  filli  Sofjtan 
ti  uenii firn  fvjfinio.  & Soffiami  aure . Parane  un  Soffio^ 
ne  aUa  luafcrnenleAotquale  ella  accenda  il  fuoco . .1, . 


Bacco 


C I E 


So^tre.Lat.  afJì-tre.B  o c.Caknir'maltTOchefoffiarenon 
faceiut . Diiuto  le  JjiiUe a ijuetìo  Mento,  & Ujiiandol 
loffiire. 

Spirationc,  Ltl.injpiratio.  B o c.'t{onpoco  mirauiglutn 
dofi , qiuìe  Spiratone  potejie  cfiere  fùtJ  ; che  Currado 
hauejie  a tanta  bemgmtà  reeato.Laquale  rijpofe,che  Spi- 
rata  da  Iddio  andana  cercando  defiere  al  pio  fimigio. 

Spirare,  Lat.  & infpirare,  nal  fujpare,  & per  infondere  , dr 
alcuna  uolta  per  aggirare.  P e t.  Onde  net  fato  al  nouo 
Carlo  jpiraLauendelta.  Toi  quel  dolce,  eh  amor  mi  jpi- 
ra  Menami  a morte,  Oue  non  jfira  folgore , ne  indegno 
Vento.  Ter  far  dolce  fercnounaqiiejfira.  L'aura  cele- 
flejthe  dal  uiuo  lauro  Spira.  Et  la  fua  fama,che ffira  In 
molte  parti  perla  tua  Imgua.  L'aura  mia  facra  al  mio  Uà 
to  ripojb  Spira  fi ^efio.  L'altro  è d'un  marmo, che  fi  mo- 
na, e jpirt.  B o c. SpiranteTurboj.aggirante.  Dan. 
Come  l’arena  quando  turbo  fpiraj.gira. 

Rtjfirare,  Lat.  Cr^irare.  Pe  T.  £ rejptrar  no’l  laffa],Si 
che'l  cor laffo  altroue  non  rejpira.  Et  in quefio  penfier 
talmarejjiira.  Ter  uoi  conuien  ch'iardae’nuoi  ridire. 
Sotto' l cui  giogo  giamat  non  rrfpiro. 

Conpare,  Lat.tumere,Crinfiare.  P e t.  Gonfiata ucla.  En- 


L O Bacco 

nino.  Et  ne  fàcrifieij  erano  le  donne  piene  é furia, 


mento  correuano  con  faccelUne  acce  fi  con  hajte  riuom 

iute  con  pampini  congrandiffimeMoiitnuocando  i nomi  di 
Bacchopquali  erano  molti , onde  Bacchate  fi  ducuano  le 
ficerdotejfe  di  Baccho.  & B oc.  nello  olmeto  parlando 
di  Baccho  dtce.Et  cofi  recate  di  Cerere  le  non  Japuleabou 
dange , fi  toifiuia  l'ufo  delle  non  Lbidinof  e utuande.  Età 
cofiet  fopraucrme  Baccho  nato  della  confumata  Snnrlei 
Jddiomolloriueritoda  Thebam , ilquale  ne  ptoi  giouaut 
anni  fattofi  per  molti  paefit  conofcere,ricmpie  de  lem  doni 
'Halfo,&  Chio,&  nifi,  & Heilta,&d  monte  falerno, 
Cr  Vefcuo,  & altri  luoghi  afidi , er  uifino  vi  India  i /noi 
ufi  >C andarono.  Baccho  a tutto  il  mondo  tiotifiimo  con  le 
riceuute  uh  torte  in  India  mi  fu  padre.  Cr  nella  jua  amo- 
rofa  V ifioue  dice , Oue  to  nidi  mordine  dipinto  Si  come. 
Baccho  per  forga  d'amore  Informad’Vuaablandir  fu- 
fpinto  Ijt  figlia  di  lagurgo , il  cut  ardore  Ter  timpcrare 
mie  file  manienea  Trefa  dafuadolccgga  ,e  bel  colore. 
Con  tlqiial  pofeia giunta  mi  parta  Elia  , luiritomandiu 
d’Vua  \ddio,E  l‘uno,e  taltropoi  fodiifaceaiucdiaCauo, 
baitj  1.  Da  gli  antichi  gb  fu  furato  il  Becco  animale, 
fiati  con  hoc.  Il  mar  grofiisfimo,&  Gonfiato.  Il  corpo  jjaccho,  Lat.  Bacchus  fihus  louis  & Semclu,&  ut  fabula» 


dtTafqmnogiaceua  Gonfiato.  Currado  a cm  non  era  per 
lo  dormire  [tra  cefiatajutto  anebor  Gonfiata  fi  leuò/defi 
pieno  d ira.  Le  carni  uiue  gonfia.  L a.  "Hon  altrimenti 
uote,àr  uigge,  che  fita  una  uefiica  Sgonfiata,  L a. 

Tro  nfo,  Lat.  lumidus,  inflatus, turgidui,  ual  gonfiato  nella 
gola, come  U colombo,quando  feguita  la  colomba, o ìlg.iUo 
ìagallma.  B o c.  Et  non  come  colombi , ma  comegalli 


T ronfi  con  la  crefta  rileuata. 

Turgere,  Lat.  per  gonfiar  & enfiare.  Duv.Chebendijpo- 
flofpirto d'amar turge.  OndeTurgide  fjiigbe  fidicepdeft 
golpate. 

B ,4  C C II  0. 


tur poeU,Bisgemtusc& Bimatcr.  Diciiurqi  Libcr,L'~ 
nxus,Lyeusfiromius,  T hyrfiger,  Semclius,éuan,  Ofyris, 
Dieuyfius,DatorUtitu, 'Poter genialil.  Indctiinfui,  Eie, 
leus,éuhyius,Bryfeus,Hnmitus,BrotinusJ'hyoncus , £af- 
fitreus,lgnigenadIyfeiudIySetiui,Dithyrambns.etqiia» 
doque  Triapus,  Dio  del  Vino.  EeSiufi),ioilaxgpjo,  Molle, 
f^GeneroJo.  P et.  l2j{alBacco„Aliide, Epamincnda a. 


Tjtebc.'flgn<iioue,&Tallainia  Venere, C £j«o.Dan.. 
lì  fi  cantò  natuBuebopum  Teana,  ma  tre  perfone  m dmi. 

Ita  natura.  Qjial  Ifmeneogia  uide, &^jopo  Lungo  dife, 
di  uoncfuria,e  calca  TurcheTheban  di  Baccho  kaueficr 
buopo.  £ ueitae  lèriia  la  citt,i  di  Baccho/ioè  Thebc.Boc. 

Età  Baccho ponderofijiini.  Et  Baccho  a lui  fi  come  Dio  , 
fof petto;  Et  aachor  Cerere  prender  con  mi  fura. 

uno  di  .4pbrica  figliuolo  di  .Aminone  ,&  ^icchmi  furiofaàìr  flotta  detta  da  Baccbopiedi  itS 
.Amalthca:  L'altro  d'Egitto  figliuolo  dì  difopra.Bo  f..1ÌgBaccbatati  fcguo,conquello furore, 
lo,&di  Gioue  ; Il  ler^  Thebam  figliuo-  che  la  mifeta  .yigauecon  le  (ue  jorelle  fcguitarono , fi- 
lo di  Gioue , & di  Semele  figba  é Cadmo  gjunfeno  Tentbeo.  A n.  t{pn  conofundugh  empiti  miei, 
RediTbebe,Etciafcunofidicehaurrecontoeffercitogi-  come  Eacchatamtgiitaiinterra.f- 1. 
rato  il  mondo  Ltfeiato  per  ogni  parte  Statue,&  Tnom  Icaro  viibcwfji  figlilo  di  Oebalo  RedeLaconi,  padre  é 


\ccho  ,&  Bacco.  Tre  furono  i Bacchi, 


phi.in  lefiimonio  delle  loro  imprefe.  I Greei  dicono  il  The, 
hauoconle  ffoglie  dì  molte  genti  primo  dt  lutti  hauert 
nella  patria  trimphato.  .Altri  fcriuono  il  primo  efier 


flatoilndia  figliuoìoé Gioue, &éTroferpiiia,o  come 
iicouo  di  Cerere,^  dicefi  abe  fu  il  primo  che  triom- 
phaffe , fT  ebetroMafie  triompbo  mnie  le  parti  orientali, 

_ 

Giunone  a fdegno  del  congiungimento  dt  Gioue , et  di  Sc- 
nieUJa  ingannò  con  afiutiafilpercbe  effa  semele  ne  fu  ar, 
fa  da  folgori  é Gioue  per  lo  giuramento  fattogb  degli 
adornandoti  doni,  & ejfendo  Baccho  nel  uentre  della  ma 


altri  dicono  dt  Cerere dicefi,cbefu  il  primo  che  triom- 
. - ''P'  _ 

ér  u carro  fuo  tffer  flato  tirato  da  gb  Elepbanii . mojfa  Vino,Moflo,.Aceto,Vua,Raccmi/'iti,Vigne,Vignji,  Ter- 


Teuelope  Outd.Et  uebttlcaridisfamutamperireprociq-,. 
tà-  Tibu.  CunlUi  Baccho  iucundior  hofpes,  Icarut  ut  puro 
U]laturSideracalo.fuinuentoredcluiuo,ilqual  gujiato 
da fuoiuillam,(^ diuenuti ebbri/uccifero.  Ari.  L' al- 
mo bquor,th' a nuditari  fuoi  Fece  IcaioguJIar  con  fuo 
gran  danno.  San.  Icaro  cadde  qui. 


golati,Tampam,T  rala,ScrmentiVndemmia,  .Alitino, 
Beubon,Cincigbom,EbbriJcbi,Efaujii,,Afietali,Tauer- 
nieri,$cte,Suppc.  berr,d;fietare,  lùggcrejncbruure,  imr, 
mare,auiticcbtare,difiaticchiare,Menilemiare. 


dre,&  non  eficndo  ucuuto  il  tempo  del  partorire  Gioue  (e  Vino.tì"  uin.  LatJ'wum,Latcx  : Viu  tolto;  defrutmn,  he. 
lo  legò  allo  fuo  femore  tanto  che  uenifi'e  il  nono  me fe 


perche  fupartorìto  da  due,  prima  dalla  madre poi  dal 
padre,  fi  detto  Ditlnrambus.  Quefio  adunque  adorauano 
iTbebaui,  perche  fuilprimo,  che  portò  d' India  aTbcbe 
la  uite,& per  quefio  dutuano  lui  effer  fiato  mentore  del 


fpefmaAÙAncUatium  ij,  Sapa,  a.  Vin  conira  fallo , Lcu- 
croihoni.  Vtn  imho;tatu;éffufum  uinum.  Vm  fatto  con 
fuuoit  mortella;  MyrUtei.Vm/h'efcedella  fcctia;fae, 
catiim  mnum.Vin  ccrafuolo;  heluolum  uinum,V in  fua- 
ntdoA‘oltatofifpboilOjiuppa,tympuroi»effù.yi»foriet 

mtrum 


i 


Baccho 


CIELO 


Baccho 


•7 


^ mrrHmttmrtum^CftHm  yinpottnUitrnutimVmpic- 

tnloJar^iero,Kwena;iU!lumd./'in^rMuio;rhoitom.  yin 
' éolcci  bcUaria,  orniti,  yin  imcquito  ; Humm  dUutum . 

y infanto^  ; yinum  caprufia  atis , yui  pici  ivlo fitto  con 
acifiuiJeutmnm  tt,pojca^.  yin  Creco,Corfo,  Calabre fe. 
TiroolMtito,TibidragoJ‘ribbixno,StrHolo,HibiiolaJHal 
' mafia  Jiomania,yernaccia.ym  di  Roft^  in  Friuli,  del 

Mortaro,Tnbhiano  di  Fireni^dicaftel jan  dOHOtm.Mo 
I fcatello  di  Monte  FiafconeÀa  RhoJLFalerno  lefl.  Tltmo, 

Cetnbo  tefl-Straboiie . LesbiojteH.  Mulo  Gelilo . Majiico 
detto  da  Monte  Mafiico  in  campagna.  Boc  J'inoBnono. 
Chiaro, Cotto,MoTbido,  MccoHante,  Bianco, ycrmiglio . 
yuii  Tretlofi.OttwùjTraboccantiJ'rejHiifsimi.Siiompi- 
iai,FinifSimi,Solenni,yarij,Mefcolati,Mig!iori,Vodero- 
ì-  p.Chinonsàcbe'lymoèommacofaauiueiiti.Ladonna 
fm  calda  di  ymo,che  d'honelld  temperata.Col  y ino, fi  co 
Pie  miniiiro  di  yenere,fi  aitiiò  di  poterla  pigbare.  uedi  al 
l'Indice.  P E T.Oi  yinfcrHa,fb  letti.ir  dt  muandc.S  A N. 
7^(£a  peròfenrta  yinigeiierojifSmiijet  per  molla  necchieg^ 
7^  odoriferi,^  apportatori  di  letitia  ne  i mefìi  cori.  Ica- 
ro padre  di  Tenclope  fecondo  la  opinione  d alcnmfu  lauen 
toro  del  yom. 

Vìb  greco  .Boc. SHaera  /bienne  tenitrice  del  buon  yin 
Greco  Bottacci  di  Maln.igia,&di  ym  Greco.  L a. 

yin  corro.taf.  Sapa.de/ruium.B  o c.  Ella  era  folennein^ 
meftigatrice,  & beniirice  del  buon  yin  Cotto , della  yer- 
naccta  é Corntglia^l  Greco, & di  ipulunqne  altro  bnon- 
yino.  L A. 

ìia,\ut^ii.Lat.yimm  maliiaticum,&  amifium  cofi  detto 
dal  Inogo.Boc.  Bottata  Ji  Malnagia,&di  Grtco,etifal 
tri  yim  pretiofie&  traboccanti . 

Ito  \erniccÌ2.Latjiematicum  l'imm.  B o cJi  mangiò  il  pa 
ne, & benne  la  yernaccia.Conuenne,che  co  yenuccia ,et 
eo  confetti  fi  riftorafSeJiella  migliore  yemaccia,chemat 
fi  bee^e . D a m.  L’angnille  di  Bolfenr,  & la  yernacm . 

Modo.  Lat.mnflnm  <jr  umnm  nounm.  Boc.  Con  le  calla 
pte,  & colMoflo  fi  rappatnmò  con  Ini.Ma  bauenìogia  fe 
i,|  dkimoUrgnfiatiidoici  Mojli.  Au. 

Bipa.lat.èil  moflo  cotto. 

Aceto.Lat.&acremnum.èilninforte.D  a n.  yeggio  ri- 
nonellarl'Mceto.Crfelt . 

• yua.Z^r. Matura,Dolce,MceTha,'Hera, Bianca.  Boc.  Et 

affai  dolce  mn  che  yna  matura,  yne  dorate,  drpnrpntU 
ne  didiucrfe  forme.  V l.Vergolati  di  niti,  leqnabfaceua- 
nograii  nifla  di  donare  qneltanno  afiai  yne  fare.  Dan. 
l’bnom  de  la  nilla  quando  C yna  imbruna . 

Aetetto.Lae.omphaXiCiiJa  una  acerba . 

Ceruoù.  tCeruogia.Lat. Cerni fia . 

Racemi.  Lrf.cir  botrui,itjiotrmpotrio,  mi . fino  i grappoli 
àeltnna.  SAn.decampi le^icbe ;degli  arbnflt  iRaceml 
con  tutti  iVamptni. 

\'i^i.Latjiinea.nedi  di  fitto  ayigntào. 

Vignaio  qneUo^begonema  la  yigna.tat.  niiiitor.  Dan. 
M circuir  la  yigiu,Che  lofio  imbianca  fel  yignam  ì reo. 
^ f »I  Tergolato.  Lat.'Pergula.B  o c.yieamplifiime  tutte  dirit 

^ tecomearali,&copertediTergolati,dii'iti.SAH.tra 

quelle  baffe  Vergole. 

Vite . Vam^inofa . lat.  nitis,  & ingata , è la  ulte  col  Vaio. 
Boc. LOlmoconlefneulàteyiti.DiueTfiaUierifille- 
mimtabontenali  yiti.  Tergolati  di  ym  .D  a n.  Cbe  /m. 


già  yite,^  bori  fatto  Vruno . 

Lambrufca.Lir.  Labrnfca;la  uue,&  la  una  faluatica. 

Mmticcbiare,LatMinàreJ attaccare, come  yne.  D a n.C» 
metborribilfieraVerraltrm  membra  aniticchiolejue. 
Ah  t.Ch’un  Tijno  aniticcbulo  era  con  quella . 

Difuiticcbiare,  Lat.explicareFhfioluere;ual  di!uiluppare,rt 
drfinngerc,e!réfpartire  .D  A N.  & éfuiticchia  Col  nijo 
qnefche  men  fotta  a quei  fafli . 

PampaniiCir  Tampim.Lat.  B o c.T^e  a pena  nilla  una  te- 
nera yite,che‘l  filiante  Capretto  intorno  bfua  rodere  di 
Tampono  in  Tampano , non  fènza  dtmoflrato  /degne  per 
la  turbata  fronte  del  fuo  Dio.  Tipn  altrimenti  combat tciu 
dofi , che  le  tele  delle  figliuole  del  Re  Mi  neo  in  troia  con  ’i 
Tamponi  per  lo  peccato  commrffodel  di/preguto  Bacco. 

A M.  S A N.&de  leTampaneSiuan nudrendo;  theper 
terra  adunano.  Et  qual  a rbu/io  fenga  Ulte  o Tampino. 

’Xhxicì.Latxapreoli.colicuh  fino  getti  delle  uitiahe  dilìen» 
dendo  s'intricano  Inno  con  l’altro.BoC.Mlberi  d'ogni  ma 
mera,de  quali  tutti  fopra  i legati  Tralci,  bquai  i bòro  peda 
li  foHeneuano.  M a.  T^a  non  torniamo  onde  ueninimo  per 
rempeluofeTralciate  uie  ; V i . ueé  difopraa  Tampam. 

\ca&emmìa.LatJiindemia.Fertile  & Ttngue£acSt  ten  > : 
negb  fauella  fino  a yendemmta. 

yendeminiare.iì  a s.Forfe  coli, ove  ueniemmi  ^ara. 

Aatnnno.lot.aHtHmnus,Moflolenie,Tampbiofo,Frutlife- 
ro,yimfero.  defiderato  da  Satumo.DAN.Come  dt  Muiun  t 
no  fi  leuan  le  foglie  L’un’apprcflo  de  l'altra  infin  che'l  ra- 
mo yede  a la  terra  tutte  lefue  ffioglie.  ai.  come  le  febie  ' 
nedMutondi  fronde  Rimangonnude.  San.  'Helfrutufe 
ro Mutuano.  A m.  SìiiandoCMutunno  gli  arbori  ut 
^glia . 

Sere.  Lat.  flit.  P e t.  Spenga  la  Sete  fua  con  un  bei  netto . 
Boc. HauendoSeteaquelpoggpueniuanoabere. Ha- 
tua  beunta  acqua  per  gran  Sete.  Dan.  Che  tutti 
quelli  n hanno  maggior  Sete . & pero  che  fi  gode  Tanto 
del  bere  quant'i grande  la  Sete . 

Mfietare  i bauer,&  dar  fete.Lat.ptire,&  fitm  pafiiuo  Qui. 
Sino  plut  funt  poia,plus  fitinntut  aqua.  Dan.  Camma 
miaguflaua  di  quel  cibo,Che  [aliando  fedi  fi  afSeta . Ma 
perche' l [acro  amorfii  ch'io  mi  uegbo  Co  perpetua  uifia , 

& che  m'afleta  Di  dolce  defiar,s' adempia  meglio,  lì  ftue 
dea  la fùperbia  ch'afetaàdef  lo  fa  cupido  et  imperare. 

Aflctato,  i pieno  di  fete.  Lat.  Sitibundus.  Boc.  Linai  fuol 
porgere  le  chiare  fontane  a gii  Mfletati.CoHoro  Mfieia-  ; 
tipofligmlortauolacci.P  e t.  SÌuaadoMfietatoìfflan 
co'Nott  piu  benne  del  fiume  acqua  che /'angue. D AN.San» 
gue  perfetto  che  mai  non  fi  bene  De  t Mfsetate  uene. 

Dif'etareileuarlaSete.  Lat.  Sithn  depellere.DAM.  Che  mi 
di/feta  con  le  dolci  Stille. 

Beuitorc . Lai.  potaiur.  potulentus , commenfator  1 3 
eompotalor  aal  beuilore  mfieme . Boc.  Gran  Beni- 
tote . Cofe  pm  alte  a curio/t  Beuitori . Era  jilciine  Be- 
uitrice  del  buon  uin  greco  . L a.  Hauea  dige/loUBe-, 
ueraggto . l'na  beuanda  Stillata  molto  buona . 'inu- 
lto fiume  non  era  , che  non  potgefSe  doUifiimi  Beue- 
raggi  a gli  fucn  popob.  V l . IlCangedauaa  fuoi/ia- 
uifiiMì  Beri  conte  chiare  onde.  \ i.  ynfapontobe-  * 
re. 

Bere,  Lat.  bibere  , potare  , aurire  ,pocuhtm  cxbaurire  . 
potum haunre , fòrbice , &btufiut  U~beuert,.P.E  i., 

C 


L 


Baccho 


CIELO 


Wutorir 


Jhtt  fonti  b-t  ; (bidetuiu  Bec  mor  ridendo.benete  un  fu~ 
(t£  birbo,  'bfon  piu  beuut  del  fiume  octfuj  che  fonane. et 
Labe  al  fondo  bibo.  B o c.  Egli  fi  uuote  inacquare  duino 
quando  altri  il  bee.  Farai  che  tu  multi  a ber  teco  tutti.  Et 
eonunciarann;  a bere  un  buon  bicchier  grande  per  uolta . 
Egli  bee  uolentieri  quando  altri  paga . Fino  allo  ineb- 
briarfii  beendo  il  conduceuaibeuuc  di  un  lorbuonuino. 
beuuero  troppo  hierf era.  O A n.  come  di  Letbeo  bene- 

Jìianchoi.  .^d  ber  lo  dolce  a/ieniio  de  martiri , Etdegli 
hebrei,  cb'al  ber  fi  moflrar  molli . Et  le  Romane  antiche 
per  lor  bere  Contente furon  d'acqua.  Dibere, &dtman- 
giar  u accende  cura . 

Beuitori,  & Colofi  celebrati  da  noflri  Toeti . ,Anacreonte 
da  Teo  Toeta  Urico . uedia  Toeti . 

Ciacco  in  Ungua  Fiorentina  ì porco  jo  animale  folamente  at 
to  ad  mgrafiare,&  empiere  U uentre,  delqual parlando  il 
nojiro  B o c.dtce,Ejienio  uno  in  Firenze  da  tutti  chiama 
to  Ciacco  huomogioteifiimo  quanto  alcun  altro  fofle gia- 
mo! , & quello  che  fegue.Et  parlando  egli  con  D a N.  nel 
lo’nferno  dice . f'oi  cittadini  mi  cbtamajie  Ciacco  Ter  la 
dannofa  colpa  delia  gola , Come  tu  uedi  a la  pioggia  mi 
fiacco, 

Tauema.  Lat.  taberna , caupona,  è Luogo  doue praticano  i 
Tauemierijjeuitorij^cbbriachi.  B o c .Eficndo già  buo 
IM  bora  quando  dalla  Tauerna  fi  parti. Il  giorno cet  la  not 
tejroe  a quell' altra  aniando.llqual  mitorna  ebbro  a cafa, 
0 la  firn  t'addormenta  per  le  Tauerne , 

Tauemiere . lat.  afotus  i quello  che  pratica  alle  Tauerne . 
B o c.  0 alcuno  altro  di  uoi  beuitori , ebbriachi,&Ta- 
uenùen, 

tuggere.Lat.fuggere  fugare.  T s T.Et  fi  le  uene/l  cor  m'a- 
fciuga.&  fugge.^  poco  a poco  confumando  Sugge.T.tig 
fon  filneflra  fera  ufata  a ruggere,  Da  temer  eh' i ti  uoglta 
il  fangue  fuggere.uediSciugare,  & .Afaugarc  a6ip. 

IbhreiziAatabrietas.  Boc.Et  tanta  fidanza  nella  cofiui 
Ebbrezza  pofe.D  a n.  Tercbe  in  ebbrega^a  Entraua  per 
l‘uérec&  per  lo  uifo.meta. 

EbbcÌ3iCO,& ubbriaco.  Lat. ebrius,ebrUchus,temulemut, 
iànoobrutus,nimiopotu  confeSut.  B o c..Afinofafiidiom 
fo,&  Ebbriacocche  tu  dei  efiere.  Ebbriaco  cattiuo,che  no 
fi  uergognaSeuitori,golofi,Ebbnacbi,QueBo  trifio  huo- 
moàlqual  torna  Ebbro  U fera  a cafa.  t'auitò  hit  in  alcuno 
luogo  Ebbro  dorm&fit . 

Inebbrure.  Latjnebriari.  B oc.  Si  uada  inebbriando  per  le 
tauerne . Che  la  donna  lui  inebbriafie  per  poter  poi  fare  il 
parer  fuo.lnfino  allo  mebbriarfi  bruendo  il  conduceua.  Et 
oltre  ciò  t'inebbriaua  alcuna  uolta.  uedi  t Indice. 

Cinciglione  nome  proprio , &pigUafi per  beuitorejetfrap 
patere  fi  ciantore  B o c.Comefeglifofie  Cinciglione  fi  al 
da' altro  di  uoi  beuitori  ebbriathiAT  tauermeri . 

Ciurmare  ual  inebbriare,&  perfuadere  con  mganno,Lat.inm 
ebbriarc,&  è proprio  anello  fihe  noi  diciamo  uolgarmen- 
feZurmarr  quando  fi  bee  é quel  nino  che  danno  quelli, 
(he  dicono  haucre  la  grada  di  fan  Taolo.  B o c.  Menian 
fa  alla  tauerna , che  egli  fi  cturmeri.i.piglieri  la  Zerma  , 
aoètinebrierd. 

Biechi  ero  uafii  da  nino  per  bereJM.cyatbusfiut  Bacebar, 
ruttut/TgnttuUtil  dhni.  B o c.Vn Bicchier  diurno  l'n 
buon  Bicchier  grande  per  uolta.  yn  gran  Bicchiere  dif^er 
pfccia,Confiiccbienfibeiargentopareuaiio.  Sjtattn 


Bicchieri  miouLTer lanari biccbierijiedi a i6oq, 
piefcere,i  mettere  uino.o  acqua  ne  bicihieri,  et  ferutre  altrui 
co  bicchieri  m manofit  è tbofeo  uocabolo.La.mijcerepoiu. 
Boc.Lafciate  queilofcruigm  farame;  theiofo  nonne- 
no  ben  mefeerefibeio  fappia  infornare.  P s t.  Tdjin  alcun 
malyche  falò  il  tempo  mefceiàtidute,  & non  mifthia  come 
è poflo.  Duu.ma  perche  tu  t'auifi  Adirla  lite  fi , thè 
l'buom  ti  mefca.i.a  dir  il  difto,cbe  Cbuoni  t'induca. 
Suppe,o  Zuppe  Lat. offa  umo  madidajiipa  i quella  fibe  fi  fa 
inacqua 0 inbrodo. D A u Che uendettadiDionon  teme 
Suppe.B  o c.Zuppe lombarde , 

T L y T O'H^E. 

Lutonc.  Lat.plutofircus  ; Utheus,Satur- 
niuc.rex  umbrarum,Sumanuifiartareut,ra 
ptor4is,dux  herebi,regnator,  CT  arbiter  no 
(lisfiertiut  bdrei,ueiouiui,phlegctbomeut , 
auemaiit,  agefilaus,  dymenut, getter  Cerem 
rii,elyfiut . Secandogli  antichi  poeti  fu  Cuna 
de  figliuoli  di  Saturno , & di  Opis  fua  donna,  altri  dicono 
di  Rbea,&  da  efiifu  detto  Iddio  dello  inferno  fiir  delle  ne 
chezze . Qjiattro  furono  i figliuoli  di  Saturno  fignificanti 
li  quattro  clementi , cioè  Gioue  per  lo  fuoco,  Giunone  l'a- 
ria, Tfrituno  tacque, &Tlutone  la  terra  fiir  fiaferofihe 
Saturno  dinoufieil  tempo,  & che  mangiafie  tutti ghal- 
tri  fuui  figli  ficcetto  questi  quattro,!  quali  mai  non  poffono 
mancare  ; efiendo  adunque  Tintone  per  lo  elemento  doti* 
terra, uolfcro,cbe  amora  fòfle  Iddio  delle  ricchezze  come, 
che  neUa  terra  fi  della  terra  filano  i metallijepietreprecio 
fejbiade.frutt'ifinimali.  eJr  per  efiere  quella  nella  piu  baf- 
fa  parte  del  mondo,  per  quefla  ragione  ambo  lo  dtjjiro  Id 
dio  deìl'infnnoc&  eoe  habiti  nella  città  chiamata  Dite  jet 
in  altre  figmficatiom  ambo  fi  piglia  Tintone,  quali  per  ho 
ralafiiamo , ma  non  taceremo  qui  la  Storia  della  rapita 
Troferpina  da  lui,  llquale  (come  ferine  Ouidio)  uedenda 
fender  nell' inferno  alcun  fflendore  per  gli  feofii  dati  da 
Tipheo  gigante , qualfisforzaua  leuarfi  da  dpfioil  monte 
di  Trinacria;  dubiti , che  per  la  prefnza  della  luce  mgU 
foff  occupato  il  reno fer  laquài  cofa  ufcl  fuori  per  uede. 
re  come  fiauano  ifondamemi  delt  ijila,  & efiendo  appref 
fi  a Siracufa,gU  uenne  ueduta  Troferpina  figliuola  JiGio 
UCj&  di  Cerere  Rema  delt I (ola, quale  era  ufeita  fuori  per 
raccogliere  fiori  nepra  ti,& fi  entrando  fi  con  lei  Timone, 
& uedutola  bella fubito  fe  ne  inuagbi , élr  acceflalolefi,la 
prefe,&feco  altmferno  la  condufie  ; Ter  laqual  cofa  Ce- 
rere fi  mife  a cercarla  per  tutto  il  mondo,  & nontrouan.. 
dola,  conobbe  per  inebeh  di  A rethufà  nimpha  leiuerami 
le  efiere  fcefa  alt  inferno  : et  uedido  di  no  poterla  ribaue- 
rCyffiHo  Dea  delle  biade, quelle  negi  a tutto  tuniuerfi.on 
de  efifdone  di  rii  pòrti  lamétije  preghi  a GuuejetU  al  fin 
giudici, che  mezo  del  tòpo  Troferpina  fifleffe  i o u madre 
Cerere. et  il  reflo  col  marito  Tintone  neU'mfernox  thè  Ce 
rere  cÓcedefie  le  biade  al  modo,  uedia  Trojerpina  a$qq. 
Riecbezi:e;rhefcri.Diuitie,TecuUjrioneta,Tecicnia.CÌtiui, 
Danari,DobreJ^iorimJ)ucati,Lire,Cr<fei,Bagatlim,Ti€ 
rioL,’t>opolm,Conie,Oro, Argento,  Roba,  Faiuhà,Haue 
re,TotenzatPodere,StabUe,ÀIobile,  Heredààfieiaggio, 
Dotefiemita,Ricco,Toffente.arricchtreJrafrtccbirc,pllf 
federe JiiUfrt^rnertJotarejmiatcfiaftere. 

Ricchette. 


Tintone 


C t 8 1 Ò 


Tintone 


tk 


lUccbezte.  tu.  Dìiàti*jofuUntutfiftt,é‘  gt'XpfhiUcii , 
la  armato  delle  rtcà>exj{.  P e t.  Ricchezze,  Serue,Mal- 
tuteiVropneJfMte . Jjdte  Rtccbezje  a nutt altro  fecon- 
de. y fon bor le ricibez^ honort i Boc.Rtc. 
tbezT^  bnnune,SKperbe,famoJe,Crandi/lmte.  Quefte  fi 
no  cptellefer  le^ualt  i nùferi  mortali  t’affaticano  Rtccbe^ 
za  Grande,  TiccioU . 

Kcco.LatJwet,opulentiu.  P e t.  tUcco  Crembo,Ulbergo. 
Ter  far  Ricco  un, por  gli  altri  in  libertate . Che  mifeRtc- 
co,éepouero  inunpunto.  Ricca  Donna,  Viaggia, Merce, 
Somma.  TerCaltrunnpouerirfiRicca^grande.B  o c. 
Ricca  Gemma,  Roba.  Ricchi  Trelati . Huomim  . Rie, 
cbifsime Camere,  Riuhtfiimo Mercatante .Cakabere. 

^rricchirejMJttare.Vii.Tucbaiperamcchirei’unbel 
tbefauroxnanzi  l’alba  Tuonimi  arricchir  dal  tramontar 
del  jble . Confente  bor  noi  per  arricchirmi  amore . B o c. 
Co/(  potremo  fubitamente  arricchire . ,4uatui  che  ame- 
cbiti  fofìero.  LatJocupktari . 

Trafncchtre  èftrft  trop^  ricco  Lat.iiteftere.  B o C.  /»  bre 
uè  tempo  diuenuti  ricebifiimi , mentre  che  di  trafricebire 
cercauano  auenne . 

D'ttùtix. Lat.abundantia,  copia,  uberitas,  affluentia. 
D A M.  Ett'i’hauefie  indir  tanta Diuitu  ,idell  tanta 
f acuità, 

Tccniio.pr tM^ion  uocabob.Lat.i proprio  la  ricchezj^,che 
promene  dalle  pecore.  B o c.  Mailcibo  bona,  cbe'l  Tecu 
bornio  dalla  pietra  diueltopafce  &gufia.  nelle  rime  et  jl 
aneto.  San.  utòTeculio . 

Totcre,  & “Podere,  Lat.facultas;perlo  bauere,&faeultì, 
hoc.  Chi  poco,&  chi  affatficondo  il  “Potere, & diuotùm 
fua  , lionate  in  capi  fua  oltre  al  Poter  fito  uba  bonora- 
to . Spendendo  dùnque  Federigo  oltre  ad  ojni  fuo  Poter» 
molto . Il  che  efiendo  allo  Inquifitort  rapportato , tir 
fentendo,tbei(uoi  Poderi  erano  grandi, &ben  ttraxa 
laborft. 

Totenix  per  lo  bauere.lat.potentia,ep“dommatut.h  oc, 
yngiouane  di  gran  paremado,dr  di  molta  Potenza . 

Toflente,ia  uece  di  Ricco.  Lat.poteus/liuetjocùplei.lioc, 
Iffendopofiente  ouomo , la  mandò  mtaatcùtndo  diuitu^ 
perarla. 

Tbeforo.  Lat.  tbefmrum.  Ptt.  Come  t auaro , cb’in  cer- 
car Thejòro  Con  diletto  t affanno  difaterba.  Et  uacillando 
cerco  il  mioTbejòroJjnadonna  Laura,  yeder  nel  fango  d 
bel  Tbefiro  miojl  bel  Theforo  à caflità.Il  mio  amato  The 
foro  interratroua,Cbem’inafcoHo. mio  mbilTbejir», 
Ite  rime  dolenti  al  duro  fafio , Che'lmio  caro  Theforo  in 
terra  afeonde.  Et  col  ftngue  acquiHar  terrari  Theforo, 
Tolto  m'hai  morte  dmiodoppioTbefauro.  B o c.TbeJà, 
ro  Sommo,  Spetialejnfiniio.  The  fòri  Ricchi.  Io  ho  femprt 
imitiTbefòeidonati  i &ffefi.  Sotto  uU  panni  alcuna  noi 
ta  grandifinm  Tbelori  di  uiriù  nafeonde , Tbtforiert  The 
foriera.  Scrwonoalcuni  fenga  b. 

Kobxlat,ret,opesaliuUiaA!rfacnllatet.R  o c.EtqueU 
lacafatrouòdi  Rpbapiena. EfiendoogmfuaRpba giun- 
ta . -dndatoà  a Ruba  ogni  cofùji  facco,oa  bottino . Et 
Ruba  noni  comune  con  Roba. 

Facoltà . Lat.  ual  riecbezg* , fucile  anione  , & pode/U . 
hoc.TuttelefuefaaUu  ^feincortefia.S  AH.Ogni 
mia  Fatuità  commijfi  in  mano  della  cieca  Fortuna  . 

hnxtinmc»  delie  fatuità, Lat.  faedtat,opn.hoc,'Pin 


ritto  é beni  patemi  che  di  faeutia  ’, 

Rendita.  Lat.  reddiius,  cenfus,&  ue(ligal,perU  entrata, 
hoc,“Hg  alcuna  altra  Rendita  era;  ebe  di  mente  gb  ri» 
ffondefie.  tlon  ballando  alle  commiiate  ffefe  joLmitme 
le  loro  Rendite,  yn  fuo  podereiio  picciolo,  delie  Rettdue 
delquate  uiuea , 

Dote.  Lat.  dot.Ptz.  Che  naturai  mia  Dote  a me  non  ua- 
le.Ett altre  Don  a me  date  dal  cielo  .Bue.  Tua  jòreUa 
non  baurebbe  mai  alcuna  Dole . Diedegb grande  & buo- 
na Dole, 

Dotato.  Lat.dotatus.h  o c.yn  corpo  Dotato  di  anima  gen 
tile.  Dotato  iCalt^Simo  ingegno . Dotata  eh  jultiU  aut  di- 
menti , Dotata  di  maramgbofa  bellez^ . noi  ornato  da 
Cieli. 

Dotare.  Lat.  & dotem  dare.  D a u.  Le  menti  lune  nel  fuo 
belo  affetto.  Creando  al  fuo  piacer  digralia  dota . 

Haucrc.  Lat.opei,diuitit,copia.  hoc.  Ci  torrauno  l’Haue 
re.  La  pouertà  non  toghe  geniilezpta  ; ma  fi  Hauere . Mio 
padre  mi  lafciò  ricco  buomo,  del  cui  Hauere,  come  egUfn 
morto, dìeé  la  maggior  parte  per  Dio . 

HauereJjit.habere.  P et. Per bauer co begUocchi uoflri pa  ij« 
ce.Per  bauer  pofa  almen  infin  a C Mlba . non  ffero  hauer 
mai  pace . “Piacemi  bauer  uolìre  queiìion  nàte . Slm  uidi 
nofira  gite  hauer  perdute. “ìfel  bel  mfo  é quella,che  u’ha 
morti. prefe ha  [arme.madonna  cha'l cor  di  fmaUo.lhtoT 
ril’ha  uftrada . Hoggi  ha  fett'amuà.fono.  Par  c’ babbi  a 
feberno . non  babbi  a fcbmo . Ben  che  guardato  tbabbia 
di  menzogna,  parte  babbia  del  foco,  beuche  n'habbia  ornm 
hrt. Signor  hMiate  curajb abbiti  ignudo  tofia.yi  baggio 
proferto  il  core.affai  ffatio  non  baggio.Tu,cbe  bai  f arric 
cbirdun  bel  ihe^rojt  che  codotto  m’haiau  bai  bflrali.  ' 
bai  tal  fkn  m balia,  che  fig^ria  non  bai.  perdut'bai  Par 
me . ch’altri  han  piu  caro . C ban  fatto  tmlle  ucdte  muidia 
al  fole.  & qui  m'ban  colto . ne  fiere  han  quefii  boféi.  & 
bornie  efliiito , Bonn  altro  obietto . cbe'l  cor  m’ban  arfo. 
c'banno  in  od»  U fole  jet  hanno  i corpi  abbandonati.m'ban 
no  U cor  tolto,  che  bice  altra  non  hanno,  la  firada  hanno 
finarrita . donna  di  nei  non  baue.  che  m’hane'l  cor  conqn 
fò . che  fcofla  ( bone,  ardir  non  baue  .fferato  hauea  già  di 
lor  corona . m'bauea  fatto  ardito . defio  bauea’l  carbone, 
frouatohauea  f artiglio,  r'anofio  banca gia'luelo.  C’ba- 
uean  molt'anm^  celato  il uero.C’hauean  fatto  ad  amor 
chiaro  cbffelto.ricondotto  m’ hauea' l chiufo  loco . Il  nodo 
cbe’al  cor  bauei.bauem  rotto  la  nane.  Siuefli  cinque  iri- 
ompbi  hauem  ueduti.  yn  fri  conforto  de  la  uita  bauemo. 
iniiecedibabbi»mo.Hauett<tio  P ale. haueudouintod  ne- 
mico . bauendo  tab . il  mondo  non  fu  degno  dhauerla . ne 
piu  certezza  haueme . per  troppo  bauerue  copia . credm 
do  bauerue  inuidwfi  patti . cofi  hauefi’io . bor  haurfi’io 
un  fili . sbauefli  dato  a l'opera  gentile . come  intdUno 
baueffe , gli  bauefier  data . eh’ amor  m Cipro  haiiefie . Se 
yirgilio,  & Homero  bauefier  uiflo.nbauefii  quel , Cofi 
baueHùripoSh.Etc'bauetedi  febermi  fempre accorti. 
Dorma  m'bauete fiacciato . feorto  m'bauele  a ragionar . 
m’ baue  te  in  fiato  bafio  mefff . poco  haueua  da  indugiar, 
hauti  da  pianger  fempre , Et  la  fua  luce  haura’l  làida  la 
lunaqiochi  compagni  baurai  forfè  non  haurai  fempre. ha» 
uran  di  me  pocojion  bauranno  in  man.  piu  làggio  ingàna 
tobaurebbe.c’baurebbe  a Guue  tolto  tarme  eli  mano. Pie 

. tà  baurebbe  uopo  J>io&iiaturabaurtbbonmefio.cbiufi 

C >i 


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!Pluto«e  i CIELO  • • Tltttons- 

jli  hjkrei . anguto  mia  fortiuhanrci . depojlo  hawrti  Direde.Lu.exhareJo.  D a n.£*  Cu>a,&rakra  gatte  idt-  . 
parUmio.iie  la  fronte  hanrei  Ulto , ondami  pac,  hanre~  . redata.i.  non  fcgueUhcrednà  de  [noi  antiM  nella  metà, 
tuo.  ella  fola  banria  la  fama.  Leda  hanria  ben  detto.  & ne  buoni  coilunù . 

tiorem^a  banrit  forfè,  hauria  benninto.&fianco.ma-  TcilamcntoXM.  legaiim.TefiataareJjit.Legater } 
ranigUa  n hauria . mercede  n bauria , .4  pena  bebb’io  gaiarms,queUo,ch‘i  rimafo  herede , 
quelle  parole  d:tte.Qiidlmarauigliahebb‘io.7{on  beh-  Moneti.Lat.Boc.£tuidefiditalMonetapaiato  ,quai 
beiantuneuigor,9elpatio.amorajdegnoibebbe.Qjtel  erano  fiate  U derrate  uendute . Crandifitma  quaniilddl 
''  e'hebbeU  ma»  fi  pronte,  da  prima  bebbe  per  uoi.Hebbe  Moneta.MakorreibuonaMoneta. 

un'altro lacciuolfra  l'herba  tefb.Hebbon  tanto uigor  nel  Moncticr  quello  che  batte  monaa.Lat.  Monetarmi  mone 
vuoconjjiitto.ehcbberfama.bcbbrrmujouergognaheb  teexcuffor.D  ah.  .Allhord  Monetier  cofi  fi  fquarii* 
biéme.&ht  bbi  ardir  cantando . in  odio  bebbi  la  uita . La  bocca  tua  ^ fu  mal,come  foU . 

non  bebbi  bora  tranquilla . fubito  hebbi  fiomo.  poi  cb’i  Monetili  celebrati. Diogene  Tbilofi^bo^ìiitefiofiiop* 
bebbi  ueduto . Et  fi  non  che'ljko  lume  a ( eiiremo  bebé.  drc,uedt  a too..Adamo  Brtftiano . 

ideEìfceml),&ofiurò,&  è uoce  latina  dal  uerbohebeo . Adamo  fudaBrtfcia,drfu  Monetario  fmgularifiimo.ir 
7donhomaitregua.non  botanti  capelli.Uuoii  ihofpar  falfificò  il  fiorino  Fiorentino.ondeD  a n.Dtfi'eglianoi, 

te.nela  fronte  ho  fcrilie.&  ho  fi  la  mente  aucx^a.  & bar  guardate  ,&  attendete  M.  la  mifiria  di  maeSin  .Ada- 

t'hodetto.nonhocura.hoc.uediali'Jndice.ì)  A kJìo-  mo. 

p'uno  cheggio,  cb'alcunfchermo  t'baia  per  t'babbia , Tfe  Pecunia.  Lat.  B oc.  Huomini  uaghi  di  Tecunia.  Teculio . 1 3^ 
ferma  fede  per  effcmpio,chaia . uedt  a 1 47. 

I Tenere, per  hauere.Lai.  poffidere.  P s T.^'n  canàdo  armel.  C ontanti.Zjtf.  numerata  pecunia.  B oc.  Et  egli  uendègli 
i.  tino,  ch'oro  fino, triopaiialcillo  legna.  E’ifuoftggio  panni  fuoi  a Contanti . freggendofinmafi  nctbifihntdi 
maggiorntlmiocortene  .TenhetienuerfomeUmanfi  Contanti, & di  poffifiiom.LafuolUdugenio  tire  é piccioli, 

firctte  Cantra  fua  uoglia  UdcSl  ho  , ha,  0 cbmde.  Et  chi  Contanti . 

di  uoi  ragiona,Tien  dclfoggetto  un  hahiiogentiUalpet-  Ditiiri,  Lat.numi,& pecunia.  B o c.  f'na  certa  quantità 
to  Che  forma  titn  del  uariato  ajjiettoj.  ha,  0 moflra . & di  dananXune  potrefii  cofi  hauere  un  Danaio  Se  Ufem 
uederete  come  Tien  caro  altrui,chi  tien  fi  cofi  uile.&  co-  ne  foffiro  di  .Ancnto  nou  uarrebbano  un  Danaio  ,pcnbe, 

fi  bella  riede  nelcor,come  colei,  che  tien  la  chiauea.  ha,o  ninna  fi  terrebbe  a martello . 

ch'apre^  ferra  Surge  nel  mezo  giorno  f'na  fontana,&  Nummi  Lat.  fono  i danari  Ari.  Qju'lche'l  maefìro  fu» 
tiennomeJalfoU  Et  teneanfipermaHoadueadue,idell  pertreniaTdumtmDiedeaCmdei.nonfideekfite. 
fihaueuanofipigUauano.  Oia^.  noce  puerile  uoUmto  dir  Jattan.  D a n.lnnaitzl 

Domre,per hauere. Lat.  deberteoputtB,necefjeefi.  B oc.  chetafciaffiil  pappo  e'I  Dindi,  déferutùm  itela  pueri- 
Tercioihe  pur  douidomorire  mi  ueggio  morir  nelle  brat  le . 

ita  ,Auenne,che  douendofifarfin  un  certo  tempo  deli'au  Dobrp  era  certa  moneta  come  doppioni^  o c.  Che  non  eroe 
wo  a*  guijait  una  fiera,una  gran  raunanza  di  mercatanti,  fi  poco,  che  oltre  a dieci  mila  ifibre  non  Holcfie.  Due 

ynahauendomi  recati  danari, che  micloutuadare.Io  ni  graniijiimi  bacini  i argento  pietà  di  Dobre  fi  portare, 
darò  facenJoui  compagnia  la  notte,  quella  confilaiione,  i fteSio  antico  ha  Debbre.  & neramente  meglio,  \ - 

thè  uiiouerebbe  dar  egli.  Tenfando  al  maluagio  flato,  Bìgzttinu  lat.  numi  ftmplices.denarioli.obolfi^&Terim 
theneirallrauitadoueretebauere.'biondouerfimaifar  (ifB  oc. CoflhdtUelirtfrefioacentodiBagaitità.M»  ; 
tbrifliano.  Etficredeuaie,douerume,comedimalfar,  vela  f'initiana . 

pemire;  non  farlo.Ma  temette  di  mmdouemiefiererice-  Vicào\ì.Lat.areoli.]òno  Bagattini.B  o c.Trouai  ch’eran» 

Muto  ! percioche . Secondo  la  mia  pofiibihtà  io  ui  douefii  quattro  TiceioU  piu,  Dugemo  lire  di  Viccioli . . i 

bonorare.  Che  l’ejfir  uolefiimoet  douejiimo  tefhmoni  di  Mattapane  ; i moneta  di  quattro  foldi . B o c.  T^n  rrot 
quanti . Douete  fapere . J danarieche  ui  doueua  dare.  & mai  cb'una  candela  di un  Mattapane  non  gti  accendejfe 

quando fignifica  uolere.Hcdia  116S  perconutnirea  donanti. 

I iyì.&  per  potere  a f 18.  PQpolini,eranomoncteìlipoeoualore.Boc.F4luJorartt  jjq 

Stabile  per  la  roba.Lai.bonaflabilia.  Boc.  Heredi  itogm  Tooolini  fargétOiche  alihera  fi  ffi.-ndeuano,glie  le  diede. 

fuobcne,& Mobilejir  Stabile.  Cvovsi,monaa  afiai nota.  Bo  c.Tauolefimpre  cariche 

Mobile  perla  roba  di  cafa.Lat.mohdiaJ.fuppelleSilia,  di  Gro(fi,&  di  Fiorini.  Ch’ella  da  lui  pmidejje  tanto;  che 

Boc. Ognifiobene Mobile, ^Stabde glilafiii.  uaUffi  un Groffo . 

aj»  Heredità.  Boc.SluanteamphfiimcHert  Lire,  Lai.  Libra  numorum.  Boc.  Co5ò  delle  lire  pregò  a 

ditifi  uidero  fi  nzafuccefiore  debito  rimanere.  HereJifd  fentqdifiagattini.Se  uoi  mi  preflate  cinque  Lire;  io  rac- 

jimpla,  Grandifitma . D’ogni  fuo  bene  rima  fi  H erede.  Il  coglierò  la  mia  gonella  dei  perfo.lafiiogli  dugento  Lire  di 

maritoleifuaHeredefulUtuìQjialiicoElorofogtilue-  Ticcioltcontantt  ..libra fignoceUnea  86i,diieiicion- 
roHereJe  del  padre.  Legnimi  fuoiHeredi.  Comepropria  àe  lysq.cioè  Ubrea  17;$. 

noftraHeredilana  ragione  li  doniamo  Au.V  ÈX.Tiap  Fiorini,  jjtt.fltreni  ,&nunu  aurei.  Bei  c.  Cinquecento 
to  fu  l mio  é lama  ^ftHertde.  Mettilo  duo &f uopo,  EiorimcToro  La  borfa  con  bm  cento  Fiorini  d’oro,  ya- 

dre,&fnoBede.  , . feuabm  trenta  Ftoritùdloto,  Clipofim  mano  un  Fio-  ; 

Rede  M uece  it  herede.lat.h4res.  Medi  di  fopra . rmo  d’oro. 

ReraggiOj  ual  beredtti,  B o c.  £(  popedere  Cantiche  rie-  Duciti.  LoLnuniaurei,  Bo  C.  Clifete  nemre  cinquecen- 
fbn^poJfednteluttiamitttepeTBfUggu,  uiDuviti..  . ...  ..  ^ ■ • •' 

■ Conio 


Fami 

Conio  IM.  Formi, fitta j liumbritio  ruiis,  e.xtmpUrim 
prejih,  tjpm.  &•  ila  formi  della  momta.  B o C.  tljjlU 
litri  moneti  pudenda , thefentii  Como  per  tjnei  paeft, 
' ■■  idcfl  I he  nan^nieino  nuncti  impreffa-,  cioè  niente  jfeii 
danno . Dan. Rnffii»,'imnonfonfeminc di Comoidefl 
di  pecuniiyO  moneta . ■ • 

Coniire.  ùit.cnderr imprimere flbp^^e . mi  battere dtia 
ri.  D A N.  Mi  fi,cr  pia  Cbinet  tjmndo  coniaui . 

Bittere per  cernire.  D a ìt.  Et  m’injufie  a battere  i Fiorini. 

• J J Zecca.  Lit.  ilei  monetarii,i  il  luogo  one  ft  comi  fi  bitte  le 
monete. 

Tatti  gli  litri  Dtifono  collocati  i i luoghi  loro  piu  a loro  ap- 
pirtinenti  ; Come  Saturno  Dio  della  retinone . Ciane  Dio 

J.l Ufi J-M-  > ... il.  ,M I fr  . 


CIELO  Fama  ij» 

t^.La  buoni  Fama  del  Moniflcrio . E i duo  cercando  PJ • 
meindegne falje.  £tnonbiuraanoinmingli.inaiìi 
gonerno  Delle  Fame  mortali.  Dan.  Fama  di  lor  il  mori- 
do  eJSer  non  lajia.  0 diiu  peg.tfea,  ibegt ingegni  Fai  glo. 
riofi,eSrrendiltlongeui,&e]Jiiecoleattadifii  regni.  Cre 
dette  Cimabueneii  pittura  Tener  h campo  ,&  bar  ha 
Ciottoli  grido  St  cbela  Fama  di  colui  ofeura.  A r i.Ot- 
delaFemtJua  con  maggior  ucloT>ocria  farmegbomlm 
alciellàUre.Chetofloobuoni,ona,ihela  Fama  efee 
Fuor  d'uni  bocca  in  infinito  crejce  Ter  tutto  il  campo  alto 
ramar  fi  filande  Di  ucce  in  noce  fi  l mormorio,  e’I  biibgliu 
La  uaga  Fama  intorno  fi  fi  grinde,E  narra,o'  acirejit'it 

■ , , - ■ o do  ua’l periglio  Ou'era  Orlando . 

del  Cielo.  MimdeUa  BittigUi.  Mercur.o  della  Ebr-  Fimoro,  famigerabilit.famii’critor,  fimi  terulmji 


quen^  Thcbo,oSole.  Qjcefit  tutti  fono  nell' ordine  de 
'pianeti . Hmeneo,&Tilifito  Dei  delle  no^e.f'ertunno 
Dio  dell  anno . Triapo  Dio  degli  Horti . Vulcano  Dio  del 
Fuoco . Siluano  Dio  delle  Selue . Serapi  Dio  degli  Egitti. 
Sabi  Dio  degli  Mrabi.  Ha  rpocrate  Dio  dei  Sileni U).  Meii- 
certi  altrimemi  detto  Tortunno,&  Talemone  dei  de  por- 
ti marini.‘l'lerca,^Gùuio  Dei  marini.  F’edi  a juoi  luo- 
ghi. 

DEE. 

fama,  fortvna,  minerva,' 

0( A N A,  CE R ERE.  SEGEST A , 
CIVNONE,  UEBE. 

Dea  per  la  innamorata.  Ttx.  Fedita  a la  fua  ombra  ho- 
neflaaneme  il nuo Signor fidet fi  ,& lamia  Dea . Sijiàl 

MÌiHftn.9  inrnmfi  . iti  Mutotmjii  fhìaI  tSao/t  Ti 


ma  noius.  P e t.  ^ B o c.  Famojò  Tempio, Epicuro,Hia 
mo.Jl  men  famojò  Mmaldo,Famofo  di  wrtù  era  ciafcU- 
no.  Famoji  Donni.  B.lleggia,  Beiti  te.  Tromba, Tomba,  . 
Firtute.SeluaiTardenna.FamofericthegTie.  Salme  IJò-  • 
le  di  fortuna.  Cipolle  Famofe  per  tutta  in  Thofi  ani . Fa- 
mojijlimo  Monafiero  di  fintità,t^  à religione,  uedt  l' In- 
dice. 

Hcix>i,& Semidei,  uedia  Marte 54. 

Faniofi  celebrati  da  nodlri  Toeti  Mm  hife , Dardano,  Dio- 
ne,Eleo, Edipo,  Elettri,  Enfitone,Fabritio  Romano.  Co. 
fianv,  Gugliclmo,Heliadoro,Hermapbroéto,lcaro,Mi 
ia.  Manto.  Marco  Topilto.Medufi,  Meleagro,  Tiajfidto, 
’Hsmbroth,Orfo,Taris,ThUgii^abello,&'Ha\fidiB. 

Anchife  padre  di  Enea,  trfigho  di  Capii, ianan^  liguer-  1 ? 8 
ra  Troiani  mentre  amaua  la  fiibt Udine , amato  di  Fcné- 
re,dellaquale partorì  Enea,  dictfirfierflatocieio,<fi'pcr 
queflofu  menato  da  Enea  in  Sieilia,doue  mor'i,  tome jeri. 


............  I»rjw JU menalo aa enea tnì:icilia,itoue mori,  comejcn. 

mmphainfontt,infeluemaiipt4lDea.Boc.Dubitaiut  ueFirgilioiuediadefioEnea^g.  ’ 

Honfofie  alcuiu  Dea . bzrdino  figliuolo  di  Chue,  & é Elettra, fondatore  A Tto 

TnzpcrI)ea,f>rdiiiini.DAtc.EtioutOnelauocepmDia.  ia,  nodi  é foco  ad  Elettra.  1 


V A M A. 


Diohe  fu  madrdé  Venere , onde  Virilio  Ecce  Aomei prd- 
teffitCafarìtafintm.  a Venere  faremo  mentionediefia. 
Dan  .Ma  Diane  honoriuano,^  Cupido  per  nia 
dre  fui , tptefiopér  figlio  ; Et  dicem  che  fedette  in  greni- 
boiDidt. 


Ama  l nome  A mexo  ,&cofi  fi  Afiende  al 
male, eamedbtne,eS‘ è freeptente  parlare 
d'dcumfiir  A quipoi  nafte  il  nome , perche  Eaco.  Lac.  Eacut.  Afopobebbe  due  figlie  Egina.cr  Thelde 
tal  huomo  i nominato  ver  tutto  ,•  & dal  no.  A Fama  l'mùamnti,  ni...  l*.  rlZ...  uA-...i i 


I tal  hnomo  i nominato  per  tutto  ; & dal  no- 
ti me  atquifia  gloria  ; & la  gloria  è un  cer- 
" io  pudore  Jlqualerifiilta  dalla  Fama  buom 
na,&  dal  nome, &però  lei  Adamo  efiere  Dea,  i fuoi  de- 
fendemi,&  deriuattfono . 

Faina jblome,GriiloA<>more,Gloria,VAta.Vamo,Honore, 
laude, Tri^.  Conte  per  famofe.Efialtamento,lnf amia, 
Cjlunnùt,Rhnprouerio,Obbrobrio,ttominareJaudareJo- 
dare  fifannare fili  altare  fielcbrart,  rimproutrart. 
f 37  Fama.  Lai. &opiaiofiXiJiimatio,fermo,rumor,pradicatiO. 
Vir.&hoc.  Fama  Alta , AltilUma , GranAfimr, 
C biara  ,Smgulare,  Celebre jUufirt,Reale,SplenAme,  Ift 
ta,V  ntueThie,Tuhlica,Ijoquace,Mortalefiruna, Ofeura, 
Rea,Occulta,Tnfia.  Et  ella  fòia  hiurà  la  Fama  e‘l  grido. 
Ma  la  Fama,e‘lualor,themai non  moretipn  Un  tuafòr 
ga,habbiti  ignudo  C ofia.LiFama  fèmmatriiedeW amiche 
uirtù,Cr preAcatrice  A uitij.  Vélociffima  rrporcatr'tce  de 
mali.  Come  chiarifiima  Fama  per  rutto' Inondo  fuona. 


A Egma  l’tnmmoro  Ghne , tir  informa  A fuoco  la  conob  -- 
be,^A  lei  generò  Eaco  padre  dì  Telteo,  il  quale  procriiìò 
Achille  forufiimo  dì  tutti  i Greci  fecondo  Homero,  & fb- 
rondo  quella  fauala  bif nepote  di  Gioue.  Da  ipuHd  Eiiiia 
fu  denominata  Eginala  tini , laquale  prima  era  Artu 
Enopia  ; Regnò  Eaco  in  Egina,  cJr  ne  fuoi  tempi  fu  tama, 
&fi  granA'ptfiilcnxafihel'ifola  ne  rrflò  Alitata.  TeF. 
che  pregò  Eacèilfiio  paAe  Gtoue , che  gli  dejìe  lamoF- 
te,o gli  refiitmfieil popolo  perduto; (fi  Apoi  andando 
per  f ilota  uute  infinito  numero  Aformic  he  falire , (fi  jet  u 
'Areimia  Qjimia  ,Cfi  Afiderò  tal  efiere  tl  popolo  fuo.  i 
'Cioue  pelA  fiderìodel  figbuAo  comirrtì  le  formi,  he  m 
huommi.  Q^cHo  fingono  le  fanale,  peri  he  mancando 
gli  habitatun  alTlfòta  Eaco  la  riempii  A Knte  rulH- 
' tana , (fi  A nuoi'ì  editori  A terra , eJr  che  furono  fimi- 
•b  alle  formiche,l'quaH.  erano  nen  prrlaajiidua  ftan- 
xa  nel  fole,  erano  robnfli , (fi  di  molta  fatila  , (fi  rf- 
fertitio , erano  parchi,  maafiai,£rcon  mdufìna  roni- 
peuanofiS-  conferuanano  le  biiuc;  il  che  tutto  fi  ueA  nei. 


IÌ9 


Crebbe  la  Fama  A A fua  faiu  ili.  Di  cui  i fiata  fi  lunga  pruanofizreonieruanano  le  Viiuc;U  che  tutto  fi  uedt  nei. 

FamjfiiegiK  A eterni  Fami . Li  Fami  AIU  fua  - U Formic.t . Furono  adunque  quefii  popoli  detti  Mjrmii. 

. Cu, 

Ai 


Fama 


C I JE  L O 


Fama 


ititi,  ferihemymix  in  Crea figni^ca  formica . Qjiefli 
oltre  l' altre  fue genti  menò  ^Achille  nepoie  di  Eneo  negli 
eserciti  à Greci  contro  a T roiani . onde  dice  Dan.  "ìion 
credo  j che  a ueier  maggior  trijhtu  Eofìe  m Egina  il  po- 
pò/ tu  Ito  infermo  dinamo  fu  l'aer  ftfiendimalttia  ; Che 
gli  ammali  infitto  al  ficciol  uermo  Cafeanm  tutti,  ^ poi 
le  genti  antiche , Secondo  che  "Poeti  hanno  per  fermo , Si 
rijtorar  di  feme  di  Formiche.  Fingono  i poeti , che-Eaeo , 
Minos,  & Riiadamanto  figUuoli  di  Gioue , perche  furono 
molto  giufli  principi , dopo  la  morte  loro  fujicro  fatti  giu» 
dici  dello  infemo,liiualt  hauejieroad  efiammarle  ani- 
me , & dapoi  punirle  jecondo  che  meritaffero  i loro  delit- 
ti, yedileTraiformatiomi  Ornilo, 

Edipo.  Lat.Oedipus,  figlio  di  Laio  Ee  diThehejÉrdiloca- 
Ha  & padre  di  Eteocle , & di  Polinice , tlqual  foluette  lo 
enigma  di  Sphinge , uedi  la  bijloria  a Laio  fuo  padre 
«J!4, 


tiOyir  un  Fahritio  apaipiu  belli  C3  la  lorpouertì.cbe  Mi 
da,oCrapo  Con l’oro;<òtde a uirtùfuron  nbelU . ,/Lrillù 
de  : che  fu  un  Greco  Fahritio . 

Coftanza.  Lat.  Cofiaiitiafu  figliuola  di  Ruggieri  Re  di  Si- 
tilia,altri fermano  delbuonUf  Guglielmo,  morto  ilman- 
to  finga  herede  Tancredi  uno  de  baroni  occupai  regwjet 
ella  fi  fece  monaca  ; ma  perche  Tancredi  non  obediua  alla 
Cbiefa,  il  yefcouodi  Palermo , conauttontàdcl  Papa  f e 
trarre  Gojlait^  del  monajlerio  di  Palermo  doue  hauea 
fatia profefiione,&  diedeCt  per  moglie  ad  ^Arrigo  figlino 
io  del  primo  Federico  Imperatore , della  famiglia  di  iue- 
uia . ,4rrigo  fu  coronato  Imperadore  da  Celefimo , Èr  di 
Coflanga  hebbe  Federigo  fecondo , dqual  fu  terzo, Gr  ul- 
timo Imperadore  di  quefta  famiglia,  onde  dice  Dan. 
SiueB' ila  luce  de  la  gran  Gofianza,  Che  dei  fecondo  uem 
to  di  Soaue  Genero’l  terzo  ,é"ll ultima  poffanga . yedi  il 
yUlani 


*4* 


Elettra  figUuolai»ittlaiite,hebbe,Atlantepttefigliiude,  Guglielmo  Re  di  Sicilia,  Coflui  fu  ottimo  principe  inltbe- 
Elettra^Iaia,Sterope,Cillenofraigete,.Alciane,tà-  Me-  raittie&  gmSìitia,  (jr  clemenza . regnò  in  Sicilia  ifelT an 
rope,Eiettra  fu  moglie  é Chorilo  Re  in  Italia  Pelquale  la  noM.  clioj.ueédtlòpraaGoJlanza  D a h.  Et  quel,!  he 

fua  Principal  cittdju  denominata  Chorito.Quefia  credo-  ueé  nettareo  decimo , Guglielmofu,che  quella  terra  pio 

no  molti  fope  quella  ,che  boggi  chiamano  Cometa . Elet-  ra,  Che  piange  Carlo , <ir  Federigo  uiuo . yedi  Gian  yif- 

tra  adunque,  non  dal  marito, ma  da  Game  generò  Darda  Ioni. 

no,ilquau  dopo  la  morte  éChoritouenendo  in  dipenfio-  Heliodoro . Co/?»/ mandalo  da  SeleucoRe  di„dfiain 
ne  con  Lato  fuo  fratello  di  madre , & figliuolo  é Chorito,  Hierufalem  a torre  molti  tbefori  del  tempio , i quali  il  Re 


•4* 


éliberòlafciarlo  folo  nel  regno,&  con  parte  delpopolo  na 
uigò  inSamoihracia,&  dipoi  i»  Pbrigia,  doue  poi  fu  Tro 
iat&dalui  bebbono  origine i T roiam.Que{lo fu  nel  tri- 
gefimo  quinto  annoéMoife,^  ne  gli  anni  del  mondo 
gqqz , onde  dice  il  nofiro  Dan.  Poi  nidi  Elettra  con 
molti  compagni  ,Tra  quai  conobbi,  Cr  Uator , & Enea, 
Cefare  armato  con  gli  occhi  grifagni  .hoc.  nella  uifione 


hauea  intefò  d',A polirne  non  eperc  neceparv  i ma  efsen- 
do  nel  tempio  Heltodoro!  gli  apparue  unhuomo  armato 
fopra  un  ternbil  caualla  dalquale  era  apahto  co  cala . Il 
perche  impaurito  Heliodoro  humilmeme  chiefe perdono  a 
JDkh&lafdò  i thefòri^  tornato  in.4fia,  r^erl  il  nàiaco 
lo  a S elenco.  & però  dece  Dan.  Lodiamo  i calci,  c hebbe 
Heliodoro.  yèdtyal.Maffimo. 


amorofa,  Rabbiofa  fi  moHraua,  ^ pien  ^ardire  Barda-  Hermaphrodito . Lat. &androgynus , Di  Mercurio , dr 
no  quiui  col  frennuouo  in  mano  Parea  in  atto,  che  uolefie  di  yenere  nacque  un  figliuolo , iiquale  fuebiamato  Her-  ■ 

dire. lo  fui  colui  nel  mondo  primerauo,llqual  con  fren  maphrodito  dal  nome  del  padre,  & della  madre , perche  ^ 


in  Thefiaglia  domai  il  canai  in  ufo  anebor  ifirano  Mira- 


bibnente,^  antho  edificai  Primo  quella  città  ; che  pofaa 

- ■ ■ ■ - - ... 


Trota  chiamano t fucceffor  tch'iuilafdai.  K r,i.  Fermar 
al  fon  de  lor  foJui  Pietri  II  fiume , oue  fudar  gli  antichi 
^ Elettri, 

Etili  tone.  Lat.  Erifichtbon , Diriopeus,  Tbepalus,  Cererit 
contemptor . fu  buomoimpioin  Thepagliaàlqualebaue- 
ua  in  di^regio  Cerei  Dea  delle  biaMe,Cj-prohibiua,chenó 
fi  facepe  facnficio;  perche  irata  Cerei  gli  mife  addoffp 
inaudita  fame, per  laquale  in  hreue  tenmo  confumò  tutte 
le fue  fofianze,  & finalmente  ucndè  la  figliuola  piu  uolte) 
Et  dopo  quello  fi  mangiaua  le  proprie  membra  ,f  itto  tal 
fàuoL  e^rime  Gnidio  la  natura  delgolofo, &T)  KK.dt- 
ce , iq^n  credo  che  cofi  a buccia  firema  Erifiton  fi  fpfie 
fatto  fecco  Ter  digiunar  quando  piu  n hebbe  tema. 

Fabritio  Romano  fu  m efiremapouertà,  nemai cercò  ric- 
chexxt , & ejfendogliprefentatiamphpimi  doni  da  San- 
niti popoli  infrnfi  a Romani,  & pregando  che  gli  rkeueffe 
perle  fue  necefittà , r^fe,  che  mentre  che  patena  uptre  i 
membri  funi  mente  gUbaueua  a mancarejér  eh"  i Rojun 
curauano  oro  t ma  efiere  fupcnori  a chi  lo  pofiedeua , 
D A K.Soueruemente latefi  ,obuon Fabritio  Con pouer- 
tà  uolefli  anzi  uirtute , Che  gran  ticebezze  pofieder  con 


Hermet  in  Greco  figmfica  Mercurio,  »4pb  rodile  lignifica 
yenere.  Slueflo  uenutoagliamttdellagiouemù,amuan 
do  m Caria  ad  un  fonte , ni  trono  Salmacu  nanphajLtqua 
le  prefi  dal  fuo  amore , corfe  a lui, che  gfi  fi  hagnaua  nel 
la  fonte , & uolendoilgiouane  fuggirla  t abbracciò  pre- 
gando à Dij , cbefacefiero , che  egli  non  fi  potefie  feparar 
da  lei.  Furono  efiauditi,i  fuoi preghi , & tratfòrmojji  in 
forma  , che  di  due  diuemarono  uno , ma  ritenne  quefi’u- 
tto  etmendue  i fefii , & cefi  reflò  mafcbio,&  f emina , dr 
quello  è quanto  alla  fauola . quanto  alla  ragione  natura» 
te  fecondo  iThilofiiphi  ,in  che  modoficoncepe  al  uenrre  . 
della  femina  non  Mnemo  ,perche  noni  in  propofilo  no- 
Jiro.  SluefiitaliiaCretì fonochiarnatijòtirogimjdéfl 
mafchi,efemine , perche inlor  lingua  chiamano  lima» 
fcbioandron , & la  femina  gynem , & idecifo  in  iure  » 
che  ciafeuno  elegga  qual  fefiodiJueuuole  quel  filo 
aferciti . In  .A fica  ferine  Plinio  efier  popoli  detti  Ma» 
clii,iquali  fempre  nafeono  Hermapbrodiii ,&  ufimoa 
uicenda  hor  C uno , hor  Coltro  fifio , dr  .AriUoielearro- 
ge , che  quefti  hanno  la  poppa  deflra  di  mafihio  ,&lafi 
uiflra  di  femina.  Crperòbenchcefì  tcti.'Hofiropecca 
tofnUermaphrodtto;  Ma  perche  non  fcruanto  bumana 
le^e.  Seguendo  come  beHie  tappetilo . yedi  Oui- 
eho. 


tòt  io.  Ter.  Come  cri  che  Fabritio  Si  faccia  lieto  udendo 
U nouella  ; Et  dica  Ruma  mia  fitrà  antbor  beila . yu  Cu-  IcaiofigUo  di  Dedalo,  ueà  4 740.  yah  Gnidio , 

Manto 


_L 


1 


4f 


IO 


Fama 

I4J  Manto  fecondo  Diodoro  Suolo  fu  figìimU  di  Mdampo. 
Costui  ejsenìo grande  Jndoumo,et  hauendo  liberato  dal- 
ie furie  le  donne  ^rgiue,  lequali  Baccho  hauea  fatto  in- 
furiare; meritò  che  ^uaffagora  figbuoio  di  Megaperueo 
Kedi ^rgoghde^e teduepartidelregno,&  la  figUuoU 
fer moglie Jaquale  ftthumò  Jlphìamra,& dicojieige- 
uerò  Manto . Ma  gù altri  dicono  efiere  Stata  figliuola  di 
Tirefia,0-  écono,  che  dopala  mafie  del  padre  la  città  di 
Baccho, cioè  Tbebe/loue  nacque  Baccho  muenttnre  del  ui» 
BOiéuenne  fcrua.  Tercioebe  dopo  la  battaglia  di  fette 
Regimorto  Eteocle,& Totimce  regiThebam,CrcÓtehuo 
mo  crudebfSimo  occupò  la  tirannide  in  Tbebe.  Ma  poco 
dopo  pe  preghi  delle  mogli  de  i Re  già  morti , li  cut  corpi 
Creonte  uietaua  fepellire,  Thefeo  Re  d Atheue  uenne  co 
tfercito  contro  a Creonte tolfegb  la  città jcfi-  feccia  trii 
tutaria.  Ridotta  adunque  m fermtù  Tbebe , Manto  cercò 
molti paefi,  & finalmente  uenne  in  Itaha/ioue  Tbiberino 
Iddio  del  Teucre  partorì  Ochno,  ilipule  l'irg.  nel  decimo 
ferine  bauere  edificato  Mantoua.lUe  etiam  patrus  agmen 
aer  Ocbnus  ab  orit  Fatidica  Mantus,  &Tujcifilius  am- 
ai. Qjii  muro!  matrisq;  dedit  tibi  Mamua  nomen.  Qjie- 
fioOchnopercheera  fortiifimo  dicorpOs&dantmo  ,fu 
auchora  chiamato  Bianore , perche  bia  in  Greco  figmfica 
fortegt:adicorpo,&aner  figmfica  quello  che  i latim  di- 
cono utrum  adunque  Bianor  t'interpreta  fortex^  ui- 
nle.  La  fipoltura  pia  erafamoft  apprefio  Mantoua.Onde 
nella  Bucolica  tl medefimo  yirgibo  ferine.  Tlanuj;  fepul- 
ebrum  Inapit  apparere  Biancrii.  Edificò  adunque  Man- 
tona  Ochno,zT  da  Manto  pia  madre  gU  diede  tl  nome,  & 
però  nel  Dan.  parlante  V : a.  dice , Et  quella ) 
Manto  fu  che  cerco  per  terre  molte  ; Tofeta  fi  po/i  là, 
douenacqu'h. 

Maia  fu  unadelle  fette  figlie d‘,Athlante,& partorì  Mer 
curio  a Gioue.  D a n.  ^ udi  come  fi  mone  Crrcajir  uiein 
a lui  Maia,e!r  Dione  ddcH  Mercurio , &■  tenere,  perche 
Dione  fu  madre  di  tenere, come  al  fuo  luogo  è detto. 

Marco  Popilio,  ilquale  con  altri  legati  marni  ito  dal  fena- 
to al  Re  .Antioco  di  Siria , perche  comandafiero  a luiycbe 
ftare  in  pace  lafciafie  il  Re  Tolomeo,  & Cleopatra  d’Egii 
topquali  teneua  egli  ajfediati , ^ prendendo  il  Re  tempo 
a rifondere Jo  cinfeanimofamente  d’un  cerchio,  et  coma 
dò, che  a non  ufeire  del  cerchio  ri^ondefieionde  con  l'ani- 
mo fa  firontejirconCaréta  lingua  lo  lirinji  al  fuo  uolere, 
tr  fi  che  la  imprepi  lafciaffi  ,onde  «/  P s t.  Eram  quei, 
cbe’lRediSinacinfe  D'un  magnanimo  cerchio  ,econla 
Imgiu ,Econlafronteafuouolertofirinfe.  l'edif'ale- 
noMajftmo. 

144  Xlcdufà,  Lat.  Saxifica , Thoricis,  & Gorgon  : laquale  ( fi 
come  ifcritto  nelle fauole)cangiaua  chiunque  d fuo  uolto 
miraua  infa^oMa  nófaràeglial  creder  mio  fuori  iogni 
fropofitoi’h  ui  darò  a leggere  queljcbe  Mmtumo,da  dim 
uerfi  fcrittori  delle  Gorgone  in  un  luogo  accolp;;& per  co 
vtmetare  da  Toeti,  Varrone  ferme,  che  Tboreo  di  Tbofet 
’Hhnpba,C'  di  Untuno  figÙo,& di  Corfica,&  di  Sardi, 
gna  Re,  nella  battaglia  nauale,cbe  fi  con  .Athktttejiin- 
todabà,&in  mare  affondato,  per  opera , <$•  beneficio 
del  padre  "Hettuno  diuemò  marino  Iddio  .di  lui,  & deU 
laTfimpha  Cetone,ficomenarraHefiodo,pcr  defeen- 
dete  edde  fattole  nacquero  Verpbredune  , Enione 
immortali,  ma  canute  ; onde  foro»  nominale  necebie. 


Fama" 

De'  medefimi  parenti  tr afiero  origine  le  tre  Gorgone 
se  E N n T«  iitdlnuin  Jaeppd  ìrttSaiSt  mia 

am  ^ àyifOt  Sabtrame Eurtale, 

tJr  Medufa  ; laquele  era  mortale  efiendo  [altre  due  fo- 
relie  immortali, nt  mai  inueccbiando . Di  Medufa  poi  in- 
namoratoli Tigttuno , con  lei  amorofamente  congiuntofi 
nel  tempio  à Taliadefienchc  Hefiodo  dica  ^ ;utEniii  fM 
««Siati’  tiafutioi , cioè  tra  [herba  ,ei  fiori.  La 
Dea  jdegnando  quei  capelli , co  iqiiaU  piaciuto  baueua  al 
Dio  del  mare  .cangiò  m Serpeuti,et  que  beglioccht,co  iqua 
li  mpàmato  l’haueua,  fetejche  chiunque  la  mirafie,  traf. 
formafiero  in  pietra;  Scontra  lei  mandò  Terjeo . Ma  la 
maggior  parte  ; & fpetialmente  Zenodoto , che  finfie  i 
prouerhi,Jice,cheTolulette  fignare  di  Seriphoi filetta, 
fp- fratello  di  Dati,  che  nudriio  t hauea  Verjco,  come  fi» 
gfiuoio,poi  che  [arca,  out  era  con  la  madre  mchiufo , ep- 
gittata  in  mare  per  uolontà  d'Mcnfiupadredilei  ,ejr  fi- 
guore  d'Mrgo,  peruetme  a S eripho,&  alle  fne  tuamuimà 
do  lafiiuamenttùanae,&ptr  ejferegta  biiomoVeifeo, 
& non  pofi  endo  il  )uo  amorolò  appetito  adempire,  chia- 
mò a fè  tutti  gli  amili  ytraquab  fuTerfeo  difji  loro 
douerfcgli portare  il  dono  nelle nojg:cd'Hippodoniia  fi- 
gjimola  di  Enomao.  Mllhora  affi  rmatJo  Terjio  di. non 
ctntraérli,  ambor  che  dimandafie  Li  tefla  di  Medufiia 
gli  altri  chiefe  canai  li,  a lui  di  Medufa  ri  capto,  benché 
Ifcaccio di Ucophrone interprete  ferina  tuttoefiere  finta 
uouella.rt  che  Medufa  donna  di  TifidioJbtUa  efiendo 
htbbe  ardire  di  farftiii  bellezxft  a Muierua  uguale  ; on- 
de etlaé  fdeguoMna  mandò  Verfeojche  lucadeffe  ; Ma 
fègueudo  la  fauolofa  bifioria  di  Zenodoto,  egli  menato  da 
Mercurio  a Vallai,  uenne  alle  fighe  di  ’Pborco  Enioue, 
MemphedaAir  Dinone,  lequali  eranodalnafcimento  uet 
alile,  & tre  efiendo , benché  Hefiodo  ,fi  come  detto  hab- 
btamo  due  ne  noma  Tephredone , Entone , un’occhio, 
^ un  dente  haueuano  ,i!r  hor  f una  ,hor  [altra  eguale 
mente , ne  loro  bif  ogni  gli  ufauano.Qiicflihauuti  mina- 
no "Per fio,  renderli  mai  loro  non  uolle,  infia  che  elle  Man- 
dare alle  Tqfmpbe  la  uta  glinfegnarono . Haueano  quefie 
Tfimphe  le  fiarpe  alale,  & la  pera,  & il  capello  dt  Tlu. . 
tonejlquale  cbiftortanain  tefla  egh  chiunque  uoleagitar 
daua  ,ma  lui  nefiuno  ueder  patena. ond'ò  nato  il  prom 
uerbio  vuJbt  uatm , il  capello  di  Tintone  per  coloro , che 
connuouimgamu  fèflefiì  nafeondono.  Da  quefie  Tiifum 
phe  tolte  le  dette  cofe.C  da  Talladelo  feudo  éCriflal, 
lo , onera  d Meciaro , tr  da  Fulcano  la  ffiada  falcata  di 
Diamante.  Mltridifiero ,cheda Mercurio prendefie  i 
talari  ,uolandon  andò  alle  Gorgone . Eranle  Gorgone 
tre  fonile,  fi  come  detto  habbiamo, lequali bauean  le 
I efie  drat  hondofol  dai , cioè  arcondate , in  ucce  di  capel- 
li di  fftoglie  di  Draghi , 1 denti  grandi  di  cinghiali  ,le  ma- 
ni di  ferro,  & le  peane  ,fopra  lequali  a uolonandaua- 
na,<Ér  coloro, che  le  mirauano  nel  uolto,  pian  face- 
nano.  Ma  perche  delle  tn  fila  Medufa  era  morta  - 
le  , cornea  Ut  fi  mafie  Terfeo  w'I  nifi  adietro  uolto, 
CT  nello  feudo  mirando  .per  loquale  il  fembiantc  del- 
la Gorgoni  uedea,Sìefi  la  mano  drixgqndogliele Tal- 
lade  ,&letaghòil  fiero  capo;  Inedia  Meduja.leStroc- 
cbie  di  lei  figuirono  Terfeo , eh’ a nolo  n’andaiia.tic  tram 
tiare  .neuedenpoffendolo  per  lo  fatai  capello , piangendo 
fi  Ite  ritentaronoMa  Terfeo nenuto  in  Seripho  trouò  Po- 

C ìoj 


CIELO 


Fam» 


CIELO 


Fam»' 


lidene,  c'httua  li  fuoi  amici  alla  regia  chiamati)  per  cele- 
brar là  noz'^  co»  Danae:  Et  rmc^oft  m cìietro  moHrà 
la  teHa  della  Gorgona  , onde  quanti  la  uiiero  m fajio  fi 
trasformarono  ; zr  fatto  Re  de  l'IJbla  Ditti,  d capo  di  Me 
dufa  diede  a Minerua,  & il  capetle,&  le  fcarpejir  la  pe- 
ra a Mercurio , ch'ai  proprio  ^rone  ciajiuna  tofa  rendef 
fe.  Ma  Efculapio , che  imparò  medicare  dal  uecc  hh  Cbi- 
rone,bebbeda  Talladeu  fangue  delle  uene  della  fiera 
Corgona  ufiito , colquale  effetti  nella  medicina  marauia 
gliòfi  operò , con  quello  delle  fimSire  uene  oc  adendo , & 
con  l'altro  dette  deflre  fanando  ; onde  fi  difie,  che  egli  alcn 
ni  morti  in  ulta  ne  richiamafie . nero  òche  Scruto  nel  fi- 
fio  dell  Eneida  narra  ecbe  tetre  Gorgone  un  filo  occhio  ha 
ueano,  faeton  marmo  diueittar  la  geme, perche  Sere- 
no interpretando  bifloricamente  la  fauola  diffii  eh' elle fn 
rono  tre  bellifiime  fanciulle  duna  medefima  betleo^,  nel 
la  eftrcma  Jifriea , & come  ferisce  il  Mela , netl'ijole  del 
mare  Ethiopico  chiamate  Dorcadefi  come  altroueji  Ug- 
ge Gergale jUcendo  Hefiodo,  cb’etU  habitano 
nùmuatur*», Inoltra  il  famofiOceano  ,& mirando  fa- 
ceano  rimanere  i riguardanti  giouani  sbigottiti,&  fiupe- 


do  ri  fiat  tana  quanti  nell  ifole,  tà- ne  liti  habitatutner,  t- 
cidendo  qualunque  non  glt  pagana  danari,  onde  nauigan- 
do  a Seripho,doMaudò  danari  a gii  habitaton  ; iquait  pe» 
non  pagare, & per  tema  iefferoccifi,  lafiiando  l IJola  fo- 
la,fipartirono:  oue  tornando  Terfio  a raccogliere  la  paga 
domandata,^  nella  pia^^  non  ritrouando  fi  non  pietra 
con  la  grandezza  de  corpi  humani,  diuntgò  peri  altre  Ifi 
U,cbe  poi  che  i Seriphiani  non  haueano  pagato,per  la  fie- 
ra uifta  del  capo  della  Gorgonaed'buomini  erano  fatti gto! 
fifii  ; & il  mede  fimo  diceua,cbepagarebbe  t biunque  non 
l'obediua.  Sluel,che  naturalmente  s'intcfi  della  fauola  al 
troueil  èremo . & qui  porremo  quello , che  ne  dice  il  no- 
ftroV  n.Secio  nonfofse  ; andrei  non  uUrameme  M ue- 
dcrlei,cbe't uolto  è Medufi  ; Cbefacea  mamu>  diuemar 
U gente . chi  ueggendo  madonna  laura . & altroue.To 
quello  inme  ,chenet  gran  uecchm  Mauro  Medufi,  qua» 
do  in  felce  trasformoUo.  Che’ n me  ti  moua  acurarcCbuom 
fi  bajSofitedufii,&lerror  mio  m’han  fatto  un  fijio.  Ella 
bauea  mdoffo  fi  candida  gonna  ; Lo  feudo  m man,  ibe  mal 
uide  Medufa.  Dan.  f^enga  Medufi  i s'ilfarcuc  è fruì 
IO  ; Diceuan  tutte . 


fatti  detta  marauiglhfa  tor  beltade  ,&fi  fuori  del  finti-  Meleagro.  Lat.MeUager.  fu  figlio  è Eneo  Re  è Calidouia,  , ^ j 


mento, eh' efii freddi  fifii  paretuno^QjieBa  medefima  fa 
noia  a guifi  d’hifioria  ritruouo  altramente  narrata,  o per 
dir  meglio  interpretata  da  Greci, i quali fcriuono,che 
Tborco  fu  da  Cirene  .formi  Cireni  per  antica  origine  E- 
tbiopi,a'habitano rifila  è CireneoltraUcolonned’Her 
toU , benché  coltiuino  in  Mfrica  prefio  al  fiume  Murmn» 
non  lungi  da  Carthagine,&  fino  afiai  ricchi.  QjieHo 
Thorco  regnò  neUe  colonne  dHercoU;  che  fino  tre! fole, 
^feceuna  fiatua£oroaTaHade,laqualchiamauanoi 
Cirenei  Gorgoni  ,fi  come  Diana  i Creli  Dttthma , i Tbroa 
ciBendea.  Tborco  adunche  morendo  prima , che  altcm 
fio  della  Dea  deècafie  la  siatua , lafcio  tre  figliuole  Sthe 
none,  Euriale,& Medufi,  Uqualibauen^  ènemma- 
ritarfi  deliberato , fi  partirono  il  regno  paterno  talmeiun, 
che etafeuna hebbe una IJòta m figuona . Ella Batua è 
Gorgona  piacque  loro , che  non  conficrafie  al  tempio,  ma 
per  comune  tbefiro  alla  parte  fola  tenefiero.  Fu  un'buohi 
da  bene , & mero  amico  è Tborco , del  quale  elle  in  ogni 
bifigno  fi  firuirono  a guifi  d'occhio  tonde  fi  finfiinloro 
quel,  che d un'occhio  habbiamo  detto.  Terfio fcacciato 
k Mrgo , a £Kf/  tempo  per  la  mare,  ou  egli bauendo mal 
ti  namgi  afai  poteua , andana  facendopreda  ,& uden- 
do queBa  Gorgona  efiere  Rema  delle  donne  ricca  è 


& Li  madre  Mltbea . quando  nacque  uide  che  te  Fate  po- 
feroHnpezzpdi  legtuinful  fuoco  ,&  èfioiio,  che  tautq 
uiucrebbe  Meleagro,quanto  durafiequel  legnoXeuoUoLt 
madre  dal  fuoco  iocao  che  non  ardefie.  CrcbbeMclea- 
gro,& fitto giouane i adtuemie che  un  terribile  Cigna., 
teguiflaua  tutta  la  regione  é Calidonia . Il  perche  conu» 
eò a caccia  molti  tubUi della  Grecia  .Thifeo; Teruhoo, 
CaBore.Toliucefiifine^elamone,'Hellore.TAeo,padre 
d McbiUe,Speufippo,  & T roxeno  frategh  delia  madie  jet 
MtLmta  bellìfiima femina.  Cofleifu  lapnma,fhe  cooUt 
freccia  il  perche  nelToccbiOpMa  Meleagro  fucctfaacce- 
fi  dell  amor  della  fanctuilaje  donò  il  capo  dclcignale,d- 
mal  fimi  effere  prenuo  è chi  t uccide  ; ilche  fu  molto  mo- 
le fioa  frategh  della  madre,&  lo  tolfono  alta  fanciulla  ;U 
qualcofa  tanto  éfiiacque a Meleagro , che uciifi ambo 
duoi  Zij;&MUbeamuendetia  de  frategh  rito  fi  il  tiz- 
zone in  fulfmco,&  a un  mede  fimo  tempo  quello  arfi,^ 
Meleagro  fi  confitmè . <Sr  qui  aUigoricamentefipuo  dire^ 
che  Meleagro  fi  coufumò  pel  pentimento  c'beÙie  del  fallo 
iommefiopel  dohre,che  neprrpt.&però  dice  D a u.par 
tante  \ I u.Sei’ammentafii  come  Meteagro, Si  coiduiuò 
elconjumardun  iizzp,'Ìfoii  foraèfir  quejloatefia- 
gro. 


tnoWoro , & èfefa  da  pochi  huomim , nauigò , oue  re-  Naslìdio>Ae<li piu  bafio  a Sabello . 

yiauAuo  le  figlie  èTharco,&  hauendote  prmatedel-  Ncinbtoth.  Lac.l'ycmbroehut  fu  figliuolo  di  Caa,drCan 

f occhio  loro ,fippe  da  una , ch'elle  non  haueano  altro,  figtiuolè'Ugejiediaq-j^. 

che  egh  toglier  loro  potefie,fe  non  U Gorgona,  àrquan  Otto.  Lat.F'rfus  fitanmodclnoJlroT  t T.colqual  jiteuu 

toella  era  corca  doro , poi  che  le  tre  joreìle  fi  uide-  comnmmcare  i fuoi  amorofi  ociidcm  ,onde  dice  Orfo,t 


ro  fenza  t occhio, domandandolo  f una atPaltra , fi ma- 
rauighauano  del  fatto . In  quefla  ecco  Terfio, ir  èee 
doro, che eghbaCoccbio  ,affernucndo  dinon  uotcrlomai 
rendere,pnma  ebegh  dimojlrino  onci  la  Gorgona;  Elmi 
naccia  d'uccidere  ,fe  non  gliele  maniftjiano . Di  quelle 
Medufi, chenegauauolergUelepaiefitre, ne  fu  occifada 
luiitalrredue  che  gliele  èmofirarono,  ne  racquiflaro- 
notocebio.  Et  Terfio  poi  c hebbe  la  Gorgona  in  fio  po- 


nonfuronmai  fiumi  ne  flagm , & quel  chefeguc.F'n'aL 
tro  Orfianebo  celebro  U mflro  Tetrarca  da  Mompolierta 
ilqual  ècono , che  fu  è buone  lettere  fiudafo . altri  ua- 
ghotto , che  fu  ilconte  delf  Mnguiliara  ualorofi  caualie- 
ro ,& Uggudro  amante, onde  dite  ,Orfial  uojlro  de- 
ftrier  fi  può  ben  porre  Vu  fren  ; &qutUoi  he figue . qnc- 
ofolo 


fliduo  foto  babbuino pofii per  ejfer  flati  celebrati  dal no- 
flroTetrarca. 

tere,UtagUòinmolte'pmi,& fipofikteBa  fisl'EL  T iris. lat.TarisDardamu,Triamidet alio  nomine  Mie-  1^5 
tmOtUanale egli duam Gorgona,  Conqueilanauiganr  xander,  Hecuba  figjhadiJ)imame,oiiaoé  £tlfcoy& 


II 


Funs 


C I ErL  O 


Fama 


t«mu  di  Trìamo  figlio  di  Lxomedonte,&  di  LeMcifptJm  ano  homai  li  doni  tocca  Del  mi  fero  Sabello,  &di'Ngf^ 

ntndo  tnchora  nel  nentre,  quel  che  poi  fu  chiamato  Ta-  fubo  j Et  attenda  a udir , quel  c'hurji  fiocca . 

ride,  uide  il  fógno  della  faceva  diuulgato.  perche  Efapo  tiomc, prop.& metaXatMmen  et  fama.  P E T.  c?"  B o c, 


figlio  é Triamo,  & di  Elisie  ottimo  propheta , anuue- 
dutoquel  che  feguirnedouea  ,giitdicò  che’ t parto  infie 
me,  & quella  che’l  partoriuafojfero  occift . Ma  Tnamo 
in  ucce  di  quefii  uccifi  col  nuouo  parto  Olla  figlia  cUThe 
nullo , che  di  lui  celacamente  già  fatta  grauida  parto- 
rito gli  hauea  Menippo,  tr  fecretamentediedea  nutrire 
il  figlio  di  Hecuba  a i fuoi  pa fiori . tra  iquali  egli  uiuen- 
do,&  crefeendo  diuenne  altresì,  coni è da  tutti  già  ferii 
lo,  Vafiore . ,4lcuni  dicono , che  Triamo  il  deffe  ad  .Ar- 
chelao princqie  de  fuoi  pallori , che  in  Ida  monte  lo  Jpo- 
Xejfc,  & lafciaffe,  oue  cinque  di  fu  nutrito  daU'orJa . Toi 
.Archelao  moffo  a pietate  indi  d tolfi , & conte  proprio 


Tiome  bello,Centde„AltoJìegnofi'ero,Troprio,Cliiarv, 
l'ario,f'ano,Gran7iome  Latmo.  'Ifpme  fenga  foggetto, 
Vammirabile  & fanto  nome  di  colui , ilquale  di  tutto  fu 
fattore . Laudato  il  nome  di  Iddio  iHpmi.Altij.Cran  Hp 
mi.Chiamandt  là  fòla  per  tiorne  •cifba'Home  beliate . 
Ch'a  "Home  ulta.  & fonimi l 'Hsme  detto  D' alcun  di  lo- 
ro, Et  leggeafi  a ciafeun  intorno  al  ctgUo  il  Tlpme  al  mon 
doptn  dt  gloria  amico . Chefia  memurta  eterna  il  tipnie 
toro.  T re  dola , & cari  'Hpmi  ha  in  te  raccolti , Madre  , 
Figliuola  ,&Spofit  .Sipar  che  i Tgpmi d tempo  Imi  ,& 
ctiopra.Cofil  tempo  triompbai'Hpm  e'I  mondo. uedi 
all  Indice . 


«47 


figlio  dnutrio,nomandoloTaride  .Voi  penheamtaua'i  gommare  ,dr  nomare.  Ltt.  Pet.  Ch'a  nominar  perduta. 


Ta  fiori,  fu  chiamato  .Alefiandro.  Snida  ferine  ahe  Tria 
ma  mandò  a nutrire  Taride,  onero  .AL  ^andro  in  un  tuo 
go  chiamato  .AmanJro,che  da  lui  poi  fi  ihffe  Tana . lui 
dimorando  .Aleffandro  trenta  anni , per  effere  d' arguto , 
tìr  defiro  ingegno , imparò  tutta  Thdofophii  Greca,  & 
compoji  le  laude  di  yenere , dicendo  lei  effere  maggiore 
di  Minerua,cr  di  Giunone , conciofia  che  per  yenere  in. 
tendeaddifto ,dquat puopin  dogm altra cofa  interra , 


opra  farebbe  ..A  Babilonia  ,&  chida  lei  fi  noma  .Tip-, 
mando  un’altra  amarne  acerba , &fera . B o c.  Tlpn  le 
uolle  nominare  per.proprio  'Home , cioifemine . Intendo, 
di  nominarle,  yna  jua  camerera  Hpminata  Lufea . Le- 
quah  enfiature  li  uolgan  nominauano  Gauoccioli  ,cbe . 
non  ut  uentfie  'Hommato  uno  per  un'altro . yn  cauahert. 
nominato  meffer  Francefio . ilqual  maell  ro  io  non  nomi-', 
nero,  uedtl  Indice.  i 


Indiftfinfe,  che  Taride  giudicò  tra  Minerua,  & Cium-  Infamia . Lat.  & dedecor  ignominia . ual  mala  fama  ; ob- . 
ne,  & yenere^  che  a yenere  diede  il  pomo, che  ila  uit  brobrio.  P e t.  Timor  d' Infamia,  & fol  difioithonore .: 

toria . difie  anchora  iHinno  in  laude  di  lei  chiamato  Ce*  Fa  perpurgarfi  ilogni  Infamia  na  Torto . Che  del  mar  ■ 
fioAggiungendoui  poi  le  fauole,cht  in  guiderdone  del  giu  siciliano  Infamia  fi^e. hoc.  Temo  che  Iiifaima  non 

dicio  yenere  promette ffe  a Taride  Hclena  pm  bella  di  aneuenga.Ilqualdiladranezgi,&ifaltrcutiifiimecat. 
tutte  1 altre  donne  di  quella  nate  ;&per  configlio  della  tiuità  era  Infame , 

Dea  fabricaffe  le  nani  Tbereclo  ; con  lequali  egli  andaffe  Calunnia . Lat.  Calumma . altro  non  i , cbefalfà  infamia , 
in  Grecia  a togliere  la  promejft  donna;  laquale  già  to^,  cringanM,perchche  fé  tu  a medi  mal  d' un  altro  fatfa- 


fbpra  il  nauigio  menò  inTroia . ma  Hifioricamente fi 
firiue,cbeeglifi  mandaffe  dalpadreajatrifkarein  Cre- 
eia,&giuiito  in  Sparta,^  innamoratofidi  Helenajato- 
glieffe  fi  come  nelle  epillole  Gnidio  largamente  narrò 
lahiSìoriadiHelena,uedi  adeffaHclenala  fuabifioria 
allungo  fuoa  & quella  di  Enone  'Hpnpha ,deUa- 
cjual  s'innamorò  mentre  fu  pa  fiore  asxó.etle  altre  a gli 
fuoi  luoghi  .Pet.  Tlp’l  paftorydi  che  anebor  Troia  fi  £u> 
le . Oà  poi  lamentar  fra  1 altre  melle  Enone  di  Taris , & 
MenelaoilHelena.&D  A ti.yidiTaris ,TriSiaM ,& 
piu  di  mille. 

Thkgii.  Lat.Thlegyas  figlio  di  Marte  f uedi  ad  Efcula- 
pioa  191. 

StkeMo  ,cìr'Hulfidio . Strine  Lucano , che  Sabello  faldato 
diCatone  nella  Ltbiaarenofa  fu  puma  dal  fèrpente  detto 
feps , & tal  puntura  in  breue  comprefe  tutto  il  corpo , & 
rompea  la  pelle ,&  la  carne.  Et  finalmente  con  ardemif- 
fima  fiamma  lo  riduffe  in  poca  cenere.  Et  dopoqueàopo 
ue  il  medeftnto  poeta  ^etto  contrano  d"  un'altro  uelenu 
fbe  un  ferpente detto  TreHerpunfe  "Hofiiclto  faldato  del 
medefimo  efferàto,t!r  tal  morfo  in  forma  gon^  il  corpo, 
thè  gli  feoppiò  la  cora;m , gjr  tanto  ingrofiò  ,che  non  fi 


mente,  tu  cerchi  et  ingannarmi , & ch’io  babbi  falla  opi- 
monedi  colui,  ilquale  è innocente,  onde  ottimameme  fu 
dipinta  la  Calunnia  it.Apelle  ephefo , pittore  nobiLfiimo 
inquella  forma .DallamandeUra  fiede un’buomo ,ma 
con  orecchie  iPafino  a guifa  di  Mida , & porge  la  mano 
alla  Calunnia ,cbe  a lui  uiene  : Intorno  a coflui  Hanno  rit 
tedue  donne, una  detta  Ignoranza , [altra  Soffitione. 
.Allo  incontro  è la  Calunnia,  la  cui  forma  i egregia  ; ma 
piena  di  rabbia  ,&  di  dif degno  ; con  la  fimlìra  tiene  una 
ftcellmaAlr  con  la  delira  fi  tira  dietro  ungiouanejlqua- 
ie  alza  le  mani  al  cielo ,&  inuoca  Iddio  in  teHimonio  della 
fina  innocenza . Dauanti  gli  uà  la  Inuidia  con  occhio  acu- 
to ; ma  pallida,  come  chi  i Hata  oppre/io  da  lunga  infer- 
mità ; intorno  alla  Calunnia  fono  due,cbe[ornano,cT  ad* 
delìrano,queliefono  l‘infidie,cioè  aguati , & fraudi,  ma 
dietro  le  feguita  la  Tenitarga  di  neri, & lacerati  panm  ue 
Hita,  diptamopiena,  & da  uergogna  confu fa,&  riguar- 
da la  yeritàjaquale  uiene  per fieeorrere  il  giouane  a tor 
to  calunniato . érperò  calunniatore  ingreco  i detto  Dia- 
bolo,cioi  colui  che  conmenzogna  accufa,&nafce  da  que 
Ho  nerbo  diabolinahefigntfica  calunniare.  Aki.  E che 
fefiingua  la  Calunniafella 


148 

) 


§0.  n 

'O  - 


dffeemea  alcuno  membro  fi  giuntura,  Hedt  tal  corpo  gu  Rimproucrio . Lat.  probrium . D a n.  /n  Bjmprouerio 
Hò  fiera  alcuna,  0 uccello , che  non  morifie  .Dicono  al-  delfeodfcluaggio . 

tuni , cheTrefler  èffetie  di  affido  ,&  ua  femore  a bocca  R/mproutrarc.  LatJmproperare,  exprobart,  ual  buttare  in 
aperta,&fumante,Facomeèdettogonfiarilcorpopun-  occbioi&iàllaneggtare.hoc-F.t  feminar  fcandali,òr 
to  da  lut,&  quello  dopo  il  gran  rumore  putrefà . onde  di-  dir  cattiuità,  & Irifiezzie,  & rimprouerare  imab  ,&le 

et  D Ai*,  uelendo  egli  dir  ufa  maggiore , Taccia  Ltc-  ttergog^  [uno  deWaltre . Et  perciò  non  rimprouerare  al . 


Famai 


C I E L O 


Fàmf- 


rntrc  tbauergUfittocrtjiereunpicMoniJcrUo.  EtJi- 
fcorrettdo  per  mito  con  duhonelte  am’xpm  rimproneran- 
dù(iinollndjtmi,V>  AH.  Kimpronerando  a jì  lom'bai 
kduo . 

JmpTouerare.Lat.improperare,  A r \.uedendopoiLaTot~ 
ta  fede  cofi  improuetarfe  Di  fiorm  > & d'ira  dentro  & di 
fuor  arie. 

j-a  Remore  pcrlaFama.lat.I\unior,Pf.T.SegUianchor 
uenulo  Romor  ta  giù  del  b.  n locata  officio  J>e  tfuà  duo  tal 
Romoral  mondo  fafìe . Macom'è;cbefigran  Romor  non 
fono  per  altri  mejiifi  ^cr  lei  fhffa  tl  ferita. & quando  éno 
ta  flrcpitOjOtumulloaicdia  iqo6. 

G rido.  lat.  rumor ,fama,& nomcn . 7* e t.  TJ ella  fola 
haurà  la  Fama  cl  Grido,  "tlpn  quel  <f  Enea  com'è  pubùco 
Grido . Ond'iofora  men  chiara, & di  men  Grido  .D  ah. 
Credette  CimabiienelapinturaTcnerlo  campo,  &hor 
ha  Gioì  to' l Grido,  Si  che  la  fama  di  colui  ofi  ura.  & quan 
do  dinota.Lat.clamor  per  lo  roinore  o tumulto,uediiqof , 
B E M.  Che  pur  hanno  alcun  grido  P R. 

Gloria . Lat.  P e t.  Quanta  Gloria  tifa. Et  ella  fi  fedea 
Hurmlintanta  Gloria. Stiamo  amor  a ueder  la  Gloria  no 
fìra.  Gloria  di  noflra  etate.  Tra  Cuna,  & l’altra  Gloria , 
Quella  ecceUentta  i Gloria  (i'io  non  erro  ) Grande  a na- 
tura . Caduta  i la  tua  Gloria . T riomphal  carro  a gran 
Gloria  conduce.  Chiaro  difnor,^'  Gloriaofcura,&  mgra. 
Terfeueramiajù'  Gloria  in  ju  tafme . perche  rara  è nera 
Cloria.llnomeal  mondo  piu  di  Gloria  amico.  Cheuincerle 
fùCloriaalgrande .Alcide .Uor pcrthehumana  Gloria 
ha  tante  corna  .y idi  ogni  nojlra  Gloria  al  jòl  dineuc. 
B oc.  Gloria  yana,  "Fijuna  Gloria,  Gran  Gloria,  Gloria 
Fiorentina &Subita  .uedi all’Indice. 

Gloriofoi  Gloriofi,  Gloriofe . uedi  Jotto  Dio  a il. & Glo- 
riare a tt. 

Vdita>per  la  fama.  B o c.  CWalcum  per  y dita  fi  poffano 
innamorare , idefi  per  fama . 

Ijo  Vanto.  Lat.iaBantia,&aliquandolam.'P  Bi.Tantoch'a 
Lelio  ne  di  yanto  a pena . Che  neffiun  altro  fe  ne  può  dar 
yanto . B o c.  Credendofi  poter  dar  yanto,cbe  mun  al- 
tro fa, 

y antare.  Lat.  fe  tonare eextoUae.V^  r.L'una  è nel  del, 
che  fine  gloria  tà"  uanta.Sol  dt  uittoria  fi  rallegra  (Ir 
nauta . Con  gli  altri  fet^i  cui  Grecia  fi  nauta.  B o c.  yd 
tù  potete  uantare  d'hauere  la  piu  bella  figliuola,  tà' lo  piu 
honefla.  7ie  altra  Gloria  hanno  maggiore;che  il  uantarfit 
di  quelle  c’hanno  hauute . Di  che  egli  della  moglie  di  Ber- 
nabò  fi  uantaua . uedi  [Indice  • 

Honore,&honorare,uedifiietodi  Curnea  ^^p.tà'Tregio 
per  [honore  a qot. 

I » I Laude.  Lat.  laut.  P e t.  Q^nto  mia  Laude  i ingiuriofa  a 
noi.  Doueffe’l  prepo  di  piu  Laude  darfi.  yidi  ilbon  Mar- 
to  d^ogm  Laude  degno . yolumn  'ioniM  Salta  Laude  de- 
gno,Tanto  pare' bonefld  fua  Laude  accrefca.Soio  ben 
I h'a  uoler  chiuder  in  uerfi  Sue  Laudi  fora  fianco . B o c. 
laude  Sornma,MaTauigliofa , Terpetua , Le  laudi  del  fuo 
manto,  Laudeuol  Fine,  y ita. 

Lauda . Lat.  bymnus.  B oc.  Et  la  Lauda  dì  donna  Matel- 
da . ynde  Laude  fi tche  fono  compagni  di fenolo  ^ue  fi  con 
tanole  Laude, &oratnni.Et  la  mattina  fe  ne  tarnaua  a 
bottega , cr  tal  bora  a Laudefi  firn , yfan:^  partictlar 
di  Fioretizii . 


Lauditi. P BT.Horconlapemu,horeon  LauSatiinihìd- 
Bri.  Et  [ultimo  era'l  primo  tra  Laudati.  Onde  firn  [opre 
tue  nel  del  Laudate . Tornar  non  iiide’l  uifit  ; che  Lauda- 
to farà  l'io  uiuo , m piu  di  mille  carte . 

Laudare . Lat.  P e T.  Cofi  laudar,  & riurrir  infigna  La  no- 
te fieffa  . Laudando  s'incomincia  udir  di  fiore  II  fuon  de 
prmi  dolci  accenti  fuoi.Et  lutti  uoi,cb'amcr  laddaie 
m rima . Morte  biafmate  air:^  laudate  lui,  Che  lega, 
&-fiioglie. 

Lode,  il  mede  fimo  che  laude  .Tn.Jn  quali  he  bella  Lode. 

Ma  forfè  fetma  fue  lode  parlar.do.Le  degne  lode, e’I  gran 
pTCgiore'l  ualore . Le  Lode  mai  non  d'altra . ihc'l  ano  Bil 
giunga  al  figno  De  te  fue  Lede,  yedi’l  famojo  con  tante 
fue  LodeTrefo  nu'iiar . Et  S altrui  Loda  curerai  fi  poco, 
t'har  per  lodi  anzi  a Dio  preghi  mi  rende.  e'I  mio  Lodar 
Konffirez^e.  B o c.  Loda  ylttma . Degne  Loda  & fom- 
nie . In  Jomma  Lode . uedi  [indice  .Dan.  Se  quanto  m- 
finoaquìdi  lei  fi  dice  Foffe  rinchiufo  tutto  in  una  loda  , 

Toco  farebbe . Odor  dt  lode  al  fior  che  fempre  urma . 

Lodar . Lat.  laudare . P s T.  Tigmalion  quanto  lodar  tidei,  i j * 
ne  la  man,  come  Lodar  fi  poffa  in  coite  altra  pei  fona  i 
Tarràforfead  alcun;  che'n  lodar  quella  Ch'i  adoro  in  ter 
ra,errante  fita'l  mio  file  .La  una  al  finje'l  di  loda  la  fera . 
Lodando  piu  l morir  uecchio,che'n  culla . Ch'ine  rtngra» 
tio,&  lodo  tl  grandifdetto . B o c.  Tiu  [uiu  che  l’altra 
lodare . io  lodai  già  ad  uno  mio  fignore  fefjère  gelofo.  lor- 
dandoli fuo  nome.  Lodando  Iddio.  Tutti  lodarono  il  neual 
lare.  La  Fiammetta  lodala  da  lutti.  Laudato  fia  lidio  c 
Quelle  fico  fommamente  lodaua.Tiu  anclKra  tl  lodau.i- 
no.Et  riguardando  tutta  la  lodò,  uedi  [ Indice . 

Clamare, che  ual  laudare  Iddio . lat.  hymnos  canere,  adora 
re,deprecari . D a n.  i fintma  oftnnar  di  choro  in  eboro 
.Alpuntofifio. 

Effaitamento.Boc.Tuttìperlofuobene  j&perlofuo 
flato jiir  per  lo  fuo  Effaltamento  pregando . 

Effaltare . Lat.exaltare,  efferre . P e t.  Humillate  rjìaltar 
Jèmpregb  piacque.  loTefialto^diuulgo.  B OC.  Tiimut 
cofa  fu  mai  tanto  effaltata.  Se  uoi  contante  parole  le  ape 
redclReefialtate. 

Extollere , C efferre  per  manifejlare  & effaltare . uedi  a_ 

*774- 

Celebrare . Lat.  e,etollere,  & efferre . P e t.  Con  Parbofcel  t 
che'n  rime  orno,&  celebro.  Et  fecoliuietor  Sogni  Cele- 
bro.i.d'ogni  buomo  eelebrato.  S A H..Ant^  percb'ogn’hor 
piu  li  bonari,  dr  celebre . S'io  uiuo  anebor  farà  tra  quefit 
mfìia  La  fepoltura  tua  fameffia  & Celebre. 

Cantare  per  cekbrurec&  per  càtare, uedi  a i oo.Bemb.Rhn. 

Conte. inueceéfamofe,&note.Lat.  fama  illuBrts,  & ijj 
ndb'ilis.  P E T.  Raffiguratoale  fategge  Come.  Et  parlo 
cofi  mamfefie,  <$■  Conte.  Dan.  'Però  che  noia  fede , ibe 
fa  Conte  [ anime  a Dio . 

F 0 R r y Tl.A. 

Omini  Dea  della  buona, et  della  triflalòr  154 
re.  B o c nella  fua  uifioneamorofa  cofi  la 
deferme . lui  uiSio  dipinta  in  forma  nera 
Colti  che  muta  ogni  mondano  flato  Tal  uni- 
ta lieta ,tal  con  trifla  cera  ; Che  fopra  Iriom 
pbal  carro  tirato  da  due  fiere  ,th'ogni  colar 
parca  D'altrui  pigliar  il  lor  color  macchiato  iHorrikil 

nella 


Forcuns  CIELO  Fortuna  s» 

ntlU  fivnte,  fai  h*ucti  li  capei  uolti,  e a neffun  prego  ftt  Sarte.  Quam’itucidia  a tpieWamme;  cbe'n  Sarte.  J mi  ui- 

to  E jordj,  e tieca  mai  fi  nimlgea;  Ma  come pojlo  lalbor  uca  di  una  Sorte  loiuemo.  Teriheogm  mia  Forikiu,vgni 

Chauea  fatto;  f'olgerido  Jhnprt  hor  indietro  Jhora  auan  mia  Sorte  ; Mio  ben  ^mo  MaLO  bd  tufo  a me  dato  m Ott- 

tt  l'Ila  gran  Ruota  Jenza  alcun  ripofo  Con  taqualdaua  raSorte;cbc’nSorteHanahorjua  fante,  & dolce  iom~ 
hor  gioia,  e tathor  pianti.  Fortuna  eft  per  quam  nubi}  ali  pagata  ; thè  m’era  data  in  Sorte:  & noJiraSorti  Come 

quiipretcTfcnteiuiamHoitramfinealiquaopera,&la-  ueé,i tniimfa.  Cofi fonie  fueSorti  aciafiunfiffe. 
bore  uojiro  euenit.  Sortire.  Lat.  Sorttri;  per  deftiiiareai  <hf porre.  Pii.  Terche 

Fortuna.  Lat.  Fortuna,  fori,  fortuna  .Sor},hera,euen-  a faltogrado'lctel  fortiUoj.deiUiiò  D a n.  Saettando 
tui  ca/us,conJitio,  tementas , rhamnufia  ,accidenti6  re-  qual  aiitma  fi  fucile  Del  fangue  piu  thè  fua  colpa  furtiUe, 

rum,Subitus  ac  inopinatuseuentus.a  Chdone  di8a  cacus  t. diede  per  forte  al  fuo  peciaio:  quando  fulàrttto  'Hgiluo 

medicmpnultos  emmexcacat . FuappreffodeScitbi  di-  go,cbe  perdi  l’anima  riai.ibc  fu  elftto  per  forte.  A r 

pmta  fetrz^piedi,&  appo  iSmirneimfitmilmodo  thè  fo-  Ma  tome  gU  altri  e fieruolfè  ella  fortua,Hor  fbpraleila 

ftennefie  il  cielo  col  capo,  Crconlemamil conto  é,Amal  forti infomina  cade, 

tbea.ScriueLattantio,  che  fu  dipinta  da  gli  antichi  con  Sorteggiarci  forure,cioi  dar  le  fòrti, &ordoiare,  Lat.Sor.. 
potefià , &gouemo , fi  come  che  fojje  difiributrite  delle  lin.  Dan.  Sorteggia  qui,  fi  tome  tu  ofierue. 

ricebet^e,^  come  die  tenga  in  fio  dominio  le  cofehuma  Accline, ual  inclinale.  Lat.acclin,s.D  a n.  'ìfe  Carène 
ne.  DeHino,Fato,'Prodigio,Tianeta,  Stella,  Sorte , Conm  chi  dico  fon  .Accline  Tutte  nature  per  èuerfe  fòrti. 

ditione,Cafo,Rota,Mola,C.irrucola,Ciro,Tondo,Ritondo,  Deltino. Lat. Fatum,Sorst& uotum. ThX. Defìmo , Fer-  i^6 
Ccrcolo,Circuito,Tomo,lntornOrAtomod>atorno,\uol  mo,Fiero.  Mapuruofiro  Defitn  a uoi  pur  meta  L’efierai 

gimcnto,  Rauolgimento , Rimefcolamento , Mutamento,  troue.  Cha'l fuo  Deflmo  Mal  chi  conirafia , C mal  ehi  fi 

-Auenimentod'arietà,.Accidente,Ii^oriMnio,Difgratia,  uaftonde.  VoichepermioDeflino.Adirmiiforza.  S'egli 
SMenturafiifaueniura,l'entura,uiuentHra,Cratia,  Du  ipurnuoDefiino  E'I  cielo  in  ciò  ladopra.iqonper elei- 
bitatione.  Dubbio,  .Ambiguità,  Forfi, Baratto,Cambio,  tton,ma per  Dcflino.Ma fi  confentimeuto i è Deflmo  C he 

Scambio,So^ttiotte,Soffietto,lnconfianza.  Mobile, in-  ppfi'ioptu.  A r i.Ma  non  patria  ne  gli  buomini  il  Deflmo 

terto,FallaceJnflabile,Lubrico.f'ario,Diuerfì>,CoauoU  Sedei  futuro  ogn  un  fojfeindouino. 
to,Sconuolto,TraMoltodiluolto,Coniierfò,.Aduerfò,  Suen  Deflinare.  Lat.  permutere^cmdonare,  concedere,  confli 
turato, Inconfiante,Dubbiofo,S<^efo.  Mutare, Girare,  tuere.V  tt.Se'lciel  fibonefiamortemideflma.Cratie 
-Adirare,  .Arrmare,  f'oigerej''oltarednuertert.  Ri-  ch’a  pochi  l del  largo  deflinaddeft  concede,  fe  C eterna  fa- 

u^ere,lnuoluere,Trauoluere,lmplicarefiubitarefiub  tuie  ’HonfoffedefUnata  al  fiio  ben  farei idelì  auez^a. 
tiare,  T ra fiatare,  T rafmutare.  Tramutare,  .Alternare,  .A  lui  fu  deftmatoi.  deputato. 

Cambiare, Cangiare,Conuertire,Barattart,yariare,Dim  Tz^o,Lat.  fdtum,tà‘ deorum  decretum.  iui fatalis,  neceffi- 
MÌfare,SoJjiicare, .Auiticebiare, .Auingbiare, .Auenire,  tot, Pii. Stella égòrme,&Fato ftd qui  Reo.  ( i non  fò 
Incontrare,  Deflinare,  Sortire,  Conditionare,  Innafpare,  per  qual  Fato  ) de  firn  coruo,  o qual  manca  cornice 

iiefcoLtre,RÌmefcolare,& Confondere.  Canti  l aio  Fato;  o qual  parca  Cinafpe  i 0 mia  Stella , o 

Fortuna, i«/.  Pii.eT’Boc.  Fortuna Defira,Mode-i  fortunafiFatofimorte.FataSSole.Corfo.FataliStdie.Fa 
fla,Humile, Serena, lieta,Migliore  iBuona  .Datrice  de  ta  noi  è dorella  auétur^ufatodalf  Ariofiopiedia  qp}. 

gidderdoni.  tnen  Deftderata , .Auerfa,  .Auara,  Crudele,  Vroai^o , Lat.  i fegno  che  fignifica , & annnntia  le  co  fe 
Empia  JFallacedm^cabile incerta,  Ingiuriofa,lngTra-  c’hanno  a uenire.  S a n.  ^ofW  infelice  Trodigio  è Come- 

ta,lnlìibileJiadraJAolefta,Cieca,  Mutabile,  Dubbhfàei  teji  terremoto,èpcfiilétia,difànguin<^e  battaglie  nato. 
D’jbbia,Coatrarit,  MaUagU,  InuiiiofaJDpra, Strema,  Stejlo,  doi  DeftinoJ’ato, Sorte.  Lat. fella , aflrum, fydut,  ts7 
Turbata,poco .Anùca.Suhita  uoluitricedellecofe  Mon-  Vnz.Sepur  fua  af^rezxa,o mia  Stella  n't^ende.S  lléf 
dane,&  Jnuidiofade’ benimedifimi,cb’ellanhaiieapre-  fi;  centra  tue l’armi ogni StcUa.Tal  fumiaStella.et  tid 
fiati  .0  Fortuna  Spiaceuole  nemica  diciafcun  felice,^'...  mia  cruda  fòrte,  fìjjantamai  piouue  da  benigna  Stella, 
de’ miferi  fitngoiar  fperanxa.Tu  idutatrUe  de'  regni,&'‘  Difforme Js"  fiato  folqulrto,  I male  Stella  duo  beglioc- 
de' mondani cafiyddiutrice. La  fortuna giouaaforti,&  ‘ chi uidi.Omui  Stella,o fvrtuna,ofato,oforte,Tfsumio 
auilifce  li  miferi,  la  non  pacifica  Fortuna  Inuidiofa  del  uoler  ma  mia  Stella  féguendo.fo  Stella  imqua)mtropen 
j fallace  bene.  La  Fortuna  aiuta  gli  audid,^  li  timidi  cac  fifa  le  crudeli  Stelle,  Che  m'hanno  fatto  è fcnfibil  cera, 

ciauia.  I mouimenti  della  Fortuna  fonouariiin  èfufati  Lamio  fiero  def Un  uien  da  le  Stelle . Benigne  Stelle;  che 

rnadi..Accondttrice  de' mondani  acddenti.,Àcconciatri-  compagne  ferfi  .Al  fortunato  fianco.  Stelle  noiofè  fug- 

tede'  pitceridepoffenti.f'oi,cuiFortunabapofì'tnman  goniogniparte.  Che  colpa  i de  le  Stelle  I Hor  par , non 
ilfreno.  Fortune  .Afflitte,Spartefiraui,Tan:e,Fortuna-  fopercheSiellemaligne,Cbe’lcielinodiom'baggia.Ildi, 
to  -dchille,&  Fianco,Fortunofo  cafo,  Fortunofi  .Aueni-  che  coflei  nacque /ran  le  Stelle,  Cheproducon  fra  noife- 

menti.Fatti&Cafii.AKi.'Flott  comincia  Fortuna  mai  licieffetti  lnluogbialti,ù' eletti.Come ciafiunlefueStel 
perpoco  Oliando  un  Mortai  fipigliaafcbemo^agtoco,  leordinaro.StelleFataliatpkSteliedclcklopicdiaióq 
Indi  a f arbitrio  de  la  infiabd  Dea  LifecetrarreJ.èForu  Vizxieti, Lat. pianeti.  V .Altro  Ttancta  conuten  eh  i 
tuta  per  la  tempefia  maritima,  uedi  al  Mare  a tojg.  fegua.  & qual  fiero  Tianeta  He  nuièò  inficine  e mio  now 
1 5 S Sorte,  Lat.  fon.  Secondagli  antichi  autiori  Le  Sorti  furono  bil  tbefòro  ì Raccolto  ha  in  quefla  donna  il  fuo  Tianeta. 

trouate  nella  città  di  Taleflrina.  P s t.  £ir  B o c.  Sorte  'Hsffn”  Tianeta  a pianger  mi  condanna . & per  li  fitte 
CrudaJ>ogliofaJ>olorofa,EHremaJMaluagia,Dura,Dol  pianetiaicdi a ì q.  j. 

ce, Con  pari  Sorte  di  morte.Cbe  per  alto  defluì  ti  uennem  Conditone,  Lat.Jòrt  conditio,fortuna,eafui.  Qjulitai, 


Fortuna  ' CIELO  Fortuna 

Jittui.ptrU  fortuna, forte,  flatofiijualuà.Boc.'tipn  Infiammatemr,!iif}abili.D  a n,  "ì^n  banno'moltó'é 
farà  di  gente  di  finita  CoaMtione  , come  cofìoro  furono  uolger  quefia  Rota . 

idefl  qualità  fi  flato,  rnagiouane  affai  bella , & Itggta-  Rotare.  P e T.  <fi  & notte  rotando . L'amorofa  fletta  rotaia 
dra;madi  picciola  Conàtione,  & di  pouero  padre  figli-  i raggi  fuoLfru  paura  &ffemeMi  rota  fra  b'ogni  mio  flit 

noia,  fi  uomini  ritrofi,  & di  mala  Conàtione,  & difle.iU.  lo  in, orfa.  Atti.  0 me  fortuna  in  aUo , o in  baffo  rtiLte  . 

idefl  forte,o  qualità . Di  niUflina  Conàtione  Jnfinu,Bafm  D a n.  ^ rotar  camini  tò  la  fama  mola . 

ft,Seruilefl>iira . Et  creàndofilafua  Conàtione  miglio-  ,Arruotare  per  aggirare jrauotgere.  Aui.E  ài  afflitta  mot 
rare. "Pienamente  l'informò  àtle  Conditioni  .del  Hata  re  aggiri . e arruoli . * 

àlpaefe,iJefl  quabta  & quando  ànota  pattOiip-  conucH  Ritondici.  lat.ratunditai.B  oc.  Phcbea  correa  conli 
tione  ,uediaq^j.  fue  acute  coma  lieta  alla  fua  ntondità  .V  ii. 

Condittonare.  Lat. fortunate, beare, felicemfacere,projfiera-  Tondo . Ritondo, Ritonda,  Circolo,  Circuito, Palla, Balla, 
re , fccunda  re , projjit  rum  reddcre  .ualàr  buona  forte . ucdi  a Mercurio  4780. 

^Dan.  Ch’abti  u edere  ne  londaiona.  Uoli.Lat&CatilluiàJamolaàfopradclmolino.DAK,  4 

Accidente . Lat.  P s t.  S'cdtro  .Accidente  no'l  àfloma  f'e  Girando  fe  come  ueloce  Mola.  .4  rotar  cominciò  b fama 

drà.  Bo  c.  Accideme , Fiero,  Mifero,Pictofo,Suentu.  Mola  idefl  ruota . 

tato , "H^o , Meàftmo , Grande , Moderni  Suentu-  Carrucola . Lat.  trocheU , uebiculi  ; è quella gb 

rati , Diuerfi . rella  che  corre , a fmùlitudine  à earruca , 0 à girella . 

Termine . Lat. flatus,  quando  ftgmfica  accidente,  cajò,  ojbr  Boc.Udun pozzo  ,alqualeJiiot  fempre effere  la  Carru 

te.Boc.Standoin  queftì  Tcrnuni . f'eggendo  le  cofe  in  cola.  & un  gran  fecchione . Voce  Thofeana . 

buoniTermim.iJnbuonoeffere  fi  flato  .Prego  ìdào , che  Cito . Lat.ambilus,uel  circutuSt&mtander  ,dri .?  t r,  tS» 
a coiai  termini  ne  noi  ne  me  rechi . Ma  ella  è anchora  in  "Hgl  quinto  Giro  non  babitrebb'ella . L'orme , Che'l  bel 


cofi  fatti  Termini  che . & quando  ànota  lépo  ueàa  1 {4. 
&lHogoapy-j.&  perlofinea  1617. 
j^g  Cafo . Lat.  capii fiuentusJori,& fortuna.  V it.  La  noltei 
chejèguilhorribdCafo.TipnaCalòiuirtìi.anziibel- 
tarte.  Cantanà  i Cafi  de  la  ulta  noflra.  B oc.  Cafo  Dub 
biofoJìoleme,SoBraiienuto,Simile,  Fortunofo,  Per  Cafo, 


pie  fece  in  quel  cortefe  Giro.  "Ffotte’l  carro  Celiato  in  Gi- 
ro mena . Et  bagnar  gli  occhi,  & pia  pietofi  Ciri  Far. 
B o c.  £r  era  di  Giro  poco  piu  i un  mexo  miglio . Dan: 
Intregiorniiàjiinto,&conlìruito  Del’acqua,checa- 
àa  ne  l’altro  Giro.  Ari.  Menaua  Miodante  il  bran- 
do in  Giro . 


a Cafi),  Cafi  Dubbio  fi , Cafi  Diuerfi  àlU  fortuna,  F"arij , Girare.  Lat.gyrare,&  uoluere.  V ir.  Gli  occhi  per  graiix 


Prefemi,Infortunati,.AfpriJFuturifiraid,Tipiofl.'ÙAìt, 
Democrito  ,Cbe’l  mondo  a Cèfo  pone. 

Auenìmento . Lat.  euentus,  capii , ual  accidente . B o c. 

.Auemmeruo  Dotorofò . & altri  foriunofi  Auenimemi . 
.Auemre . Lat atccidertfiuenire,contmgere,caà)e,per intra 
nenireficcaàrefiuontraredmbauere  nel  futuro . P e t. 
Che  fimilmente  non  auenga  a uoi.  Che  gran  duol  rade  uol 


gira . Quant’il  (il  gira,glhcchi,  come  fouenteella  gli  gi- 
ra. Mi  tiene  a Jreno,& mi  trauolge  rigira . Sìual  con  uit 
Mago  errore  Girando parea  àr,  qui  regna  amore.i.bcglhi 
chi.Poii’auienappreflojme  li  gire.S'tuim  che'l  uoltà 
inquella  parte  giri . Occhi  miei  tap  i, mentre  ch'io  uigfio; 
Per  gli  occhi,cb‘al  mie  mal fi  ffeffò  giro.  B oc.  Col  con-i 
tinouo  girar  à cieli. 


le  amen,  che'nuecchi.  Ma  irgli  amen , eh' anco  non  mi  fi  .Aggirare  è compoflo  da  gyro . Lat.  ìnuolucre,  tircnire,  che 


nieghi.SitoHo  come  amen, che  turco  fcoccbi.S'auien 
che’l  uolto  in  quella  parte  giri.  S’auien  che'n  tnaniofi'n  la 
mentar  trabocchi . Pur  qkel  thè  n'auefine . Fora  auenu- 
K * IO.  Forfè auerrifihe’lbet nome gttiUConfacrerò.  Boc. 
Tflel  tempo auenire  alcuna  à loro  poffa  prendere  utrgo- 
gnaj.nel  futuro.  & ueà  l'Inàce,  c!r  irouerai  che  ha  afa- 


ual  circondare,^  far  arcalo  .Dan.  Eaceuan  un  tumut 
tofilqual  s'aggira  Sempre  in  queltaria  fema  tempo  tin» 
td.quìàfie  aggirare, perche  ehi  uà  in  circolò  in  nano  l'af 
fatica . Come  Cocchio  tidice,  che  s’aggira . Qjiel , eh' a l* 
àfenfion  dentro  s'aggiri . T{pì  aggirammo  a tondo  quelLt 
flrada,  A 'k'i'.epertuttotag^a. 

IO  auenire,& adiuenire  indifferentemente.  D a n.  Et  ciò  Raggirare  per  rauoigeTe'.  Atei.  Epoi  A’ una , 0 due  uolté 
aueniadiduoljèngamartirt  C hauean  le  turbe  ,cb’eran  raggirolloDafeperl’ariainuerfò'lmarlo  fcaglia.  '•* 

molte . Menne  a me , chefenga’ntero  fimo  Incominciai . ■ Aggirata . La.  circuitus , & ambitili  .Dan.  "Non  fengff 
Che  àie  noflre  non  anemie.  Se  piu  auien,chefortuna  t'ac  prima  far  grande  .Agff  rata  y mimmo  in  parte . 

coglia . Ma  fi  come  egli  amen . Ond'egli  auiene,ch'un  me  Voi  gere . T e t.  E'I  Volger  de  duo  lumi  honefti  & fami  .t(  X 
de  fimo  legno . Volgere. Lat. uoluere,  et  uertere  .Psr.  Per  fami  al  bel  di-' 


.Adiuenire di  meàftmo  ch'i  allenire . P e t.  Qjiando  in  noi 
aàuien  che  giàcchi  giri  .Boc.  Come  aàuenir  poffa  Ae 
amato  fia.llcbe  rade  uoltefuole  a T eàfi  hi  adiuemre.  Co 
me  ne  ragtonamemi  adiuiene.  Quello  eh' ad  uno  noflro  cit 
taàno  aàueniffe.  Elia  ne  focena  non  altre  corpacciate , 
che  fanno  à fichu  uillani , quanà  ad  effi  aàuengono ./. 
l'imbattono . L a.  D a n.  Sìuinct  adiuien , cb'Efaufi  di- 
parte . Molte  fiate  già  frate  adtuenne , Che  per  fuggir 
periglio . 

Incontrare  per  auemre . P e T.  .Altro  mai  dilorgralà  non 


fio  uolger  lefpalle.  Ife  per  uolger  ài  cui,  ne  di  pianeta.’ 
Hpn  iAe'n  dutroil  uolgafichetaffrcni.Tiuolgaaltuot 
diletto  almo  paefe.Come'l  fól  uolgePinfiantmate  rote.' 
Horuolge  fignormàtunàam'amio . Qiielle  co  fe,  che' fi 
mi uolge  érgouema . I uià  amor, che  beglàcAt  uolgea. 
Hor  quinci  ■ hor  quindi  mi  uolgea  guardando . uolgenàft. 
a tomo,  fi  dolcemmte  Volga  queglioechi.  Volgera’lfnt; 
non  pur  anni  maluflri.  Ver  me  uolgendo  quelle  luci  /àn. 
te . Che  potea'l  cor  uolgerfi  altreuc . Et  ratto  mi  uolgefli 
al  uerdebofeo.  Volgete  i pafii.  Volgi  in  quà  gitoci  hi.  Voi 
già  me  giàcchi  ..A  lui  ti  uolgi.  Ma  le  ferite  mipreffe  Vi  l 


m'incontra . Seàrfi mfieme , tìrdirihe Uro  incontra 
tff  Roti.  Lat.  PsT,  Rota  terga  ài  Càio, Superna,  Volubile,-  - ganperforzd  ilfor  piagate  altrouedaierui  ^ Pofiamè 

uelfe 


, ì 


C I È r.  O ■ Fortuna  T :j 

» intorno  agb'otcbìnoJlri.Da  firn  nemici auolio.  eifu- 
mamlto  EraaUriun.  Lacb'aiuUo  tbaueanel  jìtobcl 
marno.  B o c.  ueiù  l’indice.  Dan.  D'un  mfcctUuo, 
che  qmuidifccnde  Ter  U buca  etnn  [affo,  ch'egli  ha  rofo 
Colcorjò , ch'egli  oMolge , dr  poco  pende . Tcrche  una  gli 
l’auolj'ealcollo.li  duo  Jerpenti  .Auoltt  con  la  ucrga. 
Quali  dai  uento  le  gonfiate  ut  le  Caggiono  auoUe . 
Rauolgere . Lat.  rauoluttx  ^ircumuotuere,  circuire . B o c. 


Fortuna 

MolCcmiurafelce.i.tTaiformò.  yelfeinetiuaro  fue  fame 
, ^ doUcg^a.cangiò..Muernonuolfeglioceupaii  (enfi. in 
' - fejlefia  il  becco  uolfe.i.pafii  uolfe.cbe  fi  jpefjo  .Athena  Co 
me  ino  piacer  uoife  & tiuolfc.Cbe  nulla  forata  il  uolfe  a pé 
fierude.S'a ueder uoi tardo m uolfi.  tutto  sbigottuo mi 
uolfi . yolfimi,  & nidi  un  ombra . yolfimi  a no]tn;&  uu 
di'l bon  Thomafio . yo^imi  da  man  mica,& uuUTlato. 
hoc.uedil'Iudtce. 

y oliare.  Lat.  ualuert . P e x.  Tal  ; che  ad  ogni  altro  fa  noi-  JnteSla  alla  lorguifa  una  delle  fue  lunghijfime  bende  fe~ 

lar  le  jfialle,uago  di  Mollar  la  ueta.  Dopo  tanto  T’aitar,  ce  rauolgere.  .A  me  medefmiomcrefce  andarmi  tra  tan- 
che fine  bauranno  fin  fuga  i uolta.i.uoUata.  La  mia  una  te  mifcrie  rauolgeudo . Et  co  capelli  Rauolti  al  capo . ue- 

• apianger  yollaJdeflriualta.nonmtualdargtiuatta.  Le  dillndice. 

^alle ha uoltej.  riuoltate . le  carte  hai  uoltea.  jeffiir  uolti  Stuolgere . Lat. reuotucre .'PBT.Se n'uolgendo per  molTan 
m pianto  .gliocchi  a tefur  uniti . Qjiando  fon  tutto  uolto  niì Cielo.  Ma  quame  uolte  a me  ui  riuolgcte.  & rtuolge 


m quella  parte.  Il  fot  era  gii  uolto  a mectu  lgiomo.Ec  firn 
ae'l  mondo  finto  fopra  uolto.  Teneffe  uolto  per  natura  fibi 
uà  A Roma'l  nifi) . Il  cor  gii  uolto , ouhabita'l  fuo  lume'. 
Laura  mi  uolne.  Mirando’l  cielo,  che  ti  uolue  intorno . Se 
pietate  altramente  licielnon  uolue.Che  uoluer  non  mi  pof 
Jo . Et  reggo,&  uoluo  quant  al  monda  uedi.  B o c.  ueii 
C Indice  .Dan.  Tolue  fua  ^era,  & beata  fi  gode  .Si  nel 
tamia , cb’i  ucÀto  per  paura . y oliando , & percotendo 
gUmo'eSla. 


ua  ingmeo  Mie  pene  acerbe . Io  mi  riuolgo  indutro  a cia- 
feun  pajio . A noi  riuolgo  ti  mio  debile  fide . Voi  mi  ri- 
uolgo a la  mia  ufata  guerra . Qjùfi  riuoife,  & qui  rauca 
ne’l  pafio . Come  fu  fuo  piacer  uolfi,  & rmolfe . 1 riuolfi  i 
penfiertuttiadunlègHO . Horcbadriito  camin  Iba  Dio 
r inolia . Et  la  Cethera  mia  riuolta  in  pianto . Da  riuoU 
tarfiinpiuficuraparte.e'ndietrofinuolue.  B o c.  ae- 
di a [Indice. 

Trauotco . Lat.  attraSus . B o c.  Martellino  per  effere  i6q 


tnìcertere . Lat.  ual  uoltare  [un  cantra  [altro  .Dan.  Al~  cefi  T rauolto , rum  era  conoft  iuta . idefi  attratto . Con  gli 

tra, com’arco ilttoUoapiediiauerte.Danou  ufarfinel-  otcbiTrauolti.P  h.  Simarautgbà  della  Trauoltauia, 
la  lingua . idell  finarrita . P h. 

Ma  Conuoltolo.Iiir.  inuolutus.  Boc.  Et  Conuoltolo  per  Traaolgere.Lat.circuire,comicduere  .P  sr.Mitictteafre 
lofango  tuttiipamu  indofio  gli  ftracào.ideSi  riuolta-  na,fy mi trauolue&gira.D  a ti. Mirabilmente apparm 

foto  bene.  ueefiertrauolto. 

Sconuolto . Lat.imcolutui.B  o c.CliSconmlti  Bronchi,  Inuoluerc.  Lat.  & implicare, glomerare.Vt  r.  Deferrar- 
die  intorno  ti  fiono  affiepati  .h  a.  cm'ioSlefiom'erainuolto.Ettuttoquel,ch’unarouiuam- 

Conucrfo.Lat.&mutatMt.PBr.Chepiugbriaènelre  uolue. ho  c.Inquefii peufieri  inuolto.D  ah.  Ch’idi 
. .i  gùodeglieletHD’unffiritoConuerfo,etpmi’eftima,Che  torbidi nuuoliinuoUo. 

dtnouantanoue  altri  perfetti.  Cofi  e’I  mto  cantarjconuer-  Implicarcper  inuoluere . Lat.  ìnuoluere . P x t.  Quel  mar 
fu  in  piamo . Al  fin  ambo  Conuerfial  giufto  feggio.t.r'mol  nofiro  ^ la  terra  implica , 

$i.O- lei  Conuer fa  indietro  ueggio.  Jnaa^are.lat.akbrare  per  innolgere.PBX.  Qual  deliro  •' 

Comiertire^uoltareft  tramutare.  Lat.  mutare^nuertere , coruo,o  qual  manta  cornice  Canu’l  mio  fato,  o qual  parca 

hoa.Connertire  in  rabbini ira.  che  Iddio  ti  tonuerta,  linnafpe . 

V amore  bi  mortai  odio  conuerti.  Tarendogli  bauerla  gid  Auinchiare  per  inuoluere . Lat.  uincire,  cingere,  ampleSi. 
mezaconaertita.Etaitrecofeafiai;LeqiÌMtutteinuea  Ptt. yrtarcomeLeoni,&comeDragbiCólecodeaum 
toConuertite  tornarono  in  uano.Conueriito  in  buomo  fai  cbiarfi.ho  c.  Et  con  le  braccia  aperte,  & amnehiato- 
uatico.uedilInàce.D  Ati.  Che  fe  quello  in  ferpente,  ’glìiltóllo  .ComeOlmoauincbialodaEllera.  AiuEtar-.',* 
tir  quella  in  fónte . Connette  poetando  i non  [inuidio . me  t abbracciarne  Eller  a auinchia  il  robuflo  Olmo . P k. 

Auoiginicnto.  Lat.  impbcatiodnuolucrum,  Boc,  Dopo  uediaq^o.  \ 

alcuno  Auoigimeuto . Rtuoieimento . Mcfitdare.  Ut.  imfcert , & confundere . P e r.  X?» 

Hauolgimcnco . Lat.perturbatio , commolio , defidium . malghe  folli  tempu  mefee . B o c.  comincA  con  loro  a 

hoc.IlRanolgintentoilefiaticommunibabbiamo  ado-  mefcolart.Cbtconquefiecianciemcfccdarmitrauoi.Sel 
forato.  hf.Lq  fortuna  fubita  Riuolgitrice  delle  cofe  mon  freddo  con  queflo  c-udo  mefcolerai.  yna  breue  paura,  con 

dane.Pi.Ut.ferturbatrix.  uergopiamefidata.yoceMcfcoiatadifojjnri.TH.Me 

Riuolta . P E T.  Cb’inoM  cangiafji  ad  una  Riuolta  docebi . feoUte , Mefcolato . urdi  ( Indice . 

Ch’unaTreccia Riuolta, &[Qtrafi>arfi.'ì{e  per  nulle  Mefcolato.  Ut.  lana uariegata , ual  Mefchiato.hoc. 
Riuolte  ambo fon  mo fio.  Et  uedendo  da  ninna  altra  ,cofa  efiere  fiu  alianti , che  da 

’Auolgere.  Ut.  ciraórt.  P e r.  £t  cofi  auolge,  & fjicga  lo  faperc  diuifirc  un  Mefcolato , ofar  anitre  una  tela,  (par 

Slame  de  la  Ulta  JugglomeraJ.capei  Che’ n mille  dolci  no  landodilana.) 

digb  auolgea . L’tnduSiria  ialquanti  huomini  s’auolfi . Rimefcolare . Ut.  commifeere  .Boc.  Squame  uolte  dietro 
BeuedettaUchiaue,chei'auolje  Alcorc.  Intorno  intor-  alle  femine  ti  naia  rimefcolare.  La.  Con  quefia  cattiua 

no  a le  mie  tempie  auotfe  i Morte  mi  l’era  intorno  al  core  femina,  Cl"  hor  con  quella  rimefcolaadofi . 

uuoha.Umantbauefi’ioauolte  entro  cafeUi.  Ma  le  par  RiiXicfcoraincnti  .Ì4t.  ccmfufio.ho  C.lomiricordo,che 
ttfupreme  Erano  auolte  duna  nebbia  feura  .Etlechio-  in  quelli  Rimefcolamentiio  perdei  una  figlioietta. 
ne  bor  auoite  in  perle  e’ugtmtfie . il  neh,  Cb’è  fiate  aud  Confioidert . Ut.  confundere^petturbare,^  mifcere.h  oc. 


c4i  ■ 


itfS 


Fomit» 


CIELO 


Fortunt 


Vn  buoit  buom  confonde  con  m bel  ietto  U maluagia  hi  Uffurti  delle  ttu  cruielijfmte  Difnentnre . 

focnfiaderebgwfi.DAU.CbedimJiauttnitofi  conf»  SMetA\iia.,V  tT.Coft  SMcnturUiOuer  colpa  mi  ftina  .rie 
fe.  A Ki.  Cbmde  una  uia,  e un'altra , e fi  (onfoiiie  ,Cbe  mai  ifogni  Suemura  altra  mi  iole . B o c.  "Per  Snemu- 

fi  ripara  quinci  j. non  id  che  fi  fare.  ra.  Come  auengono  le  Suenture . Suenturata  BeUevia , . 

Torno . Lat.  tornai , è Hromeniofabrilecon cbefitormfce  Morte. 0 S»enturata,Sucmurati .Accidenti, .AmoMi , 
il  legno,  metalli,  & altro.  Ari.  Ciran  il  capo  a tutti  co,  Suenlurato  Cmuane,  Suenturatamente . uedi  alClndiu . 

me  unTorno , Con  quel  frontin , che  gira  com’unTomo . Sciagura . lat.  caiamitas^truvuiajnforuimmn  ; la  éfgra 
Diatretarium  poculi  genus  tornatile  . Diatreiariut  il  tia.h  oc.  La  donna  della  fua  prima  Sciagura,  &dique 
Tornidore  . fiajéconda  fi dolfe molto.  0 tua uemura,o mia fiiagura,  . 

Intorno . Lat.  circum.  P e t.  Firtùpthe’ntorno  iforapra,  che  fu . Era  già  pieno  di  compaffione  diuenutodelie  Jue 

er  rinoue . .A  fcuoter  t ombra  intorno  de  la  terra.  Morte  Sciagure , Fna  nouella  di  cofe  catholicheAr  di  Saagure, 

nù  l'era  Intorno  al  corauoka.Et  io  non  ritrouando  Imor-  & d'amore  in  parte  mef colata . 

no  intorno  Ombra  di  lei . il uelo  Cb'i  flato auoUo  intorno  Sciagurato . Lat.  infelix,illepidus,  e*r  Sciaurato  hanno  al 
agli  occhi  mieLL'anime  degne  intorno  aleifià ^arte.Col  cum  tejìi , ual  éfgratiati , quafi  fine  augurio  bone . 

gran  fuetto  i uicin  dintorno  ajlorda . d’ogni  intorno  .ri~  Da  n.  Sluefli  Sciagurati , che  mai  non  fur  uiui . i pro- 
mirando intorno . L'aer  granato  ,\&  Itmoortuna  ncbbu  prie  di  quelli , che  fono  dannati,  però  m Dante  tmaiuoa 

Compreffa  intorno  da  rabbioft  uenti.  Abbaglia  il  belptbe  ce  comune . 

fimoftra  intorno . tlqn  pur  dintorno  bauea , ma  dentro  Difgratia.Air.  infortumum,calamitas,arumna.  B o c.Si 
al  legtto.Cb'ogni  uil  cura  mileuar  d intorno  le  luci  fante,  tome  tu  bai  una  Difgratia , cefi  n’ho  io  un' altra . 

"Che  fanno  intorno  afe  Vaer  fereno.  e ipaffi  intorno  fer-  Gratia.  Lat.  V iX.TerGratutiende  [immartale  Apoi 
ra.Vn  mmiletto  inforno  ricoperfe  .rafierena  interno,  lo.  Gli  occhi  per  Gratia  gira  Di  fe  aafeendoa  Roma  no» 

folgorauad  intorno . faccende  intorno.  B o c.  £r  fattoi  fi  Grafia.  Delafua  Gratia  fopramenimpioue.E'lfuo  di- 

girarintomoDatomomirandomi.uediablindice.AKl..--  folto  i tua  Gratia  adempì.  Famnu  che  puoi, de  k fua 
Duo  chiari  ma  mormorando  intorno . che  pare  Che  tre-  Graua  degno . Ferpne  fama  degni  Grana  piena . Oue'l 

tm  kforefia  dogrilmor»o.Cbe  uede  appre^o^  dogru  in,  fallo  abondà,U  Gratia  abonda . Voi  quel  eh' a Dio  fami- 

tomod  fuoco.  gbar  futamo  in  Gratia. per  Gratia  chieggio,  Graiie, 

Attorno.  Lat,  Circum.  Phr.il  coricbemal  fuogradoat-  cb’a  pochi  l del  krgo  deflina.  Se  tutte  le  mie  Gratie  »»- 

tomo  mando.  Et  firingendo  ambedue  Kolgerfi  a Tomo.  fieme  ad  unoMatardenonfurmaiCratiediuine.h  oc. 
tff  Datomo . Lat.  Circumcirca,  in  proximum,  & i proximo,  Gratia  Spetiale , Somma , Vicdola , Grandifftma , Gran 

&iltproximim.ualperle  contrade  ,&  luoghi  circo».  Gratie,  Gratie  Maggiori,  Debite,Fltpue.uediaWiu- 

Hanti,& meiai.  hoc.  Erano  di  màdarlo  Datomo  ufui.  dice, & Grata, Gratiofo,  Gratitudine,  uedi  a Feuere* 

Fn'aura  foaue^be  da  quelle  montagne  Datorno  nafceua,  6}i.  Bemb.  Rim. 

QentiChuonùnircbe  ui  erano  Datomo . Efiendo  tutti  i buo  Singratkre . Lat.  ageregratkt;  & comprende  tutti  i figni- 
ni  buomini  ,&  le  f emine  delle  uiUe  Datorno  uenuti  alla  jicati  di  ringratiare:  che  per  diuerfi  nerbi  fono  detti  da  La 

mefia , La  fua  famiglia  uenuta  Datomoa  coftoro . tini  comebaheoAgo  et  refero gratkt.  Ptr.  Et  èco  Ani 

Intorniare . Lat.  circumiire,  ambire  .B  oc.  il  piano  era  di  ma  affai  ringratiar  dei.  R/ngratiando  natura  A' I di  cb'i» 

giropoceoiud'unmezo miglio  intomiatoda  fei  monta-  nacqui.Dicbeamor,&meJìefSoafiiB ringratio.Ondi» 

guette . Il  ronzino  comincio  a uoler  fuggire , ma  efiendo  ringrauo  amore.  Riugratio  lui,  cb'i  giufii  preghi  buma- 

intorniuoAlr  nonpotendo.Efiendoinpmliùdii  fatti  let  niBeuigRamentefuamercedeafloUa.Tìii.n.Dioancbor 
ti,&  tutti  àfarge  fiancefebe  Intomiatij&cbiufi.  neUdoAF  ne  riugratio. B oc.  Incominciò  a ringraón- 

Tomeare,&  tomeamenti,ueè  a 488.  re  Iddio.  Iddio  primieramente  ,ixappre[fo  uni  ringratiam 

Ventura . Lat.  bona  fortuna , bonus  euentut  ,felix  .Ptr.  do.  Affai  cortelemente  ringratiandola.  Ringratio  Eederi- 

FinfeHambalretnonfeppeufarpoiBeuUFUtoriofafua  godeubonore  fattole. 

Fentura.  Qjtal  Fentura  mi  fu;  quando  da  [uno.  Mia  Rfniere  gratie , ual  riaffotiare  .B  oc.  RtndeaiogU  quelle 
Fentura,&  amor.  'Prouerai  tua  Fentura . Sua  Fentu-  gratie . Cofiui  rcndutogli  quelle  patio , lequali . A pena 

ra  ha  ciafeun  dal  è che  nafee.  che  quei  dolci  barn  S'acqui  poffo  a renderti  te  debite  grane  formare  la  ri^fa.L'ul-  , 

ftanper  Fentura.&nonper  arte,  Qfpmdo  per  tal  Fentu  timtfgratie , lequali  rendere  li  debbo, da  mia  parte  gli 

ra  tutta  ignuda  La  u'idc.'Hs  di  aò  lei  ima  imaFentura  renderai,  Rfudute  Grafie  a Giacomino  della  fiia  liberal 

incolpo . Fentura,  Cruda,  Fiera , Forte,  Dipelata:  Mie  ridila , 

Fenturealuenir  fon  tarde  ,&pigre,Etpoialpartirjòn  AdoetCìti.Lat.&cakmitas.Boc.Cie  noi  perla  fu» 
p'iuleui  che  tigre,  B oc.  Mala  Fentura  ,Buom^Gra»  gratkneliejnrefenti  Aduerfiti  fumo  fini.  OguiAduer» 

F entura,  Miglior, ueét Indice.  affata  dimenticando. 


Auentora.  Lat.  aleam  iacert . B o c.  Mettere  m Auentu  . & Auerlò.  Lat.  aduerfus , & Autrfus  Latino- 

ra  la  mta  fualPer  AuemuraJIuomo  Auenturato,Auen  mente  fignifica  il  contrario  è aduerfus . ual  contrario . 

tnrofamente .ueèCindice .P  hJ.Auenturofo  loco,&  P h x. Da CAduerfoOrizpnte, Stato  Aduetfo , Fortuna. 
Auenmroft  amanti.  A & i.  Et  lieta  data  iafòltu  Aduerfa.Boc.Laparte  AduerfuH  KiiuFierameute 
Auentura , furono  Auerft  a me.Segli  occhi  mieidaUifuferAuer- 

Pifauen  tura . Lat.  infòrtunium,  & infortunitas,  & mala  ftòjulti  altroue . Lat.  euerft . Se  ben  qfoUi  [argymtn- 

fortuna  ,B  o c.  ebura  uedea  la  fua  Difauentnra  .Ter  tar ; ch'io gU farò  Auerfo. 

mkOiJatmnra.IlfuoDifiufiuur4toAmore,S»h.&  AÀuttùào,iiedi» Marte jqs. 


I 


t 


Forcuiu  C I E 

j4f  Din:rfo . LM.  al4ewgenui^ems,remotMsextrMeiis.  nal 
tluno,  contrario.^  disile . P b t.  Diuerfa  tofa,  Scbit 
ufiiiurfeTcmpre^ormeiMitle  cofe  Dmerfe,  Diuerfi  at 
liJHoà,Taefi,'Pkceri,TenfieTÌ,  Monti  .hoc.  La  can- 
^ne  Dinerfamente  da  Dìaerfi  fu  tntefa . Di  Dintrfe  cofe 
Dmerfamcnic  parUnJo,Diuerfe  brigate, yiHande,Cker- 
re.Dmerfi  luogbi,Mcciiemi.  D a tt.Mbi  Genoueft  buo- 
mini.  Ducer ft  d ogni  cojiumcjn  piendogm  magagna.  £a 
trammogiùpernna  uia  Dinerfa  .ide^òffiiiie. 

Varicti . La. & inconfiantiajir mjlabiiaas.  hoc. Dipin 
to  di  mille  yanetà  di  fiori . Di  forfè  cento  y ariete  d'ani- 
mali . La  yanetà  delle  cefi.  Pi  t.  laipial  y arieti  fa 
^ejfo  altrui . T ante  y arietati . 

Vario . Lat. uanus.  P n.  yarioflile,  yarie  Gemi.yaria 
yita,  yanj  .Augelli , yanj  dt  lingue , & yarifdi  paefi , 
B o c.  yarii  Arbufceìli,Fiori,Kagionamenti,Cibi,yartt 
Cofe ,y ario  animo, yariamerue . 

Variabile.  IM.  Pbt.  yariabile  Fortuna,  Rota, Tem- 
po,Cielo. 

Variare . Lat.  & mutare  uices.  Pbt.  yariar  BcUo-Al  ya 
riardefuoi  dolci  coffuini . Ter  lo  cut  yariar . 

\ yariare nerbo.  P i r.Già  peritili  miodefirnonuaria  Ter 

Caere  in  color  tanti  uariarft . Ma  uanafìl  pelo , y anato 
Coftume,M^etto,Loco,hai  uariati  Coflumi . 

tHuijire  per  uanare . Lat.  uariareaUHinguere,uariis p'tSìu- 
rii  exornare . B o c.  TarendogU  in  ogm  altra  cofa  fi  del 
tuttoeffere diuifato ,cbec^ertdaiei  riconoj'ciuto  a niun 
patto  creJUua.  Si  contrafatto,  &é  fi  Dinijato  uijà.i.  ua- 
riato  & trasformato . 

Xjo  Soljjctto . Lai.  Su^itio,&  fujfefiui.  Pbt.  Seir^  Solet- 
to . Cbe'lfernon  Soletto . Sempre  pien  di  deftre , & di 
\ Sogieeto  . folpien  à Soffietto  Ter  luoghi  ombrofi . Con  tal 

Soletto . onde  Soffietto  non  fora  il  ragionare . Gii  inco- 
miaciaua  a premier  ficurtate  La  mia  nemica  de  fuoiSo- 
^tti  .hoc.  uedt  l ìndice . 

SoTpitione.  B o c. Senza  prendere  nana  Soffiitione.  La 
Su^itione del fonnoprefà. .Acciò,  cb’egii noma  Soffino- 
ne prendeffi. 

Soffncare,eìranchofoffieciare.  tot.  Sufficari,dubitare,anu 
bigerepceren . B o c.  Cominciò  a f^icciare . "Hpn  for- 
cando piu.  Mlcuna  uolta  forfè  forcherebbe. Mcctò  cb  e- 
gliiCaltronon  fofficciajfe . Semente  di  me  fi  ftfficheri. 
Ch'egli  nonfoffichi . "Hon  fefficò , che  ciò  bauiffe  fatto . 
DAN.Macbe'lfMicitarfututtoffemo. 

Solpiccio  fo.  Lat.  (ùrciolùsptal  picn  di  ]bffetto,t!r  dubbio* 
r fi. D AH. Si mouea tardo Sogucciofi C raro. 

»7>  Forfè  noce é dubbio . lat.  Forte,Forfttan  forfan,fortafie. 
P ft.Etfedilui  Forfè  altra  donna  fpera . Fiorenza  ba- 
uria  Fors'hoggPl  fuo  poeta , Fon'era'lpnmo . Se  non  che 
Forfè  jloolio  fi  èfdegna . che  /pera  gioir  Forfè  nel  fuoco, 
ideh  non  fon  Forfè  chi  tu  credi . yero  dirò  : Forfè  parrà 
mengigna.  Forfè  i deuoti,  &gli  amorofi  preghi  Songiun 
ti  inangialla  pieti  fupema . Et  Forfè  non  fur  mai  tante 
ne  tali  fCadduce  in  Forfè,  fallir  Forfè  non  fi . che  dt  li 
Forfè  Cafpetta.  potrebbe  Forfè  aitarmi.  Forjenon  baurai 
fempre'l  nifi  afiiutto . Forfè  ch'ogni  boom, che  legge  non 
intende . Forfè  tal  m’arde  & figge . B o c.  Forjé  fi  di 
minar  bone^.  entrata  in  Forfè. mentre  ella  flette  in 
Forfè  .D  AH.  Et  io  rimango  in  Forfè . 

, Jafot/i. Lat. indubio.dubiuitt  ridditi  ftdt.PMT. Mi 


L O 


Fornina 


»4 


rota  fi , ch'ogni  mio  fiato  Jnfirja , 

Dubicationc . Lir.  Mmbiguitas  ,hafitatio,ScropuUis , 

B o c.  Laqual  Dubitatione.  Et  ueduta  la  lor  Dubitanza, 

Dubitare.  Lat.  addubitarejsarereandubium  uenirrAubium 
efie . B o c.  io  comprendo , ciafiuna  é noiéfe  mciefima 
dubitare . Tipn  dubitare . Chi  dubita  adunque  (dubitan- 
do di  loro  medeftmt , Dubitando  detta  inutdut  cortigiana  , 
Dubitauano  forte.  Dubitarono  di  non  ejfere  conofciuti . Et 
pregarlo  eh' egb  non  dubitaffe . Madonna  non  dubitate, 
dubitaua  non foffe  alcuna  Dea,yedcjti  coja,che  tu  Jubttti 
Io  dubito  forte  idi  ninna  co/a  io  dubuo,  forte  dubnò. 

Dubbio . Lat.dubius,&  anceptdncertus,  ambiguui,  fufpi- 
ciofui,uanus  .T  tz.  Et  qual fia  piu  fi  Dubbio  l'intellet- 
to. In  Dubbio  flato  fi  fidel  configUo , yn  Dubbio  uerno , 
inftabilefereno . Come  buom  che  per  terren  Dubbio  canai 
ca.  Senza  alcun  Dubbio . Qjiefia  anchor  Dubbia  del  fatai 
fuo  corfo. Dubbia  Speme, à"  yta  . Dubbialo  aljalio. 

Colle, ér  tardare.DubbioftpaJfi , Scogli,  Dubbtoja  yta  , 
Dubbiojè  cofe , & fperaitze . Lofio  me,tb‘io  nonjo'n  qual 
parte  pieghi.  hoc.M  molti  era  un  coiai  Dubbio  neli'am 
mo,  L' ultimo  DuiAiofSenza  Dubbio . Lat.  indubii . yarij 
Dubbi Alubbio/a  cofa , Dubbiofi  pajfi , Dubbiofo  Cafo , Et 
mentre  Dubitofi  cjr  timidi  il  riguardauano . 

In  dubbio.  P b t.iw  tafeia  In  Dubbio . Coft  In  Dubbio  la-  ijt 
filai  la  ulta  mia . Di  mio  fiato  In  Dubbio , tener  in  Dub- 
bio, cbefpeffo  altrui  pofir  InDubbio. 

Dubbiare.  Lat.  dubitare, extimefeere .P  B t.Facean  dub- 
biar ;fe  mortai  dorma . o dina  Fofie , 

Sofpendere . Lat.fufpendere,  & fufpenfum  tenere,  ual  flore, 

0 tenere  in  dubbio,in  forfe,ambiguofopra  di  fi. ho  c.Poi 
che  fer  Ciapellettopiangendo  bebbegran  pezzo  tenuto  il 
fidate cofit  fofpefiiffttò  un grandijfimo  fifpiro  & di/ie. 
uedia  ijl}, 

Solpelb.  Lat.  Sufpenfus,dubiusAubiofus,ambiguus3  o c. 

Le  dorme , lequaU  tutte  temendo  fiauano  Sofpt  fe  ad  udire' 
fi  i duo  amamtfofiero  arfi . Lequalt  donzelle  il  Re  ueden- 
do  fi  marauigliò , & Sofpefo  atlefi  quello,  che  queflo  uo- 
lefie  dire . idefi  fopra  à fe . Che  di  fi  mede  finta  uergogno- 
fa , i!r  Sofpefa  fiaua.  ideft  attonita . Si  dolcemente  jonau  . 
do,che  quami  nella  reale  fola  u’erano parcuaim  huoinini 
adombrati;  fi  tutti  iiauano  taciti  & Sofpefi  ad  aJcoUare. 
ideft  intenti,&  attoniti . 

Nodo  per  lo  Dubbio . Lai.  nodus,  dr  omgtna  .Dan.  SoL- 
uetemi  quel  'Nm/o,  che  qui  ha  inuiluppata  mia  fintenza . 

Groppo  per  lo  dubbio  .Dan.  Difi' io  là,  doue  di, Che  ufu* 
ra  offende  La  diurna  bomatefi'l  Groppo fòlui.i.  nodo. 

Ambiguo.  Lat.  ual  dubbiofi.  San.  Che  forfè  mai  m alcun 
tempo  il  reuercndo  Termino Jègnò  piu  egualmente  gli  am 
bigul  campi  nel  tuo . 

Inccno . Lat.  Pn.  Dirà , quefio  arde  ,&  del  fuo  Flato  i lyg 
Incerto . Incerta  f'peme . Incerte  ^Uegrcz^  .hoc.  In 
certa  Fede.  làqualt  huomtm  Incerti  de  futuri  cafi . 

TìMlce.Lat.fallax.  P b t.  Fallace  Speranza ,Sperare,Defi 
re,  -àrdile.  Fallaci  Onde , dante . Conie'l itoFlro  fperar 
Fallace  .yer amente  Fallace  ila  Speranza. 

Inftabil . Latànfìabilis,  uolubibc.  Pbt.  Inftahil  Federili 
do,Sereno,dr  In', label  Rote . 

Lubrico . lor.P  B z.Et  Lubrico  fferar  dopo  le  fialle . 

Sdrucciolare . Lat.  delabi , &labi . A K i.  yeder  de  monti 
[drucdolarne  mille . 


Fortuni 


C I I "L  .‘O  MinoTJi  ” 

ihi . Qgella  ; per  cui  con  Sorga  ho  cangmfjtrm . Caif. 
gùtJ  Speme, Figura,  & Forza, Cangiati, Defiri,  & fol- 
ti . cangiato  haurei  fitte . cangiato  haurei  forma . hauea 
cangiato  uifla . cangiaua  il  gioitami  affetto . Et  p^ra'l 
buonSaul  cangiò  le  ciglia,  tangiò  habito  ,tìr  Hato.jt 
fua  figlia , & a Roma  cangiò  flato . piu  notte  fi  cangiò . 
Dan.  Cangia  colore.  Et  per  nuoui  penjier  cangia 
propofla . 


%àcazcio\a,  latdubruus. onde  Utimt  fono  dette  Siruc-  cht . livella  ; per  cui  conSorgaho  cangiai  jtrno.Cai^  ~ 

dote . 

Smuctiareual  firucttdarejbUffigare.  B o c.Scendcndojitt 
no  aueduta  fmuci  landole  il  pte,caJde  delia  fiala  in  terra . 

Inquieto . Lat  & inconflans . P b i.  Cbe'l  nofiro  fìatoè 
JmjuU  IO  &fofco . & Catulo  Inquieto  ; Che  fe'lpopol  iìo 
man  piu  notte  flracco , 

Incofìincì.PsT.OJnco/langaderhumanecofe. 

^ Incoftantc.Icf.  inconflans.  Pet.  Infomma  sò  com’è  Scambio . X4f.  uice.aut loco. hoc.  Guardate  che  non  Ijé 
Incoflautc  uaga  ,iT imida  ardita  ulta  degli  amanti . m’habbiate  colto  in  Scambio . In  Scàbio  delle  cinque  lire.  . 

Mobile . Lat.  mobilis  ,uarius,&  incertut.  Pet.  F emina  Scambiare . Lat.  mutare,  hoc. Etpernon  ifmarrirlefi  Scà 
i copi  Mobil  per  natura.  B oc.  fna  donna  naturalmen-  » biarle.  .Xcciocbe  mona  cofà  gli  potrfie  efiere  tocca  fi  tra. 
te  Mobile . 'Noi  fiamo  Mobili , CT  ritrofe  ,pufillammi , mutata,  o fcambiata . 

^paurofi.  ÌAntumenzo.Lat.mutatio,transfi>rmatio.Boc.Intait 

Immobile,  «e*  Fen»e«;4  a 5^.  to  Mutamento  dicofe . Le  cofeéquejio  mondo  fempre 

Bara  ttarc . Lat.  permutare  fiat  cambiare.  B o c.  .Al  Bom  efiere  tn  Mutamento . 

rattarocculloogn’unimcfio.  Ah.  Baratta  per  labatla.  Mutare.Lat.&  transformare.P  Bt.oue  lepenne  ufate  Mu 
gha . uedi  a q86.  tai  per  tempo,  & te  mie  prime  labbia.  E’ n duo  rami  mu- 

Barattare , Lat. mutare, commutare  ,mutationemfacere.  tarfi  ambe  te  braccia.  & terra  mute,  t^r  con  qualartitl 
hoc. Et  del  barattare  fieno  maeftri  fourani.  Dan,  mutei&com'huom  cbe’l  uoler  mute. Muti  una  uoita  * 
ebe  già  per  barattar  ha  Loccbio  aguzzo.  quel  fitoamico  flile. Mutato  flile.  B oc.  ueditlndice. 

BiT2nicii.Lat.aleatoriumforumampoflura,fraus.tà'l  Tramutare . Lat.  transformare,  hoc.  .Acciò  che  muna 
proprio  quàdo  fi  compra, ouende  la  giujlitiafi  ucnde  quel  sofà  glifufie  tramutata,  ofcambiaujior  quà,&  bar  li  fi 

U che  noni  lecito;  i uocabolode  iegifii.Bo  c. Scipione  tramutaua.tramutandohoramquejlolttojborainquel- 
.A fiicano  troni  mRoma  chi  [accusò  di  Baratteria,  ne  fu  lo.ItrijliueflimentimUetiTramutauaieggeudofiTra-  \ 

Ton  coft  alti  meriti  dt  tanta  potentia,  che  in  queUa  mede  fi  mutalo,  uedi  [Indice.  i 

manonfoffacbiriceueffe  [accups,&  chi  lo  chiama ffe  in  T raflatare.  Lat.  trausf erre. V n.M  del  tra  fiato  in  quel 
giuJitio. Ep.D  AH. Sìuiuimiraifia  far  Baratteria . fuo  albergo  fido. 

17  j Barai  tiere.  Lat.  aleator,  & impoflor,  implanator . B o c.  alternare  per  mutare  .Pet.  Loqual  fenza  alternar  pog- 

ConuufaccenteBarattiereficonucmiedelprezpi.MaH  già  conorga.'D  kk.Dcus  uenerùntgentes  alternand»  ' c ,i 
Barattiere(comecolui,cheattétoflaua)fuprt]io& fug  Hor tre,  bor  quattro  dolce  falmodia. 

■gì  uia.Diremo  noi  fi  crederemo  S dpione  Barattiere  f E n.  Permutanza  i permutatione.  D a n.  £i  ogni  Termutan-  i JJ 
Senga  guardare  fegentithuomoi,o  uUlano  ,opouerofl  o;a  credi  fìoltaja  profa  ufarebbe  cambio  fi  permutatione. 

ricco  fi  mercatante  fi  Barattiere  fia  flato.  D a N.Ogn'un  Trauafare . Lat.  iranfuuderefirauferrcfiiutare, demutare. 
u’iBarattier  fuor  che  Bonturo  .Barattier  fu  nonpitdol  ualpermutaredettodaluino,cheÌunuap>inun'altro  fi 

mapmrano.Etcome'lBarattier  fudifperato,  tramuta.'D  AH.Chepurdimalinpeggio  fi  trauafa . I 

B*c2tn.  Lat. permutano.  B o c.  Ragionano  de  Cambi Madniluogo  rmtbiufo  ,doue  fi  pongono  gU  uccelli  qnan- 
de  Baratti.  Dan.  Ruffian,Baratti,  & filmile  lordura , ■ do  mutano  le  penne . Lat.  auiarius  locus  .Dan.  Breue 

Cumhio.Lat.mutatio,permutatio.P  tr.Talch'ellaflef  pertugio  dentro  de- la  Muda. idc fi  de  la  prigione,  cofi  t 

fi  lieta, (p-  uergognofa  Tarea  del  Cambio.  B o c.Gualtie  chiamata . 

ribaueuafattobutnCambio.IuC.imbiodidò.lmerca  Mnta.D  an.  0 s’ egli  fianchi  gli  altrt  aMutaaMutait 
tantiragionan  de  Cambi de  Baratti.  Cominciò  nel  uim 
fio  a canìbiare,  & apprefio  il  Cambiamento . Tutto  il  nifi» 

Cambiato . Le  tauole  de  Cambiatori . 

Cambiare  della profit mutare,^  uertere,permutare,conuer 
tere.B  oc.  Cominciò  nel  uifo  a cambiare.  Il  fuo  feruore  \ticmt,o'PaUade,oTalla  figliuola  diGho  178 

m compajfione  cominciò  a cambiare.  Che  egliquelli  dana  ut  fu  la  orima.chetrouòillmoj^ihedefìa  . *'i 

ri  canibiaffe.  Il  nome  cambiato  gli  hauea . La  uifia,che 
cofi  fi  càbiaua.lAaledeU amore  della  dona  era  ricibiato . 

Cangiare  del  uerfòfinutare,conuertere.  P e t./o  temodi  con 
giar  pria  uolto,(p-chiome.Checome  uidelei  càgiarTbef 
faglia,  cangiar  queflomio  uiuer.  cangiar  uitafit  cofiume. 

Hi  cangiar  pofiotofiinata  uoglia . Stato,  uoglia,  color, 
tangfareMlo . che’luiuer  cange  .He  fiate' l cangia , ne 
Jo  fpegneu  uemo . cangio  il  pelo . calcio  il  tempo . Di  di 
’indìuò  cangiando  il  nifi  e' l pelo.  uÒMpenfier  cangian, 
do  fide  .di  fuor  minò  cangiando. Tutto  dentro,(fi  dt  fuor 
fento cangiarmi. &cangiarfi  ogni  defir.canpafi'd  del 
pttorno . cangiafie'l  fuo  uaturafyorfà.  Che  non  cangiaffèr 
qualuateatempo.cb’inolcangiaJfiadunaRmolta  Ìot- 


mutando  &fcam&ando . Lai.  mcijfim . per  uices. 

M 1 H,E  RfU. 

inema,  0 TaOade,  0 Valla  figliuola  di  Gho 
ue fu  la  prima,cheirouòillmofip- thè defSe 
il  modo  del  filare,  & tefiere,  & del  cucire  , 
CS"  anco  trouò  d ferro  in  arte  militare ,&  or 
dittò  te fipiadre  : gir  fu  muentriu  della  oii- 
ua,  c!r  fecondo  le  famle  effendo  comentiont 
tra  M inema , cr  Tiettuno  chi  douefie porre  il  nome  alla 
città , thè  dipoi  fu  detta  .Athene  : comandò  Gioue , eh* 
ogn’uno  per  cotefie  la  terra,  Miuerua  conia  fina  hajìa,^ 
Hettuno  col  tridente , & quello  rananefie  Minatore  dell* 
caufa , che  con  la  fua  percofìa  produerfie  eefa  migliore . 
Vercofie  Hgttano,  & nacque  un  cauaUo . Ter  cefi  e Mi- 
uerua, ^ nacque  un  Olino,  & perche  Ucauallo  ianimal 
bellicojò,  Cr  la  oliua  pianta  pacifica  ; fu  giudicata  la  urna 
tiaiÌHatrua,mtdepercbeilnemejuomgretuiMib*.»  i 

nt. 


k 


Minmii 


CIELO 


Minrrna 


te,tt»lfe  che  U città  fo{fe  chumata  ^tbene.Coflci jccim-  Anfrlmo  f»  di  ’tlgrmaitiui  theelogo  egregK,&arcùieJlO' 


4» i poeti  è Dea  detta  Sapìentia^cìeiuia,Dottrma,Trudi 
tiaÌapeTe,Senno^aturità,StHdto,UggeJI'nrtù.  Argo- 
menti ^pborifim,Sephtfini,SitIogifmi,  Thdofòpbia,  Dia- 
■Uttica,Grammatica,Uedicina,Vbifica,  Cirnrgia  .flt de 
Saggi, Tricdemi,Maticri,D’itti,Thtlofophi^ie2ci,Thifi 
ei.iMci,  Legijìi,  f'irtuofi  Libri.  Sapere^tndtarejcgge- 
Te/trgomentare,ftUogrgare,  medicare  ungere  .Degli  ani 
mali  file  dedica  la  Cornacchia,  & degli  Alberi  l'Olino, 


uo  di  Comnrbia  ; Cofini  fcrifie  della  concordantia  diurna, 
trprcdeflmatione,della  cadnta  del  Dianolo  ; delpeicato 
originale;  tr  della  incamatione  del  nerbo  dinino  .Dan. 
Tiatan  propbeta;  il  Metropobtano,Cbrij<^omi>^  An- 
felmOytà"  ^t  Donato, ch'a  la prim'arte degnò poner  mano. 

Graciano  da  Cberfi  città  amtqntjlimajn  monaco  di  fan  Fe 
lice  di  Bologna,  ^ compofe'd  Decreto  ,&dimoflròcome 
b*  legge  canomea  fi  concorda  con  la  citale  ,&  di  Im  dice 
Dan.  QjieWaltro  fiammeggiar  efee  del  rijbDi  Grattan, 
eheCnnOtCrt  altro  foro.  Aiutò  fi,  cbepiacein  Taraéfo. 


tà’  Mafìico  mome  é Campania  fi  le  pura.  Tiacqne  poi  a 
gliaatuhidideduarleLiScimiaammalnoto. 
l^liiicrua  .Lat.& Tritonis,Biiloma,Aegijina,lonenata,  Heroéoco di natnme, et é lingua lonioprimofcrittore del 
Cerebrigena.D  A u.  Minerna^ira,etconducemi  ApoU  lebiflorie  Greche  di  molta  eccettenga,ilquat  cominciò  a 

lo,Etnouemnfentidiinofiraa(orfe. 


' Tilia.Lat.Tallai.P  st.VsnGioue&Valla,ma/'ener* 
& Bacco . & quando  énota  cofà  ritonda  nedi  ajSj. 

Sapicntia.  Lai.  La  Sapientia  dt  Salomone . d Sapiente  Sa» 
lomone . 

Sapere.  Lat.Sapiemia.  P a t.llparlardi  Saper  pieno.Cb'om 
gn’nndel  fino  Saper  par  che  t’appaghi.  Crebbe  tinuidia 
col  Sapere  infieme . 

Sapere.  Lai.  prfeire.  P i t.  Sarei  contento  di  ft^  il  quan- 
do. Tipntàone  fluida.  chi  noi  là.  Tnfail'efièrmio.per 
prona  il  fai . Sai  madonna  & io . Salto  amor , i piè  altra 
nia  non  fanno. S annoi  fi  i bofihi.  Senza" Iqnal  no Japea  mo 
ner  unpajfo ,nonrapend'io ,&perfìperio ,apocoapoco 
tul  laoraia.be  per  fe  non  fapreboeaiolenilerJàpret,Safiel, 
Saper,Seppe,Seppi,Sò  io  ben,  nomò.  Boc.  nediflmltce. 
D AH.  Dt^regiòcibo,&  acqniflò  papere joon  f apendo  co- 
me . Et  che  fi fefie  rimembrar  non  [ape. 

Sdentia . Lat. Boc. Scientia "Profonda , Hnomini  Scien- 
tiati . Al  numero  delti  Sdentati . 

Lat. fapieni.  P E i. Saggio  Signor,'Hoechier,Amà 
te,Cor, Variar  ,Figliuol,Attodìuomftggio.t'lcorSag. 


fcrmeredetla  prima  origine  della  difcordu  dell'Europa 
tontAfia,&deGred  coiBarbari  dilenamemfiaalla 
guerra  di  Serpe , Et  però  dice  il  noflro  P e T.  Hcrodoto  di 
Greca  biiìora  padre  yidi . 

P linio  .Furono  duo  Tlini,  de  quali  dafenno  fi  chiamò  Vlinio  1 8 1 
fecódo,doèloauócoioeetdnepote,fra  tiquatifngrà  cifor 
mità  circa  delf ennere  affai  ,et  grà  diffimihtudine  arcala 
morte. Vlinio  fetido  nepote  pmidpalmite  nenido  a Roma 
tifegnì  piu  g ri  digiti  mafiimaméte  d Vroiò filato  dA- 
fiica,et  la  Pretura  di  Spagna  Jà  doue  effemlo  fenfie  aTra 
tana  Augufioàlqual  perjeguitaua  i chnjliani  m fauor  lom 
ro  dicéda,quelli  utuere  fitto  te  leggi  Ramtneat  foto  adora 
re  Chnfio  crodfifio:  laqual  cofà  quetìe  nò  cltradiceua.  on 
de  T raiano  perle  tenete  di  Vtimo  nonuolte,  che  piu  chri- 
fiiani  t'uciuiefiero.fi  come  ferine  Eufebiocejariffe,  netta 
bifioria  ecctefiaflica . ScnfSe  queflo  Vlinio  la  hiftoria  dal- 
prindpu)  del  mondo  infino  a tipi  puoi  in  libri.  Ixx  v iif.  doue 
imita  d pio  auonculojfi  come  lui  afferma  nel.  r.  libro  dt  Ue 
epifiolefue  ad  Capitone nelC ottaua.Scnffe  de  uirii  tllujlri 
bus  jet  de  tripartitione  orbts , dr  uno  uolume  di  dtgnifStme 
epiliole;Mori  uecchio  a Roma  di  morte  naturale,  l’altro . 


gù  pudico.  Che  piu  Saggio  di  me  ingannato  haurcbbe.Ke  Plinio  fuperiorefu  tauonculodelfòpradetto , &fu  yerone 


di  Sanfon  uu  ptu  forte jtbe  Saggio.  Venfier  miei  non  Sag 
gi . Algato  un  poco  come  fanno  i Saggi . QjuUa  Saggia 
( à.Laura)Hor grane  & SagpajxUhorhonefia  dg  b^a. 
Saggia  y ergine  Judit,  in  fiientio  parole  accorte, dr  Sag- 
gie,et  Anima  Saga  in  ucce  é Saggia  usò  U Bembo.  A a i. 
Che  poco  Saggio  fi  può  dir  colui , Che  perde  d fino  per  ac- 
quifiar  { altrui . • 

Dottrina.  Lat.doSrina.  P e x.  infin  là  doue  fona  Dottrina 
del  fantiffimo  Hclicona.  Boc.  Sotto  la  Dottrina  d'uno 
Tbdofipbo.Dottoredi  medicina . I fanti  Dottori.  Dan. 
liber  officio  di  Dottor  affarne  .Ceffi  ricorfi  aia  Dottrina 
di  Colui. 

'*  8o  Sigienti Jcientiati,&Saggi,celebratida  nofiri  Voeti,  Al 
oerto  magno, Alabiade,Anfebno  di  Tiormandia , Gra- 
tiano  da  cberfi  Jlerodoto,Iofeph.'Ngfior.  Vltnio fecondo, 
tp-fuperiorejolonj'balete . 

Alberto  dt  Colonia  Agrippina  nella  Magna  hafia  maeflro 
di  fai  Thomafi  if  Aquino , ilquale  per  fua  dottrina  fu 
chiamato  Sfagno,  buomo  uniuerlale  in  ogm  feientta , ig 
fommohmefiigatore  de  fecretideUa  natura, come  mamfe 
fiamente  appare  per  gb  fuoi  uolumi.  fiori  in  V.irigi  circa 
Canno  11^7.  D a a.QjieSìijcbem’èdadeflrapiuuici- 
uo  Frate , & maeflro  fammi , dr  rfio  Alberto  i di  Colo- 
gnajdr  io  Thomas  d Aquino , 

Aàhude,  aedi  ad  Oratori. 


fi,comeegbdùnofira  netto  efiordio  de  naturali  htfiona  là 
doue  dice  y aleno  Catulo  ejfere  fuo  conterraneo . Ma  da 
Suetonio  Tranqudlo  in  libro  deuiris  iUuflribusè  detto 
"hlpuocomenfetpercbe  in  gran  parte  egli  habitò  a Como, 
Otretiandioapprrfio  del  lago  Cumanojàdoue  baueua grà 
copia  di  poffefiioni.  Fu  queflo  Vlinio  huome  ftudiofiifsimo, 
&grande  fcrittore,&dtcofeeeceltenti.ondefcTifielhh- 
Hone  Romane  dal  principio  di  Romamfino  a tempi  fuoi 
in  libn  xxxriif.  CT  de  naturali  bifloria  libri  xxxiif.  doue 
nel  etmteflo  dmoflra  hauer  tenuto  t anima  noflra  col  cor 
po'efier  mortale  Jcrifse  qua  fi  infima  detti  notabili jcon  la 
deplora tione  della  uita  bumana,  cofa  molte  memoranda . 
Morì  come firiue  Tranquillo , & Vbnio  net  v . bòro  nella 
epiflobt  a Cornebo  Tacito  efiendoegh  prefetto  detta  Ciaf, 
fe  a Miffeno  in  colende  di  nouembre  una  muoia  m fimiti- 
tudine  d un'arbore  ufcidelbt  uoragine  di  mome  yejumo , 
qual  è uicino  a "Hapob  chiamalo  U montagna  é Somma, 
la fuafòretta  adunque  gU  anminiiò  quella  eleuauone  del 
Li  nuuola  efiendo  egU  mfiudio tonde  ucnendo  a u edere  de- 
liberò fibre  fopra  del  mome  a comemplare  il  loco,  doue 
quefli  denft , Cr  »egri  uapori  ufi iuano , & mrmre  era  in 
uiaffi  leuò  un  Mento,  ir  il  mote  cuminaò  ad  euomere  acce 
fe  fiàme,&-  affirare  odore  folfureo,per  laqual  cojà  1 tuoU 
IO  Vbnio  dalla  poluerulenta  tempefla  efiendo  m mero  di 
duo  fieni  fuoi  cadde  m terra  f affocato  et  morto;quàiiiqHe 

D 


Mincnia 


CIELO 


Mincrua 


dica  Suetom^he  per  fuoi  preghi  lU  Furio  de  fum  ferui  fu  comperò  imumxi  al  temOo,&gran  pecunia  ne  guadagni, 

anorto.fuadunijuepocoaccortoal  morire ;percioihepo-  Hingratiaua  dure  cofeU  fortuna . che  fufiebuomo  ,(jr 
tea  con  le  galee  partir  fi  ,&  renderfi  ficuro  della  tempefU  non  beJìia;mafchio  cj-non  femina;Crcco  et  non  barbaro, 

tnaritima.  & ejiendo  a qucjlo  eportato  dal  gouernatore  Benché  altri  attréuifcoao  quejlo  a SocrateJìtceua  Iddio 

della  nane  non  uoOe  confi  mire, ma  rijpo^,come  fi  riue  TU  e fiere  antichiffimo  dt  tutte  le  cofe,  belhjfimo,  ingenito,  & 

nio,Fortes  fortuna  iuuat . onde  perù  fua  durex^fu  con  fattore  del  furto.  Dan.  Diogene!  ,Anaxagoraat  Thale  t 

dotto  al  fuofiae.&però  di  lui  parlando  il  noflra  P s raU  Sonno.  Lat.prudentia,ctmtrlleBus.  P et.ctB  oc.Sf» 
ce.  Merare  io  miraua  fubito  bebbi  feorto.  Sìuel  Tlimo  ye  no  ,Alto,  Buono,  Grandiffimo , Laudeuole , Maggiore . il 

ronefifuouicino  jtferiuer  mollo,  amortr  poto  accorto . fermo  de  mortali,CranSenno,ilmiracolofo  Senno  diSa- 
1 8»  Solone  pgUo  d'Eupboriotte,come  piace  a Didimo . onero  jh-  lamoneJSenno  ,Atheniefc,Tarole  condite  di  lanio  Senno, 
condo  Ut  comune  epbaone  di  Bfieceflide  fitpientiffinto  fi,  .Apollo fuo  Dio, &Mtnerua  fua  Dea.  uedt  a luoghi  loro. 

tbediedcUleggiagli.Atbcniefi, peregrinando  giuntoucl  rjrjii^S. 

realpaUactfidi  CrefòRediLidia  ,&da  luiper  la  faina  ìnzeiìctto,Ingegno,MÌte,.Animo.uediaU’.Anima.  iijf. 
della  fua  fapientia  fpUndtdamfute  accolto , poi  cbedalRe  Prudenza.  Lit.  prudentia.  B o c.  Laudabit  co/u,  ^ nectf-  , 
tutti  U fiiotthejiri  moflrigU  furono , perche  egli  Slimato  fitria  moUo  ne  principi  i la  prudenza , finta  laquale  niun  * 

da  Im  beato  fofie,  bòfacendofègnoalcunodimarauiglia , regno  ben  fi  gouema,  P et. Trudrnti  yergm. 

come  farmo  gli  adulaioriàcorteifn  dimandato  dal  Re  chi  Mituritd.  Lat.maturitaiAjrprudcntia.  ilo  c.Cre/leljilf 
fiimaua  egfi  U piu  felice  ahmond»  dtiui,a  cui  nfpofiJeUo  dore,& bcUexgia  alla  loro  Matuntd  Matura  Eti,Tenb. 

fico  cittadino;  iltpcale  bauendo  ben  uifio,<&  lafcian  ottimi  ne  Mature, Maturi  .Ama, Matura  Trtto,Maturjmentr. 

figli,per  la  patria  combattendo  finaiméte  con  jommalau  rudi  alF  ìndice.  P £ t.  Frf  gUanmdei’Etd  Maturaboua 

de  mario  .domandò  uri  altra  unita  chi  dopo  Tello  di  lui  giu  Sia  Mia  Matura  Etate,od  a l'acerba, 

dicafie  piu  beato , difie  Cleobe , & Bitone  .Argini  fratelli  Studio, per  lo  Studio  delle  lettere,  & per  la  diligenza . Lat. 
eoncordeuolijfirm,et  reuerendifimi  della  ntatre,  hpiali  ha  Studiumah:igentia,cura.  P t t.  ^ B o C.Siudio  SoUeci- 

uendom  portar  lei  col  carro  al  tempio  della  utnerabile  toMonefiodJcngo.Continuo^FHone fiate,  Ch'mtcnde  no., 

Giunone  fatto  opera  de  buoi , lofio  lafciarono  cpieRa  uita  fin  Studi  fi  me‘1  dica.  Cameade  indi  in  fuoi  Studi  fi  de  fio, 
mortale,come  fe'l  cielo  afe  chiamatigli  haueffe  in  dar  /or  Ilqual  credendofi  forfè  con  quelle  medefime  opere  fòdiifa.. 

il  guide  rdone  di  tamo  pictofò  officio.  ludi  irato  Crefo^idun  re  alla  mogliealbe  eglifaceua  a gli  Studi.  Citiàjbrtifima 

que  noi,  difie,  in  luogo  neffune  de  beati  noi  riponete  .Mi-  fi  arme  fi' imperio, &■  dt  Rudi  Taglie  Scole  tra  gli  S tudta  n 

IboraSolMe  per  non  efierli  tanto  moleftodijputò,  che  nef  ti,& quando  dinota  follecnudmeuedi  a i ;oi. 

funodtrfi  beato poffa  innangiit  fine  di  quefia  uita.  ma  Cre  Studure . Ltt.fiuderr.  B o c.  Teraòahe  ue  ad  Mthcne,  ne 
fi  ridcndofidilàUdifie.piu  imi  a gradala  fintentiaéEfo  aBotogna.oaTarip  alcuna  di  uci  non  uà  a Radiare.  Et  ' 

po  Thripo  : Hquak  adulando  dieeua  lui  e fiere  il  piu  bea-  con  pari  pafiofempre  proceduti  fitamo  fiudiando . Che  uoi 

to  huomo  di  quella  età:  benché  poi  nel  fine  il  Re  fi  ramen-  fiudiafie  in  medicina.Hanendo  lungamente  fludiato  a Ta 

tafie  ddettodi  Solone  ; perla  cui  podere  fu  dal  fuoco, & rigi.  &qudttdoftàperfollecitare,uedia  i roo. 
dallamorteliber.uo. quefia  fententiadiSobnei  repeti-  SchoUre ,DifcepobA>ifcente,lnfegnare,Mmmaeflrare,  jgj 
ta  da  molti^ffietialmente  da  Ouidio,  ilquak  nella  Meta  Maefiro . uedi  fotta  a Mercurio  j 8 ; <$ . 

morpbofi diffe. Sed fcilicet ultima femper ExpcRàda diet  Leggere. Lat. legete .PET.Mchisà legger  ne  Li  fronte[il 
homitti  efi  : dici^  beatus  Mute  obitii  nemo  fupremacpfu  mafiroJìi  fuor  fi  legge,com'b  dftro  auipi.  Forfè  ch’ogni 

neradebet .iìuefia  medefima  fu  dal  Tetrarca  dettain  boom  cheleggenonmtende , come  filegge.Troua  ,chib 
quel  uerfo  La  ulta  il  fina;' Idi  loda  la  fera . & altroue , Et  paure,  & gli  ardimenti  Del  cor  profimdo  ne  la  fronte  Ug»_ 

bor  di  quel,  ch’io  ho  letto , mi fòuiene  : Cbe’nangj  al  dì  de  ge.Et  leggeaftactafeuM  intorno  al  ciglio  il  nome.  Terihe 
l'ultima  partita  Huom  beato  chiamar  non  fi  conuiene.  Si  d'Orpheo  figgendo, &tF  Mmphione  B O c.  Leggere,  &■ 

figge,  che  efiendo  Solone  uicino  alla  morte  fenti  gli  amia  Scriuere.  ^ queifi  che  dilettano  legga.  Et  a chi  per  tem-  ; 

fuot,che  diffiutauano  là,doue  fi  drizzò  ad  udire  loro  éfpu  po  pafiar  figge . Se  a quei  tempi  fi  leggeranno.  Ch'io  leg~ 

lationiMimandato  della  cagione  perche  co  fi  fi  era  ritto  , gefii  a quàu  fcholari  ni  hauea  m mediana,  t'oda  innanzi 

nffiofi  yt  cum  iftud,  de  quo  difputatti,pereepero  moriar . la  fcnteirga  Letta  dtlui  Trouata  la  lettera,^ Lettala . Si 

MorìSobnein  Cipri  di  età  di  anni  lxxx.&  comandòai  come  nelle  antiihehiRoriehabbiamo  già  fitto. uedi  al- 

fuoi  il  fuo  corpo  efiere  a rfo,  et  diffiufe  fi  ceneri  per  tuttala  [Indice . 

terra  della  regione  di  Salamina.  & perche  fu  l'uno  defet  Libro . Lat.  & codex.cis.  P b t.  Schiera , che  del  fuo  noma 
te  fapicnti  della  Grecia, dace  tlnofiro  P e r.yidiSobndi  empie  ogni  Libro.  B oc.  Il  Ltbrodell'offiiiale.Libro  della 

CUI  fu  l'util  pianta, Che  si  mal  culla  jual  frutto  produce;  dogana.  Be  labri . Con  miei  labnccblei  ti  pofio  liberamele 

Con  gli  altri  fei,é  cui  Grecia  fi  uanta . te  ragionare  Lat.  codicilli . Tififirato  fu  il  pruno , che  ut  .. 

lij  Thulece  nacque  in  Tbenicia  della  nobilfibiatta  del  ReMge  Mtbeneconfiituifie  Libraria.  D a R.Luce  in  dodici  Li- 

nòre,&  uenne  in  Mileto  ifòla,&  funi  fatto  cittaéno . Fu  belli  j.Libri  piccioli . 

uno  de  fette  Sapienti  diCreiia,^ilprtmo,chefulietbia  ‘Virtù  te.  yirtù  Lat.uirtus.  P et.  Mffiettata,BeUa,Ge-  i8tf 
matofiuio.Scnue  Callimaco.cbeegli  trouò  Forft  minore,  bta,Stanca,  yifiua,  Iniiida,  Mila,  Mcceft.Rara,  Cbia- 
allaquafi  namgano  i Thenià . Il  primo  fu , che  in  Grecia  raFHaturafi,Fra^eMinorefHuda,Mona  Grò  yirtù, 

thfputaffe  la  Toiftca , y olendo  dhnoflrare  quanto  fofie  fa  yirtuti  Diuine,ChtareMrdéti,Toi  che  Db,&  natura, et 

ede diuemare riccoMnofcendoperaftrologia,cheinquel  amor  uolfe  Locar  compiutamente  ogmyirtiite  Inquei 
tannobaueua  ad  efier grande  abondantia  iolmejtutte  fi  bei  lumi . Che  mia  yirtù  non  pò  cantra  [affanno . Et  non 


l'* 


Minerna 


CIELO 


Miacrua 


it 


gii  P'irni  <f herbe,  o d'arte  maga  fi  ii  pietra  dal  mar  m- 
fìro  ditufa.  Tanta  Firtute  ha  Jol  un  noflra  fguarJo . Con 
la  Ftrti  d’ali /abito  ^Icndore . Tb^lende  la  Firtù  gelata, 
df  bella.  HgM  pò  pM  la  Firtù  jragUefit /lanca.  C' bauria 
Firtù  éfar  pianger  un  fà/So.Firtù  cantra  furor  prende- 
rà Carme.  Era  la  mia  Firtuteal  cor  ri/lretta.  .Anime  bel 
Itfiìr  it  Firtute  amiche . Oiariente  Firtute  ornata  & 
falda  .Alma gentil.O  inuidia  nemica  di  Ftrtute.Oue  ogni 
alta  Firtute  alberga, & regna . Di  fi  alta  Firtute  il  cielo 
alluma. "Ho  a ca/òi  Firtù,angi è belT arte.  Che  fuelto  bai 
di  Firtute  il  chiaro  germe . In  un  corgiouaml  tanta  Fir- 
tute. Che  dt  Firtute  i feme  ha  i{ua  fi /pento . Et  [amar  for 
Vfi'l  tacer  fu  Firtute,Di  fua  Firtute,&  di  mie  fpoglie  al 
ter  a . Quando  un  fouerchio  orgoglio  Molta  Firtute  in  bel 
la  donna  afconde , Quel  por  amico  di  Firtuti,  & d'armi . 
La  gola  e’I fonno,tìlT’ociofe  piume  Hanno  del  mondo  ogni 
Firtu  ibandita.Et  tElotptentia  fua  Firti  qui  mo/hrf..  pe- 
rò ch'altroue  un  raggio  ueggio  di  Firtù,  ch'ai  mon- 

do è/pema.  L'a^ettata  Firtù  fihe  in  uoi  fiariua.Ma’l  mo 
do  cieco, che  Firtù  non  cura. Che  i uitiif^gUa  ; & Firtù 
ue/leebonora.FiordiFirlùJomaua  di  leltate.Si  come  la 
Firtù  nuda  fi  {lima . Rara  Firtù  nongiàdhumana  gen- 
te. Ma  Firtù  fibe  da  buon  non  fi  fiompagna.  Si  come  ad- 
uienfi  cui  Firtù  relinque , Fltima  che  porta . R//lretta  al 
core.  B o c.  uedi  all'Indice . Bemb.  T a. 


I hauea  trouato  apprejfo  dell'acqua  lo  chiami  Moi/i.  ue- 
nendo  poi  Moifi  in  età  adultaitJ-  ueiendo  in  quanta  af/lit 
téme  era  il  popolo  hebreo,  che  quafi  era  diuenuto  fcbiauo 
degli  Egitti  : un  giorno  in  uendetta  d'uno  hebreo  uccife 
uno  EgutianOi&  nafcofelo  nel  fabhione.Dapoi  pmidofihe 
[ hoimcubo  era  fcoperto , fùg^  per  paura  dal  con/pctto  di 
Tharaone  che  lo  facea  urtare  ,&  andò  nella  regione  di 
Madtanfacerdolefilracalòtrouando  fette  figliuole}  alle- 
quaU  da  altri  pa/lon  era  /lata  tolta  [ acqua  fihe  baiicua- 
no  attinta  per  abbeuerare  le  loro  greggi,  le  dtfcfe,  & aiu 
lolle  abbeurrare,pcr  queflo  menti  d'bauer  una  di  quelle 
per  moglie  detta  Sepbora;& pa/cendo  [armento  delpto- 
cero  arriui  al  monte  Oreb , doue  in  /orma  di  fiamma  gli 
apparue  Iddio:  & da  lui  fu  ammae/lrato;  che  uia  bautfie 
a tenere  a lécrare  il  popolo  ([I/rael  dalle  mani  di  Tha- 
raoneJAolto  proh/fo farebbe  riferire  le  innumerabib , dr 
egregie  uirtùfùefer  lequali  meriti  uedere  Iddio  a faccia 
a faccia  fion^  in  Orebimaanchora  in  Sinai , Fu  buomo 
in  dottrina, &difciplina  militare, & in  fantità  di  uiu  adm 
mirabili/fimo.Fmalmentemori  nelmonte'iqebor,poi  che 
Iddio  gli  hebbe  moftro  la  terra  di  promi/iione  : f'ijje  anni 
cerno  uemi,&fu  ne  tempi, che  Cecrope  regnaua  in  .Albe 
ne.J{e  fia  chi  fi  dolga  fè  molto  breuemente  trafeorro  quea 
fle  hiflorie , perche  non  fi  può  in  poco  luogo  mettere  molte 
cofe.  D A N.  Di  Moifelegi/ia, e ubidiente. 


Virtuofb . lat.  officiofus,  Firtute pradttus.  B o c.  llquale  Medicina . Lat.  & medela.  .Apollo fu  ilprimo  Medico,&  i gf 


fu  di  Grecia,&  hebbe  un  figliuolo  nominato  Efculapio,  il 
quale  molto  ampliò  [artedella  Medicina,  drdopo  U mor 
te  fica  fiulti  i/uoi  libri  furono  arfi.drque/ìo -Apollo  fu  an 
eho  ilprimo,cbe fònafie  citbara.  ma  appo  Tlimo  Snnoni- 
de  medico  fu  primo  fibe  trouò  la  Medicina,&  Htppocra- 
te  la  rinouò.  P et.  ch'ai  gran  dolor  la  Medicina  icona. 
Trhnache  Medicine  antiche ,o  none  Saldin  le  piaghe. 
B o c.  Meduina  cerii/fima  a tanto  male,  la  Medicina  di 
guarirlo  sò  io  bene.Studiò  in  Medicina . Muenga.che  Ga 
fieno  non  ne  parli  tn  alcuna  delle  fue  Medicine.  Conia  juo 
Medicine  fanità  rendeua.  uedi  [ Indice. 


bauea  trefigbuoli  belli,  6"  Firtuoft , Fnthne  Firtuofa 
Colui fihe  FiTtuofamente adopera . uediaWindiu. 
tip  Legge. Lat.Ux.P  ET.Trap.i^a  adhoradhor  ufata  Leg 
ge Morte  m’ha  fciolto  amor  d'ogni  tua  Legge.  Dura  Lega 
gei  amor ;ma  ben  ch'obliqua  Serbar  conuieufitperò  cb'el 
la  aggiunge, Di  del  in  terra  umuerfale  antiqua . 7{^n  fta 
Xpppa  la  Legge fiu' altri  attende.  Topol  fewxa  Legge.  Lat, 
ex  lex.  Che  farà  de  la  legge , che'l  ciel  fi/leiqual  conpiu 
grani  Leggi  mena  fua  uita  a^ra  & acerba.'Poi  quel  buon 
Giuda  a cui  ne/fun  po  torre  Le  fue  Leggi  paterne  inuitto', 
elrfranco.Chi  pon  fieno  agli  amati, o da  lor  Legge/  Boc. 

Legge  Fera, Incommutabile,Ffata,Ferace,Giudaica,Sa  Medico . Lat.hoc.  Fu  grandi/fimo  Medito  in  cirugia. 
ratina,  Chrifliana,  Setto  certa  Legge . E fendo  hoggi  ri-  EccoM  edito  honorato . Fn  ualente  Medico . Fecero  pre- 

iìrette  le  Leggi  al  piacere . "Per  uigore  delle  Leggi  huma  blamente  uenir  Medici.  I Media  furon  prelli.  1 Maggior 

ne . L'auttorità  delle  publicbe  Leggi.  Leggi  Diurne.  Della  Medici  del  mondo . uedi  [Indice . 

ghuanerpta.  LeLe^deonoefiere  comuni.  Leggi  Sana  Medicare  Lat.Bo  C.T^n/ilafiierebbemedicare.medicar 
tefiilatiimoniali.  uedi  alT Indice.  & nella  uifione amoro-  uoleua  il fua  infermo,  lo  non  medico  con  la  mia  fapicaxa, 

fa . Ratto  gb  altri  di  filtra  contati  Si  ficea  F oroneo  ; che  aa^  con  l'aiuto  d’iddio . 

prona  diede  Leggi  ciuil  iocciò  che  moderati  I fuoi  uiuef-  Medici  celebrati  da  no/ìri  Toeti,huerrw,Muic(na,Empe 
fir,  fi  come  fi  crede.  docle,Efculapio,GalienoJIipocrate,  Enone  mnfa  4 1 1 ; . 

Legifla . Lat.  & legiflator.  Boc.  Morto  ilprimo  Legifla , A ucrrois  Medico,&Tbilo/ìipho  fommo,&  emulo  di  Mui- 
cioè  Moifi.  D A N.  Ci  Moifi  Legffla,^  tiidiente . ceiina,&  iTuna  medefima  patria , & ilpnmo  tra  quelli , 

«88  MoiCe.Lat.MofesrdiuiualegiJlatorfi:omigerJ>lefius,deilo-  t'hanno comentato  JdrifioteU.D  ah. Muerreis,  che'l 
auusfiiatei , poeta , fu  il  primo  Legifla  , perciò  Ideilo  per  gran  comentofeo . 

le  fue  mani  diede  le  leggi  al  popola  hebreo . Cofiui  nacque  Aiiicenna  Meéco,&  emulo  Ì.Auerroù,&  figlio  di  Re  Hi 
per  padre,  cr  per  madre  della  tràu  di  Leni  in  Egitto , Et  fieno . R/dufie  in  ordine  le  ufi  di  Galeno , Fifie  ne  tem- 
inquel  tempo,cbe'lReXEgitto  faceuagittarenel  fiume  pi  {intonino  Th.  DAN.Hippocrate  .Auicenna ,c/r 
tutti  I mafchi,che  nafceuano  della  gemei  hebrea . "Perche  Galieno . 

uedtdolo  la  madre  di  ottimo  afi:ito,lo  tenne  uafeofo  me  fi  Empedocle  fu  di  Sicilia , della  città  d’-Agrigento  pofe  fii 
tre, Dapoi  non  lo  potido  celare  p'm,  lomifiemunuafifat  priniipij  aUecofe.cioiquattrorlemétifit[amicitia,e!rla 

to  de  giunchi,&/luccato  di  bitume  fit  di  pece,&  fecelo  la  difeordia  : fecondo -Ari/lotelehtSophiftafit  primo  inulto 

fóare  fu  la  ruta  del  fiume;  Féne  alle  mani  della  figliuola  redeUarteoratoriaxtHelldiroieToetiùi  tbiam.i  Ewpe 

di  Tharaone  Air  per  opera  della  firella  del  fanciullo  lofca  dacie  Homerico,pihefu  egregia  Toeta.  Satiro  ferme  che 

m alUuan  alla  propria  madre  , ^ adottollo  : & perche  fu  ottimo  MeJiio,&  ottimo  degli  oratoriAt  precettori 


199 


Minerai  CIELO  Minerai 

Coriùt  leomm , il^nal  afferma  ejìtrft  tnuato  quando  &gli  allri  Empia  fi  ri . ^ àucrfe  infermità  dhterfì  En$- 

Empedock  e ffercitaua  l’arte  Stacca, et  daua  peticnea  pMjlriadopra  d fumo  medito  ,P  h.F  ir.  .Atlulube 

tacciare  i morbi,&  la  feneitù,  & a far  uemre  «enfi  prò-  doglie  fiero  Itr.piaflro . 

fbari^ceffareglxanerfi  .Heraclitofiriue,  thè  egli  riduf  Impafiriciiare  è proprio  imbrattare  uno  di  qualche  cofa  , 
fe  in  ulta  unafemina  morta.Scriffe  di  Thifua^t  delle  pur  ihet'altacchi,come  ctnpiaftro.  Lat.ccnfpurcarejadare  , 

gationi  unquetmla  uerfi,  & di  medicina  feicento  ; & con  Unire,  hoc.  Il  doghe  è tutto  Impafim  ciato  é non  sò  che 

jua  miifica  mitigò  jir  jjif n/e  II irai  un  giauanc^lqual  uok  eoja  fetta  ; che  io  non  ne  poffo  Icuar  con  tunghiea.  tefìi 

ua  uccidere  taccufatore  del  padre. onde  che  meritamente  moderni  hanno  empiaflrtcciato . 

fu  poi  chiamato  dittino , ma  per  cupiàtà  di  gloria  fi  gittò  Lcttouario.  Lat  etcduanu.  Boc.  Lafiiamo  flore  di  haue 
una  notte  nella  bocca  del  monte  di  Etna, che  mandano  fuo  re  k loro  celle  ialbereUi  di  Lcttouari,  et  iungutti  colmi, 

fi  fiamme /tccih  che  i popoli  credefiero  lui  di  repente  efler  V nguento.  Lat.  entplaflrum  .Boc.  Ma  botteghe  dt  ffe- 
• ■ fiato  portato  in  ciek , nondimeno  i fuoi  calciar!  ributtati  ci*U,&  é Unguentari  appaiono.piu  toflo  a riguardanti, 

dal  fuoco  indietro  manifeflarono  la  fila  uamtàiiUhe  die-  &ntUaVi.Lemietribiàationimaida  unguento  debito 

de  cagione  a lucano  di  b^arfène  nel  Dialogo  Iiarome-  non  effondo  alleniate  per  ogni  bora  inafprifcoao . 

nippo.  Dan.  Empedock,  HeracUto,&  Zenone . T.Em-  Vnrione.  lat.  undto.  B o c.yntione  molto  utrtuofa.  VuU 
fedock  dittinofir  Mnafiagora . tona  & fama  yntione . 

* Eicnlapio  figlio  di  Coroni!  figlia  di  Thiepa  figlio  di  Mar-  Vnta . lat.  unBa.  Boc.  hauendo  la  barba  unta,  che  fifac 
tejiaquakfH  iihlata  <C  MpoUine,delqual  congiungiinemo  c ia  al  fuoco  k cofe fecche  ,&yme.  Legato  fu  ad  un  palo 

nacque  Efculapio  huomo  fi  eccellente  in  Medicina,  che  fu  ymo  di  mele. 

chiamato  Dio  dell  arte.ma  tata  fu  l'ira , che  cScepe  Thk  V ntume . lat.  pinguedo.  hoc.yn  fuo  cappuccio,  fopra  tpt 
già  incontro  MpoUineperhauerhuiolata  htfigha,ch‘ar  delquak  era  tanto  y ntume,  c'haurebbe  condito  ilcalde- 

fe  il  fuo  tempio,  tUhefunelquinquagc fimo  fecondaanna  rond’Mltopaftio. 

[opra  tremila  fettecento  dopo  il  mondo  creato.PsT.  yngere.lat.P  sr.udmor  contaldolcez7^am'ungt,&pun- 
.Apollo,  ér  Efculapio  gli  fon  jopra  chiufij.fopra  tt  Hippo  ge.h  0 C.Gh  fece  con  una  buona  quantità  deua  grajaa  di 

trace.  Dan.  Thìcgiai  Vhkgias  tu  gridi  a uoto.gh  ami-  fan  Ciouàni  Boccadoro  ungere  le  mam.Dibbirè  di  trouar 

fhi  honorarono  il  Serpente  per  Efcukpio.  Efculapio  figlu  modo  di  ungerfi  ti  grifo  alle  ffefe  di  CaLiiidrmo . 

uok  di  .Afippot&di  Mrfionefidice  efiere  flato  tl pruno,  Silopo . Lat.  Syrupui  .Ari.  Che  nfauar  gl'infermi  di 
chetrouò  la  purgationdel uemre,  & il  cauardedenti . Silopo. 

Cileno.  Lat.  Gaktms  medico  eccelkmiffimo  da  Tergamo  Critteo . Lat.ClyHer,ris,ilSrruigiaìe,oborfetta. hoc. 

<T  -4 fila, che  fcrifle  molte  opere  in  medicina  notifihne^ifle  yitòére  ch'ella  ni  farebbe  dimcmicar  U medicine ,et  Cri 

fiel  tempo  diTraianoimeeradore,  fin  ad -limonino  Tio.  lìei,&gh  altri  emptafiri. 

-liuicenna  riduffe  in  ordine  k cofe , come  à fopra  èdetto  Scruigialc , ^i/  Crifleo.h  oc.  Le  dirai,  ch’io  firn  fuo  fer~ 
ad  jiuicemta.  Dan.  Hippocrate,Muicenna,et  Gaheno.  uigkk  ( beffando.  ) fimo  ambo  i fanti  dt  Santa  Maria 

'h  o c.  ,4uenga , che  Galteno  non  ne  parU  in  alcuna  delle  T^foua. 

fine  Medicine , Condire.  Lat.  Sapidumfacerejual  ungere jÉr  fare  uiuande  fa 

Hipocrace  figlio  d-dfckpkdel'lfola  diChio,ilqual  fuil  poritt.V  tt.  Checca  di  dokexgaogm  agro  fiik.hoc. 
primo, chela  medicina  per  lungo  tempo  dopo  Efculapio  yncappuccio,jopra  Iquakera  tamo  untume  c'haurebbe 
ffenta  deflòin  luce,&  la  riduffe  in  regole  no  batundofene  condito  il calderon  dMUopafcio.i.unto,o  ingr affato. Le pa 

altra  notitia  infino  ahhora/he  per  gU  efferimemi,  a fece  rok  uoflre  fono  condite  di  tanto  fermo . 

miglior  opra  afiai  di  quella  di  Èorpbirio,  fe  ben  fofiero  in  Burro  ò il  butiro,bituro,o  fmalzo.Lat.  butyrù.  Dan.  f'iu 
te  fi i fcritti  da  lui , cioè  k breue  fementk  della  Medicina . oca  bianca  piu  che  Burro . yoce  Fhremtna . 

egli  fu  tamo  eccellerne  nella  medicina,tbe  in  quella  fu  re-  Philofophia . Lat.  -drchelao  Re  di  Macedonia  detto  Tbi-  1 94 
putato  Iddio  .fu  nei  tempi  dMrtaxerfe  Re  di  Terfla.  & fico,erudeUffimo  perla  fua  Thilofophia , fu  tl  primo,  che 

peròdiceilni>firohtt.EequcldiCoo,chefauia  miglior  larinouò mMthene.P  n.Touera,  & racdauaiThUffò 
opra  Se  ben  ime  fi  fuflergU  aphorifmi  .&D  a n.  Hippo-  phia . Titbagora,che  prima  humilmhe  Trhiloftpbia  cbta 

crate,-4.uicinafGahenOyAuerrois,ehe'lgricométofeo.  mòpernome  degno,  hoc.  ad  imparare  Tbilojòpbia  il 
L'un  fi  moflraua  alcun  de  farmghari  Di  quel  fonano  Hip  mandò  ad  jithene . 

poetate ,cbe natura -4 gUanimahfe,ch'ellabaptu cari,  Philofophi.  Par.  yengan  quanti  Tbikfopbi  far  mai, 
Phifico.Ijir.  FtT.Etfenott  [offe  la  dtf creta  aita  delTbifi  Boc.  Lofonmercatame,&nonTbdofcpho.iltefioana 

co  gitil,cbe  hi  saccorfe.  Boc  ."Hg  tialfc  a fargh  tornare  tico  ha  Fifofolo  cofi  detto  dal  mercatante  idiota . y alerò 

la  ulta  errate  ne  fuoi  luoghi  di  Thifico  aUu  rimedio  .Fi.  fiffinio  tra  Thilofopbi  dtuenne . 'Helle  feok  di  Thikfophi 

X j j Phifid . Empedoelepiedi  dt  fopra  al  luogo  fuo  a ipo.airche  ti . Lafiiati  ipenfier  Thilofofici . 

lao  uedi a Vhikfopbia  piu  baffo  a ipq.  Philofophi  cekbrati  da  noflri  Toeti  -dnaflarco,  .Anaxa- 

Cirugia . tot.  chirurgia  ,&  art  cbirurpca.  B o cJnSaler  gora,Urchelao,jlrchefiÌao,-irifltppo,-iriflotek,-AueT 

no  fu  ungrandiffimo  Medico  in  Cirugia,  A R i.Tercura,  rois4Soetio,Brunetto  Latini, Cameade,Chrifippo,Ckóte , 

& arte  d’uà  chirurgo  amico . Damock  uedi  a Dumi  fio  fitracufano  diate  abgieri,Diccar 

Empiallro  .tìrlmpufflro.  Lat.  emplaflrum,  tir  Cataplffm  cod>iogeneJ}ioiiifiioareopagitad.picuro,Giiidocaualcan 
ma/t  i quello,  che  fi  pone  [òpra  quaUhe  nafeenga  per  far  ti,Her acino, Marco  amonio,  Merrodoro.Tififtrato  Mlhe 

la  0 ftiemarefi  ere  fiere /he  uolgarmeme  diciamo  unguen  nicfi,Vlatone,Tlotino,  Torpbirio,  Trifeiano,  Seneca,  Som 

n,Ìoc.uifarehbtdimmicaTekmtdtcmt,&cT^ei,  tratedCtuocratedCcnophome,  Zenone,  Zoroafiro. 

Anafl'arco 


Mincrua' 


CIELO 


Mineruj 


19/  \nif^ixcoThLfu  di  kiu  (itti  greca  ài  ThrscU  ihimuta 
^bdera  ne  tempi  del  grande  ^leffandroidr  per  t fiere  fiu 
lo  libero  é lingka,&  < oftantijfimo  di animo,  lagnai  liber~ 
là  (On  la  medi  fima  cofianrxa  egli  ritenne  injmo  alla  mor- 
te^ perche  T'^icorrom/f  tiranno  di  cipri  có  motii,^gra 
m tormenti  il  fac<  fie  morire  ,gliele  poti  mai  torre, & fi  co 
me  fn  conterraneo  di  Dionifio,cofi  fu  della  jua  fetta, ^ pe 
ri  ben  dice  di  Ini  parlandoti  no  fin  P s t.  fidi  ,Anafiar- 
co  intrepido,^  uinle,Et  Xenocrate  pin  jaldoih'nu  jafio, 
che  nulla  forga  il  uolfe  a penficr  uile . 


»7 


giojniomo  cenfolare . cfum  a nofiric  pleriipee  in  Martyri 
cataUgo  p^itus  efi  fiqmlfcrifie  de  lonjcdatione  Tbilofo. 
phica,igli fu  dannato  da  Theodofio  Re  di  Gothi,&  final- 
mente Urangolato  inTaniu . t£r  peri  Dan.  finge  tro- 
uarlo  inpwrgatorio^due.  Hor  je  tu  Cocchio  delia  meme 
tram  Di  luce  in  luce  dietro  a te  mie  lode  dà  de! ottona  ci 
file  rimani . Ter  ueder  ogmbcn  dentro  ui  gode  L'anima 
putta  ( cuti  Boctio  ) del  mondo  fallace  Famanifefioa  chi 
di  lui  ben  ode . B o c.  nella  fua  uifione  amorofit , yc fitto 
d'bumiltà  pudico,  ^ caRo  Boi  tu  fi  uedea . 


Ati2XigociThi.fu di ClagpmenecittàJiiedeoperaaThi  CzmeideCirenefifuThi.dimoUonomedellanuoua^Xca 


lofophta  in  ,Athene  fono  Callia , delt/ualc  trenta  anni  fu 
difiepolo . Dicea,che  taluna  contenea  in fe  gran  paefe , ^ 
monii,&  utili . domandato  a che  fofie  nato , ri^ofe  ; Ter 
contemplare  il  cielo  fi fole,&  la  buia . Dicea , ihe'l  Toe- 
tna  iHomero  era  tutto  campo  fio  di  uirtù,  (Sr  égmfittia. 
Fu  Thilojipbo  naturale,  Jl  pnni  ipio  delPopera  fiia  i che 
in  principio,  tutte  le  cofe  erano  confufe,  ey  mfietne  mifie  ; 
Dopai  la  mente  duina,! ordini,  é-compofi . Dtjfechela 
mente  era  principio  del  moto.  Dan.  Democrito  che'l  mi 
do  a cafo  pone  Dngenes„Anaxagora,&  Thale,Empedo- 
elei,Herachto,&  Zenone . 

Archelao,  uedi  é fopra  a Thilopipbiafir  a Crudeli  o J 5 j. 

Archefilao  Titano  eccellente  Thi.  academico^a  tCogm  co 
fa  dubbiofofei  che  la  fua  fetta  nò  era  é nulla  affermare , 
ma  di  dire  io  penfi  che  fta  cofiflon  hauea  per  meonuenien 
te  cangiare  opinione, ér  falena  argomentare  nell' una  ,gy 
tielTai 

pia  il  uecchierelrche  giàfuofoDiriiò  tutto.  & poi  énul 
la  certo , Ma  di ogm  copi  ,Arcbefilao  dubbiofo . 
tfi  Atiftippo  Cretenjé  auditore  di  Socrate  fiquale  fi  eomepri* 
ma  di  Epicuro,  cofi  prima  pofe  nel  piacere  il fimmo  bene , 
dr  la  fetta  di  lui  fi  nomò  Cirenaica , ma  difeordò  da  lui  in 
alcune  coli  Epicuro  maffimamentefe  credere  fi  dee  a colo 
ro,  che  difiero  dtlmtfier  Rato  di  ottimi  cofiumi,&  di  uir 
Iute  ornato,&  il  fornir, 0 bene  bauer  pofto  nel  piacere , dr 


demia  d',Archefilaofiori  nel  tempo  di  M. Ca  tane  U primo 
peraoche  fi  legge, che  in  i/ue  tempi  egli,cir  Diogene  Stot- 
cofi}-  Critolao  peripatetico  uennero  a Roma  da  gli  ,fithe 
niefi  per  negotio  publico  maudat negli fu  fi  pronto,»  defio 
nel  difputare reame  narra  Eufibm  nel xitij.  de  preparatio- 
ne  euangelica , che  parlando  a pena  fidifcerneua  elicerò 
dal  falfo,  che  tal  d Iacea  parere,  cpual  egli  uedea , tanto  fu 
prefio, & ueloce  nel  direjufie  anni  no.  Come  ferine  t'ala 
rioMaffimoJafuafcientiapofeinaccordarele  uarie,efi‘ 
differenti  fitte  de  Tbilofophi,Teripat»ici,  Stoiei,Epicu- 
ri,&altrifiquahd  furor  litterato  conduce  a guerra  con- 
tendendo fia  loro  con  diuerfi  opinionijonde  di  lui  parlando 
ilV  tr.  dice.  Cameade  nidi  in  funi  Rudi  fi  deflo,Che  par 
landò  egli  d nero  e"!  falfo  a pena  Si  difeernea  ; cofi  nel  cUr 
fu  preJto.Laluga Ulta,»  la  fua  larga  uena  D'ingegno  pope 
igiare  opinione, ér  foleua  argomentare  neli'una  ,&  m accordar  le  parti,Cbel furor  letterato  a guerra  mena , 

Ttraparte . &peri dnofiro  P BT.dice. yidi  Hip-  C htiCippo da Tarfo  fu Thilofophofioicoauétor di  Zeno- 

ne,tr  di  Cleante, qual (ompofe quella  mirabile,  ó" lunga 
opera  nelli  Ixx.  anni  di  fua  ulta;  compofe  del  fato  fi  alto 
intendimento,  che  a uolerla  intendere  btfignerebbe  fpatio 
dilunga  uita;fcrifie  egli  altri  libri  quafi  infiniti.  P £ T. 
Toi  con  gran  fubbio/t  con  ndrahil  fufo  l'idi  tela  fottìi  tef 
fer  Crifippo . ér  come  fcriue  Laertio  fu  eccellemilfimo  nel 
la  facultà  oratoria , perfetto  in  Thdofophia  ,tfr  fubltmt 
nella  dialettica  difiiplina. 


198 


nella  tranquillità  della  mente . P e t.  Con  la  brigata  al  Cleante  da  fifio  città  in  fifta  Thi.  nobibffimo.fii  difeepo- 


fuo  maeflro  equale  ; Di  Mitridoro  parlo,»  é firiflippo  . 

Ariftotelc.  Lat.  firifloteln  Thilofophusfummus  di  TÌico 
macho  fu  di  StagbrajCaflellofi  uiUa  prefio  d’.fiihenafir 
hebbe  origine  da  Efculapiojpoi  fecondo  la  fina  opinione  fi- 
guendo  in  queflo  ,fi  come  nelle  altre  cofe  non  ilgiudicio  di 
M.Tuliia/-t  à.AugufiÌHoptta  é Boetio,Tbomafò  S fiqui 
m,& altri, (be'lprepofiro  a tutta  Thi.perche  meglio 
d’ogni  altro  inuefiigar  fippe  i ficreli  della  natura,  &piu 
difitnt amite  parlarne^  infegnargli  aUruLScrifie  in  ogni 
dottrina,^'  marauigliofo  ordine  ferub  ne  fuoi  libri,  & nel 
fico  dire,&  non  finta  fomma  ammiratione  il  ueggio  effe- 
re  appo  CrecinelleThificedottrine,ondeeglifu  nomina- 
to Demonio  fir  Tlatone  Diuino , & però  non  finta  caupt 
dice  D A tì.Toi  (he'unalzai  un  pocopm  le  ciglia  l'idi  il 
maeflro é color ebe  fannoSedertra  Tbilofo^ica  fami- 


io  fir  fuccefiore  di  Zenone  nella  feuola  de  gli  Stola,»  ben 
che  fofie  pouerofir  tardo  iingegno,col  continuo,  &■  lun- 
go Rudto  ninfe  la  tardità  at  con  la  fatica  delle  proprie  ma 
m la  pouertàabe  per  fiflentarfi  nello  imparare,  nonfifde 
gnaua  d'andare  ad  irrigare  gli  berti  altrui,&a  cernere 
la  farina  di  unapouera  femina,che  ne  lo  pagana, onde  per 
formare  la  fua  bella  intentione  di  riducere  al  nero  la  tu- 
ga opinione  di  Tbi.  iquaU  ignorano  il  nero  difeordando  , 
tà-pertronarlonanno  con  la  mente  difiorrendo,che'lfom 
mo  bene  fia  nella  uhtù  fola,&  cb'efia  metà  foli  baflt  a 
fare  altrui  beato;  onero  l'opera  damale  egli  fece  Ja  uaga, 
fir  uolgare  opinione  c'haueanogli  huomini  delli  Dei  tiran 
do  al  uero  intendimento  fi  come  legger  ne  potr»e  in  quelm 
lo,chefcrifieTulliodelladiuinanatura.  P i t.Etpcrfor 
mar  fua  beila  intentione  La  fua  tela  gentil  tefier  Cleante, 
Che  tira  aluerla  falfa  opinione. 


gUaJ'utti  lo  mirandutti  bonor  gli  fanno  .érSoc.  nella 

fua  uifione  amoro/i . -Xriflotele  Rar  con  atto  pio  Tacito  Damocle  Tbijiedi  a Diomfio  Siracufano  a j}t. 
riguardandoin  feronùtoTenfòfomiparea,tjpofc'iaap-  Dxmc-dbgieri^iedi  aToetiayq.alluogofuo. 
prefio  Socrate  gli  fidea  quafi  fmanrito , P i t.,Xrifiotele  Democrito  ,Abdcrita.Tbi.fiingolare,fir  dal  principe  della  199 
poi  pien  d'alto  mgegno , Tbilofophia  .finflotelefipra  tutti  gli  altri,nelecofe  na- 

Auerrois  fimmo  Thi.&  medico,  uedi  a Medicinaa  190.  turali  loinendato.cofluifempreai^ua  tutto  perifolb  per 

Boctio  Ottimo  Tbihat.  Boetius  diRut  .Amtius , Maiiius  , efitrfi  dato  del  tutto  alla  contcmplatione,  et  a inuefiigart 

StuermusjBottiuitpbilofopbojmatbematicoftpoetacfft  ificreti  della  natura,  fir  trouàdofi  ilpaebr fico  tato  ricco, 

D % 


Mincnu 


CIELO 


Mincma 


thè  ptteua  nutrire  [efferato  di  Serfe,  poi  che  U roba 
Metuie iaftiopodere, prendendone pocaper  JòJlcntarfi  la 
mea  fatto  [altro  ne  diede  alla  patria^onciofia  che  egltJU 
mam  la  pouertate  efiere  piu  dtffoffa  al  philofopbare , & 
al  kinere  tranquillamente  dalla  uifia  dijiitata , fi  ceti  ; o 
per  non  uedere  i uitiofi  con  projperitate  della  fortuna  ef~ 
[aitati  fi  per  dmietare  la  uta  agli  [guardi  lafaui  dette  don 
ncfla  quali  a pena  fi  pelea  difendere  : drfi  come  Bracli~ 
to  Ephefio  tagrhnaua  fempre  ,cbe  uedeua  tal  iìoltitia  in 
alcuno, cefi Demoeritopcr  [oppofitondea.fihcrnendola 
iianità  degli  huomini . ^Alcuni  ducono  che  udì  in  Egitto  i 
Sacerdoti an  Terfia  i Magi,&  andò  anche  in  1 odia  a Ci- 
ptnofopbifli , & in  quefleperegrinationi  jpefe  tutto  tl  fino 
patrimonio , ebefu  cento  talenti  ; Tercbe  fu  necefiarto , 
abe'l  fratello  lo  nutrifle . Ma  dopai  fu  in  tanta  auttorità, 
abe  la  fina  repuhlica  l’bonorò  di  gran  pecunia  ; & fecegli 
flatne . Et  perciò  ridea  di  ciò  che  uedea  fare,fprezzando 
le  opere  bumane,  come  coffe  piene  dipianitdfit  difioltitia . 
Tercbe  riputando  i [noi  cittadini  ebe  egli  bauefie  perduto 
il  fentimento , cbiamarono  Hippocrate  medico  digmfitmo 
Ma  fica  cura  àlqualconoldie  non  per  flohitia:  ma  che  per 


erroris  ; L'haUtatione  fua  era  in  un  uafò  di  terra  rhnbot 
tatofinendicaua  tl  uittofiepiu  riceueua,chegli  bifignaua 
per  un  giorno.  Fu  huomopaueti filmo  di  ogm  affentàjdar 
mua  inuolto  in  un  fuo  mantello , mangiano  poco  col  pane 
altro  ebe  herbe, & dicendoli  ,Ariflippo:  Se  tu  ffapefii  adu 
lare  a Dtonigio  Re  fu  non  uiuereìlt  intanto  penuria  ,rtffa 
fi;  Et  fi  tu  jàpeffi  umere  in  tanta  penuria  non  haurefli  ad 
efiere  adulatore  a Dioniffto . era  in  tanta  reputattone/he 
;Aleffandro  magno  andò  a uifitariofit  trouoUo [otto  il  ua 
lò  uolto  al [ole . ‘Profirrfigli  affai . ^ cui  Diogene  riffofi  , 
non  uoler  altro  fi  non  che  non  gli  toglieffe  il  fole . Conobbe 
tanta  grandegga  d'animo  Mieffandro , & intefi  che  era 
piu  ricco  di  lui  ; Tercbe  nel  Tbilofòphare  non  era  cupidi- 
tà alcuna  uiuendo  contentifimio  di  poco  ;&  in  fi  [emina 
tanta  ambinone,  dr  defitìerio  di  dominare  ; d"  uedendo  , 
ebe  [econdo  Democrito  erano  piu  mondi  Jagrimò  differan 
dofi poter uineergli  tutti.  Tercbe  [vleua  dire , che  fi  non 
[offe  Mlefiandro  non  uorrebbe  efier  altri  che  Diogene,dr 
però  dàce  il  nofiro  V Bt.  Et  Diogene  cinico  in  [noi  [atti 
.Affai pm  che  non  uuol  uergogna  aperto . <&•  D a n.  Dm 
gene:  .An.ixagora,&  Thale , 


fòmma  ffapientia  parca  flolto.firiffe  molte  coffe;  ma  per»  ’Epicuto.Alhenicfifigliodi'l^cle.ilqualdiedeorigiueal  aoi 


thè  nel  parlare  fu  effeuro  è detto  da  Greci  [cetinos , idefi 
nmbrofo.  La  opinione  [ua  fU,  che  fia  unfiatio  infimto  ua- 
tuo  al  tutto , nelquale  uadano  uolando  infiniti  atomi , cioè 
tarpi  fi  picewlitcbe  non  fipofiono  uedere,  iqualt  a cafi  toc 
tandofi  mffiemefippiccandofi  fanno  per  quefìo  uacuo  infi- 
mto innumer  abili  mondi.  Jldunque  la  [ortuna,&  il  caffo, 
non  diuino  artificio  gli  ffà.et  imperò  dice  D n tt. Democri 
to,che'l  mondo  a cafò  pone,  ér  P s T.  E Democrito  andar 
tutto penfòffoTer fuo  uoler  étume,& doro  cafio. 

Diccarco  TbiJiligenteflelqualeffa  mentione  M.Tullionel 
primodelleTuffculane ..Aicuniguafiandoil  uerffo leggo- 
no Clitarco  or  more, dr  nella  hiSioria  curiofo,  benché 
mendace, fi  come  Cicerone  &iQuintiliano  affermano. 
trilVn.  lui  era  il  curioffo  Dicearco  .Eti  finn  magifle 
ri  affai  diffpari . 

aoo  Diomfio  .Anopagita , ilqual  fcrifie  deBa  natura  angelica 
piu  eccellentemente  de  gli  altri . Fu  innanzi  il  baiiefimo 
eccellentffftmo  Thi.  & fatto  chrifiiano,  fcrifie  coffe  molto 
alte,  drutiliffimealla  fede  maffime delia  celefiiale  hie- 
rarchia;  & de  ditUni  nomi  ,&fuil  primo  che  aperfegli 
alti  [enfi  di  Taulo  Mpofìolo,&  però  dice  Dan.  Mppref 
fo  uide’l  lume  di  quel  cero, Che  giuffo  in  carne  piu  a dentro 
lòde  V angelica  natura,  e'I  mtniflero . 


la  fua  fetta  daini  chiamata  Epicura,jludiàdofidimoflra- 
re  [anima  humatta  che  fia  mortale,  & che  morifie  infie- 
me  cd  corpo  ,fi  armò  di  ffottih  argomenti , centra  il  buon 
Sirofiioi  Therecide  Siro  Thi. [e  intendiamo  il  primo, che 
ponendo  efiere  [anima  nnmortaleal^[humana  fieran 
ga  a ffierare  ulta  fanpitema;  onde  alcuni  leggono  cantra 
il  buon  Siro;oTlatone,fi  riguardiamo  aHaetcetlenga,dr 
alla  auttorità  del  Tbiloffopho,  dr  a quelcbe  fiffcriue  ; che 
fietialmente  rtprouaua  leTlatomcbe  opinioni;  onde  per 
efier  fiato  ardito  a direbbe  [anima  nonfofie  tale , quale 
egli  bauea  detto  Therecide  0 Tlatone,ffna  fama  langue 
per  lo  biafimo  che  uacquiHò,  cofi  fu  al  lume  detta  uerità, 
& delle  ragioni  del  buon  Shrefamofo  in  mala  parte  almo 
do  Latino  fioi  primo  d'infamia;oucroffamofò  al  lume,  per 
hauerfit  acquetato  fama  éfputando  centra  il  nero. onde  fu 
di  breue,  ér  egra  uifia,  anv  cieco  non  éfiemendo  la  neri 
tà;  & però  ben  dtfie  d no  fi  ro  Ptr.Contrail  buon  Sire, 
cbei’bumaaa  fieme  .Algò  ponendo  [anima  immortale 
S'armò  Epicuro, onde  fila  fama  geme  .A  rJito  adir  ch’ella 
nottfofietale;  Cofiallumeffufamofo,&bppoConlabri 
gota  al  filo  maefiro  equale . D a n.  Suo  Cimitero  da 

quefia  parte  hanno  Con  EJneuro  tutti  i ffuoi  feguaci , Che 
[anima  cd  corpo  morta  fanno. 

Diogene  Thi. cinico  da  Sinope  citU,figliuolo  di  'hficefio,  il  Hcradito/i«  <T Ephefio  città  in  jt[ia,&perafiiduo , cr  or 


30» 


quale  era  càbiatore,&faffificò  la  pecunia  (fi  anche  dico» 
no  alcuni  f he  Diogene  la  falfilìcò,ma  dapoi  mutando  ulta 
Huentò  Thi.  fu  àfcepob  di  Jfnthiftene  deBa  fetta  de  cim 
àjàoè  cani  in  lingua  Greca  per  la  loro  impudentia,opiu 
tofloperlosfrenato  morder  della  lingua  m biafimaral- 
trui/}uefli  fòlamcteapprouando  quanto  bifogna  dada  na 
turafutto  [ altro  ffrepauano,  come  tutti  gli  omamemt 
del[arte,&  i piaceri  del[  appetito  damianano,  cofi  ncmfi 
uergognauano  di  dire, ne  a fare  apenamtte  quamo  alia 


dauifiimo  [ìndio  dtuetttòfingularifiimo  finga  precetto. 
re;&  come  Democrito  -ibdenta  del  continuo  ndea  della 
Sioltitia  degli  huomini,cofi  per  [oppofitoHeraclito  pian 
gea,mofio  a compafiione  delia  mifiria  h umana, & iiedcn- 
doi  cattali  cofiumi  defud  cittadini  ;babitaua  ne  monti 
in  fobtudine  .fu  mdio  coperto  net  fuo  dire,  che  da  Greci  ò 
chiamato  fio^t , cioè  ^curo,/&  però  dice  il  Par.  hi- 
dt  in  funi  detti  Herachto  coperto.  &D  ah.  Empedocles, 
Heraclito,efi  Zenone. 

narrai:  operatùme  li  ne  richiede  !■  onde  egli  in  fuoi  fatti  Mctrodoro  d Epicuro  dtfiepolorù'gli  altri  chedifie,  bea» 
fu  affai  piu  apertorche  non  uuol  uergogna ;alludendo  alle  to  èchinonnafce.  Ilche  fi  fcriue  nelle  fauole  hauer  detto 

parolett-AugufiinonelxiiijJeCiuitateDei;Contrahu-  SilenoaMida.  Ttr. Di  Mctrodoro  parb^d'Mnfìippo. 

manàuerecundiamimmundiimpufteutemjpfintentiam  Platone  Tbiloffopho  Mthemefe  figlio  d uno  .Arifloae:  et  di  ooj 
frofercbatJ'uit  tamen  pudornaturaliiopSùonembuius  Teritoma/merTetona^cme  ferme  Laertio;etaU fuo  prò 

pria 


Minerai 


CIELO 


Minerai 


«8 


frio  nume  ^riflocU,  U cui  materna  ori^ùte  fu  da  Sola- 
ne .Usuate  andò  piu  preffo  al  nero,  éeijme  della  Thilofo 
fbica  confideratume  che  alcun' altro,  concio fia  cofa  che  fe 
(crediamo  ad  ^uguflino  egli  diffe , quanto  è nella  chnflia 
na  ueritd,  fenon  .yerbum  caro  faìfum  efl,&  da  Eufe- 
bio  è chiamato  Moife  ,Athemefe . fu  if  opinione , che  ogni 
noflra  operationefoffe  condotta  da  i corpi  ceiejii,oalmc- 


trfima  ottona  odimpiade  fedendo  a tauola  a certe  ner^e  • 
tp- però  dice  il  noflro  Vit.  yolfmtidamanmama 
nidi  "Piato,  Che’n  quella  fchiera  andò  piu  prefio  al  fegno  , 
^Iqual  aggiunge  ,a  chi  dal  cielo  i dato.  & Hoc.  nella 
uifione amorofa . Era  quiui  il  gran  Platon  con  efio . & 
Dan.  iìuiut  ui(t  io  Socrate,  & Platone  ,Che  innatrtl  * 
gli  altri  piuprefSogli  iìatmo , 


no  quelli  por!erserogrand:kma  mclinaiione  .fu  auditore  Plotino  Philofopho , che  di  un  [cultore  nacque  in  .Aleffan-  *04 
■ J / Jz  t I -I r • drì/ufFffitta  fitOr^iieimtiattìr/'iirUaiintertna 


di  Socrate, & dtuenne  tale jcbeof curò  i condifeepoti  fuoi 
Strine  y alerio  inanimo , che  emendo  Platone  nella  cuna 
picciolinoaiennero  certe  api,  ^diftitlarono  il  mele  nella 
fua  bocca  in  fegno  della  fua  eloquentia;  cercò  la  origine 
del  'Silo,tìf  ejiendo  peruenuto  in  Egitto  arithmctica  , & 
aflrohgia  imparò,  inà  dapoi  fe  ite  uenne  in  Italia  foto  per 
udire  Urebua  Tarentino.  Dapoi  pafiò  in  Sicilia  per  con- 
tiplare  il  monte  di  Ethna.ntomato  in  ^tbene  per  meglio 
notare  alle fpeculatiom  elefje  [,Academia  in  loco  noulola 
mente  deferto , ma  ombrofò , acciò  chetaffidue  cure  delle 
egritudini  mortificajfero  l'incendio  della  hbidine.  onde  Ci- 
eerone  nel  primo  delle  tufculane.  .Arijiotelet  longe  omni- 
um ( Platonem  femper  exciph  ) praiiant  ingemo  ac  diti 
gentia , & .Auguflmo  nel  decimo  de  ciuitate  dei  al  primo 
capitolo,  Elegimus  enim  Platonicos  omnium  Philojopho- 
rum merito nobilifftmos.&  nelottauo dice . .Ariilotelet 
uir  ectellentis  mgenv.  Piatomi  tamen  eloquio  impar . dr 
Marco  Fabio  Quintiliano  nel  decimo  de  injiituiione  orato 


dria  cT Egitto  .fugràde  imitatore  della  dottrina  di  Tlatom 
nedlqualfacido  mia  jolitaria  m uilìaidt  credendofi  Jiàdo 
in  queir  otto  uiuer  fatuo  dalla  pefiefi  come  altri  dicono  dai 
la  lùa  infermitade,fu  fòpragiunto  innózi  della  fua  opinio- 
nedal(uofierode/Uno:cioèdallamorte,che  di  fopragU 
era  dejìinataala  che  fu  cicepmo  nel  uentre  materno,  0 da 
che  ne  uenne  fuori  nafcidoiperi  he  t'unoi&  C altro  tipo  di 
cono  i Mathematiàdouerfi guardare dienche  piu  il  dì  che 
fi  nafte, come  due  il  Put.  Sua  uttura  ha  ciafeu  dal  di  che 
nafte,  dr  però  prouidcnza  non  gli  ualfe  Jiudiandofi  egli  di 
uiuer  iranquillo  fcampare  dalla  infermità , che  centra  il 
del  noflrv  operar  non  ualedn  quello  però  che  no  pende  dal 
noflro  arbitrio, epcal  i il  morirebbe  no  è in  noflro  podere , 
fe  non  uogliamo  noi  fleffi  occiderfi.et  però  ben  difie  in  que 
fio  il  noflro  P I T.  parlando  del  detto  Plotino . Poi  uidtl 
gran  Platonico  Plotino;  Che  credendofi  in  olio  uiuer  faU 
uo.Preuento  fu  dal  fico  fiero  deflino;  llqualfeco  nenia  dai 
matem'aluo  ; Etperòprouidenxq  uà  non  ualfe. 

ria  QuiiduhààtPUtonemeffepracipuumfiuea  'cumine  Porphirio  Philofopho  piu  PUtomeo,  che -^nfloteltco  ne 
difendi,  fine  loquendi  facultate  diurna  quadam,  et  homo  tempi  diCoflammo  Imperadorr , ilquale  cétra  de  chrifha 

rica  i MuUu  enimfupra  profam  oralionem:  & qui  pede-  hauea  induralo, & ofiinato  il  cuore,et  perche  era  buon 

firem  oraci  uocant  .furgit,  ut  nubi  non  homuus  ingenio  : dialettico , ufaua  acuti  Sillogifmi  neUe  difbutatiom , cidi 

fed  qmLmdelphico  uideatur  oraculo  inflruHut . Ma-  fi>ttiU  argomenti,  nonni  dimoflrate  probabili , ma  fallaci 

ùud  fententui  conforme  quella  purdi  Tullio  dicendo,  fophiflia.&piem  d'inganni.  Scrifiecontrachnfliam,  & 
tonte  omnium  quicunque  fcripferumjua  loculi  funt  ex,  giudei, come  commemora  y berlo  nel  Pobcrato,&  Eufe- 

tititOr  tramteae  princeps  Plato . & Eufebio  nel  decimo  ^ ”^1  dechnode  preparathne  euangeUca  .&  però  dice  il 

Lbro  de  pr  tparatione  euangeUca  al  capitolo  fecondo  dice.  P * t.  a quel  che  n uer  di  noi  diuenne  pietra  Porphino  , 

TUtoc^Jeuirnaturapraflami&uereiÙuinitus  mif-  thè  dacutiSiUogifmi  Empie  la  dialatica  Phareua. 

fui  nullam  partem  Pbilofophia  tmperfedam  reliquit.Per  Pnfaano/*  di  Cefarea  é Cappadocia  huomo  molto  efierci 
tequaU  oiatorità  fi  comprende  meritamente  Platone  effe  “ Philofàphia  uenne  a Roma,&a  requifitme  di  In 

1.-  .-.,11 — n 1 lianoapofiata,effendoanchoraegUapofiata,fcriffè  elegi 

tifiimamentedigràmaticahbrixrjic quali  xiu.finomi- 
nano  Pri filano  maggiore,  doue  tratta  di  tutte  le  parli  del 
l’oratioue,i  duo  uUimt  Prifeiano  minorerei  trattano  della 
cÓflruttione.  DAN.Pnfcii  fin  uà  co  quefta  turba  grama. 
Seneca . fu  figlio  di  .Anneo  Seneca  Spagnuoio  nato  in  Cor-  ìog 
duba,poi  fatto  cittadino  Romano  . fu  Seneca  huomo  mira 
bilemdourina , mafinue  Stoica  lìdg  meno  laudabile  per 
ftpientia  naturale,  & jàmttà  di  una , per  lequah  uirtuti 
fu  dato  a "Herone  in  precettore,  ^ ne  iprincipu  molto  h» 
norato  da  lui . Ma  difjàacendo  ogni  cO  piu  a Seneca  la  mt 
del  tirannide  di  'blffroneAÌ' molte  unite  ingtgnandofiob- 
uiareafuoifuTonjicnnemfofpitione  ,etanchorada  mU 
ti  detrattori  ff  efio  era  morfò  apprefio  di  'Herone  ; come 
huomotchele  ricchezze  fue  grandi,  tir  piu  che  dipriuato 
t'ingcgnafie  accre fiere , & il  f nuore  de  cittadini  fi  conci- 
liajie.  Et  quafi  uolefìe  contendere  con  'Herone  nella  ma- 
gnificenza delle mUe ,&bellezzade gb  boni . yoUea- 
dunque  Seneca  fólto  bonefia  ffetie  Uberarfi  é tanta  mui- 
dia,et  rendere  a "ìigrone  tutte  quefle  cofiaìimofìràdo  per 
la  fentleetà  non  efterepiu  atto  algouemodt  tàu  eofe . ma 
"ìdsrimf  alibora  fhnulaado  «marUi  non  le  uolfe.Dapoi  mm 

t>  iàf 


re  flato  la  fommità  deUo^culatiuo  inteUetto.Quanto  aU 
le  Platonice  opinioni,  lequati  fimo  moUe,  ir  uarie,  quelle 
per  bora  lafciertmo.perche  non  fononi  propofito  noflro. 
Serijfe  Platone  piu  degne  fententie.  Fu  chiamato  Platone 
da  Peccellentc  habito  del  corpo , onero  da  larga  copia  à di 
re,  altri  àcono  dalla  larga, & f^ùfitfi‘onte,perche pia- 
to! in  greco  fipàfica  largo.  Fujludiofo  tu  pittura  jet  in  pqe 
fica. Tre  uolte  andò  in  Sicilia  per  ridurla  in  Ubenà,et  tato 
offefe  Dmufio  Tirino  di  quella  che  lo  nidi  a PoUde  Spar 
tana.  Dapoi  in  Egina  fu  ricomperato  daiqiceride  Cire- 
tuico,&rimandatoin  Mbene ,&  per  fomma  cupiditd 
thaueadi  configuireognidottrina,  cercò  gran  parte  del 
la  terra.ìn  uenti  anni  cominciò  ad  udore  Socrate , m uin- 
tifette  andò  in  Megara  ad  Euclide  Matbematico.  dapoi  in 
Cirene  da  Tedoro . yenne  in  Italia  a Phitolao  ; & Euri, 
to  Pithagorici , T^auigò  infieme  con  Euripide  in  Egatoa 
facerdotijte  quaU  era  fomma  dotrina . In  Bablloma  a Cai 
dei  Molle  andare  in  Perfia  a Magi  ; ma  fu  impedito  dalh 
|;iierr<i  jlfiiatica.onde  fu  accumulato  ditata  faitia,  che 
dopolmnófu  neceffario  ad  alcun  greco  rumare  altri  flu 
é,che  quelli  di  Grecia.  Morì  di  età  d" anni  Ixxxial  xnfjan 
mi  del  regno  di  Pbilippo  Macedone.  U primo  amo  dell*  c( 


Mineraa 


CIELO 


Minerua 


fotenJo  piu  JiJJimkUre  Codio  ,dettrmM  iht  moriffe; 
& coHteJtegli  chefirhggtffetjmtl  morte  uoUfie.Stneci 
in  bagno  d acqua  calda  fi  fece  tagliar  le  uene . Fu  amtcifm 
fimo  di  Taolo  apoflolo , come  dimofirano  piucpifloleman 
date  tuno  all' altro . Quanto  fufie  dottijìimo  m qualunque 
generatione  é Hudio , Qjimtiliano  ajsai  apertamente  il 
dechiara,  doue  dice.  Seneca  in  omni genere  eloquemU  dim 
fluli,& aggiunge  Cuius,&  multa,  et  magna  uirtutes  fue 
rum  ingcmum  facile , & copiofum  ; plurimum  Jiudij , & 
tnultarum  rerum  cognitio,  & foggiunge . traClauit  enim 
omnium  fere  Jludiorum  materiam  ,'}jam  & orathnef 
eius,&  poema  ta,  crepi/loU,&  dialogi  feruntur . Scrifie 
tanti  detti  morali , quante  quaft  parole  fino  effrefie  nelle 
opere  fue  é onde  dalnoflroD  a u.  è ruminato  morale,il- 
quale  non  apparendo  di  lui  batte  fimo  ; ne  trouandolo  nel 
tataiogo  de  fanti , lo  pone  nel  lómbo , doue  dice . Tullio  , 
tir  Lino,  & Seneca  Morale.  &ilPm.  Qmntiliano,  Se- 
neca, &Tlutarco. 

Socrate  fu  figliuolo  di  Sophonifeo  Lapidario  d’Mlopaco  cam 
flello  neWMtheniefe . Cojiuinon  appigliandofiad  alcuna 
ferma  opinione , ma  di^utandoper  Cuna,  tir  per  C altra 
parte ^iede principio  a tante,  t^ftuarie  fette  di  Thilofò- 
phi,&{uilprimoche  ragionò  della Thilofophia  mora- 
le , perciò  che  tutti  gli  altri  iimantti  a lui  ìeranédati  alla 
naturale  ,&alla  Metaphifica . onde  Cicerone  nel  quinto 
delle  Tufculane  dice  ,Socrates  autemprimum  Thilofo- 
phiam  deuocauit  e celo  ; & in  urbibus  collocauit;  erindo 
mibus  ià  introduxit,& coegit  de  una,  & de  monbus  : re- 
bus^ bonis,  & malis  quarere . fu]  aiutatore  di  Eupolio  a 
fenuere  le  tragedie . Fu  Scultore,&fecelegratie,lequali 
furono pofle nella  roccadiMthena.Fuin  arte  oratoria 
uehemente  ; Ma  uietarongL  i trenta  tiranni  ad  infegnar- 
la . S criuono  lui  efere  Ciato  il  primo,  che  con  Ef chine  fuo 
difeepoio  aperfe,  & dilatò  i campi ,&  gli  ornamenti  ora- 
to! ij  , onde  da  Mriftophane  poeta  comico  è riprefo:  come 
huomo  che  poteffè  perfora  di  eloqufga  far  giufla  la  cau 
ft  ingiufia . era  ^rezgatore  et  ogni  uoùtttà;  allegramente 
fòpportaua  la  pouertà,ma  ornato  ditutte  le  uirtù,conCar 
te  imparata  dalpadre  fofentaua  la  ulta , infino  a tanto , 
che  Critone  con  fua  liberalità  lo  fòuennc/SrfecegU  Lafciar 
Carte,et  diuhò fuo  difcepob,infegnaua  per  le  botteghe  de 
gUartefhi  fenza  alcuna  pompa, ma  con  grande  utilitìjtfr 
prouauacolteflimoniod’Homero,chelaThitofophia  mo 
raleè  piu  utile  a gli  huomini,che  la  naturale.Finalmente 
perchedaWoracotoitMpollme  fu  reputato  fapientiffimo 
é tutti  gli  altri^ontrafk  tanta  inuidia,  che  Mnito  li  prò 
uocò  centra  Mrifopbane  poeta,  tir  commofie  Melito  che 
l'accufafie  ; che  non  adorano  gli  Dei  della  patria,  ma  m- 
duceua  uarij  Iddu,&  corrompeua  la  giouentù  ; & al  fine 
dannato  a morte  beuue  il  ueleno  datogliipercbe  m queBo 
modoucddeuanogliMthenieft,cbiera  condennatoa  mor 
te.V  Et.  Socrate  Xenophonte,&  queWardéte  Fecebio. 
Dan.  Qmui  uid'io  Socra  te,  & Tintone,  Che  innan^ 
agli  altri  piu  prefio  gb  flanno . Sog^  Socrate, che  in 
grembo  gbcrejceua  un  picciolo  cigno,  tr  crefeiuto  uola- 
ua  tCS" mirabilmente  cantano.  Dopo  il  giorno  figuen- 
te dandogli  il padreTlatone per  éfcepolo  dijfe;queBoi 
il  cigno. 

i06  Xcnocrlte,  &Senocrate  Thilofòpbo,  ilqual fu  di  Calcido- 
ma  figli»  inno  .Agatheture,  tr  difcefùiltdiTlatout , & 


fuccefiore  ne  t Mcademia,&  di  tanta  continentia.rhe  beti 
che  piu  uoltef offe  tentato  a lafciarLt,  non  però  mai  forza 
alirm/ie  d'humano  appetito  il  uolfe  ad  atto  uile,&  di  tan 
ta  granitale, & é tanta  fede , che  a lui  lologli  Mtbenicfi 
cantra  [autlorità  delle  leggi prrmijèro  dar  tefimionio  fen 
Zf  giurare, fu  piu  falda  ch  'un  fafio.alludcndo  la  hifiona  ; 
che  Thrinefamofiffima puttana , hauidole  promefiv  mol 
ti  ricchi  doni  alcuni giouam  if  Mlhcneifèuinieua  la  conti 
ticttga  diXenocrate,poiche pregàdo  otti nne da  lui  alber 
go,per  molte  ciance  piene  di  [afiiuia  che  gli  faci fie, non  lo 
poli  mai  mouere . onde  a coloro , che  ne  la  Himaitdauano  , 
nfpofe  hauere giaciuto  non  con  un’huomo  ma  co  un  faflo. 

M a poflagli  anebora  da  difcepoli  nel  letto  Laute  non  men 
lafciua  ne  men  bella  meretrice  di  Thrine , poi  ch’egb  fi  ne 
feriti  mouere, fi  ieuò  lofio, et  coi  fuoco  jpenj'e  il  furore  delie 
parti  fue  gemtab . ne  qui  anco  taceremo  queUoahe  ferine 
y alerio, che  leggendo  Xenocrate  a fuen  difcepoli  le  con  fue 
te  letthni,ungiouaneito  nominato  Tolemo  di  f celerai!  co 
fiumi  entrò  nella  fiala  per  beffarlo,  dellaqual  coft  accor- 
gendofi.egli  pretermeffa  la  materia  Adlaqualetrattaua  , 
commeiò  a parlare  delta  moralità,»  cofiurm^et  tanto  de- 
giumitej&efficacemitedtlie,cheToleino  rimofia  la  na 
tura  prima  che  fi  partifie,diuenne  fuo  difeepoio , & d.ipoi 
chiaro,  zìrinfigneThilofophopielafciaremoanchora  que 
fia  aurea  fintentia  di  Xenocrate , come  aitefia  Cicerone . 

Me  quidemfuifle  locutum  aUquandopenituit:  tacmfie  ue 
ro  nunquam . Morì  afiai  maturo  é età , con  gran  dtdore  , 

& danno  di  Calcedonici , & Mtheniefi  r & però  dice  il 
P E T.  Et  Xenocrate  più  falda  eh' unfafio,ChemilLt  forza 
iluolfeapenfieruile  .Ari.  Conlaqual  non  jària  stai» 
quel  crudo  Xenocrate  di  lui  piu  patiente . 

Xenophonte  Thilofopbo  figlio  di  un  nominato  Grillo,  <f  un 
cafiello  detto  Mrcheo  nelCMtbeniefe,fu  di  corpo  beUiffu 
mo,&  cofiumato  ,&  depderofo  iCogni  Uudabil  fiudio. 
Trocedendo  un  giorno  per  un  angiporto  in  Mt  bene  fu  net 

Stretto  di  quello  rifiontrato  da  Socrate , onde  uolendo  poi 
oltre pafiare , Socrate  gb  probibi,  & domandandolo  doue 
fofie  la  fila  intentione.  nffiofe  Xenophonte  fi  uoler  andare 
là  doue  fiderò  b buoni,&  f :ientiati  huominifindeSocra- 
te,aiunquefeguita!mj&‘  impara , & Xenophonte  ubidì . 

Tlsn  fufolxmente  Xenophonte  infigne,&  chiaro  Thilojò 
pho,  ma  ecceUenle,&  facondo  oratore . onde  era  chiama 
to  muft  ef  Mtbene.Fu  cofiantifiimo,  magnammo, dr  mot 
to  ofieruatore  della  giuSìitia . onde  fterificando  in  Co- 
rimbo hebbe  in  quel  pilo  nouelle,  che'l  fuo  figliuolo  chta 
nato  Grillo  dal  nome  dcU'Muo  era  morto  in  battaglia , 
egli  congrandiffimapatienza  tollerò  ,ne  per  quefiofi  mof 
fidalfacrificare  ,ma  fòlodèpofe una  corona  c'baueuain 
te  fia . Ma  poi  fintendo,  che'! figliuolo  combattendo  fra  ne 
mici  era  Stato  uccifo,rallegrandofi  della  utrtù  fua,&  de- 
gno nome,  riprefa  la  corona,  fi  la  rimifi  in  capo  .Mori  ih 
Corintho  fanno  xxix.della  fua  laudatili  ulta . P s x.  So- 
crate Xenopbonte,dr  quel!  ardente  yecebio . 

Zenone  Citbiefi da  Cipri  figbod'un'Hafic», onero  Dente-  107  ’ 
lofupadredeUi  Stoici,  perche  mfignandoad  un  leggiadro 
pertico  inM-tbena  che  grecamente  fi  chiamaua  Stoa^ 
diede  origine  alla  fua  fitta.che  dal  luogo  prefe  il  nome;  zf- 
fu  difeepoio  di  Cratere  ; tà'fuditantauenerationtappref  ' 
fo  gb  JCtheniefi^che  lo  incoronarono  di  corona  aurea  ; tir 
eìpprefio  il  lui  iepofero  le  ehiaut  della  città  loro , come  tea 

fiifica 


Minmu  CIELO  Duna  19 

fiilUa  Umio.noltnclo  Zenone  éimoflrare  U differentU  in  Arguto.  Lttual fottile,  pronto.  D a tt.  Ma  difle parla ;tìr 
fra  la  <liaUtiua,et  la  rhetorua,  tome  recita  Cicerone, che  in  breue,^ ^rgato/desi  breue  nelle parolccCF  cauto  nei 

fi^r^  retboricadhnoliraua  la  palma  della  mano  apcr  léfèntenze.  Etéreiroatuttiunuecchiofoloyenirdor- 
la,eltgKrido  dialettica  flrigntua'l  pu^noi  onde  éceTul-  menda  con  la  faceta  .A  rguta . intendendo  di  San  Ciouan- 

ùo,  Zeno  nicfuc  manu  demojlrare  folebat  ; quid  inter  hai  ni,  che  fcrijfe  [jtpocahpfe . A m.  Fra  il  Suon  iC .Argute 

artesinterejjèt  digitai pugnumcjefecerat,  Dialedicà aie-  trombe ,&  di  canore, 

bai  eiufmodi  efie  eym  aktcmduùixerai,  tST  fftaaum  dda-  Argomentare.  Lai.  argìtmentare . è sformare  difare  quaL 
tamrai  palma  Ululi fimdemeficeloquentiamdtcebat.De  che  copi  con  ragione. hoc.  Doue  argomentate  di  dar„ 


fcrific , & ridufie  in  dottrina  le  ragioni,  (j-  li  fondamenti 
delia  floica  pofitione , onde  la  opimone  uagabonda  per  le 
molte , & diuerp  opinioni  è tirata  al  nero , thè  a fapere 
operare  con  uireù,&  ragione  perla  rigore  della  fcientia 
Stoica.  EfSendo  un  giorno  detto  a Zenone, come  ferme  Se 
ncca  ; che  ogmfua  ncchtxga  era  pnnmerja  in  mare , ri- 


lami tale  , che  mi  piaccia , ideFl  affi  innate . Si  argomen- 
tò diformrlo  come  potefie , idedì  ingegnò , determinò . 
D A u. Mercè delpopoltuofbeiargomentaudeP prone, 
deacafi  tali.  Che  fa  colui  ,cbe  al  dieer  i argomenta . Et 
qumei puoi  argomentare  anthora . Che  l’argomentin  di 
campar  hr legno.  B E m.£  uanno argomentando . R 1. 


^ofiJubet  me  fortuna  expeditmt  pbilojbphari.  Morì  Ze-  Stoici.Aif.P  E x.Df  liStoict  Upadre  aliato  in  jufo  Ter  far 
ttofjt  dì  anni  cento  ^ con  gratile  honorct^  glo~  chiaro  Jìio  dir  kidi  Zenone, 


riafufepelìito.  onde  dice  //  P e x.  De  li  Stoici  il  padre  al- 
zato in  fujò.  Ter  far  chiaro  fuo  dir,utdi  Zenone  Mofirar 
la  pahna  aperta  e'I  pugno  chiufo . 

Zoroaftro  Re  deBattriam  Tbdofopbo,&  imuntore  de  Par 
te  Magica.uedi  4798. 

Dialcttica.Z.4r.  P E x.  Et  quel ebe'n  uerJi noi  diuenne pie 
traTorphirio,  Che  d'acuti  Sillogifmi  Empiila  Dialetti- 
fa  pbaretra.  Facendo  contra’luer  arme,eìr  Sophijmi,  Et 
quel  di  Coo,cbe  feuia  miglior  opra , Se  ben  imefifuBer 
gli,Aphorifmi. 

Crammacica.Lit.  è una  delle  fette  arti  liberali,  per  laqiia 
le  fi  renderaghnedi  tutto  iio,cbe fi  parla/)  firiueM  o c. 
y alente  huomo  in  Grammatica,  fi  grammaticamente 
firacantate,  (irrifòrie . ) 

Loìca.  Lat.  logica  hoc.  La  donna, che  lanca  non  fapena/fr 


D I .A  7{^.A. 

ìtns.Lat.  Diana, Luna,'hlq{Jducadaicina, 
Trofirpma,DiSyna,Tergta,  Fafcdtt,  Tri- 
uia,Tergemina,Tnformu,  Latoit, Cullai  ne 
morum, Confort  Thebi . Figliuola  é Gioue, 
&di  Latona  bebbe  tre  amanti,cu>i  -4theo- 
nedtippohto,tà'  Orione/le  quali  fi  come  duo 
ne  furono  altreci  amati  da  lei,  cofi  -dtheone  odiato  ,dele 
cuifauole  al  luogo  fuo  parleremo . da  gli  amichigli  fu  fa 
crata  la  fonte  Gargaphia.Fu  Dea  deUa  CaSlità^lla  t'ir 
ginità,Cominenza,TuécitiaJ'’ergogna,tìoncfià . di  Don 
zeUe,Tlirnphe,Cafii^ergm,Tudubi,yergognofii,Hcine 
. . _ . , , fii,Cominemi. 

dipicctola  leuatura  hauea  bffogno.EgUfu  uno  de  miglh-  Uiana.P  e r.'Hpn  al  fuo  amante  piu  Diana  piacque  Qjiait 
h Laici  ^haueffe  il  mondo . do  hoc.  La  Fredda  Diana  ne  mtepedifce.S  ah. -Ai  fer 

Sìllogifini,  Sophifmi,.Aphorifini.Lat.  uedi  di  fopra  a Otta-  uigi  di  Diana  dijpofta. 

lettica.Sopbifmofi  Sophifina  èffetie  di  SiUopfmo,cioè  ra  Caflita.i.<if.  P e x.  Cafiitì  Sama. Il  bel  tbeforo  di  Cafiiti . 
gmne,  (jr  argomento  fallace . & che  par  nero . Sillogifmi  Somma  beltà  con  Cafiiti . Treffo  era'l  tempo  douamorfi 

- u-r..,  ...  Jiontra  Con  Cafiitate.h  oc.  confortandole  a feruar  la 

lor  Cafiitate,Seruate  Cafiità,fiate  patienti.  A R i.C'hor- 
uer può  donna  al  mondo  piu  di  buono -A  ernia  Cafiitàle- 
uata  fia  i Mi  nuoce  ahimè  ch’io  fono  giouane,e fono  Temi 
ta  bella/)  fia  nero  0 bugia . 

Cafta.Zjt.  t!rpudicitia.P s x.  Calla Bellezp^JIedera,0- 
liua,Touerta,lmention,yergmitàJAoglìèra.CaSie.Ac- 
cogltemzf,Lufimghe,&  Oreccbie.Cafii  -Altari.AttiJìct~ 
ti,Tenfieri,Treghi,Cafio  -Amore  Ajetto,TettoJ>onne  Ca 
He . ludit  Hebreaducrctia  Romaiu,Tenelopc  /Sulpim. 
yefiald'irpnea,Zenobia,  -AtlantaJ)ido,Erfiiiia . LeSi- 
bdle.Huomtm  Calli,  lofèpb  Lucretm  Romano.  hac.'Flg 
piu  Cafia  di  lei  Honefio,&  Cafio. 

Cafti,dt  CaSie,<!r  yergim  celebrati  da  nofiri  Toeti,  Dido, 
lofephJJicretia.Mania,Orithu,Tenelope,Sulpttia,yir 
ginia,Zenobia.  .Amaba  ataredo  di  fi  rara  cafiiti,  che  mai 
uoUe conofier  la  fua  moglie.  Ss  m.  Cafiilate  pregiar 


pungemi,dr  fattili  argomemi  delle  cofe  dubbie.  -Aphorff- 
mijono  le  breui  femenv  della  medicina  fcritte/be  i me- 
diti non  imendcndole  bene,piu  noccidono,che  non  fonano. 

Dan.  Qjfomo  fon  defcttiuiSiUogifmi.  chi  dietro  a giu- 
ra, & chi  ad  -Aphorifm  Se  negma  ; Et  chi  regnar  per 
fon^a,i<r  per  Sopbifmi . 

Sillogixare,Ìat.  argomernari.h  o c.lequali  cofe,fè  frate  Rf 
naldo  bauefiefapute/ion farebbe  ftalobifiigno  andar  Siilo 
grondo /juatido  conuerti  a fuoi piaceri  la  comare.  Dan. 
ci  conuiene  Sillogigare  fenr^a  hauer  altra  uifla , 

Argomento.  Lat.  P e x.  Chi’  unti  amor  con  tutti  fuef  jlr 
gomenti  Mouer  comra  colei,  di  ch'io  ragiono.  B o c.  i>a 
quello -Argomento  mofii,idefi  raghne.  Tarueglt  -Argo- 
mentoében  difjiofia  meme,idefifegno ,oindtcto-Argo- 
memo  etóda^imo . Debito.  Certifiimo . Molti  altri  fuoi 
•rtrgomemi  fatti  fare /deHprouifioni.  llual  Thilofopho 
potrebbe moHraregh-Argomemitcbef attui  Ter  uil- 
tàd'animo/umbauendo -ArgomemOfComeglialtrihuo-  piuehelauita.Ki  «. 
mini  di  emamearfi, rifuggono  doue  hauer  poffono  da  man  Dido , & Dtdone/l  nome  fuo  fu  prima  Elifa,  ma  per  pani- 
giare  . D A N,  yedi  che  fdegnagli  -Argomemi  humani,  mo  fuo  uirile,fu  nominata  bidone  fu  figlta  delRedi  Tiro, 

ideH  artifici.  Ben  conobbi’ l uenen  de  l'.Argomemo.  Ter-  d cui  nome  appo  ytrgtlh  è Belo, appo  Sermo  Meibre,  ap. 

ih  non  fu  ihonorpoco  -Argomemo.  Et  da  quella  creden  po  Eufebio  CarchedoneAlZ  legittima  donna  del  fuo  mater 

za  fi  conuiene  SiUopgar , fènga  hauer  altra  mila , Tarò  no  zio  Sicheo  da  Seruh  chiamato  Sicarba  facerdoted  Her 

tntenga  -Argotnemo  tiene . cede,  ilquale  Olendo  fiato  per  glt  fuoi  tbefori  uccifoda 


110 


III 


Ita 


Dian» 


CIELO 


Diana 


TimiHilme  He  di  Tiro , & frattUo  di  lei  ; ella  co»  gran 
pene  del  popolo  de  gentil  hHomini,&  theforo  occulta, 

mente  fi  partì  ntuigaaio,& giunta  in  ^Jhcafi  comperò 
tanto  terreno, quanto  occuptua  un  cuoio  di  bue.colqual  ta 
gUtto Jòtiilmente  prefe  unto  à fpjtio,che  bajlòa  riceue- 
re  lama  gente.  Il  luogo  chiama  rono  Birft,  che  indi  fu  toc 
ta  della  città  nouellamentt  edificata  /laquale  nomò  ella 
Carthagme,che  nuoua  Città  [nona  in  bngua  pumea;  o co- 
me altri  fcriuono  dal  nome  del  padre , perche  quel  che  noi 
diciamo  Carthagine , Greci  dicono  Carebedoue  ; ^l  fine 
nonuolendo  ella  confentire  a preghine  cedere  alle  minac, 
de  di  larba  Re  de  Mauritam  ,cheperfuajpofala  chiede- 
tia,per  feruar  caHo  il  uedouo  letto  ìoccife  ,fi  come  ferine 
Trogo,&  il  Pet.  Rafferma  netta  quinta  cp^ola  del  quar 
to  indette  Senili  flon  dal  finto  amore  d Enea, com'e'lpu 
blico  grido, per  quello, che  finfe  Virgilio,  fe  può  piu  la  fono 
la  d"uH  poeta  eciettente , che  la  uerità  detta  bifiaria  ; onde 
inperfona  di  lei  in  uno  Epigramma  deGrcci  menteuol- 
tnente  fi  duole  delle  mufe^he  conira  lei  deflarono  lo  inge- 
gno di  f'irgilio  a ér  menzogne  detta  fuapudidtia . & 
però  ben  dice  ilnofiroV  trJtel  triompbo  detta  caRità.  Io 
ueggioad  unlacciuol  Giunone , ^ Dido  Cheamorpiodel 
fico ffofoa morte jfimfe Vg quel dEnea comi  pubUco gri 
do  ,ar  piu  innanzi  dice  Toi  uidi  fra  le  donne  peregrine 
Sìmlla  ; cheperlo  fuo  diletto,  &fido^fo,nonperEiita 
uots'ir  al  fine  : Taccia  il  uolgo  ignorarne  to  dico  Dido , Cui 
ftudio  d’boneftate  a morte  jptnje , T^gn  nano  amor,  corni 
pubbeo  grido,  et  il  nofirolDAN.poifiguitandoropiniondi 
f'irgibo,fi  come  nette  altre  cofe  ha  fattodbjual  per  ornare 
il  fuo  poema  finge,  che  arriuando  per  tempefla  Enea  a liti 
Carthaginefi,&  uifitandola,etta  s innamori  é ba,&  fug 
gendo  in  una  caccia  la  pioua  in  una  fiiebmca  ; doue  tac- 
eox^garonoja  conobbe , Dapoi  andatofine  Enea  in  Italia . 
Bidone  umta  dal  troppo  amore  tuccife/mdc  dice;  L’altra 
ì colei  jchesancife  amorofa.  Et  ruppe  fede  al  tener  di  Si- 
ebeo . altroue , Che  piu  non  arjila  figlia  di  Belo  7{g.. 
iando,&  a Sicheo,&  a Creuja.&il  B o c.  Certo  hfli- 
mo.cbe'l  dolore  della  hnpatiente  Didone , fofie  minore  del 
mio  ; quando  ella  uide  Enea  dipartirfi.  Au.&  netta  uifio 
ne  amorofa.  Moueafi  dopo  quelle,  quella  Dido  Cartbagi- 
nefe^be  credendo  bauere  ,Af corno  m braccio  ui  tenta  Cu, 
pido  IfconfòUta  giua  al  mio  parere  Chiamando  in  noci  me 
fle , pio  Enea  Di  me  ti  prego  degnati  dolere,  ,Anchora  , 
emù  io  uidi  tn  man  tenea  tutta  fmarrita  quella  ^ada  igim 
da  Che' l petto  gbpafiò. 

lofcph,^  Giofifpq.  Lat.Iojèpbus.  Di  locobfigUuol  { ifaae 
nacquero  xij.figtiuob  : onde  dipoi  difeefero  le  xif.  tribù  del 
popolo  ludàicOfMa  de  tutti  a lacohfu  accetto  lofeph;  dr 
perche  era  di  grande  ingegno,crpercbe  era  nato  nella  Se 

, uettùfua;madeWamorgrande,cbegliportauailpadre, 
ne  confeguì  inutdia  apprefìo  de  jrategb,  i quab  finalmen- 
te lo  uenderono  per  trenta  danari  a mercatanti  Ifmaebti  , 
thè  andauano  tn  Egiuo , preg^co  finza  fatto  mobo  picciolo 
a tanto  huomo  ; il  quale  banea  ad  efiere  figura  atta  uendi 
ta  di  Chriflohuomo,&  Dio.  E mercatanti  lo  uenderono 
dapoiinEgittoaSutifarEunuchodiTbaraoneMqnaTera 
ducedelTefiercito.lofipb  per  fiieuirti  in  breue  tempo 
dhunne  tanto  accetto  al  fignor  fuo,  chegb  diede! ammini 
flratione  di  tutta  la  fiu  ci^a:  ma  dalTiutra  parte  la  bel- 
lezza del  fuo  corpo  lo  cotidkfie  apauepericolaJmpero- 


che  la  moglie  di  Sutifar  fi  uehemente  fu  aecejà  della  fuo 
forma,  che  prima  per  lufmghe , poi  per  forza  lo  notte  ti- 
rare infua  peruerfa  uolontà.  Ma  lofeph  fi  fuggi  lafciau- 
doleil  mantello , pel  quale  rfia  lo  tenia,  cojauer amente 
egregia, ne  minor  laude  meritò , che  HippoUto  :&  nel  me 
defimo  pericolo  incorfe,per  ilche  ella  nuolfe tutto  l'amore 
in  crudel  odio:  perche  come  dice  Seneca  ,,,1  ut  amai  fie- 
mina,  aut  oda  , Et  certo  fenga  alcuno  megp  ua  da  uno  e- 
JìremoadunaUro.EtV  i R.lapientementcfirifie.ya- 
rium , di' mutabile  femperfetmina;  accusò  adunque  la 
iniqua  lo  innocente  ;&doue  efia  haueua  fiimolato  ligit- 
uaneattfieahcdalui  era  fiata  ritbielìa  : Ilpenhe  fu  in- 
carcerato lofeph  : ma  dopo  duo  anni  fognò  Tharaone,che 
uedea  fétte  nocche  graffe  efiere  éuorate  da  fette  magre . 
& fette  fiiighe  piene  fimilmente  efiere  confumate  da  fétte 
note . SfueRo  fogno  non  fu  alcuno  de  funi  fauù , thè  lo fa- 
pefie  interpretare  dnterpretotto  lofeph, dTdmoRròque- 
flo  fignifuare , che  i primi  fette  armi  hauiuano  adejfere 
ferttti,  ma  poi  i fette  feguemi  mobo  fierili,Ibhe  pcrfiiafi 
al  Re,che  in  lofeph  fofie  fiiirito  diurno  ; liberotto  ; drfeee- 
b prefetto  di  tutto  il  regno  ; prolifio  farebbe  a narrare  co 
quanta  dibgentia  ,&prudentia  amrniniRrò  il  tutto . Ri- 
fitrbò  il  frumemo  detta  fcrtibtà  a foRentare  la  Rercbtà . 
Souuéne  al  padri, dr  afrategb.  Condufieli  in  Egitto  Mone 
impetrò  dal  Re, che  in  ottima  regione  fufiiuo  collocati;  dT 
fi  come  era  fiato  figni ficaio  per  quella  uifione,  che'l  Soie, 
dr  undià  Rette  a lui  l’ingiitocchiauano  ; cofit  da  gli  undici 
fiuoifrategli , & dal  pa,befu  adorato , come  piu  difufa- 
mente è fcritto nelGcnefi ,df  nette antiquitati de  Giudei, 
dr  come  narra  ilnofiroV  et.  doue  dice,e‘l fàggio,&  ca- 
flo  lofeph  dalpadre  attontanarfi  un  poco.&  altroue  par., 
landò  pur  de  caRi,Fra  quab  io  uidi  Hippabto,&  lofeppe, 
di' Da  •k.V  un  ila  f alfa  jcW accusò  Giujéppo. 
ludi t,  tó"  Giudit.  haueudo mandato  Tfgbuchodonofor  Re  de 
! -Sfuria  Obfeme  fuo  capitano  per  conquifiare  il  mondo, 
dr  dopo  le  ubtorie  de  molti  paefi  ueuuto  in  Giudea,  drac 
campato  fi  a Betulia  tenea  fifiretta,  dr  ehiufa  quella  cit- 
tà,cbe  cbtadini  dubbiofi  detta  falute erano  in  gran  perno 
losdr  era  necefiario,cbe  fi  arrende ffero  Me  pe  confòrti  di 
Ogia  facerdoie  dettberaron  di  affettare  cinque  giorni , In 
queRo  tempo  una  di  loro  cbtadsne  chiamata  ludit  attho. 
ragia  ucdoua  (da  Dio  inff  irata)  pensò  Uberarlij^effen 
do  ella  affai  bcìla,&  ornata  fi  it allegri  panm , dr  di  uaghi 
ornamenti  peraccrefiere  b naturai  bcllegga  con  la  mae 
fireuolc  bggiadna  dr  a Dio  raccamandatafi  dt  notte  ufei 
doaguifa  di  fuggitiua  n'andò  innanzi  ad  Obfeme;  ilqua 
le  pieno  di  mar auiglia  lofio  che  la  tede,  di  lei  s'innamorò. 
Indi  ordinato  cb’una  notte  fi  uenifie  a giacer  con  lui,  dr 

ella  fingendoftd'hauerbagrado,&mofirandodiuob- 
re prima  orare , eh' a letto  nandafie , come  uide  lui  uinto 
dal fòuno , perdo  ch’era  uinto  dal  uino  ; con  la  ffada  di  lui 
fieffo  gb  tagliò  il  capo  : &pofiolo  nel  caneRro  della  fica 
aiiciUaqiercbe  bauea  per  comandamento  d Oloferne  bber 
tàdandarejdruenireafuapofiaperbcampodnfulame 
ga  notte  m fretta  libera  fé  ne  ritornò  a Betulia  deuotamf 
te  ringratiandone  Iddio.  Ilcbe  debberò  la  patria,&fcac- 
dò  i nemid.dr  però  ben  dice  il  noRro.  Pet.  reé  qui  be» 
fra  quante ^de,&  lande  -dmor  il  \onnoj&  uua  ucdouet 
ta  (ludit  intendendo)  Con  bel  parlar, dr  con  pobteguan, 
ckymce  Obferne  ;&ki  tornar foletta  Con  una  anctttat 


Diina 


CIELO 


Diana 


^ un  Thonibil  tejlbio  Dio  rin^atirnJott  notteiu 

fretta . poltrone,  luitt  H ebrea  la  faggia,tafta,& for- 
te.Frai  mnm  ,Che'nJir breuealcoado , & premoTign 
fra  Utdit  la  HeéoHetta  ardita  ; Che  fe'l  folle  amator  del  (a 
fo  fermo.  Dan.  Sarra.Rebecca,  ludit  ; drUleifutef- 
frrciu  <f  Olopberne  cento ^ nenii  mila  pedoni, & xxtj.mu 
lacauahen. 

ai J Liicrcria Konuna.'Hel tempo,che incoile deHomani era 
a campo  ad^rdea  città  de  UhihU  n.tcqne  altenatione 
tra  Sefh)  Tarquinio  figlinolo  del  He,&  Tarqumio  CollatU 
no,dt  chi  hanejSe  pm  cojlumata  moglie , & finalmente  ftt 
fmdicato,cbe  Liicret  fa  moglie  di  CoUatino  foffe  unico  ef 
frmpio  di  cafhtà  tra  le  Romane  donne . Ilche  tanto  fn  mo- 
leHoa  Sefhicheoccnltamentefi  pani  di  campo, & iien- 
tic  di  notte  a Lncretia  -,  tir  da  lei  come  parente  fu  libera  - 
mente  riceunto . Dapoi  nolendo  torle  la  caflitì,  la  mmac- 
riò , che  fe  non  gli  mnfentiua , ucciderebbe  lei  con  un  fno 
! fermjCr  dapoi  direbbe  con  quello  hanerla  crollata  in  adnl 

terio.  .Accoltemi  Lncretia  col  corpo, & non  con  C animo 
per  fuggire  fempitema  infamia. Maf  altro  giorno  conno- 
tò il  padre  fuo  Spurio  Lncretio  : & il  marito . Stuello  me 
nò  feto  Tiglio  f'alerh,&  quello  Lucio  licnio  Bruto. Ugr 
rò  Lncretia  tuttofi  fatto , Et  benché  da fuoifofie  confeìa- 
ta,&dimoflratole,che  doue  non  hauea  acconfentito  la  no 
dontd,non  potrà  efiere  peccato.iqyntrément  col  alt eOo, 
ilquale  per  quello  hauea  occultato  fatto  la  nefle  ,snc- 
cife  dicendo  prima, che  non  uolea,  che  da  lei  alcuna  Roma 
Ita  prende/ie  catliuo  tflempto.Fu  Lucio  Iunio,come  dicem 
tnoprefente  a tal  morte.  Ilquale  per  enfino  a quel  tempo 
per  fuggirla  crudeltà  diTarquimo , ilquale  occideua,o 
mondana  in  efrilio  qualunque  fofte  i alcuna  prudentiafra 
tiea  fiato  efiere  Holto,  & uiuea  qua  fi  come  bruto  anima. 
ie,per  qutHo  era  chiamato  Lucio  lunio  Bruto.  Co  fini  mo- 
ftrando  il  coltello  fanguinofo  della  morte  di  Lncretia  con- 
mocò  U popolo  Rumam , dr  un  lunga  oratione  émoflra- 
ta  la  crudehàfdr  fupeÀ'ia  diTarquino,dr  de  figliuoli  per 
fuafe,che  fufiero  mandati  m efiilio,et  priuati  del  regno, in 
quefio  modo  mancò  il  regno  a Romam,  il  quale  era  durato 
anni  ccxlnij.  Fu  Bruu  figliuolo  d’uno  forelladi  Tarqui- 
nìojiuomo  tanto  amatore  della  libertà , chefatto  Confalo 
dannò  amortei  figliuoli;  perche  infieme  con  li  ^quilij 
loro  cugini  haueuano  congiurato  di  reflituire  il  regno  a 
Tarquino,&  da  cofiui  ieriuò  la  cafa  de  Bruti  : dellaquale 
fu  quell' altro  Bruto, che  per  liberar  la  patria  dal  Tiran- 
no uccife  Ce  fitte;  Il  primo  ucàfi  [ ultimo  Re , il  fecondo  il 
primo  Tiranno . & però  ben  dice  il  noflro  PiX.  Mattai 
quante  dirò, che' n fu  la  cima  Son  di  uera  bone  fiate;  infra 
tequali  Lncretia  da  man  defira  era  Lo  prima.  Donne  elette 
eccellenti  n'elefii  una;  Clualnon  fi  uedrà  mai  fiotto  la  Lu- 
na , Benché  Ducretut  ritornafie  a Roma . He  di  Lncretia 
mi  marauigliai , Se  non  come  a morir  le  hifògnafle  Ferro , 
qfi'nonlebafiafieildolorfòlo.dt’D  A n.l'ediquelBru- 
to,checacciòTarqumo;LucretiaJulia,Martia,  & Cor- 
nelia.'B  a m.  Moflrando  eh' a lncretia  non  fu  greue . 

Marria  .perii  cafiità pia , de  per  teccetlenlia  del  maritoè 
nobilitata  ; fu  moglie  é Catone  y’ticenfe,&  a. quello  par 
tori  due  figliuoli , Dipoi  parendo  a Catone , che  quelli  gli 
hafiafiero,  de  uedenao  ,che  Hortenfio  fio  ami  tifi ima  era 
feev  figbuoli,fece  diuortio  dalei;&  maritolla  ad  Hor- 
tenfio,tfr  egli  tiiffe  in  uiu  celibe, dr  eaHi,  Hfentediintm 


ìo 


morto  Hortenfiofiiofìoa  còpafiumedi  leija  ritolfe. Daìc, 
Lucretiajulia,  Mania , efr  Comclu . 

OTÌthiì.Lat.Orithia,'Pàdonia,Mttis,Euìnotpea  Erichtbii;  t ■ < 
Uquale  (fi  cornei  poeti  ftuoleggiano)  fu  rapita  da  gora, 
fu  figliuola  di  Eric  htheo  Re  JPMthcae  una  delle  .Amattg 
ne  ottenne  laudi  fiugulare  nell'arte  militare,  drper  tutta 
tajua  Ulta  fu  uergine,dr  feruò  lafua  bellez(z^a  pura,  e net 
tx  CoHei  fi  ritrouò  efier  fuori  a far  guerra  quando  Her. 
cole,Thefeo,& altri  caualieri  di  Grecia  uenneroadafiaL 
tare  le  Mmagpne,  dr  prefiono  Hippohta,  & Mcnatippa . 
Oritbia  poi  tornata  per  ucndicare  tal  ingiuria  moffieguer 
ra  a gli  Mtbeniefi,  de  quali  Thefeo  era  principe  con  aiuto 
degU  Scili  da  qualiper  difeonlia  abbandonata,fc  ne  tornò 
umta  nel  fuo  paefe  &peràò  dice  il  noflro  P e t.  Antio- 
pe jdr  Onthia  armata  dr  bella . 

Penelope,  mofio  datt autorità  del  noflro  "Petrarca,  dr  quel  < 

lo, che  ne  fcrifieHomero  da  tutti  reputata  cafiiflima,l‘hab 
biamo  polla  nella  fchiera  delle  Cafle  ,ancbora  che  tra 
“Poeti, Ucophrone  la  chiami  Bagaficia,aoè  puttana ;dr  tra 
hiflorici  ; Il  làmio  Duris  firme  lei  haucre  fatto  copiadi 
fi  a tutti  quelligiouam/he  per  donna  la  dimandauaaoJBt 
di  quel  mefcolato  fimo  efiere  nato  Tan  Dio  de  Tafiort,  dr 
horribilmoflro  ,drfi  come  H omero  difie , ch'ella  diede  a 
tendere  l'arco  df  rhfie  a Proci  affcrmFndoconccduido- 
uerfimaritarr,chetefùChaueffe,pcrdimofirarexl’enef- 
funo  era  degno  Pefiere  manto  della  donna  et Pliffe  ,per- 
cioebe [apea,che  ninno  fi haurebbe  tefo;  cofi  Ouidio  ucl  pri 
mo  libro  de  gli  amori  Penelope  uiresiuuenum  tentabato» 
arcui  Qui  latus  arguerat  comeus  arcui  crai . Ilche  fi  legm 
ge  amhora  nella  Priapea  : i cafli  faggi penfieri di  lei,  can 
giando  in  nani  & lafieiui.  Pur.  nel  trtompbo  della  caSU- 
tà.Lucretia  da  man  delira  era  la  prima . L'altra  Penrlo- 
peiqueflegli  tirali, Et  la  Pharctra,dr  t arco  hautan^er 
xato  Sd  quelproteruo , dr  ^ermacebìate  taU.  Atei.  Sm 
perche  Calia  f'^e  Penelope  non  fu  minor  i F“lifie . 

Sulpitia.*£>/«iio  i Romani  edificare  un  tempio  ,&fiacrar-  tij 
lo  a yenerertcciocbe  le  Romane  fi  confermafiero  nello  ha 
bito  della  Cafiità , & douendofi  fecondo  lo  editto  di  deci, 
uiri  create  una  donna  architettrice  é tanto  edificio  uen- 
nero  in  quella  compofitione,cbe  di  tutte  le  donne  di  Roma 
fene  trabeffero  mille,&  delle  miUe  ne  trahrfSino  cento  jet 
delle  cèto  Jieci,&  delle  dieci  ne  pigliajfero  unailaqual  feci 
ta,  dr  fintentia  foffe  da  farfi  dalle  donne. Elefforo  adùque 
efie  donne  per  uncuerfàle  brogiudicio,non  con  minor  glo- 
ria é Cafiità  jcbe  fi  fofieLucretia,Suipitia  figlia  di  Ser- 
uh  Sulpith  Patricio,  dr  moghere  dà  Quinto  Fuluio  Flac 
co , la  onde  ella  afionta  a unto  bonore  conducejfeil  detto 
tempio  a debito  fine,  dr  fi  come  comandauano  i Ubri  della 
Sibilla,  acàoche  fi  ffegnefie  il  nano  difio  di  V encre,fccon 
do  che  defiriue  y alerio  nel  lAro  ottano, & Plinio  nei  fit- 
timOtdr  chiamarono  la  Dea  yertkordia,cbe dall’appeti- 
to uolgefie  i cuori  alla  puduitia . non  refitremo  ancho  di 
narrare  l'hiHoria  della  capelia  nel  fóro  Boario  al  rotondo 
tempio  i Hercole  dedicata  alla  Pudicitia, ONe fòllmente 
le  matrone  Patritie  facrificauano , ne  di  quefie  altro , che 
le  caffè , lequali  non  fofiero  maritate  fe  non  una  uolta . 


auucnne  ebeVirmnii  figlia  di  Mukdel  fangue  Pam- 
tio , tr^gliere  di  L.  yolunnio  allhora  Confolo,ch'era  di 


gente  plebea , andò  per  fiacrificare  alla  Pudicitia,  anebor 
(befcffepàtriliaj&  pudica,  ne  piu  d’una  uolta  mariiau. 


Diana  CIELO  Diana 

ptirfHiaBe  patrUie  donne  fiaccuta  ;pmkihe  appo  iRo  fuoi  bempnblicati^  Ini  dannato,  fi  come  era  pjkfio'a  firn 

mani  U donna  fcgne  U wnduione  del  marito,  onde  ella  piterno  cfiiho.&  cefi  per  l'opera  di  p-ergimo  prima  la  jns 

fdtenando  confai  rò  una  parie  delU  cafa  del  Vico  lungo  diletta  figlia , quamunque  mfelicementi  fn  per  Un  polì» 
atUmedifima  Dea,&  chiamò  le  matrone  plebee  confor-  nella  fina  Ubertk , & aUa  Romana  Rrpublica,  fu  mede  fi. 

tandoleafarbonoreolrfacrificareatlapUbeaTkdicitia  mamenteanchorareSittmta, quale  da  qnelU  decemuiri 
con  tanta  fantitate , con  quanta  le  patrilie  alla  loro,  & era  fiata  occupata, però  btn  dice  il  nofiro  P i.  tMirgima 

i e fiere  potea  con  maggiore  ; Uqude  reUgtone  poi  corrot-  apprefio  il  fiero  padre  armato  Di  di fdcgno,dJ  ferro , & di 

ta  da  donne  impudiche, & fatta  comune  non  pur  alle  ma-  piotate;  Ch'afuafigUa,  & a Ruma  cangiò  fiato  l’un,  &■ 

trone  jma  alle  f emine  i ogni  conditione,  al  fine  cadde  ino-  faltra  ponendo  in  libertate. 

hlio,cofi  come  narra  Limo  nel  decimodella  prima  Deca.  \irpniìfigUa  di  .Aulo  del  fangue  Tatritto.ueàdtfòpra* 
onde  il  nofiro  Pei.  Cofi  giungemmo  alla  città  foprana  Sulpiiia . 

Wf/  tempio  pria  ; che  dedicò  Sulpitia  Ter  fpegner  de  la  Virginità . lat.  uirginitas.  V et.  Verginità  Feconda.Vhr- 
meme  fiamma  infana  i Tafiammo  al  tempio  poi  di  Tudi  gmal  Claufiro.  Vergine  VefialaMina,Bruna,Mau  uedi 
litiaiChe  accendein  cor  gentil  honefieuogìie.'Hondi  a Maria  Vergine  a 7.  B oc.  t{onfaitu,cbeh.tbbiamo 
gente  plebea , ma  di  patritia.  Vedt  VaUiafiimo.  promefia  la  Virginità  nofira  a Dio.eolei,  laqualfi  dice  del 

• 1 8 Vir<nnia . emendo  dal  popolo  Romano  eletto  per  uno  detti  x.  lafua  V&gmità  hauer  priuata.  In  premio  detta  mia  Vir. 

eie mimarauanoquafi il  megp  dominio é RomaMpph  gmità.Io  foncofi  Vergine,comeioufildel  corpode  mu 

Claudiodlquaietl  fecondo  atmodelloro  magifiratoefien-  madre.  Virgineo  Ventre,  uedi  alt  Indice.  Dan.  Ter  cut 

do  rimalo  atta  guardia  di  Roma  infieme  con  un  altro  Mp  mori  la  Vergine  Camilla . 

pio  : &gU  altri  proceduti  ne  gU  efierciii  contea  de  gU  E-  Pudicitu . P e i.  Tafiammo  al  tempio  poi  di  Tudici-  a 19 

quia-  Volfci,  uedendo  ungiamo  paffarper  la  uia  Vir  tia.E’l  cor  faggio  Air  Tudico . Tipn  con'alti'arme.che  col 

rima  figliuola  d’uno  Virginio  buomo  Romano,  madetor  corTuduo.  Huefia  piu  d'altra  i betta  ,& piu  Tudica. 

dine  pUbeo,  UquaU  hauea  promefia  in^fa  ad  unogen-  Ari.  Di  uera  Tudicitia  è un  paragone . uedi  di  jopra  a 
tiUfitmo  giouane,  tir  Tribuno  chiamato  llilio  LuciUo.Ef-  Sulpim  a ^ 1 jÀouefi  narra  del  tempio  di  Tudiatia . 
fendo  adunque  Virginio  ne  campi  infume  con  gli  aUriRo  Continenza,  Contiaentia.  A r i.Difommao!  incom- 
mani  Claudio  piu  uolte  tentò  con  lufinghe^tlr  con  doni  ri-  parabil  contmenx/t . 

durre  Virginia  a finn  piaceri,  laqual  cofafu  in  uano^ur-  Vergogna.  latMcrecundia.pudor.  è paura  di  non  errare, 0 
thè  ella  a tal  fallo  non  confentiua . Simulato  adunque  di  non  hauere  errato.  P et.  HoneSlate,&  uergogna  a U 
Claudio  dal  furore,cSfideran,lo  di  fare  a tei  uiolemia.trop  fronte  era.Che  Vergogna  con  man  da  gli  occhi  iorba.per- 

po  farà  fiato  mole  fio  al  popolo  Romano,  compofe  con  uno  che  Vergog^,&  tema  Facean  molto  defir  parer  fi  poco, 

fio  liberto  buomo  audacifiimo  chiamato  Marco  Claudio,  CbeHdamto  i graue,&  la  Vergogna  irla.  Vergogna  beh 

tbedoueffe  coflei  quando  pafiaua  per  ta  uia  rapire: fi  co-  hi  di  me.  De  tempia  Babilonia  ond  i fuggita  Ogm  Vergo, 

mefoffefiggiliua  ferua,  tà"  cofi  prefa  andafie  al  tribuna  gna.Tien  di  V ergogna^  d amorqfifcomo.  Lagttme  noe 

le  a domandare  ch’egli  tagiudicafie . fecequefio  ungior-  tume,che’l  é celateper  Vergogfia  porto  . Vergogna,  c>* 

no  Marco,  onde  pigliando  netta  uia  Virginia  jSf  lei  difen-  duol^he'nJietro  mi  riuolue.Signor  imo,cbe  non  togli  Hom 

derido  fi,  Cele  donne,  che  taccompagnauano  porgendole  maidaluoltormo  quefia  Vergognniìi  o c.Scnxa  alcu-^ 

aiutofufcitandofigranromore,uiconcorfeal]aipopolout  na  V ergogna.Lat.effronsdii.CranVergogiu.  Crandifii 

infra  gli  altri  il  marito . Jntefa  adunque  la  difienjione,  fu  ma,Generale,Debita,Euideate^ nitierfaL  Vermigl  ia  per 

annuntiata , dr  apportata  al  giudice  , ilquale  pronunciò  V ergogna . Ofantijfima  V ergogna,  durifiimo  freno  delle 

efueHafentcntiauolere differire infinoatCaltrogiarno.  uaghementi  rimprouerarimali ,&le  Vergogne  fune 
Terufru  in  tanto  la  nouella  a Virgitriofilquale  fubito  mof  delt altro,  uedi  l’Indice . 

fi  uetme  a Romagna  non  fi  tofio,  che  Claudio  prima  effen  VcrgognofoXur.  pudicuspudéundus.T  e t.  Vergognofit 
do  taltro giorno  uenuto  rio  defie  fcntentia,che  lei fufiefer  Fronte. T al,ch’eUa  fiefia  lietauT  Vergognofi  Et  mi  con- 

ua  di  quel  Marco  CtaudioJUqiial  cofa  fentédo’l  padre  Vir  duce  Vergogpu>fo,&  tardo  M rmedergU  occhi  leggiadri . 

giniochiefedtgratiaaClaudio,ch'mprefentiaétitogiu  donane  fcbiuo,(lr  Vergognofò  matto  Onde  poi  Vergo- 

dhio  poieffe a Virginia,  & alla  nutrice  fua  in  ficretopar  gognofo,&  luto  uada.B  o c.V ergognofi,&  taciti  fe  n an 

lare  saccmheinteft  da  loro  la  ueriti  piu  facilmente  ac-  darono. 

toiifentifie  il  darla.  Mccanfentì il  giudice peruerfò  atta  do  Snergognato,^ /òixa  uergogna,come  sfacciato.  Latómpu  aaa 
manda,  per  laqual  cofi  tirata  da  canto  V trgima  diffe  : fi-  dcns^amis.Dhti.  MafeleSucrgognate  fufier  certe  Di 

gliuola  mia:perquefiafolauia,chemiconceffaiotiri-  quel,che'l  del  ueloce  loro  ammanna. 
tomo  alla  tua  libertJ,&prefo  un  coltello  mprefenzA  del  ’Vituperio.uituperarcaiedtJàtto  Vàio  a i66i. 
giudice  le  diede  nel  petto,  ilquale  lei  intrepida  uoluntariom  Ignominia.  lat.{irdedecusAontumelia,macula,probmilim 
mente  parfi  ch'ella  offertfie.  pome  quefio  alURomani,  infamia.  A ki.E  por  Gineura  in  Ignominia  immenfi. 
quaheranoprefcntigroppoinftlice,&mifcrandoffetta-  Vergognare.LatJurtcundari.pudere.VET.Vergognandota 
tob.onde  atte  fi  da  Virginio  la  cagione,&  al  fine  conofeiu  Ibor , ch'aneborfi  taccia  Danna  per  me  uofira  bellezza  iu  ■_ 

ta  la  iniquàà  di  Claudio , congiurarono  infieme,& quelli  rima.’He  par  che  fi  uergogne.  ifig  trouo  chi  di  mal  far  fi 

decemuiri  depofiro  del  inaurato  ; & dapoi  Claudio  per  uergogni.  Come  ciafeuna  par  che  fi  uergogni.  Di  me  me- 

ftuflauendettafuincatemtto,&condottoinprifonealo  definomecomi  uergotno.  B oc.  non  ti  doucuiuergofftu 
ue  congrande  flemo,&  molta  rmferia  morì.  Et  lo  fcelera  re.  'He  ti  uergognar  ihaucrmi  uoluto  uccidere  per  dmen 

te  liberto  Marco  Claudio  frggendofi  per  paura,  firottO{  tarfamiffo.  Effe  uergognando  ungono  Camorofè  fiimme 

afioft 

'■» 


4 


filili  C 1 £ L O Diana 

a(cafe . & uergùgiunàofi  cominciò  « pùngere.  Ji  te  Hc(pt  Egeria, EuriJice,Ga{atea,Helperia, Siringa. 

uertognandoti.Cofiorondendol  parlar  finergugnarono  . KiethuCiTijmphj  figlia  cU  di  Donde, & campa  >14 


mohrando  alijnanto  diaergognarfi.Come  ch'ella  alquan- 
to fi  nergognajfe.  Et  farebbefi  nergognato,che  alcuno  t ha 
ue/le (àpulo,  ma  pur  fi  uergoguaua  di  discoprirlo .uedi 
[indice. 

**i  HotìcRi/lr HoneHate.Lat.& decorum,ri.P  e t.^  Boc. 
Inuuta^anta,  Dounefca,  Continoua,Soma,  l'era  J3olu, 
Frcddafiarbarica . il  pregio  d’Honefià . Haneflàgiunta 
conleggiadria.Ornata  di  leggiadra  Houeflà.Qjianta  Ho 
ueHà  nelle  uedoue  fi  nchiede.Oue  alberga  HoneSìà.  'Hg- 
uo  fiori  Honefià.  Ocibi  pieni  d’HonejU . l'era  arnica 
d'Honeftà . 

Honcfio.  Lat.  & modeHui.  P e t.  B o c.  Honeflo  .At 

n,Conuerfare^more,Sibenno,Foco,Cuardo, Sguardo, 
HabitOjSoccorfoJIoneSìa  Donna.Ivpreìa,Tartita,  Mor 
te,i'ita,Dolce7^,Trigion,Età,HoneSlefaui'deÌJigrtme, 


fna  di  Diana  jaquale  tornando  da  caccia  per  rifirfcarfi.fi 
agni  nuda  nel  fiume  Alpheo , ilquale  corre  per  -drca- 
dta,  Tercbe  -ilpheo  Dio  di  quel  fiume  fubito  prejo  deli" a, 
more  della  Idnttpha  la  uolle  coiaminare;.Aretbufa  come 
uergme  caflalo  fuggì  ,&  nel  correre  per  molto  J udore  fi 
trasformò  in  fonte,  cr  Diana  commojia  a mijèricordia  gli 
aperfe  la  terra  jonde  tal  acqua  corfe  lòtto  terra,  & (òtto  il 
tnare,&  arriui  inSuiba  femta  me f colar  fi  con  [acqua  fai 
pt^  per  quello  ceftò  .Alpbeo  di feguttarla,  ma  conuerti- 
to  in  fiume  infino  in  SiciUa  dietro  le  corfeSìjiefio  fingono 
i Toeti, perche  m uerit.ì  il  fiume  Mpheo  fecondo  1 precla- 
rifiimi  fcrittori  in  Arcadia  fi  dimerge folto  terra,  crne- 
fcein  Sicilia  nel  fonte  detto  Aretbufa  ; onde  dice  Dan. 
Taccia  di  Cadmo, e i Arethiifà  Ouidio,CbeJè  quello  in  fer 
pente iàr  quella  infante  Conuerte  poetando  i non  [ inuidut. 


"Parole, yie I'oglie,iiembra,FormeJloneJli Lumi, "Prie,  Califlo.  La.CaUSìo'Himphafu figba di  Licaone  EeiAr- 


ghi,Bafci,Sofi)iri,Atti,TafSi,'Pannij.  condecenti,  Hone- 
fiifiima  donane,  eir  Donna . HoneSiifiimi  l'ocaboli  , & 
Honefiifiimo  Luogo. 

Inhonefto . Lat.  & in  decorut , & dedeeor  ual  dishonejlo . 
Ptr.  Da  milfatti  Inhonelii  [ ho  ritratto . 

DishoneliiJait.dedecus,risATÌgnoniinia.Q  o c.  Voi  che 
a tanta  Disbonejlà  conducere  ti doueuidlauejfe  le fue  Di- 
thoneSid  dimenticate . 

Dishonello.  Lat.  turpis , obfcunus , impurus , inhoneflus , 
Boc.  Da  Dishoneflo  amor  prefo.Dishonefic  Cantoni. 
Dishonefli  efiempiMormorq  del  Talatxo.  Disboneflifii- 
mamente  peccare  in  lufiwriaMisbouefiifitmamente  ami- 
cati fu. 

» »i  Doozelie , & Damigelle . Lat.  mrgines ped^eque . fino  le 
firuurici  della  Signora.  Ptr. Et  ucderfeco  parine  Donne, 
tà"  DongeHe, &linoabeti,& fagff  .Boc.  "Piu  honeflo 
iuna  Donzella . Tutte  le mrtu,cbe  Donna,  0 caualiere,o 
Donzello  dee  Hauere . Con  unafua  Dongpila  bonefia,  (ft 


cadiaatna  delnumerodelle  ucrgim  confccratea  Diauaj& 
infoio  a que  tempi uiffe  caSia,&pura . Dapot  uiolata  da 
Cioue  concepe  Arcade . lUhe  uedendo  Diana  un  giorno 
efìendo  nuda  per  lauarfi  [ hebbe  infomma  aboimnatione, 
Cr  cacdoUa  del  fuo  cboro,& fuggifiiin  felua . Accorgen 
doft  luttune,  che  Cabalo  era  fiata  conofeiuta  da  Gioue  per 
gelofia  la  mutò  m Orfa,e  Cioue  per  compenfo  di  tal  danno 
la  conuerti  nella  flclla  enfi  ihiamata  da  Greci  domandato 
artico,  perche  arto  in  Greco  fignifica  Orfa , zr  Latini  la 
chiamano  Settentrione.lunone  impetrò  da  Tbetis  Dea  ma 
ttnajcbe  mai  non  la  lafdafte  bagnare  nel  mare, come  fi  ba 
guano  [altre flelle . Queilo  fingono  i poeti jperche  [altre 
fielle  quando  fimo  alfoccidente,  & tramontano  par  che  fi 
tuffino  nel  mare,  tà"  non  par  que  fio  dell'orfa , perche  inai 
non  tramonta.  D a v.lanomina  Ehce,per  che  ambo  cofì 
chiamano  i poeti  quel  jegno  celefle,  in  chefutrafmutata  ; 
onde  dice. al  bofio  Corje  Duna  , et  Elice  cai  donne  Che  di 
Vener  bauea  fentito’l  tofeo . 


bumue,&  ubidiente.  Due  DamigeBe  delle  piu  belle.  Ma- Doiphne.ApoÙo  dopo  [ottenuta  uittoria  contea  il  fmifu-  jij 


donna  a pouera  Damgella,  &difua  cafa  cacciate  non  fi 
richiede.  B e m.  l'uà  delle  fue  damigelle.  A s. 

Pulzcll3,o Totcella.  LatMÌrgo,Tuellu,i  ladamigeìla uergi 
ne.B  o c.Io  non  ho  uidna,  che  Tulgellafia  andata  a ma- 
rito.Io  foufemina,& non  buomo,&  Pulzella  partitami , 
Dan.  Che  fece  "Hifotao  a le  Tulvlle , 
aij  ìiimphe.Lat.'Hapeefi'effitade,OreadeJ)riade,'ì{aùdi,A- 
madriadeyAtlantiade.'ligpee  fono  mmpbe,&  deedefio- 
rùTefiiade  "Uijnpbe,  Mufee&  Dee , Oreade  'Hfmpbede 
monti.DriadeHimphe  Bofcareccie,&  AmadnadeTffin 
pbe  di  bofeo . Atlantiade  Wmpbe,  & fighe  di  Atlante . 
"ìljiadi  t{impbe  de  [Acque  dolci  Egeria  "Himpha^ 
CUI  facrificauano  le  donne pregne.MiceazT^mphafial- 
laquale  è detta  la  dttà  di  Mtceua.  Alia  tfiinpba  figlino 
la  del[  Oceano, dallaqual  fu  detta  A fiala  terga  parte  del 
mondo.  Boc.  yagbe  Driadi.  Floride  Hapte,&  monta- 
ne Oreadi  accompagnate  dalla  lafciuiante  torma  depetu 
lantiSatiri,/&"nequitofiFauni.Wi.Pi  t.Qjial'ìiimpba 
m fontina  felue  mai  qual  Dea.O  'ìfinipbe,&  uoi,che'lfre 
fio  herbofo  fondo . Ma  ì{impbe,  &mufit  a tal  tener  can- 
tando. Hor  informadi'ìljinpba.oialtradiua . 7{neide 
"H^mphe  manne,  a 1 05  6 . 

Kimp  he  (tiebrau  tU  ut  Stri  Ttai  Aretufa,Califto,Da[He, 


rato  Serpente  detto  Tithone , uide  cafiualmente  Cupidoie 
con  [arco,  tutto  f degnato  uedendo  eh’ un  fanciullo  ardifca 
ufare  quelle  medefime  arme,  con  lequab  egli  baueua  ufu 
te  in  uccidere  Tithone  fio  cominciò  con  uillane  parole  a ri- 
prendere della  fua  pro  jbntione,  uolendofi  attribuire  le  lau 
di  di  lui  ,doue  che  ballar  gli  douea  di  potere  infiammare 
alcum  plebei  con  la  fua  falcila  ; per  lequali  parole  fdegna 
to  Cupido,  che  in  tanta  fuperbuperla  preferite  uittoria 
Apollo  fcfSe  montato , & che  non  fòlamente  non  uoleflt 
fiuperiorejnapur  compagno, gli  riffiofe,  che  gli  moSlrareb 
befe  eflere  tanto  piuglorioji  di  lui,quamo  degU  altri  ani 
mali,cbe  tutti  foffino  da  lui  per  gloria  auangati.  Et  mdi  co 
uelocifiimo  mouinumo  uoùto  hebbe  fopra  del  monte  Tqr 
tufi  lui  propinquo,^  tratto  della  fua  pbaretra  due  jàet- 
tejfuna  con  la  punta  £ oro,  laquale  induce  amore  ; l'altra 
di  piombo  non  acuta, che  induce  odiojàr  con  quella  épiom 
bo  fnbuu  percofSe  Daphne  'NJmpba,^'  figlia  di  Tento  fin 
me  fanciulla  di  niarauigliofa  bellez'Ka,&  con  la  dorata  fe 
ri  Apollo  fii  maniera  che  gli  pafiò  [offa  infino  alla  niedol 
la, ione  fi  occulta  la  materia  £ amore  hbidinofa  ;per  mo- 
do , cifp  quanto  piu  era  Apollo  di  lei  innamorato  i tanto 
quella  in  maggiore  odio  ueniua  cétra  lui,  efleiido  tutta  da 
fa  alla  uirginità . Et  hauaidola  Apollo  prima  con  paroU 


r 

A.' 


Diani 


CIELO 


Cerere 


bifmghfuoli,melto  loàau.et  fregiti,  et  mlU  giouido,  fi  jjiiadij)  rudi  Satiri, Tm,Liri,F anni, Sthum . 

tiu^ieafegairU.Dapbneshigottttafimifetonikttetefiie  ìiaiìdi.S  a n.Ol^iaé  habitatnct  decorrenti  fiumi, 0 aj 


forfè  afuggire^ficìidole  i biódi  capelli  da  l’aura  ffarfia^ 
dietro.  Jlcbe  uedédo  .A pollo  ,&  meglio  lófiderinao  t altre 
parti  del  corpo  belhjfime,  poi  che  utde  nulla giouare  le  fae 
lufittghe,comegiouatte,&  i amore  infiamttuto  la  filando 
il  parlare  cominciolle  dietro  a correre,  non  altrimenti ,f he 
nolomerofb,‘ir  affanuto  ueltro  alla  lepre, cofi per  alquan 
to  ^atio  feguitolti , finalmente  potendo  piu  la  jperanf^, 
thè  la  paura,  aiutato  .Apollo  dalle  penne  i amore  hauen- 
dola  quafi  giunta , & Ui  fintendo  gu  l'banelito  é lui  ne 
fnoi  tapelh  fpa  rfi  dopo  le ^alle,&  nel  collo ,diuenne  palli- 
da, {!r  debile  di  modo,  che  quafi  piu  mouere  non  fi  potea  ; 
per  ilche  drifgatigli  occhi  alt  acque  del  fiume  paterno  jdo 
tteeragjui  correndo  peruenuta,  con  humili , e!r  caldtfiimi 
preghi  pregaua  il  padre, come  Dio  del  fiume, che  t aiuta  fi- 
fi  ; liqualt  preghi  a pena  finiti , Daphne  miraeolofamente 
tn  Lauro  fi  trasformò;  cominciando  prima  alle  giunture 
de  membri  a anger  fi  di  fottìi  /cor?j»  ; dr  i capelli  mutarfi 
in  fronde  ; le  braccia  crefeere  in  rami,  i pieé  in  radici;  & 
del  uijo  fi  fece  la  cima  deU‘ arbore la  fua  uiuacitì,  & uer 
defp^agli  rtmafe . .Apollo  Aheanchora  tamaua,potia  la 
tnanonel  troncone  Air  il  ferito  petto  anthora  mouerfifin. 
tendo,  abbracciò  i rami  non  aù rimenti , che  fe  le  membra 
foffero , bafeiando  t arbore  indietro  piangendo  fi  nrrafie, 
(!r  con  lamento  grandifitmo  mifio  conpianlo,&  con  paro 
teafiai  fidolfedieofi  fatloacddente;&  però  dUetlno- 
flro'P  ET.  L'arbor ch’amò  già Thebom  corpo humano . 
t'arborgcmil,ihe  forte  attui  moU‘anni(parlando  di  Lare 
ra)  che  sto  ueggio  et  un  arco, & et  uno  flrale  Thebo  per- 
tofso,  e'igiouane  et .Abido , Se  non  che  forfè  .Apollo  fidi- 
fdegru,!  h’a  parlar  de fuot  fempre  ueré  rami  lingua  mor 
tal prefontuofa  uegna.  uedi  ad  .Apollo  a tq6.  Ouidio. 
»i6  Egeria.  Lat.  Jltgena.  nimpha , con  laquale  fi  éceiqiimn 
Tompilio  Secondo  Re  de  Romani  bautte  bauto  i nctturm 
(ongionghneniiidr  con  lei  ragiotunJobauere  apparato  le 
diuine  leggi  ; & efierle  flato  fi  caro;  che  morto  egli  tanto 
lo  pian  fi,  che  tuf  tafi  cangiò  infante  dj  lagrime  nella  felua 
della  yalle  .Arcinia,  dr  m ucce  d ofie,  che  foglm  re  flore 
di  cetororche  fi  confuinano,rimafe  é lei  ilpiantoAnde  Oui 
dio  nel  XV.  della  Mctamorphofi ; Mota furorThabi geli 


"ìfapee  gratiofifjima  turba  de  npofiati  luoghi,  & de  liqui- 
di fonti,  0 bellipime  Orcadijequali  ignude  folate  perlai, 
te  ripe  cacciando  andarejoficute  borali  dominio  degli  al 
ti  monti. yfeite  da  uofl  ri  alberi,  o pietà  fi  .Amadrudi  folle 
che  conferuatrici  di  quelli.  0 Drudi  fomuififfime  donnei  - 
le  delle  alte  filue.T alche  fauni,^  Driadi  Diran,  che  ul- 
na anchor  Damcta,^  CoridojA  T^aiadi  7{apee,&  jl- 
mairiaé  ; £ i Satiri  ,eiS  iluani  dejteraimofi  Ter  me  dal 
lungo  fanno  Air  le  T heffiadi  ..Altri  Fauni,  & Stluani  Ter 
luoghi  dola  eflmi  Seguir  le  T^mpbein  piu  felici  amori. 

Et  altra  a quefli  Fauni  Lari  Siluani,tà'  Satin . 0 Vhare, 
trate’Hitnpbefiagreflt  Tani,0  Satin, o Siluanifi  Fauni, 

0 Driadi.  "Ftaioà,  & Hamadrutàfi  Semidee . ùreadi,& 
“Hapeejior  file  fòle. 

CERERE. 

Ercre . Lat.  Cerei  Reina  di  Sicilia  la  prima  ut 
fecondo  Cicerone, Ouidto,  y’irgiho,& altri, 
che  trouò  t .Agritollura  ,Cr  fola  prima  fe- 
condo Tlinio  ,cbemoflròa  ficai  popoli  difa- 
hriearet  aratro, &fiminare,&coltiuare 
* la  terra  Air  raccogliere  il  grano, & macinar 
lojip’fa  me  il  cotto  pane, (Ir  la  prnna  ch’infognò  l'agrtcoU 
tura,comeScriue  fi ir.  dr  Oui.&fu  lapnma  chefeminaf 
fe  formento  in  Grecia  ; perche  in.Atbene,m  Italia,^ 
in  Siciha  fu  tenuta  per  Dea  delle  Biade , delFubondantu 
della  Fertilitàp'bertdfecondiù,yettouaghaAAuatlion, 
Copia  RicoltafiSpighe,  Frumento,  Tritico.Grane, Taglia, 
tiada,OrfO,AuenaAxiglio,Frutti,Seme,  Seminare  fute- 
tereAOglurc.Cr.Abondante,  Fenile,  ybertofo.  Fecondo, 
Copiofò,foprahondareAuanxAre.  Eoe.  EtBacchoa  lui 
fi  t ome  Dio  fofiette.  Et  anchor  Cerere  prender  coti  mifu- 
ra Aitila  uifione amorofa.  A r i.S’mpoterfofie flato  Or., 
landò  paro  .A  T Eufina  DtaAome  in  difio.  (iniendendo  Ce 
rere  ) cefi  detta  da  Eleufi  città  non  lontana  di.Athe- 
ne , in  cui  regnò  Eden  fio , che  imparò  C agricoltura  dalla 
detta  Dea  Air  qutui  ni  fu  folto  un  ricco  tempio  era  mol 


to  riuerirada  ciafiuno . 

dum  de  torpore  fontem  Fectt , tretemasartustenuauit  Segcfta  utl  Segttia  Dea  della  Rìeolta,^ delle  yittouaglie 
in  undat,  il  VET.yidi  il  pianto  et  Egeria  in  ueie  cFofde.  detta  da  Latini  Dea  Segetum . 

1f,ttone.  Lat.Ocnone  una  delle  mmphe  Idee j&figliadel  flu-  AbonàintiiJAt..Abu>ulantia,elr  copia  Jiubertas,  exube 
me  Tandafòjaquale  bebbe  la  nothia  deWherbt,  tr  Carte  tantiafipulemiayifliuentia, fertilità!  ,fotcunditas,  luxu- 


delmedicartcC .Apollo in guidardon  della  fua  uirgmità , 
ebeegli tolta  lehauea . Cofieimemre  Tansbabitòtra 
fafloriifo  molto  amata  da  luiana  poiper  amore  di  Hete- 
na  egli  Cabbandonò,  Cy  fi  come  fin fo  Ouidio  nelle  epifille, 
thè  fi  lamenti , cofi  finge  il  noflro  Pai.  quando  dice.  OH 
poi  lamentar  fiat  altre  meSìe  EnonediTarii. 

Euridice . Lat.  Eurydice  nmipha/lonna  di  OrpheoAcediad 
Orpbeoa  198. 

Eperia.  Lat.  Eperie  nimpba  di  Cebrtno  fiume  Atedi  ad  E fo- 
na 6q6. 

Siringa.  Lat.Syrìnx,gisj&  Syringago.  amau  da  Tan  Dio 


tiesAedundantia.B  o C.  .Abondanra  grande. Soprauemr 
in  tanta  .Abondairga  le  lagrhne..Abondantr  Campo.  For 
tunarAtlegrezT^Jìe  Bem  della  fortuna  Ubondantc..A- 
bondantifiima  copia  di  ragionare.  Lai.  Facundia,  .A boni- 
dantiffime  Lagrime.Domenedio  .Abondam  iffimo  Donato- 
re.Taftni  in grjmbflima quantità  .Abondanti . La  tini 
iinuoue genti .Abondeuole.Lacótrada  .Abondenoled'Oa 
bui.  .Abondeuoli  yiti.  .Abondeuob  regni  S .Aufonia..A- 
hondeuolmente . 

Abondante.  Lat.  afjiuem,  copìofusfikpfibs,tffertijimut, 
feraxAitager,OpiparHtAct  conuitusAiepotinut. 


de^Bori  irafmutata  in  cannuccicAO  lequaU  Tan  formò  .Abondart.LatjbioidareAffbtere,redundare.  P e t.  Del  ci- 
foi  la  Zampogna,  laqnalepoi  fi  chiami  Siringa  dfl  none  bofinde’l  fignor  mio fimprt  abonda.Oue’l  fallo  abondo  U 

de C amata TÌfmpba.uedi  adefioTana  joj.  gratia abonda. 

l{aiadi.7{jpn,'ì{ntiit,0rtadi,Semidee,.4iiudriadifirt-  Sopai>9ad»asc,lAt.exMriem,exbuberani.  Bac.Scu. 

*■  prabiu- 


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Cerere  C 1 E L,  O Giunone  j» 

prtbondjHte  Tielà,&  alìtpexjji  malenule . «a/ìe  in  Grecia.  B o c.  Biade  Bionde, Mature.  1 fokhi pie 

Soprabondare.  Lai.  Snperefìe,  exubcrare.  B o c.  Qiielf  ac-  ni  di  Marie  Bude, & già  bancheggianti  danano  fegnait  di 

qua,  che  foprabondjua  al  piano  della  fonte . Vacqua,  che  loro  nuturez'^.  A M.Doue  le  Bude  anchora  abandonate 

foprabondaua,un  aJiro  canaletto  riceueua . erano.I  lauoratori  le  loro  Biade  batteuano.Et  prima  il  eie 

^uanzare  per  foprabondare  : Lai.  exuberare , fuperefSe . lo  arato  da  buoi  produrrà  le  mature  Biade.  È p.  D a N. 

B o c MllequaU  donne  tanto  del  tempo  auanza . Come  quando  cogliendo  Buda,o  loglio  Gli  colombi . Her- 

Et  per  refi  are,  rimanere.  B o c.  Cotanti  panai  Uni  ; che  ba  ne  biada  m fua  ulta  non  pafee , senza  danno  é pecore, 

oda  fiera  di  Salerno  gli  erano  auanzftlJLAt.  Supere fie.  o di  Bude.Sxn.Et  (ondeggiami  Bude  ai  lieti  capi.  Ari. 

Verti\e.lat.Ó'ferax,fiugifer,fctcundM.T.  Fertile  Campo.  che  non  affbnde  I uerdt  pafchie&U ^erata  Biada. 

Vendemmia, .yduiunno.  Crino.Lat.tnticum,granum.'&ocJìcluo!iroGranodel 

*3°  Whexri.Lat.ybertas.abuudantia.'D  AH  Moftrandotf'-  le  uoflre  biade  .'HonhauereSle  ricolto  grand  di  Grana, 
berta  del  fuo  cacume . B o c.  Khcrtifera  Kicolta . E P.  yny ipiHello  uiuo,ey  tre  GranelU  i Inceiiió.  Eat.  mica. 

ybcrtofiRegnì.Sulmona  ybertifiima di  chiare onde.?n.  Trumetito.Lat.&  triticum.  S a n.Hauemo  fattoprouadi 
dSuidio;  Suùno  mibi  patria  cficUruubc  rrmus  undis.  femmare  U candido  Frumemo;  lame  in  uece  di  quello  hab 

Copia.  Lai.  & ahundamu . P i z.Touero  fol  per  troppo  biamo  ricoltolomfeliceLogLo,cyleJieriiiMuenepcrgli 
bauerne  Copia.  B o c.  Copia  SoaeTcbia,lncera,Grandif  fc<tn,'otaiiJòUhi . 

fima,.Abondantifiima.Copia  é ragionare.  Hauendo  Co-  Tritica.  Lat. iilfrumemo.S  a ufi  ricolgono  De  noftri  cam 
pia  di  uedere  Ufua  donna.  Gran  Copia  di  acqua  utua.  pi  il  defiato  Tritico . 

Copiofo.Lat.&dapfilu,nefotiaui.ìicic.yamimaSìe-  Logiio. lM.lolium.&zh(ama.  Dan  EttaHoiauedràde 
rodi  famità  di  Monaci  Copiofo.  Copiofi  di  faetu-  la  ricolta  De U mala  coltura  ; quando  Loglio  si  Ugnerà, 
memo . Che  Copwlàmcmeé  diuerfi;  faluagg/ne  baurr  ri  ebe  (arca  gli  fu  tolta.  Sa  tc.ueà  di  fupra  a F rumento. 

douepe.  Aucna.  Lat.i  certo  grano  ,uedi  di  jòpra  a Frumento. 

Fecondo.  Lai  FacunduSiferax.  A R t.Sonptr  fiorir  da  quando  dinota  flromemo  da  Janare,ueé  a loq . 

l'arbor  tuo  Fecondo.RujeelFecondo^cmre Fecondo.  Ouo.  Lat. hordeum.  i certa  jpettedibiada.P  s.r..AfMOÌ 

Veccouaglia.^.  annona.  A r i..,à  raccor  buona  gente  .et  corfierraddoppiat'era  L'Orgp . 

yeltouagUa.Da  ogm  parte  yeltouaglie bauieno.  La  yet  Ricolta.  Lat.mefiis.  B o c.  ybertifcra.&  meta.  I frati  ma  igg 
touaglia  iacarra,driHiuntemiTuitofHordcletuuiera  emano  aStcoUa.D  Ati.uedidilbpraa  Luglio, 
no  carcbe.Lat.Commeatui,  usaci,  U uettouagba  del  cam  YcMCto, Frutti Jirutta,&  Frutte JrutUfcra,jruttare . Medi 
po  tmbtare.uedidi  jotiua  Munttiott . . «iiS'. 

ÌAunicion.Laijuuniminj,munimemaj&munimcn.chefi-  Cogbere.Lat.colli^ere.  Pit.  dr  B o c. Fatti  cogliete  de  piu 
gmfica  tutte  le  cofe  che  fi  fami'),&  preparano  per  fortifi,  befrutti,cbc  u erano.Coglundo  bcrbe.Hautoducoite  ro-  ; 

camcHto,oadifenfioxé guerra,e3- de Campi.K  R i.'H^  feSolper uenir allauro.oue ficogbe .A-cerlm firutto .Co-r 

m appareci  hia,e  Mumtion  da  guerra,  yettouagUa,  e da  gUdo  homai  qualcun  di  qucjii  rami.  Del  juo  bel  uiuergia 

tur  maturamite.  ogm  apparecchio  e Munitiondauane.  logbendo  i frutti  .M-cogUer  fiori  mque  prati  d'intorno, 

I Spighe, dr  Spicbe.Lal.anJU.  Granifere, Turgide, Gonfiate.  "Hon  potei  coglier  mai  ramo  ne  foglia.  Colgo  feertewe ,dr 

P ST.  Tra  U Spiga,  dr  la  man  qual  muroèmejlo.  San.  fon.  y nterrenoafciutto,& coltoda  uoiadeH  coliiuato. 
de  campile  Soiche.  K n i. ne  (apriche  yalli  nede  ondeg  Terleuie,tà'perlicoliipdepluogbicolttuati..Affannofi 

giar le  bianche Sptebe . foltmamemidella  terra.  Media  i6pp. 

^pigoUreJl  cogliere  ne  campile  Spighe  refiateui dopo lapri  Bicogbere,dr  Saccogliere^edi  a irooSemeucdiaterraa 
ma raci olia. Dan. Di ^igoUr foueme la uillana . iti q. Mietere, CÌdtiuare. uedi .Agricoltura a joi. 

SpigoliRra.  Latanfimi  fortis  fantina  da  jpigoUrtadefi  don 

na  di  uiUonditione.&  oc.  Laquale  è una  dotmaTicebia-  Gl  y Td.^0  Ti  E, 

petto  Spigobjìra.Ci  è nelle  nouelle  alcuna  parola  piu  bbe- 
rale,che  a SpigoUsire  danne  non  fi  conuiene , allequaU  te 
parole  piu  pepino  che  fatti , & piu  di  parere  s ingegnano, 
che  d'^ier  buone.  Si  chiamano  SpigotifireAr  Ticchupet 
to  quelle  dUnne  j:he  fecche, pallide, O'  di  mala  compie  filo- 
ne fi  fanno  pinzoc^e  fingendo  iefierediuote,  cofi  dette 

dai  fuono,  che  con  la  bocca  fannoquando  fiamuidmanzi  tacefit  delnurito;  & le  fauole  fono  note  per  quetloahe  ne 

a fami  ingpioccbiatc  fingendo  dir  pater  lujlri;  chip  fi  pft  ferine  Ouidio  ne  lUbri  delle  trasformathni  ,Se  le  dedica 

pfi . Tuebupato  poi , perche  fi  battono  il  petto ^jfo  con  il  Tauone  ,&dagb  antichi  la  Tecora . lì  fuoi  nerbi  fo- 

dirfuacolpajéedia  144.5.  no  ingeloftre , ingranidare ,é[grauidare , impregnare, 

Spigoli.LatSpicuta  fimo  pumeacute.DAS.Et  quando  far  ^regnare. 

ne  cardimdiHorti  Gli  Spigoli  é quella  regge  [ocra.  Giunone.  Lat.  Inno.  P e t.  yeé  Giunongelofa,  e'I  biondo 
Paglia.  Lat  palea,&  Stipula  faleanum^l  pagliato^  o c.  apollo.  & (altra, che  Giunone  Suol  far  gelof.i.Et  ueggio 

Et  tuoi  capei  piu  uolte  ho  fumigliati  di  Cerere  alle  Vaghe  ad  un  Laciiuol  Giunone , &•  Dido . Eolo  alilitluno,  a 

feccbe,&  bum  he.V  i.La  cafa  della  Vaglia. Ver  ogm  fu-  Ciunon  turbato  Fa  fentir  cr  qiuui  Giunone  i polla  mue- 

fcello  di  Tagha.Vagliaricciofideft  Vaglia  rotta,  Hr  min»  ce  del(aireiBiA.1^  con  Gioue  e Giunone gU  occhtc(Mr 
ta,  uedi  (Indice.  S**'  ^ 

*ì  » Biada.  Lae.feges.frux,gis,  Cerere  fu  la  prima  che  la  fenù-  Ciclo.  Mere,  HictluTC^ , T^og^e . tutti  fin.  0 collocati  agli 


limone.  Lat.Iuno  figliuola  di  Saturno  fo-  s 34 
rella.dr  legittima  mogiiedi  Gioue  Dea  del 
iielo,del(aert4elle  Ricchegge,  delle  Tipg- 
Xf/iel  Varto,  Grauidexxe,  Vregnegze,  or 
Soggetto  di  Gelofia  per  turni  adultcnt , dy 


5 ^ 


*‘ic 


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•J5 


Giunone  C I 

fhoi bughìfìufrincipali. uediLttauola.'Bt  K.Tcrch'ef 
fimipareapHrfHueldclo.K.  t. 


E L O 


H £ B K. 


GcIoHa.  Ltt.zflotypiajtmkUtioformd.V  e t.  ,Amor,& 
Celofia  mbMPul  cor  tolto . Subito  in  •lUegrez^  fi  con- 
ucrfe  La  Ctlofia . il  bel  uifo  Che  filegno , o Gelosia  celato 
tiemme.Et  dal  mio  lato  fia  paura ^ Gelofia.Liijual  ti  to 
glie  inuidia^  Gelofta.  hoc.  Gelofta  Fredda, Magrifji- 
ma,Sconfolata^ouercbia.  Fix^  nel  uifo.Dt  ojiun  uejii- 
tncnii  uefiUa.  dinaro  frutto . Sollecmjjma  Fugai rice  de 
rii  federati  afsalti  di  Cupido.T  h.  entrò  in  una  Subita  Ge 
lafiajiedil'indicr,cbe  ui  fònobcUifiimidifiorfi. 


^uel  mari  ir , da  quella  freni fia , Da  quella  rabbia , detta 


Ebe  Dea  delta  Ghuenti , cJr  de  Giovani  fi. 
gltuda  di  Giunone,  d-  moglie  di  Hercde,So 
uraftante  al  bere  di  Cioue  ; ma  per  lo  cadem 
remoftratea  i Dei  le  parti  fne  uergognofè, 
(X  perciò  priuata  deh' officio,  fu  fatto  in  tur 
go  lue  Ganimede.  It  juoi  dtriuatiuiJòno.Giouanexia,Gio- 
uanil,'HuouoJ^refcoJ(tcente,F'crde,rinoHellare,rinfre- 
feareaterdeggiare . 

A Ki.  Da  Giouentù,  cJr  Gioventate.  Lat.iuuentut.Psr  et  Boc  jlr 


dita,£rrante.Di  Giouentute,^  di  belleggfaltera.lijian 
to  in  piu  Giouentute,  e'n  piu  bellezza. 


Cdqfta . 

Ccloio. Lat.gelotypus.  P s r.reé Giunon Celofa,e'l bion.  Cioiunezza. Boc. Gau,Straboccheuole. La Gtouanez- 
do-4MUo.jiCeloft,&piaTorniouiofon  Boc.Gelo-  xailutta  fottopofta  alle  amorefe  leggi, 
fo  Dolente.  Il  Gdofo  ba  l amino  pieno  X infinite lòliecttudi  Glouane,<>-  non  Gioitene, & Ciomne.Latàuuenis  P e r.& 


m,Egb  uiue  credendo,er  non  credendo.  Th.I  Gdofi  fono 
infidiatori  delle  giouani  Donne,  & diltgentifinni  cercatori 
della  lor  morte,  ir  molti  altri  belltfi imi  difcorfitrouerai 
nell'Indice . 

Ingelofire.  Lat.xelotjpia  affici  B o c.Qjiando  i mariti  fen- 
za  cagione  ingelojtf  cono , Et  cofi  ingdofuo  tanta  guardia 
ne  prendeua . 

Parto.  Lat.Lucina,e  Giunone  fimo  le  Dee  del  Tano,&  llt- 
tia  Dea  fauoreuole  alle  donne  éVarto.  Puz.'PanoBd, 
CrntdXeidauami,ir  meprodufieun  Tarto.B  o c.X?a 
efiendo  anebora  del  nuouo  Tarto  rafeiutto  tl  Latte  delpet 
to.-ddunmedcfonoTarto  nate. 

Partorire.  Lat. Boc.  Ella  finti  il  tempo  del  Tartorir  efier 
venuto. 

Partorire.  Lat. ir  parere.P  e t. Tu  partoriHi  il  fonte  di  ge- 
late. B O C.EUa  ingrauidò,&  ai  tempo  partorì  unafan- 
tiulla.  La  donna  partorì  un  figliuol  mafiuio . come  parto- 
rirò to  quello  figliuolo^  Il  figliuolo  poto  fa  da  lei  partoria 
to.  uedt  l'Indice . 

*j6  Vce^eiii.Lat.pragnatio,nis,Ìrfettu^auis  uenter.Boc. 
Tenuta  hauea  nafeofa  la  fua  Tregnezza  P E T.  Che  di  la- 
grime Tregni  Siangh  occhi  miei . Ch'iuidigti  occhi  tuoi 
talhor  fi  Vregni.Lat.  plem . 

Jmprcgnare.Lat.implere,&grauidare. Boc.  .AUafedld 
dtoaumihora  la  Tefsa  quella  chet’imprcgnaua. 

Spregnare.  Lataboruo,  abortior,  ir  aborto.  B o c.D'hauer 
fatto  Calandrino  in  tre  difenda  alcuna  pena  Spregnare. 

. Grauiciezza.Edt  fcetura,érpragnatio.  Boc.  La  tua  Gra 
videzxq  feoprird  tl  fallo  nojìro.  Conte  Gramtcxge/)  con 
Tarli  hanno  i matrimoni  palefati . 
tj7  Crauida.  P e x.  Gravido  fa  dt  fi  il  terreUrehumore. 
Boc.  Tertìo  che  gravida  era.Ella  non  fapefie  èchi  gra 
vidafofie 


B o c.R0mano,Tbofcano,Difarmaio,  leggiadro,  Ineau- 
to^olo^thiuo^auio,Difcretojealorofi>fjtmante,Buono, 
Da  bene,Gtmile,Topolari,Compagni„/Igiati,  e è buone 
famiglie,Maluagioj)ifleate.II  Giovane  d‘.Abido  F'ergo- 
gnojo  in  .AttOyBelyBelliJjimo,  Grande,Frefco  della  perli- 
na. Famofoinprodez;ga,irin  cortefia  .nobile,  tà"  Bello. 
ajSai  Leggiadro,irèborreuolefamiglia.mccodSicihifiU 
tno,Tiaceuole,GioHane  Lauoratorcect  nel  genere  fi  m.Gio 
vane,  ir  Giovam  Donna,  Frefia,  Rrtondclla,  .Auencnte, 
V aga , Delicata,  ir  è laudcuob  maniere , ó"  collumi,& 
Luta  molto.Compreffa,ir  di  pel  rojSo,&  accefa.  Del  cor- 
po bella  dell'animo  altera,  CoflHmata,Leggudra,iKa 

èpicciola  conditione.Honejla,&  benparlamc, irà  gran 
cuore.  Di  Legnaggfi  affai  gentile . Di  [angue  nvbile,&  di 
marauigliofa  belleggia  dotata  La  Giovane  Spofi  Tiace. 
vole,Obedunte,Seruente,Gratk>fa£enigna,Omata,llo- 
nefiifitma  Greca, Sempliiijfima,P'btduntefielli}Sima,Ben 
nata,Tutofà,'Hsbile,l'atorofaJJeta,Content,i,.Altiera, 
Sauia.La  Ciouanc  f'ergognofa,o‘  Timida,  fi  come  Colpe 
vote.Lainifera  Giouane  ingmoechiata.La giovane  dolen- 
te irTriiia,Spauentata,Crudele,SatuMiiiu,ir  StncXfifa, 
Bizarra  ,S piacevole, & Rfirofa  ,Saoeca,Ciouani  no  Bello, 
Leggiadrò,.AdornofieHro  della  perfma, Fiero,  Tufilla- 
mmo.  Gtouanmo  Lauro,  Giovanetti  poco  difcreti,  Gioua- 
netta  bella  ,Leggiadra,f'agaJ' ama.  Donna,  .Altiera  per 
la  fua  nobiltà,  Tovera,  Cruda,  Dura  ,S  confata, & dive- 
nuta Sdegnofa,  Giouanette  Belle,  Benfatte , Colìtonate, 
-Amate  ffioneHamente  Fergugnofi.  Ciouanile,&  Giova - 
nifi  .Affieno fiifio, Errore, Età.Core,  Fiorir, Tetto,  Figu- 
ra,Braccia-Anm,Foglie,Giouanefibi animi  i Senno  Gt» 
vanifiimofiiouanaglta  Romana  Superba,  ueè  alt' Indice. 
Dan.  Ifiphile  ingannò  la  Cuuaneiia. Sotto  efii  Giova- 
netti  mompharo  SàptoncAr  Tompeo. 


Ingravidare.  Latjmplere,&grauidare.B  o c. Forfè  nri  fari  Ringiovanire.  Lat.  muene fiere,  vai  far  fi  giouane,  ir  nuouo. 
Idèo  gratini mgrauidare.Ohfinoiingrauidafimv>aome  P s t.  Et  quando  piu  rmgiouanfce  Canno . 

andrebbe  il  fatto  i La  donna  inpaÙUò  è due  figliuoli  ma  Noiio,^  nuovo  cper  raro  avm  piu  veduto,  nato  aUhoragh- 


fihi.La  donna  da  capo  ingravidò. 

Kngrauidare.  Boc.  In  cafa  con  la  moglie  tomatofi  la  riu- 
grauidò  al fuo  parere . 

DÌfiprauidare.  Lai. abortum  parere,  aboriri,aboreri.B  o c. 
La  dina  molte  arti  usi  per  dovere  contro  aliorjò  dellana 
turaéjgramdare. 


f. 


■Hane,fhfcoJjit.ncuutararut,rtcms.P  m.&Boc  Can 
tar,ColorfConfiglio,  Diletto,  Dolore,  Ernre,Habilo,Soi, 
Tempo,FocoJtior,.AugelloA)irèofihetto,Tenfier,Mott- 
do,Moda,Soldano,CarÌo,'Nfiua,  ir  Huova  Cortcfia,Con 
futtudmeJ)oUexxa,Gente,Tietà,QjithiOHfietiexga,0- 
pra,EfiaJ‘igura,Cofa,Ltberti^tagion,A.ngeletta,Eti, 
Rema, Trova, "Plpue, ir  'H.uoue  Fauole,Lagrime,Medt-. 
ùaefPa  iole.  Rime,  Fffie,  Forme filerbe,  Fagbn^e,  Fe. 

rute. 


H.be 

rBtt,Tcntbrt,'ìigm^  "Hiiohi  T-'nfKTÌ,&  Fiori . 

KoncUa  ndu.  Lit,  £t  aoiu,  nouii  mi, a,  um,  nunquam  mfa 
fmi-Vi  T.cr  B o c.Stagton,Tela^tà,&  yiu.'ìiouel- 
ie,Fiori,Colore^mame,^bjte,'HoueUeRofe,'ìqffiieUi 
Spofi  RptoMtae  Ceno.  Ecco  'tiouellatuftelatiu  barca , 
meficrCiao  "Houellanienie  Fida  mi  partito,  Q^nda 
"Hauellameiiteioueimi  in  terra.  Et  bar 'UpueUamettte 
in  ogni  urna  Entrò  di  lei.  Lat.  meper,nomJSime  ,prt.. 
tmon.  Ma  Tionameme  Dirol come perfona , acni m» 
ulji. 

tUmnare,&  rimneUare.Lat.renonart,  inliaiirare, interpol, 
lare.  P t T.  Deb  non  rimuellarquel  che  tri anciie.L' anta 
tmorofa^he  rtnena  t anno,  a uiuerft  rinena.  “blel  tempOp 
che  rinoua  i miei  fojihn  .Et  fica  forella  par  che  fi  rinone . 
yirtn,cbe'ntorm  i ^rapra^  rinone.  B o c.  Bocca  ha. 
filata  mn  perde  nentnra,angi  riaoua,comefa  la  luna.rim 
ttonando  le  rifa , 

Frcfco  in  necedi  Gioiumle , e nnotto.  Lat.  recent,  iuuenilis, 
ptnHens.  T i r.&R  o c.  Frefco  Dolor ^jtnro,  Laureto, 
Frefca  Herba,Età,Memoria,Giouane , 'Ugneuedcndola 
Frefca,e!r  bella, Frefcbe'HpneUe,B0fe,Snne,yona,  Fre 
fchi  .Aglt,  Fiori . ér  m nece  di  otrérofo,&  feir^a  fole  ;& 
per  lo  freddo  i ^tra  ilfreddo,e’lcaldo.Lat.frigusopa. 
cnm..Aere  affai  Frefco  Jl  troppo  Frefco  qnefla  notte  m'tif 
fefe.  .Accio  cbe  per  lo  Frefco  fi  mangi  .tà"  Fre  fio  Fonte, 
Colle, TianOpFondo,  Frefca  Mcqna . Fonte,Rina,Frefihi 
Sini , ymi , & Ft  efebi  fimi  yjui.  Frefibifinne  .Acque 
Fonti . 

Jlinfrefcare  nal  rinonareA^pigliar  frefco  .Lat.  refrigerare 
auram  capfare.  Ttr.  Ter  rinfeefear  C offre  facete  a C» 
ne.  Laffo  ,fr  ragtenando fi  rinfrtfia  Quell' ardente  difio , 
Fama  ^martir  ne  Camma  rinfirefea.  B o c.  Gli  fece 
falcare  peferinfrefeare  alquamo  confrefcbifiinuumi, 
Difeejò  eraarn^efearfi  ad  una  fontana  . Sentendoti 
nento  rinfrefoart . & Frejcbr^  .per  lo nigore,  nedi 
f indice. 

Rf  ccntc.  Lat.B  o c.  ReeenteVeccato.  & Recenti  Viagbe. 

y ctAc  pergionanile.  Latjiuidisàuneatus.  P'i  T.(f- B o c. 
yerde  Età,  Etate,Difir.  y cedi  ama,  yerde  naturale  a 
e i%t.  yerde  per  bicolore  a ili. 

Soro,  ual  di  prima  pernia  A n i.  Et  bor  potrà Ruggiergio 
naneSaroFarmiàaSoloafih,oianno,o  Scornoiidefl 
gtouane  dt  prima  baiba . 

Taetni.Lar.Themis.Dea  de  Centili,laqnale biTamafomon 
te  daua  reffiòfi^  molto  ofcnri,come  di  Deucaboneje  Ttr 
ra  dopo  il  dtbaao , jl  quali  domandando  in  cbe  modo  po- 
teflino  nSiaurare  Ltgenerattoae  bumana , rifiofe , che 
fi  Rafano  dopale  fralleCofladellamadre  ,tlqualeo- 
racoto  Di  ucalione  interpretato,cbe  la  madre  fta  L terra, 
dr  C afra  nella  terra  fiam  le  pietre  .Dan.  Qml  Themi , 
tlrSphingpmmtiperJùade. 

.Triforme  Deafdefi  Diana.  Knt.O  fiata  Dea,  cbe  dagli 
antitbi  noShrt  Debitamente fit  detta  Triforme,  Cbc'n  eie 
lofin  terra,  e net  infirmo  moflri  L’alta  bellexxa  tua  fótta 
f tu  forme.  V i K.Tudea,tupr*fininollrofuccurTelaboa 
ri  fAfirorum  decus,&nemontm  Latoma  enfros: 

Brilona  Dea  della  guerra . Tallade  Dea  della  Sapiemia . 
Napea  Dea,^  nimpba  de  Fiori.  Pomona  Dea  de  Frjit 
*i,Ó'de Ftort.ìAephitiDeadi gramftimoodore . Luci- 
■a  DeafauortnoU  al  pari»,  Themi  Bea  de  rigonfi,  ^ 


CICLO  Sa  turno  j } 

Dea  de  GmliliMdiJifopra  lao,&  Samathea  Dee  ma 
riifr.Seia  Dea  della  Stmenza.Tutte  fono  a gli Juoi  luoghi 
per  ordine  collocate . 

lào\o.  Ut. m greco  fignificaimagine.P  s r L'Idolo  mio  fi ol  *4» 
ptto  in  Merde  Uuro.ldolo  un  nome  yano.  CCidoli  fnoi  fa- 
ranno in  terra  fiarfi . 

Belo  il  cui  hebbe  principio  CldoLuria  ; Coflui  fu  padre  di 
’tiino  ; il  quale  per  lo  troppo  àfidrrio,che  lafilato  gli  ba- 
nca morendo  il  figliuolo, per  confoUre  Ufuo  dolore  lo  fece 
fioiptrem  uno  hìolofioqualfu  pot  dal  uolgo  adorato,&  pe 
rò  fu  fonte  .l'errore, perche  quiui  hebbe onnapioCldota. 
tria.nonperfua  colpa,>>ia  diTqmo  fuo  frgbMolo.ondc il  no 
Jlro  P E T Belo , dune  riman  fonte  d'errore  Tfon  per  fua 
colpa.tli  Tfmo  ucdi  0477, 

Micometto. UtMabomeIN Idolo JeTurihi.D  a N.Ke« 
dttome  jlroptatoi  Macometto.  Ari.  Cbumaudoutte  ' 
jiimottioilgran  Maumete.ucdi a 

T l .A  tf-R  T I, 

Puaeti. Ut. pianeta  L’anima noflra  fcendendonclcorpo  tqg 
nofironceue^l Soie  uirtù  .perlaquale aiquifla  fiin- 
tÌJ,&opimone.Sìtutno  gltda  ratiocinatione.  Gioue 
la pratiia,&  fatitene.  M.aneardort,&  ammcfità.Vc- 
nerc  il  molo  nella  cupidità.  Mercurio  la  proniuuia.  Lu- 
na j/ifwnfiiewKiìihpMiiriirf,  tir  generare^  augu- 
mtmare i corpi.  P s Quando’ l Tiancta , che  àjlmgut 
t bore  Qual  fiero  Tianeia  cotunen  chefegua  He/iun  Tia 
nclaapianger  mi  condanna. So  c.Siiomengono  tra 
uci,CrmeionguoigereiTianai. 

SATVRNO  5.  GIOVE  f.  MARTE 
SOLE  Q.  VENERE  p.  UVRCVa 
RIO$  . 1.V  N A 3. 

s u T y R 'n^o. 

Aturno.  Ut.  Taire  di  Gioue,  diTkto,di  244 
'Heituno,&di  Giunone  figbuolo  dt  Ceto,& 
é yejla , tagliò  il  membro  mrtle  a Suo  pa- 
dre, & gittollo  nel  mare , donde  ne  nacque 
, m m mi  ^ cnere,&  mangiò  t figliuoli  eccetto  Gioue; 
d-ilquale  lai  dito  di  Creti  uenae  in  Italia . i Ttanera  dtur 
uo,mafcobno,freddo,fectoAF  Malencomco;  Timido/'et  ; 
cbio,StenleMaUgno,.Auaro,Tigro,  Solaano,  Inutdiofi. 

Ma  graue,& accortoalF fàggio,  {fi  dt  reai  naiura.(fian 
chor  thè  fia  piu  rimato  dalla  terra  deglialtri  Tianeti , i 

pcròpiunoituo,{fièfigntficatoredcgb.Antubt,{fiaate- 

tefsart  delle  Sepolture  de  morti,  delle  Trighiù,  &àogrd 
Coltura  di  terra , degli  Eéfia.efi  J'ogm  Caua  di  metal- 
li , di  ihefori  occulti  ~fa  l’buomo  di  feudo  baino, (fi  ama- 
tore di  cofefetidc,(fib>rde,Tigro,Lento,  di  color  Tallida, 
dt  corpo  Curuo , Magro,ycnofò  .Lebbra  grofie  ; gambe, 
fottib  , & Tempre  guardante  alla  terra, poco  paria, poco 
iibiMnoji . difidcra  piu  il  mafebio  ,tbe  la  femina . Ma  '. 

?uan.loébriiéfioflofa  l’huumo  Muto,  Calio,{fi  di  pr» 
mie  opinitm,&  diuerfe.  T^pn  s’allegra  ; L'ira  fua  è im- 
putabile .poco  ama  f di  leggieri  Ufiia  la  cefa  amata-, prò 
duce  Sacerdoti,  ma  piu  Rebgiofi  ueflui  a nero,  cr  di  color 

éurra,et .sipofi*ti,Sifmatiit,UtrelUi,Simom4ciequii  » 


Saturna 


CIELO 


Saturno 


li,  cht  combattono  a corpo, a corpo,  Incantatori,Cimgici,  namoròft  forte ilTropoTìo  della  chiift . 

Harmomaciiàr  Sogni  jàrte  S Indouiruttart.Vsgh  huomi  Trcte.  Lat.prcsbyttr,  ideft  femor.  B o c.  Tcrche  Frate  tot 
m signoreggia  alla  Malenconia.  "Hrlle  fette  i lignificato-  Trae  a farà  tbe'l  uoglta  ,opofia  affoluere . Vna  noneliét 

re  deila  Giudaica, ha  luce  in  fé, ma  la  riceue  dagli  al  contra  a Tretià  <l*aii  [opra  le  noHre  donne  hanno  bandi- 

tri  Tiaiicti,mafiime  dal  Sole  ; ù"  pcrthe  lo  Sale  lo  fa  In-  te  le  croci.  Che  andando  due,o  tre  l^ti  con  una  croce  per 

tido,&  rifcaldalo gliinimico„Amalo-dutnnno!fape-  «no.  A r i.BiTretiarirratipuiperfotUrarlo. 
nuria, fredda,  ghiaci  io,  & pcjte  ; il  fino  di  i Sabato  ; "Ng  i Frate.  Lat.frater.  P i tSen  fi  po  diramo  Frate  tu  nai  Mo 
Metalli  Significa  il  Tiombo,ir  il  ferro  rnggincji.  gban  firando  altrui  la  uia  ; onde  fonente  folli  fmarrito . I neri 

■ - " ■ : r f FraticelhfBigi^iBianchi.B  oc.FrateSantoJ^alente, 

yalentifimo,Solenne,Matto,  Brodaiuolo,  Manucator  di 
torte.Fraii  Minori.CreduliJiodierni,..dmaton,&  yi fitta 
toriaion  jolamente  é donne , ma  di  Mona  fieri . Furono  i 
Frati  Santi ffimi,&  y olenti  huomini.  ffon  fi  uergognano 
di  oppa  rir  Grafi,  CT  Coloriti  nel  nifi) , Morbidi  ne  uefìi- 
menti  La  hipocrrfia  de  Frati.  Fraticello  Tai^.  BefliaUt 
e!r  Inuiiafio.  uedi  nell Indice,  dono  fono  belìifiimi  difeorfi. 
Dan.  Come  Frati  mótor  nonno  per  uia. 

Maccelliere  JatJiaccbalarius,  è iena  égniti  tra  (acri  thè» 
logi.  D A N.  5i  come  il  Baccellier  iarma , & non  parla, 
RELIGIONE,  VECCHIEZZA,  TEM-  Uncbe’lmaefirolaqueFi'm  propone,  Ter  approuarU 
PO,  AtìRICOLTVRA,  POVERTÀ*,  nonperterminarlaJSaccalare.uediataS. 

avariti  A,  PRIGIONI,  Romito  cofi  detto  per  Jlarrifirettoin  nnluogo  ,& Jòlo  ad 

babitare . Lat.  Fremita.  B o c.  Ma  cella  S uno  komito 
R E L I C I 0 "H^E,  ^uant.MuaniicbeRomitafòfle.ynadiqnelleRomite- 

Tiacefie  ad  uno  Romitelio.  & quando  dinota  nftrelto,iie- 
E\ipon.Relighfi,Ordineperlareligion,  dia  «794. 

Moti,  Bade^e^acerdoti.Threti, Frati  fio  Eremita.  Lat.&  .Anaeboreta.  A R i.  E benedillo  il  fempli 
mitlfiacceUteri,Tingpcberi,Brtpcbi,Cbe-  ce  Eremita.T<(amga  infin lapoppa  ynEremtta. 
ncifilonachi,Suore,Mifierio.  Romeo  lo  Eremita . Lat.  Eremua  .Ari.  Fece'l  Romei» 

Religione.  Lat.RfligioMdrodo,cheedi-  cbiamarncllafua  corte, 
fico  Epheo  confliluila  religione  degli  Ioni.& laChriHU  Piniochcro.  LatJerttj  babitusair  P^ft  legge  ffe  tefii 


tubigli  iLdiiarono  la  Tefludine . .Alcuna  udita  fignifica 
Tempo /inde  in  greco  è detto  Cronos,  che  rimoffa  Caf^ra- 
pone  deriua  da  Cbronoi , che  Snota  Tempo , onde  fi  dice 
[Età  di  Saturno,  & .Alano  afiroligo  fcrmtndo  di  Satur- 
no àceMic  algore fuo  furatur  gaudia  ueris.  Furatur^  de 
CMS  pratu,&  tydera  fiorumjà'  quello  è quando  egli  da  ui 
gore  alla  Luiia.gli  antichi  lo  figurarono  con  la  falce. 

Saturno  Tadre  antico . yeccbio  ,Malenconico , Tenace . 
D AM.  ymto  da  terrai  talhor  da  Saturno.?  t t-Allhor 
riprende  ardir  Satumo,&  Marte . 


na  Rcligune  bebbe  principio  da  gli  Ztpofioti.  B o c.  Reli- 
gione Cbrifliana.Lucida,CbUra.Uuoara  Religione  ou. 
mentare,&piu  Santa,&  piuJjicida  diuenire . 
Rcligiofo.  Inr.  Boc.yn  Religiofoanaro  .Tipi  cbefiamo 
ReligiofifieUgiofe  Donne.  - 

Ordine  per  la  Religione. Lat  relipo.  toc.  DifirSer  Cia. 


antichi J il  frate  del  tergo  ordine  di  fian  Francefeo.cr  d’al 
tri.  ho  c.Eflendo  tutto  dato  alto  fiiirito  fi  feerTingpchem 
ro  di  queiU  di  fan  Francefeo,  i fiati  con  le  fimbrie  amplifji 
me  auolgcndofì molte  Tingpcbere , molte  nedone , molt* 
altre  fcioecbef emine, ^ huomini  S auilupparui  folto  1 in- 
gegnano 


pelletto  al  fiate,  lobo  femprebauta^etialedeuotioneal  Cherico.  Lat.  clericus.Cra.bierodolns,&TbalacruM  la 
mitro  Ordine . iberica.  B o c.  Conte  un  Cherico  magnifico  foffe.Lauita 

Sacerdote.  Latfàcerdotes.h  o c;  Idufficio.cbe  in  talgior- 


*4* 


no  fi  canta  celebrato  da  Sacerdoti.  Il  qual  ordine  anchora 
fi  feruane  Tapati,t!rSacerdolij.LA.AKl.  Rtlipon 
non  gioua  al  Sacerdote. 

•4S  bUderio, Cra.Myfierium,&  Lat  facrum  arcanum,  appar 


fcelerata,&  lorda  de  Cberici.  yngarxflnettoaguifa,  che 
fefie  flato  il  Cherico  del  Trete . yno  mio  Cheriebetto.  Et 
fecondo  la  quabtà  del  morto  ui  ueniua  il  Cbericato.  L'ordi 
ne  del  Cbericato.Dktc.Et  fe  tutti  far  Cherà,qneBi  Cber 
imi  a la  finiHra  noftra. 


lenite fioloafaccrJoti.\tii.Tercbe  àrea  ilmiofludioal-  Monaco.Utjnonacus,&canobitaJe.B  o e.ynoMona. 
to  mifieno  Mi  faceffe  Merlm  meglio  palefie.Tur  crtdi,che  cogiouaneMeffer  lo  Monaco  come  Mifericordiofo . yna 

nòn'fiemta  alto  n^erio  yenuto  fei  da  [artico  Hem^erio.  Monaca  gùmane.  Il  Monacaleojfieiofublime.  A u.  Ari. 

Arczaoiilfecretodclcieloaieéaó.  Monaca  t’andò  a render  fin  in  Dalia.  Steron  granpartt 

Abate.  Ut.  abbas.hoc.yu  Mate,  ilquale  in  ogni  eofia  col  Monaco  faggio . _ 

era  fiantiffimo,  fuori  che  neh' opera  delle  f emine . Santiffi  - Donne  per  te  Monache  .hoc.  il  qual  non  contentando^ 
PUI& gwfioera  tenulo.MolioMdulo.Santofiauio.ue  del  falario  fatta  la  ragione  conio CafialdodeUe  danne,* 

Mlndue.H  Kìi.llcaualiere  Ubate  Giouacibmo.Io  fu  Lampolecchiofe  ne  tornò. 

MateinfanZcnoayerona.'ìielqualiCbriao  Mate  Suora, la  monaca.  Lat.  forar,  hoc.  lo  credo  che  tutte  la 
dd  collegio , 4**®*'^  ^ domirt , Dan.  J fui  nel  mudo  uer^i* 

^adelfia,  & non  MadeflaJa  priora  delle  monache  quello  ne  suora. 

ne  tefii  aiitiibi,eeqiieftonemodemi.Ut  Matifia.  hoc.  Chic  fia.  Tempio,  Monanero,CBiiento,Tarocebiafi)elitb^ 
la  Badefia  andandoun  di  tutta  fola  per  lo  giardmo.LaBa  Lhiofiro,Chmtero,.Altare,Cella^ermo,Eroce,  Croafif- 

dtfia  pohafi  a federe  in  capitolo.  Era  quella  notte  laBa-  fo.  aedi  ai  luoghi  loro  . 

defia  accompagnata.  & in  altri  Loghi. 

tiopQ&oiH'Preitefio.Ut.prapofitiu.hàC.DtUiiMu 


yeccbitxEA 


' Saturno 

yZCCHIEZZ^’ 


C 1 E L O 


SaruiHiu 


J4 


Ecchiciza . yetchh  > y fglie , yi^ufio , 
^mco  ^bantUo^ene,ScniU,Vr%liO,  Cat 

IiuuiJiMao^noio,  Cuniuo,  Ctlkù,  Bunuo, 
CurnMu,Iii(bineiiole,Di:ircpito^  Tjjftto. 

Vccchiciza.  Lat.fciteSMs.yeabiofi(lue 

qMtUo,che per  lo  pojiato  ejiendo  gu  fitto  lungo  tempo  ft, 
euubora  utue,dr  durojeome  yecchto  buumo,  K etthio  Co 
fililo  inoHn  y eubt,  thè gu  fi  tramuto  tu  tuo  (mt  non 
yeccht  diremo  t noUrt  ^uolttibegutfòno  morti . putito 
fi  dee  attendere  quello , che  peradtetrofit  ,aiìòcb  è fiato 
molto  tempo  fa, crcoftquello  che  fiaaiprejèate  ,come 
quello  che  non  i piutcome  ,^atico  nomer^uttea  Ctttà,et 
t uofin Unticbiaioèimliri predecefiort.P  B t.yeccbiei^ 
%a  ylttmaaafiao  a la  yeccbìr^.  ilmfii  in  y eccbiexi;a 

la lianqiò da  morte.  B o c.yecchiexvylttma.S trema, 
fpertmeutatanegbaffMOtif&pìenadtamfigb.La  Bun- 

ca  yecchiexxa  jùmmo  uforiumodemetidicantt. 


mc,Tatrimom,Vere,frate.sAntica  Citte  Ijonna.lo  »ii 
HO  all' ,4ntica.,4Hlichc  fiamme  Jmagmi,^utuhi  Huo~ 
mvti.Secondo  che  git  .Antubt  ratcotuauo . .Amtcbifitiua 
Cutà..Auttchifiimo  «4  imco/Hemico.  .Aattcamertte  folen 
ua  ufarji.  uedil' Indice.  P£  r .Antico  fianco, C>iogi>,y lai 
gio^ajcioJiiitttofi'alorc,fior,Secretarto,Amante,Sti- 
le,Stgnor,ioggierno,ilafi’int))a,al  tempo  .Antico.Trouer 
bnama  cbiiamafi  fatto  .Aulico..AnTÌct  Madrr.Tncio 
tte,Sirada,y  l'amba  Jilie, Soma, Domu,Belli^aJ'uttitor. 
tute  a la  grà  Madre  Mnttia,MiUuhe  iotue,  Cartc,Mu~. 
ra,Tughe,Opre,Troue,MedtciiieJiagioH,Memorie,Mni 
tubi  Lacci,TcnfierJ>efir,Legge  Mmiqua.  L'Mmiquifii- 
mo  fabro  Siciliano . L MntiquifStmo  .Albergodt  Sibilla.. 
La  differenza, che  fi  fa  tra  Mniuo,!}"  yecihtoaiedidt\o-, 
pra  a yeccbto  4 J 84  D AN.r«  uecchio  bianco  per  l' Ma-, 
tfcoptlo.Untico  "Poeta, Mondo/'crfo,.AuerJàrio,  Pecca 
to,Errore..Antica  Hachele,Miiima,  fiamma,  JUa,Liepa, 
Strega,Selua,Mnttche donne, Gemi,  Bomane,Siritiure. 
gb  uofin  amubi,Regi,moltt,.^nticanieme. 


yecchio.LatJUtus,&  feuexcamu;&.Anutkuecchia:  Abantico.  Lat.amiquaus  ab  bominum  memoria  abanti. 
decrepita  leue.v  queUo.cbe  pafia  Bojinai.  Par.  yecehio  co,  ohm.  ualamicaiacme  .D  a s.  Che  difeefe  da  fieJoL 

Stamo.GcanyetcbioMagra.UytabioPiexiMlncra  Ubtnuco.  \ 

na  „Ardeute,Pettiuàdo  alfuo  yecchto  1 buucbi  ueUt.Cbt  Sctst,&  Senile.Ut.  D A u £l  forno  S ette  ; yola  congli  oc 
legno  yecchio  mai  non  refe  tarloSta  mane  traunfaucwl  chi.&uiàunSene  yefiiio  con  le  gemi  glorio  fe . P s T.. 

k,a-  hoTfoHueccbio.Ia>danJo  pini  morir  yecchto  cbeit  frutto  Senile  m (ni  giouanil  fiore.  San.  Cb’i  danno  in< 

culU.yecehtStanthuyecchUOùofaa-lenta.U  Stanca.  g/ouentnaurgognaalSenio.yocedaaimnfarfinellaliu- 
yeuhiarella  PeU^iina  Mouefìl  yeccbiarel  Canuto, & gua  nofira . 

Bianco  od  dolce  locoJbttto  da  gli  aniiia- dal  camino  Stan  PriicoJat.ualamieo.Vie  t.Tra  lofiUdemoierni.e'lSer- 
co.yidiHipiailyecchiarel.Ma4uaofancinllo,SÌrFie-  monPrifco.  L'ufo  per  cretto  della  rima. 

*0  yeglio.Tu  (è  pur  Veglio.  B o c.  yecchi  jteanci,frut  AaoÌQcty  Jiuo.Ut.  anut  Par.  Veditpadrediquefio,  & 
tLVna  yeubiaGrecaafiendo  yeccbtfiimo.  il  buon' buon  r»  id-R  abr^hon.  Uni-  CrMuo  rcJiuilcro, 


e,cbcgia  Vecchio  tra.  So^,Impax:zito . Daue  la  cnu 
da^et  bombile  uifia  D'un  Vecchio  fre^fi.uuidoxt 
uaroogm  bora  conaffdunopium’attriSla.  V i.Mitrida^ 
Mes  difie  Vegliardo  tu  fi  morto , tdefi  uecchiaccio  ,oVk 
gUacco,uoce  Spagnola.  A n t.  Siche  finirò  il  camo,tiruu 
fiaffeccbioQjielcbeper  ircqipo  dirnccade  al  Vecchio. 


iiedi  £V/4ku  . ideH  .Abraham . B o c.  Semita  cofiuiloro» 
Anolo  efiere . Dal  filo  .Auola  a&euato . (Secando  ch'mai 
fua  Uuolafoteua  lùre ) Della  beredieà  de  mici  pafali  .A- 
uoli.nediClndice.D  AH.La  ou  andanaf Muoio alacer- 
eaJdefiUfiioanteerfìore.  Ab.  i.Laftre,&Culonne ,eU‘ 
dorate  tram,Cbefurin  prezzo  a li  lor  padri , ©•  Ani.  Et, 
de  uoSirt  MuuUnfirid  ceppo  Vecchio. 


T^unuifimoflròJénouunVegiio;Ueutiljanguere-c  P aSfati Laiaiita funai£  o e:.! mia Pajfati  Muoliaieàa 
ta,non  iardirfeiuga . Tempo  ai99.&  per  morti  4 i ò 1 7. 

Veglio  Vegliardo,  aedi  di  [opra  a Vecchio.  Canuto  Jjitwnjurfjr  aéut  Boc.  Si  come  colmicbe  uec-  » 

Vctnfto.Lw  Dan.IniIi  parufft  ponero^t  VetnHo.Dal  de-  ehm  Canuto,  &■  barbuto  era.  Par.  Moueffluecchiarel 

tiro  uidi  quelpadreVetufio.  Aot.  Rtmprouerar  tutu  gli  Canuto  eVBiancoSotto  biondi  capei  Canuta  mente.Pen- 

honor  VauSh  De  tarme  inuitte  aUa  fua  Italia  damo.  fier  Canuti  ingmeand  ernie . Ab.  i.Tfiel  prono  ihmjlro 

Cattino  ualnecchio,arpermtta.triftoe&fruSlo.Lit.ma.  unafeminaCanafiUaunafjuitrahea.BB  H.pafleggjia- 
hn,coHfumptuta3tefuifitfiipatui.BoeUìatogUpanniaf  ncarmufiimo  e barbuto.  As. 
fu  Cattiui . Di  queUi  tre  letti  feeeil  meno  CaUiuo  accon.  fiianco  per  canuto  .Lat.canus.PB  r.  Mouefi'l  uecchierel 
tiare  per  gli  due  giouani.&  quando  dinota  fcelerato  uedi  canutOAÌr  Bianco . Si  cb’a  la  morte  in  un  punto  s'arriua  , 

- - O con  le  brunefi  con  le  Bianche  Chiome.  ' 

Rancio  f er  c«ÌMT,  »r(6  4 8 1 9. 


c ai66j.&permeHoai6»4.&ptrpoueroa}ti.eV 

per  prigione.  Ab.. 

tnnecchiare.Lat.fenef rete.  B oc.  lo  potrò  affettando  inuec 
chiare . Quando  a mnecchiano  .mi  fon  mueccbiato . uedi 
flndice.PBT.  Che  gran  duol  rare  uolie  amen  che' mucchi, 
già  fot  IO  non  m' muecchio. 

•jo  Anticliita'.i4t.4iwi^««4i,  uetufiat.B  o c.  V Antico  Pag- 
ello con  le  circonftante  Antichaglie,  & anchora  quan- 
te tofe  mirabili  in  quelle  parti  la  reuertndifiona  Antichi 
tà  per  gli  loro  autori  rapprelimanoTu.AB.l.Videue- 
ntrunafeminaanttca.Cbeiafiae  fiancaeradilunga  uia 
Ma  ma  piu  afflitta  di  malinconia. 

Antico  antiquo  J o c.Lat.aatiqunt.B  o c.  Antico  CoRiiq 


TEMPO. 

Empo,Stagiune,Termine,Etd,Seeoli,Lu-  a 5 j 
lln.Tnlu{lre.Inilicioni,Anm,sirfi,  Seiii- 
mant.Giornifil,Hore,Momenii,  Internai 
li,tnterfiti,Punti,Minuti,A  tomi,ehe  /..»» 
indiuifibHi,Trattotraito,  M.iwnt,M.ttfu  • 
tino.Hoggi,Ancoi  }iieri,DomaH,D(m  <tli 
na,\llbora,Kdborttal^r,Qiulhor,Allhorafibor.Aibor 

E q 


- 


Saturno  ' C I E L "O  Saturno 

tJhBT.Opii bar, M opàhora,  Harhora , IitijHella, ^ Stagione. Ut.  Tempus. T i t.&H  o c. Sumfitit, riotta,  1*4 
tanto, Tal  Kolta,  .Awhar.Trtfetaen^iprefemc.Tretni  'HoucìlaJjinga,Tar(Uj^rtJda,ComTaria,ydurl<a,Mi-  ^7^. 

to,fiititro,Hor,Gia,GLwui,Fm,Mai,S^uaudoJÌHaH-  randa  . U Stagiona-beUfi-eddo perde.  Taffataila'sia- 
dutiHe.Ter  tfpo,Ver  tcmpiflimo,.A  bnonhera,  Inumpe..  pon.£ra  ne  la  Stagion,ihe  l'tqmnottn)  Fa  nmator  il  vior 

Jiuo,Tardip' ardo, ÌerotmoJ3uonmioiio,Cotidano, Sem  no,xìrTrogae  rude  Conia  ftreUaaiJnodoke  utotto.  La 

frc,Contiaokamente,THttania,Toi,Vofcia,  Come,Men-  S tagion  di  tfion.Laperutrjìtddeila  Stagione , Frutti  fc- 
tre,Dopo,Dapoi,Tez7p,Ti:;pta,^toltoJ'iiqiiaJ^nqiian-  tondotbela  Stagm  portaua  ..A  pm  tarda  Stagnile.  * 
to,CKari,Spatioétempo.Dotia,Diatrgt,Dinair^,Daiian  Mengtadua. 

n,Auami,lmaitv,Uiw,.Am:itenipo,Diitro, Adietro,  ^ooicàifigniiicabMontmpo.Ut.ptrenitasjrranqiiUH.. 
TeHè,udd£fio,lfia,Mò.Dainéinqua,Vafiato,.Andare,  htt,platiditas,matatia,a,la  bonactiadelmare.D  as.C» 

Tanto,  Breae,Inbreke,.A:bada,Iadngio.l'n  batter  d'ot-  ntrfel  merlo  per  poca  Bonauia, 
thio.VrefióXofto,  Anactto,  Iniprviufo,Reptntc, Subito,  Termi  ne  che  tempo  figntfica.  Ut.terminns.  B o c.Di  ritri 

ùibotiojmmantinauejncontanauijnflante.  Spaccia-  narmi  al  termine  poftomTaiua,Ch'toalTermtncpremer 

ta»icnte,Sp>ouediaa,  A mano  a mano,  L'io  tua . attem-  fo  non  ti  rendei  i tuoi  danari . £t  feco  penJando  quali  inS 

perare,aggiomare,tardare,  badare,  indugiare,  cimtare,'  picciol  Temane  doueatto  duunire  lefue  riccbezze.£t  ma 

contmouare , pajSarc , trapajiare  , andare , abhremare , no  Termine  i fi  lungo,  iberni  bajlaffe  a pienainente poter 

ofcortiare.  ’«ringratiareJEtpafiatoéimnieJi,&dtdueiiTernime, 

Icmpo.  UtJcmpns,Dimandato.Arcbimenidef3mofophi  &■  quando  figmfiiailfineaiedi  a 1617.0- quando  dinota 

lofopho,che  cofit  era  Tempo,rifpop:J  uno  inuentorr  di  cut  luogo  a Accidente,  a 1 57. 

tcleitfenuoue,eiiinrigifindcUecuteantiche,&équel,  i.ti£.tate,ir£tade±atMas.TtT.&QocTrima  Ciò-  fSS 
che  utdeprtniipiareAmmegareasr  finire  tutte  le  cofi.eSr  •iantk.Frefca,^loMa,ìipuelU,Acerba,fiortta,H<^fia, 
in  fomma  il  Tempo  i quel,ibe  a tutte  le  cofi  da  finec&fii  Unga,&  Grande Jjtt.  grandenus.  Matura,  Tiu  yerde 

pra  tutte  le  afe  bafignoria,Senonfopra  la  uerità.  P tr.  Tiu  Bella , pm  Cara,  Men  Fnfea . QjuUaabeépiu  £tà 
è- B O c. TempoTrinto,Dolce,Urto,Migliore,Uue,An  tra.di itera  £td,Vfiena  £tà,FuturainagliùnJella pm 

Ìato,Motto,ConutneuoteA>ebito,  Amiio,Lungo,Urgo,  finte.  A u.  L'Aurea  iti  di  Saturno  non  tornò  mai  , efi\ 
Segueiue,yrloce,Rk  ompereuoleJ^ugate.TajiatoJBreuei  quella  éGioue  d'A-rtemofu  Migliere,&  quella  di  Rama 

BrcuiJfimo,Ticciolo,Toio,  Troppo,  Gran  TépOAcertoT.  jiguentepoL  A M.  £ra  di  mia  Beate  ApnleJSloria  di  no 
ne guari  T eraXa  Lunghexga,&  Corteo^  del  TtMtrto  Jira  Etatc.Debilo  émondo,  Cy  dekio  a lEtate.  Ciunfe  A 

elT.’HeLT.auemre.BuonT.paJiato.'Upnianthorgran  laTerra  pm  Fiorita  Etale. 
i,  ^•‘Hs'>moltoT.dauantLChecorre,ejruoia.Cbetima,àr  iecolo.  Lat.fecubun,*imm  .dinota  Tempo  nelle  fiacre  leu 
t*opre.AT.AÌ.T.Suo,.Miopruo,Anrfi  InnangfiTerT.  tere,&appolatiniùofi>aliodicentamu,TBT.&  Boci 
diT.inT.  D’ogniT.Tiu  T.lnquelT.  ITempi  Tafiati  Secolo  TuniPorgpgbo.yotodtualore.Honordel  najiro 
AntUhi,  Moderni,  a noflri  Tempi  per  la  commoditd  Setolo . Il  ficolpiea  (terrori  ofinri/irfofchi.dl  Secai  cb» 

del  tempo  Opponiou,Conucneuolc,Bkeao,Dehila,  Quan-  uerrà.Secoli  Molti  Fcbaanoiìri  Secoli.  Hauendo  piu  St 
dpTempoguparue,yenutoilTempo,'PrefoTenipo,Tem  folbcbe'lnaouanteCeruo.ttSecolimttord'ogni  celebro. 
pil'anf.'UtlTempoaucnireJjtt.infiutieruni.&polibac.  D kn.  Che  faccia  il  Secai  perfine  uie. 

D A N Tempo  era  dal  principto  del  mattiuo.ll  qual  l'ag,  Liilkri.Lat.LuJlroèfiatiodtciuqueanuì.  P tT.f'ul^a'i 
gira  Sempre  in  quell'aria  fatt^  Tempo  tinta,  uiefifimea  . fil  non  pur  onnijuaLi^iri.  A tea.  mani  parca  imèrualt 
ordine  ,0  rmfiura.  a T cmpo,&  biogejMtJifiquequaqne.  lo  di  moUi  je  molii,non  ch'anni  ; ma  lufln.'ìie  thè  fina  non 

*53/Pxrtcmpo.Lat.temporiuusanature.&tempefiiue.P  ir.  bàtate  habbia  piu  Lufihi  Semata  ; è feruerà. 

yattem  tnfla;cbe nottua  TcrTtmpo  Chidopolafiai  7nhx(lre.Lai.ttrnumlulirum,^tertia  oiympksapui 
[uoi^piufereni.EtmefafiTerTempocaugiaTprio.U  Cra.tmlediqumdicram.P l nContùiuamloilniiofo- 
cielnafiprlla  a uoi  parrà  Ter  Tempo  fine  le  pruueufiat'e.  fpirTnlufire.. 

Mutai  per  Tempo  Air  le  mie  prime  Labbia.  Som  per  tardi  liiàitione.Lat.iBdiQuÀ:ilfiiatioéquioditiaiiai,&piglu.  > 
fieguiruififepeTTcmpo.EllamutardiAiueriopiu'PorTf  fiperiotempo.£otSCiime  U donna hebbei danari, cofi 
po.  che  la  colpa  i pur  mia  ;ibe  pui  Ter  Tempo  Douoaa^  i i fi  cominciarono  te  Induioni  a mutare  .Ani.  Che  Caien- 
SrirgUocthi.TnmaporiaTtrTempaiiemrmeno.yni-  dr,&Ià  ui flette.  . 

magme falda ééamanteadefl piu toflo,o con tur^he^  AtmoJfertùuofimpiuXratuttigtihtiomimigUEgittii}>eh 

di  t cnipo . C he  mai  non  incomiuin  aflai  Ter  Tempi.  Tee  ?.  bero  ne  primi  tempi  Panno  perfino,  et  affiMutui  et  Huma 
fino  amor  m er  io  mejfio  A fiaticofia  imprefia  afiai  Ter  Té-  TompUiofiedmlo  Re  de  Romani  fudprtmo,tbe  ordinafie  i 

po.Teròpiufieinoogm  bor  di  Tempo inTempoSeguen-  tannodidtdici  meft.Pix.^  Boc.Auuotertio,yndeci- 

dofiiTemwm  Tempomifiifiamehdara.  mo.QiamedetàmoAefiiadetimoMdlrfimo,yUimo,yentn 

■ Tempo  per  la  Stagione, 0 qualità  del  tempo  JaUempcflai.  ro . Il  buon  di/l  buon  Anno . Benedetto  fia  l’Anno.  Col 

Tir.&Boc.  Caldo,  Freddo,'Hpuo,CiouanìIe,ideSì  Mal  Anna.  jntniMJtHri,TafiaUcMigliori,Tothi,Canu  ..  . - 

della  primauera . Bcu  difioflo,Cbianfitmo,  Teflilemtofio,  li,lR>Ui,CKmamluMigliori,Tuertbj'iràJuteri,  Molili  ' 

RtaluagiOjAjprofi/o,  FÌertfiimo,Temptflofio,Contrttm,  Spefii,Trimi,Cotanlin^uari,  Malanni  Ab  yem'otto  anni 

Fortunal^unultnafioÀdeRitnerno.uedta  Gemini.  intrauaJ)ucfitte,Diciotlo,Rottodagltanai.Fnggottgli 

Attemparx.Lat. finere,& fitnefieere .P ir  cT troppo  inlei  , arwtAmn^gltattnt.Alfiordegbanmi£ràgliannidel 
maltempi . eh  a dir  àttero  homat  troppo  m'athmpo.  ■ la  fruttifera  mcamatianedel  figbuol  iblèo  al  nuniem 
Dnu.CbepmmigraMerd;Compium‘ateimp»i  , 4-.  f*neBut«émlirtTtientoquarattÌoit^Gli.,fiinalt  Rga  ^ 

• , mam 


rSMurno  C 1 £ l O Sctimiò  jy 

mMii  pieni  tUTrkmif hi.  D All  .Anchor  Miti  nffh'ojun.  tioucnibre . iM.tmamberperefienU  itOMmejè,iieitrà 
feiuodimJip4reuhi.Aimim/iisentiloliritio  Dolorofi  fiipran  Ottobre. 

t/lma . Mille,  iegeiuo  coitfejsemafei  .Amo  compier.  Vm  Dicembre.  Lat.decenà>eT.K  ri./  bianchi  gigli  fi  le  uenm 
^nnipaliatulMnM  del  gikbtlco.ln  quella  parte  del  ga  gài  rofe  Da  ma  cader  per  loglio  fi  per  Dicembre, 

nonetto  Mnao.CheUfoTi  crm  fatto  l'acquano  tempra . ap  Caitndi.  Lat.  éciamo  il  primo  é del  mefe.  hoc.  Iddio  ut 
frifyoConuien,cJieqmeIiacaggiaiafrjtrrfi)li,idelhnfra  dia  il  buon  anm,<tr  le  buone  Calcndi  Senza  fallo  a Caleiu 

ereanm.Lat.tricnmum,q.  élarà capitano Buffalmacco...AUaqualedCalendidi  Gen 

Xqnoaao.Lat.yertunusDiodeHUnM.nedithilìoriaa  natofegmtaua.K  r i.DelRe  ni  dico  fihe  Colende, & lèi 
fiót.alluogefuo.&Aii.l'ertnamnon  ladupraatriq-  f'i {lette finche uolfe ilrifoinpianto . 

formarfe . Cgiendirio  Jat.feliorium.  B oc.lncomincii  ad  infegna- 

iii\2nno.Lat.mfortuniumaialcoiitinenoaff'éat)e,e!rfafli-  re  a cojleiun  Calendario  buom  da  fanciulli. 

du>,ft  qnafituitofanno  male.  D a'  w.  Ha  ella  tratti  jèco  Scttim2ni.Lat.&bebdomada,t'o.nuouo,  jpatium  feotem  ì6o 
nel  Malanno,  hoc.  Col  malanno.  éeruneh  oc.  E/sefianiio  tutta  la  SeUimanarinchiufe. 


Vguanno>/4<.i)M  annoatal  qneSl'anm;  nocabelo  da  f'illa. 
£ o c.Mi  conuenne  l'gnanno  dinemre amica.  Io  non  ha., 
nrò  yguannopace  con  lui . 

* MeCe.lat.Mcifiii.  P t t.  Benedetto  fta'I giorno  il  Mefe , tir 
tamioMefiSirani,Gai,Vechi.h  o c. lui  ben  ad  un  Me 
Ch'ella  fio  neUamiacafauktna  da  tre  Meft  Hata. 

Cconaio,e^  Gennaro  JM.IanuarÌMi.lìueHo  mefe,&an- 
tho  Febraio  furomaggiunii  da  Romani  all' anno  eh  Roma 
lo,  tir  ordini  cbe'l  principio  drltamo  fofji  efio  Gemuto, 
e lo  denomini  da  Giano/l  quale  i Gentili  credeuano  efiere 
Dio  if  ogni  principioitSr  Febraio  denomini  da  Februa.cbe 
figmfica  purgattone,Terche  in  quel  mefe  faceUaiui  ifacr* 
fici  per  purgare  Panane  de  morti.Tercheancbora  la  chie 
fa  Romana  {ègmtando  qnejio  ordine  pone  Gennaio  primi, 
fto,  & capok  anno.  Dan-.  Ma  prona  che  Gennaio  lutto 
fijuerm  B o c.  Del  mefi  di  Gennaio.  lldldellnCaiendidi 
Gennaio  P i r.Mojirandoui  un  dlMgpfio/ir  di  Gennaro. 

Febraio.lat.februariuijtedidi/Mra  a Gennaio. 

Marzo.  Lat.martms.hoc.D^aiLMaTzg ,&'dproffic 
mo  Luglio. 

tfS  Aprile.Lat.P  tr.£  i fior  di  .Aprii  morrannoin  ogni  piag~ 
gia.Su  l'bora  prima  U di  feHo  it .Aprile . Ch'era  de  Panno, 
di  nua  etate  .AprileX’hora  prim'erafi'l  di  fé  fio  S .Aprile. 
Gli  altri  afciugajfe  un  piu  corte  fi  .Aprile.  Il  di  fèllo  d’.Aa 
frdetn  Phoraprima.h  o c.Qjufifrefcarofad'.Aprile. 
T.'ìfei  dolce  tepo  del  Tauro,o  del  Gemini  „Al  fuon  di  Tré 
gne,t!r  Thdomena  deHomifideft  Ì .Aprile,  & di  Maggio. 

Miggio.Lat.maiui.  P i x.  Due  rofe  frefche,& colte  in  pa 
radili  Vaitr'hier  nafeendo  d di  primo  di  Maggio . Gli  or- 
faccbijuoi.Chetrouarondi  Maggma^ra  pafiura.DAU. 
£t  qual  annuntiatriee  degli  albori  L'aura  di  Maggio  mo  - 
tufi ,&olega . B o c.  Eflendo  Thebo nelle  braccu  di 
CaHore  ,t!rdi  TtMuce  ,Uefiefiendo  d Sol  al  tempo  di 
Maggio  ,0  Giugno.  San.  yn  bel  fiorito, &dilettofi 
Maggio. 

Luglio,  d-  Giulio.  Latàuliut.  hoc.il profiimo  Luglio  ue- 
nente.  Et  egli  itefiidi  Luglio, che  fara  d hagnarfi  dilette. 
uole.S  AH.  Ter  le  lor  Grotte  da  P.AgoHo  al  Giulio. 

*S9  ^SoUo.LatJtugufiui.D  a v.Tfe  fol featdando nuuole d'.A 
goHo.S  AH.dal.AgoHo  al  Giulia. 

Settembre,  Lat.  September,  cofi  detto  per  efiere  d fettimo 
nell'ordine . 

Ottobre.  Lat. oHober,peTejferHelPottauo  luogo  collocato. 
Krci.TradfindL  Ottobre,  e'I  capo  di  "Ffonembre,  "Hs  lo 
fiagwn , che  la  fiondafd  uefia  yède  leuarfi , edifeoprir  le 
membra  Tepida  pianta  Jùi  che  nuda  redi,  Euangli  augel 
hafìrettafcbierainfiemt. 


Confefiarmi  almeno  ogni  Settimana  una  uolta. 

Q'ìOtnoJait.diei,T  a r.&  B o c. Giorno  Benedetto,Chia- 
ro,Dolce,Licto,HoMrato,Trimo,yltimo,0/iuro,'Hnii- 
loJod^rcddo,Crudo,Bfircmo, Tenebro/o  fi  megp'l  Giorno, 

Tiu  bel  giorno.  Tien  di  noia.  Giorni  TerfettifAUegn.Chia, 
ri,Tochi,  Breui,Terduii,  Trilli,  0 fiuti,  Efiremifi'ltam. 
y alane  i Ciorm,Cioniata  Efiremafifiura.  QjieHa  pii-  . . 
ma  Giornata.Mlfindtfua  Giornata.  Le  Gu»  nate  di  mia 
uita,Gran  Giornate . dejirittione  del  Giorno,  o delmattiL 
no.  Boc  .yeggédo  il  Rf, cbe'l  fide  cormnciaua  a far  fi  gioì 
lo.  yna  mattina  prima  che’l  fol  l'apparecchiafle  d'entra-. 
re  nell'aurora  Lat  ante  lucanus.  Ma  fi  tofio  come  t chiari 
raggi  di  .Apollo  ne  recheranno  il  Giorno . Hauendo  dfole  ‘ 

Oen  gli  acuti  raggi  cominciato  a difiolnere  te  ofatrr  trae-  i 

hre.  Come  d nuouo  Sole  ufii  nel  mondo . Tot  che  Thebo  co 
tepidi  raggi  recò  nuouo fiiUdore.  Thebo  bauea  gu  rafiiut 
te  le  brtnojè  herbe . Rendè  la  chiara  luce  di  'Pbeioi  raggi  ■ 
fimi  conf  ortando  le  tramortite  herbette.jth  caualiero  le-, 
uafu,non  dormire;  non  uedt  colui  ,lo  cmfigbucdo  feppe fi 
mal  guardar  t ardente  carro  della  lutefihe  anebora  fi  pn 
re  nelle  noHre  regioni, che  già  co  funi  raggi  ha  cacciate  le 
felle  i Le  notturne  tenebre  dopo  h loro  .jpatq  trapafiarom 
UOJ&-  Titan  ueimto  nell aurora  recò  lo  nuouo  Giorno.  S a- 
ittoil fide  nell aurora . tutte  le  foprafiritte  auttoritan  fo- 
no ufiite  nel  Th.  tir  parte  nell' A m uedi  aU'Indtce.DA  n. 

Vedba  uincendo  Phora  mattutina  , Che  fuggia'nitan- 
gi,fi  che  di  lontano  ConobbPl  tremolar  de  la  nurina . . 
Temp'era  dal  prinapio  del  mattino.  Lo  fiduimofirerà , 
che  furgehormaì.'T.Ilaueagiad fide  fkorid  petto deU 
Poeeanomare.  Ilfolebaneagiatoitodaidurouoitodd- 
U terra  la  benda  humtda,&  nera.  L’amica  di  Titvne 
bauea  pofio  fine  aUe  fue  lagrime , & partinafi  dal  caro 
padre , ideH  Paurora  bagnata  dada  rofata  .Ari.  Tot 
ibe  la  luce  canéda,&nermigUa De  taUro giorno aperfi 
CHemiipcro . tìr  panfili . tome  nacque  Del  bei  gtorao  fe. 
guendo  il  man  unno . Era  ne  Phora , che  le  chiome  gialle 
La  beila  aurora  bauea  fpiegate  al  fòle  Megp  / c aperto  an- 
eborafi  megoafiofuT^fiitga  fdegno  di  TuungeloJò.Era 
ne  P bora , che  trahea  i laùalit  Thebo  dal  mar  con  rugia- 
dofo  pelo;  Et  Paurora  di  fior  urrmigb,&  gulb  yenia  jfiar  j j 

genio  d’ogn'intorno  il  cielo . Fm  che  Paurora  la  gelata  bri 
na  Da  le  dorate  ruote m terra  jfarfe , Et  Pulir  l'Mlcioue 
4 la  marma  Del'omitoinftriuniolamitaTfè.  Bragia  Pai 
ta  Aurora  in  cielo  afirfii.  Il  fide  a pena  hauea  il  dorato  cri 
neToltodi grembo  ala  nutriceamiia  ,Etcommnaua(U 
fc  piagge  alpine  .A  cacciar  Pombra,  et  farla  cima  apnea. 

Et  fin  a Phora , che  dalfonno  defia  L’ .Aurora  d uecchia- 

£ iif  . > 


Siturne 


C { B L O 


•Sanmte 


rrtgit  filo  diietto . Cofifu  dtferita  U tenone  Fin,  che  di 
Gente  nfcijie  il  nuoMO  albore.  Et  ijHÌné,foi  tb'ufci  con  U 
ghiruoda  Di  eoli  adorna, tir  di  purpurea  fiala  La  bianca 
,/iurora  al  foUto  camino,  Tatti  con  Ifiabetla  il  Talaéno. 
Dal  duro  uoUode  la  terra  il  fòle  'bion  tollea  anchor  il  ue- 
lo  ofcuro,&  atro  .Apcaabaueala  Licaonica  prole  (J.Ca 
lillà  figlia  di  làtaone)  Ver  li  folihi  del  citi  udito  f aratro, 
eia  banca  atluffata  ledorate  ruote  II  folnc  la  marina 
d'occidite.Era  del  giorno  il  termine  bormai  poco,  Cherof 
feggiauam occidente d fole;  Ilota  opportuna  da  ritrarji 
tn  porto  chi  la  notte  al  bofeo  flar  non  uuole . Tafia  la 

c':  notte, &Tbebo ilcapobiondoTrahea delmare,  érdaua 
luce  al  mondo.  Et  uarriuai ; che  non  era  la  luce  Dei 
fole  afeofa  anchor  ne  la  marina.  Del  lucuto  oriente  d.oa 
ffi  intorno  ; Et  indi  ufcl  de  l'aureo  albergo  dgu>rno.Saetm 
tòdfoldat  orrgpnte  i raggi.  Tanto  ch'ai  fole  là  uaga  .Au 
rora  fi  t ufatafcorta.Ter  ueder,  s'ancho  di  Titon  la  Qiofa 
Spargi  diuan^  al  matutino  lume  II  bianco  giglio , & la 
uermiglia  rofa.uedi a Sole.& ali' .Aurora. 

^ggnmareJjit  diefcerejucefctrc.  Vtr.Ma  dentro , doue 
pamai  non  l'agpoma.De  gUoichi  e'I  duol  ; che  lofio  che 
a'aggioma  Danno  a me  pianto.  Dan.  Tenfa  che  tfuefio 
di  mai  non  Eaegiama  .S  a n.  Tal, che  quando  a mortali 
aggiorna  il  fole  .A  me  s'ofcura  .Ari.  Caualca  e quando 
annotta  A quando  aggiorna . 

SoróornOjt^-  Soggtornare,uedi  a mondo  apio. 

I Di  itii.  & plu.Latdus.  P ET.  &Bo  c.Il  Di  Mede/imo.  Il 
Di  Fefio,(!r  ,Altero,Chiaro,Bel/o,ylimo.  Il  di  delle  fati 
cbe.ll  Di  à lauorare,  Serem,  Lieti,  Tochi,t'eloci,Fojchi, 
<jr  EHremi.Tutto'l  Dipiango  Et  chi  fi  ne  potrebbe  tene- 
re ueggendo  tutto  il  Di  gli  huommi  far  le  fconcie  coft . 
iqonfaceua  alt  ro  tutto  Di;  che  Battere  la  moglie . Doue 
tutto  Di  tornare  non  falena.  Di  di  indino  cangiando  il  ui-^ 
fonicelo . Lat.  diem  de  die  ducere  procrafiinare.  Dan. 
Tenfa  che  quefto  Di  mai  non  raggiorna  ,idejl  non  mai 
piu  torna . 

Jìomemcì.latJominica.  B o c.per  honore della  fopraue- 
gnente  Domenica.La  Domenica  feguentej'àfojh  battete 
■X^o  in  Domemca.Le  Domeniche  del  ftgnore . 

Luaedi.Lat.éet  Ijuna,&  lux  luna,  erfie  diei,&  lux  Mar 
lisd^crcurit,loun,f'cneris,Saturm.  B o c.  Hoggicb'idi 
é lauorare. (imendendo  Lunedi) 

Mortedi.B  oc.yn  Martedì  di  mattina. 

Mereoledì,  hoc.  Il  Mercoledì  in  fui  chiarir  delgiomo  lo 
donne. 

GìouedJ  .Lat.dies  iouhj^  lux  ioms . 

Venerdì.  Boc.  Fn  Fenerdt  quafi  alta  entrata  di  Maggio. 
Sicordandofi  la  Reina  Ahe'l  feguentedi  era  Frnerdi  .Ag- 
giungendo dtpuni,Fenerdi,  & Sabati. 

Sabato.Z^r.  B o c.Fn  Sabato  di  mattina.  Domani  è Fener 
di,&  il  feguentr  i Sabato . Li  Sabato  u fango  è alle  donne 
dilauarftla  tefla.Et  Fenadt,C Sabati. 

uCt  Hore  Canoniche. Tnma, Terga, Sefla,'Hmia,f'e^roA!r 

Compieta. 

Terza  per l'hora canonica,  hoc.  Et comeTerga  tuona . 
'Ns’t  guari appreffb  la  mega  Terga  il  medico  tomb . Et 
poi  infn  la  mega  Terga. 

Nona.  Lat.  bora  canonua.  P t t.  Oue't  [mifolft  uede , CT 
[aUromfuWblona.Ch'a7ionaAFrffiTOAl’alba, &a 
Itfquilie.&o  c.  “ìign era é molto ^liopafiauTiotu- 


Dopollon*;  a 

Mtzodì . Lxct.  meridies.  SolIhiinmA»fifr,^notus, uemk 
P ET  ."Hsn  pur  queir  una.  Di  flateamegodi  uintono  il  fo 
leu  Mego'l  die.hoc.  Tafiatogia  il  Megp  dt.Sìjtanio  al- 
la pu^ia  del  Megoporuo. 

Mmggìo  ualmegodt.hoc.S'aìcnm>nolefiedormire,g 
gucarfi  di  Meriggio.  Haurndo  il  fole  già  pafiato  il  Merig 
gio . .Andandoilprele  difillo  Meriggio  per  la  comi  rada,  T 
idefi  nel  tempo  delmaggttr  caldo . onde  Mengpana  om- 
bra.D A v.Che't  fole  haueua  il  cercbui  é Menggie  laft  ia 
toaltauroadefìdamegpdi.  1 

Meridiano.  Latjneridkmus. ual Meriggitr,  Boc.  nane- 
ua  già  il  fòle  per  lungo  fjmtìo  il  Merubané'fuo  ceri  hh  paf 
fato.  T H.  .Auante  cbe'l  jite  uenga  domane  al  Meridiano  •* 
Cerchio.  T uMaieagianrl  breue  giorno  Tein  trapafia- 
to  il  Meridiano  Cerchio.  T h . 

yefpToJat.ue^eraficOauenerisocà.lua.PEr.Ch‘anonar  i6j  ■ < 
a FcfproA  CalbaAìralefqmlkddefi  da  cuti  hore.  B o c< 

Come  [bora  del  Fcj^  fi  amanerà . Toco  pacato  F,fj>to 
fimori.EfiendoiljàteaUoanKXpFcIpro.  lajulFifpro.  > 
Compieta.  LM.eompleQorium,  bora  canomca,ihefidico 
dopuilFMm-B  o c.Etinfurbora della  compiila  anda- 
re  in  queflo  luogo.  &-quiuihauere.  < 

Feria.. Lit.  ^aUjomfdtet.  Boc  Elfendoaluiil  calenda- 
rio caduto  da  ctnlolaAi’ ogni  fefiafétFeru  ufuta  di  men. 
te.  Che  le  Ferie  fi  celebrano  per  le  cerei . .Amfàndofi  ihe 
cefi  Ferie  fare  fi  conuenifie  con  le  donne  nel  letto,  ehegU 
faceua  piacendo  alle  ciuili . Di  Feriali  uefiuuenri  uefiita, 
idcfi  comuni . Et  efiendo  dalla  donna  Ferialmente  ncca 
unto , idefi  gaiamente , onero  ordinariameute  ,come  fi 
fa  ne  idi  feriali.  ^ 

ìiotMche  tempo  ftgmfica.Lat.Lebore  fi  dicono  daToaiefie 
Tetre forelle,& figbuoledi  Cioue,&diThenade,  dette- 
quali  [unaptaréilaparteorientale,l[altraimegodi,  ^ 
ia  terga  l’occidente,iy  chiamafi  Erina,DicaAt  Eunoma;, 
dr  altri  dicono  Le  Hore  efiere  ancelle  dei  file  diuife  m um 
uquattro parti,  come  che  cufeuna  fiagiùdatruedcltimò 
ne  del  carro  filare  per  lo  fuo  fpalio,liepitheti  dal  P s TXi 
dal  Boc.  nfati  fono  quefiiHora  Pelùe,LJeta,Tr.inqml- 
la,Trima,TtccuÀafireue,LungaJ}eterminata,Co>mcne- 
uole.  Tarda,  Efìrema.  Ciafiunhora,  tniihna  Hora  efier  '. 
uenuta.ìn  Buon' Hora.  In  fua  mal  Hora . In  poco  iTHora. 
,AU'Hora  della  cena,  alquàto  a migbor  Hora.  t Hora  del 
pianto,  [ Hora  del  di.  & Hore  Benedette , Troute,  T arde, 
Contraiie.  Il  fuggir  de  l'Hore.colitando  [Hore. 
biotti  in  ucce  di  bora.Boc.Tirro  corri  ua  reca  una  feurci  ■ * 1 
t^ad  un'Hotta  le,  & me  ueadica  tagliando  il  pero.  Egli 
non  ci  tornò  mai  piu  in  quefla  Hotta.D  A k.Hict  piu  uol 
te dnqu'Hore,cbe  quefi' Hotta.Tu  uuoi faper mi difie que  I 
gli  al[  Hotto-alcuna  uolta  fi  dice  Hotta  per  mctda.  Boc. 
Ixpingpcbere  altreà  dicono  ,& anche  fanno  delle  cofi 
Hotta  per  menda.  Et  come  che  io  a ciafeun  di  quefli  Hot  ^ | 

taper  uicnda  acqua  fòpralefue  fiamme uerjàjftmo.L  a. 

A R l.talHatta..jflÌhora„AlìhottaMedia  x6i.  : 

Hora  jn  ucce  di  .Adefiofi  al  pre]inte.Lat.nunc,iam,  impra,  l dj 
fentiarum.  Pet.  Dunque  Hora  i'I  tempo  da  riirar  il  collo  j 
dalgiogo  antico.h  la  tela  noueUa  (’Horit  ordijco.Com'Ho 
ra  cÓprendo.cHora  ì donna. Hora  la  nita  i breuc.B  o c. 

Se  mai  mi  dilpofi  Hora  piu  ibernai  mi  éfporrò.  Mala, 
feiamo  Hora  fior  quefto.  Tenfau,cfie  noni»  Hora,m» 

uoi  fiele- 


•t 


Simra« 


CIELO 


Saturno 


J<S 


Hoi  fifte  fluitare.  Z t M.HorjpoJiUch’ihof^prefe. 

Hor  ptradejio.oalprefemtJjit.  nmc,iam.  P b t.  £f  Hor 
inn  piccioi  borg»  Kafal  n'ha  dato.  VratdetcHor  a U fi- 
ne breue  confòrto, Hor,tb'al  dritto  camiti  Iba  Dio  rittol- 
ta.Et  Hor  perche  non  fia.  Dife  ndi  Hpr  l'bonorata,t!r  fit- 
trafiwide.Hor  ti  conforta.&  Hor  eomtnoue  .Chi'  tengo 
Hor  a freno  ; & tptafi  infiniti.  Hoc.  aedi  t Indice. 

Hor  per  alcuna  uolta.LatjnierdimutLqiiando  nonnuntpà. 
P ET.  HorcontalingkaJIorconlandaliincbioBri.Hor 

quuuiìHor  quindi  Hor  pace,  Hor  guerra.  Horaffira,Hor 
, piana.  Hor  rime,  & uerfi.  Hor  colgo  ber  bette  ,&fiorL 
Hor  rideJHor  piange.  Hor  con  uogliegelate.Hor  con  acce 
fe.Hor  mi  tien  injfieranv.&  Hor  in  pena. Hor  fu  l'bome 
roJeJìro,&  Hor  fui  mani  o.Hor  di  dolce  orajlor  pien  di 

dolapaci  ,llqualHor tona, Hor nenica,& Hor pioue, 

JBo  c.  uediC  Indice. 

%6t  Horologiojér  Horiuolo.Lat  horologium,et  clepjydra,qud 
e!r  foni dicituri  Solarium  lo  horoiogio da  fole.O  a n. In- 
di come  Horolegio,cbe  m chiami.  Et  come  cerchi  m tem- 
pra ifHormliSiiiranfijué  CerchL 

^Uilhotfidefl  qualuoltafi  quido.lat.quotiefiunque.PkX,. 
trefee,  Sijóalhortinuia  Ter  partirfi  da  noi  f eterna  luce. 
Qualhor  tenera  neueperli  colli  Dal  fidpercojia.Cbc po- 
rla quefia  il  Rcn , Siualbor  piu  agghiaccia  .Ardir  con  gli 
occhi.  Qjial  hor  ueggu  cangiata  fua  figura . Slual  hor  a 
quel  di  torno  ripenfando . Cb'i'  tremo  unihar  Uual  hor 
me  ne  ricordo,  tipnfinfi  grande  Air  fi  terribil  fuono  Et- 
na,hor  da  Encelado  i piufeofSa.b  o cJiirgli  linai 
bora  egli  ti  parleràpiu  , ch'io  amo . Ettbe  Jlartbbebe- 
ne  linai  bora  fnfìe  fuori  delle  mani  di  Chino,  uedi  l'In- 
dice. 

Ognihor.fempre,  à continuo.  Lai.  femper.  P e t.  Ma  par 
Ognibor  prefinte  tisi  i»e7p  del  mio  cor  madónafiede.  Et 
emmi  Ogmbor  ado^o.  Tacerem  quefia  fonte,  cb'Ogmbor 
i piena.  Veri  pm  fermo  Ogmbor  di  tempo  in  tevmo . & 
tfia  Ogmbor  piu  fella . Ou’i'l  punto  Ognihorfrefeo^ft 
Tinuerde.Di  fue  beUezxe  Ogmbor  piu  m’innamora.  Dice, 
thè  Roma  ugnibora  Ti  cbicr  merci  da  tutti  fitte  i colli . 
B o c.uediClndice. 

•*7  Ad  o^aihor,Lat.fimper.V  b x.Cb'.Ad  ognihormeco  pian 
ge.Tungo ^dognihor.Cbe la  memoria  -dd ogmbor fie- 
I fca  & forda.Men  gb  occhi  .Ad  ogmbor  molli.  Mi  tengcm 

..Ad  ogmbor  di  pace  m bando. 

Adhor, Alprefeme.Lat.  mmcdam,hnprafintiamm.  P s t. 
t’n  fin  .Adbor  ti  fueglio.ma’nfiHO  -Adbor  Cibattut’hàno . 

Adhor  adhorJid uwa^lcuna  uolta,o qualche  uolta.  Lat. 
aiiquando.  P E T.  Trapaffa  .Adbor  Mdbortufata  legge. 
.Adbor  .Adbor  amefiepo  m'inuolo.  Et finto  id dbor  ad- 
horuemrmial  core  yn  leggiadro  difiegno.Et  pur  eh' .Ada 
hor  adbor  fi  uolge  a tergo.  Quando  fi-a  l’altre  donne  M.d- 
hora  adbora  Mmor  uien.  Terò  cb’.Adhora  adbora  t'er- 
ge la  Ipeme.Ma  cheuuolfi  rallegri..Adbora  adbora.  Di- 
<OAh'.ddhora  adbora , HoHra  mercede , i finto  in  mego 
Palma.  Delben  thè  .Adbor  adbor  C anima  fime. &oc. 
uedi  [Indice. 

A Uhor,  & -dllbora,  a quel  tempo . lat.  fune,  eo  tempore. 
P E X. Et  prendo  Mbordeluofiro  aere  conforto.Alfi)orì 
tbefubmnato,&  morto  giacque.  Et  quanto  era  rma  uita 
-dUhorgioiofa.  .Allhor  riprende  arda  Saturno  aIT  Mar- 
te. Mbor  ti  fini  Sempre  piu  fiedda  . .Atlbor  mifiriiifi  4 


[ombra  d’un  bel  faggio.-d Ubar  pm  nel  beimfo  mi  rmne- 
fca.  .AllborMlibor  da  uergmen.an  colte.  CbefoHiaian 
tobonor degnata  Mllhora  .1  tibe'lfuoragionar imendo 
.Allhora.Di  noiofi  ptnfter  difjgombra  .Abhora.  D'Mllhor 
^mnanziun  di  non  mfii  mai.Q^ndo  D'-dUbon  ib'i'  m'a- 
dormiua m fafce.D  A n..4Ìlbor mi ualfcal poèta. .AL- 
Ihor  pofi  la  mano.  Tre  fimi  .Alibor  la  rmoduca  per  mano. 
.Allbora  il  mìofignor  quafi  ammirandosi^ egli  .Attbo- 
ra.nffiofi  quelli  .Allhora.h  o c.  uetU  f Indice. 

Allhocta  ual  MUboraS}AH.Tipi  nportiam  Tignulion  Al 
ihoita.Tali  erauamo  tutti  e tre  Allbotta . mi^fle  quegli 
jiUbotia.Hottauedia  164^ 

At2MO.Lat.tunc,adhoc.  £)  a n.  Et  tacque  a tanto. 

I- 

I n quclUipcr  allbora,  0 in  quello  mfiante.  Lat.  ìUìcoJSa  n. 
fiidi  una  naue  pictioietta  yentr  per  [ac  qua  uerfo  noi  In 
quella,  hoc.  Se  non  che  frate  Rincfldo  noflro  compare 
giunfi  In  quella.  In  quella Elorio ìapprefiò  aLei.Tn.  . 

Talhoc.  alcutu  uolta.  LatabquanJoanterdum.P  i.  t.  Tate  169 
ber  m'ajSale  in  megp  a trijlt  pianti . Cefi  lafio  T alhor  uà 
tercandio.f'ergognamlo  Tdlhor  cb'anchorfi  taccia. Aia 
.Talhor  btimilta ^gne  difcL  gno.Talbar  [enfiamma . Et  fi 
pur  t'arma  Talhor  a doierji.  Q}ialfi  Icua  Talhor  da  que- 
•Jltualli.  Si  come  Talhor  fole  B:ncb'iom’arnfchiTjlhor.., 
ou'amor  l'arco  tira.Talhora  i jconfolata.Come  Talhor  al 
taldo  tempo  fòle. T albora  per  uu  facra,opcr  uia  lata. 

B ocz.uediC  Indice . 

Alcuna  uolta.  Lat.  interdum  aiiquando,  P e t.  Raghui 
bea  che  .Alcuna  uolta  i tanti . Quando  noi  .Alcuna  uolta 
uoigeteil  lume.Veri  [.Alcuna  uolta  i ridoA  camo.Et  an 
th'io  fui  .Alcuna  uolta  in  danga.  Ch'io  porto  .Alcuna  uot 
ta  lauiMa  a quei,  che  fon  fu  [altra  riua . Marauighoim.x 
ben  i t Alcuna  uolta  non  rompe,  EteiCba  detto  Alcuna 
Molta  mrma. 

Tal  uolta./At.  interdumAtliqM’tdo.T  e t.  Amar  piange*, 

^ io  con  lui  Tal  uolta.  B u c.  £t  tal  uolta  fenga  alcuno. 

Et  altra  ciò  con  életto  Tal  uolta  la  Marchefina  riguar- 
dando . Td^uolta  per  b gurdino  riguardando  . ued$ 
[Indice. 

A quella  uoIta.l4r.  nune.  Tix.Ala  man,  ond’io ferino 
è fatta  amica  A qnefia  uolta.Tcr  Vna'ai 

tra  uolta.  Morte  m'ha  liberato  yn'altra  unta, Lat  Ma 
rum.  B o c.uedi[  Indice. 

Anchor,^  AneborOA  queiì'boraA  infia  a quello  tempo,  17» 
Latatiam  hucufqueAÒbuc,  T £ x.Cb'ancbormiloifi  dal 
nero  camino,  yergognando  Talhor  eh' Jtiulmr  fi  taccia . 
che  nafier  uide , & Anebor  quafi  in  berba  La  fe  ra  no-  . 
gtia.'HemcnoAncborm’aggmaccia  Ch' Anebor poiri- 
pregando.  Confolate  let  dunque,ch' Anebor  bada,  y cier 
quefi  'occhi  Anebor  non  ti  fi  tolte.  Apodo  i Anebor  ui- 
ue'l  bel  éfio . Tig  lagrima  però  éfctfi  Anebora  Dauo- 
fir  occhi.  Io  amai  femprt,(y  amo  forte  Anchora , Quel 
che  mi  fanno  i miei  mmici  Anchera.'tlel  coreAteuui  An 
thora,EtJarà  fimpre.  che' l tempo  Ancbora,n3eragÌHn 
to.cofi  bagnati  Aucboragli  neggio  sfauillare.  Ondiofui 
7>{e  prm'anni  abbagliato  a fon  Anchora. Crà  marauiglia 
ho  com’iouma  An^ra.Ma  la  fama  miglior  che  uiue  A» 
chora,Etuinrà  fimpre. y tua  fon' io, e tufi  morto  Aiubo- 
ra.Cbcla  memoria  Ancbora'lcornciéna.Bocjieéflnd. 

D A nJiati  raccomandatoiltmotbefontHelquol  i mh» 

i ini 


Sirurno 


SanirnA  CIELO 

\4Mhcra  et  etliameTu  imagini  ^ncbora  D'tfier  di  là.  fa  uendctta. 

Fitt'era  .Atichora,  fi  come  era  prima . /Lncho,ciiam,fimìlmeiite.Lat.etiam/ilim,  aliijuando,mam 

Aachor^  .Anchora  infili  aUhora,o  a i/iultempo.Utjtd-  domite.  P st.  Che  fai, l'aimiUor  tempo  .Ancho  ntomii 

bac.  Pi  T.  Lagrima  .Ambor  non  mi  hapuna  il  petto.  £t  di  una  bianca  mano  jlncho  mi  doglio.  Et  .Ancho  io  fui 
,Acerlro.Anchormitra/Jealafiia  fcbiera  L'animamia,  alcunauoltamdanga.Cb’.Ancbo’lciel,<f-laterraiinna 
th'offefaUncbarnonera£amorofofocoSlitefl’.Anch«r  mora.Hifipbde uienpoij& duolfi .Anch'ella, B o c.uedi 
dubbia  delfaul  fno  corfo.Teco  era  fiato  .Anchor  l'alma  l'inàce.  Dan.»  negli  altri  ofiici  .Anche Sarattier  fu. 
gemile.  Con  noci  .Anchor  non  preHe.  ^iopoiiane  .Aik.  Uormai  di  .Anche.  Si  che'n  inferno  creda  tornar  .Anche.  . 
chora  f'infIlmondo,&  me  fieflaStancogiadbmirarnon  Ancho  uo  che  tu  per  certo  credi.  Rtcorderati  .Ambo  del 

fatio  .Anchora.  B o c.  uedi  [ Indice.  D a k.  Gii  hornbili  Mofca.  che  fu  Fiorentino . 

giganti,CHÌminacciaCiouedelciel.Anchora  quandoto-  Anchodialmai,peralcuntempo.Lat.unquam,ullotempo-  int 
na.Ma  perche  lei,cbe  di,t!r  notte  fila, "blpn  gli  vanta  trai  re.  ohm,  ahquando,quandoque.  P e t.  Che  fiiiji’a  miglior 

ta  .Anchora  la  conocchia . tempo.Aruhoritomi.Tttiuagodiueder,ch'ionefojs’.Ail 

•71  Anchor, pfr  loauemre.Lal.infuturumjnpofiemm.Vtl.  tho.DAV.Tafiòcridando,&  anchononfaffifie. 

forfè .Ambor ti ferua amore Muntempomighore.'He  Anchoperloauenire.Lat.infutunm,<!r  in  pofierum. 
porian  infiammar  forfè  anchor  miile . Forfè  .Anchor  fia,  p etJ)ì  quanto  per  amor  giamai  fifi'erft,gf  haggio,afi^ 

che  fojjnrandoéca.lm'luedremo  .Anchor.  In  quefla^-  frir  .Ancho, 

ra farai Unchor meco. &.4nchor  quella  Saròpiucbe  UomeMO,UtJnomemumpun(ium,uis.ualpuntoditem, 
mai  bella.  B o c.uedi  Ptndice.D  a n.  Che  quanto  durerà  po.Tti.Inun  Momento  ogm  mio  ben  m'ha  tolto . E'n 
I ufo  moderno , Faranno  cari  .Anchora  i loro  inchioBri.  „„  Momento ghfomorti,&  uiui . Et  fo  far  lieti,  & tnBi 

Tiangerà  Feltro  .Anchora  la  diffalca  De  f empio  fuopa-  in  im  Momento.O  giorno  fi  bora  fi  f'himo  Momento.  Co~ 

Hor.Lefuemagnificengeconofciuie  Saranno  .Anchora.  m’huomfih’ifanofi'n  un  Momento  ammorba.  So  cornei 

Btu.  Ma  anchor  delTaltre.  Ai.  di  fiome  i Momeneifi^-l'horeTqeportan  gli  anni.  B oc:. 

Anchor^nouo,ocomeprima.Lat.rurfufjlerum.V  ti.A  Sìuafi  in  unMomentoà  tempo  .Ari.  Efuattaccato 
me  piu  gioua  éjperar  .Ancbora..Anchor  toma  fouente  a j„  „„  Momento  il  foco. 

tramefore  Lagrime,  tfcpotrianinfimmar  forfè  .A^  Tnttotrittoaduerbiodatraggo,neltrabo.Lat.ualado- 
tbormille.Regga  .Anchor  quefia  fianca  nauicelIa.Delal  pti  momento,  ad  ogni  punto  ih  tempo.  B o c.Tarmdogli 

ma,  oue  m'ancide  .Anchor  fi  feorta . Oue  .Anchor pr  «-  Tratto  Tratto, che  Scannadio  fi  douefie  leuar  ritto. 

(ùnga  amor  mi  mena . Ch'Cuiueret.Ancborpiucbemai  Alc\ii3.nto  aduerbiodi  tempote^ualpoeoffatui.Lataihqui 
lino.  Che  .Anchor  fènto  tornar  pur  come  foglio.  B oc.  tulum.Tt  i.  Et  fè  quello  mio  ben  JurafieAilquamo.S'a 

uedi Pinéte.  fiaccarle  .Alquanto  ohraPufanga  fi  (òggiornaJ3opo.Al~ 

Anchor  congiuntione,perfimilmentefitianJio.Lat.  ita, fimi  quoto.  Dan.  Terch'io  fia  giunto  forfè  .Alquanto  tardo. 

hter , quoque,  etiam.  P e t.  Che  ui  può  dar  dopo  la  morte  Da  chebbero  ragionato  infieme  .Alquanto.  quando  é 

, .Anchorafama.  Ideile  braccia  uegg' io  aperte  .Ancho-  notaunpocoaiedia  iy}8. 

ra.Etle  cofè  pafiate  mi  danno  guerra,  ér  le  future  .An-  <toco  llantc.  Lat.  parua  mora , ualin  breue  tempo  fi  poco  174 
thora  . & io giouane .Anchora  yinfPlmondo  .Tuuuoift  auantifipocodapoi.B  o c.  Et  Tocofiame dalla  peniten- 

i per, eh  I fon  quell' altri  .Anchora.Teròued^do  .Ancho.  a quello  fe  ne  nenia  frateVuccio . EtToco  fame  due 

ra  ilfùo  fin  reo.cb' .Anchor  là  fu  nel  ael  uiWreffera . Et  gran  cocchedi  Genouefi  peruennero . Terche  non  molto 

.Anchor  poi  trouaié  quel  mal  fine.  Et  per  pianger  .An-  stante  partorì  un  fighuol  ma fchio. 

fhor  co  piu  életto.  Et  éce  Roma  mia  farà  Jlnchor  bella.  Poco.Lat.Tarum.  quando  tempo  fìgnifiea.T  s r.  inTo- 
Tianganle  rime  .Anchor  piangano  iuerfi.  Tempo  uerrà  co  tempo,  e Toco  tempo.  Toco  innanzi.  Toco  fa.  B o c, 

.Anchor  forfè  .E^l  pianto  a fciuga,truuol  Anchor  elfi  Toco  pafiato  ueffiro  . Toco  apprefio  la  tua  partita, 

uiua.  B o c.  aedi  F Indice.  Dan.  Moki  fongh  ammali,  ùlefi  poco  dapoi . Ser  Ciapellelto  lui  a poco  fi  commu- 

eìrpiufàranno  Anchor  .Et  io  a lui  Anchor  uo  che  m' in-  mcò. 

fegni.  Anchor  un  poco  indietro  ti  riuolui.Domandaéf3e  Intetvilìo.Lat.Vsi.E'nfiemeconbreuifìimoIttterual- 
Anebor  fe  piu  Sàj . Ma  perche  piu  aperto  intendi  An-  lo.  An  i.  mani  pareainteruallo  DimoltifimoUi,nom 

ehora . ch’anni, ma  luBri. 

»7*  Anchor  cheXat.quamuis  quanquam,  etfi,  tamen  etfi . ual  Intcrfitio  ual mteruallo.Lat.  interflilium.T  s T.  Contrari 
benché  fijuantunque. Ti  Kv.  'hfacqmfubiuho  Anchor  che  duo  conpicciol  mterfitio . 

fofie  tardi.  Anchor  che  mi  fia  tolto  Lo  mouer  per  le  mem-  Tunto,Lat.punllus.V  n.érBoc.  Benedetto  fia'l  Tun- 
brafihe  fon  grani  Anchor  ch'ai  fin  fi  penta.  Anchor  che  to.Inun  punio.In  quel  Tanto. In  un  medefimo  Tanto.  In 

buona  fia  la  cera.  &fengala  che  nel  medefimo  fentmen-  fi  forte  Tanto.  A certi  Tanti  é Luna.lÌAti.&  quel  ib'io 

to.Cbe  ti  conofeo  Anchor  fie  lordo  tutto.  intefi  nel  primo  T unto f he  dite  mi  duole. et  in  uece  é nien 

Ancho,&Anche.quefi'horafi  al  pre fonte.  Lat.  adhue.  efr  te  fi  mica.B  o c.non  mi  ami  Tanto  é bene . Tion  facen- 

ttiam.  P E r.'Hs fhben  Ancbo,cbeélami creda.In co  do  Tanto éuento.Se'l fuoco  èTuntoJpento.D  Auàìual 

filungaguerra  Ancho  non  fiero.  Che  memoria  de  lopra  di  quefia  greggia  s'arrefiaTunto.Cbeper  merito  lorTun  ■' 

Ambo  non  langue.  Laqual  Ancho  uorrei,cb'a  nafeer  fof  to  fipiegm  fuor  del  fio  corfo  la  giuBitia  eiema.Che  Tun 
Jè.Et  parole  Air  fojpiri  Ambo  ne  elicei  Et  Ambo  eéua-  toé  fermerà  fi  é ualore  Hafceffe  mai  ne  f indurato  co- 
lor fi  nuda,^  macra . Cotal  er  egli , dr  Ancho  apeggior  re.  aedi  1 jqy.à'a  966. 

fWo£oe.uedirindice,DAti.£tAneboéMedeafi  MuóaxJfit.mane.V n.DalaMattmaaier^.laMau  rjf 


Saturno  C I ' E , L O Saturno  J7 

$mapermepikfelùebora.hoe.LaMatMafegiieate,  CbidopoUfpti  fiioidipm  fenili. ^uef}>ro tal, tpulerj 
La  MatUH.iuegaeHte.l'emm  li  Mattina . La  Mattina  boggifertempo.^oc.Cheilmaritodilcifileiufieogn 
fcr  tempo  . Hier  Mattina . In  tre  Mattine.  Dan.  Vht  mamna  Ter  tempo  aedi  a 

Uier  Mattina  le  nolfi  lejfiaUe.  Pcrtcmpisfimo . Lat.JUmmù  mane , dilnculo , matuiina , 

Mattino.  PfiT.C4«;;an  jel'efiermeco  dal  MattinoaU  antelmamis  .li  oc.  La  mattina  uegncmeTcrtemptjji- 
frra  rba  fatto  di  mia  fàuera.  Ma  fifpirattdo  andai  Mat-  mo  lenatafi . 

tmo  ,&  jira.  Com  perde  ageuoimenu  tu  un  Maum  Tudi, &•  Tardo.Lat.tarde  .V  ST,(auengamifiatarJi  aji 
Sìuel  cbein  moU'anni a gran  pena  t'acqmfta . Dianzi,  attorto)  Tal ibenùabhertà Tardi  reftanro  Ella piu  Tar 


adejfo,  hier,doman,Mattitto,crfera.  Dan.  Tempo  era 
dal  pnnitpio  del  Mattino.  B o c.  Mattinate  Hatuttna . 
aedi  [Indice, 

ÌAiDc.Lat.ualmattino.Boc.SeiunebeiflaMane  en- 
trò in  un  mio  giardino . Io  non  pota  Ha  Mane  far  nenir 
tutte  le  legna . 

Mattinare,  ual  orare  al  mattino.  D a n.  mattinar  lo 

fo  perche  [ami. 

Maturino . Lat.  & galliciniiim . B o c.  Voi  cbequefia  not 
te  Jonò  Matuttno.  Mudarono  in  fili  Matutmo . Con  gli  Of- 
cbi  uagbiretfitmillanti  non  altrimemi^be  Matutinaftel 


di,  ouerio  pm  per  temoo . Tarò  penino  di  Jua  feritale . 
Et  come  Tardi  dopo'l  danno  intendo . l' io  fon  per  Tardife 
guirti,  0 fi  per  té^.  Dunque  ià  ueder  uà  Tardo  rmuolfi. 
S'al  benueloce,&-  al  cÓtrario  Tardo.  Mifiro  me^be  Tar 
do  il  mio  mal  feppL  Ma  cbeiuen  Tardo;  & fubtto  uà  uia. 
Se  non  fojfi  fra  noi  ftefa  fi  Tardo  .il  Sol,  Se  tramomarfi 
al  Tardo  Tarmel  ueder aJa  fera.  Boc.  Ter  lo  c fiere  Tar 
di  eletta  al  reggimento . Madonna  io  nidi  quefia  fera  al 
Tardi . Ma  ejfendogià  Tardi.  Terciò  che  troppo  Tardi  fi 
faceua.Lagiouaneueggendo,che  [boraera  TardaSamo 
re  della  dima  per  Jua  Tardanza  bauea  perduto  ,Th. 


la.  A ki.M  lagioftra , che  al  Maiutino  Del  é fequente  Tardo . adie.  Lat.  & lentia.  Par.  Tardo  Mito , Fuggire  , 


in  pianga  fi  faria. 

•ytf  Hog^.Lat.bodie,  P sr.Chetalcomarnonem;Hoggi 
bafett'anm;  Che  fojjurando  uè  dt  riua  in  ruta . Tenfofo  nt 
la  uifiaboggi  farei.  Chearde Moggi  tutta.  Ramenta  lor, 
tome  Moggi  folli  in  croce.  Et  con  quanta  fatica  Moggi  mi 
^etro . Doue  Moggi  alberga  Pamma gemile,  fioren^ 
bauna  forfè  Moggi  il fuo  poeta . Moggi  per  tempo.  & 


Motore, Tarda  Stagione  ai"  Fiiga,Tarà  Mnm, Ingegni , ^ 

Tafii,Sojpiri,  Tarde  Venture,  More.  Et  im  condufie  uer- 
gognofu,&  Tardo  M rtueder . Giunfi jòl  con  amor  pcnfo- 
fOj&Tarda.afegùrfonTario.  Dahora  inntnzi  ogni 
difejà  iTarda.  Deh  com'i  tua  pietà  uermefi  Tarda.Mie 
Venture  al  uenir  fonTarde  & pigre . Ma  Tarde  nonfur 

^ mai  grane  diurne . 

ro  uedertó  Moggi . Mi  ùello,onde'Ho^i  agni  buom  ue-  Tardare  .P  et,  il  mio  Tardar  le  dote.  Et  di  noflro  Tardar  *79 
ftir  fi  noie.  Di  nme  armato  finde  Moggi  mi  difarmo.llnal  forfè  li  dole.Et  del  Tardar  fi  pente.  Che  dubbiofo  i d Tar- 

eltaè MoggLChealmondofia  ledonneMoggi  noniujà.  dar,cometufai .Lauendetta  cheanoiTardatanoce. 

Boc.  Ltquale  noi  Moggi  chiamiamo  la  ma  del  Cocome-  Tardare.  Lat.  e!Tmorari,cunUari,procrafiinare,comperen- 
ro.Sicomeanchora  Moggiueggtamo  ufare.BEia.ficot  dinare,  diem  de  die  ducere.  P et.  Et  per  tardar  anebor 

uem'anniai  trenta  .non  tardar  fila  fe  piu  tarda,&  botar 
dato  piu  ch'i  uonuorrei,  che  al  leuar  [alma  non  tarde,prt 
go  non  tardi  al  ben  ueloce,& al  contrario  Tarda. 

Ritardare  .P  et.  Che  l’opra  è ritardata  dal  de  fio.  d mio  fon 


me  fi  muta  in  hpggi  T r. 

Doman . lat.  crat,pofiera  die,  eraflbia  die,  Boc.  Doman 
auanti  chefia  fera . Di  hoggi  in  Doman . Moggi 
biogo , & Domani  in  queWatrro.  Demam  è yenerdi.  Do- 
mam  i l’ultimo  dì.P  e t. Ricca  piaggia  uedrai  Doman  da 
fira.  Dan.  Qjiando  fui  de  fio  mnangi  la  Dimane . 

Domattina . Lat.  eros  manefiduculo,  prima  luce  .Boc. 

Delibererà  efiere  per  Domattina  opportuno . Domattina 
perlofrefcoleuatoci. 

»77  Hieriy&Hier.Lat.beri.PET.lui  tafeiammo  Mierlui,  Serotino.  Lat.  ual  tardo  ,0"  che  uà  uer fola  fera. D a n. 
L’altro  Mier  da  bù  partimmi  lagrimando.  mtdius  tertmt.  Cantra  raggi ferotini,&  lucenti,  «fcfi  cantra  raggi  delfo 

Lat.  L'altr'Mier  nafeendo  d di  primo  di  maggio  .Boc.  . lefibe  uerfo  la  fira  andauano . 

L’altro  Mieti  uipromifi . Seta  Mieri  ci  ajfiigefii,  tu  a bai  Intempcftiuo . Lat.  Pet.  iìjd  ricercargli  lateinpefiiuo, 
boggi  tanto  dilettato . & tnrdi . 

Anchoi . Lat.  badie.  Dan.  7{pn  credo  che  per  terra  ua-  Dopo . Lat.  pofiea , poli  .P  et.  Di  tal  che  nafeerà  Dopo  » 
daMnchoiMuomofiduro.Tempoueg^iononmoltodo-  miU’ anni.  Dopo  [empia  dipartita.  Et  ciò  ch’i  uidt  Dopo 


no;  &chù ritarda. 

Contare  uatìfdare, perciò  che  quando  uno  uà  piano  per  ma 
fi piol  dir,  che  conta  1 pafii  da  cunQor , che  dinota  tarda- 
rer&iudugiare,&òuoeedi  Dan.  R/cominiiò  figuen- 
do  forza  conta  . ideH  tardanza . 


po  Mnchoi . Si  come  di  Letbeo  beeHi  Mnchoi . yoce 
■Lombarda. 

Hicr  mattina.  Lat.  beri  mane.  Boc.  Mier  mattina  cele- 
brandofi  la  fefia . Che  d marito  mio  andafie  Mier  matti- 
na a Genoua.- 

Hkricra . Lat.  heriuejperi . Boc.  lo  non  ti  uoUl  dire  Mieru 
fera  copi  ninna. S A N.  Sopra  nn  grande  Olmo  Mierfera, 
<!r  pditario  DueTortorelle  uùU 


lor  mijpiacque . Cbi  dopo  ùfiia  i fuoi  di  piu  firem  .Cheui 
può  dar  Dopo  la  morte anchora  mille,&  milFanni al  inon 
do  bonor,  & fama,  àia  fe'l  latino  ,e’l  greco  Ta  rlan  di  me 
Dopo  la  morte  fi  ua  uento.Dopo  molti  anni.  Et  come  tar- 
di.Dopo  il  danno  intendo  .Boc.  yn  fabato  Dopo  nona . 
Et  Dopo  alquanto  .Dopo  la  morte  di  Federigo . Dopo  pm 
giorni  Dopo  la  confefiione . & quando  dinota  luogo , ueii 
a p66.  Senne  fi  fenza  [accento . 


Hier  notte.  Lat.  praterita  noHt.  Boc.-d  Calandrino  Dzpoi .Lat.^H .poPquam ,pofieaquam , ubi ,fimulae. 

Hiernotte  futoUoun  fuoporco.  B et. Tal  bar  l’enfiamma  :&ciò  fipp'io  Dapoi.Cb'iin 

Per  tempo , <»  buon  bora  ,odi  mattino . Lat.  tempefiiue , .gratia  Dapoi,Cbe  ne  conobbe  fi  Dio,  & alla  gente . 

demporiiu . P s t.  yattene  trifta  f che  non  uà  Ter  tempo  Pofeù  • poi  dapoi.  Lat.  dcade, pofiea  .Pai.  Tofaafia  me 


Saturno  CIELO  Saturno 

fUìi  frìano.  Trr  guanto  nS  norrrfle,t  Tofcia  od  antt  Ejjer  fpepi.  Che  io  nù  Hongo  a liar  tea  unpeetjcjpunio  di»* 

giunti  al  canù>i,ehe  fi  mai  Utr.fi.  Mafie  !a  mato  indarno,  ta  t}uamnd,uedi  a tj63. 

tirTofitatarfe.Tofiiayt^ajiantolfigliiioluidi.Tofiia,  Cniri.i.moUo . lat.multum ,B o c.'t^on  flette Guaridi 
ohe  ogni  mia  gioia  m pianto  è Molla . Toflia  chtfl  dolce ^ tempo.  7^e  flette  Guari  che  addormentato  jij'u.'tie  Gua 

amorofott^  piano, T>ofiù  che  mia  fortuna  inforxaal-  ri  di  tempo  pafiò.  Se  tu  lo  terrai  Guari  in  bocca  egùgua- 

trui  M’bcbbefo^into,  hoc.  quello,  che  tu  Tofi  ia  uolen  flerà  gUaltrùTie  Guari  dopo  quefle  parole . (p-  quando  di 

dorendtreluttonmìpotrefli.maTofiiami  bopenfato,  notajj>atio,uedtaijìp.Stu.E'guari  moltuufiuada 
^ io  non  fari  maiVofiia  luta. Vofàa  che  uoim'hauete  glianticbiTu. 

promiffo  .Tofaa  thè  io  conofto  il  tuo  defiderio  .Tofcta  Gii.aduer.temporis.lat.iam.PtT.ChaueaHmoltiattni 
ch'ella  l'ba  prcfo . uedi  l’Indice,  Gii  celato  il  nero . Si  ch'i uè  Già  de  la  jperanga  altero . 

Poi,  pofcia,  col  tempo  del  p.tfiato,&  del  pre finte,  lat.  pofl , Che  Già  ui  sfida  amor. L’ bore  del  piamo, thè  fon  dà  uenu 

foftea,  poflquam.  Voi  che.  Lat.  Simul  at,eP’  fmul  atque . U.  Tm  uolte  Già  per  dir  le  labbia  aper^  che  mille  penne 

P E •t.Mapoicb'amordimeuifeceauorta.MaToicbe’l  TdefimGlà  flambé  .Diche  flurato  baueaGiàlorCoro.^ 
Mce  tifo  burnii, & piano. Tot  che  madonna  da  pietà  com  na.Che  Ciàd’altruinonpuouenirtalgraaa.Maquella 

tnojfa.  Toi  che  a mirar  fua  bcUeiixa.  Toi  cercando  Haitco  ingiuria  Già  lunge  mi  jjirona  Madònafi^,  CUgrantem  ' 

non  feppevues'albcrgafie.  Toi  che  fe  giunto  a l'bonora~  poinuoi.  B o c.  uedi  l'indice, 

tauerga.  EtToithe'lfhnperforgaaferaccolfe.Gettan  Cumii. Latatbquaiulo,Muquam  .P  m.  Madentro ,dout 
le  membra  Toi  che'l  fol  safcaùie.  Sul  duro  legno.  Toi  ri.-  Clamai  non  Jòggioma . Eficr  non  può  Giamai  cofi  come 

penfande.Et  aifepp’iodapoi.Ch’i  ia  grafia  dapoi.B  O c.  era.  yer  cui  poco  Giamai  mi  ual[e,o  naie.  Et  Clamai  poi 

uediClndice.hits.Laqualipoipn’itipio  .Al.  la  mia  lingua  non  tacque. Jis  Giamai  Jlgue  fiuto  al  jol 

•Si  Come  inuecediToiche,oSubitocbe.  Lat.ut,cum,pofl-  d^arue.  Di  quanto  per  amor  Clamai  fiiferfi.'HpH  fur 

quam.D  Ati.Comio  fuidentro  Cocchio  intorno  muto.  Clamai  uedutt  fi  begkocebi.  Altro  Giamai  noncheggio. 

hoc.Comeafederfifumopofiicominciòmrperlhcciar  Tal  ch'io  non  penfo  udir  cofa  Clamai, Cbemt  conforte. 

doadire.EtCome  fumontatoacauallo , grondato  ma , ho  c.  uedi  l'Indice. 

eofi  la  donna  n'andò  al  fama  fiate.Come  a tauola  il  fenti~  M ai,  affermatiuo,  Lat.  unquà^ialeper  alcun  tempo . P e t,  j 
trono,  fe  ne  fcefeero  aUaflraiù . Et  Come  tu  mi  finti  ; cofi  Talché  nuil’altra  fia  Mai , che  mi  piaccia  .Et  a cui  Mai 

tu  il  fa  entrare  in  quefla  caffi . Come  .Andreuccio  fi  uÀe  del  urropregfi  catfe . Quai  figli  Mai . quai  donne  furon . 

alta jponda del poxgp,  FnrMaicagfon  fibelle.  Oue  non  fptra  l'eneo  Mai  che 

ApprelTo  in  ucce  di  dopo.Lat.pofl,poflmod&Jpoflea.  B o c,  Caggraue.O  fe't  perduto  ben  Mai  fi  racquifla  1 0nde  Mai 

Àpprejfo  ilquale,o  in  un  modofi  in  un  altro, o confolath-  neperforgaaieper  arte.  Che  fe'l  popolé  Marte  Douefie 

nefoprauienefidiuentalanoiammore.D  xn.Et  noima  ai  primo  bonaralgar  Mai  gli  ocebLh  oc.  uedi  all’Indi. 

uemo  ioiedi  in  uerta  porta  Sicuri  Apprefio  le  parole  fan  ce.  A R i.Cbe.pochipar  Maigiunfiro  a quel  figno. 

te, ideft  dopo  le  parole.  Tei  Appreffocanuien  che  queRa  Mzinon, mgatuto.  Lat.  unquam.P  e t.  Et  Mai  non  foffe 
caggia  Infra  te  foli.  Àpprejfo  uolfe  a man  finiflra  il  pie-  l'alba . Terò  di  perdonar  Mai  non  i fata . Che  ferro  mai 

de . uedi  la  tauola . non  flringe.  Di  Mei  non  neder  lei.  Ma  uot,  che  Mai  pietà 

fdtnneual  nel  lempoànfin,&mfiu  che,  quando  ui  fi  girne  nondifcvlora.SeMai  fitto  per  foco  non  fi  ^fe.Alirei 

gela  cbe.Lat.intcrea,dum,donec.Ptr.Mentreto  fona  Mai  élor  grata  non  m'incontra,  hoc.  uedi  l'Indice. 

tmraruiimemOitSrfifio . Menir  loparla  .TiJitS  MentrT  Non  mai.  Lat.nunquam  .P  e t.  Trimauera  per  me  pur 
neggioleimillaminoce.Mentr'ioportauaibepeHfierce  'H^imai  tfon  ho  mai  tregua.  C.ingonioTionfuiMai 
lati.  Mentre  a Dio  piacque.  Che,  Mentre’ Ifigui,  al  fom-  quel  nuuol  <T  oro.  D^ual  miei  pafii  iqgn  fur  mai  tonta- 

mo  ben  l’inuita . Mentre  algouerno  anchor  cede  la  uela . m.Orfò  e T{pn furo  mai  fiumi  neflagni . Fece  la  puga,on- 

Mentre'!  nuouo  dolor  dunque  l’accora.  Ma  Mentre  tener  dt ló  iìonguarri  mai . Certo  Criflallo  ; o uetro  'blpn  mo~ 

•fifioToflolamente .Mentre fiamùdiuita  albergatau-  flromaidifuor.hoc.uedil'liidice, 

Ta . M entre  amor  nel  mio  albergo  a Jicgno  ihebbe  Nc  tnai.  Lat.  nec  unquam,  P e t.  "He  mai  in  fi  dola  ,oinli 

Mentre  porco.  Mentre  i bei  rami  non  m'bebber  a fdeffn.  fèam  tempre.  Tlg  poeta  ne  colga  mai  ,neCume.'liemai 

Occhi  miei  taffi;  Mentre  ch’io  ui  giro.  Mentre  che  Cunei  nafcofidcielfi  folta  nebbia.Tie  mai  fiume  per  pioggia. 

• f altro  ucro  accoppio.  Mora , Mentre  eh' io  parlo  il  tempo  l{s  mai  fiato  gioiofi)  .Tig  mai  pictofa  madre  ai  caro  fi-  • 

fugge.  Mentre  che  al  mar  defeenderanno  i pumi . Mentre  gito . B o c.  uedi  C Indice  .Etualil  mede  fimo  che  nò  mai. 

che'l  cuor  da  gli  amoroft  uermi  Eh  confumato . B o c.  Vnc|aa,c^  Muque  conia  non.Lat.unquamjual  mai.  P e t. 
Mtntrtcbt  cofi  diceua,cficadobuonapczgadi notte paf  S t’idiffis  ynqua  nonucggiangliocchimia  "He  donna, 

fitta . Mentre  erano  tra  le  donne  fi  fatti  ragionamenti , . ite  dongtUa.Che  per  nofira  falute  l'iiqua  non  uenne. 
Mentre  che  lo  fiolarequeflo  dice*.  Umifera  donna  fem-  O A N.Pwi  mcttte,liéUminedeflef'nque.hoc.yn 

prep’tagnea  .Medi C Indice.  quealddiononpiaccia.Madoniul'nqueaDìononpiac- 

Peiia , eP  Tezgpaial  di  qui  a gran  tempo.  Lat.  diu^  dudn,  eia,  Azi.  T^on  che  lafiiar  del  fuofignor  uoilta  ynque  , 

iamdiu,  temporis  ,^iuin.  6 o c.Ter  ancntura  fintile  a Tifi  graiutamor  ,nele  reliquie  morte . qual  tradimento 

"Pe^  non  mi  tornerà.  Ilqualegranéfflma  Teg^  dormi  no  Fnqua  s’udì. 

to  baueaadeft  molto.  Grandijfima  Vegga  fletterò  ìnfe-  Vnquanco  ,anchora  maijM.  unquam.  P e t.  yerdi  pan-  » 
fia.  Efiendo  buona  Vegga  di  notte  pafiataddefi  gran  par  m fangkigni,ofcuri,&  per  fi  tipn  uejli  donna  ynquanco . 

te . Egli  ha  gran  Teggao-bea  te  uenutafarei,<defi  aflai , Qjunta  dolcegga  ynq^nto  Fa'  in  cor  Ì auenturofi  ami  ; 

t molto. Pm  che  gran  pegggbcbbe  tenuto  U fiate  cofi  fo-  ti  accolta,  lo  non  fui*  amar  uoiL^aanynquancoJiual 

nùn 


Satnrno  * CO  I - B 

noHsògU  fi  (f altre  fiondi  f'it^iuaee.Cbep  bel  ptedeTdS 

, lèrci  terra  'finquiiuo.  B o C.  C/)r  donane  pur  ynqnan. 
che.  Dan.  Branca  i Ona  non  mori  ynquanche . B E «k 
ynquanelnerfotdr  i uncfnanto  .V  n. 

Fin  cùc.lM,afque.Pt7.FiacbenalMÌilcorcolei,cbe'l 
morfe.  Fm  tbe  [ultimo  di  chiuda  cpufi'octhi.Fin  ch'io  fi* 
dato  m preda.  Fin  eh' { le  jia  in  braccio.  Fin  che  fi  fucila . 
Fm  thè  ma  dura  forte  nuadu  n'hehbe  .Finche  nel  regno 
di  fua  madre  Henne  Jm  che  uba  ricondotti  in  poca  pMue, 
^ oc.  aedi  [Indice. 

latino.  Lat.ufqne.  P n.InfmoaUbor .In  finoaU’alba. 
la  fino  a qui . In  fino  alla  ueccbie^jyt . B o c.  uedi  ab- 
l’Indice. 

ItTa . Lat.  mine , naie  adejfo , tefle , bora . noce  Lombarda . 
Dan.  Chepiunon  fi  pareggia  mò,&  Ijfa.  Duendo  Ifia 
teifua , piu  non  t'ai^gp . Da  non  i^arjt  ne  in  profa , ne 
inuerfo. 

a8/  Preferite , tempo.  Lat.prafeni . P i t.  M’infegni  la  prefen 
le  a^ca,e!r  nohfa . Spoglia  r di  lei  quefta  ulta  Trefente . 
Del  Trefente  mi  godaci  meglio  afjierto.  Elle  cofe  Trefen 
ti,&  le  pafiate.  Col  perieoi  Trefente . Ma  è filo  in  Tre  fin 
te,&  bora,&  bogp.  B o c.  Di  Trefenu . 'ìdeWhauere  a 
memora  le  cofi  preurtte,  o conofeere  le  Tee f enti . 

Preterito . Lat.  pratentus,  exadui,  gp-oBus.  B o c.  DeU 
le  mal  inaluagte  opere  nel  preterito  fatte  da  lm.Tretenta 
yita.  Trafiurag^.  Treterue  cofi.  Treterut  0/1.185. 
yoce  non  della  lingua . 

c Futuro  . adie. Lai.polìerus,confequentarebquus.  Psr.  Fu 
turo  Mal,  Cofe  Future , Futuri  Mfanni . Bo  c Futura 
ytibtdd'itJ,Future  Hquelle,  Futtai  Frutti  delle  befiie , 
ér  delle  loro  pafiate  fatiche.  Lafiiare  te  fiammante  a Fu 
turi,idejlaMÌien. 

Jnfuturare.  e farfifuturojdefl  da  durare  pel  tempo  futuro. 
Dan.  Tofeia  che  tofiitura  tatua  ulta . yoce  da  non 
ufarfi. 

iDinaaiitpiu  fi  dd  al  luogo, che  al  tempo.  Lat atnte,&  paolo 
ante.  Por.  yola  Dinanzi  ai  lento  correr  mio.Ben  mi  ere 
dea  Dinanzi  a gli  occhi  fuoi . B o c.  Dinanz)  lacafadel 
morto . Dinanzi  ‘ piedi  lefogU  hauea . 
aS6  Dianù.  dinotatemi  poco  fa  pafiato.  innanzi,  tefle.  Lat. 
Taulo  ante^udum.  Pn.Et  panni,  che  pur  Dianzi . Io 
dico,  che  pur  Dianzi  nù  fi  feo^ji . Doue  tè  hor,  che  me- 
co eri  pur  Dianzi  i Che  detto  haurefUee  fi  cord  pur  Dian 
ì^.Bo  c.Terciòch'iodiffi Dianzi ilTelucit,& la  inte- 
merata .Dan.  Dianzi  uenimmo  innanzi  “ 

Dianzi  * l'alba,cbe  precede’ l giorno . Tur  Dianzi  ne  dijie 
andate  Id . yoce  Tbofeana . 

13  iuiati.fi  dà  alle  cofe,alle  perfine;  & al  tempo . Lat.  an- 
te,antea.  ante  bac,ante  hoc  tempore,  fuperioribus  tempo 
ribus, fuperioréusdiebus . Psz.Lei Dauanti,&mepoi 
prodnfie  un  parto . Che  fatto  dolce  non  mi  fila  Dauante . 
B oc.  un  ufi  qua  fi  Dauanti  mai  non  udito . Hiun  altra 
medicint  cótro  alle  pefidenzf  migliore^  cofi  buona,  che 
fuggir  lor  Dauanti.  Il  dì  Dauanti.La  noue  Dauanti.  .Ab- 
quanti  anni  Dauanti  nelle  parti  orientali  incominciata . 

Aaìnti,& .A uante.  LatJtnte,aaileafiltrajaluriusfiddal 
tempo, tir  dinota  prima,  oltra . P e t.  Era  un  tenero  fior 
nato  in  quel  bofcoilgiomo  .Auanti.  I figui  tanto  Muanti 
il  mio  defire.  B oc.  Et  perciò  i buonodi  prouedere  .Ani 
ti  cbt  cominciamo . Dtpiu  legger*  .Auanti  ui^auenti. 


fL'  O • Saturno ->  ^8 

Mandato  Auantiognbuomo , efio con  poca  compagnia . 
Dan.  Qjul  giorno  f tu  nonni  leggemmo  jluamc . Al- 
Ibor  porfi  la  mano  un  poco  Auante.  Fa  che  ini  piaghe  mi 
difi  ‘un  poco  il  ufo  piu  Auante . Terche  uolle  ueder  trop- 
po Auante,  Et  A uantia  he  fian  é là  difeefe.  Auanti  che 
l'età  mu  fofSe  piena.  Tragga  fi  Auanti  lun  di  noi, che. 
m'oda . E dianoli  fifecer  tuti  Aitanti . Tot  che  eia,  cuna, 
fu  tomaio  nclTuao  del  cerchio, m tbe  Auanti  icra.i, 
priut.  Ben.  D*uanti  fi  partirlo  le  gioie . Ai. 
liìcuaù.  Lai.deuide,ante,aiuea,  uherius . quando  fi  dà  al  lip 
tempo  pajìato,  & al  futuro  .V  et.  Da  bora  innanzi.  Da 
quel  di  Imunzi.  Ma  molto  piu  quel,  cb'è  per  Innanzi  può 
rifiorar molt'anni ,e'nnanz!  falba  Tuommi  arricchir, 

Del  fiorir  quefle  Innanzi  tempo  tempie . Deh  peri  he  m-, 
nanzi tempo ticonfimief  Dallborl.undl  non  mjfi  mai. 

Mi  legò  i.cr  te  prima  difcio^e.  Che  tal  mori  già  injlo,et 
fionfolatoi  Cui  poco  I Ara  il  morir  bealo.  Toi  che alquan 
lodi  lei  uegg  hor  piu  l.Ettompii  mugiornata  Innanzi 
/èra  eh  hmanzf  tempo  mi t'afionde,gj- uicta  Gente,  tui 
fi  fa  notte  I.fera . Altroue  agUocibimiei  uedato  I yia 
piu  eh' Innanzi  noi  tenta  geiuile.  Siuanti  fjùanali  dietro  * 
Innaiizipoggi.  £'  dunque uer,  che'iuiarr^teinpofiierita. 

Sia  f alma  luce.  Cagiimftrd  ebe'nnanzi  tempo  moia . Che 
innanzi  aldi  de  l'ultima  partita.  Et  in  uece  à prima  thè, 
"ìdegar  difie , non  pofio , che  f affanno  ; Che  ua  innanzi  al 
morir  non  doglia  forte . Cha  ferino  Innan^,cbe  a parlar 
commii.Ee  in  uece  di  piu  tofio,&  prima.  Lat. pomi, ma- 
gis,prius.  Morir  innanzi,  che  feruir  jofienne . Hora  a uqi 
Drizzp  li  mio  corfo  Innanzhtbe fortuna  "ìfrl  uoflro  doL 
ce quaUhe amarometta  .&  fenza  SìeUe  iltielo  Fia  In- 
nanzi ch’io,  potè*  Innanzi  lei  andarne  A uedere . Cac-  f 
ciar  me  Innanzi,cb'era  giunto  prima.  B o c.ucdif  india 
ce.et  quidoè  moutmentoa  iq9S.et  inprefenzaa  1412.  ; 

& per  prima  0 dauanti  a 16  ij. 

Aaziidinota  innanzi  frima,piu  lofio,  Lat.  ante,&  priut  fin  »88 
de  il  P ET.  Terò  dolenti  Anzi  che  fian  uenute  l’hore  del 
manto.  Anzi  ch'io  mora . Anzi  uoglio  un  fipolcbro  belj- 
ì»i& bianco.  &temonon chiuda  Anzimone.i.  beglioc- 
chi.  ch’altri  cangia  d pelo\Anzi  cbe'l uezzo.  Augi  che'l 
giorno  già  uicin  m'aggiunga.  Anzi  che  lìabihta  fujìe  la 
terra  , Uefiapie  fupie  mai  nera  Angi.o  dietro . Angil 
mio  fine . Angi  f eftremo . Angi  gli  anni . Augi  tre  di 
creata  era  alma  in  parte.  Et  quef la  che  Anzi  uefpro  a i 
me  fa  fera . ^ fiati  cofa  piana  Angi  mill  'anmpdefi  dalia 
poco  tempo . B o c.  Ci  leueremo  angi  di.  Anzi  mia  mor- 
te bo  ueduto. D A il. & difie, chi fei tu, che uiem  Anzi 
barai fe  noncom'huom  s'accorge  Angfl primo penfier 
delfuouenire.Anzicb'al’altopafiotumi  fidi.'iinnnd  ■ 
celar  chi  fofiiAngtla  morte.  Anzi  che  l’altro  mondo 
fofjè  fatto  .Ben.  Angi  paruneme  fi  dice  in  luogo  di 
prima  .Tk.  r 

Anzi  tempo,  mnansq  il  fine.  Lat.  intempefiiue,  ante  tem- 
puf.  P ET.  Augi  tempo  chiamata  a l'altra  uita . Che  mi 
fanno  Augi  tempo  uenir  meno . Anzi  tempo  per  me  nel 
fkopaefèE'  ritomata.Onde  l’io  nonfingiunto  Augi  leni 
po  da  morte.  Onde  forfè  Augi  tempo  01  imi  le  tanpie . . 
Dietro  quand.i  énota  il  tempo  papato.  Lat.  retro , auiea  , 

P ET.  Come  papato  hauea  quefii  anni  a Dietro . B 0 
Et  quanti  nooih  habitan  pera  Dietro  di  fa  niiglte  pieni, 

.B  in.  Contraria  à culi  di  dtttro.Tiu  ^ 


Saturno  C'  I E L O 

Quando,  tat  tunt , ^ am , thè  t$al  allhara  fbe.&è 
adutrbioJi  tcmpo,t*ri  CHmieUx.fnéktmenti  d'^ri- 
Jiotcle,tt  fimfiia  quel  ttmfojulqMk  fu  fatta  uua  cojà, 
lomc  JdrMe  a ère  Qjianiafufiucrt  farà  fatta  tal  copti 
che  fi  riprenderebbe  l'altro  giorno  aideP*,  curro  farà  fatta 
da  qui  ad  otto  giorni, però  il  nofiro  PtT.éi  e.  Quaa~ 
do  il  colpo  mortai  la  giù  èfeefe . Òpando  il  pianeta , che 
dtffmgue  tbore.  QjianJo  la  fera  fiatila  il  thiaro  giorno, 

Qjiando  primier  m'atiorfi . Quando  il  gran  Cioueiona . 

' Quando  mia  fiieniegià  tondolta  al  uerde.  Quando  xede  il 
fafior  calar I raggi , 1 miei  ferrame  pertbe  non  tolti. 

Quando  ihe  pai  perche  no’ l grane  giogoiidelì  ima  qual 
che  uolta.  Dan.  peribc^ran  è ueuir  Qjiando  chefia 
a le  beate  genti.  B o c.  ueè  [Indice  .Ari.  Di  rum  mi 
riueder  fin,  Dio  sa  quando . 

<ìuindunqac. Lat.quandocunqne.ual  ogniuoUa  che, e 
quàdo  mai.D  a k. Quandunque  [una  d’ejiechiauifalla, 

B I M.  yuol  èr  quando  mai . T s. 

Ouc.  in  uece  di  quando.  Lat.  quando.  P e T.  One  fta  chi  per 
prona  intenda  amore.  Oue'l  morir  [adduce  in  forfe.Boc, 

One  co  fi  nonfuffejto  mi  rimarrò  giudeo,Oue  tu  no  uogtia 
far  cop, raccomanda  a Idèo  [anima  tua . 
tpo  Come,ualquando.  Lat.cum ipofiquam ,ut.  Ptr.' Come 
imbrunir  ueggui  la  fèra . B o c.  Come  a federe  furono  po~ 
fli . Come  una  giouane  ha  (òpra  il  capo  pofla  la  benda  bià 
ta.Et  come  egb  fu  montato  a cauallo,&  andato  utafla  di 
na  n'andò  al  S.  frate . Laqual  Come  cofiui  uide  auicinarp 
di  lontano.  Come  .Andreuccio  fi  mete  alla  ffóda  del  pos^ 
nicino . Et  come  lanate  fojie  crollajfe  la  fune . B s m.  Et 
come  che  pa. Tri. 

Pnr.m  ucce  à quàdo, & ogni  uolta.  Lat.  modo.  Dan.  ,An 
che  men  duol.  Tur  ch’i  me  ne  rimembri , 

Sempre  .Lat.  fimper . P e x. Humiltate  efialtar  Sempre 
gli  piacque.  Ch'a  parlar  defuoi  Sempre  uerè  rami . Che 
'■  uolendo  parlar  cantaua  Sempre,  ch  i [ho  dinam^  a gli  oc 

i bi,&  baurò  Sempre . Sempre  piangendo  andrò  per  ogni 
riua . ch'amor  non  uenga  Sempre. Ter  gli  octbi , cheè 
Sempre  pianger  uaghi.  Ch’i  Hata  Sempre  accorta  a far- 
mi guerra.  Et  c'hauete  li  fchemi  Sempre  accorti . B o c. 

Quafi  Sempre  tra  fomiti,  & tra  lagrime . Et  Sempre  per 
fuo amico ihebbe. Io  ho  hauuto Sempre Jjietiale diuotio- 
ne  alt’ordme  uofiro , 

\nfemprare  è fare  eterno.  LatMemare,perennare.  diuma- 
re , perpetuare .D  a n.Doue'lgioir  i'infempraJ.douei 
fempre gloria, dr  iletto . Foce  trouata  da  lui . 

Continouanza . Lat.  continuo^  coutinuus , B o c.Ter 
troppa  continouan^ . 

Continouo , & Continuo  aduerhio. Lat. perpetuo  ater- 
num,confeflim, fiatim.Bo  c.Etbauere quafi Contmo- 
Ho  mala  ulta . 

Del  continouo . Lat.femper,inceffanter.  hoc.  Del  con 
tinouo  con  la  non  giaceua . Et  femando  quefla  maniera 
Del  continouo . Et  Del  commouo  mangiato , tir  beuuto 
bene,  & fonato . Seruaudo  quejlo  Del  continouo . 
tpi  Continouo  , & Continuo adiettiuo.  Lat.  continuus,perpe 
tuiu , peremnis.  Ptr.  Et  del  continuo  lagnmar  fon  flan 
co . Conlmua  Tioggu,  Troua . B o c.  Continouo  jludto , 
ideft  foUecito . Commoua  TribuLuion , Honeflà,  Concor- 
dia , Fratellanza , Continone  Fanti , Continoui  Conforti, 

Mormorij  Contineuamente,  Contoiouant;a  ,Centmouare 


Saturno 


nome,druerbo,nedia  1^00.  , 

Cotidiano  .Ltt.quotidianui^ommanis  ,ajJìduusualcofii 
degni è.DuN.Da hoggi amia cotiduna  Manna . 

Tuttauia,wn/  lomiaouammte.Lat.  Semper  quotidie. 

B o c.  Hauendo  nondonenopenfiero  tiittauta  comeir.ir-  i 
re  d potefie  delle  mamdt  l popolo . Tur  nondimeno  tutta- 
uia  fifpetuua . Et  della  corte  ,acuiT uttauia  faceua  in- 
giuria. Et  detto  quefio  T uttauia  putngendo  forte , Ma 
paffaua  lafelua  Tuttauia . 

Spano,  quando  tempo  ènota . Lat.  dr  intemallumànterca 
pedo  .Pei.  Hon  hebbe  tanto  neutgpr,  ne  Spano.  Cb'af  . 
jiifpationoo  haggio. He  còche  Spatio  mi  défilé  d cui» 
Tundipietateer'wpenfandod  breue  Spalto  al  gran  fo- 
co, hoc.  ìion  era  anchora  di  molto  Spatto  fonata  uum  r 
uà.  I due  amanti  iìettero  per  lungo  S patio  infieme . Ter 
grandijfimo  Spatio  cofifiettero . Di  che  in  afiai  Spatio  di 
tempo  d giouane  s'accorfe.  Dopo  alquanto  Spatip  comin- 
cià  a dire . Et  in  ciò  Rette  lunghiffimo  Sparto . Ter  lungo 
Spatio  con  lei  fi  troRuilò . uedi  [Indice , T.  per  Spallo  da 
un  bora . Lat.  herarium . & quando  dinota  luogo  ampiot 
0 diRanxa . ueé  avjpo- 

Dotta . Lat.  breue  tempori!  fpatium,  cioè  breuifftmo  fpatia 
è tempo.  D A a.  Et  non  u'era  mejUerpiu,cbe  la  Dotta  , 

Se  non  haueffì  uifle  le  ritorte.  & io  èra  Dotta  per  la  pan  7 
ra,&  timore  anchora  che'l  Landino  habbut  ^ft» , thè  in 
lingua  fiorentina  figrdfii  hi  breuifiimo  ^atu>  di  tempo,  to- 
me è detto  .uedi  a iipo. 

ToR.o.Lat.cito.ualelùbtto.V  sT.Cbemenagliamiimiei 
fitojloariua.  EHa^Toflo  del  fuocorfoa  riua.Tofio 
tomando.Tofio  tonuien,cbeficonuerta  inpioggia.Le 
dì,  ch'io  firò  la  Toftoch’io  poffa . ToRo  che  del  mio  Rato 
fofii  aciorta . Toflo  che  giunto  a [amorofa  regia.  Mal  fa 
di  toma  fe  fi  Toflo  oblia . Dio  che  fi  Toflo  al  mondo  ti  ri- 
tolfe  .&  tu  altri  luoghi  affai,  hoc.  éfcalèr  Toflo  al- 
quanto mi  conforta . Tiu  Toflo . molto  Toflo . Cofi  To- 
Ro.SiTofl»,Tantofto,Toflocbe.  ConToflifiimopalfo, 

Io debboToflanume morire. Toflana  partita.  ToRano 
rincrefeimento  .Dan.  maeRro  fé  non  celi  tee  me  Tom 
fìananente , Che  fu  nel  cominciar  cotanto  Tofla . Mal  fu 
la  uoglia  tua  fempre  fi  T»fla.i.cofi  furibonda,  0 iraconda . 

Auaccio . aiuerbto,  ual  toflo.  Lat.  StatmaitoqiropeJiem, 
Dan.  Terch’ìwegailofpirito  piu  M-uaccut,  Che  midi 
teffe,  chi  conlui  fiRaua . Óndeegh  a me,  .Auaccio  farai 
doue,Diciòti  farà  [occhio la rijpofla. Et  cieco  teropiu 
-Auaccu  cade,Cbe'l  cieco  agnello . A m.Di  uendtear  il 
fuo  fratello  .Auaccio , -Allacciare  nerbo. uedt  a 1497. 

Foce  de  Contadini  inThofeana. 

Prcllo.  aduerbio  in  uece  è T oflo  contro  [ opinione  di  molti . 

•lat.  cito . P E t.E’I  tempo  disfar  tutto , ^ cofi  TreRo . 
hoc. Et  TreRo  deWarca  fi  gittò  fuori.TreRo  nella  ca- 
mera fcefe  della  fanciulla.  F enne  in  defider»  a Tmuccto 
è douerfi  ac  conciamente  ,&  TreRo  con  cofiet  irouare. 
-Acdoche  col  Treflo partirfi  ricqpnjfe  la  fua  duboneRa 
uenuta,a  Cenoua  fi  n'andò  TreStamaite.Mailbarattie 
refeome  colui  che  attento  Rana  )fù  Treflo . Tirro  Treflif 
fimioandòperlafcure,&Ugliàd  pero.m  AH.  Et  per 
udirti  Treflo  non  la  èco.  & per  foUecito  uedi  a 1497. 

Ratto , Lat.  raptim.  ual  preRo,  toRo,fubito.  P e x.  Hatto  192 
per  man  damor  ,netò  ben  doueJ.raptto  in  quefio  luogo . 
Euggo , ma  non  fi  Ritto , che'l  dcfio  Meco  non  uenga . Di 

fichu 


Saturno  <T  HE'  Li  (J-  Saturno* 

fritti  in  felittHjtto  mi eratformo  chimi  k fronte  ^oierMote pur  Teflècoft  malata,  lobo  Tefli  ricrmit» 

lur^Oiiwia.  CbeiUttoaqtteHapinalamanporfi.iit  (è  lettere iamejjina.uedil Indice . 

ttniiJjiralfiiofttg^irliRatio.CbeS.atta  mi  mlgeitial  TeAefòmiieceéTrfti  ufita dal  hoc. & non  f/tonelle  lyj 
nerde  bofco.  Ratto  tome  imbrunir  ttégg»  U fera.  Ratto  do  profé, ma  anthora  nelle  nme,ttoce  peri  antuanente  ujim 

^ pteiiicato  fm  con  tutti.  Si  Ratto  ufrma'i  fòl  àiùo  di  rag»  la  .TurTeficfonii  dtceua'ìgello  .Quando  tu  mi  tiraui 

gto.  hoc.  Videro  lo  [colare  fare  per  La  nette  una  carola  Tejlejo  i capelli . aedi  l’Indice . D A N.  £/  tiuelìo  , thè  mi 

tritaalluonod'HHbanerdedevi  tfh'rgltfacettapertrap  conuien  ritrae  TeQ^o  ; Perche  la  faccia  tua  Tefrefi  yn 
fo  freddo  fi  lpe(fa& Ratta, che  mai  fimilettedata  non  bà  lampeggiar  ^ un  nfo  danoftromrm  a.  diangi.'&  tu.  Te-  . 

lteano.B.tandaMainie Ratti  qu-iniopoteano.  QtttlfuLxca  Jlefòanliiamente  .T  k. 

giondeila  Itti  Rottegli.  F i.  ./t  me  parca  piu  Rattameiir  Immintencncc,  to/io.iar.  rrpenter&dereprme.cito, 
teuolar.  La. D iLS..4lM7iidonanfiermaiprrliuieRac  tptafi  immantencnte  quello,  che  ér  fi  auole.  PsT.  £a 
teafarlorprò.SA'S.Imalfpejiannitcbefirattittolar  che  poi  mi  fpogUate  Imnuntenente  Del  ben  ,ch'adhor 
no.firquaitdodmottertottediad.Aittx.'gaavj'gq . adbor  Tanimafiote.  Atti.  & donde  l' uno  cede  L’altra  - 
D'Ì}OKO,ttalliiblto.L*t.illuoJiaum,qiiainpriwttm,prir  batter  polloImmantenemeU  piede. 

mo  quoque  tempore,  hoc.  Et  uedremodi  Bottojtbt  (ha  Incontanente . Lat.  jlattm,  illico,  rnox,  repente , cito,  (ir 
hauttto,D  AN.'HonaltrimemPanitradiButto  Q^aau\.  fémpre  fi  trema  afitto  tolpretemo  perfetta,  hoc.  Ina  i 
do  il  falton  t'apprefia,giii  ialtnffa.lnquelmedefmo  ittof  tonunente  gli  occorfe  neWammo  un  penfiero  non  mai  piu 

nò  di  Butto,cioi  di  Botto.  A«.t.Lemam,eil  dome  Laf ciò  Hatom . Iniontam  nte  fi  foglio  mfarfetto.  Guani  imon- 

andar  di  Botto  In  quel  che  troni  prtmtfi  erado,o  colto.É  ianaite  il  fiuti . Et  àncontaaiente  fu  tolta  nu  . £>  a n.  In. 

eomra  Berhngier  Henne  di  Botto.  Etto  SUndardo  pia»~  contanente-intefi  ,&  certo  fai . 

touttié  Botto,  ynee  Lombarda.  ■ Amano  ìmiua . Lat.ìnfimal,itta{imt,ejrual  bicaau.aT 

Appreflo . NI  acce  di  Subito . Lv.pofi,p»Jiea , paulopodi  ^ oeme , poco  dopai , a poco  a poco  , cdrànfiemememe , (taf 

B o c.  In  piccioli  bora  ..AppreyodopoaUttnauolgimtn  Ì'hai  unno  apprejpi  all'altra.  P n.odìn.iK.A  man  lon 

to  caddero  IH  terra  morti.  ,1..  Iuit4ttt.indpgiaa.  TuttoafidltrafierdMo^tbe  ..dmano 

*P4  Subito  , &di  Subito . Lat.  flatim,  ijlico  > tutfiigh  , P s t.  -4  mano  Taffauon  dolcemente  ragionando . Crflpe  Salit- 
S abito  aldi  quella  altera  fronde . C'hanno  Sabiio  fatto  d filo . & feto  .4  mano  jl  mano  '.hbaiC  mano  .A  mar-'l 

tempo  no.  Subito  in. tllegregjitficoatieffc.fi.fuhito.^  no  doueffero  entrare  tncammo.  .A  maao.Amamcomiia- 

rir  ogni  altra  ftctla  '.  Subito  fcorji  il  buon  gmdUio  intero^  aarona  le  genti  ad  accender  lamL  lo  ai  fòri  fatto  .A  man 

Ha  che  l uen  tardo,  & Subito  ad  ma . COfi  fua  aita  Sabi  .A  mano  capitano  , 

• totrafcorfe.QufllapianufebceSubitofuelfe.OnieSMa\la.\ia.Lat.npxpattlopaSi:atllncotttanente,&ipprtf  ajtf 
b'tocorfi.Ond’io  Subno  arfi  .Subitoalfieiuoiafti.'tìfft  fk.h  oc.  Sidteder  la  pofta  (Ceffere-mfieme  f'ia  yia.. 
fu  ilcader Difubitofi firano  .Libelladoniia,cbecotanr  D AK.Terlòferpente,cbeuerrdÈ'iaf'ia,Modoé  fa- 
to amaui  Subitamente  t'i  da  mi  partita.  yoUt  Subitir.  ucUarTbofeano,  <1 

mente  in  doglia  e'n  pianto . B o c.  Che  fengi  bauerla  ut  Mò  ^ particella  Lombarda,  & TdapoUtana.  Lat  modo . ual 
data  Subito  Fieramente  la  cominciò  ad  amare . Qjtando  bora , adejfo  tefii  .Dan.  Che  parlotti  Mò  lombardo  , 
alcuna  cofa  non  ufàlaappirifse  Di  Subito  i Se  Subiui$en  HisàMò  gm  ,&Mò  recicolando  ,tdtfl  hota  sù,bora 
te  da  uno  arciere  i ferita,  uedi  P Indice.  & quando  i aéetr  giù . Tu  m'hai  noupurAdòaaò  difiìofio , ale  fi  non  adefjb, 

tmo,uedia  1497.  . Rtaaltreaolte.  ? 

ImpToaifo,&.AWimprouili.-Iat.exiempore,impar4-  Spicciinmcnte , ual  lofio  ,&  in  poco  jpatto  di  tempo, 
te, ual  impenfàtamentejnunoifldnte.  A r i.  od  Pappa-  Lat, ilUco,  flatim,  confePlhn,  continuo . h o C.  .AmUau-  'l 

rer  che  fecero  flmprouifi)  .conequtUo.,Che’l  jiiede  in-  neLì,&lauaremloSpacctatameHte.SpacciilameHtefi 

cauto  d’improuifo  ha  mefio  Sopra' l ferpente  uelenojò,  e teaò  Pufo,&  fi  uejll . 

fello  Dal  pigro  fonno  in  megp  P herbe  appxefio , Chtjpa-  Spaccio , ual  ijpeditione,  tbrigamento , & uendita , uedi  a i 
/tentata , e fmorto  fi  ritira  Fuggendo  quel , elfi  pieR  di  ' ì/ió.jqi.  ,T, 

tofco^ed'ira.  ' ^ictureperifpeéreal  detto  biogodi  [opra. 

Adeflb  ual  al prefente.  Lat.  mine,  cT  è ucce  lombarda , efr  Sproueduto , ual  aU'improHÌfo,&iton  prouifio.  lati  ind*  1 97 
nonufatadaaoftripoeti,akeng4tbeHelbcÌtìólóD  A K,  paratus.  ho-c.StcondocfuaSproueduia  furono afiaibi 

ÌHunfrlluogonelloiHfemofitroui,douedite.Ogcute,bi  /tetrànatamemeferuitii 

cui  femore  acuto  wddefio  Ricompie. & dal  uofiro  Prr,  Kepence.lar.ualfubiio.'Pcr.JnuideTarehefiRepelf- 
unafoluolu,douenelTri,  .iella  diuinitd  diee;DiaiK(i,  leilfujóTroneafle.D  Au.OmPei  Repente  fièiggerà U 

.Adefio,hier,doman,matuno,&‘féra,mafònoéUu»s  \ nebbia.  . 

ebe  uogliono,  che  non  mai  ilP  tj.  Puf  afre  nel  fentimen.  Vnbatter  d’occhio . Lat.  uno  tSu , iSus  ocili, &niSut 
to  della  nunc  Lat.  m t che  filano  due  dittiom  diaijé , eioi  ocult  .h  iX.Jdt  miei,  piu  leggier,  che  nefiun  ttruo,Fug'^ 

.Adefio,&cbes'mtendaDuiiQad  effe  Dio,percio^e  girceme  ombra  t&jaatueder  pm  bene.  CifunBjttet 

parta<PJddiocbepui>Jiarbenijl]imo,neame  quefia  opir  daubia; &poibehorefÌTene.J.'lbatticr gltocxhi  muli 

tuonefpfoce.  lamfi/fiefpefio.. 

Inftantc . Lat.  infians , che  tempo  dbiota.  A ri.  Et  riunì-,  Bretic.  Lat.  breuihet  in  BrateJat.breui  adae.'quanda  tem_ 
tojjìinuumedefmoinftante,ideftmunpuuto.  podinota  Pex.BreueHora,Tt7npo,Di,Cioruo,yiutre. 

Teftc , ual adeffi),mò,bora.  Lat. nunc,  lam  ,moJo.  B o c»  yiaggio,Camino,f'ta,yitafirtuij}imo Tempo,  InteruaU 

fai  ni  part^pnr  Tffli  dam.Et  giungi  pur  TeHi.  i Iq^S/udiacP^er  Bd-enc. Effe  fama  nmrtalaùorido  nrfce\ 


Saturno  CIELO  Sattirno 

thè  Ipepier  p douea  « Breiie . B o c.  E/  « Breue  di  c»fi  tr  fer  morire  a t6ij, 

fattegliene  éjie  molte , In  Breue  t/ueflo  anello  andò  di  Trapalare.  Lat.  tranfgredi.  P s t.  Cofi  mio  tempo  ho  fi» 
mano  m mana.Qnanto  ptu  Breue  pote.In  breuiffima  T em  bui  Trapalato.  & quàdo  dinota  mouimfto.  ut'di  a 1 46^ 

po.BrekiJìimamente.D  AN.Madipe;parla,órtif  Brer  •lifcriue  per  p,  fola, 

ue,  & arguto . dkcnltt  molto  Breue  .Tu  che  forfè  uedrà  A ndare , quando  tempo  dinota . Lat.  agere , cS*  perngere^ 
il  fól  di  Breue.  & quando  i in  uece  di  corto,uedi  P e T.  L'altra  Conjòlai  con  ueder  le  cefi  .Andate,  quando 

quando  dinota  finltura  8od.  fi  rimembra  del  tempo  .Andato . B o c.  uedi  ('Indire . • 

.Abbreutare.  Leu.  dtminucre, amputare, demerc,  breuiorem  A lungo  andare . Lat.oUm.&pofl  tógum  tempiii.  B o c. 
ficere,  decurtare,  abbreuiare.  Ho  a:.  La  noftra  Ulta  ha  A lungo  andar  per  faritftO  per  amore  le  conuerrebbe. 


ìom 


ualuta  abbreuiare con  ueleno.  T H Ejierepojsdnle  perdi 
luenticanza  il  dolore  abbreuiarfi  .Th.II  tempo  che  mol 
to  banca  le  notti  abbremate . K i . 

.Accorciare  per  abbreuiare. Lat. inadere,àfroduBa.  P et. 
Ter  accorciar  del  mia  uiuer  la  tela. D un.  Tanto  allun- 
gar, quanto  atcorciauan  quelle 


Tereiò  thè  10  A lungo  andare  l’alpetto  infeliaffimo  Et  di 
queflo  m huomo  faluatico  conuettito  A lungo  andare, 
P ET.  Vandolfo  mio  quefleopre  fon  frali  A lungo  anda- 
re. A ni.  Ma  ftfecreto  alcuno  efìer  nò  puote,  CheAlun 
go  Ondar  non  fia  ch'il  uegga , & note . Che  come  Tarlo  II 
teikpo  A lungo  andar  qud  gii  dinota . 


Haecornarc . Lat.  incidere  .hoc.  Il  difio  mi  Siringe  a rac~  Andare.  Lat.  ebbi , abire.  P e t.  Tin  ueggio'l  tempo  andar 


cordare  il  termine . A m.  Sarà  cagione,  che  1 miei  gtomi 
fi  raccorcino. F t.Chi  non  là  che  la  iunghegga,<y  la  cor 
tex^a  deltcmpoallunga,tr  raccorcia  la  noia  tE  t.  non  i 
della  Imgua . 

«yS  Tanto, cStoimh/o.  ualaqueltemqo,oinquelmegpditrm 
po.  Lat.  intered, interim.  P E t.ltuppefi  m tanto  di  uer. 
gogna  il  nodo . Comincio^'n  Tanto  lagrtmando  sfogo.  E'n 


ueloce,aT  lene.  Lat. cito  labi . Che  quant'ie  ueggio  il  tema 
po  andar  leggero . Et  uegpo  andar,  anzi  Molar  il  tempo  , 
iiuefli  hauea  poco  andar  ad  efier  morto.  Idi  mutpm 
correnti,che  fatua  Sonfen' andati.  Se  n'andò  m pace  Sani 
ma  contenta,  andò  piu  prefSo  al  fegno . E'ighru»  andrà 
pien  à minute  flelle . Hot  l'andrò  dietro  bomai  con  altro 
peto . B o c.  uedi  t Indice . 


tanto  pur  fognando  liberiate.  Dan.  Tanto  ebedataui  Vi.Lai.uade,  accede,  progrede. P sr.  rettene  triSla} 
t ultima  poSìa . . che  nourà  per  tempo.  Chi  dopo  lafSaifuoi  di  piu  fèrem. 

Da.iadiia(]ai.Lat.ileindefoflea,paulopoSÌ,ualdaqueL  uediatqóó. 

[bora,  0 da  quel  tempo  w qua  . P e T.  £M  indi  in  qua  mi  A bada . Bada , badare  quando  dinota  perdimento  é tenu 

piace.  Oa  indi  in  qnà  m'incominciò  apparere.  Da  indi  in  po.iiSt. 

qui  cotante  carte  ajpergo . Da  indi  in  qua , lò  che  fi  fa  nel  I ndugio , & indugiar*,  uedi  a noi. 

chiofiro  D’amore,  hoc.  Da  indìmnauQ,  ideji  perla  Durare.  Lat. &terdurare,permanere,conflarr.  che  tempo  fot 

auemre.Dapocoinqudjidejlda  poco  tempo  in  qud.  Da  dinota.  &ualreflare, regnare,  oliar  in  uneffere.VtT, 


quinci  innanzi . 

Proceflb , idefl  in  proceffo  di  tempo , cheffatio  di  tempo  fi- 
gnifica.  Lat.  & multò  po  fi  ^ut  Unga  temporii  mora,  prom 
greffu  tempori! . B o c.  Tiu  uolte  poi  In  TrocefSo  di  tem 
po  ui  ritornò.  Tercbe  m Troceffo  di  tempo  aucnne.Ter  f* 
medefimoinTroctfìoditempofiJimiimi. 
Trocedereperderiuare.  & per  andare  auantijuedi  a iq6i, 
&a  1591. 

tyy  Vretento. lat.  praterUum,affum,trjHfa(ium.  Boc. 
Delle  maluagic  opere  nel  Treterito  fatte  da  lui . Treteri- 
ta  rua,&  Trafeur aggine, Traente  Cofe,Traeriti  Cafi, 
Padàto . lat.  prawitum.  P tT.Tafiato  Tempo^  Mdle- 
ftmo  anno  i TaJSato,Tafsato  è il  Merlo, Ta fiato  ho  il  me- 
X.o,Tafiatoèiltrmpo,Vafiata  Stagione^ita  ,Tafiata  ì 
• tHora,TafiateCafe,TafiatiAmà,Tempi,Benmicre- 
dca  pafSar  mio  tempo  homai , Come  pafiato  hauea  quefii 
anni  adietro.  Boc.  Tafiata  Mortalità,  Sera , UpueUa  , 
tIora,Sberanga,Tafiate  Fatiihe , Cofe  Tafiati  Infortn- 
mi,Ciorm,Alquattti  Di.  unii  l'indiec 


Che  uriamorofo  flato  In  cor  di  donna  picchi  tempo  dura , 
<ome  nulla  qui  giù  diictia,  odura.  Tipu  potè  mai  durar 
dinanzi  a leij.reflare.  Etfe  queflo  mio  ben  durafie  alqui 
to.  Durò  moU'anni  m astrando  ungiamo,  hoc.  Le  co» 
fefènza  modo  non  pofflmo  lungamente  durar  àie  fi  ftarfer 
meTer  quanto  ta  fua  Signoria  dauea  durare,  iiuaniod» 
rafie  il  fuo  reggimento,  mentre  che  il  mondo  durerà  Men» 
tre  durò  la  loro  compagnu. 

ACBlCOlTrR  A. 

Gricoltura, Agricoltore, Zappatore,  Ara- 
tore Aoboico,  Lauoralore,Ta flore,  F Ulano, 
Contadino,  Ruflico,  Situeftre,Zo(ico,  Agre 
fle,Bifolco,Forefé,&  Forefoggfi,Ealte,  Car 
ro,Carretta,S>uadriga,3aftema Aliga,  Fe- 
htculo JBaSìri, Zappe Aadili,  Marre,  Fangbe , Fomtrii 
Aratri,Cilmdri,lòdoli,Seminare,Mictere,Cogliere,Zap 
pare.  Collinare, Taflurare,  Arare,  Lauarare . 


Pada  to  aduer.  Lat.etapfis  dttbus.  Boc.  "Het  Tafiato,Ter  Ag^coltiira . Lat.agricultura . fecondo  alcuni  Clearco  fu  qo» 


lo  Tafiato.  P E T.  T<{el  Tafiato . 

Tafjare  quando  tempo  fignifìca.  lat  praterirc.  P E T.  Iltem 
popafia  . Inptcnol  tempo  pafia  ogni  gran  pioggia . Cofa 
beUa,&morial pafia,  Crnon  dura . tutta  [età  mia  nuo- 
ua  Taffai  comenlo.Tafianuofiritriomphi,^  uofirepom 
pe,Tafian  lefignor'ie,pafiaitoiregni.  Tutta  la  mia  fiori- 
ta ,&uerdeeiade  Tafiaua  . Tutti  in  un  punto  pafia- 
rem  come  ombra  .Boc.  nedi  [ j ndice . Ct  quando  figni- 
ficamoMoiKnte.ueéa  1464.  eJrper  trafiggere  a 


il  primo  (he  la  ntrouò^ltridicone  Dionifio,^iab  Satui 
no,&  Tibullo  afferma  Ofiridicendo . Ofiri  prime  riinui 
Taratro,Et  con  lo  acuto  ferro  il  terrai  mofiei  Egli  fu  pri- 
mo,ch'a  la  rtnega  terra  1 (cmidiedejet  ne  ractelfe  1 fi-uni, 
ma  alcuni  uogÙono,tbe  fujse folamcnte  in  Egitto,  c-r-  Tri 
toleme  in  Crtcìa,^  in  Affa  fecondo  Giuflino,  tir  Satur-  - 
no  nel La!h.Altri  uogUono,chefùffe Caere , cheta  infe- 
gnaficamortali  ,iameattefla  Firrilio , Cerere  prima  di 
nettar  la  terra  Col  ferro  4 hffegnò  U ma  migliore,^  Dui 


•X.' 


J» 


A 


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r» 


Saturno  CIELO  Saturno  4* 

im,Ctrerefrimtt  cól' antro  admuoì  frutti  ie  la  terra»  MteìfrimoTaflort  fu  fgliuolo  indarno  jet  iEua,huomo  J05 
r buomo  diede,  ma  fecondo  Ciofèfho  nel  primo  delle  anti-  giufto , ér  molto  reltgtofo  .fu  utcìfo  da  Cam  juo  fratello 

cbità  due, che  Caino  fglmolo  di  .Adamo  fu  d prono, che  per  mmduifigmfica  m bebreo  lutto  ,timore,  uamtà , ef 

dorar  la  terra,  di  porre  iconfimd  modo  trouò;&cofl  miferabde  .D  A N.  Trafieci  [ombra  del  prono  parente 

fienxa  dubbio  credere  fi  dee,  che  ijueflofofidprouipio  Je  !>' Abel  juo  figlio,  & quella  di  ueé  a Cam. 

[ Agricoltura  Jaquale  a uanj  popoli  muanj  tempi  fu  poi  ftefcpio.Lat.praprpium.iilluogodoue  fi  pone  il  mau- 
iufegnata.  Qgejlafu  in  tanta  uenerationeapprepo  de  Et)-  guir  degb  animali . S^a  n.  Ter  le  piene  Trefipi  cantaro- 

mani,  come  attefla  Cicerone , Ct  altri  cb'i  primi  Senatori  no  amorofe  canoni . 

babuauan  ne  càpi,&  molto  era  lodato  quello , che  megbo  Villano . Zj(.  efr  rusìicus , ruris  accola , uillicut , colonui . 
quelli  coliiuaua;& non  tanto  queflo  fu  appreffo  de  Homo»  Bo  c.y^dlanoricchiffimo  .S'egliadun  y'dlan  [haueffe 

ni. quanto  appo  moiti  Re,  Trimipi,  & gran  Signori . <bua . Senxa guardare  fegentUTiuomo , 0 yillano  Sìato  fi 

Agricoltore . lat.  agricola  jtgricultor,etagricolatorjlu  fia.Eta  ytllam  rmoUodtfìe.HabitoyillefcOj&perme- 

ro,Forte,Robuflo.AKl,Gliagricoltortaccortiagli  al-  ta.per chi ujduillania.yillanCaualiere.y diane  Taro- 

truiefiempi.  le  .D  Ati.Cortefia  fu  alui  efier  yiUatu)  .uedia^t.^. 

Agrìcola. tar.D  a ti.Sicomede[Agricola,CheCbrifio  Coacidiao. Lat. ruSiicm,/&pagaHus,ruilitaHMt,  agre. 

Elefie  a [orto  fuo  per  aiutarlo . iiiijn  urbanis^r  in  fuauium  morum.  B o c.Inteudo  rat 

Lauoratorc , & lauorare,uedi  a 847.  contarut  uno  amorazzo  Coniaduio.  Sentendo  la  moltuu- 

30J  Zappator . Lat.  fofior  .Pii.  L'auaro  Zappator  [arme  dine  grande  ejlere  uenuta  de  Contadtm. 

riprende.  Ruftichwza. Lat. rujiicitas .hoc. 'hlpn  mouefie  la fua 

Zappa . Lat.  Ugo,  dr  bideni.  la  Zappa,che  ha  duo  denti,&  Rt^uhexga  ad  alcuna  t<^a,the  a uergogna  le  potefie  tor 

trpicei  il  Zappone  di  ferro.  B o c.  credono  jche  la  Zappa,  nare.  llgwuane  atto  a lafciare  ogni  Rujiuicà.  La  Rujlica 

drlayanga  tcdganodel  tutto  a lauoratori  della  terra.!  noce  in  cittadine fihariduliey&Rufiico  romito  ginepro 

foncupijcéiiiappetiti.S  AH. portar  fu  [humero  laca-  prio.S  a H.faròtraquejliRufltcìla  fepoUura. 

ra Zappa . Bifolco . Lat. bubulcus , Ioaratore  .Ptr.'Hf  pallori ap-  joé 

Zappare . Let.  fodere  .hoc.  Et  molti  di  quelli , che  la  ter-  preffauan , ne  Bifolchi.  Dan.  Qjiaudo  lafon  uider  [at- 

ra t^appano  ,dr  guardano  le  pecore  già  ricchifjimi  furo-  to  Bifólco.  SA>i.ifolenmbonori,iquaU  horaituot  Bi- 
no. & fono.  . folci  II  rendono. 

Vili  Dio  deTaflori  fi  finge  conle  corna  ftmdi  a iraggtf^-  hobolco.  Lat.  bubulcus.  Ioaratore.  Dan.  A fimmar 
ri,& a corni  della  Luna,&  la  fua  faccia  roffeggiante  co-  qua  giù  buone  Bobolce.  Lai.  lugera . 

m'aere.  Fu  adorato  nel  monte  Liceo , & Menalo  itArca-  Zo  tico  ^ huom  rnjiico,&  rude. Lat.  rudis^grejlit.  hoc, 
dia.  Le  fue  felle  ft.cbiamauano  Lupercali , & faceuanfi  i alcuno  fi  forbito  qual  non  aréfea  di  dire  ciò  che  bi 

mel  monte  Auentiao  del  mefe  di  Feltraio,  di  ebefumuen-  fògna,ne  fi  Zotico jebe  non  ammorbtdifca  bene.Ugllaqual 

tore  Euandro  per  Romolo,  & Remo  nudriudaia  Lupa,  Utteretta  quantunque  queUa  con  aperte  pcuroUmunacofa 

amò  Siringajaquale  lo  fuggiua,&  egli  la  feguitaua  mfi-  al  mio  amore  nfi>ondefie,pur  con  parole  afiai  Zoticamen 

no  chegiuiifero  al  fiume;  li  doue  non  potendo  pafiarl»,  la  te  compoflejcr  che  rimate  pareuano . L a.  yoce  contadia 

"Himpha  domandò  aiuto  da  li  Dif,  che  la  fcampaflero  dal  nefea  di  Tbofeana  1 

Umani  diPan.iquaU  mofiiaputà,latrafmutannom  Vorefi‘,oForejòzgaJauiUana.uediap6s, 
cannuccu  di  Vantano . Tan  non  la  potendo  altrtmenti  ha  CogUere,ricogliere.  aedi  alla  Dea  Cerere  a nf. 

: uerejii  quelle  cannuccie  formò  la  ZampognaJaquaU  dal  Mecitorc . Lat.  Meflor,  è quello  che  taglia  le  biade.  S a u, 
nome  delT  amata  nmipha  ; chiamò  Siringa , benché  que-  Tnma  ebei  Metitor  U biade  affafemo.  h tei.  L'almo  li- 

Ro  uocabolo  in  greco  fignifica  canna  .Dan.  parlando  quor,  cb'a  i Metitori  fuoi , 

qui  della  Zampogna , cioi  di  Smaga  fonata  da  Mercurio  Mietere . Lat.  mctere . P a t.  Conuien  che  del  mio  campo 
miando  addormentò  Argo  dice.  S'ì  poteffi  ritrae  come  af  mieta  Lappole, & Recebi  con  la  falce  adunca . L'efca  fu’l 

fomia  ro  Gli  occhi  ff telati  udendo  di  Siringa  Clioabi  a cui  fme , dregh  [farge , & miete . Di  buon  feme  mal  frutto 

pm  ueggtarcofiò  fi  caro.  mieto  .& [òpra  ogni  altra  mieti.  D a h.  Dimia  [emenzf 

J04  Tidote  digreggia . Lat.  &abigeus,&  aboBus  .Abel  fi-  cotalpaghamieto.S  a H.Tnma  ifinuemo  fimiettra»- 

gliuolo  di  Adiamo  fu  il  primo  TaRore  .Psr.ll  Vajior  no  le  biade.  Mefiiojonitfio  atto  del  mutere . 

che  Mantoua  honora.  Il  Taflor,  eh' a Golia  ruppe  la  fron  Tiantart.  Lat.  plantare,  uedi  a Pianta  4115;. 
te ."HglTaRor , diche aiuborTro'ia  fiduoU ,ideftpaa  Coltnrz.  Lat.  cultura j&cuttus,cullio,agricultHra,agri-  joj 
ris.A  R i.AlgranVafiordellamontagnaldea.Lparit,  colano. D a k.  Che  lofio  s’auedrà  de  la  ricoltaDelama 

Con  tanta  attermonjantofiupore  Con  quanta  Ampkrifò  ' la. Coltura. 

udì  già  il  fuo  Vaflore^efi  Apollo,  hoc.  Se  in  certi  pa-  Inculco.  Lat.  Ari.  Sarefle  come  Jnculta  ulte  in  torto , 

Rori  non  fi  fòfie  (lontrato.  Di  lupo  era  diuenuio  Taflore,  Collinare.  Lat.  colere terram  exercere  .Pm.loperma 
trmeta.ptr  toTapa,uedia  Cme  .VafioreUa  Cruda,  firn  quafi  un  lernnafctullo  Colto  da  uoi,idefi  coùiuat». 

Alpeflra , dr  bella . ‘Hiu>‘  campo  fu  mai  fi  ben  coltiuato . B o c.  Ter  U uie , 

PaAura.  Lat. pabulum.h  oc.  Ibuoidal^go  alleuiatijet  & per  li  Colti  jdefi  luoghi  coUiuau.  A gli  affannofi  Col- 
difaoitiper  li  bofebi  taf  ciati  andare  alla  Taflura.  Di  me , tiuamentt  della  terra.T  H. 

die lor conduco alleTaflure.  Uedi ali‘Jndice.& a 1598.  Solca . Lat.  Lira.D  a n.  Et  prefo  il  pimolo  colquale  epi 
fPafiurare.  Lat.  paj'cere.  guidare  alla  paflura  .Boc.O'ia  piantana  gli  buomini,&  preRamenlc  nei  StUt  perciò  fi» 

mmaiedipafturaremaldifeftfcienz^,  umeffoU.meta.dtreucnerea. 


Sitarti»  C I E 

Falce . tdt.filx.  Pir.&  del  mh  rampo  mieta  lappele,& 
Stecchi  ionia  Falce  adunca  .B  oc. Sepoi  mi  dijStcjiuna 
do  la  curua  Falcei  lujiiirianti  rami  diluite  teparn  fum 
da  nmauere  V i.  S a n,  C(  feperneceffità  di  herbe  ha~' 
uefSe  con  la  importuna  Falce  Agliaio  le  facre  felue  de 
rami  ombrofi  .Ari.  lafcian  ne  i campi  aratri , marre, 
tir  Falci . 

falcar  per  torcere,  detto  della  Falce,  uedi  a i6p}.non  è 
della  lingua , 

tnnejlare . Lat  inferereata  mferojinfeiò,  infitum,  ual incal- 
mare. Ari.  Che  nel  tuo  felice  arbore  i’innejia.  Cbedo- 
ueilfruttobada  uenir  s’mneFìa 


I.  O 


Saturno 


datore  del  carro, & de  eaualli  d\Aihilk,ihe  per  fama  ót 
tenne  il  primo  luogo  tra  carrettieri  di  cjHetla  tià.&vppo  è 
porli  mento  porji  in  ucce  dt  qualunque  ctiimo  rettore, 
S crine  lo  interprete  d'Homero  nella  regola  della  Iliade  , 
che  d'Achille  il  carrettiero  era  TatroclojdiTatroclo,Am 
tumtdone,a'^utumedone  .Alcimedontejà  onde  Homer» 
carretliero  nomò  Tatroclo . Tipbif»  poi , a cui  prima  fi 

diede  ilgouemodellanaued’argo, come  alluogojùodirem 

tno . onde  il  nojiro  Vur.éce.  Felue  .Autumedon , felue 
Tiphi,  Che  conducefie  fi  leggiadra  gente . & Ouuho  , Ti- 
phiiità"  Autumedon  duaramotis  ego. 

Mirrilo  figlio  di  Mercurio  regguore  del  carro  ctHippoda- 


Aratro . Lat.  Ofin  fe  di  Egitto  ne  fu  primo  inuentore , <jr  mia.  uedi  a Mirteo  mare  a ìój  a 

Cerere  Dea, &Retua  di  Sicilia  fu  la  prima  ,ehemoflria  Temo  i il  iimone,gjrgouemo  delta  nane.  Lat.  dauus  nauU 
fuoipoMh  ftbricarlo,&  <Farare,& feminare. B oc.  Et  gnbernacHtum,fiuettmo,maquilopoftV)  An.pe'rqueU  'v 
data  forma  col  Ricuruo  aratro  alla  nuoua  terra.  A H.Va  lo  del  carro.  Lat.  temo  currui.doueéce.  Et  la  quinta  era 

anhuominiuenulidalP Aratro.  alTemo DrrrgamdapHr m futardente  corno. 

Arare.  Lat.  & coltre.  D A v.  Forfè  coll,  oueucndeimnia,  Miàuilu.  Lat.  limopta.  i stromcnto  mllefio  con  che  fi  » 

&ara.  fiangc  dlinoialtrimentidettagramola.D  ah.  Da  ogm  ^ 

Jo8  Rt(ito.Lat.raflrum,ri.S  AH.If'omeriàRjflri,leZap-  hoccadirompeacodéuTn peicatoraguifaéMaiUtU. 

pe,gh  Aratri, (triGioghifimUmenteomatidifèrltdino  yoce  Tbofeana . ’ 

ueBl  fiori.  Et  pei  comincialo  cedrafiroa  frangere  La  dura  Z»ppì,Zappatore,Zappare  .ucdidifopraa  joj. 
terra.  Et  cangiar  Raflti,  Stiue, aratri,  (f- Capoli.T.  Che  Mktru.LuJa  Zappa.  Hoc.  Verthe  efficouyanga.t^tom 
principio  non  han  cffi  pretori  Da  RaSiri  Zappe,  y omeri , • Marra  nella  firada  parati  dinanzi  airAngiolien.  Dai», 

drcCAraln.  Lat.Raficlli.  ‘PcrògirifortunaUfuaruota,ConUgiipuce,e'tuiilanU  Z 

Bifchcri  fino  i pironi  de  Liuti  & de  riobni.  B oc.  Con  que  fua  Al  arra,.  A R i jAfeum  ne  capi  aratri,e  Marre  je  falci, 

SU  tuoi  denti  fatti  a BifiheTÌ,ideSì  a foggia  di  pironi  Vinp,i.Lat.ligo,nts.Boc.ejficbiconlayangaj&chtci 


da  corde . 

Vomere.  Lat. uomrr,&Homit,erii,iilferro,che  i incapo 
dello  Aratro , cotquale  fi  fende  la  terra  arando . B o c. 
Col  yecebio  yomere  fende  la  terra , mela,  prò  parte  pu- 
denda. P i T.  yomer  di  penna  con  fi^  di  fianco , tmen- 
dendo  per  lo  fcriuere.  Ari.  Come  purpureo  fior  Lnguen 
do  more,  Che'l  yomer  al  paflar  tagliato  taffa . 

Carro , ef- Carretta.  Lat.  currut.  Ertttomofu  primo  inut» 
me  del  carro  con  quattro  ruote , Cr  con  quattro  eaualH 
tU  ufo  d'arme  .B  oc.  Siuelle  piagge , lequah  d Carro  di 


Marra.  Chela  Zepparla  yanga tolgano  a Uuuratort  • a 
dtUatmaiconcupifcibdi  appetiti. 

T 0 y E R T U*. 


Ouerta,  Bifogno , Difagh . rape , “Vlecefi  j | y 
fità,  Venuria , Inopia,  Careflia,Faine,  Ca- 
lamtld.  Mendicanti,  Mefibim,Tapini,yiU, 
Baffi.Céu  minuta,Cómé,CòuemrC:Bifogns 

_ . TeJmpouerire,DiligiareAUitire,Tapinare- 

Tramontana gfurdauano . Ljt.currui  Boreali!. Pofiem  Poacrti.  lat. paupertas^cflat,inopia  .V  si. CrBo  c. 
me  li»gegnodiDedalo,o  le  Carta  di  Medea , acciò  che  io  Cafìa,Humil,FraiuaJ3ura,Strema,'ìluda,CT  Difeoptr 

per  Caere  portata.  F i.  A R i..HorpoicbedicauatU,edì  Uc.Lapouertànoutogliegemiltxgtaadalcuno.Laboue- 
Carrette,Enbotnbardegridi,  Sia  Tauerti  antico,  e^largbiffimo  patrimonio  de  mdnli, 

’&sdcTns.lJt.  era  certa  carretta,  fòpra  laquale  i Romani  Lapouertàefi»rtilarrucdetleferuuùfeiifitìMe,ef-defla-  ' 

faeerbli,(y-leuergtmueflaUporuuano  quafiaprocep-  trtcedenofiriiugegm,doueUnccheggc*i&  quelli, tir 
fione  i loro  furi  .Dan.  Colali  in  fu  la  diuina  Bafìtrna  Si  tnufli  addormenta, & in  tenebre  riduce  la  chiarezza  deU 

leuar  cento  ad  uocem  tali  fenit , yoce  non  uolgart  ne  da  t intelletto  .Br.La  pouertà  i una  delle  moleHe  cofé  del 

ufarfi . mondo  da  fofienere . E P.  Ella  i facciatrue  di  allcgtex-  . ^ 

Biga  .i  carretta  di  due  ruote^irata  da  due  eaualli  .Dan.  OM.Crdi  ripojoiFugairicedthonorti  Occupatncc  di  uir- 

Se  tal  fu  Cuna  ruota  de  la  Biga.  Lai.  Biga  ,Cr  Birotum,  tu  ;.4dducunceia)narefollecitudini. Tanto  bafiaVo- 

idefi  Cifium , if.  uertà,quamonatutaricbiede.T.La  fmurtade  èCultum 

Vchicmlo. Lat.  f!ruehia,auehendo,t^pUufirum.D  A N.  efierminio , uedi  C Indice, 

Tofeia  uidi  auentarfi  ne  la  cuna  Del  triomphal  Tehicu-  Pouero.  Lat.pauper/gmusànops.  P aT.rfrB  oc.  Tou» 
lo,unayolp«.yocenedaprofanedauerfo.  roHuomo,Staio,Touerodicore,T>ouera  Geate,Tellegri- 

Qjiiàrigs.  Lat.  i Carretta  di  quattro  ruote.  K R l.  Te-  na,Giouanetia,Tbilofiphia,Cortcfia,Vouert  Capanue, 
man  i intorno  a la  ignobilSluadriga  Tecchie  sfacciate,  TouetiLakoratori,Tanm,'Pouereldigiuao  .OTouertll» 

e diibonefh  putte . mu  come  fi  rotga  ( idefi  cannone  ).  Effeudo  Touerifii- 

VlaisfiTO.Lat.plauSirumc&plofìrumiffiplefiellumildi-  mo  ,Touerameme.  ,.^'1 

mi.  i carro  da  tutte  le  pani  aperto.  Jmpouerire.  Lat.depaKpirart.V  si.VerCakruiimpoue-. 

Carrertiero.  LatMirigafiigariHt,ptoflrarius,tà'plaMfira  rirfericcatCzgrande.llreffKiCamore  haiimpoueruofm 
rmt,carrucba,(!rcarrucanui.  , morte.)  Boc.Trtgumamhauédodlormaltfitfòimpo^y^ 

ì*9  Autumedon  .Auriga  ,fu  figliuolo  à Ditreo  fi  buono guia  turifiono , Landolfo  Rnffolt  Impouertu  dtueuta  taralo  « 

Caniu» 


1 V «I  f -a  f:  a IL  B ^ V-FrifCA*^ 


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SacurnA  C I'  E'  L'  O'  Saturn»'  41 

(13  Cattiuo  in  uete  di  Tonerò  lat.  pjnperjno^s.  B o c.  Egli  poto  in  ujb  ; uat  BifigM , & ntilitd . P e t.  eue  ìeggiern , 

non  ne  ni  ninno  fi  cattino,  ohe  non  parcfie  nno  Impera-  vfi»lteTiantabaureÙ}eyopo,tir  fana.tTogni  parte . 

dorè.  & per  federato  nedi  a i66j.&perme{io,&do  .A  tnttaltaliaginnJèmaggiorf'opo.Boc.Maiuneri- 

■ientea  j88.  tàbene  atnoHnopofetufiaicbeta,t^laftmifareDifie 

Trifto  per  pouero^^r  mifero.  B o c.  Calandrino  gli  inaiti  a la  Bel  colore , 0 che  bene  a mio  Hnopo , che  fiete  tntti  pim 

■eena  cotale  alia  trifiaJ.allamiferaj:t  per  lcelerato,nedia  fcarfiche'lfiltolo.'hlpn  si  che  Hnopo  gli  fia  di  cercarla 
\66i  ■&  per  mefibino  a i6%.^permfemna  1684.  «or/t.F  i.D  a n.  Tin  non  yi  Hnopo  aprirmi  il  tuo  ta- 
KiCop,no.LategeJlascda  bis,&  eteoÀnaldeegeoiindigétia,  lento . cJr  CHuopo  nede . A r i.  Cader  in  terra  alo  ^Un 

tir  neceffitas.i  la  neccffaà,&  udijagio.  Pe  t.  f poteffe  dorfn  d’f'ope.  Ma  perche  nariefilaa  norie  tele  yopomi 

al  Btfogno  prender  Carme. E‘  bifogno  ch'io  èco.  Lat.  opnt  fin.  E doneyoponefngnidalimefie.  Sufiiiente,&att» 
eH.  Che  la  mia  nobti  preda  non  pm  Jìretta  T enni  al  Btfo-  a fami  yopo.  B i u.  Fofie  hnopo  .At. 

gno.ACnltimoBilignoomiferalma.SefiatofoJùilmio  Slifcria.  Lat.P  sr.&B  o c.Miferia  Humana,Eftreim,  jl$ 
foto  intelletto  Meco  al  Bifogno.Chepoffi,  et  nogli  aigran  GrandiJJima,Maggiore,Lnnga,Innata,Torto  di  Mijèrie  , 

Bifogno  attarrue.  B oc.  Che  al  fin  Bifogno  maggiore  gli  Mtfero  Amjiae,Core,Efiho,Hnom,Monio,Stato^i(i- 

baneano  predato  ficcorfo.  in  cofi  fatto  Bifogno . Alcuna  ara  Dorma.R.onmaJ'ifiont.Alma,  Gente,  Mente,  Mfcr* 

tultapernnBifognograndealbergana.'hloibaneredel-  Cappe  de  frati, ideH  ponete.  Odi  le  [Inda  Dele  Mijèrit 

t altrui  gonemo  Bifogno.'Helle  Bifognenoh  cofe.  Bifogno-  atcefe,  Mifèri  Occhi . tir foSì.  Mifiri  Tonteficidìegnanti, 

(-  . fa  domta.Et  fina  Bifogiu^i  afiatpoco.se  tu  non  fojfiBifoo  Imperatori  Cbrifiiani , Cnrjòri , Lauoratori , Mortali , 

gnofo  à configho.  Lat.  mdigimi.  Luna  metà  coauertendo  Miferrimo  mondo , Miferabil  pianto , & Mijirabib  Ac- 

nemieiBifogni.  Abbandonati  nelorobifogni.D  AS.S*  eemi,idefldegnidimifericordu.S  a n.Mapercbelo  ifo  . 
di  Bijòffio  limolo  il  trafigge.  gare  con  parole  a Mifèri  finite  alte  notte  efiere  altenia- 

glj  Birognaperlobifigno.Latneceffitas,egefìas.D  AK.  Stan  nentodipefo  ;ildiripnre.  Kxi.M^eroibentbiueder  . 
no  a perdoni  a chieder  lor  Bifógna.  Incominciai;  Madon-  f china  il  fole . 

Ha  ima  Bifogna  yoi  conofeete , & ciò  ch'ad  effi  i buono . Mefehino . Lat.  miferabilit , nal  degno  di  mifericanba  , 

Toi  difie  mal  contana  la  Biligna . & quando  fignifica  la  P £ t.  Qjialche gratta  il  Mefehino  corpo  fra  noi  rico- 

facenda,ofattonedia  846.  fra. Boc. Pone  il  Mefehino  Rinaldo  sera  accoflato, 

tifognare.Lat.  opus  efl,&canuenit,tempusfert,necefieefl.  Dan.  che  ben  conobbe  le  Mefchine  Delaregina  de  Ce- 
fo t.  Che  quanto  piu  Uno  aiuto  mt  bifogna. Bifogna  ir  le  ternopianlo. 

ue  al perigliofonarco . Qjmiito  bifogna  a disfogare  il  CO-  Tapino.  yoXSra.  Lat.  uagus.  noi  mefchmo,  hnmile,  baffo  . 
re.Trefoloflil,cborprédermibifogna.Chebqignaamo  Boc,  Cb'efia  folamente  ledottne  Tapmelle  eofbnuge . 
tir  ben  altre  fcorte.Ma  pin  tempo  bifogna  a tanta  lite.  Se  Dan.  Come'l  Tapin,  che  non  là  che  fi  faccia . 

I non  come  a morir  le  bifognafie.  Boc.  Oltre  a quefle  non  Tapinare. Lat.peregrinarijiagari^rrareAalfientare,meo  » 
bifignarpiuparole.miiifognadngentofiorinid’oro.bifi  febmare,  tir  gir  come  tapino.  B o e.  Cheto  finoandat» 

rnandogU  una  buona  qnàlit.i  di  danari.  QueRe  cofe  eh' al  tapinando  per  lo  mondo . Io  firn  la  mifira , dr  fnenenrata 

la  nita  bifognano  in  qnefli  tempi.Terciochetn  ci  hifognao  Cinenra  fei  anni  andata  tapinando  in  forma  d'huomo  per 

mperdircerteorationi.'lfgameborfibilignerà.iì  a n.  lo  mondo.  Che  del  fnoefiUoAr  dell  efiere  andato  tapina» 

dà  non  fi  fi  per  noi  ,cbe  non  bifogna . Cui  bifognafie  per  dolerlo  mondo  [ètt'anni  ne  fiete  cagione, 

farle  ir  conerte . Qjeanto  bifogna  noi . ber  ha  btfògno  il  Inopia.  Lat.  la  ponertà . P e t.  Cercate  dunque  fonte  piu  J it 
tuo  fedele . tranquillo,  Che'l  mio  S ogni  liquor  fòflene  Inopia.  T.  Ino- 

Meftiero,dr  Meflieri;&  ambo  Mefliert.  lat.  opni,&  nem  pia  fonerai  fame,  & difagio  .S  ah.  A dire  il  nero  bog 

cefie  efl . quando  nal  bifogno  fempre  è aggiunto  a qnefit  gf  i toma  l'Inopia . ECìrema  l’Inopia  .Krci.Oper  nfar 
nerbi, cioè  hanere,  fare,&  effere  .Boc.  Liquabgià  ban  iC Inopia  chi  t'uccida . 

Hoéconforio  hauuto  Meflieri.Ilqual  jóloottimamenee  Heccsuci.  Lat.necefjitai,indigentia.  Boc. Solo  chela  .• 
cono  fi  e ciò  che  fa  Me  fiere  a ciafeuno.  Dah.Ei  conàò  tieceffità  della  fica  infermità  il  rie  biedeffe . lina  fi  da  ìqt 

tba  Mefliert  il  fito  compare  .Ari,  Comra  a 1 barbari  cefiità  cofiretto  .Che  di  Hecefiità  fi  connenina  m uno 
infiniti  banria  Mefliero.  incappare . La  mogbe , che  con  lui  in  gran  Hecefiità  ui- 

214  Dìiàgio . lat.  incommodum , il  contrario  di  agio , ual  bifòa  uea,di  ciò  che  mefierk  monaco, come  mifericordiojògra» 

gno,  incommodo  .Boc./  fiati  tutti  il  Difagio  andana-  douitia  te  fece . 

no  per  f amor  di  Dio  fichi fando.  Che  del  mangiare  nonpa-  Ncccfl  tri  odM.  Boc.Chinonsà  che'l  fuoco  è utibfiimo  , 
tifee  Difagio.  Con  poco  ctbo,&  con  molto  Difitgfo,Grandifi  angi  'tfecefia  rio  a mortaliBruno  comperati  i Capponi 

fimo  Dàfa^hafof erto.  Stando  anrf  a Difagio  che  nò  nel  altre  cpfiTqecefiarie  al  godere.  * 

• i l'arca,  idefi  mal  accommodato.  Che  i Di fagi  tolgono  a U Ciie{ii3.Elìrema,'Penat'sAGrande.Lu.Charitas,Tenu 

ueratori  della  terra  i concupifiibib  appetiu.yna  carne-  ria,'hfgcefiitas  .inopia . llmondochaiogninirtùTenu- 

rttta  Difagiata,  idefi  mal  commoda.  Si  molìrò  forte  deU  ria.  ne  luna,  ne  l'altra  trono  ufata  da  nofiri poeti . 

la  per  fona  Difàgiato , idefi  mal  condiiionato , non  fino . Fame . Lat.  è necefiità  di  cibo . P e t.  Fame  Amorofa  .1*7 
D A H.  Che  di  federili  prima  baurai  difiretta, idefi  dipi-  Quella  ,pcrcuibodtmorirtalFame  .idefidefio.Bo  c. 
gio,odifficultà.  Che  maggior  Fame  banca  , che  noglia  di  motteggiare, 

Dijàgtare.  Latàncomrnodareàmpedirejunhare.  Dan.  Che  Della  mia  Fame  hanno  tanta  compafiione . mora-  di  Fa-'. 

U tua  lianga  mio  pianger  àfagia . me . Lat.  exuntio,  exuries,&  quando  dinota  nomedigri-' 

Huopo,dc'Vopo.Lat.<fni.uoceproMen^lefCbeboggii  dojncéaFamaa  sg6.  . 


Saturno 


CIELO 


Saturno 


uacnci , che  Lauaceci , perche  cefi  pctrcbbe  hauer  dettm 
tana  faua  ,o  fagbuoli , che  eeci , pigli  bar  eiafcuno  ijuell» 
che pmgb  aggrada, che  cfuejlo  poco  o mila  importa,  aedi 
all’indice  jdoae  ne  habhtamo  ambo  largamente  parla- 
to. & aedi  a Cencio  a ISfO. 


Famelico,  lat.  exnriens.  ual  bramo/à . B o c.  ’tfpn  altri- 
menti, che  un  Leon  Famelico  nclC armento  degiouenihi , 
pria  codentt,  con  tunghie  la  fua  ira  fatta,  che  la  Fa- 

me. P s T.  iìueto  i frali, & Famclitimiei  jpirti . 

Disfamare.  Lat.fiturare,fatiari^xplere.ual  fatiare.  D ak. 

Et  fr  la  mia  ragion  non  ti  disfama  jidcfr  non  ti  contenta  Pìdocchcrìa.  ual  cofa  mie , tome  fimoi  pidocchi . Lat.  fbr— 

affamare.  Lat.  Famelicum  redderc,C  pafSiue  fameo  ,efu-  didus.drfinrdes.Boc.  Che  altro  non  pareogmlor  fat- 

rio,&famefio.  D a k.  Già  era  in  ammirar  che  fi  gli  affa  to,che  una  Tidocchieria . ideB  una  miferia,una  cofs 

ma.ty  nella  fignijicationepafriua  fi  ufa  nelle profe.  mefchina. 

Affmiitx.  Latxxuriens.Boc.  affamata  F'cltra.Cbe,^f  Poìtroneri».  Lat.  ignauia.B  oc.  Chi  non  sàche  fem^ 
[amate  fempre  le  tien.  A u.  Io  lafciai  Biancofiore  tra  co-  danari  la  "Poltroneria  non  può  durare. 

loro,chefono./lffamatidellajuauita.PH..Affamatifli-  Poltrone. Lat. ignauus. da poltro,ih'èilktto.Uo  c. Per 
mi  Mafiini , cioche  con  conueneuole  motto  lui  (irgli  altri  Poltroni  ha 

ji8  Mendico.  Lat.  i piu  che  pouero.  P e t.  Ond  io  fon  fi  Men-  uea  fchermti;  altri  leggono  Paltoni , cb'i  il  medefimo 

dico.LafciandoimieiijUÌ  MiferitdrMendici.  Boc.Tro  guifache  ueggiamo  jare  ijuejli  Paltoni  Francefihl  ,ji 
uandofi  pouero,  dr  Mendico . "ìign  follmente  pouero,  ma  diedero  ad  andare  U limvfina  addomandando , non  è nero 

Mendico  . La  bianca  uecchic^ta  jòmmo  uifonumo  de  che  poltroni  fiati  mede  fimo. 

Mendicanti . 0,an.  Cambiando  conditm  ricchi,  & Toltroneggiare.Lat.ignauit  indulgere,  hoc.  Se  tu  ne  tuoi 
Mendici . diletti  [penderai  i danari , il  frale  non  può  poltroneggiare 

Mendicare . Lat.  P e t.  e‘l  fiso  amor  in  qual  modo  yi  mendi  neh' ordine . 

cando,  accio  che'n  pace’l  porte . Po\tro,ual  poltrone  fi  fecondo  alcuni  Poledro,  dr  tali  illet 

Vil>&  Vile  adie.  Lat. ual  di  poco  prnj^o.  P E T.  yil  curaci  to.D  ah.  Come  fan  beflie  fpauentate , (S- poltre . A ».  l. 

gnoria,Soma,Feminclla,Cofa^tta,Stato,Arte,-dltodri  La  befl'utfihe  era  jpauentoja  e Poltra . 

uer  nojtro  , Piacer , Tlibhia , Lafciai  cader  in  yU  amor  Spoltrare.  Lat.  expergiftere.  ual  né  eflerepiu  Poledro  j.g» 
dannile.  T ante  ritten  di  l fino  prono  efier  yile . Tien  caro  nane,  & fecondo  il  Landino  è uldr  di  poltrone.!. fmgbarft 

altrui  che  tien  fe  cofi  yiled'il  Tolomeo.yilmente.'B  o c.  dal  uttio  alla  uirtu,  da  Poltro  i he  fignifica  il  letto  sonde  fi 

yiltd,yiU,yihfiima,yilmente,  uedi  [ Indice . no  detti  poltroni  quelli  che  fanno  ajiai  nel  letto , & Jpol- 

.atuilire.Lat  mlitare.iaiilem  faccre;el  uilefi ere jedis  fieri  ui-  trare  è ufeire del  letto,  & poltroneggiare  ijlare  ne  uitij  c 

Lfacere,&  uilcfcerefialfar  mie.  B o c.  lo  auiltre  altrui.  Dan.  Homaiconuicn  che  tu  cofi  u [poltre, 
yfando  i celefiialt  diletti, fbrjè  amlendo  i mondani . Come  Mifczlzone.Lat.nebulodgnauui.  A»i.Efra  duo  Maficai 
cofi  t'auilifii  i Che  (hi  lor  fenito  amlifce  .La.  qjoni  una  dont^rUa . Orlando  fi  nfpofla  al  Mafcalgpne . 

V dipendere . Lat.  mhfacere , [pemere,  ual jpregiare,  &far  ConucUie?"  Conmen.Lat.cormemt,necejie  efifipui  eSl,  ual 
uile.A»  I.  Coftui  che  tutto  il  mondo  uilip^nde  .Hpn  i efierneceflaiio,ofor^  .P  n.QndU  aluero  ualorCon- 
della  bngua . 

Minuta  gente,aal  uile.yna  maniera  di  beccamorti  foproa 
uenutt  di  Minuta  gente,  gente  ébaffa  mano , plebei. 

Bado,  in  uecediude,&  infimo.Lat.  iafimusfibie(lus,Siem» 
rmflut . B o c.  Lei  di  BafSa  conditione  douere  efiere . La 
mia Baffa condittone .tì Ati.O  llten  come  te Bafio , (^ 
mie  Mofiraua'l  frgno . Chefia  di fùa grande!^  m Bafio 
mefio,  (jr  per  imo;  ingiufo.  ueé  a i -jS. Inferiore,  & Imo 
a 17S3. 

Humile.  per  uile,  dr  bafio  uedi  a 40. 

Lauaceci>»d/  huomo  mie  da  poco  fi  da  niente;  comequeUo, 
cheuende  i ceti  lauati . B o c.  Bruno  uedendo  coflui , & 
parendogli  un  Lauaceii  diffe . yno  che  fi  chiamò  Gianni 
di  't{ellofiott  meno  fofficiente  Lauauci , che  fofie  Gianni 
Loteringbi  ,& quella  ila  nera  leitura , dr  è uiua  nella 


uen  che  poggi.  Conuen  che’ Iduol  per  gliocchi  fi  éRille, 
Tùlio  Conuen  che  ficonuerta  in  pioggia.  Di  cui  Conuen 
che'n  tante  carte  ferina.  Ma  pur  Conuen  che  l’alta  imprt 
fa  fcgua.Hor  a polla  cC altrui  Conuen  che  uada . Sempre 
Conuen  che  combattendo  uiua.  Conuien  ch'io  uolga  le  do- 
gliojirime.  Conuen ch’arriue a quel  dubbiofo calle  .Per 
cui  Conuen  che’n  pena  fi’ n fama  poggi . Perche  mhxmr 
a Dio  molto  Conuene.  Huom  beato  chiamar  non  fi  Cenue 
ne.i  non  i condecente. dr  ne  Conuiene  Lamentar  piu  fal- 
pui,che’lno/lro  errore.  Perche  fra  geme  altera  ir  ti  Con 
Itene. Che  natura  nonuolfitefi  Conuene.ÌJKÌIicito.Boc. 
Conuien, & Conuune uedi aU’Indice  .D  a N.-d  te  Con- 
uien  tener  altro  uiaggio . Ogni  uilrd  Conuien , che  qui  fia 
morta.  "Piu  lieue  legno  Conmen  che  ti portLB  s uSi  con- 
uiene con  ogni  parte  P ». 


bocca  deTbofeani  ,&non  Lanacenci  come  qm  fiotto  fi  Coaucneao\ezz»,Conueneuole,Conueniemedconueneu0 
Jiggiugne . begtiadconuenieme  '.  uedi  a ti finn  luoghi . 

Lauacendicfcr  uale  laua  Bracci, perciò  che  cofi  fi  dice  alle  Conuenire.  La.  congruit,  decet , decens  e fi . per  efiere  bifr. 


puttane,cbe  diuenute  poi  uecclne,  et  non  piu  buone  lami- 
no I cenci  ftomacofi  delle  altre  puttane,  ^perciò  fi  p^lia 
queflo  motto  per  qualunque  per  fona  uilefitda  poco,  per- 
àoche  i piu  conueniente  il  lauare  gli  flracctfihe  i Cecide 
quali  il  fuo  piu  proprio  è il  mollare,  di' facilmente  potreb- 
te  efiere  eqmuocato  il  utxabolo  di  Cerni  in  Cea  .fi  ufa  in 
Thofeana  un  motto, che  fi  dice  ad  uno  che  fiafiracnolo; 
egli  mi  pare  un  monte  di  Cenci  fiioè  amluppato  in  mfimti 
dijlracci,  & peri  direi  cbe'l  B o c éceffepiu  tofto  I4- 


gnofiiecefiario , 0 fòrza . P e t.  Per  forza  conuerrd  cbe’l 
uiuer  cange. Però  la  fio  conuienfi.  Che  Cefi  remo  del  rifò  af 
fàglia  il  pianto.  Che  far  conuienfi, di"  non  piu  iFuna  uolia. 
Ter  domar  me  conuienti  mneer  prima.  B o c.Di  necefii- 
tà  conuenire  (fiere  tra  noi  un  principale.  Mi  conuenga  rt 
dere  ragionedi  conuengono  purfofferire  i tempi.  Et  freon 
dola  àjcretionedi  quelli  conuenirfi  reggere. Et  pur  quan 
do  altro  farmiconuemfie.Conueniuacbe  cofi  fofie.  Gli 
conuenne fuggire , Gli  era  conueamo partire . Pi  rfòrg* 

fico»- 


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Saturno  C I £ L O Saturno  41 


U cupidità  di  predure  incautamente  negli  agnati  Cralfo, 
tir  attorniato  da  nemici  perdi  con  grande  infamu  imi» 
l’tfiercito,  & per  non  uenre  nino  neUemam  de  Barbari 
fi  fece  uccidere  da  un  fu»  fcruo , Fugli  poi  tagluia  la  le- 
Ra.&pojia  in  un  nero  d’oro  frutto  ,&-dettoglioro  fitim 
iUairOBei;  onde  per  tale  ignominiofa  morte  fi  ofiurò  ogni 
opera  degnamente  operata  per  lui  cantra  di  Spartaco  neU 
ù guerra  de  ferui  tip- le  reliquie  de  Galli,  ip  de  Gcrma- 
nitlàonde uccifetrentacinquemila  perfone colima  loro 
infierite  detto  Ganico,  bauendogià  prima  ucàft  Spartaco 
confittautamiladefugitiui.  & però  dice  ilP  E r.  Et  nidi 
Ciro  piu  di  lìngue  auaro, Che  CrajSo  i oro,&  [un,  & l'al 
tra  nhebbe  Tanto  a la  finabe  a ciafcunparue  amaro.  & 
altroue , yn  Curio  ,tp-un  Fabrilio  afiaipiu  belli  Con  la 
lor  pouertà  ; che  Mida  ,oCraffo  Con  l'oro,  onde  a uirtù 
fitron  ribelli  ,t!rD  ah.  Tolineftor  ,ih'ancife  Tahdoro  : 
yltimamente  fi  et  grida  CrafSo  Dica  cbe'l  fai  , é che  fa- 
poriCoro. 

‘tgltancbo  ritrouò  ìpefi , &le  mifure  fecondo  il maeShro  Mida.  Lat.MiiaiJteantnhifiimo  di  Thrigia,ilquale  fu  tan 
delle  hijiorie,&uccifiUfuojratel.Abel.  to  auarOyCbefi  finge  hauere  ot tenuto  da  b Dei, ciò  che  toc 

Auantia.  lat.&  cupidttatjuaditas.  B o c.  ,/Cuaritia,Mi-  cauafarfi  oro,ma  poi  fu  cojlretto  domandar  grolla  m con 

fera,lnnata^ubua,'ìi^caJmqua,Difufata.  0 Uuari-  tranorùtrimcnti  era  necefiano  ch'egli  munjie,perciocbt 

tiamiferabilferaJìeuoratrUediimtetecofe.  V h.  ,4ua  t»ccandotlciboficonueniuaiaoro,penhenonpoteuann 
ritiaDeuoratrtcei&inefiiinabilmaleLadaueejfadimo-  trtrfì, onde  dice  df  t T.  ynCurto  ,&  un  Fabritio  affai 
ra  comen  chegiufiitu  fi  parta.  T h.  Superbia,  lauidia  , più  belle  Con  la  lor  pouertà  jebe  Mietalo  Crafio  Con  Foro  , 
tp-  Uuaritia  fono  te  tre  fauillec  hanno  icori  accefi.Che  onde  a uirtù  furon  ribelli. 

la  uoflra  .Auaritiail  mondo  attrifla . Come  punte  trouar  Polineftor.  Lat.  Tobneflor  fu  Re  di  Thracia;  tfi-  Triamt 
dentro  attuo  feno  luogo  .Auaritia  tra  cotanto  fenno  .In  RediT roia  uedendofi  in  grandifiimo  pericola  per  la  guer 

CUI  ufa  .jtuaritia  il  fu»  foperchio . ra  de  Greci,gb  mandò  uno  de fiuti  figbuob  detto  Tobdoro, 

» Auaro. Lat.& fordidus,auidui ,parcus,refiri3ut  ,alieni  congranpartedetbefòrifuoi,.Acctochefetgbftgb aUrt 
appetens,ariscupidui.ual  bramofo.V  n.eir  Boc.  periffono,almancorimanefie  Tobdoro,  et  hauefie  con  che 

^uara  Babtloma , Donna, Maghe , Fortuna,  Lingua,  Jòflentarfhma morto Tiiamo,Tolineftore per fommaaua 
. Terra  ,&,Auaro  Zappatore , Rtligùtfo , Crafio , Gel» , ritia  cantra  la  fede  data  utcifedgiouane,&  rapii  The  fi 

,4uariffime  Donne . ( Occhi  ) che  pur  uoi  fofie  nelUt  pri-  rifinde  Dan.  Tobneflor ech'anafe  Tobdoro . 

mauijìa  Del  uoflro,  ir  del  fu»  mal  colato  .Auari.  Dan.  Tantalo  figlio  di  Gume,  & di  Tiote  T<limpha,auo  di  jtga- 
£t  la  miferia  de  l’auaro  Mida . Gente  .Auara  Inuidiofa , menane, & di  Menelao  ; fu  Re  di  Tbrigiae&  diede  fio  fi- 

^ Superha.Da  Dioanimafuideltutto,4uara.L’Uua-  gboTelope  nel  conuito  a mangiare  a gb  DeipoHo  nello 

ra  pouertà  é Catalogna . mfemo  da  poetiopprefio  da  fame  da  fete,  tr  in  chianf 

finzrìceiebratidaHo{lriToeti,UcJm,  Uglauro,Crajfo,  fitma  acqua  mfino  al  labbro  di  fitto  ,&  uanfpomi,&  fi-ut 

Dominano  Imperadore,  Eur^ùde,  Marco  Graffo , Muta , ti  gb  pendono  difopra  infino  al  labbro  Ma  quando  fi  chi» 

Tobneflor,Tantal» . »<  prr  bere  , [acqua  labbafia  , quando  egb  finali  per 

Acam  Auaro , & ladro . ueii  a Sofue  a q66.  al  biogo  fu»,  mangiare  i pomi  1 allontanano.  lUhe  interuieneall'Aua 

Aglauro.  Tre  furono  lefigbuole  di  Cecrope  Re  dt  Atbene . ro,  che,  benché  fia  m abondantiad'ogmbene,nienteibme- 

Herfe,Tandrafo,&  Aglauro.Herfe  fu  piu  bella  delle  al-  u»  l'auaritiafa  che  non  fi  toghe  fame,ne  fete.  T.  Tantalo 

tre  duefiellaquale  f innamorò  Mercurio,&  Aglauro  Aa  fia  ne  laghi  auenu  ,tp-  iiigt, 

uara,ir inuidiofigU Sìurbò il fuo amore .gp- per queflo fu  V fura . Lat. tr da mfmajtb,fitnutfirii. Boc. bquaU cjuiui 
da  efio  Mercurio  conuerfa  in  f affo.  & però  dice  Dan.  ad  ufura  preflauano.  Efli  dannano  t y fura.  Cri  maluagi 

IofinAglauro,chediuennefafio.  guadagm.Ma grafia y fura  neuuote. 

t.UTÌpi\e,o  Euriphilefigbuola  à Telamone  figlio  dilafio,  \laT2ÌQ,&yfuriere.Lat.FaneratordamiJla,e.Boc.I» 
donnadAmpbiaraoal  fiogodelqualelabijloria  idijliH  raccogberòlamiagonnella  ,ch'iin  pegno  claWyfuraio. 
fa.  P I -t.EtArgiaToliniceafiaipbi  fida, Che l'auara  Tercb'iofonin cafadiquefliyfurai.Hauendolomcfio nel 

mogber  iPAmphiarao . [arca  da  gby furai  muoiala  dtefloantico  bayfuneri. 

Marco  CrilVo  fu  riccbifiino  di  tuttii  Romani.  Auariffi-  Dan.  Et  perche  [yfurkre  altra  uia  tene, 

m»  di  tutti  gli  huommi  ,fi  come  moBra  Cicerone  nella  ul  T enacc.  Lat.  tenaJc  uai  iegnente,&  per  coJlantefirmo,& 
timaparadofiafatiacontrabii,&tantaeraLi  fuarte-  perfeuerante,uedtaFermeg^aas$. 
ebeg^a , che  facilmente  potea  nutrire  tutto  [cfSercito  del  P»rco.Lat.ualfcarfi,rcnace,&auaro.  V sr. Di feonuienfi 
popolo  Romano,  efiendo  mandato  centra  bTarthi  dette  afignor[eficrfiTarco.CrfinnelmioérTarco.D  ah. 
granfegm<[Auaritia,iUbe  gb  nemici  afinti  fingendo  Contrafua uogba  è Tarco^defi  debole, 
paura  rifuggirono  lafciando  d paefe  abondantijfimo  di  Scarìb  . Lat.  parcus , deparciu . ual  ricco  auaro  .Per. 
ognt^ócitprtdat  ma  pieno  d'aguatumeorfe  cieco deU  tìopruttoaifignor  crudele,» ScarJò.Zenobia  delfuo  bo- 


M eonuerrà  compiacere  al  uoUr  loro . Conuerratti  uentr  a 
pie.  Conuerrebbefi  far  ficurodibuon  preggp.  Ci  couuien 
far  la  penitenza.  Da  H.EtPunnoruaralaltroconiuuet 
te, quello  preierbo  non  può  flore  jiercbe  fi  dice  couueuni. 
Et  le  labbra  ingrafiò  quanto  conuenne . 

Vien  m ucce  dt  conuien . P l x.  Tur  queft’è  fattoi  Cr  yitu 
me  ne  foglie. 

A y A R I T 1 A. 


VzTÌni.Cupidbi,Scarfità,  TrramùaMna 
ri,yfurari,Tarchi,Scarfi,Cupidt,  Grifagni, 
Tiranni,  Lupi , figurati  per  gb  auari , & 
la  Lupa  perl'auarilia  uecU  a Lupo . 

Czin  fu  ilprimo,chepeccòinauaritia,& 

fupm  intento  al  guadagno  che  non  fi  ricbiedeua  ; Cr  nelle 
onmitiecbeaDiooffenuaficbmoflrauala  fuaauantia. 


Saturno 


CIELO 


Saturno 


HùTf  affai  piu  Scarfa  Et  qut  heglioechi,  che  ne  fon  ft  Star 
fi . Scarfe  rime , & 'Hoiti.  B o c Tutti  fiete  pia  Scarfi 
che'ififioto  ,D  Ati.  Et  nò  feceri  mjiri  puffi  Scarfi, dtjl 
forti,&brcui. 

|iy  Scìtfiti.Lat.penuria.Bo  c.Ethanendo  Scarfitàdifer- 
uemi . 

Scarfclla  iermata  da  qnello , che  fallarli . Lai.  crumna , 
B o c.  Cbuurem  noia  fare  altro  fi  non  metterla  nella 
Scarlltla . 

Cupidigia.  Lat.  cupiditas,^mbiiio^uidilajJibido,  dkfide 
ratn4rftderÌHm,fìudimn,imoT,.trdor . la  enpiéta^utdi 
tifi  auariùa.  B o c.  Colpa, &uergogna  della  mifinra  Cu 
pidigia  de  mortali-  Et  nel  mondo  polente  l'amata  Cupidi 
già.  A M.  Come  uno  ualcnte  huomodi  corte pungefieiCu- 
m riethiffimo  mercatante  la  Cupidigia. 

Cupido.  Lat.  appetem^uidut,  amans,fiudiolus,  ambHio- 
jut.  hoc.  Ld  onde  egli  diueniao  piu  Cupido , che  confi- 
gliato , Io  ne  fon  non  come  Cupido , ma  come  amato  dalla 
fortuna  abondaiite.  0 da  fuol  difiepoli  Cupidamente  ufur 
pato.  PtT.&fi  Cupidamente  ha  in  fe  raccolto . 

} 28  Grifagno.  Lat.  rapax , onde  fi  dice  il  farmeli , cb’i  fiato 
un  anno  nella  fiùia,CT  fi  fia  iui  mutato,  & peri  dice 
Dan. -Ma  l'altro  fu  ben  fbaruicr  Crifagno.Cefarearma 
to  con  gli  occhi  Grifagni, fi  iffime  per  lucidi,&  fiintillanti 
a guifaé quelli  dii  Sparuiere ;ma  meglio  mi  parrebbe 
che  gli  occhi  Grifagni  s'intendefieroper  cupidi,  auidi,  & 
fopramodo  di fiofi, perciò  che  Cefare  era  a quejìo  tutto  m- 
tento,a  ftmilitudme  del  Grifone , che  i animale  parte  leo- 
ne,tr  parte  aquila  rapinofo,  & molto  dannofo,  & però  fi 
dice  effier  un  Grifone  colui , che  tutto  uuoleperfe . A a i. 
-àquila  Grifagna . 


lice  denna.il  fece  uccidere,^  però  ben  dice  di  lui  il  P j T. 

Quei  dui  pien  di  paura,»  di  fojpetto  lun  i Dionifio/altro 
è.Aleffiandro  ,Ma  queldel  fuotemere  ha  degno  effetto, 
Azzolino . Lat. .yfBiolinusda Romanocajlello diTriuigi . j go 
Btntbe  Mufatto  Tadouano  ut  una  fua  tragedia,  n,  llaqua 
le  finge  efiere  figliuolo  del  Dianolo,  lo  chiami  Ecenno, 
GuuanFiUam  pone  nella  cbronica  efiere  flato  di  nobil 
fìirpc.Cofluifu  Tiranno potentiffimo  nella  Marca  Triui 
giana  ne  tempi  di  Federigo  fecondo . egli  fignoreggiò  Vam 
doua, Verona  fi'icenza,&  Brefiia,ct  per  fua  efferata  erto 
deltd  mfiniti  huomini parte  uccl/è,cir  parte  mandò  in  efi- 
Uo,0'  dopo  la  ribellione  de  Tadouani,nel  prato  di  Tadouec 
rincbiufe  dentro  da  uno  palancato  dodici  mila  huomim,ct 
tuuigli  fece  ardere^  in  quella  crudeltà  fi  narra,che  ha 
uendo  prefo  fojpetto  <f  un  fio  cancelliere  chiamato  fir  U» 
dobrandino,&  determinando  per  quello  far  lo  morire,  gli 
domandò  je  japea  chi  erano  1 rinchiufi  nel  palancato  ft  ri 
ffiòJendo  il  cancelliere, che  tutti  gli  bauea  notati  munfuo 
quaderno , difie  .Axjolino  hauere  determinalo  di  uolere 
pre fintare  le  atdme  é quelli  al  diauolo  per  molti  bene  fidi 
riceuuti  da  lui; per  che  uolea,  che  andaffe  col  qua  lerno  in- 
fiieme  co  loro  all mfcmo,e^  nominatamente  per  fua  parte 
gliele  prefentaffe.Cofimfiemc  co  gli  altri  lo  fece  ardere. 

Cojiui  moffe  efierato  cétra  Milancfi,& giunto  ad  .Adda, 
&trouando  il  ponte  occupato  dal  marchefe  Tallauitino 
fuo  aduerfar;o,fi  rmfe  a uadare,&giung(do  a riua  co  fuo 
difauantaggiofu  rotto  dal  MarcheJ'e, -inferito, et  prefi  xt 
menato  a enfiano  taflello  oropinquo  ,onde  non  uolendo 
màgiarepte  curare  le  ferite  mori  di  fame, & di  dolore  piel 
[anno  della  nofira  falute  M.eelx.  regnò  in  F erotta  anni 


xxxiil.DAN.Etquellajrotecha'lpelneroI^ -Aetp^no. 
Crifire.ualilmedefimoch'auolgerfi  intomoal  uifoper-  Cteonte.TiraHnodiTbebepiediai.Argia.&aManto. 
che  grifo  in  Tbofeana  fignifica  uifo,  0 ceffo,  0 mufo,ofac-  Dioniiìo  Siracufano.  Lu.  Dionyfius.  fuénobilflirpe.  La  jji 
eia,  ma  grifo  i proprio  del  porco . per  meta,  ufuroare . madre  di  lui  fognò  ebepartorma  un  Sottro , & gli  inter- 

B o c.  Ò difie  Bruno  tu  te  lagriferai , altunl  tejli  hanno  preti  de  fogni  predifiono  lui  hauere  ad  efiere  potentiffimo  : 


Guferai ,&  altri  Goderai . 

Graffiare ,& Grattare uedi a 

Harpic . Lat.  Harpyia.  Si  pongono  per  tAuaritiafbe  affa 
pano  ucé  il  Laudino  al  capitolo  1 dello' tffemo . U a n. 
Qiàui  le  brutte  Ha  rpie  lor  nido  fanno.  Ani.  A Imen  dif 
caccia  le  fetide  Harpie . Ecco  uenir  tHarpie  brutte , & 
nefande, 

fip  Tirannìa.  Lai.  Tyratmis,  idit,  ual forcata  fignoria,dr  uio- 
lenga.  hoc.  Che  efia  alcuna  uolta  riconofurefidouefie 
(Jr  della  fua  pre  ft  Tirannia  rhnanerfi  à.  dominio  .La. 

Tiranno.Lat.tyrannus . Pi  t.  TerquefioTiranno,Chedel 
mio  duol  fi  pape , & del  mio  danno,  hoc.  Tu  dijleal  Ti- 
ranno affro^  rapace.  Efirndo  già  Hpiu  de  fignon  diue- 
nuti  crudeli,(r  Tiranni.  Diuenuta  fiera  Tiranna.  L a. 

Tiranni  celebrati  da  nofiri  poeti..AÙfiandro  Thereo,.Ag^ 
telino,  Toìomeo  Re  i Egitto,  Giuda  Scariolto , Creonte, 
Dionipo  Siracufano,'Hgbide,Tififlrato  Albeniefe, 

Alefftndto.Alefiandro  Thereo  Tirànopoflui  riconofeen- 
dofiifbe  ingiufiamete  teneua  la  hbertd  della  patria,  & di 
molte  altre  trifle  opere  per  lui  témefiepienne  in  lui  tanta 
la  paura  fhe  altri  liS  nefrfie  uendetta,  che  ben  che  molto 
amaffe  Thebe  fua  legittima  donna  pio  però  mai  andana  co 
lei  a letto  ferrea  prima  hauere  cerco  tutta  la  cor,  ’era , & 
le  caffè  doue  teneua  i fuoi  panni, temfdo  non  in  quelli  (offe 
il  ferro  afcofifia/pialcoja  nò  potendo  piu  tollerare  la  ufi  e- 


Et  Himerafemina  nobile  di  Siracuji  fognò  efiere  mena- 
ta in  cielo,  & che  uedeua  fiuto  a piedi  di  Gioue  un'buomo 
di  pel  roffo,&  lentiginofii  legato  co  mille  catene,&  lagni 
da  fua  gli  diceua , che  coflui  bauea  ai  efiere  la  flrage  & 
dijiruttione  di  Sicilia . Dopo  in  proceffo  di  tempo  hauendo 
occupato  la  fignoria  Dionipo  ,fubito  che  la  donna  lo  nule 
gridà,quello  effere  [huomo  ilquale  in  fogno  haueua  uein 
IO  incatenato , lequali  parole  furono  cagione  che  Dumi  fio 
la  facefie  uc^re . Diuentò  coflui  fignore  é Sicilia , poi 
che  gli  effercin  Carthaginefi , iquali  erano  potemijìimi  no 
quella  ifila  confumati  dalla  pejtilenga  lafciarono  lifola  li 
bera.  fatto  Repafiò  in  Italia  contro  alle  cittàgreche,  &■ 
prima  ninfe  Locri  fiìopo  afiediò  Crotone  fida  uemndonuo 
ui  efierciti  di  Carthaginefi  in  Sicilia  fu  coflretto  abbondo 
tur  [imprefa , & ritornar  nell’Ifola.  La  città  Stracufi  m 
quel  tipo  jflendidi fiima  mgraue  feruitù  opprcffe,percbe 
ih  natura  era  maleficopngiufio,& molto  crudele.iOccupi 
•la  tìranuide  2 ;.  anni  della  fua  ulta , & temiela  anni } S. 
ma  con  firnima  miferia^ebe  effendo  huomo  nobile,»  let 
teratoAr  "Poeta  di  qualche  céto,a'  per  queflo  cupido  deU 
la  famigliarttà,^  conuerfatione  di  molti  buomim , nien- 
tedimeno ei  a neceffario  cbedatutti  fi guardaffe,  perche 
Tiràni  fempre  temono  piu  de  buom,che  de  rei, perche  fono 
piu  amatori  della  libertà  jàuea  aduque  co  feriti,»  co  bar 
henJSt  per  cupidità  di figftoreggiare,  effii  mede  fimo  ter* 

rmcbtujo 


Saturno  C 1 E I.  O 

titKhh/fi  w finti*  carceri  ; Et  f»ffe  UJiia  mife- 
ria  egli  medefmo  d mojirò  m Démodé  Tbdojbpho  /io  di 
letto  fimiglure;  dauate  lodando  mollo  la  felice  fua  iuta  , 
rogito  difie  Dionifioiche  t»  la  gufili  Et  f ubilo  fece  para- 
re nobilifjiniot  onnito  ; comandò  Démodé  che Jcdefte  in 
luogo  che  hanendo  da  ogmmanocompagm  «cmft  potefse 
a fna  pii  fin  pari  tre, & lòpra  il  capotilo  fece  legare  al  pal- 
co coil  una  Jètola  di  canaio  una  mollo  appuntala  jpada , 
iaqualpareua  che  del  continuo  gli  poteJSe  cadere  in  capo; 
craornata  lamcnfad’aurei.&d’argmieiuafiiera  ripie- 
na di  uarie,&  JòauiJJime  uiuande  ; ma  tanto  era  la  pau- 
ra che  la  ffiada  non  gli  cadefie  m capo,cbe  nefiuna  uolon- 
tà  prefe  delle  gii  delle  cofe . ^Adunque  mojirò  che  fimtle 
era  la  ulta  tirannica.  Hauea  due  mogli,ne  mai  emraua  in 
camera  et  alcuna,  che  prima  non  mandafle  chi  con  diligen 
5J4  inuefUgafiejche  non  hauejfino  nafcoji  alcune  armi,ù' 
fcnhcmmfifidaua  é barbiere,  fi  faceua  radere  dalle  ji- 
gliuoleqioi  quando  erano  in  età  adulta  leuò  loro  il  rafoto 


Saturno 


4? 


Lacci,Capeflri,Corie,Fum,SogheXanapefi.itortc,Lafti, 
Cuingagti, Cubie, Uno, Stoppadlcfe,Filo,  Spago,  Stame  , 
Strabe, Croppo,'b{odo,riluppo,  Ciogo,t'ijio,  f'meajirt, 
Fmci,  yimiX'inuglt,  y inane . Trigium,'Pngioneri,^. 
ptiui,Trefnra,'Preft,l*tercetci,Giuiui,Legati,Ltberi,Scof 
fiXdolti . ImprigionareXprigionare,Scapeflrare,Sialap 
piare.  Scappare,  Imarierare,  Vigliare,  Viedare,Occu- 
pare , .Aumeere , .Auiiuhia  re , ,Auiu,  are,  Leg-trr,  S le-  '■ 
gare,  Soluerc,Sciogltere,Dijiioghere,-dnnadareXuoda- 
re,  Dijuodare,  sAigroppare,Adacctaredaiflact  iare,in- 
capejlrare , .Auduppare , Inmluppare  , Dij'uiluppa/e  , 
Suiluppare,difuitiiibiare,Auiticthiare,Dtuiuart,Siiua- 
reXtipare,Strfpare,Cingeredrretire,Stnngere,Alfer- 
rare,Tenere,F  ilare  jSeruire,SoggiacereXermtiiXeruigi, 
Serui,SeruidoriXeruenti,Seruigiali,  Famigli,  fantidia- 
gagp,Vaggi,yaletliXcudieri„Aui  die,  Sehiam  ,Manci- 
pil,SoggettiX'afialli,Ugif,ZaffiXbirri,Mafialzom,Brie 

coni, Famiglia  del  Todejlà. 

^ facèualiabbrufciareiabarba  congufddi  nociaccefn  Vnffone. Lat.  career, cunodiagra.de fmoterion,ii,phyla- 
era  mollo  impune  gli  Dq.  Spogliòll  tempio  é Troferpi-  ca,ca.  P 1 1.  «ir  B o c.Vrigim  Antica, Terpetua  tipiou 
na^ poi  hauendoliuona  nautgatione aggiunjè  al  fàcrile  fà,Crudeled'iera,Ojcura,TerreJire,HoneBa,Bella,Vrt- 

gio  derijorie  parole  àcendo,uedete  quau'a  bonaccia  dan-  gion  et  tra . Amor  con  fue  promefie  lufmgando  mi  ricon- 

uogliDqa  chili  ruba.  Haueua  Hierone  Re  ornata  la  jìa  dufie  a UTngton  Antica. 

tua  di  Gioue  di  drappo  doroAgh  la  toghe,  & dettegliene  Prìgioni,&Vrigionero,icolmchei{ljeo,&ch'iinprigm 
una  di  lana,affermando  che  l'oro  era  mutile  ad  ogm  Ha-  ne.  Ut.  capimi.  P s T.  T uttifon  qui  prigion  U dei  di  far 
gtone,percbe  duerno  era  troppo  freddo,^  la  fiate  nappo  ro , lo  jòn  Vngion . Et  come  nero  Vrigtontero  afflitto, 

grane.  Faceuanoglt  antichi  le  Hatue  adApolline  detd  Boc.  Furono  perTrigiom  dati  al  Re  Carlo . Gittate  in 
giouande,tr  quelle  d'EjcuUpiofuofglmolo  fenih , & con  terra  l’armi,tutti  fi  confeJSarono  Trigiom.  l Vrigioni  fo- 
Imga  barba  ; adunque  leuò  la  barba  ad  Efculaoio  ib’era  pra  lenauipoHi.Lufiiigòd  Trigionere . Et  quafiinguif* 
ioroAfermando  nonefier  cofa  conucniente , che  efiendo  di  confortatore  col  piacere  del  Vngioneri  a jut  n'entrò 

il  padre  fenga  barba , il  fghuol  fu  bai  boto . Fu  non  poto  Imprigionare.  Lai.  carcenbus  mancipare.  Boc.Fargh  ,m 
auefo  nell'amore d un fanciulloéirftfortt,tbegmocan-  prigionare . Comandò  che  imprigionati  fu/lero . Furono 

doHngiomoallapaHagUdiedemguardula^ida.&il  prefi,cir  per  molte  citiàdiuifi,&  imprigionati. 

tnanteUocet  nhdtmeno  perche  uno  de  fuoi  famigh  pergiuo  Sfrigionare.  Ut. e carcere  folui.  P i T.  Ver  tutto  quello,  a- 
10  gh  domandò,  come  commeflo  bauefiein  man  d un  fan-  mornm  mtjjirigiona  .Boc.  Lo  Sinifcalco,&  ScatpadU 

tiuUo  la  fua  Ulta , & il  fanciullo  nerij'e  ; tanto  foretto  gli  no  furono  per  le  loro  feufeffrigionau . P h. 

nacque, chel'uno&taltrofeceuccidere.Amòeghan-  Scalappiare . Ut.  efugere ,uat  fuggire  di  luogo  Errato, 
thora  tra  Caltre  donne  due  ardentemente  Ariflomaca  Si  Dan.  Homai  ueggio  la  rete ,f  he  qua  m pigha , Et  come 

racufana,^  Dorida  l»crefi,ne  mai  contuna,neconl'al  fifcalappia.uediéfotioa  Calappio  a gjq. 

tra  fi  congiungeua  fe  prima  tutta  la  camera  non  ricerca f Scappare  per  fuggire.  Boc.  Mafcrmaméte  tu  non  mifcap 
fe,comedifopra  è detto.  Queflo  che  lungamente  di  Dumi  perai  delie  mani . i Lombardi  dicono  S campare . 

fiobahbiamo  firitioi  fiato  ^lo  per  dare  comune  notitia  Cucete.  Ut. &cuHodu  ,uinculum . la  prigione.  P bt. 
di  tutti  I finali  tiranni,  à- perche  oltre  che  fu  tiranno, fu  Career, oue  fi  uicn  per  firade  aperte  ,Oue  per  Hrqttea 

granpeaa  fi  migra. Tanti^irti,&  fi  chiari  in  Career  rem  i 
tro.He  ben  piudel  car.er  fi  diferra,  Cb'iniornoal  lollo 

hebbe  la  corda  auinca  .Boc.  Sijiai  catene  ; qual  carte-  _ 
rei  quai  ceppi.  Comandò  thè  fofie  in  Career  raeffoi  Ari. 
Che  nel  Career  d amor  lo  te/uia  chiufo . cr  meta,  per  lo 
corpo  Aedi  a IJ17. 


crudele  jòdomito^rez%ator  dt  dei,Voeta,  fi  cornea  i tuo 
gbi  loro  lo  citiamo:  al  fine  fcacciau  u efilio  diuenne  mae 
Uro  di  fiala,  come  nella  mfione  aniorafa  dace  il  noHro 
B o c.OiidefuggendodAtbeneildoloreMiugatopentò 
per  non  morire  Difamefarfi  é lettre  dottore , Tipo  uedi 


tM,cbelifahbriaprireAfmcmlli,&colduomoflra  lo  , , 

ro  Come  una  lettra  [aUra  dii  feguire  ,0' ilP  B t.l^uni  Incarcerare . Ut.incarcerem  dttrudere.Boc.  Auiu  di 

farlo  incarcerare . Ruflico  le  tnfrgpo  come  flar  doHcfie  a 

douere  m.arcerart  quel nuladetto  da  Iddio.  Douc  incarm 
ceratolo  dapoimiferamence.fi  crede  eh' egli  morifie . 

Captiui.  Ut.  fino t prigioni  prefi  inbattaglia  .Ari.  Gli 
duol  cheghaltri  caualieri  anchoi'Hahbia  umceiido,  a far 
fimpre  Captiui. 

Didcc  tco  per  k prigione  usò  IK  r i.  Ut.  eareer.doiie  di- 
ce. Ma  quando  fentìpoi  t h'era  in  Diflretto  T urbici  tutta 
fiipone,CarcereJ3iflretto,Lahtrinto,Cabbia,Calappio,  , dfamorofa  pietà . j 

T'appola,Stipa,Slia^e fitti.  Ceppi,  Catritf,  legami  > Labennto . Ut,  labjrinihus . fu  fa'jr'tcaio  da  Dedalo  per 

F iq 


Piomfio  ,CaitroiAhfiandro,Maqueldelfuotemerha 
degno  effetto.  D a u.liuiuii  Aleflandro,^'  Dùmfio  fiem 
ro,Cbefe  a Sicilia  bauer  dolonfi  anni . 

Kabùde  rirjivio  de  Lacedemoni^lqualfu  umto^  fcaccia- 
lodaTuo  Flaminio,  come  ad  efio  Tito  a 

V R I G I O 7i,E. 


Sarnmo  C I E L O Satom» 

ttnumdjmnto  di  Muios  Re  di  Creta, doue  poi  la  pofè  Irretire.  Lat.uaìpigUar  conia  rete  .Ho  c.Tarole,leipi*H 
deturoilMmtauro.ueélabifloria  ad  ejjo  Minotauro  laccifinodairreitreglihuommidipiirafede.Imiferidal 
a 111}.  P ET  'HelLabcrmtoeiiiraiineueggioondeefta.  fallace ,4more Irretiti. 

S'utt lungo errorin cieco Labernito. ho  c. nella  fuaui-  LiCÓodaLaqueo.Lat.P  tr.TralecbiomedeCornafcCa  jjy 
fumé  ainorofa  ; l'idi  ijuiui  Thefco  nel  Laberinto  Jtl  Mi-  fe  il Laccio.'He per  fuomi  ritien.ne  ftkglie  il  Laccio.Ch’at 

torceaflame  al  mio  Laccio,  ch'ad  un  LaccioTrefihauea 


notauro  bombile , ^ nefando  .Ari.  Cbe  come  labe- 
nntojentro  s'intrica . 

Calappio.  Lat.  canea  deccf  torta  i certa  gabbia  , o fintile, 
doue  fi  pone  tefca,cbe  eiitrandonidcntroCnciello  fi  chiu- 
de,& quando  poi  ne  u false,  fi  direbbe  ejiere  fcalappiato  , 
cioè  fuggito, come  di  (opra  a fcalappiare  •»  J J J . 

Trappola . lat.decipulijl medcfimo  ih't  Calappio.  S a N. 
Io  con  la  rete  uccello,&  con  la  Trappola.T.  Viglio  le  yd 
pi,  tr  le  lepri  allaTrappola . Ktcì.  Che  ducnoltealla 
Trappola  Cha  collo . 

tìf  Stipa,  (ScS lina.  Lat.  fepis  è chiufiira  di fiepe , che  Stia  dice 
à lombardo.  B o c.  iiUaqual  Botta  non  hauendo  alcuno 
ardire  di  apprefiarfi,  fattale  ifnitorno  una  Stipa  grandifm 
finta,  quiui  mfieme  con  la  faluia  tarfero . Et  legati  ad  un 


dalmar  d’india  a quel  diThile.  Laccio  Ceniil,Crcfjio,T'of 
fenteJTor . Et  da  Lacci  cCamor  leggiera , &\fciolta . Et 
tende  i Lacci  in  fi  dmerfe  tempre.  Lacci  amor  mille,  & nef 
fun  tende  in  fallo,  e i tuoi  Lacci  nafconde . Donna  del  Re , 
che  nofln  Lacci  ha  fciolti.de  Laca  antichi  fciolta . Che 
u’era  di  Lacciuò  forme  fi  none  in  uece  di  dirLacctuoU. 
Hebbe  un’altro  Lacciuol fra  fherba  tefo.  Et  ueggioad  un 
Lacduol  Giunone , ^ Dido . Mille  Lacciuoli  in  ogni  para 
te  te  fi . Et  di  Lacciuoti  innumerabil  carco,  hoc. Da  Lofi 
ti  dt  uituperofa  morte  fi  fuibtppà . Ella  hauea  tefo  il  Lac- 
ciuolo.Io  tf  hauea  mill’altn,ér  mille  Lacciuoli  col  moflrar 
d’amarti  t hauea  cefi  intorno  a pkdi.ùnganm,  & Laccio 
per  lo  corpo. ucdi  i j 1 8. 


palo  nella  pia'^a , ir  dauanti  a gli  occhi  loro  fu  la  Stipa,  ^Allacciare.  Lat.  illaquearefiblaquearejuinàre,  ual  legare . 
tir  il  fuoco  apparecchiato  per  douergli  ardere.  D a N.f'r  P ft.Sidttbepococanapes'allaccia.Etquelfhe  come 
ntmmo  fopra  ptu  crudele  Stipa, idejl fepe,  cbe  circondaua  uri  animai  s’allaccia . 

ipeccatori,^  teneualt  cbiufi.Et  uidiui  entro  terribile  Sii  T>is\acciare.  Lat.difioluere  ,ablaqueare,&  è proprio  le 
pa  Diferpenti.i.multituéHeflrettainfieme  ,comefònole  Scal'^r  delle  uiti,leuando  la  terra  datomoil  piede. 

B o c.  lìjcandoda  quefio  uiluppofaraidifiaccialo.  La. 
Laido, & la  Lafcia  dice  il  'napolitano  da  laf  ilare.  L a.  reti 
naculum,  er  lorumji,  i quello  laccio , che  fi  pone  al  cane 
quando  fi  mena  alla  caccia. T. qual  cacciator,cbe  mena  il 
canalLafcio. 

Cubia.  Lat.  copula,  nexus , uinculim , i quella  catena  che 
tien  accoppiati  due  cani  da  nafo  detti  brace  hi.  onde  Guidi 
Copula  detrahuur  cauibus  .you  non  uolgare  ne  ufata 
d'aldino . 

n in  queÙe  Statati, come  fi  mettono  le  mercatanlie  Gìàmagìio.Lat.copula.quedueanellipolìialeollaredet 
nelle  naui  a fuolo  a fuolo  con  poca  terra  fi  copriuano . cane  da  caccia  f he  infieme  aggiSii  fi  fnodano,  doue  fi  met 

Stoppare  da  flipo.  Lat.  ualferrare;  & Stoppa  cofidetteda  te  il  Lafcio,e!r  ancho  fiponea  Cetideghfiiaruieri. 

noi  come  da  Lanni.Stupa.Lì  A n.  Et  chi  nfìoppa  le  cofte  Catcna.Lat.  P i t.  Riman  legato  con  maggior  Catena.  Ca  qgt 
a quel  cbepmuiaggifecefparlando  de  legni  maritimi . ) tena  di  Diamanti , tr  di  Topatio . De  le  Catene  mie  grati 


tofe  fìiuate,  onero  calcate  nelle  nani. S ah.  Et  cangiar 
Rafiri,Stiue,Uratri,  & Capali . 

Stipare . Lat.  per  raccogliere  infieme  .Dan.  .Ahi  giufli- 
tia  diDio,tante  chi  fiipa  T^pue  trauaglie  (>r  pene . 

Stia.  Lat.  canea , ubi  altihapinguent . i quella  gabbia  do- 
ue  fi  tengono  i cappom  chiufi.i  Lombaré  écono  cap- 
ponata. 

Stiuare.  Lat.  ftipare . ual  metter  [ un  fopra  Poltro  .hoc. 
"Hgllequali  (ofie  a centinaia  fimetleuanoifòprauegnen. 


IJ6  Gabbia . Lat.  canea . P i t.  Hot  dentro  ad  una  Gabbia 
y fende  fuor  della  comune  Gabbia.  In  cofiTenebrofa,& 
Stretta  Gabbia . B o c.  Hauer  meffoil  Lufigniuolo  nel- 
la fua  Gabbia,  tìr  per  la  Gabbia  della  nane, uedi  a Mare 
« lori . 

Ceppi,  cbe  fi  pongono  a piedi  de  prigionerijat  boie,anmu 
cippi,  pedtca,  compedes , & catajla . P t t.  Girne  il  gio- 
go; & le'Catene,ei  Ceppi.  B o c.Lìuai  catene  ,qual  carco 
re,quaiCcppi . ^ quando  dinota  zocihi , che  fono  legni 


pane  porto . Son  le  Catene , oue  con  molti  affanni  Legato 
fon . Sotto  mille  Catene,  tT  mille  chiaui.  Tv(y  rallentatele 
Catene, 0 fcoffe.Libero  in fetuafi  di  Catene fcarco.&  fcofpt 
thaue  Di  Catena  fi  grane . yien  Catenato  Ghue  innairti 
cd carro.  B 0 e.  tenendolo  perla  CatenaAottePamorofe 
Catene . La  noflra  una  con  piu  forti  Catene  effere  legata 
ateorponoflro.D  A u.Tìonbaucua  Catenella  non  coroi 
iM  ; ctoiomomentoaltoUo.  Lat.  catenula . B e m.  yena 
dette,  catene, ferite  -ds. 


groffi  per  brufciare,ucdi  a tipi,  efr  quando  dinota  le  fa-  Cotda.Lat.tfr  fums,reflis,  rudent,&anquina  la  fune  chi 


miglie,o  flirpe  ais66. 

Ceti,  0 Getti.  Lat.  rctinacula . fono  quei  legami  cbe  fi  pon- 
gono a piedi  dclfbaruiere . B o c.  Trefolo  per  ti  Geti,  & 
al  muro  ilpereoffr,  & UMptlofparlando  del  ffaruiere . ) 
Rete. Lat.  retta , cajfis ,dii.PsT. .Amor  fra  C herbe  una 
leggiadra  Rete . Cofi  cadé  a la  Rete  ; (Jr  qui  m'han  colto. 
In  Rete  accolgo  Paura,enghiaccio  i fiori.  Si  e’hauendo  te 


tega  P antenna  aWalboro,  tende  Cinna  .Anquma  regere fra 
biìemfortiffima  curfiem . P s T.  "Ne  lieto  piu  dal  career  fi 
diferra  Cb'i’ntomo  al  collo  habbela  corda  aumta.  L’uU 
timo  {irai,  la  divietata  Corda . B o c.  f'i  eonuien  far  te 
Corde  piu  fattili  a gli  archi  de  uoflri  arcieri . Corda  fiot- 
tile , Corde  Grafie  .D  ah.  Io  hauea  una  Corda  intor-  ^ 
no  cinta . 

Reti  ui  damo  tefe.'Hed'amoruifcoiemi,o  Lacci,  0 Reti.  CoTdighero,  queOo  cbe  porta  la  corda  ,com’i  fratié  firn 
B o c.  Ghino  di  Tacco  hauea  tefe  le  fise  Renadefi  infidie . ■ Trance  fio . D A n.7o  fut  buómd'àrme , & poi  fui  Cor- 
I capelli  con  una  fottiliffima  Retuella  fermaua . iCmis  digtkro. 

Lat.i quella  lauciafipertiu,cbeticnla  Rete. hi  ut. Le  Luae.Lat.fums,refrts  .V  n.'tl  Fune  auolto  Era  a la  Jgfr  ■ 
dolci  reti.  udt.  maa.Boc,lÀgarlotliafnnc,9rdmau  nnafuneco» 

urti 


c I E l O 


Saturno 


44 


tea  foaue,tr  (turo  Stawu  ai  uiio  kcth . Detto  parila  a 
laJuaMolubilruolaStiioijc  ìvitb’elia  pia  li  mJiroSta- 
ote.Bo  cubui!teiieLv,ibtKkoifiunabeUa  jiila  dista 
me.  yno  Siamam  lo.i,  laiumoio . 


Saturno 

tertimJi.D  A V.  Invalide  tagliar  U prima  Fune 
Soga.  yo  Lombardo. Ut.  famt.  l>  AU.Cenaiial  tolto,  & 
troaerax  U Soga . . . 

Cipe{tro.Ut.eapiftramJ.camsaiitcalam<]aodeeiuu,&  — - VTTT7 — / i i 

Lafmodiaaimabba,adb,benjoUtp,efa&‘*'- B o c.Gb  Uno.J^t.Miaeraa ligi^oUà Oioaclaprima thelotroab. 
farebbe ,l Capeflro haaer allagola.Tratlo li eapo del Ca  6'  thè dtfie.l modo  delJiUte, o' <iti‘‘Pcre.  &det  caci- 

«Aro  CUgittò  aUa gola  an  Capeliro . re.  B o c.  ycjttle  à an  aijiimemo  ò Uno  fmibJfitr.o,& 

sSpenrare.lM.Solaere.Pit.Toitbel'almadaUormin  biaaio.Ta^^ 

ir  olirà  Stoppi,  cr  Ho f pare  ter  ferrare,  aedi  a 

InXlrare.  Ut.  iUaoaeare  .Boc.Tia  tnflo  £ amore  ef-  Bimhiffi.UrJ,aml,aaam,&  bambuiam,eil 

lèremapeflratiJt^aaedereaedoaemiomeneUuiao 

hitaaJe  mcapcflra^,  & neUt  mara  danafemma  dar  g>a  beUo,  & grande  iniapo.  Si  la  bambagia  del  larjeito 


legata  la  mia  Lu  rtà. La. 

Canape . Ut.  canttjbu,&  tannabiam,per  lo  laccio.  P i t. 

Sòdi  che  poco  Canape  sfilaccia  yn  anima  gentil.  San* 
Conio  maefiato  Canape . 

Canauaccio.  IM.  telU  cannabina,  è tela  fatta  di  Canape. 
Boc.  Etgtioauifnfo  un  Cananaccio  é anofacconea.be 
fatto  baaea  il  di  aotareatlcunt  leHi  hanno  pannaccia,che 
i ijaello  ifteffo. 

. Ritorte . legami,cordefijlroppe.  Ut  aincula, &rctmaca. 
la.  Boc.  Commi  iò  a legami  con  Ritorte  iba]lomattra~ 

uerfo.  Dan.  S'iononba)tefjiaifoleRitorte,CheAeetja 

te  haaerianRitorte,&  Strambe,  hit.  Da  la  rabbu  del 
aento,che  fi  fende, i(e  le  Ritorte  efiono  hombdfaoni . 

i49  Strambe  fino  certi  legami  fattt  di  giunchi  ,oaeroginejlre 

PI  foggia  di  corde  ritorte  ; che  Utim  dicoim  jfartum , con 
leqaaU  fi  legano  le  balle  de  corami,  che  fi  mandano  mBar 


tratta  gb  hauea  , che  egU  a tal  bora  fentiua  freddo,  ebe 
un'altro  farebbe  fudatoa.gb  baueua  alliggetita  la  fibte- 
na  per  troppo  ufare  il  coito . 

Cotone.  Ui.gojjipiumetut  xyltaitm,ilabàbagia.  A r i. 
ìig  nella  pieiu  dt  Cotone  a tale , Cbe  ardoudano  il  capo 
in  mille  uolti . 

G'iopp, quello  de  buoi.  Ut.  lugum.  P e jJìunqueboraèil 
tempo  da  ritrarre  il  coUodal  Giogo  antico  ib’io  non  folle 
gno  alcun  Giogo  mcngraucàpefo  Ch'io  fui  fòmmejso  al  di 
jpietato  Giogo . Sottotl  cui'Gtogo giamai  non  refpiro . He 
dal  tao  Giogo  amor  Calma  fi  parte  .Sperai  ripojo  al  fuo  ■ 
Giogo  ajfro,  & fero.  .Andando  tutti  tre  fémpre  ad  un  Gio 
go . Sijiaiido  ad  un  Giogo ,&  in  un  temo,  quiui.  Mdciade 
che'l  gran  Giogo  a Grecu  tolfe.  Grane  fiel,.Antico,  Ma- 
ritai Boc./  bu<»  fotta  U Giogo  rifiretti . & quando  fi- 
gmficalalommitd.uedia  1775. 


Ì^^TetZfeTI^^^^  Dt^iogare,perfcioglieredalG^ 

r£7in&F'^”plBÌtt.Jiium,^  upaefiWAtt.&CefareperfÒggiogarell^ 

U fL  fcuit’aUenela^ra  mia  atta . Ma  perciò  che  Marfdta  OuefiedeU  chu^cbef^^^^^ 

miiÈtamraa  fornir  foùra.Al4uaiUod^UFiLtDtfneiUtte.  tuJoprjBMbacontetideflJoprafld, 

Boc  Virco.(ir/'t/ifo«..  Ut.u,fcum,&lxeu^a,kyifcata.  jq, 

UconkpiafeuoUzzadFilodelkcamifiia.Conunafi-  Pir.yiJcoTeMce.Entrakfrondedyifco.Tamo^r 

uceniap  . ..  tana  con  piu  yifco  intrica  .0  come  nono  augello  al  yifca 

in  ramo.  Hs  Marnar  y 'tfco  temi,Lacci  0 reti.  E’ l padre  col 
lo , e'I  popol  ad  un  yifibio . 

Inuefcare . Ut.  inuifeare . P e t.  .Amor , cbe  foto  i cor  leg- 
giadri biuefcu  . Ouefoauemente Ucor tinaefea . che  fem. 


Utriee  dilatare  dal  Fikto.D  a tt.Dapoiuoknpiuinftt 
ta,Cr  panno  infilo.  Che  mife  Roma  teco  nei  buon  Fdoi. 
tn  buona  uia,  0 a buon'ordine , onde  diciamo  k coja  e fere 
in  Filoaioi  in  buona  ukfi  a buon  ordine . 

fikre  .Ut.ttcre,&pernere  ,fiiumdMcere  .P  tt. L'auro , 

eh' amor  di  [ua  man  lik,&  tefìe.  U uokbil  rota  fi  uolj'e; 
in  cb'elk  fik  il  aoflro  flame  .Boc.Iononfò  altroché 
fikre.  Dando  lana  a filare . Unafikta . U lana  con  ihe 
k Simona  fikua.  ueé  C Indice.  O a n.  Ma  perche  lei, cbe 
é ,&  notte  fik. 

J41  Tramare.  Ut.  machiaare.  Ari.  Di  tenerlo  in^erairga  or 
difceAlr  trama , 

Trama . Ut.  tr  fubtegmen , ilo  filo  che  fi  trabe  nello 
me.  a A li.  Di  mettere  k Trama  in  queUa  T eia,  Cb'i  le 
porfi  ordita. 

Filatoio i d mulinello. uedi a sj 31. 

Refe  da  cufiire , a reficio  tb'ifilo  ritorto/i  dal  greco  rima, 
(h'i  il  refe  fida  rauoijtbe  uale  ebbquns.  Boc.  Et  dona- 
tole una  borfa  di  Refe  bianco, tà-filum.  Ut. 

Spago . Ut.  filumfiraffmsr&  fortius . B o c.  tfce  quando 
uenifie  doueffe  tirare  lo  Spago.  Diuisò  di  mandare  un  Spa 
ghetto  fuor  delkfimefira.D  a n.  Cbauermtefo  alcuo- 
io,&  allo  Spago 


pbeetti  cori  bmefea . Oue  tu  prima,  & poifu'inuefcat'io. 
Fuggir  Mpofi  gli  Inuefcati  rami , e per  kjiiarpiu  Cam- 
molnuefcato.D  A s.Terih'hunpocoa  ragionarm'ia- 
uefibi  ,ulefi  ebeio  con  le  tue  parole  grate  mi  ritenga  a 
parkrtecoa  guipt  ,ibe  fuol  far  l'uccellatore  nelrttene- 
re  ,& pigliar  gli  uccelli  con  lo  adefcargli.Boc.Rian» 
cofiore  Inuefiata  dalle  parole  di  Gloritk  .'P  H.  Si  nelle 
amorofépame  s’uiuefcò.  Ogni  bora  piu  inuefcandofi.Riiu 
uefiare  ,ualdi  muco  inuefcare.  P e t.jiUhorpiu  nel  bel 
aifpmirinuefia. 

Vinte  fono  bachi  tte  picciole  biue fiate  per  pigliar  uccelli,& 
permcta.fipiglia  thè  filano  atte  da  pigliar  qualunque  co- 
fa.  Ut.  ramuli  ,feu  cakmi  uifiatt , uel  aucupat^ , & 
Ixeugita  .Boc.  Si  nelle  amorofe  Vanie  l’inucfcò.  Senza 
japertene guardare nebeTanie  iniappafii.l.A.  D A v, 
Torfergli  uniini  uerfigl'lmoaniali.  Ari.  Chi  mette  il. 
plifutamoroja  Tania  Cerchi  ritrarlo , & non  maefiht 
t ale . yidi  gran  copia  di  Tante  con  uifeo,  Ch'eranoodon. 


Saturno  CIELO  Saturno 

intorno  te  bollenti  TaneJ.  panie  per  far  la  rima . tu  paJree'nlenerifci, & fèudi . Che  morte  fola  fa,cb'ia^ 

' ^luppo.  Lai.  fafmulus,uel  faJcis.S  oc.  Laquat  aperta,  di  lo  [nodi, 
trauorono  in  un  gran  yUuppo  di  Zédadofalnata  una  pie  Difnodare.  Lat.foluere,  ual  difìoluere,  chiarire,  & mamfe- 
ciola  cajsetta.  1 capelli  con  pituolo  Filuppo  fienjendofi . ftare.D  as.Dìciò  che  nero  jpirto  mi  difènda . 

Wuoltii  capelli  in  capo,fopraejfi  non  so  che  yiluppo  dife  Groppo . Lat.nedus.  Cre.gnjon,cioèindifsolubile.  P e t. 
ta^qualeefiachiamaualreccuJiponca.QMndo  daque  J treTheban ch'io dijSiinunbelGroppo.hoc.Solutofi 
fio  f'ibippo  farai  éflacciato . fubitamente  nelLaere  un  Gropjoo  dì  uento.  Dan.  Quan- 

^iiiluppare.l^t.hiMoiuere, glumerare, circumplicare.  Boc.  do pioui  ,n  queflo  Groppoj.mfernopercioche  chi ui  uànó 

Sìucl fatto  auilupparem  unpanniceUo  di  lana.Cbe  ti  uai  fi  può  foluere,come  fi  luifojie  legato^-  aggroppato.  Dif 

pur amluppando per cafaf  Uuiluppatafi  la  tefla  innii  i'ioladoue£,ch'ufuiaoffcnde Ladiuinabotateié'lGrop 
mantello.Et  i capelli  ^uiluppati  al  capo.  Sluando  il  cor  pofotui  ,idefl  dubbio.  A Ki.yedi  inun  bello, & amu 

pomcofi  uilpanr.0  amluppauano.i.malamcnteuefliuano.  cheuol  Groppo . 

ARi.,4uiluppapromrfie,egiuramaiti;  Che  tutti  fpar-  .dggropparedat.innodare^nedere  .1)  hn.Torfilaalui 
gon  poi  per  Caria  ì ut  itti . .Aggroppata,  & rauolta.  Confctpi  le  man  dietro  eran  le 

Inuiluppare.Lat.inuolkere  .Boc.  Fatti  prenderei  panni  gate:  HÌueìlefucauanperlerenlacoda,E'teapo,&eran 
di  lei  i&iimiluppare  nel  mantello  della  fame. Gli  fpiccò  dinanzi  aggroppate  .& .ibnodare  per  {grappare . 

dal  bufo  la  tejla,&  quella  in  uno  fiiugatoio  ìnmluppata.  Legame . Lat.  umculum  .Boc.  Ter  joluem  dal  Legame 
IlRe  Inuiliippato  in  un  ntamcllo.  Ver  lo  Inuiluppato  bo-  della  promejia.  Con  Legami  fvrtifiimi  legate.Sciolii  i Le- 

fco.tjntricatopdrfofio.  gami  annodali  da  fperanxa.il  Matrimoniai  Legame. 

j Difuiiuppare  i ufare  di  Viluppo . Lat.  difioluere  .Boc.  Se  Th.P  t rSt  ei  quefìo  n'auien  per  l'ajpre  fame  De  Lega- 

da  Lacci  di  uituperofa  morte  difuiluppà  .Dan.  Voglio  mi  ch'io  porto . 

che  tu  homai  ti  difuiluppe . Legaggio . lut.  ligamen,  ligamentum,ligatura.ù’  nexus . 

Suiluppare,i  il  comrario  dinuiluppare,^  ual  fondare.  Lat.  B o c.  w f orili  in  Taiermo , & il  legaggio  delle  balle 

difioluere  diberare.  Boc.  Frate  Cipolla  foaiierncmefui-  dato  a doganieri,  &fimilmeme  il  collo  delle  botti . Voce 

luppqndo  il  zendado . .A  fuilupparfi  dalla  loro  infamia . mercantile . 

DaognialtrafollecitudincSuiluppata.Etquiuiconfatica  Legare. Lat Jigare,& neSere.P  ft.Leg.triluidij& fame 
te  mani  dalla  cafia  Suiluppatogb.  Biancofiore  con  la  delU  iiuello  Hratto.  Ma  me  fot  ad  un  nodo  Legar  potrei.  Molti 

cala  mano  fuiluppò  il  uelo  della  bionda  tefla  .Th.  ai  quei, che  legar  uidi  amore.  Lega  la  bngua  aUrui.  Che  fi 

Dijuiticchiare,&  Jluiticchure.  uedi  fitto  a Vite  a ili.  foauemente  legajgr  Hringe.  Lega  il  cor  lafio,e  i leui  fpirti 

Intricare.  Lat.  & intrigare  uale  inuibippare.P  t t.  Tanto  erdira.anxf  laudate  lui,  che  lega  &fiuigbe.  Onde  morte 

fortuna  con  piu  uifi  intrica . it  cgni  error,  cb'i  pellegrini  mi  fiugUe/tmor  mi  lega.  Da  l’un  fi  fihglie,  & lega  a l'al 

nitrica  .Dan.  Qjiella  con  non  poter  la  uoglia  intrica . tro  nodo . legano  il  mondo  in  tutto  mi  difciogli . Legami 

Intralciare  ha  ufaio  il  Boc.  uedi  a ijoi.  & giudicio-  con  coftei.  Che  ibeuofiidocchi  donna  mi  tegaro . Daduo 

fornente  per  met.  begbocchijcbe  legato  m'hanno.  Con  parole , tìr  con  cenni 

Stralaare,&  Intralciare,uale  f nudare, fùiluppare,  diflrica*  fui  legato.  Et  uedrafii  oue  Amor  tu  mi  legafli.  Leghi  bo- 
re da  tralci  delle  ulti.  ra  in  uno,&  hor  in  altro  modo.  Cleopatra  legò  tra  fon  t 

Ambage . Lat.  ambages . meta,  ual  intricamento , & cir-  ^ therha.Legò  fi  umo,tdlpadre  morto  fiiolfe.  Con  la  Im- 

cuitione  di  parole.  D a n.'NgperAmbageinthelagen  guapofìente  legòilfUe.Btmanlegatoconmaggior  cate- 
te  folleGid  iinuefcaua  ,pria  che  foffe  ancifi  Cagneldi  na.  B o c.uediCindice , 

Dio,  che  te  peccata  tolte.  T.  Hor  ueggh  mmpha,  che  uai  Vinci,  & Vimi.Lat.  uincula,  fonai  legami  con  che  fi  lega- 
per  Ambagoie . noicerchidelleboiteLuiii,& altrecofe.Bo  c.  Concbiu- 

ìiodo.  Lat.P  ET. 'Usuò  che  di  tal  Tfpdo  amor  mi  feio-  fura  di  canne  con  loro  giunte  con  tenace  Vinco. Ah. 

glia . tfe  di  lui , che  a tal  tiodo  mi  dijirigne . Solameme  Dan.  Che  milegafi  con  fi  dolci  Vinci.  Cofi  ueloci  feguo- 

quelTfodo.Che  amor  circonda  a la  mia  bngua.  Ruppe  fi  noifumVimiddegami. 

in  tanto  é uergogna  il  Tfodo.  Anima  bella  ét  quel  Tfodo  Vimine . Lat.nimenaiirgulta.  A a i.  Et  afte,  e tramavi- 
fiioita.  Tal  per  te  "Nodo  fafSi,&  tu  noi  fai.  Che'l  t{pdo  fi  mine  conteflo.Chepercuotan  con  Vimim  le  Spalle . 

difchgba  dal  collo.  Da  [un  fi  fciogbe,et  lega  a Coltro  TÌg  Vincigli. Boc.Dalmi  legato  den- 
do . "biodo,  Affro,  Aureo,  Ardente,  Caro,  Dolce,  Bel , tro  a tuoi  Vincigb . 

D'amor. Rotto i il  "ìfodo .Boc. T{odo Tiaceuole,Ordi-  Vincaftro.  Lat.  uimen . i uerga uerde contheiipaflorgui 
nata  unafune  concerti'Hodi.DAN.Soluetemiquel'ìis  daCarmento.  Bo  c.  lo  dò  al  gregge  ombre  di  beUa  uer- 
do,  Che  qui  ha  inuiluppata  mia  fintenga  meta,  per  lo  dii  dura,  co  Vincafiro  quelle  baitfdo.  nelle  rime  cfAme 

biotàrper  locorpo,uedia  ijiS.S  AN.Iobounbaflo-  to.D  a n.  Et  prende  Vincafiro,  Et  fuor  le  pecorelle  a 
ne  di  Tioderofo  Mirto . pafeer  caccia . 

Annodare.  Lat.  anne(iere^lbgart,agglutinare.PsT.  dr  Diuinareperflegart.Lat.  foluere.D  a N.Vfelmexp  ftrinfi 
Boc.  Onde  [annoda,  & preme.  0 chiome  bionde;  di  che  potenti!  con  atto  Tal  Vime;  chegiamai  non  fi  danna . 

il  cor  m' annoda.  Ma  poi  che  in  quefle  catene  ui piace  d'an  Tenere  per  legare/!  conHringere.  Lat. & Ugare,  ncClere. 

nodarmi.MadÌna  annodaieui  la  cuffia.  Legami  Annodati  P * t.  "Hatura  tien  coflei  d'uà  fi  gentile  laccio . dtgeU- 
da  ficranga.  D an.  Li  doue’l  colto  leffalle  s'annoda.  u paura  il  tien  eoniiretto  .Amor  che  m'ha  legato , tir 
Snodare Jat.foluere,& abnodare/ial  fciogbere. T tr.  Co-  tiemmi  in  croce,  litSÌ  che  mi  crucia, & afflile.  t{ft- 

mefancàl ,cbeapemVolgeù Imgua ,0"  fnoda.Apri  te,&di  tiemmi  il  fignor  noflro  Amore.Cbi  ajorx^ 

no 


"X 


Satamo  CIELO  Saturno 

m firn  jmì.  Boc.  itedi  tlndice , Stringere, & Slrigitere,neeli a Qjianiità.  1 795. 

Ritenere.  Lat.  retinere.  P e ■t.'tign  temo  già, thè  piu  miflra  Prefura.  Lat.  captiuitatja  cattura.Ro  c.  Hanea  il  Tapa  J5 
tifi  fcépie  mi  ritega,  alma  jcioltafi  Ritenuta  al  bofto.  ' faputo  della  Vrefnra  dell  .Abate . Il  cajo,  che  foprautnne 

Slegare.Lat.loinere.Boc£'impofiibiledatalnodoslega-  delUTrepiradi me/ierTorello . Li^ualt  maidopola  fna 
re, fé  non  quanto  a lui  piace . Trefura  niente  hauea  faputo.  Martellino  njponiea  mot- 

Sciolca.  Lat. folata.  P e t.  Sciolu  .Anima,  .Alma,  Mente,  teggiaiido/piafi  per  mente  hauejie  qtiella  Trefura. 

Carne,Tianta.Schiera  dt  donne  non  dal  corpo  ScioUa.la  Trefi,&TreJo.  lat.captusfiome ,cr  nerbo.  V t -t.rì’intor- 
barca  da  tacci  anttebi  Sciolta.  Coliti  da  lata  d'anior  libe  no  umumerahilt  mortali  Tane  Trefi  in  battaglia,er  par 

rater  Sciolta  .ReniimtUmia  confòrtt  ltbera,  & Sciolta,  teuccift.  lìuant'eran  ini  amanti  ignudi, & Trefi . Dinui, 

ScidteTrecàe.  Chiome , Stiolti  Buoi,  Amanti.  I-'andar  ty-d’altri,che  ad  un  taccio  TrefiHauea  dal  mar  iC  India 

Sciolto,  dolcemente  Sciolto  dal  mortai  mio  uelo . a quel  di  Tbile.Et  qual  moni  da  lui,qual  prefi  uiui.ll  cor 

ScioglicreXat.foluere.  P e x.'N.eperfuomintien.nefcio-  Trefotui,comepefce alÌ)amo.Trefolafn.amenarmc.Co- 
jue  d laccio.  Da  l’un  fi  fctoglie,&  léga  a [altro  nodo.  Tfg  fi  Trefo  mi  trouo,c!r  ella  fciolta.  fedi  ilfamojà  con  tante 

uofihe  da  tal  nodo  Amor  mi  (doglia . 7[e  temer, che  già  ~ fue  lode  Trefo  menar  fra  due/òrelle  mone . yeder  Trefo 

maimi  feioglia  quinci . Ma’lcorchilegherd  ,che  non  fi  colui, cheifano  Deo. quando  fuiTrejóoutofuìTrefo  ,i 

faolga.CbiomeSorofifinoataurajciolfei Etdafuoiprt  firei Trelò,&arjò.  cofi  m'bauea  Trefi.  Bem.  Egli 
tbipir  fuggir  fi  feiolfe-Cofi  dal  mondo  il  piu  bel  fiore  fciol  prende.  A s. 

fe.E'kor  che  da  paura  tanta  fiiolfi.  Di  let,cb’ihor  dal  fuo  Trenderc.  Lat.prehendere,  capere  [Sumere.  P er.Chepotef 
bel  nodo  fiiolta . Donna  del  Re,  che  nolin  Lacci  ha  feioUi.  fi  al  bifigno  prender  l’arme . Cia  incomini  lana  a prender 

Mone  m'ha  fi  iolto  Amor  d'ogm  tua  legge  .Boc.  uedi  ficurtade.  Che  chi  prende  diletto  dtfar  frode . yd  feminel 

l'Indice.  la  m Taglia  il  prende,  & lega . Tiu  dolccg^  pn  ndea  di 

Difctoghere.Lat.difioluere  ,abnodare.  Per.  Che'lnodo,di  tal  concetto.  Trendean  ulta  i miei  fenfi  .Fo/Sedifiioltoti 

ch’ioparlo,fidijcioglia.Ma  chine  flrinfi  qui  dilfolue  il  noà  prenderei  baldanga.yirtù  cantra  furor  prenderàl’arme, 

da.intuttomidjfiiogli.Melegòinnangi,&teprimadi-  Onde  prendelli  al  ciel  [ultimo  nolo. Trendete  bar  a la  fin 

fiiolfifil  nodo  Mone  difctolfi.Se  [uniuerfo  pria  non  fi  dtfi  breue  conforto  Et  prendi  qualità  dal  uiuo  lume . Trendi  i 

filue.Boc.  Tioupofiendo  da  quel  amor  difehgtierji  Ac  dorati  frrali,& prendi  farco.Trendipartito  accortamen 

cieche  tu  fia  da  quella  promefjadifiiolta,I  buoi  ejlere  dal  te  prendi.  Del  gran  piacer  ch’io  prendo.  Teriadolcevta, 

giogo  difeioUi . che  del  fio  dir  prendo . Siuando  prendon  ripofo  1 mifiri 

Soluere.  Lat.liberare -,  redimere.  B o c.Terfoluerui  dalle-  manali . yna  faettadi  putate  ha  prefa . Trefi  in  fua 

game  della  promefSa.Et  non  lefolute  perfine;  ma  anchoa^  (corta  una  pofiente  donna . M'aperfe'l  petto  e'iior  prefi 

ra  le  rinchiufe  ne  monalleri.&- per  disfare,  uedi  a con  mano . per  man  mi  prefi.  "Usi  di  ch'io  pre fi  [amo-  : 

^perchiarire  i6it . ■ rofo incarco.  Lutale fieUapre fi (efca.trCbamo.B oc. 

Diliurare,perliberare,lat.redimerepiindicare,  recuperare,  uedi  l’Indice. 

in  tntegrumreliituerrjdeflnfcattare  di  prigione.  P btj  ^ìprendere,idi  nuouoprendere.Lat.reprebmdere.P  e r.Al  jji 
Bcnuenneaéliurarmiungrandeamtoo.Ter  fomma&  ' Ihornprende arér Saturno,^  Mane.  L’auaro  Zappa- 
tnegabil  corte fia.  dor  [arme  riprende.tr  ripremlrinemif uoi.Et  riprende- 

150  %colXa.Lat.liberajexcuffa.V  tx.&  cofit  Scofia  yocertmafi  ua  un  piu  [fedito  nolo.  Celatamente  amor  [arco  nprefi, 

de  [amiche  finte.  & fcMfi[  alma,  c^Seofia  [bone  Di  . Riprefi  ilcorfópiuuelocea/iai.Clsepoic'haurànprefid  > 
catena  fi  grane  jiedi  a 4J0.  fuobeluifo.B  oc.  (i  buoi)  & uagando  riprendere  firn 

Auinchiare,  tr  Auinghiare,  abbracciare , uocabolo  antico  a riemrare  fitto  il  giogo . Lat  camera  era  ofiurifiima  ; « 

thof  tanofinde  i rufhci  tbofeani  dicono  una  uinghtataàdefi  che  ciafeuna  delle  parti  era  contenta , ne  per  lungamente 

una  bracciata,^’  uien  dal  latino  uintirt  per  legare^  ina  dimorarui  riprendeuano  gli  occhi  piu  di  potere  S.t  tiafeu- 

uoluere  ; perche  chi  abbraccia  lega.  Lat.  amplefb,  utnei-  na  le  cofi  recate  hauendo  riprefi Jf}-  alt  re  fue  uanitdfure 

rejnuoluere.  P t T.£t  come  draghi  Con  le  code  aumebiar  in  procefjò  dt  tempo  femea  lafctare  l’habito  fi  le  nprefi , td 

fi.  Onde  amordi  fiiamanm’auinfiinmodoàlcoriuaum-  eHripigliò.  Dan.  Chequi  riprendodatteroperfigo.tr 

fi.Cbi'momo  alcoUohebbela  corda  anima.  EtognUau-  ■ quando  fla  per  ammonire  jucdt  a 8;9.Bem.  Cb’a  Gijmon 

cio;ondeUmiocorèauimo.Boc  Etconlebraccuaptr  dofacciameUeriodiripigliare.Ki. 
te.tr aumchiatogli  il  collo.Come  Olmo  Auinchiato  da  £l  Tigliare.Lat.capere,captare,prettfare,comprehenfum  tene-  ; 

lera . Et  come  la  abbractiante  Ellera  auingbia  il  robuHo  re.  P i x.  Tanto  che  per  Le  fu  la  lancia  pigli . Et  tal  tende 

Olmo.D  AS.Ciudica,trmandaJicondo,tbeaumghiai.  Iarete,ihe  non  piglia.  Boc.  Totrete  alcuno  diportopia 
Come  a lui  piacqueal  collogli  aumghiai.Cbe  buom,tr  rei  gliare.  Lequalt  uoHre  utrtu  haurebbon  finca  di  ptgUare 

amor  accoglie air  mglia.per  uinghia,  ideft  lega . eia feuno  alto  anmo  di  qualunque  huomo^deH  figgiogoa 

Auincare  per  inuoluere.  uedi  aióq.  re.  Ma  fintendo  cofloro  Osbecb  efier  uinto , tr  morto,  tr 

Aumcereperlegare.lat.  uincireJÌAti.Coniebraccia  m’a-  Bafianoogni  cofi  uenire  pigliando àde fi  occupando  Jtlife 
ninfe, orni  fofleime . Tre  uolte  dietro  a lei  le  mam  auinfi.  la  mano  per  lo  rotto  deli  afte , tr  pigliò  il  fondo  delle  bra- 

D'una  catena;  che'lteneuaauimo.Ttx.  Onde  amordi  chedelgiuéee.Efiendofiaueduio,ebealladonnapiaceua 
Jùa  man  m' auinfi  in  modo,  il  cor  m'aninfe , Che' ntorno  al  il  nino, con  quello,  fi  come  minili  ro  di  yeuere^’auuò  di  po 

collo  hebbe  la  corda  Anima . Et  ogni  Laccio  oade'l  mio  terla  pighareàdefl  ingannare . 

cori  Animo,  Ripigliare.Lat.reprehendirt,rejkmere.Boc.Aumfiabe 

Cingerc/frScingertpitdia  Cintura  a Httieofifattecofipnnchegliamki,maglifiramripi- 


Saturno  CIELO  Saturno 

giure.  Mdo^he  ih  l'kftuefor:^  iikenga  aw.  franca  pouertà  Sene  Rfccbevff.  Bbm.  Sento  (fam^ 

mofo.&  quando  Sia  per  riprendere  ^edi  a tì9.  re.  hi. 

fbpetere.Utjepetere,re[umcre,Hol  ripigliare.  ho.i.Etri  ConfcruL  Ut.  ual  feriti  infieme.  P s t.  / miei  infelici , dr 
petendo  i pianti , e le  querele . tnifcri  Conferui. 

Tiglio.  Ul.captui,us^, per  lo  Sguardo, perche  guardando  Setuentc.  maf.  & fem.'B  o t.  fatane  un  foffione  atta  tu» 
par  che  fi  pigli  longU  oct  hi  U guardato . D a N.  Io  duca  Seruemeddeflfantefca.UtJinctUa,peéfStqua.Zthaucfse 
mio  fi  uolfe  ci  quel  Tiglio  Dolce.  Riguardando  prima  Ben 
la  riua,ó'  diedenii  di  Tiglio . 

Dar  di  piglio.  Ut.  nianu  itiqcere , capere,  prehendere^al 
pigliare.  Dan.  uedidijupra.  Ari.  Et  ad  una  fua  tafia 
dadi  Tiglio. 

Sopraprcndimcnto.  Ut.fuperuentut.  B o c.I  dueaman 


fcarfiti  di  Seruemi.  Ut.mtmSìn;  cr  jirui.  Tiu  al  neutre 
Serucntiaguifadiamnialibruti.  Era  tanto  Seruenteaì 
manto.Ui.  morigera, & obfcquiofa.  Ti  prego,  che  tu  no» 
ti  facci  di  turpiffimafjieramca  fruente . F l. 

Sergente,  è d fante  deputato  daU'uffUiale  a piglUreirei, 
cioiZaffo,shtrro,&fimile;&iuoeal>oto  trancefè,&na 
thofcano.Ut.Satelles.  B o c.  Subitamente  fintilo  quejlo 
ben  doéci  de  Sergenti  corfero  Li.'Ng  prima  fi  parti  U mi- 
fihia,cbe  i Sergenti  del  capitano  delia  terra  ui  Jàpragiu» 
fòro . Ifurioft  Sergentiuennero  impetuopimente  fen^  al 
cun  ordine  a prenderU . Famiglia  per  la  t otte  del  Tode.. 
fàjeeéa}^^. 


tt  j quali  da  cofi fubito  Sopraprendnnento  fiorditi  nonja- 
pendo  chefarfi  fletterò  fermi . 

Sopraprendere.  Ut.  deprehendere . ual  prendere  alS impro- 
uqà.  B o c.  jiuenne  thè  una jubita ptoua  gli  fopraprefe . 

Jlueitne  che  Subitamente  un  fiero  accidente  UjoprapreSe. 

Da  Corrado  joprapreft  furono . .Andreuciio  in  una  notte 

da  tregrandi  accidenti,&  pericoli  Sopraprefo^t  da  tutti  Sccuidorc.Iot.  & afietlaJamulus^eruutdomeSlitutJfa.. 
fcampaio . miUaris . B o c.  Serata  aiuto  di  Seruidore.  fedele  Serui  - 

Sorprendere  lo  iSìeffojche  è fopraprendere.  D a h.  Quando  nidore. y no  fuo  fedelijiimo  Seruidore.  Humihfìimo,Ube- 

noi  fummo  da  un  romor  jorpreft . Che  non  fi  couerria  Soc  raUjitmo.Ticiiolo.Seruidore  iSlddio.  Uguijd  di  Scruidom  ■ 

cbio  forprefo.  uedi  d ; 7.  ri.Con  alcuni  fuot  Seruidori  TfobiliJ}nai,&  Belli . 

.Afiumire  .Ut.&  capere  ,comprehendere , ual  pigliare . Sertùuice.Ut,pedifìequa,aHcilla,Serua.]i  oc.Tercitcbe 
* Dan.  Ltberoofficiodidoitorafiunfe.Upenaadunque,  lafamaSeruitncedeUeantuhe  uirtù,&pteécalruede 
che  la  croce  porfe  S"a  la  natura  afSunta  fi  mifura.pria  che  unii.  Er. Con  una  fua  Serunrice . P h. 

altraalmadeltriompbodiChriflofuSifiunta.Stjcheper  ScaiHc.Ut.?  it.HoramattoSerudfeffefiadoma.Boc,  jqM 
fua  dottrina  fe  diigiunio  da  Sanima  il  pafiibile  intelletto  Che’lfuo  meSìierofofle flato  Seruile. 

Teribe  da  lui  non  uide  organo  .Afiunto  percbe’l  del  Saf-  Serubre.  Ut.  P £ t. Morir  imanxi^befèruirfoflennc.Et  tal 
fama . premio  ha  chi  ingrato  ferue.Ho  fermio  a fignor  cnidel,et 

Siajfumerejper  rimgliare.Ut.refumere.h  o c.yltimamen-  fiarfb.  Sette,  Cr  Seti' anni  per  Rachel fermio.  Boc.Ha^ 

te  riaffumere  il  nero  nomeahe  anchora  tene.  A m.  uendota  per  alcuni  di  ottimamente  fatta  feruire . Doue  » 

,4fferrart.  Ut  apprendere jCr  firmiter  tenere.  Ptx.Eran-  meconuien  feruire  none  femme.ln  forma  dS  buomo  jirucm  , 

uiquei,cbettmorfileue  effcrra.Boc.'iqspriaiaccor-  do  al  SoLiano.Serui  diligentemente  Jen  fermio, 

fefebauerealla  ifola  di  RhoJi  afferrato , idefl  peruenuto.  DiferuSre.Ut.  aduerfare/iffenderejjcdere.ual  difcompiace-^ 

Ut.  applicuilfe , appubfie,  Dan.  fin  a Mmoc,  che  eia-  re.  B o c.Credendomi  feruire  diferuita  m’bauete.Si  com» 
jebeduno  afferra . coluiahe  forfè  d' alcuna  cofagli  dtffruì. 

C iunto  ut  ucce  di  pref  »,o  colto.Ut.deprebenSui.P  iX.  Eli  Citàuitd  per  la  fendtùjM.  captiuitas  feruitus , famula~ 
bel  pacfeal  locofiutfm  dumo  da  duo  begli  occhi,  che  le  tus,famulitium.B  oc.  Ma  in  origione.Cp  in  cattiuità  per, 

gaiom'hanno.B  o c.  Mapur  polche  quefl'horauhaqui  hReCarlomiardato.tfiendoegliinCaitimiàperlolie  • . 
■Sopra  Giunto adefl  colto.B  t n.Cmnti  cb'effi  furono.  A t,  carlo.T rarli  é quefla  Cattiuità  di  Star  con  altn.et  quan 

Intercetto.  Ui.aterceptufs  aoi  prefi  da  nemici.  A k i,  do  dinota  triflevQti&fieleritàjiedia  1667  a 

Forfè  per  dubbio , che  gli  fin  intercetto  ,idefì  occupato  1 0 Schinao  jMt.feruusAf  captiuui.  B o c.Doue  egli  nonfiet-  gjj 
pre/oda  nemid  . te guari;che due Scbuueuenncro cariche.  A r i./o  no» 

Scnità.Ut.ffruitus.P  I x.TqgfiunSSeruitùgiamai  fiiol  fia  prefa  jepoi  uendutaSchiaua. 

feJluant'io  di  léertate . Fuggendo  la  prigion , oue  amor  Mancipio  il  feruo.  P e r.Vundi  uirtute,&  non  J'a^ 

m'bebbe  Molt’anni  a fardime,quel  eb'a  hiiparue , mor  Mancipio.  Aui.Che  tificefji  d’Ulcina  Mancipio, 

jff  Scrmpo.Uc.feruitium.  TBj.Etperdira  SeSìremo  il  grò  Soggctto,ual  fubditoUt.fubic^HS,obnoxius.tà‘  fubditnt^ 
Seruigio.EtnidiqualSernigio,&aqualmone.Boc.  PBX.Che  fopraipm  soggetta  piu  ftroce.Boc.TSlffi 
Che  tuiderdon  debbo  iobauerdicofi  fatto  Seruigial  Set-  uolendo  Soggetto  diuenire  del  nemico  del  fuo  fignore . Di 

uendò  in  tal  Seruig» . Ter  merito  del  Seruigu  nceuuto . che  i Soggetti  fi  contenlauano  mUto.Cof  adunque  opera» 

,4lSeruipo  della  Sala.  I n ogni  uUSeruigio  adoperati  .1  do  fi  pigliano  gli  animi  de  Soggetti,  y al  auto  U mede fc, 

quali  qnefU  Seruigi  pre^lftpiau  faceuauo  ,A  piccioli  Sere  mo  eh  oggetto . 

uigi  della  patema  cafa  fi  diede.Etfaceua  colali  altri  Set-  SoggiacereJat,jubiaeere,ualfiar  fottopoSio,  Boc.Le  cofi 
uigiopporiuai.FpccuacolaliaitnSeruigetli.  temporali  ad  mfiniti  pericoli  foggiacere  , Dunquea  gli 

Seniigiali.  fimo  lefantcfche  di  cafaJji.famuU,&  ancilln.  buomim  dobbiamo  fommamentc  bouorandoli foggiacere . 

Boc  .14  baliae&  S altre  Seruigiali  della  cafa.Et  una  del  Ma  Soggiacendo  io  infieme  reame  noi  a quelle  leggi  .Com- 

le  Seruigiali  della  donna . l lombarOi  dicono  maffare.  pofta  da  fotta , 

Seruo.  Ut.  feruus , & cium,  tis.  Tbj.  Seno  <f  amor,  che  Suddito.  Lat.  fubditns.  Boa.  Et  non  uolendo  Suddito  di- 
queBeraKlrgghDiuinSeruadileitii&diuiuande.Con  uemredelnam(oiel  fi»  figure.  StmrfotSudduidel  ^ 

marit»  " 


Saturk* 

f VUritoeratMlogratulk.  La  uolirauirtù,  Odigli  al- 
tri ma  Sudditi. 

VaiTallo,  Lai  imperio  adte3Hi,aal  ferito;  kocabolo  legale . 
hoc.  Et  di  tutti  gli  altri  fuoi  f'afialli.ebe  età fentiroiu; 
fece  graudifiima  fella . Ma  non  bijógna  fiufaal  ftgnore 
uerjò  tl  l'aliano.  Dan.  Hsn  altrimenti  ituothi  a fuoi 
f'ajialli . 

Xigio.  Lat.  Ugiim,& honiagmm,uocabolo  legaleàdeR  tu- 
rare in  nerba  reps , ]è  eiui  bvmtnem  fai  ere,  tonceptii 

uerbis  in  manibus  regiii . praunte  epifiolarum  mapflro  . 
Cuius  ritum  Vontanus  de  bello  T^apolitano  elegamer  de 
fcribit,ual  foggetto,feruidore/>  uaffallo, particella  uenu- 
ta  d.1  oltramontani  tn  Italia,  non  pur  nel  uoìgare  idioma, 
ma  tra fcrittori  latini,Etper  queUo,cbe  ne  Jlima  U Ton- 
tanoàné  bebbe  origineferebe  quei  baroni,& quei  tana* 
beri , ebefi  danno  in  perpetua  feruitù  del  Re  fogliano  con- 
giungere I pollici  loro  in  guifa  di  legame, con  quelli  del  Re, 
& quelli  bafciare.quando giurano  tal  feruigiopromaten 
do.Et  tofi  trouiamo.ihe'l prono  Redi  Stcilu,  et  di  Tuglia 
fife  Ligio  alla  cbiefa;  de  latinamente  da  legifli  è ufata  ut 
uece  di  colui  ebe  per  fedeltà  i legato  alfuo  fignore , &■  fi 
troua  ufata  folameme  nel  uerfodal  nofiro  Vtr.  doue  di- 
te. poi  ebe  fatto  ero  buom  ligio  Di  UHM  Laura . 

»5«  Famiglio.  Lai.  famului,c^  pediflequus,puer,mancipium . 
B o c.  Strillo  famiglio  di  Tarmeno . Se  diuemre  potefie 
famiglio  del  marito  di  lei.Famiglio  Migliore.  SecretifiU 
mo,Difireto.  CUfamigb,cbequiui  ueniuanoa  bere  idefii 
birri . 

Finte. Lat  famuìus,&  famula,& pedifìequa.ual  il  feruito- 
re,&la  feruitrice.  hoc.  Il  Fante  di  Rinaldo  come  cat- 
tino . Il  Fante,  ebe  ambo  era  digiuno.  l'ita  Fame  attem- 
pata. Vna  Fante  delfbojie  grafia, di  pKciola,dr  malfai; 
tajtutta  fudataamta,dr  affunàcata.  La  Fante  della  dan- 
na ammaeRrata.Dolorafa,Bella.  fecero  uemre  medicijtt 
tanti , ebeifiruifiero . Trendeudo  le  nofire  Fanti . Vna 
Famicellaaflai  bella,  & piaceuoletta.  Come  Je  una  pitelo 
la  F anticella  della  cafa  fojfe . 

Valctco.  Lat.fcruuluiJ'cutigerulusfedifltqunt . tatulaèil 
raga  il  paggio, o feruitore  di  non  gran  cento,  hoc. 

Tra  gli  altri  un  gnuane  l'aletta  delpadrt  il  cui  nome  era 
Guifeardo.  A R i.CVufiir  fa  un  gitno  informa  di  yjet- 
to  E due  yalcttidondefi  ferula  portar  l’elmo. 

3J9  Viggio  i il  mede  fimo  cb'èyaletto.Lat.puer,acerfecomet, 
Ari.  Forfè  anebor  men  cbeun'intgierto  Taggio. 

Ragaz zo.  Lat.puet  ,auteambulojìms,  a pedtbus fine pedet, 
ctrcumpeJcsJìabularius/amulus.  h o c.Et  andando  co- 
, . me  Ragat^o  nell'efSerciio  del  Re  di  Francia . .Almenoti 
fo  io  cvtamo  bonore,tb'io  non  mi  pongo  con  RagazT^,  ne 
con  tignofi.  T ulte  quelle  cofe  facendo, ebe  a Fantero  a Ra- 
gazzo pojfono  appartenere.yn  filo  Kagazgctto . 

Scudiere,  èli  Sermdore  della  menft,  da  excubo  detto.  Lat, 
pociUator,feu  a fercubs,et  pmeemajet  fcutigerulus.hoc. 
Gli  difie  ,cbeuolenttenper  Scudiere  d’un  fignore  da  bene 
fi  porrebbe.  Stando  fempre  lo  Scudiere  attento  alle  parole 
del  cauabere . .Ad  un  altra  Scudiere , o damigella . .Ac- 
compagnato da  Scudieri.  Ari.  "ìfon  l'appar^cepu  Scn 
dter.neAnalia. 

Famiglia, per  la  corte  del  podeHà,cioi  Zaffi,Sbirri.Lat.fa- 
telùtes .ItHorts ,famulitiumfori ,feuiudites,  hoc.La 
famiglia  del  rttlort  itila  terra,  Conofctutalafamiglu 


C 1 1 L O Sartirne  q6 

della  fignoria.  Anemie, che  alcuni  della  Famiglia  della 
Signoria . 

Birro  il  Zaffo  Lat.  officialitàiSoriui.tiruiatorJo  Sbirro  re 
gale.  Ari.  Trima  Cbe  fia  tondutta  da  quei  Birri . 

Corte  in  uece  della  famiglia  del  Todejià,odelBargel!o,cioè 
sbirri , Zaffi,  hoc.  Fu  riguardalo  dalla  Corte . Auanti 
tbela  Cortei  beniflaii  dei  padre  oceupaffea  il  fifco.EJien 
do  la  Corte  molto  puna  d buomini.i.  il  tribunal  del  Tode- 
flà.Aui  ì{e  temeruilmaritoaie La  Corte. 

Sbirraglia.  Lat  lorarq.la  fibiera  de  Sbirri fiuerola  fami- 
glia iblTodeiìà .Ari,  Cb’al  capuandela  Sbirraglia 
tolfe. 

Ancella, dr  ancilla.  Lat.&  Serua,&pedifiequa.  è la  fcrui- 
trite.  P ST.  A Dio  diletta  ohedteme  Ancella . Etdiuil 
fignona  l’anima  Ancella  Conuna  AaciHa,e^  conCbor- 
réil  tefebio.  Lafciai  cader  in  uil  amor  d" Anelile.  Dan. 

Cbe  non  torna  dal Seruigio  de  t Ancella . Qjiando  lunon 
a fua  Ancella  iube.Et  lomeuien  la  cbianjstma  Ancella, 
idefl  la  luna.  Ecce  Anelila  dei.  Fumni  ordinate  a lei  per 
fue  Ancelle . Kk  i.  >(pa  gli  apparifceneSiudier,  ut 
Ancilla . 

T A L L I D I . 

\ 

Tallidi,Biancbi,Smorti,SqualidiJjuidi,Laff!,Deboli,Imbe- 
ctUi,Fieuoli,Frali,FragiliJ^iocbt,MagriMeSli,  Affiati, 
Occupati,Stancbi,Malinconiofi,Maceri,  Attenuati, Ca-  . 
gioneuoli.Impallidire, fiaccare  ffinagrart , dimagrare, di- 
fcarnare,occupare,lìancare , macerare. 

Pallido.  Lat.&  decolor.  Par.  Sifon  TalliJo^  Magro.Tal 
lida  M orte.TaUida  in  uijìa  horribile,  & fuperba.Tallidt 
yiole.  B o c.  Tutto  Tallido,  come  colui,  cbe  tanto  tempo 
era  fiato  fenxa  uedere  il  cieleXat.luridus/*r  Lurorèpm  . 
che  paUidezp;a,cioì  come  giallo.  Lorengpleapparuend 
foano  tutto  TalUdo.Con  uifiartifidofi/rTallidiEra  nei 
la  prigione  TalUdajtlr  Magra  dmenuta.  Dan.  Tallida 
nella  faccia , tanto  feema  Cbe  da  l’offa  la  pelle  l'uifór- 

maua.  A r x.RefibTalltio in faccia,come quello, Cbe'l 
piede  incauto  d'trnprouifoba  mefio  Sopra  U Serpente  uem 
tenofi  re  fello . 

Pallore.  T a r.S'unTallor  dimoia  damar  tinto. 

Impallidire.  Lat  paliefeere.  T a T.Qjiel  uago  Impallidir, 
ebe'l dolce  rifo.Cbe'mpallidtrfe'1  tempo aSt  morte  amara. 
Etffeffò  tremo, ^ ffefso  impallidifco . 
hiìncoperpallido.Lat.pallidus.T  iT.Coftcaido  uermi-  . 
giio,freddo,tT  Bianco. 

Smono  per  pallidoitp' come  color  de  morti.Lat.decolor,ris,  j6n 
palltduiAolore  inorticào.  Ptx. Fermo  le  piante  tbigoltito 
^ Smorto . Omt’io  dtuento  Smorto . Tutto  di  pietà,  ir  di 
pauraSmorto.Moffi  con  fronte  rtuerente.ir  Smorta.Er- 
rori  fogni,  ir  tmagme  Smorte.  D A s.  Cominciò  il  poeta 
tutto  Smorto.  A R i.CbeSpaucntato  A Smorto  fi  riiroua.  ■ 
Sqaallorc.l>ruttea::^axlr  magrc^^a.  lat.  Squalor.  B o c. 

A te  conuicn  andar  rabbuffato  con  ffarte  chiome , ir  di 
Squallore  pieno.  F i. 

Squallido.  Lat.  SqualUdut . ual brutte,  effro,ir  horrido. 
Par.  Mofir.indoal  fot  la  fua  Squallida  Sterpe.  San. 

Con  chiome  bii  futeAlr  con  la  barba  Squalidt  è 
Liaidore.Lat  Liuor  ilfegno.che  lafcia  la  percoffa  per  il  fan 
guefeorfo.  B o c:Sruno,& Buffalmacco  hauetulofi  tutte. 


Saturno 


CIELO 


Satirrno 


Uctm  jittoa  pattnidipimedi  LiiàJori , a gui fa  thè  p>- 
gUon  farle  battnttre.Tartiti  i Ltuidori  del  uijò , comintiò 
a Mfcire  di  cafa  , "He  conofu  il  aero  Lmidore  della  muidia 
diHoritrice,^  vtordcnte,(Ondente  mquo^meta.  F i. 

Liuido.Lae.Lmdjti^al  nero  per  meflitia.  P e t.Toinenia 
tjnel  ( he  il  Lindo  maligno  Tome  r di {aiigUi.  ben  oprando 
opprejie.  Zac  La  dona  tutta  Liuida  nel utfò  dolorofanten 
te  pungea . La  infermità  predetta  a permutare  inmac- 
ehienere,&lwtJriatomintio.  D a u.^lnoabier  del- 
la Lmtda  palude. Tiena  la  pietra  Laida  di  fiori.meta.  per 
tnuidio, 'ò.Liuidotirnero, comegrandi pepe.  S A s.Gliocm 
ehi  Laidi  per  lo  fouerchio  piangere.  A R i . ^ Carlo  un 
giorno  i Laidi  occhi  leua.  qua  fi  oliuido , 

^lacero.  Lat.maceratm  ual  Fiacio,Luido,^  domo  per  hot 
titure Crfimili.  B o c.  Senga  Lfciartein  capo  capello,o 
, i^So  addoffojibe  Macero  non  fojfe . 

^Lacerare.  Lat.  & attcnuare,conterere.ual  domare, fupe 
rare  le  carni  battendofi  con  percofie,^  finuli.B  o c Ha- 
ttea  la  prigione  macerale  le  carmdt  Giannotto,  ynmona 
fo  che  ne  uigilie,ne  digiuni  poteano  Macerare . Et  confa, 
tiche  continone  fi  macerò  il  fuo  fiero  appetito . 7ie  alcuna 
parte  rimafi  nel  dojio  della  buona  donna , che  macerata 
nonfufie. 

Attenuato.  Lat.  extcnuatus , macìlentus  ,gracilis,  macie 
tonfeLlui.  A tct.  Da  gli  anni,  <jr  dal  digiuno  Attenuato. 
Lat.  defclìks  quando  fi  riferifee  atf  attimo. 

Eshaullo.  Lat.exhaullui,  ual  uacua , finito,  & pieno  di  Se 
te.  Ari  Stato  reHauro  a corpi  Esbauiìije  uoti . 

Fiacco,  debole. Lat.ftfius,debilts,imbecillis,inu.tliduslaf. 
fut,fiacut,flactdMt,languidus.  Boc.  Glufuoi  mcm. 
bri  erano  per  magrei^a  afiottigliatit&  egli  era  dmenu- 
to  debole , & Fiacco . 

f'iaccare,rompere,Lat.deb'iUtare^umpere4emolirifittcre. 
rejeuertere,deSlruere.  T e T.Trefèhagia  tarme  per  fine 
ear  le  corna  tuoni  mar auigha  la  fiaccarle  alquanto  ol^- 
tra  Cufatoft  foggioma.  Et  cb'i  pie  miei  non  fin  fiaccati, a 
lafii  Mffteitando  ragion  mi  (iruggo,&  fiacco.Vrtma  cb’i 
fiacd’i  il  legno  tra^  fcogli.  hoc.Cbe  fiaccar poffa Li  co 
fila  chi  prima  ne  fece  parola.  L fi.  Che  non  tene  gnti  tu 
in  terra  l & fiaccandoli  tu  il  collo  ufetrai  della  pena.EgU 
i un  gran  peccato , che  uoi  non  ut  faccaté  il  collo.  Dan. 
Si  come  quei , cbeCtr.t  dentro  fìaccaj.confuma . Caggion 
auolte,e  che  l’arborfiaccaddefl  cade,  & rompe.  Come  tu 
aedi  a la  pioggia  mi  fiaccojdelì  confumo. 

Fioco . rauco,  & debole  delta  uoce.Lat.raucus4ebiliiaioce 
obtufui,comprcfiut,  impiditus.  P s t.  Cefi  m'ha  fatto  a- 
mortrcmante,&  Fioco.  lui  fra  l’herbegia  dtpungerFio 
lo.Bo  c.Ogm  parlar  farebbe  corto,&  Fioco.D  a n.  Co* 
meidifcemoptrlo  Fioco lume.i.ofeutatodinebbiaS  a h. 
Quantunque  con  Fiaca  mifcrabih  accenti  a fo^ 

rare  piu  uolte  ne  mourfie . 

Fhccare  per  nettare  ,uedt  alt  elemento  delt.Acqua  « 8 5 7. 

Frale uatfragile,e^dibole.Lat.fiagdis,cadutU3,mobéialem 
btlit . P E T.  Frale  Sn'mtafiarca.GonnajOggettod'fla, 
yUa  ,yiuere , Stile . Trouaimia  toprauia  piulentedr 
Frale . E i corpi  fon  fi  Frali . Degli  buomini  mortali.  Fra 
U Opre. Spòrti. 

frt^i\e.Latxirletm,incertusualdcboie,cadueo.  P e t.  Fra 
gii  Bene.  Legno , Firtù.  B o c. Quanta  fu  la  Fragihtide 
gLbuomini,&delledonne-il'tmlufielaniiafemimlfra- 


giliti.  Lat.fragilitai,uolkbtluai tinflabiliiai , Icuittti 
iniontiantia . 

CagioneuoIe,»o/  difettofo,Crdebole/mdecaufatioappu 
tiatmi  dinota  L infermità  di  dentro  :&  Caujarq  miiitei 
erano  delti  quei  fildati,cbe  per  infermità  fi  per  ueechie^- 
za  erano  licenuati  daUa  guerra.  B o cMa  pereto  che  Ca 
gioncuole  era  alquanto  della  perjòna.  Lat.ualitudmarius, 
quifrequenteragrotat. 

Fieuole,J(JÌ  debote.quafi fefius,&  friuolus.  D a «.Tarlati 
do  andana  per  non  parer  Fieuole . 

Ambafcia  il  mede  fimo  ch'i  AfmiJatt.Dyfpncea  abundant 
halitus,uel  abundant  anxia . i troppo  copia  di  haltto , la  - 
quale  molto  offende  chi  faltjie  per  luoghi  erti,  & pero  ual 
lafie^a  ,flraccbezza,&affanno,&paJ>ionedammo, 

D A n.£(  però  leua  fu,uinci  l’ambafcia.  Si  uolue  1»  entro 
a far  crefeerf  .Ambafcia  .Tria  ch'i  Jcen.lelJia  linfcmal 
Jdmbafcia.yenni  qui  per  t infernale  Mnibafcia.t.  per  luo 
ghi  infernali, chef  anno  Fanime  affannate  fiS  la ffe.  Ari. 

Ma  trapalato  il  cor  df eSirema  fAmbafcia,0  fe’l  duolo.et 
l'MmbafiUnon  l'accora . Che  fpefa  m damo  ni  faria  ogni 
-Ambafcia  J.  ogni  fatica,/:^  afanno.Graue  Mmbafcta. 

Imbecillità.  Lat.  ual  debolcxtA-  F.  Che  l’imbecillità  no- 
firadtfiopre. 

LafTo.  Lat.  & fefius.T  t T.  Laffo  Cor,  Spirto, yiuer.  Io  fon  j 64 
già  Lafio.Hor  qui  firn  Lofio.  Songiadtuiuer  Lafic.Oime 
Laffo.  od  Lofio,  Laffo  me.  Ma  Lofio  hor  iitggio.  Loffi  oc- 
chi,Tie,Sofpir,Dodici  Donne  boneSìamentc  Lofic.li  o c. 

Deh  Laffa  la  mia  uita.  Mi  Laffa  me.  Girne  Lofio. 

Debolezza.  Lat.  debilitas,  imbecdlitat , tnfirnutai  defati, 
gatio.  Soc.  Conobbe  alla  noce  1 1 fua  Debolcgga . Ter 
Debolezza  fu  coflrctto  a giacere.  Ari.  TerD.bolezga 
piunonpotea  dre. 

Debole,  & debile.  iM.&fiaccidutdmbetillis,  tentàtfiebU 
Ittfixanguis.  P E T.  Debile  Barca,  Filodngegno, Stile.  EU 
fuggoamor  cofi  debile , & Zoppo . Sii  debile  tifilo.,  a cui 
i’atteiieLagrauofanUauita.B  o cMebole&pa'Mdadi. 
uenuta.lncitare  le  Deboli  menti . 

Hebc.  IfitJhebuitfia  bebeofibefiguifiia  far  debole^  ofeus.  f 
ro.Vir.EtfenoHcbé'lfuolHmeaCeSìremahcbeà.  he. 
betem babuit lucem, chi ofeurò , inondai preteruo di 
baUre,pertiocheperdoppLbfilcriue,^Lrimafàreiu 
befalfa.'A  r i.Lafpadadi Medoranchanon  hebeMafi 
/degna ferir l'iguobtlplebej. non hauea  ancho perdutoti 
taglhfiuero  non  era  anthora  macibuta  di  f angue. 

Magre2za.Zo/.moriri.Bo  c.M  quella  diforme  Magrezu  i 
za  m'bauea  ccmdutta, 

Magro,&  Macro.Latanacerfitropia,a,macilentus.  P e t. 

Si  firn  TaUido,&  Magro.Et  ancìto  di  uabtrfinuàa  et  Ma 
cra.B  O C.uedendocof}riaheMagra,&'bruna,^peloa 
fa  diuenuta  era  ,Leuiuande  grofie  facciano  gli  huomtm 
Magri, & fonili.  yecchio,&couuto.& barbuto era,&  ■; 
Magro,  ét  bruno  diuenuto . 

Dimagrare.  Lat.  macrere,  macre fiere,  emacrare , ual  uenir 
magro, &per  meta,  ual  priuare.  Dan.  Tilioia  in 
pna  dt  negri  fi  dimagra,  ulefi  fine  priua,  perche  inegri 
furono  f cacciati. 

Difcamareperfmagrare.'DKH.Ont io  nel  unito  mi  difeamo. 

Mefto.  Lat.malìut,triflit.P  E T.  Mefio  Core,  Mefta,  Mnim  £ 
ma,&  Gente.Md  acquetar  il  Cor  inifiro,(!f  Mefio . 

OccupatO.£or.  P e TmAI  uernonuolfe  gk  Occupati  [enfi  *. 

Boc. 


Saturno  CIELO  Saturno  47 

10  c.f'edi  di  fitto  ad  Occupare.  .4fcondere,nafcotidere^fifcoiiderc,uUrer>ceMUire^pfÌJt  j-jo 

Occupare.Lat.  B o c.  Cofi  come  teflreuùtà  deWatlegm^  tare^cquattare. 

11  dolore  occupa-E/tendo  ella  al  fuodolerft  occupata.  Egli  Occulto,Celito.Coperto,'Haftondtmento. 

ifi  ogni  mia  uirtù occupata ,Guccio  uuorm  alWìlif-  .AfcOadere.LatJù>fcojuierefiCCultare,abderr,cttart.Tit. 
taOuupato.Tmio  Occupato  da grauMfiimejoUecùudim.  Che  dura  quanto  il  tuo  mfi,iaf ionie  .Tm  non  afcondon 

Et  quanto  il  dolore  delta  mente  dijociupaua,  tanto  infera  fue  ke(lctì:e  none . poi  cbe'l  fil  ^af tonde.  S e morte  gb  oc- 

,uente  amore  fi  raccendeuano.  cbijuoi  ibmde,erafionde.  fra  nomt.ibc’n  dtrbrturajio 

TtìAopermeRoJafio.Lat  tnflis.V  sr.TriHoCordJumo  do,ó- premo.  M’afcondonque  due  lumi.  C'boporiate  nel 
re, Honda, Giuoco, Enea.Suondiegno  d'amar.  Trilli  pian  cor  gran  tempo  afiofe.So,come  (la  tra  fiori  afiojó  [angue, 

tiJ}annidìt,Cioriu,Augurq,Mu,Occbi,tiscdnen,Tri  E'I giouane  Tbofcan.cbe non  afiofe.  boc.Ét  uergogiun 
Sia  „dnima,'Hpuella,f'itaJ'accia,Opimone,Mente,For  dotengoleamorofe  fiamme  afiofe.  DAN.LajHa  radice 
tuna,Ombra,Ittfegna,  Hippobia,  Trtjle  Donne,  Lagnine,  incogmta  ,cir  afcofa.Lo  duca,  & io  per  quel  camino  .Ajco- 

1Ìoiti,OmbreJe  TriSle  onde  del  punto.  Et  fi  far  Ueti,et  fi.poi  f afiofe  nel  foco.  Che  tnafiondeua  quanto  ben  io  du 

Triftì  in  un  momento.  Tentito,&  Tnfiodemiet  fi  fiefi  an  co.Hirate  la  dottrina, cbe  ìafconde. 

m.Hor  Trillo, bar  lieto  fin  qui  t’ho  condotto . Cbe  tal  mori  T^fconJere.lat.  abfcondere,abdere.  P ST.,/f  cui  non  uale 
guTriSìo,&fionfolato.  7{efiunumeémepiuTnfto.  'Hafcondere , ne  fuggir , ne  far  Mfejàiiqontinafionder 

jj  o c.La  letitia  di  due  amanti  riuolfe  in  Trifio  pianto.La  più  ; tu  fi  pur  uegUo.Mal  cbi  comraHa,& mal  ibi  fi  na- 

qual  morte  bo  tanto  pianto, cbe  dolente , & Tnfia  me.L  fconde.Lci  ; cbe’l  ciel  ne  moSlrò,terra  nafiondeal  uijo  na- 

lafia^tgrama  et  quando  fignifica  federato  ,uedi  ai66j.  fiondendo.  e i tuoi  lacci  lufioné  Fra  i capei.  Tra  le  cbio~ 

é-  perpouero  ajii.cfiper  Infermofi  debile  a 1 684.  me  de  lor  nafiofe  il  laccio . Et  fi  nafiofe  dentroafuai  begli 

Tciftitic,ptr  U Melhtie.  Lat.  maSlititt,  angullietmarores,  occhuCbe’l  uer  'Uafcofo,&fconofcuuo  giacque  ..Apar- 

majluudo.  Boc.  Vgper altra  corion taU  Trifiitte  ci  ba  tir  teco  i lor  penfiter  'Hafiofii  ; fÌon  mofir'o  mai  dt  fare 

fatte fuggire.tir quanao fignifica fielerata^edi a i66j  , T^feofio altro  colore.  Cofi  'HafioSìo  miritroua  inui- 
Uttrifiare,peraffbgere,&  Contrijiareaieé  a 1 30  9.  diadi  mio  amato  tbeforo  m terra  trono , Cbe  m'i  na- 

C»tcmopermehodolente.ueéa  i66j.  fcoflo.boc.ueJtC Indice. 

Stxaco,&Stracco,dallratusparticipioéflemo.Lat.fef-  tìiCconi’fimenùdat.Utibulum,Utebra,&LuS}rumfe- 
fiu/lefejfus,  & indefeflus,  non  mai  jiracco.  P s T.  Stanco  rarum.  boc.Cb  orfi  laftiarono  l’antubefieiue,  &gbfe 

Corpo  reccbio,'Hpccbiero,Stite,lntelletto,Coraggio,Cor,  creti  iqafcondtmenti  delle  loro  caueme.  V h.  SIh/ui 

Tenfter,Ripa,fi,.AntmoJlancogia  di  mirar  non  (atio  an-  feof amente  tenendola.  Lat.  abditi.  Et  come  piu  'Hafcofa- 

tbora.  Il  ueccbierel  Rotto  da  gli  anni,t!r  dal  carnuto  Stan  mente  puote  fe  n'andò  albofeo. 

co.Gia  era  d mio  defir  prefio  cbe  Stanco.  Stanca  .Anima,  Difafcandere,il  contrario  di  nafcÓdereaial  mamfefUre.  Lat. 
Utma,Mite,'Hi}iùceUa,Tenna/'cccbiarella,Terfoiut,  detegerejpropaìare^nifeliare.DAU.'Perchelafiuaboii 
Vtrtn . Stanebe  Venne, R>me,Sarte;Stancbi,  y cechi.  Gli  tà  fi  di{ajconJa.yoee  nuoua  di  Dante  da  non  ufarfi. 

OCcbiJpiriimiti.hoc.EfiendoStamo,sandòadomii  CelareJat.&abderefibtegerefiprrire/ibducere,contigere,  371 
re.Se  Stanca  fofie  di  Ragionare.  .Auifandofi  mefier  Torti  uelare,  occultare . ual  nafeondere.  Ptr.  Ma  puofii  aum 

lo  loro  efiere  Stracchi . Caualcato  giadtUemigba  piudi  celar  la  uoflra  luce.  Fio  da  celare  il  mio  ango fin  fi  pian- 

tre,percbe  Stanthetto  fi  ripoftua.  Latabquamulum  laf-  to . Indi  mi  mofira  quel,  cbe  a molti  cela . Qjid  nino  fil  a 

fiui  jefiulus,  langtàdnbts.  gb  occhi  miei  non  cela.  Mi  celan  ouefli  luoghi  alpejin,^ 

36P  Stancare.  Lat.  lafiare.  V tr.  Cannone  i finto  già  fiancarla  fieri  .Celando  t allegrerà  mani fefia.  Celando  gbotclu  a 

penna.  Etnonmifiancaprimofonno}idalba.Dicb'iomi  me  fi  dolci &rei.Celanfii  due  mei  dolci  ufatijegm.Et  per 

no  fiancando . temendo  non  fiauiatm  fiauebi.  Di  dnol  mi  fame  uendettafi  per  celarfi.In  alcun  modo  piu  non  può  ce 

firuggOj&  di  fuggirmi  fianco.b  o c.  ynafeminafian-  larfijia  la  mia  uita;cb'è  celata  altruLCbaueanmolt  an 

eberebbe  molti  buomini,  doue  nubi  non  pojìono  una  fend  ni  già  celato  il  nero.  CeU  unbuom  uiuoX'alta  puga  amo 

tu  fiancare.  Et  il  trottare  forte  rompe, & fianca  aàrui  rofi,chemal  celo.Bo  c.yediall' Indice, 

quantunque fia giouane.  D a tt.Iofon  Stancato,& amen  Celato.  LatAr  clandelìinui,demufiatui,abditni,abfcondt- 
dne  incerti  dinofirauita.  tui,rtcondilusASIrufii‘deS{utjacitui/urttuui.P  it.Ct 

St»nc\\nix.Lat.Lafiitttdo.  Par. Fattene  inan^iiltno  lato Soccorfo,VenfieroJ^ifo Celato,Celatelagnme.CrUu 
corfi  non  frena  Ve  ftancbezga,ne  finno.  'Penfieri.  Celatamente  amor  l'arco  riprefe.  Boc.  Celato 

Stracco.  Lat.  lafius.  P e t.  Cbe  fe'lpopd  Roman  piu  uol-  .Amor.Veccato  Celato  mexo perdonato.Celatamemefar 
te  Stracco . queSio  tradimento.Celatamcnte  informa  di  TeUegrmo. 

M3.^aconÌ3.‘LatMelancbolia.maror,mafiitiaaitrabilis.  Occultare.  Lat.&abdere.&o  c.  Vonfifippefioaultare, 

B o cJncominciò  a prendere  Malinconia.Di  che  entrò  m cbe  egli  non  fufie  lonofiiutoJ  fiori  occultamcmtfe  prefen 

Fiera  Malinconia,&dijpiaceuole.7qpH  finga  gran  Ma-  tare  alla  fiu  donna. 

lincoma  della  donna . Cefiando  le  Malencome.dr  dolori.  Occulto.  Lat.&abditui.P  tT.OccultoVenfiero.Ouulta  37» 
Tutta  Malenconiofa  fi  dipartì  .Mtlafcundogli  Maltnco-  fanu,&  Tuga.  B o c.  Occulta  iofa„Aadata,  Mite, Oc 

nioficottlacafiipiruadtpietrefipartirono.Mfiaineltaui  cube EntrateJOinOccuittfiinpaUft.SìutSìoaoniOca  > 
Sia  fina  Mabneomofo.  S a h.  Fdendoti  parlar  fi  Melan-  cubo.  Occultata  il  lume.  Il  frate  Occultato  nel  dommo- 

tbomeo.  Lat.  ilUtabiUs . no.Checioibefarmiendeua  OctultifSimofoffi.Ouuba, 

%pc\onciie.Mntri,Caueme,Otue,Crotte,Tomhe,f'me,  mente,Occultiffimamente.ueél  Indice. 

Sofia.  uediaTerraattit.  Coucrto.  Lat.  toopertus,openui,teBia,clandeMtmit,ab- 


Gione 


C I B L O 


Cioue 


fcmJitus,furtìuus,feroccklto,&jicrett.V  tr.^A  ttfa- 
Ufe  a tutti  altri  Couerto. 

%ccreto,&Sccrftario,iiedi a Mercurio  >i  1088. 

appiattare . Lat  ,abf.<mdere.  TtT.Et  lei  non  Siringi , che 
i’appiatta,&fM$ge.  Dan.  In  tjiut  che  s appiatti  mifer 
Udenti.  A K t.  Et  s'appiattar  nella  profonda  ualle.  Et  ne 
la  trita  polue  in  modo  appiatta . 

47Ì  Q^itto,oCnailo,chepikficoniiieHecon.Aguato  .drnal 
colnitthe  raccolto  in  fe,fi  rijlringe  in  un  luogo, & come  in 
nifibile  (lafiad  udire, 0 a ueJere  <}Mel!o,{healtri  fi  faccia, 
pragiii  ,e  dirafii  anche  quello  (è  ni  andato  guaito  guaito 
cioè  nmefSo  rime/ìe  con  difidcrio  d:  ne  efserueduto.  lat. 
^etus,occultus,u  Ousjnuifus.i.  non  uifus,celaius.  Hoc. 
lo  mi  leuai  del  luogo , ou’era  Qjiatio  flato  ad  udire  ,&a 
uedi  re  il  giorno , Tanio  di  ben  (pianto  fu  patrfatto  A M, 
D A N.Tra  gli  fcheggion  del  ponte  Sfunno  iluatto. 

jlcquat tare, Lat. celare.  Dan.Sì  chetucisiumidijfe, 
gm  t'acquatta . 

7iatto,conr  afcojò,&  bafio.  Lat  celatui,fimus,fubfimus. 
D A N.  Ter  la  felfura  de  la  pietra  Tiatti. 

Tiino.lat.planusjatui,patulus,ualfliianato.  B o C.  Col 
uijò  Tiatlo,&  rincagnilo  i.fihiacciato. 

Simo.  Lat.  ual  piatto , 0 fcbiacciato , onde  fono  cofi  dette  le 
Simiefer  che  hanno  ilnafofchiacciato.\tn..Dum  tene- 
ra attondentS  ima  uirgulta  capelle.Ani  Simogregge. 

Tutte  le  altre  cofe  appartenenti  a Saturno  jche  qui  non  jon  po 
fieji  troueranno  collocate  a luoghi  fimi  piu  propri/ . 

GIOVE. 

loue^  Tiancta  beniuolofliumo,  Mafcolmo, 
temperato  nelle  fue  qualità  ,ftnguigno,  fano, 
aSte^ , tir  eloquente , amale  belle  ueHe,& 
rojje,&  il  tem^  chiaro;  fa  abondanga  di  ro. 

- - bt,Ufuo  colore  è argtnteo,candido,chiarojfi‘ 

piaceuote.Fa  [ huomo  belloj>oneflo,&  di  colore  bianco  m 
eamatotfa  begli  occhi,  denti,  capeHi,& barba  tonda,  lei 
tiufluia  je  leggi,  <jri  regni,  fitto  di  eflop  contengono,  gli 
bononderuebegge,  & gli  omaiiueflimenti,iueridKO, 
tr  quando  appanjce  neU’afcendente  induce  reuertnzafio 
meflàjede,^  difitplina,conforta,&  fortifica  la  borni  io 
gnifignadel  Zodiaco  ; <2r  fignifica  bene  in  quello^lqual 
fi  troua  ; eccetto  nella  duodecima  cafa,  netlaquale  figni- 
ficafiruiiù,pouertd,  perdila  é be filarne,  & malttta  nella 
famiglia.  &■  come  fi  riue  Vtolemeo  affai  può  nell’aria,  ^ 
melfingue . Con  la  fua  bontà  reprime  la  malignità  di  Sa- 
turno quando  con  la  parte  inferiore  del  firn  circolo  i con- 
gmmo  ai  circolo  di  Saturno;  ir  per  Mflo  fingono  i poeti, 
che  Saturno  fia  padre  di  Cioue,  trine  Gioue  lo  fcacciafi» 
del  regno.Iefue  cafl  fono  d Saptlario,tr  d Tefce,&  re- 
gna nel  Cancro.  In  dodici  anni  fa  dfiuo  corfi  di  tutto 
li  Zodiaco  fecondagli  aSlrologi , tr  fla  uri anno  in  ciafain 
fegno.De  metalli  fignifit  a il  Slapto,  tr  degli  animali  fi 
gUdeéca  t .Aquila. &gU  antichi  li  dedicarono  d Monto- 
neXe  fue  hiflorie,efauede  fono  agli  firn  luoghi  coUacate. 
Cioue  figliuola  di  Saturno,  <>•  Dio  del  Cielo,  del  Fuoco,  della 
Bontà,et  de  Tontifiii,Cardinali,Legali,.Artiuefcoui,Crà 
Trelati,Monanhiflmp^adorijRe,Trincipi,StgnoriJriSm 
fignori.  Donni,  Tofienti  Siri,  Duchi,  Marchefi,  Trimatt, 

Contt,Saroiu,Caualieri,Ciudiei/'icari,Miniftri,Coap-  . 


. glicri,  Commiflarii,  Couernadon,  .AnibafiiadorfSeeré- 
tarli.  Madame,  Donne,  Madonne,  Monne,Mefieri,Seri. 
tr  di  Cuide,Scoree,TedoltiUiuciJHonarchie,InipenJtem 
gniJieami,Stali,Domimj,Seggi,Signorie,Couemi,Cure, 
Trouedimeiiti,GuardieiScdie,Curule,Scettri,Verghe,Cn 
roneJ>iademeJAitre,Digiutà,Honon,Culti,Tregttl,Trt 
ghi,Cradi,Gouemi,  Reggimenti,  Offiitj,  Comandamenti, 
lmpofitioni,Corti,  ,Aule,  Regie,  d Imperiali,  Inumi , II- 
luftri,GranJi,Magni,Maggion,Tofienti,Treclari,Incli- 
tiflleuerendi,V  enerandi,UonorandiMagmfici,Cenerofi, 
^gtegi,TatTÌci,Ccntirhuomini,'fisbili,Ciuili,iilladini, 
Vrbam,Degni,MagnanimiJjherali^piendidiJ)cnatori, 
Ruebi,  Signorili,  Eccellenti.  Benigni,  Difi  reti.  Giocondi, 
-dllegn,Tu,MaHfueti,Tietofi.Dani,Mancie,Strene,Tre 
fenti,Tremiifiuiderdoni,Offerte,Tregi,Treliofi.Folgori, 
Fubnir.fiLampi,  Saette,  Freccie,  Strati,  Calami,  Cocche, 
Tharetre,IacoliA>ardi,T*li,  QjudreUaJFionde.Frombe, 
FroiKbole,Max.xap'uSii.Tuoiii,Baleni.R/nibombi,p.ombi, 
Crepitanti  JcOfpi,.Ariegliaria,Trcmoti,Strcpiti,S  trofei, 

S cofii,StorrmÌiomori.  TreiipumiRoinna,  Fracapo.Cu* 
Jlamenco,Stroppio.Gliaiuichi gli éedero  i tuoni J folgo-  . 
rifiuenii,tr  la  pioggia,^  per  li  nerbi  dominare  Jignoreg 
giare,regnare,pofiedere,coronare,mionuare,n.itriare, 
reggere  gouernare,proucdere,configbare,  fedi  rc,affide- 
Te,riuerire,bonorare,colere,preggare,apprexgare,nobi 
litarc,degHare,comandare,commettere,ordinare,impor 
te,conducere,inducere,adducere,gnidart,fcorgere,trar- 
re,tenere,curare,  guardare, donare,  largire,  prefentare, 
accettare , concedere , admettere , attribuire, diffcnfare, 
porgere,offcrire,dare,premiare.guiderdonare,  impetra- 
re,pigliare,tenerc,togliere,preftare.diflruggere,flrugge 
re,dilcguare,rompere,intemmpere,  fcofcendere,  difio- 
fienderc,fpregi'are  frangere  Jquari  iare,abbai  tere,tra- 
boccare,precipitareJìrama:qgare,éfl>crdnr,diffoluere, 
tfare,disfart,guaflare,tformre,rom^refcaufg^arr,ti- 
rare,auenure,faLttare,dardegguireJeoccare,arrandeU 

lare f cagliare . tonare  futlenareanbrare,  fulminare, f^- 

gorare,tampeggtaTe,nmbomb*re,fcoppiare,mpareftna 

tert  Sìonmre,ftcrére. 

G iouoXat.Iuppiter,Deifiitcr,Diiouis,  Lucetiui,& Satur- 
ntgena . Scriue  Tertuliano,  che  Marco  Varrone  nomiti 
trecento  Gioui  ; Hgcque  egb  con  Giunone  in  un  parto  m 
Cmiifidaj&làfu  nudrtto  da  1 Cureti,cbe  fonauano  i tam 
buri,  accio  che’l  bambm  piangendo  nonfofle  udito  da  Sa 
turno ,die  diuoraua  i fiuoi  figliuoli  ;fu  nutricato  di  latte  di 
Capra  cP .Amalthea,  & da  Mebffa  fue  nutrici  ,&diqui 
nacque  la  fauola,  che  fcrifferoi  poeti  lui  tffernudrito  di 
una  Capra,  Benigno,  Manfueto,  Grande,  Eterno,  Viuo, 
Iratofafcluo,  lufiuriofo.  P i t.  T Ira  di  Guue . Il  fuocm  . 
di  Gioue.  Sìjiando’lgran  Gio.toua.  Ter  rinfrefear  C aire 
fitetteaG.Ch'aG.t^jonCarmtdimano.C’haurebbea  . 
C.nel  maggior  furor  Tolto  f arme  di  mano,fj-C  ira  mor- 
ta^Hpn  mai  fu  moflo  Gùtai  fulminare . Cioue  t'allegra  di 
rmrar fua  figlia.Con  froute  humaua  da  far  arder  C.  Vieu 
<a fenato  G.utnairgi  al  carro.  Vener'e'l  Tadre con  bemgui 
qfietti,tdeSl  Gioue.  Dan.  ^ueSio  princ^io  mal  mtefi 
torfe  Cia  tutto  il  mondo  quafi;  fi  che  Cune  Mercurio,  (T 
Marte  a uominar  trafeorfe.  A R tJleudefli  gratta  al  Re- 
gnatorde  [Etra,ideflaGioue.  : 

CieU>,Fuoco,Bontàjiedidglifiioilu^bi. 

Tontefià 


t-V  ? T^a  r---  * - arsii 


OiODC 


CIELO 


Clone 


j 7 j pontefici  LU.  P * T.  lui  era  quei, che  far  detti  Felici,  Ton 
teftcidlegmnti,&  Imperatori  ; Horjòno  Ifflità,Miferi, 
& Meiuùci  B o c.TontijicaU  cappe  fratejihe. 
fj6  Papa.  Lat.  & Toanfex max.  & fummm  Tontifex.  B o c. 
Ter  legato  del  Tapa  uenuto  uà  Cardinale.  Coimnciò  a ri~ 
guardare  alle  maniere  del  Tapa  dr  anibor  ferua  il  monm 
doprefcnteneTapati,HegUlmpenf.  L a.D  a v.Chedi- 
cea..Aaaliafto  Tapa  guardo.  .A  quello  attende  ilTapax 
Cardinali.  Pur.  £t  Roma, cì>eddfuo^,'ifilagna,idelì 
del  Tapa.  Kk\.E  prender  lafiia  il fucc^or  di  Pietro. 

V»{lote,meta.perlo  Tapa.  B o c.Tanto  aachora  migliori, 
quanta  ejfi  fono  piu  uicini  al  Taftor  principale . Mi  pare 
Che’l  uofiro  Tafiore,  & perconfequente  tutti  gli  altri. 

Padre . per  lo  Tapa.  B o c.  Giannotto  lo  domandò  di  quel- 
lo , che  del  Santo  Padre  ,drde  Cardinali , dr  degli  al- 
tri cortigiani  gli  parca  .Par.  Che’l  maggior  padre  ad 
altra  opera  intende . 

Papaflb  ; il  Tontefice  degli  injideli.  Ari.  Sullibro , che 
mantiene  dSuo  Tapaflo. 

, CldìfCertadigniti  Turebefea.  Kxi.ToichedalfuoCadì 
fu  benedctto.f'edi  i trelén  de  Turchi, 
fu  Cardinali.A'o.iUr.mova.  D a v.  .A  quello  attende  ilTa» 
paf  CardinabM  o c.Ter  legato  del  Tapa  uenuto  un  Car 
dinaie,  yenutodutant^a  tutta Cardinab.  B i m.  Meffer 
Giulio  Cardinale. 

t.egiCO.LatJegatui.  B o c.  Sentendo  nella  Marca  d^ .An- 
cona efier  per  Legato  uenuto  un  Cardinale. 

Arciaclcoxio.  Latjtrihiepifcopus.D  A k.  Et  quelli  t Ar- 
tmefiouo  Ruggieii. 

Prelaco.  Lat.  pralatut.  B o c.  "Prelato  ualorofo,  dr  fauio . 
Gran  Trelati,MaggioriJiicibi . . 

Monarchia.  Lal.è  l’imperio  di  un  Trincipe  buomo,co/i  di- 
remo neimondo  Monarca  ,lafignoria  duna  cutàdi  tut- 
te capo;  & donna  principale . Ptr.  In  flato  la  pm  no- 
bil  Monarchia. 

Monarca.  Ut.  ual  folo  fignore.  Par.  Onde  a chi  nel  mio 
corfiede  Monarca . 

Archiinandrica.  Lat.  fignifica  archipaRore  ,&principe 
d" una  congregatione.  O a n.  At  fanta  uoglia  d’eRo  Ar, 
chimandrita  (parlandodifanFrancefcoprincipe.drpa- 
flore  della  fua  religione.) 

j7  8 Impero,  dr  imperio.  Lat.  P i r.  loparlo  de  t imperio  alto 
di  Roma.  Amor  regge  filo  Imperio  finga jpada.L' Imperio 
del  figliuel  di  Marte  Alma  aignifiima  Impero.  Et  riflo- 
rar  non  può  terra  pie  Impero.  Sol  per  triomphip&  Imperi 
nacque.  R oc.  Lo  Imperio  é Roma . 

Impcradore.  Ut.  Im^erator.  Par.  Arbor  uittoriojà,  (fi 
triompbale,  Honord  Imperadori  ,&di  Torti.  Tontifici, 
Regnanti  edmperadori.  B o c.  Imperador  Federico  fi- 
tondo . Il  domandò  fi  t’Imperadoregh  hauea  queflo  pri- 
uilegio,pÌMchea  tutti  gli  altri  conceduto.  U Corti  de 
gli  Re , (y  de  gli  Imperadori . I fammi  Imperadori.  U 
Imperatrice  i Osbecb.  Dan.  R/dulfo  Imperador  fu  che 
potrà  Sanar  le  piaghe . Hipotedi  CuRanza  Imperatrice. 
Cefaredetto  tulio  C.  Imperatore, 

Imperioià.  B o c.  Quanto  ella  nel  farfi  feruire  fia  Impe- 
riofa,noiofa.L  a. 

Impcracori,ce/e6rori  da  noffri  Torli . AuguRo , Arrigo, 
Cefire,CoRantino,Domiliano,GiuRiniano. 

379  Augufto Imperador ficondopcbefu  'dmaggiorprin^ptr. 


thè  durò  piu  anni , &piu  pacificamente  di  quanti  furono 
mai  prtma,efi  dopo  lui,  iLbefi  può  penfare,che  non  imer 
uemfie  finza  diffofitione  del  fornmo , & grande  Iddio , Il 
quale  per  fintar  la  humanagenerationeuolfe  mandare  il 
fuo  figliuolo  ChriRo  in  terra  in  tempodipace  uniuerfale 
fitto  enfi  grande, (fi  eccellentifiimo  Monarca  ; (fiauenga 
the'l detto  Imperadore  fofie  nel  primiph  (per giufto  file 
gno)  alquanto  mole  fio,  fu  nondimeno  nella  fine  tanto  pm 
per  fetta, al  contrario  di  tutti  i principi.  Auguflo  figni^a 
luogo  uenerando,  (fi  conf cerato  ton  Augurio  ; Auguflo 
adunque  i quafi  che  fiacre  fama , Di  qui  i nato, che  tutti  i 
fuccefiori  di  Cefare  nello  imperio  mfino  a quefli  tempi  fo- 
no chiamati  Cefan  Augufti.  Pax.  Sai  da  l'Imperio  JH 
figliuol  di  Marte  Al  grande  AuguRo^deR  fin  a l' Impe- 
rio di  Cefare  AuguRo.  (fi  pur  amò  coRui  Tiu  giuftamen 
te  ; egli  i Cefare  AuguRo,Cbe  Liuia  fua  pregnante  tolfe 
altrui.  B o c.  Ottauian,Cefarenon  anchor  ihiamato  A» 
guRo.  D AH.  Et  uiffi  a Roma  fiotto  d buon  AuguRo  al 
tempo  degli  Dei  fai  fi, (fi  bugiardi . Et  gl’mfiammaii  in- 
fiammar fi  Auguflo.Ratlegraffe  Aphncano,oueroAn- 
guflo  . Ter  efier  propinquijfimi  ad  Augufla  ,idejl  alla 
imptratTice,tioi a Maria  yergtne.  Sederà  Calmajcbegia 
fu  Agofla  De  l'alto  A rrigo. 

Kmgo.Lat.HenncutÀt  Lucimburgolo  eccellente  jlqual  fh 
Imperadore  ornato  di  due  uinù,cioiTcmperanza,&  Far 
tezga  dclqual parlando  D A v.dice.Mapna  che’l  Gua- 
feo  l’alto  Arrigo  inganni  Tarraii  fauille  della  fua  mrtutt 
In  non  curar  Ì argento, nel  a ffanm  ; 

Cefare  Imperadore  uedi  fotta  Marte  qó  ^ ad  luogo  fiio.dout 
fimo  le  file  bilione . 

Coftanrino  Imperadore  coflui imperi  anni xxx.mefix.(f  j g« 
nel  fine  della  etd  fu  battezzato  da  Eufibio  yefcouoàTii 
comedià;  ma  terme  laberefita  de  gli  Amani.Cofluieffen 
do  infetto  della  lebbra,  hebbe  da  fuoi  medici,  che  la  falute 
fua  unica  era  li  bagnarfi  neipuro  fangm  de  piccioli  fan* 
aulii -,  CoRantino  benché  molto  defidierafie  liberar  fi  da 
tanto  morbo  ftondaneno  in  neffun  ntodo  uoUe  effer  fi  em~ 
ph,cbe  per  ha  tati  fanciulli  morifionoi  Terche  tamopute 
que  a Iddio,  che  la  notte  figuente  m utfione  gli  fece  appa- 
rirei Trinctpi  degli  Apofloli  Tietroft  Taulo,(fida  quel 
lifuammomto,  che cercafie per Siluejlro Tapa , liquale 
perlaperfecutione  fatta  contro  a cbrifiiani  ,&per  fare 
afpra  pemtenga  habitaua le caueme  di  Stratte, ma ap- 
prefjo  gli  antichi  furono  chiamate  Saratte,et  i mante  mol 
IO  ajfiroàlquale  i nella  regione  degli  hirpini,  oueramente 
Thalifci.Sìjtefio  Coftamino  fu  quello,  che finto  buona  in- 
tentione  conferì  tutte  le  imperiali  dignità  al  Tapajecon* 
do  peri  la  opinione  diD  AU.efila  defittone  del  Landino, 
anchor  che  molti  babbiano  firitto  circa  ciò  in  comrano . 

&■  di  ciò  Lorcnxp  yalla  ne  ha  de  fi  ritto  a jofficuirza  nelfo 
pera  de  f alfa  donatione.(fiperi  dice  Dan.  Ahi  Coftan- 
tin  di  quanto  mal  fu  madre  Tfon  la  tua  conuerfion  ; ma 
quella  dote , Che  da  teprefe  il  primo  ricco  padre . Tofeia 
che  Cojlantm  l’Aquda  uclfe  Lontra  il  corjo  del  citi.  Ma 
come  Cofiantin  cbiefe  Siluelìro  Demro  Stirarti  a gua- 
rir de  la  lebbra  Cufi  mi  cbiefe  cofiuipermaeftro.Laltro 
che  figue  con  le  leggi,  & meco  Sotto  buona  mtemion, 
ehefe  mal  frutto  Ter  ceder  al  paftor  fi  fece  Greco.  Pax.  . 
Hot  Collant  in  non  toma . 

Domician.  Coftui  fu  xqjmperadere,  regni  anni  x\,  me  fi 


QioDe 


•CIELO 


Giòue 


^,putedetteaTitafHO  frastilo,'iltpntl tanto  fu  pio,& 
pHfto  guanto  Domitiano  mipi»i&  mgmfto.prefe  ilmpet 
no  Patmo  ottogi fimo  ftconda  della  iiKanunone  di  Chri- 
fio  ; cradelifiimamaite  affifie  i cbriftiani. t'olir  efiere  Id 
dio,  & fignor  nofiro , noaémeno  ut  tanti  ttiiiifit  jtum  in 
imprimere  gli  aduUcrv^&fattonri  dotti.  Dan.  yen- 
lurmt  poi  parlando  tamtjaittt.tbtijuando  Dcmttian  gli 
ferfeguitte  fimxa  mi  lagrmtar  non  fnr  lor  pianti.  Ttr, 
DÒmitian  non  nera , omC  ira,  ^ onta  banta , ludx  a Ft» 
^filano  a 484 , 

||i  CuxÀiaiino,&  Infiiniannt  figlinolo  della  Sorella  àCin^ 
fiino  Imperadore,  Stucefie  a Cinfimo  neW anno  del  fitgor» 
re  Dxxif.&neWanno  del  mondo  cinquemila  Dcxxn.tìuo 
ptogmftofiqnale  tutte  le  leggi  Romane  antiche  jfarte  per 
motti  uolnnu,con  maranighoio  oréne  compoj'e,  in  bre 
mtàrtdnjpr. regni  anni  treittaolto,&  per  bclirtrio  huo~ 
moindtfctplota  militare  eccellentifiimo  fienjìi  y andati 
’n  .Aphnea . ymfe  in  Dalmatta  i Gotbi , & prefe  Solona. 
Riandò  a liberare  Italia  Beltfarioi  prefe'ìi^poti,&a 
Rauenna  prefe  Futigide  Re  de  Cothi,  & la  moglie ,et  mol 
ti  barom.  Fu  difefi  l’anno  feguente  Firenze  da  duci  é Cttt 
fliniano  , laquale  era  afiediata  da  Cothi  i Mandi  anebo 
Ciouanni  fuo  prefetto  m Uphrica.et  ninfei  Mauri  ; &fi 
nalmente  mandò  'Hqrfete  in  Italia  ; il  quale  ninfe  pròna 
Totila,  dopai  Theia  Re  de  Cotbi,eSr  prejègli,  & uccifegli. 
fòulmente  nello  efiremo  della  uitajuaferdi  ( intelletto, 
tir  diuenne  fiotido,  ftupido,et  moribonde  Dan.  Ceja» 

re  fui,  tir  fon  CiuSìhtiano , Che  per  uoler  del  primo  amor 
tb'i  finto, Denlroale  leggi  trafifl  troppo,e'l  nano. 

f8»  Re, Lai.  rex.  V tr.&boc.Redi Francia, é Ciprioti Li- 
. dia.di Siriaede Fiumi,de gtialtri, de glianimalÌRe Car- 
iote Thitippo,.A  rtù,Sii  itia,  Maffintfla,  Come  nero  Refi 
dee  ubidire  .Il  Re  come  fituio . MarófeSìa  cofà  il  cb’ogm 
riuflo  Re  prono  feruatoredee  efiere  delle  leggi  fatte  da 
lui,&f  altro  fa;  fimo  & degno  di  punitione,& non  Rje 
fi  dee  giudicare.  “Nfi  è atto  da  Re  magnanònoXel  Re  firn 
fre  di  lagrime  digiuno  (parlando  i .Amore)  Re  ualoro- 
foSentgno,  Liberale,  Difi  reto.  Buon,  CanenteAÌr  pica  un 
giadenofiriRcgi.  Fiiti  il  gran  fondatordf  Regi  cinque . 
Dan.  SlMunfi  tengono  bor  la  fu  gran  Regt.Sotto  il  cui 
Urge  fu  già  il  mondo  cafio.&  Gridifimu  Re  difie  il  Hoc. 

; RomulofuprimoRediRoma.  BoetiofupnmoReéBoe~ 
tia.  Orco  prono  Re  de  Molofii,U  quale  rapi  Trofirpma. 
Tanao  primo  Re  deSciti.GianoprunoRe  d’ltalia..Agra~ 
leo pròno  Re  della  Sicioròa.Zoroaflro  primo  Re  de  Baitna 
miJaul  pròno  Re  de  gli  Hebrei.  0 <C Ifrael  predecefiore  di 
Dautd.  llerode  Idumeo,fu  pròno  de  Giudei . Cangio  Con 
primo  Re  de  Tartari.Franco  pròno  Re  de  Sicamhnjda  cui 
furon  delti  F rancbiT uif  lon  pròiu)  Re  de  Cermaiu,&  pri 
mo  riformatore  del  fuo  regno , da  cui  furon  detti  ti  Tode- 
fchi.  .ArJàceprimoRedi  Vanbia . Mekbifedech  prono 
Re,&  primopuerdote  di  Salem  figurato  per  Chnfio . 
mitore  Re  de  Latini . Tirefia  Re  £t bebe,a  cui  Cioue  die 
tane  itindouinare  fatto  ateo  per  Ciutone.Dauid  fecon- 
do Re  del  popolo  dd  Dio. 

Sr  in  uece  dt  Dio.  Vtr.&Boc.Re  inuifibile , immortale. 
Benedetto,CelefieJ}el  Cielo, tirelle  Stelle . 

Re  feltrati  da  noftri  VoeU..Alefiandro  magno.  .Archelao. 
,Arrigo,.Artaxerfi,.Artù,Aftiage  Re  de  Medifielo.Cam 
faoeo,  Carlo  mg».  Orno,  Guglielmo,  Uertde,HieroOu 


LaioJxonida,Mafiinifia,Maufoleo,Mithlridate,Tiabu-  ' ; ,{ 
fbodonofor,’Haio,tiifo. 

Arrigo  Re  d' Inghilterra,  qual  fu  di fempticeuita  quanto  al  jig 
corpo . perche  ne'l  mtto.dr  nel  uefitto  non  usò  l'abbondan  } 

ZA, come  ufanogli  altri  Re  , a-  quanto  alCanitno , perche 
non  fu  doppio  che  hauefie  una  cofa  nel  cuore  ,&C altra 
nella  lingua  finde  di  lui  dice  Dan.  yedete  il  Re  de  la  firn 
plice  uua^eder  là  filo  Arrigo  cf  Inghilterra. 

Artaxerfe.  Lat . Artaxerfet  ,Rede  Ter  fi  uedi  ad  Afiuero 
a 6qj. 

Aitù. Lat.Arturui,ilquale fi comeper diuinomiracolo fu  ■ 
fatto  Re  S Inghilterra,fu  capo  de  cauatien  della  tauola  ri 
tonda  ,cofiperlafua  uòvi  ottenne  molte  uittorie.  P e t. 

Oue'lRe  Artù,eitTeCefariaugujiL  AnitRe  di  Berta..  T 
gna,dr  capo  della  tauola  ritonda,  hebbe  uno  figliuolo  no- 
minato Moéteplquale  fi  ribelli  al  padre,  éf  mefiefi  in  a- 
guatoper  ucciderlo  ,maArtu  fctprendo  lo  agnato  lo  ferì 
dilancianclpetto,&pafiolioperleremjmdel3  A n.  Con  ' 
efi  ‘un  colpo  per  la  man  dÌArtu. 

C iano/«  anliquifiòno  Re  ùi  Italia,  ilquale  da  principio  re-  }>4 
gnò  con  gran  concordia  con  Camefi , & da  efio  fu  nomi- 
nalo il  munte,  ch‘i  a Roma  T rafleuen  propinquo  a yati-  ^ 

tano , Ct  da  Camefe  quella  regione  fu  nominala  Camefe- 
na,&  dopo  la  mone  di  Camefi  prefi  in  compagno  del  Re- 
gno Saturno,  ^per  la  fica  prudenza  fndipmio  conine 
faccieX una guar dante innanT^,Ìft altra  aàeiro.percke  I 
il  prudente  conia  memoria  deìle  cofi  preterite  fa  conget- 
tura delle futureScruieZmone.ch'egli fuilprimOA.be  m . 

Italia  infittui  lempii,&  faenfieij  a gli  IiÙti, perche  egli  an 
chora  meriti diuinihonori,  tir  che  PI  tutti  I facnficqegli  : 
fofie  nomòiato  nel  principio;& il  pròno  mefe  dell'anno  fu 
da  Giano  detto  lamuriojl  tempio  fuo  nella  pace  fiaua  fer  i 
rato . Ilthe  auuerme  òman:^  ad  Oriauiano  due  notte.  Lx 
pròna  folto  "Ulema  fecondo  Ar  de  Romani , nel  cui  regnn 
non  fu  mai  guerra  a Roma . La  feconda  dopo  la  pnmx 
guerra  punica.  Dapoi  la  terza  fitto  Ottauiano  Impera- 
dor  ; & quefiafu  diut  urna, & uniuerfal  pace.Etper  que 
fio  dice  t>  A N.  Con  cofiuipofe'l  mondo  in  tanta  paceAhe  • 
fu  ferrato  a Ciano  d fuo  delubro . P e T.  "Primi in  Italia 
regi  Satumo,&  "Pico,  & Fauno Az  Ciano.  Lat.Iamu, 

BijronsAifirmii,Clauiger . 

LaioRediThebebebbeunfigtiuolocbiamatoEdipo,ilqua  - | 

le  ficondo  gli  oracoli  hauea  ad  uccidere  il  padre, pere  he  lo 
dette  a feruiAhe  lì  ucctdefieroAptah  per  pietà  gli  donarono 
la  ulta , & infilzatolo  pe  pieé  con  un  uinculo , la  filarono 
nella  felua,  ér  trouato  da  Ttiìorifu  dato  a Tolibio  Re  di 
CorinthoAla  enulio  fu  uut  rito  per  fuo.Dapot  ucnmo  ad  età  I 
perfetta  intefi  dall'oracolo  d'Apolline,tbe  ut  Thocide  dt 
Boetia  ntrouerebbe  il  ueropadre.Andò  ailunqne  m Tbo- 
cide,dr  utcìfe  il  padre  non  lo  lonofcendo  ; Era  in  quel 
tempo  a Thebe  un  meflro  chiamalo  Spbinge,  il  quale  prò 
poncua  enigmali;  cioè dettiofeuri, con queflacondòicine, 
che  chi  non  lo  fapefie  foluere  fójfe  uccifoAZ  ‘hi  lo  folue fi- 
fi  hauefie  per  moglie  locafla  regina  é ThebeAbhora  ue- 
doua  per  fa  morte  dtlaio  Edipo  foluè  l enònmaalqual  ju 
quefio.SiualfiaqueUoanònaleÀlqualepnma uaconquat  i 
ITO  piedi  Aapoi  con  duejinalmcule  con  tre. Edipo  difie  que 
floefierlbmmo,  ilqual  da  picciolo  ua  carpone , dapoi  ua  ) 
in  due  piedi , Cz  finalmente  nella  uecchiezxA  ua  con  tre, 
ptptbii'appog^iatolli4if}tiK,Tmbtbaucudoliputo  -.j 

'filuert  ~ 


Gioue 


CIELO 


Gkme 


49 


fiUere  Cemmnut , meritò  che  gli  fi^e  ItU  per  moglie  U ge , iJtil  di  qiulU  perù  regale . Con  due  g.  per  njpetie , 

Rema  ch'era  Iouflit&  cgh  la  tolfe  non  fapendo  che  fofie  \delU  hima. 

fnamadre^  di  lei  hebbe  due  figliuoli.  Mteocle, et  Tolinice,  Corte.  Ut.  aula, curia.  B o c.  Corte  di  Roma,  del  paradi- 
dr  finalmente  rieonofeendo  U padre,  la  madre, & la  fee  Jiò.L'ampltJ}ima,& lieta  Corte  delpalagio . Corti  defigno  ^ 

leraiegtjtchaueacommeJia,t’accecò,&uiJie  in  tenebre;  ri.  P n.MormoratordiCorti,unhuomdeluolgo.DAK. 

Di  poi  la  morte  fua  uennero  in  dtfcordia  i due  fratelli,  per  CuraiiJt  te  ne  la  Corte  del  cielo.  & per  la  S birragUa,  ue- 

ebe  ogniunouolea  regnar  .IH  fine  fi  compoj'eroé  regnare  dtajtg.  ; 

auicendaciafcuniljuo  anno-,et  toccando  il  primo  anno  ad  Au\l.Lat.  prmapum  domuija  corte  J)  a v.Her^ulapiu 
£teocle,Tobnue  la  feiando  U patria  al  fratello  per  ijuel-  jecrctaco  juoicoiiti,idefi  portico, o fola. Foce  da  nm 

ranno, arrÌHÌin.ydrgos, ep'da./idrafia  Kegbfiidatala  ufarfi. 

figliuola  per  moglie , & finito  fanno  non  uolendo  Eteocle  Duca.  Lat.dux.Pn.  Duca  di  ÌJtnuHro.&  moSlra’il  Duca 
ofieruartl  patto,  .Adrajioinfiieme  con  fri  altri  Re  andato  lor.E  o c.  Duca  d’.Athene.  Linuali  dal  Duca  honoreuol- 

uo  a campo  a Thebej  quali  Re  furono  Udrafio,T<dinice,  mente  riceuuii,&  dalla  Duebe/iapin . 

Tideofrlippomedonte^Amphierao,  Tartbenopeo,&  Ca~  Duce  per  lo  capitano.  Lat.  dux,  & antefignatus . Impera- 
paneogl  quale  era  ^rez'gatore  Ì ogni  rebgione,  & afferm  tor , primi  pilui.  P t T.  Fidi  un  uittoriL'lo,  &fommo  Du- 

maua,che  non  era  Iddio,  deche  la  paura  era  quella,!  ha  ce.  'ifpnfofemigtior  Duce  ,oCaualiero.  Peiuema  fri  il 

uea  indotti  ghhnomini  a credere , che  (offe  Iddio , molto  fi  buon  Duce  Goffrido . Ch'ifegua  lamiafida,0'  On- 

tonfidaua  nelle  forze fue, perche  era  mollo  grande, & ro-  ce , ideft  guida . 

bulio^df  nella  batuglia  data  aThebe  per  forga  inontòlé  Doge, Lat. dux.Roc.Elhauui  letti  piu  belli,  chequelli 
mura , dr  gridando  fi  uantaua,  che  uincerebhe  la  città  al  del  Doge  di  Fmegia.  Et  è proprio  del  Trincipe  di  Fenetia. 

dijpettodegliDei.drprouocauaalla  battaglia  Hercole.et  Signore.  Lat.dominus,  &pnnceps.PiT.&Boc.  Dol-  jSj 
RacchOfdtfTbebam,  Dapoiuergognandofi  di  combattere  ce,Caro,Imendente,Magnifico,Feccbio,Fecih^.<in.’o,'Po 

tentifSimo,Falcnte,'t{obile,Cortefr,Uberale.  affai hua  ' 
nano,dr  di  bemgno  ometto,  molto  Samo . molto  .Auedu- 
to . Fn Signor  Falorofo  ,Accorto,& Saggio.  SignoriTif 
bili,  Magnifici,Mifrri,  Scoflumati,  Chrifhani.  QuafiSi- 
gnori,&  ppfiejfari  di  quello . Signoril  Fita,  Tarn  Signo- 
nli.Signono,  dr  Signorfo  usò  il  hoc.  per  Signor  tuo,cT 
Signor  fuo.Signoretn  ueceé  Dio,uedta6  .crinuece 
if  Amore,  a 6 ji. 

Moniignore.  noce  di  bonore,  che  fi  da  al  Re.  Lat.fdus  do- 
minut.  Boc.  Monpgnor  lo  Re . Rijpof;  al  Re  Monfignor 
nò.  La  ghuane  difje,  Monfignor  uoi febifate  la  mia  arte. 
Signoria.  Lat.  impcrium  dominatioa  Cie.dtSa;  Magifira- 
tut,  poteSìas  , rtpublica,  ducatus , prafcBura.  Tte.dr 
Boc.  Reale , Fil , Cruda . La  famiglia  della  signoria . ; 

Imi  rimango  in  Signoria  di  lui.  Che  Signoria  non  hai 
fuor  del  tuo  regno.  Conofeendo  la  Reina, che' l termi- 
ne della  fua  Signoria  era  uenuto.  Tafiau  le  Signorie, 
pafiani  regni. 


con  Dq  mmori , muitaua  Gioue  alla  battaglia,  il  quale  lo 
percofie  di  fretta,»  uccifrlo,eperò  di  lui  parlando  L')an. 
dice.  0 Capaneo  in  ciò,cbe  non  l'ammorza  La  tua  frper- 
tia,frlu  piu  punito  ; Tlullo  mari  irto, fuor  che  la  tua  rab- 
bia,Sarebbe  al  tuo  furor  dolor  compito.  Voi  fi  rtuolfr  a me 
eo  miglior  labbia,  Dicfdo/juelfu  [un  de  fitte  Regi,Ch’af 
frlir  Thebe  ; & hebbe,&  par  ch'egli  babbia  Dio  in  difpre 
gto,dr  poco  par  che'l  pregi.Di  Eteocle  jf}-  Volinice . utdi  a 
Tolinice  al  luogo  fico . 

ìdiaColeoRediCariapiediad  Arlemifiaa 

tii&iRede  Megari,  dr  padre  di  Scilla  crudele,  uedi  a ScilU 

aóS9. 

Rcina,  & Regina.  Lat.  P t t.  Tatto  citar  dinairri  a la  Rei- 
na. Et  la  Reina  di  ch'io  fopra  difji  .dr  tu  del  del  Regimi. 
Magnanima.  B o c.&  ad  una  noce  lei  per  Rrina  delpri- 
mo  giorno  eUfiono.fiueileecbe  Reme  auanti  a lui  erano  fio 
te.Tutte  le  Reine  del  mondo.  Bau.  Ma  allenort^e  del- 
la Reina  tornando.  A j. 


Erate.  Lat.  regalis,regius.quello,cbe  conragion  fi  regge /ir  Signoreggiare.  Lat.dominariàmperari,preeffe.  Vm.Amor 
per  cofr  di  Re.P  a t.  (J-  B o c.  Reai  Amma,Coflume,fa  ne  [alma  ou’elia  Signoreggia.Iné  mtfignorcggia. 

ma,T{atura,  Corona, Ferga, Signoria, Maggioranza,  Donno, Don,Dorma,dr  Domno fi Irggene teftì antichi,efr  jSt 


Menfr,Manto,Stato,coiuiito,Antmo,FeSìimento,Rtale 
Uofliereideii  giuflo.  Dan.  Realmente  ne  l'atto  anchor 
proteruapdeft  imperiofrmente . 

Re  gnOjiar.P  £ r. Regno  di  Roma,diTioia,di  Siria /li  Tra- 
chi.  B o c.  Salili  ali altezga  de  Regni . & quando  dinota 
il  Taradifo/uedi  a dclo.Dardano  fu  il  primo  ,ebe  ineomm 
ciafle  il  Regno  de  Troiani.dT  Bruto  fu  d pruno  f he  regnaf 
feinBertagna. 

Reame.  Lat.  regnum.  Boc.  Che  a lui  il  Reame  di  Tunifi 


[un,dr  [altro  fignifica  fignore,&  Signora,  lat.  domine, 
titolo  conueniente  a Vrett . onde  nelle  facre  lettere  furo, 
ua  iubedoninebenedicere,idefidomine;drF arroneuuol, 
che  fi  pofia  dire  dominus,domnus,dr  donnus.  T a T.  Ver 
inganni  Air  per  forza  è fatto  Donno.  Bo  c.DonnoGiau- 
m . che  io  fia  di  città  Donna  di  tutto  d mondo  ,&  egli  di 
città  ubidiente  alla  mia , idefi  Roma . Douc  da  tutti,  co- 
me toro  Donna  fu  nceuuta  .Dan.  Che  bebbe  i nemici 
del  filo  Donno  in  mano . Ffa  con  efio  Donno  Miihelian- 
cbe.  C’bauean  di  confidar  i anime  Donne  òde  fi  c'hauean» 
grafia  ,& fatuità  di  confidare  le  loro  anime , tir  Donna. 
Lat.mulier.  uedi  ai^tg. 


i%6 


appaneneua . Ver  non  lafrtare  il  Reame  finga gouemo. 

Re^re.Lai.PtT.Che  fra  glihuomini  regna,&fra  gli  Dei 

regna altrofignore.Qjfi  regna  amore.Regnanoifrnfi,&  

la  ragion  i mo»a.  Che'n  Dee  non  credeuio  regnape  mor-  Donncicamcnte.  Lat.  principahier , more  domimeo . ual 
te.  Boc.  Conofeendo  Lauretta  il  termine  efiert  uenuto,  fignortlmente.  Boc.  laquale  donnefiamente  inconnne  ò 
oltre  alquale piu  regnare  non  douea . a parlare.  Quando  Donnefiamente  la  Rema  ad  Eltfffr 

Reggia.  Lat.  regia,fhabitaiion  reale.  Par.  Tofto  che  ginn  impofe , che  fignifit  .Dan.  Donnefeamente  difiepiie  n 

to  a [amorof a Reggia.  Da  >1.  Gli  pigoli  di  quella  Rétg-  cottlui. 


Gioae  CIELO  Gioue 

btmieire,pcrpgMreggure.Lat.demiuri,rtgiure,lmpe^  alta,  &■  gloriola  fide.  Cofipietofai'afiifi',  luim'alfifi. 

rtumgtrere  dominatum  tenere. l>  AH.La  gratia,ibe  don  Dan.  .Arrt^  m'ajfifi  nella  prima  giunta. ma  dimnù  per.^ 

nea  con  la  mia  Donna.  che  .Ajjifo  ritto  iè , ideH  fermato , Da  queSìa  ^rte 

Indonnate , per  figaoreggiare.  Lat.  dominari,prineipé  locnm  fono  .Affi fi  Sìuei,cbe  credetter  in  Cbriflo  uenturo.Se  nuli 

tenere.  P e t.  Fiamma  <f  amor,  ibe'n  loralto  i indonna , uolete,cbe  con  noi  m'affieggia . 

Dan.  Ma  quella  reuerentia.cbe  s'indonna  Di  tutto  me.  .Afiettare  per  accomodare.  B o c. .Affettate  erano  le  donne 
j8p  Site, ualfignore.yo.Francefe.Lat.Tnnccps  V et. Centra’ l atauola^ermangiarej..AppreJìandofiPboradelmàgia 

buon  Sire,cbel'hutnana  ffeme  .Al^-h  o c.  (quafi  flato  re, il  Resafiettò  ad  una  tauolaà.s'accomodò,dr  accomaa 

foffieilSiredi  CafligUone ,)  Difie  .Afcalone  alRe  ,Sire.  date  a mangiare  s'afficttomo,idefl  fi  pofiro  a tauola, 

P H.yidiunpofiente,^  gcmrojo  Shre.X  i.D  an.  £t  Scntxo,Lat.Sceptrum,lituus,hacidus,ac uirgaregia . ual  jpi 
bora  pena  in  Siena  fen  bisbiglia, Ond'eraSire.'bfpnéfi  realmfigna.B  oc. HauerdonatounReloScettro,^la 
non  ffilendor  di  quella  Idea  ; Chepartorifee  amando  'd  no^  corona.  P e t.  F' fon  borie  ricchevie  fon  gli  bonari  ,■ 

tiro  Sire.  Ft  le  gcmme,&gli  Scettri^  le  corone  f A r i.Terrà  eo 

Preme, rt  Trincipe  ilprincipe.Lat.princeps.T  et.I^I  buon  fui  con  piu  felice  S cettro . 

T^rua  Traian  Vrincipi  fidi.Boc.Corfela  fama  agli  \er^2perloScettro.Lat.uirga,t!rfceptrum.TET.Toiche 
orecchi  del  Trenge  della  Morta . Vngran  Trenxf.MoUi  feffuntoaCbonorata  f'erga.hoc.TieW  uno  diqueflifor 

gran  Tnnàpi  furono  già  poueri . Inguifa  digrandifStme  o^teri  ila  mia  corona, e la  Ferga  Reale.  Tutti  gb  fuoi  jer~ 
Trincipeffe.  7*  h.  D a n.  Del  Roman  Treirge,  lo  cui  gran  gentia  dimoftratione  della  maggiorala  di  lei  portano  la 

tutore.  .Alcuni fcriuono  Vrencejma  male . Ferga. Aki  Tu  fii  paflore;e  Dio  t’ba  quella  Ferga  Data 

Stato.  Lat.  imperium.  T et.  In  Suio  di  piu  nobil  menar-  a portar,  tr  quando  dinota  la  baccbetta,uedi  a 1 1 94. 
cbia.  Boc.  In  Stato  Reale  ritornare,  gp-perlo  Stato  fpi-  Corona.  Lat.infigne  regu/liadema,Sertu,i  oroUa,& coroa 
rituale,uedia  ìsj.&quandodinotaloèfierea  1594.  nulaildhni:Stiipbia,&StrophiolaildimiVET.&hoc. 

Scggio,M/  dominio.  Lat.  Sedes,  Sella  curubs,&  eburnea.  Corona  Grande^ella. Ricca, Udorna  di  gran  Falere J o-' 

P E T.  Boc.  Maggiore, .Altero, Giuflojdefl  dcllara  orale  Corone  de  gli  Rea  de  gli  Imperadori.  Connetta  Bel 

gione , tir  per  lo  luogo . Et  talhor  farfi  un  Seggio  frefto,  la.Mofie  uer  me  da  mille  altre  Corone . lui  ha  del  pio  bar 

fiorito  ,& uerde . -Al  bclSeggm  ripofloonàrojò,&fo-  far  Connati  palma.F' fon  bora  gli  feettri,  e le  Corone.' 

fio . 0-  quando  dinota  dominio  ffiirituale , cioiil  cieto,ue-  CoTOnsn..Lat.Laureata,infigniia.  T s T.Fergine  Corona 
dtaói.  ta  di  Stelle.Coronata  nel  fupernoregno.Connatif  Alloro 

Sedia,^  Sede  per  lo  domìnio.  Lat  ìmperìumffi)lium,&  ea.  Incoronata.  Boc.à  Gemme  orientali  ineonnata.  di  ro  Jg* 
tbedra  ; la  Sedia,  cariega,o  fcranmi  per  federe.  V et. -A  fi  Incoronata.Iucoronata  nel  regno  Thilomena . 

ueder  preparar fua  Sedia  in  cielo , -Afiifa  in  aita, &glo-  Connare.Lat.&  corona  capiteìponcre£oc.FuRe  di  Sicilia 
riofa  Sede.  Sol  una  Sede,  & quella  fu  in  Baldacco.b  oc.  carorutoManfiedi.Etmfuo  luogo  fu  connato  il  figliuolo, 

Quiui  le  non  penfite  Sedie  éuoi  fi  funno  largite  if  amo-  Inconnare.Lat.coronare  ,diademateornare.  B oc.  7o  ha 
re.  Ait.I>  AN.Tqpl’oréne,chefannoiter^Seé,Siede  già  propoflo  ,cuiperlodi  fegueme  ne  debba  incoronare, 

Rachel,^  qui  éfieSedi  in  uecediSeggi  Lat.fedes.  Chi  non  era  meritamente  incannato.Conquiflò  la  Scoria, 

jpo  Solio.  Lat.i  la  fedu  del  Re.  B o c. Fermò  il  Solio  del  regno,  &f unite  Re  inconnato , Dicendo  a Lauretta , Madoimx- 

tdefl  la  flantta  regale.  'DMi.Fidiffiecchiarfempiudimil  io  u incorono  di  uoimedefima. 

le  Soglie  jdeSìinfimte  fidie.  Mitre,cbeportanoi  Fefcouipotificalmfte  in  capo. Lat. et  in 

Curule,  erano  SeMealoue gli ancianidelle  cittàjlauano  in  fula,etapexr&  miteUa.i.parua  mitra.TtT.F'  fon  borie 

pubbcoafidere,Lat.digenereneutrale,ufitodaD  A n.  ricchett^,ù  fin  gli  bononi&  Mitre  con  purpurei  colori. 

Et  già  tran  ale  Curule  Sitif,et  -ArriguccU.  a magiilrati.  B o C.Tei  dato  il  Tafiorale,^  la  Mitra,& guami. 

Chìthitdraie.Lat.AKi.Qjiindi  alla  Cb'teja  Catbedral  Mttriare.Ia.omareinfuUs per  mettere  la  Mitra.DAS.Ter 
conuerfi.  ch'io  te  fopra  te  corono, (fi  mitrio. 

Sedere  neme.T  ET.E’lSedere,(filoflare , Diadema.  Lai.  tolta  da  Greti  per  la  corona  regale.T  et. 

Sedere.  Lat.  P E T. Seder  la  donna  noflrafòpra  Thetha.S' afii  Forma  un  Diadema  naturalab' alluma  L’aere' A' ntorno. 

fi;  (fi  federfemmi  in  una  riua . e’n  cima  fide.  La  douea.  Ani.  Ha  difegnato,chabbia  d Diadema , C'bcbbe  .Au- 
mor  feJea.Ouefila  fideala  bella  domta.Tacita  & betafi  guflo . 

la  fi  fideajedendofi  entro  Palma.  Sederfi  inparte,&  con  Marchefè.  Lat. marchio  Fo.  nuouo,  & demarchus.  B o c. 
tar  dolcemente  .Il  mio  Signor  federfi,(fiùi  miaDiua.  Marchrfidi  Monferrato.Marchefi  di  Sabr^jp.  Marche 

lauto  figgia  iPamor  penfofi,(fi  fcriua.S'to  dormo  fi  ua-  fatu  di  Monferrato.Marchefi  Malaffiini. 

do, 0 fòggia.  Dentn  la  douefil ci  amor  figgio.Oue  fifiede  Conte  Lat.comarchus,&  comes, nomen dignitatis  nouum.  J 9 j 
all'ombra.Onde  a chi  nel  mio  cor  fiede  monarca,  lìgi  me,  Boc.  Conte  Guido.Coitte  .Aleffandn.  Conte  d’-Anuerfa, 

xo  del  mio  cor  madonna  fiede.'B  o c.uedi  PindiceS)  a n.  Contepouero,&  mal  in  arnefe.Conti  di  finta  Fior. 

Et  h foggio  m quello  loco  fieffo.O  bice  eterna,  che  fobtm  Conte(ii.Ltt.comitiffa.Fo.nuouo£o  cJJi  Contefiq'Jnten 
te  ftdi,ÌH  uece  di fiedi.Etpiu  à cento  ffiirti  entro  federo  in  de  éfarui  caualier  bagnato . La  Contefia  di  Ciudlari . .A 

neceebfedettero . cuilaComeffadiffi. 

Rifedert.  Lat.rtpdereualripofare,&firifeTifce  alt  animo.  Barone  i il  figaor  di  cafteUL  Lat.  legale.  Boc.  Del  Barone 
D A s.Cbe filo  a ciò  la  mia  mente  rifiede.  tneJSer  Santo  .Antonio.  'Nffiiite^gran  Barone  del  paefi. 

,Affidrre.Lat.(fifidere,(fifermart.'P  ET. EtpietofiPaffi-  LecalìeCade  Baroni.Magmfià  Baroni.  Etadun’aftrodo  s 

de  in  Ju  la  ffionda.TnrH  medi  fimo  affido,  donna  .Affifiin  ntjfeealiella,cittit!fi  Baronie. 

J^pumuir 


e 


Gioue  CIELO  Gioue  j« 

Trìnmuiraro Xit.B  o cMineìT ufficio  chiamato  Trium-  fitauo  con  due  CoufigUtri . 

utrato  t impero  di  noma  rrggcua.  Coniìglio.  Lat.cófiiik^léeratio,cogitath.ammaduerfo, 

Meflère.  quafimioftrcfimi;mherus.Lat.  domine^troue.  coguatu,ratto^cmfitaaóftderatio.  P e Boc.Con/i 
Pet.  Il  mjiro  amorofo  Mejitr  Cino . Guitton  {aiuti,  & glto^lto,Altero,Fidil,'HauraL7ioHoJ)tltreto,Buono, 
Mcfier  Ciaor&  Dante.  B o c.  Mificrh  Frate.  Mejfer  lo  Ottimo,  HoncHo,  f'ero,F'ttle,  Lungo, Subito,  Maluagio, 
Cluéce.  Mejfer  Carlo  htffioje  Mefiernò.  Mejier  ji.  TOm  Deléerato.Mutato  Coitftglw.Mal  prejó  CoaJigUo.Toueo 

reme  di  Mejier  DomcnedM.  ridiConjiglio..Ajlretto  Conjiglio.ideJI  {Irtnametue. 

ÌAidonniodcfl  mia  donna.Lat.Dontina.Hera.  B o c.  Sen  Configliare.  Lat.confuicrerdeliberarejcoiijuliarv,pToffiuere, 
za  iuenga  di  Madonna  Uncina.  Madonna  Margherita.  prauidereanedert,eonftltumpctere.P  e t.  Che  mi  conftgU 
T BT.Oue'l  bel  utfo  di  Madonna  luce. Tot  che  Madòna  amore  i Chi  Marnar  altameme  ftconfiglia  Boc.^tui 

di  pietà  commofiaj'edeteiche  Madonna  ha'l  cor  di  fmal  U donna  più  innamorata,  che  conftgùata  nffioji . Toi  più 

to.  Madóna  dijSi , già  gran  tempo  in  uot  Toftl  mio  amor.  turbato  che  configliato  difie.  L'baueua  fedelmente  conft- 

^uaji  m infiniti  luoghi , eff  fempre  in  uece  di  Laura  Jiluo  gliato.  Mi  configUano  ch’io  procaca  del  pane, 

doue  éceÌE’ncomincio  ; Madonna  il  manco  piede  Ciotta-  Sconiìgliato.  c quello,ch'i  bilògnojb  di  Cotffiglia.  Lat.indi- 
neitopos'tonelcoSluiregno.inuecedellaragione.  Beh.  gemconftlto,CrcoHjiliiinops.P  tr.CheSconfigliatoate 
Madonna  Berenice  A s.  uien  per  conftglio. 

ÌAon2,per  madonna, quafi  matrona,mater familias.  B o c.  Pofleditorc.cr  ToJsefiore.lat.P  e T ira  i breue  furori^ 
Mona  Hermellina,  Mona  Bel  colore.  Sifermeperuna  n.  chi  noi  frena  E' furor  lungo;  che  IfuoToJfefioreSpefio  a 

jpq  iiidtmì.miadama.Lat.Domina.BocJ^ratellodiMada  uergogna,  drealhor  mena  a morte.  B oc.  QjiaHtunque 

ma  FiordaiifòMadama  U Reina.  dura  glifope  a fare  altri  Voflejiori  di  quello,ihe  egli  J'om 

Dama.  yo.  franeeji  per  fignora , & donna . Lat.  dominai  mamenteperfedcftderaua . Et  percioihe  cffi  canojcono, 

B oc. Et  a nojlra  Dama  é Tarigi  con  Ita  andofieneódeft  che  quami  meno  fono  i ToffeJfori  { una  gran  ncchezza, 

alla  chiefa  é nojlra  Donna.  Et  in  uerfo  lei  difie. liama  na  tanto  piu  fiatino  ad  agio.  Ma  quaft  come  Toffefiori,&  fi- 

feono  in  quello  paefe  fdamente galline, fenga gallo  alcu^  gnon  di  quello.Douenoi  nogliate  recare  le  uoSìrc  ricche^ 

noi  La  Dama  che  pietofa  tra . Damma  quando  animai  gemuno,&me  far  tergo  ToJfeditore  con  uoi  infteme  di 
dinota,  uedt  a i > 1 7.  quelle.D  ah.  I pu  Tofieduorfaccia  più  ricchL 

ScT,Ladontmui;  quaft  herus.  Bo  c.Ser  Ciapelletto.O  Sere.  Tofiedere.  Lat.poffidere.P  e r.  Qual  piu  gente  poffede, colui 
UM  fiate  il  ben  uenuto. Torto  quejle  cofé  a Sere  Bonaccorm  i piu  da  fimi  nemici  auolto . Voi  pofiedete  ,&io  piango  il  I 

ri  da  Giueflreto.Sere andiancene  qua  nella  capanna.  Dun  mio  beneMel  tuo  cor, eh’ ella pofiedeua  m uita.Bo c.L’ap 

que  loi  tu  ricordanza  dal  Sere  l petito  del  pofieder  U cofa  amala .^cciocbe  foto  poffedeffe 

Vicario.  Lat.  B oc.  Vicario  di  Chriflo.  General  Vicario  Uguadagnatapreda.Voiriceuereteperuntento,etpofie 
^ReamediFrancia.D  nn.ebe  lafcià  Cbnflo  neVi-  deretelo  a ulta  etema.IlmiouolerfofieggioMedil’ Indice 

cari  filai . Tenere  per  pofiedere.Lat.  Pet.  Chela parte  éuma  Tien  di 

Giudice,  lat.  index.  Boc.  .Al  coietto  di  tanto  Giudice  nofira  natura,  e'n  cinta  fede , & cofi  bella  riede  Tiel  cor 
delle  cofe . Lequali  cofe  udendo  il  Giudice  del  podeSià , il  come  colei,che  tien  U chiaue,idefl  i he  apre,&  ferra.  T er 

Giudice  quaft  fìupefatto  delUccidente . Mefier  lo  Giudi-  rà  del  ciel  la  piu  beata  parte, idefl  poffederà,  0 habiterà . 

te, Gh  Giudici  hanno  lafctatiitnbunali.Chegiufii  Giudi.  Unirne  belle,  & di  uirtute  amiche  Terranno  d mondo, 
ti  fieno  alla  mia  Querela . Boc.  Tenendo  queUo,che  tu  bauer  non  dtureSli . Vorrei 

3 j j Podfftà.  Ut^rator.ifofficUle.  Boc.  Colui,  che  in  luogo  iofàpcre  fe  tenendoci, Grufando  ifuoi  feruigi, il  primo  ft- 

del  Tvdefii  erodi  Todeflà  riguardando  cofluiAl  palagi  giure  fi  può  dolere  del  fecondo . Et  non  hauendo  moglie  fi 

STO  del  Todeflà  ne  fu  menata  Jji  famiglia  del  Todeflà.  pensò  di  fempre  tenerfi  coHei,  idefl  pofiederfi,  & goder  fu 

Podcfta.Ì4f  potefUs.gliaiiticbiledauanodnomedellafe  Clialtrtchel  luogo  hanno  tenuto,cbe  tu  tieni. 

minaconl’acccntofopralapenuliima,comefileggeinal  ItwùttOflonmaiuhuofifuperato.Lat.muiiìus.P  jgé 

emù  tejli  antichi  c'hoggi  non  s'ufa.B  oc.Qjiando  egli  e-  togia  Inuttto  a le  terrene  latte . Tot  quel  buon  Giuda , a 

ra  giudice  della  TodèJlaàForlimpopoli . Commeffaogni  cui  nefiun  può  torre  Ufue  leggi  pateme.Inutt0,&FraH 

fua  Todifla  in  .Mannello.  Lat.  omné  iurifdiBioné  .Dan.  co.Cbe  meritò  la  fua  Inuitta  boneflate . 

La  nemica  TodèSla  Ut.  mimicum  ius . Illuftrc.  Ut.  &praclarus,ffileiulidus,ual chiaro, & nobile. 

Poddlcria  Ut. pratoria  diguuat.iiigouemo.  B o c.Ver  T e t.Tommi  con  fama  ofeurafi  con  Illufire . Et  uedrà  d. 

fo  Melano  fe  n'andò  in  TodeJleria . uaneggur  di  quelli  lUufiri . Titolo  di  buomtm  chiari  ér 

Tribumlc.UtJluogoeleuatoAouefiedechi  tienragione.  grandi. 

Kk  i. Come  dinangiaTnbunah  jn  fiotta  Di  ujlimoneit  ÌA»gno.Ut.magnusdnagnariusjialgrande/amofò.TsT. 
finiti, &di  Toflille.  Ter  molti  tempi  quella  turba  Magna.  Tafioquieofe  glo- 

frowbuazli.Lat.uoeabolodilegilli,ualJlareaJiderein  rhfè  ,&  Magne;  Ch'io  nidi, &ér  non  ofò.  Concafi; 
tnbunale,&  fedendo  giudicare.BocMcfiendofila  Rei  dellequai  mai  le  piu  Magneifon  uide  il  paladin  pnma 
■na  a federe  poflaTro  tribunali.  ne  poi. 

Caualicrì , Giudici , Ambafiiatori , Secretati  .uedi  a fuoi  Magni, celebrati  in  arme,&  in  lettere  da  nojlripoetixt  tra 
Incubi.  tuttiildomatoredelmondoullefiandro.Hagno.lluitto-  Z: 

CQnrig\ier.Ut.coiifiliarius,&aamfiliii.  Pet.  Di  ciò  m'è  tufo  Carlo  M JgnoxprimofaiitoredeTaUdiiu.liMagno 

flato  ConfigUer  fol  efio.  B o c.  Capitano  farà  Buffai-  Tompeo  piu  nittoriofà,c^  fortunato.  Adrerto  Magno  il 

wtacco,&  » fuo  Configliert.'ìifii  babbiimo  fimpr^  un  Ca  Magno  Mtbanafio.Bafilio  MagnoJàMagoo  fòmite, 

C » 


Gioue  CIELO  Cioue 

padrone  della  inclita  città  di  yinegia,  & altri  miti  di  altri,come  tnagpore,bonorato,eìr  rentritó . 

fi  bel  cognome  ornatile  gU  antichi  fecali,  & ne  moderni,  Irrcucrcntc.  Lat.jpretortet  coméptor.  noi  fen^  reuertx/k 
dotte  habbiamo  uedato  ConfalMO  Ferrante  di  Coriuba  da  P e t.  nuotta gente  altra  mfuraaltera  Irreuertnte  4 
to  meritamente  per  le  fnegran  prodett^,& mttorie;Ma  tanta,& a tal  madre . 

gno  capitano . Trouanfi  aneto  qiiafiin  ogni  atta  d’Italia  Venerabile.  Lat.  Pet.  Ton  man  in  tpiella  renerabtl  eh»- 
nobili  famiglie  di  cotal  cognome jcome  in  Roma, in  Hapo-  ma.B  oc.  yenerabil,Chiefa,Tadre,Huomo,  Fenerabi- 

U,in  Fiorem^,m  Genoua,  in  Milano,»  Ferrara  ; Ma  piu  li  .Altariy cneranda  Donna.t'ecchievCfl  & Imago, 
che  in  alcun  altra  fiorifce  lanobiltàde  Magm  inizine-  GiidìC2,ualpregiata,eireffaltata.Lat.honorata.P  lt. 
già , Là  doue  i nato  il  mio  amicifitmo  M.  Marc'antomo  Gradita  f'oce,Tianta.Hora  men  Gradita, 

Magno  buomo  rarijjimo  nella profe/iione  delle  buone let  Gradire. Lat. grati  habere,aRtmareJn predo efie,fepalt4 
tere  Oratore, &Toeta  non  mediocre,  ,Arithmetico,&  re,ethaueregrado,etm  pregio.  Pet.  Là  doue  piu  gradir 

S crittore  ecccUemeje  di  quefla  lingua  dihgentijfimo  ofier  Jua  uilla [ente,  che  miei  prieghi  humili,  et  cajli  Gradi  al- 
uatore,&compofttore,  ér  oltre  aò,tr  ch’io  molto  jltmo,  cun  tempo  Gradifcejrfdegna.Quantogradifio  Selafufiè 
nelle  cofe del  mondo.uniuerfalmeute  jperimentato  per  ha-  quam’ejfer  dè gradita. B o c.L'ammapoco  da  mortali  eji 

ueremolti,&  moltianmuagato.tà'  (comeunnmmoylif  Jérgradita.Ter  la  uirtù  ch’era  poco  gradita.  D a n.tiel 
fe)  ueéito  i coftumi  é molti  huomim,  or  di  molte  citti,et  mondo  fu  douria  ejJergradita.Hor  ti  piaccia  gradir  la  fu» 

paefi,&per  lefue  uirtù  fmgulari  acquiSìato  la  grada  di  uenuta.  P et.  Se  la  fufo  è quant’efSer  di  gradita, 

molti  gran  fignori,da  cuiefiercitatomeofe  honoreuoU,co  .Aggradire.  Lat.  gratum  effe,  piacere  fatiifacere,cordi  rfie. 
me  in  magijlrad , & ingouemi  é flato  fémpre  ne  ha  ri-  Pet.  Qjtanto  u'aggrada.Che  mal  fi fegue,cto  ch'a  gli  oc 
portato  laude,& nome  celebre;(^  finalmente  per  l'affet-  chi  aggrada,  dt  che  anchor  m’aggrada.  B oc.  Da  douere 

tione,(be  egli  porta  aliapatru  fua,  i ritornato  a uiuere, e aggradire.m'aggrada  di  dimoflrarlo.iUbe  gli  aggradì  for 

moriredoue  egli  nacque  ,0"  qui  bora  inetà  già  canuta  teaiedi  alt  Indice.  D a n.Tanto  m’aggrada  il  tuo  coman 

conduce  la  fua  profilerà  ulta  , cr  anchor  uerde  uecchiez-  damento.Che  rtó  men.Che  fauer,dubbiarm’aggrata.  Che 

za . & merci  Jua  idiuenuto  compagno  mio  nelflampare  per  ueder  gli  afpetti  de  fiati , Et  per  trouar  lo  tibofinde  ti 

la  prefente  Fianca . P^fea  In  che  igraui  taborgjijono  aggrati. 

Magnaniimti . Lat.  B oc. Tu  non  fi  di  quelle , m cui  la  HoaoTe.Lat.etgloria  omamentuJaus,amplitudo4ignitat,  j 
Magnanimitàdebba  ifuoi  effietn  moHrare . uenerat» ,exiHimatio4ecuiretdecMi firn, l’honore  acqui 

497  Magnammo.  Lat.  P s T.Eraui  quel  cbe’l  Re  di  Siria  cinfe  flato  co  fatica.  Pet.  & Boc.  Gride  fiegno,  Dolce, Tro- 

D un  Magnanimo  cerchio.  Il  mio  gran  Colonnefe  Maglia  pr  'ie,Hoflile,Souran,y ero,Riceuuto,Sommo.Diffufo  in  ri 

nimogentil,coflante,et  largo,Vrouerai  tua  ucntura  Fra  me,MolloJietlo,Có  meno  Honore.GrìdifSimo  dono  i quel 

Magnanimi pocbiMagnamma  Reina,eir  Imprefa.Boc.  lo  Honore,che  calia,et  buona  la  dona  ridtaltbuomo,  & 

queRo  non  i atto  da  Re  Magnanimo.Come  ch’io  Magia-  molto  da  tener  caroMonor  ctlmperadori,e  di  poeti  Honor 

ninu  mi  ritragga  é punirti.  delefamofefrondi.de^ÌHonore.Qjiella,cbefudclfe- 

Magnificcnia.  Lat.  magni ftcentia.B  o c. "Prendete  cotefli  col  nofiro  Honore.Che  uipuo  dar  dopo  la  morte  anchora, 

ehm  dalia  Magnificenza  di  Monfignor  lo  Re.  Rieordataft  Miller  Mille  anni  al  mòdo  Honorem  fama . Che  la  flrada 

della  Magmfic enga  ultima  di  Federigo.  L’amiflà,  fi  come  d’Honore  Mai  nò  lafcia  fèguire . Che  i uitijfiioglia^  uir 

madre  di  MagnificeKza,&  di  honetìà . La  Magmficeirga  tù  uefle  HonoreXJàn^poHa  farti  un  tato  H onore  Qual 

del  Re.La  uoHra  Magmficenga.  Hauendo  ingandiflime  altrui  far  no  fòglio.  “ìfon  ben  contento  de  Secondi  Honori, 

Manificeng  fiefo  tutto  il  theforo.  Beh.  La  uoflra  Ma  Honorato  Medico.  Lat.  bonorificus.  Fine.Honorata  Sòie 
gnificenza.  A s.  ra.  Spoglia , l'erga , Fronde , TeRa , Honorate  Froudi, 

Magnifico.  Lat.T  e t.  B o c.  Magnifico  Sigmre  ,cirRe.  Coji,  Honoreuol Stato,  Honoreuoli Huomini,Honortuo- 
MagnificaFeRa.M  agni  fiche  FeJ^,CoJi.z!r  Donne.  Ma-  lifiimi  yeRimenti. 

gmficbi  Doni.& Huomini . Honorare.  Lat, &afiicertjhonorem  habere,  honoremdebi- 

^ueremi.  Lat. reuerentiajionar,  P e t.  0 itogniRiuereH  tum  alieni preflare fin  honare  baberi.  P e t.gU  occhi  no- 

honor  degnaHagion,uergognaj&  Riuereuga  af-  ft  n ; eh’ amor  jt’l  del  bonamj'n  caualier,  che  tutta  Ita- 

frene.Bo  cJ\iuerenga,Somma,Grandifl'tma,Singolare,  liahonora.Cb’unbelmorirtutta  lauitabonora  .Ilfecol 
Debita-Auebora  che  in  Riuerenga, come  padre  l'baueffe.  noflro  bonora.Lei,cbe  ne  mid  detti  bonoio.Cheper  te  con 

-A  Riueret^  di  celui,a  cui  tutte  le  cofè  uiuono.  Ari.  E f cerato  bonoro,&  colo.  Che  col  cor  ueggh,  dr  con  la  lin- 

t ahbrattiaro,oueil  maggior  i abbraccia  Col  capo  nudo,  gua  honoro.  Boc.  Honorandola  quamopiu  potea,  ’Hiu- 

& cofginoccbio  chino . na  cofafu  mai  tanto  bonorata.  Deuefle  ejfc  re  come  mag- 

Reuerendo^  Reuerente.  lat.  Pet.  T^gn  la  toccar  ; ma  giare  honorato,  efl-  riuertto . bomrauano  igentilhuomud 

ReuerenteapiediLedi.  Mafie  con  fronte  Reuerente  foreRieri.Tdgtbanpiu  gùmibonorò  Mitridanes. 

{morta.  Boc.  La  Reuerenélaauttorità  delle  leggLHuo-  lioneuolei2Ji.Lat.1><mor,decus,hoHeRamentù,ualboHé 
mogande,  &diReuerenda  auttontà.  Le  Reuerendi  Leg  ràza.B  o c.  Qjutlfòfie  fiata  la  Horreudexga  del  padre 

g.  Luoghi  fanti,  tir  RiuerendL  RiuerenteTerfona.  Con  loro  r&  quanta  la  loro  ricdtejTt/t.Ugnfoglioim  alcuni  ae 

Fronte  Riuerente.  crefcerepuntodiHorreuoiezga.yoceThofcanaantica. 

19*  Siuenre,dr Reue/ire,far bonoreJatareueriri. Tet.Co/I lau  Hon»nz2.LatJionor,ualbonorà^.DAtt.C‘horreuolpof- 
dare,&riueririnfegnaLauoceflefpi.  Bo  c.  quelle  cofe,  fedeaquelloco,0  tti;c'boiuìriognifcienna,et  arte;  iìuefli, 

che  fono  da  riuerire.  Et  par  lor  efi er  degnioT eflere  reueri  chi Jòn,chaimo  cotanta  Horranga.yoce  di  Dante. 

tìXr  dalle  lordomie.Boutffetfiert  da  tutti  gli  HoTieaoktualbommole,Lat,boiKrabitis.  B o c.ytn 

gfittUnda 

* ' 


Gloné 


CIELO 


Cioue 


51 


^hlaìiiaItonetiok^apparaite.Terc«mp*rmHor-  mok  temprali  afe  dijpre^ttehaiieam. 

mule  alla  fe^aMorreHolti&  can  ctttaJini.Come  egli  faf  Negletto,  Uu.  Ubieflut,  Sumtmfus,tomem- 

ji  Horreuolmeatejepellito . ptus^neglcdiu.  P k t.  /I  mal  guardalo , cìrgia  T^egkita 

Dishorreuolc.  lae.  inhonorabilis,hih«imrÌMs,pradetorus,  mdo.  Dal  lauto  d’or  Tdsgktio  odane,  e’naaaeliato , dr 

ingtorms . fi  o c.  £t  ueggeiMo  ui  ogni  cofa  cofi  Duhor-  ino.  D a s.però  n’è  data  ; perche  fur  'Hegkiii  li.àjiri 
reuok . noti.  A r i.  £t  non  potendo  bormai , che  fi  Hj^faia 

Difnor,«4/  diibonore,&  uergpgna.  Lat  opprobrium^ede.  Ogm (emina (offe piu  patire. 

CUI.  P E T.  fermo  in  campo  Starò;  eh' egbi  Dtfnor, morir  Rifiuto.  Ljt.  rf/«4Ho.  D A N.  Che  fece  per  uiltated  gran 
fuggendo.  Mifera  nò  uuendt  Con  quanto  tuo  Dtfnor  U lem  Rifiuto . 


fo  paffa.  Chiaro  Dijnor,&  gloria  ofcura,&mgra.A  R l 
Ben  ni  uide,che  ogni  minimo  foggiorno.  Che  faccia  ad  aiu 
tarlo;è  fuo  Difnore.Che  no  rieeua  alcun  Difnor;ne\danno. 
Colto.  Lat.  cnltut,  che  fignifica  t'bonore.  D a N.Che  udir 


tarlar  di  cofi  fatto  Colto. 
Colere.  Lat.  druen 


uenerari,  ob]èruareJhonorare.per  offeruare, 
drbonorare.'P  iT.OfidantagentilchiDiobeniok.Che 
per  te  confecrato  honoro,  & colo.  D a n.  le  cor, che' n fu 
Tamigi  anchorfi  coiafiJcd  honora. 

Vtmo,&  Tregio,ellimatione,cioè  far  conto.  Lat.  aflitna. 
tiofrelhon,  Tn.  Ecco  i due  Guidi,chegiafur  tn  Tre^- 
sp.  fi  o c.  Segaiagiouanetja  ut  bello  amante  dee  donna 
appagare,  o Trezzo  di  uirtute , o ardire . dr  quando  fid 
^la  ualuta,uidia  j6i. 

Tregio.  P E T.  D’HonedateJii  Tietate.D'eccellentia.  Grà 
Tregio.Et  a cui  mai  di  nero  Tregio  calfe.  e'I  Tkegio  iuo- 
firoin  tutto  a lui  non  fi  può  torre  Suo  Tkegio.Cofà;  onde'l 
uojlro  nome  in  "Pregio  faglia . & éffrez^  di  quel  che  a 
molti  è in  "Pregio.  S’ahunTregummeuiue.  Tiufidi^ 
/dice,  a chi  piu  "Pregio  brama.  DouefleU  Pregio  di  piu  lau 


Rifiutare.  Lat.refutare,repudiarejrecufare,refpuere,afper~ 
nari,abécare,rinicere.B  o c.Marcuccto (degnato  udendo 
fi  per  pouerta  rifiutare.  Uqualtcaurioli  non  rifutandoil 
firuigio  .Ilqual  titolo  Rifiutato  da  lui.  Et  quantunque  la 
giouanefua  compagna  rifiutafie.T^n  rifiutate  la  grana, 
che  Iddio  ui  manda.  Guido  tu  rifiuti  Cefier  é nofira 
compagnia  iP  n.Graé  alcun  tempo , hor  par  che  odi, 
drrifute. 

Maggioranza,/^  fuperioritd.  Lat.  preflantia,dominatio, 
principatus,prafellura,digmtas,au3oritaf.  fi  o c. 
cioche  ciafeunprom  ape  fa  della  fiilleeit  odine  infiemecol 
piacere  della  Maggioranza.EttuttiadtmoflrationedeU 
la  Maggioranza  é lei;purtano  la  uergajir  il  piombo . 

Maggiore,ut  ucce  di  fuperiore.  Lat.  maiordupenor, prima 
Ttus  ; prafeflui,  prmcc-ps,  anttlìes.  Pet.  Che'l  Maggior 
padre  ad  altra  opera  int(de.i.ilPapa  Diròdi  noi,maprim 
ma  del  Maggiore,  fioc.f'  il  uero,cbe’l  mio  Maggwre  rio 
ha  mai  lòffi  no.  D ah.  T rouàmo  l'altro  afiai  piu  fiero,et 
Miggiopdeft  maggiore. Perche  non  h uedrem  minor ,ne 
Maggifideji  Maggiori,  per  rifpetto  della  rima. 


dedarfi.  Cheben  s’ acquila  "Pregio  altro  ched'arme,  t.^Tegi.Lat.PETMadifuiommiiperegrim£gregi.Han- 
SommiPregi.&  «761.  mbalprimo,^queltantatoinuerfi.4chilie.Boc."Hgl 

Prezzare , eftnnare.  Lat.  aflimare  .Pet.  Calte  bellezze  la  Egregia  Cittàdi Firenze.  Magmficentia  Egregia.  L a. 

Tinger  caniando,accioihel'ame, tir  prezze.  Dnn.Sai  quel  che  fu  portato  da  gli  Egregi  Romani . 

Pregiare.  Pet.  Cui  folaparche  pregi.  .^nzimipregio,&  Egregia  "ìdatione.  A Kt.  Fatto  Egregio. 

tengo  afiai  piu  caro.  . Gtanofo.Lat.&ac.llGenerefoanimodedalùaorigine. 

•Cpjnezgare.  Latjtlìimare,magniluare,magnifacere,plu,  Gentilezza.  Latjnhililas,geHtilitas.  fi  o c.  Purehauen- 
rifacere.P  e t.  M' infiamma  fi, eh" oblio  niente  apprezza.  do  in  fi  qualche  fouilluzza  di  Gentilezza. "Ho  fai  tu  qual 


"H!»  fi  pareggi  a ki  qual  piu  lapprezza.Bo  c.  lo  non  fi 
th'errore  ò quello  detkdonnejequaii^huomini  fchifa.. 
no  apprezZfndogh  poco.  D A N.  ^ quel  ch'ei  piu  «/>* 
prezza,  uedi  a q6i. 

40S  Tretiofo.LH  ualdigranprezzo.P  t t. Dokemio caro,et 
Prethfo pegno.  T^uedi  merce  Prrtiofe  carta . fi  o c* 
dell'anima  mia  ; laquale  il  mio  Saluatore  rieomperòcoi 
fuoPretiofi  (angue , ynoanellobelItfimio,&"PTettofo. 
■PretiofePietre.Tretiofi f'im . EtloroeonPretiopfimii 
confetti , e*r  ottimi  uini  riceueite.  Ari.  Dipinto  uetroa 
gemma  "Prelhfa. 

Dirprezzo,ér  Diffregio.  Lat.  dijblicentia/ledtcus,  oppro. 
brium,infamia,contemptuspiat  diéonore,  cr  udipendio. 
Pet.  "Ù$n  per  odio  <f  alirui,ne  per  Diffrezgo. 
t>ifpre^2COTe.Latdefie{iui,us,ui/jrretor,còtfptor.PET. 


fia  la  nera  Gemilezza>& quali  la  fatja  t'Hpn  fai  tu  che 
cofa  fia  quella, che  faccia  l'buomo  G(tik,e  quale  fta  quel 
la,chegemde  efiere  noi  lafciatNiuno  i che  non  fappia  noi 
da  un  mede  fimo  paJre-,e  da  una  mede  fona  madre  tutti  ha 
uerei  tarpi,  e (anime  tutte  eguali  da  un  medefimo  crea- 
tore. LA."Ke  per  niuna  cofifel’ungentik/rl'altroutlla 
no,fenoncbe  ciafcunhtuendoparimétedbbero  arbuno 
a quello  operare,cbe  piu  gli  piaceffe.colui  cbeleuinù  fe- 
guitòffu  detto  CeHtile,c  gli  altri  il  contrario  operando,  e 
feguttando  i uittiffurouo  non  Gentili  riputati.  Dunque  da 
uirtu  uemte  prima  Gmtkz"Za  nel  mondo.  La.  La  Genti- 
kzzf  uon  fi  puolafctare  m hereditdje  non  come  k uinù, 
k jcientte,  la  fanità . &■  cofi  fatte  cofe,  ciafiuna  conuien, 
che  kfi  procacci , & acquifli  chi  bauere  k unok  .La. 
uedtCl ndiceja  doue  fino  altri  belli  difiorfi . 


Diffregiator  di  quanto  il  mondo  brama,  fi  o c."Hpnfino  Ccatil‘huotao.lM.nobiliiMoc.SenzaguardarlhCentit 


degli  Dei  Diffreguirice.f  i.PerconduceruiapiuDiffre 
ffeuol fine.  P h.  .dbieilio  lo  Diffrezzamento. 
t>iffrezzare,&  Difpregure.  Lat.  negligere,  ntbd  facerejni- 
bilipendere.ffernere,contemnere.T  e r.Cbefolea  éfprez_ 
Zarfetate,i!p  Carco . Già  per  antica  ujimza  odia,z^  di- 
jfirem . Et difprezz^e à quelcbea  moltiim  pregio, 
tìjcafi  ud (orna  equalmente  dif pregi,  fi  o c.  Cfit  oclfaai- 


huomofi  uiltano  fiato  fifita."Hgn  k ricchezze,  ne  il  ua/eer 
.depoffenti,^  ualorefi  huomim  fanno  Cbuomo &lafenù 
na  Gentikana  C animo  uktuofi  con  Coperatmni  buone.  In 
compagnia  di  GeutiChuomini.  0 bella. 0 Gentil  dina  fofie^ 
Geniti  donane. Gemtlifsime  Donne,  D ak.  Donna i 
Geniti  nelàetcbe fi  compiange  Di  quefto  impedimemo, 
uediaórq, 

e »! 


Gioue  CIELO  Gioae 

Timtìi,Ldt.iulgetuil,&mhiU.TiT.'Hsn  di  gente  Degnare  Ut Jigmre.&digttari.tjnòdmdgisell in ufn tri^ 

” ' plebea, nu  Jt Tatrttia. D ah. Bt nota i gran Tatrici Di  buere Jignum babereaul exiiianare^gni potare.  PkT. 

quello  imperio . C’babitar  no  degna  Tm  ne  la  nita.Chejofii  a tanto  honor 

Ecccllciua.i4t.«cf  flotf  M,  praUàtia.B  o c.Hebbe  un  in  degnata  allbora . Bt  al  morir  degm  efier  tua  man  preRa . 

gegno  di  tanta  EueUem^.Ver  eccellenza  di  t oftnmi.  Dorai  tuo  riihiamar  nenir  non  égno . Voi  < he  madonna 

Ec»Uence.  Ue.exceUeniq>raliam,praliabiIi>,pracellem,  dt  pietà  commofia  degnò  mirarmi.  Degni  moHrar  del  ino 

antecelUni^ximins,egregiiis.Boc.lJiogoJiiiomo,  Ec-  lauoro  in  terra  ’Honguardarme:/na  ibi  degnò  crearmi, 

celienti  donne , ho  c.nedtaU  Indice. 

Spkndido.perecceUente.Ut.l^lendidns.Boc.Splendida  Indcgnitate. Ut.&parnitas,himulitas.Vsx.rorJèibe 
Rmliita,  Splendide  Donne.  alihor  mia  Indtgmtate  offende . 

CYiiito  per  dlnjlreaiobile,eccellentejetfamofo.Ut.clarus,  indegyio.Ut.indignns.hoc  Ella,fi  come  Indigna  dilanio  ^eS 
cofficMMsaUnilruaiobiluónlignis,generofiit,egrtgins,pra  bene.P  i T.Indegno  Efiibo,foco,y enio.Indegni  Mah.  In 
apnusffinguUru,  excedens,celebns,famiger,  famigera-  degna  Nerba, Indegne  Fame.  D Indegno  far  lofidi  merci 

tor,famigerabilii,tnctyiiis,peruiilgatus,Siimmo  loco  na-  degno . Fallir  forfè  non  fu  di  fenja  Indegno,  ey  non  è forfè 

tUi,non ignobili! fionobjciirus,famanotus,qHÌin  elanfii-  Indegno  yofiro gentile fitegno. 

ma  noce omnmm  uerfatHr.P  x x .Chiaro  IngegnOtldgme,  AuttOTÌC!Ì.Ut.anRoritas.h  o c.Brala  reuerenda  ,4ntto 
Cerme.Et  étutti  ilpikChiaro.  Farà  in  pm  Chiara  note  rita  dtUe  leggi  lofi  dittine  ,iomehumane  quafi  iadMa,& 

manifeRo.  Chiara  Tromba,ytnute,f'ergine,Fama,On-  difsolala  tutta  per  li  minifin,&  efiecutm  di  quelle. Huo~ 

dio foramenChiara,& di men grido. Chiare Eme,yir-  moanticoeraJi^dtgrande,Auttorita'H}indeecjiertme  _ . 

tuli, Chiari  Spirti.  / due  Chiari  Trouni,e  i due  gran  Ter~  no  i',AHttorità  conceduta  alla  ma  penna,  che  fio.  Dan. 

fi,Iutellctti.Siuamifur  Chiari  tra  Veneo,&Hcbro.Cbia  Et  per  Auttontade  a lui  concorde,  {re. 

nlJìinoToema  .ho  c.  UCbiarex^deluoftrofangue,  Aixttotc.U.auQordÌAìiJcerne la uocedeluerace Auitom 
Chiara  Heligione.Chia'O  fnocoddeR  nobile  amore.  Di  fan  AuttoTtMole/hauttorità  Ut.maximaauQontatii.hoc. 
gue  Chtanffimo.  tà"  Chiaro  per  tuiido.ueé  a per  Sìjial  glorhfa  copti  qual  degna  dt  fornai  quale  Auitore- 

certo,& manifeflo ai6-j-j.  uole uàifli  mai dire.LA  Liqualiro  buommi , liquali  nel 

Jnóki.  Ut. iniUtus.ualgloriefo eccellente.  A ti  t.  .Anime  fembianteafiai.Auttoreuoltm  pareuano .altri  leggono 
belle)  Che  cbiaredlluftndnilitednuitte,&  fante  Son  per  Honoreuoli. 

fiorir  de  Carbor  tuo  fecondo.  Fanno  per  quelle  icaualicri  Ctldo  Jadignità.  Ut.  gradui,  dignitas.P  tT.Verihe  a 40^ 
erranti  Incliti  in  arme.E  (òpra  tutti  gli  altri  Incbti  pre^.  fi  alto  grado  il  del  fòrttUo.  Si  trouer anno/)  trouano  m tal 

qoi  Nobiltà, ?)•  'nobiliti.  Ut.  B o c.  Qjiantunque  la  'Hobiltì  Crado,Cbe  fiam  memoriaeterna  il  nome  loro.h  o c.U- 

del  fuofanguc  non  fia  cofi  chiara  ,come  i la  reale . Fn  giom  quale  mai  da  me  in  fi  fupremo  Grado  non  fu  meritata, 

nane  per  ‘UshUtà  dt  fangue  chiaro,  per  Hobdtà  Ì animo.  O Micio,  ^Fffittoil  primo  del  nerjb,  e' l fecondo  delle  profi. 
Ugiouanettapcrlafua'ìlpbiltàfialtrradiuenuta,  U.officiu,ma^ratns  PtT.feguiancboruenuto Komor 

Nobil.eir  'Flobile.Ut  et telfui.VtT.&  hoc.Marauiglut,  lagiudelbeuucatoOfficio.hocJ^uiuifbmitoiltépodel 
Reina,Vredayittoria,FmMa,Salma,Monarthia,Vian  fuo  Ffiicio , Tutti gU  Ffficu  da  Vapinea  dati  riconfermò, 

ta,Vellegnna,CeometraJ)onna,lngegno,BÌsbiglio,San-  Ffficialifàpra  aòortUnati.ueiU  fIndice.D  a K.Uiiiandt 

gue,Cibt,TheforoJ'oliimo,FMluio.di  Sangue'Nobile'Hp  fatto  di  cotanto  F ffUtoSede  portai  al  glortofo  Fffeio. 

bihIntelIetti.TH>eti,Cioie,HabUari,Signori,'tlpbilifitmi  Cotnand3ltiento.Ut.priteepin,pmceptio,iufiio,iuffus,et 
Varéti.'Hobiliffime  Dóne,cF  Giouani.'Hobéffima  Città,  lufiaonandatum.  Boc.  Et  fummi  commeffo  con  effrefio 
^{pbilitare.Ut.b  o c.  Ciafeuno  ridcua  del  nuouo  argometo  Comandamento.  Secondo  il  Comandamento  del  Re  fnnuo 

dello  Scalza  ufato  a nobilitare  jbpra  ogni  altro  i Baronci  mcnatt.Ver  Comandamento  della  Rcina.Senza  troppo  So 

am\cUt.^cmicus.PiT.CniilSangue,Odio.hcif:',Fnc  benne  CaoàdamentoaffettaTe.ComaniatatboradalRe,  . 

armario  di  ragion  Ciuilefu  riputato,  (ir  Ciuili  Ferie.  Comandateadopauw.uedtl’Indice.D  AN.Tamomag 

Cittadini  Cittadine,t!FCittà.Ut.ciuei.uediaCitt4aBpi\  grada  il  tuo.Coonandamento. 

407  lòeeoiti.  Ut.dignitai,honefias , gradui , honoriigradut.  Comandare.  Utanadarc^bere,praciperedmperare^er-  410 
ampbtudo,ornamentum,lplrudor,decui.  Boc.  'Sluan-  minaredmponere,ffiribere,  pbere,cometlere,impoiurzi 
loaltauoflra  Degnitài  appartiene.  Il  grane  pefo  della  madata  dareaiegouu  dare.  hoc.  Feccia  comàdare.Il  mio 

fica  Degniti.  Signore  mi  comanda . Cbt  comandando  io  tutto  il  mondo 

J3egno,&- Digno,Ut.hoc.Degno  cf  bonorr. Degni  di  giur  m'ubidifie.CbtUReinaComttndatomelbauea.uedifIn  , 

dar  porci. Verfona  Degna  di  fede.  Degiu  cofareputa.i.  dice.T  Rt.L'altretrarfiindiffarteComandòconmano , 
DepufitmoVatriarcadtCìerufalem.Di  fingoUrereue-  D AK.Talchedicomaiidariolarichiefi. 
ronza  Dignifitma.Digniffimadinprmfione.Degnamtte.  .Accomandareólprimofileggt  ne  tefliaiuitbidelh  o c.!^  ^ 

P fT.o'cfogmrenerenzaiCrifhonorDegna.  Chi  piu  De  funo,^Caltronemoderm,indiferentemente,tridelle 

gna  la  manna  fcriuerporfe.t  b'ogni  altra  mi  parca  d'ho~  profe  , CT  noi  legare , fermare.  Ut.  commendare.  Boc, 

por  wm  Degna.  Che  delfuo  amor  piu  Degna  efier  credia.  Ma  una  cofàti  ricordo  figliuoLimÌacb'ÌOtifi^.rIccomia 

Degno  ,Ànitite.Lode  JìegmVreghti^  Effetti.Cbe  ne  può  data.Utjnemor  ftiweiaietefti  antubifilegge  raccomS»  t 

firiteteme  albergo  Degni  Folummo  nobili  .Alta  Uu.  data..AciomidatalaaDu>aCenoiiafinaudò,ue  tcjiiau 

de Drgno.CbedlHomrro Degnifiinia.CrdiOrpheo.  .Al-  tithifilegge.idccomidatoloellaa.Dio.Bff  .Accamandau 
ma  reai  degrùfitma  d impero.  D a k.  Dignttofd  confata-  loro  a Du.Et  .Accomandato  bene  tuno  de  capi  iella  fune 

^ & aettaddeft  piena  dt  degniti.  a un  forte  brontojJegato,  0 fermato  j &oclPH.Mapot 


V 6-*“  - -■  >•  S’  f »•  K * T s -.t-a-i. 


Giofue 


CIELO 


Gioite 


<hr piu uedcrnal  puetetUUa  torte  accmaniljtolo a Dij  dufieulmonJe,hortm  comluce.  Qjijudornh  jpime^u 
fi  Hc  toruò,iilefl  pofiolo  nelCarbitriode  cieli.  Ut.  traJitus  trotta  al  uerdc.I  ho  condoli' al  fin  la  gi  me  greta  Sitha 

diti, &fortuiu.  Conia  accomandata  gregge  qmui  fi  fta~  ueuafotto  Catimie  Condotto  ji  tamorofia  guerra  eran 

ua,ideli  fibi  commifia . Condotti,  ho  c.ucdt  atri  udite . 

Ra<comaiidare.Ul.iSmendare,&  anthora  chefia  in  comu-  Riconducere.UtaterS  conducere.T  E T.Che  amor  per  fòrga 
ne  ufo  di  fcnuerfi  per  fimplice  mjpure  il fio  fimplice,ch‘é  a lui  mi  riconduce.  Mi  riconduce  difarmaro  al  capo  Mi  n- 

Commcndare/lelquateeglièeompoftoffifcriueconlam.  condufiealaprigtonantica.Chefuaihiarauiriuteil  rito  ■ 

doppuparmt.cbecofircriuerefidouria.PiT.Raccoman  dujie.  Fmcheu’haricondottimpocapolue.  Rhonlotto 

dami  ai  tuo  figliuol  uerace.  B o c.Raccomauda  a Dio  ta-  m haueano  al  chiufe  loto. Le  éfufate  rime  hai  ruonJoite. 

nana  tua.Raccomandatemi/t  /latti  con  Dio.Raccomàdo-  Mducere.  Ui.deductre^onducere.ual apportare nnrum 
lamolto.Che  te  mie  cofi,&  ella  tijiano  raccomandate.  Io  rr.P  E c.Oue’lmarttrl'adduceuifbrfi.Ma  lajiooamdo- 

letiraccomanderò  quanto  io  porrò  il  piu.  Salabeiro  dolce  lor.tbe'ldtm'adduci  ouunqueuuól  m’ adduce.  O mia  for- 

h mi  ti  raccomando.Raci  omado/st  Calandrino  al  medico . te  uentura  a che  mi  adduce.Et  tema, Cf odi ^cht  m'adduce 

Vrecetto.Ut.praceplUimè  Ucomandamento.  A R i.Chri  affjnno.Mmor  ntaddufsein/igtoriofi  /perne.  Et  di  Cren, 

Ho  ha  lajiiaio  ne  i Trecetti  firn  "Hon  far  altrui  quel,  & di  Spagna  addu/fer  prede.  D a n.  Dmanvqurl,  tbe'l 

che  patir  non  uuoi . rrmp»yn  v adduce . "Han  dee  addur  marauiglia'l  tu  uolto. 

Commettere.  Ut.  committere, mandare,  ($■  demandare.  Lo  nome  di  colui  che'n  terra  addulfe. 

P BT.  E' horcommeffo il  noHroeapo  Roma,  linei  caro  Inducere.Lat.&attrahere,allucere,inueherepertirare,o  41» 
pefo,cb'amormihacommejfo.  yoHra  merci  cui  tutta  códucere.  P e t.Mergme,  Del  comune  principio  amor  t'm 

ji  coinmife , ideH  diede  in  preda . L'aura  joane  ; a cui  go-  duca.iijiefla  ita  uiHa;ch'al  ben  far  m'induce.h  o c.Le- 

uerno  uela  Conontfi . Ma  tutti  i colpi  jitoi  commette  quatiofi  ad  amare  mi  deonoinJutere.U  precedete  nouH 

aluento.  hoc.uedil Indice.  la m' induie a doucr dir . Inducendumt  amhorala  paura 

411  Cotameffi.Ut.commiffii(p-patrata.hoc  Cornmefiao,  delnegromanleyingegnòdinducerlaa farei fum^ce-  t 

gm  fuapote/U  in  Mannello.  Teccati  Commc/St.FaUo  Com  ri.U  mdufie  a douer fico  andare,  uedil  Indice. 

meffo.Regno,yffitio,Tcccato.  Indozzanicnti  LatJnduffio.ualeindurtioni.Boc.Che  per 

Commettitore.  Ut.  patrator,prauaricator,  reni.  B oc,  Indoxzaméli  di  demoni  queflo  loro  fo/se  auenuto.ue  tefìi 

U diurna  bontà  ogni  grandifi imo  peccato  filo  che  buona,  moderni  fi  legge  p incàtatiom  di  Jimoni.  Il  primo  i meglio 

tfi  nera  contruume  habbia  il  peccatore  foglie  uta,  et  lena  Terducere.  Lat.  per  condure  , 0 menare.  Tbt.  onde  da'imo 
deliamente  dA  Commettitore  .L  A,  Commrttitori  di  Ji  Verdi^iealfommof edificio  fimo, 

grande  ecccjio.'  Cu.iÀ3.JaScorta,ilConduttore,oConduttrier.Lat.Dux,dn 

Comme((atio.Ut.legatiiSfnandalarmifinm,'m.Bac,  ffor,cbiffrtx.  P BT.D'ogmfedelnoechier  fidata  Guida.  T! 

BgUerafedelComme/iarn.  Imaginaia  Guida  la  conZiee.Dopo  la  Guida  fiaschemai 

Ordinare, & Ordine  fiedi  fitto  a Dio  a memeron.  nonpofa.hoc.DietrodeldifcretoRe.  Se  uoialcunaL 

htnt\ito,&StatHirejuedia  iiy6.  traGuida.allaGutdanoaprendiamo.I'ngranJiJjiinoca^ 

Impotre.  nome.  Lat.  traditio , tuffio,praceptio.  B o C.  A'*  uahrre;  ilquale per ajpetto parca  Guidatore,  efimaeHro 

cortefe  Imporredi  Silentio  fatto  danna  gnuane  donna  étuttiglialtn.T  H.UGuidatncrfòrtuaa.D  Au.Che 

adunocauaiiere.  1 turni  fegm,&iofiri  ma  guata. 

Imporre  fìr  imponete.  Ut.iubere,mandare,pritcipere  per  or  Guidare  ; fi  guidano  quelli , che  uogliono  ; ma  quelli  che  non  qij 
dmaref) comandar^.  P e T.  * chi  m'impofequefio  Tdoit  ■ uogliouo,fittrano.LatAMere,iydu8are.  Phr.Miguida 
m' ingannò.  B o c.Im^ncndogti  che  piu  non  gli  auenifie,  ' amor.  P’oglia  mi  firona:  amar  rm  Guida,  efi fiorge.che  gU 
Jmponmdomiychequidotempofi^iolamarieafe.Ólii  fiirtlRenderoa  lui,ehe^utalmodoglituida.cb'alirolu- 
mnque  il  Re  piu  uolte  filentio  immneffe . Lineile  quattro  me  non  è ch’mfiantmicoguide.  .Amor  ch'anchor  mi  guidi 

orationt , che m'mpoueHe iole  hodrite  tutte.  Etdime  puraCombradifama.tufhela  bellafchieraguié.Boc. 
quella  pena  pigfia,che  te  leggi  impongim.impone,m^ra  II  lupo fiprà  meglio  guidar  le  pecore.  Il  noflro  auedimen- 

rete,imporraiJmporra.  uedi  t Indice . to  et  ha  guidati . Urcurp , che  tutti  loro  fatti  guida- 

rla T>ace,&Duca,perlaguiJa,&perlaSignora,oinnamo„  ua,c  faceua.  Coltro,  che  la  brigata  guidauono.  Si- 
rata.  Ut.  Dux,  Duffirix,  prantut.  P E T.  Ogni  giorno  mi  come  la  fortuna  il  guidò . B e m . Erano  da  lui  gui- 

farpmdimiU‘anni,Ch'ifrgualamiafida,c6‘caraDuce.  ' dati.  A 4. 

yiàunmttoriofi,arfimmo  DuceJ.capitanoleluci.Ch'a  Scorta;  la  guida.  Ut.Dux.  P e t. Scorta,  Di/leale,  Cieca, 
la  firada  iTamor  mifuron  Duci.  D A n.Tu  Duca,iu  Si-  Fidata,  Vionc/ia.LaScoilapononetlac/ierderifi  ’Prrfe 
gnor,&tumaefiro.ycdidifopra.  infia  Scorta  una  pojfentedomia.  “Poi  che  finta  campa- 

Conducitori-.Ut.còdicffor,dkffor.Dux,Imperator,pra-  gna,&  finga  Scorta  Miuidc.Scortefide.Flm.  Cbebtfo 

tor,princcps,praféffusAfidHffrixfizm.Boc.Elfendoio  gnaamonr  ben  altre  Scorte  t 
flato  diuotne  projfien paffi  Conduc'ttore.  V H.  Scargere,gHidare,o  cSdirciirt  diìigememete.e  cófidutia.  Lat. 

Conducere.Ut.&  ducere.P  bt. che  gli  conduce  .Al  dolce  por  ducere.  Ptr.  ne  chi  lo fiorga  y'ii  fino  amore.  Cha'tiiei- 

todeUalorfalute.MiodeHinoauedertamiconduce.Cbe  tifiergeperdejlrofintim . Etchimifcorgeal gìonofo 
mi  mofira  la  uia, ch’ai  ciel  conduce.  Tal  d'amari  fojpir  ci  fine-yerginefcorgimi  a migbor  guado.  Et  duri  paflifmde 

duce  fÌMolo.  Tnompha'l  carro  a gran  gloria  conduce.  Che  tu  fil  mtfcorgi..A  pena  wi/w  4 qm  t’anima  fiorgo.  fiuàdo 

eouducefìe  fi  leggiadra  gente . U condurrà  de  lacci  ami-  H bclpartogiu  nel  mÓdofiorfi.yaghipFfier;checofipal- 


ibifciolta.Et  mi  coudMjfe  uergpgnofo  etardo.Cheimcon-  fio paflo  Scorto  m’bauetearqgumartàt'jUo.E  fcarto.d’ut 

C itq 


Gione 


CIELO 


Cione 


do  lei  lonnien  mi  regga, ^ pieghi  ^mor  regge [no  impé* 
rojinza  jpada.  I mi  fido  in  loUn  ihe'l  mondo  reggi  ; Et  lon 
un  duro  jren  mi  mena  & rtgge.  £s  indi  regge,  lempra 
l’uniuerjòSpinogentilychciiueUemembra  reggi.El  rcg- 
go,&  iioluo  quanto  al  mondo  uedi . Et  quel  ihe  refie  an~ 
m einquantajii.  B o c.  ueél’ Indite , 


fiaue  chiaro  lume.  Itrattoa  forxa,&i  d’amore 
Scorlo.Scorgereper  coHojiere,ucé  <»  745  • &ptr  ammo- 
nire, 48^9. 

Ti;dotto.Ljt  JuElor,&  dudrix.Boc.  Come  pacando  il  rof 
fo  mare,  ufiijiero  da  quello  con  feto  piejiauédoper  Tedot 
to  la  notte  una  Colóna  é fuoco.E  i.SiécehoggiTeotta. 

Menare.  Lat.  ducere.  P £ T.  Chi  è fermato  di  menar  fiia  ui-  Tenere,pcr  reggere,  ogouernare.  Lat. &regere,  &guher. 
ta.TrCjO  menar  fra  due  foretle  morte  .Che  uendctta  i di  nare,  ^ moderare.  T B T.  Et  la  ragioni  morta , Chele- 

lui,ch'a  cioinimeiu.ilSolquandoneniena’lgiorno.Oua  nca  il  freno.  Largai  il  de  fio,  chi  tenga  bor  moUoa  freno, 

tnor  me,te  fol natura  inena.  qual  con  piugraui  Uggì  me-  idefl  gouemo  ton  mifura. 

najkauita.Cheifurorletteratoaguerramena.Vrefola  Ritenere, per reggere,ogouemare.  Lat.retinae.  P E t.Mì 
fciaimcnarme  .Chemtnan  glianmmiei  frtoHoariua.  ritienconun  freno.  B o c.  Era  molto  Jpefro  fatto  capu 

Cbe'npoco  tempo  la  menato  al  pa/io.  Mi  meniapafrobo  tarade  Laudefr  db  fama  MarWìqquella  hauea  J ri- 


mai tra  le  fue gregge . Dolor  perche  mi  niem . altronde  il 
meno.  Qjiefla  mia  donna  mi  menò  moll’anni.  tdgn  meni 
tanti  armati  m Greca  Xerfe.  B o c.  uedt  l'Indice, 
Rimenare.  LatJterum  ducere.  P E T.  L'idi  l’aurora  de  tau- 
rato  letto  Bjmenar  a mortali  d giorno.  Et  mdi  al  tempo  ri 
menar  tal  prede . Zephiro  torna , e'I  bel  tempo  rimena , 
B o c.  'Hellafalalarintcnarono.  Et  contea  aiuolerdi 
lei  la  rimenò  in  Caff~à . Seco  la  rtrnem  alla  fua  forelU , 
ludi  t Indite . 


tenere  U jcola  loro  ,&  altri  tofi  fatti  0 fitte  tu  hauea  af- 
fai fruente, 

Prouidenza , &Trouidentia.  Lat  i prone Jer le  cofr  , che 
hanno  a uenire.  P £ x.  Qjul.the  infinita  Vrouidtntia , cir 
arte.  Troiiidentia  ueloce,alto  penfit  ro.Et  pi  ri  Prauidiu 
tia  mi  non  ualfr.  Ho  c.Terciu  ehe'lpailire  della  j.-cre- 
ta  Vromdeaia,&intrntione  de  gli  Iddìi  pare  a moli  1 du  - 
ro,  & grane . Et  fraga  U Trouidenga  d'akuno  bnomo  fi 
fappianio  reggere. 


Thrare,per  menar, 0 conducere.  LaUrahere  V e t. Tirar  mi  Proucdimcnto.  Lat.  prouidentia , ingcnium  ,remedium . 
fuol  un  de  fiderio  mtenfo,$ecotm  tira  fi, eh' n non  frfiegno.  B O C.  EtutqueUanon  ualendo  altuno  bumanoTro- 

,Amor  la  Spinge  & tira,Ch’ogni  occulto  penfiero  Tira  in  uedimento . 

ìnego  la  fnmte.Signormio  caro  ogni  péfitr  nu  tira.  Hoc,  Trouedere.  Lat.prouidere.  Tbj,  Fui  mal  accorto  a proue- 
Belto,&compagniTeranomoltoingegnatiditirarGui-  dcr  mio  flato . Et  mal  può  proueder,thi  lemc,& brama  . 

do  CauaUanti  nella  fua  compagnia. -d  raccontami  mi  ti-  Rifirettoinguipiitbuom  ch’ajpctta  guerra,  Chefiproue- 

ra  finto  .Arrigo  una  nouella.  Tirandolo  da  una  parte  a-  de.Teri  chi  del  fuo  flato  cura  fi  teme,Vroueggia  beii.Be» 

more,daU‘ altra  i conforti  di  Gifippo.  uedi  ITndice . prouidc  natura  al  noflro  Hato . -dUbor  prouidi  d bone  fi» 

Trarre  per  mandar fuori,eflrabere,tirarepndure.LatJrabe  fotcorfo.  B o c.uedi  ali'Induc . 

re.Ptr.yn  fà^  a arar  piu  fcarfr  Carne, che  ferro.llor  Sptoucduto.Lat.improuifus,iuopinatut,repentinus.  ual 
Korria  trar  degli  occhi  noftri  un  Lago.L'napietra,cbe  da  aVimprouifreà  nonfroueduto,  uedi  a 197. 

naturaTraggeafeil  ferro  e'I  fura,  i piu  pani  Sofpiri.t  Fornire  per  prouedere  , projpicere  ,prouidere  , mederi. 
chedelcuorprofondotragge.Mlfadelmalpafiatotrag-  Boc.,Auiii  di  fiurmrfi  d'altro  famiglio. In  babitodi 

ger  guai.  Che  de  gli  occhi  mi  trabe  lagrime  tàte.Che  Ma  pellegrino  , ben  formio,  di  danari.  Era  di  figliuoli  afiai 

he  dal  cor  fi  lagnmofe  rime . Come  d’afre  fi  trahe  chiodo  bene  fornito . & quando  dinota  compire  ,0  finire  per 

conibiodo.Cbetrahefhuomdelfepolcroe'nuitailferba.  guamirefimare.uedia  lòfi. 

Indi  trahendo  poi  [amico  fiato.  Soffiiri,aUbor  trabete  len  Guarmre,ptrformre,prouedcre.uedia  tófi. 
ti  CT  rotti. Tramene  faluo  da  gli  etcrm  danm.Che'n  carne  GQuemo.  Lat.  regimen,gubernaculum.  Ttt.&alGo- 
effrndourggiotramiiariua.  .Anthor  torna  fruite  a trar  uetno  Siede  l fignor  ;anziil  nemico  mio.  Col  gouemo 

ne  fuore.  Trarrebbe  a fin  quell  ’affira  pena,&  dura , ideH 
conducerebhe  .eh’ aiduro  fianto  il  di  mille  frfpinTrarrei 
per  fórza.L'altre  maggior  di  tempo,  & di  fortuna  T rarfi 
indijparte.  Terche  quelche  mi  trofie  adamar  prima, 

-Acerbo  andior  mi  trofie  a la  fua  ftbiera . Tien  é quella 


di  fua  pietà  natia . mia  una  Stanca  fenga  Gouemo  in 
mar,  che  frange.  Taffar  l’Euphrate  feced  mal  Gouer- 
PO,  Et  non  bauranno  in  man  gli  annil  Gouemo.  Hoc, 

tfpnhaueré  dell' altrui  Gouemo  bifrgno.  .Al  Gouemo 
deile  laniere  delle  donne . & per  lo  Gouemo  della  nane , 


ineffabile  dolcegp(a  , Che  del  bel  uifo  trafoen  gli  occhi  uni  dtemone.  uefi  4 1 05 1 . 
miei  Giua'lcordtpenfierinpenfiert  quando  tutto fr'ltraf  Goacrn2tore.Lat.gubemator,ra8orfitodcrator.Bo^ 
ferduO.TrafemiaqucitreJpirti,iberiftrettieraHO.Itrat  Soggelto,&obedtenteal  Gouematorefiio.Etcbthabbid 
toafórga,&id’aHiorefcorto.Haueacolord'huomtrat-  monot  CoueniatoriAraiutatori,frnoHgli  bnomini  i 

to  i una  tomba . Ter  piu  dolcezza  trar  degli  occhi  fuoi.i,  Couemare.  Lat.regere,  gubernare.  P e x quel  benigno 


pigliare^  o c.uedi  alf  Indice  & a 1487. &a  14J7. 

Reggimento.  Lat.reghnen,  re(lio,imperium,gubemacu- 
lum,admimfiratn,magifiratus.  Hoc.  ’Hmna  cofa  re  fra 
piu  a fare  al  mio  Reggimento.  Conofeendo  la  Reina,  cbc'l 
finedel  fuoReggimentoerauenuto.Ciocheafarebauef- 
fe , mentre  cbe'l  fuo  Reggimento  durafie  éuifi.I  Reggi- 
tori delle  torti . Si  contenti  d'effer  corretto  da  colai  Reg- 
gitori . uedi  [Indice , 

Rfggere.  Lat.  reggere.  P i x.x<;g4  quetla  naHiaUa.Secoiu 


Rcfihe’l  cielgourrna.  Com' amor doUtmme gli guucrna, 
Jiuelie  cofrfibe'l  del  uedge &goucma  SìjieUht'l  mon- 
do touerna  pur  col  aglio.  Ma  come  (b'cUa  gli  gouernififr 
udga.  B oc.  La  mchezza,  che  fiata  era  di  Ferondo,co- 
miruii  a gouemare . che  uoi  torniate  a gouernarc  il  uo- 
flro  contado . Gli  Du  dobbum  creder,  < hegouermno  noi, 
(ir  le  cofe  nofire.  uedi  [ indice . 

Curìfr'lgouemo.Lal.&regimenfiiligitiadiUicitudo.Vir, 
Cura  hflrema, Mirabile ,yd.  Dimta  faiute.OgmUf 


Gioue 


C I E I.  O 


Gioue 


5? 


tura . Ogni  altra  Cura  .Tcrò  fignor  mio  caro  haggiatc  Et  gnardalinonfórfetaatolilKralerfierf  difiderafii,ihe 

C»  ra.  Da  por  fica  Curatn  cofi  altere , & none . Qji^i  he  m Troégaluà  cade/iijaqual  non  a meno  nule  altri  (on- 

Cnra  di  noi . yeJraJfi  quanto  in  nan  Cura  fi  pone . B o c.  duu^be  Canarina . P h. 

Et  qnafi  mnno  mano  banca  dell’altro  Cnra.tl  a Ini  tutta  Iacopo . Lat.  lacobns . coflm  fn  nebil  Vadonano  della  ca- 


la Cnra  della  nofira  famiglia  commetto,  uedi  C Indice 

Curare  per  far  conlo.Lat.inrare^nimainertere,parntfaee- 
re^ibilifaeere  .V  tr.  Et  fe  cofa  di  qnal  nel  nel  fi  cnra. 
Tno  regno  f}>rcg^a,cldel  mio  mal  non  tnra.'Hon  cnraae 
di  tua, ne  d'altrm  for^a.DeCarbornhe  ne  fot  enra^ge- 
lo.O  t'infinge  fi  non  cnra  fi  non  s’accorge . Terò  cbidtlno 
fiato  cnra,  o teme . Tipn  curando  dime , ne  di  mie  pene . 
Che'n  me  ti  mona  a curar  d hnomfi  bafio.Tde  fuon  enra- 
ua  é jpezgata  nebbia . Et  iC altrui  loda  curerai  fi  poco . 
Tipn  curi  chi  fi  fia  di  loro  in  terra.Cb'i  non  curo  altro  bé, 
ne  bramo  ahrefea.  Di  ueder  lei , che  falò  al  mondo  uro , 
che  non  enrògiamat  rime,ne  uerfit.  B o c.  ueà  l'Indice . 
Dan.  Curan  di  te  ne  la  corte  del  cielo. 

.Attendere.  Lat.nacareancnmben^reoperamJjabere  cu 
rim , perhauer  cnra  ,folIecitare  ,odarc  opera . B o c. 
finalhora  gli  altri  intorno  agli  loro  ngi,  i impcdiii  attetu 
di  re  non  ut  potefferojembunte  facendo  di  attendere  alla 
caccia.Tiniaro  al feruigto  dt  Tbdoflrato  attenda  alle  ca- 


fa  di  forno .Andreamolto  ricco .mabeflulmente lonfu- 
mò  le  fine  fnSlairge;  Et  tra  Colt  re  jne  floltiliefindaiidn  pi  r 
la  Brenta  a Feneiu  con  altri  nobili  gionam  , et  nedendo 
che  ciafenn  di  quelli  sejier  citano  injvnarc  ,ointjm.tre, 
per  non  parere  tra  loro  oàojò,gittaua  ad  uno  ad  uno  i da- 
nari nel  fiume . Et  altra  uolla  uentndo  a lui  molti  giuua- 
m in  mila, & ucggendogli  da  lontano,  per  fa  r loro  bonore, 
fece  mettere fuoco  in  tutte  le  capanne,^  cafe  de  fuoi  agri 
cab.  Da  k.O  Iacopo  dicea , da  fànt  .Andrea . 

Dono.Lat.i^munni,loprefente.  P e t.  .Aperto,Caro,Bel, 
C elefie,&  Gratiojo,Doni  liartfit  Cclefii,E’n  Don  le  cbieg 
gio  pia  doUefiueila.Due  rofe  frefche,V'  colte  in  paradijo, 
bd  Dono,&d' un  amate  antico,efi- faggio. ho  c.  Degno 
iogm  gran  Dono . farne  un  caro,tà-  Solenne  Dono  a no- 
li ro  manto . Ceri  bebbe  il  Dono  carifiimo,  Ticciolo.  Lat. 
munnli  ulum . ultimo.  Doni  CranJifitmi,  Maramgliofi , 
Canfiimi,'H^iliMagnifiii,ÌDttbi.ncdi l'indice.  B E m. 


Dono  della  natura, 

mere.  Coluifihealgouernodtloro attendea..A  niiirf altra  Donatore.  Lat.  & prabitor , largiior.  B o c.  Domenedio 
cofd  attendendo  fihe  afarc.Congente  delta  guardia  .ttten  abondantijiimo  Donatore.  Gb  Iddif  fono  bberaL  Donatori 

defie.Etpregatofibeaqnellecofeaitendegè.lonÓattcdo  delle cofe a ghhnomtni.Ejsere noi medefitme Donatrici  de  . 

a lofi  fatte  nouetle  .Dan.  "Usn  attendere  la  forma  del  noli  ri  guiderdoni . 

martire  J.nonpenfare.  .Attendi  ad  altro,  nedilatauola.  Donare.  Lat.  munerare,  mnnerari,largiri,elargiri  .P  tr.  jj,» 


yacare.Lat.& ineumbereper atlcndere,odaropera.h  O c 
Etgb  duo  difègnenti  a quelle  cofe  uacando,  che  prima  U 
Rema  bancua  ragionate.  Che  ad  bonore  if  Iddio  piu  lofio 
ad  oratiom,  chea  nonellare  uacafjino . 

Guardia,  ^jr.  cujiodia  ,ual  gouerno.P  UT.'Partendo  m 
Guardia  la  piu  mbilfalmadufcuti.Chegb  bauea  in  Guar 
dia  biftoricofi  poeta.l  dii  in  Guardia  a fan  Tietro;hor  no 


Donarealtrnilafiiadilettaffiofa  .hoc.'Hpn  ni  uogbo 
qua  donare  ne  eaflellajie  ciilà.Ti  debba  piacer  di  donar- 
lomi  .Seni  piacerd  di  donarmi  marito , Molte  gioie , che 
egh,&  la  Rema  allagiouaue  donarono.  Fna  roba  le  donaf 
fé. Se  noi  mi dvnafie  ciò.e'bauete . -A giouani  Rodutm  fu 
donata  la  ulta.  Et  donatile  Dom.uedi  [Indice.  Beh.  .Ad 
alcun  altro  non  dam  .As.  ) 


ptunò.  B o c.  Osbecb  lafcuta  a Guardia  d'uno  fnc  fami  Largire.  Lat.  largtn,Cr  donare. ho  c. fluì  le  non  pen  fate  fe 
gbare  la  fica  bella  donna  .Con  buona  Guardiane  fuma»-  die  da  uoi,  fi  furono  largite  da  Marte.  .Ah.  P e r.Hor 

dato  alla  cbtefa.  uedi  [Indice.  Dan.  Dotte  per  Guardia  uersi  in  una  ogmfualaigitate.D  a n.Terch'i  pregai, che 

delle  mura,rm  & piufoffi  cbigon L cafielli . rm  largtjie'l pafio.Di  cut  largito  m'haueua  il  dtfito . 

Cùardare  pergouemare.  Lat.  cufioàre.  Par.  dolce  miope  Mancia.  Lat.  fìrena.mumisfilonum . iquel  dono  che  fi  fuol 
gnojChc  natura  mi  tolfee'l  cui  mi  guarda.  Il  mal  guarda  dar  a fanciulli  la  fefia  di  natale, onde  fi  dice  buona  Man- 


te, & già  negletto  mio.  ho  c.Macb'egliuoleua  guar- 
dar le  I biaui  de  tnagazuti. Comando  a due;  ebe  Gmf cardo 
guariauano,che  lo  flrangolafiero . uedtC  Indice . 

Cuardatorc.Z.a{.  cufios,ual  cuJlode.hoc.Hoelettote 
per  fedebffimo  Guardatorei un  mio  fecreto . 


(il  & eattiua  Mancia  quando  fi  dà  irifla  cofà , o danno 
nellaperfóna,come  aér  buona,&  enfia  nouella.  Dan. 
Trima  é trifta,  &poié  buona  Manciapdeji  prima  per- 
coteua  poi  f annua  la  piaga.  Kt.  i.Damepwtofloaduu 
filo  amico  Mancia, 


ÌAiailìro.Lat.&adminifier,&adminiflrator.  P et.Ei  Sttcni. tlmedc fimo  ,cb'i mancia  .D  a s.Etmai  non  furo 
IO  ebe  del  dolor  Mmifirofui . Quani  ecco  i tuoi  Mmifirifi  Strenne  , chefufler  di  piacer  a quefle  iguali . per  la  rima 

nontòdoue.)  hoc.Cotuino,ficameMinifirodi>'ene-  uipofe In, doppia. 

re , fi auisòé  poterla  pigliare  .Et  fe Miniflri chiamano  Pnft:tite,dono.Lat.munus/ionum,&largitiofitparapber  41  j 


della  giujìitia . La  natura , & la  fortuna  due  Minifire 
delmondo. 

Liberalità.  Late^  largieas,miinifititia,benificentia.  Boc. 
Maggiore,Marauigltojà . Di pietofa  Ltherahti  piena  Ti 
tailatuaUberaktà.D  Att.Le  fiuemagnificeiitieconom 
feiute  Saranno  anebora  sì  ; cb'i  fuoi  nemici  'ffpn  ne  patri 
tenerle  Imguemute. 

4*1  Liberiic.Lat.&dapfilis.hoc.LiberalGentil'huomOiSi 
gnorri  .AmmojGli  Iddu  fono  ottimi, & Liberab  donato 
ri  delle  coli  a gli  buomini . Isberabfimio  firuidore . 

Prodigalità.  Lat.uallarghe:cg^,&  coafumatiouc.  Boc. 


na  ìloprefenteche  fidona  ala  donna  maritata  .ho  c. 
Grande,  & nobile  i lo  Vrcfimtejifi-  pretiofò  U terreno, che 
fi  fatti  finiti  produce  .Tn.Et  come  il  Trefcnte  dauami 
da  uotjàrà  pofìo . Lat.  apophorata,  oruni.  T H.  Et  perciò 
[ultime gratie,lcqualrendtre  gU  debbo  gtamai  di  cofi 
granTrefente . 

Trefentare . Lat.  numerare,  prafi mare,  & donare  .Boc. 
I fiori  occultamante  fe  prèfiutare  alla  fua  donna . Et  per 
potere  hauerc  la  dnaeflicbett^a  di  Mona  Belcolore  a hot 
ta  a batta  la  prefimaua  ."Porti  certi  falconi  pellegrini  ai 
Saldano,  & prefentoglie , 


Cioue 


CIELO 


Cionc 


Prefcntagionc , ual  prefetitatione , luogo  Jone  thuomo  fi  iato  a C opera  gemile . Datemi  pace  o dolci  tmcigt'errefi. 

rapprejenta  per  notijicarfi  .Boc.Fe  mpHO  far  chiaro  “Hoti  sò  che  ffatio  mi  fi  iefie  ditelo . Ben  me  la  iifpna  tom 

(ufficiale  Squalo  flà  alle  T>rtJimagiom . fio  la  rttolje . ^ me  diede  occhi,  elfiu  iidu<ii,c‘l  min  ti 

Cuidi:rdon,& Cuidardon,ilpnndo,(!r è f'o.prouem^le.  lolft.Ro  c ucétlndice . 

lat.pramiuni,amidorum.  V tr.Mvlto  comranoilCui-  Darefer  porgere.  Lat.&praJlare^tporrigere,oprin  dare, 
dardonia  f opre . onera  ripojìo  il  Cnidardcn  de  la  mtafe  fuppelias  ferre.  P E T.  0 darfoccorjó  alle  mriiitt  afflitte 


de.,Amor  quando  fioria  mia  fprne  ,e‘l  Cuidardon  d’ogui 
mia  fede.  B o c.  Fece  il  Cutderdon  uenire.  Et  io  per  tan~ 
to  amor  morte  riceua  per  Guiderdone.  Ma  quefto  beni  fi- 
do merita  alcun  Guiderdone  ,Allcqualt  cofe  uide  i Cuidir 
doni  fecondo  l'agittionrfeguitarc.Donatnci  de  uoftri  Gui 


per  piu  doglia  darme . Et  uoi  fi  pronti  a danni  angtft  la , 
C-  duolo.  Dunque  perche  mi  date  tanta  guerra  f thè  pur 
tanta  baldauTta  al  mio  cor  diedi . quando  amor  diirr.mr. 
(tal amor ditmmi aita.  ) Terdarforfedimenonbafitef 
tempi. i.porgcre , o lafciare . B o c.  nidi  l'Indice . 


derdoni.O  Tbebea  mala  Cuiderdonatnee  de  ritenuti  jir  Dare,ha  piu  altri  fignificati, fecondo  gli  fuoiaggionli . P et. 


uigi  .Fi.  ucé  l'indice . B e m,  jeno  prouenzalt  guider- 
done . T R. 

Guiderdonare,  lat.  remunerare,penfare,compcnfare,retri- 
buere.  B o c "Promettendo  di  ben  guiderdonare  ammiue 
del  nceuuto  fèruigio  ,Tk.  "fion  di  bilame  me  ui  haurei 
guiderdonali.  T H.  Iddio  che  degnamente  haueagutder- 
donato  Federigo . uedi  ( Indice . 


"He  crollo  pqfSo  dar.i.  fcuotermi , Lat.  excutere.  Che  nef- 
Jun’altrofimepkodaruanto.ijiantafi.  lat.  iaRare . "Pii 
mi  ual f}>eronar,o  dargli  tiolta.i.unitarlo . Lat.  uolntrein 
gyrum.  Ver  darmi  a dtuedtrjeb'al  fuo  defilino  Mal  ehi  con 
trafla.i.conofcere,o  mtendere  Lat  admemre.  -A  eui  tutto 
Ifraeldaua  le  fpalleJ.uoltaua,ogiua  in  fugaalare  terga. 
&altnmolti.  B o c.uedi all'Indice. 


414  Premio.  Boc.lo'uipregpinPremiodetta  Impetrare.  Lat.  per  ottenere  gratia.  P tr.M'imprtrrgra,  qi6 


ma  uirgnati, che  ci  recai.  La  ingiuria  fattami  in  Premio 
del  grande  amore.  A R i.PatirfipuoiChePremioalben 
feruire  Pur  mene  al  fin  fé  ben  tarda  a uentre.  Che  l'oro  e'I 
Premio  ognidureg^a  inchina . 

Premuri  .Lat.prxnnan , dare  pramium  .B  o c.  Per  pre- 
miare il  caualiere  dell'honore  nceuuto  da  lui . Il  Re,  il  ca 
uahere  altamente  premiò . 


tia^h’ipojia  efierfico.  che  merci  m'mpetrr.Horpoi  che 
da  madonna  non  impetro.  0 qual  grana  mi  fia  fé  mai  F im 
paro.  B oc.  La  gralu  d Iddio  da  pneghi  di  1 oloro  Impe 
Irata . Doue  noi  una  gratu  m'impetrutem  fon  prefìoeU 
farlo.  Dal  fildano  impetrò , che dauami uenir  fifacefle 
.Ambrogmolo . D A K . Che  quello  dentro  impetro.i.ritrn 
gp  fifiamente . iiediaqq. 


Offerta.  Lat.oblationet  ,&offerrimenta.  Boc  Quanti  .Admettert.  Lat. adniittere,ual concedere, accettare.  Lat. 
moccoli  ricoglieua  tutto  Canno  d Offerta  non  farebbonola  Sufcipere,reiipereA/>umece.  Ari.  Che  facilmente  ogni 

metà  di  cmque  lire. Dando  migliore  Offerte,  che  u fa  ti  non  feufa  t’admette . 

erano.  Dan.  Però  nece/iitato  fuagh  hebrei  Pur  l Of-  Concedere  per  dare.  Lat.  & condonare, permktere^re,fa^ 
ferire , anebor  cb’alcuna  Offerta  Si permutafie  come fi-  cultatem  dare,poteliatem  concedere . P £ t.  Come  eiafeu 


perdei. 

Offerire.  Lat.offerre.  P e t.  Con  tanta  maeRade  al  cor  s'of 
ferfè.  C be' l padre  e' l figlio  ad  una  morte  Offerfe.  La  poca 
tcifla  a me  dal  cielo  offerta.  Boc- Il  fuo  aiuto  in  ciò,  che 
per  lui  fi  potefie  offerendo . Offerendole  é menarla  a ca- 
fajua.  Offerendofi  di  irouarghela  tale.  Quello  che  tu  offe 


na  par  che  fi  uergogm  Delalorno  CimeffaeCr  torta  uia. 
Boc.I'npcacSiodono,chetidomanderò  concedere  mi 
uogU.  Dico  ch'ida  concedere  llqualeffe  a Iddìo  piacefine 
concede  a noi.  Furi  che  concedeua  il  tempo,  a»  concederà., 
uedialtindice.  D uu.Maupercheuentrmiocbi'l  con- 
cede (Perch'io  difii  ; Maefiro  bor  mi  concedi.. 


TI  di  uolerfare.T  1 offero  il  imo  aiuto.  Inuoiato  haurebbe,  -dttribuirt.  Lat.  tnbuereAttribuere,afcrii)ere, arrogare jtd  ' 
& rubalo  con  quella  coftienga , cbeunfànio  buomooffer  dare  fi  concedere.  B o c.Quefla  humamtà  del  Rejn  gran 

rebbi,  uedi  l' Indile . dehonorefu  attribuita  ni fpetiale  Dico  che  a ciafiuno  Fot 

’Profetti.  Lat.Matio.Boc..Alladonaa,ficomebifigno  tributfca^tlpefofiff  tbonore. 13  un.  Et  pieé,e7  ma- 

fa  piacque  iaProf  erta.  Il  caualiere  udita  la  domanda,&  no  attribuifu  a Dio 

la  Prof  erta  della  fua  donna.  Per  le  grandi  Proferte  che  Porgere  per  eflendere , dare  fi  concedere.  Lutfixtendete.por- 
fanno.Ilgiouane  nàte  molte  uolte  quefieThraferte . vigere.  P i T Due  porge  ombra  un  pino.  Et  la  man  defira 

Proferire.  Lat.proferre.  Boc.  .Aecucbe  il  Zana  gliel  prò»  al  cor  già  Homo  porge.  C h'ella  ti  porgerà  la  bella  mano . 


fertflein dono ,& gli  atti  cbeaccadeunno  proferma.il 
fèruigio , che  tu  mi  proferì,  llqualc  per  arte  di  negro- 
mantia  proferiua  di  farlo . Marauigliofi  doni  mi  ha  da 
parte  fua  proferii. 

41/  Dare  per  concedere.  Lat.  & concedere,permittere,&  condo 
ture.  P E T.  Per  dar  luogo  a la  notte.  Che'lmondo  tradì» 
t or  può  dar  altrui,  che  ui  può  dar  dopo  milC anm  ancho- 
ta.Pur  mi  darà  tanta  baldanza  amare  Jiii  darà  penne  in 
guifa  di  colomba  ( Et  torre  taìme  a corpi,rt  darle  altrui, 


Douefie’lpregiodipiulaudtdarfi.DiiiolaTfopra'lcielCli 

hauea  dat’ab.  Mi  date  quelalomFio  mai  no  fimfatio  (S’al  Sporgere . Lat.  exporrigerefiXporgere,protendrre.  ual  por- 


che a giucchi  fanti  Porgefie  alcun  dilato . PiH  fondo  del 
imo  corgliocchi  noi  porgi.  Deb  porgi  mano  a l'aff-  muito 
ingegno . "Porgimi  la  man  defira  in  quefio  bollo . Chi  piu 
degna  la  mano  a fcriuer  porjè.  Quefia ffieranza  ardir  uà 
porfe.  Quanta  dolcegga  porfeagU  oci  hi  tuoi . Et  ratto  a 
quefia  penna  la  man porfi.  Da  man  defira  ,ouc giucchi 
prima  porfi  .D  AK..A  le  nere  parole,  che  ti  porle,  l'dir 
uonpotei quHche a lar porfe.  B o c.Peròchcdileitopu» 
porgere . Qjielcheuonmemdilcttofib'altropoTgeHa  era 
un  fiuimcello. porgi  cotefli preghi  a colui . mediali' Indice. 


tra  fferanga  le  mie  rime  nane  Gli  hauejfer  data.Lo  Jiame 
della  uitafibe  m'i  data.  Et  Faine  dote  a me  date  dal  eie. 
le.  Et  bor  it un picciol  borgo  un  fol  n'ba  dato , S'baueffe 


gere  infuori . D a K.  Perche  con  gbocchi  m giù  la  tefla 
fforgo  .Boc.  l'idcuna  cafa  fopra  le  mura  del  cafielle 
^rtata^alquantq  in  fuori  ifotto^ilqnal  ffocto  deliberi. 't 
^ d'andar  fi 


Gtoue  CIELO  Gìoue  )4 

iindarfi  ajlare  vtjiao  al  gtora».  uetU  a Sporto  4919.  ?(e  pen[i,  che  perche  ufojfer  tolti . Se  non  che'l  nedcr  uoi 

Tenere  f ir  dare.  Lm. dare.  V n.  Et  poner  fine  a gUinfimti  JieJieM'è  tolto. Tolte  l’arme  di  mano.  Tolto  m'hai  morte 

^«41.  V I K.finemjiunponeretnru.Van  dal  cui  mena  il  mio  doppio  thefanro . Se  urna  & morta  ne  douea  tor  pa 
te.  Unandondidir iponmente a l'altro  lato.Etpongo  ce'Pifdeilaameper tutto ilfuodifdegfloTorrà giamai . 
mente  uuorno.  Vor  pne  al  mio  dolore.  Hoc  Ioni  rubeg  Et  torre  talme  a corpi , ctr  darle  altrui . Che  Laura  mia 

gio  per  Dio  , ihe  le  londilioni  pojlemi  per  li  due  cauaheri  potefie  torre  a morte . S'il  dijji . io  ^taccia  a quella  ,cb'i 

tuie miojicrut . .AqualiragionamcntiCalandnnopoflo  torrei.B  o c. uedi C Indice . 

erecibu . Infino  al  tempo  poHo  fi  licite  m prigione , Et  T oUeia,&  ToUeto  dal  nerbo  T orre.  Lat.  raptus,  rapina,  ra~ 
porrouui  ju^oaliun  lelluello.  uedtlindue.  può.  raptum.D  A n.  Kuine,mcendi,&  Tollete danno- 

Dijfienjare.  Lat.  dilfimcreccollocarejocare,confiituere,  tona  fé . Di  mal  T oikto  iiuoifar  buon  lauoro,  idefl  é ruberia . 

/erre  .P  tr.Ei  col  tempo  Jifiieala  le  parole . .Amor  tu , f' oce  Furlana . 

cb'ipenfurnojlriéfjienfe.ìioc.ll'Papabaucrjecodi-  Ritogliere.  Lat.  refumere  ,reàpere  ,aufèrre.T  tx.lOtogli  4J0 
^enfilo  di  poter  torre  altra  moglie.  .Ad  impetrar  mRo-  amorte  quel  eh’ ella  n’ha  tolto. Tatuo  uince&  ruoglud 

ma  dal  lauto  padre  ,tbe  nel  difetto  della  troppo  giouane  tempo  amaro.  Et  al  mar  ruogbeJfeipefci,&l’ onde.  E’n 

età  dijpenfi  di  lui . ueé  Cinéte . fomma  lal,the  a morte  mi  ntoglio.  Dio  che  fi  tofio  al  mi 

odrrogare,per  dare,&porgerc,tÌrperatcrefcere.Lat.auge  do  ti  rilolfè  . .AUhor  ihe  Dio  per  adomare  il  CieloLÀfi 
rejcr  arrogare.  P tr. Et  duolmt, ih  ogni  giorno  arroge  al  ritolfe.Ben  me  la  dii,ma  lofio  la  ritolfe  Et  Ritolta  a men 

dtnnoJ.porga/iaccrefia.D  *.n.&arrolemi  uncenno,  buon  non  da  piu  degni.  Boc.S'eglife  la  ritoglieua  non 

Che  fece  crefeer  l'ale  al  uoUr  mio.  Ar  i.arrogepoi  con  doueuaff  lacere, 

loro  Con  Ferrai  piu  d'un  famofo  Moro  i.s' aggiunga . .Afiumere  Ut.  & accipere.  ual  togliere  fi  pigliare.  D a k. 

418  Preftanza.  Ut.mutatio,mutuum,&  prafiatto.  B o c.'Pre  Libero  ufficio  di  dottore  afiunfe . 

ferodallauoratore  inTrefiangaduemantcllacciuecibi.  Accettare. Ut  accipere, fufiipere per riceueregratamen- 
Tielle  Trefiange  di  danari  firalealijfimo  renduore.  te.D  a s.  Con  quello  ^fb  , ih' ogni  noto  accetta . ^ io 

Trefiare  per  accommodarefioncedcre,^  Jare.Lat.  ^com-  però  l'accetto. 

modare,ntktuari,  concedere  ,Jare  mutuo , & mutuati . Accetto.  Ut.  Gratus,&  acceptus  Mal  grato.  Dan.  EfSo 
P s T.  Etprefia  a miei  fofjitr  fi  largo  nolo.  B o c.A  qua.  litare  fiato  Accetto,  &faHfio.i.efiofacrificare  efierefta 

U, alcuno  aÙeggiamenio  prefiare . Fallofi  prefiare  uno  tograto,^  felice  a Dio, 

de  (uoi  Anelli,  a ciafiun  fogno  tanta  fede  prefiano.l  Scotti,  tolta, cfilufi  ,priuata  ,0  ffiogliata . Ut.  excufla . 
quali  al  ogni  materia  prefiano  abondanttfima  copia  dira  P e t.  Hor  hai  priuata  uoFìta  una,  & Scofia  D'ogni  or. 

gionare  .uedi  t Indice . namento.  Che  quando  io  fìa  di  quella  carne  ScofSo.’Hg 

. Sficdere.  Lat.  reddere.  P e t.  Chea  penagli  potei  render  fa  rallentale  le  catene,oScoffe.  Etlordetufat'armeambe. 
lule.Rendaaquefi'occbile  lorlucipriue.Etott'è,cbice’l  due  Scoffi.  uedi  a jfo. 

rende, 0 chi  ce'lfer'oa.Cbor  per  lodi  amga  Diopregbi  Riccuuta  Sofi.  cioè  tl  Ritenuto, la  confefi'tone  deidebito, 
m rende,  che  unuo  mi  rendei.  Al  buon  te  fior  de  gl  amo-'’  IM.  Acceptio,Acceptilatio.  non  fi  troua  negli  fcrittori. 

Tofi  detti  Rendete  honor.  Renderò  a lui  che'n  tal  modo  gli  Riceuere . Lat.  rectpere , & accipere . P s t.  D' e ffier  fenxa  i 
gmdaJlieiidiagliocd}i,agliorecchiilproprioobietto.Re»  Roman rieeuer tono. &^n  ricetto  inganno.  Gli  ffiirtt, 
dtmta'efierpuo.  Ubera  & fetoUa.  Hor  lajfo  al^o  la  mano,  che  da  uoi  rieeuon  mia . 5 o c.  Tifuna  cbiefa  uorra  il  firn 
& l’arme  rendo.Mi  rendon  l'arco  ch'ogni  tofa  filetta. gli  corpo  riceuere . Qjiil  afino  da  in  pareteial  riceue.uriaU 

occhi  ti  fujier  toUiMn  mille  uolte,  & oiu  di  nulle, & mi  'tra  canaletto  riceuea . yen  riceuerete  per  ogni  un  cento . 
le  Renduli  .già  però  non  m'hai  rendmto  bonore.Mi  rende  f Ritenuta  Ser  ciapelletto  la  procura.  Rieeuuta  la  ingiuna. 
fèrundilamentefciolta.Boc.uedtl’lndice.  , Ritenute  yoci.Riceuuti  Danni.  L’honore  da  lei  Riceuu- 

tti^ndere.  perrendere.fruttarefi  dare.  Ut.  uotic  rifjxmde-  to . uedt  l'Indue . D a n.  riceuette,come  acqua  nce- 

re.Boc.Hgnmn’alira  Rendita  et  a,  che  di  niente  gU  ri  pe,  in  uece  di  riceue . Cantando  riceuemo  intra  le  foglie  , 

ffiondefieJjiroeiUraieJequaUdigranuaataggiobenegli  Che  teneuanbordon  delle  fueriine.i.riceueano. 

Tiffiondcuanojaendeuano,ofruttuauana . Benignità.  Ut.  Baie..  Crandiffimafipuo  dirla  Benigniti 

Reciproco.  Ut.  ual  corrifpondente.  A Ri.£t  l'animofi  (Cfddio.Dafua  propria  Benigmtà  mafia  L’bauefìe  a tan- 
fide.&-  fi  deuote  D’un  Reciproco  amor  dina  bauer  merlo.  ta  Benignuà  recato.  E'  tanta  la  Bemgnità  d’Iddto.U  uo. 

Rtndjtorc.  Lat.  refittutor.  B o c.  Tercioche  egU  era  nelle  lira  Bcmgnuà  uerfi  di  me  mo firata  . 

pre fiate  àianari,chef atte  gli  erano  lealiffimor  editore.  Beaignì.Ut.Et  iomei,placida,&mitis.  P sx.&B  oc.  4JI 
’Rcndiu  .per  la  entrata  uedi  {otto  diVlutone  Dio  a 11&  Bemgna'Hatura,MadreJ^artuna,SaUite,Madonna,Sul 

419  TogUere,& torre Jm. toUere,auferrefiripeitfiUgere, acci-  la, cr  lntciuion,tkiitgnc  Donne , Menti , Accoglietcfe  , 

pere.  PiX.D'ir  pareafio  di  me  quel  che  tu  poi.Signor  mio  Oreubte,  & Stelle,  Benigno  Colle fiiudicio , Lume  ,Rf, 

chenontogli.  Altrui  colpa  mi  taglia  Togliendo  antfi  per  cS,- Signore,  BemgniA{ffietli,Benignameme  fica  mercede 

lei  finipre  trae  guai.quel  che  piu  brami  mi  togli,  perche  a aftolta.B.  Calutafido.B.afiaipar  che  m'afcolte  ,Rtceui, 

uoil’andarfitolga.yederquefi'oichianchornonii  fitpl  B.lultimo  dono  .1)  ah.  Benigna  Jntention. Tanto  Be- 
led  toghe.  Qjtellacbe  acuitoli  mondo  fama  tolte. Toìfi  nign'hauea  difuorlapelle,Senigm>Animal,Cielo,Àffiet 
Giouanm  da  le  retefifi-  'Piero.Cbe  lauia  fua  pregnante  col  io,Signurc,Varlare,Benignamentefu  da  Im  ricolto . 

fi  altrui,  il  piu  tt  diedi, ei  men  ti  tcdfi.  U Lbirtà  mi  fu  Bcaioanzi.  Ut.bcn^miaiJionitas,probitas,humanitai, 
tolta . U falfà  opinion  dal  cor  s'è  tolta . Cb  a Gioue  coke  pietas,  ual  benignità,  bontà . yo.  Tronentfale . B o c. 

• fititarmedimano.lHiiei  foffiin  a me  perche  non  tolti  i Ter  nera  uirtùdeljùo  pruno  amore  Di fintma£eninan^ 


Cioue 


CIELO 


Gione 


fhnpre  fiena^Ue  rime  cf^meto.  D * n.  Kr  *i««  kiiKe  fulminare . Lat.  & Saettare.  P et.  "tionfiir  mai  Chue , m 
fon  fua  Bf  nwiMJi , Ma  uofira  Hitajèn^  mev>  ^tra  la  Cefare  fi  mofii  jl  fulminar  coluiiifueflo  a ferire.  Mtlbor 

Jòmma  Beninanxa  alt  antica.  che  fulmmato^morto  giacciue  Ilmio^rar. 

DUcretiou.Ì4/.  frudentia,modefliaa>ioderatio,  pudorju-  Lampo, Lampa.Lat.  fulgor,Lampus,&fulgetrumatal 
dutum . B o c.  Secondo  la  Difcretiou  di  quelli . La  Di-  ffCendore . P e t.  ChiareeLampo . Chiara  Lampa.  D a k. 
fcretion  d'Emilia  noSlra  Bcina.  Et  con  Difcretion  nepre-  Di  quelPincendio  tremolaua  un  Lampo . 

fe il fuo piacere.  Lampeggiare.  iaf.fomyfaM.P et. £7  lampeggiar  de 

DiCcreta.Z^.  & mode fla,prudem, commoda, honefla . ual  t angelico  uifo . B o c.  Rinaldo  il  Lampeggiar  de  gU  oc- 

fauia;  ma  tiene  altro  fignificato  appo  noii  perche  appo  La  thi  delia  donna  ueggendo.  feggendo  alcuno  Lampeg- 

nni  fignifica  feparata,ii2r  appo  noi  dinota  colui  che  ha  di-  giar  (tocchi . 

/cretioHe.Lcbesàdifcernere  il  aero  dalfalfo  .Vn.Etfe  Lmpeggtare.  Lat. corrufeare, fulgore.  P e t.  Ch'io  uiJilam 
MonfoPe  la  Difcretaaita , B o c.  Maniera  men  Difcreta.  poggiar  quel  dolce  uifò . 

i Difcretedóne.Difcretigiouani.Thtlomena  Difirettpima . l.ìmpìài,CTLampanadapiuamicbithofcani,doues'ac- 
Difcretipime per feme  .EPendouot  tutte  Difcretipime,&  tende  il  lume  con  Colio.  Lat.  Lampasaicendula,&cicen- 


4J4 


della  Ly clima  penfilis  .&  Lucerna  bilychnis  ; la  Lucerna 
didueLucigmoli.  B o c.  f'idiin  epa  una  lampada  acce- 
fa  dauanti  alla  pgura  della  noPra  donna  .La.  Et  acee/è 
le  Lampade , éedero  maggior  lumi . A m.  A r i.  Surgea 
nel  megp  in  ben  locato  altare.  C’haueadinam^  unaLam 
pada  accefa . 


moderate. Difcretipimofinifcalco. Si  come  Difirctijfimo 
huomo.  Difcretamente.  Difcretiffimamente.&  Imtnode- 
Put,&  Indecorus  uale  Indifcreto . 

Manfuetudinc . Lat.  & humanitas . P e t.  Indi  & man- 
fuetudtne,&  durexxn.  B o c.  Intendo  di  rendermi  bem- 
uola  la  tua  Manfuetudine.driltuo  amore. 

ÌAit\rueto.Lat.&humilis,placidus,&quietus.  P e T.  Afrt  Baìeno.  Lat.fulgetnm,fulgur,&corrufcatio,èraggiodt 
fueto  Mgnello.M tto,CoPume,FanciuÙofiifò,&  Manfue  fuoco, che  uien  dal  cielo  con  uelocità  ne  tempi  della  Rate  . 

topm  Gioue,cbe  Marte.Màfueta  .Agna.Manfuete  Greg  D a tiSubito,(y-  jpepoaguifa  di  Baleno.  San.  Caggiam 

geJDonne.Ro  c.Manfuete  yoci,Manfuetamcnte.ue-  Baleni, ^Tuonquamimaiuiderol  per  Giganti  in  Tbit  ■ 
di  l’Indice.  gra.  A ri.  Che  fu  prePo  a girar, come  un  Baleno . 

Bianfuefare  .per  domeRicare  far  manfueto . lat.  manfue-  Balenare.  Lat.  corrufearejó' ^lendere.  P e t.  Come  colBa- 
facere,manfueperi,manfuefcere,niitefcere.f'oce  che  lenar  tuona  in  un  punto. D a tt.EteccounluPro  fubtto 
non  s'ufa . trajlorfe  Tal  che  di  balenar  mi  mife  m forfè . Ma  perche' l 

Maiife.  Lat.  Manfueta  .Dan.  Qiutli  fi  fanno  ruminando  Balenar  come  uien  reRa.  Che  baleni  una  luce  uermiglia. 

Manfe  Le  capre . Et  nafeondeua  in  men,  che  non  balena . 

Piano,  in  uece  di  manfueto,modePoJiapo,&  bumile.  Pet.  yibTiTe.Latual  mouere  con  fretta  ftlgorando,  onde  fidice  .ije 
Ma  poi  che’l  dolce  rifa  humtl,&  Tiano.U  mia  nemica  in  uibrare  la ^da  quando  quella  è mopa  con  fritta  uerfo  il 

atto  humil,&  Tiano . Son  afringer  d cor  timido, & Tia  file.  Pet.  Laura  foaue,ch'al  fil fiiega,&  ubra  .Ari. 

no . Tofeia  cbe’l  dolce  amaro j&  Tiano  Lume.  Hq/r  ajpra.  Ecco  uibrando  la  fiada  tagliente . 

horpianaJioréjpietata.borpia.L'angelicafembianga  .Arrandellare  .Lat.  iaculari , ual  lanciare . Ari.  "Prende 
bumil,&  "Piana.  D ah.  & coiUptciommi  a dir  loaiie,^-  t altro  nel  petto , dr  t arrandeila  In  me^  alla  attd  fi-. 

Tiana.&quàdupgnipcachiaro,&Talefeuedia  i6St.  pralemura. 

tirperlapianitraatiO).etperampio,etlargoa  17^4.  S cagliare,  per  Unciare  jmetajolta  dal fcaepedare  de  marmi 
dr per  quieto  a %qij,  . - . 


quando  le  paglie  Spiccate  uanno  con  oehciii  a gufa  di 
faetta.  Ari.  Da  jèperforga  in  uerfo  t mar  lo  paglia.  ' 

Cittare.  Lat.  iaculari  ual  lanciai.  B OC.  Comincù  a pet. 
tare,&agittarpietrePuno  uerfo  Poltro.  Eglimictédet-  '• 
tefiauentarecolgittarenonsòthenelpozxoTerlokiJ» 

, dandogli  chiana  lordura^  chi  urf altra,  Tirro  uà /nò 
taui  iù,&gittane  alquante  di  quelle  pere.  Dipe  k polare 
pttatigiùpiutoRo . Calandrinohor  qua  horU  fkltandn  -i. 
douunque  alcuna  pietra  nera  uedeua,  fi  gittaua. 
ardenti.lì  A h.  Da  cut  Crucciato  pre fila  Folgore  acuta.  Tirare.  Lat.ùuulari,trahere,JirigereiRu.ualrimouereda  -t 
Copnel  fiammeggiar  del  Folgor  jantoJdel  filendore.T er  fi,  drf cacciare  , come  Parco,  che  tirando  fiocca  .Pet. 

rAdtomeFolgordipendefie.  ContraParcotamor.che'ndamotira.Ou'amerParcoti-  '• 

Folgorare.  Lat.  figurare. ual  pieadere,&  lampeggiare  ra,drempie  .Ch'aforgaegnifuofdegnomdietrotita.^  V <j-j. 

fulminando.  Pet.  7{pn  come  foglio  d folgorar  pauento . per  cenducere,uedi  aqt). 

Et  folgorar  i nodi  ond'io  fon  prefo.f'eggioibegLocthi,&  Muentare,ual  tirare  gptarefilanàare,&apprePare.  Lat.  47^ 


FOLGORI,  F V LM  1 


Olgore.  lat.  fulgur.  Splendor,  &fulgi- 
trump  faetta  accefa  celePe,  onero  Lampo . 
PtT.yn  gran  Folgor  parea  tutto  di  foco. 
Oue  non  fiira  Folgore , ne  uento . Sljiei  tre 
Folgori  tre  fcogli  diguerraMuu  Folgori 


fb^orarda  lunge.  E'I  chiaro  lume,  che fparir  fa'lfole  Fol 
goraua  d'intorno . Folgorando  d percofie  .Dan.  Ma 
quello  folgori  ne  lo  miofguardo. 

Fuin  nine.  Lat.fulmen  il  UmpoM  baleno,  la  lofena . è faetta 
accefa, che  uien  dal  cielo.  Ari.  quaP d Poréto,e  fiupido 
aratore  Tot  cb’è  pafi’ato  d Fulmine  fi  lena  Di  li,  dtue  Pai 
infinto  Fragore "Prefio a limarti  bumfiefiPbauea, 


iaculari frofdireànfultare.  P Et.  Io  hauro  fempre  in  0- 
dio  tafenefha , Onde  amor  m'auentigid  mille Prali.i.tia 
trite  lanciò. Veri  t'oltra'l fùo  Pd  ella  sauentaJfifa  mnan 
teipiu  dtlPufato.  B o c.  Il  Lupo  figli  fu  auentatoabag» 
la.  Che  già  al  cotto  egli  fi  uoleua  aueutare.  La  pefie  p aui 
tauaa  poti, che  fi  facciad  fuoco  alle  eofipccbe  unir, 

& qui  usò  d proprie  uocaiolo  da  la tmt  detto  Morbntadm 

ttemttm 


Gioue 


CIELO 


Gioue 


timitiusqiuni» aatfo.&fen^noUrt  colpa  armene. 
Dan.  Temendo  l fiotto,che  (otto  lors’anenta.Vofcia  ut- 
ile auentarfi  nella  cuna . Et  ecco  ad  un,  ch'era  da  noHra 
proda  S’auentò  un  (irpente. 

pattare.  Lai.  repellere,  rrifcereualgittar  aia , & Ributtare 
ual  ribattere  indietro . B o c.  L'-dndreuola  uirilnientefi 
^ éfeji , lui  con  uillane parole , & altere  ributtando  indie- 

tro .Et  da  Cintone  feriti,  ù"  ributtati  indietro  furono, 
Dan.  La  giu  l butti  ; & per  lo  fcoglto  duro . 

Arco . Lut.  arcus . P s t.  Ond’amor  l'arco  noti  tendeua  in 
fallo.  Indarno  tendi  [.Arco;  a noto  fcocchi.  Et  la  corda  al 
f orecchia  baueua  te(a . Si  tojio  come  amen , che  l' .Arco 
Scocchi,  aedi  fatto  Marte . d 4 85 . 

4J7  Sictte  di  Clone.  ide(l  che  ukn  dal  cielo.  Lat.fulmen  T.E 
pur  Gioue  dal  ciel  fulmina , e tragge  Saette  acceJè,cofi 
fulminando. 

Saetto.  Lat.  Sagiita,Spicu!um,&  iaculum.  P s t.  Oue  fo» 
tea ^ntarfi  qgni  Saetta.Fenr  me  di  Saetta  m ijuello  Ra- 
to. Il  colposi  £ Saetta,  cynondi^iedo.Etqual  cento  fe- 
rito di  Saetta . yna  Saetta  dt  pittate  ha  prefi . I dì  miei 
piu  correnti,  che  Saetta.  Con  fue  Saette  uetemfe,  «Sr  em- 
pie . Rotte  tarme  cC  amor  [arco , & Saette.  Con  l’arco  in 
manojdr  con  Saette  a (tonchi.  Ipenfier(òufaette,  e’I  uifo 
un  fok.  .A(pre,&Uccefe.  B o c.  SaetU,Saetee,et  Sact 
tomento , uedi  alt  Indice . 

Saettare . Lat.fagittare , iaculari,  & iaculare  .P  et.  Et  ti 
comefaetta , & come  inuola.  B o c.  Semgapiu  attendere 
aputtare , eira  giitar  pietre  [uno  uerfoFaltro  ( fefaet- 
tato  e(iere  non  uoleua .)  Dan.  Saettando  quelt anima 
fi  (nelle. 

I Freccia . i la  fletta,  0 il  (Itale  .Ami.  ferito , ouunque  uà 

porta  la  Freccia. 

Calamo  .per  la  fretta , 0 freccia  .Ari.  yoigonfi  tutti  gli 
altri  a quella  banda  Omt era  ufcito  il  Calamo  homici£i , 

Cocca.  Lat.  cremjl  la  concauitd  della  faetta , douefi  pone 
la  corda  deltarco  .B  oc.  La  fottil  corda  riceuerd  la  faet- 
ta,cbe  haurd  la  Cocca  larga . Le  Redole  Cocche  .Dan. 
Si  dileguò  come  da  corda  Cocca.  KuiSeben  uolafie  piu 
che  (irai  di  Cocca, 

Scoccare,  ual  cacciatela  faetta  della  Cocca  con  [arco . Lat. 
extendere  neruum,  emittere  Sagittam , eiicere,  P e t. 
to(lo , come  auien  che  l'arco  Scocchi . Indarno  tendi  tarm 
co  ; a noto  fiocchi . affa  tate,  che  la  morte  Scocchi. 

Dan.  .Attendi  ad  udire  quel  dbor  fi  f ìocca.i.fi  par  la  Air 
manda  fuori. 

^Aetoccare.  Lat.  decipert . ual  far  la  berta  quel  che  fi  dice 
uolgarmeme  colui  glie  la  ha  fatto  .Dan.Eì  cbinauan  i 
graffi,  & uuoi  ch’il  tocchi  : Diceua  tun  con  [altro  fn  (HI 
grappone,Etn(bondean:  fi  fa  che  glie  n'accocchi  Ari. 
come  potranno  bauer  CuardiaAbe  le  moglier  non  ne  fac 
cocchi  ii.  non  gli  faccia  la  berta. 

Tratta  : a trahendo  .Boc.Si  uidero  forfè  per  una  Tratta 
d'arco  uicini alla  naue.i.quàto  tira  [arco . Lat.  troQus  ar 
’ cus.  \Ki.f'ntrattoitarcofuordi(lrada  ufeiro. 

ci  a ffiada  T ratta.LatJhofies  capitalei . 

Tratte  di  corda.  Lat.  fidicularum  i9us.  B o c.  Tofiob  alla 
cordapateccbieTratteddle  buone  gliene  fecedare. 

Tiro  di  man.  Lat.  iRus.  A r i.  £ lunff  quanto  potrebbe  ef- 
fèrunTiroDi  mauoj.  un  tratto . 

tàak.Lat.figitta.  tu.  Strale  Ardente,  Aurato, Or »- 


JS 


toJRaro(Primo^ltimo.  Amor  m'bapo(io,comefegnoa 
Strale.Strali  Amoroft,  Dorati,Tungenti,Accep  in  fum 
ma.y eloci piu  che  Strali.In  che  1 fuot  Serali  Amor  dora, 
Raffina . Omtamor  m’auent'o  già  mille  Strali . B o c. 
f'ir  amplifSime  tutte  diritte , come  Strali  .ditti.  Mette 
fu  [arco  un  de  funi  Strali  acuti . 

Dardo.  Lat.telumAir  iaculumJ>vlis,disArundo.  P B T.Oi- 
i»e  d dolce  rifofind’ufiio’i  Dardo  .San.  Souente'l  Dar- 
do, oniiofleflo  traf(iimi . 

Dardeggiare.  Lataaculari,  iaculare,  tclum  lacere,  conifcere 
telum,&  tclum  immittere^al  lanciar  il  dardo.S  a n.Ho 
ra  a dardeggiare  con  hpa(iorali  ba(ioni . 

lacolo.  Lat.  iaculum.  San.  QjiÌ  Diana  ti  lafiia  [arco,  dr 
il  lacolo.  Foce  da  non  uftrfi  ne  in  profa  ne  m uer(ò . 

Telo.  Lat.  i il  dardojìralcfi  lancia,  & qualunque  coft  che 
fi  può  trar  con  mano.  Dan.  t'idea  Briareo  fitto  dal  Te- 
lo Cele(iialfiìar  da  [altra  parte. 

Fionda.e^  Tromba.  Lat.funda , i Rromentocon  che  fi  ti-  qjf 
rana  le  pietre  fi  fafSi  da  alcum  detto  Ma7^(ru(lo.h  o c. 

Io  prego  fihe  tu  pofla  in  luogo  di  pc(ànte  piombo, 0 di  pie» 
tra  nella  canata  Fionda  tu  fu  tra  mmici  gittata . P i. 

S A N.  Chi  gli  archi,  & chi  le  Fionde,  & con  quelle  di  paf 
fi  in  pafio (coppiando,&  trahédo  pietre,  ne  diportammo. 
Etfengaefiereoltraa  due  tratti  à FiSda  lontani . Akii 
Et  con  (pontoni  Ar  archi  fit  (piedi  fi  F romite,  co  fi  i nel  San 
nazaro  del  San(àuino , 

Mazzafruilo.  i^r.  Funda.  Ari.  E con  un  Mai;;ga(ru(lo 
a [acqua  ffiinge . Credo  che  mai^t^afruSìo  fia  dmerft  dt 
fionda. 

Frombola.  Lat.  funda  i la  fionda . B • c.  t{gn  altrimenti 
fece  fihe  la  piombofa  pietra,laquale  ufiendo  delta  rifar  ■ , 
te  Frombola  uolta , ir  uoltando  imbianca  per gh  empiti , 
che  dinanzi  troua  alla  fua  fuga  .Tn.Ln  luogo  é baùflra 
uftuano  Frombole  Ar  i loro  quadrelli  erano  rilondi  dota 
tali. Tn.onde  Frombolare  ual  tirar  con  la  Frombola. 

Quadrella.  Lat.fagitt*.  Ito.  Tr.  fino  (ìralifi  flette.  P e t. 

S’U  dffii,  Amar  [aurate  fue  Qjiairella.  Lato  mi  bagna, 
cbiprtmier  laccorfe  OjLtdreUa  .Ari.  E fra  pume  di 
lande  Ar  di  Qjiadrella.  Dan.  Et  forfè  in  tanto  in  quan» 
to  Quadrel  pofaj.mattone fi  pietra  cotta.  B o c.  Et  i loro 
QtudreUi  eran  ritondi  ciottoli . 7 h. 

Kombo. Lat. rombus ,(ragor ,i(ùono ,0  Rrepito.  Ari. 
L'aria  fendendo  uien  dlhorrtbil  Rombo . 

Rimbombo.  Lat.bombus,i  tratto  da  bombo fih’i  la  noce,  440 
che  fanno  le  Api,(T  le  trombe  j onde  rimbombare  per  ri- 
fonare. D AN.Ciàerain  loco , oue  s’udia’l  Rimbombo , 
Simil  a quel,  che  [amie  fanno  Rombo.iJiombo . Ari. 

Ile  [acqua  fi  gran  Rimbombo  al  ciel  ne  riede . 

Rimbombare.  Lat.  refonare.  V i R.  Formofm  refmare  do- 
cci Amarylltda  fyluas.  fi  ET.  Et  nmbombaua  tutta  quel 
la  ualle.  Rimbombi l fuon  de  miei  grani foffiiri . Ma  la  fua 
uoceanchorquàgiù  rimbomba. Ilei  mio  (hi  affai  poco 
rimbomba.  Dan.  Rimbomba  là  (òpra  fan  Benedetto . 
Indirà  quel,  che  m eterno  rimbomba . 

S tornio . i romore , 0 Rrepito , uedi  499.  onde  Stormire  l 
far  romore  fi  R repitofil  detto  luogo , 

Stordire . i quando  per  qualibe  inufitaeo  tuono  fi  finte  offièn 
dere  [udito. uedi  a 119;. 

Sc\ùimiZEO,er SchiimaTgfioittcoufonanx/idi  oblio, nò  , 
con  l'accento  fu  la  ficoada  i,  Lat.exclamatto,ualRrepi- 


Gìoue  C I 

t»,&remre;&Sibuiaur^are  è proprio  delie  gaUiae 
muoio  hanno  fjttol'oouo.ìioC.TaJiamio  dalla  (el- 
udi (ojim  femì  lo  Sebiama^io , che  cofloro  infiemefa 
cenno . Il  podeftà  daWaUra  parte  pentitolo  fece  oa  grande 
Schuma'^, 

Tuonì.Lat.tonitn4a,fulnùna,&  fulgetra.  P i T.  « B o c. 
Tuoni  jpauenteuoU  Ch'acqueta  C acre, & mette  i T uom  in 
bando . Che  dopo  molli  Tuoni  una  gragniuola  grofia , tr 
fpeJSa  comincio  a uenire.Che  i T uoni  non  ihaurianopot» 
ti  fentire . Sanando  preJioilTuon  paruegià  roco  Efihine. 
Dan.  Ruppemi  l'alto  jimno  ne  la  iella  l'n  grane  T nono 
fitcb’i  mi  rifcofii.Ti^iormtefnfemiuinie  Tuono. Et 
fogge  come  Tuon  che  fi  dilegua  ,Se  j ubilo  la  numla  feo- 
(cende.A.  R i.ConTuoni,eUmpi,Cìrilneroaerinina(cia 
Grandine,  dr pioggia. 

Tuonare,  & Tonare.  Lat.  P i T.  Come  col  balenar  tuona  in 
un  punto . Qjundo'l  gran  Gioue  tona,  bor  tona,  hor  ne- 


E L O Gioue 

tutte  tarme  che  hailiidallajjiada  ; St  in  fpalla  un  Scop^ 
pio,  0 un'.Archibufo  prendi , Chepnega  io  sò  non  tocche^ 
rai  lìipendi . Signor  hauete  a creder,  che  Bombarda  Mai 
nonuedefle. 

/crchibiiCo.LatjikouoJ'clopus,fiuetormetttum  ,fiuearcus  .f4^ 
hipoireticus.  fecondo  IAki.  Cimofeo  ne  fu  inuentorreet 
defcrmendolo  dee.  Torta  alcun  arme  ,cbe  l'antica  gente 
"Hpn  uide  mai,  ne  fuor  che  lui  la  nuoua  ; l'n  ferro  bugio^ 
lungo  da  due  braccia , Denero , a cuipolue , druna  palla 
caccu  Col  fuoco  dentro  oue  la  canna  e chiufa  , Tocca  uit 
Miraglio  ! che  fi  uede  a pena , A guifà , che  toccar  il  me- 
dico ufa  Doni  bifògnoìallaccur  la  uena:  Ondeuieiico* 
talfuon  la  palla  efclufà , Cbefipuodir,chetuona,ecbe  ha 
lena  ,7ipmen  che  fogha  il  fulmina  oue  pafja  ; Oò  che 
tocca  arde , abbatte , apre , dr  fracaffa . Tofe  due  uoltc 
il  nofiro  campo  in  rotta  Con  que fio  inganno,  e i miei  fiom 
telliucafe. 


Mica,  dr  hor  pioue.  Come  irato  ciel  tona.o  Iconrugge.  Tormento  per  tarchibufo,&  pigliafi  ingenereperl'arti- 
D A N.  Che  fomighi  tonar  ecbetoRofegiu.  S a n.ì^otte  glteria.  Ari.  'Honuolfi  porre  ad  altra  cofa  mano, Se 

diuemOfChetonandopioueno . non  a quel  Tormento  c'hahbiam  detto , Ch'ai  fulmine 

Scoppio  Lat.fclopuifiilluono.VtT.ChefinaRomanuJi  fomigluin  ogm  effetto.  & tormento, & tormentare. 

rai  lo  Scoppio  Lgrido . midi  a 1 8 1 9. 

Scoppiare.Lat.erumpere,rumpere.L’auara  Babilomaba  Ordigno  per tarchibufo,ueih aTartaree a 1805. 

colmo  il  (accoTanto  che  [coppia . B o c.  Che  qua  fi  feop-  Tremoto  m ucce  é T aremoto.  Lat.  terramotuuChapna- 
piauano  deUe  rifa . Lat.  cachinabantur.Egh  no  è di  quer-  ticus.i.  Dan.  "hlpn  fu  tranoto  già  tamo  robufio , Che 

aafi  d' grotta^  di  dura  pietra  fioppiato.i  ufciio,  0 nato . feotefie  una  torre  cofi  forte.  Taò  fenili  Tremoto  ti  pff 

Se  tu  cofi  Scoppiato  di  cerrofi  di  grottalD  ah.  Va  gli  Spinti  pa  lo  marne  render  lode.  OperT  remolo  fi  perlòa 

occhi  fuori  fcoppiauatorduoloadeftufciuafuori.El  come  [legno  manco. % a n.  Sotto  infelice  prodigio  di  Comete  . 

tunpenfiadePaltrofcoppiafidefiufcendodaiua.  Km.  éTerremoio  dipefiilemia^fanguinofe  battaglie  nato 
Efiride,i!pfeoppiaàdefl  crepare.  yncedeThofeani.  * 

trepare.  Lat.  & crepitare,crepitum  f acne  fonare, perfona-  Komore, GriJo,Strido,Tumulto.  uedi  a Voce . 
refinacpere,paaepae,dolae,querifi:óqueri,  dolore cru  ÌAoTmorio,Mormorare,Snfurrare.uedi « i ?9». 

(un,uel  affici  fiolorem  capere  fiodolae  indolere,  merere,  Crich.  Lat.  crepttus.  è certo  flrepito,o  filano, che  fi  fa  con  te 
ingemifcaeangifiolétaferrein  dolore^  moleflia  efie,  dua,  0 come  fa  la  ghiaccia  quando  fi  fpicca  ,0  rompe, dett» 

Male haner dolore,  rifònaTe,& far firepito.D  A N.Ètti  dalla Moceifìefia.D  a n.'lf^nhaMru par  dal'orlo fatto 

fiarealafete.ondeticrepaDifiulgrecola  lingMa'.  Chrich(  parlando  detta  ghiaccia.) 

Crepitanti.  Ì4t.R4Ì  rifonanli.  hoc.  Et  gli  Crepitanti  Rompere.Lat.rMmperefiangere.P  tr.TuotMrharmiTfon  444 
Tnonifpauentano  le  torri  ( nella  Fiammetta ) Dauanii  a no,Ma  romper  nò. Et  tMtti  i miei  penfier  romper  nel  me- 


Crepitanti  fuochi  ( nel  Tbdocolo . ) come  te  foghe  del  lau 
ranci  fuoco. 

441  Fragore.  Lat.  ual  fnonofiflremto,  che  prouiene  di  arbmefi 
di  qualunque  cofa  rotta,&  fiacafiata.  Kr.i.’Poich'èpaf 
fato  il  fulmine  fi  lena  Di  là,  doue  taltifiimo  Fragore  Tref 
fo  h moni  buoi  Uefa  Chaueua,  idefl  la  faetta  0 U fulmine 
che  uien  con  tanto  furore. 

Strepito  Lat.ualromore.  B o c.T^/JfKexiwna  leuarfi 
il  Re  ; ilquale  io  Hrepiio  de  caricanti  fi*r  delle  beftie  haue 
ua  defio  . Da  Hrepiti  di  tumultuante  famiglia  .Ari. 
Contai  romor,e Strepito, cbepareCbe  tremi  la  forefUt 
iogn' intorno. 

Artiglieria . IM.  tormentum , nufiile , murale , belheum , 


XP.Douriandelapietà  romper  un  faffo.&rotuper  ogma- 
ffro  fcoglio  .ebeì»  nnantip  di  me  conuien  che  rompa . U 
Mela  rompe  un  uento  hnnudo  eterno . Et  rompea’l  fanno . 
Rompendo' l duolfihe'n  lei  s'accogUe,e!r  [lagna.  Rompefie, 
[aura  del  mio  ardente  dtre  Rompete’l  ghiaccio,  che  pietà 
eontende . Rotta  è l’alta  colonna  e’I  uerde  lanro.  & Rota 
te  onde  dal  uento.  & Rotto  arbore , & farle . Rotte  [ar- 
me S amor.  Rotte  membra.  Rotti  fofpiri.  Et  legittimi  nodi 
furon  Rotti.  Rotto  Troncon.  Il  Feccbicrcl  Rotto  dagli  an 
ni . E'ipaflor , che  a Colia  ruppe  la  fronte  .Che  col  pii 
ruppe  le  tartaree  porte . Ruppefim  tanto  di  uergogna  il 
nodo.  Sluando  ti  ruppi  al  cor  tanta  durr^ . B o c.  »e- 
dillndice. 


igKum,  Tormemurn entm macbina  efi.Kn.1. L'Aru-  Interrompere. Ut.  Pt  7. Interromper  conuien  quefi'anid 
gheria  come  tempelia  fiocca.  rei . Ogm  cofa  mortai  tempo  mterrompe . E ’nterrompen- 

^oinbirdi.I'oc7nuouocofidtttadaUoiflefp)Suono,per-  do  quelli  ffirtiaccefi.  Che  mterrompendo  àimia  uaail 

ibenmbombafirde, t!r  dà.  Kv.i.Equal  Bombarda, e corfo  M'han  fatto . 

diu/nvKuiM Scoppio, Ovai  fempbce  Cannoa, qual  Schiantare. dafcmdo.Ut.ualfendere,&rompereinpec^ 
Camion  doppio,  ilual  Sagra,  qual  Palcoa.quat  Colo-  ^fii  i proprio  de  rami  quando  fi  rompono  in  gualche  par 

brina  Sento  nomar  fiome  al  fuo  autor  piu  aggradi, Cbe'i  te, ma  non  fi  [epura  del  tutto  luna  parte  dall  altra.  Ptx. 

ferro  fbemfi!rimarmiapre,e  rouina;  Et  ouunque  pa/ìa  Ahi  morte  ria.comeafibianiarsiprefia.  B oc.  Et  par 

fifad^UHradaiRendimìèr  (oidaionUafucm  Tur  cbt'Uuor  nu JcbiaiitiJfcitda,^qira ,ffie  tuttala cot- 
* ' ‘fa  (elle 


Gioae 


C I £ L O ' Gioite  56 

qHodtrm.  latMff[ÌHne,orimem  obuerim . D A N.  OÒ 


UpeUelefi  fchÌMtafle.aUnni  Uggtno  ifchknt<ific,&  _ 

t uno &[tUroi  ben  detto.  tbepertuniuerIófififMjdermtj.pmamfefia , admul^a. 

Sebiicaore , ual  rompere  percotenJo.  Lat.  comprimere.  Lat.patefacere. 

B oc.fihutcciaua noci, tir  uenJeuaigufci  a rttagiioi  Disfare.  Lat. uaflare^ertere delereiconjìimere.couterere , , 
ch'io  mi  ten^o  a poco , ch'io  non  ti  dò  tale  fu  la  tefla.che’1  dtfftpare/Uftruere.  P et.  Si  che  n'auà^  homai  da  disfar 


najò  non  ti  /i  jchiacà  nelle  calcagna  .D  \ Et  che  la 
forca  fimilmentefchiaccia.  Ari.  DapaUhi,edafine- 
flre  altra  fi  (chiaccia . 

fchiacciito,ualpÌJtto,&maccato.Lat.fimus.B  o c. 
Ella  hauea  il  najb  Schiacciato  forte  .Ari.  Schiacciato 
il  najò  ,eneleciglia  hirfiito . 

Piatto,  c?"  Simo  Medi  a in. 


poco  i Di  far  cojè.tìr  disfar  tanto  leggiadre^  E'I  tempo 
disfar  tutto.  Sìuel  celefie  cantar , che  mi  disface . B o c. 
Dubitando  la  guerra  noi  diifacefie . Come  che  tutta  la  cit 
tà  disfatta  fia.  La  donna  cadde,  nò  lolamente  mori/na 

tuttafidiifecej.ruppe,&mfianfe.Con  Disfacmicpto 
dì  tutta  Italia,  lat.  excidiiÓH^uerfio,cladesjruma,exci- 
fiodnfiammatio^epopulatio,uaflatio . 


Scofcendere.  Vo.  Tr.  da  fcofiio,  ua!  rompere.  Lat.  precipita  Sfare.  Lat.  dolere  ,confuere . P a t.  chimi  s face  Sempre 

re.  Dan.  OuieVuliima  parte  fi  fco  fende J. con  diffiiul-  m'é  innanzi  per  mia  dolce  pena . Dunque  ch'i  non  mi  sfac 

tà  fi  feende.  Se  (ubilo  la  nuuolafcofiendeà.rompe^  feen  eia.  B o c.  Miifaccioa  pocoa  poco . 

dealba[io,&òilpropriodeHuuoli.Tarrebbefronda,cht  Ci\iR.ztnento.latjiaflatioutfupraaSfaiimemo.B  o c, 
troppo  feofeende . La  uergogna,&  il  Cuaftamemo  deirbonore . 

Difeofiendere.  iilmcde  fimo  che  feofeendere  .T)  K n.  .Alpia  GnaAa.Pi  T.L’arteGuaflafi'anoi.aUhornon  mle.f'idiU  a, 

Boifilaroccia  Difiofcefaàindmerfepartirotta.Cofiigià  giufio Ecechia,t^SanfonGuaHo.  Hoc. La uoftrabuo  ' 


duna  ripa  Difeofeefa  Trouammo  rifonar  quelTacqua  tin- 
ta. Km.  e piena  d acqua  corre  un  fiume  di alta  je  Difeo- 
feefa rmaj.ruinofa.  Iat.prarupta,p‘a8a.  deirta. 

Sctiàìci  panni, fìratJ^liati.  Lat.  laciniati, & colorati  di  ua 
rij  colori.  Lat.  diuerficolores,  uariegati . B oc.  Et  colei , 
laquale  fi  uede  indizio  i panni  piu  Scrii  iati,& piu  uerga- 


na  fama  fieGuafia.LM.rHpta,deuaftata. Quella  legge 
min  è anchor  Guafla  dalla  natura . Lat  aboleta  .Ogm  co 
fa  Guafla , efr  fcapeHrata . Lat.  diffìpata . Il  corpo  an- 
chora  di  niuna  cofa  Guaflo , ne  corrotto.  Lat.  eorruptus . 
Vn  dente  guaflo.  Lat.  putrtdus.  Guaflatore,  & Guatta- 
trice.ueéf Indice. 


ti,&  con  piu  fregi.  Quefle  cofi  fregiate , co  fi  dipinte , cofi  GuxHare . Lat.  uafiarejdiffipaTe , toUere,  delere.  P e t.  Gua 
S tritiate . yoce  non  piu  ufata . ftan  del  mondo  la  ptu  bella  parte.  Tanti  uolti,chel  tfpo,et 

irctetio,quafi  irafeuio.  Lat.ira.ual  rotto, 0 rottura.  B O c.  morte  ban  guafli  .Boc.  Di  non  guaflare  ogni  cofa.  Con 

La  Beleolore  rtmafà  jcomala  uenm  m Ifcretio  col  Sere . i bugie  gua  fiondo  la  fama  fisa . Guaflerebbefi  ogni  cofa . 

tefii  moderni  hanno  uenne  in  cruccio  col  Sereetimeglio.  Sconcio.Lat.  imntoderarHs,incomodusdnbonefiuiàudeco- 
Sptexgare.  Lat.  frangere.  PtT.tp-  Orione  armato  Spe^  rus,dedecorus,turptsànfmiit, &eorumaduerbia  eum  fu 


pra  modum . ualilòrdmato , mal  fatto  .Boc.  A qual 

I im- 


partitogli haueffeil  Sconcio  fendere  recati . Settga  im 
no,  0 Sconcio  di  loro  j.difordine.  La  nouella  fecondo,  che 
Sconciamente  fi  diceua.yeggendo  tutto  digli  huominifa 
tele  fconciecofe.lfaccidit  in  penfier  fòle  altri  mettere 
Sconci . P H.  Diminuire  in  niun  ateo  fhoneflà  delle  donne 
con  Ifconci parlari J.mal  detti.  Beuitor grande;  tanto  che 
alcuna  uolta  Sconciamente  gli  ficea  noia.  D a u.Che  fuo 
mia  Sconcia  nouellaàanal  detta.Soaueper  lo  (caglio  Scoh^ 
tiOigfi"  erto  J.mal  fatto  faticojò.che farà  Sconcia  Si  che< 

perfimil  non  l'entrò  in  malta. i fuor  di  mifura . 


a trijii  nocehier,gouerni,  dr  fòrte.  Mi  rendou  torco , che 
ogni  cofa ^evCA.  'He  t arme  mie  punta  di  (degni  fpegja . 

Che  Ifieggò  il  nodo,onJ‘io  temea  (campare.  "Hp  (non  cura 
ua  di  Spexg^a  nebbia.  B o c.CA  mifeinnanTÌ  certi  cep, 
pi,  che  T^to  non  hauea  potuti  fj>t"ggare  ; liquali  coRui  , 

’ chefortiffimo  era , in  poca  dhora  lutti  hebbe  (fegati . 

Spezziate , & rotte  t amoro fe  catene. 

44<  Frangere . Lat.  Vtt.e'lmar  che  frange . Onde  le  perle , in 
ch’ei  frange , & affiena . mia  una  Stanca  fenzjgouemo 
in  mar  che  frange. 

A ffrangere. Lat. frangere  ,&  effringere. per  rompere.  , , . 

Dan.  Che  la  natura  del  monte  a affranfe . T^on  era  di  Sfornire . ual  diforénare  ,guaflare . Lat.  exuere  ,fpoUare . 

Rupor  tremando  affranto  .T. Taci  Licoro,e'l  cuor  tuo  P ET.Cofil'almaba  sfornila  Furandoilcor. 

non  affrangire . s Soluere.  Lat.  uaflare,ual  romptre  guaflare  fi  disfare.  P e t. 

ScOueggare.  lat. rompere,  ual  frangere  in  due  pezzi.  Pix.  Et  non  pur  quel  di  fuori  il  tempo  folue;  Ma  le  uoHre  elo- 

El  chi  troppo  apotiglia  fi  fcauezja.  quenze,eiuofìri  ingegni.  Send’io  tornato  a foluere  ildi- 

Sqdarciare.  Lat.fcindtre , lacerare , & rumperc . prop.  & gmno.dr  per  liberare.uedi  ajqq.drper  chiarire  aóì. 

meta.  P e t.  Dunque  bora  è il  tempo  difquarciare  il  uelo.  Rifoltterefial. disfare /bfiienire.  Lat.  relòluerepiluerefiuane 
Lafeiando  in  terra  lo  Squarciato  uelo . Ma  Squarciati  ne  (cere  .Psr.al  fòl  fi  uolue,&  cofi  fi  rifolue.  Boc.  In  tre 

porto  ilpettofi  ipanm.Tanto  ne  fquarciofi’apparecchio , mattine  rifoluerà  ogni  cofa.  uedi  l'Indice, 

druergo  .Boc.  Squarciandofi  1 ueflimenti  conunciò  a Difioluere.  Lat.  refcindere ficai fchgliere disfare.  B o c.Che 
gridar  forte.  D a u-Allbora  il  nionetier;  cofi  fi  fquarcia,  quefla  compagma  non  fidifiolua . La  riuerendaauttorità 

meta,  per  dir  male . delle  Uggì  cofi  diurne, come  humane,quafi  caduta, df  dif- 

447  Squartare fi!r  Ifquartare  ual  rompere  in  przgÌ.Lat.  lacera-  frluta  tuitijono  diuenute  lafciue^dj-  Difiolute . Lat.pe- 

re,dtfcerpere.éfcindere,  & dilaniare.  Boc.  Mi  lafcierei  tulans  i.nel  uiuere  difirdmate.  Come  huomo  Difsoluto . 

prima  fquanare,cbe  pur  il péfaffi.  Tnma  foffrerebbe  Diffolutioni.  Lat.  petulantixjuxusjuxuriajibido,  effre- 

fère  ifquartalo.  Dan.  Graffaglifftrlifiigoia,&ifqua-  nata  ficimpetus  animi  iminodcratus  ual  diforéni.B  oc. 

traJJIquartafma  cofi  difie  per  la  lima.)  "Hs  in  altre  Di fiolutioni  allargando  fi. 

Squadernare , ual  guaflare , & rompere  unlibro , detto  da-  Struggere.  Lat.  defiruere$ó'  c^umcre,ab^ertfiibrògarei 


if9 


Gione  C I E I-  O Ciouc 

aftclHerrfiijurfimidrluiiirrcertpiJUiiiOt&ltqiirfacert  un  matto,  lat.interrudera. 
timo  Pii  Che  tu' arde  jCr  iiruggcdtmna  forte  afar  .AbbattcreperTOMÌnare.Lat.eiitrtere,fro!lemerf,extiar~ 
tt  .Ternen  auumarmi  a ihtn.tllrkilt . ,4fe^utre  una  bare,de]intere . h a c.  ^Ardere  ifatfi.H-  abbattere  le 

fera  < be  tnt  lirttgge.  Che  doli  eminte  fi  tonfuma  & fi  mg  littàbhr  regnt  antf  Itati.  Et  hor  iftieftiija-  houjtaUo  fe- 

ge, teme  fi-efia  nette  Si  ttàflmggindo.^Anx!  mt  fimggo  rendo  tjttafi  fetore  gUabbattetiaj.mandatia  a urrà.  Lat. 
al  {non  de  te  parole.  Che  t raggi  o«'/o  mi  Jtruggo  eran  pre  fiernebat  Lumi.’Nj  prima  abbattmo  bibbc  il  gran  cefio 

fetiti.  che  mi  firnggon  loft  tome  al  Jól  nelle,  h o c.  Egli  fi  in  terra  j.gatato.  Lat. deiitit.  A n l.Ciòihe  tona  arde 

flruggea  tutto  if  andarla  ad  albrattiare.  C he  toflei  tnt-  abbatte, apre , efiacafia . 

ta  fi  iiriiggepefer  fno  amore . Tutto  fi  ne  Slmggtna . Fracaflb.  Latjruinafiagor.è  il  rtmorejo  firtpito  di  tofi  rat 

DiJlrHggtre.Lat.ionl'kmcreetbolere.abrogare.naldisjare.  te, & fjn^zate daiiinti,o fimite . ho  c. Menando gran- 

P s T.  Ch'to  temo  lafio,no’l fiiierihio  afanno Difìnigga'l  dijjme  fietredeqnali fanno infieme nonmotùre Eratafio, 

cor,  che  triegna  non  ha  mai  Se  col  cieco  defir  ibe'l  cor  da-  thè  C acqua  cofi  gii  per  ta  Brarmcnole  montagna . Lat, 

firngge . Mi  punge  amor , m' abbaglia , & mi  diftrngge . frerupm  aqna  mom  .TH.Trali  rotti  monti,  & i Fra- 

Et  quel  nano  amator  ibe  la  Jna  f rafia  BeUet^  difiando  cafiatt  alberi.  Ah.  La  nane  Fracafiata.T  h.D  a n. 

fu  dtflrutto . i'f  nenia  lù  per  le  turbale  onde  un  Fracafio  tCun  fuom 

DiRruggnore.  Lat.  diffipator,  enerJir.D  a H.Difiiug-  pandi  fauento.  A r i.&  a Fracafio  arbori  maia,e  db 

gitordife^di  fue  cofe.  iheuietailpafo.Cbenonfurlharifinto,Mauoliom 

dileguare.  Lat.  hque fiere,  noi  disfare  ,&  confumare  a poco  fugai  Fracafiatoe  utnto  : 

a poco,  uedi  a i6i2.&aq^o.& anco  allontanarfi . Stroscio,  ualiìrefito , &gran  [nono , Lat.fragor,  mina  , 

J)ifcrdereJjtt.&difipare,turbare,conturbare.S‘ u t.Ter  flrepilusmagnusfonus  .li  AH.Far  fitto  noi  un  mira-, 
non  fiontrar,ch'i  mici  fenfi  difierga.  Subito;accii  ih' ogni  bile  S trofiio . 

mio  ben  àfierga . Stropiccio  Lat.  fiicatiojlref  itasi  daftrepo  ,pìs . ual pic- 

Diiperfe.  Lat.  P tr.Difierfe  dal  bel  nifi  innamorato  dina  fi  ciato  minore,  o firtpito,  fatto  con  mani  fi  con  pudi  fiegam 

tu  tutto  dal  nel  eran  Dificrfi.Bo  c.  Fu  il  fue  efinito  doli  per  terra.  B o c.Tanndog/i  bauer  fintilo  alcun» 
feonfitte , & Diferfo . St  mpU  ciò  de  piedi  per  lo  dormitorio . 

Sporgere.  Lat.  Spargere,  ual  difjierdere,&  perdere.  Dan.  Stropiuiare,  ned  fregare  leggiermente.  Lat.fiicare.  Bo  C. 
Terihe  non  fu  te  uoi  del  mondo  fierfi , Guardando  perche  Colfi  una  foglia  é jàluia , o-  con  efia  afiai  s'incommciò  a 

fiera  non  lo  fierga . ftropuciare  i denti , ó"  le  genguce . Et  appreffo fifeu  la- 

S trabocchfuolc.  ual  fent(a  confideratione . Lat.  precefs , u.ue,  ^ftropicciare  alle  fibiaue . Et  come  fi  dal  letto , a 

B O c.  Lauccihiexp^ift  eomefierimentata negtiaffan-  da  alto  finnoftUuafie ibadìgliaua  ,&  fimpiatauafigli 
«(,er  putta  dd utili  configli  bauere  piu  cara,  (he  la  Sira-  occhi.  Et  quiui  inunafiufa  mefiolo  tanto  lo  firopuciò, 

boccbeuole giouanevea.  £ p.CranJifimefomtffono  quel  con  acqua  calda  lo  lauò . 

le  d’aiuorctir  a granfaliibe,t!r  a StrabocchcuoU,  et  non  Scofeio,  eir  Saffo.  Lat.  quapatiorquaffusfisfionqualsatio, 
fenfiu  pericoli  gli  amanti  dtfiongono.  Tiu  che  mai  Hra-  teutuffusfitfioniufurafiommotio . ual  rouina , o caduta 
bocchiuolmente  fendendo  J.juor  dsmifura;  moltolar  con  mouimento  uioleme  .B  o c.Cagnn  dimaigi  -iSco- 

gamente  .met  dal  freno  del  cauallo,  fiio.F  i.D  a n.  .AllhorfuinpiuiiinidoaloSiulcu . 

Scraboccamrnti.  Lat.pracipitia.B  o c.  Straboccamen-  Scuotere. Lat.excuterefioncutere,quatere per  firollare, di- 
ti contraridi  fortuna . A u.  menarfijtaitere.  P e r. Torre  gli  uidifiSrf  cuoi  crii  di  ma- 

Traboccare.  Lat.  cadere, precipitare  jabifirumperefixeide  noàJeuarglifi  togliergli.  .A  fiuoter  l’umbra  intorno  de  la 

re,  ual  uerfarejÉr  mandar  fuori  con  furia.  P e T.  Lagri-  terra.i  a cacciare. i be fiuou  r forte,  & fiUeuar  la  fumo, 

me  per  la  piaga  il  cor  trabocchi . Auen  ebe'n  pianto  , e'n  Ethna  qualhor  da  Encelado  ioiufioJSa. Boc.  I>ouc  tu  li 

lamentar  tramtcìbi.  Che  di  dolce  ueleno  il  cor  trabocchi , credeui  un  giouane  hauere , che  molto  bene  il  pdliccton  ti 

idefi  caggia  ,DAH.Etegbame,LMtuaeittà,ch‘i  pie-  fiotefe , hauefii  un  dormiglione . lo  confefo  i ìse  igiouani 

iM  Hmuidia  Si  chegiàtrabocca  ilpuco.  idefi  che  piu  non  con  magtior  forza  fcuotono  i peUiccionU.battono,  o dime 

può  tenere . nano,  ^battendofi  ad efi  ducporci,liquali  ficoudo  il  lo- 

Prccipido . Lat.  pracipitium,  &praceps.  Ari.  Fofie  ne  ro  cofiume  prima  molto  col  grifo  poi  co  denti  prefigli,  ^ 

tallo  prectpitiomorta,Tionba  mai  fine  UTrecipiiu  mio.  Scofjiglt  alle  guancie.f  parlando  di  Sìraui.)  Dan. 

TPrecif  'aare.Lat.pracifitare .ualtraboccare .V  n.Et  tal  Tercbe’lciel ,comefarancborpScofie .ifcotendoda  fi 

piacer precipitaua  al  corfi . ideB  con  ucÀonterofojir  Hra  l’arfura  fiefea , 

boccheuole  corfi , Crollo.  Lat.  conquafath,  quaffut,  er  rouina . i lo  Scofeio , 

Stramazzare, per  traboccare,  & cadere.  Ari.  Stordito  de  Eouina,  o percupionejcbe  fifa  cadendo  confirepitofi  fuo 

tarcionqucl  Bjt firamazta,  no. Pe  x.Che gbdtede tnTbcfiagha  poi  tal  Crollo. 

Stroppio , & Storpio, da  fierto.  Lat,  debilitasfiebilitatio,  pofio  dal  bel  melo  homai  dar  CroUo,i.fcuotermifi  liberar, 

diminutio^rapeiumcntumfiaQura.iimpcdùucte.intrr-  mi.D  Ati.dnne;filufiu  iTerchetaiCroUi  Dii  dian^ 
rompimi  nio,  eSrguafiamento . P e t.  S' amorfi  morte  m tl  monte  i Ani.  Ma  tanto  fu  de  la  fercojia  il  CroUoabe 

dàquaUheStropfio.lì  Ati.ll  jalirnon  ualeaStorpus.  la  ulta  gli  tolfi, e ruppe  il  collo, 

ideh  impedimento.  Croltart,ualfquafarea>inouereconfirepito,&impeio.Lat. 

Rofjina.  Lai.  ual  fracafio . P e t.  Rouina  Babilonica . Ma-  conquafare,  qua  fare,  quatere,  concutere  .P  ST-Daba, 

nifeHa  ,Mifira,Dcl  mondo.  Boc.  Boutnofa  acqua.  rnartberbej&dacroUartbofihi .Boc.LadounaCrol 
^dasùufifund.RoutaaTreiana. Entrato  tra  te  Rouine  undo  U capo  diffe.  Et  di  quello  crollando  la  te fla,&  mi- 

succiando 


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Marte 

mtceianló  fiuftl.  Di  caUrlo  nel  ^ fi  ^ 

aajf/r , & come  lauto  fojie  crollajie  Ufnne  ,&ejJilon- 
Irarebbcrjnjò . 

StroiUre,&  ifcToUare  ambo  fi  dice.  Lar.  exa^itare . B o c. 
Bfiere  da  cotal  «rato  fierammie  fcrotlato . 

CrojcurepercroUarc.Lat.mcKterejconckiere^fcktere^x- 
rutere  .Dan.  Ogiicflaia  é Dio  quanti  fenera.  Che  co- 
lai colpi  per  nenietta  fcrofciaafercuote  con  empito,  et  ne 
brmi  atij;et  diceft  un  jcrofaotCacqna.iam  Jqnafio  di  piog 
gu.  Lat.  tcmpc]ias,ér  kit  aqtu , 

ignare,  per iommouere,ionquaffaTe.  Lat..Agitare.  P i T. 
fAgttandom'i  uenujd  cieloje  [onde . 

u u V.  r t. 

Arte . IM.  Mars,  & da  greci  detto  jlret  ; 
& Tyrois,  & Mauors  da  poeti . Marnes  da 
Sabim.Marjlnter.i.marf^ater.^rmipotem, 
dr  Bellipolens  ; Figliuolo  cb  Cioue^  di  Gtu- 
lone  nato  tu  Tbracia , però  che  quelle  gemi 
junu  oeuii.olefu  detto  Dio  della  guerra  ; Vadre  di  Komo- 
lo,e  di  Remo;  Fratello  é Bellona;  colto  da  yentre  in  adul 
urto  da  yulcano , & legato  con  una  rete  di  ferro,  i pia- 
neta caldo,  fecco,  mafcotiao,  nottumo,fiero , crudele  > 

(ciocco,  impatieme,pieiu  d’orgoglio,  e>r  it  ira,  temerario, 
nomi  co  é pace,  amico  di  guerra,  & di  difcordia , uago  di 
Jangue;  tndace  collera,  <(r  fuoco,  animofiià , audaiia,  & 
appetito  di  uendetta.  Fa  gli  buomim  del  corpo  lunghi , & 
JottiU  perlafua  caltditicet  ficcità;  ma  nella  ueccbiaia  per 
ebeti  calore,&la  ficcità  rannicchia;  gli  fa  curui,  & chi- 
ni: fa  gb  animi  mobib,  & promi  alTira . Lefuecafe  jimo 
,Artete,tr  Scorpn>ne,regnain  Cancro.  Quandoibendi- 
^llotnfluifce  nella  natiuità  deUbuomo  egregia  uirtù  m 
difcipbna  mtbtare.De  metalU  fignifca  il  ferro.  Degli  ani 
mali  fegb  dedica  il  Cauallo.il  Cane^  Leone  di  Lupo,& il 
Ttcoucallo,  & il  Monte  Bereemo  nella  Frigia  ambo  i 
facratoaMaite. 

^ arte  Dio  della  Battagba,della  Guerra,  Militia,  Certame, 
Mgone,Baratte,Tugne,Lutte,Soldo,&  de  Martiab  Cam 
battenti, Campiom,Fatti  d’arnte,Stratageme,  Scalette  , 
6io/lreJ'ormamemi,Sagordi,et  delle  Mrme, Spade, Brà 
é,Sloccbi,El:^,Tomo  della  ^ada,Vugaab,Coltelh,  Spi 
tom,SpiedidRoncheJattCÌe,.Afle,  Tridenti ,S  cure,Btpen- 
ne,jÌccettedScnmtarrt,  Ronconi,  Ronagb,  Gragi,  Raffi, 
ynam,BaHom,Baccbette,Mazxe„Arebi,Saette,Frec- 
eitfiardt,Teli,  Targbe,Scudi,Vauefi,Tauolacci,  Targo- 
m,Flnit,CimieriJ'tliere,u4AerghifiacmeitidSraccu3et- 
tifiorgarim,Gorgiere,FaldejCorao!p^,Lonche,-piaflre, 
Magbe,Stendaré,Sonfaloni,Bandiere,yeffiib,  Infegne , 
DiuifeJmprefe,VadigÌiom,TrabacchefrendedStuob,Ef- 
ferciti,CampidloJle,.Appartccbiamfli,St«nm,Moflre  , 


C ' I £ L O Marte  57 

ture,yendettejmp  refr,  yittorieJatti.Spugrie , Trophtì, 
■T rhmphi,Cam  triòpbab,T réuti,Fui,-4ri  bi,  Batejire , 
MartineUi,Lieue,Saette,Sirab,Freccie,Dardi,Teli,Tur 
etffi,Vharctre,Berzagb,liuadrella,  Fionde , Frombole, 
Safji,Tietre,Ciottob,Confalonieri,Capitam,Mminiragli, 
Satrapi, Coaduttteri,Capi  di  fquadra,FrenMamfialcbi, 
Combaitenti,Lottatori,Belbiofi,  Soldati,  Fanti, Arma- 
ti, Dtfarmatt,  Inermi,  Schermidori , 'ibernici , -Aduerfi  , 
Riudi,  Proibì,  Muerfarq,  Hojitb , Contrari , yalorofi , 
Prodi,  Mrdiii,  Baldi,  Baldangpfi,  .Audaci , Mufi , .Anim 
mofi.  Gagliardi,  Forti,Pofienti,  Robufti , Feroci,  furi , 
yimitort,yittorioft,Triomphami,Furiofi,  Furibondi,  ha 
petuofi.  Baccalari,  Pericolofi,  Collerici,  Crué , Crudeli, 
Boll,  Manigoldi , Immanijjimi , Rabbtofi  ,Seui , Se  uei, 
Mtri,-Atroci,  Empi,  Din,  Propham,Duri,hidurati,IU  - 
gidt,Rumdi,Mffirt,  .Affierrmi,  Importuni, Impronti, Te* 
me  rari,  .A  rrogami  > Prijòntuofi,  Spietati  S frenaci, Dt- 
jòrdinati,  yenJbca'iui , y endici,  Orgogbofi,  Vercujiori , 
Homictéali , MiiidiaU , yc cifori , Patricidi , Sanguino- 
lemi,  Horribib,  Horrendi , Homii , Terribili , Superbi , 
Iracondi,  Iraii,Mdiratt,  Heqmtofi,  Ofhnati,  Sdegnoft, 
Crucenffi,  Turbati,  Orgogbofi,  Peruerfi,  Spietari,Spu- 
ceuob,  Praui,  Perfidi,  Felli,Felloni,StramJlitrofi,MaU 
uagi , Maligni , Iniqui , Proter  ui , Indomiti,  Ingiurio  fi , 
Odiofi,  Diffireggatori,  "negletti,  IngiuHi,  InFlabib,  Im-, 
portuni,  Infefli,  DifleaU,  Mifleab,  yani , Inuidi , yana- 
glorio/i,  Infidiofi,  Scheram,  Mfiafiini , Malandrini , PU 
ratijjtdn,Fun,RMbaton,Rapaà,  Litigioft,  Cauillatori , 
Frodolenti,  Fm, Ingannatori,  Traditon^ibelli,Giuoia- 
tori,  Golofi,  y ceffi,  Mncffi,  Conquffi,  Tagbati,  Stagliati, 
Mo7^,Smoggati,  Trombi,  Monchi,  Cionchi,  Feriti,  Pu 
gati,Trajiiti,  Pajfati,  Incffi,Sangumofi,Cruemofi,Conu 
battuti,ypiti.  Superali,  Prua,  Scacciati,Effiub,  Ramin- 
ghi, Bandai,  Efcluft,  Spiaceri,Sdegni,Diffietti,  Iniquità, 
Oltraggi,TurbalHmi,Perturbamm,Comaimnationi,Or- 
rogb.  Superbie,  Impeti,Fune,FuroriJlabbte,  Crudeltà, 
^adio,Mtcidio,Homuidio,  Mortabtà,ycafioni,  Seueri- 
tà,  ,Ajpregge . Dureo^e , Rigidezze,  Strati,  Scempi,Pt 
ricob,  Rifchi,  Inganm,  T rame,Dffiordie,  Infidie,Mgua- 
ti.  Fraudi,  Frodi , Ire,  Odij,  Corucci , Inuicbe,  Ingiurie  , 
Turbamenti , Ofibiationi , Diffiregp,  Maluagità,  Pra- 
uità,  Peruerjità,  yanità , Iracondie , Repulfe , Profon- 
tioià , Latrocini , Ruberie , Saccbeggiamemi , .Aruba  , 
Furti,  Rapine,  Incendi,  Rouine,  Diflruttioni,  Di/cordie  , 
njmicuie,  Comentum,  Comefe,  Contrafti,  Dardicoggp, 
Rifie, Brighe,  Zfgame,Liti, Piati , liuerele , Querimo- 
nie, Accufe,  Comemioni,Mifcbie,Buffe,Zuffe,Queflio- 
ui,Tentiom,  Contrari,  Imoppi,  Comra,  lncoutro,Ai inm 
contro,  Malgrado,yer,Inuer^contri,Rigori,Confufioni, 
Errori,Erranze,  Eccefli,  Falli , Tradtmemt , Ribelboiii . . 
jèugàano  i nerbi  fecondo  le  qualità  de  nomi . come  a fuoi 
luoghi. 


Schiere,  Squadre,  Pbaiange , Afedi,  Afialti,  Soccorfi , 

Ugge,  Steccati,Agoni,  Aiuti,  Suffidi,  Accorri , Fano-  Marte . Lat.  Mare . P 1 1.  £f  Manfueta  piu  Cioue , che 
ei^fugii  Rimedi,  Compenfi,  Afolutiom,  Perdoni,  Ripa  Marte,  l'imperio  delfgliuol  di  Marte.  S'ella  ninan  fa'l 


n,  Schermi,Schermaglie,  Mmaccie,  Offiefe,  Difefè,  Sfor, 
ytolenge,  "Hocimemi,  Forze,  Fartezge,'Pofiairz(,Le 
ne,  Franchexge.Gxgliardie,  Prodegge,yab>ri,  Ammo- 
ptà,Ardin,Arikneuti,Baldanze,Colpi,PeTcofie,  Pun- 
te,Tungemi,Acuti,Tagli,Tagbamemi,Ritagbj:efie,Fe 
nte,Piagb€,ColleUatejMjltnatt,Maggfite,BiffieJBitttim 


tergo  lume,  tir  Marte . Allhor  riprende  ardir  Saturno  , 
tir  Marte.  PrefiamirarilbuonpopoidiMarte.Douear 
maio  per  Marte  non  accenna. ('idi  yenere  bella  AZ  co  lei 
Marte.  B o c.  Ofirtijìimo  principe,  0 duca  delie  batta-  ^ 
gbeflRiuercndo Marte.  A m.  yfne il baitagboio Marte. 
Fl.O  AN.  Mercurio  ,&  Marte  a nominar  trafcorjè.' 

H 


Marte  ; C 1 E l O ' Marte  ' 

Ter  li  griffi  lupor  Marte  raffi  . Tutti  ctlorDa  far-  ilo  Chrififìom  Nettare  ucàfe  -4chiUe.oiiie  ilV  a r.Cìim 

tar  arme  tra  Maree  e' iBatttjia.  uedca  Va  llade,&  Mar  io  ^te/iandro  alla  famofa  tomba  del  fiera  -4chiUe  faffi- 

le  ^Armati  anchar  imomo  al  padre  laro . randa  aifie.  0 fortiinato-AibiUe,t'lifie,&glt  altri  fimi- 

MittÌ3.\e.Lat.&manitis,<irmarcÌMiii.iial  feruUntea  dei.Jùsàibe'lgrandi  ^tride^l’alto^chille,EtlIani  ' 

Marte,  0 nato  fotta  il  piamta  é Marte . A tt  t.Tercbe  bai  al  terrea  noftro  amaro,  Hercolecbe  amar  preie,^ 
a tutta  la  gente  Marttale . -4udate  entrò  nel  Marnale  l'altro  i -4ibtUe , -4cbitie,cbe  dt  fama  babbi- gran  fregi.  *' 

.Agone.  , 'D  Kn.Nelenauidi  per  cui  tanto  reoTempo  ftuolfe  ,f!r 

Bellona.  Oea  delle  Battaglie,Sareìla  ramai  dìMarte.Lat.  uutdgrdde.Arbille,Cbecanla  morte  alpne  tambatteo  . 
Mauartia , Hafiata  , ac  nulncribus , tirflrage  gandent . Cantai  di  Thcbe^paidel  grande  .Achille, E'I gran  Chi— 

A Kì.  E [elei  Marte  filmato  {hanea  , Stimato  cgbha-  ran^lqualnudrì  ,Achitle . Deidatmaamhor  fi  duoltt  .A- 

uria  lei  forfè  Bellona.  cbtlle.Lalancud’.Achtlle,Kedtapiagaa  ■- 

Hcroi.  Ltt.  & Semidei,  fino  i/uelli, che  per  fkoifamefige-  Agzmctinone . ccgnommatotl  grande  Redi  Mitene jiglin 
fiimcrttaronoefier  nominati  tra  étti,  drfrmidtt  .Ak  i.  di  .Atreo  idi8ni.Atridei,tà'Taniabdei  ,uediad  .Amam 

('oifeatiretefraipiudcgmHeraiiChenominarconlaude  r/ap4t. 

m’apparecchio  Ricordar  qncl  Ruggter . che  fi  chiari  He-  Aiace. Lat.  .Aiax  figliuolo  di  T clamonedhpiale  dopo  Mthil 
roi  efier  douefien  , dei  nipoti  tuoi  Degno, che  Heroica  e lefuocMgmofuiiprimofortedegreii,érollra  thenclla 

chiar.i  tuba  conte . guerra  Troiana  fifSe  mnrabd  prone , & che  infiniti  n'ucci 

Pecfonaggi.  lat.  htroet  .Ani.  Contomiamenti , Terfò-  defie , combattè  da  folo  a folocun  Hettore  lenza  efferne 
naggi^  farfe . uinto,  uccife  CLmco,&  nella  morte  d" .Achille  feri  Enea, 

Semiaei.  Lat. &heroes;  è il  medefimo  che  Neroi.AfiU  eiTaridealfineefinidopergiudtiiodegreiidoteadf'lif  • 
gli  eccellenti  Trincipi,  eglonofit  Semidei . fi  Carme  ^ Sfchdle^'bcbbe  tanta  ira,ibe  diuintò  matto, 

Famofì  in  arme  celebrati  Xt  noftri  poeti -dehiDes,  -Agami  Cfrfuriofojdt  modo  che  alla  fine  feficflo  uccifc,(irferò  dt- 

aon,Aiace,-dlardo,-dlcide,.Alefiandro  magno ,.AÌeffan  ce  il  V bt.  Sai  yalcntinian,ih'a fitmd  pena  Ira  condufiet, 

dro  Re  di  Epiro,  -dmilcar,  -dmballe,Antco,  .Antenore,  & fai  quei;  che  ne  more, .Aiace  ut  molti  ,&pdin fi  fieficf 

,Antioihoi.Antione  Marthefia,.Appio  Clauéo,Arifiide,  forte. 1 tre  T beban,cb’io  dtffi  mun  bel  groffo,'He  l'altro 

-AfdrubaUeyAttiUtAtride,  Mentito  regolo,  Barbarofia  , .Ance,  Diomede,  & t'iifie . 

telgiofieUifiarioJBrcnm  capiiano,&  duca  de  galli.  Bru  A^ordo.  fu  francefe  barone  di  non  foca  axtloritdret  già  uec  45! 
Tcogigamefiruto,CandUo  Ramano.Capaneo,  Cario  ma-  chiù  uinendo  dt  terra  jànta , & uedendo  le  poche  forge  lU. 
gno,CatOtt,Cefare,Cimtnnato,Ciro,Clauéo  7{erone,Cof.  Carlo  centra  a Curradinojo  eonfiglià,cbe piu  fifidafje  nel 
ft  Cornelio, CurioJCurtio  Romano, D:omeJegreco,Encela  configlio,che  nell’arrm , ilcbe  hebbe  tòta  auttorità  apprep 

dogigattte,Enea,Epaminonda;Ephialte gigante,  Ethec-  fo  di  Carlo  ; che  a lui  comrmfie  la  tura  del  tutto , per. 

de,Egechia  U giufio,Federigo  Barbarofia,  Fiacco,  Flami  fica  prudenza  qua  fi  uinto  nella  battaglia  ricuperò  la  aita 

mo,Fuluio,Gofrido,Colu  gigante,Cedcone, Gracco,  Ha  torta  ampbfjimamente;  ma  mu  fenga  grande  ucafioue 

uiballejielio  adnanodlercole, Hettore  Aiteron  Siracufiu  da  ogm  parte;  perche  Carlo  perfàlute  delle  anme  de  gli. 

uo,lafonAofue,Leonida,  Lefte,  Icuinio,  Loteringo,  Lucio  uccifi  edificò  una  eccellente Badia,^  cbiamolla  uittona  . 

dentato, Harcelto,Marcoantomo,MatcofirgU),Marco_  &peròdiceD  a tt.&LidaTagliacoggp,Ouefenzar- 
maniiocapitohno,MarioJAafinifiaJHenatippe,Mcnaltp  me  uinfe'l uecihio.Alardt . 

fo,Menelao,Metello,Milciade,Mitridate,  Mummioattk  Alcidedn  uece  di  Hercole  detto  da  .Aleeofiie  paterno  Ano; 

(MI  7i^uthodonofi>r,'ìqjnd)rotb  gigante.'Hgfìor,  T^ino , onero  dalla  uinù  da  greci  detta  .Alci,  delqual  parleremo. 

Qlof  berne, Oritut  amagpna,Taolo  emilio,Verfeo,  Vbiiip  al  luogo  {Hercole.  Lat.  .Alcidet  dt8us  Hercules  ab  .Al- 

fo,VirrofigliodEaciieTirrofigliod.Achille,Volimce,  ceopatre.  P s t .Et  Menali fpe,tir  citfeuna  fijhelU,tb'a 
Tòpeo,Vrotefilaofiegole  attillo  fi.onuAoJbitilio,  Salads-  uincere  fu  gloria  aigrande  Silàde . ir  altroue  Bat 

tio,et Saracino,Saul,ScipioHe,Semiramis,Serran,Serfè , ebo  .AUiìe , Epaminonda  a Tbebe.D ak.  ne  .Alade. 
Tjmirii,Tarquino,Themiflocle,Tbcfeo,  Tqtbeo  gigante,  fluando  Iole  nel  cor  hebbe  rincbiufo,  A ut.  La  ensfierpe 

Titiogigante,Titofiandmo,Titoue^afiano,Tuomanlu)  fcendeadalbuono  .Alcide. 

torquaio, Tuo  femprontograccoirorquato,Traiano,Tur.  AicSlindtoMagno .Redi  Macedonia  quafi  tutta[.Afio. 
nofi'cfpaftane.f'iuumtioJCerfe,  Zenobia . tutti  con  le  fue  fòggfogò  al  fuo  impero,»  fu  il  primo,cbedopoBaccbo  ttii. 

htflone  per  aréne  di  alpbabtto^  prima  .Achille.  phòdeWltidtae^anchora  che  magmfiiofofie,  dr  ègri. 

4fyj  Acìùlle.Lat.Mihillei,Teleides,Thetidesfroles , Chironis  sartù  ,nondtmenofpef!oera  uiutodaltira  fieramente, ne. 
-dlumnusdleros  ab  Homero  dccàtalus.figliuoloéVeleo,  fapea  frenare  la  fua  natura;  perche  a molli  atti  indegni 

tir éTbilomcna figlia  é-Aitoreunode  Mirmidoni,an-  fu  iilofpinto,&moltihuomiménonpictioloualore^t  di. 

ebor  che fofieuolgar  fama,  che Tetide  dea  marina  fofie  auttentàmalamemefecemortre,eomenarra  "Plutarco,, 
fua  madreSu  nutrito  nel  mote  Velia  da  Cbirone  centau-  Onde  é lui  parlando  il  nofiro  P a "i.écej^mctme  -dlef- 

rojK  mai  in  quel  tempo  mangiò  cibo  cotto,  perche  fu  ne-  jandro  t tra  uinfi . Giunto  -Alefiandro  a la  famofa  tomba, 

fumato  -dthilleferche  m greco  fipufica  fenga,  dt  chilos  Del  fiero  .Athille  fofpirando  difie..Alefiandro,th‘al  modo 

riho  cotto.  Imparò  da  Chitone  Strologiarmufitca,  tr  mcé  briga  di.J3AtiJlual  .Alefiàdiv  in  quelle  parti  calie.uedt 

cina,Cofìui  uccife  Nettare  ,&  Trailo  fecondo  Nomerò  Jìo  a Vbiltppo  fuo  padre  pm  baffo  al  luogo  fuo,tlr  ad-4pelle. 

fo  innamorato  diVoltffena  figliuola  éVriamo , nel  tfpio  Aleffandto.  Red  Epiro  c’hoggi  i -dlbama,  figliuole  del  45^ 
dl,Apelline  inginocchiato  per  adorare  efio.Afollme,fufe  Re  'ligiioUmo  ; & Zie  materne  del  fopradctio  grande 

no  éfiralt  nel  calcagna  da  Vaniti  fenemoriMa  fecon  UU^udro^t  cognatofilqual  uencndo  in  Italia  al  foccorn 

fa  de 


Marte 


C I E r.  O Marte  j8 

Alcide, Cbi  Tum hlbbe,^  Thcfiv  faltrtpurclid , 


/»  ic  Tarenióii  centra  i Brut  ij, che  hogp  fono  i Calabre  fi, 
tà- contea  i Lncamjche  hog^i  jono  quelli  di  Bafilicata;  Cr  Appio.  Molti  furono  nella  famiglia  degli  ,Afpi  Claudi  ,che 


di  Trinci  fato  nel  regno  'Hapobtano , dopo  alquante  pro- 
j^c  battaglie  t S t bauer  prtfò  molte  città, fu  da  uno  delti 
jcacctati,iii  erano  con  lui, non  lungi  da  Cofen^a  prefio 
alla  città  diTandofapafiandotlfumecCMcheronie  ucci 
p>e&  pori  ben  dice  il  nofln  Pei.  yidi  un'altro  ^Icfian 
dro  non  men  lungi  indi . 

Anù\cZT.fupadred',Aniballe,delqual parleremo  adefié 
Hannibale . P i T.  L'altro(J^mballe)  e'I  fgltuol  d\A- 
mlcar, che  noi  piega  In  cotam'anm  Italia  tutta  ,Cr  Ro- 
ma , laquale  hiHorta  narreremo  inficine  con  le  altre  ai 
Hamtòale  al  luogo  fuoptu  bafso. 

Anteo  -fu  figliuolo  della  terra^deo  terrigena  diflus  forte , 
tir  ifimfurato . Combattè  con  Hercole  ,&ogni  uolta  che 
Hercoleilgittauainterra  ,la  terra  rinouaua  le  forze  al 
fuo  figliuolo  ,Anteo, ma  finalmente  Hercole  io  f^feda 
terra , arrecofieloful petto , gir  tanto  lo  Jìrmpr , che  lo 

fece  crepare . Tomponto  mela  ferine,  che  egli  fu  Re  della 
ultimaparte della  Mauritanit , &in quella  edificò  Tin- 
ge città,doue  rimafi  lo  fendo  fiio  fatto  d’auorio  molto 
grande . Tbeodontto  ferme,  che  Hercole  col  fue  efie  reità 
giitolfcil  regno, ma  tome  Hercole  Cera  partttoeglt  de 
luoghi  uicmi  rtpigliaua  le  forze,  & racqmlìaua  il  re- 
gno ,&  finalmente  fingendo  Hercole  di  fuggire  locon- 
àujle  mo.todi  butano,  & poi  ad  un  tratto  rtuoltofi  b 
ninfe , & ucctfe . Qjtefio,  ft  condo  -dgoiìino , fu  ne  tem- 
pi, che  Danao  regno  tu  ,Argo,&  fecondo  Bujibio  ne  tem 
pi,  che  in  Utbene  regnò  Egeo  padre  di  Thefeo , onde  di- 
te D AH.  Et  uenimmo  ai,  Anteo , che  ben  cinque  alla 
Senza  la  teSia  ufcia  fuor  de  la  grotta . Tal  parue  Aiaeo 
a me.  0 tu,  (tdefi  Anteo  ) che  ne  la  fortunata  ualle,Che 


chiara  fama  otteimero,ma{j>ettalmente  Claudio , che  uin 
(è  i yoÌjentfi,&fu  ilprimo,  che  fuor  S Italia  in  Sicilia  m 
fòccorjo  di  Mefiina  pafiò  con  te]JercÌto,&  ninfe  i Cariba 
gmefiiCr  I Siracufam;Et  il  cieco  fidate  di  lui.dclqual  fi  ere 
dcyche di  lui  mtédejfeil  P t t.Cofiui  domò i Sabini, i San 
niii,dr  I Thofeani,et  felicò  la  uia  da  Roma  a Brindi  fi , la- 
quale da  lui  è chiamata  uia  Appta . Fu  cinque  anni  conti 
nui Ccnfòrcy&dueuolte  ConfobconL.yolnnnio,et  nella 
cenfura  fe  Senaton,et  Libertini,Tolfi;a  Senatori  di  piu  U 
mangiire.efi-  licitare  in  publico.  Et  perche  erano  due  fa 
migliedejlinate  a faenfiai' Hercole à Toiitif,& i Tinna 
ritcorrupeiTotitif  con prezftp .chea fèrui publiehi  infe- 
gnaffero  di  jacrificare  ad  Hercob,  onde  per  dtuina  ira  di- 
uentò  cieco . Contradifie  che  non  fi  mandafie  Fabwfob 
aUa  guerra  ; & trattandofi  nel  Senato  la  pace  di  Tir.. 
roitFfludiandofi  enea  legato  del  Re,  che  egli  neniffi  a 
/arti  in  Roma , fatto  fi  portare  conia  lenita , perche  era 
necchio,e!r  cieco,tol  fuo  dir  feTirroé  ueder  Roma  inde- 
gno. Fu  jempre  il  proprie  de  gli  Appi  m fauor  de  Tatrittf 
comradire  alla  plebe  ; Ma  fi  come  Appio  Cbiidio  fi  ifiir 
ri ^fuadere  che  nonfifacefie  la  legge  di  far  pane  alla 
plebe  del  conp>bto,cofi  coftui  agramente  fi  Jludiò  di  pri-. 
uamela,&-  con  tutta  t>  forza  delia  fna  etoquiz*  centra., 
fiò  ch’ella  no  participafie  ne  diurni  bonari  del  factrdotio  .■ 
tSrperòdice  il  Pst.  Appio  conobbi  agli  occhi  ficai  che 
graia  Furon  femprecet  mobfli  a (bunà  plebe  ce  alrroue, 
Regob  Attilio  fi  di  laude  degno.  Et  uincendo,  ^ moren- 
do,&  Appm  cieco.  Che  Tino  fedi  ueder  Roma  indegno  ,> 
Et  due  primi  ebe'n  mar  uinfir  Caribago;  Dico  Appio  au 
iace,&  Catulo^he  fmalta  II  pelago  £ {angue , 


fece  Scipion£gbrk  bercia  Qjtando  Anmbal  co  ifnoi  Ari&ide  Greco,  ilquale  fu  neramente  un  Fabritio  Romano 


dauabjfalle. 

Antcnor  Troiano  ;CoJluidopo  la  dejlruttionà  Troia  nani 
gò  in  Iialu,& prefe  Taiouajaquale  nommò  prona  An- 
tenora , & poi  T’atauium , fecondo  Seruto  ab  eo  quei  eli 
peteflbe . lieH  a noUre , perche  prefi;  augurio  iti  uolar 
itigli  uccelli , oueramente , quia  teb  petiuit  auema.  co» 
la  faetta  pcrcofie  un  uccello.  D a n.  Fatti  mi  furo  m 
grembo  agli  Antenori . Hortu  chi  fe,cbe  uai^CAn- 
tenora  Tercotendo , nffiofe,  altrui  legate,  liefi  per  b fe- 
condo giro  jebe  fu  detto  i' Anienore,ilquati  era  da  Trota 
Jia  patria. 


nella  uirtù /iella  confiàtia/ulle  feniitie  anteponendo  [ho  qi  t 
ntrealla  utilità/ie  permei  tédo  mai , che  co  inganno  fi  uin 
cefie/ome  ferine  Tlutarco.Fu  cpflia  capitano  de  gli  Atbe 
mefi  cétra  Serfe  in  Afia , tSr  discoprendo  il  tradimento  di 
Taufania  capitano  de  Lacedemom,che  co  [aiuto  de  Terfi 
etreaua  occultamenteiIoccuparbhbertàdeGrtu,Ube- 
TÒ  tutta  b Grecia  di  f erutti  , al  fine  {cacciato  lungi  dalla' 
patria  morì  in  efiUo/mdeil  P e ■t.Themiflocle.et  The  fio 
con  quejia  fctta,Arifiide/,befu  un  greco  Pabntb  A tot 
ti  fu  crudelmente  interdetta  la  patria  jèpoltura , 
AfdmbxMeuediaClaudio'Heroneal  luogo  fuo. 


4^0  Antione  MarthefiafunadelleReinedelleamazpmhebbe  Attib  fiagello  ti  Dm  fu  Re  de  gby  uni,  come  fcrmeTaolo 


mtattro  figliuole, Orabia,Antiope,Menaltppe,  et  Hippo- 
luajtiqualt  neh' arte  mitiiare  ottennero  buit  finguiari,et 
pertuuabfuauitafuronouergim,i!rfitruaromla  fua 
heUez^ pura,&  netta,  aueune  che  tronandofi  fuori  Ori 
thia  a far  guerra /t  Mena  lippe  efiendo  rmajà  nel  regno, 
Hercole, tj-  Thefeo  con  altri  cauatieri  andarono  ad  aflal 
care  le  Amazgpni;&trouaiidotitì>rouedute,ageuotifu 
la  uietoria,deUéqualiprefa  Hippehta , Tbefio  fe  la  fe  fua 
Jfio{à,&  nbebbe  un  figliuob  chiamato  Hippoluo  ,perb- 

nle  ella  rimafi  tri{ia,ionie  al  luogo  fuo  tiremo.  Hercole 
ftr  Menahppejaquate  egli  redi  ad  A miope  m fua 

ucce  ne  prefe  [arme  della  Rema  , per  tiquab  era  uenuto . 
onde ilpET.nedice.  Antiope , iz Orithia  armala , e<r 
hdia,  Uippolaa  del  figlio  afpitta,zr  trilla,  tfi-  Menalip- 
pt,t{rciajcuuafifuella,Cb'auiacertifugbna  al  grandr. 


diacono  nell’anno qqì.efìtdofignoredi  DaUaJ'ngbena, 
Macedonia, Mifia.Aihaia.,t!rThraciahuomoaui<h{limo 
d'mtpero,(!r fitibomb  ti  {angue  bumano.  ér {opraci  al- 
tri amdeb/iinnumcrabili  copie  uolfitilfuo  furore  mita 
ha,&  conogm  forza,&  mdulìrta  afìediòAquilegu, la- 
quale  fi  uirìlmentefii  tifefa  da  futi  cutadim  ; che  non  fen 
Zf  grauijfimi  affanni , ^ dopo  tre  anni  a pena  b mnji  , 
CT  crudelmente  con  ferro,  gf  fuoco  la  condufìe  in  ulti- 
ma rouina  ; tome  ial  pre fiate . Dufece  poi  Concordia , 
Aitino,  crTadoua,cìr  facebeggiò  y iceazad'erona,3re 
fila , Bergamo , Milano,  Tauia,&  molte  altre  terre  in 
Lombardia, & àSomagna  , ne fiiizagrandiffima  ucci- 
ftone  , et  finalmente  arriuòdoued  Mincnmette  in  Pai 
meutrechedeùbert  fedebbeandarea  Roma  jopranenna 
leone  Papa^noafinzatiniaojmracob  , impetrò  da  fia 


Mirte 


CIELO 


Marte 


truiet  TiranHo , che  lafciau  Ìtiìia  tomifSe  in  f'ngaria]. 
Vercbe  e^h  ritornò , preft  primi  per  nto^ùe  Hunoria 
furcUa  di  /'alcminiano  Impt:rjdore,Et  m yn^aru  in  con 
mio  morì  per  abondanza  éfangiiechedet  naie^liii[cia^t 
(oft  come  era  flato  cupido  é fan^uc,  cofi  filogoto  lol  fan 
^ue.  mi  par  juì  da  pretermettere , perche  fofie  detto 

flagello  di  Dio.  Ejjendo  Attila  arriuato  col  fuo  ejsercuo  a 
Modonai  Geminuno  yefcouu  di  quella  atta  huomo  dijàn 
ta  Ulta , confidando  fi  del  diurno  aiuto  glt  uenne  incontro , 
Cir  domàdogU  cbifi^e,rtjjiofe  fono  Attila  flagrilo  di  Dio} 
a cut  rigofe  Ceniiniano;^  io  fon  Cemimano  jeruo  di  DiO, 
cr  dopo  tali  parole  gli  aperfe  le  porte;ct  Attila  mojìo  dal 
diuino  terrore ^flà  co  juoi  per  met(p  della  citta  jenxa  le- 
fione  <C alcuno . Tde  lafeierò  anchor  di  dire , come  Attila 
tee  de  Gotti  dtgatte  molle  città  in  Loniharéa  in  Ro- 
magna pa/iò  in  Tbofeana^  affediò  Fireno^,  & iionpo- 
tendola  per  forza  hauere  ,uolje  lo  ingegno  a gii  inganni  > 
f>r  co  molte faijiperfuafioni  indujse  i cittaéni  a riceuerlo 
dentro  alla  città , & fu  meffo  in  Campidoglio . Egli  fotta 
^etie  <t  honorefece  conuocare  afei  principati  ciltaéni,et 
mentre  che  pafiauano  da  una  camera  in  uifaltra.gliface 
ua  uccidere^t  gettare  in  una  gora  deriuata  ad  jltnoahe 
faflaua  fono  il  Campidoglio. Intefo  il  popolo  la  uccifione, 
uedendo  l' acque  della  gora  fanguigne,&  tumultuando 
perciò,  ,4ttila  mandò  i faldati  per  la  terra  , & comandò 


to.  terribile  guerre  fece  in  Italia  controa  lombardi  fauom 
reggianti al  Vapa . Disfece  Spaino  Jrafmutà  Lodi,  edifi- 
cò Cremona,prefepcrafiedio  Milano  nell’anno  della  jalm 
te  ii6g.& tutto [arfej& éifece, arollo, & femmouui ;f 
•Jaie.Et  dicono, che  ottantamila  huomini  di  quella  città  am 
da  rono  dijfierfi.  C randiflìma  lìragefece  de  Romani.  Ver» 
che  perterrefatto  il  Papa  fuggì  a y inetta  ; &■  il  Doge  im 
fauore  della  chiefa  fece  grande  armata  cantra  ad  M rngo 
figbuolo  di  Federigo.  prefelo,&menotlo  a t'inetia.F'ede* 
doadunque  Federigo  La  fortuna  mutata,^  fi  fauore  c'ha 
uea  Mlejiandro  da  Lodouico  Re  di  Francia,(^  da  .Arrigo 
Re  d Inghilterra.^-  da  Guglielmo  animo  Re  di  Sicilta,i2r 
da  ymitiam,&  da  Lombardi,ieterminò  bumiliarfi  al  Pi 
tefice,gr  chieder  pace.  Et  ueune  a piedi  del  Vapa,  ilquale 
premendoli  Ugola  co  piedi  difle  i uerfi  del  Salmifla . Su- 
per ajpidem  & bafiUfcum  ambuUbo , & conculcabo  leo- 
nemitìr  draeonem.  allequali  parole  nfflondendo  Federigo, 
Tipn  tibi.JèdVetro.  Difle  d Vapa,&  mihi,&  Vciro.Do- 
po  quella  reconaltatione.Fedt  rigo  per  fodnf anione  del- 
le bìgiune  fatte  alla  chiejà , paflò  con  gli  eflernii  tu  Siria 
contro  a gli  infideb.  Ma  eflendo  in  Mniiochia,  & ne  gran 
calè  bagnando  fi  nel  fiume  sa  fogo.  MiUno  Slette  disfano 
cinque  anni;  onde  D an.I  fui  Mbatedi  fan  Zeno  a Fe- 
rona  Sono  fimperio  dei  buon  Barbarofla  ; Di  cui  doUnte 
anchor  Mtlan  ragiona . 


che  tutti  & mafehi  & femtne&  picciob  ^grandi  ucci.  Bclgio,tSr  Brenna  famoflfimi  capitani,nel  tempo  che  Fram 


defleropie  campò  alcuno  fi  non  quelli  che  fuggirono , & 
fra  gli  altri  fu  Hccifò  Maurilio  t'efcouo  è ^ntiffima  ulta. 
Dopo  tale  ucaftone, con  ferro  tfi- fuoco  disfece  la  città;  & 
in  quel  tempo  U flatua  è Marte  laquale  era  in  fu  U torre 
Ulema  ad  A mo, cadde  in  Amo.gf  queflofu  nell'almo  del 
fiffiore  q^o.ddi  iS.é  Giugno, anni  cinquecento  dopo  U 
fica  edificatione , Fu  neéficata  da  Carlo  Imperadorc  de 
Romani  infiemecid  popolo  Romano  moflo  da  preghi  de 
fiorentini  negb  anni  di  Cbriflo  8oi.  al  principio  di  Apn 
k,  altri  ècono  a è trenta  é Marcio  ; allhorafu  iroua 
ta  m Arno  la  flatua  è Marte;ben  chf  rotta,  & U pofero 
/il  C una  de  pdaflri  del  ponte  uecchio,  & quiui  flette  infino 
all'anno  è Cbrifio  i J j . nelqual  anno  uenne  tal  dUuuio, 
che  Amane  menò  U ponte  ueccbto,&  gli  altri  due  ponti 
è fatto, & in  queflo  modo  rouinò  dt  nuouo  la  Slatua;  onde 
dice  D A u.Laèuina giuflttiadiquàpungefàjuiCirfer» 
no  ) Sìu^  AitiUtcbe  fu  flagello  mterra  ,&  altrout. 


tefi  pafarono  in  Italia  ad  andare  a Roma  ,gran  parte  di 
laro  per  Uyngaria  n'andò  m MacedonU  m CrfH4 

con gb  due  /òpra  detti  Capitani;Brenno  ucggcudu  i Maio 
dom  unti  da  Belgio  con  grande  eflereito  entrò  in  Maceda 
ma,  & uinto  hauendofe  molta  preda.  Indimoflo  dalla  fu 
ma  de  Thclòridel  lépio  del  delphico  Apollo  andò  in  Vbo» 
tide  a Delphi,  oue  da  quattro  mia  greci  fu  tUfefb  il  t em- 
pio,& la  città  per  la  fede  che  haueano  ad  ApoUoalqualt 
fu  ueduto  comoattere  cantra  i nemici  con  un  tembiit 

mouiyiento  di  terra  fe  cadere  fòpra  loro  gran  parte  del 
monte  Tamafofoggiunfe  poi  bombile  tempeflaé  gran, 
dme^t  difulgori,che  pochi  ne  fcamparonojet  Brenne  iflef 
fi>  non  potendo  U dolore  delle  ferite  foppqrtare,rgb  mede- 
fimo  col  pugnale  s'uccife,onde  fi  come  fatto  è lui  peri  mot 
tagente,eglimori  poi  fitto  il  tempio  del  Delphico  Apol- 
kìtr  però  ben  dice  il  noflro  Vtr.  Brenna  fitto  cui  cadda 


geme  molla,  & poi  cadiCii  fitto  il  famofi  tempio. 

Sluei  cittadim , che  pm  la  rtfomdar» , Sopra’l  tener , che  Bclifario  huomo  in  éfàplina  militare  eccellcntijjimo , uedi 
iC Atlilarinufi.Haurebber fallo lauorar indarno. Rki.  aCiuSlinianoImperadorea  j8i. 

Cbed’Allila  éròi  che  de  l'iniquo  Eacxebu  daRomauo.  Utenno  fu  duca  de  Galli  SenoniàquaUpafati  in  Italia  oe-  4^f 
KtnAe,cioè  Agamennon  figliuola  è AtreOyO  come  ferme 
HifiodoèVhflbeaeAF di  Aeropa,ilqualfuRe,  &capo 


de  Greci  a T roia , uedt  la  hiflorut  è Àgatnennon  .Par. 
Et  là  che'l  grande  Atride,^  l'alto  Achille . 

Attilio . Marco.  Lat.  M.  Attihus.  Attilio  Cabrione  Con- 
fokAfdò  in  Creda,  oue  aftretto  dalle  Thermophite  uatfe 
il  Re  Antioche,  & cofirinfih  a fuggirfene  in  Afta,  ym- 
fegli  EtoU,&di  queÌlo,&è  queftì  triompbò.  P s t.  Mu 
mio  Leuinio  Attilio,  ^era  feto  Tito  Flammto . 

Attilio  R^ola , uedt  a fedeli  ajo. 

Barbarofla . Lat.anobarbui  ffiuebarbarubea . Federigo 
prono  éSueuia  chiamato  Barbarofla  dal  colore.  Tenne 
fìmperio  anni  trcntafette,prima  amico  dtUa  chiefa,  dopo 
Umiice  et Alefandto terza Senefe  ,C daini feomuauta- 


■noniaqu 

cuparono  ciò  cb’t  tra  l'alpi,^  ilvò.poi  ueauero  m Tho- 
ftana , dr  afiedierouo  Chiufi  hoggi  quafi  èfòiaio,  (J-  fit- 
to iunfiitione  Srnefi  ; ma  in  que  tempi  uno  de  capi  éTbo 
fcana  quiui  offefi  da  Romani  uoltarono  ogm  fauore  can- 
tra loro.  Ruppongli  al  fiume  Allea . te  prefon  Roma,  ec- 
cetto il  Campidegboalquale  fri  me  fi  affcdiarono,eir  flnaU 
mente  opprrjfi  i Romam  dalla  famepanoui rono  a paga- 
re mille  bbbre  d’oro,  & loro  fi  partiflero,  ma  Camillo  del 
quale  farebbe  lunga  hiSiona  riferire, fatto  Dittatorefirm 
che  afleme,  tr  e file  raccolte  le  reliquie  del  rotto  efiUrti- 
toaflaltà  li  campo  de  Galli,  & tutti  gli  uetije.& però  di- 
ce a s.  Sai  quel  che  fu  portato  da  U egregi  Romani  im» 
conir'a  Brenna,  incomr'a  Tirro,  Inetmraglt  abri  prao- 
àpi,  & collegi. 


-i  ^ ? ir  ? a.  ” • r-a  * « 


Marte 

Stiano  fiigaitte  timo  de  aamci  di  Ghxe, ma  Homero  lo 
pone  amico,  & dice,  che  congiurarono  apprejfo  di  "Hereo 
^ DioMarino,Imiane,'fieltuno,Ó-TaUaidifjbricareuna 
catena, con  Lupiale  t irafiero  Cioue  fuori  del  cielojaijuale 
congmrathne  Tbetit  dea  marina  nuelò  a Gioue,  & Cm- 
ue  ihiamò  Bnareo  infuo  aiuto,  e!r  in  forma  gli  impauri , 
che  lafciarono  la  imprefa.  D A Nj'efier potè  i uorrei,Che 
4e  lo  fmifurato  Bnareo  Efiieriftia  bauefier  ghoccbi  miei, 
yedeua  Brureo  fitto  dal  telo  Celejhale  fiar  da  Cabra  pte. 

Bruto,  nommato  fedele , perche  fe  morire  il  figUuoio  per  ef 
fer  fido  alia  patria,  onero  perche  fimo  la  fede  data  a Lu- 
crclia  mteiidcnJo  il  primo  onero  il  fecondo , che  per  efiert 
fedele  alla  Republica  ,&  per  feruare  la  congiuratiane  ue 
cifi  colui  da  cui  erafempre  fiatobonoratoà.Qefare.'P  i T. 
C grandi  S cipioni , ofedel  Bruto.  Furono  due  Bruti,  cioi 
Lucio  Gmnio,&  Marco , UquaU  diedero  alla  patria  bber 
tà.L'uno  fiacciando  di  Roma  i TarqumiJ! altro  uccidendo 
Ce  fare,  turno  fu  il  primo  confile  de  Romani  Cr  uccifi  i fi- 
gliuoli del  fratello  Crifuoi, che  con  gli  .dquiln,  & con  Vi 
ulh  baueano  congiurato  in  f onore  de  Tarquint,  tSrinque 
fla  guerra  che  hebbe  con  gli  fcacciati  Reaombatti  fbrte- 
memeconji  rame  figliuolo  del  fuperbo  T arquino , nella- 
qual  battaglia  l’uno  uccifi  l'altro. Marco  Bmto  per  fifie- 
ner  la  Republica  hebbe  guerra  con  .Antonio,  & nella  bat 
taglia  prima  già  era  uincilore,quando  terrore , <*r  la  uo- 
lontaria  morte  di  Cajfio  fuo  compagno  diede  lauittoriaa 
uenucifCr  forfè  al  fine  uincenafe  fuoi  compagni  et  faldati 
non  h coflnngeuano  a nprouare,fi  de  nemia  col  ferro  po 
tea  ftrfi  quel  che  era  certo  poter  fi  far  con  la  fame , onde 
nmife  ianto,(lr  fuggendo  fu  cofirettoafarfi  uolontaria*. 
mente  dar  la  morte.  V tj.  Duo  TaulitDuo  Bmti,  Cr  duo 
Marcelli.  Dan.  yedi  quel  Bruto,  che  cacciò  Tarquino . 
Sluel  che  pende  dal  nero  cefo  i Bruto.  Di  Bmto,et  Cafjìo 
thè  uciijl  Cefàre , parleremo  ad efio  Cefire. 

4^4  Camillo  Romano . CoJJw  uinfe iThaUfci ,triomphò  de 
Fei-,  Uberò  lapat  ria  da  F rance  fi,  quab  tutti  con  poca  gi- 
te afiabato  uccife , fu  chiamato  Marco  Furio  Camillo  Ro 
mano,&  padre  della  patria;&  fu  quattordici  uolte  Dit- 
tatore. P s T.  e'I  gran  Camillo  Di  uiuer prima,  che  di  ben 
far  la  fio.  uedi  a Brenna  piu  di  fipra . 

Carlo  Re  di  FrancUflmperadore  ebrifìianifiimo  figlio  di  Vi 
pino , ilquale  per  fiioi  egregi  fatti  fu  nommato  Magno, 
fhiatnato  in  Italia  da  Mdruno  Vonu  fice  con  ualido  effer 
cito  uenne,&  utnfi  i Longobardi,  efi  prefi  Defideno  i ò la 
maghe,  tfr  co  figliuob , dr  tnandogb  in  Francia  neli’anm 
della  filute  qjq.  Il  padre  di  Carlo  fu  Vipino  Re  de  Fran- 
chi,ét  perche  ne  fioi  tempi  C imperio  é conimuo  manca- 
na  in  oriente , & lo  Imperadore  perfiguitaua  cbrifliani  , 
Tapa  Stepbano  trans  ferì  i titoli  della  Mgn  ti  imperiale  a 
Tipino  ,&  a Sucerfiori  fuoi  nel  regno , chef» fero  é fia 
iiirpei  dr  Boràfac'io  yejcouo  di  Maganga  legato  apoflo- 
liioitt  tal  cerimonia  lo  confecrò,&  unje . -i  Vipino  fuc- 
tefie  Carlo  magno  Vrinapeperdifciplma  militare,»  per 
molte uirtùcaellentifiimo ,ilqual  ninfe  Himoldo  Re  di 
,Aouitania/!r  cacciatolo  occupò  il  regno;  fece  guerra  con 
tra  t Safioni  con  fimma  fehciti  trentalre  anni , in  quel 
mexp,  parte  in  perfino  andando, parte  fuoi  figbuob,  o Du 
chi  mandanìo^nfe  Hunnifipagnuoli;&  In^  fi,  & uen 
ne  in  Italia ,&  come  i detto  ninfe  Defulerio . In  Hijpagna 
debellò  ‘Pai>ipiiona,dr,rtugufia  nobihfiipit  città,  peribe 


C I E L O ' Marre  ' ' je 

non  uolfero  unire  alla  fede  chriflianatTorniin  ìtalU, 
ninfe  .4  rafia  Duca  di  Beneuento,  & in  quefio  anno , che 
fu  qSj.  tenne  l’imperio  in  Conjiantinopoh otto  anni  com- 
batti  con  Vannonia,  dt  con  gli  Hunm,  di'  defirufseli , & 
fece  il  f to  eff eretto  ricco  d'infinite  prede,  lequaUgb  Hun- 
ni  in  ducer  fe  prouincie  baueuano  ragunate;  T ornò  dinuo 
no  m Italia, & reftituì  nella  fedia  pontificale  Leone  Tape 
tergpalqualei  Romam  haueuam  ingiuflamente  caccialo; 
perctoibeàa  Leone  fu  chiamato  ,Augufìo,drfuil  prima, 
che  dopo  -Auguflo  regnò  a Roma . Coflui  reflaurò  Firen. 
Xejaqualeingran parte  era  abbandonata,  dr  ndu/ietut 
te  le  nobib  famiglie fbarte  per  le  terre  circoHàti , compofi 
alcune  nuoue  le^i;  finalmente  umfiSafoni;dr  ridufiegli 
alla  fede  chrifUana.  Morì  l'anno  7 7 . della  fica  età,^  alni 
fuccefie  Lodouico,cofluilafeiòtre  figiiuoh,lMarto,Carlo, 
dt  LoJouico , iquaU  dopo  lunga  dif  cardia  s’accoriarono , 
che  Lotario  fofie  Imperadore  ,&  Carlo  hauefie  il  reame 
di  Francia,dr  Lodouico  dt  Germania.  Lotario  Imperaào- 
refu  coronato  da  Sergio  Vapa,et  m fua  finettù  fi  fece  m» 
nacoi&  lafaò  f imperio  a Lodouico  fuo  figbuolo  Impera 
dorequarto.ilquintofu  Carlo  fecondo  nominato  Caluo.  Il 
fijiofu  Carlo  grofloalquale  dopo  alquante  guerre  indcbom 
U fi  deh' animo, et  dei  corpo,chefu  ttecepano,che  A rnul- 
fo  nato  d un  fuo  fratello  togouemafe,&  Jméne  Mrnulfò 
ilfetiimo  Imperadore,co]lui  facendo  guerra  cantra  'Nor« 
mamli  mori  ned anno  della  falute  1 007.  dr  cofi  refiò  firn 
perio  nella  {lupe  é Carlo  magno  nò finza  dolore  lii  tutta 
Itahaahefufie  tramferito  nella  Magna,Vercheaie  Ro- 
mani ,neil  Vontcfice  uolfero  mai  coronare , ne  ornare  di 
titolo  Imperiale  alcuno  Jllamano  infino  ad  Othone  pri- 
mo .^Adunque  cominciò  {imperio  di  Tipino  ned anno  di 
Chriflo  774.  fFfinlin.Aniulfi>  ned anno  loaj.P  tr. 

Due  nel  petto  al  nuouo  Carlo  fira . Il  f ucce  fior  di  Carlo, 
che  la  chioma.  H a n.  Carlo  uenne in  Itaba  per  ammen- 
da yittima  fe  di  Corrado.Cbetragge  unabro  Cario  fuor. 
di  Francia.kt  non  l’abbatta  efio  Carlo  uouelh. 

Capanco.  uediaLaioRediThebe  a fiq.  Lat.  Capaneut, 
Caton.  Lat. Cato.  furono  due  CatoniJlprimofuCenfiriaa,  qSf 
ilquale  andò  pretore  in  Sardigna,&  la  figgtogòxaudò  có- 
fole  in  Hifagna , & ne  riportò  11  tnòpimiper  opera  di  lui 
.Attiho  Gatabrume  ninfe .Anttocho  in  Grecia;Et  efiend» 
Cifire  ronofie  dal  Senato  L.  Siuintio,a>fini  p la  uirtu  del 
fuoanimo/u  reputalo  fornmo  oratore Jommo  Imperado- 
re,&fommo  Senatore.  Labro  Catone  i[yticifi,che  ri- 
da fe  U regno  di  apro  in  prouincia  del  popolo  Romano, et 
nelle  guerre  ciuih  fifienne  in  .Africa  le  parti  della  Repu- 
bhca,&  di  VÓpeo  comra  Cefare,infin  cbei’uccifeper  ni 
ueJcre  la  patria  in  [eruttùft  per  morire  in  libertà.  P h t. 
yn’abro  Fabio, & duo  Caton  con  efo.  &Boc.  nella  ut 
filone  amorofa . L'antico  ualorofi  buon  Catone . 

Celare.  Lat.  Cafar  .primoimperatore  fu  cinque  uolte  CÓ- 
fole,uinfila  Francia  J InghiUerraipafiò  il  Rhenoeó  dan 
HO  de  Tede  fi  biaiinfi  la  Spagna/ .Africa/ Egiuo,  t-ifia 
minore,il  Vento, &abrcparti , Fe  battagbe  cinquanta 
due  ad  mf  cgnef  àgate  auanzanio  egb  filo  M. Marcello, 
che  ne  fece  quaranta  none  iTacerò  qui  iheobra  le  ciuiii 
untone  nouita  due  mila  huemini  cibattendo  uciifi,  et  fio 
di  taniofirito  che  firiuere  dr  leggere  ufieme,  dettare  et 
udire  loiea;  & tal  uoba  àttere  a quattro  Scrittori  di  cofi 
grandi  dttlaua;  Talbora  a fitte  quando  mite  altro  facea- 

H ni 


Mane 


CIELO 


Marte' 


^menoteulIentefHneldire.MtpVprieahiful’elfe-  adogmhHtmu.Lealtrebiftoriedi  Ccfart  foneagU  M 
re  clemetue^humano,  quanto  fój}e  Ufuo  ardore  lulfe-  luoghi,  come  è detto . 

tnre,TUaio  nel  fittimo  librone  ferine  amplamenie.Laflo-  Cincinnato.!.  Qiàmio  Cincinnato  pouero,  dalloaratro. 


riadiVompeo^fb  Cleopatra, ey  di  moli  altri(parlàdo  pur 
di  CeJàre)Jino  a gli  fuoi  luoghi  piupropr» . P s t.  Cejkre 
poi  che'l  traditor  £ Egitto  Gli  fece  à don  de  t honorata  te- 
fia.  Credete  ucn,che  Cefarefi  Marcello.  Cefàretaccto,che 
perogm  piaggia  Fece  therbe  fingnigne.  i^nfu  mai  Già 
uè , & Celare  fi  mojji  Libera  fama  al  mio  Cefare  parue . 
“Honfu  fi  ardhe  Cefare  in  Tharjàgtia . Ou'e'l  He  .Artue  i 
trefefin  .Augufli.  DAUparlàdo  di  Cejàre dice, che  trù 
fhando  udì  chiamarfi  Reina.Era  fomma  licenza  ne  folda 
ti,quando  il  lorfiguoretrióphaua  potergli  rimprouerare 
ogni  uitio,ey  Ce  fare, perche  in  adolefcentia  militando  jòu 
tuT hermo  Re  in  .Afta,  fu  da  lui  mandato  a "Hicomede  Re 
di  Bitinia,fu  opinione  che  tgb  hauefle  afato  Cefare  in  luo 
go  di  moglie, ^che epeando  efto  triomphò  della  Galha , i 
fòUati  che  erano  intorno  al  carro  tmtnphalegridaaano, 
Cefare  s’ha  fottomeffo  la  Galiia,g!r  'Hicomede  fottomefie 
Cefare^  qui  D a a Alce, La  gente  che  non  uien  con  noi, 
offefe  Di  àò  ; perche gid  CefartriomphandoRegmt  con- 
tro fi  chiamar  tinte  fi  parlando  di  Bruto  ,&CaJJio, 

abe  uccifiro  Cefire  dice . 'Non  niego  Cefare  efiere  flato  or 
unto  di  molte  uarie^  ecceUentijftmeuirtùima  fubito  che 


& dalla  Zappa  chiamato  alla  Dittatura  Idxrb  Qjiinto 
Minuta)  il  confile  dallo  affidio,&  n àmphò  de  t'olfci,^ 
de  Sabini  ,&  menò  prefo  innanzi  al  carro  ilcapitano  de 
nemici  ; Toi  nel  feflodeetmo giorno  depofla  la  Dittatura 
fi  ne  tornò  alla  agricoltura:  {'enti  anm  dopo  creato  un  al 
tra  uolta  Dittatore  comandò  a Seruitio  Hala  MaeRro  de 
Cauahen,cbe  ucadejie  Spurio  Melio,  che  tentano  di  farfi 
Rf . Oncinnato  in  lingua  ihofca  fignifica  rabbuffato . cin- 
cinnoat  cirrbo  in  Imgua  latina  dinota  capello  torto,  ilqua 
le  alcuna  uolta  fi  fa  con  ferro,  o con  altro  flromento  adar 
te,che  i capelli  farmoft  innanellati , Cr  ricciuti  per  orna- 
mento ..Alcuna  uolta  fono  torni  capelli  in  capo  quando 
non  li  petteniamo,onde  rimangono  auiluppati,Et  allbora 
il  cincinno  il  cirrbo  non  ha  omamento^a  il  contrario, & 
per  qucfto  C urtano  huomo  di  dura  aita , perche  teneua  i 
capelli  negletti,  dr  inculti , & finza  pettine  fu  chiamato 
Ctncinnaio.  et  però  ben  dice  Ó A n.  Onde  Torquato,  dr 
lìuintto,che  dal  Ciro  Ngglettofu  nomato, ir  Deci, et  fa 
bibebber  la  fimajcbeuolentierniiro,&V  sx.  Et  Cmcin 
nato  con  la  taculta  chioma,  Ciactnnato,o'  Saran;  che  fo- 
la un  pafio. 


ài  lui  nacque  fi  efferata  impietà,  che  perfperanza  di  occu  Ciro . nipote  materno  di  jtfliage  Rf  di  Media , & figliuolo 


pare  la  tirannide  pafiòd  fiume  Rubicone  fih  huomo  eeceU 
lemiffimo  diuenne  immaniffima  fiera , & con  quella  fila 
fteleratezxa  fòmmerfe,&  eftinfe  tutti  i benefieij, de  quali 
Roma  fi  confeffaua  a lui  debitrice.  .Adunque  non  uccifiro 
Bruto jdt  Caffo  quel  Cefareflquale  con  laboriofiffime,dl' 
decennali  fatiche  conhorrende  digicultà,  é'g.randiffi 

tnipericoà  acqui flò  at/popolo  Romano.'Non  uccifiro  quel 
Cejàre , dquale  in  dieci  anni,  & in  uarie  battaglie  uccife 
ttm  fuoi  uittoriofi  eflercitiun  milione , & cento  nouanta 
due  mila  <f  huomini  nemici  al  nome  Romano.  "Non  uceffè- 
ro  quel  Cefare^lquale  fu  fomma  liberalitàdnaudaa  cle- 
tuenza.ornatiffma  eloquenza;  molta , & uera  dottrina , 
Ma  quello,  che  contro  alla  fua  patria  mgratiffmamente 
tultò  le  forze  ^be  da  quella  haueua  riceuuto,  Quello  che 
fceleratifiimamente  tal  fi  la  libertà  a quella  che  douea  di- 
fendere : eSr  certamente  qual  può  efiere  maggiore  uirti, 
fbeuendicare  le  ingiurie  della  patria,  per  laquale  ogni 
buon  cittadino  è tenuto  non  perdonare  alla  roba /ma  a fi- 
gliuoli, non  alla  propria  aita:  onde  il  medefmo  Dan. 
dice  Degb  altri  duo  che  hanno  il  capo  di  folto , Qjiel  che 
dal  nero  ceffo  è Bruto  yedi  come  fi  florcee^  nonja  mot- 
to: Et  f altro  è Cafiio^he  par  fi  membruto.  Dopo  tulio  Ce 


i6t 


diCambqèhuompnuatodiTerfia,dopo  [bauer  toltoli 
regno  all' ,Auo,(^uinto  qua  fi  tutto  l oriente.  La  V edotta 
Thamiri  Reina  di  Seithia  orba  del  figliuolo  per  hauer- 
glielo  con  tutto  Cefiercito  di  lui  uccifo;lo  uccifi  ,percio- 
. che  eftendopafiato  in  Settentrione  per  uincere  la  Seithia 
non  contento  de  fuoi  regni , auenne  che  fingendo  la  Reina 
Thamiri  fuggire,  tir  lalciindo  le  tauole  piene  di  pretiofi 
làuande, ^égeneroft nini, acdoche nemici  fine ineb- 
briafiero , e inebbriatigli  affaltaffe , perche  hauendo  ella 
pojlo  molta  gente  in  luogo  occubo,  & con  poca  fchkra  an 
dando  conira  Ciro  finfe  fuggire  fin  che'l  menò  alle  infidie, 
oue  egU  con  dugento  mila  de  Ter  fi  uccifi,  gfi  a dimoìira- 
re  la  fua  file  del  fangue  h umano  gU  leuò  il  capo , & mef- 
foloinunutro  pieno  di  fmgue , dicendo , Sangue  filifti, 
triodi  fangue  ti  empio , <*r  cofi  fece  la  grande , & me- 
morabile uendetta  , come  dice  il  Pur,  La  uedoua , che 
fi  ficura  uide  Morto  il  figliuolo^  tal  uendetu  feo,  Cb’uc 
tifi  Ciro, & bar  fua  fama  uccide.  "Ne  Ciro  in  Seithia, 
oue  la  uedoua  orba  La  gran  uendetta,  & memorabilfco . 
Et  nidi  Ciro  piu  di  fangue  auaro , che  Crafio  d’oro , dr 
{uno , & Paltronbebk  Tomo  ch'ai  fineaciafeun  par- 
ue  amaro. 


ftrefucceffeCefare.Auguflo,ilqualeperuidicarelamoT  C\3iudio'Nerone^endoConp>leantÌHedendoilpericolo,&  q6j 


te  di  Cefare,  fece  guerra  con  Bruto^  Cafito,  liquali  alla 
fine  in  Theffagba  fi  uccifero,onde  dice . Di  quel,cbe  fe  col 
baialo  figuente  Bruto  con  Cafiio  nell inferno  lalra,Et  Mo 
dona,&Terugia  fu  dolente.  "Ns  miparancho  di  tacere , 
thè  efiendo  fatto  Cefare  Dittatore  perpetuo , drhauendo 
indù  fi  tutti  gli  altri  magflrati  fitto  la  fua  potefìà,  quan 
do  huomo  gli  padana  ,gli  parea  parlare  apiu,t!r  perciò 
non  diceajo  prego  te  Cefare ana  prego  uoi  Cefare,  dt  cofi 
Roma  fu  la  prima,  che'l  fòfferfi  ufindo  tal  adulanonea 
Ceptre,Cnelqual  t'oli  cittadini  Romam  perfeuerano. 
Tercieche  da  ^l  tempo  in  qui  quafi  tutte  nationi,&  po 
poli  dicono  tu  ad  unoetccetlo  che  i Romani,  che  dicono  noi 


prouedendo  con  la  mano  forte  combattendo  giunfi  a tutta 
Italia  a maggior  bifogno , perciocheefiendofi  Claudio  còm 
trapoflo  ad  .Aniballe  nel  regno  di  'Napoli,  & bauendogli 
tombattendo  uccifi , prima  in  Bafilicata  appo  Cromeitto 
piu  di  ottantamila  faldati/^-  prefi  piu  di  fittecento,  poi  a 
l'eitofa  in  Tuglia,piu  di  uétimila,poi  che  -dfdruballe  Bar 
cbino,contra'l  quale  M.Liuio  Cabro  Coiffole  in  LÓbardia, 
& in  Romagna  era  Uoàntefi  apparecchiarfi  diuenir  a gii 
gerfi  con  ,Aniballe,la/cìando  ne  i caflri  QA'atio  Legato  , 
et  con  fri  mila  fanti  ‘il  fiore  del fuo  efierctto^  con  mille  ca 
ualli  eletti,  fingendo  Mandare  in  BafUicata  fecret amente 
di  notte  parta^i,riuolfi  il  piede  uerfo  la  Marca,etperlo 


4 


I 


Marte  C I E 

ttmitto  raccolto  molti  de  luieraiù^ir  de  «Se»/,  che  uolon 
tarUmerae  fiofferiuanoa  ijoclU  mfrefa.di  tutte, ^ 
tf  lUetameme  akreù,pmfe  al  fiume  Metaitro  prefio  a Si- 
mgaglU  nel  campo  di  M.  Lutto,  alquale  haueua  prmu  da 
to  del  fuo  configho  notitia;  cofi  giunti  i due  Confili  fenga 
danofiratione  di  maggior  campo  ,ancbor  che  al  nemico 
parefie  [effercito  maggiore , cofirinfiro^/lldrubaUe  fuo 
pud  grado  a combattere,^  co  lui  ctnquantafei  mila  nue 
a fero,  ne  prefero  cinquemila  quattrocemo.  fé eroi  che  ui 
morirono  ottomila  de  Homamfilqual  danno  compenfaro- 
m con  quattro  mda.che  effetti  fiali  pre fi  dal  nemico  per 
quefta  uittoria  fi  racquiflarono.ln  quefia  battagbafifcri 
pe  con  molto  ardere, & incredibile  prefle^gfi  bauere  com 
battuto  Claudio, Ilquale  lofio  dopo  la  uittoria , piu  prefio 
tbemmera  Siato  al uenire , tornando  in  feidi  giuntoin 
campo  incontra  udmballe  con  la  tefia  del  fratello  dei 
f,Afdruballe,laqualefe buttare  nel  campo  d‘,Amballe , 
ne  prima  conobbe  la  partita  di  Claudio,  onero  il  tornare, 
che  uedefie  d capo  del  morto  filatelie,  dopo  con  dolore  fi  ri 
trofie  dalle  eftrcme  parti  (t Italia.  PtiJli  Claudio  dico, 
che  notturno, & Turno,  Come  il  Metauro  uide , a purgar 
penue Di  ria  femenga  il  buon  campo  Romano.  Claudio 
1frron,(be'l  capo  <f  .Afdruballe  Tr^mi  al  fratelTafpro, 
t^feroce,Sickedi  duolglifeuoltarle  fiabe. 

Coflò . Cometh  Cqfioalquale  nella  gnerra  de  yeifie  Fide- 
nati , & deFalifci  efiendo  Confile  ,fi  come  d titolo  da  lui 
Befio  fcritto  al  tempio  di  Gioue  Theretrio  émofiraua,  di 
larteFolunnio  Duca  de  nemici  riportò  le  fioglìe  opime, 
fecondo  a Romolo,  che  primo  le  portò  i .Altri  dicono , che 
agli  fn  Tribuno  fatto  la  dittatura  di  J^uuUo  Cincinnato  d 
gianane .Ilmedtfiuu  fupoi  Tribunode  cauaheri  conte 
mfegne  confolan  ,&maefirodecauaiuri  neba  dittatura 
iEmibo  Mamercocontra  f'eià  Fidenati ftebaqnalguer 
ra  fece  una  memorabile  battaglia  a cauallo.  P s t.  Cofio 
Tbdott,Rut  'ilio^  dalefieffe . Et  parecchi  altri  é natu- 
ra bumili  Rutiiiocon  yohmnio,  Gracco , & Tbilo,  Fatti 
per  uirti  tarme  atti,  & gentili . 

Curio . Marco  Curio  Dentatoprima  triompbò  de  Sanniti, 
iquaii  domòj&  appagò  infin  al  mar  di  Spagna;  poi  é Sa- 
bini fioi  de  Lucani;  Scacciò  tltahadRe TirroaEpiroti;. 
partì  il  terrena  al  popolo  dandone  a ciafiuno  quattordici 
Moggi,&  per  fi  altrotanto  neprefi,dicendo  niuno  doue- 
re  efiere,a  cui  canto  non  bafii,  .4  gli  ambaf  datori  de  San 
piti  che  gran  quantità  toro  gli  portauano.difiiuoler  piu 
toflo  lui  uiuere  in  quei  ua filli  fuoi di  creta,  & comandare 
a ricchi , & effendo  Sialo  accufaio  dt  hauer  pigliato  afiai 
della  preda  ; moftrò  un  calice  di  legno àlquale  ufiua  ne  fa 
erificq^ giurò  niente  altro  delia  preda  baner  portato  in 
fila  cafa,^però  dice  dP  ST.f'n  Curio,  e un  Fabritio  af 
fai  piu  bebt  Con  la  br  pouertà  che  Mida,o  Crafio  con  lo- 
ro Ontauirtn  fiiron  ribeUi . 

C urrio  Romano.  Lai.  diSui  M.Cnrtini  dinoto, & affettio- 
pato  della  publica  falute  deba  patria  ; onde  che  efiendo  fi 
pouelLamente  fattane!  mexg  della  piaecga  una  grande 
apertura,^  fruga  trouar  rimedio  a poco  a poco  per  tutta 
la  città  fi  Slendeua,gj-  dicendo  li  Dei  non  poterfi  moie  hm 
dere  ,fi  non  ui  figittaua  queUo , onde  erano  piu  pofienti  i 
Romani , Curilo  interpretando  ciò  efiere  gU  huommi,  & 
tarme,  armato  a cauaUo  uifigittò,fi  che  difende  tar- 
me empie  lo  fiato  noto,  & aperto  in  megp  il  foro  ,&cofi 

~ ; F VW 

"SJ.'.dt. 

- 


1 O 


Marte 


6o 


toftoficbmfi,&  però  dice  il  PtT.Cnrth  conlornenia 
non  men  diuoto;  Che  dì  fe,  & de  t arme  empii  lo  ficco  la 
mego il foro hombdmente noto. B oc. nella  fna uifione 
amorofa , Dietro  nenia  quel  Curtio;  chea  ualle  armato  fi 
ghtò  per  Lafrfiura  In  forfè  di  fua  Ulta  di  fuo  calle . 

Diotnedc  figliuolo  di  T ideo , & Deiphile , & nel  ualare  a 
uefiuno  de  Greci  ficondo  :fer)  Marte  nella  battigha;  feri 
Venere  :fn  con  Vbfie  di  notte  a rapir!  cauaUi  di  Rhefò  , 
&alorreilTalladiocheeraaTroianel  tempio  di  Mi- 
nerua.Queflei&afiai eofeputdiUauirtùdi  lui  fcrifiero 
Homero,et  Sìuiatojrno  .A nflotele  per  quanto  mi  rimem 
brabaucr letto,  fcrifie lui effere  fiatoin  Italia  ,oueegli 
edificò  alcune  ciliàju  ucàfi  dal  T rotano  Enea.  Pix.  Tlg 
taiero  MiaceJ>iomede,& Vltfie,  che  éfiò  dei  mondo  ne» 
der  troppa,  aedi  adVlifie. 

Encclado.  fn  uno  de  Giganti,  che  cercando  ceedare  Ciane  q6f 
dal  cielo,  furono  da  lui  fulminati,&  fatti  cader  fitte  qua 
monti  aquali  portauano  per  ifiugnart  il  celefie  regno  ; oum 
de  ficódo  che  ferine  Virgilio,  fono  MongibeUo  rtmafe  En 
teiido , 0 come  narra  Gnidio  T ipheo  da  lui  a tutta  Sicilia 
fottopoflo;  ilquale  Homero,  & Lucano  chiù  fero  fitto  Ina 
rime , che boggi ilfihia,fi tome lefauoU-  anthora fotte 
Meffiaa  pejero  Zancle,  onde  ella  per  adietro  fn  detta  Zau  / tHttu 
cleaÉr  d mote  Vefnuioa  tfpi  nofiri  chiamato  Somma  fi- 
prapo  fero  alle  fiade  tfMlaoneo , ilquale  i Torpbino  da 
uofin  detto  Torporeo , furono  della  prima  fcbiera  de  Ci- 
gàti.  Tindaro  da  Ifibia  afimad  Etna  pofè  fipra  T ipbeo, 
fi  come  il  ietto  é Ttpbone  i beato  in  Boeiia,  in  Cicilia , in 
Thrigia,Grda  Herodoto  in  Egitto  ; lUhe  amene  fecondo 
che  ne  Siima  Mrtemone;  perche  [arfura  & U moutmen- 
to  di  quelli  luoghi , & dogni  altro  fimib  uiene  da  repenti 
ne  fiato,che  chtufò  nelle  caueme  delta  terra  cerca  ujetre  , 
ilquab  grecamente  fi  chiama  TiphoneiTlS  altro  figmfica 
Tipbeoaie  altro  Enceiadui  perche  mouere  con 

empito, CT  nfofimgere-.onde  i Toett  éfieroa/uanào  Etna 
fi  moueret  nerfa  fiamma  mafia  dal  furore  dì  Encelado,che 
cerca  fcuoterfela  daUe  fialb . onde  dice  i/  P e t.  Tìon  fan 
fi  grande, & fi  terribil}iiono,Etna  quaibor  da  Encelado 
i piu  f coffa  Siba,&  Caridé/iuando  irate  fono.&allroue 
"Ugn  freme  cofi  U mar  quando  i adira , 'Ugn  Inarine  al- 
tbor  che  Tipheo  piàge,Tifn  Mongtbel  s’ Encelado  fifihra. 

Ani.  Là  doue  calca  la  montagna  Etbnea  .Al  fulminato 
Encelado  le  fiabe. 

Enea.  Lai.  Meneas.  DardauofigUo  di  Gbue , & di  Eletbrn 
figlia  di  .Alblante  uenne  m T roia;  bebé  fn  fecondo  Eufe- 
bb  il  trigefiimoquinto  anno  di  Moifè,  &■  [anno  del  mondo 
Tremila fcttecenio trentafitte.  Cofiui  generò Eriibomo , 
liqnab^  fuofucctfiore  nel  regno,  &refie  anni  quaran- 
tafette.  la  filò  figliuob,& fuccefiore  T roo/>  T roe,  dalqua 
b quella  regione  prima  detta  Dardama  da  Dardano ,/» 
denominata  T roia;  Ganimede  nacque  é T roo.cr  diGarnm 
mede  Ikon  fi  Ibfitalqual  prefi  nome  Ikon  cntà  di  T roia . 

Ikon  generò  LaomedÓte  padre  di  Triamo.  Fu  anebora  fi- 
gliuolo di  Troo,&  fiatebo  di  Ganimede  .A fiat  cofi  Mfia- 
racoalquai generò  Capitai-  Capis.Anthifi,& .Aiithife 
Enea.Cofha  (fifudo  anebora  in  T rota  generò  ..Afianiodi 
Creufi  fua  mogUeAì-  figliuola  del  Re  Priamo;  g^épenn 
Italia  bauendo  Enea  ciqmfltto  b imperio  é Latino  lafiiò 
fÌKCt fiore  Ufi  amo  fuo  figliuolcuMa  è dubbio fi  quello,!  he 
generò  a Troia  di  Cnula,o  cut  Uo  cb'acquiflò  mi  tatù  di 

li  mi 


Matte 


CIELO 


Marre 


tojluprefe  Ma  ; & Ufiii  facctfere  SìImìo  . deltpial  Fuluio  fUcce  QJhleBa  fua  guerra  pmiea  Coiijhle  mih  479 


ntcqne  Enea  Siiuh^lqual  poi  tatti  1 Re  furono  detti  Sii 
tài.Et  furono  quejii  per  ordine . Latino,Ulba,^tis,  Ca- 
pii, Capito,  Tiberino , dilqualeacqmitò  il  nome  Tenere 
fiumc^rinu  detto  -bibula ,x  Tiberino  fuccefSe  ,Agrippa, 
delquale  naeque  Romolo  Situio.  & di  colini  ,AnenunoaU 
qnal  detle  nome  ad  ^Anentin»  uno  de  fette  colU  eb  Roma . 
Dopo  coflui  regni  Tornea  ,cb'  di  Troea  nacque  'Njemtto- 
re  ;&  di  tfnmitore  Romolo  anttore  della  gente  Romana. 
Secondo  Homero  Enea  fu  figliuolo  é .Aiitbife,tfi-  di  f'e- 
nere  Secondo , cbelcriue  Homero  nelTHimno  dt  Venere 
tofi  chiatto,  perche  lei  lùtit  iyiaexoi  'Ìhuk  ( fof  ittfOt 
ifitnav  ivni . cioè  gran  dolor  pre fé  per  ejfcrfi  pofia  a già 
aere  nei  litio  di  mortai  huomo.  Strine  Virgilio,  & Limo . 
Come  Enea  ucnne  m Italia  ,& combattè  con  Turno , & 
rnccifeaolfe  lanini  per  moglie  figlia  del  Re  latino . Seri 
ne  anebo  Virgilio  nel  fefio , come  Enea  andò  allo  mfemo 
toH  la  Sibilla^  dipoi  ritornò, & hebbe  la  nittoria  m Ita 
Ha , come  di  j'opra  è detto , La  fica  morte  i dubbiali  ; ma 
pur  fi  crede , eoe  fi  aimegafle  nel  fiume  'Hnmico  ; dipoi  fit 
adorato,et  cbiamato  Guue  indigene.La  Hiftoria  di  Enea, 
ti"  Didone.uedi  a Dido  a jjp.P  ht.  Di  che  farebbe  Enea 
, turbato , &■  trijlo . Vidi  color  eh' andato  al  regno  Higni , 


ad  afiediart  Capua  che  fi  tenena  per  Carthaginefi,&  tan 
to  prolungò  [ajfedio  che  la  pigliò , & hantndo fatto  mori 
re  gran  parte  de  Capnam  S enatori , come  fu  a Carinola 
per  dar  morte  a quei  che  in  mella  città  n'bauea  rijèruato 
alla  pena  ; hebbe  lettere  dal  Senato , lequali  poflofele  nel 
feno/ion  prima  lefìe,  che  tutti  gli  hMe  con  legitimo  tor- 
mento uccifi  ; perche  liimaua  m quelle  efiere firato , eh* 
egli  oerdonafie  a Capuani  ; ilche  nongiudtcaua  egli  efiere 
giujlo,  ne  alla  Republica  utile.!  Capuani  neramente  m- 
gratijiaucndo  loro  i Romani  non  pur  d^o  da  Sanniti, ma 
fatto  cutadmi.  Coflui  fu  quattro  uolte  Confole  ,fu  Cenfo- 
re,  & piu  uolte  "Pretore  della  città,  a Capua  gli  fu  prolun 
gaio  C Imperio  fin  che  la  prefe  ,Etpoiglifudaiaper  pro- 
uincia;  Et  nel  Coufòlato,ilqual  hebbe  lon  Fabio  Ma  firn» 
ricourò  1 Lncani,gli  Hirpini,&  i Volfcu  M.  Fuluio  "Hobi 
bore  andò  Pretore  in  Hijpagna  ninfe  i Vaccei,  i V elioni  , 
Cr  I Celtiberi  a Toletoj&  uiuo  prefe  U Re  Hilermo,  & co 
utttoria  quando  a Roma  ne  ritornò , fatto  Con  fòle  andò  in 
Creda  : prefi  ,Ambracia,&  Cephalonia,  ^degb  Etob  > 
& di  Cephalonia  triomphò.  onde  UPst.&  Fubuo  Flac 
co,  Cb'a  gU  ingrati  troncare  bel  Sludio  erra.E'l piu  nobit 
Fubuo,  Crfol  un  Crocco . 


Hercole , Enea , The  fio , e!r  Vbfie.Dardano,Tros,&  Gedeone.  Permefie  Iddio  Oe  peccati  che' l popob)  ctlfiaei 
beroi  altri  nidi . & di  Dido , Quella } che  per  lo  fuo  élet-  fofie  bmgo  tempo  nejfato  da  Madianiti , confarne,  & co» 

to,&  fido  SMfoper  Enea  uoli’ir' al  fine. "Hpn  quel  d Enea 
tom'è  pubitco  grido. ^ 1>a  n.  parlante  in  perfino  di 
V 1 R.  Poeta  fii,  & cantai  dt  quelgiuflo  Figtiuol  S.An- 
tbife:  che  uenne  da  Troia,Pot  che'l  fuperbo  Ibon  fu  com- 


bufto , dr  parlando  D Kn.conV  in.Tu  diei,cbe  di  Sil- 
Uto  lo  parente  (.ùEnea)  Corruttibil  anebora  adinmer- 
taleSecoFandò,  drfu  fenfibtlmente.ijpumdoandòali'in- 
femoxty  i K.  nelTEnetda,doue  deferiue  le  uirtù  et  Enea. 
Rex  erat  .Aeneas  nobtc,quo  iuflior  alter  Tqec  pittate  fiat 
nec  belio  maior,drarmu, 

t.p*niinondi  ,àquale efiendofi  ertfeiuto  tra  bbri,nalfr 
tanto  nella  mibuaeche  la  gloria  de  Thebani  con  lui  pome 
efiere  nata,  dr  fienta,  moHrò  lafua  uirtà , & la  fitentfa 
tmbtare  cétra  i Lacedemoni,  1 quab  uinfi  tre  nulte,prima 
in  difendere gb  .Atheniefiupoi  infoccorfi  de  gb  .Arcadi,,!! 
fine  Qudiandcfi di  fittoporre  Sparta  alia  patria  nella  ulti 
ma  battaglia uincendo  moii.PsT,  Qual Racco,.Aicide, 
Epammonda  a Tbebe. 

Ephialte . Otto  furono  i figliuoli  di  "Nsttuno^  di  Phimo- 
ba  mogbediJtloQ  uno  deTitani,crefceuanoogni  mefino 
ne  dita  fecondo  Homero,  & erano  già  alti  none  paffi . Co- 
flui  nolfe  fare  efierientfa  della  fua  potentia  contro  a Clo- 
ne , & fece  gran  prona  nella  guerra  de  Ciganti  contra 
Cioue^infiro  Marte,  dr  none  me  fi  lo  tennero  in  carcere. 
Ma  ìunonefece  che  Mercurio  di  furto  lo  tolfe  di  carcere. 
Dopo  nella  guerra  de  Cigarui  furono  uccifìcon  le  fame 


guerra:  ma  conuertendofi  con  lagrime  jet  con  prieght,uen 
ne  l'angelo  a Gedeone,cbe  mouejfe,contro  a nemici . con- 
gregò adunque  Cedeone  trentamila  Hebrti,  dqual  nume 
ro  parca  picciolo  a comparatione  de  Madiani , iquab  per 
la  innumerabilctHobit Udine, come  locufle  copriano  la  ter 
ra.Di  nuouofoi  comandò  C angelo  ,cheegb  luentiaffe  iti- 
midi,  perilcBe  fi  ne  partirono  uentimila . Venne  la  tergf. 
noltaAlr  comandò  nell’ardente  fole  menafie  i diecimila  ri 
ma  fi  al  fiume,  & tutti  quelli  che  beefiero  porgendo  la  boa 
caalT acque  manda fie  uia,dr  ritenevi  quelli  che  beefiero 
trahendo  Tacque  con  la  concamtà  delle  mani , iquab  non 
furono  piu  che  trecento  jé!"  con  quefii  in  uirtù  di  Dio  umfi 
I nemia,& ucdfine  cxx.  migliaia;  onde  uiffero  dopo  igiti 
dei  in  tranquilla  pace  quarant’annijche  tanto  mfie  Cede» 
ne,ondeilnoflroD  A H.Etdegbhebrajchealberfimoa 
Orar  molb  ; Perche  non  hebbe  Cedeon  compagni  Quan» 
do inuer  Madian  dif cefi i colli . 

Goffndo  duca  Billomco,pafiando  di  Europa  in  .Afa  Capi 
tono  delio efiercito  cbnjìiano  contra  i turchi  a racqaiflar 
Cierufalem;  & fatto  Re  di  Cicrufalemmt  fece  di  belli  edi 
liti  nel fipcAcrodel  noftro  Signor , dr  per  buon  tempo  co» 
fuot  fuccefiori  ni  regnò . onde  ilP  et.  dice  Poi  urna  fil  U 
buon  duce  Coffndo,Chefe  timore  fa  fama, e i pafii  giufli, 
Quefloà.Coffridofli  ch'io  mifdeguo,  e’ndamo  grido  Fec» 
in  HitrufaUm  con  le  fue  mani.  Il  mal  guardaioAt  già  nea 
gletto  nido,  il  fio  diritto  è Gottifirdo.  Vedi  Paolo  Emilio . 


da  Pbebo , e fiondo  anchora  ho  fenga  barba , dr  però  dice  G olia . gigante  jiUfuale  per  diurna  uoloueà,fi  come  è fcritto  ' 


Dan.  Volti  a fmiflra;  ^ al  trar  d’uu  baleflroTrouam 
tuo  taltro  afiai  piu  fiero  dr  magno,  cioè  Ephbilte . 

Ethcocic . Figbo  di  Edipo , che  fi  amat;gò  tonPolmice  fuo 
fiatello.  dr  "Pobnice  fiateUi  .aedi  pm  bafio  a Pobmce,ct 
ad  Mrgfi  a •jqó.  6qi. 

tedetigoBarbaroJfa.uediaBarharcfia  di  fipra. 

Wlzcco,ucdidifittoaFuluit,¥Uutùiùo  uódia  TitoFla- 
tal  luogo  fito. 


nel  libro  dei  Rejdr  da  Giofipho fi  narra  nella  bifloria  del 
le  antiquità  degmdei  ,fu  ucafo  da  Dau» , che  tobofi  dal 
pafloralgreggejdr  uenuto  alla  reni  corte/ulla  guerra  dt 
Palefliniaió  con  altre  arme,che  c3  bt  fiondaAfi  tre  pietre 
andòincatroaColiagràdedicorpoquattrobTaecia,etn» 
palmo  jdr  armato,  ifquale  b tuta  già  quarama  uolte  chèa 
maio  alla  baiiagba  alcuno  de  Giuda,  tVntffnnt  infine  al 
fiora  et*  flato  ardito  a uoler  combatter  cm  ini  1 mm  Dau 

r nù 


Mirre 


C I E 

• kU  Combattendo  al  fnegti  ruffe  la  fronte,  dr  rifortò  la 
UBaldt  bufifianettalia.&fero  due  HPst.  E‘i  TaHor 
(cioè  Damd)  che  a Goliaruffela  fronte.'He  giacque  fi 
jmarrito  nella  ualle  bi  Terebuobo  quel  gran  Thibfieo 
(cioè  Colia)  cui  tutto  Ifraetdauale  fiialle  ,Al  frimo 
jajSo  dei  gorgon  Hebreo  (cutè  Dauid)  la  jia  bill  orto,  ue- 
dtaiq. 

Cricco,  cioèTitoSemf  ramo  Gracco,  il  quale  benché  fofie 
nomea  de  gltSàpùm  non  jòHeuueef/endo  tribuno  della 
fiche , che  l',A fianco  fi  mcnafie  m fagiane , &■  fer  mego 
del  Senato  fatto  laro  amico  figliò  fer juaffolà  Cornelia  fi 
ghuola  del  maggiore  ,Ajricano  i laquale  egli  amò  tanto, 
che  la  una  di  lei  alla  jua  antefofe^t  come  narreremo  ne  la 
fioriadi  Cornelia  a jfqXoJtui  nella  fretura  domò  t CaU 
li,nel  frimo  con  filato  gli  Sfagnoli,nell' altro  i Sardi,  clan 
ti  ne  menò  frefi , che  lungo  temfo  durando  il  uendeme,fi 
ne  fe'l  frouerbioà  Sardi  uenali  ; Et  nella  cenfura  i Liber- 
tim,cbe  erano  nelle  rufiichetribu,chiufe  in  quattro  urba 
ne  ^pendone  Claudio  tl  fuo  comfagno  dannato,ilfeafioU 
etere  giurando  fé  altresì  con  lui  douere  andare  mefiitio. 
tanto  fu  Cauttorità  di  tm  affo  Ufofoio  di  quella  grande, 
dr  nobile  famiglia  garrula,dr  inquieta,chefiu  uolte  flan 
tò  il  fofoio  Romano,  fere»  che  efiendofi  data  a fiHener 
la  ftebe,  & con  la  lingua  facendo  ffejìe  uolte  fubluo  far 
lamemo,mofieUfopolo  Romano,  ^fifiùnfe  la  fiche  cono 
tro  la  nohiltàySfetialmente  T,  & C.  Gracco  figli  di  coUà, 
delqual  bahhiamo  farlatonmde  Tiberio  fuuccijò  da  Tiafi 
cajiT  Caio  da  [o fintone  fer  decreto  del  Scruto  ; fi  che  giu 


L O 


Mirre 


maggiori  di  xxx. Indi  cominciato  a forfim  effetto  le  dette 
I oditiom,arfe  che  futon  le  nani,  quado  fi  uenne  alla  prima 
faga  che  dar  fi  htfigruua  a Rontam,  f a rendo  ella  malage 
uote  a Carthaginefi  fer  fi  lunga  guerra  imfouerin,  nac- 
que toHo  in  mego  del  Senato  nngran  dolore, & un  tamen 
lo  con  fianto:  é che  rifa  hanendo  ,Anmbale,&  riprenden 
dolane l’Hedo  A fdrubaUe/bfieeglt,fi  lomeThabiw  del  ui 
fi  per  gli  occhi  fuori  fiucde;cofi  l'animo  dentro  ueder  fii 
fotefse,  ageuolmenteui  fi  moflrarebbe  non  di  lieto  ,madi 
matto  ,&  infanopertanti mali gu giunti aUuoreeffere 
qnefio  Tifò,  che  noi  riprendete dlquale  non  è tanto  fuori  di 
tempo, quanto  qnefte  uoftre  dijdiieuoltlagrime.  ,AUhora 
lagrimar  fi  conuenne,  quando  tolte  ru  furon  C armi  ,arfe 
le  naui,utctatene  le  guerre  di  fuori  : perche  di  quella  feri 
ta  caduti  fumo,  onde  quando  le  ffoghe  della  uittoria  a 
Carthaginefi  toglieuano,quàdo  éjarmata,  & ignuda  fra 
tautearmate  genti  d',Afrua  la  nedeuate,nejfuno  punjè, 
bora  che'l  tributo  dclfriuato  accoglier  conuieufi/iuafi  in 
publica  morte  piangeteJluamo  IO  temo  non  habouteto 
Ho  a fentire  di  Uggerifitmo  maleuoi  boggi  bauer  pianto, 
onde  due  il  rufiro  P ET.  Et  .Xnnibal  quando  a lo  imperi» 
afliitto  yidefarfi  fortuna  fi  molefia  Rijifra  gente  lagri- 
mofa,&  meha  Ter  isfogar  il  fi»  acerbo  de^itto.&  altra 
ne . fu'l  cader  é /ubilo  fi  firano  Dopo  tante  uittorie 

ad  Haniballe  Vinto  ala  fin  dal  giouane  Romaiu  .Et  un 
gran  necchio  il  Jeguitaua  apfrejSo,Che  con  arte  Hanmba 
le  a bada  tenne. Che  Hanihal,  non  che  altri  fanan  fioiper 
ebefn  detto  lui  efier  crudele. 


ftamente  non  mentano  fama , anchor  che  f aererò  cofe  Hclio  Hidninoifu  egli  fuccejfore  a Traiano  nclt imperio. 


afiai  memorenoli  ; onde  UT  e t.  dice . E'ifiu  nobil  Ful- 
*»;&  folnnCracco  Diquel  gran  nido i&Catuloia- 
qnieto;  Che  fe'l  pofol  Roman  fin  uolte /tracco. 
tÌ2mbl\,oHinnaale,o.4mbatle.  CoHuifufigliuold'.X- 
milcare . per  brtuemente  l'bi/loria  raccoutarui , efiendo 
ianm  undici, come  fcriue  Tlaio,dal  padre  menato  a i poi. 
ti  fnocbi  giurò  cantra  Romani  od»  fimfittmo;  poi  fu  cam 


il  quale  tenne  altreit  anni  uenti,con  gran  lande  fe  rum  che 
alfinefuodiato;pertefidio,etper  la  mortele  diede* 
molti  buomini  llln/lri;  t/iuna  memoreuol guerra  fece,  fé 
uòcbeuinfii  Giudei  J)e fi  ruffe  Cerufalemf  poi  la  rijiorò. 
fu  della  militar  difcipliua  dottijjimo , fi  come  dell' arti 
liberali  P e t.  Heiio  Hadriano.è'l  fi»  .Antonio  Tu  fieli* 
fuccejfione  infu»  a Marco 


fag!»,Cr  foldato  nel  campo  del  padre.  Dopo  lacm  morte  Hcrcoie  il  Thebano,delqual  lungo  /irebbe  a uoler  de  fcriue 


re  tutte  lefue  biftorK,tequaliin  uan  luoghi  fono  difiim* 
mente  notate.  Come  di  Caco  Ladro  da  lui  oecifo  ; al  luogo 
dei Ladriatoqi.ediT'ie/focentauroa  xqyo.&percbe 
amò  Deianira , Iole  Ompbale,  Lidia , et  altre  al  luogo  de 
gliimumoratia9*i.e  l'altreagli  fuoi luoghi .lequali 
tutte  in  un  raccolte  folto  breuità  in  pochi  uerfi  notere- 
mo quali  efli  fi  filano. 


e^  cercando  cagione  dignerra  ; Sagnnto  città  amica  de 
Romani  in  /patio  di  fei  me  fi  diSiru/JeiIndi  aperte  l^alpifer 
rate  incontra  alla  barbarica  rabbuqia/iò  in  Italia.  Tfici 
pione  a Ticino  fi  empromo  Lungo  a T rehia.  Flaminio  aTr* 
fmeno, Taulo,&  Vairone  a Canna  uinfeiEt  pqfiendagia 
Roma  prendere  m Terra  é lauorofi  uoìfe:  per  le  cui  deli- 
tiefallodebcato,&molle^penfeÌuirile  ardore:  ludiac 

tampatofifreffo  a Roma  tre  miglia  jdalle  /ortunenoli  lem  QjàdHeriol  le  fatiche  infieme  aduno 
pefie  prmafcacciatojpoi  da  Fabio  Mafitmo  a bada  temi-  Che  de  la  terra  il  gran  figliuol  couqufe. 
lOipcfiiada  Valerio  Flocco  indietro  patto, Da  Gracco,  -dnteogigante,cheumceacìafcmu, 
cSr  da  Marcello  pollo  in  fngafiSa  fuoi  tn  .Africa  richiam*  Que/lil  crudel.Bufiri  a morte  mife, 
to,fu  da  Scipione,  che  poi  fi  difieAfncauo  muto,  & co-  L'Harpie  in  .Arcadufii  Spagna  Germe, 

ftrcfto  a chieder  pace  ; laqual  fi  diede  a Carthaginefi  con  Et  Caco  Latro  a la  /petunca  ucci/ì. 

tali  conditiom,cbe  a Romam  ejjfi  lutti  i cattiui,  cr  fugitiui  Qjufli  amazxò  a C He/pende  il  Dragone 
rendefSero:  le  nani  roHrate  tutte  fe  non  quelle  a tre  remi.  De  pomi  difenfor,e  die  la  morte 

deflero;Etglielephanti,cbebauean  domali;  ne  per  m-  Squarciando  l'cmpiabocca  al  fin  leone, 

lum^i piu  ne  domafiero ,ne guerra  in  Africa,  o fuori  fen-  Quefli il  cujlode  de Cufeure porte 
X/tuoiomì  del  popolo  Romano  facefiero;  A Ma/Jinijfa  le  Cerbero  tra/fe  al /Ù  da  [ombre  mefie, 
fiu  tofe  rendefirro,  & in  concordia  con  lui  ucm/f  tro  ;fro-  E ’l  ad  fifttnne  piu  d' Atlante  forte. 

mettto,& proni fione  a loro  aiuti,  fin  che  di  Roma  ucniano  Quefii  atinrò  la  Cerna  a le  forefie. 

• legati,  prefia/icro:  dieci  mila  talenti  i argento  in  paghe  £'l  Torco  uccife  eh' A rcadia  guafiaua, 

glnfleper  anquam'anm  pagafino:  cento  i^aggi  ad  arti-  Et  a PHidra  troncò  le  fette  tejle. 

tmdel  uincitore  defirrojee  mmi  di  quattordici  anni,  m diuefii  Diomede  Re^be  a gb  bpfii  dau* 

■■  IK  1 


r 


Marte 

9er  palio  de  caualli  ancifi,&  nm/é. 

^ehetoo,  (be'l  corpo  irasformaM , 

tlgeiii  bcbhe  a fór:(a  il  Baltco,  ibegia  cinli 
Menalippet&  domiti  foconi  Tcmro . 

E roti  Ucoa  l'aria,  S'efimfe . 

Ter  Dianira  al^n'Hiffo  Cent  auro . 

Htttore,/»  figlinolo  di  Triamo  Re  di  Troia;^  di  tanta  nir 
tifCbe  qu.tjì  jitofk  cagione , cbe  Troia  fi  éfendefie  dieci 
anni.  Et  dopo  molte  ecceUentifiime  prone  fecondo  Homtm 
to,  &gli  altri  fcritiori,  cbe  fcgniiano  Homero,fn  morto 
da  .Acbàle.Ma  Dione  Cbrijollomo  fimano  philojopbo,  & 
diligente mnefitgatore de l’antUbità  dtmofira perle 
hiflorie  degli  Egittp^  per  molli  fcgni,  cbe  non  .A  tbd. 
le Hettorama Hettore  Achille uccidefie.EtTroia  non ef 
fere  fiata  difimtia  da  Greci,  Mai  Creò  rotti, &ingran 
parte  confanti  da  Troiani.  Dan./  nié  Elettra  con  molti 
compagni  Tra  qnai  conobbi  Hettore ,&  Enea  ; Cefiiwm^ 
maio  con  gli  occhi  grifagni.&  là,done  Hettore  fi  cuba. 

liicron.  Lat.  HieronSyracnfannsRedeSiracnfam,coflià 
perfmeri  m amicitia  con  Romani  infin  cbe  nijie,et  moren 
dojbfciò  che  finm  in  quella  fede  perfeuerafferoSu  egb  fi- 
glinolo di  Hero,ilqnale  origine  banca  da  Celo  antico  figno 
redi  Sicilia  : Militò  da  prima  folto  il  Re  Tirro , dalqnal 
bebbe  della  fna  nini  molti  milttari  dom;  & dopo  il  dcpar 
tir  di  lui  fu  da  Siciliani  creato  Duca  conira  i Cartbaginem 
fi,&al  fine  Re  di  tutta  [ ifola  : Tqel principio  della  prima 
guerra  fn  co  i Cartbaginefi  contea  i Romani  ; poi  ninto  da 
Appio  Claudio,con  loro  fi  congiunjè,tr  fu  loro  non  piccia 
lo  aiuto.  P ET.  Con  luimirando  quinci,&  quindi  fifoHte 
TonSiraculàn  conobbi. 

Horatio  Code.  efienJo  uenuto  il  Re  Torfèna  con  thofcam  a 
campo  a Roma  per  porre  nel  regno  i Tarqumi  ; nel  primo 
empito  fofienne  tanto  il  ponte  Snbliciotnjn  la  rina  delTe. 
nere,  cbe'l ponte  dalT altra  ruta  fu  tagliato  da  Romam.to 
fio  poi  giti  ofSi  nel  fiume  notando  a fum  libero  tornò  co 

fi  liberò  la  patria  dagli  nimici , cofiuipoi  bebbe  tanto  dai 
popolo  di  campo , quanto  intorno  in  un  di  fi  polejfe  arare, 
t La  fiatua  ancboragb  fu  pofia  nel  rulcanale.eperò  due 
ilVn.  Mutio,cbe  la  fica  defira  errante  coce.Horatio  fui 
tonira  Tbofiana  tutta,  Cbe  ne  foto, ne  ferro  a uirtù  noce. 
Et  quelube fido  Contea  tutta  Thoftana  tenne’l  Tonte.df 
B o c.  nella  uifiane  amoropt.Horatu  Code  nera  per  lo- 
quale  ,T agliaio  dutro  il  ponte  alle  fue ^alle  Sanata  Ro~ 
mafie  dal  Thofean  male . 

lalbn,  0 Giajontqui  credendomi far  coja,cheagrado  ui  fia, 
nonmiigraue  raccontami  le  fauolofi  bidorie  deCred 
di  Già  fin  per  quello  , cbe  Tberecide,&  altri  ne  fcrif- 
fero,cbeTirone  figlia  di  Salmoneoj&  di  Alcidoce,&  no- 
trita  da  Crctheofratello  del  padre,  comprefia  da  ìdeuu- 
no  generò  due  figliuoli  Telu,&  Tieleo:  Uquali  dalla  ma- 
dre pojli  a paJccrecaualli,notnti  poi  fenga  conofcerela 
madre  JU  madrigna  di  lei  ucaf ero.  J né  nata  fra  loro  du 
fcordia.'Heleo  uéne  tn  Mefena;et  un  edificò  THlo:  E Telia 
giunto  in  TbefSaglia  iui  babitò  : &éAnaJfibia  figlia  di 
Biante, onero  diThilomaca  figlia  é Amphune , bebbe 
Acaflo,  Tifiéca,  Telopu,  Hippolboa,Alceflejna  Cre- 
tbeo bauendo edificato  lolco  della  medrfimaTirone  fina 
nepotefece  £fone,Amithaone,  & Thereta . Dopo  Cre- 
tbeo,fi  come  narra  Scino , Teba  regnò  m laico  ,atquale 
ptrioracolo  ri^Hoera,ibe  per  alcuna  degU  Enbdi  mor 


CIELO  Marre 

to  efiere  douea.  Fu  Cretheo  figbuoh  di  Eolo  figlio  di  HeU' 
Uno  ; onde  Teba  uccife  tutti  gb  Bolidi , fi  non  Già  fine  fU' 
gbo  di  Efine , ^ di  Tobmeda  figba  di  Autobeo  : però  che 
fanciullo  effendojcoloro  che' ngouer no  Cbaueanoab  notte 
il  menarono  alla  grottadiCbtrone  ,gra  luid  diedero  a 
nutrire  fiargendo  fama  che  morto  foffe . Tot  il  mede  fimo 
bebbe  un'altro  oracoU , cbe  fi  guardajfe  dal  Monopelido, 
tini  da  colui  .che  una  fòla  jearpa  in  piede  baueffe , perche 
egb  fairificando  a 'Hettuno  chiamo  tutu  al  facrifi  i/o  per 
Turouare  colut  da  cut  guardare  fi  duuca.Allbora  Oiajoue 
efiendu  crefciulo,gr  fatto  gu>uane,ufcito  delle  grotte  uenm 
nea  rnrouareTcba  fio  Zio  ; Et  perche  nel  pafiare  del, 
fiume  Anahro  lajciato  hauea  nel  fango  una  fcarpa,fi  co- 
me narra  Apollonio  portando fbpra  U fiabe  Gmnone,tbt 
a guiia  diHecchurcllagbapparuCt&moliraua  diuoler. 
pafiar'  il  fiume , & non  potere  ; lofio  che  tgb  d uide,  ri- 
cordandoli deli'oracolo , debberò  mandarla  a conquifiare 
l’aureo  nello  a fine, che  egb  morijfe  m tal  uuggio.l  o/i  mal 
ti  delii  hiSìorici firttio  la,ctarono . ma  Tiudaro  dice  , thè 
ufcdoGiafincdella  grottaéCbirone ,&  conofiwtudal 
padre,  & da  parenti,  cominciò  a far  co  fi-  degne  di  princi- 
pato . Tot  ut  nulo  a Teba  nel  megp  dt  molte  genti  ,chegti 
erano  attorno;  il  regno  de  funi  predcceffontbit fi.  Onda 
Teba  prmntfi  darglielo , fi  prima  andato  foffe  mCoUbo, 
tì'iui chiamato  hautfie Camma diTbrifio  cotUguirm, 
dinoti  modi,  diccndt,'  da  le  notturne  ombre  dt  bui  oiiii- 
nuameiite efiere  tuibato  perù  egb  diffi  ju  andrai  ,cr  io& 
farai,e’l  ut  Ilo porterat.pcnbe fiigiouane,  & io  firn  ucc- 
cbio,darotn  d regno,{Sr  quejìo  die. -a  egb,percbc  uoUntie* 
riandaffe.ficrando  cbeuùto  indi  torifare  non  douefie. On- 
de Cia  fine  fatto  fabricare  la  nane  Argo,  laquaU  banca 
la  fatidica  Carina  della  Dodonea  Quercia , raccolta  la 

piu  fiorita  gioueneù  di  Grecia  ,tbe  furoiTO  quararuanvue 
ghuam,&-  con  iui  cimiuania  nauigò  utColtho,&  chic  fi 
ad  ESa  Re  di  quel  pane  il  uelloalquaU  nfiofi  i he  uolen- 
neri  datogbeio  haurcbbe,fe  prima  fitto  ilgiago,poneua  i 
tori  di  t'ideano  fiiranti  fuoi  o,  & fiminajfe  i denti  del  Dea 
god  quali  baueuaeffoRehauendogbeU  dati  Minerua  di 
cpiellitbefuronomThebefeminatida  Cadmo.  Cofiegli 
fatte  U prone  a configbo  della  innamorata  Medea  tolfi  il. 
nello  ,&  lieto  con  la  Ina  donna  m Grecia  fi  ne  tornò.  Fu 
Argo  fecondo , che  ferine  Thtlofiapbano , la  prima  nane 
lunga  A di  cinquanta  remi  per  quel  cbe  ne  dice  Scltiofat 
ta  da  Argo  figliuolo  di  Geflore, onero  di  Alettorejmde  el 
la  bebbe  Unome.ft  come  piacque  ad  Apollonto.Altnara, 
i quali  i Oefandro  Salatmnioaiogbono  efiere  detta  Argo 
pereffere  fiata  fabneata  in  Argo  città , onero  perla  jua 
uelocità,perche  Argo!  tn  greco  ftgmfica  ueloce  Dcll'cl- 
lo~Atbamante frate  é Crelbco,e!-  figbodi  Eolo,  di  'ìfe- 
pbile  fia  primiera  donna, fece  HelleAT  TbnjJò,morta  co 
fleiprefenuouamogliere  chiamata  Inane  figba  di  Cad- 
mo; Et  di  quella  generò  Clearco,nomato  da  alcum  Lear.^ 
fOt&  Talemone  ciiiamato  Mebcerta.Ella  corrotto  ilforf, 
mento  col  fuocoabefiminaio  nafeerpoi  nonpot.fie , onde, 
fegm  gride  inopia,  fe  dire  a tutti  ipropbeti  di  quel  paefi^ 
non  patemi  effereabro  rimeéo,  cbe’l  facrifitio  d'uno  de  fi. 
gbuob  di  Tfrphilepercbe  Athamate  cÓflrrno  menò  il  fi, 
gliuo'o  alt aitare  perficrificarloAia  "Hephile  tolfi  Tbrf- 
for&  Helle,ediède  loro  il  montone  itaurea  pelle  ,ib{uaU 
alia  haueuabauto  ladano  da  Mercuri».  Da  quello  efif 

^rtau 


Mane 


CIELO 


Marte 


6i 


■ ftrttui  ptrVtrU,  tueme  ch'H clic  carne  thmia  fanciiiUa 
. cadde  nel  marcai  quale  da  la  i’é  dato  Helic^onto;  Tbrif 
jògiunfeiH  Cokho ,&mjacnjic6  il  Montone  a Stoue 
Tbr^opcr  baucrle  fuggendo  dal  pericolo  liberato  Jafua 
gadi  Greci  è thUmata  ^ùfif.JluellopoiEBaRediCvl 
ebo  pofe  nel  tempio  di  Martelli  quale  dicono  lefauole  jèr 
narfì  dal  ueggbiante  Drago,  ma  bifloricamente  il  Monto 
ne  dicono  effer  flato  cotni , che  nutno  Tbrifio,  dr  Nelle  ; 
chiamatogrecamente  npif  • laqual  noce  fignifica  il  Mon 
tone.  Coflui  conofeiute  l mfegne  della  madrigna fer fug- 
girle con  Ulta  Barca  UlraJ^rlò  : & Nelle  nel  mare  Hel- 
lejponto  morta  per  irf  entità  fi  perche  ini  dal  natàgio  ca. 
defle^ede ilname almare.  CrioeThriffb  giuntiinCol- 
cho  indorarono  d Montone,&  il  facnf  canno  a Gioue,& 
la  pe/fe  confccrannoa  Marte,  et  la  dieden  in  guardia  ad 
un  buomo  ebumato  Drado  ,ft  come  narra  f interprete  di 
JJcopbnne , -dltrt firiuono  coloro  efierne  fuggiti  fopra 
ma  naue,nella  cui  prora  era  dipinto  il  Montone. Ma  Stra 
bone  dice  lafauola  deWaureo  uello  indi  ^ere  nata^bc  in 
Colcbo  fon  fiumi,cbe  portano  oro,  fi  come  il  Togo  in  Spa- 
gna,^ Tatlolo  in  MifiaMquale  i barbari  con  le  forate  ta 
uolefiir  con  le  pelli  lanofi  pigliano.  Di  Medea  ùtnamora- 
tadi  Iafone,& come  poi  fu  da  luì  abbandonata,  & della 
nendetta  ,che  ne  fece  parleremo  ad  ej]a  Medea  al  luogo 
fuo . & però  dice  Dan.  Qjeell'è  lafon  ; ebe  per  core , & 
per  fenno UColcbidel Montonpriuatifeue.  P e r.Simd 
non  credo  fibe  lafin  portale  Mi  t'eUo,ondeboggi  ogniun 
uefiirfiHUoledìuett  è Jafòn,dr  quetCaltrè  Medea,Ch'a- 
mor,&  luifegui  per  tante  utile . 
lolite.  Lat.& alio  nomine  di8us  lefu  nane , che  fuccefiea 
Mofe,  Capitano  del  pipoloit iddio  in  terra  é pramifiione 
ninfe  pui  uolte  gli  Mmalecbiti  popoli  barbari,  & crudeli, 
tSrefiendoadu’u  città  in  Giudea  accampati  quattro  Re 
di  Mmot  rei,&  uno  di  Nierufàlem  temendo  che  per  lo  be- 
neficto  della  notte  li  umici  non  fcampafSero  dalle  fue  ma- 
m ; ieuot amente  pregò  Dio , che  fi  gli  era  caro  il  popolo 
fuo  feffe  fermare  il  fole,&cofi  DioCefiaudl.  Fermò  la  ma 
china  del  cielo  ueruùfuattr'bore,  & prefe  li  cinque  Re,  & 
gli  cruci fffe.^  qua  anebonon  taceremo,  che  bauendo 
minta  La  città  é Gerico  jtomàdò  fecondo  il  precetto  di  Dio, 
thè  nefiuno  toccaffe  della  preda:  ma  Mcam  mafio  da  aua 
ritta  furò  una  uefie , Cr  argento,  ér  oro,  & fòtteroUo  nel 


popol  iT Ijrael  da  figliuoli  d’Mmon  i fimi  cittadini  lo  fece- 
ro prencipe  in  quella  guerra,  & ^hfece  uoto,che  fe  tor- 
naua  uincttore  offerirebbe  a Dio  mbolocaudloil  primo 
che  di  cafafuatbuemjie  incontro.  Ninfei  mmici,tà'ociu 
pò  turni  città  aMmon , & tornò  in  Mafpha  fua . M cafi 
gli  Henne  incontro  la  fua  unica  figliuola  col  timpano , & 
colcboro  . Dolji  affai  al  padre  fi  mifcro  feantro,  & La  fi- 
gbuola  intendendo  il  noto  paterno , confortò  il  padre  che 
offeruaffe  a Dio  quanto  gU  hauena  pronuffo;  ma  a lei  con 
cedeffeffatto  di  due  me  fi  innanzi  che  la  facrificaffe;  accio 
che  poteffe  uagandoper  monti  mfieme  con  le  fne  compa- 
gne piangere  la  fua  uirginità . Et  in  quejlo  modo  paffato  i 
due  me  fi  tornò  la  mifera  nergincUa  al  padre, & fu  Jàcri- 
ficata.Da  quello  nacque  conjuetudme  nelpopolo  cFlfrael, 
che  m elafi  un'anno  fi  ragunino  infume  le  uergini,&  quat 
trogiorm  piangono  la  figlia  di  Lepte  Galaadite . Fu  jiobo 
adunque  coflui  ,&  era  mai  male  non  banere  offe  ruoto  il 
uoto,che  bauer  uccifa  la  figliuoLt,et  però  ben  dice  Dan. 
Tdonprendan  i mortali  il  noto  a ciancia:  State  fedeli,^ 
a età  far  non  bicci,Conufn  lepbte  a la  fua  prima  mancia: 
Qjuflo  rulla  Bibia  è detto  lepte . 

Leuinio  detto  Mumto  t'aleno  Leuinio . Due  Marni  f'aleri 
leuini  fono  celebrati  nelle  hi  fiorie;  Cuna  rulla  guerra  di 
Ttrentcni,clrdi  Tirro . L'altro  nella  feconda  guerra  Tu- 
nica fieitaquale  egli  fu  due  uolte  Confole  altra  la  pretnra, 
& gb  altri  Magtfiratie& primo  di  tutti paffando  in  Gre 
eia  con  l'armata,  raffrenò  l empito  del  Re  Tbibppo  di  Ma 
cedonia  ; ebe  icgatofi  con  Mmballe  fi  temeua  run  pof- 
fare in  Italia  : Uberò  dalCarme  del  Ke  Orice , & Mpollo- 
ma,&  cofirinfelo  a ritornare  al fuo  reguo . Giunfc  poi  gli 
£toU,ó'  altri  popoli  Greci,  dr  il  Re  Mttalo  d'Mfia  m ami 
eitia  coi  popolo  Romano  cantra  lui, Et  net  cominciare  det- 
la  guerra  fogliò  Clfola  di  Zaciutbo,pigbò  'Hafio,dr  Ole- 
niada  terre  df  Mearuania,^'  Mnticira  de  Locri , die- 

deleagliEtoU.  Scacciò  poi  del  tueto  di  SieibaiCarthagi- 
tufi.ar  ridulfe  C ifota  in  podere  de  Romam;Tie  una  uolta 
ruppe , &ffiarfe  le  naui  de  uimià , dr  parte  ne  prefe , dr 
ifMjrica  riportò  prede.  Mudò  legato  con  quattro  altri  al 
Re Mttalo per bauere la  madre deliDei  ,&per confer- 
mare tuWamiciiia  de  Romani  i popob  di  Grecia  d'M~ 
fio,  di  queflo  parlò  il  P e tjdoue  dice  Mumto  Uuinto, 
Mtttlio,&  era  foco  Tito  Flaminio. 


fuo  Tadiglione , Iddio  adirato , foce  ; che  efleudo  dopo  i Loteringo,e»o^  Re  Carlo  di  Francia,  che  per  antica  origi- 
Ciudei  accampati  ad  un'altra  città  detta  Nai  furono  mef  tu  fu  Loteringo.  Coflui  i pofio  dal  noflro  Ptx.nel  nume 

fi  in  fuga.  Doùuafi  Iofue:ma  intefo  per  rtuelatume  diuina  rode  li  tre  Cefali  Mugufìt,doue  éceOu'i'lReM  rtu,  & 

tlfurtotCMcamlofecelapidare.^fferìdiceilP  tr.Et  tre  Cefari  Mugujlt;f'n  ÌMfhca,yndi  Spagna, Vn 
Inda  Macabeor&  Iofue,M  cui  la  Luna,  e‘l  Sole  immobit  Lotenngo . 

ferfi.V>  n n.  Del  foUe  Mcam  eia  finn  poi  finconta  Co-  Lucio  Sicinio  Dentato,  ilquale  non  guari  poi  ebefuronodi 
me  furò  le  ffoglie  fi,  ebe  Ora  Di  lofue  qui  par  cb’ancbor  Rorru  i Re ffacciatiju  Tribuno  della  plebe  eff elido  Confili 


lo  moria 

tfj  a Leonida  Re  degli  Spartartt,uedi  thifioria  a Serfep'm  baffo 
al  luogo  fuo.  P E T.  Ma  Maratona  le  mortali  jbttte.  Che 
dffefeil  Leon  con  poca  gente  (intendendo  Leonida  allu- 
dendo al  nome  di  bit)  & altroue . Leonida , eh' a fuoi  lieto 
fropofe  ynduroprandio,unaterTd>ilceiu,  E'npocapia^ 
•gafemirabilcofe . 

le^  te  fecondo  fi  legge  nella  Bibia.  coflui  fu  figliuolo  di  Ga 
laai  ; ma  nato  if  adulterio,  & da  figliuoU  legitimi  di  Ga» 
laai  fu  cacciato  dà  cafa,xsrandoffene  nella  terra  Tob.Era 
àuomo  fortifiimo,  gir  per  queflo  eff  end»  molto  opprfffo  il 


SpurioTarpeo,^  aule  Thermo.  Cojim  cento  et  uenti  uol 
le  combattendo  fu  uincitore,tà'  chiamato  afn^uiar  bat. 
taglia  uinjeotto  uolte.Nebbe dalla  partedinangi  qua- 
rantacinque ferite  4i  dietro  ttiuna  nocabile.Tolfè  a mmici 
trentaquattro  ffoglie  ; Meritò  tra  Tbalere  ,hafie  feng/t 
ferro,M rimile, Cr  corone  trecento,  & dodici  doni  rrnltta- 
ri  : fcampiia  morte  quattordici  cittadm,  Cr  di  tiafcuuo 
bebbe la  corona foguiitriompbi di  noueCafotani,  onero 
I mperatori,  i quaU  per  opera  di  lui  haueano  de  nimici  ri- 
portalo uittoria.  Cofiui  Meramente  in  fe  comiene  qua  fi  U 
gloria  di  tutti  i Mibti,dàe  mai fofferoin  RtaHa.etptrò  di- 


Mute 


C I t T,  O 


Marte 


teiiV  t T.trefiUiriudiiu  Eltitemhritrttte,ti [maglia 
tCi^rme,&fijte.Lkc»  ùcmato,&  Marco  iergio,  &St* 
fa  : Qjiei  tre  folgori, & tre  f :ogli  <L  guerra. 

Marco  Manlio  CapitohnojlqiulemUilòkolontariameMe 
Jeaiii  anm  ; Hcbbe  Jodiii  ferite  «el pettc,a’  da  jmii  Cafim 
tatti  trenta  fette  doni  ir.ililari  Fu  il  primo  ihe  maral  ro- 
Ttma  prindrfìe.  Fa  feiuoUe coronato deU’hamrferHatotl 
tittadtitQ.-jàliii  T Serrilio  Maejlro  de  caiialieri.Et  arma 
Io  folli  d.felc  U monte  di  Cmnptdcgliaaielqnale  egli  era  fla 
to  cagiiuie.cbe  Romani  poi,  ebefu  la  and  prefa  da  Fran- 
tefi^oPoft  riconr afiero,  & una  notte  deflalo  egli  dal  gri 
do  d'nnOea,Franit  ft,che  gia]àliuano,hidietrone  nlòlfiia 
fé  : onde  da  ctttaém  fu  difenditore  chiamato , c!r  pubtico 
doiionht  bbe . Ma  poi  aciufalo , che  fi  riteneua  i Tbefori 
de  Frani  efi  ,&liberaHa  ipoueri  dtbiiori , perche  parca 
tentare  di  farfi  Re,  fu  poRo  in  prigione,&ejiendo  perfom 
uor  del  popolo  bberato,prrcmhe  cemnicio  aperfiuerare 
piu grauemfie nella  mrdefima  colpa,fu dannaio,et  Mar 
co  Menenio,  & Qjtmto  Tubilo  aihora  iribum  della  ple- 
be il  fi  tono  morire  gli  tandulo  già  del  fafìo  tarpi  o , qual  è 
loiaio  nel  ntedefimo  monte, ^diedero  a rouina  la  fua  co, 
fa  .Elfi  urtò  a bene  la  gente  di  Manli  non  fofie  il  preno- 
me di  Marco , cr  il  cognome  di  Capitolino . onde  dice  il 
P E T.  £r  quel  che  armato  /«/  difeje'l  monte , Onde  poi  fu 
fo^fo . 


tinuò  poi  per  ordine  infin  al  fiflo  Còfolato  ; tanta  fu  la  ulr 
lù  àlui,&la  btp/gna  della  Republica , oceijè per  decre» 
del  Senato  .jipuleio  Saturnino  Tribuno  delta  plebe,  & 
Ciancia  Tretorejiditiofi  cittadini  ; Indi  [cacciato  da  sii- 
la,dr  tornata  con  l'aiuto  di  Coma,  ottenne  il  Jettimo  con- 
foUto,&,comedicono  alcuni  jit  uolontaria  morte  mori,e» 
peròéceilPt  t Mariopotche lMgurtha,iCimbriattcT 
ra;  E iTtdefco furor,&altroue parlando, & lamentan- 
doft  d' Italia . Ter  piu  dolor  del  popol  jenza  legge, Mqual 
come  fi  legge , Mano  aperfe  stl  fianco  , Che  memoria  dt 
l’opra  ani  ho  non  langue.Qjiando  affetato,&  fianco  'Flou 
piu  beuue  del  fiume  acqua,  che  [angue , a intelligentia  dt 
quai  uerfi  è da  fapere , che  nel  quarto  conjolaio , nelquai 
ninfe  i Theutomci , drglt  .Ambroni  in  Francia  tra  l'atpi, 
&URhodano  aU’ acque  Sefiie,de  quali  occife  ducent  orni- 
la: prefe  xc.Mila  ; la  battagUa,come  narra  Tlutarco,co- 
mmeiò  per  t acqua  ,che  per  uolerne  bere  i Romani, ni  mam 
daremo  i fimi  armati , in  una  mano  hauendo  il  ferro 
[altra  il  uafofinde  ejiendefi  poi  da  l'uno,&  [altro  ejier- 
cito  uenuto  alle  mani,  per  lo  jangue  abondeuulmente giar 
fojbtjogm  che  a fpenger  la  fele  effe  non  meno  [angue , che 
acquabeuefiero.  SìjaSH  row,& fracafiatt,m  Italia utn- 
fi  infieme  ton  Slgimo  Catulu  i Cimbri  ; de  quali  occ  i fi  fu- 
rono cxl.mila  ; prefi  lx.mita , il  refio  della  bifionai  det- 
ta di  (opra. 


Marco  SereiOi  il  quale  nelle  due  prime  uolte  che  militò  Ja  Masfininà.  /»  ile  delti  M affiti  ; coRui  bimbe  prima  in  Spe 


primi!  ra  b,  bbe  dinangi  uentiire  [trite  i la  feconda  com- 
battendo perdi  la  dcRra  ; onde  fe  la  fece  di  ferro  ; b:  m he 
neB'una  e [altra  mano  acconiumente  a far  battaglia  nS 
ealrpe,purun  undi  quattro  uolte  combatti,  & uofe  ton 
lajiniltra,  rfiendogti flato  otcìfi  due  cauaL'i  di  folto . Da 
.Amballe  due  uolte  prefo  fuggendo  [campò;  benché  uenci 
me  fi, ne  quali  fu  mprigionc  fhebbe  [empie  ilegami,  & le 
■latbtne  apiedi;Ubero  Cremona  dali’afiedioidifefèTia- 
tenza  : prtfe  doéci  camp  di  nemici  m Lombardia:  In  tut 
tc  quelle  battaglie,  che  in  que  tempi  Romani  foHennerofir 
tato  di  militari  domdaTrafimeno,da  Trcbia,dr  da  Tici- 
no corone  dlhauer  fcruate  i tuiaJmi  riportò  : “Hella  bat- 
taglia di  Canna , dellaquale  efiere  [campato  fu  fmgolare 
opra  di  uirtù,  egli folo  mento  corona  Pur.  Lucio  Denta 
to, Marco  Sergio, & Sceua;Sli/ei  ere  folgori, tre  f cogli 
di  guerra  ; Ma  l'un  non  fuccefior  dt  fama  leua. 


gna  militò  co  i Cartbaginefi , nondimeno  riuollalofi  a fe- 
gutr  Carme  de  Romani  cantra  Cartbaginefi  femoUeiofì 
in  battaglia  memoreuotie&  degne  di  Refi  come  Ltuio,  d» 
.Appuno  defenuono , & tanta  fula  fiu  amicitia  coi  Ro- 
mani, che  egbflimaua  riieuere torto efiendo  fcnzaloro; 
perctoche  infino  aìCutimto  della  ulta  fu  laro  ami,  o , dr  i» 
quella  fedelafciòi  fuoi  fuccejSori  infina  J uba,  delqualt 
Mario  momphò  ; regnò  egli  anni  fcfjanta,^  dopo  gli  ot- 
tantafh  l chiaro  bauer  bauuto  un  ^liuolo,  fiorì  neU’antì 
to  fecolo,&però  U nofiro  P tx.  lo  chiama  buono,  &an- 
tico,done  dice  .F  etimi  al  primo  o Mafjinifla  antico  per  lo 
tuo  Scipione,^  per  cofict  (intendendo  il  maggiore  Scipi» 
ne,&  per  toflet  per  Sopboniiba  moftrando,di  cui  per  fa- 
ma hauea  nottua)  Cominciai jnn  t’hurefca  quel,ih'iodt 
co.^aliroueilbuonTirn  bebbi [corto jCl buon  Re  Maf- 
fiuiffa  ; egli  era  auijò,D’efler  fenz*  i Roman  riceuer  torto. 


MarccUo,  ilquale  riportò  le  terge,& ultime  foglie  opime,  Mtnalippe,  una  deÙe  amazom,laqualfupreft  da  Hercele, 
ociifo  hauendo  nella  battaglia  da  fàloa  folo  f'iridomar»  il  quale  per  hauere  [arme  della  Reina,  per  lequali  era  am 

Capitano  de  Lombardi,&fu  il  primo  che  moRrò  a 'Hpia  dato  con  Tbefeo  ad  afialtarla  le  rendi  ad  .Antiope  jùa  fo- 

foterfi  uim  ere  .Annibale  ;pigUò  Sirteufa  lombaltuia  per  rella,  come  diremo  a Thrfeo,  & in  altri  luoghi.  Pix.  Et 
tre  anni  Triomphò  nel  mente  Mlbano  per  propria  Jitibe  Menatippe,&  ciafcunafifnella.Cb'aumcerlefHgloriaal 

rauone,cfiendogli  dal  Senato  per  calunnia  negato.Ml  fine  grande  ^dUide,Cbe  Cuna  hebbo,tt  Tbefèt  [altra  fortlla, 

ttnque uolte  cfjindofiatoCtmfoU,fupcrmgannoda  -in-  Mi  tuiippo,ihefuocàfodaTidconellaguerraThebanat 
mbakfpmo,&hcnortuolmcntefepolto.  l’ofia  di  lui  ri-  netti  aTtdcoalfuoluogo.P  e xX'iraTideoatal  rabbia  f» 
pumdandofi  a Roma  P e x.CreJeteuot,ihe  Ceftre,o  Mar  j^ui/r  ; che  moremteifi  rvfe  Menatippo . 
ceilo,OTaulo,od.Apbricanfef:in  colati. 

Mario,  ilquale  nato  m -drpino  luogo  bumile  aftefe  in  Roma 
per  ordine  a fonimi  konori.CoRui  militò  pitto  Scipione  E- 


mtlian* . andò  pretore  m Hifpagna  : laquale  liberò  da  Ì4- 
drontfoifulegatodiMetelloin'Hjimiitij  ; ^ miolpatt- 
‘ dottò  mghgcntia  atqmfiofji  li  conjolaio , & menò  prejò 
d Re  Juguriha  bmanzi ai  carro;  Fatto  l'anno  dopai  un  al 
tra  mila  CònfoUauMfiri  Ctmhi  n Franila,^  poi  m Iia- 
Jidifimqfi  Tedtfcbt,v  ^bmofamfuttattnmiigbò-.Cvit- 


Mcnrlao  ,fu  figliuolo  di -Anco,  o come  firme  HefiodoM 
TliRbene  ,et  manto  di  Hctcna , el  fratello  di  Mgamcn- 
mnfiqual  fu  generai  capitano  de  Crea  nella  guerra  T re 
Urna. et  [ uno , et  [-Uro  afiai  laudò  Hemero  nelle  batta- 
glie. et  pm  -dgamemnon,cbe  Menelao  et  lutti  due  furono 
pu.hifiluiin^lè  l perciocbe  Clttcmtufira  c ommife  adul 
terio  I on  Egi^,et  al  fine  uccife.Agamcmnon  fua  manto, 
et  Ihtcaa  moglie  é Menelao  fe  ne  fuggì  con  Tonde  per 
ftifferatm  lUtUqufle  ne  fegicì  U hlf-tgbe  J roi^.  uh 

étti 


Marte 


CIELO 


Marte 


di  ai  jtgtmcmnm.  et  aedi  ad  Heleiia . et  perì  ben  dice  d 
millro  P tr.  Odi  pai  lamentar  fra  t altre  mefie  Enoae  di 
Tani,ér  Menelao  é HeUna.^gamemnon^&  Menelao  ; 
tbe'n  jpoji  Tato  felici  al  mondo  fergran  riffe . 

Metello,  lij^eiello  Macedonico;  ilqual  ruta  m Roma  di  no 
bililJimi  parenti, & dotato  di  rarifjime  doti  dett animo,  tT 
di  fortiffimo  corpo, hcbbe  ituna  modejiifsima,  & boneSla 
magherà  ijuatcro  figliuoli , de  ijuali  tre  uiJe  Confili , due 
Triompbanti  ; uno  Cenfore , il  quarto  Vretort  ;&■  tre  fi- 
gliuole ;dellequaU  mde  ti^ti-lAl  fine  morendo  da  quat- 
tro figliuoli,&  da  genere  fu  menato  alla  fepoltura.  "Hs 
mancò  aluiC bonore  del  confolato,ne  la  imperiale poteftà, 
tu  la  cenfura.Egh  triompbò  di  Macedoma,e  del  Re  Tfeu 
do  TbilippOydue  uolte  in  battaglia  uinfegh  M.cbei,&la- 
fiionne  il  triSpbo  a Mummio.  Domò  in  Hi^agnagU  Mr- 
bacbi,&  I TeUiberi:  Et  nondimeno  affai  U /cerna  delta  fe- 
ìicuàjcbe  due  uolte  gli  fu  negato  il  CÓfolaeo,&C.Mattilio 
labeone  tré  uno  della  plebe  jlquale  egh  quando  fu  Cenjòa 
re  bauea  cacciato  del  Senato,  comandò  che  dal  jajfo  Tar- 
peo  figutjfle ; tfrfacealo  ,fe  lamio  degli  altri  Tribuni 
non  ut  s'mterponeua . llpadre  di  C/Jdctello  Macedonico 
fu  Lucio  Cedilo MeuUo,ilquale  dueuoUefu  Confole,Dit 
tatore,Maeliro  di  Caualieri  ; (fi  nella  prima  guerra  pu- 
nica triomphò  de  Carthaginefi  ; Et  fu  tlprimojchegli  £. 
lephanti prefi  in  battaglia  innanxi  al  carro  menafie.  In 
lui  fcrifie  li  figlio  efiere  fiato  dieci  ottinu,trfomme  cofè, 
perfetio guerriero;  ottimo  oratore,  fommoSenatore,for- 
tijfimo  Capitano , "Hel  fuo  capitanato  bauer  fatto  cofe 
grandi  attenuto  fommo  bonore,  acquiHato  Ticchetta  co 
buona  maniera  jafeiato  molti  figlmoli,  effere  fiato  di  ma- 
rauighofo  fermo , & cbiarifjimo rulla  città.  Etnondimeno 
nella  uecebieoex^  ‘S^  diuenne  cieco Jl.  Cedilo  Metello  tu 
no  de  quattro  figliuoli  tnopbò  delle  i^  Raleari,cbe  begu 
gifono  Maiorica.  L'altro  nel  medefimo  prenome  trhm- 
phòdiTi^idia , &diluguriha  ,onde'ilumidico,nefn 
detto.  Et  quelli  credo  furono  i due  triompbah  ; hquali  e- 
ghuideibencbe  Tlinio  dica  t un  Balearico,(ir  Poltro  ere- 
tico ; Ma  fe  crediamo  a liuto , colui  che  ninfei  Creti  fu  il 
nipote  ne  tempi  di  Gneo  Tompeo , qual  ninfe  egh  Cenfim 
non  fi  fe'l  Tfiumidico.o  Lucio  Metello, che  domò  la  Dalma 
tia  ; perche  l'uno  e l'altro  fi  legge  che  fu  Cenfore.Del  "HH 
midicofu  figlio  Qjidetello  T»  ; percioche  con  lagrime ,et 
ton frughi  tmpetrì,che'l  padre  allapatria  ritornafie  dal 
Fefjilio,alquale  era  fiato  coHretto  andare,  per  non  giura 
re  rulla  mgiufia  legge  Mpulea  data  per  forza  .CoHui  ef- 
fóndo Tretore  nella  guerra  Italiana,  ocafe  (f/Pedio  Capi 
tono  de  Mar  fi  ; & Conffie  andando  in  Hìfiagna  opprejfe 
i fiati  Herculei,&  cacciò  et Hijpagna  Sertoru.  & cofi  ad 
dujfero  prede  é Macedonia  il  Macedonico , & di  Tlumi- 
dia  il  'Humidico,^  di  Creti  il  eretico  Jt  d’Hifiagna  il  Ma 
tedonico,  tr  il  Tio.  yn' altro  rede  del  Macedonico  pm  eo- 
Bo  nepote,com'io  fiimo , che  figlio  fi  legge  ; d quale  fu  Lu 
eòo  MeteUo,cbe  in  Sicilia  uinfir  i Corfiri.ondedite  il  nofiro 
P i 7. Metello  dito,  ér  fito  padre,  & fuo  tede  s Che ^ di 
Macedonia,^  di  'ì^umidi  ,Etdi  Creti  ,&di  Spagna  ad 
duffer  prede. 

Milciade , eletto  Capitano  da  gli  -dtbemefi  centra  Dario 
Re  de  Ter  fi , Che  con  feicento  mila  era  giunto  in  Grecia, 
andò  fenzaafiettarei  Lacedemoni  occupati  nei  facrifià, 
ooniditàmuai’uiihtne,^milUTiatrfiatuinbaimt 


ne  i campi  Maratbonl,  ruOaqual  battaglia  occife  dutei.n 
mila  de  nemici,eìr  Ippa  concitatore  di  tal  guerra,  & tol- 
fea  GreciU  giogo  del  Seruire  aTcrfi.ru  quii  da  lacere, 
che  un  cauahere  detto  Ctnegero, ilqual  feguitò  i Tcrfi  in- 
fin  alle  lor  nani, tu  prefe  una  con  la  mano  delira,  dr  quel- 
la tenendo, gh  fu  tagtiata,oude  egh  la  irudrfima  luue  prt 
fe  con  la  mano  finiHra,&  parimente  efiendogh  quella  ta 
gliata^refe  la  naue  co  denti,  dr  quella  tenne  tanto  che  fi 
pragiuferogliMiheniefi,talcbe prefero  delta  naue.Ttr. 
MiU  iade,  che' l gran  giogo  a Grtt  u tolfi . 

Mithndatc,  Redi  Toniv,&  di  Bubinia  fu  grande  di  tanto 
impero, che  rgh  acquifiò,  anebor  che  poi  ne  foffe  fioghato 
di  tanto  ardire^h  tanto  ejierctia,&  pm  uolte  rmoutUato, 
dr  di  tante  fatiche,cbe  egh  fenza  eherru  fianco  fiSìenne, 
Fudt  tanta  menuria,  chediucniìdue  nattoni,  eh' egh  ha» 
uea  fitto  il  fuo  imperio,  tutte imenJeua  fenza  interprete, 
& di  tutte  tu  fapea  parlare,dr  piu  lutto  Cefiercuo  juo  an 
chor  che graride  fofiediominatairunte  falutaua;  Fu  cruda 
le  di  nudo , che  con  una  fola  fua  rpiliola  fece  uccidere  et. 
tanta  mila  cittadini  Romani  fi  quali  rugottauano  per  le  [ut 
terre  in -dfia,coriu  recita  y alerio  Mafi.dr  altri:  fu  ne- 
mico eterno  de  Romani,  co  i quali  hebhe  guerra  piu  di  qua 
raru'anm  in  tre  uolte,  prima  con  Stila,  dalquaifu  coHrtt 
to  a chieder  pace , dr  a rendere  quanto  bauea  occupato, 
poi  con  Murena;  .Al  fine  con  Lucullo  , dal  quale  fu  aiata 
piu  uolte,dr  con  Tompeo,  ibepufe  fine  a cofi  lunga gucr- 
ra,che  a guifà  di  ramingo  uccello occulto  di  regione  in 
rtgfoneandò  fuggendo bor in  Tomo, barin  Capadoiu, 
bar  inMrmenia,  bor  in  Colcho,  & in  Scitbta,  & quando 
pareua  effer  uimo,  et  cadutole  fi  uedtua  diche  fu  piu  uol 
U ; con  nuouo  efierato  fergendo  fi  dimofiraua;  ultanami 
te  per  piu  non  potere , come  colui  cbenonlafaòdtfarene 
di  penfire  cofi  che  ad  huomofofie  poffibileAddicraio  bn 
■uea per Matedoma^t  per  yngaria  pafìart  in  Germania, 
dr  in  Francia,ei  i indi  in  ItaUa  a far  guerra  a Romani;  et 
U faceafe  l'efferato  fegmto  tbauefse  : onde  defierandofu 
(ojbreiio  ad ucaderfi  colueleno.et  pero  dice  il  ¥it,  Ou'i'l 
gran  Mttbridate , queU’etemo  "Ugnuco  de  Ramon  che  fi 
rammgo  Fuggì  dinanxi  alarla  fiate  e‘l  uen»  i 

Mumio  .Audio . uedidtfopra  ad  Mttiho , 

Mumio  Leumio,uedi  di  [opra  a Leuimo . 

Nabuchodonofor  Re  di  Babilonia  fu  fuccefiort  at^no, 
li  quale  bene  be  [tmpeno  cT oriente  [offe  in  poder  de  Medi, 
pur  rifiorì  in  gran  parte  U Babilonico  regno , ptrciocba 
ninfe  l'Egitto, racquiflò  tMffiria, [aggiogò  la  Giudea,  ma 
la  [uperbui  di  tome  uittoriertmtfieiM  tutto  Camma  fuoda 
IdMofindefece  far  una  fiatua  a fuaftmtlitudineAt  eia  fin 
no  cofhtnfe  a douere  quella  adorarejutqual  cofi  imi»  uo- 
lendo  fare  Stdrac,  Mific,et  Mbdenago , li  fece  mettere  in 
una  fornace  ardane At  fignandofi  una  notte  non  finxa  uo 
lomà  d Iddio  di  uedere  un'arbore, fino  delqual  pafetuano 
ammali, per  laqual  ufionegh  uennegran  lemreAftendo 
gli  interpretata  da  Damele, et  m fine  gU  conclufe.comee- 
gli  bauea  ad  habiiare  infieme  con  le  fiere  tra  bofcbi,»  cS 
quelli  mangiar  fieno,et  berba  mfino  in  capo  di  fette  anni: 
et  cofi  fcacciato  da  fum  andò  tra  bofcbi,came fiera At  fini- 
ti li [tue  anni, riconobbe  Iddio,  et  quello  ringranò , et  lau- 
dò, fi  come  è firitio  in  Damele  al  quarto  : et  pero  due  il 
Tir.  Ma TiinoAnde ogni kfioria humana i ordita, Do 
M iti  ilfimgranfuimffin  'Habucbodonofir) 


Marte 


CIELO 


Marte 


Che  fuperbu  eòniuffe  a bejìial  xita . 

Ncmbroth:iXfjj/f/«  figlinolo  di  Con  figlio  di 

Coflni  ucramente  fi  può  dire,i  he  talefofie  tra  gli  buorm- 
ni, quale  era  fiato  Lucifero  tra  gli  angeli.  Et  ptriheerain 
abondantia  di  tutte  le  cofe , & audace , & robufiiptmo, 
perfuadea  a gli  huomini,cbe  la  loro  febcilà  non  uemua  lo 
ro  da  Dio:  ma  dalia  propria  uirtùj&  confortaua  i fuoi  pa 
remi  a pigliar  la  tirannide  fiierando  potere  riuocar  gli 
buomiai  dal  temere  Iddio, & porre  ogmfjieran^a  in  fe;  et 
accioche  Iddio  non  gli  potejie punire  col  diluuio  : comi  ha 


quelle  ,f£gitto,eome  le  Gretbe,&  telatine  tmiineiarh. 
no  ; peraoike  regnò  non  molto  dopo  il diluuio , innanzi  al 
quale  non  è mimoria  di  tofe  bumane,fe  non  quanto  Moje 
diurnamente  ne  fcrifie,  edificò  m Stria  la  gran  citta  detta 
Tiiniue  i dr  hautndo  mofiò guerra  a Zoroafire  tie  é Ba-  C 
tnani;  in  ne  ndo  con  quello  a battaglia  l'uccife  ; ulttmami 
le  andando  lontra  gji  Egitlif  fuinunabaitagba  danna 
faella finto, & morì.  La biiìoria  é Belo  fuo padre aetdi 
tf  14  « . tr  perno  il  nofiro  P i t.  dice,  Ma  'Nato. onde  ogni 
hihoria  bumana  i ordita  Doue  Ufi' 10  i 


uca  fatto  al  tempo  di  lise  juo,4uolo,dibberò  edificare  Paolo  Emilio  fieronodue  Taoli  Emili,tl  padre,  &U  fighi 

a /I  f À il  UOnt*  Oé  i tìnt  /O  Èa  jOV»  H Ài  Ifl  il  0\,oÀl»mnmÈAmli^acm,'^l^  i". . ^ _ 


una  torre  fi  alta,che’l  diluuio  non  ni  poteJSe  arriuare.Edi 
ficoÙa  adunque  di  mattoni  in  luogo  é putre,&  de  bitume 
in  luogo  di  calcina , & età  finn  giorno  bauea  uenii  nula 
huommi  a tal  operati  tutti  erano  injòmma  loncordia  in 
talimquità:ma  Iddio,  ilquale  depojùtt  potenietde  fede,et 
exalt auit  bumiles  ; non  uoBedi  nuouo  eHingucre  la  bum 
Piana  getter Jtione,comc  bauea  fatto  pel  diluucojna  diter 
mtHÒdifunirU,et  confonderU  .Terche  gittò  a terra  U 
Torre , & doue  prima  ufauano  una  medefima  lingua, 
generò  confu fione  per  U diuerfità  delle  lingue  che  diede  lo 


lo. Il  padrenioriConfole  combattendo  fortemente  a Can- 
na cantra  Carthaginefi , i quaU hebbero  la  uittoria  per  h 
poco  lapere  ,&  per  lo  temerario  ardire  delf  altro  Confate 
M. Marrone . Il  figliuolo  nel  primo  ConfoUto  triomphò  de 
Liguri,  & ntlfeiondo  de  Macedoni,  (fi-  di  Terfa  loro  Bf, 
ilquale  uiuoprcfe,&  legato  menò  nel  triompho.  Et  a lui 
fudalSenato,ér  dal  popolo  prome fio,  che  ne  giuochi  del 
Cerchio  ueRiJfe  U uefie  triomphade,  Pn.ùuo  Taob, 
duoBruli,& duo  Marcelli.Credete  uoi,cbe  Ccftrcfi  Mar 
cello, 0 "Paolo, od  .Afi-ican  fafiin  eotalt . 


ro.  Et  per  quefio  U Torre  fu  chiamata  Babilonia  ; perche  Ptrfeo.  Lat.  TerfeusJouenatusfinacbtdet„Abamiadet,Dq 


Babel  figntfica  confufioneXti  quella  Torre, & delle  confa 
/ioni  delle  lingue  afferma  lolipho,  t he  co  fi  firme  la  S ibil- 
la.Eranogh  buomim  tutti d un  linguaggio,  & eéficaua- 
no  Ulta  torre  altifihna  credendo  per  quella  poter  fthral 
culo  .Mah  dii  con  ucrtti  disfecero  la  torre,  & diuifono  la 
lingua  dando  a ciafeuno  la  fua.Tercbe  tal  città  fu  chiama 
ta  Babilonia , & pero  dice  Dan.  SÌJKfli  è 'Hembrotto; 
per  lo  cui  mal  colo  Tur  un  bnguaggn  nel  mondo  non  tu- 
fa . & diferiuendo  L figura  di  'Hgmbroth  éce.  La  faccia 
fuana  parca  lunga,  «fi-  grofia.  Come  la  pma  éSan  Tiero 
aRoma,Et  afiiaproportioHeeranl’altrofia.tfiil  Psr. 
Et  quel,cbe  commciopotla  gran  Torre,  Chefufidipecr 
cat!,&  d'error  carca . 

47}  Nellore^iiaiii  T{eleo  figliuolo  di  t{gttuno,  (fi  di  Doris,» 
Chiara  figlia  delThcbano  Amphione,  buomo  facondifiir 
fno«fi  dottiamo  ffecondo  la  tefiimoniatrga  di  Homeroml 
la  Iliade , ufffe  lungo  tcmpo,fecondo  che  dmofira  Ouidio 
nel  undeiimo  metbamorphofii , quando  inttoduce  ,Atbil 
le  domandare  Tqe{ior,(fi  pregare, tbegli  dica  in  che  nu- 
do Cenea  di  femma  éuemfie  mafihio , deuefoggmnge  la 
rijjiona  Quifquis  adefl , & quel  che.  feguita  ; & oltre  La 
doctrÌH4,&  eognitione  delle  cofe  ffenmntw  qual  bebbe 
per  la  lunga  efàffu  huomo  b.-<licofifiimo,ònde  efiendo  gi» 
nanetto  fece  guerra  con  iTheffahà  quali  fuperò,&uiiifi 
nccidendo.grandffiima  niuuiid  di  loro«come  firiue  Home 
r».  fu  poi  infieme  con  T liefeo , «fi  Terithoo  centra  de  Ceuu 
tauri,(fi  fecondo  Darete ,&  Ditit  Cretenfeju  nell' una  j& 
neWaltra  guerra  Troiana  prima  con  Hercole , & lafon 
centra  Laomedonte,  dapoi  congU  altri  Greci  centra  Tria 
nOfUeUaquale  effeduione  anebora  cbeuecchifiimo  -foffe, 
conte  firmo»)  i prtnarrati  hiRorieiJn  mode  l't  ffcri/neift 
tò  nella  battaglia,  che  non  fu  da  reputare  inferiori  a mol- 
(iCreci,dequalilaetderaflorida,g!rforte.B  t T.llg- 
flnr,che  tanto  fippt«&  tanto  mjfe 


naus,  -i trifioniades.fufi^  di  Cioue,&  di  Danae  figlia 
dC -denfito  Re  de  gli  ,A rgmi  figbo  di  Ubbame.  queStò  Re 
^crifio  bebbe  da  f oracolo  £ ApoUtue^he  della  fua  figlia 
Danae, qual  era  belltfiimafioueua  nafiere  un  figlio ,pcr  le 
cui  mani  egli  perderebbe  la  uita . Ilche  udido  .Airijio  per 
Holere  ornare  tal  infortunio  ,firrò  detta  fua  figlia  in  una 
torre , & a quella  per  guardia  pofi  buomini  a fefidatifii- 
mi , accioche  ninno  thaueffe , peruenne  la  fama  della  fua 
tnarauighofa  beltà  all'orecchiediCioue ,«fi  fubitodilei 
t innamorò, perche  lafiiatoilgouemo  del  ctelo,«fi  ogni  al 
tra  ueceffma.afa  abbandonata/bfiefiin  terra  perfidi^ 
far  il  filo  amonjò  difio,uenuto  al  luogo  tentò  gh  guardia- 
ni conhuSnd preghi  ,cbe  confentirgb  uoUff ero  Centrata, 
Ilche  poi  che  uiàe  non  potere,  deUberò  ufare  un'arte  che 
detti  guardia»  ingatuufffe,  (fi  con  prefle^  leuatofiitt 
aere  fem;a  indurre  altre  nuuole , trasformò  fe  mede  fimo 
tu  una  minuta  pioggia  £oro,(fipiouendofopraillettodel 
Uben guardata  torre,  éfiefé per  le  tegole  nel  grembo  dei 
la  Maga  fanciulla,  Uqual  pioggia  con  gran  flupor  miran- 
do jtr  nel  mirare  fommo  piacer  prendendo,  che  non filo  fi 
mofse  ,doue  fideua  ,ma  con  éfioà  tal  pioggia  il  grembo 
t'empii  in  fino  a tato  che  tutto  quello  »ropiouuto«m  cui  s't 
ra  Gioue  trasformato  ritornò  nella  fua  prtftma  figura, 
perche  con  atftorojo piacere  con  Gtoue  congiuntali  gene- 
rò Ter f codi  quale  poi  c bebbe  fatto  pel  mondo  non  piceio 
la  dimollratume  dàlia  fua  uhrtù,  & tagliatoti  capo  a Me 
dufà  col  caltellodt  Hulcano  Harpe  ntomò  in  jlrgos , efi-- 
tnoRrato  a fuo  auo-dcrifiocbericeuernoluoleua,il  ca- 
po-di Medufa,  iltrasftrmò  infaffo:  come  nella  hi  'sìona  di 
tSidupt,  (fi  in  queUa  di  .Andromada  babbiamo  narrato. 
P I T.  Canxfiniouonfiù  mai  quel  Huuolataro,Cbe  poidt- 
fiefi  inpretiofa  piogg/a  , Si  ihe'l  foco  é Gioue  in  parte 
fpenfe . Tnfioera  l'un»  , & uolli  faper  come  Andromada 
gli  piacque  m Etbhpu . 


tiino  figlio  di  BeUjfit  U primo,  ebeperforzf  i arme  figgtu  Phtlippo  Re  di  Macedonia,  figlio  di  Amiitta,  & padre  dot  i^t 
gjòiuicint  popohinfin»  afi’.Afiica.dt  lutto  fOrientefial-  magno  Alefhvtdro.-eofiui  aumentò  d fiato  di  Macedonia, 
quali orditaogm bumana  bifidi percheda  tempine  tdneeHdogliAiitmefipmuolte,iThoc^/!tThtbam,nk 
quali  igh  npìi,ctffifiiebrai(bi,  &J^Cal^  bifioipt^t  fme tutta  la  Crew,)iiiutiidegli  iUtiij,i  Thqfiali,i  Tbum 


u,i 


I 


Marti 


C I E 


ti‘ì  Dirhm  ; i Mob/si,&  gli  Seìthi, aggiungendo  afuoi 
regni  prouiniie,&  tutto  tio  facendo, non  pm  con  uiriù  thè 
ton  ingaimo.yùimameme  baucndo  tornea  U He  di  Terfia 
grande  efiercuo  apparecchiato  nelle  notge  di  Cleopatra 
fiu  figlia  fu  da  Tanjama  uno  de  nobili  adoleji  enti  di  Ma~ 
eedoma  uuifoicollui  [eppe  meglio  cclare,& a frenare  Ci~ 
ra^be  Alefiandro , ma  non  aggiunfeferd  alla  magnani- 
mità, ne  alla  liberalità^  ne  alia  pietà,  ncaW accorgimento 
iijlUfiandro  tilquale  dopala  morte  del  padre  baucndo 
acquetate  tutte  le  difiordie  indi  già  naie,&  uinto  i n bel- 


L O M arèe  64. 

eia  ,e!r  afiedianio gli  Spartam  fu  da  loro  indietro  r^ffiia 
to  : Indi  uolgendo  ad  ,Argo , mentre  uineere  ^Antigono  fi 
sforga ua , ilquale era  di ntro nella  città,  combatti ndofu 
da  colpo  di  pietra  da  muri  tirata  uccijo . H;  tacerò , che 
domandando  Tirro  all’oracolo  d’^pollme  fchaueUaaum 
cere  Romani  : la  rijjioflafu . ,Aio  te  ,Aeacidem  Romanoa 
umcerepoffe.  llcbe fu  ambiguo,the fi  potea cofi  intende- 
re, cbe  I Romani  te  uinceranno,  come  tu  umcerai  1 Roma- 
ni. P E T.  Com'io  mi  uolfi  il  buon  Tirro  hebbi  fcorto  . & 
Dan.  Romani  incontro  a Brenna, incontra  a Tirro. 


lauti  Greci,pafiòfaciimeatettt,Afia , cfi-da  Telia  città  di  PÌTro,figbo  d' ,AihiUe,il  qual  partorì  Dttdamia  figliuola  di 


Macedoma  mfin  all’ India  ,fenza  frode  umcendo  diuerfi 
faefi  con  tamafacilità,&  con  tanta  preflcxza,che  parca 
minccr  correndo , toife  il  regno  a Terfi , &lóggiogò  tutto 
toriente.  Pei./  duo  tbian  Troiani,  et  duo  gran  Ter  fi  ; 
Tbdippo , e'I  figlio  ; cbe  da  Telia  a gl'indi  Correndo  ninfe 
faefi  diuerfi.  y incitar  ,4lefiandro  Tira  ninfe  ; Et  fel  mt- 
mirmparte,cbeTbibppo  .uediambo  ad  .Alefiandro  pm 
fiu  di  fopra  al fuo  luogo . 

Thilon.P.ar/ primo  confolato  triomphò  de  Latini,fu  poi  dee 
n maeflrode  caualieri  da  Lutto  Emilio  Mamerco  dma- 
tore  ! poi  fu  cenfire  con  Spurio  Tojìhumio,  Et  fatto  un  al 
tra  uolta  Confale  fe guerra  con  Crea , Tdapoletam,  nella 
qual  guerra  bcbbe  due  tofc  fingolari  ; cbe'l  mede  fimo  im- 
pelo gli  fu  prolungato, llcbe  nefiuno  ancbora  haueua  có- 
feguito.^  dopo  Tbonore  ottenne  il  triompho  d'bauer  prem 
Jo  Hapob , Cr  fiat  ciato  i Sanniti , & 1 Tughe  fi  ; Fucila 
plebe  il  primo  pretore,& certo  egli  fu  tale,che  fi  come  Lu 


lacomedeRe . FucbumatoTirro  dal  colore  del  fuo  pelo, 
il  qual  era  rofio , &focojò  ,perche  pyr  in  greco  figmfica 
fuoco.  Fu  chiamato  'Heptolomo  quafi  nuouo  faldato, per- 
che dopo  la  morte  del  padre  ancbora  giouanetto  fu  coum 
dotto  nelt efier,  ito  a Troia.Qjiefìo  uccife  di fua  mano  To- 
Ute  figlio  di  Triamo,&  Tohjsena  fua  figliuola  facrificò  al- 
la fepolturadelpadre  ,e!rTriamouecchio  uccif  e prejio 
ali' altare  Ame  era  fuggito.'Hpn  perdonò  adunque  ad  età- 
fende , ne  a giouanile , ne  a feminco  fi fio , ne  a rehgione 
Menò  in  feruttù  .Andromaca  moglie  di  Elettore.  Dapoi. 
prefo  dall'amore  della  figlia  di  Menelao  Hermimon  : la 
qual  tolfi  ad  Horelìe dette  .Andromaca  ad  Heleno  figlio 
di  Triamo  con  parte  del  reame,  pere  he  Heleno  con  fuo  ua 
tteinh  io  campò  da  pericoh  del  mare.  Ma  finalmente  tor- 
nato Horefle  dalla  regione  Taurica  Tucàfe  nel  tempio 
d'-4poUine.D  Anjai  diurna  giuflitia  dt  qua  punge  TÌuel 
-inda  ; cbe  fu  flagello  in  terra  ; Et  Tirro,e  Sefio . 


do  yotunioicofi  egli  pofi  Tito  Uuio  tra  quei  capitani,  che  PoUnicr,cSr  Eteocle  fratelli  figli  dt  Edippo  Re  di  Thcbetra 


Romam  poteano  hauer  cantra  il  magno  .AleJiandro,fi  in 
Italia  pafiaua.  P E T.  Coffa, TbdonRutiho  ; CT  dalle  ^ef- 
fe luci.  Et  parecchi  altri  di  natura  bumdiJRutlUo.co  yoli 
mo,Gracco,et  Thile,Fatti  per  uirtù  J arme  aUi,e  gitili. 
f.TTO,figUo  di  Eacide  Red  Epiro,  ^ delC antica  fibiatta  di 
-Achille, Sparente  dT-AUffandro  Magno huomo eccel- 
lente per  multa  humamlà,&  Ubi  ralitàfna  cupido  et impe 
roAgh  fu  il  primo  che  condufie  in  Itaha  elephanti  ; il  qua 
lehauendoneprimi aimiapena  fuggitotodiodegli  Epi- 
roti  uerfo  del  padre  Ju  poi  tulli  undici  unni  da  fuoi  ruhiaa 
tnato.  Coli  ut  fé  moUegucrre,&  aumentò  il  regno  pater- 
m/mde  m foccorfo  de  Tarentim  bebbe guerra  co  Romani, 
ne  prima  umettare  che  uinto  da  loropartendofi,  ad  occu- 
pare Sicilia  fi  riuolfé ,oue  hauendouintoiCarthaginefi, 
tàttoriofo  in  Italia  tornò  cantra  Romani jÉr  durò  la  guerm 
ra  quattro  anni,ma  fenza  perfidia  ,&  crudeltà  jnepm  cer 
tauono  uincere  conl'arme,thecon  magnanimiti.y odono 
iRomam  ricomperare  gran  numero  di  prigioni , cbe  egli 
haueua  prefi  in  battaglia.  Tirro ghe  ti  rendi  fenga  pre:(j 
%o  ; affermando  cbe  non  era  uenuto  per  far  mercatan- 
lia  et buomini , ma  per  tentare  a chi  di  loro  la  fortuna  uo- 
lefie  dar  C imperio  ; T^e  furono  in  quefio  beneficio  uinti  i 


loro  conuennerono  dt  regnare  a uicenda  ciafiuno  un’anno.. 
Ilprtmo  anno  toccò  ad  Eteocle ; Ma  non  uolendo  fimtoil 
primo  anno  cedere  al  fratello  Tolinice,egli  con  l’aiuto  del- 
fuocero  -Adraiìo  Re  dt  .Argot,  tir  del  cognato  Tideu  con— 
dufie  a Tbebe  uno  efiercuo  dt  fette  Re,et  combatti  col  fra- 
tetiotontanto  furore,cheTuno  oca  fi  labro.  Creonte  che 
fuccedette  ad  Eteocle  nel  regno  di  Tbebe , uietò  loro  la  fi- 
pohuraMa  -Argia  maghe  di  Totimce,fi  partì  da  -Argot, 
-Antigone  fbrelta  S amendue  ufà  iti  Tbebe , ér  ragunate 
in  campo  prefono  il  corpo  di  Tohmeej^r  portaronlo  al  fuo 
cofiouegia  trouarono  arfo  Eteocle,&fubito  che  lo  pofe- 
roappre/ioil  fratello  tremaron  le  legna , tir  ributtarono 
Tohmee,  onde  b fiamme  di  due  corpi  fuggirono  luna  Cai 
tra  come  fi  cofi  morti  ruencjitro  l odio  antico . Onde  StOm 
Ito  . Ecce  tterum  fratrei  primoi  ut  contigli  artut  Ignit  e- 
dax,Tremuere  rogi,  & nouut  aduena  bufloTelhtur,ex— 
lundant  diuerfi  uertue  fiamma.  Et  Lucano.  Scimhtur  in 
partei  .gemmai  cacumine  furgitThebanot  mutata  ro- 
got.&ilnofiroD  KK.dimandanteaV  i tc.Chi  i in  quel- 
fuoco,cbeuien  fi  dhàfo  Di  fopra  ,che  par  furger  de  la  pua,  ■ 
Ou' Eteocle  col  fratei  fu  mifi  { Di  -Argia,tìr  d'-Antigone,- 
nedtadjlrgia,CruediaLaio Reda  Tbebe. 


Romani.  Terciocbeofferendogh  ilmeécodtTirro,cbefe  Pompeo,uimodaCefareinTbarfaluAraregniamici/ìHe  477 


noleffrro  lo  auelenarebbe , dt  fubito  gh  manifeilarono  U 
frauJe  CT  Cauttore  di  queUafiimoflrando  quanto  fofie  a- 
lieno  dal  popolo  Romano  fi  inganno . Donò  adunque  Tir- 
ro iprigiom  a Romam,  tiri  Romani  donarem  la  aita  a 
Turo,  partifii  finalmente  d’Italia  : & poi  efiendo  in  Sic  i- 
lia  da  Carthaginefi  uinto  nella  nauale  battaglia  ,contra . 
-Antigone  Re  di  Macedonia  n'andò  ; ilquai  ninfe  & ffo- 
tfti  iti  rtgno.'Hgn  contento  ancbora  uolfi  Carpii  in  Gre- 


fuggtndo ricorrere douefle  perle  fue  forze  racquiliare, 
eleffe  lo  Egitto,  fidandofi  ne  bt  fici fatti  da  lui  al  padre  deh 
nuouo  Tolomeo, jù  fanttuilo;  ércoft partttofi di  Cipro,- 
liuchrigT^  uerfo  Telufio,  oue  udito  hauea  efferetl  Re  con 
gente  armata  ,peribe  faceua  guerra  alla  forella  nomata 
Cleopatrajaquale  regnare  cercaua;Ma  prima,cbe  in  ter 
ra  fiendeffe  mandò  unmefioal  giouanetto  Re  ili  quale 
per  la  picciola  età  era  col  fùo  regno  al  gouerno  di  Tbott-  v 


Marte 


CIELO 


Marte 


W iuHHce . EgUcbijmc  al  configHuinle^^orì,  chefro- 
Hedejfmro  a qatìlo  che'l  gran  Tempea  cbtedcua.Era  qnm 
tra  gli  altri  Theoioro  da  Chio  matSlro  dt  Rettoricadel 
fanciulla  Re  ; & Achilia  Egittitd  piM  eccellenti  configlie 
ri.Im  parte  Jipero,cbe  Tompco  non  pur  s'accogliefie,ma 
fi  fcacciqfie, parte  che  cUgno,  et  bonejlo  era  (raccoglierlo. 
.AUbora  Theodoro  per  moflrar  lafarga  del  fuo  parlare, 
dafie , neW uno  aelf  altro  ejfere  ficuro  ,•  perche  il  riceuerltr 
farebbe  loro  nemico  il  maiitore,& figmreil  uinto  : Il  cac 
ciarlo  darebbe  materia , c*r  cagione  a Crjare , che perfe- 
gnijfe  loro , come  coipenali  ; il  migliare  adunipie era  acci- 
derlo  I che  con  tanto  beneficio  l'acquiUarcbbono  U gratta 
di  Cefare,& dalla  tema  di  Vompeo  fi feioglierebbono:  jhg 
giunji  poi  ridcndo,cbe  come  dice  il  pronerbio,  Hnom  mor 
to  no  morde.  Al  colini  conftglio  tutti  s'appiglurono/mde 
ad  Achilia  fu  data  la  cura  di  fi  mal  fatto  ; tlqualein  fua 
compagma  prefi  Settimio,  eh' un  tempo  fu  defildati  tribù 
no  di  Tompeo,&  Saluto  Centurione  con  tre,  o quattro  fer 
nigiaà  mintfiri . Alihora  ueggendogli amiti  é Tompeo 
una  fola  fiapha  uenire per riceuerc un  fi  fattohuomo, 
pane  che  ciò  fofie  un  dileggio, perche  effe  lo  configliorono 
che  facete  uolgere  la  galea  indietro;  ma  a che  pròipoi 
che  già  le  nani  del  Reerano  intorno  fi , che  fcamparnon 
potcua  f ondelufingheuolmente  da  Settimio  in  parlar  Ro 
mano  chiamato  Imperadore,&d' Achilia  grecamente  fa 
lutato,  fuinuitalo  a montare  in  fu  la  fcafa,  che  con  la  ga- 
lea non  haurcbhe  potuto  uemre  a terra  per  lo  troppo , & 


Ma  egh  fent  elidane  fiumna  noia,  come  firiut  Tlutarar,  U 
fcactioda  fepernon  ueder con filagrimruole oggetto , fi 
fiero,&-  ingmnofo  huomo . ma  prclò  l’anello  motte  lagri  - 
me  fparfe,&  tome  è fcritto  dagli  altri,  comandò  che  ila- 
dorato capo  coHpretiofi  odoriofual  era  il  collume  di  queU 
la  età,s’ardejìe , S ono  alcuni  a i quali  piacque  che'l  piato 
di  Cefarefbffè  flato  in  celare  la  maaifeSia  allegregpt , fi 
tome  lajuò  fentto Lucano  dicendo.  E'téft  fiiemmda  jee-, 
leris,tutumq; putauit  lam bonus  effe  focer,  lachrjmas  ai 
Jjionte  cadentet  Effuét,  gemitusq;  expreflit  pelìore  lato  . 
eh  alt  ri  ,000  la  maggior  parte  éjfero,  che  per  uera  pieti 
ueranientepianfi,lentendone grane  cordogho,fi  come  Fa. 
Urto  ; Tlutarco,Vlirtia,e!r  cerno  altri  firtjJèro.ma  il  Tet. 
feguitamio  la  opinione  dt  Lucano  facendo  al  fuo propofit» 
dice.  Cefare,  poi  che'l  traditori  Egitto  Li  fece  il  don  de. 
r honorata tefla, Celando tatlegregica  mamfella  Tunfe 
per  gli  oc  chi  fuor, fi  come  è fcritto . cr  ahrouc . ycdi  quel- 
grande, ilqual  ogiu  huomo  honora.  Egli  è Vompeo, et  ha 
Cornelia  feco,Cbe  del uilTolomeo  fi  lagnaci piora,liucl, 
(intendendo  Ceptre)  Cbem  Tbcflagha  hebbe  lem.in  fi 
pronte  A farla  di  ciuil  (angue  uermigtia  Vianfe  mori» 
il  marito  di  Jka  figlia  (figmflcando  Tompeo)  Raffigura», 
dolefatteggf  conte.  B o c.  nella  nìfione  amorofa , A 

lui  feguiua  pài  molto  peniòji  Vallido  nello  affetto  d gran 
TompeoTal,che  Ji  lui  fé  uenir  pietofo,Mìrandoh  poi  die» 
tro  T olomeo,Che  fu  da  quel  già  fatto  Re  d Egttto , Et  po- 
feia  uccider  Li  uUmeme  il  feo. 


nonprofondo  Umode  [ arenofo mare  .perche egli ueden-  'PtoteRIzo ,flglioillpbicloTbeffaloamaloda  . 

‘lata,  con  due  Cemu,  /*  uno  de  principi  della  Grecia  ; che  fu  primo  morto  da 


Laudomia. 

dofiogmaUrautaefSereprtcifa,&toi 

rioni,  & con  due  liberti  i»ontò  in  fu  la  fcafa,  ^ alla  cara  DardanoalUgHerraTrotanacopermanéHcttordpn- 

mogUera, tirai  figliuolouoUofidiffcquet  celebrato  uerfo  mo  di  che  fcefero  in  terra,  ilche  indica  il  fuo  tfleflo  nome, 

di  Sophocle,  Chiunque  ua  alla  cafa  del  Tiranno , anebor  ebefignifica  d medcfiino,  che  prono  mortoniedt  a Laudo- 

ehefialiberOipurfegUfafiruo.liidialdefceadernelhto,  ndaaósi. 

Settimio  prima  édietro  condì  ffiada  lo  fer]  mortalmente.  Regolo  Attilio , uedta  fedeli  ad  AttilsoRegolo  afo.  X 

Al  cui  colpo  foggiunfero  Saluio , & Achilia , ma  il  gran  Romolo,  fu  il  pruno  Re  de  fondatori  di  Roma,  & non  tan-, 
Tompeo  per  cadere  honrliamente  fi  coperfe  la  fronte  col  to  edifici  Roma  : ma  quella  bauea  fatta  ben  popolafà  per 

lo  concorfi  di  molta  giouentù, ma  perche  tutti  imeim  por 
pohfi  fitegnauan-i  apparentarfi  con  loro: perche m grò» 
parte  erano  flati  caccuti  della  propria  patria  peruari  ee- 
ceffi,  & in  Roma  non  erano  femine  ; dtliberò  il  Re  confi-. 
gutrecoH  fronde  quello , che  no»  patena  impetra  re  per 
graiia;^  ordini  fatrifici,& giuochi,  con  grandi ffimout' 
ornatiffimo  apparato. Concorjono  a tal  celebrità  i Sabini, 

& altri  uicim  a Roma  ,&  con  le  mogli , & con  figliuoli, 
mlentieri,&  finta  fòfpetto.  ma  Romolo  quando  mde  tuu 
ta  la  turba  Jaquale  era  molto  intenta  a giuochi  Auto  l'or- 
dinato fcgnoafuoiche  armatierano,&  quelheon  fubin, 
drimprouifo  tumulto  rapirono  tantedelle  uergim  Sabi- 
ne,chc  ciafeuno  hebbe  la  fua.  'Upu  potendo  fopportare  la» 
ta  contumelioft  ingiuria  i Sabim;  tornarono  a capi  & or- 
dinato robuflo  effcrcito.con  tanto  empito  uenneroAbe  en- 
trarono m Roma  ;fu  la  battaglia  atroci ffima,^  molti  da 
ogiu  pa  i te  perirono  ; ma  nelle  donne  parne  prudt-mia,  & 
frani  hett^dammo  piu  che  muliebre,  & pietà  degna  d* • 
jv  eterna  memoria.Tercwche  le  rapite  Sabine  di  cemu- 
neconfiglio.fenta  timor  di  morte  ficaciiorononelmetf 
delle  due  combattenti  fchiere  ,e^con  molte  lagnine , tS* 
ftracciati  i capelh bora  a padri,  bora  amanti uolgen-. 
dofl , "tini  diceuan  fiamo  cagione  di  tanto  male  ,&inn»L 
uolgeteongi  uàflra  difeordia  ,&  furore . puqte  tanto  fi; 

mirabtl 


manto,  ae  parola,  ne  altro  atto  facendo  di  fi  indegno , mt 
fofpirando  le crudeltflimeferiteaffeilana;  cefi  nùfereuol 
mente  nel  Ix.  anno  di  fiu  ulta  di  giorno  dinanzi  al  fuo  na- 
tale uenneafine  colui,  che  tante  uoltefu  Duca  prima  che 
feldaloabe  ricourò  la  perduta  Siciliaffiiggiogò  tutta  TA 
fi-ica tonde  egli  il  nome  di  Magno  bauuione , no  efienda  an 
chora  Senatore,netriomphh . IndiaToccidentepafSand» 
tacqui fU  la  Spagna  ; Et  anebora  effendo  Romano  caua- 
liero , honoreuolmente  iriompbo  ne  riportò . ritornato  in 
Jtahapofi  fine  alla  fintile  guerra;  poi  riuoltofi  alt  orien- 
te fliberò  tutti  i maritdr  tutte  t ifole  da  cor  fari,  (cacciato, 
occifi,riccuulo  m feruitù  cento  uenti  una  uolta,  ottanta, 
tremile  huomini,&  affondato,  o prefo  hauendo  ottocento 
qnaramafei  naui,&  pigliato  m fua  fede  città,  tir  calielU 
mille  anquecentotrentaotto,  (fi-  Jiggiogato  quanto  è di 
terra  da  laghi  Meotici  al  Rofie  mare.  Al  fine  ninfe  Mt- 
thridate , CTigrane  duepotent^imiRe . & d’Afia,  gp- 
eh  Tonto , tf  Armenia,  di  Taphlagoma,  di  Cappadoeiafli 
CUictaAi  Sorta  Ai  Stithia,di  Giudea,  d'AlbantaA'Hibe- 
riaAì  Creti,  di  BaHermi,  (fi-  di  altri  popoli  riportò  uitto- 
naglorhp.lndt uenutoiuAleffandria  Cefire, lofio  ton_ 
Tonello  innangi  la  tefia  del  gran  Tomfeo  gli  apprrfeniò 
Theodoro,o  come  alcuni  éfiero  Achilia  fi  quale  tonfi  ho 
norate  dono  ere deuafi  acquiftarla  gratta  del  mncitore,_ 


' Marte 


mrjb  l ano  delle  fanàulle,&  la  fomma  pitti  thè  in  v^ni 
parte  dtmtfiraiuno  ,tbe  fecero  cefiartU  battaglia , or 
depoHo  ogni  odio , non  jólamrnte  diuetaero  amiti  ; ma  di 
due  città  diMenuero  mta^erciocbe  i Stdiità  lafciaudo  Cu- 
rts  loro  città  habitaron  lioma , con  quefla  coaJitmte,  t he 
Roma  non  mutafie  nome, ma  tutti  i cittadini  cofi  Romam, 
tome  i'abim  Ja  Cnresfufieno  thiamau  Qjiitites.  ma  pri- 
ma della  rapina  delle  fanciulle  bebbe  guerra  con  i Cime- 
nefi,  I quali  ninfe, & ielDucalor-4  rane  adone  Therc- 
trio  cimlicrò  le  fpoglie  opime.  Voi  con  Sabim,come  i det- 
to.ninfe  poi  i Fiienau , & i yeientam . fn  huome  bellicofi 
molto  ; fece  il  popolo  mtrepido  contea  ogni  pericolo . Dopo 
Romolo  primo  Re  fnccefietiumi  Tompilio  pieno  di  gin. 
flitia,&di  fóntità,attefe  algonemo , tr  allo  flato  pacifi- 
tOtdr  tranquillo,  & ornò  la  città  di  reUgium,&  é dinine, 
ty  fiere  leggi.  Tullio  HoSUlto  terzo  Re  ninfe  gli  -4lba, 
ni,  I Fidcnati,  & i yeiemani  per  la  perfidia  di  Meno 

Snfecto , d quale  egltfe  fqnartare  a quattro  canalli  fofptn 
Il  in  éuerfè parti^jirnfse  -4lba,& coflrmfc gli -dlbani 
nenireadbabitareinRoma,  &alia  citlàaggmnfedmon 
te  Celio.  Anco  Marno  benché  nella  ginflitia,  «Sr  nella  re 
iigione  fóffeaiqnma  Tompdio  fno  ano  materno  fimile, 
pur  domi  i Launi  ;aggiunfe  due  monti  [Unentum , & il 
Cianicolo,& nnone  mura  intorno  ; pnblicò  le  felne  al  bi- 
figm  nauale  ; ordinò  le  rendite  delle  Saline  ; edifici  pri- 
mo dt  tutti  d Carcere  tpofe  nella  foce  del  Tenere  la  Colo- 
ma  Hoilia.prefé  dagli  Eqnicolija  ragion  fecialejaqnaU 
mfanoi  legati  ricordando  le  cofi  rnbate.Tztqainio  Tri- 
fio  triompbi  de  Latini , ^ de  Sabini  ; ^ggiunfi  a cento 
padri  eletti  da  Romolo  alireianti  .addoppiò  d numero  dt 
e.tnalli  da  Romolo  dimfiin  tre  centurie Edifici  d Circo  t 
mrdini  i grandi  giuochi  ; circondò  la  città  di  muro  di  pie- 
tra. Senu'o  Tullio  ninfe  piu  nolte  i Thofeam;  aumenti  la 
città  del  Code  QuiriHale,&  del  yeminale,  & deli Efquil 
le  ,Forttficollad'.Aggere ,& di  f^a ipartì  d popolai» 
quattro  tribù , Diede  alla  plebe  il  f armento,  le  mi^re,& 
tpefi;  Ordinò  le  Clajii,&  le  Centurie,  & il  Cenfotper- 
fuafèa  Latini  che  in  ./duentino  faceffero  d tempio  a Dia- 
na ad  imitatione  di  coloro  che'l  fecero  a Diana  Ephefia  ; 
e!r  hauendo  ottimamente gouernato  d regno  ,fu  occifo  da 
Tarquinia  fuperbo  fua genero, il  quale ejSendiofi  fatto  Re 
per  lofi  crudele,  & ingufla  uia,  & efiendo  per  talpa  del 
fgliuolo  che  iforzatoiauea  la  pudicitia  di  Lucrelia,  e per 
la  fùa  fuperbia  tugiufiilia  uenulo  in  odio  de  piuUlufiri 

della  città;  fu  del  regno  fcacctato^i  che  meritamente  fuo 
oi  della  compagnia  de  fama  fi , à"  ualorofi  buomini,  & de 
glialtn  RomamReinterra,e!rinbaffoflatoeranoHeffai 
tato  dalla  fama/nacarcodipefodiuitii,&dlinfamia,fi 
come  auuiene  a chiunque  abbandona  uirtù^omeegli  Cab 
bandoni-Adunque  fud  popolo  Romano  pitto  Romolo  aiu 
dace, fatto  "Huma  religiofo , Sotto  Hofiilio  armato , folto 
-Anco  ficuro , fatto  Trifeo  ornato , fotta  Sermo  premiato, 
fitto  Superbo  liberata.  Simdmente  Romolo  houori  mol- 
to gbScarpcUini.  'ìfuma  Tompdio  fuo  fucceporei  Sacer- 
doti . Taolo  Emdio  i Marinai . Catullo  i Cacciatori . Caio 
Ce  fare  gb  Oreftì . Scipione  i Capitani . .Augnilo  Ottauu» 
i Ciuocatori  di  palla . CaltguU  i Buffom . Tiberio  i Ruffia- 
ni . ìderoHeil  crudele  i Giuocaton  di  ffiaJe.  Clau.lio  gli 
Scrittori.  Stila  gb  .Armateli.  Mario  fuo  competitore  gb 
iutagbatoru  y’effiafiano  i Vittori.  Tito  fuo  figliuolo  mag- 


C 1 E L O 'Marte  65 

i Mufici.  Domitiano  di  cofiui  frateìlo,& molto  fc.a 
lerato  i Balefirtri.  & Marco  Aurelio  1 Sau . Rigiiaro- 
noi  Rem  Roma  armi  dugenta,e  quaraiitaquatiro . QuaU 
trocenio  anni  durò  la  prvffieriti  di  Roma,  intanto  fu  Ro- 
ma ; quanto  in  fi  bebbe  fempbiità  nelle  parole , (jr  mac- 
ftàueti’opcre.  Cofa  ueramuite  ammiranda  da  notare, 
la  quale  pone  gran  confufton  ne  uiui,& grande  antmira- 
tton  ne  morti, ibe  étutigbanih  hi  non  f i troua  efier  let- 
to una  parola,  che  babbino  detta  leggiera  , ne  opra  latti- 
na thebabbmo  fatta  ,&  però  ben  dice  dnofiro  P E T. 
Mentre  che  uago  obra  con  gb  ocibi  uarco  ; yié'l  gran 
fondatore  ; e i regi  cinque . L'altro  era  m terra  di  malpe- 
fo cario;  ComeadmieneA  cuimrtù  rebnque.  D ah. Sai 
quel,che  fe  dal  mal  de  le  Sabine  Al  dolor  é Lucrelia  i fit 
te  reggi  ymcendoimoruo  le  genti  nume. 

Rutti  Uo . Caio  Mario  Ruttilio  nel  primo  confolato  triom- 
pbò  de  Triuernati;  'bfel  feiondo  prefe  Abfe,  C molle  ter 
tede  Sanniti . Fu  delia  plebe  il  primo  Dittatore , & il 
primo  Cenfore,  drnella  Dittatura  triomphòde  Tbopa-, 
ni,& fi  come  yolunmo,  & Thdone,  cofi  cgh  fi  contrapo- 
ne da  lauto  al  grande  Alefiandro . Fu  un'altro  chiama- 
lo Tubbo  Rutdia,  buomo  é fomma  iimoceniia , & efien- 
do legato  dt  Caio  Mario  proconfòle  in  A fia,  liberò  la  prò 
uincia  delle  ingiurie  de  TubUcani:  Tercbe  fe  uemre  in 
odio  di  quello  ordme  ; appo  il  quale  erano  igmdici , & con 
dennato  andare  m effith:  Fn  poi  Confili  nella  guerrA 
Italiana  , toura  Marfi , da  quab  fu  umeo:  & però, 
dice  il  uoHro  P e t.  parlando  del  primo  Rutibo . Cofi 
fi,Tbibm  , Rutdio  ,tydale jpefie  Lucim  difiarti . Et 
parecchi  altri  é natura  bumb  , Rutibo  con  yoiun- 
uo,  &Grjcco,drThdo,  Fatti  per  uirtù  it  arme  al-, 
ti,&geniib. 

Saladino , uno  de  Saracm  che  facefle  danno , ty  uer- 
gogna  a nofiri  Cbnfiiani  ; percioebe  Baldouino  fuccef- 
fòre  di  Goffindo  nel  regno  dt  Gierufalem  dne  uobe  fit 
rotto  da  gli  infedeb , & Baldoumo  fecondo  che  fu  pre- 
fo  da  Balaccbo  Re  de  Tarthi , & regnando  Folco , che 
fu  U quarto  Re  , Alaffio  Turco  prelè  , ey  arfe  Edefi 
fit  citta  di  Mejòpotamta  da  gb  Hebrei  chiamata  A- 
rach  : Indi  Mclecbfak , che  fn  Fultimo  Saldano  dEm 
gttto,  di  quelb  che  hebbero  origine  daSacone,  &dal 
Saladtno  prefe  Gierufalem  abbandonata  da  Saracini , 
da  Cordino  figlio  del  Saladino  é mura  lafdata  ignu- 
da, ty  occife  quanti  CbriHiani  ni  trono; pigliò  poi  in 
battaglia  Lodouico  Re  di  Francia . Et  efiendo  già  uenu- 
toil  regno  cfEguioin  potere  de  firui  Comant;  Bando- 
cador  il  terzo  di  quella  gente  fildano  fiacciò  di  Seria 
quafi  del  tutto  i CbnHuni  ; & prefe  Antiochia  nel  M. 
cclxvi.  "Hel  cui  tempo  Adoatda , che  pot  fu  Re  di  Ino 
gbilierra  con  grande  armata  pafiò  in  Sona,  poi  Ripi- 
de dopo  Bandocador  terzo  Scadano  a noUri  tolft  TrU 
pob  in  Sorta,  & Bcrito  Sidone  , Alla  fine  U figlio 
diluì MelectSìrapho  dei  tutto  fcaccù  di  Sona  il  nome 
Chnfiiana,  &p.gUòTolemaida,  il  qnal  luogo  era  filo 
rimafi  in  podere  de  noHri  nel  M.ccxci.  tfondimenoil 
piu famofò,  delqual credo , che  intendefie  il noflro  P e T. 
par  che  di lor  fia  Bandocador , 0 Melecaftrapho , 0 Me. 
lethfala.  Quel  di  Furia  ,comeJieeilP  et.  diiono  ef- 
frr  fiato  'Horandmo  un  de  Re  de  Saracm , 0 come  fcri- 
nono  gb  altri  de  Turchi,  7^  é lui  trono  abre  in  b. 


Marte  C I 

In  defw  di  fede , fe  non  cht'l  pte  piecejìore  fu  il  SéUdi- 
«o;  baueudopa  egli , s’egli  pur  fu , Almerico  Re  dt  Cie-^ 
rufalem  fcaciiato  del  regno  d Egitto  ptrSaratonfùo  Ca- 
puano; tl quale. come lémjoo nome  hamf>eumio,fene 
feRe,&  chiantoJ}i  Soldano . Fu  quello  tìprandmo , ne  i 
tempi  di  Folco,  di  Baldi  nino  tergo  dt  quelm  me  dr  d'.A  l- 
merico,  ($-Boemondo  uno  de  TÌorntanm  jtgnort  di  Tu‘ 
glia,  et  Calabria  jdr  dt  Sicilia,  che  fu  de  no]iri  il  primo  Si- 
gnor<t,dntiothia  ifuprefotn  battaglia  gtncraleda  co» 
lui,  il  CUI  nome  non  ji  firme , che  in  Sorta  ninfe , & ruppe 
il  primo  Batdumiio . Onde  non  fapendo  tndomnare , neje- 
gutr  Cbilìorta , che  non  è di  qualche  auttorità , lonfefìo 
non  bauer  notitta  di  quel  di  Luna , ma  forfè  il  meglio  i, 
thè  Seguiamo  d teflo  aulito,  linci  di  lungi  feguiua  ti  Sala 
dino,aoi  quel  Saranno , del  qualeparlato  habbiamo 
nella  gloria  del  ualort,dr  delle  cofe  fatte,  & nella  età  in- 
tendendo majStmamente  Melecaflropho , o Bandocador, 
il  qual  il  Sabellico  dice  e/ier  flato  flglio  diSaracon,  cr  Juc 
ecfore  nd  regno  d'Eguio^df  tome  narrano  gh  aliri,l'nc- 
eeJette  a 'Npraitdino  nello  imperio  de  Turchi.  Coflut fo- 
gliò della  Ulta,  dr  del  regno  Saiethon  Re  di  Damafeo,  & 
Cathebadmo , dF  benché  due  uolte  flato  fofle  utmo  dal 
qna no  Baldouina  ; pur  mnfi  .df  octife U gran  maflro  del 
tHoffitaleéCierufilem  con  gran  parte  de  fuoicauaben 
aToUmatda  ; uinjè  dr  preje  Guido  Lucignano  ultimo  Re 
di  Gerufalem con  tutti  I piu tUuflri  futa  compagni  aTi- 
benade  : poi  nelcorfo  delia  uittoriaTolemaida  , .Afiala- 
NJ,^  Gerufalem,  laquale  era  fiata  in  podere  de  Chnllia 
ni  ottantafei  anni  pigbò  nel  M.  cLxxxvi.  benché  poi  da 
Chrifliam  ftritomó  a prendere  TolemJiJa,oueaJpre  bat- 
taglie con  loro  fece  il  Salaéno^e  finga  uittoria  le  piu  noi 
te . ueroiche  al  fine  pur  haurebbono  umto  i nofln  ,fc  la 
defeordta  del  Re  TbiUppo  di  Francia  col  Re  Rie  cardo  et  In 
ghilterra  non  bauefSe  colirato  lo  Jnglefi  a lafciare  quan- 
to hauea prefo  in  tre  anni,fe  non  T olemaida  ; al  Saladino; 
il  quale  poco  fòpramjfe  : Helle  cui  eficquiefi  dice,  che  nel 
la  punta  della  lancia  a gufa  dt  tropheo  portauano  la  ca- 
mifiia  di  lui  legata  gridando  il  pretorie,  il  Saladino  fi- 
gnor  deU‘,Afia  di  tanto  regno,  di  tante  ricebeggenien 
teaùrofeco  thè  quella  una  fola  tojà  riporla . onde  dice 
il  PtT.f'uùuerfala  fineil  Saracino, che  fece  anoflri 
aflai  uergogna,  ^ danno  Quel  di  lungi  feguiua  il  Saladu 
noiToitlDuuélantallro.D  nu.  Et  filo  in  pane  ui- 
di il  Saladino. 

480  Siili  fu  il  primo  Red  Ifraehà' unto  per  le  mani  à Samuel 
Tropheta . Fu  di  grande  flaiura , robuflo,  bello,  ^ forte 
in  baitagba,  molti  Re,  gp-  popoli  uinfe . Occupò  da  Egitto 
infinoalmar  rqfloima  uh  inumiate  : penile  contraal 
grecato  di  Dio  confermò  .A gag  Re  di  Molai  biti,fu  pri- 
uato  della  uifune  delle  coje  future , la  quale  iddio  gU  ha- 
ueua  dato,Et  ffeffo  aa  uefiato  dal  Demonh,&  molte  uol 
te  uolfe  uccidere  Dauui  buomo  moUo  hurnde,  il  qual  due 
uoUe  Cbaueua  campaio  dalla  mone  per  neccfiità  ricorfe 
alla  maga  Tbimufla,chegli  rifufcitaffe  Samuel . Final- 
tnente  odtofo  aDìo  ,ér  agU  huonum  infelicemente  coir. 
battendo  contro  a Vbiltflci  perdi  reficràto,  & figliuoli. 
Zt  non  polendo  impetrar  grafia  da  un  de fuoi , che  C ucci- 
deffe,con  le  fue proprie  armi  s’uccifi.  fu  niJimeno  da  fcrit 
tori  chiamato  ommo-tlcum  uoghano,cbe gli  foffe  taglia- 
ta la  teHadaun»  defuu  (eruuri,put  éfua  ucdantàjoadt 


E L O Marte 

dice  D A N.  0 Saul  come  in  fu  la  propria  fpada  Qjiiulpa 
reui  mona  in  Gelboe  ; P * T.  E'ipaflor  ch'a  Golia  rup 
pe  la  fronte  Ttanfe  la  ribellante  fua  femiglia;Et  foprail 
buon  Saul  cangiò  le  cigha  ; Ondeafiai  può  dolcrfi  a fiero 
monte: ptrnothe  Dauid maledifieil montiydouefu  mor- 
to Saul,i  he  ne  rugiada,ne  pioggu  piu  mai  ut  cadefle. 

Scipione  il  maggiore  Afruanogiouanetto  tfsendo,  dife fi  il 
padre  a Tauta  nel prm,o  tombattere  de  Canhagineji  co  1 
Romani:  Rite  mie  la  nobiltà  Romana  dopo  L'epitul  baaa- 
glia a Lanne  ,cbenonabbattdonaJfero  la  paina:pot  nel 
uenufmnnjuario  anno  fatto  pretore  racquiflò  la  Spagna, 
bauendo  umto  l uno  XT  l’altro  Ajdrubale,& Magone  Ca 
pitaiii  de  nemici  : Indi  uenuto  0 Roma, & fallo  Confile  paf 
iò  ài  Africa,  oue  umfe  Sipbace  Re  de  Mafjili,  <Jr  Ajdru- 
balle;  Fiat  fine  umfe  il  uittonafo  Aniballejoauendolo  già 
coflreiloa  panirfi  ditata  per  dar  foccorfòalla  patria i 
tf-  fe  Cattbagine tnbmarapcr alcuni anmde  Rumam  ; 
dr  ne  trionipbÒ!  'tfe  guari  flette,  che  andando  legalo  del 
fratello  ch’era  Coniotepfr  Capuano  ui  Afta  coatra  An- 
liocbo,  ^ Amballe.gU  acquiliò  U triompho , et  il  nome 
eterno  eguale  al  fuo  : che  ji  come  egli  Africano  cCbaueT 
uinta  l'Africa , cofi  coflut  AftaticoSbauer  uinca  CAfta 
fu  I biamalo . onde  benché  Ce  fare  per  la  moUiiudine  delle 
uittorie  auaniQ  Scipione , cr  ogni  altro  famofo  i apuano, 
per  la  qualnà  del  umeere  fu  dubbio  qual  di  tor  due  memi 
piu  laude  : Tercioihe  Cefare  uàuendo  tanti,  dr  fi  fieri 
popoli,  oltre  r alpi,  dr  le  Romane  legumi  in  Hijpagna  par 
ebeumeeje  eftercin  fengacapo;drumcendo  Tompto, 
par  che  umcejfe  Capuano  Jenga  ejferciio.Ma  Stipane  uin 
fe  li  piu  figga  Capuana  ,dr  il  piu  ualorofi  dt  quanti  nV- 
ranofiatiancbora,&CepercUo  muecihiato  nella  mihlia, 
dr  tante  uolte  uitiorajò , dr  quella  città , che  tanti  anm 
tra  fiata  emula  é Roma . T^ndtmeno  i7  P e T.  prima  no 
mando  Celare  par  ebefeguendo  la  comune  opmone  gh  dia 
il  primo  luogo  nel  uaìort  delF arme^doue  dice.  Da  man  de- 
ftra  , ouegh  occhi  prima  pur  fi  La  bella  donna  hauea  Ce- 
lare^ Scipio  Ma  qual  piu  prefio , a gran  pena  m’accorc 
fi.drnel  capaoto  , che  commiu  T^el  cor  pica  i amanjfi- 
maèdce7^,doue dice.  SottoCmf'egnad'unagranReir 
ua.  Etdamandefira  haueua ,il gran  Romano (mten- 
dendoCefare)  C he  fe  in  Germania,  dr  Francia  tal  nui- 
na.  A uguBo,dr  D rujò  feto  a man  a mano  : Et  duofolgom 
ri  fico  di  battaglia  II  maggior ,e^  il  minor  Sctpio  Afrua- 
no  ; Falfie  anebora  Cejare  iniloquemia  tanto,  che  polena 
a Cicerone  agguagliar  fi,  fi  pollo  ahro  tanto  fiudh  uba- 
uefie.  Sctpmne  fu  polio  dal  noflro  P ìt.  nel  triompho 
della  cafluà  : perche  non  fu  egli  d’amor  mantipio , dono 
due  .In  cofi  anguHa,&  fohtaria  uilla  era’lgrand'buom, 
che  dt  Africa  i' appella , "Perche  prona  col  ferro  al  uiuo 
afrilla  ,m  quella  tal  uilla,laqual  eranehti  diLinter- 
no  babitaua  Shotone  per  uolontarui  effiho  amboribt 
fuffe  affohuo  dal  popolo  Remano  efìendofi  [degnato  fi 
parti  di  Roma  per  ejjcre  fiato  accufaio  da  Attiopetdio; 
perche  fu  cofìretto  a rendere  ragione  della  ammimflra- 
tione  dell  Africa  . dr  altroue  j/  P B T.  O Maffmiffa 
antico  Ter  lo  tuo  Scipione,  dr  per  coliti  Cominciai. 
0 grandi  Scipioni  , 0 fedel  Bruto  , li  Sitpioni  , fu- 
rono mohi , cit  tra  quelh  Scipiadei  duo  fulmina  beU 
li  due/'  I R.  intendendo, come ejponeSeruio, quelh cb* 
morirono  ài  Ht^agna  Publio  Lucio  per  lo  tradimetitodi 

Cehiben, 


Marte  C I 

. CtUibtri.Som  altra  quefii  idueA  fricani  il  ma^iore^  il 

niitort  di  i biarijsima  fama, come  di  (òpra  hahbum  detto. 

4ti  Serrano.  Can  .Attilio  CoUtmo , che  dal  Seminare  fu  detto 
Serrano . onde  Vi  R.  £r  te  Strane  ferentem.  .Andò  Con 
fole  , & Capuano  in  Sicilia  cantra  Cartbagmcfi,a  i quali 
tallo  banenJo  tolto  Etna , Trapani , lihbeo,  ^ Talermo, 
con  poche  nane  gli  umfe  una  grande  armata  de  nemici, et 
ultimamente  glonofo  triomphone  riportò.  P e t.  Cincin 
nato, tir  Serran  ; che  fola  un  pajfo  Senza  colìor  nò  uano . 

Sorfe,  0 Xerji.Lat.Xer^t;  ihe  in  lingua  greca  figni/ica  bei- 
latore.  & .ArtoXerxei,gran  beUatoreal  qual  trouando, 
cbe'tpadre  Dario  apparecchiato  hauea  cantra  Crea  fit- 
tetenlomila  ua/ialli,  ertrecentomila  amia , tà'leffama- 
mila  benché  alcuni  fermano  afSai  piu  nani  per  feguirt 
d'hnprrfa  fi  mafie fptanando  i monti , auuaUando  i poggi, 
giungendo  il  mar  co  ponti . perche  uenuto  in  Helle^mo , 
fece  il  ponte  gmngendo  .Abido , tir  Sello  città  di  giunte 
dal  mareperipaiiod'un  mtglio,poiueggendoloper  la  lem 
fefta  dell  'onde  tutto  ^arfo , comandò , che  battefiero  con 
duri  cclpttl  mare,&  U legaffert  con  ajpre  catene, et  il  pun 
gefiero  con  ardenti  punte  di  fuoco , cofi  fcioccameme  cre- 
di lido  il  barbaro  fare  oltraggio  a ’Hettuno;  a pio  mslgra 
da  lo  flrinfe  un'altra  uolta  col  ponte,  drcofi  due  unite  fe- 
ce fra  Se  fio  ,et  .Abida  il  ponte  al  ma  re.Toigiùto  in  Tbra- 
eia  tagliando  forò  .Atho  monte  altijfimo,  et  per  mego  J'u 
nagran  foffaui  fepafiare  dentro  fonde  manneda  l’una 
all’ altra  parte ,actieche  indi  nauigando  in  breue  corfò  en* 
trafie  in  Grecia . onde  Giuuenateal  quale  in  parte  qui  iihi 
tato  ha  il  nolìro  T e t. nella  decima  Satira,  Creditur  ohm 
yelifitatui  .Athoi , & quienuxt  Grada  mendax  Mudet 
in  hiHorit,conllratum  clafiibiu  ujdem,  Suppofitum^  ro- 
di foltdum  mare , Credtmut  alios,  et  quello,  chefeguita . 
ft  hauendo  Serfe,  come  poi  diremo , due  notte prouato  la 
moltnudine  de  juot  pocoai  nulla  gioua  re  contro  lauirtù  de 


E L O Marte  66 

belò  farfèglialTmcotUro  con  quattro  mila  alle  Thermo, 
pbile  luogo  alto, et  afpro  pollo  per  naturai  febermo  de 
Greci  tra  loro,  & la  Thejfaglia  ; & fi  firmo , che  a po. 
c hi  nifi  pre flati  pafio , onde  bebbe  il  nome , peri  he  a gui 
fa  di  porte  chiude  l'entrata  , ^ uelar  lui  il  pafio,  o fpa- 
uentarlo  almeno  di  paffar  altra  con  la  uirtù  de  pochi . oir- 
de  condanno  de  nemici  tre  giorni  combattuto  hauendo, 
al  quarto  poi  che  uide  tenerli  da  Barhanla  fommità  del 
monte , confortò  l compagni  a tornarfene , riferuarfi  a hi, 
fognidetlacara  patria,  la  filando  lui  coi  juoi  Spariania 
prouarla  fortuna  ; percuchc  uoleanoi  fati, per  quello 
che  dello  .Apollo  n hauea , che’t  Re  o la  dttà  douefier  in 
quella  gueria  perire . panironfi  i compagm  ; tir  egh  re- 
iiò  filo  con  jèteento  Lacedemoni  ti  quali  rifofpìngencfo  , 
^ infiammando  a baldangofamentc  morire  perla  pa- 
tria, nel  defmare  per  dar  algore  alle  forge,  thè  adope. 
rare  hi fignaua  ,difie  loro . Di  finale  compagni  miei,  co, 
me  coloro  che  hauete a (enare  neli’mferno . 'He  quelli 
per  tema  di  morte  indugiarono , ma  lieti  hauendo  Parme 
in  mano , ajfaltarono  gli  lurmici , con  tanto  ardire,  & con 
tamo  impeto, che  benché  combattendo  col  Re  loro  tutti 
occ  ifit  uifufiero , pure  tanti  delle  contrarie  fi  hiere  oca  fe- 
ro , the'l  Barbaro  éhberò  non  combattere  piu  per  terra  , 
Mafar  prouafe  uincere  poteffe  inmare. ondeilnoHro 
P E T.  Ton  mente  al  temerario  ardir  di  Serfe , Che  feee 
per  calcar  i no  fili  liti  Di  nuom  ponti  oltraggio  a la  mari- 
na : tir  quello  chefeguita . tir  altroue  non  menò  tanti  ar- 
mati in  Grecia  Xerfi.  Ani.  De  ghhuommi,  che  Xerfi 
hebbegia  intorno  ;&  Cicerone  allegante  y alerio  Mafi. 
due,  "Ham  Xerxet  qutdem  rtfertus  omnibus  pranùii,  do, 
nit^  fortuna  non  e^atum , non  pedefirdms  copuli , non 
nautum  multitudine  ; non  infinito  pendere  auri  conten- 
tut,pramium  propofuit,qui  inuentfiet  nouam  noluptaié , 
qua  tpfi  inuenta,nonfuit  contentus. 


Greci,  far  utile  prona  di  quello  chepoteua  per  mare  ; Ma  Tamiris , altramente  Thomiris  Rema  degli  Scithi  ,o  Maf,  - 


con  peggiore  fortuna  fu  da  gli  .Aiheniefi , dr  da  compa- 
gni per  lo  configlio,  & perlonoierediTbemifiocleloro 
duca  uinio,  drpoflo  in  fuga,  haueano  -dthemefi  nelpri- 
mo  uenir  de  barbari  Infilata  la  città, & con  dugento  nani, 
«nero, come  ferine  lficrate,eon  Ix.commefft  lor  falute  al 
marr.  Il  Re  lafiiando  a Mardonio  trecento  mila  armati, 
■dr  i migliori , l'altro  eftercito  diede  a gli  altri  Capitani, 
abe  nel  fio  regno  il  nducefiero , dr  egli  con  pochi  a gran 
giornate frneuenneda.Abido,&  trouando  il  ponte  rot- 
eo dall’onde,  tuttopien  di  paura  con  una  barchetta  pafiò. 


figeti , la  qual  mandò  il  figlio  fio  unico  con  grande  efier, 
àio  contea  Ciro  alla  dtfenfion  del  regno , ma  fu  unto  et 
morto  col  fio  effercito  da  Ciro,  ma  la  Rana  riparato  fef- 
fircuo  é nuouo  con  mfidie  fafialtò  ; & uccifr  ducente 
mila  de  Terfi  ,drii  capo  di  Ciro  mi  fi  in  un  Otre  pieno  di 
fangue  humano,  con  tal  parole  Di  fangue  eri  afieta. 
to , bora  fangue  bei . o come  dice  il  noRro  Dan. 
Moflraua  la  rouina,  e'I  crudo  feempio  ; Che  fe  Ta- 
min,  quando  difie  a Ciro  fangue  fitifii  ,dr  io  di  fan- 
gue t'empio. 


"He  con  miglior  fortuna  rimafeil  fuo  Capitano  iti  quale  Tarquino,  ultimoRedeRomani.D  a it.yedi  quel  Bruto, 
fu  poi  in  Boetia  da  cento  mila  de  Greci,  ihe  ini  con  lui  s’e,  che  cacciò  Tarquino.  uedia  Lucrelia  aiiq.&a  Tana- 

rano  aggiunti , uinto  & cefi  retto  a fuggire  ,&  non  pur  qutl  augura  fua  moglie  «790. 

quefla  mifera  rouina  , che  fu  tu  Salamina  Del  po^lo  Thcmiftocle,  olirà  la  battaglia  infra  Dario,  tJr  Mil- 
tforienee infelice , onde  y 1 R.  Sumpatriaexithacaco-  ciade  , nella  quale  in  tal  modo  combatti  con  uirtù. 


tnei  infebàs  ybjfis . a Maralhona  poi  luogo  in  .Attica , 
oue  Dario  padre  del  detto , con  fiicento  mila  armati  da 
dùà  mila  .Atheniefi , mille  Tiatefi  per  lo  ualore  di 
Milciade , che  non  afiettatuio  il  foccarfo  delli  Spartani , i 
quali  uedea  intertenuti  dalla  religione  é quattro  giorni 
indugiare , piu  eh  fperanga  potè  nella  preflezza , che  nel- 
la compagnia  de  gb  amici  ,&  per  la  uirtù  de  foldati  fu 
rotto , (ir  filar  fi , <jr  coflretto  a ritomarfene fuggendo  in 
Oriente,  dr  Leonida  Re  de  Spartani  poi  che  s’udì  Serfe 
in  Europa  efi'erepafi'tto  ,dr  uenir fene  in  Grecia  egli dili- 


& con  prudentia , che  meritamente  a lui  quantunque 
giouane  fojfe  la  prima  Laude  fu  attribuita  , poi  eletto 
Duca  cantra  Xerfi  flimando  efiereil  piu  utile  combat- 
tere in  mar  che  in  terra  ,fece  tutti  gli  .Atheniefi  en. 
trare  nelle  nani, crui  tal  modo  andò  centra  Xerfi  ,ei 
efSendo  in  quello  gli  Ioni  ribellali  da  gli  Atheniefi , et 
actofiatofi  dalla  parte  di  Xerfi, et  giudicando  Thrmi- 
flocle  la  co  fa  pericolofa , andò  al  porto , douedoueano  de- 
fixndere  ,et  in  quel  loco  fcnjfe  in  fafiì,  et  marmi  grandi , 
quanto  errore  fojfe  il  loro  efiere  centra  di  toro  progeniloà 

1 H 


Marte 


CIELO 


Marte 


tJr  cmrj  quelli , Uqiub  piu  uoUe  erano  flati  uindici  della  Tiphco.  Lat.Typheus  Gigante  uno  de  Titani,  il  quale  coi»-  ^8i 
loro  libertà , tommcmorando  li  bcmfiti  fatti  nella  guerra  battendo  co  fratelli  centra  Ctoue  fu  fulminato  dalla  fua 

di  Dario,  onde  gli  lenii  quando  ui  gtunjcro  leggendo  quel  fletta  ; &fu  mejio  fottoil  monte  di  Ethaa . uedi  di  fopra 

le  fcritture.nella  battaglia  fi  uoltarono  contea  Xerfe.  Ef-  ad  Encelado . 

fendo  adunque  quelle  republicbe  greche  fotte  ilgouerno,  Ticio.  Lat.  Tuyus  Gigante  fu  figliuolo  di  Gioue,dr  cT  Hede- 
^ au^iaodiTbcmifioile,  giunto  al  fretto  del  mar  di  sa  ra  figlia  d‘,Arcomcnio  .&  temendo  Gioue,ihe  lunaue 

non  fin  auorgefe  lo  nafiofe  fiuto  terrai  onde  fi  credet- 


lamtna,&uolendo  alcumdi  quelli  ritornare  alla  difefa 
delle  terre , & egb  dubitando  per  la  fùa  partita  non  fofie 
atto  a refiàerea  Xerfe , fcriffe  una  Uttcra  ad  efio  Xerfe 
ferfuadendogb,  che  uenifie  a battaglia  ,cÌciofia  cofa  che 
ad  un  tratto  in  quel  luogo  potea  pigliare  tutta  la  forga 
della  greca  natume . Douefe  partire  le  lafciafSe,haurebbe 
poi  difficultà  maggiore  di  ottenere  il  domtmo  della  Gre- 
cia. Xerfe  adunque  non  cono  fendo  la  prudentia  di  Theuii 
fiocle,  & parendogli  che  le  fua  foni  fojiero  nere , mofse  la 
elafe  per  uemre  alla  battaglia  : onde  mteriicnne , che  già 


te^be  foffe  figliuolo  delia  terra.  Coflut  uolle  congiungerfi 
con  Latona  madre  di  -dpoUme , perche  .Apollo  lo  irafif- 
fè  con  le  fue  fitette,&  caccioUo  nello  inferno.  Si  che  un'ÌA 
uoltoio  gliftraccia  il  fegato,  c<r  le  ime  fina , che  poi  fem- 
pre  nnafeono . leontino  ferme , che  fu  principe  di  Boetia, 
etfidandofi  nelle  fue  gran  forge  uolle  torre  Delpho  ad  .Am 
polline , ma  .Apollo  umfe  lui , & caccialo  nello  mfer- 
no,cioè  lo  ridufie  a una  bafa,ifr  pnuata.  U a n.  7ipn  ci 
farireaTitio,nea  Tipho. 


Iquami  che  erano  panni  fi  ritornarono  per  paura  a The  Tito  rlaminn . CoSìm  nel  fuo  Confolato  fcacciò  il  Re  Tbi- 


miflocle,  onde  per  quefioféguendo  la  battaglia,^  uolian 
dofigli  lonq  infauore  de  Greci , fecero  in  mudo  che  Xerfe 
fu  umto,  drgia  era  d'intorno  circondato  tutto . ma  dubi- 
taiido  Tbemiflocle , che  per  aifperatione  i Verfinonfi  m- 
ftauraffino , gli  apri  una  adito  ,efr  mandò  a dire  a Xerfe 
che  fifuggifiepruna  chefufie  prefb,  moflrandtgli  il  mo- 
do & la  uu,  lUbeuedendo  Xerfi  me f e ad  effecutione,  & 
nilifi  imamente  fe  ne  fuggì.  Tbemiftoc  le  dapoi  fe  ne  tomo 
in  Mtbcne  conia  uittona  .fu  permerao  poi  di  fidegna 
opera  banéto,&  fi  riJufie  in  Terfia  appreffo  di  Xerfi 
quale  baueuauinto  .onde  Xerfe  gratamente  riceuutololi 


lippo  di  Grecia  : uùqi  T^abide  Tiranno  de  Lacedemoni,  et 
diede  libertà  a tutti  i Greci  ; ilqual  aito  é pietà  Juggiogà 
tutta  la  Grecia  al  popolo  Romano . <jr  però  dice  il  noliro 
P £ T.  Tno  Flaminio , che  con  forga  ninfe , Ha  affai  piu 
con  pittate  il  popolo  greco . Terchibe  comandò  a tutte  le 
città  di  Grecia  a lui  loggette,  che  uenifero  un  é difegna- 
toaduérelauolontàdel  Senato, liquali  conuenuti  con 
gran  paura  afilettando  La  fententia  ; fatto  filerà  io  con  al- 
ta noce  fe  pronunciare  quefta  fententia.  s,  T.  & 
T.  SÌ^Flaminiut  imperator , omnes  gracia  urbes  qua  fub 
ditune'Philippi  regii  fucrunt  ,hberat  ,& immune! efi* 
iubet . 


fe  grande  honore;  & uolenJo  Xerfeper  uendetta  farguer 

ra  ad  .Aibene,fcceTbemifiocle  fino  capitano  ima  efSendo  "XnoSempronioGracco.uedidifopraaGracco  .qro. 
queHo,per  non  fir  guerra  alla  patria,  (fr  per  nontradtre  Tito  F'efpafiano,  uedi  di  folto  a l'efpafiauo.  484. 

Xerfi,  uolle  per  morte  a ciafeuno  fodisfa  re , onde  prefir  li  Ti  to  Manlio  T orquato.uedi  qui  di  (otto  a T orquito . 
ueleno  ,mef alio  della  fua  patria  morì.  V ìt. Tbemiflo-  Torquito  .Tito  ManhoTorquato  fu  figliuolo  iunLuào 


cle,&  Thefeo  con  quefta  fetta 
"Ihcfeo, figho  di  Ethra,  di  Tittheo,  & S Egeo  Rei.Atbe- 
ne,  0 come  dicono  lefauole  di  riiOM  ,fu  uno  de  compa- 

gni d’Hercole , (fr  riportò  uit  torta  delle  .Amazuni:  per  fe 
ftefio  ninfe,  & occife  tre  fieri  huomim , il  cui  fiudio  era  di 
fare  crudelmc  nte  altrui  morire, prima  Corrinelto,pui  Sci, 
rone,  iltcrzoScironeficcife  poi  Cercione  ; occife  Trocru- 
fte , non  meno  crudeli  di  quei  tre . Menò  legato  in  .Albe, 
na  quelfieroToro,  che  da  Crea  in  Teloponnefo  haueua 
Hercole  tradutio:  occife  poi  per  configbo  della  innamora- 
ta .Ariadna  il  Minotauro  : .Aumentò  la  cittàdiMlhene, 
& coHrmfegli  .Atheniefi  a uiuere  folto  le  fue  leggi.  Rapi 
Helena  dopo  la  morte  di  Thedra  : Fu  con  Tirotboo  allo 
inferno  a rapire  Troferpina . .Al  fine  fcacciato  dalla  pa- 
tria morì  in  effilio  nella  ijola  di  Sebiro . Fubuomo  di  gran 
configtio,  & non  di  nunor  animo,  dP  fu  il  primo , fecondo 
TluaOicbe  trono  te  confederationice  le  leggi.  L’altre  hifìo 
ne  fono  tutte  a gU  fuoi  luoghi  difl  imamente  per  ordine  col 
locate  :& perodue  ilmfiro  P 1 1. Et  ella  (.L  Thedra) 
ne  mono  uendetta  forfè  D’ H ippolito  ,efr  di  Thefeo,  or 
S .Ari idna , Ch'alitando , come uediamorte corfe.  Tbe- 
miHocle . & Thefeo  con  quefia  Setta . Et  Menaltppe,  (fr 
ciafeuna  fi  fuella.  Che  a utnarle  fu  gloria  al  grande  .Ai- 
Òde,  Che  tuua  hebbe,(fr  Thefeo  [altra  (òrella.F'edi'tfa- 


Manlio,  tl  quale  perche  mo  flraua  mvlto  efìere  tardo  cfin 
gegno , dal  padre  in  uilla  qua  fi  era  fiato  relegato  ; onde 
Manlio  accufato  da  un  Tumpomo , Sentendo  quello  Tor- 
quato , come  ferine  Liuio  ab  urbe  condita  libro  fettimo 
y forcato  dalla  paterna  affellione , tornò  a Roma  : & con 
la  fpada  in  mano  cofhvfie  a giurare  Tompomo , che  defi- 
flerebbe  dalla  accufa  del  padre . Dopo  dchberando  i Ro- 
mani di  fpegnere  in  Italia  le  reliquie  de  Galli ,creato  Da, 
tutore  Quinto  Minutio  Temo,  & Sergio  Cornelio  ualtigf. 
mfe  maefiro  detta  mihliaTito Monito  andò nell’i ffercito, 
là  doue  efSendo  un  Gallo  prouocatore  a battaglia  de  i Ro- 
mani cauaheri , foto  Manlio  procedi  comra  S lui,&  coi» 
battendo  lo  ninfe,  (Ir  togliendogli  unmomtequal  porta- 
ua  al  collo,  Cp  mettendo  a feetcqutSlò  indi  il  nome  dtTor 
quoto  jperebe  in  Latino  fi  c biama  torquei.Fatto  poi  Confo 
le  conira  Lat im,& Sanniti  : pere  he  Ù figlio  haueua  com- 
battuto comra  li  fuo  comandamento,  benché  riporta/Se  la 
uittoria.per  troppo  pietà  della  patria  uccife  il  figliuolo  co» 
lafcure,  ^foSlenne  refìar  priuodelfigliuoloetcciocbela 
militia  non  fuffeorba  ; rhnafe  dopo  uincitore  ; yinfe  poi  i 
Latini  al  fiume  di  Teferi  al  monte  é Somma  non  lungi  da 
"napoli . onde  il  noiìro  Par.  Toi  quel  Torquato  icbe’l 
figliuolpercofie , Et  Valerio  Coruino,dp  quel  Torquato, 


Che  per  troppo  ptetadeuccifètl  figlio. 

mofofideSìThefio)con  tante  fuelode  Trefo  menar  fra  Ttihno , fu  Im^atore  di  tanta  eccellentia  ;ch'i  difficile  qtg 
due  forella  morto  ; Luna  di  lui,  dp  et  Jet  altra  gode . ^ giuécare  ; fe  fu  piu  egregio  in  difòpltna  militare  ,cheiu 

Dan.  Mal  non  ueugiammo  di  Thefeo  [afialte , gfufìitia,&  l)umamta.Coflm  accrebbe  molto  lo  imperioi 

il  quale 


Matte 


CI  E L O 


Mirre 


H tjiiale  itigli  imperidori  thè  furono  dopo  .4 ogHfio , ^ 
nn  itrgt  a lai  era  jhto  pw  difefo , che  amplialo  ; di  tanta 
hamamtàahe  & a Koma,e!r  per  teproam  le  ciaf  carta  ao 
leaaafeeqaale.  Fa  clemeate,& liberale, drmoito alleg 
geri  il  popolo  da  tribali. l'i/itaaa  gli  amiti, tome  priaaio, 
non  come  imperatore . Saccefje  a T^raa  il  centefime 
anno  delia  noflra  folate.  Tnompbi  de  Dataci'  deSiiibr, 
£t  rimoJSo  Decebalo  Re  di  Dalia , la  riduffe  in  proaincta 
de  Romani  ,0"  a lai  fi  dettano  gb  Hiberi,Saartmaii,Ara 
bt,  8ofphorani,(lr  Colliri . Occapò  Seleacac&  Babilonia , 
& nel  mar  ro^oordinò  grande  armata  per  andarein  In- 
dia.Coflaiperfegailò  Cbnfliani;  ma  aaifatoda  Vltmo  Se 
tondo,  il  qaal  era  in  magiflrato , che  eccetto  che  non  ao- 
ieanofarefacrificio  al  ^ode  gentili,  eran  di  ottima  ai- 
ta,&  colami, & obedienli  aW  imperio,  Rijfrofe  ; che  tali 
baomini  non  cercale . Ma  aenendogli  a cajo  alle  mani, gli 

>'  MCCiitjie . Ridale  anehora  in  proaincii  .Armenia , .Af]t- 

ria,;}r  MeflopotamU . Mori  m Selennati,  .Altri  jcriaono 
in  Seltatia  nel  Lxiij.  anno  della  faa  aita,  & pia  none  mefi, 
tir  qaattro  dì.  Il  cenere  fuoinatfi  di oro  raccolto  fu  porta 
toaRoma,cr  collocato  m foro  lòtto  la  colonna.  Hetinnan 
do  Francefe,  & Tolleralo  Inglefiparttcolarmenie Icnao 
no  di  Traianoiche  aolendo  ire  ui  efSerat»  fe  gli  gitiòa  pie 
diana  uedoaeUa  ; ihiedendo giuflitia  , cr  fodhfattionedi 
mno  filo  jigkuolo,ihtgla  era  fiato  ateifo.  Et  furono  in  que 
Ha  petittone parile  di  lei,&  H Trai  ino , leqaaii  il  noflra 
Dan.  reata,doue  due.  Et  èco  di  Traiano  mperadorei 
Et  una  aedonetla  gli  tra'l  freno  Di  Ltgnme  atteggiata,  et 
di  dolore  Dintorno  a lai  parca  calcato  pieno  Di  cana- 
lieri,  drragaglie  ne  f uro  SoarefSoia  aifta  al  aento  fi  ma 
Itlena.la  mifènila  infra  tutta  eofluro  Tarea  dieer;  Signor 
fammi  aenietta  Di  mi  figlto,th'ì  morto  ond'to nf accoro-. 
Et  egli  a tei  nfpundcr,hor  afjietta  Tanto  ch'io  torni  i &el 
la  ; fig^r  rnto  ; Come  perfona  , in  cai  dolor  Capretta  ) Se 
Ìn  «mi  torm  f & qnello  che  fegmta.  Dicrfi,  cbe  le  atrtà  di 
Traiano  moffono  Gregorio  Tapa  in  forma  che  tanto  pre- 
gò pbr  lai , che  gli  fa  r'meUto , ch’era  Ubero  daSlepme 
■delloìnfttHO.  P s r. Traiano  ,& Mriano,  .Antonio,  <ir 
Marco. 

Tàrno  figlio  di  Ddano;&di  Temila  Re  de  Ruto'i  ,ilqaak 
ardcaa per  amore  di  Laaina  figlia  di  Lariho  Re,^ancho 
irà'ch'cfaffe  htiomO  foftlfjimofu  morto  da  Enea,  hauendo 
frim  ( egli  morto  Vallante  fi^  Ho  del  Re  Eaandrt  i '&■  La- 
aina  Jiuenne  moglie  di  Ened,eomé  aJtfie  Enea  di  fòpta  è 
detto.  P E t.Tcnfofi  aldi  andar  CamiUajciTurno.D  a n. 

\ ^ ^ Che  Tali  ante  morì  per  darli  regno. 

YeJpafìano  .fecondò  che  f&ike SuetontòTranqatUo  hebbe 
origine  da  Tito  FldiHó  Teirokio  cittadino  Reai  irto . Jiatu 
qae  Tc^afiano  fotta  Maguflo  magro  reatino  in  an  pte- 
4ioto  eajieto  nominato  aBiora  FaUchrine . fa  nutrito  da 
ima  fha  auota  nominata  Tertallia  ,'CrefchiU , <d-'prefa  la 
toga  airde,aenne  a Roma  imperante  Claudio, cJte  fa  qain 
jé  imperadore  ; elide  ^ faùóredigli  amici  aMfegai  alca 
nt  degniti,  cioi  la  pretura, tì"  la  eiiUtà  f refe  danna, qual 
fu  dimandata  Flaaia  Domicilia  tdeilaqual  Hebbe  due  fi. 
rliuoli,  cioè  Tito,  & Dominano,  (frana  figlia  femm-t-, 
vqaate  morì  infièmi  fon  la  madre  prima,  che  Tcfii-ifia'. 
nofofie  aJSanto  anoimperi&;  t'effafiano  aiaenl > CUa^ 
dio  andò  in  Germ  mia,  &paflò  in  •Britannia,  doae  in  cia- 
fcana^nauncia  dopo  molte  battaglie  riimfeco»  gUrm-, 


ér'triomphò  aittorio.'i,  occupando  in  Britimia  ctrVt 
uenli  caiiclla,  cr  una  iiuia  ibiamata  TeBe,  la  quale  fot. 
tomije  allo  imperio  dt  Claudio . morto  CUadio  par  opra  eh 
"Herone , effeudo  già  proceduto  Tcfpjftano  mfieme  eoa 
Tuo  fao figUo alUifpcMiìone Induca, laqaale  copiofcmé 
te  ferme  Iofcpbo,neUotmperio  fuccedeite Tenute ,dr 
dopo  la  morte  di  'Herone  hauendo  Galba  da  lai  ribellala 
la  Spagna  ,fn  chiamato  imperadorc  da  li  militi  Romani . 
Interuenne  poi , che  Oiho  qual  era  flato  a T-lr rotte  am  im 
cifjìmo  uccife  Galba,&  i milui Romani  il  chiamarono  im 
peradore.  Era  in  quel  tempo  m Gei-manta  Titclliocott 
an’efienito , onde  fentendo  i militi  Romani  la  morte  di 
Galba,drla  facce/itone  di  Otho , c hiamaroao  Imperato, 
re  Titellìo , il  quale  ritornando  in  Italia  combatti  con  O. 
tbo , cS"  lo  coHnnfi  ad  ucudete fe  jiefio , cir  f'iiellio fil» 
rimafi  Imperadore . L'ottano  mefe  dello  imperioéTi- 
teliìo  già  eserciti  Romani,  quali  erano  inTngaria,^ 
quali  altra' l mar  di  Siria,  & di  Giudea  fi  nbellaron  da 
lui , crchiamaron  Teffiafiano . ilquale  ritornando  m Ira 
Ha  lontra  TneUie  lo  prefèafiendo  egli  per  paura  afiai  mi 
mente  fuggito , & lo  fece  morire , & fu  decimo  Impe- 
ratore . T Ito  poi  fito  figlio  per  le  fue  fingulari  kiriù  era  co. 
gnomtnato  dal  padre  Tefp.ifiaao  ,&  tal  cognome  era  ae- 
ramente  a lui  conaeneuoLe  tanta  era  la  leggiadria  ,gram 
taudme , ^ humamei  ,che  diinofiraaa  mp.trole , in  co. 
fiumi , & in  opere , & era  apprefjò  qnefio  beellijsimt  di 
■corpo  jeffendo  egli  Tubano  in  Germania , ^mBntan. 
aia  meritò  fomma  laude , come  teihficano  t imagim  del. 

‘ Carco  iriompbale , quale  anehora  bctggifi  uede  nella  cit. 
td  di  Roma.  Medefimameute  la  mfegna , memorabi- 
le miloria  dt  Gierufalem , per  laqualefn  Tito  da  i fuot  mi 
itti  chiamato  Imperatore  iCrinficme  col  padre  admim. 
Brò  lo  impeno . fu  tlemtntifimo , & dt  tanta  bemuo- 
lentia  , che  quando  fofie  flato  un  giorno  feirga  hauerfat 
Io  qualche  beneficio,  iittcnfamente  fi  attriflauj  .&fico- 
■me  egli  fn  eccellente  in  ogni  uirin , cofi  pel  contrario  fu 

■ Domuiano  proelme  ne  mtq  i Luffuriafo , Ingiù  fio  ,aua- 
To , perfeCHiore  de  Chrilìiani , & Giudei  & come  feri, 
ue  Tranquillo  nella  fiale  uoleua  alcpcante  bore  dinpof», 
&m  quel  tanto  mun’aliraeoft  focena , che  ucadcrmo. 
Jihe , dime  fi  alcuno  lo  damandaua  per  bauer  udutrga  , 
-fe alcuno  era  eoa  Cefare, lutto  Cnfpo  fuo  cauaiierorta. 
fpondeua , 7dec  mufea  qmdcm.  & quantunque  Domt- 

‘I  tiano  fojfe  del  corpo  bello , era  però  mttofifjimo , onda 
dice  il  nofiro  P i r.-  eflludcndolo  fuori  del  triompbo 
della  fama.  Tofaa  Te^afian  Col  figlio  nidi  llbuone'l 
bello -f  mmgia  il  bello  t‘Ì  no;  (intendendo  Domala- 
Ho)  (y-altroue  Trfpaftan  poi , é-atle  fpalie  quadre  II 
'riconobbi  a guifi  dhuomebe  poma  ConTUof  Mode  Co- 
pre alte leggiadre;  Domiliannon  u'era,ond'nra(fi’ 
fonia  Hanea . 

Volimmo . Lucia  t'olunnio,o  come  fi  legge  altroueOuitt 
to  l'olunmo  nobile , non  di  pingue pcrthe  fupkbeo , ma 
di  uirtù  degno  di  alta , (fi- gran  laude;  il  qual  fu  due  not- 
te Coalide  con  Mppv.  Claudio  nella  guerra  de  Sanmti; 
& de  Tbofiani,&  nel  frgiieme  anno  fu  Troconfòte  ; poi 
fu  Legato  di  L Taprrto  Curfitre  ninfe  in  quella  guer- 
ra i Tbofeam , (fi-  i Sanniti  fin  uolte , (fi-  efiendo  m Ro- 
ma  uni  granéfiinia  pelle  furono  mandali  iir  Grecia 
•a  panari  Efiulaptoc  in  Rama  dica  Legati  i pcrtmba 

l iq 


Marte  C 1 E L O Matte 

yoìmmio  hiueua  configluto , ibe  loucro  joccorfo  era  di  ti  ritornati  a battaglia,  alfinefmii’itafyprrata,&frt 
doHcr  ricorrere  a IdJioJ>aue>ido  prima  i Jìomjm  ijpenmi  fa  Zrmbta;  Uqnal  poi  ritornando  ,AnreUaHO  londmiji  la. 

tati  tutti  irmedt  mondani  de  quali  fn  egli  primo,  feruti  Jtan^ialjiioirioinpho  inftemetol  fno  carro , qual  era  di 

adnnquegli  .jdmbafujton  ai  tempio, ir  porti  dinotamene  argento,jopra  delqiiale  credena  amhora  dominar  Roma, 
te  i preghi  loro , di  fatto  alla  imagine  di  Efiklapio  ujcì  un  .&  di  tri  nnperatori,the  furono  tra  Faleriauo,  &,Aure 
ferpente  pm  preflo  mfem  nerabde  che  borrendo,  ir  pia-  ho  mentre  ella  regnò , nefiunofu  ardilo  a prender  l'arme 
namcnte  procedendo  peruenne  alla  nane  de  Romani,  do-  conira  di  leu  ir  però  il  nofiro  P 1 1.  de  ferme  affai  larga» 

ne  fi  lolcò  nel  tabernacolo,  onero  albergo  dil'olunato,  & mente  quella  hifloria;  onde  dice. Toi  nidi  Cleopatra  ,()• 

ritornando  i Romani  con  effo , come  furono  peruenuii  ad  cafcunarjà  D'indegno  foco  ; ir  nidi  in  quella  trefea  Ze- 

Hoflia  il  Serpente  ufei  della  nane , ir  entrò  in  una  prof  juhia  delfuohonora/iai  pin  fcarfa.Bell‘era,&  nell'età  fi» 

finta  felua , nella  quale  doue  fi  fermò.  Romani  collituiro-  rtta,crlrefca  ; Qjeamo  tn  piugiouentute,e‘n  piu  belleg- 

no  un  tempio  in  bonore  di  Efculapio , per  Ixqual  cofa  la  ga  Tanto  par  choneflà  fua  laude accrefea:  1<{el  eorfcmi- 

CTuda  peSiilentta  lubitammte  acquetò . & queUotanto  neofulantafermezza,Checotbelmfo,irconCarmata 
berufitofatto  a Romani  ,fu  attribuito  tutto  a f'olunmo.  toma  Fece  temer, ehi  per  natura  ^rexgailo  parlo  deU’tm 
onde  dice  ilTt  r. Voi  nenia  quel,  che' l liuido , ir  mah-  perio  alto  di  Roma,  Che  con  arme  afialùi  i benih'a  Peftrf 

gno Tumor di fangue bene  oprando opprefie  yolunmo no  mo Fofie a noflro triompho ricca  fama. 

btliCalta  laude  (Ugno.  Laqual  infermila  ideila  da  me-  hittagMi- Lat.  prahum,ir  confii(lus,toHfii(ho,contentio, 
dici  .Apofiema . comurf ut.  Bellona  fua  Dea.  P b T,  Quando  amor  conun» 

\erfc,  0 Serji,  figlio  di  Dario,uedi  difopra  a Serfe , ciò  dami  Battagha  .Et  duro  campo  di  Battaglia  d letto . 

485  Zenobia.  Reina  di  Valmirem,  che  dopo  la  morte  del  futi  ma  Torte  preft  in  Battaglia , parte  ucci  fi.  Camilla,  & f altre 

nto  Odonato,  qual  fu  per  opra  d'un  fuo  confobrino  Maen-  andar’ufe  inBateagha . Operane  di  pace  fi  di  Battaglia, 

ho  occifojrefie  con  molta  laude  P imperio  dì  Oriente  Air  nel  B o c . Battaglia  .Affira.  'Uauale.  Cuntinoua  de  peufierL 

le  guerre  uincenda  moflrò  ualore  di  nohihfiimo  C aiutano.  la  Battaglia  de  T opi,ir  delle  Catte.  Mille  pertcolof  Bai- 

fu  ornata  di  fmgoiar pudieitia  ,&era  bella , (fi-  frcfia  di  taghe . 1 Baltaglierefihi  Stromenti.  P».ll  Bailaghenolf 

età , lequah  due  cofe  molto  incluiano  a piaceri  lafcmi , ir  Marte.  FI.  Dan.  Con  l'animo , < he  uinu  ogni  Batta- 

fer  queftogh  accrebbe  maggior  laude , ir  gran  maraui-  glia.  7{e  le  prime  Battaglie  del  del  dura,Voi  uince  tutto, 

gliaueramentefucheinuncor  feminile  fpfietantafer-  Mmos  figho di Cioue ,&é  Europa  fecondo  Vhmofud 
mezga , ir  coflanga . in  quefio  tempo  efiendo  fuccefio a primo,  che  facefle  battagha  nauale. 

Sìutnidto  fratello  dt  Claudio,  AureUano,  ilquale hauendo  G ucrra .Zat.  bell um, arma ,certamen , contentio , dueUum, 
ricuperato  tutto  t Occidente , uoUe  eliandio  che  l'oriente,  pralium, pugna,  miUtia  prò  bello,  coi^iBio,  confhdutfiì 

qual  teneua  Zenobia,  ritornajfe  fitto  del  fuo  impero,quau  curfis.PtT.&Boc.  Guerra  Eterna,Verpetua,  A- 

tunqueeUaperifighuoU  inpacifica  pofSeffumeilteneffe . fira,AfprifSima,Crudele,lJinga,Breue,Tanta,ContittO- 

Scrtfe  adunque  prima , cbetentafSela  guerra  m qucHa  ua,t'fata,Foiita,Dilò,tpiri,Gvini.t  Duierfe,Grààifimit 
forma.  .Aurelianut  Jmperator  Romani  orbis,&  receptor  con  Cuerregeuole  Voce.  P h.  Mia  dolce  Guerrera . Sen- 
enentii , Zenobia , catcris^ , quos  fiiietas  tenet  bellica.  ZA  trouarmi  dentro  altri  Guerreri.  D a s.Romagna  tua 

Sponte  facere  debuiSìii  id , quod  meis  lilteris  nunc  iubt-  non  fu  mai  fènga  Guerra . 

tur . Dediiioiiem  pracipio , impunilatemu  propofiia  1 ita  G uerreggiare . Lat.  donicatio , conurtath , confliSatio. 
ut  Ulte  Zenobia , cum  tuis  agas  uitam  ; ubi  te  ex  fenam  B 9 c.  / fiimo  fittfìa  al  bene  ammaeflrato  Guerreggiaf 
tmplifiimi  femeniia  collocautro,  gemmai fiurumfirgeur  re  affai  ageuole  a uincere . 

tum,feTÌcum,equoi,eameloimRo.ararutmtonferasi  Guerreggiare.  Lat.  beliate ,dimUare.  h o c.  Fiorentini  • 
TalmyreniiiusJuumferuabitur.Zenobiabauendoadun.  guerreggjananeconSenefi. 

que  rieeuuta  la  rpiftoLi , ne  m animo , ne  in  parole, ne  Bàr2ttiibarufa,zuff'a.lat.prahum  conftiflus.D  a u.Ver 
etiandio  in  fatti  fi  diminuì  la  fua  degna  uiragine.  ad  Mu-  che  altra  udita  fui  a tid  Baratta£arattare  ,uedi  a 174. 

reliano  cofi  ri^fi,  Zenobia  Regina  ortentis  .Anrehano  Vugni Ja guerra.  Lat.&cenamen,confii{lusfionpt fot fit 
.Augufio.  "Flgmo  adhuc  prater  te,  hoc  quodfiofdt,htttru  dtfertmen.  Dan.  Tur  a noi  conuetrà  utneer  la  Tugna. , 

peiut.  Vartutefadendum  eH  quicquii  m rebus  belheu  efi  Militia.  Lat.& res  aut  Jifciphna  mihtaris.  P t t.  £1  muer  4S7 
gerendum . Deditionem  meampetn,quafi  nefdas  Cleopa-  orbo  per  amor  fifferfe . DelaMihtia  perch'orba  noufuf- 

tram  Reginam  perire  malmfie,quam  in  qualibetumere  fi.  K 9.  t.  Fofie  cadiaa  la  MiUtia  fiera.  Quel  fi  famofim 

digmiate.7ipbisTerJ'arumauxthanoHdelum,quaiam  tutta  la Miluia. 

f^amus,pronobis  funtSarraceni,pronohuArmemi,  Combattere.  lM.certamenifralium ,confiifius,atietf 
latTonesSjripexerdtumtunmAuTehaneéxerunt.quid  dtmicatio.  T t t.  Treni*raPamie,&fia'lConéat- 
igttUT,fiiUauenentmanus,quaundibfieraturipouei‘  ter  corto, 

profeiìo  J'uperiihum , quo  nunc  nubi  idamnem  quafiop  CembatleTc.lat.praliari,certart,bellare,émicare,pu- 
miéfariamuilioTmperat.  Dopo  adunque  le  meffej^r  ri-  gnaresconfi’gert.  P if.Combattea  inme  conia  pietàd 
tenute  hture , ciafiuna  parte  1 apparecchiò  alla  batta-  deftre.  Sempre  conuien  che  combattendo  uiua . Combat- 
ghatdouecòmbattcndodefummarerum.quauot’afiet-  lut'banno,& nonpur  una  Udita.  BoC-tTafrontatofi 

taalla  mrlùhumana,  Zenobia  rtfiòumdtnee.  onde  ha-  combattè.Qjundo  fin  Michele  lombatti  coldtauolo.Cpip 

uendo  combattuto  in  Stria  in  loco  detto  Thtma  apprtf.  battendo  uirdmente.  Egh  non  i cafielio  fi  forte  ; che  effin 

fi  ad  Antiochia  già  iMihiiAurelum  fi  fuggmanoiquà»  do  ognidì  combattuto,  Dan*  7^  uedt  tu  U mortq 

dnapparuc  un  uume,d  quale  h confortò, per  la  cui  mr-  cbe'icombatte. 

Combattitori  '' 


•Matte  a 1 E 1.  O Marte  à% 


Coimbattitori . IM.  bcUatora  tgUJiaUret,  fngH4terfs.  loUtttert  ctlebrttt  ia  Timian  porta  greci . 

Mntomachui  ; ipielùt  che  combaueJa  {Ho  4 feto.  & oc.  Lotte.  Lat.pale{lr4,jlr4  iijueUo,cbe  nolgarmenteditian» 
Iliialaredimupocbi  Cambaimori,  P h.Lc  ium  fMxi  il  giuoco  delle  braccia.  S a x.  Et  nelle  toni  Lotte  piene  di 

tombattiaadalmare.Lat.toncHlia,confttOa,conqua}itt-  rusluane  infidie . ^ 

u.EjiendodaiufimtQniar  combattuu.  V nx.'ìiaiiedt  lottare.S  A x.  ordinò  i premi  a toloro,  che  lottare  nolefSe- 
tondecombauute.umta.  ro,&aliroue. 

Campioni.  Lat.gladatorei,  Ludatores,  athleu,  panerà-  Athleta.  Lat.  lo  lottatore. Eorte^chudo . 

luih,agomHn,pjle5ltite,ptmathii.ipiinijutirmnei,pn.  i fidare , nalfar  nolo  altrui  di  non  uolrrpace,  ma  guerra,  il 
pugnatore!,xi{ìui.  fono  cfueUi  combaiutori  che  fi  condu-  contrano  à Fidare,  che  naie  promettere  la  fede  per  lupa, 

tona  in  campo  per  diluire  loro  quefiiontr&  anticamente  ce.iat.  prouocare.  P ix.  Che  già  ni  sfida  amor  i ondi  io  Ji 

enfi  le  liti  fi  foùuano  terminare,  per  due  campioni  thè  in-  finro.El  é morte  lo  sfida.  Lat  ^n'Im  m'ajficnra  ; aUhor 

firme  combalteuavo,  neper  altro  giuécioalinméti  fi  fiir  mi  sfide  { 

muano.SonoanchodettiCampiomiltbhpublin  ficiiuali  Arma,  & .Arme  fing.^.Arme,ir  .Armi  nel  piu.  Latjar- 
fi  fi  nuono  le  ragioni  tperciochc  dichiarano  leragtomdel  maarmorum  Tix.&Bo  c.jCrme  Romane  .F fate , 

pnbhco.D  a x.SìjuifóleaniCampionfarnudi,^unti  Lucide. & SmagUat’ Arme Cr Fefie.Rottel' .Arme d'a- 

> . Auifindolor  prefa, ilrloruamaggio.ualgiuocodella  pa  morCarco,^jaeiie.Cittate[  Arme  tnterraJl  taglio  del 

leflra,cht  anticamente  fi  focena  da  buomimmditfi)- un-  lafuaKu.UA  era  perduto . Et  eia fiana  miaarmapofi 

tl,cioi  aUebractia^eranu  detti  athlcut.  interra.  A lepungenti.  Ardenti,  & Lucide  A km  i.  ; 

CettKaie.Lat.e!rcertatioJimicatio,ualpMgaa,contraJìo,  D A xJfuihuom/Arme.SemfArmeuccifiiluecthio 
Jcaramnccia , tjr  pighafi  per  auolunifue  lombattimento . Alardo  Senx  Arme  nefce,&  folo  con  la  Lancia. Che  paf 

Ari.  ùoue  honurato , tr  fisiendido  Certame  Haurà  col  fa  monit,&  ripe  muraj&  Armi.  Ond' Amor  già  ii  traf- 

fiioatgnifjimacimjirxe.alfingularcrrtame.  . fi  le  fise  Armi.Et  al  mie  Bellijàr  commendai  l'ArwL 

Fatto  tl'armé.  Let.  pralium.  boc.  Huomini  fempre  flati  Armacurc.  Lat  Armatura  £ o c.  Spogliarfi  le  Tertugia- 
mFatticCarme,&fildati.Andareadegnitomiameuto,  leArmature. 

ogiadra  ,et  altro  Fano  (tarme. "ìiemaiiu  alcun  Fatto  Armato  .Zjti.  P ix.  &b  oc.  Armato  Marte,  Orione, 
d’atme  andò , Tu  bai  fatto  troppo  Fattod’amteperbog-  Amore,Dipatienza  Armato.  Arma  x a. Mano,  Co-, 

gr.meta.dereuenerea.  a..  ma.  Galea, Oritia.  Gente  di  ferro,  &éualore  Armata. 

483  Cio{ira,ieonlraSiofattoconlancie,temiamento.Lat.bct-  KK  u at  iCaKalicrLCompagni,Huomini,'lfsmici,Spi-  -.f 
fiaUTumludus,bclitfimulacrHm.boc.Andarttdogni  rui.  D a n.  Centauri  Armati  dtfaette.Tallade, tir  Mar 
torniamento,oGioflra.'Hemtomei,neinGiòflre,nein  uArntati.  Cefàre  Armato  con  gli  occhi  grifagni.  < % 

fuluncfue  fatto  d’arme.  D A n.3^  fi  uolgeaciafcun  qua  Armare.  Lat.  Pix.  Che  centra  quel  dlArpino  armarle 
d'era  giunto  Ter  lo  fuo  megp  cerchio  a l'altra  Cioflra.  lingue.  Et  fi  pur  larmatalhor  a dolerfi.  In  tei  uagbipnt. 

Cioflran.Latbaflisludere.£c}.C.Cominaiauu>flrartSar  fier  t’arman  (t errore. S’ildifii; contea  me  ^arme  ogni 
meggiare,&  digioflrare.Carolare(&giaflrare.GÌoflra-  flellaAlalma  che  d hunnltate,&  non  d'altr’armo.b  o C. 

ua,armeggiau.t,&facea  fefte.  D ax.&  filo  conia  lana  fauo  un  legno  armare.  Et  armatofi  il  di  figuente  con  al-  <x 

aa  Con  ùqual  geo flrò  Guida..  tun  fuo  famigliare  montò  a camllo.  armò  unlegnctto  fot 

ToTiiiimenn.Lat.troianumagmeu,troiauilMdi,&con-  tile.D  a x.  S i come  il  batcellier  s'arma^  non  parla  me- 

fliBiouet.  Boc.  Soprauenne,  che  un  granTomiamento.  u.  Et  beala  Tiauarra,Ses’arma  del  monte,cbe  lafajcia.  | 

fi  bandi  in  Franaa.Et  incoflumebaueano d' andare  fem-  Cb'agutjadi  fcorpion  la  ^unta  armaua  . Tercbe  di 

preadogntTormameniOtOgioflra  ,oaitro  fiitlodlarme  Tronidcntui  è buon  ch’i  marmi . Onde  conuien  chedi 
tnfteme . Tfj  m Tomiamenti,neingioflre  ninno  u’era  nei  forteztta  t'armi . 

fae  fi,  che  quello  ualeffe,c^tgU.maltuns  uftifikgge  Armeggiare.Lat.e.rercerearma.bo  c.ComineiòadAr.  5 
Tornei.  Caji  detto  dal giuoto  antico  detto  Troia . meggiare,ù'gio0rare.Continouamente  armeggiandoti’ 

Tormare , per  circondare.  Lat.  arcnndare,circumlnere,tir-  giostrando . TdgUaqual  fifla  armeggiaua  alla  Catelana. 

tnmircrimbire.  Boc.  L'acqua  che  fiprabondaua  ; tuta  Et  talhora  armeggucuano. 

IO  il prateUo  tormaua . Armeggiare.  B o c.  Bi  donna  che'l  Inngo  Armeggiareiet 

Intarmare, i datomo,nedi  arpa.  U nagheggiare.  Et  per  midti  Armeggiatori  cotumouan- 

Bagordo  Lat.ludus,i-lHdusiacnlatorum,SpelSaculum.  do  per  multi  giorni. 

Boc.  Conerti  fi , &■  li  loro  taualli  di  fittilijsimi  drappi  Inermci  Lat.  noi  dìfarmato.  P t t.  le  donne  Lagrmofi;  e’I 
eircondati  lutti  di  fonanti  fonagli  con  Bagtrdiinmano,ae  untgo  Inerme . Amor  atco,&  Inerme . Che  foanolemi, 

eompagnati  da  molti  flromiti  uarn,&  coronati  tntti  di  di  timidi , & Inermi , 

uerfi  fronde  bagordando,con  fifla  grande  gli  uermerotn-  Imbelle . «4/  non  atto  alla  guerra . Ari.  Qjianta  qf 

eoruro,facendorifittartaeredimoltifuom.P  H.  T.Gio-  temefSenn  popolo  fi.  imbelle . Efsercito  facean  timido , 
fire Bagordi ttà’miWaUnfoUvcf  Eia  dar  élettoagtona-  e Imbelle  ,ideSì  non  ualorofi.  Voce  da  non  ufarfiiofi 
nettiamomi . fjcibnenle. 

Bagorda  re . Lat.  ludert.  B o c . Sopra  i ctrremi  canalli,  con  Dilàntia  co . Lu.  mermit , dearmatns  ,fioliatns , exutus . j 
baile  in  mano,&  con  bandiere  bagordaqdu.  u.  Corona  Psx.HifannaloGnnane.Luogo.Mi  riconduce  Difir- 
ti  di  diuerfe  fronde  bagordando  P h.  maio  al  campo . Barca  Difarmaia  di  nele , & dtgouemo  . 

lutti.  Lat.  hisla,  palestra,  figmfica  bauaglia.P  sx.Spir  Difirmata  Tlaue.  B OC.  Lo  mdeDifarmato.  Con  due  fa 

uiiammoaltttrreimEMUe.Agefidamofu/òriiffim  migli  ESifùrmti, 

J idi 


A 


Marte 

ttfarmare.  LatJetmarc,f^tìare.  1*  s t.  Uar  fe  tu  difar- 
mato  ; i fon  ficnro  Che  di  gioia,  & di ^emefidijartne . Di 
rane  armato,  ond'hoggi  mi  difarmo . 

Ferro.  Lat.  arma.orurn  per  tarma.per  metonymiam  pgn- 
ram  come  il  Lat.  P e t.  Boc.  Ferro  Offendeuetc,lgnn 
do.Topolo,che  Ferro  mai  non  ftringe.  Fece  Cherhe  (àngui 
gne  di  (or  itene  ante' l nofiro  Ferro  mife.Col  Ferro  auelena 
te  dentro  al  fianco , 7{on  la  bella  Romana  ; che  col  F erro 
,4pn‘lfuocaSìo,&  difdeg>iojopetto.a  morir  le  bijogna fi- 
fe Ferro.Cmto  di  Ferro,i  pie  le  braeàa,  e'I collo. i.  di  catta 
iKajCrmate  di  difdegno  di  Ferroatt  di  pietale.Terthe  pri 
ma  col  Ferro  al  nino  apnlla.Gente  di  FeirO:&  di  Malore 
armaia.L'ahra  è Torcia  ; che'l  Ferro  e'I  foce  affina . Mi- 
nerna  figlinola  di  Cmne  fn  la  prima,  ihe  troMÒ  il  Ferro  m 
arme  emlitare,  ta  ordinò  le  (quadre,  ^ ambe  treni  il li- 
no,&  diede  il  modo  del  filarlo,  & di  tefiere , er  di  cucire 
& quando  dinota  il  me  tallo  atedi  a ii^d. 

Sferrare.  Lat.  iiberare,folMcre/  liberare  dalferro,chi  dal~ 
Parme.  P tT.  Et  non  m’ancide  amor,  & non  mi  tferraj, 
non  mi  Ubera  dal  pericolo. & quello  i il  nero  fenjo . 

%locco.Lat.enfuatuta,&paraxonutm.èffiada  da  caualie- 
re,  t!r da huomo tarme.  Roc.F'n  Cauahere  fonenei 
mfo  crucciato, con  un  Stocco  in  mano.  Et  riprefò  lo  Stocco 

10  cominciò  a feguitare.  A R i.Talborpotea  ferir  cornai^ 
t(a,o  Stocco.  Tender  ne  qudfie  là  ma-tg^,  ne  Stocchi  Già 
tontra  tutte  trofie  fuor  lo  Stocco.  Dmtrfo  da  Spada  per- 
che non  ha  elv  . 

Fognale.  Lat.  Tugio.  Ari.//  ferro  del  Tugnale  a Rodo- 
monte Tutto  nafeofeat  fi  leni  t impaccio. 

491  Fifa  ,et  Elga.Lat.capulu  enfiual  lo  manico  della  ffiada  ujàto 
daD/i  N.ondeV  i tc.  Et  caputo  tenui  abdit  enjèmà.fino 
al  manico.  Ari.  L'unchauea  fina  l'Elfa  ne  la  panna 
La  ffiada  immerfa  a la  maUgnafera.  iJElfé  indorate,  et 
gPmdorati  ffironi.ES  lor  (angue  infin  a t Elft  tinfi. 

Forno  della ffada.Lat.ponùi enfiuaiel  caput. Am.  llTomo 
de  la  ffiada  in  lena  pone , L'Elfa  e'I  Tome  bauea  in  mano 
ilTaganancbo. 

Fil  della  ffiada.  LatJuiesari.AKi.Deh  1»  uogliate  andar  per 
FU  di  ffiade  Ottanta  mila  corpi  numerofji,l  he  furo»  quel 
dimeffia  Ftl  di  ffiade  .liporriano  ugualmente  a hi  di 
ffiade.E  farebbe  ito  ancbofu’n  Fil  di  ffiada. 

Spzd3i.Lat.  enfisjnachaerajr.  Boc.^  P 1 1. Spada  jlma- 
ta,Tellegrina,tionorata,Tuugemt,  ignuda.  ColTede(ca 
furor  la  Spada  cinge . Con  la  mia  Spada, laqualpunge,^ 
feca . Le  Forbite  Spade.  Hauendo  già  tratte  fuori  la 
Spade:  Salito  in  furore,  con  la  Spada  in  mano  fopra  la  fi- 
piuola  corfeMaueuano  già  tratte  fuori  le  ffiade.  P h.'^ 
mici  a Spada  trattaJ.  affatto,  0 del  tutto,  lat.prorfut  ini 
miau,&  ut  diciturflriBo  enfie.  D a n.Cou  una  Spada  In 
€idj,t!r  acuu.iiira  coluiconqueUaSpadammano,Cht 
nien  dmangi  a tre,  fi  come  Sire.  Azi.  Fulminea  Spada. 
Tungenie.Famofia , 

Brando^  la  Spada.  Lat.  enfit,glaJiui/nucro,Spata.  Ari. 
£ mefie  al  Brando  P una,e  Poltra  manoJl  Brando  intorno 
mena,&m  altri  luoghi,  yocenuoua. 

Coltello.  Lat.  cullelUit,  cuUer,gladius . ^ piglia  fi  al.una 
Molta  per  la  ffiada.  B oc.  Et  qutuiconun  Coltro  ferito 

11  Traige . yoi  ni  recherete  in  mano  il  uoPlro  Coltello 
Jgnudo.Et  un  necebio  porgerla  pia  gola  al  Coltello  del  « 
mito.  Dargli  due,  0 tre  colpi  iPun  Creilo.  Con  le  C o.x* 


CIELO  Marte 

T E I L A mmanoUeontradifiero. la  fante  sche  dargli 
hauea  uoluto  deUe  Coltella . .Andando  marine  tombe  con 
un  Coltellino  dalie  pietre fpucaudo.Come  che 
quelle  parole  fofjtro  tutte  CoiteUatej.uulnera . 
Lancu,Lat.Lancea,dr  doloniillaniioneao  la  picca.  P e r. 
Tanto  ; che  per  leju  la  Lancia  pigli..A  cui  la  lingua  Lan- 
cia,Spada  fu  (.-mpre, tir  fiuio,ejr  elmo  yedtquiben  . 
fra  quante  Spade  , & Lamie.  B o c.  Tuffato  di  quella 
Lancia  caddeJ'ttpennoncello  di  Lancia . Con  una  Lancia 
Jopra  mano  gli  ufeì  addofio.  O'  metaje  re  uenereaMt  co- 
lui tien  ella  che  fia  Lancdotto,Tri]lanoft  Oluaeridipro- 
degjaja  cui  Lancia  perfeiaoperotco  aringbi,o  per  duci 
in  una  notte  non  fi  puga  in  guifa , che  poi  non  fi  dirix;g/ . 

L A ■ ToSìegiu  le  loro  Lamie,  non  fi  firme  perx. 
lanciare  per  filtareao  flanciareaiedia  1491. 

Atco.Lat.  Arcui.  Scabe  fislridiGiouene  fuinuentareAt  49» 
ancho  delle  faetteft  come  altri  uogltono  Terfieo.T  e t.Ar 
co  Te(b,SaldoM  la  pbaretra,  fp-PAtco  bauea  fpex^to 
A quel  proirruoJioite  Parme  d'amorJ’Arco.éf  jaetle. 

In  nano  tendi  l‘A  reo.  B oc.  Trefo  P Arco,  & la  fpada . 
Allaqual  cofa  pochi,  0 nitino  ha  l’Arco  teff  delPintellef- 
to.meta.  Amore  tl  forte  Arco  adatta.  P i.  Gli  Archi 
de  uoHri  arcieri . La  (tetta  del  mio  Flefiibil  Arco.  Vi.  . 

D A n. DUelcùllutri sfenonl'Areottro.  Alqualha hor 
ciaftundihejoPArco.L'Arco  deldir,  che'n  finalferru 
hai  tratto  . Terche  quantunque  quefl'Krco  faetta . Chi 
drig^ffi  l’Arco  tuo  a tal  bersaglio . Come  d' Arco  tricor- 
de trifaeste . choritus  i la  coperta  dell'Arco,  ucdi  aqSq. 
tà"  Arco  per  lo  uolto  a qq^.yn  Tratto  d' Arco,  uedi 
aqdf. 

Siette,Stnb,Frrccie,  Dardifirtli,Fionda  Frombola.Qjm 
dreUa.  uedi  a Gioue  a qj-j. 

Halla.  Lat.il fuo  dnninutiuo  i baPicriuolaXat.haftulaAÌoè  ■ 
come  faetta  diarca.  Dan.  Con  archi, ef-  haflicauole  prù 
maeUtte.Boc.nella  F i.7peamhoraeralafoltile,e lo 
ue  hafiaé  corno  armata  diF errò. 
Tridetite.Lat.tndeus,ltlficettro,armadiTqettunocofidrt  " • 
taaperchehatre  denti.  S A n.Terihea  'Hgttuno  piacque 
efibo  durit,Et  col  Tridente  urtarli  in  fu  laguanaa. 

BaleAra , da  che  dinota  fagnta.  Lat.  balliHa,  catom 

pulta,Seorpio,ucl  Arcuballifiam.  B oc.  Meffer  lo  prete 
hauea  (anca  la  Btlefira/ueta.ila  coda  ritta.  Et  parte  co 
BalePlra  ijirmati  co  Baleflre.Credo  che  io  la  portafiipref 
fi  ad  una  Balefirata  Forfè  una  Balefirata  rtmofio  dall’al- 
tre  habltatiom.D  A s.ComeBaleJlro  frange  quando  ficoe 
ca  Da  troppo  tefi  la  fina  corda,  & Parto  .Etaltrard  un 
Balefiro  TrouàmoPaltroaffaipiu  fiero  & maggio.  Ari. 

Tgon  laffoAnerlo,traueArcoao  BaleHra. 

Baleflrare.  Lat.  fagtttare , percutere , traifcere,  trasfigere , 
Boc.  7ìpn  altrimenti  che'l  fuoco  feflefio  da  una  parte, 

(T  datPatìra  balefiro.  F 1 .Era  fiato  baleHrato  dalla  {or 
luna.  Dan.  la  ria  fiantnu  in  fuorbatefira  .Ma 
la  dotte  fortuna  le  balefiro . 

Noce,per  quella  della  balefiro , che  tien  la  corda  quando  è 
tirata  ,0  temperata  .Lat.  aSìragalus  feorpiomt.  Dan. 

In  quanto quadrel pofa , Etuola  ,&da  la  Hoce  fidi-  . 
fihiaua. 

MìttinrWo  ,& Martinettoi  certo  firomento,  colquale  fi 
caricano  le  balefire, che  poco  alprtfinteiufi.A  Ki.Ss  . 
piubiforxAMartmelh,&ljeut. 


Lieua 


Marte  ' C < ‘I  E L O Marte  69 

l'iena,  lat.  hiUiflafoaSor/mt  btrpt^.  i certo  tn/ìromen  nmfiito,  0 uncino  .Eoe.  ^mor  toflo  mi  fn  fi  aidojl» 

to  da  tjricarUbiiltjira,uciù  di  (opra  a MartmeUo.  con  le  fnearmi.&it  crudi  Humigli.D  a n.  FcÀfercon- 

4P  j Turcaflb.  Lat.  pbaretra  ,daue  fi  pongono,  0 tengono  le  jàet  tra  di  lui  tutu  1 Romigti.El  prcjeglt  li  brat  ao  col  Romi- 
te. & oc.  Et  lo  Tunafià  cinto  con  molte  fitette,  dr  nella  gbo  i.rampigoni . 

finifira  manoti fortearcoportaua.T H.  Ronctgbare,  & arroncigliare  èprendere con  Roncigli. Lat. 

ThucttiUitlJtiTurcalio.P  tT. Et  laTbaretra  ,& Car  arpagare.D  AK.Etpotéromigliarmt  fi  configli. CU 
co  bauean  ■ Bnipiè  la  Dialettica  Tbaretra  . arroncigliò  [impegolate  chiome. 

S AH.  Et  le  tenere  "Hmiphe  dimenticale  di  perjegutrei  G rafìio.Lat.  harpe,&  barpago . è certo  jlromento  di  ferro 
uaghiantmali  lafciaronoleTbaretre,etgliarcbi.AA  l.  torto  in  capo  per  poter  pigliar  alcuna  cofa.O  Ati.Terb 

£ ch'mditutialaTbareira  fcarcbi.  Jè  tu  non  noi  de  noftri  Graffùi.rampigoni . 

Pbaretrato . Lat.  Pax.  Cieco  non  già,  ma  Tbaretrato  il  Graffiare,  i fcbiamare,  0 fregar  la  pelle  con  le  unghie,  0 con 
ueggio . altro.  Lai.  lacerare,  fcalpere,rufran.  B o c.  Cominciò  a 

Scrtaglio . Lat.fcopusjtolto  da  greci,  & ècfuel  fegno , al-  graffiarfi  tutte  legore,Scaugbata,&  tutta  Graffiata  dal 

tputle  tirano  gli  .Arcieri,  Crjagmrt^.  Dan.  dicercon-  lefrafibe,&dapruni.CoftGraffiatoAìriultopelato.Cor 

nienti  Cbidrr^  [arco  tuo  a tal  Bersaglio.  S A n.In  fenelnifòa  CalaHdrino,et tuttogbclgraffiò.D  a h.  Gr^ 

tirare  cungU  archi  al  Bersaglio ..Alcumgtocauano  al  Ber  fiagli  jpirti  ingoia , & ifquaira . 

faglio.  Ani.  BenclK  Bersaglio  ala  cutà  fi  uede . Gratiare,uedt  ad  unghie  a i^jy. 

Sagittario.  Lat.jagutarmt,&  aratencni . P 1 T.  Si  eolio  Rlftìo.  il  medefimochegraffio,orapiendo.D  ah.  Voi  [ad 
come  amen  che  [arco  fiocchi  Buon  Sagiitario.dr  per  lo  fe  dentar  con  piu  di  cento  Raffi, 

gno  celejlejuediatBi.  Rampiconc  jgnt^o,o  rampino . Lal.barpagp . Boc. 

ATàcte.Lat.fagiteariutar^ilus.boc.Quandounaco-  Tcrche  Ciinone  di^  le  parole  prefo  un  Ramfìconedi 
fa  non  ufata  apparifca  di  jubito , & fubnamente  da  uno  ferro  . 

.Arciere  [ferita.  Gliarcierideluofiroaduerfiino.  Ari.  Vocino.  Lai.B  oc.  E'olle  una  unita  appiccar  l’f'ncino 
llnudo.Arcier,[beChantlcorferito.i..Amortfi  Cupido.  . alla  chriflianetlaiClddioJdell  fiubagttare...A  pena  creder 
Spuntone.  Lat.uerutum,ti,nmcrofraflatus.  B o c.ì  tafa  poffo , Cb' alcun  de  tuoi  f'min  mai  piu  m’appiglt . idejl 

mfifieramétela  Himolinanoebeciafcunale  parca  una  rampiconi, 

punta  iTunoSpnmone.La  cuti  cogli  acuti  Spuntoni guar  ('minare.  Lat.  barpagare,&rapere.  ual pigliare  con  [uu- 
daua.  T h. Tip amhor a era  la  fotttte,drleuehafla  di  cor  tino.  D A M.  Coiui,cheipeccatordild  feniina , 

Booirmata  di  ferro,  ne  [aguto  Spuntone,  f 1.  Scudo.  Lai.  clypeus.  P e t.Qjielcolpo,euenonual  elmo. 

Spiedo.  iM.uenabulum.V  it.llcolpodt{aetta,e!r  run  ue  Scudo.  Contea  legnai  non  ual  elmo,ne  Scudo.  Lancia, 

diffiiedo.  A Kl.  Et  con  Spuntone  archi , e Spiedi,  ^ ff  oda  fu  fempre,&Scudo,&  elmo . Lo  Scudo  mman, 

e ^mbe  . che  mal  uide  Medufit . dr  mela.  O laido  Scudo  de  [ajftit- 

Scure,&  Seture.Lat.ficurii.laacetla,omanara  .Boc.  te  genti.  Che  poco  ual  lontra  fortuna  Scudo.  B o c.  Dal 

‘PirropreliamenleandòperlaScure,ty‘  tagliò dpero.La  giornoch'ioduidiaScudo ,& Lanciaconglialtri  eaua- 

Sluerciacbe’l  matto  Erffithone molò  co  la  tagliente  beri  arme  portare.Jl  finijlroghomero  Uadornò  dun  bei- 

re.  A ».  Con  una  Scurein  collo  fi  n'andò  al  monafiero . lo,&  forte  Scudetto . T H. 

Hora  mettendo  biette  aUafefiura  Optando  la  Scure  riti.  Scudare.Lat.fcuto  protegere,ual  riparare.Bo  c.Lagra- 
raua\uore.\  i.SonoiRonthioniffleScun.Aa.  i.0ue  tiofiAT  bella  miaTomonafugendol acque frtffde jet pe 
Sìa  contluftonfu  La  Secure,Cbe'l  capo  a un  colpo  gU  leuò  ligne,  Daiorfi  fenda,  dr  dal  pian  chelam.na.V  i. 
dal  colla.  San.  nellaquale,ne  con  ferro,ne  conSecure  al-  Ta  rga.  Lat.cetraA,peka,parmajdr  parmula  U demi.  Ari. 
enna  fi  optua  entrare,  la  utoleme  Secure . Tercht  neTarga,ne  capei  difende . Ma  Targhe , altre  di 

4P4  BiponneJjit.bipennisficome[accetta,cbetagliadaogni  cuoio,  altre  di  cerro. 

banda,drpigbafidpiu  perla  Secure.  A r \.Manequel  Vmefe.Lat.clypeusjieclypeumji certo  targone,ofcudogri 
la,  ne  scure , ne  Bipetmeera  btfogno  ; Toi  c’ha  fenttto  la  dejcbefi  ujaua.B  o c.Et  mojii  1 Tauefi,dr  le  la»cie,gri- 
dicra  Bipenne.  (Toce  da  non  ujarfì.  dò;  chi  Hai 

Accetta.Iar  fecurts.  Boc. nellafuauifioneamorofa.in  Tiuohccio.Lat.fcuiumbgneum.i  certo  targane  dadifefa 
moliiginRompea,cbicon.Accelta,oconmartello,Cbi  cofidettoper  ejferefatto  di lauole.B  o c£t  poflì gm li 
conpiceone,  0 untino  .Ari.  Altri  perteina  di  ffiiedo , loroTauolacti,&  loro  arme . 

0 i Accetta . Elmo . Lat.  cafiii , & galea . P e r.  uedi  di  [opra  a Scudo . 

Scimitarra.  Lat.  enfis  falcata,  arme  da  Saracini  0 Turchu  Boc.  Elmo  lucente  Ar  leggiero.  T u.Elmt  lucenti.  F i. 

JgonczLat.  ruma,  a,friarusj.fiue  Sparum  la  roncola  da  Ari.  L'Elmo  nel  fiume  fi  lafciò  cadere . 

cotttadinotfirommlodatagliarlerami.A  r i.£  chi  la-  \ tCteil  dell'Elmo.  Lat.  buciuia.  Boc.  Marte  gli  algò  la 
fcialofjiiedojeibilaRonca . yifieradeWElmojuedia.iqr]. 

gUzziz.Lat. ciana.  A R i.'ìfonportalancia  ,ne  jjiada  ,ne  Cimiero. /4t.  conni,  dT  ertila.  A r i.Chinelcimier , chi 
Maz'ga.Talhorpotea  ferir  con  Mag7;a,o  Stoccoidr  <[uan  nel  dipinto  fiudo  Difegna  amor, f e [ ha  benigno , 0 crudo  , 

do  fignifica  il  ba/ìonejiedi  a qtq.  Maglia . Lat.  macula  ferrea  .icofa  fatta  con  magliette  di 

Ronchione . Lat. rumina,  i Hromento  nillefio  per  taglia-  ferro  jo  é acciah,come  ZaccbijmamcbeAbeperdifefii  del 

rc.Bo  c.Quefte  pa  role  cofi  det  temono  ìRoni  hiom,&  le  la  per  fona  fi  portano,  O"  cofi  ogni  cofa  fatta  a buchi,  co. 

Scuri,  con  lequah  fi  tagliano  1 uelenofi  Sìerpi  .La.  me  le  reti ^ ogni  fitmil  cofa.  lat.  macula . onde  magliar 

Roncigbo.  Lat.  uncus , ueruculum , barpaga . i tomolo  fi  U halle  di  alcuna  merce fiioi  batterle  col  maglio  fi  ingoi- 


Mtrr#  C >1  E *,  O : M»rt«  • 

ftyche faìnUtUo,oucnperthefileganomffafa(eHtu  c«Umy’tfiilh,Cbeeomahaur^tia>mlMiefie.rcx§  I 
me,  orde  fmagìiare  Mi  aprire, orampcre.  > la  regtsorodtutantfermy trio  dtimiU  bandiere  del  Se 

M2e\hK.Lat.mateepercnlpeMalbaltMte,etlegate.Boe.  infemùe  apparì fcono. 

fecemoltebaUe  benUgate,& ben  Magliaie.  Stenditelo.  dettoabextendere.Lat.nexiUMm.KKi.f'm 

Smagliare.  Lai.  aperire,diloricare,frangere/cindere.V  1 1.  nel  me^  apaUflegU  Stendardi . 

Conila  nini  ch'ogni  lorUafmagtiaiEi  membra  rotte,  c!r  Infcgna.  UtJioc  infigne/rt  htc  mfigniaMexiUttm,fijmn,  I 
pnagliate arme, &fifie.  Ani.  Ch’ogni  elmo  rompe,  mampulnt. la  bandiera.?  tt.&B o c.  Infegmi mtteu 


ogni  Lorica  [maglia 
Dlfinagliart  Alenar  le  maglie , come  di  ungiaceo,ofimile. 
Lat.  dirumpere  ,/r.ingere, [eludere.  D a n.0in,tbeion 
le  dita  ti  éfmaglie.  tiejl  ti  lem  da  dojio  le  [taglie , come  fi 
fa  a difmagliare 


riifa,f'erde,0(cnra,cìr  trijia.Im  pon  (uà  lafègna.  O fola 
Infégua  al  gemino  Mlort.Vlnjègne  ChnUtamjitme  ac» 
compagna . f'id' io  le’nfegne  di  quell' altra  una . Et  npon 
letuelnjègnenelbeluoUe. i>a  l' Inopie  d’amar  andar. 't 
[olmga.  D AH.  Et io,che riguardai uidi una Injcgna . 


Piaftre.  Lat.  lamine, & thorax,cis.  B o c.  £f  apprefio  gU  Soprainfcgtia.  Lat.  ueflis  miUtam^ftgmadndutafima-  I 


nefl)  un  paio  di  teggiadnjfime  Tiaflre guarnite  di  qMMO 
biji>gnaua^iobibj}ime,&  fine  ad  ogm  prona . P h.  A R i. 
ScbiodanoTuflre,ellraccianmagtie,e  falde. 

Bacinetto.  Lat.  buceula , caffii  .hoc.  Dandogli  un  Ba- 
cim  tto  a eamaglio  belb,&  forte  molto.  T co»  Ba- 

ànetto  in  tejla.  La. 

Lorica.iur.  U corarja . P b x.  cemtra  colui , ch’ogni  Lori» 
ea  finirla  .Ari.  Ch’ogm  elmo  rompe , ogni  Lorica 
[maglia. 

Corazza.  Lat.agii,idis,thorax,  & lorica , Coraz^  qua  fi 
cor  agent , che  faccia  ti  cor  gagliardo  a lombattere  iiidu- 
tendoglianimofità.  hoc.  ^fia  prodecpia  non  infa 
nelle  puì^e,  ne  campi,  ne  fu  per  le  mura,  ne  con  Cora^^ 
za  indoj[o,ne  con  Bacinetto  in  tefla,  ne  con  akunoojfendi 
bile  ferro.  L A.  A R i.  Ch’a  forar  l'babbia , o romper  la 


menta . B o c.'He  altra  Sopramfegna  portafie,  che  quel 
la  delUgiouane. 

DiaiCe.  Lat.  uarietates,  forma, ueJlesMriegatit,ualfór» 
me  ,&  maniere.  P i x.  Tarranao  anebur  Catigelitbe 
Diuifejjmprefe . . ? 

Padiglione.  Lat. Temoria.Tapiiio  finii  jdrconopaum,ei, 
il  TaégUone  del  letto  . B o c.  Fecero  tendere  un  Tadi» 
gbone [opra  un  uerde  prato.  Tirati  t Tadiglioni . Et  qmui  \ 
fatti  uenire  TaégU»m,&  T rabaube.  A'»  uellimenio  lar 
go  a guifa  li  un  Tadiglione . Tubai  figlio  di  Lamech  [apri 
mo  inuentore  de  TadigUoni , onero  Tenionfde  pajlori, 
ARi.TiantariTadigliom,ete  Cortine.  2 

Trabacche,  fi  ujino  negCeflerciti.  Lat.  tentoria , dr  <iuafi  qpt 
trabica  a quo  dida  poit.  hoc.  .Andauano  uerjà'le  Tra* 
bacibe,& guardando  con  torto  occhio ifanguiuoft  cain* 
■Corazza.  pi.P  h.XJiii»!  fatti  uenire  Tadigliom  ,& Trabacche. 

Braccialetto.  Lat. armille,  brachiale . ho  C-Toi  dhib-  U Silnefira maritata  ad  uno  buonogumane , chefactua  » 

he  armate  le  braccia  de  beUiBracebdi, gli  fece  cmgere  la  Trabacche. 

bada.  Et  fattegli  mettere  le  Manichc,e!rcB»J«rf  le  Fai  Tende.  Ut.  tentoria . B o c.  Gente  ruflica , laquale  no» 
cteglimi[elaGorffeTl,&appreflogliueftLunpaiodi  TendafiATadiglioneerafiiatagliatiramidauanokdt* 
leggeriffimeTiafireguamitediquanto  btfiignaua.  fiateombre.TH.ToforonfiUnoitefottoleiejéTide.TH. 

Falde.  Ut. arma,coxcndicum , [luefeminalu . B o c.  Et  .Attendart.  Lat.ponere  caflra,cafirametarijialportldefit 
fattogb  mettere  le  Maiùcbe,  & cingere  le  Falde  .Ari.  accamMre.  B o c.  Ter  pmficurtà  del  fica  efferiitofenza 
~ difeendere  al  piano  i era  attendato  .T  H.  .Attendandofl 

adunque  quiutUahagio. 

Eflcrcito  .i»t. &aciet,  agmen,  copU.&cuneusfii  ,Ìe[». 
fcrctto  de  fanti  a piedi.  B o c.  Efierato  Grande,Crandif* 
[imo.RaunòUfuoEfierctto.'HeiLEfieTcttodelRedi  Fra» 
eia.  Lequalia  gli  amorofiEfierciti  fi  richieggono.  EJStr.  j 

citio,  & efieratare,  uedi  a 847 . 

Campo,  per  lo  efiercuo . Lat.  caSlraAr  militiafixeràtus . 

V it.  Il  buon  Campo  Romano  . RitroMrfi  in  mezo'l  Cà 


Schiodano  piafire,e  firaccian  maglie , e Falde.  L'aperfe 
ton  la  Falda  foprapofla . 

Asbcrgo.eSr  Albergo.  Ut.  tborax,  munimentum,  & pe» 
.florale,  è armatura  di  petto  detta  dal  greco  afiiefios,  che 
dinota  mefiinguibile , percioche  colui  che  enfi  è armato  è 
comeiii^ugnabile  .D  a n.  che  thuomfiancbeggjia  fat- 
to [.AioeTgodelfeHtirftpura . Ak  t.Et  bengiouò ,che 
fur  buoni  fit  perfetti  gt  Alberghi, fi  chelorfalnaroi  petti. 

Arncfc.  Ut.  tibialiaficree:oriiamentum,&fuppelle8ilia , 


Voce  TroueitMle,&  ufata  da  Thofeani , dr  è armatura 
delle  cofcie,óoi  Siiuali,  & piglia  fi  anebo  in  genere  per  or 
namcntofiiafiaritia,  & fimtle . B o c.  Ilquale  afiai  mal 
era  in  jlmcfèianal  m ordine  ,&  mal  ueflito . Et  fatta  he 
tudifue  robe,&  de  [uni  .A  me  fi  ornare  la  cafà  fiuti,  maf- 


po.FermoincampoSlarÒMiruonduceéjarmatoal  Ca- 
po . E duro  Campo  di  battaglia  il  letto . Et  é che  pin- 
gue qual  Campo  inupogue.  B o c.Era  nel  Campo  de 
cbrifiiaià  .Crperlo  Spatio  a yjpq.&  per  la  tamagna 

feritoia.  Ut.fuppelUHilia.Et  afiai  belU,&  ricchi  Umeft  Meamptre.  Lat.  ponere,  metari,  munire,facere,& babe- 
nidii.omamenti.UtMnamenta.  D a H.Difbprafiam-  recaflra.tonferre  canracafiru.ual campeggiare, &. 
meggiaua  il  belT.Amefe.i:omimemo . Siede  Ttfcbiera  poner  campo . P 1 x.  .Accampa  ogm  tuo  ingegno , ogni 
betlo,&  forte  .Amefe.  Da  fronteggiare.  tua  forza . 

Bandiera  detta  dal  nerbo  pandere.  Ut.  uexiHumJigiium , Campegpare.  Lat. ornamento  efiefiolorare  ,excoUre,  colo» 
tir  mampulut.  hoc.  Ter  fare  una  bella  Bandiera  CiaL.  rem  inducercfixtomare,  lUufirare,  decorare,  adomare. 


la . Effi  uentono  cangrandiffane  Bandiere  Spiegate  .Tu. 
Comandi  c6e  le  Reab  Bandiere  fofiero piegate  a uenti . 
Veilìllo.  Lat.»txiltum,fignum,paruum  uelum.  P ( x.  Et 
riportane  d perduto  yefidlo  .Dan.  Diuemfjirfrgaa- 


& ornando  afficerefimatum  afferre.  uni  abbellire.hoc. 
Il  fimllro  bomerogU  adornò  am  beUofiir forte  feudetto, 
T^lendente  di  fin  oro,nelquaie  fa  rofate  uermigUe  c 
peggiauauc.T  &. 

aòfli 


Marr« 


C 1 E 1 O 


Marte 


7» 


}io(ttpirlae0cràtó,r]Mifihojl(tJ.inìmi(ifS.LJt.exerciim,  Pedoni.  fom>i  Fami  4 pie.  Dan.  CeualiemidimoMereà'^ 
(dllra.  B o c.CungrejflHm^r4'ìdt!,CFbelUi&pvderof4  Tedoni, 

HaHe.&a  ftTgxerrxeld'icad’^then:  fidirf^^  . Li  Piììdino.Lat.p4l4tin»s,JodicifkninoetettidjC4rloM4  joo 
pouclLtjccoHJoibe  fto^uU  fi ducu-i pcruenite ntU’Hosie  gao  mlemi  hnomini  per  itihl-murptrU  fede ,e^ifitrjii 
4ÌTi]recchieddRf.EfleadaittelierToreUoper  U fuano-  ' erano  conti  é palagio, &bibuauaiu>  tulli  lulpjbgia  di 
Oliti  nilf  Halle  molto  conof  tinto.  Et  Carlo  Magno,the  fu  Carlo,  & pcreiù  dalpalagiofono  detti  Taladini,  ej  di  qnì  . 

ih  p/i-no  facitordepaUéiUdion  nefeppe  tanti  creare,  thè  fono  inni  gli  altri  nalenti  bnomim  dctttVaUdim  .Hoc. 

eljfi  di  loro  lòUpot^e  far  Hafte.  Dimorò  nell  Hojle  a gai  Cacio  magno  ibe  fu  primo  fautore  de  TaUdiat  Dan. 

fa  é ^4^41^0.  B E u.LaboSiedicolni.  .As.  ^d inn-ggiarcotanioValadmo Mi  mojfela  infiammata 

AppiTccctvamcncOj&apparecchioperloefiercito.lat.  corufiaDifraTboinajò.A%i.SoldiuriariilTalaé- 
app.tratns  miJilaris,exercieni,manns,  nns.  B o c.  f'enn-  no  intento . 

totltempodelptfii%gio,&  facendoft  t .Apparetihiamen  Moà:a,nui  de  faldati  f‘o.miblare.Lat.recenfns,Hsaii,& 
to  grande  per  tutto.  Di  uolere  uederegli  Jippareuhiami  rcccgnilio  miluaritarecenfio,  nnmeratio  .Ari.  Difenrò 

tidechrifliani.  Ari.  Capitano  uertadeljuo  jtppanca  fignor  con  grata  uojlra  Tds  l’altro  tanto  l'ordine  eia  ^ 

thio . Conftglianiuttia  far  grande  Mppartccbia . Moffra . 

Kodiie. Lat.ualtofa  nemica.  P kj. lini  à Hoflil  botar  Czniaggi.  Lat.iumenta;&impedimenta  Sorcina.  ^ 

Palla  nanella . Ari.  Tralarme,e  Carriaggi  fianrouerfi.E  por  le  jomt 

Stuolo.  IM.  manus  ,rxercitut . cpiando  dinota  la  moltitu-  in  terra  ,ei  Carriaggi . 
dine  de fòliati.& quando  fignifiia  moltituéne . Lat.  co-  Schieri.  Lat.feries,t(iit,tà‘cohert.i  moltitudine dt geme, 

' pu,nuUtariifoifietas,congregatio,manui,mu!titudo,jre-  o Soldati, che  ordinatamente  uada  l’uno  dopo  Cabro. 
quentia,turba,celehritat,iatut,coHtibum,fontio,  conuen  P s T.  Schiera  yalorofa,Contraria,  Fbimn , Mmoroft, 
tuj,caterua,cborus,naeio,poputut,uulgut,coronJd‘it,’iu-  fieiia,  HonorataJnfinita,Folta,Cloriofa,  De  nemici , De 

merm.copiaccoUuuiet.  Seha,fa{Ho,pbalanxJegio,ma-  fobici.  De  gb  occhi.  Di  danne , Schiera,  che  del  fuo  nome 

mpulm/>rdo,equitatki,pedttatut,agmen,  concomiiatio , empii  ogni  Ubro.  Schiere  Infinite, Trauagbau.H  o C- 
eommiimiai,evimias,cobort,dele3ut,ceHtuna,teniuria-  Etpefiiuedcuanonotarperlolagoa  granijfime  Stbte- 
$ui,&  cemurionatm,commibtum,claffiari\,tomubermu,  re . D a n.  Si  come  Schiera  iapnbe  t’ infiora . 
cunui,tjroànium,decuria.  P e r.Tal tarmati fojfiir  con^  SchicrRti. Lir  in  aciemordinati .Bo  c. Molti  neuccife-  joi 
duuSiuolo.EtqucItbe'nmezodelnemicoStuoia.D  A n.  to  nella  loro  uenutatnuom$chieraii  condotti  ad  artifi- 
Ma  io  rimafi  a riguardar  lo  Stuolo.  iJcR  la  moltitudine.  cìo.Th. 

S n K.  0 nobile  padre,eimaeliro  di  tutto  dnoUro  Stuolo.  Sqaidr».  lat.aciet,pbalanx  ,i  la  fcl'ierade  foldati.&  » 
Stormo. daTurma.Lat.rumor,Sirepimt,uoiifcratioaiU-  ala.Lat.ila fibierade  taualien.Cafficut ,a,um ,dela 
UtUi,Sonus , Sonar ,Stridor .uocabolo  mtbiareà.Turma  primaScbiera. 

hoc  efi  exercUus  turbatio.  ualfar  romore,&  Brepuo,&  LilU,  ual  bnra,  o fiiga  , tir  meta,  per  la  Sihiera.  Ptr./p 
per  U moUitkdine  de  combattenti  detto  da  turma;  & pie  nidi  alquante  donne  in  una  Ltjla.  Ari.  QjaSlo  por  tra 

gtiafi  amhorquàdoifoUati  fona  per  pigUare  qualche  for  bei  colpi  fi  può  in  Lifia , 

tegj;a,  che  con  gridi,  tir  romori  cercano &auentaregtem  Pkalaiige.  Lat.  phalanx , iuoceTerftca , &■  i unafehiera  , 
min.  P E T Et  ancbordemieican  feguo  £ Stormo.  Dan.  quadrata  di  otto  mila  armati,  e queflo  fu  peculiare  ordt- 

ft  comincitre  Stormo  ,&  far  la  mflra.  Ani.  Come  Mede  Macedoni.  At.i.Vfindiròfquadre,mméròVba 
Stormo  d'augelb  inripaunSiagno.  lange,Makulgo,epupolag^o. 

Stormireifare  romore  ,o  flrepito  ,da  Hreeere , & Uri-  Tritci,perlafcbiera.Lat.feries,acìei.'DAS.Edietrole 
dere.  Lat. &obflrepert.Q  AH.  Ch'ode  le  befiie,& le  uemaflbingaTratta  Di  gente, 

fi-afebe  fìormire.  Trclca , ual  giuoco  burleuole  rugza  burla.  Lai.lripuMum 

Soldo . Lat.  flipendium,  yo.miliure.  Scrc.Fug/din  Me  ioeut.  Per.  Et  uuh  in  quella  trefea  Zenobia  del  fuo  bo-  , 
lino  unTeiefeo  al  Soldo.  Et  urna  amore,CT  muoia  Soldo,  noraflaipiufcarfa.D  A u.  Senza  npojò  mai  era  la  trem 

6'  tutta  la  brigata.ijitua  la  pace,  & muou  la  guerra . fcadele  mifere  madri . 

Soldati.  Lat.liiprnduni  miiites.commampub  ,coMmib-  Trffcarf.Lat  fabare,ivcari,ual  ballare  fabando.  P t r. 
tonci,^  gregartus  rtulcs  il  ut  utuneri.Mcrccnnanus  mi-  Ter  le  camere  tue  fanciulle  ,&yecihi  uanno  trejeando . 

les;  il  Soldato  prouifionato,  B oc.  Et  fiati  nella  loro  gio  'D  a H.Tcefcando  alzato  IbumileSalmifia.  , 

fianezza  qnafi  fempre  in  fatti  d ame, dr  Soldati . Stcccito.Lat.  ualliim,lb,caftra,orum,iLaultmm . i certa 

Sodihao.Lat.uolioMpagiiia.D  A u.OSodabtio  eletto  mobitniine  di  pab  fitti  in  terra,  dr  ordinati  a guijadifer 

ala^anCena.  raglio.  AKl.talcuufofie  e Sieuaii, e dopo  poco  Tra 

.rifioldare.Lat.autborare.idefimbtufacramentoaflrijk-  nofiri.  Sia  a la  campagna  ,o  fu  neh  Steccato . Popolo 

gere.  AA\.Cclui,(h’afuadifefaCbaafioldalo.Lat.fii-  ondegpaiiilornoalgranSteccato .Deb  Steicatitpadi-  rj 
pendtarium  feut . gltoM  maro . 

Stipendio.  Lai.  ual  fòtdo,prouifione,Jàlario.  Aki.Siì-  Uzzi.  Lat.  uallum,  alti,  ih  Steccalo,  che  fifapercm-  50Ì 
pendio  militare . battitori.  A R 1.  Inquefiohcofu  la  Lnxafaita  De  bre- 

Eanti , per  i fòldati . Lat.ptditet,  drpeditatus  la  fanterìa . ni  legni  {ognintorno  ihiuja  iTergiufin  ^atu>  quadra  al 

' - BoC.ynaguatodibentrentaFanti.Tafiauanoungior  bifogno  aita,Conduecapaa  porte,iomt  TuJa.He  la 
m>  Fanti  a lumgiana  .Dan.  Salh  incompagnaiuo  ' l^Zól^l  era  entrato  Salimrmn.Sinala  Uz^  uuole  ac^ 


tgni  Fante, 


t 


t 


Marte  C 1 E I.  O ''  Marte 

Agonc.£4t.  afi<m,tra  luogo  in  'Romn^ouefi  cmbattea  dtt  Stratagcma . èafiutin  mitiurc.  Lat.Jlratagemata,  aflua  d 
to  ccnbio  f lammio , & figliaft  per  efio  tombaitmmo , tt*  rei  vitUtaris  ; tonfiha , dr  exempla  militarla , uajra- 

i.  dr  per  lo  campo,&  per  la  battaglia.  A R i.Dii/ueftidut  menta,  captio,  fallacia,  tichna.  A R i.EtogniSlratago 
gnerrerdijfi , che  tratti  Sperano  fuor  del  marnale  vdgo-  bauràft  noto , Che  fard  duro  il  poter  fargli  inganno: 

ne.  .Audace  entrò  nel  Ma  male  .Agone . Schermaglia.  Lat.  de f enfio,  tutamentum  ,tuitio.B  o Ct 

Analto.Lat.  m/ultut,infultatioanuafìoaiggrejffìo.V  t T.et  Ter  ceno  ella  fi  farebbe  mejfato  quella  mofea  alla  Seber 

Bo  c..AfSaltoTrimo  ,Trimiero, Grane  ,Sofienendoil  magba.i.  a fchermire,o  a combattere . > 

fiero  A fialto  della  mmica  fortuna.  .Aguifa  <f  uno  .Afial  Schermidore.  Lat.  propugnator,defenfòr,parmulatorjaa 
tofollax.^^piolc.lotemo  fidebegltocihi  l' .A fialto  ."tie  nifia.lutatortgladiator.V  tr.'He  giatnaiSihermidor 

fènxafquiUet  mcomineia.Afiatto.  Gli  Ai  i ALT  iifam  non  fu  fi  accorto  .A  fchermir  colpo.  ' . 

more . Sen^a  troppi  .Afiaitiuolth  le  ffalle.D  A s.Ma  Schermire . Lat.  digla  diari , de  fendere  .V  t T.  Si  può  tanto 
nonuenghiammodiThideot'.AlJalto.Cbefecea  lacon-  fchermirejetdagliaffdnm.  D a n.A che nonpoffofeber 
froda  grande  .A fialto,  per  tuttoqueUo  .Afialio . mar  lo  utfo  tanto  Che  mi  uaglia.  in  uece  di  fchermtre . 

Aflalicorì.  Lat.  detra(lores,oblrtUatoresdnfidiatorei,  in~  Rij>aro.  Lat.  agger,risaiallum,  repagulum,  cafìra,  dtfen- 
fultoret.  Bo  c.  .A  i miei  .Afialitori  faueilando  èco . fio . ual  prouifione , nmedio , a fchermo . P e T.  Tempo 

^fiahre.  Lat.  inuadere,adoriridufultare.  P Br.Cuidome-  non  mi  parta  da  far  Riparo.  piu,  che  contro  il  primo  ’ 

fina  febreaffalirdeue.  Io  parlo  de  l’imperio  alto  èRo~  ò alcun  Riparo.  B oc.  Et  hauendo  il  nuouo  Riparo  prem 

ma.  Che  con  arme  afialio.Ter  afialtrmi  il  cor  hor  quinci,  fo  da  lui.i.rimedio.  Con  fubito  Riparo . : 

bar  quindi . Ch'amorofa  paura  il  cor  m'affalfe . lo  nò  pen  Riparare.  Lat.  reparare,obuixrtfiCcurrcre,  obuiam  ire  .per  j o J 
fóndo  ,& nel  penficrm'afiale  .Laffo  quante  fiate  amor  prouedere, draeconaare,&  ambo  per  èfendere  ,&fihi 

m'affale.Talhor  m'affale  in  meep  a trifli  pianti.!,  mi  uien  f are.  B oc.  .Ad  infiniti  pericoli  figgiacere , albquali  ne 

a memoria . ihe  l'cflremo  del  rifa  afiaglia  il  piatito.  potremmo  noi  durare  aie  ripararci.  (T  quando  Uà  per  fìa 

Dan.  He  fiamma  d'eflo  incendio  non  m'affale.  Turco~  re^ilbergarr,  conuerfàre , « liducerfi  a mangiare  con  al- 
me fanno  ,o  febee  tafialiffe  .Terche  Tha  tanta  èfeordia  trui,uedi a 

affahta.  Tercheafialiti  Ibn  da  maggior  cura,  Bt  u.Tf  Guardare, per  fchmare.  Lat.eauere^etare  .P  tr.Ter  non 
peflofo  nembo  ttffaliti..As.  cfierlor  grane  a/iai  mi  guardo. Tip  mai  faggiOHocchiet 

c-lniulto . Lat.  ual  jfialto  , e ofifa.  A Kl.  Efiima  alcun,  guardò  da  fcogtio'ì{aue  .Bo  c..Acciocheda  gbmgane 

che  fia  un  ufato  Infulto , Che  Suiexeri , o Cuafeoni  bah-  natoti  guardare  ui  pofiiate . Tf^o , da  cui  CaUndrinofi 

biano  fatto . guardaua . uedillndice . 

jog  Alkciio.Lat.obftdium,&obfidio,(ì'obfefiio.  PET..Amor,  Soccorfo,aiuto.Lat.fuppeM,arumfiuxilium,opii,adiu. 

>ér  crudelt.i  m'hanpefìo  Afiedio . B o c.  Tar  che  m'hah  mentum,fubfiàum,prafidium,  admimculum.  Pbt.Soc  ’ 

bia  poflo  l'Af3cdio,ne  poffò  farmi  ad  ufei» , ne  a finefira , torfo  C^o,Dolce,FidoAlonefio.  0 dar  Soccorfo  a lenir 

Amoreper  beni  Afiechamenti  de  gli  ànimi  infinite  cit-  tutiaffiitte.OgniSoccorfoètuamans'attende.QueJf  un 

fd  cadute,cr  arfene  fumano . F i.  A r i.  Hf  perche  dal  Soccorfo  trono  ttagliafialti  D’amor . Onde  Soctorfoat. 

Reè  Africa  battaglia  Et  Afiedioui  affetta.  tenè  fife  trono  in  quejlauita  altro  Soccorfo . Nor  tu: 

S(RSnhtti.Lat.  internecio,  firagts,  tadet,  & Sconfitto , ^ i'altri  ti  r/br^4 , A lutti  unita , a lui  chieè  Soccorfo  J.  d 

ftonfingrrejual  rotta  di  fauo  danne . onde  Sconfitto  fef-  Dio.  B oc.  In  Soccorfo,  <F  refupo  è quelle  a:be  amano, 

firtao.i.rotto,& guafio  tutto,  & ftonfitta  tal  rottura  fi  Tenfaado  fi  dentroentrar  ui  pote/Se /qualche  Soccorfo  gli 

dice,  da  profìigo . Lat.  B o c.  In  una  gran  Sconfina  , la-  mandarebbe  Idèo . 

quale  hauiadauad  una  moltitudine  è Arabi.  A R i.  Soccorrere.  Lat.  fuccurrere/tèuuare,npem  ferreiOpitnlarit  ■ - 
Eèlagran Sconfitta, Ch’a MoridiiRmldo.yoctTho  admtmculare ,adtmniculari ,admmento  efie ,ty  fubfi- 
fiana  antica . . i dium . ual  aiutare . P e T.  Cofi  foccorre  a la  fua  amata 

ConfUtto.Lót.confUlus , confiidatio ,ilcombatt'imenlo,  fiiofà.Soccó/rriii  tltbnaèfuiatà,^  frale.Soccoàri  ala  ^ 
Ari.  Chiù  quel  Coretto  mquella  grangiomata  ,Tie  fmaguerra. 

le  battaglie, e ne  fieri  Conflitti . Vg  imolti  agalli,  e nei  Fauorc.  Lat.  &fkffragiumAura,Studium/ura , diligeu-  5 e>6 
trudel  Gonfiati , Che  bauuti  banca  con  Franeia,Africa,  ■ tia,prafitèum,oott.  Pbt.ToI  nenia  contea  amor/e'n  fi  fé  •. 
a^Spagna  . eondo Fauordelcielo,($'de lebennat'alme .B  oc.  Un- 

iti tottd.  ual  feot^tta.  A Kl.ToftdueuolteilnoftrocaM  -uendo  il  Fauoreèila  corte.  Mi  piace  in  Fauorc  di  me  rat 
po  In  Rotta . . . contare  una  nouella.  La  Fortuna  a nofiri  commeiamenti 

TnciSòRouina.ueèaq^t.  è Fauoreuole.  Rieeuute  le  lettere  Fauoreuoh.  '. 

Rotto . nal fracafiato  ,&profiigato.  A R 1.  DoueSeCar  Fauoreggiare.  Lat. fauere,fHfragan,fuccurrere,epem fer- 
ia Rotto,e  mal  eondutto . re  .B  oc,  Fauoreggiiado  Biancofiore  in  quanto  pote-i  . 

JOfi  S Aerino.  Lat. defenfio,g!rtautio,repagubem,repugiuot-  uano.Tn. 

tia/obie8io,ohSìacklum.  ual  riparo,  0-  dtfenfione.  P s 7.  Pro . in  uece  è fattore,  come  uolgarmente  s'ufa , però  tolto 
--  ’ Altro  Schermo  non  trono, che  mi  feampi . Qjtando  de  dal  Latino  prò  fi,  t^alioimuart,^  iuuamentum,fa-* 

Salpi  SchermoTofi  tra  noi  ,& la  tedefea  rabbia . Come  uorauxilium.profeQus.Bo  c.Conmolttpiu  argomen- 

tino Schermo  Imrcpidotelboneno.tl  non  lò  fare  Sche»-  ti,&Tro,&Contra.Aui.Mletofemf^uo‘Prò\c'ha-  i 
ini.  Et  chanete  gli  Schermi fèmpre  accorti.  D a n.  Che  ueagiàrfferte,Cameborèffiada,hBrèfcudopcuopid. 

t'ògfottato  dime  fan  Schemoa,  ripararti, &èfeaderti  ?óA^c>.Lat.aufugium,&afylum.P-tj.  tiewogiatmm 
dame  uafeondendoti.  - j •»  Ri fugio  ombra  de  poggi.  Il  uulgo  a me  nemico,  & oèqfò 


Marte  CIELO  Marte  71 

Ter  mio  Rifugio  chero.  Che  morte  attempa  ènon  duol , ucdit  Indice.Tì  kn.Se  noi  lampard'eflo  loco  feluaggio, 

ma  Rifugio . aedi  U tauota. 

Aiuto, & Una.  lAt.  auxiliumiprefidium/uppetia.  P e t.  Campare,  uai  jiuto,o  Uberatume.  Lat.  falus,  incolumitas , 
Che  quando  il  pio  tuo  Uiuto  mi  infogna . ùdhor  ti  Stai  liberano,  conferuatio  .D  ah. Et  con  ciò,  eba  mejlieri  il 

femprepiu  fredda.  Et  bramo  di  perir,  e^chcggio  Una.  juoCampare . 

Mantener  ima  ragion,^  darmi  Ulta,  t>r  utggio  ef  tufi  Scampare.  Lat.auxiliarijiberare,filuumfacere,frruare, 
Ogm  altra  Uita.L'ufita  Ulta  Ma  celalo  di  fuor  foccor-  anxéo.tir  prafiéoefiefipem  forre  fiptiulare,tudcre.  per 


/«  Ulta  t'ijjinii.  Io  cheggio  a morte  inconir’a  morte  Ui. 
ta.  (tal  amor  Jiemmi  Ulta)  Ma  non  sò  cominciar  fenga 
tu  Ulta,  Gridano  fignor  nojiro  Ulta  Uita.  Et  fe  non  fof, 
feladifcretaUita.  Boc.  Con FUiuto de Brcchim.U  u 
ta  MamfeJio,Grande,UUuno.Comiiniò  a gridare  Uiuto 
Ululo  ,Uiutalore  ,Uiutatrice  .uedi  [Indice . Dan. 
Con  [Ululo  del  fonano  rege . Rtibiede  anebor  Uiuto  a 
tua  dijfenfa . 

507  Dtfaiuto.  Lat.  damnumjietrimitum;iualefiàumjobliacu~ 
luni  .Boc.  Tiu  toflo  Dif aiuto , che  foccorfò  mi  porfero 


libcrare,fituarefiaiutare.V  tT.Tiunoiimi  può  /c.i<«- 
par[aura  nel  reggo. Ma  jiampar  nonpoiiemmiaìene 
piume . che  per  Jiamparlo  d’amurofa  mone . Siuetiiin 
uecihicgza  lo  fcanipò  da  morte . Vreadc  rOio  perfeam- 
parne.  Tal  th'a  gran  pena  indi  jeampato  fora,  horihi  fra 
che  ne  feampii  Hoc.  T'olendo  ,adun'hora  potea  Rug- 
gieri [campare,  & feruarChonordi  lei.  Che  per  [amor 
d'iddio  gli  fcampafre  la  uua . f'edcndogti  f campar  tutti 
[allegrarono . Mite  mano  al  coltello  per  darmi,  (ir  me  ne 
uenm , doue  merci  di  Iddio  fcampato fino . u:di  [Indice . 


Uiutarc,& Uttare.  Lat.auxihan,adiuuareJ'ubuenire,opi  Affoìucioni:.  Lat.a^lutio,liberalio,remiffio culpa, condo  $op 
tulari,prajidio  efrefipemferre.  P i T.  Dir, gli  altri  [awm  natio  erroriiJbenefrciMmàndulgeiilia,permifrlo,  licemia , 

tar  giouane,tà‘ forte.  Quanto  piu  po,  col  buon  uoler  lai-  impumtas.  Boc.  la  femengadella  fna  Ufioluiione  tu 

ta.  Elfi  qui  ta  memoria  non  m'aua . Fcdem' arder  nel  fo  intenderai . T'olendo  egli  procedere  atta  Uf>olutione.uedi 

(0,{!r  non  mi  atta.  Et  perche  naturalmente  l'atta . Quejìi  l'Indice.  D A N.  Ma  poi  che' l gratular  fi  fu  UjfoltoxU 

icorfoU  morte  non  [aiutando . Del  qual  fuggir  uorreb-  lieta  accoglienga  fu  afioluta,  Sfinita . 

be,&  non  può  aitarme.Che  pojji,^-  Mogli  al  gran  btfogno  Ujioluere.  Lat.  abfoluere,remiltere,condonare , indulgere , 
attarme.  Boc.  Ululare  .uedt  alTlndtce.  Dan.  Se  permutere.  ual  liberare.  P ex.  Da  [altro  non  m'ajìolue. 


Onde  morte  m'afrolue,amor  mi  tega.  B o c.'Non  ci  firà 
prete,chc  lo  uoglia  0 pofla  afj'oluere . D'ognipromefra  fat 
lami  ut  a/ioluo . uedi  l’Indice  .Dan.  Ch'afioluer  non  jì 
puochinon  fi  pente, fin  hort’affiduo.yogUaUffolMta 
non  confinte  al  danno.  Onde  la  donna  che  mi  uide  Uffolto 
Da  [ attender  in  ni.  Che  tutti  quefli  fon  fiiriti  UfioltuMa 
pot  ihe’l  gratular  fi  fu  U/Soltoadefl  afioluto,  & finito,  fin 
bor  t'afSoluo. 

Perdonane.  Lat.  urnia  ut  fupra  in  afiolutione  .Boc. 
Humilmcnte  iogm  oltraggio  pafSato  domandò  Ter- 
donanga. 


buona  oration  lui  non  aita.Gratia  da  quella, che  puote  au 
tarli.  Chiamando  buon  yulcano  A 1 v T a aiuta.  Et  aiu- 
tan  farfira  uergognando.  0 mufi , 0 alto  ingegno  hor 
m mutate . Et  yrania  m'aiuti  col  fio  ihoro . Ma  quelle 
donneaiutanodmiouerfo.  Ch'aiutar Umpbion  a chiu- 
der Thebe . Uiutò  fi  che  giace  in  paradifi . Ben  fi  dee  lor 
Aitar  lauarle  nuote.i.aiutar. 

SuCfidio.Lat.fubfidium.  B o c.T^uno  altroSuffidio  rima 
fi,che  la  carità  degli  amici , ofauaritia  de  feruenti . 

Accorri,  Ja  accurro.  Lat.  & ual  aiuto.  Dan.  QjkI  dinan 
gf  fior  UccorriUccorri  morte.i.aiuio  aiuto  fi  meni  unni. 

Souenire  per  aiutare.  Lat.  fubuenire , opitulan  fuccurrere  , Perdono.  Lat.  indulgemia,uenix.  P e T.  Spero  trouarpie- 
au.xiliarifipemferre.Éo  c.  Gli  incominciò  a fouenire,  tà  non  che  perdono.  Ond'iochieggioTerdonoaquefle  fio 

quando  duna  quantità  di  danari,  & quando  d' un'altra.  di.Et  del  peccato  altrui  cbieggtoTerdono.  B o c.  Humil 

Quando  fenga  afiettar  d’efler  richiefio  di  cofigrati  quan-  mente  perdono  ut  domando  del  fallo  mio.  Et  quejlo  Terdo 

tità  di  moneta  in  cefi  fattobifigno  liberamente  ui  jòuen  no  non  ui  domando  perche.  Doue  egli  in  quejlo  tidoman- 
m.  che  io  ci  trouajfi  che  di  quefio  mi  fouenifie  . Tur  di  dina  Terdono,  habbighper  fratelli . 

quello  di  Urriguccio  medefimo  la  fiueune . Da  gli  amici  Pcrdonatorc.  Lat.  Ctemens,  Tius , mifericon , lenii , mi- 
d Iddio  SoucHutofiUa[ua  cella  tomaua . tis , indulgerli , tmmemor  ingiuriarum , prochuui  ad  mi. 

508  Rimedio.iar.roBfdiKTO.  P e r.  Quefio  Rimedio  prouedef  feruordtam  .Bo  c.  Se  tu  [arai  pallente  ,oTerdonatore 
fi'l  cielo.  Ch’altro  Rimedio  non  hauea'l  wio  core.  Coiai  ha  deU'ingiurie . 

qucHamalitia  Rimedio.  B O C.fion  ueggendoui  alcun  Terdonare.  Lat. parcere,indulgerefienumdare,remiltere. 
Rimedio  al  fuo  ficcar  fo..4tla  eonferuaiione  della  nofira  ut  condonare , ignofceie.  P e t.  Terò  di  perdonar  mai  non  fi 

ta  prender  quei  Rimedi  che  noi  poffiamh . 

Compcnib.  Lat.  compenjàtio,remediumpnedela,  medica- 
men,medicamentum,miétina,fomentum.  ual  rimedio , a 
proueémento,  & i proprio  de  media.  Boc.  Ci  trouare- 
mo  buon  Compenfi . Etnonprendefie  per  noi  alcun  Com- 
penlo . .Mila  con  fatai  ione  di  lei  quel  Compenfo  mettefie- 
ro,che  per  loro  fi potefie  it  migliore . 

Campare . per  liberare,  fatuare.  Lat.  eripere,  liberare,  fer- 


Jàtia.  Fammifi  perdonar  molt  altre  ofrefe  Ben  debb’to  per 
donar  a tutti i uenii.Dinoifa  quella, eh' a nuli’huom  per. 
dona.  & perdono  "Piu  licue  ogni  altra  offefa.  Elle  mie  col 
pea  fi  Hrfia  perdimi.  Ter.ionnm  qual  i bella  ,0  fi  tene . 
Boc.  Egli  allhora  difrc,io  11  perdono  per  tal  conuemen- 
te,cbetualei  uada,come  prmiapolrai,Cf  facciati  perdo 
narefifr  doue  ella  non  ti  perdonilo  ci  tornerò.  Et  fi  perdo 
Ita  egli  uolenticri  a chi  fi  pente  uedt  [ Indice . 


uare  & firuari  pafiiue,euaderefiiniicare,  abfiluere,  re-  Efiaudirc.  Lat.  Bo  c.efi  audire  i tuoi  noti.  La  benignità  d'Id  Sto 


cuperare.  Boc.  Che  dal  fuoco  la  Tlfietta  dauefie  cam- 
pare . Et  uoUtemi  da  morte  campare . Dalla  mala  uentu 
rafi  ne  campa  .Voi  che  [uno  dalle  forche  hacampato. 


So  eflaudifce.  Ejfauéfce  coloro  che’t  pregano.  Colei  fola 
i calìa  ,laquale,o  non  fu  mal  d[ ale  uno  pregatalo  fi  prr» 
gÒ,non  fu  fondita. 


Marte 


CIELO 


Marte 


EfTandcuoli.  Lat.  cUitit  Ktrs^nti^JaciUs.O  dei  con  qual 
humiltà,^  dtHOtione  i &pm  uoi  puote  E(faude$ioU  ren- 
dere. F i.  Et  fi  EJiaudettoli  orccihie  porle  alle  cojè  pre- 
gate . A M.  non  ji  dee  ufàre . 

Difi  fì.Lat.  dcfaifio,tutio^utamentim,eautionem,propu- 
gnatuliini.  P h r.Difefa  Tarda, Diftfi  Humane , Ter  far 
tui^t  negli  occhi  I uoi  Difrfe,7{aji  onderà  fuggir, ne  far 
Eiifefi.Et  uorreifar  Difrlj,cr  non  ho  t'armc.Ch'a  mia'di 
fefa  non  ho  ardir , ne  for^ . B o C Fece  un  grandijfimo 
sforgp  a lua  Difefa.  Dopo  lunga  Difcfa  fu  prcja , Soìiecito 
Difinditore  delle  nojlre  ragioni . 

Difetidere.Lat.tueri,defendere,auertere^epellere,proh'ibe~ 
re,canerefibflare,propugnare,pracaueTe.  P i t. Che  con 
tra'lfol  pur  fi  difende.  Chedifejel  Leon  co  pocagente.yn 
Lfmro  mi  difefeaUhor  dal  lulo.  Difendi  hot  l'honorata  e<r 
ficrafronde.  Bo  c.Ciafcunoquamunquepuolafuauita 
difende . Il paterfi  difendere  dallo  {limolo  della  carne, 
cuna  offende  fe  difendendo . ueà  l'Indice . 
j 1 1 Tenere . per  difendere . P s T.  Che  jòtto  le  fue  ali  il  mio  cor 
tenne.  Contea  tutta  Thofeana  tenne'l  ponte.  B o cjienti 
mo  tu  di  non  far  ciò  che  umle.i.ajiienti,o  difenditi . 

Mantenere  per  difendere . Lat.  defendere . P s x.  Mantener 
mia  ragion, & darmi  aita . 

Olfefa, ingiuria.  Lat.offenfioJitfiodniuria,molefliitcontUm 
meha,conuitium, ob)ìaculinn.  P b T. Offefa  Grane. Tiu 
lieueogn' altra  Offefa,Queluincitor,che  prima  era  aCOf 
fefa.  OffefeDifftetate,  Mille.  Dopo  quantunque  Offefe  a 
merci  urne . Fammi  fi  perdonar  molt'altre  offefe . B o c. 
In  quanto  la  nendetta  dee  trapapar  POffeJi , Quantun- 
que ogtt’huomo  naturalmente  appctifea  ucndetta  delle  ri 
tenute  Offefe. 

Gffenfionc.Lat.  B o c.Credendo  non  altrimenti  efierefla 
talafua  Offenfione  a Tqicoflrato,cbe  fonapero  le  fue  pa- 
role. Gli  Iddij  a fuoi  Offenfiri  perdonauano  quando  ruo- 
nefeiutod  fallo  pentendofi  domandauano perdono. Tu. 
La  feuerità  delt Òffefo  polare . 

Offendere.  Lat.  & ledere.  V i T.  Ch' offefe  me  per  non  offen 
derlmSeperfua  affre^a , onda  {Iella  n'offende . Forfè 
eh' allhor  mia  ttidignitate  offende,  .filtri;  perciò  che' l grò 
lume  gli  offende,  yiffimi;  che  ne  lar,  ne  altri  offe  fi . Ma  io 
u'annuntu),the  uoi fitte  offefi . Com’huom  ch  i offep . Da 
tai  due  luci  ir  intelletto  offejò.  Et  tempra  il  dolce  amara , 
thè  m'ha  offefo.  L’ingegno  offefi  dal  fouerchio  lume. 
Hot  da  paura  .borda  uergogua  Offefi.  L'anima  mia  che 
offefa  Stnchor  non  era  iamorofi  fuoco  . B o c.  uedi 
{Indice. 

f II  %fono.Lat.conatus,nifusdmpetusdrruptiodncurfus,molen 
tia,ttis.  P E T.  Sfòrzo  Maggiore.  Lacchiche  nullo  Sforzo 
i chefiffegna . .Amor  con  quanto  Sforza  hoggi  mi  uinci. 
Cantra  loSforzpfilifunaangioletta.Bo  C.llRediTu- 
ni fi  fatta  gran  Sfòrzo  a pia  ^efa.i.effercito.Florio  Sfar 
zaiamente  fi  cambiò  nel  uifi;  mofirando  quella  allegre:^ 
Za.&feda.TH. 

Sforzare.  Lat. cogereAdire,compellere  impellere , umaffer 
re.f  tz.-d  dir  mi  sforza  quella  accefa  uoglia . .Amor 
mi  sforza.  L'acqua,  e'I  uento  ,&la  uela,  e i remisforzA  ■ 
Deh  perche  me  del  mio  mortai  non  sforza.  Quello  ftgnor 
thè  rutlo'l  mondo  fforza . ymee  Dauid,  & sforzala  a far 
l’opra.  Che  sforzar  pofio . Et  sforzata  dal  tempo  me  n'an 
dai  Sforzati  al  aelofi  mio  fianco  coraggio . Sforzumi  ef- 


fer  tale . B o c.  uedi  alt  Indice . 

Violenza  Zdl.  uiolentia,uis.uedi sforzo.  B o c.'Keff  Ihffem 
rendale  il  cuore  di  fi  medefima  con  alcuna  yiolenza  ucci 
dere. Fior euui cofitofiodella  mente  caduto  le  iiiolenze 
f atte  alle  donne  diManfiedii  Et  la  terra  cauàdo,ihe  mai 
yioLalione alcuna  piu  non  bauea  ritenuta.  A M.  P E x.rt 
{.Arme  rendo  .A  tempia, & F'iolenta  mia  Fortuna. 

A RI.  e man  y iolente  Tq^l  fangue . 

y'solare . per  guadare.  Lat.dr  uiiuiuferre.  B o c.  Ir  {luer 
eie uiolò  con  la  tagliente  pure . A m.  A r i.lipn  l’ha- 
uea  alcun  però  mai  molata . 

Kocimenco. Lat. detrimmtum,damnum,malefiiium .La  qtj 
durezja apparecchiarne  TUpctmento.  A k.  et noiumiio. 

NoóaoAatjiocuus . B o c.  .Affermando  efier  troppa 
duo  dormire  il  giorno . Chi  non  sà , cbe'l  uino  è ifociuo  a 
thihalafibiefìiocivtanimali.'iq^ue  cofe. ue- 
di all’ Indice . 

Tacere . Lat.  & obefiefiedere offendere , detrhnentum  in-  . 
ferre . P e r.  Com’huom  cb’a  nocer  luogo, Cr  tempo  ajpet  ■ 
ta.  La  uendelta  a noi  tardata  noce  .L’un  a me  note , ir 
{altro  altrui . Tur  mentre  io  ueggio  lei  nulla  mi  noie. 

Laffo  non  a Maria , non  nacque  a ‘Pietro  La  fede . "bloc- 
que  ad  alcuna  gii  {efier  fi  bella , D a n.  Tfon  tt  noccia 
la  tua  paura. 

Minaccio . lat.  mina  comminai  ionei.  P e z.Tieminacde 
temerdebboà  morte.  Boc.Le  Minacele  ejiere  arme 
del  minacciato . Qmi  leggi,  quai  Minaccio , qual  paura . 
DAS.Mauergognamifelefue  Minacele. 

Minacciare.  Lat.  rmnari.  P e x.  yafsene  pura  lei  che  la  mi 
Slaccia.  Etsòcom'hor  minaccia  c<r  hor perente.  B o c. 

La  donna  cominciò  a gridare,  ^poi  a minacciare . Lei  di 
morte  con  parole  fjiaucnteuole , & uillane  minacciando . 
Minacciandolo  di  far  impiccar  perL  gola . Et  per  quefio  ! 
tl  lacerate,  mmacciate,  & mfidiate . Minacciolli  forte  dì 
battcrgb.uediC Indice. 

Minacciare.  Lat.  mina,&  minatio.  B o c.  Sicorfe  al  mi- 
nacciare ,&  difie. 

Tonìja  uiolenza,pofianza,&  ualore.  Lat.  uis . suà  à fo- 
praa  Sfi>rzp,et  a yiolenza.  P e x.  cìr  B o c.Forza  Grò» 
diffisssa,Marauigbofa,Toca,  Corporale,  Dolce,  Ter  uiua 
ForzAfijt  Forza  della  Tefiilenza , Gran  Forza , Tanta  , 
Maggiore, Gran  Forze, D'amore,Le  Forze  delle  leggi  fi 
no  Grandifiime,Maggion,Toche,Ticciole,Terdute,  Rito 
uerte,Le  Smarrite  Forze  riuocate.  Le  partite  Forze  ritor 
siatefiuForzedeliapenna  fossotroppo  Maggiori, Lefor-  c 

Zeufatefi'guali,La  Forzeuole  inuidia.T  u.Se  fpetialgra 
tu  di  Dio  Forzas&  aucàmento  non  ci  pre{ìajie  i.Fartez 
za . Che malmto grado  a mone  mi  trafforta  .Tign  me 
nauià (laflo) finonquandofuiinfua forza.  Azi.Tref 
fi  alia  Forzai  buono  hauercosfftglio.  j 

Forte.  Lat.fonisucer,robufiusAnagnanimus,firenuHidn-  514 
ui8usAialidisuiribiispraàtus,ualpofiente.  P e x.^mor 
tenace,  & Forte.  Giuda  hebrea  la  figgia^afiaect  Forte, 
Ventura , 7{emica  mia . Vn  piacer  per  ubstza  in  me  ft 
Forte. Et  poi  che  {alma  i in  fua  ragion  piu  Forte.  B o c. 
Vnlauorator Forte drrohuLlo  Forti  Catene, ^Ca-  ì 
tulli. CitlàFortifiinui{arme  .FonifitmiHuomini.  Co- 
{iui che Fontfitmo  era..AlU  Fortuna  Fortificalrice  à- 
quelle  flette , Ani.  Fortificamento , Fortemente  .iueà\ 
alflndice.  . ... 

Forti, 


s 


Marte  CIELO  Marte  yi 

Forti.cir  VoPemi  celebrjii  di  noflrì  T’oeti^chilIe,^ure,  B o c.  Le  leggi  i amor  fono  di  maggior  Totenga . Li  Lii- 

^ ileo, eì" gli  iltnGigiimjHercote,Ctipaneo,Lepte,  San  moli  ielU  carne,  eìr  la  forgi  detto  amore  ,U  quali  fono  di 

f ■m,Saul^ieui,  tanta  Votengi.  LÀ  Tolenga  di  qucltacqua  fu  tale;  Fgua 

51J  *iin\'oa.  fu  figlio  di  Manuel  de  Giudei  del  popolo  itljrael  a f liVotenge . 

fai  piu  forte  che  faggio,  perche  egli  Fu  d'tncrcdéd  forga , Potcnte.ia/.  potens  .B  oc.  fi  come  piu  Volente  di  lei  II 

m i foggetto  alti  uaniti  d'amore,  gir  tnen  faggio  del  bifò-  uentopotenliffimopoggiaua  ..Amore , come  TotintiJJi- 

gnoicOHcioftj  cofi  che  egli  hebbe  per  legitima  donna  una  mo  fignore . 

del  popolo  pbduleo  fuonemuo  mortale  per  tanti  danni,  Podcrofo  perVojfente  uedi  a 175  i. 

che  egli  fatti  gli  h.tuea.dr  amollafuor  di  mifura  ; s'inna-  Potere.  B o c.  .Affetto  dal  tuo  Voler  mercede , uedi  ai- 

mori  Jum  chiamata  Dahda  della  mede  fimi  gente;  eir  fi  [Indite . 

gli  hauea  tolto  amore  U lume  dell  tntelletlo,che  non  lac-  Volere.  Lat.  poffe,nalere,&  quire.  P tj.  Io  noi  dirò  perche 
torjè,  ch'egli  amaua  la  fua  nimica  tperche  umto  dagli  poterno’l^ero.'He  natura  pò  ilar  litra'l  coftume.'Hul 

amorafipregbidileimijliconfinte  lagrime Jemamfefii, 


che  da  capelli  tutto  li  fuo  podere  ghucmui  ; onde  con  la- 
fiiuette  ciancie  recatofelo  in  grembo  tofioebe  lo  uidedor 
mire, gliele  tagliò , & diedi  lo  i n man  de  Vhihjlei  ;iqua  li 
grami, ^ molti  premi  perciò  promcfto  [haueano;  ma  poi 
che  cofi  per  mganno  della  (uà  do/in  1 fu  prefo  da  Vhililtei, 
et  pnuaio  de  gli  occhi,  ueggendo  che  p efiergU  rin  iuclUli 
I capelli  gli  erano  tornate  Lufate  forge,  indiun  giorno  al  ti 
po  oue  haueua  inrefò  ifiere  accolto  il  popolo  Vhiliflco; 
& fmouendo  dr  fpex.gando  quella  colonna  in  cui  [appog 
giaua  il  tempio,  con  la  rouina  fé  flefio  di'  i nennti  per  fua 
uendetta  opprefie  Egli  in  motte  cofi  i comparalo  ad  Htr- 
cole , peri  loche  l’uno  ev  [altro  cominciò  la  fua  gloria  dal 
leone  f!r  ambedue  inHÌtti.drqueHo,&  quello  per  cagion 
iidonna  morirono;  C uno  per  inganno,  [altro  per  poggia, 
ambo  uolontariamente andarono  aliamone Sanp-nc  im- 
patieiue  della  cecaggine  i&Hercole  del  dolore;  ma  quel- 
lo eh.'  piu  i da  marauighare,  che  tome  afferma  fin  Giro- 
lamo furono  eguali  di  età.  & peri  dice  il  nofiro  P è T.  Po 
(D  dinan^  a lei  uedi  Sanfone  Via  piu  forte , che  faggio  j 
thè  per  ciancie  In  grembo  a U nemica  il  capo  pone.  Vidi’l 
gtuho  Egeihta;&  Sanfòn  guajio.  £t  B o c.  nella  uifione 
amorofa.Eraui  anebora  Sanfon,the  poffente  Di  forga  cor 
parai  piu  ch’altro  mai  Fu  che  nafeefie  tradhurnana  gen- 
te. A R i.Come  traVhihflei  ChebreoSanfone  Con  la  ma 
fcella,che  leni  di  terra.Come  Sanfone  incontro  a Vhihfiei 
Coiiflitnì  adifefa  de  gli  hebrei . 
ictiii.ilqualefu  Centurione  di  Cefitrhuomo  di  marauiglh 
fa  fortegga,laquale,  come  molte  fueproue  fi  mamfejta  , 
Analmente  la  dimofiri  egli  a Duraxgp  quel  é che  Vom 


li  pi.  Quanto  piu  pò.  Che lòlleuarla  panno . uftir  non  pon 
no.  Che  potrà  dir  ibi  per  amor  fòffira.  Ma  qual  [non  pa- 
ria mai  fahr  tam'alto  i 1 he  penfar  noi  porta . Vorij  ag- 
guagliar il  mio  grauofo  affanna.  Che  medcpni  porun  fai 
dar  (.1  piaga  . lolla  ch'io  pofia, ridir faper,nt  pc.fia  che  nS 
pojiano  i uerfi.  non poflenio  moncr [ah.  Cheihi pojiendo 
fUr  cade  tra  ma  Che  po^i  et  uoth.quanto  toolTiJirio  Che 
pof<'u)fariChepofì'iopiu,fenohauer  1 


alma  inlia . Io 

nonpoffo.comepoffon  quefle  mébra  uiuer.ConiraJhrnol 
potè,  oche  potè  rjìtr  peggio  iOnd'to  non  potè  mai  for- 
mar parolaJ.porei.Ejihineildica,che'lpoti  frnt’re.  'Hg 
tacevo  polca  di  fua  man  trarlo  Votea  leuarfi  a [alta  ca 
gion  prima,  non  te'l  potei  ér . Ch'a  penagli  potei  render 
jalute  Ma  jeampar  nonpolitmmi  ale/ie  piume,  ne’lpo 
teofar.  menirepoteo.  Chepotefie  albijOgnoprender[ar 
me. che  Latura  mu  potejfc  torre  a morte,  et  come  luteSi- 
dir  potefii.  Se  uoi  potefle per  turbati  figni.Memreamen- 
Jar  potete' luojiro  fallo. ch’apprefiar noi  patena. efier 
turo  potrebbe . potrefli  u/cir  del  bo  feo . Et  potrete  penfar 
qual  dentro  fammi.  Si  può  tanto  febermir  ,Vo  ben  può  tu 
Urtartene  la  feorga . L'aùre puoi  giujbageuolmeule por 
re.  che  puoi  tu  farmi  t & puoinmifar  contento . Qiiant» 
perle fibreuemteuderpuoffi. ne  puoie  bauer  più  loco. 
Quel  ch'efier  nonpuote.  B o cjiecU  [ Indice.  Dan.  Che 
fe  pofiut’haurfftueder  tutto  Mefiier  no  era  partorir  Ma 
ria.  BsM.fi  come  la  morte  può  ne  gC amanti . .At. 

Douere.  per  potere.  Boa.  Venti  leggiermente  il  juo  de  fide 
rio  douer  uenir fatto . Senga  fapere, doue  mai  alcuno  do- 
uemeritrouare ,& quando fid per uolere a per 


hauerea  if  t.gp-perconnenirea  iiqj. 
peamuincendo,  egli  m difendere  il  cajìello  a lui  dato  in  i.eax.perlaforza,&po/tanga,nedia 
guardia.hebbe  molle  ferite  fu  la  perfona  di  Dardi,  & di  Valore.  Lat.  ualentia , uirtm  ,firmitas  ,fortitudo,  robur. 
Saette,  & nello  fendo  cento  trenta,  & perdi  un'occbio,et  P s x.  dr  B o c.  .Alto,jfittiio,Gemiiio,'Vrimo,  Vroprh, 
tanto  fi  dtfefe  con  te  mani,  tir  co  demi,  che  al  fine  piu  non  Fero,  Vofknte,  Freddo,  Segno  d ogni  f'alor.  Geme  di  fer 


pofinido  fofiener  la  molHtndtne  de  nemià , con  l’aiuto  de 
fuoi  ne  fcampò  : & peri  il  nofiro  Par.  parlando  dt  forti 
buomau  dice.Lucio  dentato,Marco  Sergio.tp- Scena;  Qjie 
tre  folgori, tir  tre  fcoglté  guerra.  0- fi  comedice  V i r. 
Duo  fulmina  belli  Scipiades . 

Po(Ta,  la  pojSauxÀ-  Lat.  uires.  hoc.  Cofi  debole',  tS"  fen- 
ga  Vojia  , 

Poflèntc.  i»t  potrai,  p s T.Voffente  Hercole ,Lredere , 
-4nra . Foto,  Vaffion,  Lingna . P o $ unti  Rii,  On- 


ro,  & di  t'alare  armata . Ma  la  fama  e’I  t'alar , ibernai 
non  more,  t'alo  dogm  falor , pten  d'ogniorgoglio . Et  fu 
già  di  t'alar  alta  colonna.  Scolpito  perle  fionti  cra’l  t'alo 
re.  D A N.  Solca  t'alor,tlr  corte  fu  irouarfi . 

Valorofo.  Lat.firenuus  ,fcu  omm  uirlute  predilMi.  Par. 
tir  B o c.f'alorofiiCiouanetto, Signore,  Cor,  V a 1.  o- 
RO  s A Ctouane  .Figlinola  .Schiera . VALOROSa 
Ciouani,  Donne.  V.a  l o r o i i Huomim . t'alorofi}- 


5 


fima  Donna . 

de.  Occhi . B O c.  VafSentc  Vadrone . Coloro  iquah fe piu  .Aualorare . Lat.  uirtutem  inferre  ,i  dar  ualort  .Dan. 
thè  la  natura  Voffenti  eJUmano  .TamoVoffeme  ,Vm  La  bella  donna  ch’ai  nel  t'aualora.iàeflndà  ardire  di  ji 

Vofieme.  lire  al  cielo, 

5 16  Potentia.  ltt.int,poiefias,facultai.  P sT.Ets'egliiucr  Gagliardezza, dr  GaglurJia,cr  Gagliardo, tir Sgagliarm 
thè  tua  Votentiafta  "bigi  del  fi  grand*,  tome  fi  ragiona.  tUre,<teii4  54;.  . . 


Marte 


CIELO 


Marte 


Ardire  Lit  .iMfio,aufu!,&Mfum,mtg>iatimitJS.V  ir.  tolta  tutta  la  Buld jv:^.  tt  Baletitx?f‘>r, me  cttficmnin  -, 

Tott  Mente  al  temevano  arér  di  Xerle  Mbar  nf  rende  oi . D A N.  yom  daraparkr  tutta  BaUa^  .Beh. 

^rérSatunio,& Marte.  Sento  é troppo  ^rdirnafcer  .Ardita  & balda . 

paura  Et hebbiMrér cantando édolcnm.Tianlimol-  hsìéìmolo.Lal.lUentiofut,aiidens,e;;-aiidaxiHmalam 
Vaimi  il  mìo  sfrenato  .Ardire . Quefra  f}>eram^a  Ardire  partem . ual  ardito . B O c.  £ra  ^ueflo  Tropofto  Balda» 

mi  porfr  . Et  [alma  difrieraudo  ba  prejo  .Ardire . Cicco . Tpfo  ■ ^na  alquanto pm  BaUanxofa . 

B o c.  jlrdir  Grande,  Bc/ltale  de  girami . Trefo  tempo , Bald9  ual  ardito.  Lat.  Ucentiofiis  mmium  comis , o da  bar~ 
^-.Ardire. D nti.Vcrche.Ardir,& franche'^  non  do,tbe  dinota  leggiero.&matto.come  è colui,che  fi  piglia 

hai  i Et  tanto  buon  jirdtr  al  cor  mi  corfe . troppa  Baldanza.  P s T.  Tign  è ibi  fot  cu  Et  paueniofi  i 

Ardimento . Lat.  ammoftias,& aufus.  P e t.  ch'io  prendo  & Baldi  i miei  penfieri . 

.Ardimento  Di  dirle  il  maljtbU  hofentuo  &fento.  Trotta  Impomwo,Impronto.  uedia  1199. 
ehi  lepaurc,&gb  Aro  i Min  1 1 .Boc.s'ame  da-  Prodezza.  Lat.facinus,  mrtus . italga%liardex.xa,  & ua~ 
toUrdtmentobaurJji  .D  ah.Mì  feriprender  tMrdi-  lentia.  Boc.BeUifiimogiouane  era,  tir  famojà  in  Vro.. 

memo  d’Eua . ^ ‘O'ttfia . O ardire , 0 , fenno , 

Ardito.  Lat.  mtrepidus , audens  .Vzt.Et  quella  Speme  coHume . 

m'bauea  fatto  .Ardito. non  ch’io  fra.Arditodi  parUme  ?iode.lal.fortis,&homofrugi,ualualentc,gagliardo,&  jn 
in  uerfi , o’n  rima . .4rduo  a dir.  B oc.  mimo  di  noi  fa  prudeme,&  fatto.  Boc.  l‘utu,cr  f altro  era  Trode  bua 

.Ardito  di  toccarmi.  Tampinea  non  meno  Mrdua,  che  Ite  mo  nell'arme . Efrt  uoleuano  {lare  .ippnfio  a quel  Prode 

M.  D A N.  C he  fi  .Ardito  entrò  per  quello  regno.  Etdif-  huomod.prudeme . Perciò  che  Trode  huomo , £)■  ualente 

s'à mediar fte fòrte j& .Ardito.  E'ipadrc perla  cui .A^  era.i.prudeme.  Ch’a lei piacefie  é ucdergli buomint  Pro 

togu/io.  JC^ueUbe  fendendo  uà  l' Ardii  A prora . Tanto  di,  & gaglardi  con  le  lande  ferrate  giojirando . L a. 

cb’i  leuafn  lù  [ jiréta  faccia.Poi  che  C Aro  ite  femina  Pro . m ueceé  ualeme,&  aitarne.  Lat.  potens,forus , ua- 
fpietate.yenàcate  di  quelle  bracca  .Ardite.BRU.  Va-  lidut,prjtHans  . Boc.  Gmuane  bello,  & Pro  della  per- 
’utma  ardita  e balda . f«mt  ■ Diueime  della  perfona  bellifìtmo  ,&  Pro  quanta 

Ardire,  lat.  audere.  P e T.  Ch'a  patteggiar  n’ardtfce  conia  alcun’altro . 

morte.yien  tal,ch'a  pena  a rimirar  Tardifco.  Boc.'ìls  Franchezza.  Ut.  animi  magnitudo,  fecuritasjtal  forteti^ 
ardir  di  far  motto.  Tis»  ardirà  di  uenirti  a cafa.  He  mai  sy , gagliardtxCf-  O a n.  Perche  ardtre,&  Eranchex,- 

ardirò  di  poruimi  a pkdi.Cb'ardtfce  là  doueio  fia  a parlar  non  bai  i 

di  me.  Ch'ella  non  ardtfle  a nceuere  amore  nella  fua  men  Franco . Ut.  inirepidus.  ual  gagliardo.  Pn.Ufue  leggi 
te.  7ion  ardiuano  i aiutarlo.  Dan.  1^»  ardirà  lo  mi-  paterne , inuitto , & Franco . Con  F r a n c a Pouertà 

nimotmtare.  Valtc^dàTroian.'chetantoardiua.  feruericcliextie.Bo  c.Kicoi^ortaiiconimmenfouigort 
Aufa.  Ut.  aufuspulardimemo.  D a s.  Che  nulla  uolonta-  affettananoFrancameme.  P h.  D a n.  Chi  cominciai  co 

de  idi  piu  .AufaJ.baue  ardir  di  piu.  Foce  nuoua.  me  perfona  Franca . 

.Audace  Joi  ardito Jn  buona,et  in  mala  parte.  Ut..Amlax.  Franco,  in  ucce  dt  libero,  lat.  immunuiMer,afe(his,  do- 
Boc.  Forfè  non  .Audacedi  porgere  i preghi  noftrL  uatus  rude.  Boc.  Egli  il  fece  Franco,  & tlfe  batte^- 

Frefuntione.  Ut.  hnpudemia , arrogamu,infoleutu,pe-  re.  Francameme  àjie.i.libcrameme  .V  ah.  Solo  il  pet- 
tulantu  .Boc.  V -Ardita  Prefumtone  de  gli  amanti . tato  i queUbe  la  dtsfranca . 

Matta  Prefumtone , & beftiale . Dt  tanta  Prefumione , Franchegffore,  ual  far  franto.  D ah.  che  [buomfrancheg 
fjr  ardimemo . Che  tu  non  ti  dà  marautgliare  della  mia  già  Sotto  [albergo  di  fentirftpura . 

Colpo . Ut.  iSusandihproprie.  & meta.  V ht.ùBoc. 
fàpo.Agro,.Affro,Mortale,Funefio,PrimoJ)olce,  Me 
defimo,ylttmoÌD'amore.Comra  Colpi  d'amor^À /ór 
tuna.CÓ  troppiMaggior  Colpi.Daigli  due  fitte  Colpi  d’u» 
coltello . Il  maggior  Colpo  del  mondo . Et  render  Colpo 

E ;r  Colpo. 

irtfialdardi  coIm.  Utferirefercutere cadere.  Boc.  ji» 
Et  di  piu  altri  quali  ella  prouare  uoteaaome  armeportaf 
fèro,&  fàpefiero  nella  Chimana  colpire . L a. 

Botto . Lat.  iSuifiufiii.  Ari.  .Ad  un  Botto  di  Squilla , ai 
una  noce  apparecchiati. 

Botta  fofl.  Ut.  iSus  tpercuffio . A r l.  £ uolta ad  hor ad 
bor  cantra  le  Botte  Del  mar.  Ut.flufius.ianco  animale,  : 
PercolTa.  Ut.  percuflio^us,  iadmatulnut,  plaga.  P e t. 

De  le  ’Percofie  del  fuo  duro  orgoglio.  Infra  aUhor  Percoffa  i 


Trefuntume. 

Trefumere . Ut.  & ajlumerefieniicare,  afiriberefrtfume 
reaudicarefirbitrari,exiftimare,prauidere , audere . ual 
fiimare,giudicare,conietturarefirdire.  B o c.Per quel- 
lo che  io  prefuma  figli  fe  n'andò  éj^rato.BaldatKoji , & 
altcro.dfi  dt  fi  ogm  gran  cofa  prefumeua.  yceiiido  chiù» 
que  controllare  prefumefiej.atdifie . 

Prcfontiiolb . Lat.arrogansàmpudeniónfidens.pàulans, 
cbromaiicut , ual  sfacciato , e fruga  uergogna . P e T. 
Lingua  mortai  Prefòntuofauegna.Boc.  Femmifi  ium 
Mangi  pà  PiefrntuofOj'Prefomuofodeliderio.  Prefontuo- 
faJmprefa. 

Temcrario.£4r.  e!r  arrogans . P e t.  P«*  menu  al  T ewe. 
Torio  ardir  di  Xerfe. 

Arrogante . Lat.  D ah.  De  mià  maggior  mi  frr  fi  ir- 
rogante. 

Baldanza,  & Baldexxa . Lat.  eonfrdentia . ual  ardimento  , 
fductafi  ficurtd.  P a r.Pur  mi  darà  tanta  Baldàga  amo 
reà.prenderei  BaldanzaMi  dir  parole.Cbe  pur  tanta  Bai 
dauxfi  al  nuocor  diede,  eòe  Baldaagpfamente  corfr  al  Ti 
broXatJicemer.  B o c.  Crr/ cintagli  BaUa»ga.TM  m'bai 


di  fuo  frale  .Boc.  Etglidiede  conejfo  nelle  reni  una 
gran  Tercofia.  Et  non  trouanJogll  piaga , ne  Percofia  al 
cuna.&perlo  participio.  Et  non  altramente fihe  un ue-, 
troPercofio  ad  un  muro . P e t.  Dal  fol  Percofsa  ueggr» 
di  lontano.  L’aere  Ptreofio  da  funi  dolci  rai.Tbebo  Per- 

coffo,e'lgiouaae.£ijbdo , , , * 

Percotcre, 


Mane  CIELO  Marte  7^ 

Tercotere  ,&  Tircuotere.  hu.  perMert,  Pet.  ?^«e  nerbera.Eoc.Siiomenliueh'ifiiugo  di  Mi,  tome'^ 
Tionpenofia  dal  fol  molti, &molt'umi.Tcnfjado  <jui  cane  delle  Mainate . Di  farlo  in  tre  pace,&  nv^rea 
pertofie  iluagolnme.Cbe  la  naucpercoffe  ad  uno  feo-  i'ia’^ata.uhc  fiefie diritto  comi' mazza,ouero pcrcuo- 

^lio.on^io  futpercoffoingkifa  .Toiche'là  chiaro  par  fcrlo.con  una  ma:^afi  bacchetta  tanto  tbe  fi  ^onfia/ie  et 

che  la  percola  .Ombrofe  lelue  ,oue  percote'l  fole.Era'l  ^hiemfieduro,acciO(befiefSeritto,altreej}ioJuiom,&ini 
tnumpbo,  doue  Fonde  fa^e  Tercoton  Baia . Tot  quel  Tor-  $liori  fi  Ugge  neWlndice . A/«^frjre  per  fiffocare,  ludi 

tiuato  ,chc'ljigltmlpcTiulie  .hoc.Etfen^dir  alcuna  a lo  jó.CT  Macerare  per  dont-ire.  a }6f. 

coft  percuotere  una  uolta,odue  l'ufcio  con  ifuella  bac,  Corcggiìti,JinoleMaa:^concheJibaite  il  grano,  ue- 
ebetta . Si  leuò  una  tramontana  pemolofii, che  nelle  fcc»  dia  1547. 

cbeéBarberia  percofse  la  galea. Temendo  non  quella  ticchetti.  Lai. bacillum,uirga , (ir  uirgula dtmi.flìgd-  51J 
cafia  forfè  il  percotejie  per  modo  che  gli  noiajie  .Ari.  lum,  uimen , fuflis  .hoc.  Da  una  mano  un  torchietto 
Cbe'lpaladiH  con  gran  ualor  percu/ie.  Il  caiialier  del  fuo  acceJò,dalFalira  una  Baccbeita, 

cajiel  percufie . 7<ion  fufìe  al  cor  lojlral , che  U penufie . Battimento . Lat.  agaath^tto,& commotiojpulfut.pul 
jlj  Fruiiare. Lat.  fumigare, ctdere,fiagellare,ubrberareHir,  Jàtio,mvlus.  Hoc.  Cominciò  a temer  tanto  che  fopra  il 

> & ferula . ual  feorreggiare , & ifergare , cioè  bau  Battimento  della  fatica  bauuta , la  paura  naggmnji  un 

tere  aUrut  con  la  iferga , 0 fcoriala.  Hoc.  hfiendo  dopo  maggiore . Stette  cbeloper  uedere  quaiuo  quello  Batti- 
alquanli  di  dal  capitano  condaiiaato,ibeperla  terra  fru-  mento  haueffe  a durare . 

flato  fojfe , & poi  appiccato  per  la  gola . Menato  alle  for.  BìCÙtutc.fonopcrcofle . lat.  nerberà,  nerberai  io,  percuf» 
che  frullando . Et  alle  forche  condannato , allequalt  fru-  fio,  iSni,plage.  Hoc.  Le  carni  dipinte  di  liuidort  a guu 

flandoflcflcndo  menato.  fa  che  fogLono  far  le  Battiture . Che  10  ti  debba  dar  que- 

Trutlatorì  .quelli  che  fruflano.  Lal.USora  ,& lorarij.  FiaBaiiitiirainfinoatanlo.Tqfperlufuiga.oBatiuura 
V AH.IdjfOuilormentiietnuouiFruflatori.EiquelFru  delpadre.  "Ponete  mente /eh  ho  fi  gno  mono  per  tutta  la 

fiato  celar  fi  credette.  perjòiia  diBaltitura  aUuna . Semitono  la  fiera  Battaut 

% femre. per  battere  con  Lferxa,uedi  a 1114.  ra  Jaquale  alla  moglie  daua . 

l-'cria,  & Sferga  .ucdi a 12  iq.  Battere. Lat. percutere,cadere, uerberare.  B o c.  F'idero U 

Scopì.Lat.iqucllaconchefilcopalacafa. Hoc. Si  co-  fiolare far /oprala  neue  una  carola  trita  al  fuon  duri  Bat 

me  èilTamigninadallaporta  ,donmeta,mamcodiSco-  ter  di  denti  ."Hpn  faceua  altro  che  batter  la  mo^e  .Et 

pa,lo  Squacchera . tornò  a lei, ^ BatteUa.Ha  battè  .Tremando  & battendo 

Scopare. ual  battere  didietro  in  fu  le  /palle:  etfruflare  è quel  i demi.Uora  perle  anche,  & bora  per  le  fralle  battendo- 
lo ijltflo.  Lat.  flagellare,  fujligare.  Hoc. Che  piu  parole  la.  Mai  non  la  batterò.  Piangendo  forte  come  farebbe  un 

ne  romoreface/Se  S’e/fere  non  uokfie  Scopata.  Lat  fufli-  fanciuUo  che  fcflSe  Battuto . Battendofi  a palme  cominciò 
bus  ùtdere,uel  uirgis.  Ari.  Legar  lo  fanno , ^ non  Ira  a gridare.  Dan.  Batte  col  remo  qualunque  t'adagia . 
fiorif&Fberba  ; Et  per  tutto  [ioparPaitra  mattina.  ond  ei  fi  batte  [ anca  .Batteanfi  a palme.  Et  egh  aUbor 

Scopatori  .fono  quelli  c he  fi  battono  ,ochc  battono  altri . battendofi  la  Zucca.  Che  per  terra  et  per  mare  batti  FaU. 

B o c.  DigiuHaua,difcipliiiauafi,  efr  bucinauafi , che  egli  Prima  ebefiantra  lor  battuti  spunti, 

era  de  gh  Scopatori.  fdibattert.Ul.moueri,pulfare.Hoc.Gliparuefmtireal-  ^26 

Badonc.  Lat.baculusatefiisJ'uflis,&  Scipto  il baflone  dvU  cuna  cefi  dibattere  il  cuore  a coftei  .Dan.  Cang  ar  co- 
la ueccbtcjga  iCfi  quel  baìloneopolo  che  fòflma  laui-  lorc,&dibatlendoidenti,ueé a 1^00. 
te.  Hoc.  Mani  lo  caccierò  con  quefto  Baflone.  Et  al-  ^foiere,&fcuotereperbattere,&fcorlareflimenandofi.  ue 
•Zato  d Baflone  tl cominciò  a fonare  ,ideH  a baflonare. . <61145;.  * 

Buoni  femina somale  femina  uuol  Baflon.f'n  Ballon  f'c/lare.Lat.tundere,pinfire,pittfare ,& pinpeare.Ho  c. 

Tondo,  Lungo, Grandcfr'mco  Ba/lone  della  mia  uecchtez^  Odiando  uoifate oeflarc  il  cornino  .Che  noi  non  pefleretè 

za . Delle  feinine  era  fi  uago /tome  fono  i cani  de  Baftoni . mai  piu  falja  in  fuo  mortaio . Trouò  la  fante  tutta  Pefla, 

Et  prefo  un  Baflonrtt» . che  piangeua  forte,  idefl  battuta . 

514  Baftonate.  Lat.  nerberà , plaga  ,uulnera  ,percufioHes.  PiccbiareMpcdireucrboanticoLattnoj^  ual  proprio  pede 
Hoc.lononsòachermtcngacbeionon  ueiigi  lagiù,  pulfare,rtpcutere,cbtèbattertadunufchcol  picd!c,et 
& diati  tante  B iflonate  quanto  io  ti  urggia  mouere.  Egoa  diufi  ancho  mcchiare  con  le  mani,  0 con  altra  cofit.  Boc. 

nobauendubauutepareccbiedeUebuone.ideflBaflonate.  Chi  picchia  la  giui  Et  picchiandotufeh. Et  aÙa  cafadel 

Lat . Plagipatus . buon  huom  picchiarono.  Et  fi  non  trouafic  tufeh  aperto 

B li  (fé, [le  bajlonate,  0 percofse  .Ho  c.Che  quelle  Bufle  pa-  pianamente picchia/ie  treuolte,  & ella  gli  aprireUie . Et 

tiemementericeue/le . Etdiedcrgli  tante  Buffe.  71^0  ti  picchiò  tanto  Cufchch’aperto  gh  fu.U  kh.  Et  je  me- 
dtedi  iomolte  Bufici  Habbtamobauute  tante  Bufle . Che  defina  con  le  palme  picchia . 
in  luogo  delle  Bufle  ,lequaU  egh  ui  diede  a mie  cagioni.  ,ydmmaccare.Lat.cSeulcare,cÓprimere,perfchiz^re.Boc. 

Ari.  l'olendo  a chriflian  dar  de  le  Bufle . T ante  pug,ta  & tanti  calcigli  diede , che  tatto  Uuijò  gli 

Mazza . é li  ballon  groflo , Ut.  baculum  .Hoc.  Et  po-  ammaccò.  A r i.Vrta,rtuerfa,efende,efor3je  ammacca, 
co  pmldtrouai  geme,  che  portano  il  pan  nelle  Mam,  Vi3nta.Xat.muaoaujpii,tcumensacies,èiltaghodelfar-  517 
efrdmnoncUc  lacca,  per  parer  didire  cofa  impoffibìle . ma.  Pbt.  Tip  l'armeniie  Punta  difdegni  fjiezga  .Boc. 

V no  torchietto,^- una  Alaz^^uola.  idei!  bacchetta.  Maz  Pajfata  da  cento  Pvnte  di  coltello.  Pvntvr  a Maggio- 

Zparmaaqpq.  t'Cfirauiffima.PvtnsiKsGrandiÀime d’animo.  Cantra 

Mv.uze.fono  le  baflonatefipcrcoffe  di  masfgsa.  lat.pl  gè, . le  Punture  deWacute  laacie . 


K 


Marte  CIELO  Marte 

Pungenti . Lat.  & acmi . P e t.  Folgorar  ne  turbati  oc-  Ritaglio . Lat.  rejègmina , tonus . onde  uendere  a ritagli» 
chi  Vungenti . ^ie  'Pungenti  ardenti  ,&  Lucut  armi.  ual  uendere  a minuto,  o a pes;p^i  tagliati,  ouero  a faggio , 

Parte  feriu  da  Pungenti  firaii . Com'è  Pungente , & come  fi  fanno  i meUoni.  B o c.  Schiacciaua  i nocciuoli,& 

fàldo . B o c.  Pungenti prum . Le  Pungerai  foUecitudi-  uendeuaigufci  a Ritaglio. 
mSamore.  Scagliato.  Lat.  frujlatimconcifus.  ual  in  piu  pez^  taglia.^ 

Pungere . Lat.  tà"  ferire,  perforare.  Ledere,  exagitare,  lan-  to.D  a s../f  pii  de  la  Stagliata  rocca  j.  rotea , ^ roui.^ 

catare . P e t.  Che'l dirminfiamma &punge . yna  man  nata,& perciò  m piu pez^f atta, feparata,  tr  dmifa . 

fola  mi  nfana,& punge  Et  gh  amami  pungea  quella  Jia^' Eccidio.  Lat.  exàdium , euerfto.ualtagUamento  della  cit 
gione  ,Et  Carco, & le  faetec  ,ond’io  fuipumo  .li  oc.  Il  tà,  éjiruttion,  rtuma.  Ari.  L'Eccidio  fuo  conofce  ma- 

Ronzino  femcndoft  pungere.  Et  tafani  ingrandijjima  qui  nifeflo.  T.  ueggo  la  morte  rt  mw  crudele  Eccidio . non  i 

tttà  ahondaniiÀquàliipungendolajòpra  le  carni . Comeun  della  lingua . 

ualentcbuomo  di  corte  pimgejfed'un  ricco  mercatante  Tondarc.Lat.tondere,ualtagliare.Bec.IlTondutotut- 
la  cupiàgia . meta.  Ti  punfi,  & trafjft.  Che  chi  l'hamfie  ti  gU  altri  tondi . Gli  tondi  alcuna  delle  parti  de  capelli . 

punto,  non  fi  farebbe  fentito . .Anghlien-  di  grandtfjimo  Et  i capelUTonduti,  irjhatformata  tutta  informa  iun 

dolor  Punto.  marinato. 

Spuntare,  ualfcrirépuma ,&ttltuna  uoltaper  Icuar  la  Tonditura.ila raditura.Lat.tonfura.B  o c.Librettomio 
punta.Lat.rctundereJ>ehetare.  B oc.  Et  uedendo  la  don  non  ti  fia  cura  tC alcuno  ornamento  hauere,  chi  é nobili 

na  fua  tutta  utnta  , tutta  fpunta  giacere  in  terra  ignuda . couerte  di  colori uari  tinte, & ornate/)  di poLta  Tonditu- 

Cir quando ffuntare Sia pcrufcirfuori,uedi a paj.  ra/idiliggiidri  minq.r.idere ucdia-^iy. 

j , g Acuti, ual pimgcnti.Lat.& acuminati. prOp.et wt-M.P  E T.  Tagliare. Lat. inciderc,reciderc,cxdere/runcare,darunca- 
Porphirio , che  £ .Acuti  Sillogilini  Empii  la  éalettica  re,amputare,fecare,  abfcindere.  B o c.  Doue  commefio 
Pharctra.  B oc.  Da  cofi  atraa,&  .Acuti  denti  infinù  al  bauea  Chomicidio;  fece  tagliar  la  tejla.  Lat  decollare,ca- 

uiuotrafiito.D  Att.Con  una  jfada  tulìda  & stenta.  pitepleSlere,pHnire/iltimofupplicioagicere.Cheperta- 
Pcr  far  efkr  ben  lor  uogba  .Acuta.  E'  Sillogifmo,  Chela  gliare  borfe  era  Siato  preji.  Et  tagliati  i capelli  .Coica- 

m'ha  concbmfa  .Acutamente  j.jbttilmeate  .che  tu  dei  ha  pelli  ad  un  modo  Tagliati . Suigliatafi , cSt  trouaiofi  Ta- 

uer  le  luci  tue  chiare,  & .Acute.  Et  come  al  lume  .Acuto  gliato  lo Jbagp  daldito  t accorte.  L'uno gb  tagliaua  innan 

fidifonna.  y idi  che  ragguua  un  lume  .Acuto . gì  ..Andòferlafiure,&' tagliò  il  pero. 

Aguti.o-  .Aguzp^ . B o c.  .Alenare  con  gL  .Aguti  jfkdi  Tagliare  a pc^p^.  Lat.  lamatto,nis,& fruflatim  cadere  fen 
li Ipumanti  Cinghiali . A M.  L’ .Agate  Saune  de  caci  unti  minntim.  B o C.  Che  non  grida fie,i  ella  non  uolena  ch'em 

cani.Pa. D AK.  L’.Aguta  punta  mofSe . Con  le  .Agute  gUfofe  tagliato  a pexv.Hor  queflohor  quello  taglundo 

Saune.  Et  dibattendo  il  corno  .Aguto.  Ecco  la  fiera  con  la  de  piracini  crudelmente  molti  n'ucàfe.  A r i.  E taglia,  e 
4 coda  Aouiza  .i.aguzgata.B  OC.  yeggcndogliarma-  fenda,  e fiere, e fora, e tronca. 

tiy&con  AoyzzATAjchicTafuperbinelliajfetti.PH.  .Affrappart.  Lat.lanciniare,cadere,dilaniare.  ualSirata- 
per  fittili,  & pronti,  uedi  a 1 799.  gliare  .Ani.  E quei  c’ha  intorno,  aff'rappa,efora,  e ta- 

Aguzptare.  Lat.acucre.ualfarlapunta,&afioltigliare,(D'  gita,  yoce Lombarda. 

per  meta,  fi  diccaguzpcar  rmgegno,cioiponere  ogni  fua  Incidere. Lat. uahagliare.V  tx.&tuttitneruilnciflDìli  jji 
uirtù,  & forza  per  far  bene  alcuna  cofi . B o c.  ^anto-  bertate,ou'alcun  tempo  fui.  yoce  da  ufar  per  necejjità. 
potei  per  lo  lume  gli  occhi  aguxtjire/antogli  jjiinfe  auan  Incifchiare/tal  intaccare,  quefla  i noce  dedotta  dalla  Roma 
tu  F I ~Aguz;z^to  Cingegno,gL  Henne  preftamente  dauan  na  incido,  drèprefa  la  meta,  da  duri  legni , che  fi  poffino 

ti  quello  che  dir  fi  Joueffe . Amore  glt  haueua  agoraio  intaccare , ma  non  aprire  col  ferro . P i r.  m’apra'l 

l’ingegno.  D a n.  Agwgp^  uer  me  l’oecbio,Si  chela  fac-  cor, perche  di  fuor  l'incifchi . 

eia  mia  ben  ti  rifionda . Agu^p^t  qu)  lettor  ben  gliocchi  Secare.  Lat.&  incidere.  P e t.  Con  la  mia  fiada,  laqualpm 
alucro.  Et  fi  uernoiaguxtiauanleciglut,nianelgiocon-  geCrfeca.D  a u.  Ogni  firma  fuliantial;  che  fetta  E' da 

do  Lume,cb'è  dentro  agu^jp-an  li  tuou  Che  già  per  barat  matcria/ir  i con  la  unita.i.Jègata,  tr  fiparata  .fegare  i 

tar  ha  Coethh  AgitzTp.iagux'gato . il  proprio . 

Broccaca,a  ìmbroccata,come  hanno  alcuni tefliper meta.  Fendere.  uidiaFefiaa  i i;i. 
ual  inchiodatura/)  il  colpireXat.congrefius/it  primocon  Troncare,  unii  a Tronco  a 1187. 
grcfiu,mcca.  B o C-Allafamc  per  la  prima  Imbroccata  Mogp^re.  Lat.  obtruncare,  amputare,  ficare , auferre,  per 
parendo  hauere  bene  procurato  J.  nella  prima  inchiodatu  troncare , 0 feparare . B o c.  0 mi  trahefiero  i denti , o 

ra/ioi  nel  primo  tcntamento  della  materia . & è meglio  moxgafiermi  le  mani.Ch’io  gli  anni,iqualt  ho  cotanto  de- 

nubroccatamet.dagUfcbcrmidori.  fiderato, fi mozgaftero.E  i.D  a K.Cbedametufiemoa^ 

j»9  Taglumenco.LatJncifio,pracifio/'ecenfio,fe(lio,  interne-  ^J.fiparato.  A r i.Ad  Horrigille,ealui  rimarrà  Moz 
tSio/iel  intemiUho,  & cidef  ,ualucciCtone.  B o c.  Et  gli  za,  ideSl  decapitata . 

orfi,  che  fentirono  il  trijlo  fiato  della  bruttura  delTinfan-  Smozzatola/  mogzp.  Lat.  mutUatusjnulilutJtruncui,cH 
guutatoTagUamento  lafciarono  le  antiche  Jelue.  Tu.  In»  minutus.  D a u.Si fiffblgelagiù  tra  [ombre  trifte  Smoz 

fin  che'l  ponte  gli  fu  dietro  tagliato,  & la  città  pertalTa  zAteJ /nozze  ditefle,&di  mani . 

gliamento  delhcrataj.per  tagliare.T  H.Co»  la  tagliente  Monco/ial  mneo/fi-  mutilato.  Lat.  mulilm,amputatut , 
feure . A M.  mancus/ibfci/3us,obtruncatui.  B o c.  Erafciancata , tì" 

TagU.Lat.acies.  B o c.  Contrai  Tagli  delle  fiadf,^  con-  un  poco  Monca  dal  lato  deftro.D  a u.Conleman  Mon- 
tra  le  punte  delle  acute  lande, Th,  ' (be,&dtcolòrcfcialba.lpenficrc-baifattiluttiMÌchi.i,  ■ 

fittili. 


Marte  C I E 

f«iti  ^ elltiHi . leKando  i Mo»rb<ri«  per  [aura  fojia.L 
te  bractìj  feir^a  le  mxm.  Lit.  eyllus,»^. 

QìOaco.LM.  <étruncatHS^cijiu,ud  tatrz^,  onde  cionca- 
re ual  moviere,  0 troncare  .Dan.  Che  jU  per  pena  ha 
la Iperanza  Cionca . è noce  ’HapoUlana . 

Stroppiato,  nate  Attratto.  Lat.mancns.ueJi  a i ; io. 

RÌCldcrc,& recidere. Lai. recidere {tai^liare fendere.  P sx. 
Sol  m ritien  ch'io  non  recida' l nodo . B o c.  Cui  animo- 
jamenie  Cintone  [opra  la  iella  feri , & reafegliela  ben 
mc:^  , & morto  il  fè  cadere  a piedi . O A n.  7^oi  reci- 
dumo  il  cerchio  a fiùtra  rma  .ideHpajSiamo . Che  nci- 
den  gli  argini  &fojji , mfin  alfojio . uUtì  trauerfauamo, 

0 paffaHamo. 

Ferite . Lai.  uulnera,  & cicatrix  è il fegno^he  riman  della 
ferita . P s x.  Ma  le  Ferite  imprefie . .Amor  de  la  tua 
man  nuaue  F s R v x E .«.  Ferite.  Dan,  Et  Ferule  do- 
gliofe  nel  projjìmo  fi  danno . jl  tu  cb'anchor  mirana  pia 
Ferixa.Boc.  Titeque  alla  donna  il  configtio  della 
fante,  fuor  che  cb  dargli  alluna  Ferita.  P E x.  Tane  Feri 
ti  da  pungenti  iiraluFedita  dr  fedite  difiero  i piu  antichi. 
Be  u.  Fiere  difiero  in  ucce  di  ferifce.Tti. 

Ferire . Lai.  dr  uidnerare,  pcrcutere.  P E x.  Mormor.tndo  a 
ferir  nel  uelto  uianme,  & I proprio  de  uenli  il  ferire  qui 
do  uengono  con  impeto . .A  fulminar  colui , qucjio  a feri- 
re . Ferir  me  di  fletta  in  quello  fiato,  ou'amor  feri  net  fian 
fo  MpoUo . Ferita  in  mezp'l  core . Chi  m'ha'l  fianco  Fe- 
rito . Et  qual  cerno  Ferito  di  faetta  .B  oc.  San  Michele 
ferire  il  ferpeute  con  la  fpada,o  con  la  lancia.  Con  un  col- 
tello hor  quefio  hor  quello  ferendo  C ui  antmofamente  Ci- 
inone  {opra  la  iella  ferì.  Gli  folari  raggi,chegliferiano . 
Temendo  defier  ferita.  Crauemente ferito.  Feriti,dr  ri- 
battuti indietro  furono . Bella  enfi  è ualorofi  donne  il  fe- 
rire un  pegno  che  mai  non  fi  muti,  ma  quella  iquafi  ma- 
rauiglioja  quando  alcuna  cofa  non  ufdtaappanjce  di  pubi 
f« , fe  fubitamente  da  uno  arderò  i ferita  .Kfci.F'naU 
to  duole orecchie  gli  feria . 

Fedure, per  ferire.  P e r.He  breui  giorni  quando  Borea'l  fie- 


L O 


Marte 


74 


rotte , & fmagliat’arme ,&  fefiea  ligi,  fi  dice  anio 
tfendere  . 

Trecidere.  Lat.prxciderecual tagliare, & terminare.  P e x. 
M’hanno  lauta  fi  (Coltro  amor  precifa . Di  libertà  mi  fu 
precifa,  «jr  tolta . 

Piaga.  Lat. plaga, uulnus,percuJfio,uerber.  FingonoiToe  qqq 
Il  un  rimedio  ufato  d'Mchille  per  faldor  le  piaghe , in  tal 
modo . T eleapho  He  di  Mefia  i tT  confederalo  con  Troia- 
ni uotendo  cacciare  i Greci  del  jno  regno  fu  ferito  d'Mt  hd 
le  con  la  lancia , & non  tronando  altro  rimedio  da  rifal- 
dar  la  piaga  ,hebbe  dalC oracolo,  che  U rifatdarebbe  fe 
-ichille conia  medefima  Landa  di  nuouo  n.l  mrdejim» 
luogo  lo  riferifie,  & co  fi  inter uenne . Ilche  fingono  i Toe- 
ti,  perche  .Achille  hauea  imparato  da  Chirone  chirur- 
gia , & dopo  perfemcdefimo  trono  efiere  ottimo  rimedio 
a faldar  le  piaghe  fi;  fi  medicano  con  la  ruggine  della  pun 
ta  della  lancia  ; o di  ferro , o di  rame , chefofie . Et  certo 
nferifce  Tlinio,che  MchtUe  in  quefio  cafo  fi  dipingea  rade 
re  col  coltello  tal  ruggine  però  non  fetr^a  caufadice 
D A s.  Cofi  (uCio  che  folcua  la  Lamia  d Mctiille  ,tà‘  del  . 
fuo  padre  efier  cagione  T rima  di  trifla  dr  poi  é buona 
mancia . P e x.  Ch  i medejmiporian  faldar  la  piaga . Via 
ga  per  allentar  darco  non  fina . L'alta  Tinga  amoropt 
che  mal  celo . Tenfando  a la  fua  Piaga  afpra  sprofon- 
da. CheTiagaanliucdutaafiaimen  dole.Etneleueneui 
uè  occulta  Tuga.  T i feopre  le  fue  Piaghe  a mille  a mille. 

Mi  nnfref  ta  in  quel  dì  f amiche  Piaghe. Le  prime  Piaghe 
fi  dolci  S profónde.  M quefii  le  mie  Piaghe  tutte  apcrji. 
Piaghe  Mortali,  Same,  Belle . B o c.  Quando  le picaolt 
Tughe  fino  recenti  S frefche  allhor  fi  fanano  con  piu 
ageuolena  , che  le  uecchie  già  putrefatte  non  fanno, 
PH.Perle  Tughe  d'iddio  egli  d fa  meglio  che  mio  nu- 
rito . Le  'Piaghe  di  San  Francefeo  .Ari.  Tuga  cnt 
del  che  fupra  ogni  dolore  Conduce  thuom  che  di^era- 
tomore.  ’ 


Piagato . lat.  uulneratus . P e x.  P'olgon per  forx/t  d cor 
"Fugato  aliroue. 

de.ilfKretOpercote.T)  A n.  Et  purgherò  la  nebbia  ^he  mi  Vcdfione.  Lat.occi{io,cedes,mors,clades,imemitio,nex , 
feda.  Forfè  quefia  fede  pur  qui  per  ufo£t  difiea  glialtri  às,parricidium  ,dr  pa  rricida,a,  communi!  lo  ucciditor  de 

btmal  non  fu  ferule. note  ufita  d amichi  thofcanipie  piu  parcmi,&  de  cittadini.  B o c.  Tion  lò  qual  maggior  cru 

fi  ufa . cofi  Feére,&  Fediu  per  ferire,  & Ferita  . Guce  deità  t'bauefie  potuta  ufare  in  un  traditor  che  hauefie 

poi  cem’anni  {en^a  arrofiarfi,quando’l  foco  il  feggia . & tutta  una  città  mefia  ad  Fccifione  .‘Beh.  Si  fon  dette 

fa  che  feggia  Lo  uifoinle  di  quefi'altri  mal  natij.fenfca.  Tbofeanamente  uccifono.  P r. 

Ar  i.Chefelofemeaddofia,echelafiede.algalafpa-  Vedditori.  Lae.occijòrei,imerfé(lores,  homicide . B o c.  gjq 
da,  e fi  b fiede . B e u.  Ferifco  che  fa  fede , e fiere . T r.  Dandoui^U  ycciditori  di  quelgiouane  nelle  mani.Tuper 

Tafiart,pertrafiggereJjU.tranifigeTe,traifodere,&traif  fida  ycaditrice  de  miei  foggetli  .T  ». 

forare . P E X.  Che  mi  pafiò  nel  core,  il  colpo  de  noHr  oc-  Vccifi.  Lat  acci  fi ànterfc(li,necati, enfi  drucidati,peremptr. 
chi  femifie . Demro  pafiar . Taffa  d penfier  ,fi  come  fid  P e x.  Parte  prefi  m battaglia,parte  f'ccifii . ^ 

inuetro.  'Hpnefieruipafiato  olirà  la  gonna.!  if arte  ,ch’ io  Mmeone.  figlio  d’Mmphiarao,iheuccife  la  madre  fua  Eu 
per  me  demro  noi  pafiò  .Bo  c.uedi  l'Indice.  riphile^be  per  cupiditàdbauere  la  collana  mfegnòMm 

T rafiggere.  Lat.  trantfigere,  tramfodere,  transforare,  è paf  pburao , ilquale  s’era  nafcofii  per  non  andare  alta  guerra 
fare  demrocpuugere . P E x.  Qjiì  ro  begliocchi  mi  trafifi  Thebana , uedilahifloria  di  fAmpbiarao  .Dan.  Come 
fe'lcore. Boc. Lolnquifitore  femeiidotrafiggerelaltm  Mlmeona  fua  madre  fe  caro  Com'.Atnteone  che  di  ciò 
ro  brodaiuola  hipocrifia;tutto  fi  turbò. Con  maggior  pun-  pregato  Dal  padre  fuo  L propria  madre  fpenfi . 

tura  trafifie  la  donna.  In  quami  moditu  fai,npunft&  y ccidcre  .Lat. occidere,mterficere , dare  letho  ,u'itam  eri- 
~~  - - - - pere,  mortemuKlare,intertmere,necare,  cedere,  tmei- 


trafiffi.  Jlngofcuta,fìinKdataftTrafitta.Semeniofitpa 
rtmeme  Trafitti  .Il  Re  di  Cipri  T rafitto  da  una  donna  di 
Cuafeogna . ucdi  (Indice . 


Fendere . Lat. fóndere.  Boc. Sopra U capello dacciaio ta- 
■ ■ Ifend  '’ 


ghiado  d fendi  infitto  a i denti , P u,  P e x.  £t  membra 


dare,  ma(lare,euitarc . P E x.  Cb'uccife  Ctro,  & hor  fua 
fama  uccide  .Boc.  Et  feguitollo  a cacciare,  dr  ad  ncri- 
dcre  frante  felli  : Merci  per  Dio  auami  che  tu  m'uccida , 
dimmi  di  ebeht'bo  ogefo,cbe  tu  uccidere  mi  uogliaiycci 

K 1 


h 


J-,*  ' 


Marte 


CIELO 


Marte 


ietiio  cbiimme  ciò  contraflar  preliimefie  . Che  fcn^t  A u.  Che ba/ìòbenmille altre  f'enJrtle.  A kj. Stante 

tmfcrkordu  hjMer  di  noi  n'kcc'idcpe.  Tirala  fuori  Li  Jj>a-  der  tardo  la  y endctta  mia . 

da,  lei  i/l  nano  mercè  éntandame  uccije . Il  popolo  a fu-  V eadiiare . Lai.  uiniicare , ulcifci  ,puutre , cajligare , ple- 


rar  uccifero  le  guardie . Con  quello  flocco  col  quale  io  uc- 
ci fi  me,  uccido  Li . Et  Teriontc  dormendo  uccifero . ucdi 
allTiidice . 

5 ^incidere.  Lat.  occiderc,mlerimere.  uoce  Trouem^le  il  me 
defimo , che  è uccidere . P i t.  Tqpn perche  mille  uolie  il 
di  niancida . Et  non  in'anc  ide  amor,Cr  non  mi  iferra.ldg 
li  coni  amor  fana,  & come  ancide , Se'l  dolce  Jguardo  di 


Sere,  muiSare , ammaducricre  , pana,  uel  fuppliciu 
a ffieere.panam fumerò . P E T.  e*r  B o C.  uendicar  le 

dijpietate  offefe . Ter  uendicar  fuoi  dami  fopra  noi , ren- 
dnar  lingmria . Con  un  mede  fimo  colpo  la  tua  ingioia  , 

& la  mia  uenditherai . La  ingiuria  agramente  uendici . 
S’ionon  mi  ue^io  uendicata  é CIÒ  che  fatto  m’hai,  per 
lo  participio  di  uendicare. 

toflci  m’ancide . Deh  non  rinouellar  quel  che  m' ancide , V engiare , ual  uendicare  uoce  antica  Trouen:^le  .Dan. 
Che  m'aniidono  a torto . & quel  ch'aneife  EgiHo . Bcatif  Mal  non  uengiammo  m ThejioCapalio.Et  qual  colui  che 
fima  lei  che  morte  ancife.D  K s.  Incofa  chemolefbo  fiuengiò  con  gli  orfuH  iui.y engiare,  giuggiare&apm 

forfè  ancide . yende  la  carne  loro  eflendo  uiua , Tofcia gli  procciare . T a. 

ancide . -dnciderammi  qualunque  m'apprende . Idncifa  ’Viadice , ual  uendtcatore.Lat.uindex,ultor  ,punitor. 
t'hai  per  non  perder  Latina.  Tolineflor  che  ancife  Tolim  A a i.Forfe  fu  da  Dio  y indice  promejfo;  Che  ui  trouafie 

aquelcafompedito.Lat.luJiauindexuUionii.yoteda 
non  ufarft . 

Imprefa./J/.  captum^xpeditio  miUtarisjl  quando  fi  piglia  j 
a far  alcuna  cofa  di  qualche  momento.  Pet.  & Boc.  Im 
prefi  .Alta,.Amoro]àJloneflaMagnjnima,Santa,  Ma- 
gnifica, Crudele,  Delira,Matta,  Faticofa  , Trejintuefa  , 

T ropp.Alie  lmprefe,yane,Ttu  Belle,  Siedile,  Che  Clm- 
prefe  del  imo  fignor  uu torio fc  fanno . 

gue,  e Strage,  e fuoco.  Che  la  ffiada  del  del  jeende  con  un  Imprendere. Lat  Aifponere,ajìumere,  & deliberare  ,ac  am- 
ta  Strage  de  fuoi . mo,  & mente  condpereSdecemerednflituere . è pigliare  , 

5 SltiS'^euiolente. Lat. cruorjÉr Sangui!  exuulnere.P  bx.  oajfumerepertmprefa  .&oc.  Et  dijpoflo  a far  quello 

.A  farla  di  rimi  Sangue  uermiglu.  Et  di  qual  Sàgue  qual  mede  fimo  che  tu  hai  affare  imprefa.  Dan.  Terò  guarda 

campo  l'tmpingue . Verche'l  uerde  terrene  del  barbarico  che  l'habbi  a meme  s’a  parlar  t'imprendixti  pom . 

Sangue  fi  dipinga. "Fion  piu  beuui  del  fiume  acqua  che  yittOTÌi.Lat.uiSoria,paima,triumphustropbeum,resbe 
Sangue.etgradiribifpa/ga’l Sangueyedi Sichen,c'l  fuo  negefla, gloria  adoru. Pbx.  yitloria  t’impromette. 

Sangue  ch'è  mifchio  Et  col  Sangue  acquiflar  terra  et  thè  In  fua  tanta  y moria . Talma  è yittoria  ; Sol  di  y moria 

foro. Sanguigne  Herbe, (fi-  Onde.Sangue  corporeo,  uedi  a fi  rallegra,  CT  uatua.  Sperando  la  yittor'u,  ond'efferfò- 

1 j 1 5 . CJr  Sangue  per  l'origme,  uedi  41567.  le  fT ornando  da  la  nobile  yittoria . 

Sancuinofe.  Lat. cruenta.  Boc.  Con  le  Sanguinofe  mani  Vittoriofo . Lat.uiSoru/fus.  Pet.  yidi  un  ymoriofò  dP 
a Uto  le  fi  coricò  . (fi-  Sangumafe  battaglie . fommo  duce . Ben  la  yitioriofa  fua  uemura . .Arbor  P'tf. 

Jnfanguinare.  Lat . cruentare.  Boc.  Lo  Srafdnò  infangai  toriofa  triomphale  .ini  depofi  le  fue  ytttonofe,  & fa- 

nandu  il  piano,  conlefue  piaghe. Th.  ere  foglie. 

CtnenTort,pieméfaague.Lat.&fanguinolenti,&  cruen  Pihni.  Latperkymoria.P  bt.  luibadel  fuobenfar 
II.  B o c.  nella  uifione  amorofà.  Trailo  Tolidoro,  & To  corona  (fi-  Talma,  yn  ramufcel  di  Talma . Talma  è uit- 

hfiena  Cruentofi  giacer  aflai  uilnteme .S  a s. Cruenta  toria;  &togiouaneanchora.  Mille uittoriofe  (fi- chiare 
Spada  .yoceianottufarfi . Talme.T)  AN.lnfinlaTalma,tìral'ufcir  dclcampo., 

Miciilio.  Lat.homic'idium  Pet.  Ma  piu  ne’ncolpoi  Mici,  Terih’cgh  è quegli  che  portò  la  Talma , 

dialiSpecchi . Boc.lnuitatoadunoMicidio,o  a qua-  Pitti. le imprefe. Lat. resgefla,facinora,magnalia,expem 
lunque  altra  r.  a cofà , uolomerofamente  andana . Indù-  ditionei  miUtares , confliSut , acies,  exercitus , bella,  arm 


doro  .L'altra  è colei  che  lancile  amoroft.  pria  che  fofle 
ani  ifò  L’agnel  di  Dio  che  le  peccata  toUe  .Etna  uiut  la- 
droni efleranctfo  .Beh.  Jilcuna  uolta  cofi  ancidea  i 
.Ammalare.  Lat.  maSare.  uedi  yceidere.  Boc.  Che  co- 
me prima  addormentato  tifujfi,farefli  flato  amma-^o^to. 
A a I.  Chi  grida  ómpicca,  abbrucia,  lquarta,ammac^ . 
Mortalità . ual  ut  cifione , uedi  di  fopra . 

Strage . Lat.  ualmortalttà.  A a i.  Chefempreuorriafan- 


ani  a far  alcuno  Micidio . Ilqual  lo  Mictdio  bauea  comm 
mi-fio . alla  Tbofeana . 

578  Homicidio.  Lat.  Boc.  Douecommefio  hauea  PHomici- 
diOifece  tagliar  la  tcfla.Difalfano,(fi-iHomiiida  fu  Ore 
dicatorediuenuto.  A a i.Saperchi  l'Homicidto  fatto  ba- 
uea . yedetegli  Homi  cidi , (fi-  le  rapine. 

ÌAi\indtim,wdflaJiim,Sihcram,  Corfalt,  Tirati,  Spoglia- 
tori . unita 

Pitriàdi.  quello  che  ammaxfta  ilpadre  uedi  a i^it. 

Priui, Morti, Fmiti.uediaMortea  1615. 

. Vendetta. iUtf.KOK/i^d , ultn, puntilo. P t t. dtB  oc. 
yendelta  Leggiadra  Mirabile,  Ticàola,  Kigida,  Intera , 
Gran  yendetta.  La  yendctta,ch'a  noi  lardata  noce.yen 
detta D'Hippoiito,diTbefeo(^i .Arianna.  La  yendet- 
ta dee trapafiar Co ffepc.lueadicbeuolt archi  di  Latona, 


>? 


ma , duella , pugna  .Pet.  Che  a gli  ammofi  Fatti  mal 
l’accorda . Et  Diogene  cinico  i funi  Fatti.  Boc.  HuomU 
IO  fempre  Sari  m Fatti  d'arme.  .Andare  ad  ognttorniam 
memo , ogioflra , 0 altro  Fatto  d'arme . "Fie  mai  in  alcuu 
F atto  (Canne andò,  uedi  a qSj. 

Ce{ix.Lat.reigefle,&aSa,arum,uedidi  fopra. S an. 
Fu  olirà  alla  nobiltà  de  maggiori  per  fuoi  propri  GeSi 
aotabiliflimo . 

Spoglie.  Lat.fpolia,exuma,manubit,prada , trophea,fàm 
no  le  prede  fatte  de  nemiùjuttoriofameme.  Pet.  ber  ficn 
di  meCulttmc  Spoghe . Chi  uidealmondo  mai  fi  dola  Spo 
glie i Et  di  fue  belle  Spoglie  Seco  fonide  .Spargendo  a 
terra  le  fue  Spoglu  eccelfe . Di  fua  uinute  (fi-  di  mie  Spo- 
glie altera . luijpiegò  le  gloriofe  Spoghe . Hauran  di  me 
pocobouerau  Spoglia  ,Dah.  Che  de  l’auella-ft  fi  alte 

Spoglie, 

- * : 0.. 


L O 


Mtrtc 


75 


J4« 


Marre  C I E 

Spoglie,  &qMMdi>figai^n  la  Spoglia  moriale, cioè  il  lor  Ph.D  a m.  (ìuafi  Ammiraglio, ch^npoppa,&  in  pro- 

po,iudit  i}i6.  raf'icnaiiedcrLtgemc,(bemimlira.MamialiitraRa- 

Trophci . Lac.  trophai , fino  le  fraglie , & uittoriofe  prede  chel  mai  non  fi  finaga  Dal  fuo  Ammiraglio . Ha  pm  ni 

f atte  de  nemici.  \ R i.Ufaatohaueamfinm,  tj-immor  metteranno  gli  Ammiragli . 

tal  I rophei . Satrapo,  lat.  fttrapei , & j'atrapa , a , noce  pcrfica . na- 

Tnmnptu.Lat.  trirnnphifiuationetifupplicaiioneSfifna  de-  le  ‘Prefetto  , Principe  , & loco  tenente  dell’e/krciti , 
cemebantnrprotiUhnjs  P E7.&  Hoc.SdperTrtom  &del  regno.  Ari.  ARe,aSignon,aPrimipi,a 
fbi , cr  per  Imperi  liscine . Et  gU  annali  Romam  fi  trom  Satrapi , 

nano  pien  di  Trumplii  menati  da  linmti  fili  Romano  Caualicre, ^ Canaliero.  Lat.eques,tis.  P s T.  (jr B o c. 
Campidoglio. Il  Lauro  fegnaTrumpbo .D  an.  Eccole  i'alorolò,Cortefe,Leggiadro,Sanio,Ricchifiimo,CoJiu- 


fchiere  dei  Triompbo  di  CbriHo  .&  per  io  godimento 
a ibo6. 

TrioniphaIe.£«f.  triumphaiii  .P  i t. Trhmpbale  Arco , 

Carro , & Arbore . 

Triomphare . Lat.  triumpbare, onere , dà  fìrpplicare . P s x. 

Triomphar  niédt  colui,  che  prima, f'cdnto  banca  del 
mondo  triomphare . Triomphar  nolfe  ^nel  ihe’l  mondo 
adora . Dopo  che  morte  triottiphò  nel  mondo , Che  di  me 
^efio  triomphar  folca . On’hor  triompba  ornai  a del' Al 
loro.Sotto'l  qual  fi  triompha  ,non  pur  fcampa  .Horé  Fricre.  Lat.  ante  cnrjòr;  è quello  che  alloggia  t'bofie,eT  me 
Im  fitnompha  .Cofi’ltempotriomphatuomi,e'lntoudo,  ta.  per  foprajiante  dello  Spedale  lo  pofetl  Boc.penhe 
Tre  uoltetriomphando  ornò  la  chioma . Hor  qntui  inom-  alloggia  ipoueri.  Et  fello  Erieredelio  Spedale,  qnafifra- 
phò't  fignor  gentile . te,  (j- fida  loro  titolo  di  frate . 

Carro triomphate. Lat.cnrrnitrinmphalit,carpentum.  UiiiCc3dco,t̑ Manifcaleo.Lat.qH*fior;prafiil,prafeBut. 
Ver.  Poi  le  nidi  in  un  Carro  trùmpbale . T riompbal  è ilgouematore  degli  efiercàt , & delle  corti , quafi  caU 


maio.  Prode,  Leabfimio,  Bruno , yalorofifiimo , & de- 
gno d ugni  gran  dono.  Affai  Talorofo,  «r  da  Bcne,S  ottì- 
te,&  Imeudcnte . Per  uiriù,&  per  nobiltà  di  /angue  ri- 
guardeuoleajfai.il piu  leggiadro, & il  piu  Delicato . 
frejco  alla  battaglia . Pouero,  yiUan,  Dijleale , Ualiia- 
gio.  Di  picciolo  ualore,  l'ii  C.iuaher,  che  tutta  Italia  ho- 
nora .ilon sòfe miglior duce,o  Caualiero.  CaualieriAn 
tichi.  Armati . Sarmcnte  fu  primo  huomo  che  fcriuejie 
di  Caualerta . 


Cam  a gran  gloria  conduce.  Dan.  tlon  che  Ro- 
ma à Carro  cofi  belio  Rallrgra/le  Apbriiano  j onero 
AuguHo . 

Tributo.  Lat.  ui£Iigat,<^cenfui  .Par.  CheLufato  Tri- 
buto a gb  occhi  chiede . Che  piu  largo  T ributo  a gli  occhi 
chiede  .hoc.  Et  non  che  altri;  ma  i frati  minori  a fiuon 


cuns  mala  ; &era  ilpràno  honore  nell'cfierctto , perche 
era  in  luogo  del  Re.  hoc.  Trono  lui  efiere  Malifcalco  , 
&graafiguore.  L’uno  de  Manifcalcbi  del  Re  d Inghilter 
ra.  Quiui  era  uenuto  l'uno  de  MaUfcakhi  delBje.D  an. 
Che  ^ fur  del  mondo  fi  gran  ManiJcalchij.primi  preti , da 
quali  gli  alt  ri  fono  retti. 


1, 


dinaccarelerendonTributo.S  A n.ifium  poco  curando  Sitùfcolcojilr  Scalco.  Lat./lru8or,et  architriclinus.è  quel 


di  rendere  al  mare  il  foltto  Tributo 
Tributario.  Lat.  fìipendiarie,  cenfualu,ue{}igalit  .Pax. 
Et  Tributane  far  le  gemi  dìrane.hoc.Iodirò  che  IO  fia 
di  città  Ubera  jCt  egli  di  Tributaria.  Laipiale  in  que  tempi 
alRediSiaUaTributaria  era, 

)4S  Fio,  lo feudoytributo,  pena , o merito . Lat.  ueSigal . P t x. 


tìrane  fonia  è un  mal  Fica  mantenerlo.  Dan.  Di  tal  fu 


lorebe  ha  cura  della  cafa  delfignore.  hoc.  Io  primiera- 
mente conjiituifcoParmeno  famigliar  di  Dioneo  mio  Sud 
fcalco,tìr  a Ini  la  cura , ($■  follecàudine  di  tutta  la  noSira 
famigUa  commeuo  . Ejiendo  ogni  cofa  dal  éfirétijfimo  Si 
uifcalco  apparecchiata.  \m.Lo  Scalcoper  la  mcnfafat 
to  hauea . Et  lo  ScaUofi  dogUa  ,e  doglia  il  ceco  Che  i cibi 
lafcianraffredarnei  uafi, 

perbia  qui  fi  paga  il  Fio  J.  tributo.  A R i.T{f  chiaripiu  Kim'iAì.  lat.  inimicitiadéd.iioràfienfiordifcordia,belUim.  544 
per  non  pagare  ti  Fio.  A M cerca  fuggir  pon  grane  Eh,  , Boc.'Hgfeguiràtrauofiromarito&memortale'ìii-  . 
ÌRefiateohlà,chequifipagatlFio.  miiìà.'Nacque  trai  una  natione  trCaUra  grandifimia 

Gonfalouicrr , è proprio  come  capuano,  0 di  fimile  digni-  7s{[^/ià.  'Njmifiifmgulare,  che  a noflri  fecoU  fu  porta- 
ti . Lat.  figrùfer , uexilUfer , uexillariut , antefignanus , ta  da  deh . Voce  Thofeana . 

dracouarmi,& aquilifer,  manipulanus  .hoc.  Il  mar-  Nimicitie . B o c.  Mali  H!micàie,&  fcandali  Chele  "ìii 
thefi  di  Monferrato , huomo  d'alto  ualore , Gonfaloniere  micittefi  dimentichino  . 

deia  chi^  .Ari.  yedi  At^  fefio  un  de  figliuoli fuoi  Nimici,  & tlrmici.  Lat.  inànicifiiofles , perduellei  .Pax. 
Gonfalomer  della  cbrifhana  croce . ér  B O c.Tiimiu  Armati.Pofienii,'ìlmici  a fpada  trat 

Capitano.  Lat.imperatorjuxd>rator,prafefiui,primipu  ta . Et  le  torri  fuperbe  al  del  'ifemiche.  Le  città  fin 


ius^tréuiiui  mduum . B O c.  Capitano  della  guardia  de 
mercatanù.  Fattodi  ceTtaquantitàdigenteCapitano,& 
ehtlurcus , il  capitano  di  nùUe  fiddati . 

ABuniraglio . Lat.  cujios , aut  prtfeQni  maru,  claffts  nel 
regni  ./'ocaboloProuemcale  ,iil  capitano  deli’ Arma- 
ta di  mare , & ancho  di  terra,  tolto  dal  greco  fiogucpgut , 
che  ual  colui , che  è /òpra  a diecimila  huomint  ,ò-idet- 
.toAmmiraglio,prraoche  è poflo  (opra  molta  gite.percbt 
mille  fi  piglia  per  grò  quantità,  hoc.  Ruggier  detl'Oria 
hnomodi  udore  me  filmabile, et  allhor a Ammiraglio  del 
Kt.  Già  lo/ole  miaatcuntVoccafo  qiiàdo  PAunuragUo. 


\ 


miche,  amici  i bofehi . Due  gran  t/emithe  infieme  erano 
aggiunte.  Madonna  mi  pare;  che  uoi  fiatedcUe'Himube  . 
della  Fortuna . F emine  del  corpo  beliifiime , ma  Temiti  he 
dhonefii.S  e u i co  Armato,Belio,DoUe, Mortale , 
Comune , Eterno , Amichiflimo , Fulgo , Stuolo , Gran 
Ufinico  ,HauerTtto  per  ‘ìdjmco acquifletU . il  '>(uwj- 
co  della  mia  honeflà  .Si  come  Capitale  '\imico  di  Carlo. 

Fi  tu  tr  A altera,  Aéerba,  Armata,  Beila  , Cara, 
Dolce,  Gente , Fortuna , F ergine  humana , & limca 
Gorgoglio.  Del  uer/impreTigmicad>’amore,Diutrtute, . - 
Tiinuca  Tarte^  Fede,  Fortuna  Tignua  dtfebd^a  che 
. «I 


Mane  C I E 

jimpreilVtT.ufa  7ifmico,&il'Boc.'Nimico. 

Inimichcuolmcnte.£4r.ifi(mfc^ , hofliùtet , aducrfo  ani- 
mo & contrario . B o c.  Inimicbenobncnte  con  armata 
mano  perfeguitarlo . E P. 

J4J  AacrCìno,i!r ^ducrfario.  Lat.aduerfariitf,  aJnerfator,re 
fHgnaior.  ual  contrario.  P E T.  -ddncrfarto  .Alto.H  mio 
^dncrfarto  cÓ grane  rampogne  Comincia.  Ma  C Adver 
SARI  A mai  ibe'l  ben  perturba . B o c.  Cb  Adtersa- 
Ri  di  Cimane,  haneanol'arme  tratte . Giù  fe ne  fcefe  con 
poca  beta  uittoria  defuoi  -dduerfari  hauere  acquifìata , 
Chea  gli  arcieri  del  uojfro  .Adut  rfàrio  mancajie  il  faet- 
tamento  .Dan.  Vefò  fe  C^uerfario  £ ogm  male  Cor- 
tefe  fu . De  Cantico  -^iuetfano  a fe  ni  tira , Dicendo  ue- 
dili  ilnoflro  ^uerfano . Erano  in  campo  giunti  co  ilo- 
ro  -Cucrfari,  cT  quando  figmfica  il  Demonio,  uedi  a 
180  a. 

Auerfo.  Lat.aduerfus  ttà'auerfus.  T)  ah.  Se  ben  afcolti 
l'argomentarath'io  faro  -ducrfoadefl  contrario.Se gli  oc- 
chi miei  da  luifojìer  ./iuerfij.uolti  alerone ,auerfus.  Lat, 
Media  168. 

Riuali.  Lat.proci.fono  contrarilo  concorrentiin  amare  una 
iHefSagiouane . A r i.EranRiuab ,eran  diFediuerft, 
Chegb  haueffeilRiualufifiherniti.  Che  per  Gineura  fi 
fefiott  Riuab.Da  terminar  col  fuo  Siual  Cimprefa.  B £ m. 
idefi  I nuali  che  /intono  .Ai. 

Tmchi.  Lu.&riualet.fonorinabda  Lufiuria  cofit  detti, 
CT  dal  troppo  de  fiderio  in  cercarla  cofa  amata.  Ari. 
Toi  bir  contention  ratificuro  Jn  man  del  Se  quei  duo  Trom 
chi  famofi  .Dai  Troihi mille  oltraggi  hauea  fofferto, 
yocedanonufarfit. 

Gagliardezza,  & Gagbardia.  Lat.fortitudo , robur,uir- 
tus,  magnanimtoi , perciochegb  antichi  allagrandegpca 
deU'anmo  la  nfenuano.  B o c.  5'i  come  colui , alla  quale 
pare  di  Gagbardet^a  auamgare  Galeotto.  L a.  El  poi  fe- 
ce tutte  quelle  fine  Gagbardej^  cb'egb  dice , 

Gagliardo.  Ut. forni, agibs,robufius,uabdus,inui{{us, 
potem . P £ T.  Faceui  burnii, &£ogni  buom  uil  Cagliar 
do.  L A.  B o C.  Era  giallone  frejca  & Cagbarda , 

Sgagliardare.  Ut.  entrare, uircs  admtere.  Malfar  Umidori 
poco.  D A N.  £(  CU!  paura  j'ubtta  fgagbarda . 

Aniniofiri.  Ut.animojitas ,affc8ui.B  o C.Setuuorrai 
finga  Animofitàgiudicarc,tu  dtrai.Se  tu  con  tanta  .Ani 
mvfitd  faiqueUoihe  gb distate ,tdefhtogba.o anmet- 
faincttte . 

An’wnofo.Ut.impauidui,&  audens,&  magnaninaa. 
Pet.  Che  agli  Ahimoìi  fatti mali’accordaJìa  lei uten 
TAmmosa  leggiadria . B o c.  .Acciochetu  Cufau  for- 
ge npigbjirdiuenga  Animofo,ideSÌ  magnanimo.AKi- 
mosaminTì.Dam. frrANiMOd  man  del 
duca , (ir  pronte . 

RobuBo.  Ut.  (jr fonii,membrofui,  lacertofius.  P i t.  Ci» 
gean  coflmfuoi  dodici  Roivsti.  Femtna’l  ninfe  ,&  par 
tanto  Sobufìo . B o c.  Bello  buomo  del  corpo , Sobu- 

fio.Sobufto  Olmo, Cerro.  Rozvsti  yoci , Queitie . 
A R i.I  cafhnni,ei  cauaber  Roivsii  .Cbc  Fila  con 
quel  di  noi  ih'i  piu  Sobufio . 

547  Tetocità.  Ut.  ferocità!.  B oc.  Poicb'a  montar  cominciò 
la  Ferocità  della  peftilenza. 

fiereiii.Ut.ftritas.  Boc.  Ter  la  fica  Fieregga  ,&cru- 
deUà.f'mcerela  Fiereggadeb’appetito. 


L O Xfanc 

Ytroce.Ut.ferox/mpotens,uttl crudele.  P i r. Feroce  Cdr, 

Tiu  Feroce  uer  me ]impre,et piu  bella.Cbe fopra  i piu  fog 
getti  i piu  Feroce.  Boc.  Cimone  nelle  cofe  bellitofe  c^r  ' 
tifiimo,  & Feroce  éuemie  .Dan.  Quando  fi  parte  uni 
ma  Feroce. 

Ferità . Lat.  feritasi  la  fieregga.  Boc.  Era  manifefta  la  ; 

Ferità  del  crudelgiorìio . T H. 

Fiero, Fero,  ualcrudo . Ut.  ferus.ferox,crudeUs,ajper, 
atrox,  alpejlris.  P E x.  e*r  B o c.  Fiero  Deflino , Monte  , 
Tafio,SaggioJSguardo,ycglio,yoto,  Tadre,  Imptaiìro  , 
Troponmento,Marte,Gbiaccu>,  Furi  Lupi enti fia- 
gionamenti . idefi  di  cofe  crudele,  & dure  .Fura  Cofa, 
Fiere Bateagbe,Fierijfimo  tempo,Fieramcnte.  ueditin-  ' ' 
dice.  Vt.-i.ufa  Fiero , & Fero.  ilBo  c.fempre  uja  Fie- 
ro.lì  ah.  Ahi  quant'egb  era  nell  ometto  Fero.  Boc.  < 
Toi  diffe Fieramente  furoaduerfi  .i.crudelmente.Fem- 
mifii  imiangi  poi  prefontuofo  yn  giouanetio  Fiero . 

Vincitore . Ut.  uiflor  .Pet.  yuteitor  Alefiandro  tira 
ninfe . E ch'in  mar  prima  y incitar  apparfe . Fa  yinettor 
il  giorno.  Ubella\iHciTKict.Ut.uiHrix.Bo  c.lo 
mi  credo  efiere  y incitare.  A lui  come  y motore  ubiJiua . 

Vittor,  ual  uincitori . Ut.  uiSoreu  Vtt.Et  fecob  yittor  j 
£ognicelebro.  Che  del  fuo  uincitor  fi  gloria  il  Vitto. 

y tm ere. Ut. Pet. ymo AmbaUe. ymto dal jonno. Vi n-  . 

T A Barca,'Haue,'Hatura,Alma,Atalanta,Da  tre  palle 
d'or  yinta.  Et  ymta  a terra  caggia  la  bugia,  'tfo/lra  na 
tura  ymta  dal  coflume . Onde  [anima  mudai  dolor  ym 
ta . Et  con  Gioue  fia  uinta  ogni  altra  ftella.  Smtafer  Vii* 

T I nel pmntero  afialto  . Si  grane  eh' a ridirlo  farian  uinii 
Tut III  maggior,  fi  dolce atihor  ihe  yinto  mi  rendei,  y ai- 
to alla  fin  dai  giouane  Romano . Cotanto  [ efier  uhm  gli 
cbfpiaeque . ymca'l  uer  dunque . Di  me  ut  dolga,  & um- 
caui pietade . Quant'i crealo  uince , & cangia’l tempo , 
Sìueì,  i he  d'odor, et-  di  color  uincea . Ter  domar  me  cou- 
uienti uincer prima . Qual uincerà nomò.  Che  utncerle 
fu  gloria  al  grande  Alcide . yinceme  £inteUetto.  Con 
quefi’arme  uinceui  ogni  cor  duro.  Amor  con  quanto  iform 
Zfi  hoggi  mi  urna,  mncan,mncono , ninfe , umfi  .Dan. 
C'bemt^erio  ditcnebre  uÌHCtaà.utnccua,(fr  fuperaua. 
Boc.ueditlnéce. 

Auaitgare . Lat.  augere,  anteire , fuperare,  prarfie  ,fupe. 
riorem  difeedere , oblinere , domare , prodigare  , uiSo.. 
tram  reportare,  feBinare , accedere,propcrare,  augere. 
peruincere , fuperare , 0 auaniaggiare  .Boc.  Accio- 
che  di  canti  non  fofiero  da  gli  uccelli  auanzati  .Dan. 

Si  come'l  del  che  tutti  gU  altri  auanga . Toi  che'n  mal 
farlo  fenie  tuo  auattgai.  C he  quel  di  Lemoi)  credon  ch'a- 
uanzi  .Et  neramente  fu  figbuol  de  l'orfà.  Cupidi  si  per 
auangargU  arfatti.  Pet.  Fofieda  feperauangar fica  '1 
imprefa . ideB  per  farfit  iimanxi , & maggiore , 0 auan- 
taggiare  .Terle  cofe  dubbufe  altri  1 auanga  m ucce  di 
auaccia,  idefi  affretta,  uocabolo  antico,  che  dinota  auan- 
taggiarefi  accrtf cere  piu  degli  abriff  quando  auanga-. \ 
re  Bà  per  trapalare  auantifUedia  iqiq.tjrperacq»i- 
. fiore  a-j66.&  ptraccrefeerta  ijpo.ct-  per  re  fiore, et 
fòpraboudare  a 119. 

Superare.  Lat. per  auangare.  Dan.  Sopraiofefie  comico, 

0 tragedo.  in  ucce  di  Superato . 

Sourauaugare.ififrauangare  per  uincere.'D  ah.  Vlgu 
•Spifa  che  [butiiiofil boom fouroMga. 

Couquifio 


Mine 


CIELO 


Marte 


76 


549  Conquifto.Lft.  uitioria.pattum,  àtifui^titm.  B o c.  Dom 
po  il  Cun^miio fitto  dcUa  terra f 'tnu.  Ccfare  ConqutJU- 
torde  aojiri  re^ai . 

ConqusUre . Ltt.  acqnireTerdeiiincere,(kbigcre,fupeTire , 
fubìjtgjre . B o c.  Con  l'aiuto  del  fko  foiero  egli  conqui- 
Slipjl  la  Siotta,&  fkiiK  Ke  tncoronato . 

Coiinrnib.Ut.deHlÙusj'ubcaus/ipprefiHs.dcbellatuiyfum 
fcratu>J'itlntilus,fHbiMgatnJ.ual  < onqmflo  uotabolo  Tro- 
Mtitzale.  l'tr.  De  k beltà  thè  M'hane'l  cor  Couquifo, 
thè  Coaquilo  Scn:^  mouerfi  haurtan  qual  pm  ribelli . Et 
quei  che  fur  Coiiquifi  con  pm  guerra  .Dan,  Ciò  che 
lajfettoiii  [cbauea  Conquija. 

Soggtogare^cJi  a Giogo  fatto  Saturno. 

ijpHgpiare.  Lat.cxpugnare^certare^emncertàn  potejla- 
tem  redigere,  ual  combattere,  & ancho  umccre  .Ari. 
ConftgUan  tutti  a far  grande  apparecchi* . 

F urorc.  Lat.  P tj.eir  Ho  c.Irai  breue  Furor, & chi  noi 
frena, E'  Furor  lungo.Furor  Magiare  Jj.  tterato,Solle~ 
tico,Subiioàl  TedcfcoFuror.ln  fiero  Furor accefa . L’ira 
VI  feruemiff  inio  Furore  accende  l'anima  nojira . Il  popolo 
a Furor  corjb,  Furordeyeiiti,Furordikiù . De  La  Ma- 
trigna . Cbe'l  Furor  letterato  a guerra  mena . Lat.  oe- 
fhum,ri. 

Furia.  IM.  Hoc.  Quafi  con  Furia  dfie . Tiu  da  Furia  che 
da  ragion  tacitato.  Et  furiare  & infuriare  ft  éce . 
j jo  Furiofo  .Lat  B o c.  fedendolo  Furiofo  leuare  per  batte- 
re k moglie . Tutto  Furiofo  rijjipjè . Qjtafi  Furtojà  diue- 
nuta  diJSe.  Di  itta  correre  Furiofamente . Cifippo  Furio- 
f amente  ne  menarono  prejò . & per  Holt* , uedi  a 1 147. 

Furire,  0 furiare.  Lat,  furere . ual  far  furia.  Ari.  Cofi  fu- 
rendo  il  Saracin  bùtarro . Si  uolge  al  Hano . 

BlcaUceiia  bateban,  Lat.  che  dinota  far  furia . naie  fu- 
riofo,brano  . B o c.  Mojirauadi  douere  ifiere  un  gran 
Satakre  con  un*  barba  nera,  sfolta  al  mito . 

Baccelliere  Rf<Ù4  147. 

j j I lrapeto,<ir  Empito.  Lat.  hnpetustiisatiolentia,ferocia,fO- 
natutiiHciirfio . B o c.  Landolfo  con  grandijfutto  Impeto 
percojfe. in  una  fbcca.l jfiaceuoli Impeti .Tutiklciagli 
impeti  dell' tra  l ra^ortare  ,D  AN.ktnegb  flerpi  beret 
tici  percofie  P Impeto  fuo . 

Impettioh. Lai, ferexjtioleiitut.  B oc.  Liquali uenti,efc 
fèudo  tialiuno oltre  modo  Impetuofo.Impttuofuiunte 
corjèaformargliwtprotepoaddofìograndiffimo. 

Ptricolo.dr Terigtio. Lat  peruulitmMcnmen. P et. & 
3 Q.C.  ’Peruolo‘Graude,Grandiffmo,'Pnfente , Medefir 
mo,Soprafltntc,Mmmio,Gra»  Tericùlo.  Pericoli 
Infaiti,TnJ}ibiU,Mille,  Strabocebeuoii , tà-  non  Tenfatt . 
D A v.sélea  creder  iLmondom  fuo  Tendo. per  far  k 
rima  ma  ma. fi  dee  ufare . 

Pcricololb . Lat.  peruidofia , diffióUi.  B o c.  Tericoloft 
■Tramontana.  Peiricolose  Battaglie.  P et.  De  le 
Tcricolofc  tue  Fauille . 

Periglia.  Lat.  periculum.B  o c.  In  lui  t'ingegna  di  metter 
tenerne  del  tuo  honore,  per  cui  quel  mèd^imojet  bora, 
c^miUeahre  nonbaidubaato  di  mettere  m Tertglio. 
Per. "Peri  Signor  mio  baggktecura , Che fimilmcnte 
Hoaauen^auoi. 

Pcrigliofo . Lat.  periculofut , difficilii,  difficultate  plenus. 
.P  E T.y  idi  affai  Terigliofi  il  mio  uiaggio.  Bifagnair  lene 
al  Terigliefo  uara.Dfo  Ptmprefe  Terigliofe , ó*  nate . 


Terirc.  B i M.Ter  farmi  an:^  il  mio  di  donna perire.K  1 . 

BàrcWlo.  Lat.  periculum, ual  pencolo. P ET.  Onde  uaiino  551 
a gran  Hifchio  huomini  ©•  arme  .Dan.  St  come  per  cef 
farfaUca,o  Rifcbio. 

.Arrifcbiare.  Lat.  pericttlumfacerc,ateam  lacere  rudere, è 
ponerfi a pencolo,  tcntare^rouareroardire.P  e T.Secu- 
ro  non làròjn  ti  ch’io  a’arnfcbi.  Tato  ama  fe  eh' in  tal gio 
cOiamfibia.i.afficura.Boc  .Aitami  che  alcuno  ìar- 
rifcbiafic  a credere,  che  faffe difio . Et  mciò  arrifchkrò 
k pcrjonajdr  la  Hita.i.mi  iterò  a rife  bu>,o  a pericolo.  In- 
torno a quelle  nouelit  non  s'arrifcbiò . 

ArTÌ(c.h'icuo\i.Lat.aHdcntcsjntrepidi.  B oc.  Credciidoa 
marinai bugiardii&ArnfihuMoti.  F i. 

Ctudclti.  Lai.  feritai,fauitk,mmanuaifiirilas,ajferi- 
tat,icerbitai,fiuirttas.  P i t.  Ch' amor  Crudeltà  gli 

han  pojio  afiedio.  B o c.  yfa  in  me  k tua-Crudeùà.  T an 
la,  & tal  fu  k Crudeltà  del  tielo , Maggiore, .Amba, 
yjàta,I'eniÌKalaU  Crudeltà.  B e h. Mollo doucte  eficr 
cruda . Ah. 

Crudele.  Lat.  fieuus ,immanii;  ferus ,dirus ,efferatui , 
efferusjmportunusAoceni.immanfuelus,  infejtus,  ater  , 
feuerus . P b T.  tir  B o C-  Crudcl,& Crudele , Tefttlen- 
^4 , Temtcnxa,  Madre,  Fine,  Guerra,  Impreft,  Madri- 
gna, Morte,  Ombra,  Tngione,  l'ita , A mor , Sentimen- 
to , Lufingbier , "Pianto , Signore , Ftuomo , Tiu  Crudel 
d'ogmaltrafkra,Cic\t)hEt  Mani,SteUe,Da  Crudeliobó 
brattom offufcaie,CrudcbffimT<miim. D a m.  Lucia  uè 
mica  di  ctafiun  Crudele: 

Crudeli,  celebrati  da  nofiri  Torti,  Archelao,  .Attik, 
cCplino,Ciro,  Coti,Creonte , Dionifto  Siracufano , Diomfio 
imperadorc,Mida,Me:temio,tieron,  TbaUrù,  Stilk  di 
'Ujlò>àibino,Scirtme,'Proeufie , Cerchile  iCorinetotutti 
uccifi  pcrmandiThefeoJSilU  Romano. 

ArclicUo.philofopboRe  di  Macedonia  fu  difieflrema  Cru 
deltà,che  amaxi;^  ilfi^molo,  il  tìo,  & li  jratelioil  quale 
ragioneuolmente  nel  regno  douea  fuecciere , uedi  a Tbd» 
fipbka  195. 

Attila  flagello  AlddhjudiPìufloria  aqéi. 

Cito  ^ di  .Meéa , uedi  k bifiork  a qó  6. 

CotiJic  é Troia,  che  uentiquattro  anni  fu  piaceuélifiimo, 
poi  Suine  fi  pieno  S crudeltà,  che  fiuenòk  moglie  per  ut 
der  dotte  erano  flou  I fuoi  figliuoli. 

Ccconte  . erudeifiimo  tiranno  , ueS  a Manto,  & ai 
Argia  . 

Dionifio.SiracnIànoaiedi  U fiut  hifioria  a Tiranni  a %q\. 

Mezencio.  fu  uno  de  principi  della  Thofcanoi&p  quello 
che  ne  ferule  FirgSo  difjiregiatort  delliDei,& biajmuto 
S nuoua&mufitata  cruSltà  lontra  U ulta  human*,  d 
quale  legaua  1 corpi  uiut  con  quelli  de  morti  finguinofi  & 
mani.&contal  line  S fuppliuo  ucadeua  1 fuSliti-Altri 
leggono  Metallo  figlio  di  Majfimtano , il  quale  a tempi  S 
■Cojhumno  Imperadorc  ivgmjlaméteet  fieramente  tenne 
in  Ramai  impeno,ct  perfiguiti  a lerbaniente  i cbrifiiani, 
riar  di  molte  & nane  f tue  di  fic  ra  tir  acerba  mone,  eir 
però  ponendolo  il  wfiro  P e.j.  tra  crudeli  dice  Siila  ,Ma- 
>io,7^eron,GaK,&  Me:(iirtioJauno  parer  k mone  ama 
raptuib'nluncui, 

Ncron.  Lat.  TieronfigliaS  DomuiOi&S  Agrippma,U- 

qualefu  moghedt  Ckudh  imperadorc.  Cofiui  fu  dilpieta  ^ > ; 
te^iW7oict  crudele lotra  il  padre, kmadrejgd  fratello 

K iitj 


Marte  CIELO  Marte 

Britttmco,OttMiit  fra  forella  & doma,  ilfro  precettore  Crudo.  Ut.  atrox,eruielis,ferutjmmamt,  mmanfretus , 
Seneca  .cantra  molli  Komani,  iijualtfe  tutti  crudelmente  inexorabitii,ual  afrro,acerbo,4uro.  P E t.  t>"  B o c.  f m 

tnorire,iT cantra ieHapatria ,iellaqHale arfe la  maggior  do  Odio,.Ammo,S4mor,Giomo,Garzon„4mitcar,C  R v 

panerei  al  fine  piu  crudele  d'ugm  piu  fiero  tirano.  Fu  Se-  D i Roncigli.  C R v d a Sorte,  Fiera,  Imagine,  Foglia  , ‘ 

fio  mperadore  per  adotuone  di  Claudio.alqualefuccedet  Tafiorella,Morte,Ftmura.  C R v D e Bracda.'hlpttt  , 
te;&benchelofiepieni'ira&dijdegno&robufioetdu  V oci.D  a n.  Tofioelte’ntefer  le  parole  Crude . 

rOifuegUuinto  dall'amore  di  piu  femme,  & tutte  final-  Incrudelire.  Ut.  lenire,  ho  c.Dinonuolerein  alcunaco- 
menteì'hcbbemodio&lefèmorire;m.i  (òpra  tutte  amò  fa  nella  per  fona  di  lei  incrudelire.  U deca  fruerità  di  Ile 

Sabina  l'oppea  ; laquale  nondimeno  un  giorno  adiratofi  leggi, & de  rettorijiquali  ajiai  uolte  quafi  folleciti  inue- 

fartemente  con  un  calcio  uccife.  Lungo  neramente  fareb-  fiigatori  del  nero  mcrudelédo  fanno  il  falfoprouare.  Tioi 

be  a uotere  tutte  le  crudeltà  deferiuere  ditiffrone  et  però  non  incrudeliamo  pm  gb  ammi.i.  facciamo  crudetiexaffie 

faremo  fine;uedila  hi  fona  di  Seneca  a lo^. al  luogo  fuo.  remus  at  exacerbemusanimos.T  H.Cbeiocontra  mia  na 

P B T.  è'I  tergo  divietalo  e'ngiuflo , Kedilo  andar  tura  in  te  incrudebfca . 

pien  d'ira  e di  dtfdegno,  Femina'l  ninfee  par  tanto  robu-  DuTe2i2,Duro.Jndurarefiigidcgja,Rjgore,Rigido,  Ruut- 
flo.  SiBa,Mario,'Heron,Gaio,(fi-  MegenUo  tutti  crudeli.  do,  .Afpro . uedi  a Qualità . 
jjj  Vhihvi.  Ut.  Thalarii  fu  Re  di -dgngemo  città  di  Cicilia,  Scempio  fofi.  Ut.cruciatus,ignominia, infamia,  dedecui, 
ilquale  per  fomma  crudeltà  proponeua  premio  a chi  tro-  contumelia, probrum,ual  firattojdifgranajo  cafo  mifera- 

uafìe  nuouo  cruciato  o tormento  contro  agli  huomini,  & bile, come  appo  il  P i x.fien  che'l  mio  crudo  Scempio.  Fi 

ne  medcfimi  tempi  fu  VerMo  .Atheniefe  artefice  digrà-  di  Siface  pan  afimilScempio.D  a n.Moflraualaroui- 

de  ingegna.  Cofiui  formò  un  tondi  brongo  di  fottiliifime  na  e‘l  crudo  Scempio  ,Oni io  alni , lo  Hratio.e’l  grande 

pulire Inelqualuolea  thè  fimettefie  chìhaueaadefiere  Scempio . A n i.  "Perche  cofior  uolcffen  far  Scempio  De  ' 
ucàji,&  intorno  fi  facejft  fuoco;  onde  quando  per  foper-  gb  anni  uerdi  miri  contea  ragione.  & quando  dinota  fola  , 

chh  ardore  Fhiiomo  dentro  pofioui  gridafie , ufeifie  noce  cJ-  leggiero^&  di  poco  ingegno,  uedi  a i tqp. 

che pareffe  horrendo  mugghio  di  ton,o  é bue  Thalaris  Scempiare.  Ut.crucure.lacerare.  P e r.'hlpn  temogià,cbe 
gli  rendè  degno  guiderdone  a tale  opera  ipercioihe  uoUe  piu  mi  firati,  ojcempte.i.mi  dia  difgratiafi  mi  factufee- 

che  egli  primo  fofie  che  tal  fupplicio  prouaffe.  Et  certo  mo,&  manco.  Ut.fioUdum  reddere^pud  peijiot.tìr  ra- 

fugiufla  co  fa  .chethiè  inuétore  di  crudeltà  fii  quella  me.  bies,&  animi  acerbitas . 

defima paiifca  ; Et  ottimamente  quefio  tfrrefie  Ouidio:  Kahbii.Ut.rabics,è tra  ira,&  funre.  PtT.’Pofefranoi,  557 
tipnefilexaquiorullaiQuamneeisartifieemfraudepe-  &laTedefcaRabbu.L'iraTidtoatal  Rabbia  fojfmie. 

Tire  fra . Di  "Penilo  manifefta  "Propertio.  Et  gemere  m Ond' altrui  cieca  Rabbia  dtparullo . S ruga  temer  di  tem- 

taur»  faue  Penile  tuo.  EtGiouenale.  Thalans  Ucet  hn-  po,o  di  fra  Rabbia.  B oc.  U Rabbia  dell'infemo.Longo- 
peret  Ft  fa  Falfm,et  admoto  diSat  penuru  taun.Sum-  barde  Rabbie . A m.  Quafi  per  doglia  fu  prefSo  a conuer 

mum  crede  nefas  ammani  prx ferro  pudori  : adunque  ot-  tire  in  Rabbia  la  fra  grande  ira , 

umamente  dice  Dan.  Come'/  Bue  Cicilian,  che  niugm  Rabbioro.lat.rabidui,&  rabiofrt.  Boc.  Rabbiolijjiirto 
gbiò  prima  Col  pianto  di  colui  ((^  ciò  fu  detto ) Che  Cha-  della  muidia.  -/Cguifa  if  un  can  Rabbiofo.  In  Rabbiofr  ira 

uea  temperato  con  fualima.  accefo.  P n.  L'orfr  Rabbafr  per gliorfaccbifuoi.  Com- 

Silla.  Lat.SjUadifìus  Luciusaicmico  di  Mario  .nobitisfimo  prefiamtomodaRabbtoftuerm . 

cittadino  Rfimanoflquale  lira  hauiua  talmente  occupa-  .Arrabbutre.Lat.  rabire.  dr  rabidut  fieri.  D A ».V-4rrab- 
to.che  egli  era  diuenuto  del  tutto  cieco;  non  pur  bppo,  thè  biate  ombre,  che  uanno  intomo  .Atii.  E pel  contraria 
latinamente  fi  due  bpput , dr  oculoslippientct  habem.i.  duolfi  egli,  dr  arrabbia . 

laibrymanies  cum puiredo  ab  hitdefiuit.  Cofiui  come  Seueriti.Lat.fruerirat.ègiuftitia  fetrgamifèricordia.Boc. 
narra  Plutarco  mò  per  ira,  dr  odiograndisfima  crudeltà  La  S euentà  delPoffefò  JcoUre.  la  cieca  Seuerità  delle  leg 

in  quelle  fueprofirittiom.nellequalife  morire  tanti  della  gi.  Che  conSeutntàfitrahejfe  Uuero. 

Romana  nobdtà,ihe  farebbe  lungo  & faticofò  a dirlo,  Seuero.  Lar.P  iX.Fnleggiadrofdegnoajj>ro,&Seuero.  . 
Tra  falere  fue  opere, fè  in  un  punto  tnfieme  morire  dodi-  Et  quanto  in  arme  fu  crudo,dr  Scuero.  Boc. La  tua  Se» 

à mila  Preuefiini,  talmente  fi  lafciaua  uincere  all’ira;dr  nera  Rigidegga  dtminuifu  quefio  fido  mio  atto  .Dan. 
efièdo  i Pogguolo  occupato  dal  morbo  pediculare,ehe gre  Ogiufiuiaé  Dioquant'iSeuira. 

camente  fi  chiama  mtefe  thè  Gramo , tlquale  Atto.  Ìat.&obfcurum,drnigrum.T)  uh.  La  morte  pre-  558 

gran  quantità  é danari  alla  Republica  no  uolea  pagare,  fi  frbitana , d!"  jltra . La  barba  unta,  drMrt.  Agi, 

indugiaua  afrettanJo  la  fua  morte findeiratofijengamu  Maptude  l'abrenubilofe,&  ,Atre,  1 

fura  feb  fece innaagiuciiire,& infra prefcngacoman.  AaoccJiat.atrox,ferus,/euerut.Bo  c. Da cofi acuti 
dò  che  iaffcgafiefd"  tanta  fiala  uehementtadelC  ira  CF  .Atroci  denti  trafitto. 

del  gridare,  che  rottafi  la  poBema  conmolta  efufione  di  ProteTuo.Lar.&petulaut,proeax,fuperbus.  Atit.Cbe 
fangurla  feguente  notte  fi  morì:  dr  però  ben  dici  il  Ptx.  nimofiratelordure^Proterue . 

L'ira  cietodel  tutto  non  pur  lippa  Fatto  hauea  SiUa,a  Sefatido.Lat.ualcrudele,fielerato.AKt.Perfarauu 
t ultimo  f e fiinleieS" alerone  ftcendomenttone de  crude-  mofiropcdaboUsfatdo.'tiofiritiefandiobbrobriofier 

li  dite.  Siila,  Mario,Tq,eron,Caio,  & Megentio.  Ari.  rori . Ecco  ucnir  l'Harpie  brutte,e  TÌsfande.  Che  mam^e 
Mano,SlUa,7ieron,Caio,dr  .Antonio.  pene  non  fon  fi  "Uefande . 

Imnuni/ììmo.  Lacual  crudelufimo.  Ari.  Eggelinolnu  Empio.  Lat.  mpiiu,cruJeltsJmmamsàuhumanus,efiirui. 
mamtfimo  tiranno  ; Che  fu  creduto  figito  del  Demom.  noi  crudele , dura,  Ptr.  Enpn  Sonore , & Spenta- 

Em  pi 

. ■ -V. 

*: 


V 


I 


Marte 


Empi  Martir,  Empia  bifgratia.Fortiu 

tu, Bibilotùa. 'Hnbe,yoglu,Cote,Clitfmmflrti.  Empie 
Sactte,DolcexxfjMci,  & Kiéci.  B o c.  0 Cioue  chi  pm 
Mmpùmentehamrrùatoletuefaetteifi.  D a n.  De 
iEmpuxj^  <h  la  che  mutò  forma. 

Afprczta,  lat.^fperitas,  atfleritas,ual  cruieltà,&du- 
rr^. T E T.Scpurfua .A^rex^tomia  fieUa noffcn~ 
de  . al  corpo  trajcf  Jt^re^a . 

Afpro.  Lat.a^,  efferaius,  tfferus.  P E T.  .A^ro  Cor.T em 
po  Giogp,Scoglto,Mare,  C^po  Indegno,  Danno, &Stile. 
Cofi  nel  mio  parlar  uoglio  {fiere  .Afpro.  Aspra  l'ita, Te 
na,Iniagine,f'ia,  Guerra, Tiaga,Tetra.  .A  uot  fiefia  pia 
tendo  .Afpra,e!r  fuperba.  Aspre  f'ie,Saette,  Gonne ^i- 
me,&  Selue,  Aspri  colli.  B o c.  .Ajpra  yiia„AfprtSo 
J^irj  .Alpro  Senticro,et  Stato..Ajprij]ima  Guerra. .A Ipra 


CIELO  Marce  77 

Lat  elatut  ; dr  nobiUsjanperiofus^oganijafiuefutan- 
fotens,  inflatui,  difficitn,grauu,  procerut,  non  ferendus . 
P E T.  Marte  Superbo  &fero.  Superbo  fiume. Di  nòli  Su 
perbo  fi  lamenta, di'  pente,  & me  Superbo  d'honor  tanto. 
S V p E R B A Treghiera , Centura,  Morte,  l'ifla.  S v p t r- 
BE  T’orn.S'vpERBi  Chnfliam.Cheui  fa  nr  Superbi  oro  et 
argento . Tonimi  m humil  fortuna  od  in  Superba . Tfon 
Superba,oritrofa,  Auoi llejfapiaiendoafpra  ,& Super 
ba.Era  fua  uifla  fi  dolce  Superba.Humil  in  uiHa,&  con- 
ir amor  Superba.  Conlepalme,&  coipiefrefca,&Sum 
perba . Tallida  in  uifia  bornhiU  df  Superba . Che  ui  fa 
cofuoiraggiaUe  dr  Superbe.  Diche  uanno  Superbi  in 
mjlaifiumi.  Boc.  Ucifea,  che  attempalctta  tra ,dr 
ungi  Superba  che  nò.  La  tua  forga  fuperbientc  fiher- 
nifie.ÀM. 


mente  Uriptefero.  Dan.  A fpra  Selua . Afpre  Lingue , Superbi,  cf/ftr>ir»i<i»ofJn  Toeti.  Tutti  i Giganti,  uedi  a 
Rime;  Afpri  Sofpiri. Afpro  Marliro,  Diferto,Telo.  le  fue  bidone  a Famofi in  arme . fecondo  tor- 

Inafpro.  Latatfpero,&  mdurefeo,  exafpero,exacerbo.P  E T.  dme  deil’alphabeto.  Roboan. 

Onde  come  nel  cor  m’ induro,  e'naf prò  ; Cofi  nel  mio  par-  Roboam  fu  figliuolo  di  Salamone  che  fuccefìe  al  padre  nel 


regno,&  uenuio  in  Sichen,  oueera  congregalo  lutto  ilpo 
polo  d'ifrael,  usò  tanta  Superhu  ; che  pregandolo  il popo 
h che  t' aUeggerifie  del  grane  giogo  c banca  mipoflo  Sala 
mone  firn  padrc.incitato  da  Superbia  fpreggiando  il  confi- 
gliu  de  uecchi  etfegmtando  quello  degiouani  rifpole,ibe'l 
fuo  mimmo  àio  era  pmgrofso  chele  f palle paterne.dr  fe’l 
padre  gli  hauea  battuti  con  la  uerga,  egli  gli  percotcreb- 
cc  col  baflone  ; Terchefubuo  fi  nbellarono dieci  tribù , di 
dodici,&  elefiono  il  loro  Re  Icroboan,  tìr  lapidarono  A - 
doramal  quale  rifioleua  il  tributo  per  Roboam  egli  fi  fug 
gf  in  Hierufalem  ; perche  Sifolb  Re  Jt Egitto  fperando  nel 
lafeditionedegliHebrei,uenne  con  robudo  efferato  dr 
affcéò  Hierufalem  ; dr  per  fame  coflrinfi  Roboam  a ce» 
dargli  che  faccheggiafie  la  cuià  & il  tempio  di  Salamone 
drdiueniarglitrwutariofindedice'D  a k.O  Roboam  già 
non  par  che  minacci . 


lar  uoglio  efiere  Afpro 

Profano, & Tropbano.Lti.idedprocul afanoaiel longe a 
tempio , ual  tnfto , & contea  la  religione  d'Iddm.  Dan. 

Folgonfi  fpefio  i miferi  Trofara.  A sii.  E le  Teofane  cofi 
ire  ugualmente . 

Sfrenato,  Sfrenati,  uedi  a Freno  ai  tu. 

Spietato . Lat.  iinpius.  P e t.  Fece  di  dolce  fe  Spietato  le- 
gno. Spietata flampa.  D A ti.Qjiiuifi  piangongli  Spie- 
taii  danni.i.  i danm  dati . 

Diipietaro.  Lat.  impius  ; iruculentut,immanii.  T e r.Di- 
f^etato Giogo, Lume, Tdgron.  1.) t s P i etat a Corda, t'en 
tura,Morie.Tarttffi  quella  Difpietata  dr  rea, Tallida  in 
mfla.  Hor  Afpra,bor  piana,  bor  Difpietata,hor pia.  Di- 
jpietate  Offefe.  Boc.  Difpictato  Taire. 

Horribile.  Lat.  ual  horndo  & brutto.  P e t.  Ch’i  nel  mio 
mar  Horribil  nvtle,dr  uemo.  Del  nauicarper  quede  Hor 
ribd  onde . In  mei.o'1  fòro  Hon  ibilmente  noto.  Boc.  Faftoiò.  Lat. ual  fuperbo,&  altero.  A r i.  Tion  fiate  però 
HorribU  l'ida.  Horribilmenle  la  pelle  incommeiò . Tee.  tumide , dr  Fafiofe  Dome  ,per  dir  che  t'buom  fia  uoflro 

catihorribili.  D A K.Difelafciando  Hombili  éfpregU.  figbo.drFauflo,ualfebce,uedia  706. 
brutta  fama . Tumore,  cbedinota  fuperbia,o  gonfiamento  uedi  ai69$. 

q6»  Horritio.  Lat.ualpaumtofi,terribile,&duro,  B oC.Qkb  Itz. Lat.  L'ira  niunaltracofai,  cbeunmouimentofubitoet 
fio  Horridocommeiamento  ut  fia  non  altrimenti  che  a co*  inconfideratodafentitatrifiitiafòfpinto,  P Et.  & Boc. 

minanti  una  montagtu  afpra  dr  erta. 

Terribile.  Lat.  ual  fpauenteuole.  P e t.  Terribile  "Procel- 
la . Suono,  Cena.Thedra  amante  Terribile,  dr  maligna. 

Boc.  yeder  del  corpo  di  lui  ufiire  una  cofa  ofeura , dr 
Terribile. 

Manigoldo.  Lai.  carni fex,  lorarius , uérgator,  dr  brulla, 
nui , dicitur  abrutus.  i tl  Boia  , il  Carnefice , 0 maeflro  di 
giufiitia.  Ari.;/  Manigoldo  in  loco  incubo,  & Ermo 
Tado  di  corni , e df  auoltoi  lafiiotlo.  Si  uide/lManigoL 
do  amor  fatoOo.  A noi  mega  uemre  il  Manigoldo . 

Boia.  Lat.  carnifex,  tortor.  Ari.  Martano  iéfegnato  in 
mano  al  Boa.  Ben  mi  duol  ebai  troppo  bonorato  Boia . 

Superbia. Lat.elaiiodnlòtentia,faflui,arrogamia  Tet. 

Che  Superbia  condufie  a bedial una  . Con  ToUmn , che' n 


Ira  i hreue  furor, & chi  noi  frena,i  furor  lungo.Ira  Mol 
tafirande,Tanta,Feruentc,FieraJStraboccheuoleA^oco- 
fi.  Giuda  ira  à Dio,  L'Ira  di  Gtpue^l  cielo . Guerra  . 
dira  piena.  Da  fubita  Ira  accefa.  Tngion  et  Ira.  Alber- 
go dira.  Compunto  d’ira.  Tim  d‘Ira,drdi  difdegno.  Ta- 
feendofi  diraStato  d’ira , Ch'orgoglio  & Ira  il  bel  pafSo 
non  chiuda  .dral  fot  uenga  in  Ira . L’Ira  cieco  del  lutto 
Fatto  hauea  Siila.  Cacciala  [Ira  diffe.  Che  pietà  non  ba- 
ueffefpentetlre.  /re  Dolci. 

Irato.  Lat.  T E t. Irato  Culo.Gioue,Scilla,dr  Canddi,Mu 
no  fi  [eco  Irato, che  non  filiti' l duolo . 

Iracondia . Lai.  iracunJia.  i ira  che  dura.  B o c.tfe[l- 
racondia  ,nela  rabia  fia  in  te  0 duri,  U quab  fogltono  indù  J i 3 
cere  (ubiti  mouiiHeHti,ct  fconci,  lequalt  poi  papale  joglio- 


S6i 


tal  Superbia  fitlfi.  Boc.  Superbia  Grande,  Iniqua, Te,  no  ddere.  T H. 

Ticolofa  Tedilengadeltuohofle . Dementi  Guaflatrice,  Iracondo.  Lat.tracundns.  B o c.Si  come  colui  che  piu  che 
Inuocatrice  dira,SufalatricediBrigajrelT  H.ueél'In  aliunabroera  Iracondo  et  bizzarro  piu  che’altro . 
ibce,douetroueraidifcorfiaffai  uagbi.  Jrafcere.Lat  jrafiiS  A n.  Dimmi  caprarnouelio/:t  nonti- 

Superbo,  dinota abero , & alcuna  ueba  fignifica  nobile.  rafiere.  F editArcadu  del  Sanjouino, 


Mifte  CIELO  Marte 

triconà\.ceìAraliianoSiriTi>eti.UUffat>àronugHoSilU  ebhorri.i.{behoHpoi  comJcereperfettiwimc.Laiiouitàl 
Romano, Tideo,yttlnttPttano.  s'ijiorU  Lngna  abbona . 

Aleflandro  MagiK.P  t T.yinàcor  jtlcffandrotln ninfe.  Sdegno . Ut. màgmtio.  P s t.  «Jr B o c.Sdegno  Gentil. 

ueJt  a 45  8.  Cramii/iiino.Cmjlo.la  ai  non  alberga  ira  neSdegm.Oa- 

S i \h.nobililJimo  cittadino  Romano  V Et. Vira  cieco  del  tnt  d'alt  roche  ira  & Sdegno  non  bibbi  mai.  Tietofa,  & len- 
to non  pur  lipfo  fatto  hauea  Siila  inedia  crudeli  a 5 5 4*  Sdcgno.Si>Ean  i Suaui.  irgriadri, Dolci, alteramente 

lideo.Ut.TydeusligliodelReEneo.nanaSiatioHcllaTbe  Humth.  fufsegmflatagion a Hojtri Sdegni.  "HeCarme 
balde,  che  non  potendo  regnare  in  Cabdoniauenne  ad  .A-  mie  punta  di  Sdegni  ffie^t^a.  £t  cantando  acquetar  gli 

drajlo  Re  di  .A rgojil  quale  a lui  éede  una  delle fuefigliuo  Sdegm.tà"  l’irt . 

le  per  moglie.indi  fatta  Jlretta  amicitia  ti  Tolmceprima  Sdegnofo.Z4».  irafcéilii,iracunjui,adiramfacilis.alcn.. 
mmicifsiini,il  quale  in  quel  mede  fimo  tempo  ft  acciaio  dal  na  uolta  in  mala  parte, tir  alcuna  in  buona  parte  fi  pigliai 

fratello  Eteocle  era  flato  fraudato  del  regno  diTbtbe,In  Boc.Lol'colareSdegnojoficontefauio.EtforteSdegno- 
loccor\odi  lui  andò  con  moltialtri  Reallaguerra  Thcba  fo,iracondo,&  big^arropiu  cbealtro.Uquale  poi  ibel'u 

na,oue  IH  battaglia  meontrando  Menabppo  che  in  aiuto  no  & [altrounpoco  Sdegnofetta  bebbe  guatato.D  nn. 

era deTbebani,fu daini grauamente ferito, KtTideo con  EtpoiquafiSdcgnofimtdimàdò.  Bi  ut. Amate \degnoja. 

grande  tra  ferendo  i'uccife,  ma  accorgendofi  poi  che  la  fe  Sdegnare.  Ut.dcdignari.  P Ei.DinoHroardirfra  jefieffa 
nta  era  mortale, & che  uiuer  non  potea, fi  fe  uenire  innan  fi  fdegna.Gradtfce^ fdegna.  Ouunqueella  fdegnandogli 


SJ  la  tefta  di  Menabppo,  & quella  con grandifiima  ira  ro 
dendo  fi  morì.  Et  però  dice  il  noflro  V ET.L’lraTideoa 
tal  rabbia  fo]pinfe,Che  momifei  fi  rofe  Menabppo . Duo 
Aiaa,Tideo,&Tolinice'Hemici  prima,  amici  poi  fi  fidi, 
IJ  A N.  'Hon  altrimenti  Tideo  fi  rofe  Le  tempie  a Mena- 
lippo  per  di  (pegno . 

\ak-ntinii(io,lmperadorRomano  di  natione  yng3ro,& 
buon  chnHiano , ilquale  iratofi  cantra  certe  legatiom,gU 
fi  ruppe  una  uena  nel  petto  col  gridare  , & indi  uerfando 
il  fangue  fi  morì . onde  il  noflro  VEt.  Sai  yaUatinian, 
che  a fimil  pina  L'Ira  conduce  . 

j6  4 Kicpiitofo.  Lat.iracundus,maleficut,perturbatui,furia- 
Jus , uat  furiofo,  cJr  pieno  eCira.  B o c.  Calandrino  feari- 
caie  le  pietre,  che  recate  hauea , "Hiquitofo  corfe  uerfo  la 
moglie Arprefebt  per  le  treccie.  Bem.O  niquitofo  arciero. 

Adirato.  Ut.iratus,pcrturhatus,commotus,concitaiusdn 
dignaiHidnflains,atrabibs.  B o c.Sopragiunfel’Aéram 
tu  marUo.Lambcrtuccio  cofi  Adirato,  t Adirato  Mulat- 
tiere. Adiratamente  commeiò  a dire. 

Adirare.  Ut.irafci,excandefcere,furere4remere.P  Et  On 
de  la  mente  ftolta  S'adira,^  ptange.Se  Cbriflo  teco  alfi- 
ne non  l'adira. Ceri,  quando  talhormeco  s'adira.'Hpn  fre 
me  cofi  il  mar  quando  ì adira , VI  fi>  cbe’l  fento , & fpeffo 


cubi  gira  Volli  in  fefieljdilbecto  Siuafi  jdegnando.  >(5 
fo  ,11  me  ne  fdegm , in  prima  perlòna . ond  io  mi  fdegno. 
Sìucfìo  di  cb'to  mt J^gno  e'ndarno  grido.  B o c.Sdegaan 
do  la  uiltà  della  feruile  condii  ione. i.  hauendo  a fdegno . Et 
forte  ne  Jdegnò.IJdegnato  per  la  fica  utibtà.  uedi  i’ Indice. 

Difdcgno.  Lat.  indignatio,ira.  Rannufiajua  Dea.  P et. 
DifdegnogmSio , Leggiadro,  Afpro,  Scuero,  Armato  di 
Difdegno.'Pien  d!tra&  di  Dijdeguo.Suo  nfo,fuoi  Jj  tsoi 
ON  fue  parole  TaUnr  humtità  uince  Dijdegno. 

Diidegnofo . Ut.  iracondus , coneitusad  tram , ad  rixam 
procltuis.  P E tMifdegnofo  'PettoMoniu,Chc'n  mila  ua 
da  altera  tr  Diplegnofa . Hor  maitfueta , hor  Dijiiegnofa 
e fera , Vedi  Tamii  ts  che'lfuo  fiate  Abfalone  Difdegno- 
face  dolente  fi  rithiama.Boc.L'Abalc  DijdegHofi.DAN, 
Come  tijiaui  obera, dr  Difdegnoja . Dal  fico  maeflioDi- 
fdegnofo,&feUo , 

Difdegnare.  Lat.dcdignari.P  e t.  Senonebe  forfè  Apollo  fi 
éfdegna. 

Stizza.  Lat.ira,bibs,e.rcandefcentia,i  ira,raibia,cobora, 
coruccioÀetta  da  Stiggp  ; perciocbe  Ctraiondoctoi  flat- 
•gpfi  s’accende  dì ira,come fa  il  Strgptoaffocato.  B o c.Oo 
ue  la  donna  per  Stigma  datauola  leuatafi.  £ piena  di  Sti^ 
gliele  toljidi  mano . 


5(56 


zai 


me  n'adiro.  hoc.  Si  nferbafie  [adirar  da  fexxe.U  mcn  Stizzo(b./a(.  iracundui,  atra  bib  percùus.  B o c Uqua- 
tes'aJira.Fieramenteaérata.D  A K.Tu,percb'iom'a-  leeratanto  piu  fpiaceuoledr  Sliggtpfa  che  alcun'abra. 


din  non  ibigottir.Si  th'un'abra  fiata  homai  t’adirt. 

Odio  Ut.  odiumàrafindignaiiojiomaibuiidolor.i  ira  in- 
uecchiata,&  perla  noia,&  per  mole  fiia.  P e i.tSr  Boc. 
Odio  Mortai,  Crudo,  Lungo,  Cinti . Inacerbo  Odio  acce  fa 
daUafica  ira.lo  haggio  in  odio  lafpemeei  defiri.Che'l  ad 
nOdion'haggia.  Home fiefiom Odio.  Hebbilauttam 
Odio.  SitamorinOdiotorfe.  L'amore  in  crudo &actrm 
ho  Odio  irafmniò.  Sono  alquanti  animab,c' hanno  in 
Odioil  file. 

Odiofo.  Ut.  P E T.  Odiofo  Volgojdr  Odhfa  "Parte. 
j6j  Odiar.  Lat. odcre odio pcrfiqui, odio habere.U  fera defiar, 
odiar  l'aurora  . Odiar  ulta  mi  fanno . cubar  me  medefino. 


Dan.  Che  Stivgopnnenieéceancb'i  coHuii 

Cruccio;  & Coruciio.Ut  iracuiubajrafientia,  odiumjn-  66-j 
dignatio  P E T.  Ingiuria  da  Coruuto,  gir  non  da  febergp. 

B oc.  D'ira  & di  Cruccio  fremendo  andaua.Terche  que- 
Jlo  Cruccio  mefiere  i fu  un  frate  cagione  del  Cruccio.  Da 
focofo  Cruccio  rifcaldato . Et  appreffo  con  parole,  & con 
Crvcci  luÌAt  fenon  iribokJSe.DAS.Cb'io'luidibuom 
già  di  fangue  AV  di  Comedo. 

Cruccio(ò.Ut.concitui  ad  tram,  procbuis,femens  ad  irà. 


iracundtam  incaatus.  tracundus,  irafiéilis.  hoc.fula 
donna  oltre  modo  Cruccic^à.dolente.  Crucctofo  afiaijpie 
HoiViraJje  Crucciate  acque  delmare. 

Ciaperanticanfamtaodiaelrdifiirevga.  Ma  ferma  fon  Crucdare.Ut.irafci,tncendi,futcenlere,flomacbari.D  ah. 
et  odiarli  lutti  quanti.  Boc.  Si  come  già  odiai , cefi  al  E’I  duca  lui,Charon  non  ti  crucciare, 
prcfrnte  amo  • Oftinarione.  Ut.objlmatio,pcrtinatia.  hot:.  Et  douetu 

Abhorrire.  Ut.abborrereihauerinodio,oafchifo.  P et.  pure  in  fu  la  tua  OJliuatione  fojfi  duro. 

Se  brama hunoree'lfuociirarioabborre.D Anglofile-  ORinito.Ut.ob{linatus,prrtinax/:erebrojui,duracenii- 
gbaio  ao  che  uedeabborre . Amen  che  poi  nel  magtnar  dtjiomo  cermccfutfcapitofus,  utexorabibs,clurus,  diffia- 


Marte  C t B L O Marte  78 

lis.MffimjtitrJmmKUbilis.Ti  T.Oflmaro  Uffjtmo.  Ofii  Scom figliare.  Ut perturbare,&profligare.  A«  t.Pl cam 
tura  y agita . B p c.  Ojliitata  durexv  Ma  pure  Oftiiu-  po  eultfiaSìico fiompiglia.  per  p.  non  per  b. 

lo  in  fu  la  jua  ircienzA  • Contaminare.  Lat.Cr  tnauinare,fitdare,  ntatulare,folUie- 

ScranOjC^ Stranio.  Lal.morofm,Jilfictlis.  P i t.  Strano  Ca  re,peruertereaonturbare, (ommaculare,maculuaffice- 

derJittoJCabno,  StRANtCenti, Forme,  Str  an  1 Ef-  re,labem  mferert,macklu  a^ergere;irformare^urptfa- 
fem.  yoltan.  Udì,  Topati,  Melfi  .Strana  ÙoUexxgr  iere,tbfcenarealebaneflare;  per  tonturbare,corrompere. 

Fenice, Clima.  Stranio  Cibo, ir  Eflranu  f'otc.D  a h.  maculare.  Boc.ll  frate  non  ardirà  uemrti  a capi  a con- 

Soito‘luelamedcgUiterftStrani.i.t’hannolenlóéHerfoa  taminat  la  tua  famiglia.  La  ben  difpopa  mente  non  pojfo 
quello,cbe  moflrano.  B o c.  Strana  Donna,Cofa.  Strana  no  coniaminare.Coiaaminala  non  haurehbe  thonepà  del 
mente  ual grandemente.  la  donna  fua . 7dpn Jòlamente  della  infermità  il  comamù 

jgg  Stramare.  Lat.alienare,&abalienare.ualelferediuerfo,&  nape , ma  quello  in  breuifitmo  tempo  occidefse.  Ari. 
contrario  al  uolerdf altrui.  D u N.  Ch'lftramajfimegia-  Contaminar  potejjero  la  moglie, 

maidauoi.  Conttmimtione.Ut.  contagio, infamia  ,notamacula, 

Stnniero,  è lo  forefìiero,uedi  a tj7f.  labei,calumnia,oppofitio,ual  Macula,  torrutela.  B o c. 

Eftraiiio,^  Straniero  i il  forelliero,et  alieno, uedi  a t $7  9 .4Ua  "Honna  parue  che  quelle  parole  alquamo  mordcpe- 

Ritrolb.  Lat.  morofus  ,peruerfui  difficilù , dtp  repam  ìda  rolafua  honefti,  0 la  douefiero  contaminare  ne  gli  animi 

retrorfum.  lat.  0 da  ritrarre,  ual  fuperbo  m mala  parte,  di  coloro  che  molti  u 'erano,che  f udirono:  Terche  non  in- 

fdegnofo,&  oSìtnaio,  ir  è proprio  quello  che  non  uuol  ce-  tendendo  a purgare  qiiefta  coniaminatione , ma  rendere 

dere  aialcunoatnzf  é adogntunocontrario.  P E T.Kitro-  colpo  per  colpo prrfiamcnie  rifpiije . 

fa  Gente, Donna . 'Hpn]uperba,oritrofa.  B oc. Rtirofi  Orgoglio.  yo.Tr.  irLat.fjfiHS,fupcrbia,daira,&ur- 
Fcimna.Ritrofi  buomini.Ritrofetto.  Ritrvfia.  uedi  l Indi-  geo . che  dinota  fuperbia , £*r  arrogantia.  P tr.  Sol  che 
ce.  Dhk.  Dtrietro  guarda,  &fa  Riirojo  calle  i altari-  cantra  humiltade  Orgoglio  ,&  tra  il  bel  papo  non  chiuda, 

uerjà  . Che'l  giglio  Han  era  ad  bafla  mai  poHo  a Ritro-  Spegne^per  humiltaie,o  per  Orgoglio . Et  ha  fi  eguale  a 

pi,  tdelì  retrorfum . kbellezxp  Orgoglio.  Tiena  fi  d’humtlrà,uotad’Orgoglio. 

Rintrofire.  Lat.  Superbire.  Boc.  fiyina  cofa  è piu  grata  da  y ergine  humaua , & nemica  d Orgogho.y  oto  i offuua- 

tomportarc,  cheunafemtna  ricca  ;muns  piufpiaeeuole,  lorpuniogni  OrgoglioJouercbio,Duro. 

. che  uedere  Rintrofire  una  pouera.  L a.  Orgogliofo,  ual  fHperbo,arroganie,& altiero  latfuper- 

Turbamento.  Lat.  perturhatio.  Boc.  Innam^  che  tu  dia  bue,  fafiuojusa  latus,  tracundus.  Boc.U  donna  uolta- 

materia  di  Turbamento  alla  diuina  ytnere.  A u.  In  Ci-  la  fi  Orgogluja  dipe. 

fri,  ti- in  Rbodt  furono  1 romori  & 1 Turbamenti  grandi . Malgraoo,iMÌ  a onta,  0 a di^tto,tir  cantra  il  uolere.  Ut, 
^69  Tatbitione.Boc.TantaTurbationedicofe.Turbatione  ui^elperuim,autprateruoluHtatem,feuueUtnolu,me 

diacquaJ.eTvKUk-tiotitmolte&grandij:.Angiolieri  aoiente.P  e T.Cbe  Mal  mio  gradoamonemitrajportaj. 

Turbatifjimo.  meodanno.  s'aMalmio  gradoillamentarnonualeill 

Turbato.  Ut.  iratus,  perturhatus , comntotui,  indignatut  cor  che  Mal  fuo  grado  a tomo  mando . & Mal  fuo  grado 

atrabili  percitus,contilatus,  inflatui.  P s T.  Turbato  Ci-  ,4  la  fua  lunga, ^ mia  morte  coipintajìegno  i,che  Mal 

gUo,occbio,Eolo,Enea.TvKtnti  yenti,  Occbi,Segni,  Jùo  grado  a terra  guccia.Boc.Mal  grado  di  quanti  u e 

TeròTvunmunelprimieroapalto.EUaparlauaftTur  rano.Mal  grado  di  leiMalgradoditutto'lmvndo . 

batainuiPaXant'alfuoamantefuTuihata&fella.Tur  I)ifpeno.ualfuperbia,CrldegnoJMjmurta,opprobriiim, 
baio  inuifla  ft  ritenne  unpoco.  yidiui  alquàti  cbanTur  odium,caluniniaJafio,contemptui,dejplictntia,deJpeRio, 

batti  mari.  Boc.  L’animo  fuo  Turbato  . llgmdueTur-  defpeOus.  Boc.  MoRrò  il  Difpetto  a lei  fatto  dal  Duca, 

baio.  VareaTurbata.  U difpetto  di  te  iofo  cio.L  a tuo  difpregio.  Ut.  uelis  nolit. 

Turbare . Ut.  perturbare.  P E t.  Ter  non  turbar  il  bel  uifo  & cantra  il  tuo  uolere.Lat.uelis  nolis,inuitut.  Tiu  Difpet 

fheno.  Fia'l  uiuerbellopoiuedrem  turbare . E'iuoltofi  tofamente  che  foauemente  parlando  hanno  dettai  per  dim 

lurba,&raperena.‘Hsnficb’larda;arpuoturbarmPl  fpregio.  Dtjpetteuolecofainelprimiperauaritia.  Ph. 

fumo . Toi  repente  tempefla  Orientai  turbò p Caere Ó a n.  Ma com’i  dipi luiPi  fuoi  Difpetti. 
tonde.  EtnonturbòlaJùafronteferena.Boc.Tionuo.  Dcfpinodnuecedidifpetto.  P et.  Teriifogarilfuoacer- 
lendola  troppo  turbare  ,&fefi  turbano . Sen^a  piu  tur-  bo  Defpitto.  Dan.  Come  bauepe  Pinferno  in  gran  De- 

I barfi.  Di  che  egli  fi  turbò  forte,  uedi  Cindice.  A r t.  fpitto.i.in  difpregio.  Et  ciò  fi  ha  detto  per  far  la  caden^ , 

"Non  ti  turbar, & fe  turbar  ti  dei  Turbati  che  dife  Uiipcttst . Ut.DefpeBa.V  i R.Dtfpeduttibifumjial di- 
mancato fei . ikepota.  Dan.  ^eHa  priuata  del  primo  marito  Mil- 

fjo  Torbidare.  Ut.  conturbare.  confundert,mifcere,  ARi.Tre-  tet  ceny anni^Tpiu  Difpeita,& pura.  0 cacciati  dal  del 

mò  Tarigi,  e torbidoffi  Senna.  gente  Difpetta . 

Torbido,  perfofeo,  uedi  a 1 8io.  Difpettofo.  Ut.  mfePut,odiofus.ualfuperbo,&fd^fo, 

Comurbare.Lat.&turbare,confendere,commifcerefommo  colui  che  tutti  altri  difpregia.  D a n.£t  giace  Difpettojò 

uerejper  turbare,  obturare,mipere.  P 1 r.Siuel  che  con-  c torto . 

turba, et  acqueta  gli  elementi.  Difprcgio,  O/prra^a  , i/^retxarr.  Negletto,  uedi 

Terturbare.Lat.Pfi.MaFaduerfariarma.the'lbenper,  ft^t’ 

turba . Peruerfiti  Ut.peruerfitai,acerbiuieet  calamitauB  o c. 

Ddìurbare.  LaU&perturbarejial impelle,  interrompere.  U Terueffità  di  qne^  mortifera Pagtone . U Teruer- 

Ant,  Ma  tufeigiuntoadlfturbariidU  tutto,  •*  fitàdt  tempi. 


Ma^t^  C I B L O Mirre 

Terti crfo. Ut. '&KrrfipeUu , uarim.  Tir. Terterfi Cit.  Ingiuria. Ut. iniiirk, iitinflitk, offenfit, caliimm.ir cstu  , yt 
ttdtai.Boc.Ti:rHnfoimeridi,nento.TtKViKtA  Moglie,  iumcluyutmiurbis.  P ET.MaquelIa  Intiiiriaru bingi  '' 


I quella  Ingiuria  già  lungi 
mijprona . Ingiuria  da  coruccio  ,&  non  da  ftbergo . 
raltrui  /NOiVRU  delfuo  fangueSma.hoc.Ufortu 
ua quafi  femuadeUafubitaIngiun.ifattaaCimne.jt 

fuggire  tanta  Ingiuria  detta  fortuna . Ogni  Ingiuria  ri- 
eeuuia  rimife . Maggior  Ingiuria . loumendohotamt 
Ingiurie  fatte  a Domcneéo.  Come  (altre  Ingiurie  della 
fortuna  hauea  jòftenute . 


^ Femtna.TkKViKit  Cofe. 

Trauicà.  Lat.prauitai,errorà>btiquitat.  B o c.  Inquifitort 
detta  heretica  Trauttà.  yoce  thè  non  fi  dee  ufare. 

Trino  Lat.prakus,prajraSius,non  reSus.  Ttr.  Toiguar 
da  lom'amor  crudel,^  Trauo  ymcc  Dauid. 

Jmperuerfare,  Ut.  pe  ruerf  um  falere  , Ih,  uct  alium  furtre, 
infamre.ualmaltofupcrboyd- fuori  di  ragione, drimpern 

uerfato,  come  ittdiauolato.B  u c.ht  comintiò  ad urlare,e  Ingiuriofb.  Ut.  iniuriofus , contumeliofut.  7>  t T.  Diuetu 
ftridcre  in  guifa,cbes'imperu(  rfatofojie.  Ma  poi  thè  Buf  tò  lugiuriojo  & importuno . Fortuna  Ingmrioja  mi  ton~ 

fatmaico  bcbbe  alquanto  imperuerjato . Mt poi  lominiiì  traili,  ì>jianlo  mialaudeèlngiurioftauoi.lioc.In- 

a ringhiar  fòrte,  &a  fattore, & ad  nnpcTuerjàre.i.  a in~  giuriofe  parole,  Toi  ad  .Ambrogmeto  Ingiuriofameme 

diauolare.  y oceTbofcana,  domandando, 

jyj  Maluagità.  Ut. Maluagitai,improbitas,iualitia, impuri-  Ingiuriare.  Ut.  iiiferre  iniuriam.ho  c.Senga  uolcre  fopra 
ritai,iniquitas,perfidia.«almabgntLÌ,&falfità.]ioe.  bondando  oltre  la  tonucneuolexxa  della  uen.letta  ingiù-. 

U Malua^nà  de  Borgognoni.  Delia  donna . Di  niente.  Di  riare rdouc  (huomo  fi  mette  alla  ritenuta  Jngiuru  utndt- 

coflume.D  animo , (are.  l'bauer  altrui  ingiuriato. 

Maluagio.Zaf.  malus.&malignus.  B o c.  MaluagioCon  “Prouerbiire. yotcTbojiana. Ut.obiieere,reprehendcre, 
figùo.Operarc,lIuomo,Statoj^iaggio,  Malvagia  Fe-  (ontumcbaminferre,exprobare,improptrare,  protro  ubi 
mina.  Sorte. Operatione,dryita.MAL\Acis  Opere,  ' ' 

//alvaoi  Dadi .Teriioihe  MaluagiJJimo  erada  tutti 
ttimto.Coii  teliimomanze  falfe  tante  quellwni  Maluagut 
mente  uinccua.  P e t. Fiamma  dal  cielfu  le  tue  tretite  pio 
ua  Maluagia  .Opermia  colpa,oper  Maluagiafòrte. 

Maligno.  Ut.  maltgnus,mahis,imprùbns,inipurus,feele-  Proucrbio.  quafi  fommuneomnmm  uerbum.uedta  1 65» 
ratui,fcele!iusjaemorofus,perfdtofiu,tmquut,nequam,  Okric^o. Ut. iniuria,offtnfio,damnum,Ufio.nalfupera  cjy 
uefariusfiagitiofut.  P £ (.Cader  mabgno.  7>oi  nenia  quel  thieria.  P s t.  Xerfe, ihe  fece  Oltraggio  a la  manna. 
ehe’ltimdo,^ MabgnoTumoràfangue.Thedraamanr  Soc.D'ogniOltraggio  pa/iaio  domandò  perdonanza. 
te  terribile  0-  Maligna . Mabgne  Stelle.  B o c.  Maligno  lo  non  farei  a lui  fi  fatto  Oh  raggio.  D ah.  Ft  cede  la  me 

ffirto  della  gelofia , moria  a tanto  Oltraggio  Aui.W  uolea  far  al  fuo  fignor 

Ribaldo  . Ut.lceieflus , flagitiofut  .facinorofus,  nefarius.  Oltraggio. Tis  f->ti  ch'altri  andajfeafarle  Oltraggio, 

(ruciariut,  dircHut , ual  matuagio , detto  da  reo  0 baldo  Oltraggiato . Ut.  iniuriatus , offenfus , damno  affefiut , 
idefl  triHo,&  baldo.  S oc.  Et  per  misfatto  d’uno  foof-  B o c.  Fu  uilUnamente  Oltraggiata.  Oltraggio^  Varo- 

gliuo  Ubaldo.  Se  ad  uno  Ubaldo  detto  (hauefie.  Ho  dato  lejdefl  ingiurio  fe , 

a mangiare  il  mio  ad  infiniti  Ubaldi . S" alcuno  conofiefit  Oltreggiare.  Ut.iniuriam  mferre,  offenderejadertycahem.. 
quel  Ubaldo . niarijnacert,  molefiia  afficere.  B o c.  Tercioebe  s’ingaum 

FeUo.  Ut.  perfidnsyfadus,  iruculentuipiat  aAro,traditore,  nare,e oltraggiare  u'hauefii  uoluto . Et  min  quejio ol- 

crudele ,0  trtjìo.  P m.Fella  yiHa.  Medea,  0 e ffa ogni  traggiato,nonegli , 

borpiH  Fella. Tantoal  fuo  amarne  piu  turbata &FetU.  Infidtare.Ut.i  far  bruito,  ingiuriare  ,&  per  àleggiare . 

Et  leluciempie  0 Felte.D  AK.Chegridaua,horfeiqna  Ari.  Ch'àdbor  ad  bor  non  mi  farebbe  infulto. 
anima  Fella.  Dal  fico  maelìro  difdepuofi  & Fello . Ma  ri  Di^iaccre.  UtjnmriajnoleJiiajdi^ltcentia,  B o cMi^ia  ; 
gridò,tii(lundiuoifia  Felloa.babbiatanimotriflo.  ceregrjndiJfimOyMiaoreJd'ldcùo.CranDifiitaceri.  Forfè 

f7J  Teìlone.Ui.perfidui,oblìinatusÌHobfcenis.ualpeffimo.  che  non  gltjàràDifinacenga. 

h oc.  Fellone  & pieno  di  mal  talento  con  una  lancia  fom  Di(piiceuole.UtJiiorofuscdifiialis,ruIìicusdngratut,no- 
pr  amano  gli  uf d addojfo  gridando  j.pefiimo,0  htantma.  cuusfioctuus.Boc . Di^iaceuole  Maltnconia-Affllttione, 


cere  Alai  improuerare.  Roc.U  moglie  prone  rbia  Calan 
demo . reggendolo  uenire  cominciò  proutrbianiolo  a di, 
te. Et  qui  non  fon  ucnuta  fe  non  per  tredici,  & nconofau  - 
la,0prouerbiata  fon  fiata.  Fatta  fi  alla  finelìra  Trouer- 
bmfamente  difie  i chi  pi,  cbia  la  giù  i idefi  con  nilUnia. 


te  nel  malfare . Il  cauahere  fieramente  dmenne  Fellone, 
Con  fellone  animo  centra  la  donna. 

Terfido.  Ut. & uerfipellis, rebtUihTk  r.  Terfida  lealta- 
decefidomganuo.Yi  o c.  TerfiéJSimaereafemma  cb'el- 
fa  dee  efiere.iqiiena  di  perfidia. 

Iniquità.  Ut.  imquitas,malitia.  uedi  maluaptà.  B o c..^ 
purgofe  la  / utilità  degli  huominiXume  fono  delta  Iniqui 
ti  del  Dianolo  ejiecutori . 


Coft  a Die  Dijpiaceuoie.  L a.  Difinaceuoli  Impeti. 

Di^ùcere . Ut.  difiilicere.  P e t.  Terche  jdegno  cto  eh' a noi  j 7I 
dijpiace.  S i fòrte  tt  difpiace.  7(e  le  chfpiaccia  che  per  leifo 
fpiri , Cotanto  PeJIer  uintob  drfpiacque . Quel  che  pai  uri 
difpiacque.yna  nube  lontana  midilpucque.B  o c.Difp  'ut 
cendo  afe  mede  fimo  perla  puzzA . Se  tidijpiaiciono  gli 
Spiaceuoli.  Haueua  a Dio  dtfipiaciuto.ìlcbe  molto  Jifpiae 
cfueaUa  Donna. 


Iniquo.  Lat.&abfurdus,  intulìus.  P e t.  Iniqua  SteUa,0  Spjaccuolczza.  UtaruflicitasAnorofitas.  B o c.  Modi  & 
IniquaTarte.  Bo  c.lniquoTempo  ,Huemo.M’hanm  eoflumi  pieni  di  Spiaceuolezo;a. 

reputato  Iniquo,  0 crudele.  Il nojtro  meUiero  chea  loro  Spiaceiiole.  Ut.  morofus,  égicilis,  ruflicus  ,intra(!abilit, 
par  Iniquiffimo . maleficus.  B o c.  Credendo  lui  efiere  alcuno  Spiaceuole. 

Scclcraggme.  Ut.fielus,facmnt,flagitiim.  A\,  i. Feu 4 DonnafòpraegiualiraBizarra,  Spiaceuole, 0rttrolk, 
le  Seelrraggmi tragitto  (parlando  del fdeniio)  Huontim,0fcimm  SpiaccHolt,CuaTduni  Spiaceuolt. 

Sptacert 


'’-t 


Mirtc  O 1 H L O Marte  79 

SpuureJMjifplicere. Ttj. Dittroatjnel fommo  benché  Infcftamcnto. lat. moleJlUJnàtamentiim,  imitatio, m- 
trui  non  fpuce.  Egnahuente  mi  jpiace  morte  cr  tuta.  Co.  JUgaUu,f  'ajlidMm,  commoeio,  imputfus^mpttlfio^jHlia. 

Hui  cerloper  fe  già  nonmifjuace . Cbeé  piacer altrMi  Hoc.TuanotcagiondicontiitouolnfeHamento.fi. 
par  chele  giaccia . £’l  fico  fommo  piacer  par  che  hgiac.  InfeJlare.Lat.  & moleflare,gtmuiare,incttare,inHigare, 
cu.  Eoo  ch’io  uié  dopo  lor  rnijpuitfue.El  no  mi  fpucqne  impellere,  fafliére.  B o c.purueggendofi  infeflare.  Et 

foi.Ver  no  ueder  ne’  tuoi  quel  cb’a  te fpiacque.'Heltrm-  non  fo  qual  lidio  dentro  migimola,  &infega  a doucre  il 

pbo  d’ altrui fermrefpiicque.Boc.'Hspaliafuu  uno  che  miopeccato  nunifeflare . La  buona  donna  efiendo  un  di 

ttonmifpuccia.fon.nuMentefpiacendoqueJloal  giudeo.  moitada  frate  Rinaldo  infegata . Chida  diuerfe  cofe  è 
On  ta.  lalJniuru;dedecus,probrum,opprobrium,infamia,  infeflato . 

nota, contumelia  ,iuoce pronengale  ; & uai  àfpetto,  in-  S tiinolo . Lat.  fliauilus , calcar , imitamentum , punilio . 
pura.  Hoc.  lo  intendo  di  tonni  uu  la  Onta  ùquale  e~  B o c.lo  credo  tb’egUf'u  nato  per  miograndigimo  Stimo 

gU  fa  alla  ima  forella.  .Aulii  con  la  morte  é KiHagnone  lo . ‘Perche  parendo  quego  Stimolo  troppo  grane  Cf  irap 

l'Onta  che  ritenere  gli  era  paruta  uei^care.Che  egh  l'al  po  notofò  alla  donna.  GU  StimoU  della  carne,  od  tuoifra- 

irc  Onte  con  gingilla  uendicafie.  Dan.  Gridandofi  an-  telU  da  Stimolo  de  quali. 

cho  lor  Ontofo  metroj  ingiurtofo.  Ari.  "Pregando  bora.  Stimolare.  Lat.Himulare,pungere,molegare.uedi  infegare. 
bora  duendogU  Onte,  h E m.  f’oceproucngale.  B o c.Tcrcio  che  fe  ptumigtmolajfe.  La  donna  thè  d'al- 

.Adontare.  Lat.  inmnam  atferre , oHme  ,Jid  pagine  indede-  tro  dolore  gimolata  era.Se  ^ amore  llimolaii  fofsero.  .A- 

cus,acàpere.  O A n.  Come  che  di  ciò  pianga  <ir  n’adonti.  braam  Giudeo  da  Giano!  to  Stimolato  ua  m corte.  Qjemi 

ideH  habbu  ingiuru , cjr  difpetto  .Etichi  per  ingiuria  fi  per  molti  penfien  che  lo  fiimolauano.  Ari.  Che  fi  U 

par  th’ adonti.  Si  che  fifa  della  uendetta  gioito . gimolar  de  la  partita . 

J7P  A.hommeaole. lat. abominabilts,i!irdeteJlabiUi,execram  Dislealtà. perfidia,  ual  infideltà.Hoc.Ter  la  uo-.^S 
biùs,abborrendusJjomduiMal  maiadrtto,  éfpregiatore,  fira  Difl.all.i . 

q(iafi  lomra  Dio  : efr  alcuna  uolta  fignifica puxpiplen  Disleale.  Lat.pcrfidus,  ual linfa  fede.  P s rj>i  nogra  cie- 
tc  cr  fponoptedi  nell' Inferno.  Boc.  Et  torgU  da  queHo  ca,  efr  Difleale feorta.  B o c.  Come  Difleale  femma . Di- 

uCbùNuneuole  guadagno . La  mutata  Mirra  .Abomine-  ficai  Caualiere.Tu  Difieal  tiranno.il piu  Difleale^  mag 

noie  per  gli  fuoi  amori.  A m.  Con  -Abomtneuoli  parole  gior traditor,che uiuaMifiealGiouane.  DntBMi  proa 
fiherniua  i facramenti  di  quella  tutti,  come  utl  cofa , ideft  mifiioni.  Ari.  D’ogm  promefia  jua  fu  Difleale. 
éfpregieuoU.  Mhlc»ie.Lat.perfidks,érinfidui,drfeHMt,proditor.Hal 

lichiiiìlti.  Lat.  abominaiio  horror,&  oéum,ifchifare  una  fèngafetie.  Boc.  Borgognonibuomim  ritrofi,dimala  ccn 
cofa  fdegnofamente.  B o c ..Accio  che  per  lfibifiltà,o  tra  daune,<*r  Miileali  B £ m.  M ideale  miftredenga.  P H. 

feuraggine  non  cadefiimo.  . t'aiutate.  Lat.  uamtai,leuitas Jrugatio^ga- 

Schifu,  Schiuo . Lat.  odiofia,  defpe{lus,alknns  auerfia,  X menta piuga,  &gera  ficuia,i  eofà  uanae& fenza  frutto, 
ualfdegnofo,  noiofo,  &fagidtolò.  P e ii  Sthiua  '^latina,  P b t.  Che  non  fian  tutte  f'amtà  palefi.  famtaiein  brac 
Meme,Ciouane.ScHiv  1 Tenfiert  EliaifiSchiua.cba  ào.Mirabil/'atiitaie.Boc.  I giouam  andar  dietro  alle 

bitarnondegna'Piuttelauttafaticofa^mle.  Boc.  Se  yanità.Et  certe  altre  fuel'anità,uedi  a 6px 
mat  ne  trouaialcunadi quege  fciocchevtf , Schifaellai  \»no,&  yan.pnuoaiacuo,  eirfeiizt profitto.  Lat.uamo, 
defia.  ria  da  quelle  Saniate  che  fi  d’amore  Schifo  fi  ma  irrituspiHgatorJeuis,  futili!,  nequam,nihili  homo.  P e t. 

ftrano.D  AS.Tal  ch’ogni  uiHa  ne  farebbeSchiua,  tdefi  i^Boc.  Dolore,  Difio,Cor,Errore,1'lome,TcnfierJIu- 
ogni  uno  ne  farebbe  timido . T^qn  te  ne  ueuga  Schifo , mar,.Ainor,.Amatore.'V AStanxa.Cente,0'Cre- 
ideH  (degno . dmxa.  Vani  Sogni.Tenfier  & .Amori.  Vani  Speram- 

A fcliifo,» U fchiuojulafdegnofiinodio.LatJ^temptim,  te.  Credenze , lmprefi,&Cofe. Das.Ecuì  hgciò  jua 
ideg fprezzatamenic,odio babere.pitl haberi, coutcmpiu  ■ corpo l'ano.i.priuo dell’aamu. Data fua fponda, oue con 
laboraredP  E T.  Terc’hanno  .A  febifo  ogni  opera  morta-  fina  il  l'ano , ideH  il  fentiero . Tifi  yano  tutta  la  coda 

U.'Npnhabbi  A fchifoilmiodtr  troppobumile.  Boc.  guiz^ua,  Boc.  Seco  Hefpt  yanamente  gloriandop 
Tercbe  egli  il  quale  hauea  .A  febifo  la  Giannetta  dtfie.  uedi  4 97  j . 

Somnumentehaueua  A fihifo.  Inuidii.Lat.&liuor,orÌ!pionialtro,cbemeHilia,&dolo-  {8 

S china  re,&  Scili  fare.  Lai.  cauere,&  uetare . ual  fuggire  ai  ■ re  é animo , il  quale  pigliamo  delle  cofi  piofpere  d'aUri , 
cuna  cofa  con fdegnopiaufeare,contemnere,  refpuerc,fa-  benché  a noi  non  nuochmo.  P e T.  dr  6 o c.  Inutdia  Cor- 

Hidtre,abborrcrepierlkri,fpermre,afpeman,  abomina-  tigiana,  MiferagìoUeMolta,  Alcuna  filuanta, 

ridctegarip-eeiifarejrefutare  nonagnofeerepreucere/’em  ca  di  uirlù.I  mor fi  della  Inmdia.  D a N.  £4  doue  Imulia 
pudiarefieuitare,fugere,amoUri^bdicaTe^  alia.  P e t.  prima  dipartilLa.  ueJi  t’Jndii  edoue  fon  belli  difcorfi. 

Eia  chi  no'lfebifij.  babbi  a nota.  Boc.  Del  fchifare  & a,  per  Inuidia.li  ah.  Dal  corpo  fitopcragio,& 

del  fuggir  l’pifermi.  Le  donne,  lequaÙgU  buomtnifcbi-  perlnuegiia.Cofidetiaperfarlanma. 

fano  apprezpfandogU  poco,  Monfignore  uoi  fibiuate  la  lauido.pcrlnuidiafi,cioéiuenodln;iidi.i.  Lat.  P e t.  Ma 
mia  arte . forfè  aUrui  farebbe  Inuido,iìr  me  fuperbo  diionor  tanto. 

j8o  Importuno.  Lat Jmportnnus,moleHus,fagidiofui,urgms,  I»v\DtTaribe,finpenie'lfufo. 

incommodus  ,ualmoUflo.V  Et.  L’aer  granato  dlmpor  InuidioCo.  Lat.  dr  iiuidjtt,ér  UuidulutBoc-lnuidiofo 
tunanebbia.l  fon  colei  che  I Importuna  & fera  Diuemt-  Erattcello.lKviDtosA  fortuna.  ls\ idiote  Campa- 
to ingiunojò  dr  Importuno  ,Son  Importuno  affai pin  thè  gue . baruBateria  a gU  Inuidiofi  a mordere.  P e T.  Inui- 

jum  foglio,  AiofiTatti. 


cmnicmio. uni mgamo. Ari. Certo brUemmhJLtir»^  ’• 
ìuv^OjDolo,  y[ura,CThomuidio,  e fe  u'i  peggio. 

Fraudo.  Lat.  frjMS , dolui ; qkePadifiriurHdoYfi.  Ki.cofi  rgr 
dice.  Hauea  piactkol  uifo,  habtto  Ixmeflu,  Vn  hmHit uol- 
ger  d occhi,  un’ andar  grane,  yn  parlar  fi  bemgtoje  fi  ma 
dello, Che  parca  Gabriel  che  dueffe,  ,Ane.  Era  brutta,  e 
di  forme  m tutto  il  re  fio;  Ma  nafeondea  eptelie  faitezge 
praue  Con  lungo  habiie,  & largo,  e fotta  quello  Mttofii- 
catobauca  fempre  il  coltello.  & piu  innamci  dice;  Ben- 
che  foglia  la  Fraudeeffer  bugiarda.  Tur  è tanto  ilfuodtr 
fimile  al  nero , Che  l'angelo  te  crede , £ feguitò  la  donna 
Fraudolente. 


Marte  CIELO  MarW 

litui  bare.  Ut.inuidere.  P s t.  llMiUou’miào  gli  atti  ho 
nePi,&  rari . Ch'ambrofia  dr  nettar  non  tnuiàoa  Clone. 

0 'Hionùhò  infiemCfO  mio  mbil  theforo . 

Inneggiare  per  iimidiare . piu  non  t'ufa.  Dan.  .Admueg- 
gar  cotanto  paladino. 

Infidiatori.  lat.  hoc.l  Gelofi  fono  Infidiatori  della  ulta 
delle  giouani  Donne . 

lofidic.  Lat.  fallacia, fraudes,doli,aPMtia,techna,infi- 
dia,pralligia,calMmma,fcilus,(rimcn,circunjcriptio,da- 
mnuin.  Uoc.Tie  altra  cagione  mi  fece  mai  alla  tua  ul- 
ta, ne  alte  tue  cofe  Jnfidte , come  a traditor  porre.  San. 

Et  nelle  forti  Lotte  piene  di  ruflicane  InuiJie. 

Aguato,  lat.iifidut.  ualinfidia,  ingannofinafeondimento.  Trama,  ualfittionedngàno  Latjecbna.  A r i.  £ cerchifar 
Dan.  L‘.Agualo  del  caual,  che  fe  la  porta.  Ari.  con  difufataTrama. 

Ecco  finge  lafciar  l'alloggiamento;  E pongli  Ugnati.  Infidclc,  <ir  Infido.  Lat.lnfidus.  Ari,  Trouarcb'altuoft- 
jg,  Trode.  loinganno.  Lat.  Jraus, ficopbantia.  P BT.Che  chi  gnor  fei  fiato  Infido. 

^ prende ddettodifarFrode.Hor^abeffiertouoiìre Frodiin  Tradimento. £ar./>n)iitfio.£o c.  Tradimentodi  eterno 
tendo. 0 dolci  inganni,& Umorofa  Froda.  A r i .Tercbe  fupphcio.  'Hatkm  piena  d’inganni  & di  Tradtmcnti.Pn, 

niriute  ufar  uolje,&  non  Frodo. per  la  cadenza.  7ii^  di  Tradimenti. 

Trodoknti. Lat. &ftllaces perfidi fiaudolentesjfraudato  Ttiditoic. Lat.proditor ,perfidui ,defeBor.P  s t.Qjiel 
res.maibinatoreiyprafiigiaioresfinlidiatores,  calummalo  Traàtorin  fimcniite larue.Cefarepoi  cheHTraétor i E 

resf:eleFli,rtelerati,criminefi.boc.IFrodotetttiakifi 

dell’iniquo  tiranno.  A M. 

Frodare.  Lai.  fraudare  ; naie  ingannare.  Dan.  La  uerità 
nulla  menzogna  frodi , 

Fuio,  ual  furOytrìSioJrodolentefi  feuro.  Dan.  7{pn  è la- 
dron.ne  io  anima  Fnia.i.  frodolente  dTtnfia.  V oglia  dife 
a le  puote  ejier  Fuia.i.nafcoja.  Voce  del  folo  Dante. 

Inaiano.  Lat.  fraus,decrptio,fucusdmpletatioalolus.PhT. 

<Jr  B o c.  Inganno  Fido.  L'Inganno  ch'io  ti  feci  .Taliln- 
ganm.rucina  d’Inganni.Cbe  con  fuo  Inganni  tutto’l  mon 


gitto.  Che’l  mondo  Traditor  può  dar  altrui.  Boc.Si  come 
il  piu  dulcale,& il  maggior  Traditor  che  utua.Duleale  e 
Spergiuro  et  Traétor  chiamandolo . 

Tradire.  Lat.prodere,deficere,  decipere,  fr andare  dnfidiari. 
B o c.  Tamphilo  perche m'hai  cofi  traétaj.  ingannata. 
F I.D'efier  tradito  fiato  fede  amore.Psr.  La  jpemech'i 
tradita  bomai  piu  uoltefidcfl  ingannata.  D a N.Qiiatu» 
que  tradefin  eterno  i confuntoadefi  tradifceo)  è tiaditore. 
Sappi  che  toHo  che  F anima  trade , idefi  pecca,  detto  al- 
la Latina. 

^atterra.Huomini pienid’Inganni.Lat.fallaciofhUmo  Tradi tori,^B*iflC celebratidanoLìriToeti.U.chilla& 
refi  Inganni. Et  non  mi  pofion  ritenergli  Inganni . Tie’n-  Settimio  ,che  ucctfero  Ugran  Tompeo , ni  di  aJ  effo  Tam- 

ganno  altrui  contra'l  tuo  fenno  naie.  & non  riceuo  Irtgaa  peo.  Uchitofei,uedi a Tamar.  Untenor  T roiano,  che  tra 

no  a forza  affai  maggiore.  dì  la  fica  patria.  Bruto, & Cafiio,che  uccifero  Ccfitreaccdi 

Inganneuole.  Lat.  deceptor,circumfcriptoràmpoSìorJm-  ad  ejio  Cefarr.  Gano  ò Maganga.Giuda  Scariotto.Tolt- 
planator.^oc.lnganneuole Umore.  nefior.Sinone  Creco.Tolomeo. 

Ingannato.  Lai.  deceptut,  circumuentus.  B o c.  L'ingan-  Gano  di  Maganga  da  "Pontieri,  il  malfuTraditore  di  Car 
tutore  rimane  ^fio  a pie  dell  Ingannato.  Ingànata  Me»  lo  Magno  (Jr  de  Taladmtjelqual  ne  fono  piene  le  carte  jet 

te.  Ingannate  perfine . Dan.  parlando  de  traditori  dice.Cunni  del  Soldamer  ere 

{84  Ingannare.  Lat.fraudarefiUcipere,liducrre.  V tz.Ochelie  do  che  fiuTiu  Li  co»  Ganellone,&Tnbaldello. 

ue  ingannar  chi  t’afiicura.So  mille  uolle' Idi  ingannar  me  Giada.  Lat.  ludas  Scariotio  Difcepolo  diCbriSlo,ilquale 
ftejfo.  Et  chi  m'inganna  Ultri  che  loflefio . Quel  cb’iofb  per  trenta  danari  lo  tradì  .onde  Dan.  trouandolo  ncl- 


ueggiOyfSrnon  m’mganna’l  uero.Inganna  i ciechi,&  mife 
ri  mortali.  TLpn  m’ingannò  quandiopartì  da  lui.S'to  no» 
m'inga  imo.  Che  piu  faggio  é me  mgamuto  haurebbe.  U 
la  fÌM  ingannalo  i ben  ragione.  B o c.uedi  alt  Indice. 

Sgamure.leuar  d'inganno.  Lat.  a dolo  hberare,fraudem  ape 
Tire,&  delegete.  Boc.ll  cafi  ebefioprauenne  della  pre- 
fitta,non  lafciòfgaimare gli  agannati . Quelle  cofe  lei  O" 
altri  pannarono . Di  me  fgannerei  ogm  ingannata  per- 
jbna . F I.  D A N.  £r  queflo  fin  figgelcb'ogni  bua- 
mo  fganni . 

Difgannare.  Boc.  nella  nifioae  amorofij»  cotalguifiifief- 
fiadifgamiare. 

Sodocto  da  fubducere,ual ingannato.  IM.Subdullus,ad- 
duSus ,fedu£lus,traÌbis.B oc.  Che  poicbetucihauea 
iU  Sedotti  a cercar  della  pietra. itelìi  moderni  han- 
no condotti , 

Dolo,  Lat.&fTa»5/nalttiafaUaciajmatb'ma4eiept'io,cira 


t Inferno  dice . QmW anima  la  sù  c’ha  fi  gran  pena,  Dif- 
ft’l  maeSlro  é Giuda  Scariotto  Che’l  capo  haientro,& 
fuor  le  gambe  mena. 

Sinone  Greco . erano  fiati  a campo  a Troia  già  dieci  anni  i 
Greci  difierandofi  bomai  nelle  forge fiebberarono  tenta- 
re CaHutie,& gl'inganni.  Eéficarono  adunque  di  legna- 
me un  grandi/limo  cauallo,ma  uoto,&  in  quello  nnehinm 
fono  molti  principab  dello  efiercito.  Dipoi  uenne  sinone  co 
me  trasfuga  a Trinam , & finfe  bauer  ritenuto  molte  in- 
giurie il  Greci  ; & che  finalmente  lo  uoleuano facrifica- 
reagliDi);  Cperquefioera  fuggito  ,& per  quello  f» 
accettato  come  amico  da  Triamo,  ^ domandato  con  che 
fieranga  uiueano  1 Greci , Ullhorail  fraudolente  Sinone 
^fi,  che  loro  baueano  edificalo  quelcauallo:&  confa- 
crotalo  a M 'tneruatà’ fi  aito  ; perche  i Troiani  non  lo  po- 
teffero  mettere  intero  inTroia , però  che  i fati  uoleuano, 
che  fe  loro  loguajlafiinofi:’ roia  bauefiead  efiere  perduta! 


' I 


Mirre 


CIELO 


Marte 


So 


mafifòfie  cmJotto  dentro  alla  città  intero^Uhorj  Crea 
bakcjfero  a d efier  muti  da  T roiam  ; iìjiejle  parole  fnro- 
m cestone  cheTrotani  tagliafiero  una  porta , tymettcf- 
fero  dentro  il  cauallo . Terche  la  notte  fèguente  ufeirono 
del  cauallo  gli  armati, & affocarono  la  terra,  & aperpm 
le  porte  allo  effèriiio,  & in  queSia  forma  ingannò  Sinone 
iTniani.ondcTroia  fu  prefa.  Dan.  L'un  èia  falfa  cb'ac 
cusò  Giufeppo.  L’altro  e'I  falfó  Stnon  Greco  da  T roia. 
j 87  Tolomeo . He  di  Egitto^l  quale  tradì  il  gran  Tompeo,  nedi 
adefso  Tompeoal  luogo  fuo.  TtT.  figli iTompco,& ha 
Cornelia fico  Che  del  uil  Tolomeo  fi  lagna, plora.Crfa- 
ptre poi  che’lTraJitor d'Egitto  (idefi  Tolomeo)  la  fece’l 
don  de  l'honorata  teff  a.  Lat.  Tiolomens. 

Ribellione, rJr  Rebellione.  iM.rebcllio.ptrduelliordefcBio. 
B o c.  Hauendo  udito  la  RcbcUion  di  Suitia.  P E t.  Che 
mai  RcbcUion  f anima  finta . 

'Bahi:Vlo,RubeUo,&Rebello.Lat.rebellii,petfidut,prodttor, 
defe8or,defenor,traifugad)ofiìs,pcrdnelìio.  è quello,  che 
non  fcrua  fede.  Par.  Sidifiiogliadal  toUo.c^t  da  tuo  pie- 
di anchor  Ribelli . onXa  uirtù  furon  Ribelli . che  conquifo 
Senga  mouerfi  baurian  quai  piu  Rebefliiurd' amor  maù 
Rubcllaémerci.D  AH.  Mifihtate  fino  a quel  cattino 
(boro  Degli  .Angeli, che  non  furon  Ribelli . 

Ribellante.  P e r.  Tunfe  la  Ribellante fua famiglia . Ceffi 
filuaggiaAlr  Ribellante  fuole.  ’ 

ftjbeUare.  Lat.  rebelltre,  deficere.  Boc.  ft  mimico  de  Conti 
di  fama  Fiore  nbelìò  RaJicofanialla  cKiefa  di  Roma . 

Efsilio , Gr  Exibo.  Lat.  elrprofiriptió.  Vet.  Effilio  Duro. 
Giocòdo,lndegH'j,Graue,Infelice.Eit  i L i .Amari.  Boc. 
Scacciato  in  Eterno  Eflilio.  Mandarlo  in  Efiilio  tapinan- 
do per  lo  mondo.  Dannato  ad  EffilioTerpetuo . f'iuere  in 
in  Effilio  per  contumacia.  Se  forfè  delcEfiilio  che  hai, 
piangi  flon  fai  lo  meglio,  che  penfando  il  nero,  muno  Effi- 
lu  ji  potè  hanere , conaofia  cofa  che't  mondo  fia  una  fila 
città  a tutti  fiue  la  fortuna  ponga  altrui,ella  noi  può  cac- 
ciare di  queUo;  In  ciafeun  luogo  giunge  altrui  la  morte  co 
morfo  finale,  a Firtuofi  ogni  paefe  è conceduto.  V H. 

Efule.  Lat.  exul,  exterris,  exibo  mnlSatus , & effcHus,  in 
exilium  eieSui.  ual  baadiio,tfi  cacciato  fuori  delta  fua  pa 
ma.  Ari./  figli  priui  dal  paterno  regno  EfuU  andar 
uedrà  m (frane  contrade. 

j 88  Bando,  lat.  exilium, & abarmato,  il  bando  di  un'anno.  .A- 
bannati  1 banditi  per  un’anno , è efiere  priuo  di  libertà,  0 
cacciato . t'o. F rance fe , cJr Lombardo. T et.  Me  dime 
flefio  ten  in  Bando.i.fuori  di  me.  Mi  tengon  di  pace  in  Ban 
do,&  mette  i tuoni  in  Bando.  Del  albergo  ilpofiin  Bando. 
Tutiidt  uiuerho  mefìo  in  Bando.  Cortefia  in  Bando. 

B oc.  Et  cofi  ti  conuerrà  efjere  in  Bando  .Che  per  bauer 
Bando  à Firenze.  D ah.  De  l'bumana  natura  lofio  in 
Bando.almio  ufeir  di  Bando,  ^per  la  grida  uedi  a 1406. 

Bando,  in  ucce  detta  grida,  la  proclama, che  fifa  con  la  uo. 
cedichibandifce.Lat.pratomuma  iqo6. 

Banditore,  il  irombettiero.  Lat.praco,onis. 

Bandito,  0 Bandeggiato.Lat.Apobs,extorrit,txul. 

Sandire.  IM.  pubbeare,  come  fi  fa  la  cruciata  contragClna 
fideb.  Boc./  preti , 1 quaU  fopra  le  noUre  donne  hanno 
bandito  la  croce . 

Ribandire.  Lat.  reuocare  ab  exiUo.è  riuocar  di  bando.Boc. 
Che  Camillo  efSendo  m efiUio  appo  gli  Ardenti,^  non  fo 
Unente  ribandttofofie  ,mada  quelli  medefimi , che  cac- 


ciato r haueano  fatto  dittatore  in  Roma  triomphando  ri- 
tornajfe.  E T. 

Cateiata  per  lo  rffilio.  Boc.  Del  titolo  della  uofira  Cac- 
ciata cr  dello  hauere  bauuto  bando  di  Firenza.  £ T. 

Difcacciamento.inr.  alienano.  Boc. Dei  fiotto  ch’è  jgp 
quello  a thè  il  poco  conofeimento  della  ragione , angi  piu 
lofio  il  Difcacciamento  di  quella  li  conducei  L a. 

Sbandegeiamento . Lat. exilium.  B o c. fe  mai  auicne 
iheTebaidodel  fua  lungo  Sbandeggiamaito  qui  tomi. 

Ter  lo  mio  ef]i!io,&  Sbandcggiamento. 

S bandeggiare,& ibandire.Lai.eX  ulare.i.filum  uertere, pa- 
tria pnuari, exibo  a fitte  re,aut  muldare  altum,  efl  expel 
lerc  a patrio  filo.  P e x.  Hanno  del  mondo  ogni  iiirtù  ibi 
ditaj.  cacciatadel  turto.Ch'indiperlelbeefjernoposba» 
dita.  & le  mie  notti  il  fonno  Sbandirò . 

Ramingo.  Lat.  uagabundus,&inplu.  errores  .è  colui  thè 
uafòlo , & come  di  nafcoflo.  metafora  tolta  da  gli  ui  ceU 
li  che  uanno  di  ramo  in  ramo , & non  fi  fermano.  P e x. 
Mithridate  ; che  fi  Ramingo  Fuggi  dinanzi  a lorU  fiate 
e’tuemo. 

Rcpiilic . Lat.  dr  rfiedio.  P e x.  Tlacide  Repulfe.  B o c: 

Tfpn  hauendo  prima  hauuta  alcuna  Repulfi.  A r i . Con 
Répteìfe  crudeli, dr  inhumane. 

Co^oiart.  Lat.  cormtferire,ebluSaricapite,ualcontrafla- 
re,&  repugnare, dr  proprio  dare  del  capo  l'uno  centra 
r altro , come  fanno  1 montoni.  Boc  .'/«(aR  hauendo  mai 
daiiia  fjputo  con  che  corno  gb  huomini  cozzano  Dan. 
Ineiemo  uerranno  alb  due  Cozzai  A due  contrasi  1.  Ari. 

Amfi  coz^roaguifi  di  montoni. 

Accozzare.  Lat.  curali  ferire, uel  capite  obtudari.  Ari.  jpo 
Tfonfi  nino  i Leoni,  o i Tori  in  fatto  A dar  di  petto  ad  ac 
cozzar  fi  crudi.Etpro  comungere,&addere.Chepertut 
to  quel  di  non  C atcoz^aro . 

Dar  di  cozzo.  Lat.  corna  petere , contendere  ,dblu5ari , 
obfi{iere,ireobuiam , agognare.  Dan.  Che  gtouane 
lefatadardiCozjp.Ku.  i.  fanne  iu  quel  che  cercaua  a , 

dardiCcrzzp. 

Contrafto.  Lat.difieptatio , émicatio  ,pugna,certamen . 
Boc.  Senza  Contrafii.  I duegiouaui  ContraSfanti. 

Contraftarc.  Lat  djfceptere,& obuiare,dr  fi  opponere,dijj)U 
tare,contcndcre/d>lu(iari,ohfifiere,decertare.  P e x.  Ma 
contrafìarnon  pofio  al  gran  defio  .percbe’l  uer  fideut 
Tfon  contrafiar.Mal  chi  contraffa,  & mal  chi  fi  najcon- 
de.A  quelpur  contraffandoi  fon  già  UfSo  Fortuna  ingiù  . 
riofa  non  concontrafli.Ch’a  bei  principi  uolentier  contro» 
fli.  Boc.  fciidendo  chiunque  contraffare  prefume.  Ah 
daronaa  contraffare  a certe  frontiere,  contraffa  alla 
tua  bbidine. 

Carrire,per  iomrafiare,lamentarejegridare.uedia  1010. 

Cauittare,  Lat.cauillan.df  etiam  tocan,&imdere.èufare 
mgarmo,&  fallacia  con  afiutia.  Boc.  Et  perche  alcuno 
la  noftra  lunga  dtmoranza  cauittare  non  poteffe. 

Rimbeccare.  Lat.  remurderc, repellere, dt fi obifcere,per  con  59 1 
traftare,  & efSere  all’oppofito  ; & ribeccare  uolgarmen- 
fi  dice , uocabolo  da  giocatori  dalla  Valla,  quando  che  un 
compagno  la  manda  alfallro  che  fia  attento  perrimbec» 
caria , idefi  per  rimandargliela.  D a N.  Et  fippi  che  la 
colpa  che  rimbecca  per  dritta  oppofition  alcun  peccalo  J. 
il  peccato  eh' è comrario  dell'altro,  come  la  prodigalui  cU 
l’auaritia,  metajoltajla  gb  uccelU  quando  co  becchi  con- 


Mirte  CIELO  Marte 

trtfldtto  infime , che  ftando  uno  è beccato  mgUa  ribec^  & nel  plu.i  neutro  &fem.&  figmficapermeta.la  difcan 

car  l'altro.  dia.unde  y erfus^in  Zigoma  Jid  più.  xigainadicas.SAtit 

tb^ondere . per  contraltare , Lat,  rejpondere.  S oc.  Cono-  £t  non  eran  Zigame  Orni  amen  cb'Ogniguerra^ malti 

{tendo  il  coliume  efiere  de  Crea  tanto  iimangi  fogmgerfi  gemim.  Tonendo  fi’a  pajlor  toma  Zinnia  i 

con  romori  & con  minacele , quanto pcnauano  a trouare  Difeordia.  lat.  difienfioJtffiéum^jfidmia,fafIio.queflM 
ibi  loro rijpondejfe,  titrouatadalangeloMubeletrafratlintaimodoìadì^ 

Oliare.  Lat, obliare,  ual  contraliare,  o fare  al  contrafto , pinge  l'ARi.La  conobbe  al  ueiiir  di  color  cento.Fatto  a 


bfe  mequaU,&  infinite  .d bar  la  cuoprono,  borni,  thè  i 
paffie'l  uentoUgian  aprendo  ib'erano  fdrufcite-.I cri- 
ni banca  qual  d'oro  ,e qual  d'argento,  E nen,  e bi- 
gi ,ebauerpareano  lite, Ultri  in  treccia,  altri  in  naflra 
eran  raccolti.Moltialcf>aUe,altumalpettofciolii.  Di  ci 
taiorie  piene,  e éltbclli.D'efianine,e  di  carte  di  procure 
Houean  le  mam,ed{eno,egran  faiielU  Di  ChioJé,di  con- 
{igU,e  di  letture.  Ter  cui  le  {acuità  de  poue  relU  lion  lino 
tuaine  le  città  ficuretUauea  dietro  & dinanzi  e d'am- 
bi i latifTiptaifroturatoriiOr  auocati . 


A R 1.^  cui  non  ofla  incanto  ne  Iattura. 

Lice-  lat.  lis,eontentio,  dtfeeptatio.  T £ e. Ma  piu  tempo  hi 
fogna  a tanta  Lue. 

Litigio  . lai.  & lis.  D A K.  Che  t anima  peuri da  Litigio . 

B o C.Lmgo  pten  di  litigi  & di  quefioni.  S A K.  Ripaci- 
ficaui  la  quefionde  litiganti  Taf  ori. 
qpì  Tiatirt.  Lat.  Ltigare,controuerfari,iniudicio  epe,& credo 
che  uenga  da  piaculum  Latino,  che  ual  faguium,& cri- 
men,  & chi  piatifee  iltà.Boc.Cbeh  non  intendo  di  pia 
tire  conuoi,  che  mi  ubuerefìe.uiuifandop  forfè  che  cofi 

ferie  far  fi  conuenijfe  con  le  donne  nel  letto,cbe  egbface-  Difeordanti,  Lat.  éfiordans,autàfcordishuiusdifcordit. 
ua  tal  uolta  piateti  alle  ciuili . B o c.  L'ultme  parole  alle  prime  Difeordami. 

RcfiUere.  lai.&oppugnare,per  repugnare, & centra  fare.  Mifchia.  Lat.  rtxa,conlufio,  & coMurbatiopugna , certa- 
Boc.  Douefse  molto  a cofi  fatto  accidente  refiiìere . Et  nten  B o c.  Tqe  prima  fi  parti  la  Mifibutibe  i {ergi  nti  ut 

quelle  medi  fime  forge  fimo  a refiflere  a quclii  naturali  fopragiunfero.  yiggcndòutper  le  già  dette  cofeatia  Mi  - 

appetiti.Lagiouane  commaò  a re  fi  fere.,»  a gridar  forte,  fihia.  P i t.  Dentro  confufion  torbida  & Mifibia , ideH 

OmccIa.  lat.uallamento.P BT.iìuereUgiufia.Tanteet  nufa  gjrconfufit. 

fi  graui,& fi  gmiieiìuerele.h  oc.  Dinangi  ad  huomi  Mifcbiare.Lat.mifiere,con{undere,turbart.V  tr.Ch'apo  ro< 
ni  che gtnfli fieno aba mia  Qjiercla,conieuoi  farete.  coapocoparcbe’ltempomtfcbi  yedisiihen/llkojàn- 

Querimonia.  Lat.&  quefutdamentatio  querela.  B o ci  gue  cb'i  mifebio . Tietà  con  amar  mifa . Tietà  con  dolor 
Con  gran  Querimoma  dalle  monache  fatta . 'Hgfece  una  nuRa . Ter  quefi  efremidue  contrari  & inifli . L'nnllil 

lunga&gran  Querimonia . Et  dopo  molte  Querimonie  con  t altro  miflo.D  ns.Mifcbiate  firn  a quel  catliuocbo 

piangendo  gli  difie.  ro.Si  quietò  con  efto  il  dolce  mifebio. 

Queruli.  Lat.  ual  lamentanti.  B o c.  Odei  Queruli  ucul-  Zuffa.  Lat.Us,bcUumfralmmjrixa,pugna,  certamen.ual 
U fremir  con  dolci  canti,  fi.  rijfa,  queflione.  B o c.  Terciò  cb'una  gran  Zuffa  Rata 

JUchiamare.  Lat.  reclamare,  ual  far  querela.  PtT.  Fedi  u era.  Dan.  Che  con  gli  occhi, ^colnafofacea  Zuffa. 

Tamar, ch'ai  fuofate.AbfaloneDildigaofatà' dolente  fi  ^gguffare.Lat.praliari4igladiari,certare,lKllarr,pugna- 
ruhiama.  B o c.  Tentò  d'andarfene  a ncbiamare  al  Re.  re,confiigere.B  o c.  .4rttpbdo,cbe  nella  punga  lungo  jpa 

lo  fon  uenu  io  a richiamarmi  di  lui  d'una  uabgia , laquale  lio  hauea fi> fenato  il  dipo  dell'azzuffarfi.  TH.  Ter  le  nc 

egli  m'ha  inuolata . chegge  i miferi  mortali  piu  che  loro  non  bifogna  fi  affa- 

Ì9J  Qucrelare.Lat.fonqueri,uallamenlare.As.i.'iqeétan  titano, pagguffano , per  quefie  combattono  .ET.  Et 

ta  iattura  rm  querelo.  agguffanfi  mfieme. 

Rat^care.  Lat.  &ratumhabere,firmum,  confans,fixum  Biotti,  lat. lis.difceptatio,contentio.  ual  contraflo  &con- 
approbart,conprmare.iuocegiudtctalemolto  frequenta-  ten  tiene.  B o c.Trmtacon  parole  granii  dura  Biotta 

la  nelle  corti , & naie  confermare  .AiuToilor  imen-  ine  ominciorono,tt  da  quelle  accefi  nell'ira , meffo  mano 

tumratificaro.  alle  coltella . 

Auoca to.  Lat.  caufidicus , patronut,&  aflor.  D a n.  -diggare  Lat.irritare,incitare,excitare,prouocart,  inJuce- 

[ altra  piccioletu  luce  ride  Quel  -iuocato  de  templi  Chri  rejmpellere . ual  rifarer&  prouocare  ad  ira , detto  dalla 

fianiàlcuni  mtidono  di  Taolo  Orefto,altri  di  .Ambrofio  ifiefSa  uoce  ufata . nello  irritare  de  cani.  O a n.  Dicendo 
Ri  fTc.  Lat.  rixa  altercatumet,iurgia.  ual  conte fe.  Ptt.  .A-  iffatenuà,piunon  t'aiggp.  alcuni  leggono  adrncgpddeR  ■ 

gamemnen  tT  Menelao , che'n  ffoje  Toco  felici  al  mondo  prouoco,  & irrito  jna  fa  male. 

fergranRifie.  A R i.Ofeuer,gonoaRiflaefi  faguerra.  .Attizzare  il  medefimo  che  .diggare,uedi  appi. 

Ch'oue {emine fon,fòn  Itti  e Ripe.  Irritare.Lat.&prouocare,&adiram  incidere,  naie  aigga- 

’Tent'ionc,tà'Tengpne.Lat.comentioacalconteli,comra-  re.S  a n.  Cbeglibaurcflii  cantirritatiappreffo,  'Honpe 
floahfferenga.  VfT.  In  nulla  fua  Tentione  fur  mai  ca-  rò  cb'altra  cofit  deffe Briga . 
ghnfibelle  & fi  leggiadre,  hoc.  Et  dopo  lunga  Ten-  Btigl.Lat.bellu,rixa,lii,mimicitia,difcordia.ualgnerra, 
tóme  un  prete  bfie .Cifippodopo  lungaTentiotte  uel  pur  contrafio,  mpeémento,  fafiidio.  Lat.bcllum,rixa,lu . 


ìp6 


tnenò.  Chi  piu  pofliede  iella  Tentionata  quefiioneà.  pofla 
in  Tentume.  A x.  A r i.  Cofi  fu  diferua  la  Tenzone . 
Cb'apparetchtauanParmealaTengpne. 

%9  4 Ziaania.  Lat, &gizanium,  gpnij,  & quando  è fem.  dinota 
tnfla  femengfjLome  il  loglio  tr  fitniujinde  dominusj^e- 


B o c.  Mettere  in  pericolo , & in  Briga  noflro  manto  & 
me  là  maffa  cT oro  di  Briga  cagione.  jl  M£o.  i oh  t citta 
dinefthe.D  A n.  Ombre  portate daUdettaBrigaj.  dal 
detto  intrico  de  uemiXt  «affé  in  campo  la  fua  ermi  Briga, 
idefl  guerra. 


nit  inimKutr&fupafemmaua  t^ganiam  mter  trìttem.  Brigare.  Lai.  litigare,  rixari,  contendere,  cenare , pugnare, 

ibauer 


i 


Marre 


S97 


thxuer  briga  ^ fatica . D a H.Brigauam  di  jbutr- 
chtarUflrada. 

sbrigare.  L*tJiberare^xpUcare,eximert . èleuar  di  briga, 
g^difaiiidio.  B o C.  Qjtanmmfneil  capoappre/io  diTi 
pbco  Cina  mofirante  le  fne  ire  accefè,d>rigajieife  giugnen 
do  a Ubico . nelle  rime  d’omero . 

Disbrigare^l  mede  fimo  che  sbrigare  D A s.Et  l'h  non  ti  di 
sbrigo  .Al  fondo  della  ghiaccia  ir  mi  conuenga. 

Cara.  Lat.  amnlatio,  amulatns,  aimemiojiifferentia,  nal 
briga, Zn fa,  Ute.  Ari.  "Hita  pochi  di  inuanv  era  una 
Cara  Tra‘1  come  Orlando  e’I  fno  cugm  Rinaldo  . 

B uff t,per  la  comronerfia . nedi  41594. 

Qucilione . lat.  lis.  concertano , inrgatio,  altercano . nal 
dnbbio,Lite.  0 domanda.  7 e T.  (ir  B a.c.  Qneftion  Dn. 
ra,Maggiore^H$iie,Crnninab.iì^t*'tinn  i Taate,Tan 
te . Tiaiemi  haner  noHre  lluejiiom  udite  Ma  piu  tempo 


C I E L O Marte  |{ 

fioche  .Ammendamemo  potrebbe  e fjere.  LauogUadtU 
t Ammendare.  D a n.  ^ comtnciò,Lafna  rapina  UT  pò 
fila  per  Ammenda  Tomi,&  'H^rmandia  prefe,(T  Gnau 
jcogna . Carlo  uenne  in  Italia , & per  Ammenda  yiitu 
ma  fedì  Curradino,&poi  Ripins'alcietThomafo  per 
Ammenda . ^ cofi  anificiofamemepofe  per  concord  in-  ■ ■■  = 

tu  tre  uoUc  Ammenda,  Credendomi  fi  cinto  farAnsu 
menda  . Si, che n nece  d’alenna  Ammenda  tua  fama 
rinfrrfihi , idell  in  nece  di  reflauro . ammendare  ,^e- 
mendare ucdt  a . 

yactllare.  Lat.  & labaro,  cefiitare,mitare,fiu£lnaredabe.  tfoo 
fiere . nal  errare.  T E T.  Et  naciltando  cerco  it  mio  tbcjò- 
ro.B oc.  Venlendomt  nella  mia  mente nacillana.  F i. 


Ben  ehcild,&  il  nò  credendo  nel  capo  mi  naallafie.  f i . 
Anseidatodi  poter  porre  il  nome  tra  tanta  gente  di  qne 
^ _ fia  città  y aoUatoà.SÌato  m controuerfia  , 

bifigna  a tanta  lite.  Alla  Fiammetta  comandò  che  no,  Conueniente.  Lat. conneniio,iomli8u,pa{ìnm.  nal  conen 
ncllandatrabefiero  loro  di  Qjie{iione.taU  dnbbio.D  a h.  tione.  B o c.  Et  10  te' l perdono  per  tal  Connenicnte. 
Qjicfla  Sìueflion  feci  10  . Torto, prr  lo  errore fibbqnoónginlio.  nedi  a 169*. 

Qu^eftionarc.  LatJuigare.B  o c.  ilUìnefiionarconparo-  Fallo.  Lat.  error,crimen,erratitm,peccatKm;menda,  naler 
te  potrebbe  dcfienderfitroppo,.  rore  ,mganno  ,0  peccato.  V i r.Tinf alimi  Fallo,  che'l 

Sdjcefitonare.  Lat. litigare,  alttrcari.  Boc,  Infteme  di  bel,  mia  mal  rm  dote . Ch'i  conofio’l  mio  Fallo,  & non  lo finfi. 

quelhonando . One'l  Fallo  abondò  la  grafia  abonda . Mentr  emendar  po 

Coafulione.  Lat.iOifnfio,pertnrbatio.P  s-t.  Dentro  Con  teteii  uofiro  Fallo . 'Helcm  amor  non  fiir  mai  inganni  o- 


fujion tnrbida , & nàlchia . Confnfi  fogni ,BoC.  Songa 
Confufione.UimafiCoHfnfi. 

593  Errore.  Lat. & menda, mendnmAoxa.P  b T.(9’SocCrn 
til,Dolce,LMngo,'Hpno,'Pnmo,Seeido^agoJ'ano,Tro, 
pno.SciaccoJs’nna  Gionane.  Eiro  >1  Ofinri,Folti,Cran 


falU.  Ond' amor [ arco mntendenain FaUoJdefiinuano. 
B o c.Abimalnagia  f emina,  credi  ch'io  noglia  fareal 
mio  fignor  qnefio  Fallo  i.  quella  nergogna,v  qneHo  erro- 
re . La  nergogna  del  Fallo  commejfo . Anediitefi  del  fno 
proprio  Fallo,  1 Falli  meritano  pnmtione , 


di,tipliri.  Barca  d'Error  fi  corca.  D'Errornonfnfipie»  Fallire.  Ì4t.  errare.decipere.  nal  errare,  ingannare,opec- 
com’ei  ner  noi.  D a n.  ^ trarmi  d Erro  un  poco  mt  fa-  ' tare.  Pi  r.  Fallir  gionand . Che  di  nofiro  Fallir  morto 
nella, tdefl  d Errore . fiftene.  Amor  io  fallo &neggio  il  mio  Fallire,  Odio 

Erranza,  nal  EmrefieliSnmJlagitium.  Boc.  Tiattiani  neggio  me  flefit  e'I  Fallir  mio . Fallir  forfè  non  fu  di 

adnnqucaheperuoidiqHeflaErrangoefca.Vn.IÌ a k.  fcufi indegno , 

Tu  t'abbagli  te  fteffo  m tanta  E rranx/c  • ■ Fattire.  Latfallere4ecipere,fiandare,& defiaudare.P  i t. 

Errante.  Est.  nrnltiuagns,palans,  tii,errubnndus.  P ir,  et  Rifimfi  net  Signor  che  mai  falUto'Ffonhaperfima  chi  fi  fi. 


199 


Boc. Ctma,Conjòrte,Monds,Spinto,  Stile ,yolgo,E*'- 
« A KT I Stelle.  Lancilotto,&  Trifìano,  eyglt  altri  Erram 
ti,  idefl  nagabondi  uedi  4 1 479. 

Errare.  Lat.  P ir.  Errar  non  deffi  in  cmeflo  brene  niaggio . 
yoffro  fdegmrtrra  ; & non  fio  quel  che  crede.Se'lgindi- 
tio  mio  non  erra . Io  com'hnom  ch'erra  ,&pcn  pin  dritto 
tfltma  Errai  finga  lenar  l'occhio  a la  nelaÀT  gir  mi  fece 
errando.  Boc.  Spefio  ne  nomi  errando , l'nnt  per  l’altro 
ponenJo.Upi  erriamo.  S'm  non  erro . 

Eocellb. Lat  deU8nm,error,peccatnm,crimen, erratnm, 
nal  peccaro,errore,& fallo.  A R t.Cbt  pare  a f ignoran- 
te uolgo  un  grane  EcceJfo.Doneano  alCbora  haner  gU  Ec 
cefjiloro  Di  Dm  turbala  la  ferenafronte.T.nontiutiiga 
pietà  di  tanto  EcceffbàÀi  fi  gran  male 


da  mini.  Boc.  Che  per  prigione  de  monaa  che  falÙfier» 
era  fiata  fatta  (ji  fallito  non  ci  nkne,)  idefi  fi  non  etnien 
mal  fatto . Ma  tu  (hai  fallita  J.  tu  fe  ingannata.  Sempre 
fiaua  alle  mefie,&  mai  nonfalliaa  , 

Fallare.  Latalejieere^eef]e^areJallere,deciperejul  man 
carer&noubaHare,ir  anchora  alcuna  nolta  per  far  er 
rere,  mganno . come  per  efiempio  fi  nede.  Par.  Se'n  ciò 
fallafii  Colpa  d’amor , non  già  difetto  darle  .Che  folnn 
non  falle.  Amor  io  fallo.  Boc.  Et  fiaffi  con  meco  ér  qne 
Ho  non  falla  mai.Laqnal  donna  fallato  iiongliparea  c’ha 
nefieJ.  fatto  mancamento,e  errore.  Di  poco  fallò  che  egli 
A cpcell’una  non  facefie  tanolaàdcfi  poco  ci  mancò.  D a m. 
Et  la  fieranga  di  coHor  non  falla.ijnm  manca,onon gl’m 
gamu  fecondo  il  Landino . 


ìiucm . Lat.  & mfanna ,dedecus , label,  macula,  prò.  Conteù. Lat. comentio,Altercalio,dijpntati09ialcoMra. 


brnm,  opprobrium . nal  la  macebu,  & il  peccato  D a k. 
Ben  fi  dee  Uir  aiutar  lessar  U ìfuote . yoce  T ofeana  che 
fignifica  macchia . 

ÌAogagni,perlodifetlo,uedia  1514. 

Ammenda , nal  Menda  emendauone . errore , & danno  . 
Lat.  correQio.rmendatio,  detrimentum, uh onunodum 
frani,  Boc.  0 ferendomi  ad  ogm  Ammenda , In  fino 
ad  bora  ad  ogni  Ammenda  che  comandata  mifie,mi  prò 
fero  apparecchiato.  Che  quefio  fico  coafitmamtato  pin  10- 


fto,pngiia,o  contentione.  Boc.  Dopo  lunga  Contefà  Min 
ghino  tolfe  la  gionane  a Gunnolc . 

Contendere.  Latjmpedire,percontrafiare.  P sr.CB'acon. 
tender  con  lei  il  tempo  ne  sfirga.'Hon per  Jàper  ma  per  co 
tender  chiari. a gli  occhi  mici  cela,&  contende  llfit 
mar . Rompete’l  ghiaccio  che  pietà  contende . ch’nn  do- 
loiyfi  neh  Contende  lor  la  defiata  Ucce . Et  mi  contendi 
f aria  delbcl  Udito.  Che  tefiemù  conte  fa  Qjtella  faln- 
dt.  'ìlgn  fionda  lui  le  lagrime  cmtefe.  Talomglior 

L 


Mirte 


CIELO 


Marre 


ai  mio  ieftr  contffè . Io  tei  dirò  fe'l  dir  non  m'i  contejò , 
B o c.  Come  cb'elU fi  contendejfe. 

Coatentione.  Lai. contentio,altercatio.  S A s.SoUuanH 
tempo  tra  noi  le  Conteiuiom  decidere.  Ari.  Toi  lor  con 
temion  ralificaro . 

4qi  Tenere.  Lat.&probibere, impedire, turbare,perimpedÌTe, 
fiMrbarejuetare,o  contraltare.  P E r ..Aiuti  pw  ajfai,pe- 


tra  For^,  Fortuna,  llumamtà . Cli'octhi  Colpi  tanior. 
Virtn  Cantra  furor  prenderà  Carme . Cantra' l ìiater . il 
fenjó.  li  Difio.  il  Coniane,  il  l'ero.  L’arco . L‘ affamo.  Lo 
Sformo . il Vrtmo .Suo fili,  fka uoglia . Tua  ufiiirza.tuoi 
Fondatori.  Thofiana  tutta.  B o c.  Cantra  ilfuo  ptacere, 
ContrapoSìa parte.  Contraferute.  Btn.Sl  dijjè  pari- 
mente  incontro &iacontraV  a,  ^ 


ri  tbe  nulla  il  tiene  Che  con  arte  Hanmballe  a bada  tenm  Contro.  Lat.contra,econtrario.  B o c.Apertifiimo  arfo- 
nr.  B O c.  Io  non  fo  a che  mi  tenga , ch'io  non  uerga  la  mento  Comro  noi.  T toppo  Sete  Contro  gli  amati  crudele , 

giù, tir  diati  tante  bafìonate.  Et  tanto  m quelle  parole d Hat  tu  mainiuna  teflànomanga  falpt  fatta  Cantra  aleu- 

tennero  porgli  paHiu,the  quanti  nella  corte  u’eranojiat-  no  (Et  proaduerfus.  Lat.  ‘Hnina  altra  medicina  efSer  Co 

eorferoej}èrgbflatetrattelebraibe._  t’^ndepeflilengemigliore.Controanoieri  de  padri . 

Ritenere.  Lat. reimere  ,per  impedire.  V or.  Ma  Circe  aman  Inconcro.  Lat  obuiam,  è uou  deltaduerbio  locale,  quafi  in 
do  gbel  ritiene  e'ngombra.Et  non  mi  pofion  ritener  gl'in.  fn  la  ma  uemre.  & fi  da  alia  per  fina.  P sr.  Che  b fi  fece 


ganm . Po»  cb’enfra  duo  [cogli  E*  ritenuta . Sol  mi  rtticn 
ch'io  non  ricida'l  nodo,  tdefi  meta.  B o c.  fcedendolo  fn- 
nofo  leuare  per  batter  la  mogUeJeuaugbfi  alC  incontro  d 
ntennero.  Et  uolendo  egli  entrar  dcntro,il  ruenni . 

Intolpare.  Lataulparejòntem  reddereadmoxium facete jm 


Incontr' a mexo  i nifi . y n ombra  mifife  Incontro  .Jiami 
a [ Incontro.  Bo  c.  Gli  fi  fece  Incontro.  Lai.  obuiam  ue- 
nit.  Loro  fi  feccincomroJattogltfi  Incontro.  Ufifeeo 
Incontro  lieumente  dicendo. B t u.  Si  diffe  parimente 
incontro. 


putare,per  accnfire,darla  colpa.?  n.Tipnaltmiin-  lncontto.Lat.adueiÌbt.P  hj.Humilin  fema’neonii'a. 
colpando  che  me  fieffo.'ÌIg  di  ciò  la  ma  mia  uentura  mcol  morfuperba.  Ma  nulla  può  fe'ncontr'ha  maggior  forga . 

Cbénconira'i  fai  pur  fi  difende.  Iti  queBcuaUt  Serrate 


po.Tercheiogni  mio  mal  te  fòla  incolpo.ma  piu  ne'ncoL 
po i micidialilpeccbi.  Coipauedia  1811. 

Dijcolpare , ual  efcufire . Lat.  a culpa  redìmere , excufare  » 
crimen  diluerc,remouere.  Dan.  Difcolpi  menonpoter- 
f nfarniego. 

Scolpare  fUalleuardi  colpa,  dr perdonare. D n n.yerfol* 


I queBe  uallt  Serrate 
Incontro  agli  amorofi  uenti . Io  cheggfi  a morte  Incon- 
tra morte  aita . Che  m'baimo  congiurato  a torto  ineon. 
Oro.  lio.et.Allalwtontro  recandogli  certi  anelletti  cou- 
trafàtti.i.m  ricompenfapin  quella  ucce  fi  in  cambio  M- 
IHmontro.dtncn  ueliende  unforejltert. 


tulle  fine  mai  ni  fi  fiolpa  ijoue  mai  il  pei  calo  ni  fi  purga.  IneontrareaLat.  obuiare,  occorrere.  P s t.  Che’ncoittrilfol  gou 
^ppouere.  Lat.  opponete,  obiiiere,afcribere,  afUgnare . ual  quando  ne  mena'l  giorno.  Hoc.  Alcuna  unita  ejfendo  ~ 

mcolpare.D  Au.Etfaifiuneutegiafuappofioaitrur.ne  incontrato. 

diaiaqq.&atq-ji.  > Intoppo.  Lauconturfio,grconcuTfut,oceurfns,detemio, 

Accufa.  LatÀelatio,la  querela.  Boa, La  ingiuBa  Accu-  impedimentum , obBaculum . i quando  due  fi  fiontrano 

jaàcoBtifuda  tniquitefiianmiprouata.T ». Latjnfi-  inunluogoiBtfii.PtT.$egnicb’toprrfiaTamorofoln 
mulath  ; notarla  a . toppo . Tiongia  eoerer  tofi  c'bebbe  altro  Intoppo.  Ari. 

fc»  Aceufare.Ldt.&deferre,calumniari,òincolpare.T  MT.I . E fiera  compagnia  couduro  Intoppo.  pei^ando  tre- 
mi foglieaccufare  i&hormifmfoJniaccufandodfugi-  narftdurolmoppoj  I 

tino raggio.Di libertà qiieflo crudeltb'i ai o^ò.B oc. Di  Intoppare. Lat. oecurrere, incidere, obfiaeulo efie, & hnpe- 
douerU-aciufareallaBadrfsa.LafuamaluagitàAccufam  dmmmo  ,impedtri . ned  feontrare.  D An.Chefifiange 
ta.  Lo  innocente  per  falfi  jojjiitiotte  accufato.  ucdtalCliuL  con  quella  in  cui  1 intoppa . 

j ScuCt.fixfare,ifeufare.uedia  i6y6,  Rintoppare.Lat.refirmareficcludereyemadlocumfuumre  \ 

Contrario. Lat.&aduerfui,pugnant,repugnans,tnter  digere ii acconciare alcnnacofa al [uoluogo.lLÌ  a u.€hi 

oppofitm.  P 1 T.  Contrario  Manto , Effetto , Cmdardon.  Tergeruolo,  efi-  chi  Artimon  rimoppa.  Chi  troua  m fu  gli 

CoNTKAtiA  StagfOn,Scbiera .Conrnkxxc  HoreJ'o^  occhi Rhuoppofi  noluemdietro.LataqipofittOfippofitumt 
gite.  Con  T.A  A « > yenii,Cielo,terradinomini,e!r  dei , Mi  mpedimeninm  contrarietas.  Et  di  Rtntuppogb  altri  dffìe 
fianContrari.  S'alben  neloce,&al  Contrario  tarda.  alui,idellérimpetto.Lat.econtraexadnerfo. 

T ra  duo  Contrari  mi  difiempre . Chejfiefio  finn  Cantra-  Incappare.  Latjnàderefincurrere,  naie  intoppare, tr  inco» 
rio  l’altro  accende  . Se  brama  bonore  e'I  fno  Centra-  trare.  B oc.  Ter  non  Incappare  nel fecondo  erroreMd- 
no  abhorre.  Molto  Contrar»  il  gnidardon  da  fiopre, 
che  gia'l  Contrario  era  ordinato  m cielo . B o c.  no- 
di l'Indice . 


Cantra.  Lat.  tir  aduerfim,  aduerfits , eeontrario . ìprepo- 
fitionedel  nato  contea  alla  yerfò  prepofitionecperÓD- 


le  laccmob  t'hanea  lofi  intorno  a piedi  che  li  conuenina  i» 
uno  incappare,  nepotem  incappare  in  alcuno  che  m mag- 
gior nergogm  caduta  nonfojil.  Che  tu  fiapofaa  fauiafijr 
piu  non  mcappi  in  qneBe  faocchexxt-  Credendofi  la  mor- 
te fuggire,  in  quella  incapparono . 


chejì  come  quefla  è piena  di  bemuolengafiofi  queìla  ipie  AbbattcreXat.mcidere,incMrreTe,oecurrere . per  imbatte- 


Ha  di  maliuobnza  .tp-fiufànel  daiiiio,&  accufattHo,di- 
notante  nerfò  la  perfiaa.  Ttr.  Cantra  Amor,CoUii,Co- 
flni,  Coflor , Cui,  Te.  Me,  Me  Refio . Aiace  m molti  fi!r 
pchn  fi  fic fio  forte  fideB  Cantra  Molti.  B 0 c./)i  mormom 
rar  Cantra  bri. S"  alcuna  cofa  detta  l'era  Cantra  al  mari- 
to per  lei, quando  ffofata  fibanea . 
CoDtti.Lat,adnerfiu,(jr  fidaaile  coft.T  n j.  Co»- 


re, intoppare, incontrare.  Bo  c.Etcome  dura  mafia 
quella  di  coluifiheadomia  non  bene  a ficonuemcmes'ab 
batte.Canalcandoiierjo  yerona  l'abbatlim  alcuni  Jiqna 
U mercatiti  farenanofilr  erano  mafnacberi,ct  hnomhu  di 
iRj/iujM  utaiàncoiari  Lat.obuianit.  Cb'effcndo  U flrac 
ci  ifiutt  panerò  hnamo  di  cotale  infermità  morto  gittati  nel 
la  Mia  publica , & abbatttadofi  ad  Ridite  porci . Lat, 

fortuu» 


Mirto 

fórttiiloiitcidenÈes.  HMìMnoa  ricofUtre  tutte  tf nelle 
futre  che  uedremo  nere,  unto  che  noi  ci  Matteremo  ad 
tjSajideHUtrouereim.  Lai.  mciiemns.t{on farebbe fojr 
fc  fiato  mtl  innejlilo  dt  efferfi  Mattato  ad  ma  .Lat.m- 
uemjie  ■ Stendendo  il  pie  per  lo  letto  gU  netme  abbattnto  a 
quello  fpago.  Lat.  percnfiit . 

Ver,  in  ucce  Ot  f'erfo.è  propofitione.  Lat.  nerfns,  ^ tèmpre 
fi  poJipone,nl  Rumam  nerfns.  Per.  yer  me.yer  te.yrr 
lei.  yernoi.yerlatiagion.  yerfanrora.Boc.  yerpo~ 
nenie  uegnendofer  neia.  I)  a x.yer  me  fi  fece,&  io  yer 
lui  mi  fei  B £ M.  Legge  fi  uer  in  nece  di  uerfo. 
tot  Verfb.  Lat.  nerfut.Tt  t.  yerfòla  jera.yerfola  fine.yer- 
fo  t aurora,  yerfo  l'elìremo . yerjo’l  maggiore  i’I  pin  Ine- 
dito giogo  . yerfo  r aurea  fronde . y erfbi  mio  fine,  yerfò 
Occiienle.  B o c.  yerj'o  le  jmirne.  yerfo  yerona . Bene 
io  nò  yerfò  là  , 

'VnCo.èpropofiiione.  Lat  erga.  unolfèmpreU  feflo  cafò,«<r 
è kocediuemuolenrta  del  tutto  contraria  alla  prepofiiione 
, Centra  per  efier  noce  piena  di  matiuolcHga  ,&  fida  alia 

perfona.  P e T.  Terche  lim  yerfo  me  le  man  fi  flrette. 
yerfò  é noto  dolce  fi  hiera  amica . gp-  quefia  fid  Molta  dif- 
fe  yer  fi  di  noi  centra  la  regola , peri  he  la  prepo fittone  Di 
fegnitandoui  dprenome  uerfo.  Centra,  .Apprtfio,  Sopra, 
non  mai  fi  pone , tome  éfòpra  alla  prepofiiione  yer , gjr 
yerfo.  ma  quefia  una  fi  può  dir  effer  sformatamente  det- 
ta per  caufa  del  uerfò  ; anibora  che‘l  B o c.  dicefie  Con 
camere  i iafeuna  yerfo  di  fe  beihljima . Et  fegh  Re  Chri- 
ftiani  fon  cofi  fatti  Re  yerfo  di  fe  i berne  è cojiut.  caualie- 
re.&q:iidirei  uerfo  fi , per  fuggire  quella  éfonaitga  di 
jòfe  et  altroue  poi  Jifl e yerfò biro,ibe  fermi fiauanoj'er 
fò  te.  yerfo  noi,  yerfo  lui.  yerjò  lei. 

Inuer,^  Inuerfò  prepofiiione.  Lat.  uerfui.&Huole  fempre 
i’accupitiuo.  P ET.  Che  mai  non  fofle  Inuerdimepuifie 
ra.  Ch'i  uolfi  Inuer  f angelica  beltade , 

Inuerfo.  B o c.  Inuerfo  l'occidente.  Caualtaffe  la  capra  In 
uerfo  il  chino . & qui  non  fi  dirà  Inuerfo  all’occideme , ne 
Inuerfo  al  porto . 

Tue,  in  liete  di  uerfò  prepofithne.D  c v.  Eiuiéfunocbe 
miraua  Tur  me  come  conofier  mi  uolefie . 

Scontro . Lat. concurfio Sue. Tutti  ualorofamente cem- 
battenda  abbaltutia  loro  Scontri  caualcaxono  auanti. 
6of  Scontrare.  Lat.  ohmare,offendere,occurrere,fefe opponete. 
P E T.  Ter  non  fcontrarch'i  miei  fenfi  diverga . Trefso 
era'l  tempo  doue  amor  fi  fcontra.B  o c.JCndanJo  da  Me 
Uno  a T.iuta  fi  feontraronamun  gentifhuomo . iluafi 
pug^ogh  uemffe  di  chiunque uedefSeofcontrafie.Cbe  ehi 
fconirati  gli  baneffe.  Hg  pafsò  molti  di, che  mini  fi  feon- 
irà . Tiu  Molte  feontrandofi  mpicctole  fcbiere  de  nemici 
combattemmo.  T h. 

Occorfo.  Lat.  occurfus . ual  feontro.  Por.  Se  nel  mio  pri- 
mo Occorfo  honefla  & bella  yegghU . 

.Affrontare . Lat.  opponete  fe  ,coigreé , conuenire.  B o o. 
Seirga  fegno  cantra  i nemici  i affrontano,  A n.  Et  col  Re 
affrontatofi  combattè.  U a u.Toicbepergratiauuolcbe 
tu  t' affronti . 

‘Raffrontare.  P e T.  Et  feto  in  terra  mai  non  fi  r.tffroma . 

Cacciare.  Lat.  expeUere,&fugare,amouere,  eutere,exige- 
re , depeUere , deturbare,  extrudere.  Ttt.  Cacciar  me 
innanzi;  ch'era  giunto  prima.L’alma,cui  morte  del  fin  al 
hergo  caccia.  Bue,  Cacciar  uia  i foprauegaenu  pencola. 


CIELO  Mirti  Hi 

Caccia  uia  U manhuonia . .Anzi  a calciano  in  cuctn-T-i 
mandano.  caccUrebbemt  fuor  di  lafit.Cacciaia  uia  la  p.in 
ra.  Ma  io  la  caci  icrò  con  quefto  bajlane.  Dan.  Caccierà 
l’altra  con  molta  offenfione . i>ijefli  la  caccierà  per  .gnt 
mlla.CaccUrli  i tuC  per  non  efser  men  belli. 

Cicciacrice . Lat.  expnltru.tii.  Bue.  Q^Ba  donna  fa., 
rà  deUa  mia  nota  Cacaotrice, Diana  ut  habito  S una  Cacr 
ciamce.Tn. 

Scuaare.  Lat.  expeUereAhduarejrdfcere^repndiare.  Pet.  6o8 
Che  mi  [cacciar  di  là  èoue  amor  corfe.  Qjiado  U fera  fcac 
cia'l  chiaro  giorno . Scactiando  del  ofeuro  gy  grane  core  i l 
penfter  tristi . Hor  sìo  lo  fcaccio . & U Scamata  parte. 
Scacciato  del  mio  dolce  albergo  fora.  Che  di  fua  terra  fu 
fcacciato,  & morto.  IjU.  exadut . 

Difiaccure.  Lat.  depeUere , abigere , propulfare , deqcere, 
Boc.Il  rubar  l huomoai  uccìderlo, odtfcacciarloda  maU 
nagità  procede.  L'auaritia  tutte  le  beile  ufàitgeba  di- 
fcacctaie.  t 

Ifcacciare.  B o c.  D<>  queUa  con  eterno  effiUo  ifcacàato. 
Bifcaxxitre ,ual  fquacquarare  (}r  confumare.  Da  u,  Bi- 
fia-g^ , et  fonde  U fua  f acuitale  .noni  da  ufare , & è 
ucce  furlana . 

Caccio,^  quando  fina  a pigliar  animati fèluaggi.  Lat.  nena  \ 
no  yuenatns.  Bue.  In  fu  U piaz'ga  dt  fan  Marco  fifa  . 
uni  Caccia . Hjufla  Città  atta  alieCaccie  piu  uoll  e fi  ri- 
corda bauer  ueirta , fi  come  luogo  abondeuole  di  gioua- 
nette  Capriole , & Ufciue , & dt  Damme  giouam ,& 
preSie , piu  correnti , & Cernie  ad  agni  rete , cane  ,o 
flraieanifate . Ah.  .A  prender  nuoua  lacciagioncfi  ri- 
torna. L k.Etcomeil  porco  poi  che  finte  f -Agate  San- 
ne  de  cacciami  cani  .Tu.  Et  altri  ammali  fiatri  da  Cac- 
ciatori. Diana inbahito dCuna  Cacfiatrtu . Pa.  Lati, 
yenetrix , 

CiccÌ3toK.Iat.nenator.  A Ri.CUridanCacciatortnt-  6op 
ta  fua  uita  Di  robufia  perfona . 

Cacciare.  LatJienari,  aucupari.feras  indagare fferis  infidùu 
ri , feras inquirere , & inuefligare .Ptx.Cb'undtcae-  l 
dando  fi  com’io  falca . Et  col  bue  'gpppo  andrem  caccian- 
do l’aura . Caccio  con  un  bue  gpp^ , infermo , gir  temo . 
Bue.  ycceUare,Caceiart,&  pefiare.  Il  fino  tempo  tutto  ■ l 
ffendea  in  uccellare,  & in  cacciare . In  una  filua  andan- 
do cacciando.!,  andando  a caccia . 

EfcIuTo,^  Lat.  exclufns,  euBus, ual  ferrato  fuori, o 
cacciato  da  fio  if altrui . Pet.  Cofi  dunquefa  tu  eh'» 
mggio  Efilufa  Ogni  altra  aita.  Ari.  Doue  fimo  i 
parlari  in  modo  Efclnfi,  -A  far  che  fiail  fcUon  di  ai- 
ta Efclufò , idefi  privo . Il  Re  d’-Ai^  dalnfna  don- 
na Efclufo. 

Tornare . Lat.  ta.xare , meta.  pknlHm  ferire,  ual  accufare, 
gir  efSere  contrario  con  folleiituJine.  Bue.  liuiui  potim 
tandoU addòjio la  Stramba , gir  l’-Alticaato  ,el  Malau  ' r : 
gelate  compagni  éTafquiuo.  Tra  fiatane  prefit  quan- 
do ma  na  addofio  ad  nn  altro  per  batterlo,  o per  uccider- 
lo. Pet.  yiipafiau pai iCfiale fjutte quadre  lirico, 
nobbi  a guifa  d'buom  che  poma , idefi  che  ffmge  per  an- 
dar del  lorpo. 

yrtare per Cptngrre. Lat. urgere Jpercutere, impellere, pelle-  6 io 
re,propeliere.Phr.yrtar  come  leoni ,e  come  draghi  -Auin 
ch'iarfile  code.  B o e.  ari  P m.  Come  tonde  cacciate  tu- 
atdaluemo/t  taltra  dalla  Urrà  inficnte  artarfu  cader  * 

t «f 


Marte  C I E L O 

terra  fen^a  eflere  urtati. Egli  patri  afiai  urtare  il  capo  al 
muro.  S'egli  auien  che  urtar  con  lui  ti  conuenga.  1 pajìori 
fare i lor montoni  urtare. 

Spingerete^  Sptgnere.  Lat.  expellere.  T et  Soflien  ch’io  ua 
da,  oue'l  piacer  mi  jf  igne . il  mal  cojhane  olirà  la  fjiigne . 
tdmor  mi  fpingeadir  dite  parole . D' infiniti /ójfir  hor 
C hanno  jpiata  .Tempo  ben  forahomai  d'hauere  jpinto 
L'ultimo  ftral . Del  uento  , iberni  jbinjé  in  quelli  [togli . 

Spmi'e  amor,tt  dolor  fine  ir  non  debbe  La  mia  lingua  aula 
ta  a lamentarli,  tanto  innanzi finlliinto . 

Sog)ingere,Cr  fojpignere.  Lat.  anpellerc,cogere.  P s T.  L'ira 
Tideoatal  rabbia  jofpnife.  Tojiia  che  mia  fortuna  m for- 
ata altrui  M'bcbbeSofpinlo.  B o c.  Tirandolo  da  una  par 
te  amore,&  dall'altra  i conforti  di  Gtfippojbjpmgendolo. 

TamoCufeto  fofjttngefferotibe  egli  s'apnfie.  Gli  occhi 
infra’ l mar  fofpinfe  & mde  la  galea . La  naue,che  da  im~ 
peiuofò  uento  era  fofpinta . f'utmamente  £ amor  Sofpin- 
ta  cofi  lominiiò  a dire . Sofpintigli  ufii  delle  camere . Ri. 
ualdo  fòfpinto  dalla  fortuna,  aedi  alf  Indice.  Dan.  .An» 
diam  thè  la  uia  lunga  ne  fhfpingetidcli  ci  affretta  ,o  ne 
faeQer  foUeiiti.Verpiu  fiate  gU occhi  ci  fbfpmfè quella 
lettura . B t m.  Tempefìofo  nembo  afialitt  e fofpmti. 

Refpingcre.  Ari.  yn'altro  al  primo  termine  Relpinto. 

yrgere.  Lat.  da  utgeo . ual  fpmgere,  & urtare.  D Uìi.  Che 
Cuna  parte,t!r  l'altra  tira,  & urge.  Caduto  farei  giu  fen 
gaeffer  urto, ide/l  urtata . 

<11  Sgombrare,peruacuate.  Lat.  expedire,  euacuare,  explica, 
re^expi  liete.  P et.  Ogm  uoglia  dal  cor  mi  fgombra . Voi 
mando’luero  Igombra.  Cofleiche  tutto'lmondo  fgoru- 
bra . un  bora  fgombra  Qjiel  che'n  moltannia  pena  fi 
raguna  . .Adunar  fempre  quel  eh’ un  bora  fgombre . UOm 
ra  fgombrando’l  pafio  ,onde  tu  entrafli.  Et  fgorubrar 
i ogni  nebbia  . Di  fofpir  molti  mi  fgombraua’l  petto . 

Tot  che  ti  Inombro  de  la  maggior  falma.  Boc.fr 
fgombreremaluoSiri  prati,  idcii  lafcierem  noti  di  noi. 
meta.  Tu."' 

Dijgombrare.  Lat.  diffoluere,expeUere.  P E T.  Di  quelle  hn 
prefimn  [aere  difgouAra.'ìfg  mare  ou  opu  nuo  fi  difgom 
gra.Di  ncuofi  penfier  difgombra  allbora . 

Ingombrare,  ual trHptre,£r  occuparla  mente  di  faHidi.  Lat. 
tmplcre.ociupare,  unpedire.  P s T.  Qjcalunquepiu  [ha, 
mana  uifla  ingombra . Et  poi  la  menja  mgomhra  Dipo, 
nere  uiuande . Se  non  lamia, cui  tanta  doglia  ingom. 
bra.  D’amorofi  penfier  il  cor  ne’ ttgombra.  atti  (f- pa- 
role m’ hanno  Tutta  ingombrata  l'alma . D A ti.Che 
[uno  a [altro  raggio  non  uigombra,idefl  non  fa  om- 
bra , 0 impedmento , 

SOLE. 

6ii  Sole  ,ì  detto  Sole  , perche  i foloquello  che  luce,  dr  eoi 
fuo  lume  iOuHra  le  cofe  fuperiori  rf  le  mferiort , & ogni 
fieBahalumedalui  ,&ipianetafòrtunato,mafculm , 
diurno , caldo , & fitto , 0-  una  fica  tutte  letofe  llfbtei 
[ouhhdelmoiuh,ghàiKht3deldi,beliezfadelcieto,tni 
fura  de  tempi.  Signor  de  pianeti,  utrti,  & uigore  di  tutte 
lecofinafcenti,perfeitiondele  fielleA!r  Re  della  natura, 
femphtifitmo,^  non  compofto  di  parti  contrarie;  & dal 
la  femplicilàprocede,ib’i  Uuifiimó,  apre  i pori  della  ter- 
ra,tir  eccita  il  mrtù  ch’ia^radia,  & mutua  tutele 


Sole 


piante , dr  nutrifcele  rijòluc  ndo  [humore  nella  terra , i(p 
conuerteloinnudrimento.  Sana  , &confcrua  ,pcrcioilie 
gUeltmenti  per  loro  contrarietà  ftdufarebbonot’unCal- 
tro , fé  non  fi  riconcilia ffero  conia  mfluc  ma  della  celeRe 
uirtù.  Ilei  Sole  i la  uirtù  uiuifiiatiua,  perche  neffuna 
cofa  mue , doue  non  penetra  ta  uirtù  del  Sole . il  Soie  m- 
fiuifie  nelthuomo  natura  di  fapere,  & £ imaginare.il  So 
le  perche  i maggior  di  tutti  t corpi  cetefii , è maggior  mi- 
nijlro , tr  I fijfaniafei  uolte  quanto  la  terra , cr  come  i 
m.iggiordi  corpo  J anche  maggior  de  uirlùii  collocato  nel 
quarto  cielo.  Cicerone  h chiama  duca  delle  altre  flelle, 
perche  per  la  maeftà  della  fua  luce  precede  tutti  gli  altri 
lumi, cofi  lo  chiamò  prucipe^y^  moderatore, & tempera- 
tare  degli  altri  pianeti, perch'egli  gli  regge.Thitofophi  lo 
chiamano  mente  del  mido,ir  cuor  del  ciclo, fa  il  fiio  c orfò 
in  ccclxr.  dì,  ta  quarta  parte  di  un  dì,cioi  j 65 . dr  *> 

quarto  Terche  ogni  quactr’anni  s’mterpone  un  di, et  quel 
tal  anno  ig66.giorm,  & aneboui  rimane  lacenttfima 
parte  £ ungiamo,  lljiefio  pianeta  fa  [anno  finito  luttoil 
Zodiaio,fa  il  mefe  finito  un  fi  gito  del  zodiaco,  (a  il  dì  ih'i 

10  [patto  di  xxihf.Dore.Fa  il  giorno  quando  i nel  nofiro  he 
tmjperw  [opra  la  terra . Fa  la  notte  quando  è fólto  terra. 
Qjiandouiene  idl’oriemefamattmo.Quado  a megpgmr 
no^a  mezo  di. Quando  dei  fina  a Oi  adente  fa  fera.  Quido 
entra  nell’ .Anete.ch'ì  il  primo  equatore  ,fa  làTi  imaue- 
ra. Quando peruiene  al  Cancro, fa  eflate.Qjiando  alia  Ci 
bra  [.Autunno. Quando  al  Capricomoft  uento.  Onde  per 
quelle  quattro  fiagiom  i poeti  finganoli  carro  tirato  da 
quattro  caualli/puti  fetondo  Ouidio  fono  Tiroo,  Eoo,E- 
tbott,ù-Thlegon.Tiroo  i detto  da  ptrAhefigm fica  fuoco. 
Eoo.da  eoSyChedmotJ  [aurora.  Ethon,&Thlegonda  E- 
tbiuA!rTbtegin,the[uno,e  [altro ftgntfica a^re ;han 
m adunque  1 nomi  dai  calore  delSoteMa  altrinominano 

11  puma  cauaìio  Eritbreoj.rofiojcome  i la  mattina  il  So. 
it.  Ilfecondé  .Aneonpcrcheuerf)  la  terga  difende  i fuai 

* Gtff»  chiamano  IdSin.  xltergo  Lamprosc 
noi  fplendiJo . perche  nel  mezo  giamo  molto  fplende . Il 
quarto  Tbilogio,  ideSi amatore  di  terra,periheuerfo  ta 
fera  cala  alla  terra. 

Hiperionc.  [econdolefauoU  fu  figlimkdiTitano  ,^dt 
y cita  padre  del  Sole,  onde  OiadM,  yidit  boni  bypeno- 
nenatus. 

Caualli  del  Sole.hn.  t.  Tenftih’Etù,&Tiroofia  fatto 
zoppo;  ucdi  [opra  a Sole. 

Sole,  onero  -ApoUo.Thibo,Tbetonte,Lucifero,Titone.  Ret- 
ter  della  luce,SpUnJoreJjime,Luce,  Lucore-Lucido,  Lum 
itnte£taggiJ{ai.Lufiro,T ranslucido,  Chiaro,Corrufi  an- 
te, Fulgente,  Fuluido,  Limpido,  Fuipdo,  Ombra,EcliJii, 
Giamo, Di,Matlino,.Alba,.Aurora,  .Antelucano.  Caldo, 
Tepido,  Stale,  EfiÌMO,Secco,  .Afiiutto,  .Ando.  Dio  degli 
Imperatori /le  Rt,Duchi^ignon,Tountt,Magnati,Ric. 
ebiJHagnammiJmperiofi,fortunati,  yanagloru>ft,ya- 
gabondi  .^dei  Forti.RobufìiJutttton,Timorofi  .dr  dei 
fcdeli,Gmfit,Seereti,Subilt,  Fermi,  CaBi,  Deuott fieni- 
gni,Tlacidi,.Auidi£boHore . Il  fuo  metallo  i [oro.  con  i 
funi  nerbi  fetondo  la  qnaìità  de  nomi . 

Sole.  Lat.  Sol,Thubui,.Apollo,Titan,  Djperan,  Cjmhiut, 
Latoidii,OffTtiJ>eltm,ffd  bai  nomma  ut  phertmum  poe- 
tica, 7 i T.  <^B  o c.  Sede  di  luttoil  delo  ornamento^ 
thurezxa , & lume , Rtttor  della  Iute . Gran  Tuenaa  ; 

llStd 


Sole 


CIELO 


Sole 


8i 


IlSelimominciaiuta  f^rfi  gUUo .llSolcrigubafSoil-  tutta lòretia .ThebomncaordelgranVhilene,& atcor- 
l bora  del  neutro.  Il  Sol  era  già  inolio  alto . tpeuda  dSel  datore  delie  cubare  di  Tamajo . 

alto  a nteio  nelpro.  Il  Sol  eraferucatijiuiio  ai  megogior-  Lucifero.  Ut.  btcìfer , Hejper,  mjperugo , befperus , plto- 
nofaltto.&rul  K».  il  l'ergine  Sole  era  gta  coperto  del-  fpbonit  ,ueiiertilieUa,cytbereiisigmi.  B oc.  Ogni  Ilei 

tonde  d Uejperia.&ael  P H.  Entratta  il  Sol  nella  rofata  la  era  già  dalie  parti  d’Onente  fucila  ,fe  non  quella  fo, 

Aurora  ton  lento  paPo.  Come  cbelnuouo  Soleufcidel  la,  ebe  noi  chunuamo  Lucifero,  che  ancboialucena  nella 

mondo,  tigli' bora  cbi'l  Sol  cerca  toccafoMapoi  cbe’l  So-  biancheggiante  aurora . & quando  dinota  il  minuo  infer 
le  nafeofe  i fuoi  Raggi  nelle  ofeure  tenebre.  Tanto  cbe’l  So  naie,  uedt  all’ inferno  a iSoi. 

le Ulumiitòciafiun clima  delnojhro  Hemi^erio .Saluoil  Thetonte.Ut.phaeton.figliodelSole,&diCbmene  Era  ^ ,j 
Sole  nell' .Aurora . il  Sol  uolta  a inetto  giorno . U dorata  ne  mede  fimi  tempi  Epapho  figlio  di  Cune,  il  qualfuper- 

tafi  del  Sole,  il  Sol  piu  ardente.  Coft  bello.  Cimo  é raggi.  bo  per  tamu  padre  Jpre^ua  Tbetonte  ; negaua  lui  efie- 

" ' ' ' TenatoéVbcbo.DolfeleneconlamadreTbrtunie,tà'da 


Dolce . Sdjianto'l  Sol  gira . Donna  non  penojia  dal  iole, 
Tdsnc  percola  dal  Soie.  Corne  i Sol  uolge  t infiammate  ro 
tc.Voi  cbe’l  Sol  safeonde.  Qjiando’l  Sul  apre  le  ualii.  De 
tai^r,  che  ne  Sol  curane  gxio . Quando'l  Sol  Bagna  in 
mar  l'aurato  carro  .il  Sol  mai  pui  bel  giorno  non  aperfi. 
Scaldaua’lSol già  Cuti <!r  Coltro  corno dclT auro.!' olgc- 
ral  Sol  non  pur  anm,ma  lutlri.  Donna  piu  bella  cbc’l  So- 
le . Tiu  chiara  cbe'l  Sole  è la  mia  fede  .Occhi  piu  chiari 
cbe’l  Sole.  Conia  lingua  po/iemelegò'l  Sole.  Sommo  sole, 
inuecedt  Cbrifio.Teptdi  Soli.  Solari  Raggi . ^ meta  per 
Laura.Fatal  mio  Sole,  il  mondo  rimaner  linga'l  lùo  Sole. 
SìuelSol ,chefiloaglioccbi  miei  rijfilende.Lb'è  jola  un 
Sol,  non  pur  a gli  occhi  miti.  Ma'l  mando  ctec  o.  Et  fu  del 
mondo  il  fuo  Sol  tolto,  Coftei  cb'i  tra  le  donne  unSole.E' 
uerameute  fi'a  le  Stelle  un  Sole.  Breue, Chiaro,  V furalo. 
Dan. Voiapprefib  tonuien thè  quella  taggia Tra  tre 
foli,  idetl  tre  ram . Onii  leuai  le  mani  inuer  la  cima  De 
le  mie  ciglia,  à-  fecemi  Solecchio j.  picciolo  Sole  .quetio 
amen  quando'l  Sol  ci  da  ne  gU  occhi , quello  rimouiamo 
con  qualche  oliacolo , & chumiamo  tal  rimotione  Sclecm 
chio,percbe éminumio  d Sole.  A r i.Etgiaueniachide 
la  lucei  donno  Le  /ielle  a tor  del  del, di  terra  [ombra.! 
fignore  della  luce,  cioi  d Sole . 

Soie,  per  lo  anno,  ueà  di  fopra,&  uedt  a dodici  fegni  del 
Zoéncoab$i. 

Solecchio,!  picciolo  fide  ;uedi  di /òpra  Sole  nel  fine. 

Edifsi.  Utaciipfu.  .Aereo  figliuolo  ài  Tiefiefu  d primo,ebe 
trouò  là  Ech^  delSoU.  D a ti.TigtEcl^  daifolpertra 

tarere.Et  lalEcbJfi  credocbeuculfcpeSiuànJopàti 
I fupema  poffan^  Ari.  Come  tEcUfie , o la  Cometa 
fu.  San.  'Ugn  uedete  la  Luna  ineclipfata  i 
ZcUp/are.  Lat.deficerefibtmebrarerohcacare,d>fiTuere,eri 
pereaioliem  indneerejòlem  obfatrare.  noi  mancare  ji(a- 
toda  D a n.  Di  ueJerecliplar  lo  pdit  un  poco.  Che  Bea- 
trice eclipti  nc  [oblio , idefi  poco  manti  tb’io  non  mi 
fcorJaidilei. 

Carro  del  foie.  Lat.  currusfilis.  P i t.  Tommi , ouè’l  Car- 
ro fm  temprato,tfi-  leue.idmudo’l  fol  bagiu  in  mar 
[aurato  Carro . 

Apollo  Dio  ; uedt  al  luogo  degli  Dei  a numero  69. 

<14  Phebo.  Lat.  pbitbut  ,uedi  Sole.  Tot.  L’arbor  ch’ami  già 
Tbebo  ai  carpo  bumano.Tbebe  percolo,  e‘lgiouaned',A 
bida,LuudettoDioJ[altT’biumpuromottale.  B o cjk{ 
T M Thdio  hauea  già  rafeiutte  le  brinofeherbe.  Effendo 
Tbebo  nelle  braccia  di  Ca  fiore  , & di  ToUuce . Tui  che 
Tbebo  co  tepidi  raggi  retò  nuouo  jfiiendore . Già  banca 
Tbebo  nafcolilfiad  raggi  nelle  marine  onde,  drnellt  E i. 
Rendila  chura  Incedi  Tbebo  i raggi  fuoi  confortando  le 
ir  amor  tue  berbateJSia  lafiiaua  ueder  Tbebo  Ufna  cor- 


tei ammacHrato  andò  alla  cafa  di  Tbebo  ,&alut  etnefe 
grata  tnnominat.i.gmròVbeboa  he  impetrerebbe  dò  che 
cbiedejie.  .Altbora  d temerario  giouanetto  cbiefi  che  pi  r 
un  giorno  gli  concedejfe  guidare  d fuo  carro . pmi/si  The 
bo  dbauer  giurato , c'  tentò  di  dijfuadcrlo  di  qnefìa  fua  ■ 
temertu  , m fine  fiondo  egli  nel  U merano  juo  propofuo 
h conccjfe  il  fatar  carro , d quale  1 poeti  fingono  efiere  gni 
dato  da  quattro  caualli  Tiroo  , Eoo , kthone , ejr  Vhte- 
g/me . tome  babbamo  di  lorejpofìoa  Sole . Era  adunque 
già  a mezod  deio  Tbetonte  quando  i cauallt  non  temen- 
do fi  debole gouematore  lafcurono  d quarto  delo,nrlqua 
le  d Jole  fi  uolge  & fcefero  non  folamente  /òtto  il  tergo  de 
le  di  tenere  & il  jecando  di  Mercurio;  ma  fitto  la  Luna, 
la  quale!  nel  primo.  Semi  la  terra  la  troppa  propin- 
quità del  Sole,  tal  ch’igni  cofa  ardeua  ; perche  mojfoa 
compajfione  Gioue  perco/fe  Tbetonte  col  celefie  folgo- 
re ,&  pmfeto  nelTòytfi-  qumt  morì , non  ha  fio  efiempio 
a temtranj , & però  dice  d noflro  P e t.  Tbetonte  odo 
cbemTò  cadde , ^ moria . tir  D a n.  Maggior  paura 
tum credo  che  fifie ,SìjandoThettmteabandcmògU fre- 
ni Tercbe’l  del  come  pare  anchor  fi  feoffe.  Et  diuerft  He- 
mifperi; ondila  firada, Che  mal  non  fippecarreggiar 
Tbeton.  &dho  c.Upfrefio  a foltbi  correnti  d'acqua 
erano  te  mifirefirette  di  Tbetonte.  A n. 

Tirone . Lat.  T ithonut , & titan , ^ iitanus . Dicono  gli 
antichi  hifiorid,  che  di  Laomedonte  Re  dt  Troia  nacque- 
ro Triamo , & Titone  : & Triamo  rana  fi  nel  regno . Tu 
tane  con  ualtdo  ejfercito  pafiò  nelle  pam  orientali  ,(fiui.l 
acquiflò  florent^imomperiOiondediconolefauole,fbe 
[aurora  fu  fua  moglie  ^ molto  [amò . Ikhe  fignifica  , 
che  le  genti  onde  uiene  [aurora  gli  furono  foitopofie  ,dr 
fu  amato  da  que  popoli.  Dell' Murar  a generò  Menno- 
ne;d  quale  nella  guerra  Troiana  uenuein  aiutodiTna- 
mo  fuo  gip  ,&  fu  ucafi  i Mcbille  ; dr  mentre  che  fe- 
condo  [amica  confuetudine  l'ardeuano  ,pe  preghi  deU 
[Murerà  jua  madre , fi  mutò  m uefelio,&  molti  altri 
utceUiufciToiuidiqHelfiioco,iqualifmronothiamJtimcn 
noni,  fetonda  Salufìto  . £'  il  Jèpolcre  fuo  appreffo  a 
Troia,  tir  éce fi  che  del  continouo  [Etbiopia  ut  uolano 
grandifiime  fchiere  d'uccelli . Titone  uìfie  infmoal'e- 
fhtàia  uecchicgga  .onde  da  'Propertio  ,Cum  fine  non 
pudmt talem dormire puetlam  Eie ana miesojculafere 
coma.  Et  finalmente  dicano  che  fi  cunuertì  m Cicala , 
lUbe  fiiigotto  perche  i uecebi  fina  molto  loquaci , utdi 
ai[ Murora  a pio  Vuir.Cbe  conia  bianca  amica  diTL 
tane  Suol  da  fogni  confufi  tom'lnebf.  Et  la  fanciulla 
éTilone  Correa  gclatn  al  fuo  antHo- foggiamo.  0 fe-  ‘ 
'Jiu  Titon  tu  .fiù  beiil'.hora  .Dan.  la.toncuhina  di 

L ili 


r.a 


t 


Sole  CIELO  Sole 

Thon  antico  Già  {imbiancaua  al  balzo  ^oriente,  Fuor  ite  hanra’l  Joi  da  la  luna,  l'idi  una^ran  Lnce.Dipocajum- 

te  braccia  del  fko  dolce  amilo , Digmmela  {na  fronte  ma  gran  Luienonucne.eS' per  meta  Maggior, Difiata, 

era  lucerne . yega.  Chiara , Che  di  Luce  pnuar  mia  una  [pera.  Lyc  t 

gli  Spie ndorc.  lat.  dr tubar , nitor, fulgor, lumen. P e t.  Empie, FetieJlelle,BeateJ}mine.fiame,Trmie„Afiiuite, 

sai  nero  Splendor  gunui  riiorno.Cotfuo  Splendor  la  mia  TrarujuiUe,  SpefSe.Luu  della  Fiorentina  gloria.  Luce  per 

uirtùuifiua . Ccnlautrtù  <Cun  Jubito  Splendore.  B o o.  ghocibi,nedia  i}48. 

yUi  un  granSplendore . La  luce , il  lui  Splenderla  notte  Lucente.  Lat.  drmicans.  Ttr.dfBo  c. Lucente  Carbois 
fugge . Tra  molti  <àui  alluna  uolia  un  meno  fauio,inon  chio,  Orofitella.Fenejlra  del  del.  dg-  meta. Lucerne  Don- 

foumerue  uno  aurefure  Splendore,  & hellezxa  alla  na,f'irtù,&Lrct«TiStelle,Occhi.'ìiuuolettifimiiiad 
maturità  loro , Spliiùbdo  per  eccellente , & ampui , uc-  oro  Lucenti jiimi . 

di  4 405.  l-ucido. Lat. &clarus, luculentus.V  ST.&hoc. Lu-  6ta 

Splendere.  Lat.  &fulgere, &micare.  P E T.  Gioir  forfè  nel  ciào  Oriente,  Lvcida  Religione.  Lrciotonde,  .Arme, 

foco, per  ibe^lendc . Ogmaltrolume  ,doue'luojlro  jflen-  Fauille,  Feneflre.LucidtRiui,Serem.Btu.7{eCodoral. 

de.  Tanto  fi  uede  min  auanio  piu  jplende.&dal  piu  to  e Lucido  oriente. 

chiaro  Hifo , che  mai  Jftendejfe , Lontra  cojlor , colui  che  Lucore . in  ucce  di  luce . Lat.  lux.  Dan.  Che  con  tan- 
ff  tende  jolo.  to  Lucore , & tanti  robi  M’apparuero  fplendor  dentro 

Ri^lendere . Lat.  refplendere.  P e T.  Tot  ihe’l  uoUro  ueder  a due  raggi . 

IH  me  rifplende  .!>jielfol  ihefolo  a gli  occhi  miei  nfplen-  Lucere . Lat.  & Iplendere , fulgere , micare , nitere.  P e t. 
de.  Fuggir  uorrà,ma  gli  amaro/i  rat  Rtfplendon  fi.Hoc.  Quel  bel  uifb  di  madonna  luce . Et  jt  com'etla  luce  Ridir 

J tijuat  titolo  tanto  piu  m lui  rifplendeua.  potefJi.Cbeijuanto'lmiroptutamopiuluce.  Bo  c.Ofm 

Fulg  re . Lai.  ualfplenderc  .Dan.  Fulgeami  già  in  fron - ftella  lucena.  U tue  uirtù  perfe  meJefime  lucano.  Dan. 

te  la  corona  . Et  uegno  in  parte fiue  non  i chi  luca . 

Rifulgere . Lat.  rcfulgere.  Dan.  Qjtanto  primo  fplendor  Rilucere . lati,  relucere , micare . B o c.  QmIU  pietre  ri~ 
ouel  che  rifnlfe . buon  da  mega  notte . Dan.  Et  toma  gratto  foura 

Fuluido  da  fiilgne.  Lat.fignijica  lucido, fplendido.  Dan.  me  rilufie . 

^ mài  un  lume  in  forma  di  riuiera . Fuluido  di  fulgor  Tralucere.  Ut.traflucereA!r  diaphanum  epe.  Tir.  Tanta 
intra  duenue.  bue  nel  mio  cor  dal  del  traluce . Sìuafi  uifibibnente  il  cor 

Riflettere.  Lat.  reflefiere.ual riuerberare.  B o c.  Feriua del  trabue.Come  raggio é /bl trabuein uetroJielTalma  che 

fol  un  raggio  paffando  fra  Upondt  fopra  U fonte , il  quale  trabue  eom’unuetro.Ondepm  che  mot  chiara  al  cor  tram 

la  fila  bue  rifietteua  nel  uifo  della  Reina.  T h . Hauendo  luce . Et  fuortrabuea  chiaramente.  Già  trabtceua  a be- 

gia  tratte  te  forbite  fpadcje  quabpcrcofie  daihiart  rag-  gbocchil  imo  core . 

gl  del  fole  riattendo  mmacuauano  1 nemici.  7>  h.D  A N.  Trafparere.  Ut.  ebuere^rifluceredrm^endere.  diaphanu 
i he  rifieeicuai  raggi  fiuernoi,Cb‘idtnzgaua  fpefioil  efieièuedereé  fuori  quello  che  i dentro  ad  alcuna  cofa. 

Hijim  nano.  Lofi  mi  pamela  bue  Rifraua  luidinanzia  D a u.EitrafpareancomefeButamuetro. 
noi  iJSerpercojfo.inuece  di  Rijietu.i.  mi  parueejfetper-  Corrufeare.  Ut.ualnbuerejmde  Corrufeo  ual  rilucente, 
lofioda  ragguhe  donano  m terra, &dalla  terra  in  me  Da  n.Etpiu  corrufeo, & conpiulucemtpqfsi  Teneua 
r^jilendeuanoArriuerberauano.  A » 1.  £ facUnunteo-  il  fole  il  cerchio  di  meriggie. 

gm  fiuja  sadmeite  Quando  tu  amor  la  ccipa  fi  ribatte.  Lume.  Lat.pro.&meU  P 1 t.  B o c.  Toco  Lume,  Tic  « j© 
ide/l  fi  fuga,o  ributta,  ueé  4 1 789 . ■ ciobffimo.  Spento,  Mcefó , Raccefo,  Dolce,  Gran  Lume, 

Raggi.  Lat.  radii.  P et.  cir  B o c.  RagffSolan,Sorgenti,  Tcrzp,Difpietato,Mrdente,Benigno,EterHo,per  Dio.L» 
Miuti.ilfoliimoé  Riggt.L' amanza  jlellaRotauatHag  me  della  Luna.  Dal  Lumc,ondefaluu, &uitapende.Co- 

gt.  Calar  1 Raggi  del  gran  pianeta.  Si  come  1 chiari  Rag-  ,ue  Lume  di  notte  in  alcun  porto . Fra  tanti  amili  .Lini 

gid’.ApoUonerechcrannoilgporoo.Tmche  Thebocon  .Acccfi.  DAM.Caaie  diBmu  da  mmorii  mafgi  lumi 
tepidi  Raggi  recò  uuouofplendore-A  penafpunu  in  one*  hiancheggian  trapobdel  mondo  .driuuecedegb  occhi , 

te  un  Raggio  Difol.  Come  Raggio  Dtfoltrabue  m netto.  ueé  a t ^48. 

Come  fieila  che  l Ibi  copre  tot  Raegto.  Dan.  Conte  un  Lumicino  Lat. lycbnusAStlucemabifycbiiittéduo  lumi- 
pocoéRagffofifumrfio.il'apparuerogilendordentrou  dni. ual piccuito bone.  A m.(Uimaucao[olio;relU. 
dueRaggi.EtquaHdodtnotagbocchi,ueéa  iqqy.-  , dlunàduo. 
ili  Raggiare.Lat.radure  .radmemutere.  D uu.Siélubm.  Lumicti.Lat.ètucema;granlume.D  a n.Cofin’andam 
do  pur  conuten  thè  raggi.  Ani.  Che  come  un  fuoco  atut-  mo  infino  a la  Lumiera.  A » i.  Quante  mai  furonfiactt- 

Tiluiforagg/a.  Reggiana  fuor  / igni  mortai  coftumtict’  le , 0 Lumiere, 

quando  énota  la  noie  delt afino  fi  due  ragghiare.  Lampada,  0 Umpana  uedi  a fulgori  a 67  8. 

RaJ.  Lai.  radu.  P e T.  Ter  la  pietà  dcLfuofattoriRai.Sico-  Luminofo.  Lat.Crradiaiu.  Boc.  Lummofo  Cielo.  .Apol- 
me'l  fol asproipi^senti Rat. lì  A v.O ben  creato fpmto,  lo. Lyn ihoaa  yia . Lat. .ApoOoLumaumutl itelo, & 

che  a Rai  Di  Ulta  eterna  la  dolce  fenti.Crinueetde  Uurra.Au. 

gboccbiuedia  iìqy.  ^ -4tbminarr.LA.illuminare,^clarificare.T»T.Ch'aUu 

Raiare  .Lat.  radiare,  p A n.  yedi  Palbòr  che  perla  fumo  ma  Caere  di intorno.  Di  fi  alea  uirtute  il  iklo  alluma . 

raiaàdell manda ilitoi  rat..  Ch’allumiqueHauita,e[altraadomi.Boc.Conocchio 

Luce  del  fole,  &•  per  lo fplendore.  Lat.lux.P  i r.tJ-Boc.  .Allummatoéragione.  A m.D  a n.  Onde  fimo  allumati 

ÌMieEterna.J3iuiua,Segurmt,Vjf0ua.BtlafuaLuu  fiuémiUe.Etprtmapo,ffbDiom'allumiiiaftUlfbl;ti>t 

UdilMWtÙià 


Sole 


Sole 


C t E L O 


a'tllHmM  & arji  tìr  thmor  di  *rte,ih'  allumi  do  alla  bidona  JiDJphite, 

nar  è ihunata  la  Var.gi.  ©>■  tjaeflo  ^Ihunuure  in  "Pan  Ombrolb . Lat.  uabroiiu , ofacus.  P i t.  Ombrofò  Bofco, 


Colle, Seggio.Oa*Ko%if'aUe,ChioJira,Setiu,Oat*ott 
"Pugge ,yaHi,OmbrufiMirti.Boc.  Ombroja  f'alle. 
Ombreggunti  arbori.  A m . Lat.  opai  itas,tis. 

Ombrare.  Lat.  ombrare,  & ummbrare  P tr  Et  fai  d’in- 
torno ombrar  i poggi . Latjual ombrano  un  bel  lauro,  C 
un  bel  pino.  O a n.  Come  faljo  ueder  bejlia  quantom- 
hrajdeH  quando pigliaonéra. 
me  apertiji  U paménan^.,gti  moliraronoi  petti  laro  tutti  Ombri  ggiare,  far  l'ombra,  come  fanno  i pittori  a quello  che 
dipinti.  b pmgiino . Lat.  umbrts  dtHinguere , adombrare . P E T. 

Lullro.  Lai.ciardasluciditas.B  oc.  IlLuflro  mirabile  del  Tur  ardifcoombreggiarjjor  unajiordue. 

beluifo.TH.  T^lqual  Lujlrofe  mi  parue  uedere  una  .Adombrare. Lat.adumbrarefiffufcare ualofcurare.Bo  c.  ^14 

ÉZ  .m  t È Ari  ^ dàÉ0  ItattMrt  nm  h<iw  tat  eu  im  i/* 


i intende  C arte  del  minare,  perche’l  mimo  luce,&  dln- 
Huni, tadorna  la  Scrittura . 

Illuminare  Lat.& luiidum  reddere.P  E rJ'egnendo  inter- 
ra a illuminar  le  carte. 

BirUimc.  Lat.crepufcidum,  dubia  lux,  è cjuetlo  chef  uede, 
cioè  che  chiaramente  difternert  non  fi  può  quello  che  fi 
Mede;. letto  da  buio  tir  Ucme.B  oc  . Et  adun  certo  Barlu 


<11 


figura  i' un  angelo.  T H. 

Enfi  rare  Latallulirare,perilluminare,circoudarc,  peragra 
re,  ambire,Urcuire.  A R l.'Hon  uedioTbebo  che'lgran 
mondo  lujìn.  'Hqfca  un  legnaggio  che pm  chiarolujtri . 
Che'l  churu  fot  per  quanto  gira  a tondo . 

lUnjirare.  Lat.T  E r.&tatirui  uitio  lUuflra  lor.  Dan./ 
ueggio  benché giamat  non  fi  fatia,Hpfiroinlellelto,Je‘l 
uer  noal’illuflra  . 

IV.u&ri,  gtonofi, ri-  chiari  perfama.uedia  aoj. 

Chiarezza.  Lat.  claritas.  li  oc.  Il  fol  diluito  il  cielo  beU 
Ictja ornamento  ChiarexTta  & lume . 

Chiarì  tate.  P s r.  fua  Cbiantate  Qjiafi  d'un piu  bel 

fài  t’allegra  & gloria 


Ma  tue  lufinghe  non  m’adonérano  gli  oc  chi  de  W intellet- 
to. iiualcecna d’animo  figlioccbidella  meniet  hauea 
-4dombrali.LA.  P ht.  De  beuoflr  occhi  il  dolce  lume  Om 
dombraa.affigura,(trtmagina.meta.loltadapiitori.Qjii 
do  d'un  uel,che  due  beglioccbi  adombra . Tanto  piu  bella 
il  mio  penfier  adombra.Come  a noi  il  Sol,  fé  fua  fororadò. 
bra.  Dan.  Mora  le'nnanxàa  me  imlla  1 adombra.  La  do 
ue  barmont^ando  d nel  t'adombra . uedi  a city. 

,Adombrare,perffiauemare  ; onde  fi  dice  un'animale  adom- 
brare quando  i reSiio.  Latfamdum  efSe.  Boc . Tarmano 
huomiai  .Adombratid  mipauriti.  Et  perauitura  u'hebbt 
un  mulo  pi  quale  adombrò. t.hebbe  paura.T  e t.Come  ani 
malpcbe  fpeffo  adombra  e'necfjie.uedi  ainy. 


Chiaro  per  lucAo.  Lat.  clarus  ,luculentui.  P e t.  Chiaro  Opaco . Lat.  ual  ombrio.  Ari.  Quiui  atiendemo  infin 


Sol,  Lampo,  Di,Ciomo,Gbiaceio,  Lume,yiiò,Spectbio, 
Corgo,FoniÌo.CiitAUA  Luce, Lampa, .Acqua.  Chiari 


che flefo  a l'ombra  D'un  bofco  Opaco  it  nafuto  Orco  dor- 
ma. Di  felue  Opacap  la  più  parte  piana. 


Otch! . Que  duo  bei  lumi  affai  pm  thd  Ljòl  Chiari  Occhi,  Rezo.  Lat.  umbra.  Dan.  E trema  tutto  pur  guardando  d. 


Chiari  SleOe.Chiarifiima .Acqua,Fonee£t>C. Chiaro 
Ciurno,Cbiare  Fontane, Chiari  fimo  Laghetto,Tfpo.ifiù 
reno  et  meta  Chiaro  Ingegno ,S iame,i:erme,Srgiio,'t>(ou 
me, Difnor,Sermone,Spirti, Chiari Tf fieri. uedia  Chiaro 
pcerto,emanifefloa  1 6io.etp  lUulire,et  famofoa  40 j 
Rischiarare.  Lat.  frenare , clanficare  ,ifar  chiaro.  Tir. 
Tffienti  a rifehiarar  abifioect  notti  Hor  è del  cielrchetut 
t’orna  ^ rifchtara . 

Limpido,  taf.  ualchiaTo.lneente,&puro.KRr.  Limpido 
e chiaro  fi,  rh’iu  lui  mirando  Sentga  loatefiralmondopor 
tailiume.OI  UmpUezga  umconoichnSlaUk 
Ombra.  Lat.umbra.  P e r.ijr  Boc. Ombra  Dolce-Afa- 
biUfietla,Gentile,Odorifera,DileUenole,Tiaceuole,Fol- 
ta,Maggicire, Sìmile, Ria, Crudel.Delgraue  uelo.D'un'  fil 
loro.  D'un  Faggio.  D'un  Tino . D'un  Lauro.  D'un  Ramo. 
'D'unCuUe  DeToggi. Dilei.Delbeluifo.  Del T’elo.OeSe 
Braccia.  Delle  Frondi.  ucramentefiarrf  Ombra . pafieran 
tom' Ombra  1 fuggir  com’Ombra , Faeean  Ombra  ai  mio 
fianco  periterò . Cdc  tinta  hauea  il  fUe  C Numida  Ombra 
etella  noiie.O  m > r r Tiactuoli,'HudnTm  trtfie  che  Liete, 
D A N.Rifiofi  del  magnanimo  queWOmbra.1.  l’anima , 
Ari.  Ddgùrmeliiui  con  le firffi  Ombrelle. 

Ombria . Lai.  umbra , B o c.  yédi  qui  C acque  uedi  qui 
[ Ombria,  nelle  rime  d’K  et . Ombrella  dijfe  f A*,  i.iit 
ucce  dt  pie  dola  ombra . 


Rn.0.1.  confiderando  C ombra . Et  io  tremaua  net  eterno 
Begpj.nel  lnogoombroli,m  ucce  di  ofenro  T e r.Tm  non 
mi  può  fcampar  C aura  ne'l  Rexp.  Già  non  fofin  nndriia  in 
piume  al  Regp.  Ari.  Godeanfi  il  fiefeo  Rezo  a gran  di- 
detto. Et  era  fparfii  il  tenebrofo  Rego. 

A dorczza,  / ombra,  0 rezo.  Lat.  umbra  pmde  adorerx^e 
ual  far  umbra.  Dan.  Ouc  .Adoregga  poco  fidirada. 

Orczza. .è ombra ,& luogo  ,doue il  pdemnpenuote,(^ 
che  mfitra  l’aura.  Dan.  CbefefèntiradombrofiaCOm 
rezxAÌleRi'odoredeluento.AK  i.Il  merigge faceagr» 
tofOreggp. 

.Adhugxiare,  ual  adombrare  di  ombra  noema , dt  Huggia, 
(hefgnifica  ombra.cbe  nuoce,  cofi  iefioHo  da  contenta. 
tontmaftriuendòfifenzab.hanra  il  fignifkalodiodia- 
re,&fa{iidtre.mntando  mou.^la  d.ing.  doppio,  come 
inodie.cbe  hoggifidkt.&aduggiare  fin  allmo,&pafii- 
noper  odiare , tir  fdHidire  fi  ufainqkatché  parte  della 

' Thofeana  di  dire,  tu  mi  dai  uggiat.  tu  mi  annoi, 0 daifafli 
dio . .Alcuni  efiottgono , che  odhuggiarr  ual abhrufciare 
loliodal  uerbo  aduro,  &•  pereto  fi  dourebbe  jertuerefen- 
gah.  P t r.Qjialpmbra  i fi  irudel  che'l  fetne adhugge. 
Quanti  prefio  a luinafcon  par  eh' adhugge . & quièfog, 
ghuniuoi.  adumbrtaomnufi  &guafii.  Dan.  E’ifumo 
del  ròfel  dt  /opra  adhugguj  adombra  t aria  di  foprt.  Che 
la  terra  ChriHtàn»  l'Ulta  adhuggla. 


6zj  Spera  per  l’ombra  del  fole, &Spbera.Lat.Sphara,Globus.  A\ba.LatMuroraecSr‘cnepuliutkm,trélucuìum.iilmatti  tfij 
unArafoUt  T ir.  Toi  che  t'ac  cor fe  cbiufa  dalia  Spera  no.Tir.Ttimarcheafidalee..Aibaartiuìlfòle.daibe’n 
De  tamico  piu  bello  i.  da  raggi  del  fileagutfa  diSpera,  cimhu.Ulabet^S>a.Cbur»na,aiuffirori(Mbajl!ra 

etoc  quafi  Sperica  figura  lucente  chiufà  da  ombrofi  liner,  leSqnille.  Mafolpm,Cy  lamemiinfinat.Aiba  .Trrha- 
deltamicopiubeUoJdeH  delfòleamuodi  Laura alluiett-  uer  pofaalnKiumfiqafUlka.EinoHiui  fianca  pmno 

l Wj 


Sole  C I B L O Sole 

fowu>,  oiAlhi.  Boc. ComMi  F^lba  »i  apparire,  per rifcaUarfì , ForlidtmnOjOdjfluercbUletitia  Si- 
D A N.  L'^lbi  uirneua  Fbara  mattutim.  imanxi  * fieUuo.HtìttU' Indice. 

l'.Albi.  Ari.  Che  feieita^etur  km, oche  [.Albóre,  Rircaldamcnto  >«<i/  feccaggine.  Ltt.  £f}ns.Boc.T*~  (tj 
CheuaduunzialnHOHO  giorno  nafci.UlbacUU.uedi  rendogU  hanerea/iai  dolore , non  Holendo  anche  il  Rtlcd- 

al  fuo  kogo  4901.  iamento  della  moglie j.rimbrono. 

hl'aòte.Lot.albor,^  albHndoJk  bianchrx^.X)  a v.ye  Tepido.  Lat.  Mal  temperate  J.fra'lcaldoe’l  freddo.V  ìt. 
dt[Albir,cheper  lefkmoraia.&MedtéfòpraadAL.  Tepidoyemo.TEViDt  T^Mi.Tiewi  Soli.Boc.An 
Ì4 . ci’’  4 8 14.  noM  facendo  il  fole  già  Tepido  alcuna  noia . 

Aurora.  Lat.  &TaLinliis,Tiihonia,Thaiimantes,  Leuco-  Tiepidezza.  Boc.  £4  Tiepidezza  de  gli 

ih^yMater  MénoniiiTalàtts.  Fingono  iToeti.che  tAu-  ammigia  alla  uecchiez^  appreflantifi.  L a. 

rara  fia  ancella  del  Jole,&  che  la  mattma  efea  del  letto  di  Intepiére . ual  temperare.  Lat.  tepere,tepefcerefn  fignifica 
Titone , & che  fempre  uada  innanzi  a preparare  il  uiag-  tiene  pa{fma,e!r  tepidare,^  tepefacere  alHna.u  icpidunc 

giofindeV  1 R.  Tithonicroccumlinqiunt  Aurora  cubi-  facete . aut  reddere.  P ur.E’ntepidir  feutia  già  d foca, 
le.  et  Prr.  Qjiàd'io  ueggiodalckl  fccnder  [ Aurora  Co  Boc.  E' Ifol  già  incominciando  a httiepiére.Terchel'om 

la  fronte  di  rofe  co  crin  itero  .De  [aureo  albergo  con  mordi  lei  gin  nel  freddo  cuo  re  di  lei  Intiepidito  con  fubita 

[Aurora  innangi.  Cefi  mi  fueglto  afalutar[Aurora.La  fiamma  ji  naccefe.  D A n.Jig  [hora,cbe  non  può  U color 

fera  defilar, oéar  l'Aurora  Soghon  quefli  tranquilli, &■  diurno  mtepidar  piu  H freddo  della  Luna, 

lieti  amanti.  Che  con  la  bianca  amica  di  Titone  Suol  da  fio  Rattiepidire.  Boc.  ligia  Rattiepidito  amore  per  la  jperan- 
gni  confuft  torre' luelo.  Cria  fancùdla  di  Titone  Correa  SJ»  pafSata.  Et  gta  il  urnereo  fuoco  gli  haueua  fi  ac- 

gelataal  fuo  amico  jòggiomo.  B o c.L' Aurora  uermi-  cefi,  che  tardila  freddezza  é Diana  gli  baurebberat- 

glia  comincuua  a diuentar  rancia . Lucifer , che  anchora  tiepeéti.  T k. 

luceua  nella  Biancheggiante  Aurora. Come  la  roffeggùin  State.  Lat.  aflas  P e T.  'N>  State  il  cangia , nc  lo  fptnge  il 
te  Aurora  moHra  la  imttina  le  fue  ucrmtglie  guancie.  uerno . Di  State  un ghiacc» , un  foco  quando  uerna . Di 

P H.  S /in.tiepiutoiìo  labella  Aurora  cacciùlenot,  Stateamcxpdiutncontlfole.RofedtuemoamezaSta- 
tume  fielle,e'l  enfiato  gallo  con  fuo  canta  faktò  il  uicmo  te'l  ghiaccio.  Et  tremaamexa  State  ardtndo'l  ucmo. 

giorno  fignificanda  [bora,  che  g}i  accoppiati  buoi  foglio-  Boc.  EjSendola  ^ouaneun  giomodiSlate  jolettaal- 

no  alla  fatua  ufata  ritornare  ; L’Aurora  già  incommcia  l*  marina . 

uaa  roffeggiarerml  cielo  rifuegUando  uniuerlàlmentei  El^uo . ual  caldo , odi efiate . Lat.afiiiius.  P et.  Spar-  iSiS 
nuirtali  a [opre  loro.  D a s.  Si  che  le  belle,  tr  te  uermi-  gea  per  l’aere  d dolce  Efiiuo  gelo  .D’abbracciar  [ondirt, 

glie  guancK  Là  dou'i  era  della  bella  Aurora  Ter  troppo  & Jèguir[AuraEl}iua.Et[ombrafòltait<rfAuredol 

etate  dmeniauo  rande . La  concubina  di  Titon  antico  Già  ci  Ejliue  .San.  Ter  kogbi  dolci  Efiiul.  Ari.  Degior- 

iunbiancauaalbalzoionentcEuoTdelebracctadtlfuo  kEiiiuiconle^fi’eombrelle. 
dolce  amico  Di  gemme  la  fua  fronte  era  lucente . Et  tome  Secco.  Lat.ficcus,andus,uatafiiutto.  P e T.  ^ B o c.Seo 
uien  da  ihianfitma  ancella  Del  fU  piu  oltre  ; coft'l  del  fi  *0  Humort,Uare,Secca  Seka.sectbe  Cofe.  Secchi  Fiori, 

chiude . uedi  la  hiBoria  a T itone Ar  a Ciomo/loutfipuo  Fiumi  Jjtgbi.  VOima  è Secca.La  uena  i Secca.'Hg  fiume 

anebo  intendere  di  tfia  Aurora,  fugianuuSeaoperpiog^. 

Antelucano . Lai.  i lo  ^lendore , che  conùnda  apparire  Secca  di  marcai  luogo  pencolofb  pe  marinai  ne  tempi  fortum 
auamiildi.D  A n.  Et  già  per  li  jflendor  Antelucani.  nofi.  Lat. Sjrtis.  Boc. Co  grandifiimo  empito  di  fopra  al 

di6  Caldo.  Lat.cidori.uapor,fi>fi.P  e r.  & B o c.  CaldoCran  [iiòiadiCrphaloniafcofieinunaSecca.Iobocorfóéuer 
de , Grandifiimo.,  Souerebio , Ardente , IneflimabUt  i fi  man,eta  me  nefiogho,ue  Secca,neporto  l'occulta.TH. 

T{aturale , Montato  il  Caldo . oniFio  bebbi  freddi , cSt  Secchezza . Lat.  Siccità!.  Dan.  yidi  meffer  Marcbefè, 
Caldi. per  toadu.  Caldo  Amore , Tempo,  Bagno,  tbebbefiiatioGiadibere  a Forti  conmenStcchez^ga. 

Cielo , Difio,Dtfire,Sereno, Tiacer, Caldi S^iri, Tre.,  Scccaegine,  Lat.faflidmm,inoia,molelìia,e rincrefeimen 
gbi,  Ingegm.Sproni,  Raggi,  Difiri,  Calda  Alma,  Aria^  tp^oe  fi  da  ad  altri.  B o Q.  Et  non  d dar  quefia  Sectagff 

Caldai  imo  Difiro.  CU  frenai  1 caualli,  & i amor  Caldi . nejla  notte . Et  dauami  tanta  Seccaggine,  ch'io  laf ciana 

Caldezza.  Lat.Calor,calJor.Bo  c.DaUaC*ldezzo,delbt  fiore  Ulanono.AcdocbelaloroSecagginefileuafieda 
gno  riconfortato,  Lejmarrilo  Calere  i.ealdo  naturale,  dafioJa  danne  non  faueliatridanaSeccatrui  fino.  La. 

Scaldare. Lat. Calefacere.  P i i. oc.  li  fol comincia-  Sciuga^eine, per k/iccità. Lat. fiiccitas. Boc.  Almeno  6*9 
uaafcaldare.  Sìuantiil  fidile  fcalda.  Quel  fol  aiidror  in-  uubtcAttr  d'aeepiamifauentrt,cb'iopofiabagnanmla 

dimi  fcalda  .Sfaldaua'l  fili  giaPun,e[^ro  coimdei  bocca, aUaquale non  baflanole mie  lagrime ,tantaila 

Tauro.  "Hg  fi  freddo  uoler , che  non  fi  fcaide.  Ite  oti  Seiugaggint,tamail’arfura,laquale  io  u’bo  dentro, 
fcaldi  i mici  penfieri . Seccare.  Lat.ficcartrirerejandum  efie , Cf  arefcere.iairi- 

Rifcaldart . Ut.  calere , calefcere , ftrnert , ealefien  paH,  dnm  fieri, ^arefacertà,  aridumfacere.  P e t.  Tal  che  fi 
infiammare  atiiuo.Psr.Cè’in  un  punto  m'aggiauiji  ficcbiogni  fua  foglia  uerde.B  oc. Jleni  maluagie  fuo- 
&mi  nfeatda  .Totcbefonmntanfcaldando’l  oleBen  co.tlfome  ficca  della  pietà.  LA.S’ingcgnauadinutnUr 
mi  può  rifealdar  il  fiero  raggio.  Diche  contea  me  fl^  leSeccateradki.TttJamia^ranxafinaginaumman 

boemi  Tifcatdo.  Boc.Cbeeglia  lato  aletfi  coricajfe,  cboraefierficca,uecredo^bematfifeccbi.TH.DAii. 
tanto  che  alquanto  rifcaldar  fi  poteffe . Facciate  far  un  Se  quella  con  tb’i  parlo  non  fi  fecfa,idefi  la  lingua, 

bum  fuoco  ,accioche  io  rnip^rifceddare.  Il  folci  in-  Afeiuno.  Lat. aridusJkcuj.T  tr.  A fduito  lerreuoJ'ifò, 
conunciaua  artfcaldare  troppo. Lo fcolare  fi  qfieratana  Locom  utfia  A sciviUee  lieta  Luci  Atei  vite.  CU  oabi 

Afcmtti. 


Venere 


CI  E L O 


Venere 


^/rnrtti.Bo  e.  Come  non  curante  coti^fcìum  uifo^  leajfegnailColombosmagUantichileJedicareilTejce. 
aperto  cUfie . congliocchi  ^fciuUi.&  per  lo  lòfi.  Andare  ueà  a Tefcifegno  Celefte  4 8é  J . ^ma  la  pnmauera^r- 

in  ^tpctoUperl'^fcmtto  .Dan.  Deh  non  contender  a la  namenti  lafciu  fintati  Soro,&J  argento,  odori  Jtellet  ti. 
.Aiiùttta  fcMia . Gli  l'ho  ucduto  con  capelii  .Afctutti . Vf  nere.  Ciprigna, & Cuherea  ; Dea  dell' .Amore jieUa  Bel 


Coin't  fot  ea  tener  tl  tufo  .Afantto . 

Scingare . Lat.  ficcare.  Ani.  .A  cui  il  {àngue  [età,  nontar 
.dirfiiuga.nedta  1 14. 

6jo  .AIctugare.Lat.ficcare,&abflergere.Pn.Et  fileuene 
e'icvrm'afitnga  C fiigge .E’ i pianto  afetuga . .Afciiu 
gandofiglioccbicMbeluelo .eh  altri  afiiugafie  un  pm 
fiorito  aprile,  tì  UN.  CheCtmaginelorkia  pmm'afcm- 
ga.  idejì  m'mduce  molta  fine . Di  quel  cbe'l  cui  de  la  me- 
moria afciuga . 

Rafcmgare . Lat.  iterum  tergere  & ficcare . B o c.  Qiulle 
futre , augi  cbe'l  fil  [habhia  rafciutte  paiono  nere . tu 
non  bai  anebora  rafeium  gliocchi.  .Alitalo  il  upo,&  ra. 
fauttigU  octhi  dijie  Tdan  efiendo  anebora  del  nuouopar 
lo  raluutto  il  latte  del  petto . 

SciugACoio . I4t.  fudarium  ,e'l  drappo, per  afeiugare, 
uedia  1550. 

Stuccare,  ualfeccare,omdurarv.  D A N.Omtiononhebbi 
mai  la  bugna  Stucca . perche  /èmpre  [adoperai  in  adulai 
re.  onde  diciamo  colui  che  molto  paria  ba  merbidalalitt 
giUidril  contrario  afeiutta  fi  indurata . 

Stucco. /.4I  plafUsmaurtati certa  materia  compojlaé 


leg^a,P aghe^a,Cratia,f'enu{là,  Leggiadria,  Gentile^ 
V,Córtèfia,Lufiinghe,Btanditier>tdulatiom,DoUip'arla 
ri,  A F F s IT  t amorofi,Zeli,.Abbracciamenti,Bafci.ùt{Ìl- 
uia,Ubldine,lM[ìuria,.A^lterio,lnce{là,sÌdomia-,TP- 
tri,Conuiti,'Elog^,Vompe,DelitieJ}elicateg;ge,Cam, 
SHoai,Balli,Dange,Tripiidij,'Wdde,GauagpJ,CaroleiSal 
ti,GaMé,Diletti,SoUagpti,Tiaceri,Diporli,SoggtomiJiim 
fiAiolceit^e,Soauità,Còforti,Re/rigeri,GiocbifiJioie,.AU 
Traflullt,Stbergi,  Frafihe,Letitie , Febeuà, 
Annui  i,AHiatori,B.mab,Trochi,InmmoratiJ>rudi  jet 
degù  Attici ,.Amtcheuob,Famigliari,  T>artigiam,Cio- 
tonài,AjfabiU,Bemgm,Soaui,Cari,DiUlti,.AUegn,lae~ 
ti,Tacitui,Quieti,ClHti,Tranquilli,Gai,Gaggi,Conleiili, 
Felici,Secondi,DeHri,Viiceuob,.AffcltuoJificreni,Gra~ 
tiofi,.Aueueuob,Tace,.Amore,Conioréa,  Bcniuolcnga  , 
.Amicuia,Famigliarit,i,f'mon,TnegHa,Lega,Conuerja- 
re,Bequit,liÌpofo,Softa,T‘o{k,T ràqui!lttàfAdagio,0-r  1 1, 
la  tti,Tiume,Dormre,Sogm,l'ifiotti,0  R N A M t NT  t , «<- 
darnamrufi,OJori,MoniU,Fregi,.Anella,Speccbi,Bellet~ 
ti,ADORKi,'H^i,ToUti,  Terfi,  Forbiti,  con  tutu  i fuoi 
nerbi.  tSfdcriuati. 


uaric cofèfiaquale  poi  cb'ifàutta  diuien durtjfima. Ari.  V enere . Lat.  f'enns,Cipris,Citherea,udphrodile,  Bionaa , 


Conuinicnte  ad  buoni  fatto  di  Stucco  . 

Arido,  ual  feao.  lat.  aridus  .tìrficcus.VBt.  Che  gentil 
pianta  in  .Arido  terreno  Tar  che  ji  difconueuga  . B o c. 
Ci  argentate  onde  rinjrefcaua  le^ndegole  .Am.  Dan. 
Lo^gjp  era  una  rena  lArida  c!r  Ifiefia . 

Oro.  uedi  al fino  luogo,  al  capo  de  Metalli  a itjq. 


y E Ti,E  R S. 


.Afiarte . P g t.  T^on  Cioue,Tallafina  yenere&  Bacco, 
y enere  l padre  con  bentgnt  ajpetti . Fedi  y enere  bella  & 
con  Ut  Marte . Huefl'i  la  terra  i che  cotanto  piacque  q 
y enere  .Boc.Jl  uino , fi  come  mimfiro  dt  F enere . La.. 
maUa  Fenerei  atti  tutta  idifpofia.TH.  1 Fenereiue.. 
leni , contaminarono  il  puro  caHo  petto  .Fi.  Mo- 
firandoUro  come  Fenereamenu loro  matrimouiaU  Ulti 
Eaiea  Hwlall  .'Tir. 


Enere  hebbe  moltinomiapprefìogU  unti- 
ehi  ; Fu  chiamata  Giunone;  IfitiCibelecb'i 


CifiJgfaa.  Ut.  lypfU,  & cj/pHna,'t!r cjiprii . idèfi  uenut  i 
U xa.solea erìl^ÌBìnoà&ìl fuopeniti'fchi  li  betta 
~Xiprì^1lfo1UèBiiiSreR.àf^S{{c fiata  miurip  ipiiKlo. 
madre  degli  Dei,  Ciprigna,Citberea.  i Tia  Citheiea . Lat.  cytberaa.  B (t  c.  i capelU  ,de  quali  fi;  e/la 
netabeutuolo&taduettorediaHiiutie,Efe  Citberea  amata  nel  cielo,  nata  neU'ondc,&  munta  m 
mimnofitnotturno,&neliafi>aqualitàcal  quelle,  ben  che  d’ognigratiqpuna  fi  ueggia,t<ré  quelli 

da, tà-humida.  E' molto  temperato,^  comemojlraTo-  nudatafippenapotràalfuomaruopiacere . Am. 
torneo  nel  Ubrodelfhamionia,i  {Iella  molti  falutareJ>el  Amorp.  Lat.  amor,  cupido!  quando  fi  nomina  per  Dh,&  6ju 
la  fua  in/iuen^  procede  ogni  mufica;m  {blamente  quella  per  lo  affetto  amoro{o , o'  prima  de  fimi  epabai  ufiti  dal 

PiT.Boc.&daDaN.Mmoreudfiettuo{ò,Mbo, 


ch'inella  canfiuaugaddlenoci , ma  aneboraia  corupofi- 
tumede  uerfi . Induceamart  ,^Utondogh  affetti  dedi. 
nerfi  pianeti  alcuna  noèta  pubUebt,  tSTcaSr,  alcuna  uolta 
lafiauifilrimpudicbiFaiifuocorfoinoccxtvin.por 
m,nemai  fi  allontana  dalfole  piu  che  XLvt.  padt,ma 
quando  lo  precede , appanfee  m ariete  la  mattina  innan.. 
gl  alfiUjèr  cbiamafi  Luciferoj&  da  uolgan  Dtana.Slui 
dò  gb  i diruto  fi  uede  la  fera  moceideate,  Ridetta  He.. 
fferOidrfuilprimo'Pitbagoratra  Greti  ,tbe  fiaccorfe 
che  Luciferofijr  He/pero  fufie  una  mede  finta  Bella  J fimi 
domictb  nel  goduta  fimo  Tauro,  & Libra  {regnane  ’Pe. 
fei  nella  Fergine  manca  U fuo  regno , i Bella  gentile . 
Et  {ola  e/JaFetnre  di  tutti  i pianeti  ef ce  due  gradi  del  tso 
duco . tde  metalli  figràfica  d Same,&  Il  ottone  ,tr  fiele 
{aera  Idolo  monte.  Mirto  arbore, &Sifitmbrioherba.  ér 
Madab  fame  in  Boetia  . & anebofe  le  dedica  Citbera , 
jdmaihufia,  Cipro,^  T^bo,  terre;  & itgb  animab  fi: 


M.lt^mo,Grande,Grandi{fimoMagg;oreJnfimio , Tm, 
Tteto/o,  Grai»fo,7iobile,  Degno,  Caldo , Ferueme,  Fo- 
afio,Ì4rdeme^onercbiujTenace,Tda{ìo{b,Occulto,Cebtm 
to.  Secreto,  Forte,Finace,  Sommo,'Hwo,'Houello,Lun- 
goJìiUtteuole,Belii/fimo,Cvto,Comune.Mrmato,  Iner- 
me,VaMemofo.Oliuro,'Prauo,  Crude!*,  Crudo  ,Ttrauno, 
lugtuneuoleAJifiiigheuoie,ScoHueneuole,Scarfo,Tarat 
Ftie,Empio,Btrbmco,  P.t  T.  Umor  d'ogmfiua  luce  ignu 
do  Air  capo,  yimor  regge  fino  impero  finga  ffada.  ,A  mor 
fioimi  mantiene.  Mmor  rtfttfiel  fioco,  Mmonl  cor  m'an 
noda  .Celat amente MmM  l’arco  riprtfie.gìi  occhi  Tip 
epub  Mutar  jù"  la  nùa.im>rte  alberga.  Quetl'i  cobi, clie'l 
mondochiama  Mmore.efiitpicl/Mmorauanipa. Il  re. 
gno  et  Mmor  imponerito . Era  qut/lifabulofi,  et  uaniM- 
mori . Man/uetofianàuUot&fieroFegbo  1. amore . Del 
Rt  Sempre  di  lagrtme  ég/uno . e quei  figuat  ionlei,Cbf 


Venere  CIELO  Venere 

1re^hlumtimrfgna,&lragliJei.  HJrtiiutheltiih  kmorbMm.lat  charitas.V%r.^mtirJ1mu!lo,Ijegtti-  6ì^ 

mofimmo,^ntico,Cbenioriiemk^m<ir  cercate  fi  fe- 
de. L'ima  ucr  Coltra  COH  .Amor  cÓtierfi.  Ojòptmo  .Amor, 
o aooo  torte fm  .Chetami  foifibe  te  ae'nganiu  .Amore. 
Terja  del  nel  m’alzaaa  a tomo  .Amore . B o C.  Tenero, 
Talcmo , Sommo . C'ipuo  baaer  rendati  urti  quamo  i 
C .Amore  ch’io  ai  porto . Donna  gaarda  che  per  quanto 
ta  bai  caro  il  mio  .Amore fia  non  faccia  motto. Et  in  tan- 
ta gratia.^  .Amore  acnne  delia  buona  donna, & delle  al 
tre . Da  fedelifitmo  .Amore  mofia . Ti  prometto  per  U 
mia  feJe,& per  lo  buono  .Amore  ch'io  ti  porto.  T h.  Qae 
Ciò  ilo  buono  ^l  daritto,  & lo  leale  .Amore,  ilqaale  da  tot 
ti  deae  e/iere  prefo . Queflo  il fommo,  tìr  lo  primo  creato- 
re tiene  alle  jàe  creature  congiunto,  & il  loro  a lui  con-  ■ 
giunge . Ter  queflo  i cieli  ji  mondo,  i reami,  le  prouincie, 
dr  le  città  permangono  in  dato.  Ter  queflo  meruiamo 
noi  di  dmenire  eterni  pofieditori  de  celeflt  repii.  Senza 
queflo  i perduto  dà  che  noi  habbiamo  in  potenza  di  ben 
fare.  D ah.  La  Somma  fapientiaje’l  primo  .Amore.  Cb*  ' 
non  pofla  tornar  l'eterno  .Amore.  .Amore  .Accefo  di  uir- 
tù  Jémpr‘altroacce(è.da  caldo  .Amore  &■  da  uiua  fjieran- 
Za . Che  umee  la  diurna  uolontate  ■ Iné  jptrà  l‘.Amore  ; 
Ond'ioauampo.Anchorperla  utnù.  'Per  lo /io  .Amor  am 
dunque  a noi  II  piega . Jc  la  menjà  J .Amor  corte  fi  multi. 

Ogni  tuodtrd’iAmorm'ècaro  cenno  fi  ai  cefem  tanto  fa 
co  di  Mero  .Amor. 

ne  abbe/bjiono^  udendogli  piaceiom  atutti,&  nelTH.  Amore  diurno.  P b x.  y ergine  bella  .Amor  mi  fjiinge  a dir 
Umore(fi  come  noi  urgffomo)  ha  fi  fatta  mamera , che  dite  parole . y ergine  bumaua,  & nemica  d:  orgoglio  Del 

mohiplitando  m un  cor  la  fua  forza , ogni  altra  cofa  ne  comune  prmetpio  Umor  t'mduca  . ^l  gratta , qual 
caen.t  fuori  ^quello  per  fuobiogorilcruando  t^niouen-  Umor.oqualdefliuo.D  A s. quando  L'Umor  Dumo 

dolo  poi  fiiondo  I juoi  piaceri , <Jr  ninno  auenimento  potè  Hofle  da  prima  quelle  cofe  belle . 

a quelli  reftflerti  chepur  non  fi  conueuga  quelli  {igni-  Kmor  patermMitajfi(lus,&  affedio.  Psr.Tadrem'ent 
tare.  Umore  mun  altra  coiài  iiheuna  irrationahl  uo^  m honor  m Umor  figlio . B o c.  £f  utggendo  che'l  pa- 

lonta  nata  da  una  pàllioneuenuta nelWe  ì>ér  Undimqo  dreper  troppo  Umor  che  gbportaua  ;poca  curafidaua 
PÌJcéTt.the  a tUocchi  i apptrio  nutritati  ph  óubda'mè  di  piu  marnarla.  Et  per  quello  tenero  Umore  non  la  ma  . 

mòna.dr  Jà oènfièd nelle  to^tnenti , C molteiiottè ,in  roana  ,&nedendtla  di  tanta  buona  fermezza  fommo 
turmora  .mira  dalle  neceflàde  ei^fit  dirotteli  alle  npn  Umore  jjUbaueapoflo  .Ter  CUmor  dimiamadre,&  i 
utiU.Egliiguaflatoredim»ltibem,0-piutofloragionr  dime  terni  a dare  inTalermo.  • 

uolmemeparlandofidourià-thltmareVdlo,  & aqnejhi  D’itnore . P mr.  La  fiamma,l  Jiaggi,  il  Regno,L'Urco,Le  . 
mano  che  uituperofii  uoa  itjUbndi  figuire,  fi  deurta  jòt~  SaetttULacà,LaStrada,Ilyifo,LeHime,LaColpa,La  à 

tornei  tere  ; pi  retò  che  egh  id'honort  priuatore , adduci-  7{emiiajmefiijl  Giogo  fll  Carro,  Il  Cbioflro,  Il  Torte  , 

tor  d’affanni , deflatore deUfiift  tophleionatordi  uarie  VU rrae.  Le  Luftnghe,  Gli  amorosi y eleni , Seruo  d!U- 
foUrtiludim , & indegno  occr^ore  de  t altrui  Idxrtà  , mor,Cran  maeflrod'Umor . 

piu  ch'altra  lofa  da  tener  cara.  Umore  ipafjtoneabetan  Signore . in  ucce  di  Umore.  Lat.  dominusfimor.  Psr.In 
toerefie,  quanto  piu  argomenti  amutarla  fiadoprano.  queftopei^ief  lofio 'ìifone,  (Té  tiemmi  il  Signor  nodro 

uedi  nell’indicctdoue  trauerai  molti  altri  belbfiimi  diftor  Umore . Dijcónuienfi  a signor  Ceflarfi  parca.  L'alto  Si- 

fi  . Dato  éfcreto  ordine  a lori  Umori , acciotbe  ficreti  gnor  dinanzi  fi  cui  fuggir  non  ualefic  far  difefa . Ho  fer- 

fofiero . Umori  Fcba  tff  infelici.  D a n.  Umor  che  ne  uito  a Signor  crudel  Cr fcarjo . Ei  nacque  dolio  ,&■  di  bu- 
ia mente  mi  ragiona . ^ant'm  femina  foco  damor  du-  fama  bumaua , Tipdrilo  di  pmj'ter  dolci  & foaui , Fattu 

ra.  Ché'dif»nifUmorpar(tmpr’ardenie.&  uidi'lgran  Signor  & Dio  da  gente  nana . Siuefto  Signor  che  tutto’i 

deUihille,Checim  Umore  al  fine  tombattco.Umor  monài  sforza.  Horquiuitriomphil  Signor  gentile  Simi 

eh’alcorgcntilrailOi’apprcndi.OdolitUmorcbediri  amico  mio  dolce  Empio  Signore, 

ji  t’ammanti . Rime  dumorufar  dola , & leggiadre.  C2TrodUmort..Lat.currutamoris.P  sr.yiencatena- 
yerfid' Umor,  c prole diitmanzi. Ecco  chi  creperà  to Ctoue mnamfàl  Cam.SopraunCarrodifocoun^ 

U nodri  Umori . Et  quando  queftì  Umori  Furon  creati  zpn  crudo . 

qucgbaltri  Umori.  Deh  bella  donna  ch'a  raggi  dumo.  Ateo  dUmorefiiediaGioueqj^. (fi- a Marte  a 
re Ti fcaldl , di  uo crederà fmhianti Cbejòglionefferte-  Amorcuoiczza.  Lat.ifffcSio  affedus . B o c.  In  fgno di 
fltmoa  del  core . Atei.  ìlnudo  Uraer  (he  l'ba  nel  cor  Umoreuolez^filU  ujanza  pugbep . Miha  pur  carez^  - 

firctoà  fimore  ficupido.Z  t u.Ogmamaroaltrocbciom  zfit^-dmoreuolezgte  fiate.  Guatatala  un  poco  in  capie 

mentnonuiene.Ut.  ■ • \ ■ jcofcr  UmortMoUzgfilt.rimprthma. 

Umoremle, 


cor  nrluifo porta. Tiel  joi  do  del  mio  arguoi  i m imn  por- 
gi.U  tepalefea  lutt’altricoucrto.  Boc.  Turm’idi lan 
to  dato  Umore  grattofo  .^UilL  aJ' edere  adunque  do 
ueui  Umore ehere una  palfiom  actecatme  dell antmo, 
diCuiatrue dedinr  tnofintralSatriceanzi  priuatmedeU 
la  memoria, diflipairice  tLile  terrene  jacuUà.guafUtrice 

delle  forze  del  corpo  ,nen.i(a  delta  gtouiàieZ'Zf  » & . 

uecchiezZ'*  mone, genitrice  de  uitù,  habiiairice 
'etti,colalinzaragione,& forza  aréne,  & fenza  dabi- 
'ità  alciena,  uiiicfSllc  mcntfnòhfane , & fommergnrice 
della  humana  libertà,  nella  F i.  Rade  notte  fi  non  mai 
ad  Umore  pale  fi  i conceduto  felice  fine,  ó'  nell  Au.Che 
fiu  é coflui  le  molle  lode  in  poche  parole  firingendo  dire- 
moi SenoHcbet  fuoieffetti  tergono  in  moto  commuoi 
fiaceuolt  cieU,dando  eterna  legge  alle  delle;^  ne  i uiuen 
ti  potentiata  forza  é bene  operare  Jquabt’uditi  da  Cref» 
nel  fuoco  fi  da  Ciro  net  farguefi  netta  pouerlà  da  Cadrò,  o 
nelle  tenebre  da  Edtppo  piaceranno , Marte  afcoltan- 
doglifi  darà  alt  a rme  quiete  ,opiu  feruente  t operer à ne 
bifi  giu . Tallade  U dolcezza  de  fuoiftué  i cofim  fatti  fin 
tenao,  «T animo  diuentata  maggiore  li  lafcicrd  alcuna  noi 
ta,&  Mmerua  robuflafi  fa  manjùeta  mtcndendogli 
la  fredda  Diana  ne'niepeélcer&  Upollopiufocojoporge 
le  fuefaette . Che  piu  f I Satin,  le  'Ngmphe,  le  Dnaé,& 
leTiataé.  firoualunaue  altro  fi  mone  frtuiiand'gU  ,fi 


Venere  C I E 

Amoreuolc . Itì.  httKuolus . B o c.  £'  huomo  di  natura 
^tMreKoU.Tentrojrt  ^moremU  della  Cbrt 
Sìuna  fede . .Amarcuoli  Domt,Tarole,  ^mortaolmctu 
tegU  commi  iò  a ère. 

Amorofo.  pieno  <f  .Amore.  Lal.uenerm,cupidineHS.amà$, 
amaionusytd  amorem  procbMÌs,faciluJbenignus,beneuot 
lui.  P £ T.  ^ B o c.  .Amorofo  Camia,Canto,Choro,  Fom 
{0,Celo,Cuardo,lniarco,Lume,'Hnibo,  Tenfiero,  Rag- 
gio Jguardo,Scorno,  Statojtde,  Strale,  Imoppo,  Dijio , 
Mcfer  (ino.  Amorosa  Donna, .Aura,Efca,Fame,Fa- 
ma^ide,CreggiafNcbbia,TUgaficlua,  Speme,  Stella , 
Ftta,F'cglit,Rcggia,TaMra,Sibiera,  Beliate,  -Afìutia , 
ér  .Amoroft,lòjt  per  la  Innamorata,e!r  Amorosi  Don 
He,Compagne,.AÌe,Amme,Tiu7ne,yef)e,Tempie,Cbia- 
ui,Tuntcit^e,  Amoros  i 'Pinfieri^tridt,-Atti,E/Serm 
(iti,Gb  amorofi  Inganm,.Ajfan>uJiai,Balli,t'enni,Slra- 
ù,f'fti,TregbiA>itii,Guat,  Amorosetti  VioUnAmo 
refamente  cantando.  Incominiiò  .Amorofamente  a Jótla^ 
garfi , Et  gitlatole'il  braccio  al  colla  -Amorofamente  la 
bajciò.Ù  A u Dentro m nacque l’.Amorofo drudo . I mi 
riuolfi  a (.Amorofi)  fono . L’altra  i colti, ebe  s’.Aucijè 
-Amorofa  . 

6g  6 Amante,  maf  Lat.  amans,  amator.  P k t.  eir  B o c.  -An- 
tiio,Ferucniij}iino,Saggio,Caro^alorofio,'Pietofo,Mor- 
to,'Perduto,Mijcro,'tipuello(Stgau,  Bello,  Troppo  Feli- 
ce . 'Hpn  al  juo  .Amante piu  Duna  piacque . L'Umante 
ne  taiiuio  fi  trasforme.  ^ Fem. -Amante  Cartjjima, 
.Acerba,Fcra,  Amanti  -iuiturofi & Lieli,Vreji,lgnu 
è,TranquiUi,'ìiguelli,Sucnturati,Gtouam,Corufi,'Priui 
legio  è'gU  amanti.Beai»  fiopra  gli  altri  atmanu.yn  fimil 
fard.'-Ainanti,DHO  Tali.Amanti,  Turba  iC -Amanti, Ti- 
mida ardua  uua  de  gli  -Amami  .Dan.  Efier  bafciato 
da  cotanto  -Amarue.  0 amarena  del  prime  Jimante.  per 
quefii  .Amami . B £ m.  Ze  narrate  dolce:^  de  gli  jl- 
mami . Au 

AmitoA,  la  innamorata  ;uptta  da  piuantiebi  Tbofeam. 
Lat.  amica , amafta . B o c.  Hpngli  potè  concedereper 
Amanga  una  donna  alla  fuauirtùdebita.D  a s.OA- 
manga  del  pruno  Amarne,  o Dina . 

Speranza  mia . Lat.  niea . per  la  innamorata . B o c. 

Deh  Speranza  mia  cara  non  atr  piu  cefi , A'i  prego  caro 
mu)  ben,tà-  lòia  Sperami  delt anima  mia.  Fate  adunque 
dolce  Speranza  mia  per  quello  che  io  fò  per  noi  uolentie- 
ri.  Anima  mia,  dolce  Speranz/imia , non  riconofei  tu 
Ricciardo  tuoi 

Anima  mia.  per  Za  innamorata . Lat.  aniinula,  aut  anima 
mea  .Hoc.  Dimmi  caro  mio  ben.  Anima  mia , Aroma 
ima  dolce  non  ni  turbate . Deh  Anima  mia  dolce  lafcia- 
mu  bafaare . Anima  mia  bella.  Ofelia  Anime /tUeeput 
ti  in  un  mede  fimo  dì  auenne  ilferuente  amore  tp-  la  mor- 
tai ulta  temiiaart . uedi  [ Indice . 

Donna . per  la  innamorata  aiedi  a tqip. 

4j  7 Drudo . lat.  amant,  amator.  Foce  "Pro.  Da  Draucut,  che 
ualamadore.D  A tc.TbaideèlaVuttanacberilpofiial 
Drudo  fuo.  A Ki.  onde  era  a lei  uenuto  Fn  Drudo  fino  • 
di  chi  egli  non  là  il  nome . Col  Drudo  hauendo  già  la  te- 
la ordita . 

^Vmatore.  Lat.&  muUerofut.  P i r.  Amator  Fano.  Boc. 
Tur  chi  fia  eh' munì  [Amatore,  lon’bonemiei  di  imlie 
tieduti  Amatori, 


L O Venere  * 86 

Amato.  Lat.  & dileQut . P e t.  £>•  B o c.  .Amalo  'tlido  i 
Thefitro,  A mata  Cofa,Spada,Giouanetta,Spo[a,  Fisia, 
A.mate,  Giouam,TÌante,  Rine,  Chiome.  D a tt. Finche 
la  cofa  Amala  il  fa  gioire.  Amor  eh' a nuli’ Amato  amar 
perdona , Come  domanda  dir  l'Amato  alloro . 

Amare . Lat.  Ptr.Ett  Amar  forza  ;e’l  tacer  fu  iiirtute , 

Ido  c. Tebaldo perfeuerando nel  fuo  Amare .Terfeue- 
randotagiouane  nell’ Amare. 

Amare.  Lat.  &èligcre,amore completi, amore profequt,  6}8 
bene  nelle  dimore  captum  efie,in  ocubs  ferrejm  finn  gere- 
re,carum  babere.  Pet.^Boc.£  gran  fenno  di  cer- 
car fimpre  damar  donna  di  piu  alto  lignaggio,!  he  egli 
non  è.  Et  fon  fermo  d amarli  tempo,&  l hora.lnfino  neU 
la  ima  pueritia  cominciai  ad  amare . lo  fimpre  amai . Li 
lume  ihc  tanto  amai.  Amando  jòpra  ogni  altracoja.I 
giauani  uolentien  amano  nella  gtouanez^ . Donna  non 
fu  mai  ihe  tantoamafie  huomo . Si  dourebbe  gloriare  , 
quando  li  giouani  it  alcuno  amante  amate  fino . Ho  fimo 
inamente  amato . amerò  fimpre . In  perpetuo  uameiò . 
Detarborfempre  uerde  ,cbi  tant'aino  .L’arbor  ch'amò 
gi.i  Thebo  in  corpo  humano.  D a n.  fi  quei  che  clama, 
che  dentr'a  fi  [ama . Com'i  t'ainai  nel  mortai  corpo , cofi 
t'amo  fciolta . La  uedouella  mia,  che  tanto  amai  Che  par 
torifce  amando  il  Hoflro  fire . Et  comandi  che  Pamaper 
con  fede . affai  m'amafli . Gran  fegno  è che  Diot'ami . Di 
dì  in  di  l'amo  piu  forte,  a^i  t'amo.  Ari.  Cbetidi^nga 
amarmi,  oue  m'odiafii , 

Difamare  per  non  amare.  Lat.  defifiere  ab  amare , odi  tre.. 

P ET.  Fè  l'altro  che' a un  punto  ama,e  éfinta . 

Innamoramenti . Cast,  amorci  .Boc.  Motteggiarlo  di 
queflofiio  innamoramento.  Lafaati  fiaoi  altri  Imtamoroa . 
menti  é fuori. 

Innamorato . Lat.  amator , rit  ,amafius  .amore  captut . . 

P * T.  ^ B o C.  Innamorata  Memoria.  Innamorati 
Donne.  Innamorati  Huomiiii.  Ilpiu  Innamorato 
Huomo  del  mondo.  Innamorato  Giouane.  Fedi  Bello 
Innamorato . 

Innamorare  fecondo  la  uera  orthograplìùt  non  fi  donria  feri,  6f  p 
nere  con  n,doppto  per  efier  compojto  da  in  ér  amore  finde 
io  direi  efier  cumpofio  dainaO-  nemore.  Lat.ù  che  l' inna- 
morato fia  come  in  nemore  ombrofo,  chi  nelle  delettath- 
nifiuero  che  la  In  accrefeefie,  uenifie  a dire  molto  pien 

d'amore^  non  da  in  & amore,percioche  uiene  a àr  fin 
^a  amore,  onde  il  P E t.  Da  far  innamorar  un  buoni  fil— 
Maggio. Tanto  crefce'l  è fu  che  m' innamora.  Che  le  non 
fuebelleggieu' innamora.  Se  non  come  per  fama  huom 
p.innaiaora.Che’l  del  è tue  beUeggtf  tnnamorafli.  Boc. 
Coloro  fibemendo,  che  tener  nogliono;  ch’alcuno  per  udì 
ta  fi  poffa  innamorare . Si  dolcemente  il  core  m'innamo- 
ra, futi  noi  innamorando . Di  Iti  ardentemente  mnamo- 
randofi . (ìuando  noi  é lui  u'innamorafie . La  donna  piu. 
Junamorata  che  configliata . Laqual  è fi  forte  irmamo- 
rataème.  Et  cantiunpoco  è quelle  fine  canzpmlnuamo 
rate.Ardentijfimamentc  è Iti  Innamoratoft.Del  fuo 
Innamorarfièlei.  Innamoroffi  <f  uno  afiaiualorofo  buo- 
mo.'ueéClndice. 

Imbardare  per  innamorare  upUo  dal  hoc.  Calandrino  di 
lei  fubitamfte  t'tmbardò,alciini  tefli  hanno  tmbarègbo  , 
^alcuni  hobarbiglii . 

Zelo.  Lat.  geiui..  Fot.  Grt.  dinota  amorcteffetto,  odefire. 


Vcnfrtf  C T E 

P s T.  jtrmr  tht'ncendel  nr  f ardrtite  Zite,  hor  conuié 
cheiaueniU  ogni  mio  Zclo.i  fiudio-fl  ardore . Bo  c Da 
buon  Ztio  monendofii.d'ardinte  amore  fi  carità . 

6ao  Amanti  i dT  Innamorati  ceUbratidanoflri porti . ^ci,o 

^n^gjmcnt!onenidlcione,^tidromeda,^ntigoiie,^n 


L O 


Venere 


fórma  hmnana,  top  in  tjueP' altra  ft  congìkngnnn  mn  firn 
mo&pdo  amore, 0- però  dice  il  P s t.  ÌÌMei  duo  ihe  fine 
amor  compagni  eterni  ,,Alcione  0 Cene  in  rma  al  mare 
FargUlormdiapmfoauiuerni.  Ktcì.Et  inérle  ,AU- 
clone  a la  marina  De  l'amico  infortunio  lamemarjè . 


<41 


Mio,,Argia„Arianna,jlrtafrrfefi,/iPiitro„4rtctr4a,  Andromeda  figlia  di  Cephalo  Hedi  dpnlaquale  eflendo 

Beatrice, Bibli,  Ceict,Cephalo  iClitinncflra,  torneila,  j. 

Dcidamia,Diana, Egeria  nimpha , Egina,  Egifto,Efaio , 

EurnUte  mmphajGalatea  nimpha, Gmenra,  CraccoJIem 
lena,Heriole,Hero,  Herode,  Hermiene,  Herfilia,  Hepe- 
ria,HeJlrr  hebrea,HtPirme{lra,Hippolita,Hippoliio,Hi 
pomenes,Hifipbile,lpfii,  Ijòita,Uilia,  Lancilotto,  Laura, 

Leandro,Leda,  Lima,  Mananne,  Medea,  tfenne,  Olo- 
phemr,Orelle,Thedra,Thittii,Tt}ilomena,Tico,Triamo, 

Trocri,Toliphcmo,Tolil>ena,Trogne,Troprrtio,Ham- 
baldo  dicitore  in  rima, Scilla, Seliuco,Scmiramis,  Suhen, 

Sophoniiba,Straionica,T ama  r,T  omajìo, Tibullo,  T ube  , 

Trifiano.I'crtunno 


nel  bto  per  ejier  diuorala  dal  marmo  moflro  per  colpa  di 
Cajfiopiea  jua  madre  ofa  di  dire  che  era  piu  bella  delle  T^e 
rcide,0gmgnldo  iui  Trrfeo  nel  tornar  che  fece  delfcltre 
mo  oruntef&toHomnamoratojèneJajcampò, conpat- 
to chefulfe  jua  legittima fpofa,  dral  fine  la  ottenne,  mal 
grado  diThtneo  .che  cercando  di  turbare  le  nozife  can- 
giato in  fàfio  per  la  uirtù  del  capo  di  Midufa  nepòrtòlt 
pena . La  Storta  é Terfeo  narreremo  al  luogo  fico . onde 
diceilP  c r.TcrfcoeraCuno0uoUijàpercome.Andro- 
medagb piacque mEthiopia. L'ergine  bruna  1 beghoc- 
cbi,  vie  chiome. 

A ntigone . uedt  di  fótto  ad  .Argia . 


Acifi.Att  fu  figlio  di  Fauno,& di  una  delle  nimphe  di  Sime  Antioco  figUuolodiScleucoianamoratodi  Stratonicamo 
tho  fiume  di  Sicilia,  uedi  la  hifioria  a Galateo  fua  tnnamo  ghe  di  Seleucofuo  padre . la  Hona  parremo  aSeUuioal 

rata  piu  baffo  fecondo  l'ordine  deltalphabcto . Inolino . P E T.  Diffe,ioSeleucolòn  ,queShè  .Anttoco 

Agitncnnonc.Lat..Agamemnon,.Atrides,Tàtalides,Myr  Mio  figlio. 

caneut.  cognominato  il  grande  per  efier  {fato  capitano  Arpi  figliuola  di  Mrafio  Re  é .Argo  Jaquale  continuami  «4» 
generale  di  tutti  i Greci  cfcf  furono  nella  guerra  Troia.  te  chiamando  Tolmieefuo  diletto  manto , & figliuolo  di 


na..AmòcolluiBrifcida,&  Cajfandra  figlia  di  Priamo, fi 
che  tornando  a Micena .della  qual  città  egli  era  Re,  deli- 
berò, fi  come  i ferino  nelle  tragedie , tenerfela  per  legiti- 
ma  fpofa;  0 farla  reina  ; ne  uiJe  che  Cluennefirafua  mo 
glie  prendendo  ira  0fdegno  ordì  fua  morte  con  Egiflofa 
curdote,0  cugino  di  lui,0  amante  di  leifilqual  parten- 
do egli  bauea  il  regno  0 la  capi  raccomandato . Ben  c he 
egli  allo  incontro  gUcle  macchiafie.  0 con  la  donna  di  hd 
iubdteru  commtttejìe  ! onde  egli  cieco  deli’ amore  di  Caf- 
findra  non  taccorfe  di  quello  che  gli  polena  feguire.  .Al- 
tri danno  quefla  cecità  ad  Egifl»,  0 a Clàeimefira:  per- 
eioche  non  uidero,  che  Cuna,  0 Calerò  rompeano  la  fede , 
che  doueano  portare  ad  Agamennone . qui  tactraffi, 

ebeefiendo  Agamennon  primo  duca  apprefjó  de  Greci , 
iquati  con  mtlie  nani  armate  nel  porto  a A ulule  0 nien- 


locafla  iC Edipo,  llquale  bauendo  uccilò  Imo  fuo  padre  no 
coHofeiuto  da  Im  prefi;  per  donna  locafla  jiia  madre  col  re 
gno  Thebano  , 0 al  fine  nella  guerra  Tbebanafu  morto 
infieme  con  A mphiarao  ,0TiJeo,0  hauendo  C reonte 
crudelifjìmo  T iranno  di  Tbebe  melata  la  fepoltu  ra  a mor 
ti  ; ella  nondimeno  con  Antigona  forelta  del  marno fenga 
temer  del  fiero  comandamento  findò  dt  notte  al  campo, 0 
nconofeiuto  U fuo  ffofo  tra  morti  con  molte  lagrime  il  fe- 
peli  il  meglio  che  la  mifera  punte , onde  il  fiero  T iranno 
quejlo  ùitefò  di  fi  pietofo  ufficio  Cuna,  0 Coltra  fece  cru- 
delmente mor  ir  e, onde  due  il  nofiro  P e x.  Odi  poi  lamen- 
tar fi-a  Coltre  mefie  Enone  di  Parli,  0 Menelao  d'Hele- 
na  ; 0 Hermion  chiamar  Horrfte  Et  Laudotma  d fuo 
Trotefdao^  Argia  Toliniceafiai piu  fida,  CbeCoMara 
mogher  di  Amphiaraojiedi  a Polinice  qq6. 


te  altro  aJpeiiandoihe'l  uento  pnfpero , che  gli  conduuf  Arianna.  Lat.  Ariadne,  figlia  di  Mimi  Reé  Creta,  inga»  . 

- .il  I ti.  I.f ... . .i ..  J-lri I 


fe  a Troia  , 0 intendendo  dall’Oracolo , che  haurebbero 
prefpero  uento  fe  Diana  irata,percbe  in  caccia  Agameiu, 
non  gli  haueua  uccifa  una  Cerna  a lei  conficrata  ,fofJe 
placata  col  pingue  d'ipbigema  fua  figlia  : Agamennon 
cupido  dtnautearetonfenti  th'ejia  (offe  facnficata , Ma 
Diana  mofda  a gran  commiferatione  della  innocente  fan- 
ciulla, lo  fi  rapire,  0 portare  nella  regieneTaurua , 0 
quitti  cu  fiodire  in  fino  che  Horefie fuo  fratello  la  riduce fie 


nata  da  Tbefeo  prefo  delCamore  é Pbedra  fu  lafciata 
daldetto  ThefeoneÌlalfiladitfafio,ocume  altri  feti- 
uonodiChio,0cottlanouafpoptfineuemieinAihena, 
Uqual  hifioria  narreremo  ad  Hippoliio , a Tbefeo , 0 a 
Thedra . P e x.  £(  ella,  cioi  Tbedra  ne  morio  yendetta 
forfè  D'Hippolito0  dtTbefeo,  0d  Arianna, Ch'aman- 
do come  uedi  a morte  corfèateà  anebo  a Minotauro  la  hi» 
Fioria piudifiinta a 111}. 


w patria,ondeDiiN.ripremlendolo,0  chiamandolo  AmfeTk.Lat.ArtaxerxeiRedePerfitUedidi  fotta  ad 
Salto  due.  etcoft  Salto  Ritrouarpuoilgran  duca  de  Gre  Afiuero . 

a,Onde  pian felphigeaia  li  fuo  bel  uolto.  Et  fi  piangerà  Artcmifia,  cofleiamòcontantoardore,0con  tanta  fede 


fè,0folli,0faui  ,0P  tr.  L’altro  ptuàUmtan  quei- 
te'lgran  Greco  "NgutdcEg^o^  tempia  Chtenutfira  , 
Hor  poi  ueder  amor  l'egli  ibtH  cieco.  0 altroue . Et  quel 
eh'ancife  Egifio . 

AldoncjO  Haitiane  figliuola  à Eolo  Re  de  uenti0  Ccicc 
figlmoloà  Lutifero  fignortàTrathma,Spofi  0 lompa» 
gni  etcmi,quab  merci  de  1 Ilei  furono  traifonuati  m uc- 
celli,quali  fono  chiamati  Halaom,0  fono  poco  maggiori 
dtlfafierf0dieolorefiatunhau>&ueroAfif‘eomeia. 


MaupUeo  Re  à Caria  fuo  fido  0caromanto,  che  poi  che 
eghuenueamorteChonori  di  fi  honorato  fcpolcro.che 
egliipoSo  fiale  fette  cofe  del  mondo  a uedere  maraut- 
ghofi  ; "He  pur  quefio,ma  quello  che  auanga  ogni  amare; 
che  deliberato  hauendo  di  jèruare  d caSo  0 uedauo  let- 
to AUchor  che  molli  Principi  in  matrimonio  la  dimandaf 
firo,Simòimlloaliroriteitoe(ferpiudrgiiodellecenert  - 
diluicbtlfuopettocbe  fiCaumua ,oudemifia  con  lefue 
abondeuoltlagiimeperfeiieròtautoaberfcle.,tbeUeeue- 

re0 


Vtnfre 


CIELO 


Venere 


87 


rt^il  piàio  la  titammt  punto  fmì.  onde  dice  ilVix. 
Frétte  Mltdomte  iimamorjteTocn,^rtcmìfia,(f- 
Jìadjmut . 

Allurro. iM.iF^rUxtrxes.ilifnalefetondocheneinfe- 
giu lofrpho da  Greti,  & da  Latini i chiamato rtafer- 
jeHedeTerji,  Coltiti  arnana  tjmifnratamaiie  la  Keina 
Falli  fna  leguiima  donna,  & delle  betlexv  é lei  fi  fòle- 
lu  gìoriare.Mainiino  defuoifeltenotiffimi  conuiti,iltfHa 
le  étti  fette  giorni  fattothumarleipermofirarla  a quei 
fignon^naU  erano  feto  nella  menfa.  Et  non  efiendoni  ella 
anJatJ , ne  prefe  tanto  jdegno , che  per  configho  de  jné  la 
repuéò,acetò  che  da  lei  non  prendejiero  le  donne  Verfe  ef 
f empio  di  non  obedhre  a manti . dr  perche  temeano  1 che 


to  r uno  altro  Raimbaldo,  Che  cantar  per  Beatrice  m 

Monferrato.  LaTerta. 

Beatri  cc  ^ mia  fempre  honoranda  madre , & fu  figlinola 
é mrfler  Ctouamii  Ronchcgalio  nobihjjimo  tutaéno  é 
Ferrara,  dt  bnomo digmfimo  ,&  donna é mefier  T^ico 
lù  él  Bailo  padre  mio  honorando  ,dr  fi  non  ehe  forfè  non 
mi  faru  pre fiata  quella  fede  che  mi  farebbe  quaJo  io  par 
lafit  di  altre  perfine;  delle  uirtù  df  bontà  dell  uno  & de  U 
f altro , m’ii  gegnerei  (fé  in  me  fufSe  tanto  é japere  ) /.e» 
fiume  buona  memoria  al  mondo , ma  non  ferrtp  quali  he 
mu  nota  pcròper  non  e fiere  io  fiato  a quelli  fimiU  é buo 
na pexxa,& inuinù,dr  mbomà.  A R i.Stco  baucai^ 
fòrella  Beatrice,^  cui  fi  conuerrà  tal  nome  a punto. 


ra frenando  l’ardore  dell'ira  il  fuoco  amorofi  non  raccen  fiibli.  Lat.  Bybhs  Innamorata  di  Canno  juo  fratello  non  ha- 


delie  li  Re,  & pentir  lo  facefie  S hauerla  rcpuéata , Fno 
de  fué  Eunuehigli  troni  Hefierhebrea , laqual  piacendo 
mirabilmente  ad  Mfiuero  egli  la  fi  fica  fpofa  & ìieina,dh 
amando  lei  pofe  él  lutto  l'altra  in  oblia. Era  in  quei  tem- 
pi‘Prefetto  élla  miiitia  Aman.ro/hri  aératnfi  cantra 
Mardocheo  buomo  Hebreo &pnfio  ,tF padre  di  He- 
fter  Rema  , perche  nonio  aéraua  tome gltohn . perfuafi 
al  Re,  che  uolefie  uccider  tutti  i gééi  ch’erano  nel  fuo  re 
gno  ; come  natton  contumace  df  laquaU  non  renéa  a lui 
I ébiti  honori  ; creéttegli  il  Re  df  éttegli  Panello;  acciò 
che  da  gli  altri  fofie  creduto,  & ordinò  lefue  lettere , che 


uendo  ardimento  di  ftoprirL  il  fuo  calè  éfio. gliele  man- 
è firn  IO,  é che  egli  prefe  tanto  dira  dr  éjégno , che  a 
fihifo  bauendo  lei,ihieè  lui  fcacctata  pur  {indiana  far- 
lo di  fipietofo  : fi  partì  da  Mtleto  fica  patria , dr  andò  ad 
babttare  allroue  , Di  che  ella  fentrné  gran  cordoglio  ,fi 
potè  a jèguirlo,  & tanto  il  figui  ; fin  che  per  h-tuerlo  cer- 
cato in  uanOjdiuniutaél  lutto  fianca  ,jigittò  nelprato 
doUndofi  élla  fuga  fiaterna,  di"  lagrimandoiK,dr  pian- 
gendo fi  fece  una  fonte.  P E T.Semiramiifitbb^  Mirra 
ria  Come  ciafeuna  par  che  fi  uergogm  .De  la  lor  non  con- 


tefia,dr  torta  HÙ . 

per  tutto  il  regno  éPerfi  turni  giudei  in  un  édetermi-  Ceice.Lat.  Cceytit  .ueépmbafoadHaltiOHe  allucgnfuo. 
natofofierouccifi.  intefequefio  Hefierdalpaée  ,drper  Cephalo.  Lai.Cepb.tlut  figlio  é Eumeofi  é Eolo,comt feri 
ubidirlo  fi  rmf e alla  morte,  & andò  finga  effir  chiamata  ue  OmdioamaioéProcn.ueépiubafioaProcri . 

al  Realibe  era  capitale  ;& impetrò  él  Re  che  chumaft  Clitennellrx , uedi  ad  .dgamennane  é fopra  4641. 
fia  fi  .Aman  ey  Mardocheo  nel  conilo.  Et  -dmanueden  Cornelia  figlu  di  Stipume , & legittima  énna  deigran  6qq 
do  di  nuouo  che  Mardocheo  non  lohonoraua,  fece  rhegar  Pompeojlquale  amo  fei  aréutemente , df  fu  parimente 

é lei  amato,  dr  in  pace,  dr  in  guerra  il  fi guitò,dl‘ pian- 
gendo la  morte  él  marito  fi  lamenta  él  utl  Tolomeo,  che 
fi  uilmeniegliePhabbiamorto,  Si  comeaVompco  narre- 
remo . P E T.  Feé  quel  grané,  ilqual  ogni  huomo  hono- 
ra,EgliiTompeo,&  ha  Cornelia  fico.  Che  éluilTolo- 
meo filagna  cf  plora . 


una  traile  alta  cinquata  cubiti  per  cructfiggerlo.  Ma  épo 
H conni!  0 la  Rema  narrò  al  Re  tutta  la  co  fa  , dr  impetri 
la  Uberai  ione  del  popolo  hebreo . onde  Mman  fu  cnuifif- 
fò  ; doue  uolea  crucifiggere  Mardocheo;&  Marécheofu 
pollo  nella  digmtà, laquale  prima  leneua  Aman,  dr  éeci 
figliuoli d Aman  furono  tmpiccati,tyigiuéi  uccifiero 


gra  turba  é quelli  che  Aman  hauea  orénato  ch’uà  iéf  Deidamia  figliuola  di  Licomeé  Re  é Sciro , laquakd'A- 


firoloro.onédiceD  u n.lmornoad efioera'lgrané  Af 
fuero,Hefler  fua  fiofiee’l  gtuflo  Mardotheo,Chefu  al  di- 
re,el  al  f.ir  co  fi  mero,  rt  P i t.  Feé  Afiuero  di  fio  amor 
in  qual  modo  Fa  menécando,  acciò  ebe'n  pace'l  porte . 

Beatrice . Lai.  Beatrix.Tre  Beatrici  trono  celebrate.  La 
prima  fu  figUuoladi  Folco  Tortinari  detta  Bice  amata 
dal  nofiro  Dante , laquale  egli  conpiu  degno  nome  ché- 


thilleprodufle  Tino  mquelmoé  che  al  luogo  fuo  ére- 
mo,dr  amò  fi  fieramente  lui, che  non  pur  memre  egU  mffe. 
lontano  é lei  no  uolle  mai  marito,  ma  poi  che  morì  a Tra 
kuedoua  fionfolata  in  uefia  negra  menò  fuauita,non 
d' altro  pafeendofi  che  élla  memonaélui.  Pet.  Feé 
tre  belle  ènne  innamorate  Trocri,Artetmfia,con  Deid* 
mia . D A K.  Deièmia  anchor fi  dtul  d’Achille- 
mi  Beatrice,&amoUamutia,&èpomorte,ficomeap  Diana , ueéalfioluogoai 1 1. 
pa  re  nella  una  é efio  Dame,  et  quefia  è lui  neWopre  fie  Egina.  Lat.  At  gma  figlu  dAfòpo , di  cui  t'innamori  Cio- 
in  nane  mamere  fu  celebrata , bora  figmficame  Thetè-  ue,&m  forma  di  fuoco  la  conobbe  uedi  ad  Eacoa  ijp. 

gu,cr  bora  che  a fa  beati  .Dan.  'Hs'fitmqul'blm-  E^do.  fiicerJote, uedi  di  fipra  ad  Agamennone. 
phe,&  nel  del  fimo  flelle . Tria  che  Beatrice  defeenéfie  Elaco . Lat.  Aegyllhu! , Thyefiiaés  che  é Triamo  ,&é  6q( 
al  monè  Fumm’orénat'a  la  per  fi  ancelle . Folgi  Bea-  Alifìothoe  figlu  éDtmante^acque  nel  monte  lèjlqua 

‘ ‘ . kefàenèfi  innamorato  éHepcna  nimpha  figba  éCe- 

brenof urne, laquale figuiiada  lut.fuèl  tnorfod'unfir- 
pcnteUciU'a.éUhc  parrnèa  Un  tjfire  flato  cagiooeél- 
lafiahnorte,  éliberi  morire,  drgniandofi  ni  mare , per 
la  piai  di  Tbaide  Dea  del  mare  fi  trasfirmò  in  Smergo 
uccello , di'  uago  anchora  di  morire  fpefio  d alto  fi  preci- 
pita, dr  fi  tu  fa  jitiot acqua , oné  ragumruolmenie  dia 
ceti  nofiro  Pet.  Lungo  cofior  penfòfb  Efaco  {lare  Cer- 
aanè  Epcria,bor  fipra  un  fiffoafiifo  , Et  ber  fono; 


trice, noi ffgUocihi  fanti  Era  la  fia  cannone;  al  tu  fièle; 
ebeper  ucdertiha  moffi  paffi  tanti . Quando  Beatrice  in 
filfimflro  fianco  Fié  nuoUa,et  nguarèr  nel  file  Aqui 
la  fi  non  gli  èfiifSe  unquanco . <T  in  altri  luoghi  afsai . 
Pet.  Ecco  Dante  Beatrice , ecco  Seluaggia  .Ben.  Eì 
Dame  acni  che  Bice  bonor  ne  traggia.  La  feconè. 

<44  Beatrice /»  fireUa  él  Marcbefi  é Monferrato  ,dr  donna 
é Arrigo  él  Carrttlo,élla  quale  canti  Raimbaldo  no- 
minalo Tatropsifi  come  al  luogo  fuo  èremo  .Vnx.Idi- 


Venere 


CIELO 


Venere 


atqu* , & hr  alio  uokrt , 

Zwopt.^ltmreRc  dt  Themcin  bebbetrefyU  Cilice, 
Cadmo,  cJ-  Ftnict . tr  una  figlia  nominata  turopa  bdhf 
finta  della  quale  innamoraioji  Cume, Mandò  MercuTt»  ac 
ciòibe tarmemodi ,Agfnandelq"aleera  copmjo ,factf 
fé  andare  uerjò  il  mare,  tome  tra  jòltto  alluna  uoitaauda 
re,&  daut  per  diporto  tonicfue  lonipagne  fiiltua  andare 
la  bilia  Europa,  fcefii  adunque  Cioue  dal  cielo, lonuciji  in 
candidoTorofinufetraildettoarmcnto,  & utdindoue- 
tdrui  Europa , eoe  uifia  manfueta  & loi  capo  tbmo  aum 
dando  uerjò  leijaquiùe  uedendoto  belle , lo  cominciò  a pi^ 
gliar  per  le  corna, dr  egli  facendole  fefla,iir  Iciandolele 
mam  fi  conco  fu’l  Ino  del  mare  ; & Europa  fallagli  una 
ghirlanda  di  fiori  glie  la  pofe  in  capo,  alfine  per  lai  modo 
ji  ajjicurò  che  gU  montò  /«  la  fchiena,allhora  Cioue  leua^ 
lofi  tomimiò  pian  piano  andar  uerfo  il  mare  ,&  tanto 
uetitrò,ibe  tardi  accoriafi  del  fuo  errore  cominciò  a chic 
der  fot  corfò  alle  compagne , lequaU  rimaje  erano  in  fu  la 
riua  dr  putngeuano  ucdiudo  portar  uia  la  bella  Europa 
tenendoli  con  una  delle  mani  ad  uno  de  corni , df  con  l al- 
tra fui  dorjò.  di'  cofi  fu  portata  nell'i/ola  dt  Creii.  Fulgen 
lio  firme  che  Cioue  Re  di  Cren  udendo  la  fama  della  bcl- 
leg^a  di  Europa,  andò  con  una  nane  nelngno  del  padre, 
dr  giunto  alla  riua  del  mare  con  lufinghc,  de  con  inganni 
tanto  opt  rò,che  Europa  uenne  fui  Ino  ptr  uederla,d'  fio 
iiatofi  dalle  compagne,  & mirando  la  nane  per  marauiu 
gltaal  ejiendo Cioue fullito la  raptj&portofSela  incre- 
ti ,&  perche  nelle  uele della  nane  era  dipinto  unToro, 
fingono I poeti, che Ctoue trafmutato inToro  la  rapifie. 
onde  D AH.  & di  qua  prefio  al  Ilio  T^fl  qual  fi  fece  Eu- 
ropa dolce  carco , Di  Cadmo,  & de  gluitri  fratelli  aUro- 
ue  parleremo. 

fqy  C»\»Kn.ntmpha  marina, una  dette  figlie  di  tifreo&ò 
Doride  innamorata  di  ,Ati,&  odiaua  Tolipbemojialqua 
le  ella  era  (truentemente  amata  ; auenne  thè  un  dì  Volt- 
phemo  andando  càtando  di  lei  la  uide  in  grembo  ad  ,4ti, 
ilquale  fi  come  Calatea  per  la  paura  lofio  fuggendo  fina- 
feofefòttotonde,cofi  cercando  fuggire  fu  daljafiothegli 
tirò  il  Culope,ilquale  pieno  di  fdignoet  iira  nefulmina- 
ua.eon  acerbe  parole,  aggiunto  & morto  ; Et  poi  da  Com 
latta  cangiato  nel  fiume  del  fuo  nome . & però  dace  il 
V ST  y idi  Mt  & Galateaabe'n grembo gU crai  Et  To 
Uphemo  fame  gran  romori, 

Cencura . Rema  donna  del  Re  .Arti  ,amata  da  Lancilot- 
tojiT  1 fotta  Rema,  donna  di  Marco  Re  di  Cemouia  ama- 
ta fttmlmcme  da  Triflano,&  per  loro  amore  nelle  giofire 
fecero  affai  leggiadre  prone, per  lequali  meritarono  molti 
C grandi  bonari  .PsT.  Ecco  quei  che  le  carte  empwn  di 
fogni  Lamilotto,TrifìaHO,&gù  altri  erranti  i Onde  conm 
uien  cbe'l  uulgo  errante  agogni,  ytdi  CcueuraJ fotta, tir 
gliahri  amami . 

tqi  Helcna . belhjfima  fu  figlmola  di  Leda  (p-  di  Gkmemoglie 
di  Tindaro  Re  Ji  Laiedemoma.  LMMtUna,TiudaTU,Ut- 
dea,lyimgena . Dicono  i Tteu,cbe  Cioue  innamorato  di 
Leda  fi  iraiformò  in  Cigno,  o uucu  dir  Cefem)  uccello  bian 
ehiffimo,  & cofi  eou  la  g/acendo  nacquero  due  nona , ejr 
dettuno  nacque  TcÀluie  ; delL altro  Heleaajaquaie  urna 
ta  alia  età  matura  fi  maritò  in  Menelao . "Hf  mede  fimi 
tempi  era  Tatis  figliuolo  del  Re  Vriamo  riputalo  giufio 
pudico . Tercbe  trt  Dtt  Guumc,  Hmerua,  ifr  yc  tmej 


couiendcndo  chi  di  loro  atungafie  [altre  di  btttcìc^a , rù. 
tnifero  in  lui  tutta  la  lite . .Accettò  l’arbitrato  Tarh.ma 
gfudicononfinxacorrultela,pcròibe  prepofe  yenere, 
percheej.a  gli  promtfe  farli  hauere  Hcleua  bellijfinudi 
culle  le  nonne . S otto  laqual  fperanxa  namgò  in  Creda, 
tr  rapì  Helenajòenche  alquanti  dicono  ,ebeé  fua  uolam 
t.i  le feguì,  & ninne  in  T roin . iiuefla  mgiuria  commofie 

I Crea  a lundurl  efieraioa  Troia,  & dedica  anni  nim 
ferula  città ciMit.gjnno,arfonlaCrfacineggiaronla  ; & 
Memlao  ricupero  Helcna . Benché  Herodoio  firiua , che 
Helena  non  uenne  matm  Troia,  ma  ibeVamper  fortu- 
na Jcorfi  in  Igilio , & quun  dal  Re  Troleogli  fu  tolta  : 
efi-  feruata  tatuo  che  Menelao  dopo  l'eccidio  Troiano  an- 
dò per  lei.  Duine  Cbnjòfiomo  tutta  quejia  bifìoria  per- 
uerte,ma  non  fi  può  folto  breuuà  trattare  il  tutto,  onde  il 
noflro  P E T.dice  Odi  poi  lamentar  fra  [ altre  mefle  Emme 
diTariSjtr  Menelao d Htlena ,&  Hcrmton  chiamar 
Orefìe  .&D  AH.  Helena  uià . per  cui  tomo  reo  Tempo 
fi  uolfò  .Aui.Seben  fofic  quciùi  i Cb' Europa,  &.4fi4 
vnfiein  tanti guai.i.Hclena , 

Hcrcolc.  Lat.  heriuies^ludetuirjmbiui/imphitrionideti 
li  Tibano  frgbuolo  di  Cioue,  & di  .Alimeua  legittima 
nata  di  .Ampbytrione  ,peribe  furono  altri  Hercoh,  Co- 
fiui  auanxpé  fortevta  tutti  g!ialtn,trira  molti  fuoi 
diuerfi  amori  amò  ferut  uteau  me  Daautra  figlia  d 'Eneo 
Ri  M CalidoHU,  per  cui  conte  fi  con-eeheloo,(jr  il  uinfr . 
.Amò  anihora  Iole  figliuola  d'Eurito,&  Omphale  Luiinf 
dallcquali  due  m hahitofemiuilefu  ru  ondoilo  a filare,  & 
a partire  tra  le  doni^Ue  la  lant,  & ueHire  come  femma, 
& altri  eficrcitq  muiiebri.et  però  éce  ilPfc.  Colui  eh'i 
fico,  è quel  poffente  & forte,  Hercoie  cb'amor  prefe  ; & 
Dan.»?  .Alcide  Qjcqndo  Iole  nel  corbebbe  rimbiufa . 
dt  .Alcide é efio  Hercoie,  uedi  aqyo.le  altre  hiflorie 
f ino  tutte  a fuoi  luoghi . 

Heto. amata  da  UamiTod.Abido.uedt  al  detto  Uandro 
piu  bafio  al  luogo  fuo , 

Herode.  Lat.  herodet  primo  di  quello  nome  Re  degiudei,et 
figliuolo  d Umipatro  della  Giudea  procuratore,  Cofi  ni, fi 
i ome ferine  lofi  ^0,  amò  oltre  moao  Marianne  fua  dima 
figlia  d'Ulcfiandroal  cui  padre  fu  .Arifiobolo  nere  Re  de 
Cmdei , ma  con  maiauiglio/i  jijjielto  parte  per  gclofit , 
parte  per  odio  di  lei  Mr/o  lui  hauendo  egli  lotto  il  regno  , 
la  Ulta  ad  Hircano  ano  materno  di  leijir  ad .Artiiobo 
lo  il  fratello,  onde  Solome  fina  fioretta  per  [odio  che  a Ma» 
rianne  portaua  , un  giorno  che  mtefe  Herode  efiere  indi» 
fcordia  conU  iìntrodutto  il  coppteroa  ère  che  ella  per  lui 
haueua  dato  ordme  di  porgerli  il  ueìtno  amatorio,  non  pe 
rò  igbfàpea  qual  fi  fufie,fe  non  ch'era  uelcnojl  Re  uinto 
dalla  natiua  Jua  fiere^a.intenJendoper  firga  de  tormé 

II  da  [ Eunuco  è tei , che  Soemo , a cm  Vhauea  egli  rat  - 
. comandata  quando  parti  per  andar  a trouarc  Cefare  .Ah 

guflo  iheperfieguiua  M.  .Antonio  , baiando  a Marianne 
oMrto  quel  ch'egli  in  fecreto  gli  haueua  camme  fio  ,cioi 
ebetucadefie  feigline  ritoruaua  fàtuo  fra  flato  cagione 
dell odio  di  là  uerJo  è lui, lodo  il  fi  mot  ire.  Et  poco  dopo 
faitoèlàilgiuèc»  comandò  che  fufie  ucafatiUbe  fu 
[annodopo  che  tornò  iTEguio  da  Cefare  .Augufio  .Voi 
raffreddato  [arderne  furore jir  trouato  il  nero,  non  pur  fi 
ne  pentì  ,ma  ne  finti  tanto  dolore  che  piangendo  foueute 
k chiqmaiutir  tal  ntUayumeJe  umfofie,cÓ  la  ragio- 

nando 


Vrtiew 


C t li  £ O 


Venere 


88 


wmtiaimèJwi  ,mieMcomÌJmtMe  iìcHlm>l(r0  Pgt/ 
yuMMeJtr  m un  cor  diletto , & tedio , Dolcet^omoro  i- 
Hormn  il  fioro  HerodeiCh'amor  crudeltà  gli  boti 

pofloajftdi  . y edi  coni  orde  prima  & fot  fi  rodtTirdi^ 
tifo  éj'ka  fentatt  Marianne  chiamando , che  non  l'ode  • 

Hcnnione.  figlia  di  Menelao, & di HeUna  maritala  in  Ore 
Be  figlio  Jt  oig  imennone,  & di  Cltlenneftra  joreUa  di  Ho 
lenafinde  che  liauendoia  Tindaro  fino  ano  materno  mari- 
tata tonOrejle.Menelao  Ino  padre,  che  non  banca  noii- 
tutditalmairmcnoeifnado  era  coniejiertito accampato 
a Troiai  banca  promefia  a Tirro  figbo  d" Achille. onde  do 
pò  la  nittoria  tornato  alla  patria  Menelao;  pere  he  Orefte 
fn  per  bancte  nceifo  la  madre  condannato, la  diede  contea 
la  uoglia  di  la  a Tirro;  e pure  non  contefe  che  egli  filato 
gfiejie , Ma  poi  Orefte  uccifi)  THrri , fi  ripigliò  lei  perfna 
legittima  , cr  cara  Donna . In  quel  tempo  thè  ella  era  in 
poder  di  Tirro  chiamana  Orefte,  dicendo  Ouidio  neliEpi- 
Bete  Clamantem  noiaen  Ore  flit  Traiti  mornam  infilate 
Bacomu.&ilnoftroV  s t.  & Menelao  dCHelena,& 
Hemuim  ibiamare  Orefte. 

Hcrfìlia.  Lai.  et  Mora  dea  falla  enm  Quitinoj.  Romnlo  ma 
rtto,apnd  Ouidium  e he  fu  donna  di  Romolo,  effindo  Baia 
ton  1‘ altre  Sabine  da  Roniatii  ne  igmochi  equeftn  rapita  i 
£t pudicamente , «Jr  fidelmente  tutte  nifkro  co  i loro  ma» 
mi , fi  lome  tutti  gli  ftriirori  delle  cofe  Romane  n'hanno 
fcmio  della  pudicau,&  fide  Uà  loro  ,^ftntialmentequi 
doperloroutndma  combattendo  i Salmi  COlRomaiii, 
elle  con  la  guida  dHerfilia  poflefi  fra  tante  ff  ode,  & tan 
te  lande  co  i maràià  parenti,  e fratelli  pacificarono^do 
dice  <7  P E T.  Toi  nidi  Hafilia  con  le  ^ Sabme , jcbma 
che  del  (no  nome  empie  ogni  Ubro. 

Heperia  mmpha,uedi  di  fifra  ad  Epico  a ($48. 

Hefter  HebrcadoimadelRe^ffuen,nediad.^(tnero. 
éj  o Hipcmc{lr2.Lat.fIypi7meftra,una  delle  cinquanta  figlie 
di  Egitto ftaquaie  non  noUe  uccidere  il  fiiofiiojò  Lino  figli- 
nolo di  DanaoJ't  eondo  ibe'lpadre  comàdata  Thauea  : per 
che  ejftudoiforgaiq  Egitto  da  Danae  fno  fratta  darle  cin 
quanta  fue  fighe  a cinquanta  figli  di  lui,  llche  nonnolea, 
t^  fare  temendo  toracolo  che  gitele  metaua , comandi 
thè  la  prima  none  che  le  figlinole  figinngenano  con  loro 
manti , ciafcnnanccidefie  dfno,  onde  tutte  adempierono 
il  paterno  comandamento,  ft  non  la  fida  Uipermejira.  & 
peri  dice  il  V si.  jtUra  fede;  altro  amor  : nidi  Hi- 
per  me  Bea , 

Hippolita.Ior.  Hippolyta;  forella  della  Reina  .Antiope 
delle  jtmoTpneJonna  é Thefeo , & n’bebhtnufiglmolt 
j chutmato  Hippohto,det  quale  ella  n'i  affiata  et  mfta  per 

la  fiera  tr  mdegna  morte  di  Un, llqnalemmnolendo  con. 
finiire  al  furore  della  matrigna  (Thedra intendendo  ) 
Laqnal  in  quel  tempo  che  Thefeo  in  compagnia  di  Tert- 
ohoo  fuo  amico  fmgolare  andò  allo  inferno  per  npigUar 
•Proferpinn,!  innamorò  fi  furiof amente  del  Triuigne,  che 
non  riguardando  eh' egU  era  figlio  di  fno  marito , fi  Budii 
con  prieghi  ridurlo  ajnoi  diletti , & egli  repugnando  allo 
ifienaiu  difio  di  la  fuggendo  fi  Uteri  da  fuoi  pneghitonde 
per  non  cornmatere aduUeno,  & molare illato  paterno 
ne  hebbe  la  morte  ,peribe  ella ph guata  thè  tgh  banefte 
. tontraftatoal  fno  furore , uolfe  [amore  m odio  ,poi  che'l 
manto  tonÙ!  dallo  mfemo  t acculi  al  padre,  fingrndo  che 
ogh [ bone fie untata  per  ufonatrla tonde  T^fio-irato 


feaedi  da  fe  il  figliuolo , &il  biaflrmò , ilqnal  fuggendo 
l'ira  del  padre,tofla  che  giurie  ne  liti  di  Conato,  fu  aflal- 
tatodaunterrdnlmoftromanno,fit  tb'i  caualii  del  fno 
Carro ^anentattfi  ne  turbarono  elr  moffero  talmente  che  . 
egli  ne  rimaji  laceralo  cp  molto  in  terra . llche  Thedra 
intendendo  ne  mono,  perche  udita  la  morte  dello  amato 
giouane,  dr  riaccefa  di  nnonafuria,comeft  pentita  fi  fof 
fi  del  fno  errore,  fi  nccife  conia  ffiadad Hippolito,  0 come 
glahri  fi  rinono  t'impiccò,  lUhe  fu  forfè  uendelta  dllip» 
fedito  ffiendogh  fiata  perla  fua  falfa  & empia  acenfa  di 
fiera  morte  cagione . dr  peri  benchceilnofiroV  c i.  K<7» 
to  hai  ragionar  étunebe  non  uolfe  Confentir  al  furor  del- 
la maniglia  , Elda  fuoi  fri.  gin  per  fuggir  fi  fiiolfitma 
quella  intentioncafta  Crbemgna  L’mcife  ; fi  ( amore  in 
oda  torfe  Thedra  amante  terribile  ^maligna.  Et  ella 
nemoTio  uendelta  forfè  d’Hippvltto . & altroue  Hippoli- 
ta  del  figlio  afflitta  irtriBa . 

Hippolito.  Lat.  Hippolytus.  neé  di fopra  ad  Hippolita  fua 
madre  al  luogo  Ino. 

Hippomcne  -donio  dtfcefo  di  Tritono  cr  di  Megara,  che 
ninfe .Atalautanelcorfi.Lat.tìippomenei.nedtlabifto  . ■ 
ria  ad  ,/dtalanta . 

KiCiplìiìt,perfiruarla  GrecafcriituraHiplyphile  ferine-  <51 
re  fi  douria . fufigbuola  di  Tboante,&  Rcina  di  Unno  If» 
la  ftaquale  beni  he  ntte  [altre  dame  uccidejfero  luropa- 
renti,erfi‘atelli^  figliuoli,^  manti,mindtmeno  per  la 
pietà  firnòit  neccbio  padre  ^ amò  lafme;  delqnaie  l’in* 
namori.quàdo  egli  per  [ Ijòla  di  Unno  fine  ella  regnaua, 
pafii  con  la  nane  .Argo  per  andare  a Coleo,  mapoiCabbi 
doni  per  [amore  di  Medeajaqnalfn  di  barbarua  natio- 
■ne. ^ peri  diceilPc  r. Hiftpbile nien poi;^ dnolfian-, 
fb'elia  Del  barbarico  amor , che'l  fno^  ha  tolto . TdpU 
7>oli/ienaBlifipbilt,&  .4rgia.parUndo  à donne  belle . ■ 
Ipbi.fiiéCipnfi  uelece,t!r  prefto  al  fno  male,  che  amando 
.Anajjerete  hebbe  fi  in  odio,  perche  effendogU  eUa  piu  dn 
ra  che'lferro,&  piu  fiera  del  marerCr  hauctidoloa  fibi- 
fbfigliatnfao  di  lei  per  la  àftierationei  appicci,  & ella 
ne  portò  la  penaahene  futraiformata  infafìo.  Fn  nnaU 
tro  Ipbi  che  efiendo  Boto  fanciulla , dinenne  poi  un  bel 
garzone  .onde  dice  ilPsi.ini  qneltaltro  al  mal  pio  fi 
uelocelpbiycb'amandoaltruiinodiot'hebbe. 

Ilbtca  ArMii  amata  da  Tnftanojadi  di  fopra  a Geneura.& 
di  fono  a T riftano . 1 

lufiifn  figliuola  di  Cefare,&  moglie  del  granTompeo  ,&  6g% 
tato  amò  d marito,  thè  eflend^  armata  alla  cafa  lane 
Be  del  marito  macchiata  dtfangue  che  gli  era  ujcitodel 
nap)  ,allriduonoebeefiendole  arrecatala  candida  nefit 
tolta  delfacnfichfit  ricordandofi  delle  difcordie  cinihfirt 
dendofi  che  egli  fofieBato  nccijò,prep:  tanto  dolore  che 
tramortì, & efiertdo  giàgranidajubito  fenemorì,& no 
porga  pianto  uniuerfale,percbe  era  di  tanta  nirtù,  che  fn 
€oftameopinione,ibefefefie  utnntajartbbeBatotal  le- 
game tra  Tompeo&CefaTi,cbenonfarcbbonofiguitt 
le  guerre  aulii, ma  La  fua  morte  f òolfe  t'aimcitia  del  ma- 
rito col  padre  Ji  come  la  una  thauea  ginnt  a & còferua- 
tafiuchora  che  fi  banrfie  da  dolere  del  manto,  lioi  di  Tó 
.peoplquale  innamorato  di  Cornelia  moftrò  amarla  ptu,i  t 
per  lei  fi  Bnnfe  co  i nemià  di  Cefare,  pin  che  per  anenium 
ra  altramente  non  haunbbt  già  fatto. & però^  dice  il  . j 
S 2 T,  Hjotll' altra  i Inlta,^  dnolfi  del  manto,l,b’a  la  fin 


Venera 


e I É t Q 


Venere 


toada  fm  s'incbna . *>•  D a M.  iMCrttia  tinti*  , 
Maru*,&  torm^bajn  ncce  di  Contila , 

Lancilo  tto,  uté  di  fofra  a Geatara , 
h$udomia  figlia  di  ^cajio  Tbefiah  donna  di  Trotefilaa 
figlio  di  Ipbitlo  rifiato  ancor*  : laifnak  rfieadofi  nenel 
lamcatt  maritata  con  lutigli  connrnne  allontanarfi per gi 
re  alia  guerra  T rotano:  neiiatpial  diparttta  bancttdoio  W*» 
la  Irguao  lafin  4 bti^  pena  con  mille  baia  mifli  con  infini 
te  lagrime  fi  poti  fucllere  dal  toUo  del  caro  ^fi>  1 & poi 
che  egli  diede  le  tale  al  uento , quel  cbenon  patta  far  con 

Jiaj[ji,tlfcgui  co  ghocibt  lentaaojin  cheti  poti  utdere  ; ne 
i tofio  le  ft  tolfe  del  tutto  di  uifla,cbe  a gufi  à morta  cad 
de  tu  terra . a gran  fatica  riuenuta  tn  ulta  fempre  il  chia- 
mò, fin  che  ulttmamentefu  riportato  il  corpo  di  lui  mor- 
to per  man  dHettort  tl  prima  diche  fafe  in  terra,  i Greci 
(ombatteroao  co  T roiani,&jòpra  di  quello  mnta  datrop 
po  cordoglio  fi  mori  la  infelice,  alide  il  noflro  P e T.dice, 
Oé  poi  lamentar  fia  [altre  mefle  Enone  di  Tarii,  &Me 
nelao  d'Hclenaeet  Hermion  chiamar  Orefle,B  Laudonua 
il fuo  "Frate filao  EhArgia  Tolinice . 

^r>  Lauti  amatMidr  celebrata  dal  noJìfoPetrtrca  dtibiella 
fvjie  fighoiCr  deue  nataj&  quando  moria  diiterfc  femo  jla 
te  leopinteni;  & penbepocofi  nulla  quejio  importa /un 
ci  e faticheremo  di  atirimenn  darne  notitia  per  efierne 
fiata  detto  a bailanga,  ma  foto  noteremo  parte  delie  iodi 
datele  da  efio  Petrarca . Tofio  che  giunto  a Pamorofa 
reggia  yidiamde  nacque  laura  dulie  & purat  ch'acque- 
ta l’aere,^  mette  i tuoni  in  bando.  Et  Laura  mia  con.  pioi 
pinti  attijchtfi.  Hor  bauefi’io  un  fi  purlaji  flile;  Cbe  Lau- 
ra mia  pouffi  torre  a morte . Latcra  mi  uolue  i&fon  pur 
quel  ib’i  ni  era . Ulma  in  ucce  deW anima  dt  Laura , A- 
mor  .natura  la  beli  Alma  bumile . Cb'amorfiorifca  tu 

quella  nobil  Alma  Efiernanpò^e  quell  AngeUe' Alma 
Tifi  finta  il  fuon  de  [amorofenote , Alma  reai  dig^iftma 
^impero.  Alma  Febce,Gentile.et  in  ucce  dt  Laura.  Alma 
gpntil  aui  tate  carte  uergo.  iìuella  in  ueceé  Laura  .Quel 
la, per  cui  per  finga  ho  edgiaCA  rno.'hisl  bel  ufo  di  Quel 
la  ibeu'ha  mortut  QuMaincuitetade'HsflTafimira. 
tìr  bora  la  cbtanuAngiolettaMta  Donna,Tbenice,Ca- 
ra  i Tellegnna,  Colei,  Cojlei,  Lei , Ella . facendola  fipra 
ogni  altra  gentile  Jaaia,Satgia,Leggiadra,  Honefia 
Velia . 0 quafi  in  infinite  uarte,  0 diuerfe  maniere. 
Leandro . Lut.  Leandcr  fu  d" Abido  Città  pofia  nella  riua 
deli' Afiajà  otte  HeUefontoifmfirettoàhiuide  amando 
egli  Hero,cbefudaSefio Cittanellito d Europa  coutra- 
pofiaadAhidoperandarfia  fiarcimtei,gtibijcgnauano 
tardi  notte, & Hero  cara  fua  donna  .che  al  notante  gùma 
ue  panca  per  fegno  il  lume  nella  feneSha  della  torre , dr 
nella  fem  firn  fi  iìaua  ajfiettandolu;  onde  auennetebe  nna 
notte  il  troppo  nento  fenfe  U fido  lume,0  Leandro  nel  no 
la  re  fopragiunto  da  tctttpefiofe  onde  da  fogo  nel  mare,  il 
tui  mijéreuol  corpo  menato  dall acqua  nel  Ino  di  Se  fio  l- 
ia  falda  della  torre  d Hero,0  ncntrofiinto  da  kiaiÙadai- 
la  medtfmia  femfiraptellaqnal  ilana  mirando,0  ai- 
tando ,ft  precipitò , là  ouegucena  morto  il  ddettojfofo , 
fer  fegutrio  morendo  ,fi  come  narra  a piem  Hufeo . 0 
come  iteti  noflro  Par.  Leandro  in  mar '0  Hero  a la 
feneitra  . 

tfq  Leàa. Lat.Lada,mog6ediTindarol{rdeLaconi^tmatada 
CmeilqnaUfiieniiertiintigno,0  conobbeUi0àtal 


(oncetto  nacquero dueoua,0 dilPuno nfeì ToUuce , 0 
Heltna,0  ded  altro  Cafiore,0  Cluenneilra.VoUace  0 
C a fiore  fnron  cbiamii  Dàifiuru.figltuolt  di  Gtoue , 0 
traiformau  in  cielo  nel  jegao  dt  Gemmi , 0 però  dite 
X>uti.{>elhelmdodi  Leda  mi  dinetfej,fnelfe,0  lenò  del 
Jigno  di  Cemini.0  ilPt  t.  E'n  bianca  nube  fi  fatta  jcbt  ' 
Leda  H aurta  ben  detto  cbe  fua  figlia  perde , intendendo  dt 
Uekua  reputata  la  pinbeUa  donna  del  monda. 

Li uia.  Ltonna  di  Tibeno  Tierone  amuodi  Cefare  Augufio, 
ilquale  amandola  ^rigando  fe  la  fi  dare  per  fua  ,coi  mrga 
del  repudio  lecito  alUma  fraRomam,ancborcbe  fofie 
grauida  di  quelTiberio  che  poi  fu  Imperadore,  onde  aUm 
ut  leggono, in  ucce  di  pregando,  pregnante . 0 però  dice  il 
P E 7.L’allroe'lfnofiglio;0puTimòcofini'PÌMgmfia- 
mente;egli  è Cefare  Augufio  i Cbe  Luta  fila  prignani* 
tolfe  altrui. 

Marco  Antonio,  figliuolo irAnmuero,0  per adotiioae 
dt  AntomnoFto^  cui  fu  juccefore  neU imperio  Atre  cbe 
il  nome  dibnonobebbeper  foccefiitnedaTratano  tbe  pri 
mo  di  tutti , fi  come  Ottauiaao  fu  nomato  Augufio , cofi 
egli  ottimo,  0 lafaoUo  agii  altri.  La  cut  Fbilojòphia  fit 
tale  & tantaliche  Tbiiofopbo  fu  nommato,&  non  fola  in- 
tendala perfettamente  le  cofi;  é Fbdofòpbujna  ne  rag» 
nana  ,0éjf>utaua  aiguiameuie,  0 abondeuolmeme  , 
Domò  I Germani , & col  fi-atedo  ne  triompbò . yinfe  i» 
Oriente i Terfi,et  nel Stttentrione  i Marcomanni,t  Qui- 
à,&  altri  fieripopoliret  tanta  fu  la  bontàdelf  ingegno  di 
lui,  Tali0  tante  le  uirtù  dell'anima  che  no  trouaua  pari, 
in  ogni  cofaefiendo  felice,  fi  non  nella  donna  0 nel  fuo 
tede,  ah^  morendo  lafciòt imperio  banendolo  t gli  temo 
to  anni  diciatto,  pur  fu  fiuinto  daltamore  dt  Fauftina 
fua  moglie  0 figlia  dt  Antonino  Fio , cbe  lo  fignorrggia- 
UO0"  lofacea  Ilare  a fnot  lomandamenu . Cojlei,  fecondo 
che  fi  ferme,  fu  di  maramgliofàbcllexxa,0  tanto  amata 
da  (fio  Uarco  Antonio  .che  [impudtdiia  di  lei  a Ini  mani 
fefiapm  ballò  a fare  cbe  egli  la  repndiafie  ,maficome 
in  fua  Ulta  alcuni  degli  adulteri  per  amor  di  lei  innatgò  a 
gran  diguiti;  cofi  lei,  poi  che  ella  morì  confccrò  con  diurni 
bonari . 0 però  dice  il  noflro  Par.  fedi  tl  buon  Marca 
d’agni  laude  degno , Fica  di  Pbiiiftphta  la  lingua  e'I  pet- 
to: Furfaufltnail  fi  qui  Bara  fegno,  0altroue.  Hello 
Hadriano.e’l  jiioAntonin pio, Sella  jùccejlioa  injino* 
Marco  i Cbebber  non  meno  U tattural  de  fio . 

Mardocheo  Hebreo.  ucdilhiftoriaadAlìueroa&qj. 

Marianna  amata  dalRe  Hcrode,uedt  é Jopra ad Herode 
«1  luogo  fuo. 

Mede:a.tofieiinnamoratadiCialbHgti  diede  il  modo  iac-  655 
quiftare  [aureo  ueio;  poi  tolti  tutti  1 Tbe  fori  del  padre  Oc 
a Re  di  Coicbi,con  lut  jè  ne  fuggì, &Jòpragiunta  dal  fira- 
ull9AbfirtocoHbtgannotuccife,0  di  parte  in  parte 
fquarciatolo  ^arfi  le  membrauteciò  cbe'l  padre  oi  cupan 
a raccoglierk  defie  ^at io  alla  fuga  di  lei,  cofi  fuggendo 
col  fno  amante  Mandò  per  molti  paefi  d' Europa, 0if Am 
fica,  fin  cbe  giunfe  m Grecia  ; one  finalmente  repudiata 
da  Ciafime,  che  prefòbauea  per  donna,  Crenfa  figlia  dì 
Creonte  Re  di  Coriulo.  con  doni  ammaliati  modali  a Cren 
ft  compofii  confocolauoratoarfelei  0 il  fno  palrggpj0 
per  maggior  nendetta  nccife  i due  figliuoli  e’banea  di  lut , 
0fec^i  apporre  per  cibo  a Giajòne.0peròàcetlHn- 
. Jir»  P E i,Qijffi[ilafon,qnclIaltTa  è Medea,  Cb'amortt 

Ini 


Venere 


e r H L o 


Venere 


liy 


IkI  fe^wì  per  MUfe  ditte.  Et  qiant»  ai  fttre , & al  fratel 
fu  rea, Tanto  al  fm  antante  pu  tMrbata,&  fella  , Che  del 
[ito  amor  ptu  d.gna  efier  creiea . (jr  D A N.  £(  aiuho  di 
Uede  i fi  fa  nendeiu . U bilìorta  di  Gtafonpudt  a 70  S.oi 
lluigo  fua . 

Oiophcnc. fa prtndjit della  mibtiadi  T^abuebodotafor 
he  de  gli  ^ffm.  eofliuaadà  anitra  Giuda, ^ ajiedtò  he- 
tolta  lon  ixx.mila  pillotti , & xxu.  mila  caualien,  in  fine 
fa  morto  &liifittoCcfiercuo per  uirtò  di  ludit  Hebrea, 
ionie  al  fao  luog  > a { j^.hnbbiam  narrato . P e T.  /'na  ue 
douetta(iatendemlo  Indir  ) f'iace  Otapheme.  & D h a. 
piollraua  come  in  Rotufi  fuggirò  Gli  ,Ajiiri, poi  che  fa 
morto  Olopberne . 

t '^Ocede  figlio  di  ,/igamennon,  & é Clitennefira . aedi  di  fo. 
pra  ad  Hermione  fua  donna , 

P hedra.  matrigna  ì HippoUto;&  moglie  di  Tbefeo.  aedi  di 
^raadHip^iloal  luogo  fuo. 

6fS  thide.  Lat.Tbillu  figlia  é Licurgo  Re  di  Tbraeia , laipial 
Quidt*  chiama  Rhodopea  da  Rbodope  monte  in  Thracia . 
Tornando  Demophonte  dalla  guerra  Troiana  pafiando 
perThraiia  fu  tanto  dalt amore  di  Vhille , & uago  d'an- 
dare a ricourare  il  regno  d^theue  lafciato  ùbero  per  la 
morte  di  Muefibeo,  preli  hi  entu  per  certo  tempo , ilqual 
f afiato  ; Thtde  a cut  era  nou  C affienare,  credendofi  efie- 
re  ingannata  per  éfiterattone  l’apiccò . pretti  al  porto  in 
fili  Mandorlo  alqualapparma  ficcojrimifiu  foglie.  Onde 
i Greci  da  quella  ThiUe  ibiaiaarono  Vhtlla  le  fronde  de 
gli  arbori  ,lequab  prima  chiamarono  pctalla . Tornato 
Demophonte, pudendo  il  mifir.-uobfinao  fine  di  la , con 
amaro  pianto  fe  ne  mofirò  doiéte.  (fi-  però  dice  U A u-Ht 
quella  Rhodopea  (intendendo  'Pbitte)tbe  delufa  fnda 
Demophonte.  P e t.  Qjull’ altro i Demopbonte,&  quel- 
la i Tbilie . 

Phi/otnena.cJr  Tropie.  qui  tacerò  la  fauola  di  Trognec& 

■ di  T’hilomena  per  ejfer  cofa  afiai  nota , come  elle  furono 
figCiuole  di  Tandione  Re  d'Mlhene  ; Dellequali  T erro  Re 
dt  Thraciajtanendo  per  donna  Trognedsfiirzòl'altrajifi 
tomeperueadelta  deWmgiuria,  & dell  oltraggio  uccifeto 
il»  figbo  diTereo&dt  Trogae,et  al  padre  a mangiare  il 
diedero  jet  come  al  fine  pgiiendole  Tetto  per  ucciderle,egli 
fi  traiformò  in  ypupa . Trogne  in  Rondine.Thitamena  in 
Rofigauob>,& l'infelice  Itu  in  Vha fumo. onde tl  P e T.  £t 
garrir  Trogne,& pianger  Thilomena . Era  ne  la  Hagion 
che  Cequinottto  Fa  uincitor  ilgiomo,<fi  Trogne  riede  Con 
la  forelia  al  fuo  dolce  negotio.  E'LR»figuuot,cbe  dolcemen 
te  all'ombra  Tutte  le  notti  fi  lamenta,&  punge.  T.^ede 
te  Tbtlomena  tapinella  , Che  fi  Lamenta  del  crudel  T etto 
“Ng  folli  bofehi  conia  fua  fórella  .San.  Tbrogue  ritorna 
a noi  per  tantojjiatto  Con  la  forelia  fua  dolce  Cecropia  M. 
lamentarfi  del  antico  Hratto . Seluaggiomioper  queSìe 
pfeure  grottole  Thilomena  ne  Trogne  ut  fi  uedono.  Ari. 
iiual  Trogne  fi  lamenta,  (fi  Thilomena,Cb’a  cercar  efea 
ai  figliuoli  Ita  era  Et  trauail  nido  noto. \ l n.Qualispo 
fntlea  marent  ThUomela  fub  umbra  Mmiffos  queritat 
fatui . 

Pico.  Lat.  Ticui  figlio  di  Saturno,^ padre  di  Fauno,  Re  de 
Latini  bebbe  per  donna  Canentegàmlifima  fanciulla  fi- 
glia di  latto , (fi  di  Femba  fua  donna  , laquale  pari  laudi 
tueriiò  in  bellex^  di  corpo,& m dolcetta  di  cato,&  era 
/immement*  amata  da  Tico.auenne  ebe  ungiamo  anii- 
' ■ 


do  Vico  ala  tacàa  per  nata  feluajd  doue  era  Circe,  la  quii 
uedendolo  bcUifiimo  del  corpo  intenfamente  t’innamorò  di 
lui,(fi  gUfcceapparert  un  porco  faiuancoft  che  paflafie 
innangi  a Tico,  ilqualper  tauidità  della  preda  feguendo- 
lo , entrò  in  parte  della  piu  denfa  felua  doue  nafeofa  l'era 
Circe  Jaqual  feopertafigb  fece  meoutro , (fi  prigoUo  fom 
mamenie  che  le  compucefie  della  fua  perjòna,  mofifàdo- 
gb  ejfer  figlia  delSole.Tico,  ilquale  era  jòmmamente  lu- 
tento  alla  jua  bella  Canrnte,  nj^feche  mentre  La  jkafiio-i 
ja  muea/nai  nou  fi  uolea  ad  altra  donna  congiungere.Cir 
ce  per  la  ri^fìa  agitata  da  ^ran  dolore,  (fi  commojfa  dt 
grand'ira  fubitotltraiformo  m uccello  del  fuo  nome  la 
cui  forma  è alquanto  minor  della  Tua  ; ha  t unghie  a cu» 
Cedragli  albeTÌ,(y  luifa  mdo  ; i uccello  di  triflo  augu- 
ra; (fi  perciò  è detto  il  manco  Tico, da  Horatio  i dello 
Marta  perche  ò fitcrato  a Marte,  (fi  perche  fu  uno  degli 
antiihi  Re  i Italuja  refiò  d rigai  manto,  e 1 fregi  nelle  ua 
nate  penne  di  piu  & diuerfi  colon,come  era  confuetudiuo 
degltautiihiRegi.Lìuefla  cofd  intendendo  Caneuieper 
gran  doglia  piangendo  per  la  rina  del  Tenere  fi  morì  ; (fi 
però  dice  il  noflroP  sr.Canente  ,& Tico;  un  giade  no- 
Jlri  regi,  Hor  uago  augello  ;(fi  chidt  flato  il  mqfie , La- 
Iciogb'l  nomeai'lregat manto,  eifiigi.  -i 

Piramo.  Lat.  Tyramut  ^ Thiibe.  furono  di  Babilonia  bel- 
lifiimi.tfidifmifnrato amore infteme collegati,  (fi  non  po 
tendo  haucr  copia  tuta  dell’altro,fi  cópcijero  di  notte  njii- 
re della  città  fnrtiuamente,&  ritronarfi  alla  fepoltura  di 
auenne  che  Thiibe  prima  arrinò  al  luogo  , cp-  i^a- 
uentata  per  una  Leonga  fi  fuggi,  (fi  nafeofefi  per  paura, 

(fi  nel  fuggire  le  cadde  un  ueio  che  in  capo  portana.  Tro- 
uollo  la  LeonxA,& llracciollo,&  infanguinoUo,  (fi  tinjilo 
di  pingue,  ch'anebora  era  nella  bocca  della  caccia  che  fat  • 
to  banca . (T  giungendo  Tir  amo, & TÌtrouandoiluelo;& 
credendo  che  Tbube  fuffe  diuoraia , tanto  dolor  ne  pre- 
jiilfi  in  tanta  dij^eraiione  ueime  che  tofio  tuccife . & nel 
ritorno  la  infebee  donna  tronando  ilfno  amante (cV a pe- 
na era  ^rato  cominciò  gridando  a dire, Tir  amo  r^ndl  i 
alla  tuaThisbefil  cui  nome  tòta  forza  bebbe,  che  ancho- 
ra  che  fc^copprefio  dalla  morte,  pur  aperfi  alquanto  gli 
occhi,  (fi  nguardoila;  allborala  infebee  da  foperchio  dolo 
re  eecupaiajofto  gittata  nella  punta  della  giada , che  fho 
ri  dell'amato  corpo  ufeiua,  morte  fi  diede  ; (fi  dicefi  che  fi 
uccifero  fiuto  di  un  moro ,0  nero  Cclfo,dquale  prima  haué 
do  le gelji  bianche prejiro  color  é Jangue;^  dopo  fempre  : 
fece  le  gelfe  nere,  (fi  però  ben  dice  D un.Come  alnome 
di  Thiibe  aperfe  il  ciglio  Tiramo  in  fui  morir,  (p*  riguar- 
dolla  .Allhor  che'l  Gelfo  dmentò  uermiglio,&  P e T.  Fi- 
di Piramo , (fi  Thiibe  infieme  alt  ombra , 

Vrocrì.  figlia  di  Erechtheo  figbo  di  Fulcano,  (fi  Re  de  gli  6^9 
.Athentefi , (fi  donna  di  Cephalo  figlio  di  Eioneo  ,fi  come 
n'infigna  Eullachio  nelle gofiliomitHomerortnthor  che 
OnidiO  dica  d'Eolc,  Fu  t amare  di  lojioro  rectproco,(fi  fin 
gulart,niente  piu  curando  la  fua  anticamente  amata  jtu 
tO'a,Uqualcomofiaadira,dijìc ungiamo  a Cedale  thè 
lafciafici  amare  Trac  ri , peri  ioche  le  egli  conoj lefle  quel 
lo  che  ella  lutédeua,  gUrincrefecrebbe  bauerla  per  dona. 
Cephalo  per  far  prona  della  pudicttia  di  Tretri , alloula- 
natofi  da  lei,  (fi  nel  ntomo  iraifigurato  in  altra  forma , 
poi  che  con  pritghi  non  la  puoie  mutare , bauendola  con 
lunghe  prtmefie , (fi  con  molti  doni  alquante  inchinata  ^ 


Venere 

tiiutu  m dubbio, fu  cagione  chef :oprendofì  egli  ,per 
la uergogna ella tojlo  fe ne fhggiPe nelle  fclne ,& ionia 
Dea  Diana  taccompagnafie,  l'eia  gran  pena  ni  htama- 
tala  hebbe  da  lei  in  dono  un  cane  ibe  cgni  fura  per  uiitù 
di  Diana  giungeiia,&  uno  firale,d  cui  colpo  non  erainua 
no  mji;&  fi  rinouellò  tra  loro  con  maggiore, & piu  doUe 
fiamma,ct  con  piu  fede  l'amore.Efendo  ajunijue  ungior 
no  Cephalo  affannato  per  La  caccia,per  refrigerio  ihiamà 
dot  gli  l'aura, fu  per  un  ruflieo  riferuo  a Vrotri,come  Ce 
pbalo  ejpcttaua  una  tinnpha.o  come  uogliono  alium  che 
dubitando  Trocnihc  L'aurajacjuale  joUna  ill'uo  manta 
ihtamare,ijHanda  fianco  drl cacciare  fiponeua  a ripojar 
nell’ombra  ; nonfojìe  nhnpha  da  luiamata,&  uoleiidoji- 
ue  certificare  ungiamoti  feguì  j Et  come  in  quel  che  egli 
chiamaua  L'aura , ella  uerfò  lui  fi  mafie , fi  fìrepito  tale 
thè  Cephalo  lei  credendo  efiere  frera,con  lo  fìrale  che  ella 
dato  glihauea, La  feri  mortalmente  ; Et  nconofiiutala  ,fe 
la  recò  in  grembo  per  ricimfortarla  ; Ma  ella  non  altro 
gli  chiefe,  ne  dfie  ,fe  non  che  L’aura  che  le  era  fiato  ca- 
gione di  morte,non  prendtpe  per  donna finite  le  parale 
fi  morì . P * T.  yedi  tre  belle  donne  mnamorate  , Trocri , 
,Artemifia,con  Deidamia . 

Poliphemo.  uno  de  Ciclopifigli  diTiettuno  innamorato  di 
Calaihea , laquale  amaiia  Mti  figlio  di  Fauno , &£una 
delle  Tiiniphe  di  Simeiho  fiume  di  Sicilia . uedi  lafua  bl- 
flona  a Calaihea  piu  di  fopra  al  luogo  fuo . 

Voìifferu.Lat.Tolyxena.figlia  di  Trumo,delIaquale  e fen- 
do innamorato  Mchillefuper  man  diTaride  con  l'aiuto 
d',Apollo  uccifo . ondeTirro  figlio  di^cbille  col  fangue 
di  lei  appagò  r anima  diluì,  come  ad  .Achille,  Crn  Tan- 
de,eraTirro. 

Progne,  che  fu  conuerfa  in  Rondinella  ,ipofìa  a Thilome- 
na  fica  fòrella.  P b x.  Et  garrir  "Progne,  & pianger  Philo 
mena.  Fa  uincitor  il  giorno  t&Prcgneriede  Conia  [orci 
la  alfuodolce  negotio.S  a n, Progne  ritornaa  mi  per 
tanto  fpatio. 

tropetnoPoeta , elegiaco  detto  feflo  Properth  .Aurelio 
ymbrio  di  Mfifi  emà  doue  nacque  San  Francefeo,  ilquai 
tmò,&  celebrò  ne  fuoi  uerft  Cmthujl  cui  uero  nome  era 
Uofìia.  Cofiui  fu  fra  gli  altri  il  miglior  pittore  de  gli  amo* 
Tofi  affetti . P H T.  L'un  era  Ouidio,taltro  era  Tibullo , 
L'altro  Properth  i che  damar  cantaro  Feruidamente  i 
tir  l'altro  era  Catullo . 

tci\\ì.LatScylla  figlia  di  TqjfoRedi  Megari,Laquale  t'in- 
naniorò  di  Minos  Redi  Creii,  ilquale  per  uendicar  la  mot 
te  d’.Androgeo  fece  guerra  a gli  .A theniefi,&  a Megari, 

allhora  tmcua  apediato  Jiifo,  tagliò  al  padre  il  purpu 
reo  capello  dormendo  fiquale  bauendo  cgh,uoleuauo  ifa* 
ti  che  non  potefie  perdere  il  regno, & correndo  fe  ne  uen- 
tte  a Mmoi,  tr  doniglielo  pregandolo  che  la  Ughefie  per 
donna;  Mines  ueduta  la  crudeltàdella  infida  figlia , efSen 
do giufìiffimo;nonuolU  adempiere  la  fua  irgiujla  doman 
da,  & lajcacciò  da  lui , Stilla  uedendofi fcacciata,tT  che 
per  fuo  tradtmc  nto  con  uittona  fe  ne  tomaua  a Creti , ^ 
uedendofi  del  padre  nbellaficléeràJo  figuirlo,  t appigliò 
alla  poppa  della  nane  t fiche  ueggendo  u padre  muto  dal- 
tira  & dallo  fdcgno,fi  moffe  per  giungerla  ; &elLi  ceni 
do  figgirloccr  fum,C  l'altro  fi  traiformarono  in  uccelli 
Ira  Uno  nemici  fiuno  in  quello  che  è chiamato  Crecamite 
Uaiieio fi.' altra  Lodala,  onde  dice  il  Pix.  Et  melila  cru- 


Venere 

del  figlia  di  "nifi  Fuggir  uoUndo:  dr  altroue  Scilla  inda- 
rarfiinptcìra  afra , &alpefìra.  Che  del  mar  Siiiliant 
infamia  fefie . SijKfla  Salla  fu  figlia  diPhorco  mutata  , 
la  metà  in  cane  latrante  infcoglio  infamia  del  mar 

S iediano  ; perche  nel  Pharofi  flretto  di  Meffina,  chi  tra 
Scilla  & Canbdi  fi  annegano  molte  nani , ilquale  fcogli* 
pofio  nella  riua  et  Italia;  benché  i poeti  la  finfero  trasfor- 
mala in  marino  moftro  habttare  m quella  caua , & non 
perche  amafie,ma  perche  amore  fu  cagione  della  fua  traf 
formationr ^cuoche  tal  pietra  foffe  infamia  del  mar  Sili 
liano,ptrcbe  il  poffare  da  quella  parte  tfrendo  afSai  peri- 
colofo , il  mar  Suiliano  grande  infamia  ne  ha  confèguho  , 

& i tenuto  é tutti  i mari  il  piu  fiero . uedi  a io  fi. 

Seicnco  anchora  che'l  Petrarca  ne  funi  uerfi  deferiua  am.  46» 
piamente  la  natura  della  Hifloria,  di  modo  che  chiaramé 
te  fi  può  comprenderefer  feguttart ordine  nofiro, non  re  ’ 
fiero  di  narrarla  fiotto  breuità.Seleuco  nomato  TLicanore 
fuRedtSoria,&  efiendofi  infermato  Antioco  fuo  figlio , 
ficonuocaregran  numero  de  medici  per  la  cura  fua,  iqua 
li  non  conofièdoin  lui  alcuna  cagione  di  tanta  grani  , 

{fonano  foffefi  : ^ non fapeuano  che  fi  operare  per  la  fua 
fàlute,auenne  cafùalméte,the  l’uno  di  loro  chiamato  He- 
rafiftrato  fi  tome  altroue  fi  legge  Theombroto.  tenendo  in 
mano  il  braccio.et  ricercando  ilpolfò/n  lòto  fi  prefentò  la 
Reina  Stratomeadmàgiad  Antioco;  laquale  ueduta  cefi 
lauirtùfua  rinuigort.&ilpolfò  fifortificòfiopofi  tofio  co 
me  fupamta^omò  Antioco  alta  fica  prima  debclex^afit 
riuenuta  un'altra  uolta  la  Rema  m prefenga  di  Antioco, 
ilpolfofeceil  medefimoeffetto,perlaqualcofa  Hcrafifira 
to  conobbe  Antheo  efiere  delta  matrigna  innamoratn.et 
però  cefi  rette  dalla  fallite  di  Antioco, co  modo  accommo- 
dato  òfie  a Seleuce.  Antheo  tuo  i necefiario  che  fi  mora, 
perchche  io  ho  conofeiuto  lui  efiere  innamorato  della  don 
na  nùaJUquale  io  per  cofa  del  mondo  non  li  confintirei,  oa  ' 
decÓuien  che  tofio peruéga  alla  morteSeleucointefelepa  * 
role,per  la  pietà  del  figliuolo  grane  dolore  fi  f enti  uemr  al 
coreefrpietofamenteuoltead  Herafifirato  moltoUpre- 
gauafibe  per  la  ulta  del  fuo  figliuolo  unico  li  cicedefie  la 
cara  donna  fifferendcgligrandiffimi  doni.Dice  Herafiflra 
toidimmi  Seleuco;tu  mi  aggraui  ch'h  dom  la  mia  dona  ad 
A nthco,ilqual  i tuo  unno  figliuolo  nondimeno  tu  no 

eonfentirefii  dargli  Stratomcafiuando  lei  amafie,fi  come 
urna  la  mia  ; ri^fe  Seleuco,uoufiero  gli  dq  che  cofifofie; 
accioche  p la  jalute  del  mh  proprio  figliuolo,  h nefiun'al 
tro che  me hauefiia grauare.Intefòaduque Herafifirato 
quella  che  haueua  offerto  Seleuco,allbora  li  mamfeHò:  fi 
tome  Antioco  era  in  pericolo  foloperh  intenfo  amore, 
qual  occulto  portaua  alla  Rema  S tratonica  Jà  doue  Scie» 
co  con  dilightia  cercando  dal  figlio  fe  cofi  fufie  ; trouò  per 
fua  modella  confeffume  efieruero  quello  che  gli  haueua 
raccótato  Herafijirato.-adunque  dipari  uolòtà  di  Seleuco, 
Antheo, tir  S tratonica:  Iti  c he  prima  era  dona  del  padre, 
ffofadiuenne  di  Antheo  fio  figliuolo. ne  qui  taceremo,co 
me  quefioAntioco  hebbe  co  Romam  crudcliffima  guerra, 
tr  la  cagione  fu , che  efiendo  morto  Tolomeo  Thilopatro 
dignifiimo  Re  «ffgùro,  dr  lafciatii  figliuoli  pupilli  fatto 
la  tutela, & prouttione  de  Romam,Antiocodiri‘^ò  t ani 
moa  occupar  {Egitto  ; dr  maffimamhte  perche  fi  uedtua 
ricchiffimo  di  theforofiigente  abódante,  (fr  oltre  a qut  fio 
Hanibaile  Carthagmefe^uale  di  poco  fugato  da  Sapio- 


CIELO 


Venere 


Vedere  / C ' ! È X D D 


?* 


ne  ^ futa»  Jimortuatpprefio  di  lui,  il  f iena  f fiere  afiai  ■ cerne  vedi  è huUuifi.''  \ 

fiMJitdMe^erUqiuUofttliomaai  pt^iiand»  gmlUmm  TimaT.Demddi  lurk  donne  brbbe  uerii  figli  i tre  <fnali  66i 
H U pioteiuane  , & difefà  depufdtt , fecero  guerra  con  .^bfitone,&  Tamar  beUiffum  d’ima,  &■  Ornane  d'unfal 
,,Antioco;&  Crearono  Coafàie  Scipione  ,Afuno  fraleilo  ■ tra; lUpule amando  fmifiiratamcneeTamar^pernonf'a^ 
eh  S i ipion;  ^Africano, &.lo  ^Africano  collega:  accmche he  pere, come  attramentr  goder  ne  potrfiefi  finfe  »ar  male  , 

jtsi/itcodefie  sdatioco  iRomam  non  minor  eonfide  nza  ha  tonfigluto  cofi  da  tonadabfno  cugtno,&  algonerno  della 

aere  nel  mnèilore  Scipione  ,chc  haHeffe  igL  nel  Juperaio  fna  infermità  chiefi  lei alpadrt ,es-  hanmola fi  findtò  con 

U intbaile.  Combattendo  aJimijiie  iSpinam  con  ,A  ntioco  pnghi  di  recarfìla  a lupi  piaceri  piche  non  pof tendo  amo~ 

li',  approjioihoonteS.pilofraSiru  ,ey  igiltOtfu  fuptrato  * reuolmfte  ottenere, ruiolfe  toflal'amoremodio,&la  pre 
^ntmo,{^-  ni- gaio  mUliciaoltra  li  monte  Tauro;  ehm-  ghiera  in  forga:  omtella  iforzata  fin  andò difdignofa  ad  I 

dempiciiolapaiiedctrigno  a lui  per  gratia  de  Romani  ^bfaloneJuofrateariehiamarfene,itqualedifJimMlando 
fajctaiai  jig‘ioreggiandoiòleManttgratiarLtfortuna,&  il  dolore  & l'ira  tulltmainentcìonuit»  tutti  fuoi  p-atilU 
Romani  ibi  gli  haueano  diminuite  ieeure  regie , i penfie-  ad  una  folenaefefla  che  fìneltofarlelane,  & nel  conuito 

n,  &glt  ajjanni , hauendogU  lafaata  tanta  pane  del  re-  uccidendo  -dtnonc  nidicò  Volt  raggio  della  fua  fòrella  ; do 

gno  che  jilo  alla  tonfiruanone  di  quello,  dr  non  allo  aug»  pofifuggìtnSiria;madopotreanmlacob  principedeUa  - 

mento  era  intento  U fuo  ammo . onde  dice  il  /loflro  P e t.  mtUtta  di  Uamdto  rieonalii  col padre.onde  tornò  m Hie- 

ùifie  Io  S elenco  fonpjuefi  'è  Antioco  Mio  figlio;  che  gran  rufalem , benché  duo  anni  Beffe  ihe  ISauid  non  uolle  eh» 

guerra  btbbe  con  uoi:  Ma  ragion  cantra  forga  non  ha  lo  uemfit  nel  juocoffetto^  lento  anno  gU  perdonò  afioluta^ 

co.  Qjjcliaituaprima,Ciu  donna  fu  poi;  Che  per  fcam-  meiue,c!r  parlogli.Ma  ,Abjalon  cò  uane  ani  molte  irdm 

farlodamorofamone,Gltdiedi;e'ldon  fulicno franai.  ftciiibò,&feielcimoiicbealpidre:&chijmaroiiio  Rei 
Siraloniia  e'I  fuo  nome  ; & noflra  forte , Come  iiedi . & tirò  a fi  .Achitophel  configlier  di  Damd  nella  fua  d- 

quello  chefegmta.crgiuanfi  pernia  Tarlando  mfieme  gmratione.Dauidorénò  ib'un  altro  fuo  cifigiicr  chiama 
de  lor  dolci  affetti  ; Et  fiorando  il  rtgno  dt  Soria , onde  lo  Cbufi  fiageffi  di  rAellarfi  ad  -dbf  aion , come  idthiio- 

idafapere;ihequeflo-4ntiocofuilptim»  dtquel  nome  phel;et  ordinò  tanto  che  iconfcgUd'-dthnophel nò  furo- 

cberignòin  Sorut,&  non  quello  c’bebbe  guerra  con  Ro-  . no  piu  accetti  ad -dbfaion.Terihe-dihitopheli'impiciòì 
iKam,iljujtefH  da  Seleuco  U Se  fra , di  tal  nome  detto  Ma  et  -dbfalon  credendo  a cÓfiglt  fraudolétt  dt  Chuftfnalmf 

gno  per  la  graudegga  de  fatti  ,& de  fuot  regni. Mail  te  fu  rotto  in  Ephraim.  Et  dopo  nella  fuga  pafrando  fon» 

Petrarca,//  come  joghonoipoet-,  éede  quel  chefud'uno  una  quercia, nmafi  appiccato  a rarmperlaibioma,et  da 

adunaliroperconuemengadinometoitie  quel  che  fèti  doab  uno  de  capitani  di  Dauid  fu  mono,  onde  dice  UT  fc, 

(ibleo  llertole  diedero  gli  fcntiori  al  T bebano,et  quelihe  Vi  i'ahrofintendendo  .Amonfihe’n  un  punto  ama, di  <h 

fi  Con  bedunc  padre  di  Dtdene  alla  figlia  : Et  molti  altri  fama;  Vedi  T amarpth’al  fra  frale  -dbfaìone  dtfdegnoft,ft 

tfitmpi  a tal  proponiinemo  addur  fi  potrebbono . He  qua  dolente  fi  richiama.  ^ D a n.  lfeei'lpadre,e'l  figlio  in  f» 

fio  i quello  che  da  Rhetoricifì  chiama  mduttione  d'erra-  ribtUi  -4cbitophel  non  fi  piu  ([.Abfjlone  Et  eh  Damd  coi 

re . lUhe  fi  fa  quando  l'oratore  ad  arte  dimofìra  bauere  . maltugi  puntelli.  Ari.  Sallo,ch'mcontra  fi  U frate  .Ak 
errato  ,opemtrfi,ficome ne infigna  Quinnlunonelno-  falone  PerTamartrafieafànguinoji  fdeg;no. 

Cv.  no  libro  delle  oiatoriemfiuieuoiutH.'C  ifimile  a quel  di  Ti%bc.  lai. ThubeinnamorataéTiramouedi  di  fopra  »d 
Virgilio.  Qu'dtoquariaut  Scillam  Hifi.He  a quel  di  tfioPiramoal  luogo  fuo.  i 

Ouiiio,Siue quislAittilochìinarrabat ab HcUore uiHi , TlilìinofuHcpotediMarcoRediComouaglia,&  innam» 
ferchc  nell  Egloga  il  pafrore,  ér  nella  Eptfiola  unafemi-  ralofi  della  Reiiia  Ifiita  moglie  del  Re  Marco . llqual  Re 

nelia,!  omc  perfine  che  ignorar  ( iufrone^  i nomi  fi  potè  gli  appofiò  in  camera  ,e^  con  la  lancia  medefitma  dt  Tri- 

fare  che  eirafiero  , Ma  qnì  Seleuco  primo  padre  diquei  fUmtkqualeeglihaueaUfciatafùmfttettendoUperuH. 

Re,  come  douea,  o polca  nelle  cofe  de  fuoi  errare  i buco  dtli'ufcio  lo  ferì , Trijiaiu  dopo  poco  tipo  mori  di  tal 

i6 1 Sichen.  Venuto  lacob  conlajua  lamigUa  ad  habilare  nel-  ferita . Quefio  fu U prmcipal  de  cauaberi  chiamati  er- 
ta tegi'jne.deUt  Ificomi , de  quaU  era  principe  Emor,  U fi-  rami , le  cut  prodevir  lòmpiu  fauolofi  che  utre . Onde  il 

glia  di  cojlui , i ichen  imiamoratofi  afro  di  Dina  un*  delle  noflro  P e t.Ecco  quei  che  le  cane  empiendi  fogni  lancio 

figliuole  di  Im  gitela  rapi;  Et  per  far  legitiim»  U fuo  dube  lotto  TriJlano,&  gbaltri  errami.&D  A u.  Vedi  Tanti 

ptflo  a»iore,con  prieghi  del  ^drt,  & co  patto  di  panirfi  T nfiano,<fr  piu  di  miUe  Ombre  moflrommi.  Medi  dt  fipr» 

quel  paefi  con  Mal  i on  i figUuob,cercendo  dt  ottener  lei  a Ceneura  . 

ferfi4a^ofa,nonglifu  imunvpromrfio  che  egb  promifi  Vcrtunno.  mnamoralo  di  Tomona , coftui fi  traifiguraua 
poLpaJre, &tolpo^tutloprimaiirconciderfì;'Hella.  in  uarie  forme.  & perciò  i figurato  per  fanno,  ilquale  fi 

qualnrtoncifitoneefìendo  efjiper  le  ferite  fatti  infermi;  muta.iome  fono  uarieleBagiomr&Tomona  per  Uceltu 
farne  a laiobes-a  figbuobtempo  di  uendicarfi  dell'ol-  ile  influen^  che  opera  ne  gUarbori,pertaquate  produco  • '> 

/raggio  delta  iforgatafancm!la;ondeprefr  Parme  Stcheu  tu  i loro  frutti,  come  Ouidunelfuo  Melamorphofidimo- 

Cr £mor,cT tuitoilmiferahUpopoluialiro.fV pitòdtm  fira.S  a k. Veriunno non l'adopra in traifùrmarli,Too 
(r  U P E T.  Vedi  Siibene'i  fuo  fangue  cb’i  nufibio , E de  mona  ha  rotte , ts  jparfi  te  fue  piante . 
la  lircontifion , à'deia mone, E’ipadre cotto , eli popul  Bc\lezaiJatt.pulcbntiido,formaa<cnuflai/ormofitas,ff>»-  (6} 

*d  unuijchta.  cies  .detor.T  ìt.  & Hoc  Bellegga  .Alta , Diurna  , 

Stiitoaici.  primi  moglie  diSeleucoRe  diSiria  ,&dopo  CaUa.-imtca,  Immortale,  Infumi  fÌ4aua,Stmpittrna, 

i fattoio  figlia  deidetto  Seleucoaudt  la  hifiona  di  fopra  SingUare,  Vaga,Vmca,  Minore, Molla  JHmnina.Mor- 

4 Seleiuo.  Pai.  Slratemca  e l fuo  aome;  iriufrrat  one  itie,Tropna,<iiomBe,M  i mondo  [ola  Jl  fior  ii  BeUeggi; 


Tenere 


CIELO 


Venere 


Poniudi  Maraitigliofi  BelUzv,G'^nBeUex^i  Suentu 
r4tt,0nafla,&  nétU  F r ^ A m.  Dubhtofo  bau  de  mor 
tilt.  Dato  éfiitKlo  tempo . Coja  fugace , Fior  Caduco, 
£en  Caduco . liEttcz zi  Celt{li,f'mche,.^ccolte,  Infer 
ne,f  lori botte  Hate, & di  Selùoc^e.  ,/tl  mondo  fole . O tu 
donna  che  uai  Oigtouemute,&diBeUeo;^  altera.LcBtl 
Uxj.e  eterne  del  culo.  D A N.  £r  Bellezza,  & mnù  cre- 
(ctuta  mera . La  feconda  BcUezjta  che  tu  cele . Sianoin 
eterno  le  Bcliezpcf  tue . 

Beltà,  & Beliate.  Lat.  dccentia,  dignitat , hotior.  P t t.  e<r 
£ o c.  ,AUa„Altera,Diuina,  Rara,  Somma,  naturale, 
,Angelita,Famofa,Tanla,'tipua„Amorofa,  Senza  efiem 
pio.  Fontana  di  Beltà . P s r.  Ma  ne  fuoi giorni  al  mondo 
fu  fi  fola  Cb'a  tutte,  ito  non  erro  fama  ha  tolta . 

BeltCr  Bello . Lat. &puUbcr,fi>rmofuialecorus.fiietiofui , 
uenufiut , P E T.  cr  B o c.  Bel  Petto , Tiaier , f'i/ó , 
Moine, Guardo,  Difio,Tbeforo  ,Paljò , Torto , Sereno , 
Manno , Faggio,  Taefe,  Fcrde,  Fior,  Frutti,  Fine,  Mar 
tir,Soggiorno,F'etro,  Coflume,  f'eltro.  Ramo,  Tie,Tie- 
dt,  fianco.  Corpo,  feio.  Lume,  Rio,  Fin,  Lauro  ,Seren, 
Sembiante,  Diamante , Foco,  Collo,  Tigne , T rapunto , 
Ghiaccio,  CuKO , Tiumero,  Raggio , Dono,  Mlbergo,  Tig 
do.  Tacere,  Giglio , Carcere  ,Sol,  Spirto , Ciglio , Seno , 
f'ariar , Tarlar , Diedro , Tenfier , Drapelto  , f'mer , 
Colle , Groppo , Tiero , & Bianco,  Bello,  Cielo,  ,Atmco , 
icogUo , y meteore , yiuere , Sepolcro , Cortile,  Dir,  Mo 
rir  Bella  Cofa,  ,Antma,  Età,  Fiamma,  fera  , Giouaneu 
ta.  Libertà,  Lode,  HemicalTerfiitu,Donna,  Bocca, 
nere  ,VrigioHe , Compagnia,  Romana,  Schiera,  Spoglia , 
Succeffione,  yergme,  ymcitrice , FeHa,  Oncia , Inten- 
tUne, Morte  parca  Bella , fi  Bella  cofa  ,Tm  Bella  aflai 
tbe’l  jble , Tiu  che  mai  Bella , Men  Bella . & BcICmU 
nia,Orma,  Mrte.Mc(oglicnza,Bti.i.t  Donne, Ca- 
poni , EcceUentie , Giouam , Logrmie , Opre,  Foci,  Im- 
prefi , Membra , Contrade , F rondi, Brincia, Tiu  Beile 
fbegù  anpli  dipmti.  Ilfior delie Belie,Belia, altra  le  Bel 
le.  Bellissimo  Mnello ,lMOgo ,Figfiucdo ,,Amare , 
Dì,  Fifa,  Belbfitma  Camera,  fra  tutte  le  donne  del  mon- 
do era  Bellijiima . Oltre  ad  ogm  altra  efiimatione  Bellif. 
finta,  Bell^me  Fatte^,  Capi,  Bellifiimi  Oricanm  dar» 
gemo , Letti . D A s.'Bd  Mante , Fiumuello , Sentbian- 
te , Soggiorno  ,Mrnefe,  Ctel , Sereno  .S’ei  fu  fi  Bei  co- 
m'egli bora  i brutto.  Etto;  tanto  m'i  Bei,quant‘a  lepio- 
te. BcWMcgua,  .Aurora  ,BeU»Stiie , Tacere  ,oue  poi 
Bello  tacere , gum'Orofu  Bello , Carro  tofii  Bella , Beila 
Donna,  Scola, Terfona , Deiamra  ,Fita,Italia , Figlia , 
Sepoltura,  Creatura , Fiumana , Giauane,Folta  uermt 
fi  beta  come  Bella,  tra  bella,tjr'Jbuona,  Belle  Cofe,  Stelle, 
Mani , Membra  , Creature  , Gli  oecbi  BeUi , Segltoc- 
fbi , Men  Beiti.  B i M.  Fornito  bai  beila  doma  il  tu» 
uutflgto  • 

BdH  tdbbelbre.  latarnarefulcbrum  fatert,uel  fieri,  ha  la pgui 
ficaiione aitiua,GFpafiiua,tSr‘ ideilaipuirtamamera  da 
nerbi, &o  c.CbideUa  cagionediguefiofuoabbellirfid» 
mandata  l’hauefie  ; preflameitte , fi  amie  colei  che  pm 
cb'abra  femiUadimalitiapitua  ,ri^ondeuaibepeTpiu 
piaeermi  ti  f.tiea.i.farfi  bella.  L a.D  a k.  Tiglura  Ufi» 
poi  far  a uoi,  S ■tondo  che  uabbella  J.  fecondo  cbeuipui- 
ceco  par  bello . Di  colui  thè  abbeliiuadi  Mar» , Che  Pah- 
tfltiuaH  (Oh  mutui  rai , fa  ctmtnuè  bimramtuu  a ért, 


Tanm’abbelit  uotrecortois  deman.ì.tamt  mi  piace  a*- 
Jtra  corte fe  domanda.MbbeUiftopoi  i ufato  da  profatori. 
Ari.  Douelefj>ogliadoroabbeUa,a'lifiia , 

Fulcro.  Lat.puhher,  decens,decorui,formofut.  ualbello. 

D A u.Maldar  ,&maltenerloniondoTuUro  Ha  tolto 
Ur.&poftoaguejUzuffaììualeUt  fia.paroU  nonci 
appaierò . 

Mppulcrare,  per  abbellire aiedi  difopra  a Tulcro . 

Pelli.ér  Belle ceUbrati da nojin poeti.  Mbf alone, Mdone,  66$ 
Mlabude,MlciHaA>anaeJ}aphiie,Fauflittafiaia,Hele 
uaAierfi,Hifipbtlcaofephfiglmoldilacoy,Olimpia,Ori- 
thUamazona,Thilomena,Tico,Trofirpina,Rachtl,Semi 

ramii,Tamar ,Tiibe,et  Tiramo,Europa  amata  da  Gtoue. 

Ahfaìonc  fu  figliuolo  di  DauU  ,&fubelhfiimo , tJr  rAd- 
lo  al  padre  da  lui  muto  fuggendo  per  le  feluc,&  ntcrm 

to  da  iramid  'un  albero  per  ti  capelli  thè  lunghi  banca  jrt 
da  loabfoldato  del  padre  fu  trafitto  da  una  lancia  j*r  mo- 
rì-, fu  pot  lungamente  pianto  dal  padre . P s T.  Feà  Ta- 
mar,che'lfuo  fiate  Ubfaione  difdeguofa , & dolerne  fi  ri- 
chiama. uedi  a Tamar  aóói.Boc.  Tiella  uifione  am» 
rofa.  T{el riguardar ptumuanv augurai  Uuijòd’Mbfa 
len  che  per  bellezgta  Sol  hebbe  ih'altro  nel  modo  giamai. 

A R i.Sallo,cb‘in«mtra  fe  tifiate  Mfalone  Ter  Tamar 
traffe  a fàugutnofi ‘degno . 

Adoncji  cuifauoleggiandoipoeti  dicono, die  abbraeciau* 
do Cupiduie la  fuamadre Fenerea cafigli  ufduna  fiee- 
fia  della  pharetra  ,(jr  la  ferì  nel  petto , per  lagnai  piaga 
arfeS amore  dCMdonegiouanebeUifiano  figliuolo  di  Cu 
uara  & di  Mirradduale  dopo  morto  & Umato  d~un  cin- 
ghiale Ji  cÓuerti  IH  fiore  cofi  nominato,et  però  dice  Dan. 

Tign  credo  che ^lendeffe  tanto  lume  Sotto  le  ciglia  é Ft 
uer  trafitta  Dalfigltofuordituttofiiocoflumt.uediil  roa 
Ilo  della  bifloria  a Mirra  a6So. 

MdbiideMtbeuiefeécorpofomtofifiimo.uedi  ad  or»- 
loriayi}. 

Alcina  celebrata  dal  nonroMriofìo,iliiualedefcriuemlo  I*  666 
fue  bellezv  enfi  dice.  Sola  è tutte  -4lcina  tra  piu  bella 
Sicomeiielloilfolpiu  dogai  fletta.  Diperfonaera  tan- 
to ben  formata  fidante  me’ finger  fui  pittori  induflri,  Ct 
bionda  chioma,  lunga  tir  annodata,Oro  noni,  che  piu  rim 
^leuda  ,olufiri;  Spargeanfi  per  la  guancia  debeata  Mi- 
fio  color  di  rofci&éLiguftri  Di  lerjb  auorio  era  la  fron- 
te tietaiCbe  lobata  fina  con  giufia  meta -.Sotto  duo  ut-  ■ ■ 
gri , & fottibfiimi  archi  Son  duo  negri  occhi  ,anz)  du» 
cbian  Tutofi  a riguardar , a mouer  parchi  ; Intor- 

no cui  par  cb'amor  fiherzt,  & uotizEt  ch'indi  tutiA 
la  pharetra  f carchi, & che  uifibdmente  i cori  inuoli, 
d^jundiil  nafo  per  mezp  U uifo  feende.  Che  non  troua  l'uu 
uiJba,oue [emende. Stato cfuai  fiàtcpiafi  fia  duo  uaU 
lette  La  bocca  jfiarpt  di  nano  cinabro , Qniui  due  filze  fin 
di  perle  elette.  Che  chiude,  ^ apre  un  hello,  & dolce  la- 
broQgtnA  efconle  cortrfi  parolette  Da  reuderrnoUeOm 
giri  cor  rozzo,  & fcabroJìmiift  forma  quilfoaue  tifo  t 
ch'apre  afua  pefta  in  terra  il  Taradi/o . Bianca  neue  i il 
belcollo,e'lpetto  latte;  il  collo  i tondoni  petto  colmo  ^ 
largo.  Due  pome  acerbe,t  pur  d'auorio  fatte  FengontojO' 
uan  come  onda  al  primo  margo , Qjianib)  pitceuol  aura  U 
mar  combatte.  TÌsupotrta[altrepartineder.Argo.  Me» 
fi  può  giudicar  ; che  corri^imde.4  futi  cb'apparéfuor^ 
foci  eie  taf nMrir,  tdofitau  k brani»  fi»  imjiira  jwM 

UtU 


s 


Venere 

. Et  U fita'iiJa  Miti  jj>eJìo p Mede  Tjinghetta  alifuinto , tir 

dt  Ur^bc^ axgMlia  llbreueafiÌMtio,&  ntomiettopie- 
de . CU  aa^eUa  jembuMii  nalim  culo  tipn  p pomi»  ie~ 
Ur  fatto  d bel  Melo . H-iMea  ogni  Jiufparie  nn  Laccio  tefo. 
.0 parli,  0 nda,o canti,» pupo  muoka,'Hs  miramglia  è, 
fcRMggierneèprep,Tonbelaut»  benigna  fela  trona , 
<ollei  fn  maga  ,&  incanutrice . ,Aluua  bruttifpma, 
■Media  1818. 

Diagora  feriio , che  per  la  pia  belle:^  fu  comperatoda 
Jìemocrito  cento  dramme  acciò  liudupe,  diuenne  Thito- 
ftpho , & perche  non  bauea  religione  & era  incredulo  Jii 
ideilo  ^ibcoi. 

Dtoac  m-idre  di  Verfeo , aedi  ad  eP»  Terfeo  a 474. 

ì-»aAini  ISelUjpma  pgiu  d'Antonino  Tio;  Hr  moglie  di 
Mai  co  Aurelio,  ueM  ad  ePo  Marco  Antouioa6^^.al 
pio  luogo . 

•«7  Cai  a.  fu  donna  bellijpma  ep-  bonePiffiiiia,  famofi  per  tutta 
ItaUa  .Dan.  "Peraltro  fopranome  noi  conolco  Se  noi 
togliepe  da  jua  fglia  Caia  ; parlando  di  Gerardo  da  Tra- 
Migi  della  famiglia  del  Cainino;laifualffepo  h.-bbeil  pria 
iipaio  ut  Trauigi;  CoPui per Juoi  oturm  conpgli  dr  uirtù, 
fu  chiamatoti  buon  Gerardo , 

ìierfe  belhffima  pgliueta  dt  Cecropi  Re  di  Athene  ,di  cui 
finnutnorò  Mercurio,ueé  la  Porta  ad  Aglauro  a ji). 

Olimpia,  celebrata  dall' A a 1.  Ir  bellej^  d OUmpia  erau 
dtcjuclte  ,Chefonpmrare,e  noHlapontefoia,CUocihice 
le  guaucie,»  le  chiome  hauea  belle, La  bocca,el  uajo, gU  ho 
meri,  e la  gola  ,Ma  dipendendogli  dalle  Mammelle , Le 
farti  che  falca  coprirla  fiolapturditàta  eccellitia  ch'an 
teporfe  A quante  n hauea  il  mondo  potean  forfè,  t'inceom 
m di  condor  le  nem  intatte , Et  eran  pm  ch’ouorio  a lot- 
tar molli  ; Le  poppe  ritondette  parean  latte, Che  fuor  de 
giunchi  a t boraathora  toUippatiopa  ior  tal  difcédea , 

1 Malfatte  sper  urggianpa  picciobni  colli  >L'»mbrop  noi 
in  fna  lìagun  amene , Che'l  uemo  habbu  di  nelle  allho 
rapiene  .1  rdeuati  ponchi , e le  belle  ambe  E netto  pm 
thè  Ipecchio , U Mentre  piano  Tareano  fatti,e  quelle  cap  * 
li  i.be  Da  Thiéa  a tomofida  piu  dotta  mano.  Di  quelle 
farti  debboui  dir  anche , Cbepitr  celare  ella  bramaua,  in 
nano , Dirò  infomma  ib'in  lei  dal  tapo  al  piede . Quan, 
t'effèr  può  beiti- tntta  fi uede.Se  f»pe Pata  ne  le  ualli 
Idee  yifla  dal  Vafior  Thrigiofo  non  sò  quanto  yener  ,fe 
ben uincea quedCaltre  Dee,Vortaio bauiP» di  beUexxetl 
Manto , He  forfè  no  fattane  le  Amulce  Contrade  epoa 
titolar  l’hofpitio  fiato;  Ma  detto  hauna  con  Menelao  ti 
refa  Helenapur , cb’alera  10  non  uà  cbequejla . Etp fbf 
p cofUt  Hata  a Crotone  Ciuando  Zeuji  timaginefar  uoL- 
p.  Che  por  douea  nel  tempio  di  lunone,  E tante  belle  nu- 
de infieme  accolfe,Et  che  per  una  farne  m perpttioue 
■Da  chi  una  parte , & da  chi  un  altra  toife,  non  hauea  da 
torre  altra  che  cofei  ; Che  tutte  le  bellet^  erano  in  lei . 
Rachel . donna  di  tacob  patriarca  fiedi a lacob a 11. 

4'  Stuolcndo  lodare  una  danna  di  belleg^aiedi  a Zeufi  pitto- 
reSop.&a  Simone pittore  al  detto  luogo.  CT  a Laura  te 
debrata  dal  no flro  Vetra  rea  ,doue  tmuerai  tutte  le  lodi  da 
tele  daePoTetrarca  a 65  f.alluago  pio.- 
«8  Vaghezza , idefidcmo , tr  brama  di  cofa  che  diletta . LaL 
,tienuPai,gratu,fua»itat,puUhrttudo,  cupiditai , iepor, 
i T.  de  ii  o C.  SÌMal  yoghet^t  di  laurofi  quiHi  uutr 
tfo,Cotal,  HiRia,  ’Piea  di  ya^oex^ , yogher, 


C I E L O Venere  9 1 

Che  mi  mettepe'mcor  Ifoua  yagheg^a.  H cl'agbc-Ztlf 
di  preda , ne  odio  .Mifero  amante , che  yaghezza  il  me- 
iia.lduejla  tuta  donna  nùmenò  matti  anniTien  dtya- 
ghcT^  gieuaml  ardendo . y alar  ne  gli  occhi  alimi  per 
Jua  yagheg^a  . Gli  occhi;  per  quanto  la  yagheg^a, 
che  gli  Ipii-ge.  y olirà  yagbex^  aiqiieta  un  mailer 
d'ocihio. 

Vago,  bello , innamorato , & i qnello  che  prende  diletto  di 
loja  molto  de  fiderata . Lat.  uenuPns,  uagus,[kaui>  gra- 
tiofus  ,amanas  ,lepidui , cupidui.  P*x.  yago  D,ftr, 
Defio,Cer,Tenfier,AuerJario;yagbi  Occhi, Senfi, 

Luci , yaga  Alma , langu  ì , Mente , yita  .Cliocchi di 
pianger y.  gbi.O  yaghihabitatordeucrii  bofcbi.Cb’i 
farci  yago  ut  uoltarla  uela.  l'ago  de  bri  rami.  TiencCun 
yagopenfier  che  mi  difuia . Deh  bor  fop'ie  col  yago  de 
la  Urna  Addormentalo . iicf  Endimion  difiofo  della  La- 
na, onero  innamorato  della  Luna. yago  d'udir  nouclle 
olirà  mi  mifi . di  ueder  pm  yago . come  inconflante , & 
yaga  Timida  ardita  Mita  de  gli  amami  Fanno  le  luci  mie 
di  pianger  yaghe . B O c.  yaga  Luce,  ideft  bella . Io  fon 
fi  yaga  della  mia  bellet.'Za,  utefi  difiofa , efr  innamorata. 

Si  come  yaga  di  ueder  cojè  nume . T na  figliuola  i fiata  fi 
yaga  del lufigimolo . yaghe  Donne,Canxpni.  ideSl  belle, 
yaghi  di  petunia . Si  come  y agili  d’efier  ciafcnn  il  piu  ho 
norato.  Con ghocihi y aghi  & leimillanti, Delle f emme 
era  coft  yago,  come  pino  i caniiiclle  bafionate.  di  che  eh- 
laéyaghiffima. 

Vagheggiatore.  Lat.infpe(lorfidmirator,&  cenrempla- 
tor.Bo  c Diegofiqnale  efìendo  del  corpo  beUiffimo,^ 
tàipmgranyagheggiatore.lonebonemicié  miUeue-  ' 
dutt  yagjieggiatori,  amatori . 
yagheggiare.  Lat.  contemplarifidmirari,amaMterfeu cu- 
pide inpicere.  P.  £ T.  C be'n  uagbeggiar  noi  Heffa  baneié 
Hanchi.E^lfotuaghrggio.  B o c.  LuiuagbcggyarU  ma- 
gltedi  mrfier  Francejio.  Che'l  tempo  cbtLggierife'n  Mo- 
ia, tutto  in  uagbeggiarmifpefè . Et  lungamente  fiata  ua- 
gheggiata  dal  duca.  Che  ungionane  molto  da  bene  la  ua- 
ghegguua  diferet amente . 

Inuajfitirt.  Lat.  obli  Sari,  & cupidum  fieri . B o c.  Mefier  ggp 

10  prete  ne  inuagbl  fi  forte, che  ne  menaua  ifinanie . Del- 
quat  fallane  il  fanciullo  mio  ift  forte  muaghito  J.  dtuenu 
todafidcTofo.Vic  .CUoubimuaghiroaUhot  fi  delorguoL 
Tium'inuaghifie,doMe piu  ni incende. 

CtztixLat.  Crdeannaoudolet  Tre  fimo  le gratiefiioi  Am 
glaiafibe ingreco  figmfica  fpicndido.  Eupàrofinafibedi- 
uata  Letiua,&  Tbaba  fiorente,  & nereggiante . P s T.  *. 
dr  B o c.  Gratta  Spciule.Somnu, Tanta, Gran  Grafia  , 
.Crandifiuna . Ter  quantotgb  ha  tara  la  uofira  Grafia . 

11  Re  gli  rendè  la  fna  Gratta . Gliocchi  per  Grana  gira , 
yergine  facra  d’tgm  Cralia  piena . thè  tarde  non  fnr  . 
■mot  Grafie  diuine . Grane  cb’a  pocbi'l  del  largo  defiina . 

D A n.Tionèl'affettion tantoprofonda;  CbebaSiarea 
fier  noi  Gratin  per  Grafia . 

Gratitudine.  Lat.  grana.  Bo-c.La  Magnifica  Gratitudi 
ur  é TitOi&periióche  la  Gratitudine (Jeconda  ch'io  crtm 
da)  tral'aUre  uirciifommamente  da  commencUrt, 

Grato.  JU/.  grami.  Bo  c.Grato  Seruigio.Jl  Re. Carlo 
uerfijnoi  irouammaji  Grato,  Grata  yennta,  Amifiàrtr 
-.Coiiclnfione- 

Gratiofo.  L4l.&eMcharisfiifiepidui.  B o c.Cratiofio  CeUm 

M ‘ iq 


Venere  CIELO  Venere 

tiThKoma.TiteatHttii  R<mumCmiofo.Tantolttta,&  ,AgeitoUTt.Lat.fa(ilemreddcre,txptiin ,expliure .ud  (-ji 

Grjtiofii,Crat»ofiJfime  Donnei Gratiofijlimamrme rt~  faciiitarc^ioèfjrfaalc.Boc.Et  ^ne/io  preji  non  per  ' 
tenute  furono . P E T.  Gratiojò  Dono  .Dan.  Gratto]»  ageueUrti^a  per  rfitre pm  toflo  luto.  D a k.  Se  l'age- 

fialor nederti gfiai.  •‘olòperlajnania.An.l.Miratolfn.thefentì  alfiniel 

t-jo  Ringratiare.  Lat.  ageregratias . P K T.  ér  B o C.  Incomin-  noto  Crefierfi  forza , e agenolarfi  U nnoto  .Blu.  lo  ni 
ma rmgratiar Idèo . BjngratunJa Idèo . RingratiaaJo  agenolerò la Innga nia  . 

uatnra  e‘l  è thè  nacqni . Dio  ringratiando  a meztl»  »«*•  Malageuolc . Lat  èffit  ilif.Bo  c.  Ma  poco  MaUgenote 
te  m fretta . ^frai  cortefemente  ringratiandolo . lo  rm-  glt]n.  EgU  i molto  MaUg  noie  ad  una  donna  il  poter  tro 

grattarono  quanto  miglio  frppero^  piu  poterono.  Et  ton  nare  miliejionm  ioro . Malagenoimente  , Malagenoltp. 

putofi  core  ringratiò  Idèaabe  lei  non  banca  dimentica-  fintamente  .Dan.  Ch'era  ronthiojò , Slrttto , &■  Ma- 
ta .Et  come  mtgbo  pnote,&  frppe  ringratiò  il  canaliere.  lageuole . 

Oni’K)  amor  ringratiò . Ringratiò  Ini  ; che  gmfti  preghi  Malagcuolezza.  Lat.  èfflcnltas.  B o c.  uUaqnale  fenza 
bnmani  Bemgnamente  fna  merceè  afcolta . In  atto  & gran  Malagenolezzp  andar  non  patena . Jltbe  con  gran 
mparolelartngratio.Etalfignorcb'i  adoro  tà-ih'iorin  Malagenoleip^ ottenne , 

gratio . uedi  1 94.  Latino,  lat.  factlu  .lì  a k.  Si  che  raffigurar  m'i  più  Lati 

Ingratitudine,  lat.  ingratitndoaittamen  hoc  nocabnlo  Ci  no . idefi  facile . & però  fi  ète  Latinamente . idefr  latti- 
ca 0 non  nfui  efl,]ed grato  potins  ai  banfla,  ut  in  epiftolis  mente,  ér  largamente . 

ad  .Attitttm  .Bo  c.  La  Ingratitudine  i un  grandiffimo  Mercè.  Lat.  gratta, mnnni,pietai,& nenia  ;nalgratia, 
peccato  de  popdi,  &ifi  raècata  in  quelli,  che  non  fi  co-  P e t.  yofira  Merci  cui  tanto  fi  commijè . Merci  è quel 

mctaUre  cofe  inuecchiajaia  ogmdì  piu  nerdegermcglia;  f gnor  che  mi  èè  forza  ,B  oc..  La  buona  Merci  et  Iddio . 

& dopo  i fiori  cèdute  mgrandiffima  copia  i frutti  fnoi  nel  Martellino  gndana  Merci  per  Dio . idefl  pietà . La  fna 
la  Epiftola  confortatoria . Hanendo  riguardo  alla  ingrati  Merci,  ideh  grana . Che  la  Iddio  Merci  non  mi  btjogna . 

tndtne  è Im  uerfo  la  mia  madre  moflrata.  tc  -ri.  Seito-  Voflra  buona  Merci . Lat.  dono  nesìro . T^una  co]à  ua- 

gm  altro  peccato  affai  piu  quello  De  l'empia  ingratitudi-  lendote  il  chieder  Merci  co  le  braccia  tn  croce.  Gran  Mer 

uethnomgrana;Eperqneflodal  del  l'angelpin  belio  Fu  ci . ueè  a 40. 

relegato  in  parte  ofeura  e tana  ; E fe  gran  fallo  affetta  ÌAercedeagratia.B  ir.  Yofira  Mercede.  S'honeflo  amor 
gran  flagello  Quando  debita  menda  li  cornon  lana;  Gnor  può  meritar  merude.  Che  quanto  ptu’l  tuo  aiuto  mi  bifo- 

da  ch’afpro  flagello  in  te  non  f tenda  ,Chcmfei  ingrato,  e gna  Ter  domandar  Mercede.  Et  fe  pietà  anebor  può  quan 

nonuuoi  farne  emenda.  t'eUaflnle  Mercede  haurò.  Bemgnamente  fna  Mercede 

Ingrato.  Lat.  & acharit  .P  ir.  Ingrato  Mondo , Ingrau  afcolta..Alfome  è pietà  trouar  Mercede.  B o c.Etch't» 

Lingua,  Qjieflo  Ingrato  èrà.  Et  tal  mento  ha  chi  In-  gli  pècao,quàto  egli  a me  piace  ./{mor  la  tua  Mercede, 

grato  frrue  .Cb'a  gl'ingrati  troncar  a bel  Siudio  erra . .,1  frettando  da  tuo  poter  Mercede . ueè  440. 

B o c.  Per  iKui  parere  Ingrato . Chi  i flato  uerfo  il  uo-  Cildo,grato,piacere.  Lat.  gratut.  Pn.La  rita  che  per 
fhroutlert  Ingrato  . altro  non  m i Grado.  Et  prenè  in  Grado  t canguttèfiri. 

tfX  Venuftà.  Lat.uenuflat,gratia,& ut  docet  Cicero  yenufla  Cba  nome  una  uh' a molti  i fi  a Grado.Boc.  Luiafiai 

tem  famtna  ; ègmtatem  uim  canuenire . i fcei/e^  è acconciamente,  & a Grado  feruendo . Che  loro  ucmfsero 

corpo , tir  grana  ne  gli  atti  ;&  nel  parlare . T.  yenuHo  a Grado , 0 in  piacére,  uedi  Pinéte . B E M.  Liggefi  mal 

Iguardo,  Mfretto . grado  uoliro . T r. 

Allenente.  Lat.benemcratns  .bonaindolis,  & gratiofus.  Leggiadria  nenii/iaj.rt-agifi/ai.  P Ex.e>* 

ualapparefcente,gratio(o,ttUegr».  da  auere.  Lat.per  effe  Boc. Leggiadria  PeUrgrina,Smgulart,yfata,yera,MaÌ 
re  allegro.  Boc.  La  fanciullaqiereioehe  bella,  Agenti-  molà,Jgmida,OmaU,  Giunta  honrfld  con  Uggiadna.il 

kfea,^  .Xueneme  era  .IlReueggendola  bella, giouant  folnonuide  tanta  Leggiadria,  Uggiadne  compiute, 

ifr  Mueneme  non  feppe  èfdtreJEfiendo  coflei  bella  donna  Leggiadro . lat.  gratini,  uenufius , ó-  agiltt  .Ptr.& 
tir  .Anenente.i.gratiofi . Gmusne  m dafeuna  cofd  afinto  • B o c. Leggiadro  Core,Difègno,DuloredIabM,Torta- 
<<r  .Anenmte . memo,StUefUime,Tenfter,yiJoJ'elo,Cafligamento,Leg 

Apparifceme.i quello ifleflocb’i.4uenente.tteè a 1411.  gìjèa  CagionJ>onna,Cente,Gonna,Opra,yendetta,ye 

Ageuolezza . Lat.  facilitai,  gratta , uolnptas . ual  gratin,  ftafieteXtcìo  i acre  Domie,TaixÀe,  Canzonette, .4ni 

piacere , eirauantaggio.  Dan.  Et  quali  Ugeuoiegge,  me,.Artiàitme,Cofe,  Leggiadri  Modi,'ÌÌ^,  Occhi, 

& iltali  auangi . Sègm,  ytfi.  Rami,  Gmuani,  Uggiadnffimo  Guuanetto  , 

Ageoole.  Lat  a^.faalisflacidut, cornei,  i proprio  queL  Leggiaèetia  Scorgajaggiaèetto  Guanto  fr'eb,  Uggpt 

lo  che  fi  moftra  ad  altrui  grato  .Boc.  QneHo  gli  parfe  dretle  yefie.  Leggiadramente . 

.rigeuoU  per  f ufficioa.faale . Sono  troppo  piu  .AgeuoU  a G entilezza , uedt  a Gioue  a 404. 
riprendere  che  ad  emendare.  Spepo  io  le  noci  in  prtegbi.Cenùl,&Geiitile.maf.Lat.nobilu.Pnr.&Boc -dt-  A74 
per pi-dgencètmentt élla  Luna  ufate,rinolfiÌH  minac-  to,.AièoTe,Collt,Core^tfito,FocofriabaoJiamo,Colo»- 

tk. idefl preftezzpitycorfi élla Luna.1r  i.idPè.Agt-  ntfr, Stato,  Sangue, Defìr,Cuardo , Miratol,Tarlar, 

nolmenre  fipiegòap^hideW.Ahate .iéQ facèmentt . Torto,SdegnoiSpirto,Signore,Home,Huomo.Lat.pa- 
V n. CaltropuMgiufoMgeuolmenuporrt.com  per-  • anuns.Canhho  ùnuofo con  le  operatiom  buone  fanno 
é Mgeuolmente  in  un  mattino. D a s. La  piu  romita  l'hkjuiOydrtaéttaGentéT  a.&'fem.Gieaane.Mgna, 
mayerfò  èquella  Mgeuolt,&  aptru  Ugenoinuntt  Mnont,Muraéracaa, Colonna ,Cefa,Fidanza,Fera, 
komaififal»,  Laura,Qmbra,Terfina,Tianta,Ttaau,Tela,Mltna^ 


Vi  nere 


C r B L o 


Venere 


JNimi  foprac^.’ù  altra  Gentile.  Gentili  hkomini.  Lat.  S a v.i prathfi .Abbracciari . 
frticrtt.  .Aiumi , .Anime , Gentilifinna  D-'niu,  Certi  .Abbracciare.  Lat.  amp/e(ti,tompleSi,amptexari,cb'tene- 


Ce/udotti . Genlilcfco  .Dan.  Dantu  è Geniti  nel  citi , 
ahe  fi  compiange  Di  quello  imprdiim-nto . .Amor  ih'al 
cor  gentdratto  >' apprende . A R t.  Ch'amar  di  far  Gen- 
tile mi  cor  mllano  ; E non  far  d'ien  Gi  ntd  contrario  effet- 
to . nedi  ^04. 

I ingentilire.  Lat.  nobiUtarefe.  B O C.  pimi  i ingentilire}  & 
per  me g'ie prefe una  giontne  Gentil  Danna . 

Cortefia.  Lat.  benefieeniia;  nmniis, liberalità!,  i liumana, 
til- gratula  liberalità  con  deflri  & moderati  co}inmi.cofi 
detta  dalle  corti  de  buoni  "Principi, ne  quali  lèmpre  tal  uir 
tù  dee  nfflendere.  P t T.  dr  B o c.  Ter  Somma,&  Inef 
fabd  Cottefia . Due  alberga  honeflate , dr  Corte  fia . Ter 
Corte  fta  di  lui , Cortrfia  in  bando  .Sia  pie  tà  per  me  mor- 
ta & Cortefia . "Upua , .Alta , Magg  ore.  Tonerà,  Cor. 
tefie  Maggiori tSmifurate , Marautgliofe , Liete, Tre. 
Sic , Care . 

6jq  Cortcfe.nW benigno,& liberale. Lat.nmnijicu!,lihtraìisM 
mgnuijicnefiiui/lemenid'g'nu»!  Pet.  eJ-Boc  Cor 
tefe  m if.Cielo,.Apnle,.Afitto,Delire,Dono,Giro,Kagio 
nare.  Signore,  demi  fta  Cortefe  quanto  Infogna . drf-m. 


re  complexum  aliquem.  P e r.  .Abbracciar  (ombre. Fot 
rt’l  nero  abbracciar  lafciando  (ombre.  Ch'abbraeii  quel 
la. Mentre  le  parla, & piange, & poi  ( abbraccu  Et  nulla 
ftrmgo,dr  lutto' l mondo  abbraccio.  Boc.  Egli  fi  Hrug- 
gea  tutto  d’andarta  ad  abbracciare.  Toflo  leuati  !Ù,ud  ab 
braccialo . .Abbracciandola, dr  bajciandola  piu  uolte  -db 
bracciandola  jìretta,  non  che  mille , ma  piu  di  cento  mila 
uolte  la  ba(eiaua.  Lat.  ai  Buri  amplexu,  dr  compir xu  ta 
nere,&  in  fmu,dr  in  complexu  tenere,  & tenere  ample- 
xum,eomplexu.  .Affettuojamente  corfe  ad  abbratcurlo. 
Contentate  il  piacer uoflro  d'abbraaiaami,dr  à bafi  iar- 
mi.  Ignudi,dr  difcoperti  dormire  .Abbracciali.  Hel  letto 
trouaruno  I due  amati  .Abbraciiati.ucdi  (Indice.  Dan. 
Com’i  credetti,  fa  che  tu  m’abbraccie . Come  quella  che 
tnt to' l piano  abbraccia  j.eirge . Chi  di  lor  abbracciar  mù 
faceua  gioito  Dt  quelle  braccia  ardite,cb'abbraciiarn  a 
flra  figlia. i. abbraccierò . Ter  abbruci  iarmi  ccnfigran.  't 
affetto . Et  (altro  abbraci  iaua.  lat  ampledi  intrr  fé.  tUm 
ter  fe  complexoi . Rii  ornò  uc  rlui,dra  bbracciollo,abbrae 


eiommi  la  lefla . 

Roman.i’,Domanlt,Lotcrtsi  limanti, -dtli,Coliùmi , Rabbraciiare.  Lat  iterumampledi.B  oc  Et  cefi  detto  da 
Huomini.Gltoccbi  Furiiii  nel  cominci  ir  tato  Cortrfi.  Che  capo  il  rabbracciò.Taniti  cofloi  0 1 g ouani  fi  rabbraci  ia- 

tua  ragion  Cortelémente  dica.  Cortefémente la  domandi.  ronoinfieme. 

Corlcfementeriffofe  .D  fi  N.Terò  \e  (auer'ai-h  (Cagni  Imbracciare.  Lat.clypearebrarbium.B  o C.  Reeatofi  la  là 
male  Cortefe  Fu.  Et  donna  mi  chi.imi  Cortejè , & bt  Ua . cu  in  mano.dr  chmfafi  L mfiera  deU'clmo,et  Imbraccu- 

todbuon  feudo. Th. 

Congiungimenti.  Ltt.amplexui,coniun{ho,concubitus,  677 
ccutuidou gli  duUi,dr  ultimi  effetti  ^‘jnnirr.  B o c.L’huo 
mo,&  la  donna  douerfi  ajlenere  da  cefi  fatti  Congiungi- 
menti .Tfgquai  primi  Congiungimenti  affettuojamente 
dal  conte  cercati. Ipuceuoti  aLhracciameniii&  Congiun 
gimenti  ddetteuoli.  Et  cofi  furtiuamente  li  loro  Congiun- 
gmienii  contmouando.  Ma  come  marito  i fiioi  Congtungi~ 
menti  cercai.Thebo  la  Congtungttrice  flella  lafcuia.T  h. 
Thoiion  i detta  da  greci . 

.Allettare.  Lat. alledare, 0 allicere . ual trarre afè.Vsr. 


O aniiiu  Cortefe  mantouana.  Et  tu  Corte f-,ch' ubidijii  ta 
Sio.  Figliuol  mio  ; dijie  il  maeflro  Cortefe . 

Cortefèggiare.  Lat.  mutuficentu  uii  ual  far  cortefu.  B o C. 
He  peri  del  cortep  ggìare  éuenuto  fianco. 

Luflnghe.  Lat  blandttia,  idulationn,  afìentationei fin pa, 
iole  finte,cSfalfe  accoglienze  per  tndur  altri  a fare  d fuo 
uolere . P E T . dr  B o c.  Lufinghe  Ingannatrici , Finte , 
Falfi,Cafle.  He  per  Lu finga  del  padre,  Lufmgheuole  Spe 
ranga. .Amore , Lufn.gbeuoU  atti , Lufmgbier  Crudele, 
blandicui,  blandicului . Mi  c redi  bora  con  tue  finte  Lufin 
gbe  lufingare. 


Lufingare . Lat.  blandiri/tdulari,palpare . P e T.  dr  B O C. 
Lufingalo , fagli  uegpti . Cleopatra  lufing.it a dalla  fuper- 
bu  . E V.  Fano  errore  uiLufmga.  Speranza  mi  lufn.ga. 
.Amor  con  fue parole  lufingando , mi  riconiufie  alla  più 
gon  antica . 


Ma  fi  com'buom  talbor  che  piège  tìr  parte  y tde  cofa  i he 
gUocebt , e'I  cor  alletta  .Dan.  OnJCefia  tracotanaca  tH 
uoi  (allctta.i.onde  quella  fuperbia  i tratta  ; & pofia,  dr 
aggiunta . Terche  tanta  uiltà  nel  cor  aliene  i Kki.L* 
fredda  notte  ogni  animale  alletta . 


Blandimenti,  lat.  bLandimentaJbUnditiaetdulat'ionesffo-  Baici,»  Baci.  Lat.  ofiulumail  inter  amicos,  Bafium  ut  inter 
no  carezze, con  lufinghe.  B oc.  Che  con  parole , cenni,  » parente! . Suauium,  uoluptatis  a fuauitate  diBum,  ut  in- 

BlanJimemi . nelle  Ballate . ter  amante!  .Boc.  Bajci  Honefii,  .Amorofi,  conofeend» 

Adalitorc.  Lat.  dr  blandu!,iflentatOr,palpator,et  palpo.  quanto  piu  Saporofi  fileni  Bafiideb'amante.yn  fol» 
Ar  i.yolta  la  turba  .Adulatrice  lipiede.  Bafeio  Grandiffimo.il  prete  dandole  i piu  dolci  Bafciozxi 

iq6  .Applauiere . lat.&  aUudered.ttan.uatblandire,dr  carez  del  mondo.  K%\.MaBacichetmitauan  le  colombe. 

gare  con  atti  &grfii  delle  mani  drdel  corpo.S  AS.Tut  Bifeure.  Lat.  ofculum.  P t r.  Difpralbafciar  fie'nuecedi 
ti  con  Iteti  gridi  andauano  applaudendo  d'mtorno,  cr  fa-  parole . 

tendo  marauigliofa  fefia  ; fi  come  a tal  giuoco  fi  conue-  Bafciare . Lat.  ofculariJb.ifiart,&fùauiari.  P E T.  Bafciale't 
ma.  A R i..Amor  che  dolcemente  ne  1 prtncipq  applaude,  piede,  ola  man  bella  cS"  bianca . Bafi ioUe  fi  c he  rallegri 

.Acuicolcore  econlahnguaapplaudo. 

Czrtize,f'egji,auezzare,carez^re. uedi a Ijdj. 

Abbracciamenti.  Lat.amplexut.  Boc./ Tiaccuoli-dbt 
brai  lamenti.  Dopo  mille  .Abbracciamenti.  Di  non  uole- 
rede  fuoi  .Abbraccumenti  inaUuna  mamera.V  Abbrae 
tante  tllera  autngu  il  robufio  Olmo  .Th.  Et  ueggendo 
U untrt  Lagnms , gli  Abbr acciari  ,&  gli  boncSli  bufici . 


ciafeuna.  B o c.  £t  abbracciatola  la  uolea  bafeure.  Hor 
m bajeia  ben  mille  uolte , Io  bafei  li  glioci  hi , che  m’ba- 
uea  morta . Et  tutti  bafciandagli  in  bocca.  Tfe  ficea  al- 
tro che  bafciarla . yna  uoltafi  bafciarono  alla  tfugiafea. 
Bocca bafiiatanon perde uemura . D A N.Effèrbafciato 
da  cotanto  amante.  La  bocca  mi  liafcii  tutta  tremante. 
■bafciaifi  una  con  (altra , Et  bafiiauaufi  mfieuie  alcuna 

M inj 


Venere 


C 1 B L O 


Venere 


M)/m  . Bafciommi'l  Molto 

Lafeiuia.  IM.  petMtamm,mollitiei,molIiludo,&  neqMÙia , 
P E t.£ì  nofqued  olio-Ù'  dt  Lalimu  humana. 
tfi  Lafciuo.  Lat.  &■  proiax,  & a^tus , fetulaus  , bbidinofMS, 
kmreMS,lMXuriofMS,mollis.  B o c.  Laftina  t'ita  ,Sono 
diueiiMte  Lafcike.  CioMaiuiit  Cannule  ,&  Laftikc  ,Di- 
Menuti  Lafiiui. 

Libidine.  Lai.  libido  ,fluxkra . B o c.  Centrala  inqneflo 
IMO  (ommiaitutito  alta  tua  libidine,  et  nella  mfoneamo 
rofa  . Iquai  beau  }i  tengon  f.M , quanto  Tiu  a tal  Ubidint 
gU  reca . 

Lufl'tiria . Lat  luxus  ,fluxiira,  nrquitia  ,pelMlaniia , bbi- 
do  .V  BX.  Intuì  Lijiuria  fa  l’ultima  proua  .Hoc.  Se 
mai  in  Lufjuriacvn  alluna  fimina  ptcìaio  hautjìe  dr 
nel T H. Similmente  li  fia  la  LuJ.uria  ninma ,laquale 
conciofta  cofaihi  tutti  gli  altri  unv.  da  combatter  fta,fula 
i da  fuggire,  Quefìa  è del  corpo, et  della  borfa  m n.iiajLon 
la  fua  torta , &faJlidlofa  dolctT,^ . Seguendo  la  Jinten- 
^ di  Sophoile , & di  Zenone  éunli  t he  la  Lufiuna  i da 
fuggire,comefunofaf gnotia . Fotofa  Lufluria  Lupurian 
Il  rami  .ideP  trefcenti  oltre  il  douere.  A m.  D a n./'e- 
drajp la  Lujfuria , e’I uiuer  molle.  Toi  è Cleopatra  Luf- 
furiofa. 

Lufluriofo.  Lat  Luxumjiu,  nequam . 

Lu(rnrio(ì,c!r  Laf  im  celebrati  da  nojlri  poeti,  Bibli,  Carlo 
primo  Jir  di  Vuglia,Cleopalr4,Mirra,'Penelope,Thedra, 
TafipbeAaab,Sardanapallo,Semiramis,Teriv. 

Carlo  . Lai.  Carolus,fecondopgbuolodi  Carlopnmo  Redi 
"Puglia;  di  tafd  di  Francia.  llqualfuzoppo,ouerofiianca 
to,  fu  muko  lupuriofo , & corrultor  é uergtm  ,diihefi 
pujàua  dicendt, farlo  perche  abriincnti  farebbe  diuenuto 
lebrojoi  hebbe  quefla  fola  bontà  che  fu  liberale,  onde  dice 
D A N.  fedraffi  il  xpppodiOicrufalemnie  Segnata  con 
un  Ila  fua  bootaie  Qiuado’l  contrario  fegnerà  un  emme, 
che  uicnea  fgmp.arc  mille,  pcrciotbe  fu  macchiato  i in. 
fimti  uilif(&  altroue)Guglicimo  fu;ihe  queUa  terraplo 
ra.  Che  piai  ge  Carlo  & Fedtricouiuo. 

Clcopatra/a  pgfiuola  éPtolomeoTitoiie  Re  d'Egitto,  tir 
forella  ,cir  mrgbe  di  Plotomco  Dumi  fio,  ibiuale  uccifePÓ 
pto  ; er  cpendodtftordu  tra'lRe  fanciullo  la  jorcUa 

Cleopatrajaquale  il  padre  haucua  lafiiata  partecipe  nel 
tigno,  (jr  prigaua  nel  tefamento  il  popolu  Romano , che 
fatepe  la  eSirema  fua  uolontà  eftquirc  nella  cfjm- 
gnaùone  che  Cef are  fé i .Ahfiandria  ,tpa  & tonbeUc^ 
•Ze  & con  ornato  parlare  & dolie  maniera, lequabcofe 
marauigliofamenie  erano  in  tei,  allenò  Cefare  alfuoamo 
re  ; & di  let  partorì  Cefarivne , & dopo  la  morte é Ce- 
fare  ; con  le  mede  fané  arti  tanto  tirò  apM.  ./intorno  che 
egli  ardi  ntemente  ramò, tir  per  lei  nfulò  Ottauia  forella 
4* ùtiauuino . In  molte  debile,  ir.  ingrati  lupo  ufferain 
.Alepandna.  Finalmente  uinto  thè  fu  M.  ./intorno  da  Ot 
ramano, fi  nftggironoin  Egitto,  & .Antonio  uedendeaU 
trimenti  non  poter  fuggire  Ottauiano  fi  uccip;  Cleopatra 
prefa  urna, temendo  non  bauere  ad  ePtre  me  nata  nel  ino 
pboa’uccip  coi  neleno,  altn  dicono  che  col  morfo  dell'ale 
f i uctife,fufemtna  dt  grande  animo,  cr  tnoleo  prudente , 
rna  non  meno  lafciuaflaquale  come  firme  Plutarco, uale- 
ua  piu  per  certa  ui  nuflà , gì  Pi , & medi  pieni  itallet~ 
lambii  che  perbethxxta,  et  però  bi  udite  il  noPro  Dan. 
Toi  i CUopaira  Lupuriofa  JViang/.u  anebor  la  trilla 


Cleopatra , Cbefuggrndogi'imiair^  d.ti  colubro  La  rr.U>. 
te prefefubuana  cr  atra  .& itP  m.  Poi  uidi  Cleopa~ 
tra,  & etafeunarfa  D' indigno  foco . Qjtrl  ehe'n  fi  figno- 
ril , e'nfi luperba  F’ifia uun prima ileftr,  ibe’n  t gitto 
CUopatra  hgò  ira  pori, &l'hcrba.  Ari.  0 la  Rigma 
pilendidadi’Umo  Hauru imitata  con  mortifer  fonnoX 
llcopatra. 

Mirti,  lai.  Myrrha.coPeii  innamorò  di  Cina  Re  di  Cipri  <go 
fiio  padre,&  ociultamimr giacaue  1 5 bii per  me^  deU 
la  fua  balia,  laquale  pngea  leupne  unafannutìa  ite  nS 
uotea  e pere  conofi  iuta . piu  uoltr  gliela  menò  celatamen- 
le  di  notte  al  letto  ,pnibe‘l  padre  uagp  di  conofcerla,  con 
tro  alla  data  fede,!  aicorfe  ch'era  la  fua  pglia  ; onde  pie- 
no cT ira  & di  furore , cercò  d’uccidirla  ; ma  ella  aiuta» 
dalle  tenebre  toPofuggldo,allontanatafi  da  lui,&  uaga- 
bouda  per  molti  pai  fi  arnuò  m .Arabia,»  uenendo  il  no- 
no mtfe  partorì  .Adone  pgbuolo,&  neoote  del  padre , & 
patebo,&pgbuolo  della  madrealqualepcr  cper  fato  di 
marauigbofa  beUcxtca,fu da  t'olir,  feruidan.ente ama. 
to,ielqual  amore  nidi  ad  epo.Adone  a 94  ì .alpne  per  pie 
tà  de  g'ilddtj  ella  fi  lÓuertim  arbore  del  fuo  nome.  P e t. 
Scnuramii,Bibb,  zf  Mirra  ria  Comeuapuna  pan  he  fi 
uergcgni  De  la  lor  non  concefia,  & tona  iiia . D a n . £t 
egli  a nu , quelTi l amina  antica  Di  Mura  flcierata  che 
diuéne  .Al  padre  fuor  di  l dritt  'amor  amica.  Quefia  a pec 
canon  epo  cofi  uenne  Falfipiando  fé  in  altrui  forma. 

A R I.  £ Mirra  il  padre  ; ifr  la  Cretenfe  il  Toro . 

Pafiphc  pgba  del  SoL , mogbe  é Mtnos  Re  di  Cren  innamo 
rata,&  ingrauidata  dai  Toro , che  poi  che  partorì  il  Mi- 
notauro moflro,ueà  a m J Ari.  Com'odo  Pafiphe  ne 
la  uacca  entrò  del  legno.  E Mirra  il  padre  re  la  Cretenfe  d 
Toroj.Pafipbe . 

Vhedri.Lat.Pbitdra.  moglie  di  The f co, & matrigna  iHtp 
poiieoaiediaéf^. 

Penelope  per  lauttorhà  del  Petrarca  tbabbiam  pofla  nel 
numero  delle  cafiejuecb  a Jt6. 

Raab  meretrice,  Quefia  fu  prima, che  n Ipopolo  gentile  6St 
credefie  alla  religione  del  tefiamento  uecchio,  & combat 
tendo  lopte  Hienco  città  per  non  hauerlo  uoiuto  riceuer  - 
per  poter  meglio  &ptu  lofio  eff  ugnarla , mandò  tre  fine 
perinformarfi  del  fico  & deproceffi  degli  huomini,  cofla 
rodopoaUuni  di  furono  conofeiuti, &hauendo  la  caccia 
dal  popolo  che  gli  uoleano  pigbare , rifuggirono  in  cafa  di 
Raab  femina  molto  accefa  nelle  fiamme  é tenere  .tffa  . 
mafia  iT amore  di  Dio,  & del  proffimo  gU  occultò , o'  do- 
po, perche  haueua  la  cafa  congiunta  con  le  mura  della 
città , li  calò  fuori  &faluolb,  & efia  fu  fola  faluata,per-  ' 
che  con  quelli  fi  compofe , che  quando  lofue  facchrggutfie 
la  terra,  effa  porrebbe  un  panno  ucrmigìio  alle  fuefine- 
SlreàlqualcuedulolefcfiecÓfcruatalacafa.D  a v.Hor 
fappi , che  là  entrò  fi  tranquilla  Raab , & a noRrordb» 
congiunta  dt  lei  nel  ]òmmo grado  fi  figiUa  . 

Sardanapallo  fu  tng  fimo,  cr  ultimo  Re  degli  .Affiti fbuo 
mo  deibtifiimo  ad  ogni  fpetie  effimauata  uoluttà , cefiui 
dìaua  rmcbmfo  tra  lefue  concubine  uefìito,  & ornato, &• 
bfciato  tome  f emina  ;ne<tabum>fi  lafciaua  uedere.Que-  . 
Jla  fi  dcliiwfa.ei  otiofa  una  diede  ficràtta  ad.Arbace  capi 
tana  dePtrfi  ^ de  Medi  che  milttauauoalla  gut  tra  del 
Refii  poter  largii  il  rignottt  lóferinnecÓ  Balefealqual  an 
tbora  tgfi  fi  irouaua  in  talmilaia  Capuano  dcEabilom.et 

perche 


Venere 


C 1 E;  L O 


Venere 


9} 


ftrihe  er.t  àouoin  ajiroia^ia  mlcntitrftee  f imprcfa.per 
xhc  le litlUghfromettemuo  indubitati  mttom;ma  non 
(mz.a  Uboriofi  affatali  ,& fangnmofe  battaglie . furono 
adunque  due  uolle  rotti  da  gU  rfieratt  del  He,  ma  fiualmé 
tetajiidurono,  Terebedtjperaniola  jdluie  Sardanapal 
lo  ordinò  grjodifiiino  fuoco  ,&in  quello  fe,<!ripiu  cari 
amici,&  tutte  le  concubine, & lepiu  pretioje  cojèarji.Fe 
cc  l kpitapbio  della  fua  fepoltura  ut  queHa  fentemta.  So- 
lo quello  i flato  inio,cl)io  ho  mangiato,^  beuto,  & cou- 
fumato  neW amore,  altri  flriuonoMangiajbeut,&  giuoca 
dopo  la  morte  mente  piace,  onde  U a n.  "Hó  era  giuto  an 
ebur  Sardanapallo  Ja.  tnoflrar  ciò  tbe'n  camera  ji  puote . 

6Si  Senrirumis  fu  mogùedi  Timo  Redegli  -djjiriflcÙa  cuion 
gincDiodoro Siculo  ponecofe  fauolofe  .Terciocbe ferme 
lei  cflcre  nata  m una  felua  apprefio  dì  un  Lago  d'.Afcalo- 
uia  città,  & la  madre  pone  unajaquale  quiui  era  adora- 
ta per  dea,(p‘  il  padre giouane,  il  quale  le  facrtjicaua,na- 


cento  migliaia  di  carri  condufle.  Tu  molto  lufiuriàfa.  Ma 
non  uolle  manto  proprio . eteggeua  tra  gumani  t piu  belli 
& dipoi  U mandaua  mlut  go  ,ibe  piu  non  fi  nuedeuano . 
.ideilo  firme  Diodoro.luliino  due,che  finalmeiae  uoleih 
do  ujare  colfigtio'ì{ino,fudalui  uecifa..Alquanti  dicono; 
che  lo  prefe  per  manto,  & a ricoprire  l'infamia  coiiflitut 
per  Ugge,cbefofie  beilo  a ciafeunofare  ilfimile . CT  peri 
diceilHoflro  P e t.  Semiramis,  Bibb,  & Mirra  ria  ; Co- 
me  ciajcuna  par  ebcfi  uergogm  De  la  tor  non  concefia  & 
torta  uta . Toc  uié  la  magnamma  Rtina  Serrar  armi  ) 

eh’ una  treccia  riuolur&  Cabra  ffarfa  Corfeala  Babtlou 
Mica  rouma.  Dan.  Ella  è Sctmramufli  cut  fi  legge,  Cbe 
fuccedette  a Tqjno  ,&fu  jua  jjtojà  ; Tenne  La  terra  cbe’l 
Soldan  corregge.  B oc.  Et  ben  ch'io  babbia  udito,  cbe  co 
tantiornameu  f alea  Semiramu  entrare  nelle  camere  del 
figbuolo  di  Belo.  A tei.  La  mogbe  del  Re  'hljrio  bel/be  di- 
fio Il  figlio  amando  fcelerato  & empio . 


tafliee  eflere  fiata  occuUata  in  una  fjiebmca,&  qumi  dal  Tcrco  Re  di  Thracia  jigbo  di  Mane,  con  Biflonide  nimpha. 


le  colombe  nutrita  col  latte , il  quale  toglieuano  a pa fiori 
qua  lido  muiigeuano,<lr  finalmente  trouata  effere  fiata  da 
ta  a Simula  Vr  e fetta  dopa  fiori  del  Re.  Coftei  adunque  fu 
nommata  Semiramit  per  effere  fiata  nuirita  dalle  colom 
bc, perche  in  lingua  Soriana  Semiramis  figmfica  colomba. 
C refiendo  uenne  di  fi  marauigliofa  beUe3;^a,cJie  Menno- 
ne  buomo  primo  del  c onfiglio  del  Re  la  fpaiò,nefu  in  lei  mi 


bauendoper  donna  "Progne , sforgi  la  fua  fòreUa  Thilo- 
mena,  lequab  per  uendetta  della  ingiuria  ó'  dell'obrag- 
g!0  ficafero  Itis  fico  figbo  et  di  Trogae,cr  al  padre  a man  , 
gfare  il  diedero, & fcguendole  Terno  per  ucciderle,  egli  fi 
trasformò  in  f'pupa,'Progne  in  Rondinella,  Philomena  in 
Rojigtmolo,&  lo  tnfebee  Itis  m Eafiuno,uedi  a Tbilome 
nalahiflonaaó^è. 

tiare  la  prudentia,cbeùZellegga,onde  il  manto  niente  fa.  Strupo,^  Stupro.  LatS>  u u.Doue  Michele  fi  la  uendet  6Sg 
ccuafenza  il  f uoconfiglio.  Era laquef lo  tempo  jqiiioHe^.  tadelfupcrboSirupoj.uiiio.  A R s.EconincendieStu- 

degb  Ufiiri  con  l’efSercito  cantra  Baunanfinj-  afiedaaua  : prileéuine  E le  profane  cofe  ire  ugualmente . 

Battra  cuti  prima  di  quella  regione  r&.  uedendo  Menno-  Ad  uiccrio.  Lat.  &fiuprum.  Per.  Et  doue  hai  pofio  ffe- 
ncjtbelaofitdionebaueaadefieTlunga,nuniòper  Semi  nei.  ,'lfiggb.Aduberituoi.  Boc.  Fofie  con  alcuno  fuo 
tamis,fenza  laquale  non  uiueafenoninmeroreJ'enne  la  amante  trouata  m .Aduberio.  D a tc.Tofio  Ubere  fien  de 

doniu  :& con  àbgemcfl  ffeculando  il  fila  delia  terra  per  (.Adulterio  .Per  oro&perargento.Aiuberate.  Are  i. 

ma  di  fiale  & non  guardata , perche  quella  parte  parea  Riconobbe  C .Adultero  dibotto . Cb"  .Adultererà , e uou 

ineffugnabde  prefe  la  rocca  della  città;  onde  i Battiiam  di  lei  fratello . 

ffirouo  cofiretli  a dar  fi.  Qjiefìo  alla  doma  dette  grandtf-  ineeflo.  Lat.ual  abbracciamento  di  parente to  di facerdote.  . 
flirta  fama:  Et  il  Re  cofimoffodaUebellegge, come  daie  Ar  ì.  Sono  quefi'abre  due  nate  d'inceflo. 

uirtùja  cbiefe al  marito,promettendogb  mcambio  Sofà-  Sodotnicica.  Lat.  ir  padicatio , prapofiera  libido,pederao 
ne  fua  figlia, &dincganLia  minacciò  d’accecarlo.  Uen-  fler.  B o C.  Disbonefiamente  peccare  vi  lufiurta , & ma 
„ noM-  per  dolore  s’impiccò,&  inqueflomododiuentò  mo-  • fslamente  nellanatuTale,ma  nella  Sodomitica  fetegcifre- 
glieM'lfifnoSemiramiSy&dtluipartori'Nfiio.Haueiuio  nodi nmordimento. D a n.Etper  lommorgiron  fuggel 
"nino  prefa  tutta  Siria, & in  quella  edificata  la  gran  òtti  Ut  Del  fegnofuo,& Sodoma &Caorfa.  La  nona  gente  Sa 

detta  iqiniue,  prefe fkccefiiuamente  tutto  l'imperio  cCO-  doma,gp- Gomorra . 

riente , poi  mafie  guerra  a Zoroafire  Re  de  Battiiani,  tal  Sodomito.  Lat.  emafculator,pcubo,tSr  pctdicator,  diuifor,  . 
quaU  uenendo  a battaglia  lo  fuperòait  ucctfej'bimnmen  Cinedus,et  PancusÀ  quello  che  patifceAt  Draucus  i quel 

te  andò  cantra  gli  Egittt,&fn  m una  battaglia  di  una  fa-  lo  che  fa  per  piacere,  a paciendo  diÙum . 

atta  ferito,&  morì,  & La  fciòd  reame  a Saniramis,  Ella  Sodomiti  celebrati  da  nofiripoeti,  DtomfioSiracufano,ue  ' 
notendo  far  cofe  egregie  edificò  Babilonia  fopratEupbra  diaTiranma  })  t . .Anacreonte  da  Teo  poeta  lirico.  loco 

(e,  le  mura  della  quab girauano  fladu  tami  quanti  dì  ha  po  Ruflicncci.  Brunetto  Latini. 

Canno,  C lo  fladio  è l'ottaua  parte  d" un  miglio . adunque  Iacopo  Ruflicucct.  Lat.lacobus.  Fu  coflui  cauabere  Fioren  84 
t recento  e quindici  jòno  miglia  quaràlafei  m circa  Je  miu  tino,  non  di  moba  famofa  famiglia,  ma  abondante  di  rie- 


ra tram  é mattoni^  haueano  ccLtom.He  mattom  cru 
di  hauea  imprefie  uarie forme  difere,& ciafeuna  del  fuo 
colore  in  forma  che'l  circuilofaceua  una  caccia^  m bco- 
go  di  calcina  tolfi  bitume  delta  palude  asfabide.Lafcio 
daetro  molte  flupende  tofe  circa  ciò,  perche  fole  ncbtede- 
rebbono  un  uolunie.  ninfei  Medi,  doue lafciò  molte  mi- 
r abile  optre,hortt,atquedutti, &uie.ymfe  i Perfifioue 


cheg^,cr  é grande  animo ,et  pieno  di  liberalità. Ma  beh 
he  moglie  di  fi  peruerfi  coflumi,  che  finabnentegU  fu  ne- 
cefiarm  di  fcpararla  dafe,&  quefìo  fu  cagione,  che  egli 
rtmafo  fenza  moglie  cadeffe  nel  uttioabcmmeuole  centra 
natura.  & però  dice  D k h.  Et  io  che  pofio  fon  con  biro  in 
croce  Iacopo  RuSluucci  fui,  & certo  La  fiera  mogbe  piu  . 
tb'abro  mi  noce . 


molli  monti  jpianò,&in  piano  molti  monti  fece  per  fèpol-  Blt!,irdc,Tuttane,ConcnbineìRufiani.  uedi  1514. 
ture  de  fuoi  amici.  F'mfrgli  lndi,coutn  a quaU  iremibo-  Fella.  Lar.  uobiptas,gaudium.  P i r.Qjiante  Felle  ffreg- 
.nt^hnominiapie  ,&!Ìnquanta  migliaia  a canallo,^^  adornar  lidi  Fcflo&abcn.Lat. dtcsFeflus,^  • . 


Ycncfe  G 1 E L O Venere 

buerdfiis  dìet  ; la  mr:^  Filili , cioè  ihr  fi  hkor/i  ,drihe  Cinti,Sitoiii.  aedi  fitto  spalle,  tìf  a loo. 
nonliUkora.Bo  c Fella  Grande, Bella, Lnnpa  ,Ami-  BtWi.Lat.ihorea.  P i.  T.DiliamatjuondegUamonfiBat 
(bekule, Tubile,  MaranigLofi,  l/iellimabile,  Dolorofj,  It.  hoc.BalliCofliimati.,AltuniBaUifiitt.DopoaUuH 
Inuitati  ad  una  grandijfiina  Fcfta  da  Imapparccihiata,  Balio.  Eraqkclla,chemegliofapeuamenaretlBjUoii.‘ 
lar.nuptiit.  Ter  douereton  gran  Fella  celebrar  litigi^  chuadtli  ballo  tondo  yo.  uiUefio  D AN.Donnemipar^ 

t(e.  Laiajà  fu  di  luta  Fcfta  piina.&  Fefle Marauigliofi.  iter  non  da  Ballo  fciolte . 

Trmcipab.  Ilfiheggiate  dalle  ftUe.Coft  Iteta,^  Feftante  Ballare.  B o c.  Comandi,che  ogni  huomofifìe  fui  Ballare . 
la  uide.Felianii  Ciouani.  Lat.  Gaudemes,  exultaiurs,bt-  Ballare.  Lat.jaltare,trtpudiare.  B o c.  .AUaguifa  é Maioli 
titia  dedite.  I porti, preghi,  tir  faerifìcif  agli  iddg  Fefteg  ca  ballare.ballando  una  gran  pena  fi  trallullarono.  Toi 

geuoliefultano.  A m.  Li  lor famigli  Leu  Feftiggianti  bailerrmo,&  cauteremo.Ejfa  alla  maniera  .Alejiandri- 

irouarona.  FcHcggia  Coinpagniuole , na  ballò.  D a u.DijScriouerto,conmenihequiballi. 

^gj  Fcfteuolc.  Lai.Ului,feliiuus,lcpidus,ludibudui,iucundui,  Dìiliìfi  ballo  & canto  fatto  per  diporto.  Lat.iborea.PkT. 
hilarii.  B oc.  Felieiiolelluon.o  . Elifi tutta Felleuole.  Ma  cerca honnai  fi troutm  ejuella Danga Mirabiltof. , 
Ftfteuolmeiite  uiuere  fi  uuole-Feftofi, Foghe.  B o c.Cominiiarono  a finarc  una  Danxa . La  Daitga  Tri 

Inulto.  Lai.  inuitamenium,muitatioanuuatut,conuocatio.  utgiana.  Et  piu  Danvji  fecero. 

B o c.  Effi  tennero  lo  Inulto . Lat.  acceperunt  tondino-  Vanzare.  Lat.  ihoreat  dutere  ,faltare.  Soc.  In  fu'l  Dan- 
rum . Senga  alcuno  Inulto  affettare . Qjulìo  caualu  re  garrir  cantar  .A.  dangar  fi  du  dero  dannarono  al^u.tiiia. 

baucua dubito,tbe elJinonhauefiero tenuto l'Inuilo . Et  D A v.Cofiejuelletaroledift'ennii Mentredangando. 
fenza  troppi  Inulti . La  bella  giouane  forfè  tal  uoltain-  Carola.  Lai.chorea  ;è  ballo,  b o c. Menando  Eti,ilia  la  Ca 
uitatrice.  rola.Lo jiolare farjuperta  ncueuna  Carolaalfuono  Sun 

Jnmtare.  Lat.  & connotare.  P E T.  Terthe  di  e notte  indi  batter  di  denti  Dan.  Coji  quelle  Carole  differenti  Mcn 
m'inuua.&  come  amor  m' multa  -d  parlar  tetoion  pietà  tre  danzando.,A  thè  rifjiole  tutte  le  Carole.  Au  i.  Et  co- 
ni'inulta.  Boc  .Al  qual  canuilo  una  parte  de  piu  borre-  me  il  Rojignuol  dola  Carole  Mena  ne  i rami  aldbor  del 

noli  cittadmifeie  multare . Cefi  adunque  inuitandoffefso  uerde  fleto . 

la  giouaneKuftuo.lnuitarmia  bere. ucdi  l'Indice.  Carolare  .Lat.  tripudiare , fallare.  Bo  c.  Senza  fuono  di 
. Conuiro.  Lat.  conuiiiium,  conuocatu  ,fynipofium.  B o C.  trombe  Carolare . Cominciarono  a fonare  & a Carotare. 
C onuito  Solenne. Magm fio, Grandifiimo.Bel  et  Gran  Con  aedi  ( Indice. 

uito.Cofi  fatti  Conuiti  D Coniatali  partitifi.  Tripudio.  Lat  J il  Ballo.  D i,  u.Toi  cbe'lTiipudio&  l'al 

£8é  Tauola  ptrloionuito . Lat  menfa ,ccnuitus ,lympofium . tafeflagrande  ;Sidelcantar& ftdel  fiammeggiarfi  Ln 

Bo  c.  Il  Re  ^ la  Marche  fina  ad  una  Tauola  Data  Cat  oe  con  lucegaudtofe  0 blande . 

qua  alle  mani  mife  ogmuno  a Tauola.  Le  fpofi  con  le  altre  Ridda  ; ballo  tondo  che  fi  ufi  m Thofeana.  Lat.  chorea  cir, 
donne  aTaueta  erano  per  mangiare  aftettate.  Spendo  il  cularis.  Boc.  Et  oltre  accio  era  quella,  themcgUofipea 

mio  per  metter  Tauota,0  bonorarc  i miei  ciitadini.i.far  na  finarc  dciemhalo,&  cantar  l acqua  corre  alta  borra.- 

conuito  ueéClndice.drperlamenfiAtdia  i6oc,  na,0-mcnarla  Rtdda,& ilballoncbio . 

tiolic. Lat. 'biupita,&Taranymphusilinegano,ofenfi-  Riddare.  Lat.  faltare, pi  r ballare  usò  D a u.Coficonuien, 
le  delle  ’Hozge  Hmteneo,&-  Talafto  funi  Dei,  0 Giunone  che  qui  la  gente  riddi . 

fua  Dea  .Boc.  Magnifiche , Belle , Horrtuoli . aauaggare,ual  ballare  ffeUeggiare  et  dangare.  Lat.  Salta- 
S^uiui  Marcuctio  la  fj>otù,e!r  grandi , ejr  belle  "ìiozgcfe-  re.  A n l.  La  fuperbia  con  lei  falla,  0-gauazga . 

ce.  Liete,  Grandi , Spefie . Ependo delle  Tatiuite Ufigge  Sl\co,Saleare,LaHctare.  uedia  Tiedi a iqqo. 
uenuto  il  tempo.  Toi  che  Himenco  coronalo  delle  fremè  ili  Dilctcacioni.  Lat.delellationes,dele{lamenta^oluptatet, 
Taliade  fu  prima  nelle fìte  cafe,  & le  finte  tede  or  fi  nella  oble8alionesfible(lamtnta,  obleSamina.  Boc.  L'ulti- 

Camera.Tu.  me  DiiettattomSamor  cono  fiere. 

Himc  ned . Lat.  Himeiteus  Dio  delle  'Hpggie.  Ari.  Spera  Dilettanza  i è diletto  con  allegregga.  Dan.  Quando  per 
Celebrare  i legittimi  Himenet.ideft  matrimoni),  cofì  detti  Dilettanga,ouerp>er  doghe . 

da  II  imi  neo  fio  Dio . Diletto . Lat.  delefiamentum , uoluptas , obledamentum . 

Pompa.  Lat.  Pbt.  In  te  fpiega  fortuna  ogni  fua  Tompa . Tot.  Diletto  -Alto,CeleftefHpuo  Sommo,.Amaro,  Con 

Sengaltra  Tompa  digoderft  m fino.  Taffan  uoftrt  triomm  trario  ,Tanto , Taefi , Tadre , Spofò . yoi  neder  m un 

phi,&  uoflreTompe.B  o c.Tompagrande.  Magnifica,  corDiletlo&  tedio.  Ma  prendi  a Diletto  i dolormiet. 

Con  tutta  la  Tompa  delle  nogzf.  Che  chi  prende  Diletto  di  far  frode  Tfpn  fi  dee  lamentar 

Tompofo. Lat.Uutut,f}>lendtdni,ffeciofus,faftofusffuper-  ^altrui [inganna . Habuo  con  Diletto  in  mego’l core, 
bus.  B o c.  Tompofo  Habtto.Tompofi  Ghirlanda . Ch'altro  Diletto  che  imparar  non  prouo.  Diiitti/w- 

6Zq  'DeBtie.  Lat.  dehiia.D  A N.ÌUtoriltrci  Lo  mutano  tenta  gitiui.  Tutti  ghaltriDileitihoperminori. Boc. Con 
re  di  fua  Defitta . Diletto  cenarono . .Andar  fuori  delia  città  a Dilette . 

T>ìUcitmc:.Lat.delttia.Boc.cAUeuatainDilicatezge  y ari)  Diletti. 

moite.qiZ . Diletteuole.Lat.uoluptnofis,uoluptabihs,amgnMS,delicio 

Dilicato.  Lat. &mollis,effaminatus.  Boc.  Diheato  Ca-  fus,feSìmus.  T e T.Dtltucuol  Salma.B  o c.Diletteuol  yi 

uahere  .Corpo  tenero,  0 Dihcata . Diete  AT  A Mano,  uanda.L'yltime  Dtlettatiom  d’amore.  Dm  tu  voti 

Giouanc.  Di  ii  c a 1 1 ymande,Donne,ToppeUme.  Dm  Confolatumi,Luoght.  La  pia  Dilcueuole parte  Sltaha.  . 

cATi  Tctti,yifi,Homcri.l  mercatanti  fon  nettt,&Dih-  Di\ettoCo.Lat.UMuptuefusJxneamanui.Ti  r.  Dtìetto- 
cati.DiUiaiiIJim  Cibi.  foMaU,Fiume.Boc.DiitTrotAGioia.  Dmrro- 


Venere  CIELO  Ventre  94 

<1  Dome.  D A Dilettanze, o»er perii»  teudi^&dJtehitelL'tlJ  ,Et  laicaJentetetmet'jrrtdi  i. 

ghe^-a  ibieui,&  attegrexT^e.  Ittumente  mi  ti  mojiri  A R l.£  ijujiUo  in  que^o  anibor 

i}0  Diieture.  iM.itU^rt.ohlefUrt.teertore.V  tr-Chetm  tonto  gli  arridj  La  fortuna. 

tanfnma , sporte  mi  diletta.  llmaUhemidiletta  ,&  Sogghignare.  Lai.  Ikhridere.  è forridere  tome  di  nafcoiìo.  , 
mnmtdHole.  Come  tu  l mondo  hor  mi  diletta  & piace.  B o Q.Etmcntre  thè  della  buonanotte  logghignando  fi 

B o c.  .Attendendo  a dilettare  gli  ouht  de  gli  mnamo-  ragionana . 1‘nna  all  altra  gnardandofi  a pena  di  ride., 

rati.  .Altro  che  diletur  noi  debba.  Et  pu  della  nofira  re  potè  ndvfi  a fienere  figghignando  quella  afioltamna, 

belt.i  ut  diletterete . In  cam , & m ucteili  fi  dilettaua , & altnue . .A  pena  di  ridere  potendoji  aftenere  foggbt^ 

medi  aW  Indice . gnando  l’afioliauano . 

Molare . Lat.mulcert .ual  dilettare ,& mitigare . PtT.  \ inità.  Lat.  uamtat. ueé a %ii . 

Fuor  di  mandi  colei  che  nnge&  moUeftdeft  che  conjoa-  Vano.  IM.  ual uacuo.  P i t.  l'ano  Cor,  .Amatore,  .Amor, 
uità  appaga . Humor.Error.'HomeJ'aa  Defio.Wi.KX  .Amori, Venfier. 

icA\mzo.Lat.folatium.Boc.Solla^oCrandijfimo.Inco~  Vaki  Speranote,CredcnxfJmprefe.  Van*  SUn%a,Cen 

nanaato.  Dopo  alcune  camom,  ir  altri  Sellai^.  te.  Credenza.  B O c.  Coje  l'aue.l'ani  fogni.  Scio  SUjfa 

Sollazzcnole.iat.  placidui,feiiiiiiu,iuciindui.  B o c.  f'anamentegloriandofi.D  ak. Et  nell'ano  tuttalaco- 

Sollaij(euolhuomo,Verfma . SollavcfUob  Bagumament  da  guixjaua.Et ut  Infilò  (no  corpo  yanoj.  noto;  &prikO 

ti.  Canzonette . dell’anima ,oiiero  fenza  fruttola  la  jna  fpenda,ouc  con- 

Sollazzare.  lat.obleSarife, iocari, deleftari.  B o c.Da  fina  il  yano,ideft  la  ftrada. 

uguale  appetito  tirati  cominciarono  a fitllazzare . La  don  lauino,ualfenzaJrutto,&uanamente.LatJnuanum,in-  ipj 
na  con  Tim  cominciò  a (ollazjiare.  Ciafi  uno  a fuo  piace,  cjfium,neqicicquam/inefruSu,inani  laSura.  T i T.^e- 

re fòllazzando  fi  nada.  Et  infieme fiberzando,  foUaZf  drajfi  quanto  In  uan  cura  fi  pone . Ter  quella  ch’alcun 

Zando.  Effa  col  fuo  amante  .Sollazzatali . .Alcuna  uolta  tempo  mojfe  In  nano  I fuoijòfpir.  Lacci  amor  mille ,ir  nef 

efiendoahbracciata,irbafiutaconluifijbtlazzAffe.  tende  In  nano . Mi  danno  affalto;& piacciaaDio 

Diporto  ,/ò/ii?^tOiCÌrA/«re.  Lat.  jòlatmm,  reireatio,  che'nuano.  Git  occhi  miei  ftamhi  lei  cercando  In  nano. 
Boc..Andar  fuori  della  città  a Diporto.  TrendereaL  Bo  c.Cbe'nuanJòfpiroJjeiinuanomercèaddomandan 
cun  Diporto  nel  giardino.  Facendo  fembiante  d’andare  teoccife.MalnujHoanJaronoipregbi. 
a fuo  Diporto.  yamre,è  andare  in  uano,cioi  (partir.  Lat.  euaiiefcere.D  ah. 

Diportare  i foUazzare.Cat.uoiuptatisgraiia  ire,ire  fpatia-  Maria  cantando, ir  cantando  nonio . 

tum.  B o c.  ’Nglbel  giardino  fi  commeù  a àportare.So-  Indimo.ualut  nano.  Lat.incafium  ; fruftra.  Tir.  Con, 
prailuerde  prato  fiandarono  diportando.  .Anda/sero  a tra  C arcai  amor  che" ndamo  tira.  Et  come  fpeffolndar- 

diportarfiiaUtldelmare.  nofi(o(pira.haiiendolereti  Indarno tefè. Si  tb’anurartn 

(a  I Rifo.  Ut.  rifui,  & cachimmt.  Ttr.&Boc.Rifi»  Unge  darno  m’affatico . Italia  mia  ; bencbe’l  parlar  fu  mdar, 
liio,Dolce,rnnamorato,Humile,  TioAdanfueto,  Souer-  lui-Chi nelar  penfajlndamoffiuga  [ale . Indarno  bor  fit- 

ihto,Breuqfimo.  Da  far  innamorar  uibuomfeluaggio.  pra  me  tua  forza  adopre.Iodaruo  tendi  Carco.  Dipoi  pim 

Sopra’ l Rifb  iogni  altro  fu  beato.  Rifa  Breni,  Gran  Rifa,  unite  bo  nprouato  Indarno . Indarno  al  marttal  giogo  con  ’ 

Che quafi  feoppiauano delle Ri/à . Et igb  facendo  Cotai  dotti.  Alofie  la  mano  Indarno.  Forfè  cb' indarno  mu 
RifaSciocche.Grandtfitme.Maggioridelmondo.Cbcper  paroleffargo.  Et  quanto  Indarno  s’affatica  ,&  pida. 
non  poter  tener  le  Rifa,  fuggito!  era.  Cb’to  mdtlampeg-  B o c.  Et  quando  farò  uecebiaranedendotni  Indarno 

giar  quel  dolce  Rilò,Ch’un  folfugia  di  mie  uirtuti  afflitta  midorrò . 

Sàdente.  Lat.  ir  cai  homo  drduui.B  oc.  Bella  donna,  ir  A uoto,  ual  inuano,o  indarno.Lat  fiufira  iincafium  ne 
pm  eh’ altra  mi  uifopiattuoleAS-RldtHte.  Uquale  con  Hi  quicquam,fine  confa  ; operam,  & oleum  perdere,  aquam 

dente  nifi)  incominiiò  . pio  tundere.  P sT.Inìimo  tendi  l’arco.Auoto  fcoccbi, 

Ridere.  Lat.  Rifui.  PtT,  ti  Rider  doglia.  B o c.  Il  Rider  D A N.ThleguiTblrgiai  tugridt.A  uoto.LH.admare 
putoBo  delle  cattiuecofe,  che  delle  buone  opere.  clamaiJ'idi^  fame  .A  noto  ufiiri  denti. 

Ridere.  Lat.  P tr.&Boc..A  (otlazzareirandere  con  T)o\cezzad)olutàgbfuoderiuati.utdiaSljiahtaa  16}^ 
meco  ui  difporrete . Hanendo  fi  gran  uogba  di  ridere , che  SoMÙtìdat.fiianitas.  Bo.cJu  Soauttà  deUe  parole  melU- 
fioppiauauo.MOttegguudoirndende.Tiai^etidondoi  flue  ,Tarcndoglt,cbeolaqutglocthi  unaSoauiufi  mo. 
Ridono  i prati,Cherbr,& i fiori.  EtUetenderedegliamo  nefiedi  piacere  molila  ha  non  prouato.T.  La  firn  Soauttà 

l^iinganm.MaeflroStmone  ndea  fifqnattheratamente,  mai  non  fi  fnaria  Da  ciafeuntempo  fèiiza  thè  fi  femité 

thè  tntti  I denti  gli  fi  farehbonopointi  trarre.  Di  che  efsa  Germina  fenz^hanerafft  contraria . 

fteerogranrifa, che anihor  ridono. HaneudorijòmoUo.  Soauc*  Lai. (nauti.  P e t.  tir  B oc. prep.dr meta.  Soaue 
fènza  modo  nfcro  le  donne . .Alio,Ciforto.Foco,Odor,Teiffier,Sprto,Sguardo,Guar  <94 

Sorridere.  Lat. fubridere.B  o c.Il fiate caminctoaSorrUe,  do,  yelo,Siamc,ljimé,Biamo,£irnero.ycnio,f'acantar 

re . Sorridendo  riffiofi.P  ir.chequando  fblbirando  ella  tantoSoaue.irfem.SoaiieaieraFiamma,Fiera,Lanra, 
firride . Sol  quandoparla,ouer  quando  fomde . Et  di  fnt  ,Xcqna,Contrada.In  yoce  fi  Soaue.  ynacbiuja  bcBezz* 

betleffiigllejecolcirride.Ellaaliborfarrideudo.forniUn.  ipbcSoane.& per  fuaiemente.  ludi  amor  thè  begli  oc~ 
do  di ffe  Sorridendo  con  lane  la  gran  ccUt^.  ehi  nolgea  Soaue  fi.  Q^p^rofiignuol  che  fi  Stane  piange. 

Ghignare  ,ual  forridere.  Lat. Suhridert.BocJi  quali  uden  • SoArt./frcenti,.Atti,Deui,Diii,Membri,Oicbi,Begli- 
do  lo  Scalza  tompuiè  a ghignare.  ocehi,'Hfidi,Fiurm,Seffm,Sprtt,Sdegai,.Auxt,Belicz^ 

,Arridert.DAK.OLMcettcrHa,tbefolaintefieé,folai'in  zf  ,Tarole , Tiante,  Rime, 'HjtcJ' ntifre.Cumnciaronn 


Venere  C 1 

SMtmtnte  «iw  danzit  * lìnjre.Cli  atti  Stantmcntc  *L 
teri.^mor  m'abbaglia  fi  SeaucmcHte.  ComcSoanattm- 
te  eh  occhi-lira.  One s’imiej<.a’l  cor  Soauemente. 

Contòrto.  Lat.  rxortatio.fujfioj'olatum,  qttòd  poetickm 
f H, Solatio, Confolatio,Ukamai,Uuatio,Medumj,C<»i- 
prnt3iio;Salks.  P B T.  «ir  B o c.  Dotce,Fido,Soaue,Brt 
tic,  Cifognodi  Conforto,  Recare  gli  animi  a Conforto.  Ma 
fo^erenzadneldolorConforto . Solun  Conforto  alte  mie 
fene  a^euo.O  letticcÌMol,che  reqHÌerri,&Coaforto.Mol 
. tttudme  di  Conforti,Contiaoki,RMon  Confortatore.^  t m. 
Ter  recarne  Conforto  a ^ellafede . 

Sconforto, feonfortare . nedi a t}oj. 
iff  Confortare.  Lat.  bortari,& folari.T  i t.  B o c.  Confor 
tare  non  mi  può  altri  che  tu.  Dourefle  C altre  confortare. 
,/ifpige  piu  che  non  coaforta.S‘ingeinò  di  confortarla.Co 
me  feppero  il  meglio  la  confortarono . Confortateuijlate 
lieto,Confortati  tu  fi  in  bnoninogo..AjÌaifamigiiarmen- 
teil  conforti.  Dan.  Ond'io  mi  confortai . 

. JHeonforiart.  Lat.itemmfàlarijreficere,refocilltre,recrea, 
rejreparare.inflanrart.  P H T.  Hor  ui  riconfortate  m uo- 
fìrefok  Ciokam . Ma  por  che  l’almam  Dio  fi  riionfone. 
Col  (ito  morir  parche  mi  riconforto . io  pur  mi  riconforto, 
B oc.  Ma  con  lieta  riffolìa,Ì!r  piena  di  gratia  nconfir- 
tareicgliffiriti  miei,  f.t  loro  con  preliofifmii  confetti,  dr 
ottimi  nini  riconfortò.  ucdiaWlndue. 

Refrigerio, ciri(//rrjwo.  Lal.^filatium.  P B T.fosSe- 
fngeuom  mezo't  foco  utffi . 0 Refrigerio  al  cieco  arder 
ch’auampajdr  hor  lófticn,ch'i  arda  Sen^a  alcun  Refrige- 
rio . Vna  ualie, eh' i Refrigerio  de  fofiirmiii  lafii.  B o c. 
"Helta  (jual  noia  tanto  Rcfigeno  mi  porfero  i piaceuolt  ra 
gKnamenti  Ì alcuno  amico . .Acqua  Refrigeratoria  Jipra 
le  fue  fiamme  uer fino.  ■» 

tpt  Tiaccrej-^  il  diletto.  Lat.uoluptat,  gaudium,  Utitia^li, 
iubilatto.  P s T,  B o c.  Tiacer  Doppio,  Grande,Udor 
no,  Tipuo,  uino.  Bello,  Tanto,  Molto , Maggiore,  Cran- 
tifiimo , Marauigliofi) , Sommo,  Coatadmejco,  MoleHo, 
Toco.  Ch’egli  non  la  douefie  centra  il  fuoTiacerbafeia- 
re  i Mer  'tpone  oue'l  Tiacer  fi  fèrh* . Qne‘1  Tiacer  i accia 
de.  Oue'l  Tiacer  mi  Jfinge . Tiaceri  Diuerfi , Molti,  Co- 
muni Grandiflmù. 

Tiacere.  Lat.  piacere.  Vtz.&Boc.  Torre  ogni  foUecitn 
dine  m piaceri  a coflei..4  cui  um&nónhanea  uoluto  ina 
fili  bafuo  piicene.  le  gli  piaccio  quant’egii  a me  piace  .A- 
morlatua  mercede.^  gli  ocetm  tuoi  già  piacqui  cotan- 
to.Cdi*e  al  figrior  ch’m  cielo  flaffitS.tpucemi'1  bel  nome. 
Se  qneflo  a tei  piacea , a ha  Ora  molto  grato . S’al  mondo 
tu  ^acefli  a •gliocchi miei . Qjcefto  m tacca . Qjtando  a 
a uoipiaieffe,  mi  piacerei^ , .AciiochepcrJo fua  piacerà 
Ufi  fuo-amoie  acqui  flajfe . lo  mitrarrtt‘1  cuore  per  dura 
loki.fe  io  credefii  piaceruene . Andromeda  gli  piacque  ia 
F.lhiopia.  Le  chiome  fi  mi  piacquero  Ma  afidi  fu  belpaem 
fèainele  ti  piacqui  .CheuM  mi  piacele  troppo . 

Fiacfuoleiza.  Lat.  obfequiumfacilitat,comttas,  iucundi- 
tas,  le  aitai,  lenuudojiheatta,  lubemia,fuaMttasdcpubtai. 
B o c. Maraulghofa,Tanta^rtifiiiopi,DoimefcaMqf- 
fi  la  Tiaceuolczptadf  Emilia  tuifcuao  a ridere. 

Tiaceuole.Lat.ìb(equiafusJdcilie,cvmB,feSìiuus.  B o c, 
TiaceuoleGftil’bkomo,Seruigio,Oggetio,'Updo,Ombra, 
Tiatemlifrondi(RaùoHameHtifParolc,TaJSioiù,Tiacem 
aotijlima  S‘aaaorc,Tiacait^§im  Ragfoaamcmi,  Tiaceno 


E L O 


Vrturf 


Ulta  Panticella.Tiaeeaotmentegli  èffe.  " 

Ciuoco,cir  Gaio  iejòlaz^fiactre.ofcbervi.  Lat.heut  gfj 
inuerbii.V  sr-lioai  Gioco  uno  Scogla  in  megp  fonde. 

Et  ella  II  prefe  in  Gioco , (&  parui  un  Gioco)  Che  faiaar 
mi  f e dolce  ,e‘lpung.‘r  Gioco.  Ella  fe'l  ride,  drnoni  pa- 
rli Gio  co.  Et  dentro  affai  doior  con  breue  Gioco.  Vaneg- 
giarfi , cbe’l  uiuerpar  un  Gioco . Tepidi  foli , tr  Giochi , 
cr  libi , & olio  .B  oc.  In  fefla  nino , e in  Giuoco.  Ter 
farne  un  mal  Giuoco,  iìuejie  mafchere,che  ufar  fifoglto- 
tto a certi  Giuochi. 

Gioco>  >1  Gioco,  0 in  Gioco.  Lat.  iocoe&  heofiyaui  feria  è- 
cercficlfacere.  alcuna  uolta  fignifica  a fuo  modo,&  atta 
libera, 0 alla  larga.Lat.  fuomore,  aperte,  libere . e peri  \ 
dieefi  l’uccello  efierea  Gioco,  quando  fi  pno  girare  ouun- 
queuuole,  & cofifi  dice  a qualunque  coja , che feltra  un-  • 
gémente  fipuogo-are . come  quando  la  rotella  può  iffie- 
ètamentc giocare,&  uolgire  nella  girella  ; & fimilmen 
te  éciamo  della  nane,  quando  fuori  è porto  , & è luogo  ■. 
filetto  fi  può  ifiiedttameme  uoUare . & éceft  ambo  pren 
dere  a Gioco  tot  fiberxOAlT  non  curare.  P et.  De  la  mia 
donna  ; che  fouente  in  Gioco  Gira’l  tormento,Cb'io porto 
per  UiJ.prendere  a Gioco.  & rmolgeua  in  Gioco  Mie  peno 
acerbe.  D a n.Et  poi  cb’al  tuttofi  (enti  a Gioco;  La'u’e- 
ra’lpettofa  coda  riuoljèJ.a  jito  modo.efi-alia  larga.  f 

Cioca.tOTe.Lat.lulor,  t!raleator,iigiocatorededadi;  pi- 
licrepus,&fphenflet,a,logiocatoréTalla. 

G iocOiC^  Giuoco, quando  i utuo,&  oro  Ludo  Latino, & a. 
tea  Adlgioco  de  dadi  ;&ludus  in  fortuna  uarietatepofi-  ; 
tut;  Sphariflerium;  lo  giuoco  della  Valla  al  muro;  T roui, 
4,bgiuocodi  canne,comegio]ira,otormamenio. 
Ciocare,Lat.bidere.Boc.Con  luifi  mifieagucareaScac- 

tbi.  Cbiaadò  a dormire.& chi  agiocare  a fcaccht,&  ehi  , 
a tauole . "Hpn  blamente  m 'bai  rubato,^  giocato  il  inio^ 

Che  il  Fortarngqi  danari  delf-dngiolieri  bauefoe  gmearu. 
Hauendo  prima  ogni  coji giocata.  Giocatore^  metikoa 
reèmaluagiDadierafolenne. 

Ciocare,per follaggare.  Lat.  locaruludereablcflari.  B o g 

Siuel  nafeondeado , omCio  m’alltgro,  & gioco . nelle  bai-, 
late  inde finenza. 

Zita,  i giuoco  de  Dadi,  latjdeaetleajudus  infortuna  ua- 
rictate  pofitut.  Dah.  Sduando  fi  parte  ilgioco  delta.Za- 
ra;  Colui  che  perde  fi  riman  dolente. 

Dadi.Ur.  taliMxiUt,teffera^(tragali,  & camiàt,  ilo  un  ’ 
fumo  del  dado.  B d c.  Metutore  de  mabiagi  Daè  era 
' ^enuej.falfi. 

Scacchi.  Lat.latrunculi,furiincub,cakulL  Boe.Cbiagio- 
careaScattbi,^cbi  a Tauole  fi  diede.  Chi  ondi  a dormi 
re,&  Ma  giocare  a Scacchi,  ^cbiaTauole.  Et  eccoui 
un  Tauolierc,tìr  un  Stactbiere,  & può  ciafcuno , feconda 
fhe(  animo  giti  piu  è piace  re, diletto  pigliare  ,&  nel  Tu, 
i.  Dandogli  con  una  pedona  pii, gente  Scacco,quiui  il  matti. 

Ter  dar  Scacco  matto  al  Re.  Thitocoio  gli  leni  con  uno 
.Alfino  il  cautliere,&èedegU  Scacco.  Fuo  Scacchiere 
nobilisfimo,^  ricco.  Dan.  Et  eran  tante,  che' Inumerà 
loro  Tm  cbe'ldopptart  degli  Scaci  hi  t’immil/a,A  R i. 
utdifìo  il  tefio  a I Saratini ^mfe  Tardar  lor  Scacco  ,t 
guadagnar  fi  il  gioco. 

Tliioìicre  .iqneHodoae  figiotaa  Tauole  & a Scacchi.  > 

Lat.  alueHus,fritiUMt,Ìairu»caUria,aleatoria,&Tam 

bùlaiufqnt...  _ 

Caualiere, 


Venere  CIELO  Venere  95 

Cauilitre.  Ut.  tifnrs  ItlmncMlurum.  'tixxoXedM.Ulc*  U mfiMc  tmertfi , Tipnifcbemircon  Gabbo  mia  B.-lia . 

iMjórut.  Pedona.  Lai.pedesJainiiKMlonm.  HumlefbHient  1 Gabbi  tMtn^HilfngamuMa  itm  ui- 

Rocco.  Lai.  turni,  et  lurrituU  latruuculorum , cr  cenlua  fìa  CabbtUoU  meno.i.fcbcnituolc.  I)  * n.  Cbc  non  i im- 
noiKi. lotto  due  fcacchi,cbe  flanm  da  igm  corno  del  Seat  frefa  da  pigbare  a Gabbo . 

tbiere,i}uafi  Rotia, &{orte%^ de gUaUn.  B o c.  "Hel  Gabbare.ual fiberair, beffare Jugamare.  Lat.  iectpere,fal~ 
folto  del  fuo  Rocco,  Th.D  AH.  tbiamò  Rocco  uh  pafto~  lert,imponere,irndere,iocan.  R oc.  Et  gabbando  li  do- 


rai da  f'efiùuoabe  non  era  torto  «megli  aUn,mauià- 
IM4  hauea  un  Rotcofimile  arfuetlodeS  cacibi , onde  dice, 
Cbcpajturi  col  Rocce  molte  g.  ntu  gonemòcol  lùopajlo 
rate  nel  fuo  arciucjcouado  moU,  genti,  altn  uegUono  ejic 
re  uefle  di  Cardinali  chiamato  li  Roccbrtto. 

#99  B«a:^4rr.  Lat.ludcre,obUH.iri,»cari,jàltare,tripuditreJia 


mandò  ,{c  lo'mptradore  gli  baucua  cfueRo  priuilcgio  piu 
tbe  a tutu  gU  altn  buomini  i onccffo.Ma  ridendo  & gab- 
bando con  diuerji  ragionamenti  gran  parte  della  notte 
pafiarono , ideft  jcbtrzando.  T ii  Serbando  Camma  mia 
Ubera , fi  come  quelle  gabbando  la  loro  ferbauano  , ideiì 
ingannando.  F 1. 


re  loco  nefcire.  ual  fiberzart  con  piaceri  del  corpo.  B o c.  Gioia,  ual  allrgrezga,àlelto,gloria,&lrìompbojat.gau  qo  1 


CoClei  cominciò  a cianciare,a  RnvCAT  «m  lui,  a bafeiar- 
lo,  ir  abbracciarlo  moflrandofi  fi  forte  di  lui  innamora- 
ta . .A meta  congU  futi  cani  bora  l’uno , <<r  bora  C altro 
cbiamando  cominciò  a ruzzare.  A m.  Vemoebe  ruxzan 
domefierrloMonacotioppoconladonnaallafcapelira- 
la,cr  ella  con  lui. 

Riuaamenti.  Lat.  lufuifibleSatùmei.  ual  Scberzi.B  o c. 
la  notte  tutu  da  ffiaceuoli  Ruggamerai,  & da  feonuene 


diumiubilum  ,triumf.bus  ,ÌMÌtu  exultatio.  P t T.  ir 
B o c.  Giota  Maggiore , Brtue . Infteme  prefero  piacere 
ir  Gioia.  Ogni  mia  Cuiia  in  pianto  iuolta.  L'un  Calerò 
prendendo  dilettofa  Gioia.  Cbe  mi  Irabe  del  cor  ogni  altra 
Gioia,  ri  farebbe  allegrarli  tu  Icntiffi  La  miUefinta  par- 
te di  mia  Gnua.Che di  Gioia,  iy  é jpeme  fidifarme. D*  n. 
ib’i principio  ir  cagion  di  tutta  Gioia,  ir  quando  dinota 
cola  pretiofa,Hedi  alle  pietre.  1141. 


uobaltijinxafonuoaccidiofataifaceualrapa(iarc.Au.  CioioCo.Lat.  laiut,  trtumpbani.P  sr.  CiotoH  Stato, 
Trali  il'.lo  I i diletto , er  piacere , ir  ò proprio  da  fanciuiU,  Oad'io  Cioioji  uiuo . Cioiofa  y ita,  ir  Confoiation.  B o c. 

Lai.  lol.itiMm,rcfr;germmalacrieaa,recreatio.  P 1 T.  Cò  Che  uoi  tutta  GiuUua  muerete,  ideft  allegra  ir  gioconda, 

pagm<Caitoingcg/ia,&daTra!iuUo.  Boc.In/inaJlho-  yoceThojcana , 

ra,i  be  uenga  il  piu  drjidcrato  TraSiullo . Cbe  fe  per  aUro  Gioire,  Lat.  latart.  gaudere,  iubilari.  Par.  Cbeffera  Gioir 
nunfoffed'bauercara;fiipfrciocheuagbezga,irTra-  forfè  nel  foco.  Onde  col  fuo  gioir  tempro’ l mio  duolo . Io 

ftuUo, ir  diletto  i della  giouanei^zadegli  buoinim . che  gioir  di  tal  uiHa  non  foglio.  D ah.  & mai  non  pof a, 

TraftuUare . Lat.  oblcCiari . ir  ò proprio  ntonet  con  diletto  Fin  cbe  la  colà  amata  d fa  g/oire , tatti  fempnfti  -di  tu 

giocandotir  majstmamcme  qnando  i paftiuo  ,traSìnllou  piacer, pcrtbe  cU  noi  li  gioì . 

ma  ,lra(inllati  ,trafluUafi  ima  quando  i altmo  dinou  AUegrezil,  Lat  feftiuitas  gratulano, bylarilas, iucundi- 
etiandiomoucr  lènza  gioco  V t T.Menon;ma’lSolcbe'l  uiau)luptas,exullatioamutiJiuitia,^crùai,gaudiumt 


cor  arde  ir  traftuUa . yolgete  d lume,m  cui  amor  fi  tra 
ftuUa.  B O C.  re/  mutolo  tandauano  a irafbdUreAopra 
un  lettuccio  fi  commeiarouo  a traSìulUre . Et  per  bingt 
ffano coniti  traftuUò.  S a m.  ConnoShi  cani  fegueiSk 
ne  tramutiamo . 

joo  Scherzo,  Lat.  iocuc.T  i t. Ingiuria  da  coruccio,  inonda 
Seberzp . 

Seberzart.  Lat.  iocari.  B o c.  Rifialdati,  fi  dal  tempo,  ir  fi 
ialfeberzare  iaddormemarono . Siuaudo  ella  baurtbbe 
uoluto  fcherzar  con  lui . .Andatepene  ai  letto , ir  mfiiemt 
feberzandoAr  foUazgandofi.  Men  cautamente  che  uou  fi 
touuemua  con  lei  fcherzaua.  7 • t.  Cb'alzando'l  dito 


ual  contentezza  ftuiuacttà  d'anima  PsT.irboc..Al 
Ugrezza  ASanifefta,Mijurata,  IneHtmabde,  .Abondait- 
teJdatenule,Craude,  Crandifiima,  ineompar-bile . Et 
di  mirabile  Allegrezza  octulta  fu  rqneno . Et  da  tanta 
Alhgrezza fopraprefo.Atli  d'Allegrezza^ubito  in  Al 
legrezza  fitonuerfe.  Che  non  fu  itAUegrezzaabua  fi 
unga . Il  punto  tomi  m Allegrezza-  <7  -ddigrez^  in- 
certe .D  AH.  Allegrezza  'bioua , ineffabile . Ter  tanti 
rattCemfted'AUegrtzzf  bamentetma .luidifopralei 
tanta  Allegrezza  Vtouer  portata  ne  le  menti  fante  . 
Quaud’io  parlai  alle  Albgrezzs  fne.  Bau.  Le  uuoue 


- . , . Allegrezze, 

eonlamorteliherza.DAH.Cbefmpreaguiptdifau-  AHcgn>,lat.byUrii,bocbyUre,iucuttditas,latusalacer,  7*» 
ciuito  ftherza . alacris,ir  alacre.  P tz.  ir  Bo  c.  Allegro  fine.  Alle- 

Trafchc,  ual  fthèrzi  con  burle,  nouellnzze,  uanitari  &fc-  gra  brigata  fieme,ùomu,Alltgri  Giorm,TaHni . Alle- 

milt.Lat.iociJfaletaffamaarumAngaarum,ger€retu-  gre  Donne.  Allegre  fere. Tornauaconbonor  dalia  fua 
la.Hugo,irTiugatorkfraltbetla.Moc.Scr\fteiu  fii  guerra  AUegrad'baueruintoilgrannemico.D  a H.'Hg 
una  carta  certe  fue  Frafcbe  con  alquante  carattere . Che  ne  potrebbe  bauer  ucudetta  allegra . 

iofartimegboapenfare  jdoueiodouefti  bauer  del  pane.  Allegrare,  Lat.  lattri  gaudere  exuUare, triumphare,lati- 
th*  dietro  a quefte  Frafibe  andarmi paftendo  di  Ucuto.Et  tu  efferijatuiam  aperte  ferre,  latitiam  capere,  deliOa- 


iu  quella  cafa  entrato  con  fue  Frafihe,cbe  portate  baueu, 
magnolofi  irasfigurò.irperlefiobéaiedia  115;. 
Braftbéggure,i  mattamente  feberzarr.  Lat.  lenir  rr  iocari. 
£oc.  ’Hon  aUrtmemi  con  uno  fcolart  crcdtndofijrafcbeg 
giare, che  con  un’altro  baurebbe  fatto , 

CiUsOfi  burla, fcitrno,o  beffa.  Lat.detrpuofivcusfraui, 
dobu.  B oc.  Il  caualkre  iutefo  d motto , ir  quello  m fè- 


men  capere, gambo afici.  P t z.Ethora'lmonrmioeh* 
fi  t'annou  7Ì  farebbe  allegrar. Onde'l  cor  lafio  anebor  tal 
legra  ir  tane.Gioue  s’aUegra  di  durar  pia  figlia . Qjtaft 
d’unpiu  bel  fol  t allegra  &gloru.  L’aere,  rfr  U terra  t'al 
legrtua&  tacque.  Boc.  Ter  gli  loro  fógni  Befii , s'at- 
tnftano,&i  allegrano.  Dan.  Tielaer  dolce, cbedal 
pd  iaUegra.  7^  ti  aJlegrammo,& lofio  tornò  m punto,. 


fu  t-iu  Gabbo  fTtfo,u>etìi  mano  ad  altn  uomiie.  # »tl  R^grari.  ftz.A  raUtgrat  di  tua  mila  coafiuti.  m mfia 


Venere 


C<  Il  E L"  O 


Venere 


firalìrgra.  toldiuiltom  fi  rallegra  àr  Muta.  Etralle..  tamenteacmlfiaquelfiinj  Caramente  pregi', 

gru’ d lieto  fin’elioìg'to.  Ma  ibi  uuol  fi  rallegri  adhora  Difcaro,i  il  contrario  di  laro.Lat.mgratut,  moleftkt 


ad  bora  BilctoUefi , ibe  rallegrò  tiajcuiu.  Hoc.  Ralle- 
grar la  briglia  conaUuna  noucUadU  ridere Jx  doane tnt 
te  fi  raUegraroao , aedi  aW  Indue , 

Alleluia,  yo.  Hebraiia,&  dinota  allegrezza , & loda  Id- 
dio. D A >i.  Tal  fi  partì  da  cantar  .ÀMeluia . 

Ciuliuo,  Lat.mbiUiuaialallegro.Hoc.l/icbeitoiiMita 
Ciutiaa  amerete.  yoceTbojcana . 

Qongolare,  Lai.  lxtari,iabdare,gefìirepragaudio.  ualgia- 


b oc.  Il  quale  fu  Oli,  aro  alPaao,  drall  altro . Compre, 
{obaurejtialeiramejjer  DTfiaro.  L a . Ilche  ui  dee  efier 
molto  pm  caro , iheDifiaro . £ r.  Qjianto  mt  fia  liijca. 
ra  la  aita . 

Coarcntamento,  Lat.fatiifadio  ,qua  potiuspro  exeu. 
fiatione  accipttur,  purgatiotie  ; ut  ufui  eft  Cicero,  quiet 

amimtranqmllitatJatuiatolapiat,tucundilas.  B o c.Ter 
Couteataifieuto  di  te. 


btlare  coadilelto  godere  del  jegaitopiacere.  B o c.  fi  Conti  nco.  Lat./àtisfaflui.  P s T.&B  oc.  Io  firn  d'arder 


parendole  coaofcere  lui  tutto  gongolare ,pertioihe  per 
man  teueua  un  cefi  bel  gioaanetto . Ut  tutta  gongola 
quando  fi  uede  bene  afioltare.  L a . 

Brdlare.ual gongolare.  A.«.i.Efi  fenti  brillar  dentro  il  co. 
raggio.  Ltt.  palpitare.  Saltar  d'allegrezua. 

LctitU  iat.Utitia,ualallegrezxa.P  s T Gli  occhi  pien  di 
Lctitia,cr  d’honelìate.  B o c.  Lrtiiu  Souertbia,Tama, 
Simile, lneliimabitc,Vrefente,.Maggiore,Sopraaegnen- 
te.  lofi  Lunga . Gran  Letuii  . .Al  lomtnoaar  della  iioslra 
Lentia  Con  pan  Letitia  mfieme  fi  tnaarono . 


Comento.  Elio  per  me  ne  fui  Contento,  & fatto.  Hon  ben 
Contento.  Sondi  languir  Contento . I mi  muea  Contento. 
Tuammi  far  Contento.  Di  ciò  fon  Contento.Vur  non  effer 
mai  Contento . Co n t i n ti  -Angeli,  Defiri,Solj>iri.  Itpa. 
drex  la  madre,  ^ ella altrefi  Conteuti.CnariKiA  .A- 
mma,Ella.  Lafeiiuna  Conteutijfima  fi partì.Cbe  d'ima  co 
fa  Contentifiimo  muoio.Si  ncca  donna  deue  efier  Corneo  a 
ta.  Chefuol  far  Contenta  la  mia  aita.  L)  » x.  Lbumana 
jpecie  t ccede  ogni  Contemo.  Et  aederai  color  che fon  Coom 
temi 'Helfoco.  Bi  u. Viu contemezge dell’ulato . 


Liceo  Lat.lniui.V  h-c.  & là  oc.  Lieto  Cor, Ciel,Di,Guar  Contentare . Lat  fatufacere  ,acquiejcere  ,compotem  effe, 
do,Penfier,  T empo,t'ila,f'iuer,Vaefe,  Leonida . Fu  Urto  Vmt.  Tuo  coment  arai  fenga  fame  firatio.  B o c.  Si  po,  » 

di  tal  auidente.  Cbe  mt  fca  uaierLuto,elrgiraltero.Tiu  tea  comemare.  Fofiecontentaab'egli  Camajje.  T<ign  co» 
tbc  mai  Lieto.  Luta  ,.Aniina,yita,'bltMe,Hora ,Tian-  lemandofi del f alano. Si diffiojidi contemarlo,ibe  ibe ef-, 

ta,  yifia,'HgueUa,  yagbez^a,  .Alma,  Donna.  InaiHa  fere  ne  douejfe.uedit Indice, 

tutta Lieta.Littt  Belte^,Luii,Ombre,Dipiuture,Can  Sodiifare,& jattifarepcriontentare,uedian^ . 
gpm.  Madri,  Dorme.  Luti  Tajji,Ocibi,-Augelt,Fiori,  Compiacere. Lat. placere,obfeqm,facere  fiitis.gratari .gra. 
C.omt,Tenfieri,Licuffirue  Danne,  Lietifiimo  Huomo.Lte  lificariaialfar  tluoUr  d'altri.  B oc.  Io  fon  diffiosia  di  do  > 

tamente rijfiole . Uetifiimamerne  mangiarono . Dan.  uerelurodelmioaioore compiaure.  Dilpofia per picciol 
Sembiangj  bauea  ne  trifiaate  Lieta . plagio  a compiacere  a qualunque  huomo.  S'ingegnercbbc 

Ictttiare , è far  letttia.  Lat  Utitian  & geflirepra  Utitia.  a compiacergli  Sete  fiato  pronta  a compi  icentii . 

D A M.  Letman del fuoordme  formati.  Felicità.  Lat.frbcitai,&faliittatJìeaiitudo,beaitiai,pro. 

GaiO)  igalame,diletteuole,^allegro.LatJiitidus,rlegam,  fiieritasjalut.  Hoc.  Feltati  iomma.  Sopraogmfua  Fo 
Bgiln,  & alacer.  P E T.  E'I  di  dopo  le  fjntlle , e i me  fi  Gai.  iiiità,t*r  pm  che  la  ulta  ainaua . 

B oc.  Gaia  Giouanegga,Gaie  Donne.Tanto  Gaiamente  Felice.  Lat.  falix,beatui,  fortunata  t,  fauSìui,  uifior,  fio. 
cantare irufignuoli.  Ù A n.  Ch‘ alcun' altro  m quella  tur  rins,  cui  beneeH-,profper,pro^erm.lecundui,falutariu 


bacata,  eh' a ben  filerà  re  m'era  cagione  di  quella  fera  U 
Canna  pelle.  San.  f'o/ uccelletti ooiamoratt,&  Gai . 

C ag”io  F'b,  Trouen.  ual  guadagno  ,&  uttlttà.  Lat.  lucri, 
eiiiolumentumducellum,uertigalpriuatum.  Da  u.Ma 
nel  commenfurar  de  nofin  Gaggi  Col  meno  ipane  dt  no, 
fira  letiiia.  noni  da  ufàre  nelle  profe,  ne  ambo  ne  uerfi. 

Giocondo.  LatJucunduspialallegro.Ti  T. Che  fa  uendet 
ta  c’I  juo  e fila  Giocondo . mondo , Et  rifarne  un  piu  bello, 
er  piu  Giocondo . 

AH'abile.  Lat.  ual  facondo,cfi-  facile  del  parlare.  Lat.  illix, 
corno , urhanus,  facundus.  P e T.  Sitai  fi  penfòfo  i Vlifse 
i^dfabil  ombra. 

Benignità.  Benigrà . aedi  fiotto  Gioue  44}!. 

Ciiopergrato.  Lat.carusj&  cbanis,graiMi,t!r  amore  de. 


Ttr.  Felice -Aere,Mi»auee,Mgnelh,Huom,TaeJè,Sta 
to,  yeder,Di,Core,Mntma,Mlma,Hora,Ttaiita,  Terra, 
Tiacer,Spirto,.Autumedon,  Iearo,Tiphi,Titen  .Filici  • 
-Aatme,  Efetti.H erbe, Occhi . lui  eran  quei, cbe  far  delti 
Feliii  TonttficijRegnanti/mperatori.  lijianti  Fclicilo» 
già  mortiinfalce.  Cofimedaima  il uoi ueder Feltce.Feli- 
ceT alma , che  per  uoi  f off  tra  .Sol  eri  in  terra, bor  fanti 
. del  Fehce-Agamennonèàr  Menelao,ihe'nfpojèToco  Fe. 
liti  al  mondo  fcr  gran  riffe.  B o c.  F elice  fiato.Jdg  a Fe. 
beiate  a fuemurati  Fehcifitme  -Anime.M  cutFebieme».  l 
te  adiuemfie.  Tutti  Febcemente  uifiero . 

Febcitare,ifar  febee.  Lat.  beare , fortunate ,féruare , ^ 70 <5 
infebatare  figmfica  il  contrario.  Dan.  Febcitando  fi  di 


cura  tu  cura . 

mniìui,iuiuttdui.  P e T.  cJ"  B o c.  Caro  Duce,Figbuolo,  Infelice.  Lat  uifeUxfiirutfmfaufius,  mifer.  P e T.  Infelice 
F-glio,  Dono,  Mouile,1dodo,'Hudrimento,Tadre,Tefò,  Stato.Efiibo.  I miei  Infebii,&  m^eri  confimi.  Del  pop» 
J>rigio,Fidet  «1»  Caro  II  tuo  mucr  m'i  Caro.CA  ucMmi  lo  Infelue  £ Oriente.  B o c. Molte  hanno  ad  Infebce  mor 
ea,'Hemua,  Coiifiirte,Duce,  Dottna,Bellez'ga,F’ita  Ter  teimarituondotti.Infcbainnamorati.Glicuiamoriheb 
quanto  egb  baurà  Cara  la  nofira  gratta . Cofi  quefla  mia  1 brro  Infelue  fine,pmU>  ch'io  a lungo  andar  l'affetto  Ina 
Cara  a morte  penne  (tde fi  Laura)  CAuiTanle  ,yoct,  ftUctfiimo.Infebiemente. 

Membra, Sabne,Cofe, Compagne.  Le  femine per quefip  fmRo.Lat.ualinfrbce.Su  K.SÌifelcU  FauBo dr amena, 

fon  tenute  Care,  Ca  »i  Cutadiui,Occbi,  Tenfieri.Carijfi-  F alio  poi  figmfica  la  fuperhia,  uedi  a 561. 

ona  Bonna,Garilj'ime  Gmam.  Carifiimo  .Atmio.  Et  Co.  .lotauilojMi  injeUct.  Lat.  iufebt,mforfuraitf,  T.  0 por. 


Venere 


CIELO 


Ventre 


t$eghtftfUe.  DtlbelSerrudelttraiKjiiiUe ciglia.  Senni 
0€ibi  Lucidi  Sereni.  SerrncHore. 


»olHfjHf}ò,mifero,&nrphari».  ' — 

SccuntiO)  per  felice,  & prvjl>ero.Lat.&  felix  P i t.TjI  uè 

ni  ioniraaiuor,e‘iifiSeiondoFauoriUlcieio.Driiioper  Serenare,  Lat.  V t j . Di  fereair la  tcmpeSlofa  mente . 
Saerealfuodrfir  Seconde.R  o C.lliumumpie  i Sogni  pa  Rafttrrnare.Lat.ferettare,ueliterum  ]erenare.  Pet-E*/ 
ianofortuneuoli,  & con  Seconde  émojiratiom  chi  gli  ne-  mito  fi  turba,  & rafiereru . Talhor  jiia  dolce  utfla  raffe- 


de  conforimo  .ninno  fe  ne  nued  credere 
Delira.  Lat.  dexter,propitius,fecundus,profperuj,ualfeli'‘ 
ce  protra  ,&fauoreuole.  P e T.  Ch'èbel  monr  mentre 
la  Ulta  i DeJIra.  D i la  man  Delira  ch'a  buon  porlo  ag- 
giunge. che  l'altro  amante  ha  piu  Dejira  fortuna 


rena . Che'n  parte  rafierena  il  cor  dagliojò . Laura  gentil 
che  rafferena  i poggi,  ma  tran./uilla  oliua  Vutà  nii  man- 
da e'I  tempo  rafierena . Il  del  fi  rafierena . Et  digiufittia 
U fòt  che  rafierena  11  fecol  nofiro . fe  mortai  donna  o dea 
Fufie  che'l  nel  rafierenaua  intorno . 


jog  Domelìiàiezz»,&dimefìubez.za,Lat.famtliantai,ufiu  SeTeactdr  Sirene , lonoc/ueUechabitanoilmarefeiondoU  ' 


toujucluii),neccfiituio.  1}  o c.  Ditaejhthegiia  .Amare, 
mie,Smg‘ilare,Stretta.La  Domeliicbetcta  cb‘u>  bauea  fe 
co.  F'n  poco  di  piu  Domeflithexga . 

Domtftico.  Lat.famdiarisifamiliaritateconiunlius,  ne- 
eefiariui,‘ntimus,domeJiicui,  ufu  comunduM  Boc.  Mol- 
to mia  Domefiica.  La  donna  era  fua  Domefiica  diuenuta. 


dir  de  gli  f nocchi  Je  quali  cantano  fi  foauemente . Lat.  fj» 
renci,& ,Aibeloiiei ; pcribe  i poeti  fingono , che fofiero 
figlie  di  .Acheloo , & di  Calliope , che  fofiero  tre , cioi 

"Partenope,  Ugia,Cr  Leucafia,  che  furono  mutate  in  Ti- 
cbeuecelitnoii.'P  t r.  Et  di  Sirene  al  fuono  Chiuderto- 
teccbie  Qjiefla  fola  era  noi  del  del  Sirena . uedi  a 105  é. 


yollri  Domeflichi,,AmmaL  Domeftiibi.  .Attendano alle  Pace.  Lat.  pax.  P E T. dr  Bo  c.  Suona, Etcnu,Doite,San  709 


ta,Tràquilla,Somma,Gratiopt,Lieta.'t^Uama!giorTa 
ce  del  mondo,  l/or  pace  Jiorguerra.hor  tregue . I uògri- 
dando  "Pace,  Tace,  Tace.  T^n  fo  fe  guerra  fi  Tace  a Dio 
michieggio.  Et  IH  quand'eUa  parli,  ho  Tace,  0 tregua. 
Tra  il  figliuolo,  dT  U padre douere  effer  Tace . Di  trattai! 
Pad.Dohi  Taci.  Ari.  "Ugn  conofee  la  Tace,dr  non  [e- 
filma  Cbiprouato  non  ha  la  guerra  prima . 


, bijogne familiari, et  Domefliihe.SnoDomefiicoera  Dime 

' fliiamcnte.  P E -c.CuiDomeliua  Febrcafialirdeue. 

Domcllicare,dr  Dtmejiicare.  Lai. domare, maifiìiefaceret 
diurireaticurofii,pen.pro.famihariui  nerfca-i.domefh- 
cum  fe facere.  Boc. S'mcommctò a dmelUcare con Tbt 
bppo.Miitghino  daW altra  parte  hauea  dimefinata  La  fan 
te.  Effendofi  con  l’abate dimedicato.  Giannole  dmeflicof 

fi  molto.  Con  loro  noi,  ntteri  fi  dmtefluaua.  Con  efio  lei  fi  Pacifico.  Làt.quietus,&  tranquillus.  P e B o c.Ma 
dimefiitò.  Fedendo  tanto  lei  dimeflicarfi . reostato,  di  Tacificatocore . Fi  entrò  Tacificamente  co 

Affettione,  i uolontà,  amorrfiefiderto.  Lat.  affedut,ani-  gran  piacere. Coloro  che  Taaficamente utuer defiiderano. 

mus,uduntaifimor,propcn]io,inclinatio.  B o c.ConTan  Tauficare. Lat. pacare,componere, pacatum recidere, miti-  I 
ta  afettione  le  cofe  ualorolimente  operatedal  Gerbino  gare  Jimre,placare.  Boc.  Con  te  miglior  parole  che  egli 

raccolie.Tcnendo ilRe [aff'ettione najcofa .AUamia buou  potè, iHngegnidipacificargli .Tanto  feceche  pactficoil 
NJ  .Ajfcllione  guardando.  Grandifiima,Haturale . Egli  fighuol  col  padre . 

uede I guidardoni  fecondo  fi.Afi'elt toni  fcguitare.D  ah.  Rappacificare,  lat. iterum componere  Boc.Tu  mi  credi 
SecorÀoC.Afftttionib‘adirci  firona.Chelatua.Afiet-  bora  con  tue  careigge  rappadficare.  Rappacificata  la  . 
tionmifepaleJi.CheP.AfiettiondeluelGoliangaunne.  donna. D i u.Qjtanioclliunpocorappaciatiforo,idefi 
f/pn  ò C .Affettione  fi  profonda . £1  tu  mi fegui  con  CAf-  rappacificati . 

fetttane . Rappattumare,  Fo.  uillefco , ual  rappacificare,  ricondliareé 

Affetto  Lat.afic8io,amorfioluntat,defiideriumfialdefiio,  farpace.Boc.Ter  bella  paura  con  le  caftagne  dj-  co  '. 
amore,uolonta.  P e T.  Affetto  Duro,  Indurato,  Cortefe,  moiio  fi  rappattumò  con  lui , dT  piu  uoUe  fecero  poi  infili 

Ffato.  Antrit  Humam,DoUi.l{aiffiatoambodue gii  megog^mglia. 

Affetti  miei  D * V.  Ter  abbracciarmi  con  fi  grande  Riconciliare.  Lat.  reconcitiarefin gratiam  reflituere, placa-  ; 

Affetto.  Qjiinci  addolci fee  la  uiua  giuflitia  ]n  noi  TAf-  re , in  priflmum  reponere.  Boc.  Difiderofa  pienamente 

fetta.  La  noce  mia  é grande  Affetto  tmpreffa  . Et  poi  ricomitiarfi  col  fuo  Tebaldo.  Et  uno  abatefin^fuocoflt 
C A ffettoff mtelletto  tega.  giù  doue  l'Affetto  nofiro  hauer  riconciliato  un  malfattore  al  papa.  Et  Riconcihatom 

Lingue.  Et  con  Ardente  Affetto  li fot  affetta . Si  che  tal-  feto  gli  donò  una  gran  prioria:  Et  dopo  molte  parole  la  do- 
tto Affetto,  I h'rgli  baueano  a Maria  mi  fu  palefe . Gli  lente  donna  riconciliarono  con  effo  lui. 
fuoi  con  tane' Affetto  uolfe  a leijà  nofiri  Affetti,  che  fido  Amore,  per  la  bcmuolenga.  uedi  aój.^. 
infiammati  Sol  dal  piacer  de  lo  ffirito  fanto . Dopo  tanto  Concordia,  Lat.  P e t.  £r  la  Concordia  cb’ifi  rara  al  mon 
ueder  gli  Affetti  fuoi,  do.  Che  Concordia  era  tal  detaltre  cofe.  Boc.  Con- 

Affettionare nerbo uja  ilSpagnuolo , Lat.  afficere  fe.  cardia  contmoua.  rmteflo in  Comordia-Andarono  di  Con 

708  ASetttloCopienod'amore.Lat.affe8usardeni,propenfus,  cordiaacaja. 

cupidus.  Hoc.  Affettuofo  Amore.  Affettuofe  Tarole . Concordi,  lat.  concorda,  confentiens,  conuernemes,  con-  710 
Affettuofamentecorfe  ad  abbracciarlo.  AfittuofiJJi-  iui8i.B  oc.  Ma  con  lonjentnnento  Concordi  tuttidtf-  . 
inamente  lo  abbracciò  di' bafiiò.D  xn.  Sifone  ful'Af  fin.  Concordeuoliajuoi  Difq.  A «. 
fettuofo grido.  Accordatore. Lat. pacator,mediator .compofitor.  Boc. 

Sere  no.eìr  Sereno.Lat.lirenutaial  cbiaroAllegro.giocondo.  Theho  uiiiciiordtlgran  Thitone , A ccordatore  delle  Cl- 

Sofi.^  Adie.  pTop.tfi-meta.  P et.^B  o c.  Ciel,  Ciel  thare di  Tarnafo.  F 1. 

empireo,Aere,Caldo,Sole,Di.Fifo,Dolce,  Stato,  Cuar-  Accordare.  Ut.  conq>onerejconcordarejconuertire,confen- 
do . Pili  che'l  ciel  Sereno . Il  ciel  s'accende,  drfi  rallegra  tire,cuntemperarejHoderare,iemperare.  TsT.  D'mge- 
D'tfitr  fatto  Seren  da  fi  begfi  occbi.'Ht  yr  Sereno  ciel  tr  gnopofe  inacordar  le  parti.  £t  con  T andar , dr  coljoaue 


Te«rro  CIELO 

le  Mci^ime  penlt.  Che  agli  amorofi 
falli  mal  l’aciorJa . Boc.  ^ quejlo  i'accordana  lutili 
Thilalóphi  ^Itaqual cufa Upriore,& i frali iUctorilani 
UO.Efiendoji  miti  a queSìo  cenj  glio  aciordati.  D a N.<^ 

Mede  ihe  l'accorda  Conefio,  come  nota  con  jiio metro, 

Hor  accordali  a tatuo  imiiio  il  padre . 

Equità  ; nal cofagiufla,  ragioneuole . Lai.  aquilai.  B o c. 

Si  può  a buona  Equilà  duierrj  gtufiametite . 

CoMtunprare  ,per  accordar.  P s t.  Et  cui  defio  le  mie  rima 
Contempre. 

Comporre  per  accordare,  & acconaare  Lal.cóponere,opta- 
re,conuemre.  B o c.  Compufe  il  corpo  fuojopra  quello, & 
al fuo  cuore  accofìà  quello  del  morto  amante  j.  acconciò. 

Campo  fe  di  douergli  dare  cinquecento  fiorini  ioro.i.fac- 
cardù.&  quando  sia  per  apportare  fi  toder are  uedi  aqi. 
tir  per  por  infume  a i6p^.  & per  ordinare  a •>. 

Difceiure.  Lat.  dijceplarefial  difeordare.  Pah.  Come  fu- 
bito  lampo  fibe  difcctti  Gli  ff  triti  uifiui . 


Vinere 

de  honoreglt  f acena, ft  come  trouerete  b ggendo  Lini». oh. 
Jediceil  Tir.  Haticndoinquel  fomm'buom  lutto  hor 
mejfo.  Tanto  ch’aUlio  nedò  nanioapena.  Fuun'al- 
iro  Lelio  nomano , col  qual  il  nofiro  P e r.  bebbe grande 
amicitia,& di  un  Socrate  di  natione  oltramontano, ma  ne 
cojlunti  di  qua  da  monti,  Lelio  fu  fludiojò  delle  pobte  lette 
re,  quanta  frlfe  la  loro  amicuia  ft  legge  nella  ulta  del 
P E r.il  qual  con  Socrate  mffeaimilieuolnif  te  anni.xxxì. 
Cir  con  Lelio  xxxmi.&funo,et  l'altro  muri  prima  di  lui. 
Tlefi  può  non  fltmare,  che  egli  lai  nomi  loro  impolìo  ha- 
uefSc  l'uno  chiamando  Socrate  perla  fantttàde  cojlumi, 
l'altro  Lelio  perla  cara  loro  .Amicitia,  qua  fi  de  Lelio,  ^ 
Scipione,fi  come  Simonide  chiamò  Francefeopnor  de  fan 
tt . onde  dice  Vaco  era  fuor  della  comune  firada  iiuand» 
Socrate, Letto  nidi  prima  Con  tor  piu  lunga  uia  conuien 
chiio  uada . onde  con  un  grido  foggmnge . O qual  coppia 
d’amia;  che  ne'nrimaToria  ne'mprojà  affai  ornar  ne'n 
uerfi  Si  come  di  iiiriù  nuda  fi  filma . 


Tregua, er  Triegua.  Lat.fcedut,  inducia  baruminduciarù.  Amico. JoR.  & adte.  Lat.amicuifociui,comes,  con[ort,con  j,  j 


i promiffion  di  non  ofil  nderfi,  & ual  ancho  ripoji.  Tt  r, 
Dirò  perche  ifoffiiri  par  laudo  ban  Tregua . Haurem  mai 
pace  i haurem  mai  Tregua  i od  haurem  guerra  eterna  : 
Tempo  era  homai  da  trouarpace,oTregua.  Il  tor  non  ha 
mai  Tregua . Hor  pace , hor  guerra,  horTrtgue.  B o c. 
Efiendo  l ultima  Trirgua  finita  co  Tedefthi  .Auennefibe 
il  Re  é Francia  molte  Triegue  fatte  con  .Alamanni,  mo- 
rì. Ari.  Et  talTrigualor  fubuorucque  .0  ch'ioti  fac- 
cia foli  un'hora  Tregua. 

\.e%Oi,idcficomplice,opanecipe.Lat.coUigatiopiitto,coplex, 
cii.faduiris.  A Ki.  E fe  gli  fi  uopre  al  ritornar  nimico 
Con  ymetiaui  in  Lega , e uuol pigliarlo . Ecco  malgrado 
de  la  Lega,  prende  Mdano . Il  campo  de  la  Lega  le  rouine 
Mira , 

Icniuolcnza . Lat. beneuolentta , amor. S oc. La  uoRra 
Bcniuoleirga  li  rendiate  .Lamia  Rencuolenga  acquifiercm 
te.Confireitadapuralleniuolenxa.D  A n.MiaBenmo- 
lenza  in  uerft  te  fu,  quale . 


fcuuqiarticepitunanimut,  collega.  P e t.  ^ B o c .Bri/*, 
Dolce,Grande,T anco,  Fidele,Famigliare,Car^imo, Buo- 
no. bebbe  ilaelfi  .Amico,  t'n  .Amico  Tenfierle  mofira'l 
uado. .Amica  Cara,Dnlce,Fedele,t'era.CbeconUbianca 
.Amica  di  T none.  A mica  di  pietà, di  f'iriù.t'era  Amici 
tia  di  ChriRo , La  Forium  m’i  fiata  poco  Amica.  &per 
lo  adie.Amica  Schiera . & Amiche  Mufe,  Rine.  Anime 
di  uirtute  Amiche. & Amici  cari,  Lieti,Ran,Fuli,Molei, 
Grandifimi,Sconfolaii.Copia  i Amici,  tir  per  l adte.  Bo.  • 
fibi,Lumi.  Dan.  Fuor  de  le  braccia  d-,  l fuo  dolce  Ami- 
co Egli  per  trar  [ Amico  fuo  di  pena.EtcomeAmico  ho» 
mai  meco  ragiona.  Et  lial  uero  firn  timido  Amico . T oRo 
cheparton  taccoghenga  Amica.  Da  indi  in  qua  mifur  le 
frrpi  Amiche.  De  Fantine,  che  Dio  Than  fatte  Amiche . 
Et  quafi  Amici dipartirfi pigri.C'ban  detto  a i dolci  A- 
rmaa  Dio.Chenel confpetto di Dionifer  Amici. 

Amichcuoli.  Lat.  amicabilii.  B o c,  Amiibeuoli  Tarolt, 


Edere.& Amiibeuolniente  lo  cominciò  aprtgare. 
Bt'aiuQÌx.Lat.beneuoiusa,um  B oc.  Intendo  di  render-  Tirti^iiai.Lat.fu{iiofifrquaces,fe8atorei,adharentes,  > 
mi  Bemuola  la  tua  manluetudtne.  Le  mogli  efSere  Bemuo-  comiuilitonetJocii,fa{Uenis  eiufdcm  ; fimo  i fedeli,  & cor 

let&  piaccuoLCb  fu  la  fortuna  Bemuola,  diali  amici.  A R \.l  pagani  dtran  che  nulla  puoijCbepe- 

Atnicicia.  Lat.&amor,beneuolenlia,t!rbeniuolenttecoH  rirlafcUTartigiamtuoi, 

tMnliio,famdtaritat.focietas,confiicieiai  Boc. Grande,  Tarteggiare,ptr  tener  parte  uedi  a 1761. 

Interi.  Le  fante  leggi  dell'  Amicitia.  Ari.  Ouelacha-  Famigliarità.  Lat.  ér  confuetudo  ,ual  domeRichezga, 
ritate  è in  lutto  efiinta,T{efi  troua  Amuitia  fi  non  finta.  Boc.  Cominciò  fico  tanta  Famigliarità  a pigliare.  Af- 

B » u.  Amico  fedele . , ' fai  Famigliarmente  il  confortò . L'haueua  Famigliarmen 

Amidà.  Lat.  amtciiia.  Boc.  Crande,Camale,Crata,Sin»  te  accompagnato, 

gulaie, Leale ,y era Jjberale. Santifrima cofàil'AmiRà,  Famigliare. Lat.domeRieuifamiliarisjuildomefiico dica 
nonfolameniedifingular  reuerenxfl  égmjfima.mada  ef  fa^  come  amicofi  compagno, &doue  nel  B o c.fi  troua 


fere  con  perpetua  laude  commendata , fi  come  dif  cretifii- 
ma  madre  di  magfiificeuza , & é honefià,forelU  dt  gra- 
titudine,ry  ih  carità,&  di  odto,e!r  i'auarttta  nemica, fin 
' V affettare  pronta,  uedt  [ Indice . 

Lelio,  fi  come  furono  due  Scifuoni  Africani,  enfi  due  Deli  ce 


Famigliare  per  famiglio  non  fia  bene.  P e t.7\w  quel  eh’ a 
Dio  Famigliar  fu  tanto  In  gratia.  B o c.Tarmeno  Fami 
gliar  di  Dtoneo.Con  alcuno  fio  Famigliare  montò  a canai 
lo.  Con  tre  loro  Famigliar!  ufiiti  della  città . Attendendo 
alle  cofe  Famigliarujella  Famigba  di  cafa . 


lebratiidequalitAmiatiadelfeccndo  col  tumore  Afri-  Requie . ^r.  paufalil  ripofo.V  \ r.O  Letticiuol  ,che 
cane  i delle  rare  ir  fide,cbe  fono  da  li  fcnttori,ir  da.  M.  Requie  ert  ir  conforto  In  tanti  a fama.  Requie  cercaui 

TuUioUudate.HpndimenoqutlTallro,delqualparlail  de  futuri  affanni . Femia  Requie  a fiioi  giorni, &bre- 

noRro  T E T.  anchor  che  non  fia  di  tanta  fama  pur  beb-  ue  & rara . 

he  col  maggiore  Africano  tanta  Amicitia,  che  in  tutte  le  Ripofb.  Lat.  quietytquiei,pax,ocium,paufa,tranqMÌlIitai. 
tofe  che  fece  inlltffagna  <y  in  Africa /hebbemfua  com  P i o C.  Breue,Stanco,Finlo,Molto,Sommo,Grà 

fógma,0-conluicomunicauatuttiifuoife(reti,&graH  de,ir Sicuro.  Dapoi alcun Rtpofi prefi. Laura Ripofo  di 


• Venere 

' mid  Hanca  uiti . Che  ora  hipolò  data  a Calma  flanea. 

Ripofiro.  Lai.  qaietusJiramiaiÙHt.  P b T.  Rifofuo  .Affan 
no.Torto.  B o c.  Ripolàto  Ordme,^mmo . 

Rlpofare.  Lai.  quiefure , ocian.  Ptr.  La  guancia  Ripofate 
fu  l'un  figuor  mio  caro.  Et  fiate  homai  di  noi  fiefio  piu  a. 
uaro . {^pa  bebbi  rtpofata  un  bora.  Cb'i  mi  npofi.  Boc. 
.RipolaaJofi  Coflamino  con  la  donna . Coflui  nauendo  uh 
di  lauorato  motto  , & ripofandofi . al  tempo  del  caldo  per 
npojarfi.Qjtui  piu  giorni  Ripofata.Toi  che  npojàtofu  al 
I cuitgturno.  uedtaH' Indice.  & Bipo/àre per  dormire ^edi 

adocchia  ij6q. 

ftf  Pofì^uat ripofo  Lat.quies,pax.Oiium,paufa,tranquillitai. 
T ST.  Ter  hauer  Toja  almeno  infino  aCatha  ."Hon  f^ero 
del  mio  a fanno  hauer  mai  Topi . L'anima  poi  ch'altroue 
uonbaTofa  Corre,  h oc.Tutte  le  cofefenga  alcuna  To~ 
ja  eficre  dalla  fortuna  permutate . 

Tifare.  Lat.quiefcere.ociart.T  t r. Quaatio poftr  dourei . 
Tarea  poftr  ,comc  perfona  fianca.  Dopo  la  guida  fua,ihe 
m ti  non  pofa.Tie  mai  fi  pofa,ne  tarrejìa  unbora.Se  fi  po 
fafie  lòtto' l quarto  nido  .Qual  fi  pofatta  in  terra , elr  qual 
fu  tonde.  Benfia  in  prima  ah’ io  pofidmarfenxjanie.Oue 
■ch'io  pofigli  occhi  la/Si,o  giri . Chi  non  ha  albergo  pofifi 
fu’l  ucrde.  Boc.  uedi  t Indice. 

Soida  per  la  Tofa,o  quiete.  Boc.  nella  F i.  L'un  confortato 
dall' altro  jrafciHgammo  le  lagrime  jfr  a quelle  ponemmo 
Sofia  per  quella  notte,  e^in  queila  maniera  con  nana  al- 
Irgregja  alquanto  diede  Sofia  alle  mie  doglie. dr  nelTn, 
Jìnnque  geranio  confortarti  deui,  & dare  alquanta  So- 
fia al  prt(entedefio.  l)  a K.-dpafit  diedi  Sofia,  idefiftr 
mai . Sofìa  p:  r lo  guaio,  uedi  a fòfiare  per  fer- 

mare a fi . 

yiS  Quiete.  Lai.  B o c Efiendole  cofide  Longobardi pro&ere, 
O"  in  Qjiiete . Tiu  me  fi  lieto, (jr  in  Qjaete  con  qutMa  di* 
marò,  d’haucre  alcuna  Qjucte.Terpetua  Qjiiete. 
a Queco.  Lat.  quietut , pacatus , ociofus.  P E T.  Queio  Core 
Qjieta  I'tta,Mente,Fera.y’idi  una  gente  andar fen  Qja- 
ta  Queta.er  QueteUpie. 

Sìjietare.  P E T.  Ter  quetar  la  uaghsgza , che  gli  fbigne  i 
eh' affai l mio  flato  rio  quetar  duurebbe.  Io  qm  difoco,^ 
lumi  Quieto  i miei ^rti . 

^Acquetare  per  pacificare.placare.Lat.  placare  Jenircfacam 
re, mitigare,  acquiefiere,tonquufcert,traHquiUKm,pacifi 
cum&quietumreddere.  P e r.Ter  acquetare  il  core.La 
qualera  poffente  Cantando  i acquetar  li  fdegni  &Cire, 
Et  acquetar  i uenti  & le  tempefie..Ad  acquetar  il  cor  mi 
fero  cr  mello.  Tur  acqueta  gli  ardenti  mici  dcfirì.Ch’ac- 
queta  Caere,<dr  mette  i tuoni  in  bando.Iui  t’acqueta  Cal- 
ma abiguttita  ..Alcun d acquajo é foco,U gufto , c’I tatto 
.Acquetan.Lagrtmando  trauarfi,oue  acquetarfi  Cangpn 
tu  non  t'acqucti.anzt  t’mjiammi.  E'I  mondo  & gli  anima 
It  .Acquetino  i lor  mah . lui  m' acqueto.  Et  ben  rn'acquem 
tu,  lÈT  me  fiefio  confalo . 

tafquetare.  Lat.iterum  pacare . uedi  acquetare.  D a N.  £t 
fi  racqutta  poi  che'l  pafio  morde . 

717  Cheto.  Lat.  Uiuut,quietutfranquillusfópofitusualquie- 
jo  <ì-  tanto.  Boc.  Si  flette  Cheto.  Tarendogli  ogm  copi 
Cheta . flette  Cheta . Sentì  te  cofe  Chete . Ter  fargli  flar 
Cheti . Et  tenga  piu  Chetamente  gli  tre  famigli  Cernirono 
letauole.D  ».  u.Cbefi  Cbuma  acqua  Cheta  tufo  auantc. 
/'oceTbofeana-  . 


CIELO  Venere  yj 

.Acchetare. Lat. acquiefeere , & conquiefeere. Boc. ,41- 
quanto  la  tempefia  Sdcchetaia . 

Racchetare.  Boc.Leicon  dolce  parole  s’mgegnauano  di  rac 
cheta  re, & confortare.  Ma  poi  Racchetata  la  cofa.Rjccbe 
lato  ciafeuno . 

Tranquilliti . Lat.  Boc.  Onde  io  amata  daini , in  Tran- 
qmUttà  con  lui  mi  dtmoro . 

Traiujuillo.  Lat.tranqutllus.  T e t. Tranquillo  Mare, Tur 
to,Stato,r onte.Tt»ua_yiiit  .Amanti.  T« a n<i_»i  1 1 » 
Tace,  T^tle,  l'ita,  Fofia  , Donna,  Obua,  Hora,  Cogita. 
Teakq.vii.ii  Fauifle,Luci,l'ogiu,Ciglia,'Hpili.Le par 
tideCammotranquifie.  Boc.TranqmdoMare. 

Agio , # 1/  commodo.  Lat.  commoiumj'pportunitasficcafiio,  7 ■ 
ocium.  B o c.Gtanm  a grande -dgioAS"  con  molto  piacer 
ceno.  Et  erafi  riueflito  a bello  .Agio.  .Anichin  'j  & la  don 
na  hebbe  afiai  .Agu  Eletta  diluì  con  piu  .Agio  pre/i  pia 
cere,&  diletto.  Incitandi  gli  il  buio  & t'utgio.  Et  efiend» 
io  negli  ..Agl,  ne  quali  uoa  mi  ucdtte.  ueé  l'Indice . 

Agiato.  Lat.  accommodus,(Sr accommodatut.  B o c.  ■> 
me  .Agiato  Huomoj.attoa  fare  ogni  capa  per  ordine.  Tu 
fai  ben  come  10  fon  .Agiato  da  potere  albergare.Ser  Ciapel 
letto  che  fi  uedea  mal  .Agiato  delle  cofe  del  mondo.Tercib 
chela  piu  Agiata  donna  del  mondo  non  era.  Agiati  Huo 
mtau,Ciouam  .uedt  [India . 

Adagio  Lat.  ocmmjcommoebtatjual  commodo,  uedi  Agio, 
Boc.  Accio  che  con  piu  Adagio  poteffero  eficre  infie- 
me.&perlo  aduer.  Accio  che  piu  Adagio  fi  potefie  al 
falazgo  tornare . Lat.  commodi  commodum . ‘Tanto 

piu  fia  amo  Adagio . 

Adagiare.  Lai.  accommodareASr  adaptare,qme fiere. Boc, 
Tenti  di  poter  fi  adagiare  per  lo  cofioro  amore.  I loro  Ron 
Zini  adagiarono . Fu  affai  bene  adagialo.  P e T.  lui  finga 
penfier  t adagia  & dorme.  D A ujatte  col  remo  qualun 
que s'adagia j.  qualunque diuenta  agiato  Otarda.  Ma 
perche  dentro  al  tuo  uoler  t’adageàaua  uolontà  confimi . 
,Aecommodarc,&  Accommodarfi,ptr  adagiare,  adattarfi, 
ordinare  Accoiiciare.LataccomniodareÀdapiareAptare, 
commodare,  adiungereànfertare,acquiefcere . 
Accommodaco  adie.  cioi  agiato , acconcio,  Lat.  Accom- 
modatus , aceommodus,  idoneus,  aptui , confentaneus , 
per  appofitus . 

Accommodo,  la  commodità,  lo  agio.  lat.  commodimj^ 
percommodus,  ual  molto  accommodo , 

AuoHeiare,pcr  adattare,  accommodare,affcttare.  Lat.  ac- 
commodarcAttemperare /amare, dirigere,concbtnarcql- 
lufirarc. Boc.  Et fenga altro dire,fattofi tutti i fuoi uè* 
fimcnti  in  una  camera  acconciare,  nel  menò  dentro  pie  fi 
prcparare.omare  .Era  in  un  fuo  horto , che  faceua  certi 
fiioilauorclli  acconciare  ,idefl  mettere  in  affitto.  Ha- 
uendo  adunque  al  conte  il  figliuolo , CT  la  figliuola  Ac- 
conci ,tdcfi  acconciati . Acconcia  la  Grulamcflealfuo- 
co,idefi  pelata  ,eSrorénjla.  Et  io  quimi  fon  Aecomio 
d impegnar  tutte  qucHe  robe, idefi  apparecchia,  lo  fon 
Acconcia  i abbandonare  il  dislealgiouane, idefi  firn  ripa- 
iuta  , fon  àfjaofia . 

Acconcioidr  Acconci  adie.  Lat.  comptus,  tui/tptus,  con- 
fimaneuf  ,compofitus/irnatus  ,politus  ,elegaai.  Boc. 

Con  afiai  Acconcio  modofe,  idefi  buono.  Ch’ella  pofià 
con  fuo  Acconcio  per  me  uenireà.  commodo . Incominciò 
i*  Accodo  de  fatti fuoa  a dir  quefta  noutliaJJnpropopio, 


Venere 


CIELO  Venere 

inbene^cio^cmeUnunte . ioinpiu  liaghi  fatti  iletli,&tiuti  di  Sarge  francefebem 

^jfettare,peraccommodare,  ordinare. Ut.acconmodare,  tormaii&cbirfi.Hormafacciamfmnlettotalftai  e^ 
adaptare,apiare;coiumodare.  D A N.  io  Benero  ìajiet~  ui  cape, & fallo  fafeure  datormdtalcHna  Sargia, 

ta  a farfua  guerra  j.accommoda.  Conine.  Lai. jono  paramenti,  che  fi  tirano  dinair^  del  leu 

Allctta  tuzzOjiai  auommodato, pulito.  Lat.appofitut,ac-  to.Boc.Et  appoggiato  d capo  al  letto tirata  [opra  U 

commoiijtus,&  aicommodui.  B o c.  Teriio  che  piciùlo  Conma.Le  Cortine  del  letta  abbattute.L' abate  dannerà 
dtper'finaera,&  molto  .Afiettatuvep.  U Cortine  foiudinan^i.liuàdo  le  Cortine  fi  Jle fero.  Aku 

In  affctto,«4/  accommodato,&  in  ordine.Lat.ordinate,per  Tiamari  Tadigluni,e  le  Cortine  Qual  alcatarde  le  Cor 

oréoes,accommodatè,concinHè,appofitè,compofitè,aptè.  tine  fiude  Tarer  fra  nulle  lampade  la  Scena . 

Tutti  i luci  cauatli,&  tutte  lefue  cofe fece  mettere  In  .Af  G nandali.  Lat  puluinar,& puluinutjeu  puluillui,  pulma  7»! 
fitto  per  douerfene  andare.  Di  cauallir^  di  amefirimef-  tius,&pulumulusildimi.  fono  gli  OriiUeri,oueroCofim, 

fi  fu  In  .Afictto.Tuttt  fi  mifero  In  affetto . aedi  a Guancia  4 1 J 74. 

710  Orio.  Lat.ocium.  Psx.Ei nacque d Otio,& di  lafciuia  bu  Origliere.  Lat. cenàcal . iloguanciale/i cefinodelto da 0- 
' manj.TepiJijbli,&giochi,&  cibi,&  Olio  Lento.Che  ere  reccbie,come  d guanciale  da  guancia.  B o c.  Et  posagli 

dendofiin  Otioutuer  fàtuo.  Bo  c.Sentendofi  della  per.  la  tefla  [opra  un  Origliere.  Condue  Origliert ornati  a ma 

fina  piu  aitante, che  nuando  giouanein  Otiodimoranàa  rauiglia.Ku.  i.Haueangemmati,efilenMdi  Origlieri. 

nonera.Ejfind'ionegli.Agi,tynegliOiif,GUOtif,&lt  Carello,^  guanciale,  0 cofino  di  panno  fattoa  inododi 
delicate^ , fibacebi  di  piu  pexp-  B o C.  M M canto  fopra  un  Carel- 

O tiofa.  lai.  inanis.  P e t.  Vecchia  Oliofà,  & lenta . Otiofi  lofi  pofe  a federe. 

Tiume.B  o c.Vna  donna  riccaj&  OthfaiSonuenuta  per  Coltrc,i  la  coperta  delletto.  Latculcitra,r^flragutumJ» 
feruire  a Dio,&  non  per  fiore  Oiiofa.Siuelìo  mio  affanno  dix,&loécula  il  dimi.B  o c.Et  poiana  Colere  di  buche, 

offero  alle  otiofi,&  non  alle  altre.  rame  cipriana  biancbifiima.  Feceai  porre  fufi  una  Coltre 

Letto.  Lat.leClus,grabatus,lorui,anaclinterium,cbne,cubi  lauorata  a certi  cSpafìi  di  perle  grofitfiane.  Io  aiti  porrò 

te.V  or.&Bo  c.  Letto  BuonJieUi$mo,CaHo!.lncorti-  chetamente  una  Coltricetta , donmraiti.  Ari.  Sotto 
lUtOyBclJUaramgliolo, Cattino . Ricco  di  materafii  tutto  La  Coltre  in  braccio  a ungiouane  gùcea . 

di  ucUuti,&  di  drappi  i oro  fonato.  £'  duro  campo  di  bat  Schiauina.  Lat.  lodtx,cit,gmphitapa,  a,  gauftpaau  Ora, 
taghailLnto.LatnDmerfit.'ìieUecameretLettifatti.  hcteromafiala è coperta  pelolà,&cbeancboportanoiii 

Difàrgie  fiancefcbe&dt  capedetti intorniati ,&tbtufi.  doffoi  pellegrini, &marmari,e^Schiauiperlofieddo. 

Molti jòpra  le  Letta  ne  prefe, prima  tbeiaccorgefiero  ef  Boc,  Etpreilamentela  Sihiautnagittatafididoffo  ,& 
jèr  i nimià  foprauenuti.O  Letttciuol,the  requie  eri  & con  é capo  d capello. 

fono  In  tanti  affanm . Vn  Lctticiuolo  afiai  picciolo.  Lat.  Lenzuolo.  Lat.LodixJinteus,linteidus.  B o c.Fuori  di  que 
ilinidion.  Di  fronde  di  palma.  Sopra  un  Letuauolo  da  fé-  latguoli  tratti  hmafiro  ignmU.  Ttgliando  fitto  le  LÌe.u» 

dere  fi  cominciarono  a trafiullare,Lettuuio.ueé  [Indice.  la  amorofi  pUcere.Tutta  la  pelle  pm  uolte  appiccala  la. 

San.  Tigro  letto . fili  alle  Lengucda.Due  Lengmila  biancbifipne  & fittili . 

Lettieti.  Lat.le(liu,fulcrum.B  oc.StefoqueiloMate.  Mom\e.Lat.&torquet,&totquu  aureut.èom.wiento  7i» 
rafjo  fopra  una  Lettiera.  Guarnita  con  un  Lato  ebente  a che  fi  porta  al  collo  ,&non  filo  delle  donne  ,maanihode 

cofi  fatta  Lettiera  fi  mbiede  i cauallifinde  OuiJnfaHitJìat  digitii  gemmai,  dot  longa 

710  MatcralTo.  LatMcubitii/tnaclMtriù,culeitra.ìlettodila  mtmiliacolloi  ff.T.parlante de caualli .Aurea peBoribut 

nafidibambagio B o c.VnMateraffodibambagiobel.  demiffamondupemlcm,&.AuLGel.inno(iaitti.equitati 
lo,&  grande.  Vn  belliffimo  & ricco  letto  di  Materafft . inquit  fremi  ephippii,  monibbut,f>hedrit^  prafulgentem. 

Dormire.  Somu,Sogno,VifioneJ^antafma.ripofàrcpeTdor  P e t.  Forma  fent’ane  un  fi  caro  Monile.  San.  Et  quel 
mire,  uedt  adocchia  lì6-}.  Monile, che  bora  gli  uedi  di  mirine  cochiglie  con  quel  den 

Lenire.  Lat.furgere.per  ufctr  del  letto. P e t.  Leuata  era  a fi  tedi  cinghiale  ,ebea  guifa  di  una  bianca  luna  dmauri  al 

lar  la  uecchiarclia.  Boc.U  Rema  leuaufi,tutte[  altre  pettogb  vende.  Ani.  Di  ricche  gemme  un  fflendtdo  Mo 

fece  leuareMuendo  leua  fu  donmgbone.Defii  a quello  ro  mie  Gli  defeeudea  dal  collo  in  mezzo  d petto . 

more  fi  Uuarom  Quello  tuo  uitio  di  leuarti  in  figno.Co.  Maniglie.  Lat.  armtUe,crfiintberfftno  omaméti  d’oro,& 
me  dal  letto  fi  d’alto  filino  fi  leuaffe,ibadigliaua , et  fin.  flmdi,che  portano  le  dònefit  anebo  gli  huomini  al  braccio 

ficciauafigboccbi.Cbe’l  marito  di  lei  fi  leuaua  ogni  mat*  Ttpeto.Lat.tapetumfiifiapesaisfit  tapete,petii.B  o cJat 
tini  per  tempo. Leuato fi  [abate  da  dormire,  et  quando  fU  ti  in  fu  (berbaTapeti  difiendere . Trattami  fipra  i dtfieft 

perrimouerefiedia  per  alzare  a ilio.  TapetLF  I.S  AN.Etqui  dentro  tremammo  foprauerJi 

Toltro,  ch'idletto,^' ffoltrareper ufctr dilettoa  jo».  Tapeti alcune  Tqfinpbe.  A r i.Di  finifiimmidrappi,& 
Capoletti.  Lat.conapaum,pai.  finoomamentidifeiafidi  diTapeti.Lemenfèd'altrapartemfuTapeti. 

fargia  .che  fi  pongono  intorno  a letti,  & ad  altri  luogbu  Fregi.  Lat.  bmbi,&p‘treregi,fignafiota,  fono  ornamenti, 
altri  cingono  che  fiano  intomiamenti  da  letti, che  mal-  che  fi  pongono  intorno  alle  eBrenUtd  delle  uefltfilr  baimo 

cuni  bicghi  fi  dimandano  Vadiglioni , & inoltri  Trabac.  nome  dal  luogo,  cidi  dalla  Frigia , oue  furono  prima  tro- 

tbe.  B o c.l  letti  difargtefrantefche,&diCapolettiin  uati.PtT-Achillefihedifama  hebbe  gran  Fregi. Lafcie.. 

tornili  i.  .A  ffaz^  le  camere  & ornare , &a  far  porre  gb'l  nome,e'l  rrgalmanto,  e i Fregi.  Boc.  Drappi  uer. 

Capolati . Uarauigliofa  cofa  era  a uedere  1 Caletti  in.  goti  con  piu  Fregi  ^fle  donne  Fregiate,  & co/i  di- 

tomo  alla  fila . pente . Di  quanta  infamia  rimarrebbe  la  tua  memoria 

Sargia, < cortina  da  UttoJM.cam^aumfei.B  o c.  Efie».  fregiata,  D a n.  Li  fuoi  diffau  Seaaifuo  pato  affai 


Venr^e 


CIELO 


Venere 


9$ 


étbiti  Frep,  iiifl  cillifrtg'.tto(L!ijmm4  difmet  come 
mente  ai  f»o  pticaio . 

frtffau.Mtl  ornxre.  Lnufign  tre^npgmre.  P l T.  Di  cafiità 
parche  gli  aioriù  & frt  gt  Ari./»  nn  neflir  d’ujjKr 
lor»  Fregiato. 

Sfregiare , il  comrnria  di  fregiare.  Lat.  i»faiiiare,exi{Uma- 
tuitent  offendireiìgaoìniniam  imucre,net(tre  inrpané- 
ne.Oji  N.  CheMrtrjgente  hontrata  non  fi  tfrrgia  Del 
preg^  ) detU  bnetcé  ,-ffrJleUa^aJ* , idtfl  fi  aiurna  il  ben 
tà,iT  ii  pr  gto  iella Qi  lia  . 

71}  Trapunto . lat.'phrygiiÀi i-pm .flamiro  fatto  confago. 
P*  t.  Mia  iteHHera  ^-^'àinoem' haueart  fi  adorno  D'nn 
beil'aurato  4^  lincoTrOfmnm . 

Trtpung  Te .Ltì.aatptngeTt.  K*.  i uefla  Haneatraptin- 
tx^ttfnamn  eonteH*.  x 

An-llo.  Gra.ii(Ui»n:hK.atttittn,^Mthotoiialeia  ctt- 
fire.ig-dallylioteeh*,tilltmgi  ione  fi  pone  Paneila/Pir. 
Sen:^a  fior  prato, & fngag  moia  ^nello.h  oc  ^ne/_ 
lo  Hello, iiclìigitlk>\Caro,Vretiopi,Ùilìaoro.  Corali  Ak»i 
»>  rTi  contrafattl.  O n ».  Che  ieK,C nella  fefialte^o- 
®l’C  glh'-'Parean  toeihtaia  Svili*  fènxa gemme.  i he gm- 
fta  mente  Si  ti  n^onie  ial  Anello  al  ino . 

1 nanell  a to . Lat  m^nsjtacmami,annnlis  oriutni . na  ere» 
jpo,  ria  u),mtonuaio, annoialo.  P i T.Pel  laccio  J'or.X? 


re,Ìln!irarrMitt>iiiiare/lilltiignere,MaTiare,f)ingere,ho- 
ucfiare,ampUfcarej»otare,iaHÌare,  coUocn^tare,  pnl~ 
chmm  f aceri  ,ornatMm  afferre  .ornamento  agiceree&  ef- 
(e,ornatefacere,honorarejiecorare.V  t r.La  corona,Che 
fnol  ornar  chi  poetando  feri  ne . yidint  di  pietate  omare'l 
nolto . Che  ne'n  rima  Tona , ne’n profa  ajiai  Omar  nen 
nerfi.Ollra  U nifia  a gli  occhi  orna,e'nfinge  Hor  é Jel  citi 
thè tnttoma  & rijihiara . Onde  forfè  angi tempo  ornai 
te  tempie  .Che  tntteornaua,crnontogliea  lamsìa  .Con 
tarbejiel,ebe’n  rime  orno,e  celebro.Tre  notte  tnóphanii. 
ornò  la  ihioma.rt  uiM'l  bon  Tbomaffo;  Ch'ornò  Bolog-ta, 
et  hot  MefSina  impingma.  Boc.La  donna  Jaifnalc  egli  rie 
camente  hanea  /-  ta  uetUre.Cr  ornare.  Di  bianchi  fior  or 
nirmirct  Jiuermigli.  Senza  troppoornarft . nedi  l Indice. 

Adornam-nto.  Lat.ornamentnm.  D a k.  Tarer  lofnen- 
tnrato  .Adornamento . 

Adorno.  P m.  .A domo  del,  Habito,.Atto,Mal,Moiido, 
Vifo.Tiaiere.  Adoni  Utti.  Gli  occhi  fatti  ùidorni. 
hoc.  .Adorno  Ctouanrtto.  Adoaki  Donne.  Glt  occhi 
ieU'Kooivi.  gtonane.  D a »..Adomo  Marmo, Sere- 
no,Miracol.Di  dintrfi  color  fi  moflra  .Aiomo.In  Jh  nid'io 
eofi  feiber  .Adorno  Farft . Si  fpeccbia  ifnafi^  peruederft 
.Adorno,  come  ifnei  che  pnotedianejie  il  ilei  d’nn  altro 
Sol  adonioàJefI  adornato . 


ghetto 


adèrte  lnanrHaio,cs  irto  B o G.£f  n»  capelli  tale  .A  limare.  Ut.  ornare.  T E rVadomar  fi, ch’ai  fW  n’andi 


Folore.Ter  adornar  il  iìfefioe&  altero.  Le  rine  e i colli  di 
foreitiadoina.Contacoronadel  f no antuo  adorna.  Fidi 
lagrime  honefte  il  nifii  adorna . Cb'aiomanfiCale'habito 
■ celefte,Ch'agginngerno'tpoflil,neingegnohnmano.  Se- 
gnilla  amor  confi  mirabil  cura  In  adornario.Ter  adornar 
ne  i fnoiflellanti  ehàflri  .AlUior,cbe  Dio  per  adomar  ne'l 
ciclo  la  fi  ntolfe.Di  caSiità  par  chef  adorni  i fergi,Ch‘at 
lumi  qntfla  nita  & I altra  adorni . C’ha  di  noti  mondo  am 
domo.  U A V. Di  rinerentia  gli  atti  e'I  uifo adorna. L'altro 
th’appreffo  adorna'l  noflro  choro . Com'io  de  C adornarmi 
con  le  mani.Ter piacermi  a lo  fpeccbioqui  m' adorno . 


V-f 


H Inanellati.  D noi. Solfi cotni,  ihe’namUatapria  Uiffo- 
ftado  m'h  tuea  con  la  fua  gemma , UtR  che  m'bauea  po- 
ftolanello.  'V 

Specchio, Lat.jpetuliimimagimfiim.  Pit.In 
nactia  pafso'l  tempo  tf-  nello  Specchio  Mi  neggw  andar  a- 
li  flagion  contraria  Che  Specchio  era  di  nera  leggiadria,- 
ideiì  ef  empio  llar  ho  dinanzi  agliocihi-un  thtaroSpeCm 
chi}  Odio  negglO  me  fieffo , e’I  fallir  mie . Die  emi  ^lo  il 
mio  fidato  Sfumilo  Che  ftdd  a gli  occhi  mteifnlnme  &fpa 
gboadefl  eficinpto . Ma  piu  neneolpoi  micidiali  SpeclhL 

0 lumi.che  ContaldolcezgafnfleihnoiSpecchi.D  A V.  - j-  ■ 

EiRomtgnardi,ficomefuoSpegho.TercbeUneggionel  Comare, per  ornare, & per  pettinare ,ucdi  a Chioma  a 
ucrace  Spegkt.f.tccnneSpeahioi’nnalaltrorTnde.Co-  IJ4»- 

menumdoda  Caccfiia.oda  lo  Specchio . .Addobbare  per  adomare . yo.Francefe.Tì  a m.  Cbldijfifi 

Specihi tre.  Lat.imagin}noflr,iconihlartin fpecnlo,& Spe  Helias,rhefighaddobbiaiedi  a 15  jd. 

tidari.Ucnpotimfigailiitetfpecnlaprofpeflare.P,  T>  FoUire.peradornare^ornire^fortificare .&perfoflei^e. 
Incutnttnr4  e'ISolft  jptCchÌJ  Ut  cut  mtfptcchio  etereo,  Lat.fitUire.  P k t.  Etal  ftg^rfChepurcolcìptoUael 
Omaijìento,  Lat. oroamentum,ornjtin,l>onor,dignita},  gtmema,&folce.i.fofiiene.  . . , 

ciiltus,  deiuSflumen  inftgneAecor apparami.  T i z.Hor  Smancerie.  Lai.  omamentumfen  tneptta,fono  belli orna- 
■ r haifpoghita  mHfa  mia , & feofla  dogni  ornamento . Se  menti,& pohteggefinde  Smancierefono  dette  quelle  che 

IN  hauepi  Orn.Imetiti  quanfhai  uoglia.TotreRi  ardila-  nogliono  anitra  tutte  le  feRe  coufoggtediuefier&  altri 
inrnteuriirdelbofco.Boc.SonoleflelleOrnamcntodel  ornamenti  «oc.  Et  a muna  donna  par  effere  belU  & ri 
r«>la.O*KAMiMTi  Ruihiffimi, Del  corpo.  Ciafiun  giorno  guardeuoleife  non  quanto  elU  ne  moò,Aelle  Smancerie, 

piu  IrtgiadraOrnaturatrouanJo  alla  mia  bcHcgp^a.  Fi.  ne  portamenti  fomighano  aM  publiche  meretrici  La. Et 

Biù.  Ornata  di  bellrgja.  tutta  piena  di  imanurtc.aUuni  ripongono  per  braucrie. 

Ornato.  Lat.Ornatui,praditus,eoUlus,tumulatuiJnJlrua  dettoda  fmagare.che  a me  non  piace.& altre  ineptieJ^o 
f}usJlucHlentuifXpalitusa!Xcultus,mtem,iomptus,clabo  ce  Thofiana  e pgn  fiia  pompe  femmth. 

raiut,Ornamemitd(coratui.P  or.  Alma.  Etdiduppia  Guarnire, &fornireuedia  lóti.  ■ , , 

fdetate  Ornata'htgbo.  In  Rilialti,  & Dava  ri . Ornata  Corredare,  ual adornare,  cr  formre,da  Cornuado,tat.per- 
deiCAUoro.  Et  d'altro  Ornata , che  di  perle , & iCofìro.  cioche  U tofa  ornata , & fornita  fi  ui  aggiunge  Corna- 

B o G.  -Hon  meno  diioHimi,che  di  beitela  Omtta . La  mento,  onde  Corredi  fono  dettigli  ornamenti  & fornirne» 
Ornata  Leggiadria.  Oav  A ri  Camere.Ciouani,&  Dotine  ti.BoC.La  fece /òpra  una  nane  ben  arnMatfr  ben  Cor 

Orn-ile.OAAATi  toRumi,yeRtmenli  Ornato  Fauellato  rcdatamontare.H  /.ti.lijiellapicciola  fleUafieorreda 
te.D'alta  bellezza  Ornato.  Camere  Om  ittjfime . Di  buoni  fpfnti  , ^ 

Ornare  per  far  bello.  Ltl.ornart,vcomare,i»Rruere,para^  Corredi,/»/»  gli  omamemi,&  fimtttntnttXalMrna^a, 


716 


4 


■t. 


- .Jf  - 


;r 


Venere  CIELO  Venere 

B o c.Comandò , cheli  fn»iUMefofieatctitcU,&tMU  Forbire.èiiettar,&  far  bello,  Lat.tergere^xpiirftre^xpt 
diimoui  Corredi  guarnita.  l>'e . P E T.  Che  uergogiu  eoa  maa  da  gU  occhi  forba . 

AmeCupergli orrnmeanjiedi a 497 . DKK.Dalur cojiuiaifache la tiforbi^fl  che im  firn 

ììettczzì.  Ut. poLliei.mtor  ,Uiuitia,maadUia.  Boc.  bnutnecoHami  loro  . 

^Aliente  ucglumocbe  jlianoalU  T(fZfe«4  delaogbi,  Fregare.Lal./ruare.aalflropicciare.'B  o c.^iiadiipieBe 
douejUremo.  foghe  di  jeluu  fr,  gindofu  denti , Totibe  alquanto  fre- 

Netto.  Lai.mtidut,politui,expolttusqiurtlicataijerfas,de-  gnigU  hebbe.  Vrejò  fanello, ^fregatofrioagli  ocehi,et 

Icrfai.  P tt.Che  coprii  "Hetto  auorio , & frefebe  roti . poi  bafaatolofé'l  mjein  duo.  lo  la  fregherà  a Chriflo  m 

Lanieatarfi  é me , che puro&  netto lat  team . Et  quella  cuft fatte  cofej.  la  farei  O A N.  Ciz’i  ami  pudi  Cofi  fica» 

greca,cbe  fallò  nel  mare  Ter  morir  'Netta,  e fuggtr  dura  ro  per  lo’iifemo  freghi . 

Jone.  B o c.7{iuna  cOj'à  fi  coiiuitn  tener  taittoT^ttaquà  Liftiare  per  puhre.  lat.  perpohre.  Da  m,  leccando  comebe 
tati  piato  tempio. I mercatanti  fono'Netti  & delicati  huo  fila  che  fi  lifcia.  A r l.Doue  le  fraglie  d' oro  abbclla  & U- 

Pum.  Se  IO  non  ucJefli  primo  "Nelto  ildigho.  fila,  le  bifcie  ; Che  dopo  f uno  al  fui  fi  goda,  tT  hjà . 

Tfgttare . Lat.  polire  ,pui  gire.  Boc.  Terihe  ancora  ogni  lÀCcio.Lat.pigmeatnm,cultUièquella  miflura  che  operam 
iofiaDas‘erapotutonetiare,chenonputifie . lacommuò  le  donne  per  parer  belle,  A ri  Talàparbello,ebuoaot 

a ftropicciarli  1 denti  dicendo , chela  faluii  molto  bea  gli  che  depofio  II  Ufi»,  brutto,e  rio  forfè  puma . 

nettaua  ogm  cofi.Mio  marito  netterà  tutto  il  dogho , Stnfiian.  ualfiropicaare, fregare»  hfeiare.  A r t.Slriftia 

ÌAotido. Ue.mundMi,terfui,puruipoUtus.  A r i.^  uolcr  fra  l'herbe»  uaferpendoa  proda, 
fcbmi  di  pantano  e loto  Mondi  pafSar  per  quefla  morta  Stropicàare^r  fregare  lenemente, aedi  a qqi, 
gonne  ù beifonde  Che  non  foro  mai  piu  chiare,ne  Mode.  Stropuao  è il  romore»he  fregando  fifa  co  piedi, aedi  a joS. 
Schietto,  ualpuro,  & fenxa  alcuna  macula.  Ut.fimplex , Turgore,  Lat.  P i t.  CUudio,  eh' a purgar  penne  Di  ria  fe-  77» 
pumi.  T s X.  Schietto  yefiire.  Jc  hi  itti  .Arbofietli,  et  mencia  il  buon  campo  Romano.  Et  per  purgarfi  degni  atm 

Diti.Fiotiandun  Lauro  giouanctto,& Schietto.  famta  ria  Torto  dal  fiume  al  tempio  acqua  col  cribro,  un 

Radere.  Lat.  & tendere  barbam  .ual  nettare  ,& abradere  fucod’herba.  Che  purghe  ogni  penfier,  che' l coraffitgge, 

per  nettar  uta  del  tutto.  Pfix.  Che  dal  cor  mi  rade  Ogni  . Fergine  iifatro& purgo  Mltuo  nome,&peiifitri/na 
dehra  imprefa.  Boc.  Et  funi  entrato  dentro,  d' comin-  gegno,&fiile,  B o o.Fu  da  molte  immonditie  purgata  la, 

CIÒ  a radere  U digito . Mi  marito,cbe  radi  ua  U doglio  co-  atti.  1 peccati , che  tu  hai  infine  ad  bora  della  penitenza 

miHiiò  a dire.radi  quiui,&  qmui  anche, colà  ueà,  & ne-  fatti,tutti  fi  purgheranno,  uedi  alf  Indice, 

dine  qm  rimafo  un  micohno.El  fu  rafò  il  dogho . . Spurgare , Lat.  exereare , ifihiarir  frurando , quando  uno 

Tondare,&  Tonditura,  urdi a ijo.  ■ uuol bere, uolgarmenie detto.  B o c.Toi eh’ una  ucdla ir 

gìg  Pulito.  Lat.  elrgamaerfusActerfuscmundusjheuii  hoc  U due  frurgato  iera , comuuiaua  a bere  fi  faporitament» 
ue  ual  ornato.'P  u T D'un  bel,cbiaroTulito»t  uiuoghiac  cjueiio  fuouino . 

c».Boc  Leggiadrobuomo»tpiuTulito»beunamofca.  Cribrare,  Lat.  ir  decemerejlufirart  purgare,  ual  purgare. 

Il  quale  ir  fi  Tullio , & ornato  delia  perfona  andana.  Le  & nettare  la  biada  col  cribro  ; ir  ambo  dinota  commo- 

Tulite  tirormttecamcre.Dn  h.  Lucida  ,freffa ,fohda,  ucre,& agitare i&uenttlare.Tix.Lega'lcorlafio.ei 

ir'fiuhta  ,&  lo  Jiaghou  prunaio  Bianco  marmo  era  fi  Icuifrirti  créra . 

Tuiitu  & Tt  rfo . Cribro.  Lat.  irfubcermcuhtmj&  excufiorium.  ual  il  cri» 

Tuhre.  Lat.  ir  tergere,  puUbrumreddere.  Tsr.T^oura  nello  conche  fi  purga  la  biada.  T t j.  Tonò  dal  fiume  al 
da  pulir  con  la  mia  luna . tempio  acqua  col  Cribro.  San.  Con  bianchi  & foltihffi- 

Dilicatczze.  Lat.delitu,arum.  6 o.c.Tiu alle Dihcatei-  Cribri  cemiuanooro. 

Xfatte .Mlieuatatn DiUcatexjJt .Fa dimorandommoL  Vaglio.  Lat.uammt.iilcribro.D  u s.  M fina rgu fio ya 
te Dihtaiexge , gito  Ticonuienfibiarar.Boc.Liquah  nonaUrimenti 

Dilicato.  Lat.  deheatus.  Boc,  Dihcato  Cauahere.Tene-  che  il  paniere,  0 il  y aglio  l'acqua»engonoi  fiorài  ne  pet- 

ro,ir  Dllicaio  corpo  .Il  nego  mfo.ir  Dtheato  della  Don-  ti  loro . La, 

na.  DiitCATA  Donna, Ciouane,ManuJì\i.ir. Alt  Do»  Spai^re,pernàtare aiedia  Spaxnaluraa  1817.  771 

ue,yiuande,Toppelhne. Dicicah  Tetti,yifi.  1 merca-  Spaflare,Lat.expurgare.i leuar lapafìa/p" meta.pernetta» 
tanti  fono  netiicr  DthcatibuominiJ.uiuentimdehtie.  re.Boc.Spafiandoficonlemani,comepoteuailmegho. 
Dihcatiffimi  cibi.  Le  uiuande  Ddicatamente fatte.  Fri  mauera,l4(j>n-  nouS,^  uerfti.  P e t.  Zephiro  toma 

Terfo,  Lat.  cr  PoUtus,  limatut , deterfus.  Ttx.Le  chiome  e’ibeltempo  rimena,E  i fiori»  fherba»tfua  dolce  fami- 
M llhora  fi ulte,&  fiuraorT erfò  bionde  T effendo  un  cer-  glia, Et  garrir  Trogne,à pianger  Tilomena,Ei  Trrmant 

chioaforTerfOf&crtfro.D  uti.Etlofcaglionpnmaio,  ' 

bianco,  puUto,cfi  Terfo . 

7»9  Tergere. Lat.per puhre.  P t r.O fiamma»  rofifrarteiudol 
ce  falda  Di  ulna  neue  in  eh'»  mifreccb»irtetgo . 

Forbito.  Lat.nitidus,emuiiilui^eterfui,purgatus,  expoli- 
tqt.  ual  netto.  P E T.  Ch'oro  Forbito  ir  perle  Era  quel  dì 
a uederle.  BoC.lefoAiiTi  frade  Lat.  leuigate.  Ter- 
cioch'tgUnonìaltunofiForbito  ,alqualeio  nonardfea 
di  dire»»  che  bifigna  i.tniuato  à di  grande  afrare.  S am. 

Tutte  ornate  di  Forbito  piombo  Jpuhto. 


ra  candida  et  uermigha  : Ridono  i prati»' l del  fi  rafSere- 
naiCuue  1 allegra  di  mirar  fina  figha;  V aria  jf acqua»  la 
terra  ìSamor  piena  ; Ogni  arnmal  Warner  fi  ncoufiglia, 
Trimaucra  per  me  pur  nò  i mai.  Cofit  refi  et  mole  Ha  Tri 
mauera »'l uemo ha neue»t ghiaccio.  Boc. Qjiafi nel 
principio  della  Tnmauera . Et  nella  Tnmauera  i fiori 
ue  uerdi  prati , T(e//4  franata  nona  Trimauera  In  loco 
frefìo  d ber  bette, e à fiorirla  folti  rami  chiufo  pofio  m’e» 
ra  Ad afcoltare  1 luti»! uaghi amori. A u . uecLf  IndÀoue 
fono  molli  belUffimi  éfeorp.  utu.Tu  mifairamétar.doue 

^qual 


Mercnrìo  ' CI' 

&fiial  erd  Trefarpuu  lul  tempo  j theferéette  L*  mt- 
Iciitp'elU  ’Pnmtkera  T,  L'aoao  rueut,  tir  l»  tcrrtt 
rumerde,SurgoK  i fior  éefbcrbe^ognt  arborrtJe,£’  »/«* 
mo  iCJt  iteblutitl  iicraofi  di^rde  ; òmma  Zephiror&  Bo- 
rea pm  naa  /Iride,  I eoUi  il  Sol  fotHemente  fcalda , Et /la- 
da  {i-gion  piaa  pian  dioide  .Ari.  MapoUbe'l  Sol 
neCanimal  di/crcto,  Cbc portò  Tbriga^nmutòla/pera, 
j . . £/  Zephiro  tomi  fòaiic,  & Urto  A runtnar  la  dolce  Tri 
matterà  t.  tonando  il  Sole  entra  ut  Ariete  nel  tnrfe  di  Mar 
Xfloredt  ad  Aru.te.Dch  torna  a me  mio  Sol^orna  &nme 
M lA  defiata  doUe  Trunauera , Sgombra  i ghiacci , e 
le  neni,e  raficreua  La  meni  e mia  fi  nubtlofa,e  nera. 

Ajlrico.  Lat.  tolto  da  Greci, i luogo  aperto, & e^ilo  al  jb- 
le,&  fen^  freddo,  dr  ambo  per  Uiogonago,^'  élette* 
noie.  P it.Eteofina/lendctmno  m luogo  Aprico,  tdeSi 
alto.  Et  con  uot  jentprt  in  quella  yaUe  Apnca.yalU  chiù 
fe,aUicoiti,  & piagge  Apruhe.  Ani.  A cacciar  i'om^ 
hre,efarU  cima  Aprica . 

t.cfuinotio,&  £qutaotiio,cioiifuando  è uguale  il  di  ; Lat. 
AequtnoOium.  P i X.  Era  ne  la  Stagton,  ebeV  EquutotlO 
Fa  umcitor  ilgiomo,e  Tregue  rtedej.  neUafrimautra . 

M E R C y B.  I Q. 

I Ercurio.  Lat.Mercnriiafroduceglieffèt- 
I II , non  Jtcondu  la  fua  ai/iuenga , ma  jécondo 
I queiladel  Ttaneta/t  cui  i congtunio.  Mafie, 
inamente  dijpone  ,etfaiUttagb  buomtm  alla 
1 irttbmetua,iS' al  conto  de  numeri,  dr  però 
cdttto  Dio  ae  mercatanti , & quando  i bene  collocato  in- 
duce aperti  oracoU , ^ mantfeda-indiumatione,  (Se  tan- 
ta eloquemta  nel  perfuadere  dr  difuadere , in  commonere 
dr  acquetare gU  ammi  noHn,the  induce  l buomo  a qua- 
lunque copigùpiacei  TerchegUdannoinmam)  la  uerga; 
ma  auiluppau  in  due  fnrpentiA  dinotare, dte  [ ornato  del 
parlare  nani /ufficiente  a far  uera  eloqumga,.Jin(muii 
aggfuta  jomnta  ptruàfmjbqualeifignffieata  pel  Serped 
te,iuduudottrìna,memona,  htfld)rte,afirot»gia,  acumi 
d/aigegiio,dredultti,heUex^,  cupidità d'imperto,lpecuLt 
mone  di  cofe  ofam^Ma  feitnmal  Ut^ofidìtee  fimi, fra» 
deJ)ugie,te/hnioniangefaIfeaierfutia,  & taUdttà.  È ra- 
étuatte  fuoti  de  raggi  del  fole,  dr  per  quello  rade  uoUe  fi 
bedt,etperefereaque/loaffuefaidi,  mn  teme-la  combu- 
fitonc  tanto,quamo  gb  altri  pianetitet  per  quefio/ìngouo, 
ahpprn  fi  eap^h  incapo,  ne  inat fi  decolla  pm  chetrtn 


E L ’ a 


Mercurio  ' 


y? 


ornato , di’  peri  i detto  Dio  della  Eloqnemra , Facondia, 
£Ugantia,Trndentia,A/iutìa,Arte,Maluia,Sagaeuà,’ 
Accorganento/:autelafibermineUe,drde  Funi,Kapi- 
ne,Ruberie,Trede,Tellegmuggi , Amba  filane  ,dsr  della 
Geometria  AflroUgia,Geomanna,  irrefagio,  "Klegromà 
tutine  magaJncanti,Augnnt,Atfipicn.  TronoHuhi, 
di  delia  Tutnra,Stoltkra,dr  degU  Oratori, de  Truden. 
ttrA/luti,Stgaci,Satcemi,ScaUrui.Trmcatii  Forbiti , /. 
dona,Aicorti,Aui/li^auti,tngcmofi,lndulìrioftjAdri, 
Fun,Falftficatort,Affit/Jini,Malandruti,ScheTam,Maf- 
nadien,Corfari,'Ptratt,Mercatantt,Tligoaaton,  Cornea 
n,M  efiaggi  Mefiaggieri,  Metfi,TeUrgrint,  A mba filato 
n,  Secretari.di  de  Mathematia,  Arfimetia, Geometri, 
AHrologbt,Indouim,Trefagbi,Gcomanti,  Magici,  7{e‘ 
gromami,lncantaton  , Auguri, di  de  Sera  tori.  Tutori, 
Uimatoriddicanuton,Ofejict^cuUoti,  Maefin  d'opere, 
& degù  Honejìi,ModeiU,y ergrgnofi;  Taajià,  Tiacidt, 
SiuUti,Amoreuok,SeTuuiab,ty  della  Induilna,  Fatica, 
]^dercttto,Sudore . I uerbifono;  Auedcreprauedere,dtue- 
dere Addate,  feorgere  ,fialtnre , furare,  rapire,  carpire, 
inuolare, rubare,  faccbeggiare,mercantare,mercare,  pat 
Ftgiure,pattouire,ciucmrefromettcre,impegnareanar 
rare,accuare,ficurare,prevcAre,appritjare,acquijìa~ 
Te,racquiSìaTejr‘/iorarcAÌcourarejn^iarmare,approdA 
reAuant.ggiareAUangare  , ctuangarepueritare,  perdo, 
re,  fmamreyion^rareatendcrepialère /nomare,  coflare, 

: nfiuotere,nfiattare, /fendere, pagare,  appagare, fodisfa 
re,  fdebitare,contemareànfaoèndare,deÌKreaircntre,  tir 
tondare/erchiare,  f quadrare  AUgnrarepudoumare,  mti 
UreArnmabare,  affatnrareAfatare,  f ninere,  tfirinere, 
defcnuereAtnonfirinere,prelcrineTeAergareAomere,dà 
uare/fi  dipcnnare^ingeire,dipingere,  figurare,  dijcgna- 
re,ptneUcggiareAidorireab(colorare,  trafiolorarediiait- 
tbeggiare/mbtancare,  inalbare,  annerare  piffiufiare,  at- 
tmareÀmbrumre,rofieggijreArrqfiaTeArridiinare,  im. 
gtre /magare, difmagare/ffigiareànta^areAmmaeflr* 
reJifiignare/noSirare/bchta  rare,  importare,  corregge- 
re/tprendere/ipigliare, ammonire,  fcorgtre,furare,^a- 
fbgare/mparareApprendere/mprendere  ,fabricare,  fi- 
mare  ,f chiodare,  cribrare,  operare,  adoperare,  Inuorore,- 
esercitare,  fare,TÌfare/enere,  nrneére,  faticare , aoeo- 
fciare,fudare,D A u.dtiuiparlandodice.  SicheGioue, 


Mercurio,  di  Marte  a nominar  tra fiorfe.  Atti.  ■ Chi 
mai  d'alto  cader  [argemomde;  Che  gli  AlcbàuHU  beai 
Hercunodetto.MercoldÌAediaitempoatii. 
tag.adi  ,che fono loffiattodt  un  jigno .Fa  ilcirfofuom  Eloq\xentiz.lat.Eloqueittia,Eloquium,Elocutio,Facun-  jjj 
treaiuo  trcniaotto giorni,  nefia  in  un  ftgnopiuche  gior  dia,Dicendi  uii . Copia,Ari,  Facultat,ybertas^bene 

m ucnt’otte, ir  bore  fa,  fecondo  die  nferficr  Al/ragano  ' ac  reSe  eloqucndifiientia.  P E T.  Etl'Éloquentia  fuauir 
a/lrologo  il  pm  bafio  della  jfera.Mercuno  eptupre/fo  alla  tu  qui  moBn;  D'alta  Eloquemia  fi  foaui  ^mt.  Male  uo 

terradcgcntoolio  miglia, dimigliaetcinquecemoqua-  fireEi.o<i_yf»ritetuofiriiugegmJutlparlarcbenul- 
rama  due  miglia.  Et  U piualtoimquecento  quaranta  due  loftiieagguagba , 

nùgàa  di  migba,  ey’ fittecento  cinquanta  miglia.  Il  fuo  Ontori,cr  Elaquetai  celebrati  da  »oflriToeti.AUAiadr, 
metalhi  lo  argento  muo.  De  gli  ammali  fé  gU  deéca  il  Amo»ie,&CrajfoCaluo.  Catone  Cenlorino.Cbnfippo  a 

Gillo , dr  il  falcone . di’  gb  Egitti  lo  figurarono  per  lo  198.  Cicerone  Comeba  mogbe  di  Gracco,CurtoneJ)emi 

tane  ,ferlafna  uigtlamia . fihene,Efibmo,Galba,Hotnen,Honenfio,Marco  Tntbo. 

yAactKio  figlinolo  di  Gune,di-dì  Maia,dr<tmbafiutore  TtfifiratoAthemeJea  6c.ToUion,Qiimlibunofioeratei 
dtefio  Olone. Lat. Mcrcnrms,Ftaiagenitrtx,Cjllenia  prò  10^. Tiberio, yjrronr,Xenofimtepbilo/ipboa  iod. 

let  ,Teniatet  ,CyIlenmt,  Author Cytbara,Atlanttdet,  kKtotào,drCrafiofommiOratonnetcmpidi Mario, ^ 

Deus  Arcadut,CadncifeT,TÌeiade  natni,  Ttgeei  alitimi,  Hortenfto  etceUemi  Oratori  nel  mede  fimo  tempo  di  Mar 

HtrmeLfu  pniqo  innentore  della  Lira,dS'icibH  parlart  co  TttUio , (!r  dopo  lui  il  primo  di  tutti  g6  altri  ,'Galba 

. "K.  "i 


Mercurio 


C laE  iL  O 


Mercurio  ' 


tbiiripimo  Ormrcnetmft  di  Catone^  Cabttjl  qualr 
'neit'cta  di  Tullio  commfiòafiorirntU'orieMt,&iniuia^ 
tempo  morbo  ToUme  affai  chiaro  per  fe^a  piu 

per  (amiiitia  A Cejare  MuguHoi  il  ijuale  afcjèm  lan~ 
taalteKamoualeraafteju  Calao,  dequali  parlandoli 
nollro  Per.  me.Toi  Crajfo,Antoitto,Honer^io,CaSbac 
Ó*  Calao  con  Tollion  ihe'a  tal  faperbia  filfc.  Che  coatr/t 
qui  l d'yirpino  (i.Cii  erone)  armar  le  Imgae , £ l duo  ter 
candofame  iniLgne,&  faiji . 

7J4  Alcibiade  nobilifionoiiitadino<f,Aihette,  & come  Unge- 
gnu  .tir  d'eloquentiJ  pii  no  &'  di  dottrina  acfi  di  fi/rtifimo 
corpo  tir  d‘altu  animo  ornatoci  quale  con  la  cloquentia  et 
con  la  gratta  delluoajpettouolje  tir  riuolfe  ^t  bene  fi  fpef 
Jòyioiiic  gli  piacque fiiouendo  la  cantra  altrui,  tir  hot  ab 
trai  cantra  let,tir  però  dice  ilnojlro  P m.^Aliibutdeihe 
fi  jpefio ^tbene  Come  fu  fico  piacer uolfe  tir  riuolfiCoil 
doUe  lingua  tir  con  fronte  ferina  , 

Caluo  oratore,  aedi  di  [opra  ad  ^Antonio  tj  Craflo . 

Catone  Cenfortno,  ucdi  a 46^.  al  luogo  fico. 

Cicercne, cto^  Mano  Tullio  Ci,  crone,come  firiueTlutar- 
< 0 fu  d 'Arpino  figUaolo  d'un  T alito  éfcefo  per  antica  ori 
gme  daTulìtUc  de  y olfit , tir  Olbia  jua  diletta  donna  ,il 
quale  mfinu  dalla  fua  tenera  età  dandofi  alftudio,  dtuen- 
ue  in  tal g 'oria,  ebe  meritamente  confrgui  la  palma  della 
tloqut  mia.ln  Albene  fotta  piu  precettori  1 mparò  lettere 
greihe;  inJt  dapoi  pcruenuto  a Bliodi  a perf'uafionidi  Aa 
f oliamo  Tbilojapboi&oratoregreco , declamò  mbngua 
grecaqierla  qual lofa  da  tut tigli  auditori.tir  da  efròA- 
foUonio fu fornmamente laudato  FuCiierontachademi-, 
ce,la  CUI  fetta  era  ninna  cofa  affermare, ma  ad  bhitum  dif 
fendere  egm  contraria  parte.  iinfiemolte,& quafit  mfim 
te  fc  aieniie  morah  nelle  opere  fue.  In  Romad’una  in  altra 
dignitate  aftendendo  giuiffè  al  Confòlato,tir  meritò  effera 
chiamato  da  Catone  padre  della  patria, & haueado  il  ga 
Memo  di  Cilicia  ,fn  chiamato  Imperatore  dallo  efieteito . 
Si  che  parca  delle  cofr.che  lui  egregiamente  baueua  fatto 
douefia  caiffogutre  qualche  trtompho , onde  pateadalui, 
tra  cidoroèlhe  parte  di  paté,  odi  battagUa  fama  otteuneu 
to  gfutiamtte  locarfiima  àbaoeddi  ingegno  ofearò  in  Itti 
<lgm  aierc[ffiendore;ambor  chofeffe  ihiarffiima  perii 
TinlolÌ!hi,&  altt  feattmenttiti^-che  foffe  uno  de  primi 
lumi  dtllà  iinguaiatina . Mori  fit'l  lito  dei  mare  apprefìo 
ad  Affare, occifo  da  militt  di  M.  Antonia  condutnda  un 
TotupilioJi  quale  già  Cicerone  per  la  aita  in  gmdicio  dife 
fe.  onde  dite  li  Tt  r.  JCine/l'iquriMarcoTuUio,inaiifi 
. ».  moftra  Chiaro, quani' ha  Uoquentta,tiir  fruii, fiori  Que- 
iii  jingù.oecbi  della  lingua  noHta.tir  alinme;  tir  uno  al 
tut  paffar  l herba  fioriuaa.  CU  erone . 

Comalii.  figUuoUdiScipuaeApbricaaomaggiort,et  me 
gite  di  Graceoalotpu  dt  pmdeirtia,&.dammo  unle,eper 
quello  tanto  amata  dal  marito,cheef}cndo apparito  in  u 
fa  duifd*peutn  Ifr  per  rdfienfo  degli tgdouim era  necrjia 
no  che  uno fi  ne  uectdrffe,  & ucctdeudafi  il  ma  fi  bto,  mo- 
rirebbe draeco,  & uccidi  ndofilafemma,  morrebbe  Cor. 
ndia  i yeljiCraccocibe  fi  uicidefie dmafcbiOfftimando, 
che  alle  fua  famiglia  fofiepm  unte  la  aita  di  lei,chclafna. 
Fu  eloqmuifiima,  tr  tu  forma  erudì  Tibeno  Gracco,tir 
Caio  Crofco  fini  figliuoli , che  uhi  fono  tutti  gli  altri  ora- 
tori di  quella  età,  v domaudala  akuua  molta  da  altre  fe 
intnej.he ffimofirafit le fut gioie, mfirauagUi  figtimt, 


liomalidiegmcofliime ,&deloqiienzd.eyqnefU  dhù 
ua  effer  le fue  gaie . poi  che  rimaji  mdeua  ,fu  chiefia  dt 

Site  da  molti  principi,  tir  He,  ma  effe  fempre jeruò  ca- 
rne uidutlà.  D A K.f'idi  lucrem,  lulia,  MartiactiT 
Corneiia:  Qiial  hur faria  Cmc mnato,tfr  Cornelia . la  hiflo 
ria  dt  Gracco,  cioè  di  Tuo  Sempronio  Gracco  manto  di  ef-, 
fit  Cornelta,ucé  a4.i1.al  Inogo  fuo . 

Curio  ne  Romano  oruore  motto  eloquente , del  quale  feri-  • j » 
ueCicerone.  Fu  inquieto,  &fatuofo,  tir  motto  fauor)  le 
parli  di  Cefiire  nelle  guerre  ciuiti  contro  a T‘ompeo,tir  ri- 
duccadu  già  Ce  fare  l'eficrcuo  di  Gallk  a Roma  ,fi  fermi 
ad  A rpim , perche  fecondo  le  leggi  non  potea  poffare  coM 
tefiercitoil  Subitone  fiume . Venne  Cunone  da  Koma,ii  \ 
quale  alibora  era  tribuno  della  plebe,  & in  forma  comm 
moffe  con  fuaetoquentia  Cefitreicbedoue  era  anibora 
dubbiofofepapaffconò  ,diliherò  é paffare debitamen- 
te adunque  effeudo  Canone  grande  cagione  delle  ciuib  dtf 
fcnfioni,majiimeperla  fua  eloquenza.  Dan.  lo  pone 
nell’ Inferno  fetrga  lingua,  doue  dice.  0 quanto  mi  parena  1 
sbigottito  Con  la  lingua  tagluta  ne  la  flnrt^  Curto^b'a. 
dteer  fu  cofi  ardito.  i 

Demollhcne^^/ino/o  S Demoflhene  detto  Macropioper- 
chelauoraua  coltelli;  la  madre  fu  figliuola  dfun  Ctlonejtt 
duna  femina  barbara;Fu  di  tanta  eloqui tttiJ,thc  in  tuttq_ 

Grecia  era  tenutoti  primo, fi  come  appo  Cicerone,  Quimi  . j 

liano,tir  Bfchine  fi  Ugge  diedi  dt  folto  ad  Efebinc. 

ElUiine  Atbemefe  oratore  dopo  DemoSibene  il  primo  de  • 
Crea,  ben  cb'altn  dicano  Démodé  ; qnamo  fofie  tardilo 
di  lui  nel  dire  ,chc  tuonando , tir  balenando  fi  [acca  fin-  J 
tire  : tonciofia  cofa  ,cbeaccnfando  Efcbme  Ai%tphiim„ 
Demofibene  il  difefttalmentedbe  ne  fu Jùperuirc,oudetu 
gli  fdegnofofe  n'aadò  a Rbodo , onde  a preghi  del  popola 
quella  or  alme  di  DemoHhene,  per  Ut  quale  era  fiato  un» 
to  nettando , con  molta  marauiglia  di  tutti  gli  auditori, 
non  pati  tacere , ebe  non  dieefie , Horebe  dtrejh,  fe  udtt* 
thaueHe  quando  egli  fieffo  la  dùeua,onde  il  aoBro  Prrv 
éee.  Dopo  nenia  Demofibene  cbefiion  E'  di  fferatno» 
homai  del  pomo  Ulto ’Hon  ben  contento  de  feeoadibouo- 
ri  Vn  gran  folgpr  parea  mito  difnoco,  Efcbine'l  dica  p 
cbe‘1  pnole  fenttre  Qjundo  pr^'l  fiio  oro»  pa  me  giara 
co.  Lat.  Aefcbinet . 

Galba>  chiarifiimo  oratore,ne  tempi  di  Catone  diedi  ad  Am 
conio  dt  l'opra.  P IT.  Voi  Crafio,AmoatoMortenfio,  Gaà 
ha, & Caino. 

Homero , piiacipe  della  greca  tloquenxf,  aedi  a poeti fottm 
di  Apollo  ayi,  .1 

Hom  nfiojtrdi  di  fòpra  ad  Antonio  tir  Craffò . 
lAucoTailio  Cicerone,atdtdifbpraaCkerone. 

Marco  Varronedudi  di  fiato  a Varrone . 

Toì\ioae.Lat.Afimat Tallio Jìjiàto foffèUgran  prtflàtia  qjg 
di  A finto  TolUone/ió  pnre  fi  comprendeper  Ut  fua  gride 
opinione  appreffo  di  Ottautano,ma  per  te  parole  fcruttda 
Muint  Ulano  nei  decimo  de  mflirnttoae  oratoria.  Coftai  a- 
danqae,  fi  per  la  fan  dottrina,  fi  etiandioper  Ut  potentia  , 
quale  haaeaa  prefio  di  Augufto  gli  pareaa  ifflai dimoiai 
re  della  fiiaji  quella  di  Cuerone  non  ìabbafiaua,  onde  t»  ' 
fiemecon  Calao  cominciò  ad  infejitare  Cicerone  annido 
cantra  dtlui  leloroUngne,  tir  pia  ept fiale  gli fcrifftrotm- 
ponendogU  graHé&grmétfianemfaaàe,tSraccaftaaala 
ftriaatdia,tirdkeaa»iilparlaTdtlMÌe^e  feitKanerai, 

fewA 


Mercurio 


CIELO 


Mcrciuìo 


M Huggtonetale  tmifiderando^n  che  modo  un'huomo  ocm 
CKfuto,  & traiug  'latodelCintellrUo  miorm)  alla  cara  fa 
migliarti  iuimcrofafjna(  Ita  patite  contmoHe  faceti, 
de  del paUz^  ,aeUeqHait  tutto  Jì  fi  uede occupatifitmo, 
babbi  tatuo  potuto  rej^irare , che  non  jòlamente  habbta 
copofìoatia  pure  potuto  onaginare  fi  aUift  profondi  con, 
tetti;  tà"  perche  lau  certo,che  le  opere  jue  lo  faranno  afiai 
piu  noto  di  quello,  chtnclU  mia  lingua,  nella  mia  pernia, 
ne  dC altri  fare  lo  potnano,  per  bora  non  mi  efienderò  pm 
olirà  in  dir  é lui.  A r i.IlibefordtTiberh  imperatore. 
T^pttfartajlaloa  taule^cfealfcgno. 
quenza , & la  fòmmauirtù  fua . l'enne  a Roma  al  tempo  T ullio.cio^  Marco  T ullto  Luerone,ueM  à fopra  ad  efio  Ci- 
di Calba  , doue  pubbeantente  conduteo  lejie , & tnfegnà  cerone . 

Rbetorica  ; ferijìe  anchora  ptu  notabili  detti,  come  fi  Ug-  Varrone.  MarcoTeréiio  rarrone  nobili  finto  cittadino  Ro  7 j 2 
genefuot  lthri.Mori  di  naturai  morte  nel  primo  lemo.on~  mano, nacque  nella  Olmpude  cxl  ri.  fu  dotlifiimo  di  tutti 

~ ■ -■  iRomam,et  il  primo  jralctuton  della  lmqualatina;Toe 


feetx.n  lemhi,^  fenxaforzaàlebe  fi  ptto  leggere  nel  dialo- 
go,che  nefcnjie  CornehoTactto  nel  libro  de  darti  orato- 
nbus . & però  non  finz,a  ragione  fu  pollo  dal  tufi  ro  P i T. 
con  gh  altri  or atonjloue  dice.  Vot  CraJSoMntomo,Hor- 
tettlio,Galba,&  Calao,  Con  Tolhon;Che'n  tal j'uperbta  fiU 
fé,Che  cantra  quelddMrpmo  armar  le  Imgne.  £ 1 duo  ter 
taodofame  indegne,  &falfi . 

Q«inciljano,#ra/ore/i<  Spagnuolo , iniègnò  Rbctorica . fn 
prelianliffimo  et  degao,compr  fc  U libro  de  mjlituuone  O- 
ratona;  Cr  il  libro  delle  cauje,  onero  dedamaiiout,doue  fi 
può  chiara  mente  co*ofcere,la  dottrina,  [ ingegno,  la  elo- 


deilPtr.  Quintiliam>,Seneca,&Tlnttrio. 
qf-j  Tiberio  Gracco,&GaioCraceo  fratelli,  & figliuoli  di  Ti- 
to Sempromo  Graceo,CTdi  Corneba  figlia  dio  cipione -4- 
fneauo  ambedu»  eloqmmifiimi,&  ammirabibperla  ju* 
facondia  a tutta  Roma,  & tanto  pm  ,che’l  maeiiro  di  fi 
rara  ehquenzA  gb  era  Hata  foto  Cotnelu  fua  madre,  la- 
quale,& dt  dolcezza  di  parlare, & di  pmdenga,Cr  diho- 
nejh  co  fiumi,  fupcrò  non  falam. tue  le  matrone  Romane; 
ma  di  qualunque  altro  legntgg!0,che  da  fcrutore  alcuno 
ne  ftfir  fatta  mentume;come  ad  e fa  Corneba,&  a Crae- 
ca  a I luoghi  loro  habbiamo  fermo . fìjufit  duo  fratelli-, 
lofi  ben  dolali  da  cieb  di  fi  raraeloquenxa,bebbero  non- 
dimeno il  [ho  ricompctfo  di  uitii , però  che  furono  frduioc 
fifiimi , perche  furono  nel  fenato  dal  popolo  Romano  mal 
menati,&  alla  fine  nccifi.  Fu  altresì  queflo  nome  tUuftra 
to  da  Tiberio  Cefare -dugudio  ImperadortRonutno,ee» 
ìehrato  da  tutti  per  giufio,rr  dt  rare  uirtuti  dotalo, Joitò 
delquale  fufiorentùfimo  ,&  giufio  C Imperio  Romano, 
quanto  mai  fojie  fatto  altro  JmptraJore,  & tanto  puefa 
fdltait,  chenegli annidai  fuo impero  paà  tacerbifima 
morte  della  croce  il  Sabutore,tìr  Redentore  della  hunu- 
na  natura  le  fu  Chrifio  benedetto;  della  ulta  delquale  Im- 
per adora  non  mieflendt  ri  piu  oltre  per  e fiere  copiafitmem 
ff  fiata  narrataedr  tjpofla  da  molti  fenttori.  Qjtefio  no- 
me ne  tempi  nofin  ha  noueUamente  dlufiratù  il  mio  moU 
to  cartfitmo,f^honoratocume  padre  ,mefiere  Tiberio 
tleaana Dottor  Legifia  da  Fdine,H uomo  nella  fùa pa- 
tria notisfimo.&  in  fcicntia  legale,ct  neW arte  delteloqi^ 
xa,C  candidezxa  iT animo  reputato  da  tutti  ifuoi patrio 


ta , er  Tbilajòpbo  preflamifjimo , itquaie  molli  dota  non 
dubitarono  equiperare  ad  Mrillotele-fcrifie  xbJibro  i an. 
tiquiti,&  quefii  dtmfe  in  cofe  humane,e  diurne  ,et  le  ope-, 
re  fue  furono  piene  étgmfcientiaiet  il  nofiro  Tetrarca  il 
pone  per  la  tergo,  pero  che  il  primo  fu  Marco  Tullio  Ci- 
cerone,il  fecondo  yirgibo,perquello,cbe  Tullio  ifiefio,ne 
pndicò  udendo  recitare  alcum  uerfi  di  lui, pieno  di  mara- 
Mgbt,difle,Magna  fei  altera  Roma,  come  s’egbfofie  la 
pnma,&  Fcrgibo  la  fecondUjet  il  tergo  lume  Marce  l'or 
rane  per  tante  afe,  che  cgb  latinamente  ferifie,onde  fi  dif. 
fe.DoStfitmns  undecunque  yarro  ; &■  Romanorum  doBif 
fimui.Mori dt  cid  afai necchio.Ond’il  P tTjfìju  uié no, 
ftra  g-.-nte  hauerper  ducef'arronel  tergo  gran  lume  Ro 
mano, che  quant'd  miro  piu,tanlo  piu  luce . Tutti  fon  qui 
prgumbdei  di  l'atro;  cioè  quanti  ne  fenfe  Marca  yar- 
rone , il  quale  ne  fece  nn'opera , ben  che  non  fia  nenuta  a 
tempi  nofi  ri, pur  fi  troua  alata  ptu  uoltt  da  fanto  Mugu, 
fimojCr  da  Lattautio,&  da  altri  famofi  fcrittori,c^idel 
nome  genttle,comedelthrifiuno.  <!r  D a n.  Dimmi,do- 
ui  Terentio  nofiro  amico,  Ceedio,  Tiauto , & yarro.  Fu 
nn'aUro  Vasto  Coetaneo  di  yirgibo , delqnale  egb  nella 
Bueobea  honoratamente ftnue.  Tfam  ncque  adhuc  yara 
uidar  ncque dicerc  Cinna  Dtgna  : fid  argutos  infterpert 
anftr  alorrs . Mlqual  infume  con  T ucca,  Ott amano  dopa 
la  morte  di  V 1 u.  dette  ad  emendar  f Enrida . Laquale 
V ■ t.peruenuio  alla  morte  la friòimper fetta  tdrquefla 
iaftià  m tejiamento  ches'ardefje  ; Ma  non  fòfiewu  Otta- 
uiano,cbe  tbanore  della  bugna  latina  fiffegnefie . 


Il  tra  qucUnbe  mentano  i pnmi bollori ,&  memoria  eter  Afturia.  lai.  Hic aflus,aBHS,aiiui,callidttai,caMÌlln/ubti 


na.ìlquale  non  Contento  Alfiere  fabto  a primi  gradi  di 
gloria  nella  fua  patria,  ha  uobuo  anchora  di  nuouo  dar 
faggio  delle  uirtu  fue  in  queSia  tncbta,e2r  glariojà  cuti  di 
ymegu^llaquai'  m pochi  mefi  fi  ha  fatto  conofcere,per 
tale,quaie  la  Tatna  fua  lo  elimaua,intàto  thè  bora  uie 
ne  fra  I pnnapab  Mnocali  facondiifimt  celebrato,ccme 


litasJlropba,cunOaiio  fiuhdolajergmerfatio,  fraudolcn- 
tia,  fallacia.  B o c.  Mfiutia  Mmorojà.  -diluii  Giouani. 
Mfiutiffimo  Huomo . Et  bene  Mfiuiamente  tutta  fece . . 
San.  'Ninno  fumai  dt  tanta  Miìutia  dalla  natura  do- 
tatOydquale.  A r i.  £l  figuttò  La  fua  querela  cofi 

^ ^ Mfiutamente. 

ne  può  rendere  filo  lefimonto  tutta  la  cttlà , & fetml-  Aftio.  Lai.  afiut,afiu,calliditasaiaframentttm/iolusfrauf, . 7 j 9 
minte  tdoiti,tf^letteratiaqiiab  concorrono  alle  fue  orna-  deceptie  techna.Hol  aflutia.  D a k.Ei  C anima  dtuifa  dal . 

tffime  renghe.  Ma  qutfio  andror  che  gri  cofapataamol  corpo  fuo  per  Miìio,^  per  inueggia  i.perafiutia,mmal4 

ti,&  quafi  miracolofi  i però  leggiera  rifettuade  granU,  partepnò,cioè  per  inganuo,tj-  per  innuba . 

t^artificiofe  opere, che cgbhanell'animo fuo conceputo,  Vrudi-ntia^edi iotto Mineruaa  184. 
et  che(fe  lidio  g'iprefia  ulta)  è per  dare  a tempo  in  luce;  Arte.  Ut.  ari,pruJentiaJiubiflriaytnificium,cnnaatio,& 
quaboUra  tbefnrleingeuiofefue  inuentioni , CToo»  mai  per  Cafiutia,prudentta,o  indufiria.PBt.Cbe  con  arte M- 

pmtrouatiotdim  faranno  uttbfiime  a tutu  gb  fiudiofidi  niballe  a bad.i  tenne.  Boc.Mrtey  fata,  Marauigtiofà, 

malte feuntu Jermdernniio  ammirabile  al  mendo,etiau  f)ccuka,kferta.SpefieuekeaMÌene,tbctArtedafiA.Ttt, 


t TtC* 


I 


Mercurio 


e I 


èfcberniti.  Lat.  ars  dcludàiir  arte . mura  imlpem  uuU- 
fiiumtiim , dolut dolo  lompmpttur . Quiuifi  uuolt  ufart 
un  poco  d’^rie.El  con  fue^rtifece  un  bel  giarda»  jdefi 
negromantie . Il  quale  per  ^rte  di  negromimia  proferU 
uadt  farlo,!)  a k, Qja fuormicn  ufarun  pocoa,ATte, 
Tratto  l'ho  qù  con  ingigno,tjr  con  Urte.  La  gente  con  in 
gegno,^  ,Arte  acqniita.  Onde  ; che  fui  accorto  difu’Ur 
te. &per  [,Arte mannare jea  aiojj, 

Aduti , ^ Ittgeniafi  celebrati  da  mSìrt  Toetijìedalofiio^ 
mede,  . 

74»  DcdalOi/ii  padre  di  Icaro,  delqnale  farebbe  troppoprobflo 
narrare  ogm  hiflorta,pnr  non  taceremo,  che  non  potendo 
altrimenti  fuggir  di  Creta , efiendo  egli  di  fomma  Indu- 
flru,&,Ane  m molttfiime  cojèjdbnci  atiafe&  al  fi~ 
tlÌMolo:ammonendo,che  non  troppo  alto  uolajfe, ne  troppo 
M/io,  perche  nelle  fupernn  pa  rtt  il  caldo  flruggerebhe  la 
cera , che  teneua  le  penne , C nelle  infinon  I humidità 
taggrauerebbe  troppo.  Colarono  adunque  ambeduo  falui 
iùjino  che'l  figlinolo  teme  dietro  al  padre,  ma  dopo  alqui 
to Ipatio  ftimolato  Icaro  da  troppa  cupidit.ì  del  uolare  in 
alto,diueme  immobile  a fa  luti  feri  pneghi  del  padre,  fall 
tome  aquila  tant'alto,  che  liquefatta  la  etra  che  tenta  le 
penne  rimafè  fendali , cr  cadde  in  quel  mare,  il  quale  dal 
Jùonomefu  poinominatolcaro.^  peròdiceD  AU.Mag 
gior  paura  non  credo  che  fujfe  Quando  Theionte  abban- 
donò gli  frem,'He  quando  Icaro  mifero  le  reni  Semi  fpen- 
uar  per  la  fcaldata  Cera  Gridando' l padre  a lui  mala  ma 
tieni  QjitHo  Dedalo  fu,chefabriiò  la  uacca  di  Tafiphe, 
medume  laquale  fi  congiunfe  col  Toro  .fabricò  ambo  il 
Labirinto  douefu  poHo  dentro  il  kiinotauro . uedi  ad  efio 
Mmotauroa  Aki.O  fiupenda  opra; 0 Dedalo 
architetto,  Qualfabrica  tra  noi  le  rafiimiglia  ( 

Penilo . tofluifeceilToro di  RameaThalan  Re  di  ,/fgri^ 
to  cmdehpimo  per  cruaarut  dentro  gli  buomini,c’hjui^ 
ro  ad  efier  ncafipergiuHmai  ataa  che  quello  che  dentro 
HI  fojfe,  effóndo  d Toro  affocato  màdaffe  fuori  borribili  no- 
d,CT  egli  fu  il  primo  che  lo  prouòjnedi  a Thalarisa  554. 

741  yfiffc.Lat.ylifjes,Laeriiades,e!r  proles  Laertii  figUo  di  La- 
erte, &Rr<t  Itbaca  fu  prudentijiimor&  ailutofopra  0* 
gm  altroiper  fùa  opera  fi  troni  Jichilte,  & behbero  i Gre 
a le  faette  di  Thdoctete , lUbefn  fammo  heneficioa  Gre-i 
ci,perchendpotea  fecondo  i fati  efiereprefa  Troia  ftirgd 
queHe  jàette^  finga  uno  della  ffirpe  di  Baco  ; dtlquaie 
funepote odchille.Terfuaopera  fu deUmtto il fepolcro 
di  Laomrdonte  ; fu  uccifo  Rhtfò  ; fu  furato  il  paltado , tj" 
ueHito  da  medeo  entrò  in  Troia  non  ctnolciulo,gpfpiò  c» 
ebe’n  T roia  fi  faceua, biche  Uelena  lo  conofcefSe.  Tercbe 
dmoflra  Homero;che pm  ualfe  in  efjmgnare  l’afiutia  ty. 
Lfiejche  la  forga  tf  Achille,  perche ^fie  uolte  il  chiama 
na  nella  fua  Iliade  Tiolyportbon^ioimncitorejtrpiu  to» 
fio  deftruttore  di  città  fiuero  Tolytropos,cbe  figmfua  buo 
modi  uarie genti cogmtorfy&adotcbille in neffun luogo 
éttnbuifee  tal  r»me.Dopo  t aqui  fio  di  Troia  finge  Home- 
rOfChe  egli  trafiorfe  dieci  anm  per  moki  mari , «Jr  arriui 
a Ciconi,a  Lotophagi,a  Toltpbemo,(!r  ad  Eolo  Re  de  uen- 
ti)t  quale  gii  donò  ulripiem  defuen  uentiretgia  lappref- 
faua  atta  poma  fua.Ma  i compagni  fttmandoft,  che  negli 
uni  bauuti  da  Molofuffe  oro,gll  aperfero;oade  1 uhi  ufei 
do  fuori  con  empito  concitarono  tama  tempefta  m mare, 
fbe  yiffia  di  nnouofarfit^amui  aie  Ifotaé  Ceree Ja~ 


E . L O Mrrcutio 

fKsif  mutano  gb  buomini  in  norie  forme,  &gia  haneàx 
mutati  alcuni  de  fuoi  compagni  ; Ma  egli  hi  hbe  da  Men- 
omo tal  beuanda,ibe  poti  andar  fteun  a Circe,  cr  da  lei 
impetrò,chen'óptgm  ruorrufftro  buommi.Gennòé  Cir 
ce  un  figliuolo  ihiaoiaio  Telegano.  Dipoi  in  una  notte  no» 
uigù  nel  mare  OceanoOr  fatti  ccnifacnficie^fufiaUTn 
femo.Indi tornò  a Circe,  LnpoinauigòaltcSirine.papif 
mezzo  di  Cartbdi^t  di  Stilla, et  perche  haucua  predaiigli  • 
armentidel  Sole,ruppemmarc,&coni‘albttoJella  runa 
henne  a Calipfo  nimplia  ncU'Jlola  Ogigia,et  dopo  fette  au 
ni  da  là  partendo^  mono  ruppe  in  mare,  ma  con  Camiu 
éLeucothe  nimpha  marma  mire  di  arriuòad  oleine* 

Re  de  Tbeaci , dr  da  Mineruafu  condotto  ad  Mirethe  m» 
glie  àoilcmoo , dalia  quale  hebbt  molti  doni,  Etaddor. 
mentalo  fu  mepo  in  naue,tìr  finabntniejudutto  in  patria, 

M atutiaqueflai  fintione  <f  Homerojl  quale  mente  altro 
per  quello imofha/e  non  come  Chuonto  trafeomndo per 
molti  uilif,&  dipoi  purgando,  fe  narriua  al  fommo  bene, 
Ilcheimiliyirgilio  nelli  lihn  deU' Eneide, & Dante m 
quelli  tre  canti ,cbereguito  yirgiho,  e là  doue  lo  pone  Dan 
te  tormentalo  con  Diomede  per  quelle  fraudi , cbe'nfieme 
commeffero,pnma  ebebauendo  Telhii  occultato  ,4chil- 
le  neir  tfòla  di  Sciro  con  le  figliuole  di  Licomede  Re  con  ue 
flefemmitiyin  forma  che  non  fi  lonofccua.&cercandoloi  • 

Greci  per  menarlo  allo  acqutHo  é Troia,  yhpe,&  Dio» 
mede  con  loroalìutia  to  conobbero,  0-  lòJufionlo  a Tro- 
ia,doue  ne  fu  ucafò  da  Tani.Dapoi  con  grande  afluna  en 
trarono  di  notte,  &toifirodà  Tempio  di  Minerua  la  fia» 
tua  diquella  Deajaqualeera  detta  Valìadm, fraga  laqua 
le  i Greà  non  poteano  hauer  T rota.^  ultimamenie  ordi- 
narono il  eauatio  pieno  di  huomim  armaii,cou  tanta  fra» 
dejche  i T roiam  lo  mijiro  demro  alta  ctii.i,&  accio  che  ut 
potrfie  entrare,  ruppono  una  porta,  effr  il  fepoUro  di  Lao. 
medome  ch'era  jbpra  la  porta  joue furono  ingannati  i Tr» 
iam.  pero  dite  D a u.Rifpolinu;là  entro  fi  marttra  y- 
Uffe,ir  Biomede;0’  top  mficme  M la  ueniU  tta  corro»  c» 
m'a  eira:  Et  ditro  da  lor  fiamma  fi  geme  L'aguato  del  ea 
ual-,che  fela  porta , Oiut ufii  de  Romani  il  gentil  fhne . 

P t j.yidi  color  ch'andaro  al  regno  frigio  Hercole,Enea, 
ThefeOjtS-  ylipe  Ter  lafaar  qui  di  fama  tal  uehigio.jt- 
duUe,yliffe,eìr  gli  altri  Semidà.  Qjiel  fi  penjòfbi  yUfie 
afibd  ombra . Tfelaliro  Miacejìiomede,  & yliffe.Cha 
defiò  del  mando  ueder  troppo.  Qjieflo  cantò gU  errori, 
le  fatiche  Delfigliuoldi  Laerte,&dela  Diua.uediaCir- 
cea79q.t!ra  Diomede  a qéS. 

Malitia.  Lat.cabditai,argutia^framentù/iequ'itiafnaìi-  74* 
gnttas,maUficentiajul  triHuia,et  alcuna  uolta  ingegno, 
oafrutia dinota.  Lat.dolus,frauifreceptio.P  e j.Coialba 
quefia  Maiala  ritned»  , Come  d'afte  fi  trabe  chiodo  con 
chiodo.  B o c.Maluia  Sottile, 'ìifioua.  La  tù  malitia  bm 
gp  lépofojtfne  la  potentta,  e lo  fiato  dimeffir  Mufiiatto, 
Ma\KÌofo.Lat.aftutnt,calidHS,uafer,fallax,cautus,fkbdo- 
lui,  peUaxficutt  diBus  fua  ytyffeta  yirgibo,  malefiius, 
mabgnuijial  pien  di  malitia.  B o c.  Cofim,  cbeMabt»- 
frera  EraMalmofrito.EranoMabtiofu 

Chertninelle, /oM  malate,  tnftaie,ghiotlonerie  inganni, 

& opere fceleratr.  Lai.  frauda,  doU  Boc-Tercbeai- 
corgendofi  quiuile  fut  Gherminelle  non  hauer  piu  biogp. 
Chermire.uedia  tqj  8. 

AccorguncatOjHjj  auadimnto,  t at.prudmia^agaritat, 

ftr^Uatta, 


i 


Msrcnrìo 


C I E L O 


Mtrcario 


^iteiU  mattnu  itùriM  ct^a  trokandofi , di  che  potere  htr~ 
aorare  la  [aa  domut  ,per  amordeUatjkale effi  già  mjiaù 
ti  huomim  hoaorato  haneaalfè  rauedere.  Et  quando  m (a 
rà  kecchiaranedendomi , indarno  mi  dorrò  d'baaere  la 
mugtokanegjf  perduta . Rauediti  boggimai , & terna 
bkoìnoaome  ejtere  lilem.i.ruonofciti  .Ari.  Voi  fi  rane 
de,  dr pente,  & n'ba  dilpetto  Ma  quel  ,iheba  detto  non 
può  far  non  detto , 


perl^ieatia,per^cuitas,perjficatitatrammadueTfio,amfi 
dcratio,mdiiikm,projpuuntu  Per.  BeU’auoglieaxit » 

,/tciorgimento  fare. ho C-Tipn tallendo  ,Aecorgimea- 
todi  maadarla.D  a H Mapenhepuoteuefiro^aorgi^ 
mento  Ben  penetrare  a quejla  uentà.  Gli  ,Accergimeati, 

* & le  coperti  aie  Io  feppi  latte . 

Accorto  tot . caatai,pradeHS,circanjj>e(Ias,'tatat , proai^ 
dasjàg  IX . aal  fama , & auedato.  P i t.  ^ B o c.  „dc~ 

corto  Signore  JInoaie,Rjgionare,Pànio  yeronefè, a mo~  Oddere . Lat.  praaidere , per  accorgere , aaedere  .Dan. 
tir  poco  ^Accorte.  Il  perder  face  ,Accom,  ér  fiiggio  .Fa  Ci  apparar  an  ombra,  & dietro  a noi  nenia  Da  piè  guar- 

mal^ccorto.  Accorti  Otcbi,Schermi,\ccoarcEpa  dando  la  turba  ebe  giace , “He  à addemmo  dila,]ipar- 

role,Braccia,  Accort  a Mano,Fxaeiìai'Usaa  angioiet  lo  pria . 

Ut  (opra  Cale  ,Accorta . Il  Saldano , ilqaale  ,AccortiiJimo  Diueaere,  per  aaedere  jtìr  tonofeere.  P E T.  Ter  darmi  a di- 
ara .D  a v.UcartoMaeflrofl>i^o.Ond io  fai  ,Accor~  aederch’aifaodeJlinoMalchi  contraila,drmalcbi  ft  : 

todifa'arte.  Trincipe  glonofo  efiere  ^Accorto.  T dato  mi  naf tonde . 

faraerSabiù,&.Auora.L' emme  che  fi  farò  me -de-  Dilkueduto.  Lat.iacaatus,imparatai . aalinadaertente. 
torte, finoa  far -Accorte  Le  gambe  tue  alle  giolirt  del  Bo  cLafiia  hormat  le  foperdneaedtoffefi, a- perdonati 

toppo . Comeperfona  -Accorta . Del  mar  fi  fa  la  doloropt  Di faaedato  fallo  alla  innocente  gioaane.  T h.  Riprendono 

-Accorta  - i Diftaeduti  difetti  in  altrui . Difauedalamente  Cera  acce 

Accorgere.  Lat.  cognitiojprouidemia,prof^cientia.  P i t.  /ò  tmore.ijnadaertentemcnte . 

Delmanifefto  -Aicorgtrdtìlegenti.-AUbor,qaan£iodel  Scotto. Lat.pmdem,caatasyafiutas,iÌTcarfpeCius.  aal aut  74; 
fuo  -Accorger  m'accorfi . dato , & accorto . P s T.  -Alceo  conobbi  a dir  d amor  fi 

74;  -4ccorgere.Lat.praaidere,cognolcert,projpicere,perlpicere,  Scorto . De Caltra-ouem’ancideanchor fiscorta-Contan. 
caacre, preoccupare -anticipare,  praaenire . P 1 T.  0 non  te  note  fi  pietofe,&  Scarte.  B 1 M.  Scorgea  fi  defiro . 

cura,o  non  ^accorge.  "Hon  a' accorgete  anebor  .io  fai  me  Scorgere.  Lai.  perticare  ,&proffiicere,  che  aal  feorgere  di 
n’accorgo . chi  primier  l'accorfi . Sluando  prtmicr  m’ac-  lontano  ,per  accorgere,^  cono  fiere,  & perfettamente  ut 

corfi. Mif era;  che dourebheefier  accorta. (^aaenga mi 
pa  tardi  accorto,  ^ioe.aedil’ Indice.  X>  kk.  Sente  ne 
puoi  accorger  per gb  aolti.  Che  haom  non  t'accorge,  per-, 
che  £ intorno  juomn  nulle  tabe . non  me  n’accorgo . Di  aoi 
paflor  l'accorfi  il aangelifla.  De  qaai  ne  io,  ne'l  duca  mio. 
t ac  cor  fi.  Ben  m' accori  10.  Comi io  di  lui  m'accorfi.S’accor 
fer  £ efta  innata  liberiate . 

Auedimento.  Latpradentia,animadaerfio,  confideratio . 
mlaccergfinento . B o c.  Urano  poter  efiere  con  meno 

-Juedtmente  .Madaan  naturai  -Auedimento  majfi.Don  Sagaciti.  Lat.fagacitat-pradentia . B o C.  fu  commenda 
neiluoflro  fermo  piu  che'lnojlro  -Auedimento  ciba  qui.  talaSagaàtàdelZima.ConlafuaSagacitdfaggi’lperi 
guidati  -iaedimerttaSubito,Marauigliojò,h.\faiimnm  colo  fiprafiante . 

riTreftt.O  amore  cbente,& quali  Jono  te  tue  forge , Sigice.  Lat.  fagax,prouidus, hoc.  Sagace  -Amante, 
cbentegli  configli,  & chemeglt  -dncdimenti . Sagaci  Haomtm,Gb  Dif  Sagacifiimi  prouedttori  - Saga- 

Aueduto.  Lat.pradensjcautai,  afiutus,  circunfiieClus . aal  cijiimameme . 
accorto,  fialtro.  B o c.  Come  mollo  -Auedato . La  donna  Scaltrito . Lat.  prudens,  cautas,aHatus,circar^5ut.  aal 
faaui,&  Avidvt  a. -daidaiedmne.  Huomim  Avedv  auorto,&aaeduto.B  oc.  Oae  aoi  mi  promettiate  fòi 

TI , &}aggi . -Aaedutiffimo  ereìl  gioaane . Il  gclofo,  a cui  pra  lauofira  grande  Scaltrita  fede . deridentis . ne  te- 

molto  -duedutamentepareaahauereilficreto  detladon-  fii  aniubi  fi  legge  Callrita , noce  però  imperfetta,  ma 
na  fintuo . P i t.  Mente  mia  : Totei  ben  ér  ,fe  del  tutto  parlando  Bruno  conpigliarfigabbo  del  medico  goffo,  po- 
rri-Aaifta-iaccorta.  tèdircofi. 

-Auadcre.  Lat.animaduertert,prauidereaiccidere,ccgnofce-  S caltrire . Lat.  aperireMcere-enucleare,  inflruere,  cautam 
rtperfjncere.peraccorgere.P  t T.'ìiinperchenoniiia-  facete. per accorgerti& aaedere.  P e r.L’anamenoce, 
neggia.Menamiamorteiih’inonme  naueggio.'ldpHme  l’altro -Altrui, ch'io  non  lo  fialtro.  D an.Diccaa, 
n'autdila/iofinonqaandofu’mlor  forza. Bo  c.  dine-  guarda,  gioui  ch'io  li  fialtro.i.giouitiqaebo  cb'iotimo- 

fla  fera  ut  ne  potrete  aaedere  .Ch'io  non  auedendomenei  Slro,&  tufi  gno.  è deÙa  quarta  regola.  A % i.llparerdi 

ffutai  urta  aolta  nella  chiefi£lddio..Aaedendomiciafcn  quel  Re  uò  che  mi  fialtri. 

nadtnoi  haaere  fintimftodidóna.  Che  fi'l  Se  di  ciò  s'aue  Forbito.  Lat.  cautMdngemofatjttrfusaltgant . limatusali  74^ 
defic.  Et  fi  tu  non  te  n’aucdcfji.  Dan.  yafieue'l  tempo  , matus,  homo  emunCìa  narii,pargatis  aanbus.  aal  trinca 

cheChuom  nons’auede.Machiiaarde,ch’iuiaifuggelii  to  ,(}rdi  grande  affare  .B  o c.Teriioche  noni  alcuno  fi 
fi’l  gai  belli  zga.Cbe  lofio  t'aaedrà  della  ricolta  De  la  ma  Forbito  ; alqaale  10  non  ardtfea  di  ère  ciò  che  bifigna.  ^ 

la  coltura.  Ben  tauidef  porta,  ch'io  fiaaa  Stupido.  qaandoénolapuluojicdiayip.  . 

744  Rtaedere.  Lat.reccgnofcereranimaduertere-uofiere fiipfum.  Cautela.  Lat.  cabditas,aflatia,caatio,pracautio,prcaidem 
noi  nconofeere  fi  fiefio,& per  accorgere,  B OC,  Ma.  Ita  ,feeuritat . aal  auedimento , adlutia.  B o c.  Cautela 


dere,efi  alcuna  uolta  ual  conducere  altrui  con  ddigenzA  » 
come  al  fito  luogo  a 4 1 4.P  e t.  Douh  feorfi  Molti  di  quei 
che  lega  r aidi  amore.  Com'io  mi  aolfi  ; il  buon  Toro  hebu 
bi  fior  IO.  M erario  miraua,fubitohebbi  Scorto.  QjulTU 
roo  yeronefefuouiciHO.  Boc.  Ifimplicifuron  di  aò  Scor 
ti,&  non  curanti.  Et  quiai  finta  faueUare  in  ffiifa  che 
fiorger  fi  potefie  U noce . La  dorma  banca  fiotto  Alefiam 
dro.uedia  ii(i.Be  m.  Tig  Stella  feorgono  ne  cot'al- 
cuna.-As. 


Mercurio  C I E 

Setreta,Moba,CoH  molta  Cautela  mfórmatoft  del  tumu 


L O 


Mercurio 


t^eqiie  il  fórno  Smonefimilmente  Ladro  iraiidiljimé,  ■ 
delia  flrada.Con /pianta  Cautela  uenuiufiete.i.fUMHà.  il  Cicco,  fa  figlmolo  (jecondolefauole)  di  yuUai»  Iddio  dei 


che  ad  un  bora  m prelìcrà  Cautela  nelle  cofe  i bepofiono 
auenireaM  farà  aciorte . 

Cl\lto.Lal.&  calidus,ajlulMi,prudent,tiitus,diligeni,  prom 
uidiii.  B o C.Cakio  .Amba  filatore  Toio  Cauta.Forlepill 
Caute  dtucrrete.  Contamente  tomimiù  adomandare.CoH 
tornente  la  ejìammò . 

Saccente.  Lat.fapieni,fagax,pmuidMi.  ual  fugiciente^ag- 
gio;  CT  pr arilo  ; uogbono  alcum  ebefia  uoteanticaaiondi 
meno  i pur  in  ufo  buggtdi unmerjalmente . B o c.  Ciacco 
con  uno  Saciente  barattiere  fi  conuenne  delprexgp . yn 
defuoi  fm  Saccenu. 

Pratico.  Lai.  expertus,& uerfatus  in  re  aliqua . ual  e^er- 
to.  B o c.  .fi  forar  colui , che  molto  Tratico  era . 

Idoneo.  Lat.  tdoneus,  aptui,  accommodatus , è quello  che  è 
atto  ad  ogni  cofa.  S A tt.  Et  (età  Idonea  a generare . 

Habile.  Lat  ual  jufficiente, Catto.  Ari.  Che  ad  haueme 
utttoria  Habil  non  era . 

Guardingo.  Lat.confideratui,pHdicusJifirctin,baudte- 
merarius  è di  pmordtne  riguardojrioè  rtfpettofo.riferua- 
(0.  Bo  c.  Ma  lodifcretoarciero  amore  t he  per  fonili  fen 
rieri  fotta  entraua  nel  Guardingo  ammo.  T H.  Dellequali 
cofe  tiafiuna  per  fe,  C anicndue  ri  doueano  rendere  cau- 
to,&  Cuarérgn  da  gCamoroftlacciuob.  L A.  dr  Guardin 
goiun  luogo  cefi  detto  m Firenze  ufato  daD  un.Ch'an 
choT  fi  fare  intorno  dal  Guardingo . 

L U D R I. 

Ladri,Furi,Fui,Inuolatori,Rubatori,Rapitori,Rapinofi,^f 
fajfmi,Corfalt,Tirari,Malandrini,Sihrram,Mafnadteó, 
SpvgliatoriJIapine^urti,Ladronegj(i,Iiuberie,Trede,iif 
facco^faccomano,.A  macco^.bottmo,.A  ruha.Gual- 
dana,Maltolletto,Forcbe,Croci, Rubare  Jnuolare,Fura 
re,Saciheggiarc, Rapire,  Corfiggiare. 

Ladro.  Lat.  ìatro,mt,  h lo  Ladro pubbeo,  come tafiajfinojl 
CUI  dumnuuuo  è Latruntulus.Fur,i  quello  che  ruba  di  noi 
tcfeiundo  che  uogliono  alcuni,  il  fuo  énunutiuo  è Fuma 
itùus . .Abadoransjl  quello  che  ruba  [armento,  C .ribi 
geut,  quello  che  ruba  gb  animab.  Grafiator,quello  che  af 
Jàlta  alla  firada  per  rubare  jcomeil  malandrino . Expila- 
tor,  mjo  Udrò  crudele . Trado,nis,  quello  thè  ruba  come 
faccomanoal fuo  diminutiuo  i Trtdonulut . DepecuUtor, 
nido  rubatore  della  rep.et  del  fgnore.llcm  Tradator  Co 
feUtor.  P * T.  Che'n  quefia  età  mi  fa  diuenir  Ladro . La- 
dri Rapati . Giorni  Ladri . Qjiafi  Spebinca  di  Ladron  fori 
fiuti.  B o c.  Ladro  publiio.  Si  come  Ladro  douere  efierre 
appiccato,  yngìouane  ihiamalo  Tublto  .Ambufio  di  per 
dtua  fperanga,  & a tutti  i Romani  notijjimo  Ladro . Co- 
tefio  Ladroncello . 

Ladronezzo.  Lai.furtumJatrocmum,peculatuiA!r  Refe 
tundarum  reui . lo  accujàto  di  Urroeimo . D a k.  Falji- 
tà.  Ladrone-^,  & Smionta.  B o c.  De  Ladrone^ , & 
iCabre  cat imiti  era  infame . 

Ladri  celebrati  da  noftn  Toeti . Ucam , .ArpaU,  .Autobo , 
Caico,Ghmo  di  Tacco^nume.  ^ 

Acam  lat,  Acanius . Ladro auaro^di a lofue  a q64. 
al  luogo  jùo . 

Autoliu  figbuolo  di  tdercurio  grandifiìino  ladro,  C di  bri 


fuoiojC  fu  il  primo  ladro  in  Italia  fieUjuale  fingono  i poe 
tifhe  ejjindo  mfame  Udronejet  rubatore  dutti  i paeftpr» 
pmquiguafiaua,  ondefiigono  che  di  bocca  gb  ujafiefuo- 
co,Cjumo.  babitaua  in  Auenttno  uno  dejctte  colli  di  Ro 
tua , in  quello  bauea  terribile  firebinca , & la  entrata  dt  » 
queUa  ihiudea  con  un grandifiiino  fqfi'o , dr  quiui  condu- 
cea  tutte  le  prede . Finalmente  tornando  Hercote  é Spa- 
gna,C  conducendo  gb  .Armenti  dtyacihe,  lequab  haue 
ua  tolte  a Gettone  Re  di  Spagna  ; Carco  auidifiimo  di  nuo 
ua  predarle  furò  quattro, et  tirolle  per  U coda  dentro  albi 
jpebittca,actiotbepel  fegnodelle  ormejche  nonfufiero  ite 
aUa lpelunca,ma  fufiero  à quella  tomale.Certolie  molto- 
Hercole, finalmente  non  trouandole  già  fipariiua/juand» 
al  maggio  di  quelle  iaccorfe  dou  erano,  ociorfe  alla  Spem 
lunca,tlifendeuafi  Cacto  mandando  fuori  fuoco,  fumo,  & 
fiamma  ; ma  più  potò  la  forza  é Hercole , ilquale  leuù  il 
fafio  che  copriua  U jpebinca  ; jaltonui  dentro , & con  la 
maz^  ucctfe  Cacca, & menonneleyacthe . Cofiut  fu  fi- 
gurato mezgp  buomo  j & mezx?  caualloAFfu  chiama- 
to Centauro,  perche  t fuot  cofiumi  furono  efferati , ^ be- 
fiiab;  delquetl due  V l R.  Cacus  auentuue  Itelus  atque  in- 
famia jylua . ^ D A N . trouandolo  neU'infemo  dice , E$ 

IO  uidt  un  Centauro  pten  dt  rabbia  yentr  chiamando,  (in,  ■ 
tendendo  Cacce . ) 

Ghino  diTacco.fu  Senefe  iTun  cafiello  detto  TurritaiUqua 
le  infieme  con  Tacco  fuo  gio  haueua  furato  un  cafiello  aU 
la  Repubbea  Senefe  detto  Radicofam  m Maremma;  dr  do 
poquefio  tempo  mefierBenincafa  andò  nel  pontificato  di 
Bonifacio, giudue  del  tribuno  di  Roma,  abri  dicono  audi- 
tor di  Roma , cofiui  fu  huomo  dottiffimo  in  iure  ciutb , dr 
efiendo  uicario  del podeflà  di  Siena  condannò  a morte  Tu 
Tino  fratello  di  Ghino  diT acco . Hor  intendendo  quello  . 

Ghino  ,fu  dt  tanto  ammo  che  andò  a Roma  ; entrò  in 

cafa,tà‘  nella  fala  dune  meficr  Bemncafà  fedeua  a banco  , 

Gr  nel  conjpetto  dt  molti  l'uectfe,&  ueme fette  a /à  biame» 
lo  con  la  tefia  che  gb  hauea  tagliato  . Dieeft  che  Ghino  ■ 
fu  grande  di  HaturapnembrutoAlr  robufiifiimo,&  mol- 
to liberale,  drefiemtaua  il  latrocino , non  per  auarina, 
ma  per  potere  u fare  la  bberabtà , & fempre  uoleua  eh* 
cbigb  ueniuaper  Umani  fiponeficperfemedefimo  lata 
gbaAf  dopo  glie  ne  rendeua  buona  pane,&  trouàdo  huo 
mini  Sludiofifionaua  lor  danariart  confortauagb  a gb  fin 
dii . Conofeendo  Bonifacio  che fòlamemeper  bberabtà  rn- 
bauajo  chiamò  a Roma , dr  fecelo  caualier  frtere  m Rom 
ma  che  polena  uiuere  honoreuolmente  . Qjiefio  ò quel 
Ghmo,di  chi  mefier  Gtouan  Boccaccio  pone  la  nouellafiom  . 
ue  narra  in  che  modo  guarì  del  fuo  fiomaco  [.Abate  cln 
niacenfè,douedtce,ChinodiTactoperlafua  fierezza  , 
drprr  U fine  rubarie  huomo  affai  famofòcrf lindo  dt  Suna 
cacciato  aP"  nemico  de  Conti  di  finta  Fiore , ilquaU  dimo- 
rando in  Radicofam  chiunque  per  U circonfianti parti  paf 
fina  rubar  facea  a fuoi  mafnadien  .Dan.  Qjiim  era 
tArerin,iheda  le  braccia  Fiere  dtCbm  dt  Tacco  beb- 
be  la  morte. 

Sìnone.  figbuolo  di  .Autelio  amendue  ladri  famofifiimi, ut 
db  di  fppra  ad  efio  Autobo. 

Furo.  Lat.frr , plagiariut  ; il  litro  .Dar.  Et  mai  non  fu  yqm 
mafiinoliiobo  Con  tanta  furia  afeguitarlo  Furo. 

Furto. 


Mercurio  C f E L O Mercurio  loi 

Furto.  Lff.  tir  expiUth.Unocmam.  Vn.  Se  umidir  che  Saccheggiare.  Lai.  diripere.  A k i.  £ cfcc  Rauemu  Saccheg 
jia  furur . Tur  quell' i Furto  ; C uien  ibi  me  ne  foglie . giala  refla , 

^ocLFurtifatttéuidea.FumuamcmerapìdaUefueca  ^macco.doèajpefealtrui.lM.fymbolus^Uenouiuere^Ue  ^ 
fe.D  A s.  Delfofio^be  nefiuna  aoflrail  Furto . na  quadra  .Ari.  Che  é uature  uuol  uiuere  U macco. 

Furare,  lat.  furari.  Pei.  Cb'a  me  tanima  fura. perche  AriCCOm3no.lat.treinpradam,pradatumire;&Calo, 
morte  fura  Vrima  t mìgUori . Furando  il  cor  che  fu  già  co  onis,  il  Saccomano  che  porta  Itgne  al  campo . A R i.  tbe 

fadura.  B o c.ChimiluròtibafUuòfalarmtattO.D  a h.  oltreche  porufie  a Saccomano  II  popol.y iuta  cbes’bab- 
St  che  notte  m fanno  aminoti  furaTaffo  . bia  a fuoco^  Saccomano . 

Fuio  per  furo  frodoteiue . Medi  a 5 8^.  A Ucco,cioia  bottino.  UtMreptio.  Ari.  L'hauerfu  mef 

Tagliaborfe . Ut.  numicutanus  ; cioi  lo  rubator  à borfe  fo  .A  Sacco:  mefiofocofu  neUe  cafe . ^ Sacco^fangueA 

ti  Manuolo . /«oro  al  fin  fi  metta,  yà  difeOrrédo  e molti  pone  A Sai  co. 

Prcda.iJi.  prxda.itlfurto.P  tr. Finch'ifiadatoinTre  Atuhi.Ue.éreptio,ualalàcco,oabottino.hQC.Cbe 
da.  Aibttuttodiparte.Cbelamia  nobilVreda  nonpiu  auandoqueJtacutàdaFedcrigolmperaJorefuprefaan-. 
RrettaTtnmalbifogno.Chefalcond'altoafuaTrcdauo  datoci  .A  ruba  ogni  eopt. 

lamio. Vrede  Dolorofe . Che  éCreti,&  di  Spagna  adduf-  Guildine.  Lat.incurfio^ncurfut.i  yo.antico^figmfica  75J 
ferTnde  Et  uidt  al  tempo  rimenar  talTrede  DeuoSìri  correria  che  fanno  i joUaù  per  rubare  a nemui,  che  ai  di 

mmi.Boc.TredaCara.  Guadagnata  .'tigUe  fue  man  d'hoggiji  domanda  andate  a guadagno. lì  a n.Corruor 

umua  la  Tredataiito  fegattata,  uidt  per  la  terra  noRraO.Arettni,  firudi  dtrCuaUine.. 

Ripias.  iintenfa  ruberia.  lat.&raptiem.P  ir.  Sento  far  Tot  riede  & U ^eraitfa  ringauagna . j 

dei  u.io  lor  dolce  Rapina. hoc.  Rapina  Dilettata . ya-  Spogliacori.  Ut.  pradonei , fono  1 ladroni . B o c.  Sentì 
gbi  della  Rapina.  Trima;  & SecunJa  Rapina.  A r l.  £J/ì  f^iaceuole  romoredeglijpogliatori.  Th. 

che  di  guaJagno,e  di  Rapine  Erari  bramofi . ^ Adasfino.  Ut.obfefior  uiaruim  è quello  che  per  danari  uc- 

Rapiai.U.  Ut.  rapar.  Boc.Raptnofi morte,  ideflrepea  ,cidtglibuomimdaad&  folio  .come  dal  Ut.  infuUo  da  _ 
ima , & moUttte  .&  rullai  i.  le  tue  ojìa,  acciò  che  Ra-  in&  fabo,&  ambo  noi  diciamo  afiaUart.D  Ati.lojia-. 
pinofamenu  rodendole , te  di  Rapina  ddettau  in  uita^  uacome’l  fate  che  confèffa , il  perfido  .Afajiin.Kn.1., 
dimoHnao.  > Còme  .Affàfiino  e tradUor  morire . 

Rapitore.  Ut.  raptorjurjatro.  B o c.Iononuenni comeMìRiidicte.Ut.grajfrtorf  compagno jna,l  fattore^  n» 
kapitore  a urie  la  Jua  uirginità . batordafirada.Bo  c.Terciò  cb'ejio  era  colpe  noi  fumo 

Rapire.  Ut.furari/apere.  ual  rubare.  B o c.  TrefepartUpt;  Mafrudiere.  & qui  f intende  mandantefifame,  & di  uil 
di  rapir  Calandra . Tercbe  aonuàìdr  entrq  nelle  mteca.  cònditione.  laquali  mercatamipareanoOr  erano  Mafneu 

fe,  & rapifco,  & mcnoUmi  qua  i II  Rumore  della  Rapilfi  ] dierUbuomim  mfli.eir  rubatori  da  Strada . Tutto  il  lua.^ 
tnuane  fu  grande . Chi  fuJSero'  Siati  color* , cbè.RapUct.  gi'di  Mafnacberiarceiidato.Cbiunqiit.Jier  le  circo  fanti 
-thaucuano.  . .cfpaiupafauarnbarfaceaafuoi  Mafiadicri.  Kxt.Sle-  ^ 

Carpire . Ut.'carpere .ì)  a k.  Cbegià per luf carpir  ,ft  /t,  ' gfteil cauabcf gridò  canagfu  ( H etnie oMapudieri ) 
la  ragnaàper  pigliar  lui.  ai'''  •V’'"  o.c^'iou  uccido. 

limolare.  Ut.  udrulure , & alcuna  npllà  per  lufcondcr^t  . Mtliddrmo.  Zar.  pc^atOT.&ficarins^  i Quello  che  ruba 
Cp  coprire.  Inuolareì  rubare  di  nafcofOiCr  rubare  òpi—  alla  Brada  , ^ che  uccide.  Ari.  TÌrafegf  percofe  il  ^ 
gjiarpa^cmeme,^perforx/tA<>tneappqtn  m queBni  MjUMtdrm  a cafoDoue  (onfina  unle  ugfia  il  nafp.U, 

uerfodelT\x.S'oC*merubaper  furT^t&corneinnol*'  donna  uecchu  amica  a Malandrini.  - , t . ,. 

Àmore.&Boc:iliiHotato^rubaubaurebbecóquel.Scìì^3ao.Utjn{uUor.èlomiiidialeatUaJìalitoredinotte, 
la  t*ng.Unv:A^  unfam  buono  offerrebbe . P e i^  rubare.  B o c.Cotefe  fono  cofe  da  farle  gU  Scherani, 

BocL.EtaMrauM^apet'bjuolaie.yQglungb  &fabucmiùU.yecLaan  yidaninefle  Crinuche, 
inuolìre  'quel porci  ! yna  ualigia'JaqOxlc  cgU  m'ba  Inno  CotftU,  Ut. pirata  iprtdones  marii,^  aia,  a CictUa.Uc  754 
lua  .CUIbÌ'Uinitola.Adboradbor  amefieffi  <<*W  i corfabbebb  ero  origine  sé  quello  ibe  ruba  d mare . 

Cefi  dal.'!ui£l  unito  limolo  ber  um,^  bar  un  Bit»-  ‘ R p.ti  Undolfó  Riiffoli  mpoueriu  diuenta  Corftie.  Ta- , 
guardo,  f)  AttiÈiogni  fammi unpeCcaurmuok.SiU.  gìàio)  da  Muvea  aUftara  famofi  CcufaU.  Et  uenendo 
upfra  memotia  aou  ùmbob  Tirlpctmo  modode  l’bma  ' ^rigalee  de  Corfìb  Gcnouefi  di  Uuante.Terciòficome  i Cer- 
ne mentùé'.quidiS'e'imbeUpertnuob.  . fòli  loglmo  la  roba  diigiuhuomo^cofi.  Atei.  Se  ben  uin  j 

Ruhcà2.Utjreéina,furtum,raptumJaÌrocinium,&pécÙ:  je^qacciòtutùi.Cprfartf 

làtui.  B oc.  I^cfia  era  Ruberu , & fumieneuale  cofa  « Corfiggure.  Uf.piruuamexercexe,  i rubare  ifmib'e,  rioA, 
ter  le  fue  Ruberie  buomoaflai  famofo.  ,,  anfore  tncorSoc^Bp  c.ComotròunbgnoJiiuiledaiorfcg_ 

Rub»totcdelle^^iiejLat.graj]aliar.B  dc.Io non ueitnt'  tupe.Copfcjg^^^.  Hhando iiafcjm.Corfggjandn. 

Jui  come  Ruhatore  della  caflnà  del  tuo  làu.  ,,  . " c,  , . ' . . ' 

are.  Lat.abriperep’apcre,pradari,diripcrc,uiaufcfre^  Pir^a.  Ut-imj(prfuf.p ladmnedtlmare.O  AM.7'(y«aa, 
Boc- Et  diefi  arubare  la  roba  iagpihumno  .lòinttn  y Tirate  pte  dagcaup^gglica.A  r i.HuifiqequelDoria^ 
dendo  noci  dirupare  al  Duca  la  fevuna  fiià . Corfggiànr  chefadaVnaiìiicuroiìueflromaTpertutttilatu 

do  rubando  cia/iune. Deliberò  di  rubarlo.  AJiabto  f plfihcatotidimoncte^ucdiaMouetaa  i ji.  1 

il  rubarono.  Jf*  certi  legni  de  Saraciaifu  prefe , & ru-  iOTCU.Ut.furia^  cruxjiuepatibulum.  Ari.  Haureb- 
hato  .P  tT.  Si  iome  riha  per  forza  àltìr  come  inuoia  kedatoinfulq  nrebeun  crallo,  ... 


Mereario  CIELO  Mercuri® 

y t C A T U “ìiJT  l A,  lèguaalUuoflrapr»me/!a, 

Tane%g^rc.  Ut.pacijei^pacifcor^it.  P i t.  Cb'a  pattet 
MtnatantiaMercatmtì,Merce,Tatti,CeHuentiom,  CanJi  s^rn'ariifitcoHla  worfc . D a m.  Cheafcman  patteg- 
hom,'Prome]fe,Credan^,Vigm^tatichi,Hoflagg:,Tre-  giaci  di  CaproiuJ.cbchaueanfatto patto  di  ufcirc. 

gi,Caparrc,^rTe,rtiU,Tnliitt,  Guadagni,  Miriti.Ri-  Vattouire.Ut.pacifii.^o  c.EgUnoni  attodtbutufladon  ''' 
ffaitri,ramaggi,Ciuam:e,Vn,Verdni-,Danm,Spefe,  Co  ita  fotta  alcuna  conditione  pattouire  la  fua  caftità.Vatto. 

prc,('cnditf,f^cnati„^tfiifli.Vagamniti,Mcrcati,  Fie-  mte'ìfoxxf.&Tattomta  Legge. 
re.Doganc, Fondachi, F.ucnde,^legoiil,Trafichi, Spacci.  Cotmcnàone .èilpatto . Lat. conuentio . paflh.fótdus . 757 
Buona  , f Caltiua  Derrata,  Mercatantare,  Conuetùn , B o c.  I fatti  facramemi,ct  le promefie  ConueiUiom  an-  '■ 

fatteggiare,Vromettere,lmpegnare,Inarrare,Trezxa-  nuUate.An. 

re,./tc^iflare.Cuadagnare,Ciuan:^re,Riflorare,Gh-  Conueniente.Lat.conditio,bocpa3o,baclege.lìoe.  Et 
uare,jipprodare,Mtntare,.Auarr:^re,Srttarrire,Terde  10  ti  perdono  per  tal  C onuenunte , che  tu  a tei  uada.cotne  • 

n.Comprare,  f'endere.f'alere.  Montare,  Rifcuotere,  prima  potrai,  & facciati  perdonare.  & doueeUanonti 
Spi.ndere,Tagare,Sdebitare,Deuere,Acduire,Traffita-  perdonijoci  tomerò,&darottene  tante,  tdefi  conquefio 
'■  re, Spacciare . patto  per  quefla  caufa,che  Latinamente  fi  dina  Hoc  pa 

7JJ  Mercitintia.Lat.mercatura.tìfmerces.Boc.Recata  So,uelbacdere. 

eptim  tanta  Mercatantia.Huomini  ricchi, ^pncacòan-  Conuenire.  Lat.  ^pacifici,  per  accordare.  B o c.  Siconuen 
tttn  atto  dtMercatantia.  Ho  fatte  miepicciole  Merca.  ne  di  tarla  per  moglie.  Con  Bruno,& con  Buffalmacco  che 
tantie.EtleMercatantieficure  Slefiero.Comefi  met-  tuttogUelpingefiefi conuenne . Biondelloconun  faccente  * 
tino  le  Mercitantie  nelle  nani  a juolo  a fuolo . Varie  Barattiere  fi  lanuewne  del  prc^.  Maratto  con  loro  con- 

Mercatantie.  uenutofi.  Ter grandiffima  quantità  di  danari  cóuenutofi. 

Merca tàntefchc . B o c.  Robe  Mercatantefche . Tercbe  conuenutofi  infieme . 

ÌAcrcatznte.Lat.mercator.  B o c.  Mercatante  Riero,  Rie  Condittone.  Lat.conJitio.quandoèmta  patto,iàr  connem  i 
chijjimo,  Grandiffimo,Ticciolo,Cran  Mercatante.  Leale,  tione . B o c<  Etfeceut  inmtare^  Cijli  1 tlquale  per  mutui 

fir di chtaiafede .'Mercatanti  Sani ,Cbrifltani ,Sa^  Gonditione andar ui  uolie'.^F^di  pattouire  (òtto  alcuna 

ratini , Siciliani , Tijàni , V htttiani , Genouefi , Cipriani  • Condttione  la  fila  caflita.l  due  caualieri  udita  la  dura  Cbm 

Mercatantur^o  di  feccia  tCafmo.Mercalantut^olo  di  '^'  dmonepeflaneUeduequafiimpo/iibilicofe.toti  richieg  ' 
quattro  danari . ' ^ gioperDio,cheleCondttiompo/lomtperglidMecaualte~ 

Mercatantare.  Lat. mercari,ris  Bo  c.Sotto  tholodi  uole::'^  rlibetimtndaitulemiolierMi.  U Siluelirahaucndo  un  •“* 
reton  danari  andare  mercatando.  VcceUare, cacciare jea  poco  compafiumeà lui.  Con  le  Condithm  date  da  lui  il  co 

kalcare,&  mercatantare.  mercatantare  fi  dice  di  quelù,  cedette. & quando  dinota  la  qualità , forte,  0 fortuna, 

che  uanno  pel  mondo  eliercitaiiio  la  mercat amU.  «érfì»  rji.  ' i 

Merce.  Lat.  nmitpMrcis, authac  rei  rei . la  roba . P U'f.^rotiìcffi. Lat. promiflum,  pollicitum^pollicitatió.lbonfio,  jci 
Ella  carcadlriccarMeriebonefia. d'altra  Merce  eàrc't?-  fits,teceptum,HipulaùoV  ii.td-^ocEtottaiaTro.  ’ 
dt  Mera  preikife  carta.  Dan.  DifiemerpuoUbe'  mefia  latta.  Lat.  jri^o federe, non  lèruàtis^cirii . lo 
■ buona Merce'cirìa^l-''  ■f<ufpfr[hiareauoitaÌ>ii)meffa.PerTromffiafrde  Mi 

Mertare.  lat.mmari,ualmercatantarr.T>  u u.Taltàt^-  fhfynelfignoribe'mai fitUUoTionba pramejia  a chi  ff‘ 
tòiFiortnttm,'&  cambia, &merca:'ti-ènie  Cbrifio  WK'  fida  in  Uà.  ProUesss  Gràndilìtme, .Ampie,  Falfe.  Con. 
toéfitneria.,Pii,Turhgrmr,&'f^iri,é-dolormr‘,  Promefie ',&eon dota.  Jlnur  cin  fueTromefie  lufin.' 

col'idefftenodilagrimare.comecmaMmercatannlw^'^gmlo.SuePipimefiediftconiefonubte, 
mercatantie a.  ' ' ' ^roilihCicln. Lat. prouàfiio, ffonfio.Bc)  c.  Ricordati  deU^ 

yft  UcTCìto,u^derrata.  lat.honrfloMemiuilhripetiUA  , UTrbmifitonfaitatli.SempliceTrotmfiion.  Ttanufiituf 

re -Bo^'.' GB  conutàiitfìtFgranimriàoWe&cheponkh''-^  là  dfieaU.  '•  ' 

haueaa.buimaderritta.Etbebhe  biùm  Mercato  A'JòUtVrcMaettitorì.Latl^nforrs  . B O C.  Tutti  flètè  gran 
cinque  .Tir  bauetrm^rMereiitò.Con  quanti  fó^àSi  'fihinittitori.  £afSma  Dea  promettttrtte  èque  dilet-  ' 

haueamFirenxje  ttnea  Mercato,  Tìsntò  perche  tenpfi-  rf'.'Fi. 

quelli  Mercati. -■  *■  ' ^T'dliitttere.Lat.pronàttèreffolIiceri.'Ptr.Cb'amefuin. 

Dcmti.ìat.  hnM  pecunia,  botefla  pretto , ual  meVeM,'  fieme,  & a merci  pratnefio . Vittoria  t'imptomctte . Che 
firiqutUofbefibaperuHdanan>fiperbueno,opertai^  promette unamtapin  mnquilk.Troràettendonù  paco  " 
tiuomercàtoO-dittfi  buona,&  emina  derrata.&derL"‘i  •èBaffetto. Boc.Doueuoi  quello  promettere  uo^te, 
rataiuM  monetapiccioU.&petbftàetiinafidneDira  peruoUrlomenerf,Vonfaicbe  noihabbiamopromejia 
TmedifilMa^nendeiub quanto uugfioimuna,oduefiml  M'ÙirghntànoJliia Iddioi  Che  ioni  termine  Tromefio  ^ 

Il  monete.  B o c.  Saluo  fi  io  non  uoliffia  quefia  matua-  . non  ti  rendet-ù  tutù  danari . Quejlo  benefiào,cbe  HRrpm 

paDerrMafarunamalagiutna.Ditoliuonetapagim''^itttttefigrandeperte.<rininoltifiimluo^i:  '• 

imai  crana  Hate  le  Derrate  uenduU.  .Appena,!  hp  io  bah  CMcma,i  credità,arra.  Lat.f.des;  utfub  fide  dtdit.  B oc. 
bia  delle  due  Derrate  UH  danaio.  • 7ldt  perderemo  folamente  la  Credenza.  ' " 

Patto,#  conuentione,condithne,accordo.  Lat.  paHum  <Ìttder>rt,ificiirii,afiii^.chefifaagraufiTnoricirea  yem 
tìmJìtw  picx  tconucmio  ,fatdMs,9^E’t.*Pfr  aicunTata  ■ * iimafigiar,^Ubert,  iM.prdgMH-xtiàiffrjtitbatic  Boc* 
n».  iotaleAglto&anchcfe^torTarto^  Credendoba^  h.  fau^kcaCM^ukrA 

acme  inuiéofi  Tatti,  Boc-.  Con  tal  Tatto, che  effetto  • gp^ccii  che  altra  peffonauonuimorifie,dellaqualeo^ 

cbmnque 


/ 


Mercurio'  C ' I .E  L Mercurio  * lo^ 

chimufiu  firJ primo  mjnguforry  » Jkbùamente  morrJjo  SìcanLLat.ohfnJiiiJiimi!ior,uasfilim  m:d'ts,Hitdimonm, 
n fieri  per  Upotrir^  del  neltHo.Hiwolioreprtfo  quel  f ’gini  ■& naie  UpiegUna  .ho  c.  Et  era  a^ai  buon* 

panane  jìnxafarfene  far  ateuna  Credemùt.  Et  nottata  a Sicnrtà.nedi  a6l. 

Salpadiao^qnalenotenalefaielpeCrtdi^nelTanone.  Sienrare  .Lat.  obfidem  dare  ,fecnrnm  facere. Boc.  Che 
Dan.  Et  fatti  far  Credente  ConletnemamaUmbode  egU  dSienrerebbe  della  mercataniia . 
tnoi  panni . St3iticO.Latji>bfos,dis.  è f Hoflaggio  che  fi  dà  ad  altri  per  Si 

CrcdeaiAyLa  tanolaàl  fcrigno  done  fi  ripone  i nafi,  et  le  co  enrtà.  Ari.  Done  del  padre  uUhor  Statico  fia . 

fe  appartcnemiallamenJa.Lit.^bax,abacinm,cij,(i-  VTegio,&Tre^,peTlaualnia.Lat.pretmm^raminm,  ytfi 
abacnlns  il  dtmi.  mercet . B o e.  Connenenole,  Ingordo, f'ero,  Ticiiol  mi- 

Crcdcni  3-,crtdnlied,i0  credere,  tener fecreto,preflar  fede . nor.  Maggior.  Con  nn  Jaccente  Barattiere  fi  connenne  del 

Lat.  crednbtaStfidet.B  OC.  loporto  ferma  Credenget.  ~ 


Dalla  f alfa  Crederrga  ingannato.  Di  far  certa  la  nojìra 
CredeugaJ.io  credo , Calandrino , fimtendo  che  non  n'era 
Credenza  Ji  conginnfi  con  loro . Se  noi  mi  promettete  te. 


Trez'gp.  il  mercato  fempre  fi gnaflaua  quando  al  Treg^ 
ZO  delpoderc domandato  fi  perneniua.  P t T.Si  uenda  (al 
ma  aVrez2;p,e!r  quando  dinota  efiimatione,&honore, 
uediaóiq. 


ncrmi  Credenza,  ojimato  nella  fna  Creden za. i .credulità . Pregia to.  Lat.  pretiofia , afiimatut  ,&in  pretto  babitut , 
Tarlar  di  Credenza.i  di  ficreto.  Che  egli  la  ueraccCre^  Par.  OiCunDiafiin  Tregiatopoidaluulgoauaro,Cr 

denza  battezandoji  bauefje  prefa.idefi  la  fede  chrijìiana.  fctocco . 

PiT.  Che(fe  Credenza  noni  uana  ) ideft  opinione,  o Ptezro\lto,cioiperprezp>,obenpagato.Lat.propterpre 
credulità . Tanta  Credenza  a pin  fidi  compagni  ,iielì  il  tium  loercediigratia.mercinariut.  B O c.  f'mt  maniera 
fécreio  .(ai  Credenze  nane  c'iiferme.)  A 9.  i.O  fallace  di  beccamortifquali  quefii  (eruigiVrezgiolatifaceuano. 
degb  huomini  Cudinza . Lat.ofallacem  bominis ffem , Inalami  teSiifi Ugge ggnte prezzpUtaajoltaaprezglp, 
Cicerone.  aedi  all'Indice. 

Cicdito.Lat.Boc..Arip:uotereifuoiCredttifattiaBor  Treztfare.Lat.a/limare , per  {limare  .B  oc.  Ma  ecci  di 
gognom.  quelli  macigni  fi  gran  quantità  , che  appo  nei  i poco 

Pegno.  Lat.  pignu!.  P b t.  Tegno  Caro  .Tarde  la  fede  mia  prezzata . 

nonlrggierTegno.  B o c. Sicuro  eS"  buon  Tigno . Difie  .Awrezjare.  Lat.  aflimare.  B o c.  Il  cui  gu.trnimento  non 
haner  muto  il  Tigno . La  mia  gonnella  iinTignoalTufu  fi  fina  dt  leggieri  apprezzato . uedi  4401. 

rato.  Krci.Enonhauendagiou ,0  nugUor  Tegni  Ter  AcqaiBo. Lai.adeptio,crpartum,acquifitiojucrum,quie- 
fiiurtà  damile  il  frate  in  mano . {im.  Bo  c.  Ordinò  di  faracquifio  di  quejio  amore  comu 

impegnare . Lat.  pignerare.fiue  pignerarifippignorare,mn  . nr . D a N.  T^nmo  Mcquilio . Ma  per  .Ccqniflo  iteilo 
tuari.  Boc.Sonoaiconiiaad  impegnar  per  te  tutte  que  niuerlieto.Terbauerafeii  bene  .Acqnijio  .Ter  efier 

{le  mie  robe . Cominciò  ad  impegnare , ^ a nendert  le  ad  .Acquiflo  Som  ufata . 

niiepofiefiioni.  Tu  m'impcgni  kgonnella,<lrgbaltri miei  uSequiJUre.  Lat.  acquirere,parare,comparare,  conciliare , 


pannicelli . 

Ktta.Lat.arrha,b*,uel arrhabo^i,SymboUan,fignnm^ 
ta,  pignns,indicium . Tignoratituu  ,q,  quello  che  piglia 
(.Arra  ,0  il  Tegno.  Tignoraeieini,a,UM,  il  pegno  che  fi  da 
come  nelle, ojhnile . i Ut  caparra , aoiprmcipm  di  paga- 
mento. Boc.Io  ti  uoglio  dare  un  bafciopcr  Jirra.  Le  pm 
miffiom  de  giouani  non  fimo  bora  é tmouo  .Arra  cUfntu- 
m inganno  alle  donne . F 1.  D a n.  £(  quejio  loco  Diede 
perderà  a lui  S eterna  pace.  7ign  inuona  a gUocchi 
mieital-drra  i prmaptoéauerfiitàjCbegiàperZirra  di 
quefio  Hicofia,&  Famagofla . 

Ina  rrare.  Lat. a rrham  dare,  prauenire  arrba;  uale  incappa- 
rarefi  apparecchiare  .Bn.Etconla luna ynangofiio 
fa,c!rduranotteinarm.i.m’appareicbio.  A R i.Cratiea 
Dio  rende  ; e con  noto  n marra.  Cb'efiendo  fuor  di  tal  mi- 
feria  nfcita . e di  quell' arte  Inarrar  con  gran  premio  i mi 
glior  maltn . 

.Acciuire . Lat  permutare ,tò'  da  pluere.  Lat.  perche fimpre 
pioue.i  crefce.i  F'o.mercatantefco  Gtnonefe,the  naie 


adiungcre,coUigere^dipiJii,confequi,  nancifci,  P i r.Ma 
perche  ben  morendo  honor  s'acquifla . Et  tal  fama  fede 
atquijla . come  fi  perde,  linei  ebe'n  molt’anni  a gran  pe- 
na lacqnifia.  Quefio  per  amor  tacquifia.  Et  le  fielle  mi- 
glior acquilian  forza,  che  quei  dola  lumi  S'acquifian  per 
uentura,  CT  non  per  arte . OnSmfama  (acquifio.  Boc. 
yirilmente  combattendo  acqniUar  poffiamo . Cofi  adun- 
que operando  fame  eterne  TacquiHano . Spendendo , dr 
niente  acquiRando . uedi  (Indice . D a M.  L'amma  per 
acquiliar  uirtute . In  che  pm  di  piacerlo  canto  acquifia . 
T atta  la  perfettton  quiui  1 acquifia . La  gente  con  mge- 
gno,&arte  acquifia.  Sempre  acquiUando  dal  lato  rnaiim 
cmo  Torgeuan  de  la  pace  ,&  del  ardore  : Cb’cgb.acqui- 
Hauan  ueniUando  il  fianco . Che  t’acqntliò  piangendo  ne 
(efilio . Che  facquiflò  con  la  lancia . L'altra  nittoria  che 
l'acquifiò  con  (una, &t  altra  palma. 

Kacqmllo.  Lat.  adeptu>A^redemptto,rccnperatio,  refiitn 
no.  B o c.Tm  liete  che  mai  perloRacquiMo  dt  cofi  fetta 
cauabere. 


prendere,  0 dare  damiri  a càbio,  ir  tenergli  fu  cambi  fino  Racquifiare.  Lat.  acquìferecrecupcrare,refumere  .'PsT.lt 


thè  fino  pagati,  che  bora  fi  cUce  ciuire , 0 cbtuire.  Boc. 
Se  io  hauefle  fiatio  per  quindici  giorni,  io  trouerrei  mo- 
do di  aciiuime  Salcun  luogo . i teHi  moderni  hanno,  S ha 
ueme.&male. 

Vettura . Lat.  uellura,  condufium.  A tei.  Che  di  Fetture 
nuol  uiuere  a macco . Ch'era  fei  giorm  tonanti  Mutando 
ogm  bora  altro  yeuurejtotfo  Con  molta  fittia . 


perduto  ben  mai  fi  racquifia.  Che  fimilembra  mainonfi 
racqmfia.  Boc.  Come  uno  nofim  cittaéno  la  fua  donna 
perduta  racquifiafie . Tlan  folamente  il fuo  hauer  racqui 
Hatofiia  dtgran  lunga  quello  radoppiatoj'oi fitte  ambo 
re  con  l'arme  indojio  nel  regno  nuouamente  Racquifiato, 
uedi  l’Indice. 

C uadagno . Lat.  hurum , compendium  ,ij.Vs  r.  Dite  la  q6} 


Mercurio  C‘  I E L O Mercurio' 

tnrb.i,il  ufi  GHiàagno  iitteft . ElptrÌMto'1  Ci4it(Ugm>  de  nette  f'tìli.&htneHe.  C qnante  Ftili  htmefie  uiefre^ 
miei  donili.  Et  djniulòGiiedegto,^  mit  diano. ^de  ^.ytilmeme.BtM.  Cheurilfia. 

Cv  ADAQui  y CTI, ^ de  filjili  farà  ra^hne.B  o C.Cua  Inacttmencc.  Lat.Jrnftra,mcaJìum,fmejru(hi, ne  quii- 
digno  .Aboauneuòlc.GaidigHi  Malnigi . quam.  P E T.  Terdettio  Inutilmente  tutu  i puffi . 

Cuudegnare.  Lat.  luirart.  hoc.  In  quejle  mercatantie  ho  PtO,f'o.  Tniiten^/edaprofiim,prodeft.  lut.  lucrnm,  utili  jff 
drjidcriodigujdagnare.  giudjgn.wdi>affài.fotiilintnle . lui  .nule  utilità  ,guidjgno.V  t t.  Che  Tra  ; fi  con  que- 
(ott  Pafino,  cf  con  Ltcì  nj/la  guaJjgaeremo  due  lotun,  gliocchietta  ne  face  Di  fiate  un  ghiaccio , un  foco  quando 

. ti . Tafirdette  la  Guad  ugnata  peeda . La  guada  ucrna  i Danno  non  già.ma  "Pro.  B o C.  Poi  farefte  danno 

gai  la  camijcia . yenit  tte  t panni  f noi  a lontanti,  & guà  a noi,Scngafare  a uoi  Vro  ninno . Senga  Tro  pianfi  i pec- 

dagnonne  bene . '•  tati  conmteffi.Senga  Vro  fidai fi.i.fcnza  modo,  &fen^  * 

Rirgjuagnare  fUalntomardtnuoHO.D  À u.Voi  ricde,<if  mifura  .& quando  dinota  ualenie . uedi  a ^it. caperlo 

la  fieranga  rtngauagna  . tic  fi  Ji  nuouo  riacquiUa  U fauorea  509. 

fberanxa,  ' approdare.  Lat.  ffungeteaìlanua ,a<cofiarpconlaprua» 

RiTtoro.  Lal.inliauraiio,rcfocillatio,reparatio,inBatum  D a s.Et  comeagliorbi nonapproda’l file . Et  uenne* 
priftinum  reducife , Boc  EtilRIfioniiotale  ;cheio  lut  dicendo  ibe  gU  appfoda.i.coja  (he  gU  pace  dtdir^yet 

intendo  iComienae con  uemaccia,&  con  Confetti  Rifio-  che  gtigioua. 

ratini  nel  mondo  fi  ritorna/ie.D  A N.  Dunque  che  render  Ciouarc.  Lai.  lunare  ,adiuuare  prodefle . Vtr.Elh  finii 
puoffipet  Rifioroi  quei , ChtPl pianger gioua  f el nmembrìr  ni  gioua . Voi 

Rifiorare.  Ltt4nflaurare,refoci!lare,reptrare,recreare,re*  thè  di  m.il  oprar  tanto  ti  ghua.  0 ciechi  titanio  affaticar 

fiaurart  ,in  ilatum  prifiinum  reducere.  Per.  Tal  che  chegioiiaèjioc.Lebuoneparolefiniprepofiniiogioua- 
mia  liberti  torà  rifiauro.  Cbeungionio  filpuo  nfiorar  re.  Lequab  molto  gioua  atte  infermità.  Et  t altra  giouan 
moti’anni.  Et  rOlorar no’lpò lerra/u impero.B  o c;  R»  dodeffere  fiUttitaia . Lequali  limofine  molto  giouanoa 

bando  riBorarei  danni  juoi.  Et  di  fuoi^if  il  danno  rifiora.  quelli  di  là.  Che  poco  gh  fu fferogionate  leparole. 

lojan  urnuta  a rifiorarli  de  danni,  de  quali  tu  hai  per  me  Profitto  ,<i>t  profi:  io.  Lat.lucrumjilililat,fruBui.  naie  uti- 
amandomihauuti.  Et  dtfiioi  danai  Rifiorato  a caja  ritor  Ittà,  tir  finito  Pet.  FacendomiVrofitto  l'altrui  male. 

na.Rifiorarit  in  parte  detti  danni  nofiri.  ' Bot:.T'ie  lonf.g'io  di  medico, ne  uirtù  di  medttinaparem 

R>courare,&  rieouerare.  Lat.{eruart,occulcre,  occultare,  ua  cheualefSe  ofacofie alcun  Vrofiito.  Daglihuominido 
tbiegeie, recuperare, redimere, infiaurare,reteuarr.ual  uefleirarTrofittigranJiffimi.  Lajcia  lanonVnjiiteuole 

ricuperare,tSr alcuna  uolta per  nafiondere.PBT.  Tem-  mabneonia  .V  H. 

poi  da  ricourare  ambe  le  chiaui . Da  ricourare  il  tuo  cà~  Vafitaggio.  Lat  utilitas . ual  accrefiimento . P e t.  £f  ne-  jd 
rotbeforo  .Bo  c.Ver  lo  fuoconfigbomi  credereigran  dtafiiEficrfiatodattno,&nonyamaggh.Boc.lelo 
parte  del  mio  fiato  ricotterare  in  Cuitit,MoBrandofipàu  ro  entrate  di  gran  yantaggio  bene  gb  riffondeuano . I 

rofa  molto , lui  fece  rieouerare  in  quella  cafia  cbe'l  mari»  Troiani  haueano  yantaggio  al  cominciar  della  batta- 
lo detto  gh  hanea  .i.  nafcondere.o  ritirare . Lat.  celate  JU  gba . 7 h . Lai.uiilitas,augmen,  auBariuni,  augmentum, 

titare.occultare . Sotto  quella  cefia  de  polli  che  u'era,  H fe  dUgumentatioJucrum.compenMum,  inerrmentum,  pra- 

ce  rieouerare.  Di  chi  aliuna  cojà  molto  dtfiderata  con  in-  fiantia.  I>  a n.  Dui  tanto  y antatgto,Che  ciafeun  tcB. 
àufirta  acquiBata  ,0  la  perduta  riioueraffe  .i  rihauefie  1'  \ antigiD^to J.at.praftans,prtpofituta:ximius.uale  auan 
Tanto  che  efio  le  fàrge  ruouerate , conobbelà  doucera , gato  con  yantaggio.  Boc.  MaVarn  fuegbtanto  yan 
idefi  nbauute.  foggiato  da  me  che  egb  le  mde  ignude  ; Ma  non  fi  conueni 

Riffarmiare,&  riffiarmare  fecondo  alcuni  tefii  ; da  reffitiò  ua  che  alcuno  yamaggio  hauefie  un  figbuolo  d'unReda 
à.rrfficttniof attere.  Lat.pareere,firuare,confiruare,ab,  un  finiplice  cacciatore  i Alt. 

Bin.  re,fiugi  effe, par fimoma  uti,coéreere.  ual  non  mette  yantaggiare.  Lat.  exhnium  facere,atttprtferre,fuperare , 
re  in  opera, non  ufareatuangare.  B o c.  fi  come  fauia  pet  praftanthrem  ffie.  D A u.CH  tutte  quefte  cofe  fi  uantag- 

potere  quello  di  taf  a rifjiarmiare  ,fidi^fe  di  gitlarfi  alla  già  t hiimana  creaturaaaiinte  gliaUri  atàmaU,  & le  al- 

firada,tr  uoUre  logorare  deWaltrui.Tai  uolta  digiunaud  tre  creature . 

perriffarmiarr  .lo  non  intendo  di  riff  armoire  le  mie  for»  Difauantaggio.  Lat.diffaritasjnsqualitas.  Boc.  'HelU 
ze.  'Éionémenod' alcuna  cofa  nffarmtòil  circoflante  con  qual  copi  ti  parehaueremoUo  Difauitaggio  da  lui.  L a. 

tadu.i.nguardò.  Che  di  là  ninna  elione  fi  lenca  dette  co-  Beneficio.  Lat.officiumJieneficuim,munus,mcritu  D a k. 
miri , lommcii  a far  fi  beffe  della  feutebe^ , perciò  Ciafcun  fi  fida  Del  Bemfitio  tuo  fenzf  giurarlo . 

che  già  parecchie  n'bauea  riffarmiote . Auimo.Lat.reliquumJucrum,refiduui,iaccrefcimenlo,o 

KifpaTmio.  Lat.patfimonia,ttalauanzo  .B  o c.  In  quelli  refiante.  Boc.  Et  per  lo  .Auanzotmpegncrò  tutte  q»e-  • 

munoriguarduatiunoRiffarmio/ieauaruiaalcunainlo-  fiemiecofi.i.perbrefio.  Qjui.Auairgamenti  haurebbo 
rofiiroìaua  giamii.  * no  fatto  Gifippo  non  curare  é perderei  (noi  parenti!  Con 

\tiUti.Lat.  utilitas,  commodum,  & commoàtas,  com-  attegrexg.ajtttanxanieognitriftezg;aUcon(olaua.P  1. 
pendium  .Boc.  ytibtd  Futura,  Grandiffima,  Vropria,  D a n.  0 quab  ageuolezp^e , 0 quab  -4uangi  ne  la  fronte 

Ticaola.  deglioccbifimi^aro. 

\ ti\c,& y til  LatMibt,fiugi,coniucibilisJ}OC conducibile,  ..4uanzart ,per acquifiare. Lat.  fuperlucrarì.B o c.  "Hien 
isfimniig.  P E X. &Bo  c.ytil,Grande  ,Grandiffimo,  te  potendo  auanzare.  In  pochi  anni  grandifiima  quan- 

Voco,Vicciohffimo,ytil  Fatica, Vianta . Et  dannufi  gua-  tii.i  di  danari  anangarono  .D  ah.  Che  qui  di  per  quei  di 

dagno,&  y iH  danno,  y ttb  herbe  a qutfia  infermita.'lff  là  medio  t’auanga.  quando  auaugar  fità  per  aecrtPeert, 


Mercurio  C I E 

aedi  * ì^f.&per  fitperart  ,o  mnure  * $^9.&  per 


L O 


Mercurio 


104 


trapafUr  aiumi  a 1 464. 


Reliquie.  Ir^l.  reUquU,qDÌfqiiili£,&anaUCÌMm.lònotjitel- 
U foche  colè,  che  di  molte  refìtm).  Ari.  ùotu  Re  Carlo 
rolto,&  mai  condotte  Con  le  ReUqoie  fot  l'era  condotto . 
Che  otfitar  lefoe  Reùqme  fante, 
Au^umenco.Latjucrememom,  aoliariom . oal  accrefa- 
mento  .A  tu.  In  aogomento  de  U fama  fede . 
Ciuiazi,figvlicago.tdjgno,&auamagg,o.Hon  ftofa. 
B O c.Vtrcbeladonnainaltrafartecercherei  mu  Ci- 
oam^.meta  de  re  oencrea . yoce  tutta  Thofeana . 
Cioanxare  , oal  goadagwe , (jr  aoanxAre . Lat.  foperln- 
crari . B o c.  'Hon  baueado  argpmeato  come  gitaitri  boo 
mini  di  aoanz^rfi,fi  nfoggono dooe  haoer  penfano da 


derfjce  accerto  faggio. 

Terdere.  Lat.  tl  fuo  parnctpi/i  è perduto. dr  perdei  per  00-  769 


cepnmadel  preterito  perfetto  perde  per  ooce  ter^a , 

<5*  ambe  perdeo  anticameme  ofato . P s x.  Che  per  fredm 
da  Hagion  foglia  non  perde . Et  parea  dir  ; perche  tuo  ua 
lor  perde  i Ou’io  perdei  me  fieflo , Terdendo  tama  amata 
copi  propria . T auto  quel  é del  fuo  nome  perdeo.  Che  me 
Jìefio perdei'tiepioperierdeorei . Che  perder  libcrtate 
io' era  m pregio . Oo'igni  latte  perderla  foa  pi  ana . jli 
quanti  pajfi per  la  fèlua  perdi.perduto  hai  Carme  Di  ch'io 
trtmaoa.  B o c.  oediC  Indice.  Dan.  Vroferpina  nel  tem 
po  che  perdette  La  madre  lei^  ella  primaoera . Che  00- 
iando  per  l'aere  il  jigUupcrfe . non  però  dtfie  per fo, peri  he 
perduto  jemprefi  dice . 


mangiare . Iattura.  Lat.  laCfura . dr  è proprio  il  danno  ,&  la  perdita 

Merito.  & Merto.Lat.P  tj.  Che  per  merito  lor  pomo  fi  che  fi  ha  nel  mare, &fi  piglia  in  genere  per  ogni  danno , 

pieghi.  Et  tal  Merito  ha  ch’ingrato  lèroe.Hoc.Ter  al-  A r t.'Heé  tama  Iattura  mi  querek.i.di  tanta  perdita, 

cun  nojlro  Merito.  Che  m Merito  di  tamo  amore.  Hpn  fi  Smarrire,s'mtende  quando  una  cofa  fi  può  trouare,dr  che  in 
direbbe  beffa  auv  Merito  .Lo  ciò  gran  Merito  a debbe  fe  tutto  non  è perduta.  Latjemambus  lahifxtra  manom  ire. 


guire . Di  potere  dtgni  .feriti  rendere . Gli  Iddq  coloro  di 
piu  alti  Meriti  fanno  degni . Iddio gmfio  riguardatore  de 
gli  altrui  Meriti  .Dan.  irfcuà  mai  alcuno  per  fuo  Mer 
to  ,0  per  altrui  1 

Meritare.  Lat.  me ren.  P s x.  S'boneflo  amor  può  meritar 
mercede . Et  quei  che  fama  mentaron  chura.Che  meritò 
la  foa  inuitta  bonefiate . B o c.  Queflo  m»  beneficioope 
rato  in  uoi  quefia  notte  menta  alcun  guiderdone.  .A  Ber- 
nabò perdonò  la  Meritata  morte . Hai  tamo  pio  merita- 
to .Me che l'bo  meritato , ponifci . Come  i falli  merita- 
no ponitione , cofi  1 benefici  meritano  Guiderdone . uedi 
l’Indice , 

768  Danno. Lat. damnum,difj>endium,ia3ora,perMtio. Par. 
&Boc.  Danno  Eterno.  Ajpro,  Fuhlico,  Grandiffimo , 
Graoe,f'lìlJ>ASSlTiccioii,Rari,Fafiati,Maggior,Pr* 


deperdere . alcuna  uolta  fid  perfallire,o  per  errare  jLome 
finarrir  la  oia.  Lat.  errare ^euiareaUona  uolta  per  inde 
bdtre.come  fmarrita  uita^mtmbra.  Lat.  palle feere.  alcu- 
na uolta  per  temerei  impaurire, come  la  gauancmpauu 
ri.  Lat.  tonere  formulare  . uedi  a gU  fimi  luoghi  .Pax.  . . 
Smarrir  Boria  il  fuo  naturai  corfo.  Hjn  finarrir  Coltre  ci 
pagne.Cbelaflradadel  del  hanno  Smarrila.Et  mifil  per 
la  uix  qua  fi  Smarrita . Chi  fmarrit'ba  la  Brada  tomi  in 
dietro . Onde  dal  corfo  fuo  qutfi  S mirrila  tiofira  natu- 
ra. Alhoonteftordegltamorofi  detti  Rendete  bonor, 
ch'era  fmarrito  in  prima . Mofi rondo  altrui  lauia;  dooe 
fòueme  Fofii lhtarrito,&  bor  fei pio  che  mai.  B o c.Ha- 
uendo  per  feiagura  un  lauorator  quel  di  due  fuoi  porci 
SmamtLA  guatar  le  lor  beftie  Smarrite.  & quando  ual 
per  impaurire  fi  temereaiedi  a iisf. 
fòga  de  tuoi  Dama . Et  perduto  il  guadagno  de  miei  Dan-  Comperatore . Lat.  empier  .B  oc.  Et  trouato  Compe-  770 
ni  .Con  glianimial  fuo  Danno  fimpre  accefi.Che'luofho  rotore  del  fuo  gran  Ugno . Et  feuendere  la  uoleua  nullo 

nome  amie  Danno  fi  ferina  .Io  piangi»  C altrui  noia,&  Comperatore  di  efp»  meglio  fe  ne  trouaua  .V  h. 

no'lmio  Danno.  De  pafiali  miei  Daunipiango  &ndoi  Comperare.  Lat.  comparare, & emere.Boc.Et  compe- 
&indemuis,  ual  fenoA  Danno.  raredauenti  bottidìolio.  Comperata  capponi,  Egliuom 

Dinnvuole.Lat.damnuminferem.B  o C.A  fi  Danneuole  lena  comperare  un  podere.  Cr  a danari  uendeuano, 

Mefliero  luoftringe,  comprauano,Comperò  uno  legnetto  fiottile  da  eorfeggia- 

Dannolb.  Ltt.damnofus,diffendiofui,nocens,perniciofut , re.  uedi  C Indice. 

incommodus.infejlua.P  LX.EaDaunofi»  guadagno  ,gr  Ricomperi,  idefirijeatto,  Lat.  redemptio.Bo  c.  frenuli 
pili  D.tno,  Sgombra  da  te  queBe  Dannosa  Some.Boc.  certigentiChuumini  Cenouefii  per  Ambafetatori  ai  Sol- 
JÌANKOiu'PeBileuga.lncpficheDannolà  mi  douefie  dono  per  Ricompera  di  certi  lim»  cittadini.  Senza  lafciar 

riufcire  .La.  pafiare  alcuna  particella  del  nofitro  Ricompereuole  tem- 

"Dinniggio. Lat. darnuumÀncorumodum. B oc. In que-  po  . A u. 

fio  mio  Dannaggio,  Dime  come  lofio  bai  mutato  mfioa  Ricomperare.  Lat.  redimere,  recuperare  .B  oc.  L’anima 
mio  Dannaggio . P h.  D A N.  £t  qual  i quei,  che  fuo  Di  mia , laquale  il  mio  faluatore  ricomperò  col  fuo  pretto^ 

naggio  fògna.i.gran  Danna . froce  Trouenzaie , langue . Gran  parte  delle  Jhe  pofSefiiom  ricomperarono , 

Dannatione.  Lat.  damnatio.  Danmti,dannare.uedi  aWm  ’Veniìlti.LatJicnditio.  B oc.  In  uenditagb  domandò  il  fuo 
ferno  a 1 8 aS.  palafreno . 

VerditSi.L4Lamiffiofitamnum,&ia3urafibeipropriodel  fr cadere.  Lat.  Pax.  Da  under  parolette,  augi  menzogne, 
mare . Boc.  Chi  con  pronta  rifpofìa  fuggiffe  Terdaa , Che  fifarga'l  fangue , & uenda  Calma  a pregp» . B o c. 
pericolo,ofiorno.MenodannofiiràUperdiiadi  Bianco-  Coimncià  ad  impegnare  j&uendere  le  pofiefitom  fi  compe 


fiore-,  chela  Verdenza  di  Fiorio . P h. 

Perduto.  Lat.amifius,  perditui.  P a x.  ^ B o c.Terduto 
Ben,Stato,GuaiUgno,  Psrdvxa  Opra,Speranza,  Ter- 
dute  Forge,  Terduii  Giorni. 


rare,Crauendere.  Egli  uendèi  panm  fuma  cornami , tT 
guadagnonne  bene.  A conumeuole  pregio  yendendtie.  O 
uenderei  alcuna  delle  nofire  pofiefiiom.  y enduri  adunque 
icaualti.  ueéalTlndice. 


Vetdcr.lat.amitiere,pcrdere.  Pax.  Cerne  cbe’l  'Per-  Tc^co.Lat.mercatio,commutatio,commerciumreriim  771 


». 


"T 

■«f:- 


■ 'V 


31 


Mercurio  CIELO  Mercurio 

Houlimn,  iiHt  arili  riunì  re  rum  cmenianm . i yo.  mer-  Di  chi  co»  legare  motto  fi  rifcoiefie,  ided  riftmi^e , • 

catilcfco»JÌ  maaiggio^rt  IO  da  trafiggere, pcribe  l'bko  rihaucjse.  Ond'ella  fu  per  mettere  un  gran  lindo  temen- 

motrafficandoqujji  filtafigge . Lat. mercatura, nego-  dodejiereferua;marteordidojità  duuera,rifcoffafijiet 

(latto, cmportuai,atis,&  nundi»jtio.Roc.Gi.m»ot~  tcibeta,idelìnhauutafifirico»ofiiutafi.ChiUfaarpo- 

IO  da  Ciuigni letblfimo,dtritto,(<rdi granTrafficodiope  tejfefofficiente  a rifcuotereijuoi crediti  fatti  a piuBor- 
ra  di  drapperia . g<gnom,iJeH  réaucreji  racquiSiare.'Hoa  jò  cui  mi pof- 

Trafficjrc,ujlmancggiare.  lat.  commercart,  commutare.  }a  lafciare  a rifcuotereil  mio  da  loro . Se fentono  le  donne 

B oc.  Oouep-aa  parte  dilla  tuarteebe^ga  uedrai  ,co-  un  topo  andare  per  la  cafa  fi  cbe’l  unto  muoua  una  fine- 

mc  fi  traffica . Sira  tutte  fi  r^cuoto»o,&  fugge  loro  il Jàngue,  &■  la  for 

Spiccio.  Lataxpeditio,l yo.mercatantefco, ual ucndtta , gafideSt jfiauntano,  jmamjiono . Etglnondi  tuttigli 

iffieélioneeyibrigamnio.hoc.  Mifè  la  nurcatantta  afcoltantifinfcofienofideSirthehbono.Sljiantipanmegli 
tn  un  magaggQHo  cir  fenza  moSìrar  troppo  gran  fetta  hauea  indofìo,gb  uinfero;  ond'eglt  tbfiderojo  di  nfiuoter» 

dello  Spacap . Ragionando  di  cambiai  baratti,  di  uendi~  glfiieH  rihamrgbfi  rifcattarfi. 

te,&  d’altri  Spacci.  Et  dncgromameaffiettanioloSpac  Rilcatro.  Ut.  redtinplio,ual  acpuiSlo , riJcuotere,& bbeu 
vcu. la  iffii Salone.  rare.  B o c. Diffiolloaffiendere perloRtfcattodileiogin 

Spacciare,  lat.  expcdire.  ualijjiedtre&uenderela  merca-  quantità  di  danari. 

tamia  .hoc.  Trono  modo  dt  ffiacciar  le  fue  pietre . Tde»  Rifcattare  per  rifiuotere.  Lat.  redimere.  B oc.  Et  rifcattafi 
jblamcnte  gl  conuennefargranmercato  dt  ciò  ebeporta»  per  dieci  rrnla  fiorini  doro. 

lobaueua,maquafi,)iljiacciaruoUele  fue  cofelecon-  Spefie.Lat.tmpci^kfixpe»fetd^endia.VfX.&Boc.  Co 
uenaegittaruia.Ettutttbafiiandofitnhocca,conpoche  um  ch'altri  impana  le  (le  jfiefe.  Le  Cominciate  Spefe. 
parole  jpacciandofi,ogm tiigiuna  nceuuta  rimifeajbngà  Sottilffime,Crandifiime,Cran  Spssa  &perloaée.Svi 

dofi . Hauendo  il  mercatante  Cipriam  ogni  Juo  fatto  in  se  Spesi  .Anni. 

Rhodi  jjiacctato . Spenditorc.  Ut.  emptor/tconomus.  B o c.  Sirifeo  nogli» 

Veaa\c.Ut.<T  uemtibils.  i quello  che  fi  nenie.  P e r.Che'n  che  di  noifia  SpenJitore,&  Thejiricre . 

cor  Fenale  amor  cercate,»  fede.  SpendeTe.Ut.impcndinm,expnpt.Boc.Ttrfeueran- 

’V3\ere.Lat.fumma,faintlas.'&oc,  Chein parte  ti  toc-  do  il giouane nell'amore  &nel  Spendere.  Hauendo di- 
therà  il  falere  é troppo  pm  che  perduto  non  bai . fole-  mnticato  a qual  partito  gl  hanejje  lo  (concio  Spende- 
nti preghu.cheuaglhno  ad  impetrare  ."P  H.  re  recati. 

p’alerepergiouare.Lat.tuuare,prodcjie.  V m.  .A  menon  Spendere  .Lat.expendere,impendere,exponere  .V  sx.  Et  774 
ual  fiorir  di  Halli.  Tfemi  uaU(fironarlo,o  dargli  noia,  quclche'naltruipenaTempofiffiende;amorlauratefiie 
quel  thè  tu  ualfiT  poi.  Cantra  cui  nullo  ingegno,  0 forga  quadrelli  Spenda  in  me  tutte . Cefi  jpendo'l  mio  tempo  la 

lutine,  fer  cut  poco  giamairmualfe,o  uaie,ch'a  merci  Rimando.  Che  (fender  fi  doueammiglor  ujò.Boc.Co 

miuaìfia.  Mille  piacer  nonuaglionuntormento.  Boc-  me  feda  Spendere  hanejdehauuto  dieci  mila  fiorini  doro. 

Tanti'panni  lantyche  potcuano  ualer  un  cinquecento  fio-  Vefiomerofié  guadagnar  afiai,^ffiender  poco,  (iraboe- 

rim  doro.  Ut.  ualere,  conflarefialeua  ben  trenta  fiorini  cbeuobneme  (fendenano.  Donaua &fenga  alcun  ritegno 
doro.  Elle  non  uarrebbouo  un  danaro  fiedi  all'Indice.  ffiendeua  .Se  tu  ne  tuoi  diletti  ffenderai  i danari . uecH 

Montarefiolerefi  cofìare.  Ut.  con/iarefialere.  Boc.  Que  alt  Indice. 

(le  parole  non  montano  un  jruUo.  Ut.nnUius  funi  ualoris.  Tagare.Lat.  foluert,commodart, per  accordare  ft  contentn* 
Colio, pagamento,opretio.  Ut.  folutio,pretium.  Boc.  re.B  o c.  Di  peggiobauea  paura  che  di  pagar  danari. 
Co(U'amanie  fenga  Coflo  godette  della  fua  auara  donna.  'HS'ffi  lafcipag.ire  aluinulla . Fatto  pagare  Cbofie.Egli 

Stnga  fuo  Collo  hauere  riconciliato  unmal  fattore.  Et  bee  nolentieri  quando  airi  paga . y olendo  thofleefiert 
egli  haurebbe  uolutofare  fine  Coflo.  Come  rihauere  la  po  pagato.  Et  pagato  chi  haueua  hauere . Et  uùUfi  di  tal  mo 

tefie  fenza  Cofio.  Ani.  Sin  che  ripa  fio  In  un  fepolcrofia  netapagato,quai  erano  (late  le  derrate  uendute.  uedi  Citi 

di  maggutr  Collo.!. di  piu  gran  ualore.  dice . e)- quando  flà  per  punire . uedi  ad  inferno  « 1 8i  l. 

Celiare, uatrreomonrare.Lat.conJìare.  Boc.  Srngaeo,  .Appagare  per  contentare fodiifare . Lat.  fttisfacere . 
f largì  co  fa  del  mondo. -Anebora  che  a bollare  nume  ce-  P ir.&BoC.SegaiagiouaneggaInbelloatnantedte 

JìaJlt  ro.  Si  tome  a i obli  alquale eiu  cojiauano  le  lagrime.  donna  appagare.  Il  piu  apoagato  huome  del  mondo  fi  te- 

Mieojii  delleUre  ben  fette,  coflò  delle  Ire  prejfoacenio  runa.  P et.  Ch'un  jòl  dolce  penfier  l’anima  appaga. M4 

diboUgnim.  ' tome  può  \ appaga.  D' errar  C alma  l’appaga.Ch' un  poco 

Scotto.Ut.fymbolim,folutio,loeariumfii,èquelpagamf  dolce  molto  amaro  appaga.  "Prego  co’appaghe'l  core, 
to  che  fi  faal'hofle  quando  fi  hamangiaioaln  confiare.  Ogmun  deljuoptper  par  che  l’appagbi.D  altra  uijia  non 

Lat.ptrcbenon  fimangia  fenga  cofiave.  Dan.  Ettal  m'appago  .Cb'ioitefSer  folm’appago.V  A s.  Ette, & 
utuandaFefiegujlaiaJènza  alcuno  Scotto  Dipenttpen-  mecoltueparUreappaga.Scintillandoaler  uifìa  figli  '. 
to^eB  finza  co  fio  di  pemtenga.  npposa  .Chela  uerace  lice  che  taj^ga . Com’io  ùoleMa 

Rifcuotere,&  Rifeotere,per  raequtfiare  la  cofa  perduta,  ri-  diurfiu  m'appaghe.  Io  trafSi  ylfie  del  fio  camin  lug» 

hauere/ifemire,riconofeerr,fmarrirefiiouer  fortemfie.  .Al  canto  m»  ; & qual  meco  s'anft  ; Rado  fen  parte  ; fi 
Lat. redimere.  P%j.  lo  mi  rilcoffi;  & ella  olra  parlando  tutto  l’appago . 

pafiòfilefì  raeqnifiai,rUbiamai,  dr  nprefi  le  uirti  di.  Vigzxore . Lat.  foloor  .Bo  c.'tfe  a noi  Pagatore , ne  4 
ffierfe;  che  Ialinamente diraffifiolligi  me.  lami  rifenoto;  me  borfa hjógnerd . 

drtrouomifimidofiieBraiquilìomtfiornomme.  Boc.  S»dufart,df  Satufare  anelo  fipm  nfae ,anebora  cbe’l  775 

Boccaccio 


Mcrearì» 


CIELO 


MiTCurio 


Betcaccithabbi  fempre  upuo  fxiitfare  .lat.ftiiifacert 
obfeqmjHorewgmtt . nói  contentare  .&OC.U  donne 
leqnali  motto  meglio  che  gU  hnomtnipotrebbono  a molti 
fvdttfarr . Conmen  cb'io  jodufaccia  ai  mio  defire.  La  don- 
na per  lódufargli  dffie  difarto.lt  Saldano  poi  uueranunu 
Injndtsfcie.Innanxicbe'lmaritotorna^eda  Genoua  della 


ICJ 


nero, Farà  in  pin  chiara  noce  mamfeflo . Tornata  la  Mef- 
jaggi.  ra  della  fna  donna  con  la  rijpofla  .Tercbe  eJSendo 
eUamedefima  UtUKOciinkdclpadre  della  ma- 
dre difSe.  D A n.Et  due  di  toro  informa  di  MefSaggi  Cor 
fero  incontra  noi . Et  come  a Mefiaggier  che  porta  olino 
T ragge  la  gente  per  udir  nouelle . 


ftaper fona  gli  fòdisfece. V>  K il.  U la  domanda  tua  non  ÌAciCi.Latjiunuj.V  e T.&&oc.Meff<ramore,bimor- 
ftf tifar  ài  m uete  di  dire  fatisfa  rebbe . te.  E mi  par  di  bora  in  bora  uàrii  Miao,  Che  mi  man- 

Sodùt'aci  cucnto.Lat.pttisfaSio,complementum.  ual  con-  de  madonna  a fi  cbiamando . 

teutamenio.  B o c.  ÓmIIo  che  Victrofiéuiftjseafadif-  Corrieri.  Lat.  tabelLartiecttrforet.JinomefJì,onuntii  che  fi 
fnamento  di  tutù  tre  m'i  nfeito  di  mente.  Ma  uolere  a \o-  mandano  infetta  .P  tt.  Il  Re  celelledluo'alati  Corrie» 


disfamane  di  (kmedefimatrouare  alcuno, liquale  pmdi 
etb.che'1  lanaiuolo gkptnfie  degno. 

Conuntare,CtintentamemOi  Compucere.  uedi  a 70;. 

Ficanìz,LarMgoàuma^es.  B o c.  Lafciata  ogni  altra  pia 
F.OftUtdo , Ot  ueruna  lor  cofa  0 Faceuda  curauano . Mif 
la  uecchia  in  Faconde  per  tutto  quel  giorno , 'Hftlequali 
Vacende. 

Infqccadarejtfar  facende.  Lat.  negociari,  & ncgociu  immer 
g.’re.  Hoc.  Tdon  era  alcuno  che  infacendato  non  fufie . 

Dedico,  ualobi.go,jMuemenie . Lat.  dcbitum.  P s T.  Con 
tama  fede  Q^nta  a Dio  per  debito  conuienfi.Et  per  pren 


n.Come  4 Cork  i ek  tra  uiajé'l cobo  manca  Cóuien  per 
forza  rallentar  il  corfò , 

SenfRle./LJt  proxcneta,ia.pararÌMtdntemutius,  mediatore 
Jequeflcr,cF  parochus,iancbo  il  catnarlingofi  findicodel 
la  dui  Varanimphusda  Senfale  delle  nog^;  ^ Troxe- 
neta  ; ilSenjalefi  megauo,&  maffime  de  gUbofoiti . deu 
to  da  fentiee,  percioche  fempre  Hanno  attenti  per  fornire 
1 contralti  i be  nella  città  fi  fanno.  Hoc.  Et  da  quefo  li- 
bro della  dogana  afiai  uolte  fi  formano  i Senpib  della  qua 
luà,&dilla  quantità  delle  mercantie . Maggior  merca- 
tantia  facendone  & piu  Senfali  hauendone;  che  a Tarigi 
di  drappi  non  erano . 


TT4 

, 


deril  cui  Debito alui,Uebito al  mondo,&  Debitoa  la  eia 

te.  Ho  c.SoJl.tà’adie.Tantopm  mi  conofeo  Debito  alla  Pellegrinaggio.ijf.pfrr^riw/».  B oc.  Molto  fu  rifa  del 
pena  del  mio  errore.  Debito  Skccefiort.  Cofiume . -4liho-  TcUegrinjggiirdi  fa  Cipolla.  Sembiante  facendo  di  anda 

ra  Debita.  Debitamente.  reinVellegnnaggioSi  mife  in  camino.lojino  un  pouero 

Sdebitate deuarft di  debito . Lat.  filuere asabennm  .B  o e.  Vellegrin d’amore, & vi  mioTellegriniggio.  T H. 

0 umnamo,  ofibbitandoci  di  taluergogna,  mandiamo  le  Pellegrino,^  "Peregrino.  Lat  & exoticus  ,aduentitiui,  I jjt 
noflre  amine  aWinfomali  fodu . P h.  d forefure , & ambo  per  marauigliojà . Lat.  mirabilis , 

Deuerc,  ualdebiloé"  ragiovuole.Lu.debitum,modus,me  P e t.  M’aadauafconofciutotir  Pellegrino Jalfdo  quafi 


diocritas.  PsT.fr  ben  in  accorgo  che'l  Deuer  fi  uarca . 
B o c.  Come  ualorofk  donna  baucteiluojlro  Deuere  for- 
naio.Ph. 

Douert  ual  efere  eonueniente, debito, 0 raghvuole.  Lat. de- 
bere ^decere  . P i T.  Gran  cagion  hai  da  douer  pianger 
meco . Cui  domenica  febee  afìalirdem.  Si  ricca  donna 
deue  efer  coventa , pt  nbe'l  uer  fi  deue  "Nnn  contea  fa- 
re, che  douea  torcer  gliocthi  Dal  troppo  lume . lìueHi 
ni  ba  fatto  men  amare  Dio  ch'io  non  douea  Che  douendo 
. languir  fi  moli  prima  Doue  al  primo  honor  aitar  mai  gli 
occhi  Deuete  dir pierofa,& finta jdegno.  Piangertvrja 
terra tc'l  mar  deurcbbe.lo  pur  deurei.Al  fonte  di  pietà  tra 
uar  mercede.  La  notte  allbor  quando  pofàr  deurei . fiori , 
Cimi  vrno  deuria  far  làguidi,&  fecckiJPeurian  de  la  pie 
tà  romper  un  fafio.  Che  deurò  farò  te  cofa  gentilelBcn 
debb'to  perdonar  a tutti  i ucnti.Cbe  debb'io  far, che  mi  con 
figli  .Amore  i Spinfi  amor,  ^ dolor , oueir  non  debbe  La 
ima  Ungua . "ìqe  minacck  temer  debbo  di  morte.  Et  dico , 


mPelkgrinofcarco.  Fuggo  perpin  non efier Pellegri- 
no . Et  ogni  error  che  Pellegrini  intrica . La  Fianca  ve» 
chiarella  PiLLtCKiUA.MofieunaPellegrinailmio  eor 
Mago . ulefl  M.  Laura  per  effere  di  marauigliofa  bellet- 
ta . Ma  piango, & grido,  Ui  nobii  Pellegrina  Fìuant’ba 
vi  Pellegrino ,&  delg;ntile.i.nobile,<f  marauigliofo.  (jr 
aàe.  Pelli  grilla  Donna.  Per  fpelumhe  de  forte,  tr  VtL- 
L EC  R I N e Spade,  Parole,  Unirne  .Et  tra  Poltre  leggia- 
dre,&  Pellegrim  Bellifiima  colei.  Peregrin  parlare, Pem 
regrine  donne . M a defu  tarmi  < P e R i c R 1 n i egregi  Han 
nibal  primo  &qvl  cantato  in  uer  fi  UchiUe.O  kh. 
Che  utuejie  m Jialia  Peregrina . B o c.  ;»  forma  di 
Pellegrino,  che  dal  favo  fipolcro  ueniffe  . Buon'huo- 
mo,  tu  mi  pari  un  Pellegrino  fore fiere . In  habito  di  Pel- 
legrino.Porto  certi  falconipellegrini  al  Saldano,  cofi  no 
minati  per  la  eccellente  • Inguifa  é pouera  Pellegrina  , 
Cliinjiaiti  pencoli, M quali iPellegrinantifogbono  in- 
tappare. Ph. 


anima  afiai  ringraliar  dei.  Pigmahon  quoto  lodar  ti  dei . Peregrinare . Lat.  peragrarc , (fiperegre  profeifei.  P e t. 
Ch'ai  corpi  del  mio  uiuer  lume  deano  .Hoc.  uedi  ab' In-  Dentro  a lequaU  Peregrinando  alberga . 

Bordoil.  Lat.hafla,doliin,nis.  i quella  bafa  che  portano  in 
mano  1 peUegrim  per  loro  lòfegno,&dolon,mi.  ipoiPhu 


777 


dice.  Beh.  E' piu  nofra  noce  deono . 

Fiera,  per  lo  mercato.  Lat.  mercatus,nundina,arumjnnpOm 
rium , cr  Pantopohon,  ij,  la  Fiera  di  nane  mercatantu . 
B O C.JLa  Fiera  di  Salerno.Douendofiaguila  i una  Fie- 
ra jare  una  gran  raunanta  Ji  mercatanti.Porture  me  r- 
catantie  alle  Fiere  di  Puglia . 

Negotio.  Lat.  vgocium.  Pii.  Conia  for.Ua  al  fuo  dolce 
7{egot/o.  uedi  a 847. 

'Me((3Lgpf\.Lat.nuntt»Jfonomeffi  & nuntn.V  et.O’B  o c. 
B'fqpaggi  Semtifetrtttj}tmiJiii,Altro  Msrs  a«c  io7 


fa  col  ferro  in  upo  per  meta,  t ratto  da  quel  legno  grojio 
chefoltienl.1  cafa detto  Bordonale, onde  ancho  dit lamo 
Boi  done  il  tenere  vlcaMo,perchefofienejfocanto,come 
aiqs  Dan.  Per  quello, Che  fi  reca’lBordon  diurna 
cinto.i.il  Pelli  gemo . 

Amba  fei  a do  re.  Lat.legatui,numius,&orator.Boc.  77^ 

Un.bapiatore  Cauto,'Ììpbile,  SpecialdeiRe  di  Fravia. 
Fenuti  certi  gentil'huomini  per  [Ambafdatori . 


Mercuri»  CIELO  Mercuri» 

AmhiràiTh.LatJegath,nMmii>m:Boc.Hiiominititia  letonfuoirgrpi«msthetnatuobaiimejiigannlim»lm 
parure ^mb/fcurU.  ‘ MtnfimiU,(r  qiufi  dimofiriaùte .D  comeM»' 

Ambarciata  l4t.  n»ii«Km  Boc.  Fatti  r^mbafcitta . Brunette  Latim. 

^mbafKtite  di  femtna.TmuolK^mbafitate  portò  alla  Tondo  [ejl.&  idie.  Ut.  f^bericus,erbiailaris  ,ciretàm. 
Janna . Boc.  Tondo  Cenhio,  Baflon,  Tetto, TondeToppellim. 

V tT  DiniangoliToné,(Srfórme^adrt.E‘t]ttt,&tut 
to'l  titl  disfarli  ,A  Tortdo , cioè  marno  gira  odel  tutto, 
Dan.  TÌgi  eggiravto  ,4  Teudo  tjuefla  Sirada . A n i. 
C he'i  I hiare  Jolper  guanto  gira  U Tondo.Lat.circumfuo 
gur/jua  uerfus,  prorfus  undique,  emumtrea . 


AvMo.Lat.  fccialis,&  cadKeeater,ris.è  t oratore, t amba 
fiiatorc,ohgato . Ari.  ìnran.poue>m'eraP,4ratdoa 

far  d(uieto,e  nsetter  Upg  ,Che  ne  in  fatti , ne  m dittt  al- 
eun  parfrrgi  , 

Si  ctrrario . Lar.  a ferrctii,auritiilariui,  rpiflolarutn  magi 


ftrr.arthigratnmatcìis.  P E r„4-mor  mi  mar.da  quel  dot-  Ritondita.  Lat.  orbis,itreulus.hoc.  Thebea  correa  (M 
cepenfieru,  CheSeerttarioantiio  i fra  noi  due. Bo  c.  ItluraiutecomaUetaaUafuaRitoudità.TH. 


Vere  he  mi  trouaua  f,  buon  Secret  arte . 

Secreto. Lttt.arcantim,rrentiitn.  P tr.Sòfl.'Hepurilmio 
SrcTéto,e’l  mio  ripn/ò  X'  fi"”  Setretefia  i li  apra, o chiù 
d i.^aJie. Secreto  ,4lto.  Secreti  Meffaggi.Fi  tòih'al 
trieheuninefiunm’intcr.di.  B o c.Sofi.  cifadie.Seento 
Bagionamrnio.  Gran Scircli.Siiniide gli  hucn/ini.  Se» 
creta  Cautela.  Seeretijprr.o  Camarrrre,fam!g}io,Setre 
tameme,<Èr  Seiretiffìmameme  . uedi  alPlndiie . 

Arcani . .Arcanamente,  uedi  a 6. 

C E 0 M E T R I .A. 

780  CeOmetr\:i,Gremctri,Tondi,Rilondità,Certhi,Circoli,Cir 
clini, Epictch.CirconfrrenxeSalle, Tabe, Talloltole,Ta- 
lto,(ìuadriti,Qundnlatvn,Rhon,bi, Triangoli,  .Angoli, 
Ttir  g ,m,Sirpirfiiie,Centri,t)iamein,Tunli,Ltme,  Cor 


Ritondo  lal.rotundus.globofui.  B o c. Cefi  il  piano  era  Ri 
tondo,  come  fi  a jefiali^ie  Rato  fatto  .tà-nelAn.  yelta 
la  tefta  del  cauallo  lon  Ritondo  torfii  litireul.  Ritoné  Co- 
ciemeri.  P b r.Ter  la  firada  Rotonda  cb'i  infinita.  D a *. 
Mouefi  Paigua  m un  Ritoudo  uajb . 

Circuito . Lat. &an,bnus.  Boc.  'Hel  pieeiolo  dreuito 
delle  loro  camere  nnilnufe  dimorane.  ( iriutaie  tiglia , 
A M.  Co»  una  lunga  Ciri  uitumc  di  parole . 

Circuire.  Lat.  liraimire,  Boc  .Folta  la  tcjla  del  cauallo  tS 
ritenerlo  cerio  gli  linui.  V h. 

Circondare.  Lat  iirciinJare,&circumire,fepirf,tiugere,am 
lare.  P e r.Cb'atrpiniiinpartr^'lmariiricmu.0-P.At 
pe.  quefie  ualii, Circondate  da  Raguati  fiumi . Sotameute 
quel  nodo,  Cb’amor  circonda  a la  mia  tirgia  ..Aura  thè 
quelle  ihtome  bionde  ,&-cri]f>e  Cirioncb . 


pi,CitnpajjiaiScfiiJ>quadri,  Mtfure . MathcvtaticiyAba  Cerchio.  Zar.  tirtulus,iunafigurapiana  contenta  danna  78 

. /I  ..j  .. — i...  »• — 1.J — 1 folalineadeltaCn-confereirgq,outroperifiria;dftroaUa 

quale  lineai  un  puntodetto  Centro  di  cenhio,  dalquale 
tutte  le  Imee  1 he  Iòno  menate  alla  arconfennea,  fimo  tra 
loro  tguali.  Boc.  Hauendo  il  fole^  papato  il  Cerchi» 
del  meriggio.  Qjiafit  in  Cerchio  afeder  pofii.Due  àgli»  fa 
cenano  un  tondo  Certhui.  A M.  / crin  pendenti  fòpra  i con 
didifsimi  homeri  da  fittile tto  Cerchiello  dloro,o  Ji  ghirlàm 
da  di  fronde  lumelle  lettofopra  alla  tefta  riRretri.  F l. 

P BX.SP tona feorro  litui  di  Cerchiò  in  Cerchio. T^eU 
si  fopra  il  Cerchio  de  la  Luna.  Che'lteirgp  Cerchio  ferra. 
Cbe'l  Re dt  Sina  cinfe  D’un  magnammo  Cerchio  .Dan. 
Honfi  eR  dare  pnmum  motum  efiei  Ofitrul  me^o  Cer 
eh»  far  fi  puoteTrimgol  fi , ch’nn  retro  non  hauepe . Et 
quefta  teptdeepga  il  quarto  Cerchio  Cercar  mi  fi  piu  che'l 
guano  centefimo,  che  da  la  gran  Cerchia  Si  moue,Et  uar 
cu  tutti  i nailon  fieri  I Cerchi  corporai  fon  ampli, & rari 
Daquelcùtlcha  minor  Cerchi  fùoi . 


chifti.  Cirtondare,Circuire,Cerehiare,  Squadrare 

Ceometrìi.Lat.rt  terra  menfùratm,uel ars  tcrram  dhnit 
tendi  fu  tremata  da  Erato  Sibilla.  Boc  Ter  punti  di  Lu 
na,&  peri  fquatri  di  Gecmcteta. 

Gcomerra.Ziif.é*  Gnmerret,ierne  agrimrnfor.pue  diui- 
for.  P E T.  £(  diptmo  il  nubile  Giometra  Di  trtingoli  ton» 
di,cr  forme  quadre . Dan.  Qual  et  Geometra  ihe  lut 
tu  iJtfiiggt  TVr  mi  furare  lo  ceri  hia,&  non  lo  troni,  Ten 
fondu  quel  prlmipio onJ"igll indigeTal  erto . 

Geometri  celebrati  da  nojtri  ani ton,  .Archimede,  Eucli- 
de,Eraloflené. 

Archimi  de  Geòmetra  nohililfimo . fu  di  Siraerfa  di  Sìii- 
ha.  lìnamlofu  prcfi  Siraeuja  da  Romani , andando  i fiA- 
daii  come rlOTCoftume, Agitando  ,&  occidtndoi  mifhi 
cittadim,&  ucnendone  alcuni  in  caft  di  .A  ri  hhnedeal  tro 


Urrouofi  inirmo  a fare  nella  poluere  figure  maihema- 
tice  ihf  domandato  chi  egli  fufie , non  njfiofe  altre  ,fe 
no’i.  Deh  non  mi  guaflalequefiocerihio,dellaqual  riftio-  Cerchiare . Lat.  arcundare .cuberò .ì>  A M.  Cerchiando'l 
Ra,mofli  ad  ira  t jotJali.cndcndofene  cfsereperauemura  moiulo  del  fu»  care  duce . 

beffali  l'uccifcrojacui  morte  molto  difpiacque  a M.  Mar  Fallare  per  arcondare.  uedi  a 1 108. 
eeliò,haumdotglicomandatoiht  jirihimedcfaluo  fila  Cinghio  in  luogo  di  Cerchia  usò  ì>  a ti.  Quel  Cinghio  che 
fetaffe.  P ET  Fidi  Mrchnnede  Rarpenfofò,0'  baffo.  rimane  adunque  itondo.fa  che  tuaniui  Da  Poltro  Cm- 
Euclidef»  della  littà  di  Megera  fiudiofifsimo  lettore  de  i li  ghia,  & difmontian  lo  muro. 

bri  di  TatmeniJc.D:iienntThif;co,ó' Mathematica,  &■  EpKÌc\o.Lae.iterchmdeTianeti.DAn.Rag^fieuoU 
Gnmilraiccellcnte.Trrihedofo  la  morte  di  Socrate,  la  nel  tergo  EpicHh. 

Tlatonr,& glia  Ini  l'uoi  diftepoli  per  paura  di  nenia  tiri  Paralleli  fono  1 cenbty»  linee  della  ffera,  uedia  Spera  a it. 
m S-dihene  fuggì  in  Megera  adEutlide,Cofìui  ftimò  effe  CiTCoafennizXat.etrcuufermtiaAmbitm.  B o c.Ju  in-  f 
re  un  foimno  bène;  & quello  chiama  bora  Diofhora  Ulta  finito  la  Circonferrngq  di  quella  fiàRmdeua.A  u.  La 

te , & bora  prudc  niia  .Dan.  Eucltde  Geometra , & terra  diede  per  diut  rfe  parti  della  fua  Circonferemga  alle 

Ttolomco . gnr&  mamfefii  legni  di  futura  uittoria.  P h.  D a m.  £t 

781  M:nh<nn2ti6,EratoRene,Mathematico,&mtfuratore  queiibe figue mia  Ctrtoufcrema . 

del  mondo.  Eucltde jicdi  di  fispra  ..Antonio  Manettt,tl<pia.  Centro . lat.  i il  fatuo  tbtim  meggo  al  àrtaU . D a tt. 

Dal 


Mereurià' 


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Mercurio  • 


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'■Bai  Céntn  il  cenhio,  ft  fi  i-tl  cmhi»  ai  Cfntra  Matuafi 
J.'acifita  m un  runtdo  uafo  iciando  th'épercolia  fucri,  tf- 
Jtnrro.JCÌHani  cUe  fondai  Cétro.ptu  rimotcMe  iofitndeu 
.^ujgtà  ta  tjucHo  Centroj.neU’Infenio . 

Cilo,Ccribiu,0- girare.  Hcdi  a 160. 

Balla.  Lu.  pila  foUisuemofa.deua  da  fiocart,/n  pigUafi  fer 
ogm  cofi  rttonda . ij-  Halle  ditiai»o<pitUtde  meriaunti 
piene  di  merce . Hoc.  Toi  fcioglitndo  le  Baci  e tinte 
I fuor  che  dne,che  di  panm  erano  piene , le  trono  di  capcc- 
thio.  Fae  molte  Stile  ben  legate^  ben  magliaie . 

Palco  ì un  trottolo  da  giuocare  per  fam  tulli  ihcgira  attor 
<w.  O A N.  Et  lentia  era  Jet  Talco , cht'i  Latino  turbo  U 
abiama  fecondo  ti  Landino  neleergpdeU'infemo,mi,coine 
la  rena  quando  al  turbo  fpira . 

Pallottole.  Lat.pariiaptU.BO  c.  Che  andar  comperando 
terra  feigli  hauefle  hauuto  a far  VaUottole. 

Rimbalzo, tire  fa  la  Taila.  uedi  a 1119. 

Eimbeccare  la  palla .,ual  rtmandarU.  uedi  i 5 9 1 . 

Palla , è Anniento  mondo . Lat.  piU,  falbi  uentofa . P e T. 
Datre  VnLLeiforutnta,&d'unbeiutfo.Talla  Dea.ucm 
diMiaeruaa  ij%. 

7 84  Qiadro.  Ltt.  quadrangului;  & quadrateti  un  qua 

dro,e  qualunque cofa  quadra . P e t.  D'uii  bei  diamante 
iiuadro,  0-  mai  non  feemo . DitrungoU  tondi , ^ forme 
Sluadre . 

Quadeipartitoa.  partito  per  quadro.  A r t.  LboSìe  che 
I hauean  Qiiadripariito . 

Qii3drant;ulo.  Lat.  San.  itletgerannelbel  uifo  Qita., 
drangolo  II  titoL 

RhotnbOj^Mcr  Grahefignifica  figura  quadrata,gli  cui  ta 
It  fono  tutti  eguabjgU  anguU  obliqui  di  quattro  lati , onde 
li  gfttata  NI  terra  fi  uelge  a gmfa  di  quella  cotounctta  det 
ta  Cjbndro,  co  laquale  1 contadini  fòghono  rendere  eguale 
1 l'ara,douefi  batte  il  grano, Outdio  ijuid  torto  concita  rbS 

bo  Licia f Martiale.  uunc  Tbefabeo  Lunam  deduce- 

reRbombo.  A a i.Enoé,eHbombi,  eTurbimdtfcorre, 
C parUndo  dteofea  magica  appartenenti . ) 

Quadranti . Lat.  D a H.Cbe  fan  giunture  di  J^uadranti 
m tendo. 

Tetragono.  Lat.  i quadro  quadrangnUre  ,& fi  come  egli 
i uguale  in  riafcuna  delle  fue  parti  ,tofi  per  fermo,  &for 
le  ad  ogni  tempo,  Cfdibuona,&ditrtiìa  fortuna  pofe , 
Dan.  .Auenga  ch'iim  finta  benTetragottoU  colpi  di 
uentura  . 

T riangoli.  Lat.  trianguU . P s x.  rie  Triangoli , Tondi,  tJr 
forme  Hu^re . 

785  Superfitie.  Lat.  i quella  cofa  c'ha  lungheg^/lrlarghFg. 
X.a, dellaqualehtermim  fono  le  Uuee.^O  c.  La  juptrficie 
della  terra.  F l.  Et  parti  Supcrficub.  Superficial parere, 

Damctro.Ltt.diameter.iuna  bnea  retta, cbepafafipra 
tl  CcnirOyif- da  ciafcnn  lato  tocca  la  CirconferenxAt&  di 
nide  it  cerchio  in  due  parti  eguali.  B o c.Tra'l  ceno,  & 
Tbilocoloeraquafiper  Diametro  pollo  un  altijfimo  Ti- 
no.Th. 

Linea.  Latdmea.  i qnella  che  da  un  punto  alt altro  i mena- 
ta diritta.  B o c.  .Alcuna  ramemoratione  de  puerib  Li- 
neamente  del  utfodel  fno  figliuolo . 

Compa(ro.Z4r.  ciretnus.  iti  Sefio.  B o c.  yna  coltre  Uno 
rata  a Compafji . 

Sefta,^  f c/ti,  Lat,  ttreintuA  d compaflo.  Talofigbotb  Ca 


tato  .Atheui^ , (p-  nepote  di  Dedalo  connerfo  in  per  dice  T 
ne  pi  inbentore  .boc.Jl  piano  toji  era  monde,  tome  fi 
a Sella  fufie  flato  fatto . U A N.  Colui  tbe  nolfi  d ScHt 
.Atoeltremo  del  monde. 

Stjuidmjofquatm.  Lat. amnfjis  norma  ; i Uromemo 

che  adupcrano  1 maeftn  da  Ugnami  per  dirigp^re  1 loro 
lauori . B o c.  Ter  Ifquatn  di  Geometria  . ' r 

Squadrare,  lat  adamufiim  reddere,ual  adaitare,acconaa- 
re,if  indiriixare.  P E r Chi  uerrà  mai  che Iquadre  IJw 
Ho  mio  cor  di  jhiabo  .D  UK.Le  mam  alga  tou  ambe- 
due le  fiibc  Gridando,  togUD»,  ch'ale  le  jquadro.idell 
indrrggo . 

Abachicra.  Lat.  ratiocinatrix,  caladatrix , a rationibus . 
Boc.Efia  prinurrameute  negb  animi  piu  gionam,  quan  • 
tunque  piu  uitiui  a quaranta,!  he  a tremafei  fufieroi  pojlo 
ch'ella  nonfofienon  top  buona  .Abacbieragli  diceji'e  uen 
fotta.  L A.  & Logifla  fonogU  abachijh , & computila , 
thè  tengono  conti  de  Ubri,ctrca  d dare  ,t!rlo  hauere. 

Kumero,Teji,&Mijura.uedia  Qjiantilda  idjj. 

,AArotugia,Gemnantia,Magica,T^tgromàtiaJncanti,  Ma 
lie,Fjfiim,Fatiure..Aflrologi,Magici,Geomanli,T'legr0 
mami,Fate,Fatab,Stnge,lncantarerAfattuare . 

StTologia,eSr  -Aftrolugia.  Lat. &afiron»mia,&fiderum, 
nel  a/irorum  feiemia  ebe predice  le  cofefuinre , fecondo  i 
nani  cor  fi  delle  fieUe;  .Arte  da  fotalifitmi  ingegni,  & non 
da  mente  occupata, & gnomon,oiiit,lo  aShnlahio.  .Anafi- 
fimanJro  fu  primo  .A Urologo  tefle  Tlimo . La  S urologia 
futrouata  da  yrania  SibiUa,o-idetta  da  .Aflro  che  fi-i’ 
tnifica  fleUaS)AS..A  pii  di  quella  croce  corji  un  .AflrOA 

Aurologi  celebrati  da  noflri  Tetti , Tolomeo  che  fcrijle  d 
filo  delle  terre  e&  fcrijle  anche  nuÀtt  coft  in  .AHrolegiat 
.Alano,Zoroafiro,  Michel  fiotto. 

Tolomeo . B o c.  nella  nifiune  amtrofa . lufieme  coflui  in 
atto  bumile  Sifedea  Tolomeo  tbe  padana  II  del  con  ut- 
taUetto  affai  follile . 

Alano  .Allrologo,neJi  a Saturno  a 144. 

ZoroaAro  .Afirologo , uedi  a Magici  a 791. 

Michele  Scotto,ueé  a 797. 

Augurio.  Lat.quafi  auigarrium,ab  amumgamdittte , ‘tir  787  ^ 

noce,&  gamédo,&  omenpiis;quòd  fit  ort,qnafi  oremen, 

& Onututor , d datore  de  gli  augurij . P e r.  Hor  triHi 
-Augurij,&  jbgni^  penfier  nigri.  B O c.  tugurio  bno- 
nofiAigUore .a  A k. Et degU.Akg4nfA!r delle  premefle 
de  gU  Dq  non  fi  deut  alcuno  feonfortare  giamai.Tre^ero 
.Augurio , 

Auguro.  Lat.  augurjiiuiiiare,&auguriiiMfjcere.  iqueU  > 
li  che  mdouiiu.  li  ah.  Si  ch'apeua  rtmejèr  per  le  cune 
.Augure , CT  diede j punto  con  CaUanta  in  Jfuhdc a ta- 
gliar la  prima  fune. 

-Augurare.  Lat.  augurarifi  itiuinare  che  uenga  la  cofa  defi-> 
derata, dr  tome -dugurofii  ' loutne.D  AH.Toicvme 
nel  percoter  de  tmccbi  arji  Surgono  innumerabUi  faudiei 
Onde  li  fiotti  jiglknagurarfi , tioidiconehauefi'io  tanti 
ducati  quame  fino  ijueliefanille . 

Pronollico.lif  &oHtntum,diuiHatto ,prafeniaiio,& 

fiicatia  rerum  futurarum.  i ah.  Et  li  nonfatfi  Trono- 
fiuht  delie  tempefiati. 

Au(picio,</»a/ì  aun  ffeàum  ,&fitab  auium  uolatu . Lat. 
aujj)icium,augurium,omen,is.  A R l.ContUn^uiodi 
Tro^trCdonneftfimpmumjliffiti,  v t • 

O fi 


-■> 


Mercuri®  C I E 

1ndowno.LJl.Mles,éi<iiutùrJ>ariBlitsda  Dinint.  Lat.ér 
comi(lori&  onyropcLtjXjl diMnaiorijii IfgHi ,P  BJ.Jit 
fci  Jrl  mio  noltxqnnfi}  rt/oMW , Ctua  Itidomna  de  mici 
danni.  B o c.  ^mlroginolo  del  [no  mole  ìndonma.Come 
di  cofa  natautnma  fui  uno  Jndonuu.  Thyj-.oixmjtt  ipallo 
thè  mdonma  nedt  ndo  nella  fatua  deli'bnvnio . 
ySS  Indomnare.  Lat  katuinari,unhfiare.V  n.TiefOpo  in- 
dumnar  tlii  me  ne  far  gita  . B o c.  polrtbbiiio  indolii, 
nate  quello  thè  noi  aiMJjimo  faun^  .Ingignandvji  di 
quello  uoUrt  lodoninarr , 

Indoiijni,  & tuguri  leUhraii  da  tieflnfocti.Mmfhia. 
rao,.Aromr,.>ipcnte,^fl.igie,CoUanle,Dafhiieitnn~ 
pilo,  Milampo  ,Tanaquil,Tinfia. 

Amphiarao  btbbe  origine  da  Gnmetpruiothc  da  Eolo  fi. 
gimlo  di  Clone  nacque  Erithioji^  é Erubeo  ^ruithaom 
ne, dquale  generò  Biantbe,&  Eianihc  ,/tmipbalo;  et,An 
tipbatufu  figlinolo  di  OUdeopadre  di ^Amybiarao.  Coflni 
fn  potcmifjimo  negli  ^Auguri,  cioè  diuiiiatione , come  pi. 
gliauanogli-imiihl  dal  canio  de  gli  uicelii,  ty  dal  loro  no 
lato . Egli  fu  m tanta  riiicrcnza  ibcg'aaniuhigli  edifica 
rono  nn  lempio^t  ionfliiniron gU  fat  > ifii  u.^ppareubi?» 
do  sdrailo  Re  degli  àrgini  grande  i [fi  reno  per  refluni 
. - re  TolUnice  nel  regno  Thtbauo , & bantndo  iiednto  per 
glt  angurii  ibe  egli donena  perire  in  qui  Ila  gnt  rraficcnl- 
tamente  fi  ne  fuggi fi  nafeof:,  amò  non  fn/ie  conflret 
to  d’andarnuàt  quejlo  folofippela  fna  moglie  Eripbile  ; 
ma  ,Argia  moglie diVolliiiiie  promeffe  ad  Enphde una 
aobibjJimaeoUana,  laquale  hantna  fatta  ynleano  fi  lo 
inltgnana.La  anara  adunque, & nana  moglie  lo  infegnàf 
onde  conflrctio  andare  alla  guerra  nella  prima  battaglia 
efiido  armato  nel  fuo  carro  Ju  ingbtoiltto  dalla  terra,  tal 
carro /t  co  caualli,per  laqualccfa  ^Abueeme  figlio  di  ,Am 
fbiarae  uccifila  madre  fna  Eurtphile,ende  D a n.  finge 
die  ruinafieinfino  alTinferua,^ dice. Drizza  la  tefia 
dri'^ai&  utdt  a lui  S'api  rfe  a gbocibidtTbibà  la  terra 
iìuandogridauan  tutù, dune  rui  .Ampbiarao  ! perche  la» 
fei  la  guerra  ijpsr.  Et  .Argia  ToUtnite  afiat  piti  fida , 
che  l anara  mogìicr  d' Ampbtttrao . 

7^9  yPro^t€,eofiuipone Lucano  ^tre {lato  Augure  Tbofea- 
ryo  nella  uttà  di  Lucca  aiellaquede  dal  fenato  cupidodi  fa- 
pcreehefinr  hautPebauerelaguem.ua  (efaree&Tòr 
peofu  chiamato  a Ron.a,&  quiut  fàtrificalo  un  Toro,  & 
pane  delie  inteflina  attribuendo  a Taapeo  ,&parte  a 
fitfare , VI  .quella  conobbe  Cefimdauert  umteTe . D a M. 
Arònla  è cuiui  ch’ai  uentre  giti  atterga.. 

Ardente  fu  ia  Tarma,  & cab^atojiuomo  fenga  lettere , 
& nientedimeno  fi  dette  all'arte  deli'tndouaiare  ,dr  in 
quella  fi  per.  benignità  de  cicitfihe  a quejio  lo  incbnauano, 
0 faciUtauanofi  per  altro  modo  che fifufiePu  eccellente , 
predipe  molu  iofi.  Et  maffimamente  che  Federico  ha 
uea  a tentare é fare  k ideila  t’uioria  apprePo  a 

TarmajS'  baueìeii  eperc  rotto,  onde  di  lui  dice  D a m. 
trouandolo  nello  inferno  l'idi  Afdrnte  c’hauet  mtcfoal 
CUOIO, & a lo  fiiagoÌHora  uorrebbe  i ma  tardi  fi  pente . 

Aniade  Be  de  Medi  uide  in  fogpoo  thè  delle  parti  genitali 
dclU  figlinola  nafceiia  una  uite,gb  cui  ualci  tutta  CAfu 
inÓbrauaiio  Et  gli  Indouim  mterpretarom  che  di  lei  baite 
ua  a nafeere  un  figliuolo  ,&che  egligU  baueua  a torre  il 
reame  ,Adnqueh.échemotttprouediméti  cétra  quello  fa 
oept  Aflkge , o-  prima  matuaffe  U figlia  tn  Tetfu  ad 


L ,0 


Mercuri*' 


huomo  mliffan»,&  dopo  comandaptcho'lfigpnologiàu 
tufi  kjuape  lofilua  alle  fiere.  Titemedimeno  uoile  Li  for 
luna  (be  lfaniiuUocheJu  Cyroupipe  d'igaipctueloc0‘ 
crefimto  gli  togfiePe  lo  (mpero,&  iranifenpeloa  Terfi. 

La  fioria  che  fi  guua  diCyroucdiailuogo  fuo. 

Calcante  Augure fiedi  qui  é foiioad  Euripito . 

liiphncfigUuekdiTirefia  Tbebano  indouinofiiedi  di  fotta 
a Tircfia . 

LuripiloAugure.ilqualinfiemeeonraltroAugure  Cai.  jpa 
tante  ,epctido  già  tutte  le  nani  piene  de  Creetnelporto 
di  AulidePifie  qual'eraC boraci  il  péto  prodiero  a ufttr 
del  porto,ó-feie  tagliare  la  fune  alU  prima  nane,  cioè  al 
ia  pi  iniipale , come  (aria  la  Capttania  feirga  altnmenti 
Juelltre  t anihorefir,de  \ i K.Tortaiqui  incidere  funet. 
Aulide  è porto  in  Boetia  nò  lomami  da  Taiugra:  nelqual 
Agamtnnope  Re  de  Crei  i ragunò  mille  naui  pi  r andare 
alk  dfidione  di  Troia,  turipilo  fu  quello , itqual  diceSi- 
none  fibctCn  et  mcndarunoaU'otaiolo£ Af  olirne  per  ft 
pere  nube  modo  peuffero  placare  gli  Dnihe  treoefimo 
ottima  nauigationeper  rilornaiein  Orena , onde  V i lu 
Suffenfì  turipidum  fntatum  oracukTiabi  JUittimus 
tfi^aditujucc  trtfladida  refortat . onde  D Ah.Siib'a 
pinanniafirperlecuneiAugurttr  du  Je'l  punto  con 
Calianta  In  Aulide  tagliar  la  prima  jnne.EuripiC btb- 
be nome,&  cofii  canta.  L'alta  mia  Tragedia  inahuulo. 
eOsBtnkfaitu;  tbekfàilntta  quanta.  parLudoV  ir..' 
con  Dan. 

Mclampo  padre  di  Manto  grande  indouino . nedi  a Manto 

4I4J. 

Tanaquil  moglie  di  Seflo  T arquino , Uqual nacque  m Tar- 
qutm  città  d Itala  onde piefe  U nome.  Cofia  fu  molto  peri 
tane  gli  Auguri,  co  quali  prtdiceua  le  top  future.^» 
fuafèa  Tarquuiodi uaurc a Roma . 

TireCa/N  Thebano  indouino . Scti>ndolefauoU,theandaru  Jfl 
doungiomoper  una  fibca  feontrò  duo.fcrpemi  tnfieme 
euiluppaii , iquab  penotendo  con  la  uerga  fiibito  fi  muti 
di  ma  fi  hio  m f emina  , fintai  fi  fio  per/eaerè  fitte  anni . 

' Dopodfatmo  anno  rttornando  a eafo  nella  medefima  fd  . 
ua,  nel  mede  fimo  luogo  riirouò  i medefimi  Serpenti  ;<dr 
iliimando  quelli  iMUerfòrga  di  mutare  il  fifio , di  nuono  . 
dibatte  con  k uerga.tr  niomò  dtfemina  in  mafebm.  DL 
(cfianchora  tbeefitndo  lontcniumefi-a  Gioue,&  Ciuno- 
ntcfial  {epe  maggiore uolentd  nel  coito  ,edeimafilm,o 
della  femina,^  non  fi  accordando,  fi  fòttomifiero  ai  giudi 
eiodtTirtfiaperbauerprouaioPuno ,tr  [altro.  Cofiui 
pronunciò  che  nelle  femmefofie  maggior  furore,tr  libidi 
ne . Tqefinza  naluralragione  diede  tal  fememia,  laqual 
bora  lafiiamo,  perche  mente  rilieua  al  prppofiionollro. 
pronuntiando  adunque  tal  fentcntia  Tmfk  offefi  tamo 
Giunone  fibe  per  ira  gbtol fi  il  lume  de  glt  ecck.tr  Guute  . 
in  ricompenfi  di  quello  li  diede  diurne  detk  mente , per- 
deche  lo  fece  indouino , & diedegU  fdentia  delle  eofifutn 
re.  & ePendoCadmetfignoridtThebemprrtcoloqicrtbe 
erano apedtati  da  AUmeone,Tirefiapredipe  loro  ebek 
[tipo  era  che  fi  fuggpeno,et  abbidonapero  k cutd-Tcr- 
docbefiridupero  m Thdpbofò  regume  é Beetia.Doue 
poi  morendoTirefiafnbonoratifiimameme  da  Cadmei  fa 
pelUtoxfiendo  poi  Tbebeprefà,&  fauhegguta.  Daphne 
figliaé  TirrftafumandatamDelphoaltempioSApol- 
UnefijradApoUinededutua.DoiiefuefeeU<ntenell'<utt  '' 

deL’indamnaret 


Mercurio  C I ’E  ’LlO  Mercurio  107 

^eh'inhkin  rre^  tompofe  molti  imtcntim  urrfije  <juth  ^MÌ.Lot.nugt  S3xy(la,fatidua,id5vt‘»  kcnturefi.  Ari. 

,H omero  moki  ncpofenel  (no  poema,  ^fu  chumota  SU  Coitx  piu  aggrada  a quella  Fata  altiera.  Morir  nò  puoie 
itlla,penhe  mquella  liHguaiibiUa  figmlicaa  uoieuiua  aUuna  Fatamai  Fttuhe’ljblgira . Ma  le  Fatemonrfem 
4ell'ora(ulo . onde  dice  D a N.  A'/i  Tirefia  che  muiò  pre non  ponito.f'enae  Ruggiero  a la  Fata  Tradente,  l'am 

fémbiante , Qjiando  di  mafcbiofemma  diurnite  C angiaa-  ma  incantata, Che  d'un  Follato  nacque,  e et  una  Fata, 

dufi  le  membra  tutte  quante.  Et  prima,  & poi  ribatter  le  Affatato.Ait.  inuiokbìUs,&fatisinJignitut.  A R i.ch'Or 
eonueiine  U dneferpenti  auolti  con  la  ueiga;  Che  réauef  landa  nato  impenetrabile  era  ejr  a jfatato . 

felemalcbib  penne.  FitiW.Lat.&delhiiatum.  P s T.Cofi  jempre  io  corro  al  Fa 

romancia.  Lat.  è fpetie  dt  diuinationejaquale  gli  orien-  tal  mio  fole . Quejia  anchor  dubbia  del  Fatai fico  corfo.  Fa 

lalimajjime  efiercnauano  circa  l'aurora  mfue  liti  ;fan-  taliStelle.  \k  i.  Ijhla  Fatale  .Che  Ferrau^er  tutto  era 
nofi  l'.dccirighe  nondi  linee,  ma  di  punti  fortuiti,  non  Fatato.  Era  ugualmente  ilprincipeiF,Anglate, Tutto  Fa 

mumerati  da  ihi  gli  fa,  poi  fi  diuidono  in  quattro  parti , fi  tatofuor,che  in  una  parte. 

thè  ogni  pane  ha  quattro  righe accoppiami  i pumi  del  M agici,  'HcgromSti,ét‘  Incantatori  celebrati  da  nollripoe 
ngo  III  forma  che  nelT  ultimo  rimane  parificalo  .Etefo-  ti.Circe,Empedocle,Erithtbone,Macometto,Merlino,Mi 

gui  quaternaria  traggono  t ultime  parti  ; & fanno  una  thel  Scotto,  Simon  mago,  Zoroafiro . 
figura.  / nomidetlefigartfimoLetitta,Trijlitia,Fortuna  Circe  fecondo  alquanti  fu  figliuola  del  IUe;&  di  Calchi  jien  794 


tnator, Fortuna  miuoryAcquifitio,  .Amijfio , .Atbus,  Ru- 
heut,Ciii8to,Carcer,Topulus,yia,Tuer,TueUa,Capiit, 
Cr  Cauda.  Dan.  Solcando  1 Ceomanti  lor  maggior  fartu 
na  yeggiono  in  ortenie  mnam^a  Falba  Sorger  per  nia  che 
poco  le  sii  bruna  ; Mi  uenne  in  fogno  una  femina  balbai 
Pregio.  Lai.prafagium,admomtio,ofientumprafitttio , 
dmtnatio,ualuinatia . ual  figno.  P i T.  Che  da  prim'anm 
Tal  Trejagto  di  te  tua  msa  daua . 
freù^,iadouino.  Ltt.ù’uaticinator  ,diuinxtor,  uatet. 
P tT.Odelmtomalparticipe^Trefagì.  Forfè  Trcfag» 
Ce  di  trtjìi  & negri . Mente  mia  che  Trefitga  de  tuoi  don 
m.S’imtmrjauquàgiùdelben  Vrefaghe  .Kni.  Trefa- 
ga  che  quel  giorno  effer  rubella  ùouea  fortuna  a la  chrit 
fitana  fede. 


ÌA*pc3arte,&arteMiiga.  Lat.iincantatione.  Pet.ìo- 

»**  Zoroaliro,  Cbefo  dell’arte  Magici  muentore . Et  non  Erichthonci/rcflnd»  lucano  fu  Maga  in  Thefiaglia;  laqmt 


uè  in  Italia,  tr  habitò  neliifola  da  lei  nominata  Circea  , 
laqual  Ifola  in  proceflo  di  tempo  éiienti  terra  forma.Di- 
cono  I poeti, che  per  arte  Magica  conuerliua  gli  buonuni 
in  uaric  fiere  j&  che  giunto  F'iifie  a i liti  di  Circe  innamo 
rato  dilei,tonojciuto  chi  egli  era  ,dri  compagni  fuoi  che 
Trasformati  bauea  in  anghialifer  uirtù  , rimedio  che 
le  diede  Mercurio  (campò  da  gli  inganni  di  tei,  dr  nelprU 
flum  Sì-Ilo  humanoridujfeijuoi  compagniima  prtmafiecù 
a fuoiékiti  un  anno  fi  tenne,  fi  come  narra  Homcro  nel 
decimo  dcFOijffea.dr  però  due  tlnofira  Pet  Sluelfi 
pcnfofoèf'lifie  affabdcrmbra,Cbe  la  calìa  moglierajpet 
tacrprega,Ma  Circe  amando  gliel  ntieu  e'ngombra.  di’ 
Dan.  Gettò  noce  fuori, dr  dtfÌe,Sìuando  mi  partì  da  Or 
ce;  che  fettrafie  Me  piu  d’anno  prejfo  a Gaeta.  S A u.Tut 
te  F herbe  della  Magica  Circe,  & di  Medea . 


;«r 


già  mrtil  dherbe,o  darle  Maga.  Ma  forga  afiai  maggut 
thè  d'arte  Maga . 

Arte  magica,magafi  nigromantica.  Lat.magica  ars.ma^ 
t a pramtas.  B o c.llqual per  Mrle  di  Td,egromantia  prò 
ferma  di  farlo.  Ud  uno  fuo  Tiegromante,  h cui  Mete  già 
(fpenmentata  bauea.  S a n. Tanto  fi  può  per  arte  ilmon 
do  inualuere . P 1 t.  uedi  di jbpra  a Magica  . 

Megromantìa.  Lat.necromantia;  diumatio  quafit  per  ea 
dauera , uel  per  inorlui  refufiitanonempnagia,  meanta- 
tio.Roc.Fugià  maefiro  in  “Hegromantia  Se  lo  fiolare 
jàputa  bauefie  'Hrgromantia,perfe  adoperata  l'baureb- 
be.  negromantica  operatjone. 

79 j 'tieuTotnante.LalJtccromantU!,magttsfincantaior,diuìna 
nr.  hoc.  Hauenio  il  Ut  geomante  tolto  uia  il  fico  giar 
dmo.lnducendami  la  paura  delnig'omante.  Md  uno  fuo 
Ucgiomante.  la  cm  arte  già  ejfieni/untaia  bauea.  Ari. 

A'  n.' gemmante  Cauto. 

ÌAngo  lat.  magna,  lo  incantatore.  P ST.  Da  quelli  Magi 
trai  mutato  fui  .hoc.  Et  alquanti  de  raggi  della  Stella 
th’apparue  a tre  Magi  inortite.iajuelli  che  andarono  ad 
odorare  Chrilio  ; & quefti  {intendono  per  macliri,&  la- 
pienti  m Italia, & in  Graia  fi  chiamano  Tbilofipht;  oue. 

I ro  Sacerdoti  fin  India  Scribi,&  in  Terfia  Magi . I tarpi  lo 

re  fona  in  Cotogna  città  nella  Magna  ùafìa  [opra  il  Rhe- 
no.  A R I.  la  gfoita,Cb'cdtficò  Merlinoti  fiuto  Mago.  Et 
agio  aFoprede  la  Maga  diede . Ch'a  Bradamaute  meli  la 
•dotta  Maga.  Come  febiuando  Herodei  Magi  ftro.  San. 
Ttrcht  i Magici  Dqdet impari  numero  godano , 


le  a reqm fittone  diTompeo  figliuolo  di'Pompeo  Magno  ^ 
trafiedelF  inferno  un'anima  al  corpo,  & fecegli  dire  cht 
fine  bauefie  bauere  la  guerra  dulie  tra  Cefàre  ,ejr  "Pom- 
peo. onde  dice  O ak.  parlàdo  con  un'anima  neit'infemo . 
Ver'i  ch'altra  fiata  qua  giù  fui  Congiurata  da  quella 
Erichthon  cruda,  C he  mhiamaua  Fomhra  a corpifui . 

ÌAicometto,o  Mabumeth.lac.  Macometus.  nell’anno  79; 
della  mflra  falute  fecento  uentt  fedhe  Bonifacio  tergo, ^ 
imperante  Honorio:  fu  tu  Mrabia  Uabumeib  Mago , & 
di  fiamma  caltdaàfilr  cupido  di  honore,non  bumano.ma  di 
inno;  efi-infna  giouemù  inde  nane  terre,& nationi;&  in 
Hierufalem  imefe  la  mofatca,&  altroue  la  ebriftiana  leg 
gefit  cofi  infirutto  co  miracoli  che  focena  c3  arte  Magica 
perfuadcrte  alla  imperfetta  moltitudine  iMrabia  ,the 
rglifofie  Mejjia  uenutodaldelo.dr  dicienuoueUggifine 
/ colàdoui  molte  cefo  uolutluojèper  Icquab  fadbnélt  tiram 
ua  a tua  diuotionela  turba , et  con  quefio  fonare  acquiSVb 
la  fignoria;0-  nuffimc  fingfdofidalam.'ffima  Ulta,  ^ co- 
Jlumi  ; & con  fornma  a/lutiJuaueua  auegga  una  colóba 
bianca  a pafeerfi  nefuoi  orecchi:  ne  quabfurtmamfle  po 
neua  panno  fi!r  fimtl  efea  in  forma, che  quido  era 

a pfrdu  are  al  popolo, focena  aprire  alta  colomba , &]u- 
bito  quella  gli  uenrua  a ^ orecchi:  Ttraffermana  epa  effe  . ’ 
re  lofjiiritefant»,  ilqualegH  mofiraua  quello  fufte  bene  a 
fare.m  taro  forfè  un'altra  pefie  pemitmfa,  perciotheSer 
gio  monaco  cadendo  nilFherefia  Uefioriana  fu  cacciato 
il  pitaltrt  monacbttpcrche  pafiò  in  Mrabia,  tìr  aggiufefi 
nMabumclb,crpenbeeramoltoutrfoto,&  pieno  di 

0 iq 


Mercurio  CIELO  Mercurio 

taliiiti^UlimmmijÌTaua  molti  fugaci  cofgli,& Machn  ro  loro  te  mani  addogo, dr  tpielti  riceuettcro  lo f^ttit»  fi» 

meih  lo  lencua  rimhikfo,affermido Iniejjere t'angeloga  to;perthe  parendo  gran  cofi  a Simone ,cbe  jolopert» 

brilli  ilqiial  tammaeUrana  di  tutte  le  toje , ebe  fono  utili  por  della  mano , lofiiritofinto  uemfie  tofferfegranpecu^ 

aie  anima . alcuni  dicono  ibe  Sergio  fu  mandato  da  Ro-  ma  agli  apofiolijó-  loro  gli  defiino  tal  potejid.  Rjfiofe  Tie 

ma  a predicare  a gb  ^rabi,&  a uolgerli  nella  noflra  re*  tro.La  pecuma  tua  fia  teco  in  perditione.  Et  certo  peri  bt 

bgione,&promi^onglicbe  portandoli  uirilméte,haurcb  tu  Siimajli  ebeti  dono  di  Dio  ft  potefiebauere  per  pecn- 

be  d capello, Et  dopo  ni  efiendoglto/Jcruata  la  promefia  ^ nia,tu  non  bai  parte,ne  fòrte  in  ipieflofermone, &ilcuor 

tornò  in  ,Arabia,dr  cantò  la  Talmodia,cioipreécò  dio  tuo  non  i diritto  nel  concito  dt  Dioaienii  la  tua  pecuma, 

trario  di  tfuello  ebe pròna  hauea  predicato,  dr  fugrandtf  & prega  Iddio  fe  pofstbd  i che  quella  ccgttatioue  ft  parta 

fimo  aiuto  a Mahumetb , informa  ebe  no filo  in  Arabia,  dal  cor  tuo, perche  io  ti  ueggio  ejiere  nel  fele  deltamarit» 

ma  in  tutto  ^Egitto  fu  reputato  nero  MejjiaJnllitui  che  dine,&  nel  uincolo  della  iniquità.  Da  quejlo  Simone  adiim 

ifuoipopolifujjino  chiamati  SarrainiioSarraceni  da  Sa-  que  fino  detti  Simoniaci  nel  nuouo  leUamento  quelli  che 
ra  legittmia  mcgludi  Habraham,quafi  legatimi  fuiief-  contrattano  con  pretta  le  cofi  [acre,  come  nel  teliamento 

fon  della  diurna  fuccefiione.  Era  di  tal  mgegno,che  eliam  uecchw  erano  denominati  da  Hicgi  fimo  di  Helifio  prò- 
gCincomtnodi  fuoi  ufiua  a fuo  propofao,penu>ibe  ejiendo  pheta  quando  mondò  tiqman  principe  della  mdma  Jet 

fftjie  uolteopprefiodalmorbo  caduco,i  gni  uolta  che  poi  Redi  Siria  della  lebra.  onde  dice  D A v.  0 Simon  Mago, 
tomaua  in  fe^gea,  che  gli  fufle  apparito  Cabrici  ^iige  omifirifiguaàiCbelecofidiDiocheébontateDeonef» 

lo,  & egli  cadefie  per  non  potere  fipportare  tanto  filen-  fere fiefiacoi  rapaci  Ter  oro,  & per  argento  adulterate , 

dorè.  Rmu fi  finga  padre  da  pucritia,ei  pouero  fu  nutrito  Zoroallro  Rt  de  Battriani,ilquale  hebbe  guerra  ci  T^no, 
dal  Zio.Mori  nel  me  fi  di  Luglio  neU  anno  della  noflra  fa-  & fu  ungo , & luperato  ; cr  dice  fi  efiere  Slato  inuentore 

Iute  fcccntcfimo  uent'uno..Altri  pongono  nel  fecento  tre»  dell’arte  MagicaètT  dell' Uflroh/gia.fuinjigtie  Thilofo- 

tadue:dopoilqualeottenaeilfuoprincipatoCjlipba:&  pho.^finucSoltno,  che  la  niedefina  bora  che  nacque  ' 
a Cabpha  fuccejfe  .Acbaly,  ilquale  cacciato  del  principa-  egli  rife,cofa  ueramente  tnirabile.ct  però  due  il  Pm.do 

to  regni  M-ly;  ma  ejiendo  egli  molto  fuperfliiiofo.gb  Egit  u'i  Zoroafiro,Cbefu  dell' atti  Megica  inuc more . A r t. 

ti  trearon  citra  Cabpba  nuouo  principe . .Alcuni  credono  He  ual  lungo  ojicruar  di  bcmgno  ASlro,He  quanta  effe 

thè  .Alyfufle  Zio  dt  Mahumetb , & aiutatore  m tutte  le  rienlia  diarie  Maga  Fece  mai  l'inucntc,r  fuo  Zoroaflro , 

fue  imprefe.  dr  D a n.  trouaudolo  neWinferno  dtte.yi-  incinto, Incantagione,Incamt fimo,  tir  Incantatori. Lat,  798 
di com'i Storpiato  MacomcttoDinamt  a mefi’uuàpiaa-  òicantatiojexorcifmmcarmcn,camio,fajci»atio,fafmu, 

gendo  .Ali  Feffo  nel  uolto  dal  mento  al  eiuffctto.  Boc.  Molto  di  quella  òicaniatione  rife  con  efio  lui . Al- 

Merlino , uedi  di  fopra  a Mago . cuna  cofi  per  forza  ilncantamentofanno.Incantamcnti 

797  Michele  Scotto.  Alcuni  uegitono  che  fopeSpagnuolo,  Al  di  Demoni  ne  teSii  antichi  fi  legge  (ndozpcamcmi.yna  no 

cuni  dicono  che  fu  deW  Ifota  di  Scotia,& peri  lo  cbieman  uella  iC  una  nuoua  ineàtagione . Et  fari  fare  fla  nette  la 

Michel  Scotto;  ma  tutti  concludono  chefufie  ottano  A-  Incantagione  fopra  le  galle  delgergiouo.  Et  teco  con  funi 

Slrologo,&  gran  Magp,Hrficjioconuitauafeitza  alcuna  ineantejimiegni  notte  fi  giace . Che  non  ti  faintfegnare 

prepa  catione  di  uiuande , cr  dopo  fu  l'hora  del  mangiare  quello  Incaute  fimo.  Ogni  cofa  guafli  dallo  Incitatore  fat 

cofl  ringeuafpiriti  a condurle  di  diuerfi  luoghi;  & dieeua,  ta.  P e t.  Ter  herbe  a per  Incanto  a fe  ritrarlo. 

queflo  uiene  della  Cucina  del  Re  di  Frani  ia,&  quello  di  Incantare.  Lat.&fafcinare^diurareucxorcnare.  P n.  Et 
quella  delRfd  Inghilterra.  Fu  Aflrolvgo  dt  Federigo  fe-  gli  affidi  mcantarfinuomlor  note.  Soc.  Difle  la  dina  , 

condo, tira  lui  finfle  un  libro,  ilquale  Bcncucnuto  affer.  ben  la  si  10  incantarcMifle  Gianni  fi  tome  i incanta  ellat 

ma  bauer  kttofit  m quello  àu  hauerfi  nottua  di  molti  fi  Io  voglio  che  noi  andiamo  ad  mcantarla . Quefli  fono  uer 

gm  della  nalura.TrediJ3e  a Federico  che  morirebbe  in  Fi-  mini;  togli  incanterò  per  fargli  morire . uedi  tiràbce . 

tenge . Ma  mgannollo  la  equiuocatione  del  nome.Terao-  Malie,  fono  le  fatture  fatte  da  gli  incantatori  Lat.fafcinu, 
che  non  morì  nella  emidi  Firenze, Ma  òi  Puglia  in  un  ca  òuantathjafcinalio,  magica  artei.D  un.  Fecer  Malie 

Hello  detto  Fiorcitviola . Viie  la  morte  fua  Souere  proct  con  herbe, & con  imago . Et  efiere  come  Mabofi  conden- 

dere  da  cicciolo  fajfolmo  di  certo  pefo , dr  cofl  aàuenae , nato  al  fuoco . 

Terciocbeefleadoincbiefaaca^fioperto  perbonorare  Amrnaliare.Lat.fafcmariualaff'atturareguaflare.T)  a;n. 
il  corpo  éCbriflo,  la  fune  della  campana  gU  fece  cadere  Laciecacupidtgia,cheuammaba,SimiUfatttuanalfa» 

un  fifloitno  in  capo , ilquale  egli  pefindo  conobbe  c he  era  tolino.Che  muor  per  famefij-  caccia  uia  la  balta . 

del^o  che  baueeprtueduto,Cffudicojflìmorto,^  cofl  Affatturare,i[ar  mabe.Lat.fafcinari.D  a K.Onde  nel  cer  799 
morì,  onde  due  Da  sJìueltaliro  ebeneflanebi  i fi  foco  chio  fecondo  s'annidajpotriftaflufiitghe  ,&chi  affattu- 

Muhele  Scotto  fu;  ebeue, amente  De  le  Magiche  frode  ra, Ladroneccio/^  fintonia.ideSÌ  cbiammalta.&falfifia 

fippe'lgioco/liiono  alcuni  che  in  que  tpnpi  fi  era  d ueflir  catori  di  qualunque  forte , 

aflcttatoAr  il  cmger  Hretto , che  per  queflo  dijle  Dante  Falcino.  Lat.  fafcinus,tr  fafeimem . è certa  infermità,  che 
che  nefiancbiiflpoco.  uiena glianmuti,cemefiregan,ento.\  i n..HsScio  quii 

Simon  Mago  philofopho , ilquale  per  le  cofi  cbefacca  con  lenerot  oeulut  méi  fafeinat  agim.  S ah.  Ai  loro  agneU 

fue  arti  maghe  era  m jbmma  autiornàc&  reputationr/t  hgfà  non  nafte  il  Faftino.  Guarda  i teneri  agneUi  dal  Fa- 

predicandoinSamanaTbilippe,cofluimfiemecouglial.  (ano.  Et  fi  élcguacomeagnelper  Faftmo, 
tri  credette, & battezpfti,ma  anihora  ne  battezfU  di  Sa  SmgeJM.Hnx  noQuma.jono  certe  uecebie  ficondoi  feuu 
maria  non  era  lo  ^iritofaiito,ma  uenendout  poi  Pietro  fit  pUci  che  fi  traiformano  òi  gatte  ,&m  altre  uarie  forme 

Ctouanni  orarono  per  battezati,tS'  dopo  U oratìtnefoje-  di  anwuli/S- juccueno  d Jangue  a bambini-filtri  Maghe  le 

cbiamano. 


Mercurio  CIELO  Mercurio  i aif 


Soo 


j 


(bÌJnuma  . B O c.  Con  carte  ^ infamate  Streghe , ^ con 
te/Ucoli  di  ùtpi.  D A K.  Fcdefli  dtfie  queUa  antica  Stre- 
ga . ideji  quella  faljafeUcaate  .San.  Ma  mefle  Strigi, 
er  importune  nottole . "Hpttnma  Striga . A & i.  Che  non 
fnofar  parlarla  bruta  Striga , 

SC&ITTOKE. 

Scr!ttore,ScTÌba,'}iqtah,TeMne, Carte,  Incbh/lri,  Lettere , 
Caratteri, Ventacoìi,^lpha^ti,SiUabe, Scritti,  S cnttu- 
re,Copir,LéeUi,CarteUt,Rnbriche,Tofiille,Inilici,Breiii, 
Stromenti,Ltbri, Calamari,  Temiamoli,  CompaJJi,  Sefli , 
S crinere,Tref innerejfcnure,yergare.  Vomere. 

ScDtCorc.  Lat.fcnptorjexfcnptorJiibranus,&béliogra- 
phiii.  Meco  pollando  mdulijjimo  lettore;  quaui,  & quali 
fieno  Itati  coloro  squali  dell'arte  dello  femtere  hanno  fat- 
to profcjjìone , io  comprendo , & noi  fnnilmentc  il  potete 
comprendere  che  tatti  dmerfamente  in  quella  fi  diletta- 
nano,  Cfchipm,<y‘  chi  meno  fecondo  che  nell'ammo  gli 
tapina  ;&  che  più  profitto  gli  pareua  io  quella  disfare. 
De  quali  alcuni  n erano,  thè  fi  affaticauano  con  ogni  ra- 
gione mijiira,&  arte  di  fennere  quelle  fòrti  di  lettere  fine 
ro  caratteri  che  noi  per  proprio  uocabolo  ufiamo  nomi- 
nare Corfme,Forniate , Maiufcnle , & Minori . .Altri  in 
tontrana  opinione  tratti  l'ingegaanano  piu  afiai  di  far  let 
tere  Caldee, .4ratK,Turthe^aracene,UlJtrie,  Indiane  , 
Uebree,Greche,&  .Armene, Serniane,.Afiaae,Iacobtte, 
Coffite,Theniiie,Golhice,Mofihomte,Tholiaae,Schiaiio 
ne  ,e  if infinite  altrelòrti,Si  tome  nelle  loro  carte,&mo 
ffrefiba  potuto  nedeie.MoItt  altri  fenza  pito  afaticarfi 
in  tante, t!r  tali  nartationi  poCero  tuta  la  loroperfcttiane 
io  jiriure  le  loro  lettere  chefnfiero  ben  fimte,  ugnali,  & 
con  le  fue  dillanzftet  con  glilhoi  corpi  alCbafie  conformi  , 
tr  fola  in  ere  maniere.neU'una  detta  CanceUaref  :a  pofiro 

. ogni  loto  lìnJioin  fcrinerla  cheellafofie  alqnamo,gran.. 
de,piena,liingheteajien  Icg  ita , alqnauo  pendente  da 
mano  fimfira . neU’altra  chiamata  Mercatantelca  tutta 
in  contrario  della  predetta,tioi  picàola,fcama,tonda,<fi’ 
alquàto  pendente  nerfò  la  defira-nelia  terza  detta  Bafiar 
4a,ch  ’cUa  deU'nna^  deW altra  delle  due  predette  teneffe: 
tì'.di  qulli  anchora  u'erano  ajiai,  che  faceuano  chetane 
tua  minua  tomieggiafie  con  la  pia  largbrgo^a  in  tutte  le 
file  partifecondo  la  qnaiaà  della  fui  grandezxa.Et  come 
che  quelli  co  fi  uariamente  fermenti  non  fi  accoflafiero  al 
nome  del  buono  firittore  tutti;  non  peruò  tutti  s'allonta- 
nauano,angi  ejfendoae  molti  dt  ciafcum  che  fi  pillano  ue 
rameue  attréuire(fecondo  i loro  tempi)  il  nome  di  buo- 
no,Cr  perfetto  fi  ritlore,ci  hanno  donato  Cartoni  dibri,mo 
fire,iCr altre  eoleconfue  mani i fenile , lequaU  ci  pofioiio 
efiere  ccrtifiima  tejhmonto  della  lor  (officiettga . £r  afiai 
furono^  fono,clKpiuoltreuolidoprocedere  delhlàpra- 
dettt , diedero  opera  m cauare  le  lettere  Matufcuie  antì., 
che  Romane, co  la  nera, et  giufta  ragione  del  copafio  cauà 
iole  del  juo  tondo, & quadro  alfalte^^  delle  none  te  Ile 
con  le  proprie  fue  grojsezxe , fottigliezze , & dijtange,  a 
quelle  còuruientLMt  quanti  anchora  eche  dopo  fi  hanno  la 
piato  a poflert  memoria  di  mille  bei  Mlphabetié  lettere 
ligi  barde  fi  uogliam  dire  Capttonfe  canate  del  tondo  éui 
pi  per  terzo  dado  lorolafua  forma  ouau.Et  di  lettere  Mo 
derni  cóla  ragion  della  pina  ci  le  fue  quattro  tefie,  oucrq 


grofiez^.  Tion  à i mancato  anchora  di  quelli  che  hanno 
Jcrutoqual  lettere  bianche  corfiue  minute egreche,  ir  di 
ogniprte  m campo  nero  cauandole  della  iHefia  carta,  co 
ja  ranjSima  xv  qual  lettere  d oro  corfiue  file  di  altri  colo- 
ri fijr  tali  a Breu  a Tronchifi  Togliarm,a  GroppiJAmia- 
te,&  toccate  di  penna  con  quella  éhgenga.cr  fottiglieg» 
•gafibene octbto,  ne  intelletto  humano  potefic  giamai  ci- 
prcndtre  meglio.Et  tal  l'imprincipio , ir  l'auemaria  con 
pochifitme  bremoture  nel  tondo  dt  un  picciolo  marchetto, 
0 uogliam  cbrefoldo  Vinitiano . E chi  ne  fuoi  efiempi , & 
Canoni  bauer  j crino  tutto  quello  che  può  fcriuere,ir  far 
con  le  penna  qualunque  piu  accortofilr  proteico  fermo  re . 
Et  chi  ha  lalciato  dopo  je  mille  forme  di  lettere,  nulle  fog 
gie  diminiature,  ir  tante  altre  norie  cofiaWarte  dell» 
fcriuere  appartinenti , & tutte  di  fua  propria  mano . 
-idunque  io  francefeo  -diunno  compofitore  di  quello  biro 
mtuolatola  Falrrica  del  mondo  , fetente  & tali  cofeha- 
uefii  fatto  di  mta  mano, ehi  prò  colui  fi  feiagurato  che  dim 
ca,cbe  lofevga  punto  iFarroganga  nò  mi  pefii  con  ucritd 
lodare  me  fola  bauer  fatto  tantoquanto  coftoro  tutti  infie 
me  ueggiamo  hauer fatte  i Le  mie  moflre,  i muri  Cartoni 
fofli  in  publtcon'ban  potuto  diciò  far  piena  fede  a tutto 
il  mondo , ir  meglio  pofiono  fare  al  prefente  a coloro  che 
non  mai  gU  uidero  ; liquali  fino  flati  commendati  per  li 
piu  belli  ir  per  li  più  copiofi  che  mai  fin  qui  l’babbiana  po 
mi  uederefiT  tanto  piu  dia  commendare,  equàto  piu  fi  ueg 
gono correttamente jeritti, ir  conhello  ìromato  modo 
di  parlare,  ir  tante  compofitiom  nuoue  da  me  compojle  , 
ir  non  cpfe  a fiampa , come  molti  ufano.  co  fa  nei  aero  , 
che  ne  d'antichi  ,neda  moderni  nelle  loroferitture  fu of~ 
ftruato  giamai  ; non  è peri  da  pigliar  fi  ammiratione  di 
quefiofereioebe  io  hoancbor  fatto  moflre  & eartoniad 
altri  [crittori.chefono  nominati  famofi  che  fono  flati  mo 
Bri  quafi  per  tutta  Italia  per  fuoi,  come  a molti  è manife 
flo;ma  a me  non  i lecito  a nominarli^enga  che  mai perfò 
ua  del  mondo  fipofia  uantare  é hauer  pojle  le  mani  nelle 
tofe  mie  file  in  fcriuere  file  in  miniare,  ne  in  toccar  di  pen- 
najingq  ebefeome  a molti  i noto)io  firn  Baio  co  le  opere 
mie  alla  prejenz*  de  Tapi,{lmperatori,i!r  it altri  Trin- 
tmjir  gran  fignori,^  quelle  non  folamente  da  tutti  fimo 
fiate  cornine ndate,ma  ammirate,  Lequali  tutte  cofè  fper 
laldJiogratia  ) fonoalprefeutem  miglior  efierchemai 
fofierotdralla  gtoruatapiu  fèmpre  le  ampliamo 
naparqmditacereacommendattouediquefia  lUuflnf- 
ti  fimi  Republica  fida  refugio  pe  uiriuofi,  che  merci  tir  boit 
tà  juagià  piu  anni  fono  juo  prouifionato,&  con  ajiai  ho- 
norato  flrpendio,'Ìdg  di  quello  che  dtfie  la  Santità  di  Ta- 
pa  Clemente  fetttmo  in  Bologna  nel  tempo  che  ni  era  lo 
Imperadore,  alla  prefenga  di  molti  fignori,  tir  gran  pre- 
lati, cbeeghueramentegmdicaua,  che  io  porta/si  il  non- 
io di  qkànti  Scrittori  che  mai  furono,  tjfdiqnami  adope 
ràfirropcnnagumanMorantiiendoslleauttontà  deno 
Jiri  poeti  prima  noteremo  quel  che  ne  dice  il  luflro  B o c. 
Mn  je  pur  prefuporre  fi  uolejj'e, che lojpfii  Bato<b  qneBa 
opera  la  inucniore  ér  io  Scrittorefilicofihe  io  ntA  »><  uer- 
gogneret,  che  tutta  bella  non  jòfie,perciò  che  macfl’V  al- 
cuno non  fi  truua , da  Iddio  ut  fuori  ; che  ogni  cofa^teia 
bene  compiutamente,  uedi  aWlndta,  & a Vangeloo  *7. 
A R i. parlante SanCiuuanm  euangeliBa.  CUScritto- 
TÌamo,e  fi  il  debito  mio  Ch’ai  uoflro  monda  fuiStnttor 

O mj 


Mercurio  C I E l O Mercurio 

Mch'h,  &pu  oltre  dice , Refli  con  lo  Scrittor  de  tenan-  Preferitto.  Latfrcifaiptnt.  P e x.  Trefiritto  Fji , trine^ 
gelo  ^ilolfo  hormoi . re,Vrefintta  V jatr^ . Se  t’bonorjia  fronde  che  preferii 

8oi  CocinnopoetagrecofHÌlfrnnothefcrMePeUlliada,&  ne  L’ira  del  tieU.poM  fine,  & temine , 

fn  innàri  di  Homero,&  la  fenfie  inlettere  D(irithe,ailho  V ergare.Lat.  ftrj>ere^xararejineare,ferfcrinere,&  riga- 
ra  ritrouate  da  Talamede,  di  cui  egli  fn  difcepolo,  iitpule  re.  P E r.  Ond'iopm  carta  uergo.  ^Ima  gentil,  cni  tante 


nacque  al  tempo  della  gnerra  Troiana  4i  mi  fi  fitma  Ho~ 
mero  hauere  dipinta  la  fna  dminajiT  grande  Jliada . 

Cancdlierc.ér  CanuUteri.Lat.ciullartni,ac(immentarfit 
amanuenfis  indeclinabile , ab  cpiflolts  mann,  a nianibns , 
grammatens,  fcriba . 

Scriba.  Lai.  tir  ab  epiftobs.  Dan.  Qjiella  materia,  oni  io 
fonfiatoScriba. 

Scrittura . Lat.fcriptnrajyngraphia.&  chirographnnija 
fcnitura  di  propni  mano.  Idrograpbns  liberi  d libro  firtt 
lodi  propria  mano . ìdocbira  ; la  jirittnra  con leflnnoni , 
Lemmafio  titolo  fila  ifcriitiBnr.Opifiograpba,tft  (òpra- 


carte  uergo  Da  iné  in  qnà  cotante  carte  ajpergo  Dtpen- 
fieriah  Ligrime,<ìrd’mi  htoflro.  Tante  ne  jqnarciò  n’appa 
reicbiOtU  uerga.  B o c.  Il  panni  piu  fcritiati,^  pin  ner 
gali  .San.  Verqnefloio  lcriuo,t$-  uergo , 

y omer  di  pernia  meta,  per  ifcriuere.  P e T.  yomer  dipiemnit 
cofojpirdi  fianco. 

Notaio.  Lat.  notarmi, fcribadabellie  ifemntpublicus,  & 
ailuanui . i il  notaio  de  danni  dati . B o c.  Egli  efiend» 
Tiotaio  bautnagrandij/imauetgogna,quàdonno  de  funi 
Strumenti  fufìe  altro  che  falli  trouato . lìtui  medico,  c>* 
qual  ’Hatau.  Gmdici , & Tqqtai . 


fintta.B  o c. Scrittura  Sacra.  Dmina . St  come  colui  che  Penna  da  fcrinere.  Lat.  & talamus,grapbium,flylHS . 


nóbanea  Smtti.netefiimomo.VerbelleScrittedimano 
[un  [altro  fi  obltgaro  Etfattofi  loro  Scritte  fit  Contra- 
(crittc  mjiemc  i cocordia  nmafiei  f lo  adic.ct  participio. 

Scritta.  Lat.fcriptum.  P e x.  ir  B o c.  Scritta  Hiiìoria . 
Scritte Tarvle.Oraitoni.  Onde bopm  co/ir  nella  mente 
fcrute . La  mano fenuente  reggia  .U  Scnuere  le  fopra- 
fentte  nouellc . 

toa  Scrmcre.  Lat.  fervere fixarare, notare jperfenbere, mandare 
llterii,conderefiomponere,  fcnpiis  mandare,  pnhlictt,  no 
numcniit  amfignarc,memone  tradere,  monumenta  pro- 
dere, memoria  propagare, mvnumeniii  aiinalium  mandau 
re,cbjrtispromereammortabtcriommendare,cudere,et 
excudere  ; & m/inòfre ; per  (iprafcriuert . P ex.  <jr 
B o c.  'Ngn  fi  potrebbe  con  penna  fcrutere . Tm  notte  m- 


P £ X.  ir  B o c.  Tcnna  Stanca.  Sento  fiancarla  Tcnna . 
Che  rattoa  quefia  Tcnna  la  manporft.  Mai  non  porta  no 
lar  Tennad'mgcgno . T^onfipoiireb^  con  Tenna  firme 
re,  uomer  di  Tenna.  fenuendo  con  la  penna . 'Hmna  cojà 
dalia  natura  fu, che  [ ..diunno  col  Ulte,  & con  la  Tcnna  i. 
&coi  Tcnneilo  non  dtpmgefìe  fimite  a quella.  Senxa  ch'ai 
lamia  Tenna  non  dee  efiere  meno  di  auttorità  conceduto, 
che  fia  al  pennello  del  dipintore . Tenne  Stanche , Mille  r 
Voi  mille  uobe  indarno  a l'opra  nolfe  Ingegno,lempo,  T^ 
negarle,  e’ ntbtofiri . Come  ebegb  uedèffe  un  TenrutnoU 
a ctniola.  Lat. pennariumoà'calamariuni,fed  fine  exem- 
pbapud  bonos  fcriptorei,  Craphumm  antem  apud  Maf 
tialem.Cr  qnàdo  Uà  per  la  Tenna  deli'nccelio  nedt  a ppy. 


Bi  M.Tennadegtanticbi. 

comtncii  a fcriner  nerfi . il  nome  che  nel  cor  mi  fcriffe  a-  Dannare.  Lat.  deiere,expnngere,retraRarefiancellare . pere 
more  .ydidir,nouùacutma'ldetto(cnffi.Edoneint-  dipenHare,orcanceliare.Ro  c.Terdò  dannerete  la  mi* 
timancattmifofierononmifnggiuaUpeniia,contaqnam  ragione.i.annnllereie,  farete  bbera . 

le  tante  ,e!r  fi  fatte  cofe  due  finite  baurei, fi  fatta  Cirtz.Lat.papyrum,cbarta,pagma,fcheda,nel  fccda,ma-  804 
maniera  che  Intuendole  tu  rifaputethe[baxrefit,baure-  crocoU  fia  carta  regale,phjhra,la  carta  jfittibffima.  cor 

tabibulaita  carta  jciugarina.  La  carta  pergamtna  fu  pri 
ma  trouau  in  Tergamo  città  in  dfia . P e x.  B o o. 

Carta  Tota , Tion  nata , Di  Ttcora , Che  » ti  doueffi  far 
Carta  à ciò  che  uoleffiJLfarti  dona  rione . Cane  .Antiche , 
Moderne,  Mille,  Couatte,Tante.  Teri  mi  dice'l  cor  ebe'n 
Onte  ferma , Ch'ingegno  human  non  può  Rilegar  in  Cara 
tt.  Ouifio  gridai  con  Carta,  & con  mcbiojtro.  Ben.  Car 
te  de  piu  dotti  b nomini . 


Ut  Udì  miiieuuite  de  fiderato  di  non  mai  ejfcr  nata.  Le 
fòrxedelia  penna  fona  troppa  granài^he  colorouonfitma 
no . nedt  ab'Indtce . I mui  penfier  feruti  erano  tutu . E'I 
cm  n-^cthì-tCf  nella  fronte  ho  feruta.  Di  cm  tonuten 
chetante  carte  ferma  . Cbe'iuofito  nome  a mio  danno  fi 
firma , Inaliunmarmo , yn  altra  fame  ha  Epiro  ; dt  uà 
fi  firme  ; ihrtfiendo  fredda  eba  .Accende. Tm  uobea- 
mor  m'haueuadttiofirtm  ,Sinuiquel  che  uedefti  miet- 


ere doro. Ter  cut  nel  leruut  piuche'n  carta  fermo. ai  Rincartare ;per  rianur  di  un'altra  carta, Boc.  Et  piu 
lainanemfiofcrmoèfattaamtca.Scrmerealcuuautlta  notte  fecero  poi  mfiemegoxpymgba, (fi’ in  (cambio  delle 

figmfica  mandare  a memoria.  Das.Cù  thè  narrate  cinque  bre  le  fece  il  prete  rincartare  il  eiembalo  fuo , dr 

del  mio  uni»  firmo,  idcfi  peno  alla  memona.  B e m.  firtt  appiccami  un  fcnagltutt;e.o , ir  fu  contenta , 

toriillufin,  'Po^Uodellacarta.Lat.ftbumpapyri.fthedaaielfceJaA- 

Scrigno.  Lat.  firinimnwCrcartophilacntm,  archmum.plu-  Axi.Di  marmo  ct/i  bunco  i quello  Ricco  Com'ejfer  fo- 

tenuìlaScabtUoÀour  fi  pongonok  fcruture,  dt  bbrt . gita  anebor  non  ferino  Foglio. 

Ifcrinere . lat. farètre  B o c.iicnucre  in  fioremmo  uoU  Inciùoflto.LatMramenium.  P a r.Toeo  Inchèflro.Tier- 
gare,(fi  in p^ifa . Dando  m Rèritto  tutta  la  mercatantia,  ch'io  nerfai  lagrimex’nthèjlro.  Laudati  Incbiofiri . uedi 

Deferiuere . Iju.  defenbere.  Pbt.Lc  foam  parole , e t dolci  di  (òpra  a Tenna  a Carla.é"  a fenuere.  D AH.tloHpop 

’ fguarè , Che  ad  un  ai  un  Defcntt’&  dtpmt’bai . Di  fua  t'o  noce  nutrie  fcrifie  Incbiofiro . 

ma  a propria  banca  defcritto  amore  Con  lettre  di  pietà,  S'ift.  LatJjcucoporon;ìeertamtìiura  fatta  et  gefto  da  oro, 
yerrà^fgaelìrochedefcriua  a pieno.  Ch'ingegno  0 lìU  (fi-  boloarminio^oncolla marcia  che  adoperano ipitlori, 
. nonfiamattbeildefcnua.  dTfottilmentemacmauxfitonquefiafiponePoroinear 

Cmanfirtuere.  Lai.  ctrcumfcribrre  .Dan.  0 padre  eterno  ta  ; auenga  che  a tempi  nofin  poco  fi  adoperi , perche  in 

thè  ne  cieli  dÌMlisnCtrienfirUto  ima  per  pmamott.  fua  ucce  fiufal’oromaciiuto,  t 

Lettere, 


Mercario  CIELO  Mercurio  loy 

lettere.  Va.  lUterM  .uellitcra,  wuc,  charaSera,  figura,  riale.  Ari.  Di  tiuiorie  piene  ,edi  LibtUi,  D’efianune, 
tUmemj.IliJeHemadegltEgiai.&figUaiUlrucoKe  e di  lartté  procure  Htmea  le  mani  . 

iegU,4rgmifuU  prima, thè injegmjie  le  lelteredel-  Ubri,Slé,Compafii.tumfom>agtifuoiLioghipiuproprH, 
tulphabeto  4 iuoi  popoli , & ibegli  dejje  le  cmilt  Uggì . Indice.  Lat.  index  generis  tomumi,  reperlormm  ,muenta- 
Talamede  figlinolo  del  Re  d'Euboiatrouòle  quanroUt-  nnm,pròptnarm,elenà>us,&  ècomerepertorio,&  quel 
tereCrecheabefononelLatmolb.x.ph.ch.CadmofuiH-  lofiq»ella,iheMoilra,eaccufacometeilimomo.  Ari. 
uentore  delle  Iettare  Grethe.  Carmenta  donna  trono  l'M  Mofira  il  Ubretlo,cb<  tofiei  gU  diede  Douc  ne  tratta  fi  pm  , 

phabeio  Latina . Talamede  fu  primo  inncntore  delle  lei.  dietro  fi  piu  innanzi  Ter  rubrica.o  peY  indiufi  uede . 

tere  Doriibe , 0’/« preutiore  di  Corimo primo  ebe  firi- 

uejie  la  Iliada  innanzi  Homero  in  lettere  DorUbe.Femce  T I T T y R .A . 

fratello  é Cadmo,e  Re  di  Fenuiafn  primo  muentore  delle 

lettere  E emtn& alcuni  filmano  Cadmo  hanere  imagi-  TittatifitTinlura,Tauoletta,Tittore,Tintore,&Dipinio  807 
natoitcarattendelle  lettere  prefio Hippvtrene  fontana  rr,Mimatore,Difegei,figure,lmagim,AledagUe,Dipin- 
in  Boetia  , Ui  di  aiubora  i o 8 7.  P 1 e.Stnui  quel  thè  ne-  ture,Colon,Stili,rennelli,  dipingi  re,  pingcre,  difignare, 

dejli  in  Ut  tre  d'oro . Dijua  man  propria  haueua  deferii.  tplonre,fignrare,  ritrarre , effigiare  ,ombreggiare,lm- 

to  amore  Con  Lettre  é pietà.  Et  qui  difie  lettre  con  liien.  gere,fmagare  ,difmegare . 

%a  poetica . Pittura . Lat.  ptBura.  P s r.  Sìigafi  lunga Tìttura  in tem- 

805  ^’^vxia  muect deUaletieraimfiina,OTÌffonfiiia. Lat.btm  pebreue.D  ah.  Credette  limabuenelaTitturaTener 
tern  epistola , tabelU,  diplomata.  Boc.Eita  firilfe  una  il  campo. 

Lettera.  Trouata  la  Uttcra  M lei,  & lettala.  Con  Lette-  Tauolct ta  Ut.  tabula  pifiìaacon . ì quadro  é alcuna  bua 
rcfauorcuoli  del  Re . Lo  polare , &a  fcriuere  Lettere,  cir  gine,o  pittura.  B o C.  Dinanv  adunaTauoletta , doue  il 

amandar  dom.  Et  date  le  Uttere  ,&f aitai' ambapia-  nosìro  pg/ure  era  figurato . 

ta.  F.ce  ncnir  fue  Uitere  tontrafatte  da  Roma,  yifitar-  Pittori  celebrati  da  aojlripoeti , Ciinone,  Ciotto,  Fiorenti- 
citon  Lettere, Le  quali  in  poco  inihio'iro  dimoììrino  prò-  no,Cimabuc,  ApeUe,  Tromrteo,Simone  da  Siena,Zeufì, 

fonebù  de  no'lri  animi.  Er.Tis  mai  per  fatica  di  maejiro  Varrafn,ToUgnoto,Timagora,Vrotbogene,.ApoUodoro, 

gU  s'era  potuto  metter.-  in  capo  Lettera.  0 coll  urne  aJcu-  Timante . & de  moderni  Andrea  Mantegna,  Gian  Belli- . 

npaaiottruia.'}{e  telli  aniiibi  fempre  fi  legge  lettere  fiedi  no,  Leonardo  yinci , Miibcl  angelo  , due  Doffi , Raphael 

àu' Indile.  B t m.  T-{e!le  lettere  Utine  famofi.  di  yrbino,  Bajbano,  Titano . 

Alphabeto.  Ut.  Carmenta  madreé  Euaadronefu  innem  Cimone  Cleoneo  celebrato  da  Tlinìo primo  hmentore delle 
trite.  Ut.  Aìphabeus  ; non  però  apprefio  di  buoni  auto-  imagnu  tranerfe;&  ngnardanti  in  ogni guifa,&apprefi 
ri  i^Abecedarinsiufatoda  fvtt  Agofiino,&  daFui-  fi)  troni  le  pieghe  nelln  Pittura . 

genuo.  li  oc.  Che  uùlemto  fignificare  P Alphabeto  difie,  .Cinubue  Fn>rcntino,che  nefuoi  tempi  ottenne  tbonore  & j 
Egli crederebbe,cbeu(,i  fapefie  L'A.B.C.Etihe  uoinon  pruno  luogo uelia  Tuiura,  tanto,  che  Giotto  uenne  tale 

apparaHetmcal'A.  B.C.mfuUmela.  cke'lmnfe&fuperò.Vl  AU.Credette  Ctmabue ne laTit 

Silììoe.Dionifio  Liniio  ne  fuiniientore.  Ut.  fy'dabe.  turaTener  lo  campo  ; ^ ber  ba  Giotto  l grido;  Si  che  la 

ClTltMe.Ut.caraaeret.Soc.Brunofcrifieinfiiqael  famaétoSiutofeura. 

U tana  fue  fi-afcbe,& alquante  Carattere.  Lo  feoUrt  Ciotto.Lat.Ioans.bebbe  un'ingegno  Jitantaeccellerrta,  808 
feie  fare  una  imoguie  con  fue  Carattere fcritte.idell  pi.  cheniuuacofadtUatuturamadredituttelecofe&opc- 

gm,ofignre.  nurut  col  tontinouo  girar  de  culi  fu  che  egli  cólo  fliie  e 

Pentacolo.  Lat.  peutagoma.  Ari.  'Perche  da  li  fftrti  con  la  penna,  & eoi  permeilo  non  dipinge ff e co  fi  fttmle  a 
non  fiiaoffefaUfjdungranTemaiolocopercbio.EU  quella  che  non  fimile  angi  pmtojiodefSapareffe,mtan- 
dice.iheiacaa.  tofihemolteeoficdaUufattefitrouiiehelmfiuofetffodt 

8o<  StruiiHnti.fbe  AwP  « Tiotai.Ut.infirumenta.docu.  gli  buomuuuipre  fi  errore , quello  credéjoefier  nero  cb'e 
menta , coniradus  ,PipuUtionet,  cauuouet,  coufcriptio-  ra  épialo.&ieggefi,chotra[aitrefueeccellenzeiinge- 
nes,  lyngrapha,  teliifiiaufnet,  tejltttumet , teSiimoma  , JW  dipmgere  ilpeto, onero  coreggia  fotta  C acqua.  Fuan- 

conuentioncs,  pada. B o c. Slromeitti  Faifi.utdidi  fo-  cbotciebratodaDan  e,comeapparéfifra  a Cimabue. 
pfa  a 'Hgtaio  aSoj,  Lafua  fepoltura  i nella  chic  fa  di  fama  Maria  reparata  m 

* reue.  Lat.  diploma  breuiarium . eompembafum  fcriptum . Firenze  con  la  figura  delfuo  unito  di  nlieuo  con  uno  Epu 

fummartiuM.  ual  picciota,  & cartate  ruma.  B o c.  fti-  gramma  del  Teiuiano  fiolpio  in  tauok  di  marmo,ll  qual 

TJtl’il  cuore  di  toccarla  con  un  Oreue  1 che  to  U darò  f eff  cominiu  Jlle  ego  funi  per  quem  pidura  exlinda  reuixit. 

quando  énota  c»rtofii(di  a dlijaiuitda  quando  Bo  c.  nella  uifione  amorofz.,  Humana  »un  non  credo, 

t ftupo  dinota,  uèdi  a ipy.  thè  fofpmta  Mai  foffk  a tanto  ingegno,  quanto  in  quella 

Poflilla.  Ut.fiboltum  . glafSema,  interpretati*,  expofim,  Mojirantc  ogm  figura  ti  didmta  i Eccètto  fi  da  Giotto fit 

paraphralii,tomentum.iduedituouitnunaaggiunte,et  qimlelabeiU  Hjtura  parte  di  fe  fomighantc'HS’ioccul, 

pigliafi  per  breuefiritlura.  Ani  Li  telUmon,diJcruti  fi  ti  nell' arte, m che  figgeva. 

dtTt>Hiitf,vqiiaHdodiiiolalaimagiiie,uedia  1509.  Apclle  e(^f/ò  chiarifiitno  putore, il  quale  feeeilritratto  . 
"Rubrica.  Ut. iitnluifialfcrttlurafifioulejlritia.o figlia.  i{Alefiandrom.tgno,&VirpiOtekfam*fijiimofcuUore 
la  di  colare  rojfofinde  rubricare  ual  fignarérofioAnt.  égemme  li  fctdpi, Terno  che  AleffaudrofMingemme  ^ 

Ter  Rubncafi  per  indice  fi  uede,  dtjideraua  efferefc0lpiio,comenarraTbnio.cTLifippo 

Uhilio.Lat.»alHrtflk,mad:ìafamia^up^i;ajiiemo,  nobiiiffimomtagliatoreéJlatiteémetaUotdelqiialfoln  g 


\ 

Mercnrltt  C I E L O Mercurio 

titkuaffU^heUfuaimagmfoflefirtla,llmhot<i»mimò  gb,pÌH  ridai  kurte,Chefemellegga  Franco  Sdopuft:  • 
altre  efjtre  JtgM  i intaglur  Ufua  figura,  fi  come  fcriae  L'himor  è tntthor  fno,&  mio  in  pane. 

Thuarco . & però  dice  U noflro  9 sr.  Cheli  naie  (J.ad  Odorifi  <f  .//gabbro  buon  Miniatore.  D * m.  0 difii  Ini/tom 
.4leJiitndro)  jiVirgotele  ,o  Uftppo  Lintaglur  foìo,Cr  fetnOdoriji,L’honord’.4gubbio,&  l’bonoré^nelFane, 
.Apelle  U épinfe , CoSlniIra  l' altre  fne  cojé  memorande  Ch'alluminar  i chiamata  in  Varigi  {alinminar  in  Tarigi 

dipinfe  la  Calnnnia,uedi  a I ^i.  figmfii  a miniare  appo  noi. 

Simonc  daSiena  pittore  famojo  ne  fiioi  tempi  fece  il  Ritrae  Mimi  Lat  B oc.  .A  te  o librette  miononfi  conuienaltr» 
tódiM.  Laura,  onde  ilTij.  Quando  gmnfe  a Simon  Cai  ornamento  haucrefi  di  Irggiadn  Min).  F i . 

19  concetto, Ch'a  mio  nome  gli pofe  in  man  lo  fide  S'hauef  Figura.  Lat.  & Imago,  facies,  effigies,  fimulacrum.  P e t. 
fe  dato  a C opera  gentile  Con  la  figura  uoce,  & intelletto.  .Ang  tica,Ciouanile,  Tiuoua.  Ed  ella  ne  la  ujata  fua  FU 

Di  p^tr  molli  mi  fgombraua  il  petto . Ma  certo  d mio  Si-  gara . S'haueJSe  dato  a l'opera  gmtde.  Con  la  figura  uo- 

mon  fu  inTaradifà . ce^mtelietto.QualhorueggiocangiatafuaFigura.Et- 

Zeufi  pittore  celebratifiimo.  K%l.Etli  foffe  cofiei  fiata  a mia  urna  Figura  Far  jèntia  un  marmo.  B o cJ'na  Figu- 

Crotone  Quando  Zeufi  Ctmagine  far  uollè,Che  por  douea  rafopra  una  colonna . Dinanzi  alla  Figura  di  meffer  fan. 

neltempiodi  Iunone,Et  tante  belle  nude  infirmeaccolfe,  to  .Ambruogto . 

Et  cheperunafamcinperfettione.  Da  chi  una  parte,  et  Figurare.Lat.exprimere,delineare,formare,plafmare^ffi-  iti 
da  chi  un’altra  tolfe,  Tipn  hauea  da  tor  altra  thè  cofiei , gare,  quo  nerbo  ufut  eR  diuus  Jtugufiinus.  P B T.  Cbe'l 

Che  tutte  le  belteige  erano  in  lei.  P et.£  filo  ad  una  Ima  penfier  mio  figura  ouunque  i (guardo . One  raffigurai  al- 
fine m’aitcgno,Che  no  ft  Zeufi,Trafiiete,o  Tbidia.AKS.  cun  moderni . Raffigurando  le Faite7;je come.  Trasfigu» 

'fimagon,Tarrafio,Tolignoto . Troihogene,Timame,  rata  perfine,  B o cEtgurare, raffigurare^  traffigura. 
.Apollodoro.  .A  pelle  piu  dt  quefti  tutti  noto,  £ Zeufi  .egli  re . uedi  t Indice . 

attn,ih’a  quei  tempi  foro;  Diquaitafama  (mal  grado  <U  Difcgnare.  Lat. exprimere , delineare.  Ptr.fua  bellaper- 
Cloto  che  fpinfe  i corpi,  e dipoi  Copre  loro)  Sempre  farà,  Iona  Coprì  mai  d'ombra  ft  éfegnò  col  piede . 

fin  che  fi  Uggtft  ferina ,Merce  degli  fcriitoriftl  mondo  m % tilt,  i qualunque  copi  diritta, come  una  colonna,o  legno  fit 
ua.E quei,ihefuro a nofiri é,ojono hora;Leonardo,.Aa  io m terra  Lat. flylus,grapbium,& è quello,che adopra 
drea  Mamegna.Gian  Bellino  JìuoDojsi,e  quel,  ch’a  par  i Dipintori  per  dijiignare.  P trJìjiandogmnfea  Simon 

Jculpeeeotora,Miihel,piu  che  mortal,Mngfl  diurno  fin-  Calco  concetto , Ch'a  mio  nome  gli  pofe  in  man  lo  Stile , 

Jiiaao,RaphaelX>tian  c'honera  “Hi  men  Cader,  che  quei  B o C.  ueà  di  folto  a Tennello . 

yenetia  e Orbino  E gli  altri;di  cui  tal  Copra  fi  uede,Qual  Pennello,  colqual  fi  dipinge.  Lat.  penicillum , Stylus,  gra- 
de  la  prifea  età  fi  legge,  e crede  .Idfhauria  a fatica  un  tal  pbium,penici!lusq>emculus,pemcilum,peniculumft  pene, 
fatto  a penello  .ApeUe,  Zeufi,  o fe  uè  alcun  piu  d.  gno . hoc  efi  a cauda  éSum.  B O c.  'Ninna  cofa  da  natura  fu, 

rarralio  di  Ephefi  piiior  celebre,  fu  di  Epbefiajioggi  det-  che  egli  col  flile  con  la  penna, & col  "Pennello  non  dipinge f 

ta  .Arcadia  nella  Marea  ; fu  tnuentore  di  molti  orna-  fecofifimilefparlandodiGiottopittore.)  SengachealU 
menti  nella  pittura  ; contefe  con  Zeufi,  & fecondo  Plinio  mia  penna  non  dee  rJfermenoiCauttortià  conuduta,  che 

fu  uinciiore . al  p-.  nnello  del  Dipintore . 

Tktor.  Lat.  piRor.  P e T.  "Primo  "Pittor  de  le  memorie  an-  ‘Pentielleg^re , pinger  col  pennello . Lat.  pirgere  penicUlo . 
ciche.  Dan.  ComePittor,che  coneffempio  ptngi^.Pro-  £)  a s.piu  ridon  le  carte, Che  pennelleggu  Franco  Bo- 

metieofuilprimo.theformafieChuomomPittura . l'gaelè. 

Dipinrore.  I^.piffer.B  o c.  Miglior  del  mondo.  .Alcuni- pctitiaiuoìo , la  uagina  delle  pennedafiriuere.  Lat.pen- 
Dipintoriftbe  piu  a dilettare  gli  occhi  de  gC ignoranti,  che  narium,&  lalamariumjma  non  appo  de  buoni  autori;  & 

al  compiacere  alC  intelletto  dt  fiuij  Dipingono . Crapbium  fi  legge  appo  Marttale , B o c.  Come  che  gli 

Dipinto.  Lat.piSus.  B o c.ynprato  lutto  Dipinto  di  mil-  uedefSeil  uaio  tutto  affumicata  in  capor&  un  Pennaiuo- 

le  uarieLÌ  di  colori.  La  donni  di  uergpgna  Dippita.Ledon  , loacintola,à'ptulungalagonnella,cbelaguamacca, 
ne  cofi  Dipinte.  P e t.  CanconconCab.non  Dipinto,  ma 

nino,  yidi  Dipinto  ilnobile  Geometra  Di  trian^,tondi,  , COLORI, 

er  fornir  quadre . Gente  di  pietà  Dipinta . la  fronte 

rgm  penfier  Dipinto.  Colori,jtzurro,CeleRro,Cerulee,IndicO,CotcoXurchino, 

Dipingere . Lat.  pingere.  P s T.  Tiu  di  mille  fiate  ira  difinfe  "Perfi,  "Negro,  Hebeno,  Brura>,Fumo,  Inchultro,  Tinta,  - 

Il  Udito  mio.  Che  bella  donna  im  dipinfiS>uel  dolce  fguar  Sturo,Spalto,  Biacca,Bianco,Candido,  Ebumeo,.Argen- 

do  mi  dipinfe  amore  ,-dnzi  fcolpio.  B o c .Haueua  comin-  io,  Berettino,  Bigio,§ro,Orpirnemo,  Biondo  jGiallo,  Ran- 

ciato  adorare  a dipingere  -,  f attiri  dipingere  la  cortefita.  cio,Ranetato,  GialÌolino,Zaferano,Cmaorodiuffo,Refiet 

La  battaglia  de  topi  a!;  dcUe'gattedipmgeua . Hauendofi  ta^offore,Rouente,Rubecchio,  RubtcÓdo,RobboJl»ggio, 
le  carni  dipinte  di  liutdoriftgiàfa,che  fiiglion  farle  batti-  Sanguigno,  yermigho,Scarlaito,  Morello,  Mmio,Intarm 
ture,yn bel cafamento, che  tutto gliel dipinfero. Dan.  nato,ytolato,yervno,'Purpureo,Vurpurina,Tani,yer 
"Nel  ui  forni  Spinge  quella  pietà  Che  tu  per  tema  fenti . deaguTro,  yerderame , Sbiauo.  Colorire,  difi  olorireftra- 

Tingere.Lat.V  B r..Alfecolcheuerràrattebellegze'Pin-  fcolorire,biancbeggiareambuncare,roffeggiareftrro]Ji- 

ger  eaHtanioJL>AS.Comepintorftbeconefiempiopwga.  reftrrubinarefttngereftnneraredmbrumreftffufcare. 

Uiniotorì  celebrati  da  nofiriToeti.  Franco  da  Bologna  0-  Colore,&Color.LatTiT.&Boc..Aureo,yeide,Bianeo,  8lt 
denfi  {.Agubbio . Ciallo,Conforme,Morto,yero,'NsfcoSìo,  T(ouo,'Nouel, 

Franco  da  Bologna  ottimo  Mimatore,  Dan.  Frate  difs't-  Orientai , Tietofi , tanto , Ctkfiro , .Agumno , "Nsrag  - 

Smarrito, 


Mercurio 


CIELO 


Mercurio 


Smjnito,Tiatiiril.D'iinCigno.D‘iinSmeraLh.t>'uH'  folfo.il/iMllkmeooithelcielobeblfe  imbueato.D  a k. 
buoni  trailo  é labe.  Q^el,cbe<toiore,  e MColorumcea.  Sljiat  ifioretii  del  noiiurno  gelo  Chinali  e chhifi  poi  che‘1 

L'odorifero, &■  lucida  oriente.  Color  nero  di  bianchi  gigli,  JoigC imbianca.  Si  drizxan  tutti  aperti  in  loro  Jielo . Fuoì 

^diuemaghe  ro[e  mefcolato.  Colori  Torporim,Tieioft,  tu  che  quejio  uer  fiuti  i imbianchi  j.ti  faccia  chiaro. 

Uille.CbeimfareidtluoiColordipinio.yictlcelefl'arco  A\bòte.Lat.albedo,&albitudo,i  labiamhff^.'D  a n. 
tnColortanUuanarfulfioriéColormille.IColoridelie  y’edit’.Albir,ibeperlu  fumoraia  Cta biancheggiare . 
Cappe.  Con  piu  macchie  & di  piu  Colori.  D a n.  Que-  l'dcndoinquetio  MbirbalenarChnfio.Ki.i.pur  nat 
fìeftrole  di  Colore  ofeuro  yitCn  fcritte.  Cangiar  Colore,  que  In  oriente  il  difiato  .Albóre . 

Cr dibattendo i denti.  Inalbare.  Lai.deaUuure.perimbiancare.V  STj'ienpoitjfii 

Colorata.  Lat.&fiOa.  Boc,  Colorata  Bagione,idefl  fino  n>nr,e^ Caura  fofea inalba , 

ta.  £t baucndoalquantopiud’.Arbitrio  Colorato. Ticl  Cìadido.lat.&albicans.Ptr.&Boc.  Candido  Cl- 
uifoColoriti.  gno,.ArniilUnojCcUo,T‘K,Seno,Cuanto.CAuotoA  'He- 

tolorare,per fingere,  Lat.&pingere,&chromaticHS,a,um.  ue,Gonna,Cerua,Verlafi.ofà,Colomba,Tnmauera,  Ca  n 

ual  coja  colonia,  o dipinta,  hoc.  Con  nane  cagioni  colo-  oidi  HomerL  C a n o i o i Carni, & di  nere  Candide  pano 

randa  lo  andare.  diuenute le  Tempie.  Candidijiimi  Homeri.  Candidate  f'tt 

Scolorare.  Lai.  pallefcere.  P e t.  Era'lgiornoch'alfolft  fio  Ione.  Ari.  Candido  comeneueil  fuo  uePtre. 

tarara  Ter  la  pietà  del  fuo  fattorini.  Il  uijofcoloram.  Cindare.  Lat.candar.D  a s.  LoCandor  dela  temprata  8i; 
f ia  la  mila  del  fole  feohnta.  fella. 

Difiolorare  Lat.  declorare,  pallefcere . ual  fare  di  color  di.  Cclcftro,eìe  Cilelho.  uedi  Cileliro. 

uerfocomeérofobianco.V  it.  Ma  uoi;  che  mai  putà  fiondo,  lat.fiauut,  buxeus.aureus , ualflauo,ilicolordi 
non  éf colora.  Si  cornei  miei  ftguaiidifcolaro . Ond  io  mi  bojio.  TcT.dfBoc.  Sondo  Capel,Mpo!to  rfiendoegU 


difcolvro  Difeolorat»  hai  morir  il  piu  bel  uilò, 
Trafcolorare.  Lat. pailefcere . ual mutareolere.V  a v.S’io 
mi  Iralioloro  TÌun  ti  niarauigliar , che  dicend'io  V cdrai 
trafiolorar  tulli  coiloro . 

Slj  Azurro.  Lat.indicum,caruLum,c4ruleus,cyaneus,  cuma- 
uhi  color  ,glaucus  color, & caruleum  indicum,  lo  atturro 


bianco,  eSr  Biondo  f iokda  Treccia,  Teiìa,Zatxpetta, 
f t OKD 1 Chiome fT reccie.Due giouanette  Bionde  come  fL 
La  doro,  f ion  d i Capelli,  Capei,  Cria.  Mlquantipeluxj^ 
Btondt  come  oro  Biondifiinio  Capo.  Biondifsum  Capetti, co- 
me pia  tC oro.  D A K.Biond'era  cr  belio.et  quell’ altro  ih' i 
Biondo  £'  Obtgp.TeJla  Bionda. 


altra  marino.B  o c.  L’ollauo  cielo  da'^rriiio  colore  in  Ebumco.Lat.cojaJ'auono.Pt  T. Ti  bagna  amor  con  quel 
celeflro  mutato,  f'n  Icon  ramparne  d'oro  tu  Mzurro  cam  te  man  Eburne.  B o C.  Eburnei  Demi.  A n. 
pò  rijptendeua.  T n.D  A N.  In  una  botjà  gialla  uidi  Biacca . Lat.ceruffa.Bo^.Iuifi  delle  femine  ponendouifi 
.Azurro . La  Biacca  éuentan  banchi.  La.Dak. Oro,  & argento 

Aigt  otite.  Lat.  argento  illinitui.  Boc.  Con  argentate  pn,&Cocco,&  Biacca, 
onde  rinfrefcaua  le  aride  gole.  A u.  Bicchieri,  che  di  .Ar,  Bigio,berettinocolore,&anehedmotalf>etiedipannogrof  ti6 
gemo  partano . Che  ^ruvgando  farea  di  lungi  .Argen-  jtjbaffo,  & inpmo,  tr  ofeuro  qual  dinota  bumdtà  per  chi 


to  unto . 

fianco  jof.  per  Cocchio . Lat.  albugo , nii.  Ttr.T  ra'l  bel 
nero  e‘l  Bianco,  tiil  bel  nero,  èr  nel  Bianco,  Del  bel  dolco 
foaue  Bianco. nero.  &per  l’aée. 

Bianco.  Lat.  albut,caudidusjcolorniueuijcolorleucopheut. 
P 1 T.  <?•  B o c.  Bianco  Color,  Fior , Marmo , Sepolcro, 
feltro , Abate  .f'w . & ependo  egli  Bianco , & bion- 
do. Bianca  'Hube,'Heue,Manofienda,Taura.  U bian- 
ca  qmiia  di  Titone . f'ié  una  Donna  piu  biama, che  ncue. 
Bianchi  Chiome,Riue,  Tempie, Colombe, Man,Tiume, 
Sianchipima  CoUre.TouagUa.eranotul  uifo Biambijfi- 
me.Biancbifiimo  Marmo,  Farfitto^uncbiggiante  Au- 
rora.D A N.  Bianca  Oca . Ira  Bunca,  (^gialla.  Bianche 


gli  porta.  Lai.  color  uenetui,  qui  propria  quafi  caruleut 
eH.Leucopbeui  nero  pre^rior  efl  ueneto,qui  Itmiui  eft,ut 
hi  qui  telo  percupi  concreto  fangume  in  tumoribus  corpo- 
rii huiufinòdi  nigrefeemem  colorem  offendunt/fui  Ct  iba 
Upicui  dicitur,  hoc  efl  maritimus.  P i t.  / neri  fraticelli, 
e i Bigi,  e i Bianchi.  Dan.  L'acqu'era  Bigia  molto  piu, 
che  perfa . Che  Letbe  non  può  torre, ne  far  Bigio. (ir 
OndeBigeJ.ofcure.Tutti,fuorch'un  rendutoinpàm  Bigi. 

Sbiadato.  Lat.  albidusfubalbui  è colore  come  di  buda  non 
m tutto  bianco  jma  pallido.  Boc.  loti  lafcierò  pepa  qua 
fiomioTabarro Sbiauato.ne teflitnodemift  ùggeibu- 
dato,&  bora  fi  direbbe  Sbuuo.  Dan.  Con  le  man  moiL. 


che,& di  colore fctalba.iabtaua, che  figmpea  pallida . 

Cuancie,Bende,BiA  nck  t .MarmiJ'nuecchio  Bianco  per  Cera\eo.Lat.caruleus.è colore  celefte.  P E T.  Torporeaue- 
antico  pclofiianco  ìildo,Tel,  Marmo,  Aflutto  .ep-Sofl.  flad  un  Ceruleo  lembo . 

e'I  Bianco  more.  Si  ch’ogni  bancone  faria  feruto.  Bianco  Ciledro.  Bar.  cceleflrii  color,  comatilis  color  ,cyaneus,ó' 
ueflu.  dr  in  ucce  di  paUido  a }6i,  cefiui,ut  ocutui  Tlumatilii  apt  ceruleusut  efl  apud  Tlau. 

Bianchezza.  Lat.  albedo,candor.  Boc.  I^qual  Bianchet^  i colore  del  cielo . ncSi  agurro.  B o dC  L'ottano  cielo  di 

ga  quanto  fi  conuemadtropo  colore  tra  mefcolato.  La  agurrmo  in  colore  CileSire  mutato  tutta.  D a n.II  jòl 
Bianchegga  del  juo  corpo.  che  già  raggiando  tutto  Poccidente Mutauàm  bianco a- 

Hancheggiare.Lat.albefcere.D  A n.  Et  uede  la  campagna  jpettodì  Cileftro. 

Stancheggiar  tutta  . yedi  talbor,che  perla  fiume  rata  Cocco.  LatAberba  é colore  purpureo, che  ruti  diciamo  gra 
Cu  Biàcbeggiare.Cheàretroa  Micbolmibiàcbeggiaua.  lu.D  a n.Oroj& argento  fln,0'  Cocco,& biacca, 

dmbiancare.  Lat.  dealbare.  P ir.  A quel  crudel,  che  fuoi  fe  Giallo.  Lat.  color  croceus.  P E T.  Biue,Biancbejuer<h,uer- 
guaci  hnbianca.Cbe’n  un  punto  arde,aggbiaccia,arrofia,  miglieferli,dr  Giade  Star  bianchi,^  Ci  a iti.  B u c.  /I 

tmhianca.  Boa,  (he  io  dianv  irnhiancai  i miei  uck  coi  file  incomintiaua  a farp  Ciailo'.  Con  un  colore  uerde  tir 


Mercurio  C 1 S L O ‘Mercurio 

€iaBo.Siallipopop(mi.  A n-SanàieraGaHa.  P t x.Turfttrta  f'efle .TurpHrtiTemetTiirpKreiCt'- 

tlj  Hepo(oton,fìrperofciiro,&meflo.Cat.mgrior,m}^er,  lort.yejltuii  Torpora.ìioc.Torfmni^n.ùtap^» 
aier^<tlim,<ihfcMrusJanguidiufiifais.TtrSotUn]uel  Torponao.Tn. 

f Blu  antica^  Ni  G > a t'cdotu  Icculòlata  lu  ueiìa  Perlo.  Lat.jahfmrus . ì colai'  uerde  ma  filtro  df  che  lira  al 

fra.  •PcnfierNtoiii,olcMn,&meiU.Forfipref;gidc  am.Ps  r.riMe, Bianche, aerdi,Hcrimglif He Terfe,^ 

élriBi,&nefri.Boc.Gii>nio7^egnfSinio^elidolorom  

ffiimo.  Ari.  Secondo  che  farà  Corno  a Colomba , ideH 
mgro,o  bianco . 

Nero.  Lai.  nifer,ater.per  lo  colore,& ancho  per  me  fio, & 
ofinro.  Lai.mafìni,obfcnrKS,&pnUiiscolàr.  Soft.  P e T. 

T^l  bel  Hero,dr  n:l  bianco  Jn  nece  de  gli  occhi  .tra'l bel 


gialle.  l'erJi Tanm fangnigni ,ofcitn,dr  Tatti  .Bo  c. 
loraccoglierò  la  mia  gonnella  del  Terlò.i.  di  color  uerde 
ofinro.  D A w.  Vacijna  era  bigia , molto  ptn  che  Ter  fa. 
Era  il  fecondo  tinto  ptn  che  Terfo . 0 animai  gratiofo,  dT 
bemgnoyChe  nifitando  nai per  t aere  Terfo.i.perdnto.'Nj  * 
fi  profonde, che  fondi  fian  Terfi.i.nerdi  ojcuri. 


'Hero,e‘lBianco.Delbcldotcefoauebiancodr'Nsro.&  Rancio, è colore  gutlo.  Lat.croceus  color,  dralcnnanoha  gip 


,/tdie.  Cacciata  da  dnoneltri  nn'ìlero,e  nnhtanco 
i N I > 1 fratte  ellL  Boc.BarbaNttt  .Ter  far  una  ha  n- 
diera  gialla  glie  la  pofe  fid  t{rro , & adie.  Tiero  Feltro, 
nerba  nerdc  tanto  che  qnafi  Tirra  parea.ìittt  Mac- 
thie,  Tieire,  Ciglia . T^eri  Feftimenti , Fraticelli,  Denti. 
Dan.  Fidi  dietro  a noi  nn  Dianol  "H^.i-uitiolb . 

A tiero.adue.Lataitrati,pullali,liigkbres.  B o c.  i fratel- 
li di  Tebaldo  ne  fini  Si  nero . Quattro  fratelli  tatti  di 
uerouefiiti . 

.Annerare  fi  fare  nero,  bruno.  Lat.  offnfiare,  mgrare,nigre- 
facete, nigre efie,fidnigrere, ntgrefiere,u  nigre fieri fi- 
gfttficant  nigrum  fieri , dr  mgricare  aliqnamultim  mgri 
ejj'e.  D K ti.M  enne  che  l' 01  udente  noni’ annera . 

Folco.  Lat.  fnfent  color  .dr  dinota  negro, ^ofinro.T  it. 


fignifica  uecchio  . onde  diciamo  la  carne  falata  efier  ran- 
cia quando  è necebia,  perche  é nermigluAìr  bianca  è fot 
ta  gialla.  Lat.  rancidui,extolelui.  B o c.  L’aurora  già  di 
nermiglia  commaaua  appref landò  fi  il  fole  a dmenire  Barn 
cta,aoi  gialla,  onero  uecchia , perche  ptn  non  appariua , 
Dan.  Le  cappe  Rande  Soné  piombo  figrojieàdt  fi  uecm 
chie,etJino  mole fie  come  cefa  rancia,ouiro  dorate  difuOm 
ri,  perche  di  fopra  dice , Egli  bauean  cappe,  con  cappucci 
bafii  Dinairnagb  occhi.  Di  fuor  dorate  firn  fi  ch'tgh  ab- 
baglia, Ma  dentro  tutto  piombo^  gram  tanto. .?/  thè  la 
bumbe,  dr  le  uermigUe  guance  La  ioni' era , de  la  bella 
aurora  Ter  troppa  e:ate  diueniuan  Rande  i.uect  hii  ,doi 
che  que  dite  colori biàco,dt  uermiglio,erano franti.  Ari. 
Tiacetati  queBa  afflitta  anima  fuorreDa  lafua  fcorxdt 
homai putrida  df  Raniia.i  uecchiae frauda . 


Fofeo  .Acre,Di,Tenfiro  ,Stato,Seg^o.  Col  aglio  men  tor 

bidoAi' menFofco.Il cieljerenm'i Fofeo . f o »ca  .Aria,  RolFczza . Lai.  rubor.  B o c.  «•/  A n.Miparfeuergogna, 
.Aura,Cella,Confiien^a.FotcMi  Luoghi, Colli.  Fmcnt  &dimuna  Rojletza  dipinta  tornai.  Con  focofaRoJiexxA 

Riue.D  t H.7lonfrondiuerdi,madicolorFofco.  giami fiato  la  ungignanelnifiiKnirer 

Offnfcare,iofiurare Annerare.  Latoffufeare.  B o c..Amo-  Roflbre./jif.  rubor.  B o c.  fi  honeBo Rojfure apparitone 
re  eccitatore  de  gli  addormentati  ingegni.le  uirtn  da  cm-  loro  mft.  La  mia  miti  non  ferrea  gran  Rofìore  i,i  feourirò,  A 

deli  obumbrat  ioni  Ofufiate  conia  fua  forxa  fofrinfe  in  RolTo.  Lat.  rnbeus, tr  rufiit.B  tt.  Et  tinto  in  Rafia  il  mar 
chiara  luce.  Cit  occhi  della  mente  hauendo  ih  tenebre  diSalainina.B'oC.Dip.-lRofio.Calandrinotuiiofuda- 
offkfcaii . toj(T  Rifio . La  Giannetta  diuenuia  tutta  Rocca.  Dine-  ' 

jhtuiareperoffufcarepftttrare,&intricarefialLat.obtun  nutaRofia  come  rubia . Luceus , & luieolus  color,  ual 
dere  finite  obtnfumiugmium.iangegno  grpfio.V  a n.Ter  rofetto . 

che  a toro  niohoCintelletto  attuta . ■ RofJrggiare.Lat.rubefceie,&  rubcre.per  rifikndere.  D ak. 

St8  Bruno, iiotorenondeltuttonero.Lat.fufcus,fnbmger,m,  Ter ghgnfiinapor  Marte rofieggia. 

gricannf- però  ben  dice  D a n.Comeprocedeiniianxido  -drroffare.  Lat.erubefiere.V  tt.Cbe'nunpunto  arde,ag-  Sto 
tardare  TerloTapiro  fnfi  un  color.Bruno , Che  non  i ghiaccia  firroffa/nihianca.  B o c.  Conalcuna  parola  fa 


neroanchora,  e'I  bianco  more.  Lo  giorno  fi  n andina , 
taer  Bruno  Toglieua a gU anima, che  fono  m terra 
Da  le  fatiche  loro  .Bar  ha  Onda , Montagna . C acqua  ; 
jtuenga  che  fimoua  Bruna . Bruna  Sotto  l'ombra  perpe- 
tua. Spalle  B A « M A.  P I r.e^Boc. Bruna  Fcrgtne. 


re  ah  mia  rroffire.Thilomena  per  uergogna  alquanto  Jir 
ridata . Le  donne  erano  arrojfate . 'Hnphile  un  poco  ar- 
rofiò.  Dan.  Et  Galli,  & quei,  che  arrofianper  hftaio . 
Oniio  fouentearrofio,dr  sfamilo . &arrofitmrm  un  ccn 
no,  Che  fece  crefeer  tale  al  uoler  mio'. 


Coflei  che  Bruna  era  dinenuta.  Tutte  ueBue  alirunle  RoMentc.Lat.candens,feruenc,feruidus.ualittfitmmato, 
donneperje.BkrnlTamu.  Tutte  di  Bruno  ueBite.Mo,  Dan.  F er  t altra  torre  la  cima  RouenteJ  affocata  Et  io 

naBel  odore,  cbeBrnnacua  era.  0 con  le  Brune,  o con  le  facea  con  t’ombra  piu  RouenteTarer  la  fiamma . 

bianche  chiome , Ritbeccliio.  Lai.  rubeui,  rufut,  rube fieni,  l di  color  rofio . 

Imbrunire. Lat.obienebrarr,offu''cirt,nigrefcere.ualfar  Da  u.Tu  uedreBtd Zodiaco Rubecebio. 

bruno , & nero.  ‘P'e  t.E'mbrumrìetontrade  Sortente , .Arrubinare.  Lai.  pnrpurafieTe,eS-pnrpunfiare.  ual  tinge- 
Ratto,  tome  imbrunir  neggu  la  fera . Et  l aer  noftr»,^  re , ofar  rofio  t da  rubro.  Bo  C.  Et  mondani  pregando. 


lamiamentemibrnna.D  A u.  L'huom de  la  nilla,  quan- 
do tkua  imbruna . 

Ktbeno,  i legno, 0 arbore  negro,  tfi-pigha fi  in  ucce  del  co- 
lor negro.  Lat.  ebenui,uel  tbenum.T  A r.Hebcno  itigli, 
ifi-gli  occhi eran  due  Jlelle.  'HaùcTutta  S.Auorio , (fi- 
d'Hebeno  conte  fra. 

Pntporca,(S-  ’^ora.Lat.purfura,ofinm  àbap^„  M^o.  Terebenondentro della  cittì  Roggia  Smuocì 

;.  funifi 


che  ui  piaccia  di  arrubinargli  quefio  fiafiodel  uojlrobui 
mn  uermigho  ; modo  di  dtr  de  calcagni , calmi , furbi,  o 
trincati  fife  per  meta,  dinota  empire . Che  arrubinatemi, 
a-  che  xanzen  mi  mandi  tu  dicendo  amei  Haucua  ben» 
egli  mtefo  dello  .Arrubinatani,&  de  ’^nzeri. 

Roggio , ual  rofio.  Da  k.11  Sol,  che  dietro  fiammeggiaut 


Mercuri  A 


C I E 


L 1 O Mrrcnrio 

queiìo mUe moflrtrrT)A  n, Che thiimaM- fr4ndc uin- 


8ii 


f t iHllr  tt  altre , rumo  U ftpieiilij,e2r  però  dice . 0 jolte 
fregna  fi  ttedeita  io  teCiamc^  uirag4a  triJUmjii  gli  ■■ 
firaut  Ut  l'opera,  che  mal  per  le  fi  fe.  'Nsfur  lai  tele  per 
ragne  mpoJle,&  B o c.  nella  nijione  amorojà . Come 
la  nidi  cjiii  luna  raccolta  ’PlrJiiot  JIracct  in  Ragnmtii  ira 
fmutata  Fu  dala  Dea  perla  fuperbia  molta.  0-  come fe  ri 
uè  Tlùuo,fii  umentrice  del  Uno  0 delle  rat,  0 Clojicrp 
Juo figliuolo  troni  I Fuji . 


SCOLTyR^. 


puniti.  Lat.  rufut.  A»  i.  Gemme uerdi,e«o^ie , 

Robbo.  iat.  rubeni,  rufus . ual  tuffo.  D A n.  eoa  tan- 
to lueor  , 0 tanto  Hobiu  AJ‘appamen  jpltndor  dentro  p 
due  raggi. 

Vernitglioi  ualeaUrt  non  in  tutto  rpfo,  ma  come  il  fuoco. 
lat.jiauuiJuliUKipierpnreut,  calar.  Ttr.&Boc, Gii 
uiune  mi  ptnoMM.  f/an  macchia  di  l'enniglio nontior 
ta,  ma  naturale . Labbra  à naturai  l'em.iglio  mnanti. 
f'ermgtio Sangue.  V»«»iloi,l*  Tnviiuera,Bocta.  .A 
far  Tl.uifcana  di  iiuil làngie  f'emiiglta.\  t « h i c 1 1 Fio- 
ri, liafai,  \iO}iK.utRolr,Hiiic.F'enntglmxjailotC4l, 

Dmemaa  per  uergugna  F'ermtglu . 

SanguignOi  i uoior  r^ta/>purpurtHo,comt  di  fingue.LaL  Scollare, Statue,  Imagini,  Simulacri,  Culofii,  yaft.  Coppe, 
JanguiKeuuP UT.  yerdi  panni Savoncut  ,ojiuri,0  fiafchi,Scarpelli. 

pcrji.Di  ijua  dalmarphe  ja l'ondeScuayiQsc.Cbeper  Scukote.lat.jculptorjapacida.marmorariusjlaeuarim,  814 
ogni  piaggia  Fece  l'Lerbe  jànguigne.  IH  a m.  Che  tigucm  utlaior,  Utl/oglyphut . 

ii.oiir,.cadodiSanguigmjdèiidifangne.  . Scultori  ceUbrati .Tralftele,Fidia,Tirgolele,TubaUain, 

Scìrhtto.Lat.purpura^lruui,dibapba,caccui,concl/yliil,  Toticleto,\oi  ratrTbilofopho . 
murex  uaicMote  th  grana.  B u c-f'tiiita  diStarùiio.  Tubalcain  fu  il  primo  inuentore  della  fcultura , 0 prima 
lat.iaccinut.  iijiai  medua  con  panni  lunghi, & con  Scar  Fabro,  0 il  primo  ihefactfie  carbon  di  cerro  0 di  cabla- 

latti,0ioaMai.  ■■  gnoAi'inuintordeUaScuUura,fufigUualdiLamech,ue- 

hdinio  talare. Lat.miniumlo  miuia;0tmmacus  lobolot  de ^ilafua moglie, 

Prais'itelc  ,0Fidia  fmguLrilfimi  Scultori.  V et.  Et  fola 
ad  una  magine  m'atunp» , Che  non  fe  Ztufi  Traiptele, 
e Fuka , Ma  miglior  mallro . di  quelli  fi  nrggeno  aocbor  . 
la  JUWM  a mante  cauoUa  due  gran  canatli  di  marmo  < he 
dimojlrano  la  grande  arte  loro  . Lat,  Traxitcbs,  0. 
Thiduii , 

Tidili,OThidia,ueàdi  fòttaaToUileto. 


amumo , - -i 

\etóe.Lat.'mrtdit color,  color  prafinut.P  tr.In  Campo 
yerie  un  candida  -ArmeUmo.  yerdi  Vomii.  0.  F'crdc  lA 
jigna . yerdenaturaUtCome  delle  punte/i  herlie,uiua- 
0,giuBamle  ,pcr  iafiae,  meta. inui  fimoagU luoc  lua- 
gbi , uedilatauoU.  1 

In^co,  ual  tolare  aixurrinu  fiuto,  IM.  mdtcns  colar 


Dan.  Oro,  0 argeniojìn  ,0  cocca  ,0  bucca  ,Jndita  Pojiclcto  fiultort  rcctUemiffiioo.'Lat.  T.olytlrtus,  come 


Si» 


legno  lucido,  0 ferma 

Tinto.  Lat.tduluf,  & mfe(lui.P  ut. Et  liaio in  Roffail 
mar  di  Satamina,  "Ne  l'altrui  fangùe  già  Bagnata  0 
Tinto.  D’inudiaTmto.  D'amar  Tinta.  Iteiel  Tinto  in 
mfia.l dorati fuai  firaliinpiacmTmtL  (Specchi)Tjau 
nel  eterno  obin , 

Tingere  .Lat.0mficere.PtT.Etdi  biaaupanra  iluifb 
tinge. D A u.Tisicbetignemma'lmondodifitaguigiia. 

Otoiolare.Lat.fkuuiaturcuij’ulgidui,cnneus,coruliant,. 
mitam,mtent,  fulgurant , raJiant , rutilarli , dlufiris. 
Hoc.  Due  guuanettebivndeAome  fila  ^ Oro.  -dltiua»- 
lipelu0tibuutdi ycanie Oro . l loro lapetUcomc filato- 
ro  bivndiffimi.  P t T.EicapetOro  fin  farfii  d’argeatOi 
Erano napàd’Oraf Mura fparfi  .Sema  quel  ibeuede- 
finn  lettre,  d'Ora.toicrin  dOro.Tefienda  un  cerchia 
d'Oro  terfo,  0 crefpo . 

Sìj  Bicum-atùte . Lat.pbrygiapbiygionis.  Aa.  i.Lj  fopraut- 
Jìe  Ricamata  a tronconi  era  di  fnare.  Lat.  pulmarium  o~ 
puiffiue  phrygium . Vnlmarim  è ifneito  che  lauora  0 pin- 
geconlago  Ritratto  banca  ne  1 bei  Ricami  gai  toro  0 di 
nana  feto  di  fua  mano . 

Aragnc.  Lat. Mrachne. Dicono  lefauole,cbe  in  Lidia  fu  una 
feminadcttaMragnr,natampiuiolautlla0  di  mlle- 
gnaggit,ma  fi  dotta  neWarte  dt  ricantare, 0 m ogni  artia 
fido  di  ago  in  tela,  che  di  motta  umceua  tutte  le  altre, li- 
che  la  fece  fi  arrogante,  che  non  cMrota  di  jùperare  1 mor 
tatijuoUe  gareggiare  tong/i  Du,0  contender  conValla- 
de  Dea  della  fa  piemia  ; ma  V allude  la  ninfe, 0 fpct^le 


firiue  Turno  fu  SicUmo  de  Mgelade  famolà  mae/lro  nella 
Scoliuradifiepolo  .fiori  nell' Olympiaie  fCHteluuaterxet 
prefpi  a i trtiento  anni  del  Romano  fiata  :fcft  egh  molte 
■ opere  degne  di  laude  immortali , ira  le  quali  I Li  'Florma 
detta ntaibi  ,ondetoglieuanTejfii)ipiogliartcfìit,fico- 
•ir  da  certa  legge  di  quella  aru } Eli giouatte  delicato  0 
' malie , che  bauca  U diadema  chiamato  JffillSipStot , cioè 
1 Diadumcno  per  pregio  di  cerno  talemi  celebrato;  e' l fan- 
ciullo uirile  portante  nulla  detto  Jltpi^fOt  > &dnoat  1 
tria  1 dadi  gmocanti , i quali  fi  chiamano  ^yetHifórct  > 
dreni  iieli'atrio  di  Tuo  Imperadore:  della  qual  opera  nul 
k^i  perfetta  da  molti  fi  giudicò . Cofimfi  ftimahaucre, 
riduiiaafine  la  fioltura,0  haHCrfatta,0  imprefta  tara 
. le  nei  fuoi  mirabili  magifieTh  furono  nólti  in  diuerfi  età-  I 
ti, ma  per  ér  di  coloro , CO!  quali  Henne  a contendereil 
detto,  0 de  pm  laudati  furon  Thidia,  Chrefitia,  Ciclone, 

. Vhratumene,bauendoquebìifaiteCMmmargpne,0uo 
lendofi  confecrare  al  tempio  di  Diana  Ephefia  quella  ohe 
ptrlarogtuduiomigliorefitlUmafje ,ciafiknolufuaaate-  i 
ponendo  a tutte , dopo  giudici  quella  di  Volicleto,  laquale 
perdo  che  ogu  uno  kjtimò  dopo  la  fua  migliare  dell' ar- 
te fiu  aniefolla a tuice,dejitilequalifi fltmò queUa dx Tbi  J 
diS,'jiit  quelk  di  Cbrefilia,pai  quella  di  Cuhneda  quin- 
ta fu  di  Tbrammone . Tobcleioin  greco  figmfiia  huom  di 
molta  fama . 0peròdiceil  P t T.VermirarVoUcletoa. 
prona  fifa  Con  gli  altri , chebber  fama  di  quell'arte.  0 
D A il.  Efierémarmo  candido,»  adorna  D'iniagb  fi  che 


nonpurTolicleta,Malanaiuraglihaurebbcfiama. 

0 taglioUe  k lek  0 loauertiUa  m Ragna  i il  quale  am-  Scolpire.  Lat.  fialpere,  0 fiulpere.  P E T.  L'Idolo  mu> fcul—  815 
male anthauaanfqfiajariartificiofuaeMe tele, 0 per  pitainumo Lauro, Scnlpilo  per  le  fioHtttra'luaUreD*.'.-'’ 


/ 


Mercnrio 


CIELO 


Mercurio 


in 


Dan 

fetta 


Mcrcuno  ^ - 

N,  B niM  ha,cbtlgratiùrtt»  ti  Dogel  tHUiafra  U melk.Ut  &fifi^Jbm  uafif^tli  di  ui^o 
r.,.o,aguifit  dt dog,  : io iggere^g-t.i  cHoprc.per.  frr  coagoUredUtte.  S \Y!l  T^efiiy^  ^ 

Tbede^m  eruji  tramU  thegU  eoprm,  tuUa  tipetto.  muto  Utte.lnforfempreFtfte  U a l ombre  rìitut. 

Stcchia.  eir Secebit Ut.fitHU^u^ra. cadtis.&bMri-  Conca.  Lot. &pelms^ uafodiIcgnoAtrto.p  a n.  In  que 

* tormm^ree.  Hydria.iuafoérame/tdileguoperiMMre 

tciiUA  de  pozzi^  limile.  B o c.SifoUU,  Jinougi  ,U  u.  Conca,ih  i Urgi  m bocca,^  jlretta  nelfondo.& quando 

fJrecJe^tubu  nuou,  , &ìlogm,  di  acqua  fre-  fignifica  U fepoUuro  .uedia,6,i.&  quando  dinota  pe. 

fca  TofanoprePiLiSeubUcou  Utune,ful:tiametttefi  jcemaruuia  topi.  , ^ 

i,,tiàcal/per%arLt.&corSqJpo:(p:o.7{ot  flauto  Corjoa,oCorbeUa.lat.Lynter,  iuafo fatto éutrmnt, per 

Do^Mliumtèuafod^^^  8^1 

yih.Ut!S^  ^ ambe  proprio  quello  del-  tutra  tn  quello  txgbo  lo  fccimercato  <U  quello  Doglio. 

P ^t.j>hJu,ampu/ta,érfecodoalcum 

tbedogliofe  Vrne  Ti  bagna  amor,  mila,  per  gli  occhi.  . fiata  dalmno.DAS.'ljullt  lafuaftak. 

« Coppa  LMcuta.pateraZa!craJk^iiat^,rti.tu.l liuUa . G u^ftaBata . Lat.pbtala.i U tught^ara puctoU.  ho  c. 

èZakdabereJu!ificaupaMcÌflcaua£oj:.LaCoppa  GU Henne  nclUfneHraiaduta quella Cuana^ttadac- 

^e^tmnp.fnuLcoppadlorp.l'nagranioppado^^^  qua . £ttrouandofila  Cualladctta  nota . E,  Cuafladet-  ^ 

cl^^ZTcILfAKÌ^^&onuiencbe 

rilTtm  Calice  nel  gOT^jJabeuatptiglmlufia,  trg.hs.  i.Siutdearaccdtoinuaru  .AmpolU.L  .Ant^,. 

Ba£daLarleJJ^cdiat04,  ^ 

Nicchierò . Ut.  tyatbui . i tufo  i*  hio»  per  bere,  ucdi  a.  i potici  oh  era  IlfinM,cbefiUafarfauio  Come. 

* JsJappo  CatopJfcrdfObba.dC.  è uafodài  otre,  B o c.  Mejftr 

•oooaciS.  _ ^f^r(gomifeHelenoinHttT{appocoHHÌno.EtHoieuadi 


uiooatzs,  , 

«ofTolo.  Ut.  bHXolum.&py.xisàn.greto.&’PyxidtcHU.H. 

bugola  da  Jfetie.  hoc.  Et  non  fono  meno  oJoriferp 
ftano  i Sofioli  delle  jpelie  della  bottega  uojlra . la  .Aiuitfi 
cità  in  Tromotftorioj  boggt  Colla  di  malji,fp  prima  trpr'. 

iia/o  il  Bovolo  dedacaUniua  per  Urte  menuarefea..  ' 

Alberello^.  alueolHipiafcHlHm . i UiifoJlterrapiffolp, 
B oc.  Le  loro  cede  piene  di  .Alberelli,  di  Uttuarr,  tir 


wje #K*t w I»  »»«  —.luagli 

pardon  tre  due  beÙiJfimi  "Nappi <T argenta.  Difiderò  ébe 
re  di  quella  acqua  , fteefi  un  "Njppo  il anento  recare.  , ^ 

r K.  S A K.OUràdiciò un'Nappo  di  faggiocondue aree 
cl^beUifStmedelmdefmo legno. K r.  t.Bfttduuil'Nop 
po  fUacerdote,  lieto  per  abbracciar  DrufiUa  apre  le  brac 
■ B ò c Le  loro  cede  piale  di  .Alberelli , di  letticari;,&  eia . Ton  fu  la  menfa  un  bel  Nappo  d'or  fino  à fuor  di_ 

nZa  duino  delle  botti^uaouafo.col  quale  fi  met  te  ac-  Cimelio  iuafo  di  legno  picciolo.  Ut.Mq^.  lA 

quaai  MUOM  unaUro  uafo.  hoc.  CltOrauoH.i  fiifebi,  Oficatmo.  Ut.quafioruaptum.  iuafo  Sacqim<^nfe^t\ 

U Coppe.  Et  qitelio  deuofi  fe  dare  lOrcioletto , nelquaìe  Bpc.  Et  tratw  delTaniere  Oncamutatgeto  belli  fimi.  . 

tra  lUqua.  Ornici  piccioli  Orcioletti  *1  ho  dimofirofo,  & pieni  qual  di  acqim  rofa/jual  di  acqua  éfioriitaran^ 

r tbeoueloiKnriamJjafamlglia.EtunopUcioloOrcio.  Viuttiddo.Lm.UnxArpatm,aplmUe^uafi^  g 

UttoJlognefcimouodclfuobuonumbianco.  doperano  alla  menfa.  ImoBdia;^^^^ 

Vtrdio,  lucilo,  0 lMcUo.yo.  Cra,  capfacetJAtMterjtru.  B-p  c.  Con  due  grandmimi  T^ttejlt  i argento.  U^fe  in 

^ dimt'itriculusjecbytus.  i lorciuoloZi  olio.  B o c.  mano  un  grandfflmm  piattello  d argemo  .fopraj  qiule 

TZl“MeiloSolio.  raMclena,opauimdm^raua.Tu.AKi.gr^Tiatn. 

Amie. Ut. alueus, fitte aluus.apiarium.q. fono  uafi  oue  fodaUuaretpieé.& Ubes,tu,iduafodouefiUuanole 
btlutano  UapLDAu.Gia  eralloco,oue  tudia'i  ribom-  mam,doue  caik  [acqua^ndofiUuMlein^. 

ho  De  Cacqua,  ibe  cadca  ne  Coltro  giro  fitttil  a quel. che  ScorVrlU,  Lat.Scutelìq , & paropfu.  B o C.  Maleman- 
rfrmef2Zmbo  jera,  una  ScodelU  d'argènto  .In  cuana  ad  annouerare  le 

in  clnearo.lJ^caUtLèquafi^  p,moU&U Scodelle, M , 

cartbaluiÓ.icertocePofattodiuiuci,dfuodtmtmiliuoi  unSciAeUtnodifmfa.  -Pentole 

cauelìruccio  Ut.canlHellus.&caUéifiut.Unc.Mt  Stowe,h. fono i uafelUmenti da aicina.Tegghte,TcntoU, 
quaniolemandaua  unCanafiru,ccutdibaccelb,atal  -PMlelle.uediaCHtitia.a9ii. 

uolta  UH  matxuolo  di  iipolk  laahgie.  S A n C«i  Caneflrf  j n t v 

biani  biffimi  pieni  di  fiori,  U K.  . 

d'argemo.  En  grand, filmo  Panuropteno  di  cofi . Uquab  Artidi  . Magiaert . U»oraton  . Opere  . Fa^- 
uonitrimenlicbelPaniereodf'agM»  cbe,ScoU.Scqkri,Ufcepob,DifUm,Urr^elì^^ 

7pZT^Dbtrq,Ku.  à.Calìiitmemi.Cortt^imem,.^ipr^ 


Mercuri* 


CIELO 


Mcfeurio  '' 


te,  Cariaffieri . Martella,  Tanaglie, Incuie, Lima, 

faccbietio , Chiodo  , Forfiie , Force  ,Scarfcllo,  Tiichio, 
^rihipenguob,  MenJoU,Scarda(li,Mamthi  Inf  piare, 
fognare  ^Hrare,ammaejlrare,dtchiarareintcrf  mare, 
apportare,ammomre^aliigarc,mparart,aff  rendere, ri 
prendere,  affaticare,opcrare,  adoperare  iakor are, fabri- 
care,  martellare , limare . 

Atte,alirononè  ebe  la  nera  dr  retta  ragione  delle  cofe  fat- 
tibili. Lai.  ars,  artifuiumfipera  uiriiis,liicnlia,doSrma, 
fÌHÌinm4ifciplinapiia/nanus,raiiofacicndi,faeultas^n- 
-tttbeton ,incrtia  ..Ars eFi nera  ratio,  renanfadihibum. 
P E T.  C5’  B o c Belt .Arte,Grandiffima,Magica,Maga, 
Mttrinarefca.ajiai  Humìle.  Di  ’Hegromàtia.  Di  Magica. 
Utfna  .Arteejieràtaua.qnàto  può  far  .Arte.  Qjielcb’in 
finita  pronidftia  et  .Arte  Moflrò  nel  fno  mirabil  magifle 
ra.  "i{anicarfenx!.Arte  .nepforga  nep.ArleJ.  ingegno, 
oàftutu.Morta  fra  t’onde  la  ragioneett.Arte.  !ìjiejl,fn 
dato  a i'.ArteDt  nenderparolette,auxi  mégegne  0 p Sir 
te  dipace  odibaitagUa.  A«ti  Leggiadre, M.rghe.Ììntt. 
MaiHofirinòappreferb(qnelÌ.Arte.Omthonori,op,i 
feitna  et  .Arte.  L'bonor  di  qnelC.Arte.cbe  come  forma  ito 
s’iicorda  Molte  fiate  a C intétió  delC  Krte.C erme  del  fahro 
t .Arte  del  martello.Similmente  ope  randa  a Cartifla  C'ha 
l'habita  eie  T .ArtèA^  manche  trema.Con  fn  ferni  afarjk 
.Arti . Cb'ejJ'erfnolfbntea  irmdtuojlr'.Afti .dr  qnando 
arte  dinota afìniia,nedi  a jjp . 

Artefice.  Lat.  artifex,  opifex  B o c.  .Artefice,lanaÌHolo, 
MÌgUort,Sotlile.Kr.-f%r\ci  dellacittì. 

t\.nCRcio.Lat.& arsangeninm,indnflria  B oc. .Artificio 
della  natura  eS  non  mannaie. Con j'noi.Ariificn  i.ingegni. 
In  nna  .Artificiata  enfia  U fece  portare . .Artificiata  ^e- 
na.  .Artificiata  TiaccneÀexgta  di  coBei . l'ifi  .Artificial- 
mente pallidi.  Canaletti  .Artificiofamente  fatti.  Da  h. 
Secondo  Cartificn  figurato . 

ArtiBa.  Ziir.  artifex.  B o c.  Qjial  Tbibfi>pho,qnal  .Arti» 
ftà mai  banrebhe  potuto  .Dan.  Similmente  operando 
areifìa.  Vnra  uedeafinelC ultimo ofrtifta.  Qjialeratra 
casitor  del  liel  .ArtiBa . 

Mefticro,<jr  Mefiiere.  Lat.opus,arsArtificimn.ib  efierci- 
tb'dell'iirte.ìS  o c.Terbnofiro  Me  filerò  cb’aloropa- 
re'imquifjimo.Tn  fai  che  del  mio  MeBiero  non  ti  torri  un 
ianatoSAttefeafaril  [no  Me  filerò  antico.  Come  che'lfno 
JAefiterefofie  fiato  feruile  & quando  dinota  bijbgno . ue- 

tj  5 Maeftro  d’opere. Lat.Mafffier.  B o c.Mandifiper  un  Mae 
firo.Hor  haiuteintefò  MaeBro  mie  da  bene.QueBi  Mae 
fin  fon  fu  rudeii  a quefii  femigi  di  trarre  i denti,  yna  nec 
thia  Greca  pan  MaeBra  in  compir  ueleni  df  per  b ad- 
ie trino  MaeBra  mano. 

ìfiicBro  per  b precettore  ,&  in  genere.  Lat.  magifler  pra- 
cepiorAoBor drgymnafiarches,a.T  ■ T.rJr  B o c.Gran 
Maeftrud'amor.  eie  bordi  anali  Stole  f'erra'l  Maefiro, 
thè  de  ferina  a pieni . Gran  Maefiro  in  Saera  Seni  tura . 
.Affai  buon  Maefiro . Maggiori  MaeBri . Era  maggior 
Maeflra  di  beffare  altrui.  Maefireuoli  Caretpnette . 

Mail  ro.  PiT.f'fiir  buone  di  man  del  Majlro  eterno , Ma 
Maggbr  Mafiro,&  di  pin  alto  ingegno . 

Mag  iftero  , dr  Magifirrio  .Lat.&  opus.  P E T.  ér  B o C. 
Magifiero  MirabUe,Cburaper  MagiflerioA)'  per  belUrg^ 
ga.  Et  gli  futi  Maceri  affai  diffan.,ArtificiopiMae- 


flria.  Con  "Hnona  a Difiifata  Mae  firia. U figUuola  Maé^- 
firtnolmentemije  a dormir  col  Conte. 

AmmaeAraniento.  Lat.docnmmtum,praceptnm,prace- 
ptia,momtnm,adiuomtK,infiitutnm,  ratio,drgma,pra-  • 
ftrtpium.B  o c.L’.Ammaefiramcnioif .Antigono  L'.Am 
maeflramento  della  Balia . doglio  itene  ne  renda  .Am. 
macfiramtiuo.  Mille  .Arnmaeliramenn.  .Afcabne  .Am 
maeBraiifitmo  Dnia  del  bro  camino.  Tu.  La  femina 
.Ammacfirata.  Dan.  .Ammaejiraio  daUa  tua  jorcUa.  . 
lai.  peritns . 

.Amnuesìrarc.Lat  docere,erndirejnfirnere,inflitnerejrdo  8j6 
cere,  praiipcre , difiiplmam  tradere , cognitionem  dare . > 

B o c.  Lo  fece  ammaefirare  nella  nofira  fede.  .Ammae- 
Jlrata  alquanto  dell  aree  marinarefea . .Ancborcb'afiai 
ainmaeJiratofófie'nelCarte  della  guerra. Facciano  prima 
rffi,poi ammaefirino gli  altri.  ' -ci 

luBrnere.  Ut. &apparare,componere,firnere,machinari. 
nalammaefirarejMfegnare,&  ordinare.  Ari.  Gli  altri, 
ibi  a piedi  dtihia  cuualb  Infirntti . 

Scola.  Ut  gymnafinm.ludnm'literarmm,  mnfaitm .d’ina  ‘ 
dns  gladiatorinsja  fcoladifnimia  .Lndusfaliaionns  ;bt 
fola  di  ballare.  P tr.&Eoc.Ter  qneUheegb  impa-  'c 

rànetb  mia  Scola  .Scota  d errori . Et  hor  di  quali  Siob 
y errà'l  macBro,che  Jefiriua  a pieno  .lUbe  molto  piu  fi 
conuiene  nelle  Scole  tra  findianti  .Tdelle  Scob  deTbib- 
ffphanti . l’elle  Scob  delle  bggi . U Scoia  de  Uudefi  di 
finta  Maria  nonetla . 

Scolare, idr Scolaro.  Ut.  dipipului. auditor.  B o c.  Losco 
lare  CattiueBo , Sauio.  Che  di  mal  pilo  hauea  coperta  la 

. pcllr.Cbecofàfi^e  a mettere  in  aia  congliScòlarLTro- 
uerb.Tbofcano . 

Difcepolo.  Ut.  difcipuliis.  B o c.  Ci  lafiiò  due  Soffeienti. 

Difepob  .Oda  Suoi  Dibepobera  cupidamente  ufurpato. 

Gifcente. Ut, ualdifcepob.D  AV.Comeil  maeBnfail  > 
Difcente. 

Anania  fu  uno  de  difcepoli  diChrifio.cofluibattrgT'ando 
TaobapoBobgli  fere  ritornare  il  uedere.D  A n.Uuir  . 
tù  c'hebbe  b man  i .Anania . 

Infiignare.Ut.docereArudireAedi ammaelìrare.P  i x.Quel  8J7 
la  ch’amare  d bfferir  n’infgna . Cofi  laudar  d riuenr 

I ii^ria.TuluediamoT.che  tal  arte  m'mfegm.  Come  pof- 
s'bfinon  m’mfegni  amorei  Sia  la  mia  feorta  e’nfignimi’l 
ramino.  B o c.Seiafignargli  fapefiedoue.Cbe  non  tifai 
in/ègnar  quello  incantefimo.  Ttacciaui  d" ugnarci  doue.  T 
Mefier  Ricciardo  infi  gitana  aUa  fua  mogie  b fefle  d i li 
giuni.Ti  prego  che  tu  m'infigni  come  tu  foffèri  quefle  tue 
mgiurie . Standogli  in  bracin  la  natte  gli  injègno  da  fri 
dèib  laudi  del  fuo  mirilo . 

Moflrare.Ut.oBendere.  P bt.  Et  a noi  armata  non  mo- 
Brar  pur  l’ arco. MoBrarb  palma  aperta  e l pugno  chiu  ' il 

fo.Et  buia  di  f attrai  àel  mi  mofira , rm  mofira'l  uado. 
Hìuandomofirai  di  chiuder  gli  occhi  aperfi.MoJtram'al- 
to  fìgnordigir  al  cieb.Le  uogtie  che  fi  moBran  fi  infiam- 
uaie.Mofirandoal  fol  b fua  fquabda  fterpe.Mofirando. 
mi  pur  C ombra /il  uebjo  ipanm.  Mofirandoui  un  iC .Ago- 
fio  d di  Gennaro.  Di  Moftrarb  in  pabfe  ardir  non  haue,  ' 

yoUi  mofiranra  quel  ch’io  ueJea  fi  mprr.credea  altro  mo 
ftrarte.T u non  no  trai  moftrarti  in  alcun  beo . Troppo  fe- 
lice amante  psi  nuftrafii  .dpvi  mi  fu  mof irata  gente . s 
dito  ne  fari  moftratM  moftruomadao.il  camtn  immon. 

ftrana. 


J. 

■ -ì 


Mercurio  CIELO  McrciJr.o  nj 

firjan  Et  meftraaan  Jifon  U mia  iòta.  EtcUa,MtnM-  ci  far  di  ciifimi^  non  carMiufatti  aardali  faeton! , ■. 

gi'mibetHmimoJire.EtCelcaiamia  faa  arriàqaim»-  Fatare.Lat.ioi^alartconfaadtre,reJarguireatatatialare 
Jirt.  t pia  aer  me  ji  moHri  in  aito.  pur  ibr  aoi  mojlria  con  ripn afiene.  D A nJji  danna  nua  la  aoljr  in  lama  F» 

teSegnoaUanJipiciaie.^mormianiccOy^mofìrami  la^sl  confatalioae . 

oad'iouada  Duolmi affai pm,iith non moRro.M chiù  Ci(iigitneato,<!rCaPigammto.ljtrrprthcnlH),admiiii 
rueU  franici  moflro,  qucl,ihc  Hoflri  cui  faa  mira  Ito.  aal  pumcionr^mmonitiouc.  B o c.  Leggiadro  Gajii. 

bilmagijlcroMòna  ib'apoihilimolirigiamaiXb'amor  gamaUa  della  Martbejana  fallo  al  He  di  Francia.  Iddio  ■ 
molìrommifolio  quel  bel ciglio.  B o c.  aedi  lladiu . quel  Gafbgamitua  mandò . ..Ajfro  Cajligamenlo.  Ter  gli 
fig  Dàbtarare,Lai.exponL‘re,enudeare,intcrprrtari,deilara-  miei  OaHigamétiammidato.  llgrà  He Felke degli  aliri 
re,  dilucidare,  commentari,  amanare,expluare  ,pnfum  Spagnaoli  regni  Oalltgatore.uraiore,o  Honarea.\iM.Cli 

ebeere,  ape  nre,pal  imfaiere.  ual  ffianare.  P r x.  L'arte  darebbe  fi  fatta  Gafttgatura  alcuni  i ggone  Cafligaioia. 

taalìa  franoiallhoraanatle,Ma  treae  e ofeura  la  di  • Cafiigare:XF  Cafligarc.  Lat.pamre,ple8ere,i'umere  jappU- 
chura  & Pende.  B o c Forfè  pia  àibtarato  rbaurebbe  cium  mulS..re,iondemnare,damnare.  B u c C/rrj  uena 
[a^etioditaldunni.aiéa  cOii.  toprrduuerg!iammonirt,t!rga{iigare.(ofiadunquifa 

interprete. Lai  iHterp, ei.P  tJ. Maflnterprcumiome'l  gafiigaiolaruroja.Lorteliniiiilcgafi.gaionbaaeie.  Ca 

feu  piano.  Jhgaio  del  primo  errureXbiae  ne  gafligòcofif 

Importare.  Lal.portetatere^denotare.per  fignificare.T  i r.  Imparare.  Lai.difcert,pircipereaiprtbind.  reangeaioafle- 
ebe  uvglion  importar  quelledae  froadi . qai.P  tr.  .XltrodiUtn  che  imparar  non  prono . Ben  fa'l 

Corrcggimcnco.  Lat.  reprehenfio,  admonitio,  uellicatio,  uenbi  t impara.  Com'ho  faii’u.  Conuien  ch'altri  impari 

eorriUio,emendam,caSUgatio.Boc.SemtaCorreggi~  « le jnefinje.  0 amor,o  madonna altr'ufotmpari. D’arder 
menicdipaPorc  filornauanojkiolli.  Se  di  tutu  facendo-  con  la  mia  fiamma  non  impari . imparai  che  cojà  è amo- 
fi  Correggitore.  Tu.  '*•  Oiufogm  ben  imparo . Ter  quel  eh' egli  impari  ne  la 

Correggere.  Lai. torngere,eompere,caPigare,rtprehnide-  ima  fiala . 

re,  aimonere,  uelbcart , emendare , animaduertrrr , pUm  -Apprendere , per  comprendere , ìntenJert,pigUarr,  attac- 
nire,rigtre,moderan.  P et  Et  uedeamor,ihefueim-  care . per  meta,  per  imparare.  Lai,  difccre , comprrhen- 
pr.Jè  corregge  i’Ubonoraia  nerga , Con  laqual  Roma,  & dere.  B o c.  Loto  collumi  apprendendo . Laquate  ujanxa 

può  erranti  corregge  BoC.Et  pereti  chauetegb  ahn  a bauendo  le  donne  ottimamente  apprtji.Lj  doue  egU  di  be 

correggere , uincete  uoi  medefimo . Ter  donar  corregge-  coffami^  di  buone  cofé  haaeua  apprefe.  La  fede  egli  pre 

re  idift  tu  mondani.  flamente  appari.  D*u.-Amor  ch'ai  cor  geniti  ratto 

Riprcnfìonc.  Lat.r.prehenfiO  admomtio  Boc.  “Hiunt  ri  t’apprende,  idefl  l appiglia . tdgn  ti  maraaigltar,  thè  ciò 
pnnfionepuìcadercincotalconfigho  figoire  .Tantoché  procede  Da  perfetto  uedcr,cbe  come  apprende.  Cofinel  '■ 
iaftmia,&Klpreafionenonceiu  figua.  Sengaalcuna  bene  apprefimoue'l  piede  .Fai  tome  quei,  che  la  cofii  per 

H/p  f enfiane  aitendire  da  uoi.  laudano  non  lÙamentt  "onte  .Apprende  ben . Ter  apprende  r da  lei  qual  fu  la 

di  Riprenfune,ma  dUjfro  cafiigamento.  GmlìaRì-  ula,idelìimendeTe,ofapere.Utuoipmfienondecagioni 
prenfione.  Rtprenfioni.Agre.  Graulfiime.  delpadre.  apprendo, idefl  comprendo,  tono  fio . Si  cem’tgli  era 
alqnanu  Riprenfiri . candelabri  apprefepdefi  i omorefe.Cbe  lame  bngue  ne  fon 

•19  Riprendere.  Lat.reprehendaTe,adntonerejcorriggere,corTÌ-  bora  apprefe adeft  apparecchiale. Ma uoUnnonapprt- 
pere.T  l1.Sichorfiiinarauiglta,horfiiriprende.Etme  fir  ben  quell arte . 

flrfio  riprendo.  & mia  ulta  riprendo  Boc.Rtuolto(fia  Imprendere.perimparare.Boc.MimprtnderThilcfo- 
riprendere il  popolo. riprendendo i difauedati  difettt  in  pbiailmandòin.Athene. 

altrui,  aulii  di  riprenderlo  forte . Molto  prmia  della  fica  Fabro, Maefìro,  Sarto,  Scardafliere . .Anemie , & ineude , 8^  l 
tepidcgx^ . Riprefo.  Btu.  Riprender  la  aita . Martello,lima;r anaglie,Forfice.Sacchiello,SpiUo,ChiOm 

Kpi^iare  per  riprendere.  Boc.  FigUaolamtafitndiqae-  do,ScarpeUo,TictottcManUoJienfola,CnbTo^card^- 
fte  cofi  ti  crucci,  io  non  mene  maraaiglio,ae  te  ne  si  npi-  fi  .fabneart ^martellare,  limare  Jaaorare,operare. 

{•lare  ; ma  lodo  molto  che  tu  in  quello  fegaitiil  mio  con-  Fabro,  o Fabbro.  Latfaber,maileatorXabalcain  fa  primo  i 

'iglio  loloripgUaiCaltrbieTi.UuoiflabeneécofiifaU  Fabro,&  primo  fialtore.P  e T.L’amiqaiflimo  Fabbro  Si 

te  cofe  nonché  gbamei/na  gii  firaniripigUare.Cofiim  ri  cibano  fa.F  aitano.)  Boc.  Etti  coflumato  al  fuoco  Fa- 

pigba,&  K poto  me  ne  caro.Terche  quanto  le  loro  opera,  brodi  Gnue/ facitore  de  folgori  aitano)  f i.D  a n. 

tioni  (parlando  de  gb  Iddu)  ripigliare  firn  matta  prefatt-  Come  del  Fabro  lane  del  martello, 

ttane  et  befliaUafiat  leggurmenle  fi  può  aedmAH  qaan  Fabricare.  Lat.fabrtfiuere,condere,  edificare.  Tir.  Sìb- 
ilo aien  dal  nerbo  pigUare.aedi  a T5».  flifarfabruatilipraracqaed'Mbifio. 

BÙarguire.Lat.redargaerexotrgaere,refatareiaccufart  Si.no. Ut.  fàrema  ar, fatar  atjitann  ò’I Sartore. B o C. 
connprenfione.KtLl.Etfempreleragfonrtdargaeado,  Figbaolait un  Sarto. 

Ch'tn  tontraru  Kaggiergb  potrà  dire.  Scardafsicre.  Ut  lanariai,  è cobà,  thè  fcardafia  U Uni. 

-Ammonire . Ut.  admonert.  P E T.  Camipn  io  t’ammomfee,  Boc.  Forfè  S cardafiieri,  e pia  aiti  huomini . '■ 

Che  laa  ragion  cortrfememe  dica  Boc.jtnv  eraae-  Scitiiùi,  fonai  peltmida  pettinar  U Una.  Ut.pedea 
nato  per  doaerlo  arnmoaire.  DrammomrU  con  una  faa  pa  Uuarius  .Boc.  Biafimaado  ilacigmob , i peutm , c gU 

roU.  D A N.  i* era  ben  del  fao  ammonir  ufi . S tardafii . 

Scorgere  per  ammonire.  P e T.VmaolteChocontai  paroU  Ancude, &lncade.  Ut.  inats.incaditfetnhmi  generis,  è i 
Jwtajaiaertua,tfauaa(tmi.ioc.Etsanda>ifesnpls,  ftromento grande à ftrro,fopra  dclqmdei  fabti  batto,. 


Mercurio 


CIELO 


Mercurio 


«4. 


imSferrtt.  P tT.  Credete  yoi^he  Ctfareo  Marcello  fof-  coni,  t M:(pm , li  ipuH  gli  alti  momt,  te  dure  ròceieco»- 

pmeetaìTer lacitdegiamM^pernutrtelloiD  A N.iii  nien  thè  rompiiio . L a.  Ah  i.Tagliato  a Ticchi  tra 
fcaldo  ferro  inaiane  batti  incitile.  San.  Sopra  i fonati-  fcarpelU  U fajìe , 

ti^ncitdinibatlonoitMmaGioue.AK  t.Done  Battea  Schiodare.  Lai,  dxia>teikere,extrahert.  A h i.Scbiodam 
a Clneude  i folgori  di  Cioue . Ma  non  gli  fan  piu  che  fin-  pu{ire,eftraccian  maglie^ falde,Schiodandobor  piaftre, 

eudeCago.  e quando  maglie  aprendo . 

iAiTtcììo.Lat.mallens.Boc.SelefeminefkfleroJ'argen-  Cribroc?  iribrare,nediayio. 

IO  non  narrebbono  un  danaio  ,percbe  ninna  fi  terrebbe  a Architetto.  Lat.archneBns.i  quello  cbeeomparte&or. 
Martello.  Da  n.Come  del  Labro  Carte  del  Martello.  dina  lo  eéficto  ,fabnca  ,0  fmile . Pet.  tqjm  tal  dentri 

P I j.Ter  lncHdegiamai,ne  per  Martello.  Ari.//  Mar  .Architetto  com'toflnno.  Ari.  Con  betta  .Architettura 

lei  di  yidcauo  era  pin  tardo . era  fojpcfa . 

Martellare, per  afJitgere.D  ah.  La  dinina  giuSiitia  gli  ATchipenzolo.Lat.prrpendickln,regnla.amH/!u,norma. 

martelli . i quello  flromento  eh' adopera  CArchuettodettopiombìa 

Lima.  Lat.dr  feobina  peripfema  la  limatnra.  Pet.  ?'(f  0-  no,niediame  il  quale  fi  póngono  le  cofe  a retta  linea . 

urada  polir  con  la  mia  Urna . Io  mi  credea  per  forzadi  Men{oUt.Lat.procerci,miiiuli,tramei.iimcenolegHO 
fkaLtma;Tdsnpof30,&nonbopmfidolceLima.amor  che  fi  pone  folto  a frani  nelle  nmra  de  tetti  intagliato  in 


*44 


tktte  Ine  Lime  f'ft  fipra'l  mio  cor  afflitto  tanto.%  a n A- 
ckta  Umnla.  Akì.< hipal dtferro.e  chi  nna  Lima  forda. 
limare.  Lat.  & eltmarejeorrodere,polire,cxpoltre,perpoli- 
reaequareatxpnrgare . per  confimiare.  Par.  Si  par  che  i 
nomi  U tempo  limi,&  cnopra . 

Tanaglie.  Lat.fortept,cipi%.<ir  qnafi  tenace!  D A N £t  che 


foggia  di  figura, qnafi  lignam  mutilalnm;  & epyflilia  fi- 
no qnelli  che  noi  capitelli  chiamiamo  Dan.  Come  per  fi 
flencr  folan,o tetto  Ter Menfola tal kolia nna  fignra Si 
uede  gnengerit giox.hUalp.  tto , & nedrai  parimente 
CArchititinra  di M. Iacopo  Sanfomnoche  lofio  nerri 
fkori.yedi  yitmuio . 


faid'efieialkoltaTanaglte.À  RI,  Cvnmanio  firmgea  ìdonico.  Lat.mandtrinm  (jr  capulni.  B oc.  Si  comeid 
gmfa  dtT attaglia.  • Tamatnmodellaporta  , don  Mita, Manicodi  fcvpa  ,1» 

SucchiOjdr  Sutchiello.Lat.terebrum,hac  terebra  terebeU  fqnaccbera,^  altri  (dileggiando  ) 

Inm  diminktine.i  il  Trinello  da  forare  .detto  da  facchiare,  Opf  r»!  & Onra,  Lat.  opera,  opus.  P E T dr  B o C. 

idiHfkggeredier  che  a fe  tira  quel  legno^ue  fi  forati  bu  Opera  Buona , Tigna,  Leggiadra,  Gentil,  Mortale,  Ver- 


dina, Mighote,  Mala,  Fanc'mUelca,  Trcfente , ù’ Ara- 
gna.  D'arme.  Rade  nolte  riefee  alcuna  noflra  Opera  a lan 
dabil  fine . Et  con  C Opera,  con  C aiuto  della  fante  ope- 

rò tamo . Et  iforganlo  a far  l'Opra . a finir  l’Opra.  Suda 
aCOpcraynlcanodtOpra  perla  hbro.  Or tnclf  Opra 
Belle,Antitbe,  Sante,  Diurne, Frali,Di  ragni,l  eggiadre, 
Santiffime,  Laudate,  Maggiori,  yitnperofe,  yiinperen» 
li , Sconcie  , Maluagie . dar  con  l'Opere  peonie  pareli 
nera  tefhmomanxA.  fate  che  alle  nofire  bellezje  l Open 
fumo  nfiondemi . Molto  contrario  ilguidardon  da  Copre. 
Dan.  Indurlo  adonta  ch'amt  fleffo  pefi.Taitt'Ourd 
poi  che  fi  maue^t  fonte. 


co.Abaptiflomi  il  Trapano,cbe  adopera  il  chirurgico  per 
trapanare , e terebrare.  D a k.  Done  fvglton  far  de  denti 
Succ  bioJ.cbe  con  denti  trafiggono  i fnddui . 

Spillo  Lat. aculem,ò‘lpnnternolo,obruf caglio.  A R l.T'ha 
uea  Spillo /I  cortei  fnbito  fitto . 

Forfice.dr  Force  fempre  fi'trouano  nel  numero  del piu,ap- 
po  Latini  fi  fa  differenza  tra  Forfices.  f orpicrt,&  Fonia 
pei.Forficei  fono  quelle, con cm fi  tagliano  lefila.Forpicei 
ipeh.&  Forcipes  quelle  defabri  per  pighare  i ferri  caldi, 

(!r  (»rò  force  diremo  a quelle  da  pighare.onde  D ah  JA 
tempo  na  d' intorno  con  le  Fo  rce,&  potriafi  dire,tbe  C hah 
biapoflepetle  force jxhe'l  tempo  taglia,^  confuma  0- 
gm  cofa,come  fi  taglia  con  le  Forfice  una  uefle.  B oc.El  Operatione,  Lat.  operatio,opus,  motus.  Pet.  dr  B o c. 
t . irouatounpaiùdiForficeaiuttitomlòicapelli.ynpaio  Ter  Operatiou  de  corpi  foperiori.T{igromantitaOpeTam 

di  Forficette,  delle  quali  per  aucntnra  u erano  alcun  paH  Itone  , Moderata,  Maluagia . Operationi  Alte  & Tellem 

perlaflallaper  (crmgiodecauaBi.ConunpaiodtForfi-  pine,  yna Fuàna di  diaboliche Operatuni.  Ladtuiwc 
tette  gb  tagliò  alquanto  dall' una  delle  parti  i capellL  ginfiitia  tutte  le  file  Operattom  mena  ad  effètto . Tignerà 

«4i  Chiodo  efa/ONff.  L«t.  tidiau,i.  P ET.  Come  d'afiefi  madre  di  tulle  /ecofè&Operaiioni. 

trabe  Chiodo  con  Chiodo.  Ma  fi  nera  con  faldi  Chioui  fif-  Operare.  Lat. operano.  B o c.  Ter  fino  bene  Operare.  V'tr- 
fi.Boc.  Quando  con  un  Cbiono,&  quando  con  duci  pie  tuofameute  Operare.  Maluagh  Operare, 

conficca.  D AH.Tifiachiouatoin  megode  la  teflaCon  Op»rare.Lat.operari,facere,conart,patrare,curare,dar* 
m.iggior  Chioui,che  èC altrui fèrmone . Che  s’acquiflò  con  operam.  B o c.  Tanto  feppe  operare . Con  la  lingua  ape- 

lalancia,&coCb'iauii.ChiomARi.CbedaCapefitra~ 
he  ChiodoconChiodo.Comefit  dice , che  fi  fiutÀÌunltpo 
Talhor  Chiodo  con  1'  lodò  cacciar  fuore.  Cicerone.Etutm 
nono  quodam  amore  urte  rem  amorem,Taaquam  clono 
clauum  ,eÌ!Ctendum  putat . 

Scarpello.  lai.fcalpellni,&cnbim.  A r i, Tagliato  a pie 


*45 


rare.  Mal  operare.  Se  10  fipefSi  bene  operare  come  noi. 
Ogni  forza,  & ogni  arte  operando.  Ilcontrariooperan* 
do,  Difcrelamente  operando.  Miracolo  pareua,  che  un 
cberico  alcunacofa  magmficamemehanejse  operato,  ope 
rò  tanto  la  ghuane.  Tm.Tumordtfdngue  ben  opran- 
do oppreffe. 


chi , & ScarpeUiilfafio . Leuando  m tanto  queBe  prime  Adoperare,  Lat,  operari.  Pet.  E'I  del  in  ciò  iadopra.  in- 
rudi  Scaglie  n'andrò  con  lo  Scarpello  inetto . Tagliato  a damobor  fipra  me  tua  forza  adoprt . temo  non  adopre, 
punte  di  ScarpelU  in  nolta . Bo c . Dimmi  t io pofio adoperare  alcuna  cofa.Che  aò,cbe 

Picclii,  & Ticcont.  Lat.  fcalptum,fono  ftrementi  grandi  di  ' ladòpra  tra  mortali  ;fiadegU  Iddq.  Le  forge  con  gran- 
fcrrt  per  rempereficanar  pietre,  Boc,I  martelli^  Tu  difiimo  datmo  deli  affaticante  fi  adapenmo.U  forz!  ai. 

. altrui 


’i. 


X-  • 


' Mercnrio  CIELO  Mercnrìó’ 

tltrui  le  prederei, che  te  per  me  le  adopenjìi.Ciiftuna  ce  tpieilo  che  confifleméttiene . 


»»4 


fa  ma!  adoperata  peoeperenoimaamoln.  lofltoadope  Attilio.  Lata(ìiiikm,a(}iofiu.i  quelle,  che  è tuta  atto. 


rata  ottani’ anni.  D a n.  £(  cometfiici  thè  adopera  ^ 
filma  non  adopra  commcia  adoprrare.QemitUthe,t!reo 
fidat altro  lato  Eunone  fi  ihuma^  non  adopra  Se  quin- 
ct,&  quindi  pria  non  fgnflato  i non  fa  nero  prò. 

Scioperato.  Lai. ignaiinj  oi  iofns.yir  Ignaunm jneoj pecnt 
a prafipihus  areen , noi  dijoperaio,  noe  fenza  opt  ra  ah  u~ 
na,&peiò dilùtile cjr  f n^a pt njitro.  È oc.  Set  Ciappel 
Luto  thè  Scioperalo  fi  nc  dea . 

8+5  Lauoro,c*r  Lanorio.Lat.  «pai.  T s r.Lanor  Doppio.  Degnò 


&fóùtoafareCTOperare,t;rtpertnare.D  A N.  Che  eh 
thè  frena  .alitino  qnint  tira  in  fna  Jnftjmia . La  nirtnce 
.A  tlina.D't  bnoni  fjiirii  che  fon  fiati  .Alimi. 

InduAria  Lai.nai  il findto,&la fatica.  P tT.L'lnJnjlria 
di  quanti  hnomini  l'anolje  Ter  dmerfi  paefi.  B o c.  P'na 
coja  motto  dtfidtrala  con  liidufirtaaiqntiiafsr.lndiner- 
fiiuamiretifiidiU’bkmana  Indnflria.Cfde  cafiuarij 
ragionalo,  A r i.Sìjiantome  fiigerfan  Tutori  Indù. 
iiri.Ter  ariifiiio  é linlton  Jndniln . 

tnoiìrar  il  fuu  Lanore  in  terra.  .Altro  Lanoru.  T^imofìd.0  Facitore,  è quello,  che  fa,  Lat.fa{lor,opifrx,ilf.flor,con. 
firo.B  oc.  Lanvrtdtfcta.di  moto  II  Lanono  era  mollo.  daor,au(ìor,  creator, gemtor,arthiteder,fahri,atBr,  ■ 
SihmalSe  ognimattiuiptr  tempopcr  andare  a lanorare,  pater , eanja , prinapuim  , origo.  Boc.  Carlo  natgn» 

» a trouarc  Lanono.  Facena  urti  fnoi  Lanoreiii.  Dan.  cbefnil  pnme  Fautore  deTaladim.Si  come  Facitore  del 

Se  r unghia  ti  badi  Elemalnienie  a loiefio  Lanero.  ladiihonefiatofa.  lldeca  i Faiitor  é tutu  im.di  Et  il  co 

LauotÀCOte . Lat.  opcranm,  opifex,arlifex  hoc.  For-  fininaio  alfnocofabrodiCioueer  F autor  delle  folgori.Fi. 
teJicbnfio,LanoraloriMilcn,C!rToneri . l tuoi  jempre  Fare. Lai.facere,agere, molici, exequi, efficere.elaborare,  84S 
fiati  fono  Lauoratori.  l Lauoraton  della  terra,  iJefi  condere,criar,,generare,mathinari,operan,perfcert. 


Contadini. 

Lanorare.  Lat.laborare,exercere/>perari,fabrefacere,cole- 
recexcoUre.hoC.  Lauorare lauori difeta , tt  fmili. Si 
leuafie  ogni  mattina  per  tempo  per  andare  a lauorare,  0 
a Irouare  Lanario  .Moggi  ch'è  Udì  da  lauorare.  Le  donne 
dietro  andare  a ihi  megbo  lauora,mcta.l  Lanoratori,ihe 
uoflre  pofieffuni  lauorano,Lauofate  difor:(a.Acque  La. 
Morate.  Ongbc  ri  Lauorati  a marauiglia  Inunfuo  horto,- 
che  lauoraua  a fue  mani  Et  tutte  Jiuirfi  cofe  l luorauano 
di  jiiacdr  é palma,& di  cuoio  diuirfi  lauoci  facendo . 

EfR’ttO.  Lat.hmifiperatiofifus,coni  lulio,perle(ho  exitui. 
èiaoperattunr,ol’opera.T t t.  Temo, non aJopre Can- 
tra noi  no  la  mia  lingua  al  core.  Ch’a  la  o-igion  non 
a fiEff  Ilo  intefi.  S’è  buona, ond  è L Effetto  affro  mortale^ 
Ma  quel  delfuo  temer  ha  iLgao  Eff.  Ito.  l magin.tr, nà  che 
narrargli  F.rnrTt  MirandopergltEffeitiacirbi,ffi- 
firxrii.Boc.'H>nfudiluiig  l Effclcoal  fuo  auffa  Et  al 
penfierlìgv  lo  ittlerato  Elfeiio.  Le  uosìrt panie  m’han 
no  gb  Eletti  afi. 14  dtmoflrato  Conofaate  deU’aaaaiiiia  gli 
Effitti  Eff.ttl  Sactatijfimi  Dctrrminatt. 

fifogna.  Lat.neiefiitas,npus,Megocium.i  la  facenUa,o  cofa, 
Boc.  Come  fefie  andata  la  Biogna.  Miia  fiuBifogiia. 
Couuencndog'i  andare  a fare  arte  fueBuocot.  Etaf. 
tndenda  alle  Bifignt  fannghan  & domefiiche . Ter  fue 
Mifogne  uenulo  a Bologna.  Ter  certe  fue  gran  Bifogne.i^' 
quando fgnifica li btjognojieé a jij. 
t+7  Negotio.  Lat.  nrgoiium.  P i x.  £»  Trogoe  riede  Con  la  fi 
rella  al  fuo  dalie  Tlegotio. 

L Aerei  rio.  lat.  exertttium.  B o c.Sentendofi  per  lo  largo 
Efiercitto  dilla  perfino  atlante . 

Sjftrcitart.  Lat.exercere . P B r Dui  colei;  ib'efiercitar 
ut  file . B o C.  £c  fue  forge  cantra  una  femina  tfiercita- 
re  ComenclCarmeefiircitatoti  fta.  Lofiolarefiejfert 
Maua  per  rifcaldarfi . 

Atrione  la  faitiane  . Lat.  adio . jècondo  .Arinotele  è quel, 
lo  atto , onero  operaihne , thè  fa  un  fubii  Ilo  in  un  altro , 
come  quello , thè  batte  ;o  ihi  taglia  un  legno , cf  quello 
tal  battere , 0 tagliare  fi  dimanda  .Anione  ,prr.h.  iilrne 
dallo ag  me, & finifee nel  pallente , & quedo è U fello 
predicamento  d.AnHotele  nidi  a Taffionea  1 ; 10 . cJ" 
tidio  i la  tanfi  tbefi  dafeitJe,&  lo  far  efjtrtitio,  & tutto- 


■ir 


: .X 


producere,  compiere,  exigere,  finire etbioUtere,  < Ludi  re, 
termuiare,ad  exttuni  perda  cere  ,ad  umblkum  perducere, 
modMmfiatutre,faduLumimponere  P E T.Tcrfaruna 
Lggiadra  fuauendetla . CheCtunone  fuulfargelofa.'tqe 
trono  i hi  di  mal  far  fi  uergogni , m' inda  ce  a btn  far  f de 
qua  giu.  Di  qua  dal  mar,ihefa  fonde  finguigne . doue  d.  ■ 
morfa  nido.malnofirofiudioi quello, Che  faperfama 
gli  huoimni  immortali . Et  fai  pi  rche'l  peicarpiu  fipa- 
uente  O putir  mi  fai  eia  cefi  adintro.  ma  di  pietà  lafaciia 
amica. Tdonèchi  dtffefafaccit . cofi  fempre falciamo.  Et 
facciamifi  udirfffcome  file . Terò  l’alcuna  uolta  rido  , 0 
canto  F acciai  perche . Et  mi  face  obliar  me  fleffo  aforga. 
Torto  miface‘1  uelo.gir  mi  face  errando.  Come  che’lper. 
der  face  accorto, & faggfi,  il  unito  da  Medufa , Che  faceti 
marmo  éuentar  la  gente . Morta  i colei  ; che  mi  faceti 
parlare  . Facean  piang.ndo  un  piu  dolce  concento, 
che  facean  ombra  al  duo  fianco  penfiero . Facendo  a 
Uiragion,cb‘ame  fa  firja.  Facendola  fluirà  ogn’al- 
tra  gentile  . Facendo  contra'l  ucr  arme  i fophifini. 
Facendomi  cThuom  uiuo  un  Lauro  uerde  . Facendomi 
profitto C altrui  male.  Ch'i  non  faceffi  per  pittàdoler. 
fi . Fumr  facena  d mio  debile  mgegno . & fi  parole  fai 
fino  impcrfitte.  che  fati  Che’n  quefia  età  mi  fai  di. 
unir  ladre.  Famifi  perdonar  moli  altre  offe  fi.  bora 
felìremo  finirne  Et  fortuna, & amor  pur  come  fòle. 

Et  potete  penfar,  qual  dentro  fammi , Fammi  finttrdi 
quell aura  gentile . Fammi,  che  puoi  de  la  pia  gratin  de. 
gno.  Che  iio  ch’altri  han  piu  caro,  a me  fan  mie, 

Tlqn  fan  fi  grande  , & fi  lerribd  fieno . Che  fan  com 
fittfepra  le  donne  altera.  Che  maramglia  fanno  a chi 
tafiolta  . che  mi  fanno  anxf  timpo  uimr  meno  , 
Chei’miprefi  Dii  mio  figno  r uiiioruifi  fanno  .Fanno  poi 
gli  occhi  fidi  mio  peufier  uano.O  duo  fulgori  ardenti, ( h'a 
Ciri,  e a terra  cù  mar  dar  luogo  fanfi.e!r  deguadagm  Vcm 
ri  i dr  falfi  fifarii  rginne.  f araldi  mt  quel  che  de  gli  al. 
trt  fajjt  JnqucL'e  ffirOiihe’nme  anthor  faramnAlte 
rpt  ralKtni , ^ pellegrine . non  lofarephermi . Tl  fareb. 
he  allegrar,  firfi  V faiei.  t hefariangiri  mnnti.C'Hanni- 
bal^on  ch’altri  farian  pio  A farla  di  ciuil  Cinque  uermi 
glia.pir  farle  honore.Ti  r farli  al  tergo  I iti  uolandc  ir  ui.  ' • 
ui.TerfiUiiuttJludivpoffofaraeJuiqMeperfarmimonr, . 


.8 


Marcati* 


C I E 


ftr  farne  nenietu  1 fari  forfè  wt  mia  lanor  fi  doppio  E i 
tape  {oro  finfarfi  d argeuo  Ver  furia  al  bt  l Jijio  Molger 
ie  jpalie.  De  qua  duo  tal  romor  al  mondo  jajfe  .Tal  per  te 
Modofa/.iy.^  IH  no'l  fai.  Che  mi  fate  ir  ari  ondo  pi>igi,& 
monti.  L'alma  fatta  gentil  .Dame  fon  fottìi  uati  pi  nfiiT 
dine  I fi.  CofiTha  fallo  in  fi  rmo.  Che  ne  f e uantggia  r fi  lui 
gamente.  Elfel  minor  in  parte  { ^hpjudro.tbe  mifea 
Imo, CT  fi'ffirar  fou.nie.fi  a mal  guJagno.  fet  emi  Je. 
ter,  fecero,  fei  i ,fegbfi,f.i,  fefie,  femmi,  fenno,  feo,fer, 
ferfi,f,He,fia.  fiati, fi  n,ficno,fora,foran,fofie,fojitr, 
foji,foffin  fo!ìc,fi>niJofiu,fn,fkc  fu,  fanne,  fuijnrmi, 
furo,furon,fnjfe,  fofie,  fipi.  B o c.  ueà  flndite. 

Rifare . Lai,  mflaurare , iterum  facete , rifice  re , renouare, 
P ( j.Ma  innanzi  a tutti  ch'a  rifar  fi  nanne.  E rifarne  un 
più  bello  & pmgtjionJo.  B o C.  Tif  piu  li  ha  modo  dipo 
terla  rifare  h.  ggi  mai  .epifi  nfaceuano  come  hti  fignori 
(onbuoniffnnt  lapponi . lofi  pienamente  tl  letto  nella  f uà 
la  mera  rifier.  uté  l Indice  . 

t49  Tcnere,queUocbealtrimi  mi  fi  dirla  fare.  Lat.  facete,  lene. 
re,^habire.  P t t.  Che  tenni  gi  ocihimici  nuntreal 
elei  piacque  tìagnatidr li  li,Lorltlien  iriili&  molli. 
B o C.  che  di  là  niuna  ragion  fi  lenca  delle  lomariJi^iie- 
Jta  buona  donni  hi  terrà  comp.ignu  tanto  iheio  uadaa 
far  mi  iter  lo  lauvla . 

Eimrdire.  Lat.  redimere Jatcrari,  adipifii,  eonliqiii,  crufeori 
per  far  tutto  quello  ,ibefì  può,  far,  penfàr,  c.iuore,  iror 
re,o  procauiare.  Bo  c Cite  tu  haueui  quinti  fu  una  gia- 
nanetla  ,chetn  icneui o tua  polla , CT douUe  itoibctn 
poieui  rvuedire , 

Fatica.  Lai.  Lobor,dtffiiuUa<atrumno.V  E t.  Fn^iiUFo 
tiio,Cran  fatica. fémhe.Amorofe,  Lunghe,Tonte  Et. 
con  quefta  Falli  a hi  fgi  mi  jptiro  nairoT ulte  le  mie  Fa- 
7ICU  A ad  unaad  una,&leFaiiihebruéeilorlutti. 
Jtlfueflo  cantò  gli  errori  ^ le  Falli  he  Del  fighmil  di  Loer 
te  de  la  Dma.Ratie  fieli  ali  ntrar,  a l ulur  erte  ;Den 
tra  confitfion  turbtda  Cf  miti  hia  Di  doglie  i erte  ,0‘alk- 
gregpte ittierte . B o c.  Senza  Latita  Vienna  dimréeo, 
Tota,l'ana,Ltagg  ore,T.e,!nieJìurata,Sollenuia.  Ora 
Fatica  Grantlifjìiua.  f aticiii,  CrjM,Vajfate.  VitcioU 
Fama  Lat.armnnula. 

Fatico/b . Lat.  Jiffiiilu , labortofm  ,ar»mnalii , operefus . 
Ttt  Fam  Ilio  Voggio  ,Loco,  Fatti  afa  In  prefa , Salma, 
Fu.  Bue. FattcojO polena  effert ogm  affanno.  Bau. 
Suoleaf.mofinauianti  A i. 

Eatiiare.  Lat.  laborate,  lapare lùdareànfHdare,nitiaibniti, 
infiare,  u rgere,  comendere,  opus  facete,  mullum  opera 
ponrre,eouferre  magmi  laboràui.fe  frangere,  fe  exerum 
re,f‘tig  tre,  cnm  labore  aliqmd  ag  re,  lonaruho  C.  Io 
poffo  m. gfio fatuar  di  uoi.Faiicadofi  in  trouare  cofe  mol- 
to ifquifiie,  Ciafcunofi  dee  uolemien  faticar  fi  in  fare . £' 
da  dare  alla  penna , ^ alla  man  Faticata  npvfo.  Recare 
giamtui  dell  Faticati  a ioafono.  Calandnno  Fatiia- 
loJa'p  foJeUepicire.Lai,lapUi,eSrLifiatui.  Toitbo 
iluoi  all  una  parte  del  giorno  hanno  fai  nato  fatto  dgfOn 
go  ■iilrciii.  Donna  tu  li  fatichi  Pi  nano . 

8)0  ,AffalÌiare.  Lat.laborare,laffare.V  6T  Et quantoindamo 
laffuttta  cJr  fnda , 0 ticihiUtamoaffatitarihegiona^i 
eb'a  mirarlo  indarno  rn  affamo.  Boc.Cb  fludianti  ,i 
mai  non  p.  r pafsarc,ma  p.  rutlttà  adoperare  il  tempo  af 
f amano,  idefi  ji  affaiitan».sinja  affailtarfijt  egli  et- 


L O IfloA  ' ' 

tratofene  tutto  „4ffatUau.  tu  Ila  camera . in  uno  s'affku 
tea.  Inuano iaffituanlUne. D A u.  Cta/iuna l'affou 
ma . T{e potrà  rama  Ime  affamarne.  Che  già  non m’af.. 
fatuo. 

.Aciafiiare.  Lat.  dumttere,deficere,  cadere,  bh^cere,  prò- 
iumb.re,proiieruire,diminuere,bmare,lenttfcere,fie- 
fiere  uaitCiman,i/ dnutnmrr,& iquandouna  lofatù  ’ 
pi  teudofi  folli  nere  per  lafua  grauezza,  fi  bfeta  cadere  a 
terra  da  ad  {2" cada.  D A N.  £/  peri  bua  fu , umii 
tamba'itia  tont animo  ; che  umee  oj;«i  battaglia  Sciai 
fuo grane  lorpo  non  s'aciafiia.  A r i.Ma  b fua  imeniiom 
da  quel  eh  affuiuu  Huueagia  dt  morir,poco  i'aiiajiia,uU 
cfidinunufce . 

A gran  pena,  ual  a gran  fatica.  Lat. nix,  maximo  lumla- 
ìore,h<rcububboribut.T  A r Sdulibe‘nmoltanai.A 
gran  pena  I aiquiHa.Tal;  ih'./igranpiuaindtliati,pa- 
tafora.Carcer,iiuc fi  Uen per  jirade  aperu.ùkt  pcrjiret 
ti  ,Agr.  npena  fi  uugra.  Ataqualpin  prefpi„A  granpe- 
luin  ..  ilor fi. Hoc.  .A  grau  pena  fi  titupero . 

Diftcultà.  Lat-cr  nruhna,bbor,ni.ui,cr  lonaiua.h  o c. 
Singa  troppa  DiffiiAlia.  Se  tonijiulia  Diffiiulla  leuiogU 
fi  ironaficro,  befi  trokanugfi  anuii.  Dif/ii.111  ad  tuut fu- 
gar U forze  d amare. 

Malag<  uole, ualéfiinb. ueiia  *jt. 

Su  Jor..£4r.  B oc  nube  a madonna  Horcna  udendo  ue-  8)t 
mua  un  Sudore  <y' uno  tifinimeoto  di  cuore.  .Afiiugatii 
Caldi  Sniori,fi  rif'  bella , Et  i jvprauemiti  sudon  jeuad 
con biania  binda  A m. 

Sudare. Lat.V  ix.Sofftra  fuda  a topera  FuUann.El  qui 
to indarno t' affatila ofiuda.  Bue.  Voiibedi  fudarcfn 
tono  reflatl.  Gabriotto  amando  forte  pafià  delta  prtftUU 
uita.Cadaadtinoimtofndato  refio  CF  affannato. 

l F ti,  .A. 

VniA Delia J)bna,Lalomi,  Tucbu,The- 
bea,Trof(rpina,  Eiate.La  Luna  peribeb 
piu  kiiina  alle  cofe  bfenori  & per  quefl» 
ifimiballa  natura  di  qutUe,a- iufìuifce pm 
efficacemente . Sluesia  rtg gè  tb umidita  de 
IO) pi  il  pirche  nutrifieimttaiii&b  piarne,  &b  mem- 
bra oegU  amioali,^  perihcii  omrarta  aUa  terra  ,&  al- 
l’aequa,  muoue tutte  b eofijiellequali  k terra, e C aiqun 
predominai  de  moti  éuerfi  del  mare  ue  parlertmo  al  Mx 
re  tal  Iwg-  fuc  ama  b FU  n.ma,it  Femori  Freddo  C Hu- 
niido  l.Acqiui.iTtfiatori.Moltnauaifitnili,triDea  dt 
Legati,"Humii,C  orricTt,Mobdi,lHfiabilt,CrtdHliÀc 'no- 
ta, i dii Fulgii.de  Vi, bei  cb  Tmudi,Luf  uriofi.^  deiVa 
iifiii.  Qj<ieii,VUiidi,LietiJjb(  rali,SeruitiaU . Hr  dt  Far 
lunati  lumi  ri  amia,  il  fuo  metalbiiargrmoAìragli  am 
tubi  piacque  é fai  rarb  la  Ccrua , 

Luna.  Lat.  LtPAtfLatoiutfiliana,  DiSynna,  TriuiaiTrifor-  t f » 
niuJjiiinJ,Vrofèrpnu,Hctate,(ymhut,  Vbebe,  Cufico 
nemorJi,Vb.bicimlori.'Ufoniima iU  Lunanuoua  Pit. 

B o c.  Corunta  J'ouda,Kuonda  JmpalaJua  Jmargen- 
lata,'hfiueUa.,Anzi fi  nnoua,cumefab  LunaSfiiudoU 
Luna  molto fiema  . tffiudola  Lunauiqujriadi.iima,t!r 
iklV  u.  La  Luna  Impallidita  banca  perduti  i juoi  raggi. 

La  fonila  di  loiui,  ebe mena  ipoderofi  lanalli  portanti 
Ifhna  iuu.  Sopra  U weirn  4tlU  Luna  fiTaan  affajui. 

folto 


Lnna 


CIELO 


Luna 


font  U Lini  non  fofferft . Et  U fot  late  hiarìH  jhlJiU  Verno.  Lat.hyrm.  P t T.  c^'  B o c.  fredJo,Ligrimtlo.  TV 


tmu.lli'ol  diilno^oiLt  Lmi  .^lUiHe de U Lutu.un 
fm  penule  Stilo  del  imo  non  è lòtto  U Lutti . aedi  f Indi- 
tf . D * «.  Intepidir  piu  il  fhdda  de  li  Luni  .Tinto  ; che 
fwii  lo Jlremo  de  U Lum  tiuuhnfe  al  letto  jno  per  riior- 
arli.  Li  Luni  quift  a mt  ^ notte  arda  fitei  le  itetle  a 
noi  parer  pm  nde  Fitti  lom’nnjecibtone^he  tutt'irdi, 
iJeli gli  eri  pipili  li  teriii  pine  delti  notte.  Sxn.Et 
li  molliforate  Lu.u  potente  nel  ciclo  iT  negli  ofiuri  abij- 
fi.  Ari.  htoslnndo  tor  U tteunrm  Dina  Li  dritta  nu 
tol  Ikminoli  torno.i.li  luna. 

Diana.  P £ x.  tion  al  fno  .Amante  pm  Diint  piacque. 
Boc.Lt  freddi  Ditni  ne  intepidilce.  aedi  a iti. 


pilo.  Cofi  rofejir  mole  Ha  prtmauen , e'I  yerm  ha  ne~ 
ne ,&ghucao,  Maprufiilyernoltfla^ondepori,  > 
eh' amor.  Rofi  di  yerno,a  mr^4  fiate  il  ghuccio.Toi  qai 
do'l  yerno  l’aer  fi  rmfrefca . T epidi  foli.  ì{pn  piu  fitte , o 
yerno.Il  lagrimopi  yerno  nemico  a funi  pncerijitacndo  ) 
Roghilo  di  ff  ondi  le  felue,  & le  alte  jpiUe  de  monti  eccel- 
li loperti  é bianca  neue.  Aa  Ei  quando’ l l'erno  fjur.  e 
le  pruine.  "He  fiate  il  cangi.i.nelojpegae’l  yerno.Et  tri- 
IHO  a me:(i  Jltte  ardendo  l yerno  far  i lor  nidi  a piu  Soi- 
ui  yerm.  Dan.  Bolle  C Interno  la  tenace  pece . & aedi 
f Indice.  & a Scorpione  a S6ì. 
yemare . Ltt.  byemare  ,perfar  freddo.  Tst,  Di  fitte  un 


Litom.  Lai.  & oc.  Gli  quattro  uolte  cornuta  ,&  altre  gbiiccio,unfotoquando  ucrna.  D \n.  Che  di  qua  dietro 
tante  tondi  s'cramoHrtti  la  fgtiuoUdiLitont  dopali  miuemi.i.mififreddu,oflàilfreJda,ofl.imecomque- 

fui  partiti  di  Roma.  T>  n.D  A u.Cofi  anger  li  fighi  di  fta  freddura,  v redole  Odor  di  lode  al  fior,cte  fempre  uer 

Laiona  yedrem.  Pbt.  Il  figlio  di  Latona  (.Apodo  ut-  mi.fiorifce.&uUnda  uere.i.dinaprimauert. 
tendeado,cuèliiole)  hauti  gn  none  y ulte  guardato  dal  Suernare , i ufare  del  uerno . Ut.  byemare  definit.  Dan. 
balcon  fuurano . Mi  prima  che  gennaio  tuttofi  fuem . 

Luf  ini  ■ Lit.  U o c.  Il  Sole  poi  che  Lucina  chiamati  dal-  Freddo  ,fàH.  Lai.  frigut,algor.  Pei.  & B o c.  Freddo 
la  fui  midre  liuti  donò  quattiurdui  uolte  ad  uno  medefi-  CrandCyBreue.Mimuoiodi  Freddo.Eglifentiua  Freddo. 


mo  punta  i ritornati.  V h. 

Delia.  Lit.  D A N.  Onde  fc Carco  il  Sole,&  Delia  il  cinto. 
T.  Fin  che  Delta  andrà  pel  citi  errando . 
gfj  Ph,rbca.  Ltt.  Thtlici. Boc.nelVu.  Sedici  uolte  tonda, 
dr  altre  uolte  bicorne ci  fimoiìrò  Thebea  auanti . Gii 
Tbcbea  cunfieint  monditi  teiirut  metto  il  cielo,  quando. 
Cam.naroiiofi,tbe  primt  Thebea  nel  pariiniemo  cor. 
nuca  1 hiucjie  le  fue  corna  rifatte , efi  peruennero  all'i- 
fòla  . aedi  l'Indice  . 

Pro/erpina . Lat.  Uquale quella  medefimti  chela  Luna, 
dr  fecondo  i Toctiju  fighuula  di  Gtoue.dF  di  Cerere.eficn 


Freddi  Grandipimi.i& per  lo  adie.Lat.gelidui  Freddo  jfe 
re, Giorno,  'Hido,  Tempo,  Cielo,  Gbiacc»,  Foco, Cor „A- 
mor,  yoler , Smallo , Fae  o d a .Acqua,  Diana,  Lingua, 
Honefl.tle,5tigionJ>onna,Fomana.Freddilfimi.Acqua, 
y ni  fontana  et  acqua  Freddiffima . Rinaldo  fiijpinto  dalla 
Freddura  .Ter  la  fopraflante  Freddura  del  yerno.  F i. 
Tiu  freddo  che  neue,  che  ghiaccio.  Ond’io  bebbi  caldi,  & 
Freddi.  Frigidi  T^oce . 

Riffreddire.  Ltt.algereJrigereJrigefcerefiigcfacere.T  e r. 
yna  fontana, che  fide  in  fui  giorno  ejfcr  fredda,&  tanto  fi 
raf  redda  Qjianto’l  fili  monta.  Et  l’empia  nuberche’l  raf- 


fio un  giorno  ne  prati  dell’ ifola  di  SuìUa  ,o  pur  diydntu  fredda ,!$•  ueU.B o e.Temò  raffreddare  con gh attrai 

iaCaLbria,comenenfignaStrabone,a  coglier  fiori  fu  ue  daaniilfuoferuemeamore. 

fiuta  da  Tintone  Dio  dello  Iiferno,il  qual  prefi)  dalla  bel-  Infreddare. Lat  frigefacere.B  o c.Ella  il  piu  del  tempo  Jlaua 
lez'ga  della  fanciulla  Jt  rapi,  & feceféla  moglie.  Molto  lHfreddata,fi  come  colei , che  nel  letto  era  male  dal  mae- 

fiolje  tanta  ingiuriai  Cerei , ne  permadoalcuno  reHaua  flro  tenuta  coperta.  Lal.pttuofii,^phlecmatica.  , > 
fitiente,che  la  fighi  flefieapprefio  del  rattorc,  infin  che  AigcaccBtxitDl. Lat.algembruma,cioifreddoucriioBra  8}$ 


Carne  compofi  tanta  hte^l  qual  era  firatelio  di  Tlutuneitì 
padre  di  Trofi  rpina,&  eletto  arbitro  delle  parti,  giuécò, 
che  douefse  fiate  mefifelcon  Tintone  nello’ nferao , tSr  fé 
con  la  madre.  Quefla  ha  uirtù  in  cieto,oue  è chiamata  La 
aa.  balla  ni  terra , tf^idetta  Diana,&  halli  in  Inferno, 
ou'i  nominata  Troferpina.&  per  quefla  tripheata  poten 
tiadiceV  1 t.Ter  germinam^Hecalentriaairgimsora 
Duna . Et  perche fèi  mefi  dell anno  crtfceAìr  fei  diferefee 
fingono  ! poeti.cbe  fèi  me  fi  fiefSe  nelf  Inferno  ,&  fei  di  fir 
pra . Fingono  la  Luna  deW Inferno,  perche  maljiinamente 
adopera  ne  corpi  inferiori , Et  fòmma  mriù  è la  fua  ciru 
^ la  formatume,&  augumento  die  corpi  terreflri.Molte al- 
tre cofit  fingono  i poeti  di  Troferpina,  per  lequah  uogliono 
affrunereli  natura  delia  Luna  , lequah  bora  non  fino  io 
fropofito.  Gh  intubi  le  dedicarono  la  TipttoU.uedi  a Tla 
tono.  P E I.  £l  Tintone,  (fi'  Troferpma  in  dtfparte.& 
D A u.Ma  non  cinquanta  uolte  fia  raccefà  La  faceia  de  là 
donna  ; (intrmlende  Trofirpina ) che  qui  regge . 

*14  Verno,  & liiuerno,frcddo,Ghiaiào,Gielo,Celatina,'Hg- 
tie,GragmuolafPioggia,.AlgenuBruma . raffreddareaa 
fredfiarc,gbiaiiiare,  aggbiacaareAlfe,  gelare,  aggelare, 
jaggclartjumtcqre fioccare. \ 


ma  iuoce  latina  , ma  di  greea  origine;  laquale  fignifica 
quella  fiagione  c’ba  i giorni  breuifinui  albvgido  il  Sole  in 
eaprieorno,dalIa  cui  bremtà  ella  trofie  il  uomejicodo  che  ) 
ferme  Macrobio  nel  primo  hhro  de  Satumah,  come  fe  di 
quello,  ch’i  Grecidicono  hfuyyiuaf  fattone  fiabruma. 
.Altri  difiero  Bruma  uentre  dalla  particella  greca  Bfàiue  ò 
figmficante  il  mangiare,  coagula  la  o,in  u. perche  recaa 
dofi  I Romani  a aergogna  il  mangiar  fieTaltrui/mfie  ne  co  , 
aiti  ciafeuno  il  proprio  mangiare,  ey  fi  proprio  bere  fi  por 
tana,  per  nontfiere  detto  ^fu<fityit>  tuè  mangiatore 
ddtattruifcomediceanogUanticbiRomam.Bmmalius, 
Romolo , che fitKalirui  flato  era  nodrite  nei  primi  anni,  ■'ì 
quàdo  gittate  alla  riua  del  fiume  col  firatelio  fu  pietofami 
te  raccolto,per  léerarfi  da  quèfhcuergogna  cordini  i Brut 
mali,cioi  lOnangiare  alle  fpefe  alnrui  file  enfio  efier  necefi, 
fkrh,che  éuerno/juido  dalla gu.  rraacquetàdofiinocio 
fi  fiannojl  Re  nodrifea  il  Senato, e dal  pruno  cominciando 
infili  alTalttmo  comandaua  loro  chiamaffero,  iquaU  uolé 
dofi  partire  fónaicano  la  fera  per  fàp-.  rejoue  nutrir  fi  douea 
no.Talcòuito  bauido  Remolo  irouato  chiamò  per  nome  il 
taàvareJe  Soldati  Brumaho,che'n  lingua  de  primi  Roma 
m é fi  mangiare  delTaltrui..  Algemei  yoJjuina,(!r 


Lun* 

fignilict  frfiiò . eJr  ptrò  dice  ilPtj.  Fon , che  m'ariU  a 
U pm  ^/g  me  Bruma . 

Brumi.Lat.ueJiélbprj^lgeme.  P t T.l'Hbqmdofbiiili 
Foco^he  m'arde  a lapin  ulg  me  Bruma.  \ k i.Horpir 
fuggire  li  tempo  arderne, hor  il  Brumai  maluagto . 

ChiiCcio.Lat.glacies.  P E T.  Ghiaccio  Freddo , Indurato, 
Fier,  l'ino.  Chiaro,  DolceiVotilo,  B.  l Doue‘1  Sol kince  l 
Chiaciio,0-la  itrur-lemo  Chiaciiofarme.&  ardu,cr  fón 
tu  Ghiaccio.  E’I  caldofi^  tnr  la  neue'l Ghiaino  V h hui 
di  Ghiaccio  al  Sole.  Altri  al  Ghiaccio  fi  Jlrugge  Ohìc  mi 
nacque  un  Ghiaccio  T^rl  cor  fa'l  mia  cor  un  Ghiaitio.Mi 
cuoiono’l  cor  in  Ghiaccio,  e’ n foco . Accolgo  in  Ghiaccio  i 
fon.lo  uidi'l  Ghiaccio,^  lì  prefso  la  rofa.  IJ  o c.  Laqua. 
te  come  il  Ghiaccio  in  fuoco  fi  confuma  per  uoi . cgvioj'4 
piena  di  neur,&  di  Ghiaccio . 

Chiacciare.Lai.g  Ure,ioi g lare.V  E r./'edrcn ghiacciar'd 
foco  arder  la  m ue  i 

Sj5  Agghiacciare. Lat.gelu,& giade aflringi  g'-lafiere.T  I r. 
Chc'l  fangue u.  g i perleuene  agghiaccia . Chc'nunpun- 
to  m‘.gghiacii,i,\ir  mi  rifcalda  II  Rb<  n qual  hor  piu  ag- 
ghciccia.  Ma  gli  jpirn  mu  i i'a[  ghiaciian  poi . Et  jpc  molt 
^coou'.cgghuicciaMdu  fai  fi . / mici  penfitr,  ne  chi  gli  ag- 
ghiaca/ijcaliU.  denaro  m'agghiaciio.  IS  o c.Credi  tn  che 
IO  fàfenj.a, che  egli  flejie  la  giu  ad  agghiacciare  iS" era 
abitando  agghiacciato.  Dan.  Comefa  Chuom.che^a 
Ucncato  agghiaccia . 

Crolla.  Lat.erufij,tf‘  cruHu,i,pcr  logliiacciopofc  Dan. 
Et  un  de  rriffi  de  la  fredda  Crofla . 

Alfe,uale  raffreddi,&  agghiaccio.  Latadfit.  ulfudau'ct , & 
atfic.  Tet.  L'alma  cb'arfeper  lei  fi  Sféfio,^  alje.ibe  fa 
de  Falere  fi;  c^SÌ'arfe,^  alfe  In  poche  noni  d 

Celo.  Lat  g'iu  indeclinabile . uel hocgelum , & hie  gelus. 
P E T.  Gelo  DoUtfEHiuo.  Qjiinci'lmio  Gelo,  omfanchur 
midijlempre.D  a v.  Et loctopiedtunlagq,iheperCelo 
Hauca  di  uetro , <jr  non  dacqnafembcance . 7{e  le  tene- 
bre etemein  caldo , e’n  Gelo . 

Celato.  UU.gehdus  ,frigidut.  P i t.  Gelato  Cor . Celata 
Meme, Tg^e, "Paura, yirti.  Et  la  fanaulla  diTiccme 
torrea  ikta  al  fm amico  foggforno,  CiLati  Ko- 
ftirfUeni,  C»  H-r  i Trufien . 

Cetatina,^  KH.DegnaTiuiefitr  fittain 

Celattua  ,Jdéfl  CU  ghiaccio.  Lat.  acqua  frufultnta  tefli 
THato.netomttmuìu,  J 

Ceiare.  Lat.&geia  afirii.g',gtlafiert,x»ugeUrt.  9 K r.\4l 
durocorch'ametafUiegUi 

Aggelare  per  (cmg“Unre  D a u,  fiondi  Cocitotutto 
gelaua  adefi  eongdaiia . 

KaggeUre.lca.iterum  gciu  4^Mgi.DA  tt.'f'npecofidi 
cbc'l  piamo  fi  rafgdi.l.rajfreddt. 

857  ticue.  Lat.  nix  imiprrf ione  generata  da  freddo  mmeeceffi 
■re  di  hnmutb  cperche  tal  freddo  i miaorea  he  quel  che  ge- 
nera la  ghuuria  ,t!r  te  grandine  .,tr  ha  m fealquamu  di 
taUo.P  ET.  tir  B oc  T^utBuma,Folta, Tepida, Col, 
da,  f'ma.  Pcrcofia  dal  Sole.Fredda  piu  thè  Tgeue.Bian- 
fapmcbe'Hene.bauertleoré'Hnee.ero  nfatioalsd 
di  tiene.  L’*un,ti  topa^alSol  fopra  la  "Nsue.  Et  la 
rofe  uermigfie  iufia  U tiene . la  tefia  or  fiiio,<S-  Calda 
tigne  Inetto. Era  la  mau,th'auorio,t!r  tiene  auauga.Gt 
iatetijyi . La  tigutfian  tepidetìr  mgre.  D * Hr  Co/i  U 
Heu<alSoifiJiljigitU.At,l.<befoj^unfuiuo  (roddt 


CIELO  Segni  c;I.  Hi 

et  aria  grieue  Vtoggia  la  notte  le  minacrit  a tigne . 
tigmeare  Ut.mngcre.  lì  o c.  Effcnuo'ifiedJ,. grande, & 
muli  judo  tutta  tua  forte . Cb  alniero  addojjh  nongltncui 
cajie  I’  E 1.  Hor  tuona, hor  neutca.C  horpmue. 

Fio,  care.prr  neuKare.  Lat. ungere.  P e T Ma  pm  ette  neut 
bunca.  Che  tinga  ueutoin  un  bri  Colie  fiotchi.D  a N.ii 
iDwie  di  uapor  gelati  fiocca  Ingiufo  Caer  nofito . 
9xlii.:,clKfiiiomaggionchefiocchidiKuc.Lai.  cumutus 
muci  Dan.  Vioucn  é fuoco  iiUtate  Falde,Comr  di  tic 
ue  IH  talpe  finga  uemo.  Pij.O  fiamma , 0 roi.  jpar- 
fe  in  didee  Falda  Di  urna  neue.  B o c.  Faldeliati  di  bian- 
ca muffa . 

P'Ogg -.Cirandine «rilial capodetracqua.a  lOiS. 
Humido.  Ut  & budus,v  humedus.  T i i.Humido  /rrn-  85* 
to,l'i  ggio.  Gl  occhi  He  H tota-  balli . H umidi  gb  occhi 
femprc  et  m,o  chino  Humidigb  occhi, l‘una,cr  l'altra 
gota.  B o c Erag  a l hutmdo  raitcale,pcr  lo  qu.tte  tutte 
le  piante  i'appigi,aeui,uenuio , ideji  il  feioc  buieiano . U 
Humtda  Ombra  della  none . 

Tutteleabre  colè chefiMolotioiUapodclla Luna  fonopofle  - 
a gli  fuoi  luoghi  fiu  piopn). 

S E G t{,!  CELESTI. 

F gni  Cetejli . Lat.  planeu . Signa  calrfìit. 

Vi  r piu  chiara  nonna  di  quejb  S ■ g>ii,]jpcr 
dtbfiiamo  i che  nelia Oltana  Ipira  oue  («n* 

Ir  fitUe  fifjt  i un  cerchio  chumato  il  Z àba- 
co in  dodici  légni  di  ficUto,  nato  & diil  mo  i 
I BOOTI  de  quab  fino  M ornane , Tauro,  Gtfutm  ,<auiro, 
Leone,  l'ergine,  Libra , Scorpu>ne,Sagtiuriu,  l apruor-  > • 
lu  Aquano  eVefcciCF'  iiufiitno  traila  gradi  lungo.Sot 
t»  qUi  fi  ipaffaudo  1 fitte  pianeti  a giro,  fi  dicono  n quell» 
fign»  albergare  , fitto  dilquale  fi  innuono.  M i(,erthi 
egri  llagicme  ha  tre  fegm il  pruno  chiamato  mobile,  < h» 
non  ifi  rm  ita  anchoratafiagune  ; Cabro  fifSo,pc  ribt  eU 
ia  i già  fermata  ; il  tergo , megor/ii  ndo  partecipe  della 
flagmn  che  pafia  deh'abra  che  m:  ritorna  : Comi  d 
Montone  ib’i  fgno  mobile , purché  da  lui  comincia  la 
Viimautra,  t>r  Gemmi  megp,  perche  ha  partr  della  Vri- 
mauera,&ptrtedeUa  fiate  .CofiTuurei  fgnofifiodi 
quella  flagiene , camiofu  , che  quando  il  fòle  per  lui  fi 
mone  Trimauera i pieua  cjr  perfetu  ,che  laimamenu 
da  Timo  fi  dice  Plenum  uer.Emra  d Sol  in  Tauro  a tene 
pin»fìnadieàJ'Aprde,aquamidiMarzoemhorand 
Momone  comincia  ad  albergare . & dopo  le  aultoiird 
dette  da  noftri  poeti  di/iendercmo  alle  Stelle  .Ajin,  A- 
fluro,  Orione,  Zodiaco, T>»l»,AiCBcrb;fle,Cometa,ipbt 
tra , Tara  fieli, 

Arka,é d Momone  LitMriei.fingouoi porti, che  queHofu 
quellojtquatehaucuailueiod'oro  pafiòd mette Vbnxo, 
tir  HtUe;  benché  HtUe  cadtfsi  a megf'l  mare-, Ma  tiriiu 
mia  etnfèrub^  é lei  generò  Peone,  ^ fu  il  À/umeue  fio 
gbeélÌttluuo,eéTheopham:prTOiheTigttuno  ama» 
io t»l  fanauBaptr poterla  hauerrfitraifvrmòm Mtnm 
ne,& lei  trafformò  m pecora,  gp- però  quello , che  effi ge- 
ncratomfu MÌttmtJiqualduouoiporli,cbrglldutraf-  • 
formarono  m quefio  fremo  feguo  del  Zodiaco.'Nigidio  j 1 li 
ue.che  quefio  i quefio  mi^e,ilqiiaiappiaruea  Bauoqud 
do  ciducea  tefierciio  f ia  téla  aratolo,  cbmt  ni  i acqua. 


Segni  cdcfti  C 1 E 

Et  moUrdltuiufimteJiaqutleì  foUàKfiailt  re%iouc,& 
fCT  tal  beneficio  Bacco  lo  troiformi  in  qnefto  fegno,&  iom 
ue  era  la  fonte  conflitiiì  un  teinfioa  Cvme  juo  padre . il 
aliale  è lontano  iC^lcfandria  itEgmo].  none  giornate . 
Ha  qHeiio  fegno  una  ficlla  nel  capo,&  tre  nelle  narudnt 
nd  collo,  in  ciafeun  pie  énanv  una,  nel  dojio  tfnattro,nd 
la  coda  una , nel  nenire  tre , in  cufem  pie  di  dietro  una . 
Ma  Ufi.  landò  le  fannie,  qnejlo  fegno  feconditi  Mathema- 
tia  è nominato  Montone  per  firimere  U natura  del  foie  : 
aerolite  la  natura  del  Montone  i di  giacere  il  uernofulft 
tiiìro  Uto,&  U Pate  fM'ldenro,co{i  il  Soieit  turno na  al 
fintfro  hemijjierio  ,&U  fate  al  deliro  D * n.  Che  lofi 

germoglia  in  fuf  a primauerafimpucma  ; Cbenouur- 
no  Mrute  non  draglia.  Ari.  Ma  poi , che  Isolaci  aU 
maldiftret0,Cbcportà  TbrifoalluminòU^era,&  ^rpbi 
ro  tornò  fune , Cj"  lieto  M rinienar  la  dolce  Triniatiera, 
(iati  udendo  d sole,  che  entrando  in  Uriete  mlmefeJi 
Maret^ue  apporta  UprinapiodcllaTrimauera.) 

Montone . Lu.  ariei.  D a n.  Qjtundo  ambo  due  li  fgU  di 
intona  Couerti  dal  Montone,(!tda  U libra  Fanno  de  IO» 
ri^on.'f /N/ii’fne  saiM. 

1^3  Taiiro.  LatJamus  Erato[ìhene,Mraio,Cicerone,Higinio, 
molti  altri  auliiri  {iruionoUTauro  celefebauerenel 
lapo  cm  que,o  fette  felle  lucenti  chiamate  Hiadc,  una  per 
éorno,&  una  per  occhio,  & una  in  fronte,  &Uonde  na. 
fono  le  cara  i due  altre , lequaìa  dicono  alcune  non  eficre 


L O Segni  cek'lli  - ii6 

gliuoiediltucifp»  ftofuedaUnceo,a'daIdj,OnleIdn 


t 


eco  occtfe  CaSUirc,ir  ToUuce  Linceo  per  utndicare  d Iram 
ulto,  & Ida  haurebbe  oicifo  Tolluce , fé  Ciane  non  l'ha- 
uefe  jóccorfo  .Clone  adunque  gb  afiunfe  in  ciclo,  & po- 
figb  nel  terzo  fègaodel  Zodiaco  detto  Cenimi, perche  è 
fattodt  quelli  due  frategU,i  quali  erano  Geiaini,  idef  na 
ti  ad  un  parlo,  & ToUuce  immortale  parti  U ma  Lnmor 
taluàconCafere illche  fngonoi poeti , Terihe  quando 
l’uuo  di  quelli  fende  al  contrario  Hanifferio , ( altro  fate 
al  nafta . U /fri  ibcono,cbe  menta  tono  il  aelo, perche  pur 
garonuilmar  Greco  da  Corfali.  Mltnperihe  neUa  naui- 
gatioae  degli  a rgonauti  léeraruno  la  nane  Mrgoi  da  mol 
te  tempefcfinde  dapot  m culo  erano  inuocatt  da  iianigaa 
U,come  felle  fdutari,&propitq,  0-  quando  appannano 
informa  di  lutm,cefSana  fa  tempefa,ceme  pone  Thmo^t 
lloralio  nelle  ode . Sìuorum  fimui  alba  natii  fella  refuU 
fit.Cwiiidnnt  uentifugbmi^  nubes.Et  mmax/fuod  fu  no 
bure  ponto  Fada  recumbit . llcbe  ifmble  a quello,  che  a 
tioliri  tempi  fi  dice  di  fautHermo . Il  primo,  cioè  Tolbict 
ha  none  ficUe,dcUequab  una  nel  capo^bu  nelle  jfalle,  che 
fono  mabo  chiare . Cafiore  ne  ha  dieci , che  fono  in  tutto 
.tir,  onde  Dan.  parlauie  l'ir. dice,  Ond'egb  a me,Se  Ca 
fior , & Tolluce  F afferò  in  compagnia  di  qnefo ]fi  cchiO, 
Che  fu,elrgiu  del  f no  lume  conduce;  Tu  uedrefii il  zodia-  ■ 
co  rubecchio,  T-Tlel  dolce  tempo  del  Tauro,&  de  Cctiii- 
ni  Mi feou  di  Trogne,  & Thìlomena  deftomU.lra  lo  M- 
priUidr  il  Maggio,  uedi  a Sanonide  la  bifioria . 


S6t 


.ieUe.Ma  per  dir  dtlT  auro  quello,  che  neltf  fauole  fé  ne  „ , 

legge, Meono,  fi  come  degreci,  non  pochi  uogbono.elferJU,  Cancro.  Ut.  cancer.  Dan.  Si  che  fel  Cancro  haurffe  un 
i^uellojn  che  fi  trasformi  Gioue,o  pur  come  aWgido  ItlClmftallo  lluernohaurebbeun  mefrcTun  fol  dì  .& 

Romano  piace  queUo.colqual  Couehauulo  che  ihebbo,  , Cancaro^ctUémorbo.Ut.carcmmaMt. 

4a'ì{rttun»,»ndò  per  Earopa.U'^ade  per  quello  che  ne  Dan.  Cadendo  Hibero  fotta  tabaUbra.  uedi  8<* 

ferme  EreadeMtheneofnr  fitte  nutria  àBtccho  a- da,  aMonetaa  lJi.&a  TauroaS6o.& per  U Libra  di 

Ciouctraf Ite  incielo  pertorleatiradi  Giunone, &di  xii.oocie.uedia  ij $6. 

Jdcurgo,cbel.perl(vuiiau4.Mufeocjntò,cbeJ^MUMt,ScOTpione.  Lat.fcorpio.  Boc.  Temprante  MmUoì 
fcanuto&uecchkMiuro.&Sunanimphanoiniitjta  feddi  uilem  del  Scorpione  , ideft  éfttnttone  del  uer- 
Mi  de  toccano  fgbuùUnacqlierodoèci  fanciulle;  delie  no.Ku. 

qutbfettenefuronochianiateHiade.&ctnqueTleiade.  Sagittano.  iaf.  Ari.  Cbementreil  Solfunubilofofit- 
et  un  filbuolo  detto  Tante  A qual  punto  Sunfrpefi  dun  lo  II  gran  Centauro  (fendendo  Sagittario)  ideft  quan- 

Uanefertto,  & prraomorto.lefirocchie  tautopanfero,  doUSoU  entra  in  tale  fegno  nel  me  fedi  Tiouembre  net 
(he  Ciane  mofom  a compafitoue  U tramferì  in  cielo , ClT  «himo  dell Mutunno . & quando  dmata  lo  arciere . ue- 

pofe  le  fette  Iliade  nella  fonte, Ù' le  Tleade  (fe  credia-  dianPJ- 

moa-Hicandro)HclUcoda  del  T auro  ;o  come  pace  ad  Cipnf.OTao.Ut.eapncomus.D  a u.QjianiolcormDe 
HipparcodiìginoithtoingiudiTerfioiCbipmfauerdcl  Ucapradelcielcolfol  fi  tocca.  K Ki.Chepaffno  quel  fe- 

Tauro, & delle  Hiade  ctrcjfle,  legga  Higmio^  timer,  gno  .onde  ritorno  FailSokanoi  lafundo  dCapncor- 

prcfdi  Germanico, &lalj>ofitiontgrecad‘Mrato. onde  no.  qnefto  s'intende  tITopico  Hiemale,delquale  il  Sole 

éceUPi  X.  Siuandol  pianeta, che  éllsngne  thore  (j.d  piu  obra  non  trapajfa  ; ma  incomincia  rUoriure  altufro 
'Sole)  Md albergar lolTaurof  ritorna. iluandocolTan  Hemi^ero. 

rodS*h'adunaMaUaua’lSolgatimo,&  Cabro  corno  Aquano.  Lat . aquarius . Dan.  In  queUa  parte  del 
DelTauro.T^nhauràaUurgodSolmTauro.omTefce.  gnuanett' anno  Chel  SoU  i crm  fatto  l’Mquano  tem, 

S A N MpolloinTauro,o  in  Libra  non  alberga.  pra . , , , , . ■ . oa 

Gemini  LatjingonolefamU,chediCiouecoHuerfoinCi-  Veke.  Ut. pif ces.Macrtfu^biualuuoU  che  t nomi  di  tutti  Só} 
gno.&dlLcda  mogbe  é Tindaro  nacquero  Caftorc^eS*  » legni  fi  riducano  alla  luuurajlel  fide  Jinue  che  firn  det- 

PolUice.  Mitri  dicono,  che  due  uoua  partorì  Leda  di  Ciò 
ue  ut  Cigno  mutato,^  dell' uno  nacque  ToUace,&  Hele- 
ta  mogbe  di  Meutlao  rapita  da  Tarn  ,Et  queili  due  fu- 
rono immortab.dcKaUro  ufi  CaSìore  Clitemnciìra. 

Mbri  dicono  che  fu  un  lido  ueuo,&  di  quelle  nacquero  Ca 
flore,  Tolluce,  c Helena . Mlcum  dicono,  che  Cafiore 
fu  mortale,  ir  nato  diTiudaro,  cr  non  di  Game.  Tornan 
do  ToUua  ,dr  Cafìort  congb  argonauti , rapirono  te  fi- 


li Tejct,  a dinotare,  thè  non  fdamenie  gbanimab  terre- 
fìricir aerti  ,maam bora  tntti queib c'habitano tacque .' 
i poeti  fei  ondo  Higinio  écono,che  nelC  E uphrate  fiume  di 
Siria  fi  trouò  un  uouo  moUogrande,d  quale  duepefii  pin 
fimo  a terra , <Jr  le  colombe  lo  cauarono , ^ uacquene  la 
Dea  della  Siria,0-  la  ihiamarono  Fenus,  laquale  èucrfò 
li  Dii  molto  rebgiolà,&  inuerfogU  huamini  fommamen- 
te  inifiricordiofo,&  ofUiofa.  Fu  inucutrice  di  molli  arti, 

T inj 


iX: 


■'  , tx  ■ 


Segni  ccIcfU  C I 

(J-  thre  fojf  Miti  alla  aita  bumana . Itehe  udendo  Cione 
da  Mercurio  ^li concedette,  ibe  gli  addomandafie  qual 
grana  noleJSe.  Chicjè  la  Dca.cbe  jaceffe  immortali  i due 
Tefti  ,i  quali  barn  nano  confcruato  la  fui  genératione; 
Clone  li  trajlatò  in  quello  fegno  ultimo  del  Zodiaco . ma 
[uno  de  peji  i è fcitcni  rionale , & l'altro  è meridiano , & 
banna  te  c ode  iiolte  contra  l'ima  all'altraiEl  tra  loro  è un 
legame  che  U contiene  infume  wfino  a piedi  d’^ndroma- 
da . Il  VcjceSctuntmnaleba  dodici Jlelle,il  meridiona- 
le quindici  . Il  Itgame  ha  dodici  flette , fi  che  in  tutto  fono 
trenta  none.  Ter  queflo  bcnifliio  i Siri  non  mangiano  pe- 
fce,&  te  colombe  adorano  cerne  Dee . onde  dice  D a n.  Zo 
bel  pianeta  cb'ad  amar  conforta  Patena  tutto  rider  Po- 
nente P’elando  i pefei,  th'erano  infra  fona.  P s t.  T^n 
haur  albergo  il  Sol  inTauro,o’n'Pefce,  '* 

Orione.  Lat.tome  ferine  Higin  'tofra  le ftelk tiene  dalla  fi- 
mflra  mano  il  ballane , & neW altra  la  jpada,  & quando 
egliapforenubilofl)  apporta  pioggia  & tmpefla , onde 
dice  il  Tn.  Et  Orione  armato  Spezia  a trifli  nocchier 
gouerm  cir  fòrte , a hnitaiione  de  poeti  antichi . cnde  llOt 
mero  nel  T.  dilla  itiada  reffniJlac:  o-9vÌiflast,  tÓtì  <rSi 
ut  eifiarot  ,&Vt  »•  nel  tergo  dell  Eneida , ^rliurum^ 
pluhiaiq;  7{fgadas  geminas^Triones ^miatumq; duro' 
cireunlpictt  Oriona . & per  narrar  la  fra  Hiftoria . Fin- 
gono I pocti,ehe  Enopion  Refcte  ungiamo  uno  honorcuom 
le  conulto  a tre  Dei  óioue,'Hetiuno,&  Mercurio,  i quoti 
uedaidofi  bonoreiiolinciite  riecuuti , il  confbrtarano  a di- 
mandar loro  qualche gratia,&  egli  non  bauendo  figliuoli 
li  prigi,ché  gliene  concedefSero , ilcheuolendo  esaudire, 
orinarono  tutte  tre  in  un  cuoio  di  bue  a loro  per  quello  in- 
uolato  dicendogli , che  quel  cuoio  con  quella  orina  douejle 
con feruare,  & pàfSati  i debiti  me  fi  difoprìrto . T afiato  il 
tempo  ui  trouò  un  fanciullo  noto  in  qui  Ila  orina , alquale 
pofe  nome  Orione , cbefigmfica  orinario . crejciuto  coHui 
dmenne  i grigio  cacciatore . iimamonfii  di  Diana, & beh 
be  ardire  di  uuU  re  feto  giocare  aUe  braceia,dclcbe  Diana 
ind  gnatafud  ifc  con  le  pie  forze , onero  cim  lo  Scorpio- 
ne, che  b mandò  addoffo  ,ib'i  piu  da  credere , perche  te- 
uandoji  il  Scorpione , quello  uaad  occàfo . morto  Orione  , 
gli  Dei  mofii  a compafjfione  il  conueri trono  in  una  conflel- 
lagiene , comi  è detto,  & però  non  i da  pigliar  marauiglia 
Jr  induce  pioggia  ,^u  mpefla  quando  fi  leua  effendo  na- 
ta di  Orina . 

Polo.  lat.  polusardicus , &antar(licus  in  greco  fgnifica 
la  fiipri  ma  parte  del  cielo,  in  fui  quale  efio  cielo  li  uolge; 
come  fe  tu  toglie fli  una  fpcra  materiale,  & ficca  fr  una  Hi 
le  per  mezp , il  quale  da  una  fuperficie  dC  una  fperaarri- 
ujiido  al  centro  per  linea  retta  pafiiaWaltra  fuperficie, 
quelle  due  parti,  che  fimo  propmquead  amendue  i fori , 
, dou'imeffoloftile  .fonodettiTob, perche  in  fu  quelli p 
uolta  la  fpcra , Et  polen  in  greco  fignifica  uolgere , & in 
latino  fono  detti  uertices  ; perche  uerto  m latino  è quel- 
lo , ebe'n  tbofcanouolgo . Onde  V I u.  parlando  del  Volo 


E L O Segni  cdefti 

articodice.  Hicuertex nobis  femper fublamsatiUum. 

Sub  ptéhusflyx  at  ra  uidet,  manci^  profundi.  Due  adun 
quefoHo  i Voli  l'artico,ch'inelfettcntnone,&  FautartL 
co,chc  aluiè  contrapoflo  ucrfoilmezp  di. onde  dieed 
Vir  .Hor  uedi  inptme  l'un  e Cabro  ToloJ.e  flelle  uagbe, 
drloruiaggh  torto.  Stanconocch'ierdi notte  alzala  te- 
da duo  lumi,  eh’ a fempre'l  noftro  Volo.  &D  a tc.Co 

me  filile  uicineamflriVoh.I  miuolfia  man  deflra& 
pop  mente  ,A  CaltroTolo,&  nidi  quattro  delle. 

Jinpolare,  idtd  entrar  ne  pati, oinepoli . Lat.polos  inire. 

D An.TerchenonimloiOtUrnon  s'impola,  iJed  non  è 
fermo  ne  pob. 

Arco  cclcftc.  Lat.iris,ric,  uelridis.  IrisfigUa  diTauman- 
te,  Huntia  di  Giunone,  che  promette  ccrtiffima  pioggia . è 
uno  apparir  di  Sole,  odi  luna  in  humida,  c cauanube, 
tì-  continuata  in  uifta,  come  s'cglinclìo  frccckio  traluctf- 
fè.V  ir. 'He dopo  pioggia uidi'l celefte  jlrco Ter  Caere 
in  color  tanti  uariarfi.  San.  Et  di  tanti  colori  dipinta  , 
quanti  nel  cele  filale  .Arco  f quando  a mortali  denuntta 
pioggia)  fi  ucdono  uariare . 

Stella.  Ì4r.  &fydus.T  e t.  l^ualm  fui  giorno  tamorofa  J 

Stella  Suol  nenir  dC oriente imianzt'l fole.  Ciafiammiggia 
ua  C amorofa  Stella  Ter  ìonente.  Come  Stella  i he'l  copre 
Col  raggio . Si  come'l  Sol  fa  fpartr  ogm  Stella . OnieH  mo- 
toT  eterno  de  le  Sni.ii.URe  de  le  Stelle  rergineco- 
ronata  di  Stelle . Et  ueramente  fi-a  le  Stelle  un  Sole.  Ero 
rant) , lucenti , Chiare  Minute,  Mniori , Tleiade.  Boc. 
Come neiucldi  fercnt fono  leStcUe  omamentoJel  cielo. 

Il  cielo  nel  tranquille  fi  reno  moftra  le  chiare  Stelle . "Hsn 
uedi  tu  le  Stelle  Tleiade, che  pur  bora  cominciano  a figno- 
reggiare.  Tu.  Le  Stelle  haucuanogia  il  cielo  del pio  lume 
dip'imo.  T H.  CongUocchi  uaghi , & fcintiUantt  non  al- 
trimenti, che  una  mattutina  Stella.  D a u.Ter  lo  candof 
de  la  tcmperatsStella.  0 trina  btce,tb'umca  Stella  Scin- 
tillando a lor  uifta  fi  gli  appaga.  Bm.Tfe  Stella  fcorgpa 
nonecofa  alcuna.  A i . 

S tellanti . Lat.ftelUfer.  P e T.  Gli  acci  fereni  & le  'SteSaM 
li  cigUa.  Ter  adornar  i fuoi  Stellanti  chioftri . 

Aftro.  lat.  iftella.  Vtz.Et  chi  de  noft'ri  duci , che’n  dm* 
.AftroTaffarCEufrate.D  A N.  .A  pie  di  quella  croce  cot 
finn  .Aftro  Dclaconftellationchebrifponde.AKi.'He 

ual  lungo  offeruardi  benigno  .Apro . 

Arturo.  JLtft.  arClurus.  è ftella  pigrifiima  a fqreilfro  cor- 
pi. A-ri. C’hauefiedatouoltatlpigro  -drturo,idefi  fin 
che  uenga  il  giorno. 

Zodiaco.  Lat  .V>  A n.Tu  uedreftiil  Zodiaco  rubecchio, 
idefté  color  rofio. 

Cometa,  lat.  cometesgen.maf.  Capponai  è fem.  D a h. 
Fiammando  forte  a gufa  di  Cometa.  Sax.  Sotto  infeli- 
ce prodigio  di  Cometa,  di  terremoto,  dipeftilentiafii pm- 
guinofe  battaglie  nato , cjr  in  pouerti.  Ari.  ComePE- 
cbfie  ,ola  Cometa  fia , 


«'7 


LIBRO 


M 0 


MONDO 

TERZO  tun»  l’f'mHtrfo.lbe  U luct  éuina  è fcnttnnte  Vct 

D 0.  \muvrÌ2lLat.knbierfalis,commintis.PeT.(Dkralegge 

d’amor)  Di  itelo  in  terra  yrnucrfat  antica  .Boc.A'w- 
O K D o . Moniial  machina.Mor  nerfal  uergo^na  di  tutte  le  donne . La  Fniucrptl  moltitn 
lalinarca,VerpclHO  Carcere,  l'al  éne delle Jeinine.  Doioroja  F nmerfalmente a liafcuno . 

letFmucrfo.Hemifjiero,  Clobo,0-  Hcmirpeto.Lat.bemi^bxrium.& lignifica  mezza  jpera , 
nenie, Occidente.Mexg^  dì,  Sene  a-jpera  figmfìca  coja  tonda, tome  una  palla . L’HemiJjie- 

rioé]opraèiliielo,&fudagentili  datoaTa!lade,cya 
Giunone  l’Hemijjiem  di  fono;  cioè  dalla  terra  in  gm,  ma 
impropriamente; perche Hemif^erio ila  metàdeila fjie-. 
ra,tìr  lofi  la  terra  cornei!  deb  i ffiera,  coft  partito  il  mon 
de  ne  faremo  due  parti,  Cuna  chiameremo  [Herm^eno 
éjipra  ,&l'allraCHemilperio  difotlo;&  però  diceil 
P r.£f«el  cbe  eriò  queji'et  quetC altro  Hemijpero.^o  c. 
1 lo'gcmi  raiper  tutto  il  noftro  Hcrm^erio  baueuano  fot 
toihtaro.Et  tnmenahora  che' I grado  del  cieb  tocio  dal 
iloflro  orizonte  non  bfcia  C un  Hemifperb  all'altro  papan 
dofufoprabnojlreiafe.  A m.  lìuando  Vbcbo  lajiiò  il 
nostro  Hcmijpetio  feltra  luce.  idcB  cbe  fi  fece  notte.  T h. 
D A N.  0 quando  l'Hemtjperio  nojlro  annotta . Et  li  bor 
l'otto  [ Hcrmjperio  gumto . Quando  cobi  chetutto‘1  mon- 
do alluma  De  iHimilpcno  no  Siro  fi  dipende . Et  ucnne  a 
[ Hemilpcrio  nojlro . C'henu^no  di  tenebre  uinaa.  ideSì 
intitoli  cerchio.  A r i.Honar  de  l'arme  ,&  del  paefe 
Hcfpcrio.  idefi  d Italia  da  Hc^ero  fratello  iC  .Al  lame. 
.Artico  Hemifjierb 


trione,Lcuame,Tonente,Orto,Oc- 
cafOyUqudoue,  Orizgnte  .Asia, 

Europa,  .Apbnca,  India , Egitto, 

Etbiopia,pKO\  itiCit, llolc,Tae 
li,Eegioni,Cm\',  Terre,Caflcl- 
bd^iUe,Iiorghi,Fuhi,Tomdioccbe,Baliie,  FortezpQ,Té 
pi,Clncfe,MonaSìen,Conucnti,Campamli,Delubri,Sacel 
lt,Oratoru,CeUe,ìè.mtì  C i fPabgi;Preto\y,Cajè,Mura, 

Tacete,  Camere,  Sale,  Torte,  Fjci,  Fineflre,  Serraglie , 

Sj>arre,Camim,Battuti,Coperti,Tctti.Talcbt,Aibirghi, 

.Alloggiamcnii,'tiidi,Stanze , Ma%iom,][sdotti,  Ricetti , 

HoQntu,Halitaitonidlabnart,HMitacOti,lIoflelli,Sog- 
gbrrn.T ugurt,Capatute, Confi  rue,Depofttt, Granai,  Mo-  ' 
btt.Form, Fornaci.  ^\ll,Loggie,Tortiei,Cololfi,.Ar-'' 
cbi,Thealri,Speltacoli,  Scene,  Steli,  ColOnkd,  Tiran  idi , ' 

Tonti,Follt,Gradi,SCcglioni,Scabni,Liiintari,Giri,y ar.  • 
cbi,Fadi,Talli,Rofle,Traghetti,Sito,lJiego.  con  lultigU 
fimi  nerbi, & (Urinati , exabfoluta  perfcflaq;  cloquentia 
didus  eSl  abo  nomine  Calu,&  agntt  li  Cofmus^  Tjtha. 

goricis  DecatAuòd  eo  numero  fit  compaHus.  Timeus  ue-  Valle  per  lo  mondo.  Lat.  uattis.  meta.  P e y.Al  pafiar  qiie- 
ro  dixtt  eundem  conflare  meme  & necejfitate , & dii  efie  Ila  Falle . FaUe  di  Miferia . Cieca  Falle . B £ m.  Falli 

tanquam  Rempub.&  dei  templum , &■  a nonuullis  diBus  e colb . 

eli  D(na;&  non  mancarono  di  quelli  che  difiero  egb  efic-  Mortai  Marca.pfr  lo  mondo  Fo.Tr.  & dinota  contrada. , 
re U.mafia,l’Adunatbnedi tutti  imaU.  & habttatione . D a n.  Quand’h  udì  TarUre  in  modo 

Mondo.  Lat.  mundui,elìq,omne cumelemcniiieahm.lt  foaue.et  bemgno  Qualnonfilenteiiiquefla  Mortai  Mar  • 

■-  Mondo  fiigrubtahoraiUielo,&  la  terra  infieme,ettalho  ea.  Beato  te,  cbe  de  lenofire  .Marche  T.Tuiuer  megli» 

ra  fi  pone  per  la  terra  jida,comc  uolgarmfte  parbamo;et  ejperientiaimbarchej.de  nofiri  paefi.  ^ 

fi  parte  in  ciclo  CT  in  terra, per  b ctHo  mtnidfdo  daU  ae-  Globo.  lat.&  fgnifica  cirtob,o  ritendita  ; come  dclb  Lu  8PS 
re  m ni  dr  per  b terra  dall  aere  ingiù.EraloSlhene  ma-  na,&  moltiluéne  / huommi,  & <f  animab  ; & di  qualun 

thimatiiofu  mifurattre  del  Mondo . Vcz-CrBoc.  quecofamfieme  congregata, erpigfia fi  ambo  per  b mon 

Quattro  parti  del  Mondo.Tuttol  Mondo.  "HeHaUro  MÌ  do,  K ».  l.  Di  ciò  ehm  quello  Globo  fi  raguna . In  quello 
do  Fna  parte  del  Mondo.Il  piufcelcrato  huomodel  Mon»  ultimo  Gbbo  de  la  terra  Mettendo  il  mar  che  b circonda 

cb,Mdorno,Dtgiio,T{pflro,Tradilore,'N.oue,Sordo,Or--  e ferra. 

bt),l  ieco,ingraio,Trifto, Errante, Guaflo,Mifero,Mifcrri  Clima.Iar  èilpartimento  delb  Sphera,& fignifica  paefi . 
mo . Quanto  mal  per  b Mondo  boggi  fi  jpande.  D a n.  df  Cbmaia grecamente  fi  dicono b regiom del  mondo,aa 

Rimira  ingiufo;  dr  ut  di  quanto  Mondo  Sotto  U piedi  già  fama  con  tanto  fiatio  fin  quanto  fi  finta  uariare  i borob- 

■-  gio;uartarfi  fenfìbilmente  thorobgio  dicono  almeno  in 

mtgriA  bora,  cioè  quel  bogofa  dine  rfo  Cbrua  dali'abro  ; 
oueÙgbrno  nò  fu  é ntezg.a  bora  maggiore  o minore  che 
altroue.  P e t.  Qual  piu  diuerfa , & nuoua  Copi  fu  mai  ■ * , 
in  qualche  flramo  Clima.  Dan.  L'arco  Cbe  fa  dal  meg^ 
zo  alfine  il  primo  Clima . 


efier  ti  fa.  Cobo  cbe  uolfi  il  fiflo.A  lo  Sìremo  del  Mondo, 
trdtniroadrfioDiSiinfe  tanto  occulto, dr  manifeSlo. 

Ari,  'tlon  uedi  o Tbi  bo,  cbe’l gran  Mondo  Luflri . 

Mondano.  Lat.  mundanui.B o c.Tutte le  cofi  Mondane 
hauer  fine.Comggcre  I difetti  Mondani.  B e u.Dellemò 

duine  CO fc  K,  a f ^ 

Quattro  parti  del  mondo  inpiuforme,dr  da  piu  autlon  de  Oricnte.iaf.  & ortui.comincb  il  cieb  a mouerfi  da  tOrie 


ferine.  P ir.  Che  ntrouar  non  fiero  Dal  Borea,alAu- 
firofi  dalmar  Indotti  Mauro.  A R i.'Hpniinatafaridal 
lindo  alMauro  EdatAuflrmeaChliperboreecafe.  T, 
che  di  fileiidor  equa!  arca,o  ihefauro  T^n  uide  il  fol an. 
chor  dall  Indo  EooM  l'Ocean  del  lito  Hefienoje  Mauro, 
"Nf  da  CAujlrmo  terimno  a t Arto» . 

Vniuerfo.  Lat.  tot  in  terrarum  orbi;  .Vn.il  fignort,che 
rtgge  & tempra  l'Fntuerfo  .Set  Fniuerfò  pria  non  fi  rim 
fibe  .Dan.  Hpa  potè»  fuo  uabr  fi  far  fimprejb  /« 


te;  onde  meritamente  fi  fuob  in  quella  parte  tenere  riuol 

toiluifo  adorando, 0 pregando  Iddio . onde  ilV  n.diie . 
A pena  fiunta  inOru  ntc  un  raggb  Di  fol . Qual  in  fui 
giorno  tamorofa  ficUa  Suol  uenir  d Oriente  innangi  al  fit 
b . Quel  cbe  d'o<br,dI-  diiolor  uincea  L'odorifero,  flr  lu- 
cido oriente.  Già  fiammeggiaiia  l’amorofiflella  peri O- 
ricnte  .Topo!  iC Oriente,  i ontradei  Oriente  .Ferace  0- 
riente.  B o c.  Era  già  [Oriente  tutto  bianco.Tareua  to- 
ro (Tcfiert  tra  tutte  le fietune  tbe  nacquero  m Onente  . 


\ . t 


MONDO 

D A N.  ctucubioj  di  TittHttHtict  Cii  simbuncaua 
al  b.it%o  i Oriente.  B E M.  l'odorato  e In. ilo  Oriente. 

Orientale.  Lu.  aous,aoa,aoum.  P ( T.  Ortemol  Gemma , 

Colore ^cmpejla.  B o c.  Orteaule  Orrfonte.ìdcOe  par- 
liO'UntoU. 

Cecidi  nte.  Lat.  &oecal'us.i  dune  il  jìil  tramonta  .V  bt, 

"He  Ujiopiott  che  lael  rapido  m. ima  ycrjo  O.adetuei.  Lutopì.Lat.i  la  ter:^  parte  del  mondo,  latinalprefe  il  no-  gyi 
uer(òlajer.i . 'Hel’ejinmoOi.iidente.lnuerlol  Ouidcn  meda  Enropa  figlia  di  Cadmo, o tome  firinono  alcnm 


ha,  TaphlagoniafTaropanifaie,Tjrihia,Verfide,Thcm  ■ 
tia,Thrigia,Tomo,Sace,Sarmatiaaftalica,Sothiaden-- 
' troll  monte  imano,Schhiafnori  del  monte  imanu,  Nerica, 
Sogdiana,SnJìana.Taprobanai]òla.  P e t.L' .od fianco  era 
ini  (^vUendcndodiSapione  fratello  del  maggior  Scipione 
.Africano.) 


te.  B o c.Elgià  ì'Octidi  ntc  Ontonte  hanena  ricoperto  li 
carro  della  Ince,  & le  fiche  fi  nedenano.i.erafationotie. 
Le  manne  acqne  dOecidt  me.  D a k.O  fiati  dijfi  che  per 
centomilaTeriglia  fiele  giunto  a l'Oct  ideate . 

Occiàenta.1. Lat.&oatduus.  V BT.  Occidental  Fento, 
tìrLiio. 

Orto . lat.  & orient . D A n.  -dd  nnOccafo  qnafi , & ad 
un  Orto  Bnggia  fiede . 

Occafo . Lat.  01  cafnt.  hoc.  Il  fai  uelocemente  fi  catana 
att'Oicafo . nedi  di  (opra  ad  Orto. 

Settenmone.Lat.lèpt(mpinoJ>oreaht.plaga.glaciahc,& 
hyperborea.  Pei.  Che  Giunone  (noi  fargelufa  nel  Set- 
tentrione . 

LeiianteLat.orient  P sr. Qnafi dno Lenanti Di beltade , 
Cr  di  lume  fife  mbianti  .hoc.  Di  Lename  uenire  in  "Po- 
nente . Heilep.trtidi  Lename . Fenenio galee  di  Lenan- 
re.  D A N.  'Prr  modo  che  al  Cenante  mi  rendei . Folti  al 
Lenante,onStranam  Ialiti. 

Ponvnte.Lat.occidcns.  P e r.E'n  Ponente  abbandoni  il  fin 
bel  lume.  Quel  ibe  S odor , & di  color  mncea  L'odorifero 
& Indilo  Oriente  Frutti,  Fton,  Herbe,  & F rondi,  onde'l 
Ponente  D’ogniraraeccellemiail  pregio  banea.  hoc. 
Le  Cocche  uer  Poneme  negnenda . Per  laqnal  Hrada  paf 
fona  ciafcnvo  che  di  Ponete  nerfò  Lenite  andare  uoleua 


OTÌtonce.LatJjorh;pn.ènnpgno  cbedipartetl delo  in  due 
parti  fecondo  gli  afirologi,ilqnalefi  chiama  il  giro  é quel  Africa  èl'nna  delle  tre  partirei  mondo, ^ i detta  .Aphri- 


cCUgenore  ttafennoRedi  Phenicu,  & per  la  fica  troppa 
bellegjafn  da  Gione  amata , dmennta  pregna  panari 

Mtnosdihadamanto,tÌFSarpcdone,cir  Ciane  in  perpetua 
memoria  é hi  nominò  Enropa  la  terg^  parte  del  inondo. 
La  fanola  della  fua  rapina,  nedt  a pqi.  TfelT Enropa  fo- 
no trentaqnattro  Pronincie  cono  fante  ,cioiM>aia,la- 
ctnale  Ct  Hetlade,^  .Atttde  hor  la  Grecia.  Brttannia  i,to« 
la  0 Inghilterra, Cherfonefio,Corfiia  ifola,Creta  tf  la  fior 
Candia, Dacia  hor  Falacchia,  Dahna Ita  fEpirocliehorfi 
chiama  .A lbania,Euboea  ifida,  bar  Urgroponie,  Calila  , 
cioi  Francia  aqmtanica , Calila  lugdnmfi  hor  l^orman- 
dia,CaIlu  Belgica  hor  Piccardia,ijotoringia,Biitgondia, 
Callia  Tdarboiufè  hor  Pronetn^,onero  Dalpbinato,  Ger 
mania  grande,  Hifpagnabetbica  hor  reamedigranata  , 
Hifjiagna  Lufit.wu  hor  reame  di  Portogallo,  H ffiagn* 
tarraconefi  bar  Catalogna, Ibernm  ifolaJliiria,&  Lwnr 
niahor  Schianoni  t, Italia  con  le  fue  fidid  regioni,  Lagigi 
methanafii  borie  fette cafiella , Macedonia  fndettagU 
Migdomafiiria,Emathiajthepaglia,  Mifia  fnperiore  hor . 
la  Sernia,Mifia  inferiore  hor  la  Bifpna  ^ Bulgaria, Pan 
noma  fnpcriorc,Pannonia  inferiore  hor  F ngheria  ,Pelo- 
ponefiìo,qnafi  ijòla  hor  la  Morea.Rbetia  hor  Banaria,Sar 
digna  ifola,  Sarmatia  di  Europa  hor  Roffia , Sicilia  ijola  , 
Thracta,  Findehcia,  dr  Teorico  hor  .Anflria . P s t.  Si 
che  moli' anni  Europa  ne  foAira. 


la  parte,one  noi habitamoalqnale termina  notira  uijia,fi 
tome  là  onde  ci  nafee  il  fide  fi  dice  Ori'^pnte  Orientale ,cofi 
Li  onde  calando  fi  lafcia  Ondate  occidentale,  onde  U 
P s T.  Dal  pireneo  a [ultimo  Oraconte.  Che  a l'aUro  mon 
tt  Da  l'adnerfo  Qrrronte  Ciunto'l  ncdrai  .trhoc.  Già 
[ occidente Otrrsttte banca  ricopertoli  carrodella  luce, 
CÉr  le  Hellefi  uedenano,  .Auanti  che  l occidente  Ochtpnte 
fafie  dal  nel  toccato. D a tt.Memre  chetOrixpnt^l  dà 
tirncbinIò.CheipefciguiggansnperCOrigpnta.&Ori 
ttgnancbo  fi  dice. 

.ASI.A,  EFR0P.A,  UFRlCjl. 

870  AHa^Lor.  èlametàdelmondo,qnantoallagrandeT^ 

qnito  al  numero  è la  terga  parte,cofi  detta  da  .A  fta  rnmm 
pha  figlia  di  Thelis  et  dell'oceano Jaqnale  prefio  a que  Ino 
^i  tenne  [imperio . fi  deB’.Afia  maggiore,  come  della  mi 
nore.L'-dfia  maggiore  ha  c alquanta  Pronmcie,cioi  .A firn 
tuinore^lbania,.Arabia  petrea,.Arabia  defLrta,.Ara- 
ha  febee ,-drachofa,  .Aria, Armenia  minore,  .Armenia 
naggiore,Babilonii,Battriana,Bitbinia,Cappadocia,Car 
mania  deferta, Carmama  uri altra,Cihcia,Cipri  tfola,CoL 
chi,Drangiana,Difiuari  rcpone,  Egttto,Elhiopia,  Cala- 
lia,Cedrofu,CindeafiIireania,lberia,  India  drtroalgan 
ge, India  fuori  del  gange,Licia,Margiana  filedia,  Mefo- 
fotaania,Palefiinadaqnalei  chiamata  giudea . Pam^i- 


ct,quafi  aprica,  cioiallcgrantefi  dei  Sole , perche  i prina 
di  freddo  omero  detta  da  .Aphrouno  de  defeendenti  Su~ 
braham , come  dice  lofepho , 0 come  altri  àcono  figlinola 
di  Hercote  : ferine  Plinio  nel  quinto,  da  Greci  efier  chia- 
mala Libia . ma  Libia  fu  figlinola  di  Epapho  Egtttiano  fi, 
ghnolo  di  Olone, laqnale  efiendo  concnpifcibilmeme  nenu,. 
ta  nell  amor  di  "Hettuno  eartorì  Bufino^  nelle  parti  deU 
[.Africa  tenne  il  reamejaquale  dalfno  nome  Lbiafn  dee 
ta.  Sono  nell  .Africa  dodici  pronincie,  cioè  .A finca  minore 
hor  Tunigi,CirenaicaJaqualè  detta  pcntapoli,  cioè  di  chi 
que  Città.  Egitto  in  ferme, Egitto  Tbebaide  , Etbiopia  fo- 
pra  Egitto,  Ethiapia  pin  antlrale,  Libia,  Libia  interiore  , 
Manntama  tingiiamca  hor  è la  Barbaria,Maurctania  et 
farienfe , Tiumidu . Molte  uanefortié  Serpenti  fitro- 
nano  neU'Mphnca  , come  Chelidri,  lacoli,  Pbarce,  Cea, 
cri , Umpbifibene  .Dan.  Che  fi  Chehbri , Iaculi , & 
Pharee,  Produce , & Ceneri  con  Mmphifibenafie  quali 
tutti  parleremo  al  luogo  de  gli  aniinah  nclenofi.  affer- 
ma Plinio , & molti  altri  hiQorici  che  M -Aulito  Regolo 
Confile  de  Romani  nella  prima  guerra  centra  Cartbagi- 
nefit , nccife  in  Mfiica  apprefio  il  fiume  Bagrada^on  baie 
Hra,&  filmili  infiromenti  un  ferpente  lungo  cento  nrnti 
piedi,  r E T. Era'l granefhuom  che i .Aphrtca [appella 
(.idi  maggior  Scipione.)  S'.Aphnct  pianfe  Itaha  non 
ne  tifi.  & tre  Cefàri  .Augufln  Fu  d .Apbrica,un  di  Spa- 
gna jin  Lotertngo . Credete  noi  che  Cefaro  0 M arabo , 0 

Paolo, 


87* 


M O N 

TJtlo,i>d ^pbricAnfaJjin  cotsli.D  a n.  RtUcgnjfi  jtm 
fbrujao , onero  ^ngujio , 

TROf' Itisi £,  REGlOtll,  VjlRSl. 

Frouincia.  Lat.  prof  rumente  èia  regione  da  lungi  dalla 
lulu  conbaU-tgUaacquijlata.^  par  ambo  eficT  detta 
pronuKu,  perebe da  lungi  fia  mnta , (jr  fitperaia . jcrine 
£g  Jippuibehauendoil  popolo  Romano  jnpi  rato  aUnne 
ngioiu  da  Inngt  polle,  tir  quelle  guerreggiando  al  jno  do- 
minio J llomtl>e,ihiamakaleTroiiinae.  Mano  Cicerone 
{òpra  la  qnarta  ytrnna  mptgnaà  Sutùa  la  prima  di  tnt 
te  efien  nominala  Vrontniu.  Oltre  a quello  erano  nomi- 
nale TrouiniK  confulan,  alcune  pretorie /-t  ndncere  una 
regione  in  forma  di  prouincia,'ion  èaluoJUluo  cbe  j'oito- 
mcnere  la  regione  alla  potemu  Ronuna,  et  al  reggiinéto 
di  quella  mandare  lo  podellà.  Là  onde  fatto  è ebeefji  ma- 
gillrati  con  egm  ufiuo  lo  n>  impojlo  appellalo  fu  proiaa- 
tia , laf  I laino  , cbe  Trtmeiiza  è pei  regione  della  I rancia 
narbomfc  finitima  al  fiume  Rbodano  .Hoc.  Hauendo 
cercate  molte  Vroumae  cbnjluae . 

Zjq  Vluik.Lat. regio.  P « B o c.  Biion,Bel,Copiofó,Di!et- 

to.Lontano.  Fubgcta  anuuti  per  cufcun  Vaefii.Ti  uolga 
al  tuo  Taefe  almo  <3-  diletto.  Di  cbe  il  Taefe  è abondantif 


DO  1 18 

tutta  Orientai  chiamarodo/altra  Octidetttale.Iui  d Side 
quandoalbcrga  m Cancro  fiere  io  raggi  diritti  per  la  grà 
caldo  è cagione  cbe  non  pure  la  poluere  bollajma  ani  bora 
lag’nienediuengtnera;  Di  lei  Meroc  prima  città  Ila  fot 
lo  quimbci gradi  al  Tauro , come  Tiolomeo  ne  firme  ,ft 
che  quand  i djhlem  quella  parte  è giuntoabriito  la  tocca, 
& (calda . Sceme  SoUuo  ebe  di  Li  da  Mene  lòtto  l'tipii- 
nottial:  babitano  i Macrobi  cofi  chiamati  per  efiere  di  li 
ga  Ulta , ou'è  la  mrnj'a  del  Sole , che  lonferaia  la  opinione 
d'.Auicemueffer  nera  che  nel  giorno  deli'Rquinonio  fia 
la  pm  temperata  babuatione . Olirà  poi ucrjo  di  è 

un  monte  ch'arde  di  continuo  . E'  ella  per  quello  cbe  ne 
lirtuonogU  antubi  cofmegraphi  ehmfa  tutta  nelt ardente 
Zona , èuerfò  mexjio  di  daltOieano  terminata  .Tacci» 
cpulto  cbe  moderni  n hanno  tronato  namcamlo , detto 

perefieraluuigiaflai  mantfeflo.  L’Ethiopu  è piena  di 
Serpenti  uartf,  ^ fmifiirati  ; écefi  cbe  in  que  Ut!  s intri- 
cano quatirore  inique  mfieme,Cr  uannoper  mare , come 
nani , Cf  portano  d capo  alto  nulo  di  uete . onde  Dan. 
'HetaniepefliUntie  ,neftree  Mofirà  giamai  con  tutta 
l'Etbiapi  i . cJr  P 1 T.  Che  non  bolle  la  poluer  d'Ethiopia 
Sono  il  piu  ardente  Sol.  Verfeo  era  (uno, (3  uolh  faper  c» 
me  -Àniromada  gU  piacque  in  Etbiopia.  Ari.  ytde  in- 
nanzi la  porta  un  Etbkpo. 


fimo . Lumgtann  Taefe  nvt  inolio  lontano,  f nuli  Taefe  India.  Air  è tra  d met(to  dì  ,c3’  l Oriente,comincia  da  monii 


quàtunqne  fredda  lieto, cr  di  belle  montagne  .Et  per  ogni 
Taefe  è buona  li  tnza.  Solo  Taefe  al  mondo  almo,  &feli 
ce . Taefì  TJu:u,Aitli,  DnbbhjìtDineifi,  DlfcruSarq, 
Dhhabtuti.Habaati.y  n Taefaao.Tutu  i Tatfant,  Tocbi 
Taefani. 

Seno.  Lat.fiaus.perlopaefc.  D a n.  Recate  a mente d no- 
Jlro  auaro  Seno . <3"  quando  dinota  gotfa  dt  mare,urdta 
tOi6.  & per  Tetto,  a iqqi.  ^ Senno  per  io  fapert 
a iifS. 

Libia, Elbupudndii,£gitto„rdralni,Sorin,  Terfu,  Italia  , 
,4ulbnia,Greiia,hantia, Spagna, Germama,  o Magtu^t 
,Aleniagiufi  tamagna, Sibtauonu.y  ngariajCic  iba,Ar 
tadu.  Tonto, .ydrda,OiudcaJoma,  Macedonia , Marocc», 
Carta  Jlarbana,Cappadocij(rhr/Diglia,ThrJCU,Ueao^ 
nia,Litia,Lidu,yindelKÌa,GetuUa,Tbtnicia,'Humtdu, 
Epiro, Tbiegrt,  M.iranma,Uatgiana,Tbarfa^,Tbo,c 
jcjiia.Tnglia,  Calabria,  Marca,  Romagna,  Lambardu  , 
Fnnli,  Hifin*. 


Mediiip  è ngune  fàlubrrrimj,0'  due  raccolte  fà  di  bu- 
da  l’aano,^  jecondo  Dionifio  banca  cinquemila  città  ; <!r 
nouenula  popoli,  dp  tanto  fertile  che  non  mai  fi  parti  po- 
polo aitano  dlttàu  per  andare  ad  babilare  atiroue.fu 
giudicata  la  terga  parte  del  mondo . Baciho  fu  d primo 
thè  ne  triompbòi  Dopo  -dlefiandro  Magno,  tdtdè  maggio- 
ri finmi  di  qneUa  fimo  Ginge,  altramente  Geon,  {Jr  indo  , 
nltrimntiTbifon,eir  da  queHoè  nominila  India . Scrine 
Mrgai»]ihene,che  in  India  fimo  fi  grandi  firpenti  ebein- 
ghntti fieno i Cerni ,i  Ton  interi. onde  Dan.  Qnmi 
.Alrfitadro  in  quelle  parti  calde  d India  uide  (òpra  b fno 
Ruab.  dpPtx.  Trefi  banca  dal  mar  d'india  a qnel  di 
Thde.Tbihppod  finche  da  Telia  agflndi.yna  pe- 
na è fi  ardita  Làperl’tndicomar.  Dal  Borea  a (.Aufiro, 
otbdmarlnbiUMauro.drBo  C.Ptrcerta  eghnonè 
uenuto  d' India  ninno  a torti  d porco . Infitto  in  Imlia  Ta- 
Rinica . (irriforie)  Drappi Itidiam, 
Egino.latjtgyptus.Egino  Hà  da  b Leuame  dritto  ad  ,An  ifg 


'l.\bia.Lat.Liltyadanoiibmìdala,Afin>a,u»a  delle  tre  par 
udclmondo,(3-p:refierepoliaameggpdi  èfintia  freiU 
do.  CofinomiUJta  di  Ubu  figbaoLtdt  Epaphorcp  madre 
di  B ufirtàe.  yna  parte  di  ùbu  è detta  jiretmja  ,&  quefla 
è ania,&  ficia,rp  prina  di  fiumi, fimti,& poxxii  et  deue 
maimneaggiompioggieJLifua  terra  è tutta  rena,  et  co 
figuente  ih  r ile, nuda  dtberbejei- a akrt  punte , ripiema 
di  uane  ffictie  di  firpemi,  de  Ùqiiab  ne  fi  rate  Lucano,  dr 
Dan.  Pi»  non  fi  uanti  Liba  confina  rena , Cbe  fiche-  Arabia  Taefe  diuidéte  la  Giudea  dall' Egkto,detta  da  jlr* 
lidri,Iacok,i!rTbatrte,  Produce, cr  Ceneri  con -4m-  bofigltuoba'  P m.,jirab  monti.  Turchi, airo- 

pbtfiibcna.  hicCP  Caldei.  B oc.  yna  gnu  moltitudine  d’.Araii. 

874  Etlùopi».Lat.atbiopia.EtbomCneofgitificaardo,otiJe  Saiiz.Lil  (yria,&afiyrti .?  ix.Tal  ch'ella  fhfia  lie- 
i detta  Ethiopia  di  gli finifurati ardori  del  Solc,iqualibà  la  ,&  mrgogmja  Taira  del  cambi» ginafi  feruiM 

m fofianxa  di  produtregUhnomminenm  quella  rtgu- 
ne.  èpofld  nel  Leuante  dèlHento,Cp  U Vonente.Cpba  lom 
fine  t India  d" Oriente  Egitto  Ap  Ufrua  da  Tramontana, 

(<r  Marocco  da  Occidente . Onde  Hma»  ne  fa  due  paru 

..li. 


fìropl’Etbiopio  fi  àutde  da  quel  é Libia , oue’t  Tonente 
è detto.  Tra  tuitiglibuomiHigli  Egitti  hehbero  neprim 
tempi  [ anno  perfetto  & affoco , peraoche  erano  periti 
M .Allronomu.  P £ t. Egh m Gierufalem,  &ioin  Egttf 
t»,  quei  è Ce  far  ebe'u  fguto  Cleopatra  Ugo  tra  fiori  cjr 
(herba.  Cefare  poi  che  l iraditord’ Egitto  Li  fece  l don  de 
(banorata  icjla.  ( iatindendo  Tolomeo  Red.’Epilo.)uedi 
la  biliona  a 5 87. 


Tarlando  in  firme  deloribUiafttti,£t  fiorando  tl  re- 
gno di  Sona  ( parlando  di  Stbuce,q^  dodntiotbo  firn 
figlio  ,&di  Stroiomca  fina  donna . ) nedii'bifbria  n Sl^ 
itncaatdm. 


MONDO 


‘PerTii.  Ut.  Vtt. Tane  uefìkeahntnle  donne  Verfe.l 
due  thun  T roun,  c i due  gran  Verji  ( intendi  ndo  il  pri- 
mo cr  l'utiuno  Darlo .)  Hoc.  In  Verju  era  una  puce. 
noie  ufairta . 

Italia.  Lai.  cf-  laùum  ubi  bojìia  tyberina . ht^eria,&  au~ 
fon.a,anotria,laiurma  .Taifediuifo  injeciti  regioni.  15i 
Ultra  di  CenouafTboJiana.Terra  di  RonuifCalabria  dtri^ 
trOjTi  rra  di  tauoro,  l^uuipolo , Catabnu  di fuora , Tu- 
glu  piana,Tuglia,.ÀbrHg^to,Marca  anioniiana,  Roma- 
gna,Lomhardia,ManaTnuigiaiia,Friuli,liÌria.  In  Ita 
lia  prima  ngiiò  Satiinio^a  iui fu  delta  Saturnia,  V’ha 
Ha  da  Iialo  Re  di  Sicilta-,&  tmtna  da  Enotrto  Re  de  Sa. 
hini,&  da  Greti  è di  Ita  Hi fjieria,  & da  Latini  .Aufoma . 
T.  Liaba  i lunga  uemi , & mille  m.gba , Et  unita  in  lutto 
doue  ba  fignoi  la  uer.ii  unite  quaramatioue  miglia.  P t T. 
Italia  ihei  funi  guai  non  par  che  finta, L'ceibia  nanfa  dr 
lenta.  Italia  mia  bcmbtl parlar  fia  indarno,  (bei  al  uer 
miratpiefla  antica  tnadref  .i. Italia)  Madre  btiiigna , cr 
pia.Si  che  la  n.  gbiiiefa  elcadtlfargnfinltndédoltalia.) 
-d  tltalube  doghe  fiero  impiafiro . CIk  L antico  ualore 
HeVltalicocornoni anchor  morto.  B a c.  Mercatanti 
Italiani . Vuo  de  tnagmfia  Signori  c be  fi  jàpejse  in  Italia, 
D A K.Sufo  m Italia  bella  giace  un  lago,  A R i.Houor 
de  l'arme  del paefi  Hrfjicrui.l.it Italia. 

Anfonia.  Lat.èlaltaba  D a tt.  Et  quel  corno  d .Aufoma 
tbei'imhorga.hoc.  El  gb  abondeuob  regni  d‘.Aujo- 
nia . A M. 

G recia.  Lat.gracia,acbaia.danatjir  aegiatea . Mendace  ; 
cCT  F amo  fa . ha  fitte  p rouauie, cinque  tu  terra, & due  nel 
mare  .Hoc.  .Argo  antichijfima  città  di  Grecia  per  gU 
fuoi  pajiatURe  mobo  piu  faoioft  che  grande . f'in  greco  , 
Bottaccidittialujgia,a‘  di  Greco.  CoLlume  de  Greci. 
P E T.  Hqn  meni  tanti  armati  in  Grecia  Xerfe.  T<(gn  chi 
reci  conjùa  uaga  belleZKf  Creaa  affanni,  m T rena  ul 

timi  firidi . MiUtadecbc’lgrangtogoa  Grecia  tolfif.  Con 
gli  altri  fri , di  cui  Grecia  fi  uama . Et  quella  Greca  ; che 
jalti  nel  mare.  Greca  Hilloria,Gente,l'ecthia,GioHane, 
Topol  Grico,Gran  Greco.  Ma  fe'l  Ialino, e l Greco  Varia 
di  me  .MnlUàe  che  fu  un  Greco  Fabrttio . 

%77  Argolici  Lai-tìraigiui  fonoigrecuDaK.ìdondaVira- 
te.non da  gente. Argoliea. 

Francia  da  latmièdctta  Gallia.tireeltt,riim,lofrancefi. 

I T.  Stgiiita  Francia fecondo’lrum  Rde,  Che diuerfi  Aqui 
lonlacbiude'lRheno,Apenm  dal  Leuante  fai  fimilec 
Voi  dtHiriAuftroèmonteVtimeo;Et  daVotunte  ilo 
mar  di  Bercagna,(  h'Equitauia,&  Fiandra  tien  nel  fino, 
Rodano,Sinoa,  & le  Scolte  la  bagna  Con  altri  fiumi, ^ 
gran  prouinaefi  rra;  E ricca  molto,&  di  qui  pajio  in  Spa 
gna  . Bo  c.  Re é Franila.  Eifeguttandoa  cacitare,& 
ad  uciiderr  Francefehi . M/icr  Muf ciano  Frana  fi  rie- 
chijfimo , ergran  mercatante  in  Francut . P e T.  //  duca 
di  Lancaflro  che  pur  dianzi  Efal  regno  de  Franthia^ro 
tacimo.  D AH,  Et  di  Franceftbi  f -nuccbio . 

Spagna, Hiff>agna,tfi-  ljjiagiiafidice.LatJ}ijfiania,iberiaJ)t 
Ifieria ultima, aui minor  ,Iffama ulterior i la Cafttgba , 
hiffiania  citerior,i  il  regno  di  Aragona  j&-  di  Catalogna, 
quefla  infii  preuincie  i dunfa , cioi  in  Setbica , in  Lu  fi  to- 
ma Jn  GaliiiaónTarraconefian  Catabtgna,&  in  Canba 
gfuejci&la  regola  il  he  quam(ouiipofla  noce  innanzi 
che  lermim  in  notale  fi  dee  dir  Spagna.  & quando  fimfe* 


in  confonante  Hfffiagna  ; quello  non  i malte  ofiemato  da 
nolìri  Toeli,eome  quiui  appare.  Par.  Et  di  Crai, &é 
Spagna  addufierprcde.t' n itAfrica,unéSpagnaainLo 
tcruigp.Dal  pireneo  a C ubmio  OrnrpiUe,Con  Aragon  Lu 
filerà  nota  Hiffiagna,  Inghilterra.  Et  lajct  Hifpagna  ée- 
tro a le jue  jfial'.e,&  Granata,g>r  Maroceo,ct  le  Colonne.  ' 

B o c.  Era  andato  m Hifpagna . Alfònjò  Re  d’Ifpagua , 

Voi  non  hauae  animo  di  Uiuentar  Spagnuolo  .Dan. 
Vunbio  tir  Caliroandi  infiala  Spagna . Vunje  Marfiliq  , 
cr  poi  corfe  m Hijfiagna.  & cefi  nidi  bauer  Dante  offer- 
uata quefla  rigata. 

Gcnnania.6ir i Lamagna. prouincia , Calta, ^ la bajfa ; Jyg 
l'alta  i circondala  dal  Danubio  ; la  bafìa  dal  Rheno  uerfo 
mezzodì, finche  fi  ai  tuffa  nel  mar  del  Settentrione , & 
dal  Toneiite  COii  aia)  ; ficondo  uogliono  alcuni  ui  fono  CiM 
ijuantaquaiiro  naiiont,^  gente  ferocifpme,come  il  nome 
loro  rifuona.  T.  Due  le  Germanie  fon  C alta,  & Uba  fia , 
Volta  il  Danubioda  Ltuantebga  Voidatfuonidouer  la 
Tbraciapafia  ; Dal mcgpyd)  U baffo  bagna,  df  frega  il 
Kbeno,^  quello  mai  non  C abbandona  Infin  chi  giunge  al 
mar,  in  culi  annega  ; Di  uer  Settentrione  l'tncorona  ,& 
dal  Vanente  antbor  il  grande  Oceano , Che  come  uedi  a ■ 
tutto'l  mondo  i zpna;Moni’A:ho  quiui  fignoreggia  il  pia 
no  ,'Hpnminordi Rifio  fen^alcun  fallo Bcnch’.g'imo- 
lln  piu  [olingo , & firano  .Ptz.  Et  da  man  delira  ba- 
uea  quel  gran  Romano;  Che  fi  itt  Germonu,  & Francia 
tal  rouma . 

Lamagna . Migna,&Alemjgna  D a h.  A pii  de  talpe 
che  ferra  Lam.’gna . 

V innonia,  i U Vngbcria  .Asn.DeU  corona  di  Vanno- 
nia  opima . ? 

Cilicia  VrouinctaneW  Afta  minare flui  la  Spelunca, 

Arcadia.  Lor.dr/ra  da  Arcade  figliuolo  di  Gioueect  i anche 
delta  Vclafgia,Ucaonia,Giganiida,  efr  Varrhafia  .paefe 
nella  morea, della  da  Arcade  figbuolo  di  Gione , oue pri- 
ma fu  trouaia  U Sampogna  con  fitte  forami. 

Arcadia.  Proaincù  fùggetta  al  gran  Cau;  doue  la  donna 
fubito  che  ha  partonio,fi  lena  di  l letto  & fa  i feruigi  deU 
U cafa  , & dà  filam  nte  il  Ulte  al  fanciullo  che  i nudrite 
dal  padre;  tlqual  fià  in  letto  in  luogo  della  donna,  dr  que- 
flo  per  quaranta  diedri  mfitato  ne  piu  ne  meno  che  fi  fan 
no  le  donne  di  parto. 

Ponto.  Lat  Vontus  fieno  prima  HelleffontusfieindeVro- 
pontut,pofiea  Tbraciui  bo^orms,  demum  Vontus  euxu 
nuSfdVpalus  Muoiica . Vroutni  io  oltra  Conflaniinopoli 
in  Afta  l'opra  U riuadel  mar  maggiore.  P i T.  QueUu 
che'l  fuofignoT  con  breue  chioma  Va  figuitando,  in  Van- 
to fu  Reina . 

Arda.  Lat.  Aria,a,  VrouincU  neltAfia  maggiore , nella- 
quai  i Alefiandna  città  nobibffima . 

G iudet.Latjudeaaftct  tir  Valeflina  dicitur,  regione  disi- 
no , celebre  per  la  natiuità di  ChriBo  figliuolo  di  Dio'. 

P ET.  Di  fiualcendoa  Roma  non  figratua  Giudea  fi. 

B O C.  Vnoriccbiffimo  Giudeo.  Io  mi  rimarrò  GiudiV,co 
m'io  mi  fono.  Gb  errori  detta  fede  Giudaica.  IXa  finn  Gm-  ' 4 
dei  fu  horreuobnente  riceuuto . 

Jonia.VrouincianelC  Afia  minore,ok'è  il  monte  Lamie  fa- 
mofò  per  lo  fogno  dC  Endmione  amato  daUa  Luna . 

LKÌa,Vrouiui  U neWAfia,  onera  t oracolo  Delpbico  S U- 
foUo,deitadaLicoRe.  - 

Macedonia, 


.en. 


M 1D  R D O 


Macedonia, TnMrfnrtA  neV  Euroftjicttt  da  Uanéme  /(• 
j/uwi  il  Ofiru  di  Gioite , iielUtjual  i Telia  fatrii 

di  ^lefiaadro  magno  .PtT.Cbrgiàdi  Maceioam  , & 
di  'Njfmié,&  di  Cnti,& di  Sfegaa  addufier  prede . 

Cuu,Tromacia  melt  Ufia  mmorc,OMera'l  UaufoUo  fepol 
ero  Ji  Maufob  Re . Cvji  delta  da  Carioche  fu  il  prima  au 
gare  de  gii  uccelli  ^oiue  fi  dice . 

Sto  Marocco  ^Mauritaaia  regione  delt africa  trai  mexjodi, 
ir  Coccidciue.  Catta»  i daitefiremo  d’Jmiu  orientale 
uer[o  Settentrione.  PsT.Oat  Indo  dal  Canaio,  hiaroc- 
co,  ir  Spagna.  Et  Granata , & Uarocco  ,irle  colanae. 
Che  fa  con  le  fine  jpalle  ombra  a Marocco.  O a N . Cuopre 


tip 


tu  ila  citta  famopiAt  VaionahdgpfiAiama,BinuBb 
Epuo grecamente fia  qualunque  terra  continente  fbe  ni 
iifida.Phr.Tn'altrafomebaEpiro. 

ThofcaQaXuuj^M hetruna.  fitueethrnria  ,lydia,  P e t. 
Tra  la  riuaThofcana.ir  T Elba,e'l  Gigào.Oratiofol  fo». 
tra  Tho  frana  tutta.ir  quel  che Jòlo  Contea  tutta  Tliofcat 
na  tenne' IponteJSt  tect  nacqui  in  terra  Thofea.  Fuor  del 
dulie  aere,cr  de  paefi  Thofihi.  Fuggo  dal  mm  nat»  dolco 
aere  Tbofio . E'igiouane  Thofean  che  non  afiofè  le  belle 
plaghe.  B o c.ynode  piu  belli  palafrem  di  Thofiana. 
Confiderata  la  qualità  del  muer  é Tbojiana  .Chi  ha  da 
far  conTbofeo  non  uuolifier  lofio. 


la  notte  già  coi  mi  Marocco . Lombardia.Zjt  infiibru.gallia  cifclpina,&  togata.  Boc. 

Thelfa^fiz.Latjhe/ialia.parfèia  Grecia,ou'e’l  mote  Ohm  Tauia  città  in  Lombardia.  Qjufit  Lombaré  cam . l'èro 
po,&ioue  futi  gran  élumo , detta  dUTbefialo  figliuolo  la  confejfione  iFun  Lombardo . 

di  Umeonep  di  laiime,  & di  Medea  da  Homero  Mgope  Komap,t\a.Lat  jlainimajromanàola.aiitilya  B o C.InRo.  88i 
lijjgicon  nominatuT  ; a Strabo  dtdamfu^iepnfm  faculis  magna  fu  un  caualiere.Duo  mantellauiuecibi  di  Rema. 

Tyrrheam  a Tyrrha  Deucabonu  uxorc^uaferuata  e fi  a guuolo.  refiitialla  Romagnuola.  Tanmcelli  Romagnuo- 

dtiuuiopit poeteuolunt.P  t T.iìuelcbe'nTbeliagUabeb  ù.D  a s.Cheuolfiàrlofjnrtoè  R'imagna . Romagna 
he  le  man  fi  pronte.  Che  gli  diede  m Tbcfiaglta  poi  tal  croi  tua  non  i,^  non  fu  mai  Senga  guerra  ne  cuor  de  Juoi 

U.  Che  come  nule  lei  cangiar  Thefiagiia.  tiramà. 

Thcacia,ouV  CcmBanttncpoli , hoggi  credo  fia  la  Romania.  Friali.Lat. Cimi, Forum  lubum  a Ttolomco  àtlum , tic» a 
lat.Tbrace,es,Tbracea,ea,poJia  nelle  parti  éSitia  in  Tòponio  me  la  Forum  lulifponit  urta  Calila  tiarbonenfi 

Europa . prope  Majjibam  .Boc.  Taefe  quantunque  freddo , beta 

Licaooia . paefe  nella  Morea , quafi  in  nte^  tMfia , di  belle  montagne, & di  piu  fiunu,  & è chiare  fontane . 
da  alcuni  è ètta  parte  deWMrcadtajinv  effa  Urcadia , Calaaru.lat.Calahria  nunc,oùm  Brucia, Locri,& M.igna  L 
detta  da  Ucaone  ùfato  ad  uccidere glt  boriti, Giuue  il  con  gratta  ècebatur.  Calabria  uero  antiqua,  dr  Sat  nlini  eà 

; ">  bnpo . pi  emittutti  peninfulam  a Taramoi&  Brundufio,Hidrun 

Lidia,  paefe  nell' M fia  minore  altramente  detta  Meonia  pa  tum  ufque,  qua  prius  dida  fiat  a Gradi  Mefapia  a duce 

Iru  ({ Homero , là  dou’i  Epbeft  città,  & celebre  per  Crem  Mefapo,&  ante  Tancecia , a Taucec»  Onotn  jratre  di- 

foRe,&  per  Tatiolo  fiume , che  fi  due  hauer  (arene  da.  Boc.  In  Calauna  pcruenutt . 
dCvro.Lat. Lydia .Ptt.llRedi Ulta mamfefio efiempio.  Pugiia.i«  apuhaiatpypa . P i t.  FdfermneUa in Tuglia  ' 
Xindelicii.^arte  deUaCermania,altnmettti'lioruum,  ilprcnde,^Uga.Boc~  nel  regno  è Tugba.Ter  le  fiere 


hoggi  Mufiria 
C ctuli  a . paefe  in  .àfrica . oue  nafeano  gli  Elefanti . 
Mircmmi.  Lat.Tbyrreaumlitut,aquomareéSum  efl. 
paefe  uerfii  Siena  apprejfo  alla  marma.doue  fino  afiai  pa 
febt  è buoi,uacchefpccore  ,&fimili  animali,  & per  effer 


di  Taglia.  Mila  gufa  Taglie  fi, 

Marcia  Mneona.  lai. T^cenum,&Tifenuiager  cefi  detta 
da  Tico  coHuerfo  m uccello,  perdoche  ment  re  che  Sabini 
eéfitauanoMfcoliiilTico uccello  fi  fermò  fopra  Ufua 
bandiera  .Boc.Sentendo  nella  Marca  dMneonaefier 
pollo  al  d uemo  i men  freddo , & l herbe  uiuo-  per  legato  un  Cardinale  . 

no.cr  THoltebifde  uifono  .Boc.  la  piu  bella  donna  che  l^ii.Latjufiinopolis,anticamente  detta  Illyria  hoggi  Ca- 
fia  al  mondo,  0 in  Maremma,  lirrijbrie.)  Dan.  Ma-  poJ'llina.Bo  C.  MefierTorello  dIfinadaTauu. 
remma  non  cred" » chetante  olabiiia.  ( bauendoparla-  Beri. pBetii paefe aeila  Spagna,dou'é  Corduba,et  Granata.  88q 
toè  bifide.)  ¥hcoicii.lat.TboemtiaregumeuidnaallaGmdea,detta 

et  1 Lunigiana.  Lat.  Lunenfé  agrum  in  fimbut  Hethruria , & da  FemceRe,oui‘l  monte  Carmelo^  Ubano,  ^ doue  fi 

lygurum  regione  detta  da  Luna  già  nobile  città,  fatto  li  toghe  tincenfo. 

au  monti  hoggi  i Carrara . onde  Dan.  Che  ne  monti  è Mbaniz.Lat.cahoniaM,rpirum . è rrgtonein  Epiro  ,&oL 
Inni , doue  ronca  il  Carrarefe  che  à fatto  alberga . cuna  unita  fi  piglia  per  tutto  (Epiro,  & Chaonet.Lat.fo- 

B oc.  Fu  in  Lunigianapaefe  da  queflononmoltoionta-  nogUMlbaneli.onde  V l s..  Chaomamf  omnem  Trom 
no  im  monallero . ianoaChaoneèxit . 

Thirriiii.partedellagrecia,peraltronomeTbefialia,Mem  Siiici,n gione in Mfia/iue fonai popob detti feret  ebefan- 
mathia,MacedoHia,Thilippici  campi  ; chiara  per  duo  co-  noia  fila . 

fiuti  celebri. iinThefiagtu  fdouefula  liragegrandeè  Bithipi  ,quafìBarbqra  .i  paefi  di  Sardigna,  doue  fono 
T^ompeo . P * t.  Tdgn  fu  fi  ardente  Cefart  in  Tbarfalia  monti  afprifiimi  habttati  dafembu  ueneree  .Dan.  Che 


i?3 


la  Barbogia  è Saràigna  afiai  He  le  femine  fueipiu  pn- 
diaa , Chela  Barbagia/leui  la  tafeuu , 


contrai  gcnooo  fuo . 

K umidia.  partedeltMfhca.  luogo  lentatiifjinia,e!r  deferto 
nel  mej;gpè.P  E t.SiuaiSdthiam'afficuraai  qualHu 
iktdia.  Che gfà  di  Macedonia,  & de  Hjemxh  ; Et  è Creti^ 

Ó"  di  Spagna  addufier preda. 

EpiTO.Lat.Epirus  parte  della greàa^ià  detta  Moloffia,  & l{ble,Mndro,Baia,Barbana,tatria,Caeraria,  Canaria,  Cà 
Chaaoia  bar  Muama  i baktata  dagrtdjdr  da  barbari,  dia.  Creta,  Cipri,  Otberea,  Cog/t , Coo,Ctrpea  fMtalia, 


ISOLE. 


À 


MONDO 


ttoìUJtm,Gìaua,G«rg»M,  Corfu , Hibenm.Icaria  « Giace  altra  ^ue  t Egeofoff>ira,(!r  piàge  Vn’ifoletta  Mica  * 

lngbilterra,Irtanda,I)ihiaJa:lba,Umio,Dpari,lMfie.  ta^>aoUeTiHih'aitruiheÌ,otlidlde/nbe'lìitarhjgne. 

gia,TaIma,Tolttàdro,Tan^,Sar<iigmi,Siciìia,Suuima,  Cipro,  iar.iypri/s.  P et.  Tiomrtdo  già  ch'amar  ia  Opra 
iUarniro^lrombuUXapnibaiK,Tbirimfia,ThUtJ^ma,  baniffi,  0 maliraparie piujoaumàì.  A k i.  L'iJòU  ja- 

f'uhana.  era  a ta».orufa  Dea.  iJeJi  Cipro.  B in.  Madama  la  keU  ^ 

gg^  ICoie.  Lat.infiile.&fcapiili.Vn.'HstiJàlefamofedifor,  nadiCipri. 

luna.  f'n’ilotetCaMicata^molle.B oc  la  f'ticapic-  Cipriii,& Corgana.  Due  ifaleUepoHenelmarenanlaa- 
ciala  ijitetta . Di  fopraallilola  é Ctphatoma  percepem  tane  dalla  foce  di  ^riia . altri  pangoiio  Capraia  nel  mare 

una  ficca.  In  un  fino  di  mare, ilquale  una  puiiola  ijò-  1 iguflico  molto  lontana  da  Cor  fica  miglia  uenli,  deluda 

letta faceua.  Grtulgìon  Gorgonapoi nelmarTirino,cioèdiTbofia- 

Bzii.Lat  BautACum.  i lontana  da  "Hapoli  dieci  miglia  ucTm  ni  lem  aita  da  Cor  fica  miglia  fifianta  .Dan.  Mouafi  la 

fo  ociidente  nonbingida  luma  bebhe  illuo  nome  da  Capraia, tr  la  Cargona. 

unodc  compagni  Sybfie  un  fepeliuo.  P i r.Era'ltrum-  C\ìio,ènelmare  Ionio  detta  da  Latini  chiot,  drdauolgari 
pho,doueCoridefalfi  Tenuoton  Baia.  Sio,tr  amteanunte  Stolta,  Maiti,^ pytbtufa  nomina.. 

^ttbLTÌi.lai.'Humidu,&  .AjricaaieWSlbiopiaJhene  ham  ta  ; il  fuo  circuita  i miglia  cxn.fu  patria  di  Theopompo  bi 

biiata.  Boc  Conunaòacojteggiarela  Barbarla. "Hi Ila  fiorito j& di  Homero  ambo fiìUmjor fi . 

città  di  caffa  in  Barbaria.'Helle  ficebe di  Barbarla  p,  nof  Coo.Lat.  cooi,&-  cos.  & higgi  fi  appella  Langp,èpofia  nel 
fi.P  n.  EtpopobaltnBarbarefibif&Slram.'Puiltte  mar  di  Caria.iUuuircutto  è miglu  fefianta  idi  cofiada 

defibe,theion  afpra  morte  Seruar  la  lor  Barbarica  bone  Bbudi  miglia  ottima  per  Leuanteja  Candii  per  T ramon 

fiate.  Peribe’l  ucrde  terreno  del  Barbarico  jangue  fi  dipin  tana  cento  je  cinquanta , da  Deio  per  Sbrocco  trenta  , i nel 

gafeìrduolfi.incb'ellaDel  Barbamo  amor  ciie'l  fuo  gli  meggp  del  quarto  clima  alTaraileb  decimo  ;d  lue  piu  li 

ha  tolto.  Dan.  Quai  Barbare  fur  mai/quai  Saramte.gli  go  giorno  i bore  quaitordii  iee  ittir^a.fu  patria  di  Thile- 

efiempi  addutn  ùntenduno  m mala  parte,  i loi  luttt  quelli  te  pot  ia,&  et Hippocraie  figlio  di  ^fclepi  i,'lquale  nduf- 

ebe  Ialini  ncmfino  eccettuando  i Greci,  CT  anebofi  piglia  fi  in  luce  la  me  duini  eco  ne  ad  Hippocraie  a iptJd.  Ito; 

per  feri,  ^ c rudeli . et  però  dice  li  Pet.  £f  quel  di  Cooe  he  fi  nix  miglior  opra 

Eactria  & Battnana  Lat  baflra, detta  dabaitrofiume;et  Se  beni'itcfijoifer  gli  .Aphorifmi . 

ficondo  Copinuiitc  de  molli  i n gione  che  produce  caiu  di  Gorgoni  I oieiia,urdi  di  lòpraa  Capraia . 
efiremagrandfxg^a.liqualipenìò  ebe  mangiano  gli  buo-  Inghilt-rra  Lat  angba,britannia,albium.icontrapoHaal  887 
mini  quàdofimo  mimi  alla  morte  fono  detti  fipuli  hralei . la  Franaa,d  ttap.  r adirtro  Britanma;  Ma  poi  che  gbln 

i pofia  nel!  Grume  Setieninonale  ,la  cm  kiituJine  idi  glifi  Safiomda  Britanni  cbinnati  in  foccor,o lontra  gli 
gradi  al  piu  quarantaquattro,almeno  di  quaranta.V  E T.  Sco^écefienonfilameateit  aiut  iton  diuennero  fignori  dcl~ 

Se  mie  rtmcinttfeFofiinfi  lunge,baurci  pienTbiie  ,&  l ljola,ma  mlcaccuroniglia  itichihabnaton^uabfug 
Uattroju  tanafi  Idjfii  ,Sttlame, Olimpo  ,tp  Calpe.  gendo  ueunero  ad  b ibitare  in  quella  parte  d Francia  che 

Candia  Lat. creta.  iifola,uiédilotto  a Creta.  da  loro  s'i  nomata  Bartag  11,  perdi  il  primiero  nome,  (f 

S8$  CKti,CJ  Creti.LatMaprimitempifudittalda.Dopopre  pre(e  quello  che  anebora  ritiene.  P s i.  Con  .yiragon  la- 
fi  fio  nome  da  Creta  figliuola  Suna  di  Creti , «Jr  incgtie  filerà  nota  Hifpagna  ; Inghilterra  con  P//oie  che  bagna 

d Harnmone,&hoigi  delta  Cindii.dluefia  da  Setun.  L'oceano  intra’l  carro,  v le  colonne . B o c.  IlSiedlo- 

trame  ha  il  mare  Egeofia  mt^^ giorno  U mare  .Africa-  glnlterra , 

noalquaU  arriua  al  mare  d’Egitto.  E' perii  fna  lunghcx.  Inarimc.iJt.^  lfchia,nrdi  ad  Ifihia  cheficguita . 
xa  duomtla  treeento iiadii,et  otto ftadi)  fanno  un  imgHo,  ifcliia.  Lat.  aniria . d.i  Homero.,&da  Ver.  i detta  Tnarì- 
bxlaighexxai  conutmcnteaUalnnghexyta  tonde  il  cir-  me  ,& anticamente  fu  detta  puheenfi  ,fu  habiuia  da 
; I culto  tuo  fitondo  Socrate  è cinquemila  ftadu -Altri  la  de-  Cecropide  gigante/iel  cui  fondo  i fipolto  Tiphonegigan- 

Jcnuonotii.iggiore.llpiualtomoniediquefia  ifilailda  te.dijrontea  Cuma  nonbcngidaTiapolicbe  peradietro 
ctrcondjtoda  tre  città  in  forma  éghirtanda,&i  colloca  atdeua,boranonarde.P  ir  .Vonoolbmai  yulcanjj- 

toquafi  m meggpl’ifola . Il  circuito  fuoi  fiicentu  fiadif.  pari  ,od  Ifihia.Hon  Inarane  aUbor  cbcTipheopiagne . 
fiiqucfiaifila  per  legge  di  Bbadamàibo,&<b  Mmotot-  Boc. lIchiaiunalfilaa/iaimcmaa'Hupoli.  mStra- 

timameatc  mfliiuta,^^  le  lor  h g^i  a ciuile,&  humano  ui  bone  fi  legge  jtrime. 

ture  ridotia.fu  ornata  di  cento  terre,&  per  quefto  Home  Lcniio.  Lat.  lemnot.  Ifola  doue  fu  Hifiphile  amata  da  lafio 
ro  la  chiamò  Hecatontf  oli  Dan  In  mexgc,o'lmar  un  ne.uedilaHiflonaadHifiphile.VÌKv.EUofintendido 
patfigualìoDtJs'iglialihoraichetappelIaCreia,SoitoÌ  Iafine)pafiòperPijòbdi LcnnoToichefaréte  femine  1 
cui  rege  fu  gia't  moudo  cafio  .Pii. Et  di  Crcti,  & é fiieUteTutugUmafibifiramortedenno. 

Spagna addufier prede . hemi.  Lat.lbajjcn llua,aalufiethaba.&  Gigliopicnd 

Cotf\i,&Gorfùifili.Lat.phaaciajcoTCjra,giàcofidetu.  Uifiiene  mimar  ligufi  ito  non  fingi  dalla  rum  delmar 

Boc.  Teruenne  al  fio  aeU’ifòla  di  Gorfù . nt  Ir  fli  ami-  tbrrheno  da  gb  ami,  bi  detta  lina , aboudantrdt  mmere  di 

chi  fibggc  Gurfo  . Ani. Ch'oda  darputa  lapairia  di  ftrrofindeW  itc.lfiamexbauSiametallu.ilontanada 
"Hqufica  bda . 'Hauficafu  figbuolo  di  .Alcinoo  La  pa-  Tumbino  città  mìgUa  dieci,  GtgUto.  Lat.  igibum  lomana 

Ina  i Corfù , da  monte  chrifli migba  fifiama . P & i.  Tra  ta  nua  ibo. 

$8é  Cithcfi.Lat.cythera  Ifola  facrata  a yenere,  non  molto  15  fcana,&  LrIba,e’lGiglio. 

lanauerjàLeuautedalmonuTrnnndcltinoLaconuoJi  làpiri, Lat.lpara ,11^ ,iberitieneanchornm fitanti-  888 
tome uckotunodalUGcographu  firme Sitabvne.Pkt,  eonom,&fu  Jcnopiinata  da  Ltparo  Hf,ilqiuieafiai 


pin 


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.4 


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MONDO 


Citti 


fuoco  i amie  ellahaiim)mt,(tr(Ugli  mtkhifu  nomiiu'u 
Hltra,aiiì  fiera  fitUaqualc  ft  contiene  uho  altiffiiuomi- 
te^he  ipufi  a continuo  ardejii  modo  che  la  notte  dt  afìm 
lungi  r^lendt . P £ T.  7{on  bolli  mai  f'ulcan , Ltpari, 
od  IJcbia . 


fiuinnangidi  Eolo  uihabitò , P i t.T^oìi  bolli  mai  yul- 
can , Ufari , od  Ifcbu , 

Svdigna.£4r. Sardmia,&  Icbnnfa, & Sandalotis.  P s t. 

J£.t  ib'in  mar  prima  umcttor  apparft  Cètra  Carihagineft , 
cr  chi  lor  Mal  Fra  Sicilia , & Sardigna  ruppe  ^arji . 

(parlando  di  Caio  Duibe^ual  fu  il  primo  tbe  con  batta  Andro.  Adt.  ^ndre,i  nel  mar  Egeo  pofìa  dalla  parte  di  Si- 
gila nauale  uincefie  i Cartbaginefi.tT  ebe  ne  triópbajje.)  rocco  uerfo  'Heg^ponte  miglia  uentt,  detta  dagli  antichi 

ut  ifuella  ifila  non  nafte  lupi^  ferpenti.  a4niandroi,AugHrÌMm,Caururit,'Hpnagria,  Lafia,  Hy- 

Scocia.tor.ér  lkUentu,èprouiutia^  ijola.  B o c.Infine  drujà,&  Epagrui;  ma  boggi  da  moclerni  i detta  Andre. 

egli  conquijìò  poi  la  Scotta.  ijuefta  ifblaabonda  di  fontane  . 

Sicilia.  J/o/jipiM  perfetta,  et  piu  antica  é tutte  Paltre  Ijòle,  Etalia . Lat.  .Aethaba . nel  mare  Uguftico , cioè  à Gcnoua 
tnifiaè  Siracufa,Tanormo,iteUana  & altre  città  Ja  fon  hoggi  detta  Valuto  fi  Vabuoja,  è cuptoft  di  minere  di  fer- 

teMritufa„Acttut,&Ericomonti.Inquetta  fu  prima  ro.  detta  da  Etalo  Duce, 

trouaia  la  Comedia,e$- fu  patria  é .Archimede  .et  ìirolo-  Cuba^uii  Oceano  occidentale,  & è grandifftma  Ifola  con 
go,&  molti  altri  famoji,  Lat.  Sicilia  J'rinacriajO'  Trina  porto  bellijfimo  & capace  ad  ogni  numero  dt  nani . I pope 

trti,Triquetrairriquctrisfit  Sicama.Pe  T.Etth'inmar  lidi  tjuelia  ujano  per  céo  ottimo  (Ir  delicato  certi  ferpen- 
prima  uiacitor  appatfe  Cantra  Cartbagtaefi  ; ^ chi  lor  tida  cubiti  quattro  lunghi  a guifa  é Crocodilli . 
nani  Fra  Sicilia, Sardigna  ruppe  ,&  jfarfe.  e i Stcduini  Panchea.  Ifola  fertilifpiua  di  drappi  d'inceufifit  di  tofe  aro 
chefurgià  primi  L'antichijjimo  fabro  Siciliano.i.f'ulca-  matice,di  melarami;  dt  caualli,^  d'oro,  uiima  al  monte 

no.  Cbedclmar Sicibano infamia fiifle.Llbuó Re Siiitia-  itnai,al Cairo  ,&a  Lamtcca ou'è il corpodi  Maumctb 
aoich'in alto mufe^ lungi utde.  B o c.Eliendoetlam-  hoggideitaCandiara. 
cma  a SinUa  fileno  una  tramontana.  Hantndo  poca  fi-  Cambaia  Ifola  nel  mondo  nuouo.uedi  di  Jòpra. 
curtà  nella  meertafede  de  Suiliam.  A'iu  Giouanc  Sicilia.  Cìceztu.  è in  ponente,  oue  gli  uccelli  combattono  con  gli 
Stiombo\i,eStrongih.  Lat.  Strongylot , dr  Sirongyle,es,  huonitm  .Cogzm  India  ,ey- ha  il fuo Re  .Fìciz  ,dMe 


boggi  Tdjifso,&  Già  Dia  nommata.  fughi  delta  Ònoflrou 
gita  dalla  figura  fica  monda  . fola  fpcnalmente  dedicata 
ad  Eolo , perche  forfèil  fumothe  indiefce  dimojlra  qual 
Mento  debba  fjiirare , C alcuni  dicono  che  per  la  dmerfnà 
degli  odori,  che  rende'l  detto  fumo  infra  tre  di,  gli  habi- 
taati  conofeono  quai  uenli  debbano  girare  jòpra  la  terra. 
P £ T.  7^0»  bollì  mai  f'ukanjjpartfid  IJcbta,Stròboli  , 
» Mongibello  in  tanta  rabbia. 

S8p  Strophadc.  Lat  fonoifole  ned  .Arcipelago  di  Romania,  da 
gli  auti.bi  dette  Viole,  ouegià  babitarono  le  Harpye,  fOm 
no  dirimpetto  al  II  retto  di  Larta , come  net  ter^  delPE- 
neida  attefla  yirgilio.  D a u.Cbe  cacciar  de  le  Stropba- 
dei  Troiani. 

Tzprobina.Lat.Taprobane.  T Sotto  Shocco  da  tjuellapen 
dice  L'ijòla  uifitroua  Taprobana,  Chequafi  uri  altro  mS 
doli  fi  dice  liisn  hanqueimannarlaTramomana,He 
ftnebi  funoCaftor  ,&Votluu,'H£  fan  che  {iella  fia 
uirgiliana . 

Tbi\e. Lal.TbyleJnelSetteHtrUmoccidentaleeda  Strabone, 
ij-  Dionifio  chiamata  Tbulcdlqualnomebtbbeda  Thuln 
Kr  di  Egitto,quàdo  egli  fignorrggii  per  tutto  l'oceano  infi 
no  a quella  parte  fleje  ilfuo  imperio . Il  nulgo  la  chiamò 
Thile  ; forfè  perche  appo  Vlimo  i ufi  fi  legge  ; ma  Dio  uo- 
glianoH  fiuta  errore.  In  qucjia  ijolanel  jòljìitio efliuo 
mai  non  è noite,tà'  nelfolfliiio  biemale  mai  non  è giorno, 
nltunameme  conofeiuta  da  Romani.  Pst.  Se  le  mie  rime 
intefe  Fuffiu  fi  Unge,  baurei  pien  Thile,  & Battro.  Vrefi 
bauea  d-ti  mar  X India  a quelà  Tbtle  Tibi  fer 

Miat  ultima  Toule.  uedi  ad  Hhlanda  Ifola  fitto  a Caceou 
na  a 8qi. 

Vtica.  B o c.  in  ytica  picchetta  ifoU  qua  fi  dirimpetto  a 
Trapani . & ytica  è atta  in  A finca  non  Ungi  da  Cariba 
pnefia  cui  è detto  Catone  yticeup;.  Chiara  per  la  morte 
dt  efio  Catone  ebe  fe  mede  fimo  fi  ucaft  per  non  andar  pii 
gioneé  Ctfare . 

tfm  MvicuiO.lat.yiikamaìifAa  fatrataayuUanoDiodtì 


8pi 


nacque  Demetrio . Ciana  w Caliiutfiuegb  huommi  md 
giano  carne  humana.Hit\andì,o  I slanda.da  gli  antichi 
chiamata  Hibemta,L'Oriade,L’Ameode,  L'Hebude,Mo 
na,Alenopia,Andro,A  jfjnto,&  altre  Ifolefil fine  l'ulti- 
ma Thile  dal  noflro  Vetrarca  a Siudio  cercata  ; ma  non 
già  trouata  , come  igti  ferme  nelle  fue pillole . Icarìa  tra 
S.trdigna,^-  Sicilia.  Luftegia  uicina  a yulcano.Pa.\mi 
nel  mondo  nuouo,&  Paria  nuouamente  trouata  Ja  Spa- 
gnuolifiue  ciuilmentefi urne.  Policandro  defèrta  nel  Li 
Mante. Pomi mema a Genoua.  Scoria  nella  eSìrema 
parte  X Ingbilterra,&  da  lei  poco  mteruallo  di  mare  dif. 
gtunta,(Tgià  diuifa , Siconia  nel  mar  Egeo . Sicandra 
m Leuante  cofi  detta  dalla  copia  de  fichi  che  hi  fono, 
Samatria  in  India /loue  fono  quattro  Re  di  Corona,  Te- 
milìa uicina a Sicilia.  lAtkz.Latjnelitafiut  maura  ùt* 
Jula,&  altre  molte. 

e 1 T r jC. 

Irta,  & Terre  celebrate  da  noRrianttoH. 

J ,Acn,-4dria,jtlagna,Albia,.Alrpo,Alef 
fandrta,Ancona,.Antandro„4rttptp,Ar- 
genla,Argi„Arimino,Arli,udrpino,Aru 
ca,AffififdfiOyAthcna,Babtlonia^etulia, 
BoU>gna,BTai)ditio,Brelcui,liruggia,  Bergamo,  Buggera  , 
Cairo,Ca.'Ugura,Caribagine,Cefna,Cologna,  Damiata, 
Doagh,Epbtfi),Fano,Felfina,Fcltrr,Ferrara  , Firem^  , 
Gaeta, Garda,  Ctbenna,  Gcnoua,  Gerufalem,  Gomorra , 
Cuanto,Gui^ante,Ilerda,Imola,LilU,Lucca,Luni,Ui 
tona  ,Ma  ratona,Marfilia  ,Mt  Uno, Mi  fima.Mictna,  Mo 
dona,Mompoheri,'HapolifHagarellefHpli,Vadoua,Va 
rigi,Vauia,Volttronio,Vella,Vergamo,Vhlegra,Vifa,Vt 
Roia,VoU,Vrato,  RauénaJieggio,Rbodi,  Rimino,  Roma, 
Sealea,Seariolto,Setla,SieHa,S  mirna,Sodoma,  Siene  ,Te 
]fii,Thcbe,Tinge;roloft,TraniX'rapani,TrenloJÌiefle, 
Trimgi,Troia,Tun^i,  y olona,  ydine,  y trono  , yinegta. 


Citti  M O N 

ì'tica,  Cittsdim,  Ciudi,  f'rbam,  Imnhire.Tcrra^iii , 
Tatria, Vaino . 

8j»  Citti.Lat.itkitas,oppidumyKrbt,CainfgliuolI^damfuil 

fnmo  th’eéficajit  città  ton  mura  m orùtejò  immuoùa 
tniKhàaluot'gliHiAoihtcofi  hauea  nome  ,&  mfi  et  ha 
iitart  ogmfttUrato.V  e lUa  CWtàSoprana  Ix  l itta fon 
mmiiht.  Ctilaitmàthol\hi.Ctttadimftrutrft  Uttiutir.a 
del  irlefiertgno.  CittadmedelculoXai,m.eibclasMjcH 
Ciltadiae.B  o c.Cilta  T^ofria,lgngia.é Firnr(r.^LS 
diuulediuaru  maimredigenli.^iitica,ér  mhiU£mta , 
Copiala  di  riiihi  huomtm.C  di  gran  mi  calanti . Cefi  dim 
ltlieuole,opiu,tvme  nc  jia  alcun  altra  in  Italia . Ciipmfa 
di  lutti  I in  nim^tia  a iaitie.le  Città  Ticiiole  Hoi  riunii, 
Ciliadino'Kcibili  ,Uhcrale;  & ^:aglulnm.o.^^ulnlo  tuU 
uioTiobiUmAnlno^  Ricco  Cittadino B.omano.H arreno 
II, dr  Cari  Ciitadini.  I Migìlon  Cilladtni  dilla  terra.  Lat. 
eftimaiei.C  ittadina  d’,4il>ene.  F' farine  Cittadine  brighe 
Cittadimli he . Due  ut  fte  non  mica  Ciitadmili he,  ne  da 
mercatanti  ; ma  da  Signon  . eJ”  Cittadini  p anime  m- 
uerfi  .Dan.  "Hen  uuol  ihe’n  fua  Città  per  mef  uenga , 
(lutili  è la  fua  Città , & tallo  iiggio.TirmJ.  uà  nella 
Città  dolente. 

Cittidini  Calili,  aedi  a ^c6. 

Vrbanità.  Da.  F'rbaHitai,facrtia,diBerii,Joa,làlesJepOm 
res.cauillatio,llicatitas,argulia/Ulilu.  igraUuja  conuer 
fattone  di  catadini. 

Imirbare,ual  entrare  in  città,  dai  farfi  cittadino, T>  s N. 
Sìuando ntxp & faluaiico inurba , Lat.  urbem introire, 
ciuem  fe  facere,  cmtai  dona  ri . 

Terra  per  la  Città.  Lat.  mttas,  urbi.  P e t.  L' affitto  (acro 
della  Terra  uoftra.  & teto  nacijui  in  Terra  Thofea.  eh' a 
la  jua  Terra  rn^mbor  fahonorcol  juo  dir  nono  debello. 
Quefi'è  la  Terra  che  cotanto  piacque  a yi  nere , e a quel 
tempo  a lei  fu  facra.  Che  di  fua  Terra  fu  fcacciato,  et  ntor. 
to. ,4llomanarmi& cercar Terre,& mari,  b oc.  yna 
Terra  ihiamata  ydme . Tutte  le  Terre  maniime.Due 
huontffimeTenrejdr  di grandijfimo  frutto,  yna  reliquia, 

' laquale  recai  delle  fante  Terre  d'altre  mare,  yna  Saia 
Tirrena.  CamereTerrcneJ.cheparticipa  é Terra,  drd 
D A N.  ...4  uelger  ruota  di  molin  terragno. 

Turaiianijifct  habuanoalìa  Terra,  utdia  M71. 

Patria  Latilaiittà,ocafleHo,diiiethu<mioinato.Au  1, 
.ai  chi  agu  tta  di  lariere  ,0  di  bando  yfiir , non  par  c he'l 
tempo  pm  foggiami  .A  dargli  libertate,  ode  Carnata  Ta- 
tna  mila  gioì  onda,  dr  difiala . 

Patrio.  Lat  pttnus,a,um.  A k i.  Che  fatto  ufiime  i galli 
fi  rtpigha  Colfauer  della  Chiefa  li  Tatuo  fido , 
tfij  Vinegia.  Lat.  yenetiajurum.  Città  aobihjfima&felicif- 
fma  per  Cordtne  de  fuot  magijlrati,  (^perlefuc  giullifft- 
iue&  fautif>tmeliggi,fiede  nelCeflrimo  fino  delmare 
.Adriatico  Jaquale  da  diuerfi  fi  rilton  moderni  i diuerfa- 
menle  chiamata , perni  ib'alc um  la  ihiamano  Tdfioua 
.Arca  di  tdocAltn  Mondo  picciolo , tali  n fugh  de  mifiri 
dr  opprt  fiiAfi  molti  .Alma  iena  di  tutte  Coltre  Ctttà;  et 
- fono  anthora  dt  quelli  afiai  thè  la  domandano  ricetto  de 
gli  bmmtmi  niriuofi  ; ^ daCapiodoro  fu  detta  bauere  d 
mare  per  mura,  drfer  tetto  il  eielo . Quefia  i quell’alma 
citfàche  folaconféruad  uome  libero, & thè  con  giuHo 
freno  tempera  il  duro  morii  della  inutdta  Sluefla  i quella 
che  tra  tantibuomtm  uirtuofi,  tante  accolte  mni  ut  fe  co 


D O 


Citti 


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V .. 


lune;  ihepmtoflolefranieneglialberi^  nelitiCare- 
ne,  c nel  mio  le  flette  fi  potnano  annoucrare  che  quelle . 

J II  questa  latlegromi  bi  mecofiefiodihauer  fbefii  L mag 
gior  pa  rte  de  miei  piu  fruituofi  anniaon  affai  honorato  fii 
f indio delPeceellentif  imo  Configho  di  dita  per  rendere 
difiiplinaiiigwuani  della  loro  CaruelUria^  fargliador 
mtuhilhj  Uni  caratteri  delle noSlre nuoue  fiiggit  di  Ulte 
re  .tUamlni  zodeirauagltdi  lutto  Cumkerjb  ,fola  & 
unua  ira  u.ue  Coltre  lillà  fi  mpre  ^ha  confi  ruaiu  la  pro- 
fila l.hirià  .tlla  ,fiienie  manififtamime  fiuedeutra- 
u.tnt fi  ftiria  ihiaaare  mnaltlt.eenuefi.a  ibe  tulle C al 
treiiitu  fino  fondate  m terra,  dr  quefta  ntU'aique  ,iofa 
f tu  leS'O  diuma  chi  humana . Singii  ibi  intfia  ui  fimo  ti 
tuegm lépiiaittmugktfiatdifiti  tàteticelfe  Torri.etti 
le  all  fi  II  arauigiliife  lofi-,  ihe  una  pazgcia  fan  hte  b mia 
d liui.  ri  di  qnel'a  il pn  jei,do  pelago  ; Tcriht  douer.de  io 
tante  fieibreis  eiieUi  tid gnua  (fi  tome  fi  due)  eoi 
pi, de afiiuito  irapafjart.f,  r fi rtonpnela tahriia 
detu.oi,av,n.cioi,.tdit  rm.  tui  di^i  fi  di  dourri  .fi  nintut» 
Il  I tnii  I piu  filigubti  amictailmi  no  parte  di  qui  Ut  nifita- 
rr.poTiaHdoiieii.ecolammioriadtquiUi  ihe  refìerann» 
in  quella  alma  alla,  laquale  rieouofiepcr  fatru,  {jr  non 
meno  doUe  ^gmonda,  tbequeUa  cheuaghiggia  i’her- 
bofefjioiAe  delfamofo  Elidano  mio  nano  lui  go  ueoeràda 
(errata.  Mcfioim  adunque  b uia  tra  pi  é,iome  piu  lo- 
fio potei  dr  come  piu  uiana,  lominciai  dal  mio  nnfiir  Gin 
ho  TaiitagJiho,  perciò  ih'iofapea  molto  bene  di  hauerl» 
a rurona  re  mi  juo  lauro  TertUeo , 0 nel  fuo  marauigUol» 
fiudio;  Ih  he  di  leggieri  mi  ueune  fatto, fi  come  quello  che 
^ende  U iue  bore  nelle  Lttere,  0 nel fjneutare  le  maram- 
gliedt  natura , Et  cofi  gluma  lui  rnteranio  infu  me  (fi 
tome  tra  buoni  fratelli  & fi  deli  amia  fi  fuol  fare)  1 noìhi 
fi-aterneuoli  abbracibmewi , niuno  bel  falular  fra  noi  fi 
taique  :mapnr  alla  fine  di, emUghd  tempo  rfitre  brine 
dr  le  noSire  uoglie  lungbe,per  partirmi  da  lui  perutfita- 
re  d reflo  degù  amia, noi lofferfrgi  imaiAnzi  come  queU 
lo  che  i tutta  humano  & tutto  gentile  in  farmi  piacere  , 
mi  notte  tenere  compagnia;  onde  uoUndo  poma  uifitare  il 
mio  carifitmo  Mefier  .Angelo  Colonna  ragionato  merilif 
fimo  alla  cafra  d.  Ili  cceUttifitmo  Configho  di  dieci  per  Sìa 
re  alquanto  lontano,  montammo  in  barca  ,& giunti  alla 
fua  cafajo  ritrouammo  a punto  nel  fuo  belgiar.,mo  fiarft 
a diporto  ufi  e fenda  egli  informato  perananti  della  farti 
ta  miafintuédo  rifrofio  a noSlri  f aiuti fòggiuufe  ; .Alunno 
mio  futbreue  ut  pregati  uoSìroda  noe  har  lontano , a età 
r^fi;non  ui penfate  Mefier  .Angelo  mio,che‘l  marea  mS 
tt,&  diungo  kiaggh  che  mi  Jimderà  dalla  uoBra  per  fin 
za,  mi  ut  pafia  mai  torre  delia  memoria  ,fi  che  douunquc 
io  fari  nonni  hahbia  dauanti  gli  occhi  delia  mente  ricor- 
dandomi fempre  della  humanità  dr  geniilez^  uaSìra; 
Et  ciò  dello  rientrammo  m barca,  dr  ragionandoAt"  do- 
lendoci infume  per  e fiere  Chora  tarda  di  non  bauer  tempo 
di  uifitare  d mio  carifióno  Compare  Mefier  Tbafio  ThL 
tolimo  pittore  dtgnifimOtdr  il  mio  cotanto  amato  M fier 
.Angelo  .Agatù)  uirtuofiliimo,prrefier  fuori  alb  uilla,& 
fero  difii.nufierCiulioiiao uiprego facciate  per  meqne 
SìouffiihfcnfandomtappobroAfigi.  •tiriamia , conli-, 
quali  cofiretto  da  necefictà  ( come  uidrte)conuirmmi del 
debito  mio  mancare.  Et  enfi  detto  efiendo  b epportuaiti 
de  uenu,  che  tende  afe  mi  chiamano,  & d dtfiderhà 

rtuedtr 


mondo  ih 

ttixivrUidiefatriiAtiSimltira^tpcndogià  ji-,  Bolegnt/i.D  a h-CI /raietiuJigiàdir  a Boligut  Del 
fra  il  ttiuilto  (he  portar  mi  ionei  filuoja.iui  U mia  tarif  Diaialo . Sìjtando  m Bologna  un  f auro  fi  traigoa.  Et  non 

JfimoTantogttbo  m terra  eoa  la  maggior  pane  di  me  flef  pur  io  qui  piango  Bologne je^ramoBoiogaelc,  Frali  Co- 
JiirimaiuaaaiminpredadeL’acqiieeTdeuenti.&oc.Et  denti  fummo  O' Bologne ji. 

fofi  in  meno  dt  due  di  ne  fu  tutta  ripiena  yiaegiaSi  come  FeUìna.  Lat  tìrBonoma.  A*.i.Et  quafi  a un  tempo  Felfi- 
tolei ibef'itiitiana era. Mercatanti  f'inituni.  ruloecorre. 

*9i  Tctriri.Lat,  ferreria.  Cufi  lofio  tome giuufi  alla  dolcifiìma  Firenze, et  Fiorenxfl.Lat  F!oreniia.Gimito  alla  bella  Firn  Sjj 
pairujaqualedaciajiuao  ciic’aqueUa  arriuaé  tenuta  ze,demte/onon  uie/iereilmio  Michel  .Angelo  pittore 


non>tienbelta,crpompolaib'ella  fi  fia  potente  & forte 
me  n andai  alla  eafa  dcUa  mia  honoranda  d,~  doUiffima 
madre  madonna  Beatrice , & della  mia  carijjima  forella 
madonna  ìjabetta  da  Cajlello,&  dopo  li  debili  laluti  tan- 
to btbbero g -aia  la  mia  non  jfcrata  uenuia,che  dalli  ut- 
bracciameati,^ dalle amorcuobnccoglicnge  per  lungo 
^anofi  pena  fi  poterono  rattenere;Tur  racquetate  ahfux 
10,^  accommiatatemi, eF’  fapetido  ritrouarfi  bora  in  Vi- 
fa  il  mio  tanto  amato  i^bonorato  dal  mondo  parente  U 
Dottore  Fbnchegallo  Gbtuldi,non  mi  auiai  fecondo  il  jolì- 
toperuijitarlo&peruedere  quel  fuo  marauigbofo  fiu- 
dio  copiofo  a migliaia  dianticagiie  &<{altre  uarieco- 
fe  memoreuoli , delle  quali  non  è mena  copiofò  ibeegli  fi 
fia  eccellerne  ér  raro  ne  b lì  udì  di  Ile  b ggi , come  manife- 
flamente  appare , che  dom  iodato  dall  lÙufiriffimo  Duca 
di  Firenze  glt  ba  dato  la  lettura  in  Tifa  Hudio  bora  flo- 
remijjimo , doue  ba  tenuto  concio fiom  .^mndt  pia  mio 
vumiélo,&  riportatone  honore  grandijjimo,  pi  rò  uoltai  et 
piede  per  andare  afjr  riueri  nzaalS.  mefier  jiL.  fiandra 
Guarino  meritifi.Secrrt-irio  Ducale  O"  nero  Macinate  de 
uirtuofi,  & al  fio  molto  honoranda  fratello  il  S.  .Alfonfi, 
tr  cofi  andando  fiotto  la  loggia  del  palaz^  del  noflro  Uln 
Jlnfiuno  Duca  i toccai  ambo  1 1 mano  al  mio  carifiimo  &i 
bonorando  Cugmo  M.  Bafiuno  del  Bailo  ,dqual  poibi  di 


hoggi  fenta  pari.per  ritrouarfi  a Roma  a dipingere  la  ca- 
pelladel  "Pupa  tanto  memoranda  i he  in  uero  fi  può  dire , 
che  igU  bahbia  rmouata  Carte  della  pittura  & d.  Ila  fiol- 
tura,&  ridotta  a quella  perfettione  i he  ella  fofie  mai,  & 
che  forfè  mai  farà,  cr  anchorche  Giano  pittore  fiagula- 
rifiuuo  ,&  mentamente  una  deUe  luci  della  Fiorentina 
glona,  fofie  in  que  tempi,  come  fcriue  il  noflro  hoc.  non 
d perciò  ebe't  noflro  Miibcl  .Angelo  di  gran  lunga  non 
thabbia  fuperato  ,&però  fénxa  a Iti  imenei  quiui  indu- 
giarmi me  n’andrò  cbriitamente  a Siena, non  la  filando  pe 
rà  é notar  quello,  che  in  commendaiione  di  fi  nobilifiima 
città  ne  fin  fiato  d.  Ho  da  nofirt  Porti.Et  perche  nel  Dam. 
fibgge non  fòlamente di  tutti  b pittori  eccelb  nti , Mufici, 
Cp- altri  in  abreutriù,fcienze,&  arti  fmgularifiimt  delta 
detta  città  di  Fnrenze,&  come,ihe  prima  quella  fifie  no 
minata  Fluentia  per  efiere  lolhcata  tra  duo  fiumi, & to- 
me poi  fi  ihiamaffe  da  cittadini  Floremia , & abreftmil 
cofiinoH piglieremo  altrimenti  fatica  di  firiuernejtauen, 
dune  egh  largamente  firitto  .fp  della  fua  rouina  ; uedt  ad 
Attilaaqhi.ViT.  Fiorrga  bautta  forfè  boggCl  fuo  poeta. 
B O C.  Oltre  a centomila  creature  human:  fi  crede  per 
certo  dentro  alle  mura  della  città  diFircnge  efiere  flati 
di  ulta  lobe . Le  prefenti  nouelle  in  Fmcntin  uolgire  in 
profi  fenttepermefiono . Et Fior.mmparhnJodifir . 


Jono(mercide!lafuag  ntilezztfmiuifitòinf'm  giaicon  Sienz.lat.fena^nim.iuoceéduefitlabe,etSicnriutàin 


queùeamoreuabo^ertedifèetd  ICbaucrfiuo  ihej'empre 
i fobia  fanm,  yifitai  apprefio  il  S.  Ferrino  dignifiimo  Ci 
celliere  Ducale, col  quale  émorai  alquanto,  penb'u  uolti 
annerir  con  lui  ab  uni  dubbi  fòpra  del  Boccaccio , Iquali 
nÓ  poco  mi  tencuano  anchora  la  mente  intricata , de  quali 
fènza  punto  mancare  de  Ila  fua  febea  gentibz^a  mifm- 
luppò  é maniera  ch'io  ne  refìai  moltojidùfatio . Ttù  quia 


Egitto Jà  doue  il  cbma  dr  f borologio  piana.  E dnrefiL 
labe.Lafinafamofa.Acadcmiamiha  fatto  affrettateli 
pafio  per  lofio  giungerui  di  fiderojò  di  ued.  rta;ejr  giunto- 
ut,  tir  intefo  quella  efiere  dtifatta  fi  nga  fermanm  punto 
mi  indirizzai  nerfo  Roma.  hoc.Muoda  Siena  afiai  bui 
diàure  in  rima  in  que  tempi . Fiorentini  guem  ggianano 
con  Senefi , La  befbaggine  de  Senjfi , 


di  partito  uifilaiaiquami  de  miei  pin  cari  armti , come  il  Romi  città  finta  ;principal  città  ifiltaba  ,^già  capo  di  gg( 


Xauibojl  Banihifil  Terzp  cofi  ne  fi  ordine  teme  nel  nome, 
dr  U duo  Girolami  pùtori  l’uno  d Carpi  fmgulanfiimo  & 
tanto  imitatori  del  ucro  ; quanto  Carte  può  efiere  della  na 
tura  ifiefia,CF  Calerò  de  Grandi  tantoeccelUmifiimo.  Ha 
uendo  adunque  falle  le  fopradette  uifitatiom,non  telìan- 
douii  per  bora  altra  fatba,prt fi  il  lamino  nerfo  Bokgna . 
hoc.  .Al  tempo  del  Marcbefe  .AZZ!^  Ferrara.  Raul 
dod\Afii  ufeito  di  Ferrara  ,dr  caualcando  uerfi)  y crema . 
Dan.  CoericeuefSed  favgue  Ferrartfe . 
%o\ogm.LatMoiionia.  Felfina.  mater  fiudiontm.  Anthor 
ch'ella  fia  nobilifiima  città  di  Lombardia,  deche  la  fingu 
lar  dokezzn  del  fangue  Bologaefe  fia  da  commendare,  dr 
che  afe  mi  tiri , pur  foffuuo  dalla  auubtà  dt  rimuart  la 
bella  Firenze,  fon  sforzato  fenza  fiirui  alcuna  dimora  ol 
tre  pafiare.notando  fol  quello  thè  nofiri  "Poeti  ne  ragiona. 
no.  P ( T.  yedrà  Bologna,  & poi  la  nobd  Roma . Ch  'orni 
Bologna  de  ber  Mefima  impingua . B o c.  Bolcgna  nobim 
Ufiima cittàdi  Lombardia, yji picciolo  oràolttto  Bolo- 
^nefè  del  fuo  buon  uino.  0 fingular  dolcezza  del  fangRC, 


lutto  d mondo, patria  comune , ma  nube  hoggi  diffe  reme 
dalle  prime  anta  he  neftigiei  Tiòdimeno  per  tuobi  [ ommi 
Pontefici  inalzataci  per  molti  fupcrbi  cdificij  rcp^tioa 
bile;  fkprimadctta  Salurma,dF urbs  utfitpuaapudLi- 
ummenno  ab  urbe  condita . La  trifia  forte,  chepin  uobe 
indiuerfi  tempi  tbe  io  ut  fon  fiato  ho  lèmpre  bauuta  non 
ha  giamai  fofi'erto  ihe  lui  gamente  ui  dimori,  ani  ber  ihe 
allhoracbe  Papa  Clemente  fuo  famigliare  mifcce,mi  ere 
defiihauerla  trouata  buona,  la  morte fèmpre  contraria  a 
bei  deftri  mcontancte  la  mi  tolfe  ; peri  he  non  mi  parri  hbe 
per  bora  alirimi  un  cmrarui,fi:  no  i he  sforzato  dtnedere 
alcustt  miei  carifiimt  amici;  m’ auiai  alla  uoba  del paiaz^ 
Zp  del  Papadà  doue  prima  mfiitai  U mio  i otanio  amato  df 
honorato  MCiai  opo  Bonacoffe  noflro  nobdifiiino  Ftrra- 
refr,&  MtdiiO  mcrilifimio  del  "H.  F.  Papa  Paolo  HI. 
col  qual  per  effere  tempo  afiat  che  neueduii  uegidutici 
erauamo;  dimorailuttoquelgiornop  r coufenn  infitme 
delle  lofenofire;  ramaricàdoci  di  Ila  hremtà  del  ti^oalla 
ingorda  uogUa  di  lungamiu  goderci Ji  comeiufiememlie 


MONDO' 

itfiicTtntna , naforunioci però  che  fiimx  (facfix  mia  U Ui^he7r(a  M tempó  che  ri  amtbbejagraair^  at 
Fabricadtlmundotibabbiamo  agoàere  tfaeHo  rcflo  di  tbodeliiolMmem)'lpàtinbbe,& però  folto  breaua 

mMeTtbe<ia»  mv]feaIddiopiaceTd.EtptriheJifidcr4  meate  tratteremo  dt  quelle  thè  fimo  di  quaUbe  memoria, 

lu  uedere  il  mio  quaiuo  fratello  maggiore  M.  Ciacepo  degne,Cr  maggioi  mcale  delle  nommate  da  frf  radetti  B«- 

Mtl'gbiaopHTaoftrodtgiiflimocittaduio&la  caraeor  SinToett, 

muoia  del  Tapa.ce  n andammo  infieme  a Bel»  dtrr,  dotte  Hipuìi.Ut.neapolis  Tartbenope  città  gentile,  dr  ornata  ài 
egiémoraJapendocertoJnirdeTdalMieofrbelli/iime,et  beUiJsimedoiue.drleggiadre.hoc.'tiapoittiitàami- 
tharamgltofefiéa»ticag\ie,comedtaltre  uaricià,iome  ibqiiina  et  forfè  ioli  Jiittunoleiipm  come  aefia  aleonal 

colui  ihe  frmprefe  «V  fommamente dilettato  ,'N' mi  uen  tra  in  Italia . rna  bella  & gt  mtldonna  tljp^itaua . 

ne  m ciò  il  penfier  fallilo,  perebe  egli  uifitatolo  v abbrac  Brzaduio.Lai.bnmdnJiiim^iie  mori  yirgibo  ,&  fu  poi 
aatocidopo  le  amorcuoltactoglt^  (fi  come  tutto  g nti  trajportatoa'UtpojyoaJe  D Aii.loiorpotigpoàtbae)' 

le  uerfogU  amici)  me  lu  moflrò  piu  di  quello  afrai  che  no  aBraaditm  i tolto. 

mi  baurei peiifaio  di  uedére,di  modo  che  ne  rmufiSìupe.  Cenou2Jju.Genua.&  Iama,cittànobilif<bua&  empori» 
fai  to,&  con  efSo  Im  per  compiacergli  re/lai  per  quella  fr.  di  laguri  ditta  da  Cenno  jiglmolo  dt  Saturno,  onero  da  Ce 

ra  ; la  mattina  fgtientemi  uollefar  compagnia  a (aiuta-  nommi  compagno  é Tbetonte;mapm  lofio  deliada  Cemt 

re  il  mio  frmpn  honorato  Mi  fra  Giulio  de  Grandi  uobi-  per  baucr  certa  ru  nnuà  uerjo  la  banda  del  mare  a g'ufa 

lijìmo  Ferrare frydrmoUo  grato  al  nofln  Signore  media  di  Giaotihio.  fiumi  i il  lorpodiSan  Ciouan  Battijla , tir 

te  la  fua  af>idua,&fi:debf}ima  feruitù.  foprauenutoui  d calino  nclquale mangiò  Cbrifio  io  i jùoi  dijcepob.  Pet. 

acajod  mio  tanto  cariphno,&  da  me oficruandifitmo  FoUhuIoib'aMarliiatlnomehadato.EtaCinoualol- 
tonte  Miibele  dalla  Torre  (merci  & fomma  bontà  fua)  io.  Boc.  GintUhuomtm  Cenauefi  per  ambafiiadori. 

mt fece  quelle domefliibcaccoglun'fe  che  ft  ponfareda  t atra  d generai coflume de  Ceuouefi che ufauodt  nobd- 

coluichiilautrag  ntde^&Utnagnamnatàdtlmou  miute ucfltre . 

do  Tot  prefa  da  tutti  la  debita  he  ruga  n andai  al  palag.  Noli,  terra  dt  Genouefi  neita  riuiera  poHa  in  un  nallone,  do 
XO  del  molto  Rem  rendtfrimo  Cardinale  Crefi  enlio,doue  ri  uè  con  itfricuita  fi  feende.  O a N.^api  in  Sonico , di- 

trouai  d mio  Mtffer  U dauico Fontana  nohUipimo  Mode-  fiindifnn  HoU . 

nefralquale  per  le  fuelodiuobmamen-,  da  tutto  il  mondo  Aaconz. Ut  &ancoH.Boc.Tiell4  miriai[.4ncomi.  Spi 
i amato  & honorato , & molto  grato  al  fuo  Signore . Et  uenne  ad  .Ancona . 

quindi  fmrtenlomt  dopi  le  debite  accoglténge.dr  bonore,  Fano.  Ut.  forum  fortuna . B o c.  Tiella  città  di  Fano  du» 
uolifììmiabbratiiaMenu.hauendo  prima  trattato  tntto  meri  alanti  habitau  ino. 

CIÒ  che  ne  fon  tefiimoni  i noflri  poeu , dirizzai  d ut  iggio  Piiloia.  Ut  p.  llona,cr  pifìorium,  città  di  Tho  'tarut  tra  Fi 
mio  uerfò  il  genldTljipoli  Pet.  Io  parlo  de  f imperio  aU  renge  Luua.  Pet  Ecco  Cin  da  Pillola , Cuaiond'.4- 

to  é Roma,  ytdrà  Boi  gaa , ir  polla  nobtl  Roma.Madrt  rcggii.  Boc.  -d  Pillola  dimoraua.f'n  caualier  Ti,loleJt  l 

d'errori . Irreuermte  a tanta  & a talMadre  (j.  Roma  ) Dan.  Ttagm  Tilìoia. 

Iboiioraiauerga  Con  laqualRpma,^  ficai  erranti  cerr  g Prtto.  Ut.  h oc.  "Nella  terra  di  T>rato  fu  già  un  flatuto, 
gl.  t'hor  commefio  d nofiro  capo  Roma. Et  dice  Rfi  mia  fa  11  éiaiuto  Ptatefr . Caflelio  come  una  Cutà . > 

r.iaiichorbeliateienJouolto,-dhomaUuilOieTaBabrl  Kra.io-Ut..Arrmm,doHeiu.qutH  nofiro  M.Fraue- 
Ufpalle.CiàRomahir  Bibdomafalfaetria.  Qutdnelrt  fioTetr  arca . mad  padre  o la  madre  furono  della  città 

gno  à Roma,  e n quii  dt  Trota . Chefe'l  popcd  Roman  pm  di  Firenze.  Pet.  Ecco  Cin  da  "Pijioia  ; Cutttonif  .Areg» 

uoltellracco.'NonU  bella  Romana  che  col  ferro  .Aprii  gy . B o c.  Fu  tn  .Artzxo  un  ricco  buomo.D  AU.Et 

fino  iaflo,&dificgnofo  petto. Vo’ che  Carme  Romane  a l'.Arctia,tbe  rimafr  tremando  . Qtùui  era  l'uretm, 
grande  bonore  "Per  l eflremo  occidente  furoa^rte.y tu-  O .Aretini . 

ìoahlìn  Jelgtouane  Romano,  a purgtr  uenne  Di  rea  fin  Pifa  Lat.pifx,  farum.  Boc.  yngiouaneTilàno.  Mereataa. 
tenga'i  buoi:  campo  Romano,  yammtl  terzo  gran  lume  li  Pifani.  D A s.  .Ahi  Tifa  uauperio  delle  gemi . 

Romano . Ruma  fondataincafiauP' bumtlpoucrlade.ue  Lucca  Ut. Lueca città mThofiana,  ladouiuuoho  Janto. 
dig'ultn  Cuoi  epilbeli  nel  fònetto  fontana  di  dolor,alber.i  O ah.  Et  fè  Ulefim  Imerminct  da  Lucca . luca  nomo. 

guiCira.DicoflorpiugiiequellagentddemHa  ( iRoma .)  proprio  fi  fcriue  loa  frmplUe  t.ma  Lncea  atta  con  due  a 
uedianchoaBabitomainuecediRoma.Boc.cofielcla-,  P2doai.Lat.padaa,&pàtauìum.tado;taPadou.i  patria 
mandidice;  0 almaiillà,o  reuerrndifìima  Roma,taqua  diTito,Liuio,ondeil  P tT.CiuidgrauTito  UuioTado- 
le  egualmente  a tutto' i mando  pouefli  fignoni  giugo  fopra  nano.  D ah.  Et  le  fontane  di  Bratta  c di  Pa\ a. 

grimiomìli colli.  V h.  Roma,laquale  come i boggt  coda  , BnfcÌ2.LatJirixia.B  o c.TigUa  emà  dt Brefiia  fi,  pà un 
tofigiafacapo  del  mondo.  Gli  annali  Romani  fi  iroueran  gemilhnomo.  D ah.  TafloreAfr  quel  di  irefcu,e‘L  Per» 
nopumé  trtompbi  Hanende  egbammoRomano,&fen-  nrfe.  & cenomama  tobrefetano . 
no  .Atheniefe.nedi a Romulo a 478.  P2iÙ2.Lat.&uciaumpiomenciuuatis,&fluuÌMs.  neliem- 

897  Campidoglio.  Lai.  Capitolmm,tfmplnm  louis,  in  monte  poche  Longobardi  dominauana  Tatua  fu  capo  del  regno 
Tarpeo.P  E T.  Si  come  in  Campidrgbo  al  irm^  antico  toro.  Boc.  Tania  città  m Lombardu.  ouc  pà  furano  i. 
Talhera  pernia  [aera  fi  per  uia  Lata . Tur  («la  «a  dico.  Re  Longobardi , 

lor  ebe'u  Campidogbo  T nontpbal  carr*  a gran  gloria  con  Tri  uigLLu.  taruiftumfiut  taurifium.i  città  lopiofà  di  firn 
duce.Boc  In  fu  iRoman  Campidoglio.  KuiXbt  farà.  tane. Boc.ErannTedefcoaTreu:gi  tbiamato  .Arri-, 

prefjo  al  Campidoglio  eorfo.  gfi.EtbaueaftmitaUianafiTraugiana.ibefopTadca 

StioiulefiieontaltKdaKfrtctdeTtè(iuàmiittà,oUrtak  fpofattagfibànaa,^  . . . . . 

yerona  , 


tp9  Vuoi»  ritri  mbiUlJtmt.primitramfleietttBfeaiiiiù  ,iU 
Brittm  Onci  de  Gj:h,ihepriMU  la  edifi.ò.  Fh  a priiuipio 
(»loma  de  Kheion  EagJiu  ; patria  di  t'aleno  Catodo , di 
fimlio^  di  Mairo  poeii.c?  i VLnio  lume  H'g’uKO  alt  «- 
n',&a  ifpi  nofln  di  Fracajioro  poeta  et  TbUoiopho  ate- 


M"  O N D'  O Iti 

yefcoao  i Imola id>ep  drgoamente  ferine  in  theologhié 
S.  MpoUomo  primo  yeliuiio  di  epa  ciilà;di  S.  y itale elf 
di  Geruafò^diVrutafOttydimoltiaUri  /òaii  .Bo  C. 
Tutte  le  Hauegnane  dome  pauToje  ne  diuenaero.yn  ca- 
lendario forfè  già  fatto  a Raneana . 


berrimo.  onde  il  noli  ro  Pst.  Vhnio  y<ronefé  fno  Trklke.Lat.teigefiiimrimiihiffima.iofinominjta.ptrche 

mci'to . Hon  par  yerona . Cr  B o c.  Hanendo  megere  tre  notte  d.pn,me&  fanpre  rifatta . 

Can  dalla  iiala  disilo  di  fare  nna  maramg  ufàfella  m K.'g^o.Lal.riginm.  B oc.  la  maruia  tra  Reggio,  ^ Caem 
yerona.  taaMIiretto  di  Meffina  in  Calabria. 

Garda.  Lat.èterrapoflafnlariiiadiBenacoprepoayero  Veline. Lat. niimmeint bnnnmm. Hanendo io tonogni lòU  901 
«.Dan.  Tra  Garda  & n.il  Camonna  .Apenanu . leatndtne  cenolamagg  or  parte  del  Frinbgtnmoad  ydi 

Melano.  Li  mediulannm  in  infnbna.Gatiu  eilalpuia  diti  neiittà  nobilifJima,&  capo  di  qnetla  patria,  mi  panie  con 

pria:  ipale  in  Lombardia  deliaqnaie  nane  ,bno  le  opinioni  nenunte  di  aljnanto  in  quella  dimorare  per  effe  rmt  fi  m- 


peribe  eofi  fofie  nominato;ma  a me  pare  che  mentamfte 
I fi  potna  chiamar  Malanno  alla  Lombardia  per  efier  ogni 
anno  nejfata  dalle  guerre . B o C.  .Andando  da  .vietano  a 
Tania.  L’auara  donna  Mctanefe-  .Ada  Metanefe.  Doncn 
do  andare  podeiià  a Melano.  D A s.  dilati  dolentcan-. 
chor  Melan  ragiona . 

Mantoua.  Lat.m  mina,  i patria  à yirgilio  principe  de  lati 
m Toetii  Fu  Cotoma  de  Tbofioni.  allaqualfi  diiedi  0 no 
figliuolo diiTen.re ,e!rde.la  Tbtbana  Mantoua  fig’ia  di 
Tirefia  barn  r dato  le  mura,&  il  nome  della  madre. lii^i 
idelmrofangtedi  Cbniioche  fi  moflra  congran  iiue- 
ren;^  ini  ..Andrea,  nedi  lahilioriaa  Manto  a 14  {.onde 
' [Ak  t.Faràtaterra,ihefulM-ngpfìide..Acuilaman 
dre  if  Orno  il  nome  diede.  £?•  li  P * T Odet  Taflor  ch'an- 
(hor  Mantoua  bonora.M.intoua,iSr  Smirna,  «ytuna,  & 
l'altra  Lira . Il  Mantouan  che  di  par  ficuguflra  .(yir- 
gfln  intendendo . ) 

Midolla, <11(4  m Lombardia.  Lat.  mutino.  Boc.  Eflendo 
Todeflà  ibiamatodi  Modona/t'oi.dò . Modena  ba  U tefio 
antico.  Atei  Rieggingaiiondo  ,0  Modona  feroce . 

900  Ttnoli . Lat.  imola , ey  forum  cornetti^  tmilta  pronin  ia, 
beggi  Romagna  ,per  laquale  pa(fa  Santerno  fiume . delta 
Imula  dal  nerbo  immola  re  i he  figmfica  fàcnficare , pero- 
che  fu  feruenU  nella  fede.  Onde  Dan.  La  città  di  La- 
anmeÀirdiSaiilerno  per  Lamoumtende Faen^  Bo  c. 
tu  in  Imola  unbuomo.  L'opere  fue  conof  cinte  da  gli 
Imolefi. 

R .'ggio.  città  hi  Lombardia  preflo  MoJonaJat.  Regiam  le 
pidum  enfi  detta  da  Lepido  che  la  nfiauri . 

F otlì.  Lat.  forum  liuiffi  forum  liuium.  Dan,  Et  a ForD  di 
quel  nome  i uacante . 

Ctdèna.  Lat.  apprefio  della  qual  corre  il  fiume  Sauio,  detto 
da  latim  Sapis.  D a n.  Et  quella  (J.  Cefena  ) cu’il Santo 
bagna  il  fianco. 

Arimino  & Rimino . Lat.  ariminum  .Per.  Et  la  coppia 
i .Arimino  cb'mfieme , yanno  facendo  dolorofi  pianti . 
Boc.  Fu  adunque  in  Rimino  un  mercatante . 

ASkCi,&  .Afiifi  Lat.afctfum.  & lune  Axu,  fine  Uffa  di- 
lla. ^ doue nacque  il  ferapbico  fan  Francefea.  D a n. 
tò  chi d’efio loco  faparole  Hgndica.Afcefi  che  direbbe 
corto, Ma  oriente,  fe  proprio  dir  unole . qneflodice  per 

efSerui  nato  un  Iole, chi  il  mio  fan  F rance feo . 

Agobbio . Lat.  augubium , i città  nella  marca  S ancona , 
D A N.  0,  difie  lui;  non  fé  tu  Odonfi  Cbonor  d'-dg  >bbio. 
toflm  fu  ottimo  miniatore  uedi  a S 10. 

Raurnna.Lu.^  cittàaniichiffima  ^ Santa,  patria  di  Caf- 
- . fiodoro,  che  fi  eUgiimemeptefcriffe  ; di  Vmn  ranennott 


pre  Hata  non  men  cara , ibe  la  propria  mia  patria  nana 
Ferrara , percim  he  potrei  qnafi  ton  ucntà  dire  é hauer 
fattoinefia  tantodt  profitto, qnanlom  me  fi  riiroua 
fi  nell  arte  dello finuere,  cr  dcU’arithmt  tua , tome  mila 
Unguauolgirt;&m  altrefiiultà,qualiperhoralafita- 
mo.  Cmntoui  adunque  non  andai  prima, i onte  baurti  fat- 
toamfiiar.  il  mio  carifJimo,cr  fempre  honorando  compa 
re  M.  Tibem  Deciano,  pertioihelo  lafaat  in  yi,  igu  nel 
partirmio  ,in  quella  fama  Crgtdoibe  10  ne  ho  decritto 
al  nome  ino.  ma  mi  amai  alla  cala  del  mio  .Allieuo , 
come  figliuolo  M.  .Antonio  G.'llidino  fcriliarr,  Cr  pariti  ^ 
le abaihiflaeccellentifJimo,Crfe non  ihe a fcrinere  mi  fi 
poma  ifie  vmfiodalla  troppa  aff[  mone  parlafii  men  del 
nero.  Io  mi  iforzerei  ornare  quefie  mie  carte  con  lo  ferine 
re  delle  rare  ninn  Cr  bontà  fuejeqnab  ben  eonofaute  nei 
lafua  patnafcofiicbe  di  raroauicnt)da  quella  magmficà 
Comuntà  i tlatoaccetuto  per  prom fionato , dalla  quale 
etto  fimilmerne  lungi  tempo  fili  bonoreuolmentt  Hipen- 
dtato . mfuatolo  adunque , Cr  con  breniflime  cerimoifie  , \ 
perche  poco  innaat^  egli  mi  uifiti  in  yungia  infieme  od 
fno  fratello  Francefio  fimilmente  mh  Ulheuo , Cr  come. 
figltuolo,ilqnaledipotoerauenutodiCipri  neandamno 
in/iemeacaladi  M Bartolomeo  Louaria  dottore  di  Ug- 
ge ectelleuti, limo  &•  mio  molto  cor diahfitmoaimto,Cr 
da  quello  alle  caf  e del  mh  molto  Reuerendo  Monfignore 
M. -intorno  StrafoUo.&trouammolmtfiere  andato  al  ' 
fno  cafiello  ,onde  10  mi  dijfofi  di  andarlo  a tronare  ,an- 
ebora  che  mi  fiojfe  fuor  di  mano ma  non  peri  nodi  la-  .> 
fetore  di  non  uedere  in  efia  cuti  le  due  fontane  fatteni  di 
nuouo  per  opera  delio  mgentofifiimo  M.Ctouanni  Car-. 
r ara Bergatnafco,leqnalt oltre  la  naghcoijade  niuiCr 
poUtimarmi ,Cr fua  perfetttfiima  architettura, gitta- 
m fi  grande  abonianga  di  acqua  Cr  di  lama  perfettto- 
ne , quanto  che  alcuna  altra  che  fi  trom , ne  mi  fudiicaro 
apprefio  ^intendere  ,cb'd  mollo  M gnifico  M.'l{uoli 
dU  Tome  dottore  .&  philofipho  fingolarifium^Ubiira  C 
Luogotenente  di  quella  patria  fu  quello  che  fece  fare  la 
non  mal  a bafianx*  lodeuoie  Optra,  & qneUo  ciré  pin  mi  C 
porne  di  marauiglia  ,fn  ,the  cinque  nngUa  lontano  dalla 
cutàper  condutti  era  tolta  1 1 detta  at  qua,  là  doue  ella  na 
fee ,nt per aliun  tempo  quella  mania giamat , prril.be 
hgindicai  non  meno  porgere  di  eccrlleuiga  a detta  ma- 
gmfiia  Città  quelle  due  fontane  che  féteporgino  inno/"' 
tuarauigliofi  edtfin  er  le  fnprrbe  torri  ihe  ni  fono,  h,  .1 
lecitalo  dal  tempo.prefi  la  debita  lichen  da  gli  amici  mfie 
mecolmio-tntomomi aniaia  Siraloldo ,douetrouai  il 
wifo  Rfuerldo  M-Antomo^ol  mio  Monfig.  M.CamiUk 

' ' a.  ii 


M ■ O ' N DO 


fuo  fratetle , aUiipialipn  lì  miti  hmrflci  da  loro  riceuuti 
dopo  gli  abbraciumemi , remiti  queÙe grane  ihe  meglio 
per  me  fi  potè  & fippe,&  fodiifattoinpartea  tanto  de- 
bito , ^ di  tjnmdi  mjieme  eoi  mio  Monj  gnore  M.  Camil- 
lo lafciaiidegbaìtri  duo  intoni)  conia  miglior  parte  di 
me, dato  fine  a gli  abbrac(i.menn,mianiai  turfi)  ^qui- 
teia  ptrMcderr te  nenerande  fine  reliquie  higgi  miratolo 
fetondo  dilla  mifira  Italia.  Ma  per  fg:,  ire  l’ordine  nofiro 
porrtMO  circa  a qui  fia  città  di  f'dme/iuello  che  ne  due  il 
noHro  B oc.  In  Friuli  pacfi  quantunque  fri  ddo,  beto,& 
dt  belle  montagne^i  piu  fiumi, & di  chiare  Fontane  è una 
terra  chiamata  ('dine . 

MarfìUa  Lat.maffìlia.Boc.Marfiliaèinprouen^fopra 
la  marina  pofìa,antichiffima,  ejr  nobitifiima  città.  P E T. 
FoUbctto  ch'a  Marfilia  il  nome  ha  data  Et  a Ci  noa  tolto, 
poi  Virigi.Lat.tutitia,panfiorum  .B  oc  Hauenio  Studiato  a 
Tangi  andando  per  noSìrehifogne  a Tarigi. 

Toìofì.La  città  mia  confinidi  Cuafingna  uerfo  Bretagna , 
D A K Che  Tolofana  a fi  mi  truffe  a Roma . 

Wompolk'ri.  Cafletlo  in  Francia.  B oc.  ConefitaMom- 
poherfeneuenne. 

Trento . lat. triderttum .D  av. Dilàda  Trento  f ..ddice 
percofie. 

Ama,  fono  piu  città  di  tal  nome  ; prima  .Alba  lunga  nel  la- 
tKjctci  uerfo  Roma . .Alba  Tompeia  in  Uguria  , cioi  uerf> 
Genoua  .Alba  .Augujlain  Francia,  jlma  Greca  in  lun- 
gheria ,già  detta  Taururo  o nero  Taurunno , hoggi  BeU 
grado;  & Alba  Rrgate  pure  in  f'ngheria;&  f una  et  ( al 
tra  a noflri  giorni  cfpugnate  da  Turchi.  Pn. lui  era  quel 
che  fondamenti  Iota  D'Alba  lunga  il  bel  monte  pelitgri- 
no.D  A u.  Tu  fai  che  fece  in  Alba  fica  dimora . 

Adria.  & uoigarmente  Ari  città  lontana  da  Ferrara  tren 
taciaque  imgba/hUa  quale  hebbe  nome  il  mare  Adria- 
tico .Ari.  Haitrà  d Ducato  t Adria  con  la  figlia  Del 
fecondo  Re  Carlo  di  Sicilia . Adria  che  ualfe  Da  fe  no- 
mar l' indomite  acque  falfè.  &■  Adria  fu  anoho  colonia  de 
Roma  mpofiafopraiun  colle  e rto/Iaiquale  Adriano  im 
peradore  trafse  origine . 

Tntìi.latjrinntn  &trardum.  Boc.Et  di  quindi  di  marim 
na  in  marina  fi  condufie  infima  Troni. 

CaetJ.Lat.i  attà  in  terra  di  lauoro  chiara  pel  porto, dr  pel 
Utoameniffimordoue  in  cima  del  mate  detto  la  Torre  d Or 
landò  è tempio  di  Saturno  ritondo  infiggia  di  Torre  con 
tertaifcrittioitt  di MunatioTianco  Rumano  che  lo  fece 
edificare  fòhconlefpoglkde  nemici. Boc.Credeft  che 
la  marina  da  Riggio  a Gaeta  fia  quafi  la  piu  diietteuole 
parte  i Italia  .Van.Mì  diparti  da  Circe  che  fottrafie 
Me  piu  {un  anno  làprefio  a Gaeta. 

Tnpzni.f/at.drepanum.Bo  c.ht  ytica picchietta  IfUa 
quafi  a Trapam  dirimpetto . 

TuniCi.Lat.tunetum,0-  lumtiurn . B o c.  S'Ha  figliuola  del 
Re  dt  Tunifi.  Menalo  in  Tumfifu  mefio  m prigione, 
pej  Mesrina.Lat.Mcflana,Zanclc,&  mamertium  antteamfte. 
P ET.  Ch’orni  Bologna,  éthor  Meffina  impingua . 

Guizzante , & Bruggia  in  Fiandra  ,pofle  ne  liti  del  mare 
Oceano  ch’i  tra  ( Inghilterra ,C  la  Francia,  Et  L’oceano 
in  que  luoghi  due uoite  in  xxiHj.horefimoue  da  leuame 
in  uei fa  ponente,^  altrettante  torna  in  dietro,  & nel  filo 
mauimemo  efie  del  luogi  fuo,&  entra  infra  terra;  & pe- 
rò dite  Da  a,  Siuale  I paminghi  tra  Gmgg;antt , 


Bruggia  Temendo  il  fiotto  ebe’n  uer  tor  l’auema  Faidh  ti-  ’ 
jchtrmoptrche'l  mar  fi  foggia. 

Doagio . Guanto  Jjlla , ér  Bruggia  tutte  città  in  Fiandra,- 
D A K.MafeDoago,Guanto,LilIafiBruggiaTotefieT. 

Bibilonh.cofiditta  da  Greajet  da  Latini babyton,^  Giu 
dei  la  nomini  Babel,  mi  città  di  tonfufione , fi  tome  ifpo- 
fie  Ghf  pbo, che  grecamente finffe  le  lofe  de  giudei  fu  det 
la  la  gl  àde,netiaquaU  fu  edificata  la  gran  Torre  é 7{em 
hrvtb  perlaquale  furono  éuiji  le  lingue  ;& fecondo  che 
ucgliono  all  um  fu  edificata  da  Semiramide  Rema  con  fi 
mirabili  edifii  q che  meritamente  fi  può  connominare  tra 
li  fitte  miracoli  del  mondo . Euphraicgb  pi  fia  per  meg^ 
•JO0  ni  il  Cairo  douepafia  il  Ì{ito  i detta  Babylon  come 
uuol  Strabane  & T olumeo  laquale  da  gli  anni  hi  fu  detta 
Memphisart  il  noliro  P et.  in  ucce  di  Ruma  fempre  la  po 
uc  onde  dice  'Non  Roma  bar  Babilonia  f alfa  é"  ria.Et  tre- 
mar Babilonia, cirliar penfofa.De  i'empia  Babilonia , on- 
{i  fuggita  Cg,u  uergogna,ondc  ogni  ben  è fuori;  Alber- 
go di  lor  maire  d errori  L'auara  Babilonia  ha  colmo' t fie 
co . bauendo  uolto  A Roma  il  uoUo,&  d Babcl  le  jjiaUe,  ■ 
Corfe  a Li  Babilomi  a rouina . B o c.  /(  Suldan  di  Bahih- 
nia.T.La  gran  Babilonia.  A R i.Talcbela  gente  falfadi 
Babetle  Caccierà . 

Baldacco  per  Babilonia  pofe  il  nofiro  P e t.  doue  dice;  Sol 
una  fede , & quella  fia  m BaUacco . & Baldacco  i una 
tauerna  in  Firenze,  doue  il  B oc.  molteggiàdo  dice  ; Ter 
Io  reame  del  Garbo  caualcando  per  unire  a Baldacco. 

Cairo  Lat.  babylon,nunc  uero  babulis,&  bora  uolgarmite 
ideila  Babilonia . E'eittà  regìa deW Egitto laquale a tia 
pi  noflri  ci  tutto  Cimperio,chauea  durato  quattrocit'a» 
ni  infieme  con  la  militia  di  Mamaluccbi  quafi  inuitta,  et  l 
ridotta  fatto  la  potefìà  de  Turchi. 

Troia. Lat.ilhn.  P et.  SiualnelrignodiRomafibiqueldi  9*4 
Tina.  'Nqa  chi  recò  confua  ung  i bellegga  in  Grecia  af- 
fanm , in  Troia  ultimi  Hrtdt . Ne‘l  paSìor , di  che  anebor 
Troia  fi  dote.  Voi  uidi  quella  che  mal  uide  Troia  .l'ha  co» 
d»tloalfinlag(teGreca,t^la  Troiana.  I duo  chiari  Tr» 
iani.Ch'm  ItaUn  a Troian  fi  tanta  noia.  B o c.Doue  tut- 
ta Li  Troiana  ruma  erafmaltata.  T h. 

Argo.  Lai.  argot.  Boc  Argo  antiebifiima  città  di  Greti* 
pirglifuoipjfiaii  Refmoitopiufamofa  thè  gride.  P e T, 
Ch‘argo,&  Miceua,&  T roia  fi  ne  féme . Argo  che  ha- 
uea  cent»  occhi  uedi  a tyqy.DAtc.  "No*  da  Tirati , n$  ■ 
da  gente  Argolica  J.greca  ; 

Miccna.^1  micetutetrum.ieittàinGrecia.PET.Ch'Ar- 
go^Mteena,^Troiafene(inte, 

CirthìpneJM.cartbagp-Alta.Toteute/f’Superba.Di- 
dune  dopo  che  Tigmabonq  bebbe  ucctfi  Steheo  faceriou 
di  Hercole  mentre ficrificaua,ilqual  erafkozÌo,&nuri 
lo  di  Di  Jone  ella  fi  ne  fuggi  iu  Africa  con  tutte  le  ricchet 
ge  del  marito céfici  Carthagint  ; uedi  la  hifloria  aDi  ^ 
doncApph  Claudio  fu  il  prono  che  mofie  guerra  a Car- 
tbagineÀtrfiuperoUa . P e t.  Ton  difìtl  cor  0 Sophonisb* 
in  pace  Che  Cartbagine  tua  per  le  mi  noflrtTrr  uoUe  cad 
de,&a  la  terga  giace  Et  eb'cn  mar  prima  umeitor  appar 
fi  Centra  Carthagint fi;^  chi  lor  naui  Fra  Siiiba,ér  Sor  ■ 
digna  ruppe  fi.  ff^ctrcbedomui.  Lat.i  il  con  bop 
»efe,0’pòcnut,Tyriì;  Cadmageiu,Al3rubaltam,Sido- 
mt,Ebpti,Byrifiai  ’ 

Atbeni,tfi-AtbeneJMA^Kii*ftri,iiuGceeiifiàdomi- 

(ilo. 


ai  *■ 
t 


V 


MONDO' 

^•,etret(Ua(elaiìtnttele iottriiie.f» liómin^ta^lhe  CkelhhtJjno  A m.  Etrhenn  pocì>i  in  uHi 
UJ  <U  ’MmcrnaJiaquaU  t greci  ihumaao  ^ihciu;  al  tnt-  tra  ritrailo.  Et  feto  in  ^rit  ad  ./igramante  il  tr.ifie. 

U>  hnggi  éflrmia,  tre  opinioni  ni  fono , tinnii  per  bora  la-  Vergimo.Ul.pergaHmm,fme  pergamns . è città  nobàBi- 
fiiamo.Fu  pana  di  D.  moflhcne.onde  il  P i j.  Et  cofa  da  ma  in  -dpa , nellaqnale  regnò  .Aitalo  amico  de  Romani, 

fiancare  .Aihene.Arpino,Mamonaj&Smima,&l  nna,  P £ \.l'n  da  Tergamu'ljigue^t  da  Un  pende,  L'artegaà 

Ù’faltraLira  ..Aliibiaiechefi  fjirfio  .Albe  na;  come  fu  Hafranoi. 

Jno  piacer ,nolfe,  & rinolfe  .Dan.  Tu  credi  ihe  quijìa  il  Marathoaa.  lat.  marathon . Luogo  in  Unita , oue  Dario 
Duca  d Uihene.  iiual  fi  partì  Hippolitod'Uthene.Uihe  per  lo  ualure  di  MiUiadefu  roHo.  onde  il  P £ ì.  Aia  Aio. 

ne,&LaicdcmonaìCbejcimL’anucbeUggi.Tdaitu-  rathona  le  mortali  finite . 
diofaUibene.  AruacìfiokefuLuiillotnuentoredelleSJtire,&fucolonia 

Thcbe  and  celebratijfimaé  Grecia  in  Boetia  .eàfìeatada  dcgUUufum.  Ptt  "Hon  pur  t'erona.MàtoaO-  Urica, 
Cadmofigliuoloé Ugenore,&iima  di  mura  eoi  fuoiio  PMa.Ut.i atti  diMacedonia,^ patnadi Ulefiandroma 
della  iithara  di  U mpbione  litarifia,  come  fingono  i Toc-  gno.  P £ t.  Tbilippo  ,e'l  figlio  ibeda  Velia  agl’indi  Cor- 
ta dopo  rouinata  da  Utefiandro  AlJg>io,  CtUbredt  duo  rendo uiafir pac fi diuerfi . 

Duci,ciaèEpaminonda,&Tobp4da.Tatriadt Bacco ft di  Poli. Lat. è tut.i incapo  eflHria  uicina  algolft  delmart 
Hcrcole;prcfioJaquaUiHeliconbofco,&Citherea  Sei-  Udruno  detto  Quarnaro . & però  dice  D ns.Sicom'a 
ua;  & UgamppeUretufa,  Dace,  & Hippocrene  fonti . Vola  prefio  del  Siuarnaro  , Ch' Italia  cbiude,  O' finii  ler- 

Furono  ambo  molte  altre  Thcbi;lequab  per  bora  fi  lafcia  rem  bagna . 

no.  Ltt.Tbeba,arum.  Pai.  Qj^al  Bacco,UUide,Epami  Caorfa,(  città  in  Troueiri^già  lunghi  ftcoU  refe  ria  d'ufn- 
ncniaaTbcbe.T.LabebcaThcbe.  rai  D a n.  Eiperò loniatorgironluggella Dillégnofuo, 

Snmni.Lat.fmymaJccondolapincelebrataopinionefupa  & Sodoma  aìT  Caoifa. 
trii  d'Homcro  fommo  Tot  fa  de  quanti  mai  ne  furo . (jr/i  Sodoma,«r  Gomorra.  Lat  fodoma,x.fi)domìi,  & fodoma, 
comeitnofiroPir.affermaquandoàcc.Eicoladafiaii-  orum,plu.  fono  cafielli  in  Saia  VaUSima  ,lequaU  per  ù, 

cor  Mamoa,&  Sminuì, cioè  b'irgiUoAÌr  H omero . fiderà  tomi  io  conira  natura  fopra  Uno,  Dio  piouue  fuo-  ' 

ATpino.Lal.patriaéCiieroiu,IlquaJenonlolamentefupa  oo,&Solfo,&arfeogmcofa.D  A N.  Et  pero  lo  minor  gi 
drede'.laeloqucaca^nafulaifieSdeloquenxa.  P£T.  £»  (»  ron {nigella  Dclfignofuo  Sodoma, &■  Caorfa . La  intona 
fit  da Haacar Utbette Urpmo  i. Cicerone. uié a qiq.  gente Sudoma,S‘  Gomorra. 

tblegci.Lat.Tblcgre,eUtueThltgretrouo,L‘unaiiiTbra  Cologna.  Lat. lolonu.iiittà nella  Mignabafia  (opra  il 
elafi  comejcnue  Solino  in  .Macedonia, ci/efiendo  per  adie  Rbenoiiofi  detta  perebe  fu  Colonia  de  Romani.  Fu  disfat- 

tro  detta  PbL  g'aper  quel  thè  de  Giganti  i onera  i Dei  ti  la  da  .Agrippina  genero  d'.Augufio,&  per  qui  fio  i detta 

diuulgato.bebbepoiil  nome , come  narra  E^ippo,da  Coloma.Agrippa.D  a n.Le  cappe  fatte  dellatagba,Cbe 
Tbcdlcne  figliuola  dtStctbone  ,& donna  diCleto;uenii  per  U monaci  in  Col  gru  fafii . 

(he  Theag-ne  nelle  cofe  tbeferifie  de  Macedoni,  dtmofira  Luni  città  già  nobile;  ma  hcggi  è ffienta,  dallaqnalela  regio, 
coloro  cbebabitanaminquella  terra  efier  fiali  fi  fienfit  neuicinaideltaLnmgitiu.Lat.Lunaalpre}ènieidctta 
ftfuperbi  eh’ erano  chiamati  Gigami;  Et  perche  combatti  fiorto  ntnere,  V)  ah.  Che  ne  monti  di  Utni , doue  ronca . 

do  Hercole  con  loro,  caddero  dal  cielo  ardenti  folgori,  fi  Weiat  i città  in  Ufhca  non  moUo  lontana  da  Carihagine , 
che  furono  pofii  in  fugafifi-  uinti , nacque  la  f ima  de  Gigi  da  cui  i detto  Catone  P'ticenfe.  Dan.  Tnl  fai , Che  non 

ti  contea  i Dà.  L'altra  ThUgra  è m terra  di  lauoro  Cuma  ti  fu  per  leiamara  in  f'tica  la  morte . 

,Auerfa,c^Toxj.oliprefioa  T>lapob ,fi come  ne  mfgna  hug^czcittàncllito  -Africano , ali  incontro  di  Marfilia. 
Tbnio,  oue,  fi  come  narrai  trabone,  fi  dtuulgalamedcfi-  D A tt.Buggea  fiede , & la  terra  oniCifui. 

ma  hifiona  de  CgintiidequaUi  orimi  furono  .AUuineo,  Aaguùz.famofifiimaditdinGermanu  delta  uolgarmen 
CTorpbirioicbeinprtutlegiu  hthbero  dalla  terra  loro  le-Ausburg. 

tnadre,memre  Ut  toccauanofiondoucrecfiere  mai  uinti . AusbuTg,altrimentidetta  -Augufia;  uedi  di  fopra . 

Maper  confighodiValladealzati  in  fufo  rimafero  abbai  Callagura.  lat.uulgo  caliborra.i  città  in  Hifp.igna  patria 
luti;  Et  di  quefli  -AUiuneofuuciifo  da  Hercole , fitome  di  janDomenico.DAn.Su:de  la  fortunata  Callagura  Sol 
ft  legge  appo  làcopbrone.  onde  il  P £ t.  Et  una  donna  int  lolaprolcttiondel  grande  findo.t.dt  fan  Domentto. 

nolta  in  uefie  negra  Con  un  furor  ; qual  io  non  si  fe  mai  Sibilla.  Lat.  bijfalis , t ittà  nelle  parti  piu  occidentali  della 
Ul  tempo  de  Giganti  faficaTbUgra.  ^ Spagna. D Ati.Eltoccai’ondaSolto  Sibilla. 

yotf  Rhodi.Lat.rbodoi.Boc.nafiofameniefen’andaronoaRho  A\igni  c.ltà^Cr  colonia  di Herniapofla  nellatio  fecondo 
di.  Da  moke  nobd  done  di  Rbodifu  accompagnata. Sopra  Tolomeofiucro  m terra  di  Lauoro, tome  piace  ad  altri  pa- 

la nane  à Bhodunifakò.'HpbtUgmuane  Rliodiano . tna  di  Bonifacio  Tapa.  D A ii.F'eggio  in  -Alagna  entrar 
Acri . già  nobiUJfima  città  marittima  in  Sorta  autiquifiima  lo  FiordaUfò.  Et  farà  qnel  d’Mligna  ejfirpmgtnfò.Boc. 

di  tutte  faine  del  mondo, & fecondo  che  firme  Salmo,  & Et  preftroil  camino  uerfi  -dlagna.done  là  Ttetro  baueé 

Tlucofuinnanì^  il  diluuio  edificata;  &■  dopo  molte gucr  certi  amiti . 

re  fané  fu  prefa  dal  Soldanofii  facebeggiatafit  routo-ita.  lkTài.Lat.&  uolgarmrnle  LrridajCr  Leidaà  città  ìnSpa- 
Dan  Et  neffutt  era  fiato  a mneer  Ucri.  B oc. -Acri,  gna.D  AK.Et  CefareptrfuggiugarellerJaVunfeMar 
laqualj0ltoilSoldanoera.Terkrnnead.Acrt.  fiUa,&poitorfeinFh^gna. 

Arli  città  in  proucir^pofla  alla  foce  del  Rbodino , lontana  D3imiìtì.Lat.herU)polis,cfi-  Telufium  è nobile  città  ht  Egit 
tre  leghe  da -Augnane  multo  lOpiofa  di  fipolcrnbelLa-  lopofiaful’Hilo.D  An.Chetun  unite  leAaile  iu  uer 

tao  la  chiama  .Arelate  .onde  Da  n.  Si  come  ad  .Arli,  Dalmata.  _ 


mondo 


CaftcUi 


Setra  città  in  Barbaria.  D a n.  Dj  [altrjgiì  m’hanea  U-  tradì  Chrifìo.  Dan.  QueWanrmaUsA  c'ba  fi  grà  perni, 
filata  Setta . Difie'tmaeflroi  Cinda  S canotto. 

Gcrufalcm , & Hicrufatem , città  in  Sona  celcbratiftma  Thdpia  città  in  Boettafiia  alle  radili  di  Tamifo,  da  cui /b 


perla  fepotero  di  Chrifìo  ,&perlo  tempio  di  Saiimone 
Lat  Hi:rofolyma,(P‘  Sohma.  Ifiodoro  ferine  ; ebeSenfi- 
gliuol  di  'Hoe  dopo  d dilanio  edificò  in  Siria  quefla  ctttaft 
nommlla  Salem . Dapoi  habitata  da  Icbiifii  mntò  nome, 
^ da  loro  fu  detta  Iron  ; Toi  lopofero  l'uno,&  l'altro  no 
me,&  chiamolla  libufalcm,et  poi  Hierufali  m Salamone 
la  nomini)  Hierofolima,^  RomamS 'dima. onde  Inncnare 
Solymarnmq;  facerdoi.Fiiulmente  Elio  .Adriano  Impera 
dorè  infiituì  che  da  fi  fnjjc  detta  Elia . ^ noghono  alcuni 
ch'ella  fia  nel  mn^  del  mondo . onde  Dan.  Gernfalem 
col  fuo  piu  alto  punto . Terò  gli  è loncrduto  ihe  et  Egitto 
Venga  in  Hierufilemine  per  nedere.  P e T.  Egli  tu  Hieru 
talemj&  io  m Egitto , 

Nazareetc.  Lat  ‘Ha^areth.  Hoc.  Quefla  i una  delle  pen 
ne  delt.tgnol  Gabriello , laquale  nella  camera  della  Ver- 
gine Maria  rimafe  quando  egli  la  uennead  annuniiare  in 
Tdai^rette. 

pop  Gchennz.Lat  nunc  uulgo  Genru.ca>  Centura,  i città  pofìa 
nelCejiremo  degli  .Allobrogi prefio  a HeluiXP'Eis guari 
lungi  dalla  Vrouenxa^uc  dal  Lago  temano  rfee  il  Bhoda 


no  dette  le  muje  Thifpiade . Aflò  città  in  Afia  Vatria  di 
Cleante  Vhilojòpho  nobilijjimo.  Tinge  cittàin  Maunta- 
maedifii  ata  da  .A  ateo  Re  della  ultima  parte  é Maurnom 
nia.doue  rimafe  lo  feudo  fuo  iauono  molto  graueji  come 
firme  Tomponio  meù.Bcculia  patria  di  ludit  hebrea,ue 
dialudu  jottoCaflitda  >14.  Feltre  città  neiia  Marca 
T riuiguna a i^^^.&altre molte , 
ter- 

CUSTELLl. 


Aftella.  Liatemo,Slagira,Certaldo, Riba- 
re, Lumages,Chiaue  ri,Cometo,Ejti,Tefihe 
ra,Vontremoh,Bagnacaual,Sanleo,Brettim 
noro.  Ville,  Contadi,Borghi,Vii  bi,T om,Ba 
ftie,Bafliomdiocche,FortexiLeJilpan,  Edi- 
jii  iJHui  a .ValagotitCafi. 

Cilii:ì\o.Lat.caflrump]elfingulare,&Caflellijet  Caflella  pu 
nel  plurale.lat.  cafira.  P e t.  "Per  oroper  eittadi,  et  per 
Cafiella.  B o c.  Caflel  Guglielmo.fla  filando  tiare  le  Ca- 
Hella . _)  D A N.  Ter  difender  lor  uiUe,&  lor  Cajlclti . 
noAndetheparech'indinafca,aniboreheueiigadaW.Al  Licerno,e!r  no»  Untemo.Lat.  Unternum.  è camello  al  lito 
pi,  ilqual  fiume  paJSa  per  Si uignone , nel  cui  contado  i la  delm.ire  jopra  il  fiume  del  /io  nome  prefio  a CumaAlr  li 

gida'ìd^poli  quindecimiglia  uerfòponente,giiehiaro,cr 
famofo  per  l'efilio,  ^ per  la  fipoltura  di  Scipione  ; Ho^ji 
la  chi  imam  patria,ne  altro  i che  una  Torre, & quiui  jtet 
te  in  efibo  Scipione.& i lontano  Literno  da  T raietio  utrm 
fo  oriente  uintiiinque  miglia, perche  fu  mamfefio  ferrare 
di  coloro  che  gliele  pofiro  da  prejjotuokndoforfi  m uece 


terra , oue  nacque  madonna  Laura  celebrala  dal  uoffro 
P E j.  onde  dice  .Mmua  un  fiume  che  nafte  mCtbenna 
^mor  mi  dii  per  lei  fi  lunga  guerra. 

Anc»ndro.Lat.aneandrus,da  Tlinio  edonii . & .Antandrii 
promontonum  efl . i pofta  ne  liti  uicini  a monte  Ida . onde 
V i a.,  nel  tergo  dell  Eneida . Clafiem^  fub  ipfa  .Antan- 
dro,&  Vhrygia  ntolimur  momibus  IdaiContrahimuiqi'ui 
ros.  e!r  P E T.  L'altro  i colui  ; che  pianfe  fitto  .Antaniiro 
La  morte  di  Creuft.  Dan.  .Antandro,& Simoemafinde 
fi  mofie,  Runde,&-  là  deu’fUttore  fi  cuba . 

Alcflà  tióriì.Lai.i  eh  là  nobilifjima  neW-Afia  maggiore  nel 
la  prouincia  ibMrda  .eéficata  da  -dlefsandro  magno , 
che  per  lommodità  del  filo  hebbe  tìud»  di  tutte  ledqcipli 
ne  Lberab,  e perciò  fu  > mporio  di  tutio'l  mondo  .Dan. 
Ti  r CUI  .Alexandria,<!r  la  fua guerra 


il  Un  dire  Mintuma  città  mfiilifflma  per  aiietro  fopra  il 
Carigbano , donde  ha  origine  Traietto:  Ilqual  errar  nac- 
que per  la  Hatua  di  Scipione , che  fu  trouata  nelle  mine 
di  Minturna  prefio  al  fiume.  ^ quìida  notare  che  la 
mila  di  S oprane  era  ne  ilici  di  Literno . onde  UT  st.  Indi 
fra  monte  Barbaro , tir  -Auemo , L'antiquiffimo  albergo 
di  Sibilla  Tafianio  fé  n'andar  dritto  a literno.ln  cofi  an- 
gutia  ,&folitana uUla Era'lgrand'huom, ebe df .Africa 
{'appella . 


Sicne.^r.  Syent.i  città  tra  confini  d’Ethiop  'ia,&  di  Egitto  Mintumo  caflellofioggi  detto  Traietto  preflo  Uri  fiume, 
dirittamente  pofìa  fitto  il  tropico  di  Cancro.  Onde  il  Sole  boggi  Garigliano,  all' incontro  diGateta  città  patriadi 

efilndo  nel  detto  CancrotiUhe  è il  mefe  di  Giugno;  {landò  M.  .Antonio  Mmturno  buomo  a giorni  noftri  dottijffimo  . 

perpenJii  ularméte  a mettgp  Udì  nel  Solfiitiofipra  la  firn  Stagira  camello  apprefio  .Athena  patria  di  -Ariflotele  di 
mità  dt  lei^nfa  ombra  alcuna.  A.  R l.^e  fofienato  afa»  'Ificomacoalqualcbebbeoripneda  Efculapio,  uedi  la  hi- 

prica  SienejO  doue  .Ammone  il Garamante  cole . fioria  a 196. 

Scììlei, oScaleacittàéCalabria  fitainun  colle  prefiola  CettMo . Lat.  certaldiim . cafiello  patria  del  noflro  pi* 
manna  thè  fi  fale,eome  per  fiala,(fi  perciò  detta  Scalea,  MefierCiouanBocuccio.D  A N.  Da  campi  éCertaldo, 

non  lungi  dal  capo  é Tabnuro  che  bebbe  U nome  dal  noe  & di  Feghme , 

chierodi  Enea,cbe  nauigando  quim  cadde  inmare . Brettinoro . Lat.  fòrum  truentinorum  .eafielloinmexptf 

Ttxpatii.Lat.drapanum,ctttà  in  SicUia  abondante,cofi  detm  la  Romagna  pofio  in  monte  /òpra  Forlì . D A N.  0 Bretù- 

ta  dalla  piegatura  cbefanelpartoag/ufadfuna  falce.  E'  noro  che  non  figgi  uia . 

di  là  da  monte  Ubano  litana  da  Enee  monte  fialqual  Sodoma,dt  Gomorra  cafìelb,  aedi  a 907. 

porto  i commodo  a pafiare  in  .Africa.  B OC. In  Vtica  pie  Rjbare  cafiello  nel  uefeouado  di  Teragot  tb'è  in  Treuenta, 
dola  ifola  quafi  a T rapam  dirmipetto . patria  di -Arnaldo  Daniello  gran  maefiro  in  dirif amore, 

pio  Klepo  città  mana  al  Cairo  abondantijfima,& di  gran  traf  LamogcscafietloinTrouengafiauenacqHeGiraldo,del-  . 
fico.  Pelctronio  tura,  doue  fu  prima  irouaioU  modo  di  quale  fa  memumeilPtTÀoue  dice  E'IueccbioTierif .Al 

1,  domar  cauaUi.Tphcfoctttà  in  ùdu  patria  di  Homerofe  uema  con  Giraldo. 

& tondo  la  opinione  daltum.\ilon2  città  famojànellare  ChiaucricafielfinelUriuieradiGenoua.DAS.IntraSi- 
'gfoneé  Epiro.  Scuiotto  patria  di  Giuda  apofiol», che  fieri,  tfi'Cbiaueris'adptiaVna  fontana  bella. 

Cometo. 


MONDO  ,14 

Comfto  I-Tf  eallnmìnm,iirlMllnmmitirm,&c«ri-  hwmofoffe detta. f'iUawmtìttefiioUrMggiéU. 

tbij.è  un  Caflelle  m terra  di  Roma  nel  patmnunio  di  Jan  Viltà.  Lat.  ipama,pufiUammilas^midaas  naie  d.tpoct^ 
Ttrtro.D  A N.ibe'nodioha»aoTraCieciita,t!rCome-  gme.Se^uendoiayiltàdeUa feruile conditione.Terf'i:td 
to  i luoghi  colti  .Ari.  Credendo  chedalor  fi  fojie  tolto  d’ammo.Ma  pur  quefla  yUtà  umcendo  U fuo  animo  alte- 

Ter  praRoma,&- Ito  era  a Cornato.  ro.uedi  alt  Indice. 

Uii,CafìeltomTadouana.Lat..Atefleifu  eglidonatoda  Contidoyèlayillayft-pponeperogm  paejè  Jòttopofloa 
Carlo  Magno  Imperadore  uenfdo  in  J tolta  cétra  Lógobar  ctttd^  ancho  paeje  fottopojio  ad  un  come.ùt.rus^pr, 

di  ad  uno  de  fuoi  baroni  dahfual  poi  nacque  la  lUuJirijJi-  ntinagroferranenfi,Tagutahtio^fJlri8ut,tra{lus,ter- 

macafadaBjle.DhN.  iìuel  Ì Ejh  il  fi  far  che  m'bauea  rttormm,  regio,  hoc.  H arconjiante  Contado . Stette  in 

inira.  Boc.  Rinaldo  da  Efli.  i buoni  tejii  hanno  Mjii.  Contado.EjJendo  in  Coniado.£t  cercarono  taùrui.oalme 

jlij  Pefchera.  Ì4t.pf/Iiina  Cajlrilo  pollo  nel  fine  del  Lato  di  no  il  ter  Contado.  Contadino,  uedt  a J05. 

Carda McUa  durcefe  à yerona.D*ti.SiedeTefiherabello  Tiralli , i contado , li  cui  conti  da  latini  fono  detti  thurones . 

& forte  arnefe  da  fronteggiar  Brefciani,  et  Bergamafchi.  D ah.  ./i  piè  de  l’alpe  che  Jèrra  Lamagna  jòura  Tiralli . 

Atgeati.  Lat.  CaHellojàpra  il  Tò  Untano  di  Ferrara  ,8.  Borgo. Lat.[uburbium^fuburbiaa>rumanUa.uieus,&  in 
miglia.  Ari.  Taccio  di  Argenta  ,di  Logo,  & di  mille  ctuitate  uicus  urbanus,  angiportus  .è  luogo  doue  fono  piu 

altre  Caflella , e populofe  utile  .Boc.  yngennthuomo  cefi  infieme  fuori  dei  circuito  della  cittdaleiio  dal  Lat. ab 

if  Argenta , urbe  fi  a fuburbto,  ma  fi  piglia  anchora  per  quello  di  den- 

BtgjMCìuailo.LatJyberianumJeuad  caballoticalìeUo  in  troia  cittàP  e r.Et  hard  un  pudol  Borgo  un  fòln'ha  da 

Romagna  ,&idel  Duca  di  Ferrara  .Dan.  Ben  fi  Ba~  to.  B o o.Borgodi  Credei  una  Sirada  in  Ftrenge  cofidet  u 

gnacaual  che  non  rifglia . tafinde  formò  D a N.  li  nerbo  imborgare  quandodice.  Et 

’Pontremoli.Latfippua.caflello  del  Conte  di  Fiefeo.  Boc.  quel  corno  { Eufonia  che  itmborga  Di  Bari.S  A N.  Ogni 

llqual  fi  chiama  Fatinolo  da  Vontrtmoli.  Shada, ogni  Borgo  figni  triuu. 

Sanleo . 0 Salleo  Cajlelio  in  monte  feltro, nella  fòmmità  del  \icoJat.i  borgo  &uia.D  a h. Dimmi  fe  fon  dannati  et  in 
tnonte.DAN.yaffiinSallcofiìrélcetulefunTiolt.  qual  y icojuercbio . 

Afcian  Castello  nel  Sene  fe  .Dan.  Cauta  dMfiianla  ui~  TorrcO.»f  torris,pyrgutji.  P e t. Torre  in  alto  ualor  fondam  p 
gaae&  lagran  fonda.  tae&  falda.Et  quel  che  comuiciò  poi  la  gran  Torre.Torre 

Feltro,  cajiello  nella  Marca  df  Ancona,  aedi  1555.  d'alto  mtelletto.Etletomfuperbeal  ctel  nemiche ;Et  fuoi 

Tomer  difuorcornedentr'arfuifuperbi.BocLaTorm 
y.  I L LE.  re  è alttffima;& tanto  che  quafi  par  che  inuuoli  tocchi-, 

> L’alteTorrifilepiueleuatecimedeglialberuSopraCec- 
914  Yillt.Ut.&rui,fuburhiimJuburbaiàifitCHS,pagiii.P  sr,  ce^Torri.ynaTornceila  duhabaata.  Dan.  Che  uri 
In  cofi  angufla , Cr  folitaria  yilia  Era'lgrand'buom  che  pome  ueder  molt'alte  TorrLSappi  che  no  fimo  Torri,  ma 

d' .Àfrica  i’appeUa.Ouio  fia  in  qualche  yilia.Ch'amorfi!r  Ciganti.&  di  qui  formi  Dante  il  nerbo  torreggiare  ,quan 

luifegui per  tante  yille.  B o c A'no de  gmeoU di  fan  Ce-  da  dice.  Torregguuian di  megga  la  ptrfona  Gli  bombili 

Tardo  di  yilla  magni  (irridenti!.  ) Vene ^rfe  yiUefit  C^antUpareuano  T arri  dal  meggo  in  si. 

pergliumpLUadòadunayiltettaiiàuicma.Etinlin-  C2nreadi,iunaTorreÌHBolognachependeprefiolater- 
guaFrancefe  yilla  naie  quòta  catà,fi  come  la  pofè  Dan.  re  de  gli  .4 finelli.D  a n.  Sìgai  par  a riguardar  la  Cari- 

quando  dice Sopra’l gran  funted.Àrno  a lagran  y dia . fènda  fottod  chinalo . 

( intendendo  Fireno^g . ) Baftia.  la forte^  ufato  dal Morgantelatagger figgerli, 

laiicifa  yilla  doue  nacque  il  Tetrarca.  BzSlioneJatagger,riigr<mgnaculu,muninofiiummen, 

Aluernii  ydlajòttoil yefconadodi  Chiaramente  in Fran  munimentumTiUnparo,fonegga.\KiJpaganfipro- 
da.Psr.  E'IyeubioTierd’MluermaconGtraldo.  uedefi  catta  terra  J^ofiifiipari  fi  Bajliomfiampa. 

Piccola.^  yilla  à M.mtouaaloue  nacque  ytrgdio  .Dan.  Riparo.  Lat.  agger.  noi  baSime  ,forteggfi  .Ari,  Erano 
Ec  queir  ombra  gentd^er  cui  fi  noma  Tiet^  piu  che  y il  quejii  duefiipra  i Ripa  ri , 

la  Mantouana . Rocche.  Lat.  arces.  Boc.  Et  le  alte  Rocche  tirate  uerfi  il 

\iUtno.lat.ruSiicusfiquorMfiicanns,colomisfigricolafiil  cteh.DA  N.Cofine pofealfondoGerione  apied'apiède 

licusfigrefiiihocagrejie . ^paganusfin  fuautum  mori  , laflagliata  Rocca  j.rupti.Sopra'1  qual  pontan  tutte  fal- 

i il  uiliano , che  uà  in  campo  perguaSiadore . & pagus  il  tre  Rocche J.f affi , & monti . cofi  gli  antU  hi  Thofeani  di- 

^ mllaggioficaptle.Boc.yulanCaualitrt.ynricdiiffi-  ceanoroccajiir  roccia  per  b monte.  trRoccelladdmtnm 

moydbno.yiUane  parole. In  habitoy db fco.'P  ir. Ha-  tino  é Rocca  usò  iMrnJio. 

urian  fatto  gentd  SMma  yillana  .Dan.  Cortefia  fu  a Altaforte,  è una  rocca  in  Inghilterra.  Dan.  Sopra  colui 
lutefSerydlano.uediajo^.  che  pi  tenne  Mltaforte . 

VillelcOji cofa di ydb.Lat.ruflicanusfit ruflicarius. Boc.  CSùete.Tempi.CelbMermi, Debbri, .Altari, Monafleri , 
L'alta  nini  di  coflà  nafeofa  fatto  ipouen  panm,  & fitto  Conuenti,ChhSlri,Cimiteri.  aedi  a 47. 

[babitoyillefco.  UuT».Lat.murifiutmania,um,bmuradellacittd.'Psr.  p\q 

9 1 J \iU»nÌ3i.Lat.inurbanitasfiouitiu,ruflicitas,cótumelia,  iniu  L antiche  Mura;  ch'anchor  teme,&  ama.  "He  di  Muro  fi 

riafipprobrium.  è cofa  contraria  alta  ciuiltti  & feonuene  é poggbp  dir  am'ombra.Sìualper  tronco, 0 per  Muro  he 

uobfip-ydtàuab  Umedefimo.  B o c.SìueSiaègranyd  dera  fèrpe.Munerand'alabaliro,&  tetto  aoro.  Boc. 

lamaa  uemre  m queji'hora  a cafale  buone  femine.CUdsf  Dentro  alle  Mura  della  lor  città.  Sopra  b merlateMu-  i 
fegraiiydlania.Clidifiebmaggioryillamacbewiaiai  ra.Le  Mure  erano  gjammofe  di  faSUdiopt  mafia. Th, 


MONDO 


Eraimilb(ruìi  patiliJImf  M.  Salito  [opra  un  Moretto. 

Murare.  Lat.  murum  condere , edificare .Bo  c.LaTorre 
tutta  miino  alla  fummilà  ruuratjj.dnta  di  mura.llgiar- 
dino  tutto  intorno  Murato. 

Vitete.Lat.paries,  lattrmut  in  LÓbardia  è un  muro  di  una 
tefta  jota.  B o c.  Qual  afino  da  in  Tarete  tal  nane,  & il 
mede  fimo  dice  un’altra  uolta  alche  uale^be  C a fino  t he  di 
di'  calci  nel  muro  ,fe  forte  gli  dà , forte  audio  egli  riceue 
duolo;&  è quello  che  latini  ^cejpar  pari  referre  .Dan, 
Tra  due  Tareti  del  duro  macigno . Cerchi  di  fuerchiar 
quella  Tarete  .1.  quefta  grotta  .Ani.  e tutte  le  Tarete . 

Eoiticio.  Lat.cdifcium.  P s e.T'rodufie  al  fommoC  Edificio 
fanto.Et DifUio  dice D e.  n.yedermtparueun  talDif- 
cio  allhora . 

Edtficare.LatJcdificare.  S ntt.  In  fu  ^edificar  de  lor  tugurij. 

Tiaolato. Lat. tabulatumji  ferratura  fatta  diMfSiperdi- 
uidere  un  luogo  da  un  altro.  B o c.S’erano  pofli  apprefio 
et  uno  Tauolaio , ilqual  diuidea  (una  camera  dall'altra . 
918  P»\iZzo,&Talagio.Lat.palatium,  & conciliabulHm,fo- 
rum,e!T  iuditium.il  palazzo  defignori,  doue  fi  tien  ragia-, 
ne  fi  tome  luogo  publico.  P e t , Qui  non  TalazjjfiA  tbea 
tro  fi  loggia.  Bo  c.ynTalagio  con  un  bello  ^ gran  cor^ 
ttle  nel  mez^o  con  loggie,&  confale,  et  con  camere  tutte 
ciafeuna  uerfodifibetlifiima,&di  liete  pianure  Tignar- 
denole,  ornata , con  pratedi  d" intorno  con  gurdmi 

ma  rautgUofi,(Z  con  po^gi  d'acque  frefchifìime  ,0"  co  uol 
te  piene  di  pretiofifiimi  umi.  Vn  bellifiimo,  & ricco  Taiio 
ghalquale alquanto  rileuatodal  piano  fipra  un  poggtnto 
era  pollo . 0 quanti  gran  Talagi  per  adietro  é famiglie 
pieni  fi  uiddero  fenza  fucceflore  debito  rimanere . Quan- 
tunque amore  i lieti  Talagi  fi!r  le  morbide  camere  piu  uoa 
lentieri  che  le  pouere  capanne  babiti  .&CAk\.  deferi- 
uendo  un  bello  palazzo  fiofi  dice.  Fn  tratto  Sarto  fuor  dà 
. flradaulciro:kinnanztungranTalazzpfitrouaro,Di 

, ferpeminàporphidoledureTietre  fonde  laporta  Urie- 

co  Udito  i Quel  che  chiude  è di  broHzp,con  figure  Chefem 
brano  Airarcmouente  il  uolto.  Sotto  un’arco  poi  1 entra  ; 
oue  mitlure  Di  bel  mufaico  ingaunan  l’occhio  molto,  Qm 
nifi  uà  in  un  quadro  ch'ogni  faccia  De  le  file  loggia  ha  li 
ghe  cento  braccia . La  fina  porta  ha  per  fé  ciafeuna  log- 
gia,E  tra  la  porta  fi  fé  ciafeuna  ha  un'arco , D'ampiezza 
fari  fon  ima  uaria  foggia  Fè  Somamenti  ilMaflro  lor 
non  parco  1 Di  ciafcun'arco  i entra oue  fi  poggia  Si  faci 
che  un  fómierui  può  gir  carco;  yi^altroarco  disi  troua 
ogni  fcala,Cbe  t'entra  per  ogni  arco  in  una  fola:  Cli  archi 
di  fopra  efeono  fuor  delfegno  Tanto , Che  fan  coperchio  a 
le  gran  porte, E ciafeun  due  colonne  ha  per  foHegno,  .Al- 
tre di  bron^,  altre  é pietra  forte , Lungo  farà li  tutti  ni 
difiegno  di  ornati  alloggiaméti  de  la  corte fEt  oltre  a quel 
ch'apparfifuaati  agi  fitto  La  caua  terra  il  Mafiro  banca 
ridotto  ; L’alte  colonne , e i capitelli  Soro  Da  ehi  1 gem- 
mati palchi  eranfuffultiilperegrinimarmi  che  ui  fino 
Da  dotta  mano  in  narie  formefculti  ,Titture  ,egetti  ,e 
tant'altro  lanoro(  Benché  la  notte  a gliocchi  il  pm  n’oc- 
cnlti  ) Moflra  che  non  badaro  a tanta  Mole  .Di  duo  He 
infieme  le  ricchezze  fidrJopraghaltri  ornamenti  ricchi, 
e belli . eh' erano  afìai  ne  la  gioconda  danza  y'era  una 
Fonte,  aedi  a Fontea  1084. 

Pretorio.  Lat.  pratonum , i il  palazzo  , doue  habita  ilpre 
tare,  omagidrato,oilSignore.Ìiìc.Tito  perauen- 


tura  in  quella  bora  uenuto  al  Tretorio . 

Cafi.Lat.domus. ades adii. lar.  penates,&dij penate!,  foci  aiq 
patrufieSum,  fede!  arfi/iomiciiium,receptu!,receptacu- 
lum,  Furialo , <<r  Hyperbu  furono  1 primi  che  facefiero 
cafe  di  mattoni habuandofi  innanzi  ccelle  cauerne  .Pei. 
Qual  toma  a Cafa , 0 quali  annida  in  febea . 0 Ca fetta, 

0 fpelunca  Di  uerdi  frondi  mgumea . Lat.  aduula,domun 
cula,gurguflium,&  bgcUum.  B o c.CafaTiccicta,Toue 
ra,Duhabitata,'tluoua,'lfontroppo grande.  Case  Bel- 
le,BeUifiime,TropieSiade,Touere,^pparate,CafiComm 
mum.  Lat.tabenìacula.y n bello  ,&■  bonoreuole  Cafamen 
lo . In  un  Ca  folate  fi  rieoueròàJn  una  cape  rouinata , {>■ 
diibabitata.  Lat.  parietina,  a, 

CiinuecediCafii.D  a n.Et  reducermi  a Cà  per  queflo  col  ■ 
le  .Boc.  Madonna  Lifetta  da  Cà  Quirino , laquale  Vi- 
nitiana  era.&quidàin  ucce  delia  famigba  & i uoca- 
bolo  ymitiano . 

Spono,&Spaldo.Lat.  hortnt  penfilù,^  Meniana,a 
Memo,  muentore , qua  fi  extra  domum  locuiporredus . è 
quella  parte  della  cafa , che  dal  taffèllo  al  tetto  pende  in 

fuora , detto cofiquod  extra pandcat,&quafi ^rto in  - 
fuori.Bo  c.  Et  liuto  quello  Sporto  troni  un  ufiio,e!ra 
pii  di  quello  raunato  alquanto  di  pagliariccìo;Sotto  ilqua  '• 
le  Sporto.  Ak  i-Ouem  tetto, oue  non  farei  un  Sporto, 
Sporgere . aedi  « 417. 

Spaldo , è ilmedefimo  ch'i  Sporto  .Dan.  Tafiammo  tra 
martiri,&abrtSpaldudeftfepoUhrichefuUmureera-  1 
no  appiccali, tir  penieuano  in  fuori  che  pareuano  Sfaldi, 
et  perciò  dice  altri,percbe  aUro  dùiotafimibtudinefit  an 
eoo  co  fi  difle  per  non  dire  piu  uolte  un  uocabolo  ifle]fo,per 
cioebe Sepuicn, .Arche ,^-iuelb  baueua detto , onero 
diremo  altri  Sfaldi , idefi  lemure  della  terra  alle  che  fiut 
la  parte  pofla  per  b tutto,  ilcbe  fi  uede  baueruoluto  dire. 
Itmura , perciocbe'lprincipio  dello  figuente  canto  Jicbùt 
raque fio  fine. 

Verone.  Lat.  poJium , &diminutiuepodiolum , nel  porti- 
cuifiinbnlatiofixeJra . Xifius , loco  editori . i luogo  alto  , 
fborto  infuorifiun  peri  fatto  fopra  i tetti  delle  cafe,  come 
le  altane.  B oc.  Se  tu  potefli  uenirein  fiulyerone  ch'i  fi 
pra  il  giardino  di  tuo  padre.  Che  ui  fa  egU  perche  elU^  . 
pra  quel  yerone  fi  dormai  Ani.  Si  puoiÙ  quella  in  l'un  . 
yerone entrare,Che fuordelmuroMdifcoperto  ufcialo 
facea  il  mio  amator  quoti  uemre,  E la  fiala  di  corde  onde 
fòlla  lofiefia  dal  yerongiù  gb  màdai  Qual  uoba  hauer- 
lomeco[defitai. Trarr' un  fino  amante  afe  fopraunyero- 
ne.  Et  dal  yeron  COI  panni  di  Gineura  Mandai  la  fiala,  ■' 
herbe  fi  fiori.  Che  da  yeroni  fi  da  finefire  amene  Donneo 
donzelle  gittano  a man  piene. 

Merli . Lat.  mina,  arum.  Ari.  Tugnandofale , e al  fin  un  pia 
Merlo  prende,  Stàfufòi  Merbfi  mena  il  brando  bi  uolta, 

B o c.  Merlate  mura.  T h.  Merlati  muri.  A m. 

Man'eritic.Itfr.  mobilia, & fupeUrddia  .fbnolemafleritie 

della  cafa.  Boc.Hauendobifogno di Mafieruie.  ' 

Csmetz.Lat.cubieubimfihalamu!,  la  camera  doue  fi  dor- 
me.Cella, v Contlaue,la  camera  rimota, fèrratafi^  daU 
l'altrefiparata,^douefifannoiparlamemifètrtti.Te-  » 
ftudoja  camera  fatta  in  uoltofiX  cafalatinamente  figni- 
fitailtaflellofi fidare  fattoinuolta,t!r  dicefibca  concoa 
meratagb  edifici  fatti  m uoba  .P  bt.  Ter  le  Camere  tua 
fti>iiuiie/:ueiilM.O  CzmeretUcbegiàfi!fiiforto.B<ìC, 

yna 


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, .t; 


MONDO  iij 

yniCimers9fcurit.Seìlx,BeUi!ìima^opTÌi,Tcrren*.  llqutlebxunioUdama  femitadrboìe ,dr  JtlU  grjMe 
FomÌ!.idicaliopporcii»e.Ci>tt»»  Varate,  Ornanijime,  noia  angoftuja  Henne jòpraU  Cateratta . 

MorbiJe . QjteUe  Camere  patuno  ut  parodilo  tanto  fono  G rata,  & GraiUola.  Lat.  cratis,tu,è  tptetla.ehe  tengono  le 
be!Ie,^lbno non  mena  oJortfere,(yornaie.Coniertttaaf  puuiube  nefnai  parlatoialle  fineftredoue  parianoaUt 
Cai  picaola,&  Zambra  per  la  camera  i ^a.  Froncefe.  periàne  é fuori,  hoc.  Et  ejfeitdo  un  di  ad  uno  fno  paren 

Ùmcrìrrc.  Lat.tubuularius,aHlicusetCkbKulo,è  quello,  le  alla  Grata  uennta.D  a n.  Come  tenne  Lorengnin  fu 

thg  jla  alla  cuflodia  delia  camera,  B o c.  Cameriere  fe„  la  Grata . f>r  qui  t intende  per  quella  ,doue  fi  arrottiiee  d 

tuijiino.l'Ha  Cameriera  tutta  jinnacibiofa,FiJata.  pefce,&  carne.  Lat.  g'oticula . 

Sala,  dilla  a fallando.  Lat,  ^ambulatio  ,antrum,t<tutio,  Chiaue.  Lat.  clamsfatihiilitm,rtpagulumfira,claufura. 
cana^ulum,&triiliuium.i  il  maggiore  del  palatjo,do.-  P s T.  Dolce  del  mio  cor  Chiauc.Del  nuocer  donna  &l'u 
ue  fi  fanno  lefefie,^baUi.hoc.E-itratiinuuaSala  uat^-ColtraChiaue  Hauetein  mam.C>jielcore,ond'ban 
terrena . Siuanti  nella  reale  Sala  u erano,  yaa  gran  sa~  no  ibeglnccbi  la  Chiane.  Benedetta  la  Chiaue;  che  m’a- 

la. .A  far  porre  pancali  & capoletti  per  le  Sale,  Videla  ninfe  .Aicore . ICelcor,  Come  colei  che  tien  la  Chiane, 
jka  donna  federe  in  una  Saletta  terrena.  Cbtaui  .Amorofe , Ingegnòfe,  .Ambe,  Utile.  E’I  uiurio 

7orta,l'fcio,  Entrata  J^aeflra,  Balcone,  Cateratta,  Grata,  di  Chnjio  con  la  fama  de  le  Cbiaui.  Che  portaron  le  Cbia- 

Chiaue,Toppa^errame.ferrarejrifeTrart4>(crrareabiH  ut  ,Demiei  dola  penfier . Et  dte  le  Chiaui  a quella  mia 
dere,rim.btud;re,iiichiauare,fchiauareApnrejentrare,  nemica.  lìueUa  ch'ai  ciel  fine  portò  le  Chiaui.  hoc.  ■. 
ne  itr are  fittoentrarc,uf are, puntare . . Serrato  la  cella  con  la  Chiaue . Lat.  pefiiilata  farei  ; op- 

Torta.  Lat.dr  ianua,pohis/>llium,aétus,  farei , ualua  cT  ^fidata  ianua,  idefi  dauft , cr  pefiulti  firmata . V.A- 

pofiicula  porta;  la  porta  falfa  di  dietro.  P a t, Trema  nate  uolentier  prefe  la  Chuue,  Dan.  Intra  Sieflri«!r 
qu  indo  la  uede  in  fu  la  Torta , Ui  fanno  guerra  intorno  ; Chiaueri  Rannida  Vaa  fiumana  bella,  quello  i un  cjfteL  T 

t'n  fu  le  Tauri.  Che  col  pie  ruppe  le  tartaree  Torte.Et  h della  rimerà  di  Genoua . 

falfeopimoaiiapt  leTorte.hoc.  Ter  una  falfi  Tana,  inehauare.  Lat.  chiudere.  P %j.  Orgoglio  & ira  dbApafi 
doue  egli  entrato  era.Gh  miei penfierilafiiai  dentro  dada  fò^oncPio  uegno  iqgn  Cbiuda,i^  non  luchiaue . . ^ 

Torta  delti  attà.Trouata  ixTonaapertaentròdentro.  Schuuare.  Lat. referare . operare,  hoc.  leggendo  che  non 
Torta  SaLua.Torta  San  Turo.  Torta  don  meta.  Efiendo  uemua,fece  che’l  Stufale  fece  fchiauare  i magagini . 

le  Torte  firrate.  .Aperte  le  Torte  entrò  nel  cafiello.  Toppa.  Lat.  fera,patibulum.  i la  chiauatura  di  ferro,  noce 

Portiere,  ir  Torttnaio . Lat.  ianitor,  ofiiartut,  hminarcha  “tlapolilatta,  & anche  ufata  in  Thofeana.  D a n.Cbe  non 
clan  lriaui,et  admillionaUi,prafe{iui  ianu*,i  quello  c'ha  fi  uolga  dritta  per  la  T oppa . 

cura  della  porta.  Dan.  Et  uuportier  che  anebor  non  fa  Serrare.  Lat.  claudereànclùderefibflniere,  obturare,  oppio  pig 
cca  motto.iriui.  Rtcommciò  il  cortefi  Tortinaio.  laredmercludere/icclndere.  P E t,  Ondt'l  caniin  alar  tei 

\ iMki\llo.Lat.èilluogp  donanti  la  porta  deUa  capa  KtcT,  tifi  ferra . Et  che' l camino  a tal  una  tm  ferra  .yentte  a 

Tjel  iicente  VefUrulo  di  quella  Felice  cajà.  me  fi'l  pafio  altri  non  ferra. i paffi  intorno  firra.Tal  m’ha 

Vfeio . Lat.  exitnt  ofimm  ab  os,  oris,  uelaboflando.  P e t.  pi  prigum  ; che  non  m'apre , ne  ferra . "He  ^ui giorno. 

Che  di  lagrime  fin  fatto  yfeio  or  Varco.  Tal  eh' a buon  fi  chela  mta  ferra  Antiueder.  lui  fi  alar;  che’l  tergo  cer- 

lam-nteCVfcto  chiude.  Infin  a l'Vfcto  del  fio  albergo  cor  cbio  ferra  La  riuidipiu  bella . Felice  fifio , cbe'l  bel  uifo 

fi.  D'auorio Vjcio & fineàredi  Zaphiro.hac.AllV-  firra.quefie  Valh  Serrate  incontr’aglt  amorofi uenri. 
fcioJelia  ceUa.Delpirdtno.  Della  tamera.  Chiamare  al-  B o c.  Sìuanda  la  donna  uide  firrar  la  camera.  Serrata 
l'Vfiioah'aperto^ifofie.DaunfoTtifiimoVfcioferrata.  UiameraAentroSerrati.daUToSerratofi.Serratolaal 
Aperto  [VfMiuUa  grotta  di f ce  fi.  Serrai  tv feto  detta  ia.uedialCindice, 

uu,&  da  mezafcaU,a- quello  della  Camera.  La  donna  Certame  per  la  Serratura.  Lat.  fèraclaufura,rtpagulitm. 
hauédo  fatto  ferrare  gli  Vfa.  Ventre  dentro  da  quello  V-  Dan.  Laqual  finga  Serrarne  anebor  fi  trono. Tejjuhu  i 

feudo , oue  era  entrato . lo  fattelio,o  merlettaci'  lo  caltenaccio  della  porta . 

Tinelitìci  Fenelira.Lai.&lpecultcilfeeMlariSilaFine  Riferrare.Lat.iterumcUudere.TÈ  T.Tqelieto  piudalcar 
ftra  di  uetro , é carta,  prop.  & meta.  P e T.  Leandro  in  ter  fi  diferra  , Ch'intorno  al  collo  bebbe  la  calda  auinta . 

mar,&  Mero  alla  Finejtra.  lo  haurò  feinpre  m odio  la  Fi  Lat.  difceditu  r.  Et  per  altrui  fi  rado  fi  diferra,  hoc.  Ufi 

nefira  Oud'amor  m'auentò  ben  nulle  tirati  JìjuUa  Fine-  ferrato  Vufeio  dentro . & prettamente  tnfiio  fi  riferrò  di 

lira  onde't  mio  Sol  fi  uede  Standomi  un  giorno  fòla  a la  Fi  dentro.  D an.E’I  gulo  firrnfe  Le  lagrime  tra  efii,& 

neilra.O  Ftneftra  del  ciellucenleattera.D'auonoufiioet  rifirrolli . 

FiiuHra  é Zapbiro . 0 belle,  & alte,  & lucide  Fineflre.  Difirrare.  Lat.  aperire,excludere,ueJi  di  fipra  a inferrare . 
Boe.ChmdereUFineIira.FattafiaUa  Finefìra.Trouan  Cbindere.  Lat.claudere.  P e t.  AlCbinder  di  begliocM  914 
do  le  Finefire  chiù  fi.  Vna  Fine  Sirena  della  cella . Chiufa  Via,Vaile,BeUegga, Fiamma,  Morte . Terla  m 

Balcone.  Latfcneflrajl  la  finefiraci  è Vocabolo  Venitia-  or  fin  Cbmfa . In  una  V aÙe  Chiufa  dì  ognintorno . Cbmfe 

m , ti  Genouefi.  Tty.Jl  figliuol  di  Latona  bauea  già  VaUt.Le  man  m ba  Chmfi.  Duo  begliocibi  Cbiufi.  Chiufi 
none  notte  guardato  dal  baUon  fiutano . Standomi  ad  un  pugno  Cor, Loco . Cbiufi  gran  tempo  in  quello  lieco  Ugno,i  • 

Balcone . Sol  Cbmfo  infofia  eilU.  St  Cbiujamente  nò  mancando . 

Cateratta.  Lat.  cratera,ra,  fine  crater . tolto  da  Greci ,ual  Chiudere.  Lat.  claudere.  P e t.  Morte  po  chiuder  fola  1 miei 
ferriata,  che  fi  poneatla  FineSira,  perlaquale  fipofia  penfieri.Soiobeutch’auolercbiuderin  uerfi  Sue  lodi, 
guardare  a bi^io.  hoc.  La  donna  pofiafi  boccone  fi-  E'npicciot  netto  chiuder  tutte  l’acque.  Et  di  Sirene  al  fuo  ’ | 

fra  U battntoil  capo  foto  fece  alla  Cattrattadt  quello,  ao  chiuder  Soreccbi.Sl^iidomoSìrai  di  chiuder  gli  cechi  . P 


M O N D O 

ttperft,  a umici  «miti  Chiuderti  papaemU  mmbra  Chmdelorpoit'Eittrata.GiiprimahrbbèpertitiirEma 
fitejielo  Cb’a  Lauri  k^mando  chiude.  Tal  ih’a  buon  jà,  ta  amore.  B o c.'Hella prima  Entrata.'HeUa  Entrata  di 

kmente  ufào  fi  chiude . Miri  ciò  che’l  cor  chiude . CoHor  Maggm.H onerai  C Entrata  aperta.Entrate  Occulte, 

tbiudean  queU'bonoratafibiera.  E’n  poco  jpatio  k mia  ni  Enno,che  ual  m quel  luogo juedi  a luogo  apój. 
iachiudi.^praftkpngion,oHÌojmchmfo.Mi  chiu^  Emvue.V tT.KattefcefeaCemraral'ufarerte.  gi( 

trai  bel  uerde..Alfin  nidi  ima,cbeft  chiufe^  firinfe  So-  Entrare.  Lat.  introirc,  ingredi.  P s t.  Trono  k ma  S entrar 
pr'jtmo  ] mietpenfter,come  nel  cor  li  chiudo. Toi  cbe’l  in  fi  bel  corpo.T<lonpotea  fiamma  entrar  per  altrui  fece, 

camin  m‘i  chinfo  di  mercede . Boc.  uedi  altJndiie.  Chezoppon’efco,e‘ntra'uiafigrancorfo.T^lkbirinto 
D«  K.  ritornar  de  la  mente,  che  ficbiufeDinan^ak  entrai,neueggiooneCefca.  acni  gouerno,&uek  commi,  ' 

fietàé  duecognati.  fientràdoa[amorofauita.Sokemròinunbelbo(co.Ver. 

Hiuihiudere.Lat.  mcludere.  V ir.  In  cielo , e’n  terra  m’ha  qual  penfier  cofi  tacita  entraci  in  quel  bel  petto  i Ch’io 

rinthiufi  i pafii.  Con  lì  altro  rinchiudete  k man  manca.  Si  fon  entrato  in  fmul  frenefia.B  oc.Che  mai  qua  entro  huo 

gnorcbe’nqueflo  career  m'hai  rM(fcni/ó. Boc.^etm  moufaentrare.llprimodijcbenelfuocoentrai.'ìqonpo- 
eh' alcuno  dentro  non ghpotcfSe  rinchiudere . Et  m quelle  irebbe  entrarci  fenonper  Tufiio.  Jnquelk  barca  con  lei 

’ caferinchmdendofiMincbiufakcaJietla.  Et Jiamo tutta  EMrata.uediaÌIIndice.& Entratanome,uedidifopra. 

kfettimanaRiucbiufi.uediC Indice,  Rientrare. Lat.  rurfmingredi.T  e T.Corro^ffo,& rientro 

Schiudere.Lat  aperire,&  referare.H  Ktt.Che’lporcoquan  Cold,doue  piu  largo  Uduoltrabocchi. 

dodelporcUftchiude.Ondeirmi  conuernadalktofchium  SottoenirareXat.fubire.uedia  178;. 

/bJJalta  aia  aperta.  A R i. poiché  k fauelia  Le  freon-  \Ccire.  Lat.exitus.P  sr.  Ratte  fiefèa  f entrar  a CFfàr 
cefiaufar,kboccachiup!,E domandò,  erte.B  oc. .AlkFfciredeltoSptragliofuprefo. 

Turare.  Lat.  ual  chiudere,  & ferrare.  Lat  obturare,  accia-  Ffcire.Lat.exire,egre^euokre.  P t t. Tutte  cofe  yjcir  bua 
dere , obfiruere , oppikre.  D a k.  Che  Panda kttC altra  ne  di  man  del maeflro  eterno . Lagrime  bomai de  gli  oc- 

bolgia  tura . chi  ufeir  non  panno . Totrefli  arduamente  ufctr  del  bofeo . 

; .Aprire,  attualmente.  Lat.  aperire,&  referarefatefacere . OnPhor  non  fo  tC ufeir  kuiancC arte . Ffeendo  fuor  dell* 

p t TSu’lprimo  aprir  de  fiori  che  piu  per  tempo  Doue’om  comune  gabbia.  Fidi  qual  ufi)  già  del  foce  ignudo.  Et  pe- 

pnrgboccm.daldì  ch’.Adamoaperlègliocchi.  Fagadir  co  poi  ufi!  tutto  àuifla.  Sidolce  lumeufiiade  gbecebi 

feco  aptrfe  ambedue  Cale.  Tiu  uoltegia  per  dirlekbbra  fuoi.  Fine  fauille  ufeian  de  duo  bei  lumi  .Etdifua  ombra 

aperfi..AqucHilemiepiagheiutteaperfi.cbe’ntomoi  ufeian  fi  dola  canti.  Da  gli  occhi  uofiriufcio’lcolponitrm  . 

fior  apra,&  rinoue.  -dprafilapregion,  oue  io  fon  chiufò.  tale.  Et  oime  il  dolce  rifa  ond'ufcio'l  dardo . Che  lofio  i ri- 

Tfe  ghiaccio  quando’l  Sol  apre  le  ualIi.Uprì  tu  padre.cbe  tomata,ond’elk  ufeio . Il  di  fello  d aprilein  Chora  prona 

col  ferro  .Apri’l  fuo  caflo,&  éfdegnofo  petto . chi  fi  dolce  Del  corpo  ufeio  quell  anima  beata. Ver  ufeirmi  di  braccia, 

«pria  mio  cor.  Tercbe  prona  col  ferro  a l uiuo  apnlk.  De  Indi  mefSi  d amor  armali  ufeiro.  Si  ratto  ufcauPal  Sol  dn 

k tua  mente  amor,  che  prima  apriUa.'Hoi  gli  aprimmo  todiraggi.Saetteufciuand'inuifibilfoco.  Ch’ufii/iedifua 

k uia.Cbe^fio  in  un  momento  apron  allbora  L’un  foUet  terra, &gifSe  al  loco.Ffeita  i pur  del  dolce  albergo  fora. 

Caino. Mofirar kpalma  .Aperta ; e'ipugno chiufò..A-  Boc. uedilTndice. 

perla  la  firada  del  ciel.La  uia  non  fu  piu  aperta.  Eia  ogni  Efca.  VsrSi  che  k ueghittofa  efea  del  fango.Che  quando  ho 
confcientia  Diaairgi  a tutto' l mondo  aperta,  & nuda,  -d-  piu  f^anza,che'l  cor  n’efca.  quando  fia  quelgiomo,eb’e 

pene  Braccia,  Strade.  Boc,  Et  chetamemeandatofene  fca  del  fuoco,  & di  fi  knghefrneiTqelkbinnto  entrai, 

aUa  cella, quella  apri.  Con  un  coltello  il  petto  é Guarda-  neueggioondefca.Chedalpiuchiarofbndodtforgaefca. 

fiagno  apri,  uedi  all'Indice.  Da  «.Et  apre  gli  occhi  a fua  L’anima  efee  del  corperfeguir  uoi.ond efee  D'un  medefi- 

uogba^  coperchia.  .Aprigli  Occhiai  mioaimumio.  .Al-  tuo  fonte  Euphrateè^  Tigre . In  una  chiufa  ualtefinde- 

thor  licretamente  apri  la  bocca.  Anxf  ad  aprir  ,cbe  a tea  fie  Scorga.  Che  ben  mor  ; chi  morendo  efee  di  doglia . Co- 

nerk  ferrata . Ubi  dura  terra  perche  non  t’apriHi . Toi  me  é fua  magion  fol  con  Sarra  efee.  E di  fua  fama  permo 

farne  a me,  che  k terra  lapriffe  ; ‘Pria  ch’io  a dimandar  rirnon  efce.Che  goppo  n’efco,fntra>uia  figrancorfo.'H» 

k bocca  afrio.  Si  come  Cocchio  noflro  non  t’aperfe  Inalto  efeon  fuor fe  non  uerfo k fera.Sofi>hr  del pttto,^  de glt  oc 

fiffo  alle  cofe  tenne.  & quando  fta  per  mani f e flore.  & cbiefeononde.  B o c.  uedi  Clnéce . 

Upeno.pcrmanifeUo.  uedia  1 591.  Riufeire.  Lat. euenire,  contingere,  uertert,ty‘ uccidere  bene  y., 

Apcitore.Lat.referator.hoc.E^enutoandatordinol  uelmale.  P et.  Dolce  fentier,  che  fi  amaro  rie  fri.  Et  ue- 
te , ^ Upritor  degkrdini . Et  per  quelle  Upriture  delk  drai  riufeir  cofe  leggiadre.  Boc.  Ufpetiando  a che  il  fot 

uefle  mettendo  Cocchio.  Lat. rima.  to  douefle  riufeire . Sia  oltre  k flieranza  riufeito  a lieto. 

OprireFoceVro.peraprire.Tft.Iopregpebe  tnCopra,  fm.Ucrudel  fine  rwfduanok  parole.  Splendida  riufei- 

El  uedrai  riufeir  cofe  leggiadre. Lapra  mutata  kaino.  ta.  uediClndice . 

Sbarri.  Lat.  nfrigulum.  ual  ferraglia.  Ai.  l.Maptùcbe'l  Spuntare,per  ufeir  fuori.  Latexire,&fl>onttegrtdi.P  s t. 

giorno  aperta  fu  k Sbarra.  Upena  fpuntam  oriente  un  raggio.Boc.'H.eancbora 

Slarrare.Lat.ktepanderejrecludere.  ual  krgamenuapri-  fountauano  i raggi  delfòle  ben  bene.(T  quando  fla  per  fe- 
re,come  una  coja ferrata  di  banda  in  banda apnlk,et  tba  rirdi  punta/i  perlenar  k puma^edt  a fiq. 

dark.  D * «.Terch’iauanti  intento  Cocchio  sbarro.  Si-  Spicciare.  Lat.  fpiculumerumpere.  ualfpiecart,mouere,t^ 
cure  tCogifimoppoft  dotili  Sbarro  j.  d ogni  copt,cbefia  andare,oueroper^ruz^are,&  ufeir  fuoii,tTbaueronp 

ibarrata,&  allargata  al  fuo  cotraflo  per  refiflere  a loro,  ne , onde  fidice  leuoua^ciare  quando  noglmnafcerei 

Entrata . lar.  introitus,  mgrefini,  hngfrfiio,  aditus.  Bit.  polcini  ,0  colombini.  Lat.  emergere.  D ah.  La  otte  foie- 


MONDO  ]i« 

dM  Fuor  deli  SeUa  un  ficchi  liumiceUoJ.efcc  fuora.  Che  Coperchiare.  ÌM.opercuUre.operire^  tegere.Tì  « -H-Que 
infia  la  lù  fjcea  fjnccur  fuo  ifjjco.  f'na  rana  rhnan , dr  ih  far  cherci,&  non  baa  coperchio  p-lofo  al  capo.papi^t 

l’altra  felceta , ideji  fen  uà &fugge.  A R i.  £r  fuor  Cac-  cardmakSaluo  che  queiì'i  rotto  & no»  coperchia, 

qua  Ipuciar  con  piu  rampoUijD  prejfo  a montile  il  gran  Scoperchiare.  Lat.claudere,tegere.  B o cJiftOferthiata  la 
T<{ilo  Ijni  tia . coppa . Scoperchio  la  coppa . 

Caolino.  Lat.  & fomax . epicauJlroritm,fumarium,  ua~  Scoperchiare.  Lat.  detegere^penre,  patefacere.  B o c. 
porarium.  & Caminata,ideiì  cameragrande.  Lat.iaua-  coppaprefe ,&queUa  Scoperchiala . Trefa la  coppa <$• 
culum  , nel  cornano.  B oc.  Fatto  far  gran  fuoco  in  una  Scoperchurala.D  « n.  .Allbor  furfe  a la  uijla  Scoper- 
fua  Cantinata.  O A N.  "Hon  era  Camtnata  di palagio^oi  chiata  y n'ombra  lungo quefla  injin  al  mento, 

non  era  bella  camera . & in  lingua  Cenouefe  Caminata  i Velo,  per  lo  coperto.  Lat.  uelamen.  P £ T.  Onde  le  membra 
la  fala  grande  dd  patarcp^ . fanno  a Calma  Kelo . .Agli  occhi  nò^b’un  dolorofo  ^e- 

Coperto.  Lat.  culmen.teaum,opertum,opertorium^pe-  loCmtcndelorladefiatahtce.drperloyeloa  ■ 54;. 
rimentum/alUgium.lummitas^h  Tetto  della  cafa.Sofl.  meta  perlocorpoa  i}i6. 

& adie.  proprio,  dr  meta.  B o c.  Et  conflrenfelt  la  uecef  Velame.  Lat.  uelamea,meta.ual  coperto  D a KMhratela 
fui  del  poco  Coperto  a toccarfiinfieme..Accio  ch'io  pofla  dottrina,  che  l'afconde  forni  Velame  de  h aerfi  Jiram . 

cofit  dentro  fiareal  Coperto . Qjiel  prato  uidt  Coperto  Velare,  per  coprire.  Lat.  dr  tegere.  P si.  Furi  biondi  ca- 
di finale  Copertura.  Lat.  tegmtn . pelli  allbor  uelati . Tiudo  fé  non  quanto  uergogna  il  mela. 

918  Coprire.tìr aucho  Courire.  Lat.tegere.B  o c.  Daqueluen-  E'icicl.qualèfe nulla  nube dueù. 

to Coperto  ftraccolfe ,qutui  proponendo  afbettare.i. per  Suolare.  Lat. indicare,reuclaredctegere,retegere aperire, 
efiere  difefo.  Coperta  ogni  cofaé  fiori.  "Hel  letto  era  male  perfeoprire.  Dan.  Che  come  fa  nouuuol,cb'anoi  fi  fue- 

dal  medico  tenuta  coperta . Vie  Coperte  di  pergolati . Co-  U t.  difcopra,  & apra . 

pertameiite.P  ix.  Couertodibiancbepiumej.uePito.Co  Tetto. Lat  tedum.tegmen.  per  lo  coperto.  V n.Onde'lca  pgo 
perto  (Carme . Coperto  d'amorofeptume . Coperto  fuoco.  min  a lor  tetti  fi  ferra . Tafier  mai  folitarh  in  alcun  Tet- 

.4  te  pale  fi , a tuti'aUri  Coperto . Vidi  infuoi  detti  Hera,  to.Muri  eran  ialabaflro  e'I  Tetto  d'oro.  Boc.  Gli  par- 

clito  Coperto.  Ogni  Jiella  caper  fi.  Simile  nebbia  par  ch'om  ue  é fentire  iin  fui  Tetto  della  cafa  fiendere  nella  cafi 

f curile  cuopra.  Come  fie!'a,t'iefol  copre  col  raggio.  Qjul  perfone.  Et  fotto  d’un  poco  di  Tetto,che  anchor  rima  fi  ue 

fuoco  è morto  fil  copre  unpiciiol  marmo.Con  quanti  Ino-  ra  fi  niìrmfono.  Lat.  fubteSo.  T roua  modo  ; che fu  per  lo 

ghifua  bella  perfina  Coprì  mai  d'umbra.Cbe  copria  net-  letto  tu  uenga  ifla  notte.  TafioraU  Tetti, 

toauorio . D A n.  £(  qua  cbe'ntefiU  mio  parlar  Couer-  Btttuco.Latltthoflratus.uellithoilrorus.  & pauhnentum 
to  .Lat.  palliatus,  fiata, Itatum.  Che  di  pel  maculato  fubte{lo,ftAdiale,opuiuermiculatum,irbarbarica,dV 

era  Coperta . fubteguianea,U  Battuto, & ancho  la  fofitta . i il  teraxxp 

.Appannare.  Lat.  urlare,  pan-io  tegere,  obumbrare,obtege-  onero  pauimento,  che  fi  fa  con  calcina  dr  pietre  fiante,co 

re,  openre , ual  coprire.  P E T.  Se  mortai  uelo  d mio  ue-  fi  detto  perche  molto  fi  batte,  hoc.  Il  Battuto  dalla  tor- 

der  appanna . re  era  feruentt.  Il  Sol  di  foprajdr  d femore  del  Battuto  di 

.Ammantare,  per  coprire,  uedi  d 1 f ; 8 . fiuto.  La  donna  poflafi  boccone  fipra  d Battuto. 

Dtfeoprire  cr  difiourire.  Lat.detegere  T?  i r.L’amorofopen  Pilco.Lat  conttgnatn,foUrium.i  dfolaro  della  rafia  Boc. 
fiero,Cb'alherga  deni  ro  in  noi  mi  fi  éfiopre.dT  dtjcourir  £t  mandò  il  compagno fuo  con  efio  lei  nel  Talco  de  colom 

Cauorio.  CbT  uidtfcourirò.  uedia  lóto.  bi.  Et  l’altro  capo  dello  Spaghetto  mandatolo  alto  in  fino 

Scoprire,&  Ricourtre.  Lat.  tegere  fienuo  uelare.  Ptr.Vn  fbpra  il  Talco  conducerlo  al  letto  fuo . La  Beltobre,cb'e- 

nuuoletto  intorno  ricouerfi.Leggiadria  ricouerfe  Con  Can  ra  andata  in  Talco , udendolo , difie , 0 Sere.  Km.  Da 

gelico  rifi) . d' un  amoro  fi  nebbia  ricouerfe . Ma  ricoperte  Talchi^  da  fineflre  altra  fi  fcbiaccia. 

alquanto  lefauilte.  QjteUa  feorga.  Che  ricopria  le  porgo-  Solaio.  Lat.  filanum,  folum.&  conttgnatio.i  proprh  d So- 
lette membra.  Scopre  con  la  uifla.  Mentre!  mio  primo  laro  fattodi  tauole.Boc.Cercaretuttalatorreinfino 

amor  terra  ricopre.Qjtalche  gratta  d mefihino  Corpo  fra  al  primo  Solaio.  T h . 

uoiricopra.  B o c.  uedi  alf  Indice  a 1675».  Suolo.Lat.fofiim,foli.iognicofit,chefojlieae,comeilfolaio, 

ftg  Scoprire  ,&fcourire.  Lat  detegere.T  B T.  Scoperfinquel,  onde  fi  dice  nelle  nani  porre  le  mercatantie  a Suolo  a Suo- 

che!  nifi  mi  celaua.Le fùe  piaghe  tifeuopre.  Mifif loper-  lofidefl  [ una  fipra  l'altra,  chèa  folaio  a filah.  Boc.  Si 

fé . Di/courirle  il  mio  mal,  ideH  mamfeHarle.  Boc.  Tu  come  fi  mettono  le  mercatantie  nelle  nani  a Suolo  a Suo- 

non  poteuia  perfina  del  mondo  difeourire  f animo  che  piu  lo.  Lat.gradatan  ; feriatim.  & quando  dinota  la  terrapte 

utile  ti  fofie di  me JdeflmanifeUare. Ricciardo, & lei  uide  dia  lóSó.&pertacquaa  1015. 

ignuéScopertidormire abbracciati.Tianamente  feoprtn  Albergo. Lat.hoff»tium,flatio,diuerfirium.  P s t.  Mentge  9} • 
dota  tutta,  uide  che  cofi  bella  ignuda.  Ma  ficuramente  o-  amar  nel  mio  Albergo  a fdtgno  l'hebbe.  £r  dou’io prego, 

gni  de  fiderio  mi  feopri.  Laqualnua  utltà,non  fenga  gran  che' Imh  Albergo  fia.  Scaciiato  delmio  dolce  Albergo 

rofiore  ti  feouriri , lonon  lofi)  feourire  fuori  ebeauoi,  fora.Là  onde  anchor  com'in  fuo  Aibegouenne.Cbi  non  ha 

uedi  a f<79.  .Albergo  pofififu'luerde.  Albergo  di  dolor. Fontana  di  do 

Coperchio.  Lat.  operculum , tegmen,  tegumen,  tegimen,  lor.  Albergo  (tira.  0 Sol  ria  d’boaejìate  intero  Albergo, 

tegumemum^egulum,r!rtegiÙum  ildani.opertuma>pert  Vfeita  è pur  del  dolce  Amergo  fora.  L‘alma,cui  morte 
torium,&operimenium  Boc.  Il  Coperchio  della  cafla  del  fuo  Albergo  caccia.  Son  fatto  Albergo  cC infinita  do» 

DeltArca.  Et  conierò  ferri, il  Coperchio  ch'era  gra-  gita.  Al  ciettraslaioini^  fuo  Albergo  fido.  Ella  con-  . 

uifiime  folleuarono . tenta  bauer  cangiato  AÌbergp , L’antiqu^imo  Albetgp  ■.  U 


M O N 'D  O ' 


iiSihillt.Et<liiel,theuolfeaDi»ftrpra>ide^lbtrgo.De  tedtUatirra  rdijiiareajerfak  Habitarr.’Pn'.QuoTitr 
Laureo  Mbct^t  con  t ancora  innanzi.  7(on  hanr^lbc  r nobili  Habilari  Ji  famiglie  pii  ai.  fecero  bcliiflime  H abita 

go  il  Sol  m TanrOfO'n  Vefce.Mbctgo  Dolce,  Etemo,R)c-  tioai,&  élcttckoU . nel  fello  antiiofi  legge  Habitnri.  Di 
to,Solitano,Vropno.  B o c.  luprigo  Iddio  che  la  jeguen  Theairi , di  Tempn , & a'oltn  Habitari  bt  llifjimi.  A m. 
tenottemi  dia  buono  .Aliiirgoj.bnono  alloggiamento.  HabitaioioucdiaHoliello. 

CheaTauia,e7almigbor.AtbeTgoiocondincfe,idefl  Hìbitztori. Lat..ar accoU,tncoU.inqHÌlini.exteri.  B o c.  ' 
cfieria  . .Ahi  dolaliimo  .Albergo  de  tutti!  mici  piaieri . LanoHraiittidHabitatonquafmuda  diutnne . Leca- 
ytiauiUa  non  troppo  fornita  a’.Albirght.  Et  mfinnge  Jidrglibabiianti.  Taeft  molto  Habitati.P  et. M’han 
giuniolinandòaduno.Albergetto.D  nu.Chtfu  .Al-  fatto  llabitator  dotiibrofi  bojco.  0 neghi  Habitator  de 
bergidelnoflrodefiro.  ntrdtbojcbi. 

Albergatore  Lal.hoj^s,canpo.  B o c.  Troni  P.Albcrga  Habitare.  Lat  habilarejncolere/ligere,>norare,reftdere.fia 
tore,&  compagm  UboHoJ  due  fratelli  .Albergatori..A  rr,permam:re,iommorari, colere.  P e t.Ilcor  ^lauolto 

CUI  l' .Albergatrice  ri^ofe.  ouhabnal  fuo  lume . .Auenga  chio  non  fora  D'habi- 

.Albergare . Lat.  hofjiitart , dmerfxri . per  alloggiare.  Pii.  tar  d.  gno , onc  uoi  fila  fiele.  Ella  i fi  f bina  c'babL 

.A  qualunque  animai  alberga  in  terra . l he  non  pur  folto  tar  non  cLgaaTiu  nella  uilafaticofadr  mie. 'bigi  quinto 

bende  .Alberga  amore  ; per  cut  fi  ride  & piagne . One  al-  giro  non  habiirebb'ella.  B o c.  uedi  Vìndice, 

terga  boneHateert  cortefia.Spirto  gentili  che  qmllemem  Ttn;re,perhabitare.  P e t. Terrò  del  cui  la  piu  beala  parte, 
tra  reggi  Dentro  ale  qua  peregrinando  alberga  ynfi-  .Anime  beUe,eéuirtuteamicheTerranoilmondo.lioq.  ^ 
gnorùatorofo . Douboggi  alberga  i'antma  gentile.  Oue'l  uedi  Vlndiie.  B E m.  5/  teneuano  ficurameute. 
moiorconla  fuadonnaalberga.'H.e tanti  augelli alber-  HoftcUo.  Lat.bc^pitium.D  a n.JicofifiiaCittaiiuavga, 
ganper  b bofebi . .Ad  albergar  colTauro  fi  moina.  One  cofi  dolce  HoUetlo.  Ilprimo  tuo  refugioe‘1  primo  Hollel- 

Juol  albergar  la  Ulta  mia . S'albergafseda  prejjo,o  di  lon-  lo..Ahiferua  Italiadidolor  Hofiello.  B o c.  £t  ritornare  ■ 

lano.  B o c.uedi  C ìndice.  Dan.  Che  di  folto  alberga . a cofi  fatto  HoSìelio.  Au.La  uerginefu  formata  a doue- 
aibergan  men  lomani.che'l  del  u alberghi . teiere  Habitaeolo  & Hoftetio  ^l  figliuolo  di  Dio.  L A. 

9 J » Riparare.  Lat.recipere.  ual  albergare  alloggiare  fi  fare. yo.  Trnutendo'l  cibo  di  qualunque  fìoHello . 

Trouengale,&poi  ufitta  da  Tbofcamjal  nerbo  Unno  re  Habicacolo.  Lat.  uetìidifopra  ad  Hofiello . 
dpiodiqurl  fignificato,ch'irecipere  fe  ludomo abqua,  Hotllere.  lat. tabernafiiofpitium,éuer/òrium,pa9dochiu.  pjq 
che  ual  ripararli  tuiralirui  cafa. Bo  cJlqualemoltoal  caupona.ila  hofierta , fianza  ,o  alloggiauieato.  Bo  c. 

lafuacajainTangi  fi  riparaua.  Rtparandofi  in  cafa  di  .Andò  all  HollierodiTarolpho.  Et  tutto  loleitnperiienne 

ibie  fratelli  ftorentim,ideSÌ  conuerfando,  {jr  nducendofi.  ab'HoHuro  dtUfialone  enelTii.  Et  potagli  turo  Hofite. 

"biella  torte  delquale  il  Come  alcuna  uolta  egli  e'I  figlino-  n tornarono.f^  nella  uifione  amorola,Rouina'igli  Hofiter 

lo  per  bauere  da  mangiare  firiparauano.&  quando  fla  ne  memora  .Altro  che  beSUefaluatiihe  e fiere.  Et  quan  .. 

per  difendere  piedi  a ^oq.  tofofie  grande  parfianchora. 

A\\oe,gilvnenio.LatÀiuer[orium,(irbolfiitiionfiabemacu  Hofte.  Ut.  hofpeiiéf  caupo.nis.  i Vulloggivite , Vallcg- 

lumpiniorium.  A a i.Tutla  la  notte  per  gli  udiloggnuen  g.aio.  B o c.  MefierToreilo  quefio  udendo  cominciò  ad 

tl.  Con  molti  altri  a guardar  gli  .Alloggiamenti , effere  bctifiimo,&  a uergognarfi,  ad  efiere  lieto  ihauert 

Magion.  Ut.domutjreceptaiulum,  reccpius  .ilo  albergo.  hauuto  cefi  fatto  Hofie.  Meffer  Ghino, di  cut  noi  fiele  Ho- 

yo.  Erancefe  P E T. Comedi  fua  Magumfolcon  Sara  e-  fieni  manda  pregando.  Dime  odi  gli  hoflinoflric'hanno 
fee.  Et  fe  ben  guardi  a la  Megion  di  Dio.  Boc.Horanon  non  foche  parole  infieme . dr  per  colui  ch’alloggia . .Alefr 

nhanctetto , ne  Magione  .nella  yifion  amorofà.  B * m.  fàudrodoniandilhofir,doueeflopoleffedormire,alqual 
la  mia  Magione  in  Bologna.  [Hofie  rifpofe.  Come  che  a pouera  Hofie  fiete  uenuta.  La 

Stanza.  Lat.fiatio,drafima,orum.leStanzedefoldatì  di  donna  dell’ Hofie . 

fiate  ,&tVammali,&byberna,uelhyhcrnatulafirum,  Hofpite . Lat.il/uello , che  alberga,  & che  uien  albergo- 
graia  {lonza  defoldali  nel  uerno.  P E T.  £t  per  ogni  pae  lo.  Ari.  Giunger  gli  Hofpiti  fuoi  con  nodo  fòrte,  .Ad 
feebuonaSlanza. db  fe  bastanza  Fuuana,almenjiala  amorucro. 

partita  honefia  ial  mio  fiore,  hoc.  yerji  la  loro  itaum  Somiomo.  Lat  frteffitlfipricatio,ohlt[lalio,  apricitas.jò-  , j 

za  nolfr  i papi  Che  di  Stanga  fi  procurafuro  infin  che.  Unum,  i ftanza.habitarione,df  tuegp  ftgnifica,& i ucce 

Stangare.  Ut.  figerefedem,&  ìlare, ual  fiar  fermo  IH  un  prouengale.  P E T.  Soggiorno  .Alto,  Dolce,  Eterno,  Bel, 

pi  opofilo.  T)  ntt.^Abi  'Pifioia  Vifioia  ,che  non  {langi  yfaio , .Antico . Et  fra  tutti  i terreni  altri  Soggiomi  So- 
di incenerarti  .M'al  fatto  i d’altra  forma  che  non  ftanzi,  la  tu  foHi  eletta  ,idefi  fra  tutta  luoghi  deimondo.  Et 

I idefiihenonptnfit.  fi,n  fatto dt lagrime  Soggiorno,  "big  fo quando  fra  meco 

Stiìio.  Ut  f di  i,^flatio.  ual  {lanza.Dns,  Ceffat’ha-  il  fuo  Soggiorno. 

uefte  de  mioutfò  Stallo J.fianza  del  mio uilò, come  da  un  Soggiornare.  Ut.frcedere/tpricari/ibleflarijpatiarideam- 
Calle , chi  i he  U mia  faccia  non  hauta  piu  frufó  in  fi,  buiare  . per  kabitare , db  Ponzare , quafi  giorno  /òpra 

c'babbia  un  ■.  allo, ilquale perche  i carne  morta  non  fónte,  ghmo  menare,  cr  pigliafiper  conimouare  ; alcuna  uolta 

Stabare,ualjòuraflarr.D  AN-VerchefòcoiVamorcópiain  dinota  indugiare  ,0  fcrmare.'P  t r.,Alquamoolira  tu-  ’ 

un  punto  Ciojibedeefodisfarahcquififlalla.Ut.rcfidcr.  purga  fi  feggomaddefl  t’iniugia,oferma.  B e n.iìjiafi 

pqg  ìÌ3bit2àon.Ut.adel,domus,babitatiodoii,iiibum.B  o c.  giorno  fòpra giorno  menare. 

Crandi/fimi  Habitathm,&dilctteuob  Comecifono  Ha-  bi^o.Ut.&fialio,cuuabula,incunabula/nittafirtuifiri- 
. ifvancr  da  potere  albergarci  'Piacque  nella  piu  altapar-  go, patria,  habitaculum,  domicdiuni,requiet.  P e t.  Se  fi 


pofafSe 


. 


V 


MONDO  117 

fottoH  sparto  . Del  gran  Tianl  la  al  Jiiihi  fiala, T egghia,  ^chidone,  Trtfie,'PiatteHi,Scodj;Ue,f'trel 

CH  igli  alhergi.  Occhi  leggiadri  don  amor  fa  'hlKlo.  'Hon  li,  Orcwoli,  alberelli,  Bo/3oli,Bicchien,  fu/e , Gnafia- 

icjnejiatttuo  Hido One nodrtio {ni fi doUemente ( ’ìdjdo  dette, Fufihi,Mortai,TeSlelli,Stuuiglie. 

diTradinunti.Qjul HÌttO Lauro; otte filean far 'Hido,GU  Cucina.£4t.  coqkina,cuUna,popma.H o c,  Ucifca&'Pbi  pjy 
altipenfieri,eimieiJòlpiriardeHti.ii{Hthorio‘l'hiiiocb  lomena  nella  Cucina  faranno  continoue.il  grande  appa- 

peufieri  eletti  Tofi  m quettatma  piàta.Duotmi  am  hor  ue  reccbiodclla  Cucina.Et  a fare  apparecchiare  Le  Cucink. 

ramente  ch’io  non  nacqui  .Almen  pm  prefio  al  tuo  fiorito  Cuoco.  Lat.  cocui,coquus,tnagirus.obfopaus  ei.  Lixajl  cuo 
T^o  Di  quel  gran  "Hido  II  mal  guarJato,& già  neglet  co,  ejr  che  mimflra  acqua  in  campo,  hoc.  Quella  man- 
to T^do.  D I Leggiadri,  Soaui.  Fargli  lor  "Hidi  a piu  dò  ad  un  fuo  buon  Cuoco,  il  quale  era  chiamato  Chichibio. 

jiauiucrm.  Boc.  Et  é torture  ho  prtfauna  "ìiidutale  Di  quelle  jòleuariemuandediuisòa  fuoi  Cuochi  pelcon- 
piu  belle  del  mondo.  A u . D A N.  Qicale  four'efio'il  'Ng-  ulto  reale . 

dofir;g:ra.  Fu  fatto  ilTdjdio  di malitia  tanta. muece  Pideìii. Lat. JriSorium,^ frixorium,patella,& fartago. 
é T^ido . è uafo  doue  fe  jrige.aUuni  la  chiamano  freffora.  B oc.Et 

,Annidare.Latatidificare,nidumfacere.  P t t Qual  Urna  a pofla  la  Tadelta  fopra  il  trepie,&  dell olio  mefioui.  Haue 

tafa,&  qual  Rannida  pi  felua . inche  t’annida  Hor  dentro  ua  fopra  la  fiialla  finifira  una  Tadella . Tfoi  habbiamo  co 

adunagibbia  Fere  feluagge,&manfuete  gregge.  S’an-  firn  tratto  detta  Tadella, & gittatonclfuoco.fcKl.Cader 

nidanfi,  che  fempre  il  miglurgeme.E’n  bel  ramo  tu' anni  de  la  Tadella  ne  le  brage . Trouerbio  comune . 
do. Da  h.  Onde  nel  UTibto  fecondo  tanmda.Tnmacbe’l  Tentali. Lat. olla  ,&ollulaildiininutiuo.ilapignatta.  • 
poco  fui  hoinai  1 annidi . Boc.  "He  cacciano  in  cucina  ad  annoucrar  le  Tentole,et 

Snid-ire.  Lat.  enido  extrr,  euolarejuale  ufeir  del  mio.  A K l.  le  Scodelle . Senga  che  la  cafa  mia  era  piena  d,  fornelli , di 

Luna  ha  dafiar/ altra  conuien  che  faide . lambichi . dr  di  Tcntolmi.  La.T..AI  foco  già  mi  par  po- 

Couare.  Lai.  foucre  oua  Uoprir  C uoua  incubare,calefacere,  nrr  la  Temala . 

& caltda  tenere  oua/mii  incund>ere,infidcre,  & inhare-  Radimadia.  Lat.  radula  ,ila  rafora.  B o c.  yi  fece  acce» 
re.P  BT.Hidodi  tradimenti , in  cui  ficoua  Qgantomal  dere  una  lume,  & dare  uru  Fi.adimadia,&  cominciòara 
per  Ut  mondo  boggi  fijpande.  Boc.  Couare  il  fuoco,  in  pi  dere  il  doglio . 

le  calcagna  fedendo  fi . Caldaia^  Calderone.Lat.abenù.  Boc.  Due  grandi jfime 

■ Riduteo.  Lat.bofpitiumdiuerforiim,feufiui.T  BX.Etld  Caldaie  dtbroda.il  Calderone  iAltopafciotprouerbio. 

donerà  il  mio  dolce  Ridutto . Lauezzo,  0 Caldaio  fi  Tatualo.  Lat.  Lebes,  tu,  Cacabut,  tjr 

Bjcbicere,&  ridurre.  Lat.  reducere  fidducere, udire, reddere,  lebeta  i quello  doue  fi  cuoce . 

confugere.T  tx.Biducii  penfier  unghia  miglior  luogo,  Ti^Mcrofi  piattello  di  legno.  Lat. magonoimum  fi. 

Benigna  mi  ridujfe  al  pruno  fiato.  Boc.  Tipn  fi  uolendo  Mellola . Lat  cocleare  ferreum  perforatum  ,ila  mefeoU 
•ltroue,che fatto  le  braccia  dd  Re  Carlo  riducere"alla  me  con  che  fi  lena  la  febiuma  atta  carne  quando  boUe,& per- 

moria  riducendufi.Et  tempo  era  di  nducerfianouelUre.  cheituttaforata,àoipienaàbuchi,permeta.cofifidi- 
ridurlainlperanzadi  miglior  fortuna , in  acqua  ridufie , ce  ad  un  huomo,  oad  una  donna  quando  è fctoccofiano,  0 

ndufiono . uedil  Indice.  D a u.  Si  com’ioàcolautSian-  poco fauio.  Boc.Dfie  allhora  madonna  Mefiola  (parm 

dui , idefl  riduci , landò  di  madonna  lifetta , che  era  poco  lima . ) Et  hor 

Ricetto.  Lat.  receptus,  tus,  lui,  & redu8io,receptaculum.  Gocciolone  ; hor  nIeUone , & hor  Scr  Mellola , chaman- 

confugmm,hahitaculum,diuerforiumjfeieffut.iloricet-  dolo.  La. 

tacolu,&  habitatioue.V  Bt.Ter  tornar  al  fino  amico  Ri*  Tegghìz,oTeggia.Lat.clibanus.èuajòdilerradj  cucina  p}8 
certo.  Qjiante  fiate  al  mio  dolce  Ricetto.  Mirando  dal  fuo  quafit  tegula , 0 tagendo  detta.  Dan.  Come  a fcaldar  fi 

eterno  atto  Ricetto.  Boc.  Cominciò  a riguardare  fida-  ponga  Tegghia  a Tegghia.  Boc.  Et  poila  Tegghiuggfi, 

tomo  alcuna  Ricetto  fi  uedcfiejdouc  la  notte  poteffe  fiore,  fopra  laquale  jparto  l bauea . 

Lutigia  <f  ogm  bruttura  Rjcetlo . Hauendo  u fuo  Ricetto  Trepie,&  Trepiede.Lat.  tripes,uel  tripos.  Boc.  Quiuiac- 
tàcinu  ad  una  firada.  cefiU  fuoco, &-pofialaTadcllafu'lTrepie.Elnellama* 

Jficettare.Lat.reàpere.  P et.  Che  fiere  (corte  Lairicettan  no  unTrepiede,t!r  neWaltra  mi  utehCoLo. 

do.D  A N.Cofa,cbefofieanibordaleiricettaj.riceuuta.  Schidone. Lat; obelut,ueru  indeclinJiile.ma  nel  plu.in 
Ter  emro  sic  eterna  margarita  He  nceuette  ,come  ac-  mriicafi,& ueruculutn  dèmi,  ilo  fpiedo  dell'arrolìo, 

quarecepe.i.rieeue.B  oc.uediall'Indue . Boc.Ucconciometterloin  uno  Schidone,&  arrofiirt 

Capanna.  LatJugurium.  i cafa,  & habitatione  uUlcfca  de  dibgemememe . 

pallori  detta  a capicndo.  Boc.  .Andiamocene  qua  nel-  TizttM , Scodelle  ,ytrelli, Lmelli,Ortiuoli, .Alberelli , 
la  Capanna.  Quamunque  amou  1 lieti  palagi, & le  mor-  Bofioli , Bicchieri , Fiale , Guafiadate ,Fufibi.  uedi  a 

bidè  cameu piu  uolemieri , che  le pouere  Capanne  babitL  Lofi  a 8 ì3. 

Jnunafua  Capannetta  ilmenò.IlmenònelCapaimetto.  Stovùg^e  fino  le  maflaritie  detta  Cucina;  come  uafittamen 
S AH.f'ùpiuuolteCapanna.T.S’auieacb’uH  trattoli  tiéterra,dirame,ep-fimili.Ljt.fupellt8ilia.Boc.Ter- 
Capannocciol  fulmini . uennt  doue  una  pouera  f emina  per  auentura  fuoi  Stoni* 

Tugurio . Zjit.  cafa.  i pouera  babitatione  uilìefca , detta  ■ glie  con  la  rena  con  Cacquafillàlauaua. 

ategendo.S  a u.In  fuo  Cedificar  de  fuoi  Tuguri;. T.M  che  icuf3i.Lat.uaporariuJrypocaufiumiherma,rxm  LaenicS.  • 
temer  colui  c'ba'l  fu  Tugurio  Forte  di  giui^i,et  ben  com  uel  fudatoria  loca.  Boc.  Et  quiiii  in  una  Stufa  meffoio 

pofiod  olmini.  tomo  lo  firopicciò.Et  prima  in  una  Stufa  lauatofi  bene.  ‘ 

Cucina,  Cuoco,  Tadella,Temola,  Caldaia,RAdimadia,Mt^  Forno . lat.pmm , clàanut  i doue  fi  cuote  il  pane.  B o c.  P jP 


r 


MONDO 


fioue  Cìfli  fomòo  il  /irò  forno  hjMfn» . fenX4  che  U uf* 
mid  cn  pieiu  di  FornetU.O'  Umbuhi.  L > . 

Fornaio.  Ltt.ftjior.  furati  tU  '.  B o C.  Il  qual  Ciniifitllif- 
fimo  animo  fonuioja  natura  /.  ce  tornaio.O  tori  U lauan 
datafi  con  la  fornata  fauetla. 


fofie  teme.Cran  tépo  hnmiib  tenni  quel  uiaggh.Lmeni 
tarfi  di  me,che  puro  e netto  Cétra' l de  fio  lui  tini.  Boc./o 
ut  diri  il  modo  ihe  a tenere  hauretej.Jeruare.  Etpiupor 
HI  apprejyo  quella  maniera  tcnfdo  la  fcSìa  tottnouarono* 
Mattona  tenete  quelli  danartait  dategli  al  uoflro  marito. 


Infoijuare.  Lat.imicere,infumumimmittere.  BocJDife  Rittnire.  Lat.retinere.perconferuare.P  ir.'Nfperfuomi 


Citli  Fornaio, Ch'io  non  jo  meno  ben  nufaere,ibio  fappu 
infornare. 

Fornace.  Lat.fomax,caUariaJ>ypocauJlum. 

Fornaciai  Lat  caUarmt,cr formcartus.  B o C.Sent^cht 
inf-o  a fornaciai  a luoicr  gufila  (C  uoua  Le. 

Cella.  Lat.C  dotiarium,&  rcceptaiulum.  ì rieettodi qua- 
lunque cofa.  P E T.  Qual  Celia  di  m mona  ; in  lui  l'ac- 


ritien,ne  jcioglte'l  laicio.  L'alma  Smule  al  fuofattor  flato 
ritiene.  Vero  l’aere  ritenne  il  pruno  flato . Tanto  ritien  del 
fuo primo  efier  uile.&  urggto  quella.  Ch’ambo  noi  me  fo- 
flunledrte  ritenne.  Boc.  S'egli  fa  lauorare  mgegnatiui 
di  ritenercelo.  Lequalt  parole  egb  fermamente  nella  men 
te  ritenne,  lo  per  queflo  dono  pojsa  dire  ihauere  nterm- 
t tn  Ulta  li  mio  flgliuolo.i.riferbato. 


coglia  Quanta  uide  uiriù . cjr  quando  dinota  luogo  fairo,  G ranai.  Lat.  granaria , horrea,  i doue  fi  pone  tl grano , . 

ucdiaqy.  tebiade.BoC.lobaurei  fatiodormtrejbpra  aCranaii 

Conft.rua  Lat. cella  penaria, cellaria,a,feUlUo,conllnuu  monaiifuoi. 

no.  P ET.  Et  de  lùoi detti conferue  f fanno.  lrlo\ino,a  Molinantlnumcrodeipiu.  lat.piflrinum,pi- 

Conjeruare.  Lat  &dilig  ntercuflodire  .per  mantenere,  & Jlrillaat  Boc  Tanta  acqua,ihe  due  Molina  uvìgea.E’tr 
cuflodire.  P fi.Conjerua  uerde  il  premio  dhontiìate.  fo U Molmao-hc fuor  di  quelmaiinauano.Cirtaua  tanta 

Boc.  Ter  conjc  mare  lauta.  La  fua  ulta  quantunque  acqua  ,ihr  di  meno  kiuria  mannaro  un  Molino  .Ari. 

puoaiutareionconlcruarer&defendere.Confbrtandolea  Duifiamhor  .ihemaiinar  Molini  Totnan  far  l'acque 
lonjeruarelalorocaHità.  lanfe,chefonquiui.  i 

940  Siruaree& Serbare  Lat.jeruare,cufìodire,tuerijdtfende,  Tì\e.Lae.paltnula,nioletrufatilii,&palmuUmolarinafo 
re, per  conjeruare,  mailtenere,guardjre,tcnerefare . & no  quelle  del  molino, ihepcnoff  dall  acqua  lo  fanno  uol- 

pcr  attendere, &i^eruareucdiaq.f  P E T.  Ale  riponete  grre.D  a n.  Quand'eUapiuuerjolepale  approccui,(!r 
outHpeuficrfiferba.  Ma  fe  pietà  amhor  fòiba  L'arco  tuo  i«fMndtbulum,elnnformibulumÀapala  diljomo. 
faldo  Che  trahethuomdelfipuUroe'nuitailfcrba.Etdil  Mtlgtì»io.Latjaolttor,tà'piflrinariut  Boc  HamndoCi- 
bel  piede  alcun  ueftigioferbe.Seruar  la  lor  barbarica  ho-  fli  un  farfetio  beane  bijiimo  in  de^!0,&  un  grembiule  di  in 
mflate.-4lfiauiéuna,ihefiehiufr,&-flrinfe  Sour‘-4r-  catomnangt  fempre, li  qualiptuiofloMugnaio,  che  fot-  • 

no  per  feruarfi  ; cjr  non  le  ualfe . D'cffer  fe  ruoto  a la  fio-  nato  il  dimoflrauano . il  quale  patena  pm  tallo  Mi  gnaio, 

gunpiu  tarda.lb'amare&dolctnelamentejirho.Boc.  ' ihe  altro  a uedere . 

in  quello  poeodi  rimanente  de  ulta,  eht  la  ueeehicz'^a  mi  Macina.  Lai.  molaja.  i quella  pietra  grande,^  tonda  del 
ferba . tir  digiuni  lerbatmi  a fare  quando  laròueeihia,  molino  conihr  fi  macina  il  grano  &jono  due,  quelladif» 

Tancredi  fertiaii  eotiQe  legame  amino  dejiderata  fonn  fra  fi  dimanda  latinamente  Catillus , & quella  di  fitto  fi 

na.hauindogliferbatibcHun'atmoperrendeigititenuti.  thiamaMela  B oc.  Ter  la  kirtù  deOequali  (parlando 
It  perciò  quella  fatila  per  imo  lonfigliotilerbiraiadun  di  pietre)  quando  lim  Maeim-fatlejènefd  farina . Etpe- 

aii  ra  uolta.Trr  firuarc  quetlo,cbeprumi  fio  hauea  i.offcr  ro  fi  dice  egli  in  quepaeji  dildabeda  iddio  uengono  le  gra 

kar  ,0  attendere  come  uolgarmf  le  fi  ibiiJ'  enutoiàtem  nr,dr  da  Monitfei  le  Macine.  Se  ne  Henne  a capi  fua, 

fOychi  tolonopcrferuare  lapromifiaj.atlendereoman  laquale  tra  ucina  al  canto  alta  Macina,  ipitftai  una 

tenere.  Et  jeruando  la  gioitane  quefla  mamera  del  conti.  Contrada  m firenge  top  detta . 

muoa.tenindo.Hauendolepiucarecofene  piuuitiluo-  Macinare.  Lat.moltre.uedifopraaMolinoxt  permeta.pro 
gi’i delle lorocafefcruatej. euflodittaiafiole . liccio ibe  fkb.igitare,&rem uenrreà agere.  Boc. yna brunagg* 


M* 


luti  fian.o  farà,  0-  fatui  feruaii  i.eonfi  mali . 

fyfarbare.  Lai.  iterum  feruare  Ttr.Cbe  nferbato  m'han- 
no atomo  bene.  Che  gli  anni  tuen  r ferba  a tanto  bene . 
Boc.  Il  Re  il  dtreiano  luogo  nlérbando  a Dienro.  ,/tl 
tuo  amante  le  tue  notti  nferba.  Dijiofe  f ingegno  <)t  far- 
te,nferbandufi  alla  fine  le  forge . Quafi  fi  nferbafie  ta- 
dirarfi  al  dafigg^o . 

Si  ruatorc . Lat.  feruator  ,enfloi . Boc.  Ogm  giuflo  Re 
primo  Semaiore  de  ejiere  delle  leggi  fatte  da  lui,  idefi 
ofitruatore. 

Tenere.  Lat. per  confemare, feruare,  mantenere,  Vtr.Se 
mortai  cofa  Mi  poiefie  tener  in  mia  un  giorno . L'altra 
(tuFla Ulta)  me  tun  qua  giu  contea  mia  uogba . e'I  con 


ben  tarchiata  atta  meglio  faprre  macinare  che  alcun' a!- 
tra.Tero  che  i frati  fimo  buone  perfine  e fuggon'  tl  dijagio 
f Camor  i liitope  maimanoaraccolla.prouerlno.i.prmia 
raccorre  acqua  afiai,  e poi  macinare  Et  dal  Maetmo  leua 
tifi  difieddalCopera  della  macinaa.dal  coito.  Tate  pigna 
eir  calci  ledu,ihe  tutto  d nifit  le  macinò  i.pr, fio  et  guaflò. 
Dogana.^,  ponoriumfortoriij'ufieptonum  merimm.  è 
luogo  doue  fi  pongono  le  mercatantie.  Bo  c .Facendole  di- 
fcancare tutte inun  Fondaco ,ilquale in  moitt  luoghi 
chiamato  Dogana , tenuto  per  lo  comune, &i  detti  Doga- 
nieri fcriuono  m fidi  libro  della  Dogana . Ter  parte  della 
mercatantia  , chetgbdi Dogana  trahefie.Lat.alabar- 


j . , o * chei.  lo  Doganieri  del  fiele. 

fotiragg- .A queldolcc penfur eh;  nulla  l Itene.  Laqual  Fondaco.  Lat.tabema,portorium ,emporium .i bottega 
piuebe  Lauro, omirto  leneain  me  uerde  famorofauo.  grafia  di  granmercatamie.B  oc  EfiendoigliadunFon 
glta.'Trm.ndo  al  fin  Ufuo  ufato  coflume.  onde  bemgnamen  daeodi  mercatanti  l'enitiam.  Et  hauendo  oltre  aeno  que 

jelalutandoTenefleinuiu'leore.Tengandunqueuerme  Bilre  fhtegli  in  uno  loro  Fondacoun  giouinetto  Tifano 

. ^ufa*o fide yAmor Madonna. Et femprt un JiUouunque  ■ chiamato LùrégpiFacidolefcaricaee tutte itiunFódaco. 

Magazino. 


MONDO.  4.8 

Militino.  Cr£.i4yùftiì.niijniimiisciium.  Iti.  from-  Eiorneri  di  templi^  diTjU^,Dipi<tx^JiTbt4m\c  il  • 
ptiurÌMm.i Im^a  lotu  jioo/igoifiteimroitJittic.  B o c.  miìle agi. Sari dviium pi  iilThi\uroéjula. 

Ouoper  U imid mercatante ua  M ^gtjpno^lquale  Spercacolo  Lat ^iBacnln.S  \ s .Autoiheio làlodiiah» 
tjfo  U jka  Mercatantia  ripofe  iìjtcUe  rubbe  meffe  ne  re  Spettatolo  j^a a mnenii  nmanere.T.Ueijagltott  [eì 
AUgaxp^pti.  fatto,& granSpettaiolo.  A R i. Sola  a tanto  ipttuiolo 

BqtCwga.  Lat.  apotbeca,  officina,^  tabema.B  o e.  Dirhn  preferite  Lbenoafn  mai  Spettacolo  fioi'turo.  UUrouepal 

petto  alla  Bottega  di  quel  Ugnatmlo.Chenò  ielle  de  frati,  ibi  con  dinerfi  giochi,  E Spettacoli^  ntimta;li  enta  attu 

maBottcghedt  Spettab, e dniiguentari appaiono.  Cbefo  ScetULLttfrana,puimbratio,taberaacnlnm,papil«>  A R :• 
no  tboQoh  delle  fritte  deUa  Bottega  Holira.  iìjialdiader  de  le  cortine  [noie  Farer  fra  nulle  tampa- 

Sprticria  Lat.  fepù, fiotta  ojjicuia  aromatana.  B o c.Sigrà  de  la  Scena.  E SpettaioU,  e Mirni.e  Scenui  atti. 

deodorperlogiarénrendenanoiche  parena  loro  ejlere  Co\onna.Ltt.columna  prop.dr  maa.&penllytlMS,&pe  pqf 
tratktteleSpetierie,chematna.qneromortettte.  Etibi  penHydmn , il  luogo  unoniato  di  lolonne.V  s t.D'un 


bel  dtafpro  era  ini  una  Coìòna.Har  m'ha  poflo  m oblio  ton 
quella  donna,Cb'iltàeper  Colonna  Dinano^una  Colonna 
cnfiallina  Contijile  thebagnalOceanooura'ltarro,cf 
leCoinsut.  Et  Granata,  & Marocio , le  Colonne . 

B o c.  Legò  il  filo  bnomofalnatico  ad  una  Colonna  Et  e. 
gli  I fi  ndo  tra  le  Colonne  di  Vorfido,t  be  ui  fino,  cjr  in  ue~ 
u della  famiglia.?  u j.Gloriofa  Colonnaoncuis'app<g, 
già.  .Ad  una  gran  marmorea  Colonna . f'n  Lauro  uerae, 
una  gentil  ColonnaMoltaèCalta  Colonna, c‘l  tu  rie  lau- 
ro A R I / indo  fono  a (.Atlantee  Colonne. 


imerfe  maniere  di  Spet utrie  qui  lleduafi  fonendofi  fref- 
fadefl  odori, profumi,&  fiinili . 

Spetic.  Lat  frctuieeijromata.  Boc.  Il  cuoco  prefo  il  cuo- 
re , CT  mmuxxatolo , & mefiom  di  buone  Specie  afiai,ne 
fece  un  manicaretto  troppo  buono . Sono  non  meno  odori, 
fere , thè  pano  i bofiolt  delle  Spetw  di  Ila  bottega  uollra . 

D A K.  Fatto  per  proprio  de  fhumana  Spece  in  uecedi 
Specie  per  la  quiliti. 

Spetak . Lat. Icplafiarius  ,aromatarius,aromatopola,et. 

B o c.,AllacafadelSpeitalefenaHdò.Etnel giardino en 
trota  fece  lo  Spettale  chiamare.  Tfan  celle  di  frationa  Filaftrì.  Lat.  paraPatnJnfìemai  ula  J’uUimenta,  motel  Jen 

tighe  di  Spetuhyod'unguintan . columiu  c.tminticie,lonoque  camonidilla  portai  limo 

Cengiouo.Lat.gtngiber.fiuexingtber.Boc.f'orrcbbefi  quadri, & fi  pongono  per  fojlentami  modi  gran  caruo. 

fare  con  belle  galle  di  Geiigiouo  uerde , Et  cofi  p pqpvno  Ari.  Gran  Tilafìri. 

benedire  U galle  del  Ctngiouo  come  il  pane  0- il  taf  10.  Tiramidc.  Lat.  pyramii,  dit.fino  moli  altiffime,  & quadre 
P pe,  Lat.piper.  D A n.Limdo,(lr  nc  to,comegia.t  di  Vepe.  larghe  nel  pii  de,0p  uanno  rifìringendo  pno  alla  cima, 

Mortno.Lat  mortarium.Bo  c.Tregandola,ihelepiacef  cofi  dette  perche  fono  fatte  in  gai, a di  poinmadifaoio, 
frdiprePaiiiil  Mortaio fuodcUapietra.Che  uotnon  pelle  S nti.  Era  la  bella  Tiramide  in  picciolo  piano  fonraunx 

rete  mai piufaljà  nel  fuo  Mortaio . S'ella  non  mi  prtperi  bella  momagnetta  polla  fra  duepmtane.A  n i.Memphi- 
U Moruio  io  non  le  preflerò  il  Tcflello^da  t uno  per  tal  tiperle  Tiramidi  famofi . 

tro.meta.de partibuspudenàs  uedia  iqs6.  Stelo  Lal.fieU,iolumna,thyrfusflornm.èqualunquecafi 

Pcftcllo  Lal.ptfiillum.Bo  c.  Et  feto  Ilo  in  peccato  morta  dtnilaaometolonna.olegnopttointerra.Dnti.Sidiri^ 

le,io  Parò  quando  tbe  fu  tnpeciatoTePello,meta.mott.g 
giando^"  prò  parte  pudenda  n.  di  14^4. 

Loggia.  F'o  Ora  Lat  portiius,xiPui,  i ridotto  de  nobili  per 
ptr  ragion  dii  puhbco . onde  il  Tir.  liui  non  TaLini , 
nonTbeatro , 0 luggu  ,ideR  qui  non  uè  cura  del  puhbco 
uoetapborice  nfato.  Boc.  Somala  Loggia , che  la  ione 
tutta  fgnoreggtaita  Effondo  una  (uaLoggettantiinaal- 


^n  tutti  aperti  in  loro  Stelo  (parlando  de  fiori,  et  inten- 
dendo li  pi.  di , 0 gambe  loro . ) Si  come  rota  pm  ptefiolo 
Stelo ,ide!i alpude ,0 gambadella  rote.  Ar  i.Mena 
ne  trami  allhor  del  uerde  Stelo , idefi  il  gambo  delt orbo. 
re.Manonptoiiodal  materno  Stelo  RtmofSa  uien.  (par 
landò  della  rofa.)  E come  U nedouo  il  Stelo  II  fior  fugget- 
to  al  nariar  del  itelo. 


la  camira . Con  Lgefe , confale  ,0con  camere.  Ari.  Toate.lat.poni,  P t t.  Che  non  pur  Tonteeognadofi  remi,  947 


94S 


oncia  ,0 quel, che  fhContra  tutta  Tbofeana  tenne l 
Tonte.  Xerfe:  Che  fece  per  calori  HoBn  itti  Di  nuoù 
Tonti  obraggio  a la  manna.  Boc.  Teruennero  ad  un 
finme.Jòpra  il  quateera  ka  Tonte.  ,4lqualSalamonenMl- 
C altro  i^je  ; fi  nonaia  al  Tonte  all  oia.Effendo  le  porte 
ferrate,0iToi.tilenatientrarenonuipotè.  Ari  Eue 
de  in  .Auignone  il  ricco  Tonte . 


E monta  fu  k Loggia. 

Portico.  Lit.propybtnm,proibyru.  luogo  danantiktafin 
gutfadilorga  Ari.  Jdrdea  pakg  .Tortici, e mefclute. 

Arco  triomphalc.Ltt../<r(iu  triuphabt.  P e t.Erandìin 
lomoal‘.Ario  tnompbaleMcéa  qtò.qSq.  491.  K64. 

Arco . Lat.  anut . èU  uobo , 0 k uoba  dt  muto , 0 d akro. 

Dan.  Come  fi  uolgon  per  tenera  nube  Due  .Anbi  Ta- 
ralU  U.  lo  uub  un  ampia  fofia  in  .Ano  terta.Gia  erauam  V olte.  Lat.  iella  umana  i fin  edU  concameratamel  icRn- 
lAue  k Pretto  calie  Con  l’argine  fecondo  t'inirocuihia . dmata.Hypogea  ;0iai.  gcum  è buo  (otterraneo  ; iòno  lo 
Etfxdiqnelloadim'aitro  .Arco  frolle.  Come  Delphtià  cantine  de  nini  fatte  muoiia.  B o c.  Con  T'o'te  piene  di 

quando  fanno  fegno  .A  mannJtionr,Arco  dekfibiena.  pretti  filfiaii  utnt . InuoUapdePmfugapicdia 

Ònde'lfe  [.Anoti  SoU,0  Delia  d cinto  prò  uuei  4 1 7 {4. 

Thi  atro.7'0  Gra  Lat.uiforÌHm,cauea,0frccuksoTÌum;  CndiLitgrjdus.Gra.anabalbrJArumntlpìu.fonoifia- 
èlMgodouefifannotfrrtiacob.P  t t.Qjéi  nonpakt:gi,  bnt.?  bt. Et  Gradi/>uc  piu  feeode, chi  piu  late.Bo  c Co 
nonTbeatro, olnggu.B oc. Le  piaggeiofi  digradando  menelbentriueggiamoiklkkro  fnmimiàiGraébifino 
dinerpi  il  piano  diicenJeuano  , come  ne  Tbeatn  ueggumo  ali'infimo  uenirc  \uccefiiuamtnte  ordinati,  frmpre  rtPnn 

delkkrofmmitàigradtinfinoaU  infimo  uemre  focceffi-  genio  ilcircuito  toro.  D A n.t'idi  una  porta,0  tre  Gra- 
tamente UfdinatiJèMprenjiriiigHo  il  cerchio  liir«.\».i..  édiftto  per  gir  ai  ifiaà  color  dmeifi. 


, M O N 

Digraiarr.lat.  peTgraius,autgridaiim  dcfctvdere.  B o c. 
la  piagge  delle  quai  mamagnttte  cofi  digradando  gai  tur 
[oli  piano dil'teadeiuno . 

Ingndtrt.  Laijngrediaul gradatim  ire . i andare^  entra- 
re di  grado  m grado.  Dan.  Sìiufla  natura  fi  oltre  « in- 
grada in  numero  ,cbe  mai  non  fa  loquela , Tfe  contato 
mortai , che  tanto  naia . 

547  ScM}ìon'\ . Lae. gradui  .fonoigradidclle  ftale.D  a n.Lo 
Siaglion  frimaio  Bianco  marmo  ,era  fi  polito , & fw/ò . 
B o c.  Ejfa  incontra  da  tre  Scaglioni  fcefe  con  le  bracija 
aperte,  alcuni  tefli  hanno  gradi. 

limirarr,  ^limitarlo.  Lai.  Umen  .i  quel  [calino,  e grado 
che  irauerfa  la  porta.  P é t 7\)i  tomai  oidictro,  perch'io, 
nidi  [crino  Dijopra'l  Limitar , che'l  tempo  anebora  tion 
era  giunto  al  mio  utuer  prefentto . 

Soglio, Soglta,& Sog/iare.  Lai.limen.  ila  parte  pofla  (òt- 
to la  porta  per  foflentacolo.  Dan.  Toifnmmo  dentroal 
Soglio  della  porta . Et  come  a tai [ortevtS  ^ 
da  loro  parte.Comincii  egli  m fu  C bombii  Soglio  il  cui  So. 
gliare  a neffun  i ferrato  J.  la  porta,  «ir  qui  po(è  la  parte 
per  le  tutto.  A R I . ^ pena  ha  Bradamante  da  la  Soglia 
Leuato  il ptenela  furata  Cella . 

Scala . Lat.  [cala  Jcalarum  nel  piu.  PsT.Et  jòn  Scala  al 
[attor [e  ben ì tflma . Et  lubrno  jferar  ju  perle  Scale-, 
Boc,  Et  in  qui  fla  grotta  ptruna  fecreta  Scala  fipote- 
ua  andare . I trauicelli  delta  Scala  .cadde  della  Sialatn 
terra  ye  n'andrete  gin  perle  Sente,  Con  C buone  montò 
[uperlc  Scale . 

Scalca, Scalco  in  uete  di  Scala  ufato  da'D  nK.Si  rompe 
del  montare  [ardita  foga  Ter  le  Sealee.,Ad  ma  S laleo  uie 
tnen  che  gli  altri  eretto . yid" io  nn  Scaleo  eretto  infulò, 
Boc.  Dijcorfo  tutta  la  marma-iitlU  Mmerua  infino  al- 
la Scalea  in  Cala  uria , & per  tutto  della  giouane  muefli- 
Jìando,netla  Scalea  gli  fu  detto  lei  efiere  da  marinai , 
Scalea  i una  terra  alla  marma  Ji  Calabriajicdi  a 909. 

94t  'Virco.Lat.fabut.tranfitui,itlpalfo,oguado.  P i t.  Che  di 
lagrime  jon  fatto  u feto,  & yarco  ,ideli  un  fiume  dt  lagri- 
me. Ma  per  ch'io  temo,  t he  [irebbe  un  yarco  di  pianto  in 
pmniv  .Fa  ch'io  ti  troni  ai  y«rco.7{pn  corfè  mai  fi  lene- 
mente al  yarco  Difugitiua  cerna  un  Leopardo.  B o c.Et 
prendcnial  yarco  della  montagna.  P m.  ^ D A N.  To- 
fe  yalco  m ucce  dt  yarco  quando  dice,  Sipartì  da  nói  con 
maggior  y alibi. 

y arcare J pafiarejualieare.  Lat.uadare,àr  profilirt.  P i t. 
Onde  al  fuo  regno  di  qna  giu  fi  uarca . Et  ben  m'accor^ 
che'l  deuer fi  uarca  Rimirando  oue  [occhio oltra  non uar 
et  Diquadalpafioanihorcht  mi  fi  ferra,  Megp  riman- 
go Uljor&  mezo  il  uareo.C  he  debb  io  diri  in  un  pafSo  men 
utrio.  Mentre  che  uago  olirà  con  gli  ocihi  nano. 

yalicare.  Lal.profilireaiadare,traifcrrejranfilire,  prateria 
I e,exigere^ranfigere.  Boc.  .Al  yalicar  i un  fiume . Et 
/'alleato  il  fiume  andarono  uta . T^on  efiendo  dopo  le  fue 
ffon(àlitie  auchora  un  di  naturale  ualicatu.i.fcorjò,opaf- 
fato.  F I.  Liquali  piaceri  ufandu  ualicherm  d tempo  cou 
meno  di  trilliajdeft  trapafierai.  P h. 

Trauabeart.  Lat  trafgrtdi , & tranfmittere . ual  trapafSa- 
re.  Hoc.  Et  if  uno  ragionamento  in  altro  trauaUcando 
peruennero  a dir  delle  loro  donne . 

Tratialicatorc.iut. iranfgrefior.  Boc.  lo  cui  figlut^ 

, Tinto  era  fiato  primo-  Traualicatort  de  , mairtmmali 


\ 


'i 


D O Luogo 

tenabd  .Tu. 

Viào.Lat.èdpafiOfóuarcoéfiume.&diqualunqueac- 
qua , ibeperla  baJiefiga,oficcitàdel[acquaficurameu- 
tej'tpojfa  uaheart , opajSare.  P £ eyn' amico  penfter  mi 
moHra  l yado. 

PalFo , luogo  tiretto  , & difficile  da  pafiare.  Lat.  tranfitut  545 
a9ui,  uadum,  uia,  tter,angulia  traieSus.  P E t.  £1  qua 
dal  paffoanchotyihe  nu  fi  jtrra.Horafgombrando’1  Tafio 
onde  tu  entrafii.  y ernie  a me  fe’l  Tafio  almi  non  ferra.Si 
che  a pena  fila  mai,che'lTa fio  chiuda.  E' l fiero  Tafio  fiue  . 
tu' aggmnje  amore . Se  quefia  ffeme  porlo  ,A  queldub- 
biolòTafl'o.  Incielo  ,e'n  terra  m’ha  rinchiufi  1 Tafii. 

E i duri  Tajfionde  tu }òl  miftorgi,  Siguendo  Iciperdub 
bufi  Tafii . 

G uado . Lat.  uadum.  P i t.  S'corgto»  a miglior  Guadi . 0 
. felice ytolut  che  troua'l  Guado  Ut  quello  alpeflro , & ra- 
pido Torrente,  Che  non  pur  ponte.o  Guado  fi  Titm,ouela. 
Boc.miia.yoUc  conptetofe  parole  pieni  di  prigiu  euu 
trare  nel  nuoua  Guado . . 

Guadare , per pajiarc , Lat.  nadare.'D  a n.  Che  nemoHri 
Li,  oue  fi  guada . 

Traeetto  per  lapafio,e  tragittare  per  pafare  uedia  104 1 

Rolta.  Lai.  tmpedimntuiH,obfiaculum,citullrum,ualiniu 
pedtmentOf'la  refiare  duiofihe  ual  affiermare,«!r  mene- 
re, & fi  jùol  farne  paffi.percdenemuiuon  pofianopefia- 
re,tr  ambo  alle  acque  de  mohmfi  fanno  le  rafie  per  fer- 
marCacque.  Dan.  Cbedcla  felua  rompanoogm  Rofic. 

Sito. P n.Qjnndo dal  proprio  Sito  fi  nmoue.Boc.il 
Sito  della  camera . 

Situare.  Lat  ponerefiéficareJlaluerefiimfibuere,dedifarf, 

. pnefinire,prafcnbere,pr£fiitutre,Ìocare.Bof:.'Htlfm 
nobd  luogo  déUa  mia  città  filuatai  la  calt. 


LV  0 G 0. 


Vogo,  hoto,Tarte,Oue'y.&Veinutu  jjo 
di  Oufy  Onde , Dotte,  ybi.  Donde,  yltron- 
de,  y itroue , Qjia , Sìjb,  Colà,  Colli,  Co- 
ni , Quinci , Quindi, Ini, Indi , Dintorno , 
Dentro , Entro , Intorno , Fuora , Di  fuor. 
Dietro,  A tergo,  Dauante,  Doiangi,  Diairgi,  Angi,  Sn, 
CÌM,Sufo,Giufi,Ld,LÌ.Ci,  Diqud.Pilà,  Dim, Di  ; 
gai , Fmquà,  Fin  Li , fin  done,Infine,  yerfòqui  ,yer- 
/«  li , Ter  qui , Ter  là , Infra , Imra , Ouunque , Douun- 
que , In  nece , Abfemca,  Lontanamjt , Difiamta , Intera 
Hallo , Lontano,  Di  Lontano,  Oltra,  Lunge,  Rjnnoto,Ai- 
to.  Baffi) , Delira, Dritta,  Manctt,Sintfira  .Sponda, Lu 
lo.  Stare,  Giacere,  ludtffiarte,  Deponereyicmo,  Treffr,. 
Trpfihnana,  Apprtfjo  ,Apie,  Appo,  A prono.  Di  en- 
fia. locare fillogare,impiegare,appreffare, approccia-. 
re,auidnart,rautcinare,  approffmare,eutrare,  alterna-, 
re,  diuidere,  lontanare, cdiontanare,accofiart  ,f enfiare, 
gittate,  coricare , giacere,  [lare . 

Luogo,(^  Loco . Lai.  locui.  Tir.  Cem'huom , cbeanocer 
luogo , & tempo  affiena . & da  Luogo  alia  notte.  Da  co- . 
fiermm  mi  può  tempo,  ne  luogo  diuider  mot . CheacMo,. 
e a terra  ; ^ wur  dar  luogo  fanfi.  Miglior  tuegp  ,yfal9,. 
AprUo,Of(uro,  & Cauo.  LroQuifin  fqffiirtr  npefiffi,  tfu 

fidi. 


flT 

I . 


Luogo  M O N 

fidi,Tmebrofi.Be.^tKfirij&  Fieri.Ombroft  ,&fafchi. 
^Lti,& Eletti.  .Al  furo  Locarla  fu  po/Jo  in  enne . In 
piu  ripofio  Loto . Cantra  tni  non  mi  ual  tempo,  ne  Lo- 
co. 0 fiero,  0 anenturofo,o  dolce  Loco.Gli  occhi  mici  non 
Ufeian  Loco  afeiutto.  RicSdotio  m’hauean  al  chmfo  Loco. 
Ma  ragion  conlra  forge  non  ha  Loco,  fondar  mLoco  Ila- 
bile  fica  jpeme  ■ Ogni  babitato  loco  E nemico  mortai  de 
gli  occhi  miei,  loco  Tnmo.Sduageio.Beato.Alcun.Cia- 
Jcun.Alto.Fattcofo.Humtle.Bal]ò.Ofcuro.  feario.B  o c. 
£>a  un  Luogo  ad  un  altro  aiutìdoj' olendo  dare  a ciafiun 
luogo  proprio.Era  il  Luogo  fopra  una  pie  dola  ntontagnet 
taJjuogofaluatico.'ìiontroppo  frequitato  dagli  huomi- 
ni.Tiel piu  bd  luogo  della  capi. In  un  Luogo  iletteuole, 
<>■  pieno  d'herbaA}'  di  fiori , & tCalbert  chtulb  npofiyfi, 
Trefo  tempo, dr  Luogo,  lo  ufi  tn  Luogo  lU  quejloJ.ia  ue- 
ce.ìl  uofiro  corpo  fta  fipdlitoal  noftro  Luogo, idefi  mona 
flerio.Luogo  Ordinato.  Eccellente  Jolttarto.Solmgo.De- 
ferto.Chmfo.Buono  TroprioJiebttoJicuro.Bellifumo.  Di 
mollratoAlio.Frelco.lbtano.Rtguardeuole.yfuoStret 
to.Diretano.ln  diuerfi  Luoghi.  Altri  LuoghtdiUtteuoli. 
affai  Luoghi  Santi.Reuerendt.Diibonellt.  'Hpn  conofau- 
tt. Solitari. Ofcuri.Vublicbi . Sanno  meglio  i Luoghi  doue 
ftanno  lepuiia.  Riguardai  Luoghi  de /hot  diletti. 

Deferittione  de  Luoghi , Taefi , oSiti uarq.  A « i.  tfe 
fe  tutto  cercato  hauelfè  il  mondo  yedria  di  qutfio  tl 
pur  gentil  paefe,  Cnlce  pianure ,e  delicati  colli,  Chure  oc» 
que,  ombrofe  rtpe,e  prati  molli . yaghi  bofebetti  di  foaui 
Allori;  Di  Talmc,e  damemf itmeMortdle,Cedri,et  Ari 
CI,  c’hanno  i frutti^  fiori,Contefti  m nane  forme  le  tutm 
te'beUe;  Facei  riparo  ai  frruidt  calori  De  giorni  e firn  co 
ter  (beffe  ombrelle  E tra  quei  rami  con  ftckrt  noti  C antan 
do  fe  ttegianolRoftgnuoli.Tralepnrpuree  rofe,ei  biaiu 
chi  gigli;  Che  tepida  aura  frefthtogri bora  [erba  Secun  fi 
uedean  Lepri ,e  Conigli  je  Centi  co  la  fronte  alta,e  f uper- 
ba . Stnga  temer  ài  alcun  gli  uccida , o pigli;  Tafcono,o 
fUanfi  rummando  VierbaSahano  i Daini,e  i Capri  fnelU, 
dt  deflri,Che  fino  in  copia  in  quei  luogin  campeflri.moU 
te^  qua  fi  infinite  fino  le  Defcriltiom  uarie,  Uquab  fono 
tutte  collocate  a fuoc  luoghi  piu  propni. 

locare.Lat.rtponere,coltocare,conflituere.Pit..Toiche 
Dh,et  naturaan  amor  uolfé  Locar  compiutamente  ogni 
uhrtute . Che  Locata  f banca  là  doueWera.Romor  la  giù 
del  bea  locata  officio. 

Allogare,^  d.ir  luogo Jocarejponere , o mettere,Latdocare, 
coUocarr,ponere,cólhtucre.Boc  . Et  cofi  hauédo  la  fua  fi 
gOuola  allogata,  Cheì  altra  parte  hauea  allogali  i fuoi  pé 
fiertTer  la  mila  Allogata  tutta  la  fanugliajdato  luogo, 

Impiegare.Lat.implicare.yo:  Spagmuolo , ual  locare^et- 
tere/icquiJìare.B  o c.  Terduta  ho  la  faticaPaquale  otti 
mamente  mi  parca  hauere  hnpiegala.t.non  mi  credea  ha 
uerla gittata  tda  Ahi  quamo  emifirala  fortuna  delle 
donne,»  come  è mal  impiegato  Pamor  di  molti  ne  mari- 
ùjmde  Cicerone  ad  Appio  Bilbo,  Etemm  ois  Cafaris  fa 
Mibarei  faltis  opportune  balco  imphcatos  tòfuttudine^ 
beniuolétiafflcut  cu  ab  ilio  éfieffirit,  me  f.xtmii  habeàt. 

Parte  quando  luogo  fignifica  . Lat . locut.  regio . P « t . 
JHuaudo  io  fon  tutto  uolto  m quella  Tarte.ln  quella  Tar 
te  doue  amor  mijproua.S'bauié  cbe'l  uolto  in  quellaTar 
tegiriJjxffa  me  a’i  non  fo  in  qual  Tartepie^i.  In  qual 
Tarte  del  del, in  qual  Idea,  yolgea’lmiocor  mquefU 


D O Luogo  II? 

Torte A‘n  quella.  Contai  diletto  in  quelle  parti  fiauno-A 
feguir  (orme  uoflre  tu  ogm  Tarte.  Mille  iacctuoU  in  ogni 
Tarte  tefi.yna  parte  del  mòdo;i  che  fi  giace.  Arrma  in 
TarteMtra  Tarte.Sederfi  ut  Tarte . bie  fiato  ho  mot  fi 
non  quanto  la  Luna.iduago.dtBoc.EISi  erano  m Tarte 
affai  rlmota.ln  parte  la  fecero  andare.  Come  ut  Tane  fof 
fi , che  miglior  gli  parcf  'e  la  doueffe  ucadere,i.  in  luogo. 
Gaeta  i quafi  la  piu  diletteuole  'Tane  tC Italia  . Et  neda 
piu  folta  Parte  del  baffo  ff  naffofi.  In  altra  Tane  banca 
allogati I fuoi  péficri.In  una  dette  TamdeUa  cbKjà.L’ac- 
qua  alte  Pam  piu  baffi  fi  ne  correa.  Molta  gente  di  uarie 
Toni  fofie  uenuta.Per  diuerfe  Tarn  del  monda . "bieU* 
OricutaU  uedi  aK Indice  ; dr  uedt  aiijtantUaa  17O0. 

In  dirpirtc,fiparalo/t  ut  diuerjapane.  LatffoijUM^epa 
ratmfipUattm.P  i r.  E'ndifparte  Cercar  gente,»  gra 
dire.Trarfilndtf parte  comando  con  mano.  ciT  dalejpejje 
Luci  I udii  parte  tre  joUir  uedeua . En'dijparle  color,  ibe 
fotta' l fieno. 

I n V ecc.uale  tn  luogo in  quel  f cambio, dr  i indcclmabile; 
Lat.uite.P  ij.Maiuiorycce  HHabeleunf.iggio,ua 
Timi.E’n  ucce  de  (berbetta  per  le  natii  ’Hvu  ff  uede  al- 
tro;che  Truine^t  gfftaccio.DiUeff  bajciar  fta  lu  ucce  di 
parole,  ytdilpumo  SEgeria  Jnuece  d’offe. Bo  c.  Al 
uuouo  mondo  con  Ini  mi  ncongiungerù , et  doue  il  corpo 
mio  effere  nò  puod’aninia  faro  in  quella  yece.f  i.Ù  a n. 

E'n  quella  Pece  Chi  fa  fio  Ugna  nuouo;& chi  rintappa. 
iìmui  compane  y tee  & officio. 

Doue. Lat.ybi.èaduerbio Ioide, &troua fi  fempre ufuo  PSJ 
per  lo  relttiuo  deti’antccedcnte,à'  fi  iroua pofio da  Ari 
jleltle per  lo  nonopredicameato  ; & fignifica  lo  efftre in 
InogOidt  dinota  quella  dfcrettwne , ouero  fpatio  caufitto 
dal  dnuito  del  luogo  attorno  la  cofa  locata  At  in  noi  dif 
ferente  qutfio  Doue  dal  nome  Luogo;  pereto  che  Luogo  ^ 
l'uUona  termmattone  del  corpo  caufato  dalla  cofa  loca- 
ta. Comeptr  tfffpio  diremo , che  lafuperficie  di  tutte  le 
cofi  i terminata  daffaereffquale  in  fi  coHuene,&  etreun 
da  quelle,  drtofiU  toca,&  percui  quella  tal  ttrininat io- 
ne e detta  Luogo  ;dr  la  cofa  terminata  fi  due  e fiere  loca- 
ta,dr  in  Luogptdr  di  qui  nafte  quello  prcditamemo  Do» 
ue,dr  latina  ybi.Le  éfierenge  de  luoghi  jouo  poi  é fo- 
pra, di  fono , dauanli.didietroffeflro.jimjlro.  & fecon- 
do quefie  dtffirenge  ha  diuerfe  fpetie , & uarUtà.df  im» 
però  non  fent^  ragione  l'ufa  U nofiro  D a m.ùi  ucce  di 
luogo  nome  quando  due.che  [ago  a la  ftella  Tarermife 
ce  tu  nolgermi  al  fuo  DoueJjtl juo  luogo, & aUroue  Chia 
rami  fu  alibor,come  ogni  Doue  In  cttliparadijo.PiT, 

Ma  dentro  Douegiamai  non  fòggioma . Tiu  m'irmaghi-. 
fcefioue  piu  m’m  tende. Che  milaf dar  di  là,  Doue  amor 
corfe.E  I faffi  Douefur  cbmfi  le  membra.Cbe  parlofo  do 
ue  fonai &cht  ni  ingannai  Dentro  làjlouefol  con  amor 
figgio.  Ogfu  altro  lume  doue’l  uofiro  jpUnde.Elfangue fi 
na fonde  a non  fo  Doue.  Da  neffun  latoi  pm  la  Doue  ita 
ua.MoflrandoaltruHauia,Douefouente  Fofii  fmarrito. 

Et  quella  Doue  l'aer  freddo  fuona.Ld  Doue  piu  nu  dolfc, 
altri  fi  dole.Et  Dou’ioprego.tbe’l  mto  albergo  fia.cbe  lo 
tata  Cbauea  làfiìouelt era.La  Don  io  bramo.»  la  Doti 
efferdeue.  Doue  rotte  dal  uento  piangon  (onde.  Boc, 

Là  Doae.Ld  Onde,  uedi  (Indice.  " 

Indouare  i compoiìo  da  Doue.  D a k.  Come  fi  conuenne  ’ - 
L'imago  al  cerebio^t  come  ui  l’uidoMadMUeaghuedo 


Luog» 

ue  ài  procelle. 

Vbi.lM.ual  DoMC.ÙAn.Oues'appiintacgml'hi.fìropii 
q Mando. 

4 Onde.Litjmde.adMerbiolccale.UMOgodelqMatdequaUydi 
qnalodi  quel  Imoì^o,T  t r .DtqMuji^ir  iùmfuinuntia 
il  eore.O)gcglu>,&-  iraii  btlpal:o,Ond‘ioMigiiono  iLm 
da. Et  C0Hl:eraJ:'il  fui  leclireCKa'tjic . Et  allocogtKiil 
Ond’ io  tMtl'aulo.  Jn  quei  bti  Unsi  Ondio  giigtojo  mimo. 
Ma  Moi occhi btati.Ond'iofjfirfsyQj^el colpo.  Del'tm 
pia  Bab,  toma  iOnd^ifaggitaOgniuirgogna  ,OndL0gm 
n en  ì[m  ori.Onde’l  cor  laporu  de. [c  bona;  Ondi  l'effetto 
offro  mortali  fji  ria, Ondi  fi  dolicogm  lom.ento.  La  on» 
de  tl  di  Mitnfore.ln  Mna  thiMla  naUt  ùnd'e]eejoiga.iol 
perneniral  LanroOndefs  toghe  .Acerbo fn.tto,e'lbel 
monte  Micino, Onde  fi  feende  poetando,  & poggia.  Onde'l 
prtniipio  di  mia  mone  nacqMc.  Et  Onde  Mitn  l'tncHofiro 
Onde  le  carte,Ch’iMO  empiendo  di  Mai  m caradijo  Onde 
qnefla  gcntildctma  fi  pane.  Là  Onde  anthor  lom’  m fno 
albergo  Menne.Boe.Mediad'indice. 

Oue  m qnel  luogo.o  in  qMella paTle.LalMbi,in  kco,^  qno 
adloCMin.Pte.OMe  folca fpMntarfiogni  faina.  .A  piede 
colli, One  la  bella  nefta.Ma  del  ii.ifiro  fiato  ; Cmcisiì  fi- 
mo Co  ndette  In  qMella  pane , Omc'I  bel  Mifò  di  n adtnna 
luce.Cbe  non  fa  One  fi  nada,Cì  por  fi  pane.  Pcrqistfìa 
ofiMra  Malie , One  piangendo  il  noflro , & CaltrMÌ  tono 
Conferna  Merde  il  pregio  dhoncfiate.OMC  non  fpira  fclgo 
re.Mouefi'l  uccchiarel  Dal  dolce  loco,Ok’ha  fna  ita  for- 
nita. 'Hs fa flarf  l,ne gir OM'alir’il chiama.  Ogoilcco 
m’aurifla,  Om’io  non  Meggio  Qjie  bcglioc  chi . Tfe  mare 
Ou'ogiii  rÌMo  fi  difgombra.  M 'aecópagnate,  Om'io  Morrà 
ftarfolo.B  o c.MediaU’Indtce.dr  in  Mete  diOMMnqMe , & 
dì  quando.  Ter.  Et  Moggio  Omo  ch’io  miru.OMunque. 
OM’iofia  in  pggio,o  in  nna. 

9J5  Ve  inMctedioMe,Lat.Mbi.P  i r.La’ne  cantando  andai  di  te 
molt’anni.Et  La'  uè  i inieipcnfier  firitti  era  tatti  la'ue 
dìM  notte  flammi.La'  uefeinpre  fon  Mimo. 

Ouunquc,in  qulanque  pane.Lat.qMocMnqMe,etMbicMn- 
qMe,qMjndofitmlùainloco.P  i r.OuMnqMe  MMol.m’addn 
te.Ter far doice fermo OMunque If ira.  Che’l pcnfiermio 
figMra,OMMnqMeiofguardo.  OMunqueella  fdegnandogli 
occhi  gira.OMMnquc  gli  occhi  Molgo.OuunqMe  furfueinfe 
gae.sofegMendol  mn  fuoco  Ommoiiu' figge , Air Jer  da 
preflo.Er  sépre  un  lìil  OMÙqu'e  fofie  taii.e.  Terthela  ro 
ta  OMunqMefofie,flabiie,et  imniota.B  o c.uedi  alTlndice 

V,ia  noce  di  doue.ufata  da  gli  antichi  tbofcaai,et  bora  i ufi 
ti  da  Luccbcfl.LatJibi.P  ■ r. Suo  dritto  al  mar  fifa  y ft 
moflriatttendi’y  fon  i uerfi,y  fon  giunte  le  rime . y fon 
horlericche^^  y fonglihonon.  D a u.Come  tocchio, 
y che  t aggiraceli  alle  Tariicelle. 

VLauando  luogo  dinota  fignifica  imi  . & in  quel  luogo  Lat. 
ihi,(ir  Illuc  quando  fignificat  ad  locum.  F « t.  Si  che  di 
tnilleMnfolyifitTOMa.yifiucdeanel  noTp^  un  feggio 
altero  b o e.Tercbe  anchora  non  i era  potuto  ogni  tifa 
nettare jche  nò  yi  putipe.ln  chiefa  tutto  di  yi  fpuuamo. 
Auifoe,ihe  la  fame  delta  (uà  bellegg;ail  yitraheffeJ.in 
quel  luogo.  Dopo  molte  dtfdi  tte.fpoglìatofi  yi  fi  coricò  J. 
tn  rffoluogo.Facciauifi  un  letto  tale,quale  egli  yi  cape. 
Io  yi  ti  Menerò  dr  quando  dinota  uatcdi  al  fuo  luogo. 

S : \ee}uaiido  luogo  dinota  Lat. ibi , & lUuc  quando  figmficat 

atdloci.p  tx.M^ chi fpeme  in  cofa  mortai  ponc.  fMa 


MONDO 


Luogo 


chi  non  f'r  la  ponef.Uui.B  o cMmgratiatido  Iddio , che 
COI, dello  ye  lo  Lauta.  7^Ua  nuftra  città  affai  belle , ^ 
laudiMoU  ufs-mgeedcLequali  bvgginiuna yenèrimafa. 

Et  non  yeru  irouerai  niuHO.& quando  fignifica  yoi,  ne 
di  ni  l fine  alle  Ta  rlicelle. 

Honàe.LatMndc  di  qual  luogo.  Pir.la  ringralio  humiU 
menu ,dr  pii  dmsandojhor  Donde  Sai  tu'l  mio  fiato;Co- 
la  Donch  piu  targo  il  duol  trabocc  bi.i.  nelqual . DomCio 
mai  non  fon  fatio.iAi  ihe.B  o r.  Comma  uifia  homiile. 
non fo  Donde  m loro  nuouamente  ucnuta.  ueggendo 

Donde  cofs  pref  amenti  haucre  gli  poi  effe. 

Altronde  de  loco.i.da  altra  parte  faina  parte.  Lat  aliun- 
de,PiT.  Et  io  lontra  fua  uogliaAltronde  il  meno.ChenÒ 
Altronde  il  cor  doghofò  tktama.Boc.  tipn  fo  perche  ptu 
di  qua  ent.  o;chc  d'Alnonde  fi  creda  eff:  re  flato  tolto. 

Altroue./  altro  luogojo  uerfo  altro  luogo.Lat.aliubi,abbi, 
a-alioifum  VttJìinibc'lmiodMTO  fcempio  Sia  firato 
altroue.Che  la  fua  cara  amica  uede  altroue. pero  ih' Al- 
troue un  raggio  Ticn  ueggio  é uirtu.  L'effer  allroue.yol 
gò  pi  r fòrza  il  cor  piagato  Altroue.  Si  ibe'l  corlaffo  Al 
iroue  nonrrfprra.c uoghoeffer  Ahroue.tb'altrouenon 
m'affìjò  Ch'Altioue  r.on  ho  pace.quando fi  uoìge  Altro, 
ue.ih‘Altroue  par  non  troua . 'He  degna  di  prouar  fi'a 
forzaAltroue.tbe'lnsiouoler  Altrouenon  s’inuefca, 
tua riuedenr.i Altroue.  yolgerfi  Altroue,Boc.ucdi 
nndiie.D  a K.iìi  idigétepiuibeAltrouetroppa.Slui 
et  Altroue  Sen  ghociU  tuoi  nuoltt  Altroue.lnunapar 
te  piu  meno  Altroue. 

QV.3i.Lat.hic  in  loto,dr  bue  ad  locum  alcuna  uolu  dinota  pfj 
fiaK(a  ,alcuna  Molta  tempo, dr  mouimento  ; df  fi  da  alla 
prima  pi  rfona,&  SìjianJo  Qjtaje  Laanfieme  fi pongo- 
no jfe  la  Sluafi  prepone  Siuafidite,feftpofpone  fi  dice 
iìjii.  B o c.  CbiQjiaconuna,et  chi  La  con  un'altra 
fuggendo.  Chi  Qua , dr  chi  La  fuggendo.  Et  feirga  che 
tu  diucnterai  molto  migliore,  dr  piu  ioflumato,&pm 
da  bene  Là  , che  Siui  non  farefli . Et  penfa  che  tati  fo- 
no lài  pillati  , quali  tu  gli  bai  Sìjii  piotuti  ucdere,& 
fimilmemefi  due  Di  Qjcà  , Colà  ,DiLà.  Accio  che  io 
Di  Là  uantarmipofia  , che  io  di  qua  amato  fia  dalla  pm 
bella  donnaahe  mai  formata  foffe  dalla  natura;dr  fenga 
laLàffi  dice  Di  Qui  drmmdt  Qua . Di  Qui  alle  porte  a 
■Tarigi  yilla  affaiuìcina  Di Qjci.cofi  anihòr  quàJo  la  Co 
flà  con  la  Qua  fi  pone.  "Hep^a  coftà  una  fola , che  Quà 
molte.ma  qual  uolta  fi  due  Di  Qua, per  dir  di  quello  mo 
do,non fi dicegiamai Di  Qui,anchor che Ldpion s'accom 
pagni  ionia  Di  Ufi  accompapiandofi  ft  pofponga,ma  di 
cefi  di  Qua.  Et  fedi  Qua  come  Di  U s'ama;  dice  fi  fimil- 
mentefempre  In  Quajft  come  infino  a Qui,&  Quagiù, 

Qua  fù  Qjia  entro  J)a  indi  in  Qua.  Coftà  fu, Coftà gin,Di 
CofU,cóedi  ceU, C olà  sù, Colà  gm.  come  per  gli  tff  empi 
appare.  Che  egU  fi  fa  bene  anchor  Qua . Che  quelle  fono 
che  ledane  C}uacbiamano  rofi.Qua  picciolo  fàciuUotra 
ffonato.lnQua,et mlà fofpmtodahnare . Che  tu  efea 
di  Qua  entro,  l frati  di  Qua  entro  Jiua  di  fuori . Le  uirtu 
Di  Qjiagiù  lofon  Qui  sà . Dada  mia  pueritu in  Qua. 

P 1 T.  Ch’Apollo  ta  feguia  Qua  giù per  terra . Ond al  fuo 
regno  di  Qua  grufi  Marca,  rcr  far  fede  Qua  giù  del 
fiiobcluifò.  Ma  U fua  uoce  anchor  Qua  giu  ribòbaJe 
annue  fon  Qua  gin  del  ben  prefaghe . Onde  Quagiufo  un 
beupietofo coreTalhorfi  ^fce.  j^Qt^  dolman.  Di 

Qua 


d 


» 

a 


Pi» 


9%9 


Luogo  U O 

QjiaiUlpifio,  EtfecoftDi  Quinelùelfi  eurt.Tcr- 
thè  nui  Mcier  lei  Di  Qttt  non^o.  Di Qju  di  lui,  che 
fecelagrand'iTCi.^Aji'ii  diiìjuijln.wiral  coflume,. 
Da  indi  ut  Qm  mi  piace  Qtu^'berbafnDa  utdi in Qju 
tn'ineomincio  apparere . Da  inh  in  l^jia  cotante  carte 
aJpergo.Da  indi  in  Qjiafocbe  fi  fa  nel  cbiofiro  D'amor . 
Hi  pongon  fi , che'n  fin  Qua  il  fento , & ploro.  Kolgi  in 
iìna giacchiai  gran  padre  fcbermto. 

Qm.Lae.bmc,& hicjignificando  fiato , & monimento , fi 
da  alla  perfona  ; come  alla  regola  della  fina  appare.  Di 
Qui  al  porto  érasfi,&  non  di  Q^ua.  Luogo  ajfaimcino  Di 
Qui,Cr  nondi  Qjia.Di  Qjii  a domane  ibe  tempo  dino- 
tj.l’i  t.Qu(  non  palai;p^,non  theatrofi  loggu.Et  feQjti 
la  memoria  non  m'aita.  Et  l'eloquenza  fna  nirtu  Qjd 
nuflri.E  flato  infino  a Qgi  cagion  ch'io  ulna . Et  del  non 
ejfer  Q^ui  fi  flrugge,&  langue.Qm  tutta  burmler&  Q]a 
la  nidi  altera.  Qm  càtò  dolcemeine,&  Qm  fafiife;  Qui 
fi  rmolji;&  Qja  rattenne  d pajiò  ; Qm  co  begUoctbt  mi 
trafile  il  care , Qui  dtfie  una  parola,  er  Qm  forriji.Qjti 
cangiai uijb.Qui doue megzo firn Sennuccio mio. B o c. 
"ì{i  uogha gridar  Qjp.'hlpi  dimoriamo  Qjii.Qui,&fH0r 
di Qja.ep- in cafamt fembra flar male . Hon  creditu 
trouar  Qjù,chi’l  battefimo  tidiaQr  oltre  le  altre  fitgni- 
ficatani  dinota  alcuna  uolta  allbora,come  la  poJi.D*  u. 
Trega  Mathelda,Cbe'l  ti  dica,  & Qui  rifponde.tailbo- 
ra,&  cefi  fin  fa  a ncho  nelle  profe  alcuna  uolta. 

QmaLLatallic,m  quel luogp,ma  non  doue  feitu.Ptr.  Che 
furgiaprimi,&  Quiui  eranda  HorQmui  trtom 
pba'l  Signor  gentUe.Qjiando  ad  un  giogo,  &tnun  tem- 
po Quiui  Era  miracol  nuouo a ueder  Qumi.Boc.f'olle  il 
yefcouo  Capere  ,come  queflo  fojfe  auenuto,  ch’egli  Qgiui 
conLtCiutazjafofiea  giacere  andato.  Che  tuuadaa 
quello  anello jdoue  fu Jòtterraio  S cannaéo , tp-  lui  treg- 
gia di  quello,  tir  recbiegliele  a ca  fa  Quiui  D A u. Quiui 
^0  io  coi  pargoletti  umocemi.  Quiui  fio  io  con  quei,cbe 
le  tre  finte  uirtuueflir.Qffui([econdo  cheperafcoltart 
m bauea pianto .)  ancbora  che  alcuni  efpougono  Quiui 
ejfer nome.i.quello luogp,maiolodireiadaerbio  efponen 
do . Quiui.un  quel  luogo  non  baueua  pianto , cioè  non 
uerapumo,ma  ui  era  jàfpiri, 

Quindialelocodilàfidaquelluoge.Lat.hinc.V  i r.Tla- 
turalmenie  Quindi  fi  diparte.  Bo  carchi  andana,  o ueni 
un  per  QmndiJomandò  chi  egli  foffe,  et  qual  bijogtu  per 
Quindi  il  portajic  lai. tUuc  dubito  forte,  che  morta  non 
fo  Ifefi  di  Quindi  mutata.  Quella  tauola  con  Im  infieme 
je  n'andò  Qinndi  giufò^  niun  mal  fi  fece  nella  cadutaa. 
di  l à ingiu,cioi  dall’alto  al  bafio.  Lat.illucdìjiinci  rtuol 
ta  alla  campagna  àjfej  poi.  Quinci  fatto  il  corpo  della 
beila  donna  ricoghere. D a w. Quindi  ridiam mà.Quinm 
di  facciam  le  lagrime ,e  i fofpiri. 

Quindi,&  Qfincu.di  là,etdiqud.Lat.hinc,et  illinc.Ptr. 
TVr  aflahrmi il  corfior  Qmndijbor Qjtinci.D  a n.  Sen 
Xf  npofo  mai  era  la  trefca  Delle  mi  fere  mam  hor  Quhu 
^jbor  Quinci. 

Q^ó.Lat.bincdiquà,  alcuna  uolta  énota.  .A  queflo 
modo, Da  queflo, & Cofi.come  il  pofe  il  B o c.£t  Quinci 
fattala  cifefìione.EtQmntitaiido.rerciochefe  Qum 
ci  non  cominciaua  ta  cagione  del  mio  bene  potere  adope- 
rare.Et  Qumci  commctò  a difiinguere  le^tiélà.  Ma 
X/urda,tbeperlauitautadaQuiau  mnoi^  éfimile 


N D O 


liO 


960 


LUojo 

nouelleuoi  non  fentiamo  piu.Lda  qua  innano^ , cidi  per  lo 
aueuirt.  Lat.  pofl  hic.  Etfe  di  Quinci  ufciamo  .Lat.ab 
bine.?  1 rJìjuna  in  duo  uniti  un  color  morto  appare . 
Lat.bmc.Ma  Quinci  da  la  mone  indugio  prendo.  Qjun- 
ciuedea'l  mio  bene  .C“ Laurei  Quincilpie  moffo  Quinci 
nafeile  lagrime.'Hs temer,  chegiamai  nu  jcioglia  Quin 
ci.Quittcfl  mio  greto.  D a u.Quinci  non  pajiò  nui  anima 
bmina.Qmncifur  chete  le  lanoj e gote , Cb'l  uallont  jee- 
man  Qunci  inuece  é dir  Qjiinci. 

Quinci,cr  Quindi.é  qnó,&  di  là.Lat.hinc,ir  illinc.P  1 t, 

Hor  Quinct  Jior  Qmndi , come  amor  minforma.  C’bor 
Qmnci,barQiuadiudiataatolodarfi.  Hor  Quinci , bar 
Sfjiindi  fi  che'n  ueritate,  Hor  Quinci  Jior  Quindi  nu  uol 
geaguardando.Cofibor  Quinci , hor  JQuindi  rimirando. 

Et  Quinci,tSrQjunifl  cor  punge, &aj]ate.  Conlutmt- 
raudu  Quinci AS"  Quindi fijO. 

Ci.Lat.bicJnic,(S' illucfin quello ,& in  quilluogp.P  f t. 

Cofi  Ci  fojl’io  intero , Qr  uoi  contento.tan  queflo  luogo. 
Boc.Uabaurebbedettopo  non  ci  fui  io,Cbifu  colui,  ibe 
Cifu}comeandò,cbi  CiuenneiSida  cena  Ciha,noi  jiamo 
molto  ufi  fare  da  cena  quando  noncife.  (p'in  uece  della 
lUuc.La.-4  cui  tl  buò  huomo  nfpofi;  Figliuola  ima  que 
fla  non  ila  ma  di  andare  ad  atlagna,egli  Ciba  delle  mi 
glia  piu  di  dodiciabfle  allhora  la  giouane,Qr  come  Ci  fo- 
no babitanxe  prefio  da  potere  al^rgareC  acuid  bui  huo 
mo  nfpofepnn  Ci fono  ui  luogo  muno  fi  prefso  ,che  tu  di 
giorno  ut  polefii  andare.H^t  Ci  feggiamo.'Hot  Ci  conien 
teremo  molto.Hjuna  perfona  Ci  fia  rtmafa  ,Dié,&di 
notteficilauora. 

luifli  11.0  in  quel  luogo.  Latabi.P  ■ ■t.Ter  far  lui  ,Qr  ne  gb  . 
occhi  f UOI  difefe . lmacculandoilfaticoforaggf0.ini  ni 
donne , ma  fontane,&  faffi.  lui  fa  cb'l  tuo  uero,  per  La 
mia  bngua  ioda.Iui  t'acqueta  [alma  sbigottita . lui  e'I 
eormioJui s'afconde.  Im dipinge . Baffo defir noni cb'iui 
fi fèuto-Dolce  m'i fot pargarme efler Hat'lm.  Etfollui 
conuoi  rimafe  amore.B  oc.  Ser  Ciapcllctto  lui  a poco  fo 
cimmumcò.i.dtllapoco,odapoi.LaiJ}mc,paulopofi.Be-  ' 
flagnoneluiajpocbi giormfi  troubconlaìlaieita.  Che 
Cuafparuolo  fuo  manto  douea  Ima  pochi  guimi  andare 
infinoaGeneua.Tu  mttrouerai  lui.i.m  quel  luogo. 

1 ndi,  brdt  là , di  quel  luogo/)  per  laqual  cofa.  Lat . bine 
P tT.  Indi  trahendo  poi  l'antico  fiòco.  Et  con  molto  pen- 
fitero  Indififuelle.puTui  Sm  Indtipiedi.'Perà  chedì,& 
notte  Indi  m'inuia.L'im^fn  donnatogm  altra  Indi  fi  par 
te.O  fimd  Indi  acce  fa  luu.lndt  i miei  danm  Indi  i man- 
fuetudmere  durezza a.per  laqual  cofà,o  per  laqual  cagfo 
ne.Dalndimqua.uedi  a apB.B  oc.  Damdtinnan^U 
Re  uenne  rigidiffimo  perficutore.  D a m.  Ter  Indi , oua 
quel  fumo  i pm  acerbo. 

Lì/nqiielluogoLalabi.  P i r.l uidfl ghiaccio fl!r  Id preffo 
larofa,pur  li  medefitmo  affido.  ■ 96 1 

UcLLat.illie,&  dbtc/n  uece  di  Li  ufato  daD  a».  Tercbe 
nfaccorfi  cbe'l  paffo  era  LictIToco  allungati  s'erauamdi 
laàtLat  illittc.Upimontauanogia partiti  Linci jn  uece 
diquindLTer  efferpurallborauolto  in  lati,  in  uece  di 
Lànonedaujàre.  • 

La, in  loco,Qralauia  uolta  flato,  et  alcuna  uolta  mouimen  -, 
to  dinota . lM.illic  in  locofiUuc  ad  locum,  et  dlinc  de  lo-. . I ^ 
co.  P t j.Li'  nedi/t  notte flamrm  Moffo  col poder  ,La‘.'-- 
ue  f empre  fon  uintoJÀ'ue  citando  andai  di  te  molt’aani, 

» »■  ■■ 


i 


'.-A 


N D O Luogo 

fin  niSiofer  Entro  i fiori /ir  therba.  Glauco  onérg- 


par  per  Entro  quella fibiera,  Difiemi  Entro  Coreet  lue. 
Etlefierefelujgge.Entralemura.  Mi  firipe  Eiitr' un 
diamante mme^o’lcore.'B  o c.lfratidt  qua  Entro.ij 
frati  ibe  flanno  qua  Entro.Entro  il  mio  U Ito . Ma  un  la 
uoratoreperlauigna  pafiandohauea  Entro  dato  dun 
bajione , fattolo  girar  intorno  intorno.  t{apoli  non  e 

terra  d'andarui  per  Entro  di  notte,  D a u.Tcì  tb'io  nò  te 
modiuenirqua  Emro.Enirata,  & Entrare, uedi  a qi6. 


Luogo  \ M O 

Et  Li  nei  miei  penfier fcritti  eran  tutti.  Et  corch  erajii‘1 
folLaoltreond'eJce.BocXiifiecbtèLà.  Chipiccbiali 
giùiCbi  piange  LàsùfSeti  uenifie  ueduto  là  Tucch.  Chi 
quà,  chi  Là  in  diuerp;  partulo  uà  uerfo  Là. Che  Là  sù  ue- 
mJie..Andate  Là  giù  ad  affettarlo.Di  là  entro.  Di  Là  ori 
defipartiuano,a  colà  doue  tutti  a pie  andare  intendeua- 
no.Là  Doue  ueJi  a Doue aq^j.Cra  iiua  « 95 7. 

Di  \i.Lat. ultra /licubi/iUbt,aUuna  unita  fignifica  neWal- 
tra  Ulta  ,e  dopo  morte,  lat.pofl  obitum  , in  futura  ulta. 

B oc.Tenfando  almaluagio  flato,Che  uoi  Di  LànetCal  Ititerno.Lat.ualcoJa  é dentro.?  t r.Con  l'occhio  Interno 
tra  Ulta  douretebauere.  Cbepene  fi  deffeno  DìLàper  Con  gli  angeli  la  ueggio  aitata  a uolo.i.ion  Cocchiodel- 

ciafeuno  de  peccati  C om’io  gtunfi  Di  Lajet  quando  ftgtdfi-  la  mente, Donna  (cntifie  a le  mie  parti  Interne  ,a  1694. 

ca  luogo.Di  Là  entro  fu  ueduto.Lal.illinc  intuì.  Intemare/ial  andar  in  entro.  Lai. penetrare/ntroire , pigre 

Co[ii,Lat.Iliic,&  lUuc/be  uolgarmente  fi  dice  Là,o  fat-  di.  ? 1 1.  Et  mentre  piu  l'interna  La  mente  mia. Lenirà 

ti  m Là  fi  ritirati  a éetro.et  alcuna  uoba  flittafit  alcuna  in  pifare.Oue  nel  fuofattortalma  l'interna.i.ji  conguen 

uoltamouimftodimoflra.Ko  c.Seuoi  mi  mettete  Cofià  jr.D  a u.  Come  ocebioper  lo  mar  entro  l'interna  liefi 
entro  io  uilauoreròftChorto.  Et  etti  grane  il  CoSìà  fu  guarda  entra  dmare. 

ignudadimorare.Oimemad6na,cbiuiportòCoslàiù{Di  lntcocqnc.Lat.introq;jialdentroufatodaT>  c n.  simi  9^4 
Coftàfufcendere.  “He  piu  poffa  Cofià  una  lòia , che  IÌM  parlaua.tr  andauamo  Introcqueaptu  cntro/tipofe  la  c 

molte.  Fatti  in  Cofià  non  mi  toccare. Lfam  inlà,o  mira  per  accordarla  con  la  rima  tacque. 

tiadietro.&Dkv.?attiinCoftà  maluagio  uccello, yat  faori,arFora.fuore.fuori.Lat.extrajualfeparato,trlon 


Cofià  congb  altri  canL 
fi(*  CoRìjiale  come  la  CoflaJat.iBicJ.in  quello  luogo.  Boc, 
uolere  quefia  notte  effere  uccifo  Co^^i  nidi  leuar 
uifit  pomi  Coftì  a federe..Acào  cb’iopojia  Cojii  detro  jia 
re  al  copto.Terche  Cofiì  fi  è unpoco  di  neue.uedi  l’Indice 

ColUnci  in  ucce  di  Cofiì  uiò  Dan.  Ditel  Cofimà  fenon 
tacco  tiro.&fi  come  fi  ufa  la  Qjiinci  cofi , Coflinci  mi 
parch’ufarfipoffa. 

Colà,  in  ucce  é quel  luogo, 0 in  quella  parteJal.iUuc.P  > t. 
Corro  fpefio,Cr  rimiro  Colà, doue  piu  largo  il  duol  traboc 
fbi.B  o c.Et  ufeito  Colà.douera  chetamente,  Eadiqui, 
dr  qui,& anche  Colà.Cbe  noi  ce  ne  meniamo  una  Cola  ni 
di  quejìe  papere.  Era  ufam;a  [empre  Cola  di  decembre  di 
andareJjiel  tempo  di  decembreSI  a K.F'uolfi  cofi  Colà 
doue  fi  puote.Lat.JlUc. 

In  fine,Lat.ufque.V  ■ r.InfineaRoma.In  finquagiù.  In 
Fino  a quLln  Fin  al  cor  mi  uanno.  Boc.  In  Fmo  ad  bora. 
In  Final  fineJn  Fin  a tanto.  In  Fm  al  nino  trafitto. 

Dintorno.  Lat.arcum  circa.ual  in  giro , 0 da  ogm  parte . 
P i T.  Dintona  al  mio  cor  penfier  gelati . Ch’alluma 
taer  Dintorno:  dr  fai  Dintorno  ombraci  poggiai  bel 
collo  Dintorno  Scritto  haue^ Dintorno  innumerabili 
mortalLEran  Dintorno  al  ca^  triomfhale.  Era  Dintor 
no  il  ciel  lutto  fereno.B  o c.Con  pratellt  Dtntomo. 

9^ì  Dentro.Lat.intuifihefianzafi^  mouimento  dmota;per  lo 
luogo  fil  luogo,& del  luogo  fecondagli  aggiunti  delle  fue 


tana  Alcuna  uolta  énota  eccetto.?  1 t. Scacciato  de  t al- 
bergo Fora  jxxtra.f'fiita  de  t albergo  Fora.  I farci  già 
dt  quefli  penfier  Fora. onde  ogni  beni  Fuori.  .Anchor  tor 
nalòueme  a trame  Fare  Lagrime. é Fuor  fi  legge. Dolor 
perchemimeni  Fuor  del camm.  Tiàfe per gb  occhi  Fuor 
fi  com'i  fcritto.Fuor  del  dolce  aere.  Chefignorta  non  bai 
Fuor  del  tuo  regno  Fimi  fentir  é Fuor.  Voi  uolò  Fuor  de 
la  ueduta  nofira.Fuor  tutti  i nofiri  lidi . Saran  Fuor  di 
^eram;a,dr  Fuord’errore.dr  io  fon  Fuor  di  tanto  affan» 
no,dr  Fuor  tralucea  chiaramente . ufctr  Fuor  di  man  di 
coluifibe  punge/ir  molce,Toco  Fuor  de  la  comune  fira- 
da.’Honefcon Fuor fenonuerfo  laferaJ.forùuel  forai. 
l'Icendo  Fuor  de  la  comune  gabbia.  Et  non  pur  cfuedi 
Fuori  il  tempo  fidue.B  o c.Fuor  delgiardmo . yfcì  Fuor 
delfalbergo.Cacciarebbemi  fuor  di  cafiu  In  luogfi  molto 
folmgOt&  Fuor  di  mano . S" mcondnàarono  ad  bauer  in 
odio  Fuor  di  modo  Lpnifuratamente.  Eflendo  tui  di  Fuo- 
re  tutta  la  Fatniglia..Anchor  di  Fuori  Federico  già  fofpet 
tando  afbettaua.etmuece  di  eccetto..Lat.pratcr.  Terfi 
ruiicbe  atcefie  una  parola  Fuor  folamente  io?  K.  T^uns 
allegrc^ga  gli  mancaua  Fuori /blamente  la  fina  Bianco» 
fiore.?  M, In  ogni  cofa  era  fantifiimo  Fuori  neltopera  del 
le  femine.Emrò  in  una  cafa/t  quella  trouidagli  babi- 
tanti  abbandonata  Fuori  fidamente  quella  fanciulla . Il 
giudeo  rifpondea,che  niuna  fede  ne  crcJeua/iefanta,  ne 


buona  Fuori  che  la  giudaica. 

particelle,?  ■ t . Ch'ogni  altra  uoglia  Dente' alcor  mi  la  fuoriLat.prieter,  et  ufque.ual  eccetto  òe,  odaDiòin 
fgombra.Col  ferro  auelenato  Dentro  al  fianco.Dentro  al  giù,et  è ufitto  co  nomi pnprii dalBoc.llpiu  ricco  prela 

mio  corJlentro  mi  firugge.  Dentro  aPacque:  Dentro  a to  Sbobbia  la  chiefa.dalTapain  fuori.  Dalla  forgaSii 

Panima.Dentrom'agghiaccio.Cofidentronon Difeemo.  dioinfieori.etTlin..Afienfiruntconfulei  defignati  om- 
Difieor,&  Dentro  mi  uedete  ignudo.  Dentro  ad  una  gab  netetiamconfularesufqueadTompeiumidefida  Vom- 

bia-Mentro  confufionturbida,gp-mifibia.Boc..Dentro  peoin  FuorL 

aDemuradeìlacittà,Dentro  della  porta  della  città.Serra  ForePeXat.rufiicns,paganuifixtemut,ualbabitantefùo-  pàS 
to  Puf  ciò  Dentro, Tanto  andai  a Dentroxinnangi.Et  ma  tu.  ri  alla  mila , cioè  uiUana , 0 rufiica  .Boc.  Laquale 
mfeflamente  conobbe , che  Dentro  a quella  era  f emina.  Monna  BeUolore  era  una  piaceuola  Forfegga  , brunag^ 

DAu.CbecbiuCoincamefiiuaDentrouiJe.  ga,  et  ben  tarchiata.  Et  Forefe  iarabatta  nomepro- 

Entro.P  « r.Lemakthauefi'ioaMolteEutroeapeelu  Ch'i  prie, 
m Entro  fi  nafconie.ér  piantoti  Entro  in  meggp'Tcore.St  Oltc».LatJiltra , in  uece  di  eccetto , et  di  fuori . Lai , pré- 
iendofiEMtroPalmaJOpom'Entro'lbelmfoiluiuolMme,  tvr.tfi.  Et  qudloHrale, onde  morte  piacque.  Olirà 

roofi/f^o 


« 

V 


Lnog» 

noflt^iifo.Ttciti  sfiHilUndo  Olirà  lor  mJo^Lpiavo  Ol 
tri  tufairta  ji  fògg  o •na.Però  t Olirà  [ho  [ili  olii  s'iMen. 
6 c.Clìi  di  dtuerfe  tofe  infeftito,fia  Oltn  la  fpcran 
riufàto  lieto  fme.tdefl  fuori. 

Dihimi.qu.ìdulao^adinoli.  L.it. ante.Ptr,  Otte  [ila  jidta 
la  beili  donni  OinanTÌ  una  colonna.  Toco  Dinanzi  a lei, 
uedt  SanJòne.Benìm  credei  Dinanzi  a gli  Occhi  fuei  d’io 


M O -N  D ''p  Luogo  ij» 

Mamma , £*<  ferro  ignudo  tien  da  la  Simflra.'B  o S.  ^0 


Tieo  [otto  la  poppa  Siniflra.  Per  quella  uia,  ibeuedi4 
Slniflra. 

Manca.prr  fmiflra,e>r  che  luogo, & debole  fignifica.  Por, 
Manca  Btuafipondi,CoTmce,  Manco  Lato,  & ftoniero. 

B dc.Voppa  Manca.Dk  >i,0  perteremotojoperfolicgn» 
Manco . 

degno  far,coji  di  merci  degno  B oc.DinJ^atlacafadcl'  M2Bcmo..i.iamanmanca.Lat.leuuiJceui/t.D  a u.Sem 
morto  co  fuoi  profimi  fi  raunananoifueiniiini.  llqual  pre  acqniflando  dallato  Mancino.  0 nt.^/tttrilalciirU 

Dinanzi  a piedi  tefò  gli  hiuea.  ieflre,t  U Mancine  Rine.  TotutohaurianpigUar  la  ma 

Dietro, a Dietro, Indiètro.Lat.retro,pofl, pone,  che  danza  Maniitta,Cb'erapiu  diletteuole,e  piu  piana. 

C nioiiimento  dmota.Pfi.  lafciai di  me  la  maggiorpar  Manca  mtn.Lat.Uua  manus.P  t t.  Ida  Man  manca . D 
tea  Diciro.EcJò  ben  ch'io  ua  Dictroaqnel  ibem'arde.  da  Man  Manca  giri  I uidi  un  da  man  Mica  fuor  dtfira 

Rima  fi  a Dietro  il  fi fiodecm  anno.  lomiriuolgom  Die-  da  yolfemida  Man  Manca,&  uidiTlato. 

troatiifeunpaffo.  Et  tomai  in  Dietro  quafiannzpl  Sponda..yo.Lal.&dmotiogmbanda,&anchoriui.PiT, 
giorno.le  tue  beilez^  in  Dietro  uanno  i.rnaneano.  Ch'a  in  fu  la  Sponda  manca.  Et  pietoja  s'afjide  in  fu  la  Sponda, 

paffo  a palfo  a Dietro  torni.B  oc.  Erano  poftiDietiv  ad  B oc.come  .Andreuccio  fiuide  alla  Spanda  del  poz^out- 

un  tauolato.D  A u.ge  nidi  Dietro  a noi  ua  diauol nero.  cino.DAu.TcrcuttremaHan  amendue  le  sponde  i riue . 

DopofidaalLu(tgii,.ilt‘oràne&altempo.Latpofl,ctpo  A*i.Cbelaprorafiuulta,euerfoFoiidafanmanerla 
fica.Ti  T.E^léDopolefpalk,eimefigaiVeaunzjat  dtfiermata Sponda. 

dolor Dopole [palle. L'un giuainnatr^.&duoneuiman  Diftanra u.tllalontan.inza.Lat.diflantiadnterualIum,lon  p6% 
Dcpo.RarOiOncffunche'iialtafamajègliaf'idiDopoco  ginquitasinter/litium,if.Boc.Tcr lunga  Difianza  tifico 
dui  Dopo  nenia  Demofthene.the  fuori  £ difaeranxj  Ta  amante  s’allantanauo.  Et  quanto  fofié  il  luogo  di  quindi 
drcdelcielDopo  iperdutigiorm.iì'dnobg'iocthtihii'fi  Dinante. 

Rimaner  Dopo  noi  pien  di  f auille.Et  Dopo'lpiamo  fa  fiar  IntcTUìllo.Lat.&fpatinmfialercapedo  tinterfiitaim  .per 
lieto  altriii.Taato,c  fianco  Dopo  femi  chiama  Et  come  Udtiìanza.h  a t.'bl^  mai  potè  faper  del  caro  amico  thè 

tardi  Dopo  il  danno  intendo.  & poi  mi  fu  moliraia  Dopo  di  tanto  Interuallo  era  lontano.  Scofiarfi  é lunghifiimo 

fi  gloriofo,& bel  principio.  Dopo  la  lunga  età  fui  nome  Jnteruallo.SÌHcl  breue  fpatio,quelpoco  InteruaUo,Che  fi 

chiaro.  Dopo  molto  uoltar,ch:finibauTannojet  quando  utdea  fra  [una,e  Coltra  gente, 
tempo  fignificajnedi  a i8o.  Lontinin2i.LaeabJèntia,e  la  éflanza,o  ejferdi  lontano. 

Tuato,cheluogodinota,LatjertmnutJocui.  Dan.f'rfMM-  fi  r.La  Lontananza  delmiocor  piangendo . Horàtua 
mo  al  Punto.doue  fi  dtgrada.Lpreciif  al  luogo.  Lontannza  fijòfpira.  B oc.  La  Lontananza  del  mio  mom 

lMO,uallabandadefirafilafitmfira,^  Lati , &Latora  rito. 

aInumerodelpiu.Lat.latus.P  i r.LatoMinco.Danrf-  tontano, Lat.longinquui, V i r.OniTiofonfi  Lontano, el 
J firn  Lato.  Et  da  Cun  Lato  ilSol,  iodi  Ciltm. ma.  Etda  folafliLontano.iqpnpoetfere  mollo  Lontano. 

l'un  Lato  punge. Ricercàdo  dal  Lato,  et  d.ntro  a C acque.  Di  Lonzino,Lat.longe,&Bginquo.PAr.  ydl  dir  atta  uo 
Et  dal  mh  Lato  fia  paura.  Qjiaado  una  ramani  tra  he'u  ce  di  Lontano. S'albergaf le  di  lontano,  ueggio  di  iStaro. 

bi  da  Lato.Fora  uno  [degno  a Lato  a qui  l cb’r.  dico  i.ap  L'aicropra  di  Lontan  Buon  faggittario  di  Lontan  éfcer- 

preJio,o  a comparatione.B  0 c.  Et doltndoghil Liti ,m  ne.Et  cofidi  Loncan,m‘alluma,  e'nccnde.  DifiLn.tan  a 
pi  qual  eradn  fu  C altro  uotendofi.  Le  fintine  mi  al  Lato  fofpir  nut  i rifponde . B o c.Rare  uolte  fi  uifitauano,  cr 
doniiiuano.  Et  tu  dalCunLato,et  Stecchi  d’altro  mi  uerre  diLoiuano. 

tefojlenenio . Laf dando  il  motteggiar  da  Cun  de  Lati.  LotKinoadie.Lal.ìonginquus.P  ■ r.ìnLontanTaefi  fida, 
che  dato  delle  reni  nelC un  de  Lati  dell’ arca  . LeLaiora,  Ondhiòil  fi  lontano.  Dahpialmiei  paflinó  fur  mai  L-.n 

ielle  quali  uie  tutte  di  rofai  bianchi  erano  quafi  cbiufe.  cani  Che  uo  noiando  profitmi,c*r  Lontani.Tucta  Lontana 


Et  iuedimemi  dalle  Latora  aperte  di  fitto  Irbracda. 
A u.queBa  noce  è ufata  da  gli  antichi  thofeam,  drpiu 
nontufa  Dos. Dal'unde  Latifaiinea  CaUro  fchermo. 
S A K.Ter  te  cui  Latora  fi  poteuano  iccdere. 
t3nda,illatodeflro,o  fimfiro,&parte.Latpars, &latus. 
Da  v.ChenemauerfonoidaCaUraBania.yirgiUo  mi 
uenia  da  quella  Banda  De  U roniicr. 

DefiT2,6erìa  banda/i latod honore.Lat.dextera.II  o c.  Il 
qual  dalla  fua  Dcfira  fi  fedea  pur.  Defira  Man.  Deflro 


dal  camin  del  file.  Lei,che'l  ad  non  potru  Lontana  fa 
me.Sole*  lontana  in  fonno  eonfilaime.yna  nule  Lonta- 
na mi  difpiacque.queHe  membra  Da  lo  fpirito  ter  uiuer 
Lontane.  Bor.  Laqual  diquiuiera  Lontana . I ihiamau 
erano  troppo  lontani  Tarfe  non  motto  Lontano . Il pen- 
fier  era  molto  Lontano  da  quella  delta  donna. 

Lontanare, ual dilungare.  Pai. lofephdalpadre Lontanarfi 
unpocofD  A u.Et  durerà  quanto  il  mondo  Lontana.  Lat, 
cbtrare,perdurare,manere,permanere,^e]fe. 


Homero.  Sole.Occhio,Scntiero . Camino.JS  a c . Deflro  .Allontanare  Lat.longiui proficifei  ,feparare,legregare,!i- 


Braech. 

Delira  man7af  dextra  rnanus.e'rr  dextera.  P i r.  Ciunfe 
a man  Delira  e'n  terra  ferma  falfejrna  fera  m’apparue 
damanDeflra  DA  man  Defira  ,oue  pria  gli  occhi  porfi. 
Lucrctia  da  man  Dtfira  era  la  prima. 
iimtin.cbe  Inogo  dmou-Lat.  fini  [ira.  P.  i x.  Simfira  SiM 


iungere tdiuidcre ,fiducere .T  A x.  Qjiefiafila  daluul- 
gom'allontana  Qujndo't>mio fU  Caiteuttana.  .Atlonta 
narme,  tr  cercar  terre  ,&  mari,  accio  ch'ogni  nieo  beù 
éjperga.  Et  m'allontane.  Dicendo  non  temer  ,lx  m'at- 
lonia.ai.Bo  c.  Dal  palagio  s'allontanarono . CotautoaU 
Otanati  fi  fiamo.'Ptr  la  lunga  difianza  t’aBÓMtauaJH/ 

• m 


Lnogo  O-  N D -O  , f-ff«go 

^iSemkfem’aOontai».  • JioflatfiMbofiO ’Bo^.Seudallttiitmàilclfattoimfof 

Ùmiii-reftra'Jontanare,MÌta  147»,  fcPoJlamoliilo.okvt.jffi.Eie^liSailLlofi.&k'Ptro. 

i6g  Ljnurr^al  lek  irft  da  umo,»  dar  luogo  Lat.taierc.T)t.k,  nilU  tratto  diafo  del  doglio,  ^utotbeiotroppodauot 

Et  fa  coniar  i'atlro  fit'Ura  u'intofpa.  non  mt  jiofli. 

AbC  nciì  Lot. è lo  lomaitan^t  A.*  i.Latuuga  Ubfmia,  PTOsfm!ini,Lot.proxinikiuuittks.Vor.Tmpro/:btuii4 
il  kedcrkarulkopjHVrattiore  o'ic  limine  ai  {kon.  Che  tornata  mi  numiaua  f i.Cercaidiuolere  Vrojjunanoan 

ne tLmpo,ne .Ablcntiamaidar irollo.  dare.TrvIfimo  Torte.  P h. 

970  Lun^e,i(.i//<i«J/ii>tJ»  longets-loi.ginako.Vi-c.  .Arder  Lungoadue:kalktciia.apprefioJLat.fecksJkXto,propeJi- 
do  Lk'igc,&  aggbiacitar  da  prejio . (LpoJo  longrgli  cuudkm.P  tr.CoJi  Lungo  l’aaate  ritte  andai.  Lungo  com 

euhi  miei  far  mnlli.ihcda  Lmigc  g'i  abbaglia  ch'almn  Jlorpenfo;o  Efaiollarr.  B o c.  Dainmt  falla  trtfU-^b’el 

da  Lungi  m' appariteti  porto.  lIuidaLungemtJlrkggo.  lanondicde  al  prttedelkinodtllabottedi  Lungo  itmu- 

s’arderda  Lungc  .et  agghiacciar  da  preffoSonlc  cagiou.  ro.Et  pajjdndo  LuiighefSo  la  camera . Chelajuacamem 

yiggio  I hi  ghoiibi,efolgerarJa  Lurge . EJleTUumo , 0 ra  fojie  lungo  lauta.  O un.  Tipi  erauam  Lungh'ejfo  d 

non  molto  da  Lunge  . fe  mie  rime  imeié  Fofiin  fi  Lunge.  mare  anibora. 

Tanto  da  la  fatuie  mia  fon  Lunge . Vidi  l'altro  ^lefian-  Pre(To,uutno,  0 propiu  juo.Lal.apud.propi.proxime  Pii. 
dronon  Lunge  indi  il d)  i'apprefia,&  non  poiecfier  Lun-  HpamiTfefi'a  lui  nafió par  Ji'aobugge.Ei  mggiTrefm 

ge.&  Luigi  uide.  Boc.  Di  Lungi  del  cafleUo  prifio  ad  juTfindeU  nualuce.TrcjiaCtfiremo.  La  penna  albmin 


91^ 


un  mig'ui . 

Oltra.er  Oltre. Lat  ultra.ual  molto  lontano.0 piu  innati:^ 
P i r. Cute  Olirà, ouet Egeo  fojjiira , & piange  t'Aifi»- 
letia  Et  conbcrafiil  Jol  la  Oltre  oiid’efte  B o r,  .Alpafu 
faggio  Olirà  mare . Olita  a tjuifio  modo.  Lat . proporti. 
Tetibc  fiefo  Oltre  la  mano  Diftdrrofo  Oltre  modo  di  ue- 
dcrla  i.fuordi  laodo.Chi  da  diuerfe  cofe  infefìalo  fia  OU 
tre  la ^.•ran'gi  riujciio  a bei»  fine. ut  òli  4 1 49  8. 

RiniotOi/ÓMfltf.o  ftparato.Lu  rcmotui,fepojitus,occultus, 
longiiuiiiui.feparaius  P i t.  Peri  forfè  è demota  Daini 
gornaiural.B  o c.  la  luogo  molto  folitario,&  BjmotoL 
fegrigttò.Ejii  erano  in  parte  afiatrimota,^  foli.  A » i. 
f'enmé  rtmottfJimopaefi.E  diedi  Italia  a tenipi  mcn  Re 
moli  in  preda  a gb  Hunni.a  i Longobardi,  a i Gatbi.  ^ la^ 
uia  dritta  tu  ne  A le  porle  non  troppo  indi  Remote. 

\icino .aduerBio.Lat  propi.et  proximùi.V  ■ r. Hot  iberni 


uoUr  non  può  gir  Trefio  Ch'ai  deflato  frutto  era  fi  Trtf 
folEti  già  Trefio  al  giorno  Da  prefio . è pm  da  J'rejfo. 
Tiu prejfb.Trcfio  di jt.  Prejfo  era'l  tt rapo  fui  ier  pr.Jio. 
Quando  Trefio  d lUo  luonparm  g.a  roto.  luieb'lghiac- 
ao,&  là  preffo  la  roOi.li.br  & Trtffo  Boc.  .Afiaipref 
fo  di  iluiTigu  baufdo  piu  Trefio  rifugio  ,fe  n'entrarono  ut 
una  infetta  et  <iuattdu  fia  mute  di  tfuafi.urdia  i6-)s. 

Aprc{1'o,4^iu<>^  tuxta,propi  pena,  non  lo’.ge  ual  mimo} 
accamo-dapot  P 1 r. Virginia  .Appnfiod  pero  padre  ar 
mito  Etungranuecibio  d jaguiiaka  .Appr.fio.  Boc. 
Scr.Ciappelleitoalifual  .Apprejfo guceua  .Appreffo  tri 
uabnti  huo, nini  il  fece  ammaeflrare.  Dà  K-lutinufeu 
entrare  .Appreffo  a lut.V  altro  ib'.Apprefio  melaterra 
traa,E  ’XtggfJUi.LoduiamiOfiT to .Apprtfio fib.  Che 
qà.AppreJsumeiofi  fiintilia.ueéa  xBi.ipi.yjSg. 
B 1 H St  gratta  potranno  appreffo. 


credo altempodelpartirc Effer y Hinofinonmolto  da  li  DapKÙ'o.Lai.dapropi.  P ■ r.  S'albergaffe Dapreffo;  0 di  p-j 


lontauo.Rompt  n io  tot  fofpir  l'atr  Da  preffo.Ma  pur  de - 
urebbe  d tempo  tffer  De  prifio.Come  di  tofajc'buom  ue- 
di  Da  prefio  .Aedi  r da  Lunge,  ir  . g fiitauiar  Da  prrfio. 
B n c.Tm  Dapreffo  lento  ma^.g  argma. 

Appo  Lai.apud,C  penetataljfprtffo.  P 1 r.  Cbemiftufi 
.Appo  uoi  doti  e ma  pena.  Boc.  Qjtantunque  .Appo  lOu 
loro,iht  di, trai  erano  B.inifuio  Papa,  .Appo  dpnale  che 
Appo  noi  e poto  pr,  ^114,1  omr  Appo  long  1 , meraldi, 
AppoqucUe.Deu.Uoiogratie grandi  Appo  te.  A « l. 
Che  pietofi  Appo  lui  datt  faranno  Mario.itUa,  Tferon, 
Caio,&  Antonio.  £ gtudica  Appo  quei 


ge.  Ethogiada yicin  Cultimefi'ida  Bo  c ytimaTa» 
uia.ytim  a l<rc^.T{e  paura  di  morte  etUa  quale  fi  uide  ui 
ci  no.  Al  b l pal.igio  afiai  y ii  ino.  Injino  Ftcìno  alia  mez 
q^4  notte  tir  per  lo  adiettiuo.Pie.  Angi  ihc’l  giorno  ga 
yiein  m' iggiungt.L'horc  del  pianto,  ibefongia  y urne. 

Tutte  jue  amiihe.&tuiteeran  f' icine.llbel  mante  y iii- 
nn.^  quando  i fodamiuo  uedi  41)78. 

Auicinare.  Lat  prupmqujre,appropiuquare/tcceiere,proxi 
mare,ipproximare,.idmoiiere,aduentare,immtncre,m^ 
flare,cidert  ,i'iipeiiderc,p.d  m confi  rre.  propinquumef- 
fi,MiiinusaiLfie,pnpc,crpropiutaJrfie,priq>e,&pro- 
piusaccedere,effe.P  f r.Qjiantopium'auicinoalgiorno  Apie.appnffo  pur.  A piede  colli  ; oue  la  bellauefle 
eUremo.Bnc.Aui  mi  lofi  alte  terre  del  maribeje.  Mol  Trefe . Et  firmiuna  fontana  A pird' un  f.iggia.  (b’a- 
tocironoaiiicmateh'auitinauaalle  terre  delduca.Vbou  mor  toadute  A pie  del  durolauro.  A pii  delfuo , & 

ra  del  mangiare  i'auicmauaAuanti  thè  tu  pmi'amiird,  tmofgnor  eterno  B o c.  A pi;  d’una  fontana  . Apio 
La  notte  s'auiiinaua  aldi. Da  u.  Dimanda  tu  ; ibegli  della  montagna  tarreua  un  fiumcelloé  uernaecia.  A 
t'auittni . pie  deltaquate  pofiefi  a fidi  re  . Lai.xta. 

Kauicinare.P  t r.Ter  nonrauicinarmi a tliimiflrugre.  Aprouo.perappreffo.Lat.apnd,penesauxta.D  u u.Dtu 

Accoflare.perap'profiiinare  Lat. appropinquare, aSiitre-  ne  un  de  tuoi,  a cuinoifiamo  A provo  idcfi  accio  che 
re.Pti.Viuficuro  M aciofiatlor.Bac.FattolaaccofUre  tofrguiuamo. 

alla  fine  lira . Accodai,  gain  qaabbemodo,  & toccala.  Di  coua,vi/  a pruouo,o  utcinn.Lat  proximuicpnpe.  Boc. 
Serrgaaccodarfialbtto.  Et  efia  alquanto  al  muro  ac-  Fattofi  aprire  uno  gioì  dtnocbc  Di  coftaera  al  palagio, 
■ coflatjfi  deSa  torre.  Rinaldo  s’tra  accofiato  fuori  del-  idefi  da  un  tato. 

la  terra  ad  uno.Ellaui  fiaccofieri  pianamente,  tacco,  Alato.ualappnffo  LatJuxta.,  D à n.  Lo  iuc*  mio  li  io- 
fio  al  letto.  lofio  A lato. 

91*  ScQf}areJal.ficidereJiiui^ere.D*  u.Homaiitempglia  Appreffart,  per  aiùeiiure  , accofiart.  Ut.  appropm- 
. quart. 


Luogo  M O N P O Luogo  ijz 

fur-,  P I r. Tir  poter  appre/ìtrglimMi  rami  Ch’ap»  tofimpùcereiienereo.  Se  per  ingegno  (onltliemagùut 

preifjr  non  potetti  aitima  [tiotu.ilon  l'apprefiar  otte  jìa  repotefle.  Et  egli  con  U moglie  U UJ'cufie g acere.  lo  uom 

M]o,optjato.  Chekmortesttppnlia/lHiHerfugge.  Il  gito  thè  tu  gictmtfiiella  notte  nel  letto  mui.CÓUjiglm 

ài  s'tpprefia^  ampote  efier  Iknge . Voi;  saitien  cb'ap.  la  di  Imfigucqtu.Ser  CiappeUettognicna  infermo, 

preftandoa  meli  tire.  Upprtfiandofimpoco.  Tocoera  Giacitura.  Ui.  lonaibuiu.  B o c.  Ultra  Guiuura  face» 
ad apprtjfarfiagìi  nubi  miei.ch'inÓfenta  tremar;  pur  dole.tbe  mnfacea  U marito. 

tb'tm'appTejie  Macomepiumenatlungo^pmm'ap-  Stare.  Ut.  P o n.  Fa  tremar  Babiloma.eirlìar  penfofi.t{e  gjf 
prego. Ba  c.uedil  Indice. lÌKv.SicomeFonda,tbefug  fafiarjil.  "Ugn  làflar  ferma,  iouorreiftarlolo.^  fico 


ge^t  s'apprefia.'Flgper  lo  foco  in  là  piu  m’apprcgai.Tfgi 
ti  opprelìammo  a quelle  fere  fielle.  Terihrappre/iando 
feaijuo  deftre.Li  duepeetiaCalben’jppiegaro.Cb'a  Cui 
I ime  fonde  apprepauamo,  uedi  Uuicinare. 

U iprocaare.  tro.  Trouenzale^e  appre/iare,&  approf- 
fimare.Lat  pronmare.Dtv.  Ma  ficca  gii  occhi  a ual. 
le.  Che  i'approccia  la  riuiera  dtlfangte.  Hjptnd'cUa 
tterfi  lefpahe  apf  roccia , Da  Coltra  parte  m fuor  tropo 
fo  s'approccia. 

Ugg'ufiare,  per  appregare  da  ad,& iuxta.  ÌJtt.che ftgnifi- 
laapprefia.  Ut.approximare.iy.A  a.  Colui,che da fini- 
Jtrates'apgmfta  E'  dpadre  doue altri  leggono  s’aiuftaj. 
gb  s' appresa . uedt  Urne  mare. 

574  Uppropinquare,  Ut.per  auumare.  Dku.  Ch'ai  fin  di  tut~ 
ttidifqm  'appropinqua,  uedt  Unti  mare. 

S u.  J ufo,Giu,Ciufi,  Di  fu.  Dtgiu^lto,Bapo . uedi  ad  Ul- 

*^•">778-  . . " 

Cittare.pcr  porre  leuando,cìr  rhnoumdo  dafe.Lat.iacioais, 


fiar  non  uolfi,  Cbefariangir  i monti, & fiore  1 fium.  Se 
Chrtfio^  da  la  contrana  partei  Sta fu  mifiroiitx  fati  Sà 
comefià  tra  fiori  af lofoCangue.  doue  tu  fiat.  Troppo  fiat 
in  un  penfiero.  F'iucrfi.mdo  dal  cor  Calma  diuifa.  Stan- 
domi un  giorno  folo  a lafinefira . Et  cofi  tnfio  fiandoji  in 
difiarte.  Standofi  ad  un  balcone.  Tu  fiorai  in  terra  feirga 
me  pan  tem^.Cancpn  mia,  fermo  m campo  fiarb.  Sola 
uemfSe  afiariuiuna  notte.  Cuna  nei  ciel,  & Coltra  m ter 
rafiarfucome  un  ghiaccio  fiafii  Ch'i  fiata  fimprc  accorta 
a farmi  guerra.  Et  fiate  foran  lor  luci  tranquille  Sempre 
uer  te.  U uelo,Cb’i fiato auolio  intono  agUoechi  nnfiri, 
Or»,^  terreno  Efiert  fiato  danno,&  non  uant aggio.  In 
una  fonte  fi  flaua.  Umor;,  he  meco  al  buon  tempo  ti  fia- 
ui.Vj  doue  in  tanta  Ubertà  mi  fiefii.  E'I  dì  fi  fii  fSe/l  Sol 
finiprc  ne  C onde.  yiJi  m un  pie  colui,ihe  mai  non  flette. 
E i piedi  in  I h'u)  mi  fietti,elr  mosfi,&  cor  fi.  Che  Catto  dal 
tenonmifiiadaMante.Stiamo amoraueda  laglonano- 
fira.  Qui  mi  fio  fola.  8 o c.  uedi  alt  Indice, 


tacere.  P » t.  E inauiganti  in  qualche  cbiujà  uaBeQu-  Stirenome.latmanfioJlatus.flatio.PtT.U/larniifirug 
fan  le  membrajqmgpao.  Et  Fauc  bore  gittqrjn  qualche  ge,e'l  fuggir  non  m'axta  E' l fèdere, lo  Stare.  B oc.  Et 

porto.  Gittaimi  flauto  fopra  Cherba  un  gurao.  B oc.  Et  neUuo  arbitrio  rimege  lo  andare, tir  lo  Stare,  lacue  mi fa 

queflo  detto  le  pennese  i^cdi,e‘lbecfo  leftfeguure  auàr  iqftare,ou’io  micuoco.l^ui  i bello,& fiefeo  Stare. 

U.Cutandobinnure.Dibl'baueguioeffia^ato,tomr  Up^are  Ut. geeulan.cufìodire.ualfiarfermomunitu  977 

flit  ti  /«AtiAPu  m9t  Aamnotok  .4^^/fìna  ttac  mA  A ^ .J-ÌX  I.  __  'ti 


tfii  ti  gittartno,  là  oue  tu  eri  degno  d’egir  gittattF,  vEofi 
UT  fitto  gittarfi  fipra  il  letto,  pttatogli  una  cappa 
Cittatofi  iitpnocthioni.  ’ 

575  Cittits.  Lat.  laSui.  B oc.  y teina  a lido  fotfè  una  Gittqm 
ta  di  pietra . Quanto  il  nofiro  arco  per  ogni  parte  ,fi  può 
una  Gittata  diflendere,  A M. 

' Coneare.  Ut.  recumbere,&  accumbertper giacere.  P 1 t. 

Et  BonhcrafiilSol  la  oltre  ond’efee.  Si  ratto  ufciua'l  Sol 
anto  de  raggi,  Chedettohaurefii,e  fi  corei  pur  dianzi. 
B o c.  Credeniafi  col  marito  coricare.  Mi  coricai  con  lei. 
Si  coricafìe  a lato  a lei.  Le  fi  coricò  a lato.  Si  corica* 
reno  infiemc. 

Supino  Ut  ualgiacerecolcorpoinfufi.DAii.Supingia- 
ceua  m terra  alcuna  gente.  Tot  fer  i uifi  per  dirmi  Supi- 
mJ.al^ronola  faccia,  A « j.  Con  le  man  giunte,  egli  oc 
ihi  al  cui  Supim.i.guardami  ad  alto. 

Ciaeere.  Ut.  iaceo/:sfiacereJìareaiianere permanere,  rem 


fitdtre,awe(cerr,per  Rare.  Ter. 
doancoella  giacque;  "Hplqual 


uoUi.  Degno  è che  mal  fuo  grado  a terra  giaccia.  Et  nolo 
féura’l  ctel,et  giaccio  in  terra.yna  parte  del  mondo  ì;cbe 
fi pace  Mai  fempre  in  ghiaccio  in  gplate  neui.Cbe'l  fèr 

pfte  tra  fiori  yet  Pherba  giace.  Et  nel  fuo  letto  il  marfini:^ 
onde  giace,  Ouegiace'l  tuo  albtrgo,ér  doue  nacque  II  uo- 
flroamore.  UUhor;  che  fulminato,er  morto  giacque  II  C 
miofperar.  "Ugu giacque  fi  finarrito  nella  ualle  di  Tere- 
binto qux  Igran  Thilifieo.che'nfm  allbor  nacqui  .A  me 
"Oiofo;^  graue . Felice  agnello  a la  penofa  mandra  Mi 
giacqui  UH  tempo.  Boc.  Qjiandù  muoia  Rare  nellet- 


go/ldjfiìettare alcuno  da  appofitus,idefl  pofio  in  luogo. 

cui  colui  ha  da  pa fare.  Boc.  U feguentc  mattina 
appofiaio  quando  Calandrino  di  cafa  ufóge. 

Totaiinc,  thè  luogo  dinota.  Ut.  termesdtis^amus^xarbo 
re  Surplus  cumfrullu  qui  ttmùnonomendedttjirter- 
mmus,fims,umfir4i.  Bor.  Riftringere  dentro  ad  alcun 
Termine quelìo,di che habbiamo  anuueUare,  Hacofiei 
fuor  de  flremi  Termmi  delta  terra  in  1 fililo  perpetuo  riìtm 
gota.  D.mioa  Termini  della  cafa  del  padre  fuo.  "hit  fulam 
mente  dentro  aTermini  di  Stalla  flette  la  fua  fama  rm- 
(hmfajma  in  uarte  pam  del  mondo  fè  nandò . {<r  quando 
flà  per  lo  fine,  uedt  a 1 ; 0. 6.  quando  dmota  tempo  a 
XS  a- & per  lo  accidente  u 1^7. 

Giubbetto,  i luogo  doue  fono  le  forche  in  Tarigi.  Da  n.  I 
fi  i Giubbetto  a me  de  le  mie  caleJ.in  cafa  mia  m'appictaL 
Guardingo rrax»  luogocofi  detto  inFireuge.  D a m. 
Ch'anchor  fi  par  {intorno  dal  Guardmgo. 
EtuotOi&fieddo'lni-  Limbo,  lat. detto  da  Lembo,che  i laeflnmitd,ihe  circonda 
IO  uiuo,ty  morto  giacer  la  uefie  di  folto,  come  lifla;o  orlo,  cofi  illmibo  ilo  primo 


terchio,ihe circonda Pmfemo fecondo  Dan.  Conobbi 
che’n  quel  limbe  eran  fo^fijidefl  dou'tram  i fanti  Ta- 

dri,ueéalemboà 

C 0 s u. 

o % K.  Ut.rtt.  V * T.  Cofa  Amata,  Bella, DoU  97S 
ce,Dura,£^a,  GaittleJm^ibileJncndàileJHira.y 
bile,Monde,Mobile,7iaturale,'Huoiu,Terfetta,PiaMa,  . 
Trtpia,Santa,yera,yile,OgniCoià,Ogn'altraCofa,0-  1 à 

gù  Cofa  mortalCfOgiripi  Coft,Co  1 1 Alttrt,Andatt, 

R mi  . 


Cofa 


MONDO 


Elementi 


Ctrf,  DÌMcrfe,  Dubbiofe,  Eccclfc,  Vide,  Cratiofi,  Honom 
riitc^umane,lnitumeribili,Lrggut4rt,M‘iffie,M<tntfu 
Pe, Mille,  Ofcitre.  Tafiate,  Vrcicnii,  Verptte  ,almondo 
Rade,Sole^itiue,Tah,Tiitte,m)H  Humant.  In  tnuftaU 
tre Ctfe. Mi rendunCarco,ibc6ptt Cofa ^ 
da  Pancare  ^ihene,^ rpino.  Cofa  bella  mortai  pafia,& 
non  dnra.Ogni  Cola  al  fin  noia.  Elfr  muitmealcnna  Co 
fa  ponilo.  Mifrchiffemr  in  Cofa  mortai  pone,  tt  parlo 
Cojè  mamfePe,&  conte.  Firmar  in  Cojeil  cor,tbc’i  tépo 
preme.Tafto  qui  Cofe  gloriofe,ir  magne  Molte  gran  Co- 
fi  in  picciol  falcio Pnngo.Cofi [opra  natura  Tfon  pin  »f. 
dute.Che'l ctel gonerna.  B o c.  Co(al>Hbbiofa,f'iik,Di- 
letteMole,Vicciola,Mortale,Mirabile,ManifePa,Mani- 
fePiffima, .Amata, & Defiderata,Dtgna,&  Conneneno- 
■ U.’Hmna.ct  StranaJIumana,HonePa, Incredibile,  Mag 
g/ore.  Dolce,  Certifima,  Marauigliofa,  Ottima,  Liggia- 
draflpportuna,  T^obile,  Sciocca,'noncia,  Sconuetieuole, 
Impermutabile, Racchetata ,Cara , DhhonePaJ^tde,  lie- 
ta, Bella, Tiaceuole, Ricca, Rea,Fiera,  Malfatta,  Mata, 
yiltffima.Craue,  Crauofa,7frra, Magnifica,  Ofeura,  & 
Terribile.  ilualunqueCofapiudefidereuole.  Copta  fare 
yiìifiima.  La  Cofa  era  a tanto.  D'una  Cojà  ui  prego.  Cofa 
non  yfata.  T^juna  Cofa  piu  lieta  mi  potea  auenire.  T\Q»- 
na  Cefafu  mal  tanto  eflaltata,tanto  magnificata,  tanto 
bonorata , quanto  eranate  uoi.Ciafcuna  Cofa m fi  mede- 
fimaè  buona  ad  alcuna  Cofafet  mal  adoperata  può  efiere 
nottua  a molte.Cop  fatta  Cojà.Di  mn  fi  che  Cofa.  Cofi  no 
cndibile.Tal  Cofaiconciofojfe  Cofa.Cofe  tutte  Buone  futm 
te  HonePe,tutte  Sante,  Humiliifime,Laudabih,  Tretiofi, 
SoUax^enoU;Profiere,Trofonde,Ccife  ualorofamente  ^ 
rate.Temporali,  Raccontate, Treterite,,'PTefenti,  Future',  ■ 
DiutfateJmpoifibilt,Cotai,Morbide,yarie,Diuerfi,ìlel- 
ticofi,'P^Mi,'Hpiofe,Simili  Cofe,&  Ttggiori.  Mi 
ritte ,come  TerrePn,Veruerfe,&  Maluagie.  Friuolii  '& 
Vane , Sceltrate,  Horrihili,  Intollerabili,  yulcanofud 
frimo,chemefcoÌapemfieme le  Cofet  conte  fittole  Cofi 
dolci  il  piacer , & altre  Cofi  contrarie;  & coji  di  compor 
le  top  miHe. 

Ciò  ,inuece  di  tal  cofafiquefio.  Lat  hoc.  P « t.  Ciofepp'io 
dapoLCio  nefat  ombra  ria  del  grane  urlo  Sedo  nonfofi 
fi.  do  fu  per  mia  pena.  La  geme  non  fido.  Siuando  do 
fia  nomò,  a do  ne  mena.  Amor;ch’a  do  niinmta.  Ch'a 
do  prouegga.di  do  che  mi  auenne.  di  C10  non  far  parola, 
tir  di  do  fin  contento . ì{e  di  do  duoimi . Et  di  do  umo, 
iT altro  mi  tal  poco.  "He  di  do  la,ma  mia  uentura  in- 
colpo. Et  di  do  infieme  mi  nutrico, er  ardo.  Si  lamema  di 
Cto.  Et  di  Cio,come  <t iniqua  parte  duolti . Trima  ch'io 
troni  in  do  pace  ne  tregua.  Se'nCtofallaifi:.  E'icielin 
Ctoiadopra.inCtoftguofuoPile.  Boc.  uedi  Pindice. 
Dah.  Animando  di  me  piu  degna.  Mendegnoa  do. 
Ciò  ch'io  nidi,  do  che  mole.  Et  non  C»  c’ha  mePicri.  Ciò 
che  fi  uuole.  Latjfùccmd. 

Cioè,ideP uidelicet,fiiLcetJjoceft.  P I v.  CioiilgranTito 
liuto  Tadoano.  Boc.  Et  non  mi  uoU  r tor,  Cioi  l’homr 
mio.Et  chiamatola  per  nume  Clolno  Crifelda.Cioè  douerfi 
conpattemupaffare. 

Ondctperlaqual  afa.  Lat.  qnapTopter.quamobrem,  quo- 
te fropter  quodex  qno,iccirco,uelidcirco,qua  dereddeo 
ergo,  igitur,itaq:,atque,quidita,cur quo.  Pit.  Onde 
foueme  meco  mi  uergugno.Onde  piu  cofe  nc  la  méte  fcril- 


te.  yotrappaffando . Onde  al  uero  ualoreonuien  c'huom 
poggi.  Onde  nel  petto  al  nuouo  Cario  fjnra.  Onde  noi  pace 
hauremo  Onde  mai  ne  per  for%A,ne  per  arte.  Onde' Ica» 
min  alar  tetti  fi  prra.Onde  fien  Popre  tue  nel  t iti  lauda- 
ti. Onde  benignamente  jalutando  Tenefle  multa  il  core. 

Onde  come  nel  cor  m' mduro,t'nafiro.  Onde  parole, 0- 
pre  Efion  di  me.  Ondeigniuirtumore.  Ond' 10 '.tutto nà 
Jiruggo  Ond'iofoHtate.  Onimnonpofioaitarme.Onia» 
uien ih’ella more.  Boc. uedtCIndice. 

Che, inuetedt  onde.  Tir.  Da  fi  flefiafuggendo  arriua  in 
parte  Che  fa  ucndeita . Che  fin  [attoua’Augeljnt- 
turno  al  Sole. 

LIBRO  <^V  arto- 

elementi. 

Fyoco  aere  acq^a  terra. 

Lementi . lat.  elemento . fono  pio 
que  principi! , de  quali  lompoUt 
Jiamo,ty  l'ordine  della  cumpufi. 
tianeèquefio,ih^litetOtolejiel-  ' ' 
le  dijpone  le  parti  de  gli  Elimini  ì, 

& te  riduce  a certa  proportione, 
dellaquale  poi  fi  faceta  la  teflura 
del  corpo  quale  a lui  fi  cornitene} 
onde  fecom&'chefiaordmaia,  & difpofla  Fhumana  lom- 
pofinione, tale  ella  fard  piu,  0 men  bella.  Ma  iMathemt- 
tici  uogliono,ancholra  che  in  fui  najiert/amma/um  che’l 
ioipobabbiJle  fue qualità  'da  cetefti lumi.  "Pie.  Le  ftel- 
deA‘tdUl(t,&  gli  Elementi  a proua  Tutte  lorarti,et  ogni 
eflrema cura Tofir nel uiuo tume.i.dl M.. Laura.  Dah. 
Turbòilfig^ttodeùofiri  Elementi. 

Fyoco. 

■ I ■ 

VIcano  Dio  del  Fuoco.  Furono  piu  f’ul- 
cani;il  primo  nato  dtf.  eh;  il  fei  ondo  di  ffu 
h,ihe  gli  Egitti  chiamarono  Opu , cujiode 
deb' Egitto  i tl  Teroip  del  terxp  Cioue,  di 
Giunone,  & quello  fu  d fabroneP’ijola  di 
Lettno;tl  quarto  nacque  di  Menalio,che  tenne  fijole  yul- 
caute prefio Sicilia ,come uuol Cicerone.  Fmgono ipoeli, 
che  yulcatiofpfiefabro  di  Gioue  , & che  gli  fabncafie  i 
fotgpri,&  le  faette, quando  uolea  percuotere  alcuna  cofa, 
et  alcuna  unita  yulcano  fi  piglia  per  hfuoco,tbc  noi  ufia  ’ 
mo,&  fi  gli  attrtbuifee  tre  fabri  Bronte,Sterope,  «Jr  Ti- 
ragmon , e due  primi  dinotano  gli  accidenti  detta  jàetta: 
perche  Bronce  fignilua  tuono,  uqual  nafte  dalla  fiatth- 
ne,&  uioleatt  rompimento  della  nuuoia.ncUaqualeèac. 
cefo  il  uapore  ; SteroM  fignifca  baleno,  che  noni  altro, 
che  il  lampeggiare  del  fuoco . che  appanfee  nella  rotta 
uuuola  : Tiragmon  ifirtme  gli  firomentt  fabnli , per- 
CKcbepir'dfuoco.et agmonl'ancudme.  Vi».  Brontesó; 
Steropes^,(^nudus  membra  riracmon.MaHefiodouam 
la  fia  tbeogoma  non  pone  Piracmon.ma  pone  mqueltì-  , 
hio  Harpet , a dinotare  la  utolentia  della  faetta , laquale 
fogni  cofi  farapma.Etìdemdah*rpa:cm,chefitgmffi 


fa  rapire.  & dicefi  jneHi  ejfere  figliuoli  della  terra, per. 
tbelalaettanafieiLl  fuococa,a  ulefle^deuaponete 
fiati cofaiernjlre.  ionoétii  Cyilopesuiltr.gaa  ijreca, 
peribe  jeconio  i poni  haueuano  an  foto  occhio  nella  fron 
te.  .ilcum  uugliano,ih<;  ferunoa  y ideano,  quelli  iquali 
Crei  1 ( liiaiUMìu  TtUhim,qucHi  dicono  lefauole  epere  fi, 
gliuoU  del  mare j&  furono  i primi  habitatori  delt'JjiU  di 
K.hodi.  Furono  inutntori di  molte  arti;  Scolpirono  le  fta- 
tuc  a gli  Di).  Oreterea  poteano indurre  uéti,pioggie.gra- 
gmuoie^  neui  douunque  uoleuano,  c*r  mutare  le  forme 


Fuoco  MONDO  Fuoco  nj 

giàdelFocoigfiuéoJlReéLipia.  F'ngranfolgor  poiea 
tuttodì  Foco.  óac.  Et  fece  un  granaijjiHM  Fuoco.  Et 
giàtrefceuail  Fuoco  neu'acceiauaue.  Uunósa  cbe'i  Fuo 
co  è utiUifimo,an^  netepano  a mot  lali.  Ujianio  piu  nel 
Fuocofip)jjia,&’  pm  l'au  enie,i-r  fln'^fijparui  i amuor 
ta.P  u.  Hel  profondo  dell  inferno  joim  inepa  nel  fuoco 
penate.  Fuoim,lrrandipimi,c  repituatiFieii  l’Indice.  * 
Tocoro.latjtrdeni  Bor.  Mopa  da  Focolòdijio.i. ardente 
^ grande.lt  Foio,eMonaihe.  Lat.  percupidx.  .Amaua 
FocofamentedMrdemememe. 

'alle cojc come  fanno  r'Magi.Ondednaflro  P i t.  So^i-  Infocare. Lat.  infiammare,  Bo  c.  Tutto uifocato  neluifo. 
ra,  eluda  atroperayulcauo  Perrmpefear  Capire  factte  lat.ira  \ucceu.us.  Ondi io  tutto  m'ardo  tn  foco  ,iociiHa 
aGioue.  Lehraccua  la  fucina  indamomoue  L'antubitft  adiro,  lat.  irapor. 

mofabroSicibana'X mcndenio  yulcano )perciothefe-’  AffocttoUjit.igmtMSFialiHfijmmato.  D a k.  T’erl'.Afo. 
tondo yngitio , tiene  fua  fncina  m HongUrelio,  cui  Etna  tato  ri, ode  la llelia.  Veri  .Azotato amor ond'cj^u  e puam 

monte altislimo  in  Sicilia;  oue  fabricò  tarme  d’Enea;per  to,Due  .Angeli  con  duejfiade  .Ajfoiatc.iai.i^»nt. 

che  Fiomero  il  chiamò  fabro  delti  Dei.et  in  citta  fucina  li  .Affocarer&  .A]fuoiare,Uu.uiflamm.tre;inccndererirdere, 
diede;ouedicecheeglifecetarmeadjtcbiBe.lì  A o.  Se  dfoco  eterno  ,lh'entrol'affocaajncende',&ai»)ruciafi 
Cuue fianchi ifuoifabnjla CUI Crueeiatoprefe la folgp.d  ledunoPraroffe.E.t queuoajfoca  qualunque  l'tntoppaj, 

re  acuta  .Onde  t ultimo  di  perupofui,  0 pegU  ftam  hi  gli  abbrucia.  Bac.luhmio  piu  l'appeiilo  i‘ejfuoia  iiufuota, 

altri  a muta  a muta  In  Mcgibelloa  brfunnantgraCbia.  ttinpama.  A m.  Colei  rmuranao  taffiioia.i  arde  A m. 
mando  buon  yulconaiuta  aiuta.  Bo  e.  Et  il  eojlumato  .Atteggiare, Fa'otli  lon  laperioiiat.omefojuu  farei  pitto» 
al  fuoco  Fabro  di  Gume,^  facitor  de  folgori.  F i.  A a i.  n alle  loro  figure.  D a u.  Di  lagrime  atteggiala  cf  di 

Se  la  fefie  Mioeruafi  il  Dio  di  Lemo.i.yulcano.  dolore , ideb  piena  di  atti,  out  ro.AitcJtata,  or  faiiidita, 

fuoco,  fiamma,  Lampa,Lampo,Folg»re,lncendio,.Accen  (bei  meglio. 
dimenio,.Ardore,Rogo,Pirajriaccolejrace,Facetla,Can  Sfogare,etiifogare.Iat.exacerbareFlemulcere, edere, eruin 
deia,Candei.ibro,Monoti,Doppure,Torchio,Lampada,  pere,dtferuere,extpuare,uapoi  are  ,eruiltere  ignem,ual 


lanterna,LumtraJiauiUe,SimtiUe,Brace,Carbom,  Stiz 
^ , Fitmo,Caligine,  Focolare,  Fucina,  Mantice, 
EfcaX^ucde,jicciaio,Solfo,Cerafiece,jtrfi»Accefi,.Ab 
bruciaii,lnarficmti,Infiammati,.Arilenti,Foeofi,  Com- 
bujti , Infocati,  Lampeggfanli,  Fiammanti,  Scintillanti, 
S fauàtamtp>Kmiceai.  .A  ccendere,  incendere, ardercAb- 
bruciareAttix‘KdreAuamparednjìamniare/iff6care,dir- 
fogire,ijcgare,infiHare,tiammigffare,  flagrare,  fauil- 
lare,sfauiitare,  lampggiare,  houire,  feruere,tocere,fu‘ 
nare,ifumigare,tllingueTe,amortare. 
fuoco,&  foco, per  io  Elcnitnto,& mela.  Lat.  Jgnis  pyr, 
IgiJs  facer,&  igmi  pcrfuut  & grata  bjeramojns;  il  Fuo 
codi  S ..Antonio.  P « i.  Foto  JlcceJi,Arditei.Amoro]b, 


liberare dalf.tOco,<ioioc on parole ,oion altro mo io  al- 
leggiar fura, crii  iolore iraiondo,ihc Ibuomoha  diden- 
tro. P 1 T.  Madtró per ifcgar Tanima  mejla.icmp'era 
pardi  ifogar'il doloro, ocor<  .,be  per  quefl  alta  piaggia 
Sfogandù  uo  loi  mormorar  de  ( onde.  Che  almen  torn  io 
joiea  pcpa'foganue.  Ei  per, he  un  poto  nel  parlar  mi  sfo 
go  du  tomo  Ligi  imandoifcgo,ll  core  peri  ifogar'il  pit- 
to. Verisfogartl,  uo  acerbo  degnilo.  B o c.uedt  l'Indice. 
Sax.  Ma  perche  lo  sftgarton  parole  ai  mifin  Juole  alle 
notte  ejterealltuiamcuw  di  pefo^tl  diri  pure.  Ani.  La 
lunga  abfeutia,  il  ueder  uarq  luoghi,  Vtaticar  altre  ft  mu 
ne  at  fuori.  Tar  che jouenie dif/icerin  & sfigfn  De  l'amo 
rofcpahumiliore. 

Freddo,  CHite,Honefto,lndegno,lnuiJibile,Liquido,Mag  Dufoiarejiilmedifmtojtheèifogare.  Pi  t.  Quanto  bifo- 
gnire,y>ofiite,?icciol,SoJue,OràFoco,BelFocoJ)iCioue,  gna  a disfocar  l'Icore. 

Di  Pietà, Gioir  forfè  nel  Foco, perche  IpUde.yedremghiac  Rogo,  Lat.  iqMellaadunationdi.legni,ihe  fi facea  per  arde 
(iar  il  FocoArdcr  la  neue.  Dentropur  Focorrtfòr  candida  rei  corpi  n.orii,tomeu,auaao  gliantubi  Greci  & Roma, 

neue.Semat  Focoper  Foto  non  fi  Ipenfi.  Quel  Foto  ih'io  ni,ihe  nelle  ejsequieardeuanoi  corpi  morti,ihegretamen 

fmfaicbefojse^ento.llFaiodelmiotor.Ractele'lFoco,  te  fi  thiaaiauaVira.  & però  due  tl  T\r,Infin  deener 

e^enfe  lapaura.  Enonlaftia  inme  dramma,Cbe  nonfia  del  funereo  Rogo,ideft  fin  al  a morte. 

focorCr  fiamma . Amor  m'ba  pofio,comefegnoaflrale.  Viri, &'Pytagra.^  Lat.  i certa  coadunation  dilegneacce- 
Come  al  Solneue,C  come  cera  al  Foco.  Co  mantiii,e  col  Ji;altrt  du  ono  effere  un  ua^o,doue  dabbruciauona  i corpi 

Tocoj!  congli  jpccihi.Diflaie  un  ghiaccio  jun  Foco  quan-  morti.  onJcD  Au.Che  far  jorgerede  laVira. 

douema.  iolfoCrefcafontutto,eltorunFoco.\Alcun  foco\lK.lat.prunarium,focus,Lir,  B o c.  Da  guardare 
dCatquafidiFocotlgufloe’ltattoAcquetan.  Et  io  che  la cintreimormal Focolare.' 

fon  di  cera  d Foco  tomo,  yederm' arder  nel  Foco , e non  Fucina,  lat.  officina,  l luogo  doue  fi  fa  il  fuoco  per  ifabri  • 
m'aita.  Che  mi  cuotono'l  cor'in ghiaccio  e'n  Foco.  L'una  Ptx.Le  bratcìaala  Fuima  indarno  muoue  lamu  hisfr 

mo  fabro  Siciliano.  0 Fucinad'iiga..m  ,op>  giontCnra, 
Soc.  yna  fuema  di  diabolu  he  operai  ioni,  c hc'l  bollen- 
te ferro  iratio  de  Cardente  Futinauide  dtmfinue  faudlt 
sfaullare.  A*.  Skama  Fuetnaceuiifimade  Ciclopi. 
Am,  D A ».  In  Morgihello  ala  fucina  nera. 


piCgt  arde,^  uerfa  foiojcT  fiamma.  Giugnendo  legneal 
Eoivfiue  tu  ardùE ^intn'l  Foco  ou  agghucaando  l'arfi, 
Cb'arfi  quanto  l mio  Foco  bibbi  donanti.  lui  com’oro,cbe 
nei  Foco  affina.  Subito  oLbor  lom’ acqua  d Foco  ammor- 
ta. e'n  FotoAngielo  Tremando  ardendo  qfiai  felice  fui. 


LdiraiTonia;cbt'l  ferrod  Foco  affina.  yidi]quduj^  f'ajnmz,Lit.fiamma,prop.&  meta.  Pi  T.FummaAm». 


Fuoco  M>  O;  N,  D'  Qi  Fuoco- 

w/jr,  ^ccefa,  ^lma,Chùifa,Dolce,ìiifaM,TH>ca,Soaiie.  gbi,f'o(i^proiii.  S a c.  L'imfttuofo,  & Orienti  Ven^ 
SecomU,Fiamma  itamor.  Ma  fu  ben  Fiam«ta,tbe  mbn  la  delia  tnùuiia , CaUo,Gioaane,  Ardttuijfimo  ieftderio, 

[guardo  aeufe.  Fiamma  dal  del  fu  le  tue  treccie pkma.  tArdciucmente  ami.  .Ardemtsfimameiuc  à Ut  tnna. 

D'arder  con  larma  Fiamma  nonimpari.Vuna  piaga  ar»  ntoraadofi.  Dak.  .Ardente  Corno,  Spirto  , Mffet~ 
de,iÌFuerfa  fuoco  et  Fiamma.'ì^anpoteaFiammaiiurar  to,  .Amore,  .Ardenti  Soli, Raggi.  Che  gli  occhi  miei 

per  altrui  face.  I dardi  fouoflraUacceftinFiamma.'Hi  dtmirar  fepiu  .Ardenti. 

come  Fiamma.che  per  forza  è jpenta.  Sento  in  mezp  de  .Ardere.  Lat.  er  conJLtgrareidcflagrare,  incendere,  ual  ab-  plf 
le  Fiamme  un  girlo.  Di  mia  morte  mi  pafco,&  urna  in  Fii  bruciare,&  grandemente  éjiare,  Pii.  Che  [mifurata- 

ma.  Boc,  LaFutmmaaccejad'amorofi  ji^iri.ardeui  mente’lmio  cor  arda.  Saper  quanto  ciafcunee'nqual  fuca_ 

con  Fiamm  i piu  chiara . con  fubua  Fiamma,  nu  raccefe.  arda.  Come  ardcuamo  ni  quel  punto.  Forfè  tal  m'arde  cr 

Tarimented" amorali  F i a m m i accefiardeuano.ten-  . fugge,C’hauna  parte  del  caldo.  Foco,thc  m’arde  alapuc 
gonol'amorofe  Fiamme  afiofe.  Cantiche  Fiamme  rifu-  algente  bruma.  IlScdpmfprtf  ardeuaa.fcaldauagran- 
jcitateui.  Dan.  Ter  due  Fiammette,ch’ei  uedemmp  por-  demente.  .Ardendo  leirche  come  unghiaecio  fiafit.Tenne-, 

re.Che  (òpra  li  tutte  Fiammelle  ammorta.  . mi  amor  anni  uent  uno  ardendo,  Xornodou'mderuidiU 

tfq  Infiammare.  Lat.  infiammare.  Pii.  InfammataComau  fauiUe.  .Arder  dalunge,Cragglnacciar  da  preSo.onSiò, 
Rote,  roglte.  Infiammato  .Amore , . Tei  ch’mfammaut  tutt'ardo.Se  non  ch'i  ardo  come  apcefo  legno.  &e  da  luu» 
Chcbbe.Che‘ldirm'inliamma,&puuge.Cbe  quando  li^i-  . gemiflruggo,&daprefi'ardo.  Giungendo  legne  al  foco, 
rondo  ella  [òrride  M’injiamma  fi;  che  oblio  niente  appre^,  <me  tu  ardi.  Tot  nidi  Cleopatra,  & ciafcun-drlà  D'inde- 

Xa.  L'aer  percojso dalor  dolci  rat  S’infiamma  d'honefia-,  gnofoco. e’nfammaamproft  arfe.ond'ie  fuhit'arfi.  Fede- 
te.  Cr  la  foaue  fiamma;  cb'aniborlafiom'mjiamma.  Gli  fiiben,quandofitacttoarfi.iofàrnprefo  & arfii.  Tanto 
occhi  m' infiamma;  ch’io  fon  et arder  contento.  Tdg  potnan  piu  quanto  fon  meimerde  legno.  £ da  bcghocchijuoi,che’l 

infiimmar  forfè  anebor mille  .Apollo  tanchorutue’lbel  cor  m'han  arfo,  B o a.uedi  l'Indice.  Djih,  che  tutt’ardat 

defio,Cbrtinfiammaua  a le  Tbefahche  onde.Ch’ altro  Uu  .4d  ^agb  occhi  piu  che  maiardea.  Taruerm  cbe'l  fuo  uU 

me  non  è, ih’ infiammi, ogvide.  Canzpn  tu  non  m'acqueti,  fo  ardeffe  tutto.  La  donnamifgridò.perche  pur  ardi  Sino 

angim' infiammi.  Cademrtù  da  C infiammate  corna.icbe  Civetto  de  le  uiue  luti.Ri^^a)ne,cbe'nfeteArinfo»  ' 

rendono  fiamma  ,cSr  jflt  udore  per  rifletto  del  Sole.  Boc,  co  ardo:  Cpm’ei  fot, effe  & arfe,  E feuer  tutto. Che  piu  non 

Molirandofi  fi  forte  di  lui  infiammata  .fi  m'ha  infiam-  ' arfe  Lafighaà  belo. lamarginifanuia,ihtnonfonarfi.. 
mata.  Infiammato  piu  che  prima  .piu  che  mai  Infiam-  Comed’unfliggpuerdecb'ariofia. 
maio.  .Anzi  non  meno  élut  la  giouane  infiammatafofi,  Iticeadio.  Da, O-ftagramia^&infiammatio.  Por.  Ondf  filj 
fe,lui  di  lei  haueua  infiammato.  morte  ipalefert'ucendto  aperto. 

Fiammeggiare.  Lat.  rcfiilendere  ,ffleHdere,  micare,  fiiutil-  Incendere.  Lat.  & infiammare.  Pii.  Trouan  Coltra  uirA 
lare.  1‘ I r.  Ter  Caere  in  color  tanti  uariar fi.  Inquanto  quella  che’nctnde.  Etcpfi  dilontanm’alhtma  e’ncende. 
fiammegguado  trasformarft.  Toi  quando  io  ueggio  fiam  .Amor  che’ncende  il  cortCardetàc  gelo., Tm  m'muaghi-, 

Pieggiar  leftelle.  Et  fiammeggiar  fra  la  rugiada,  e'Igelo,  fee/ioue  piu  tn’mcende.  Tfon  tempraffi  l'or  furarmi» 

Cta  jiammeggioual’amorolajiella.Toifiammeggiaua  a cende.Muue  la  fiamma  jchem'incendegjrfirugge,  Dau, 

gmfa  di piropo.  Dau.  fiàmandoforte  aguifaécomete.  Edelagente,cb’enirou’era  incefajMcefa. 

\ ampi,  dcua  da  uapore.  i ardore  & fiamma . Lat.  fiam-  Accendimcnto.  Lat.ardor,&incenfio,&fiagrMia.Roc. 
ma.  Dan.  Manda  fuor  la  Fampa  dcltuo  difio.  Boc.  ^nnuono  .Acccndtmemo  di  piuajjiro  fuoco.  A it.  i 

Si  come  le  fiamme  da  uenti  agitate,  crefeonom  maggior  Acxefo.Lat.accenfui.  prop.&  meta  Pt  i.  .Accefo  Defir, 
rapa,  "tip  altriméli  che  lucerna  ulema  al  fuo  funere  fuo  Foco,Ltgno,Spirio,  .Accefi  Occhi,.Animi,Strab,.Actelu 

le  alcuna  rapa  piena  di  luce  maggiore  che  Cufato  gittare.  Cbamate,Mente,Spene,rirtutt,roglia,Facella,Bonaa, 

905  .Auampare.  Iat.fiammefcere,fitmmare,fiagrare  iahbru  Fiamma,.Accefe  FauiUi,Saetle,roglie,Miferie.  Dan. 
ciare,dauapor.  Lat.  P et.  dt  fuor  fi  legge  coni  io  den-  .Accefarogha,Face,.Accefe  Fiamme.ToiuidigéteM- 

tro  uampi.D,  n.  di  quel  dnito  zelo.  Che  mifurata-  cefe  in  foco  d’ira  Ucctfi  corpi  humam..AccefòliaggiojU 

mente  in  corauampa.L'amorc,ondTauampo.  qaell'ainorMcefo.Cbeperlomezpdeltamm.Atufii. 

Lampo,  F algore audt  folto  di  Gwue  a qgf.  Accenfi.  p 1 1.  .Accenfi  Sptrti,LumL 

Ardore.  Lat.  & fiagramia,  incenfio.  Pii.  Urdore  Efirt-  Arficcia,  ual  arfa  dal  fuoco.  Lat.  adufia  Dak  .Et  guarda, 
mo,  Fallace.Fcro.'hlpn  temprafieTArfunahe  m'incen-  che  non  metti  .Anchor  1 piedi  ne  l'arena  .Arficcia  .A  una 

de.Bo  e.'He  con  quanto  .Ardore  fi  defidcri  la  ucndetta.  petrinaruuida,e>r  .Arficcia.  A a i.'Flondourebbela  car 
Canteuole  .Ardore.  Sentì  con pm  forza  nel  cuoreCamo-  ne  bauerpm  .Arficcia 

rofoUrdore.  Dan.  MmC.Ardor  furfemelefamUe,  .Accendere.  Ut. &incendcre.iufiantmare,per  infiammare.  ?•* 
Che  tnifcaldard.U  duina  fiamtiu.U(iia  chiarezza  fe-  Pii.  Tutta  Uccefa  de  raggi  di  fuafieUa  EllaCacufi. 
guital’.Ardore,L'.ArdorUmfion.CrefceC.Ardor,cheé  otfcefodentro;  fi  eh' ardendo  godo.  Hor  comàencbeiacu 

queUa s'accende.Tale  HendeuaCeternd Urdore.  Sentir  umdaogni  mto Zelo.£lcieldtuaghe,etlMcide famlle S'at 

mi  fate  tutti  i uofin  .Ardori,  m uento  impetuofo  per  gli  tende  intorno.  Ch'accende  in  car  gètti  ^nefle  uoglie.Ogé 

^ll^'fi  Ardori,  Chefier  la  felua.  facella  Accende  ; & Jftgne  qual  trouafSe  accefi. 

Atacntf.  Lat.ardens.infìammatodjmorpfofuocopiehemi  auemÌcràd'amor7{pMdicuun‘buom;manacorditigre, 
te  & grandemente  defianie.  T t.r.  Ardente  Firtute,  & d’orfo,  e'n  uffa  parue  faccendefii.  che  fi  f accendi,  & 

Zeio,SpirtoJ}irc,CeJàre,  DefiofiefinJ)efire,TrtgatOu  fi lo]pnm.Fedendoarder  1 lumi^iom’accendo.toe. 

t*,diraU^oglia,'Hpdo,Limt,Sol,  A a p 1 h 1 1 , 3¥c-  Tig  fi  curò  altramente  accender  lume  4 m ferueutifiàm  . 


Fuoco  . Mr  O'  Df  O Fuoco  ij4 

«wr  iwenic  Camma  aoflraj  mnrnmra. In  furore  aue  ti  liafcntto  alla  put  etmera  fe  u andò,  fatti  accidere  Ton- 

ft.urata.Q^<Mto dtdonttaCacctndejfe giaHtai.i.infiimaf  (hi.Vrefoun  Trochictto  accefoinmano.  A 1 1.  Cinnfea 
fe  di  amore.  Fano  un  poco  di  fuoco  il  fkotorihteto  aicefe.i.  ^Undor  di  Torchi,  &di  Facelle. 

apprefe.  ueéalClaiice . D * n.  peraaender  la  fede  VìuilkJait.&fcintilla.PtT.fauilte^ngelhhc,  ^ccefe. 
de  l'euangeloftfem  fetidi,^  lance.i.infammar.  Quep'aL  tìonefìe,lJicide,'h!^HeMiopertc,t'jghe,riMc,  hoUiTo 

^ tro^Undor, che  fi  s'accende.  Lo  raggio  de  la  gratta,  onde  che.De  le  pericolo, etue  f amile.  Tiepcrduojontijolitna 

s' accende  yeraec  amor. onde  la  rena  s'acceudeua  Le  pian  FauiUa  liallentadelimendio,ihel'in^na.DUior,c‘ha 
te  eran’aecefeaom'eis’acccfe.  i'acceCe  in  tanto  fuoco  .le  fecole  fauiUe  & Celia,  Tomo  dou’ardkr  mdi  le  Famile. 

ire fauinec'bannoicuoriaecefi.Xpi fiatilo accefi.  ^tiolit Sìaimo'Helmiocorle FauiUe . e Icbiaro  lampo.  ' 

Facctkdere.P  it.&iMle  altri  defin  Raccenderti  ne  la  gem  Boc.Jlauendo  in  fe  alcuna  Fauilluxjff  é gentilezza. 

^ua  mente.  Ractefe'lfoco,et^nfe  la  paura.Coft piu  uol  yna  fola  Fauilluz^  D * u.Quanto  pàreui  ardente  in 
tcba'lcorracceli,érfj>ento.  ito  c.  raccenda  ilfuoco.  ^uciFauUlUiaijuiilucié  giriti, 

^ccenda  nell  anime  uoflre  la  dmotione.  ni  ha  raccefa  del  Fauiliare.Utluntitlareanuarejiir  fpUndere.V  x r.Ouefa^ 
fuo  dolce  amore.  EtRaccefo  il  lume.'FlsUo  fdegno  Racce-  mila  il  mio  foaue  foco.aUuni  tiCii  hanno  ifaunla. 

lofi  ocdi  alCindice,  Sfauillare.7>  i r.iijt dolce  Sfamllar degli  occbifuci.  Dji 

ImjpteCo.  Lat.conceptus,.ual  impreffo  duro,et  oflinato.  Sfam\linK,àrimorofo  raggio. 

Per.  Se  hmprefo  rigor  gran  tempo  dura.  sfamlkreJat.Jcmtillare.B  t TMfi  bagnati  anebora  U ueg 

9B9  Coaibullo.Lit.etamOuItusjialarJó.D  A u.Toiche’l  fu.  gioSfauillarJlaccefomioà/inuttoifauiita  Sfamllanli  ’ 
perb'o  lùonfu  Combufio.  U;  due  mie  filile  f de.  Taciti  sfanillandooltra  lor  modo. 

Flagrare  Ut.  ual  arder  fidando.  P i t.  ■J<o»  fatte  quanCCio  Quelle  notefiue  amor  par  che  sfamile . com'to  ifamlio. 

agAiaccio,oquamCio flagro.  L)  a u.CbepcnaeinuoichefiifauilkiideHluie. 

InarCcciato,  mezp abbrunato . Ut.  ufiulatus.  B o c . Ef  Scintila, Ej/.D  a ^.Lonccnd,o  fegmtaba  ogm  Scintilla.  ‘ 
ìicdendo  la  donna  fua  non  tarpo  humanopna  piu  tofio  un  Vi»  hcimitlam  èxcìiidii  ydchatcs. 
cepperello  Inarftuiato  parere,  et  nella  uifione  amorofa . Brucuire.  iMaomburcrt.lÌA  Ma  perche  mifareiBru-  ■ 
Sceuolaapprijso  lui  anchor mofiràdo  U Inarficaata  ma  ciato  cotto.  LatMiibuflià^crcmatkS. 

no.ih’uccifc altrui  ibclcoreiionuolcanefciufaUando.  ,Abbruciare.Lat.comburrcr,',adurere, incenderc.il  o c.co- 

Tzcelli.Ut.facula.P  t i.S'iidifii.ihi  con  fua  cicca  FaceUa  meuna  carta  di  pecora  abbriuiata  D ah.  Si  che  Cui'ìf 

Dietro  a morte  m' muta . Ogni fiienta  FaceUa  accende.  .abbruciato  nonéfife.<.b('lJoiogli abbrucia.  ‘ 

Bo  c.rnafuafaceUa  ..Acccndettc  le  ntifere  FauUme.  Btice,& BrageJjtt!pruna,cbefor.oearbomaccèfi.Bo  c.  agi 
Fi. Da  H.EtioalmaqueUetrefaceUejJleUe.  Con  preficzgeaUeaeteJe  Brace  mifi  la  ficca  fioppa.  A n. 

Face , per  lafacella . Ut.  fax.P  ■ t.  Hor  di  dolce  ira , bar  D Av.Cofi  un  }ol  color  é molte  Brage  fi  fa  fetitire.Cbaron 
piené  dolci  Faci.  7{pn  potrà  fiamma  entrar  per  altrui  dimomoconocchidiBragui.At.  i.Cóglioccbibiecbipiu 

Face.DA  K.  Dinatrnagb  occhimiei  lequattrofacc,per  cheBraaarofii.  Cader  de  la  padella  ne  le  Brage. 
la  rima  àffeFace,the  Facidouria  dire.  Cubone,e la  bragia  eflmta.Ut.carbo.Tubalcam fuilpri 

975  Fiaccole, a n..Aicinicmmedi  molte  Fiacco-  mo,ebefaceJfe  Carbone  di  cafiagao  fi  àterro.V  • t.  Le- 
te intorno  ala  fcpoltura.  A » i.Quaiite maifureii  Fiat-  uataeraajUarlauecibiareUaJMfcinta,Crfcalza,&de- 

Ic , 0 lumiere.  fio  haura'l  Carbone. ulfuoco.B  o c.Fnaueltra  nera,  co 

Lanterna  altrimcnhf-rale.Ut.lantcrna , & Tbarus , uel  me  un  Carbonc.l  Carbom,co  quali  fu  arrofiuo  fin  Lo- 
Tbaraos  t Tapr.Lumtna  nodmagt  loUit  Tbarus  emula  renzp.D  a h Come  s'auiua  a lo  fpirar  defieuti  Carbone 

luiu;cioilaUnterna,ihcSlaalportopnfgnodenaui-  infiamma;cofimdiquelULucerifplendera  mieibUndU 
spimi  S\  o R.  Combaticuana  lumtdi  Lanterne  cofior  di  meuti.Cp  per  la  gimmapicdsa  ■ 140. 

notte  e Fiaccole  di  Tino.  Cenere, /4t  CinerfiS-  emsanafe  ^fcrne  P a -t.Infin  ai  Ct 

LzuipidzuedtaCioueaqjq.  ncrdelfunercorogo.HoruipiangendoilfuoCenercJìar 

Luoui'CZ.uediaSole.aóio.  fi-BacJ)aibedtaiiotofiamonoi,poi  cbefiamoueccbie, 

Candcla.Dir.B  n e.Conuna  Candela  accefa.  .Accio  cheld  fe  no  da  guardare  la  cenere  intorno  al  Jòcolarei  One  le  ri 

dio  faccia  lumc,&  candela  a moni  tuoi.Et  alcuno  macco  uercnde  Ceneri  dellaltifiimo  poeta  Maro  fi  pofino.P  H. 

' lo  di  Candele. Q A K.fermofii  come  a candetier  Candela.  TÌAn.Et  ruppe  fedealCenerMSicheo. 

nel  genere  del  nufthio.  _ l«cenerarefifarccnere.DA*,UhiTifloiaTifioia,ibenon 

Czn<delzhTO.Lat.&Lychnus.D  a k.Sì  come  egli  era  can  fianziD'mcenerartififibepiunonduri. 

delabri  apprt fi, drobelifco  lyehinum,  &lychmichusil  Stìiio,Stizg(one,&Tiz;zp.Ut  tmopiis,& torrit-  iltgno 
candelierofi  lucernaio  di  Ugno  doue  fi  pcgpno  te  lucerne.  in  parte  arfo  dal  fuoco.  Da  u.Come  iFuu  Stn^  uerde,cbe 

ÌAoccoloficandebin  parte  arfa.  Ut.  candela  femiulìa.  arfo  fia  Da  l’un  de  cantifibe  da  Paltrogme,E  cigola  per 

B oc.  Et  alcun  Moccolo  di  Candele . Che  quami  moccoli  ueto.cbeua  ma.  Cefi  di  quella  fcbeggia  ufetua  tnfiemepa 

ricoglieua  tutto  t annoftrebbono  la  metà  di  cinque  lire.  role,&  f angue.  A » i.Tien  di  fuoco, e é fumo  uno  S tz^^ 

Doppiere.  Ut. fax. da  doppio  detto  per  effere  di  quattro  ne  TrafefipercoJfe.Lo  Stizg^ne  ambe  le  palpfbre  ciufe. 

candele.&  Torchw,&  Torcia  anebora  fi  dice.  B o c./n  Thio,&Th^ne.eilmedtfimo,cb'i  Stn^o.  Da  k.  Come 
^Ua  camera  con  un  gran  Doppiere  accefo  innan^  fe  Meleagro.Si  confumò fil  tonfimar  ddun  Ti^.B  oc.ifcl 

ne  entrò  H-iuendo  fatti  molti  Doppieri  accendere.  Pa.O  Meleagro  Ja  cmuitadimoraua  nel  fatato  Ttzgifne, 

990  Totch'io,ualdoppicre.Lat.fax.  Boc.Fn  Carboihio  tanto  Cefi  fentolamia  ulta  confumar  neltamorofi  fiamma  fio- 

lucentegcbe  un  Torchio  accefb  pareua . Con  Torchi  amtn  tqe  quella  delmiferoMeleagro  nel  fatato  Tn^one fi  con- 


' I fuoco  ^ M O N D'  O ' Vuoco 

fkmh  »nKrrtimp«reilìctm:re,iuttjqiiikriluccMM»  ^Hoiitafu  laCtraihel!jrdeàqi<tUtm,\r^\Skt!  fitoiit 
'*»  Tifali  già  itii^  fj)i  mi.  »<•»  J’torlr^ótMlfoie  U tMlU  Cera  Mayt , ii,U  fiuti 

agl  ^ttrj^re  UttJrrUi'i^n'HiicaTe.ualaittniire/tfeTnit  della  Cera. 

td,p^r  ardire.  * t i Siueh'jltropoi  cult  Ihjfla  non  l'at  lncirata.Bo  c.Lamcerata  canoa  con  gviluta  gola, &td 
trgj^rtMa  di  farla  coi  fumo  fi  deltbra . Cranfitoio  al  cor  moiiuoii  g te  largo  luto  donando  A «. 
del  jaraiioo  alinea  . Che  d'alttz-^r  le  MC^  tipropofe.  Pece.Cf  Tegola  Lu  pix  & palimpilia.è  la  pece  Itqiir fitta.  ^ 
tiedi^tZ^re.a  »9J.  P»  T.Tuttifiatoiaacibtaiiduaa  Pece  Dah.  ii»tloe 

SemdcconuerfaioCcnere.Fufig'ioladiCadmoTkbano,  pjr%anà  de  t' toni ant bolle  dtimerno  Ittcnaie  Pece, 
taqoale  partorlBaciho  di  Gwke , & Giunone  mutata  m Ma  doue  bolle  la  tenace  Teu.buUta  la  g ijo  una  T go- 

Facea  gli  perfuafe , ibe  ihied  peaGiime  , ihe  nella  lajjrcffa. 

fórma  abegiaceua  conGiuncn.  guteffefico.  & Ciotit  f Bitume.Lat.bitumf.&maltba.a  .icertaiofa  che  arde  c» 
pfsrruarglilapromeffa.uénealiiarmatodueltlle  fan  me  la  T ce,perche  i di  natura  Julfurea . A 1 1.  Mapoi 
ta,perihe  lofigacena  con  Ctunoneat  non  potendo  Seme  ibt\  Zotfo,ela  peccai  B tume  iparjòmg  ao  copia  , ha 
le Joffnr  l'ardore, fu  da  quel'a  arfa,i&  eonuerfa  in  cene.  prorea  jfiuii-  accefe. 

re.&-peroéee.D  a n.Tutifare]U,H^iemtlfu,quan  Bo'ltre.Laiferuete.Pu.ChcpernaturafolrBnllirleoctti, 
dodtlinerfejii.  t' n fui  giorno  ejhrfrcdda.lhe  non  boUe  la  pulucri  Echio 

Fumo,{^r  P • t.  Che  qnint'io  miro  par  fìgui  ombre,  tir  pia.'Xq  bolli  mai  F uliao,Lipari,0dlfibi.'^moriJ>e  dio 

Fumi.Ho  e Teribeilfumonicuejproi^liuna  Fumo.  trolanimabolliua.OiKjaprauna/onir,,hcbolle,&ri 
filò  di  ftomaco.D  a k.  Portando  d,  nero  atiidiofo  Fum.  uerla  Ter  unfuffato,i  he  da  lei  denua.l  nei.  a lei;  ma  non 

mo.Cr  fuerrorepertheuuoliffrrfcritivionkn  fotm.  uideuain  efj'a  Maahrit  B3lle,ihe‘lbo'.orleuaua.  Egon 

Fumare  Lai  ^uapvrare  D a n.'K^l  paio  lor  troppo  di f:r  fiartuice.Bollialagtufounip.gjìa.pejfa. 

nunfnma.iaioncuapora  La  minte  chi  qui  luie  in  terra  to\hn:e.Iat  firuim.D  i n.livuintcltagno  flual ferro, 
fHma.i.iofiura  & laligtncq'a.  che Bilhnteeicidelfo  o.  Cerc.itc'atoruo .e Bo  imPa- 

AfFumicata  Lat.fumuata,  Bo  c.  Tutta fudata  ^.Affu.  ne.OueiBo'HtifaieanalteHndi.ComefmiUniro.inuH 
nacata.Le  mura  ./Iffumiiate.L  a Fnuaio  tutto  affumi-  Bcgnentr  urtro  Gufato  mi  faniptr  nnfrrfcarnu. 

cato.Aii.  'ìielafpelonca.Apimiticcia.doue  Bitteaa  BoUoic-Lat  fcruor,is.r>  a n lu  g lapiooadi  Bii"oruer- 
linikdc ifolgoridi  Clune  ii  fkinigart.Lit.fumigtreJuf  miglio.Le L g-ime ,ibe col  Bolior  Jilerra . ma  l boiiorde 

fitere.S  i k.ioffkmigandotiionuirgm.  Solfo.  ì acqua  rojfa  lufifritraheanji  ttoibo  ori. 

Caligine  ah.  Tus’ingrojfail  fumoelaCah  tiu]icìmt.iaioua,ihejorgeconbo"orediiatdo  ondcilba 

gn0di\iterooèd.ttoikliiame.O  I k.ihe nfiaala go 
pfl  Focile, efr'  Fucile  Lat.  chalybs,è  quello  acciaio  con  che  tae  la  T .rea, che  di  quei  buluame  ujiiffe.llual  delBuluamt 

cende  il  fuoco.?  i r.  Ch'alluma  L’airi  d'intomo/Uaiii  efielrufceUo. 

to  FoiiU  D'amortr  'gge  indi  un  liquido  fattile  Poco  che  Feruerc.Lat.ual  bol’ire.o  fcaldarr,  P t j. Che  tra  caldi  inge 
m'arde  a la  pik  I g mebrunia  finti. Ouelarcnai'aicen  gtiferue  ihuonuim.D  a k Mentreih.  l,olfitue. 
deua,com'efca  Suio  Focile  a doppiar  io  dolore.  Ani.  Feiuido  Lat  ualiaidoretmità.dilgintc.Pfi  t'njiFcrui 
Di'leihettjca,rtl  Fotti  je.oprinu  E nel  campo  demo-  di  rime  farmi  udtre.thi  a'amor  ramaio  Feiuidamime. 
ri  fuoco  accenda.  Fcruentc..i.4t.3  oc. Il  mio  amore  piu  iCogai  altro  Fer- 

jLcciiio.o.Acnalmo,filmedifmoeh’èFociìeperba.rtere  ucnie  inFerucntifimafurorr  aictnd.  l anima  nuflra. 
fkOco.Bi-t.Conf .4 telaio,  hfliivhiuia.ilfuotorthitt.  Feruemifiimod.futerio  FerueniiJitmam’te.Feruim:. 

to  accefe.U  t i.  Vacualo  al  borala  dif.orJia  prije  ,Eù  fi  ruore  Lat  ual  calore,(T  ardore.tt  o i I!  Femori  Jc  li- 
pietrafocaia,epicchùunpoco,  E fifta  fonala  juptrbui  gnnu:,& l'Io^indi  Tito  utriuCif.ppo.i  il  calore  Ilfuo 
feje.  Efk  attaccato munmomentoilfuoio:  tir  per  lo 
metallo, uedi a ii  jq. 

tdintice  Mautaiu.Lai  follit.  P i t.  ^ Belzebub  in  mrttptf 
eo  Mantici,&  cnlfoco,&  cogli ^ Cihi.Di  u.Iauuba  mo 
nell  m.intico  a fojfirt. 

Elea  per  accendere  ilfuoco.Lat  fimiesdl-P  » r. Dal  corchi 
feiofamll'e.&lElia.l ;tbrCE(caimoro(t  alprttoba- 
uea.Solfo^i  Efca fon  lutto.e'lii.r  unfoio.  Et  dinmCEfca 
tn’aitmfneo  àccefo.  Dan,  Onde  la  rena  t'a  cendea  co. 
tne'Efea  Sotto  Focile  adoppiar  todolore.  et  quando  ino 
taaboacedia  1597 

Solfo.tjr  Zolphb-iai.fiilphur.p  I r. Solfò  et  Efca  fon  tutto, 
dltorun  foco  Hoc.Ilm.iggior  puìpfp  diSolfoilmon 

doSk  » Con  fumo  di  purt/itmoSolpho.  Ani.  Come  bah  Cotta  Cotlo.Cotii.Cottura.uedialTlndice. 
bia  ne  le  Itene  accefo  Zolfo.  Lejfire.Lat  eùxartpial  cuocere  ococlnare. 

Cera.  Ltl.cttra.i  materia  1 ombulìibilc.  P 1 t.  Com’al  (il  ne  Ixffo. Lat  eltxum.  B oc.  Et  alla  fante  fece  portarti»  SM 
»e,&comeerraalfoio  EtioihefimiCeraalfoco  tor.  touagha bi anca iduoi capponi L'Jh. 

.4  no.Boe  Confunna  pompa  di  Cera  alla  chiefa  era  por  Ciido.CaUe^jMarcJbfcald»Te,ludia  taf,  *Vv  ' ' 
t»to.£iappittértCimigmide8»Cer*,7f£Mip*treidirt  * ' 


Femori  in  co,»p.ilsione  lonunuo  a cainbiarr.i.fumrt. 

fttfz.Lat.aflu}j:ruor,afcrurnJod.tta,f:gniliiagra»ca- 
lore  Da  u.Com’'lRamarro  ottola  g'anFetfa  De  ili 
nicular  ca  gundo [epe Folgore pare,lt  lama  tra:er,a. 

Cuocere, «Jr  Coi  crtMtl.krtrr,ardcrt,  &ioqUi  re.ual  abbru  jjj 
ciare,ofioitareptT.  Che’ riiordarmt  tace,  ibetui 
cuoiano  il  cor  in  ghiaccio,  e’tt  foto  idcfla'dono.B  oc.  Et 
fentinlomi cuocere idefi  fiottare. .4  cuocere  commeii  U 
gru  ideila  cucinare,  eyalleflare.  Che  tanto  fi  mi  cote 
tdefi  abbrucia , tormenta.  Il  fuoco  noi  cuocerà  ideH 

non  tahbrucierà.  I Rauiuoli , & cuocerli  in  brodo  i cap 
poniul  Rcoiinarli.Cuminiii a cuocerlo  con  una  caudtU 
accefa  iifl  a fcottarlo. 


Aere 

^ £ R E. 


ELEMENTI  Aere  Hi 

rt.Thdornau/PerdiàJ>aprri,Tole,TM,  Tidem^oitS 
ttelle,  RMfiffutoli,  Spjrmeri,  SmerigU,SumJ>tamif 
Ere,&  htìi.lMMr.Cinnonefiia  Dea,»t  Ter^oUiylHle^figmtoli^ptipe^ejpe^eiiatfre. 

dii  Jf  g.Aurifìti,  f'ento,Tiu>m,Balem,  Vccello.Z«r.dinf,^ alts itis^olMcns;  ér  Omuiboa la uu 

'H;be,y{uMoù,7{i-mbi,  ycccUi,t^am-  alleria^aaefimunfctnogUucuUi.lfttEtjiuCyiul 
matiaerci.  che  pu  per  [aer  foggiajSaqula, Hoc,  CUycceUifu 

Aria- Aun.mafi.pro  lo  elemtie.Lat^er  per gùamù  rana  caatamlo  piaceuoli  Merfi . S’odoao  gli 

caliJupuer,xtlH-r^lhcra,fpintkì  ,uen  y cetili  càtare.Siiàini'odem>gli  yccelletU  càtare.Vari 

tus^tuspnodicMS,  anima  ,&eli  ^er  ommitm  rerum , dogli  dx  fojfe  un  nuoua  y cuUone,  B i m./  uagjn  uccet- 

tà-  mprborum  caufa.  Hippocrates.  P i 7.felice.FredJo,  Uuolando. 

Fofco,Graiie,Crauato,  Fuggo dal mioTiauo Dolce ^er  yccclkre.Lal.aHCUpariconfe3ari/putrere,lunari,aiiesca  997 
Thofeo.  Rompenio  co  i Jbfpir  P^er  daprejio.  Et  premio  ptre.B  o c.  fpFdeua  il  tipo  m uueUart,  & cacciare . £t 

allbor  del  uoSlr^cr  conforto.  Et  fui  tuccel  che  piu  per  poi  co»  lei  lungamenlc  in  pace,  & m confolauone  uccel- 

[aer  poggia-Tanta dolcezza  bauea  pien  [.Aere'luen^  lè al lufignuoh.&quiui quando poteua uccellando,  tir 

to . Tiaiiger  P.4.rU  terra , e'I  mar  dourebbe.  Gir  per  quando  jta  per  beffdre,o  ingannare.  LatÀertdere,dectpe 
C.Aer  ferino  Pelle  erranti.  Tls  dopo  pioggia  uidìleelt-  re.Lequahlpepe  uoltepaentre  altrui  ficredonouiielU- 

P'urco  Ver  r^erem  color  tanti  uartarji.Boc,  Medi  Fin  rejlopoilfattofePaltruieper  Pati  uccellali  eonojioita 
dtce.Duu.Sichepareache  l'.Aerne  temefie.  Cb'iuidtp  Ella,ch‘auedutasera  del  guatare  éeoPui;  per  uccel- 
quell'.Acr  gropo.eit  fcuro.M'andaua  io  peri  .Aere  ama  larlo,aUuna  uoltaguataua  lui,  alcuno  jbjpiretto  gittan- 

ro,&fozzp . Qjiand'io  fentì  da  prima  l‘.Aer  Tbojeo.  do.  “Np  accorgendo^  che  egli  era  uccellato,  uedi  l'indice, 

.Aere  per  lo  afpettouedi  a iqzo.  Btu.Tafianuuccellando. 

ATÌa,feme.Pit..Ariademieifolpircalda,e!rferena.  De  AugeIlo.P’«.7'ro.t«.aiur.P  1 r.  Che  fon  fatto  un  ^ugel 
legami,th'io  portole  .Aria  fofea  Contende  a gii  etciii  notturnoallòle.Etcome  .Augello  mramo,Ouementc- 
tuoi,L'aria,ò‘  t acqua  la  terra  è itamor  piena.L‘ber-  me,  un  piu  follo  i colto.  0 come  nouo  .Augello  al  uijio  in 

ba  piu  Merde, & I Stria  piu  fcrena . Quant'.Aria  dal  bel  ramo. Et  le  fiere, & gii  .Augelli  il  fonno  ap'rena.  1 1 citar 

uilòmidipariej.fpatio.Boe.EtppigUareun  poco  òìjd-  m>uo,e'l  piangerde  gli  .Augelli.He  tanti  .Augelli  atber- 

riaa.pefeo.L’.Arta  piena  di  hiikoìì.Da  u.Faccuan  un  tu  gan  f i bofchuSe  lamentar  d'.Augellt.Egb  .Augelletti  in 

multo^qual t'aggira  Sempre’»  quel  .Aria  fenza  tempo  cominciar lor  uerfi.  Da  n .Et  come  .Augelli funi  di  riuie 

tinta.Ec  quando  figmpcaloajpetto  .uedia  iqio.&per  ra.Qualdiuerrebbe  Cioueii'egb  & Marte  Foffer.Augel 
lojfatioaij9j.  li , & cambiafferfipeune.  Come l’.Augello tra tamace 

Auta,ueatolòaue,fiedi  pitto  ad  Eolo  dio  de  Meliti  a 1 11.  frondeTanto  ,chegli.AugtUettiperle  cime  Lafciaffer 

Ori,in  uece  di  .Aura  al  detto  luogo.  i operar  ogni  lor  aru.'Ugouo  .Augelletto  due,otre  ajpet 

Vento, congii fuoi  Epitbeli , & deriuatt.  uedi  ad  Eolo  pto  UJMatmcula.ueé  y cullo. 

Dioa  ut.  Augà.PiT.EtlefrondiAÌrgli  .Augeilagnarfi.&Cacque. 

Tuonì-uedifottodiGiouefuo  Dioaqqi.  O a a.Comegli.Augeijcbeuemanlu^ilHilo. 

'Nuhe.Tiuuolo,TlubilofoJtipmbo,uedi  fitto  t demento  del  penmdel  uccello,Lat.peuaretplumaltuior.9*  r.Sfgtàm 
l’acquaa  toiy.  moilfuo»  de  le  purpuruTenne.E  quePo'lnido  ; m ebe 

y C C E L L I.  lanuaTbemceMifeCauratcASrlepurpureeTennefoue 

\cce\\i,.Augelli,(p-  Uugei,  Tenne, Vmme,.Ali,  .Artigli,  le  Tenne  ufate  Mutai  pertcmpo,et  le  mie  prime  labbia. 

yngbiom,Becco,RuPro,CreUa,l  ogorofi  Ladro  J' do  Jda  E gli  hebbeoccbi'al  neder,al  uolar  Tenne.E  pur  come  in 

gmiyUalare, cantare  garrire.  teUetto  hauepe,^  Tenne.  Mi  darà  Tenne  a gmfa  di  coi- 

pp6  Vcccllì  didicttti.L'.Aquila  a Gioue.il  Colombo  a yenerefit  lomba.Bo  cj^napenna  della  coda  cTunTapagallo.  Ha- 

Cornaccbia  a Minrrua.il  Corno  a Tbebo.  il  Callo  a Mer  uendolo  unto  di  mele,et  empiutolo  é pipra  dt  matta  Ten 

curio.il  Vauone  a Giunone.  Il  Vico  a Marte. d TipiPrello  na.Le  penne  del  Falcone.yna  delle  Tenne  dell'angelo  Ca 
a Troferpina.  brkUo.CupudoTennutoperlo  mondo  uolante.f  i.t<rpla 

QjieUicbe  fi  fino  trasformati  in  y cerili  .Epieoin  Smergo,  pennadafcriuere,uediaioq.etpenafladogliaa  ijii 

uedi  Jtis  conuerfi  tn  Fagiano.  Menane  in  y cerilo  cofi  no.  Impennare  Jjit.pmnas  addere,uel  immittere.P  > r..Amor,  ^ 

minatoTitone  marito  dell  .Aurora  in  Cicala.  TereoRe  cb'a  fuoi  le  putnie,e  icori  impernia.  O * u.Cbinon  iim 

di  Dauila  manto  di  Trogne  conuerfi  in  ypupa  uccello,  pcnnaficbelafuuduti.  a uSecomotu  ebeper  lui  pm 

uedi  a luoghi  loro.  ftraliimpenni. 

ycce\\i,'Hotturni,’.Allocco,Lafciuolo,Ciuetta,'Fipttola,  Spenmcchiite,ftT.&tarcehaueanfii7;^to  jl  quel 
Cuffo,Tipiflrello,yipiflrcÙo,Cuculo/iedta  1811.  proteruo,&  Spennaccbiatel’aUa.leuatelepame. 

\cccl\i,tiranimaliaereia.Alciotti,.Aquile,.Agugbr,.An-  Veanzti,fono gli uculU pennuti. Lat.pamates.B  oc. Che 
ghtor»i,.Anitre,.Allodole,.AjìoriJ(uoltoi,adpi,  Colobi,  io  uiéuolare  i Tetmati^oja  incredibile  a chinongU  ha- 

Corui,Coiiimici,Cigni,Cucculi,Calandre,Capj)oni,Ceìti,  uefieueduti.Sono  ancho  inflromemi  dapotarìemti. 

Comici,Chioceia,Cornacchie,Cieogne,Cicale,Fenice,  Fai  Pennoacello.lat.peniculum,uel p.  mcilliim,peniculuss& 
coai,Fagiani,Farfalle,  Calli, Cheppi,Cufp,Cbiandaìe,  pemciUus.è unpermeUo dipennafidipiuma,odiftmiial . 
Graccbir,Cru,Cirifa  Ubi.  Harpie,Hiiidtne,LufignoliJjc  tra  copi  fattoSne  fi  pone  in  capo  delle  lande  ,cjrm  altri 

garini, Lucciole , Mofiardi , Mofthe, Mulacchie, "Hibbi,  fimili luoghi eleuati^be dal uento è fempre nu>lfo.B oc. 

‘Hottole,Oche,TapagaUi,Tauoni,Tagolm,Titehi,Tapt  Et  quel  fatto  auiiuppare  mnuTftécelioé  lancia  coma 


Aere  ELEMENTI  Aere 

di  ad  uno  de  fuoifamigUari  che  ne  portalfe.  na  uoUa  fi  piglia  per  la  boccali  per  U Ha  t « della  nane. 

Tium2,Lat.pluma,èlapeanaminutadel{uccello.  P • r,  ¥i-t.('ol(em[eJtefiailaecco,^afifdegnÒdo.B  o c.Le 
Sdjtella  Vhemce  da  [aurata  Vmma.  L'altro  couerto  tPa»  penned  pieé^'l  Becco  gli  fecegitcar  dauanti . Vna  nera 

tuorofe  Tiume.  L’effer  couerto  poi  di  bianche  TiumeMa  Merla  Jaquak  mouendo  col  Becco  rofio  modi  piaceuoti 

fiampar  noi  patria  ale  ne  Tiume . Ma  nonho  comete  da  cantare.Px.Sotto  il  Becco  della  proda  della  nane. 
ttolarTmme.^  meta:per  liletti  La^olart'lfouno^Co  Beccare,Lat.uefii,pafii.è  quando  le  galline,  o altri  uccelli 
thjèTiume.  Aai.Cóctrouaie  hauel}e,oTtume,opagUa.  màguno  da  f lor, Imbeccare  è ponere  il  cibo  caule  mani 

\itmì,Lat. pinne  maioreSifiono  le  penne  maefire  deWaUs  dentro  dalbeccodeeolombtfi  adaltri  uccelli.  Imboccare 

lequali  fono  dopo  le  prime  cl)  alcuni  le  adm-àdanocoltel-  i poi  quando  fi  mette  il  cibo  m bocca  a fanciulli  fi  a uec- 

lifi  ^Hihium.  Pi  t.Si  ch'ai  mio  nolo  l ira  adoppii  l'àni,  cm,et  impotéii.Bo  c Meniamo  una  di  quelle  papere  fit  io 

D A N-.Si  cheCeruia  rieuopre  fuoi P'anm.  A a t.  Mada  ledaròbeccarea.màgure.TunófaiouceUe  t'imbeccano 
tergo  [ adugna,e  balte  it'anni,  .Accio  non  fe le uolga,  e Rimbeccare, et  Ribeccare,p  cótraflare  col  becco  uedia. 591, 
nontatp^nni.La  fama  del  mio  ftngue  jpiega  i yamu.  Artigli,  Latjmgutsjl  [unghie  de  piedi  de  gli  ycceUiet  me 

ffp  Aìl,Mle,& .Ali. Lat  ala  Pfx. Miilepatchochielie  a Dio  la.per legami, che flrmgono.P  i T.Tàtoprouatobauea’l 

quel[.Ali . yaga  J ir  feco  aperfe  ambedue  [.A  le.  Che  ,0  tuo  fiero  .Ariigao,B  o c.  Hauendo  riinejfa  la  colomba  m 

fieibatte[aliTertornar  a[antuofkoricetto.& delfino  fra  gU  .Arttgb  de  fpietati'Nfibbi.  Da  K.ttpoidifiefei 
lume  in  cima,Chi  uolar  penfa  ladarnajpiega  [Mie . Che  difpietaii  .Ariigli..Ale  hanno  late,colli,&  uiji  humam, 

fuggendo  .Ale  non  glutei  a le  piante.  ìopenfaua  affai  de-  Tur  1 on  .Ariig/ifparlando  deltHarpie.) 

firoeffer  fuVMUr.Sen^aleuarmi  a uolo  hauendiu  l -tle,  Crcna,Lat.iritla.O  * u.Et  fi  giiigono  al  luogo  de  la  Cre 
Sìuando piu difiojè [Mbjpaiido.Battédo  l’-dU uerfiolau  Jia.Crefiuti galli , cy  marijca , rt jicm Lai  .jono le crefle 

reafro»de.Chefeltolefiie.Aliilmtocorteii>u:.Sii^t'cra  delculo . 

meglio  atgar  da  terra  [-ili.Dauolar  jòprif Ititi  gbha^  l.ogoro,Logroe&  Ladro-,  Lat.illecebraefcie.  è quel  fógno 
ueadat'.Ali.yotocon[.Alidepenficraì  cielo.Sopragli  del  pajlo, thè  fi  moflraal  fattone  per  farlo  feendere  quan 

bomen  hauea  jbl  due  grani  Mia . Et  pharetraelT  l’arco  doifu  [ab  ucU'aria.D  a «.Che  fenga  ueder  Logoro  fi  ue 

haueàfpegptMoM  quel  proteruo,ir^énacchute  [Mb.  telh.Cbocd-i  riuotgi al  Legoro,the gira  loRege  eterno 

hor  n'ha  diletto  il  ctìcflep  fino' -Alati  Corrieri.  Hoc.  tot  br  roteiiiagne.i.l'inuocatione,  & dimoflrauone,  che 

Volò  frngf.Ali.Dau  J'n  mouer  <f  .Ala.Si  die  pojia  fàlir  cija  Iddio  per  tirarci  al  cielo.ton  tanta  fretta , Che  con 

chi  ua  jeni^-AlatChe  pofiiate  mouer  [-Ala.  Come’l  fai-  maggiore  a Logoro  non  feende  Falcon,th' al  grido  del  pa, 

cS  ch'e  fleto  affai  fu  [-Abbotto  ciaficuna  ufciuà  due  gran  tronniponde.onde  logorare  ualpafcere , a turco  Lai,  0- 

i-AbQgantoficonueniuaa  tanto  uccellot-Alejevibia-  logorare  per  confiumare  piedi  a i6q. 

ron le lor gambe fnelle.ChinauaingiufoC.Ale.con[-ile  Rlgni,Lat.reticiUum.ifpetiedireteper  piglutre  uccelb, 
aperte  .[ .Ale  ioro.&  meta.  De  remi  facemmo  .Ale  d abaraneadetta.D  a u.Che  già  per  bii  carpir  fi  faURa 

folleuolo.Et  quanto  [occhio  mio  potea  orar  Ì-AUHtr  gna.p.  t uTefa  d’amor[inefiricabil  Ragna . yentimiU 

dal  finifìro,&  hor  dal  defiro  fianco.  B e u.Vab  accorte.  tra  ([Africa , & di  Spagna  Fur  eh' a Rinaldo  ufeir  fuor 

\olo,lM.uolatui,0- uolatura.Ptr. yolo Spedito,Largo,  de  laRagna. 
yltimo.nepenfierpotriagiamai  Seguir  fuo  yob fio  che  At2gne,ètlmedefimoch’iRagna.S  a h.  Aragneper  no- 
Unguafi  flile.Che  l’alma  trema  per  leuarfi  ayolo.Che  me  chiamauano.uedi  la  hiflorù  agxi.ep-è  anebo  nome 

figuendol  talher  leuÓmi  a yoio.  Et  queft una  uedremoal  proprio . 

Sjir/5  a y oU.  Alteramente  tè  leuato  a yolo.Congb  an-  Kete.f  ptgUtr  ucelU  Lat.  Tàther,Tantheraru  uedi  a } ; tf. 
gebiaue^io ai-tata  a yolo.  Sengaleuamttaygloha-  ècc\\\Ì\2,lat.è[uccellodedicato a Gioue.la  fua  noce  è clan- 
neni lai'ale.Si  tolte gb  eran  [abfi'lgirayolo.  Che  per  gerean peri  dice  Duu.Com'i  uié  calar  [uccel  di  Ctoue. 

fe  ftefit  fon  leuaii  a y olo.Seguimmo  ilfuon  de  le  purpu-  P 1 x.Tien  purgU  occhi  com' Aquila  in  quel  file.OrfidJi 

ree  penne.De  y clami  corfier  per  mille  fc^ie.  pi,Leon,Aquile,0-  Serpi.B  o c.  Come  ad  un  Aquila  ha 

\ol2r,Ptr.Ijtt  llyolarfi’lfiiggirdclgranpianeta.Tan  uer  uinta  una  Colomba.  D a u.Che  foura  gU  altri  com' 

to  fortuna  con  pm  uifco  intrica  II  mtoyolar  che  girmi  Aquila  nel  del  con  penne  d'oro.  Et  riguardar  nel  fole 

fece  errando.  Aquila  fi  nengU  tàffiffe  un  quanto.  Tofeia  che  CoHaa* 

i 00  Volar.tif.P  • rJempUcetta  Farfalla  4 lume  auegga  yo  tin  l’Aquila  uolfe  Contrai  corfo  del  del  che  U feguio. 

lar  ne  gUocchi  altrui  per  fua  uagbe^^e.  Mai  non  polna  VAguglia  che  lafdi  le  penne  d'oro.  H a t.CeiermimfhrO 

notar  penna  d’ingegno.  Et  ueggh  andar,  augi  uolar  il  del  fulmineo  flrale  (intendendo  [Aquila  che  da  poetie 

tempo.  Et  borjoit'aojua , 0-  hor  alto  uotare.  yolocon  finta  portare  i folgori  é Cioue.fyedi  Tbnio. 

Valide  penfier’ aldeU.Toiuolò  fuor  de  la  uedutamia.  Agugliata  vece  AquUausòDAu.Cagugbauidifixn- 
CbeuoUa[horcpgiorHi,&gbanaifiimefi.Terfarbal  der  gitine  l’arca.tii  farà  tutto  tempo  finga  redaL’Ai 

tergo  cieluolaudoir  uiui.  T orni  uoLando  al  fuo  lieto  fogm  gugba  che  tafciò  le  penne  al  carro.  'Hpnfu  Utente  U fa* 

giorno  fuggir  uoUndo,&  eorr,r  AtaUma,  Et  chef  uhi  ta  intéttone  De  VAgugba  di  Chrilìo,  et[Agugbe  itelo 

toalcifl  uoUfli  poi.  Vafii  quafi  una  fella  chea  def  uole.  ro  Sourefio  in  utfla  al  utio  fi  muuienofit  fifiener  lo  paga 

B o c.  Ordì  aW/aiice.  go  Del  uiUan  d AgugUonJ^-  quello  fu  un  Meffer  Balio 

SuoUggarefi sbatter  [ab,come  quando  fi  uoU.  Lat.  mepte  dAgugboaecafli^.  ' 

MoUre.  D A K. iluellc  fuotla^ua  fi,  thè  tre  uentiSi  Alàonc,0-ceice.Lat.Alciaie,&  Ceycu.uccelli  mariti- 
mouean  d’etto.  mi.  Pi  t.  Attiene  e Ceicein  riua  al  mare  farli  loruidi  4 

Becco,Lat.tofirumjj3usxloTiggpdel[f'tcelU^altU-  piufoauiuemLuedilhifloruiaóqi, 

^ , AuoUoio. 


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» - • 


Aere  ' ELEMENTI  Acre  ij6 

Aao\toio,lMMMUur&uuUur^ 

i««/pj_re,Boc.6' galiiMjie haipnicm-A.  « i.CofidrapMc'Hib‘0 furar  .o<-4 
tirltmt^u(dtoto.fu.^iimahrmrttcbtf,gcmLUml  jMideilnttferopuUiHprelfoakibmua.  ^ ^ 
tcoaUacarogna.EtCacrcnoufinmpièdnami^uol-  Coturnice  ut  alio  ahmvHo  maggiore  dcUa  quaglia 

rT’  dclU  starnaci  ha, Irofiroé  Star  rojji,  jJ.  iLrmZ 

BO  c.Er  gra.0rtygf0.Au  i.lA  Stame, é Eagiam.di  Coturmti. 
IMlodoUtmt  anttChumariecetberecolcotocommita-  C3Ìlf\iri.Ut.acredMla.adonfi  c c.ym  Calarti, a Ph 
rama  riprendere  tlcielo.  A «.D  * n.  iìual  Moietta  s a u.Cantauano  le  Calandre. 
cbmaeteìirpatuTrimacantanioa; pettate  tontema.  C\cogna.Lat.cuoniafclargus.queSìa  dagliEgntifuado 
Api,//  tbofto  <Lu  Tectbielat.  ape,  ucl  apis  quafiftne  fede  rata  per  Dio.  B o c.Ilqual  per fo  freddo  pareva  dtuenu- 


quia  fine  pedibvs  naf  :i  dicuntur,  tefle  v i • . Trunca  pe- 
dum  prtmerum  la  fua  unte  a fujiurare,  bombilare.T.api 
fuluTranti,&melifluc.D  A u.Sicomefluéo  in  .Ape  Di 
farlor  mele. ma  .Api  frana  meglto.Si  come  fehiera  dM 
pi. thè  l'mfrora  Frut  fiata.&  una  fi  ritorna  Là , dove  fuo 
laiioro  smfapora.S  a n-NT  credo antbora.the  le  fufurrà 


to  una  Ctcogna.lo  fcolare  caumello  per  lo  freddo  quaft 
Cicogna  éuenutofi  forte  battcua  identi.Folandouidero 
venire  fette  biaiitbifrimi  ugni . & altre  tante  cicogne. 
A «.Da  nJiattendo  ideati  a giiifa  di  Cicogna.  Etqual 
ilCicogmn.cbe  lena  [aia  Ver  uoglia  é volar  da  fua  uoce 
eglotorare. 


<1  - - — ■ — — w™. M.  egtaiorare. 

"ym  • tener, ^n. Umifere  Cappone, Zjt.wpw,  & capo.  B o c . Fn graffo  Cappone. 

.Api  dentro  a i loro taui la  ciarono  imoerfettn  orrtre  In  n... .....ir. ,.n:  i ‘‘ 


.Api  dentro  ailorofaiiilafciarono  imperfetto  perire  lo 
incomincialo mele.y  i u.nel  q.della  Ccorgica  tratta  la 
natura  del,’ A pi. 

Amtxz,lat.atui.la  fua  voce  itritmare.S  a k.  Similmente 
de  Eagiani.de!ie  Tortore.delle  Colbbe.  delle  fluuiali  Ani 
tre, a- degli  altri  uccelli. A t i.  Qjial  buon  Afrur  che 
V Anitra.  Anera  dicono  ! Lombardi. 

AdoTC,Lat.accipiter.A  u i.QualbhonAfror .che [Ani. 
tra,o[ateeggix  Starna,  o colombo,  o fimi[  altro  augello 
Fewrfi  III  cantra  di  lontano  ucggia;Uua  la  icfla.eli  fa 
lieto  c^  belto;Quido  fi  iiuol  deìe  calde  interiora,  ibe  fai 
100?  con.ncbeAjlorrelìifatollo. 

Coiotnba.Lat.columba  & periflrotrophium , & perifte- 
reonfra  colombara,eir  Tipiomifrl  pmione/)  piccione,  e de 


Due  graffi  Cappotti  lefji.T  re  paia  di  Cappoiu  buomgrcf 
pATgraffu 

C icala,/^r.(/o»/it.^  Cr.eilxtaa.  Titone  marito  de  [Ah 
Tura  dopola  ellrema  ueuhicg^fi  conuertì  in  Cicalajie 
dtadtffoTitone apio.B o e.r.e altrotode.cbe le  Cicale 
f ù pereti  olmi. Efi'endo  già  di  cantare  le  cicale  re  frate,  lo 
lo  faro  addormentare  al  tanto  delle  Cicaie.Cicale  Argu 
le,Efiiued\auche.lalua  uoce  if'ritimre.  S a k.  Et  per  gli 
ombrofi  rami  le  Argute  Cicale  (amando  fi  afr'attcauane 
folto  al grau caldo. A k i.Stafri  cbetoogntaugellua  [om 
tra  tnuUe  Salta  Cicala  col  noiolò  maro  Fra  i dtnfì  rami 
dclfronguto  HeloLe  ualli , (jr  monti  afiordare  il  mare,e 
tlcielo.  Coinè  apprefio  la  fera  racchetata  Ut  Cicaletta 
fta.f’bor  i ode  fola. Di  Cicale  Scoppiale  tmagine  hanno. 


.li..,,  . tr.....  ir  ‘ ^ .rr l•‘•n■  roaeiuui.ui  cicale  scoppiale  rmagme  Danno. 

^ Cc,àizxctnci\A.CodarquafoU.C^cciucUAutratola.o 

’^‘»M'^<-”>«‘‘^‘i»A,epicciokuccelUc^^ 
^“'^àrl^-l^^odalunga.g/dicommuokmcuc&con 

C olomhipna  come  galli  trionfi . t,. . , ru.  c ./.£  , ... 


Colombiana  come gallitrionfi . 

Cigno, lat.cycnus.cT cygnuiJx>lorris,& olor.P  t i.  On- 
èfioprefi  col  fuon  colori  un  Cigno.Boe.Fiden  uemrefet 
te  bianilxjiimi  CigniSn  x.Et  al  bianco  Cigno  nò  giouaua 
babtiare  nelle  tumide  acque  p guardar  fi  dal  fuoco  temen 
dadelcafodtVhaonte.Bi  u.Fedcrpjreua un  Cigno. 

Corno,  e Corbo.la.coruus,i  dedicato  a Tbebo.lafua  uoce 
i crocitare,o  plocitare.Lat.cncum  u\ ui.lluiuace  Coruo 
PiT.  Qual  deliro  Coruo,  o qual  manca  Cornice  Boc.I 


pina  ap  ai  nolo, 9 i x.CheFalcond'ahoa  fua  preda  uo, 
landò  ttuc.Ccndiioocthiiniefratihe  parcuanoitmEal 
cene  VcUegnno.F  u Falcon  miglior  del  mondo . Tfpn  at- 
trinaimi  li  falcon  tratto  il  capello  fi  nfà  tutto.Vortò  cer 
li  f atconipelligrlmalSoldano.FalcomeredelRe.  Dak. 
Come'l  Falcon  ch'i fiato  afsat  fu  [ah  Che  fenga  ueder 
Logoro/)  utullo  fa  dir  al  fole  ouier  cime  tu  tali  Difende 
kfSo.  Cefi  ne  pofe  al  fendo  Cenone . Logoro , e quello  con 
chifiehuma  ilFakone,uedt  a loot. 


. c,  r ■ È , U..U.I  t,j,jiu,umaiirauone,uecuan 

ruoe\uor^l\n\'^l^^^^  ^^"'^^t&Thenice.Lat.phcrnix.P,^.Fnaf}ranaThemce 

trSlue^JT^u-  /,««,*,.  ambedue  [al,  D, porpora  ueflita.  Sl«efla  Tbenice  da 

“'“j’ ^ • l-^tratapiuma  .Equefro ,ln,do;mthe  k mia  Vhemee 

L^?Ì7nA  ~^pl«^»„4r//f/;,cc.£,««c%raÌATfc«,ccaf«4. 

••oUntemolto.V^uiifiglioàTcreoìmucrpimVagut 
CoZclTtotnut  ’C,  r-nun  »o.uediaVb,lomcna.s  a%. l froib,  Fagutn,  fU  toro  L 

T/iCor^eclZ'^^^^^^^^  ne  faceuano  fruente  per  uérUk^ 

CnccxtìojiCucealucrrllJ’^V'^*  I i r '’^'^^srroiei i ragnnanunti.A  A i.  Horcoii  fagaci  carni 

ceTcueukre  f «o«//r»o.^f.  /a//w  uo  ragion  folli  Con  fìrepfro  ufar  fan  di  Sloppic/t  uepn. 

Jtruf  l ^ ^ C»»  A l^ir{MA.Lat.pyraufla.irix.Seniphcetta  Farfal^l  tu- 
fiCufoh^ommé  A Al. Tenendo  bafeCaU  come  d meaucTga.  mpucettaearjaiia  a,  ih 

Hccoue  4.100J.  2-mitixAibe  il  pm  vola  di  notte , gfr piu  regHa  ne  luoghi 


100J[ 


Aere  ELEMENTI  Acre 

luUofi  & pitduloft.  Ut.  cuUx.'B  o r.,nel  L A.  La  mal-  UqualemouUo  il  betcorojfo  in  modi  piacenotié  tàtare, 
ut^ia.tìr  perfida  Zarrtara  turbatricedelripojò.Tercio  Mo{che^afiiditfeXat.mufca,&  cynomea.la  mofca  tagm 
thè  diceua  la  Zanzara  m [ho  dijpetto  andare  ^folaodo,  na.Boc.S en^a  ah  una  Mofca  unarono.Tiu  leggudm, 

O’apojlaHdolanottediguaJiarledjkobelmfoamorofo.  &ptupulHo  thè  una  Mofca  . villa  quale  leMojihe^ 

Da  k.  Come  la  mofca  cede  a la  Zanzara.  Tafani  dauanogranéfimia  nota. Da  u. quando  morfi 

G riphon.  Lal.grypbcs.  Dan.  f'enuta  prima  tra'l  Gnpbo  Da  pulci  fon^a  Mofche,  o tafam.  Qi^ndo  la  Mafia  ce- 

ne & efio . vtl  petto  del  Gnpbon  fecomenariai.  A>  i.  de  a la  Zanzara . 

eh' una  giumenta  generò  d'un  Grifo.  Mulaccic,Lj/.  auei  comicum genere,  fon  uccelli  come  cor 

lOCXS  Gr2Cch\i,LJt.corni.r.lacornacilHa.T.  Belaua  al  !upo,a  la  nacchie, che  alcuni  U chiamano  mulacihe.  At>  i.  Giua- 

uolpe^a la  Gracclm.Cormce^cdi a 1467.  no  Corni, et  amdi  viuoltort  Mulacchie uarij augelli.E  le 

C TìcchiiTC.Ul  Jlridcrc.  ual gridare  come  la  Gracchia.  MuLcihie,egli  altri  uanf  augelli. 

A»  ì.SoldtHtroinu.infelibejlemmia,egracthia.&  Nihbio,Lat.mituus,&nuluius ,ò uccello BapaceJa  fua 
ìportuno  augello,!  Iqual  da  it  et  ti,  e da  le fròde  graubte.  noce  ètipire.Bo  c.D  ’kauerti  a modo  d’un  iqpbbio  lafiia 

G'mfi\co.Utfalco.A%j.utapmleggiero,Che‘lCirifalco,  toadifcare,et  pigliare  alle  bHfeahie.l.A.Hauendogiari 

a cui  Iteua  il  capello  il  maflro  a tépo.e  fa  ueder  l'augello.  m.  (fa  la  fmiphcetta  colomba  miragli  ufati  artigli  de  dim 

Gbiandaii;Ut.'Pica,iuccellochemagia  leghiandi.Bne.  fpietati'ìqjbbi  Ph.  A « i.  Rapace T^bbio. 

una  Ghiandaia,che  pigolando  nolana.  Ph.  Et  fubitoan-  tdottola,LalJio(}ua  ilaCiuetta.T  li  fmnolenti  Ghiri  loot 

chora  poi  alla  fpofa  Tlnlologia  appo  lei  afiijà  ruppe  fuora  Cieche  'tignole. Sa  k.  Ma  mefie  Strip, gj- importune 

del  megp  diuno  fiorito  cefpugho  di  purpure  l'iole  una  di 

uarii  colori  piena  Ghiandaia, con  ainimratuBe,tal  quale  Oca,  Lat.  anfcr,Oca  yigilanic.Sagace.Vcnr.ma,  & Biartm 
gli  Egittianiuidcroufcirc  diurna  pietra  il  martioTico  ca.B  o c.Etdauafiun‘Ocaaldanaio,&unpapcrogitin 
f magico fufurare del faggioTianeo.ueiUaTico a 1009.  ta.yàalponte  ail'Oca,SA  s.  Chi ci cdcrtbbe pofiibtle , 

GiWo.Lat.Cr  alei.tis.deécatoa  Mercurùt.yigUe.Mattuti  chela  fugace  Oca  fiìlecita  pale fatrice  delle  notturne  fro- 

no.vCitdacifiimo.Cantante.Crellato.  et  B oc.  Il  yigilàte  é no  fapeiia  la  fua  noce  i gracidare, 'et  ambo  delle  rane. 

Gallo  bauea  le  prime  bore  carnate.. \ u.  yn  Gallo  bafla  PcIicaiiOi/.d(.  figurato  per  Chriflo.QjieJlo  è un  uccello  in 
affai  bene  a dicci galline.Come  Galli  tronfi , con  lacrejia  Egitto,ilqual  col  proprio  fangue  refufiita  1 morti  figlino 

leuata,pettoruti.%A  n.  Mattutiao.et  enfiato  Gallo.L'yc  li  Dicefi  ch'i  figliuoli  del  Tclicano , poi  che'l  padre  gli  ha 

cello  efcubitore  col  fico  c.into  hauea  dato  fegnali  del  uen  nodriti,infurgono  cétra  lui,&cfio  diftnJidojì  gb  uccide, 

turo  giorno.  A h . V i > . Excubitorq;  diem  cantu  patefa  & dopo  mojfo  a pietà  col  becco  fiferifce  il  petto,&  fpar- 

cerat  alas  La  fua  uoce  è cucurtre;et  gractUare , et  pipire  tendo  il  fangue  [opra  quelli  li  refufiita  ,ar  per  queflo  egli 

delle  galline.  è figurato  per  Cbrifio.&  però  dice  il  nofiro  Dan.  £>jie- 

C TÙ,è  indeclinabile  mafc.etfem.la  fua  uoce  i gruire.  Lat.  fio  è colui  ,cbe  giacque  fopra  al  petto  del  nofiroTelicano; 

grues,et  ami  Talamedts , et  uipio,  nis,  è la  picciolagri.  & quefio  fue  Di  fu  la  croce  al  gride  ufficio  eletto  (par- 

B o c.  yeiute  fopra  la  riua  ben  da  dieci  Gru,  Si  come  la  lido  de  Giouau.  Euigilifia)relicanopejce  uedi  aiopz. 

Gru  fotto'l falcone . Signor  mio  le  Gru  non  hanno  fe  non  Papz^ììlo fijt.pfitacus,Loquace.Signorile.yerde,etBoc. 
unacofcia.A  « t.  L'oéa,efuggeellapiuche  Grufalco  unoIndiano’Pap.Pn.ynapénadeUacodaiuTapagallo, 
ne.Comefuol  far  la  peregrina  Grue.  Dau.  Cornei  Gru  Pici, Lat.Tiero  dalla  città  éTella  hebbe  none  figliuole  ,et  **9 
uaa  cantando  lor  lai  facendo  in  aer  di  fe  lunga  riga,Cofi  ueramente  erudite  in  molti  arti , Ma  p la  gloria  di  quelle 

Sak.uù  Criia. Lacauta  Grua  uediaJexcubiea  1161.  tàtofupbr,che niente fitmauà  lemufi-,et ppirncuanoatm 

G \x(o,uccello  notturno,urdi  a 1 8 1 1 . tecedcrle  in  ogni  cofa,'najSime  net  cito  , ne  fi  cétennono, 

Hirundinit  aiedi  a Rondinella  aioii.  chenoandaffcnoinTarnafoaritrouarleappreffoilfon- 

Hìrpii:,ueé  fitto  Saturno  ad  vduaritia  a gi8.  te  Vegafeo,ir  quiui  co  uillane  parole  le  .puoca^eno  a ci 

Lu{ignao\o,yfigniuolo.Rofcigniuolo,  & 'Pbilomena,uedi  lare  Fu  data  la  comifìione  a Calliope  fiaquale  di  grò  lun- 

a Roftgnmalo  a ioti.  galeuinfe,&couertilleinTtthe.Quefioèuccellog.irru 

• 007  Lugarìno.o  Luchenno.Lat.  Ligurinus;  e uccello  uerde,  co  lo,&  facilmente  appara  il  parlare  huniano.  Tica  m La- 

alcune  macchie  nere, et  èalqto  piu  picciolo  del  cardello.  tino  ftgnifiiaGbiàdaia,&  ani  bora  la  Gazza:  Ma  quella 

Lucciole  finanimaletti  itoti,ebe  nolano  di  notte,  & luce.  chiama  Tlmio  nel  libMelta  hifioria  naturaleTica  cauda 

no,&  è detto  Lucciole  quafi  lucerne , greci  le  nominano  ta  pche  ha  luga  coda;che  ah  uni  la  chiamano  Regaxzafi 

lampyrideidaltmpj,ihcfignificalume Lat.nodiJuaici-  GazzuoLt,et però  Dcti.uolendo  inuocarnel  (ito  càtare 
cindelUitli!  nitcdula,fedmale  D A u.  Comelamofcace-  Calliope  dice.Ma  qui  la  morta  poefia  rifurga  0 fanieMu 

deala  Zairzqra,yede UicciolegiùperUuallea.SA  u.  fe,poi  cheuofirofono,Etqui  Calliope alquirofurga.Se- 
Chefperando  udir  piutmdi  le  Lucciole.  gmtando’  l mio  canto  con  quel fonojii  cut  le  Viche  nufe- 

Menone.  Memnon  fu  figliuolo  dcK  Aurora  oteijb  da  re  feniiro  Lo  colpo  tal, che  Jifperar  perdono. 

Achdle  alla  guerra  troiana,  & ardendefi  d fuo  corpo  fi  PicOcCt  lombardamente  Vigert^fi  7;coggp,e  uccello  poco 
condo  Cantica  conpie  ludi  ne  per  preghi  dclT Aurora  fi  cóm  maggiore  del  merlo  ^t  baie  unghie  potitela  buchi  ne  gli 

uertì  in  uccello,&  molti  altri  uccelli  ufiirono  di  quel  fuo  alberile  ini  fa  mdo^ue  di  formiche  et  d'altri  uermicel- 

to,i  quali  furono  chiamati  Stennouq.  ueéCbifioria  a Tt  lijat.picui  dedicato  a Martejondeil  B o c.d  Marth  Ti 

4 toneagia.  co.v i.Cbe nonni fifiaebbonoaggrappati  ìTicchi  .uedi 

ÌAnlo,  Lat.  merula.  P a r.  Et  già  di  là  dal  rio  paffatoe’l  la  fua  fitria  a Tito  figho  di  Saturno  a 6q7.nl  luogo  fito. 
Merlo.Bo  c.  nel  fu,  ynnert^imo  Merlo . yna  Merla,  Piperò, Lat.pullus  anjèris  ,eCOea  giouane.B  oc,  Mt  ha- 


Aere 


ELEMENTI 


Acre  1J7 

■meapua'OcaaldjuMo^unTaperùpunta.'ìisiileiiol-  lo Sparuiere era  cotarM  da 'Hicofirau  tenuto  earo,& 

te  mumtur  per  nome , tna  difie  ,cUefi  chiatnano  Tapere.  jàoUolo , qiufi  in  man  fé  lo  uolc/ie  leuare,  prefolo  per  gli 

fate  ibe  noi  ce  ne  meniamo  una  la  ai  di  quelle  Tapere . geli,  ai  muro  d perca ffe,&  uccifclo.  Dan.  Ma  l’altro  fu 

Teliti  uccello  nero,  altrimenti  detta  mulacchia,  graia,  dr  bea  Sparuier  grifagno. 

taccola  ,&  inette  di  Corno  pUciolo.LatMoneduia.  Dan.  Sciorinare,  & Sdorare  fi  dice  quando  loSparuiereua  in  al-  loi  a 
Le  Tole  infume  al  cominciar  del  giorno.  to,  èrma  cura, ru  dell'uccello , ne  d'altro,  cofi  detto  da 

T>ollo.  Lat.puUus,  lopoUaflro.  B o c.  Lepecore,le  capre,  i fciorre,idclì  fciogbere,percbe  fi  fdcg!u,èr  libera  dal  pam 

porci , I Tolti . .Affettati  alle  ricche  tauole,  o Tolti  o altra  drone.  D a te.S'alcun  fenef  cioròuadell  efde  fuori,  s'in- 

cofa  ibe  ui  rechi  donanti.  T h.  tende  ancho  tf  ogn  altra  cofa . 

pulón. Lat.pullusgaltiuaceui.  Ak  l.CofiU  rapaceTljb-  Smetig\io.Lat.^etus,etbu,mfui.iuccetl»  da  rapina, 
bio  furar  juole  11  mifero  Tulcin preffo  a la  Chioccia.  B o c^m  Smeriglio  leuarfi  & cercare  U cielo . 

loia  Tlffcte.  Lat.la  fua  noce i pipillare.i uccello biffuriofo,alcu  Storno.  Lat.Purnui. la  fuauoceipififlrare ,tr^are ,i 
ni  lo  dimandano  Zeleghe,&  ne  fono  per  tutto. Taffer  foli-  uccello  noto,  che  d piu  uola  m frotta  infoile  fchiere . onde 


ioti 


D A ìi.Et  come  gli  Stomeintporunt'aliti^lfreddo  tem 
po  a fchura  lunga  & piena  ,Cofi.S  m.  Quando  nel  frut 
tiferò  Mutuimo  le  folle  calerne  distomi  uolando  in  drap 
pedo  ractolti  fi  mojiram  a riguardanti  quafi  una  rotonda 
palla  nell' aria . 


torio  po!  i quafi  mguifa  d’un  merlo , & canta  bene,  & in 
rari  ùughi  fene  trouam  ,&non  conuerfano  con  niuii  al- 
tro uccello,  &fempre Jlanno  ne  luoghi fòlitart.onde  il  no- 
flro  P n.Tafier  mai  fobtario  in  alcun  Ulto  T^on  fu 
quando.  Lat.  pafSer  fohtanus . 

TPhdomenz,&TbilomeU.  Lat.èdRofignuolo.P  tr.  Et  Stami.  Lat.  cotunux  .ilapermee.  Atei. Qualhuon.A- 
garnr  Progne,& pianger Thilomena. uedi a Rofiignuo-  Jtorch'a  (Mnura,o  la  acceggiata  Starna,  o colom- 
lotoii.&lahifioriaaó^ó.  bo,o  fimil  altro  augello.  Distarne , di  Fagun,  di  Co- 

Trogne.  Lai.i  la  Rondiiullajicdi  difiipraa  Tbtlamena . turnice . 

TauonL'i  èr  Tigone,  dedicato  a Giunone.  Lat.pauo,^pa-  Tortore . Lat.  turiur  .eofi  detta  dal  canto  fino  ,la  fua  uo- 
uut.  B o c.  Giunone  pofii  a refficndenti  corrigli  occhiuti  ce  i gemire  i di  natura  foLtaria.  B o c.  Ter  cui 

uccellt.T  u.L'nbello&grafio  Pauone  pieno  di  uclenofi  la  Tortora  d fuo  mafehio  figuila . Fi.  Le  Tortorelle. 

fughi.Tu.  Si  mirano  non  altrimenti  che’ iTauone  le  fue  L a.  Ak  i.  0 qual  fi  lagna  Tortore , c'ha  perduta  la 

penne.  F i . Onde  pauoneggiare , o paganeggiare . i dilet-  compagna . 

tarfidi  farfi  iieder  in  pnbtico  ejfendo  uefiito  di  bei  panni  Terzuolo.  Lat.  accipiter.i  uccello  di  rapina.  Boc.f'fcir 
tnirandofi  a lormi,come  fa  d Tonane.  Q oc.  Con  le  cap-  del  piano  un  T ertolo  con  forte  noto.  T h. 

pe  leggiadre  & pontificali  pauoneggiar  con  effe  nelle  cbie  Tifini . Lat.  tabanis , èr  afilij.  Gr.  ceHri.  B oc.  .Al  quale 
feCj-neUepiaggct  .lauocedelTauonei  pupdlar.S  un.  le  mofche& Tafani  donano  grandifima  noia.  Mofib» 

Di  tanti  colori  dipinta,  quanti  nella  pom^fa  coda  del  fu-  & Tafani  m grandifiima  quantità^  abondami  .Dan.  * 

perbo  Tauone,  o nel  uleiiiale  arcofeneuedono  lunare . Quando  morfi  Da  pulci  firn  da  mofche  ,odaTafani . 

Tagolino,  i uccello  quafi  filmile  al  paffete;  ma  d fuo  becco,  Eftro . lat.  afilus.  & Gr.  aftrum.fouo  i Tafani  ,o  Tauani, 
onero  roftro  i come  un  neruo  fottile , ilqual  fi  allunga  nel  che  danno  punture  gannirne.  \ tu.  Cui  nomen  Mfido . 
tirare  ,& accorta  poinellafciare  a guifa,cbe  fanno  le  Ari.  EtlorpungeffedcoriamorofoEflro,idefiépu» 
Aringhe  ben  follili  & molli . Boc.(fehnon  erro)  io  tura  grane . 

baurò  prefòunoTagolino  per  lo  nafo,meta.uedif  Indice,  \pup3i.  Lat.TereoRedi  Danila  marito  di  Tromeonuerfò  lotj 
KoCigauoìo  .Lat.pbilomena,adon.& fidiceRufiignuo-  inf'pupa.uedilahifioriaaTbilomeiuaó^o.l'pup.iCri 

10.  Lufigniuolo . yfcigniuolo,  èf  Thilomena  Senne  Tlinio  fiuta.  Capelluto , & Coronata.  San.  Cantauano  ù Me-  , 

che'l  Rofcigniuolo  canta  giorni , & notti  di  continouo , mie,  le  F'pupe  & le  Calandre . 

quindici  dì,  indi  a poco  a poco  cefia  talmente,  che  neflan-  Vcfpc . Lai.  è animai  fimil  all'Mpe.  P s x.  Onde  amorofe 
co,  ne  fàtio  di  cantare  il  potrefii  dire  : poi  crefeiuto  U col-  f'efpe  Mi  pungon  fi,cbé'n  fin  qui  d fento.  & ploro.ho  c. 

docangialauoce,noncofileggiadra,neditantimodi;can  con  grandifiima  angp[eìa  dalle  mofche,o' dalle  f'efpe,& 

già  ancho  i l colore . .Al  fine  de  l ueruo  egli  piu  non  fi  uede,  da  tafani.  D A N.  £(  JlimoU  molto  Da  mofcordjcF  da  ye, 

V tr.  Qual  Rufignuol,  che  fi  joaue  piagne.  E' iRufci-  ffe  ,cb'eran  iui. 

gnuol,cbe  dolcemente  a l’ombra  Tutte  le  notti  fi  lanterna,  Vlula.  Lat.  è uccello  cofi  detto  dalla  noce  ifleffa  cb’i  ulula- 
èr  piagne.  A r i.  Cantando  fe  ne  gianoiRofignuoli.  re.Lat.fiere.V  i u.Certent,  &cygnit  uIuU.Sa  n.Et 

Lulìgnuolo . B o c.  comare  il  Lufignuolo..Alla  noni’uéuanyluleMauaghiuccelhdilettofi&lepidi.T. 

guida  del  corno  di  forfè  uenti  Lufigmuoli , & altri  uccel-  Da  indi  in  qua  mi  fon  le  Cetre,  Zufoli  Gracchiar  di  Comi, 

11 . Sopra  i uerdi  rami  i Lufignuoli . Thilomena  uedi  di  meSìi  noci  d'ylule.  la  fua  uoce  è ululare . 

fopra.  lOio.  \CignìuolÌMediaRofigniuoloa  ioti . ^ 

Rondinella,  Lat.  himndo , progne , typfelui . la  fua  uoce  i Zanzara,  o Sattgala . uedi  di  fopra  a i ooq. 
triuare,o  tnnftre,  &'ginzicidare.Ù  a u.'Hel bora  che 

eomiiiciaitrdìilaiLaRondinellapreJioalamatiinaFor  FCCELLI  HpTTyKHJ. 

fe  a memoria  de  fuoi  tnfiiguaLA  r i.uaconquellafrct- 

ta,ChcuaperrariaHirondine,cheuola.  uedilafuabi-  .Allocco  , Barbagianni, Ciuetta,  Cuccoo  Cucculo  Gufo, 
ftoria  a Tbilomen.1,  & a Trogne  a6j6.  .Affinolo , Tipijirello  o yipflttllo,yltda  ,&  altri,  ueé 

Sporauiere , Lat.  accipiter , la  fua  uoce  è pipare.  B o c.  ali’lnfernoa  i S 1 1 . 

SparmereBuon,Sellipim.Sen'andìi  alUStJmga,dout 


e t E M E N T r 


^ c 6^  f' 


1014 


C<j_»A,  Bri>u,tirTruma,  T'(j» 

bo,Tiebbu,  NjfuoJt t'Njfbe ,Siilbi , Goc- 
cia 1 Gronda,  CuaT^yVmn,  GragmuoU, 
Grandine, TÌent,Giclu,Gbiaccio.  Su^o^Spu 
Saia  inì,Sndi>TC,HHmorc,Sfru7^o,,4f^i  rgti . 

,/lc^HJiui,.A.‘inaxy>li,BaiiMii,Moilati,SfrHTjaU,lnfu- 
fi,K.Kgiadofi,Guax^ofl,SliUanti,'PlMUÌofi,'PalMÌiri. 
Mori,  GolfitVeUgln,  Fimiit,Torrr»ri,Stagtu,  Laghi.Gor- 


Acqrf» 

Rugiada.  LaX.  rot  rìs.  èmprefiiondiarij gnerata  da  frei 
di,ijrhumido,&m>H  rapprefo  ,& ptiiclUinilttnu 
po  dclLt  llalix , & fecondo  JlnSìotele , non  fi  fa  Rugiada, 
/f  non  quando  fòffia  aulirò.  P e T.&  fiammeggiar  fa  la 
Rugiadae'tgielo . Et  tutti  Rugiadofi glioecbi  juoi.  B o C. 
Senj^  dubbio  alcuna  Rugiada  cadere  Jopra  ilmio  fuoco 
commiuròafentire  Con  lento  pa/Jo  pi  per  la  Rugiada  fa 
tiandofi . Le  Rugiadofe  herbe  con  lento  pajfofcalpitando. 
D A K.liuando  noi  fummo  doue  la  Rugiada  "Pugna  colSo 
le.  "Hon  Rugiada  ^on  brina  piu  fu  cade. 


lO.J 


ghi,  Riui,  RufcelU,  Rig  igm,Dotiie,  Foci,  Canab,  Lagune,  Brina,  Lat.  Pruina,ros,geius . è rugiada  congelata  nelme* 
fontane.  Fonti,  F'enc  d'acqua,  yatli, Paludi,  Solgie,  no  deltariJ  ,Crirouafi  al  tempo  dcU'inuerno  ,(j  la  rat 

Core , Chiane, Pantani,  Ltmi,CiPcmc  ,Poc(j:i,Bagni,  giadala  fate  .T.BnneTcnere  ,Frefihe  ,Candide,Pu- 
Diluui  ,lnnondationt.  ' re.  PBX.E'nqualpiaggialeBrine.hoc.Pbcboba- 

Pefei,  Squame, Pe\catori,Reti, Giacchi,  yangaiuole.  Ha.  uea  già  rifcmttele  Brinofe  herbe.  Pu.  D AS.'Hg  Ru- 
mi, Efca,Pefcbiere,yiuai . giada,ne  Brina  piu  fu  cade.  Qjiandola  Brina  infu  la  ter 

Inacquare  Jbagnare,mollare,fruipiarepnfbnderrpnaffiare,  ra  a/iembra . 

lauare,guaxjare,rifiiacquare,flillare , colare,forgere.  Pniin-;,Lat.fonlebrine.  P BX.'Hgnfiuedealtro^htPrm 
piouere,neuare,fioccare.  pefcarejudare,a fondare, prò-  He,oCbiaciio.Et  quando'l ucmojpaige  tePruine. 

f ondare, fommergere  immergere, a^ogare,  annegare  ,flt-  Stilla,  Lat.i  la  goccia.  P tx.  fu  brine  flillad  inpnuiabif- 
tutareduffdre,  attutare,  mergare , allagare  ,diflagare,  fi.  SnUa  dai  qua  non  uen  da  quePe  fonti . D'humor  uam 

aualLareidiuaUare,trageltare.  Stillante.  I>  a h.  Che  nn  dipela  con  le  dolci  Stille. 

Acqua.  Lai. acqua, ^laiex,cis.Lympha,  liquor  ,bumor.  stillare.  Lat.  P e r.C'bor  fu dalciet tama dolcegga flille.Sid 
Td^ttuno  liw  Dio.  P iX.,4Cqua  Chiara  & Dolce . A c-  uodiquel,chelagnmando  PUlo.Ti  oc.  StdUta  .Acqua, 

<L*i  Frefche,Gebde,Salfe,Torbtde . E' n picciol uetro  Beuanda,Beueraggio Stillalo, &faltepucnircberbe^ 

chiuder  tutte  f .Acque. Via  piu  dolce  fi  troua  f .Acque  t'I  radici  quelle  flUlò  & m acqua  ridufSe . 

pane.  .Al  fuon  del"  .Acque  fcriua.  Et  ribombaua  tutta  inPiUare  Lat.P  tx.Comeamorproprioa  fuoipgiiaciin- 
quella  ualle  D'jlcque,it .Augelli.  "Portò  dal  pume  al  lem  fìiUa . 

pto .Acquacolcnbro.Com' .Aiquailfoco ammorga.Sttlla  DifìtUare : Lit.tbe  dolor  diflilla  Perg'iocthi  miei.  Con-  ioi( 
d.AcqHanouuendj^ueJie  fonfl.Senc(acquailmare,&  uienihe'lduol  per  ghocebi  ftéPille.D  A u.Mauoiih( 

. fenxa  flelle‘1  cielo . Lacqua,e‘luenlo,&  la  urla, ei  remi  pete , a cui  tanto  éitilla,SÌkauxoioueggiodidor  giu  per 

r tforga.L'.AcqnacbeéParnap>fideriua.Boc..Acqua  leguancei 

Chianjfima,  Calda,  Frefca,  Lauoraia,  FredJa,Freddipi-  Colare.  Lat.  ual  flillare  & purgare , facendo  pafare  a poti 
-ma,  Amanffima, Santa, Rofala,Ropt,'Hanft.  Dipor  apocouna lofabquida  perla  colatoio. B oc. Tdiunuet- 
cf  arano.  Di  fior  di  Gelfonum,Odorif era.  gran  copia  Ì .Ac  chio  bauofoa  cui  colino  gliocchi . 

■euaMortifera,.AHelenatJ,Peltileutiofa,.Alloppiata,Sa  Cocci»,  docciata.  Gocciai.  Lat  gutta  dr gutiuUa  ildimL 
lutcuolr.  La  molte  .Ai  qua  forala  pietra  Le  eruttate  .Ac-  B o c.  Senxa  bauere  entro  Gocciola  it.Acqua.7don  a^ 

qne  del  mare.Le  Rumnule  Acque.  D a u.Come  quei;ch’u  tate  noi  dafaggiarne  Gocciola.  D ah.  Et  bora  lofio  uu 

piti  fuor  del  pelago  a la  riua  Si  uolge  a [Acqua  periglio-  Goccioliacqua  bramo.  A tei.  Se  di  fangue  uedefitrouna 

fa, & guata.  Grandine  grafia , ^ Acqua  tinta , tir  neue  Coccia . 

Ter  l ’aer  lencbrofo  fi  ri, iuerfa.il  ribombo  de  t acqua . Vn  Gocciolare , ò gittargoccie . Lat.  latbrimare , guttatim  ef- 
goccuid  Acqua  bramo.Traffi  de  [acqua  minfatuila^u  fluere.  B o c. Et  ogni  uicino  arbore  parca  che  gocciolile 

gna.SàntilkComeraggiodiSoleittAcquamera.  Ter  fanguinofe  lagrime  per  gtmnghioni  fangumoft,chepre- 

t Acque  nitide  & tranquille.  Sa  h.  Gelide  Acque.  menano  gli  ^gitali  rami.  Tn.D  xu.D’una  fefiurt. 

Acqua  Tdaifh  Laufa,uedia  > 6 j6.  che  lagrime  goccia. 

Acquazzofì.  Lat.aqualiii,&lacunati. Btyc,  jLqwtxjoft  Nebbia.  Lat. nebula, caligo. P e x.7dcbbiaamorofa,Bm- 
Ttmpi.  Ah.  na,  Compnfia , Folta,  Grauofa , Ofeura,  Spn;yxata,  Im- 

Inacquare,  Lat.  irrigare,  inlpergere,madefacere,ual molla-  portuna,  Dolorofa , Vfata , Vtile  .7de"ìdsbbia  cheti  ad 
re,  0 bagnare.  B oc.  Et  il  bafiUco  da  ninna  altra  acqua  copra, e' l mondo  bagni.  Fiadinamcf  a begliocchi  quella 


rofata,oé  por  di  aranci  ,odi  fue  lagrime  non  incquaua 
giamauEgU  fi  uuole  inacquare  U nino  quando  altri  il  bee. 

"Rfcia:quare,Lat.ahluere,rtfrigvrare,aqua  immergere . cioè 
dì  nuouo  lauare,  ripefcare,  0 nfcntarei  bicchieri.  B o c: 
Fatti  ripiacquare  1 bicchien,tbl  uoUe,alquaiito  beuue.Et 
quiuidinloruoalla  chianfonte  fatti  rifaacquareibUthie 
ri.alcuniteSìi  haamo rinf aacquare . 

Suolo,/»  ucce  iella  fuperpePs  delt Acqua  Latinamente 
ufato  JaD  A u.Chenon  forgeua  fuor  del  marm  Solo  per 
Suolo. tir qnando  fignipcala  terra ,uedia  lopj.tìr per, 
l/dSoliue  ,t  p}0-. 


Tisbbia.  HodigrauipenfurtalunaTdsbbia.  Mano» 
fucilo giamai  ^bbia  peruemi.  D'uuamorofaTdslt- 
biaricoperfe . Etcomeidrbbiaaluento.  SìjuBuh'ldd 
fifie  pbtdi  Tdebbia  parco , Et  f^ombrar  degni  Td^b- 
bia  ofeura,  & uile . Et  come  Tdebbia  al  uento  fi  dilegua, 
SimileTd^biaparcbe  opuri&copra.Boc.L'anatì 
miofaTpbbia  parca  che  piange fic.  HatteudoilSolecon 
gli  acuti  raggi  cemmeiato  a folucre  [ofcurc  N.»  ■ > 1 •. 
P K.  Da  N.Pfr  Caer  nero  & per  la  Tdebbia  folta . Se 
mai  ne  [Alpe  ti  colfifU^ia,  Ofiura  profondera& 

Difnebbiare, 


1017 


lOlt 


Acqna  £ L E Ki 

Dihi  bhùre^alillMnÈiiure  & fxr ch'uri  Lat.cljrere,ilr  cU 
rw.  e,là"clurcfure,  ùlumiture,  ejr  chtrilirire,  jSime  At- 
K N.  Che  paté  épiebiium/'Hi  tintt  lleito. 

Nubi,  Ut  nubes.  P e t.  £ nbumi'Njibe ft fwathe Le- 
4-1,  H.nrii.  Et  l'oopie  "t{ubi  chei  rifreddi  •&  «ria.  £’/ 
ciet  quii  ? , fi  nulli  Hubc  U ueU  . t'm  Tqube  lamini  mi 
éjjuicqui  & o c.y a llreptto limile  i quello  che  Jint  far 
{qu-muti  'Hubc.  P n . D a n.  Tireui  me  che  ìqjibe  ne 
cuprtfle  Lui  ih  Jòlidi  ^ puùti , Qjufi  idiinume 

mcmloSulfenfe. 

Nubilo.ZA/.RKÒj^i.Pi  T.  Che  piu  che  un  giorni  èli  uita 
morule  t{ubilo,breue:  freddo, <ir  pien  é nou  l 

Nubilofo.  P • T.ùipieuteunriggioScorgofa’l'ì'lubilo 
Jò  altero  ciglio.  La  [otto  i giorni  "Hubilofi^brcui . 

Niiuolo . Jt.  nubes,  Cr  nuoecula.  P e t.  Can^om  io  no  fui 
niit  quel  tquuol  d’oro . Vn  "ìduuiltlto  mtorno  ricouerf, 
Boc.Tvlyvoi*  Bum. Tiiuntletti  Lucente.  'Urrmi 
yermigli , 0 feuri  & Turbidi . Surfe  un  tempo  fienljimo 
Kir  iempeSìojo,ilquate  il  cielo  di  'Nuuob^’l  mare  di  tempo 
Jlofiucntiriempie.Olcure'Njrait.  D a k.  Ch’idi  tur- 
biti 'HuHolttnuolto.Si  cume’biuHoletti  in  fu  fabre.'He  fól 
fblcando  ìquuole  d’agoRo.  Se fubito  U 7{uuoU  feofeende, 

CuzziO.Lat  acqua, tir aquitieui, tocus iottdrguigtiarei 
bagnare  nel[ acqua.  B o c.  Et  fatta  uenirei  Inai  falcom, 
adunGuiveo  uumo  gbmeni.ìì  Kn.Tcnfiniialfe , C 
Tipaliojli'1  Guadilo,  idefl  Guada, opaffo . Et  uerrà  jimpre 
de  gl  lati  Guag]it.i.  acqua  igghiacciita . tir  Guaxy>  r la 
rugiada  yo.To/ibo.  A R i.  E del  [angue  Tedefeohorri- 
htl  Guaifjo . Che  come  porto  dt  loto  ,edt  Cuavip  Tutto 
fra  brutto. 

G uazzofo , uil bagnato.  B o c.  £4  terra  Cuagjppt  per  le 
uer fate  piane  dal  cieli  fpiaceuole  fi  rendeua  a uiandanti . 
ToicbeiGuaxpft  tempi  deluerno  fino  trapaffati.F  l, 
pt  i Cuag^ofi  Triti  rafeiutti  dalle  cadute  pùnte.  Suu, 
.CuagTtpfe'Pioggie . 

Pioggia.cir Vioua,Lat. pluuia  & mmbus:  i la  pioggit  re- 
pentina,i da  uapori  freddi  {Jr  humidi  congregati  in  nuuo- 
la.  P E T.  “Pioggia Cominua, Lagrimofa,T{ottlima,Len- 
ta,  Tretiofa , yentofa . In  picciol  tempo  pajja  ogni  gran 
Tioggia.yna  Pioggia  di  fiorfoura'l fuo  grembo . “Pioggia 
di  Lagrime , nebbia  di  fdegni . fiume  fugiamai  [ecco 

per  Pioggia  .Anzi  piango  al  fereno  &ala  Pioggia-Qjian 
do  cade  dal  ciel  piu  Urna  “Pioggia . “He  dopo  Pioggia  uiJP l 
eelefl’ arco.&  quando  dinota  le  Lagrime,  aedi  a i ? 6 1 . 

Pioua  hit  piuma.  Boc.  Pioua  Subita.Kouinofit.  1 Roma- 
ni eljerciti  per  Sole  & per  Pioua . Da  Som  Tioue , & 
nuuoli premuto.  D a tt.IofinalterzocercbiodelaPio- 
ua  Eterna,MaUdctta,Frtdda,ir  Graue . 

pIoi»,perpioggia  éjse  Dan.  lipn  uidi  quiui  Lo  refrigerio 
de  l’eterna  Tloia.la  larga  Tloia  de  b Spirto  fante,  chi  la 
rogiada  del  cieh^os  dejcendit  de  ceb . 

Tioucre.  Lai.  pluere.  P e t.  £’i  Pbuer  giu  da  gli  occhi  un 
dolce  humore. 

Tiouere.  Lat.pbere.  P e r.  Fiamma  dal  ciel  fu  Unte  treceb 
fioua . Par  ch'amor'  tir  dalcexpte , &gralia  pioua.  Et  La 
tua  gratta  [òpra  me  non  pmue.yedt  ben  quanta  in  lei  dol- 
tegfa  pione.Quamo  mai  pioue  da  betugaa  jleUa.Viouom 
MI  amare  lagrime  dal  uifi.  B o c.T{eUe  pouere  cafe  prò- 
nano  dal  cielo  de  diuini  jpiriti.  D a s.Tuidi  piu  di  miUe  in 
(k  b portoDal  cbl pmuti  I pbmti  é Thofeana  Poco  tem 


E N T f ' Acqua  ijS 

poi  in  qurfiagola  fere,  nel  preterito  fa  piouue . 

P'iotsofo.Lat.plumoiui.  B o c.Et  io  m'ingegnerò  é porta- 
re altrui  in  nauepcr  b Piouofij.uel  tempo  pluuiojò. 

Nembo . Let.  ntmbus , ipioggia  fubiia.  Pur.  Coperta  già  ,'g  jp 
de  i’amorofi  'Hembo  ,tdetidi  pioggu  amorofa  .Ben. 
Ofeuroe  tempeflofo’Jdpnbo.  A «. 

Gragiìiuola.£4r^4niu  ipioggugbiaccMte,ouero gran  t 
diae.li  o c.Dopo  meltiTuoni  fubitamente una  Cngmuo  . 
la  grofiifjima,&  fieffa  conunciò  a uenire . 

Grandine.  Let.  aoi  la  tempefla,bquak  igoccbla  di  piog- 
gia per  mgprdtfiipélà,tS“  di  uento  congreg  ito  nell'aria; 

Jafli  di  uapor  freddo,!!!’  bumido  firopici  iai  o nelb  parti  m* 
tenori  del  “iquuobfinie  grandinare  per  tipefiare.  D»  m. 
Grandine  grafia,^  acqua  tintajir  neue.  Perche  no  picg  ^ 

gia,HOn  Grande ,non  neue  in  ucce  di  grandine . 

Craudinare,ual  temperare.  Lat.ut  Deut  qui  dicttur  grandi 
tiare.  Boc.  Tuttauta  grandmando . 

Tempefta.tJf. granirò,  igoccb  é acqua  congelata  che  cad 
de  dal  cieb  con  impeto.  A Rt.  Che  di  fende  che’tueruoe 
la  Tempefla  Di  Gtoue  irato  fipra  noi  non  crofiiaet  per  la 
Temprila  manna  fiuero  Fonuna,uedi  1 074. 

Crafcure.i  quello  ftrepito,  & quello  efettoahe  fa  la  Tempe 
fladoue  percuote.  Ari.  uedi  di  fipra  Tempefla . 

Chiiccio,&ghiacaare,uediaucrnaa  85  f.Gito,f!r^e 

Urea  6. 7{tr  r,  neuare,&  fioccare  a ÌS7‘ 

Bagnare.  Lat.madefacere,madidare,  rigare, & balnealum 
facere.  uil  mollare.  P b T.  Pofia  a bagnar  un  bggudret- 
10  ueb.  Et  dagli  occhi  efeon  onde  Da  bagnar  l'herbe.Con 
tifob,  che  bagna  Pioggia  di  Ugrimar.nebbia  di  fdegm  Bx 
gna  & raUeuta  bgu fianthe fine.  Qjtando’l  Sol  bagna 
in  mar  tauralo  carro.  Ti  bagjta  amor  co  quelb  manebur  ^ 
Ile.  yò  con  gli  occhi  bagnando  Pherba  e’I  prato . Lagrima  , . " 
aiichor  non  mi  bagnaua'lpetto.Piu  ih' altra  che’l  Sol  fiat 
de  fi  ihe’l  mar  bagne.  epuro  fiume, Che  bagm'lfkobelui- 
fi.e  glbcchi  ebbri . Con  gltocchi  di  dobr  Bagnati  e molli, 

I begliocchi;  cefi  Bagnati  anchora  Li  ueggio  sfauiUar.. 

Boc.  uedi  all  Indice.  Dan.  La  mente  di  fudor  anchor 
mi  bagna.Cbefuman  tome  man  bagnata  il  uemo.  Indt  mi 
tolfe.&  Bagnato  m'offerfe  Dentro  a la  daa^.  Ltc.madi- 
dus.Cbefi  bagnane  a ungo  feto  fi  punto . 

Rigare.  Lat.  ual  bagnare.  Ari.  Come  U belle  lagrime  com  1010 
prefe  Cader  ngando  d delicato  uoito . 

Irrigare.Lal.ècondurreacquafifiargerdunriuo.  S a k.O 
gratiofo  Scbctbo,  thè  con  tue  chiare  & freddi  acque  irri- 
di la  mu  bella  patna . 

Inaiare  fiat  bagnare.  Lat.  adergere.  S A H.Conacaua  be- 
nedetta t'maffiarò  lutto.  Ari  due  fiumi  cbrijlawm  yen 
noinafibndoperdiuerfi  riui . T.  Et  lomedacqua  ki  tut- 
to l'maffia . 

SprugT^are , 0 Sprizcta’v,  come  hanno  itrfli  antichi  fiat  mi- 
nutamente Ipa  rgendo  acqua  bagnare.  Lat.  irrorare  Bo  C. 
yn  fiumi,  elio  cadeua  giu  fi  de  baiti  di  pietra  uiua  ,& 
fprut^ndo  pareua  da  bugi  argento  ubo, che if alcu- 
na cofà  premuta  minutami  me  fprutz^a/ie.  Et  tratti  del 
paniere  oncamu  d'argento  pieni  , qual  d’acqua  rofà , 
quedd acqua  di  fior  d'aranci,  tutti  cofloroà  quelle  ac, 
que  fprutqtanno.  Ari.  Che  di  jprutp;ar  uermePac- 
qua  incantata . 

Spraz  zo,  # 1/  guattpfilr  b bagnare  deltacque  da  fpnrgga-  . 

redetio.D  A'S.Cb'ifcedrlpomoi&dibSpratgp.  - 

S li 


^ C A. 


■ •14 


Ca_TA,  R,ygutUy  Brina, &Truma,  T'(jn» 
bOitirbbu,  Njfkoia  y'Hnbc , Stilla  ,Gnc- 
:ia , CtjnJj,  GHajptp,  Vana,  Cragniuola, 
Gramtine,'hÌeiie,Gu:lo,Gbiaccio.Sngo,Spu 
ySi  <itJ,SKdar(,Hiimrc,Sfru7^o,A^irgei • 
^i^Muuii,,A.‘l>iaxjfilt,Bagnati,kii>ilaU,'ifrHXT:aU,lt^'H- 
fifi.Kgiadofi,Gii3-^ofi,SiiUanii,Tliimoli,7^aliinrt. 
Mari,  Golfi, "Pelaghi,  HHnu,Toeraui,Stagm,  Laghi, Gor. 


ELEMENTI  AcqiA 

Rugiada.  Las.  ros  rii.  t imprefiioadi  aria  generata  da  /rei 
do ,&■  hmnido  y&nonrapprelò ,&  pnócilaimlittn, 
po  della  Ilota  ,&fetondojlnhotele , non  fi  fa  Rugiada, 
fé  non  quando  lòffia  aulir».  Tbt.Ei  fiammeggiar  fra  la  ■ 
Rngtadae’lgielo . Et  miti  Rugiadofighocchi  fiioi.  B o c. 
Seirsa  dubbio aUnna  Rugiada  cadere  Jopra  Unno  fuoco 
comuuierò  a fentire  Con  lento  pa/io  fu  per  la  Rugiada  ffia 
tiandofi . Le  dugia-tofe  herbe  con  temo  pajfo  fcalpitando. 
D A udluando  mi  fummo  doue  la  Rugiada  Pugna  col  Sa 
le.  "Hoii  Rugiad.i,non  brina  piu  fu  cade . 


IO)  J 


gin,  RiuiiRufielb,  Rig  tgm,Dociie,  Foci,  Canih,  Lagune,  Brina,  Lat.  Truina,ros,gelut . i rugiada  congelata  mime* 
Fontane,  Fonti,  f'ene  d'acqua,  t'aiti, Paludi,  Boigie,  :(pde!rariJ,tà-trouafi  al  tempo  dcU'inuemo , <^  la  ru* 

Gore,  chiane, Pantani, lami, CiJlcmc,P<rggi, Bagni,  giadala  fiate .T.BrmeTcttere ,Frefihe , Candide, Pu~ 

Diurni  ,!nnondaiiom.  ’ re.  Ptr.E'nqualpiaggialeBrine.hoc.Tbeboha- 

Jtfci,  squame, Pelcatori,Reti, Giacchi,  f'angaiuole.  Ha-  uea  già  rifciuttele  Brinofe  herbe.  Ph.  D AN."He  Ru- 
mi, Efca,Pe[chiere, t'inai,  giada,ne  Brina  pm  fu  cade.  Qjiando  la  Brina  in  futa  ttr 

Inacquare  JOagnare,moUare,fpru7^efrnfr>ndcrejnaffiare,  raajumbra. 

laHare,guagjare,  rifiiaiquare,lhllare , cotare,forgere.  Prwtif,Ltt.  fonie  brine.  P e T.tqonfi  uede  alero,ihePrui* 
piouere,neuare,fioccart.  pefcareJ"udare,affondare,pro-  ne,oCbiaciio.Et  quando'l ucrno  jparge  le  Pruine. 

fondare,fommergereàmmergere,affogare,annegare,at-  Stilla,  Lat.iiagiuta.  P e t.€u brtue filila diiifinttiabif- 
lutareduffiare,  attuffiare,  mergare ,aiiagare  ,diflagare,  fi.  Stilla  Saiqua  non  uea  da  quifle  fonti . D'humor  mino 
auallareidiuallare,  tragettare.  Stillante.  IJ  a n.  Che  midificta  co.i  le  dolci  Stille. 

Acqua.  Lat.  acqua,  &latex,cii . lympha,  liquor  ,humor.  stillare.  Lat.  P e t.C' bar  fu  dal  cui  lamadolceg^gajlille.Sal 
'H^tiuuo  Ino  Dio.  P e t.  Aiqua  l bara  & Dolce . A e-  uoéquel,chelagn,nando  flillo.  B oc.  Stillala  Acqua, 
o_vi  F re f che, Gelide, Solfe, Torbide . Efnpiccioluetro  Beuanda,  Beueracgto Stillato ,cÉr fattofiucmre herbe ^ 
chiuder  tutteX  Acque, Via  pm  dolce  fi  trono  C Acque  e'I  radici  quelle  flUlò  ór  in  acqua  ridufie . 

pane.  Al  [non  del' Acque  faina.  Et  ribomba  ua  mila  infliUare  Lat.Pn.  Come  amor  proprio  a fuoijrguarìin- 
quella  ualleD' Acque,  iX Augelli.  Porti  dal  fiume  al  lem  {ìiUa . 

pio Acquacolaihro.com' Aiquailfncoammorga.Stilla  DiiìdlaretLat.che dolor  difiilla  Pa g’iocchi  miei . Con-  tOli 
eC Acqua  non  uen  da  ^uefle  fonti . Sen^acqua  il  mare,&  uien  che't  duot  per  ghocchi  fi  éftille.  D a k . Ma  noi  cbf 

, fenxa  fielie'l  cielo . L acqua,e'luento,&  la  uela,ei  remi  fiele , a cui  tanto  dijtilla.  Squamo  io  ueggio  dolor  giu  per 

r sforga.C  Acqua  che  éParnaf»  fi  dcriua.B  oc..  Acqua  leguancei 

Cbtanffima,  Calda,  Frefca,  Lauorata,  FredJa,Freddifìi-  Colare.  Lat.  ual  fìillare  & purgare , facendo  pajìare  a poto 
ma,  Amartffma,  Santa,  Rofata,  Roji,  "Hanfa . Di  fior  a poco  una  cofa  liquida  per  lo  colatoio.  Boc.  "ìqiunuef- 

df aranci.  Di  fiordi  Gelfonum,Odorifaa.  gran  copiai  Ac  chio  bauofoacm  colino  gliocchi . 


qua,MorrifeTa,Auelettaia,Pelliteutiofa,Alloppiata,Sa  Cocctiz,  Gocciola , Gocciol.  Lat  giitta  & gutiuUa  ildimi. 
luteuole.  La  molle  Atqua  forala  pietra  Le  cruciate  Ac- 


B oc.Senxabauere  entro  Gocciolai  A equa. "ìqonajjiet 
que  del  mare.LeRuuinuje  Acque.  D a s.Come  quei;ch’u  tate  uoi  d’afiaggiarne  Gocciola.  Dan.  Et  bora  lafio  un 
jcit!  fuor  delpelagoala  riua  Si  uolge  a X Acqua  periglio-  Coccioltacqua  bramo.  Ari.  Seé  fangue  uedcjSerouna 

fa,&guala.  Grandine  grafia,  & Acqua  tinta,  (j-neue  Goccia, 

Ter  t'arrienebrofofi  ruuerfa.il  nbombo  de  (acqua . Vn  Gocciolare , ò gittar goccia . Lat.lacbrimare , gutlatimef- 
gocciol  i Acqua  bramo.  T raffi  de  (acqua  non  fatta  la  ffiu  fiuere.  B O c.El  ogni  uicino  arbore  parca  che  gocciolafie 

gna.SantiUaCorueraggiodiSoleinAcquamera.  Ter  fangumofe  lagrime  per  gliunghioni  faHgumcfi,cbepre~ 
(Acqueniiidetlrt'anquille.S  A H. Gelide  Acque.  meuano  gli  ^gitali  rana,  T u.D  a u.D’una  fefiura  , 

Acqui"Hanfa,Lanfa,uediai6i6.  che  lagrime  goccia, 

Acquazzofi. Lat. aquatici^ lacmati. Boc.  Aquajjpfi  Nebbia. Lat. nebula, caligo. P e x. T{ebbiaamorofa, Brn- 
Tcmpi.  A M.  na,  Comprtjia , Fedu,  Grauofi , ofeura,  Spegg^a,  Ino- 

Inacquare,  Lat. irrigare,  infpergere, madefacere,ual  molla-  portuna,  Dolorofa , yfata , ytile  .Hgiisblna  che’t  nel 

re , 0 bagnare.  Boc.  Et  il  bafilico  da  ninna  altra  acqua  copra , e'I  mondo  bagni , Eia  dinaraci  a begliocchi  quella 


rofata,  0 di  fior  di  aranci  ,odi  fue  lagrime  non  incquaua 
giamai.Egb  fi  uuole  inacquare  il  nino  quando  altri  il  bee. 
Rffita:quare,Lat.abluere,rifrigerart,aqua  immergere . cioè 
di  nuouo  lauare,  rifrefeare,  » nfentare  i bicchieri.  B o c: 
Fatti  nfciacquare  1 bicchien,cbl  uolle, alquanto  beuue.Et 
qiàui  dintorno  alla  chiara  fonte  fatti  nfciacquare  i biedùe 
^ . alcuni  telìi  hanno  rinf  aacquare . 

Suolo , in  ucce  della  fuperficiei  dcK Acqua  Latinamente 
. ufatoJaD  A n.  Che  non  fòrgeua  fuor  del  marm  Solo  per 
' Suolo.  & quando  figmficala  terra,  uedi  a lopj.tà' per, 

• ' klS_olqiq,a9jCi, 


Xn 


"liebbia.  Ho  di  grani  penfier  tal  una  Trebbia.  Mano» 
frinito  giamai  "ffrbbia  peruemi.  D'uu  amorofa  Treb- 
bia ricoperfe.  Etcomeifrbbiaaluento.  Sfjuóido'lciel 
fòfie  piu  di  Tfcbbia  fcarco , Et  fgombrar  Xogni  "ìfgb^ 
bia  ofeura,  & uile , Et  come  "Hgbbia  al  uento  fi  dilegua, 
SimileTfebbia parche  ofcun&copra.B o c.L'anadi 
noiofalfebbia  parca  che  piargefie.  HauendodSoleco» 
gli  acuti  raggi  cominciato  a folurre  (qfeure  N.>  1 > 1 1. 
T M.  D A N.  Per  (aer  nero  & per  la  T{ebbia  folla . Se 
mai  ne  (Alpe  ti  colJèTìfgbbia,  Ofeura  profomLeratfr 
Hgbukfi. 

• Difnebbiare, 


Acqua  ELEMENTr*  Acqua  ijS 

DiluMjrt^itl  Hlnotinare  & far  chUrt  Lit.clarerf^  cU  poi  in  (puHtgoUfirt.  mlpreicriio  fi  piouut . 

M'  t^&(Urefi  ere,  ulnmiiure,  cjr  clanficare,  afiiHt  iu  Tiociofo.  Lax.  pUuuujki.  B o c.£c  io  m'ingegnerò  S poru- 
A s.Cbepnotedifnebburm'IliOinhitelto.  re  altrui  in  rune  per  toTionolòjMel  tempo  pltimojò. 

,^Nob;,£j/  nubes.Vn.EnbuitciTAjtbeftfattaibeLe-  Nembo  .lat.iumvia  ,ipÌpggia/MbHa.P  st.  Coperta  già  l'oij 
dt,  Hanria.  Et  l'eiupte  Nubi  cbe'l  ra fredda  dr  nela.  £‘l  de  (amorofo  Tieodio  ,idest  di  pioggia  amorofa . B £ M. 
del  qual  ì,  fi  nuda'Nubeiltieta.l'na'Nube  lontana  mi  Ofeuroe  tempeSìolòTipnbo.  A ». 

dt^acqin  b ei  c.yniirepuofimtle a quello cbefml  far  Cngniuola.lae.graniu  épioggugbiacciata,ouerogran  i 
/qitariiata  n- 0-  n-1'areua  me  che  Nube  ne  dine.boc.ùopomoitiTuontfubttamemeuuaCnigniuo 

loprifie  Lutidajpefa  folida  di'  pulita , Qjiaft  ddainante  la grtjiifma.ò'feffa  cominciò  a uemre. 

m cullo  Sul  fcrife . C randine.  Lat.  cioi  la  tempefia, laquale  l gocciola  di  piog- 

Nubilo.  Lat.imbthtt.Tt  r.  Che  piu  che  un  giorno  ila  tuta  già  per  mgprdifripdttàtiS'  di  uentocongregno  neltarias 

mortale  'Njfbilo,breue;  freddo, dt  pien  di  noia  i fafSi  di  uapor  feddoidtbumida  ffropictiato  nelle  parti  ma 

Nubilo(o.  P I t.UipietatetutraggioScorgofr^l'NubUo  tcriori  del  Tdlfuoto/inde  grandinare  per  tipefiare.  Dan. 

fi)  altero  ciglio.  La  jotto  i giorni  tinhilo fi  & breui , Grandine  grafia,^  a^ua  tiata,&  neue.  Verche  rio picg  ^ 

Nultolo  .Lit.nubes.o-nubecula.  P sT.Canjpm  ioni  fui  gia,nonGrando,non  neue  m ucce  di  grandine. 

mot  quel  "NuhoI  d'oro . yn  "Nuuiletto  intorno  riconerfi.  Cranénare,ual  temperare.  Lat. ut  Deus  qui  dicitur  grandi 
Boc.Ts^tvoia  Buia .'Hunoletta  Lucente . Tfronit  nare.bo  Q.Tuttauia grandmando , 

yermiglt , 0 futri  &Turbtdi . Surfe  un  tempo  fierifimo  Tcmpefla.^. traodo,  é^occir  di  atequa  congelata  che  cad 
dt  tempeflofo^lqualeilcieloih'NuuoU/lmaredttempe  de  dal  cielo  con  impeto.  A ut.  Che  difende  cbe'luernoe 
Jlofìuenti  riempie.  Ofeure  tfyy  Oli.  Dan.  Cb’iétur-  laTempefla  Di  Guue  irato  fipra  noi  non  cnfliaet  per  la 

bati'NunotiinnoUo.Sicame'Nuuoleitamfufalire.'Nsfbl  Tempeflamannafiuero Fortuna,ueé  to}^  . 

falcando  Nuuoled’agoHo.  Se  fobico  la  "Nfuola  fcoflemle,  Crafcurc,i  quello  ftrepito,  & quello  efetto^chefa  la  Tempe 
Cuzzzo.Lm  acqua,dtaquacicus,locus  iondeguagtiarei  ftaaloue  percuote.  Ari.  uedi  di  [opraTempeRa . 
bagnare  nelTacqua.B  oc.  Et  fatto  uentreilnoi  falconi,  Chitccio,dtgbi.icciare,uedia  uernoa  Sq  s.Giio,&ge 
adun  Guazzo  Ulema  gb  menò.  D A s.  Vai  fi  riuol/i,  et  lare  a tq6.7{}yr,neuare,&  fioccare  aS^y. 

TÌpafioJii'lGuax^o,ideflGuado,opafo.  Et uerràfimprt  Bagnare.  Lat. madefacere,madidare, rigare, &balneatum 
dr  gelati  Guagt^.i.  acqua  agghiacciata . dt  Cuagzo  r la  facete,  ual  mollare.  P s t.  Tofla  a bagnar  un  leggiadret- 

rugiada  yo.Tojiho.  A r i.  £ del  f angue Tedefio borri-  touelo.Etdaghoccbiefcanonde Dabagnarl’herbe .Con 

bilGuag^  .Che  come  porcodilota,ediGuazxp  Tutto  tfole,cbe  bagna  Vioggudilagrimar. nebbia  difdegmB* 

qrabrutto,  gqu& rallenta  le gufianebe fatte.  Quando’l Sol  bagna 

GvtazioCo  ,ualhagnato.'bo  c.La  terraGucntjpfaper  le  in  mar  l'aurato  carro.Ti  bagna  amor  ci  quelle  man  nur  ^ 

uerfate  pione  dal  cielo  fpiaceuole  fi  rendeua  a uiandanti . 'ne.yòtongliocchibagnandolherbae'lprato.  Lagrima  .V 

ToicbeiCuagzofi  tempi  deluerno pino  trapafati.F  s.  anchornonmibagnauaHpetto.Vmth'alcrathe'lSolrcal 
JEtiGuagqiofi  Vrati  rafeiutti  daliecadute  piane,  S a n.  defiihclmarbague.opurofiumeiChebagnilfuobeiui- 
.Cuag^feTioggie , fò, e ghocchi  chiari.  Con  gltoccbi  di  dolor  Bagnati  e molli. 

I Viogffi, &Vioua, Lat.phmiadrnimbus:  èlapiog^re-  I begbocchi;  cofi  Bagnati  anebora  Li  ueggio  sfauiUar,  ^ 
pentma,i  da  uapori  freddi  (p-humidi  congregati  in  rumo-  hoc. medi  alClndue.D  a u.Lamente  di  fudoranchor 

io.  P E T.  7>iu^ù  Continua,  lagrimofà,  'Notturna  JM-  mi  bagna.Chefuman  come  man  bagnata  il  uemo.  Indi  mi 

ta,Tretiofa , yemofa . In  picciol  tempo  pafja  ogni  gran  tolfe.&  Bagnato  m'oferfcDemro  a la  danza.  Lat. madi- 

Tioggia.yna  Viaggia  dt  fior  foura’lfuogrembo  .Viaggia  dus.Cbefi  bagnaua  a angofaolò  pianto, 

di  Ijgr'tme,  nebbia  dtfdcgni.'Ns  fiume  fngiamaifecco  Rigare.  Lat.  ual  bagnare.  A r s.Come  le  belle  lagrime  com  loio 
perVioggia  ^nzipiaiigoalfireiio&ataVioggia.JÌuan  prefe  Cader  rigando  il  delicato  uollo . 
do  cade  dal  ciel  piu  lenta  Vioggii . 'Ne  dopo  Viaggia  uidl  l Irrigare  Lat.i  condurre  acquai  farger  <f  un  tino.  S a n.O 
akf  arcojtir  quandodtnotale  Lagrime,uedia  t;ii.  gratiofoSebetbo,cbeconiueibiare  & freddi  acque  trri- 

Fioua.  Lat  pluuia.  Boc.  Vioua  Subita.Rouinofa.  I Roma-  ^i  la  mia  bella  patria . • 

ni  efierciii  per  Sole  & per  Vuota . Da  Som  Vtoue , eJr  Ina  faterai  bagnare.  Lat.  adergere.  S a n.Co»  acqua  be- 
nuuoli  premuto.  D a n.  Io  fon  al  terzo  cerchio  de  la  Vur-  neJetta  t’inaffiarò  tutto.  A r i due  pumi  cbriflalùmyan 

ua  Eterna,Maledetta,Frtdda,&  Craue.  noinaffiandoperdiuerfi  riui.T.  Et  comedi acqua  Uitut- 

tìoiitperpioggiadifieD  AS.T^nuiéquiuiLorefrigerio  tol’inaffia. 

de  l'eterna  Vloia.La  larga  Vloia  de  lo  Spirto  fanto.  cioè  la  Spruzjm , o Sprizzare,  come  hanno  i tefi  anticlri,ual  mi- 
rogiada  del  cielo  jros  dejtendtt  de  celo . nutamenie  fpargendo  acqua  bagnare.  Lat.  irrorare  Boc. 

T'iouerc.  Lat.pluere.V  iT.E'lVùuer  giuda  glioccbiun  yn  pumiirilocadeua  giufo  de  balzi  di  pietra  uiua,& 
dolccbumore . fpnizztndo  pareua  da  lungi  argento  uiuo,che<falcn- 

Tiouere.  Lat.plucre.  V e t. Fiamma  dal  ciel  fu  le  tue  treccie  na  afa  premuta  minutami  me  fpruzzafic . Et  tratti  del 

fioua.Var  ch'amar' ^dolcezjoe,  &gratiapioua.  Ella  paniere  oricarmi  d'argenco  pieni  , qual  d’acqua  rapi, 
tuagratia  fipra  me  non  pwue.yedi  ben  quanta  in  lei  dol-  qual  d acqua  di  por  d aranci , tutti  coPoro  di  quelle  ac» 

cez^apme.Q.uanto  mai  pioue da  benigna Pella.Viouom  que  fpruzznamo.  Ak  l.Che  di  ffiruz^ar  uermetac- 
mi  amare  lagrime  dal  uijo.  8 o c.'NsÌl^P‘“<tre  cappio^  qua  incantata  . 

uono  dal  cielo  de  dmini  f ititi.  D a n.Tniépiu  émillein  Sprazzo,  èUgua7:z?>&^hagnaredcltacquedafpruz^ 
pie portoDal ciel pmuti  JpkmiiiéThofcanaTocttcm  rtietto.'D A-n.Cb’cfiedelpomo,tà'icloSprazjp,  , 

• ■ S tj 


Acqns  > ELEMENTI  Acqiu 

1 nfufo . IM.  & tmiiiut , mcidttHt  j kal  baffute  ,Tti,  Dan.  laflaua  fowr  al  feittea  uc4er  Sarto.  B o cSttrft 

A la  fui  H’kna  m mci;o  Itlbc  litlufa  Catena  é diantanm  un  tempo  fier^uno  tempeRofa.  Et  jitrgmdogia  dalla  tem 

U,  ^ di  topatto . ptfla  tomtnciata  la  ttr^a  notte.Surge^o  taurora.^uai> 

lalOndere.LatJulIpargert.&gtttart.Attì.CeficonqHan  tid>e'lcaldofurgejpipm.EtnelrtteT;gdelC<dlegrexxam 
to  fenno , tìr  qnaota  mente  Oa  la  fomma  pradentia  luteB  ptrjero  nella  mente  uarie  dubitaiuni.  F t.  Se  la  guerra  de 

ra  ìufufa . nonfufie  Surta  da  Ttriioo . E r. 

Arperge».  Lat.  D a ti.^lpergetmefidolcemenie  udijfi.  Surgenti.  lat.  B o c.  Eragia  [oriente  tutto  bianco,  &gli 
Bagno.  Lat.balneumJauMrumJauaiio,themia,arum;&  Surgenti  raggi  per  tutte  il  noflro  Hem^erio  haueana 
ny  mpbeum . i doue  ft  tauano  le  danne , Sergio  orata  fu  il  fatto  chiare . 

pnmoahe  troni  Cnl'odc  bagm,pmftltjum  mai  pm  fapmo.  Rifirgere.  Lat.  refurgere . i di  nuouo  forgere.  P e t.  De  [un 
^oc.llBagnotuttoiauarono^&jpaxTiaroiioottmamen  uagodefie  l’altro  njórge.  A ut.  7(00  fu  interra  fi  to- 
te . Entrato  nel  Bagno.  Tenfojii  di  uolerloguanre  fenica  fio , che  riforji . 

Bagno  CheegliandafieaBagmdiSiena.  SugO> & Sucie . Lat.fuccus. Pii.  Et  coltergo beuete un  »olj 

loii  MoUare.Lat.mollire^l intenerire [animo,d core. &ancbo  Succo  {berba.Seuerfi,opietre ,o  Sugo  d’berbe  none, 
per  bagnare.  Lat.  madefacere.  P E T.  Terche  di  & notte  B o C.  Che  premendoti  tutto  non  ufurebbe  tanto  Sugo, 
gli  occhi  miei  fon  Molli  Jegruta  i l’herbaj&  da  quefi'ot-  (he  baflajfe  ad  una  falji.  Che  gli  uberi  di  quelli  fon  Sugoft 

(hi  Molle.  Congliocchididolor  bagnati  & Molli. Dagli  Di  tante  latte,ideSipienidiSugo.A  h.Ak  uTienadi 

ecchiapUilèdellorrfierMoltiCtialtriafciugaJieunpin  dalce,&di  nettareo  Succo.&Succo  inuecedi  Latteue 
fiorito. tprile.MengiiocchiadegmhorMoUi.  Chepoda  dia  1447. 

lungegh  occhi  mia  far  Molli . Dic’ella  ; ch’i  lafciaigli  oc  Spuma.Zof.  Cf  Schiuma  anchofi  dice.  Ct  i quella  feccia/t- 
ihituoiMolli.  Chetennegliocchimiei  bagnatiti  lieti,  nero  ^rchezja,  che  efeedeW  acqua, oper  boUore,oper 

Hor  gUtien  trilli  & Molli.  Eoe.  Ejfendo  alquantoan-  caldo  fouerchio  ai  per  lo  molto  agitare  ;cofi  demetalU,co 

dati,&  tutti  Molli  uedendofi , & zaccheroft . & quando  me  de  fali,et  fimili.  B o c.Cli  ardui  caualli  con  Spumanti 

fignifica  intetterireaiedi  a 1589.  B « m.  llpettomoUe,  fremji  debbono  reggere.  F 1. Spumanti  Cinghiali . A m. 

CTOnÀì,&  Grondaia.Lat.flilliciàu  ,i  quella  efiremild, de  Spumofi  Cii^hiah.  Fi.  Da  k.  Se  toflo  grata  nfoluale 

coppi  ,0  uogUam  di  canalidelle  ct^e  doue  goccia  l’acqua  ScbucmcDi  uoftra  confenga,uleJl  le  macchie  de  peccati, 

quando  pioue,&  piglia  fi  per  meta.perqueuejlremità  del  Ari.  Ch’  alboragonfio.ebiancogiadi  Spume  Ternene 

ìabrodellepalpeéredegUocchiufatodaD  UN.doue  di-  fcielta,e  per  montane  pioue. 

ce.  Et  fi  come  dt  lei  beue  la  Gronda  de  le  palpebre  mie.  T.  Sudore,  & Sudare,  uedia  851 
Che’l  frequentar  de  [acqua  {una  Gronda  VenetraCr  Hutnoreterrejireaiedia  per  lo  corporale  a io8j 

^ ogni  alahaRre  dare. 

^JJquido.  Lat.  ualmolle,ffdlcunauoltapuro.  Per.  Che’l  M oi  R E. 

frefeo  herbojò  fondo  Del  bquido  criflallo  alberga  et  pafee. 

E'imormorar  de  Liquidi  cri}ialU.D’amor  tragge  indi  un  Miie.Hewmo  Dio  del  Mare  ..AmphitriteDeadel  Mare, 
liquido  lottile  Foco.  Glauco,  Hpreo,  ir  Melicerta  DeiMarim.  Samatea,lno, 

Lauare.Lat.  & abluere,alluere,tollMerejial  mondare,  pur-  & Tbetide  Dee  Marine.  Galatea  nimpba  Marina . Scilla 

gare  pitture.  P e •t.Ver  tei  (òfriira  [alma  ; & ella  è degno  conuerfa  in  moRro  marino . 

Che  le  fue  piaghe  lane.  B o c.  Facendoft  il  medico  tuttala  Mari,  ..Adriano,,  .Arcipelago,  Leone , Mediterrano , Mag- 
nare.Lauandofi  le  mam  e’I  uifo.Il  medico  già  Lanata. T ut  giore.  Mauro,  Moro,  Morto,  Indo,  Rubro,  Siciliano,HL 

talacqua {.Amo  nauti lauarebbe.  Con  acquacaldalo  frano, Libico,Euxino,Thirreno,Cafpio,Heltefponto,Oe 

iauò.  Lat.&  lUotus.  ual  non  lauato . capi,  Cretenfr.  Di  T ile, D’ India.  SiS alamina.  Delle  Zuhae 

Lauandaia.  Lat.  lauatrix.  i quella  che  lana  i panni  é lino  che.  Golf,  Seni , 

frorchi.  B o c.Conlafante,&  con  la  Lauandaia,  0 conia  Onde,Fortuna,TempeRa,Trocetla!HaufraffO,  Fiotto„Af- 
fomaiafauella . fondare^cogli,Lidi,Marine,Biue,T’orti,Htui,  Legm,Ga 

lOi»  Rucito.Lat.lixiuium,humorq;CÌneremixtus.iacquabol  lee . ondeggiare,inondtre^ffondare,fommergere. 

lita  con  la  cenereart  pigiti  per  quello  effetto  che  fi  fa  qui  Ne  ttuno.  lat.  neptuuui . Dio  del  mare,  tp- padre  de  uenti.  1014 
cb/i  la  ua  noi  panni  di  bnoimbrattatt.B  óc. Con  un  grém  ir  piglia  fi  alcuna  uolta  per  qualuiaque  mare,  onero  alqut 

biute  di  Bucato  innangi  frmpre . to  ih  tutto,conciofia  cojaa  he  la  detta  del  mede  fimo  eoa  fi- 

Vena  di  acqua.Lat.fons  riuuiiaut  fubterranei  aquari  mea-  unione  poetica  difegni  efio  mare,  onero  del  mare  la  Juapo  1 

tui  P ti.Rapido  fumé, che  { alpeflra  ^ena  Rodendo,  lenza;  TerciocheTdrttunofuhuomo  figliuolo  di  Satur- 

Tacerem  quella  fonte,  ch'ogni  hor  piena  ; Ma  con  piu  lar  noj&  fratello  di  Gioue,iré  Tintone,  & druidendo  lo  rea 

ga  frena . Si  profond  era  cT  di  fi  larga  Vena  il  pianger  me  paterno , le  cofe  cb'erano  preffola  rtua  del  mare  per-  - 

mio.  B o c.Tra  una  fontana  di  luarmopion  fo  da  che  no-  uennero  per  forte  a Tfettuno,  da  cui  fu  tolto  il  luogo  della 

turai  f'ena,oSarti^ofa,yena  di  fangut,ueéa  ijif.  fabula:Da  gli  antichi  gli  fu  /aerato  il  cauallo,efiimoder-  ' 

iryenaperlofiileomododidtrtaiq.  nilo/àcraroniiaMarte.P  BT.Eoloa7lettuuo,à'aCm 

Scorgere,&Surgere  Lat.& erigere , ir aliquandoprocre-  nonturbato lafentir.iranoicomefipane.D  a n.Nj» 

(cere.  P E T.  Chiara  fontana  m quel  medtfmo  bofeo  Sor-  tàde  mai  coiai  fallò  '}s(fKNni. 

gea  {un  /affo,  ir  acque  frefebe,  & dolci  Spargea  jòuente  Cliuco.  fupefcatore.ilquale  in  .AnthedoneterraEubaica, 

■ tnormoraiM.Sorge  nel  mezo  giorno  una  fontana.  Et  tun  ' ponendaipefciprefinclprato^anncbe  leraifiafauffff 
mmeif4Sole.  Èttiipurniadi  ppggioia  poggio  fòrgi.  ^foidne  die  alumo  di  quegli  gi^àded una  certa  hiìrba 


i 


Acqui 

rrifrtfeU{»r^,&  nfdtò  tulTacqM.Stufi  pel  tufo  GUu 
. (»,& itili  medcjimjrHeate  dilU  medefvna  herba,epre- 
JOiUl  itbitaftnrt  ft  gitti  nel  wuir.Cir  cefi  di  btomo  Ji- 
^neane  Iddio  miirine,poi  ondegg'mdo  egli  per  lo  Tbin  Si- 
.tiliMo,et ti  litid'lijlia  mgiendoSalU beUifiimafaneuil 
■Urdi  tei  s'innamuri  ; & dijpregiato  da  tei  a Circe  prefio  a 


F L E Kf  E N"  T I 


Acqui.  i}9 

te. Mah  jtlUjfimifinàofiùln mexo Mare. 'HpnefleiUo 
qiùfii  Mare  anodo  di  dir  da  Mannaro. In  un  fino  di  Mare, 
te  cruccuce  acque  del  Mare.  Efiendo  da  infinito  Mare 
tombattun.Lafciatodfiioorgoglto  il  mare , palifico  fi  la- 
fciaua  nau  gare.T.  Solcando  di  ’Heieuno il  uajto  regno . 
Solcando  di  Heitunoil  tallo  fiume . 


■MrfUtet  iinnitmvru  f %;/ « 

G4Cf»tic  peraÌHto:Uqu4U  accefa  dalbelmfodi  Salc.fvr/onwrf  kw.D  a ^,Mcitcrpctetcbcn  fttaUoS* 
luififiudiòperfuadergliabeanuffeleiaheamauatui,&  le  t'olirò  nautgtojèmandomioiorfo.  , 

Uciafie  cbi  fihifo  ibauea{  >(f  pojiendogUeU  perfuadere;  Mareggiare . Lat.fiuOnaTe.  Boc.Vsin  terra  del  picaolo 
'iratacontraSiillapanifiiatgitntealfmtefineUafolea  l gioditiendcreuoieua  ,maqueUa  memo  mareggiando 
lauarfiaii  pofe  alcuni  ueleni,  per  U quaU  ella  fi  trasfigurò  s andata.  A u.  Dan. Ter  mareggiare  mira  Sefio,& 

in  marino  moliro  di  uarie,ó'  brutte  forme:  Delikpian  .Abido.1  far  lorfo  come  dmare . 

t amaramente  (fianco  nominando  Circe  acerba  & firt.  Mari,  & Gcdfi  dmerfi  ,iruarn.Tn.Delmar  Thirrheno  ioti 
..a.  ai.. D . » eil.u.,.  AnJ.  oaiar  orr  rmira  a auelLt  a U lìmllra  riua.  iiun  da  l’Hilbaao  Hlbero  al  Indo  HiiLu 


onde  due  il  Per.  Glauco  ondeggiar  per  entro  a quella 
■ fibieraSenea  colei  cui  fifiiparcbepregiV^mandoun' 
altra  amarne  acerbaefera.D  A u.lìualfi  fi  Glauco  nel 
eufiar  de  l herba  Cbe’l  fi  conforto  in  mard,  gU  altri  Dei. 

Solla,  tmaiada  (fianco  conuerfa  in  moftro  marmo , uedi di 
fopraa  Clauco,<Sr a Scilla. 

Galacca . nimpha  marina , & una  delle  figlie  di  "Hereo , 
uediaóqj. 

Marc.  ÙU.&  altnm  profundumaeqiior,frctHm,pelagusj>ou 
tuSfftltm.gurgesabufiue.  Mare.ÀdnaticumJo  mare  di 
ypu.giaj'yrrbenum  il  ThofianooTtfano.lberumfii  Spx 
gna.&aleancum  di  Maiorica,& MinoricaJonium  d'UL. 
baiuayLiiaflicifii  Genoua.MegeumJo  A rapelago.Hel- 
lefiioniiacum  di  CofiammpoU  Crrucumfii  Candia.Lybi- 
tHm,dt  Birbaria . £uxinum,di  Tana.  Eritbreumjo  mar 
roflo.Scythicim,di  Tartana.Tomus  /«tìf.tir  Lucrmm,  d 
mar  morto.Sarmalu  mn.Sono  li  Mari  di  dmerfi  moti.Ter 
ciò  che  alcuni  non  rigonfiano  mai  ; come  i'I  mare  Tifam, 
cr  Getouefimlcum  rigonfiano  dalla  nuout  luna  infimi  al- 
la quintadecima  ; tir  nel  reflo  (cernano  : alcuni  ogni  gior- 
no due  tolte  crefconOiCt  due  feemano^ome  il  golfo  di  Ter 
fia,ilmare  Indo^  di  tutte  tifile,  che  fono  tra  qucllii& 


. w ..... 

alafimfira  riua.  "Hun  da  l’Hijpano  Hibtro  al  Indo  HiiLu 
jj)t'  Hfiercaio  del  Marc  ogm  péndice.Hf  dal Uto  uermigUo 
ai’onde  cafpe.  Dal  Boreaa  t Aullro,o  dal  Mar  Jndotl 
Mauro,  con  tifale  ibeb.gna  L'Oceano intra‘lcarro,et  le 
colonne.Cirfuorde  t Oceano  mfin  al  petto,  quatlrocatai 
Tafo  ne  t Oicano,t!r  jfirono,ey  ifirgp . Et  tinto  in  roji  il 
mar  di  Salaimua.Cbe  del  mar  Suiiiauo  infamia  fife.  A» 
chaiiO  Mare  giace  apprifio  Achata  pmuinaa  de  Greci . 
Acheloo  limitar  i golfo  del  mare  a fini  nobile  fi  per  la  gl»  ; 
riadeGreci,coine pertccaéoillùone.  Caphareomarei 
parte  dclt Antpelagocofi  chiamato  dalmonte  Capha- 
reodeltifola  di  Tl^ropante , nobile  per  lo  naufragiode 
Greti  da  Troia  ritornanti , tir  per  la  perfidia  di  T^plio. 
Tbaro  i netme  dimareper  qualunque  cagione  diuilo,fi  cp 
me  tra  Italu  & Sicilia,  lequalt  fi  crede  già  efier  fiale  con 
glume, poi  per  teremoto  fidate  ; Tbaro  grecamente  (no 
na  diuifhnein  Latino;  Mail  Tbaro  di  Cicilia  tra  tutti 
gli  altri  ha  (erbato  quello  nome.  Freto  mare,  quello  è no 
me  generale  a dafeun  mare  pafiante  m luoghi  firelti,  f o- 
meloflre.lodiCoHantinopolif&tra  Mefiina&  Rtgr 
gl».  Mar  Mono  i appellato  Lago  Ajfihaltide , ty  cofi 
detto  però  che  muna  cojauiua  idalniriceuuta.uedia 


ferra,  rwmira  ***  un-r  w»**.**i*  , 

quando  la  luna  (ale  da  Leuante  infino  a megp  del  cielo,& 
ritorna  infimi , che  da  megp  cielo  feenJe  a Toneme , & da 
■ponente  di  nuano  ricrtfieiufino  ebe  arnua  alla  metàdel 
fido  di  fotto,&  é nuouo  (cerna  mfino  che  arrtua  al  nofiro 
.lineare  ; Et  ciafeuno  di  quelli  inierualli  bore  feiLa  cagto 


quello  cb'ìtraCollantinò^,&yinegia;&tratlngbd  detto  lago  a tot  • . , , 

terra.  & U Fiandra , & la  Germania  ; crefeono  adunque  Seno.  Lai.  finus.per  lo  golfo  di  mare.  Boc.  In  un  Seno  di 
- ' .1  1...  mare,ilqualeuiiapicciola  ifblettafaceua.Iluentopoten- 

tifitmo  pojtgiaua  in  contrario  , m tamo  che  non  theefSt 
delpicciolSemiufcirpotejfi;ro,ma.lnunSeno  dimareft 
raccolje . & quando  dinou  il  petto  a i qqó.  & per  i» 

oriente  ; Et  ctaicuno  ai  quemtmeruaa, aure  ja.cjA„.iK,  pMfe a Syq  . . ~ n . 

ne  di  quefii  moti  fono  due  circobj  quaU  fanno  quattro  ar-  Golfo  .Lat.finus.iii  fino  del  mare  tolto  ^ Grea.  Dan. 
chitperocheilcircolodeKorigpiitefaUprimoarcoino-  CbeeaUga  tra  Tachm&Teton  Sopra  IC^.  , 

rientedlr  d fecondo  in  occidente, et  U circolo  meridiano  fa  Q^amaro.  Ut.fimusfanatuus.  i un  Golfo  delrm-re  A^ 
itprimo  arcoin  mexodel  iielofiquale  ili  nofiro  gimibtet  tico.  Uquali  da  quaranta  mig^.  & deluemo  Aufirof 
il  fecondo  nella  parte  oppofita  fatto  terra.  Adunque  quan  molto  pencolo  fi . il  qual  quiuifi  chiama  lly^maroda  efj» 

do  la  luna  tocca  gb  archi  deKorigpnte  fa  mouert  d mare  golfo,  ifum  liti  fonoitermmtdeiriialia.D  an,  Sicomq 

al  crefeere:  quando  gbanbi  del  meridtano,lo  fa  (ccmare.  Tuia  prefio  del  Qjiamaro.  _ 

& ideilo  Mare,  perche  perla  troppa  lalficra  ì amaro . Kènicso,&  Adriatico.Lat-AdrtatuiinMrt.flfuoprma  iO*7 
P I T Mare  Alto^firo(Fempefiofo,TranqmlloTmtodt  fale^t  amiquiffimo  nome,dal  cito  defiroagb  entrati  pie 

rollo  Senz'onde  J-ur^ti  MariXh'i  udrò  ficcoil  Mareje  no  de  pontina  no  enfi  da  finifiro.  inolia  da  monti  ce, 

Utbi,& fiumi . DÌquadal Mar,  che fat onde (anguigne.  taum  dlAlbamafiagnando lonfuoi  btttjnpobTanbem, 

Alcione, &Ceiceinriua  al  Mare  Far  gblormdia  piu  Dafiartu,Taolàti,Enieti,Tbeaci,epoiltlmti,Tirret.U, 
fiaui  uerm.  Et  uelfuo  letto  il  Mar  fenz’ondegiate.Quan  bumi,el  Hifinant  lufiuo-.' golfo  di  ToU.e^o^gna 

dbl  Sol  bagna  in  Mar  (aurato  carro . Eubin  Mar  pri-  nitiani&mfinoaireflTeuioAlnnocacci^illuoe^ 

ma  uinater  apparfe  .Ter  cercar  terra,  & Mar  da  turni  tOreipoiloUto  dirimpetto,  lafiia  pr^  gii  Anthenonit  t 

m.  Mentre  ch'ai  Mar  difcenderanno  i fiumi.  Et  al  Mar  epcnprtlfo  lebocibe  delTo.bagna  la  Lombardiaja  Mar 

rUotliefieipefii,&l‘'iinde . 'Huotoper  Mar,  che  non  ha  ca  Ancomtana,Fcrentani,TugUcfi,Cataurefi,SaUnitm, 
fon^fi  riua,»  piagare  JurbatoJ'tritggfan  mfigf  lt<tba>ùiiniprHo, a quasi»  firn  urcniu  fio^t^..  . 


Acqns  E L £ M 

iìjuìio  ógni  anno  il  giorm  delt^fStnfmne  dalla  lUu- 
firiJStma  Signoria  di  ymegia  per  mano  del  Serenifiano 
Duce  infime  col  reuerendifSuno  Legato  delTapaif^fa» 
to  con  uno  anello  foro  gettandolo  nel  detto  mare  con  gran 
difiimi  triompbi , onde  meritamente  fi  può  dire  il  mare  de 
yemtiani.  D A n.  £t  Tietro pefcator  fu  ne  la  cafa  Di  no 
firn  donna  in  fu'l  Uto  Adriana . 
eretico  mare  cofi  nominato  dalt ifoladi  Creta,  quefle  toc- 
ca molti  mari , Teroche  dal  uento  di  Greco  da  noffri  i del 
to  lo  mar  Cartaphh,da  Siroco,L'Uatio,  & Licio,da  Tra 


ENTI  Acqns 

inculù , & caJè^Horali  confcor^dipefcinperteiiKw 
mi  fi  tagliano  C ung^,  & con  cuoi  di  pela  & f altre  bu 
m cuopronfi  li  corpi, et  mangiano  le  carni  cruda  Tronafi 
dopo  queHi  Uprouincia  Crodofia  fertile  é tutte  le  cofe  al 

l"fi>bumanoopportmej&poilaTamada,&dopo  que- 
lla la  sagara  habitatada  Verfiam,  li  quali  fimo  al  rafia 
marpropinqui.neUaboccadelqualei  fine delmar India 
w.  P 1 T.  ynapietraè  fiardua  Là  peri  Indico  mar:  che 
denatura  Tregge  a fi  Uferro,e‘lfura  Dal  legno  in  gufa, 
eh  inauigiaffimde. 


io:t 


mntarmCEgeo,fioìUrcipelago,daVonentelomo,dal-  Mirtoornare.  lat.Myrtoum  peUntinter^eaeum  eb-  .o» 

P^uRroamar.Aohr.co.rir  Fouimno  Oueaa ,fr.L  onOa  iappreffoil^ISu7o;^X;^\t  ^ 

^go.dt  I onh  ipiccnle  camino  ; & cofi  deno  da  Mini- 
lo figliuolo  é Mercurio  filqualeeliendo  regguoredel  cer- 
erò di  Enomao  Re  é Elide;Cr  efiendo  aqucfiola  figlia  Hip 
podamia  : laquale  con  quache  la  dimandauano  mmalru 
monto  lemraua  neUa  ballaglia  delcorlo;&  ifuperati  con 
mone  punma  ; accadde  che  Tebpe  domandandola  per  mo 
glie  ,&  entralo  con  efio  lei  mi  correre  untai  modo  cor- 
ruppe Minilo  ; con  patto  che  fi  folje  umeitore  a Minilo 
concederebbe  le  primiere  jpo^  della  uergimtd  ctHippo- 
iamta  ìilqualehauendofatiolerotedellaianettadi  te^  . 
ra,&  diifauefineltorfo.j'ece  Telopeumcaarejda  cui  Mtr 
ah  domandai^  ilpatto , fu  nel  Mare  gettato  , nelquale 
..  ■ , c n _i  1 - ^‘orendofiafiM  al  Mare  nome  perpetuo. 

HeroaUfiiefira.Tbebopt^cofioelgj^^  Oceano  Mare.  Ut  quefioipadredell'acque.t^diquelle 

ancho  famifio  perU  f^rbiaéXerfe  , U quale  diHefi  il  perpetuo  aUegguttore  ; attmo,  che  da^  Iddio  fui  crea 


P.Auftro il  mar  .4phrico,ér  Epttiano.llutfta ijola  pofla 
in  megp  il  mare  ha  quei  confim,  ebe  a nitm’ altra  interuen 
ne  mai  hauereah'è  eofa  memorabile  molto,percbe  fi  driu 
tamerae  confideriamo  ella  è funata  nel  confino  delie  tre 
pani  del  mondo;  dal  Lenite  ha  lo  mar  Mfiatiio,dalT.Au 
firn  & Tornante  lo  mar  Mphricoola  Tonerue  e Tramonta 
na  lo  mar  d'Europa . Di  che  egli  imamfe fio  efio  rjiereil 
mei;p  del  mondo,  di  promomoni  & di  cento  città  fu  gii  ce 
lebre.  D a n.  In  mezo'l  Mar fiede  un  paefiguafio,  Dijfi 
egli allhora ihe s’ appella  Creta, 

Hellelbonco.  Ut.htUefjiontmèfiretto  marejediuideCut- 
fia  da  i' Europa  ,&  dalla  parte  f .A fui i Mbido  città , (jr 
da  Europa  i Sefiolà  dout  Lcandroaffogò  per  andare  ad 
Herofua  innamorata,  onde  tlT  t r.  Leandro  m Mar, eb' 


ponte  da  Mbido& Sello  énmpetto'Pofcoli  caftello  fatuo 
fb  per  lo  jòpradetto  amore  di  Leandro  ; (p-  effo  Xerfijn- 
trodujie  co  pie  ficchi  tutto  C ejJercaoJIelle  figlia  d’Jtlha- 
tuunir  fuggendo  co'l fratello  Tbrixo  dalle  iujidie  della  ma 
frigna  dal  montone  aureo  poruta  per  fuo  infortunio  cad- 
de in  quelle  ondi,  & inghiottita  diede  d nome  perpetuo’di 
fi  alle  dette  onde,et  efiendo  imiangi  detto  Tonto,  fu  poi  no 
minato  HeUefionto  ; hoggt  detto  braccio  di  fan  Giorgio. 

1 019  Iodico  mare , Ut,  mdicum  mare  è grand^imo,fp  fiima  fi 
hauere  tanto  Ji  ampiezza,  che  con  le  gonfiate  tuie  lo  fia- 
tio  di  quaranta  giorni, (p  notliafiidue  balli  alla  nauiga- 
ttone.  Sotto  il  uento  greco  incommeuafiuero  quafi  da  qnrl 
pronto  iiorio , prefio  alquale  il  mar  Serico  finifie.  Et  di 
quindi  aUabocca  del  Gange  dicono  efièrcuna  ifola  detta 
-4rgira,c'ha  Li  terra  f argento , & in  qui  fio  mare  euui 
la  Ilota  Taprobana  grande , & ricca  ,&dj  molti  popoli 
pofieduta.  Et  non  lontano  di  quindi  fono  té  porte  del  Solere 
però  quiuii  tarla  tanto  calda,  che  tbnomo  entrante  uc- 
tide,&  dicefi  quiuie[fire  t entrata  del  parodi  fi  delle  deti- 
tie.  da  loiide  infim  a Cudo  fino  li  lidi  diritti,cbe  fino  habi 
tati  da  p^oli  timidi  & effemmati , ma  abondeuoli  di  ric- 
chezze marine.  EtdopoqueJìiiUcoitoeJfereilpromonto- 
rio  Tamomadinanti  di  fi  tifila  Crfe  appellata , laquale 
fi  dice  hauere  il  fuoh  d’oro  per  ejfert  tanto  ricca.  DdTa- 
mofia  cm  la  terra  comincia  a piegarfi  nel  meriggio  enfino 
mila  bocca  del  marrofio;  qiufia  rerione  i del  tutto  abban 
donaiaperli  calàeecefiim.-dlln^ono,cheU  bocctdel 

gangeagtientrantrlorofio,,  .-e  prima  tronart  per  lòfi-  Sz\ùràniJM.SaLtmÌH,filanùt,gpfilamma.iifolafontra  ioti 
toUregmnr^lmnd^  poHaaU'MttuapreffLEg;Z!Z^filTJ^  ^ 


- .che  da  filo  Iddio  fu^,.„ 

torefu  incomprenfibiie,quefio  con  coniKOue  acque  re  mai 
non  mamheuoli  tutta  la  terra  tucouda  ,tpin  quella  con 
piu  uarij  corfi  entrante  rendeta,  rp  con  certi  ordinari  tem 
p alternai  i afialifctla  con  bollore  cofi  impetuojo,cbe  1 oh 
la  ritornai  a repétìna  feto  dal  Ilio  porta  le  fiere  r&  ale  tote 
uoUe  in  ficco  abbàdona  le  fiere  marine. le  cagioni  del  qual 
bollore  diuerfameme  furono  narrale  dalit  maggiori, Icqua 
li  io  prnermetterò,tonctofia  cofa  che  fiano  ad  altra  tonfi 
deratione  pertmmt , Ter  che  euandto  Oc  cono  fia  detto  fi 
no  piu  ragioni  riferite. Teraoebe  aleum. perche  a^uifi  di 
circolo  cinga  la  terra.  ,4ltri perthe  corre pm  neUjce , la» 
qual  cofa, tir  al  nomeAr  all'opera  è piu  eonuemente.  Tati 
ptrche,came’l  cielo, egli  i mirabile  di  rolfi  colore, & altre 
fimi  cofi  dicono.  I n quello  fino  ìjole  m^ej&  infinite  he 
file  marine.  Et  tutto  rio  che  di  acque  hanno  1 fonti,  laghi, 
fiunuAfi  tutto  quefcheinogniluogo'èdi  liquor,  di  humi- 
dili,z!rdi  qualunque  altra  atipia  figlia  fi , & deriuafi  da 
queHopiotantifi  le  uìfeere  della  terra.Sipeflo  tra  Tlnghd 
terra, (pia  Fiandra  dne  uolte  in  xxim.  bore  fi  mone  da  le 
uante  in  uerfi  ponente , dr  altre  tante  toma  in  dietro,  (p 
nel  fuo  mommento  efee  del  fuo  luogo  ,dr  entra  fra  terra, 
uedi a Guizzante  eutà  a ijii.  P tx.  Ingbilierra con 
fljble  che  bagna  L’Oeeano  mtra'l  carro, (p  le  colon- 

nt.e'lSole'Gia  fuordetOeeanoiafin  alpetto,  Qjiat- 
tro  canai  con  quanto  Jiudto  tomo  , Tafto  ne  tOcea- 
no  ,(fi  finmo  dr  sferzfi,  Bsm.  llMarOceanoggan- 


hocebt  del  fiume  Barbaro  con  li  popoli  Aloriti,prejfi  iqua 
li  -ilejptndro  Macedone  edificò  una  ritti , (fi  eonduffeui  i 

Macrófiadbabitare,drdo^quefiifi  troualartgionea- 
^•lìeSierdemmdimtnobapiiìne^buominideltHU» 


terra  due  uolte  prouoto  la  moltitudine  de  fuot  pocoo  nul- 
la ualere  eotra  la  uirtu  de  Greti,  far  uoJlf  prona  di  quello 
che  polca  p mare;Ma  co  peggior fortumi  fu  da  giiAlhtme 
peda  còpagm  per  lo  confitte  (fi  ferhuaUre  diTbena. 

ftode 


A!cq^a^  ELTE  >iCE  NTT'IT  Arqna' 

fiodeloroJiici,uÌHto,tì' poHonfi/gi.hjieH4m>g't^->  cMlaperotbeLi  fkcMa  malti  putrebbe  Hamin\iióii» 
theiKfiaelpriinoaemrdibirbjtiMnuuUiitU^  ioa  naaiiaU  grande  ,& amba  Jipurtbbc  ér  TiUxgO'prr 

dnceiuoH.iui,aacm  ernie  firme  IfamtCtioHiepama  ti.  petiegrinaggiopiiiiolo. 

ÌAìnD3.,ilariiudelmare.Lat.mare^litiit  Pe  t Ditto 
uipomi  oltraggioa  la  Manna . 711011  d'altra  tcmpetiofa. 


meflatorfalate  al  mare,  lì  Re  lafcando  a Mardomo  t re- 
tento mila  armati 1 migl  onj  'altroi  fiertito  died-,  a gli 
altri  lapitani,  iberni  Ino  regno  dndiiiepcn.&tgìnon 
fochi  a gran  giornate  je  ne  Henne  ad  .Abuio , & trottan- 
do il  fonte  ronoda'l'onU,  tutto  pen  dtp  aura  ton  una  bar 
fhetta  fafsò.'He  lon  migliorfortuaa  rimafe  ti  luo  lapita-i 
no  ; ilt/ttale  fopoiinlSixiéadai  emo  mila  de  Gruiahe  mi 


lOjì 


onda  M arma,  B o c.  Credi fiihc la  Marttia  tra  Reggio  et 
Gaeta fiaqiiafi la  fmditcìiettole  parte if Italia. Dijiotja 
tutta  la  Marma  della  Mtnerua  tafioo  alla  fialea,  Ac- 
^ua  Manna . Tifile  toji  beiutoje,  tofi  Manne , come  ter 
reSirit^cwIjimo. 


■toniraaltitierattoa;gmnii,iimoi&-tafirettoalttggire,  Marinarcft'a  Ktte.Latairinauti<a.Tìo  e.  AmmaeJlrj-, 
tomehablHamdeitoaaifjoUrfè.gfinalm  luoghi.  £g  taahfuanto  nell'arte  Afarinarilia.  Et  li  fiiriofi  Henti,a 

f ero  dice  il  T t r.  Ton  mi  Hte  al  temerario  ardir  di  Set jei  ifualtniuna  Alannarefia  arte  nuda  riinedio  Tu. 

&■  ptubajSo  fot.  Et  unto  tortaio  il  mar  di  ialamna  . Arte  Marinari  jeamedt  di  jotloamarmai  a 1054. 

Sòlito  Mare.  Lat.SiylUummareii}ueltbelraSiiiba&  Onde  d acqua.  Lat.  unda.  P e t.Onde Fa’laii.Sargtigney 
ildiaTbaroduiatm  da  Scilla  aaUrottoiniaato  uicinoal  falfc,Cajj>e,Thei'atiihi,Horribili,Roiiedalufttio  Onda 


la  parte  Ì Italiadoqualdicono  efere  ungranfa/ìojiauen 
te  qua  fi  nella  parte  disopra  huniana  efigie,coniiofia  cofà, 
che  di  fotta  habbta  moht  CT  tagliati  fetg'i.ira  1 quali  mea 
tres'i  Htra,  lo  fchiumvfoinare,  & boUcttte  rottoli  trai  lue 
defilai  lipgltdaiapo,!)- gemenjot  amo  per  fua  cagione , 
quanto  per  la  cum  autlà  funi  fpeloMÀ  lulllante, pare  che 
faor  mande  con  rabbia  moltiijima,  un  hornbit  luono  di  la 
trami  cani , laqnat  coft  éede  caguute aìlaMaufla  fannia, 
cioè  SetUanergineda  Giamo efiet fiata atmta,^  qmui 
iauandnfi  con  mali  di  Circe,&  nenenifiaeani  marmi  ef- 
fcr  fiala inghiottua ialino  a quelle  fnrtiddcorpo,.leqna-ì 
li  feutarojore  non  novin.-rri  ,eT  -tofi  perptualmrnte 
efi.re  fiata  nel  medi  fimo  luogo  ritenuta , come  babbtam 


Manna, T empeSlofa  .Atra  Agitandomi  1 tu  nii,il  lieta  * 
fonde . Il  mar  feng  Onde.  T'oggiiO  Oadepajj'ando.  foura 
f Onde.  Tiaue  mata  d t fOnde . S ’attnfiiin  uie-ga l Onde , 
LOade,theuerlanglioithi  ( i.le  lagnate)  doue  ptangem 
fOade.  I> o c.0mle-4rgenutr^alite,f'erdi^tbtuniani 
ti.iorde,Maniie,Tenioluft . l)  a K.Cvfifctt  uauaolnper, 
fOndabruna.  A H l.QjtalucmrfuulnelftljilitofOada. 
Moffadafaaflnitib'a  prtat  tpio  fcberza.i.  Che  maggior, 
delta  prima  i la  feconda,  £ eoa  piu  forma  poi  jtgue  Li  (cr-^ 

; Et  ogni  uolia  piu  fhumore  abonda , E ne  Carena  piu 
Jlendela  ferga  ;Tai  cantra  Orlando  f empia  turba  cre/cc 
Cblgiudabalgfficttde,&dtuallttfie.  btu.  LeOn- 
didelmarc, 

detto  al  effa  Glauco  .'Houli'ttettoferuaUnuogfioiio  Std  Oadolb  A/jrr . IjM.  uttdafum,&  fiuBmifùm  mare.ucL 
la effir fiata  femtaarapaciffi'naa^ufuataa  Imitare gH  bbdpla  & jiufluafe  marina.  B o c.md  Tu.  Oadafi. 

firaaieritperiiiquindiefSef  fiata ndmar  gettata, vrh  Man.  , 

de  al  faifi  c^r  alla  fauola  parata  ihauer  datoti  nome,  dK  Ondeggiare. Lal,undarr,fiufluarr,fiiiSuari.V  ST.Glauco 
ahnaltrjopnom.coMeadefiaSetlUtonleauttoriudel  orni  ggiarperentraaquellafchiera.Bvc.drtcàpipiiai 
Tetrartaiif  é Dante . dtbtadenOHaltriaemtondiggiareihedmare,uediClndi 

Supero  taare,Adriatricoinominato,rijpittoal  Tinhe'o,  cvj>  a ti.  Coiai futonJeggiar del fantono. 

tofaale  1 Greti  Infero  chiamarono,  di  cui  ad  Adriano  ma  Inondare.  Lat.taundare  P E t.per  inondar  1 aofiri  dolci  cam 
re  affai  è detto.  pi.D  nti.H  cut  parlar  m'uonda  ,idefi  mi  da  onda& 

TirrhenofiThirrenoMare.Lat.tyrrbenum.ccficb'iama-  Influentu.  i 

fa  d i CreciulqualeThofc»dìccmotlattm,Ma  (come  adai  Fortuna, perla  tetnpefia  marùu.P  e t.  leggio  Portnnain 
cunpian)laTbufcomolto^fpaiiooccnpap.bclTirtbe  porto, & ftancohomai  Ilmio  nouhier  In  gran  Fortuna, 

mj,coniiofiacofache‘lTirrhenoda  Tbofeana  infiaoaBm  ^ dtfarmato legno.B  o c.  7{rl  mare quefia tempefiofl 
tianifidilungafoUmcnteLoqualduonotfierenomiaato  Fonunaejfercnata.l-ortunaDcaneàa  154. 
da  nn  certo  picciolo  Re  LutoTirrheno  iiqnatliauendopar  Tempefta.  Lat.lempefias,ftu{ius.hyeiasambtr^  aflnsi  10J4 
tite  le  gcmdarmein  A fiaeoft  fratello  Udo,toUalafar-  per  la  fortuna  maritima  ; prvp.&  meta.  P e a.TtaaqmU 

loportahaueamufiratoamore  A la  luta  lunga,  Sturbi 
da  TempeOa.  Tot  Repente  Tempefia  Oriétalinrbò  fi  l'ae 
re  Ct  fonde , Che  la  nane  per  copie  ad  uno  fcoglto  Cufiuela 
Tempi fU  ch'i  fifilrgno  D'umor  /'cnni  fuggendo  la  Tempo 
fla,e’lueut»  Siche,  fnuifii inferra,  & tuTcmpeila 
Morampace,et  inporto.ù  iamirctta,ihcgiafofliunpor 
to  A legram  Teinpefie  mie  diurne.ond'ufiir gran  Tépeu 
fle . Se nongliel lolle Tempeftateofcogli.  B oc.  Tempe.^ 
fla  fiera, Grandifftnia  S'optauegnitrcéàìiqueaila  la  T(- 
peSìa  Et  cotale  la  nana  h litui  in  mb,con  tio  Oiiitn  fubitit 
fi uolgeapiuate poi (he'l fartealbero,ranodap>rinri  uhi, 
echi  u leraotluppate m Mare 3 forga di  quelli iirajpor 
tato, la  Tepefìo'a  onda  tuopre  finta  ctutralln  U legno  pe 
ricliia  me.  frnrlTu.Le  toci  hr  di  z^rphiro  thiupearafief 
f»  ìbloiho  con  fbrtiffinto  JufiLmeiuu  da  Ethiopi-a  IruatOf 

S iiq 


te  di  pigliar  nuoue  fiajttje  Henne  in  Tboùana , cr  in  Ita- 
lia fuperiore , & quella  tenne  ,Crdelfuo  nome  Ttrrhena 
thiamoUa  (-.fp- aiutare impofeiinome , che  infino alilidi 
hoggi  conferua.  P et.  Dal  mar  T irrheno  a la  fimfira  ri., 
ua  Doue  rotte  dal  uento  piangm  fonde . 

Vòì^o.Lat.tì'  mela.perlo  M are, 0- per  qualunque  profon 
di  là.  D a K.  y litio  fnordei  Telagoafa  rata  Si  uolge» 
t’acqua  perigitofa , 0 g'caca . Tlnn  ut  mettece  in  Teiago, 
■che  forfè  T.  rdendo  me , rimarretie  fmarriti . Dif  cefo  poi 
per  fin  Telagbi  cupi.  Boc.  Chi  troppo  non  fi  mette  ne 
fm  tupiT,  laghi  ifamur  nauicando.  Et  uedmdofi  il  Tela- 
ghetto  churo  dauàtLUigo  il  Trlagbuto  a tauola  polhfi , 
?eìeggio,ii4l  piceni  pel  gì.  Dan.  èpeleggio  da  pie- 
ciola  barca  Qjiel  che  fendendo  ua  f ardua  prora  ,idcfi 
quel  pelago , che  fende  la  gran  barca  noni  pelago  dafic-. 


>4 


> 

ìi< 


1 Acqna- 

ntlcnio il gìorrni dire  tlliiiHìttt bi»g»,&  h/tucathem 
jpemtHitocbiujvitofiiirifiimi  iwHoU  numicundonoio- 
jijiimo  tempo  ! & I marouri  di  lontana  pam  netUnano  il 
mare  hanere  mutato  colore.  Ma  poi  ihe’l  giorno  fu  parti- 
to I marinari  da  doppu  notte  occupati , nonuedeuanoihe 
fi  fare,egli  targomcntauano  quanto  poteuano  di  prende- 
re alto  mare,&  reftHere  alla  jópramgnenteTemptfta  pi 
neduti  fegm : ina  mentre  i hegiiargnnenti utili  alta  lor fa 
iute  fi  premteuauo  jncominciò  da  nuuoli  a fedire  una  grì 
difilma  acqua,  & lo  ut  aio  a muliìplicare  tu  tanta  quanti 
tJ,chf  leuate  lor  le  uele,  & jjii  t^to  [albero,  non  fi  come 
efii  uoleuano,ma  fi  tome  a lui  piaceua,la  guidanafi  mari 
erano  alti  al  cielo,&  da  ogni  pane  peri  oteuano  la  refiflen 
te  naue  toprendo  quella  alluna  uolta  daU’ un  capo  aitai- 
tro,^gia  tolto  haueuano  t uno  de  tcmorà,et  dett altro  fla 
nano  in  granJifiimo  affanno, ir  lo  cielo  lapriua  jouente, 
moftrando  terribili  ,&  fbiofib  tieni,  con  peliilentioft  tua- 
m , U quali  in  alluna  pane  nceuuii dalla  naue  ne  haue- 
uaao  tutte  le  bande  mandate  al  mareja  onde  tutti  i man 
nartdopolunga  fattca,iombattuti  dal  uinto,dalla  fòpra- 
uegnente acqua,  & da  tuom,  il  poterfi  aiutare  o loro.o  li 
na  ue  haueuano  perdutoa:  ihi  quà,i  hi  là  qua  fi  morti  Jopra 
la  couerta  della  naue profirati  fi giaieuano uinti,&  quafi 
ogni  jfieranga  di  falute  (per  lo  dire  de  padroni/! per  le  ma 
mfefle  tofe)  era  perdu:a.La  notte  auchora  mege  le  fue  di 
moranj;e  non  haueua  compiute,ne  lo  tempo  facea  fembun 
ti  di  ripofarfi  ; ma  ciafiun  bora  piu  mmaccieuole  proferi- 
ua  maggnn  efeitiMoliipltiauano  tiafèun  bora  alla  fton 
folata  naue  i piami.  Et  quantunque  il  romore  del  mare,* 
de  uemi,e  de  tuom /e  dell acqua  fofjègrmiifimio/uchort 
Ufaceuano  molto  maggiore  le  doliti  uoci  de  marin  tri,  del 
lequab  alcune  in  ramariihi,  abre  in  preghi  a Du,ibe  gli 
donefiero  aiulare/bdorofifitme  delle  toro  bocche  procede- 
uano,cialcuno  U pefkolo  m che  erano.uedi  f Indtce,là  do* 
uefonoaltnbelbfiimidtjcorfi.  U a m.  Che  mughia  come 
fa  mar  perTempefia,Seda  contrari  uenti  i combattnto. 
Ari.  dijenuendo  la  Tempefta,  r orluna,o  TroceUa 
mamma  éce.  Cantra  la  uolonià  d'ogni  nocchiero  Tei 
grà  defityihe  di  tornarehauea.  Entro  nel  mar,ch'era  tur 
baio  ej  fiero,Etgran  procella  minacciarparea.il  uenio  fi 
jdegnò  ,iheda  l'altiero  Spre:(7:ar  fi  utde/tt  con  Tempefla 
rea  S olle  uà  Untar  monto  je  c on  tal  rabbia  ,CbegU  mandò 
a bagnar  finca  la  Gabbia.  Calano  lofio  i mannari  accor- 
I tiLemaggiornele,e  penfanodaruoUa;  EritomarneU 
medefmt  porti  ,Done  in  mal  punto  hauean  la  naue  fctolta, 
Honcotmmu  (dice  duerno)  ih' io  comporti  Tanta  heen- 
Ùa,ii)c  u'bauctrtolta;E  fofia/tgrida/e  naufragio  minac 
eia , S'akroue  uau,cbedoueigli  gli  caccia  .Hora  poppa 
bortlorgahamail  crudele -,  Che  mai  noncepa  ,euien 
fu  ogmbor  ere funde,  Efii  di  qui  e di  là  con  burnii  uele 
yanfiaggiraudo,e[alta  marfiotrtudo  i Maperebeua- 
rie  fila  a uarie  tele  l'epa  mi  fon  ,tbe  tutte  ordire  intendo 
Vtfiu  Bjmitdo,e  [agitata  prua,  E tornoa  dnrdiBradami 
telua,cp;alitof!etfcriucttJodlce  .DiMarpbifa  ,d'^- 
flolfo , d[^quiljuteiLCnpbotK  ,cdcgUaltnui  uo  dire  ; 
i{  he  tra'ttagluii , e ccu  la  morte  mante  Mal  fi  poteano  in 
tmilra  H matfihtnmrt.  Che  fèmpre  piu  fupcrho,  e piu  ar 
regime  Crefcca Fortuna  le minactie,e lire,  Egiadurat» 
era  tre  Uilo  fdignoiTdeJi  placarfi  anihor  mofiraua  fe- 
^nu.C*ficiio/ebafijiar^iT^,efratafia  Vondammua^ 


Acqua 

e'I  uemo  ogni  bar  piu  fiero  ie  parte  ritta  il  unto  pur  ne 
iafiaLataglut,edona  almar tutta d nocchiero.  Chi  fi* 
col  corpo  chino  in  una  cafia  Su  la  carta  appuntando  d juo 
fentten  U lume  di  lanterna  picciotina  ,Eihi  col  torchio 
gtu  ne  la  Sentina . f'n  fotte  poppe,  e [altro  fotta  prora  sé 
tien umancf  [ banuol da  polue .Eterna a rineder  ogni 
merhora Contagia  ,&acbeuiafi uolue . Indi ciajcnn 
conta  fua  carta  )uora,Amexananeilfuoparerrilolue 
Ut.doueaun  tempo!  marinari  tntli  Sono  a confitgbodal 
padron  ridutti , ibi  dice  jopra  Shnifio  uenuti  Starno  per 
quel,ch’io  trono  a lefeccagne.  Che  di  Tripoli  apprefio  i )àf 
fi  acuti  Doued  mar  te  piu  uoltei  legni  fiag  te;  C hi  dice  fiut 
mu  in  Satalia  fduti.Ter  cui  ptui un  uocchier fofiitra  e pia 
gne  Ctafcun fecondo  d parer  jùo  argumenta , Ma  tutti  ut 
guai  umor  preme.e /gomrnia . Il  lert^  giorno  con  m.  g-  - 
ghr  éjpetio  CU  affale  dui  mo,e  d mar  piu  irato  freme,  £ 
[uh  ne  frergea/e  portane  d Timihelto,E'lTimoni'altro/e 
chi  lo  Motge  infiline  ,Btn  é di  forte  ,edi  marmoreo  petto', 

£ piu  duro  eh' acciar /bara  non  teme.  Marphifa;  • liegia 
fu  untoficura  tion  negò,  thè  quel  giorno  hebbe  paura  i 
.Al  monte  Sinai  fu  peregrino  A Gatlitia  promejjo , a Ciò 
prò, a noma.  Al  SepnUro,a  la  l'ergine  iHettmo,  E fece 
tebre  luegt  altro  fi  noma  Sn'l  mar  tanto , che fprfio  al  del 
Ulano , L' afflitto,  & conquifiato  legno  toma  ; Di  cui  per 
menirauagtia  hauea  d padrone  Fatto  [orbar  tig'iare 
[artimone.  E colli,  e caffè,  ceto,  che  u'idi grane  Cilla  da 
prora,  e da  poppe.e  da  f^e,E  fa  tutte  fgombrar  came- 
re eguuitE  darle  luche  merci  a [onde  onde,  Ahri  at- 
tende a le  trombe,  e a tot  dt  naue  L' acque  importune , e il 
marnel  mar  rifoade.SoccorreaUrimSftina  ouunqueap* 
pare  Ugno  da  legno  hauer  fdrufdto  d mare.  Stero  in  que 
fio  irauaglio/n  quefia  pena  Ben  quattro  giorm,e  «on  bo- 
ne piu  feermo  E n’hauria  hauto  d mar  un  torio  piena  To- 
CQpiu.cbe’lfnrortenefie  ferme.Ma  diede jfieme lor <[a- 
Tta  fi  rena  La  de  fiata  luce  di  Santo  Hcrmo.t  b'in  prua  s‘u* 
na  cocchina  a por  fi  uentte.  Che  pin  non  u erano  arhori/te 
amenne.  yedkto  fiammiggiarla  bella  face  S'hgmocihia 
ro  tutti  i namganti,  E domandan  Umar  tranqudìo.e  pa- 
ce Con  bnmtdi  occhi/:  c««  nati  tremanti.  La  tempefia  crn  c 
del;  che  pertinace  Fu  fin  aLhora;non  .indi  piu  manti  Ma 
ftr*,e  Trauerfia  piu  non  molefia , E folddmar  Ttran  li* 
buchio  refia . S^jefio  refia  fui  mar  tanta  poffeute,  E da 
la  negra  bocca  in  modo  esbaLi,Et  è con  lui  fi  il  rapido  lor 
reme  Del  agnato  mar , eh' in  fretta  cala , Che  porta  il  le- 
gno ptu  uelacemente , Che  peltegrmfaUan  maifacefleata 
Con  timor  del  mccbier  : ch’ai  fin  del  modo  "Hpn  lo  trafpor 
tifi  rompa,  o cacciai  fondo . Rimedio  a que  fio  d buon  noe. 
liner  ritruoua,  thè  comanda  gettar  per  poppa  Spere;  B 
caluma  lagomona , e fa  pruoua  Di  duo  tergi  del  corfo  ri* 
tenere  QjkSìo  tonfiglio,epm[ai.gurto  giouj  Di  che  ba- 
uea  accefa  in  proda  le  lumiere . lìuefie  d legno  fidui  che  l 
feria  frófe,  Efe  cb'maUo  mar  fu  nr  o forfè.  "Helgolfòdi 
Laiaggg/inuerSaria  Sopra  una  gran  città  fi  troni  feor- 
to;  E fi  uuino  al  Uto,  ibefopna  L'uno  c[  altro  cafiel,che 
ferra  d porto,  Come  d padron  s’accorfe  de  la  uia , (he  ' 
fallo  hauea  ritornò  d nifi  fmorta  ; Che  ne  porto  pigUir 
quiui  uolea  ,'Hpflarin  alto , ne  fuggir  pelea . tip»  po. 
tea  fiarm  alto , ne  fuggire  , Che  gli  arbori, e [antenne  1 
hauea  perdute , E ran  t anele , e tram  pel  fenre  Del  mar 
jdrufeue  macere, e ibaltute.  Etti pigUar porto  era urp 

uoler 


E L E M E N T I’ 


I 


Acqna 


ELEMENTI 


Acqua 


14 1 


i»;5 


ttfUr  morire;  0 pi-rprtito  ligtrfi i'«  finthote;  Che  rimau  UatKP’oee.lM.  fitbmergert.Ml m»egare,&  foffógiir  «fi- 


feria  vg  u perfonifi  morto  ,Cbe  ijmuu  errar,  0 rut  fortutu 
porte . H'I  ilare  indubbio  ero  cungran  per.gbo , Che  non 
jaUjier  genti  della  terra  Con  legni  armati,  e al  pio  di  fio» 
di  pigbo  Mai'jltoa  Slariul  inai  ,mm  tb'a  la  guerra  Men» 
tre  U padron  non  M p gliar  confg’io  Fn  émadato  da  ijnel 
iC  Inghilterra, Chi  gli  tcnea  p t animo  fo^fo  E perche  gii 
non uaneailportoprefo.il padron  narrò  lui ,the ijnella 
rina  .Tutta  tenean  lefemine  bomUtde.  & quel  che  frgHe . 

Ti:mpe&ofo.Lat.lÌH(luojHi,imniitisoteljnui.  P e t.  Tcm, 
peilofo  mare.  TempePoja  mente.  TempePofeonde.  Boc- 
SnrJ'enn  tempo  fUrilhmo,&  Teinpellojo.  Tempeflofafor 
tana.  Tempepata  mue . V H. 


tacqna  (Sri  proprio  tenere  nnatoja  nell’acqHa  tantoché 
dmenga  molle, come  il  linoàt  canape e&  ftnuìi.  B o c.Do- 
uerla  quella  notte  iflefia  fare  in  irurmag^erare  L affoga 
re.  f' duo  la  Jilinetta  la  notte  efier Pota  macerata.  Et  Ji 
loro  la  maggior  parte  de  Saracini  ma'g^rati  .i.fommerfi 
m mare,&  annegati.  D A N.  £r  macerati pn  fio  a la  calo 
hea  Ter  tradimento  d’un  tiranni  fello  ; tir  ni  qncSìo  Iw  gp 
Dante  non  fèrnò  l'ortograpbia,perihe  macerare  fignipu 
domare,iomeag6{. 

Sommergere.Latfnbmergere.è  affondare.  B o c.O  noiaffei 
tate  ì c fiere  notti , & fummerfi  in  mare. D ah.  QiiePi 
f caccialo  il  dubitar  fommerfeJ.lenò  di  dubbio. 


TempePare.  Lat.  ioncutcre,Pu(luare,'ccmmoueri  ,iSarijn  Immergere.Latjiol  ponete  fi  ficcar  dentro.  Am.La  ffada 
dnbioefie  ^ meta.pcr  ,ombattcte.P  tT.  .A  ciafiunre.  Immerfaatamali^fera. 

mo  in penfier  affro  & rio.  Che  UmpeSla la  n.tue  .Boc.  Mergere.  Lat.  ual affondare.  D AS.Coft  giuPitia qui  a ter- 
Tarea  che  tutto  d mare  mouefle , & tempeiìafie . 1*  H.  ta  merfe.  T.ii  uedri  in  nono  Laberuito  mergere.fommer 
B E M Ofiuroe  tempeSìofo  nembo . ,At.  {crr  ufa  la  profa , 

Procella,  lat.  i uento impctuofò  con ptoua,  ma  non  durati-  Emergere.  Lai.  ual ufiir fuori, là  doue era immtrfi . A r i, 
te,CppiHtnm.irecheiaterra.EiperòfipigUaperUtem  Tanta  uiriù  fra  belle  donne  emerga . 


pelli  manna  V l R Creber^  Vrocellu  Idphruui  P E T. 
Hon  doinofio  dongelia.Ma  ternbd  Trocella,  linai  Thi 
raon  in  perfeguirgibebr.i.  A R i-Entri  net  mir ch'era 
turbato  et  fi,  ro.Etgran  Procella  mintcciar  parrà.  I^n  po 
nenie  labeccbio  che  foau.-  Tarue  a principio  fi  fin  che't  fot 
li.ttealtOjEippififèuerfilt  fera  grane, Le  lena  iu.Ótra 
itinarcon  fi  roafidtoCon  tanti cuod  ,e  tantoardirde 
Uimpi,  Che  pir  che’t  del  fi  tutto  auampi.  Slédon 

le  nubi  un  tenebrofò  u.-lo,  Che  ne'liol  apparir  la, ita  ne  Pel 


-Afiògir.Lat  obruerefiaiattuffare,erfommer^ere.BoC, 
Sperando  che  forfè  Iddio  indi  gundoegli  lo  aff  g ire  man- 
dafie  qualche  aiuto  al  feampofuo.  Et  mi  a quella  guifa , 
che  far  Ut  ggufno  a coloro,  che  per  aff  gare  fonoquando 
perdono  alcuna  coft.i gitiarfi  pitto  tonde.  Ma  ah  una pom 
Jìa  uii  ina  al  cuore  gli  jarà  rotta,^  aff  g ito  l'bauri . Ma 
boruoteffe  Iddio  che  < g'i  ut  fi  fofiegiciato  da  douero& 
a^ocatofi  ( .i.nel  pcrgifi  ) cotanto  pm  dt  quello  tappetilo 
I affuo.  a.i,iafoca . 


la;  Di  fitto  d mar  di  [opra  mugge  d cielo:  Il  uéto  cCoguin  fit anegare  Latjiccare.  ual  morire  in  acqua.  Boc.  Sefeam  log  7 
torno  fi  La  Procella;  Cheépi.giitofcur.fiini,eé  g-lo  pareuotefie  ; non  potefie  ; ma  é nccejfitd  aunegaije , Et 
l nau  g rati  miferi  fl  tgell  t,E  ta  naue  piu  fempre  fi  dif  ude  per  tutta  la  terra  d'Egmo  t hauefie  per  certo  lei  in  mare, 

Sopral'irate,efjriiuiabdoiide  I nauiginii  ahmislrar  g^  erano  pm  anni  pafiatt  efiercanncgita . Et  tutti  quelli 
effetto  yanna  de  Carte, in  che  lodati  fona;  Che  dtfeorre  fi-  Jòpra  d legnetto  erano  flati  ano.  g iti.  Dan  Per  un  che 

febunio  col  fi  ifcbetto,  E quanto  a glialtri  ha  far  moHra  détto  u' annegano.  Et  quella  che  1 annegò  io  l'altro  carco , ' 

colgono.  Chi l’anihore apparecchia  da  riffetto , E cbial  .Attutare.Ljt  eximg  urefibruere.uoleatiuffare,cioificta- 
maiiurefi  ehm  la  (cotta  e buono,Chtl  timone  fibi  l'arbo,  re  tutta  fólto  acqua  con  forgafiuero  ammortare  ^ e'im- 

re  afiicura,ChilacopertaiifgotnbrarthacuraCrebbcil  guere.  B o c.  Perche  col  tuo  dianolo  aiuti  adattutartla 


rabbia  dei  mio  inforno.  Dipe  che  troppi  diauoti  uoreebbiu 
no  tffere  a potere  lo  inforno  attutare. Tu  foteui  attutare 
C acerba  uolontd  della g ouau  glia  Romana.  Th.  Le  Lon- 
gobarde rabbie  Attuiate.  A M.  U A H.Loqnal  ncglial 
tri  cor  tallo  t’attuta  fi  afÌKura,da  luto  Lat. 


tempo  erudet  tata  U notte  CaLgi  nofa , e piu  [cura  cb’in- 
fornn,  Tien  per  Callo  il  padron.- fine  non  rotte  Crede  Con^ 
de  franar , dritto  Ugouemo,  E uolla  ad  haradbor  cantra 
le  botte  D:l  maria  proda  fi  dr  Chorribd  uerno  ; tfon  fin* 

’gtjptme  mai  : che  come  aggiorm  Cefii  fortuna  fi  piu  pla- 
tabd  torni,  T^o»  ceffafiiion  fi  placa , e piu  furore  MoRra  .Atluffare.  Lat.  immergere;  ual  ficcare  rutto  follo  acqua  con 
ndgomo;fe  pur  giorno  i quciìo,Cbt  fi  lonofcealnume-  urto.  P e x.TeriheiatiuffiinmewConde.  D a n.A'i- 

rar  de  Cl>ore,'Hon  che  per  lume  già  futmjmjfoHo,Hor  co  di  gente  Mteuffataiunuo  Rena.  Quei  satiuffà  Cf  tornò 

m norffetanza  ,e  piu  timore  i Si  cU  mpoierdcl  uentod,  lùcouucdio.  San.  ynoudagrandedelmaremiailuffàf- 
padeoninelloyoUa  la  poppa  Conde,e  il  mar  crudele  Sctr  fo.An  i.CiàbaM.jauuffa,o  le  dorate  ruote  iljòlnella 
rendo  fi  ne  uà  con  humil  uele . marma  d occidente . 

N i\ifTl^io.Lat.quafi  nauii  froRio;  itale  rompere  in  mare . T affare,  ual  appotgarc,&  ficrar  tetto  fòlio  ac  qua,  detto  dal 
Boc  Didone  rùeu.re  d forefUcrc  Enea  'Haufrago.i.  rat  fuono  che  fa  neli'attuffare.  D a n.Maeflro  nudiojàrctua 

tommire. Fi  Aie  l.  Come  nel  mar  ihe  per  tempetla  goDtueierti  tuffar  mqueRabroda. 
fremr;  Afi-gfionC acque d temerario  legno  ; C borda  la  Subbarcare,pi  r immergere; dal  Lat.fkbmergete fitimerge* 
prora,  hor  da  te  parti  eflreme  Cercano  entrar  con  rabbia,  re.  ma  in  Lagna  C a aurefi  f gm  ficai  rapafiare.  D AN.  4f* 

eio.iifJ  gio.tl  pallido  nocchicrfoffiraegeme.Ch'atutar  aa  chiamar,^  dice  fi  imfcbbano , 

deue,enoibacorucinggnoy’ajoedeui:aalfiH,cb'vc-  Ingluottire.uedia  1417. 

cupa  il  tulio.  EdouequcUacttlrifcgueoguifiuito.  .Affondare . Lat.  fubmergrre  .P  sx.  Due  affondar  conuicn 
togt  Fiotco  a fluRiit.  Lat. ilo  mouimcntodelimirt.  Da».  Te-  mia  uita.  Tragge  a frd  ferro  ,mguifa  ibe  nauigiaffuiide. 
menlu’l  Fiotto,  che  ucrlorl'autnta.  Dan  Ocupidtgia,che  mortaliaffvnde. 

ioanàitUalbuMtempouedia  154.  gjprufondare,ic^ondare,»attuffare.Lat.itcTUBifiéiiKT- 


1078 


Actiu»  ' ELEMENTI-;  Acqua  ■ ’ 

gere.D  Av.nJprofoaJjMMfeiiel  mirógurgt.  tunmmrefrjc^o.cbePacqMacefigm  ferii  Strarifé-.- 

ScoaMo.lat  mmrixièfoilvltugiiu.jprro.cioi  uolemonUj^tu-TH.  , 

]i^weltit3tttmaiqua,om  terra  ,nuiprojirM(itlmarc.  ^muare.  lai.qj>pelUre,perumre/idKemre.ualaggiimge 
Stogilo  ftrmo^iuti>J)uro,SaUojer  Sfornante . P E T.  re.V  ft.Suh'aU  morte  m un  punto  sarnua . Da  Icjief 

(^rompereogniajfroScogbo.qmlbctSicglio.S'ioefta  i~  — .j 

uiuode  dubbiofiScogli ."Hrmat  faggio  nociVier  guardi 
daSioglìotiaue.^  uclgn  nane  dagl  Scigli  m porto. 

•Prima  tht  pacibi‘1  legno  Ira  gliSiogii  .Tuiuatohdujie 
inpiu  di  mille  ScogbMal  m motheiuipmjetn  quejiiStoa 
gli . La  mia  bariln  iia,foichelragUSiigii.t‘  ritinuta. 

Liuei  tri  fi  lgir.,0-  ne  Scogli  d.  guerra  Sù  peri' onde  fai 


fa  fuggendo  arriua  m parte . Et  arriue  l mio  ìjilio  ad  un 
beljine.  CoituiiH  thè  arriue  a quel  dubbiofo  calle. Prima, 
ih’ a Ji  dolce  alba  arriuilfòle.  Tal  thè  s’ioarriuo  al  dejia- 
toporio  B O c.utdt  l'indice.  Dan.  Tureome  nane  tifa. 
la  piaggia  arriua , .Arriua'io  foralo  ne  la  golaj.arnuai . 
.Antuammo  ad  una  Landa.  'Uoneraanthordi  la'Hlfi^ 
arriuaio . Seuucnne  ; cfr  arnui  latrftacl  bujlo . 


lati  .&fergliStogli.perthcdaunStoglioL}auiiu  tot-  .Abhattire .Lat.imidere ,offtndere .ptrarnuare.  Boc. 
to  la  mui  .Che  la  nane  fenofle  ad  uno  Scogl.o  iqpH  igto  Efiendogià  ut ^ro  l'ab^tli  ad  uno  Scntenuolo  .Lat.ca- 
leuno  Scogli» in meggLO  C onde.  Et  lontrag  ioiibi  miti  l’i  • fu uemt . 

fattaSccg..o{parlaiidodilla  mano.)  B o c.  O/  StCghom  RabbaiierepergÌHgnere,oarriuare.  Boc.  Et  già  auicinan 
Stogilo  maniie  coni  he  con  uuiolteltmo  dalle  pi, in  ffic-  dofnlg:omoton  quello  anello  méta  andò  aita  uiniura , 
tondo . ynlucgo  fra  gli  Stagli  ripofio  .Dan.  'Hpidt-  & peiuenm  alla  marma, & quiui al  fuoalbergofi  labat» 
fteiidemmuin  juCullima  riua  Dcllungo  Scogliopurda  tè  i giunfeaforte.Lat.tafuueme.iniidit . 
vianfimjira.  Cofi  da  imo  de  Ltroctia  Stagli.  Mouen.i.pie  Capuare.  Lat.perurmrt.ualearrmtrcal’improuifi  ad  al- 
tre g odi  polle  agui'd  de  pinti  per  pafSare . Correte  al  luu  luogo  ; onde  diciamo  dar  di  capo  in  un  luogo , quando 


moine  a ffogl  arui  lo  S coglia, Chifier  non  lafcia  a noi  ma. 
nifefio  i iajf  aglio,  cioè  meta,  per  lo  impedimento . 

Scilla.  Lai  Scyilaè  Staglio  tonato  dr  emineme , oue  il  mar 
fuol  far  tenip.fte  nel  Ilio  d’Italia  ,làdoue  htggi  èunca- 
flillo  thanlaio  loScigIto.  P B T.  Stilla  induratfi  in  putta 
offra,<^alptfira.uedia6.{6  io;i. 

18  jp  Cariddi,#  /<  oglio  dall  altro  còlo  della  riua  di  Sicilia  in  quel 


a.‘gato  perdtuetfi  luoghi  fi  ferma  in  uno  .Boc.  iu.ioldo 
tapua  a laflel  Cugbehno.lo  capitai  in  Truffa,  di'  inBuJm 
fa  pai  fi  molli  babitalt.  .A.  cafa  mia  i capitato  un  tuo  fer-. 
Ultore . In  una  camera , doue  capuana  la  fe/iura . Et  ùn 
quella  fjiefieuolte  bonorauano  i gentilhuomint  foreflieri, 
quandoueneeapilauano  lironttino  ci  capitò  hitrfera.i. 
autnneaUemant.  t 


iHodiM  fsinj  tbethiamano  il  brace» , ilquale  fa  il  porto  .AuaUare  Lat.  uallare  dr  muaìlem  froficifii  .perarriuare  r 
della  tuta, la  di  ne  i la  torre  di  fan  Raniirr,  è luogo  ^rieo  & corgiungtreda  ualle  Lat  che  naie  muture^dr  ferm  ire', 
lofoda  iiautgarrpir  fonde  de  duo  contraili  nutrì, ihc  lui  quafi  ualluru  fatere  .D  n u.Horauallittnohomattrale. 
inioi/trandoUifiemc combattono.  P tt.Scilla,drtarid-  gramfombre.Ct parleremoadefie . i 

di  quando  irate  fono.  Taflaua  la  nane  mia . Infra SalloA)'  Tragi  tto^  Trag:iio,dr  Tragettare.  Lat  trairdus,  troie-. 
Cariddi.D  AN.  Come  fa  fonda  là  foura  CartddnChe  fi  fi»  ,tranptui,iranfue8io,dS'  traucere  ;iheualpaf>are>. 


frargetonquella,m  cuit’intoppa 
Lito,  CT  Lido.  lat.  lilusmaris.  P E T.  Deferto  Lido.  Strani' 
Lidi.  fuoriutliinoflriLidi'Heftfolefamofeéforiuna. 
Per  cercar  terra  dr  mar  da  luitii  Lidi  Dal  Uto  Occiden- 
tal fi  mone  un  falò-.  Che  fa  fiiuroil  nauitarfenx.’arte.’He' 
dallato  ut  m,  glio  a fonde  caffè . Pon  mente  al  temerà-  • 
tmardtr  di  XiTjè, Che  fece  per  caliarinofln  Liti  Boc, 


dauuartua  atltliratoefun  fiumead  unaitro;outro  i. 
compofio  da  tra  dr  gitto  dr  perciò  per  un  folo  g fi  ferme 
onde  fi  dice  tragettare  robe  d’uno  nane  in  falera , D a 
.Al quinto -Aigtne èTragittoà ponte,opafio.  A R i.Fci» 
leale  fleUraggim T raguto . 

VrocÌ2,quando  fignifiiaianuaiunfiume,odfuna  fofia,ue'. 
dia  1049. 


Teruenne  al  lito  deififida  di  Corfù.5opra  i jalati  lodi  Tu. ‘ Argini.  Lat.  agger;  margo,  ripa  fono  quelli  che  fi  fanno  per 


Dan.  Tradifcordanti  Liti  conira’lfole  1 raggi  moni  già. 
ne  bafsi  Lidi . Di  quella  ualle  fm  10  Litorano. 

1040  Rina . Tot.  ripa cè  quella  fommitàé  terra  lungo  a fiumiyli- 
to  è poi  quello  del  mare , <?•  Riuiera  e’I  paelè  ch'i  prefio  le 
Hue.pt  ndice  poi  è tutta  la  fponda  del  fiume . P b T.  Urna. 
Eiorita,frrfca,Honorata,Lagrimola.Thofcana.Eteranlg. 
fueRiHf,Bianihe,P'erdi,yirmiglie,Terfe,&  Culle.  Che 
loffirando  nòdi  Rina  in  Riua.  Ch’io  porto  tnuidta  a quei , 
che  fin  da  faina  Rina . Et  Cerca’ l mar  dT  tutte  le  fue  Rt- 


fortegT^d.UermedcfiunÙACcioibequellinò  efiauo  dei, 

fuo aiuto.  D An.Sicbedalfmnofàluafacquadrg’i-dr: 
gini.  Che riadin .Argini &fojsi.  ConPjirgine  letondO' 
iittcrocicihia..Allhorutnimmofntudrginequario.Si>yin. 
doincontrànuif anime  unafihitra,Cbe  nenia  lungo  f.Ar. 
gine.  Ari.  Con  quel  furor  chc’l  Re  de  fiumiallero.Sìuau. 
da  rompe  tal  uolta  .Argim,dr  S pondef  tal  Pò . ) Qjiindt. 
ui  de  laftiargh  .A  rgmi  molli.  Et  fuorCacqua  fjaccur  con 
pm  rampolli.  S a k.  Duo  erti  .Argini . 


ueÈlihr  mmlpeme  fa  uemraRiua..A  bina  nn  fiume  1 he  Sponda.Z^r.npa;  è la  riua  del  fiume.  A K 1 Come  il  uillan; 


najtein  Gebennai  pri fio  un  fiume  ,oal'aRna  if un  fiu- 
me. Dopo!  ih’ io  nacqmin  pi  la  Rtuai .Arno.  .Altione,dr 
feiichRiuaat  mare  Farilor  nidi  a pm  fiaut  uemt, 
’Roc.’ìfr  d'altra  Riua  era  tbmfoil  Laghi  no  Ferfi  una 
fiumana  Alla  Riuadetla  quale  folca  utderfi  delle  Gru . 

Riuiera . lai.  ora  a.  Pei.  Fra  due  Riuiere  a fonbraiCun 
alloro.  D A K.Sula  trifla  Rjuiera  d’-Aiheronte. 

Strariptuolc.  Lat.  praruptui  locus . ual  flrahoctbeuole . 


Se  fuor  de  falle  SpondeTrapela  il  fiume,dr  cerca  nueiut. 
. firada  ; Frcitolofo  a melar  che  non  affondi-  / uerdi  prati 
<Sr  la  fferata  buda;  C binde  una  uiaadf  un'altra  ,eficou» 
fonde , che  fi  ripara  quinci  thè  non  cada  ; Quindi  uedila- 
. fiiarfAhgmmolitEtfuorfaiquafpucurionpmram— 
polli  Quando  rompe  tal  uolta  Jfrgim  Cf''Spoude. 

Vcadicc.LaiAppendixfi  tuttala  Ijnòlda  de  fiumi.de  monti, 
dir  di  qualunque  cefi  aggiunta,CT  che  fiaalmoaJun'aU 


B'U  c.  Menando granJtJiiRicpietrefi:qualifaiim>  ufiepit  . . tra,  P e ■x.R/ttriàduifel mondo  (Tgw  P^ndtte.i  agni  luogo.. 

prvpin.juo 


I84J.1.I 


■i 


164^:  :: 


Acqui 


ffCfmifii»  »l  mare , In  mexnp  bauta  gii  pieno  le  Teniiei . 
D A n.T’er  tm  fcoffe  ànate^i  ogtu  “Pendice  II  naflro  regio 
jaignilMogocbependedalmome. Et amboWPtnità  fot 
t’eran  pietraj.le  jpomle^  marginile  line , egli  argini  del 
fiume, onde  piu  bafio  due.  CU  margini  fan  ma  che  non 
fon  arji . 

Margine . Lat.  margo,  & litns,i  la  eflremitd  di  qualunque 
cojà  B oc. Le  uerdi  berbette  cbe'l  Margine  di  quella  fon 
tana  adomaua.i.la  efiremità.Si  ricordò  lei  douere  bauere 
una  Margineaguifactuna  crocetta foprat orecchia  fim- 
fira  fiata  <t  una  nafcenxaj.fegno  rmajoui.  Dan.  .Am- 
bo le  parti  fatte  eran  di  pietra  £ i Margim  da  lato . Hor 
cen  porM  fun  de  duri  Marginij.npe,  cjr  qui  fi  può  inten 
dere  per  lo  tilo  del  mare.  A a i.D'uncanalier;cb'a  l’om 
brad' UH  bofi  hello  tlel  Margin  uerde , e bianco,  refio,  e 
giallo  Sedea  penfo/i . 

Porto.  Portunoialtrimenti  dello  Melicertet , feu  Palamon 
Dei  de  porli.  P i t.  Porto  Befiialo,SieuroJiipofato.Però 
Jàrebbe  di  tirarfi  inPorlo.Et  jferandauetura  miglior 
Porto . Come  lume  di  notte  in  aUun  Porto . Che  uoUndo 
col  giorno  efiere  a Porto . Et  Cam  bore  gttar  in  qualche 
Porlo.Driggq  a bon  Porto  1“ affannala  uela.  “H.o>i  d’atra 

I tempeflofa  onda  manna  Foggiò  m “Porto  giamai  fianco 
noci  biero . .Al  dolce  “Porto  délalar  falute  .Tal  uh'io  co- 
mincio a differardelPorto.  Da  la  man  definì  ch'abuog 
Porto  aggiunge . friggio  fortuna  in  Porto,  & fianco  ho- 
mai  II  mu>  nocihier;iT  rotte  arbore,cr  fdrte  : T ranquiUo 
Torto  hauea  moflrato  amore  .A  la  mia  lunga  & turbiia 
tempefia.  “Porto de  le  mijirie.De  temie  fatiche.  .A  uolger 
nane  da  gli  feogU  in  Porto . B o c.  Dal  Porto  <t.Alefian 

• dna  fi  partirono . A miglior  Porto  mi  ponga.  La  mia  pie 
eiolanauicellabauergid  la  fua  proda  diriz^la  a fatn~ 
teuole  Porto.  B £ m.  Porto  ficuro . 

104  J Molo.tar.  cotonjinii.  ditta  a mole , Lat  i ilporto  manuoL 
mente  fatto.  Ari.  Che  ficredeadiriueder  fuH  Molo . 

Mettere  fcala  ,oponere  Scala,  i quando  la  nane  giunge  a 
porto  che  fi  fermaAf' che  fi  pongono  i ponti  per  feendert. 
Lai.  epibaihra , 4.  A a 1.  £ furfi  a Papha{,  e pofe  inter- 
ra Scala. 

SieAri  .èporto  de  Cenouefi  nella  rimerà  da  Oriente  prefio 
Gemma  trenta  miglia  .Dan.  Infra  Siefin , 6'  Cbiaueri 
tanmda  yna  fiumana  bella . 

Aulide . i porto  di  Grecia  .finn.  In  .Anbde  a tagliar  la 
prima  fune. 

V.,  a y X. 

7qque,'iqauilio,'tiquigiofiAgno^afrllofi}altJ,Satttia,  Fu- 
V fla,Cocca,Fregata,Scbilo,Grippo , Spola,  Palifihermo , 
Barca,Battello,Burcbio,Prora,“Poppa,“Poggia,Oro;a,  St 
tinafi'ela,.Artimone,Mex^J“enc,ernolo,  Trinchetto, 
^rbore,.Anienna,Cabbia,Caftello,  Ballatore,  S cheimo  , 
Timone,Couerno,Btmi,-dnchorrfi=erri,Sartt,  Gomene , 
Spere, Trombe, Spugna,  Ghiaue,  Carta,  Horiuolo,  “Hgc- 
fOÌeri,“t{quigàti,Tiaute,“Pitoti,Marinarifialeolti,  Ciur 
ma,Corpili,“Pirati,Ztuorra,.Ar(na . nauicare,  jjialma- 
reàmpalmare(vrare,nmorcbiarejuogare,fciareeigon- 
dare  tfommergere . 

to44  Danao  figliuolo  di  Belo  fu  U primo  che  trouò  la  naue,eon  la 
quale  nauigà  in  E^tto,  C“  in  Grecia,  & prima  erano  in 


ELEMENTI  Acqua  14» 

ufi  le  Rati  i.piu  nani  conglutinati  infieme , & quefia  fu 


inuenttone di Erithro  Re nelmar mfiodetto  Eriibreoda 
Im.Ma  il  principio  di  fabricar  quelle , lequah  chiamaua- 
no  Haui  lunghe  Jecondo  Plmio  col  teftimomo  di  Pbilofte 
phano  arme  da  I afone  Jq  cui  naiiigatione  in  Colcho  al  fuo 
luogo  habbiamo  detio,Cofiui  fu  ilprhno,  ejr  alla  fua  T^- 
ue  pofe  nome  .A  rgojaquate  fu  la  prima , & molto  bella , 

Cr ecuUente .i ucrifimile cbeHetluno  Diodel  mare  ne 
prendejìe  molto  ffupore&  fummo  diletto. mule D ah. 

Che  uinttcmque  fecoti  alC tmprefa,Cbefi  “Heltuno  al  mi- 
rar l ombra  iArgo. 

Argo  Lat  Argot  fecondo  Copinione  dalcuni fu  il  primo  che 
fabncafie  Tgaui . 

Minos  figliuolo  é Gioue,  ^ di  Europa  regnò  nelCifoladi 
Creta  AF  fecondo  Dtodoro  Suolo  edificò  puc  atta  ,&futl 
primo, feòódo  Plinio  che  facefie  battaglie nauali,&  acqui 
fio  molte  ifole  & terre  titani  ime  ,&fubiiomoé  fonema 
giufiuia , dr  però  da  poeti  èpofloper  giudice  deli  inferno . 
uedia  liio;. 

Tiphi  Lai.Tiphyi  hebhe  il gouerno  della  nane  di  Argo,  & 
fu U primo  che  trouò  l'arte  de  gouernar  la  nane , fi  come 
Auiumedon  fuguuLitore  del  carro  d AcbiUe.onde  dice  il 
Hofiro  P s T.  Felice  Autumedon , febee  Tiphi  1 C he  con- 
ducefie  fi  leggiadra gite.Ouidio  Tiphis  & Autumedon  di 
caramoriugo.A  R i.  Di  tuga  Tiphi  in  nauigartrapafjò. 

Nane.  Lat.  nauu,nauigmm,alueuijratis.CS“  dromonis,la  uà  1C4) 
ue  che  porta  grano.hippagium,  la  nane  da  portar  caualli, 
nauarchii , la  nane  del  capitano . oneraria  nauis  fi  quella 
che  portamercatantia . oriaafia  barca pifratona.&  “ì{q 
nabt  ; i cofa  di  nane  .Per.  Più  di  me  beta  non  fi  uide  a 
terratique  daf  onde  combattuta  & uiuta . Indi  per  aUo 
mar  uidi  una  “tfaue  Con  le  forte  di  fèto  ,&  d’or  la  uela 
Tuita  dauorio,  dr  S bebeno  contefla.  Tigue  di  merce  pre 
tiofe  carco  .Pafia  UTique  mia  corca  dobbo  Per  alto 
mar.  Salda  “Hque . Come  lume  di  notte  m alcun  porto  Vi- 
de mai  daltoraar“Hque  ne  legno.  Che la“Haue  periofi* 
ad  uno  Scogbo  ,&thilor  “Hqui  Fra  Sicilia , & Sardigna 
ruppe  dr frarfe.R  ggeanebor  quefia  fianca “Nquicella. 
fi  o c.'Uque  bene  armatOidr  corredata. La  “Hquein  ter 
rapercofiadt  dacqua  piena  .Fece una grand^ma  ,dr 
belU“ìiqueal  porto  di  Carthagine  apprefiare.  Accefà 
“hlaue.“Hquicella  di  pefeatori.  Lat.  bona/t.Opti  cofa  op- 
portuna a battaglia  “Ffauole.  B £ M.  Ir  naui  ut  mare. 

Nauili , dr  T^lqutgi  ,foao  naui  grandi . Lat.  nautgium , dT 
opbraBumjè  nauibo  non  coperto . P £ x.  Del  legno  ingoi 
fa  che  “Hauigi  a fronde  .hoc.  Di  quelb  fono  flati  che  la 
mercalàtia  et  “Hquilioq  le  polpe  jet  C offa  la  fiate  u'hàno. 

Legno  mantimojn  ucce  della  nane.  P £ t.Cbtufo  gran  tem  1 046 
po  in  quefio  cieco  Legno  Errai  purga  leuar  tocebu  a la  ut 
la.  E I uauiganti  in  qualche  chiufa  nalle  Gettan  le  mem- 
bra poi  che  fol  s'afondeSu'l  duro  Legno,  & fotta  Caffrrt 
gonne. Ingran  fortuna  f’n  difarmato  Legno . Chi  è ferma 
todi  menar  fua  ulta  Sii  per  fonde  fallaci  Secur  da  morte 
con  un  piceni  Legno,  “ffe  per  tranquillo  mar  Legni  pal- 
mati .Poi  temo  ch’io  mi  ueggio  in  fragil  Legno. ^afi 
fengq  gouerno, dr  frngq  antenna  legno in  mar  piendi 
penfìer  grani dr  febiaui.  Prona  ch'affondiilLignotra 
gb  Scogb . B o c.  Comperò  un  grandiffrmo  Legno . Per 
Jorgadiuentofi  Legno  futrafrortato  alfipila  dipongp. 
Sofrinto  il  Ugno  da  grauofi  uentiS fondato  U Legno.  Certi 


.1  Acqua.  E!  L E MtE-N'T  Ir,  Acqua-, 

LtpùiiSarachtt.  Comperò  un  Itgxtmfittilr  per  itirjig  .per  lorp  hifagd,  Atil.7^1  Schifo  OrU^do  eo*pO<4 
tme  ..Alcmii  Legnem  armali . L>  a N.  Qjule  iieC.Art-  ■ uiteriiallo . 

XanÀ  de  yimtiam  Bolle  CmuenuU  tenace  pece  jerhmr  SpoWUgnoallaificimdaìracipte.Heiiax^ìi. 
palmari  Legni  hr  non  fm.Tofiochelduca.&ionelLe-  liUC)L.Lat.&cymba;&Lembiu  èbarcapiuuUHeloiiJJÌT 
gno  fu  Secondo  fe  ne  uà  l'anmaprora . legno,  Ltgna.cr  mudi  un  Itgnoi  & lembkla  la  barchetta.  P i i.frafi  fo* 

tran  Henti  m fragil  Barca  Mi  trono  m alto  mar  fenxa  go- 
iterm  Si  lene  difimer  d.  error  fi  carca , la  debile  mia  Bora  1 
co.  Ecco  noneilamente  la  tua  Barca . dodui  dome,  y idi  ut 


gno  fu  Secondo  fe 
lagne,  aedi  a 189^. 

VafcUo,/cgito  manttmo.  D a n.Connn  nafello  fnelletto,& 
hggien  Tamo  che  t acqua  nulla  ne'nghmtinajJharchetr. 
ta  et  nieu  dal  Ut.  phafelluifitl  fafelmcmutata  la  fin  u. 
dinota  quello  iflefio . ucé  aSìp. 

Galea.  Ut.  tr&emii.  B O c.yna  Galea  di  Corfab  fopraueu 
ne.  Montati  in  Galea . Saliti  fu  le  Galee . Fece  due  Galee 
fattile  armare . Montò  (opra  una  Galeotta  bene  armata . 

Saettia  Lat.catafcoptum  qji  gno  maritano,  è come  F rega- 
ta,ofuila,  & uà  ueloce  come  faetta . B o c.  yna  Saettia 


una  Barchetta  Miegre  & fole . Che  gioua  adunque  perche 
tutta  ffMme  la  mia  Barchetta  poi  che’ n fra  gli  fcoglx  E ri- 
tenuta .B  oc:.  Il  uemo  la  Barca  fenati  gouematore  ri- 
uolfe.  Fece  armare  una  Barca Jòttile . Sopra  due  Barchetu 
te.  D A s.  che  qui  ò buon  con  uela^  co  rem  lluantun» 
que  può  ciafeunpinger  fna  Barca, U duca  mio  difeefè 

_ nelaBarca. 

comperarono, & quella  fecretamente armarono  digrau  Gondo\3i,i la  barca  Lat.lMìurmca,Cimbula. 
uantaggio.Mandanaper loro  una  Saettia  con  alquanti  Bmidìi.Ut.caudicarianaui},onenaria,corbita,a(luaria, 
gemil!)nomm.uediaFu(ia.AKl.Ellanelporto,oFu.  fiuuatilit . fono  Ugm  é acqua  dolte.D  As.  Come  tal 
fiafi  Saettia  Farà  ordinare . nolta  Hanno  a rma  1 Burchi,  Che  parte  fimo  m acqua , & 

Cocche.Ut.holeadet^tno legmmarU'tmicbeufanoCata-  . parteinterra. 

Ioni,  & Genouefi . B o c.  Due  gran  Cocche  de  Genouefi . Proda,  Trora,  & "Prua . Lat.  prora  nauis . B o c fono  il 
te  Cocche ner  ponente  uemuano . becco delUTrodadeUa'HaHe& alcuna nuita  lignificala 

Polio Jatjuyoparo,oms,  bircmis.i legno  maritimo,piupic  riua  é unfiume,oi{unafofia,octMtracofa.  B o c.  Hot 
• • • -'  ■ cottUMparola,horcOHu<Paltratùperla'ProdadelMua 

gnont.ùcc«ftatofiaUaTrodaituttadtqucllefofie,Crprt 
fo  tempo  il  gittò  in  efia  .Dan.  yer’è  ebe'n  fu  la  T>roda 
mi  trouai  De  la  ualte  iabiffo  dolorofa.Et  ecco  ad  un  cb'er 
radanoliraTroda.ideHda  nofira  rma  .Ari.  Chela 
Trora  fiuolta,e  uerfo  [onda  Fa  rimaner  la  dijàrmata 
^onda  . Lfcio  Rinaldo  e [agitata  Trua , E torno  a érdi 
Bradamautefua. 


ciolo  delia  galeaat  piu  grande  del  Bergamino.  A R i.£i> 
la  nel  porto , 0 Fufie , 0 Saettia  Farà  ordinare . Taffando 
una  lor  Fufia  terra  terra . 

Crippo.Laf.  parua  nauti  greca  diHa  forte  quia  nafum  adii 
cumhabetj.proramy(vrri{ilmedcfimofigmfica.  Ari. 
yamUfeorrendo  tutta  la  marina  Con  fufie, Grippi,  & al 
tri  hgni  loro. 

Picgiti.Lat^etulatoria,nauisfiembus,tabellaria,&cym 

ba.i  legno  quafi  come  il  Bergamino.  B o c.  Sapendo  ner-  Poppa . Lat.  puppis.  B 0 c.  Sopra  della  TopM  della  nane, 
fi  che  parte  era  la  Fregala  andata , fattane  armare  un' al  Morato  Slandoft  fiipra  la  Toppa,er  uerfo  il  mar  guardan 

uaiùuimomò.Mandatanela  Fregata.  do.  D ah.  Et  uolta  nofira  Toppa  nel  mattino  De  remi  fa 

Bcrgantino.£«.  celox,cii,&catafcopiuM  .ilegno  mariti  cemmo  alt  folli  nolo.  U Legno  Tre  uolte  il  fe  girar  con  tnt 

mo,&  minore  della  fufia.  te  [ acque  yA  la  quarta  leuar  la  Toppainfiufi>,EtlaTrOa  . 

Pali  fc3t\mo,oTalifchermo.  Lat.  Tbafèlusjir  pi  firiiuelpri  ra  ire  in  giù,  com' altrui  piacque  ; in  fin  chc’l  marfufoprn 

fiu.  i certa  nauicella  mguifa  di  Schifo^he  a tipi  é qnaU  noi  rincbiuji . & quando  ànota  la  mammella  a i qqh-  . 

che  fella  folenne , 0 trióphe  il  piu  fi  ufa  con  uartate  fóggie.  Poggia.dr  Orga.LatÀextra  &fini]lra.uelfinillra,et  dex- 
Boc.EteffifattifitirareaPalifcalmi,tSraiutatidMma-  tra,comefign^cano,Toggiai  quella  corda  che  legalità- 

re/accofiarono  al  ptccul  legno  di  Landolfo  In  mar  gitta  po  deUamenna  da  man  defira.  Lat.  podio.  Orzai  quella 

ronounTahfcalmo.foprailqtiale.  A Ki. Fummo gutati  Aelegadamanfimiflra.  Lat.Ora.èjr oraanebo  iquella 
afaluammtoalltto'Nsi.chenelTalifcbermoeranofcefi.  tordaconche filegaia naue ad alcuupalo fi altro.V  ir,  \ 

SlTahlihermo  mandano  a leuarlo.  Come  nel  TMifiber-  LaqualfengaalternarTog^.conOrxa.Boc.pauna 

mofufabu.  uouaintùcaricol'OrzacongranpiacerdeUadonnamum 

Sche\vno.Lat.fcalmns.iquellolegno,douefi  lega'ilremo  ta.dereuenerea.D  a n.  Como  i/aue  in  fortuna  y ima  da 

perauogare.  A R i.Et menar prefò anaue ,&  fopraun  [ onda bordaToggia, borda  Orza.  Ani. HordaTop- 

. : ScheirnoTroncogh  il  capo.  & in  qaeSlo  luogo  [Aiioflo  parj}aral'OrzabannoilcTudelt,Cbemainoncefia. 

imefe  per  la  Ipo^a  della  galea.  \dn.LatJineumaielum.P  ir.  L'acqua  fi'luemo,& la  ye  lojo 

BttteUo.Lat.epbaleion,&fcapbafi,ipieciololegnomari-  la  e i remi rfór^a.  Gian/re Rudelch’mò la yelae'l  remo. 


timo  che  fi  menano  dietro  le  nani,  & legni  grandi  per  com 
modità  di  fmomare , 0 fimiU  altri bijògni  .Ari.  Sìuiui 
mutando  fimi  & Galeotti  Decimane  il  Marche  fi  nel  Bat 
fello.  E'I  Battei  darmi,  che  partir  mi  uoglio  Senz'altro  co 
pagma.Hebbericorfo  fnbito  al  Battello  Caloffi&  meta 
lor  fece  con  efio. 

Sàpho,o  Schifo,  lat, &fcapba,  & Sjpbutadfimilitudi- 
nemuafiitpocoriinauiculaà5a,iltgnopicciolo  mariti- 
no m ^u/À  di'  battello ficuto  da  un  capo , er  dalC altro  co- 
me moggp , 0 tronco  ,&di  quelli  fi  tiravo ^ro  teg^ 


Errai  fenga  leuarCottbioala  yela.  Et  piu  ch’io  non  uor. 

rei f iena  la  yela  Del  uemo  che  mipinfe  m quefii  feogti. 

eh  IO  farti  vago  di  voltar  la  yela.  Drizga  a bon  portofaf 

fumata  yela . Gonfiata  yela.R  o C.  Andando  unita 

yela  uelociffimamerne  la  nave . Si  maravigliò , come  con 

Uyelapienafoflefiatalafiiata  percuotere  in  terra. U 

Cocche  ver  ponemeueneridofer  yela.Cc^omderoiltcm 

pq  ben  disilo  diedero  le  yele  a venti  .T.  le  yeledatea. 

TAureJoffiantLD  A n.  Quahdaluemote gonfiate  /'eie 

CaggiottMolte, poi fMtlmlnr. fiacca,  . ^.  . . . 

■ - ■ 


Acqui 


ELEMENTI 


Acqua 


«4J 


Vdo  per  Lx  u:U.  D ah.  Siche  remo  hS  uml^  4Uro  ytia,  i Retai  Bùmlitori  delle  pilli  acque  concede  i ripop  ‘ 

Anuaone.Lat.acattoa.iU  prima  ueU  delie  tre  ibe  fimo  T H.Datii  Reima!i’acqua.D"albcro,e<réueU&di  Re~ 

iaunauaue,La[ecouda  pdnajiiiiMi\ana,tìrliàapop  mlotnuòformlo.D  As.CURemipriane  tacqua  ri- 
ft.Lat.f.piiromou.CaltraidcnaTerxeruol».Latdoloà,  percefii . ^ Uri  fan  Remi  ,& altri  uolge  forte. 

i la  minor  Mela.  D a n.CbiTer^rMolo,&  chi  jtr  Anchore,  fimo  li  ferri  delle  ajui.Lat.ancl>orx&  harpa. 
tunonrintoppa.  A a i.OtcMipcrmentroHagUo  haueail  P ST.  £f  t.Anchore  gittarin  qualche  porto . Boc.Le 
paimnt  Fatto  Carbor  tagliar  del  .Artimone.  umiliate  .Anthore.T  ».D  \ ti.TalMoUaafoUiere.Aii- 

TcricTUolo.Lat.dolon.Mexaaa.Lat.epidiomoa.ueédifo  chora,cbeaggrappa .A Scoglio.  Ao.  i.  £ uoglio la m:g- 
praad  .Artimone . gtor  Gomena  meco,E  t Anchora  m tggior/i'babbi  jul  le- 

Arbore,ó*  Albero  della  tuue.Lat.  malHS,i.drcariheftum  gno.AnabarfodtScubia  Tbilofopbone  fn  inucntore . 
il  caUefe  dell'arbore  doue  fipongonole  fnm.P  or. & Pan  ^iXte.Lat.rudentey  fimo  quelle  corde  che  Ungono  legatala 
co  homat  il  mio  aoccbier,cr  rotte  Arbore  At  forte.  B o c.  uela  a!C  antenna  .PiT.&  rotte  arbore  Sarte  Con  le 

yna  nauiceila  fornita  it  Albero , & di  uela , & di  remi , Sarte  à feta,i^ctorU  uela . Bagna  tT  rallenta  già  lefii 

D A K . Quali  dal  Mento  le  gonfiate  uele.  Caggun  auolte  , che  Sarte. Sùezga  a trifii  nocihter  gouemi  et  Sarte.D  a n. 

poi  che  tArbor  pacca.  Et  come  Albero  in  nane  fileuò.  Calar  le  uele,  tìrraccogUer  le  Sarti, 

cr  quando  dinota  C Arbore  in  generc.uedi  <t  i o;  ;.B  E M.  Gotnene,CiaMe,Spert,Trincbettt,Salladori,Trombe,Car~ 
Arbori  folti . ta  da  nauuare , HoriuoU . aedi  a Tempejla  maritima  a 

Atiteanì.Ui.iqueirarbore,acui  fi  legala  uela,  &pigliap  lojq.  Ari.  Et  uoglio  la  maggior  Gomena  meco . 

ambo  per  ftm'd  legno  lungfl.  V t,  T.  Qutfi  fenta  gouer-  Spa^i.  Lat.jpongia.ilajjtonga.O  A ti.Trapi  de  tacque 
no  cr  Icuga  Antenna  Legno  tn  mar.  hoc.  Trouita  una  non  paia  la  Spugna.  Boc.  cofim  diuenuto  quaft  una  Spu 

Antcnnetia  alla  pneflra  della  gioitane  inpgfiatogb  tap~  gnaa  quella  guijà,  che  far  ueggwno  a coloro,  che  per  af- 

poggiò  ,&  per  quella  a fiat  leggiermente  ne  fati,  ceruchut.  fugare  fimo . 

Lat.èùellremitàdell'antenna.  Spalmaredapalma.&dapalmarelatino,  dreual  far  piana, 

1051  Gabbia,??'  Gaggiadella  naue.Lauarchefia  Cerucui,Spe  ^uguaie,acconciare& addattare,&iprupriodeUena 
cubi  nauis  .Boc.  T<oii  aUramente  che  1 marinari  fopra  mJequaUfeinfeuano  nel  fondo  Pendendo,  <*r  (pianando  d 

la  Gaggia  del  lur  legno  fibti  Ipecutando  fe  feogUo , 0 terra  feuo  con  la  palma  delia  mano . aeciochemeglio  & con  pm 

ulema  icorgono  che  gii  impedì  fio.  F i . S a N.  Mora  net  te.  facilità  popano  joUar  Tonde  del  mare.  Ut. ungere.  V l R. 

mone,  & bora  nel'aUa  Gabbia  andauano  cantanlt  ucieUi  unfla  canna.  V tt.  "He  per  tranquillo  mar  legni  Spalma 

Magando  infimibtudine  di  efpeni,  & dePriffimi  nauigan-  ti . Che  gioua  adunque  perche  tutu  fpalme  U mia  bar- 
ri. Ak  i.e  contantarabbia,CltegUmindò  abagnar p-  ebetta.  A r i.Qjiindi  futrattalaCiUa  Spalmata. 

noJtaGabb'ia.  Rimpalmare.DAN.ArmipalmarU  Uguloruonfàm 

CìHeUodeUanaue.Ut.puppisturrita.Aii.t.'Honpouadmoalmare.utdiapalmaatqfS. 

calar  uelc^  Carbor  fopra  Carpa  legar,  ne  rouinar  Caflei-  Stupore  pud  lettore  fAnthore  0 Ferri  de  T aeqno.  LotMcUert 


TunotK.èqucUoeolquol  fireggelanaue.hoc.Feceue-  la  Sentina  delle  nautpicciocbeStionola{de,e' ette  pel  poco 

la,C  giitò  MiairemielTimone,^alucnlolutuft  comi  carico  non  uaciUino.O  a n.  Cofiuidi  io  lafetrima  Zauor 
fé.SengacalarucUfitirareinaUoilTtmotte.LAMedidi  raàjafcttimabolgiache  eraarenoft. 
fiuto  Couerno.  Aneaì,&  Arfenaie.  yo.  moref r»,  & dmou  cafa,  0 luogo 

TemOji il  Timone fiuero d gouemo  della naue,& anche  dei  di  epcrcino.  il  Ut.nauaJe ,&i  detta quafi  An  naualis , 

urro,uedi  a qop.  àoilMogodoueftfannolenaui.'D  a s.Qifale  ne  tAr- 

Coucmo.Lat.iemonauitA^emrruiJoTlmonedellanaue.  gemi  de yimlùmi Bolle  dinuemo  la  tenace  pece  A rim. 

Ut.^ernacubim,dauus;  & temo.  P e r-Spegayt  a in-  palmor  i legni  tor  non  fimi . ' 

SUnocihierGouernìetSarie.  Mentreal  Gouerno anchor  Nocchiero.Lat.nautapuuiculariuspiauiclerm.Tiphifud  1054 
crede  la  uela.  L’aura  fòaue}  a cui  Gouemo,  & uela  Com-  primo  pt  cui  fi  diede  d gouerno  della  nauedArgp.P  bx. 

mi  fi.  Mi  trono  in  alto  mar  fenau  Gouemo.  Qiiafi  fimga  'Hpccbiero  Fidel,Saggio,StancoJ)iSrige.'ìigccbieriTn 

Gouerno,  & finga  antenna.  Regga  anchor  qnefia  fianca  dii.  Come  a forga  de  uentiStancoTfgcchierdi  notte  alga 

nauiceila.  ColGouemo dtfuapietà  tuclia.'Hauepiifarma.  latefla.'He  T^cihier  (iprePoauolger  uaue.D An.  . 
ta  di  Mele  & di  GouernoJn  che  terribile  procella  Imi  tra-  DapoppaPauailcelePtal'ìiocchien). 
uo  fòt  finga  GouernoMuido  dinou  lo  dominio  aedi  a qij,  Carontc,o  nocchiero  che  papa  t anime  iufemalipiedtM» 

10^0  CoacTnitote.  Lat.gubemator.  Boc.  U Mento,  U barca  fenuaiioi. 

finga  Gouematore  riuolgepe.  Gomito  di  galea.  Ut.  poriifculHtpeleuPit,fìapnatet  Hor 

Frafchct  to,e!r  Fifehetto.  Lat.  pfìuk  nautica . è quello  pf-  taior  remigium  fi  può  dire;  ma  egU  mmfimpre  i confor- 

ehioihc  adopera  d nocchiero,  od  cornilo  di  galia, col  qual  tatare  ,percbeianihobatntore. 

comanda  alla  Ciurma . A r 1.  Coft  difiorre  fifchiando  col  Nauiganti.  P et.  E iHauigautim  qualche  cbmfi  utile . 
Frafehetto,... .fUoatohanglialtriafarmofiracol fuouo . Btu.Suolea  faticoftnauiunti.At. 

Remi-Ul.  P EX.L'acqiu,e'tkcneoa-lauelaAÌRcmtifor  Padrone  dtnaue.Larinauarchus,  gubematornauiticiis. 
ga.  A ciafiun  Remo  un  pmfier  pronto &rio.CianfreRu  ARl.DicuipermentrauagHobauea  ilTadrone  Fatto 
deldfusòlaueUe'lRemoUctnarlafuanorte.Boc.  [orbar  tagliar  de  fArtimone.B  s veSuopadroneauxiem, 


Acqua  E L E M 

‘ Nauta.X^t.  è il  msrinAiojel  nocchiero.  Ari.  Denùniin- 
ti^  iCmfetici  Houtc . 

Vi\oti.Ut.indiicjcor,dii(Ìor,&  thhfiometrn , i lofedoia 
di  nane.  Atu.Cojifi  porte  col  Tilou  marne . 

Marinai.  Lat  naitut.iuQorci.  B o c.  / Marinai  come  mie 
roti  tempo  ben  di^fio,f  cieco  uela,  Credendo  a Man- 
rui  bugiardi,  ^ arrifihcnoU.  F i.Seitga  ib’alinn  Mari- 
naio fc  n’jccorgifie . Inga , ormi  ; d banio  dune  j'cdcmo  i 
Marinai . 

Galeotti  .l4r.  remex  .gis.D  a n.  f'na  nane  picchietta 
Sotto  ilgouerao  tCnn  Galeotto . udlihor  thè  ben  conobbi  il 
Galeotto . 

■ Ciurma,  Ita/  i marinai,o  galeotti , & pigbafi  alcuna  uolta 
per  la  moltundme,<iuali  turma.Lat.  B o c.  £t  quello  con 
tutta  la  Ciurma  bt  bbero  a man pilua . A r t.  La  sfortu- 
nata OiiniiA  fi  uuol  torre  Del  gran  periglio  , e uia  pino- 
gli borni  torre. 

Corfali, Pirati,  aedi  [otto  Mercurio  a 754. 

Bitng\Ì2,o  Scaramuccia  maritima.lMMumachia. 

1*5  5 T^aa^arr.Laf.  dr  remigare J.nauigar  con  remi,&  uebfica- 
re^namgare andando auela.V  Kt.Chefa  ficuroillia 
uigar  [entrane . Feggmal  ma  Tiauigar  turbatii  unni . 
Del  7{Migar  per  quelle  horribil  onde.  Trejlo  di  nauigar 
a eia  finn  uento  .B  oc.  Chi  troppo  non  fi  mette  ne  Juoi 
piu  cupi  pelaghi  Ì amore  «awcaaiia . 

Vogare.  Lat.  remigare jtal  conducer  naue  con  remi . fi  o c. 
Ijquali  non  uogandojma  uolando,  qua  fi  in  fui  di  ai  Egma 
peruennero . 

Bintorchta  re.  Lat.  trahere.i  VojHarinerefco,&  naie  tirare, 
eonduccre,o  guidare  un  legno  fi  naue  grande, lon  un  altro 
legnettOfi  barcapicciola,  con  una  corda  ligata  alia  proda 
della  grande,&  alla  poppa  della  picchia , doue  fanno  gli 
huomini  cheuogano  co  remi , ufito  dd  B oc.  per  meta. 
Etquàdouedeuadl tcmpoguataula  unpoco  in  lagnejco, 
peramorcuoleggalarimonbtauaXiingcgnaua  con  atti 
a fe  ritirarla . Vo.  utUefcamenle  ufato . 

Varare . Lat.  deducere  e nauabbus  nauuM . primus  nauium 
lapfusfiauim  diniittcre  in  altum.i  quandoaleunUgno  fat 
toJiniiouo  ,eimpcgolatodiauouo  m terra  propinquo  a 
l’acqua  fi  gnta  nell  acqua  fifuaf  uadare.Lat  Ari.  Sen- 
^ indugio  al  noccbteruara  la  barca  £ dar  fai  remi  a 
[acqua  da  la  ^ida . * 

1 Corfia.  Lat.  agra,  ila  uia  della  galia , àoi  il  luogo  di  mrgj 
gofcl  quale  fi  camma  in  sù,eir  ingiù. & lymothoe  Gr.i 
lo  corrente  del  mare. 

Collare  la  urla ,dr  la  uelaiaCollofitdia  17^7* 

Pefei  maritimi,Balene,OrcbeJ3elfimfiirene,'Usreiie,  Fun 
gbi , Cochiglh. 

Balea2.LatJalana,piJlrix,cis,Cetnifii.{pefcemaggiorede 
glialtri,&  babitano  nelatlamito  mare.  Dan.  £t  tella 
(J.naturayElefanti.&éBalene'tipnfipente.Av.t. 
Vcggiamo  una  Balena  la  maggiore  ,Che  mai  per  tutto  U 
mar  ueduufoffe.  S ah.  le  natanti  Balene . 

Ctocoddo.'Lat.Crocoiilus.i  animai  di  quattro  piedi ui 
ue  in  acqua,&  interra;  & i moltogrande  fatto  in  foggi.! 
di  Lucertola . A r i.Tortar  come  fi  dice  a Samo  1 uafi , 
t{ottolefi  .Athenefi  CrocodiUi  a Egitto . 

’ Otci . Lat.  ipefie  marino  grande . Aki.  Quel  fmifurato 
moftro  Orca  marina.  Toi  fbpra  mano percottua  [ Orca/t 
in  altri  luoghi. 


ENTI  ' Acqua  ' ' 

DeKino.Lat.delpbinus.StrÌ!ieTlinio  ihe  un  D.  Ifino  nel  gol 
fo  di  Baia  fi  doiaejinò  tanto  con  unfamiullo.ilquale  ogni 
giorno  gli  poigea  del  pane,  ibe  fnalmcnte  ogm  bora  chc'l  ' 
faniiuuoto  ibiamaua  per  nome  cioè  Simone;  perche  alai 
mime(comefiriuonoglijutton)idelfhuutngonoa  nua, 
coji  egli  uemua , & portaualoper lo  iirittogolfo  da  Baia 
apoxuolofiirdopoaiquantianmefiendemorio il  faniiul 
lod  Delfino  jlaua  nel  Ino  ad  affettarla,  non fetrga  jegno  di 
merore,finalmeme  non  comparendo  il  fanciullo, per  dole- 
re morì  .Sara  molto  proli  fio  a riferire  molte  altre  fimili 
cofejiritte daTbeopbraflo,Mtiflotcle,& altrifcruton , 
pur  dir  affi  clxl  Delfino  è di  tanta  celentà,cbe  nonfulamé 
te  utnee  nel  corjo  gltaltn  pefii,ma  ancborgli  uccelliti  lo 
ìlrale,ne patri  bbepefee  alcuno  campargli  innanv  fi  non 
fofle,che  egli  non  può  pigbarefinonfupmo , perche  ha  la 
bocca  loniana  dal  mujo , & quafi  a mczjy  la  pancia . Et 
perche  halita  come  la  Balcna,ér  il  Vecchio  marino,ine- 
cefiario  ebe  con  incredibile  uelocità  dal  fondo  infitto  doue  . 
feguua  la  preia,ritorm  ag  iUa.Tartorifieifigliuoli.enon 
uoua;  e con  latte glinut  nfie . Torta  i piccioti  addoji 0 ,& 
ì giouaneiti  accompagna,  Cf  feorgeb . uiuono  trenta  aimii 
la  noce  Ioni  fmiile  alla  querela  bumana . Mmano  ajiai 
[buomocCr  molto  fi  dilettano  della  mufica.come  in  .Arh- 
ne.uedt  alluogojkoapj.  S' alcuno élor more ,glultri lo 
conducono  fuori  dell'acqua . onde  Dan.  Come  Dalpbini 
quàdo  fanno  fegnoM  marmar  lÓ  [arco  de  b fchiena  Che 
targomentin  é capar  lor  legno,  fi  o c.  .Apptrue  il  ricur 
no  Dalpbmo . A m.  A r i.  Veloci  ui correuano  i Delfini. 

Sìtun.Lat.Sirenanonalirodmotacheunagratia  épiaie  10^6 
re  cctt  b noce  foaue^  una  eccellente  uirtù  di  cantare,  et 
di  dire  ; Si  legge  che  le  Sirene  furono  figliuole  di  .Aibelo»  ' 
fiume,tì- di  CaUhpe  ,tr  compagne  fiùhfiime  ih  Troferpi-  • 
naj&  furono  in  tutto  tre, chi  Tarthtnope,  Leucofiafit  Li 
gbjàr  alcuni  poeti  greci  difiero  b prima  Thelfiope , [al- 
tra Molpe,  U terga  Mgbophono , onde  fabulofamente fi  ' 
dice,che  pel  fuo  dolce  cantare  nel  mare  i marinai  t adderà 
mano,^  che  poi gb  uccida,  (jr  però  dice  O a n.Iofoncà 
tauafo  fon  dolce  Sirena,Che  marinai  in  mexgp'l  mar  dif- 
magoTanto  fóndipiacera  fentir  piena.  Canto  che  tanto 
nini  e nofire  mufe,T^oflre  Sirene  in  ciuelle  dolci  tube  Qui 
to.VBT.  QMflafolatranoidelcieisiretta. 

Ncrride.Laf . fono  nimphe  marine  nominate  'Hefk  ,tycy- 
mothoc.  A R i.Con MeUccrtoiitcollo lnopiangendo,E le  1 
Ugreide  co  1 capeUi ffarfi,  Gbuci  T ritoni , eglialtri  non 
fappienio , 

Fungo  marinofil una  certa coagubtione di  fibiumamari- 
na  che  fi  fa  uiuo,&  fi  mouc  & fente,  ma  non  ha  membra 
formate. Da  n.TanCourapoijcbegbfi  mone  tir  finte. 

Come  Fungo  marino . 

Cochi§ìic.Lat.cochcb,lee.fòno  le  fiorge,o  uerogufeh  del 
le  lumache  cefi  da  terra.come d'acqua.  S a quel  moa 

Itile ch'hora gli  uccelli  di  marine  Coehiglie  conquelden- 
te di  cinghble , ebe  aguifa  S una  luna alpettogU pende. 

Ter  ornamento  pofie  alcune  marine  CochigUe. 

Pefei , & altri  ammali  acquatici  uedi  a topi. 

F 1 V M 

Fìume.Lat,amn'i,flumen,Puuiui,èegniatqua  ebedaeffa  1057 
ufiitafaccii  cofiui  dita  )dal  neutre  infitto  al  fintò  conte- 
nuta; 


144 


Aecjni  ELEMENTI  Acqua. 

mtM;  cioè  mfindaue  per  me  fi  olanza  S •>lt  ro  fiume  perde  mime  Stige  Sìuefio  Irilhrufeel. 

h pnpriu  nume . FtuuiO.  ^ quello  per  loqual;  il  fiume  co  Fiumi  del  Tutguono  la»  due.  Uthe,&  tunone.  L'uno  fi- 
ferpetuo  cor  fi  i cidiHto,ir  quii  femperjiuM . Ri  uo  pui  gmfica  obltuione , come  di  frpru  è detto  ,i}-l’ utero  duiotd 

i un  ucquu  piccioLi  ,Uqujte  dj  f onte,  o Ugo  fope  ri  butatc  bmmu  mente . 

froude , ouer  Uqu.tk  per  cagione  di  torre  dell'acqua , o 

per  altra  ddettutione, dal  Flauto  i allarga, ip-pigtialiu$  ORDIt{E  DS  I FtVUl. 

qualche  parte . Torrente  è quello  che  per  le  foprauegnf 

ti  pioggie,fubito  fi  gonfia, &impetuojiporta»doft  {tra-  ,Acheìoo,^cheronte„Aei,A^ge,-dlhia,^lpheo,jinauro, 
hoccheuolmente  nelle  uallifit  dopo  le  cejiate  fi  jet  ,Amphrtfo,jdrbu„Arthiano„AmOyAfopo,Bacco,  Bat- 


ta. ma  per  bora  uolendo  parlare  de  fiumi  (ecoado  u cotiiin 
ttato  ordine  cL:ll’.Atpbabeto  procederemo,CF  conciojia  co 
Jàche-dibeloo  nella  prim-i fronte  appanjcajo  faremo  ca 
pttano  della  fquaira  de  fiumi,  per  ejsere  apprtpo  de  poeti 
famofifiimo.  ma  prima  noteremo  molte  arcójtage.epuhe 
ti  jet  altre  finul  cofe,tó  l autorità  de  noflrigtà  detti  poetu 
Fium  e . dauco,  & oilpbeo  fono  gli  fuoi  Det.Vt  t.  Fiume 
adUero,Superbo,Grande,Ìlipiilo,'Puro,Dilettolli,Vutio. 
lotOolorofo  tion  di  Vento  fila  d'un  piu  altero  fiume.  T^e 
fiume  fugum  ii per  pioggia.  Fiume  che  jpefio  del  mio  pia 


cbgiione,Bamboro,Btbito,Bijhizo.Breitta,Crocono,  Cecia 
na,Dunoia,Daaubio,Ebro,Elfa,Era,Eaidano,  Ernuante  , 
Euphrate,Eurota,FUg:ton,G.inge,  Caronna,  Giordano, 
Hebro,Hermo,Hera,Hibera,Hijiro,l [mene J fora,  Laann 
HeUatbe,lMiuo,LiHeo,Lipari,  Ltntemo,  Magra,  Malta  , 
Marfta, Mencio fi1eandro,Metauro,'Hilo,Oiigeo,  Valu- 
deflge,Tattolo,VoJihtno,Rhodano,Rubicone,Sarno,Sa 
uio,icbcthB,Senna,Sertbio,Sile,Soiga,Tago,Tuglianurn- 
lo,Tamigt{rana,eiTanai,Teucro,Tcjino,Tigre,Timauo, 
Thoa,t'aro,t'erde,f'olturno,  Xanto . 


g rcrefci  .E’npomfite  abbandoni  UH  piubtlh. me . Che  Acht:ìoo.Lal.achelou.ifiumediCrectafamoftfiimtpref- 


uuolfatSHclii  ona  najeer  Fiume . Et  già  fon  quaji  di  Cri 
flallo  if  tv  ut.Et  circondate  da  {laguauti  FiuimJli  che 
Hanno  fuperbi  in  uifia  t Fiumi.  Mentre  ch'ai  mar  é jien- 
derannoi  Fiumi.  Che fir,an gir imouii,&  stari  Fiumi. 
'HpnTefin,Vo,l'aro,Urno,./Cdige,&Tebro;Eupbrate, 
Tigre,Vjfo,H  ermo, lndo,Gange,T una  dlifiro , -Xlpheo , 
Garonnaf’lmar  che  frange, Rhodano,  Hibero,Rben,Se- 
na,.4lbia,Hcbro.&o  c ucéaW ìndice.  Ktcs.Si  titro- 
uaroalfinfoprad'un Fiume iChecon  fileuio  almarud 
declinando, E fe  uada,  ofi  {ha  mal  fi  profume , Limpido  e 
chiaro  fi  ch'm  lui  miràdo  Stga  citejà  al  mòdo  porta  lume. 
Danubio  grande,Euroia  beato, Gange  antiquijfimo,  Helt- 
conafaniilfimo,UmerHOjolilario,  Meandro  famofo , Ve- 
nto uecchiojlheao  picciolo,Sarnofreddijfimo.  T igre  uelo- 
cilftmo,Tana  fredda, Tenero  triomphaue , f'oUurao  lur- 
bulente,Vo  re  de  i fiumi  Eufrate,  & Tigre  m.A.rmema . 
Ga  ig  ■,Hipane.Indo,!r  Hidajfiein  India  Tago,e}-Vatto, 
lo  in  a pagna.  ^araaro,&  Grifàn  in  Hillna.  Viaue,:^  Si 
le  nella  marca  iriu!giana.Voienca,Mume,Sauio,0'  Me- 
tro in  Romagna.  Uuenza,Saua,Torre,0'  Tag.iatétenloin 


fb  a poeti ffiargentc fi  dal  mote  Vtndo  di  Tbcfsaglia  , diflin 
gue  la  Etholia  da'l’.Armenta,  ^ difeorre  nel  golfo  di  .Ma 
tea,  queflo  è famofifiimo  appr  fio  i Vueti, quali  dieo’.o  tra 
le  altre  cafè  quello  primiero  bauere  nelle  lagze  mefcolato 
il  uino,& uolendo  per  moglie  prendere  Deiamra  forella  di 
Meleagro  bebbe  a combattere  con  Hcrcole , ilqual  hauea 
lfiolàca,CT  cangiandoft  in  uarie  forme  fiW ultimo  couuerfo 
in  Tauro  Jungo  giuoco  di  braccia  efiercuoe  con  Hercole  , ' 
ultimamente prtuato delt uno  de  duo  comi, per  uintoren 
defii . Hercole  dedicòd  corno  alla  D:a  dett'iwondanza.lS' 
diedclo  a'ie  mntpbe  ,la  ueritd  della  fonala  fu,  che  efjendo 
.Aebeloo  di  due  ioma,(^  terreno  inolio  tìccupando  un  cer 
to  Re  iforxopi  di  affrtngerlo  in  un  letto  di  fiume,ilche  alt 
ebor  che  fofie  co  fa  labortofa,  & diffiiile,all'ultimo  fece  la 
cofà  perfetta,  tir  il  luogo  che  reftò  fuori  del  corfo  fiume  ef 
fendo  per  queflo  la  terra  gtafiifiima  produfie  a contadini 
grandtfiima  copia  di  uiao, forme  nto, tir  altri  frutti;  onde  il 
Cofmico  Vadouano . 'He  dal  M uflrino  termino  alT .Anoo 
Merce  de  fabondante,  elT'diua  copia , Che  già  ut  ^arfi  d 
corno  dt.Acheloo. 


Friuh , .Adite  fiero,Lama,Cheo,Rheno,  Lamoa,  T amgi,  Acheronte.  Lat.  tolto  da  Greci  è fiume  infernale . uedi  àfo 


&Vo irgLombardia,Hrbro in  Thracia , Samoincampa- 
nia,.Anuro  in  Tbcfiagha.  Glauco  nella  Marea  che  tracor 
re  per  Vrata  cittd.Sercbio  propinquo  a Lucca  detto  da  La 
lini  .Aufiris.  Santerno  corre  per  Imola  Lamoneper  Faen 
o^fiauio  apprrflo  CefenaJSaccbigUoneapprefio  yiciz*  • 
I0<  8 Fiumi  dello  ìnfemo.Vbefon  circonda  tutta  la  n gioite  detta 
Emlalh  doue  nafee  Coro,  & trouafi  il  Bdelto,  ej  la  pietra 
Omebina.  tfi-  Gutn.cbe  circonda  l'Etbiopia.&  Ttgruijcbe 


pra  a i;;8.  nafee  apprefio  Molofii  fpargefi  nel  golfi» 
Tbc^nlico , ouer  pm  lofio  (come  a gl  altri  puce)dal  la- 
godiTbe^otiafiafcendo  cadde  nel  golfo  dclCM-rta;  ipoe 
ti  dicono  queflo  efiere  fiume  delt  inferno  ,peraoche  pafia 
con  onde  nere  ,&ilfuo  nome  fuona  triflitia . onde  dice  d 
noHro  D ah. Su  la  trtfla  nuera  di  .Acheronte.Qual  uer- 
lo  d' .Acheronte  non  fi  cala,  (fi-  .Aiheronpoi  i fumana  de 
Brutif  circondante  la  città  di  Cofienza . 


uiene  da  gb  jlfStri . & Euphraie , & Letbe , che  m greco  Ad  Lat.  odi . fiume  di  Sicilia  dai  monte  Etna  procedente  t 
fignifica  obliuione  .&  .Ai  bcronte  che  nafee  da  Utbe,cbt  dalla  cui  ripa  dicefi  Vohphemo  bauer  lanciati i fafii  con- 

dinota priuattone  di  gaudio. &Valude  {ligia,  che  nafte  trayliffe. 

{.Acheronte, cioè  trtfhiia  ; (fi- Coctto  nafee  poi  da  Valuàt  Adige.  Ljt.  albe  fu . è nel  fieronefe  chiamato  da  gli  amichi 
Higia,tbe  figmfica  piamo,  (fi  Vhlegfton  nafte  da  Coci-  Mibifi.  P i i.VoHTefin,Vo,f'aro,.Arno,Md'ge,& 
to.cbeénotaardore.D  AV.Vhlegetome,tfi  Letbe,  che  Tebro,D  ah  lnfulpaefe-,the.Aiice,^Tor.ga.Ch{l 
de  Pun  nei . Lor  corfo  in  quella  uatte  fi  derma  Fino  Mcbe  Tagliamemo,(fi  Mdice  rmchiude.  DilddaT  remo  fMdi 

romefilige.  FUgethoma , Infin  là , ouepotnonfi  dif-  ce prrcofie . 

moma  Fanno  Codio , Su  latnfla  riucra  dMcherome.  AMsLLat.èpumeinCermaHiatra  Sueui,&Ceruez;gipaf 
Vtt.Tal  th'inon  tema  del  nocchierdi  Stige.  Veggio  luu  fondo  mette  uelCoccano.  Mbia  ambo  è fiume  di  Tho;iana 

gl  dii  laghi, duerni , ér  Stigi  .D  ah.  fina  palude  fa  eba  quattn  ttugfia  loniau*  da  Siena  nella  uia  .A  retina, fe  creo 

diamo 


«*> 


105P 


ledo 


i 


Acc)tu  ELEMENTI'..  Act]na' 

àimo  a Siondo.D  a u.Cbe  menta  M ^Ibii^^lhiain  nuota  fi  potefit  uidicare^lxauafi  tulle  tacJlue  al  citi»  ti 
marne  perla.  P e X.VMaao^UieTe^en,iina.^lbia,  muuido,pcr  laquale  audacia  Cioue  ijdcgnatoji  futmiaaUot 

nera  ,Hebro . tgli  nondimeno  lanciafi  nell'  Epidano.  Dan.  ilnal  Ifne- 

Alphco.  Lai.  in  Elideparte  di  Grecia  prefio  a Tifa,  ilqualt  nugù  uide,&  ^fopo.  ^fopo  ambo  i fiume  d'.Afia , 

inghiottito  dalla  terra  pafia  il  mare, & in  Sicilia  arriua  Bicciii^lione.Lai.bacchilio.èfiumecbepafiaprelfotemit  io6t 
neU'amaia  .^reibujà  .laJuahifloriakediad,4reihupia  redtf'icerta.  Dan.  Fuiral'mutato<r,4rìioinBacchi- 
2 2 4.  P E T.  Tana , llifìro , ^tf  beo , Carenila  ; e'I  mar  gbooeJ.  di  Fiortm^  a l'ileo  ta . 
ch.fiange,  Bìcco.LatJ>acthus,èfiumed’Hij}’agaaaCordouacitlàpro 

.Kmpbnfo. Lat.amphrifm.ié  Tìxfiaiia , prefio  alquale  pinqito. Bimhoro  fiume  apprefio  Eihiopi ,pienodicar 
.Apolloedepofia  la  diuinità  per  lo  fuo  Efcuìapu  da  faetta  tulli  jlutuali  ,&  di  crocodili.  biIbilo>iu^//»  tmàe&  pa~ 
teleiìepercofiojctte  anm  ri  fie  gli  armenti  del  Ke  .Adme  iria  di  Marnale  fiume  d Hijpagm,  le  cui  acque  a tempera 

IO  forma  é pafiore  quei  popolando . menti  del  ferro  fono  di  for%a  graiidifiima,&  quelli  del  co 

A na  u ro.  Latjinauros.i  fiume  di  Tbefiaglia  cefi  fopra  nomi-  tado  non  lodano  ferro  alcuno  jé  0 in  quefioft  in  Gabbe  nom 

nato  f rrtiothe  da  fe  non  manda  fuoriaereate  nebbia,  la-  fiabagnato,loqMalediionoefieredi  uvrtùuguaU. 

fon  ucgni  nte  olii  facrificij  di  Teba  in  quello  lafcià  i calza-  Bifentio.  Lat.uijèntius.  è fiume  tra  Firenze,  & Trato , dr 
ri.  Laqual  cola  Telia  ueggendojconobbe  douerepreflo  mo  mette  in  Urfio  bimano  fei  migba  da  Firenze  .Dns.La  ; 
rire,&  manJollo  m CoUbi . • ualle  onde  Bijenno  fi  decbna  . 

Achia,!  fiume  prefio  monte  aperto  in  quello  di  SienaUnti.  Brcnta.Lat.medoacus.ua  per  Tadoua,  & nafee  in  ibiaram, 

. Che  fece  Cm.  rbu  colorata  in  rofio . tana  montagna  pofla  nell' dpi  .Dan.  Qjtde  i Tadoua» 

Archiano  nafeem  quella  cojla  d .Appennino.laquale  ì fb-  lungo  la  Brema . 

pra  [Hi  rmo  di  Camaldollr&  feende  in  Cafentino,  & met  Cccina,alcum  la  ebiamano  decina,  che  mette  in  mare  no* 
le  m jfrno  tra  Toppi, & Bibicna  .Dan.  Trauerfa  un  oc  lótano  da  yada,doue  termina  la  manmma  di  TiJa.Dnti, 

qua  c'ha  nome  Mrcbiano , Che  fàura  f Hemo  nafee  in  Tra  Cecina,&  Corneto  i luoghi  colti . 

.Appennino.  Lo  corpo  mto  gelato  in  fu  la  foce,  Trono  [.Ar  Crocono, onero  Crocacolo  i fiumana  di  afpruzzp  nauiga- 
chian  robufto . bilefiuer  de  Salentini  flellaqual  fe  ni  fi  gitta  un  ìlectv  0 le 

061  Afno.  Lat.amus.  celebratifiimo  fiume  di  Tbofeana  deir.Ap  gno,o  fronde  fi  indurano  co»  feorga  di  pietra . 

p nnino correndo  nel  mar  ihofco  fontmergtfi,  correper  lìanoiadetto DanubiodalM.&dauolgari,! fiume mag- 
mezv>  Firenze, &■  amhora  che  nauigabile  non  fu,  ne  fa-  gmre  di  tutta  f Europa,nafie  de  moti  della  Megnadel  mo 

molo  di  fertilità  di  pefci^a  di  operauoni  cbiarifiime , dr  te  detto.Abnouo  in  un  uillaggio  detto  Donefihmgenrct  uaf 

frai'altrenon  taceremo  quello  ebeinpro  deRo.pnfe  le  fene tontrail cofiume de glialtrifiumi uerfvoriente,C  ri 
fuc  forge, quando  Mnnibal  Carthagmefe  uenutogù  d’Hi  tenendo  fefianta  fiumi  ; pafiaoer  yngheria , <}r  mi  tte  nel 

fj'agttJ,&  hauiBJo  luperaio  le  alpi , & trapafiato  [ Mp-  mare  Bufino  co  iato  empito,cbe  piu  di  dieci  miglia  tra  ma 

pennino, efiendo  dalla  Francia  m Tbofeana  utnutoperdo  re  màiiene  [acqua  dolce. Il  uemo  fi  fortemente  fi  agghiac 

nere  andari  da  Fiefolc  a .ArezZp  quafi  per  ordine  dato  in  eia  che  gli  efierciti  con  caualli  ui  pafSano,&  uolgarmcute 

tanto  coprendo  tutto  fuperihiiienpeaoe  al  Carthagine-  fichiamaDanubio.'P  BT.Là  prefio  dmardoueemrala 
fé  tolfegran  parte  Jell'tfiertitoaftringendo  il  capuano  fe  Danoia.  Dan.  T^ob  fece  al  corfofuo  fi  forte  uolo  Di  uer- 

dcre  fopra  un  Elephante  m megpp  al  fiume , in  luoghi  no  la  Danoia  m jiufiericb  'He'ì  Tana  Id  fotta  il  freddo 

piludofi  di  notte  diede  fi  peflUente  acre  aie  fio  duca , che  cielo.  Ari.  Tra  tIndo,e'lTagOA'l'Hilo,&bt  Danoia. 

d'uii'occhio  reflòpriuo,  (fi-  pertiidalfanma  fama  infino  Danubio,alirimétidetloDanoiaaiediéfopra,&antbono  io6j 
all  hodi.  rno  di  iefieruato,  tbe  per  efiere  il  nemico  megzo  minao  Jjlro,Cr  da  Lat.lfler.  nafee  trai  Sueui,&  Li  filua 

eiecofi  Fiorentini , nel  cui  contado  forfè  tal  cofi  interuen.  Hcrcinta  infin  al  luego  doue  precipitando  cader  fi  la  fila, 

ne,fianuiiecbi  fouranominati, &fe  un  altro  fiume  bauef  con  quei  corfi.ihe  caiaratte  fi  chiamano  fi  dice  ijlro,  indi 

fé  fatto, litro  tito„Annibal  0 cieco  haurebbe  combattuto,  per  la  Dalia  infin  al  ponto  Danubioeoue  mette  r«l  cinque 

onero  haurebbe  Lxfiiata  Italia  quieta . & peri  ben  dice  il  boccbe,feiondo  che  ferine  Ephoro,o  come  dtffero  aleum  af 

nofiro  P E T.  yidi  altra  un  riuo  il  gran  Carthagmefe,!»  tri, con  fette.Fu  antica  opmione,mafatJà,cbe  per  una  foce 
fui  memoria  anehor  Italia  punge . L'un  occhio  kauea  la-  entra  egU  nel  mare  .Adrutico  all’incontro  del  To,fi  come 

fiato  in  mio  paefe  Stagnando  al  freddo  tempo  il  fiume  TbeopompoAlr  Eraioflhene  tra  greci, & tra  nofiri  Coree 

thofeo  Si  ihe  [era  a uedere  Urano  amefi  Sopra  un  gran-  lio'ÌÌ^oie,&ilMelafcnfiero,ondeuoglionobauertrat 

{Ehpbante  un  duca  lofio . Dapoi  ch’io  nacqui  in  fu  la  ri-  toilnomefHtHria  .San.  Il  gran  Danubio . 

uad'Mrno.  Siuella;  percmnonSorgabocaigial'admo.  t,hro,ueJiadHebroalluogo  fùo. 

’ìignTcfin,To  ,atrno.  D a K.Furrafmutatod'.Anioin  B.\ùc.  Lai.  fiume  di  Tbofeana  nel  contado  Fiorentino,idqua* 
Baccb.glione.Sopra  il  bel  fiume  i' Mmo.  li  rufcellettidi- , to  fopra  Colle  uflello/ acqua  delLaquale  mdurifee  le  cofe, 
fcendendogiufom.Amo.  & quel  fofoinfe  in  .Amo.E  o C. . che  in  quella  entrano,^  diuentanptetreJUqualii  CoUigia 
Ri^fe  CifliAdM.rm.yd  i Mrnodifopra . Arno  Mn-  ai,cbe  fono  propinqui  a quello  fiume  ufanonegli  eàfuu , 

ebo  i fiume  d’Arabia  feparante  meolide  iamoriade.  efuefìomedefimofatacquadclSarnojiumeinCampaiùa, 

Amo  fimiluieute  è fiume  prefio  Cualcogna.  0 terra  di  Lauore , 

Afopo.  lat.  afipusjuel  afopis  i fiume  di  Boetia,  di  cui  gC  a»  Era  fiume  di  Germania , nafee  nel  monte  /''—rfi)  ; correper 
. ticbitalfabuUrecilano.CbeCioueinMquiLiefiendotraf  gltHedui,trSeqHamtantolfgicrn:,,„t„ji-^nafitdi- 
hrmato,&  bauédo  fua  figliuola  Egina  tocca  lufiuriofami  f cerne  in  qual  parte  ujda,r,u  ne  u Rhodano.  Dan.  Ifa» 

MMfopepn>ntopeTlefuefon^fiiìtalwgÌMria,^igno  :rainde,(fi'fyra,&»idtfrnna,^ 

W-  <■  Eràfing. 


Acqna 


tridano.Ijif.  ijiiime  in  lulia  aùpr^oi  greci  altre  na- 

ciont  celebrato  i il  medcjimo  che  il  Tò , Joue  al  luogo  fuo 
parleremo,  fingono  Ignei  quejlo  frejio  l’inferno  ejSer  na 
to.fnguno  i Toeti  fruLino  (fiere  flato  figliuolo  del  fole^ 
cuieffendodaEpaphogiouanedi  Egitto  jal famite  rimpro 
aerato  ,per  ottenere  di  figlio  Ujede  Holtamente  impetri 
dal  padre  il  carro  delta  luce  per  guidarlo^lquale  non  poli 
do  reggere  i deflneri  quelle  della  Sirada  uf  iendo  in  parte 
fu  il  cielo  brufiiato,  é"  in  terra  molti  fiumi  ficchi,  li  onde 
fu  dallo  irato  Ciane  fulmtnato,et  nel  Tò  cadente  dtedegU 
dfuo  nome . ,Altri  dicono  E ridano  gtouane  ,Alefiandrmo 
uedendo  i Cenone  fi  mutatele  fue  fidie  ,&  hauédu  a quelli 
date  leggi , per  fortuna  in  TÒ  ifierfi  ca( calo , & in  quello 
(fiere  mono  i Uqnale  da  giiantiihi  Egtttiani  m bollore  del 
fuogiouane  tra  Coltre  iniagiaidel  cielo  con  due  coma  fu 
eoUocaiOyZ^  é piu  Hclle  ailoriiato , deU’alire  enfi  a queflo 
eppan mente  ne  parleremo  al  Ti  Re  de  fiumi . 

io6q  Erimanto  flunie  celebrato  dal  Sa  N.llquale  da  pii  et  un 
mon  te  per  una  rottura  di  pietra  uiua  con  un  remore  gràr- 
difftmo,&  fpauenteuoleat  con  cent  bollori  di  buche  f chiù 
me  fi  caccu  fuori  nel  piano,/&  per  quello  trafcorrendo'fol 
fuo  mormono  uà  fatigaiido  le  uicine  filuejaqual  afa  di  lo 
tana  a chi  filo  uandafie  porgerebbe  di  prima  entrata  pau 
ra  ineflanabileji}-  cerio  non  fincfa  cagionesconciofia  afa, 
(he  per  comune  opinione  de  circìflàti  popoli  fittene  quafi 
per  certo  che  in  quel  luogo  habitino  le  'Himpbe  del  piefe , 
lequah  per  porre  jjuuelo  a gli  animi  di  coloro  che  approffi 
mare  nifi  uolefiero,facciano  ql  fuono  cofi  flrano  ad  nére. 

Euphrite.lat.enpbrates.fìume  mola  celebre,  yoglionoal 
cum  qneSio  deriuare  dal  fonte  delparadifi  non  anofiiuto 
da  mortali , altri  dicono  nel  marne  maggiore  d'^demenia 
non  Initgi  da  Tigri  fonte , altri  affermano  dalle  radici  del 
monte  d\4rmenia . & toh  dicono  efiere  fiotto  fuon  dal 
monte  jlga  della  mtdeftma  ,Armema , fono  alquanti  che 
dicono,  che  queflo  primieramente  appaia  nelle  tulli  delta 
montagna  Cafontepiogbono  alcuni  che  queflo  agni  fa  del 
'Njlo;(>r  quafi  nel  mede  fimo  tipo  bagna  la  Mefopotamia , 
Tenàcia  fertile,& a certo  tempo  eonflitnto  nel  fuo  letto 
ritornar  fi,  tlperche  uogliono  quello  bauere  forttto  il  nome 
é Euphtate,conciofia  thè  hebraicamente  Euphratas  fer- 
tilità ftgmfiihi  nel  noflro  idioma , & alcuni  dicono  Pacque 
fue  efiere  uicali,&  per  queflo  da  gli  antichi  .Aufieneo  ef- 
fcreappellato  .V  it.'HpnTcfin,TÒ,Eupbrate,Tigre. 
Tafiarf  Euphraie  fece'lmalgoueno ,Et  iPun  medefmo 
fonte Eupbrate,  &Tigre.uedial  fiume  Tigre  alluogo 
fuofiouepm  largamente  ne  parleremo. 

1065  EarotxTateurotas . i fumana  di  Laconi*  [otto  le  mura  di 
Macedonia  corrente  Le  fue  ripe  fono  di  Lauri  copiofe . & 
però  dice  fi  efiere  ad  Mpollo  [aerata.  S A n.ll  beato  Euro- 
ta-,  che  unte  uoltefu  lecito  afcoltare  il  cantante  .Apollo . 

Phlegeton.Lat.ifiumedell'iiiferiio,fignificaiuefuoco,6' 
ardore . uedi  éjapra  a 1 05  8. 

Ginge.Lat.gangei.  è fiume  i India  grandiffimo  &fjmofi, 
dtlqual prcfiogbantichi  fi  dubita  delia  fua origine;  perciò 
eh'aliuni  dieonofeome  il  Tiflo)  ifio  da  incerti  fonti  nafee 
re, altri  dalli  monti  S cùbici  uogliono  uenire  cÓ  grande  m 
peto,&pt>  j(Kg-,&luoghi<^nflraboccbeuolmenie  en- 
fia re  in  fino  che  nel  piano  far  a peruenuto.^  lì  come  ad  un 
boSlenceuutoinlagp  ripoftr fi.  & ultimamente  humt- 
manfueto  atmrfene , ilquale  in  leuante  umiemlo  , 


ELEMENTI  Acqua  145 

da  xix.fiumi  nauigabili,clr  grandiffitni  è accrefeiuto,  & 


nelt’uliimo  fecondo  alcuni  con  fitte  bocche  a guifa  del  'Nf 
lo  mette  fi  nell'Oceano . .Altri  difiero  con  none  bocche , & 
certi  hanno  folameìtte  uoluto  con  tre.  Gange  i nominato 
da  Gangaro  Red  Indù  antubifiimo/ome  puce  ad  alcuni. 

Mitri  lunno  feitttto  queflo  medejimo  efiere  lo  fiume , che 
le  pure  lettere  Tbifion  chiamano;  doue  occupa  la  minore 
ampie^uàotto  mille  pafii  paterne,  & doue  la  maggiore 
cento;  la  profondità  in  luogo  niuno  i meno  di  uemi  pafii , 
conira  itquate  Ciro  Re  é Terfuni  ueggendo  uno  delti  fuoi 
caualli  rtgihAtforma,ir  dibiamhe^gjx  notabile  Joqnale 
mofio  da  fiducia  incitato  haueaa  pafiare , efiere  menato 
d’intorno  dalle  uoragim  deW onde,&  ueggendo  infieme  co 
quello  aachara,  che  gii  era  addofio  efiere  inghiottito , efio 
Re  (degnato  hauergmrato  di  fare  lo  fiume  tàtopuciolo  di 
aitare  1 h' appena  u guado  toccherebbe  le  ginocchia  alle  fé 
mine  che  pafiir  lo  uolefiero,&  Papera  nò  màcò  alle  paro 
letpercucbe  polle  tutte  le fue  giti  a queflo  un  anno  intero 
all'opera  attendendo  m ecce.  &lx.  letti  parti  lo  fiume . 
Quantunque  non  comradiia,che  in  certo  tempo  delP anno 
aguifidel  "mio  accrefiafi sfaccia  i luoghi  uicini  fertili. 

P * T.  Eupbraie,Tigre,'tÌito,Hermo,Ittdo,&  Gange.tr 
Dan.  yfiiadi  Gange  già  con  le  bilance . 

Gtronm.Lat.garnmna.  nell'Mquitania,cioè  nella  Guafio 
gna,&  parte  la  Guafeogna  dalla  trancia , P e t.  Chim- 
quealbergitra  Garonnae’l monte.TfpnTefmfPò,  Garon 
nj.  A R 1.  Doue  prefio  a Bordea  mette  Garonua . 

Giordino.LaiMrdanis.fiume,ficondo  Hieronimoidenot  1066 
minato  da  duo  fonti  MUequali  nafte  Pura  detta  lor, Pol- 
tra Dan.  Dan.  yeramente  Giordan  uoltoirctrorfo.  In 
questo  ebrifto  buomo,&  ugualmente  creatore  del  modo, 
ef  redentore  da  Giouan  Battifla  degnofii  efie  re  lanata . 

Garigliano  fiume ,già  detto  Uri , alPincontro  di  Caieta  città . 
uedi Mmtumo  caSlello a qii. 

Hebeo . Lat.  hebrus  ,iin  Tbracia  per  la  ftcra  memoria  del 
poeta  Orpheo  càtatifiono,efce  del  fiume  Stribone  che  uien 
da  monte  Emo,  mette  nel  mare  non  lungi  da  Eno  città  fa» 
mofa , & dalla  fepoUura  di  Tolidoro , prefio  al  porto  di 
S untore.  P a t.  Rhodano,  Hibero,  Hben , Sena , Mlbia , 
nera  fHebro.D  A n.TraHebro,(!rMacracbeperca- 
ntin  corto  Lo  genouefi  parte  dalT  boftano  .&  quello  fin* 
meiinltalix. 

Henno  in  Udia,fi  mefeotaeon  Tatlolo , & Hemo  ambo  in 
Uria  che  col  diphthongo  da  gli  antichi  fi  dice  Hamus . 

Hera.L4/.^  m tboftana , oue  1 Tifoni  hauendo  pofio  in  fuga 
Iucche  fi , da  Fiorentim  lofio  fouragiunti  furono  rotti , & 
fparft.De  l'iflefio  nome  i quello, che  pafia  in  Framia 
da  Tolomeo,  come  odo  piacere  ad  alcum  detto  Erio.  Lat. 

Eriut. 

Hibcro.  Lat.famofifiimo  nella  Spagna  cb’i  di  quìpt^ceap 
poiCamabn  fi  come  altri  differo  appo  i yacamjl paeft  on 
depaffaélui  tiene  il  nome  chiamato  iberit,  (fi  fitto  Tor 
tojà  entra  nel  Batearico  mare . P e t.  Rhodano,  tubero , 
Rben,Sena,Mlbia,Hera,Hebro. 

Hillro,oJflro  Lat.lSìer.fiumechedamoltticredutomei  io6j 
tere  capo  mi  mareMdriaticofifi  dirimpetto  alTò  le  loro 
bocche  incótràdofifi  percuotono,  et  il  mareinterpoflo  ad- 
dolciftono;ma  feconJoTlimomfiun  fiume  del  Danubio  en 
tra  nel  mare  Mdriaticoflitgannati  credo,  imperocbe  la  na 
ut  dMrgo  fi  dice  che  pel  ^mt  difceft  nel  mare  Adriatico 

T 


Acqui  ELEMENTI  Acqui 

tiiucenio  certe  ragioni  tidiculojè;  perche  le  acne deìf  Hi  fimmergerfi nel  fumé  Iri  ,ofuàduc  nomi  Meandro , • 

nro^t  nò  il  Danubio  entrano  nel  mare  Mnatico.  P e T.  qncjlo  Marfia,  o altro  Marfidi  Marfu  Jx  non  in  do , U 

TanaJiifiro,Mpbeo,Garonnajcl  mar  che  frange . cagione  delta  diuerfrtà  non  intendo , ne  pongo  mente 

ldirpe.Lat.hyd.i]]ies.  è fiume  celebratoper  U firn  grande^  Meandro  fiume  efre  del  Ugo  ^latrine , & difcorremio  con 
:(a,&[etondo  che  fcnuono  alcuni  fi  nona  nel  fuo  fondo  dmcrfi  cinuiti.ó'rauolgimenti.moflrandouokre  ritor- 


oro,&uaric  gemme , corre  tra  Tartbi^  Indi, tir  entra 
nel  mar  Inda  ritenendo  in  fe  altri  fiumi,  & è detto  Idafre 
da  Idaffro  Re  de  Medi , 

lUira  fiume  di  Catlia,chemettemRbodano.D  A K.Iptraui 
de,&  Era,&  uide  Senna . 

IfineiiCjCf  v</cpo  fimo  fiumi  à Tbebe.Lat.ifmcms/U  tto  da 
Jfmeiiofigbodi  TcUfgio  .D  a n.  Et  pria  cb’iconduci/hi 
greci  a fiunu  Di  T bebé  poetando  hcbb'io  battefimo. 

Lamonc.Lat.,/(mon.fiiime  di  Eaent^a.DAN.  La  cittd  di  La 
mone,&  di  Sant er no  Conduce  il  Iconcel  dal  nido  bianco . 

Lethc  i fiume  andante prefjo  finferno,conie  fingono  i poeti, 
C didT anime  demoni  beuuto,ba  poteJU  d’induccrc  obU- 
uionc  delle  cofè  preterite^  uerofeome  ad  alcuni  piacc)U 
fetale  le  fiiitioni,fiueJlo  fiume  i m africa  preffro  l'eflremo 
corno deUiSiri,non  lungi  dalla  città  Cromte,Magù  babi- 
tatori  guidali  da  gli  fingiméti  antichi  penfano  ciucilo  dal- 


nare  al  mare  onde  ejle , poi  dtfeorrendo  bagna  Uregtontl 
^pamea^i  campi  Uirgaleti  ci  rende  fenitifiimiad  fine 
la  Cariapoi  prefio Hippo  città nonbtngi da MtUtonttài 
mette  net  mar  Icaro.  San.  Il  famofo  Meandro. 

Mincio. Latjniniinus.  fiume  che  nafte  di  Rena  co, ^ uaf/e- 
ne  a Mamoua,doueiiagna  intorno  alla  atta.  D A s.’ìfó 
pm  Senato, ma  Mincio  fi  chiama  Fin  a Goueriio . 

Meti\iro.Lae.metaurus,c!r  metaurum.  i fiume  di  fembria 
nel  golfo  Mdriaiico  defeendente , iw  lungi  da  Vhano  uerfò 
Sinigaglia,&  famofoperU  uittona  di  Liuto  faluutoreo't 
CUuUio  Herone  confbli,  tà"per  U flrage  ,&ui  cifione  di 
Hafdrubale  Canbaginefeurgncnied'Hifpagna  ; &■  però 
dice  il  nofiro  P e t.  Come'l  Metauro  uide  a purgar  uenne 
Di  ria  fomenta  il  buon  campo  Romano . 

Molta  fiume  in  Soemia.  Dan.  Che  Molta  in  .Albia,ft  M 


- _ . biainmarneporta.uediaMoltoafjtp, 

tinferno  con  empito  andare  alle  terre.?  i r.D  ogm  altro  Mugnone  fiume  in  Thofeana . Ut.  Minio . 
ddcejeUtbe  al  fondo  bibo . Ch'indi  per  Lethc  e fremo  può  Nilo.  Lat.  Vilut.  benché  non  fra  certezza  onde  habbu  origi 
abattdita.MllaquaUunam  mezzo  Uthtinfuf a Catena.  ne , pur  U comune  opinioneiihe  najea  neimonti  delia 


D A KJÌutnci  Ixtbeiet  cofr  dalC altro  Uto  Eunò  fi  chiama. 

Linceo, over  Lmchtfiio.  Lat. Lyncefiu.i  fiume  di  uirtù  ma- 
rauigtiofa  ornato , perocbet'alcuno  meno  che  moderata- 
mente beerà  deU'onde  fue  uacillerà  non  altrimenti  ,che  fe 
bauefie  beuuto  uino  fuor  di  mifura . 

Lineo.  Lat.  Leneui,f^^tiusUtbeui.i  fiume  deir ififia  di 
Caudia, oltre  alla  citta  Cortina  correiite,per  loquele  dico- 
no Europa  efrer fiata  portata  da  Gioue  m tauro  còuertito. 

10^8  l.ipaii.Ut.liparis.ifiume  dt  Cilicia,per  mirabile  proprietà 
mulinalo . affermano  certamente  che  h notanti  m quella, 
ouerolauaittifr.jefrere  da  e ffaunti^on  altrimenti  ibefrdi 
olio, onero  di  graffo  fi  fufrero  lauati . 

Lincemo . Ut.  Imternus . i fiume  di  campagna  non  lungi 
dalla  fiumana  di  F'oltumo,  & dal  caSiello . 

'Ma^a.Lat.macra.è  fiume  di  Lunigtana,  cioò  liniera  di  Ce- 
noua , che diuide la Tbojcaoa dalla  Liguria, thè  hoggifi 
chiama  Lunigiana  da  Lune  città  antiquifjinu.  D a tt.Se 
nouella Hcrrà  di  Val  di  Magra, 0 di  parte  uicina.  Tra 
Hebro , Macra  che  per  camm  corto  logenouefi  parte 

dal  tho fratto. 

M2ka.UtmaltafeuMartha.fiumecbe  corre  nel  lago  di 
Bolfena^oue  i una  torre , ncUaquale  tenta  il  Tapa  i che., 
rici  che  hautfrero  contmefro  peccato  irremiffibile.  Mlcu- 
tti  dicono  efjère  una  prigione  m Roma  molto  bombite  per 
fimili delinquenti. onde  DAS.Sicheper frimil  non 


io6f 


Mauritania preffo  all’Oceano  dallo  flagnante  lago  chia- 
mato Hifideft  fotta  i luoghi  deferti,et  areno  fi  lofio  ch'e- 
gli i nttoffi  afeondeiRiforge  poi  iT un  altro  Ugo  maggio- 
re nella  Cefariana  Mauritania;  Indi  cclatofi  un'altra  ut  l 
ta  per  ffatio  à uenti  giornale  appare  in  Ethiopia , & per 
lei  tfrorrendo  arriua  lu  Egitto, per  ioquale  egh  a certo  ti- 
po crefeendofi  lparge,érfertilifrimo  fa  il  tt  rreno,&  al  fi» 
ne  per  molte  bMihe  entra  nel  mare  dt  lui.  Ma  Staéfii  di- 
te Tlinto,cbe  fi  chiama  quella  città  d'£ibiopia/tl  cui  pacm 
fiilTdfioprecipitandofi  fra  fàfri,&  Jcagli  pcrtrouarfi 
cbtufò  da  monti,con  lo  sfrenato  fuono  toglie  agli  habitato 
riCudire,eSr  M.T/iUionelfbgnodelminoreMfrtcanofcri 
ut;  che  toreuhienoHre  piene  del  celefle  fuono  fon  fatte 
fónte.  E come  il  Tiflo  m que  luo^i  d’Etbiopia  Cat.tdupa 
nomali  ,<talti  monti  cadendo , la  gente  bakit attrice  di  tal 
paefe  per  lofòuercbio  fuono  é lui  perde  il  fenfio  dell'uért, 
co  fi  non  poffono  C orecchi  mortali  riceuere  quello  irnmen- 
fofuono,&perquefioilnofìro  P e T.éce.Forfr fi  come'l 
Ifif  tP alto  caggendo  Col  gran  fuono  i uicin  d'intorno  afror 
da.UTanaàl  'Hilo,-4.tlante,0limpo,  ^ Calpe  .Dan. 
Erantal^qualtVengondilà  ,oue’l’Hjiosaualla.\  i r. 
Et  uiridem  Egyptum  nigra  facundat  barena . Mauolen- 
douederqueHa  materia  trattata  bene, legga  il  dtfeorf» 
fermo  al  Fracafloro  ilqual  è nel  libro  Tergo  delle  nauiga- 
tioniUampatodaThomafò  Giunta. 


Ten- 

nòinMaltà.  OTÌgcoèfiumeéCarmaniapienoàportiatlibircaai,&  un» 

MaTCia.Lat.Marfya.fiume,nafrette  luogbidclle  fimtanedi  fertile d^ Oro. 

Meandro  fiume,&  correndo  diuide-doameor&poi  ano  Palude  Stige  fiume  infernale,  lat.  palus  Ryma,  infemaUt 
daTiboronecmàpofieneUeraàcidelmonteSigma,me-  palus.D  a s.f'imTaludefachanomtStme,Quefiolri 
ficdatopoficia  al  Meandro  fi  neuànelmare  Icaro, doue  fiorufcel.uedia  fiutmmfemalia  locS. 


delia  felle  nudato,&  in  fiumana  del  fuo  nome  conuerttto.  imparato  bauea , che  qualunque  cofa  egli  toccafre  oro 

ma  altri  dicono  Marfia  fiume  nella  cima  del  mòte  bagnar  diuenifie.  * ' 

JnattàCcleiK,^daqH{U*ufritoeffer<tpfelUtoUoa'  V eneo.  Lat.  è fiume  àTb^iglm  mtllD  ctUttModapoeti 


* 


Actjut  ELEMENTI  Ac<)ua  144 

per  la  fattola  di  Daphne  amata  da  Apollo,  ìaipiale  fàggi  danoj;'l  Rhcno^  ttmde  falfe . 

d0lojopra[ondedtlnifitra>formòmLauro;&imptròle  Rubiconc.i«.  rnbuonjpiuiolo  fiume  tra  ^rimino,  & 
jue  riue  abbondano  di  Lauriamde  ti  P e t/Hon  di  Tento,  Rautnna  -hoc  .E'I  Rubicone , ihe  douea  l'ardito  paffo 

ma  d'ua  piu  altero  fiume.  Quanti  fur  chian  tra  Tento, & preftarea  Celare, &■  ,Albula  leirfpettante;&  a cuigliiio 

Hebro.uedi  la  Sloriaa  Daphne.  Sa  s.Iluecchio  Tento,  noriddmòdodaueanotuttiejferjottopofiiVit.ìì  ah. 
Ifò.Lat.padus.i fiume notijiimom Lombardia, ilqude  na-  Etfidtò’lRubuon,fuditaluolo. 

fic  nel  grembo  dell'alt  iji  mu>  monte  yefulo  da  1 fini  di  Li-  San  terno  fiume  d’Imola.D  a s.  La  città  di  Lamone,  & di 
gnn  Oabitni,con  chumjliino,  & breui/iimo principio  per  Santerna  Conduce  il  leoncellofil  mdo  bianco,  uedi  a Ful- 

Calpi  fendendo, & poi  calandofi  fiuto  terra.  Indi  ri/òrgen  turno . 

do  trenta  fiumi, &C onde  de  Laghi  tmmenfi  porta  feto, & Sitno  Fiume  di  Campania/!  in  terra  di  Lauorio  daW.Apen  107» 
mette  coafeue  bauhe  nel  Hadriano  mare  fi^rgcndofi  Ur  nino  nell'ijoiadi  Cuprea  tendente;fc  in  quefto/i  legno/)  pa 

gamente.oade  fi  dice  fare  fette  mari  .Crealo  chiamano  glia,o  qualunque  altra  cofacafibino  in  pochi  ^mi  ftcuo 

Eridano  ,&lo  iUuflrano  con  la  pena  dei  fulminato  The-  pre  di  Jcorga  di  pictra,&c5  quefle  poi  gli  habitàti  fabri- 

totue  ; I Lai  mi  b chiamano  Tadus  trahendo  origine,  fecon  cano  loro  cafh,èirdi  queflo  per  midato  é ce/are  'Np-one  , 

do  che  firme  Metrodoro  Setm  da  gallica  noce,  perihe  Ta  fu  di  fopra  edificato  un  acquedutto  poco  piu  alto  della  rom 

dui  galUcaméte  fi  chiama  la  pece  arbore,  bquale  abboda  dice  del  monte  cominciato  co  pah , ir  altri  foflenimenii  di 

intorno  alla  fonte  diluii  Liguri  i chiamarono  Ródilo  efien  pietra  cotta  faiti,&ef}o  acquedutto  infitto  a Fiijeno  ha- 

dogli  dapreffo  un  caSieUo  detto  anticamente  Bondicoma-  uendofeome  giudico)  xh.miUepafii  é lunghej^  Quiui 

gp ,oue lamaggunvalteggiadel  fiume conrincia :& però  era  fóncLuot  acquedultodi pi fiina di  fmifurata grande^ 

non  immeruamiMleida  poeti  dimandato  Re  de  fiurm,fo-  za.  però  cbeUgolfo  di  Rate  per  cagione  del  foljo  dcll'acm 
tttcilnolirof  Bt.Re  de  ghaltri  fuperbo  altero  fiume.  quedelbagnopoiabdigranpenunapatifce,&conCabo» 
Thetonte  odo;  ibe’n  Tò  cadde, & mono.  Sopra  Teuero,et  dan^  à quello  rifloraua  il  mancameiuo  é tutta  la  riuie 
-dmo,t'lTò/iouedoghofo,&graueborleggm.'Piben  racongranéfiima  commoditàdeglihahitanti . .Alcuni 
può  tu  portartene  la  jcorza  .D  A K.Su  la  manna , doue’l  non  ponendoui  mente  pmfarono  queflo  Sarno  e/ferlarno 

Tò  difeende.  Fm  a Gouerno,doue  cade'l  To.  Endano,  ue-  fiume  é Firenze. 

dia  io6}.Tbetonte,nedia6iq.  Sauio.^jime  c/;r  correprefloaCefena  da  Latini  detto  Sa- 

>7 1 KhcnoJjitpicciobfiume/iafce  i-Apetmino  uerfo  Tiflom,  pu . Lincia  fi  nel  mare  .Adriatico  .D  a n . £r  epteUa,a  cui 

fideua  correre  tra  Robgnajiìr  Modena  Jontan  da  Rologna  il  Sauio  bagna  il  fianco  fideli  Ce  fetta, 

parecchi  migba,dopofu  condotto  a Bobgna.  D a M.  Tra'l  Seheto.Lat.libethos.fiume  cekbratiflimodal  Tonfano Jiog 
Tòa'I  monte, & la  manno/e'l  Rbevo-A  dieer  fitpa  tra  Sa  gi  detto  il  ponte  della  Maddalena  fuor  delle  mura  di  "Hgm 

uena  e'I  Rbeno.  Quefli  fimo  duo  fiumi  Puno  dall'un  de  lati  poli.S  a n.II  bel  Sehetbo  accolto  in  picchi  ftuub. 

di  Bobgna,^ CattrodalTaltrobio . Scna,o  Sina.Lat.fequana/tjielltto  Hadrbtico  tra  Sapi,e!r 

Rlicno.  Lat.  rbenus,&  rbenum.i  fiume  in  Cermamafil  cui  Mufido, forfè  qllo,che  Senogalb  pafia , bi  ihe‘l  Roccaccio 

priucipb  è qua  fi  nel  mez^  de  fonti  del  Danubio , & del  Pa  fermi  onero  quello  c he  pafia  per  la  cittàfamofifiima  di 

Rbodano/ie  i Lcuipontii/rai  fini  delle  Curiefe/ir  Trientim  Tarifi  in  Francia, onde forfè  que  popoli  fi  chiamano  Seno- 

ea  Diocefe/unlungidaJtaha/mero  come  altri  difiero/n  nesjbenche  gliamicbi/iondallro  nome,tbediSequattail 

Rbetkprrfioaboghfouenafionoikini  detti  Oltrinafca,  thiamauanoflabhÓdantedipefci,fcparaiBelgidagli  Cel 
pajfa  per  li  tenmmcb  molti  popoli,de  Coflantiefi,delli  titfainqueliaregbaePlfobdettaLutetia.V  Bi.Rhoda 
• Uebetq/de Borgognoni fie Metefi/i.Argcntinefiii&Tre  noHiberio,Rben,Seaa,MlbiaJLera,Hebro.D  Atc.lfara 

ueritjéparab  Franciadalla  Magna,  alfinemettenelP 0-  icide,CT  Era,&uide Sena. Ani. Tremò  Tangi,ffi-  torbi- 

ceano . Tohtiano  neUe  epiPlole  fcr'iuendo  di  queflo  fiume  dofii  Senna  M.  folta  uoce/t  queli’hombil grido, 

tufi  éce.Fluuium  hunc  cebturum  infante t tntra  fuum  fu  Serchio . Lat.  Serculuui  fiume  propinquo  a Lucca,  il  quale  1 07  7 
num  comePlos  fi  polluta  matris  puduitia  efient  fu  finti  tà  da  Latini  i detto  Muliris,uel  Mufir.D  a sJìjii  fi  nuo- 

quam  impuri  lefli  uindicem  rapida  uorticibus  fuffocare  ta  altrimcmi,che  nel  Serchio. 

unfuefie . Qjioi  autem  finfijiet  legitimo , & impolluto  Sile,  Lat.fibs.i  fiume  de  yinttbni  efee  dalli  monti  é Trini- 
uatos  matrimonio  in  porti  placida  aquis  extulifie.  P E T.  gh,&  bagna  la  città  di  Triuigi.'DAti.  Et  dono  Sibjet  Ca 

ebeparia  quefla  il  Rheuquando  pm  agghiaccia  .Arder  gnam  s’accompagna  Sdi  poi  fiume  grande  attàto, che  dal 
tongltocchcChcunque  alberga  tra  Carotina  e' l monte  E'n  b eflercito  d’Mbffmdro  Magno  fu  giudicato  effere  d Ta 

tra’lRhodaao/e'l  Rhenoc&  fonde  fòlfi . "ìlonTefin  ,Tò , nai  cÓciofia  copi /he  gli  Scitbi  tutti  chiamano  queflo  Siti, 

Rbodano,  Hibro,Rben . et  Battriani  foli  b appellano  Laxate  SUoè  fiume  de  Terfi 

fliiodìnoè  fiume ,fhenafce  circa  ifinidelladiecefe diSe-  daimonti  Sufianidefcendente. 

dunoprefioalmonte  chbmato  giàBriga , parte  la  Tro-  Sorgi  fiume,  uedi  a (èrga  fomana  aioSS. 

uenza  dalla  Francbfafia  a yienna,pafia  ad  Muignone,  Tagliammco.  Lat.  Tdauentum.  è fiume  in  friuli.D  a n, 

^ per  le  ffle  mariane  nel  marTirrbeno , è detto  Rodano  Che  Tagliamento,&  Mdice  rinchiude. 

dal  rodere /he  egli  fa  b riue  dt  quei  paefi,  onde  nella  xx’i,  Ttgo.Lat.fiuine  di  Spagna.eìrdi  Lufitanb  hoggi  delta  Tor 

epiflola  dopo  k fenili , Itaque  Tjbcrinos  Cunfìa  roient  togalb,del  qual  fi  dice  tarme  effere  d'oro.  A r i.Tra  fin 

Uidaausu,,ut....laTlinbfeguendoiCreci  fcrittori  di-  do/lTago,e'lTdJb/irbDanoia. 

wo flra  che  egli  bebotd  nome  da  Rboda  Celoma  Rbodùt-  TirnifffiumediLondra.lat.Tamefis.D  ah.  Locorebe’n  * 

na;&cofiMiodanofcriuerefid«ecoiiRhajpirato.  P et.  fulTamigiaiichorficola.A  R i, Sopra d Tamigiiluok- 

Cbiunque  alberga  tra  Caronna,itlmouleU'n  tra’l  Sfio-  tordtclim, 

T ij 


e 


Acqnt 


ELEMENTI 


Tìm,&  TmjiM  LatimTjiuii.&djCrrcièdtnoTéiui 
jiiunc  nelSettcìnoaeAtfct  monti  Ripbei/me  fono  fred 
dt^rjttiùjfimiyfh'  i ttrmtni  delf  ^fa,  & della  £«rup4A** 
fce  nella  Sarmatia  <[  Enrofa,mette  nella  palude  Meotica, 
entra  nel  mar  Enfino  prejio  Theodofi  città.P  n.LaTa- 
na,ilVjlo,~*ilante, Olimpo, & Calpe.'Hpn  Tefm, 
Tò  , Tana  , Hijlro  .Dan.  Di  nerno  U Danoia  in  Un- 
Sìerub  "He'l  Tanai  là  follai  freddo  cielo  .San.  il  fred- 
diJftmoTanii . 

1074  Tefino,  oTicino.  Lai. Tuinni  fiume é Lombardia,  dallago 
urbano  procedéte,corre  limpido  con  l'onde,  attanto  cb'an 
chora  le  pieciole  pietrai^  pojia  efier  nel  fondo  ucdnte . 
bagna  Toma  che  Tiiino  t detta  , città  nobiUffima  già  cafà 
regalò  Longobardi  nndnjie  ottimi pefci,ey  ffietiaimente 
Temoli;  mena  arene  auree,  nel  fine  alTòfi  mefcola.Famo 
fo per kmtioriad .Annibai carihaginefedopo  pafìatital 
pi.  9 ET. "HS» Tefin,Vòje'aro,.Artto,Udige, & Tebro. 
A R i.EcbeconlutLambrajtTicmfimefu. 

Tcucro,rftro,dr  Tòro  fi  dice.  Latjeybrisjet  albula.  fiume 
Tnompbàte  per  le  uitlone  de  So.  nafte  ueli'.AppeHnao  , 
Tra  il  Latueet  la  Tbofeana,  chiariffimo  perla  ctttà  é Ro. 
doue  egli  pafSa.fu  detto  Tebro  da  T iberino  Re  degli  alba- 
ni fecondo  deuni ,-4ltn  uogliono  efSere  fiato  un  Re  di  Tbo 
ftana  detto  Tiberióltfuale  come  corfale  molefiando  il  ma- 
refi  perforgafi  altrmitifibcono  eflerft  in  qutUofommer 
fé.  & altre  ragioni  afiegnano , lequali  perche  molte  jbn» 
lafctamo.  P e t.  Sopra'l  T euero , tir  C.Arnoje'1  Vó . 7{pn 
Tefin,Vò,Tebro.  Lfuonti  in  fui  Xante  Ar  quanto  iaualdi 
TebroiChebaldanroftmentecorfealTibro.Ro  c.'Hel 
le  foci  dell' Imperiai  Tenere  .fcu.  San.  Il  triomobante 
Tenere  : ilqual  non  come  gUaltri  i coronato  di  falci , 0 é 
canne , ma  di  nerbimi  Lauri  ; per  le  continue  mttorie  de 
fuoifkUuoli: 

Thoa  antitamite  cofi  detto  fit  uolgarmhe  -Acbeloo. 

Tigre.Lat.  Tigna,  fiume,  in  Ungu.tde  Mediti  ftgnifica  faet- 
taadetlo  da  Tigre  fiera  uetocifiima  nelcorjo.  n.ifle  nella 
maggiore  jtrinenia  nel  pieno  d'm  luogo  detto  Elongoft- 
uejaoue  efiendo  tardo  il  corfo  i detto  Diglito  : poi  rapidi/^ 
fimo,&  ueloiifiimo  fatto, Tigre  t’incominiia  a chiamare; 
altufafi  prima  nel  Lago  .Aretilfas  fiifUnente  ogni  pepa,  e 
entro  con  grane  nebbia  òirante , tTproducenie  fola  una 
foggia  dipefci,Eti  mirabd  cofa,  nell  acque,  ne  ipefei  del 
fiume  mefcolarfi  col  lago.  Indi  ufatofi'inchiude  in  unafpe 
lonca  del  monte  Tauro,  poi  liberato  dà  doue  fi  dice  Zoroan 
dea  arriua  nel  lago  Teibtde , & un'altra  uolta  ìinch  'mde 
nel  neutre  della  terra, Indi  apparendo  uerfo  iqipheo  pafia 
prefio  ad  .Arfania  fiume  fie  fi  mefea  con  kijbenihe  fi  cS- 
giunga,quando  egb  i tnfiato.Egli ét Armenia  accogliendo 
taoUi  celebrati  fiumi  pafia  per  gli  Arabi,pergb  Orciper 
gU  Adiehem,&giraperlimontiCioriam  di  qiià  dalla 
Seleucia  Babilonia  cxxr, mille  pajiifiir  fi  parte  in  duo,l'u 
uà  parte  andando  uerfo  meggp  di /altra  da  fettemrme . 
ritolte  poi  [acque  mfieme,fi  chiama  Tafnigre  ipoida 
Media  riceuendo  Coalfe  fiume  nobibfiimo  fiffarge  ne  la- 
ghi Caldaici  imli^rfo  con  dieci  bocche  entra  nel  mar 
Terfico  traU  foce  di  duo  fiumi  fimo  xxi . nulle  pafii  0 com 
' mealtridicono  vij.  ma  molto dapoiEuphraie fu chtuf oda 
ghOrcbcnierdauUim,ncgiui^ìHmarefenoHdopoTi 
gre.  Solino  due  che  egli  i duTigrepótutoal  fenoTerfi- 
~r  . io  iti  paefe  che  quefii  duo  fiumi  (buiionoTigredaU’orkn 


Acqua 

te;  Euphrate  dalToccidente.  Mefopotamia  é detto,  fannie 
fonti  de  delti  fiumi  lontane  [una  dalt altra  due  mUa,er 
fettecento  iìadi  ; come  ferine  Sirabone.  P et.  Et  d'un  me 
defmo  fonte  Eupbrate,&  Tigre  ; tfon  Tefin,Tò,Eupbra 
te,Tigre . (^Boccio  Ttgris.  v Euphraies  uno  fe  fónte  re- 
foluuttt.Tigreammale.uedia  ttip. 

Tìmauo  dagli  antichi  chiamato  mare,prr  efiere  [acque  liti 
fe,& impetuofe,fi  come  degreii,To^io;et  de  noflri  trae 
rone  fi  rifie  perche  di  fette  fonti, & con  profondo  & latif- 
fitmo  fiume  corrono  al  mare  Hadnatico,  un  fola  ui  dolce  ,■ 

& fecondo  che  narraVofiidonio  da  monti  difcefò  cade  in 
profondo  indi  fatto  La  terraiiigbìottito  per  fpothilt  cxxx. 

[iodi  efee  m mare,  tlR  oc.  nel  lóro  de  fiumi  dice  Tima- 
uui  yenetorum  fiuuius  efl  Concordia  atque  Tergeflo  oppi 
dtsproximut  ex  monte  quidem per  nouem  ora  effufusam 
pltfiimum  ante  alta  fontemfaat^x  quo  uno  1 andé  exient 
alueo  in  Hadriatuum  funduur  mare  in  fina  Tergefiino . 
fuere  tamen  qui  daere  hunc  fiuuium  apud  Antenoridat 
effe,&ex  Euganeo  monte  fundt,quodfaljum  efi  ; Lequai 
parole  pare  egli  che  pigliafie  da  Vompomo  melajlqual  di 
cecofifAtinorisproximaefi  a TergeRe Concordia in- 
terfluu  Timauui  none  capitibusexurgens , uno  olilo  emif 
fus/indcV  I K.  cantò  di  Timauo,ynde  per  ora  nouem  ua 
ilo  cum  inurmure  montis  It  mare  praruptum,  & pelago 
prenut  aura  fonanti . Timauo  i anchora  porto  nel  feno  di 
Aquileia  die  ferine  Strabane.  Altri  intefero  le  paludi 
Atriane,  fette  man  chiamate  Jelle  quaifè  menttont  Tli- 
mo  nel  tergo  libro . Altri  il  mar  proprioalqual  perfuana 
tura  frange  ne  i hti,cbe  co  i fiumi  limare  anchora  non  pof 
fa  allentare  il  fuo  foco,  drperòldice  il  nofiroP  E T.Tana, 
Hiflro,Alpheo  e l Mar  che frangeà.Timauo.  & il  Bembo 
nella  ungane  della  morte  del  fuo  fratello;  Ver  duol  Tima 
no  in  dietro  firiuolfe. 

V siTo,i  gran  fiume  dalTalpi  corrente  oltre  Tqicea , & parte 
[Italia  dalia  Francia  termino  antiquifiimo  .Dan.  Et 
quelcbefèda  l'aro  infin  al  Rheno.  P E T.T^pn  Tefin,Vò, 
yare,Arno,Adige,(lr  T tbro . 

Verde  fiume /nette  nel  T ramo  no  lontano  da  Afeoli.  Dan. 

Di  fuor  dal  regno  qua  fi  lungo  al  yerde. 

Volturno^«we.  S a N.Oueil  lorbolente  yoltumo  prò- 
rumpe  nel  mare,&  lanterno  ben  che  fohtario  ; niemedi- 
meno  famofo  per  la  memoria  delle  facrate  ceneri  del  àui- 
no  Africano. 

Xanto  i fiume  del  monte  Ida/ir  difcfde prefio  Ilione, molto  lojS 
piu  grande  per  fama  che  per  [ onde. que fio  da  gli  habitàti 
Camandro fu  cbiamato/lquale  a Stmeonte  cSgainto,fatta 
una  palude  Talefcamandro  chiamata  fi  infonde  nel  mare 
di  Vropomide.  ejrXancho^  altro  fiume  per  Licia  corren 
te,da  CUI  la  città  i nominata.  PtT.lìuanti  fulXanto,e 
quanti  inualdi  Tebro.  B o c.  Soura  Xanto  belltfiimo  fin  ’c- 

meinThrigia correnteconottdecbianfitme.V  H.  ' ' 
Torrente.Lat.torrens/is.ifiumecbenonfemprecorre;ma  ^ 
die  alcuna  uolta  fi  fecca , comebabbiamo  moflrato  nel 
principio  de  fiumi  a ijjy.P  et. Ofelice  tohatbeeroua 
Uuado  Diquefloalpejtre , & rapido  Torrente,  meta,  gfi" 

Dan.  Quafi  Torrente  ch'aita  uenapre”" 
^uo,Rio,RufceOo/ìrRigagnoJkt9mu^,.  .umt.iacqua 
ptcciola  procedente  da  Lag<) , o fonte  fopercliame , onero 
fatto  arufictofamerueptr  hauere  gunilidìtà  ifnequa/o- 
me  è deaoa  fiume*  1)57.  P et.  'Hs- 

^ fiino 

*.v  • ^ 


9 


I 


E L E M 


Acqui 

K»a  fi  difgombri . fifiiH'i  iihM altro  Riao.  Rita  Corren 
rtfiht,SKeIU,Uitidi,Millc.  B o cVerfo  mi  Rino  iac . 


qaa  cbuxrijiima^quaU dà  con  fiiaitemormorh, bora  tur- 
mélfwii  dietro  trandiBime  pietre  da  oli  alti  mi 


dijfwii  dietro  grandifiime  pietre  da  gU  alti  monti  con  ru 
More^iaccnote^U  afcoltanti  infeftàdo  difcendere,o  tjiieU 
il  tutti  in  pietra  per  lo  Shringenle  freddo  t fiere  tornati  pi- 
gri. A u.  A k i.  Duo  chiari  nini  mormorando  intorno  Sa 
pra  fherbe  mfan  tenere , &■  none  Et  rendea  ad  afcoltar 
dolce  concento  Rotto  tra  picàol  fafiijl  correr  lento , 

1077  Rio . P E T.  Hifrtnfe  tonde  in  un  Rio  ,cbe  Cherba  ajconde 
Caddi.  Tion  hedera ^ete,Totna’lfoco  allentar,  Quanto 
un  bel  Rio.  Et  già  é là  dal  Rio  pafiatoe'l  merlo , 

Rufcello . Lat.  riuulus , i canale  é acqua  corrente . P s T. 
Miriuedraiibur  un  Rfifcel  torrente.  Boc.  Et  la  fontana 
con  Rufcelletti  procedenti  da  quella.  La  uermiglia  arena , 
che  di  uarnRujiellettidifingue  era  falcata.  T h.D  an. 
t'ifutoo  del  Rufcel  di  fopra^uggia  ,Si  che  dal  foco  fol- 
lia ( acquee^  gU  ^ rgini.Li  Rufcelletti  Facendo  1 lor  Ca- 
nali fredé  & molli  .Ari.  Sofrirando  piangea  tal  tb'un 
RuJieUo  Tartan  le  guanae/l  petto  un  Mongibello.  Mur 
muranti  Ru  felli , e ebeti  Loghi . 

Riglgno,éio  tino.  Dan.  Sei  prefente  Rigapu  Si  derma 
lojidal  nolìro  mondo. i un rufcelletto. 

Doccid.Lat.du8uieiquarum,aduccndo,  è condotto  di  ac- 
quaaguiftdi  riuo.D  AH.Toifrn'uàgiùperqueflaflret 
ta  Doicia.'Hqn  corfe  mai  fi  toflo  acqua  per  Doccia  .A  noi 
ger  mota  di  mobn  terragno  .Atti.  In  tanto  Utngu  la  cor 
teme  Doccia  uider  uentr. 

Canade. Lat. & canaln,iquagium,euripus  .Boc.  DaW al- 
tra parte  del  Canale.  Canaletti  afiù  belli , & artificiofa- 
meme  fatti,  yn  bel  Canaletto  raccolto  mfino  a met^  del 
puno  uelocifiimameme  dtfcorreua  .Dan.  Li  Rufcelletti 
facendo  i loro  Canali  freddi  ,&  molli , 

107  8 Goca.Latjiquadu8ui.  i canaletto  di  acqua  correrne,  mgni 
fidi  quella  che  fa  uoltare  imolini.  D A «.Mentre  noi  cor 
rcnam  la  morta  Gora.  Crdifje  morta  perche  non  correna, 
& pel  contrario  diciamo  acqua  tana  quella  che  corre , & 
mona  quella  ebenon  corre.  A%i..A  uoler  Mondi  pafiar 
per  quefa  morta  Gora . 

Bolgia . à bulgii  Lat.  che  pino  le  bifaccie , & dinota  ricet- 
tacolo , & ogni  copi  che  ritenga  m fe , come  è il  golfo  & 
Seiio.chefidtniandanBolgi’.ondeD  A «.dimanda Male 
Bolgie  I larghi  infernali , per  ejfere  mah  ricettacoli . Lno- 
gi  è nelf inferno  detto  male  Botpe . Quindi  femimmo  gen 
te  ì che  fi  nicchia  He  [altra  Bolgia . Ter  uederdela  Bol- 
gia ogni  contegno.  Il  modo  della  nona  Bolpa  p/ggiO. 

Foce,  cS-  Foci,  lino  le  bocche  de  fiumi,  & kfirettura  delle 
uaUi.uedia  1418. 


TjlLyDt  ST.4GHJ  UT  LjtGHl. 


1079  Palude,  è una  certa  rannarrgai  acque,  & le  piu  uolte  man 
tante  di  fondo , e<r  di  qua  ,eirdi  là  monemefi  fecondo  il 
uoler  di  colui  che  fece  il  lutto . La  palude  per  qualunque 
. cagione  f i diminuifce  & faccrefee  le  piu  uolte  uedia- 

mo  t luoghi  H'nrerra , dr  baffi , per  abondairga  é fiumi  pi 
uenhifarit  <c3v*«di . Magb  Sragni  fimo  acque  pigre, 
kquali  tLiUo  Slare  fi  pigliarono  il  nome,  liquali  mntfiun 
luogo  piu , tbe’appo  li  liti  del  mare  utggiamo  efii  re  cm- 
. fiùtiperioboll»rtdelcotttrafiatemare,&al[mcomro 


f 


E N"T-  I Atqua  ■ 147 

Combattente,  acciò  [andare  sù,  & già  del  mare  con  tutte  - 
le  forze  non  poffalPierameme  emrare;  ilperche  le  uegnf 
ti  acque  Pubicamente  fuperando  le  ripe,&  i luoghi  piu  baf 
fi  fi  fieno  con  [acque  amare  mefcolate , hanno  di  me  filerò 
ebefenga  ritornata  contendano , dr  ociofe  fi  fermino , & 
conciofia  c o/i,  che  [acque  delle  paludi  filano  femplici , dr 
delti  fiagm  fonofempre  mefehiate , Le  paludi  nudneanoi 
pefei , iquati  lo  fiume  padre  feto  porla , &gti  Stagni  nu- 
dnfeono  gli  marmi  peftì  dal[ onda  gittati.  Spefiifimte  uoL 
te  gli  Stagni  fanji  putridi, gp-  rade  uolte  le  Taludi,  & ano 
chorch'amendue  eshalino  aere,  & nebbie peflifere.ei gli 
[lagni  fempre  mortifere , attento  che  affai  mamfefto  fia 
qualthe  fiata  prefio  alcune  paludi  efiere  almeno  aere  to- 
lerabtle,  conciofia  che  non  unquefitaapprejfogU  Stagmeet 
però  appo  le  bocche  delle  fiumane  uedumo  fempre  gtihaa 
bilami  é brutto,^  paUido  colore  At  di  malaiia  macchia- 
ti, (p-  auenga  che  quafi  ad  un  medefimo  modo  fi  generino, 
efranchoracondiuulgata  opinione  fianohauuti  periime 
defimi,  non  fòno  però  una  cofa  mede  finta,  come  largamen 
te  babbiamo  moflrato . 

Va\uAe . Lat. palus,du.  P e t.  Monti  ,yalli, Taludi,  - 
dr  Mari , &■  Fiumi . In  ahi  poggi , in  ualle  ima  dr  Ta- 
lufire.  idefl  paludofa  .Dan,  Quefia  Talude  che  gran 
puigppipira. 

Impaludare . Lat.  paludcm  mferre.  Dan.  HeUaqual fi  dio 
flende,  & la  impaluda  . 

Stige . Lit.  flyx . ^ Talude  d .Africa  uicina  a Siern  città  ne 
luoghi  ultimi  d Egitto , uerfogh  Etbiopi , laqual  è mobo 
fango  fa , & di  canne  piena  ,attantoihedi^cil  cofa  fia  il 
fafiare  a [ifòla  Bathocofi  nommata , cui  Suge  circonda . ■ 
Quefia  in  nero  chiamano  Stige  che  trifiitia  fuona , per- 
che perla  fua  difficultà , periglio , & trifiitia  induce  a gli 
oUrepajftmi. 

Sù^anchoì palude deU inferno  celebrata  da  poeti. dicono 
quefia  circondare  la  città  infernale  diTlutone Air  meritern  > 
uolmente  ; perciocbe  colui  che  quiui  purga  la  pena  fenM 
freranga  ih  perdono  fi  di  piu  lieuepena,mantienfi  in  trilli 
tia  perpetua.Diceuano  gl’ antichi  per  quefiagiurare^uafi 
per  trifiitia  all' alme  gloriole  aduerf a .Tet.ToI  di' io  ni 
tema  del  nocchier  à Stige  ueé  aWinfemo  a 1 805 . 

Sta^o . Lat.  Hagnum.icome  il  lago  ricetto  di  acque,  E 1080 
fiumi  che  crefeono  per  commua  pioggia  ,]pargon  tonde, 
che  ndutle  in  un  luogo  baffo  fanno  Stagm  ,&  Laghi,  & 
Stagnare  éi  iamo  fermar  [ acqua , come  fiagnare  U ua- 
fiiche  non  cola , ma  fi  ritiene  cbiufò  [bumore  che  ufiir 
non  pofft . onde  la  bctte,per  lo  cui  fondo  ufato  fia  il  nino  , 
fiéce  Stagnare  quando  non  elee , pur  che  non  fia  nota, 
dr  onde  appare  il  fiume  che  ftagna  non  douerfi  dir  fecca-, 
re . fecca  il  fiume  quando  egU  i afciutio  fi , che  poco  habm 
bia,  0 niente  d acqua . P e T.  Orfonon  furon  mai  fiumi , 
ne  Stagni  Et  circondato  da  Stagnanti  fiumi.  A R i.Come 
fiormo  daugei  che  in  riua  a un  Sfagno  yola  fccuro  ,efuA 
pafiura  attende. 

Stagnare.  Lai.  Dan.  Si  come  ad  .Arti, oue’lRbodano  flou 
gna  .i.  fi  ferma. 

eia  ne,  ^ Stagno  é Sicilia, non  lomanoda  Siracufa . finfrr» 
gli  poeti  queflo  effertfa  nimpba  Ciane  compagna  di  Tro-  . 
ferpina , laquale  uf  tendo  contraSiare  alla  rapina  di  Tin- 
tone, & di^regfiata  non  potendo , piangente  fu  in  Slagno 
cotmerfa.  , • ' 

•it  . T Si; 


t 


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.icciut  ELEMENTI  Ac<]  ut 

X*  j.-jjno  é Diam  iapprefpiglt  Sciihi,  appo  il<iiia  ion  dimojhart  diaiuogimUcio  ;ba gran  tempo,  thè  app9 

le  Duna  i barata,  & dalla  quale  i nominato , toaciojia  qneflo  balijino  fi  raccogluua.gU  alberi  del  quale  ijlirpaà 

cbe  & efia  da  Scubi  Scithtca  fa  ibiamata . furono  da  L leopatra  é M.  intorno  Rema  a£gttlo;et  M 

Lago,c!>'  Laco.  Lat.  lacus,&  lacuna,  & latufculus  ì il  lago  li  inaino  ad  uno  trattò  in  ^Alefiandria , doue  feceltpia» 

ptcttolo^quaft  lucgo  di  acque.  Si  trouano  aleuta  uoltai  La  tare,i^  li  fi  Hanno  infitto  all’hodierao  giorno, 

gbi  fcemarfi,&  aUroue  crefcere,&  ambe  feccarfi  del  tue  Murno.i.fi»{a  dtlcttatioae,i  Lago  allato  deflro  deltaUier  | og  j 
to,  &■  altrouenoueUatnente  na  fiere . come  fi  ut  de  al  Cu-  go  delta  Sibilla  anJàdo  uerfo  Outdente  noufiimo  per  quel 

loihcHomero^t  y irgilionecamaroHo,ouegUanticbifti 


mano&  T^apoletano  paefe , conctofia  tofa,the  già  molti 
anni  adietro  li  Lago  Lucrino  jfiaruc  del  tutto , .Agitano  no 
uellamente  apparue  ; dclquale  non  battendone  firmo  i no 
ftri  anticbi  padri  ,èf 'gno  cbe  egli  fu  nuouo  Lago  ; cofi  de 
fiumi,^  de  Man,  imperoi  be  in  multe  parti  bora  i terra, 
oue  prima  fu  mare,&  allo  incontro  in  qualche  paefe  ima 
re  boggiflelquale  per  adietro  fu  terra,  fono  generalmente 
ne  Laghi  grandifiimipefci&faporiti.  P e T.  yeggiolun- 
ge  da  Laghi  Attenti,  ir  Stigi . Cb'io  uedri  ficco  limar, 
& Laghi,  & fiumi . Hot  uorria  trar  da  ghoccbi  noflri  un 
Lago.  B oc.  Et  pefei  perla  Lago  a grandifitme  Schiere, 
y a picciolo  Latito . Dan.  Augi  che  noi  ufiifitmo 
del  Lago . 


maroitti  I befufie  la  ma  che andafie ali'mfemo  .pochi  pefei 
produce  ,& piccioli  <2r  non  buoni,  ma  ne  ricette  de  grondila 
fimi  oLune  fiate  dal  furibondo  pelago  inefio  lanciati, O" 
benché  forfè  al  pruno  guHar  Jelt acqua  paia  éfficite,n3- 
dmteno  afiuefattifi  in  quello  fi  muono  non  molejiait  da  pe 
fcaton.fi  due  Cejare  ottomano  batter  fatto  da  ogm  parte 
tagliare,&  eradicare  le  filue  che  ui erano  intorno,  et  per 
queHo  hauer  il  luogo  fono  renduto.  P e T.  JiiA  tra  monte 
Barbaro  & AuenioL  antiquifiimoalbergodi  Sibilia  Taf 
fondo, fitiandardrittoa  Untemo.Kta.Merlttt  col  libro, 
ofofie  illago  Auerno,  Ofofiefacro  a le  'Horfime  grotte  . 

Benaco.^itf,  bcnacui.èil  Lago  di  Carda  che  produceiCar 


Allagare.  I^t.lacunare.  per  inondare  .D  a n.  Chegiamai  piom,  iqmdi  fi  dice  nutrirft'de  tarene  d'oro. D a n.  Tion 
piu nottiallaga . piu Benaco,tiia Mengpfi thtaina. &yitc.  fluHihui,^- 

toil  Difiagare.  Lat,éffuttderefacumemitlere.ualaUargare,&  gcmituafiurgcmBenace marino. 

dilatare , detto  quando  [acqua  fa  Hagno,  o lago  .Dan.  Bolfena  Lago  .Dan.  L’anguiUe  di  Bolfina , & la  uer- 
Et  diedtl  uijò  mio  incontra' l pog^ , Che’n  uerfo  l del  piu  iiaccia . 

alto  fi  diflagadiaUargaintendendo  però  del  uifo . ma  intf  Cimmo.Lat.cyminus,  i Lago  prefio  del  Thofeano  monte  no 
dcttdolarelatiottedelMggtoéreiàflagai.  fiHrmge  ,^r  moto  Cimino,  gli  antichi  dueuano  queHo  fabulofamente 

non  t’allarga,  percioche  quanto  piu  d monte  fi  efiende  uer  efiere  nato.  Tercioebe  efiendo  alcuna  uolta  H ercole  a qne 

jòdcielo  piufifirigne . HiDopoli^eriienuto,&  effendo  da  lor  multato  a dimolira 

Dilagare, per  mondare.  \ki.  Et  fi  non  che  li  noti  il  del  pia  re  la  uirtu  fica  ificcoe  un  palo  di  ferro  in  terra,  &nonpo 

torno,  Che  dilagò  é tionia  of cura  U piano  Cadea,  Come  tendo  alcuno  cauarlo,egli  efiendo  pregato  cauollof 'acqua 

in  fi  largo  ^atio  fi  àlaghi.  fithitameittefcguitò  d buco  del  falò  tlrfeceto  lago . 

AncticOji  lago  d Egitto,  dintorno  alquale  nafte  papiro , di  Regillo,è  Lago  nel  contado  tbufcuUno,cbe  Taoh  Tofibum  j o8? 

cuifuronofatte  le  prime  carte . mio  dettatore  guerreggiando  contea  Manilio  capitano  de 

Afphaltiji  laco } Sonatila  prouincia  cbe  già  molto  è cbia  thufculani , Cafior  ,&Tcdluce  prefio  queflo  lago  apparo 


mata  é cinque  città.  & perche  i grande ,<fi-  fim;a  moto  è 
appellalo  mar  morto , alcum  lo  chiamano  lo  mare  faiina- 
rio,&  ueramente  in  molte  cofe  i mirabile,  prima  non  prò 
duce  cofaalcuname  ricette  alcuna fiietiedammali  uiueti  ; 
laqualcofauolendoye^aftanoprence  conifferimltoue 
dere'f  certi  buomini  di  nuotar  ignari , <ir  4 morte  dannati 


ueroper  la^rte  Romana  fortemente  combattemi,&  di- 
cono a Tubilo  y alerio  y athtio  podefià  di  reatini  ; di  notte 
a Roma  andante.d  di  auanti  dalli  medefimi  efier fiato  re- 
ferito Verfi  Redi  Macedonia  efiere  Atto  fuperato,t!r 
prefo  da  Taolo  Emilio.  P e t.  Et  quel  cbe  i latini  tónfi  J% 
prati  lago  Regi  Ilo. 


comattdimquefloefierbuttatiiiquah  benché  fommerfi  Setipho  fi  Ugo  an  cui  mutole  fino  le  Rane,&s’m  altro  la- 
fuficro,uiMÌ  come  da  un  grò  fiirito  furono  dijoprajjnnli , go  fieno  portate  coafiano  con  la  filila  querela, &Jèdi  al- 

cofiianchora  non  riceue  uccelli  ufati  afommergerfi;  tutte  tro  Ugo  in  queflo  fono  portate,  par  coafiano  come  fileua 

le  cofe  che  mancano  di  Ulta  inghiottifce,  et  firn  porrai  una  no, tiri  nominato  Seripho  dadi  fola , doue  eghi.lo  fonile 

^cernaardenteaóueadoillumedtfipranuoia,&quello  fdelUgoSuendodiTbe(faglia. 


f^tofommergefi  coatto  Je  cuiacque  amare,  & al  guflo  Cot^o.Lat  gurges.  noi  copia  di  acqua.  P E T.  Rimanti , dP 
fafiidiofi  producono  palle  moltogràdifiime  di  certa  creta  tu  corrente  & chiaro  Gorgo.  D a u.Semiagtà  daUmam 

di  natura  di  Solfo,ilche  fa  il  Laco  non  poter  efiere  da  uen  deHrailCorgo. 

ti  molerò,  oltre  a queflo  è molto  im^ieme  di  nauiga-  SgorgareaiJ  mandar  fuori.  Lat.  egurgitare.  B o c.Na»  al 
tiene ,cociofia  copi  cbe  ogni  cofa  morta  rifiute,  angiforbe, . tnmenti  che  uena  pregna  fgorgbi  nelle  humide  ualli  ama- 
tccntuai^  le  afe  unte  di  detta  creta, eglii  nondimeno  te  lagrimccomincuauerptre.V  i.ì3  An.DoueTronto 
utile aUilauamemidegliinfcrmimtedtca  certi  morbi.è  di  &yerde  in  marcfgorga  .Fuori  fgorgando  lagrime  & fi 

lunghe:^  miglia  fettecemoottaata,&éamfieg^a.cL  ^irifimandando fuori  de  glioccbi,0- della  g<^. 

circa  i funi  margmifono  le  città  fodomitiche  da  fuoco  diui.  Ingorgare . Ut.  ingurgitare . ual  ritenere  raccogliere 

mconfumate,comeanchoraaUuntueflgieteflificatto,&  Ari.  Qual  fogUonl  acque  per  bunumo»>>--rottarn^ 

iimnbilecofi,cbeiui  fono aUuni campi producenti albe-  gorgate alcuna  uolta, e cbiufe:  Che  q-  -u  aienpoi 

ridirarabelle^faaemtpomajntqftochechtteuedeè  rottotlfiHegnoCafcano.euanccmgran  . amt.  dtffufis 

tiratodaldefiodtmangiarìu,mafealcuiu>nrprtnde  futi  Talgha/rican.  • 

W^onfi^alberi/r  nfoluonfimcenàe/r fumando fq  Corollare iueddaiqoa, 

tonte. 


X084 


I 


Acquo.  -,  148 

evolute  inqKeHo  Uturfi , Molenda  fotta  fiatione  mofirn- . 
regnale  fu  di  quello  fonte  la  proprietà,conaofu  che'l  no 


Acquo  E l F.  M E N T 1 

Fonte.l4f  foHs.è  alcunarannafK^  £ acque  al  f rimo  ufàre 

delie  mfeeredeUa  terra,  &alcMnaitoltainfejlqiiimto]if  — — 

liaente,iiciofia  tbe  molte  fiale  poi  in  piceni  riM,o  in  am  me  io  faceta  mamfeJlofe/cJx  accula  tn  greeo  fitona  cura, 

pu  fiume  àuenta;  & però  fono  quafi  i padri  de  fiumi , & opei^ierdi  che  gli  amiti  fono  grandifiimaméte  moiejlatu 

pano  de  mantiJoHie  nel  genere  maf£T  fan.  P s t.  file  Acilo.Lat.acù.fomeinSicilia.  nelqualfuconuertito^cL 
Cbiara,Fma,l’’iuoTranquillo,Dltagnme,OipianloJ)i  uedttHiHoruadjlci. 

errore. Chi uide mai dbuum  uiuo  nafeer  fonte! In  una  /i^giaippe.lat.aganippe,pes,i  fonte celebratiJSirao uiBoe- 
Fjmu  ignuda.  Et  £un  medefino  foie  Eupbrau.Hr  Tigre,  nafiui  il  mote  HeUcona/mde  Ouidionel  quinto  de  fajlt . 

fonte  li  horé  lagrime  notturne. al  fonte  che  la  terra  Duilequ*f<mtet.AgamppidoiHippocrenesGrauMedn 
inuola.Di  duo  fontiun  fiume mpace  uoUo . ilual  mmpba  feifigna  teneiisequt,  ouedimoflra  tenere ilnome  dei  ca- 
irn Fonti  jn  Selue  mai  qual  dea.  'Heper  duo  Fèti  foia  una  uaUo.  Et  nel  quinto  della  Metamrphofi.  Fonte  Medufeo , 

fauiUa  Rallenta . Stilla  d’acqua  non  uien  da  quejie  Fonti . (fir  Hyantea  -igaruppe , fono  gb  Hianti  po^  é Boetia . 

yn' altra  Fonte  ba  Epiro;  Oi  cui  fi  fcrme;cb‘e fendo  fied-  & però  dice  il  P n.  Et  mille  eben  C aftaglia,& .Aganip 

daellaOgnifienta[aceUa.4ccende,&fi>egnequaltrouaf  pe  y idi  cantar  per  [una, & Coltra  nua. 

reaccefa'He  [ifole  famofe  di  fortuna  Due  Fonti  bacchi  de  Aon.  Lat.èfonte  nella  regionedi  Uomo, m cui  è nominato  ; 

, CMnaBeemorUendot&cbideCaUra  fcampa.ho  c,  alle  M u fe  furo  idalquaU&efie  gonidi  fono  chiamate. 

uedirindice . D a n.  Hor  fei  tu  quel  yirgilh , & quella  Aretlmfa.  Ut.  i fonte  dt  Siciba  alle  mura  diStracufauia- 
FtntejChe  Oiargi  di  parlar  fi  largo  fiume.Sembiam^  firn  no^n  quella  parte  tbe  fi  chiama  -drcadu.ueà  la  Htjlorid 

mi  penb'ioBiandeJJi  L'acqua  é fuor  del  mio  eterno  Fonte,  ad  efia  ^rctbufa  mmpba  conucrla  m efia  fonte  «»»4- 

CbiedeCett^Fontelondiffufe.AKi.UFoHtedifeor-  BMidiileJopoiaima  fonte nonlungidaCarre,uedi  labi 
rea  per  merco  un  prato  D'arbori  antu]ui,&  di  bell'ombre  [ìoriaa  Bàbconuerfainfonte. 

adorno  i CVi  mandanti  coi  mormorto  grato  U ber  inuita.  Branda, c fonte  m Siena  abidanteet  Limpida.onde  Dan.  i 0 86 
f afar  feto  foggioraoynculiomonticcldalmanco  lato  Le  Ter  Fonte  Branda  tiondarei  la  nilla. 

difende  il  color  del  mero»  giorno . uedi  a Bibb  conuerja  in  Dan.  é Fonu  nel  monte  Léano,da  cut  efee  un  fiume,  ilquale 
Fonte,  & a Egeria  mmpba  conuerfam  Fonte.  tanto  feruaii  nome  delfoiueyifincheficógiunga  ad  un’al 

Fcmtana.ia//o»i.  P ,s  i.  Fótana  Chiara.  DtpiarafiimU  tro  fonte  del  medi  fimo  nafcente.ilqualei  nominato  Gwr, 

HÌta,Dibeltade,Fontaneyiue,Chiare.Etfarmiuna  Fon  Lat. ior.  ma  giunttmfiieme  fanno  lo  fiume  Gmdano.  , 

tana  opti  £un  Fagt'O.  Sorff  nel  mej^t  giorno  una  Fon-  Egcria.i4tj«gf  «a  i font  e nel  bof co  aricino  ad  Aricina  pn 
I Una  ; tir  tien  nome  dal  foie  ; Che  per  natura  fuole  Bolbr  pmquojaqualc  da  T'tynw  Tomptiio  Re  de  Rmam  fu  ^ 

U notte.  Ufi  tondo  [herbe , le  Fontane  e i faggi  .lui  non  mje  dedicata , & conciò  Jufie  che  da  luogo  fturoufeifie  , 

donne,ma  fontane &fdfi.  fi  oc.ynabelbjjima  Fonu-  per  aumentare  a fumparb^tiUfédeatel^d^^^^ 

maa^r  fieddijtt  chiara,  yna  Fontana  di  hianchijfimi  mar  go  fingeuafe  douere  configbarft  del  danno,&  delle  cqfe  da 

mMiCacqua  ebondante.ueàlndice.  Ami.  UFonteeru  fare  mentre  folitanoefiercitafieia  hUromatia. 

non  moltaafottilopra  Di  loggia  aguija,opadigbon;  eb  bi  Gu^phii.Ut.fiuerfomedi  Gargotta  im  BMttaaDia 
■eiut  Factie  dmiatetiuoruoadibnx  cuopra  yn  cui  d'oro  na.  giàfacrato,alcUHt  ifimuno  chefta  queUo  taefio  che  e 

. I- f- •7.-  Cuigi  fontana  di  1iegroponte,& la  diuerfita  de  luoghi 

noi  eòiradice,conciofia  io  fa  che  facilmite  thabbu  potuto 

[un  per[altropigbare;percioihe'Hegroponte  da  Boetia 
non  è ci  altro  mezgp  diuijòjaluo  che  con  un  canale. In  que 
fiouideAtteone  Dianalauarfi/biUaqualefuinceruo  traf 
formato  ,&da  fuoi  cani  prefio  que  fio  fonte  lacerato. T. 

Tm  uolte  uditogli  ho  citar  la  Enfiala, di’ atteon  fece  ala 
no,ebeli,ituttaigualmete.Fermauatlpiecuqiuniuque  fonte  Gargaphia  Quando  Diana  giuda  [hebbeui^la. 

Mi  feont  Sopra  duebeUeimagini  piu  balle;  Che  con  la  hoc-  Voi  come  d'acqua  lei  tutto  [inaffia  E de  la  propria  for^ 

ta  aperta  faieanfigniChelcanio,e[harmoiùalordiiet-  par  che'l  fiperi.EtcomemCerMofintàtoicamdgragi^ 

tAUE  quell'atto  in  che  fon.par  che difiegni,  Chel’oprae  Gioue,ouero  famedi Gunuimarauigbojò;perocberfiendo 
rfiudio Ut  tutto ioltfie  U beUe donne (u  gbhomeri  : fi-edàfiiiuo,(elefjaprdemifienomefiofommerjemgm 
Jianno;  Seftfier  quet,di  cu'tnfembiantit  nonno  : l fimu-  fadegUaltri  ifmorxflU  '■  ma  le  faci  fiume  naccenie;  iMif 

iacriitjeriorimmjnoHaueanbinghe,&ampifiimefcrit  cafulmerttgio.&amexxanotte  é fouercbioabonda, 

'tHre,OueftceaaconmoltalaudcpianoltiotmdelIe  pudt  per UquaUola dalli babitautii appeso  Anaponomen^ 

,tne  figuro.  E mofirauanoanchor  poco  lontano!  propri  h Hippocrcm,-.  Lat.oIppocreucfomeéBoetiapfimi^aU  lo»/ 
roinBotenonoliure.&queUochefegue.  -cumquefioefiere nato deUapercotttura del  c^alUpega 

FOntLd-  romane  ecUbrate  da  nofiri  Toeu . Acidali,Aci-  .)ò,&  da  uidifimra  nomatofilqual  fingm^ofatilmme  i 

U;Ag«mppe,Aon,Arethufa,BébMrdda,Dani&gior,  fiofieriofe  fi  guarda  all  bifioria  ficondo  akuni , tU  uo- 

' Èteria.GargapbiaJl  Giouefiiippocrenefiarope,  Salma-  gitono  Cadmo  fedendo  a caualU  mentre  afe,&alh  com- 

■U  Sorga  pegni  cereàualuogoiFbabitare prefio quefio  fame efierfi 

1*85  Acidali.  Ut.  Aceto,  •bui  fonte  in  Orebomeitoeiuà  di  Boe-  tffcrmato:&  penhe  tgbfn  delU  greche  lettere  nueton, 

Hutlquale  fu  f aerato  a yenert,tr  tal  uolta  da  Im  yene.  la  cognitume  delle  q»ah  forfè  bpre fi,  uoUe  quello  e fiere 

' aeJuidaltìièAppellMa,magtianiicbipoetidigeroletre  fatratoalUMufè.^perctòfot»dettcHippocranda. 

‘ Craiif figUuotedi  Gme,léquaityenereiiiidtjcoiioffier  \jiape^oUnqpeiJome,mcMi^onp "Fiarctfol^fiprt- 

* T nq 


-ot 


etto  teccie  aistimeimoTnoaaoona  imvfiu  r» 
che  tutte  era  cU  fitto  Colorato  difmalto  le  fiifopra  Etot 
to  llatue  fon  di  m.irmo  bianco,  ibe  fifiengon  quel  cui  col 
braccio  manco  .tle  la  mnn  defira  il  corno  d’Ama.tlua 
(culto  bauca  lor  ingenUfo  mafiro  Onde  con  grato  nmrmu 
re  cadea  l'acqua  di  fuortn  uafo  dalabaflro.  Et  afembiaa 
tga  digr.m  donna  hauea  Ridotto  congranSarte  ognipHa- 
Mro;  ipn  d'babuoA  di  faccia  differeme . Ma  gratta  han- 
no,! beltà  tutta  cguabnete . Fermauail pficufilundtque 


Acc]iu  EtEMENTI  Acqua 

merimtMe  Htduto,  & prfjò  delTamore  di  fefiejfo pnfo  ucr^^ofi  (ontr<t  medici  i»miine,  & a gli  amici  molte  It 

di  quelli)  ejferfi  morto . deiioll  piflole,  & dire  ciòdeuita  folitaria  a Vhitipp»  uè- 

Si^niiCt.Lat.ifoate  in  Caria  appo  ^licarttajfo  cittiMqna  [coito  di  caHagUone  un  libro  con  tanto  ifqmfuo,&  fubltme 
le  con  (alfa  opinione  de  molti  i creduto  indneere  alti  benen  iìiie,ihe pm  prefto  da  diurno  che  hnmano  ingegno  paia  ef 

ti  morbo  uenereo.  Et  per  qnefio  iHiinano  la  fit  tiene  poetim  fer  nfciiofer  laqnalcofa  dopo  cefiato  lo  qua  fi  antico  mira 

ut  effer  nata,  Uqnalc  legge ji  del  fanciullo  Hermete  dalla  cola  deW acque, & fnperata  il  furore  dell  età,  dapoi  la  fua 

nimpha  Salmaccpref>,&didnecfferefattonn  torpo/n  partita,  gli  habitatori, nifitano  quello  albergo, a guiptà 
no,  galero  feffo  hanente.  Ma  altra  cagione  dinerfa  ha  certa  coja  facra^t  é ditinitàpiena^  quei  thè  non  tanno, 

dato  luogo  aUa  fittione,  agli  animi  intendenti  fe  info-  <$-  a forelhen  dimojlràdolo  in  luogo  quafi  di  miracolo.oiu 

tuia  fia  nataal  fonte.  L’acqua  ueraméteà  quefia  fónte  i de  Cillejfo  P £ r.teltbrandoU  dtce.Mira'lgranfafìo,ione 

fhiaramolto,&dipiporealgufloéletteuote,etuenendo  Sorganafee.  launachinfa  ualleonttefce  Soiga.Quella 
»n  certo  Gmda^  Smania  d'Argo  menarono  genti  ad  (idesl  madonna  Laura.  ) per  cui  con  Sorga  ho  càgiat’,4r 

habitare  inTroti;enadaonde  [cacciarono  ibarbari  L'ara  no.,Anchorm’hanrtatra  fuol  he  colli  foiihi  Sorga,  ch’a 
re,tl  Lclegijiqualifcacnandalorofedieandaronomluo  pianger  e a cantar  m'aita.  a n.Rbodano,potchti 

gbi  montnofi  uicini,ct  toit  rnbaggiom  cominciarono  amo  mijlo  con  Sorga.  Sorga  fiume  a i6i}. 

lejiare  inuouibabitatori,  Maunodecontadinibauendo  \ zWe acquatica.  Lat.ualiit aquatica  .'P  tj.  E inau'iganti  1089 
ftitopreffola  fontanaun  hoflellopublico  daguadagno  in  qualche  chiufa /'alte  Gettan  le  membra, poi  che'lfU 

al  letto  Jalla  bontà  deWacqna , tir  hauendo  empiuto  detto  s’ajcondeSu'l  duro  Irgnoret  fòlio  Ca^re  gonne  Jn  tpialcbe 

hoflelio  di  tutte  coji  perlagione  di  lucro  aedi  alctboaUi  poggio,inf'alleiina,t!rpaluflre,idedipatudofa.t'aUe 
cerepotcffe^huomini,n  iontinouàdo,con  tempo  adiuen  potfttuata  trapoggi,o  monti.  uedtdV Elemento  della  Ter 

ne,cbcopi.r  necefSuà,operdiUttatione traffe aUumdel  ra  a 1 108. 

li  barbari  dopo  iquai,^  altri  ambora  uenneroperlafé  ,/tuallare.ftr  ualle.  Lat.  in  uaUemmitteretàefcendererde- 
ma  del  luogo,  & cofi  pigliando  connerfatione  con  li  greti  clonare,  dcfUQere . & meta,  per  confondere,  diminuire  , 

a poco  a poco  cominciarono  a Ufeiare  li  feroci  cofìumi,  et  defeendere,  appoggiare,  congiungere,  abbafiare  .Dan. 

con  h umani  a molli  diuentare , & ultimamente  é befhe  Fengon  di  là,  oue'l  Hilo  t‘aualla.i.fa  ualle  .tuttigU  altri 

buorr.ini  rmti,&  non(fi  come  alcuni  intèdono)  furono  fat  fimo  pofìi  a gli  fuoi  luoghi . proprio  fignifìca  addofSarc  , 

ti  dal  fonte  a lafciuia  tnchineuoli,ma  da  fèluefira.&trtp  • ammontare . 

pa  a^ità  a manf oetudine  riuocoHi , & facendogli  càgli  ùmatlarefi  feendere  acqua  per  te  ualli,  0 fiumi.  Lat.  difmdt 
nemici  peregrini  cittadini  gU  puote  in  perpetua  anacttia  re,profnndere^argtre,manare.  D a tt.Cbe  fi  diualligià 

tongiungere . T.  non  uide  in  cipri  il  fanaul  Ciihereo  pm  nei  baflo  letto . 

ameno  fin, ne  fónte  piu  thiaro  Vide'ìfardfó , Salmace,  Chiani,<  acqua  morta,quafi  ffagnum,alcum  dicono  effert 
ér  ..idlpheo . un  fiume  in  Thofeana  di  lento  mouimento.  D a n.  iìuan 

1088  SoT^a  fontana, cofi  detta  dal  forgert  nella  prouinda  diT^r  10  di  là  dal  niouer  della  Chiana  Si  moue'l  del,cbe  tutti  gli 

bonafttl  luogo  che  è nomato  Fai  ihiufa,i  fonte  famofifii-  altri  anantta. 

mo.pcracbe  da  un'antro  remotiffimo  del  jafìofo  monte  tà.  Fondo  di  acqua.  Lat.fundus  ledus,  alueut . P e t.  Che  del 
ìa  abSdanga  d^ acqua  uùn  fuori,  chefipuopenfare  aprir  fi  pm  chiara  Fondo  di  Sorga  efea . O Himpbe  ; ^ uoicbe’l 

Il  fónti  £ Ubifìojnondimtno  fpargmttli  piu  quietanifie  in  frefeo  herboli  Fondo  del  liquido  criftaUo  alberga,  ^ pa- 

certo  tempo  cteWanno,  &■  i oni  iofia  che  l’acqua  fiachutif  fce.&  Leihe  al  Fondo  bibo . Tiuoto  per  mar  che  non  ha 

finta  tir  amena  fubào  al  gnflo  fatta , lo  fiume  dottimi  pe-  Fondo,  0 riua . B o c . 7/  Fondo  deUacqua  era  grande . Di 

fci  è abondame,produce  nel  fondo  un'berba  alti  buoi  tanto  quello  Laghetto  cbianfUmo  il  filo  Fondo  molìraua . 
fxporita,chepafcolàdofiafiiduamenteperprfderequeUa  Sfondare.Lat.fubmergere,&immergere.Boc. 
con  le  tefìe  fornmerfefianfi  qMfi  infino  al  periglio  di  affo  co  fa  del  legno  tolta, quello  sfondarono.  Fu  prefo  & ruba- 

garfi . Tofda  per  afpnfiimi  fafli  giargendifi  con  picciolo  to,&  sfolto  il  legno . 

corjonelRhodanofommergefi.  Celebre  per  le  lode  degli  DiUluio.  Lat. & obluumm,alimio/mis,cataclylmus.P  tr. 
antiqui, & per  la  copia  dell' acque,et  per  la  fertilità  depe  0 Diluuio  raccolto  Di  che  difetti  liram  Ter  inondar  i no- 

fct,&heTbe;madopofottomoltopiktUufiretolutrfo,^  Un  dolci  campi . 

habtt  aliane  del  nuono  albergatore  Francefeo  Tetrarca  m Pozzo.  Lat.  puteus.  i luogo  firctte  cjr  cauo,done  fi  aduna» 
ogni  età  huomo  inclito /&■  Toeta  chiarifiimoahe  poflpofla  l’acque  per  commodità . B o c.  Deliberarono  legarlo  alla 

la  nuouaBibitoniaprcfioque fio  monte  uenne,& fattofi  fune,&  calarlonelTo^ , Hauendo  fete , a quel  potpip 

uno  picciolo  tugurio,&acqnifiatofi  un  poderetto,Cr  citi  uemuano  a beuere . Efiendo  -dadreuedo  nel  fimdoM 
to  detferuigio  del  fuo  agricoltore  ,ibandiie  dafele  lafduie  ToKgp . Come  fluide  alla  [fionda  del  Tt^o  mano . Con 

tutte  jtel  medtftmo  luop  co  bonefià  & jancità  mirabile  U To^i  di  acque  frechifiime  .Dan.  Faneggia  un  Tv^ 

fiore  quafi  di  fui  giouaneg;^^  confumòret  quamuque  della  afiai  largo,  tp- profóndo.  Domo  figliuolo  di  Belo,&fratil 

amenità  della  folaudme  motto  intertemao  fofie;  non  però  lo  di  Egifio  fu  il  pdmoffeeondo  alcmufiche  trottò  ipo^p^, 

(OHmtupereuoie&uanoodopafiòiltem^,airgiaUelk-  tp-lanaue. 

(te  lettre  continuamente  ftudiando,tra  feogb  & monti, et  Voiii.Lat.fofJa,gr  [ófiulai  luogo  dip-  '•umeiTéC 

ombre  de  bofebi  con  teflimonie  delia  fonante  fonlana/-4m  qna.DAn.Cofigirammodelak 

fhcainuerfoheroicotibroegregiodcUi  falli  del  primo  Sci  Q\Kevxii.Ut.diSaefl  quòdeflciuatfatènamiraiaan 
pione ^fi'iiane  càtaoldo,con ane  marauigliofa  compofe , ttadi acque puuane, quafi ingn^ dipvm  .D  A.K.  flln 

^cofilaMnulicaucrftngiiardtiiote,^mtUepifiolti»  ruùumfifattaCi^ema,  ^ 

loft. 


Acqna  EL£  MENTI  Acqua  1^9 

To(Te,  n^*ti,Vonii,Vnfondi . iteéi  a Terra  a 1 litogbi  loro.  mre  ì foci  peaM,  i ^li  fono  medithu&jmaf^me  a ' pa 

Pantano. Lat.cam',kt  lMu,columelUfK  appelUt.f'o.Ijom  raliiico/^U  meitftmo  co  Ui  mi fegti  mg ‘u  II  penbe  t fi- 

bario',  er  dmou  il  fongo  molle  uiuro.  O a n.  yidi  doro  fcme.ihe  i Latim  lo  chumano  Cajlore,  perthr  fi  la 

gtmi  faugufe  io  quel  Tmuooo  S'ilfamo  del  T-mtaoo'l  ftra  iiittrréilmorjò,&iioaalirmuiuiijgliogiarbo- 
II  otfcoode.  ricodcHti;cbetbnomoiolffrro,&i'm.bouai4Hhiiomo, 

; Belletta, ^ pofàtora  di  acqua  torbida,  come  Tantalio/)  fiiu-  tornio  fmorfà , pnma  ibefeore  bauerr  loacioato  l offia  iti 

g'iUquiliLat  limus  10  lombariia  ideila  It^a.D  a n.  mnJ>ro,ibeig'imorir.E'fìmilealLt  lootra,&  come 
Ecciatinfli.imHeiaBMiltaiirgrj.  qjuelU  ,habua  la  terra  l'acqua  ,trui pòdi  didietro 

limo.  Lai.  S latum,ualfar;g).  L>  A N.  futi  nel  Limo  di-  comedioca,coquaiiimoUodeftraauuolare  La  loda  ha 

ceno  trilli  fummo.  .Amor  uajie  m ire  modi  lauojlro  Lt-  lunga  0-Jquamufa,  come  pe]ie,t!rlèmpre  la  tutte  in  ac- 

mo.i.  io  uoflra  fangofa , gir  umofi  uolootà.  P 1 t.  Ch'ai-  qua,  et  qutfla  fola  icibo  pretiolò.  Coltre  membra  fótio  di 

toeo  Culttmo  piamo  fu  denoto  iiuga  tetrefira  Limo,  abou.iiuuale Ug^Jafuifiumiartifiiiòfimime,^ ton 
Be  u.Tulte  quelle  Lmo/i  e torte  riue,  ptu  paUhi,acciotbe  .bómbe  f acqua  crejca,ofcemipolfi4 

TznQOf&Luio/itJia  Terraa  lo^t.  hoerelacoda  mi fiume,& ilreliodeleorpoio fiico.pa- 

.e  fiifiiipefii/edifiorga  a’albtri  Qjirllii’haotto  piu  fiorai 

T E S C fifinooftbtauiipiudcboli,<tfaHOOgbaodarrouerfipel 

fiume/t- tra  legambedidiitro,&la  paaeutgli  carnai, o 
Tefà  tr  altri  ammali  acquatici . jtefuiUaJaleiu,  tenero,  di  legiteper  la  eéfitio  delle  lortafe,&perla  coda  lt  lira.. 

Capiiogli,Coraarà,Combe,L>elfiai,Lampreie,Lafihe,  uaallMogoeletlo.,A'.btriom>gi , Icnueifierfalfinhefi 
Lomre.LuecitMerg^Hlule.Oribe.Telicano  THnlifirelli,  taflrioa  ; peribe  banno  i granelli  al  filo  della  fi,  hu  01,0" 

Tifiui,  Rane,  SalinomiSalpr, SaofugrdScardoue,Sitcae,  imo  fipofioOofiiiccare finga  lor  morte  j il  medefimo  agir 

Sleriom,Tefiuditti,Toooi,yeuhimartoi . ma Dioftonde .della petlediqueftì  fi  fanno  unti  capelli. 

Te  fiatare, Tefihiera,  Veliare.S  quante,  5c.-g’ie,iqiii’Ld~  Dan.  lo  Beuerv  s'afietta  a far  guerra , 

re,Reti,Ham,  Giacibi,yaogtmote,  C onci,  ipefcemiriinoofimtlealColIriga.yo.Lat.comba.  1091 

>091  Vefce.Lat.pifiud>ifctlus,&Vijiuleutus;luiigoabon.lan-  B oc.  Iti  firgUo  io  fioglio  ani  indo  marine  Conche  co» 
le  de  pefci.et  doue  fi  pu)  pefiare.T  t e.E  lmarfeoguo  un  colttUióo  dalle  pietre  fjiictaodo. 

de,& per  [alpe ogm  Pefie  Fiere  filueflre  uaghi augelli,  CUluco,co»uerfoinpefce/iedtaMarea  1014. 
er  Tefei  .L'a.qne  parla»  d'amnr,’  iaru/ri  Te  fi.  Il  cor  Laica  ,^te  di  pefie.  Dan.  Che  raggu  duiroala  ceUfie 
prefiiiui,'omeTe,ceat  Hauo.Et alma-  rUig'iefleiTe-  Ltfeo. 

fide  Con  ìe.fq;i»  bt  tanti  anìauliil  mtrfia  (oaic.B  o c.  Calamaro  .pefie  afiai  noto  IM.  lobgo  ,tm  ,& l/oligu»- 
Le  fanimile  uegg  ’odo  ilT.fie  cotto . Frugando  in  jueUe  culo  il  dimi. 

partialoue  fipea  che  iPeiu  fi  uifio»  L UMO,er  in  ine  io-  Chieppa  pefee  noto,  in  Roma  fi  dimand  1 Lacbia.o  Laccia, 
logilioditempoptfiroa/iaiVefii.lljeliiTefiilMprrla  ì in'ììj^ jllofa. lAt..Alafa,ThrifiaTbrifiu,fiiatTrgfi 
mtafa  gnixgauana.T.  TefiiGuigga»ii,Squa.nifi,.Ar-  fa.  lluelle  del  Tenere  fino  perfetuffime . 

genteiiUjotanà,  .Alidi.  K tu  pirlantedidiuerfiTH  LzchizU  medefimo  che  Chieppa  medi  di  fipra, 
fii .cofidice ydja uicorreuao  i D.lphini  ,yi  uenua  Delfino  Rieumo.uedi alMarea  10;  /. 
bocca  aperta  il  grofi’o  Tonno . I Capidogli,  to/Vec*  Lamprede.  Lat.  a Ltmbenditpetrù  ,& birudo  .muRelt, 
chimariui  yengoi turbati dt  /or pjjra^w,Mule,Sal  luàdiricut.  B O C.  Comperi  due grofiiffìnu;  Lamprede.T» 

pe,S3lomjni,rCoracini  'Njotaooa  fcbtere  inpm  ItftgeropccruioateleLamprtdedimefierCorfi. 

fiotta, che  panno  ; PiArìci,  Phifillrelli,  Orche,  e Ba>  Loattz.LaL  Intra,  i filmile  alia  yolpe  di  lunghe:^ , ma  di 
lene  Efion del mtr  co»  monflrnofifibieue.  peloiiere,&colmufipottlido,o- uiuedipefiti.  D a u.Et 

Guizzanti uediaTiedi  1491.  irafle'lfu,chtmiparue una  Lootra.uedia  tia  1, 

Anguilla  Lat  cofi  detta  perche  bifitmifitM^  di  Angue.  Lùccio  Spioofi  Dentato, & Uordettte.lM.  Input, 

D A N. la  coda  riuolfi , Et quellt  tefi, come  Anguilla  Mergo.o  SmcrgoiuccelloXaequa  Lat.mergus^meig:» 
mofje.  L‘AiguilltdiM/lf.tta,&lauer»ucU.T.An-  do.AKt.Etpois'eraatluffatoaomcilMtrgp. 

guiUa  Lubrica . Pelicano pefee/ia  Tlimo detto TlateaAfidaTuUtoTLta- 

Balena  Grande  & 7{»otante.  uedi  a Mare  atojf.  lea/lqual  mangi  1 te  couebe  finuiatiche,  cj  rotte  le  uomi- 

Barbon:  ,oTegUa,Lat.  Barbo,& luullut  tì^cemartno  'tàuciòpàlefiiffarimangure  finga  impedimento, 

molto  nòbile,  &alpiuCunodemtggciripeladnelibre,o  di  tanta  pientifitmanatura  (fi  diurna  .fecondo  che  ferine 

poto  piu;  onde  Martiale'Hjlo  nubi  punti  RhombumUul  fan  G.-nlamo,t  he  mggendoifuoi  figliuoli  morti  da  ferpt» 

lumifi  bilibrem.  t detto  M irbone , per.  be  produce  doppia  ti,  fi  tana  d fi ,Kg<e  dal  lato,  & eoa  quello  gli  ritorna  in  ù 

barba  dalle  bande  d.-  labd  ionie  yarrone (fi  Cicerone  la.Tcticano uccello, uedi a ioo3. 

glinominanibarhati.obarbuiimulli.'Helfiuomouinie»-  BjMe.Lat.la  fina uocei gra^idare,(fi coaxare . &ololygo 
to  ,0  uolgimento  dimofira  colorato  à uarij  colori  come  d inittauoeeiel  ranocthio.  & ololygo  nti.iil  ranocchio  ma 

Canpante.  fichu)  D a Come  le  Rane  innanva  la  nemica  Bifcia  per 

Cicm\o,oe^'*  noto , ^ thoflanamewte  Muggine.  Lat.  [acqua  fi  ddeguan  tutte , Fin  ch’ala  terra  ciafiunaì  ab-, 
mugli, liit,^.  mgibti»  wtmmatmo,i  fefuiapkuto,  bica. Et  come  almodar  fi  fiala  Rana  Colmufofuurde 

(fi  fcagliofi . [acqua,  quando ^na  di  fiigedar  fiueme  la  y diana.  E co 

Bencro . da  Greci  detto  Fibra.  ScriueTlini»,  che  per  natn-  . ad»  torlo  de  la  riua  I un  fbfiò  Stati  li  Ranocchi  pur  col- 
ctaltnRituo  eoaoficcqdo  cb$'l  (4eàqurU(4*cia  frrfca»  mu{ofiioriLta.rubeufoHmltmfÌ4ruiuuoim»bdb(tt 


VI 


Aur..x^-'V  ES:“É^M!E'NTT  Tetra' 

looj  SltkmiraM. Ut.  hhrmh, è atumàlM  hafoaJe.tma.Bo'e.Jlmdrgoafiato.ìltt^o^ 

lOji  tbemarePtpetuw.EgLfap^bcnmtare.Ma^^^  i 

aareilfx^ue  ,aUHmlocbumaa>S»ti$mtoif,&altri  ipefà  noUrrutdeanoperloUgo  ugramlijjimefib^.ll 

miorutte  ^ mercatamie  ihc  notuuatto*  Dan. 

Scar^ua,ÌpefrtmWM/^»«iiw/b.r«tJ?»4>«>^^  QjifinMO,-atmmenti,cbenelSerc^. 

Ims  D»  v,ComtcolteldtScarJffiultfnigUe,tlrtfaltTO.Rete.lat.retu,mTriniùfm,pUga,&c^u,cafiif.VsT. 

pcjie^hepmlnrgherbMu.  TMfcCioHamdaU  ^te  ,&TUto.Boc.U^  dal 

itMÌoae.UiMpm,HtlfpigoUfeutxirÌHcbMS,grx.oxj^  SolleRmie fmpefuton.  &mcta.Mdt{MoSatur- 

mchos.BocMKiiirafumandatomSuimMat^  notfTY/gio».  . . ' 

CorCo  Donati  Rh^^glioretedxpcfurefiredocbefuUCiaccbioM.fKiida. 

Teftudine  Ut.teaudo.è  awmaU^acfta.&da  tnra..Ri%ni,imcpcrptglureuucUi,Hcdiaioo%. 

yna  indif^  Tefiudme.  Ari.  Ilqual  fu  una  Te~  Hatao.  lai.  bamiu.ton  ebeft  ptglU  d prfee.  Marno  Cono, 
fluMtieSedta  Tungonte, Tenace.?  et. Tds perù  finorjit dolci intfia- 

Tonno. lat.thymius,&cordyUs.KKl.yiuemaabot^  t'Hanti.Di^oMtgUUawou» fukpr^ìtrtefca,.  In  ,T 

caapertailgrojioToimo.  taU  fleUa  mefiCefca ,&PHanu>.D  att.Mauotpren- 

tana.mi.Lat.&èpropriodepefà.Dnv.Dilormagrex-  deuFefcafi,iheiHa^a  "ì  i l 

M.  & dihr  irida  Squama . & dmota  Rabbia,  ft  come  fi.  Giacchio  i cena  reteda  pefeare  delta  a inerendo.  B o c. 
può  conofeere  per  quello  ebefiguiu  piu  bafio.cbe  dice,  fiualctlSiactbiirH  peJÌMIoPed:occuparene  fiunitmiH 
Ohe  non  contendere  a tafeiuttafiabbu, Che  mi  fcoloa  pefei  ad  un  tratto.  ' . , , 

ra  ,prcgaua,lapeUe.  • Vinguuole.Ut.relifulumtfmrtttpruiolep^^^^ 

Gallico  /4f.  Garum,  d.ùUqutrt  falato  fatto  diuouedipe  ? o c.  SìuelU , che  dmangiuenma  recaua  in  fu  te  fimUe. 

lie.ècibonotiffimo.fifaaBntnmo.  unpaioà  yangamrU.LunafimgqndomqueUepanié^ 

tcTeìiedmedefitnocbeiSquarua.Ut.fquaMét.'D  a u.Co  ueftpeuacbupelcifi  nafcondeuano^taUraUyangom 

- . McolteldiScardoualeScagUe  .itiahropefie.chepm  iuole  lenendo  con  gran  piacer  del  Se  preleropejaafiat. 

larghe  thabbia.  A ict.Uuando  in  tanto  quefie prime  rii 


di  Scaglie  idandrò  con  to' fcarpello  inetto  (intendendo  de 
marmi , meta.)  ' 

r'ett'itore^Lat.pifcator,  B oc.  Et  qnalcolGiaecbioilTeh 
fcatored:  occupare  ne  fiumi  molti  Tefa  ad  un  tratto.  Et 
fbpra  dùebar (bette  to  T>efcatori  ynanameeda  di  Te- 
featori. 

.^4  ìiaaicéWz'Pefchertfia.tai.hork  aueloriaet  lenunculut,è 
nauighdiTefcatori.Boc.ynanaiàcelUdiTtfcatori, 
Amiclate.  Lat.  jlnrgcUs.  fu  Tefcalorepouenfiimo.Striue 
lucano, ebafiendo amenduegli efiertiti di  tifare , Cf  di 
Tonico  in  Epiro  in  forma  t he  ogni  buomo  era  in  gran 
iTCTiwrf , S«J»  .Amtclaper  non  bauere  mente  che  perdere, 
ò perche  ti  douefieefieredifiderala  la  morte , uiueaficu., 
ti/iimamenuiuuna  fua picchia  capammeia ,doue dopo 


T E BS.A. 

E»»a  > Madre  antica. Madre  uniuerptie. 
Terreno , Tolue  , Rena , .//rena , Sabbia  , 

■ , ICbiaia , Fango , luto , Brago  , Vantano, 

Limo,  TjrUe.  y ik.  Sentieri,  Calli,  Rughe, 

Chiafii .Strade,  Contrade , Triuq , yiag- 

MtgltaJraccia.yarcbipPafii, 

Confini, Viag^, Fori. Vikui,  Tianure, Lande, Campi, 
Campagne,  Trati,  Giardini,  Broli,  yerióeri.  Morti,  y kt. 

1 1 , Bofcki , Selue,  Tiaggie,  T^gi,  Codi , Codine,  CoBe, 

Monti,  Momagne,  .4lpi,  Mucchi,  Cumuli,  Mete, Biche, 

Ut  Itoti,  Menni,  Speluncbe , Spechi,  Amn , Caueme, 
tifiimamentetnuna ]uapiccfOla  capannucaa ,aoue uopo  dìroite.Tombe,  Caue,Tane,Burrom, Macchie.Fratte, 
iapefcààonefiriduceuaaioptrioyolea  Cefire  contro  la  l Supe,Rmif,Xape.Bricchi.yme,StpuUri,Sepulture, 
fbriM'dx  uenti  tornare  in  Italia  per  poffare  tire  fio  deUoof  Lacche,  Lacune,  Fofie  ,Foffaii,  Fondi, Trofoitdi,  Cane, 

fercitofuo  in  Epiro/^  finalmente  ributtato  dadatemper  Concauità,  Spiragli,Buibt,Buche  ,Bugi,  Tertugi,  Fori, 

lla  firidufieatia  Capaimadi  .Amicla.ondeD kv.-He  ■ Fege.F^ure,MJii,Vre(ipitij,Baratri.Cupi,Sotier- 
•uJtJè  udir,cbe  la  trouò  ficura  Con  .Amiclate  al  finn  della  . ranei,  ypragmi.  «i  ta  lu.  Ttetre,  yeleni,Viante,  Ra- 
fuauoceGolui,cb'atutto’lmondofepaura.  ' dtci,Sem,Mumore,yerde.Atioti,Rami,Scorge,Cor 

Tefiare.  Lat.  pijcor,& expifeor.  B o c At  quiui fiandofife»  q tecae, Foghe, F rondi , Merbe, Fiori , Frutti. Ttouent, 
teungiornopefeare. Cacciare,uctedare,pefcare . BroncbifSami,Dumi,Spiue{Ctuncbi,Steechi,Cefii,Ce-  • 

TbCàiieri.  Lat.ichihyutrophion.  Ora. altrimenti  yiuaio  0>ugli,yirguUi,yepri.yimine.Sterpi,Steggf,Triboli,  , 
luogo  doue  fiatino i pefei. Lat.uiuaria  pifeium.  Lacim»  Truni,  Lappole,  Vauiraxge,  Tede, Legna.  .Ammali 

'■Murena  ne  fu  d primo  inuentore.  Dan.  Comen  Ve-  quadrupedt,Befhe,BelueJFiere,.Armemi,  Gregge,  Ma» 
'fchiera,  cb’i  tranquilla  &pura,  Traggo»  i pefei  a ciò  che  dre,  yrili , Coma . Con  tutti  i fin»  nerbi  fecondo  taquali- 

umdifuori.  tàdenoim. 

yiuzio.Lat.uiuariapifcium.iluogoinacquaferrato,oueircaa..elememoJAt.&bu»iusJi>lium.&tedui,rii,èUteT  topé 

fitengonoipefciuiui.Boc.Mauendo  copia  iacqudui-  .ra,&  la  Dea  di  e§xTerra.Vluto»e^  Due  furi  Dei.  Ce- 
na fece  unM  ymau>.  Et  amendue  nel  ymaioj acqua  del  rere&lfufiueDee . Madre  antica  .Madre  umuerfaU.il 

■quale,  loro  infino  al  petto  aggiungea.Et  mi  focena  un  pie  fui  circmto  inuUe^ccc.  xxiiiìf^miglia  * fette-  j 

■.aohlagbettotqualtaluoltapermtdodiyiuaiofanaotte  .etutomigliq,^MsoleiceniofefiaHta  .uouequantoU 
' loro  giardini  i àttadmi  ;',ihe  di  ciò  hanno  defiro . Terra.  Atr.O  madre  uniuerfal  amica  Terra.  Vtji. 

ÌÌoiare,t7T^otart.Latùatare,&natabidum,&natatOa  TuttitortiauélagranmadreamietTerra.Auara,Er- 1. 
%imilki^iUnuo(ifre.?STiVfoupermr,(bqmm  A»4,CifiMamfixlkttfera/tfc)ir»fPo'(a,SenfM 

. Igiroda, 


* 


Terra  ELEMENTI-  Terra  150 

Igmida  Iberbj.Ut.pÌMUcrat^  phaUcmn,Horche’l  l'altra  Sttterta.BlUfe»eponiSottrrra.  B o c.Contf^ 

tifi  e U Terra^'l  unto  tace.Et  gltoechi.  Terra  ktgrimait  fo  ricouerafie  Sotterra  . 

io  abbuffo.^  tjualuaqui:  animai  alberga  m TerraM  ban  Dijotterrare,  Lat.  exbumare , euellere , e fodere , detegere, 
no  i corpi  abbandonati  in  Terra  i nidi  in  terra  angelici  co  terra  exctudere.  B o c.  Bjja  occultamente  Difotterrata 

fiumi.  T^'n  del  ne'n  Terra  è piu  (Cuna  Tbenice,  Lafcian  la  tefla. 

doinTerra  la  terrena  fpogLa,  I^ciandoinTerralafua  Suolo.  Lat.  fòlum  perla  terra.T>  nv.Tercbee  prouide  a 
betta Jpoglia . Lafeiando  in  T erra  lo  fquardato  neh.  Dura  fcalpitar  lo  Suolo  Con  le  fue  febiere.  B o c.  J altra 

legge  d amor.  Di  del  in  Terra  unuterfal  antica.  Giunfè  ripa  era  thiufò,  che  dal  Suolo  del  prato  tanto  dtntornoa 

mandeflraen  Terra  ferma  falfe.  lat.  contmentfit.Ter  quel  piubello.Et  toSuoloé  fiori  {herbe  cgnianno 

Jeuarii  di  Terra  [ultim'hora . Che  ben  ch'i  fia  mortai  s'adorna  piu  bello , che  alcuno  altro  prato  uidno.  Ari. 

corpo  di  T erra . Ch' .Apollo  la  fegnia  qua  gin  per  Terra . mfanguinando  il  Suolo . ripiglia  Col  fauor  de  la  chiefa  il  ■ 

ChuuuaaTerra il belguardogentde . Quando  amoribe  patrio  Solo  .Suolopertacqua uedi a lOi  f.O'perloSo^ 

glioctbi  a Terra  inchina.  Spargendo  a Terra  le  fue  jpo-  laioap^o. 

gite  ecceife.  Quanto  era  meglio  alg^  da  Terra  Tati,  Di  fio  Ai  u ola,  lu/  terra  picdola,  uedi  a uoy. 
fio  ajòlteuarmi  alto  da  Terra . Otme  Terra  i fatto  il juo  Polurre , & Tolue  fi  dice.  Lat.  puluis.  mafie,  et  fiem.  P i T. 
belmfio.  Qjyl  che  tu  cerchi  ìT erra  già  molt'aimt.  Ben  Chenonbolle  LiToluer{Etbiopia.TocaToluerefion,cbe. 
cb’hfiaTerra,&tudelcielEegina.Boc.TerraSacra,  nulla fiente.  Idrbbia.oTaluere al uento. Meramente jiam 

Toca,  T^uda,  Cimboft , Cuaxe^fit.  uedi  ali  Indice.  S a k.  noi  Voluere  ,Combra  .(fi-  mi  nu{  ombre  & Tolue  Deh 

0 madre uniuerfialbenignaTerra.Kn.  i. Battere  il  uoU  rcTìatcaucder,quali'lmtomate.ToliouedrefittnTobie 
to  de  1‘ antiqua  madre . ritornarle.  B o c.  Toluere  Minuta.Tanta  Toluere  coper 

Terreno  Lal.terrenusjterreut,terrefirit.ècofianatainter  fi  Caere  per  la  furia  de  correnti  cauaUi.T  n.Toluerofo 
ra,ochepanecipiditerra.(TTerrefiroiilmedefitmo.on  campo,  (fi-quando  Toluere  dinota  miflura,ueé  [in- 
de T erreno  Celefie,  Acquatico,cioi  che  fla  in  terra  Jn  eie  dice.  Dan.  Et  come  [ alma  dentro  a uofira  Tolue , idefi 

h,(fi-m  acqua.  & prima  in  uece  é paefe.  Lat.  regio  ter-  a uofirt  corpi. 

ritorium,terrenum.  P s x.  £f  Hanmbal  al  Terrea  uofl ro  Rena,  .Arena,  Sabbia,  & Sabbione,  i una  enfia  ifieffia.  Lat, 
amaro.  Com'huom,che  perT erren  dubbio  caualca.  Che’n  arena  ,fiabulum,& fiabulo,  qua  tenuior,^  minutior;  Sa- 

trop^o  burnii  Terrea  mi  trouai  nau . Che  ui  fia ir  fiuperbi  burra  qua  crafiior , dr  uilior.  Ttj.  One  uefiigio  hunuat 

or  (fi  Terreno.  Et  aée.  per  mondano  P sr.TejòTerre-  larenaftampi.  Solco  onde,e’n  Rena  fondo,  (fi- ferino  in 

no  non  fia  piutbet'aggraui.TdjfnteinleiTerrenoerao  uento.  B o c.  f'nafemina.cbefiuoifiouigUconkRtnaft 
mortale.  Spirto  già  inumo  a le  Terrene  lutte.& Terreno  con  [acqua  falfit  lauaua  dfi  facea  belli.La  nane  quafii  tut- 

,Anunal,Carceredncarco,Taraiifio,&  Terrena  Scorta,  ta  fi  ficcò  nella  Rena  mcmaal  Uto.  Dan.  Cometa  Rena 
yita.  Soma,  Membra . Ma  per  cbe'l  mio  Terrea  piu  non  quando  aiturbo  fiira . 

t’ingiuncai.lo  ingegno.  Che  fcuriinmedel  nino  T erren  Arcna.l4(.  D a u.TmcomeCm  ; ch’ale  montagne  Ripe  lopS 
[onde.i.gliocchi.  chegentdpianta  inaridoTerrem.i.per  f'oLfiSerparte,(fi- parte  in  uerf-drene. 

lo  petto.  Io  per  me  fon  qua  fi  un  Terrenafiiutto  Coltoda  Sihbiz.T.ma'lformofio,Abel  LafciodiSitfio,&  mortoin 
uoij.dife  fiefio.Et  proprio.  Terreno  .Auentnrofio.  Verde.  fu  la  gabbia . 

non  i queSìo’l  terren,cb’i  toccai pnmaf  Credo  che  nel  Ter  Sabbione . Lat.fiabulum.  D a h.  Che  tu  uerrei  ne  tharri- 
reno  Maggia  radice.'B  o c.  meta.  Trouando  Tin^cciod  bileSabbione. 

T erreno  dolce  della  comareficangò,et  tanto  lauoro.Taren  G hiara , & Ghiaia . Lat.  glarea , i materia  piuffrojfia  che 
dogli  Terreno  da  ferri  fuoi.Terrena  Camera,Sala,  la  Rena.  B o c.  Queflo  Laghetto  cbiarijjimo  dfiuo  fondo 

Tcrreftre . Lat.  Par.  Terreftre  Tefo.  Tregume.  H umore,  mofiraua  effiere  di  una  minutfiitma  Gbiaiajaquale  tutta, 

Limo.Carcere.  B o c.Vsllecofiebellicoji,  cofimaratme  cbialtronon  bauefiè  hauutoafare  baurebbe potuta an 

come  T erreflri.B  e m.  Fatiche  Terrefiri.  muerare  .Aki.  Ma  nulla  Ghiara;  qualche  bumU  uir- 

I0J7  Terrigno.  D A N.  A uolgerrotadipKlinTerragno.  gulto. 

.Atterrare,  ual  abbafJare  uerfio  la  terra.  Lat.  flernere  humi.  Piiigo,Lat.limutJutum,canum.T  1 T.Si  che  la  negbittoft 
Boc.ll  Rondino  alla  fine  da  loro  atterrato  fui.  polio  a ejca  del  Fango. Veder  nel  Fango  d bel  Thejiro  mu.Cbatt 

terra.  D A n.  Et  fuor  é fina  naturatn  giu  s'atterra.Come  nopoftonelFango.ogmtorcura.Boc.Bafierebbe,ch‘egU 

le  pecorelle eficott  delcbiufò  .Adunaadueatre  ,dr[al-  (baueffie  ricolta  del  FangoJEt conuoltonelFango.DAN, 
tre  fiondo  TimiJette  atterrando  [occhio  e' l mulo.  Efto  at-  Dinanzi  mi  fi  fece  un  pien  di  Fango.  Vidi  geme  Fangofi 

terrò  l'orgoglio  de  gli  Arabi.!,  pojia  terra , 0 abbafiiò . in  quel  pantano.  Lat.  canofus. 

V ir.Su  perla  riuaarmgratiar  t'atterra.  Delpenfiier  Afangare  .Lat.lutefcre,  ual  empir, oabondar  di  fango, 
amorufio,chem’atterra.i.chemi  conducealfine.  $ a u.Tu fiala uia,cheperlepiogge affiangafi. 

Sotterrare,  da  fub  di  terra,per fiepeltre.  Lat.  fèpetlirejiuma  limo  ual  fango,uedi  adietro  a ■ 090. 

rejhumo  contegere,  B o c.  £r  giacqui  tanto  con  una  mia  Luto,  Loto,  (fi  lat.lutumjimut.uale  Fango.  SocXa  ben 
Comare  tcbe  io  me  ne  fotterrai.  Lorengp  ucci  fono , (fi-  fot-  di^fia  mente  non  pojfienda  contaminare;  fe  non  come  il 

ferrarono . F.rnuiil  di  iflelTo  fiata  fiotterrata  una  f emina , loto  i fiolari  raggi.  D a k . Tiu  non  ci  barai,  fe  non  pajfiau 

Sottcrratopermo.  ofiABate.  doULotoAiii.AuoterfichiuidipantanoJ^LotoMon- 

So^erra.  nome^ub  terra  fenx/t  numero  del  piu.  Lat.  huma  di  pajfiar . 
tioomt  ,&bypogeum,  èlbabitatione  fotterranea.  P z t.  Brago,  & Bracojual  fango,  & pantano.  Dan.  QjiantiJi 
Ma  io  farò  Sotterra  UI  ficca  fofia.  Che  la  nera  i Sotterra,  tei^oit  bor  la  fitlfa*  Regp  ,Chd  qut  fiaranuo,  come. 


Ter»  EIEMENTI  Terra 

foni  in  Sri  fi . & k caimuìt  e'I  tra  fi  ì^tmfiffuvt  fi  mt  tutte  diritte  temeflrali,&  coperte  £ pergolati,  & dì 

ch’icaddi.  mti.iitui.^geuolaronkf'ia. 

ooo  Zo'Ac^Clebe.Lat.gleba,&(^.iterratauataconber,.  Viett»,  ualuupicciola.  Ut.caUis,uicus,femHaa,tramet 
ù^omece^i.&fmdi.^  oc.  Sopra  le  ZoUe  del  [oktuo  tis.Boc.Terunayicttanontroppoufita. 

bonabajfJtk  ginocchia.  A u.Si^teuamuedereitam-^  Viandante.L»».  »M/or.  Ar  i.  Et  ognuna  perfmafipae- 
fidogU  «io»  n/^i,  con  i fcagliont  dt  Zolle.  A u.  Con  k ma  jana , o yiandante.  B oc.  Fu  un  buon  huomo , iltjuak  a 
mufate  a rompere  le  dure  ZoUe  delta  terra  fuHeime  le  tur  ytandantt  daua  per  loro  danari  mangtare,&  bere  .Et  la 
M eburnea  Lucio  Cincinnalo  .Er.KKi.Che  rami , & terra  guazvft  per  le  uerfatepiouedal  cielo  .jpuceuokfi 

ceppite  tronchi , efafii.eZolle.'Hottcefiò  digittar  nek  rendiua a riandanti.  A u.uyiandanteTellegrine.  Fi. 
bt  U'onde . ,Auure.Lat.  in  mam  ingredi  ual  ponerfi  mmaBoc.^ikn 

Glebe /ono  ^Ue.  Kki.  Che  fe  di  fangue  human  grafie  k ti  paffi  della  Rema  auiaiafi  ad  uno  bofibetio.  V ir.  la 

Glèbe.  Cbcfaigumofc  fa  di  fe  te  Glebe . mia  lingua  .Amata  a lamentarft . 

CeCpo  CeS1o,&  Cr^uglto.Lat.c(lpetjis  Ut  gìoboAZollafi  Inuiare.lat  inuiam  dirigere.  Boc.iìuafi  come  a quello 
caffo  della  terra  con  Fherba.T  ir.  ouer  cpianiella  pre-  prof  io  luogo  Inuiati  anda fiero . .Anifandofi  5 effère  a mi- 

' ma  Col  filo  candido  fino  un  Uerde  Cefiio.  Ciffiie  è filamen  glior  albergo  Inuiatu  guidati,  yerfo  il  palaT^^inuiaro 

tedbcrhe&nonfruttici.KK\.tr  peruiamertaSiua  no.P  tr.Chementreifgui  alfommobent'muiaJ>rit^ 
adogm  Cefpugtio^ad  oi;»i  uifre.  to  a morte  m'inuia . Crcfie,quan>ori'inma  Ttr  parlirp 

Jncefpare  Ut.cafpitart,cajpitemoffendcre,percutere  pendè,  da  noi  l’eterna  luce.i.mttte  in  uia. 

P E T.  Come  animai,  cbepefìoadombre,o‘neefie.  B o c.  Rauiare.Bo  caielt  A uXe  nimpbeuerfoi  lor  ricetti  raniar 
Tu  .Alluni  mettendo,  & auolgt  ndo  le  gambe  caddero,  fi.  A ri.  Et  onde  era  uenuto  fi  rauia. 

Cedo , il  medi  fimo  ch'i  Cefpo.  Boc.  .41  gran  Ceflo  della  Suiare.  lai.  druium  facete,  ual  Icuaredtma.B  e t.  Ffato  di 
Salma  riuoltofifii  quello  col  fi  nnafògba . Sotto  il  Ceflo  di  fuiare  a mexzp'l  torfi . La  ragione  fuiaia  dietro  a i fin  fi . 

quella  Salma  era  una  Botta  di  maramghofa  grandeg^ . Dan.  Teròfe’t  mondo  prefente  uifuia. 

tJr  D A N Raccoglie  ttk  a pie  del  inflo  Ceflo . & quando  T rauiare.LaiJcducere  e uiafii  fli  (lere4euertcre.ahaficna- 
dmota  lo  caneflro.  Lat.àfia,uas  umiinum  Boc.  Chepa  re . deuiarefi  torcere  delia  ma.  Tir.  Si  irauiato  il  folle 

renano  due  Ci fionda  ktame. Sotto  una  CefiadopoUi,  miodifio.Ida’Uiuo  amor,e lamia  decameme  Alitrauu 

che  u'eraal  fece  ruouerare . Thiiocolo  trouata  la  cejia  ni  ronfii.i  mi  conduceuano  fuori  della  dritta  uia.Bo  c.  Da 
fi  mifi  dentro  rac  tolto,  tante  celie  di  fiori  .Fi.  chegiuflo  fibgno  m'ha  un  poco  trauiatopiu  che  io  non  ere 

Ccijjuglio,  il  mede  fimo  ch'i  Cefpo.Latxcfptt  tis.  B o c.Gli  dati,  il  fai  fi  piacere  delle  caduche  cofeMualepiufauio, 

fuoipanmfottounCtfiuglionafiofi.Haueiidoa  pteiun  che  io  nonfonogiatrafuii  molte  uolie,&  forfè  a non  mi- 

C:fpi!gi.o  dormilo . Et.fipra  i nué  Cefpiti  menare  i tieni  note  pericolo  condufie.  L a . 
fonai.  Fi.  Sopra  iuerdiCefpiti  leni  il  capo.An.Vc  v.  Difuiare.Lat.dcuiare.Ttr.Ticnilunuagopenfur,cbtmi 
Et  iunCefpugliofeceungroppo.  A R i.Ecco  non  lungi  difuia.l’haueffe  dijùiaudo  altroue uolte.DiriùìtRalma, 
im  bel  Ccfpugtio  uerde  Di  fpm  fioriti , e di  uem.ig'ie  refe.  & difiùate  rime . 

Che  de  le  liquide  onde  al  jpecchio  fede  Cbiufo  dal  Sol  fra  Deuiare.Latiufcirediuia,&ufiiredeiranimodeglialtri, 
Falle  quenicombrofe,  Cofi  noto  nel  mezp,cbe  concede  drdifcoRare.  Boc.  Io  non  intendo  dtuiare  da  miei  paf~ 
F refea  flamba  fra  l ombre  piu  nafeofe  j EÌa  foghe  co i re  fati.  Senga  dal noUro propofito deuiare. .Accio  che  tu  non 

mi  :n  modo  milia , Cbe'l  Sol  non  u'entra , non  c he  minor  creda  dati  altre  donne  lei  di  mare.  L a . 

mfia.  Dentro  le  Ito  ut  fan  tenere  herbclte,Cb'kuitai.o  a Sentiero.  Ltt.callitfiramestis,&femilaa.iyeFrancefè. 
pojarch:  l’appr,  finta  ; La  bella  donna  m me^p  a quel  fi  V tr.MoRrarmi  altro  Semier  di  gir  al  cielo.  Che  fon  fi 

me  Ite  lui  fi  corta, ir  uà  t addormenta.  & piu  oltre . Et  fianco,  e'I  Scntier  i trop’erio  .fi  con  piena  Fede  dal  dritto 

fuordiquel  Cefpugho  ofiuro  &cicco  Fadi  febella,&  tnioSentiermipiego. Dolce Seruier , che  fiamaroriefcL 

improuifanioRra.  Ch'alcieliifcorgeperdriitoSenlitn.’Perihe  tortiSrn- 

noo  'Vii.Lat.&iler,&a(!ut,utellapudiureconfullul.perla  tieri.Bo  c.Ter  coft  afpro  sentiero  uunarmi.S’abbaii 

flrada,  tir  pómeerium  .ila  uia  di  dentro  ,&di  fuori  della  ad  uno  Senlieruolo.  Dan.  7Vr  un  senticruol  cb'ad  una 

città  prefio  k mura , tr  angtportus  i la  uia  che  non  ha  ualle  fiede . 

ufiita.  P E T.  Donnei  che  ragionando  ite  per  yia.Ehi  dub  Calle.  Lat.  caUis.  i la  maflretta  tr  non piiblica  .CalkèJti 
biaj'ia  finga  fidata  feorta.  Et  feghfi  a Cmi  antro  a mega  genere  mafi.ejr  Calla  del  genere  firn.  P e t.  iijtant'ifpi- 

Via  1 come  nemico  armato . & meta.  Et  apertala  uia  per  nofi  Calle.Et  quanto  alpeilre  é"  dura  la fàbta.  Ve  r drit- 

Cliocihialcore.Ciunfinelcor,nonperCufatayia.  Et  mi  tifiimo  Calle , 1 miei  fifpiri  piu  bem^no  Calle  Haueanper 

fu  per  la  yia  qua  fi  fmamta.Terehe  ala  lunga  yia  trop~  gtre.Conuien  cb'arriue  a quel  dnbbiofi  Calle . Ch'igni  fi. 

po  ne  maniache  mi  molìra  la  uiarA'al  del  conduce,  yia  piato  Calle  prono  J)  AU.Cbe  mena  dritto  altrui  per  ogni 

Corta, Spedita, Dritta,TianaJ)efperata,.AJbra,Breue,  Calk.  CbenoneraUCallaoniefalnuLoducamu) ,C'm 
larga.  Migliore,  Torta  .De  la  lor  non  loncefia , & torta  aftrcfSo  foli . Cofi  entrammo  noi  per  la  Callaia , idtR  per 

yia.Trayui  Frayia.TronòlayiaAenlrarmfibelcoT  lo  luogo  firettifiimo. 

po.OfeltctqueWamme,che‘nyiaf<mo.yu  .Afpre,Ho-  Chiiffo,  il  fico  dminutiuo  è Chiaffohre  ''■unificatale 
f nefle.  Lunghe,  Diflorte.  Tutte  ùir  y le  firn  bafie.S  oc.  firetto  ,o  ruga  habitata  da  gente  u:  La.  . gwortnsl 

Teruia.Affucauta.TerlayuJinaitvalacafaptfiare.  B oc.  Egli  erainun  Ckaffetto  Iìh.io.  'SJttofipraun 
ftmtfiroinuia.'Perunayiaaffaifiretta.lat.eallUifimi-  muretto,  che  quelli  Cbiafiobii»  daltuna  caft'airaltra 
tattrames.TTeferilamauerfokngiarimoJ'ktmplifJi-.  tbindea,  . 

; . ' ■ ■ ■ * ■ Rag». 


noi 


noi 


r 


Terra  E L E M E N T I Terra  151 

Ruga,  /•»  jlrjdjfi  kU.ikjJi  rtg4 , quia  rtClt.  B o cSHuau  Carnuto  procedendo . La  fatica  del  picciolo  Camino.Ter  lo 

HHj^jJcoptrta , ma  tutte  tb  beliijjimi  drappi  coperte.  V h . lungo  Camino.  D A mex?  del  Camin  di  noSlra  tà- 

T^onfu  alcuna  R:iga  la  .Marmoritta , che  di  nobili  drappi  ta  Mi  ntrouai . è impeéto  Si  nel  Camin  ; che  uolt'è  per 

mmjofie  ornata.  V h.  Le  mainonuedute  Rughe  della  no-  paura . Entrar  per  lo  Camin  Mito  & Seluaggio.  a Jòlle- 

llra  mia.  A.  n.  Et  quindi  alle  Rughe , & alle  altre  roc-  ner  la  guerra  Si  del  Cammo,  Mutfimpediua  tutto' Imio 
che , tir  alle  laje  popolefibe  éede  forma.  A u.  Diuuòte  Camino. 

diritte  Rughe  dell,  j unire  mura.  Tu.  Caininanci . Lai.  uiatores . B o c.  Comi  coSìume  de  Ca- 

Sttìiiz.Lat.uia,iy‘  Jlrata  ilafiligata.  P s T.Chemenjòn  minanti.  7{pH altrimenti  che  a Caminanti  una  monta- 
dritte  al  elei  tutte  le  Strade.  Career, oueft  uien  per  Strade  gna  ajfra,&  erta . 

aperte,  Oue per flretteagran pena  ft  migra . iluefiaper  Camiuare.Lat.itinerari,proficifci,iterfacere,tenere,t!r  ha» 
mllc  Strade.SUura  Strada,  Ch'ala  Strada  dLamortm  fu  bere  iter.  Boc.Liquaii  per  li  dubbiofi  pa/iid’amor  fono 

rott  duci,  richiudete  La  Strada  a mefii  fum,  ch'indi  pafia-  cantinati . Et  poi  che  alquante  giornate  laminati  furono , 

ro-A llbor  errai  ; quando  [ antica  Strada  Di  libertà  mi  fit  Cominciorono  a caminare.  cofi  laminando . 

freufa,e tolta . Chtfmamtahala StradatormtndietTo , Migi\iì,Miglio,t!r  Migliato, iJpatiodimillepafsi.Lat.mille  1104 
Clx  la  strada  del  del  hanno  fmarrita.Che  la  Strada  dt bo  pafius.  P u r.Ver  ben  Jiare  fi  feende  molte  Migba.B  o c. 

nor,Uatnonlafciafegttir.Etgirinparte,  oue  la  Strada  Oltrt  aduepicdole  Miglia  fi  dibingarodaeffaJjmgiform 
mauca.TuttiriuoltialajupemaStraJa.I uidiundaman  fe a fei Miglia. y n Miglio . Mexp Migho.Ù  A u.Siuan- 

defirafuor  ih  Strada  .Tocaera  fuor  de  la  comuneStra-  lodi  qua  per  un  Miglio  fi  conta . Forfè  JiimilaMigUa 
da.'Perlajlrada  rotonda'ch’imfimta.Roc.Mfiaiu'e.  dilontano. 

rano,che  nella  Strada  pubtica  finiuanoji  dijfofe  digittar  Lega.  Lttatia  fiadium.  è fitatio  di  Miglia  iq  Francia.DAS. 
fiallaStraia.  llfamtglioper  certe  Strade  gli  trauertò.  Maù  uenutopiucbemexaLega.Atii.Checonluiuiea  , 

Era  il  luogo  lontano  alquanto  dalle  uofire  Strade . ne  a molle  Leghe , e migba . 0 li  miei  gridi , Che  fi  douean 

$ eradico,  latrunculator.iilgiuécedi  maleficio,quafi  udir  lungi  una  Lega . 

cb  igUhabbiaapumregliafiaJfi.-iidellellradc.  B o c.Et  Tnccizje ueHigic/iuerped.ite,&per la  yia.  Lat.femita, 
crede  fi  che  domani  lo  S tradico  lo  farà  impiccare . ucSìigu , trames , uia  tranfuerfa.  P E T.  Onde'l  uago  de- 

Concra  da  4 contraho.  Lat.  uicpua,regio,  trailus,è  luogo , fir  perde  la  Traccia , ideii  la  uia . Ter  giunger  de  nemici 

oue  flaiiao  piu  perfane  rannate , & aiicho  dinota  il  paefe . fucila  Traccia . 

V ir. E'mbrumrleContradedOriente.OJbaue Cantra-  CoiìRne.lat.confims,linet,terminuf.V  e r.Mfiaidi  qua 
da  fi puro  fiume,  Cofiu'o  ricercando  ogni  Contrada . Foi  ; dal  naturai  Conane.  Seiuo,& modefita  a l'altre  due  Conm 

cui  fortuna  ha  poflom  man  il  freno  De  le  belle  Contrade.  fine.Da  u.  Da  quel  Confine,che  pini  remoto, 

hoc.  y enne  in  quella  Contrada  una  ptfiilenxaa.  paefè.  Varch  i,dr  Tafji,per  luoghi flretti,  tà- ferrati  fiedi  a 947. 

Efiendo  la  Contrada  molto  jòlitaru.  yna  Contrada  chia-  Piazza.  LatpÌatea,&  forum.  P E r.E'n  poca  7‘iaicxa  fé  mi 
mata  Malpertugio . Caualcò  perla  Contrada  faluatica.i.  rabil  cofe.  Roc.  La  Tiax^  è piena  di  Tedefchi . Ma  poi 
paefe . I miei  pafiati  fono  fiati  fignori  di  quefie  Contrade,  che  uide  la  Tiazxà  ben  piena . Et  paganeggiare  con  efSe 

tdeh  paefi.D  A n.  Che  gli  haifeorta  fi  buia  Contrada.  perlecbiefe,&perleTinxxt. 

Rtu.Cbe  le  belle  Contri  amica  e regge.  focoJfit.perlapiaxga.Tt  r. Et  de  le  arme  empiè  lo  ffuc» 

Triuio.  Lat.triumm.luogochehabbiatreuie.i  A N.Ogw  inmexp't  Foro  horribilmente  noto,  yoce  da  non  ufarfi. 

Strada,  ogni  borgo , ogni  Tnuio  fi  uede  feminato  di  uer-  Piano,  ual  Tianura  & planitie.  Lat.  folum  planum,  plani-  no  f 
di  Mini . ues,&planitudo.  P e t.D' affiti  colli  mirandoH  dolce  Via 

Ilo}  \iig^iodettodayia.ualquantocamino.Lat.iter&itine  no.  Bo  c.  y na  montagna  afpra  et  enafippreffoallaqua 
ru.& manfio  è lo  uiaggiodi  ungmrno.  tr  itinerarium  ila  lena  beUiffimo  Tiano,&diletteuole  fia  ri^fio.'Hon  fola- 
de faittione  dello  yiaggio.  Tir.  Gran  tempo  humido  ten  mente  perii  Tiani,  ma  anchora  per  le  profondiffime  ualU 

tu  quel  yiaggio . Le  fietle  uagbe,&lor  yiaggio.  Ettari-  mi  fon  ingegnato  di  andare.  Da  a.  Come  quella,  che  tut- 

cbtami  al  fuo  antico  yiaggio  .y idi  a fiai  perigliojòilmio  te'lpianoabbraccia& quando  figmficaampio,&  largo, 

yiaggio.  è gran  yiaggio  in  cofi  poca  ulta.  Errarnondef  uedia  fj9}.<irperhumile,&baffoaqii.&perqueto, 

fiinquelbrcue  yiaggn . Riconofei  colui,  che  prima  torfe  a iqif.ò’perchiaro.Grpalefea  i68i. 

J pafii  tuoi  dal  publico  yiaggio.  B o c.  Mal  yiaggio  fece  Pianura . Lat.  planitiet  aquor.  Boc.  Difcefa  per  Vampia 
lagalca.Bi  u.  yiaggio  corto.  Tianura;  fu  per  le  rugtadofe  herbe.  Et  col  fuo  fparuiere 

CaminOiCr  Camùt.  Lat. iter  .ila  firada,ouiaggio.prop.  in  mano  n'i  andato  alle  Tianure  a ucderlouolireJ'eggen 

& meta.  P e ■c.L'amorofo  Camin.  Mi  Camin  lungo, & al  doft  uerdeggure  i colli , & le  Ttanure . B • «.  Mmpie 

mm  uiuer  corto.  Hor,ch'al  drato  Camin  l'ha  Dio  riuolta  Ttanure . 

Tutta  lontana  dal  Camin  del  Sole.Camin  di  hbertate.On.  Spianare.  Latexplanare.  Tir.  Qjianti  Spianati  dietro , e 
id  Camin  a lor  tetti  fi  ferra . Dolor  perche  mi  meni  Fuor  inangi  poggt . 

diCamiuadir quel,ch'to non uogliof  Et che'l Caminatal  Lzndx/ìgnificapianura.yo.Thr.D  A n.Dicoche arriuam- 
mta  mi  ferra.Tercbe'l  Camin  m'i  chiufo  di  mercede.  Ida  moad  una  Landa . mi  parea  Donna  ueder  andar  per  una 

man  manca  ; et  tenne  il  Camin  dritto.  Efier  giunto  al  Ca,  Landa  Cogliendo  fiori,  yoce  parimente  da  non  ufarfi. 

minfibef  nfi.  Terche’l  Camini  lungo  e'I  tempo  i Campi  & Campagne  luoghi  ùtghifitmi,  a fpatiofi,  & io 

corto,  iluel  Sol  eh,  mi  mofirauail  Canun  deliro.  Ch'an-  ne  fi  femina.Lat  arua.& campi  da  lauorare.  Lat.  raj.rii. 

charmi  torfe  daljtcro  Camino.Rotto  da  gli  anni  fi  dal  com  Psr.Solo  & penfòfòi  piu  deferti  Campici,  .’erinon- 

tmao  fiancoXram  per feguir  altro  Camino.  Bac.Mlor  dori  nofin  dola  Campi.  E quel  che  lieto  ifuot  Capi  dufat- 


> hm 


Terra 


Terra  ELEMENTI 

tiyiie^tdefertiiTaltremercetarco.  Comtiemh’ifrgHa,  tUe  nel  tìic^f, 

t del  mio  Campo  mieta  Uppole,  ejìci  chi  co  la  falce  adkit  Corte.  Lai.  cauxdium,  i il  luogo  piu  jjiattiofo  del  palaXxo, 
ca.  Tie  tant  herbe  htbbc  taai  Campo  ne  piaggta.In  Capo  che  alium  lo  chiamano  cortde.  So  c.La  Corte  del  paU^ 

Kerdeun  candido  Ermellino. Boc.Ter  ifh.jlo  Campo  zo.llwenòinunafiefcaCorte.TertuttalaCorte.mda- 
apertotà- libero dclmiuellart.  ftpei  bCampilauoraiori  rei<kntibattendo,t^ calpeflrandolaneue.ycduta,ram. 
tnijeri,ey  poueri.  I Campi  piemdthiade.Cbe  l mio picih-  pltfiimaya  beta  Cortedel palagio.  In  una  lorofrefea  Cor 

lo  Campicellu  haucua  a lauorarej.pro  habere  rem.Cf  Cà  ticella  entrato  ^ prò  .Auìa,uediji6. 
po  per  lo  ejfmiioacf^s  erpir  lo  Spano  «1794.  Aia.  Lat.area.  & oc.  Ella  nonjàpeua  bene, che  cofa  fofie  il 

Cimvign».Cat.planiiies,ager,campu}.  T E rJÌjiando  fi  mettere  in  .Aia  conhfcolarij.  nonjàpeua  chefi  fojje  a im 

ueflep^  fpoglia  Oi  Jronde’l  Bofcojr  la  Campagna  iher.  paeciarfi  per  gioco  confiolari.  Trouerbio  Thofeano . 

ha . Tienaà  morti  Tutta  la  Campagna,  yetgfalaferai  hiwoluièUdiminutiuo  di  Aia.Lat.areola.D  a n. 
buoi  tornare  fiioln  Da  le  Campagne,  C da  folcati  colli.  mola,  che  ti  fa  tanto  feroci  y otgendem'iocon  gli  eterni 

1{p  per  Cair.paffK  caualicri  armati . Et  fiorir  co  bcgtioc-  gemelli  ,Tulia  mi  apporne  da  colli  alle  foci  , noi  .Aia 

chi  le  Campagne.  picciola  ,idej}  poca  terraa  nfpettodeltielo.  Et  piu  mi 

fic6  Fotefta.  Lat.  nemut,  lucut . è campagna , tp  felua  lontana  fora  il  fico  é quefi' Aiuola , ideji  é quejla  terra, laquale 

dalie habitation de  gli  huonuni.D  a k.  La  diuina  Fore-  ifimileaduna  picaolaAia. 
fla  jp-Jf:  ,& urna . Atcì-Cbe  parchetrcmila  torcfla  fcia.to,quello.cheuaatomoperleaie.Soc.Mef}èrlopre- 
(togn'mlorao.  « “ muaghififorte,che  ne  menaua  ifmanie , & tutto  di 

Trito . Lat. pralum  .quafiparatum.T  i t.  Etdeftaijior  andana  Alato  per  uederla. 

tra  Chirba  in  ciafeun  "Prato . Quefia  uitaterrena  è quafi  Podere.  Latfreéumjimdus,  i la  pofiefitone.  S oc.  Io  ho 
unPraio.  Ridono  i'Prali,e'lciel  fi  rajferena.  Tip  tra  chia  un  Podere  lurjòil  ual  <f  Amo.  Al  fuo  "Podere  fi  nandù . 

rt  fontane,  & l'enti  Prati . A coglier  fior  in  quei  Prati  lo  non  fo  ne'l  Podere  ,nela  torricelia . Calandrino  hauea 

dmtorno.  B oc.  Era  unPrato  di  minuiijlima  herba  uer  un  fuo  Podere  non  guan  lontano  da  Firenr^e  .Che  un  fuo 

de,  tanto  che  quafi  nera  parca . dipinto  tutto  forfè  di  mille  "Foderetto  picciolo  ejfergli  rhnafo.  Lat.pradiolum.  Accor- 
pa ruta  di  colori,  yn  Prato  di  herba  mirmtijiima,  & pie-  dato  fi  partei  ipi  uennero  del  "Podere  del  Ma  fitto,  meta. 

n.1  di  fiori  porporini,  & altri . yerde  & belbfiimo  molto.  Valle  ; luogo  fituato  fra  poggi/)  montagne.lat.  ualleijis.& 
dherbe , & di  fiori  pieno  di  dolce  foauità  tPodori,&"d  in,  uallisjit,cì"  Cchenna,aJjebraica  ; la  yaUe  di  tnfiitiaft 

torno  alquaU  belli, &gioumiarbufcelli  erano  affai  con  dim^eriat&ptgliafipcrloinfemo.V  n.Etribmba- 
fronJe  uerdi,&  folte,  deltequali  il  luogo  era  difefo  da  rag 
gi  del  gran  pianeta.  P n.ynpicciolo  Prato  di  giouanetta 
herba  coperto i^ai piaceuole.  P h ."Hella  primauera  i fio- 
ri ne  uerdi  Prati.Cominciauanfi  i fiorettiper  li  uerdi  "Pra 
ti  a leuarfufo.  I uò  per  uerdi  Prati  riguardando,  I bian- 
chi fiori  i gialli, & iturmiglife  rofi  in  fu  le  fiine,e  i bian- 
chi gigli. "Hgl  frefeo  PraleUo  uenuti . In  un  "Fratello  <T al- 
tiflimi  alberi  circondato . yn  Pratello  ueflito  di  pallida 
herba  per  la  fiagione  fredda.  P n . 

Giardino.  Lat.  pomanum/undariumjbortut.  B o c.Ciar 
dillo  Bello, BclliJ/imo,Dilettcuole,Grattde.  In  un  piaceuo- 
le  Giardino  pieno  di  herbe^  di  fiori, & diuarù  frutti  co- 
piofri.  P H . Era  quel  Giardino  beUiffimo,  & lopiofo  efar- 
■ I bori,  fiori  ,& di  frefcbeherhcttejequali  da  piu  fon- 
tane per  diuerfiriuoli  eranbagnate.P H.  I Giardinima- 
rauigbofi/t  di  uarie  piante  fronzuti.  Dan  ^ola  congU 
occhi  per  queBo  Giardino . 

Vcrzicro . Lat.  uiridarmm.  B o c.  nella  uifione  amorofa . 

Andrei  rigando  il  piaceuole  y enfierò . 

1 1 07  Hono.Lat.drortus/i.  B o c.Lauoraua  thorto.Etdiffegli, 


liot 


ua  tutta  auella  yalle  D'acaue,  1 augeUi,^  eran  le  fue  ri 
ue,Biancbe,uerdi,  uermigbe,perfi,  e$-  ^e.  "Hongiac- 
que  fi  jmarrito  nella  yalle  di  Terebinto  quel  gran  Phtli- 
fleo.Quant’in  fui  Hanto/e  quant'in  yal  di  Tebro  i In  una 
chiufa  yalle  ondi efee  Sorga.  Ma  lafSo  me  non  ual ^rir  di 
yalli.B  o c.  yna  yalle ombrofa  dimoiti  alberi  fidiman 
daua  La  yalle  delle  donne.  Per  le  profondifiime  yalli  mi 
fon  ingegnato  di  andare . yn  yallone  molto  profondo  &• 
folitario,&  chiufo  (Calte grotte/e  d'alberi.  Le  uicine  mon 
lagne fonopitnedifbUi bofihi , ^ é nafeofi yalloni  P h. 
yn  canaletto  fuori  d’un  yaUonceUo  ufeendo.  P e t.  ^ 
B o c.  yalle  Ombrofa,  Aprica,Piaceuole,Ticciola.  Lat. 
uaUicula  yal  d’Arno.  "Profóndo  yallone.  IfafcoBi  yal 
Uni.D  A u.Ladoue  terminaua  quella  yalle. Per  unfen- 
tier  ch'aduna  yalle Jiede.  yedebccctole giuperlayaL 
lea  j.y alle.  K Ki.  E queBo,  e quel  ne  la  y allea  ritorna. 

Flegra.o  Pblegra.  Lat. e ualle  in  Thefiaglta,la  doue  igigan 
ti  combatterò  congb  Dei.  Tn.A  tempo  de  giganti  f of- 
fe Flegra.T.  Conìbattan  i giganti  arditi  a Ftcgra, Tanto 
che  fuggon  fmarriti  gli  DeL 


che  tgU  di  quelle  cofedclC  Morto  prendeffe,  che  Gli  Horti  y (filare.  Lat,  ualctrcimdare.S  a u.  Che  uaUan  quella  terra 
di  yenere,  mutto  s'affatica  di  coltiuare  .prore  uenerea . fionfolata . 

A u.Peiffandoancbordiftarnel  fiorii  Morto . Xofipbiit  ualle  uictnaaMierufalem. doue  fccnderà  Chriflo 

Hortolano.  Lat.uiridarius  firuus,ceporos/iillicus  horti,oli  agiudicare  i buoni &i  rei  ; dr  però  figmfica  il  giudiao , 

tor.  Boc.Eradiun  loro  bellifiimo  Morto  Mortolano . ouero  gtudicio  del  fignore.  Dan.  Et  egli  a me  fTuttifi- 

Bro\o,ilouer^ro,ogiardmoilFerrarefediceBroiloASri  rau ferrati  Huanioé  lofaphà  qui  torneranno  Co  corpi 

luogo  pieno  di  fruttari.  Dan.  Ma  digigli  Di  fopra  dea  cbelasù  hanno  lafiiati . 

po  non  faceuan  Brobi.i.  non  uerdeggiauano . Brtfio  anche  Bofeo.  Lat.  nemusjucui,frlua  detto  da  Latini,& è yo.  gre  liop 
ualepclato/iedia  ijn-mafcrittoperduel.  co,  che  pa fio  fignifica, per  fioche  meffr-'  ..ogUani- 

Qotxile.  Lat.  cobori,crcliori,atrium.i  luogo  nella  cafri  mfit.  Luco  dinota  bofioofcuro;SeiL  ...'"ìdemorebofeo 

ffatmfo  detto  da  corte , doue  fi  nutrì  fono  galline , polli,  ameno.  T et.  sofio.  Bel,  yerde.  Di fronde Jl  Bofco,&  la 

b o c.y no  pala^  con  bello,  ^ pan  Cor-  campagpaiherbo.EjnptondelboJcodegfiombrofirmr-, 

tì.Ter 


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U .,  .t. 


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Terra  ELEMENTI  Terra  151 

ti.  mezi  Bifchi  inlwlpiti  & N f tanti  angel  a principi!  di  Rhemi  fltnieniifi,i  lunga  piu  di  cinquecat* 

U albcrgan  per  li  Bofihi.t{e  fiere  han  quefit  Bofchi  fi  jet-  toimglia , feconda  che  ferine  Ceftre  nel  feflo  coment  anot 

nag^e.Oujghi  babitaiordc  uerdiBofihi.CitadmdeBo-  benché  fecondo  che  piace  a Strabane  fia  oltrailuero. 
fchi  .Tis  per  bei  Bofihialbtrefere,efnelle.DeJlandoi  V BT.  Mille  piagge  tn  un  giorno, &mùlerini  MoHrato 

fior  per  queflo  ombrofo  Bofebo:  m un  Bo  febei  to  nono  ira-  ni  ba  per  la  [amo fa  ^ rietina . 

mi  fanti.  Hoc.  .Andando  ungiamo  per  un  Bofeo  beUo,et  Dodona . Lat.fclua  celcbratijfima  da  poeti , quella  ènei  mi 
folto  d'alberi.  Ent  ra  re  in  ungrandifiimo  Bofeo . D'alberi,  monte  Dodonioin  Chaonia  molto  uifitata,  et  dici  fi  in  quel 

di  quercie,é  cerri,^  é Mbt  li.  unfoltifitmo  Bofeo.  A « . la  efSere  flato  un  tempio  a Cioue  Dodonio  confaerata , <jr 
Fra  felli  ^ oinbroji  bofehi.  Bofibetti  di  querimoli.Vn  Bo  ebrea  queflo  fi  thte  due  colombe  effere  fobte  dal  cielo  in 

phelto  affai  folle  d’arbufcelb  (Jr  pruni  l^i  Diana  dopo  i quefla  difcendere,  &federfi  nette  Sluercie  antiche,  dalle- 

Bofchereca  affanni  col  fuocboroueniua  a mreart.'Pn,  quali  dauano  a domandanti  nfponfi.l'ltimamente  una  di 

Da  n.  Quando  noi  ci  mettemmo  per  un  Bofeo. Toidific;  quelle  (come  fi  due)  trafuolò  in  Delphi  città  di  Boetia,& 

homai  è tempo  di  fioflarfi  Dal  Bofeo.  al  Bofeo  Corfe  Dia-  lì  fece  chiaro  ioracolo  del  Delpitico  .Apollo,  L’dtrapafii 

na^t  HeUce  cacciomte.7{e  bofehi  lorper  aUet^ga  mirata.  in  Mfrica  al  tempio  dt  Cioue  amone,et  coft  Dodona  abban 

S A u.SchcrxandoconBofcareccie ajlutie . donata reflofli. 

Imbofihire . Lat.  fyluefcere.  San.  Che  certo  egli  è meglio  il  Hercinia.  Lat.è  nome  a molte  Selue,ma  la  maggiore  jet  piu 
poco  terreno  ben  coltiuare,  cbe'l  molto  laftiar  per  malga  conofciuta  i quella  che  è appo  b Germani , & gli  antichi 

uerno  onbofthire . Greci  conobberta,  & Hercinta  cbiamaronla . P ampie  ™ 

Simbofeare  è entrar  nel  bofeo.  Lat.  latere,debcere,&  delittm  di  quefla  ad  un'huomo  fpeéto  i mamfeHa  col  carnato  di 

feere  tnfyluis.  P 1 t.  Conu  fiera  cacciata  fi  rimbofea . none  giorni . 'Hafce  dalli  fini  di  suigeri , 'Hemeii,&  Cu- 

Idalio  è bofeo  netCifila  di  Cipri  a Venere  confacrato . riaci,& per  diritta  regione  del  fiume  Danoiaperuienetn- 

Sclua.  Latjyluajmcui,&  nemus,  è una  affa  iHeffa;&  è tuo  fino  olii  fini  de  Daci,&  Unarm , & di  qumdt  a finiflra 

gp  largo, Cr  lungo  con  mobaudine  d'alberi  filueflri  & in-  parte  piegando  fi, per  lafua  fini  furata  grande^p^  .toccali 

fruttuofi,&  è detta  felua  quafifobua.idefi  fobtaria . Sii-  fini  di  nìobe  genti,  & [andata  Jua  in  lunghezza  di  qua- 

uano  f to  Dio.  Vir.Ter  obi  monti  & per  Scine  afjire  tra  rama  giornate, nondimeno  neffuno  i de  Germarnahc  dica 

uo.Mafi  ratiati  per  Selue  e per  montagne.Selua  .A inorò-  d’hauer  udito  alcuno  effere  già  mai  al  fine  é quella  uenu- 

fa . Verde , Ombroft . Ma  10  farò  foiterra  in  feccxSelua.  to,  ne  maiintefe  ,0 fiotto  qual  parte  del  cielo  nafea , opiu 

Solo  iun  Lauro  tal  Selua  uerdeggia.  B o c.  Mi  parca  toHodaueella  finifea . 

d’effere  m una  bella  dr  dtietteuol  Selua.  Le  fiere,  che  nelle  Ida.  Lat.  felua  dt  Thri^  da  Ida  mante  apprefio  Troii.fin- 
Selue  frgbono  babitare.  Dan.  Mi  ritrouai  per  una  Sei-  gotto  i poeti , che  apprefio  quefla  per  fuggire  il  futuro  dan 

ua  ofcura.E  fia  Selua  feluaggia,  & offra  e forte . no  deltinfogno  di  Hecuba.ulefjandro  che  poi  fu  detto  Ta 

Sinfebiare,  Lat. ire  in  latebraiJaterejìeZtefcere . ual  entrar  rii  fu  traf^rtato , & nelle  uaUi  di  quefla  della  ir 

inSebia.  Ak  1.  Quid  per  le  fichu  nomade,o  Mafiile  Cac-  ouerodignui  delle  tre  dine  dal  mede  fimo  fu  dato  il  gmdi- 

àata  uien  la  generofa  belua,  Cb'amhor  fuggendo  mollra  00  quiui  ambo  Cioue  informa  d'aquila  rapi  Camme 

il  cor  gentde,&miHacciofa,tir  lenta  fi  rinfilila.  de  ,& però  dice  D a u.  Et  effer  mi  parue  la  doue  furo 

ino  Se\aa.^o  cofafilueHra.Lat.fjlueHernemorofut.P  n,  .Abbandonati  ifuoi  da  Gammede  Oliando  fu  ratto  al  fin* 

Fere  Seluagge,  cJr  man  fune  gregge  .Ma  pur  fi  affre  uie,  mo  concifloro . 

ne  fi  Seluagge. 7le  fiereban quelli  bofehi  fiSeluagge.  Kemei.Lat.febiatragli.Argiui,&Thebani,apprcffo  U mi 
Ter  mex.0  i ^ fichi  inboffiti  tjr  Seluaggi  ..Atepiucara,a  qual  regnò  Ljgurgojchiara  perii  Leoiu  nemeo  nella  mede 

me  Seluaggia,& pia.  Et  quanto  in  piu  Sebiaggio  Loco  nà  fima  da  Hercolefuperatojet  per  giuochi  annuahin  hoao- 

trouo.-Affro  corje  Sebiaggio.  Ter  far  inamorar  un'buom  re  di  .Archemoro  dal  ferpente  uccifit  attenere  Hipfipile  nn 

Seluaggio.  hoc.  Le  fiere  Seluagge.  Dan.  Ter  cui  io  trite  agU  .Argini  dtmoflraua  il  celebrato  Langia . 

mono  / pafii  miei  per  fi  Seluaggia  Strada.  Thimbra  felua  propinqua  a Troia  ad  .Apollo facrataj&  in 

Situano  è habitator  di  Selua.Lat  fyluanui.  Dan.  Qm  fa-  quella  un  tempio  nomato  Thimbreo  Mpolloaielquale  .A- 

rat  tu  poco  tempo  Siluano.  chille  per  infidie  tradito  da  Hecuba , di  notte  fu  da  Tarit 

SilucBro , dt  filua.  P e t.  Onde  fon  fatto  uti animai  Sthu-  ferito , & finga  arme  uccifi . Qjtefla  felua  è detta  dalla 

flro.  Fiere  Sibufìre.  Et  è ancho  nome  proprio . berba  Thimbra  ah  cui  mobo  abbonda  ; quefla  herbafi  di- 

Seluaggiumi.  Lat  fere  fyluefìresjbelua  .fonoanimab feU  te  effer  detta  da  Latini  ciane,o  faturcia . 

uaggi.  B oc.  Il  luogo  douer  efler  tale , che  copiofamente  Piagge.  Lat.  plaga,ga,traflus,chma,htus.ftatio.  V bt.  Et 
didiuerfiSelujggiumi  bauereui  douefie .ittHi  antichi  ^rian per leTiagge[berbe,eirami . Verdi Riue .fiorite 

hanno  Saluaggine.cbe  non  mi  piace . ombrofe  Tiagge.K/don  hor  perle  Tiagge  herbette  tir  fio- 

Saiuitico,ualnondomeflico.Lat  fyluefler.T  B T. Io  ch'era  ri.VaUicbiufi.alticolhjO'Tiaggeapriche.Etcantaran 

piu  Saluatico.che  Ceruo.  B o c.  Tanto  cruda,  & dura, et  gelletti j&fiortrTtagge.  Se'n  fobtaria  Viaggia  riuofi  firn 

Saluaticafighmoflraualagiouanettaamata.Saluatica  te.Helant'herbe  Mbcmai  campo  ne  Viaggia.  Ritta 
Via.  Saluatuhe  Fiere. Saluatiilu  Tomi.Herbe,&  Dotte-  Viaggia  uedrai  diman  da  fera. Vidi  in  una  fiorita, c uer- 

rLSaUatico  Aenate.Et  ella  Saluaticbeita.Saluaticaméte,  de  Piaggia  Gente . Che  perquefl'aba  Viaggia,  hoc.  Le 
Siduaticheija.Ii,  ‘'luatichito.uedi  Vindice . Tiagge dehequahmontagne  cofi  gmfo uerfo  il  pianodt- 

Ardcana.  Lat.  ardùenna . Selua  celebrata  da  fcrittori,  è la  gradauano . Velocifiimamente  correndo  in  mia  Viaggia 

maggiore  é quante  ne  fimo  in  Francia , laqual  dal  Rhtno  deWifola  dt  Maioiica  percoffe.  Qtu.Le  Viaggie . 

per  U termini  de  Treueri  ba  i ‘Hpruij  hoggiiTornacefi,  et  3^agc  in  ucce  di  Tiagge  niòD  a tt.  Cbe’n  diuerfe  Tlage  Lo 


Tcrr» 


del  tmum  dì  tanto  ferenojjregiom. 

Tiaggure  è flar  fermo,  non  fi  monere,  comt  flore  di  mt- 

tta,doitra  mare  c terra, e dice fl  flore  m^iaggia.lì  K n, 
Con  la  flirta  di  tal,che  teflè  piaggia,  altri  Lggono  Conia 
foTxa  di  Dio  chorapiaggiaj,ihe  non  fi  mone. 

Spiaggia.  Lat. plaga,  &jlatio,onu.  A Kl.  In  quello  ilirm 
to,m  fu  [amena  Spiaggia . 

Ut]  Poggio. iat. podium,colli<,e^cliuus; /monte, olui^o emi- 
nente d.i  potere  riguardare  di  lontanojdcuna  uolta  dinota 
ripofo.  P L T.  Onero  al  Teg^o , faticofo,  & alto  Kttrar- 
mt  accortamente  da  loflratioà.  ad  un  luogo  da  potere  ri- 
pofare . Et  tu  pur  uia  é Toggio  in  Toggio  forgiò,  da  ogni 
banda  fi  di  fatica  infatua  Onero  al  Toggio  faticofo  dr  al 
to.In  alto  ToggiOjin  ualle  ima  & fntluftre.O  Toggifi  yal 
tifi  Fiumi  fi  Selue,  o Campi.  Se'n  fra  due  Toggijude  om- 
krofa  ualle . Et  quando'l  Solfa  uerdeggiar  i Poggi.  OSot 


B L E M E N T I Terra 

ch’etemonome dennoalTeuere ,& albel  colle  .Auere- 
tmo.lìicK.Chelótto’l  faflo  dimonte  ,4uemm  Di  f an- 
gue fece  molte  uolte  laco. 


M 0 ‘H.^T  1. 

Monti,  & Montagne,  .Aganippe,  Aitai,  Acne,  Appen- 
nino, Aliante,  Auenuao,  Auemo,  Barbaro,  Bifmanto- 
ua,Catpe,  Capitolino,Caucafo,  Chiarcntana,Cileno,Cm- 
thio,  Cttherone,  Cliuo,  Elicon  Eridano,  Ermianio,  Elba, 
Falerno,  Ferrarla,  Fejante,  Gargano,  HeUcona,  Hermo, 
ldajdalo,Imetto,Lamio,Malo,Mambe,MarathoueMo 
pbcllo,  Merot,Oeta,Olimpo,  Obueto,  Taruafo,  Telione, 
Tictrapana,  Ttrenro,Tulciano,Sinai,  Sion,SKbor,Sunto, 
Tabernicb,Tabor,TarpeoiTipheo,F'alicano,F'ttellatoio, 
Vefuuio. 


UtcbefaiombrareiToggi.  Laura gentd, che  rafierena  Monte.Lat.mons,&tumuliisilpicciolomontc.'P  tr.On-  m) 


iTogii,  Cercai  per  Tuggi  folitari, &emi.  B o c.  So- 
pra il  Cerruto  Veggio , ideft  pieno  di  Cerri.  V n.  Il  qual 
palagio  f opra  un  Toggetto  era  poflo , idefl  (òpra  un  mon- 
tueUo.Bi  u.IToggi. 

Appoggio.  D A N.Cbe  haueua  in  me  de  fuoi  raggi  [Ap- 
poggio . Lat.  flabiUmen , flabilimenium  ,firmamentum  , 
& juifidtiim  . 

"Poggiare  perafceniere,&  alcuna  uolta  dinota  ripofare,  che 
lat.  dicono  adbartre.  Pet.  One  fi  feende  poetando  & 


deafiaipuodolerfi  il  fiero  Monte . Tra  l'htrba  tarde  e’I 
bel  Monte  uicinOfOue  fi  feende  poetando  ^poggia . So- 
pra’l  Monte  Tarpeo  Canyon  uedrai  y n eaualur  che  tut- 
ta Italia  bonora.  Di  penfiier  in  Jtenfier,  di  Monte  in  Mon- 
te Mi  guida  amor  .Indi  fra  Marne  Barbaro  & Auerno. 
Et  quel  che  armato  Jildifcfi'l  Moine.  Bo  c.  Sopra  un 
Monte  faluatieo,&  làletario . Ter  la  trote  di  Manie  Sion 
mi  giurate.  Monte  Morello  MunteTIiro.  SAH.Safiofi 
Monti. Lo  incolto  paefe  piu  Monte  foche  piano . 


poggij.Et  fuitkccelyche per  [aere  poggia  ; Ondealuero  Montagna.  Lat.  mona.  Pet.  Ma  flraiiati  per  fclue,eper 
ualor  tonuien  c'huom  poggi . Ter  cui  conuien,  ebe'n  pena  Montagne.Fonii,  fiumi, Motagne,  bofibuefajii . S/uan- 

e’n  fama  poggi.  B oc.  Il  uento  potentijjmo  poggiauain  teMontagne,& acque. Boc.Teruennialle  Momagut 

contranojtdtfl  fpingeua,o  puntaua.  A r i.Cbi  fiefe  alma  di  bafebi . Vìi  aura  joaue,che  da  quelle  Momagne  ufciua. 

re,  echi  poggio  fui  monte.  Ticciola  Montagnetta,  Imorniatodafii  Momagnette  di 

Appoggiare.  Lat.  adharere , reclinare , firmare  ,flabilire.  non  troppa  altegga, 

Pet. Tirritrouar , oue col cors'appoggU. ripofit . m cui  Montare.lM. afcendérefcandere/alire.prop.dr meta.PsT. 
Hsfiroflierar  & rimembrar  lappoggi.Gloriofit  colonna.  Il  defir  monta  cr  errfee . S/jiando’l  Sol  moma.  Il  mio  ffe- 


rar ,chetroppoaltomontaua. B o c.Toicbea  montare 
incominciò  la  ferocità  della  pefiilemcaà.a  crefccre.  Et  fat 
tala  fopra  un  palafreno  montare  j.  faine . Cotefle  parole 
che  non  montano  nulla.iJmpoftano.Lequai parole  nò  mon 
taronounfruUo.i.ualjiro  .uc'di  all'Indice.  Dan.  IlSol 
montana  in  fu  con  quelle  flelle . 


h cui  s'appoggia  TlgUra  fberairga.  Alqualunaimain 
duo  corpi  s’appoggia  .Oue  la  fianca  mia  una  s'appoggfa , 

Di  quella  urna  pietra  oh  io  m’appoggio.  B o c.  Cheflanm 
dompiedi  ui  pojp  le  reni  appoggiare . Con  una  mano  folto 
al  filo  capo  appoggiata  al  letto.Appogguito  il  capo  al  let- 
to.Sopra  il  Ino  ballone  Appoggiato.  Vnaantenntlla  alla  ^ ^ 

fineSìra  della giouaneappog^.li)  a v.Iouiéduefede-  ‘Rimontare. lat. iterumafcendcre.B oc. QjiindiBiinonta- 
reafe  Appoggiati . liinfula  barca.Bimomati  a caualloRimontò  a cauallo. 

1 1 1 4 Colle . Lat.  coliti , cliuus , tumulus . dinota  picciolo  monte.  Sormontare,  ual  montare  fi  afeendere  di /òpra,  & inalzare, 

Pet.  Colle  Frefco,Omhrofo.Fiorito,&  Verde  Colle.  Ma  quafifurfumfeiollcre,  extoilere , t ferri.  Ttr.Toiche 

piu  ckeneue  bianca,  ebefenza  uento  in  un  bel  Colle  fioc-  fòrmontarifcaldandoilSole.  Dan.  Et  che  [altra  for- 
chi. Td£Ì  mego/un  ombrofo&uerde  Colle  Confi  foaueo-  monti  Con  la  forza  di  tal,  ihe  teli/ piaggia . 

dor,con  fi  dolce  acque.  ValUcbiufe,altiColli,&piagge  Smontare.Lat.defcendert.B  o c.FattolodtiRonzinofmon.  lll6 
apriihe. D'afri  CoUt  miràdo  il  dolce  piano.  Anibor  m’ha  tare.  Che  gli  douefSe  piacere  d'andare  a fmontare  con  cflo 


uria  tra  fuoi  bei  Colli  fofchi.Da  le  campagne,^  da  folca- 
ti Colli . Dolci  ,Bei.  B o c.  Veggonfi  uerdeggiaret  Colli . 
D A K.  Ma  po  cb'ifui  a pici  un  Collegiunto,  Li  oue  ter- 
minaua  quella  uaUe.  B e h.'UcI  Colle  Ideo . 

Aucntino  .Lat,  [uno  de  fette  Colli  di  Roma,  cofi  detto  da 


Chino  al  taSlelloJn  cafa  deWhoUeil  fece  finontareJMm 
Smontati  alle  loro  caHella  fi  ne  falirono.  Qjiiui  Smonta- 
ti per  rinfrefearfittir  ripofarfi.Et  egb  nella  corte  Smonta 
toiunpalafrem.tà' I fmontare .^difmontare  anebofi 
dice , uedi  aU’inéce , 


Aucntino  Re  degli  Aborigeni  ,altri  uogliono  che  Sabini  Tramontare  per  andar  di fitto.  Lat.  declinare,  fubmergere  , 

che  [babitauanolo  cbiamaflero  Auentino  da  un  monte  pracipitareficcultarefiicidere,daicer;  inpraceps.  Pet. 

cofidettofihehaueuaiioinloropaefl  i Altri  dicono  efiere  Dal  tramontar  delSole  .Se' l Sol  leuat  ‘ <do,Setra- 

cofi  nominato  dado  auenimento  de  gh  huomini  ; perche  in  montar  fi  al  tardo . 

tinello  a ad  tempio  di  Diana  ;douehoggi/fanta  Sabina,  Ciimiilo,eir  accumulare, uedi  a tyo  i. 

il  qual  era  comune  a lui  ti  i popoli  Latini,ouero  perche  giu  Mucchjo.idf.  aceniiis,  congcflus.ct  lorica  fi,/  il  Mucchio, 

iinondaio  dal  fiume  [andana  amie  nam,  P a t.£i  (iao,  rmtoneficataflra  di  pietre, oéttrra  fatto  intorno  la 

...  wyi* 


Terr* 


ELEMENTI 


<4/St.  tt  imi moitte,e  cumulo  di  cojè  fitto  ferdcfaifioue  co 
me  Lorica.  D mi.  Età  friitcefcefthi  fingumojò  Mucchio. 

Eat.  i certo  cumulo  ,di  qudunquecofa  fatto  in  guipi 
à piramide.  B o cJ)e  fuoi  baroni  fi  ueggono  per  tutto  af- 
fli, fi  come  i il  Tamagnino  dalla  porta  don  Meta,  manico 


Tetro  1 5 ; 

fletle  uetuHo , alenali  faturma  iuome , del  quale  poi  tre 
uefligi  refiaroHO.Tercio,(be  nelle  prime  bocche  fu  il  tem- 
pio à Saiumo-,&  laporta  fiuurmajaquatedoponomina- 
roao  TanJana  ^ dietro  il  tempio  à Saturno  nelle  ligi  de 
gli  eàficijc  mura  à retro  fono  tra  le  pareti  fcritte . 


à feopa , lo  Iquaceherd,  & altri  ■ & m quello  luogo  deri-  Caucafo.  Lai.  caucafin.  monte  famofi/iimo,  cofi  detto  per- 


dendo, & beffando  d meàeo,  uul  figntficare  un  cumulo  à 
Stromei  pumido  in  cima  in  guifa  piramidale,  perche  a 
quella  porta  ui  caca  ogniuno  che  uuole  , come  nellTnàce 
babbiamo  a fifficienga  iffo/io.  ó"  quando  dinota  U termi- 
*ffife%uo  delcorritorc^eàa  I5ij.i6>(. 
inr  Aganippe  monte  in  Boetia  prinueramenie  detto  Eruppe,  fa 
croio  alle  Mufe,ueàad  fdganippe  fonte  a loS;. 

Alca  mome  neltifole  nuouamente  trouate,  neiquale  fi  jèpe- 
lifcono  U Regi  de  tartari . 

Aona  monte  à Helicone  m Boetia  facratoalle  Mufe.  .Altn 
àcono  Aorte  efiere  monte  à Thracia  ,&  da  lui  le  Mufe 
Aonide  ejfer  nominate. 


cu  che  le  cime  fue  fiano  fempre  bianche  à neue.  Terche 
in  lingua  deglihabitaturi  candore,àcefit  canea  fio . alcu- 
ni uogliono  queHo  efiere  U monte  Tauro , & altri  parte 
del  monte  Tauro, 

Chiarentana , è montagna  HeWAlpi,cheàuidono[ Italia 
dalla  Magna.DMi.Auxi  che  Chiarentana  il  caldo  finta. 

Cilenio  monte  à Anbaìia  celebre  perlonafcimeutoà 
Mercurio . 

Cinthio.Lat.cyntbiut.monte  delTifolaà  Delo,famofo 
perla  natiuitàiT Apollo, &à Diana,  lacuigrandex» 
ga  àcefi  ffier  tanta,d>e  con  l'ombra  Jùa  cuopra  il  circui- 
to dell'Arcipelago, 


Apcnain.Lat.apenuinut.imontagnagrande,eheparuPl-  Cicheroao.lat.cytharou.èMontedi  Boetia  peruerfide 
uba  comenxando  dalTAlpe , dr  giungendo  perla  efire-  poeti  cantatifiimo,0‘  non  lungi  «T Athene  pcnalga.  Alca 

maCalabnauapermexplaltaUa.ThT.f'edralloUbel  ni  penfano  efier  una  parte  à ’Parnafo  appelbto  dacerto 
paefe  fxlulia)  che  Apenin parte,  e'I  mar  circonda , & Citberone  in  queHo  Bacibojbriialmente  era  adorato:  ma 

CAlpe.  D A u.  Da  la  fimHra  coffa  d’Apemuno.Tra  Car  fecondo  altri  yenere,  & d.%  lui  dicono  ella  effer  uommata 

da,&ual  Camonica  Apennino.A  pie  del  Cafentum  Tra,  Cubereajueà  ad  Helicona  ino. 

uerfa  un'acqua  iha  nomeArcbiam , che  foura  CHermo  Clino.  Lat.  dinota  monucello.  D a n.  £t  come  Cbuo  in ac- 
nafee  in  Apennino . Alcuni  fcriuono  A termino  con  un  p.  qua  difuo  imo  à Si  Specchia,  quafi  per  uederfi  adorbu, 

par,  D A N.  dri/P  E r.loufaronocoHduo,  T^coti  monte  à Boetia,  ueà  ad  Helicona. 

Ariance.  Lat.  atlas.  Monte  granàfibno  in  Mauritania  nel-  Erìmanto  moiue  poffo  ne  fini  d:  Arcbadiajnelqual  Herco- 
POccidente  meridionale  per  amiquifiima  fama  celebrattf  le  prefe  il  cinghiate  uiuodifiipaute  ogni  copi, &portoUo 

fimo.V  it.Delmfflro  nome  jfeimerimeintefe  Fuffenfi  alReEuriHeo.Lai.Erymanibui.uediatoó^ 
tungehaurei pienThile, & Battro,La Tanafil 'H^tAt-  Etna. Ut. ataa. monte mmexp della Siedia celcbratifiimo, 
lame,  Ohmpo,  tir  Colpe . dqual  è fedito  a mandare  fuori  della  fua  eccelfa  cima  gli 

Aucnrìno.  Lat.  l'uno  de  fette  Monti, onero  Colli  della  cittd  buomini  éfuoco,hoggià  mancando  hlòtterraneofolfoji 

à Romaxuà  «1114.  lamentefumi  gitta  fuori,nella  cui  fommitd  dicono  due  cop 

Aucrna . Lat.  è montdgna  in  Cuafeogna , oue  fino  i popc^  pe  efiere /Ielle  quab  già  fiamma  ufeiua/prefio  lequali  affer 

Auerrù , che  combatterono  con  Cefare.  Auemo  ueà  a mano  lo  monte  efiere  cmereo,&  niueo,  & le  piu  uoltecom 


mente  Barbaro  piu  baffo.  B oc.  Et  uicun  al  lago  di  Auer 

nouiacertifiimaagliIddiimfemaU.Au.Tir.InàJra 
monte  Barbaro, &Auerno.&  ueàa  108». 
Bifmantona  montagna  molto  alta  nelducato  diReggh, 
‘Pam.  Montafi  fu  Bifmantouain  cacume  Con  effoipie. 
1118  Barbaro  imontealla  Grotte  à Sibilla, finto  donale  Coe- 
teio  quello,  che  il  monte  à Taufibpo  cauando  fe  la  Grot- 
te/he i fra  ’h(apoli,&Toxpioloadiede  aperta  uia  a colo- 
ro che  ad  Auemo  andauano  a Cuma,  come  ferme  Strabo 
ne  Vtr.  Inàfra  monte  Barbaro,  &Auerno 


peno , efiendo  poi  nelle  raàci  à tutti  li  monti  amerùfiima 
abbondeuole  à Inupvbffimi  fonti  & frutti,  et  perche  afiai 
uoltelaregionedaterremotiipercolfo,gliaHtichifinferu 
la  fauola,cioieffo  monte  effere  fiato  da  GionefopraMHo 
alla  tefla  à Tipbeo  gigante,  ilquale  fijf brando  quafi  fuori 
manda  le  fiamme,  CT  fallo  tremare.  Fu  già  in  queHo  un 
grancafiellodelpionome. &peroàcedT  1 r.'Honfafi 
grande  fi  terribil  f nono  Etna  qualherda  Enceladoi 

^nfeofia  .ueà  a Mongtbello  a 1111. 

Falerno^  monte  à Campagna /P  ottimo  nino  ferace . 


1119 


Càlpc . Ut.monienelPeffremo  occidente,  & nel  fine  della  Fcrraria , ì promontorio  ÌHifpagria,fotto'l  quale  Hibero 
JMJM , onde  àffero  efiere  le  colonne  à Uercole  in  fegno  fiume  entra  nel  mare. 

che  piu  oltre  auar  non  fi  douefie . & Colpe  apprefio  à Fcfante  monte  donde  cominciò  Tirfio  a uolare  per  andare 
Tbeopompo  nell  ottano  delle  cofegreche,  i città  m Bitbi-  in  Libia  ad  ammaggarela  Gorgpnea  tefta. 

W,&  porto.  Alami  anche  uogliono  Colpe  efiere  Monte  Gzrgono.Ut.garganui  mom.i  numte  à 'Puglia  àmeì fan 
npprefio  d Tharo  à Siedia . to  Angelo,  apprefio  à queHo  dicouo  fu  un  tempio  à Tal- 

Capirolo,o  CapiloliodM.capitobumJ  monte  à Roma, co-  lai  Helimte,  nel  qual  furono  lungamf te  faluati  Uformen 


mo 


p detto/he  efiendo  canati  i fondamenti  del  tempio  à Gto 
ne,  àcefi  efieruifiatotrouato  UH  capo  bumano.  Innangi 
dalla  neHal  uergine  Tarpeia  Tarpeio  fu  nominato,  laqua 
te  ini  uccida  jn  a-  'abini,&  fepelhta,  &ancboraddifei 
fafio  Tarpeio  cbiamifi . S crifiero  gli  antiquifiimi  queffo 
ftefjo  monte  Saturno  appellato  effere,  & da  luiper  tutta 
k terra  Saturnia, & etiandio  m qneffo  qffere  flato  «p  co- 


ti à EpioiaUiqualihancuaiiofabricatoilcauallo  Dnrio 
appo  Jlione,et  prtfio  d mede  fimo  luogo  effer  fiala  la  regio 
ne  Daunia, dotte  i’I  tempio  à PaUoj  deità  Marea  : doue  fi 
no  feureà  brondo,&  l'arme  àeompagmà  Dhmedepo- 
fle  lungaméte  moftrate  furono, e àcono  nel  meàfimo  Ino 
go  efierui  fiati  cani/be  co  lieta  fembiàxa  à coregge  a gli 
negnenti. Greci  lufingauano.  ila  do  eb'i  aia  piu  grande 


: H 


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mi 


Terr» 


ELEMENTI 


Terra 


ture  lutierthle:  i»  (jutSio  monteiHcIfaimo  cccclxxxi. 
Zenone  preme  a Romani  imperante , per  dimno  dono  del 
Michele  M nbangelo  un  antro  olii  contadini  fu  moSìrato 
infinoalfhodiernodifamofOfO'dalUCbnflianicon  fora- 
via Heneraiione  uifieato . 

Hclicona.  Lnt.  helUon , monte  non  parte  di  Tamafo,fi  co- 


qneflojpefìo  arde &gitta  fiioio,  per  ilcbe  fingono  i pteà 
qnim  ejiere  la  fucina  di  yuUano . onJed  Tir.  'Hpn  bolli 
mai  f'ultan  ùpari,  olfcbia,  Strongil  o Monff  bello.  Tqpn 
p-eme  cofìl  mar  quando  i adira,  Han  Mongtbel,  s'Ence- 
ladofojfiira . uediadEibnaa  17 >S.  A r uTal cb'un rn- 
f celio  Varean  le guancu, e' l petto  un  Mongibello . 


me  dijfero  alcuni  fidandofi  nelCautoritidiSeruio  ,ilquale  Ocra . Lat.  monte  tra  Tbeffaglta , & Tbracia  nobile  per  la 
ferine  U due  fommità  di  Tartufo, luna  ejiere  Citlrerone,  morte  d'Hercole;  perche  in  quello  fatto  fu  il  fuoco, &cf- 

^ Poltra  Heltcona,  coneiofia  cofa,cbe  Herodolo  nella  V-  jo  conjumato , 

rania  t una  chiama  Thitorea,&  P altra  Hiampeo:  et  Tot  0\impo.Latoitympus.monte  aliijiitno  di  Macedoniaailcuni 
nafo  è in  Thoàde,  Citberonc  non  lungi  da  The  be,&  Heli  già  credettero  quello  effere  flato  una  cofa  nudefima  con 


corum  Boetu;  De  quali  Cttbcronee  confecrato  a Bac- 
tho^tlitona  ad  MpoUo,  & alle  Mufe  ;Tarnafi>,&aL 
fum>,&alt altro.Ha  Helicona  un  fiume  chiamato  da  gre 
ci  Hippocrene,& da  latini  Cabalinojelquale  chi  bene  fi 
dice  diuentar  poeta  per  lo  effempio  di  Hefiodo  ,ehea  que- 
llo fonte  bruendo  dmenne  poeta , onde  Terfio . "Hpc  fonte 
labro  prclui  Caballino.  P e j.Chi  uuolfar £ Heltcond  na 
feer  fiume.  Dottrina  del  Santifimo  Heluona  , 

Ida-  L>(.  ^ monte  di  Tb  rigia  non  lungi  da  Ihone  ,&  al  mare 
Hellef forno  fòpraemmeme  memorabile  perlogiudiciodi 
Tarn  .&  Ida  è Monte  in  Greti,  douefunudrito  Gume  fe- 
condo fingono  i poeti , onde  D a s.Hna  montagna  ui;che 
già  fu  lieta  D'acqua  ; & di  fronde  ; che  fi  chiama  Ida  , 
Hor  i defèrta  come  cofa  uieta  A a t.  f n al  gran  pajior  de 
la  Montagna  Ideaadefi  Tatù . 

Idalo.  Lat.  idalus.Monte  m Cipri  a Venere  facrato. 

ImcttOj  V Himetto.Lat.Hyrnetusjnonte  della  regione  jft- 
tica,dt  hellem  tra  tutti  tiene  il  prineipato,folende  di  fio- 


Offa  monte  di  Thefiaglu , & in  fine  per  termoto  difgmnti 
bauer  la f ciato  fuori  il  fiume  Teneo,<S'  alle  palué,ptr  le- 
quali  TbefiagUa  era  mal fàrujhauer  data  l'ufcita.ììueflo 
tanto  itulga  il  cacume  al  cielo,  che  per  ifferimento  i co- 
nofeiuto  fuperar  le  nebbie,percto  che  gli  facrificanti  bauea 
no  in  colìume,dopo  fegnato  il  cenere  delti  faenfici  con  eba 
ratteri  di  lettere  dipartiuanfi,  c nell' anno  feguente  ritor 
nati  trouauanojì  come  le  haueano  lafciateal pertbeappa 
re, ne  ani  he  ucutifojjiare,ne  uccelli  uolare,ne  pioggie  ca- 
pare/te  intcruenire  alcuna  altra  alteraihne,an3ii perche 
Porre  è fottihffimo  fino  chi  duanoefier  folitt  di  mettere 
jponga  piena  di  acqua  all'odorato, ty  afeende  rlo,accio  Po» 
ria  piu  fpefio  tiravano, par  certo  Olimpo,cioè  cielojlqua- 
lettiandio  deh  è nominato . Dicono  anchora  iii  quejlo  da- 
uendo  Cioue  contea  Titani  guerreggiare  hauerprinuerou 
méte  hauuto  lo  augurio  delP  Mqiula.uedta  Ctehfanoau 
ebo  altri  monti  chiamati  Olimpo.  D jin.TfsPalto  Ohm 
po  già  Ufua  corona. 


ri  ;éThimoabbondante,& di  ottimo  mele,  & in  quello  OMicto.LatjnomeieCiudeagiuntoaCierufalcm.tragli 


(come  fi  dice)  nafeePherba  Carifia  ,laquale  dalle  fonine 
fiud  e fiere  legata  alle  braccia  de  gli  buommi  aceto  filano 
da  hro  piu  ardentemente  defiderate , 

Lamio.  Lat.&  latmiut.  è monte  é Caria  famofoper  la  fa- 
vola di  JMinùone  , hquale  due  fi  efiere  fiato  amato  dalla 
Luna, (Ir  in  quello  bauer  dormito  , 

Malti, Lat. mote amalpha.B oc.  Trefioa  Salemoi  una 
colla  fòpra  il  mare  riguardante  ; laqual  gli  babuaali 
chiamano  la  Colia  di  Malfi  piena  di  picciole  cittàfiigiarr 
dini. di  fontane. 


altri  del  mondo  molto  di  ueneratione  degru),  perdo  che  ut 
quello  ebrifio  figliuolo  d’iddio  infogni  a difcepoli,  & pre 
gi  per  hro, &al padre  ritornando  lafai  in  terra  Pult mie 
uehige,  Tfelqua!  luogo  non  femtA  miracoh,fabricandc>fi 
per  riuerentia , Cy  memoria  della  fua  qfeenfione  una  die»  ■ 
fadi  rotondafigura,  conarte  muna,  con  nulh  ingegno  de 
fahrigpteffiotteuere  ,tbela  tana  della  cbiefa  fi  potefie 
COprire,acdochefolfe  manifeflo  Iddio  hauer  uofuto  da  ter 
ra  per  infmo  al  deio  fin^  interpofitione  di  cofa  alcuna  ef 
fèrercópruato  P integro  camma  del  fuoghrificato  corpo . 


J \ 


MalOidr  Vcccllacoio  monti.  Su  monte  Mah  fi  può  vede.  PamaTo.  Lat.&  parna[fut.i  monte  di  Tbocide  quantunque  ttì} 


re  tuui  gli  edifici  Ro.L'Vccellatoio  è hntan  da  Firenze 
cinque migiia.undeD  * u.Upnerauinto  aneboramon- 
te  Mah  Dal  uofiro  Vccellatoie,com'i  umto . 

Mambre . Lat.  mome prefio  Ebron  ,doue  da  Iddio  crea- 
tore delle  tofe , ereitamo  il  primo  padre  -4dam  effere 
fiato  plafmato . 

Marachonc.  Latjnarathon . è monte  dell' .ittica  reghne, 
nobile  per  la  uittona  di  Tbefeo,  dopo  foperato  il  TaurojCF 
chiaro  anebora  per  la  morte  del  Re  Icaro  da  rufiid  ued- 
fo,&  per  la  gloria  di  MiUiade . 

Mero  a.  Iati  mome  S India  a Chue  fàcro  ; nella  cui  ffelun» 
cagli  contadini  giudicano  Bacebo  efiere  fiato  nodruo,  & 


alcuninoH  fi  concordmo , con  due  capila  cima  delfunoad 
MpoUodl  cacume  delPaltro  è facrato  a Batcboamlle  radU 
d di  queflo  furono  Delphi  caflelh  libero,per  hquale paffa 
il  fiume  Cepbtfoàn  queflo  i il  fame  CaSialio  facroalle  mn 
fe  (come  alciòiifirniono)  nel  tempo  deldduuhdi  Deuca- 
lione,nelle  fommità  di  queflo  effe  Deucaboue  infieme  co  in 
moglie  Tirrha  con  piu  altri  fufomafo.  Cofi  detto  da 

TamafoamiquiJiimOfVate  coniominafOi&p’iinieramf 
te  fu  detto  Lamafò.  nòdi  ad  HetUona  a 1 x > o.  P a t.  VO» 
liuaifecea,^inuoltaaitroueL'atqua,tbedaTamaà 
fi  derma, Ter  cui  inalcuntempoellafioriua.D  AuJnfi» 
aquir unghgo  di  Tamafo  .Affai  mi  fu. 


da  queflo  forfè  k fauokbebbe  argomento,  che  tratto  dai  Pelione  monteinTbefiagÙaonentale,tantoperla  ftangg 
Mentre  d^  fulminata  madreatUa  cofiia  del  padre  i ecco-  di  Cbirone/nemorabile,  quanto  per  lenoncge  ài  Trlleo,  dp 

fiaffe, queflo  monte  di  molta  helleraaiili,& frutti  abbon-  Thetide,àcefiqueSioeJiere  alttffimoper  do(ficome  cez 

da,et  dlactpietrrigua,afotlolefueradiciikdttà'ìlilk,  tidiconofmiUeecLpafficonragiimr  Jareiaù 

Mongibello.  Lat  Mua.ì  monte  piu  alto  di  Sidba,detto  da  to  ; nella  cui  altura  fhiopineti,glt. . rt  luoghi  di  Qjerà 

gUanticbiEtbna,preffoaCatanJÌa;famofòperhfuocon  de  occupati  fono, 

ttimoarderttilqualictmcraqfo^^  ticae  ufolfo^drpfr  ?icVipiM,  Lat.  peiraafMna,i  monte  in  Crafgunadi 

Ibqfcaaa 


1 


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•TcrFi  £ L'E  M-E  K-T  I Terra 

rbofeamt  ^mImccj.  1)  « yt.ChtftTjbermtbyi  fofie  dtlcorpoutdia  ffió.&Cofli  ibeluoga  dimaa  $6i. 
litcahao,o‘PktTapaiu'tiólK(.HruftirditlanfM9cmh.  i &diCoHaJdtSinuitioa^'j}. 

Piren  :Q.Ut.pyrnM<tMome  l'Hij^gaa  dalia  Francu  di-  Cefiiggiare.  LatMÌl)xrcrc  Utora  legere  i & drjm  legare. tut- 
mdtnte , co/i  Mimato  perche  fouenee  i percojit  da  faette  le  andare  alle  afte  de  menti, o-fimili.  B o c.Commm  a<o 

tekiìi-.imperochepyr grecamente ifucoO-m quello ctr  '.fteggiarelaBarbarta.ft  r i.CoJieggiandoinichtlitijpef 
1 • to  naliiHio  buoifcigeltri  maggurt  (eccettuandogli  Elefan  fo  yede.  Cofteggia  de  la  Italia  il  lato  manco. 

I II)  di  nati  gU  altri  animali , & in  greca  lingua  rei  fono  Alpe,  &^l^.  Zat.  alpits.fono  monti  altLTi  r.Elta  fi  fla-  tii6 

appellati.  P,a  t.XXjì  Tireneo  a l’ultimo  Omonte . mt  come  afpre  Mpe  a (anra.et  per  t.Alpe  ogni  pefce.Cm 

I IH  Smai.  Lai.  è momencUe  repoiu  Madian  fopra  l’Mrabia , il  cfopral’-Alpi  runa  £ agii mtomo. libando  de  CMlpìfcbcr 
qual (jrCoreb,&ereh alcuna  nolta nelle  facre lettemi  moTofefi-anoi,&latedefcarabbia.Bo  c.Fralerigide 
nomnmo  ,•  qucfto  i molto  eccellb,& appare £altevta  tut  -£lpi,& nelle  difette jpelunche.  D A ti.Rinibomba  Ufo- 

I tigli  altri  fuperarei  ftunarouo gUamtiht  Iddio  in  quello  prajdnBenedettoDel'Mlpepercaderadunafcefa.Th- 

babitare,conciofia  che  ardendoinrofloparitfojia  a Moi-  nondi  fuoadtlataee  falde , Come  diheue  in  .Alpi  fen^ 
felefuegreggepjfcoLinte,cdmandandogli,chcftfcioglitfm  nenta.M  piede  l'jtlpe,chefrrrala  MagM.Rfcwdititei- 
fe  ti  calxanitn  nero  per  unite  caginniinenerMe. In  qui  ■ torfe  mai  ne l’MlpeTi coi/è  nebbia . 

Jl»  data  fu  daeflo  Iddio  la  legge  a MgifeMuergi  delqua.  Bica,  i certo  cumulo  in  guifa  di  quello, che  Latimdicono  Me 
le  per  operadtumatomierlafuittlirpeate,&poiiauer-  ta  collii  crtumnlusjaquatei  forma  ritonda,i*r  a poco  a 

.g*Ja  CUI  manodilebbra  piena  fu  fanau.tà-peruua  hot-  poco  furgendo  taf  puma  in  forma  di  piramide /inde  abbi- 

.HtMradiqueftauergauaequetacqua-dellapielta.&ac-  c.care,iaccumulare,0  far  cumulo.  B oc.  nette  Kimid’Ji-  i 
j ctocheionon  reciti’jè  coje  piu  antiche;  ytlimamcnle  il  meto,I  montil'undelttaltro  caricàdoinfinoatcìetéquel 

;'!i  ■ f^''P^<lfll‘ttio^tCatermipertonomeéCbnliamar-  -facendoBicaS"apprelJàuanoaGioueminactiandoD\M. 

‘ ■ torneata  dopo  la  penadi  mone  da  gUangeUnellafommiti  languirgli  firuperdiuerfe  Bichenltbeflauanoaguipi 

fuportan,(2rptètofamentefopeUit0...a\t..'....  -diBiihe.An.t.Ta}iauadTaladinprr  quelle  Biche. 

Sion. Lat.ipuciolmontediCierufalemme, nella  eimadel  abbicare  i far  bica . Lat. cumulare.  U a ti.Come  le  rane 
quale  Dauid  fece  pa  edificare  una  tiocca£uiucietì,  dall  -haaniftaUC  nemtta  Mifcta  perFacqua  fi  diteguan  tutte  ■ 
qual  con  facri  uer fi  i molto  iUuftrato.  , Fincb'alaterra.ciafcuna{ahbicaa.fannodiftbica,ocu. 

SubtT.  Lat.imouteinCalilea,ilcbilepir  la  naphu  dimoia  -muto,  congregandofcinfkme  yOuero  entrano  nella  terra, 
propheta,  tir  per  la  memoria  di  Helifea  per  ìafiumedkfe  iaSrqueild.gonliandut»guiftdiBica. 

.1). benedetto.  Koccii.Lat.rupes.,4ripapropriamentedemontlufatada 

Sunio.  Lat.fumus.  promontorio  della  regione  Mùca,fimen  , £>  a u.Cofi  aepofi  alftmdo  Cerume  Jl  pied'a  pie  de  fa  fla. 
.teprejfaillitodiSl«ìe,cbeguardatnkHante,appoque-  -piata Bocciajurupmm.  'Hgu ti terri  lo  feender quefla 
) -ftodiconoMpoUo.baMer  ucedo  conle putto  Tbitone  fi-  Rocciaj.quclìnf^adel{infeino .ebeSiaaguiftiripa, 
gho  di  Onitoré gou  'ernatore  aeUanàueà  Menelao  ,«^lì  ètripa  chiama  làinferno,come appare  m.Tb-endendopim 

.dalmcdeftmofiptdco:-  , v ■ ■ de  la  dolerne  ripa.  Sopra'l  qual  pontan  tutte  l'altreRoc- 

Tabernich,è  monte  aUiffmoin  tchiauonÙLlì  % m.  Se  Ta  • cieàp^ù  ér  marni;  per  cui  fi  come  latini  chiamano  i moa 
bermih  ni  fofie  fu  caduto . ' \ • ti<mes,elrarceifonoleRocche,&copdieeuanoglianti- 

III  { Taboe  lat.inumteuipiegpdiCalileapiobileperJafiiqnu  che  Tbojeani  tocca,  efi- roccia  per  lo  monte,  o Rocce  per  li 

[.  '.rauig'iofa  ruondità  ,appo  ilqualej  L ctuddi  INfiàrct,  . uitif/ir  peccati, ^brutture.  Che  dietro  ad  yinmhalpaf. 
j . daUaquale  il  Saluator  noHrofu  nominato  jlr  certamea.  faro  V alpestre  Rocce  Tò  é cut  tu  labiaJe  momagne  di  cui 

I ! te  queftq  monte  i uenerabile,  eonàofia  cOfacbefolointer  tu  Ti  dtfeorri  Boc.I  martelli  fi  TtccomJlfbolfpmJiqua  > 

in|  ^ era /labbia  ueJuto  Chrifto  nella  diuinitd  ptatratfignrato  li  gli  alti  monti,  le  dure  Roccie  conuien  che  rampino. 

' buunxitbepatitohauefie.  teauCoftuipur  dbatrgibaueadd  fulaRocciaL'altofu- 

TttpcQ.lat,tiirpàui,nmtediRoMq,iiqmtlgiaSatumo,  ror  de  t infelice  feorto. 

poi  Campidoglio  fiidétto.Siuiui  fi  coronò  il  noftro.Tetrar  KupeXat.rupcs.  D * k.  Come  ferma  Rape.  S a u.yiOemt  1 1 17 
jcaAr  idettoiaTarpeauergmcbaoecipt.V  tt, Saprai . .ciae,eRupi.Taihor£un  alta  Rupe  il  corba  croata. 

1 monicTarpto  canyon  uedrai.  . Ermo,bmc  £remitn,& Eremitani.  & non  Hermo  come  fi 

V Micino.  Lat.  i monte  m cui  dicono  alcuni  Ciane  efjert  ,legge  in  molti  ufltXat.eremui,&folitarius.Craxrimot.. 

nodnto,  'naltuogofolitario.PEr.Etquafiinterra£berbaignu- 

Vcc.el\itoiooKnte,uediS  fopra  a monte  Malo,  da,,&  Erma,tdcftdeferta.  Cercaiperpoggifolttari,^ 

x-iyeSwxio.Lai.aitrimentiyeleno.Lat.uefeims.momeiian  -enm.D  au.Difottoal  quali  confetrato  un  Ermo.  , 
lontano  daliapoUprefioSarno  fiume,  fertile,&amemf-  ./eauFacean  lungo  la  ^ggm  Erma  ^aprua.Luog/i 
fimo  di  mti,  eccetto  ùfommità,laqualeìfanemofa, ir  -aAro,e!rErmoy  . 

Arficcu,  & fetSgitiitlafuaco.  A il. He  yejuuio,  nel  Dc^rto.  IM.  defertwn  ; i luogo  mhabitato.  Pst. Et  con- 
montedtSiulu.  4araugclletti,&fiartrpiaggefonoanDefirto,Mlpe- 

Co&A,& CoJlieta,LatJocui,accliuii,&  hoc  accline  actì  fin  Deferto.  Defèrti  Strani.  Boc.yerfb.il  Deferto  di 

■.tlmtasja  montata.  ihuuifi.& cliuulus d diminuttuo.  i il  Tehaida.  D a u.  Cke  fempre  fante  II  Defirta,  gfi-ilmar- 

! Ufo,obamta.^tn,  ti,^£altrHMOghi.Boc.yntcofia  tiriofofférfi.^perloaìemuo.V.tt.DefrmlJdio.De- 

fopra  il  mare. ■^j.'O.tSalemo  una  CofianfiiJrdante  al  fini  pac fi, C- campi.  Define  giunche . DefirtoLui- 

I mare.  Da  n.  fai  mi  feci  io  in  quella  ofiuraCoftq.  Inidi  go,.Dejirriecomrtde.DA>i.RiprefiuÌJperlapiag- 

ferleCo/k,qfiperloJbndo.i.perterme.^p(rlaCiìfl4  gfitDrferta.  : . 

V 9 


Terr*  ELEMENTI  Tcit» 

Spelunca»^  SpUwK*.  c*,&  rupes  exfaua-  £l Balxp  la  ofrrr/!  difmoata  .E'I  duci  difie , am  nn,  ihe 

ta,&  crypta-P  E T.  0 cafetufi  SpehmcaJij^t  Speùmca  dtfcemto  Con  ifuejio  uno  giu  ds  Baii^  in  Bal^.^dJiian- 
dtUdron  ItnfiUtLS'iofofU  fiato  fermo  ala  S^lunta,.  domi  un  Bai^p  poco  infite.  Che  da  <pcl  lato  d peggio  tut 
X>*  ti.  Hebbe trabiancbimanmla  Spelunta.B  o c.Fra  topra-dit.  i.Cbeginda  Balate fcaide^énallieice. Sri 

le  rigide  ^lpi,&  nelle  defitte  SpilMttcbeS  A.  u.f'na  Spe  giormme  n'andai  matiina,& feraTer  Balxe.e  per  pen~ 

lanca  ueecbifiiiaa^tà' grande,  ^àbomde,e  firane.  Matti  per  Balge,f  rumati  jafiiCtr 

Speco.lat.]jiecus,  ut.  mie  f'IR.  Ad  bmtationi  gracorum  chi  entrar  m pregiane , 

Spelaaferaniméxit.icomelaSpeluaca.'Pi  r.Ztdital  Sjmhiho.lat.laUusfenmlus,èllfèeondobal^,cbefa 
lnfiaapriruidiuaSpeco.Curio,Cbedijii&deranneem  la  palla  quando  fi  giuoco  itr  però  fidtceunacofàuemrm 

pie  lo  Speco  In  mexfiiforo  horrAilménte  noto.  A k i.Co  ti  di  Bimbal'^  quando  fenxa  penfamento  auime  ; onde 

me  di  (elua,o  fuor  £ombrofo  Speco.  mando  fi  giuoiaalla  Valla  non  i da  ^are  del  fecondo 

Antro.  Lat.  antrutn,Jpecui,crjpta,  uel  cauema.  f'IS.nel-  oai^p , ma  fi  del  primo.  Dan.  Con  altri , ebe  l'udiroa 
r£aeida,ExcifuMEuboicelauuingensmpiiiuantrum.  diRimbalxf  ,iJeilcbe  udirono  la  noce,  ebe  nonera  di~ 
P E T.  fior,frombJ)erbefimbre,  Antri  fiude^repuai.  rr^j/ttaaloro, 

T. Grotte,  rupi  jpetuncbe,A «n/  CauemeJ'oi  tefiinmii  C reppo.  Lat.fiagppt  rupes,  <jr  prxrupta , i luogo  ne  monti 
del  mio  cafo  borrendo  Speluncbe,Antri,  eaueme,e  ofaae  fafjofi  diroccato  mguifa  di fiagboni.  Dan.  Riffiofe,quan 

grotte.  Antri  Ofcurifipacbt,  Cani.  Ari.  Rifpondeangli  do  pioul  in  queBo  Greppo,  T.  yengp  a cercar  qua  fu  per 

Antri.cbepietàn’bauieno.Vnma  ch'ai Antroarriui,  quefiiCrtppif'aanmpba,cb’alpamipiate,& garba,. 

mg  C3Meini.Lat.&amrum,fpecus.T.CanemeCiecbe,Oftu  Ar  i.ll  traditòr  cercanti perquei  Greppi . Imantki, 
re,T enebrofe.  Grotte,  rupe,fpelunche,  antri,  e Caueme.  ch'intorno  han  pieni  i Greppi , 

Cane.  Lat.  canea,  fino  caueme  fi  Grotte.  6 o c.7<^  C«a  Bricco.  Lat.moma^trj&fraàut . i inguifadi  Greppo.  T. 
uediquelmonte.T  n.San  Crefitinual  Caua,nteta.  per  Satiro  miotuefie  cofit'inatte  SeturperquiHiàrupati 
lotnembromubchrt.'P  n.Ondepoi  pianga  in  loeaoftn-.  Briccbi,Cb'apenaidandarianlecaprtfcalt;e.'Ptrcb’iofia 
ro&Cauo,  t.  natorozTpintinaBriccola, 

Canate.  Lat.  & fodere fixtrahere,  extirpart.  B o c.Anda-  C upo  da  cono,  lat.eonuuus  profundus , attui  .icofa  can- 
na cogliendo  herbe  , <*r  cauanio  con  un  picciolo  cokBBdo  tana , & profonda.  B oc.'He  firn  piu  Cupi  pelaghi  no- 

certe  radia.  TnJDoueunofio  fratido  non  fi  cauafie.T ha  i Mgando.  Da.  n;  Difiefii  poi  per  piu  pelaghi  Cupi.  Lo  fon- 
urefli  canati  gli  occhi.  Del  dente , che  tu  uel  cani  fuori  " io  Cupo  fi  ; ebe  non  ci  bajla  Loco  a ueder.  'tion  i fenga 
Cani  la  terra  ione  men  dura  le  pane.  H cagion  Fandar’al  Cupo  ,ideft  al  profondo  inferno. &Co- 

AUmgere.Lat.banrirefiducert.uallauareac<pia,otàno,  po  in  ucce  à Cupo  pofiÒ  A ìi.  Riempio  fitto'lugUo  tut- 

B o c-Attingeua  acqua,&  focena  cotaii^tltriferuigied-  • to'f  Capo. Cr  Coppi  diciamo  a quelli,  conche  fi  cuopro- 
ti.&quaHdofiapertoecare,ueéatnqj.  ..  - no itettt  delteeafepercagiondellapioggfa, perche ^ 

Elicere.  Lai.  ual  trabere.  Ptr.  Et  parole,  CT  li^iraneho  noconcaui.. 

tdebee,  ■■■  ,\i  Buco,Cr  Bucarlo  pertugio  fi  foro.lat.foramen,cauut,cm- 

Tana.  LatJuflrum,&  cauta . i la  cauema  ione  habitano  le  nicuùit,&  iie,aenm  puh  rbuebi  de  nauitu,doue fi  pongo- . 

fiere.Dn  u.EtViftoiamifudegaaTana.  Cbetuttoitte  noie  fum.drcofi  équabmque  legno  arbore j&fimUe.& 

rouafouraleTane.iJebotgc.  KKi.Siaquellafianxàni  ptglm fi  perfigm  concautti.Bo  e..  Quando  tempo  hebbe 

dofiTanapropia.TanedjJérpi.d'oiftfidtleoni.Sitome'l  .fciùmdò  idlaJtuca,e!r  fece  il  fegno  ufato.Etperpitciola 
lupo  fibeé  preda  uada  Carco  a laTana.  \ BucauidieturartnellacamerailnuouoSoIe.Fi.D  AH. 

Giorn.  Lat.antrum,CTypia,cbegrecamentedinotatuego  GiafòrtifuordelaSepulcralBuca.Cbeuididuogbiactiati 
ofiuro;  ep-  i proprio  luogo  contano  tr  fòtterranco.B  oc.  •inuna  Buca;  Come  fi  eonuerrebhe  al  tri  fio  Buco.  A R l Am 
Erauna  grotta  canata  nel  monmdtlungbifiimltanpi'a-  cafeura.  Cefi  dicendo  ialBucoUnuenuto, 
uantifaita.  Abbandonata  era  la  Grotta.  Jnun  uirilone  B\ipo  i buco  fi  pertugio.  D ah.  Su  per  lo  collo,  cumefbfi 
molto  profondo,» cbmfi et alu  Grotte fit  d’alberi.IX  a pili  Bugio , 

Che  non  uiera  altra  Grotta.  Lequai  accolte  foran  queSta  Venagiofiol  buco.  Latxauuijoramen.  Boc.Etuidepèr 
Crotta.Che  dannati  uenite  a le  mie  Grcmt.  alcun  Vertugiodeir  Anello  lume.  Admpictiolo  TVrM- 

m>  Tombi. Lat. tumba.figmfica luogo ofcuro,&lafipoltu!i,  ■^deU'ufciopofiitoctbio.SeVcmgioattunofiiffenelmH 

cofi  detta  dal  nome  greco , cioè  Tymbc  la  fepoUura,&tl  rofiouere  per  quello  tante  uoUeguardare.Se  nefeeferoal 

latino  mutay  inn,e!rfa  Tumba  ; & il  Tbofeano  muta  u tufcio,iy  quiuiperun  Tertuggem,cbe  nera  U chiami. 

, tuo,&faTomha.VtT.GiuntoAlefiaudroaUfamo.  Veratgfiirt. Lat farare,pei forare jerebrarec&perterebra*  ' 

■ptTomba.  Haueacolor£huomtrtttodiTomba.Boc,  Te.ualforart,&apnre.BocjtelVu.yoleafpoglUre 

Etluiin  una  Tomba, neUaquale  alcun  lumenon  fi  ue-  le  Tertugiite  armature  a Sefto.  Il  fiore  finga  e^dalle 

doa  .cbe  per  pripoaede  monach  .D,  k.  Ciafcuariue-  circonfiMifiiinepeTtugiato,&piaJlo.OAV.Com'Ìm- 
deràlatr^Tornba  ,idefi  d ir.rpo  fuo,ilqualeiTom-  iCuitiCofi  non  fi  pertugia. 

baalTaaima.S  Au.lntomoidUTombagiacendo.Kol.  fnto.ibncofifoTame.Boc.llmaÌF«ron»nuw>lftfiojhi. 
Odimorire,OaetaTombadfhofi^coprirt.  U.pro  parte  pudenda.  Et  alle  donne  df-t-  ■ »»diForofia 

9»ilo,8al;^,t!r  Bai^.Lat.ni^.èluogpalto&baffehi  tnglia,mortaio, peSielÙD  ak.  xU pietra buidoii 
ftggmntonda  di  pietra  uiuat&Balgiantbo  fi  chiamano  ForLEt  in  quello  coli  giù  Foracddai  a.  & quando  fi  pm 

r mecertht,cbeiqnlccu§ekdoimeport«noiucapo,c»-  perlapiaxfatoltodaLatmifiudiavjQi 

éUAìucbum  Balgiicmbi  ieìeii^emttOnJediu  Uffiiat&F^a.Ut.fiijfura,rimu.Boc.Cbeumenit 

tdU 


Terra  ELEMENTI  ^ Terra  ijj 

tlk  fefinri aceolìatofuyifititndo la F^fiurafpejf» qiuH.  Profondo . Lat. cvntOMHt , inumui , cauut, Tir.  Si prot 
^ il  gioitane  ni  fcnima  ."Perle  f e finte  della  terra.  Ah.  fead’era,&difilarganeru  Jl  pianger  mio.  al  cor  Vro- 

Da  ».  yna  Fejpira.(belagrmiegoccia.  fondo.  Trofonda  Tuga . ^ Vtojonde  Tughe.  Boc. 

fciyxLat.fiifins,fiifiio,&fii^iira.h  o c.Cbe gnardando  la  "ìlgl profondo  inferno.  JnSàenùa  Trofoiido  molto.  Lat. 

Canna, & qnetia  nedendo  Fefia.  P s T.£f  nu  mbra  mite,  ftientifiimns.  Trofonda  Scientia.  Cofe  Trofonde.  Trofon- 

ejmaghate  amuje  Fefie.  Lat.dijcnneata.  D a s.Tnr  co-  difiime  t'aiti . Trofoaéfiimt Jò^iri , ideft  che  Menano  dal 

me  fefio  che'l  mn  ro  diparte.  Lai.  rima . core.  Trofondamente  dormtua . 

Fendere.  Lat.  fcindere,jindere,éuidere.Ro  c.nelTii.Sot  Sotterri  mnece  di  Sotto  ierra,nedi  a 1097. 
prailcapello  d'acciaio  tagUandoU  fendè infino aidenii . SepolctiiSepolinre.iieéaMortea  1610. 

Dan.  Dicendo , colui  fefie  io  grembo  a Dio  Lo  cor,  che' n 

JulTaimgiancbor  fi  cola.  M E T .4  L L I . 

Spiraglio.  Lat.fpirainlum . è baco  detto  da  fpirare,accio  re 
jptrt  il  luogo  done  è fatto.  Boc.  ’Hellaqnal  grotta  dana  Metalli.Ora.tJ’  .Anro,.4rgento,  Rame,  Oricalco,  Ottone, 
alquanto  lume  uno  Spiraglio  fatto  perfori^  nel  monte . Stagno, Tiombo..AuÌaio  fini/iimo  MaaUo,Ferro..Argen 

Fofla.  Foffo,  & Foffatt.  Laefonea,&  fcrobs,la  FoJfa,cbe  fi  to  muo,-ilcbimiafironotp,Lega,Ruggine. 

faperpiantaralbcri,MÌgna,&fimili.&loricailafoffa  }ActaUo,Lat.Bnono,DMro,Fmo.  D A s.  Et  falfii  li  metalli  IIJ4 
intorno  alla  cuti.  & coltiquu  èfofia  done  \adnnan  Cac.  con  alchimia,  cardini.  Che  di  Metalli  fon  fonanti  e forti . 

A o.i.CbauTun^e3cr/ttounmonteé Metallo. 

Oro.  Lat.aumm.liiieflo  i pretiofipimo  di  tutti i metalli,  et 
di  piu  buono, & bello  colore.  Creafi  nella  terra  diSolfo  fot 
tile,  &rofio,&  d’argento  uiuo  fottile,&  bianco  ; onde  il 


que  fuori  del  territorio.  Ttr.De  uolanti  corfier  per  nul- 
le Foffe.  T rouaSìe per  la  uia  Fofiati/i  poggi.  B o c.Era- 
no  per  quella  contrada  Fofie.Sarà  gittata  a Fofiiinguifa 
cTun  cane . "Fiuona  habitatione , laquale  circondò  di pro- 
fondi]Ji,Tii  Fojfi.  Ph.($-  quando  dinota  la  jèpoltura  de 
morti , a lóti . 

iijt  Lacca  Lai  lacuna, fignifica  fofia,&  concauità,&douenon 
fia  gran  qiianlitd  di  acquaj&itl  mede  fimo  che  Lama,& 
Lacuna.  D a n.Cofifcendemmonelaquarta  Lacca . Che 
ne  condufie  in  fianco  de  la  Lacca,& qui  dinota  concauilà. 
Pn  fu  la  puntarla  rotta  Lacca.  & qui  fi  può  dir  che  fi- 
gmfica  fcefa  deriuato  da  labendo,come  ifpone  il  Landtno . 

Llcunilat.  Dan.  Hor  quejli,  che  da  tmfima  Lacuna  De 
tuuiuerfi). 

Lama  I j il  medefimo  cb’i  Lacca , & Lacuna.  Dan.  7(pn 
moltohacorfo  ,cbetrouauna  Lama.  A a i.'Ugi  iroue- 
rem  tra  uia  lofio  una  lama  , Che  fa  due  parti  di  (quella 
pianura . 

\ origine.  Lat.  uorago,  & baraihrum.  S * h.  Tqgtlagran 
f'oragine.Ouepiu  rutta  al  ciellagran  t'oragine . 

Blritro.Gra.baraibrum.Lat.practpitiu,uorago,ualepro- 
fonduàofiura.  D a n.Elafiai  ben  difiingue  quefloRa- 
tatro.i.infemoacciocbe  in  quello  Baratro  non  cadcfii,do- 
ue  ninno  Tuo  piu  leuarfi . 

Biiirizo,quafi  baratbru,i  luogo  cauo,&  profondo.  Dan. 
Coiai  di  quel  Barrato  era  la  fiefa . 

Burrone.  Lat.  torrens  ex  monte.  AKi.Tboper  cauerne. 


colore  fuo  è natijfimo  ; Terche  il  rofio  è in  lui  molto  illu- 
minato dal  bianco,  & il  bianco  riceue  grato  colore  dal  rof 
fo  .iqieniedimeno  piu  concorre  alla  generatione  dell  Oro 
la  pdidità  del  Jòlfoìche  non  fa  la  qualità  aerea  acquofa 
dell' argento  uiuo.  Et  per  quejloèpiu  fodo,  ejr  piu  pelante, 
che  largcnto  ; Et  per  tanta  denfità  non  fcenif  nel  fonde- 
re  i è nullo  pibére  al  corpo  humano^rprc finn  ubo  con- 
forta tutti  i membri  ; non  perche  gU  nutrifea  ; ma  pere  he 
rode,&  purga  ogni  lùperfluità  di  quelli;  Terche  preferua 
da  la  tebbraSe  mefcoli  co  la  pia  limatura  fugo  Ji  borrana 
& offodicuoiodi  Cenno,ntoltouale  contro  dmorbo  car- 
diaco.'Ffeffunometattopiu  fi  difiende,nepiu  reggeal  mar 
tello  che  l oro.ll fuo  pianeio  è il  Sole.  P s r.  OroTuro,  Ut 
cente.  Fino, Forbito, Dolce, Cre^fTerfi.Jui  come  Oro  che 
nel  fuoco  affina . Le  chiome  colte  in  Oro,  offiarfe  al  uento. 
Temendo  un  cerchu  a l'Oro  terfo  & crefpo  i Ouf  tolfea- 
mor  loro, & di  qual  urna  Siuellaicba  neueil  uolio. 
Oro  i capelli . L'Oro,  & le  perle.  Corona  S Oro.Crin  di 0- 
ro.  Capelli, Capei,  Chiome,  Capo, Tetto, yafel.  Treccie, 
Lettre , y eia , Rete , Tabe ,'iluuol.  Chiome  de  lOro . 
Ter  fuo  uoler  di  lume  ,&  d'Oro  cafio  . Orata  Arale . 
Boc.  Fiorini  di  Oro  .Dan.  Oro , Cr  argento, & coc- 
co ,&  biacca.  A K l.  ChelOro,e’lTremioognidureg^ 
ga  inchina . 


tir  horribili  Burroni  FanciuHoauezgoa  firangoiarfer- 
penti . Et  riufeiro  in  un  Burrone  afeofo  Tra  monti  macefi  Auro.  Lat.  P b r.  L’.4uro  ,ei  topaci , al  Sol  fopra  la  neue . 
fibih  a le  genti:  Chi  non  ha  Induro , o'I  perde  .non  pur  Cambra , 0 l-du- 

llJJ  Ahiffo.  Lat,abyfiut.yo.Gra.& profondo  fignifica.tff  ac-  ro.  'Hegemmaoriental, ne  forza  il .duro. .Aureo  Cri- 

qua,cbe  non  ha  fondo,cioè  fine  ; onde  fi  dicelAbifio  del-  ne , Ccdore , Letto , Strale , Trapunto . Aurata  piuma . 

l'infcmo.i.profonditi.  P e r.Fubreue Stillailinfimti  A-  Aurate  Tenne.  Qii^ella.  R o c.lljuo  Auricomeca- 
bil}i.Tomm'incielofidinterrafidin  Abijfo.Tolfentiari  po.Lat.Lu. 

fcbiarar  Abifio  & notti . che  tua  polentiafia,  "ìlei  del  fi  Dorare.Lat. aurate, inaurare, & deaurare.  Vn.yedi  quan* 
granie,come  fi  ragtona,&  ne  l'Aoiffo . SluefUfur  fabrt-  l'arte  dora,e'mperlate'nofira  Dorati  Strali.  Roc.Terche 

tati  foura  Pacque  D' Abifio.  lì  ah.  De  la  ualle  ÌAbif-  fatti  dorareTopoHmd" aigento.yna  coppa  Dorala, 

fo  dolorofa . che  nel  Ahtffo  Del  tuo  configho  futper  alcun  Argento.  Lat.  argencum  .fi  crea  di  argento  iiiuo,&  di  fol- 
bene . Ficcar"  Oordtio  per  dentro  P Abifio,  Del  eler-  pho  bianco.  Ma  piu  partidpa  della  quabtà  aerea  acquofa 
no  configlio . deWargimouiuo , che  deuafobétàdelfolfo,Terche  pepi 

Hfbiffiare.Lat.furere^l  fare  profondo  romore  con  fracafio  a mai  che  PorO,'Heji>lanuntePoro,e  l'argento,ma  lutttgli 

gufa  del  Diauob  SAbifSo.  Boc.  Cominciò  a piltabella-  altri  metabi  hanno  principio  dalC  argento  uiuo.  Jl  fuo  pia- 
re, tf-*  fare  un 'Hjbijfategraitdipimo  fu  perla  ptatljia,  ntuèlaLiina.TiT.Eicape  d'oro  fin  farfi  dArgen- 

• y iq 


*'JS 


Tcrr»  ELEMENTI  Terra 

t».i  emuli.  B o e. Con  due  biecbieri,cheIMgento  pure,  to  hauea  il  pio  imbietio  eecefe.&quePo 


perfedm.  L)  a k SMue  io  falfii  U Lega  [uggelUta  delBat 
tiila.  & quando  pgmpui  ateordo,ueé  ajii.Cperjpa. 
no  di  miglia  a 1104, 


TIETRE  TRETIOSE  ET  .dLTRE. 


nano.netefìiantubi  fi  legge  .Aricnto  .Con  .Argentate  (ialino, (oncbefibatteilfuoco. uediapy}.  Ak  i.Con/é 

onde  rinpefiaita  le  aride  gole.  A».  Da  n.Terorofper  piadra  d’MiiartemprataAbuona.DififorbttoMetar 
.Aroento  adulterate.rauou'bauete  DioiorOftf  d JdT’  Iute  ogni  torre. 

genio.  .ArgemoFm,  Turo . Alchimia  Lat.chjhhimia,& calihimia,alihmiaAeial. 

Areento  ui»o.  Ut.  & mercuriui.Cra.bydrarghron.  ilfuo  ebymia.Due fono  leffecie  delC .AUhimia.una  uera,et  una 

pianeta  i Mercurio.  B o c.Tarea  é lungi  .Argento  muo,  falfa,  come  dii  inara  il  Unéno  nelD  ah.  Ma  per  C.Al~ 

fprHzr^l^c . chimtJ , fhe  nel  mondo  ufai . Etfjlfat  li  meraUt  conr.AU 

Aisenzo  Sobm,uo.Lat.argentumfodum,&foUmatum.  ibmia.A  r i.CbegUAkbimiSlibanno  Merennodet- 
Roc.Ojialin  fare  .Argento  iuUmato,opurgareuer-  to.Ut.ihaUomilii. 

derame . L a.  Legali  una  certa  fortedi  oro,&  di  argento/)  a altra  cofa  tu 

'P.imo.uùs,ris.cuprumMf"opitnetoèf'enere.D  Ati.ll  unamMeftmamamera.Lat.bomtai,qujlitai,io^^ 

Bue,Si  che  con  tutto  cbefape  di  Ramc.lat Ararins,sreus, 
meuit&aheneus.Toi  i di  Rame  inpno  a la  forcata.  Ari. 

Quallo  SlagnoatargimoalRamcatoro. 

Oricalco.  Lat.orichalcjm  .iCottone  .ma(  ARt.ponela 
materia  per  la  forma, inttiidondo  la  tromba,o  fimileflrom 

mento, doue dice, EfagridandaalfuondegliOricakìn  i o ^ • 

ytnettor de lagioPra . onde Horatio ,Tibianon,utnune,  .Adamante, .Agata,  .Alabajtro,  .Ambra, BalaJSo,  Calami^ 
oricalco  uinfla  iuba%  .Acmula . ta.  Carbonchio,  Cbnfolito,  Corallo,  Crijìalto,  Diamante, 

Bronzo.  UtAt,  rerii.  Ari.  iiuattro  porte  ha  di  Broitgp , Diafpro,  Elitropia , Gemma , Gioia,  Hiaeintho,  Marga- 
onde  fi  ferra . riM,  Marno,  Terle,  Tiropo,TorpJo, Rubino,  SaJio,Sel- 

S ragno . Ut.  flannum,  eìr  plumbum  album,  il  fuo  pianeta  i ce,  S erpentino , S matto, i mcraldo , Tofo , Topaiio , F'e- 

Gioue.  B oc.  .A  me  conuten  fare  una  iinaginc  di  Stagno  tro , zaphiro . 

in  nomedi  colei . Si  fece  recare  una  fecehia  Stagnata  nuo.  Pietra.  Ut.  pena,  & lapis.  P e t.  Me  freddo  Tietra  morta 
ua  di  acqua pefea.  Atcì.lìuallo  Stagno  a t’ argento , il  in  Tietra  uiua.  Confumar  nidi  marmi,& Tietre  falde.  Se 

rame  a [oro. 

ii6  pioaibo.Ut.plumbum.ilfuopianetoèSatemo.P  m.Et 
quella /n  cui  Peti  noflraft  mira;  Uqual  Tiomhofi  legno 
yedendo  i chi  non  paue.S'tl di(ft;  .Amorf  aurate  fue  Siua 
drella  ffenda  in  me  tutte/e  f itnphmbaie  in  lei  B oc. T ut 
ti  portano  la  yerga  e'iTiambo . "ìdon  altrimenti , che  la 
Ttombofa  pietra  ufeendo  della  rifonante  frombola.  T h . 

Tiombare.Lat.perpendere/CxaminareAti  perpendiculo  nor. 
mam  dirigere . è quando  il  muratore  col  Tiombino  diriz- 


uerfi,o  Tietre  fi  fugo  di  herbe  nuoue.Gia  terra  infra  le  Tie 
tre.  Romper  le  Tietre,  & pianger  di  doteerega.  0 dt  Tie- 
tra dal  mar  nofrro  àutfa.Che  tremar  mi  fea  dentro  a quel 
la  Tietra.  B o c.  Tietra  Grandifiima . Tdera , yirtuofa, 
Ticciola,  Tetruccie . Ut.  fcrupus,  i.  Biaiuhe , ér  l'erre. 
"Pietre  f'iue',  Pretiofi , Legate , Siiolie , Charifiime . 
D AH.  Et  uedemmo  a macina  un  gran  Terrone . D'una 
Tetrina  riiuid.t,& erficeia,idefì pietra . Con  tiuido  color 


de  la  T>eiraia,idell  pietra. 

xa.onde  p dice  a Tùmbo.idefr  dirittamente /&giuPamen  Impetrare,^  impetrare.Ut.lapidef(ert . naie  indurare  co-  1 13* 
te.Dc  X. Ch"a punto foura il mezo  fo/to piomba  i. dritto  mepietra.Tt  t.  Etpercheprialacendononm’impeiro. 

guarda  fip-corri/fmnde.  D ah.  I non  piangea  fi  dentro  impetrai. 

Ferro . Ut.ferrum . il  fuo  pianeta  è Marte.  P e r.  Che  per  Sparare fr  liberare  della  Tietra.Ut.eruereJiberarefiuelle- 
naturaTraggeafeilFerro,&fura.yn  làfìoa  trarpiu  refixtirpare,&d^oluere.P  fr. Et dicea  meco/ecofrei^ 


mi  Spetra.i.efrendo  io  pietra  mi  libera  da  quella,ibe  m al 
tra fpecie  mi  tramuti  j^uanto  poflo  mi  fprtro.  Et  con  qua 
la  fatica  boggi  mi  fpctro.i  mi  libero  d'errore  fiuetofreffo 
m'era  inuolto  .per  maaphora , detto  da  uno  thefta  tra  le 
pieire,&  efea  fuori.iJella  ignoranza,  onero  ch'efiendo  di 
pietra ritomafje di  carne. 


fiarfo  Carne, che  Ferro . Cinto  di  Ferro,  i pie  le  braccia  e'i 
colto.  B o c.  Ugiouane,che  non  era  di  Ferro  fi  di  diaman 
te.  Con  loro  Ferri  il  couerehio  foUruarono.i.flromatti,o  or 
degnidi  ferro. Ti  ueggio  tornare  co  Ferri  tuoiinmano. 

Scaricati  certi  Ferramenti , che  in  collo  hauea.  Ferrate 
porte .Firrignoanimo,ideSidiiro.  A u.D  A H.Tutiadi 
pietra,  & di  color  Ferrigno.i.  fimile  al  ferro  ;&  denota  L2pidiTÌo.Ut.lapidarius.iquello,chehacognitiondipie- 
■ Merde  fcuro,&ii'o.  Unno.  treprethfe.&lapicidaiquello,ibeletaglia.Roc.Dcl- 

Rugg;inc.  Ut.ferrugo . & da  arugofiiiifiuero  da  ruditas,  lequat  pietre  parlaua , come  fé  fòfie  flato  uno  folenne,  & 

3>e  ì rogn^  ; & però  per  doppio  g fi  ferine,  & fi  rifai-  grande  Upidano.V  altra  i una  pietra,  che  noi  altri  lapi- 

fceancho  aH'animo.B  o c.Senga  alcuna  Ruggine  d"  ani-  dari  chiamiamo  EUtropia.Gb  amichi  diceuanoUpularo, 

mo.Et  ogni  RuggimnfcafibefofSe  nata  nelle  menti  d'ai-  Adamante.  Ul.adamas.  P e r. Fatto  banca  già  qua  fi  .A- 
cuni  da  parole  Jlatei-malauoglienga,  0 coUaafiuta.pre»  damantino  fmalto,  D a N.T'(jiie  Lucida,fpeffajolida,f!P 

fa  dal  faro, che  arrugginito  non  i nella  fua  propria  fmee-  polita  (Ina fi  .Adamante  in  cullo  fot  ferifee . Diamante  t 

■ rit4finettexxa.AR.i.Dififi>rbttoacciarluceogdtor-  quello  ifttfiojiedi  piu  baffo  al  luogo  Ino. 

'*■  re.Cbe  nonni  può  ne  Ruggine,ne  Macchia.  AlzblRro.Latfilabaflrites,onyx,ebi  , fem.ifpt» 

Acciaio.  Ut.acialeficiare,uelcbdlybi,èjfecie  di  metallo,  aedi  marmo  candido, ffrtrafparen  e^ideitoda.Ala- 


ouaodiferro,duro,& fiiui.B oc.’btgn  ha (uordi Dia-  bafrride luogo nonlomanodaThebedEgitto.VaxMMm 
mante, od  .Acciaio.  F i.Soprallcapello  d’.Aceiaio  la-  ria.ind.Al3baflro,&iettidaro.D  a h. Che  pane  fo- 

rfìandoilfe»dìinpnQatdenti,T  u.Conf-Acaaio.cbefe-  et  dentro  ai-Alabafiro,  A r t,  Da  qftelU  biìmca  ma» 


■fa- 


lót' 


Terra  E L E M 

fiK  che  ^Ubjflr».  O ^^Ltbafln,  o i altri  marmi  illu- 
jin.  Colonae  ^labajiriiie . 

Ambra.  elcRrum  detta  da  Greci.dr  da  Latini.  Skcchiiiim, 
etma^ma,tu,eT  pajUdusidfomodiambra  dimiliura, 
t* palla , 0 mifliira  di  ambra , Ironanfcneé  due  Jòrti, 
aoe  di  negra , di  gialla,  tifano  afe  la  fejiuca  di  pa- 

glia , come  la  calamita  d ferro , &fi  fannf  corone  per  le 
donne , dellaquale  nane  jònoll ate  le  opinioni  di  nani  auto 
n,ma  Tlimo  afferma  quella  luji  ere  nelle  ifole  del  fetten- 
tnonale  Oceano , & ufàre  di  liquida  imdoUa  degli  albe- 
n,cbe  jono  di  ffieiie  di  ptm,come  la  gamma  nel  cera]ò;La- 
qual  rafma  abbondando  Chuniore  effe  fuori,  &■  fi  flange 
per  lo  jouercbio  rigore  ai  per  tepore,  o per  lo  mare  gonfia- 
to, ilquale  con  le  fpumofe  onde  agitandofi  d porta  dall’ijò- 
le  aeÙe  piagge  fi  duro,e>-  fi  uolubile,che  fi  uede  flore  fojpc 
(ó  in  acqua,  'S  che  fia  fugo  é arbore,lo  antico  nome  Lati- 
no dmoflra , che  appo  gli  antichi  fuccinum  fi  chiamano 
l'^Ambra.  P e t.La’ue ISoiperde inonpurC-dmbra  ,e 
Lauro.  U a k.  Cr  come  m uetro,in  .Ambra, ^ in  chriftal 
lo  Raggio  njplcnde  fi . 

Bolafcio.  Lat.balanitet , huius  balanite,  i gemma  prethfn 
di  colore  non  in  tutto  uerde.  Dan.  dìnal  fin  Balafcio  , in 
chelofdpercuota. 

Calamita.  Lat.  magnei.fi  come  Tlinto  Solino,  Alefandro, 
^ altrifcrifiero  è pietra,  che  abbondcuolmente,& quafi 
per  tutta  Cimba,  ne  di  uno  fola  colore  t ma  quella  iCtpm 
laudata  ch'i  del  ceruleo,  di  queda  fono  alcuni  fiogti  rul- 
iindico  mare , là  onde  a gran  periglio  fi  paffa,  perche  effa 
jòttraggendo  i chiodi  a nauigi,&  per  quello  rotti,  &^r 
fi  in  mega  tonde  t’aff'oadano.però  ella  fi  dice  anticamente 
fidcritisoiJUgit  è chiamato  d ferro  da  Greci,cbe  Ma- 
gnei  dal  trouatore,fi  come  ferine  'ìficjndro,ii  detta;an- 
tbora  Calamita  differogb  antichi  un’altra  pietra , che  i 
gemma  del  calamo,&  fcriuono  ritrouarfene  molte  infie- 
me.Chi  eiu  brama  di  fipeme, perche  fimo  pm  ffiecie  di  Ca 
lanuta  legga  i dotti  ferii  tori;  La  Calamita  per  nauicami, 
fu  prima  trouata  da  gli  Amalphefi  in  Amalpha  città  in 
promontorio , boggi  delta  Colia  di  Malfi . & peri  dice  il 
noflro  P ^ T.  f'na  pietra  i fi  ardita  Là  per  l’Indico  mar  ; 
che  da  natura  tra^e  a fcl  ferro  Dal  Ugno  inguipi.cbe  na 
mgi  affonde.Cbc  n carne efiendoueggio  trarmi a riua  Ad 
una  urna,  tir  dolce  Calanuta . 

Carboachio.  Lat.  carbunculus.  B o c.yn'aneUo/ielqua- 
le  era  Ugato  un  Carboruhio,tanto  lucenteicbe  un  torchio 
accefo  partua.&  Anthrax,cù,i  mal  nafeente  cofi  detto , 

Chrifolito.  tur.  ChryflUnu.  i pietra  dt  color  d‘oro,cofi  det 
la  perche  Cbryfo  in  greco fitgm fica  oro , & Idthos  pietra. 
Ari-  Rubtn  uermigUo,  & CbriJoUtogiallo,  yerde  fine- 
Toldojcon  flauo  Hiacmto. 

Calcùlonio  pietra,&  gemma  pretiofa.  Lat.  onix. 

Ciotto\o.Lat.calculusflpietrauiuadunfiima,&comeri- 
tonda.  B oc.  Io  gli  darò  tale  équeflo  Ciottolo  nelle  cal- 
cagna; Et  nel  dirgU  del  Ciuttedo  nelle  calcagna  fu  tutt'u- 
mJiecatofiin  mano  uno  de  CiottoU,cheraccoltihiMea.ln 
luogo  di  baleflreulauano  frombole,^!  biro  quadrelli  era 
no  mondi  CiottoU.T  u.ne  tefli  antichi  fi  legge  Codobi, 
cbeuideilmr'bifiyn.hu.  i.Oqualmaflm,ch'al Ciottolo, 
che  gh  babbia  Gittu  ' il  mandante  fiirre  in  fretta  E mora 
da  in  uano  confirgja,e  con  rabbia;  T^eféiie  uoglta  andar 
fi*^ueitdetta:Tai,Margc)ram). 


ENTI 


Terra 


Corallo.  Lat.  ctraUium  .fi  trouano  coralli  ropi,biamhi,& 
neri.'Ha fieno  net  mar  roffo,^  nel  Ter  fico, v circa  le  ifo- 
le  Decade . & nel  Siculo  circa  Drepano,lafua  forma  i in 
guifa  et  arbore  dt  color  uerde, con  le  bacche  bianc  he . folto 
l'acqua  i molte  ; quando ffuo  tratti  fuori  diuentan  du- 

ri come  pietra  ,dt  diuengon  rojfi.T.  I labbri  di  Corallo 
hancolortamo , Che  foutntet aurora  inuidujàTiange , 
che  men  rofiiggi  il fuo  bel  manto . 

Cote.  Lat  COI.  ila  pietra  d'agui^recolielb.V  • T. Sempre 
agwxsfltdo  li  giouantl  di  fio  A l empia  Cote . 

Chrtftallo.  Lai.cryflal!uifam.& cryliallum  theghiaccio 
fignifica  in  greco . cJ-  peri  alcuna  uolla  fi  pone  per  l’ac- 
qua . onde  w P E T.  0 'Idimphe  ; & uoi.che'1  frefeo  herbo- 
(ò  fondo  Del  bqmdo  Chrijtatto  alberga  &pafie.  E' l mor- 
morar de  bqutdi  CriClalli  Gm  per  lucidi  frefihi  riui , & 
fiielli.  meta,  per  le  aeque  ebure . Certo  Órijlallo,  ouetro  ^ . ; 

Ttonmotiròmai  difore Tiafeoflo altro colorc.Et già jon 
quafi  dì  Criflatto  i fiumi.  Fiamma  i jaffiir  , le  lagrime  Cri- 
Sìatlo . Dinanzi  una  colonna  CriflaUma.  B o c.  Criflatto 
Tcdilo,&  Lucente.  T h. 

Diamante.  Lat.  adamas . pietra  pretiofa  durifiima.  P e T.  1141 
Diamante  Bello,  Q^uadro  ,non  mai  feemo.  Catena  di  Dia* 
manti . yna  tmagtne  falda  di  Diamante  .Chai  rami  dt 
Diamante, ’Cr  ctoni  crine.  Scritto  banca  di  Diamanti,  & 
diTopaci.  B o c.  Lagmane , che  non  era  di  Diamanie. 

D AN.Chemi  fimbiaua  pietra  di  Diamante.  Adamante 
uedidifopra  al  fuo  luogo. 

Dialpro . Lat.  iajjiis.  i pietra,  che  j^enget incendio  del fan- 
gue,ilqual  s incende  fi  per  ira , 0 per  Ubidine,  P e T.  D' un 
iel  Diaffiro  era  ini  una  colonna . 0 iCunDia^ro  Tregiato 
poi  dal  nolgo  ignaro,^  feiocco. 

Ebtropia,«!r  Helitropia.  Lai,beUtropia.ipietra,che  porta 
ta  eddoflofa  thuomo  effere  inutfibue  fecondo  topinion  de  ' 
Scùcebi.  Boc.  L’ edera  i una  pietra, che  noi  altri  Lapida 
richiamaino  Ebtropia,pictra  di  troppo  gran  uirtù,  pcr- 
thehe  quaìumjue  perfima  la  porta  Jòpra  di  fi , mentre  ta 
tiene  non  è da  alcuna  perfona  uedutodoue  non  è.deridena 
tii.  D A N.Senxa  fperar  pertugio,  0 Elitropia.  T.  Et  fen- 
Xfi  t Eutropia  ua  inuifibiìc . Ebtropia  i ambo  herha . ue- 
dia  Ufi, 

Gemma.  Lat.  i nome  generale  di  qualunctut  pietra  pretio- 
fa fiofi  detta  dall'occbio  della  uite  quando  germoglia  finde 
■y  in.  Turgent  in  palmite  Gemma.  Tet.Tìc  Gemma 
orientalfie  forila  itauro.  Di  Gemme onentab  incoronata. 
Sen^fiarpraiofifim^aGemnuanetto.  Etlechiomehor 
auelte  m perle  fi' n Gemme.  Et  le  Gemme,&gli  fcepm.et 
le  corone  E'I  uetrof’l  legno  fihe  le  Gemme, & toro.Tig  fi 
partì  la  Gemma  del  fuo  naflro.i  del  fuo  tuogodoue  era  col 
locata.  A R 1 .qual  Dipinto  netto  a Gemma  pretiofa  Gem 
me  canate  a^rre,Merdi,roggie.  Gemmati  palchi. 

Ingpnmarei  ornare  di  Gemme.Lat.gemmuomare.D  a n.  114» 
Che  quefla  gioia  pretiofa  ingemmi . 

Naftro.  Lat  amenti,  è la  cordella, doue  fia  la  gemma  attac 
cata.uedia  ■ ^q^.anxt'Hf  Siro  è ogni  cordella. 

Gioia.  Lat.gfma.  l nome  generale  di  qualunque  pietra pre 
tiopt.  Dan.  Ben  fupplico  10  a te  uiuo  T opatio,Cbe  quella 
Gioia  prctiofi  ingemmi.  B o c.Gioie  nobili.  Care,  Carijfi- 
me.  Bette,  Ricche . & quando  dinota  allegrni^  piacere, 
ueJifittoyenere.BtM.UGioiedegbamanli.  ^ 

iUzàntho.LM,Hyati>ttHf.ipietrapretiofafimileaU’A-  . 

y ttq 


% -t 


Tcrr*  ELEMENTI  Terra 

methySio.  Ari.  Ferde  fmcraldo  con  fUuo  Hiacinco . > o unfoh  pCT^  detto  da  rompere , lat.  rnptt 

Macigno,  lat. moUris,i  pietra  da  maciaare,& per  mura-  abjiijia.  Dan.  D’ua  Honihtonamfaua  un'altra  fibeg- 

recdifiai.B  oc.  Ma  eccidi  qurftt  Macigni  figranquan  ita.  Ch'era  Bonibiofijlretto^  malageuolej.nodojò,e)' 

litàicheapponoièpocopre:^^^-^  * n. Tra  due  parai  ifoppolofo.  Ceno  io  piangea  poggialo  ad  un  de  Rotcbi. 

M duro  Macigno. Et  tien  anebor  del  monie,& del  Mari-  Sallo.  Lat.  fixum.  Tbt.  Feceft'l  corpo  un  duro  saffo  a- 
gno.  Quando  fi  Urinfer  tutti  ai  duri  Maffi  DeCaltaripa,  friutto.fonoungranSafSolnunachiufa  Halle  ,onÌefce 

ideila  duri  monticeÙitih'erano  di  pietra  Macigna.A  ri.  SorgaSi  Jlà.  Mira  il  gran  Saffo  tdoue  Sorga  nafee.  fo- 
che non  di  ferro  ha  il  cuor  pie  di  Macigno . ffaie  dipetra  cernì  D 'un  qua  fi  uiuo,  & sbigottito  Saffo.  .Al  pnmoSaf. 

duriffima . fo  delgarxpnbebrco  .lut  non  donne, ma  fontane,&SA  t- 

.^mmaficriare  piale  ammaffare,o  aggiungere,  urdi  j 1 70 1.  » i . Con  parole,  che  1 Saffi  romper  ponno . Se'l  Se^io  onSè 

Mattone . i<«.  later  ,laterem  ,laiere,&  latcresin  piu.  piuchiufaqueJìaualle.Ma  perche'lmu)  lerren  piu  non 
dirarofitroua  nel  gemtmo  ,& nel  datino,  i terra,  oar-  fingiuma  De  tbumoréquel  Saffo.Tuparaéfopofenxa 

gillaeotta  permurare.Boc.nelTu.EtdeeottiMat-  cor  un  Saffo,  yn  Saffo  a trar  più  fcarfo.  Chaunautnà 
tom  fece  fare  belbffime  mura . i Lombardi  dicono  pie-  da  far  pianger  un  Saffo  Deunan  de  la  pietà  romper  un 
tre  colte.  Saffo,  chiara  fontana  Sorgcad'unSaffo  .Cercando  Epe- 

1 14J  Marmo.  Lat.  marmor,&parhcs  lapis.  Vtr.Odi  diaman-  ria,borfoura  un  Saffo  affijo.  D a s. lo  fon  .Aglauro,ihe 
te,  od"  un  bel  Marmo  bianco . Confumar  mài  Marna,  & diuenm  Saffo . & quando  Saffo  dinota  il  fepoltro , ueé  a 

pietre  fatde.Cbe'n  nulla  parte  fi  faldo  s'intaglia  Ver  farà  Mortea  idji . 

Marmo  unaperfonauiua.Che  fai  un  Marmopbidapref  ^ulce,  Lat.  ftlex.  è pietra  dura.V  bt.Vuo  quello  mine,  che  **45 
fo  il  guarda . Fn  corà  Marmoa  pietà  moffo  haurebbe . nel  gran  uecchio  Mauro  Meda  fa,  quando  in  Selce  trasfor 

ebe  facea  Marmo  diuentar  la  gente . Ma  gli  occhi  hanno  mollo . i nerui  ,&  Coffa  Mi  uolje  in  dura  Selce  ; er  cofi 

mrttt  di  fame  un  Manno.  Et  mia  uiua  figura  Far  fenda  feoffa  Foce  runa  fi . 

• un  Marmo.Cbe  mai  più  faldo  in  Marmo  non  fi  jeriffe.  .Ad  Serpentino.  Lat,  ophitet.  è pietra  durifiimaà  color  uerde. 

una  gran  Marmorea  colonna.  Boc.Fna  fonte  à Mar-  Ar  uDiSerpentinàVorpbidoledure  Vietre  fan  de  U 

mobianchiffimo.Fn'arcaàMarmo.DAN.Etlofcaglion  porta  il  ricco  uolto . 

frimai  0 Bianco  Marmo  era  fi  pulito  e lerfo , Che  mi  fpec-  Smalto.  Lat.  encaufium,  idei}  materia  adufia  ad  pingend» 
chiana  in  effo,qual  io  paio.Ficm  al  fin  à paleggiati  Mar  apta,&  à qui  uolgarmente  poi  fu  detto  Ciuchioftroet  per 

nu.  Ar  ì.Oi.Alabaflrop>  d’altri  Marmi  illufin.etquan  materia  dura,  (y- immobile  fi  pone.  P s x.EUntorrual 

do  dinota  bfopoUro,uediaMorie.  mio  cor  penfier  gelati  Fatto  bauean  qua  fi  adamantino 

Margarita . Lat.  & unio , è nome  à perla  pietra  pretiolì . Smalto.Lafciando  comefuol,  me  freddo  Smalto . Fedcte, 

D A ii.TerentrofeCetemaMargaritaT^riceuetteiCO  che  madonna  ba'l  cor  di  Smalto.  Quefto  mio  corà  SmaU 
me  acqua  ricepe  Raggia  à SoL  Et  i nome  proprio . to.I  con  & gli  occhi  baueafattiàSmalto.  B o c.  Doue 

Perla.  Lat.urùo.i gemma  àmoltabianchexKa,&dibuou  tuttala  troiana  rouinaera  Smaltata.  Vu.Fn  farfotto 
Malore.  P s t.  Varea  cbiufa  in  or  fin  candida  perla . Qual  intorno  al  collo  tutto  Smaltato  à fuccidumeàdelì  coper- 
fu  le  treccie  bionde  ; Ch’oro  f orbito  je  Verte  E ran , Verte  A *»  à malta.  Dan.  Fenga  Meda  fa  ,ft'l  farem  à Smal- 
to fe  uermiglie.Mmor  fra  t herbe  una  leggiadra  rete  D'o-  to . Colà  àntto  fopra  il  uerde  Smalto  Mtfur  mofiratigU 

ro,  e à Verte  tefi fitto  un  ramo.  Et  le  chiome  horauolte  fiinti  magm  ,idrii  fopra  il  prato  pereffer  duro, onero 
in  Verte , e' n gemme  Di  cinque  Verte  orientai  colore . Et  ornato  à fiori , & cCherbe . Q^nt’i  meflier  infin  al 
d' diro  ornataecheàVerle,&àoro.FeàMam' arte  do-  fommo  Smalto, idefì  alta  fommità  del  monte,  ouè’l  pa- 

ra, e‘mpcrla,e’nofira.  B o c.Verlegroffiffime.Màftmtl  radifo àlleàlitie. 

nonuedute.  Dan.  CheVerlainbiancafoonieHonuen  Smerzldo.Lat.fmarqgdus.cheperufareleparoleàVli- 
menioftoalenofirepupille.  ^ «‘o'hiuUiuscolorisa^Clusiucundior.Tqgmherbasquo- 

ImperUre fi  ornar  à 'perle.  Pst.  Feà  quanta  arte  doraji’m  que  mrentes  frondeis^  deffeQamus . Smaragdus  nero 

perla/noHra.  Ferbo  Icggiadnffimo  del  Vetr.  tanto  tibemius , quoniam  mbil  omnmo  utnàuscompara- 

1144  V'iTopod carbonchio.  Ut.catbunculus,pyropusì gemma,  tumillisuiret  .pnraterea  fohgemmanim  coniuituoculot 

cbeffUndeagùfaàfuoio,ondebebbeilnomepyr,chei  implent,nec  fattant.  Quin  & ab  intentione  alia  obt 
Greci  chiamano  Ufuoco.Verò  àce  UVbt.  Voifiammeg  feurata  ,affeHu  Smaragà  recreatur  aciet , fcalpenti- 

giauaagMiptàViropoColui.AKi.Splendelofcudoagui  bus^  gemmas  non  dia  gratior  oculorum  refeHit. 
fo  àViropo.  Et  i gemma  di  granàffimopreg3so& tara.  P b r.  Fn  Lauro  uerà  fi , cÌk  à colore  Ogm  Sme- 

Porfido.Lat.pqrpbyrites.fipietradurilfimaJ>A  u.Loter  raldo  hauria  benuinto,& flanco.DAU.Voflot'ba- 
ZoVorfido  mi  parea  fi  fiammeggiante.  Come  fangueebé  uean  dinante  a gli  occhi  Smeralà.  FrefeaSmeri^m 

fuoràuena  fbiccia.  A-r  i.  Cbema-idaatrouarVorpbi-  Phora,chefi  fiacca. 

à,&Mlabajlri.Diferpentin,àVorphido.  lat-iopa^.ipietra ,&  remmabeltiffimafi-  tiqd 

Rabii}0,  Lat.  carbunculus . coficbùmatopel  fuerubeoco-  tagliarne  a [oro,  che  acqueta  ogfobridmento,  etiandio 

fore.Vtr.  Et  [altre  care  Cofe  tra  noi , perle  & Rubini,  del[acquaferuente.V*x.Catenaààamanti,&àToa 

tà"  oro.  B o c.  Et  con  un  Rubino  indilo.  ConunRubino  poth. L'auro, &iTopatial  folfopralantue.Scriuoba- 
..  fi  toma  a capi  fua.Fna  bocca  picchia,  le  cui  labbra  pa-  ueaàdiamante,txàTopati.Che  ti'o  ffr  ’^Toputial 

reandueRubinetà.  follo  tenga.  D a u.  Ben  Jùppihe  io  ; uiuo  Topati^  id- 

Rocco  pietra  fi  faffo  ueà  di  fotto  a Ronchione.  efl  uiua  gemma . 

Ronetuoae,(i-Rpccoipdrteàptetra,ofofft,comeuiu  Tofo.lat.porHs,i.(fi-tofbiuUpù  nrencfiu.Suii.Fnn 

grotta 


Terra 


ELEMENTI 


Terra  157 

gntta  colutane  taf^roTofo . ^ugne  .Lat.angmcuUt  ,Sò ,come  Uà  tra  pori  afcoji 

Vetro.  LatJiUTum.Gr*.hryaùis.  P e t.  Certo  CrtPallofi  Fé  t Angue  .Dan.  Ch'i  occulto  come  in  herba  [Angue . 

tro.ComeRagpodifoltradnceinf'etro.Lapononééa  KkuToI  Marginar  £ogm  MaPm  ,Ìogm  Angue  t'u 
manteca  il  f'etro  f'eggio  di  man  caiermi  ogni  Iperan-  piu  crudcl . 

t^De  [alma  che  traince  com' un  f'etro. Tajia’l  penfier  Alpe  è firpente.Lat.aJbisJdis.ijnePo  piu  pmuoue  al  fuono 
fi  come  fil  in  f'etro.  Hoc.  altrimenti  che  un  f'etro  che  al  uedere^  dieeji  Afpeforiofi  Ajpulo  jòrdo,non  perm 

fercopo  ad  un  muro  tutta  faperp^ftHritolò.'Hsn  al- 
trimenti li  lor  corpi  nafcondeua;the  haurebbe  una  uermU 
giu  ro/d  un  fottìi  f'etro . Egli  auuenne  tra  [altre  uolte , 
che  una  mofea  (òpra  il  uifo  muetriato pigli poferet  nel  La. 

Etfepuril  uentre  ha  la  natura  muetriato.i.indurato.parm 
landò  delle  donne  Jicrili.S  un.  Et  colonne  ^di  traflucido 
yetro  che  fofteneuano  il  non  alto  tetto . Et  quando  fi  pone 
inneceéuafo.P BT.Elnpicciol  f'etro  ihiudcr  tutte  le 


che  fia  fordo,ma  perche  fa  fondo  j.morto  colui  che  da  epo 
i ferito;  & perù  Latim  [appellano  jòmniculofa  affis,  per- 
che a chi  f erif ce  induce  jonno  mortifero . 'Pipilo  jeriue  che 
morta  la  fua  compagina  cerca  m ogni  luogo  [occifore  fen 
temere  di  cofaalcuna.  P e t.  Che  fol  trono  pietà  forda 
come  Alpe  Mifero.Etgli  Ajpuli  incitar  fanno  in  lor  note. 
B o c.  Cofi  alle  parole  l'orecihi  chmdendo,come  [Affido 
al  fuono  dello  incantatore  .La. 


acque .Spengalafetefuaconunbel  f'etro. yiè  piudol-  Bafllifco. il4t.  baplifcuSt^ catobicpett.  S an.Ei  frguoun 
cep  troua  [acqua , e'I  pane , E'I  f'etro , e’I  legno , che  le  Bi^ibfco . 

gemme, &l'oro . Bifcia.  Lat.anguii.ferpenoto.  Dan.  Daquella  parte  era 


Zatiro,  0 Zapbiro.  Lat.japh'pus . i gioia  tri^arente  ,&di 
colore  purpureo  tt^urro  fimila  quel  del  culo,  & piace 

mirabilmente  alla  uijla , onde  il  torli  ne  conforta . P e T. 
tf  auorio ufeio, & pnePredi Zapbiro. Dan. Dolce  co- 
lor ([orientai  Zapbiro . 

y E L Eti^I. 

1 147  Vc\eno,& yeneno,Tofcoaiuelenare,& Animaliuelenofi . 

Veleno, dr  yenenu.Lat.uenenum,aconitum,&  antidotum, 
i rimedio  cantra  uelcnofiueroueleno  cantra  ueleno.  Pet. 


una  Bifcia  .Forfè  qual  éede  ad  Eua  il  cibo  amaro . Come 
le  rane  innanzi  nemica  Bifiia  per  [acqua, fi  dileguan 

tutte ,Fm  eh' a la  terra  ciafeuna  S'abbica . Maremma  non 
tred‘10  che  tante  ribabbia  Quante  Bifcie  gU  hauea  [opra 
Ingroppa.  A a i.Comeialto  uedendo  aquila  fuolejcb’er 
rar  fra  [herbe  nijio  habbia  laBifcia;0  che  fiia  fopra  un 
nudo  faffo  al  fole  Doue  le  ^glie  d'oro  abbella  & lifeia , 
iqqn  apaUr  da  quel  lato  la  uuole  One  la  uelenofa  foffla  & 
flrifeia  ; Ma  da  tergo  [ adugna,/àr  batte  iuanni  Acciò  no 
fe  le  uolgarenonfazptnni. 

Che  di  dolce  yeleno  il  cor  trabocchi . Per  quel  ch’io  /òtto  Botta,  altrimenti  Ro^.LatMufo,&  Rubeta.  V i R.Iuuen 
al  cor  gir  fra  le  uene  Dolce  yeleno . Et  mandale’l  yenen  tusq;  cauli  bufo . & luuenale . PorreQura  uiro  mifeet  fr- 
eon fi  dolenti  Penfier . Tfe  cor  gonfiati  1 fuoi  yenemfrart  tiente  rubetam.  B oc.  yru  Botta  di  marauigUoft  grana 

ti . E’I  gran  tempo  a gran  nomi  igran  yeneno . B o c.  de;^,  del  cui  uelcnifiro  fiato  auifarono  queUa  faluta  efie 

Che  neU’Oro  alle  menfe  reali  fi  beuta  il  yeleno.  Amorofo  re  uelenofa  diuenuta.  A ri.  Et  hauea  nel fuo  feudo , e fui 

yeleno . & nella  F i . y entree  y eleni . cimiero  ytia  gonfiata, e uelenofa  Botta . 

\eìeao[o.LatJienenofus,uenenifer.V  ir.Sonpermeacer  Cencrì.Lat.cenchris,dit,fonoferpipiinteggiaiidipunti.fi- 
bi  & yeleuofi  frecchi.  Con  fue  fatue  yelenofe  & empie . nuli  al  granello  del  miglio  cofi  dette,percbe  Cicron  in  gre 

B o cyelenofa  Botta,Serpe,Saluia,  Linguayelenofe  Her  co  figi^ca  miglio ,uanno  a dirittura,ne  fi  torcono  come  le 

be,Radiciyelenofr  fu^y  elenifero  fiato . altre  ferpi.  uediadAmphefibena  <11148. 

Aueknicz.Lat.uenenata.Boc.AcquaAuelenata. Pet.  CenRe.Latfonoferpinella Libia, lequab hanno coma,cofi 
Col  ferro  Auelenato  dentro  al  fianco . dette  cerai,  perche  cerai  fignifica  Como . tir  dice  fi  quefre 

Autlcnare . Lat.uenenare  .B  o c.Tum'hai  auelenato.  coma  fono  crine  aUe  fune  infernali,  onde  Dan.  Etcon 

Tofeo.  Lat.  toxicum , eh- pigUafi  in  genere  per  ogni  ueleno,  Uidreuerdifiimeeran  cinte  ,SerpenteUi;  Cerafle  bauean 

P E T.  i/  rider  doglia  jl  cibo  afremiojet  Tofco.Pur  non  fen  per  crine . 

tifli  maimioduroTofeo, 

Attofiicare.da  ad  tr  lofio.  Lat.  aueneutre , ex  tofreo  infice- 
re.D  A N.  Se'lcielgliaddolcia,o[infemogliattofca . 

Argento  Solimato.  uedi  <1 1 1 ; 5 . 

AVJMALl  yELETipSI. 


1 148  Atxphefrbene, Angui, Afridi,Bafilifcbi,Bifcie,Botte,Cen- 
cri , Cerafle , Chelidri , Colubn , Drachi , Hidre , lacoli , 


Cneìidri,  ferpi  cofi  detti quafi  Chcrfydri,percbe parimente 
habitano  in  terra,  & in  acqua;  eìr  eberos  frgnipea  terra  , 
eh-hyderacqua.D  AN.uediadAmphcfribena. 
Colubro . lat.  coluber.  0 a n.  Piangon’ancbor  la  trifra 
Cleopatra,  Che fuggendogtinnanzidil  Colubro  lamor- 
te prefe frubitana,Zr  atra.  A a i.che  di  Milano  Farà  [ac 
quiflo  ,&lfiegherài Colubri,  Che nonpotrutn  lifquali- 
di  Colubri , 

Pbarce  ,Prefrer , Pytbone , Ro^i , Scorpioni , Serpi,  & Dngo,Dracone,&  Dragone.Lat.draco.  yelenofò,  Mortife 
Serpenti,  ro,Cnfiato,Squamofo.  P e x.yrtar  come  Leoni, & come 

'Amphenbena.Idt.  ó-amplnfibana  ba  duo  capi,  uno  doue  Draghi  Con  le  code  auincbiarfi.  B o c.  San  Geòrgie  fcri- 
uaturalmentedebbebauere,  [altro  nella  coda,  Alberto  re  il  Dragone. D a n.  Sopra  le  fpalle  dietro  deUcoppa 

magno  mega  queflo  hauer  duo  capi, ma  ferine  che  cofi  pa-  Con  le  ale  aperte gb  giaceua  un  Drago, 

re , perche  per  grande  mobililà  delle  cofìe  falta  da  ogni  Indracare.  Lat.  draconiiperfbnaminducre  ,cioècomedraco 
f arte,  l' tui  u’^no  uccide  in  tre  bore.  Dan.  P,unonfr  farfr fuperbo,& crudele. D an.  La  rracorau  febiatta 

nanti  Libia  cam,  *rena:ChefeCbelidri,Iacob,&Pba-  che  sindraca  Dietro  a chi  fugp , 

ree  produce ,&  Ceneri  conAmpbefibena , Hidra  é ferpe  che  babita  [acqua,  cofi  detta,percbe  hyder  m 

AagueJM,  è Serpe.  P a J, "Punta  poi  nel  tallon  dunpieciol  greco  fr^pea  acqua,&  di  quefìifrdice  le  furie  mfemali 


1 '■ 


1149 


Iljo 


i 


Tcrr* 


E L E M 


Terra 


efier  chttr  .Dxa.Che  con  mire  ueriijime  era  cinte . 
Lei.  Uydra^  byirHsiidi  faniiu/Je  nufcnlut . 
lacol  i fotfo  fèrpi  coj]  dctli,  pertficPigiiifj  di  Dardo  fi  ian- 
uam  da  alberi,  & ftiKvio  le  membra,  tir  Latim  chia- 
mano laailum  il  liatdu.D  X n.  nidi  ad  ,Amphefibena 
a 1 1^8. 

Plurt'C . Lat.  fharias . forai  ferpi , iquali  nanne  con  la  coda, 
nelrejìo jòno  elenatidaterra.V)  xn.uediad  ,4m- 
fbrfibriu . 

1151  Pitbonc.lat.pytbon.èferpfte  fmijitraioche  fu  nccifod’,^- 
foUo.  eSr  di  qui  trajieru  origine  i giuochi  nominaci  Tithif . 
uedta  Daphne.  K %i.  Il  maggior  che  mot  fofie, e lo  piu 
barrendo  ; Quel  Tilhon . 

prefter.  l^t.  pralicr,  ^ dypjade.  inette  di affiide  ; ilquale 
uà  fernpre  a bocca  aperta óir  fumante , fa  gonfiare  il  cor- 
po punto  da  lui,  & quello  crepato  dopo  il  gran  romorepu 
trefa.  ucdi  a Sabelto , tra'Hsjfidto  che  far  punti  da  tal 
animale  a ipt. alluogofuo. 

Salamandra  animai  uelenojò,  uedi a i ^^y, 

Scorpione . Lat.  feorpu  .Dan.  Cb'aguifa  di  Scorpion  la 
punta  annaua.  B o c.  T emperante  .Apollo  i freddi  uelem 
di  Scorpione,  meta  perla  {lagum  del  uemo.  A m. 

Serpe  nel  genere  fem.Lat.ferpem,anguii.  B O c.Et  non  co- 
lomba, ma  uelenofa  Serpe  conofeendo . Santa  f'eriduma  , 
che  da  beccare  alle  Serpi.  P E T.  Orfi , lupi,  leon , aquile, 

. tir  Serpi  .Dan.  Con  Serpi  le  man  dietro  hauean  lega- 
te . Da  indi  in  qua  mi  fur  le  Serpi  amiche  .Ari.  Qual 
Serpe  che  neldbalìarch’a  la  Sabbia  La  tenga  fijia  indarno 
i denti  metta . 

Serpcnte.Zi«  e!r  anguis.  'R  oc.  San  Michele  ferir  il  Serpi 
te  con  la  Ipada,^^  con  la  lancia.  Io  pajfo  di  rigidezza  i Id^ 
bicani Serpenti . T h.  Subito  de  Serpentmi  denti  fi uidcro 
fiorgere  armigeri.  A m,  P E x.  Chc’l  Serpente  tra  fiori  & 
therba  giace.  D a n.  £r  un  Serpente  con  fei  piè  fi  lancia. 
Et  uiJiu  entro  terribile  Sìipa  Di  Serpenti , tr  fi  dtuerfa 
mena . Serpentelli  CcraBe  hauean  per  crine.  Fn  Serpen- 
tello auefo  Ituido  & nero . Lat.  aiiguUului . la  fua  note 
èfibilare. 

Serpere,per  andar  carpone  a guifa  di  ferpe,uedi  a nyi. 
nj*  Sibili.  Lat.  S X K.  Et  fi  fijfi  mi  Ban  gii  accenti  e i Sibili.  • 
Sibilare.  Lai.  & è proprio  noce  de  Serpenti.  San.  Oue  non 
ual;  che  ( huom  minami , 0 fibile . Rifiiondcranno  al  ucnto 
I fibilando. 

.Afiéilare.  S xn.L'unarborperpieticontaltroafiibili. 
Fifchiarc.  Lat.  fibilare.  A ri.  Chi  difiorrefifihiando  col  Fra 
fcbetto.Et  quanto  han  gUallri  a far  mofira  col  fuono . 
fifchio,uedtaiS^.allìu>gofuo. 


.ALBERI. 

Alberi,e!r  .Arbori.Tiante.RamidSroncbi, Rampolli J^ogUe, 
fronde,Frafche,Corieccie,Scorze,Cufct,  nicchi,  Tron- 
thiJiadiii,Sterpi  fierpere,  fraécare,itTaàcare,innefia- 
re,rampoUarejimoudart,auellere/buellere,  fuellere,ra- 
dteare, piantare,  firappare,  diramare , sfoglure , infron- 
dare, sfrondare . 

UJJ  Alboro, .Albero, & .ArborequeBofcm.&quellomafc. 

. Lat.arbor,& arbos.V  i y.  Cb’undegli  -Arbor parca  del 

paradtfa . Schietti  -irbufcelli , ^ uerdi  fronde  acerbe . 

\ Eoe.  .Alberi  .Altifiimi,Fruttiferi^eréfiimi,Ritti,-4l 

tffielU^ronzuti,yiirq,uedtfliidi(e,dimcopiofamemt 


E N T I 

ne  parliamo  .Dan.  lleìlera  abbarbicata  mai  non  fue 
jldMlber .Fanno lamcntiin  fiigh .Alberi Brjni.Si ihe  I 
fuoi  .A  rbufcelli  fianpiu  uiui . yedt  t.Alborche  per  lo  fu» 
moraia.i.labianchezyta. D'intorno  af.Albore  robujio. 

quando  dinota  lo  .Arbore  da  naue.ucdi  aio^o.&.Ar 
boreinuecediLaurofi.Alloro.uediaii^p. 

Arbiifcclli.  è il  diniinuiiuo  di  .Arbore.  Lat.  arbufiuli , uedi 
dilbpra. 

rianta.perfarbore.Lat.TlantJ.PsT.  Tianta  .Alma, 

Febee  fientile.Liggiadra.'HpbilefSiiolta^ile.  & da  ra- 
dice Qjiella  Tianta  Felice  S u bito  fuelfe . Che  gentil  Tun 
ta  in  arido  terreno  Turche  fi  difionuéga.  .Aliader  d una 
Tianta , che  fi  pielfe . F edi  Solon , di  cui  fu  filili  Tianta  , 

Che  t'è  mal  culla , mal  frutto  produce . meta  perla  legge 
che  egb  diede. accioche  da  lei  fierpi  Le  male  Piante, 
che  fiorir  non  fanno.  T enere  Tiantc.  B o c.  Qjianie , & 
quai , & come  ordinatamente  pofle  fofiero  le  Viante  che 
erano  in  quel  luogo.  Lai.  inter  ordinium . & quincutix  e fi  '. 
fiiecies  ordmum  inarboribus  pulcberrima.t^  per  le  Tiau 
te  de  piedb.  ucdi  41461.  ' 

Tiantare . Lat.  plantare.  PsT.  Et  piantou'entro  in  mexpta'l 
cor  Fn  Lauro  uerde.  Cefi  crefca'l  bel  Lauro  infrefea  riua. 

Et  chtl  piantò. 

Ramo.  & nel  numero  del  piu  Rami,et  Ramora.  Lat.ramus. 

P ST. Ramo gloriofo,Bet,Gtnlil,Ticciol,RamiFerdt,  Bei, 
Leggiadri fPrimiJimefiati,  .Amati.Sanli  .T(e sbranco  i 
Ferdij&  lune  fiati  Rami.Dabe  Ramifiendeua.Cb’aiRa 
mi  di  diamantc,&ifor  le  ibiome.  Et  fiorian  per  le  piagge 
f herbe,  ei  Rami . Et  cra‘1  elei  a f armonia  s'intento.  Che 
non  fi  uedea  in  Ramo  mouer  foglia . Et  come  .Augello  in 
Ramo  .Fn  Bamufi  cl  dt  palina.  Lat.  ramulus  .hoc.  Ri- 
cor fe  a prendere  un  Ramo  di  albero  in  luogo  di  baflone . 

Di  oleum  Rami  if  Moro  ne  fece  una  ghirlania.Cb  uccelli 
fu  per  b uerdi  Rami  comando.  Facendofi  di  uarij  Rami  di 
alberi  ghirlande  beUifiime.Dx  n.Cbe  prima  haueale 
Ramora  fi  fole. 

Diramare.  Lat.  deeerpereramos.  è lenoni  ramidagbalbea  1 1 J4 
ri.  D A N.  Feò  come  Lì  indi  fi  dirama  L'obbquo  cerchio  . 

.ifi  diuide,coiae  ramo  d'arbore.  Foce  nuoua. 

Kampo\lo.Lat.furcubis.germen,et frutex.  è U ramo  nuouo  . 
nato  (òpra  il  ueccbio.  B o c.Hauendo  ueduto  dello  bumo- 
re  ifuugiouanetto  Rampollo  di  pero  d* uno  antico,et  robu 
Bo  pedale  nafeen  un  bel  garzone.  A u.Feggiamo  fouen- 
. teauuenire,  che  piu  lofio  fi  ficca  ilgùuane  Rampollo  che  . 
iluecch'mramo . ARi.Et  fuor f acqua  fiicciar  con  piu 
Rampolli. 

Rampollare . lat.frulicare,fruticefcere,pullulare,expuUu- 
lare,germinare,egerminan,prcgermtnarc,exireamitte- 
refitrgeredtducerejemergere.  naie  rifurgere,&  una  cofa  ' ■ 
fòpra  fabra  porre, & aggiuugen  tolto  eb  Rampollo. 

D A v.CbefemprethuomoancuipenfiierrampoUaSopra 
penfiier,dafè élungailfigrio . Fedendoil nome,cbe  ne  U 
mente  fimpn  mi  rampoUa.i.rifurge.  ’• 

Fog}ta.Lat./obum.  P et.  Foglia  Sacrai erde.  Che  quando 
nafte  & muor  ficrj>erba,&  Foglia . un  Lauro uerdejCbe 
perfretUafiagionFoglianonperde.Ch'ifiella  interra, 
t!rcomeinaTborFoglia.Cbenonfiuede-  iraxitmeuef 
Foglia.  Honfiorin  queBeFalb ,oFoi  adfherba . Tdon 
potei  coglier  mai  ramo/ie  Foglia.  Roc  J)i  quella  Saluut 
alfe  una  Fogba.  Tolttma  Foghe  fiefàn,  r i 

ifd^Uart. 


€ 


Tcrr»  ELEMENTI  Terra  158 

Sfogllirt.  Lit.jhnÌATe,iefruttiaTt,&demtufampi>un,  ^nelU.'Ef.CiiperaUmaU  tanto  Radicato.  La. 

Hat  tenarie  Foglie  .Dan.  Terò  mi  di  per  Dìo  ,cbenip  Diraditart.  Lat.  eradicare.eneUere  ,extirpare . B o c.  Bf- 
ifogtta.i.che  fi  ni  fi  ama . fiere  da  total  nenlo  d'innidut  fieramente  ifcroUato , antj 

jj  Fronda, tir  Fronde,  &nelnumerodelpiufrondejirFron  prefio  che  Diradicato.Ter  Diradicarlo,  &■  leuarlodater 

di.  Lat  ./rons,&  fblinm.  P s T.  Fronda  Merde , & Fronde  ra.  meta. 

nerdi.  Sparte. In  ramoFror.difiueruioleinterraJ)tFron  Sterpe  per  la  radtee.  Lat.  flirpt.P  s x.  .Altaderd’nnapian  1 1 
de  il  bojio , & lacampagaa  tCberba.  E’n  tra  le  Fronde  il  ta  ibe  fi  fnelfe  •,  Come  quella  ; ebe  ferro  ,0  uento  Sterpe 

ni  fio.  ebe  de  bei  rami  mai  non  mofitn  Fronda. So  c.  Spargendo  a terrale  fine  Jfioglieeccelfe  ,Moflrandoaljbl 
Vigliare  del  fino  amore  Frondaio  fiorerà  frutto.Si  ii.it»-  la  fina  fipaaUda  Sterpe , 

pieno  di  nerdt  fiondi . Sterpare  Jificauarero  diradicare.  Latxxthrparefiirpare,  à- 

Fron  Je/Jdg  P e x.  Fronde  Honorata,.Altera, Sacra,  Lati-  uellerearadicri  anferre.  P e x.  Che ferro,o uento  jlerpe. 

rea  Fronde . E i capei  uidifar  di  quella  Fronde  Di  cheffie-  uedi  Jilopra . Chet'ba  ihiamato,  acciò  ibe  di  lei  Sterpi  Le 

rato  banca  già  lor  corona . 0 Fronde  bonor  dele  fainofe  male  piante  che  fiorir  non  janm. 

fonti  ..Amo  jbl  quella  Fronde,  ib'iofolamoTupnma  am  Strappare.da  fiirpe.Lat.  Bo  c.Con  marauigliofa  forxa  glie 
mafii . Frondi  yerdidIonorate,Sparte,.Acerbe,  Tenere . lejtrappafie  di  braccio.  San.  Etfterperai  la  Lappola  C6 
.A  ladolceombradeltebeUe  Frondi.So  c.yèrdi  Fron-  le  are fienti  biade. 

di  . Di  quanto  bonore  quelle  Frondt  à quello  Alloro  Suellcre.lat.eueUereAbrùcarefilirpare.perflerpare.Pn. 
erandegne.  fin  che  fi  (nella  Da  me  Salma  adorare.  Et  con  molto  pen- 

Ttonzuto.Lat.fiondofui/ialpicnodifiottdi . B o c.  Fron-  fier  indi  fi  (nelle.  Qjiella  pitta  febee  Subito(uelfi;.Allhor 

VII  Atlori,Cauob,yn  bofebetto  Frorrt^to . di  quella  bionda  tejia  fuelfi  Morte  con  la  fina  man  unau. 

Infrondare  fi  ornar  di  fiondi.  Dan.  La  fronde  onde  iinfionm  reo  erme.  Da  radice  m'baifuelta  mia  pilute.  Che  (uelt’bai 

da  tutto  S orto  de  S ortolano  eterno,  amo  w cotanto . à utrtute  il  chiaro  germe . Ch'ogm  bajio  penfier  del  cor 

Frafci  ila  Fronde.  Lat.  ramului,furcubii.Soc.Tutta  m'auuìfe.i.(uel(e.  San.  Et  non  tardate  a fueliere.  A ki. 
graffiatadaFrafche,&da  pruni. D a n.  fetutronebi  Che  de  Pardon  lo  fucile  ,ecacaa  in  terra. 

HuMe  Frafihettad' una  deste  piante.  & quando  dinom  Diutllere.Lat.&euellertfieuellere^xtirpare.  T tr.  Et  del 
tafoleeochiacciere.  Latjiuga,irumfiffamx^aruni, gorra.  cor  tuo  diueUi  ogni  radice.  B o c.yno  lucignoletto  della 

Media']  00.  barba  del  mento  gli  diuelfi.  Con  le  mani  diutl(e  ungioua- 

Scorza.  Lat.cortexJéer,libri,i  la  fioglia,  0 uefte  dell orbo-  ne  Cornio  crefientein  diritta  uerga . A m. 

rt.&ttlia,a,ila  fiotta  interiore  deU’ albero . & Gluma,  Uuellert,per fueliere,  & togliere.  Lat.  aberuncare/lerpem, 
a, la  fior^ dell'orbo.  P et.  Ma  non  fimpre  la  ScorxA  re.P  E x.  Doldduret^ , Ch'ogm  bafio  penfier  del  cor 
Rimo,ne'nfior,ne’nfoglii  Moftradifuorfuanaturaluir  m'auulfe. 

tute.  B oc.  Le  dure  Scorce  del  morbido  ctrrgio  .Vn.Et  Roncare  Jait.runcareaial  ftirparee/r  tagliare.  Dan.  dona 
quando  dinota  per  meta,  ù (corta  bumana,  ueii  a corpo  a ronca  Lo  Carrarefi,  che  di  (otto  alberga . 

VI  t].& per  lane  fica  1540.  Inntflareaiale  infilare, incalmare.  Lat.ui(erertfiinfirtart . 

Sàmondo, ual fiorgato . Lat. mundatui ,decortteatut,  ér  PsT.DelpettoiOuedalprimolauroinneJlaAmorpin 

excorticatui.  Ari.  Conungranramo  cCalbero  Rpnon-  rami. 

do . Di  che  haue.r  fatta  una  pertica  lunga.  Seme.  Lat.fimen.perU  SemeittefiSemeiixa.SeiaiU  (ua 

Corteccia.  Ut.  cortex.  d medefimo  cb'i  Scorda.  Boc.  nel  Dea.  P s x.  Di  buon  Seme  mal  frutto  mieto,  che  diuirtu- 

A»,  lai  mtfera  Drtope  fi  feriti  da  fattile  Corteccia  copri.,  te  d Semeba  quafi  fpento , meta.  Sìiial  ombra  ifi  crudel , 

re.  le  tenere  Corteccie.  Dure. &nelVH.  le  braedafirom  tbe'lSemeadbugge.L'efca  fulSemecb'egbfjiarge.  Oue 

tni,&i  capelli  in  fronde  trafmutò  con  dura  Corteccia  dnt  (alcun  bel  frutto  iiafee  di  mefia  noi  uien  prima  il  Seme, 

gendorm  S AN.LaCortecciaiunOlmo.  * Boc.CominaàanettarSemeàCauobni.uedialPlndt- 

1 5<  Ctifcio.Lat.eortex.  nauti indecbniéile,  &putamen , detto  re.  D a n.  i/ tempo  e’i Seme  Di  lorSementae&  di  lor na 

daufciolcuatagUU g,perciaibeJicomeSufiioferraUca  fiSmemi.Cb'efier conuieneAmorSementainuoi  (Sogni 
fa,cofiilgufciofidfcrrameéquellocbeuidentro.Boc.  utrtute.  Difiorde  a fi  come  ogni  altra  Semente . Che  fu 

Chrfchiacciauanoccioli,&  uendeua  i Cufei  aritagUo,  per  gb  giudei  mala  Sementa,  éf  quando  Seme  fiàper  la 

Senta  che  infino  a fornaciai  a cuocere  Gifcia  duoua,ir  origmeaiedia  ifóS. 

altre  mille  cofe  nuoue.  lat.  putamen.nit.  Hutaorc  terrefire.Lat.bumor.P  n.Grauidofadi  fe’lter  t «j8 

Nicchio,  i U (corta  di  qualunque  conchiglia . Lat.  oSirea , reflre  Humore . E'I  Troncon  rotto , tJ-  quel  uiuo  Humor 

teSia,  coeblea, coneba.  Boc. Sluefio  nuoTSjcchio/iouol  fecce. DeS Humor é quel  fafio . Cbepoco  Humorgiàper 
picchio . i certa  Cantone,  che  comincia  a quel  modo . continua  prona  Con(umar  nidi  marmi  At  pietre  (alde.  & 

Radice.  Lat.radixfi  daninutiuo  radicuU . & fibra . fono  le  quando  dmta  S humore  corporale,  uedi  a 1 } 7 5 . 

radici  minute  de  gb  alberi. P tr.Credocbe  nel  terreno  Wetdcnaturale.Lar.uiridu  .P  ix.yerde  Lauro, Setua, 
Maggia  Radice,  yien  come  ogni  arbor  uien  da  (ua  Radice.  Bofio, Nerba, Herbetta, Legno,  Foglie,  Fronda, Ra,. 

Boc.  Cumaicattbia  Radia  fece  buono  arbore,  Dandom  mo , Prato , Terrena  ,Riua,Seggio,  Cefpo,'Piaggia,  Ca- 
gli da  mangiare  badici  d herbe , Fatiofi  uenire  Raéci , & mino , Colle . & meta.  Coaferua  yerde  ilprcgioiS hone- 

berbc  utlenofe.D  , N.Ver  le  none  RMciiCefio  legnosi'  Siate  .Ter  far  fimpre  mai  yerdi  imiei  defiri.  Boc. 

per  lo  principio,  uedi  a i6  IO.  L'berbaerayerde,&gra»de  .yeràFroadi.trVrati, 

Radicare.  Lat.  radicare yadicefiere  firmare.  Boc.  la  hrgra  yerdifiimi  Aranti,Ce^,  (fi  Alberi . y erdeper  la  Età, 

liludmianticbijfimo  peccato  de  popoli,  (fi  fi  R/tditata  in  ogioneatii,uedimj  per  la  colore  a i\t.&perl» 


Tefra 


ELEMENTI 


Tcrr4 


fne  a 1619  & in  ucce  di  Herba,utdi  a n6p,  AucUanLliir.  B 0 c.Qiiìmì  in  molte  nerghe  litrgono  ^net 

f'etdiggiare.  Lat.  utrefure,  T E T.  Solo  it un  lauro  tal  fcU  lata.  A M.  Tmte  le  l^igne  di  duellane ^ di  molte  marne 

uà  uerJeggu.  Q^Ua  fronde  nerdeggu,&jcnta  pan.Et  re  i arbori  pane , 

quando' l fri  fa  uerdeggiar  i poggi . Che  1 pròni  rami  f'er>-  Boffo,& Bnffò.Lat.  bnfiiis,  tir  bnxMi.  B o c.  Il  pallido  & 
deggiar.  B o c.f'eggenJoji  nerdtggiarei  colli.  crt^BnJdo.  A n.Viangea pallida  come Bnfio.TH.  San. 

Bimerdire  per  rinculare,  lat.  reHire]ierè,repuUnlarea*na-  Ji  frondafo  Bofro . 
fci,rcnafcere.  B oc.  Il  tuo  iiifr  riifiierdijce  la  mia  ^eran  CzR»gno.lauaJianea^rbor,&frii8iit.  B o c.Et  le  pia- 
SJ4.  P E T.  One  il  pianto  ogni  bor  frefco,  & fi  rinuerde^  cenoti  Cafiagne  difefe  Ì afpra  nefie  fiate  già  care  ad  .Ama 

cjm  fecondo  tlcum  rmuerdei terga ptrfcna  perrwner.-  nlli Scaledi  Cafìagnmolt . P h.  S a n.  'Hpderofr  Cafia- 
dirfei  che  può  fiare,  ma  chi  écepe  che  fofie  nome  dicèdo,  gno.yn  tronco  di  CaSìagno.Cafiagnefrntto^ieé  a 1181. 

& fi  rinuerde.ijè  tanto  frcfcojauo , & di  gran  uigore,  & Cedri,  lat.  citrui.  B o c.  Cbinfo  dintorno  dU  ranci,  &■  di 
forga,noa errarebbe in  tutto .V  a u. Che Siudto à ben  Cedri. & Cedriuoli  fcropnlofi . A m. 

far  gratta  nnncrda.i.rmoua,  Cerro  arbore,cbe  produce  ghumdedat.  cerms.B  o c.  nel 

.ALBERI  T H.Ilrobufio Cerro  turapoco  Cottili Zepbin.'ìislqual 

.A  L B E tl  1 , piano  altifiinuh&ueccbioCerraio  era,  & PI  cfretio  mai 

,Abcto,.A  ceri  ..Allori, .Alni,.Amarami,.Aranci,Uuellartt  i alcuna  feure  era  fiata  adoperata.  Dan.  Con  men  di  refi 

Bti]}i,Caslagni,Cedn,CeTri,Ciparifii,Cpegi,CtSU,Comoli,  fienga  fi  dibarba  robufìo  Cerro . 

Cuprcjji,ùalteri,Elci,Efc»li,Faggi, Fichi, Frafiini,Celft , Cipiritì'oJaU.cyparifiuty&tupreflui.B  o C.Tfel  cuipem 
GtneurtJdalogo,Iiiii,Laun,Mandorii,Melar.ìcifritrrt,  daiefi  mutòd/ancpiUo  Cipanfio.  A m. 
iilmi,hIorteUe,'HalSi,'Hocciuoli,'Hjlcifileafiri , Ohm , Ciprellb.lat.cuprifiui.  Aho,Diritto,Odorifcro,  Dolente, 
Ohm,  Orni,  Talme,  "Peri,  Pefibt,  Tua,  Platani,  Pomt,  Funebre, 'H^ro,Fragile,Silueflro.  B o c.  llluogopteno 


d alberici  Ciprejiu  S an.  Ma  fra  tumnel  mtggp  prefio 
un  chiaro  fonte  l'orge  uerfo  tl  cielo  un  dritto  Cipri  fio  uera 
ci  fimo  ònitaiore  delle  alte  menti,  nehfualenon  che  Cipa- 
rifio  ; ma  (fedir  conuienfi  ) efio  Apollo  non  fi  fdegnereb 
beefierrraifigurato.  ARiJìicamalaa  tronconiera  difuo 
re  Di  Ciprefio;  che  mai  non  fi  rmfranca  Poi  c ha  fenttta 
la  dura  Bipenne . 


Sìuircie,BouerifSaliiefialce,Saliceto,SaltgaHro,Sambu 
cbi,Soueri,Sufim,Tamarift,  /'Uui,f'iti . 
j 159  Abete.l.at.abies,tis.arborrdrtttfiìnno,&femcanodi.PEr. 

herba.  Abete, pòi,faggio,ogcnebro  .Mainlor  uece 
nn'Abae^n  Faggtoam  Tuo.  tjr  ueder  feto  panne  Don, 
ne,&  donzelle,  cr  fono  Abeti,  & Faggi . B o c.  Abete 
piu  bello  all' occhio  che  per  finito  uiUe  .A  a.  Era  pieno 
d Abeti,^  diCiprefii  Diritti  Abete  A ui.D  a N.Et  co,  Ciregio.Ì4f.fera/iu.  Bo  c.  Le  dure  feorgg  del  morbido  Ci 
ne  Abete  malto  fi  digrada.  S anì^wìiu  femta  modo  fi  ut  regio . P h.  Tutte  di  uignefr‘obui,di  mandorli , é Cirrgi , 

dcildir.iifiimo  Abete /tato  a frfienere  i pericoli  del  mare,  di  Fichi  piene . 

AceTO-LatMierfiutuscueris.  S an.  Che  di  fidermt  filo  a pii  Cifto  i arbore  fogliofr  che  m^ce  tra  fafii.Lat.  cifihus. 

d'iitt’Aceio D'un Faggio,d'un’ Abete.ouer d'un Souero . Coriào.lat.comus.  Bo  c.Conlemanidiuelfeuugtouane 
AÌ'DTolat.lauru!,&Dapbttr,ti.uediad  Apollo, douetar  Comiocrefeente mdiritta uerga.  A M.T.Fmtli  d'unCer 

gftmentc  ne  parlumo.é'  a Daphne.  P et.  Alloro  Pròno,  nto  anebor  non  ben  maturi.  Lat.  comum,m. 

DoUcjSuelio.  Fra  due  riuiere  a l’ombra  dun  Alloro.  Or~  Dittcto.lat.da(lili,cariea.t.fru8usfralma  ,palmula . i U 
nata  de  V Alloro.  Coronata  dclC  Alloro . Come  dimanda  frutto  delle  palme.  B o cJIieci  piantomeli  Dattencoper^ 
I dori  amalo  Alloro.  B O C.  Trattafi  la  corona  del[ Alto-  tid‘intorno,tà‘dtfuori.T  H.Dandoglidamangiareradtee 

! ro  Uauendo  luufu  à quanto  honare  le  frondt-dt  quefio  dberbe.tò' pomi  fabialicbi,& Datteri.  Dan.  Cbequìri 

• V Alioiorranodegne.D  AN.L'amatoAllorodaApolla.  prendo  Dattero  per  fico. 

Lauroucà al fuo luogo.  Ben. Allori faui.  EìceJat.ilex.PET.£tfiordicolormille,SparfifottoqueU 

Albore  in  uece  deW  Adoro,  0 Lauro . P E T.  Arbor  uitto-  [Elee  antica.Prcgarpur  cbe‘1  bel  piè  li  premaci  tacchi . 

r riofr,&  trimpbale  HomrSlmperadori,&  de  Poeti..  Eiggio.Lat  fagus.Jcue  pbagut. del  fra  legno  fi  fanno  te  fret 
V Arbor  ch’amò  già  Pbebo  in  corpo  bumanoX' Arbor gi  le.  P s t.  Allhor  mi  jirinfi  a Cambra  d’un  bel  Faggh.La- 

til  ebe forte  amai  mole’ amò.  De ( Arbor  fempre  uerde;  ’ ’ . . .. 

ch'ai  tant'amoMe  l'Arbor.  che  no  jòl  cura  ne  gelo.  Con 
C Arbufccl  i he’n  nme  omo  dr  celebro . 
lido  Alno,èarborefenga feme, dr fengafiutto .i albero fliaòide 
, delquale  1 contadini  quello  efeauando  ni  foggia  di  barche* 


qual  ombraua  un  bel  Lanro,&  un  Faggio.  Lafciado  Chef 
ba, le  fontane je  i Faggi,  dr  fono  abeti, ^ Faggi . Et  farmi 
una  fontana  a piè  dun  Faggio.  Hpn  d'herba,  abete  , pin, 
Faggio,ogenebro.  B o c-Alto  Faggio, dr  Faggi  Altiftu. 
miS  A N.L'ombrofo Faggio. 


taufauioio,&mquefiialberifuniu>trajTnMtatelejerel  E'ico.Ut.ficns,f<tm.&ficulnea.PE-t.Mal  fi  comret  il 

im /4t  r’I n.  t t_.  ■ „ , J - 


ledi  Fetonte. 

Amaranto  Immortale.  Olcaftro  flerile.  Pronulo ^inom 
fi).  Lat.  prunus,dr  pruneolui. 

Arancio,dr  Mclarancto.Latjnalum  medtcum,citreum,& 
malum  aureum  .Boc.jl  luogo  ehiufo  intorno  di  uerdtf- 
fintijdr  uiut  Aranà  & di  cedri  Sion  dAranciAcqna  di 
fior  d'Antnci.  Melaranci,  nedt  pin  bafio  al  luogo  fuo. 

Arancio.  S a N.f'ltimamemeun'alberobellifiimo dAran  FrafÉno.  Ut.  fiaxiuuUngratoalle uipere  Boc.F'nbo. 
ao,&damemoltocoltmatomipareamnaretroncodal  fcheUo  diQjierciiioli ,&di  Frafimi,ef  daltr,  alberi 
leradtctmleprMdeeifiutti^ffinterTa,  S AN.VaUoFntfìmo.  ' 


Fico. Bo  c.Mmuiorb,Ciregi,Ficbi,&Pefibiperlofiut 
to.Lat.  fieuimaf.Cli  frani  Fnhtajpcttati  dal  corba,  il 
corba  m^a  ad  afreturet  non  maturi  Futi, Da  n.  Che 
qui  riprendo  Dattero  per  Fico . Fica  è quella  ebefi  fa  co» 
mano,  che  Lat.  dicono  oflendere  medium  dgitum.  Dan. 
U mani  algò  con  ambedue  le  Fiche  canea  i lo  fi- 
co ficco. 


Cenebro,  , 


Tcn»  E L E M 

C<ftì:bro.lal.ÌMmperut,&  Jkidirata  ,i  facrato  a.  Guai- 
ne. V n.  'Konherba/éete.pin.faggiofi  Gnebr». 

Cclfo,& Cclft. LM. moni!. Dan.  Utlhor ihe’t Geljb dù 
untò  ucmfglio.Itpiacer  laro  un  Viramo a U Celfa . 

I itj  Idalogo  mutato  in  arbori  .Boc.Et  fel  dolente  Idalogo 
fofie  flato  mutato  in  pino,Io  baurei  detto  di  quello  che  qui 
ut  nidi  fofie  Stato  deffo . A m. 

JUce.Lat.ilexdcu.i  arbore  finale  alla  quercia.  A x ì.Di  Fag 
pjir  i Omif  <f  Ilici,  e d^ .Abeti . 

Liueo.Cat.Uurus.  Pst.  Lauro  Dolre,Ciouanetto,Schiet- 
tofi'iuo,Durofi'erde,TrimofieHculto,Cran  Lauro, Bel 
lauro.  Sei  per  uenir  al  Lauro  onde  fi  coglie  olcerbo  fiut- 
to , Slual  uaghrT^a  di  Lauro , o qual  di  mirto . Cbefogba 
tierde  non  fi  troni  m Lauro,  f'n  Lauro  mi  difefi  allhor  dal 
melo . Il  Lauro  fegru  triompbo . Solo  £ un  Lauro  tal  filua 
merdtggia.  Spemi  fono  i miei  Lauri . D'un  frefeo , & odo- 
rifero Laureto.  B o C.  Leuatafi  la  Laurea  di  capo . Lata, 
la  corona  di  Lauro . Fra  uerde  Fronde  della  Laurea  ghir- 
landa . Moro,  & .Albore  in  uece  di  Lauro,  uedi  41158. 

M aio  fino  i rami  de  gb  arbori  ebefi  taglia  il  primo  di  Mag- 
gio alla  uilla  per  portarli  alla  città  dagiouani  dauanttle 
cafe  delle  loro  innamorate , per  un  certo  fegno  é fauore 
amoreuole.  B o c.£/ii  fuorché  fia  tagliato  come  un  Ma- 
io in  fu  la  campagna.  Dan.  DiUdatfiumicellopermira 
re.  la  gran  uariation  de  frefibi  Mai . 

Mandorlo,^  Mandob.Lat.amygdalut.&amygdalum,lo 
frutto.  R oc.  .All ombra  d'un  Mandorlo  danmrfijr'igiK 
tutte  é oboi, di  Mandorb,  di  ciregi. 

Melarancio . Lat.  malum  medicum,  B o c.  Fare  delpm- 
uo  un  Melarancio . I Melaranci  carichi  ad  un  bora  di  fio- 
ri, & di  uerdi  frutti,  & di  dorati  Manci.uedi  difr- 
praatiéo. 

Melo,  lat,  malus.  B oc,  noi  non  apparefle  mica  tajbec,fn 
la  Mela,  come  molti  fcioccbi  uoglion  fare , Meli  fioriti. 
Dia  u.QsalauederdefioriiidetMelo.  Mela  frutto, ue 
dia  1 i8j. 

11^4  ÌAirrx.Lat.myrrht.è  arbore  thè  nafte  in  Mabia nelle 
medi  finte  filue  che  nafee  le  interno . altri  uogUono  che 
nafta  in  piu  regioni  di  Mabia , conciofia  che  tincenfi 
nafee  pia  che  in  una  detta  Sabea , dr  anticamente  fi  fole- 
nano  ungere  i corpi  morti  di  Mirra  per  conferuargli , co- 
me bora  di  balfamo . B o c.  In  una  parte  mi parue  ceno- 
feere  la  piangeuile  punta  della  mutata  Mirra  abomine- 
nole  per  b fuoi  amori . A m.  A R i.  f'ien  per  iMabia 
tb'i  detta  felice.  Ritta  di  Mirrha, e d’odorato  ittcenfò. 
D uìi.MafoliCi>KeufiiLagriiue,drd'aniomo,Et'llar- 
do,df  Mirra. 

Mirrare,  da  Mirra,ual  confemare,percbe  anticamente  foie» 
nano  ungere  i corpi  morti  di  Mirra,  che  bora  fifa  con  bai 
forno  per  tonfrruargb.  D a n.  it  Dea , & Fabi  Hcbber 
la  fama  che  uolentier  Mirro.ijtarro,  perche  fia  tonfirua- 
U,eomefetunge{p  di  mirra. 

Monelle.  Lai.  myriut  arbosadepuitopiarium , dedicata  a 
Venere  .Ari.  Va^i  bofebetti  é foaui  Mori , Di  Tal- 
me,  edameniffime  Mortelle, Cedri,  dr  Manti,  c'baucan 
frutti  & fion, Contesa  in  uarie  forme ,e  tutte  belle . 

ìlÙnQjat.myrtui.  ' a t.  Sìjul  uaghe:^  di  Lauro,o  qual 
di  Mirto . Laquil  d)  ^ notte  piu  che  lauro,o  Mirto,  Te- 
nea  in  me  uerde  fanurofa  uogba . Empion  d bofeo  degU 
tmbrofi Mirti.B^c.uippoggiatoaduno  Uirteoba- 


E N T I Terra  159 

Sloue.  idefi  di  mirto.  P h.  S a n.  /«io  a»  bafione  é nude» 
rofo  Mirto. 

Naflb,  i l’arbore  Tato,  delqual  fi  fa  il  tofiico . Lat.  taxui . 

D uu.OCmfentogbattofu.ueédcomento . 

Nocciuolo,^  Hocco.  Lat.  corybu,  & aueUana  ,i  arbore 
che  fa  le  nacciuolcfi  nocelle.  B o c.  Tra  Obm,&  Hocci- 
uob,&  Cajlagni  comperò . Hoccmolepoi  perla  frutto^ 
dialfuo  luogo,  & ambe  Hocciuob  fimo  gb  ofii  delle  per- 
fitbe,  0 delle  Cirege . 

Hoce.Latjiux,& myriflicaja  noce  mofeata.  Boc.La  fred  1 ifif 
da  ‘>(oce  date  a je  medefima  co  fuoi  frutti  cagione  di  affre 
battiture.  A u.TutteLeuigned'OUui,dré  Hpci.D  a n. 

CoMe  Canima  fi  lega  in  quelli  'HpccbtJ.groppi  duri,  che  i 
latini  diconouucei,ì  nodi  de  gb  alberi  duri . 

Olino, 0/«4,C^  Vliuo.  Lat.  oleata,  oleafier,  & agrippusj. 
laobuajaluatica^ioil'obaflrodrdrupa,t,Uoliuaacer» 
ha.  dr  colymbasfiis,  la  obua  filata,  & acconcia  per  man 
giare . .A  rbore  di  Vallade  figmficante  abondeuobjSima  co 
pia,&  pace  ; onde  coloro  ebe  chiedi  nano  graiie  lUeuang 
andare  di  frÓé,& di  rami  £ Obua  ornati:  benché  delT  Ob 
ualiro,ctoi  feluauca  Obua  fi  coronafiero  in  Oltmpu  1 um» 
àlori,com‘Mifiatele,  Tbnio,  dr  mob’abri  ninfignano , 
drperò dice dPtt.La  Obua ifeccatdririuoUa  altro- 
ue.  "ìign  Lauro  fi  Talma,ma  tranquilla  Obua.  Da  tuiué- 
trice  delle  prime  OUue.  Boc.  Ht  “hro  s’ode  che  le  Cicale 
fu  pergb  VliuiJui  tra  T^cduoli,  Vtiui,  & Cajlagni . Il 
pallido  Vliuo  caro  a VaUade  mobo  di  rami  pieno  fi  uedea, 
dr  di  fiondi  figmficando  con  abondeuole  fegno  i futuri  frut 
ti.  A u.  D A N.  £r  come  al  mefiaggier  eoe  porta  Oblio . 

Traggo  la  gente  per  udirnoueÌle,& quìi  intende,  meta, 
per  la  pace  per  ^erearboré  pace,  com’è  detto.  S AH.  ‘ 
StdieSiatecogberemolenereObue. 

Oltno.Lat.  ulmis.  T.Came  non  badi jòflentarfiuJinxaSen  • 
ga  (Olmo  abbracaar  la fama  mte,Cofi  no  ha  lei  fenxa  me 
^anga.  P 1 t.  Spenti  fono  i miei  Lauri  Jwr  S^ercie,  df 
ObnL  B o c.la  domenica  folto  Fobno  riceueuaifuoi po-  j , 

polaui.  Comefabbracciante  Eliera  auingbiail  robuSìn 
Olmo . P H.  VifOlmo  abifiimo  congiunto  con  le  amithe- 
uobEUere,drconleufiteuiti.Ati. 

Omo.lat.ornus.  A r i.  Hot  éetro  quercia , bar  olmo  ,hor 
faggio  Jior  Orno.Di  Faggi  fi  £Orm,e£lUci,e£Meti, 

Palma.  Lat.  i arbore  i bonorato  di  premio  de  umeitori  ,(V  tiss 
eletto  fegno  di  Vittoria,  onde  Vie.  nelU  Georgica,'Pri- 
mut  idimaas  referam  libi  Mantua  Talmat.& P s Tj'n 
ramufcel  diTalma,drundilauro.Talmaèuittoria.Iui 
ba  del  fuo  ben  far  corona  fiV  "Palma . Hpt  Lauro,  0 Pal- 
ma fina  tranquilU  Obua.  Mille  uittoriofejdr  chiare  Pal- 
me. toc.Vn  lettuccio  di  fiondi  di  Pabna.  Rjigofc  Pal- 
me. A H.S  ah.  La  Orientai  Palma, dolce  , dr  bonorato 
premio  de  umeitori . 

Pero.  Lat.  pyrus.  B oc.  In  un  prateUo  a pii  £un  Pero.So- 
pra  t un  de  canti  l’antico  Pero.  A h.  Di  noà,  di  Peri , (V 
di  Su  fini. 

Pofeo.  Lat.perpcus  .Boc.vd  nelf borio  a piè  del  Pepo 
grofio . Sìmile  piagge  tutte  di  uigne , £ obui , di  Pefcm , 
dinoci. 

Piao.Lat.  phmt,  &pinetum;  il  pinctoJJuogo  de  Piniji  con» 
fiera to  alla  Dea  de  gb  inganni, dr  peri  n^ce  in  luogo  npo 
Ho  & cbiufòteV  confequentemente  piaceuole.  Par.  Oue 
porge  ombra  unTino,abo,od  tmcolU.Md*  loruete 


Terr* 


elementi 


T»rr» 


mftbett,tin  fietj»,KttTino  ,t{e)ihcrbt/ihete,Tiii,f>i*  StInit,ScheTtioLt,Sti>>prtiih<a^cH4pc,  ScffUlOtScrlUo 
f(0,!o«f«fcro.  Bo  c.  Et  feidoUmeldalago  /b/ieflalo  Strame,Ttrcbmo,Tmo^cr\>cui^,yumlo. 
iBJiM/0  i/i  I rà  baurt'i detto  thequtflo.  A m.  Fece  ^nQiìc,Lat.OeiionCt'Hinpbej&fi^ltodelitHitieT^ndjjef 


mettere  le  tomle  jòtto  a i Tini , Tieiio  di  ebeti^ipreffiAb- 
lorie&é  alcuni  Tini,  fi  ben  compofli,  & ordinati.  Eccelft 
Tim.  A M.  S A N.  Et  conpuntate  fo^UeCeccelfoTim,Ca 
TUO  di  dunjìimi  frutti . 

1 1 $-j  Platano,^  Tiauno.  Lat.  Tlatanut  ,famofi^imo jMo  Ro- 
mani, & molto  da  Tintone  amato;  fólto  la  cui  ombra  pia 
tonixauanu i pbilofopbi  Tlatontci .San, Io amemfiimo 
Tiatano. 

Pomo.  Lat . pomumjmaluruAeit  a frutti  a tjBq. 

Quercia  Lar.quercui.  Qjtercia  AltaJ>ura,RioiJafH9^ 
Ja,  Ruuida , jdnnofa , yittoriofa  .P  sr.Secik  Iòni  miei 
Lauri  Jyor  Óar«e,c!r  Olmi.  Boc.  diuercia  altifiima.Ter 
loprimocolpo  non  cade  la  Qjieraa,  Sotto  una  ombrofa 
Sjierna  di  ripofó  ungo . T^elme^o  forfè  di  non  minor 
grandetta  di  queUea  be'l  matto  Enfiihone  uhlb  coniata 
oliente  Icure  Siaua  una  bellifimu  C^ercui  porgente  om- 
bre con  gb  ampb  rami  dt  nouelle  froncb  carichi , & mo- 
firanti  lieti  fegnali  di  copula  prole  Hijierce  Robufle,  Ra- 
mofr  ,&abondantidi  molte  ghiande.  Aie.  Bofebetti^ 


bebbelanotttiadell'herbe,&  dell'arte  del  medicaretA- 
polio  in  guiderdon  della  uirginità  ch'egli  tolto  l'haueaAea  . 
dilaUi/loriaatiì.alluogo  fuo. 

Herba.  Lat.&  laihanon , & olufculum , ìtberba  da  man-  , , ^ j 
giare.  Par.  Herba  Ere  fra,  Verde,  Segnata  .tr  (Herba  : 

Con  lepalme,  & coi  pii  frefea  & fupetba,  oue  da  quel 
piede  Segnata  i (Herba  Cittaimi  fianco  fopra  l’Hcrba  un 
gfomo . Et  de  fra  i fior  tra  (Herba  in  aafeun  prato , Ben- 
ché di  fi  bei  fiorfia  indegna  (Herba . Che’l  ferpente  tra  fio 
ri,& (Herba  g/aie.lniomincmrfi'l  mondo  a uefiirdiHer 
ba . Et  quafit  m terra  d' Herba  ignuda^^'  erma  .E’nuece 
de  (Herbettaper  le  uaUi'Hgn  fi  ued  altro  che  pruina  &• 
ghiaccio.  L'Herbetta  uerdeAi  di  color  mille . Hor  n- 
me,horuerfi,hor  colgo  Herbe  tee  ti,' fiori.  Onnttpbe,(^ 
noi  che’l  frefro  Herbofo  fondo.  Boc.  Het  ba  Verde,  Crfr 
defrnigliorefrierbe  Rugiadofr,tfi  Tafft . Verdi  Herbette 
j.herbe picciole,&  baJSe.  Luogo punod'Herba.  lat.  ben,  ■ 
bofut . Herbaccie , Herbucaedberbe  fduagge . Hfrbaio . 
uedi  (Indice . 


Qjiernuoli.  Con  un  pex-ttp  éQwrciuolchJn  màna.iJbafro  Verde  m ucce  di  herba.  Lat.  uiretum.  P g t.  Fuggii fireno, 
ne  fatto  é quercia.  Trouato  un  bafione  tondo  ifun  Qjier-  ei  Verde . Tfe  giucchi  ho  pur  le  Violette  e’I  Verde . Chi 

ttnob  giouane  fe  nandù  in  camera.  Dan.  Dal  nafeerde  non  ba  albergo  pofi/iitn  l'ulVerde.Verdenatuia'.e.uedi 

la  Quenia  ai  far  U ghianda.  San.  Con  pm  aperti  rami  a iSi6.Verdecoloreailti.&perlagtoutntuteatjf. 

larobufta Sìuercia . &perlofinea  i6t9.& Verde fiumea  loqq. 

Siii(x,&  Sa^.Ut.falix.  LalentaSalice.B  O c.llluogo  Acincho.  Ut.  acant  bui,  i fiore  ,o  come  alcuni  uoglmo 
pieno à Salti i . Tra  Salci nafeofo l'era. K ai. Qual herba  finmle alla  frma bianca  ,altri dicono  effrre arbore  ' 


lido  Salce  al  frmpreuerde  .Alloro 
SaligalVro,^/ii  pertica  é Salice.  Boc.  Con  un  pexta  di 
Sahgajlro  in  mano . ne  te  fri  moderni  fi  Ugge  querciuolo . 
Saliceto . Lar.  i luogo  piem  di  Salici . 
Sìmbaco.Lat.fanSucnt.S  A N.IfronxutiSàbucbicouera 
Il  é fiori  odoriferi  J! ampia  frrada  quafi  tutta  occupaffeno. 

I i6S  Sonoro. lat.  fuber.  S AN. D'un faggio ,d’unAbete,ouer 


ohe  fionfee,  come  le fpine  bumbe.  A r uTianconpiuno 
di  ifiefiiiofi,4cantbi  Le  ftfronne  circondano  e Utraut  Di 

ÌueUi.O  compUfii  iterati,  che  con  tontiTigdicingeaii 
anchifrl  petto  a’ I collo.  Che  non  ite  fan  piu  l'hedere,  o gfi 
jAcantbt.  T-  Che  uqi  gU  roffonuate  la  raéce  Di  Croco , 
yAcanthofrU  7{qrcifio,ff  Qalta.EtdaferailbgnSlro,OÌl 
molle  Acantho . 


dunSoucro.-i  (ombra  degUopachi  Suberi. T.Soutro  Ambroru.Latiberba,&  cibo  éuino,uddi  idea. 


4 


■ • ■■■ 


Aneti  Lat.  anetbum  . i berbadi  buono  odore.  A K i.e  fiiel 
fe,  Comefujferfinocchi,cbuli,  o Aneti . 
KppioXatupium^fr  herba  amara,  hoc. nelAN.  Eico 
piofiAppì  co  quali  Hercele  per  adietro  fidea  coprireifuoi 
capelli,  , , 

Apiailro  b.erba  odorifera,^  alle  api  gratifrimalat-Apia 
firum,Mehfopbjllas,&  M^foptryuon, 
AlfemioJiUt.^b/ynibiumrlherba  amarifiima . P g t,  £V 
tnelamaiv,& addolcir  (Ajfintio.  hoc.U  fortunam’ap 
parecchio  i fuoi  AJIentii , liquali  ame(  mal  mio  grado  ) 
miconuenneguftare.Fi.D  AN-AberlodoUeAjiaitm  ^ 
incorruttibile  .Vigili  Lat.  tùia.  Carpino.  Lat. xfgiaA‘  demartiri. 

San.  L'aUra  era  appoggiata  foura  un  Carpino.  BiCiìicoJjitJ?afilic4herba,&  ocimum.fme  otfimum.i  bera 

ba  odorifera,  Boc.Toi  prefi  un  gran  tefto  diquefri,m 
quali  fi  pianta  la  perfaj&  il  Baftiuo.ll  BafUico  S alerntteu 
no  beliifrmiodmemie& odorifero  mi  A u.E'lcre^' 

Bafibco  ne  i fuoi  tempi  imitanti  i^erofóU  col  fuo  odore, . 
BorraggipÌA^  BorraAaLat.mebfópbylios,i,uelmelifrpby 
/ea.  Boc.  Jljùoloerapienodijronifuti  CauoliAfi’dicoflii 
te  Lattugbe,efré  ampie  Bietole, & ifrnreBorrag^,- 
trdifùtiiliSehertuoleAfi'dimolteaUfetmaie.  A », 
iiema,MÌÌIefeglio,Mortma,'ìiafiurei,  Ortica,  Tapaue-  Borrana  è dmedefimo  ch'iBorraggme.Lat  mrbfbpl^lloi, 
to;perfa;eotcrilAnafProHmcAjBAmeiii>o^bia,R/ita,  hQC,tttantar(acquacmedlaBorranafrunac<ergm, 

^ tettonica. 


corùcofù 

Sufinitaf  fofine  fono  d frutto . lat.  pruHIim , 

h oc. Tutte U uitne S obui, & di mandoli , di Snfini , ne 
teHiantiihinonfileggefufim,maciregiArfiibLD  A n. 
Ma  la  piiggia  contraria connerte  l BoggaccbionileSu- 
ftneuere, 

Tamarifeo.  lat.  myricaA,&  tamarix.  San  FragdeT»., 
marifeo. 

Vìi  no,  tir  Olmo  Vite,  uedi  a gli  fuoi  luoghi.  Rouere . Lat, 
robur.robor,  cjr  quercia  II  forte  & duro  Rouere  ctdHcr., 
tele  confi crato.  Eicolo.  Lat.  grandiferac&  frondopt , lA 


: HERBE. 

Acantho,Alega,Ambrofu,Aneto,AppioKA}fenxp,  Bap- 
bcofiietoUfrioragglm.CT  Borranafietomea,  Campbora  , 
Capello  uenere,Cataputìa,Cbaraua,Cardo,CauoU,  Cieu- 
^ V .Coeco,Diiamo,Ebulo,Eiitropia,Ellera,Eringe,FKno , 
t macchio, Geneflra,Ctrmoglu, Gramigna,Cuàdo,Htde- 
ra,  laccnfò,  lai  tuta,  Maiorana,  Malta,  Mainane frbio , 


• 170 


0' 


Tcrr»  .ELEMBNTl  Tcrr*  ■ i<o 

Btttenict.ljiueHraiti,ri,&TifcMnphiis.hoc.UM-  tKgmriaacbera  e per  Fenili  Spefo  fitrouangli  buomini 

pioftHi-ttomcipkuidimoltemrtù.i^  M.  genult.  F ernie  i un  monte  di  F uno  f. ufo  in  gKijo  di  pira- 

Ciuio.Lu.cardniii^.  B o c.  «/  L A.  £/  done  herbe  uer-  midefi  altramente . Farm  duono  i LcgiFU  efl  herba  ficca. 

dt.tr  nartj  fiori  nelt entrata  mi  erano  parati  nedere.hora  Finocchi^  pergb  occhi.  Lat  fetaicnb , Gr.  maratbron. 

T^ì  .Orti  a,&T  riboli,&  Cardi , & fintili  cofe  nu  parta  A a efnelfe,  come  fufier  Finocchi,  cbuli,  o aneti.  T.  Il 

mtdere.  T.  Carda  Santo,  Bi  nedctio,  Tungcute . faporofo  Finocchio . 

I171  C2UOli.lai.br,^ita,a,foiiolef'trge.Bacihoinoamoralo  Gemeperlaoriginei&gernwiare.nedia  1568. 

delia  figltnolaJiLignrgojrasfirmJtoinformaiFuMa,  ^ Qetcnoglio.Lat gtrmen.nalgerme.T.Quiuicofi comeana  1 17J 
tiratadaljnobeUoiore^tdaUajnadolce^tenédoqncl  tara  piacque  Fnordela  ripa  afi'ma  ombrofa  Qnercia, 
lafia  le  mani  per  temperare  il  fino  arJore,allafi>ie  Baccha  Che  per  coprir  pia  Jk  per  altro  nacque;  L’acqua  che  al  ce. 

ritornato  in  Dio  ut  intero  a gli  ultimi  élctti  ; lUbe  uedea  fiio  alcun  Germoglio  sferra,  E falla  ir  roteando  fia  lapilli 

doti  padre  l iguigojlquale  non  beuea  uino.mofio  a fdegna  Doue  m bel  fimo  fi  diffonde , t(r  fchen^a . 

fece  un  Hatuto  ■■befuoi popoli  non  beuefiero  nino,  ilcbeot  Germogliare  Lat.gcrminare,uemare,puUulare,germina- 
tenendo  egbufcì  fuori  con  la  fUe,&  cominciò  a tagliare  feere,germcnemittere.D  a n.  IDtiiii  germoglia  come 

le  aiti,  diUbe  (degnato  Baetbo  fece  tbe  eoa  la  falce  liiefia  grand:  ffelta. 

p tagbo  ambedue  legtmbe , & cadde  in  terra . Bacihagli  Gincftra  IM.  genifia,  l utrgulto  che  fa  i fiorigialli.  Boc. 
jòprauenne  ,&  lo  legò  alla  ulte, & egli  dato  fi  al  piange.  Et  ogm  co  fa  éfiiri  di  Ginevra  coperto  .San.  ^ua  lun. 

re  delle  lagrime  che  in  terra  caddero  nacque  il  Cauolo.o  gacoroua  ,difroné,&àfioridiGinelire,T.Lahumi- 
uoglun  dir  la  uerga , ma  non  mai  crebbe  troppo  grande  , le  Cineftra. 

tdrqneJloper.beLtuuecomefuaaemicaappnfiogliera:  Gr21nigai.Lat.gramen.B0  c.Tie  in  tutto  il  cuoprePab 
«Jr  di  qui  caufa  ibe  i canali  non  uengono  mai  grandi  quan.  bracciante  Gramigna.  A m.  La  imquiti  da  fe  mede  finta  fi 

do  fino  piantati  appre fio  lauite  ;&perqueflo  anchorfit  filande  piu  che  la  Gramigna  per  grafiiprati.’Pn.  Grami, 
utaapprefiogbebbriachiàlmangiareicauoli,  ofitrbireil  gnofiprati.D  a n.  t'erga  gentil  dipicdola  Gramigna, 
fuo  brodo  per  non  inebbria' fi  fi  come  anchorfit  co  fin-  Umiche  riuufi,  come  é Gramigna  t'iuace  terra, 

pud  primo  dii  .Ago fio  qui  in  V inegta,&in  molte  parti  Hcdcra  0 Helera , tir  H.litropia,uedidifopra  a 1 iqi. 
di  mangiare  i cauoU,  perche  in  taldtfi  fàcrifica  a Bacche  lacenCo.Lat.& hhanus,  tr  cus,ru,  quo  deum  uerurarrmr, 
per  particolare  priudegio;  ipcqfiU  giorno  diSan  Mar-  gp'i  arbore, & herba.  S a ti.lUccen'tendolacaJlaf'erbe 

tinopiucbeintuttiglialtrigionu  dell anno.  Hoc.  il  Imo  na,^  mafebi  Inunfi , con  aUrt  herbe  non  diuelcedaUt 

goera  pieno  di  fronzuti  Cauoli.  Ah.  Conùnciò  a nettar  ràdui.ueibaójj. 

lente  di  Cauolini.  Miiouai.Lat.amaracui.Boc,Liodorifera  Maiorana 

Cocco  i herba  che  noi  chiamiaoio  Grana,  uedi  816,  con  picciole  figlie  tiene  conueneuoh  ffatu  infieme  conia 

I>imtao.LatJillamMf.A  a i.Fofie  Dittamo  fi fitfie  Pana  Menta , A h. 

cca.0  non  si  qaal  di  tanto  effetto  piena,Che  fiagna  dfàn  Menu  berba  nota.  Boc,  nelPA  M.  L'odorffera  Maioranà 
tuefidalapiaga  reaLeuaogmffàfmo,eperigtìofapena.  conPitciale fogliefiiene conMeneuoliffatij etnia MentaJ, 
LDa'.i.Lit.ebulnm,&  ebulni.  Ari,  efnelfé  Come  fitfie  fi-  Zufuerde . 

nacibi,Ebuli  fi  aneti.  ÌAotàtuJjtJnyrtuffimataf'eneri.Boc.  neltAH.Cbe 

laitropii,^  Hclitroptala  belitropìumuolgarmentetm.  bauendoio  conlafalce  tagliate  fnperflue  Mordru,  fatta, 

rajole.  berba  folarisofnid  fi  cumjole  eircumag/ttfijl  etii  mi  una  ghirlanda . yidt  quelle  di  Mortine  pieno . Come  ne 

gpmma  tefteTbmo.i  berba  che  nolta  fecondo  dgirar  del  liti  afiicani  ad  Eneacotal  frale  Mortine  mi  fimoflri  U 

fide  ; & portatala  aJdofiofa  l'buomo  inuifibile, fecondo  il  chiamau  Dea.&nelTH.Etto  mareje  etti  riut  Monde 
detto  de  fttottbi:/ÌrianAo pietra  fiedi a 1 >41,  uoliéuerdi  Mortine. 

«17»  lilctiidr Helera. Lat.hxderaabbarendofilr^teraabtden  OnicA.Lat.urtUaaburendodettapercbepungefitbrufài  iiqa 
dodttta.diqucfiafifoìtanocoronare  iVoetùP  fc.Qjial  toccandola.  hoc.'Hiun  campo  fu  mai  ficoltmatt,cbe 
^tronco,  e per  muro  Hederafcrpe.Bo  c.ComeCab-  m efio  fi  Ortica,otriboli,o  alcuno  pruno  nS  fi  trouafie  me. 

tracciante  Filerà  auingbìadrobuftotlmo.'P  H.Come  Ol  fcolato  tra  Pberbemiglutri.eb' per  meta,  Conpiupungen 
moauinghiatodaEUera  Ah.  La  uerdifiimaEUera  lena  te  Ortica  s'ingegnò  cf  a ffbgere  tanima  «sm.Fi.Dan. 

ta  dal  fno  caro  Olmo.  ¥ i.Fn  Olmo  conmmo  confami.  Dipemir  fimi  puiffeiuiC  Ortica. 

cbcuoU  Edere.  A M.  D a n.  hetlera  abbraccusta  mai  non  Vipìuero.Lat.papauer.i  berba  ftmsacthiofa.  B o c.T(j 
fueUdMrborefi.  V 1 a.  nella  Buttoltca,lHterui(lricet  qualifòkhifi  uedeanogUaltiTapaueriuitlia  fonili.  Ah. 
bederam libi ferperelaurus.T. Elitra  Citfla,Rebgiefii,  SAS.EtingrancopiaifonnaccbiofiTapauericonlein- 

TaUida,Tcnace,l'/uadèrrante,Serpente . chinatetene.  A a 1. 0 come  carcodi  fiuerchio  humorc 

fsÌageJ>erbaffinofii.Lot,crynge,fme eryngeon.S  AH.'tis  IlTapauerne  fono  dcapo  abbafia .quale il  campeftrt 
io  anebora  celeròduot  la  Hrana  pfitem^  della  fpmofa  Tapauerealarofa. 

Eringi, notiffima  berbanenoBri  lui,  la  ràiticedellaquale  terf3LLatfimaracus,&  fmfucuifiel fàmpfucus,è herba  odo 
rappre finta  alle  uoUe  fimdttudine  del  fefio  mrtle,&  femi  rifera.  Boc.  Trefe  un  grande  e!r  bel  te  fio  di  queBi , ne 

neOfbencbedirarofitrouaima  fe  per  fine  ad  alcuno  quaifipiaiitaiuilaTerfa,(!rilbafifico,A-ri.l.  Serpillo  ,t 
ftrlbt  del  (no  fefi.  otruemfie  nelle  mam , farebbe  fem^a  Terfa,  e Kofe,  e Cigli , e Croco . 

tnbb»  fortnnattfiuao . Pro\ùnc2.Lat.umca,&peruinca.Boc.Etflmra  efieuna 

ftbDO.  Latfamum. Boc;.  Fedendo  in  una  parte  di  queila  letgiergbirLauUdiTroumca.LaKBacenleggiadntU  , 

■Mtt*  fienoinquella l’andtai^fcondere.  AAi,Haper  gMamia di Tratdm*  toftrt4.Att. 


f 


Terr*  ELEMENTI  Terra 

Rarnerino.  Zjit.rcftMris^  nfituirìnuSiet  libaaotis^  Boc.  nfatUt  CtifòothtO/  Ci^liOf  Hiacisuoi  Ltgujìro,  *Ì^JrcfpCf 

luU  A u.EttKuimpiualtoramocoHtJirctufogUeilRi-  Kofe, l'iole. 

merino  unica  molte  cofe . Flora  Dea  de  fiori  altrimenti  doride, & Zepbiriu.lot.Floa 

^ubbit,oRobLia.Ut.eryihrodanKS.èberba  nota, che  ra,Cloris,&Zephyntn. 

il  iolore  rofìo  .Boc.  Ullbora  rafia  diuenne  come  Fióri  trafmutati . .A cantho  in  .Aiace , Adone  in  Ama^ 
rMij  . rantho , Aneto  m Cluia , Croco  m Vgrcifio , Tapauero 

U75  SiUiii.Lat.èherbafamJpma.'Boc.Algran  ceflodiSal-  inHiacinto. 

uit  nuolto, di  quella  colfeuna  foglia  ■ La  Saluia  netta  be-  Tomona.  Ut.  Dea  de  Fiori,  & de  frutti  San.  Tomomha 

ne  I d.  Itti . M olirà  che  quella  Salma  fta  uelenata,ficbe  del  rotte  &^arfe  le  fue  piante,  uedt  a l'ertuno . 

la  Salma nonfuole  auenire.Quiui non copiafo cejio la  cci~  Fiore.  Ut.  fiat.  P c T.Antieo,Gentiie,'Nouo,Tenero,Bei, 


tiq6 


d.i  Saluia  in  pallida  foglia . A M. 

Scnapc.Iat.//iM^K.  Bo  c.LaSenapealnafò  nemica, 
unte  alla  teRa . A m. 

SctT)ì\\o.Ut.ferpy!lus.& Irrpyllum.  Boc.  Quiuianebora 
Jioudaua  d Serpillo  occupante  la  terra  con  fottilifiime 
braccia.  Au.  Ae.ì.SerpiUo,eTerfa,eRofi,e  Cigli, 
e Croco. 

Strame . Ut.  Rramen  .Dan.  Facdan  U beflie  Fiefolane 
Strame  Di  lof  mede  fine . 

Verbena . Ut.  berba  facra . Cra.  periflerton . S a n.  Z4 
rebgiofa  Ferbena , gratiffimo  fàcrificm  a gli  anttihi  al- 
tari ; del  figo  dellaquale  qualunque  suugefie  hnpetra- 
rebbe  da  ciafeuno  quanto  di  dimandare  gli  aggradafie; 
pur  che  al  tempo  di  coglierla  fofse  accorto.  Rat  tenderò  la 
calta  F’t  rbrna . 

Molte  et  qua  fi  mfimtefono  le  fòrti  de  t herbe  non  deferittd  da 
nofiri poeii,diaUunedelltquah  fbuenendomihora  alla  me 
moria  an-.hor  che  jenza auttorità  fieno  non  mi  è parjò la- 
fciarle  fenja  alcuna  annatatume , fi  come  la  medicinal 
Ma.\as.Ut.&  Crcmalachcjei.  Ilmediànale  Mainane* 
fchio.Ut.malope,  et,  alibaa,aUeamm,&  Cra.  byhfcS. 
la  frigida  Porcellana . Ut.  portulaca,pepilon,  & Cra. 
andrathic/s.  Ufhg  da  Ruta.Ut.ruia  i & Cre.  pega. 
non . U uelenofa  Ciciita.Lat.& Gra.ceniou.  Loodori- 
fero  Scrtico . Ut.  mcUlotui  berba  dilla  fertulatamu- 


Fiori  Bianchi,  Gialli,  Fermigb,  Fior  di  bellezza , de  fuoi 
dì,dimriù,de gli  anm  fuoi,  d honefld,it aprile,  di  mille  co 
lori, dì  uirtà,  C <f  armi.  Ilpiu  bel  Fior  ne  colfè.  Fna  piog 
già  di  Fior  fòpra'l  fuo  grembo,  ifioràcohr  mille. Come 
Fior  colto  langue.  Sem;a  Fior  prato,&  feirga  gfma  aneU 
lo.  Hcbbe'l  nome  in  fui  Fior  de  gli  anni  fuoi , Traduce  ber 
frutto  che  quel  Fior  agguagba . Che'l  ferpente  tra  Fiori , 
tir  therba  giace.  Sul  primo  aprir  de  Fiori . Radon  bor  per 
le  piagge  bcrbette&  Fiori . Zephtro  torna  e‘l  bel  tempo 
ritncnaEi  Fiori,&Cberba.A  coglier  Fiori  in  quei  prati 
dintorno . Si  come  fra  tra  Fiori  afeofo  langue.  Le  nuerei 
coinè  Fioretti  adorna.  Boc.  Fior  ègincftra,  Fiorda- 
ranàèCrllomino  ( Ufciamo  llarla  bellezpta  cb'è  Fior 
caduco  ) Fiori  Tor^rini,&  altri . Fhn  Bianchi^enm- 
gli,GiaUi,Cbtrlandcè  uarii  Fiori . Quiui  'Harciflo , & U 
pianto  Adone  ,&f  amata  Cbtia  dal  fblfr  uede , & uede- 
nafi  lo  fuemurato  Htacinto,tT  la  forma  è Aiace,  & qua, 
iunque  altro  piu  bello  a riguardare, tir  è tanti  colori  i dia 
pinta  il  luogo  che  appena  ne  tengono  tanti  le  tele  è Mi- 
ncruafi  i Turchi  drappi.  A M.  A R i Di  cefi  nobili  arbori 
non  fmle  Trodurfr  fuorèquefii  beigiardini,Tqgè  tai 
RofÌA  è fimili  Fhle,Di  Gigli, d Amaranti,  o è Ge finirli, 
Altroue  appartarne  a un  medefino  fole,  E nafta,  e uiua, 
e morto  il  capo  inchini , E come  lafci  uedouo  il  fuo  fleto  U 
Fior  foggetto  al  uariar  del  cielo . 


na,teRelÌnio.  Lo  odon^’Timo.  Ut.  thymui , nel  ihy-  Konto.Lat.fioridus.  P i t.  Fiorito  CaSe,Seggio,'t{ldo,Sta 
mum  .U ampia  Bietola.  Ì4t. ferra,  iiimiir/B4  Aliga.  toj&Ftonta  Etd,Etade,Tiaggla,Fiftj,RiMa.'Boc,Fi» 
Lat.algd:llC3Pi.\\o\enne.Ul.bryon,ealytbitn*,  rkimeli.T.FioritaTntnauera. 
adiantum,pc,iytbricon,&  trKbomane.  U Sempreuiua.  Fiorire.  Ut.  fiorere.  P e r.  Le  male  piante  che  fiorir  non  fàm 


no.  Fiorir  focena  il  mia  debile  ingegno.  E cantar  augcUet* 
ti^  fiorirpiagge.  E fiorir  cobtglioechi  le  camfrigne.L’eti 
fila  in  fui  fiorir  tra  fornita.  Et^rianper  le  piagge  rber- 
bef  i ramiVafliettata  uirtù  che’n  uoifioriua.  B O C.Ff. 
rero  la  lor  etd^rire.  Tm  tbe  mai  fiorifce  latria  del  rio 
Rro  nome.  Bt  tutte  altbora  Fiorite  fi  grande  Aere  per  lo 
tiardin  rendeuano.  Fioriti  Mek.  A u. 


lat.atzoMtrogenneton,  ^ erothalei  Grò.  U Catapn- 
tia  meéanale.  Ltt.  atbir.  cefi  detta  damedict,ma  ddr^ 
tie  del  Thhymalo . Lo  ornamento  de  gli  borii  Charaeia 
cefi  uolgarmeme  detta . G uado  molto  utile  a tintori 
per  mgeroamn . Ut.glaRum  f^eRre,  & Gr.  Ifatim. 
l4  MiUcfoglio,Gr<e.  nnrtophmn.  Il  murale  Vitriolo 
ottimo  per  nettar  iuafifegg^i.  Ut. parieiaria,&  Gru. 

helxme.UlAttuc3.UtURuca.Ul.att\ic3Salua-  Infurart.Lat.omareftonbus.iornaitdefiori.Tzr.  Cba- 
iica . Cra.  hyeracium . Lo  amaro , CF  fano  Radicchio . doma  e'nfiora  la  tua  riua  manco.  Dan.  Diteti  fé  la  luce 

Ut.  àchitriaj&  iniubus.  Il meèdnale  Fumorcrre.l.ar.  onde  i’infiora'Hpflra fiuflamutàiUumina . 
tir  Gr.  capnion,& rapnoi . Il  Petrofillo,  o Trefiemolt,  hfiorart.Lat  dtftorare,ileutreifiori  .Dan.  Morifuggen  njp 
Ut.  olifatrum . io  Spinace . Zar.  ofen  HifbagHum . U do,&  iifiorando  Ugigbo.i.guftando  il  ggUo . 

Citufella,  con  Catule  foghe.  Ut.  oxylapatbui . U mu-  Alifo  fiore.  IM.  liliumatbef^nifita  iigigM  .Dan.  Coro-  ‘ 
rate  Tir  ftuiz  Ut  Tanbcniumi  berba  che  nafee  ne  mn  nati  uenianè  fior  d'Ahfii.  ' 

ri  ta  Cinqne foglie. iat.  peutapbylon.loTiititig-  Amitintho.Ut.ifiorecbemaimmmareifeeatperòidot 
gine.  Lat. planiago . U Bugloflà , ownv lingua bo-  lohmurtale.A  r i.DiGigli/t Amarantbi,OèGtfimni, 

mai.  Ut.  Buglofia.  Auatho  fiore. &herba,uedi a i idp. 

C\iti».Lat.c^ia.fioreincuifutrafin  lata  infelictCli- 
f ioni.  t»m>«pii^d(d*<eano.'B  esc:,  nell’ t^n.Qriiui'Hjrtiflo, 

ìàrilpiantoAdotte,&CamalaClÌtÌaiii  Jòkp  uedtin 
Acamho,Aùict,Al4<>,Amaraiitbo, Cbtia, Crwo,Ca-  gyqndifitma  abondingg, 

, Croco, 


A N 

Ctoco,Lat.  CTOcus,ihefgi:i]ica  il Zaffrano,i  fiore,  & ber 
ha.  A I t.SerfiUo,e  Terja,e  rofe,  eCtgb.e  Croco,  T^fie 


IMA 


in  amerji paeJifZìr  omo  qui  m ìudm^na non  coli  perfet- 
umrme  come  neh’ indie. 

Cito  fino,Lat.cynniafeu  gjryphitton  Unco  Ingrx.nel 
garyepbiUiim,ililuale  i fiore  di  acuiijiam,  cjr  foaue  odo- 
re.Caryiipbilòipvi  qualità  é^clte  di  foaue  odcre.Boc. 
Et  il  crefiio  bajituo  m fuoi  tempi  imita  itti  i Garofani  col 
Jiio  odore.  A ».C5 (àponomofcato,cS-  Garofana to.Uuu. 
che  U cojluma  ricca  ùel  Garofano  prima  difeoperfe  ’blg 
h borto.doue tal fimes appicca.  LabijioriadeUecofe 
OC  i Garofjjii  & come  naftono  & onde  ttcfigono  è ampu 
ne  libri  deuiaggidcl  Giunta. 

lljt  Cciromino  non  ha  luogo  appo  i Latini,  perche  noti  ha 
gran  tempo  cIk  fu  portato  in  Italia.  Boc. Tutte  quelle  ui 
gw  erano  ihiuic  é hofai,&  é Gelfomini.  t hiujeé  fpef- 
JifiimiGelfommi.,^cqua  di  Gelfomini.  Sa  m.  llueU'al- 
tra  bianchegguua  di  Celjomini.  Aki. Di  Citb,d' .A ma- 
rami, ho  di  Geimni. 

CigUo,Lat.lihuin.B  o c .Con  un  colore  nero  di  bianchi  Ci 
gkLeroJiinfu  le  filine,  e i bianchi  Gigli.  ynoàquejU 
Gigli  bianchifiimi  uogbo  aggiungere  a quejlo  utrmi. 
gUo.A  u.DAK.AIorìfuggcndo,  cy- ufiorando  il  Ciglio. 
Vcr.Trala  riua  ilxjcana  , cyl’tlba  e'I  Ciglio.!. tra  due 
ifolette  cofinominate.  Sonopiu  forti  di  gigli , bianchi  e 
turihiniji  quali  nelle  cofè  medicinali  uagliono  affai  per 
molle  iiifermit.ì.ycdi  il  Diofeoride  dei  Maltbioh  nel  pri 
mo  libro  col  fuocomento.  ^ 

Jiigigliarejualfare  uigiglio.TÌA  k.  che  contenta  patena  in 
prima  fingtgliarft  a lemme  ideft  fopra  laM.tn  forma 
di  Ciglio . • c j 

l.iffittro,Lat.ifiore  bianeo,&  che  lofio  cade,  onde  Vi». 
^IbaUgufiracadunt.  P » r.lnquefiihumaniadirpro 
pria  I^Sìri.T.Uguflro,  Tallido,  Bianco,  & Odorifero. 
SAu.Thillida  mia  piu  che  i Ligufiri  bianca.  A » t.Miflo 
color  di  rofc,&  di  Ugujln.fra  infinite  rofe,&  Càdidi  U 
guJbtL'odore  de  i Ugufini  foampimo.ina  dura  poco. 
I^iTcwo,  Lat.narciffui.nalo  di  Ltriope  mmpha , Cy  di  Ce- 
pbifo  fiume  di Boctu,bcllifiimogiouane,del  qual  la  hjlo 
ria  è affai  uolgata, coite  che  fpcccbiandofi  nel  fonte  urna 
moratodife  fteffo intanto focojò  amore  i'accefe  che  ne 
mori,&ficaimerfe  nel  fiore  del  fuo  nome,  ilqual  i giallo, 
cui  crocco  co  le  foglie  intorno  bianche,  et  è da  Theopbra 
ilo  chiamato  giglio.  Pn.Ci  rtofiui  rimembra  di  T^gr, 
eiJfo.Che  diuenne  un  bel  fior  jetnfalcun  frutto . 

«179  V.ofì,Ut.èfiore  di  foaue  odore . yenere  ufeendouna  mau 
lina  nelfiuntar  del  fòle  nel  fuo  giardino  per  coglier  Bo~ 
fe,&  efjendo  fcal't^a  aucnnc  che  fi  punfe  il  piede  negltfpi 
ni  di  epe  Eofe , perche  gli  ufei  UfinguCyil  quale  bagnàdo 
le  radici  ul^toRofàioJeKofepoi  cominciarono  ana- 
feere  roffc.che  prima  tutte  bianche  nafceuano.  efr  da  in- 

diinquapoipertuttoilmondoflfiarfero,VMc.  Rofe 
Candide,ymniglie,Frefilx,Sparfe.Duefrcfelu Rofe  col 

te  in  paradifo.Candida  Rofa  nata  in  dure  fpinc . I uidi  il 
glnaccto,^  lipnffo  U Rofa.  EtleRofe  uermiglie  infra 
U neue.Quand'io  ueggio  dal  del  feender  l'aurora. Con  la 
fronte  di  Rofe,»  co  etm  ioro.Rofe  à uernoja  mera  fiate 
ilghiaccm.B  o c.  "Ipeluifo  diuenne  qual fiefea  RofàcTa- 
a.  ,'ulfihia  rir  del  giorno  fi  mofira.  Com 
pfrefcht,yome  rugiadofa  Rofa  tolta  neWauroraS  nU.tm 


fi  uermiglie,  bianche  dr  noueUe.  Le  latora  di  quelle  tut- 
te di  Rofài  bianchi , ($■  uermigh  ,&  di  gelfommi  erano 
chtufe.Cutte  difpefiijitmi  Ceijorntni,  dr  eh  pungenti  Ro 
fai.A  u.uediatl'indice.  Rojèpotdalucrborodere .uedi  a 
1 3 y8.Efior  medicinale  ey  confortattuo  le Jue  utrtù  fono 
trattale  da  Diofeoride  ampiamente,  cz  Je  ne  irouano  pa 
rimcntedipiu  fortidi  bianche  et  di  rofie  come  jiariatio. 

Viola.  Lat.uacinium , leucou . i fioretto  di  Joaue  odore. 

P«  T..Amoro/étee,  dr  pallide  yiole . Le  notturne  yitle 
per  tepiagge.S'un  paltor  di  yiola,  &d'amor  tinto . Cefi 
rofe  dr  y iole  ha  primauera , e'I  uerno  ha  tteue &ghtac 
do.Moiurilpiejra  t herbe, dr  le  y tote.  Di  rofe  incorona 
ta,drdiyule.  TlfgLotthiho  pur  le  y iolette  e'I  Mer- 
de ,i  parimente  injiromento  da  fonare  che  noi  diciamo 
yioloiii. 

yioXito.Lat.ianthinusytiofaceus , purpureui,  leucamhui. 

Bo  cjitip  H.un  Melodi  colcreyuilatoidefl  di  colordi 
mola.  Et  fcTuidori  tutti  di  \ioìmo  ueftui . ynilati  pe* 
tronciam. 

Ghirlanda,  Lat.ferta,corona;deua  cefi  da  girando,^-  chr  1 1 So 
condando  il  capo.?  % t.  Dtuodc  Lauro  una  Ghirlanda 
tolfe.Et  lajciar  le  Ghirlande  or  i uerdi  panni.  Depofia  ha 
uea  fufata  leggiadria  Le  perle,  & le  Ghirlàdc,e  t pam  al 
Icgrt.B  o c.  Trattafi  la  Ghirlanda  dell’ alloro . D alcuni 
rami  colti  ne  fece  unaGlnrlandahorrtuole  di'  apparen- 
te.Sotto  pompoft  Ghirlanda  deile  jrondt  diTatiade  ue 
dethiamln  capetii,  A u.y nalcggierA  Gbirlandctta  di 
TTouinca.  Gli  altri  fiori  mi  tlom  Ohrlandella.Egù  era- 
no tutti  difrondi  di  quercia  mgktrlaudati.  yfanoigio- 
<*amle ghirlande  in diuerfipaifimalcum  tempi,  ma  ue- 
di  Tlinio  ilqual  ragiona  deU'ufo  di  effe  et  écbiuefoffe 
linuentore. 

Sirte.Lat.nalgioiegorone,ogfiirlande.Ii  A h.  Gridando 
fu  per  lo  beato  Serto.i.circolo.S  a u.Et  omàdogli  le  ramo 
fe  corna  con  Serte  di  frejebe  rofe, dr  di  fiori. 


E R y T T 1. 


frutto,Grano,formento,Biada,Spicbe,  & yua,  Umha, 
.Aranci,.ArmeUtmfior^cchioni,CaLìagne,  Cedri, Ciré 
ge,Comaianghe,Datteri,rHht,Fragple,FSghi,Galle,Gel 
fe,Cbiande,Hpcciuote,tfpit,Oliue,Tere,Tome,Sufnt, 
-dgli,Scalognc,Torri.Cipoìlc  r Cocomeri , Meltoni,Zuc- 

fhe,Baccelli.legumi,Faua;Fagiuoii,Ceci,Lemi,Comino  ■ 
fruttarc,ablomregn*turare. 

TrottOtFrulthdr  frutte  in  genere  diciamo  quelle,ihe  dopo  1 18 1 
mangiare  fi  danno,&  fruita  amo  fi  ufa  in  uerfo.Lat.fru 

{lus.V  I r.Frutto.Accrbofiifialo,MalFrutto,BelFrut 

toMon  in  fui  far  Frutto.Tal  Frutto  nafte  dt  colai  radi- 
ce.On^  s alcun  bel  Frutto'Flafce  dime;  dauci  uicn  pri» 
ma  IfemeJlFruttcdi  molti  anmJDi  bue  fané,  mal  Frut 
lo  mieto.Cbe  dmt  rme  un  bel  fior  fars^ alcun  Frutto.  La.  • 
flerilit,inJacunduj,nonferax , non  buber . Che  t’i  mal 
culla  Anal  Frutto  produce.  Chiaro  quant'eloquentia,  dr 
Frutti, dfi-  fiori.Boc.  Ch’altro  nonteuaffe  atleuar  delle 
laude  fe  nenie  Frutta.Lat.feiunda  menft  .drbellarht. 
Cangiando  anchorghaltnle  Frutte . i^una  cofa  fuori 
che  le  Frutte  re  fiondo  a dare  nella  cena . Fruiti  nuoui 
ttutcchi  uarii,LfuturiFrutttdelkbeflie.Frutita’oxKi  % 
^homer a.  dr  meta  : J primi  Frutti  dei  loro  amori  ddeim 

X 


! 


Terra 


Terra 


ELEMENTI 


mente  fetuirom  ; Buòntfìme  terrt , & di  gran  Fentto,  in  qnefla  materia. 

àoèrtttdita.  Da  K.Sonqueldak  Frutta  del  malerto  D3neTÌ,Lat.da8ylus,fru(}usfalmariim,Bo  c.  dandogli  a 
Tomona  è la  Dea  de  Fratti  & de  Fan.  Dice  Galeno  che  mangiare  radice  d’herbe,T\>mifalaatichi,^  Datteri,ne 

le  fratte  fono  peflifere  magni  temfo,  e jbferendo  una  feb  diiiói. 

brcjaofaire  ch'era  medico  lo  fece  alienerà  guarii-  Vichi, Lat.  B o cjl  corno  mojfo  ad  affettareinon  maturi 
qua!  febbre  gliaemaiogm  anno.ll  Bembo  da  quejto  con-  Ficlii.A  h.  Li  fjiarti  Fichi  ajpctlati  dal  corbo.a  ii6i. 

¥rtgo\c,Lat.fraga,aram.SAu.  Lcriibiconde Fragole.  La 
faccia  nihicoiiJa  come  matnra  Fragola. 
Vun^o,Lat.boteiai.AiLt.Irtlkogo(tocchi,  di  color  di  Fun- 
go Sono  la  fronte  ha  due  coccole  do^o.Sono  i Fughi  ma 


figUo  a un  fuo  amico  in  una  Jua  lettera, 

Trucàtcra,Lat.fruBifer.B  o c.La  Fruttifera  incarnatie- 
ne  del  figliuol  di  Da  ..Alberi  fruttiferi  .Fruttuofe pa- 
role.^ H.Hcé  t Ittàce. 

Fruttare,èfarfeutto.Lat.fruBicefcere.D  a n . Che  frutti 
infamia  al  tradiior  ch'io  rodo.i.che  faccia  infamia.  Si  di- 
fconuien  fruttar  il  dolce  fico. 

Maturare.Lat.&  maiurefcere,uenire y & appropinquare 
maturitaicm,jfSequimaiHrnatem,  tem  maturam  effe 
habere  maturuatem  fuam.mLiare  matuntatem  rei.ual 
abboiure.T.Fruttld'un  Cornio  anihornon  ben  maturi. 


teri.1  uaporofa  della  terra, & mal  Iòni  al  corpo  humano, 
anchora  che  appetito  fi  alla  bocca,  nondimeno  tra  loroi 
prugnioìi  hanno  il  primo  luogo,  h quali  fono  piccioli  jy 
bianchiflimi  & cotti  rendono  quelfapore  comedi  cappoa 
ne  A porcini  fono  pericolofi  ór  tali  dicono  che  furono  quel 
li  co  quali  Claudio  Imperatore  fi  ammaxjà . aedi  Sue- 
tona. 


Si  dice  ancho  matura  [età  degli  huomim,,quando  fono  al  G alla,  Lat.i  il  Frutto  della  Qjiercia  ; o d'altro  fimil  arbot  ( 


la  uecchiegga  per  met.de  fruiti . 

Grano, unii  Bisda.,Spighc,F'ua. 

Ambri,i  frutto  ftmile  all  aiuta , ma  è piu  lòauediejfa  oli- 
ua,&  i grande  quanto  una  mandola  fatuaiica  nafee  in 
Calecut . 

ArìndyLat.malum dlreum,medicum,&aureum.  B o c, 
Laqual  di  rofé,ór  di  fiori  .Aranci,  & d'altri  odori  tutta 
eltua.  -Acqua  di  fiord' .Aranci,  uedt  a 1 160.  L'odore  de 
étti  fiori  è piu  foauedeglialtripna  mefcolato  con  altri 
li  da  la  concia. 

Armcllino  frutto.uedi  ad  .Armellino  animale,  i g 70. 

Boizicchioni/ouo  frutti  inutili  ; che  fanno  le  Qjfercie, 


re.DuK.T  ra  brutti  porci  piu  degni  di  Calle,  Che  daliro 
cibo.Ani  Come dmiamohaueffe tante galle.Boc.  Vor- 
rebbef  far  conbelle  Galle  di  gengiouo.  lo  non  fon  grane, 
cmxtfbn  a fi  lene  ch'io  Ih  a Calla . & Gala  ual  pompa. 

Gallare, & Bare  a gallaa.Sìar  difopra  [acqua  come  la  gal 
la,cbe  è frutto  leggk-ro  Lat.fuperna  flare.fufpéfum  effe. 
D A H.iqon  altrimenti!  cuochi  a loruaffalli  Fanno  at- 
tujfarinmexpla  ca'daia.La  carne  co  gli  uncini,  perche 
Hoiigalli.i.cbe  non  jìia  di  [opra . Di  che  [animo  uofiro  in 
altogalla,i.i'inalga. 

Ceìfe.Lat.moraA  il  frutto  delgelfb  .Boc.Ti  firbo  Celfi 
bianche, t^-  roffe  come  fuoco.  A h .uedi  a tSji. 


quali  pino  pieni  di  acqua,&diuermetti  piccioli,  onero  fé  G bianda,  ^Arrg/aw.  Pi  r.Oi  poucre  uiuande  Simili  a quel 


no  lefufme,cbe  auanti  che  pano  mature  pino  di  dentro 
guaHe,&bannouermi dentro, ór  è l^o.'Prouen‘gale,che 
dinota  baliardo,\cioè  non  legitimo . onde  fi  dice  la  moglie 
far  le  bog^e  al  marito  quando  li  fa  fallo.imperoche  uien 
a fare  atto  non  legitimo , & Bog^  ancho  t'intende  per 
frutti  moJlruofi.Boc.in quel gonjiato,  che  tu  [opra  la  cin 


tura  uedijiabbi  per  certo, che  egli  non  uè  ftoppi,ne  altro  Mela  è ilfrutto,ór  Melo  è [arbore.  Lat.  malum,  & malus 
ripieno, che  la  carne  fola  di  duo  Bcn^cchiom,iheg/a  for  B o c-Alcune  crefceuano  come  una  comune  Mela.Fre- 
f;  due  acerbi  pomi  furono.L  a.  Et  Mandorle,  & Suftne,  fca,&  bella,ór  rhondetta,chepareua  una  Mela  capila- 

Fragole.ór  Bog^cchtoniyA  H.iÌAu.Ma  lapicggu  con  na.tpomo  roffo.Mehper [arbore.ucdi a 1 16}. 
tinua  conuerte  in  Bo^cebiom  le  Sufine  uere.Ec  due  cor  Nocciuoie.lat.auellant.ór  'Hpcciuolo  i[arbore,uedi  a 
ne  bau  fatte  Bot^e.  1 841.Bnc.Com/0d0  à gittar  lagrime,  chepareuano'Hs 

CaAi^CyLat.callanea.Boc.Etlepiaceuoli  Cafiagnedife  ciuole.fi  erano  groffe.Tipcciob  poi  fono  gli  ofll  de  perfi- 

fe  Jajpra  nelle  già  care  ad  .AmariUe.A  m.  Con  le  Calla  chi,odelte  ciregK.uedi  a ìtBq.con  [accento  fu  la  prima, 

gar,crooi  mollo prappatumò con  lui.S a u.CaPagne  OMiii-f'liuiaieé adarboria  116%. 
mod’.pime.CaPagno  arbore ^leé  a i i6o.Lafauola  della  Peto.Lat.pyrum.myrapiumA^  fupcrbnm,è lo  pero  mofea 
CaRagna  e in  Outdio.  tello.Boc.lo  ho  deftderio  di  hauer  diqneQe  Vere . Belle 

Como\ittg2,è  frutto  che  nafee  ne  terreni  aridiaguìfadi  Verirgge.An  uedia  1166. 

mellom,&  è fimile  a una  Cocogga  ,nonèufatadafcnt-  Pomo,Lat.pomum,&mabim.P  1 r.EtfunTomo  beffa- 


tore alcuno. 

Ccdrìuoli.  Lat.necumit.'fi  oc.CedruoUfcropolop,ue- 
dia  lidi. 

C \teg,e,Lat.cerafum,  ór  lauro  cerafum  è la  marafea , & 
amarafium  idem.  Bnc.Et  come  fimi  efftre  la  mia  ufan 


XaleChregienferbo.AH  nrdia  ii6t.  Sono  le  Cirege 
corruilibiTi,&peròtt 


, & però  mal  lane  fi  ne  trouano  di  piu  quali- 
tà/na  quelle  che  hanno  nome  éuiaral'ilx  fin  pcrfrtlipi 


me  in  piu  modi  ór  medicinali.  -Alcune  altre  fi  chiamano  Pomo  cotogno.Lat.malum  cidonenm,cotoneum,&au 
Marine  ma  fon  piu  garbo  e di  tmnot  uirtù,  yedi’Pluùq  remjicomeptrouaper  una  Statua  diHfrcok  trona- 


le  Ghiande  Le  qua  fuggendo  tutto'l  mondo  honora.MaU 
Magia  jche  dal pume,&  da  le  Ghiande.  B o c.  Fronguta 
ghirlanda  di  Gbiandifera  Guercia.  P t .Ghiandaia  è uc- 
cello che  mangia  le  Chiandeaiedi  a ioo6.  A « i.  Senga 
difiernerc  il  pane  da  le  Gliiande.Et  propriamente  Cbian 
da  s'intende  quella  delle  Sìuercie  in  Thofeana. 


1184 


taal pn  C dippe.B  o c.dandolealqninlo  da  magiare  ra 
diri  dherbe  et  Tomi  pUuaticbi.'Heffuno  <6  quefftfortje 
ri  è la  mia  coronala  uerga , ór  il  Tomo.i.per  la  infegna 
regale.  Dan  .Come  al  fantin  fifa/h'i  uinto  al  Tome,  in 
nere  di  pomo.Meìaórmelo  àconoiThofeani  i quali  fono 
parimente  di  pili  qualità jma  le  apphuile  fono  perfettifii 
me  c medicinali  ór  di  fuauipimo  odore  a dicono  die  .Apa 
fio  Clauéo  le  portò  della  Grecia  in  ba. 


L 


Terra 


ELEMENTI 


Terra 


i6i 


ngJ 


nStf 


M imottamrMt  tu  Roma,  dotte  è-fcolpito  mi  pomo  Coto- 
gno con  lettere  di  [opra, che  dicono  mainm  attreitm.  Po> 
mo  Limone. LatMolum  nulSicS.  Pomo  Granato.  Lat. 
malumpiintcum,<ìrmattcormm,la  fra  fion^. Pomo 
Rancio.  Lat  matam  mrdicum, 

A^io.Lat.allcam.  B o c.Qjtandoghmandaaaan  nu^- 
^ di  .A^lifrefchi  piu  beili  della  contrada. S ptccbtati  .A.  - 
gli.  Am. 

Sc2Ìogne.Lat.bnlbns,& paraacarpa.Boc.  Et  talhoraun 
nw^olo  é cipolle  maligte,&  di  scalogni. 

B accell  I fono  lefaue  frefche.Lat.concbii  ti  liti  qua,  f aha  ad 
htic  airidis,& baciHas  il  diminatimdi  bacuium , perche 
fono  a gai  fa  di  piccioli  bafloni , bacca  fignifica  quella 

fronda  bianca  del  grano  della  fami  leuatane  la  prima. 
B o c.Et quàdo gli midaua un caneiiruciio  diBacceOi. 

Cipolla./jr  capaa.B  o c.Qaello  terreno  produceua  Ci- 
polle faniofè.  Et  alcuna  uolta  un  mag^  é Cipolle  malu 
gieglimandauaLe  Cipolle  coperte  de  molte  uejii . A h. 
Frate  Cipolla. 

ÌAiMffcfonoleCipollepicciole  frcpbe  cheuigono  di  Mar 
Xp&fi  mangiano  con  la  mfalata,ueJi  di  frpra  a Cipolle. 

Cocotnero.Lat.cucmner,&  cucamis.e oc. Rotondi  Coco 
meri,^  Scropobifi.  A m . Laqaale  noi  huggi  chiama  mo  la 
ma  del  Cocomero. S a M.L’ajparago,  L'aneto  , e'I  belCu- 
cumero . 

Melìone.Lat.meloduimm.i.ntelo,  es-pepo,peponis,  melopo 
ponei.Boc.  Fot  non  apparafle  mica  [a.bxmfrlamela, 
angi  Capparefle  bc  ne  in  fui  Mellone  ,ib’è  cofi  lungo . Il 
grande  amore xhc  io  porto  alla  uojlra  qi  abtatiua  MeU 
lonaggme.i.gojfitì,ogroffexp:a,ueéa  i iqó.  Mellone  in 
Tbefcana  aonèilpopone,ma  e qaell’altra  materia  grop- 
polofa  che  fi  a/iimiglta  di  langbegg(a  alle  zucche,ptròdi 
teli  BocA  Mellone  cb’ècofi  lungo.  EJsi  adunque  dicono 
popone  £>■  noi  di  qua  pipona.  Il  predetto  Mellone  ha  fapo 
re  di  citruoloj. cocomero  in  Ljombardia,  e il  cocomero  in 
Thofeano  è quello  che  di  qua  fi  dice  Anguria  J putti  fola 
mente  fe  ne  feraono  negioibi  loro,o-git  JpetiAi per  qual 
thè  medicina. 

Vono.Lat  porrumjn plu.porri.S  a c.  lobo  ueduto ineren 
dare  alle  donne  l upini Torri.Quegli  par  che  mal  co 
uofcattoperdx  il  Vorrò  habhia  il  capo  bianco.i.ancora 
che  babbia  canuto  il  capo , non  l pero  i he  la  coda  non  fia 
uerJe,cioe  che  Vriapo  non  fia  fnfto.Cafrtuti  Porri.  A m. 

Zucca.Lat  cucurbita,  & colocjntba,  uulgo  coloquintaja 
zucca  piltiatica,alcuna  uolta  dinota  frutto,  taluoltaji, 
gnipcailcapOyij-ancho  fi  piglia  per  lapagpfrt,  ueéa 
1 978.B  o c.  Et  non  uorrei  Zucca  mia  da  (àle.i.da  ponti 
dhro  il  fòle,  come  fanno  1 contadini, <^r  però  uacua , a cui 
manca queUodidcntro.i.il ceruello.meta . Donna  Zucca 
al  uentoxioi  leggiera  come  è la  gucca  al  uento.  Come  co 
lei/he  poco  falrhauea in  Zucca.i.poco fenno, 0 ceruello, 
D A H.£r  egli  allhor  battendofi  la  zucca.i.il  capo,  che  è fi 
mile  alla  Zucca. 

Cece.Lat.cicer.Bnc.A  tauola  parimente hebbero  del  Ce 
ce,&  della  Serra  Bruno  uedendo  coflui,& parfdogb  un 
Laua  Ceca,  parendogli  un  buoni  da  poco,  aedi  a J 1 
nell' A M.  I rotondi  Ceti. 

’Lentc.Lat.lemxit.  B • r .nclP A t . Le  cieche  Lenti. 

LupinL/»r.Boc./o  ha  ueduto  merendare  le  donne^et  man 
giare  latpim,&  Torri.  . ■< 


Faua.l4r  .faba.  Boc . S'accorfe  ( Abate  hauer  mangiate 
Fané  frefche . Che  Atro  non  chegntare  una  Fuua  m boc 
ca  ALeone,ConlegiafèccheFaue.A  u. 


IH^FRFTTFOSI. 


Tronchi , Falli , Bronchi,  Lentifci,  Dumi, Rubi,  Spine,  Ru- 
fiht,Giunihi,Steccht,ìcufcelli,Fcjluchi,Cijfr,  CiJpugU,Ce 
frui,Sepi,Maccbie,Fraite,Firguiti,Fiiuc,ycpri,Vru- 
m,Sierpi,Triboli,Lappole,  Stoppie,  Tautragge,Strgge, 

T rdeJLegm,  Zocchi,  Ceppi,  Fergbc,  Bacchette,  Bajtom, 

Vali,  Terticbe , S tanghe,  T riboU , Fincajirt,  Fiuti,  Fi 
mi,FnciglL 

TrotìCO,&  Trocone.Lal.truncuJ,è  dfuflo  dell’arbore  fra  1187 
gai  rami.  P • r.'HegiamairitrouaiTronco  ne  fogba. 

Òjial  per  T ronco , 0 per  muro  H edera  ferpe . E’IT  ron- 
coli rotto  , cr  quel  amo  humor  fecco  ,ml  Troncond  un 
Faggio.DAM.k’lTroncoifi  coldolcedir  m'adej.bi,  Cb'io 
non  poffo  tacer.  E'I  T ronco  fro  grAo.Vanuo  porto  tl  mio 
cerebro  laffo  Dal  fro  principio , che'ii  qucSlo  T roncone  j, 
buflo  fèirga  teJla.SAU. Sopra  Carnato  Troncone. 

Troncare.Lat.  iriincare,  auerruncare,amputare  ,fiindere 
in  parte!  per  tagliare, 0 megp^tre  Pur.  Cita  gl' ingrati 
troncar  a bel  fludto  erra.Ma  ta  mo  benjA  tronchi, cr  fai 
hnperfetto.ianterromphlnuideVariltefi  reperLtilfu- 
fo  T roncafle,Mozgare,&  tagliar  epeeJU  •>571. 

Tu{ìo,dafufle  Lat. è tl  medefimo  ih’ è il  tronco  fenga  rami, 
&pmeta,fipigliaperlocorpofenga  iifla,utdia  ijttf. 

Lcnti(chi,Ziir./rnriji:M.s  a k.  Femuanquattro  Satin  per 
una  macchia  di  Leniifchipian  piano. 

Bronchi, £a/.riiou  trafitoretjono  i rami,  onero  bracci  de 
gliafreri.Bac.Etaccomtnandòtunodecapi  delia  fune 
ad  un  forte  Bronco^he  nella  bocca  delio  frtraglio  era  na 
to.Sconueneuoli  Bronthi.L  A.Duti.Cbe tante uociujcifr 
fer  di  que  Bronchi. 

Dumi,Lat.fipiglia  per  ogni  frtno.P  • r. Cercar  m’ha  fatto 
diuerfi  paefiiFiere , & ladri  rapaci,  hifrtdi  Dumi  Sam. 
Mentre  ferpenti  in  Dutmfaranno.TJìumofa  jelua. 

SepeAat.fcpet,&jprs.DA  u.Come'l Ranurrofottolagrà 
ferga  De  di  canicular  tariffando  Sepe  F Agore  pare  Je  la 
aia  attrauerfa. 

Afiitpare.Lat.fipire,uale  impedire  il  pafio.Bo  c.Li  feonuA 
ti  bronchi jcÌk  a non  lafciarti  la  aia  delFufctre,uedereAa 
nauti  ti  fono  afiiepait,i.muolti  a gufa  di yirpe.LA  a h, 
Che'luentreinnangigUoccbifi  l'afj'epajdejl simerpo- 
lu  innanzi. 

MacchiaZor  fenticetum,i  un  cefpuglio  difjiine,  0 uirgulti 
adunati  infieme  quafi  mucchiOfimoltitadtne.Boc.Etec 
co  aitino  a lei ufare duna Maethu  un  lupogrande, 
lerribile.AAi.Cbeptlia  Macchie^  riui,é‘afraeaf!oar 
bori  menax  ciò  che  uieta  il  pafio. 

Immacchiare.LAtjoccalere  mterfentes,  daf condor  fi  netta 
Macchia,  A Kt. E poi  la  demro,  il  rio  ladro  iimmact  hia. 

Fratta.  Lat  ,fentis  carni , i il  medefimo  che  i Macchione. 

S A «.Cacciateti  ladro,  dqual fempre  s appiatta  In  qae- 
fia  Fratta  e'n  quella, e mat  non  iÌorme.QjieUa  ebe'n  mil 
k f 1 luex'n  mille  Fratte  Seguir  mi  fece  amor. 

Spine.Lat  cjrdumMt,luma,&lumetum,lofrinaro.T  t t. 

Bofeo  folto  db  Sptne/n  quali  Spine  Colfele  rofe  IBoc. 
Cogliete  le  roJe,&  lafciate  le  Spine  filare  .Ix  rofe  in  fu  le 


1187 


'Jb.. 


; r->  1 


I i3fi 


1 190 


t 


. Tcrr»  ' E L E 

Spine.  A 1 1.  La ucrgincUa  i fintile  ala  n[a  Che'n  bel 
, pariin  fa  U tutina  Spina. 

Spmufo.  Lai.  C dumofus.  Pir.Fn  per  moHrarqiiant'i 
Spina  fa.  Calle. Boc.S  pino  fi  pruni.  I.  a . 
Giunclii.Li(.iHatHi.B  o c.Ui  Ciumbi  giuncata . &-nclt 
A u.Coininciai a tremare  come  il  molili  Ciuco  niolio  da 
fòaiii  aure.dr  nellaV  t. Come  tremano  1 piegbeuolt  Ciun 


MENTI 


Tcrr» 


nella  cima  certegrappeìle  agutfa  difagiuoli , ofimile  cS 
certe  piite  che gutàdole  fi  attaccano  alle  Hefie,{srih  che 
ftgU  approfiinu  fdellcqkah 'Pietro  Crejccnttonefaun 
capitolo  nel  fello  tibn.T  a T.&  del  mio  capo  mietoLap- 
pole,<S'  flecthi  ionia  falce  adunca.  Bnc.nH  A « . T'(o» 
curerei  di  Lappotefi  diljnne.Sc  n.  Et  flerperai  la  Lappo 
la  conlecrefuntiHiaiie. 


•T 


chilieucmeiite mofiida l'anra.DAs.iìjuJiatjoletta pie  Sterpo, & Sicrpe.lat.tiirps.Vn .Honi Sierpo,nefifiom  1 191 


uà  di  Giuli,  bi  foura  il  molle  Inno . 

Ingiuncare.Lal.iuncoUgcre.P  ■ t.  Mapercbe’lmioicrren 
più  non  s ingiunca. 

ilei  delle  uiti.Lat  capreoU  a cap tendo,  ii.n  uitis  cap,t.& 

Colicub  in  tortus  unii.  Cr.  tSiust  uedi  a t'ite  4 1 1 1 . . 

Stecchi, Lat.quifiiuili£,arum,fiipei,fu!iit , fono  legni pic- 
tioli,&  pungenti  detti  da  S tipiie.V  tr.SOH  per  me  acer 

hi.CT  ueUnoji  Stecchij.Spinc.tt  fcalga  fra  li  Slecdii,.^  Sterpere,uale  fradtcarejo  difcau.trc.uedi  ait%i. 
del  miocampo  mieta  Lappole  èe  Stecilti  con  la  falce  Ccipo,Cefpuglio,CeJlo,Cafpo,uediaTcrraa  1099. 
adunca.Vìen  di  lacci, di  StecihiOAu.'N^  pomi  ti  eri  Legno, dr  nel  piu  Legna,àr  legneamcndendo  per  le  legi 


quefii  momi.lil  cader  J'una  pianta.ihefi fueljó ; Come 
quellaiihe  ferro  fi  uentoflerpc.Lat.ftirpai.  Spargendo  a 
terra  le  fue  foghe  eccelle , Mojirando  al  fri  la  jua  fqualt 
da  Sterpe  jja  raéce.Du  u.è  ripieno  Di  ueU  nofi  Sterpi, 
che  tardi  Ter  loltiuarebomaiuerrebbe  meno.  Et  ne  li 
Sterpi  heretui  perule  L'impeto  fuo.  A t.i. .Ad ogm  Stcr 
po,cbe  pacando  tocca. 


ma  Stecchi  con  tofeo  tdefl  fjiuie.S  a u.Ma  filo  pruni,  & 
Steccbi;che'l  cor  ledono . Capi  di  Stecchi  le  fiorite  piagge 
Stecca,iiinamaggafibauhetta.lat.flipet,talea.B  o c.  Il 
mulattiere  prifr  una  Stecca  prima  affai  temperatamen- 
te lo  cominciò  a battere. 

tuCzelii.Lat.fruflra,^  quisquilia , è ogni  frfluco  di  legno, 
paglia  0 limile.  B o c.  £r  noi  lualadetti  da  Dio  per  ogni 
Fufcello  di paglu , che  ui  fiuolgetra  pieé  beflemmiate 
ìddio.Facendo  cader  petructie,cr  certi  FufceUiiii. 
¥c&aco,Lat  frufirum,i ilmcdefiino ch’i  Fufcello.  B o c. 
nell'  A u.Cofi  nella  fonte  irajpareuano  inoilri  corpi,co- 
me  in  uetro  trafpare  il  tejìuco. 

Vepri, Lai  Jieprcs,er  rubi , fono  pruni  ,0  uirguUi  ffinofi. 
Boc.neir  Au. Come  la  paurofa  lepre  nelle  Pepn  nafeo- 
fa.  Et  eh  f'epri  ripiena,& diTruniéii  appena  porgeua 
altro  indicio,ebe  bora  faccia  Troia.  A ri.  Si  ua  ad  ogni 


da  brufciare.Lat.hgnkm,  & Legm poi  s’tntendono  h tra 
ui  per fabricare  P r r.  se  no»  cb'i  ardo  come  acicfr  larm 
gno.Tantopiu  quanto  fra  men  uerde  Legno  .Fece  di  dol- 
ce fe  Spietato  Legno.CheUgno  uetcbio  inti  non  rofèTar 
lo.CiungenJoLignoalfoco,ouetuardi.B  o c.  louogho 
andare  al  bofeoafar  ucnir  delle  Legna  . Sotto  tl  braccio 
un  falcetto  di  Legne.Si  come  il  uerde  Ugno , che  malage 
uolifiimimett  rieeue  il fuocopna  quello  rieeuuio  poi  con 
férua,Cr  con  maggiore  caldo,&  bgnile.Lat.i  doue  fi  pon 
gonole  legna  dabrujciare,  & quando  dinota  legno  mari 
tinioa  loqó. 

Legnìiaoìo,Lat.faber  ligaarius,carpentariui,  materia- 
nui,iil  maeflro  da  legname.Boc..  Madonna  10  uidiqué- 
fla  fera  al  tardi  a nmpetto  alla  bottega  diquejlo  La- 
gna'molo  nojlro  uteino  un'arca.  Tlanula  ; e finimento  dei 
legnaiuolo  0 marangone  detta  Tiagna  S piagna  fi  pioUa. 


eejfugllofid  ogni  yepre  Se  peruentura  ui  fbffe  coperta.  T ralignare  ifare  di  un  legno  un'altro.Lat.ppagarefiXten 
T.yirtu  che  giace  fra  yepretti  tj  duna.  Lat.ueprecula.  derefrigener4re.DAM..^àdo  in  Bologna  unjabro  fi  rah 
StoppÌ3,Lat.fllpula.è  quel  refiduo  defefluchi,  che  riman.  gna,Quàdo  in  Faenza  un  Bernardin  dt  Fofeo  l'erga  gen 

gonodopoilfegaredelformento.ini.  Hor  con  fugaci  ca  til  di  picciola  gramigna.i  fifa  diuile,  nobile'  famiglia . 

tuifagianfolliConflrepitoufcir  fa»  di  Stoppie  e uepri.  TrahgnarefiediaLegnaggioa  1566. 

O ne  la  Stoppia  a la  campagna  aperta-Stridula  càna , 0 Affe,lat.afiis,& afjula,(!r  afieretfila  tauoU.V  > r.Come 
in  campo  arida  Stoppia.De  1 giunchi , e de  le  Stoppie,  e iP.Afle  fi  irahe  chiodo  con  chiodo.  B o c . Che  oltre  a do 

de  le  eruche . uedendo  rotta  f -ifiejópra  laquale  mefìer  lo  giuàce  te 

VTUn\.Lat.&ruhifintesf})iiie,fonoiuirgultil}nnoft.  Boc.  ncuai piedi,  Mifrla  manoperlorottodeh'.Afie,A  1 1. 
"Hiun  campofu  maifibentoltiuat»,che mtffooOrtica,  Coinedaaflefitrahecbiodoconcbiodo.Et.Ajiefiirani, 
0 T riboh,o  ah  un  Th’uno  nS  fi  trouaffe  mefcolato  Ira  Cher  uimine  contefio, 

he  migliori.QjiafidaTruni,&  da  herbe  éfopra  nate  ui,  Zocco,  & ciocco  non  fi  dice . Lat.cippusligneus,trun- 
rra  riturato.SAu.Et  s'hpaffai  per  Trum  ortiche du-  cut, è un  legno  grofioAfr  non  lungo  finga  rami , 0 bron- 

mora  Le  gambe  il  fanno.  chi.OAu.Toicomenelpercutereégiocchi  arfi  Surgo- 

Imprunare.Lat.prumt  tegere,uel  Ledere,  uale  porre  de  pru  no  innumer abili  le  fauille . 

m.DAu.MaggiorapertamiLe notte  tmpruna  Conuna  Coppo, iilmedLfimo che giocccABoc.Chmifeinnanxfcer 
forcatella  di  fuefiibie  j.ferra  con  pruni  fiir  fpine.  ti  Ceppi, che  liuto  non  hauea  potuti  fpegzare.lji  donna 

Tribo\i.Lat.trfrulifonofruitipugfti,ucéfopraa  Truni,  pareua/ncorpohumano,mapmtefioun  Cepperellom- 


1*0 


119» 


Virgu\tiLat.uirgulta,èilpuliularedimidteuergheiafie. 
me. A * i.Era  in  quel  tempo  mi  una  jètua  onticaD'om. 
brofè  piante  ffeffa  fi  é yirgulti  T.Stegge  Sterpi,  yirgul 
ti,Spini,^  SteciN,Vungenti  f 'irgulti, 


arficciato.Au  1 .Scrini  net  uerde  Ceppo  un  breue  carme  , 
ffr  quando  dinota  cippus.latfrer  lo  fìromeuto,che fi  po- 
ne a piedi  de  prigianen.  uedi  a qj6,&  quando  dinota  la 
famtghafi  confanguimtà  4 i j 


Ku{ch\,Lat . rubirutuati.  Sa  u.Tercbe  Rufehi  pungenti  Tr3UO,Lat.Crabesfiignut,&trabeiJbU,fem.iquellolrgmr 
in  te  éuentano  Siud  Mirti, che  fur  già  fi  rnollifit  teneri,  piu  grofiofihe  fi  pone  a tetti  delle  caj-  A ai.  Laflre,  co- 

RubLZ4r.  Aai. yna  macchia  di  Rubi,ediuergura.  lonne,cT  le  dorate  Tram,tbefnr  inprrgp;pa  li  lor  padri 

l^Ppoìe,lM.lappa^nnberbaacainpimiitiledaqualefa  ^ aui.Et afe  ^ Tram, . 

Tertica. 

a:. 


\ 


4 


% 


I 

i 


I 


^ t Terri  ELEMENTI  Terra  i5j 

Perttca,Li/.e^  alJeraéliis,è  nna  rama  di  albero  lÓga  a gai  Leofario,Upre,ljnce,li(oriio,Locufla,ljirKaca,ljipo, 

ft  (Chiù  lancia , & decépeda  i la  pertica  da  nujiirar  la  Lkpo  cermcrt>Jciartorello,Mallim>,Mólott,Moflro,MH 
terrai  è di  duci  piedi.  A K i.CaniingraHr  amo  d'albe  lo, Or/i,Talafrem,Tardo,Tecora,‘Porco,ViiUe,  Ramar 

ro  rtmondo  Di  che  hanea  fatto  una  "Pertica  lunga.  ro,Ronzino,SalamanJra,Satiro,  Stmia,  Scrofa , Talpa, 

St2Dgi.Lat.periica,He8is,repagiiliim,&  jndeijLlatniicet  Tarlo,Tafio,Tauro,Tigre,Topo,T rotata.  Vacca , VeU 

clatrum.'PefuimJia  flange  che  ferra  la  porta],  o catenac  lro,Vermo,Vitello,Volpc,Ztbe. 

CIO.  B oc.  eh  corfe  agboctbi  dfuobiuin  falcone  jlqua  Atùmil.Lat.Pcr.atmmal  Sdiieflro,TeTreno,'Pigro.Et  p- 
, leneUafk.tfalcttaiiidefopTaunaSianga,Sen'andòalla  che  natnralmf te  l aita  CotraU  morte  ogni  .Ammaher 

Stanga, daue  lo  Sparmen  era,"Helia  camera  nide  un  bel  reno. .A qnalùqne  A.  mmal  alberga  in  terra.  Sono  Ani- 

bflmo  letto,&  molte  robe  fnperle  flangbe.  mah  al  modo  di  fi  altera  Villa , ebe  incótra  il  fai  pur  fi  di 

BalionciClr  Saflonate /tedi a martea  511.  fcade.Roc.lobofempremtefa,l'htamoeffereilpinnobi 

IIJJ  hiCchetta.Lat  urgafi:eptrum,a‘  htMUslabacchettare-  le  atnimatc,cbe  tra  mortali  fojfe  creato  da  Idèo . Aiti 

gale  , & ktndiBa  quella  del  podeflà  quando  Ubera  il  fer  fiduatico.  Alali  Belli,  'Hqciui,Al  nétte  feruiii  a guifa 

uo,&ruès  quelladelgUdiatore,^dclfeniofattohbe  d' Ammali  bruti  ,V>  a K.Taluoltaun'A'iaUouertobro 

ro,er  caduceus  quella  di  Mereuno,tà"  dello  amba  filato-  gha.Su  la  groppa  del  fiero  Alale, Siuattr.0  Aiah  Corona 

re.tlr  tndens  quella  è "Hettuno.  B n c.  hauere  daU'una  tieufiun  èuerdefrÓda.untédendoi  quatito  Vàgelifli, 

mano  un  torcbiettoaccejofaall'aitra  una  Bacchetta.  Ficra,«  fera  J.nt.et  bthia.Pie.Fera  GétilJS  oaue,Vagt, 
Pi\o.-Lat.palus,i  prima  longa  , a èjferenga  é palut  ài,  Afara , Catciata,Qjala,Fere,AllegreMuagge^nel- 
c’ha  la  prima  brcue,&paxiilus  lopalopicciolo  ,fudei,  le^Uueflre,Etditrodjlmioouil  qualFeramgge,  Vna 

is  , lo  palo  acuto,  fubliia, ad  palo  poflonelf  acqua  per  Feram'apparuedamandcflra'.Etlefereamerànoom- 

ot  ponttjteSitat.lo  palo  é ferro,ér  è legno,  prdamemum,  brofe  iialh.Et  le  Fere  et  gli  augelli  d fanno  affrena.Bor,. 

n!rjiatumen,&  ridica  lo  palo  clx  faflien  la  uiteft  tonfiL  Fiera  SelHJiua,FurcSeluagge,&  Seluatiche. 
la  Adi  palo  dotte  filegaia  fune  deUanaue.S  a u.Ergafto  Bcl\ll,Lat.bellua,i  ilmedefimo  che  diale,  sfiora  Boc.Be 
caccio  fuori  in  belTalo  grande,  & lungo,  ponderofa  per  ftia  "Nera,Comuta.Haucdouoghaéprouart(heBeflia 

moho  ferro, &oltroue  Qual  uitc,cbe  per  "Pai  non  fi  Ha  fofieChuomo  I futuri  frutti  delle  Beflieret  BeflieSmar- 

tumina.  Ari  .Sarefle  come  intuita  ulte  in  borro , Che  no  rite.li  cn.Tal  mi  fiacca  la  Brflia  finga  pace.  Vedi  la  Be» 

ha  Vaio  dine  s appoggi  0 piante.  flia;p  cui  10  mi  uolfi.l  h'ode  leBtflu  ,e  le  frafdieflormire. 

Cicmì.-Lat.armido/Cg'  donaxrcis,  & ealamus  la  canna  da  In  fin  a quella  Befiia  maluagiaicóe  Befha,cbe  fitUfitu.Co 

eefcarc.B  o c.Maella  è piu  che  una  Canna  nana  .Inun  mefan  Befliejpauélatett  poitre.Seguendocome  Bejlie 
boccmoloéCàna.Cofitremola,comele  pieglxuoh  Cane  l’appetito, & quando  fignifita  lo  "Pnapodieé  a 1454. 
moffeadogm  uétoAu.  Et  le  loro  liete  fiprédeuano  fron  Bi.{luì\e,Lat.befliahi,mfutfus,ual  fenga  ragume.Ptr.  Che  1 
tguu  Cànetti  P u.D  a u.EtleCannuccie  e'I braco m'on  fupbiacÓdufieaBefiuluita.Bnc.Beflialedluomo,FraH 
pigliar  fi, cb’i  caddi.<!r  quando  dinota  le  fauci  della  gota  cello  Bcfiione,Befitahtàficflialméte!faeflugginedeSe~ 

tteèa  iqiq.&  per  lo  Slromentoda  fonare  a 106.  nefi.D  a uJSeflial  Ira,Vita^egno,  Matta  Befttalirate. 

Ite  M^^sàuoìOtèqneÙofpatio  della  canna,  ebefiatral'uu  no-  BdMone,ualebuomogropo,caproneipecorone,gocciotone, 
do,&  l'altro  A fimiht  Udine  è buccini , che  fimo  le  trom-  & fimdi.Lat . nedtuloAteridnorio,rudti,bardus. 

be.Boc.Et  poi  quefl.1  meffa  in  un  Bocciuolo  di  canna  jH  Imbefliare è coniungerfi  con  befliefi fitrfi  beHia.  lai.  bru- 
laxjando  la  diede  a Guijcardo.  tu  fe  immifiere . D a u. il  nome  di  colei,  Che  iimbeflib 

»1P4  V crga.LatJtirga.Boc.Cbe  uot  tremauate  come  Verga. Co  nei!  Imbelliate  fi  legge . 

certe  Verglx  in  mano, prefalo  gli  diede  una  gran  battitu  BcUu  Lat.DAv."PofiiaghancideAome  antica  Belua-A  la 
ra.'P  I r. Onici  gran  Lauro  fu  picctola  Verga.Mi  meni  Tuttana  de  la  nouaBelua.A  « 1.  Cacciata  ua  lagenerofa 

alpafio  bomai  con  le /ùe  gregge.  Et  con  Pufata  Verga,  Belua.fintendendo  il  Leone.) 

Lafiiiando  rberbeje  campagne  e i faggi.  Ch’io  fuggo  lor  A rmen  to.iar.B  o c.Tlfin  altrimenti,  che  un  Leonfameli 
wme’l fanciul la  Verga.Comefuolpigro animai  f Ver-  conell'ArmentodeGiouetuhi.D a s.Delgrande  Aro 

ga.DAu.Giunfca  :aporta,^conunaVerghettaLaper  mento  eh’ eglilxbbeuicmoX .Armento uagabondo. 

coffe  idefl  picctola  uerga,&  quando  ènoca  il  feettro  re-  G reggia, ne/  numero  del  men.et  Gregge  rulpiuXat.grex. 
galejteè a j^i,  la molcitndine degU animali  minuti, come peiore^apir, 

\ermeni  Ala  uergaS)A  h.  surge  in  Vermena,&inpian  it  fimili.Pt  r.Etcò  qual  arte  A Camorofa  Cr.ggia  eran 

tafiluefira.  tZdiittt.MimemalpafcuhomaitralefHeGregge.B  o c. 

Vincaftro,/  la u rga  del  paflorefa'inàfa'imi,Vincigli,  ue  nelt  Ku.Cbetuféi  nemica  di  Greggia, piu  che  Guarèa, 

diajqS.  0 Màdriale.D  A K.  fi  come  Andauan  gU  altri  de  la  irilia 

A If^l  MALI  Qj^  ADRVTEDI.  CreggutSi  che  però  non  fita  è maggior  Greggia , D’anim 

I>95  Aiùmale,Fiera,Beflia,Belua,  Armento, Greggia, Man-  me  nude  uidi  molte  Greggfe . Qual  è quella  Greggia 
dra,Ghuent{Mf  Giumente , Lana,  Veh,  Come,  Branche,  l'arrelìa  punto. 

zampe,Coda.  C iouenchi  lat.iuuÌci.fimo  uitelli,o  buoigiouani,  chetton 

Agna,Agnello,ALno,Aragne,Arietc,ArmeUÌHO  ,Afi  portano.Boc.HòaltrmiFticheunfamelicoLcótrafar 
m^abbuino,  BeccoJBertucciafiotolofiue,Camelo,Cane  méta  é Giouétbi.  Sau  ."Perritomare  a i Ufi  uni  Gieuicbi 

Capra,Capretto,C«uallo,Cauriolo,Ceruiero,Ceruo,Ciac  CiumenK.LatJuuencafi>noquelUbelìie,cheportanofo 
tojciaghiale,Comgao,ÌijmaX>efiriem,DracoHe  Ekfan  ma,B  o c.  Quando  andaua  a correrle  Giumemr.A  « 1.  1 
teJFormica,Gaito,Giro,Gnllo,H^rueJjeofantepjcone,  Cb'una  Giumenta  generi  iiaiCnfa.Lauetlouagliam 

X uf 


Terr»  ELEMENTI  Tcm  i«j 

faprUo,cbt  Utimmtiite  fi  àce,<put  aUeiu  fauet  ùua.Co- 
ihcft  tHtaa  un  Moiuon  per  le  Cena . Cumula  befiia.  La 
Cormaa  Luna,f  ij HaucSù  corm.Ku.  D a u.Verona- 
ra  ne  Corni  de  la  Croce.  A « x.Loiucarcode  le  Cornaela 
piu  lieue.Ch'al  mondo  fu  Je  bea  l'buom  tanto  infama  la  i I 
Mede  ifuafi  tutta  Coltra  gente, tt  ihi  l'bam  capo  mai  non 
Jèlojintc.Lat.iurruca,erèloturiiutu , obetLO.meta.ab 
aueiurrura.i]uxatienafouei  oua. 


ferrai mCiumftiTutte fuor  Jelenjui  erano  caribe. 
ì-aiin.Lat.luJlrum  i la  tana  delle  fere.Duu.Tolàfi  in  ef- 
fe tome  fera  m Luflra. 

Mìndrisi,ey-  Mandra.Lat.rS-  Gre.  drcauiaila  mandra 
delle  pcLore, et  badile  la  màdia  de  capretti,  cioè  il  luogo, 
doue  le  pecore  fi  riducono  all' ombra  xt  amhodtuuta^- 
UUha.PiT .Felice agnello  a la  penoja  Màdia.  D a n .it  «i 
dio  muouer  a uenir  la  trefea  Ut  quella  Màdia  fortuna- 
ta alibotu.%a  K.TernfcaldarlaMàdra.Clnufa  Màdia.  Coda  Lat.cauda.VoT.O'  eoe  draglnCo  le  Cole  auincbiar 
Mandrian,& Màdriale,Lal.pafìor,et  ouiucuflos.  ualcU  fi.B  o c.\QuellaèbeilaCoda\di  laualla.  lol’bohauuti 
pafior,dr  cuflode  de  la  Mandra.  Boc . Che  tu  nemico  di  tanti  cani  alla  Codajjante  mfidiej-e  Code  de  topt.et  per 

greggia  piu  che  guardia, o Màdrialej.gmda  di  mandra.  lo  membro  uirile„A  Coda  ritta  a uemfh.  ..A  Cada  ritta 

Dkn.Et  qual  il  Mandrian,ihe  fuor  alberga.  le  uandraijicdia  iq^-q.OauJ'egg’ioa  Coda  duna  be- 

La.nz.Lat  ér  leuconicu;i  la  tana  del  materajj'a.^oe. Cappe  fha  tratto  yerfo  la  tulle. 

nidi  Lanetmte,nedipamgeiUili.FilarlaLima.l)idi<^  Branca  Lat.unguui  lo  artiglio.gàpa  Rimano  dello  anima- 
di  notte  fi  batte  la  Lana.mita.de  re  uenerea . Maritata  le.BocJtelLk.Cbetufiiferaruftenelle  branthed'amo 

ad  uno  Lanaiuolo  La.lanarius  Dko.Sìuiuttfurquetelc  re  auiluppataS'io  le  pongo  la  Brama  aduf>o.  Dak.Qmc 

Lanojè  gotte  -il  nocebitr  de  la  liu’da  palude. i.le  bathu-  fla  fortuna  fb  ebe  tu  noi  toccbe.Cb  ’ètcb'e  ben  del  mondo 

teguantie.Sku  lìibiamhe&nioUifiime  Lanccoiiofe.  bafitraBrancbtf,i.tnjuopotere.Sottole  Branche uerdt 
ScaTdafiicTe,Lat.comtinarmi,è  qnellojthe  fcardaffa  lata  fi  ntroua.Branca  d'aru  nome  proprio. 

na,ip-Scardafli /imo  i pettini  della  lana,uedi  a 8-fi.  Sbrancjre.Lataruaderefilucreaixmierereuellere,iialdiflri  u 

1190  ye\\o,Lat  uellus,ila  lana  dellepecore  non  tondut.t.  Por.  gnrefipafiarbbero.Pir  .Tdeibraneoi  uerdt &:nuefca 
Vetunando  alfuo  uciiNo  1 bianchi  ucli.l.capelU . Simili  li  rami.imon  pofio  pafSare,cbe  io  non  fin  bratteato,  ir  pi 

non  credo  che  lafon  portafie  -il  Fello  oni'boggi  ogni  ghatoda  ibroiuhi  de ^1  alberi, 

huom  neRirft  uuole.Òx  «. .Appiglii  fiale Felluic  cofìe  Zampa  ila  braca.  Att^gran Lcone,Che la fpada  d'argrn 
.i.ptlotc,Oi  Fello  in  Fello  giu  di/iende  pofiia.i.di  pelo  in  la  ha  ne  la  zàpa.L bombii  Zampe,  e 1 grafi 1 capi  d'orfi, 
pelo.A  I i.Ognifuallàgahauea  piena  de  Felli  Di  lin,di  Anig,\i,&Onghiomdegliuccelli,nediatooO: 

Sctaah. cuton  di  Lana, Tinti  muan  colori.  OR  D i TiE  D E C LI  -ATfl  M -A  LI. 

Sannc.i^  Zànc,Lxt.d(tet  maiores^ale  la  mafcella  dalla-  Agna.c^  .Agno.Lat  .agnus,et  buiens,i  lo  agnello  di  due  an 
IO  délrorpiglufii per  b dell  maggiori  delpono,&  di  al  ni.iammate puro,&  cafio.PtT.La  manfueta  uofirage» 

^ tro  aiate /Sedi  cani, & fitmlt.Boc.nelPH.le  agute  San  III  .Agna  .Abbatte  i fieri  lum.Da  k.Sì  fi  farebbe  u* 

ne  deb  fieri  Leoni.Leagute  Sane  debramoficam.  Maga  -ignoinfraduebrame.Defienbtpi.If'uidegb.Agnide 

gnàdo  còla  Sana  qualprimagiugefse.'Dtu.ettòr agute  fàntagreggia.Le pecore AÌrgb.Agni.S  a u.Menamto  m 

Sane  Mi  parea  lor  ueder  fender  b fiicbi . Le  bocche  apfi  giornogb  -Agniapprefiounfiume. 

Cmafiroccile Sàne.Cariato SanutodahebaueagriSan  A^ne\\o.Lat.agnui.Ptx.Felue-igneUoaLapeno(anua-  i}i 
ne,et  Sane  co  un  n mi  anche  in  rima  iforgalo  da  quella.  dra.  Duo. -4  la  grati  cena  del  benedetto  -dgnelio.  Et  eie 

,Afiannare,&a'z;gànare.Lat.déticulare,  mordere , détihus  co  toropiuauoccto  cade.  Che'l cieco  .Agnello . L'egnel dì 

apprehcdere,ualmordere,& tener  fermoco  dfu.L)  AH.  Dh,che  le  peccata  tana.  Lat.agnusdei.  Come-ignclfi 

• Da  laqual  parte  il  periglio  Pafiamà.  Et  qnefiohafli  de  la  placa.Come.Agnel,cbelafciait  latte.Baa.il  lupo  la  com 

prima  Halle  .Sal)cr,el  é color ,che’n  fe  affanna  i.ritenfer  tmneii  a portar  uia  comefofìe  un  picciolo  .Agnelletto. 

mi.L'nnagionfe  aCappocchio,  &m  fili  nodo  Del  collo  AgnusDci.DA  k.Vui  .Agnus  Da  era  la  loro  cxordm, 
f affanni  fiiche  tirando  Grattar  U fece  il  uentre  al  fondo  Boc. Bruno  gbhaueaépimamlafua  fata  la  quarefima, 

fido.  A R -fedo  nanfe  le  uolga,&  noni  affanni.  uno  .AgrmsDci. 

• ‘99  Coriio.iT  for«4,<Jr  Corm  nel  numero  del  piuJat.  comu,  AUno.Lai  uertagus,moU)fìus,cams  uenaiorius,iil  caneda 
comS.ei-  bic  comut  fecuudù  TrifiianS.  P i j.Fna  candì  caccia.  At  i.  f 6f  Mafiin  fatto  feroce  Alano, Che  fìfii  1 diti 

da  Cerna  eon  due  Coma  D'oro.  Cade  uirtu  da  Pinfiàtnao  ne  Ugola  gli  habbta,Molto  faffanna,et  fi  dibatte  1 uano 

le  Corna  p fiaccar  le  Corna  a Babilonia.  Citta  t tuoi  fon  Ciocchi  arditi  e ci  fjiumofi  labbia.E  ni  può  ufcire  al  pda 

datoralgi  le  Corna.!. infuperbifii.  Hor perche Phumana  tordimemo,CbeumcedÌHÌgor.nógiàdtrabbia,CofifalU  i 

gloria  ha  tante  Corna. i.é  tanto  fuperba . Scaldaua  dfol  al  paga  ognipéfiero  D'ufcir  di  folto  al  uineitor  Ruggero, 

gfatuno  et  l’altro  Como  DelTauro.Tu  le  ueuai  col  mio  AraeinaA^'Ragno.Lat.araneus.PiT.Qjiani’almodofiltf  ' 
mortai  fu  lComoà.tortoaguifa  di  corno  (parUndo  del  fc  opra  cT-d  ragna.  Che  tutte  fienallhor  opre  di  Ragni. 
Tofinmefonde  tutti  e fiumi  fi  pogono  cornuti  a guifa  di  Boc.'Honera  inqueUaparte;oue  -Aragne  nonhaueffe 

Tauro,fefierei  cor  fi  loro  torti, S’obliqui,  et  f muggire  ^copiofifsmamiteiefueielecompofie.PH.Dt.  H.Ofol 

eolfuono,oniefifmfedje.AiheloolMttàdaci  Htreoiefi  le  .Aragna  fi  uedemao  U . Tig  furiai  tele  per -tragua 

tratfomuffeiuTora,ettb'rgliiuncomoilpriuafle,it-  impofie,ueìi la  fua Hifioria a 81J. 
quale  poi  le  nimphe  empierono  cPogm  mamera  di  fiori  p Ariete  Lat.aries;ilomonlune.S  a nSacendofi  uentre  un 
hauergb  inérrg7ato  il  corfo,^  fatto  che  U onde  danno-  bello,  eSrgràde  .Ariete Je  cui  Une erano  biantbifiinteA^ 

fi  era  ìndi  fiimo  fofie,et  de  fratti  i l terreno  abbodenole  fa  lunghe  A-ito  thè  qua  fi  i piedi  U loceav  ■•no,ep-  quàdo  figm 

^ eePe.Boc.Tfpnhauendomaidauanti  faputo  eon  che  fica  lo  figlio  celefte,cofiHomÌHatojieot  aS  ^ p.^uedini 
Cena  gfibmmmàcvzgano.  Le  toma  gU  pouea  foprad  Montoneana^  , ; 

< V’k  . ^emelbm  , 


noi 


tioj 


1104 


Terri  E L E M 

ArmelUni. Iti .amtf  Uni, /iiiit  murfsap'jm.tlr  fono  Mima- 
lem  bìjncbi/iimi  fimiU  alla  mk{iella,& la  eflremità  del 
la  coda  i negra, della  pelle  de  quaU  fc  nefodrano  Ceflre- 
witàdelleuelli.  cr  cpoflodalp  t t.  per  la  innocentia, 
peroche  rmelUno  e animale jl'juak  tato  ilhma  la  [ua 

iHanchetZ^.ihe  pt  r non  nuccbiarta  fi  lafiia  condurre  a 
morte  jche‘1  Im. dice  in  motto  Jenicntiofo,  malo  mori  qui 
fadari.  Era  la  tor  uittorhlii  in[igna  In  campo  uerde  un 
candido  ,4rmclbuo.  A ui. Candido  pm  che  candido  ,Armel 
Uno  . & a mah  armen:aca,uel  cbryfomela  lat.iil  frut 

10  detto  ,ArnielUno . 

Arino.iat.afinut.et  laUfioloafmello  picciolo,  et  feluaggio, 
& onager  loafino  faluatico  lajua  noce  è raggiare , onta 
re,et  orcare.è  animale  affai  noto,  et  per  attribuirgli  quel 
lo,che  non  fi  gli  co  nuiene  per  la  fiia  indifc  rettone  Jiglida 

11  titolo  di  mefìereicioi  mefferelo  ,Afmo.B  oc. nel  A m. 
Le  labbra  fue  fono  come  quelle  di  un  .Afillo  pidule.  Fno 
oracchiuto  .Afino,ilqHal  raggiando  fece  quel  piano  rifo- 
nare.&  nel  f u. Sedendo  fopra  un'.Afina  cffendogli  tutto 
Hierufatem  con  rami  dC olmo /t  con  palme  uf etto  in  con- 
tro, Qual  .Afmo  da  in  parete  tal  rieeue  ,prouerbiopie 
di  aVarete  a ^ly. 

Bìltbuino. e aìal  di  fpetie  di  Simia,ma  piu  picciolo.  A > 1. 
che  rafiimiglia  -i  un  Babbuino, a im  Bertuccione  in  uifo. 


ENTI  Terra  164 

deli.B  o cJaràgittato  tfofli  a guifa  d'un  Cane.  .Agui- 
ja  dun  Cane  rabbioJo.Et Je  non  ebe  10  non  uogUo  mojtra 
re  d'effereiCtfchiatta  dicane  Botolo,  che  iniununeme  Ji 
uuole  uendicare.  Come  tal  uoUa  li  pero  Cane  trailo  aet 
la  catena  corre  Jen'^a  alcun  ritegno  Jejccndtn  lo  l'ajpro 
monte.P  h.I  Cam  pieUjiimi  degli  buomim.  Due  gran  ca 
m,che dal  macello  hauca  menaii.cj  nella  t i.  Pljjn  altri- 
menti che  loaddeaiato  Cinghiale  alla  turba  ae  cani.Ma 
diuifOfS'  itbraiiato  dall!  agognanti  Cam.La  Canina  rab- 
bia de  Longobardi  C)AH.Cerbero,Con  trebocebe  Camna 
mente  latra,  ah .ComejogUon  talhor  duo  Can  morditi, 
0 per  lauidiafi  per  altroaio  mopi  .Autcìmrji  digtignan 
dot  denti  Con  occhi  bieibi,epm  che  braccia  roju  ,LoJia 
le ffade,e  da  igridire  dati  'onte  l'enne  il  Circapo,  &■  quel 
di  Chiaramonte.  Come Jifpingeil  Cane  al  Lupo  adojjo. 
Che  dieci  pafiigU  ua  dic  tro,o  ucnti,E  poi  ji  jerrna,  v ab 
botando  guarda  Come  degiigni  mtnaccioji  acnli,lome  m 
gU  occhi  bombii  fuoco  gii  arda:  Quiuijuggl.  Come’l  ue- 
loce  Can,  cbe'l  porco  a^aUa , Che  juor  Ilei  gregge  errar 
ueggia  ne  campi  ; Do  ua  aggi  ranno  e quinci  e quindi  fal- 
lai Ma  quelloattende,cb'una  Uotta  inciampi:  top  jeuien 
lafpada,obaJ.<a,  odalta  Sta  mirando Zerbin  comenejcà 
pi  i Come  la  uita,eCbonor/alui  a un  tempo  Tum  jimprt 
d occhio je  pc  re,ejugge  a tempo. 


tenaccii.Lat.fmiia.Aui.Eparea  cefi  ornata  una  Berme  Cane  Maflinoaiedi  a Majtino  dne  Mlano.  ucdiadMla 
ciajiedi  di  Ihpra  a Babbuino.  no  Citte  Boiolo,uedi  a Botolo  liane  Braco,  uedi  a Bra- 

Becco  Jjttdùrcutiet  caper jtragos,et  aries  i propriamite  il  co  Cane  Mohqio  Cine  l'eUropiedi  a l'euro. 

cafiraiotralecapre.queflofuda  gli  antichi  deduatoa  Ci^nepicl gen fcm.utò  Dun.cra lajcluapicna  Di  negre 
Baccoinfacripcio  Da  u.oncCei  come  duo  Becchi  coggao  cagne  bramojc  Adi  corrcnii.Toftia  ui  uidimiUcuijita- 

ron'infieme;tant’ira  gli  uinfe.Cbe  recberàla  tafcacoi  gna‘^Faiiipcrfreddo.i.ruaB&rugo]i  come  cane, 


tre  Beccbi.ma  lungo pa  dal  Becco  tberba . 

Botolo. Lat.catellui  iracudui  i il  cane  picciolo  di  corpoana 
orgogliofo,&  iracÓdoaguifa  della  Bottaanimale  ueleno 
fo.Boc.lo  non  uoglio moflrare <f efiere  fibiatta  di  can Bo 
tolo,ihe incÓlanenie  ji  uuoluendicare.D  a u.Botolitro 
ua  poi  uenendogiujo. 

Btìco.Lat.ianis  jagax,&  uenatoriut.i  il  cane  da  nafo,per 
fagiani.peréci.&uertagusil  can  da  caccia,Au  i.Corren 
do  mene  c'hnufo  a guija  porla  Cbe'l  Braco  Juolquàd'en 
train  fu  la  traccia. 

BucoUci.Lai.icofa.pertmentearu/ìodidibuoi.D  a u.Dif 

fe  il  cani  or  de  Bue  olici  carmi. 

Bue,&  Buoi  nel inaggiore.Lat.boi gen.com.dr  bobus,  ty  p 
ftneopam  bubin  nell'ablatmo  più. la  Tua  noce  i baiare, & 
mugghure ,7’ I r.Etunacerua  errante &fuggitiua, 
Caecioconun Bue^^A nftrmocy  temo . Et  cclBue 
ìfpppo  andrò  cacciando  l'aura,  l'cggio  la  fera  i Buoi  tor- 
nare fciolti  B o c.CaJe  digiuncht  affa!  roxjf  di  terra,  Cy 
dt  BouinoJlercomurate.pH.DAH.  Dt fuor  trafie la  lin- 
gua come  Bue, Cbe’l  nafo  lecchi. 

Cìincìo.Lat.camelusA!y  chamelus,è  animale  noto.dr  dro 
mat^ii^  lo  dromedario  animale,  quafi  fintile  al  cameU 
lo.B  oc. l'na  gran  ca  rauana  di  fame  jbpramuli , &fi>- 
pra  CameU. 


Hecuba  mfebcijiima  conuerfa  in  ( agiia  fu  pglmola  di  Dia 
mantejouerodtCìjie,  Crdonnadet  ReTriamo  pgUuoto 
dt  Laomedontedi  Leuctppe.  Coflet  adunque  nella  greca 
ofstdumeuide  grà  parte  de  figliuoli  ucctjt;  uide  tl  utcìhio 
marito  crudelmente  mortoikide  la  cittada  ferro,  e}  fuo 
co  dijlrutia,tìt  dopo  lame  calamu.i  ridotta  in  jeruiiu  in 
fiemeconTolipeiia;uide  lacarifìima  figliuola  al  jeput- 
I hro  del  crudelijiimv  Mi  bilie  morire , (y  dipoi  tirata  in 
Thracia  gli  appatue  l'ombra  de! fuo  figliuolo  Tolidoro, 
ilquat  flimaua  anchora  uiuere,(y  epe  re  con  buom  par-  . 
te  de  thefiiri  patcrm  apprcpo  di  Volmepor peuro.  Il  che 
fece  la  diuturna  fua  trillata, grauipimo  lutto  fi  con- 
uerti  m efirema  rabbia , CT  da  quel  tal  furore  conci- 
tata con  ognigt  neraiion  di  uiihnia  lutti  c greci  bclienua 
ua,dr  con  acerbiptme parolemordea.  Ondefinjiroipoe 
VAhefofie  conuertita  m rabbtoja  cagna . uedt  a Tarn  a 
a ^6.&a Tolincflroa  505. DAu.Etquandola fortuna 
uolfe  in  baffo  Valteyjf  de  Trotan , clx  tutto  ardtua  ,Si 
ch?nfieme  col  regno  ilRefn  caffo;Hecnha  triffa , mife- 
ra,&iattiua  VoJ'cta  ebeutde  ToLffena  morta,Et  delfno 
Tobdoro  in  fu  la  ruta  Del  mar  fi  fu  la  dotorofa  accorta 
Eorfennata  latrò  fi,come  cane  Tanto  dolor  le  fela  men- 
te torta.  Aui.Et  fembra  Eorfennata  , e che  adofio  hab- 
bia  "Hpn  un  demomo  fol;ma  le  decine:  0 qual  Hecuba  fia 
conuerfa  in  rabbia  ytfiofi  morto  Tobdoro  al  fine. 

Quefiicaniim  defiar bando 


Cìtte.Lat.cams.gen.ci>m.i  animale  latrante.la  fua  uoce  i , 

baÌJrcfftirare,ringire,rtganmre,ctèJacratoaMarte,  Saure .Lat. latrare,  s a 
gUfuoi  epitheti  fono  FideleJ'igile,Mordeme , Latrarne,  al  Lupe, 
-Agpgaante,Fier'i,Rabbioji,Alolo{fo,Mlano,Botolo,Bra  Mbbatjre,LatJatrare.èfare  U fuono  del cane.Boc.Cbead 
miei  Can  fuggobftermo.  uncaneforeSìiereputtiqlli  dellacótrada  abbaianoad 
Che IfepohbroàCbrifloi inmande  Canijwetaj,d’infi  dopo,cmiàòa dire.Dn u.Mffailauocefua eburo Cab 

; ‘ . X iiii 


Terra 


ELEMENTI 


Terra 


bMj.molìrapirlSdo.QjulèqMelcMe.cheabbiiaHdo  [piedi  glifpunumi  Cinghiali,  Sììi.  Lafiera  teJLidelfe- 
agugna.  a > i . de ^igne  ilcàai  lupo  adi^io  Che  dieci paf  lofi  Cinghiate. T. Cmghule  adJentato.Rabuffdio. 
figli  ua  éctTO,ouén,Etpoififermaetabbatàdoguardt  Conigli,LaUum(ulus,ianimaUttotimiJo  jimile alla  It- 


1 10^  Abb2Ì3ton..Lit.detralloreidJtratorei,fi>no i maldicenti 
latratOTÌ,& mordaci. meta.B  o c.f'auia.crediiuche  io 
creda  a gU  abbaiatori. 

Abbiiìnci.Lai.latranees.Boc.La  lepre  afeofa,  afiolta  le 
uoct  dclU  .Abbaitnti  cani.  A » . 

Latran.Lat.ual abbaiare.D  a u.Cerbero  fiera  crudele,  <2r 
diuerfa  Con  tre  gole  canmanicnte  latra. 

Gannire  Lat.ifire  lamento  da  cane  con  certa  noce  fommef- 
fa,cbc  paiono  infermi,  o qua  fi  morti,  ma  chi  ut  loro  ap 
preffo  morde , ér  coft  inganna , & ti  furale  della  uol  pe, 
ch'èpiena  d'inganni,&dt  qui  nifce  tingannire, 

Vjtighi,&Ringbiare,ela  uoce  che  fa  il  cane  quando  è adì 
rato.A  u i.Cona]friRinghi,t>rrabbufaiidqfii. 

CoUaro,i/r/  cane.Lat. colare, & mellium. 

Cipri. Lat.capra  iammal  nolo,  onde  Caprone-, cioì  monto 
ne  dinota  huomo  di  poco  fcnno.B  o c . Clifaceuano  canal 
care  la  Capra  delle  maggiori  fchioccheo^  del  mondo.Ca 
ualcarla  Capra  uerfo  il  thino,prouerbio  , uediClndice. 
Gli  .AfiniJlepecore,&le  Capre.Tutti  i frati  tengqnodel 
Caprino.lileT^Caprino.Caprone.  Da  v.Sì^uiuififan 
no  ruminando  manfe  Le  Capre  flare  rapide , & proterue 
Sopra  le  cime,T. Capre  Belanti,  Barbute, Hirfute. 

Capto. Lat.caperjiircui,gen . maf.  CT  birculus  efi  herba, 
S A u.Tnrimieramenteiotipongoun  Capro,uarioé  pelo, 
di  corpo  grande  Jiarbuto,arnuto  di  quattro  corna, et  ufa 
to  di  unuere  fpefiifiime  udite,  U qual  fenga  pallore  baila 
rebbe  filo  a conducere  una  mandra  quantunque  grande 
fojde.Bu  t. Capri  fneUt. 

Ciarcno.Latiadjui.li  oc.La  brigata  Cotti  loro  Cauret- 
ti,et  altre  comi, 

U07  Ciurioìi,Lat.capreolifilueflres,etcaprea,ilaCaurMa. 
B o c.  Cominàomo  i cama  feguireidue  Caurioli.  Trefa 
una  Cauriola.Si  come  luogo  abbódeuole  di  giouanette  Ca 
uriolelafciue.A  h.  £t  uidiui i due  Caunoh  forfeilme- 
deftmo  nati. 

Ccrbiini.linoceruipiccioli,Litfubulottet.Boc.Et  inai 
cuna  Cerbiatti gamani  andar  pafeendo . 

Cenio.Lat.ceruui.T  i e.Ceruofolitano,etuago.Feritodi 


pre.Buc.Da  una  parte  ufeir  Conigli  dalTaltra  Lepri, 
c .A  y L L 0. 

Cauallo,Corfiere,Delìriero,Talafrcno,ybino,Chinea,Ron 
0!}no,B.ox^ne,StaUont,Coot3yae ,SeUa ..Arcione , Bri- 
gUa,  Tredella , Cautgja,  Rcdme,  fnno,Camo , Morfo, 
Sprotti,Staffe,Cenghie,Strcggbia,Barde,Groppiera,Tet 
torale,Ferga,Scoriada,Stajfili, Borchie, Horagbe , Bar- 
bog^le,Trotto,CaloppOyAmbiadura,Reflio^taUa,ca- 
uaìcare  .galoppare  jtrottare,^ronare,frenare,ddifrena~ 
refmorjare,domare,iferzare^iombrare,flallare. 

CaualIo,iLat.  caballus,equus,  & defulioriusequuiilo  ca  noi 
Hallo  fenga  fi  Ua,&pcr  atteggiare,  equus  mànus  e lo  ca- 
uallo.ufato  a >nano,mannului  d dimiimtiuo , equus  gra» 
dariui.cbe  ua  portante,  equus  fuccujfarius,(he  ua  di  trot 
to.equus  curforius  lo  cauallo  corridore,equus  palmatus, 
fj>adtx,pbcemcatus,fiuephinicus,  equus,  d cauallo  boto, 
t quus  admiparins  lo  Pallone  .equus  excufor , che  non  por 
ta  in  groppa,equus  frentarius,id  cauallo  leggferi.  yere 
darms,i  lì  cauallo  da  Paletta.  Cantheriusil  cauallo  ca- 
Prato . Refu,  idis , il  cauallo  refiio . Cradariusi  d Rongi 
no.Tbieldones,&-  .APurcones  equdlo  yboto , ^la  Cht- 
nea  . Equus  inPratusal  cauallo  fellato  ; &equulcus,dr 
equulus,id  cauallo picciolo.&pullus  equinusiil  pulhe 
tro . Tetdanfura  Ja  unghia  bianca  del  cauallo , & phyr- 
magmos;lo  sbruffar, che  fa  il  cauallo.il  cauallo  i dedica 
tu  a Marte.gh  antichi  lo  dcécarono  à 'Hettuno , la  fua 
uoce  è mtrtre.lafone gentiihuomo  di  Thefagha  fu  il pri- 
mo,che  domaffe  caualli,&  ne  domi  cento,  ep  furono  dee 
ti  Centauri , tir  in  Taletronio  picciola  città  fu  trouato  il 
modo  é domarei  caualli,gli  epubeti fimo  Cauallo  Bellico 
f>,Feroce;Schiumante.Corrente . .Anhelante.  Sfrenato, 

P > T.Horfa  Caualli , hor  naui.B  o c.  yoltò  d Cauallo. 
Tomba  Cauallo.Caldi,.Affannaii/'eloci,Frefchi,Suoni, 
'Huoui,Forti,Caualle  dipartbut. 

Rigmtre  i la  uoce  de  caualli,  & delle  caualle  quando  defidcm 
rano  il  coito. 

Ciuii.nelplu.usi  il  P t x.Qjtattro  canai  cò  quanto  fiudio 
corno, Tafeo  ne  f occeano.tr  Jprono,i!r  sfergp. 


fiietta.lé  miei  piu  leggier  che  nepunCeruo.Et  una  Cer  Caualcare.Lat.equitare.9%r£onìbuomahe  p terrea  dnb 
uaerrante,ctfuggitiua.B  o c.Si come  Caurioli, Cerui,et  bio caualca.Boc.Jùbitamente cominai  a caualcare.Ca 

altri  animah.Hauente  forfè  uedutipiu  fecpU.cbe’l  rinoa  ualcando  uerfo  yerona,  Caualcarono  alqnantoperla  cit 
stante  Cerno.  B u.Etdi  Cerne  ad  ogniraejcatd,o  Prole,  tà.He  furono  guari  piu  di  duoindgliacaualcati. 

auipite.  A M .Dutenne  come  timida  Cerna  dmangi  ai  Leo  CiUi\cione,aduer.Latxquttatttium  more,che  naie  a gui 
ne.Pu.Et  ne  bopbi  i timidi  Cerui.F  1 . S a ».  Learboree  fa  di  cauallo.B  oc.  Et  gÙ  fai)  addolfo  a Caualcione. 

corna  del  uiuace  Ceno.  Corfìere,^  il  cauallo  corritore.Lat.  equus  curforius.  P i t. 

Cemiero.Lat.'ynx.éanimald  detto  LupoCenicro,ilqua~  De  uolantiCorfier  per  mille  fóffe.Ufuoi  Corfier  rado, 

lehauitìa  acuta,et  pronta  ft  pero  ben  dice  il  nofiro  P ■ t.  piat'era  t Or;^.B  o c. Sopra  un  Corfier  nero  un  caualier 

Cbiar  alma.pronta  uifia,  occhio  Ccruiero.Lat.  lynceus.  bruno. A > t.Ferocefopra  ungran  Corfiere  armato,  un 

Ciacco  in  hngua  fiorétma  ual  porco.Lat.porcus,fus.  A»  i.  gran  Corfier  Forte  gagliardo  f tutto  di  pel  fauro. 

Terche  faimomtitarCafinoe'l  Ciacco.uedi a Ciacco,  no  T>ehriac,&  DePneroperlocawdlo.P  • rSijiattro De- 
nte proprio,ctaVorco.  firieruiapiu  ebeneue biancbi.Orp>,aluoPro  Defrierfi 

Cin^nialc.^  (/porco  faluatico.  Lat.aper.Ltfua  uocei  fre-  po  ben  porre  Fn  fren.B  o c..Armato  fopra  ungran  De, 


liof 


mtre/i  freddirc.  B oc. -Prenderai  quel  cordi  Cinghiale.et 
fa  che  tu  ne  facci  una  uiuanjitta . & nella  F 1 . "Hon  al- 
trimenti che  lo  addentato  Cingiale alla  turba  de  cam.Et 
i pepimi  C manali  diuenendo  per  amor  fpumofi  agugga- 
00  gli  eburnei  deutu  & nell  A » . .Appettare  con  gli  acuti 


Priereyidiunpoffente  &generofoSire.Vi.Aut.  La 
prona  puedrà  chi  de  noi  fiapiu  (irjna  de  la  donna,  & del 
DePriero.CoUegroppeUDePrierglife  iffofia.  Cillaro 
fiononfu-,nonfu.Anone  Dite  migliore , ne  meritò  piu 
lode;'^e  alcuna  altro  DePner.à  cui  mentione  fatta  da 

erta 


1 


Terra  ELEMENTI  Terra  itf5 

Greci:o  <L  Latini  ìode.CitUro/t  Orione  furono  cauallty  Sellare  è porre  la  fella.Boc. Fatti  filare  i caualli  andò  uia. 
quello  di  Cajlore,&  quello  dato  in  dono  da  "Fiettimo  ad  Aràone.Lat.  ephippii,pars  amerwrje  la  parte  dma/n^i  del 
ldJraflo,celebrati,tìriliujlri  per  molli  poeti.Entro  Mar  laSella.Boc.Caderlofece  [opra  l’.Artme  della  Sella 

plnfis'uaDejinerleardoTuttojparfo  dima(cbie,&di  tutto  jiordito.PH.yAttenidoft  ^rctone.Q  n s.Etdo- 
rottlle.Di  picaol  capo  ; e iaunnofo  [guardo.  D'andar  fu  ureft'inforcar  li  fuoi  Mrcioni.l^ni.Stleuò  Ju  lejlaffe,efi 

perbo  ,e  di  fatte-imbelle . Quel  uenneinpiatja  Sopra  ractoljè  Fermo  iMrcione.Cheriuertte  de  CMrciodiJcelò 

ungrandeflricro.Che fuor,ch’infronte ,enelpte  dietro  Bri^ìii.latJ}abenaJorum,rettnaculum.T.Qualleggiadro 
ruattco  Erapm tbemai corboofcuro encroiì{tlpie,eHel  torfierfidelìroiabrigliaSitnolfemai  pcojjbdaguSpro 
capo  hauea  alcun  pel  biàco  Del  color  del  canallo  il  canai  m,Cbe'n  aria  con  duo  cala  un  jàUo  pigùa.  Ani. Con  la  ft» 

Itero  Deflriere  in  ueceéTnapo,uedia  ii6o.  mftra  man  prende  la  Briglut. 

yAdde firare.  Lat.  adaptare,dirigere.ual guidar  per  le  re  Prcdcllire  quella  parte  della  briglia,cbe  fi  tiene  in  manoat 
dine  li  dcjlriero.  B o c . Mddejlrereme  il  uojlro  cauaBo,  prcedia  Lat. onero  a predio.ch’i  la  pojfcfiione.D  a n.  Tot 

&uoifermremoinfinatanto,cbeuoifcanalcherele.P«.  cbeponeflimanoala  predella,  figmficaanco  feannoo 
,4.  l freno  del  canatlo  di  Biàcojiore  uennero,&  quella  in»  feabelio 

fino  al  real  palam  Mddejlrandola  accompagnarono . Rcdina,LatJiabenaJorum,&  retinaculum  equi.B  o c.CÓ 
Pzlafrena.e  li  canallo.  B cì  c.  D'ogni  tofa  fornito  l’era  fi  pin  abbandonate  Bedinerijtrbano  le  loro  nendette  a gin 

non  dunTatafrenofolamenteyCM  bello  foffe  per  lui . In  fio  tempo.Conptu  abbandonate  Kedme  denofln  pericoli 

ncndita  li  dimandò  il  fino  Talafreno.  Tiu  nolentien  canai  ne  traporta.et  meta.  Le  Aedtne  delgonemo  delta  nofira 

tana  il  Talafreno  da  co  firn  guardato . In  luogo  de  loro  repnbltca£  p . A n i . Diede  al  ualttto  le  Bcdiiie  in  mano. 

Ron^ni  tronaronotregrofii  TaUfrem , & buoni . Ha-  Cìueiza,Lat.capifirum,&  capiumofyBoc.ll Bonptofen 
uea  coflui  uno  de  piu  belli  Talafrem  dt  Tboficana,  Dan.  tendogli,tirata  la  tefia  ruppe  le  caue-m”*  > alcuni  teflt 

Cuopron  de  manti  largii  Talafrem.  hanno  Cauem- 

Ti\a(rcntcre,Lat.  antcambulofimt,a  pedibusjìue pedes,  BatdeyLat.pbalerayarumJono  [armatura  del cauallo,tr 
circumpedesycurforjl  quello  , che  firue  alla  fiaffacauaU  duella  fono  quelle  de  muli . Ati.  Exeoildefirter  ,ch'a 

cardo  yCOfi  deità  Talafreno,  cheti  cauallo,&  fiaffiert  nuouo  efilla^  Barde, 

ambo  fi  dice. Bo  c.Etquefio  TalafrenUre  mai  dalla  flaf  Flcno,Lat.franum.camus,lupuf,& lupatum.  Tx-r.  Orfo 
fa  non  le  fi  partiuaj-'n  Tab fremere  giace  con  la  moglie  al  uoSìro  defirier  fi  po  bi  porre  l'n  Fren,che  del Juo  cor- 
di MgiulfKe,  fi  indietro  il uolga.Et  con  un  duro  Fren  rm  mena  & reg- 

Vbino  < //  med-  fimo  che  Cbinea . Lat.  equi  ihieldones , & ge.Cb'd  Fren  de  la  ragion  amor  non  pre:^ . Et  poiché' l 

etfiurconei.  A x i.’Hflmanfueto  ybm;dxfuldoffoba  Frenpfan(aaferatcoglie.comecaualfren,cbeuaneg- 
nea  la  figlia  del  Re  Storàlano.  già.  Jf  le  lagrime  tnfieallaigat'il  Freno.  Et  la  ragioni 

Chinca,Lir.  equus  marmi,  i come  tybino  ,&i  cauaUo,  morta,Cbe  tenta’ l Fre;&  cotrafiar  noi potej^oi;  cuifór 

cbebalo  andarefoaue.  tunahapofloinman'tlFreno.Mt  rttiencouuFrcno.Mi 

Koiìzino i picciolo cauallo . Lat. equus gregarius . Bo  c.  tieneaFreno,&imtrauolue&gira.THmFrenal  gran 
Tutti  i ficai  caualli  mfino  al  pm  mtfero  Ronzpio.Sufo  uno  dolor,fhettlrafporta.B  o c.In  por  Freno  alle  lor  parole, 

cattino  Rondino  da  uettura.  Il  Ramano  ruppe  le  caueg^  Semia  Freno  alcuno  di  runordimcnto  di  uergogna.  latef 
•^ne.  yerfounafeluauolfeilfuo  Rontpui .Ter Schrt;pt},  frenus,Ce^renis..Ahbandonidoogni  uerptognofoFre 

che  Rondai  fanno  co  piedi.Tobi  duo  Rorn^ni  a uettura.  m.P  h.  Furonod'intomoa  Frem  ,dralleflajfe  .D  a n. 

A » i.TofloincorpoaduttRom^no  ynnecofiringe.i.  Cbeual;percbetiracconciajfeilFrenoIufiimano.AKs. 
un  demonio  del  Ronda  difgrauato  la  dorntella.  Smonta  il  Circajfo,tf  al  defirier  l’accofia . Etfipéfadi 

Ronzon,o  Rozzon.  lat.  equus  admifianusji  lofiallone,  dar  é mano  al  Freno . 

(yualtrifìocauàllo,&inuecediTriapo,ueJiasq^^.  Cimo  LaUolto  da  Creà,e  lo freno,o  legame J)  a u.Etei 
C roppiera  del  cauallo;  Lat-pofiilena , e!r  ^ ambo  quel  lem  mi  diffe,quel  fui  duro  Como. 

gnocheporta  favo  la  coda  i gmmentL  SfTenzto.Lat.eff'renatusJnfranus,& indomitusJ  quello, 

Motig\ie,cbc  fi  pongono  alle  narife  del  cauallo  perfarlo  cbenonfipuogouernare.V  x r.Cofi’ldefioJig  losfrena 
fiar  fermo  quando  fi  ferra, 0 per  altra  cagione  Lat.pa-  to  obietto  uienperdendo.B  o c.In  quella  guifa,  che  negli 

fiomiijdis.  ampi  campigli  Sfrenati  caualli,^  d’amorcaldije  canai 

B o rchie,  0 Barge  del  cauallo, o mula, cioè  quelle  rotelle  che  le  di  Tarlliia  afialifcono, 

fimoapptccate  almorfo,&  che  ftanno  fuori  della  bocca  Frenare.  Lat.  frenare,refrenare,t!rcohibere.Pxt.  So-  i 
pier ornamento. Lat. bulla,  a.  leafrentrt tlmio caldodefireJltuocorforum frena, Ira 

Cozzone>  Lat.equijò,agitator,  hippodamus . i quello,  che  e breue  furor  re  òi  nolfrena,E  fuor  lungo.ll  tuo  dir  firi 

domai  caualli.  B oc.  .Andreuccio  é Tiero  Ccn^neda  gm,&frena.Av.i.1islopoffofrcnar,cbeiiÓhafreno, 

caualli.  Raffrenare  Jat  refranare,  ual  ritenere , o ritirare  a dietro, 

Sella.ior.dr  ephippium,uel  rpbippia.quefia  & il freno  fu  Pi  t. L’anima  aldipartirprefia  raffrena.Boc.  raffrena 

rono  trouatim  Taletromo  piccìola  città^  domare  ca-  il  eoncupifcibile  appetito.y inette  uoi  medefimojet  quefio 

ualli.V  • T.  yinca’l  ucr  dunque , dr  fi  rimanga  in  Sella;  appetito  raffrenate jraffrenarotui  [impeto  della  loro  ira. 

Et uintaaterracaggiala bugia.  Bo  c.Caualcando al-  RanTenameiKO.ior.r^«ur».  Bacxheeffendo  rifapu  • 
Ihora  fenxa  fella  la  efliadi  SanbencdettoTÌAu.Etla-  putodagfibuomininonfioffe  loro  g^andifiima  caghne 
filar  feder  Ce  far  in  Sella, meta.  A xijafàa  la  g!roppa,e  fi  di  Raffrenamfto  al  beffami,  conofctdo  che  noi  fimumen 

ripone  in  Sella.  ttnuendoknnefapreSie  fare. 


Tcrr*  CLEMENTI  Terra 

^frciurr.Ltt.frmire.P  i i.Hor  fiero  in  <tfrni<trUmcn-  Et  dilorunjiacaiJiòaleaiialloTcrUSuffatcner/ht 

te  otélo.Horn  utggenh  coine'l  inai  m'jffreoj . Che  U nefcendejìe, 

Tigion, ch'ogni  buon  l'dran  off  rem.  Ma  fé  maggior  pau-  Staffcggiare,Lat.  preuaricari.  ual  nfcire,o  abbandonar  co 
ra  "Koi  m'ajfnnaffe.Et  ukol  ihe'lgri  dejìo,'Cacceja  fpe  pie  le  Stafe.  hti.Tnr  Cripbon  maggior  colpo  al  pagan 

ne  Kagiun^iergngna  rctiereni^  a f rene , "Hpn  i,<  hi'n  diede,  l he  lofe  fiageggiar  dii  manco  piede, 

dietro  uolg  tfi  cbi  Caffrera.I'olle’l  mio  torfo , & t'empia  Cinghil.Lai.cÌKgiila,a.con  che  fi  cinghia  il  cauallo , onde 
Hog'u  ardente  LufingàJo  a frenò  , perch'io  non  pero.  cingiate  per  circondare,  & legare.  D a k.  Dieefi  del  cer 

I)  AK.  £f  pik  [ingegno  afrcno,ih'io  non  foglia.  tbio  primah  Gin  nel  fecondo,cbe  mcn  IkOgo  cinghia. 

Difrenaie.Lat.  defrenarekalkfcir  di  freno.  Uà».  Forfè  in  Strcggh'iiJjat,Sìrigilis,coJidettad.t  firingo;oda  gemo. 

tre  kolti  ianio gallo  prefi  Knfrenata  fletta.  Da». Et  nonkiddi  giamai  minare Siregghia  ,Arega7Jf 

ìdorCo,lM  Ikpalkmj.Pi  -i.Talbor  ci  kidt  tali  fproni  al  alfiettato dal ftgnor g>. 

gianci>Oiidijii  uni  cokicnpik  duro morfo. beni.  Ghpon  Stu\i,  Lat  .ftabkla  &eiikilia,eilkile [agalla  decakaUi. 
[amar  de  La  fka  dona  kn  .\torfo.Da  no  tafciarlo  in  Ufiru  E o c./o  credo, che  fia  ben  fallo , che  noi  diamo  Stalla  a 

ca  pm  gire,  mando  dinota  il  Morfodedenii.kedia  ijjy  ^kejlebefiie. Et  entrati  in  una  Stalla  tktte  le  altre  fkor 

Smorjare.Lat.defrnaare.i  lenareil  niorfo,meta,per libera-  che  la  mola  Stallarono.L'afino  kfcitodella  Stalla.LeStal 
re.V  t j.Sc'n  breke  nonm'accoghe,ononmi  fmorfa.'hle  ledecakalh.HakendomeJfighaftniinknaSialetta. 
perifmorjiì  dolcitnefcaiihami.Bne.nellakifionamoro  Stallare,i ilpifctarc de cakalli,& filmili animaU che  fianno  li 
fa,Tkito  haneraife  da  me  non  fi  fmorfi.  nelle  Stalle,Lat.lotikni  emitiere.  'Bar. . La  mola  gallò 

14  Sprone, Lat.caliar.& fihnklkS.l‘tTJÌjiando'lkoler,che  nelfikme.HiponaDeahouoratadagidmlariTkttelebe 
con  dk  k Sproni  ardenti  Et  tonkndkrofrenmimena&  gie gallarono.0  a s.cbe  qui g agalla.i  fimraga, 

regge.C'ba  fi  caldi  gli  Spron , fi  duro' l freno  .Saga  ben  Domare  [jl.kalfuperare , macerare.?  1 t.  Ter  domar  me 
tanto  ; & altro  Spron  non  koUi.O  bel  kifo  ouamor  infie,  comenii  mneer  prima.Hora  ni  atto  fermi  frgcfifo  doma, 
me  pofe  Gli  fproni  c’ifren  onte'  mi  punge, & uolue.'Tal,  T rotto, Lat.fkctkffus,C-  fucckfalura.i  lo  an^re  in  fretta 
hor  ti  kidt  tali  Sproni  gretti  alfianco.B  o r.t'olfe  il  Ron  ma  però  manco  del  galoppo , cofi  detto  da  tirare , pcro- 

•LÌno',& tenendogli  Sproni  gretti  al  corpo.  D a N.Giur-  thè  troltandoparchefiipcgifitrililaterra.B  a c.'Uoi 
da,  come  ga  filerai  fatta  fellaTernò  effer  corretta  da  haurtinopcrduio  il  Trotto  per  l’ainbiadura.proueibio, 
gli  Sproni.  Me fer  quello  uofiiro  cauallo  ha  troppo  duro  Trotto. 

Sprintare  i dar  di  fproni,^  meta.Lat  g'tmulare,&  punge-  ha  iSencuaé  Galoppo, et  di  buon  trotto.  Cbe'n  pre%^ 

re.Pi  r. Et  per  troppo  fpronar  la  fugai  tarda.  Ma  quel  z^non  i quiuiambio/ieTrotto. 

la  ingiuria  da  liige  un  fprona.In  quella  parte  doue  amor  TrottareJat.fuccufare.'B  o c.llTrottar  forte  rompe  tà" 
mi{prona.yoglìamifprona,amormiguida  & gorge.  Stracca  altrui.Cog  in  cam'ifcia  comincio  a trottar  dietro, 

Hemiualefronarloftdargltuolta.cheftlaccendic!rft  Sofptnto  dalla  freddura  trottando  fi  drh^  uerfo  Ca- 
la fproni.lluattrocauaiTafcone['Oceaiio,&g>rono,&  gel  Guglielmo, 

sfergp.Boc.Et  Spronati icaualli a guipidl un afaltofo-  Cuà\oppo,& Galoppo.Lat,gradariuscurfus,  itralocor 
Lntjeuole.Spronandolo  amore.Si  fpronato  m’binno  le  uo  rere,CT  il  trottare.?  ■ i. Ter  fuggir  dietro  piu  che  di  Ga 

greparole.Amormifpronaperfiifattamamera.UAu,  lappo. U a k. Qual ege alcuna  uolta di  Cualoppo. Lo 
Chela  diurna  giugitia  li  fprona.  caualcar  di  ghiera , che  caualchi.  lononti  uerro  dietro 

Sc\srìida.Lat.ferula,llagellum,fcutica  Dan.  Cofi  par,  di  Gualoppo. 

landò  il  peno  fe  un  demomo  De  la  fua  Scuriadai^  dage  Galoppare. Lat.faltuatim^utgradatimcurrere.  Aui.Ol-  li 
uia  Koffian;qui  non  fon  [emine  da  conio.  tre  che’l  fuo  degrier  fi  faccia  iiia  Ter  me^^o  l’arui , oue 

Teril,LJt.ferula,cofi  detlada  ferire. D A u-f'iàDimon  galoppa,&  falla  Deibuon  Fróiino  et  ma  còlei  galoppa, 
cornui.  con  gran  Ferz^.T  rattei  amor  le  corde  de  la  Fer  Atnbiadura,cT  Ambio.  Lai.  gradatio , uel  tollutim  ince- 
za.Pi  T.'ìle  per  Feriali  però  maire  men  pia.  dere.i  lo  andar  portante.B  oc  .Tipi  hauremo  perfiil 

■ J sferrare  i battere  con  la  ferza.Lat.F Lagellare,eadere,uer  Trotto  per  iAmbiadura  ideg  perdere  una  cofa  per  un  al 

berare.P  1 r. quattro  canai  Tafeo  ne  [Oceano,  agirono,  tra.  Att  .Chin  prtjpp  non  iquiui  Ambio  ne  trotto.i.cht 

& tferxp  Che  s’altr'ira  ui  j/f  rgj  Da  la  mattina  a terza.  bijògnaua  correre. 

UAH.DifuttoperdarpafoaUSfcrxati.Qjtpgo  cinglno  Adonuirare  dicefi  un  cauallo, 0 altro  animale  quandoper 
sferza  La  colpa  de  la  muidia.i  punigtfurga/) gageUa.  futura  di  qualche  cofa  non  uuol  pagar  piu  auanti.Lat.pa 

Berze.o  Lene  che  [uno  & l'altro  figni]tcacuoio,Lat.gu-  uere,expauere,&  pauefcere.B  o c.  Teruentura  u’heb- 

tict  liuor,i*r  Lerzp  fono  te  Scurude,cke  fi  fanno  di  cuoio  be  un  mulodlquale  adombrò  Ji  come  gueme  gli  ueggiom 

&Berzedabyrfa,Lac.diepurlìgmficacu(,io.D  A u.Ai  giamo fare,ne  uoleaper  alcuna  maniera  aitanti  pafifa- 

come  fecen  lor  tenarie  Berze.A  le  prime  percofij'e,etgid  re , uedi  a 9 1 7 . 

nejfuno  Le  feconde  afpettaua , neùterze , perciocbele  KeKo,Lat  refesjditequus,&pauidus,i  quandoil  cauallo 
percofife  della  feuriadateuano  lebattiture,& li  refiaao  i che  ne  per  fpironi,ne  per  battitura  uuole  paffarepiu  in- 
fogni diqucUa.uedia  145B.  nxitzi,rvafiferma;ìr anche ftdtce adombrato,  cofidet, 

Stiffi.Lat.fiapetH,ti  a go,&  pedibusgege  Thilepho.Boe.  lo  da  refifiere,per  contragare , tir  non  uolere  ooedire, 

Mejfod  pie  nella  Staffa,  & mótata  a cauallo.Quego  pa  tt  mi  ual fperonar,o dargli  uolta,  Cb'amor per 

Itgeniere  mai  dalla  Staffa  non  fr  le  partiua.  Cominciaro  fua  natura  il  fa  Kegio. 

no  iloroanngbi,&‘ diritti  foprate  Staffe.?  i.A  quali  fu  Dimmaglal.dama/t,dorcai,dii.èla  capra  filuegra  cb'i 
kuantemefuronoSiniornoafreniatf'alleStaffe.Aii,  fieraconfmtileallaCtmriola^alcumgU  cbiamauoDamj. 


Terra 


D » vSi  fi  lltrebbe UH  (^iuuitr4  iue  73rfmr.PiT.1>g/i 
uidenui  Ceno  ue  Damuu.  Con  tal  difio  cercar  fonte  ne 
fiume,  Bnc,ii  teme  luogo  abbomleuoie  di  gtouaneUe  Ca 
unole  e*r  Ufciue,&  di  Dame  giouam  prefie,  & piu  cor- 
reutiisp-  Ceruiead  ogni  rcte,iaue^jirate  auifae.  K m. 
Sk*.  Vm  ueloee  Jk  Damma  Dolce  dei  mio  cor  fiamma. 
A « I .(ìjial  patgoietta  o D.ima,o  Capnola.l  Capri  fnel- 
iire  te  Dame  leggieri. Di  qua, di  U fallar  come  una  Dam- 
ma,& quando  dinota  figuo  ra,o  ienna^edia  6 1 o. 

Danio  ammal.akum  lo  nomina  Dainma.T.  Seguidoquan 
do  un  Ceruo/juande  un  Damo  Con  gli  pungiti  dardi  che 
nonfaHano.utdidilòpraaDamma. 

Deftricre  uedidifopra aCaualìoa  itoS. 

Dxac;one,<(riii aghauimaU uelenofia  i { ;o. 

Iti8  EUfmante.Lat.^barruifit&barmui,  ut,ui,iia  jua  noce, 
i animalgrandiflimaajfainoto.Ptr.Sopra  un  grii'Bte 
phaiueunducalofco.D  k u .ffatura^ ceda d'Blephan 
ri  {!r  di  Balene  non  fi  pente  Medi  a Leophdie  al  luogo  fuo. 
Sa  H.f'jóo  d'Elephanto. 

Fonnicu.Lat.è  animaletlonoto.formiea  Orantfera, Solle 
cua.  D A k'.yi  riflorar  di  fème le  Formicìx^idi  la  hiHo- 
ru  ad  Baco. 

GKto.Lat.catus,et  fehs,alurui.D* gli antidn  fu  dedicato 
a Tlutonedajua  noce  igatuUate.T. Gatto  Leggiero,  De 
ftro,0'  Trefìo.  Bne.La  dòna  bauido gridata  alla  Gatta . 
Su  p lo  tetto  eoe  fanno  le  Gatte.ia  battaglia  de  Topi,  & 
delle  Gatte.Tu &gli  altruhe  andate ciprando  Gatte  in 
facco.L  k.yna  Cattuccia  magritcou.uido  il  fuoco.?  « . 

Chiro,Lat.glii,iru,eji  mui  fyluctinijammat  fonnacthto 
fo  Dormiente, & ionuolente.T,  U demolenti  Ghiri/*  eie 
che  nottole.  A « i. Cefi  profondamente  ebe  mai  Tafio/te 
Ghiro  mai  i addormentò  qnant'effo. 

C{ill\,Lai.gryllusgcnus  locufU.CilantiJìjienili^trid»- 
li.'Hotturiu,&  neri  annuntiatoridellefnture  tenebre. U 
fuanoce  e'IgriUare.  Lat.exultare.B  a c.Btmmfim- 
dero  le  cicale, ma  gli  firidemt  Grilli  per  le  rotture  detta 
terra  fi  baueano  fatto  cominciare  a feniire.  A u ^a  h.  £t 
chei  faflidmfi  Grilli  meommeiauano  afindere  per  le 
fefiuTe  della  Icrrj.i.  7\(oWww  GnHi. 

HUhice.Lat.htlìrtx,i  animai permeiofba  eam,efra  eic- 
c atoruper  lo  gii  tare  delle  acutifiimc  jjnne;  oleum  io  di- 
mandano porco  fimiofOyUjato  dal  B o c.nelf  A m. 

Leofìnte. La.elephas,et  clephàtut,i  lo  Blephite aialnota 
e gradili  imo,  e difcipliuabile,ia  fna  noce  i barrire,  Bn  r , 
Ella  i maggior  belba  che  il  Leofante,  tk.nedi  Blephite. 

Aixotio,Latxbnr , i lo  dente  delBElephante , lafua  uocei 
barrire.  P ■ T.'Urtla  .Mutria,  yfeio  tC^Anorio.  f'na  na 
uetultad’,Auomo . c / Ebano  contefla.lat.  eburneut. 
Era  la  man  ch‘,4uono  & neue  auaitga,  trdi/iourir 
l’^uorit.Boc.'Hpn  altrimenti,  thè  d .Auoriofofftro  jìa 
te  te  poppelline.f'n  pettine  d .duorio. 

Leone,Lat.leo,&leiena,eSrleaJa  leoneffa  Re  de  gli  anima 
li/ia  gli  amichi  ieduato  a Marte,ia  fua  uoce  i ruggire, 
dr  fremire.fugge  é fua  natura  il  fuoco  p paura  ,ct  la  fe- 
mina  p lafiutuiled/eflupifcedclfaudaciadelgallo.Egli 
nanfa  empito  a cbifigUtain  ferra,»  eadejma  benea  chi 
lina  cantra  per  offemlerlo.Pfc. Cerne  irato  ciel  tona,o 
Leon  mgge.E'n  fui  cor  qua  fi  fero  Leon  rugge.  'Bfptt  co  al 
tro  ramar  di  petto  ai  fi  Duo  Leo  fieri, 0 duo  folgori  arden 

. ti,Che  difrfeil  Leon  co  poca  gente.maap  Leonida  Sedi 


ELEMENTI  Terra  t6é 

Spartani  ailndéio  al  nome  di  lui , f'rtar  eòe  leoni.  Boc. 

Jfltro  ni  eraichegUtare  una  fata  in  bocca  ad  un  Leone. 

E acido  le  unite  del  Leone. alirimiti  che  un  Lei  fame 
lico  nedarmito  degiouendu  uenuto,!  miei  eam  non  du- 
bitano di  affalireifuluti  Leom. ku.  & ntlP  H.l Leoni 
-dphricam  corfero  al  tnSto  fiato  tenendogli  acuti  denti 
negU  injinfibiii  corpi,  yn  Li  ocello  prelU  et  aueduto.  Te 
■ miionól» LeieeUouoleffe  màgiarela Cerua.tìAu.Ma 
m fi  che  paura  no  mi  defie  La  uifla  che  m'appa  rue  dun 
Lame.Seuliigu  mille  Leon  p preda. kn.  L>ual p te  fel 
ueTiomade,omafiyte  Cacciata  ua  la  generofa  Belila; 

Lh'ancor  fuggendo  moftra  il  cor  gentile , Et  mìnaceiofa 
& lenta  fi  rittfelua,T al.(mtendcudo  del  Leone) 
freiHere,Lat.jremerejl  la  uoce  del  leone, e p meta,  p far  tal  l a » o 
fremuo.Akx. Fremono  i uéti/ portai!  ghiacci/  neue. 
LeopìtdoJja.pardui.Ptr.Td^corfemai  fi  leuemente 
al  uareo  Di  fuggitma  cerua  un  Leopardo,  uedi  a Tardo 
pin  baffo. 

LincxdJt.ljiix/ilLupoceruiero,uediadefp>LMpoeeruie 
ro  piu  ba^. 

Lkomo,i  .dlicomo.Lat.unicomis,  monoceron  ,i  animai 
m forma  di  cauaUo  cS un  corno  diritto  in  fronte  il  fuo  ca 
po  i fimile  a quello  del  ceruo,&  i piedi  come  [Ekpbante, 
ha  muggito  borrido/nolto  fono  inclinati  marnar  le  ucrgi  ' 
m,&  molto  del  fuo  odore  fi  diletta  A « i . L'un  et  altro  jim 
dea  l'un  Liocorno  Candido  piu  che  Candido  anneltino . 

Lupo  Lat.lupui,èamrnalfacratoaMane,et  figuralo  per  , 
lo  auaro,et  piu  mgordo/t  ueraee  che  tutti  gli  altri  ani-  ' 
mati;&  ni  folamite  noce  alle  greggi;  maagli  huomini, 
et  nebulofi  giorni  té  aguati, et  mfidtefurtmamiienepor 
tagà  ammali  (è  noi  impedito  tmto  ilgrigge  uccide, 
fiimido  di  non  maipoterfi  fatiate,  ile  peri  ha  mai  tomo, 
thè  della  uogliafi  finq.Lafua  uoce  i lo  urlare, & uaggbi 
Tt.PkT.La nanfiieia «offra gentil agna  .Abbattei fieri 
ÌMpi.Orfi,Lupi,Leom,.dqmle,& Serpi  Boc.Chelcorpo 
di  lei  banca  tra  parecchi  Lupilafcialo.il  Lupo  meglio  fa 
pruguidarelepecore.Lupo  Grande, Fiero  jiorribile  J(a 
paie.Coe  il  fiero  Lupo  le  Umiìe  pecore  fenga difcfa  fran- 
gola,P h.D  A u.Maladetlafi  tu  antica  Lupa.Et  una  Lu 
pa/he  di  tutte  brame  Sibraua  carca  ti  la  fuamagng^ 

^a.Poi  fi  riuolfc  a quella  ir.fiata  Labbia, Et  diffe  taci  ma- 
laJetto  LupoJ.auaro.Cacciandoil  Lupo,  & Lupuint al 
monte. Aki.Sicomeil  Lupo/be  dipreda  uada  Carcoa  ^ 
la  tana;ar  quando  pm  fi  crede  D'effer  ficur  dal  cacciator 
lafirada.Edafuaicamattrauerfar  fi  uede;  Getta  la  fil- 
ma/ doue  appar  men  rada  La  feura  macchia  mangi,  af 
fretta  ilpiede.Giamen  prefli  non  fur  quelli  a fuggire. 

Che  fi  fufiin  quefi’altn  ad  afiabre. 

Lupo  Ceruero ha  la  pelle  maculofa  detto  da  Greci  Linx.  ue  un 
dia  Cerniera  & anche  qui  dt  fotta  a Longa,  la  fua  uocei 
orcare„efi- frenire. 

Lom».Latd/najba  la  pelle  di  uarie  macchie  difìima,fi  eoe 
il iMpo ceruiero il Tardoela  Tàtera.ll Bnc.fcnue die 
fanciulli  fiorétini  uedendo  il  Tardo  gridauano  uedi  la 
LongaSfuejla  adiique  alcuni  uogUono,cbe  l'imédaper 
lo  Ceruiero/cUum  il  Pardo,  & eòe  pone  THnio  eoi  Leone 
fi mefcola, piheil Tardo i diale  molto  hbidinofo.Q.mflo 
credo/nouefie  Homeroa  ìdurre  Tarli  buomo  libidhiolò 
uefiito  di  pelle  di  pardo/t  alenai  imfdono  della  Tàihera 
la  citi  natura  al  luogo  fuo  diremo  .Dku.El  ecco  quafi  al 


Terr« 


ELEMENTI 


Tem 


ctmnàar  de  Feria  Fna  Ló^a  prefla  malto. 

Che  di  pel  matulalo  era  caperla,  & piu  baffo . Di  quella 
forala  galena  pelle. Io  haueua  una  carda  Marno  unta, 
Et  con  cjia  penjài  alcuna  uolla  "Prender  la  Longaala 
pelle  dipmia. 

Lontra.  Lal.lutra.i  animale  non  mollo  minore  della  l'al- 
pe ;ma  lungi  ^épclncro;&ka  il  muffi  agux^,  & pa 
jcefi  dipefci,  iquali  piglia  entràda  folto  t’acqua M majSi 
mena  a quelli  iquali  uede  nelle  reli , & quelle  uolentie- 
ri  rode  Offracela.  D a u.  Et  trajìe'lfu , che  mi  pane 
una  LoHtra.uedi.a  1091. 

Lepre,LatJepui.è  animai  nmido,paurofo,  leggiero,  aree  - 
tbiuto,la  fua’uoce  èuagirc.  B o c . Come  la  paura  fa  Le- 
pre nelle  uepri  nafcofaafcolta  intorno  a quelle  noci  de 
gli  abbaiami  cani,  fcu.  Et  la  paurofa  Lepre  con  duo  cani 
dimorafie.y  utero  correr  Lepri,  Chi  due  Lepri  caccia.  Et 
ho  duo  Lepre! tini  pur  teflè  lotti  alla  madre  piagata  deiar 
co  mio.  AM.DAu.Che  cane  a quella  Lepre,ch‘tgli  aeetffa 

LocM&e,Latj^molurisD  a «.  Mele,  etlicuffefurnole 
uiuandejChe  nutrirò  il  Batlijla  nel  deferto. 

Lucercola,o  Lucena.Lat.lacerta,et  ficut  alij  uocam  Chal 
cideni  è fpelie  di  f irpentello  dt  colore  berrettino,  trouaufi 
anco  d‘ un  altra  fpetiepna  alquàto  maggiore,»  uerde  det 
ta  da  Latini  lacerta  uiridis.  Qjceffa  fu  adorata  dagli 
Egilti.Bac.t'nadelle  piu  belle giouam  di  Tifi,  come  che 
poche  ue  ne  habbia.cke  Lucertole  non  paiano. 

Lumacajrt  Limaca.Lat.cocbhca  ic,i  quella  che  ha  la  feor- 
gae^t  da  Thofeani  e nominata  Chiocciola , tt  Ltmax , et 
anco  Lxmaca  a Lmo,è  quella , che  èfeaga  ta  cafa.  B.o  a. 
Senga  hauere  tutto  di  a fcbiccberarelemura  a modo,cbe 
fa  la  Lumaca, D a u.Come  fece  le  corna  la  Lamaccia;  m 
ucce  di  Lumaca  jna  cofi  di/ie  per  la  rima. 

MictorcHo,lat.marles  tu,  i8is  idis,  è animale  non  mol- 
to grile,della  pelle  del  quale  fé  ne  fanno  fadre  bellijìime 

ÌAz{tini.rottocanigrandi,&  morJenti.Lai.canes  ma'toret, 
cr  moloJli.B  oc.  Le  mdi  a i ftamhi  duo  grandi  cr  fieri 
Maflini.il  cuore  a duo  Mail  ini  il  gittò , U quali  affama- 
tifiimi  in  contanente  d mangiarono.  Da»,  E'I  Maflin 
uecchio,e‘l  nuauodayerucchio  Là , douefagbou  fan  de 
denti fucchiaa.Tiranno.perciodie  morde  come'l  con  Ma» 
iìino..K  « i.OqiialMaflin.ch'alCiotlob.uedia  Ciotto- 
lo.D'ogai  Maflin  uia  piu  crudele. 

Minotauro  Lat.Hauendo  MtnosRede  Cretenfi mandato 
fuo  figliuolo  .Androgeo  ad  Alheneiilquale  offendo  roba 
fio  di  corpo  figni  bora  che  fi  trouaua  in  alcuna  Lutta  fu- 
perauaciafeun’ altro  giouane.  Commofii  adinuidiagli 
Albemefi,  & quelli  di  Megera  con  fraudo  efio  Andro- 
geo uccifero,ilche  Melò  Minos  fu  concitalo  a grande  ira, 
tir  al  tutto  difpofe  d fuo  figliuolo  uendi care.  Congregati 
gli  efferciti,ér  procedendo  cótra  loro  in  breue  tempo  mn 
. fe  &Cuno,&taltro  popolo.  In  queflo  tanto  che  Mmot 
manteneua  C effercitofeome  ferme  Ouidio)  Tafipbefna 
donna  dtuéne  in  tanta  befiialità.  che  i innamorò  d'un  To 
ro  difponendo  m tutto  di  congiunger  fi  feto.  Mòdo  per  De 
dolo, qual  era  ingeniofifUmo  fabro,  & dettogli  d fuo  defi 
derioffabrieb unauaeca.fitmle aduna , laquale  d Toro 
ne  gli  armenti  pin  moflraua  fègmre , dr  fabricata  che 
[hebbe, quella  lucifere  d fuo  cuoio  diflefè  fopra  la  lignea 
uacca,^ dentro mebtufe'Pafitpht.lndupe  co  queflo  mo 
io  il  Toro  ad  adempire  la  fica  bejlìal  lAUtnei  onde  fegfà 


mj 


che  "Pafiphe  iingrauidoret  al  tempo  partorì  uno  ferociP- 
fimo  moflro  nominato  il  .Minotauro.  Conofeiuto  queno 
Minai  fece  al  medefimo  Dedalo  ftbricared  LaberMo, 
doue  détro  rmhtufc  d Minotauro,  &fra  [altre  fue  leg 
gi  dopo  la  pia  uittoria  degli  Atheniefi , & Megarenfi 
tmpofi  dopo  le  grani  conditioni  della  pace,  che  a certo 
tempo  doueffeto  mandare  un  huomo al  Minotauro  adef  ■ 
fere  diuorato  da  luifinde  che  tra  loro  deliberarono , che 
per  forte  fi  procedeffe  di  trouarto,auenne,che  una  uoUa 
cadde  la  forte  dt  Tbefeo  figlio  Ji  Egeo  Re  di  Athene;  per 
laquat  co  fa  effaiJo  éfpofto  di  uolere  adempire  [acerbi- 
tà della  legge, perueiine  ut  Creta, & prefentofii  a Mmot 
hauea  Minoi  due  figliuole  ff  una  chiamata  Arianna,Pal 
tra  "Plxdra . la  doue  Arianna , quale  era  la  maggiore, 
ueduto  Thefeo  del  corpo  btUifìimo , S ubito  dt  lui  unno-  ' , 

morò,& dato  tra  toro  ordine  di  parlari  tn  ficrao , con- 
uenne  con  lui  di  camparlo  dal  mmotauro  ff  poi  la  pigba 
uaper  donna, & Jhedrafua  forella  maritauaad  Hippo 
Ilio  fuo  figlio.  Conienti  Tbefeo , & Arianna  gC infegnò  à 
fupcrareil  Minotauro , & etiandio  di  ufeir  del  Laberin-  » 
io . yccifo  il  Mmotauro,&  ufetto  del  LaberMo , <jr  con 
uiitoria  tornando  ad  Athene  ne  menò  feco  A rianna,& 
Tbedra,ma  nelTifòla  di  Cbio,  come  fenju  Ouidio , onero  ■ 
dt  Tiallo,comefcriue  Laltantio.LafctaArianna  addor- 
mentata,» partì  uia  con  Thedra,laqualegfSlo  in  Albe 
ne  la  fposò  per  fua  L gii  tinta  donna, efiendo  pviThefeo 
andato  co  Perithoo  fuo  amico  all'inferno  per  ricuperatio 
ne  di  Vrofi  rpinaàn  quella  fua  abfintia,  Tbedra  s’inna- 
morò iCHippolito,t!f  lo  richiefc  di  copula  camalejlquale 
non  uoU  rido  confemire,  [ amore  conuertì  in  crudebfstm» 
odÌo,&.ne  ffgui  quello  Ax  narra  la  bifloria  ad  effo[Hip- 
polito.Scriuono  alcuui,iho  p troppo  uinobeuuto  Artan- 
na  profondanute  s addormentò  fu  da  ThefeonelTlfo 

la  Lfciata,Cr  però  Bacco  la  prefe  per  amica,  CràonoUe 
preciofitma  corona  fatta  da  Vulcano  iToroCfé  gemmo, 
laquole ipoeti fingonu,tbepeifutraslatam  fegno  cete» 
fle,&  ha  quella  tmagine otto flelle,deUe  quali  tre  fona 
fpkdidifsime,Cr  pero  dice  Da  h .Haucr  fatti  di  fi  duo  fa 
gni  in  ciclo.  Qual  fece  la  figliuola  di  Minos(.iArianna) 
Allhoraclx  lènti  di  morte  ilgelo,&  il  B n cJxUayifto 
neamoroft.yidi quìThefeo  nel  LaberMo  AlMino- 
. tauro  borrlii'.e,&  nefandod-'infamia  di  Cmiera  difce- 
fft,Clxfu  concetta  ne  lafatfa  uacca. 

ÌAontonc.Lat-tnes,&  i U mafebio  tra  le  pecore , ciffi  del  I > ^ 
to  dai  montare  Ja  fua  noce  i baiare,  fu  dedicato  a Guute 
dagli  amicbi.Boc.  Di  MÒtooe  fatto  tornare  nifhuomo.  ' 

Si  eoe  fi  mena  un  Mótone  p le  coma  tn  beccheria.T.  Ma 
uia  piu  d" un  Móton  bianco  & cornuto.  Che  co  qualuque 
al  mòdo  s’acco^^^uia  ; Quefì’eranccciouì'nfinaa  terra 
hirfuto,Hauea  le  coma  ut  piu  nodi  rauolte , Largo m le 
fpalle,&  nel  mito  barbuto  ; Se  nel  fallare  hauea  le  gàbe 
fciolte  Tenfat  Ruflico  mio,  Ch’ogm  grò  macchia  Di  quelli 
capi  fallò  mille  uolte;  Balaua  aìlupo,a  la  uolpe,ata  grae 
cbia,Etfpcfieuolte  mifacea  fapere,Chel  cafeio  m'hauea 
tolto  la  cornacchia  ; Florida  mia  n' hauea  tanto  piacere  i 
Che  cS le  nimphe fue  per  marautglia  lo  ufue iufiemepim' 
notte  a ucdcre,Qud  leggiadro  corfier  fi  dèfiro  tu  briglia. 

Si  moffie  mai  f coffa  da  gb  [proni  , Cl  ’r  triaeonduocal 
ci  un  folto  piglia,  de  queflo  fcótramte  altri  MS  toni, Che 
dettobawrt^fix  mifnmebottoTie'leriafoferfcop-, 

fiati 


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Tcrr*  ELEMENTI  Terra  167 

pali  duo  tr<m;Htuea  il  ape  duraci  cernei  cotto.  Ter  le  D a n.Senxa  damo  di  pecore  fi  di  bUde.SkH.LaiiiiteTe 

percoffe  ft  ,che  ( iuerftrm  ^Iprmo  colpo  bMttaua  di  core.PecturuiSi&opiliOfimtjl pecoraio, 

folto  lohom  Montoìt  conifuattrobelle  Corna  Ch’ogni  Oiiiìe, Lat.ila flatUdellepecore.V  t r. Etdtntrodalmio 
altro  urne  a nrtar.&foioe  Duce  fìe  greggitaici,e  qne  Orni  qual  fera  rngge.B  o c.'ìionalttnnente,tbe  latrmà 

gU  foto  aioma.lK».itml’!!eme  come  la  feroatd  de  Moit  daTecoradCintornoachinfiOmli.l}  a h.  Le  pecore  ri- 

tOHi  forandogli  li  corno  prcffolaorccchiay  fi  poffamitiga  mote  eirtiagahonde,SttoTnan  a Comi  di  latte  note.  Del 

re  , et  come  Ugjndoglt  il  dejtro  telinolo  genera  femmt , bel  Omle,ou'idornà  agnello, 

ir  ilfim^i-o  iHjfcbi.  K AI.  .An'^toT^ndo  a gmja  de  Vorco,Lat.i!- fusnis.&maiaiis  ìd  porco  caflritouolgarm 
llonioiii.  mente  detto  maiale,^  grnnmre , fremire  0 jrendire  è la 

MoIoOo  è nate  mordente  ir  grande , coineit  can  Corfo.  noce  del  porco  fàlnatico.  A»  i.  yntenerVorcoptefobab 
Lat.mololsus.T.Fatto nildamidi IHololfo  cane.  hiatalbotta,Cbe con gmgmto,e gran  jiridor ]i  Ungue. 

ÌAolÌTO,lat.montirMm.FiT.Odelle donnealtero,&raro  Boc.Bru.'ioeù'BitjalmaccouuiolanoHnTorco  a Ca- 
Mofiro.t.cofi  molìruoji,  cr  come  miracolo  Sphmge  Mo  landrmo.Torco  Grajjb.Ec  come  il  THircopoichefente  le 

frofiedia  Lato  Re  éT bebé.  agate  (àmie  de  cacctanti  camfqnamofo  con  furia  fi  rmol 

Mulo.liir.^  bardo  nii,&  hmmclut,  i animale  nato  di  ca-  ge  tra  efii  magagnando  con  la  ganna  qual  m prima  ginn 

nalla  generato  , daunafmo , ir  pero  noi  diciamo  Mu-  Jè.P  nSariam  pn  degni  di  guardareVorci, che  éhaue 
lo  il  bailardo^  quello  che  non  i nato  di  nero  matnmo-  re  fopra  huomint  fignona.Torcile  di  Venere.  L a .0  a n. 

nio.B  o c.Vn  mulo^lqualeaombri.Vnagran  Carauana  Tra  bruttiTorci  piu  degni  digalle  Che  d'altro  cibo,  Cia 
dt  (ome  fopra  Muli,  ir  làpraCamcli.  Et  entratiinuax  caper  lo  porco, aedi  a laoj. 

flalla  tutte  le  altre  befiicfuore,  che  quella  Mula  flalla-  Pardo, Lat  .pardus,  & Icopardui.  è animale  ucloce  nel  cor 
rono.Vna  delle  migbor  Mule,ir  lapin  bella.D  a h.Vì-  fii,ir  che  ha  la  pelle  nanamente  maculata , come  il  Luu 

ca  bejlialmi  piacque , ir  nonbnmana , Si  come  a Mul.  poceruierofi^  la  Tanthera  ideila  cui  naturauedidi  jé- 

ilì'i fHÌ.i.baflardo,percioihe,mulonafce da caualla  ge-  praaLonga . P 1 t. Intelletto  uelocepiueheTardo.T. 

nerato  da  un  afino,&nS  da  eauallofib'i  delta  fua  fpetie.  Tardo  Dipinlo,Maculofo,Vcloiifimio. 

Mulattiere,^  colui, che  conduce  Muli.Lat.muho  onis , ir  Plilcc,Lat.pulex,i  la  pulce.Boc.Ma  gh  attempati  ,fi  co- 
agafo  quello  de  caualìt, ir  ifafini.Bnc.Terlaqualcofa  me  efpcrti,janno  meglio  1 luoghi,  done  fanno  le  "Pulci, 

un  Mulattiere  prelà  una  Siecea, prima  affai  temperata-  Da  v .Qjiado  morfi  si  da  Tuli  i,  da  mofcbcfit  da  tafani 

mentelo  cominciò  a battere,  liinulatticre  adirato.  Si  Kìtnirro,altrmentidettoragano,&h!guro.Lat.laarta 
ebe'l  Muiattiere  ninfe  la  pugna.  mruhsfii  melesjii,i  animale  finale  alla  Lacertaana  pia 

MiifielIa,Li(.^  gtle  ei;ir  uiuerra;i  la  donnola. anhnalet  grande,et  i di  color  uerde,  i amiio  detC huomo , ir  comm 

to  aminoli &pciuito,comi  [armcUino,ilgirofit  fonili,  batte  col/èrpente.D  a u.Come'lRamarrojittolagran 

(nemica  de  topieir  de  frpentt, tir  quando  combatte  col  férga.De  di  canicolar  cangiando  Jepc  Folgore  parjelaui 

ferpfre,corre  amordereùt  ruta  per  Uberarft  dal  ueleno;  tatrauerfa,CofipaieauenendouerJòlepe.A  1 1.  Vacon 

teJieTtimo,&  Muflellaiancho  pefeemarino.  piu  fretta,  che  nonna  il  Ramarro  Qjeando  ilcielardea 

fihzoll.Lae.'Hicedulaii  ammalctto  piecioto  come  il  ratei  trauerfar  la  uia. 

lo,o  fircettoidi  color  giallo  ihuro;babita  neglialbeh,  i Riccio, Lat.bericius.animalquodfetishorrcttè  animale  fpi 
animalettoa^aidomeflico,caminafuperunjilo  fattile,  nofàaguifadelllfricefiuogUanéreTorco  fpmofo,& 

ir  fu  per  un  p di  frtda,ir  non  fono  daniiofi.  alquanto  men  gride  del  comgho.pl  fuo  capo  è fatto  agni 

OrCo.Lat.nrfusal  dtmtnuuuo  ò urfului , i animai  noto  .la  fa  di  quello  del  porco, quando  Jente  flrepito,  0 che  teme  di 

fuauoceioncare.PAr."ìfgnduoifhuomonauncorditi  alcuna  cofaji  ritira  in  fe,&fafiim  foggia  duina  palla 
gre,&i  Orjo.Ouclla  burnii  fera;un  cor  di  tigre,  od'Or  rotonda  ir  fpmofa,pratua  nelle  uignefitfra  le  fepr,  habi 

là.L’OrjàrabbiofaperghOrfaechifuoi.Orfi,Lupi.  bita  ne  gh  arbori.ir  lui  fi  raguna  di  diate  il  cibo  perla 

Palafreno.irnii  di  fòpra  a Cavallo.  uemo  a guifà  della  fom.icafi  fmtlmentt  un  pefee  marì- 

Panthera  Lat.ba  la  pelle  difinta  di  macule,  &idi  tanta  no,coji  nominato,ir  Rieiioaneho  i quella  coperta  /pino 

uaghr'da.th'ogmfcra  la  defdera, ma  temono  delia  fie-  faplouenaftono  dentro  le  co  fagne. 

rcr^fihe  dimoltra  tella  iella.  Onde  occultando  il  capo.  Ronzino, Heiii  é fopra  a Canada, 
ir  mofirando  il  dojfo,  alletta  con  la  belleg^a  della  fua  Sx\iminiiriLa.ianmialetnfermadiLacertaJlcllataet 
pelle  uarielierc,irdapoieonfubito  empito  le  prende  & maculai  a;& non  utuenumcandofidi  fuoco,  comealtri 

diuora  ir  Tanthera  c ambo  rete  p<  r pigliare  uccelli.  diiono,nia  fecondo  che  ne  ferme  "Plinio  mai  nan  nafte  fe 

Tecorx,Lat.pecus  dii,maj  ^ fem.oun,  ir  ouicula  il  dim-  non  nelle  gran  pioggie,ir  non  moreje  non  quando  è fere 

imtiuo  fu  dedicata  da  gh  amichi  a Giunone,  la  fua  noce  noli  cielo  fiuero  quando  (gran  caldo  ,ir  è fi  frigido , ihe 

ili  balare.B  o c.l  motti  come  la  Pecora  morde, deono  toccandoti  fuoco  lo  fpegne  a gufa  di  frediifitmo  ghiaccio 

co  fi  mordere  f uditore.  "Ifqn  altnmeme  che  la  timida  Te  ir  non  pero  per  quefto  ne  more  ; ir  alcum  uogliono,che 

iota  if  intorno  a thik  fi  Omh  femente  1 freméii  lupi  A m.  fiaammaleuelenofr.Vn.Straniocibo,irmirabilSala- 

HÌmlafciateahnenouccidere,iomcfarmoleiiutide"Pe  mandra.SA  u.Vengaame  Salamandra, 
corelle  a fieri  lupi  feitgf  alcuna  difefa.  P h . Conofeondo  Sìtno,Lat.fatyrui,ibuomo,i,-antnuleaJfaiaoto.Bo  c, 
ebe’l  cauaUere  era  entrato  nel  Tceoreccio.i.era  cntràto  II  Satiro  reojnaluagio . & co  agrejìeafpetto,  difpojlo  a 

tuiciarlare.QiiefloTeeoronemiuuolfarconoftertlefe  mal  operare , augurio  di  futuro  infortunio.  P i.T.  La- 
f emine  fiume  fe  io  frfri  nato  bicrLTeniò  eh  rifondergli  fe  fcia  arJar  Tan  con  fua  turba  ftluauco  Di  Salir  nimpha; 

ewido  che  alla  fua  Teioraggine  fi  cÓueniuaà.befiulità.  t’hounoipie  capticoli,Cmetufai,epelofa  ogni  natila. 


11X7 


-è. 


'..A' 


Terr» 


ELEMENTI 


Terra 


fatte  le  code  a quelli  Topi.  Etfe  feiuouo  le  donne  un  To- 
po andare  per  rafa.A  > i .Duo  dx'l  mago  al  gatto ^egU  al 
tri  al  Topoi'ajfomiglut. 

Toro  lai  taurus,  lajua  noce  èli  muggiare , e animale  cor  a ago 
mgero.ferotejndomiio,fiaiuiiianic.\int.JLt  per  lo  dolore 
feiitito loininiiò a niuggiare,che pareua unToro.  L'indo 
mito  Toro.  Come  ifunoji  Tori  nceuuio  il  corpo  del  pefan 
temaglio.  D * s.lt ciecoToro piu  auaccio cade.  Ter 
cbe'lTorello  a fiialujfuria  corra. Ao  x.Comeuide  Hinal 
do.chefi  mafie  t on  tanta  rabbia  mtorno  a quel  fignore. 

Con  quanta  andria  un  Leou,ch' al  prato  haucfie  Fiflo  un 
Torelyth’anthor  non (enta  amore.Come  partendo  afflit- 
to Tauro  fuole,Cbe  la  giouenca  al  umcuor  cefio  babbia; 

Cercar  le  feluef  le  riue  piu  file  Lungi  da  i pafcbi,  o quaU 
che  arida  [abbia  Douemuggiar  noncefia  a tombra/tl 
fole,'Heperò  fcemal’amoraja  rabbia;  Cofifcn  ua  di  gran 
dolor  confujò  II  Re  d" ^Igier  da  la  jua  donna  efclufo . 


Satiri, & fautù,Ae  leggiadri  dannano.!»  u.Che  alla  fo- 
nora  tibia  di  Vailade,per  laquale  il  male  injuperbito  Sa- 
tiro prouocò  .Apollo  alli  Jiioi  danni.  Quattro  Satin  con  le 
corna  in  tejla^  i pieé  caprini 

$cimiì.Lat.liima,&-  in  plu.fnnia.tà'fimt<,tìr  pithecusjtni 
mal  luto,  quella  fu  da  gli  antiihi  dedicata  a Minerua. 

Dan.  Com'iofui  di  natura  buona  Siimia.ucome  Siimia 
fèppi  bene  contra fare , ir  tmuarefalfifuando.fc  t i.Col 
uifo  altri  distimie  alt  ri  di  Gatti. 

Scrofz.Lat.porcafetuolà/laporcafattrice.D  a».  Et  un 
che  duna  Scrofa  axfrra,&  groffa  Segnai’ baueua'l  fu 
facchetto  bianco. 

Tioiitiè  il  luogo  doue  Hanno  iporci.  B » c . ynmercan- 
tuccioufcUo  delle  Troiate ,ueliito  di  Romagmuolo. 

T»lpi,Lae.QjtelladagU  antichi  fu  dedicata  alle  furie  ht- 
fernab.è  animale  fimile  al  topo, ir  fi  fla  fótta  terrai  mi 
lapelle  cuopregb  ficchi, irpcroè  detta  cieca.D  A u.per 

taqiial  uedefii  Npnaltrinienti  che  perpcUeTalpe.AAi.  TsiUTofegnocelrne,uedia  S6o. al  luogo  filo, 
è come  Talpe  Lo  riportano  ifuot  di  qua  da  Talpe.Sa  u.  \3iCCl,Lat.è  la  femmadelbue  S a u.  Domandò  a quei  bi- 
yna  cieca  Talpa.  folcbi,feunafiia  l'acca uedutahaucfieuo.tt  lemie yac 

Tiiìo,Lat.tercdo,irtinea,uermisaterendodi3ui,èani-  cheégiunenonufcirono  dellathiufa  mandra.  Houe- 
mal,che  nifcene  legni  ueccbi,  ir  quelli  coniinouamente  duta  la  innamorata  yaccbarella  andar  fola . La.uaccu 
rode,0‘  però  dice  il  Ptr.  Che  legno  uecchio  mai  non  ro-  la,  ir  buculaA- 

fe  Tarlo.  A » i.che  come  Tarlali  tempo  al  lungo  andar  \lcciro,Lat.  bubulcusjè  quello  , che  gouema  le  uriche, 
qua  giù  diuora.  Sa  a.Ouc  trouai  da  dieci  yaicari,  ihe  intorno  al  ucneran 

ia>9  TiKo,Lat.taxuièanimalefonnacchiofo.A  u.Cofiprofon  do  fepulibro  del  pallore  .A  ndrogeom  cerchio  dà't^tiano 

damenie,  che  mai  Taffo  Ghiro  mai  l'adormentò  \elt:TO,Lat.cams uenatortut  ,ècaiie nel  corpi uelocifiimo, 
quant'elfo.  Etgh  orfi,e  i Ginn,  e i fonnaccbiofi  T affi.  da  caccia . B o c.  yna  ueltra  negra  come  un  carbo- 

Tigrc  ,Lat.tigrii.  Lafua  noce  è rancare  AT  è animale  uelo-  ne  affamata , & fpauenteuole  mollo  nella  apparenza . 

ttfiimo  nel  corpi  fecondo  è feruta  nelle  naturali  biliorie,  P • r. Cacciata  da  duo  yeltri  un  nero , i un  bianco,  ine- 
che'l  cacciatore  quando  laTtgre  è fuori  effendofopra  un  taàdeliilgiarn0&  lanotte.D  a n.  che  l y eltro  y erri, 

tteloctflimo  cauallo  piglia  tutto  il  nido  ir  fugge,ma  lafie  chela  fa  morir  di  doglia. 

ra  tornata  & trouaio  il  letto  noto,  fegue  all'odore  il  Vermo,iryerme.Lat.uermit.P  i r.  Mentre  che'lcoè  da 
tacciatore,ilqualecomeeffaiauicina  legittauno  de  fi-  gliamorofi  y ermi  fu  concimato. Rn  c.  Comare  quefli 

gli , ella  lo  toglie  & toflo  riportalo  al  fuo  nido , ' itorna  fino  yermtrù,che  cgh  ha  nel  corpo.T ra  yermi  del  mor» 

ffi'egli  cofi  ne  gitta  uno  altro,  femprefuggenJo,&ef-  tocorpoconueniremonre.Xì  ah. Che  gU  animali  mfin  al 

fall  prende  ir  riedefin  che’l  cacciatore  è giunto  in  ma,  pictiol  yermo  Cafearon  tutti.  Qjiando  ci  feorfe  Cerbe- 
ro co  la  preda, ir  la  fiera  re  fia  albi  o fremido  iratamen  ro  gran  yerme,ir  midas  lo  uermo  della  faua  , 
le.onde'l  Aai. Come  It  Tigre  poi  eh' in  uan  dipende  Hel  Vitc\ti,Lat.uiculi.lafuauoceèmuggiare.B  o c.  nell  A u. 
noto  albergo,e  per  tutto  t'aggira.  E i Cari  figli  al  ultimo  Et  le  y nelle  di  latte.T.Haueafra  (altre  una  rofìa  yi- 

comprende  E[fergh  tolti;  auampa  di  tant'ira  ; .A  tanta 
rabbia  tal  furor  s'efiende,Cbe  ne  a monte , ne  a moie  a 
notte  mira  , tfe  lunga  uia  , ne  grandine  raffrena  L'odia 
che  dietro  al  predaior  la  mena;Cofifurendoil  faracin  bi 
fifarro.  C'haurebbe  di  pii  tà  fpe^^to  unfaffo,ynaTigra 


lift 


tella  Tanto  gagliarda,che già  nulle  honori , Et  mille  rie, 
chi  pregi  bebbi  p quella, Correua  a proua  & uincea  quan 
ti  Tori  Son  quinci  mtorno  0-fempre  ntornaua  Con  la  co 
tona  dÌHedera  ,'ir  di  fiori.  Jan./  miferi  yitelli  fugan- 
do le  ficche  poppe. 


crudcl  fatta  clemente.  Ptr.Etpoial  partir  fon  piu  lene,  \ o\pc,Lat.uulpei,ir  uulpisjè  animale  .Alluto,Malitmfo, 
cheTigre.  Quefla  humilferauncordiTigre,ìrd'orfa.  Ladra,Malnato,Trifio.lafua  noce  è gannire  Dak.  Le 
Sa  H.Eteerco  unTigre  bumihar  piangen^,TigTcan-  opre  mie  "blonfiir  Leonine, ma  éyolpe.  Del  tnomphal 

cho  è fiume  uelocifimoaiedi  al  fuo  luogo.  uehicolounayolpe.Trouale  yolpifipienedifroda. 

Topo,Lat.mut,ris/  il  fòrice,o  ratto  di  cafa,ir  forix  è mag  Zcbe,Lat  capra  ir  pecudes  fino  le  capre  cofi  nominate  da 

fiore  d*  filuefìre,&  muf xrda  è il  fuo  ilerco.&  mufipu  pallori  Tinfcani  D a h . fofte  fiate  qui  pecore.  Zebe . 

téla  rattaradouefipighanoefiitopi.Bo  c.La  batta-  A 1 1 ah  ifortunata  plebeSempre  è m conto  di  pecore, 
gktdeTopi,ir  delkgatte.lnfinoatanto ,cbe  io  habbia  odi  Zebe. 


( 


LIBRO  CLV  I N 


A 

T 


N 

o 


I M A 


i68 


ANIMA. 


■7s(_i  « A.  Due  fino  le  apemtioni 
tUU'^niiua , àoè  lo  Intendere  & 
il  dolere;  ma  prmapalmente  le 
intendere  i ptn  proprio  à effa 
^mnuìpehe  U tofa  intefa  e uni- 
nerjale^t  in  tutto  é feparata  dal- 
le eoje  materialt,nonlècondo  tef- 

1 ;ore,mafceondokoperationedel 

l'inteUelio,&  periamo  non  iimprejfo  in  alcun  organo 
eorporale.  pituite  operationt,vuero  pajiiom  fino  comu- 
ni aWanima,^  al  corpOyCotue  Ira/jdio,Timore  ,Cona 
fidentu,  Defiderio,  Umore,  Manfieiudinc . Vercioibe 
fono  fatte  con  moutmentOySr  alterauonc  del  corpo,per- 
che  in  tutti  quelli  fi  moue  U core  allargandofi , o njlnn- 
gfdofi.ueé  ad  Ungete  a i S.doue  haibtamo  partalo  di  ef 
fi  Unima  piu  largamente. 

Unima,Ulma,Unimo,Iniellelto.Ingegno,Crruc!lo.  Senti, 
mento, S enno,Spirito, Mente,  Memoria  ,Remintjcem^, 
Ràmemoratione,lntelligeirga,ObbumcJntentioiie,In- 
tento,Uttenlo,filo,Uueémento,Conofiimento,Concel. 


raccapricciareahigottire,igometart,Bfare,niouere , eom 
mouerc^oi(plare,eercare,capereJaJiidtre,noiare,atteg 
giare,trauagUare,moUliare^ttcrelcere,rmcrefcere,inje 
jiareJouemre,impeére,impacciirc,meure,aJicdtare,tÌ 
foriare,fc5fortare,difconfortare,confilare,raccòjotare, 
Jconfilare,ingombrare,difgomòrare,credere,dijcredere, 
ajfermare,negare,marauigliare,aff^inaarejdotereytddo- 
gUare,angere,attnflare,cotttriJUre,affiigere,opprime- 
re,penare,liratiafejiruggere^ijlruggere,pefare,debra 
re,farneticare,uaneggiare,ritu7;garedpaxj;ire,peccare. 

Aaim2,Lat.&ióui.fcdaiaefiuita^  ammicóJilij.P  i t. 
Umorofi,Seaca,lielìa,Chiara,CoHtcma,Degna,f  elice, 
Citile,Craue,lmmortale,UggiadraJjcta,Mella,TcUe 
gnna,Kara.Sita,SaoUa,Scolotata,Spéta,Siàia,Tntla, 
yera, Umettala  dal  cieLS ciotta  dafuoi  nodi . Di  uirtute 
amica.M attenti UnimaTrilia.L’Unmia,  ihe peccò jol 
una  uoita.L’amma  dal  dolor  uinla.tt  la  l'iitu,ibe  l Uni 
ma  còpaiteje  ri anditi  pace  i'Untma  dièta  Sciolta  dal 
fonno  a fe  ftefia  ritorna  L' Unirne  abe  tatù  fin  lUtadme. 
S' anime  fin  qua  giù  del  b(  prejaghe.O  febei  quell' Uni- 
mecdx'u  ma  Sono/i  farànodiuemrcal  fine.Roc.Umma 
Benedetta.Bé  dijpo/la,Tq,obile,f'aloroja,imarrita,  Cra- 
tiofa,Febie,&  ( la  lnaamoraia,Untina  mia  dolce,Uni 
ma  mia  bella. nidi  [Indice.Dc  h.  0 aia  lorteji  Màioiia. 
naUmma  fia,a  ciò  di  me  piu  degna, U'ia  mal  nata.T n- 
lia,fclla,ForoceUit  Traue,Ujj'annate  piu  T^ere , Tiu 
de,Crudeb,&  Untma  mia  p la  lnnamorata,uedi  a 6}6. 


1o,lmaginatiua,Imaginatione,Upprenfiua,Stimaiiua. 

£jiimatione,Fantafia,OpinioneyUuilo.Hgiitia,Tenlic- 
rD,SperanttaJpemeiSpene,Fidanx^, Sicurtà, Creden^,  Alma,  inuecedeb'Unima,èuo.pro.Tix.Ulma,Ungeb- 
yo  glia  federe,  yobmtà,  U bel  Jludio,  U pojla,  U fio  eafieita,Buona,l  biara,Humile,Jgnuda,Uue , Hobite, 

fenno,Ufuafieba,Ubada,Urbitno,Làcrtà,Tarere, 

Cofcienxa,Seniengq,Defiderio:Deflo,Defiro,Deftred3a- 
fiare,Brama,TalentoUpptt‘lO’^'“&^'^^eliberatu> 
ne,'Propofito,TropontmentoJ>ifiofitione,Conofctmento, 

Urrendeuole,Tema,VauraJ>otiaiti^,  T errore,  Horro- 
rr,Capriccio,Marauigba.Stupore^  lupefatione,  Credibi 
te,Incredibilr,Uttonito,VaHeHlolspnuento,Smarrimen 
to,Tremore,Faflidio.'Hsia,lnftllaiaei!to,lmpaccio,Tra 
Magfio,Cordogtio,Molellia,Ttdio,!mpedimento,Conjor- 
lo,Sconforto,Uffanno,Dogba,Dolore,Duol,Tribulatio- 
ne,Vena,Stratio,Martirt,Cuai,Ungofcia,lra,Odio,Con 
filenga.Manluetudtne,Umorc,BeniiiogbcHga,  c^fimi- 
li.Sì,'Hò,'Hó,He,UffeTmatiuo,7iegatiuo,  y irtu,  Igno 
ritia.R(n^:^a,arolìei!p^,Siiochcitja,Stottitia,Ta'^ 

•^,Mattc‘l^,tnfiniad'uriaJFoUia,  Frenefu,  Ignoran 
tia,  Ro‘^,Grqfsodlintugp^to,Incaulo,Dtjitpito,  Balor 
do,Baderlo,Bergoto,Scempio,Lcggiero,Smemorato,Deli 


Caprone, Tecorone. 

Ummentare,ràmentare, ricordare  jiordare,ohliare  jrà- 
memorare,(memorare,mébrarejrimfbrare,imaginare, 
iugegnare,pifare,diuifire,flimare,comftere,riconoffe. 
re jrauedereaóprendereatifcernere.laperejpiare,  incide 
Teufinggiare,parertaiedereaintiuedereabuedere,aucde 
re,mirare.guardare/corgere^ttendere,confiderare,fpe 
rarr,jidarcJicurareaiifiareJbramare,appetire,uolererdi 
fuUere , riuotere  ,fuogbare,  hmogbare , fentire,  bbera- 
refiibura  re, fili  ra^jconucnirefietiberare,éfj^rre,fcn 
tftiare, agognare, affermare,  temere,lmartire,  dotare, 
•dòbrare,panéiare,fiaucntare, tremare, accaprictiare. 


Reale, SoL,yaga,Binaia,Centite,Febce,Scioltad-Uia, 
£fiedita,DiuayUlbergpd'boneSlàdiigntJinna  if impero. 
Dubhiofa,Cieca,Defuiata,Fralc^igida,Sbigoltita,Stàca 
Scòfiltia,Mifcrad«gÓbrata.Dmija  dal core,tiodrita  in 
pene.TriJln,yillana,TnuaXUlma  cb'i  fil  da  Dm  fat- 
ta gittle.Oue  nel  fio  fattor  l'utma  s'ntema.Febce  l’Ul 
ma  ,cbe  puoi  fòfpira.Oue  le  mébra  fanno  a FU  Ima  ut  lo. 
De  FUlma,the  traluce  con  un  uetro.  Tur  S algar  F Ul 
ma  a quel  celefle  rigno.L'alma  th'arfe  pici  fi  jfejfo  & al 
fe.L'Ulma  che’lgrà  dcfio  fa  pròto  & leue  CòjoUt.Roc. 
non  mai  mi  Ulma  p Camma  Jè  nò  una  uolla , Cy  quel- 
Funa  aniltor  per  error  di  ftipa.D  a n.Dice ebe  C Ulma 
alafua  flella  riede.Ch' Ulma  beata  non poria  mentire, 
prima  cb'abrUlma  Del  triompbo  di  ihnjlofu  affunta. 
Ma  quelFUlmanelciel,ihepm fifihiara . Ulma  Sde- 
gnofi,a  mirar  una  de  Cutme,  Ulma  adietttuo,cioi  nu- 
triate /tebe  nutre.uedt  di  fotta  a uiuere.nò  i delle  profe. 


ro,Matto.Slolto,Pax;gp,lnfino,lnfcnfilo,Fatuo,Furio.  Ombra  perFUnima.DAu. Rifiofedcl magnanimo quel- 
fo,Folle,Fotletto,Siiocco,  farnetico,  Beuone,  Bejiione,  l'ombra. 

Animo.lat.aiia.Ptx.U}oStàco,Inuefcato,Crudo,Uni- 
mi  Getib,Uccefi,CÓ  f Unimo  al  fio  dóno  fempre  actefi. 


ch’ai  nero  honor  fargli  Animi  fi  accefi.Sfjieiiaiibe  col 
mirargli  Untmifura.Boc.Unimo  Citile,  Liberale  Jìe 
fiderofi,Generofi,Ulto,Ultiero,UltijìimoJ^ortefiiero 
fermo,SUurv,Magnijito, Intero,  Romano,UllÌto , Fra 
ttlleuole.RtpofatoMàfuetojBuonoiPatiente,Toio,Toue 
ro,yario,Smarrito,Femintlefiònefco,Reale,Fetto,Tie 
no  d’ira,!!  di  nial  talfto.Ummi'Pepimi,CentibUcctIi 
Calimi,  Difpofli,  Tieni  di  compafiione.Ummojamite  Ci 
mone  fopra  la  tefla  ferì.Unimoftniente  ragionano.Se  tu 
narrai jensca  Unimofità  giudicarti  tu dtrrai . Uccioebe 


e 


■h 


t - 


Terr*  ELEMENTI  Terra 

dhtnii  ^mmofi.i.magmnimo.Contri  di  loro  ImmmUi  glie  era  fauifiima^cttm  tefli  hanno  Infenptto. 

ttedi aU'indice.t)  « «.La  fama  noflra  il  tno  ^nw$o  pie-  Yorfeanito.Lat.Demens.è  Umedeftmoehe  Infenfiio^ioè 
ghi.L' animo  [magato.  Drh^  nerfò  me  [.Animo  e’I  noi»  fuori  di  fcnfo^o.Trouen'^le  antica.  Da  n .forfennata  la 

lo.  Di  che  [.Ammo  uoflro  in  alto  galla.  Infiammi  cantra  tri  fi  come  cane(parlando  di  Hecuba  conuerfa  in  rabbia 

ne  gli  .Animi  tutti.  facagna)uedilaHilluriaa  lìo^. K«  i.  Et  fembraf or 

Pufillanimo.£4f.e!r  animi  humilis , praparci , & mitro-  fennata^h'adofio  habbia  "Hon  un  demonio  Jol,  male  deci 

SchuSyUal é poco  ammo.o  uil d’animo. Boc.l'n  Tufil  ne.i.}demoniata.m  dica.ilx'l Forsfnato e furiofo  Orlhdo 

\mogtOHancUo.tloifiamomobili,rifrofep>fpettQfe,TH  Ath2minte.inpino.Lat..Aibamas  quefio  fu  per  Giunone 
fillanimi,et  paurof  e.  Se  tu  cofi  Tufitlanimotcofi  [caduto.  condutlo  in  tanta  uifania , furerete  uenédo  Ino  fua 

*J5  Jnrclletro.  Latjtelle[ius.Vn..Alto,.Angelico,Humano,  moglie  co  figliuoli  gliparue  che  fofie  ma  leonejia  con 

J[obile,f'eloce,Tigro,Voco,Ofelo,Int<lletti  A'ag/ji,  Hg  duo  LronccUntl  perche  prefi  l'uno  chiamalo  Learco,  efr 

bih,Dolci,.Alti , Lena  da  terra  al  cui  nofiro  Intelletto.  percoflelo  ad  un  fafioiOude  Ino  fpauenlata  corfe  al  mare 

Et  pur.come  Intelletto  hauejle,ey- penne.  Boc.  Slgelben  portandone  feto  l'altro  chiamato  Melicerta,&  con  quel 

che  fa  contento  l'Intelletto.  .Altri  furono  di  piu  fublime,  lofi  otti  in  mare,  & furono  toauerfi  in  Dij  marmi,  &■ 

tr  mighore,&  piu  nero  1 ntelletto.  Huomo  d'alto  CT  gran  quefio  nominarono  i greci  Leucothea^  i Latim  Matuta, 

de  Imelletio.  De  «.Che  berne  fa  tra’l  nero,  et  l’Intelletto  & quello  Talentone, & t latmi  Tortuno,delqual  parlan 

Jntendere.Lat.mielIigert,percipere.uale perfettamente  [a-  do.Ì>n  «.largameme  narra  lahifloria,douedice..Atha- 
perCyO  conofeere.  Pi-t.Ouefittthiperptouaintédaamo  mante  dtiienne  tanto  infimo , Che  ueggeudo  la  mogUe  co 
re  Spero  forfè  th'ogm  huom,ehc  legge  non  intenda.  Mi-  duofigb  yenir  cartata  di  ciafeuna  mano;Cridi,  tidtam 

fera  no  intendi.  Et  come  tardi  dopo'l  danno  imendo.  Hor  le  reti, fi  ch’io  pigli  La  leone[sa,t  i Leoncini  al  uarco  Et 

ab  e.xperto  uoflre  frodi  mtendo.Intédami  chi  poiché  m’in  poi  difiefe  i éfpictati  arligh  TrendendoCunc'hauea  no- 

tenifio.  .Altri  che  noi  [o  ben  che  nonm’intéde.  Etjb  ch'ai  me  Learco  Et  rottoloAfi'  percofielo  ad  un  fafioi  Et  quel- 

tri  che  uoi  neffun  m' intende.  Ch’altri  non  m'intendeua.  la  s'annegò  con  [altro  carco. 

Mafpcro  che  fia  ime  fa, La  doglia  mia.Se  mie  rime  intefie  Scntire.Lat.cognofcere,& intclbgere.ual  conofeere  uiden- 
EolUnfilunge.lnonhntefiaUhor.il  buon  ReSicilian;  do.?  i •c.Eoloa'ì[ettuno,&  Giunonturbato  Ea  [entir, 
che'nalto  imefè  i Et  lunge  uide.  Dolce  partar,&  dolce-  a noi  come  fi  parte.  E ammi  [entu  é queW aura  gentile 

mente  intefo.Et  igli,i  t'hauea  già  tacendomi efo.ouer co  Di  fuor.Credoperpiu  dolor  iui  [entire.  Efchme'léca; 
leparolelntelletledanoifoUambedui.Boc.uediaWln-  thè' l potè  fentire.ltalia;chefuo  guai  par  chenon  fema. 

dice.D  * «.Turalapcgolaeralamiaintefaideflftaua  Credo che'lpmtaogni gentil perfona,  E'I cantar ,the ne 

attento . [ anima  fi  femeJOi  fuor,  fi  come  dentro  anchor  fi  [ente, 

.Afiaggiare.Lat.fiagire,probare.gu(larejirpraguflare,ua-  Ch'jfrtp,Micene,  tjr  Troia  [enefinte.Chefentédo'lcru 

le  acutamente  fentire,àoè  perfettameme,&  fottilmenie  del,di  c^io  ragiono.Senlendomi  perir  finga  alcun  dub- 

intendere;onde  affaggiare  il  umo,iguflando  acutamena  bio.  Confò)  finti  me  tutto  uenir  meno.Che  duol  no  fento, 

te[entire,e<reono[eere.'Boc.  Mfiaggiamo  il  nino  èque  tu  fintimaipoi.Tu  che’lmiomalfimi.lo  finita  dentr'al 

fio  nolente  huomo.Tqonafpettate  noi  è affaggiame  goc-  cor  già  uenir  meno.  Et  del  mortai  fentirongli  occhi fuet. 

0010.11100  ni  potrei  dare  ad  intendere, tome  è buono  il  ui  Tur  no  f cnttfii  mai  mio  duro  thofeo.  Se  tu  fintifti  La  mil 

no  [e  noi  non  [ afiaggiafle . Molto  lofio  bauete  noi  tran-  lefinta  parte 'Ch’io  ho  fintilo  & fento . Sento  di  fuor  con 

gugiata quella  cena ,Tietro rifpofi, non [habbiamo noi  giarmc.aquel,ch'iofintoènuila.Terquel,  cb'iofemo. 

afiaggiata  D a «.Come colui , che nuoue cofi ajfaggia.i.  hor ueggio&fhuo Boc  .uedialtindice. 

guflafintendocofe nonpm nedute da  lui.  Etdipo^fca  Senùmento.lat.finfus.Boc.Mlcunieranodipiucrudelt 
ghonleuimoi  Saggi.i.pochigradi  habbiamo  affaggiali,  SentimentoideSìparere.Tarédomi  ciafeuna  di  noi  haue 
ef-permetafitliti.  refentmentodi  donna.  Gb  uoiefie  bifinarritauita,e'l 

Senro.lat.finfui.T  t r.Senfò  Rumano . Sono i miei Senfi  Sentimento  riuocarejera  è buon  Semimemo.i.ricordo, 
ua^ipur  iahe7g^..Al  ner  non  uolfegUoccupati  Senfi,  huomo  di  poco  Sentimento. 

yergmed’alti SenfiàmieiSenfidifperga.  Ma’lfuon,che  Senno.Lat.finfus,fitpientiaingenium,èilfipere.  Theboi  lljS 
di  dolceg[la  i Senfi  lega . Regnano  i Senfi , & la  ragion  è il  [uo  Dio,&  Minerua  fua  Dea.Por.'Hfngàno  altrui  c3 

morta  La  ragione  fuiata  èetroaSenfi.che  m’hanno  fiat-  tra’l  [uo  Sfno  nale,a  me  pur  pare  Sennoanon  cominciar 

lo  «fi  Senfibilterra.i.èfeiifitiuotorpo.Boc.Ognifenfóp-  tropp’alteimprefi.Ou'e'lualorjbicono[centaje'lSenno. 

duto  II  uifino  Senfo  de  gb  huomini  ui  prefi  errore.qutlio  Boc.  è grandiflimo  Senno . Il  Senno  è grandifiimo 

credendo  efiere  uero.ch’era  dipinto  Et  come  che  fofie  rot  pericolo  traheU  Sauio.Huomoè  alto  Senno . Inmitbot 

to  il  [onno , dr  i Senfi  hauefiero  la  loro  nirtu  ricuperata.  Senno  riuenuto . Il  Senno  di  una  ualorofit  donna.  lìmi- 

Jtìfinfiire.Lat.reuiuilcereeripigbar[enfo,etritamareinfe.  ractdofo  senno  è Salomone.  .Animoromano,ó‘Sen- 

Dcn.lHtantochetulirefinfidela  ulta.  no  .Alheniefe.  Lacuietàeragrandejma’lSennomag- 

Jnreitfito.Lat.infanusJlultus,amensaialde  finga  Senno,  giore.  MamfeftofignodtpocoSemio,  Terlofuolau- 

B o c.Ferondo  m ogni  cofafemplice.cg  Infen[ato.lnfen[a  deuole  Senno . Confortati , thè  tanto  manca  il  Senno 

to  anhnale.Infinfatamente  et  dando . Quefte  donne,  che  quanto  il  conforto  ne  fauq.ll  Séno  de  mortab.  ueè  aU In 

coftmuiole ^ Infinfibili Hanno . diee.&uedia  igg. 

Din>ipito. Larjnfipidusualleitgafale,^meta,ualSempli  .Afiennare,Latjdocere',inflruerefidf  Cenno.ufar accorto 
ce.  Lai. fimplex.B  o c.. Et  quantunque  Eerondo  fofie  in  ^ [amo.Dc«.Teròt'afienno,che  fi  tu  mai  odiOriginar 

ogtii  cofi  fimpbce , Difiipito,  in  amar  quejla  fila  mo~  la  mia  terra  altnmentHa  uerità  nulla  mégogna  fiodi. 

' Ingegno 


Ingegno. Lat.u!^nmm.lBmgrgno lmejligj,& la  ragione 
gùtdica  le  coji  mueiitgate  dtdla  Ingegao,ti~  la  memoria  le 
/ripone  cpfi  giuduate . Qjiod  tngenmm  fu  ex t enfio  puetle- 
ftni  ad  miognuorum  cognitionem.  P h t.  Ingegno  ^Ite- 
ro^lto^^o.  Chiaro, DiboU,Fero,  Humana,  Offefo , 
j,4!fannato,  Bajìo , Debile , Ffato,  Ingigm  Caldi  Jjofchi, 
Rintux^li,Sciotchi,Sordi,Tardi,HHmiti,'Hom.,Aecam 
fa  ogni  tuoi  ngegno  figm  tuaforxa.Et  qual  Ingegno  ha  fi 
forale prefìe,  CoutracuinutloIngegno,oforxjHalme. 
Ter  fuggir  quelli  Ingegnilòrdi,  &lofibi.  Cheningrgno, 
Melmgua  al  nero  aggiunge , Contro  laqual  non  ual  (or^a 
- Perite  la  ulta  è breue , Et  l’Ingegno  pauenta 
M.  l'alta  impreft . Ma  l’Ingegno  ,&  le  rune  crono  fcarfe. 
Àlainon paria uolar penna  i Ingegno . Indarno  a l'opra 
■.ttolfe  Ingegno  & tempo.  B o C.  Ingegno  Humana , Beni- 
gno,Tronto,Cotamo,Crojio,.Alto,iiOttile,Marauigltofo, 
JD'altiffimo  Ingegno  dotato.  agu^p;ando  [Ingegno.  Con  or 
te,(ìr  con  Ing.  gnojjtSìutia.  Con  certi  fuoi  Ingegni  J arn- 
ficq,oordignt.  .Addormentati  Ingegni.  D A u.Tenfa  bar» 
mai  per  te  s'hat  fionClngegno . 


anima  itfj 

noia  mia  Mente  i piéna.Mente  mia  Aeprefaga  de  tnoi  ii 
m.  iiual  paura  ho;  quando  mi  torna  a Méte  £jiel  giorno. 
Ma  tornandomi  a Mente.Onde  piu  cofe  ne  la  Meme  fent  y 
te  f'ò  irapajfando.Ter  tutto  ciò  la  Mente  non  s’acqueta . 
Che  ripéfaiido  anebor  trema  la  Meme.  Ter ^gner  de  la 
Mente  fiamma  inftna . Ton  Meme  al  temerario  ardir  di 
Xerfe.  Ton  dal  del  Mente.Et  pongo  Mense  intorno.  Tor- 
na a la  Mente  il  loco. Tqe  mi  riede  a laMente  maiquel 
giorno . Difegno  con  la  Memeilfuo  bel  uifo.  L'un  peiificr 
parla  con  la  Mente, er  dice,  iqon  ti  fouien  di  quell  ultima  i 
fera . B o c.  'Hel  fecretode  la  diurna  Mente,  f'npenfier, 
che  nella  material &gro(ia  Meme  gli  ragionano . Santa  j 
& Corrotta  Meme.  Ben  di^Ha  Meme.poner  Meme, 
bauere  lui  a Meme.  Da  incitar  le  deboli  Menti.  E' un  de- 
siare nelle  noJlreMemi . nelle  Memi  degUhuommi . lo 
tratto  dalla  Memale  cecitd.  A m.  uedi  alC Indice . D a m. 
OMemecbefcriuefiidòch'touidt.Au.  i.adegh  huo- 
mtm  mferma  e insiabd  Meme  Come  fian  preSii  a uanar 
difiegnoTuttiipenfttr  Mutamofacilmeme,  Tiu  quei  che 
najcon  tt  amorojò  fdtgno . 


luge^noCo.LatJrigeniofutfmdensJòlers.  Tsr.  Onde  con  .Ammemare.  Lat.  reminiftijrecordari.  ual  ridurre  alla  men 
ftldexir  Ingtgnole  cbiaui.  BoC.Sopratmtiipajloriln-  te, ricordare  so  rammentare. Ti  oc.O  fiorio  non  tammen 

%eniofifitmo.Tn.uediadIngegnoficelebrati.  tiBiancofiore!  A u.D  un.Cbcbuon  farà  colini , s'an- 

lngtgnare.Lat.fcrutari,inueSiigareàndagare,pemeShgare,  chort’ammemaDiciò.Set’ammemaJìt  come  Meleagro 
ferquirere , exquirere , canari , ammadueriere,  imueri . Si  confumò . 

Tt  r. .Amor  l'ingignaCb'i  mora  a fatto  Et  par  bench'io  Rvnmemare.  Lat.  remimfcik.il  ricordare  ,&  ridurre  alla 
m ingegni  Che  di  lagiime  pregni  Sian  glioccbi  mui.S'i  mente.  V tx.TadredelcielRammentalorjcom'hoggifo 
poi  tanto  ingegnata.  Che.  li  oc.  Et  in  tutto  l'ingegna  far  Sliincroce.Etmirammenta  la  mia  dura  forte,  è oc. 
■ohe  la  copi  hahbu  effetto.  Ingegnandoci  noi  di  forni  bona-  Che  io  per  mefquantknque  la  memoria  ncerc  hi  ) rammi- 

, re  & piacere.  I ngegnandomi  di  piacerui . Ingegnandoff  di  tare  non  mi  pojio . Et  perciò  rammentati  fi  ad  alcuno  fe- 

farlo  parlare . llquale  come  molto  %'pigegaaìSe  dt  parer  gnale  ricono  fiere  la  credeJSi. 

fórno . fingrgiiajUé torre itoi medeftmaaTebaldo.ke-  Meateaitt3gpne.Lat.dememit,amétiaAtobliuio.  Boc. 
di  all’indue.  EteffindocertocmperMemecattagg/nenonauenire.Co- 

Sc/lettc,Lat.filers.kalingcmofo,acutOArtifitiolò,  Ari.  me  colui  che  Memecatto  non  era . Lat.memccaptus  ,0" 
forfè  eh  anchor  ci  put  Solerti  SludiToi  ridurrò  quefio  la  amens.Hauere  per  manto  un  Mentecatto. 

«or  perfetto.  Tnrcixriggine,oTracutaggine,comehanHoalcunitefli. 


1141 


U40  Cerucllo . Lau  cerebrum . pofi»  per  lo  ingegno  dal  Boc. 
Sjtàtunqueallagràdctpta  del  uojiro  Ceruellofiaptcciola. 
Spirto,  (Sr  jpirito.  Lat.  trffiritui.  Ttr.  jlctefò , .Amteo., 
.Ardente,  Beato,  Cele  [le,  Diuifo,  DogUojò,Dolce,Erran- 
te,Felice  firmile  JgmtdoJnuitto,Libero,'ìiudo,  Tronto , 
■S  ctoUofi  oaueJ^ago,yltimoJjiliofSptnti  .Acce fi, Chiari, 


latjmcursa,fecordiafir  quaji  imusso  mera  <Afcuntas,cbe 
«ale  (feurità  di  méte,inauertcta,et  incófideratione.Boc. 
Et  fe  medefimo  della  fua  preterita  Tracmaggine  biafimi 
do..Acciocheiunperifibifiltà,operTracutaggiiie  nonca  . 
defiimo  m quel/ii  che.  Sìjial  mifiria,qual  tepideggf,qual 
Tracktagginetea  tecofi  baueadelia  memoria  trattai 


EUtti,Famebci,fraU,Bjfiretui.Af^tt,Stancbi,Tàtt.  co  Tracotanza , come  fi  leg^  ne  tejli  amichi,  iuoce  Tro.  che 


me pofioH  quelle  membra  Da  lo  Spirito  lor  uiuer  tornane, 
Ouedi  Spinto  prua  Sia  la  mia  come.  Spirito  piu  accefi  di 
kirtuti  ardemi . lofimia  demro  al  cor  ^ uemr  meno  Gli 
SpirtùTrafiemi  a quei  tre  Spini,cbe  njiretti  erano.Boc. 
lo  Spìrito  fimo.  RabbiofoSfmto,Maltgno,  Romano . La 
nobiltà  del  fuo  Spirito.  Diurni  Sptrui.  Incredibili.  Con  lie- 
ta rijpofta  riconfortarele  i miei  Spiriti.  lume  ogni  tramor 


Oltracotanga  efii  han  detto  ,iU  medefimo  chef rafeu  rag 
gmejtbe  uaU  Trofumionefir  aulaaa,^  dinota  trapafia 
. re  [ordmeÀa  quotutJjtt.quafi  fuori  del  quoto,che  uale  il 
quoto  mordine. Lat.audacuaemeritas4emétiaJeltratio, 
detÌTamiiii,deliruaranfgreliio.Siual  cecità,qual  T racoti 
goni  ti  condufiei  F i.  D a n.QueJia  lor  Tracotanza  non 
i noua.OmfrjSa  Tracotanza  in  noi  salletta.ifuperbia. 


òtoSpiriteld'amortfaceiiarifkfiitare.fiaiediCinàce,  Ttacotito  ,oTrafckrato,comeueteliimoderm  filegge.  1141 


Spirituìle,drSpiritale.Lat.Spiritualif.  Boc,  uoi  fietemio 
padre  Spirituale . Ecco  bonefia  donna  fire  mi  farei  confi f 
Jota  da  lei, fi  Spiritale  mi  pareua,  D ah.  Le  «ite  Spiritai 
.adunaaduna. 

Hente.Lat.méiaìuafi  eminis.&  è la  piu  alla  parte  deli  ani 
mosper laquale lòprf demo anebora  lecofi  diuine.Tt  t. 
Kt/Cciefi,.Alliata,Altera,Alrdtta,Canuta,Celata,Sibiua 
Sorda,Stàca,Stolti  TempeSlofa,f'aga,Sempre digiuna. 

n* il 


Latàncunofusabenon  ha  cura  delle  cofe,  &fafia  l'ordi- 
ne. Boc.In  cui  fi  trono  mai  tomo  T rafeutato  amore, qui 
to  in  Mirra!  T h.  Egbètardo  ,fogliardo,Trafiutato,  & 
feofiumato.  CiSìi  fornaio  fa  rauedere  mefier  Ceri  Spina  di 
una  Trafeutata domanda . Maufandola  fua  Trafeutata 
pramcz^,lofòtlecitò  molte  uoltc  con  lettere . Hora  detta 
mia  beSliabtà  dolendomi,  & bora  della  crudeltà  Trafeu- 
tata di  cofieuL  A .D  A «.La  Tracot.ita  fcbiatta . 


àfenficr  (’baaiMlaMctedefiamliitn9tia,D'erforfinQ-Xi)b\^oacjAt.^ln»,&obliuio/^oceTroueiizale.Vix- 


.1  . A/.  N 1-  M A» 

m 

UOblrnion.gUamttofim M.DiCku(^lùi<m  Scìbio.ècomtBflX^.HtdidifopraaRox^.  ' 

ofturi  abiffi.  A R 1.  Prr  Obliuioit  i hauea  Ufàata . (Jni\azì.UUriSjtuei,crajiuuiiojruàtiiM"lf‘(^^^ 

Oblio/ 1(  jncàtfmo  che  obUmw^m  Itora  che  fu  MccTro  xudo.  è U ding-  gno.  b o c.  Cofi  neUafua  Grof 

.Htn^UpKriKCatadattoUnfrUtoriymApiHmlucriò,  fczzxjtrtruale^JMboriaftà. 

P B r.  Lungo  ObUo . Eterno,^  Cicco . yol^cndoglt  JW«  Gj:affo.Ut.rudisJ>arduiJ}cbeiyiaers,morio,m.  nebutodnft 
gii poSìi inOblio.Tulia  ia  tutte  mia  cara  d'Obbo.M'm,  .tiu,rudisjMniuJ>Utcui,&  ignauifiimui,  & mertifimut, 

%mma  fi , tb’Oblu  mente  apprezza . Cbe  fel  tmrando  ual  grojii/iimu.uale  ignorante.fciocco.  nde^gra(foitM 

Oblio  ne  l’alma  piene  .dmo  t.ialpoji  in  Oblio , m'ha  po.  gegno.  B o c.  Calandrino,  deb  nanfe  tu  Crofio . yoifie^ 

ito  III  Oblio . Graffa.  Compar  piero,cb'era  angi  Grojfetto  buomo 

Obìiama,  iilmedefimche  Obbmone.  B o c.  nel  Tu.  Le  ibenò.  Grofiolone . Lat.  iniatus. 

aduerfui  non  danno  a chi  U riccue  delLammo  Oblunt^a . Rintuzzato.  Lu.  obtufu.  ualgrofio.  P e t J)4  taré  inge- 

Obliare  .Lai.obliml'ti  ,ualporrein  oblutione  ,& ftordir,  gmB/nlugTiati  & Scioabi, 

P E T.  Ou\  Ua  obba  La  Mia.  cbi  tanta  fe  fi  lofio  obba.Dol  RfmugTiareu  retundere.  Lat.  tbeuale  ribattere,&  rinume- 
temtnteobltaiulo  ogni  altra  cura.  Mi  feceeblurme  /ief.  refi  efìiiiguerefi  reprimere.  Boc.  LagramUgja  dtìlom 

foa  forga.  Et  mirar  lei  fiir  obliar  me  fiefio.  Boc.Cbeper  mrno  fuo,  laquale  la  pouertà  nonbauea  potuto , ne  patena 

altrui  te  obbar  nonpofio.&netC  Ah.  Talladeda  me  fe~  . nntugjare . Con  bei  motti,&  con  r^flepronte,&  con 

guttajuffeperqueUi  obliata  j.pofla  in  obbo  .D  a n.Ter  auedimeuti  prefli  molti  hanno  già  fàputo  con  debito  mor- 

■ altro  modo  quel  amor  i’obba,Cbefa  iuturad.fi  piega,  & fò  rintuzzare  gli  altrui  denti  fi  i foprauegnlti  pericob  eoe 

■fbrza,come  oleum  evengono.  cur  eia.  Qjialibe  grande  buomo  debbe  efiere  cofm, cbe 

Jgiuriza,RozptcZ3ia,GroJiezga,Mattezp^,Stoltexp;a,  Tag^  ribaldo  mi parefioi  cbe  cofi  m'i  rintuzzato  t ammo  iCbo- 

: , zia,lnl'ama,Eoliia,Scempieti,Stplicità,Sciede,  F rene  fu , norarlod.rimoffa  o ingrofiato.Ter  le  indcbobte  uirtù  fi  rm 

BiZzarru,Mcl((aggine,Mtllonaggine.Ignoràtedttdotto,  tuggarono  le  loro  forze.  A .%u 

JJiola,Roggo;Scabro,ZoticofirofsodncautoJ(intuggato,  Incauto.Ì4t.iui  male  accorto, & non  cauto.  P e t.  Gionom  1*45 
eH^ittolo,Capronr,Bcccone,  Be filone.  Mellone,  Coi  no-  ne  Incanto  dif armato  & fola . ma  io  Incauto  dolente  Cor. 

lone,'t{efcio,ìgnauo,Codardo,Spenfierato. Matto, Stai-  rofemprealimomal.ìioc.Conliqiuli  ragionando  Iiu- 
to,Taggp, Sciocco, lnlano,Furiofo^cempio,Folte,Sempti  cautamente  fi  accompagni.  Lat.  mc.tute.  Ani.  Come 

ce,Melcnfi,Fariktico,Deliro,Biggarro,Bi  rgeto,Infenfào  quello  , Cbe’l  piede  Incauto  d’unprouifo  ha  meffo  Sopra  U 

to,Fatuo,Zucca  da  fde,  zucca  duerno, Tinca  daiime,  fèrpente  uencnofo  & fello . 

M.-fiola.tgnorare,rintugc.arefameùcare4elirarefianeg  NeghittoCoJut.defeidgnauus,incuriofuf.ualeinfano,& 

■gure,  impazzare.  negligente.?  BT.Si,cheL'H.eghittofaefcadel  fango. 

1 *4J  Ignoranza, cJr lgnorantia.Lit.& imperitia, & infcitia,&  Boc. netta uifione amorofa. .Appreffo nera Birria Tifr 

rudilas.  Pn.  Cbe  fon  Jerror  con  Igmrantia  attorto.  ghutofa.A  r i.T^hittofifiglLS  a N.Tdegbitiofipaflori. 

Boc.  Lafiiando  andare  la  fua  Ignoranza.  Pecoronc.Lat.hebes;mbiUodneptilSimus.merio,ni}.nal{a 

lgaotìnK.Lat.ignarusfiefims,imperUui,rudisdndifirtut,  firoKjieccone.  B o c.Et  quefloTecorone  mi  unni  far  (•  ’ 
infcius.  P ET.  Tacciai  uolgo  Ignorante:  10 dico  Dido.  nofcerelefemine.come fitto fifUnatohieri. 

hoc.DilettaregliocebidegUignoranlUgnoritemeHte.  .Ctprone.Lat.hebes.ualmmcbione,cioihuomodipocofen 
lgnorare.Lat.&neJcire.&oc.neUa?i.lgnorandothie^  noficaprocb’ètlMontone.ho  c.  llfrate  Caproneéede  1 
fi  f offe  mi  dipartì.  La  cagione  ignorando.  .laborfa.cr  la  cintola  all'amico  fuo  : 

Indotto  LatdndoSusfid Ignorante.  Goccio\one.Ltt.nebulo.niSjineptiliimia.iquellofihe par. 

Idiota.  Citr.  & idivtet,  uidodut , lUiteratus . uaU  ignorante  landa  non  sd  cbe  fi  éca;  come  a dir  minchione  fifr  fimi 

grofso.  Boc.  Lequali  lo  ^irito  fànto  fopra  la  lingua  del-  , le.  boc.  .Andate  uia  andate  Goceioloni  che  noi  fiele.  Et 
Tbuomo  Idiota poneua.  Terchtbehnomo Idiota era.1{ui  .tehorCoceiobne,e^'bor  MetIone,tà‘hor  Ser Mefio\a,ù‘ 
altri  buommi  Idioti,&  non  letterati . talhora  Cenato  chiamando  .La. 

NElcio.Lut.i^iumi.  ualc  ignorante,  tir  flupido  .Dan.  Si  Meicùgefoe.Lat.meptiafitÌHeptiafial gpfiiiàfit  dapocag 
■Ji^cuilafMafubua  uoglia.  gine ,&melenfodtcumocolidih'idapoto ,qtufimtmH  nq6 

ìgnauo . Lat.  ignauut.  tuie  da pecofiigro,  codardo itanbuo.  agat,t!rfapiat.Boc..AUaloroMelenlqgginehannopofto 
A R I . £z  fiano  Ignaui,  e utde  del  refto . nome  boneSìà . 

Codardo.Ltz.fgmuMu,  wiu.  Ar  1.  Codardodetto  fui , fon  ÌAe\cnfo.Lat.uieptus,^obtufusfialfempUce.lto  c.Tamm 
teco  anchora . pinta  acciothe  Melenfanon  parefie.  Io  non  uorrei , thè  tu 

'Rozzezza  Lat.ruditasfiaìegoffiti,&grofiezza d’ingegno.  eredefi'iabeiofefi'iunaMetaifa, 
t : boc.EraCimone,fiperlafuafonnajipeTUJuaBozìAeììonaga,iiìeJLat.hebetudo^rudius,ÌgTofJezjadietr  ^ 

ZpZaquafinotoaciafcunodelpufe . ueltodameUoue  cofi  detto  in  Firettze,the  fino  come  7;ue-  '■ 

1144  Rozzo.Ut.rudu,impoùtuidmperfeèusJurut.uaUgzofio  chelungbifitttli,é‘ncrdimudtmunofapore.etperme- 
iFngegnofiKfpertofiir  male  ornato.  Plt.  0 pouereUa  ima  ta.fidtce  un'buamo  Mellone,  quando  i fi  goffo  thè  niente 

quanto feiRozga.ifenzaoimamemo.b  o c.Iofonhkomo  uale,& quelbcbenoicbumamomelloniJnFirenze fidi-  ^ 

di  que^  coffe  afié  materiale  fit  Roggf  Murando  ambora  mandano  pcpotóitr  imperi  non  fino  di  una  mede fima  fio  ’ 

U Rozza  honeflà  da  gb  antichi . Rogga  ucce  .Ak  uDi  eie,  &nafcono  fimili  melloni  il  fin  fuor  delia  porta  a fan 

render  molle  ogni  cor  Rog:m,0-  fcabto . Eriam  detta  Lepuia.  Boc.  Il  grande  amore  ch'io  porto 

Xoùco.Lat.rudlifigreflu,tialrufiut/tliejlS^*l^pKtl  dlauofiraquabtauua  Mcliomgga  it legnaia. 

4uraa^o6.  -iitìlofic,nalbuomogo^j,at,heb<f,Zoc.Cbe  uoinon 

_ apparafte 


A'  N I M A * 


1/1 


tfpjrijìe  micaCa,b^^n  lù  Umela,tt)aj  tapparaflc  he-  ptr  amor  Henne  in  Timteifmitt»  .ti  quarto  ài  iLtgran 

me  in  fui  M elione  cafi  luogo , furor  tSmofio  E maglie  e piaflre  fi  tirutaò  lii  iefio.  tbe'l 

Boccone jlmeàt fimo  ibe  Caflrone.liUjiries,tlrueruex.  forfennate,eFunvJuOrUnJo. 

bccconi  foneiUiii gli{iotii.,ibeiiolgarmfte duumomin-  Inl'ino.ùtt.&JluitMS.  P e i.Moilroffiauoi,qiulbuomper 
ebione , o coglione . Boc.  Et  me  a guifad'un  Beceone  bn  dogba  Infimo  Ver  Jpenger  de  le  meati  fiamma  Infima . 

fihermto.^guifadiMieBenouintl  Mugaone ci lafcut~  Inknizto^uallem^lénao.uedia  ii}6. 
/h.CbeJoHergUdoHeabaHermeiutigiHdui^gùbame.  fotfeaaito,iilmedifimo^helnjenfàto.uedia  1236. 
nato  Becconi . Follia, fiuUttia,mlàniafinfljbiUut^al  mjlabibià^ani 

Be&ione^edi  a befiia  di  [opra  a 11^3.  tà,&  pxxjfi.  Boc.  Io  reputo  gran  foiba  quella  di  chi  fi , 

ìdAtteirAdM  ftultitia^iueniu^demeiuiajnrptia.iiefama,  mette  femm  bijognoatetarele  forze  dell'altrui  mgegnOf. 
mfaittaaiecordia,Sìabdttat.temerttas,deiiramentum,i^ 


ÀeUratio  Boc.  Et  in  tanta  Mottezza  per  dolore  cadde. 
Ilfanno^  per  Alatlez^ia  lafiiano . 


Sdegno prelh  delia  Ina  Follia . Dantti  materia  digiamai 
■piu  in  lai  fatila  non  cadere  .Dan.  L’buoin  per  Je  ijlejio 
Hauejie  jodiifatco  a jua  FoUia.ijtfuopeciato. 


1 147  ìdoiCto.Lat.fiubniJiobdui^emerariut^nus,  infaaut,Èejk  BoUt.Lit.iinUuianlanus.  uanutfiifiabtlii,  naie  uanofiiifla» 


nus,ineplui,fatuus,barduiJblitheus,.deUrui,  excert,dis, 
ommtdiebeijritfimnu,  tmentfisflmms,blax,ets,  in  obb- 
quoriemens^tCir  per  lo  dwùnutiuo,  ctai  paz^ello  ine^ 
ptului.  Boc.  che  noi  fcioccamente  credejle  al  Matto  firn 
■ te.  yn  Matto  entrato  tra  le  rouine.  Matta  Imprefa.  Tre- 
funtiane , &fufi.  La  piu  della  gente  me  ne  riputerebbe 
Matta.  Et  Mattamente  credi,  fe  tu  credi, che.  liquab(.i. 
danari  ) efiononfidandofi  Mattamente  fempre  portaua 


hde,  &po(0  (amorda  folle  Latino , che  énota  la  palla  di 
uento  enfiata  fiuero  dal  mantice  , 0 felle  con  che  1 accende 
U fuoco.  P E T.  Folle  Mmadorfiefio.Folbpenfieri.  Si  tra 
matoe'l  folle  imo  de  fio.  Boc.  Come  folli  tu  fi  Folle . Li 
foUeamoredclRe.  follemente  t’uuumorafii.  A r i.Bat 
terfiajichor  del  FoUe'ardir  la  guancia . E Dio  per  quejlo 
fa,  ch'egb  uà  Folle,  E moflra  nudo  il  ucmre , il  petto,  e'I 
fiancoapas^. 


addofio.Ver  dare  Scacco  Matto  al  Re.  A ut.  Et  diri  che  FoUetto.Latjallabilihicoluithenonmaillàfermo  Dan. 
fia  ingiù  fio  ,0  che  fu  Matto  Chi  fece  prima  bjlatuti  rii,  ,tni  difie  lìuel  FoUettoi  Giaunifilnccbi.  & quando  dinota 
M o R.  Rinaldo  fi  crucciò  con  quello  Matto.  finrito  mabgmuedi  a loU  j. 

Stolto.  Lai.  llubus.  Boc.  Chi  fiarebbe  fiato  fi  Stolta , che  Vola..lat.fabuia,ujn.tas.  P e t. Sogni  J infermi,  & Fola  di 
l hauefie  creduto . Chiamalo , Stolta  che  tufii.Lt  Stólta  romàz;.  Hor  m riconfortate  in  uoflre  Foie  Ciouam.  Ari. 

moltitudine.  Ciò  che  tu  dici  potere  auenhre  alle  Stobe..Af'  CbiUaqutUaniadefumicredenza,CbefifuoldareafitttOm 
fai  fono  quelliàquah  efienda  Stobiffimi,  maelin  de  gli  aU  ni  fi  a Fole 


In  fi  fanno, tir  cafUgatori.  Stoltifiimi  buomini . 

PzitÌX.LatJiultitia.  uedi  iifiopraaMattezja  ifucù  Latini. 
Boc.  amore,  ma  Vaz^  era  fiat  a tenuta  Panhta 

prefuntioiie  degli  amanti . A r i.  £ qual  i di  Tazzia  fe- 
gnopiur^refio;  Che  per  altrui  uoler  perder  fefiefsod 

V3zzo.lM.fluUus.uedidilòpra  a Matto ifuoiLatuà.Boc. 
ynlraticelloTaz3iO,&  befiiaie.  SefufieroftTazjf  che, 
lo  te  fari  giuoco , cb’etla  mi  uerrà  dietro  come  una  Taz- 
za al  figliuolo. 

Jmpjzxpte,&  impazzare  fi  Ugge  ne  tefii  antichi.  Lat.  h^d» 


Stwiplicità.Lat.fimpUàtasfialgpffltà.  B O c Rjdendodcl-  ^ 
la  Sempbcttà  del  frate.  Cominciò  della  fua  SempUatd 
a parlare  ,Doue  Semplicità  mi  cendufie.  Conofeendo  la 
SempUcità  dei  manto . C quando  dinota  purità,  0 bontà, 
utdiaqt. 

SempUce.Lat.fimpUx,rudùàgnarut.  ualfcempio,(p-  gojfo. 
Bo  c. Mal'etto mfirandofi  Semplice ■H.ou  foUmentei 
faui/na  anebora  i Sempbcifurau  di  ciò  fiorii,  & non  cu- 
ranti . Semplici  giouanelleisempUcetta  donna . ej-  quan- 
do figmfica  puroficdi  441. 


nìre.  è duent  arp.tzzo.  Boc.  La  donna  fentiua  fi  fatto  Scempio  adie.  Lai  fimpUx  fiat  jilo,&fcomptgnalo,  il  fuo 


1148 


dolore, che  qua  fi  nera  per  impazzare.  Cb'egU  ne  fu  quafi 
fu  l'impazzare . yecebio  Intpazz/ttOichemaladeita fiali 
bench'n'houoluto. 

SciocchnzaXK.  fimplicitas.ruditasfi  ineptia,  imprudea- 
tia,fcempiezz>t  ,infipidezza  .Boc.  Tercbe  t andare  al 
■ frefente  in  atcnn  luogo  farebbe  ferza  alcun  dubbia  Scioe. 


contrario  i doppia , onde  diciamo  i huornoScemptoà.legm 
gierofitr  àpdco ingegno  per  efterefcoinpagnato  dalia  ra* 
gfone  .Dan.  Trtma  era  feempio  ,&  bori  fatto  doppio . 
yfcirgC  orecchi  de  U gole  Scempie  d.  forme,  eS-  jimptici 
perche  non  baueana  orecchie . & quando  i Sofianbuif  di- 
nota àfgraùa  ifiram , uediu  j $6. 


(Ffm.  Gb  faceuanacauaicare  la  capra  dellemaggmi  Scìede,Jliiede,&lfcedefiomefitrouaaetefiianticbi;  fono 


Sdocàtezzf  delmondo 
Sciocco. Lai. fiobdus.bardus.V  s rScioccaVolgo.Tenfier, 
Mortali,  Sciocihi,  Ingegni . Materia  da  Coturni  ,&  non 
da  Sciocchi . Ugn  errar  con  gli  S nocchi  .Boc.  La  don- 
na reputata  Sciocca.  Sdoahaaume  de gtouam ,Come 
moki  Siiocchi  uagbou  fare,  ideft  uolgari,igaoranti.Io  fba 


dette  d-t  Latini  fcononatafihe fimo fcioccbe  facetie , buf- 
fonerie Jempbcità,&  cab  Boc.  che  Uprecbihe  fatte  da 
frati  ilpm  boggi  piene  fono  di  mom,di  uaruieet  d'ifcede. . 
Et  di  feogni  altra  cofa  prefumeua,  coufuoi  cofiu 

mi  pieni  Slfcedefifi-  di  fifùueuoUzZP  -Dan.  Mora  fi  uà 
con  molti, & (01  ifiede . 


■ji' 


‘ uròperuno  Semeone .uUH  mollacelo. yeJi  tuquello  FKnef\i.Lal.ù‘Gr.pbremiis,&phrenefis,èinfenmiàJi 
Sciocconei  Scioccamente  ctedefie  ."D  a n.  Etegbame,  nKnte,come  quando  uno  uacilla . P e z.Cb’ioJonentrato 

. O creature  Sciocche.  mfimil  Frentfia. 

Furore  che  nicn  per  pazzjqf  lat.furor , infamia. uedidi  Farnetico. Lal.Tbreneticus, Boi:. Etnoibalafciatonel 
Uno.  E arnetuoiC andar  cercando  U pietre  nere  grnpelmugnom 

Turiofo.Lat.&niaaiacut/naniofus,ftuItut  ,'BO  c.Quaft  nt.lncominciiaguifadhuomthefitgnafie  adenirare  in 
. Furiofadiucmitadifie.TMUoEutioforigiofe.,A».i,Cbe  ;aUriFametid)t. 


Mi.* 


i»5» 


ANI 


farnetictre.  Lit.hifaiiire,fHrm,  fhrtntfi  Uh«rarr . B o c. 
Che  dice  Tirr»f<imetM  eglif^  l/fiuU  Verro  ri^fe , St- 
upore mio  IO  mnfunittico  mua.THfamtticbi a f*mtà.,et 
anfani  jlieeo.h  A, 

Deliro . Lat.  delims,  Hnlms . vai  Hoho,  & irrogiotieuole , 
P E T.  Dal  cor  mi  rade  ogni  Delira  imfrefit.  B o c.  'N.oo 


ijyi 


M A 

iauolomà.V z c.MacpieUa  Inlcntioii calla, &bctiigm 
Vaccife . Etfer  fermar  jua  bella  Iiilentiotu . la  (uà  tei* 
gentil tefier Cleante.  B oc.  La  mala  lataitioiu: de pefji-  ■ 

Mu  amim . Sopra  quefio  fondò  la  fua  Intentione . T atta  la 
fmlntentioncgliaperfe.Con  Intention  di  fargltunmal 
giaoio.Cwifideratalapuralntentione  della  donna, 
t'boiodettoquanloque^aprruerfamoltiiudinefiagèlo.  Concetto. Ut. conceptus.  ìqueUochel'huomogenera,o  ii5j 
fa  & Delirai  (parlando  delle  [emine.)  La.  i propone  neU'amrno  di  fare.Tir.lìuando  giunle  a Sinum 

Delirar  e.  Ut.  ì proprio  ufchre  delta  dtrilta  uia.D  a u.  Et  l’alto  Concetto.T. Fermi  Concetti  in  cofe  alte  &fiepremt . 

egli  a me, perche  tanto  delira , Difielo'ngegno  tuo  à quel  Conctpere,&  Concepire.  Lat.comprehendere,&ioiicipere.  . 

(he  fole i boc.Cùil  fuodefideriohauendocoagltotchi  concepu- 

Meftola,  i la  mefcola  forata , &per  meta,  ualperfòna  uà-  to,fiimlmente  di  la  taccefeJ.compreJò , o conofcuuo.  Ma 

na,&  poco  fauia.uedia  Cucina  a 9 j 7.  pcr  foperehio  amore  nella  mente  Conceputo.  Ma  poi  ih' al 

hi\otdo,dabardui.Ut.ihedinoiapocofauio,etaachopeT  la  Catella  pane  tempo  di  douere  il  Conceputo  fdtffiomiU  : •>; 

pigro  ,&tardo.T.^nenatornaamecomeunBaloidOi  darfuori. 

Et  dice  hdl  fattoi  & dammi  del  fratello.  Maxiotiaeft  firma  animi  rerum, &uerborttmdilpofuionis 

Bidcrio , lo  ìHefio  che  Balordo , (ir  anchopa^pgnifica.  perceptu, ut  inqutt  Cicero,  undemhil  fcmmnifi  quodad 

B o c.  Madonna  Baderla  atlhoradifle,  ( parlando  di  ma  mtemoriam  mittimui.  Tur.  Memoria  Eterita,DolceJiu 

uamarata,Sorda,Teuau,Frefca,Memorie  M.ntuhe.cbe 
folDitua  Memona,drdidolorfipafce.£t  IbldelaMe- 
moriamifgomento.'PertaMtmona  étuamorte  acer- 
ba. Et  fe  qui  la  Memoria  noti  m’aita  Come  fuol  fare.  Ma 
ffefia  a lui  con  la  Memoria  torno.  In  Memoria  di  quella 
.cb'i  tant'amo.Chc  la  Memoria  anehor  il  cor  acet’ua.Boc. 

Mi  torna  a Memoria  il  dubbiofo  cajò . Lequai  parole  egli 
fermante  nella  Memoria  ritenne,  lo  uiuerijilr  morrò  mo  . 
glie  dimeflerT orello,&  della  fua  Memoria. 


donna  Lifctta  frinitiana , ) 

Bergo  Io.  /n  ihofcanafi  dice  Bergolo  la  pecora  quando  i co- 
me ebbriaca , & che  par  matta  mouendo  fempre  il  capo . 
Cenouefi  dimandano  Bergole  quelle  fanti-piu  uili  ihefrr- 
u6no  allacucinajgrda  yinitiani  fono  detti  1 T edefibi  Ber 
gali  quando  fimo  ebbnachi,  & imperò  di  poco  fèunojuam , 
mflabili,&  leggieri,^  come  ebbri, ^peròciarlatoru  ue 
diC  Indice /loue  bahbiamo  poflo  oltraifìofitione.  Boc.U 
■ quale  fi  come  colei  che  feinmana  era  che  fono  tutu  Bergo 


bjl  cuoco  tra  thiamato  Chichibio,^era  t'imtianoalqua  Memoteuolc, Memoranda,^  Memorabile.  Ut.memoroa 


le  com  e nuouo  Bergolo  era;  co  fi  pareua. 
Biittrriì.Ut.cerebrofitas.  phrenefityexiàdefienna.  Ora, 
eolera,fantafiicbexp;a,&  uariation  di  coflumi  deglialtn. 
Bo  c.  EeperBit(7;aniagli  comodò  chequtllo,cbeglipia 
•erffefacejjèifengapiudauantiuenirgli.  • 
Bir.ttiro.Ut.ccrtbrofus,&  uarius,&  phreneticut.i  quello 


11 


btUs.  Pbt.  la  gran  uendetta , & Memorabil  feo.B  oc. 
nella  F i . Lequab  de  giorui  Hati  erano  MemoccuoliJ  che 
a memoria  imrecauanoi  giorni  fiati  Ani  Et  cagiontr»  i 
ui;che  con  Memoranda  Rouina  mfieme  a guerreggiar  gli 
■accendaJjdtgnadimemona.Cbecou  alto,&  Memoran- 
do fegnoé  ardire, 

ihefimutaéfenno^leuolte,&iiracand»,coleri'co,(ìr  VamtmontioM.Latremimfcentia,etretordatio,comme  ,i>54  ^ 
■fafiidiofb.Boo.lIuomograiide ,nerbofò,& forte fde-  .meratto.ilarUordanxadellecofepafiate .Boc.Et  da 
gno fofracodo/BiXKampiu  thè  aUroJ4oghef opra  ogni  -ouuha  uirtddeliain  laalcunaRamemorauone  depue- 
altra  Bfgp^rra.  VAn.Ufiorhino  finnto  Bn^garro.  Ari.  riji  hneamem  del  uifo  del  fuo  figliuolo. Ter  le  cefi  che  ap- 

Dipiu  colorite  di  piu  augei  Bizzarra  Cufègna.  piéirraet  prtfio  fi  leggeranno,  auenifiero,  nonfipotea  fenga  quefta 

Biggarro.ilfaracmBiggarro.  Ranumorationedimoflrare , 

Taaittltico,ècomeBh^rro,  uediaii^p.  Ramemorare.latjeminifci,reeordari.&quafiiteTumrem 

Fatuo.  Ut.  & BuUus. T.  Fatuo/lelrrofazgp,Stolte,Infi-  ' in mentem rtuotare.  B o c.  Dirouui una  'iqpuella,  taqua 
■ no,Demente,Fnriof0,&  Meuucatte  ,-UpoSiata , Siine-  learamemorarfinonpotrieflerefenonutile. 
Bro.HuomoInhumano.  SmeMorareUt.obliuifii.ualdimenticare,&  fcordart.Boc, 

Zticciperlapazvn.meta.Boc.DonnaZuccaaluento.  Ruggieri  aperti  ghocchi,tf  uon  ueggmdo  cefi  alcuna  co- 

.minciòafmemorare,(fi-a dir  fico; che iqueflo ilo  non 
/énfi  Smemorata,  che  io  mmcouofcatCà  Smemorati  fie» 
te  uoi.Egli  i uno  Smemorato.  En  tu  in  quella  Sme- 
morato,^ Obliteratio,Oblmio,(>roblmum,lo  Sme- 
nuramento. 


Zucca  mia  da  fole . Come  colei  che  poco  fate  hauea  in  Zuc- 
ca. ideB  poco  fenno.  Frate  .Alberto  conobbe  incontanente  ' 
die  coBei  tenta  del  fremo.  UeB  ch'era  pazga.  Tinca  mia 
dafeme.uediatiB6. 

yaneggiare.Ut.  uanert,uanefrere,&  errare,  naie  uagare. 


& andare  errando  con  la  mente.  Tbt.  Che  ne  fa  uaneg-  Dimenticare , Ut.  oblimfri  , demeutirt , & dementare . ual 


feordare,^fmemorare;&quafiufrir dimente.  Boc. 
EMaui farebbe  dimemicare  le  medicine.  Ogm  aduerfitd 
trapjfiata  dtmemicamdo.  Dimenticata  famifià , c9‘  Im 
amore  di  .Antioco , Dmenticaio  il  fuo  amante.  Ut.  obti- 
tus.Cbedopola  miamortenontidimcntidtùCbedeim- 
wòàticfidimeKidnno. 

perafenfatoa  ii}6.  ForArnnaco  ,cbeual  fuordiln-  Kmiairccniz.Lat.remimfrentit.ila  ricordanza, bi rame  ti;  J 
•noaii}6.  moratioi0ejioc.7iell4memoriatoru-m,cbemaiperme. 

latcntioac, Lat. mientio,mens,iquellt«tto che gomnu  [<^e  fiM*mdutt,m*ltBtmiu^ctnza  più ruordeuole , 

mlU 


gfarfi  luHgrmeiue.Chemifauaneggiarftldelpeufiero, 
come  canai  fren  che  uaneggia.  Dopo  le  notti  uaueggiando 
^efe . Et  con  duro  peufier  teco  Maneggio . Et  uedra’l  ya- 
neggiar  di  quefìi  lUufin  .Dan.  Stana  tom'buom , che 
fònnolento  uanaj.  cbeiuacuodi  cogniiione . 

InfènfatOjMtiid  11^6.  Mentecanoa  ii4i.Dirsipito 


ANI  M A 


16} 


tiUafm-trriumemorixtornòcolleidttucHilìauii'altra  ìag/itiiiMithpop  mttntamntc  ^Umecchi.Mapoiihe 
tùia  .Ah.  la  siimaUua  artamente  gU  rende  Ini  rffere  buomo , egli 

RicordiCÌone.LiU.recordatio,remim/èentia.Boc.Siftme  s'apprefiò  a Ini . la  angofeu  ,<p-  U pauranon  bfiiaujno 
della  Ruordatione  della  peJUfera  morulnà  trapalata.  alla S limai uucotHpriMdere  aUKnacofa.HelqHalUifirt- 

Ricordo^/  medeftan  ib  i kicordatioiK.  Boc.  Senza  alim  re  ( litondo  laSttmaiina  mi  porje  ) ueder  mi  panie  una 

Ricordo  di  me.  Gli  abbatta  in  maniera  ibe  di  lort  piu  mai  figura  il un’angelo. 

Ricordo  non  fu.  Stimare.  Lat.alUiuare,  per  giudicare  jcmofiere.  P E T.  cfuel- 

Ricordare.  Latjrecordari,  remini fii.  P e T.  Cbe'l  ricordar  mi  la,fe  ben  fi  {lima,Tm  mi  raJIctnbraJi  come  dimrtù  num 

noce . Rt  cbiamarmi  a ji  non  te  morda  .Cofe  cb' a ncor-  da  fi  {lima.  Hor  qual  fi^e’l  dolor  a]ui  non  fi  filma  . com'io 

darle  è brfue  {bora.  Et  come  montar  di  nero  panne  Ben  filmo.  Boc.  Stmiando  ejSere  cofà  ottima  il  cimbro  con 
ti  mordi.dr  mordar  tende! . Et  di  quefio  in  quel  di  mi  ri  cotab  odon  confortare. Le  parole  per  gli  orecchi  dal  cor  ri 

tordaua . Ricordati  che  fece  il  peccar  nofiro . Cb’i  tremo  ceuute  hanno  maggior  for^a  che  molli  non  {iimano.^tef 

auibor  qual  hor  me  ne  mordo.  Boc.Sicome  cotuicbe  Jandro  lei  {inno  aouereefier  bella, drmca.ueél  Indice, 

miimi  conofei/S-perauentura  mai  mordar  nonni  udì-  A r t.Diquà,éladouetrouarlofitma. 

Sii.i  nominare.LaCiutazza  udendo  ricordare  la  camiflia  E&iiaìtioru:.Lal.afiimatio.  Bo  c.Tion  fapendo per  EfiL.  iijg 
éifie,fe  noi  mi  date  una  camifcia , io  migitterò  nel  fuoco.!.  mattone  martnaref laaluue  efiifofero  comprendere,  /^eg 

nominare . Et  a mordarmi  di  quella  mi  tira  Mefiina poco  gendolaoUreogm  altra  Efitmauone  bellifima.lo  tm  tro- 
innanzi  ricordata.i.nommata.  .Apri  adunque  Cammo  alle  uo  della  mia  EfiimationeMtre  modo  ingannato.  Maggio- 

mie  parole  , dr  mordali  che  una  uolta  ferrea  piu  auuiene.  re  Iflimatorc  delle  jue  forze  dmciiuio . 

a.ramentatuPercbe  ricordauate  uoi  Iddio  filanti.  J per-  Efiimare.  Lat.  afiiniare,cenf derare.  P e T.  Terò  tmgegno, 
che  gli  nomtnauate  i Che  ui  ricordiate  di  me,&  d'attener  che  fue  forze  efitmaMa  lofi  uà , chi  fiipra’l  uer  lefiima . 

mi  la  promejfu.rammcntiaee.  uedit Indice.  Io  ; com'huom  ch'erra, & poi  piu  dritto  efiima.  Lafio  non 

11^6  {bjàuemre.  Lat.  remirnfcìfial  ricordare . P e t.  Fammirifi-  tò  ibe  é me fiefioc fiime . Chi  là  penfar  il  uer  tacito  efii- 

uenir  quando  amor  diemmi  Le  prime  piaghe.  me.  S'io  dritto  cHtmo.  Boc.  Efitmando  lui  douer  porta- 

Mentouare,per  memorare^  nominarefioee  nllefcafiSrufa  re  danari.  Eftimandolagentil  donna.  Uprenj^  fiura  ogni 

tada  D kS.Sed'eficrmeatouatolagiùdignt.  altro  fehceeilimaua.uedi  all' Indue. 

Souenire.Lat  nminifcipn  menti  uemre.per  ricordare.  P e t.  InclUtnibik-.LatJna/limabilii.  Boc.  Inefiimabil  Molti- 
Etbordiqueii’boletlomi  ihuicne.'Èlsntljòutendiquel-  tudme,Caldo.ExlaforzAbifiignilnefitmahile . 
la  ultima  ferai  A r i.  "He  può  foLt  jàluar  ,feaejuccede  Tenere  per  finufire, reputare  credere  fi  giudicare.  Lat.arbi- 
Hueft'una  ch'io  dirifi'bor  mi  fouiene . trari  fiflimare,puiareàudicare,  reri,  cherarofiufa,ma 

Rimembranza, dinota  ricordanxa.Lat.  reor.  P e t.  Terdommt  quali  bella  fi  fi  tiene  .AUborten- 

reminifcemiafiecordatio.  P et.  Ter  Rimembranza  delle  nioilumernofiroauile,f'iapiuche'nnanzjnelteni-ageu 
treccie  bionde  .Boc.  Con  loro  uolentien  fi  dimefiicaua  tile.-^nzi  mi  pregio  filr  tengoajfai  piu  caro.f'mer  quan- 

per  Rimembranza  della  contrada  fua . d’aitn  mi  terrà  per  morto.  & uedrete  comeTien  caro  aU 

1 RimenÀrarefialricordare.yolProutnzale.Lat.renmàfcifie  truifibitienJècofiuile.Boc.Colorofihememlo.cbete- 
cordari.Ttz.jUctòche'l  rimembrar  piu  miconfumi,  neruogUono, che  alcuno  per  udita  fipofiainnamorare.tr 

^morcolrimembrarfolmimantcne.Chepurilriinem-  ttmnLilanepiufebce.Efiendoiofuoamico.comeionàté  , 
bear  par  mi  confunu.  Che  fa  di  morte  rimembrar  la  gen-  fp.Guido  càialcantifiìr  Dante  .Aligierigià  uecchi  ad  ho 

te.Marijpondemiamon'blgntinmembra  tCbequefioi  nor  fi  tennero.  Si  crede  douer  efier  da  molto  piu  tenuta  , 


M . 

Colmembrar  de  dolci  armi,&  degli  amari  .tr  fon  fatto  come  m'erraua, Che  mentre  baueafògnatofiù  artdea  Sa- 
una fiera  Membrando'lfuobeluifo,&{opre fante.  gnommfofie,truerefjer  fiimaua.  A r iJIortaltaEan- 

\tt-j  Imaeinacione.Xdr.  B o c.In  quefia Imagiuattonefermt»  rafia, ch'unfeniier  lòloTionuuot cb'ifegua . 

tifi,  'nacquero  diuerfe[paure,S  Iniaffiiatùmi.  Rimanen  Tiiiti&ico.lM.carebrofui.  B o C.Be/  L a.  Darmendo,da- 
do  del  mio  Imagìnamenlo  beffata  .fi.  Con  Imagineuole  nanti  alla  utrtù  fantafiua , laquale  il  fanno  non  liga  di- 
cura . A M.  P E T.  Imaginata  guida  la  conduce . nerfe  forme  paratemi,  aéuennc  che  a me  fubuamite  par 

Jmaginare.  Lat.imagmarifirbitrari,afiimart,examinaTe  , ne  entrare  in  un  diletteuole,& bello  fenttero.  San.  Et 

perpendere.recogitareàndagarefinimo  reuoluere.  P e x.  ebettfanSfir  notteandar  Fantafiito . 
Sluandoglioctbitenni  nel  belutfaTer  ifcoprirlo imagi-  ApprenCiai,iquellacbegiuàcaque!lofibefidcbbeelegge 
nando  in  parte . B o c.  Et  perni  a noi  donne  la  lafcio  ad  re.  Lat.taptuifisfii.  Boc.  nc/i'A  h.£*  con  dibgen^  di 

ómaginare.  Imaginando filone  ciiglìpotefieeffere  auenu-  dogli Cjtpprenfiua  in  la  memoria  .Dan.  yofira  .Ap- 

to . Lofi  effere  come  imaglaato  baueuano..Al  fine  imagi-  prenfiua  da  efier  uer  ace  T rogge  iniemion . 

natodalui peruenne .uedi  t Indice.  Clonoiicitncnto . Lat. agnato.  B o c.Malaatopiudacfii 

Imaginatiua.  IM.  hnaginatio,  & tmaginariut . D a n.  0 per  natura  icouofciuto,  quanto  hanno pin  Conofiimctode 

lmaginatiua,che  ne  rube  Td  uolta  fi  é fuore.  donani.Qiirlto  chepiuCoffendeuaera  il  Conoicméto  del- 

Stimatiua.  Lat.  afiuutio.ual  gfudtcto.BoQ.nd  Tu.  la  fua  infima  condahne.Doue  bene  hauere  tanto  Conofeim 

(enti  un  piamo,  ilqnale  per cbeniaao  a mela  Stàtlatina  memo.(achtCpnofcimemoba.)  ...■»* 


r nj 


ANIMA 

nrfo  CoBofcemi. Ltt.apntio.P ET.'Hedepiom.meHtr'elU  t<rpeTgwJjiT,&coMilucerr^t<lÌJ4i4.&periunr^e- 
y^e  tini  gii,  d'haucr  fiu  Coaoficirga  .Boc.Io  ferme  re.a-j^^. 

nmiuConofeen-gehakeaàuoi.  Sfme.Ut.làftiuriindiigm^  explorare;t;uererei»tjnU 

Conorccnte.Lit.icgnitor.  Boc.  Fatto  m'ha  Conofceate  Tere,fetere,merrogare,iialeoerlettameme indagati, & 
deWinganno.  P e T.  Corteje  nò,ma  Conofceate^ pia.  & cercare  dt  fapere  tfaello  thè  figretamente  fi  i per  fare . 

per  lo  amico  .Boc.  Hauendo  tjuuii  troaato  aitano  jno  P e t.  S’ella  ne  fpu  Dinne  quel  che  dir  dei.  Chi  fpiafie  can 

Conofccnte.  yno  che  afiai  fno  Conofceate  era . Co  quali  fi  t^on  Qnel  ch'i  fo.Haijpiato  ainbodnogli  effetti  «uri.Boc. 

come  Conof centi  accoflati.P  e z.L'efier  mio  gli  r^ojipioa  Cautamente  fece  ffiare.  Et  del  conte,  & douefofie  hanen 

foHiene  Tanto  Conofciior.  do Ipiatojà  done  ella ftcfie  a cafa.  D A «.Forfè  a ffiarlor 

Riconofcimcnto . Lat. remunerano.  B o c.  ia  Riconofci-  nia^  lor fortuna . 

memo  deU’bonore,  che  da  bum  Bologna  ricencnaaM  re-  Sph.Lat.explorator,fpecnlator.  & catafiopns  è lojpione;et 
maneratione . ckriofMSamifiitiks,& epifcopks .D  a «.  Et  iotene  farò 

Biconofcenzi. Lat.remiaifientia.  B o c.Ellailguardana,  hor  nera  Spia  .Am.Tqe  mai  del  fno  Rkggier  ritroki 

non  gli  per  Riconofcenga  alcuna  ;ma  per  la  uouiti  delt'ba  Spia.  Ma  che  fonano  i hauendone  ancho  Spiai  7{e  pota 

bito . In  luogo  di  Ricono fcenga  di  ciójm  rimuneratione,  o tane  anchor  ntrouar  Spia . 

ricompenfa  .Th.  Lat.  remuneratio . I.xcubieJju.fono  le  mgiUe  che  fi  fanno  di  dì^  di  nottejcht 

SconotcenK.lat.ingratiis.  Boc.  Et  come /ari  io  fiScono  kolgarmentediciamoleguardietSentinelle.  S a «.Che  ni 
fientej.dipocaconofienga.Qkcfio  fafliiiofò,^  Scono.  dirò  io  della  cauta  Grua  t certo  non  gb  ualeiia  tenendotn 
fiente.i.ingrato.  D A N.  ia  Sionofcente  uita,che  fi  fe  fo-Xm  pugno  la  pietra  farfi  le  notturne  Excubie . 

■ zi.  Lat.  beaefioiimmanor.  \ eletti,  quafiuedettai  luogo  aperto,  & alto  doue  fifala 

Sconorciuto.Lat.incognitutignotusJgnabilii. P e t.  Cbe'l  guardia.  Lat.profpeSut ,jpeculj , uel  ffeiulatonus  tocus 
uer  nafcofo,&  S cono fciuto  giacque.  M’andaua  Sconofim  propatulum.  Ari.  yn  ch'era  a la  y eletta  in  fu  la  Roc- 

10  ,& pellegrino.  Boc.  Il  come  d'.AnuerjaSiotiofciuto  ca.Tur  fuleuata  ficheala  y eletta  Stami  mnmauna 

toma.Ifconofciutamente  fe  riandò  con  alcuni  firn  campa.  guardia  bauea  cnjiume . 

gni.uedi ab' Indice.  ìiotitii Lat. agnitio,& cogmtio.V  ST.&s'alcunu'eraDi 

Jgnoto.Lat.ual  non  conofciuto.  P e r.yolgerft  altroue  a le  mia  Trotina  hauea  cangiato  injia.  Boc.  Che  a mia  Tiom 

■efieudo Ignota.  tiiiiHenutononfia.a'HputiauennealSoliano.A  tuttii 

latfi  Conofcere.Lat.cognofcere.V  tx.E’lpentirfi,e’lconofcercbia  Romani iqotijitmo Ladrone. 

ramente.'N.on  laconobbeilmondo.Talcb’inon  la  conob  'Nptare.Lat.agnojcere,animaduertere  P iX.Etcomeintm  ii6f 
bi.'bfejia  chi  ragiongmdichifi  conofea.  .Accioche'l  nido  tornente  afcolta,&  nota  La  lunga  hijloria.  B O c.'Hptan 

la  cono fca,et  ante.  Mal  fi  conofee  il  fico.Conofcete  in  altrui  do  bene  la  mia  nouella.i. ponendogli  ben  mente.  Latatduer 

quel  che  uoifeteMor  conofci,che.  Giudica  te;  che  me  co.  tendo , “ìdiuno  ut  n'hebbe  che  non  notafie  bene  le  parole . 

nofco,&  lui.Ma  fi  conofeo  io  bernChe  quando  tomi  ti  cono  La  canzone  notata  da  tutti, diuerpinientc  fu  iniefa . 

f co.  Hor  cono feoi  miei  danni . Come  non  conofeio  Calma  Au\fo.Lat.optnio,confilmm,iudiciumptomdemia.nal  confi, 
tniadonnai  uediaWindice.D  ah.  Ter  quedo  Di  che  dcratune,penfamentofipimone.cofidettodauedere.Boc. 
tunoncoanfcefU,  iùuno.Anifò.  buono  .Amfii.Fattifnoi.Amfi.FrateMbeT 

Kconofcere.Lai.reccgnofcere,recenlire.?  b t.Toì che rnom  lOxAuifuociòcheera.  Lat.  uhicognouit.  D a «.Magli 
donna  riconobbe,  t!ruide.& riconobbi  in  terraQueUa^  m'era  .Auifò  thè  cefi  fofie.  Lat.  uidebaturmihi.Seccmdo 
.Biconobbda  aluoUo,e  a la  faneOa.  Ben  riconoftera'l  mu.  mio  mfiabiie  .inifà.  Ter  mio  .Auifo.  Lat.  indici  meo.LÀ 

tato  fili. iakujnRiconojctffinelafoba  fcbicro-Ricono.  oue'l  tacer  mi  fu  Siutjò  il  peggi,  lai.  mdicaui. 

fa  colei;  che  prima  lorfe  I paffituoidalpubtito  maggi.  ,4ufftre.Lat.pTautdere,aumiaduertere,aliimare,iudicart , 

11  jòaut  fuo  fpirto  rkomfio.Ben  nconofcomuoiiluftle  confiderare. ual {iimare,imaginare,confiderare,penfare. 

fhrme.Cb'a  fuma  rieonofeo  bomai  me  fiefio.Ben  le  ricooo.  P e t.  Él  buon  Re  Mafiimjia  gU era  auifò  D'effer  fewga  i 

fca  Difie  .Boc.  uedi  (Indice . roaMn  riceuer  tortoa.  jiimaua , Terò  l' auffa  ,e‘lluodir 

Uuedere,&Rauedereferaccorgm,&conofcereayqj.  drengi, sfrena  à.  di  accorto.  Lai.  fiiapudte.  Boc. 

Dffcerncre,ual  conofcert.Lat.  dticemere.  P e t.Buou  Sa^.  ^Auffandamefìonou  potere  eflere.ijmaginaua  ,o  filma, 

inrio  é lontan  éfeemeSi  non  [affo  di/cemo  .Manteche  ua.Troppobeni'auifdua  àò  che  era. Et  baufdv'quella  che 

eofi  dentro  non  dffcemo.B  o c.La  notte  era  fibula  che  afanhauefiero  auifatoi.penfatofiimagmato.  ^uiftiofi 
egli  non  poteua  éfcemere.doue  egb  tandaua.'Ugfi  éfeer  ilpercbe.  Dan,/  mifii  i pii  del  locojou'i  flaua  Ter  am- 

tua  qual  piufofie  da  coufolare . Et  lui  piu  dt  bbertà  pieno  far  da  prefio  uri  altra  biflimaj  per  megli  uedcrla . Lat. 

difccrniamo.  Dan.  Onct io  peri  tuo  mi  penp>,&  difeer  utdere.  D’un  roncbion  amfàua  urialtra  fi  heggia.i.mi  moa 

no.lnonuidffcemeuaalcunacofa,  draua.latafiendcbat..Auffattdtirprefa,iriruantag 

Scemere. Lat. difeemere,&  cernere.  perconofcere.PiT.  gio .come  amfo . 

Quel  pietofo  penfier  ch'altri  non  feerfe . ma  m quel  cb'i  Sutjàre.  Lat.  improuidum  efieimpromdi  qmdfacere , meau 
fiema.  Dan.  Coaajfa  che  ne  la  mia  lingua  fi  /cerna . tum  efie.  nate  non  ^cre  amJato,&  aueduto.  Boc.  nelle 
ntf»  Sctrgere.lat.eognofcerefrofpUere.ualconofcere.nccorge-  cangpm .SltononfitSuifàta .quando  ftiperguafiared 
re;&  uedere  perfettamente.  B o cSt  quiui fenza  fauci,  tufo . uedì  a 

L-  inguifa  che  feorgere  fi  potè  fiele  noce.  Ladonna  peri  Opiaione.Lar.opmi,fententi,arbilratntindicium.P  e t. 
i:  te  tratto  fuonhauta  feorto  Ulefiandro  efiert  ncjlito  Opinione  Falfa,Cieca,Dura,Trifla?  »ga.Et  falft  fiamia 

depcnaiJiScaimdioJ^AHJdm/eortafibuucontraik,  triJU  Opimone.EtaUOpimonfuaciecaAS-dura.Etpur 

difalfe 


ANIMA  164 

difdlfeOpimaafipi^ce.Et  falfeOpmm  in  fu  sporte.  urdiVluéce.l»  kk  Tipuelìjuifion;  ch'afe  mi  piega  Si, 

B o c.  Comra  U Opinione  (Cogvi  huomo.SecoiiHo  la  Opi-  che  non  poflo  dalpenfar  ntrarmt . 
mone  di  tutti . Da  Opinione  ingannati . Opinione  Sihcta , R/penfare.Lat.  repetere  animo, & reuoiuere  .Ttr.  Ch'inol 
Buona,yolgare,CeneTale,Leopimom.Et  come, che  ^uejii  tòripenJàrnnncberidire.ToinpenfamtoaldoUebenth’io 

fofi  uariamente  Opinanti  non  morsero  luttU.penfabon-  laffo.  in  quel  [aiuto  riptnjando.  Che  npcnfando  amhortre 

dtfi  hauenti  opinione . ma  la  mente.  Tur  com'hor  fu]fe,ripenfando  tremo.  Ripen 

1164  f enfierò, Venfero,  & Tenfieri . Lat.  cogitatio,cura . P e t.  [andò  a quelc'boggi  il  cielo  honora . yò  ripenfando , ouio 

amichi, Be,Bei,Bel,Baldi,Lteti,Tietolifiuro,  'Hsfiofli,  lajiafl  maggio . Ma  quando  auien  ch’ai  mio  fiato  ripeti  fi. 

Sciocchi, Craui,Gelati,  RjoJ^ile,  "Hpiofi,  Santi,  Tronto  , B o C.  ripenfando  alle  parole  del  lima.  Tinpur  ripenfanm 

^Iti  Can,lnfermi,Soaui,Uggiadri,.Amorofo,Tungente,  dofi  che  da  lui  era  la  uillama  mcominciata . 

Saldo,Occulto,Mafchh,Celata,.Aperto,Frefco,Torbido , Spenfìerito.Lat.inounofui .ualjètn^  penfiero. 
Stanco,'Uouo,folli,Egn,Trifli,  Canuti,Scritti,  Ofcuii,  lmpenfitimentc.Lat.intonfiderateàmprekilè,&improm 
Scbiui,Cafii,  Dolenti,  yani,  .Amico.f aliate  „Agro,Baf-  utfo,de  httprouifo,de  repente.  San.  Terche  aajiuno  rm- 

fo,Trimo,Sparfi,Eletti,Mille,Molti,Gelali,TafSa'lTen-  gratiauaibemgmDqcheatantodiletto  Impenfatamite 
fier,ficomefoleinuetro.Sibreuee‘ltempoe'lTenfierfi  n'hauefiero  guidati. 

ueloce.  Ma  con quefioTenfier un’altro gioHra .Ter  far  Diuifareperpenfarefiimaginare .Lat.fatuere ,iecemere. 
lume  al  Tenfier  turbaio,& fofco . .A  ciafcun  pajio  nafte  B O c.  Era  il  caldo  grande  quanto  piu  fi  potejie  dtuiptre. 

un  Tenfier  nouo . ( 0 penfier  miei  non  faggi  ) Et  tutti  i Et fico  diuifando  che  uia  douefie  acciò  tenere.  Terche  mol 

miei  Tenfier  romper  nel  met^o  .Datimi  pace  0 duri  miei  te  cofeDiuifate,feto  imaginò.Terciò  che'l  fauh  nimico  prf 

Tenfien . Fanno  poigliocchi  fiuti  mio  Tenfier  nano . 1 uò  derebbe  riparo  al  Diuifato  colpo . P H.  quando  flà  per 

penfmdo,&nel  Tenfier  m’afiale,  yna  pietà  fi  forte  di  me  erdinare,narrarer&uariare;uedi  agli  fuoi  luoghi, 
fiefio.  Amor  tu, che  Tenfier  mtfln  difjienfe.  Amor  mimi  Comprendere.Lat.comprehendere.  per  mtiderefi  cono  fiere  ^ 
da  quel  dolce  Tenfiero,Che  ficretario  antico  è fra  noi  due.  Ttt.  Che  comprender  nolpò  profa,  ne  uerfo . fi  com’bo- 

JriuolfitTenfiertuttiaduafegno.Ethorconuiencbecol  ra comprendo.  I noi pc^oriériécntÀ comprendo.  Boc. 
Tenfier  la  fcgua . A eia  finn  remo  un  Terrier  pronto,  ey  Et  uoi  fimilmente  il  potete  comprendere . comprendendo 

rio . eh' un  fil  dolce  penfier  tamma  appaga . L’un  Tenfier  per  le  parole  di  'Huto,che.  la  potenga  d'amor  comprende- 

parlaconla  mcttte,tirchce,Che  piuagogaif  yolo  con  foli  rete.  Io  comprendo,&uoifimilmeme  il  potete  compren- 
de Tenfier  al  cielo. 'Hudnto  di  Tenfier  dolci,  gir  foaui . Di  dere . Et  bene  ogni  cofa  Comprefa.  Ma  molto  ben  compre 

TenfierinTenfierAimonte mmonte.Giua  il  cordiTen-  fi t Abate. uedi all' Indice. 

fier  in  Tenfier , quando . I Tenfier  f onfaette , e'I  uifo  un  Confidcrarionc.  Lat.  & animaduerfio,  confideriuio,  cir-  j 
fole  .BOC.  Se'l  Tenfier  non  m’inganna . D'un  Tenfier  eunfpe8io,ratio,contemplatio^meditaito.que  e fi  etiampu 

in  altro  f aitando.  EntrogU  un  nuouoTeufierneW animo;  nitio.  Boc.  ScnrgaConfiidetatutnenmna.tdsUaConfide- 

Ch  occorfe  un  Tenfier  cattino  nelf  animo,non  mai  piu  fta  ratione  uofira  difereta  fi  rimanga . Senga  Confidcratione 

toui.TenfierLungoScioceo,Amaro,Crudel,Falfo,Aue  alcuna  filafeià  cefi  tofìo  abbagliare gh  occhi  deWintel- 
duto,DoUe,Taurofo,Trofindo,Dellaguerra,Molti  yarij  jetto  Tota  Confidcratione.  Confideratore  della  bellegga 
Tenfier , Santi , Tbilofopbici , Hpiofi , & Tenfieruggp , della  fiofa . Lat.  penfitr , ri),  penfatorfenfitator,  afiima- 

ucdi  all’Indice . torfnedttahundus.  ' 

Pciifofo,iM/ii  penfier  pieno.  Lat.  cogitahundus.  T e r.Ten  ConfitderareXat.reputare,cogitare,commitari,  meditari^x 
fofi  C or, Efaco,yhfie, Democrito, CauaUer,Ter^fi  Don-  ^cari,circumfiicere,fiefiftrejextrmarejcomemplari,tn- 

na , Madonna  ,Mente,Sabilonia,Tenlbfi  Donne,  Miro  Ti  tuerifittendere,  ponderare,  expendere,  animo  completi, 

fifo  le  crudeli  fietle . Solo,  & Tenfofo  in  piu  iifirti  cam-  & intuen,atmnaduertere.  Boc.  S’iofeppi  beneconpdea 

pi  yò  mifurandoipajfi  tardi, & lenti . Tenfifo  ne  la  uifia  rare.  Tutto  il  uenne  confiderando . Confiderando  i fuoi  co 

boggt  farei.  Là  ma  figgia  d’amor  Téfi^,et  firiua.Allhor  fiumi . Confiderando  [età . Cominciò  a confiderarlo , ir 

mtftrmfiatombra  d'un  bel  faggio  Tutto  Tenfifi.Et  dallato, &dal  capo.  Ogni  parte  hauendo  confiderata, 
Democrito  andar  luttoTenfofo.  CofiTenfifainattobu-  Confiderataladilpofitionedelluogp.Confideratelemanie 
mtl,& faggio  S’affife.Tenfofa  mi  rifiofe.E’n  afjietto  re.  Confiderai iJuoicofiuim.Coifiderato  ilmio  bijògno. 

Tenfofo  amma  lieta  .Il  di  Tenfofi , poi  piango  la  notte . uedi  all'Indice. 

Il  Tettar  . B o C.  Deb  Rinaldo  perche  fiate  um  lofi  Contemplare.  Lat.  contemplari,&  contemplare,  per  confidi 
Tenfofo  i rare.  P bt.&  ho  fi  auegga  La  mente  acontemplar  JiU 

Utf  j Tonfare, per  confiderare, cogitare.  Lat.  cogitare, & opinali.  cofieL  Tur  uederÀr  contemplar' U fine. 

T £ t. Ch’affai  [patio  non  haggh  Pur  a penftr,  com'io  cor  Artento,!»/;  intento^  con  attentione.Lat.imentiuus,  atti 
ro  a la  morte  .Chi  uolarpenfa  indarno  piegatale.  Quel  tus.  P bt.  Che  percb'wmiri  Mille  cefi  diuerfe  Attorno , 
foco;ch’iopenfaichefofie  filento.  & atempi  migliori  ^ fifa. hoc.  La  gente  Attenta  a udire.  Et  conlealtre 
Sempre  penfmdo,Tenf andò  pur  che  farò  io  che  fui.  Ch’a  monaihe,cbeAttenteeranoadouerfare.Etfiandoiiu 

dir,&apeifaramoltihadMo.Ch’apcTuofo  penfume.  torno  a queHecofe  Attento. Tm  Attentamente  comin- 

"He  penlafie  <f  altrui, ne  di  me  fiefio  . penfate  a la  partita . ciarono  a riguardare . La  donna  che  Attemifiimamente 

S'io  haiiejfi  penfato  che  fi  care  Fofita  le  noci . Io  penfaua  ricoglirua  ù parole.  La  cominciò  Attemifiimamente  aù 

affai  deliro  tfier  fu  Cale.  InguifaiThuom  che  penfi,/!^  pii  guardare.  Dan.  Mirauafifiadmmohile,&  Attenni 

g)l,&  ferina . Tal  %Jio  nonpcnfi  udir  cofagiamai,Cbe  mi  Colpa  n’i  la  tua  uoglia  alrroue  Attéta.Mofie  la  uifia  fua 

tonforte.Ma  chi  pensò  ucdtr  iHoi.fCbtl  pisò  mai.)  ho  C.  difiarA  ttfta.'HM  andauam  lutti  pfi,&  AttituDt  nona 


ANIMA 


ì6] 


Attenti  arig»ariirintom).Tatit’erangliecchi  miei  fifi, 
{ir  Queliti-  Ritento  fi  fermò  ccm'buoin  cb'afolu^  c~ 
dò  ife'l  due*  frfie  jUtento . io  mi  riuolfi  Rilento  al  fri 
ino  tuono.  Lamio  .Attento  fguardo . 

Atccntione.Ì4'.4rifBrio  fludium  i cura,ddigentia  .Ari, 
fon  tanta  .Attention,  tanto  jlufore  Con  quanto  .Amphri 
fo  udì  gii  il  lito  paliure . Con  molta  .Attention  fu  da  un 
ì^iccbierojCheglieramtontra  riguardato  fifa. 

Inti'iuo.ÌJf.{J'  deditus^al  ddigememente attento . P e t. 
Mentr'io  fonaimrarui  Intéto,^  fio-  Et  era' l ciclo  a [bar 
monia  fi  Inumo.  Io  era  Intento  al  nobile  bisbiglio,  glian 
geli;  Et  in  ciò  ttamio  éfiofi^'menli.Etglioccbi  porto  per 
fuggire  Intenti . S’Imentamenu  ne  l'amata  uijta  Requie 
cercaui . Et  come  Iruemamente  afcolta , & nota , B o c. 
Imemijfino  la  cominciò  a confiJerare . Senti  un  piamo', 
ilquale perche  la  Sìimatiua  uicmo  a me  il  giudicaua , io 
po/i  imcntijiimamente gli  orecchi.  T h. 

Intendere  per  far  im(to.Lat.imcUigereincumbereJludere, 
prof  ieri  ,darc  operam.  P e T.  Ùì'imende  i uoftri  Stuàp 
me’l  dica.  Che'l  maggior  padre  ad  altra  opera  imcnde.  Di 
te  la  turba  almi  guadagno  Imefa . Tiangete  donne , Toi 
che  mono  è colui  che  tutto  inteli  In  farui  mentre  nife  al 
mòdo  bonore.Ch'a  la  cagioni  a l’effetto  imtftSon  i miei 
fenfiua^ipurialtegga QMlicbe'ncoia  nouagltoccbi 
intende  Et  uede.i.  mira.  B o c.  Ma  intendi  jànameme . 

T'iCo.La(.fixus,imirarimemamemeconCammo.  P e t.Ter 
mirarVolicleto  aprouaFifo  Con  gli  altri.  Dico  che  per- 
ch’io miri  Mille  cofe  diucrf  alterno,  & Fifo  Sol  una  don- 
na ueggio  e'I  fio  bel  uiji . Ma  mentre  tener  Fijo  poffo  al 
primo  penfier  la  mente  uaga,Et  mirar  lei . Rapido  fumé , 
Fijò  u Ji  mofri  attendi  L'herba  piu  uerde,  & (aria  pm  fem 
rena . Qual  donna  attendea  glonofa  fama  Miri  Fifone 


me. Et  taee,& guarda  pur  ch'abri'l  configUe . Mi  uolfi  • 
& di/ìi  guarda  in  cui  tifdi.&  non  me  ne  guardai  ; Che  i 
he  uojtr  occhi  donna  milegaro . con  pietà  guardate  Le  Um 
grane  del  popol  doloro  fo  .Et  febea  guardi  a la  magion  di 
Dio.  Hoc.  la  benigmld  d’iddio  non  guardare  a nojlri  cr 
rori . Specialmente  guardando . tdoii  guardandofene  egli 

10  fece  pigliare  .Guardandofi  egli  daitorno . Che  alta  in- 
giuria nonguardafie  tamojquamo  alio  amore . 

F'edere.  Lat.  ammaduertereperfficere,  confiderare,  cogno- 
fcere,muenirepudere.  per  conJ'iderare,eoiiofcere,  trouare. 
P e T.  Virò  uedendo  anchor  U fuo  fin  reo.  Che  uedendop 
giunta  inforza  aUruLEt  quella , fedendofi  fra  lame  dar 

11  uomo.  Et  Vedrete  come  T len  ca ro  altrm.  Trima  uede fi- 
fe m lei  pietà . t'edete  ben , quami  color  dipinge  .Amor . 
Hor  uedi  amor, che  giouaneita  donna  T uo  regno  jpre'gga , 
il  fignor  mio  fi  tacque  f'eggendo  in  uoi  finir  noftro  dijio . 
yegg  ndofi  m lemtan  paejé  jota  La  Siane*  yeccbiarella , 
Ma  ben  ueggi’bor , fi  come  al  popol  tutto  Fauola  fui.  Et 
ueggio  preJSo  il  fin  della  mia  luce,  & riconobbe , & uide . 
Boc.  yuollì  ueder  uia(lenoi fappiamo)  di  rihauerloSe 
tu  mirrai  bene  riguardare , tu  uedrai  bene;  che  iojònoil 
tuo  mtfrer  Ricciardo . Che  noi  bahiiamo  a ricoghcre  tut- 
te quelle  che  noi  uederemo  nere.i.troueremo  efer  nere.la 
sò  fare  la  ilpencnga  del  pane^t  uede  remo  dibatto  chi  [ha 
hauulo . Deliber aremo  fame  prima  tempo  fi  uedeffero  di 
rubarlo.  .Ateioebe  tuueggia  quanto  dijcretamente  tu  ti 
taf  ciagh  empiti  dell’ira  trajponare . 

.Antiuedcre.  Lat.pr*uidcre,&  profpicere , è piu  innàgi  cono 
fcere.PtJ.He  poffo  tlgiorno,che  la  Ulta  ferra  .Antiueder 
p lo  corporeo  uelo.  Tigro  in  antiueder  i dolor  miei.Cb'.Au 
tiuednta  piaga  afiià  men  dote  .Boc.  Ma  per  [una , 
per  l'altra  fapeua  antiuedere  le  future.  .Ad  .Antmeduto 
fine  operaua  .Dan.  Effe  mio  frate  quejio  antiuedefre , 

SeP.An 

.An- 


gU  occhi  a quella  mia  Hgmica.Qjiando  una  donna  Di  té 

po  antica, &gfouane  del  uifo  yeiendomifi  Fifo  .A  l’alto  Antiuedere.  Lat.prouideiitia,projpe(ì'us.  V \u.  Se 
delafronie,&delecigliaAiIidiffe.CbemirandocibenFi-  tiuederqui  noiiiuano.Tu  le  n’andrai  con  queSìo 
fi, quantici  quali  Eran  uirtuti  in  quella  fua  jferàga.J’er a tiuedere . 

alfincongliocchi,&colcorFifo. Malto  ueracon  faldi  Diuidereperauedere,conofcere.uedia-jqq. 
chioui  Ftfi^  qui  [intende  per  fitto,  o conficeato  .Boc.  Auedimento.  .Aueduto.  .Auedere.  uedi  a 74 }. 

Laqual  donna  fifam-.ntedormiuaààmentamente  ,opro-  Mirare,Lal.animaduertere,lpe5areàntueri,cemerealifcer. 


foiùameiite,&  quando  fra  per  mirar  con  [occhio  corpo- 
rale pieé  a 1744. 

itf  8 jtffrgere.Lat.  figere, firmare,  per  fermare,  & ficeare.D  a n. 
Qual  i’I  Geometra,  che  tutto  laffige  Ter  mifurar  lo  cer- 
chio . Tercbe  comefafhuom  ebe  non  laffige  ;Ma  uafSi  a 
la  uia  piaghe  che  gli  appaia , Se  dibifògnoftimolo  il  tra- 
figge à.  ferma  . Secondo  che  faffigon  li  de  fri , in  alcuni  te. 
fii  fi  legge  affliggono. 

.Afflare.  Lttfixarejigere . per  fermare  .Dan.  Quando 
[affifìerffi  cornea  affge  Chi  uà  dinanzi  a fchiera  per  ifeor 
ta  .Tocopm  oltre  il  centauro  saffifieSoura  una  gente à. 


Intenfa'^. intenfus.  ualmtento,&fifi,d.ttendo,&m- 
teudo.  Lat.  P s x.  Defideru)  Intenfo . Intenfi  affetti.  Fer- 
mi I ran  gb  occhi  defioft  e'nteiui . Men  per  molto  uoler  le 
ucglie  InieiffeJabe  non  tanto  f eSlendono,  mperoebe  fi- 
no h-tfìe^  infime. 


ii6q 


nere. per  confiderare  ,penfare.  Tsr. Che  t’al  uer  mira  que 
jlaanttea  madre . in  cui l’etade  tlsfira  fi  mira . Mirande 
pergU  affetti  acerbi  e ftrani  L .Anima  uoflra . Mtràdo  la 
Jlagion  che’l  freddo  perde.  Et  mirido  io  fifa  CangtofTilciel 
intorno.  Mirandola  in  imagine  non  falfe.Tercbe  non  piu  fi 
uente  Mirate  ; qual  amor  di  me  fa  ffraiio . Signor  mirate 
come’l  tempo  uoia.  Sluando  [amico  mio  che  fai  che  mirei 
QiKldifor  miri^quel  dentro  non  ueggia.  Miro  penfofi 
le  crudeli flelle,Ldlloorcb’iomiro,IÌr  penfi.  B o c.Sen- 
ga  mirar  al  danno  atei  mio  futuro  affanno.  & quando  Sii 
per  guardar  corporalmente, aedi  a ino. 


117* 


fermò.  I fono  Orefie,TaJSò  gridando/T  anebo  non  s’affif.  R/mirare  .Lat.  mffftcere,  fieculari , contemplari . Boc. 
fe.fermoiafffre.Terciòa  figurarlo  gnocchi  affifSe  .tir  Jist  fnggtqucjlo  ben  qual  hor  di  fio  Di  rimirarlo  mmia 

quando  flà  per  mirare,  uedi  a i;54*  ,onfolatione.P  tx.Tal;  cbecongranpa 


che  congran  paura  il  rimirai. 
Tutto  penfofi;  & rimirando  intorno.  Rimirando  e/io  fat- 
to al  foi  di  neue Tanti  ffiirti.ch'a pena  a rimirar  l’ardi- 
fio.  .A  llhor  mi  Jlmfi  a rimirati alcuno  Riconofeefii. 
*<11754. 

Affiirare.Lat.&auere,eupere,optsrejexoptare.iintétami 
iardare.Ltt.animaduerterefer  confiderare  ,&  poner  men  te  defiiiidare,  & Oifare  co  gran  difioiaaltuna  tofaPtr, 

pefi  cura,  P s t.  'Npn  guardar  me,  ma  ehi  degni  crear-  Et  non  ii^a  al  gloriofi  regno,  Certo  in  piu  falda  nane  a, 

af tende. 


I 


A N 

4p.enle,Siiliribenilylla,eueque{U  4jk>4  É cofiit 
fiancar  ^thcne , ^rpmo.  Siprciuie'l  del , oue'l/uo  cor 
ajpira . D K tì.Di  làdalqHalnonèaches’ajpiri, 

Attendere  per  poner  mente , afioltarep  dare  orecchie . aedi 
«>37ì’ 

1171  Speranza.  Lat.^es;  opmu,&fperesy  rispUlferogli  antichi, 
P £ T.  Alta,  Fallace,  Debile  , Dolce,  Humana , Ignuda, 
Morta.yina,lnjinita.  Gran  Speranza, & Sperare^  Bo- 
Be,Cadnche,CiechefiubbiofeJ^alji,Humane,yaneancià 
s'appoggia  tioSira  Speranza.Qnante  Speram;efe  ne  por 
ta'l  nemo.Dt  mu  Sperane  bornie  la  maggior  parte  J'er 
ginejn  cni  ho  tutta  mia  Speranzfl.ymetn  Speranza  de- 
bile,drfallace.Etuim  di  defir  fuor  diSperanzaahe  fuori 
Speranza  homai  del  prmo  loco.  Hormi  tten  in  Spe- 
ranza, & hor  in  penaj'iuo  fol  à Speranza.  HormieSpe 
ranze  fiiarte  ha  morte.  Agguaglia  la  Speranza  col  defare. 
La  Speranza  è morta,  yerameme  fallace  ìlaSperanza. 
0 Speranza,odefirfemprefalIace.lajfónoné  diamante, 
maituHuetro  yeggio  di  man  cadérmi  ogni  Speranza. 
Boc.  Speranza  Morta,Sciocca,  yanaj^erma.  Grande, 
Certa,Migliore,  Taffata,  Lufingheuok.Terduta,  Intera, 
uedi  all' Indice j>ue  fono  bellid^corfi.  «jr  quandoénota  la 
innamorata.uediaSjé. 

Sperare.  Lat.  P £ t.  Fallace,  Lubrico,  Scemo . Il  mio  Spe- 
rar , che  troppo  alto  montaua  .et  non  jia,  in  cui  Tipìlro 
Sperar,  o"  rimembrar  s'appoggi , Allbor,  che  fólmina- 
to,  & morto  giacque  II  mio  Sperar . 

Sperare , Lat.  ajpirare,  e.xpc8art,  conjidere,jidere,  niti . & 
ft  riferì  cofi  al  bene  come  al  male.  Tst.  Rifpofe  con 
un  uolto.  Che  temere  ,&fperarim  farà  fempre.Ame 
pur  gioua di  fperar ^hora .Che  jòl da uoi ripofo Dopo 
Dio  fpera . ouefpera  efSer  contenu , Oni io  fperai  ripi^. 
Con  tutti  quei  ,thefperanneliDei.  Et  fperando  uenir  a 
miglior  porto . Mifero  ; onde  fperana  efier  febee . Et  non 
fos'iomi  fperi  yederla  anzi  ch'io  mora.  Spero  trouar 
pietà  non  che  perdono . 'blgnfpero  bauer  mai  pofx.B  o c. 
uedi  alt  indice. 

Speme,  & Spene  per  la  Speranza.  Lat.  fes,opinio.  P e T. 
Speme  Amorojà.  Dubbiofa,Humana,IneeTta,Lunga,Ta 
uentofa,Tenace,Traduafyltima,  Condotta  al  uerde.  Che 
uince  offii  altra  Speme. Crefee  la  Speme.  Si  di  farmi  diSpe 
Pfe.  gli  empia  di  Speme . pafce’l  cor  di  Speme . Mifer  chi 
Speme  in  co  fa  mortai  pone.yifli  di  Speme Jbor  tòno  pur  di 
pianto,  haggio  in  odio  la  Speme  et  i defiri . 

Spene.  Lat.fiiei.  P st.  Accefa,  Gioiolì,  Tarda  J>ura,  yi- 
ua.  Cotanta  .piu  Beata  .Amor  quando  fioria  mia  Spe- 
ne, doue  bai  pollo  Spene  { Q.^Sto  fignor  Teme  di  lei  fin- 
dio  fon  fuor  di  Spene . 

Defiderìo.  lat.  defyderium , cupidità!,  & cupido,  inis,  li- 
bido, luxuria,  auiditas.  P e t. Tirami  fol  kn  Defiderio  in- 
tenfo.  Boc.  Defiderio  Grande,Grandi^imo,ArdentifJi- 
mo,  Caldijfuno , Feruentifiimo,  Incbineuele , Vrefentuo- 
fo , Concupifiibile , HoneHo , Giouanile , Secreto , Ter- 
merfo. cotanto  F cruente.  Temprai  Defideri  non  fani. 
Medeftmi , liumani . 

Defiderofb . Lat.  cupidut , auidni  ,ardens , appetensjlu» 
diofus , diligens , amani , obferuaiu.  Boc.  Hauenda  ta- 
nótto  Defiderofo.  pefiderofa  di  douerlo  piu  attendere. 
De  fidente  di  fegmtarto.Defiderofediuénen.uedit  Indi. 
\\y\  Pciio,e!r  DifioMti.defjderiimifiupiditas,^  tuptdo.  t. 


IMA  idj  J'\h 

DefmArdente,  Bello , Caldo,  Dolce,  Fero,  Folle,  dona- 
mi, 'naturai.  Sommo,  yago,  yan.  Gran  Defio  Benedet- 
teli Defio.  Si  tramatoel  fòUemioDefio.Solopermfiam- 
mar  noflro  De  fio . Ter  farui  al  bel  De  fio  uolger  legnile. 
Apollo;  s'ancboruiuel  bel  Defio,  Chet'mfiammauaa  le 
Tbefabcb’onJe.  Largali  Defio,ch'i  tengo  bor  molto  a fre- 
no . al  Defio  crefee  la  ^eme . Cantra' l Defio , che fpefio 
ilfuo  mal  noie.  B o cJDifio  Caldo,Amorojb.  D a n.Iuì  è 
perfetta,matura,&  intera  Ciafeuna  DifianzajJIifioMo 
firato  ilfuo  Difio  le  die  cagione  é cofi  meommeiare . 

Defìofb.  Lat.  cupidus,  auidus,  ardens.  P e t.  Defiofo  Tor- 
to, Frutto  ,Defiofa  Man, Sorte, Fama, Luce,  Defilar 
Cortefe , Souerebio . 

Dcfir,^  Defire.  Lat.  bac  cupido,& libido.  P e t.  Antichi, 
Accefo,  Baffo,  Cieco,  Fallace,  y ago.  Ardente,  il  uifo  un 
Sole,  E'iDefitr  foco.  Combat  tea  in  me  con  la  pietà  il  Defi- 
re. Ter  lo  migliore  al  mio  Defir  contefe.La  fpeme  incerta, 
e'I  Defir  moma,e  crefee.  Caccefo  mio  Defir  tutto  sfauiUa. 

Già  era'l  nuo  Defir  prefio  che  fianco . Onde’l  uago  Defir 
perde  la  traccia . Già  mi  fu  col  Defir  fi  dolce' Ipianto.Trom 
uar  parlando  al  mio  arderne  Defire  Q.ualcheripofo.  Che 
gran  temenza  gran  Defir  a frena . Dcfiri  ArìemijCal- 
^,Cangiati,  Contenti,  yerdi.  Et  mille  altri  Defitti  Raccen 
derei  ne  la  gelata  mente.  Et  fe'ltempoè  comrario  abe 
DefrLAfiai  contenti  lafci  i miei  Defiri.  Si  crefeer  fento  il 
mio  Ardente  Defiro.  Boc.  Conuien  ch’io  fodisf accia  al 
mio  Defire . Iddio  ba  mandato  tempo  a miei  Defiri. 

Defilare,  & Di  fare . Lat.defiderare , capere,  concupi fiere, 
exoptare,  optare,  auere,petere,appetere,expetere,expea 
tefeere,  expetifare  ,praoptare,fitire,  cupiditate  ardere, 
nota  facete.  P e z.ToaiprtZfandoquel,cb'ogni  buom  de 
fia.Gia  Defiiatjum  fi giuha  querela  Farmi  udirei  penfie- 
ri , ebanno  la  mente  defilando  morta . Lafio  che  defilando 
yo  quel,cb' efier  non  punte  in  alcun  modoJiuel,tbepiu  de 
fiaua  in  uoi  m’è  tolto . & i defio,che  le  lagrime  mie  fi  far 
gin  fòle.&ybfie; Cbedefiò  del  mondo ueder troppo . 

Boc.  Difiare  con  lutti  i fimi  termini,  uedi  aW  Indice. 

Agognare . Lat.  attere  foUicitum  efie . da  agoniare  uenend» 
dalla  greca  agpnia,  ouero  da  angoaiel  angor  uerbi  latini, 
che  dinotano  foUedtudine,&  anfieià  di  mente,et  però  ual 
penfàndo  difiare,  0 bramare;  ouerodolerfi , ramaricarfi, 
li’ attrifiarfi  temendo  anfiamented’alcuno infante  peri 
colo.T  tr.ynpenfier  con  la  mente  parla  ,& dice.  Che 
pur  agogni  i idefi  che  defiiderifl  brami.Onde  conuien  cbe'l 
uolgo  errante  agognii  fi  mofiri  uago  <f  udire;  ouero  fiJi- 
lettt . Che  s'afpetti  nomò,  ne  cbei’agogm  i.  cbefipenfi,o 
defiderL  D tifi.  Di  qualche  prato  jaon  ch’altri  t' agogni, 
idefi  molto  ti  defilerà . Ma  per  la  uifia , che  non  men  ago- 
gnaàdefi  che  induce  non  meno  defiderio  di  compajfione.  Si 
che  quel  eh’ è,  come  non  fofie  agogna,  Quqlè  quel  cane, 
che  abbaiando  agogna,Et  fi  racqueta  poi  che’l^fio  mor- 
de.i.fi  mofira  éfiofo  do  fendere.  Ak  i.Etauoi  foli,  ogni 
mio  ittento  agogna . 

TaIct»to.  Lat.uobintas,bbido,appetitut,  procliuitas,  indi-  117} 
natio,i  noce  antica  prouenz^,  & ufata  da  Thofiani  an- 
ticbiataleintlmatioiie^ammo,CTdiappetitoaUa  uotun- 
td,&  diletto  fenfitiuo/inJe  talentare,&  attalentare  naie 
conftntire,  0 piacere  ; che  ifroprio  deltafùa  uoglia  far  la 
uogba  d'altri , da  Talento . Lat.  ch  i il  danaro  cofa  molto 
dejiderata.  B o c.Tieno  iira,&  dà  mal  Talemo.  Ilquale 


ANIMA 


bJkej  Talenio  S mmguu^àrJto  S mal  Tale  ato.M i i 
Mimito  Talatto  Jt  moftrarui.D  a n fin  non  t i bieopo  a- 
primt’l luo  Talatto.  Chela  ragion  commaton  al T alento, 
ideflallauolonti. 

Appetito.  lat.appttitus,appaenlia,apfetmo,defyderiiim, 
dr  qHcUo  che  dcjìdcra  i ioniupiJiibite,dr  ijuelto,tbefHg~ 
ge  è irafìtbile.  Hoc.  Il  coiicupifcibile  .Appetito.  Soloihe 
V .Appetito  il  tbieggia . Koi  generalmente  da  torto  .Appe- 
tito tirate . .Appetito  Ciouamle , .A  rdentiffimo , Fgnale, 
Dijurdm  ito,  fammUefio,  Carnale,  Fiero . poco  Regolato. 
.Appetiti  "naturali , Feminili . Secondagli  loro  -Appetiti 
le  cofe  ufiuano.  D A N.  o Cacra  fame  Dei  (oro  (Aitilo 
de  moriali.Seguendo  come  bejlte  l’Appalto.  Che  làjioue 
Appetito  non  fi  torce.  A r i.bHon  Appetito. 

Appetibili.  Ut.  obtabilu.  D A n.Tero  la  onde  uenga  lo’n- 
telletto  De  le  prime  notitiebuomo  non  [ape , St  da  primi 
Appetibili  l'affetto . 

Appetite.  Lai.  appcierejial  defiderare.  B o c.£f  quantun- 
que ugtà  buoino  appetijca  uendata  delie  rnceuute  offe fe . 
Sbando  cofi  leggiermente  é torti  della  ulta  appetifcij. 
hiiappaito,metaforicamente  data.LnJ-1  notte  appeten 
do\perclx  uenuta  era  mi  no  del  tempo  a trapaffare.  F i . 

Brama,  ual  auidità , & fummo  defiderio . Lat.  defyderium, 
auiditat,  ardor,  uorago,uoratio,gurget.  P s t.Uqualio 
cercai  fempre  con  tal  Brama.  D nu.Ft  una  Lupa,  che  di 
tutte  Brame  Sembiaua  carco  nella  fua  magrezttaj.farm, 
cidi  di  tutti gU  auidi  appaiti  Bramofa . S'baueju  hauuto 
di  tal  tigna  Brama,  del  contrario  ho  io  Brama . Soluaemi 
ffirando  il  gran  digiuno.  Che  lungo  tempo  m’ha  tenuto  m 
fame , ideft  bramofo . Et  (eia  mia  ragion  non  ti  étfama 
/Cedrai BeatrUe , ch'ella  pienamente  Tt  torri  quefta  , ^ 
ciafcun'altra Brama.  A R i.Ecbtaman  Lupi  di  piu  inm 
gorde  Brame . 

Bramofo.  Ut.auidui,  cupiduf,ardens.ual  pieno  di  brama, 
drdifomma  auidità.Ttt.Cbetenneghoccbimie( fira 
mofi  e Ite ti;bor  li  tien  trifti,&  molli.  D a n . Cfce  mai  non 
empie  la  Bramofa  uogha.  Boc.BramoJàmétemangiaua . 
L A . Bramata  morte.  Bramofe  canne.  Cagne. 

Bramare.Lat. ardere  deftderio.auert . i amare  con  defiderio 
nttenfo.  P i t.  "Hs  piufihrama.ne  bramar  piu  lice. Odiar 
Ulta  mi  fanno,  & bramar  morte . Tiu  fi  difdice , a chi  piu 
pregio  brama  Et  mal  può  proueder  chi  teme,  & brama. 
Fa  di  tua  man  non  pur  bramando,  i mora,  ch'io  non  fem- 
pre tema,  & brami.!  cadrei  morto,  Ou'io  piu  uiner  bra- 
mo. Ch'altra  non ueggio  mai, ne ueder bramo. B oc. La 
morte  bramo , Lui  éfto , e>r  bramo.  D KV.di  quel  che 
qui  fi  brama . conuienchemiferia  anebor  brami . un  goc- 
cioli acqua  bramo. 

Curriofo.UtJiale  troppo  auido,&  uogUofó.  Ttr.  lui  era 
il  Curiof)  Dicearco.  Hoc.  Cofèpiu  atte  a Curiofi  bemto- 
ri,cbea  fobrie,et  honefìe  donne. 

tryq  Voloacì.LatJioluntas/trbitnum,libub.B  o c.Spontanea, 
Temperata . Hanno  f'olontà  di  rubarci . Di  jua  Vedami 
non  l haurebbe  fatto.  Haurebbe  la  donna  fatta  la  mia  Vo 
lomi.In  tanta  Volontà  fi  accefe . 

Volonteroib . Lat.  cupidut,  auidus.  B o c.  Comepiu  Vo- 
lonterofo. Ella  Volomerofa. Monache Volonteroff.Vo- 
lontcrofi  di  guadagnare.  Volontario  Efiiho.  Ver.  Di 
Volontaria  morte . 

yp^lia,  & Vpglie,  lat.  uoUmtasi  libido,  arbiirium,  F s Ti 


■\ 


Accefa , Amorofa , Arderne , Cieca , Compita,  Cruda, 
Empia,  Fiera , Lunga , Oflinata,  Sfrenala,  Spenta . Vo- 
glie , Accefe,  Contrarie,  Diuerfe,  Dtuife , Gelate,  Hone- 
fie.  Infiammate , Ingorde,  inti  njè,  Souerihie , Giouamli. 

La  uogha  ,c2Lla  ragion  contbattut  hanno . Ma’l  tempo  i 
breue,  cjr  noftra  Voglia  è lunga . Cornea  fua  Voglia.  Lat. 
muitut . I ’bonefie  Voghe  in  gemd  foco  accefe.  OnÌ » Vo~ 
ghe& pcnficrtutti  alcielergo.  B oc.  Maggior  Voglia 
di  mangiare.  Gran  Voglia  di  ridere . Stordì  mala  Vom 
gita.  Etcghqueflo  fenica  piu  inuili  affettare  di  Voglia 
fece , ideft  nolontariameme . 

Vogliofb.  Lat.cupidus,auidus.èpicn  di  uogha.  Dan.  Mi 
ft  Vogliofo  di  faper  lor  nomi . 

Volenticri.Latdihenter.aquo  animo.ual  uolomerofamente, 

(Srdi  uoglia.  B o c.Ciajcuno  difte  ; che  ne  uoleua  Volen- 
tier mangiare.  Li qnah  V<dentteri,& guida,&feruidori 
ne  faranno.  Et  fi  perdona  egh  Volentieri. 

Suoghare , i torre  L uoglia.  Lat.  fatiare,  expellere/alisfa- 
cere.  P e t.  Dal  uoler  mio  non  fi  f uogha . Dal  mio  fermo 
uolergia  non  mi  fuoglia.  Hoc.  Se  moftrando  effere  fuo- 
gliato.  La  donna,! f e fuoghata  non  era,commciò  mangia- 
re.Che  fola  a riguardarle  haueua  forga  iCinuoghare  l'ap- 
petito in  qualunque  f offe  fiato  fuoghato . 

Inuogliare.  Lat.ammarc Accendere ^nduccrt.i  far  uenir  uo- 
cioiuolonterofo.  V bt.  Et  perche  accio  m'muogha 
Ragionar  de  begh occhi.  Amor;  ch'aedo  m'muogha.  chi 
purle’nuogha.  D a ìi.Etghagi,che’nt'nuoghauamor,et 
cortefia. Hoc. midi  difopraafuoghare. 

'Volerc.Lai.uoluntasJibido.  P b t.  Buon  Volere, Cieco,Fer. 
mo,Ingordo,Sordo.Ma  (ingordo  Voler  cb'i  cieco,  e fiordo. 

Si  mi  trafforta.La  penna  al  buon  Voler  non  può  gir  preffo. 

Del  mio  (ermo  Voler  già  no  mi  fiuogha.Loco  non  fiadoue’l 
Voler  non  i'erga,Oue  fon  le  beitele  accolte  in  ella.  Boc. 

Il  fino  buon  Volere.  Il  mio  Volere . 

Volere.  Lat.  nelle.  P e t.  Altro  uolert,ar  iifiuoler  m’è  tolto, 

A uoler  poi  ritrarla . Etuorreipiu  uolere^  piu  non  uo- 
glio . uogh  aitarme . per  ch'io  uoglio  dire,  ne  fi  quel  ch’io 
mi  uogho.Che  uoglion  importar  quelle  due  frondi.Il  difiio, 
che'l  filo  mal  uole.  che  miei  tu  dinne  i mentre  uolei  mo- 
ftrarmi.Cbe  mlendo  parlar  canlaua  fempre.  uoUndolfe- 
gmre , 'Flou  uolendomi  amor  perdere  anchora . Il  mi  cor  ; 
che  per  lei  laficiar  mi  uoUe.  Mifero  me,che  uoUi.I  non  te’l 
potrei  dir, ne  uollLDal  qual  boggi  uorrebbeA^  non  po  ai- 
tarmi Tu  lió  uorrai  moftrarti.  Vorre’l  nero  abbracciar  la 
fidando  ( ombre.  I mrrei  ftar  filo.  Ter  quanto  non  uorre- 
fle  poficia  od  ante . Hor  noma  trar  de  gh  occhi  noHri  un 
lago . Che  mrria  far  bonorala  fua  donna.  Amor  (è  uuo 
ch’io  tomi  al  gioco  antico . ouunque  uuol  m'adduce.  Ch'an 
chor  uuol  ch't  urna.  Sennuciio  i uò  che  fappi.i.  uogho,  & 
nò  che  m’oda  & uò  ben  dirti . TIpn  uò  che  di  tal  nodo  a~ 
mor  nàfoghaMai  non  uòpiu  cantar  com'io  falena.  Hoc. 

Il  ui  uà  dire.'Hgn  uò  dir  libertà. nonmi  partbbe  difdiceuo 
leaficriuereuuo,inuecediuoglio,adifferewga  diuòdal 
ueiio  andare  ; tome  il  Hoc.  Viio  tu  ftar  qui  bagifciadi 
coflui  i .Ì.UUOI.& nella  flgmficationc  pafiiua.  Quefli  Lom 
bardi  cani,  eh' a chiefa  non  fon*  mluti  nuuercMegU  altri 
tempi,  uedi  alt  Indice . 

Volere,  ual  anebodouere.  Ho  c.Di  cofiAitte  ftminenonfi  1»7J 
uorrebbe  hauer  mifiricordia.  Elle  fiuerrehbono  uccidere. 

Hmlnerc.lAt.itetm,aururfim  ueUe.Hoc.Etper.ui- 
"À  giuria 


ANIMA  1(6  - 

^riiprópòfeiiriueleretjuella  ,che  ^ panie  rihane-  woiper  aiallayitamoTtaU.ZocMhera,Ijberamen- 
rt  non  poteua.  Della  faa  camera  alia  lìan'^a  diluì  riman  te.  uedil Indice. 

datola,  molto  ^ejfo  riuolendalo , non  patendo  Ma  fetta  Liberare . Lat.  T et.  Morte  m'ha  liberato  un’altra  uolta , 

fòdufare  a taate.Tuceuiéruiolerlo  ,&  a me  piace  di  S o c.  fece  la  dannai  tre  jrategli  liberare.  .A  bbemrda 

renderloui.  morte  il  uojhro  marito . Se  flefia  Ubera  dalle  pene . 'Jtmor 

Difuolere.  Lat.  noUe.  i il  contrario  di  uolere.  T E T.  Cb'altn  liberandomi  da  fuoiUgami.  Liberata  da  fi  fatta  angofeia. 

uoler,  {jr  difuoler  m’i  tolto.  B o c.  Mobili  tutte, & finga  uedt  all’Indice . 

alluna  flabiUtàfono.inunhora,HOgUono,&éfuogUono  Diliurare, per  liberare, orifcaltare  di  prigione.  P e r.  Ben 
ma  medcfima  coftben  mille  uvlte.  La.  D ah.  qual  i uenneadiliurarmiungrandeamico.uedia  jqq. 
quel, che  difuuoleciocbeuoUe.  Elkntc. Lat. mtmunii .ualliben.  A k l.Che Jen’andòdi 

^mo  meglio.  Lat.  potius  uolo.  yo.  Tnu.  naie,  io  uogUopin  talemre  Efiente.  Se  ne  ua  Efiente  da  tanto  martora . 
tofio.Boc.  loiimo  molto  megbo  é diff  tacere  a quefle  Làb'ito.  Lat. quodlibet.i  uolont,ì,opiacere,D  a ti.Cbe  là- 
mie carm.  che  facendo  loro  agio  lofacefii  copi,  che  i^teffe  bifo  fi  Ucito  in  fua  legge . 

efiere  perditione  dell’anima  mia  .Amando  moka  meglio  il  Dilibc-rationc.  Lat.  deUberat'io.  & confiltatiofinii,i  la  di 
figliuolo  uiuo  con  moglie  non  conueneuole  a lui,  che  mor  libcratione  con  confgUo , &ual  diffiniiione,  B o c.  Mila 
tofingaalcuna.  Dcìiberation iiguitò l'effetto.  Dipari DiliberatumSenxA 

tìouere  per  uolere.  B o c.  Molte  nouelle  diletteuoli  donne  a troppa  Diuberaiiun . Dopo  lunga  DiUberation. 

douer  dareprmapio  mi  fi  parano  dmangi.  Di  che  ut  prego  Diliberare.  Lat.  deliberare,  decernere,  fiatuere,fancire.  ual 

rr  fola  Iddio.cbeuoi  di  do  li  dubbiate  nprendere.Detqua  ditcrminare,diffnire.  P E T.  Che  pur  éliberandobo  pofio 

ogni  penfiero  fila  di  douerfi  a lietamente  uiucre  dijjnr-  al  f ubbia  Gran  parte  botr.ai  de  la  mia  tela  breue.  Boc. 

re.Mmfi  gliera  uenuto  per  douergU  ammonire,&  capi-  DiUberare  in  qual  parte  del  mondo  noi  uogltamo  andare, 

g tre  II  Saldano  guardaua  é pigliarlo  nelle  parole  perdo-  Infin  a tanto,cbe  Iddio  diUhera  altro  di  te,&dime.  Dili- 

uergU  mouere  alcuna  quejiuine . Se  ne  propofi  di  douerlo  berai  meco  di  non  uolere.  Dilibe  ranno  di  uoierla  pigliare, 

pagare.La  indufieadoucrfcnefeco  andare  Mdouerloha-  Etfrafedibbcratafi. 

nere  fi  diffofin . & quando  dinota  hauere  uedi  ai}i.&  Statuto.  Lat.  & lexmuuicipalii.ual  legge, i}r  ordinatione  . 
perpotereaj  17  ^perconuemrea  iijq.  Boc.ìqella  terra  éT’rato  fu  già  unStatuto  nel  nero 

Arbitrio.  Lat.  & potetlai , commoditat.  P e t.  Tnueggia  non  menbiafimeuole,cbeafpto . Durante  quefio  Statuto, 
ben  mentri  iMrbitrio  intero  Fondar  m loco  flabde  jua  Modificanno  il  crudele  Statuto.  Atti,  ù la  difefa  del 

ffeme.  Si  bella  ; come  quella , cb:  mtjpogUa  D' Arbitrio,  fuo  reo  Statuto,  uedia 

& dal  camin  di  liberiate.  B o c.jqel  jiio  .Arbitrio  rima-  Statuire.  Lat.fiatuert . ual  deUberarefirdinarerdedicarejir 
f e lo  andare.  Et  per  confegueme  piu  largo  Mtbitr'io  debbo  fermamente  ponere.  Boc.  Ciafiuno  commendò  il  parla- 

hauere . Et  hauenJo  alquanto  é .Arbitrio  piu  colorato  di  re^  il  diuilb  della  Reina  ; ir  co  fi  flatiiirono . 

poterle  parlare.  D a h.  Se cofifbffe iinuoiforadiUrutto  Propofto.  Lat.propofitumfiecretum,fententia,confilium, 
Liber  Jtrbitrio  ; gir  non  fitria  gmllitia.  T rom  nel  tu  jlr-  ualdiitberationt,&  ordine.  Dan.  Che  io  fin  tornato  nel 

bitno  tata  cera.Libero firitto, fanto,itu.Arbitrio.  Aiti.  primoVropoflo . 

che  datogli  m Arbitrio  hauea  a quei  dui.  Che.  Vtopo(\to.Lat.femtntia.Bo  c.Hauendodel  tutto  rnutOm 

Balia.  Lat.  pofiefiio,poteHas,arbitrium.  ual  podeBàJtber-  to  Tropo  fitto  di  quello  perche  uera . 

tdfUolere.  B o c.Trefi  mi  defli,  drbammiinfua  Balia,  Tropommento.  Lat.propofitum,  confilium.  B o c.Tio» 
D AK.CheponefielecbiauiiafuaBaOa.  giaiadtunoTropummento tirato . Mfpettandoluogp,& 

Libertà , & Libertade . Lat.  hbertas.  P s t.  Liberti  Bella,  tempo  al  loro  maluagio  Tropunimlto.  Duro, Fiero, C rude 

Tipua.Qjiando  Cantica  flrada  Di  Libemd  mi  fu  precifa,  le,  Befiialefienga  mutar  nifi  fi  buon  Tropommento. 

& tolta.  'Hgdoue  m tanta  Liberti  mi flefii.  Tal,che  mia  Conuenire,  Lat.fiatuerejir  certum  eH  per  ailiberarefi  noie 
Libertà  tardi  rellauro . In  Lbertà  ritorno  fofiirando . Di  re.  Boc.  Ter  certo  10  conuegno  uedere,fe. 

Liberti,  di  una  alma  fi  unga  .Co fi  in  tutto  mi  fiogha  Di  Campare  per  bberarejiedt  a Marte, 
libertà  quello  crudeL  Checofiuuafit  Liberti  mi  jpoglia,  Sottraggere,&  Sottrare.  Lat.  fubtrabere.per  liberarefiri- 
h oc.  La  Libertà  Jaquale  i don  éuino.Doue  aiuto  mam-  mouere.  P e T.Et  mi  fottragge  al  foco  de  mariti.E'l  fuon, 

fefio  alla  loro  Liberti  cono fceffero . che  mi  fottragge  ogm  mia  cura.  ECl  cor  fottragge  a quel 

Libertade,(jr  Lbcrtate.  Lat.  libertas.  Ttr.  .Amara,  Dot  dolce  penfiero,  Che’n  ulta  il  tene.  Et  ripreganio  te  pauida 

te , Canteri  ccm'io  uifii  in  Libertade . mi  jpoglu  D'arbi-  morte , Che  mi  filtraggi  a fi  penofi  notti.  Boc.  Cbepia- 

trio  idrcUl  camin  di  Libertade , Mi  trono  in  Liberiate  tendogb  potrebbe  la  firoccbia  dal  fuoco  fittrarre , 

amare , & dolce . Et  tutti  incifi  i nerui  Di  Ubertate.E'n  T’crmcttcnte.i.  nolente.  Lat.  pcrmittens,concedem.  V et. 
tanto  pur  fognando  Liberiate , L’ un,  & L’alt  ro  ponen-  Etnia  fine  il  fiHo  Dio,Termettentefiedrem  la  fufo.  cioi 

domùbertate , fi  Dio  il  prometterà . 

Libero.  Latdiberfitutusfimmunis  P e t.  Leopardo, Libe-  Giullitia.  Lat.iufiitia.  P e T.Ciufiitta  Eterna . Gran  Gnu 
ro  infilua  ,&di  catene  fcario . Et  fatto’ l mondo  Ùbero,  fiitia  agli  amanti  fi;- graueoffefa.Tu  partoriHi  il  fonte  di 

tir  febee.  Libero  fiirito.Mllhoreorfial  fiuomalLibera,  Ciufiitia  .Comebuom,cbeper  Gmllitiaamortecorre. 

& ficiolu  L'anima , (yna  Cerna)  al  bel  collo  dintorno  B o c.  £i  dalla  diurna  Giufiitia  rigidamente  la  crudeltà 
Scritto  haueajjb  ra  farmi  a mio  Cefire piacque . Rendi-  ueudicata.  Senga  Ciufiitia  niun  regno  dura.Le  troppo  in- 

tui,i’efierpo  Ubera,  dr fiiolta  L'errante  mia  confine. La  duriate  Ciuliitie molte  uolte  fino  da  pietà  impedite.  T h. 

fiiimd»irifia,^iÀer4muiitu,  Lìbere  in  pace^jja-  Gìuko.L4I.  iuftutfiaq’ius.P  tT.CtufioDifdegiio,Duol, 


1 


A N I 

BxechuyStf^ . Ciuffa  Cagloiu,  Torte.  CiuSli  Targhi, 
ToJSiyQjtrrcle.'Hon  è oncbor  CiuSìo  ajfai  cogion  di  duo» 

. lo.  U quel,  che  Cmflomeme  fi  dijdue.  & pur  amò  coliui 
Tiu  Cmflamcnte.  £ oc.  Cuifla  Cagione . Ciulli  Ciudui , 
CiuSlt  Sdegno.TUolOtCmflifSimo  iégao.  CiuSìameiUe , 

» *77  Giudi  celebroti.Exeihia,  Mardoiheo. 

Ezechia  ilgiufto . coflui  fu  Re  di  Gerufalem , ilquale  per  le 
fue  f otite  opere  menti  kejSerc  nominato  Gùtjto,  egli  tolji 
r idolatria  a Gmdei.yinfe  i Thililiei,gli  .Ajim^  liberò  il 
popot/Tlfraeldalla  Signoria  loroxndeil  P £ T.  Toi fen- 
dendo la  kifta  quota  'io  ballo  Rimirando  oue  Coi  chio  oltro 
non  uarca,yidtl  Giulio  Ex^ibia,&  Sanfonguafto . 

Mardocheo  hebreo,  uedi  la  Jua  hi/ioria  ad  .Afnero  a6qj 

Inuoccntc.  Lat. &innoxius,  infons.fimpUx.  A k i.Chiu- 
der  leon  fi  deano,  orfi,  e ferpenti;  Ma  non  le  tofe  belle, & 
Innocenti. 

Inondo . Lat.ìmuflui . P et.  'Neron’i'l  tert^o  dilpietato 
c’ngiullo.  B o c.  Tito  iKgiuJiamente  della  fortuna  ti 
dolcui . 

Ragion.  Lat.  ratio,  caufa,  motus^ninii,fmtentia,i  quello^ 


M A 

mi  fura . 1{^tnral  Ragione  i di  ciafeuno , lite  ci  nafte , U 
fua  Ulta  quantunque  può  aiutare, & conjeruare.& per  lo 
conto  deldare,e  dell  bauerej.  gli  detti  Doganieri  poi  fri- 
non  in  fui  libro  della  Dogana  a Ragione  del  mercatante 
tutte  le  lite  mercàtie . Ilqual  nò  coiaentandofi  del  JalariOf 
fatta  la  Ragione  jua  con  lo  cajìaldo  delle  donne/i  Lampo» 
lecebio  je  ne  tornò. Se  ne  tornò  a Tiapoli^  é quindi  buo» 
na,  et  intera  Ragione  ronàdò  a f irrite  a fuot  maejiri,ihe 
co  panni  Cbaueano  mandato . Ma  uùentienfarei  un  poco 
Ragione  con  efto  ceco  per  jipcre  di  che  tu  ti  ramanibi . 1 
dugemo  fiorini,  che  mi  prefajli , non  mi  bifògnarono , er 
perciò  ut  gli  recai  di  pn  fente  aUa  donna  tua  fi  gliele 
diedi,  & perciò  dannerai  la  mia  Ragione  J.  fcancellerai,  o 
dipainerai  la  mia  partita  del  conto  mio . Tanto  la  debita 
Ragione  gli  recaua  uergogna,tdefi  confluirla -E u di  tanto 
feniimento  nelle  leggi,  che  da  molti  ualentihuomini  un  ar 
maio  di  Ragion  ciuile  fu  reputato.ioutoriti.D  a n.Etfa 
Ragion  ih’i  ti  fu  fempre  a latoa.penfa,  credi,  a prefuponi» 
ibe  uolgamunse  fi  due,fa  conto.  Et  fa  Ragion,  ibi  fu  La 
uijìa  ili  tefmarritaj&  non  de  fonia . 


che  intendi,&  ér  il  fatto  fuo,  che  uolgarmente  fi  dice  egli  Cigioac.Lata{iio,caufii.&idi  trejpetie  ,cioi  demolirà-  1 1 7 S 


fa  ben  dire  la  fua  ragione,  & tal  uolta  perla  mamera  del 
fare,e deldire;onde  fièdetto la  Ragion  del  umerbuona,o 
tatliua  ; talhor  per  lo  dijiorfo  della  mente  ,&  perla  pin 
nobile  uiriù  delt anima , bquale  regnando,  il  fentimento  è 
iiinto,  & le  nojlre  operai  ioni  fimo  lodeuob  ; ér  talhor  per 
lo  conto  del  dare,  & dell'bauere,  alcuna  uolta  per  la  giu- 
ftitia  prudentia  Jorxad>otereJondamento,  dijiorfòfirdi- 
tujmfuTa4niiio,ragioneuole,confiientiaàl  uolere.  Tìt. 
Ragion  per  la  giuSha.  -difettando  mi  firuggo  & 

fiacco. Et  Ragion  temean  ^o.Sìuafi  buomccbe  teme  mor 
tejiRagionfbiede . Ma  Ragùm  lontra  forzo  non  baiato. 
Rfiaihi  Ragion  giuebihifi  conofea.  E cofi  per  Ragion  con- 
kien  thè  fia.  hoc.  Battutala  adunque  é fama  Ragione, 
tir  per  la  Trudentia,  {jt  Giujlilia.  Vlt.  La  uoglia,  & la 


tuia,  deliberatala,  & giudiiiale . & alcuna  uolta  fi  pone 
per  la  lite,  & comroucrfia  ; & ambo  per  lo  fondamemo, 
ragione  j:fcufatiime,occafione.  Tir.  Cagm  .Alta,  Gut- 
fta,Trima,Soia.  Gran  Cagumbaididoucrpian^rmeco . 
Cagioni  Belle,  Leggiadre,Uui.  Et  gli  occhi  uagliifien  Ca- 
guin  ih’io  pera . Et  le  Cagion  del  imo  dogliofòjìne . Cagion  . 
m’è  lafSo  dinfiniti  mah , i'  flato  in  fin  a qui  Cagion  cb'l  ui 
lia,Cagion  fard  ib'innàzi tempo imoia  Ch'ala  Cagion,oS 
a te  fletto  imefii.  Cagion  mi  dai  di  mai  no  efler  lieto.  Boc. 
Efiendo  di  tutto  ciò  Cagion  f amore . Fu  Cagion  di  mino- 
re botteflàyàlalaCagione,Trmcipale,Honefla,Colora» 

tafl'era,'Huoua.Ter  le  Jbpradette  Cagùmi.l' ariea  nuo- 
ue  Cagioni.  DanJì  cb'a  bene  flerar  m'era  Cagione  Ma 
dimmi  la  Cagione. 


Ragioncombattut'hanno ,Cbe’l  frendela  Ragion  amor  Cagionare.LM.caufar'ij.caufamreigefleaflirre,culpare,ae 
«onprcztia.Cbela  ragionrib'ogm  buon  alma  a frena.  So»  lufitre.  ual  dar  la  caufa  ftfiere,&la  forma.  D a n.  Ma 

Lato  furor, e Ragionpigra  . Ma  uoglia  in  me  Ragion  già-  ella  radiando  ha  cagiona . 

mai  non  ninfe.  Cbe'l duol  pur  crejce,e  la  Ragum  uien  me-  -Apporre,  & apponete.  Lat.  calumniarijiippontre,ual  acca- 
ko.MortafraCondeèlaRagionjeCarte.Rignanoifenft,  glenarc.Boc.Et  bauerle  f.ittomale,&hora  apporle  1 
tir  la  Ragion  i morta.  & per  la  Forza,&  Tot  ere. Et  mor  quello  per  ifcuft  di  fe , dicendo  anebora , ch'ella  fi  mara- 
te in  fua  Ragion  cotanto  auara.tr  per  dir  il  fatto  fuo,  & uigfiaua  ; come  do  potefe  eflere  éuenuto  : perciò  ch'ella 

il  fuo  uoUre. panni  ueder  -Amor  Mantener  mia  Ragion,  cmiofccua  ben  la  fua  figlindt.  & quando  fla  per  aggmn- 

e danni  aita.Canzon  10  t'ammonifco,Cbe  tua  Ragùm  cor-  gere . uedi  t<  1 47  $ . 

tefemeiitedica.B  oc.  .A  ninna  perfona  fa  ingiuria, chi  Scagionare.  Lat.  excufare.  ual  efeufàre.  Da  u.Et  efletto 
bonelìameiite  ufalafua  Ragnne.f'dita  prima  la  Ragion  Carlinaflie  mi  feagnun . 

i 'Ugri,  poi  allo  Scalza  riu^o  dilfe . per  lo  diritto, & ra-,  Conueaietitc.Lat.conucnietts,congruus,cotigruensdisMal 
guneuole.P  BT.Ragioniben,cb'aliunauoltaieantiEt  tkbito,honeflolecito.Boc.Et  jeeondo  ebemohiafer- 


tbim'acquetai  benRagioncb'i  brami. &perlo  fonda» 
mentoAirdifcorfò.F  £ r.Canzon,cbituaRqgionchiamaf 
fe  ofenra  Di.  Tdsn  fon  com'a  mparle  Ragion pan.Etper 
fifldar  leRagionnoHreanticbe.  Boc.  Dtffe  Co  Scalzalo 
lo  ti  mohrerò  per  fi  fatta  Ragione ,fbe  non  che  tu,maco- 
ftni  mede  fimo,  cbe'l  mega  èri  ch'io  dica  il  nero . Ter  le- 
quai  Ragioni  la  noflra  fede  era  migliore , che  la  giudaica, 
Jo  ccmofio  per  naturali,  & nere  Ragioni  eofi  donare  efle- 
re. Ter  il  che  fi  potrebbe  con  molte  Ragioni  naturah  dóno 


manosi  Re  medio  bene  oflerui  alla  giouane  U Conuemen- 
teJSboneflà.Et  come  èira  uita  fia  di  cMlia  é colui  ; che 
a donna  non  bene  a fèConuemente  s'albattej.eoiifurme. 
ydendo il fnopial  Conuemente  parlare , rifliofe . Et  ioti 
perdono  per  tal  Conueniente,  che  tu  a leiuada,comepri- 
mapotrai,tr  facciati  perdonare  ; trdoueetla  non  it  per- 
doni, io  d tornerò , & darottene  tante  ; che  ti  farò  trillo, 
(de fi  con  quello  patto.  Lat.  hoc  conditione  boc  paBo . & 
ittcongruns  lo  Inconucuiente . 


Prore.  Trtma  con  nere  Ragioni  èfrnderè  la  miafamaSt  Conuemre.  lat.  quafi  fimul  uenirt  ; cong,  ■gari.& ual  efle-, 
fon  molteRagiomiù^e^.  Alla  fi  :eccii  Ragioni  irrepn  re  diccMOÌe,ledtaaicbtto,& bonefl».  P et.  S^aniopir 

^tabfli  dflaia^envlmemegliioiidujli.&pirtordiiKifS’  ficoiiiievgtaglioctbitnoi.tratelnegliatmi,ond'abedit. 


tonuenne. 


\ 


. 


1*79 


ì 

li 


mmttnm . con  unta  fede  Onant’a  Dio  fot  per  debito  con- 
menft  Sedie bce,^coitkienji.Boc.Faccadoftacredere, 
ehe  quello  a loro  fi  conncnga.<!r  non  fi  dijìica.Quanto  àli 
Xfmetneme  ficonuengonaufferHart  le cofe.Men cauta- 
mente, che  non  fi  conuemua . Come  ti  conuerrebbe . Con- 
tòenfi adunque  Phuoma  principalmente  confe fiore,  tqe 
mebora  con  fomma  lode  tenario , come  un'altro  fi  fon- 
uerria , che  facefie. 

fiouere.Lat.  debere,  per  conuenire,<!r  per  efjèrconueniente, 
lecito,^  boneflo.B  o c.Qjtarùio  noi  uogbamo  come  deb 
buuHo  uerfii  dite  operare . Et  non  bebbi  alla  jània  Dome- 
nica quella  riuerenga,  clfio  doueua  bauere.La  diate  efii 
fondamento,  df  fòfieg/to  ejjere  douerebbono  é quella.  0 
tenendo  quello,  che  tu  haueremmdouerefliiSeionedo- 
nefiiandarea  lafadelduuotoJ  luoimalidoueuanohauer 
fine.dr  quando  dinota  ttolere^tÓL  a iiqj.  tir  per  bauere 
niqt. a- per  poter  a ^17. 

Sconucnciiolezu . Sconueneuole , Difcomteneuole . uedi 
ntófs. 

Ucno.Lat.  driufins  ,honejlus,decens,conuenieni.  P s t. 
Deh  qual  amor  fi  Licito,  0 fi  ignota  fèguilarlo  Licito  ^ 
fe,e'lnnoJòmmo  defio . Gii  diedi  ; e’I  don  fu  licito  fra  noi. 

lice,  cf  Lece.  LatJuet.  ual  emmenire.  Psr.T{epiufi  bra- 
ma, ne  bramar  piu  lice.  SedirLice,drcomaenfi.  Tis 
mi  lece  afeoitar  chi  non  ragiona.  bomaitiltceTerte  fief- 
:ji  parlar  con  chi  ti  piace, 

Giudicio.  Lat.  iuduium . ual  exilUmatione , penfamento . 
P s T.  Ciudicio  Benigno  Jntero.  Che  perfetti  Gàtdicifimfi 
rari.Se’lGinduiomronóerra . Qjixlc<dpa,qualGiudicio, 
o qual  defimo,  B o c.Doueui  net  Giudicio  della  tua  mente 
aomprendere.Secondoilfuo  Giudicio  ben  dijpofio.drquan 
dodtnotail  banco  della  ragione  .Si partì  dal  Giudicio  la 
donna  beta,  e libera  dal  fuocote  dalla  fentfga  del  giudice, 
'Ujjtno  Ciudido fi  troni  mai,cbe  di  do  tenefie  ragione.Ft. 

Cmdicare.  Lat.  indicare;  qua  fi  mfìuere,difcerueTe.V  tt. 

■ Giudica  tu;  che  me  conofii& lui.  Et  fia  chi  ragion  gin- 
Jicbi,  0 conofea . i'tguardo,dr  giudico  ben  dritto.  B o c. 
Ma  auanii  che  ad  alcuna  cofa  giudicare  procediate , ni 
prego.  Sauifiimo  giudicarono  Gualtieri,  D'aicunmeo 
dico  morta  giudicata  fu. 

^0-  "Peou.  ual  giudicare.  D nn.Etiola  ebeggio 
a lui,  che  tutto  giuggiai. giudica. 

Sofragiuécare .Bo  c.nelPu.dìuaado  tu  uerrai  lòprail 
campo  contraaldefideratonemicu,quantopiupuoi,pren 
dtlapui  alta  parte  del  campo , accio  che  andando  uer[o 
lui  prona  fòpragiuécbi , che  tu  fia  da  hàf opragiudicato . 

Eiranututionc , & Efiamina . Lat.  examen , ludicium , 
procefius.  B o c.  Sopra  queHa  Efiamtnatione penfando . 
Erano  a cofi  fatta  Ejfiminatione  é tauta,^famola  don 
na  concorfi.  A r i.i)(  citatorie  piene, &ditibelli,  ù'Ef- 
famine,edicarte,eé  procure  Hauealemam.  otltra 
Efiamina  in  cto  non  fifatea . 

Ejfaminare.  Lat.examtnare . ual  confiderare.  Boc.  llqual 


ANIMA  i6j 

faminò.  U a u.Minoi;  Efiamina  le  colpe  ne  f entrata. 


podeflàfopra  ciò  lo  comindè  ad  efiamnare . ^n' altro  gli 
baurebbe  uolutifar  collare , martoriare,efiamin. 


;eflaminare  ,& 
■domandare.Vm  partita  mente  efi aminando  ogni  partueU 
la  delle parole.Caualcando  perla  contrada  fuMattcaffiou 
.minando  con  gli  occhi, & con  la  mente  qual  luogo  alle  nuo 
nemurtfofieano.  P H.Efiaminalalor mta,etlorocofin 
mt,et  loro  maniere.  Variuamétt  ogni  fua  pafiata  naa  tf- 


SLUtcnza , & Sementia.  Lat.  cr  decretum,  ir  declaratio . 

V tT.  La  Seni  etti  la  éuina . Tfobile  donna  tua  Seni  ernia 
attendo,  Che'ngmfia  partela  Sententu  cade.  Boc.ll 
terzo  m quefla  meicjima  Smunga  peruenne.  Se  mutata 
non  bauete  Sententi . La  Sententi  feruta , LaScn- 
tenga  i data . La  Sentenga  finale , 

Sententtare . Lat.decidere,decemere , determinare.  Boc.  ziSo 
nel  Th.  dolete  che  a morte  la  fenientumo.  Sememia- 
ta  a quefla  morte . Huando  egli  ordinò  che  a morte  fin. 
teuuata  fofie . 

SeSxtettde.TrouerbifHgtàéJDettijudi  a Trouerbio  16^0 

Confeienza , & Confiimtia.  Lat.  i quello  c'ha  fhuomom 
femedefimo  ih  fé,  fi  de  meriti , come  de  dementi , ^ del- 
le fòrze  fue.T  it.  E'I  cor  hor  Confeientia  hor  morte 
pungf.  Boc.  Che  mi  morda  in  alcuna  cofa  la  Confcien- 
gf.  Tf^nuogliochetuienc  grani  pmlaConfiienga.Et 
quafi  da  Confdenga  rimar fo . 

Parere . Lu.  iuécium , lonfitium , uoluntai . ual  giudicio  , 
mente,  uolontJ.Tit.  Però  al  mio  Parer  non  li  fu  ho-  , 
nere.  Peggio  i lo  flrano  al  nuo  Parer  che'l  danno,  Boc. 
Tfonlafcii  di  dire  il  Parer  fuo.  Secondo  ilmh  Parere. 

Ma  fi  in  quefla  il  mio  Parere  fi  fèguiffe . Il  Parere  mio  in 
poche  parole  ui  farà  inanifejio , 

Parere . Lat.  uiden  .per  conofeere,  0 ejfer  uiflo.  P s t.ì ca- 
peUi.Cbefacean  C oro,e'l  [ol  parer  men  beUiMaper  trarti 
cCaffanni  M'i  dato  a parer  tal.  Cbepo  bella  parer, ma  nul 
la  uale.Facean  molto  defir  parer  fi  poco . Et  par  bm  cb’h 
uà inganni.Et  par  che  data,  a me  pur  pare,  ma  pare  a me  . 
par  che  mi  confòrte.  Tempo  non  mi  parca  difarriparo, 
tfonfofe  uero,ofalfo  mi  pirea . dir  parca,  parca  dar. 
Pareami  hauer  al  fili  il  cor  éneue  Stelle  chiare  parean» 
in  mego  un  fole.  Mipareua  un  miracol  in  akrm.Et  par- 
liCun  miWanni . & ueder  feco parate  Donne,  & dougel- 
le.  Parmsl  ueder . Panni  ueder  amor . l'ero  dirò;  forfè 
e parrà  mtngpgna  .Parrà  a te  troppo  non  fia  peri 
molto.  Parranno  allbort  angeliche  dmfe . come  alar 
pane.  Et  paruemi  mirabd  nanitate.Poco  ueicte,ir  par 
niuedermolto. Boc. tfjn  Sòfea  noi  ne  Parrà  quell» 
cb'a  me  Heparrebbe.Seiononudi{fidtreauoi,cbeeglim 
fojfe  parata,  che  io  fofii  quello.  Da  maree  a ut  a gli  parm 
uetifere  ritornato.  Et  perdo  ( quando  ui  paia) prenden- 
do le  noflre  fatti.  Dan.  Paionfi  aluento  ejferleg- 
gieri.<be  forfè  parria  forte  al  noflrouutgo.tfò  per  co- 
lor, ma  per  lume  par  nenie , 

Vifo,  aoifu  uifo.t.  mi  parue.  uilumefl.  D ns.Ful'ij» 
a m:  cantar  ejfa  foflanga,  non  i da  ufare 

Credere,  Lat.  P Bc.fborM  fk,cbe m:l creda)  Ella  no» 
par  ée’l  creda  .&fiji'l  uede . Cb' altri  noi  crede.iEt  chi 
noi  crede.Menire  algouerno  anebor  crede  la  uela,& qui 
ni  flaper  lAidtre . E'npicdol  uetro  chiuder  tutte  [acque 
Forfè  credea . tìnl  crederà  i Credendo  haueme  inuMofi 
patti . Che  credendoli  in  otto  uiuer  fatuo  Preuento  fu  dal 
fuo  fiero  deflino  .S'io  credefii  per  morte  e fiere  fcarco.Pur 
cb'io'l  crederi.  Credete  uoi,ebe  Cefare,  0 Marcello, 
ebe'n  Dee  non  creden'io  regnaffe  morte  . Cb'i  erede- 
ua  Perder  parte  non  tutto.  Inon  fon  forfè  chi  tu  cre- 
da. Credo  ben  che  tu  creà.  'Hel  commciarcrediaTro. 
uar.  Credo  che  tu'l  conofei.  Ma  io  non  credo.  Boc. 
neJi  [Indice.  D a n.  ne  <0,  «c  <fltri  creda,  Cb'i  non 


rj 


liSl 


A N I m:  » 


hjHrei  creiuto , che  morte , ' Ycrmcr-ii, yerm,  fn»!jre, ajfcimafe  ,r3ffennm  .m 

Credere.  Lai. credere. ètjumdoiienfimeecrti.mahih-  dia  so.  • • 

biamo  fi  ferma  fede,  <be  cefi  pa,cheKon  nedabtiiamo.  SiaduerbioajjirmatiuOjcheLatini  dicomita.T  t r.Di  fi 


nafeendo  a S.oma  noti  fègratia  .A giudea  Si.Laffo  mmfo{ 
ma  Si  comf1  ohbene.Boc.^cttila  donna  riffofe  Signor 
mio  Si.tr  maiiduUa  a uederejir  tornò,&  dij]'e  di  Si  HiCè. 
aàrdo  dijSe  disi.  Et  quando  la  Si  fi  troua  accompagnata 


con  nerbi  allhora  non  è aduerbio^napaniecHa  legata  con 
E t:  Era’l  giorno  ch'ai  Sol  Si  fiolt 


PtT  Ellagiamojfadijfr,al  Creder mioTuflarafn terra 
fenga  me  gran  tempi.  Roc. Sotouno  chiamato  Bergami 
nooltre  al  Credere  di  chinonlo  uideprefto pai  latore ()• 
ornato, fi  rimaje. 

Credi  bile.  lar.  credéilit,  hoc  credAile.R  oc.  Etchemag 

girrcofd  t,  & qua  fi  non  Credibile.  nerbi  pafiiui.  VrT.EraH  giorno  ch'ai  Sol  Si  fioloraroi  ^ 

Creduli.  Lat.  Boc.^  quai  non  troppo  Credule  fede  pre-  rai.  Tal  ; che  natura  e'I  luogo  Si  nugratia . Se  noti  che  far 

ftiamo  .gli  altri  frati  Creduli.  Il  marito  piu  Criduloalle  fé  Apollo  Siifdegna.Sicoglie.Sirttoma.Silamcnta  qua 

'altrui  falfiti.  Et  tutta  fàmacchiofajtr  Crederne  cbe'l  fi  in  infinito.  BoC.nedi  all  Indiee, 
principefofle , fi  giacque  . ita  Latjudfi.D  AN.De'lnòperbdeiuruififalta. 

Incredibile.  Laui  nondacreiere.'Ptr.Ladiuinalntre-  Se,innecedellaSi  JLatina.R  ir.  Se  la  mia  tòta  daPaffim 
dihik  bellexpta.  Come  che  mai  copi  Ineredibil  uede.B  o c.  tormento.  Et  Sedi  lui  forfè  altra  donna  filerà.  Et  Se  qui  In 

Cojà  Incredibile  a thi  non  gU  hauefie  ueduà-Ma  fe  mfor  memoria  non  n'aita . Et  dtcea  meco  ; Se  coflei  mi  fiietra , 

fè  ghejlempi  del  cielo  Incredula  ftbifi.f  i.  S « v. Molte  Et  Se  cenerà  fuo  jìil.Sel’honorata  fi-onde.  Ro  c.Seto. 
altre  cofe  Incredibili.  StegliiSecofici.SeuoHripricgbi.Seaoltenolte.quafi 

Dfcredere.Lat.panimaMtnihUfideiadhibere,ual  non  crede  ■ in  infinito,  ucdi  la  taiiola. 
re.  B o c. Tatto  il  mondo  mnmi  baiirebbcdatoacrede-  Heaffermauuo.P  t i.Telrò  iqjtndai  Seenr  Ihtga  làfiietto, 
re , ne  fatto  diferedere  .iqon  miuegliate  fare  diferedetr  T01  fègnirò^  come  ab» 'Ugnerebbe.  Infine  Hvmalfiidi 

quello  ,fbe  la  urrà  mfione  mi  ha  tmil  rato  .Th.  rai  lo  feoppìo  .Sicché  mille  penne  Ile  fon  già  fianebe . Si 

Ctedeniì,uatcredubtàAredere.iieiiays9.  tbemoU'anniEMropaTiefofinra.RocJiedil'Indice,  ■ 

hicunì.  Lat.fecnritai.Roc.In  fègnidi  SunrtdilRr  gli  AniiadnÀielcliione,naipm  toHa.  Lat.imo,&  tmopotint, 
mandò  un  lùo  guanto.  .Acao  che  conSicnrtàpolefìerom  c autqumpoims.  P e t.  .Aar^le  Difii’tuer  picndi  paurn. 


fienu  di  fi  fatte  notte  hjuere.Hauettdo  poca  Sicurtà  della 
incerta  fede  de  SiciUani.^perU  piegiaria. &Sicurtj,Si 
curare,  afiicurare,  Tafiicurare.  uedi  a 61. 

Terfuadere.  Lat.&fuadere . per  far  credere.  B o c.Et  fiie- 
eando  per  lui  Domenedto  moki  miracob  douere  dimojtra- 
teperfuadetteloro. 

Suudere.Lat.nalperfHadere.Y)  a v.yedea  di  carità  nifi  fuim 
diiJndicanti  perfnafione  di  carità.  Ari.  OtufiBiaaldo 
é cercar  fuajò  Qjiel, 

A Polla.  Latjdcdaa  opera, fno,nei  alter ins  arb  'ttrn . nal  ad 
inSianxf,  a noglia.  P e t.  Hot  jC  Tofla  d’altrui  connieu 
che  nada,uUfijècondofaltrm  uoglia.  B o c,  Laquale 
tolaftam  trifio  ch'era  ibiamato  il  Mangione,  jl  fua  Va- 
fla  tenendola  prejlaua  aucttura . yna  giouanetta , che  tu 
teneui  U tua  ToHa,  idefì  a tuo  uolerejo  a tua  rcqnifitio~ 


,Anc.i  piango  alfcreno..Angi  m'infiammo.  A n:^  mifirug 
go.,Aitt^jeguuelà,doueui  chiama y oftra  furiuna.uou  > 
arme  .Amo  ali.  Almi  mi  iforga  amar . Ans^t  la  noce  ni 
fuomme  rifchiari.Togbendo  Anzi  perlii  fempretrar 
guai.  Lat.  potiut.Am(i  uogbo  morir, SÌjiefii  no  ama  An 
C(t  arde . lipafate  comra't  aero  al  cor  un  callo  C onte  fete 
ufi;  Anzi  uolgcte  gli  occhi  Mentre  emenda  r porete’l  no 
Jiro  fallo  Augi  ehi  jia  Chiaro  una  uolta  fìa  chiaro  in  etrr 
m.  Medi  alt  Indice.  Dan.  Anzi  impeiiua  tanto  il  mio  ca 
mino.  Augi  niqucfloluogotantopieiu.Conpouerrduo  1 
kfU  Angi  uirtule  Che  gran  nccbezma  pofieder  lon  mtio. 

Anzi  m’aceorfi.  Anzi  chenò  noi  piu  lofio  che  »ò.B  O c.' 
flando  Anzi  a dijàgio  thè  nò  nelCana.yoi  fete  Anzi 
àe graffa  che  nò.La  Licifca,che  attempatetta  era  ; & An 
zi  Jiiperba  che  nò.  aedi  l'Indice.. 
ne.D  A NDoueitenea gfiocclnfi  ATofinadcfi  Siandoìo  'ìlsgare.lat.&ÌTemficiaiaielmfmari.ualeontradire,ab~  .tifj 
temo  ad  una  co  fa,  cornei!  bakjbriere  ,cbe  memo  mira  nuere  ,& abnegale  ;chè  grandemente  negare.  P et.  / 
alla  pofla  dei  berfagh.  ned  pofio  negar  donna  e noi  nego. 'ìiegar  difie  non  pe/io, 

A fuo  Cenno,  fat.  fuo  arbitrio.  Mal  a fuo  Mokre,oa  fuo  tbeCafannOtCbeMaiiinaHztalmorirnòdogliafoTte.He 
piacere.  Lat.  ex  unto , prò  bbidme.R  o c.  Domum  fi  fa  ben  per  buom  quel  che’lcklnega.inalmgpyergt- 

óiàcanlareiliufignnoloA fuofenno,  Tenb’iogbmi-  .ne,maiiprego.Mas’tgliaukn,cb'anthoraonmifinem 
fiAfuofenno.  ~ gbiFiniranziimiofine.Bo  c.Et  da  tutti  confortata  al' 

A ina  fcdta . Lat.  fuo  deleSu  .naia  fua  elettane.  Boc.  Tiegare , SÌMeSìo  non  fi  può  negare.  Tfj  perciò  il  cielo  fne 

Effendofi  eiia  et  un  gioMonetto  bello,  & leggiadro  Afna  belìe:^  eterne  nenkga.L'uiu  negando  alfaltro.  aedi  at- 

fcctia  innamorato . tmdice.EpicnroTigganiel'etcmitàdeiramme, 

Abldz.Lat.CMnHanter.Matarequifuionea>afiieraHza,&  Hò.  Lat. non. è particella  negatina  i&ponfi  dopoilnerho 
alcuna  Moka  perdanento  ,0  lunghezza  di  tempo  dtnota,  nelfinedclTorationeficklragiouare.coiKelafi.Pn.'Hs 

fon  mtoH^.  Et  bar  perche  non  fiaCortefiyfò.macono-'. 
fcemeCrpiaJior  non  piu  'ìiefi  ne  7<ò  nel  cor  im  fó- 

lta intero.  Di  te  pia  ngendo  Tip,made  miei  danm  TaiÙda 
Tip, ma  piu  ebemue  bianca,  iìueflo  Tfò,  n^i'a  .Cb'to 
temo  laffo,  iqò'l fuuerchio  affama . Difirugga'l  cor . Che 
piu7dplfento.yè,fe'ì{òamor,chctnai'biò’l  lafcucun 
paffa.  Cb't  porto  imadia  agli  bucanti.,  e 7{ò'l  celo.  Roc. 

£Ua  Hokna  con  lui  digjMMrr  , ma  fare  altro  . Bil'po^ 

'r  ’ ■.  Uonfigtar 


tlj 


k 


y 


A R I Senza  tener  icauaiier  A badaMedtBadan  ijo}. 

Badare.  Lal.cunSari,uacare.i  yo.Tro.&  dinota  fiaratteu- 
to,por  mente,  aitare  fi  indngiare.  utJia  i^o}. 

A bel  (à\iiìo,MaCuolotttanamcnte.Lat.fiudiosi,dedita  epe 
■ra.  lat.ffonie  nature,  fua  fiame , fuo  arbitrio,  fna  ut,  juo 
iMdkio;  Mobnuate  propria  jiiapie  natura  fi  natura,per  fi, 
a fe,  nitro.  PtT.&  Fubìio  Fiacco  ,Cb'a  gli  affiti 

troncar  A bit  fludà  erra,  .... 


Ì 


% 


fin 

h 

5. 


I 


A N { M A téS  1^6 

Monfigiof  Un . in  mtv>  deltcratìone . Ma  nogiia , 4 fen[i>  mi  ifu  crrtifitato  fermi . 

gU  rifoipmfc  a terra . Benché  ilfi,&itTÌ3  credenàn  ^jfejuire.  Lataijiemire,c^ntire,per  CQjèntire.  Dan.  Ter 
uUcapomi  uaciUafle . ^n^  cbe'N^.nedi  dtfopra  ad  f Mentir dt  quell' aéma degna. Et afientl  cValquauta 

tÀa^i  a 1 016 . indietro gipi . afientirei  un  {ole  Tiu  ch'i  nondegguaimia 

Non.  Lat.  partuella  negatiua.  P e T.  Tercbeal  uer  fi  deut  ufiirdi  bando.  B o c.^Jitntito alle lufingbe di  Tericone.  . ^ 

Tipn  contraflart.  che  a Balte  imprefe  Fortuna  iiigmriofa  Tcm»J'etninza,Tmtore,TimoroJa,  Timida.  Tremare  no-  1 j g$ 
JCnn  contraflLHuombeatocbtamar7ionpconKtene..A  me, &uerboTaura.  con  gli  fuoi  nerbi. 

Roma  1<ipn  fe  gratta  ,a  Giudea  fi . Ch'ancbor  Jign  torfe  Toma.  Lat.  timor, panar,  formtdo  ,conHematio.  Tir.  Et 
dal  nero  camino.  Qja  Tlgn  pala:^,7loii  Tbeatro,o  log,  fin  la  Tema  del  futura  danno.  Se'l  corTema,^  jfieranx/t 

già.  Et  fi  qm  memoria  Tfon  m‘ aita.Lagrtma  anibor  pu^untella . 7^  di  duol  ,nediT ema  poffo  allarme  .pcr~ 

m bagnaua’l petto. Bo  e. uedtt Indice . che  uergogna  ,&TemaFaceanmaltodefirparer  fipo- 

He  inuecedinon.etponfidopo lanon.Lat.neque.Ttn.'ìig  co.  B oc.  Ter  Tema  di  uergogna.  Mojii  non  meno  i 
maiinfidolci,oinfffeauitempreRifonarlcppi.Qjianc[i  daTema. 

fu  prefo,  & non  me  "Heguar^.'He  tacendo  patta  éfua  Temenza.  Lat.  timor , dr  reuerentia.  P e t.  Che  gran  Te, 
mantrarlo.Hs%iamaineuefottoalSoldifiarue.'Hepet  meng^,graniefiraffrena.  OfequifiaTemfga  "Uontem 


nona  figurailprimoalloroSeppilafciare. &m  uecedetla 
nec  Latina . hebbe  tanto , TÌg  mgpr  "He jfath.  Tlg 

m nal  jfonarlo.  Tfeoura  da  pubr  con  la  mia  Urna . Hf  fa 
ftar  jol , 'Uggir  oh  altri  il  chiama . Tipn  fapea  doue  'Ng 
eptando.  B o c.ucdi  {Indice . 


prafie  l’arfura , ibe  m’inceale . Se  non  e’bebbi  T ememi/t 
delepericolofifitefauille.  Ma  Temenza  m'accora.ìi  oc.  I 
CercandoperTememgailmiouolcre.'ÌIgumidoaaJliar- 
dir  quanto  Temenza  .Cbefiapiuda  biajmare  la Jàuia  Te 
menga,cheilmattoardirr.  A t*.  l 

Sihioadu.Lat.mfi.ualectetto,&finon.fimprefitroua  Timore.  Lat.grformido.V  m.  Timor  ttinfanùa ,&fil 
pofio  col  figguntiMO.& prima  accompagnua  con  la  fe.  dtfiioétkonore.Iafieranza  e'iTimore. 

B o c.  Saluofi  inpartenonfitrouajimo,  doue.Saluofe  Tiiporoib, p/eniii  tonare.  Lat.paUidut^ticnlofius.V  E t, 
io  non  uolefii  a quejla  mala  deirata  fare  una  mala  ginn  < Ella  fionte,& la  noce  a faluurni  Mofii  borTemorofa^ 

ta.Saluoteglinou  ticomandafie.  & fingala  fi  .Salun  boriolente. Roc.EffaTemoroftdellemieminatcie.ljt  ! 

ehi  non  uolejfi Ilare  a modo  di  mutolo.  Par.  Cercate  dm  ira  con  Temorofiijiimo  caldo  infiammaua  l'animo . 

que  fonte  piu  tranquillo  , Cbe'lmiod'ogni  liquor  fofiene  Timido.  Lat.timidus,pauidut.Bac.'I{^agiotuttoTU 
tnopia Saluo  di  quel  chelagrimaBdoRillo.  midodtueauto.  La  giouanenergognofa,dr Timida  .Le 

Eccetto.Lat.mfi,preterJ}ocexcepto.ualfiaon,faluo.AKl.  donne  ne  gli  onimiTimide,  & paurofi.  Et  mentredn- 
Tnttacoperta  d'arme Eccittoduifi.B  oc.Otgiuni quat  biofi  ,dr  Tmudt  rigaardauauo.  Pet.  Timido  Cor,& 

trotempora,druigilted-dpoftoU,&laquarcfimatut-  TtmidtI'ita. 

ta  ,& certi  punti  dcUa  luna  ,& altre  Ecctttion  molte.  Temere.  Lat.  timor , panar,  farmido.  P et.  Ma  qneldel  1Ì87 
Eatxxceptio.etnel{A  u.CliEccettuatinobiliconlamol  jm  Temer  ha  degno  effetto.  SìueHo  Temer  d'antiche 
titndine  plebea  raccolti.  proueinato, 

Confentimcnto.  Lat.confiiff'us,&ajfinfnt.nal uolontd,  Efangue. Lat.exaqgnisjuletimido,etfingafiingne.  Ari.. 
compiacimento.  Pbt.Mx  fi Confintimento è didefiino  Difillailcorpoufc)freddo,&Epmgne.'b{oui.diqnefti 
Cbepojfo  io  pini  B o c.Di  comune  Canfinumento.ùi  pa-  duo  per  far  Efangue  L'hortibil  Mofiro . Che  lo  fece  cader  L 

n Confinttmemo.Col  Confemimemo  degli  altri.  Con  Con,  falUdo  Efangue . 

fintimemo  di  loro,  a cui  toccaua . Temere.  Lat.umert,fi>rmidare,pSuere, pauefeeredmuitart. 


P ET.  Che  mi  fard  fempre  temere . Senga  temer  di  tem- 
po. ch'io  Honfimpre  tema,  i ben  ragion  coi  tema.  L'anti- 
tbe  mura , ch'ancbor  umet&  ama . com'buom.cbe  teme 
Fnturomal.  ond'h  temea  f campare . & ragion  temeua 
fOce.Cbe  poffo  io  far  temendo' l mio  fignore  .1,  che  del  cm' 
temo.  Io  temo  fi  de  begli  occhi  [affaito . & temo  non  fi» 
peggio.  B oc.  Medi  {Indice. 


1 i 1 5 Confitttire.  Lat.  & conuemre , tfffinùrt , adherere  opinioni . 

P £ T.i un  che  tumuoifi  Confinar  al  furor  de  la  matri- 
gna M.lafua  liuiga,i!r  mia  morte  confiata  .Horgia  Dio, 
dr  natura  noi  confinta.Tregando  humUmemeebe  confin 
ta;Cbe.  Et  cieca  al  fiuo  morir  [alma  confente.  Ma  tu  co-, 

|T  me'l  confiatiofommo  padre  t Come  puoi  tanto  in  me  ;s' io 

“ voi coufintof  Et s io' Icoiffemo, a gran  tortomi  doglio,  ,00 

' h oc.  Et  feci  a Gì fippo  a quello  confintire  tamia  nome , Pàart,Tjurofi,Taucatolò,Spauento,Spauenteuole,Terro 

Verebe  la  dacbefia  Confimi . Ch’ella  ntaiacofi  fatte  no-  re.  Tremarne,  Timore,  Doltanga , Horrore , Sbigottito, 

nelle  coiffimirebbe.  uedi  [ Indice . Smarnmento,fmamto.  impaurire, fpaurirt,pautmarei 

Arrcndeuole.  Lat.mongcrui,ptacidui,mollit,  facilit . uale  lpauentare,fmarrireabigotttre,tremare,dottare. 
coafentiente,  & piegheuole.  B o c.  Che  fimpre  poi  irop-  Tatira.  Lat.  pauoF,  & timor.  T E r.Taura  -dmorofa,Biij 
popiu.4rrenJeuolt  a piaceri  de  gli  huomini  furono,cbe  ca,Dolce,Gelaia  .GranTaura , MaggiorTaura  ,Seng* 
prima  fiate  non  erano.  Continouamente  a preghi  piegbe- 
mole,&  agU  amoro  fi  defideri  .ArrendeuoUfofii.Beniue, 
no,  chele  donne  firn  Mrrendeuoli , a lafitarfi  unfiuo  di- 
fetto prouare.  La. 

fiSicafo.Lat.  cr  coMfinfus,confenfio,eonl})tratiojial  Cotfèn- 
ttmemojet  Tromiffune.  D a n donna ,cbe  per  lui  (jlf 

fiufidiede.Etdel'.tfienfodeltenerlafiglia.GUocchidi  ra,drgelófia.Fr.e 
ifótrue  cb'ertnferpU  Sourame,  come  ptja,die4ro  ,df,  &glt  ardimcnii.  B 


"Paura.  Lat.  e.xtrilidus,hupauidus.Carco  di  TauraSpen-  L 
fela  Taura.  SmortodiTaura.TiendiTaura.In  tal  Tau. 
ra  uìuo.QmI  Taura  ho,quaudo  mi  torna  a memejio’l  cor 
ma piuibe  freddo  De  la  Taura.Tremando  bar  di  Taura,  ' 
horé  fieranga , Et  lopiendt  Taura  tremo  & taccio.Sen 
loda  troppo  ardir  naffei'Pamra.  Et  dal  mio  latofia  Tau- 
' ' a,&fpeae.Trpua,chi leTaure, 

Caioata  uia  là  Taura . Tutto  di 


ItfJ 


A N I M A A 


>77 


rivende.  >(j  di  lucretia mi meramglki.  Ond'ìo  meraui-  S tupcfacto.  Lat.flKpefaClus.  B o c.Tutte  Stupefatto  dello 
piando  dilli,  hor  come  touofci  me  i Metodi  me  mi  mera-  accidente . Et  Stupefatti  dimandar  chi  è là  I La  figliuola 

mgliojpefio.Merauigtiomi  beo  j ^alcuna  uotla.  li  oc.  Si  Stupefalla  quelle  cofe  aftoltaado.  A R i.Stauan  con  dub 
cominciò  forte  a ma  rauighare . 'Kfft  uogho,che  luti  ma-  blamente  e Stupefatta . 

rautgli.  Efio  maramgliandofi  di  coji  tenere  carn^.  colo-  Stupido . Lat.  fiuptdut.  Atei.  Qjial  il  Stordito  e Stupido 
ro  fi  marauigUarono . Cominciò  ilRe  alquanto  a maraui-  aratore  Tui  ib'i  pafiato  il  fulmine  fi  lena , 

^larfi.  & Marauigliatafi  dijle . uedi all'Indice.  Attonito,  lat.  & fiupefaàus.  S a m. Stana  ciafeun di  noi 

Ammirationi'jMi  Alarauiglia.Lat.adtmraiiOftdmirabi-  nò  men  putojò,  che  ^Attornio  ad  af collare  le  tòpajfioncuo 
btai,muatio.  B o c.  furono  con  Umtniraiioneafcoliati  le  parole  di  Ergafio.  A s.  i.  Immotale  come  ^Attornia  ftè 

rcafi  di  Rinaldo  d‘,Aflt.  Mollròdihaueredi  qucfiacofa  alqttanto,Toiliiolfealduollabngua,egbotthialpi*mo. 
grande -Ammiratione .Con -Ammiratione grandifjima la  Smtirimeneo.Lat.pauor,terror,formida,rerriculum . ual 
mcominciò  intenfkmente  a riguardare.  Dan.  Ma  piu  Tauro.  B o c.  Con  pena  mi  ntenni,cbe  un’altra  unita  in 

i.Ammiratton  no  ibe  tipigli.  l miriHolfidì  .Ammiraiion  forni  Smarrimento  non  cadeffi.T  n. 

pieno.  Di  tanta  -immiranonnon  mi  fò^fe . Smarrito . Lat.  territus  ,pamdm.  P t t.  7lon  giacque  fi 

Ammirabile,  ual  merauigliofò.  Latadmiralnlit,  mirificui.  Smarrito  ne  la  uaUe  DiTerebintho , quelgran  ThiUfteo. 

mirandus.  B o c.  Conueneuole  cofa  è cariffimedonne,che  B o c.  Cojloro  rimafero  tulli  Smarriti , idé/?  piem  dijlu- 

aalcunacofa;laqualeChuomofa,4aU’.Amfnirabile,elàn  pore. MartelbnotuttoSmatrito,tr paurofo forte . Egli 

to  nome  di  cobiiàlquale  di  tutto  fu  fattore  le  dm  principio.  è tutto  Smarrito . 

jltumirare.Lai.admirarijmiranidemirari^upere,obfiupe-  Smarnre.per impaurire.  Lat.timere,pauere,expauefcere . 
re.  ual  merauigUare.  D a n . ciò  ch'ammirarci  face.  Ter  abhorrefcerejpaue  fieri.  R oc.  La  giauane  uedenJo  uemr 

non  tenermi  in  ammirar  jòfpefo . & però  non  sannniri  Se  t .Abate  tutta  fmarrladejl  hebbe  paura . & quando  Smar 

ne  riprende . non  uoglio  ch'ammiri . Hor  qui  t'ammira,m  nre  dinota  quando  la  cofa  fi  può  tronare  ,trcbe  in  tutto 

eh,ch' iti  replico.  .Allhor  il  mio  fignor  quafi  ammtrando  noniperduia.uediaqSp. 

Menaneidijfe^unque . J2ueigtoriofi,chepajiaro a ChoL  Rifcuottrepcrfinarr&e,&lpauentare.Lat.tepidareAecum  njj 
io;  Tqon  l'amnurjron  come  uoi  farete,  Qjfando  lalòn  uè-  terefe.  Boc.Sc  fentono  le  donne  un  topo  andar  periata 

der  f atto  bifolco.  Di  cètra  efiigiata  ad  una  uifta  D'ungri  fit,oche'luentomuoua  una  finefira  tutte  fi  nfcuotono,ej‘ 

palaxxp  Michol ammirano , Si  come  donnadijpeltola,&  fuggeloro  il  fanguejetlaforxa.&  quando  fla  per  rihaue 

trifìa.  A R i.E quinci  e quiné  il  bel paefe ammira.  te,racquifiarejnfcattare,riconofceTe.  ucdia  77J. 

Mirabile.  Lai.  quid  eji  admiralione  égnum.  maf  & fem.  Sbigottito,  i colui  che  impauruo  riman  quafi  feuxafaueU 
fin.&plu.Tsr.MirabilMagiliero,Fufii,.Arte,Cofa,  la.  Lttt.exanpuatutderntus,tremebuu^i.P  et.  Fermo 
Cura,yelocitaie,SalamandraJ'anitate,Tempre.B o c,  leptame sbigottito^fimono.tutto  SbigottitomiuolfiSbi 

Mirabile  -dllegregp;a,Magmficenxa,Coja,  Mirabdmen-  gottita  Famigiiuola,Cente,.Alma.  B oc.  La  donna  tut- 
te. Lat.mirabiliter,mire,mirum,mirifice . taSbigottita  riJpofi.Chichibio  quafi  Sbigottito . 

Mirando . lat.  nùrabihs , ual  marauighofo.  Atei.  Il  eoU  SbigatItre.Lat.paurfcere.abhorrefcere.  P E r.Onde  fi  sbigot 
po  borribil  fu,  ma  non  MirandoTot  che  lo  fece  il  ualoro-  tifce,e  fi  fconfòrta,Com'buom,Che  sbigottifeeA  duolfi  coU 

fi  Orlando.  toinatto.Boc.  la  donna  felina  sbigottire  punto  rifiiofè» 

O.  Lat  aidihirantis,&  fempre  con  la  interrogatione.  B o c.  Diche  Tirro  forte  sbigottì. 

cA  CUI  la  compagna  diffe.O  fe  noi  ingrani Jafiimo, come  an  Stordire  è propriamente  quàdo  che  uno  per  inufitate  grida  fi 
drebbe  il  fatto  < Difle  .Ahbech.  0 Che  i .A  cui  RuHico  ri  finte  offendere  l’udito.  lat.ftupere,Ì!r  obftupereifurdefce 

fiofiJiaiCmfemo . Diffe  la  moglie  a T^icoHrato . 0 come  re.  B o cM  come  rotto  fi^e  il  filino  aSt  i fenfi  hauefiero 

fhai  tu  potuto  tenere  tanto!  (parlanJod'un  dente  gua-  lalorouirlù  ricuperata  pur  gli  rtmafi  nel  cerebrouna 

fio)  Dime  maluagiafemina.  0 eri  tucoflìi  Difie  la  Belco-  fiupefatlione,laquale  non  filamente  quella  notte,  ma  per 

lare  fi . 0 quefto  tabarro , che  naie  egli  t Diffe  la  Belco-  parecchi  di  il  tfne  Stordito.Cadde  a terra  del  cauallo  qua 

lare. Deh  andate.O  fauna  i preti  cotai  cofi  i 0 i.iangianoi  fi  Stordito.  T h.  Troni  i due  amanti  abbracciati , i quali 

morti  iOtornaui  mai  chi  muorei’Dk  u.Odifie  io  padre  dacofifubitofipraprendimentoStorditi,nonfapendoche 

che  uocifinqudle  ! farfi  fletterò  fermiXa  donna  udendo  coflui parlare,  ilqua 

Inelfabilc,Lit.i<4/  inenaméile;  cioè  cofa  figrandeAhefpri  le  ella  tenea  mutolo,tutta  fiordi.  S a n. Tutto  fiupefatto, 

mernonfipofia.  P ET.Terfomma,&ìneffabilcorttfia.  tr Storditodelgranromore.Aui.Q^uatlfiorditoefiu- 
Tieudiauella  Ineffabile  dolcez^ga.  A R i.Elabontàlnef  pido  aratore  Toub'è  pafiato  il  fulmmeftleua. 
fabile,ch'inuano  T^qn  fu  pregiata  mai  da  cuor  fedele.  Suenire,&  Ifùenire.  lat.pallefcereAxanimari.peruemrea  ltp6 

Pape,  lat.papafi  uoce  di  ammiratione  ufita  da  D a u.Ta-  meno , & finarrire.  Boc.  Quando  il  Santoccio  udì  que- 

pe  Satan,Tape  Satan  aleppe . uedi  a 1 S J 5 . flo,tutto  fuenneJ  fmarri. 

Stupore . lat.  B o c.Che  un  Stupore  era  ad  uddre , non  che  Sgomentare, ual  sbigottire  jM.expaue fiere.  P a T.Etfolde 
a riguardare.  A n i.  Con  tanta  attcntion,  tanto  Stupore  la  memoria  mi fgomeitto.  ho  c.LadonnatuttaSgomen- 

Con  quanta  .Amphrifi  udì  gusil  fuo  pafiore  (intendendo  tata.Calandrino  tutto  Sgomentato. Tdonuoglio  che  tu  li 

-Apollo  quando  paf cena  t armento  apprejlo-tmpbrffo  fiu  fgomenti.D  A s. Che  tutti  gli  fgomenta. 

meinTheffaglia.)  Torpore. Lat. & pigrefiere .uale Jgomentare,tP‘ impigri- 

Stupcfactionc.  Lat.ffupor  ,fiupiditas.B  o c.  Gli  r'tmafe  re,  0 indebiltrt. 'P  et. Di  che  póffando  autborm'ag^siac 

»naartaStupefattione,laquaienonfilamentequeUanot  eiq,  gpTorpo. 

te  ima  per  parecchi  dì  io  tenne  fioulito.  Ttetaue.  Lat.  tremer.  Boc.  la  donna  fettfiUpiaiito,  ^ 


A N : 

dr  il  Tremare  (he  HinaUo  faeea, 

Tremare.Lat.tremere,tremifcere,cotttremifcert,’P  i T.  Mi 
fa  dentro tremar.Tatto  tremar innamorofo gelo. Tre- 
m' al  fin  caldo, arda’ i fin  freddo  cielo. Trema  lamente, 
‘ amor  fiange  trema , tnmaudo  in  foco  è in  gelo  ,difii 

tremando.  Che  mai  non  penf),  chi  non  arda,  o treme,  on- 
dilo fanento , & tremo . a mega  (late  tremo . tremo  firn 
di  paura  . ptrdnto  haiCarme  Di  ch’io trcmana.B  o c. 
nedialT  Indice. 

Tremate.  Lat.  tremens,  trepidus.  Tot.  Io  con  Tremanti, 
eicon  noci  alle,  & crude,  fenda  begli  occhi  al  fin  dolce 
Tremami.Coft  m’ha  fatto  amor  Tremante,e  fioco.  Boc, 
La  donna  tutta  Tremante,  cofi  cominciò  a dire. 

Tremolare.Lat.  tremifcere,&  tremere.D  a n.  Conobbi’t  tre 
molardela  marina.  Cbetitremolerànelfnoaffetto . 

1*97  Ofare.Lat.ttudere.&ualeardtre.Tt  r.Dir  pmnonofail 
ttoflro  amor  cantando , T amo  le  ho  adir,  cbe’ncomimiar 
non  ofo.&  dir  non  ofo.  Ch’a  pena  ojb  f enfiar. non  farei  Jia- 
t'ofo.  chegia  fm  ojb  Diri  fo  tutto.  B o c.'Honofandofar 
remore.  Ella  non  ojaua  difarfi  ad  alcuna  finefira , io  non 
ue’i  ofo  dire. lo  non  Cofo  (lounrejuori  che  a uoi . 

Monere.  Lat.  per  commouere.  P e t.  Ter  Dio  quello  la  men 
te  Tal  bor  ni  muoua . Che'n  me  ti  mona  a curar  S buom  fi 
baffo.  Ch’un  cor  di  marmo  a pietà  mofio  baurebbel  Boc. 
Mojiero  t affeltuofe  parole  la  donna  .IlRfda  una  reale 
honejlà  Mofio , Tot  che  non  ti  pojfono  mouereapietà  ta- 
tuare lagrime , almeno  mouate  alquanto  quefto  mio  atto, 
Toi  che  niuna  cofa  di  me  a pietà  ti  mone,  mouati  t amore, 
tlqual  tu  porti  a quella  donna,  uedi  l’Indice . 

Commouere.  Lat.ual  turbare,&  alcuna  ualta  permouere  co 
pietà, 0 benignità.  P e t.  Toi  che  madonna  da  pietà  Com- 
moffa  Degnò  mirarmi.  I fuoi fo^iri  ; & bor  altri  commo- 
ue.Boc,  Quafi  Pira  d’iddio  a purgar  la  iniquità  de  gli 
buomini  conqueflapefiilenga  Commofia  intendeJie.Ter- 
ebe  t'ha  quella  parola  commofio  t 

Cercare  mentalmente.  Lat.  indagare,&  quxrere  animo,  eSr 
mente. uale  Jtudiare,  mgegnare,  affaticare.  Ttr.  In  cerm 
carpacc,&  in  fuggir  affanni,  Se'n  altro  modo  cerca  d ef- 
firfittio.Tianger  Cercai.  Cercando  colpiacer  taltoélet- 
10.  fotga  la  uilia  diftofa,  & beta  Cercandomi,  fot  dun- 
que fe  cercate  hauer  la  mente  queta.  Requie  cercaui  de  fu 
tun  affarmi . Il  qual  di,  & notte  palpuando  cerco  .Et  chi 
ben  po  morir  non  cerchi  indugio.Huel  che  tu  cerchi  i ter- 
ra già  molt’anm , Cerchiamo  il curL  B o c.uedi  l’Indice. 
Dan.  Che  m'ha  fatto  cercar  lo  tu  uolume . & quando 
Cercarci  col  mouimcntoatedt  a 14J}. 

Ricercare.LatJnuefiigarc.expbrare.  PiT.&i  Silfi  ricer- 
cargtiintempeJliuo,&  tardi.Et  ricercarmi  le  medolle,  & 
ghojii  B o c.jlcciochedtetroadogni particella  ricercan 
do  non  uada.  uedi  41411. 

1198  Capere ual fare, &eJSerecapace.&flare,penetrare.  Lat.ca 
dere  capax  fieri.'?  e t.  Mio  ben  non  cape  in  intelletto  bu- 
mano.Tfg’n  penfier  capecnon  che'n  uerfi  o’n  rima.  Boc. 
Upumi  farebbe  potutoCapcre nell’animo  fiiocoimiei 
occhi  non  Cbaueffe  ueduto . Hor  ma  facciauifi  un  letto  ta- 
le ^uale  egli  ui  capeJ.capiffe . Bruno  hauea  fi  gran  ueglta 
di  ridere  ; che  mfefleffo  non  capta.  Tutte  f emme  cor  fero 
al  cafieUo,cbe  a pena  ui  capeano  .Io  fon  contento,ibe  cofi 
ui  coppia  nelTanimod.  che  fia  l’animo  tuo  capace.  D A u. 
ft  quefU  prima  Moglut  Metto  di  (ode,tébiaJhK  non  ca- 


[ M A 

pe  & quiui  lo  pofe  in  fipuficatione  attiua.  Ari.  Ch’a  pe 
na  UI  tape  tutta  la  turba. 

Capace.  Lat.  capax.  A r uUgl  fondo  hauea  una  porta  am 
fla,Cr  Capale . 

Fadidio.  Lat.  moIefiia,tedium,  angor  mentis  ammi,  ual 
rincrejiimcnto.  P e t.  Ch’altro  rimedio  non  hauea'l  mio 
core  Contro  tffaSlidi . Fuggir  uecihegga , cir  fuoi  molti 
Faflidi  (La  mente)  Se  già  i gran  Tempo  faSiidita,& 
lafia. Boc. Ter  troppa  lunga confuetudine  in  Fajtidio 
fi  conuerti/ie . Mfiiui  Fafiidiofo , & ebbriaeo . CanFa- 
fhdiofo,chetufe. 

Fafiidire.  Lat.  Boc.  Le  cofedi  che  [buomo  abbondeuole  fi 
trou.1  fajUdianodrmtrefeono.  T h. 

.Accifmareacal  dar  faflidm,  niolejlia,  anfictà.  alcuni  uogliom 
no  che  fila  per  diuidere.  D a n.  A'n  Dmuol  i qui  dietro , 
cben'accifma. 

Sitkuole.LatjiriefiusfimportunusànfolcnSiodiofusjialfa 
/lidiofo,tt  di  cóuerfatume  noiofa.B  o c.Ternocheffiacem 
uole  huomo,et  Satieuole  le  pareua.  Et  tanto  Salieuole,& 
rincrefceuole^be  multa  perfona  era  ; che  bene  gli  uoUfSe, 
Laquale  era  tanto ^taceuole,  Satteuole,  & fltxgpfa . 

MoìeRiì.ual'Hs'^djit.etfolicitudo.grauitas, cura,anger,  iipp 
negotimnuigritudo.  B o c.Egli  mi  da  grandifiima  Mole- 
fila.  S A K.HoracheinmaggiorMoleSiiamitrouo. 

Moleflo.  Lat.  Pur.  Il  dolce  acerbo,e'l  bel  piacer  Molefìo , 
MoleSìa  Fortuna.  Molefti  Occhi,  di  trouar  fra  ma  Cefi, 
ch'ai  iioUroaadarfofleMolefla, 

Moleflare.  Lat.  moleflia  afficere.  ual  noiare.  P bj. Et  puofi 
fi  in  bel  (aggiorno  efier  molefio.  opur  non  moleflo  Gli  fin’ l 
mio  ingegno.  Et  unto;  e’ l uiuer  mio  non  m’è  moleHo, 

Boc.  Da  Cofi  atroci , dr  acuti  demi  fon  fofpinto  molefla- 
tdl,&  infinmal  uiuo  tragitto , Molejlato,&  afflitto  da 
rimbrotti  della  moglie , 

Importuno.  Lat.  ualmoleHo.ueà  a 580. 

MfSeptare  per  impedire  il  pafSo.ueé  a ii8p. 

Impronto, «4/  importuno,&  prolòmuofò,  Boc.  La  ualeu 
te  donna  fi  tolj'e  da  dogo  la  noia  del  Impromo  Tropoflo . 

Credi  tu  per  hnprontituéne  uincere  la  fantità  di  queSin 
donna  ineteSli  moderni  fi  Ugge  importunità . 

PreContuoCo,Trefunttone,prejumere.ueéa  5 1 9. 

Smanio,  dr//Hi48w.  Lat.  furor,&  aflrum.  ual  non  trouar  | joo 
luogo  per  furore  ,ira,o  pafitone,come  ufeir  del  fem  men- 
to. Boc.  MefSerlo  prete  ne  inuaghi  fi  forte  ,cheneme- 
naua  Sma,Tie,  idefl  faceua  cofe  fuor  del  ordinario.  T.  lui 
non  t'odon  mai  rabbia  ne  Smamo,  Il  uemo  a patir  fred- 
do, il  caldo  Smania. 

Smaniare.  Lat.furerefinfanire.  Afct.  E fi  ben^ome  Orlon 
do  ogn’un  non  fmama . 

Impedimento.  Lat.  T e t.T^  altro  Impedimento,  onitio 
mi  lagni.  Boc.  Totrebbono  di  Icggu  ri  Impedimento  me 
uere.  Con  meuolmpedimeto  a Iddio  fi  potefre  finire.  Sen 
alcuno  Impeémento  alla  naueperuennero. 

Impedire,  Lat.é'obflruerednterpellere,probéere,aberee- 
re, &abarcere.  B o c.  In  che  maniera potefie  impedire, 

(he  CIO  non  baueffe  effetto  ..Acctoebe  tu  non  nfimpedifta. 

Tietro  ueggendofi  quella  uia  Impedita , per  laquule . bai 
tmpedttalamiaandata  . Egb  nel  pcnjiero  Impedito  ptm 
co  mangiò . uedi  t Indice . 

Noia.  Lat.faflidnim^tàum/iiigor,  ni,  diffliceutia.  P • t. 
Ferma'ìfpa, Tanta,  Cb’ipmgpCaltruiH3U,eno'l 

mia 


A NI  M A’ 


17S 


msodjnno.pienJi  yiou.C^fpeitJrm'è'Upu.Qjtant’io  trami dentre.H  s v.HorèdiJirtacomecoJkf'KtaJJefi 
Hfggio  m'i  'tfpu.'hlpta  m'è'l  uiner  fipraiiofa , & liin^a.  iiirtata,cioi  J'cbiua . 

La  morte  èfiniT una prcgm  ofcHra  gli  animi  gcmtU  a Dhiieto.LatMttréBkmateiiinm.iialproh&itione.D  a n. 
gli  altri è'Hpia.  Fk^e  al  uoH ro  apparir  angop:ia,tìr  Come  m'hai uiJlo,&  ambo  elio  Dimctoà.  quello  melare, 

u. Ok'altrui 'Hpie,afe doghe,& affarmi, li o c. Dolore^  Rincrefcciiolc. LatJHolelìui,fa!Udio]iu, ttdulm. B o c. 
«Sr  >(pi4  tu  potrebbe  amiure.  CranéJJima,  Grane,  ,An.  Et  tanto  RÌHcrefiettok,ee  fatieuole,the  mmta  per  fona  era; 

gifiifa.  Motore,  Maggnre,Bnue.,A  fuggir  taraa'Hor  thè  ben  gli  uolefle  . 

ta  ,&  tanta  ingiuria  della  fortuna.  Et  rumore  il  numero  Rinirefcere.  Lat.tadere . trai  faflidirfi.  P e t.  Colle,  che  mi 
delle  t{pie . uedi  [Indite.  piaceffi,  hot  mi  rirurefci , 7{on  rincrrfco  a me  fleffv,  aagi 

Natolo, che  pone  nota  .Lat.norens,ìnfefus.  P mi  glorio,  B oc.  Giudicio,tbematrmcrefierenonutdu- 

iofo  Cor,Tenfer,  Secol  ."Hqiofa  Carne,  yentura,  yita  , urebbeiafcoltare.  Io  farò  fi,  che  tu  la  uedraiamhortan 

"Notofc  membra.  Stelle.  Boc.  "Noiofa prigione.  Vanita,  lo,  thè  ti  nntrefterà . Et  ejiendogh  Rincreftiuta  la  Rema 

'>loiopguarJiant.7lpiof>dolore,'Pnncipio.  l>jianiun-  d Inghilterra 


que. molto  T^pufit  gh  fife  ciò  fapere . & nella  F i . Ver  Intrefcere.  Lat. radere, difflicere,  & dolere.  P e t.  Voifegui  jjoj 
moJoa  me  ìlpieucle  piu  thè  troppo , là  tenip  i m’ erano  rò  ,fttome  alunCencrebbe  Troppo  altamente . Quanto 


'Npieuoli, 

Ijoi  tipiare,è  dar  noia, & fallidire.  Lat.nocerednfefìare,dijpli- 
cere,  faFiidire , offendere , Ledere , ue.vare  Vie.  L’alta 
beltà , ch'ai  mondo  non  ha  pan  Noia  te . Ch:  no  noiando 
proffimi,  {jr  lontani,  hoc.  Il  qual  quelle  parole  fingefie 
per  notare  quella  buona  femina.  Temendo  non  quella  caf- 
fa  forjèil  percoteffeàn  modo  chegb  noi  tffe.  .Accioebe  non 
forf  [odore  del  letame  la  Reina  noiaffe.  D A n.  Guarda- 
te abel  uemr  fu  non  ui  noi 


9. 


la  nona  libertà  m’increbbe.  Mojìrando  in  uifta,  che  di  me 
le’ncrefea . Comintiai , non  t'inirefca  quel,tb’ro diio.fa. 
fpettar  m'mcrefce . Hor  de  miei  gridi  a me  medefmom- 
trefee.  Bo  c.  Gli  cominciò  forte  ad  increlcere.l>i  ciò  che 
fatto  bauea  gL  increbbe . yi  prego , che  della giouaaeTpot 
uincrefca.i  ut  dolga.  Deh  rmcre',eati  dime  per  Dio,et  per 
pietà . Il  ualorofo  huomo,d  quale  d .Aldobrandino  mtre- 
fcea.i.dolea.  uedi  al[ Indice . 

Infcftamcnto.cr  Iitfeftarc.uedi  a Marte  4 j 80 . 


^Annotare perhauer  falìtdio.  Lat.faflidire.  V ut.  Et  bora  Ingombrare,Sgombrare,&dijgombrare.ueJia6ii . 
il  mio  morir  che  ft  t’annota.  Ari.  E le  dannile  un'altra  Conforto,  confartare,&  riconfortare,  ueé  a 6pq. 
folta  annoi.  Sconforto.  Lat.moleftia,dtffualio.  B o c.Ver  non  efler  et 

Impaccio.  Lat.  impedimentum.  ualfaflidio.  P e t.  mi  gione  d alcuno  Sconforto  a Gabriotto . 

uuol  uiuoptemi  trahed  Impaccio.  Boc.  Lodando  Iddio,  Sconfortare.  Lat.languere,aborten,deterrere,auourejìif- 
cbedaUTmpacciodicoQorotoUa l’hauea. Et  (enea dar.  fuadere^ehortan.  P E T.Ondcliibigotttfce,0'fif‘onfor 
fi  altro  Impecio.  Tedendot  Impaccio,  che  in  eafaà  da-  ta.  Cheualdice^fàuer,cbififconfortat 

Ha  il  doglio,  [ho  uenduto.  ConCo\itione.Lat.folamen,folatium,&'  confoiatio.h  o c. 

Jmfacciare.Lat.itnpedire ualefafidire. Boc. Naflagio rii  .Andauano cercando  ^r loro  fomma Confiilatione  . Con 

t impacciare  ,Lffciafarame  .ElfnonsimpaciianontUa  gran  Confolatkme  uijfe . .A  Confolatione  de  quali.  Gran- 
camera  mia.  Ver  ch’altri  non  s tmpacciajìe,  qui  ci  ferram  dijjima  Confolatione.  .Alcuna  Confdatione.  Confvlationi 

thO.Et  in  cofi  fatto  penfiero  Impaciiata . Guilcardo  dal  ue  diielteuoli.  uedi  ad  Indice , 

flimento  del  cuoio  Impacciato  fu  prefo.Io  a uerrò  purtan  Conftlare.  Lat.fòlari,tr  confdari.  VuT.  .Alma  felice;  che 
te  uolte,cbe  non  ui  trouerò  cofi  impacciato.uedi  [ Indice.  ftuente  tomi  .A  confolar  le  mie  notti  dolenti . Ben  toma  a 

S t roppiOiC^  Storpio  da  lircpo.  Lat. ual impaccio, & iilter-  confolar  tanto  dolore.In  conftlar  i cafi;&  dolor  miei.  Vur 

rompimento,  uedi  a q^i. 

TeAio.Lat.tadium.ual  mole[ìia,dolore.  P e t.  yoi  ueder  in 
un  cor  diletto,& Tediod>olce,& amarodior  mira’l  fiero 
H erode.  B o c.Tediofigiorni.Effendomi  le  dangediuen» 
ttper altroTeinfe.F  i. 

.Atteggiare  per  tediare,&  fafiidire.uedi  498 


mi  confola.  Valma,ConfoLii  con  ueder  le  cofe  andate.  So- 
lea  lontana  in  Sonno  Confdarme  Madonna.  Mi  mofii;  dr 
uengofol  per  conjolarti . Confolate  lei dunque^b'anebor 
bada.  Et  ben  m’acqueto,  & mejleffo  confolo.Lauecchia- 
rella  pellegrina  Mi  fin  di  fica  giornata  Talhora  è confida- 
ta D’ alcun  breue  ripofii.  B o c.uedi  ad  indice . 


170  X Trauagliare.  Lat.  laborare,drfatigare,infudare,  exagitari,  Racconfolare.  Lat.  Iblari,  & confulan,  nel  iterum  confolari,  igcq 


uexari,  excuti , conquaffari . è uoltare , dr  riuoltare  con 
[animo, & col  corpo  per  ritrouare  il  nero.  P et. Tempo 
da  trauagliare  è quando  e l giorno.  0 uoi,che  trauagliate, 
ecco'l  camino . Trauagliata  carne,  e Trauagliate  fihiere. 

S trauagliare  > è ujcir  di  irauagUo . & Intrauagliare  uedi  di 
[opra  . 

Trauaglie.  Lat.labores,Cr  anguflùt.D  a n,  Tante  che  fii- 
pa  none  Trauaglie,  Crpene . 

Vietare.  Lat.uetare,  probibire,cauere,abercere,&  abarce- 
re,  per  fchiuare.  P et. Mapoiuoflro  defiinauoipiqruie 
ta  L’effer  altroue . Cb’innangj  tempo  mi  t'4/conif  ^ uie- 
<4.  B o c.  ueggendii^  per  bonelia  cagione  uietare . Elle 
noi  uietarono  a niuno . Che  [andare  gli  uietaJSe . Turche 
U uemtagh  hauea  il  é dauanti  uietata  ,Et  nietato  Peu- 


pacificare , mulcere , placare,  Vet,  E’I  cor  racconfiolar. 
mi  quella.  Che  jpeffo  ha  gia’l  mio  cor  racconjòlaio  Boc. 
Se  tu  mi  credi  con  tue  care:^  ra  c confidare , & rappaci- 
ficare tu  fe  erralo  . 7[on  fi  difeernea  qualpiu  foffeda 
racconciare  élor  due.  Con  lunga  ,&■  beta  fcfta  fi  rac» 
confolarono , Et  alquanto  di  cioRacconfidata.  Racconfin 
latii  caualieri. 

SconfohtO.Lat.mafiut,affii(lus;reli8us.  ital  fenga  confi- 
latione.Pu  t. Me  douelafciSconjidato,^  cieco.  Che  tal 
mori  già  triflo,&  Scoiifolato . Verrefli  ingrembro  a qucm 
fio  Sconfidato . Stoiifolatt  ycdouetta,  Mmma,  Mima . 


B O c.ànde  la  donna  Sconfòlatapioii  Capendo  tbefarfi.Co 
filli  per  la  morte  della  fua  donna  Sconfolato  ritnafi . Onde 


dolente,ej  Sconfolato  piangendo guardaua  dintorno.  Ma 

Z y 


aj4.A.tiU' 
t I : 


«Ok: 


I PUk.'. 


A N I 

furperaoaUftUrmSconfolati.D  k m.  CheuaUanijitcl- 
U terra  iconfolata. 

Affanno. Lai. anxietas,l<)licuiido^(iflitUtaiigor,ci4ra^- 

gotiiim,agrnHdo  permanens.  P e y. Dolce, Grane, Cram- 
* Jo,  Degno, Lungo,  Opinato,  H'poptto,  Souerchio,  Vrimo, 
Benedetto.  Tanlo,Cotanto . Gb  amoré/i  .Affanni  lunghi. 
Trimi.MoUi.Verpetm,  Tanti . al  fin  degli  .Affama . Ma 
fer  trarti  it  .Affanni . l tuoi  Grauofi  .Affanni . a aita  fen- 
ica .Affanni , Mfférere  del  mto  non  degno  affanno . Ta- 
te tranquilla  fenga  alcun  .Affanno  . Che  mia  uirtn 
nonpo  cantra  l' .Affanno.  Condiletio  i .Affanno  difacerba, 
Boc.  uedit  Indice.  Dan.  lituo  .Affamiomi  pefafi. 
Qjiìhì  é ripofar  l' .Affanno  affetta . Dimoro  in  piaiuo,& 

. ut  .Affanno . 

Affannato.  Lat.  triflis,  marmi,  mcefim.anxiuiJolbcitHs, 
affhRus.  T*t  .Affannato  Ingegno.  Drixga  a buon  por- 
to l’ .Affannata ucla. Boc. Molti  gli .Affannufi pericoli 
éCiroafioliano.  A<i.l> a K.caaUnaaffaniiata.oam 
me  .Affannate . 

i?05  .Affannarr.Lat.affÌ!gere,anbelare,angere.Tir.Mecofi 
^ ^ fia  ibi  dtat  notte  (jtffanns.Boc..A  quello, che  mi  uen 
tanto  -Affannata.  Dan.  Chi  fin  di  gir  i affanna,  per  cui 
mo  s'affanna . fetnendo  qui  affannato  tanto. 

Doglia.  Ut.dnlor,&  doUniia.  P e y. Doglia  Infiuìia.-A  me 
doppia  la  fiera, & Doglta,&  pianti.Qjiel  po  fiol  addolcir  la 
Doglia  mia. Che  ben  mor,cbi  morfdo  effe  di  Dogba.lìjul 
buoni  per  doglia  infxno  .-Altri  fio,  che  n’haurà  piu  di  me 
Doglia.  Doglie  Itabche,Certe.OuealtruÌHoieafeDoglu-, 
Ofi-  tormenti . L'alma  iiudrita  femprein  Doghe  e’n  pene . 
hoc.  Fu  di  grandifsima , & inejlimabde  Doglia  cagio- 
ne. Da  K.tt  chepiuuoUeu'ba  crefciutaDogUa.Viufen 
tadhene.&cofilaDogbenga . 

Dogliofo.  lAlAolore  afftOus,dolori  indulgent.  V ly.Spir 
to,Stato,Cor,Fine.DogliofaSorte.rita,Madonna.Dogbo 
fi  Di.  Doghfje  'blotti^me.Donne . E’imjoue  DogUofo, 
trgraue  hor  feggio . ne  beta  ne  Doghofa.Come  Doghoft, 
& differata  jenua . Scnnuccio  mio  ; ben  che  Dogbofo,  & 
Solo  Ai'babbi  laftiato . 

jAddogbare.  per  far  doglia.  Lat. dolorare  juel  dolore  afficere, 
P E y.Tqquella  d’ejia  uita,the  m’addoglia . 

Dolente. Lat. P sy.DolcnieTamar,  Ma  io  incauto  Do- 
lente Corro  fempre  al  mio  mal . Dolenti  Trotti  .Occhi, 
Ttnfier , Rime.  Boc.  Oltre  modo  fu  Dolente . Ho 
tanto  pianto,  che  Dolente  me.  I due  giouani,feefiifu- 
ron  Dolenti . 

tjo6  Dolor.  Lat.  P e y.Gran Dolore,-Acerbo,Comune, Grane , 
Leggiadro. -Albergo  di  Dobir.  Tietà  mifia  con  Dolor  e. che 
mora  di  Dotar . Ter  piu  DolorXaccolto  Dolor,  fi  pafee  é 
Dolor . Fontana  di  Dolor . Congb  occhi  di  Dolor  bagnati, 
& molli  .Tafeomi  di  Dolor.  Ma  fofferengaè  net  Dolor 
confono.CoH  Dolor  rimembrando  il  tempo  lieto.  L’aniitia 
tua  dà  Dolor  uinta . Et  dentro  affai  Dolor  conbreuegto- 
Co.Et  coprir  fuo  Dolor  qua ntaUrtl punge  .Toift  uintoti 
mJi  dal  Dolore . Hor  qual fuJSe'l  Dolor  qui  non  fi  : fiima . 
Et  dolendo  addolcifee’l  mio  Dolore . Mone  fi  merci  fu  fU 
ne  al  mio  Dolore.Mi  rapprefento  carco  di  Dolore.  Ter  a- 
dequar  col  nff  i Dolor  tanti.  Ma  tu  prendi  a diletto  i Do- 
lor mià.Ttgro  in  antiueder  i Dolor  t moì.B  o c.Tionfcnza 
Dolore.  Grambjfimo.Crandefllnino,  F re  fico,  iqpiojo . Da 
grane  Dolor  muto.  Fu  tl  Dolor  tdet,  Ini^rabiie,  Inejli- 


M A 

mabde, Generale. Oltre  a gii  altri  Dolori.  A r l.Fuallhn 
per  uficir  del  fintimento , Si  tutto  in  preda  del  Dolor  fi  la., 
feia  1 Credete  a chi  n'ha  fatto  efferimento  ,CheqHcHoe'l 
DuoUlte  tutti  gb  altri  paffa.  Cadutogli  era  fopra  d petto 
il  mento.  La  fronte  priua  é baldanza  e baffi , "ile  puote  ha 
uer  (chc'l  Duol  l’occupò  tanto)  -A  le  querele  uoce,  o hu» 
mor  al punlo.L'impetuofa  Doglia  entro  rimali  ; Che  no- 
lea  tutta  uficir  con  troppa  frctta,Cofiueggum  refiartac 
qua  nel  uafie.  Che  largo  il  uentrefi  la  bocca  babbu  firetta 
che  nel  uobar,ihefa  in  fu  la  bafe , L’hnmor , cheiiorria 
uficir  tanto  s affretta  , E ne  la  anguSla  uu  tanto  s aurica, 
eh’ a goccia  a goccufuora  efice  a fatica. 

Dolorofb.  Lat.ma(lus,languidus.  P e t.  Cor,Topol,I'elo, 
Fiume, Stile. Dolorofi  Guai.  Punti,  StridiJ'entt.Doloro- 
fa  'Hibbu,  Sorte.  Boc.  LI  padre  , & la  madre  Dolorofi . 
Dolorofi  Tunti,Effclti.DoloroJo  huomo.Dolorvfo  quanto 
mai  all  nn  altro.  Dolorofamente. 

T)uol,& Duolo. Lat. dolor.  P e y. -Accolto,  Minor, Giuflo, 
Largo.  Che  non  inueubia.Di  Duol  mi  firuggo.  Cut  rrail 
mio  fiato  dira,^  di  Duol  piena.  Tercke  lanund'r  il  Duol 
fi  difiaierha  .Conuienche'l  Duol  per  gb  occhi  fidiihlte. 
Tafiomi  dt  Duol,  Giuflo  Duol  certo  a lamentar  n.i  mena. 
& Duol  l'alma  trifì'ange . Che  dii  mio  Duol  fi  pafee  ; & 
del  mio  danno.  Et  uoi  fi  pronti  a darmi  angff eia, Duo- 
lo Spirti.  Si  fico  irato , i he  non  finiti  Duolo.  B o c.Qjian 
do'l  mio  Duol  finxa  conforto  fu  .M'i  fi  gran  Duolo , CF" 
éffiacere  .Calandrino  fintendo  ilD'iolo  Uuà  allo  il  pie, 
tdefi  il  Dolore . 

Dolere.  LAI.  & conqtieri,  lamentali.  P e T.  Dime  ui  doglia, 
& uengauipiedade.  Et  d una  bianca  man  anco  mi  dogbo. 
Già  di  uoi  non  mi  doglio  Occhi . ne  fol  ho  da  dolerme . ho 
fempre  da  dolermi.  Et  fi  pur  tarma  lalhora  dolerfi  L’al- 
ma. onde  mi  dolfe,^  dole.Dngbomi  fidate  fol  ho  da  dolerm 
mi.  il  mio  mal  mi  dole.  di  che  anchorTroia  fi  dole . Et  do- 
lendo addaUffee  il  mio  dolore . Tlpn  mi  debbo  doler,  i altri 
mi  ninfe St  doler  mi  uorrei,ne  fio  di  cui.& piu  mi  duol^be 
Duolmenc  forte . Et  duoimi.  Et  duolfiene  anchor  meco.dr 
duolfi accobo matto  .Come dimqua parte duohi.  B oc. 
ucdi  ad liidice,  D a u.  Tic l primo  punto  che  di  te  mi  doL 
ue.inuecedidoffe. 

Tefareperdolere,o  rincrefcere.lAtJtderejet  grauemacmo 
leflum  epe.  P e t.  fo  che  del  ma  mal  ti  pefa  ; et  duole, 

Hor  ben  cb'a  me  non  pefi.  ucé  a 1 749. 

Tribulationc . Lat.  luflut , cruciatus , lamentum,  drU- 
mentatio.  Boc.  Dopoalquanti  me  fi  con  Tribolation  con- 
t mona  doluta  l’era.  Credo  eh' ella  porta  graaàffime  pene 
di uedermi  mqueflaTribolatane iL  quejlo  nemico  d’id- 
dio . Tebaldo  è flato , & i anebora  in  pericolo  ,&  uoim 
Tribolatione. 

A^tàonejAlAffiinutji},ui.  Boc.  In  toma  -AffUttion, 
Cr  mifieria  della  nofira  cuià.Grandipima  -Affiation.  Sole 
in  tanta  -Affhttioneu'banno  laficiatcMcà  fi  Indice. 

Afflitto.  Lat.  afjliflui,  & w dolore , & in  mokfìu  muolu- 
tus.  Tty.  .Afflitto  Cor,  Imperio,  Trigioniero  ,-Afflma 
Mente. HtppoUta  del  figlio  -Affluta,e  tnflt.  -Afflitte  Vir 
tnti,FommerAfflitti  Spirti  Boc.  Hauertópaffioneagli 
-Afflitti . Et  ildifcipbnarfi  doueregb  buomim  pallidi , & 
-A  fflitti  rendere.  Li  dije  la  notte  mai  :tio,et  -Afflitto.  La 
madre  mu,  laquale  mi  par  fi  affbtia  la  caltiuelUj.  debo- 
le , mal  fana , Inferm.  Dan.  wbi  era  ciafcuiut 

ofeura. 


1J07 


l}a| 


r 


ANIMA 


. ofturi^  cj»a,  Talldt  ne  U f accia, & unto  ferma.  Che 
da  [ofiala  pelle  s’infvrmaua  . 

,4ffligere.Lat.& dolorem  capere, doUnter  ferre,iokre  afi- 
MfiKgi.  T ET.  enfiando  afflige  piu  che  non  i anfana.  Che 
pu  rghe  ogni  penftcrjLbe‘1  cor  af^ge.&  fot  tu,c  he  m’affiir 
gl  ,Amor. .Amor  fortuna,  & la  mia  niente  Ichiua  m'ffii- 


'7/ 


t accora,  cenando  amor  m'accora.Menlre‘1  nono  dolor  dun 
•que  l'accora.  Ma  temete;^  m’accora.  Focerche  m’addok 
ciua,^  horm’accora.D  a n.Cbedeldifioéiiuedanac 
cara.  Se  mala  fignoria,  che  fempre accora  Li  popoli  jògget 
■ Il  non  banefSe.  <cf  fbar m'accora  La  cara  buona  miagine 
paterna.  Tanta  pietà  m’accora . 


gonfi.  Hoc.  Et  qmui  quanto  ti  piace  mi  fa  afjhgm.S’al  Tafsion.  Lat.pajSut,penurbatio . i lofetthnopredieamento 


l}09 


fi 


{ 


IJTO 


cuna  mabnconia gUaffligeJjannomolti modi.  Seiuhieri 
CI  afJhgefU  ; tu  ci  bai  boggi  tanto  dilettalo.  D a n.Sluan 
d'ha  paura,o  quand'iglt  i aftilto . 

.Angere.  Lat.  &fafhdire , premere , cruciare , ue.vare , ual 
fasìidtre,  noiare,prtmcre,  affannare.  &fial  corpo  quan 
to  all'animo  appanincnte.  PiT.  Toria'l  foco  atleniar , 
che'l  cor  tri  fi’ auge.  L’alma  trifta  auge.  Kr  i.Cofi  fi  duol, 
o fi  confuma , ange . 

Attnìlare.LatJrifiare.  Hoc.  "Perii  lorfogiusattrifiano, 
& allegrano . 0 Lijabetta  tu  della  mia  bmga  dimora 
t’attrijli.  D A K.  Cbe’ntutti  ifuopenfierpiange,&s'at- 
trifia . Che  la  uoSìra  auaritia  il  mondo  atirifia . Hor  ci 
atirifliani  ne  la  belletta  nigra . 

Contriflare.  Lat.& contrifiart,mgemifcere,meertrt,  indole- 
re,&  coudolere.  P e t.  Madonna  hor  mtffauentajiornti 
contrita.  B oc.  Egb  haurebbe  <>  torto  contnfiata  la  don 
na , Ma  a me  hanno  già  contrillatigli  occhi,  e’I  petto . Li 
petti  delle  uaghe  donne  haueuaito  comnlìatt . 

Gramezza . Lat.  maflitia , & mafiitudo . ual  dolore , 
tnftezJia.  B o c.  nelle  rime  if  A m.  Ou’io  uado  Malinco- 
nia & eterna  Gramrm . Foce  Lombarda  Oa  non  ufirfi. 

Gramo  • Fo.  TrouengM.  Lat.  mttfius  lauguidus  ab  ocu- 
bs  gramofii  ,feu  gramiofti.  P e t.  Fitbumildonna  Gra- 


di Arifiotele, &éf eppofito dell’ Anione . Percioebe lo 
Accidente , che  haura  l’elfer  fuo  nel  Jòggetloper  njpttto 
della  cojàeheriore  ,&  che  fica  atta  di  adoperarfi  nel  fuo 
Jóggetio  fièra  Tafiione; perche  riguardato  Cagente  fi  ■ 

• lauja  la  Pafitone  qual  uno  è altro  che  il  termine  dell’ Al 

• none;  mai  da  notare, che fi  ben  CAtnone,&  la  Tafiione 
fono  uno  ifiefjo  moto,  nondimeno  queflotal  moto,  che  me- 
ne dallo  agc  nte  ficaufa  quefio  tal  accidente  detto  Pafiio» 
ne , CFfannofi  da  uno  mede  fimo  moto  diuerfanante  can- 
fiidcratogli  due  diuerfi  prediiamenti,&  allbora  la  Pafiio 
ne  i prcicamento  éflinto  da  gli  altri , quando  i affetto 
delC  Attiune,come  per  effempio  efsere  alle  gratoaflere  at- 
trtflato  .alcuna  uolla  è qualità  dell’anima  ,odelcorpo  , 
qual  non  refia.ma  pofa;Come  Pira  per  eficre  alcuno  jpre:^  . 
^10,0  d rofioreper  effer  uergoguato,&  allbora  iquabtà 
della  terza  jpeae.  P et.  Che  fua  Tafiion  fono  caia  rana 
manto  Hicopre  .Etfefu Pa/iion  troppo  pofiente.  hoc. 
Hauere  nella  memoria  la  Tafiion  è ChriHo . Ubero  rima 
fi  da  tal  Tafiione . General  9 afflane  i di  ciafcun  che  urne, 
li  uedere  nane  cofe  nel  fonno.i.  difetto,  o ufanga . piai^ea 
la  Pafiionedel  Signore.Conofcendo  la  fuabellez^,  & la 
nobiliti  deil’ammo  tuo  atta  tanto  piu  a Paffione  jufiene- 
re, quanto  piu  ha  è eccellenza  la  cofa  che  piace . 


ma  un  dolce  amico,  idefi  fa  gramo,  tir  mfelice.  Dan.  "Peni.  Lat.poina.perladogUa.V  it. Pena  Àcerba,Aj}>ra,  |ju 


Et  fuolè  fiate  talhor  effer  Grama.  Et  molte  genti  fe 
già  uenir  Grame  .Ari.  Emi  fa  dir  quel  è ch'io  fon 
poi  Gramo . 

Spallmo.  Lat,]pafmut,fiue  jbafma^is.  i patir  dolor  gran- 
difiimo,&  quafi  intollerabile. 

Spajimare.  Lat.  exanimari.  B o c.  Oltre gU  altri fuoi  dolori 
fi  (redette  è file  jpafimareà.  crepare,  o morire.  A R i. 
crudel fa,  che  per  lui  ffafmoAi'  moro . 

Opprimere.LatM  enecareffiue  perturbare,  uale  conculcare, 
occupare,  eonSìringere,  uioLre,  granar  con  carico,  celar 
tacendo.  P e t.  Breuehoraopprefie,  &pocoffiatioafcon 
de.  La  tefiaSi  grauemente e opprefia,&  di  tal  fima. 
Da  ta  due  luà  i Pintelletto  offefo,  E è tanta  dolcezza  op 
prefio,  & fianco . "Poi  uema  quel,  che’l  Uutdo,  & niaUgno 
T umor  di  fangue  ben  oprando  oppreffe.  Boc.  Quafi  l’ira 
d’idèo  a purgare  la  imquità  degli  huomim , &■  a colon 
opprimere, iquaU. Ah  i.  Prima  che’l  Re  è trancia U 
tutto  opprima . in  mezo  C hebbe  opprefio . Et  fipra  ogni 
mefiitia,che  P opprima.  Prima  cbe'l  colpo  è fortuna 
opprima . 

CordogVio.  Lat. c»rdolium,commifiratio,e!r quafi  dolor 


Dolce,  Dura , Craue , Simile , Molta  .GranPena. Pene 
Acerbe , Amare . & nota  La  lunga  hiftoria  de  le  Pene 
mie . L’alma  nodrita  fimprc  in  doghe , e'n  Pene . ’tlpn  é 
permorte,ma  per'piumiaPena.  Col  corpo  fianco,  ch'a 
gran  Pena  porlo . In  quanto  amara  ha  la  ima  uta  auez- 
za  Con  fua  falja  dolcezza . Ben  non  ba'l  mondo,  ch’ai  mio 
mal  pareggi.  PiangcTUo'l  noflro,&  (altrui  torto.  Boc. 
Pena  per  la  pumtione.  Lat.  noxa , a.  Con  qual  cautele  un 
monaco  il  fuo  corpoègrauiffima  Temi  Itberafie.  Fn  me- 
defiimo  peccato  tnèuerfe  quaUtà  è perfine  non  èeu- 
na  medefimaPena  riceuere . Quelli  ch’a  capitai  Pena 
fimo  dannati.  & per  la  doglia,  Sitraffe  con  granèfii- 
ma  fua  Pena  in  mezo èl  battuto.  Quantunque grandifjì- 
ma  Pena  foilenuto  haueffe . C he  l’mfermo  finza  effere  al 

5 iato  non  fifierrebbe  la  Tena.&per  lo  tormento  amo- 
. Et  quando  tanta  Pena  baurà  fiofferto;  che  egli  è 
quefia  fuagelofia  farà  cafligato.  s’egb  fapeffe  quanta  Pe 
na  finto . Fia  Piu  che  morte,  & di  pm  Pene  amare . & 
per  il  tormento  èl(Inferno.ueè  a iSiz . 

T>enofa  Lat.  an.xia,effh(ia,&  affliBa.  T e T.Penofa  Fila, 
Mandra,&  Ttnofe  Elgtti. 


corèi,  è dolore  di  core,  & pigliafi  per  affanno,!^  lameiu  'Penare . Lat.  laborare , conari  ,per  affaticare.  Boc.  Mol- 
to.? et.  0 che  grane  Cordoglio.  Tal  paura  Air  Cordoglio  ti  è con  fuoi  ingegni  penato  haura  airQ  che  uemr  fatto 

hodime  fiefio .Aportar  fopra’lciù  il  mio  Cordoglio.  Upotefie  d'aprir  quell’iifc'io . mentre  che  io  peneròad 
Boc.’HsouoCordogbofipralanaueafareinconimciè.  ujar  dell’arca  effi  fe  nandramio  pe  fatti  loro  . ueè 
Core,  & Cuore  ueè  a ijiS . <1150}. 

Accorare.  Lataiuafififu  corfer'tre,cor  Uncinare ^orpercu-  Stratio.  Lat.fafiièumJuèbrium,niolefiia.  ual  lìruggimen  igit 
tere , ferire  .ual  dare  affanno , come  che  premadcuore.  to,fcempìo,truèUi,&  danno  grande, qM fi  firaget.  Lat. 

■7  £ T.  ingmfa  i huom,  che  af colta  ’tfguella,  che  èfubito  7 et.  Bitra  rml  acc^tatneme  daloStraiio.I  ;ctieè,& 

...  . i . . “ Z iij 

I ■ -i,"’  > 


EìTlaT 


I 


ANIMA 

notte  del  fno  Stratta  piango . Mirtee  qual  amordi  me  fa 
Strano . Tuo  comentarui  fcnzafame  Stratio.'Ptggio  è lo 
Strano almio parer  j the'i danno  Che gtafeee é mefilun 
• go  Strano.  Legar  lo  lòdi  jtT  farne  quello  Stratta.  Che-  £i 
a thè  S tratto  Ita  chi  s'innamora.  B o c.  L'aggiungo  qui, 
tir  qui  ne  fo  lo  Strano , che  lu  uedi . Et  in  JJtrano  di  noi 
andare  caualcauda,&  dtifcorrendo.l}  k u.Vopo  ctopo- 
to , uiéqueRo  Strano  Far  di  coHui  a le  fan^fe  genti . 
Strtcìio  , per  lo  panno  rotto  , & fquarciato  ,ueà  a 
1409. 

Stratiare.  Lat-  laujfere,irritare,fatigtrr,defitigare,mole- 
flarc , crproritare.perfcbernire , dentare,  confumare, 
maltraltareJarftratiOjO  dar  danno.?  e r.Miuedetefira 
tiare  a mille  morti. T{pn  temo  già, che  pm  miflrati  0 feem 
pie.  Ma  Stratiatioer  felue,&  per  montagne.  B o c.Hon 
mi  uogliate  ad  tnjianxa  di  quejli  inaluagi  hunmmiflratia 
re , occidere . Come  hai  potuto  foShre  di  Ji rollarmi  a 

quella  maniera  { Et  hatmi  ftratiata  quaniot'è  paralo. 
Stracciare  per  rompere,  uedi  <11550. 

Struggere, & Deflruggerc.  uediaCioue  449. 
MlTCÌT,Martire,Màmro,&  Martirh.Lat.  tormeittumjcru 
aatus,dmotatormento,&  affamo.  P e t. Munir  Doppio. 
Duro . Lungo  Manire . Lungo  Munirò . Martin  Empi . 
Lunghi , Troni . Qjiinci  nafionle  lagrime  ei  Martiri. 
Trarre  0 di  una  fi  é Munir  quefl’alma.&  la  ragion  uien 
meno.  Et  igia  qua  fi  unta  dal  Martire . Et  mi  /óltragge 
al  foco  de  Martiri.  Che  de  gli  altrui  Martin,Et  delfuoer 
ror,  quando  non uuolfi pente.  Et  Manirio  i wiilgiamai 
ne  joluide , ne  Petla.  B o c.  Trefiando  marauighofa  pa- 
tienga  alle  temporali  aduerfita,&  a Martini  La.  Che  Uè 
ue npuiaua  ogm  Munirò . ^ quando  è fojianliuoibe di- 
nota Tefimunio . aedi  4 1 3 . 

Martirio,prr  lo  tormento,ej  martoriare  nerbo,  uedi  ali' in. 
femoa  1810. 

i j I } Guai.  Lat. gemitus, eiulatus, & eiulalio, majiitia,  dolorcs, 
anxietaiesfinguhia,detrimenta,iaFlurx.fom  lamenti  del 
la  noce  couaffanno.  P £ T.  Guai  .Aniorofi,  Doloroft,  Jnfh 
niti . Onde  i miei  Guai  ’U.el  comune  dolor  l'ùicominciaro. 
Italia , che  i fuoi  Guai  non  par  che  fenta  .Mi  fa  del  mai 
pafiato  tragger  Guai . Gli  occhi  inuaghiro  allborfi  de  lor 
Guai.  Hoc.  Guai  altijiimi  mcfji  da  una  donna.  Ton  fine 
amor  con  efia  agli  miei  Guai.  ID  ah.  Et  tanto  piu  dolor, 
che  punge  a guaio. iati  lamentare  & quando  Guai  è aduer 
bio,ér  che  ànota  la  Vab  Ialina.  U a n.Gridando  Guai  a 
noi  anime  prone. ijnalbià  a uoi  uolgarmente parlando . 
Soda.  Lal.gemilus,anxietas.yocabolo'l^poletanoe&  an- 
che Tho(canofialguaio,&  affanno,  hoc.  Et  in  breue  in 
tanta  Solia  entrò  dello  jjieffo  ueder  coftei  .ilefli  moderni 
hanno  fejla  m luogo  di  Sofia . & quando  dinota  la  ppj'a , 
uedi  a-ji^.^foflare  per  fermare  a 
Angofda-  lM.angprjru.  tormcntum.  ual  affaimo.faflidio, 
uoia.da  ango.Lat.  P £ T.  Etunpenfiericbe pilo.Angpfcu 
dalle.  Et  uoi  fi  pronti  a dargli  .Angofi  'ia,&  duolo.  Fugge 
aluofiroappanr  -4ngolcia,&‘  noia.B  o c..Ter grane  ^n 
gof eia  é jiomaco . Tiene  di  noia  d.AngoJcia,  - di  fatica , 
^ngofiu  Grandiffima.  lo  uc-glio  alle  tue  .Angofcie,quan 
do  tumedrfimouoghporrefine.^Augofciemotie.D  a n. 
Tutto  fmarrito  da  la  grande  .Angofcia.  con  fatica,  dr  con 
■J..  ,Antofci4  yolfò  latefia,&con  uingpfcia Oa  la  bocca  t 
Cm  gbocchi  ufi  del  peno. 


CORPO 

Angofeiofó.  Lat.  affjSusfinajlusdangHiduh^exaiùmls.  j j 14 
P £ T.  .Angofeufo  'Plinto,  renio  angofciofi  de  Jòfpiri..Aa 
gpfiiofa  'FÌQne,rita.  .Angofeiofe  Rime.  B 0 c.  oltre  mo- 
do uingoictofò . Et  di  Ila  grane  nota  .Angofaofa  uenne  fo- 
pra  la  Cateratta . .Angofeiata  da  mille  noiufi  penficri, 

V A N.Cbe fi  bagnano  d'iAngofaojò pianto. Dipiu  jauer 
,Angofciofa  canna.  Difparméte  Angofiiate  tutto  a tòdo. 

Toccato  1 ual  errore , mancamento . Lat.  pcctatum , delt- 
(1  um,  errar.  V it.  Et  uide  Gir  di  pan  li  pena  col  pecca- 
to . Et  del  Peccato  altrui  cbieggio  perdono . roftro  don- 
na't Peccato , & mu  fia'l  danno . La  gran  torre  ; Che  fu  . 
fi  di  Peccati , dr  d'error  carca.t  di  miei  Fra  mi  ferie , dr 
Teccati  Sonjen  andati,  ho  c.El  pùngere  il  peccato  com 
meffo.  Peccato  della  gola . Recente,  Alortale,  Maggiore, 
Talejt,  Ceùto, "naturale.  GranPeccato.  Peccati  Hom- 
bili.  D AN.Et  quel  comfeitor  de  le  Peccata . Sapendo 
che  UOI  fiele  ,&  la  fua  Pecca. 

Pcccitore.  Lat.  fceleralus,fcclefius,&Jcelerofiis.B  oc. 

.Accio che fe munto  fono comcPeccatore ,almeiiomiioia 
come  Cbrijliano.Et  1 Peccatori  jia  puniti.  P £ T.  Ma  pur 
m te  Fanima  mia  fi  fida  Peccatrice. 

PccciTc.  Lat.fcelus  peccatum.  Pur.  Et  fot  perche'l  Pec- 
car piu  fi  pauente.  Ricordali , che  fece  il  Peccar  noflro 
Prender  Dio  per  [camparne  Humana  carne . 

Peccare . lat.  ey  delinquere , errare , prcuancari , facinut 
committere.  Tei.  L'anima , che  peccò  Jol  una  uolta . 

B^c.  Tutti  dislxiu-Hiffimamenie  peccare  in  Lufiuria. 
yo!  donne  fommameme  peccate  in  una  cofi . Io  non  Jo 
uedere , che  piu  m quello  fi  pecchi  fi  la  natura,  0 lajoriu- 
na.  Come  che  gli  buommi  m nane  cofe  pecchino. 

LIBRO  SESTO 

CORPO. 

O A r o,  Bujìo,Fuflo,yelo,Spo-  1J15 
glia.  Gonna , yejla , Scon^ , La- 
nugine , Carcere , S orna , Salma, 
Incarco  , Pefo  , Laccio,  Tdpdo, 
Membri , yenlre , Alno , Epa, 
Tancia , Carne, Graffo , Opimo , 

"Polpa , Lombi,  Cotenna,  Cuoio, 

Pelle, Buccia, Teli, l'ene, San- 
gue umore , Ofji , Cofle , MutoUa,  "F{erui,  tiodi,  Bu- 
delle ,Bujeccbie , Minugia, Mmutie , Intenara,  Coroa 
da , Core , Fegato , Fibra,  Polmone,  Fele , Milya , Ma- 
gone, delfica,  Capelh.  Fronte,  Ciglia,  Supcrciglia, 
occhi . T empie , TÌ^jò , Orecchie , Guam  ir , Gote , Ma» 
ficelle , Bocca , Lingua , Labbra  ,Denti , Mento , Barba  , 
Faccia,  Capo  , Gola,  Go^pp,  Collo,  Coppa , Spalle , 
Homeri , Tergo , Gibbo , Braccia , Laccrto,  Ditella , A- 
fcdle  , Mam,  Diti,  Tetto],  Caffo  , Seno  , Mammel- 
le, T'oppe,  Tette  , Stomaco,  Schiena,  Reni,  Doffo, 
Groppa, TaIlou,Fùncbi,  ymbilico.  Bellico, Anche, 
Tigtiche,  Culatte, Culo,CaT^,yerga,Membro.  Co- 
gltom  ,Teflicoli , Totta , T^tura . Cofeie , Gambe , Gi- 
nocchi, Piedi  ,yughie  , Giunture,. ’^embra,  Terjòna,  , 
conglifuoidermati,  & nerbi. 

Corpo.  Lu.coifus  Olii , Cf  cadaiter,&funiu,iriJo  corpo 


CORPO’ 


xji  ll'3 


morfo.^  bvlÌHmJù  corpo  morto  brufciJto  ; ^ truncus  lo  itera  Laangine  Cinto  di  lauro  foBi . 

corpo  jinxatcHi.  Tit.  Corpo  Mortai , Humana,  Bello,  Career . Lai.  ual  la  prigione , & meta,  per  lo  corpo.  Tbt. 
CrauCtMcfihinOfStaiuOfSaaoMt  terra.Corpi ^bbanJom  Mortai  Career  j^Terreno . 5/^»wr  ; che n quefto  Car- 
i^ti,traU,CraMi.OgnimrtHle,ognibcllcr;fafignirealco  cerm' bai riiuhtufo  Tramene  faina  da  gli  eterni  danni. 

Jtnme  ^nnji  in  un  Corpo  con  mirabil  tempre . Et  hanno  i Elda  quel  fno  bel  Career  terreno.df  qnandodinota  la  più 

Corpi  abbandonati  in  terra.  Le  Ulte  fin  fi  corte , Si  grami  gione,uedia  jqj . 

Corpiy^FrabDegbhuomimmortab.Ch^alCorpofano  Soma.  pcrlucorpo,ebeèpefidellanima,cìruien  dasiiac  ijiS 
ha  procurato  fcabbia . che  piu  bel  Corpo  uccider  nonpo-  greco.Ul.pondus.grauiiOi.grauedo.P  e r.yoìddoal  nel 

tea.  Hoc.  Dibcato  Corpo, T enero,Milero,HumanoX ut-  con  la  terrena  Soma.&quàdo  dinota  itpefi,Medt  a ly^o, 

to  attoadamarui.Dotato  é anima  nubile.  Spauenteuole.- Salma^  medefimo  cb'è  Suma.Lat.pondus.  D a Qjciddl 
Cuajlo,Corrotto,  Gonfiato . Il  utracifiimo  Corpo  di  Cbri-  figliuoldiDioCarcarfiuolfedetanoBra  Salma.cT  quan 
]lo,Santijfimo.  Dalput^ode  Corpi  morti  Corrotti,Candi  do  dinota  il  pefi fi  carico.  Media  1750. 

di, SupcnortJ. putirli.  Dan.  Corpo  LajJ'o , lacatco.Lat.grauedo.per  lo  corpo.  P k t.  che'lduro,&gre 

Corporale.  Lai. B oc. Morie,Foriezi^,Forga.  Corpora-  ueTerreno Incarto, come  frefea neue Si ua  JIruggendo. 

U Forxe ,(ì- Leggiere .OcchtCorporali. La  Corpulenta  drquandoénolaTefii,uedia 
Corpulento  huomo.  Corpacctate , Medi  Clnliee  .Corporeo.  PeCo . Lai.  pondus  .meta,  per  lo  corpo.  P e r.Ma  Iropp'e- 
nelo  diffe  il  Tetr arca.  r’alta  al  mio  Tefitetrefire.  CT  quando  dinota  lagrauez- 

i}i6  Biiito. Lat.  funcus .ili corpo  fenga tefla.  B o c.Clijpic-  za , uedi aijqp. 

còdalBujio  la  teHa . Et  a trijli  bhHi  diedero  occulti  fno-  Laccio.  Lat.laqMeus,nodMsjtmculumJbgamendigamemH . 
chi.  Dan./  nidi  un  Bufio  [caga  capo  andare.  A R i.  £ tir  meta,  per  lo  corpo.  V a t.  'Futura  tien  cojlei  d'un  fi 


utde  dagli Bufti  i capi  fclolti . Taglia  Bufili,  ancbe,brac- 
cia , mani , e fiabe . 

Fililo  a [tifile.  Lat.  ai  legno  finga  bronchi  ,eir  meta,  per  lo 
corpo. D A h.Ei d'unfirpemc tHHol'altro  Bufilo. 

V ek).  Lat.uelum,kelamen,tegumentMin,  tcginen,meia.  per 
lo  corpo.  P E T.  Corporeo,  f'elo,Mortale,Graue,  Lcggia- 
dro,Soaue,Squarciaco.La  inuifibil  fua  forma  i in  paradi- 
[0  Dijciulta  da  quel  f'elo,Cbe  qui  fece  ombra.Et  là  giufo  i 
rima  fi  il  mio  bel  yelo . dolcemente  fciollo  del  mortai  mio 
yelo.  Et  é quefila  noiofa,&  grane  Carne . Che  poi  Cha- 
urà  riprefi  il  fiio  bel  yelo . efir  quando  i fifilantiuo,  uedi  a 
iSa}  & qua  ndo  énota  lo  coperto. uedi  a 919. 

Spoglia.Lat.fiolium.uat  la  uefila,cfirmeta.per  lo  corpo.Spo 
giù  Mortal,Terrena.  P e T.  Lafeianìo  in  terra  la  fina  bel 


gemile  Laccio.  & per  lo  Laccio,  uediagjy . 

Nodo.  Lat. meta,  per  lo  corpo.  P E T.  .Amma  bella  da  quel 
'Hpdoficiolta.&  quando  dinota  lo  groppo  fieJi  a. 

Membri,  Membra,^  nel  numero  del  meno  Membro.  Lat. 

£)■  artus,tus,tui.  Tur.  Membra  terrene, 'Hoiofe.  Oue  le 
Membra  fanno  a l'alma  uclo  U quelle  Belle  Care  Mem- 
bra HoHeBe,Targolette,H.otleJjbero  fiirtufid  a [uoi  Mi 
bri  ajjifiio . Unici . Com’ogni  Membiv  a t anima  nfponde . 
li  oc.  Mentre  la  mia  mifièrauita  fojlerrà  quefiìe  Mem- 
bra J')a  K.Che  Mibre  femimli  haueuano,& atto.tal  pug_ 

Zp  ufciua  Qjud  fuol  uficire  de  le  marcite  Mcmbra.le  Mi 
bra  mia  élà;  ma  fon  qui  meco  Col  [angue  fuo  ,&  conte 
fue  giunture . Siuet eoe  par  fi  Membruto . deartuatut . 

Lai. ual  [membruto. 

la  S pogUa.  Et  fiero  ch'ai  por  giu  di  quefia  Spoglia  yenga  M ombrare  per  ricordare . uedi  a 11^6. 
perme.IncoHor  non  hai  tu  ragione  alcuna;  Et  mene  po-  Ciunturc.  Lat.  coniunllura,  & compago.D  a n.  Col  fin.  IJ19 
ca,foloinqueHaSp0gUa.D  AsComefaltreuerremper  guefuo,&  con  le  fue  Giunture, 

mfilre  Spoglie.  & quando  dinota  la  preda  fatta  de  beni  de  Ventre.  Lat.  uenter.  B o c.  Tiualyentre  feruentia  guifa 
nemici  per  uitlona  .ueéat;qo.  df ammali  brultùMla  gola.Et  cefi  fece  allafihitna,  «y  al 

J17  Gonna.  Lat. palla  ,t.  per  lo  corpo  meta.  P sz.O  felice  quel  y emre,&  alle  groppe  ..Ani^gU  fi  Morrebbe  dare  d’ un  yi 

é;  che  del  terreno  Career  ufeenio  lafiiai  rotta,  & fiarti  tre  pecorino  per  le  gote , tanto  quanto  il  yentre,  0 le  gote 

Huefila  mia  graue,&  fiate  ,&  mortai  Gonna . efit  quando  bajlaflero.  Z.  a . D a n.  Che  tirando  grattar  Ufecc  U yen 

dinota  la  uejie,iieéa  1579.  tre.Fettdendoi  drappi  ,&nu>filrandomi’lyemre. 

Vcfta  meta,  per  b corpo.  P e t.  .A  pie  de  colli,  oue  la  bella  Ventraia  per  lo  yentre.  Lat.  uenteralia,druterm.Bo  c. 
y efiia  Tre  fi  delle  terrene  mébra  pria.  &per  la  uefila.Lat,  .Alle  gote  dalle  bianche  bende  tirateci  difilefi,rijponde  la 

uefiis.uedia  1/75.  y entrata.  L a.  yipofiio dar  per telUmonianga  la  graffa 

Scorza  Lat.  corlex.  meta,  per  h corpo.  P e r.Lafciando  in  yentraiuola.D  t n.  Che’luifiònS  rifionde  alla  yentraia. 
terra  la  terrena  Scorga  dicemifiejfo.  L'animo  fianco,^  Suentrare.  Lat  Mentre  uellere.  B oc.  Il  Ronzino  alla  fine  da 
la  cangiata  Scorza . Et  quella  Sdee  legnadretla  Scorga,  lupi  atterralo, &flracciatofu,et  fubitamente  fuentraio. 

Che  rieopria  le  pargolette  mendira.T^en  po  tu  portar-  Inuentrare  . Lat.  in  uentrem,  uel  in  uterum  inferre , uc 
tene  la  Scorza  Dime.  %oc.l  dragoni  gittandolaScor.  V 1 u.yterumó;  armato  milite  complent . uale  entrare 
ga  uecchia  per  molti  anni  erano  rinouellali.  Th.&-  quan  entro  ad  alcun  luogo.  Dan.  Tenetrandopcr  quefia,  on- 

dodiitota la uelìedelTarbore.uedi a 1 155.  dìiom'inuemro . 

Scorgare.Lat.excoriare .iiorrelafcorga,^fiogbare,&  Mao. Lat.aluui .iti l'euire.  Pet.J/  qual ficoueniadal 
meta.priuardiuita.  V Bt. Deb  perche  me  del  mio  mortai  matern  .Aluo.D  a u.Crtdi  per  certo,che  fi  dentro  at  .Al 

mi  ScoigaJ.fioglia  di  tuta . Et  queUo,  cIk  me,  &gb  altri  no  Di  quefia  fiatmna  Jleffi  ucn  milf anni.  Ani.  E none 

crudelmente  Scorga . mefifu  nel  tuo  finto  -dluo . 

Lanugine.  LatJanugo,  i la  fcorga,&per  meta,  il  corpo. la  Vtcro.  Lat.uterut.èil  ucntre.  A r i J)<  noBra  madre  ty-../ 
gioutmù.  A atipia  prima  Lanugine  uieihornTutta  terofecondo. 

a fuggir  uolubd  ■ e mumflante.  T.Tig  la  tua  prima  t te*  Epi.déttt  ab  bepatejau.è  lapartt  del  corpo-tra  il  fkiuac», 

. ‘ T • . 2 «I  '• 


4 ^ 


CORPO 


il  f(ttigno»e,&  pigliafi  in  nece  del  uentrtXr  delfega- 
tv. 13  \ n.  Col  pugno  U percoffe  t£pj  croia.  Rijpofe, 


piu  diucnire.  O i m.  Qjiei , che  mcrrà  di  colpo  di  Coteih 
na,idefi  da  pcrcofSa  dt  porco . 


auà,c'hauej  mjiata  PEpa.  Cofi parca  ucncndo  uerfi  Cuticagna  Ut.cuticula,& grecamente cranium,& era 
l’Epe  De  gli  altrui  due  ‘ 


Pincii . lai.uemcr.D  An. Co  piedi  me^  gliauinfela 
Tancia . 

ijiQ  Carne.  Lat.  caro.  P s t.  Carne  Humana , Grane l'tioiofa, 
Trauagliata . Huom  di  Carne,  tarrm  immortai  perche 
L Carne  muoia . onde  é jpirto  priua  Su  la  mia  Carne,  la 


mt,  è la  fommtlà  del  capo,ctoè  lacutua.èil  medejimo  che 
cotenna  ;nuquiD  An.la  pofe  per  la  coma /mero  cìpetli 
quando  dice . .Allbor  lo  preje  per  la  Cuticagna, idejlper 
la  comach'i  nella  collottola  ,cioè  nella  noce  del  collo. 
Ari.  .Ajlolfo  in  tanto  per  la  Cuticagna  yndalaH^fca. 
fin  fatto  le  ciglu  Cercando . 


U’-» 


mia  Carne  (ciolta  fia  di  quel  nodo.  Che  quando  io  fia  di  CvoioJat.corium.uallocorame.  B oc.EtfeueflitodiCuo 
quefta  Carnejcojfo,  B oc.  Il  ftimolo  delta  Carne . Ha-  io,thedapruniildifende(le.Chefaccuilferpelafciando 
uea  la  prigion  macfrate le  Carni.  Le  Candide  Carm . Ignu  d ueccbio  Cuoio.iJa Jpogtia.D  a s.Cb’èéfuja  Infule uec 

de.  Carne  folata . chie,  e'nfule  none  CuouJ.  carte  membrane , oueropeco- 

Jnearnare.  Lat.  ual  uiuifcart  ,&dar  carne.  P i t.  "He  col  trine,  intendendo  il  telìamento  ueccbio,  & nuouo. 

mio  din  il  fuo  bel  uifo  incarno-Lateffigio.  B o c.Eranogli  Scuoiare.  Lat.  exeoriare.  D a h.  fa  che  tu  gli  metti  CU  un- 
amidellafruttiferaXacutnìxiowdelfigliuold'Iddio.  ghioniadoffo  ft,  che  tuia  fcuot.  Ku.  i.Cb'altn  il  crudele 

Scarnare . Lat.  excamificare , uel  maciare , & emaciare , jeanna,  altri  nefiuou . 

& macrefeere  ,nucrare , & emacrare . ifmagrare,&  Velie.  Lat  peliti,  crmoUeflra,  è la  pelle  della  pecora.B  oc. 
confumar  ft  di  carne.  P e t.  Ond'to  gu  uifii  ; hor  me  ne  Che  tutta  la  Tette  piu  uolte  appiccata  lajiiò  alle  lemuo- 


igìì 


firuggo , & fcarno . 

.Accarnare  i prendere  carne. Lat. p ’mguere.tfr  pinguejcere  ; 
& qu.tndo  figmfica  incarnare , ojaldare  una  piaga.  Lat, 
glutinare.  13  ah.  Se  hentintendnnento  tuo  accanto  Con 
l’mtellettod.fe  bene  fi  fermamente  lo  intendo . 
Difeamare.  Lat  emaciare, & emacrare.  ual  mancare  tii  car 
ne. noi  fmagrare.ueéiag&r, 

Carnalc.Zjt.  B o c.fratel  Carnai  di  cofiei.  .AfiaUto  fu  dal 
la  concupifcenga  Carnale. Et  con  lei  Carnate  amifld  pren 
defli.Datefi  a diletti  Carnali.  Camabfiima  di  figliuoli  era. 
.Ameto  quafida  Camalitd  conflrctto.i.  damorcuolexAA, 
A u.piu  uolte  Carnalmente  la  Reina  conobbe. 

7olpa.  Lat.  pulpa,  i la  carne.  B oc.  Et  La  mercatantia,  e'I 


la.Taruechetuttala  colta  Velie  feglt  apnfie,  &libia» 
tafSe . ynamacihia  nella  Velie  infufa . Il  fcolare , che 
dimoi  pela  hauea  coperta  la  Pelle,  Dan.  Rimaneade 
la  Velie  tutta  brulla . 

Buccia.  Lat. cuti!,  è la  pelle.  Boc.nelLA.  Et  del  collo  af- 
fitlttgliando  la  Buccia . pacca  la  Buccugiu  caduta  ritur- 
farJi.DA  N.  "ÌLon  credo  che  cofi  a Buccu  flrema  Herifi- 
lon  fi  fbfie  fatto  ficco  Ver  égiunar  quando  piu  iihebbe  ■ 
tema  file  fi  che  tra  la  pelle  fit  l'ojia  non  fojfe  carne.  K K.  i . 
e flride  e ficoruccu  Quel  Mirto  offefu,eal  fin  apre  la 
Bucaa,idefilafcor'ja.  Comerofa  ,cbejpuntiallhora,al- 
Ihora  Fuor  de  U Buccia  fi  col  fot  nuouo  ertfea.  MoR.Cb’4. 


pena  fol  ft  teneua  la  Buccia . 

namlui,  cric  polpe, &l'o fia  ui  hamio  lafciate.D  as.  Telo.  Lat.pilus,capillut,&  grandebaUgrandebalorum  ;fo  ì ijig 
Siuanto  jofferfe  l'ojia  fengà  Volpe . no  i peti  folto  l'afcelta.  Pei.  Chegb  anni  e' l Tei  Cangia- 


Spotpare . Lat.  putpas  uellere  , confumere . è leuare  la  carm 
ttedaU'ojfo.  P ir.  In  fin  cb’i  mi  dtfojio  ,fneruo , & fiuil- 
po  D AN.  Di  porno  in  giorno  piu  é ben  fi  jpolpa,ideSl 
fi  priua  ,ofpoglia. 

Lumbi.  Lat.i  parte  del  corpo  filoue  fi  genera  la  bbidine . & 
lumbrifagium.  Lat.uale  rompimento  di  lumbi , 

CralTczza  Lat.pinguendo,&  pinguitudofibefitas,arbiUa, 
a.Boc.  Ver  la  Craffetga  della  corrotta  tedia, dr  Adom 
men,  nii,  ^ fumen,  nis,  quel  grajio,o  lardo  delle  tettine  fi 
poppe  del  porco  gra/io  fi  i altro  animale . 

G rallo  adie.Lat.obcfusfidtpofus,corpulentus.  B o c.Crafii 


nano  i toJiumi.Verebai  co  fiumi  uariati  e'I  Vclo.yero  è'I 
prouerbio , Ch’altri  cangia  il  Velo  Mirgi  ebe'l  uettjp.  Di 
dìmé  uo  cangiando  il  mio  e' l Pelo.  Che  uo  cangiando’ l 
Telo  ; He  cangiar  pofio  dodi  inaia  uoglia . Et  me  fa  fi  per 
tempo  cangiar  Telo.  B o c.Hsn  hauendo  Telo  addojio, 
che  macero  non  fofie , Di  mal  Velo  hauea  coperta  le  pelle. 
Coperto  di  Veli  di  uaio . T rattogli  forfè  fei  VeUcegi  della 
barba . PcÌm^  biondi  come  oro . Bruna , & magra  , dr 
Tclojà  diuenuta.Lat.hirfuta,& horrida , 
Telare.Lat.depillareAcgtabrare,pitlos  euellere,  è leuare  pe- 
ti , ma  pcllare  conla',1  duplicata  non  fi  éce.  B o c. 


Capponi,  I frati  non  fi  uergognano  di  apparire  Crajii  .Et  .Ad  unafua  fanciulla  fe  prefiamcntc  pelare  il  falcone.  Ca 

truuando  la  Crua  Graffa,& gmuane . landrmo  cofi  tuttograffiato,  & tutto  Velato  nel  La. 

Ingrajiare.  Lat.  impinguare, &pinguefacere.ual  far  graffo  Sono  certe  femine.cbe  uannofacedo  fcorticatoi  alle  altre 

altrui.  Boc.llauoratori  per  ingra/iarei  campi.  femuie,& pelando  le  cigUa,dr  le  fronti. 

Impingua  re.  Lat.pmguefacere,pmguere,pinguefcere,  ^ ein  Vituccare , ual  fadiidire  ,&come  cauarpeti.  Lat.  e.xptlare, 
gnau  feri.ual  mgraflare.  P E T.  Ch'orno  Bologna,&  hor  Dan.  Da  la  giufiitiaahe  fi  le  pilucca. 

Meflina  impingua.  Et  di  qual  f angue  qual  campo  s’impm  Impelare , ual  mettere  peti . Lat.  pube  fi  ere , piloi  emittere . 
gue.D  A ben  s'impingua  fe  non  fi  uaneggu . Ì3  Att.Pien  tnfie, che  te  guancie  mpeb  Colui , iberno  fi 

Opimo . Lat.  opunus , ual  graffi , & meta,  oolite, rie-  coitola  con  'Haunaj.prima  che  faccia  la  barba . 

co , magnifico . Ari.  Ci  ungemo  i corpi  di  quel  graffo  Trapelare.  Lat.elabi  angufie  fluere.  ual  trapafiareji  come  il 
Opimo.  0 che  fuperbe  foglie,  e preda  Opima.  Spo-  ùquàre  fibegoccu  fiori  é una  cufa  non  troppo  ftretta  fot 


gite  Opime, 

Cnrenna.  Lat,  emù.  iproeriq  la  pelle  delporco,&pigliafi 
per  la  cotic§.Bo  C.  nel L a.  Coi  raggi  del  Soleicapei 
gfTf  ifHn  gotemu  perduti  Jbmiglianu  a filai  prof  amo  k 


ta  é Teli , o ftmile , cioè  poffare  tra  peli.  D a u.  Tot  li- 
quefatta in  fefiejja  trapela.  Ari.  Coste  tl  uiUanjèfuor 
perCalte  ffionde  Trapela  il  fiume  ,€t..  7canoua  firada 
Erettolofisauietare,  .. 

^ BroUo,  , 


o/ii.  S AH.  Urne  tenere  Medollc  atundeia.  A a i.EgU 
liatdò  le  frigide  Medolle , 

Ncruo.e^  Herbo.Uit.neruus.et  neruit  la  corda  da  fonare. 
P ST.cir  tutti  ouiJiiHerui  Di libertate . Qjulbagiài 
Hstuif  i poi  fi ^ i pevfier  egri.  .A  rde,  & more,  & ripren 
de  i 'Hfr  ’ui  fuoi.I  Herui,&  l'Ojia  Mi  uolfe  in  dura  felce . 
Tal  eb’è  già  terra , & non  giunge  ofia  a Tf^ruo . B o C. 
L'ojfi  rimafe  a Herui  appiccate.  Io  fui  per  perdere  i Hjr 
ui,&  la  perfona.  Etfarji,cbe  fi  éjlendejiero  i Tferui . 


CORPO  ijj 

lji4*BroUo,efr’Bri*flo.t<f.  inops,Jemidatus,&  dcglabratus.ual  thonibile  CoHura  Tremeuan  fi, che  bagnaua  le  gote, 
pelato.&per  meia.fi  diceCbuomo  Brodo , iioijpogìiato  , Boc.^na  delle  Coffe  del  uerbum  caro  fatti  allefineftre. 

<Sr  pnuo  (t ogni  bene/mde  fi  éce  brullare  il  Farro,  & il  ri  deridemis . 

fojjnondarla  della  biro  fconia;^  brullare,  o frullare ^o  CoBito.LatJatus,ris.  B o c.  Hor  per  lo  Coflato,  bora  per 
me  dice  il  Ferrarefe  ual  fcorticarej&  uincere  ad  uno  ogni  le  anche  battendola.  Ferendo  con  la  lancia  il  fatuo  Coflato 

folà.D  A H.  Commelò  runoyitrifloafj>etto,& Brodo  la  di  quello  .Th. 

fama  nollra  il  tuo  animo  pieghi  A dirne  chi  tu  fe.  Cìxtal  Midolla,&Mcdolla.Ijit.medulla.  P s r.Hon  ho  Midolla 
tiotia  la  fcbiena  Rtmanea  de  la  pede  tutta  Brulla.  Et  non  in  OJsofi  fangue  in  fibra.  Et  ricercarmi  le  Midolle,  &gli 

fur  lo  fu  fanguei  fatto  Bndloà.pouerod: ogni  uirtàtcKi. 
y tene  a cola , che  fu  la  terra  Brulla  Hauea  da  diuorarj, 
dherba  ignuda,  & dal  folearfa . 

Brogliare , noi  pelare  ; ma  fecondo  il  Landino  ual  tremare . 

. ì>  AH. Tal  uoUa  un  anunal  coperto  broglia  Siìchel'affet 

to  conuten  chef  paia . 

I>ipe\ito.Uu.depilatiu . ual  fen'xapelL  Dan.  Tutto  che 
nudo,  & Dipelato  uada . 

\ ene  di  fangue.  Lat.& arteria. ViT.Ché’lf angue  uago 

per  leueneaggbiaccia.FeceleberbefanguigneDilorF'e-  bicrbiito,&Hcfboruto^Lat.neruofus.Boc.Huomogrà- 
nefiue'l  noflro  ferro  mife . Ter  quel  ch'io  feuto  al  cor  gir  de,&  'Nnbuto,&  forte  [degnofo,il  teflo  antico  ha  Her- 
fra  le  yene  .Et  fi  le  yene  e'I  cor  m’afaHga,&  [ugge . Et  boruto.  Era  queji  baomo  di  Slatuia  grande, & di  pelle  jet 

bornouedamenteinogniyena  Entrò  dilei.Boc.lo  ti  fe  dipelobruno,afcmtto,&'H£’''ln)ruio.LA.DAH.Etei 

gberù  le  yene.  lo  non  jd  a che  mi  tenga  ; ch'io  non  tifeghi  tenta  de  pie  ghermito  ilHgrbo. 

leyene.etperlaycnadiacquapuéa  i<aix.et  per  quel-  Siuruare.Lat.  eneruarejl  perdere  i'Hsrui.V  i r.Infin  ch’io 
ladeldire a Sj.  mtéjòjfo,fneruo,C^^olpo. 

Sueuare.  Lat.iugulareAUtuenas incidere j&  foluere.ual  ta  Budi;Uo,&  Budclla,quafi  meduUacorporis.  Lat.  inteflina . 
giure  le  uene.  Ari.  Fra  tantiahenetaglufora.eliiena.  B o c.  Cominciò  a giurare  per  le  Budella  d'iddio . 

I j »5  Sangue  corporeo  j&  naturale.Lat.fanguts.B  t T.  Cbe’l  San  Bufccchie,  fino  le  Budella.  Lat.  inteflina.  boc.  Riuefleot 
gue  uagQ  ne  le  uene  agghiaccia.Hon  ho  midolla  inofio,o  dai  porci  delle  loro  Bufecchie  mede  fune . D'hauerti  la.. 

Sangue  in  fibra.  EtpotfifpargeperleguancieilSangut.  fdaiaantododiunnibbio  adefeare  ,&  pigliare  alleBu- 

Toi  nenia  quel  cbe’l liuido,  & mabgiui  Tumor  di  Sangue,  feuhie . 

Boc.  L'anima  mu,  laquale  il  noflro  Saluatore  ricÓperò  Minugia,yóm  le  budelle.  & anche  Minutie  fi  dice  .Dan. 
col  fuo  pretiofo  Sangue.  Se  nefamorofo  Sangue  nonfifiof  Tra  le  gambe  pcndeuan  le  Minugia.  Le  Minutie  de  corpi 
fe  bruttate  le  mani  Marauigliofa  co  fa  a tutti,cbe  alcuno  lunghe,!^  corte . 

del  proprio  Sangue  foffe  liberale.  & per  lo  Sangue  uiolen  Interiora  Lat.intefltna,pracordia,mfcera.i  quel  che  è den- 
te,uedia  ^jj.^per  laorigine  a marafmut  i tro  del  corpo.  Boc.llcuoreconCaltre  Interiora  infie- 

lo  pingue  corrotto . me  (fi  come  tu  uedcrai  ) incontanente  le  cacciò  del  corpo. 

Sangui gao.Lat.pagHÌneia,ual  tinto,o  di  color  di  Sangue . Et  ( Interiora  di  quel  T oro, per  facrificio  nelfaccefo  fuoco 

ueé a 8i i.  ogerfe.T  H. 

Fleuma . Lat.  phlegmajpttuitaA-  & anche  lo  catarro . & Corada . Lat.  pracordia . ual  la  Coradella  .Dan.  Tra  le 


IJ17 


\ 


Thlegmaticuii&pituitofusjibipatifcedi  Fleuma . 

Humore corporeo,  Lat.  humor.  P s t. BlpiouergiùdagU 
occhi  un  dolce  H umore  Jn  triHo  Humor  uà  gli  occhi  con- 
fumando . Medula,&  Cerrormio  m’bau  fatto  un  fafio 
D'humor  nano  Sìillante , & per  i humore  terreflre . ue- 
dia  1158. 

Offa.  Lat.  P £ T.  Huomdi  carne, & iOfia.1  nerui,&  tOf. 
fa.  Fugge  la  carne  trauagliata,  & FOfia . babbiti  igmide 
t Ofia  .Come  ne  l'Ofia  il  fuo  fuoco  coperto . yuU’l  pianto 
£ Egera  in  uece  dOfie.Et  ricerca  rmi  le  m idoUe,& gli  Of 
fi.  Ho»  ho  midolla  mOfio,o  fangue  m fibra. & congiunge 
Ofio  a neruo.  Boc.  Ella  i di  carne,  ir  £ Ofia  come  le  al- 
tre femine.  Infine  a f Ofia  Jiuorato . a tagliarli  [Ofio  po- 
trebbe guarire . Senga  lafciarli  Ofio  addofio,  che  macero 
nonfofie. D AN.Etafua proportione eran l'altrOfia . 

Difòfiare.Lat.exofiare.  P b x.  Infoi  cb’i  mi  éfoffo,jiieruo,& 
fixlpoj.mi  proto  degli  off. 

J316  Col\e,  fino  quelle  ebebabbiamo  nel  petto  Lat.  coHa  pe£lo- 
rtf.  D A N.  AppigUò  feale  uellute  Cofie.Tu  credi  che  nel 
petto;  ondcla  Cfya  Si  trofie  per  formar  IxbeUagnanaa. 
cangiò  collo, ne  piegò  [ua  CofiajJl  fico  corpo . Che  per 


gambe  pendeuan  le  minuti  La  Corada  pareua  e'I  tn- 
ao  ficco . 

Cotc,&  Cuore.  Lat.  cor.  i Rocca , (g  fedia  principale  della  ijtZ 
ulta.  P E T.per  Ut  core  corporale mentale.  Cor,&  Co. 
re,Afflitto,Ajpro,Alto,Cbiufo,Condenfo,Conquifo,Co- 
trara,Debil,DogUofo,Dolorofo  fioro.  Enfiato,  Fenùneo, 
Freddo,CiouaniL,GentU,GclatofiumH.Indurato,Italici, 
Leggiadri,Lieto,Mcfto,Mifero,Ofcuro,Tacifico,Venfofò, 
Tugato,Tiano,Trofondo,Turo,Tuécofiìueio , Saggio  , 

Stanco  fiimido,Trifio^apd'enale,yalorofo,  yano.  Di 
doìma,Di  marmo fii  neuefi'orfo,Di  Tigre,Di  [malto.  In 
dogHadnpianto  fin  foco, Inghiaciiojn  parodi  fi,  Jn  me^ 
gp’lcore.Tien  d'amorofa  dotccgga,Tien  difedeamoroja. 

Tic»  di  marauiglia,Tiu  freddo  che  ghiaccio , Tefio  il  Cor 
di  fojpiriiSeuero  d Cor  Cocchio  ridice , Fatto  il  cor  tepida 
neue , Donna  del  mio  Cor,  Chiauc  del  mio  Cor . D'amorofi 
penfier  il  Cor  m'ingombra . Io  femia  dentr'al  Cor  già  ue- 
nir  meno  Gli  Jjnrii.  Onde  come  nel  Cor  m’induro  e'nafiro. 
Quanta  dolcegga  unquanco:  Fu  in  Cor  £auenturofi  ama . 
ti  ac  colta.  Amor  mi  firugge’lCorifortuna  il  firma  D’ogni 
mforto.'N.fgl^octbifiiie  babitarfolea'ln^C^e.'HFl , 


Capelli 

fondo  del  mio  Cor  gli  occhi  tuoi  porgi.^mor  che  foto  i Cor 
Uggudn  mKefci.THtto'l  Cor  di  doUn^,&  d'amor  Con 
pie . Mj  Ifcfio  ne  Li  fronte  il  Cor  fi  Ugge , Trcmel  Cordi 
difió^ijpemc'l  puf ceSoffiri;  < ht  del  Cor  profondo  iragge, 
logrime,^  duglia  d CorUffo  nudnfco.  Ch'accende  in  Cor 
gentil bonefle Hogtie.Lcujie’l  Corapiu  felice fiato.Zoc, 
CnoreJct  corpo  mìo.Var  che  tnifi  (chianti  il  Cuore . Et  ci 
pi-.-iofi  CHurrfngratlò  Iddio.  Cuore  duro^t fredda.ll  mor 
lo  Cuore.  Quefto  Cuore  di  Ctcghiale . Huoiniiu  di  pouero 
Cuore,  Che  di  buon  Cuore  Slejie . Trefé  Cuore  J.aràr,  tfr 
animo  Donne  bella,& dt gran  Cuore . Lanonellaconnon 
poco  di  ucrgjgm  p-mfei  Cuori  delle  donne  afeoUanti.  Che 


CORPO  Capelli 

manUhaue^ioauolte  entro  Capcgli.  Sotto  biondi  Ca- 
pei canuta  mente . Erano  i CapeiSoroaCauraffarfi . e'I 
primo  di  ch’i  nidi  a Laura  jparji  i Capei  cCoro;  ond’iofubi- 
t'fiarfit  tuoi  lacci  nafcondi  Fra  i Capei  creffi , & biondi . 
E I Capa  mdifardi  quella  fronde  Di  chejferatobaueagii 
lor  corona.  E t Capelloni  fio  far  fi  et argento.  Clfa  Laura 
il  ungo , cJr  bionda  Capei  chiuda  .Boc.Cb  cui  Capelli 
erano  crifpi,lunghi,&  dorojet  fopra  gli  bomeri  ricadertm 
n.  Gli  fuoi  Capelli  con  bella  treuii,&  con  artifìcio  Uggia- 
dro  auoUi,  micanti  d oro.  A M.  Capelli  tome  fila  d’oro  bio 
difimii,  CapclU  Inanellati,  Biondi,  LungbifJmi , Copiofi  , 
Scarmigbattjucdt  f Indice  ,doue  bctlifiimi  difiorfi  trouerau 


folo  Iddh  I Cuor;  de  mortaU  uede.  D A s.  C6f  mbauea  di  \itoJM.binui.  è U capello, o pelo  homdo , & offro . P e t. 
paura  il  Cor  compunto.  "Perche  tanta  uiltà  nel  Cor  allet-  'Hrglctto  ad  arte,e’iunellato,&  Ino. 

te  f Et  tanto  buon  ardir  al  Cor  mi  f or/è . Chiomc.Lat.coma,&  acrocomajbno  i capeUi  buigbi.P&l. 


Coriguio.Lat.mjgnanimitas,&  ammus.  ual  graiiCuore, 
onde  Coraogiofo  ual  .tnimojò . P nr.  Sformali  al  cielo  o 
mio  Hanco  Coraggio . A R i.uilqual  in  efter  fone  e Co- 
raggio;ò  .Alcun  antico . 

Cordoglio,  ual  dolor  di  core . tir  accorare  uedi  a ijto. 

Iruorare.  La. animare,  i por  in  core,  cioè  far  animo  ad  alcu 
no.  U A N.  Et  IO  a lui,  lo  tuo  uer  dir  m'incora  Buona  hu- 
miltà.Etaben  far  la’ncoraj.la  inanimifce . 

Rincorare aialrifrancareuftio da  Dame. 

. Eccitare  Lat.excitarc.  ual  inammaredneorare.  A ri.  Con 
parlar  tJpedito,c  chiara  noce.  Eccitar  quei  magnanimi 
baroni. 

jjjq  ¥cgiito.Lat.iecitr,oris,epar,fiue hepar .tir iecufculum, & 
ofula  lo  fegatello . cùr  omentimi  i la  reticella  che  flà  iiitor 
nodei fegato.  B o c.^n  Fegato  con  tutto  il  Polmone  cCun 
uecchifjimo  ceno  ,Th. 

Fibra  Lat.  fibra, & dinota  la  eflremità  del  fegato,  & ambo 
laeflrcmitàdituttelecofe.  P e r.Honho  medoUamofjo, 
0 (angue  m Fibraa  dentro  dclVinteriora . 

Milza.  Lat.  bcn.nii.&benofusichi  paté  la  Mdga 


Cbiomc.Amatefiiòde£iàiheJirmie,Crc^c,Rccolte^par 
te,SpeD'e,  Chioma  f'enerabii,Breue, Le  Chiome fparte  al 
uento  ..Auolie  III  perle  e'ngemme.Ilfucceffordt  tarlo; 
Che  la  Chioma  Con  La  corona  del  fuo  antico  adorna . T re 
uolte  tnomphando  ornò  la  Chioma . "Floii  ba  tanti  captili 
in  quefie  Chiome . Tra  le  Chiome  de  [or  iiaftofe  il  laccio  . 
Chiome  d'oro  fi  fino  a l’aura  (nife . .Aura , ebe  quelle 
chiome  blonde, O"  cre^  Circoudiait  mciui,&fi  mofia  da 
loro . Et  la  fronte , cr  le  Chiome  cb'a  uederic  Di  Fiate  a 
ineggp  dì  uincoii  il  fòle . Dico  te  Chiome  bionde  e'I  crejpo 
laccio,Cbefi  loauememeUga,cr ftrnige.L’alma.O  Chio- 
me bionde, di  cbe'l  cor  ni  annoda.  Spargi  con  le  tue  man  le 
Chmmeaiuento  .Lecrcfpe  Chmmed'or  puro  lucente . Le 
Chiome  auolie  morot&^arfe  al  uento. ^ OC.  Et  con  le 
Chiome  piu  neregh  ucdeie. 

Difchiomare.LatMeUerecrmesMlcomat.ileuarla  Chio- 
ma.  Dan.  perche  tu  mi  dif chiami  Hpn  ti  dirò  chi  fia . 

Comare.  Lat.  comere.  per  pettinare per  ornare polire. 
Ari.  Ben  m'i^atuberei  con  tuitaquella  .Arte  che  ta» 
to  il  parlar  orna,  ércpme . 


Po\mone.Lat.piitmo.&pertpneumonia,i  il  delurefi  ardo-  Crine, è la  capillaiura.  Ut.  crinis,&  iub/t . fono  le  crine  del 
ri  del  pobiione.U  Oc,  ueé  di fopra  a fegato.  D A ìt.  La  ' j— j 

lena  in  era  dei  Pobaone  fi  munta  Siuando  fui  fu . 

FtL  Lat.& Feie,  Felle  con  l dupheata  usò  Dante  in  definen- 
ga.  P E T.  Quejlofu  il Fel,qucftigb fiegni,cr  l'ire.D an. 

Tratterò  quella  cbcpiubadi  Felle  .uèdia  164;. 

V’c(ììca.ZiU.«è/iei>>rt  utficula  il  dimi.cioi  ueffighetta.Boc. 
nel  La.  TIoh  altrimenti  uole,cbe  fia  uiu  F'effica  gonfia- 
ta . Quando  fecondo  ta  opportumtà  naturale  uuole  feari- 
carc  la  yejfica.  Ari.  yùlt  un  monte  di  tumide  f'efiicbe . 


C Di  T E L L I. 

Apc]ii,Capcgli,Capei,Capè,Cbiome,Cnne, 
Zaggare,yetliirreccie,Cuicehe . Rabbuffa- 
to , Hirfuto , Mirto , Scamughato , Scapi- 


Leone  fi  d'altro  animate.  P £ t.  Con  U fhmtedi  rofi,&  co 
Crtn  dì oro . Uura  ; ch'ai  uerde  Lauro , & t aureo  Crine 
Soauemcttte  fòfjnrando  mone,  -dllbor  di  quella  bionda  icu 
fia  fudf;  Morte  conta  fuaman  un'aureo  Crine.B  o c.Bci 
li  Crim  di  CauaUa.TtftpbonepofhgiùgU  ffauétcuob  Cri- 
lu.  Legato  con  miei  Crinbionili,(i- leggieri. ¥ i.D  a n. 
Serpentelle,  ceraste  baucan  per  Crine , T.  Crinito  Leone . 
Lat.iubatut. 

Zizzcri.Lat.capiLmentiim,capiltitiumfij,capiriei.  B o c. 
Con  mia  Zastgenna  bionda fit  per  punto  finga  capcUo  tor 
to  banerui. 

V ciliJjttJn  ucce  di  capelli.  P e t. Pettinando  al  fuo  uccebio 
I buntbi  y clhàxapelU  canuti . & quando  dinota  la  lana 
dellepetoretondutafiedia  1 ip'i.i^yttoper  lo  coperto, 
uedi  a per  quello  die  porta  le  donne  a 154;- 


gluto.  Incanto . Fronte,  Ciuffclto,Peltine . TrccàcJat.comjeintexM,&compalht.fi>uocapdli  conor 


tarmmarc,  peli  mare,  comare . 

IJJO  K,»pci\LLal.capilli,quafi  capita pHut,&  crmet.ér  bl)flry» 
citi  capelli rieii,&  crefbi  et  chrjfocmi fono  i coatti  di  cò 
lare  Jìoro.PBz.Furi  biondi  Capelli  atlbor  uelati . T olia 
m'i  poi  di  que  bioné  CapelliJjifioJa  dolce  uifla.  Pie  d'or 
Capelli  in  bianca  treccia  atiorfi.Quella  i ba  neuc'i  uolto, 
' , Oro  i Capelli,  da  piubciCapeUi,CbefaceanCoroe'l  fbl 
parer  me»  b^it  prima  tangerat  unito, &Capdlt.  Le 


dine  rauotii.  P e t.  Onde  tolfe  amor  (orofiìr  di  qual  uena 
Per  far  due  treccie  bionde.  Per  rimembranga  de  leTreca 
debmdeXe  bianche  Trecdefopra'l  collo  fitolteJjt  Trec 
de  d'or  che  doucan  fard  fole  D'iituidia  molta  ir  pieno. 
Cb'una  Treccia  rinoUa,ep’  f altra  ffarfa . J or  capelli 

bionda  Treccia  attor fc . Ttn  man  a qui  iLucnerabil  cbiom 
ma  Sicuramente,  drnetcT ncck  fpart^Tu  fe  armata , 
^dUinTrtccu  tu  gonna,  hau, ma  dal  citi  fu  leute 
-D  Trccde 


Isiì 


Capelli  COR 

Treccie  pkmj  Maluagu.  B o c.  ffaMenJomi  prefa  per  le 
Treccie,^  tiramiom . Et  prejaU  per  le  T rtccie  la  fi  gitm 
tòapieiù, 

Ciocci.Lat.pilonmparticula,ciiieintuis . i una  certa  iptan 
tttà  di  capelUje  piU  mfieme  raccolti,  come  una  brancata . 

B o c.  La  donna  cautamente  guardò  la  Ciocca  della  bar- 
ba,tbe  trattagli  bauea,&  il  ì mede  fimo  la  mandò  al  fuo 
amante,  £i  biondi  capelli  con  ueTJpfe  Ciocche  jparti  fo- 


P O 


Occhi 


>74 


ti  legger  ne  la  fronte  il  moflro.  Come  dn  fmipiratamen- 
le  noie . C’ha  ferino  innatrti , cb'a parlar  cominci  "He  gli 
occhi,^  ne  la  Fronte  le  paroleS  colpito  perle  Fronti  era'l 
nahre  De  Choaorata gente.  B o c.  Con  t altre  donne pof- 
fa  andare  a Fronte  feoperu . Gli  bafciò  la  Fronte.  Sotto 
quell' ampia , & candida  Fronte , & feltra  alcuna  ruga . 

A M.  D A N.  iìuapdi  fimi  a me  grauar  la  Fronte , ^ 
lo^lendore. 

fra  le  candide  ffitlie  .Kìi,.4pprìfio  ella  mi  mandi  una  f loatiet».  lat.propugnaculum.^  oc.  Andarono  a con-  >774 
CioccheltadeUa  barba  di'Fiicojìrato.f'na  biada  Ciocebet  trallareacerte  Fiontiere. 
ta  de  capelli.  AH.  fc  a t.  le  mani  fi  cacciali^  capei  d'oro.  Fronteggiare, ualfiare  alle  Frontiere.  Lat.propugnare,refi 
e a Ciocca  Ciocca  Uraccia.un  quantità . fiere,  oppugnare.  Dan,  Da  fronteggiar  lirejciani , &• 

HaLbufrarc^iul  frap  g!iare,fcarmigliare,&  tenturbare.lat.  Bergamajchu.porre  al  cantra  fio , 

crmes  turbare.  B o c.  Lorerup  Cappa  me  inforno , pallia  .4ffromare,ej  raffrontare  ,ueJi  a 6oj. 
du,&  tutto  RabbuffatofFutta  Rabbuffata.Mefiifi  le  ma-  CiufFccto,^  (1  Z.uffo.  Lat.  front  capiÙata,fmciput  uel  fjndm 


ni  ne  capel!i,ct  Rabbuffategbart  firaciiatugli  tutti.  Dan. 
Uor  poifigtiuol  ueder  la  corta  buffa  De  beu,che  fin  com- 
mi fri  a la  fortuna, "Perche  Cbumana  gmte  fi  rabbuffa, 
•S  A N.  Col uifo  pallido ,&  magro,  con  li  rabbuffati  capeU 
h,tà'gli  occhi  lucidi  per  fiuerchio  piangere . 

Scarmigliare.  Lat  carminare.ual  rabbuffare,& mal  petti- 
nare. Doc.Sopragli  fuoi  capelli,cofi Scarmigliati  com'e- 
rano fie  fece  mettere  una  corona . 

Carminare.  Lat.  ual  malamente  pettinare . B o c.  Martel- 
linn  finga  pel  line  carminalo . 

Pettinc.Lat.peden.  Boc.il  mi  fero  Martellino  fengaTeu 
me  carminato , F"n  "Pettine  et auorio.  Biafimando  i Lnd- 
gnikolij  "Pettini , & gli  fior Jafii . 

Tettinare . Lat. peClcre ."Pbt.  "Patinando  al  fuo uecebio i 
bianibi  uelli.  B o c.  Coiai  grado  ha  chi  tigna  pettina.Cr 
pcxus,u.il pettinato  ornato . 

SctapigliiCO.Lat.foluta  comadncomptus,cioi  co  capelli  fiat 
ti.Bo  c.  Vru  bclUfiima  giouane  ignuda  Scapigliata,  v 
tutta  graffiata  dalle  frafebe.  Fiddero  nell’un  de  canti  deU 
la  cafa  La  donna  Scapigliata  Stracciata , tutta  liuida  nel 
nifi.  Dan.  Di  quella  lhg^a,&  Scapigliata  fronte . 

H'irtuco.LataialhorridOiCh-  ójfro  di pelo.S  a n.Cou  ebunut 
Hirfute,&  con  la  barba  fqualida.  Le  gambe,  & piedi  Hir 
futi  .Ari.  Hirfuti  cuoi . 

IncontùLatancempti.  ual  nonpettinati,  ^feitga  alcun  or 
dine.  A r i.Siatadongella,&babbiaiCnni  Inconti. 

Mirto, dr  Irto  uedt  di  fòpra.  Lat.  tir  birfutui.  Ari.»  cor* 
po  borrida,&  birto . 

Ituneìli  ti,  ual  creffi,lorti,rieci,P  ET.  Dal  laccio  d’or, 
"negletto  ad  arte  1 Hanellato,0-  Irto . 

Cz\uo.Lat.caluus,& Gr.^ialacrus,&  phalacnm  ,^préu 
caluui.  è t huomo  che  rum  ha  capelli  in  capo  fi  che  ue  n'ha 
pochifiebeauieneper  caliditàditeSia.  Dan.  non  ti  po- 
trebbe far  d un  Ci^l  Caino.  T et.  Caino  nome  proprio . 

Tconte.Lat.frons.  Tet.  Fronte  Humana,Serena,Smorta, 
TimorofaJ'ergognofi.  Da  far  arder  Gioue . Di  rofi . "Piu 
cbe'l  del  firena . HoneRate,  & uergogna  a la  Front' era . 
£lpalìor,ch'a  Golia  ruppe  la  Fronte.  E'I  cor  negb  occhi , 
(irne  la  Fronte  ho  feritto . .Amor , Talhor  armato  ne  la 


put.&-occiput  ,& occipitium  è La  parte  di  dietro  del  ca- 
pofib'iopposla  alla  fronte.  B O c.  Egli  mi  mofirò  il  Cuif 
fetta  del  Seraphinocb'apparue  a fauFrancefeo  .Da  n. 
Fefio  nel  uolto  dal  mimo  al  Ciuffetio . 

Ciglia.  Lat.  tiltum  hlepbarum.  & glabella  fi  fi  quella  uia, 
0 jpatio  eh' è tra  l'un  ciglio^  Poltro.  Tet.  Ciglia  Tran- 
quille. Stellanti.  Ciglio.  Lat.  genale  palpebre  le  gnau 

eie.  ,Altero,Bello,'Hiibilofi,T urbatofiien  Fu  fio,  men  Tur 
boto.  Ebano  i Cigli , &gb occhi  eran  due  {Ielle . Et  fo- 
pra’l  buon  Saul  cangiò  le  Ciglia,  -d  l’atto  de  la  Fromejàr 
de  le  Ciglia . Et  di  doppia  pittate  ornata  il  Ciglio . Et  Ug- 
geafi  a ciafeun  intorno  al  Ciglio  II  nome  al  mòdo  piu  di  gl» 
ria  amico . iiuel  cbe'l  monii  gouerua  pur  col  Ciglio.  Cbe 
pur  col  Ciglio  d del  gouerua , & folce . B o c.  nelf  a m. 
.Allaqual  fronte  fottilifiime  Ciglia  (Carco  non  molto  dif- 
giuttte  di  color  {ligio  folto  {lare  difceme . Due  fittile  Ci- 
glia con  debita  éfian^  àfgiunte  raccolte  infieme,  fitto  le 

2 unii  duo  occhi  cbianfsimi , ueé  all'Indice fibe  ui  fono  bel 
i difeorfi.  DAN.Ch'ipiu  corto  fiatio  a l'eterno, eh' unmo 
uerdiCigha.Oud'iLuailemamittuerlactmaDe  lenti* 
Ciglia  iCfctdihfoUccbio . 


OCCHI. 


Celli,  Occhiaiafi'ipere,  Raggi,  Rai,  Lume, 
Luce,Guardo,Sguardo,Fedutafi'ilia,.Acu- 
me.Riguardamento,  Rtguardatore,  Riguar- 
dante,Riguardcuolefiiiguardofi'ederefi'ir- 
tù  mfitua,Ftfi,Orbo,Cteco,LippoJjifio,Fofco 
Cuercio,-4bbarbaglutodSoniiofiieco,Oggetto,  & Obiet 
to,Sonno,Sogno,yifione,  Oracolo , Faatajma,  Dormire  , 
T^anna,  Fighiare,  Defiare,  Pianto,  Compianto,  Lutto , 
Corrottofi^leto,Lagnmefiiguicrtjofimg»tto,  Cenno . Fu 
moucr  £ occbui,Pupilla,Paipeftra,guardare,riguardare, 
uedere,mirare,affilàrefiijparere,lampeggiare,offulcare , 
{iraiunarefibbagtutrefibbarbagltarefibbacmare,caliga 
reficcennarefittuiare,piaiigere,compiangert,plorare.ge 
merefiflonuartfiifinn,irefiormire.  con  tutti  gii  altri  funi 
uerbi,&denuati. 


Fronte  uene.  Che  ne  la  Fronte  il  corfilegge.Se  ne  La  Frou  Occhi,elr  Occhio.  Lat.  oculi . &oculeus  ualpienodi  occhi . IJJS 
te  ogni  penfier  dipinto.  Gli  occhi, & la  Fronte  con  fimbian  P e t.  Occhi  -iccrfi„Alti,.Afciuttifielli,Bei,  Begliocchi, 

te  bumano  Bafciolte  fi,che  rallegrò  ciafeuna . Ch’ogni  oc-  Baffi, Beati,Bagnari,Cari,Cbiari,Ceruero,Dold,  De  fio  fi , 

culto  penfiero  Tir^jn  meo;^UFronte , oualtrfl  uede . Leggtadri,Ìagfimofii,Luceniifiiollifidortale,  Pungenti , 

Ou'i  la  Fronte fihe  con  ptcciol  cenno  Folgea'l  mio  loriy*  Rfifilugiailofi,Saldi,Soam,SereuifitanchiJ‘ifi’baii,Tri-  ' \ 
dendomififìfo,.APatlodeUFromtttìrdeleciglia  .Acbi  JH,Fa^i,  Fin  chef  ultimo  é chiuda  ^{l'OccbiM  col- 


• -1  Occhi»  0^0-  K:  P O Occhi 

fo  de  Moflt  Occhi . Occhi  miei  Occhi  ven  gii , ma  fonti.  mt.i.pitHgimenU,o  Rimolo. Urnu  acuto  fnche'l  uifo  ch'e^ 

l'Occhio  il  feafiermjitdaM  difuiaado.  Ocihi  piangete  oc  mgk  afjou, Chiuder  conuieuji  per  lo  forte  .A  cume.  Sol  di^ 
fompagnuc  il  core. /'n  killer  d’Ouhttk  Ut.  uno^u.  Se  renilo  nel  primiero  .Acume,  lo  credoper  CMume  cb'iu 
ucroM  Cor  iOcibtoriàce.Cb'toMlconofca  aduna  Mi.  tfoffcrfiDeiuiuoraggioCb'iofarei  fmarrUo. 

‘uolta  d'Octhto.  Oabi  fopA.'lmortal  cerjò  fereni , G li  o?  Argo  ebe  bauea  cento  Ocihi  fu  poflo  da  Giunone  in  culìodU  i j j 7 
chinileielfjfi.tniielfilm.Jnciel  chiari  ..Tieni  diirti..  aiIòtrafmutatainuacca^cimheGiouemnUridniefie 

•in  formabumana;llpenbe  Mercurio  mandato  da  Ciout 
Cuccife.it  Giunone  ornò  le  penne  de  fuoiTauonicongli 
otchiiC.Argo.&peròdiic'D  A u. Che fe'Hettuno a mi- 
rar gli  occhi  dCjirgo.  Ogni  uno  era  pennuto  difei  ah , Le 
.penne  piene  d'occbi,&  gh  occhi  d'.Argo  Sefufier  uiui,  fa 
rebber  cotali.  P et.  Il  buon  Me  Sicihan;  che'n  allo  intejè; 

Et  lunge  u:de,&fu  neramente  .Argo  .San.  Coccbiul» 

.A  rgo.  .Argo  città  ingrecia.  uedi  a 904. 


Ita  .MoUCdi  dolore . Bagnati  dt  dtiiore-.  ^ aghi  di  piange- 
re. In  trillo  humor  uà  Gli  occhi  confumando.  Cb'amor  eU 
fiel  houora.  Ter  fuggir  intenti.  Che  fi  alto  miraton  Gli  oc 
chi  miei.  Et  CUocibi  in  terra  Jagrimaiido  abbafio.  J3jmn 
do  in  noi  admien  che  Gli  occhi  giri.  Conuien  che'l  duol  per 
CU  occhi  fi  dijlille.  Eli  cor  lu  Oh  occhi  ,& ne  la  fronte  ho 
fcritto.Tianfeper  cU  occhi  fuor,  fi  com'ifcritto.  Si  dolce 
lume  ufeia  de  CU  occhi  fuoi.  7{el  dolce  sfauillar  de  Gii  oc. 


chi  fuoi.  .Afciugindofi  Gli  occhi  col  bel  utlo.  B o c.Ouhi  Raggi,c)'  Maggio  fer  gli  occhi.Ut.radcui,dij.  P s r.Magg» 


yagbcdSantilìanttam altrimenti  che matutinaSteìla,un 
poco  Bafii,Belti,GinJlL,Chiarifimii,nonSuperbi,maCra- 
m,&  Lunghic&  é color  bruno fUmtti^oaui,  Benigni  , 
pieni  di  rifa.  Tieni  àfocofi  raggi.  Sfamllami.  Lucenti. 
Occhio MonaU.GlìocchigUpureuano  della  tefia^ufiiti. 
Lat. acuii  enafiitìf.  D'alto  formo  Granati.  Mafcintti,Simih 


..Alcero,.Atttorojò,Bet,Diuo,FugghiHo, Fiero,  SfaniUace  > 
ycnofMaggi  Caldc,yagbi,  Maggcoctamar,  Di  pictate,  Di 
fica  fiella.  E’I  bel  guardo  fcreno  Oue  i Maggi  d'amorfi  cal- 
di fimo.  .Aer  febee  col  bel  umo  Maggio  Mimanti . Ben  (ito 
non  erro)  é pietate  un  Maggio  Scorgo  fra'l  nubilofo  alte- 
ro ciglio.  &pert  MaggidelJòteyióiS. 


a due  maiutine  RcUe.  Pi.  Due  non  Occhi, ma  diurne  Luci  Rai  per  gli  occhi.  Ut.  radij.  P e t.  .Amorofi, .Ardenti,  Cele 


pili  toRo.  A u.  uedUaif  Indice fiàdoue  troueraibeUifinm 
difcorfii.  DAN.Tofeiacbe  Gh  occhi  mieififur  offerti  .Al- 
ia rma  donna  riuerenti,  & efia  Fatti  gli  banca  di  fi  con- 
temi,&  certi.MiUedcfiripiucbt fiamma  caldi  Strinfimi 
gli  Occhia  gh  Occhi  riiuccuti.Gtd  erangli  Occhi  mieiri- 
fifi  al  koUo  De  la  mia  dona,  & f animo  con  efii.  Ma  quella 
folgorò  ne  lo  mio  fguardo  .Si;  che  da  prima  il  uifo  nonfitf- 


ftt,DoUiJ)e  begli  occhi.  L'aere  opprefio  da  ti  dolci  hai.ln 
thè  mouendo  de  begU  occhi  i Mai.  iduando  a gh  ardenti  Mai 
neue  diucngo.  Fuggir  uorrci  : ma  gh  amorufì  Mai,Che  di, 
& notte  ne  la  mente  fìanno  Mifflenlon  fi.Siihiar  ha'l  uol 
to  di  celefli  Mai, Che  nofira  uifla  in  lui  non  pòfermarfe.E  1 
Miò  ueggio  apparir  del  nino  fole . eir  per  quelli  del  fole, 
uedi  a 6 19. 


ferfii  Et  CIÒ  mi  fece  al  dimandar  piu  lardo . Et  quanto  LucuJattJux.&Luci.Lat.lumina.perglioccbhperlauifla,  ij}i 


l'Occhio  mio  polca  trar  et  ale.  Et  lo  fflcndor  a gh  Ocihi 
fuoi  ridenti. 

Ijj6  Occhiìii,etOccbiaie.Lat.co7:f^ialiumài,jpecula,ocularia. 
gir  meia.per  gh  occhi  .Eoe.  In  fu  le  caldana  ftandofi , 
dr con l’Ocibiaia huuta , tofiire .D  AN.Tareut Oc- 
chiaie anella  finxA gemme,  (intendendo de ihtoghijdoue 
fiannogh occhi.)  Giunone pofli  a rifflendenti  carri  gh 
Ocibmiì  uccellu  pauohi  c’vanno  ie'penne  fatte  a gaffa 
d'occhi.  T H.  Lat.  oculati . 

^Adocchiare.  Ut,  alterne  ajpicere.  ì guardar  minutamente. 


& anche  per  la  belle7;ga  di  madonna  Uara.  P e r..Abna 
Luce,.Aha,AlterarAtlefa,Defiata,Spartita,Sparta,Ti 
ta,yaga,.AmbeLuci,.Afàutte,Beate,Diuine,Dmifi,Lie- 
te,'Prime,Sante,Spefie,Tranquille,T  rifie.  Sole,  yaghe  di 
piàger.  Ch'io  no  fòn  forte  ad  ajpettar  la  Luce  Di  qiicjta  dò 
na.Menda  aqueR'ocihi  le  fueLuàpnme.'He  gliocihi 
imei,cbe  Luce  altra  non  hanno.  Cofiparbor  mcn  )>cUaL  a 
utSamia.cui  maggior  Luce  preme  . Malhorac'lpumo  , 
eh’ io  le  Luciaper fi  ìlei  bel  nero , & nel  bianco,  (fi- perla 
Luce  del  fole, uedi  a 6 18. 


D A s.  Terrò  ch'ai  uoRromodonon  adocchia.  Qual  è co-  Lumc,&  Lumi,inuece  de gUocchLUtJumina.OuidioDe- 


Uci  ch’adocchia , & i argomenta  Di  ueder  declinar  il  fole 
un  poco . 0 dolce  fignor  mio  diff  io  adocchia  Colui . Cefi 
adocchiato  da  colai  famiglia  Fuiconofeiuto  da  un, Terrò 
t'adocchio  piu  che  ghahri  tutti.  Et  ten’dee  ricordar  Se 
ben  t’adocchio , 

Vilìerc  w ucce  jt occhiali  pofi  Dan.  Come  yffiere  di  cri- 
Ràilo.efi  yifieradeltelmo  ,ueé  a 1417. 

Pupilla.  Lat.  (fipupula , ì quella  parte  deit occhio  per  cui  fi 
icede.  Dan.  Come  letitia  per  TuptUa  uiua . 

Palpebre . Lat.  palpebra  .San.  Senga  mouerfipunto , ne 
battere  Tatpevra  mai  .A  rei.  E con  piu  uena  fuor  de  le 
TatpebreJje  lagrime  innondar  per  te  mafieUe,LofiiggpHe 
ambe  le  Talpeore  coffe, 

Acame.Ut.(fiMÌei.èiutta  la  forga  della  uirtù  uifiua;  di* 
cefi  ambo  l’acume  dell ingegnaaioè quella  forga,&  mr 
lù,cbe  fi  mette  ad  muefltgare  alcuna  cofaJM  o c.Cbe  non 


mquequicquid  agis  Lumina  nofira  iuuat . Rancho  per  te 
belleg^  di  Laura  pofe  il  P e t.  Ut.  lumen. i.fpleudor.  Ut 
me  udirnò,.Aitcro,.Ardentefiel,Celefle,Doice,  Dijpie- 
talo, Leggiadro, Soaue,  Souerchio,Spcnto, Vago ,yiuo, 
T toppo  Aumi  Belli,Bei,  Chùtri,Dolci,Honefii,Santi,  ,Ac- 
cenfi,Del  ciet,Degh  oechL  Come fpanfee , & fugge  Ogni 
altro  Lume  doue't  uofìrofplende.  Et  iride  lampeggiar  que 
duabeiLurm  C'han  fatto  mille  uoUe  inuidia  al  ) ole.  M'a- 
f condoli  que  duo  Lumi,  Che  qua  fi  un  bel  fireno  a meggp'l 
die  FerU  tenebre  mie.E’l  uolger  de  duo  Lumi  honefh,  & 
heUU'iuefautUe  ufcian  di  duo  bei  Lumi.  Que  duo  bei  lu- 
mi affai  piu  che’l fòl  i biari.F^l  Lume  de.begU occhi  che  mi 
Rrugge.  E'I  uago  lume  ohra  mffura  ardcua  Di  que  begh 
ecchi.L'humana  ufla  il  troppo  lurue  auangaCbe’l  lume 
di  beliate Ipento  hauea.l'edtdo  arder  i lumi,  oniio  m’at 


cendo.  (fi  per  lo  proprio  lume,ucdJ  a 610. 
potendo  con  C.Acume  dell’occhio  mortale  nel  feeretodcL-  G nardo, cSr  Sguardo.Lat.affe(IuiAiffr- vfio,  tntuitus  ,&  i}}9 
ladiuaurneiuetrapjfiartinaUutniodo.I)  AH.  Di  lor  oiJjieRio.  P et.  Guardo  Simorofò,lfl^,  Gentile,lJeto , 

tamniu'icufir  un  difio  Maiuoofcntiio  di  asam  -Aiti  Udieflo,òlorLtlfScr(nc)dSoaueMa  fuìitnfianapa,ib'uM 

■ ■ r ■ .r  ■ bel 


Occhi  CORPO  Occhi  ijij 

hel  Cutrio  ^ccefi . Et  fua  forella  par  thè  fi  rmout  Uri  ^»fc.  idefl  knitrt,  o amfidrrarc . A m.  Fiori»  ttmibattni 

l>rlGkardotP^poUaamjaoainano.Di<}iuUo/)iutr’lbrl  ito,tà'JiaHdojimprea  ÈlguarJo.ìdeJl  Jlandoft  inguar- 
Cmrdo  non  fi  cjlende . Fa  ch’io  rineggia  il  bel  Guardo , dia . lat.  caute . 

(b'un  fole  Fu  (opra’t  ghiaccio.  Rifondere  per  riguardare,  lat.  ajpicere. B oc.  'Helliujiial 

Cuardjre.Lat.mirari,imucri,tir^eculari.V  et.E'I fol  ahba  camera  ninna  fene/lra^he  lume  rendefie  rtjpondeuaj^iu 

glia,  chi  bea  fifo  il  guarda . Che  fa  di  marmo  ihi  da  prefia  fencflra,  laifuale  {òpra  il  maggiore  canale  rijpoadeua . 

U guarda.  Et  ijuella  che  guardando  il  cor  mi  llrugge.  Che  Sguardo,^;/  tnedejimo  che  Guardo.^-  fi  dice,  quando  la  no 
farei  dunque  gli  ocibi  juoi  guardando  i Hor  quinci  ,hor  ce  dinamj  termina  in  uocale,  & quando  termina  in  conji 


quindi  mi  uolgra  guardando . Il  jìgliuol  é Intona  hauea 
gli  none  y olte  guardato  dal  balion  fourano:  Che  fai!  che 
penji  f ibe  pur  dietro  guardi.  Bo  c.  ueéPindue.  Dan. 
£t  quanto  l'occbioim  poteatrar  d’ale  Hor  dal  finiJlro,& 
hor  dal  dejlro  fianco  Quefia  tormee  mi  parca  cotale. ijquà 
to  portar  la  uifia . P e t.  Toi  Hendendo  la  uifia  quanti» 
badìa  Rmirando  oue  f occhio  altra  non  uarca  l'idi . 

Guatare , ual  guardare . Lat.  ajpicere . B o c.  .Auedutoft 
del  Guatare  di  cofini . 

Guatare.  Lat.a^icere.  B o c.figliitol  mio  abbuffa  gli  occhi 


nante  fi  dice  Guardo  i come  dolce  Sguardo  : bel  Guardo . 
ma  quando  fono  nerbi  non  ni  fifadifferemtfi  alcuna.  Pet. 
Sguardo  Dolce,Caro,Duiino,Fido,ioaue,.Amorofo,l'ago 
Honefto.  Stl  dolce  Sguardo  di  coìta  m'ancidc.cT  eofi  fifa 
Tenne  Ufuo  dolce  Sguardo  .Tanta  mrtule  ha  fola  un  uo~ 
Jlro  Sguardo  l'innalo  bar  uno,  es  l’or  un’altro  Sguardo, 
hoc.  Io  mentre  tu  uiueìii  mat  un foto  Sguardo  da  te  ha* 
nere  non  potei.  Dan.  Ilpeccatorcb’iniefe,  nons’infinjè 
Ma  dn^;gò  uerfo  me  fammu  e’I  noli»  Et  di  triSìa  uergo- 
gna  fiépiiife . 

a terra,non“legiutare,cb’etlejonomalacofa.  Tequcflo  Sguardare.tat.affiicere.  P sr.dluefli  preghi  mortali  amo- 
Imne  buon  huoino,&  guata  fe'l  doglm  i netto  a tuo  modo . re  fguarda.Che’l  penfier  mio  figura  ouuiiquefguardoJe'l 

Cuaiami  bene  ..Ando  il  lauoratore  guatando  per  tutto  j.  fot  leuarfi  [guario,Sento’l  Lume  apparir, 

cercando. "Pietro piu uoUe guatatala.  Et  moltoif intorno  \Hìi.Lat.uilui,èlauirtùmfiua.  P e t. .Altera  yiìla,Di- 
guatatafiaie  ueggendo.  .Arriguccio  ueggendola  la  guata-  fiofa,Humana,Lieta,Mortal,Toca,Tronta, Debile,  Tri- 

ma.  CbeuoSìrayifla  in  Im  non  pò  fermarfi.  Molto  con- 
mine accorta  Efier , qual  l'ifta  mai  uer  lei  fi  giri . Mala 
yijla  prtuata  del  fico  obietto,  m’ufci  di  yifla.  Co  fi  par  hor 
men  bella  La  yifla  mia, cui  maggior  lume  preme,  ogni  al- 
traFifiaofeura  Da  indi  in  quami  cominciò  apparire. Toi 
Hendendo  la  Fifla  quant’to  bajlo  .Solala  FiHa  mia  del 
cor  non  tace.  meta.  Gmngea  la  Fifla  con  t antiche  carte . 
& luftuiofiii,  & lufciofus,  chi  ha  corta  utfia . & myopet . 
Gr.&  nyQalopes,  chi  non  uede  di  notte . & quando  y ijla 
dinota  l affetto,  uedi  a 1419. 


ua,come  Imemoraio.  .A  cui  Calandrino  dtffe,ibc guati  lui 
D A N.  /t  uolge  a [acqui  perigltofa,& guata . 

Guatatura.l.ar.  mjio,  infiiiflio.  B o c.TiemaiJalei  una 
fola  Guitatura  haueua  hauiita . 

I J40  Riguardare.  Latuwiinaduertere,ual  confiderare,&  per  ba- 
uere  compafjione,&  mijiriiordia.Lat.projjncereAy  refpc. 
iere,imfereripmrari,  contcmplari.  B o c.  Cominciò  a ri- 
guardare fe  dintorno  alcuno  ricetto  fi  uedefieJ.  rejpicere. 
Cominciò  a riguardare  alle  maniere  de  papi,  & cardinali 
J.confidcrare.  Ognihora  cheiouengo  bene  riguardando  a 


linojìn  modidiquefia  mattma.i.ponendomente.  Etri-  \edutì.Lat.uifùsdnteltigentiaptotitia.TET.Toiuolòfnor 
guardando  tutta  la  lodò  jòmmamente.Et  appreso  riguar*  dela  Feduta  nua.i.detla  mia  intelligentia.R  oc.  Fece 

dalle  il  petto.  Cominciò  fifo  a riguardarlo  i a mirarlo.Co*  Fedutaal  padrecbeal  fepolcro  uideua  andareJ.gli  fece 
mandò  ad  uno  de  pioi  famigli  che  riguarda[iefe  partito  fi  intendere.  Si  come  molte  di  noi  pofSono  per  F eduta  fape- 

fojie  quello  Trimafio.i.uedefie/>  ponefie  mente.tfan  mi  n re;o  pofìono  hauerc  uduo.Et  cui  p F eduta  non  conofceua. 

guardate  perche  mf ermo  fiaj.non  habbiate  rtffetto,com-  Veditore.  Lat.  uiiiens,  in^eOor . B o c.  0 Om  F editore  de 
pajfiane,o  mifericordiaancbora  che  to  fia  mf  ermo.  noflri  cuori.  T t.  Figgente  meffer  Ricciardo.  F eggentii 

’Ri^uardiTCKtito  Lat.confideratio,in^e[lio,reffe(lut,ra-  manti.  La. 

tio.BOc.  Era  il  Riguardamento  é molto  maggiore  mi-  Vedere.  Lat.  injfeHio,  uifusjntuitus.  Pet.  Se  mortai  uelo 
feria  pieno.  Sen^  entrare  inoltro  Riguardamento  ne  la  ilmio  Feder  appanna.Et  uedi'l  Ftdernofiroquani’icor- 

portarono  a cafa . to.Egli  bebbe  occhi  al  Feder ud  uolar  piume.  Poi  che  uo- 

Riguardacorc.lat.infiieHor.  B o c.  Iddio  giufto  Riguarda  Hro  Feder  in  me  rifflende . 

tare  de  gli  altrui  menti . Federe.  Ut.  uidere.  P E T.  S’a  ueder  noi  tardami  uolfi . Si-  igqj 

Riguardailtc.Ì4unjJii«OK.  B o c.  Fna  cofia  foprail  ma*  ^r  mio  caro  ogni  ragion  mi  tura  Diuotoa  ueder  uoUm- 


re  Riguardante . Ma  botteghe  difiiecialt  appaiano  pm  to- 
Hoa  Riguardanti. 

IJ41  Riguirdeuoìc.Lat.JpeQabilisJionorahilis,  circumjpeHut. 
uale  honoreuole . Boc.Fn caualiere per  uiriù  ,& per 
nobiltà  Riguardeuole  afiat.Ej}endo  iimamorato  m alto,& 
Riguardinole  luogo.  Riguardcuoll  donne.Con  camere  lia- 
feuna  uerfo  di  fi  belliffima,  efi-  di  bete  épinture  Riguarde- 
uoli  I.  degne  dt  riguardare . 

PjgiMTdo.Lat.re^3us,ralio.uale  riffetto,confideratioiie. 
B o c.  Hauendoforft  Riguardo  aigrauepefiì  della  fua  di- 
gnità . Hauendo  ~^\ardo  alla  pia  condiiione . Ilauendo 
. Riguardo  a uo'ìri^lluìHi . Et  per  quella  parte  quanto 
* piu  puote  (on  fkiiù  Riguardo  pm  fiate  [arduo  occhio  fò- 


fitarui.  Fedalcotei.  LOe’n  tuttoiorbo  chi  non  uede’ l fole, 
che  non  fi  uedea  in  rama  mouer  foglia. Che  mifea  non  ue- 
der; quel  ih'i  uedea.  Et  ibi  noi  crede  uenga  egli  a uederla. 
Etuedrajfiin  quel  pocoparaggto .Miodefiinoauedfrla 
mi  conduce . De  b uemte  a uedérlo . Et  non  ci  uedeff  altro, 
cheleftelle . Strini  quel  thè  uedefìi  in  lettre  (foro . Come 
non  uedeflu  negUoctin  fuoi  Sìuel  che  ueShora . Canyon  ; 
sai  dolce  loto  Ladonna  uoHra  uedi . Fedtlo  andar  pien 
d'tra,&  di  difdigno.  Tu  utdrai  Italia . Sopra' l monte  Tar 
peo  Canyon uedraiFncaualier.  Mira'l  gran  fafSo,doue 
Sorga  nafte  Et  Fedraui  un.E’l  bel  uifo  ucdret  cangiar  fo- 
uente. Fedrem ghiacciar ilfocoArder la  neue.luil  ue- 
drmo  ambpfjicdreHijncdriaH,  ucdrò,  F edule,  F tinti , 


ilio 

.m. 


•ir  ■ 


Occhi 


CORPO 


Occhi 


184 


tare  kit  la  ki/la degli  occhi . P e t.  Morte  ha  jpento  qael 
fol,chcitbbagltarjkohm.ÉllòlabbagUa  tbibi  fifinlgkor 
da.gh  occhi  i Ma  da  prejfo  gli  abbaglia,  ^morm’ abba- 
glia. Cliaiuorofi  rai  M‘abbaglianpm.t{e  primi  anni  ab- 
bagliaiOt&fonanchora.hoc.Silafciò  tofto abbagliare 
gU  occhi  deh' intelletto.  Lat.prallringereaciem  mentii . 

Teriiocbe  non  (émpre  è la  fortuna  ad  un  modo  diffolia^ 
fono  almondo  ugualmente  tutti  glthkomim  MboagUati,  ' 

Dan.  perche  c' abbagli  Ver  ueder  cofa , che  qui  non  ha 
luogo  i Si  che  t'abbagUa  it  lume  del  mio  detto.  Di  fuor  Appiricionc.lat.Boc.,/im^  quafi  tutti  infidi  ter^g 
dorate  fon  ,fi  ch'egli  abbaglia , Et  t^bbagUato  fuo  fen-  giorno  dalla  .Appormene  de  fopra  detti  fegni. 

no  proferii , lippitRone in  uece di  Mppantione.  D a n.Tofarfi  quelle 

abbarbagliare, l il  mede  fimo  che  abbagliare , & abbacina-  belle  creature  da  loro  -ipparfion  [ occhio  compreji . 

re,troffufcare.  P e ■t.TocoeraadapprejSarfiagli  occhi  Sparire,ualnafcondere,&comefmarrire.  Lat.  euanefiere. 
mUiLalucejche  dalunge gU abbarbaglia.Boc.Et  quafi  V hr.EUcaldofaffiarirleneutA'lghuccto.Sicome'lfol 


ge  al  uoflro  .Apparire  angpfcia^  noia . da  lunge  il  por- 
to m'apparifie . neljoggiontiuo.  Et  chi  a mar  prima  um- 
citere  apparfi.i.  fi  moftrò  .poitrauia  m'apparue . B o c. 
ueditjndice.D  a n.  Hor ttpuoteapparer quandi nafeo- 
fla  La  uerità.  Da  man  finiflra  m’aMarì  una  gente . Cefi 
da  i lumi;che  lì  m’appanmo.  l'idi  la  dona;chepria  m’ap 
parie . Che  quelli  jpirti  che  non  t'appa  riro , Verche  fe  cofa 
n’apparifce  nona,  appariua,appariuan,apparo  ,apparfe, 
apparueAPparuer,apparuero,appaia.tutti  ufati  da  Dòte. 


cieco  per  lo  udito  luonodi  paura  fi  trofie  a dietro  ,&  Mbm 
barbagbato.  A M.  Ar  1.  Fonfa  i ch'il  mira  abbarba- 
gliato refìi. 

AbbarbagIio.Lif  obumbratio,& hallucinalio.D  ah. che 
paura  T olto  m'hauea  del  fuhito  abbarbaglio 


fafubito  fbarire  Ogni  altra  Flella.  E’ l chiaro  lume^he  jpa 
rir  fai  Jole.  Come  jparifce,&  fugge  Ogni  altro  lume. Cefi 
tolta  mia  luce  a me  SparitaX'attofoauee'l  parlar  faggio 
Sono fpariti . Ch' a cjuei preghi  ilmio  lume  era  Spanto. 
Quanef  10  caddi  nell  acqua,  & ella  jjiarue . 


.Abbacinare, iilmcdefimocheJ)baglure,ofufcare,hn.  i,  Di^arere.  Lat.euanefcere  .V  iT.en  un  punto  dijparue. 


Con  gli  occhi  abbacinati , & fenga  mente . 

Caligare.  Lat.  per  fare  caligine,&  fumo,&  meta,  per  offu- 
feare  .Dan.  Et  la  bella  T rinacria , che  caliga  T ra  Ta- 
cbmo,&  Telerò  foprdlgolfo . 

Offufeare.  jfttuiareperoffufcare.uedta  817. 

U48  Oggetto,^  ObiettoXatjohteSuy,  naie  qualunque  cofa.che 
fipuoopporre  aghocchi  no firi , feconda iThilofbphi ,& 
perciò  per  oppofuione , & contradutione  fi  troua  pofio . 
P E T.  Ma  puoffi  a uoi  celar  la  uoflra  luce  Ter  men  Ogget 
to , 7{e  lo  sfrenato  Obietto  men  perdendo . Tqg  queSfocm 
chi  hann  altre  Obtette.Malamìiapriuata  del  fuo  ObieU 
to,  l'idi  un’altra,cb'amor  Obietto  fcelTe.  Si  frale  Obietto , 
afipofjentefòco.  Boc.  Qgal  altro  adunque piaceuol  Og- 
getto Vorrei  ueder  giamai schemi mettefre m cor nou* 
uaghcct^. 

Mouer  d’occhio . Lat.  idus  ocnli , P e r.l'ofirauagbe^ 
gaacqueta  yn  Mouer it occhio, un  ragionaratn  canto , 

Cenno.  Lat.  mHut.  dal uerbo  nido  frequentatiuo  di  muco. 


7{e  giamai  neue  fótte  ai  fol  diJparue.Toflo  difparue. Bo  c. 

Li  éfii  m fogno,ér  difrarue.  D a n.Cìò  chepareua  prima 
éfpanoj  euanuit , 

Lagrime, 2^  Lacrime.  Lat.  lachrymadl  diminutiuo  lachry-  17^0 
mula.  P E T.  .Amare Selle, ContefeMonefie, Molte,  Jiot 
tume,'HoueSareSparte,Same,Trif}e,  Tante,  Dolorofr, 
Eteme,VieJ)emortab.'lig  Lagrimaperò  difcefeanchora 
Da  be  uofiriocchi.  Lagrima  anchor  non  mi  bagnaua'l pet- 
to. gli  occhi  iCbeé  lagrime  fon  fatti  ufcio,&  uarco.  Via 
uommi  amare  Lagrime  ddl  utfo.Ver  lagrime  ch'io  frargp 
a nulle  a milie.lo  mipafcoé  Lagrime. Che  fon  fonte  di  Lt 
gnme.&foggetto.Fiammai  fo^r,  le  Lagrime  cnfrdio . 

Li  cor  di  Lagrime  nudrifeo . Ch'i  nidi  gU  occhi  tuoi  talbor 
fi  pregni  Di  Lagrime . Qudehe  lagnmetta.  Boc.  Il  lun 
gamente  afflitto  petto  amauagli  ufati  Lagrimare . in  uc- 
ce é Lagrime . P i.  uedi  (indice . P e t.  A'ò  con  gli  occhi 
bagnando  therha  e'I  petto  Rompendo  con  Jifrir  [aere 
da  prefio. 


che  i quando  ad  altri  fi  fa  ccnno,&  nutusiilcennochefi  ljigcìinoro,&LacrimoJb,ualpienodilagrime.  Lat.  la- 
fa  col  capo  con  gli  occhi  ,&conle  mamfigmficantedià,  cbrymofus.  P s t.  Lagrimofo  DÌStrido,  Lagrimofa  Eoe. 

onde  li  P E T.  Con  parole , & con  Cenm  fui  legato . Ou'i  àafiente[Pioggia,Sliua,Lagrtmofe  Riue,  Donne,  Lagri- 

la  froiae;  che  con  picciol  Cenno  Folgea'l  mio  corei  Boc.  mofi  OcebiiLamenti  Boc.Cofi  Lagrimofa  com'era  pie- 
tà Rema  alla  Lauretta  con  un  fol  Cenno  moftrò  il  fuo  di-  na  d'angpfcia, 

fio.  Che  quando  un  certo  Cenno  f ace fie.  Con  fuoiCeimili  Lammcuole.  lat.  flebilis.  Boc,  La  peftifera  mortalità 
fece  intendere . dannofa,  & Lagrimeuole  molto . alcuni  tedi  non  u'hanno 

.Accennare  per  far  cenno.  Lat.  nido,  & nidor.  Vi  T.Doue  le  due  ultime  parole, cioi  lagrimeuole  molto.  Co  agrime- 

armato  jier  Mane  non  accenna.i.moftra  é ferire . Che  uoteftilefeguirò. F t.D  a n.  Qui pofejine  al Lagrimabil 
piagaua'l  mio  cor  anchor  [accenna  .Chela  memoria  an-  fuono.  in  uece  di  lagrimeuole  fi  lacrimeuole . 

ebor  il  cor  accenna . D a n.  /o  ueggio  ben  l'amor , che  tu  Liffimaic.LatJachrymare,  Vn.Etdel  lontinuo  Lagri- 
m' accenno  .UccetmoUe  cheuemjìe  a proda.  .Abnuerei  mar  fon  ftanco.Tioggia  di  Lagrmiar,  nebbia  éfdegni. 

accennare  di  nò  col  capo . Lagrimare.  Lat.  laohrymare,&  lacbrymari,  uel  lacbrymas 

- ■ - i j, (j-gh amanti.  Che { 


.Ammiccarcfial  cennare  frefio  con  cenmjìa  tmeo.  Lat.  cb'i 
giuocare  alla  mora.  Dan,  come  l'buom , cb’ammieca.i, 
accenna. 

IJ49  •'ipparerr,t!r  .Apparire,  Lat.  apparerejiideri,  tomparere, 
adefiefilucere fiminere,  in  lucem  & in  confpedum  fede- 
re.V ir. DamS  mi  cominciò  apparere.Senro'l  lu 


effundere  .V  i 


le  per  ufàitga  a lagri- 


margli  appella.Et  uidi  lagrimar  quei  duo  bei  lumi,C  t>an 
fatto  mille  uolte  inuidia  al  fole  .Si  (che  begli  occhi  lagri- 
mauan pane.Etgli  occhi  in  terra  ìagrimando  abbaftoje'n 
tanto  ìagrimando  ifrgp  Di  dolorofa  nebbia  il  cor  cidenfò . 
Boc,  uedi  [Indice. 

me  apparir.  I rai  ùiggio  apparir,  un  color  morto  appare.  Vio^a.Lat.^uuiafineta.  per  le  lagrime  .V  E T.4  begli  oc- 
in  men  i un  palmo  appare,  ueggio  gli  occhi  appatire,  Fug  chi.  Che  fa  nafeer  de  miei  continua  Tioggfa , "Pioggia  di 


Occhi  COR 

Ldgrimir,tKbbu  di  fdrgm.  M a lagrimtfi  T^oggi»,tt  fieri 


V o 


Occhi 


do,  benché  poi  ftguifie  Fleto. 

uemi&  perla  piana,  kèdi  a io  i8.  Tlorare,  lat.  Halpiangere.  P e t.  Che  del  nil  Tolomeo  fila.. 

Pinato.  i-K.  lM(lus,Peim,plMH[hu,  plortìui.gemitns,  em~  pu,& plora.  Rifpofìm guifa  d'bnom  che  parkj& plora. 

Unii.  & Indnofus.c^  lugabrii^al  abbondante,o  pieno  di  Mi  pnngon p/ht‘nfin  quà  il  ferito,  & ploro  .Dan.  Gn- 

piaiito.P  ir.Tiai.  IO  ./imaro, Denoto, DoUr, 'Sempiterno,  gbelmo  fu  ; che  fietla  terra  plora. 

F'ltimo,.Angofciofe ,D'Ena.L'o«Je del  Tianto.  Ch'ai  men  Cernere . Lat.  ual dolerfi  conia  noce. Tìt.  S’annidanp,  che 
l'nllimoTiaiUoftJ denoto  .iboredtlTiantoChe  Vepre-  fempreilmgltorgeme.Contra'lbuonfire,S'amòEpic» 
IMO  del  rijo  Jpagha  U Tianio  la  Tianto  è uoitaogni  dolceg^  ro  j onde  fua  fama  geme . 

E(  Ì4  ce  t ber  a mia  rinolta  in  Tianto.  Cofi  l'I  mio  cantar  frlulare  .Lat.&  fiere,  ila  noce  della  rlnla  uccello . ueS 

conucrfoiaTianio . hor  nino  pur  di  Tianto . Torto  de  le  aioij.  S A n.Ond'hoggi  aduien  che  eiafiun  pianga, 
inifcne,& fin  del  Tianto. Tianlo  fu' l miodi  tanta  fimfa  &uluie. 

berede.  Tiami  Lungtà.Trifii.  Odi  i Tianti,e  i Jòfpiriyoé  le  Singulto.  Lat.fmgnltus.  i quello  fmeopare  che  uien  dopo  il 
arida  De  li  mileri  amanti.  B o c. Tianto  Trt/io,.4maro,  lungo  piangere.  Ari.  E con  noce  wurrottada  Singulto, 

Molto,DoiorojoJriifirabile,Maggiore  del  mondo . f'into  Oh  dijse . 

dal  Lungo  Tianto,  Crandijfimo,  Futuro , Tiami  Tietofi , Signiozzo,  éi/  medefmo  A’i  Singulto.  A r i.  £t  dopo  al- 
Dolorofi . ConTianti ,& con  fofpiri  rtjpoJi.Tiangente,  cunSigniogp^ilparlar fchlto Imominciòcon fiocofjnono. 


Cf  bajj'o.Toi  che  piu  d'un  Signiogjpl  ha  inttrrotta,lmerm 
rotta  da  feruidi  Signiogji.  Ejpèggò  con  S ig'iiogj^,  e con 
pi^iri  Interrompea  [angelica  fauetla. 


Tiangenti  noci.  La  Tiangeuole  Driope  .Ah. 

Compianto.«4/i/  piamo  che  fi  fa  infume  .ucdiaj  9. 

Compiangere  Lat.collachtymare,complorare,per  bauer  cS- 
^toncdeU’aleruimale  ,quafi  che  con  lui  fi  pianga,  uedi 
aldettoluogo.  S 0'1'(,T^0. 

Piangorc.Lit fietuiJnSui.P  e t,  „imaro,Trofbndo.Del 

mio  ben  piangai&  del  mia  Tianger  rida;Fiume,chefpefio  ^onno,Sogno,Dormire,Fifione,Famafma,Oracolo.  affon- 
del  mio  Tianger  crefet.  Et  io  fon  diquei^be'lTiangergfo  nare^rmnre,aildormaare,npofare,alloppiare,ntgghia- 

ua.llTiàger  m’ìgiuoco.llTiangeridtgli.AugelU.lni  fra  re,fuegtiare,ifuegliare,  rifiuegliare  ,nfiuotere  ,dettare , 
Vherbcgià  del  Tianger  fioco . ibadigliare . 

li  5 1 Tiaager,&  Tiagnere.Lat  plorare  fiere  Jugere.V  E T.gboc,  Sonno.  Lat.fomnut.  P e t.  dr  B o c.  Sonno  .Allo , Breue, 
chi  di  frmpre  pianger  uaghi . Fanno  le  luci  mu  di  pianger  Fiero,Tigro,Tnino  Sonno.  Lat.  concubiumfi,  & coniia- 

uaghe.Tiangetcdonne,&  con  noi  pianga  amore.Tiangan 
lerimeanchorpianganiuerfi  .Tnttelenotti  filamema, 
piagne.  Tiangea  madonna.  £t  par  ibe  dica  fior  ti  con- 
fima,  & piagni . La  guancia  che  fu  già  piangendo  fiama . 

Occhi  piangete  accompagnate  il  core.  Tiangae  donne, & 
conuot  pianga  .Amore . Et  rila  ; a che  pur  piangi  i One 
piangiamo  il  noflrofiìr  V altrui  torto.  Del  uario  flU  in  ch'io 
piango, dr  ragiono.  Cantai  hor  piarlo.  Tianfi  molt'anni  U 
mio  ifienato  ardore . Tipn  pianger  piu,non  bai  tu  piamo 
afiailH o c. uedi alV Indice.  Au.  i.Etfadegli occhi fnoi 
tepida  fonte. Et  con  piu  uetiafuor  de  le  palpebre  Le  lacbri 
me  iniumdar  per  le  ma fcelle.  Tarue,cbe  a tal  domanda  fi 


caiigiaffe  La  Maga  in  uifo,  e fede  gli  occhi  riui . 

lutto.  Lat.  tudusfi  il  pianto.  Pm.Eile  fatiche  loruidi, 
dr  lor  Lnttt.Etfia  tanti  filtri,  dr  fami  Lutti.  Dan. 
Ch'eternameme  è dato  lor  per  Lutto  .Ben  dee  da  lui  proce 
dere  ogni  Lutto.  Ver  ben  UtitlaAÌ'  per  mal  bauer  Lutto . 
Che  lueti  bonor  tornar  in  trifli  Lutti.  & quando  dinota  il 
fango,  utdia  1098. 

lunare  per  piangere.  lat.lngpre.  Dan.  ifon  efja.cbe  lutto 
Madre  a la  tua, pria  che  a Valtrui  rouina  i piango . 

ConottofiilTiamot&ilDuolo  cbefifaperli  morti. ue* 
dia  1619. 

Lugubrc.Lit.  j la  mefluia  tnifia  con  pianlo,che  fifa  a mora 
II.  uediaibip. 

Diiottimente,ualgraadementeA^  con  dolore/juello  che. 
latJicoMofiirumpi  dolor e,dT  buberiim.  B o c.  Dirotta- 
nume  conuna'o  a pLingere.  Dironamente  di  me  He  fio  in, 
i refeeudomi  a pianger  comianai . Dirottijfimamente  co- 
minciò a piangere. 

> i 5 3 pitto  • Lat.fictut.  Dan.  Sparfe  io  fmgue  dopo  molto  Fle- 
to. SO  e.  netta  uifione  amoro  fa.  La  fcit^  vnfnra  anpuia 


inumai.  Sciolta  dal  S ormo . Fnggit’i'l  Sonno  .le  mie  notti 
il  Sonno  S bandiro.il  Sonno  affretta  lefure.  defla  dal  Son- 
no. l'imo  dal  Sonno  uidi  una  gran  luce.  Som  Hnmidt,  dr 
yam.  & nella  F 1. 0 Sonno  plaadiffima  quiete  di  tutte  le 
cofè;&de  gli  animali  nera  pace  .Otu,clxi  corpi  ne  duri 
affanni  grati  jnfiorij^  riponi  alle  nuoue  fatiche;  come  nò . 
idenii  0 donatori  demali,tp-  parte  mtgÙore  dell'hunianet 
uita.  0 porlo  di  uita.  0 di  luce  ripofo.  0 della  notte  comp<s 
gno . b dolcifiimo  Sonno , piaceuobfiono  npofo  di  tutte  tee 
cofe^ace  detf anmoffugatore  delle  JòUecitudinimtigatco 
re  delle  fatiche, & fouemtare  degli  affanm,egualifiimo  do 
' tutore  de  tuoi  beni  ; -dmminiSlratorc  de  mondani  uitii.il 
Sonno  imitarne  la  morte  emrò  nel  mio  mi  fero  petto . ueiti 
altlndue,doue  fimo  altri  belli  difeorfi.  dt  T A r 1.  deferi- 
uendo  il  Sonno  affi  éce . Giace  in  .Arabia  una  ifoletta  a- 
mena  Lontanada  cittadieda  uillagti;Cha  Vombra  di 
duo  monti  fi  tutta  puna  d antiqui  A beli, e di  robujii  Fag- 
gi. Il  file  indarno  il  chiaro  di  uimena,Che  nonni  può  mai 
penetrar  co  raggi.Sigli  ilauiada  folti  rami  tronca  : Et 
quimemra  fotterra  una  ffelunca  .Sotto  la  negra  filua 
una  capace fit  fpatiofagrotta  emra  nel fifio.  Di  cui  la  fri 
tedHedera  feguace.Tntta  aggirando  uà  con  florto  pafio. 
In  qucfloamergo  il  grane  Sonno  gùce,L' Olio  da  un  can- 
to corpulemo,&  graffo  : Da  l’altro  la  pigliela  in  terra  fica 
de, Che  non  può  andar ,e  mal  regger  fi  m pude.  Lo  fhicmo- 
rato  Obhoflàfula  porta,  "Hpn  laji  u entrar , ne  nconofee 
alcuna iTìonafrolta  ambafiiat.-,.ir riporta,  Elpariméte 
den  cacciato  agri uno.  Il  SltemiauJ  intorno  A fa  la  fi  otta  : 
Halefcarpc  di  feltro  f’I  mantelbrunofita  quamintnei» 
tra  di  lontano, che  non  debbiati  uerifr  cruna  con  mano.  Se 
gli  accofla  a Verecchio  pianamente  L angel  gli  fice  Dio 
Huol  che  fu  guidi,  poltrone  parlai  pur  del  Sonno  fitee- 

Intanto 


Occhi  COR 

/»  tatuo  rofrauetme , &gli  occhi  ibmji  ^ / fi,„or,  e a , 
l^gcnutlfigroSonno .nSomoHcme  c jparli  il  corpo 
ttanco  Coi  ramo  mtmto  od  liqiior  di  Leibc . Cr  dd  Soma 
f Mé Sogoo li 

ì^dto,CbenutoTmcntaahilajia,eHHiKtthur  nero  II 
bcnfoSognoadtlcgicarfiprcJlo,  Marmi  Sogno  dmartir 
aJI’roycJiero.Tercbor  non  ode,e  utdt  il  fcnlo  detto  Qud . 
ctt  udir  c neder  pance  al  penfuro  che  c ondumi^cchi 

miei  jete  .Cbeihmfiilben.e  aperti  il  mal  nedete . Il  dolce 
Sonno  mi  promi f e pace;  Ma  l amaro  ncggliiar  mi  toma 
mgnerra.il  dolce  Sonno  i ben  dato  fallace  ; Ma  l'amaro 
mggbiar  ohimè  non  erra , Sei  nero  annota , e’I falfo  fi  mi 
ìfmceniunodafiueggamaipnnuroin terra  ,Se'l  dor- 
mir mi  da  gaudio  f U urgghiarguai  Vofia  io  dormir  feltra 
aelUrmi  mai.  Ofeliuammal^bun  Sonno  forte  Sia  mdi 
tun  feltra  mai  gli  occhi  aprire;  Che  la/fomigU  tal  Sonno  a 
m mone, Tal  uig^iar  a la  uiapo  non  nò  ére;Ch  'a  luti  al 
tre  comrana  i la  ima  forte  Sente  mone  a ncpgbiar , una 
a dormire;  Ma  a a tal  Sonno  morte  sajj'otmgUa;  Oeb  mor 
tehorhora  chiude  rmiU  ag.ta.  Conte  chi  da  notalo  igra- 
ue  Sonno  ,Oueo  uedere  abomncuol forme  Diniojtn , che 
Mnluu.ne ch'cjkr ponno . Ogti par  cofa  fjrUrana.O- 
enorme,  Uneborfi  marauigiia  .poi  che  donno  E fatto  de 
inai, enft,e  che  non  dorme;  Cofi  poi  che  fu  Orlando  d'error 
tratto  Hefli  maiamgliofoe  Hupe fatto. 

‘^Ponnare.ualaddormétareUl.fi^ire.&foporare.TlicK. 

Sipotffit  ritrar  tome  affonato  Gli  occhi  .come  Thuoui 
eh  ufionna.  Ma  perche  tempo  f ugge, che  t'afionnaà  thè  ti 
porge  quiete.  A pi.  Di  tofiui,che  <t amarla  non  afionna , 
Caualca  agrangiomate,enon  afionna. 
Aflbnnarc.ii»/.Oi)r»i«ro.D  A n.  Come  pintor  .che  con  exi 
fJopingaJìiffegnereicom'tm'addormttai.Minualuuol 

fia,cbe  f atfionnar  ben  finga , 

Difoimare.  Lat.  expergifcipalsiuo,&  expergifeere  a8mo,& 
excitare.  D a k.  £<  come  al  lume  acuto  fi  difonna  Ter  lo 
fili  rito  uifiuo. 

I jj  J Sogno.  Cinque  fono  leffietie  de  Sogni,  cioi  tre  uere,  & due 
falfeJeuerefono  dette  da  Latim  SomntumJ^ifio,&  Ora- 
culum;  Somnium  i quando  fognano  il  nero , ma  i ofeuro  , 
nc  i intende  fen^  t mterprete.come quando  quello  tb'era 
in  carcere  có  lofèié,  fognò  che  premeua  Cuna  é tre  tralci 
uelUtar^adiTharaone ; dp- lofeph  gli  predelle  comein 
tregiorm  farebbe  liberato, et  dopo  dmenterebbe  pincenta 

MlRe;&feruirehbedicoppa.EtpolicrateRe  di  Samo 

Sogno  che  Gioue  lo  Lauaua . dr  Vhebo  Dio  del  fole  l’unge- 
ua  ; Et  poco  dopo  il  prefetto  é Xerfe  lo  fece  crucifigerc,& 
reità  m mee  tanto  che  CioueMoi  tanagli puue addoffo'., 
&Uuotto,dr  Tbebo.cioi  il  fole  Uquefi.ctjirufieilgra^ 
delfico  corpo  ; ondediuennc  unto . Oracolo  i quando  dor- 
mendo  par  cbcaUuHo  ci  parlc.dr  quello  che  dece  riefee  ue 
» . rifione  i quando  dormendo  u par  uedere  alcuna  cofa, 
laquale  i poi  come  ha  libiamo  ueduta , Le  due  falfe  fono 
Jnjomntumrdr  Thamafma.Infommum  i quando  fognarne 
lofi  faifi,&  procede  ,U  troppo  cibo prefojquate  eUuan- 
de  1 turni  al  capo  ii  par  uotare  o fattre;  o feenJUndo  g:ù  ca- 
tarro CI  par  cadere;  alcunauolta  mene  da  poto  cibo;  onde 
u pare  haucrfame;jUuna  uolta  da  humori  corrotti, onde 
U colera  afa  uedcrlutco,drfimilcofe;La  Tbtegmaac. 
t^a;  Ilfanguc  cofe  allegre  ; La  Metancunia  tofe  nere , & 
ffanmcmli.Tuo  anebora  najccre  da  cure,  & pajiiont  de 


P O Occhi  ,gy 

t ammo,  O^fiiefiofògnàdo  che  cifia  dato  fi  che  et  fia  tot 

ÌOQUeUochcaiubQrjAeclht%..ml‘u.au^.^  ,a > I . 


to  quello  che  anebora  dejti  penfauamo . Ma  quando  hab- 
biamo  l ameno  ùbero  da  ogmpenfitro.&,l  corpo  nonat- 
granato  da  càt,ne  datupercbi  bumorc  mtermene.cbe  Com 
mmo  mjiropel  tónno  quafififiioglce  dal  corpo fit  ritorna 
tuba  Ina  natura  ch'i  dtuma.&puo  preuedere  le  cojè  fu- 

quejiointeruicncmajiimeciriailgioriio;  perche 
o^aendo  égejiii  cibi  rimangano  piu  fcamhi , {fi  meno  ci 
aggraua il corpo.&peròdueV  Mc. Mafepreffo al mat 
tm  il  ucrfi  figna  T u fintirai . cr  Gnidio  "ìiamque  jub  au 
roraiamdormitante  Lueina  Somma  quo  cerni  tempore 
uerafoUnt . i dapermettere  che  alcuna  uolta  utngo- 
^•lógmperillufiionediabvtKa.ondelobiHv  I i.Terri- 
Mnmeperfomma.Et  Gregom . Ideo ftndoi quoc  uigi- 
lando tentare  non ualent, grampi  per  lòmmadormiaido 
tcntant.Tercbeil  lòmtno  muejiro  Cbrijio  comandò  a ledi 
JeepoU  che uigiiajlero.acttocbe non cTuraficro in  tentaiio 
ne.  Hor  uenendo  alle  auttorità  delP  ti.{fidelBocJo. 

Z'io  Brcuc.ContranoJ^ero, Beato  Injogno,  Sogm  Conjufi, 
liifenuij-auortuoli.  Ecco  quei  ibe  lecarteeinpioiideSom 
gm . U muno  Segno  fi  éè  credere , (fi  cofi  nel  contrario  a 
tutti  dar  piena  fede . Ilsn  darfidan'gaa  Si  gm  , iquali  per 
^cofi  per  jouenhio  mangia  re  fi  per  imaginatione  hauuia 
dauami  di  una  cofa  fogùouoU  piu  notte  auemrcfie  mai  pe 
ròfene  uide  un  nero.  T H.  ‘ 

Sognare.Ut.fommire.  P * t. .^guifadibuomfihefegna.ln  ,,,6 
tanto  pur  figliando  hbenade.  B o c.  beucte  tanto  U ^ ’ 

fiia,ihe  fognate  la  notte..Affcrmaua  lui  fermamente  bom 
uereSognato.ucdt  tlnéce. 

Tra  fognare.  iM  Aberrare  animo  uacillarefiiutare,flu8ua. 
re,  i quafi  ufttr  del fenumemo, come  un  che  par  che  fogni. 

B o c.  .Arriguccio  Slaua  come  T rafcgnato,&  uolea  pur 
dire . to  credo  che  m'habbiate  per  tjmemorato,  & per 
Trajògnato . ' 

YiRone.Lat.uifio.P  £ j.Mortal  f'ifione.o  Mifera,el  Hor- 
Ttbil  fiifione . Queflejei  fiifioni . B o c.  Dando  fede  atta 
f'ifitoncfimariméte  pianfe . (he  ueduto  hauean  donuédo 
nonefiere  {lato  Sogno,  ma  Vtfitone  .Dan.  Surfiin  mia 
f'tfitone  una  fanciulla  uedi  àfopra  a Sogno,  San.  Xifion 
crude  ffir  error  uani,(fi fofcbi . 

Fantafma/)  Tbantafma  f'ograca,  & dinota  imaginefia- 
uemeuole.  & i dt  genere  di  mafihio.cSr  difemuta . B o c. 

Taurofi  della  Famafma  Hcbbe  tre  notte L Fantafma  in- 
canala .PtT.  Mai  notturno  Tbantafma  D’error  non  fu 
fipien.ucédifopraaSogno, 

Oraculo . ucdi  dijòpra  aScgno.S  Ati.i  nibonfi  piu  che  ai 
auro  Oraculo  uerìfiimi , 

Dormire.  Lat.  & quici,fommtt,&  mcridiatio  finii  Jo  dor- 
mir da  mc-fi^  dì.  B oc.  Dormir  Soaue.L'bora  del  Dormi 
re . Da  Dormire  fi  leuafie . 

Dormire.  Ut . exqme fiere  cubare  .fimnum  capere . P E T.  i j c 7 
Et  tm  tafi  dormire  in  qualche  piaggia . Com’buom  che 
tra  ma  dorma . lui  feltra  pi  nfiert’aiUgia,  (fi  dorme  Dor 
tmrufvipre.  Dormito  bai  betta  donna  un  breue  fanno  S'i 
dormo , 0 nodo , ofiggio . B o c.  0 anima  mia  dormi  tu  t r ■ 
Già  per  tuttofi  donmua . Dormirò  io  con  fd  .nonthreon  ^ 
uno . S to  dormtjii,  tamo  tm  tocca  ih'u>  mi  fi, egli,  dormi-  " 

nano  forte,  dormo  io  fi  fon  de  fio  r Lei  non  Dormente  tro 
uò.Uua  iù  I3oTinigUonc,Dormiiaior  .famnoicniuififi 
fimmofusfit  fumniiuleficiMo  fintilo  rumore  per  te  Dor- 
-,  od  A 


Occhi 


CORPO 


Occhi 


fnentorio.WKdjo  done  Jomime  i fiali.  Lai.  nbiinliim , ^fre^liarfi  fopranemeii  giorno.  Ucciò  ih(jijitgliiift\  p, 

addormentare,  lat./opire, fi- foporare.Tn.i^cfloil'al  lUimiincioaunlare. 

Ihor , clì'i  m’uddormiua  in  fafte . Deh  bor  fofi'io  coi  trago  Ifnegìiare . P * t.  7o  ttermi  jblpir  ifuegliar  attriti . 
de  la  lima  addormentato  in  rpralchenerdi  hoyii».B  o c.  Àijncgliare.  Lat.  expergifii,ueUuarc.  P e T.  D'aa  tango,  dr 
"Hon  fi  i anchora  potuto  addurmentare . lo  la  faro  addor  grane  fanno  mi  rifulgilo . B o c . Quafi  dal fanno  fi  rifue- 

mntare  al  canto  dette  cicale  .Scierà  alcuna  tvfaaddofio  glia/ie,  Egano  che  dormiuarifuegliò . 
l'addormentarono.  Gli  .Addormentati  ingcpii.Smtì  il  RiJiuoiete,pernfuegliare,dr  rihauere.Lat.excutere.P  tr, 
marito  di  tei  .Addormentato . uedi  alPlndue.  Dan.  Com  lo  mi  rifco/li,  & ella  altra  parlaiido.i.ribehbi,raciiutJlai, 
me  pittar, che  con  efcmpiopinga  Difitgnerei,  com' io  ni  ad  o ripigliai  te  uirtù  fmarrite  .Dan.  Ruppemi  l'alto  fon- 

dormentai . no  ne  la  tejia  ^n grane  tuono  fi,cb'i  mi  rtfcoJli.Come  per- 

Ripofare,pcr  dormire.  Lat.  t/uicfcire.  B o c.Terchefjicgtia-  fona  ,che  per  forra  è deila . idcfl  fortemente  mi  mofìi,dr 

tcfi  l’andarono  a ripofare.  Che  a lui  non  pareaijueltanot-  mifmarrl. 

te  potere  ben  ripofare.  Che  ciafcuno  infino  alla  feguente  Deflare . Lat.excitare,expeTgifci,efomnofiirgere.perrifiit 
mattina  fi  andafSe  a ripofare . .A  uifmdofi  mcfder  T oretio  glìare,^  per  far  pronto , unto,  àltgtnte  .V  tx.SiueÙa , 

loro efieriìamìnànbellifftmilctu gli nufe a ripofare.  Chi  Che'lmiocor  auirtute  Deflar  folca.  Et  defta  i fior  tra 
uolleandarearipoprepuote.f'noLetlucciodifiondilefe  t herba  m eia fc  un  prato.  Deftandoi  fior  per  rjueflo  om- 

cei&fópra  quello  le  difie  che  firipofifìe.'Ptrcheiiiaii-  brofòbofco.Cofidefleròinme  t anima  grane.  Et  defle- 

cbettojiaiiendo  la  Ciutar_^a  in  braccio  fi  ripofaua . ria  fi  amor  là  duuhor  dorme,  eh' Italia  co  fuoi  figli.  Si  defii 

.Atopiare,  .Allnpiare , & .Alloppiare . ualr  far  dormire , da  alfùon  del  tuo  chiaro  fermone.  Cameade  nidi  in  fuoi  Hudi 

Opio  che  è fucco  fatto  dipapauero,  che  induce  grandiffimo  fi  dello,  tdefi  ddigente,  & nino  .Etìgid  prefio  al  giorno , 

fanno  ,dtmantera  che  fe  preparato  non  fofie  ihuomofi  ond  io  fondello . Lauecchiarella  Difctma , ir  fcalita  ,& 

mornbbe.  R oc.  Il  meduoauifando,  che  lo  infermo  tèn-  defio  bauea'l  carbone. R oc.  Il  coiicupijiibile  appetito 
Xa  rfierealloppiatononfoHerrcbbela  pena.Et  come  data  bauendo  delio  netta  mente, idefiuiuifiiato.  La  uinn  De- 
gli haneat acqua  alloppiata  non  conojiendoL  alcuni  lefli  fta  in  lei . Sìuando  io  defiatanii,mi  lenai.  la  donna  eUfla- 

anticbi  hanno  adoppiata.  Lat.foporare . taf  finti.  Tmuccio  defiatt,&  torna  al  letto  tuo.Et  Defian 

1J$8  tiinni, ila  noce  che  fanno  le  madri  quando  uogliono  fare  doéfie.Ljefeminecbedefleerano.Fuideiiò,&eglim-  ■ 

addormentare  i figituobni  nelle  cune, detta  a Tlxnijt  Lat.  contancnte  fi  leni . 

che  fono  i nerfi  lamenteuoli,che  fi  dicono  alla  mone  in  lau  Sbadigliare.  Lat.  ofeitare . i quando  uno  deflo  dal  formo  apre 
de,  onero  abambini,  tome  il  Tontano  che  fate  Tfenie  a forte  la  bocca.  B o c.Comefè  dal  letto,  oda  alto  fanno  fi 
prouocare  il  fanno  a bambim.  D a h. Colui  che  mi  fi  con»  leuafie  ibadigbaua . 

fola  conUarma . Tetnpie.Lal.tempora.PtT.Sebianchemnfonpriaeami: 

\e^ghiti.Lataiigdiama.ti‘ Incubratioiiinegghiareconla  beleTemdie  .Del  fiorir  quefle  innanzi  tempo  tempie, 
lume.&  Ijehnobiui  ual  uigilanie  a lume  à candela , o di  Onde  forfè  angt  tempo  ornai  le  tempie.  D us.Doueiner 

lucerna  .peruigiUum  ,&mconmueni  ,ntii  ,i  quellothe  taileTempie  ornar  di  mirto.  Drrzjandomuaratd  lena» 

nonmatthmdegliocchi.&excubùt,arum.itaueg^H4  Hre  Tempie.  Ar  i.  In  fu  la  Tempia  fubito  Mattalia 
dcUanotfe,&£tdi.  B o c.ncDa  F uEtcertoil  foimomi  D’undritto. 

traalenna  »olt.i  afiai  piugraihfo  che  la  f'cgghia ,per-  Nlfo.lat.  &giypHilonafoaquiUno.tà‘filuidnalir^u 
tio<heqKel,cheiotonMeco  falfimeme  f'egghiando  fin-  nato,  elrfmiui  lo  nafofchiacciato,&  largo,  o- nani  Una 

gena  rfjb,fe  durato  fofie,non altrimenti  che  nero  me'l  con  rife  dello  nafo.  & myxa,a,lo  moccodello  nafo.  B o c.  70 

cedeua . Siccioche  iu  dormendo  qtalle  haneffi , che  Vtg-  nete  mente  a Baronxf,che  tal  ui  col  Tdjfo  molto  lungo  ret 

gbtando  hauere  nonpoteua . tal  [ha  cono ,&  eh  (ha  . ( S'io  non  erro  ) haurò  prefiun 

Vigilante,  lat.  uigilani,extubitorànfomniiJ.fenxa  fbnno . pagoimo  perla  'Hafi . Egli  hauea  il  ifchiacciatofor 

procnbitor  chi  fa  la  utgghia.cioUa  guardia  per  gli  ninà-  te,  C odorante 'ì{afogMiito.  Au.Lat  epigrypui.ll'ì^a 

ci.pemox,  i quello  che  ueggbiatnttalanoite.  fòndfnolHogobenncadente  conUbMrt^difi  fupph- 

yegglmre.Lat.uigilare.Ttr.  Etucgghiarmifaceuatut-  rebbe laltrouehaueffe difetto. uedil’lndice.D  A n. 

telenotti.  Come  fempre  fiadne  fi  tuggbia , dr  dome . don  yaletnohauea  forato  dpetto  Et  troncoilHofo  fin  fot 

yegghio,penfo,ardo,a‘  chi  mi  iface.  B O C.  Rieordandofi  tok  ciglia . E i raggi  nefentn  per  mi  7^  il  "biafi.  Ari. 

dello  abbracciare /[.Adriano  fola  fecodicea  ibauer  ueg-  Schiacciato  il'Hafb,e  ne  le  ciglia  hrfnto.TaglwgU  d 

ghiato . Sofpirando , & piangendo  uegghana . Terciowe  tfalÒA  I una,  e [altra  orecchia  Tenfa;  ^ efempio  a mal 

quel  ch'io  con  meco  falfamente  negghandofingea,  effb  ,ft  fattori  darne.  Il  iqafiuo  Orco  .interfepinm  è quella  car- 

durato  ftfie,  non  altrimenti  che  nero  me'l  credena.& .Ac  ne  che  chiude  le  nare  del  nafo. 

tiò,che  io  dormendo  quello  banefiitcbeuegghiandobaner  Innafare.  Lat. otfacere,<$- odorati.  A R i.Toflocbe^nge, 
fun  polca.  D AK.Incbeio  ueglio  con  perpetua  uifla.  i.ui  cfognuitomo  annafa,E  finte  mfin  a un  topo  che  fiai  c^i . 

gilo , <>■  ninq  ; Odorare. lat. ^ odoran.tfi  olfacere.  Ptr.  Fama  ne  [ Odo- 

liìi  Sueglure,&Sueggbiare.Iat.expergifii,neliicart.ualde-  rato,  dr  ricco  grembo.  Ro  c.'ffqn  i alcun  odore,  che  in 
hartdalfonno.Ptr.SuegliandoglianimaUincgniSeU  quella  camera  l'huomo  non  feauifoonemente  odorando, 

ua . Hot  comincio  t Sueglurmi  .Hot  fe  fnegluta  fia  gli  Odore,&  Olire  nedi  a Qjiahii . . • 

ffnrti  eletti.  Cofi  mi  fnegho  a falutar  [aurora . .An7;f  imt-  Fmare.Lat.o^acere,et  igttlar  dfiao  per  lo  tufi  armafmdo 
tanm-,  e'n  fin  ad  hor  li  fntgùo.  io  c.S'u  dormifii^anto  nlanut  cofa , come  fanno  1 coualti  ,gli  afnu . B o c.  L’uno 

' wn  lotta  ;(b'io  mi fuegù.  Et  tn  total  gmfadomenJo  fin,  degli,Afim,cbegraniiflimojiuhuKofi-MU 


Orecchie 


C ,0  ’R  -P  .'O  1 Orecchie  »8<5 

hrfemoni , Clx  P^fiolurihudea  eoa  mono  afioU 


tapeflro  craufiito  della  ftalla,  & ogni  copi  andava putan 

do  le  forfè  trouajlt  dell' ac  qua.  K ai.  siuaado  fiutando  tarli  erto  del  lutiofcfio.  fe  ben  ajcolti.  Se  tu  mafioUe . 

fot,par(bepmjauÌJ,Ch’alimionfa  c’babbta  odorane  ACcoluntLlat.auJcuJiantei.  B o c.  Con  gran  marauiglia. 


Imie . Tutu  ne  uun  fiutando;  al  fin  duo  prende . 

0 H £ C C H l E. 

Rccchic,f'dire,.ytudicn^^fcoltare,Jòrdo, 
afio!  dare  aitteadere  intendere . 

Orecchie , & Orecibt  nel  numero  del  piu, 

Orecibia  ,gìrOreicìno  nelnumcrodelmen. 
lat.  aura . P £ t.Difierm  entro  l'Oreubie , 
tomai  tl  lece  pirlar.  amorfe  mai  pereote  eh  oreeebi  de 
la  dolce  mia  nemiea  , Et  di  firene  al  /modo  Cbiuder  -gli 
Orccihi.Rcndi  a gUOeebbaghOrecibi,tl  proprio  ubutto. 

Tane  dd  Oreeebi  a quelle  mie  parole..Amùr  par  eh’a  { O 
reeihi  imfauelle.  Tls  COreeihiab  udir  altro  non  [anno . 

Et  la  lordaa  l'Orecibia  hauea  già  tejà  .ou’ugm  Orenbia 
è lbrda,Se  non  la  mia . B o c.  Gli  ueceUi  eaiitaiido  piace-  Intendere.  Lat.  melhgcre.  naie  udire, & afioltare  P £ x.£r 
noli uerfi,ne davano  a glt  Orecchi  telìUttoniair^La  nouel  ftprego  mortalaicul  t'intende  .0  dcnnaintcndi  Palerà 

parte.  I ;cbe'lJuo  ragionar  mtcndoalibora. 
%otdo.Lat.furdusji  quello  che  non  ode.  Per.  Sordo  Mon- 
do,/^ oler  TuuerciSorJa  Orceibia,Morte,  Tietà,  .Alma, 


de  gli  aifcoltanti.  Le  Panne  .Afeoltantt . Hauendo  nguar 
do  allo  fdfcoltatore . 

.Attendere  per  punir  memejlar  attento,afcoltare  fi  dare  o- 
rcichie  Lat.cl  intendere atniniaduerterefiuliultarefidhi 
bere  aures.B  o c.thuna  altra  copi  tauri  bboiio  bauutaa 
fare  che  attendere  a cojiet . Che  a mun  partito  attendi  fie 
alle  parole  épiero.Tocbefarebbonoq/ielle  che  u'attcndef 
fero.Et  attendete  bene  a quello  ch'io  vi  dico  Mm;i  tutti  at 
tendeuano  quello  ,f.be  egli  piu  auàti  doueffe  direa.Hauano 
attenti.  P i T.  £(  priajcbe  rendi  fuo  dritto  al  marsfijb  u fi 
moliti  attendi  L'berba  piu  verde. D an. Et  attenda  a 
udir,  quel  e' bar  fi  fcocca.Tbilofopbia  mi  difie  achil'atien 
de  Tlìila  non  pur  in  una  fola  parte . Difi’egh  a me  Cuar- 
date,Cf  aiicndele  .A  la  mifiriadel  maefiro  .Adamo.Et  pe 
ri  non  atujc  mia  domandaj.a^elli . vedi  la  tavola . 


i}63 


la pcrueniie alle  Orecchie  del  Re.  Sovra  COreccbia  firn, 
lira . Orecchiuto  aifino . A ut. 

Vdicncii.Lat.audiiui,à'audieio.  P £ -t.DateVdieutia  in- 
fiieine  ai  le  dolenti  mie  parole  eflreme . 

Vdìta.  Lat.auditut.  B o c.  Che  alcuni  per  ydita  fi  pofiano 
innjmorartJpcrfama.uedta  iqp.  yditore,&I'duort, 
uié  alt  Indice . 

Vdire.  B o c.  Hauendo  Cy dare  fonile,  fi  tome . 

yére.  Lat.  audtre,  acciprre . P E T.  Talth'io  non  pofio  udir 


Mente, Sordi  Mortabjngcgm.  0 uoi  Tre  gate,  non  mi  fia 
piu  Sorda  Morte.  Et  io  nepr.  go  arnoriù"  quella  Sorda.L 
morte.  Oue  cgni  Orecchia  e Sorda, Se  non  la  mia.  lo  fon  c» 
leifibe  fi  imponuna,tr  fera  Chiamata  fon  da  voi,  & Sor 
da,& cieca i.morie.B oc.  Quefi'iunpouerbuomomu- 
toioeù'  Sordo.aiguifaé  Sorda, dimutola.  \ 

eoptgiamai.  Che  mi  conforte.Tarmt  dCudirla,y derido  i ra  -Affaldare  fini  far  fordo  lat. furderefitfurdefcere.paffiua  fi- 
nti Air  t ore.  yd)  dir  alla  noce  di  lontano.  Et  ydl  firffiran-  gmficaliomsifed  adiva;  furdumfacio  nel  reddo.  P E T.  j'i 

dodirparole.Seguendofiuecbiamarm'udiadalctelo.In-  come'l'Hildla'lo  caggendo  Col  gran  fuonoiuicin  Xintor 

finaRoman'uérai  lo  fcoppto.E'n  fi  fervide  rime  farmi  ooajìordaàAfiordifie.noufiiufarebbedaprofatori. 
udire,  yederla  yérla,tr  ritrouarla  in  terra. Toft  bai  fi-  Giuncie, fona  legotedelutjo.Lat.genafinala/naxille.& 
lentie  a piu  pravi  acccnii,Cbe  mai  P udirò . Hf  fi  da/ii  pa  alapafi,i  la  guanciata.  Ptj.  La  GUanciaabe  fu  già  pian 


troie  S’uiùron  mai.  Quante  volte  m’vdtfte  chiamar  morrei 
Tiacerni  hauer  uoilre  quefiioui  ydite.i  far»  ydito  Et  mo 
Slratone  adito.  ydraUodbelpaefi;Cb'aippenivpane , 
B o c.  vedi  all  Indice. 

Audienza.  Lat.  auditio.  D AnSelatua  .Audiernea  i da- 
ta attenta.  In  quefla  forma  lui  parlare  auéui . 
ijda  Oda, Ode,  Odi,OÌo.daluerbouére .Tsr.  Ma  perch'ella 
, Óda,(!rpivfi.'ìisftro  dato  dal  del  vede  Ode  fitfente.Ma 

rianne  cbtamando,cbe  non  tode.Odi  poi  lamentar  fra  Val 
tre  me  Ile  Enone  diTans.  Odi  i pianti^  fiiffiri;odi  lejiti. 
da  De  le  mfferie  accefe.Odil  tu  verde  riva.  Tbeiontc  odo; 
che' a Tò  cadde Afi"  morto.Talbor  odo  dir  afe,  e'n  cor  de- 
ft  riho.  S’egli  i uer\quel  cb't  odo.  B o c.Oda,Ode,Odi,OJo, 
Odijlu . & odalo  ueé  ali' Indice . 
affioltare.  Lat.aufcultare,&  vale  obedire,&  i piu  che  udim 


gendoftanca,Ripo[ate  fuVun  figvor  mio  caro.Et  le  Guan. 
ciefib’adorna  un  dolce  foco.  Et  poi  fi  ffarfeper  le  guancia 
ilfangue.  D anM  chele  bianche, ir  le  vermiglie  Guan 
de;  Là  dove  io  era,  de  la  bella  aurora  Ter  troppa  nate  di 
ventauan  rande . Quant'io  veggio  dolor  giù  per  le  Guan- 
tie.  yalfe  a le  Guancie  tutte  di  rugiada . Che  lagrimanda 
non  tomafieradre . B o c.  nelV AvuLe  Guancualla  au- 
rora ptreUe.  Le  Guancie  vermiglie,  non  tumefatte,  ne  per 
magri  ^a  rigide  é convenevole  ffatio,Cindide;con  bian- 
chi gigh  miflefilr  ucrmighe  riffe,  vedi  all’lndice,doue  fono 
belli  dffeorfi . U a n.  7Vi  V addenti , & l'una , & [altra, 
Cuancu  .Ari.  Medoro  hauea  la  Guatuia  colorita , Et 
biauca,& grata  ne  laetà  novella. 

Cene.Lat.gcna.ualleg/iancie.D  AH.  Diffufo  erapergli 
occhiò  perle  Gene. 


refferciocbeciafcuno  ch'ode  non  afcolta,iome  ben  dimo-  Guinàiìe,itoorigliere,ocoffnodrliodaguandapcrche 


flra  il  noflro  P * t.  yoi  ch'afcoltate  in  rime  ffarfetl  fuo- 
no.  Tir  mi  lece  afcoltar  chi  non  ragiona  . Che  maraviglia 
fanno  a chtl'afcolta . Che  quanto  ncbiamando  piu  [muto 
Ter  la  fetvra  [iradafiienm'afcolta.idà  orecchie,oubidU 
fie . Benignamente  ajìai  par  che  m'afcolte . Io purafcollo; 
alrvóado  novella  De  la  rumica  mia.Roc.  uedtalTlndice. 
Dan.  Attcniofijfrmi  eorn'huom  cb'afcolia . volgi,  & 
afcolta.  tir  gh  honorati  nomi  Canaffettion  ritraffi,'t  afeof 
tai.  Con glt occhi atcrra  fiandofiafcoltatida.cffcoltandfi 


la  vi  fi  pofa  firpra.  Lat.  cerutcal,pulumar,pulumut,  ctr  pul 
uilluj  il  diminutitto.  hoc.  Et  due  Guani  tali , quai  a co  fi 
fatto  letto  fi  ìicbudcuano.  Ari.  C’bauea  foitod  Cfion- 
dalmefiolafera . 

C ore,  fono  legruncie.Lat.gena.  P e t.  Humidiilt  ■ 

[ una,  dr  [ altra  Gota.  B OC.  Le  fue  Gote  pa,  ,■  , 

fi.yn  capuciio  fatto  a Gote.i  afiettat'ax,'.  Ov/i  rd 
al(  Indice  .Dan.  Tremendo  fi , che  l -guavan  ieifOte, 
Tcrcotendo  le  Gote , , 

ai.d  V 


j 


/ 


‘ Voce*  COR 

)Alfce\\e.LitJ)uxillt,m4U,  Boc,  ConUmanoalla  A/u- 
ùclljcommtiò  a penjirc.  Diede  unto  thè  ridere, ihe  wm. 

/*  mi  MAH  AAÌ^R^rt»  li»  M tal u*è  iùH 


p o 


Bocca 

D E "N^T  I. 


1,3  uè  n‘er3,a  cui  mn  dolefiero  le  MafcelU . Et  tal u'è  lon  Denti,Sanne, Zanne, Morfi,Ci,no,Bciijdj,ritsordiffa, Taf, 
MafceUonlyihe  famd'afm.  Dan.  Mborpofe  la  ma-  poJUUJ,Morétori,HtmoTdirori,Hoditori,  IngTrà  adii» 


no  a la  Mafcella  Fece  la  barba  indietro  a le  Mafcelle, 
Smafcetlare . Lat.maxiUii  erui,»3l  romperete  mafcelle, 
B oc. Hauenano  tanto  nfo,ilx  erano  creduti  fnufcellart, 


i 0 C C Jt. 


tare/norderejrimordcrejrudcre,rummareauangiare,pap 
parc/buorare  trangugiare, inrhioltire,tTangbioitire,m- 
gcrgg3rf,gu]larejicucre,li  onìbauare . 

Dentc.Lat.deu!tis,&  Molarli,  U dente  mafiellarc . Denti  1 jtf  ^ 
Biaucbi,Minuti,  Corti, te guali,Ben  compojìi,  Dun,Fero- 
a,Mordaci,Teiuci,  ,A^n . P i T.  D^e  ; & ih,  quanJo'l 
tnio  Dente  te  morfè.  Bodefi  dentro , ei  Denti,  cJr  / unghie  • 
indura  Boc.  Dente  Gua{lo,Fratido,  Denti  Mal  compo  ‘ 
fh,'Heri  Grandi,Logori,GùtliJ''atli  a bifiheri , Miglior,, 
Eburnei,TicdoliJn  ordine  graiiofi  éjfojii.  Dns.Cbe  no» 
traggon  la  noce  uiua  ai  Diati. 

dcre,pbitàreguflarejcccarettelibare,  'com  addentare.  Lat.  denticulare tuo, dere, immordere,  dentibus 
^ bjuare,haUtare,  anfore , fiutare,  bufare , apprebendere.  per  mordere . & meta,  per  tener  falda , er 

sbuffdre,j]>irare.  con  gli  altri  fuoi  dcriuaii . forte  con  altri  firomeiiti . D A N.  Pm  l'addentar  con  pi» 

Bocci,  lat.  oi,oru,buec3,&  buccuta,&  orallum  il  dimiim  di  cento  ragi.Toi  l’addenté , & luna , cf  f altra  guan- 
tiuo.  P s T.  Bocca  Mngetica, Beltà,  Di  perle, piena  é refe,  eia.  Boc.  Tfon  altrimenti  che  f Addentato  Cinghiale 

putta  di  dolci  parole.  Boc.  Bocca  mia  dolce.  Vermiglia , alla  turba  de  tam.  Ifdcntata  bocca , 

rermigbug^,  Cortefe,Ticciola,Chiulà,Bauofa.DÌ,den.  Sanne/)  Zanne,&ajsanaareuedia  1 19S, 
lata.  Torta,  Boccuccia  Tici  iota.  Bocca  bafciata  . uedi  MorCo.Lat.ntorfusait.P  sjEfircnuMorfiBoC.I'nmor 
alf  Indice  .che  ui  fono  altri  betti  difeorft.  Da  a.  La  Boc,  fo  dato  con  un  motto.  Debito  Morfo.  Minore . & Morf». 

ea  mi  bnfcii  tutta  tremante. La  Bocca  aperfeeetmofiroca  ra  CTquandodtnotaqueliodiliaiiaUo.uediaipn. 

le  fanne.  Gran  Bocca, Fura,Mperta.Ut.hiulca.  Già  per  Mordere.  Lat.  V ut.  Chef  na,&t  altro  fianco  De  la  feragi 

i t è m—  ! . rm,  - - _ & ^ ^ . .a . . -C—  ,,l  „ Ma  W0aC  .a  Ir  * ^ a m M*  i è nUéÈ  ti  fA  m e ^tmo  O ^Om  § Ni  I O M 


Occi,Boccone,Labbia,Tjtato,Denli,Gina 
giue,Ungua,Fiatofinffa,yote,  Bafci,  Hifi. 
abboccare,slnccare,tmboccarejbafciare,rt. 


urlar  haneante  Bocche  aperte.  T.  Bocca  piena  itodor'iàr 
d'harmonia . 

Imboccare,  LatJndere  in  oi.Tlauto  Dif  me  infelicitent,fi  nli- 
quidm  OS meum  indiii^t  altrouc.lnos  meum  niiu guttam 
induli.  (jr  indere  naie  ancho  imprimere  fi  ftgtUare.if  por 
re  il  nome.  Imboccare  ancho  uale  pigliare  con  la  bocca , n 
guifa  de  cani  che  imboccano  i Lepri.  Lat.  denticularefip- 


ttl  mordcan  fi  forte.  Fin  che  mifamtl  cor  colei  cbe'l  mor- 
fe.  Dijie;  <jr  lò,  quando  t imo  dente  le  morH,  Boc.  mora 
daiomecane.  BcrgMuiio  morde  un'auaritia.  ^flrtgne- 
niifi^  mordemi . Morderaunomt  cojioro . Mt  par  uederti 
morderle  quella  fn*  bocca.  mordeJSe  come  d tane , mordef 
fero,mordeuaao,rtmrdono,m»TftfiHorfe,  morji . tutti  ter- 
mini ujàti  dal  Boccaccio. 


prehendere,^firmitcr  tenere  .Dan.  Hor  ni  fibetnmia  Mordimcnti.  Lat.morfus.B  oc.  / Mordim'nti  c!r  nprt» 
fintentu  u'mibocche  i.la  intenda  bene . fionidi  queflo  frate.  Huomodi  cortesia  Morditore.  Tac- 

Bocconenome.Lat  botuifucettafif uta.  B Oc. ,4lle  gioita  cianfi  i Morditori.TMordace,  ^ Mordente  Cane, Lupo, 

mi  buon  Boceom,&  alle  uecchit  gli  firnngpgitom.  ljictio,Dente,lingnaJ^olga,Sguardo . 

Boccone  adutrbio.  Lat.  pronm,&  mfàciem  tubare  dune-  Rimordimcnto.  Lat.  panuentia,  repr,  hcnfio,folUcitudo , 
nalis,Cubat  in  facum,mox  di  inde  fupinus.  ual  fiate  ci  In  mala  confcuntia . naie  compuntione  .Boc.  Senga  freno 

boecaingiM.cioècolpeliaucrfolàterra.ltoc.Coftcad-  atomo éìOtnordtmento,oé  uergogm  dt peccare . Ma 
de  Boccone  fhnpre piangendo ■ &nelTH.TnnòBianeoA  perciochenoimedeftmaduendolon'babbiatepin  Rtmor- 

fiorelipraunltltoBoccone^eere.  dimenio. 

l}66  Ldbbn,Labra,& Labbia.  Lat.  & iabelium  ildiminutino,  Bimrdereper  compungere.  Lat.  remordere.  Win.Qiun.  jjgg 
Pei.  Labbra  n«fale . Tm  uolle  già  per  dir  le  Labbra  do  bat  te  àrea  remordet . B o C 'ìfenurtmorda  d’alcii- 

nperfi.  B oc.  Le  cui  Labbra  partano  due  Bubtm.La  boc-  na  cofa  la  cimfcieuga . Che  te  prediche  fatte  da  fati  per 

ta  torta  le  Labbra  grafie , come  fono  iiuelle  deUoreta  rimordere  delle  loro  colpe  gU  buomitu.  Et  rimordendo- 

chiuto  afino  pendale.  Conno  tumoroftLMra  à naturai  urne  alcuna  Molta  la  confeunga , ue  ne  dorrebbe  d'ba- 

uermigUomkanti.T.1  Labbri  di  lorallobantldor  tanto,  uerìa  fatto . ' -n 

Che  foneniet  aurora  inuidiofaTuage,ibemenrofieggil  Rodere.  Lat.  P et./' edi  com'arde  prima,^  poi  fi  rode. Ro- 
fuo  bel  marno  .Dan.M  pena  bcbbi  la  noie  che  rifuje , de  f deturo . Rapido  fumé-,  che  rodendo  intorno.  Chtmo- 


rtni'a  fi  refe  Memltppo  icbe  legno  utttbio  mai  non  rofe 
tarlo  Come  colia  l mio  cor.  d’bora  in  bora  amor  m'ha  ro- 
fo.Boc.  & tutto  m fé  mede  fimo  fi  rodea . che  dentro  di 
rabbia  tutto  fi  rodea  .TH.&  quello  tanto  rodefie,  che  al 
cuore peruemua . Trima  che  U mam  t'babbia  tn  per  rab- 
bia Rofe . P H.  Due  Capelli  tutu  Roiì  dalla  neccbiez- 
ga. D A s.'ìioaaltnmeuii  TtdeofirofeLetempteaMta 
- . ualtppoperdijdcgfio . 

"tòinadtiacoflaSiiralfeper  formar  la  beUaguaiuia  fll  Rc)4itorì  LatMlaces.  B oc,  la  forgadifoebiamnRoditaa 
cuiT.iUttatuilo’lmendoiofìa.i.gull»,  n degni  cofa.  E P,  . . 

; A 1-  , , 


Et  le  Labbra  a pena  leformaro  De  fbuom  chiuderle  Lab 
bra,Quant’ipoti. 

Lihfiit  per  le  labbra.  D AH.Toifiriuolf  a quelle  enfiate 
labbia.  Con  fi  contente  Labbia  fi  mprealte[e.i.  con  la  boc 
ea  rulence,  (fr  mojirante  confolatione . & quando  Labbia 
fota  i I fetta,  neh  41410. 

Rifificdia  Venere  4 677. 

^alàtOr  lat.  f l.tium,taUm.  D a n.Tn  credi  cbeuelpei- 


i 


Bocca 


C(  O R.'  P OO 


Bocca' 


187 


Unniiure.  lat.  ^abrodcre.  nel  TOàttntrtjiT  di  nuoko  conm  infermo,^'  di  ul  coja  Ingordo.  B o c.  Che  già  pcrpnr^- 
fitmare^qiufi  tibum  ad  nmen  renoco , ite  nm^  confino . ^0  Ingordo  non  lafmrebbej.fiéor  del  ragionenoìe, 

T .Kuminaio  0 miogrigge  a l'ombra  eflina  Vberbe  pafeiu  Inghio  c cuc.lat.glutire,deglutirialeglubere.iial  dolorare,  tjjl 
Dan.  Ruminar  f no;  ma  non  ha  [unghie  [epe.  San.  B o c.  nelTu-O  Tietiuno  oighiottifcilaprefente  nane, 

iiual  boueatombra^be  fi  fofa^  rumma.  A n i.Tafcom  Dan.  Tanto  che  [acqua  nulla  ninghiottiua . 

no  fi  flunfi  ruminando  [ heria . Trangbiottire.  Lat.  deglubere-  B o c.  nella  F l.  7 Fiumi  non 

iq(p  Digrignare,  da  rmgo.  lat.  è torcere  il  uolio,  per  modo  che  fi  apparano  bora  a fare  quelle  uigturie  a cammanti , ne  a 

opra  la  bocca,&  fi  moflri  i denti,doUndo  in/èflcfiofiuero  tranghiottire  ghbuoimm.Et  auanti s'aprala  terra fit  me 

fon  altrui  aérarfi , & alcuna  uolta  ridere  ; & ambo  di-  trangbutta  .cnelL  K.Cbe  [una  trìghiottilcele  nauifit 

nota  far  lìrepito  co  denti  moSìraudogli  per  ffiaurire  aU  taltra.S  a n.  OterraTranghiotti  il  trifto  corpo  nelle  tue, 

trut  .Dan.  'ìfon  uedi  tu  che  digrigiian  i denti.  Ome  ue-  uifeere . Hauergb  ueduto  tranghiottire  uno  caldo  coìre . 

^te  [altro,  che  digrigna.  Ari.  Come  fcgbon  talhor  duo  Trangoggiare.Lat.mgurgitiuefiigfutii[e.uale  inghiottire  in» 
oonmordenti,Operinuidia , opcr  altro  odio  m<pi-4uU  gordamente.h  oc.  Molto  tojioChauete  noi  trangugiata 
tinarfi  digrignando  1 demi  Con  occhi  biechi pm  chebrom  queflacena.AK  i.Tuttilimangiafin^trangugiauiui. 
gie  rofii.Come  digrigni  i minacciofi  denti,  uedi  a Ca-  bone ueniaper trangugiarla  urna  Quel  molìro. 

nea  1104.  Gufto.  Lat.guftus.  è l'uuode cinque  jentimcnti  delcorpo, 

Stitmito.lat.flemntamentùfi!rjlernutatio.  hoc. Et  che  naie  lo  aflaggio.  TEt.  Che  per  difdcgno  il  Gujlo  fi  di- 

parcndolefijuiui  uenifje  il  fuor»  del  Stamuto.Mefiere,cojà  legna. .AUun  ([acqua  fi  di  foco,  il  Cujto,  e’I  tatto  -diquea  j 

che  non  fojie  mai  fiata  ucduta,non  ui  faprei  infcgnare,fe  tan.  Cb'al  Cnfio  è dolce  ,ala  falute  è rea . 

ciò  non  fofierogià gli  Starnuti,  0 cofa  a quelli  jomiglianti.  enfiare.  Lat.  ual  afiaggiare  quello  che  mangiamo,^  beue- 
Starnutire.lat.ficrnuiire.Boc.'iqqifcmimmoprclioénoi  mo.  P £ i.  fruita  Cufiando  affligge  piu  che  non  conforta. 
Starnutirefiu  quelli  che  {larnulitohauea , Starnutendo  B o c.Cufiando  già  di  quel  die  m’ba  promefio.  Dnn-Se 

anchora  la  terga  uoba.efi  la  quarta  fit  la  quinta;  et  molte  quinci, & ifuindi  pria  lumigiiilato.  w gufiaua  Lo  mio 

altre  tutti  ci  fece  maramgUare.Chi  è quefii  che  tofi  fiai-nu  temprando  l dolce  con  l’acerbo. 

tifce.Cofluiilqualefiarnutuohaueafit ancora flamutiua.  Delibare. Lat.efidegu{ìare,facrificare.AKl.  "Ng  lafcUt 
Mangiare, & m.tmcare.lat.iomedeTefidere,c^  manducare,  che  ne  Gujli.o  ne  debbi,  (parlando  de  cibi)  Bocca  oueam 

Boc.  Si  milero  a mangiare../Ccciò  che  per  lo  frefeo  fi  mi  brofia  bbo,ne  fatoUo  Mai  ne  ritorno . 

gi ./Cngimangiapane.MangiaronoilbuonoFahone.Mi  Leccare.  LatMngere,&Lambere.ifoauementetoccarecoH 
palo  ilJècondopane.DclnoSiro  non  mangierà  egbhoggi.  la  lingua.  D a db  fuor  truffe  La  lingua-,  come  bue, 

Toco  mangiò . the'l  najàkccbi. 

Manicatorc,^  Manuc.uore.Lat.  edax,  luteo,  commefla-  ficuitore.  Beuanda.Ueuere.Sete.Ebbriaco.  uedi  a bacco  dio 
tor.  Boc.  Mameatore  di  torte . dt  l uino. 

Mamcare,& Manucare.  Lat.comedert.zo  c. .A fiirmiar  Sputare.Lat.& fi>utù,& Sabuanome.B o c.Et ueduto, che 
roHire  al  fole,  & manicare  alle  mofihe . Et  pqjcia  mani-  Calàdrino  la Jua  haueaffiutatadifie,fórfc  che  alcuna  cofa 

cariati  tutta  quanta.  O egb  baurebbe  buon  mameare  con  glie  la  fece  fimlare.DiJSe  al  marito  ^uta  Gianni,  & Giano 
ticchi.  A Ki.  Et  la  uerace  fiamma  U manuca . Terò  the’l  ni ^utò.'Hpn  auedendomcne » j fiutai  una  uolta  nella  chie 

cuorle  coce,e  le  manuca . ptdUddio.Mcuidifieilfrate  ,noiche  fiamorehgiofitm- 

>87°  Manicaretto  Lat.cibuiPcUcatiaJufiubis,'off'a,t!r  offula . to  di  iuguliamo  . Federico  quando  Gianni  jfiutanadice- 
ualepiccuila  uiiianda  a guifa  dt  guagg^tto.  Boc.  'Hefe»  uaj  denti. 

ce  un  Manicaretto  buono.  Baua  Lat.fabualonga.èquelIafiiumach'efcedellabocca,o 

Pappo,eir  Tappa . Lat.  a pane  difla . noce  da  fanciulli,  che  per  iracondia,o  per  dolore  fi  per  aUra  fami  caufa.D  a n. 

pappa  écono  al  fuo  cibo,  onde  pappare.  Lat. ual  mangia-  drper  tre  memi  Gocciaua,  u piamo, & fanguinofa  Baua. 

re.&Erafmo  prefio  fan  Girobnno  nella  piflola  ad  Hello-  Boc.  neW  A m.  t'occhio  Bauofo.IJdentata,^Bauofa, 

dorane  fimeiitione.Unti.  ihefefofft Morto tnnamjcbe  A K t.e'lfen Bauojò,& ^rto. 
lafciafii  il  Tappo  e’I  éndiCuedi  a binari  fi  trouerai  Dindi.  Scombauare.Iat.obbnire)àbu.i.uale  empire  di  baue.B  o c. 
’Pietimi.Latjfiortula,xenium.I'o.f-atefco,&Troueirga-  neU'A  n.Toi  eh' egb  con  la  fetida  bocca  non  bafcutia,  ma  . 

le  a pietate  detta,  naie  clemofitna  grande,  onero  dettada  feombauata  la  mia. 

piatti  grandi.  B o c. Torti  quello  il  pane , colui  mandi  il  Fiato.  Buffa,  editare,  anfore,  ffirarejiuffare,  sbuffare,  uedi 
• ■ umofiiuelfaUrofaccialaTietaaxaperfanimadepalfati.  41594. 

Dana  di  buone  pietanze  a fiati.  A Ki.  Oue  dormono,oue  Gi:npuc.Lat.gingiua.  B o c.Et  coneffe  s'imominciò  a firn 
hanno  la  Tutam^a  i.nel  refettorio.  piceiare  i denti,  & le  Gengiue . 

Diuorare.Lat.bgurire4euorarefitlcanfumare.B  o c.Trop  Ling\ii.Lat alingendofiiela bgando.  P et. Lingua  Dolce, 
po  danari  ad  un  tempo  hai  diuorataJ.confumalo.Ter  non  ToJ}eme,Fredda,Humida , Ingrata, Mortale  ,TreBa,,  ' '' 

efiere  dalle  fiere  diuorata.Senxa  ahro  lafiiarui  che  [pfia  Trefomuofa,  Vaga,  .Aulita  a lamemarfit.  Lingue  Mule, 

il  dmorarono.T.Diuoratrice  Etade . Elgiamai  poi  la  mia  Lngua  non  tacque . the'l  nero  per  la 

Ingordigii.  Lat  jngluuiei, naie  mjàtiabileuolontà  ,Bo  C.  mia  Lingua  s'oda;  Mmor, (he  prima  la  mia  Lingua  feioU 

. Culfardo  uedendo  la  Ingordi^  di coHei . fe.yarqdS LÌngue,tSr  uaru di  paefi.  Come fanciul ih' a pe 

Jngordo.Lai.auidut  fitibundus,gurges,heluo.ualetroppo  nayolgelà  Lingua, es-fnoda,  Checolcorueggio ,& con 
auido,t!r  uogbofo.T  et.  Ingordo  uolere.  Ingorda  uoglia . la  Lingua  bonoto . Tini  di  Tbilofòphia  la  Lingua  fi' l pet- 

aBi  perche  Ingordo , C'  io  perche fi  bella . Com'buom  chH  to.Coabt  Uogua  già  fredda  la  rubiama , B o c.  IHelln 


t 


.A.A  uif 

■ 


r 


Voce 


c o R ;p  o > 


Voce 


hr  LiigM  fHtnai.nel  lorltngHiggioM  Lingua  Erminia . 
IHranao  che  io  hMìa  mala  LmgHa,&  i4clenoja.£l  a ibie 
dere  a Lingua  fapena  Inmorare  ah  nelt ammo  gU  caf  ma  ; 
^ cbe't  naleffej.con  bugna.  Et  le  male  Lingue  non  janno 
tacere.innaledici.Tn.KK  i.  Cbe^lSobaueanfmdtn.. 
na  Lingua  in  bocca . 

Linguaggio . Lat.  loquela . ual  faue’-la . B o c.  Moflran- 
dogbele  elìe,il  lor  Linguaggio  apparò.  Dan.  Dal 
principio  del  foco  in  fu  Linguaggio  Siconuertian  le  pa- 
role grame . 

VOCE, 

Occ,Ecbo,Tarola,FaueUa,Loiiuela,roca- 
bolo^erbojCianciafiagionamento,  .Accen 
to, Detto, Motto,Saluto,  Luftnga,  Mormo- 
rio , Rmdirotto , biibiglio , Tredica , Beffa, 
'^-dScherno,Schermmento,fiomore,Crido,StrU 
do,!,treptto,Tunmlto , CalpelUo,Ruggito,Rampogaa,ier 
lo, Dimanda, RifponfOfSiUnii  i,Zitto,  ÌHano,  Mujso,  Elo- 
quentia,Eliordio,Trohanto,Sermone,Idioma,Bugia,Mé 
X^na,DÌfdettoJiiterdetto,Muto,  Balbo,  Roco,  Chioccio , 
Bugiardo,  Mormoratore,  Variatore , Fauellatore,  Cian- 
cione, Garrulo,Sogbardodieffalo,icbernuo,Derifo . par- 
lare, riparlare,  fiuellare,  ragionare,  dire,  ridire,dildire, 
prediiareanotuggiarepnormorarcjKrbottare,rimbrot- 
tarejufi,igare.cuniiare,ciarlare,cicalart,bkgiare,bisbi 
gliarejbrffare,  fchernire,rampognarc,geidare,llridere , 
ftriUare,cmgKcitare,(igolare,  roggircturlare,  nicchiare, 
cantare  ,contarepiarrare,dmifarf,ihiamareyippcUarepio 
mandareeiddomaniare, chiedere,  ricbiidere,  cuare,rap- 
portare,tacere . 

\oce  LatMox.P  E T.  f'oce  Mta,Dolme,EHrania,.Ange 
lica,HMmana,Chiara,Modejìa,Soaue,f'iua.  L' oci..4rden 
ti,Care,Crudefienedette,Interrotte,Trefle/'me,Sparte 
Mefchine , .4d  alta  f'oce . Si  dolce  in  uijìa , &fi  foaue  in 
Vote.  Ma  la  fua  Voce  ancbor  qui  giù  nbomba  . Infin  al 
aelgradiia.  De  fojjnrinuei.  Et  lajhnte,&la  Voceafà 
lutarmi  .Uoffi  bar  timorofa,C}‘  bor  dolente.  Voi  rimafe  la 
Voce  in  mex^o’l petto.  B o c.  Voce  Sommefia,  .Alquan- 
to Rotta,Croffa,Horribile,FieraJ3iforme,Mafchile,Con- 
trafjtta,Dolorola,Rozxa,Rnftica,ConMeneuole,Cittadi- 
na,Salda,5oaueytlJai  Viaceuole,Chiara.Lieiafiiffa,Tra- 
moritta.  d.tl piamo  Rotta.  Voci  Humib,Maiffuete,.Altif’ 
fime,Rubefle,Tiaceuoli . 

Voódegli  animab.MugghiardeTori,&deBuoi,&  ancho 
Boa  re.  Muggbire  delle  V acche  de  Vuelli.  Baia  re  delle 


Croeitare,CrocarA!rTlocitarcleCorui.StifiurTar,etBom:‘ii  , 
bilar delle  .Api.TipardeSparuierijCtr  é Galline . Gran-  . 

lar,(!r  pipar  delle  CaUtnc.Graadar  di  Oche , & di  Rane . 
Tetrmar  delle -Aniire.GlangirdelL-dquile.Geinir  del  Co 
lombo,&  dilla  Tortora.Glotorar  delle  Ciiogoe.Cruir  del 
la  Grua.Cuuular,et  Frigular  del  Cuculo.Fnntr  della  Ci- 
cala. Cucurtre  del  Gallo.  Graciilar,ct  Tipar  delie  Galiine, 
Trinar, Zinnie  ila  re,o  T rinfare  della  Rondmetia.Lipar  del 
Tiibio.  TLiujita  r de  Talomhi.  Tipillare  del  Tauone . Tifi 
tar  ifitar  del  Tordo . Strider  del  E'ipiflello . Bubular 

da  U’ .Allocco.  Volpar  deW.AuoUore.  & d'altri  Vccelb^ 
d'altn  animaU  tutti  pojli  albfuoi  lucgbi . 

‘Echio.  Lat.iquellauoce, che  tra  monti  cauemofi  riandò 
alta  uocea>atgndo.Secondoipoeàfupglinoladcll  aere  , 

CT  fecondo  ej}t  tanamorata  di  Liarafio^  non  da  lui  ama- 
ta, laiche  pel  lungo  pungere  }i  conueriì  in  fafio  ; ne  altro 
ui  ronafe  che  la  uvee , laquale  ancbor  tra  marni  cauernofi  '■ 
rtfuona  foto  iffnincndo  t ultima  confoiianie,  onde  fi  dice  la 
Tifponfiua  Elba,  S A K.  Sebo  ribamba,  &ffcfio  in  dietro 
uoltami  Le  noci  che  fi  dolci  maria  fonano,Et  nel  orecchie 
U bel  nome  riiòltamt.La  rifoname  Ecbo.Ecbo  mefia  riffon 
de  alle  parole.  Kki.Bc  Echo  rtjòiur  per  tutto  s'ode . 

Parole.  Lat.  Merba,c}r  quaft  pan  art , uel  paratnm . P s T. 

Tarale  -ictorte,.Angelicbe,-4lte,Care,  Confitte,  Dolci , 
Dolciljime,DoUnti,EJireme,  Honefle,  Humane , Lcggioa 
dre, Mortali, Mone, ’Uffue, Tellegnne, Tutofe,TntÌe,  . 
Saggie,Same,SempUci,Sudc,SoaHideTarole,che  mi  Slan 
no  -dbantcnle  confittela  mecfjpH  core..A  ledolcimieTa 
rote  efireme.In  filcntn  Taroù  accorte,&  Jaggic^al  clxa 
ro  ulfo  Mone  col  fuon  de  le  Ta  rote  accortejìiceado  ante; 
di  ciò  non. far  Tarala.  Et  ella  baurebbe  a me  forfè  riffoflo  '. 
Sìualt  he  lauta  Tarola  fiiffirando . Di  dir  Tarole  in  quei 
punto  fi  nour;  Che  farian  lagrimar  chi  Cintemiefie.Et  udì 
foffirando  dirTarole;  Che  farunghri monli,cr Jlarifiu 
nu.Tarolette  .Accorte . iìmfli  in  Jua  prima  età  fu  dato 
a Torte  Di  uender  Tarolette, ano^  menzogne.  Boc.  D’una 
Tarola  in  altra  procedendo . tion  poua  raccogber  lo  jpi- 
rtto  a formar  la  'Parola  tmera  alta  rifjiofia.  La  Sama  Ta 
rola  del  Vangebo.  Dando  alle  Tarole  fede  ; ch'erano  ucrif 
fmte..Accioche  i fatti  non  parefiero  alle  Tanle  contrarq. 
.AcaocheCultimeTarolenonfixnodifcorditi  allepnme.  < 
Vltime,Tocheyjate,Vtib,Belle,\jeggiadre,.AmiihcuOm 
li,DoUi,Dolciffime,MeUifiueJBuone,Migbori,RottiJ>ebi 
te,-iffettuofc,Cene,HoneSie,  Vere , ubere , Tuceuoti , 
Gemili, .Abomineuob,lngiuno/è,V/àte.ScelerateJ)isbom 
uefle,Vituperojé,Villane,Spanétcuob,S com ie,S ciocche,  ' ■. 
Infipide , Tiene  di  materna  pitti , Tarolette  Leggiadre  , 
Vfate,Taroluz^.  B o c.uedbalT  Indice. 


Vecore.tfjtrm  de  Caualli.Ruggire,&  Fremire  de  Leo-  . 
nifi  Lioni.  abbaiare.  Latrare  .Gannire  ,& Ringhire  de  VirìiiTC.Lat.linnofiratioJocutiodoquelafierbumfiffatus,  Ijytf 
Cani.  Velare  ,&  Vagire  de  Lupi.  Raggiar,  Oncare,  o Or-  tusfiifilloquiumfiompellatiofinisr&gryphui.  il  parlare 


ofeuro.  breniloqummjitjualparlare  corto.  P e T.  Bel,  Dol 
cejGentil,HumaHoJLumile,Tellegrin,Tio,Rotto,Siiggi0,  . 
Difaper  pieno . Dolce  parlare , & dolcememe  incelo . Et 
perche  un  poco  nel  Tarlar  mi  sfogo  .Cofi  nel  mio  Tarlar 
ucgbo eficr i^ro  luìlTarlar, ebe nullo  fhle agguaglia . 
ifatto  fòaue,  di  Tarlar  fagoio  bumile . E‘l  Tarlar  di  dol- 
eezga  ,&<b Salute.  E'lTarlarrotto,e'lfuhitofilemio. 
Boc.uediTlndice. 

leopbame.  Coaxar,  & Gracidar  di  Rane . Cantare  de  gli  Tarlare . Lat,  loqui,  alloqui,fari,  affati.ftrmocinari , com-  , 

VccelkTiptllart delie Tafiere, Tigolqr difik  Ctondaia,  memoraredbcere^bumfacirrcfiocmmiitere/ermonór  , 

E. 


aire  di  mefier  lo  .A fino.  Frernre,  o Frendire  del  Torco  fd 
natica . Vlulare  della  Vbtla  uccello. Vagir  del  Lepre  On- 
care de  gb  Orfi.  Blatterare  de  Momom.  Barrire  deli' Eie* 
phanie.  Cattiùrt  de  Gatti.  Drimtr  dalla  Mujlella.  Cru- 
nir , & Grugnir  de  Torci . Glacitar , & Baritir  delTOna- 
gro , cioè  de'.Tafino  frluaggfo . Rancar  de  Tigri . Gannir  de 
la  Volpe . Orcar,  Corcare,  & Frernre  del  Lupo  ceruiero . 
Grillar  de  Crilb. Sibilar  de  Serpemi.Bartre  la  noce  del 


Voce 


CORPO 


Voce 


i8g 


btbcn.P  LtXheiiolndo parlar  tiuitaiu(impreSliuii-  Dire.LatJiffio,fìrmó,oratioJocktio.  P e x.UhoJiclla^» 
ito  u odoptrUr  fi  dolcemente , L’m  ptnfier  parla  con  la  mtlefirene^otttle,  Titlito . tion  hebbia  fcbifo  Unito  Dir 

mente,  & due.  tt  come  dolce  parla  ,&  dolce  ride.  Hor  troppohnmile,Oegna  Sajiaipiu  .AltojiT  pm  Sottile.  Col 

nonparlujKpcnfoaltro  che  punto . Che  parlan  jèmpre  Dir  pund'intellemdoUi,&alii.TerladDlce7^,c^del 

dejim  trilli  daHm.parlàdo,patlat,parlant,p.irlaiia,parlo,  fuo  Dirprcndo.Terò  t'amfa;  e'I  tuo  Dirjlringi , Cifrata  , 

parie , parli. hoc.nediaU’lndice  .Riparlare.Lat.repe-  B oc.  Col  Dir  mi  conforta.il  Dir  da  Seg^. 
tere , iternm  loqiu  .Boc.Bt  dopo  alcuni  giorm  riparlò  Dire.  Lai.  diierejoqm.  P e t.  Tim  uoltegiàper  dir  le  labbra 


alla  Cameriera . 

Vuhcorc.Lat.eloquem,&loeulor.  B o c.Tre!lo,&  orna- 
to Variatore.  Lat.  rhetor,&  orator.Si  ottimo  Tarlaiore, 
& pronto  era  ,mnna  feiemia  hanendo , thè.  & multilo- 
ijuium^,  ua>.  troppo  parlare , 

V erbo  .lat.  i la  parola  .Dan.  Et  fi  fuggì  che  non  parlò 
pimy erbo , K r i.lipn  uuol  piu  ile  l’accordo  intender 
yerbo. 

FauclU  afando.Lat.loifucla.Vtr.  L’ .Accorta, Houtlla,tìu 
mil,  Dolce  F duella.  Ver  me  fi  mojin  in  atto,  od  m Fauci 


aperfi.Talbor  odo  dir  co/c^'n  cor  dejcribo.  éc'cllaJemif 
ch'io  dica.  Che  tua  ragion  cortefemente  dica.  Teròmdi- 
ce'l cor , eh' ttt carte  jcnua.Scco  filtrugge.tì-diceacia- 
fcunpi^o.  Et  dieea  meco,  fé  coJUi  mijpre^^a . I diceafra 
mio  cor , perche  pauenti  i dicean , dicendo  Scelte , dico , 
dtmmirdume,UiraAreirdirlojliròjiijSe^ifii/iilicnii,dite- 
lejmi fu  detto, m'hauea  detto.  B o c.  uedt  t Indice.  Dan. 
lume  II  fieno  al  come,  che  tu  diej.dici,Cs'  Z oc. La  donna 
ihcmohu  mtgliodi  lui  udito  [banca  ,fece  uijia  di  fue- 
gtiarfirir  difiejcome  die  i 


la.  Riconobbila  al  uollo,e  ala  Fauetla.H  o c.  Et  tcnnegli  Ridire.  Lat. riferre  .pernfcrire.V  tr.  Ch’inoliò  ripenfar  \yia 

L*  jO  acati  .o  oaoém  mm,  m lA  oc  aa  J [a  uooOjO  a ammaa  awla  Aa  oft- ...  1 Èi  ^1.  j*...  * 


FaucUa  infinoaVendémtajjiongbparlò.Ijprtmer  noi  po 
irei  con  la  Fauella.Lagiouane  udendo  la  Fauetla  latina , 
che  egli  finta  coda,comc fiotta  Fauellafufie.  O a N.  Con 
angelica  uoce infiuaFaueUa,cioi dt fua patria. Impera- 
trice dt  molte  FauetieJ.di  molte  regioni . 

IJ77  Pmeìla.teJjU.loquentia,&eloqmum.  ho  c-Afiutiaufan 
do  nel  Fauetlare. 

E duellare.  Lat.  loqui,  P e T.  .Amor  par  eh' a [orecchie  mi  fa 


non  che  nére . Io  nonpofio  per  oréne  riére . Chejimpre 
firiéca.SeuereatcorCocchioriéce . Ch'anérlo  fitrian 
uiati  Tutti  I maggior,  hoc.  Io  non  sò  ben  riére  qual  fu 
il  piacere.  ìipn  che  egli  te  lo  habbu  ridetto.  Voi  [una  aU 
(ttltraperla  littàriéeenéUo  . che  noi  ad  alcuna  perjòna 
no  ridiciate.  Terche  i fiali  macinano  a raccolta, (ir  noi  ri- 
dicono, é mai  ad  alcuno  non  riérlo.  fecondo  che  alcuna 
éloiopoimindijfe. 


uelle.  hoc.  IO  non  gli  ho  potuto  fauetlare  mai  ebefia  fi-  Dijére.Lat.nigare,ÌHficiari,recufare,abnuere,dedecere,  infi 


la  con  la  fornaio  fauetla.  .Andando  con  luifaueliando.Ha 
molto  f duellato  con  let,fauellauant  infiemeM  s’tofaucl- 
lomiconofccraatu. 

PiuciÌ3toTc.Lat.etoquemJocutorJeuloquutor,orator,rhe 
(or.  B o c.BeUiffiano  Fauellatore  era.  Ornato,&  bello  Fa 
uellatore . Lat.  facundui . 

LoqucU.id(.  Dan.  che  mai  non  fu  LoquelayT^  concetto 


dare.  Vur.ai  quel  che  giufiamentc  fi  éféic.Viu  fi  difdi 
ee^  thi  ptu  pregio  brama . Vlgn  m hauefie  éjdetta  la  Co- 
rona. Boc.Il  Renon  gltfeppeéfére . nonfitéfdice.  piu 
amenonéeefier  éjdetto  dlhauerle ficritte.  'Hpn  le  éfdif 
fe.facendofi  a creére,cbe  quello  a loro  fi  conuenga,& no 
fi  difdicaahe  alle  altre. i non  fila  mate;  dr  latinamente  fi 
direbbe  éécet . 


mortai  che  tato  uada.onde  Loquace  ual  copiofò  di  parlare.  Diliietto.  Lat.  émicatio,&  éfeeptatio  ,controuerfia , in. 


Ragionamento . Lat.  firmo , orano . ual  parlamento , & 
parlare.  B o c.  Finito  il  fuo  Ragionamento.  Il  Ragiona- 
mento era  fiato  breue.  Secreto,  Vnmo,  Cotale . I noHri 
Ragionanienti  fatti  boggi.  Diletteuoii,  Vuccuoli,  SolLrgt 
‘geuoli,  'Huoui, Vari], Belli, Futuri,  Cruéli, Fieri, ueé 
alT  Inéce . 

Ragionare.  Lat. firmo, diBiororatio.  P e r-AccortOyAn- 


teréBumabnegalioualcontrallo.V  t T.  Cb'i  ne ringra- 
M,cr  lodo  Ugran  Difdetto.  C’hauean  fatto  ad  amor  thia 
TO  Difdetto.  B o c . Ilquale,  dopo  molte  Difdette  Jficglia- 
toji  ui  fi  coricò . Laquale  ubidiente  ferrea  alcuna  Dijdet- 
ta,  A M. 

Difdiceuoìe.lat.indecemànécoru},  monuerùcns.  B o c. 
Ilche  era  alb  piu  honcfii  non  Difdiceuole . In  quella  parte 


tuo.Corte fi  Jiolce, Latino , Lungo.  I ; che'l  fuo  Ragionar  che  forfè  meno  DifiiUeuole  da  te  farebbe  eletta . L A.  Deb 

intendo  alihora . Con  quel  fuo  dolce  Ragionar  accorto . ( fi  non  i Diféceuole  ) dimmi 

Boc. Caddero  fui  Ragnnar  éU'oratiom.  Il  Ragionare  ÌHz\àìccme,&  Maleéco.  Lat.amuiciatorjbouinator/nor 


élla  Reina  al  fuo  fine  uenuto.  La  Reina  ad  Emilia  commi 
fieli  Ragionare. 

I J78  Ragionare.  Lat.  firmocinari.  P e rj'aghipenfiericbe Scor- 
to m’bauete  a Ragionar  tam' alto . Soleano  i miei  penfier 
Di  lor  obietto  ragionar  mfieme.7{e  mi  lece  afcoliar  chino 
ragiona . che  tua  potentia  fia  "ìlei  cui  fi  grané , come  fi 
ragiona.  Donne  che  ragionando  iteperùa.Sol  é lei  ragia 
.nando  mua,&  morta . Del  uario  fili , in  ch'io  piango , eir 
ragiono.  Di  cb’u)  ragiono.  B o c.  uedi alt  Inéce. 

Detto.Lal.édumaiat  motto  fentemta.  P s T.  Dolce  Detto, 
Detti .Amorofi ,&  Soaui.Se  njpondcr  fiapefie  a Delti 
mui.  & quei  Detti  fòaut  Mi  fenfie  entr'un  éamamein 
ineoigp'l  core.  lui  e^ quei  che  f ut  Detti  febei . partici- 
pio. tmfu  étto . nerbo . 

I>ctùnotandh&feiiten^,iiedittVrpiierbi04 16^0, 

E-3  ' 


daxftblocutorfibtrtSator,  étraQorfieireSator . ueé  a 
Mormoratore. 

Interdetto . Lat.  mterédum . naie  tra  quello  che  i detto . 
V ir.  Le  uiue  uoci  m' erano  Interdette . .A  tutti  fu  cru- 
dehneme  Interdetta  La  patria  fepobura.  B o c.  Eldoue 
l'efcomunicationi  ,<!rgb  Interdatifono  feomunicati  tut- 
ti.D an. LaGmflitia  éDio  ne  bi  Interdetto  Conofie- 
refii  a [alber  moralmente . 

"narrare.  Lat.  ual  recitare,  contare,  dire.  Vir.I  non  paria 
giamé  Imaginar  non  che  narrargli  effetti . To  narròle 
mie  fatiche  .hoc.  La  peBiUnxa  "narrata . li  cafi  "nar 
rati . L'acddente  'narralo . Ver  ordine  cgm  cofa  narrò, 
ueé  aW  Inéce, 

Contare.  LatJiarrare .V  ir. "nsmé  lingua humana  Con- 
tarpotria.Contadaifafiélauitanofira.h  o c.Mlcuna 

cA,A  ttii 


1780 


E-3  L 


f 


Voce  CORPO  Voce 

aS?t:.».rcprtcrcW.'re.P  e y.tiouo^f,crd,ri-  ^nnunuo^umo  danno.^pr,  lorcMrmU^ 

^ «-  Aue.zlr.  Dan.  CmttofifiTi^ch'ci  Et  poi  co 

!!cMonofattogkToroaronoaa^^  mocut^uomun^  camondo. esondo  Aoc  mar, a. 

le  raccont^TOtto . uedi  all* Indice  • * 


teraccomarom.Mciuut**tt»4*.t,o 

j(ccomarcXatMmumcrare,connMmerareiadtungere.Halfo 

nerft  in  corno, coi  in  numero  con  altria  ragionare,  Boc. 
Et  accontato/}  col  marno  di  lei , per  tinello  modo  che  pin 
bonelhgh  panie, gliele  dijìe . De  quaU  un  -Njpote  con  uno 
abateaccontatofijamàdofia  cafa  per  dijpcrato  luitroua 
tBerela  figliuola  delKe  £ Inghilterra,  maria  ueggendo 
Tagamno  con  lui  sactontÒ.i.con  lui  fi  niiji  a ragionarc.& 

quando  {li  per  numerare,  uedi  a 1696. 

Diuifare.Lat.  cxprimere.ieclarare,decemere,  éjj)onerr,ual 
narrare.  Boc.  lo  mi  trouai  in  parte  fiue  io  Midi  Gutdot- 
todouela  ruberiahauefie  fatta  diuifare.uon àmofira- 
tion  chiare  narrare,  lo  no  ui potrei  mai  dmi/are.ijuaU  fie- 
no i dolci  fuoni  £infinililiromemi . Ma  perche  no  io  tuttii 
paefi  cerchi  da  me  diuifando  i .1.  narrando , 0 dejcriuendo  . 
Trattare  Ut.  trinare,  ual  dire  ,0 parlare  confrequentta. 
V ir.  Le  mie  roche  rime.  Che  non  fanno  trattar  altro  che 

morte.  Ogmhnprefacrudelpermefitratti.ueéaiqSg. 
’Predtcart.Lat. predicare,  ual  publicamtme  dtre,diuulgart , 
celebrare.B  o c.Tafciando  bora /lare  ilTredicare.comin 
ciò  della  jùa  fantui  a predicare . I cberici  quamunque  la 
patienra  predichino . , r 

1 ?8»  Predica.  Ut.conaofms  Boc. Frate cipoUacommcic la ^a 
Tredica  jtndauaalleVrediche.UTremcbefattedafra. 

fi.  .Almodo  ufato  uifarò  la  Tredicatione.  Fu  gran  Predi- 
catore. Ut.  concinnator,orii,  & orator , eir  declamator . 

Acccnto.l4f.  quaft  ad  carnuti  boc  eft  tu.xta  cantxm.  ual  n 
- * • i n /^tejtoai  . Ca.«1«ì 


Motto,i  piaceuole  ragionamento  tentatiuo , da  mudo  Lai. 

!..  j . r.. ».  t.mo  ixjtrnLt /tììj  tMUlA^OUt» 


che  dinota  far  un  cenno  ,0  ère  una  parola  alla  muta,  one- 
ro con  noce  fòmmejìa.Cir  Aloltiècianto/iuetliche  Lat. di- 
cono ioci,&  feommata . onde  motteggiare  ual  ér  motti , 
& feberg^e.  Pur.  Talbor  rijj>onde,et  talhor  non  fa  Mot 
to,  Boc.  F'n  Motto  non  meno  da  ridere,  che  da  comme» 
dare.  Con  conueneuole  Molto  lui^  gU  altri  poltroni  ha» 
ueafcbermtu  Motto  Leggiadro, Viateuole,  Guido  caual- 
canti  con  un  Motto  dice  uitlama  a certi  caualicnfiorentu 
ni.Ts^tiuio  fi  mouOjO  faccia  Motto.i.parli.  Séga  alcun  Mot 
to  fare,  /fando  Motti /fa  ,&fefleggiare.  Motti  Uggi^ 
dri,BeUifiet£>iuerfi,TiaceuoU.iei  uoglio  raccordare  c/fe» 
re  la  natura  é Motti  coiale,tbeefii,come  la  pecora  nior~ 
derdeono  cofi  mordere  Cuètore/t  »ó  come  il  cane;percio- 
ebefi  come  il  cane  morde fie  d Motto  non  farebbe  Motto , 
mauillania.DAS.Cominciaiioa  dir,fepuoi,fa  Moita.On 
d'io  guardai  nel  mfo  a miei  figliuoli  Senga  far  Motto . 

MottcgSireXat.caHÌlluiddedoriaaidrritamemii.  Boc. 
Ufcioflarcil  Motteggiare.Dioneo  lafiiafiare  il  Mottig- 
giare.Monna  1<orau  de  Tuia  con  una  nj/n/la  al  men  che 
honefio  Motteggiare  del  uefeouo  è Firfge  fileni  io  pone. 

Motteggiare.  Ut.  cautlLart  ,&  locari . B O c.  Commiiò  con 
lui  a motteggiare  del  fuo  noueilo  amore.Martellino  rijjum 
deamotteggiando.Et  fenga  piu  Motteggiarla  temendo 
delle  fue  nffiojie.  Et  piu  uoUe  motteggiarono  è uedere 
un'huomo  cefi  antico  d'anni,  &éfenno  innamor ato.  ue- 
à Vindice  . 


1384 


tAl^ru"idù,ma,atii.ualparlareproprio.Vt.  x.Etfi  derm.elSermonpfco.ChmroSermone.Boc.  Senx^ 

dolce  i^maU  dicè , & un  cantar  tarLfoaue  .Dan.  fiu  lungo  Sermone  fare . Diff^ufo . Du^  UngbiS^mom . 

l‘unauegghiauaainudiodelaculla,Etconfolandoanda  tefati.  O ns.Etcì^nuandolmioScrm^  Di^ 
ua  Vldioma, Che  pria  ipadrt.&U  madri  trafiuUa.  Et  Ciinac.laU.,mgn/tffanue,vgernficuln,&  «jSj 

uat  taiomu  .co  y y figmfica  frequenter  moueo,Cr  uoco . & ualeparolefii 

ridiouiach  »/«•.,..  pJfie^ir.Etquefiedola  tue  falUa  Ctan^.  yeii 

fanfonenheperCiancielngriboalanetmcadcapopou. 

Boc.  Che  Ctanciejòn  quefle  che  tu  diai  JJuie.Et  qium 
do  una  borfa/!f’<iuando  un  coltellino,  & cotali  Ciancied, 
noueUugi^ . Lat.  recnlf . Ma  « lueglio  che  altro  buomo 
far  quelle  Ciancie  é contrafarfi.ueuff'e,  rafe.  Ut.fdlUm 
fix , tecbiut . Et  lauti  omameuti,  0"  lami  uei^ , tante 


Efordio,Prohcmio.KC<b<»  itfio.  , . „ , 

ia\am,&Salute.Lat.falutatio,ualfalutatione.V  sx.  Et 
iundolceSaluninfiemeaggfimtoJiormt  ntrouopienè 

fi  èuerfi  Piaceri  in  quel  Saluto  ripenfando.  Salute  .Ange 
!ua,Bcr^na,Cb’ apena  gU  potei  render  Salute.  B o c.Af. 
pefàndo  al  fuo  Saluto.Con  lieto  uifo  rUeuuto  K fuo  Salu- 
to J>olce  Saluto.Tutti  gU  altri  Saluti. 

U8l  Salutare.Lat.èdarfaluto,uifitarecottparok.Pn.Cof,mt 
fuegboafalutarCaurora.<mdebemgnamenteSalutando 

temfte  in  uita'il  core.  Et  U fronte , trUuouafalut^ 
M«f}i . iUben  f/fnjfotif’»  U itrga^era  Guitton  faln- 


Ciancie,  tante  morbide^  fotiomettere  ad  un  uecebio, 
Lat.  neqmtU.Ucliuegp,&Ufcu'C‘mefcolattconatt-, 
parolette  accarr^uoli!  & non  per  le  baie/)  frappe/o 
me  mdgaméufiqjaptrtutta  Itm.iì'naeKlVLndit, 


Voce  ''  C -O  R P O Voce  • 89 

piHUrftmntebMUmpirLtto.Ani.Ch'ttamorfen-  Ttbalio fu  fetiìlito . Stdefiioicoflinmutlitobiucniart. 
X/ijpemeefogmoC$anaiU.meme^cefiiiiizna.  Biuantkaf$iietgUeradeglifeofaiori. 

Cianciare.LatJocan,migari.  li  o c.  Cofi cemÌKÙt  Cinuia  SufpUre,èfibiUrtcon  Ubocca.Lat.fibtlare.  B o c. Buffai* 
rv,^  a con  lui.  Che  altri  non  creda  che  tu  ciana,  macco  cominciò  a fufolare,&  ad  urlare.  Veraoche  écentt 

Cianciando,&  motteggiando.  Et  cofi  per  buon  jpatiocian  la  Zeattara  mfiméffetto  andare  fufolando,i^  appoflan* 

daronotanto^.  ad  una  gentildonna,  a cui  lo  Cunciare  dolanottedigM.diarledfiiobclutfi>amorofo.LA.Sen^ 

fia  bene, a uoi  molto  fi  àjdice . maefiro  baurebbr  imparato  di  fufolare.  D a n.  ne  farò 

Ciindoni:.  Lat.bUterofims.vmeta.inuecediCam^  uentrjette  iiuanda  fuftUròtcom'inofirufx. 

usò  il  R oc.  Et  la  lauda  à donna  Matelda,  ^ totali  al-  Su‘urrare,è  la  noce  delle  api.  Lat.fufurrare.  San.  Ltfinfnr 
- tri  Ciancioni.  trcofiéffeuolendodimoHrare,  le  carrzpni  ' rami -dpi  uediad.Apia  looi . 

cantate  da  Landefi  effere  ciancie,  Morraorìo  .Iai.im(rmnr.é  certo  fuono  foanedeWacque,  & 

Garrulo.  Lit.&-ambagiofusdicaculus,dicax.ual ciarlalo  pcrmeta  fiponeperifualunque  fufiaramento,firepito,o 

re,o  chiacchiariere,  meta,  toltaidal  garrir  de  gli  uccelli . pumobalio,ó‘  ftaue.  B o c.Con  commoui  Mormonf,an- 

A 9.1.  poi  che  Iellato  S'hcbbe  da  canto  il  Garrulo  Eremi-  gì  tomori  mtuperano.1  dtshonefli  Hormorif  delpalaxzf' 

ta.  ^garire.uedia  loi . Mormoreuolifuom,edolci.  F i, 

Frappatorcjifj/ Ciarlatore^ Taraboiano.Lat.  toquax, & Mormoratore. Lat.mumurator, detraHar,detraQator, 
linguixdocutuleius,eilocutorcr'uJblalerofims.iaSabun-  ' ual maldicente fecreto.  P s j.Mormorator  de  corti, un 
djii.polylogut.rabula,a,uerbofiu,multiloquus,nugax.  bmmdcluolgo . 

Lufinghe.ZJiyìn^are,  Lufingheuoiejieé  a f'enere  a6y%.  Mormorare.^r.  murmur,(jr  murmuratiodetraSio;  muf 
Ij86  Menzopit.  Lat.mendaciumual  bugia,anchorchefiadif-  fitatio  P tx. Mormorar Baffo,Pietolò,Dolced{auco. De 
ferenta  tra  mentire , ^ ér  menzogna  ; Teraocbe  cedui  crillalli . De  C onde . 

dicemenxpgna,chefefteffotngannandoficrededireUue-  Mormorare  nerbo.  P tr.  &l’acqne  mormorando  Fugpr  ijSt 
TO',  ma  colui  menti fie  che  neramente  [a  if ingannare  al-  perl'btrbauerde.VaMrajèrena,chefiauerdifrodeMor 

trui.Vix.  l'ero  dirò , forfè  e parr.i  Menx.ogna.Da  uen-  morando  a ferir  nel  uolto  utemme.tìr  acque  fre[che,e  dal 

der  parolette  exazi  Menxogne.Verch’io  t’babbia  guarda-  ci  Spargea  fòauemenle  mormorando.  B o cJ^ueSia  no- 

lo di  Menzogna  Ingrata  lingua.  Boc.Baccontar  una  ue  nella  diede  un  poco  da  mormorare  alle  donne,  -dltrocht 
rità  che  ha  troppo  piujche  ella  fu  di  Mempgna  femban-  mormorare  non  faceano.Di  che  la  giouane  mormoraua. 

^4 . Tcruenai  in  terra  di  Mentina  D a n.  £l  cominciò  Maledico^  Maledicente,ncé  4 ■ j ( 9. 

Con  forza,»  con  Menzogna  La  Ina  rapma.Sempre  a quel  Rampogna.  Lat.fcoma,tis . ualriprenfione,  & contrafio. 
nere  ha  faccia  di  Menzogna  DiCbuom  chiuderle  lab-  P iT.llmioanerfarioconagreRampagneCominciaJM, 
bra.Ch'eglièbugiardo,&padrt  di  Menzogna.  Kr.  i.£  contentio,defenfio,cauillum. 
fe  non  che  pur  dubito , che  manche  Credenza  al  ner,  eba  Rampognare , noi  riprendere , & dannare.  D a nJlnal  fi 
faccia  di  Menzogna.  tu  che  cofi  ranipogmaltmii  Atei.  Moma  a eauaiio,& 

Btieia.  Lat.mendacinm.è quando unomenlendo,non  fefiep-  fe  fiefio  rampogna . 

fi  ; ma  ingannando  altrui  fi  che  è Bugia  qnelloahe  parla.  Beffa.  Lat.  derifio,illufioaontemptuifielp^io . ual  difprt- 
VtT.Et  mnta  a terra  caggia  la  Bugia.  B o c.  Tinn  che  giojo  fchemo.  B o c.  Che  tutte  Coltre  dolcezza  del  mondo 

la  Bugia  ,ma  la  nerità  non  era  in  Imola  chi  gli  crede  fi  fino  una  Beffa  a rifpetto  di  quella  quando  là  femina  ufi 

fe . Con  Bugie  guajlando  la  fama  fui.  Ani.  QjaU  conl'huomo.DonnefonotanteleBiffeabeglihuominiui 
la,  che' luer  da  la  Bugia  diffaia  ; Et  che  può  dotte  farle  fanno.  Che  molto  detto  fiadelleBeffe  fatte  dalle  donne  a 

genti  grofie.  gli  buomini.  Mi  feci  Beffe  dime  fi^o.D  a n.  Sono  febee 

Bugiardo.  Lat.  mendax . i quello  che  finge  ,0  mo/lra  quel  mti  condanno,&  con  Beffa, 

lochenonf  .B  oc.  Eri  diuennto  Bugiardo.  Scafi  Bn-  Beffttore,  Lat.  lpretor,trrifir,derifir  ,illufor,contem- 
giarde.  Marinai  Bugiardi  ,&  arifMieuoli.  D a m.  ./l'I  ptor.Boc.Siaprefiqueflobeffatoreiflddio.Tuhaiap^ 
tempo  de  gli  Dei  falfi , & Bugiardi . Ch'egli  è Bugiar-  parato  ad  efiere  Beffardo.  Pn.Et  tun pomo  beffata  al 

do,(lr  padre  di  inenzpgna,  Cofi  feoperfi  la  aita  Bugiar-  finCidippe, 

da.  Ari.  Et  nelmancardt  fede  Tutta  alui  la  Bu^r-  Beffare. Lat. decipere, irridere, &deludert.ualfàiermre,  ijSp 
da  -4frica  cede . difprègiareantuperarepiergpgnare  ; & ual  macebiareret 

Bugiare . Lat.  mentiri.  D a s.Et  certo  non  ui  bugio, ideH  tingere  altrui  di  alcuna  coja , che  ne  riporti  uergog^,^ 

nonni  mento . anche  prenderfi  piacere  dando  ad  imfdere  ad  alcuno  quel 

I j S 7 Bisbiglio.  Lat.fufurrus,  & confufio,  dijfidam,&  dijfiden-  lo,  che  non  B o c.  Che  chi  altrui  s'è  ingegnato  di  beffa- 

tia,altercatb>,contertatio,  contentio,rumor.dabu,bis,  re,  & maffimamente  quelle  cofi,  che  fino  da  riuerire,  fi 
che  parlando  pianamente  par  che  cofi  fi  dica.  P c r.Ia  era  con  le  beffe  ,&  tal  uolta  col  damto  baffi filo  ràrouato.Che 

intento  al  nobile  Bùbigim.  A tei.  Di  noce  muocee’l  mor-  ani  ho  gu huomini  fanno  beffare  .Et  con  loro  teneua  man 

morio,e’l  Bisbiglio.  . a beffarlo.  Et  é ciò  che  aueniuariderfi  ,&beffarfi,.Ac- 

Bishighare. Lat.  fufitrrare. ual  parlare  come  gli  uccelli  da  pi-  corgendofi  d'effere  beffato. 

piùre.Lit.  O A N.  Chetifach ,che quiuifibishiglia .Et  Baffone.Lat.lcnrra,gelafinus,bomolochui.^Tarafitut, 
gora  pena  in  Siena  fe'np^iglia.i.  poco  fi  ne  parla . fed  in  cibis.&fcurrilitat  la  Buffonerìa . 

Buccinare.  Lat.&fifurrare/igganmre,  immurmurarepnuf  Butli.Lat.luécrumàocui,^ deceptio . riéculum  ; urbanU 
fire,&  mufSitare.ual  parlare  baffo,  mormorare,  0 biibL  tatjis.nal  goco,filazt<>,fpaffo . onde. 

'i'  ^ l^ci-^OcdìjuuuunquefibiHmaffedictiliuhtbeftT  gnrUTt.Ut,moiri,liidert.uMpigliarfiJpaffo,diieggiaret 


Voce  'CORPO  Vocff 

tbeffarc.D  Ku.Gnd4ndopmbetiaii,&perchebMrti.  fiperchim.At,T.l>iSconu^d'irjtlitttpraculi.  ' 
il  Laudalo  ifpone  burli  ptr  bui  da  buurr,  chcmliugaa  Scornilo,  Lat,Hotattis4mfMS,lìoctifa(liis,mbibbabitiis, 
aretina  figiuPugittare^role dette  da  t’auaromreprfn  mluuitperaio.  fi  o c.Tofaiu udendo  coflui  fi  teune  S(or„ 

fitit  del  prodigo.  nato  Jj donna  Scornata J,be  fata, &delura.Quafi  Star» 

SogUardQ.  Zjt.  nerberò,  nis,  iurco,  parafimi^  para  fu  natt.grandtlfima  mllanudifieroalladoiim.D  a ».  Qjs*-  . 

tafier.  è queOo,  tire  uiue  deVabrut  con  beffe,  ^ fimiu . fi  Scornati, & rifponder  non  fanno . 

B o c.£g!ii  tardo,bugiardo,dr Sogliardo.  . Scornare. Lat.  erubere,deriden,explodl  ,&  exibilari  .ual 

C,quandoénouirrtfione.Boc.lkbanimamtadoUe,lalcia  nergognarfi,  & rejlare  feornato.  P li.  Il  mio  duro  auer  j 

timibalciare  ,La7dicolofadiceua;0-tubaigranfretla.  fartojene  fiorm. 

Dijfe  ilprete.Main  buona  ueritàbeneaiuohuopofetu  Debidere. LatMalingannare,heffare,&r'idere.K  r i.Cbog  l}9* 
fiat  cheta, et  lafcnni  fare.  Diffe  la  Belcolore.O  che  bene  a ginon  panda  uotdclufe  (parlando  delle  uergmi.)T.E‘l 

miobuopo,cbe  fietetulrìpiulcarficbe'lfillota..Apnte  umorcertocbe’lpenfierdelude . 
per  Dio,  cboqo  mi  muoio  di  freddo.  La  dona  diffc.  0 fi  i h‘ie  Balbu7^are/>  balbettare  Jjtt. balbutire . ual  tartagliare,  ^ 
fi),  che  tu feluno  a/iiderata.'blon  fai  tu,  che  luii  babbiamo  non  efSer  fciolto  delia  bngua.B  oc.Bralalor  bngua,cb'a 

promeffa  la  uirginità  nojira  a Iddio  iO  dijfe  toleii  quante  pertamente  narrare  foleua  i moflrati  uerfi  halbwg^itdo 
cofe  feglipromtttonotuttodi,cbenoufègli  attendono.  andana  errando.  Tn.7<lg balbettaua la bngua. 

Scherno.Lat.probmm,^opprobriian,  derifia.ual  uergo  Biìho.  Lat.balbus.O  ak.Mì  uenne  infogno  una  femi- 
gna,  & dishonore.  Vii.  (nane)  Che  la  teruprjia  e’ifin  na  Balba . 

parcbabbiaSeberno.Bo  c.SfuafiperSchemoaiatutii  Sci\me,ui§ao\o,& non  Silinguagnuolo, come  hanno  altu  ' 
eracbiamato  Cimone.  'Hsn  curare  dtbeffe,o  di  Schemi  ni  te fii,d  che  non  può  fiore, percioibe  oltre  che  iincorret 

per  jòdiifire  all'amico . to  quanto  alla  pronontia,i  ancho  contro  la  regola,  che  tra 

Schcrnimcnco.  Boc.  ConnendicheuoleScber  dueuocaU  non  pofiono  Ilare  tre  confinami.  Lat.  glottis 

nimento  fieno  da  me  uendicate.  A m.  Sihermtrici  gioua-  tdiseepiglottisfcu  cptglofiu,lmgua . i quello  uemo,  onero 

ni.  Ah.  Schemeuolt  parole,  tir  Schemeuolmcnte,  L >.  carnofuà  folto  la  lingua  daqualeimpedifie  (quando  non  è 

S A V.  Co  un  nifi  Schemeuole  beffandolo  con  quefii  uerfi,  ben  tagliato)  ilmn  potere  oenparlareijfedito  tonde  Scio 

Schernire.  Lat.  deridere,exibilareaial  beffare,  P n.f'olgi  bugnato  i detto  quello  , che  parla  maleXal.bUfus  Boc. 

in  qua  gliocchi  al  gran  padre  Sibemito . Ma  ueggio  ben  Mafitto  rottolo  Scibnguagnolo  cominciò  a ère,  idefi  che 
cbe'l  mondo  m'hafchernito.  Boc.  Fece  coloro  rimanere  prima  fi  moSiraua  efier  jenga  bngua.i.niuto. 

Scherniti, che  lui  logliendoU  la  penna , baucano  creduto  Gorgogliare,  detto  da  gurgugbone . Lat.  thè  è parte  della 
fibermre . Coloro  fcheraendo,  che  tener  uogbono . Speffe  goia,et  però  ual  parlare  è maniera  che  nò  s' intenda.  Lat, 

uoUeauiene,cbeCartedaU'arteèfiheniita,ideFìaflmia  mufSare.D un.Sijieli'biano  fi  gorgoglian  nelaStroo^ 
coaa/lHeiaèbeffata,oingannata.Lat.arsdeluélurarte.  74.Sa  u.Commcià  forteahoUtte ,&agorgogUarepm 
Che concomunenolemotto  lui,& glialtripoltrombauea  chc'l  folito. 

Jibermii.  San.  mi  feberne,  & ride  La  mia  fòaue,&  dot-  Borbottare.LatMufjttarejnurmurareJòUterare . ualparlar  139J 
te  pafiorella . bafio,&  da  corruccio  jCr  è la  noce  delle  api  per  fimilitudu 

Dcrìlìo,  Lat.  ual  beffato.  Ttx.La  feortapuo  non  ella  efier  ne. Bqc. La  BeUolore  borbottando  fileno  dal  ^co.ibro» 

Denfa.  tolando,&  mormorando  fimmefiamente. 

fiiaiimo.^fiM/nx).  Latjufimia,nota,reprehenfio,ualda-  Rimbrottare. lAt.fubmurmurareaiblatrare,obflrepere.ual 
re  mala  noimnanga,  & èr  male  ^altrui.  P £ T.  £(  d al-  brontolare  , & i proprio  delle  feniine  quando  lontendort» 

trni  colpa  altrui  Biafmo  s'acquiiìa.i.mal  nome.  Boc.^(  co  mariti , con  ramancarfi.  Boc.  Quantunque  monna 

aocbe  a bii  rum  fofie  Sia  fimo  Etfe  nonf<^e,cbe  Biajimo  Tefia  anedendofene , molto  col  manto  ne  nmbrottafiej. 
tteponauadi  quello,cbe.DiBiafimeuole fiato, D a n.Pit  ricbiamafie.  Doueladoonaperfiet^da  tauolaleuatafi 

torre  il  Biafmo,in  ch'era  condottad.  il  mal  nome.  Dandole  rimbrottando  fe  nera  andata . 

Biafmo  a torto.e  mala  noce.  Men  D»  offende ,et  me  è Bia  Rimbrotto.  Lat.latr,itusual  brontoUmemo  con  molefUa, 
fino  accatta  i Metto  é'fodero  é Biafmo  non  cape.  & uillania.  Boc.  Il  dì,&  la  notte  molefiato,  & af fitto 

Biafimare,^  biafmare.  Lat.  uituperare,culpare,notarednH  da  Rimbrotti  della  moglie . 
famare,reprebcndere,carpere,detrahere . ual  uitnperare  Ruggiate,  0 Ruggire,  Lat.  rugire,cjr  rugitui,nomeu  .èlau» 
altn,o  dare  mala  nominanza.  P it.Quant’hadelpelle-  ce  del  leone.  P £ t, Come  leon  ruggt.Qjiafif ero  leonrug-  ■ 
grtn,&  delgentile  Da  lei  tene,&  da  me,  è cui  fi  biafma,  ge.  Et  dentro  dal  mio  cor  qual  fera  rugge.  Boc.  Buffal- 

ldefid)iole,&lame)tta.Talbiafinaaltrui,chefefieffocon  macco  comiuriò  a raggiar  forte.  D AN.iqpnruggtò  fi^e  . 

danna.i.uitupera . Morte  biafinate,  attv  bidate  lei . ibe^l  fimofiròfiacraTarpra.Ruggeranfìquenifcgmjiiperni. 
poucrel  digiuno  f'enadattotalhor,ibe‘n  miglior  fiato  Tofciacb'alquanto il fuocohebberuggiato. .rimondo j. 

HauriainabruiBiafmato.Boc.Qjie{ìa  non  i cofàda  fatto firepito a guifa di  leone. 

biafimareJÀa  uitnperare.  Se  rmdefimodellafuapretcri-  Mugghiare.  Lat.mugire.i  la  noce  de  buoi, &detori.Boc;  tgg^ 
tatrafcuragginebiafimando  forte . la  fante  per  bidolorefintito  cominciò  a mugghiare , che  - 

Scorno.  Lat. nota dnfamia,dedecui.ual uergogna.tSr  èibo,  pareua  un  toro , Et  ne  bofihi  1 timtdi  cerui  fMti  frafife- 

nore  ; &però  fi  due  algar  le  corna  al  uincitore,&  al  per  roti  (quando  amorgb  tocca)  per  le  deftderate  cerne  tono- 

ètere  reSiarfiomato,cioi  prmodella  cornai,  uergogna.  batttndo,&  miigghiandojdel  cofim  cafgmoftrano  figmt 

to,&  pnua  dbonore.  Tn.  Scorno  Trimiero , -dmorofo..  b.Vn.  Cioue  pollo  allafua  fronte  corna,  mugghiò  per  li 

Onibebbt  Scorm.B_^G-Con  g^Mdamttft  Scorno  del  (4mpi,^i  fuoièfùbumibòa  gbottSltarpnei.  Fu 

Mi'  iv 


Voce  CORPO  Voce  190 

A R l.Mn^ghimdo  foprti'l  mar  ua  il grrgge  bianco.  itoni/fimo  Bando  Surgtran  prcflijJefl  alla  grida  JeldìdH 

Mugghio . Lai.  mngirni.  B o c.  Miparea  per  tutto , dotte  giudiao.  B o c.  Fèto  il  Bando  da  BtaUo . Bando  per 

che  io  Molgefiifempre  Mugghiarli,  &ftnda  di  diuerft^  Joeffilto.uedta  589. 

ferocijiimi  animali.  La.  Bandire aial  cacciare  tnoridellacittd.iiedÌ72p. 

Vrlo.  Lat.  ululatili,  naif uono, orrido,  & F riare  i proprio  Cigolare.  Lai.Jlridere.  naie  rigare />  uotttare,  cofi  detto  dalla 
deLupi,&deCaiit.ondeV  i *.  nella  geor.Et  alte  perno-  uoce,cbe  fa  la  carrucola,  ibc  par  alcun  pefo  tiralo  ad  alto 

Sem  rejònare  lupu  hululaméut  urbit . tir  neW .Aenei.  cigoL. D a s. cheli peji  Fan  cefi agolar U lor  bilance . 

Ftfalp  comi  ululare  per  urbem.  Dan.  Et  cBuna  parte.  Come  d’un  fligiio  uerdtjche  arfo  jia  Da  un  de  lati,  che  dal 

^ d altra  cougrandFrli . C altro  geme, Et  cigola  per  uento,cbcuauia,&  qui  dinota 

V rlare.Lat.  ululare.  D a h.  Leboccheper  urlar hauean già  quel Jiiono,cbefa  U legno utrdeal fuoco . 

aperte.^  o c.  Cofi  cominci))  un  faltabeUare,&  un  nabif-  Cinguettare.  Lat.  ejfuttre.ual parlare  preflo fenga fonda- 
fare  grandiljimo  fu  per  la  piaT^  ;&afuf6Lire,&  ad  ur  m:uto,come  ticalare.petttgolare.  hoc.  la  natura  ha- 


tare,tCfaflrtdereingutfa. 

Strido,  & nei  Humcrodel piu  Strida,i!r  Stridi  Lat  firidor. 
V I K.Stridarq;  rudentum.  Psr.-d  quefioun  Strido  la 
grtmo'oal-royìr  grtdo.Stridi  Amorofi,  Dolorofi, Filimi. 
Strida  Fliiine.odi  le  Strida.  B oc.  Il  prete  mife  un  Stri- 
do grandij/imo.  cr  mandato  fuori  urialtiffimo  Strido . 


urebbe  limitato  alle  donne  il  Cinguettare  .&nelTH.Al 
Cmguittardefolb  non  porgere  orecthic.&  nei  L a.  Con- 
ciojia  cofi, ch’ella  di  faueUare  ogni  altra  perjòna  fuperaf- 
fe,&  duouycbe’l  fuo  Cinguettare  i tanto,  che  loto,  troppa 
piuaiutarebbealb  lunajoflcnerelefue  fatitbe,ibenonfa 
cenano  tutti  infieme  i bacini  de  gli  antichi. 


Stridere.Lat.  ual  fortemente  gridare.  B o c.  Buffalmaccoco  Rotnorc.  Lat.  rumor.  Pbt.  Ma  com'b}  che  fi  gran  Romor 


mincii  a foffiare,&ad  urtare, & a flridere . cjr  flriderei 
la  noce  del  FipiSirello.  uedi  aioig. 

Strillare.  Lat.firidere,iialgridare,&  far  flrcpito.  Ari, 
lo  niega  inda  rnoje  piange  ,e  gridale  jlnlla. 

IJ9  5 Crido.Ì4t.  clamor, rumor,pro.  & meta.  Pbt.  Odi  fama 
mcn  ckiara,&-  di  men  Ondo.  Lat. rumor.  Et  effa  fola  ha- 
urà  la  fama  e'I  Grido.  Morde  mici  Ondi  a me  medefmo  in 
crt^elLat.  clamorum . sileuarono  le  Grida  dt  turni  ui- 
tini.  Ter  toqual  Grido,  te  gru  cominciarono  a fuggire. 


non  fine  Ter  altri  mejjì  i "ìdon  con  altro  Romor  di  petto 
don  fi  Duo  leon  fieri  .De  qua  duo  tal  Romor  al  mondo  fa  fi 
fi.  figli  è anchor  uenuto  Romor  la  giu  del  ben  locato  offi- 
cio . Et  Tohphemo  fame  gfan  Romori.  Boc.  L’boneflo 
Ramar  de  circojlanti.  Maggior  Romor,  Femimle,  Alcu- 
no,Tqmno,  Grandc,Contaémfto,Dilttteuole.  la  Rhodi  fu 
rono ! Romori  ,&  turbamenti  grandi.  Con  colai  nuoui 
M ormoru  anzi  Romori  uituperanda  .&  quando  dinota  la 
„ fama,  uedi  a i qp . 

Lei  Gridarne  merci,  iJucnarono.D  a n.  St  forte  {u  taf-  tumvXto.latA  romore  confufijofuonodiforénatoémol-  Igpf 
fettuofo  Grido.  Qjiando  piangea  ut  fatea  farleGrida . ti.  Boc.  In  tanto  Tumulto, &difcorrimento  dipopolo  et 

Ari.  Gridi,tHmulti,gemitif  lamenti. & quandodino.  nel  T n. Da  JlrepiiidiTumultuante  famiglia.  LeTumul 

tata  fama,  uedi  a iqp.  tuofeuoci.D  a u,(!r  fiondi  man  con  elle  Faceuan  un  Tu 

CTÌdire.Lae.ctamare,uocifrrare.  Boc.  In  fui  Gridare  ri  multo,il  qual  t'aggira.  Ari.  Venerato  ebrifiianmofio 

fcaldata.  Fdita  la  cagton  del  fuo  Gridare  .Et  tra  perla  a Tumulto  Sorgppra. 

Gridare,&  per  lo  piangere.  Sncpito,Ihbombo,Tuono,Schioppo,Tremuoto.  uedi  a Ciò- 

Gridare . Lat.exclamare.P  e t.  Ma  taci;  grida  al  fin;  che  uea  44». 
farleJionore.Gridanofgnormio  atta  atta.  Gridando  Ila  Sentore  ual  Romore , detto  da  fcntire.'B  oc.  Et  TonUne 
fi  mifiroycbefai  ) I uo  gridando  pace  pace  pace . La  do-  del  cornuto  bello , & laudeuole  molto  fenrga  alcun  Sento- 

gUa mia Jaqual tacendo i grido.  A quefiounflrido Lagri  re,& fintanoia. 

mofi  alxp,& grido.  Ond' io  gridai  con  carta  je  con  inchto-  Intronare.  Lat.inionare,&  tonitrua  emittere . i gridar  forte 
ftro.B  oc.  uedi  all  Indice . agui[adiiuono.DAu.Che'ntTonaL'animeft,cli’efier 

Sgridare.  Lat.redarguere,icclamare.ual  riprendere  con  ro-  uorrebber  forde.Spcfie  fiatem'intronauanglioreccbi.L’o 

more.  B o c.Trima  gh  uotlc  Sgridare  ,poi  partito  prefe  di  recchia  da  un  romor  lor  fu  intronata . 

tacerfi.il  Lupoffrangolata  (haurebbe,  fe  incerti  pallori  0,  quando  i uocaiiuo,ual  cbiamare,inuocare.  P e T.O  Lau- 
nonftfofle  fcontrato,iijuali  /gridandolo  a lafiiarla  il  rade%na.Obelìaman.Olempoficielocameretta.Olet- 

ticiuol.OcbedoUt  accogliente.  0 felice  quel  di.  0 pafii 
fiarfi  0 penfteruagbiyO  pronti.  0 tenace  memoria.  O fie 
ro  ardore.O  pofjcnte  dcftr.  0 dcbil  core.O  occhi  mici  ficchi 


confirinfero . I frati  fgridando  lontra  gii  huomini  la  tufi 
furia,  acciochc  rimouendofrne  gli  Sgridati  ,agli  Sgrida- 
toti rimangano  lefemine . 

Dalli  Dalh.in  ucce  di  aduerbio  in  certo  modo  di  parlare  per 
dimoHrare  una  continouationedi  ciò  che  fi  ragiona,  come 
UBoc.iuILa  .quando  dice.  Laquale  di  ciarlare  mai  non 
tefia.mai  non  rella,  mai  non  molla,  mai  non  fina  Dalli, 
Dalli  U>rili  dalla  mattina  infino  alla  fera,  É"  la  notte  an. 
ebora.  A R I Lt  fiiocca  turba  grida  Dalli  Dalli.  Al  fuon 
che  par  che  dica  Dalli, Dalli. 

lisi  Grida.  Lat  edidun^pracomum  ,ual  la  proclama, 0 bando. 
B o c.ll  Re  fi  molle  a fire  per  molte  parti  una  Grida,che 
chiil  cote  cTAOierlà.  Secondo  la  Grida  fatta.  Dan. 
il  uando  piangea  ui  f acca  far  la  Grida.i.  rumore . 

Vpào.lat.eé(lum,perkCrida,DAN.Qiialibeaiidl 


uongia  ma  fonti.  0 fila  tnfegna.  B o c.uedi  rindue. 

D A N.  0 de  gli  altri  poeti  honor,  diurne.  0 mufe,oalt» 
ingegno  hot  m’ aiutate.  0 mente, che  firiuefli  rio  ch'io  ni- 
di. 0 anima  cortefe  mantoana . 0 cacaati  dal  del  gente 
dijpetta.Ouoi  chauete  gl  intelletti  funi . 0 uirtufomma, 

0 jil.  0 cieca  cupiépa.  0 ira  folle . 

Chiamare.  Lat.  clamare,  appellare,  uocare,interpeUare,  df  IJ$S 
uociferare.  P e r.iluandoimouoi  fofiira  chLtmaruui. 

Tle  fi  fiat  folfiegir  ou’altril  chiama.  Mercè  chiamando 
con  cflrania  noce.  Manarme  cbiqmando.che  non  l'ode.Et 
di  chiamarmi  a fi  non  le  ricorda  Quefl' anima  Antj  tem- 
po Chiamata  l'altra  uitajui  chiamate  chi  dal  del  ri^on- 


Voce 


CORPO 


Vo«e- 


ie.  Che  t’ha  chiafhatQ^cdoche  àlàflerpi.  ^fe  mi  tiri,  cheggia  ; in  uree  di  chiederei  ; quefla  èimct  prwiflnjifrj 

tSrchiame^arui  chiami.  Ipitr ti  prcgp,&(hiamo.Cbi  la  & aHiboSpagttuola,&iialHoglio,& carco . CbeCufat»  ' 

cbiamòconfede.Ternomemicbtamó.  B o c.  Fatti  alla  tréiito  a gli  occhi  cbtede  .lo  chiederei  a fcampar  non  or. 

fine[lra,&  Manuda. Chiamalo  fltita  che  tu  fi.  .Andarla  me,an7^i  aluTubicr  mercè  da  tutti  fette  i ctdÙ.Mike  fiate 

far  la  filata  chiamando . {'arnie  a chiamarlo.  D 4 n.  Zit  ho  chiefie  a Dio  quell’ale.  Chiedi  quanto  par  fi  conuenga  a ' 


Chiamare.  Lat.appeilare  .ualdomandarejiomitiare.V  m.  a 

ira  quel  ; che  morir  chiamangli  fciocebi.  Chi  tua  ragion  gita.  Et  elfo,cbe  di  gratta  lUbiefi  t ultimo  fiajiedi  alT  ln~ 

thiamafie  ofiura . Chiamala,  fon  da  un,  e firda,  e cieca . due.  Dan.  lluefia  chufe  Lncma  in  fico  émendo.  Che 

B o c.  Che  chiamar  fifaceana  Becchini . Colui  pojfi  bea-  quel  fi  chiere,  e é quel  fi  ringratia . Et  anche  la  cagion  di 

to  chiamare Jlquale.Facendofi  chiamare  Sicurano.llqnal  lui  cbiedefti. 

fi  chiamaua  Fatiuolo.Cbiamàdtlo  traélorc.Cbiamarunlo  Chete  {'o.Spapmola  .Lat.uolo,&quaro.  naie  domando. 

Iònio  Ciappelletto,  {'na  donna  Chiamala  Margherita.  K ni.  Ch'ala  battaglia  dcaualier  lo  chere.  Soprame 
Hichiamare  ; è chiamar  di  nuouo.lat.repetere,reuocareJte-  quefta  imprefa  tutta  ilxro.  P s tJl  uulgo  a me  nemicocet 
rum  clamare.  P £ r.Con  la  hnguagia  fredda  la  richiama.  odtofi,per  mio  refugio  chero . 

Che  quando  richiamando  piu  l'enuto.  Et  la  richiami  al  fuo  Deh.  Lat.Heujiel  quefi  rogamis , i particella  S interrogom 
antico  maggio, Tiangendo  la  richiamo . Et  queflo  ad  alta  tiene  con  huimltà pregando, &fempre  fi  nona  nel prmei- 

uoceanihoruhiama.lioralfuoRichiamaruenirnonde-  pio delparlare.Ttr.  DebJlringUoborcbepoi.Óehno» 
gno.  B O c.Lafcia  ilpenfiero,caceia  la  maninconia,richia  rinoueUar  quel.che  m'ancide.  Deb  porgi  mano  a l'afiànna 
ma  la  perduta  finità  i.domanda.Ma  egli  richiamandogli,  toingegno.Deb  quanti  dmerfi  atti.  Debfoffebor  qui  quel 

afiermana  fi  effere  rifujcitato  uedi  t Indice.  mifrr  pur  un  poco.  Deh  perche  me  del  mio  mortai  non  fior 

IJ99  Dimandare jtir  Domandare. Lat.petere,quererefinquirere.  ga.Bo  c. Dehcordelcorpormo ,c'bjutle uoii Deh  fa- 

richUde  quefi»uerboiltergp,ìr  quarto  capi  ;ma  quando  preUhniuoi  infignare.  Dehditemclo  anima  mia . Deb 
fi  gli  da  il  fecondo  cafo  con  imerrogatione  dinota  uoler  fa  lafciaUra  tua . Deh  fignor  mio  (l'efier  può  impetra  u- 

fere  di  quello  é che  fi  émanda,et  quando  figli  da  d quar  na  grada . ) 

tonti  quarto  ual  riihuder  la  cofa,e  la  cofa  dimandata  fi  Bfibiedere,ual  chieder  di  nuouo,efier  dibifogno,  domandare, 
pone  nel  quarto,& nel  fecondo  cafo,&  la  perfona  dmian-  Larquarere,  conuenire,  requirere,  confinum  eSì.  Ttr. 

data , bora  nel  tergo,  ^ bora  nel  quarto.  P E T.  Tiu  non  T i Jlai , come  ama  alma  uita  richiede.!,  è conuemente , a 

dimandarci . poi  dimando,  hor  donde  Sai  tul  mie  fiato  ( il  fa  ébifigno.'hlg  mai n tuo  amor  riihiefi  altro  che  modo  i. 

dimandai  fiimmi  per  cortefia  chegenteéqueSia.Doman  domandai,  hoc.  ConuienfirgUa  fanti  buomim  di  ricbie 

datene  pur  thiftorieuoftre.hoc.Inucncftia  gli  àmatidò  dere  le  donne;  che  a loro  uanno  per  configlio  di  cefi  fatte 

U fuo  palafreno.  & apprejfo  il  dimandò  quanto  tempo  era,  cefi  i idefi  domandare.  C hi  non  fagli  Re  potere  quan^  uom 

tbe  egli  altra  uoUa  confidato  fi  fofie . Et  dimandarono  di  giunto  ogni  gran  cofa  fare  ,et  loro  altrefifietiabffimamen 

alcuno  fante,  &fauio  huomo . Che  iod’alcuna  cofa  fiadi  le  richiederfi  l’ejfere  magnifici  Xconuemrfi,  0 efler  dibi- 
mandato.  uedi  aU' Indice . fogno.ucdi  ali' Indice. 

Dimanda.cSr  Domanda.  Lat.pctitio  Boc.lafua  cortefe  Rjcbiedereper  citare, 0 chiamare.  Lat. notare jtitare.  B o c.  1401 
Dimanda.  Con  una  nuoua,&impofiibile  Domanda.  La  Loinqulfaore  fot  telo  richiedere  lui  domandò  fi  nero  fuf- 

Domauda  era  honcRa.  Con  certe  Domande.  DeUcquab  no  fi;  che  detto  contro  di  lui  era  fiato.  Che  m'ha  fatto  ncbie 

nelle  io  era  diuenuta  fòUeàta  Dimandatrke.  D a u.Qjie  dere  per  una  eoniparigione . 

fia  chic  fi  Lucia  in  fuo  Dopando . Citare.  Lat.pertbiamare.  T e t.  Quel  antico  mio  dolce  em- 

jlddimandare.  Lat.petere,pofiulare,pofcere,fiagitare,rf}ia-  piofignore  Fatto  citar  dinanzi  a la  Regma. 

gitare,  B o c.  Sen’andodla  picciotacafettadi  Federico,  InqnilicoTe.  Lat. &inueRigator.  B o c.l'n frate  minore 
iirfecelo  adJtmandare . Et  pure  il  fuo  teRo  addanandan-  Inguifitore della  bereticaprauitd. 

do  piangendo  morl.Cou  le  cèfi  .Addanandate.QjxUo  ch'a  luq\ùfmow.Lat.inquifitio,et  inuefiigatioB  o cJatta  In 
me  adi^uandale.  D a s.,Addtmattdò  Licemia  di  combat  quifinione  di  quefla  opera  .Anifindo  non  di  ciò  .Alleuiam 

ter  per  lo  f cerne . mento  di  miferedenza  nello  Inquifilo.  ma. 

.Appellare.  Lat.&  nominare,  ufurparepuincupare,  notare,  Rilponfì . Lat.  refionjk.  Themi.  Dea  degli  antichi,  laquale 
dicerc,perbibcreanuocare,compcllere . ual  chiamare  > dr  inTamafo  monte  dona  i ^fponfi  ma  molto  ofeuri,  come  di 

nominare,  et  ambo  prouocare.  Pbt.  Che  per  ufanza  a Deucalione , & Tirra  dopo  il  diluuio , uedi  la  bifioria  ad 
lagrimar  gli  appella.  Era  d grand' huom,  cbeHjcphrita  eJiaTbemi, 

l’appella.  Hoc.  Intendo  fempre  uofiro  cauabereappel-  Rilpofla . Dtt.  refionfum,  Vn.&ei  quanibehbe  inteft 
tarmi .llquale  fitappellatoTÌlicofirato,  D a u. Manto-  Lamia  rifpofladòmdendo diffi.h  oc.Conpronta,(^Jol 
ua  tappar  jeinfaltra  forte.  Vn  iapptUa  ut  terra  d laggeuolc  Rifiòfla.  Lieta,&  piena  di  gratia.  Buona,  Legm 

fommo  bene . gioirà.  Bella,  Trefla,  Decifa,  Rifiofie,  Cattme,  .Auiftte, 

^appellare , ual  richiamare.  Lat.  rtuocare.  P e t.  Rappella  Tlaceuoli.  C^leMez^iealtopcrefianoRifiondenti,  SÉ* 
lei  da  la  ifienata  uoglia’Subito  uifia . Qjiandq’t  àelne  jponditore.  uedi  t Indice . 

rappelU.  Lat.reuocat . 'Rifondere,  tr  Rcfi^ert.  ÌAt.V  tr  Eaatborchichiami, 

1400  Cbkdere,crCbeggere.Lat.qkarere,paere,requirtre.iial  &tmèchiri^enda.Rifioudeionof%,^hiperfilau^- 
dimandare,  ricercare.  P » t.  .Altro  gUemai  non  ehUg.  fi . S’al  principi»  rifpor.de  d fine,  e‘1  mezo . rifpondemi  a. 

gK.f’ndfiHleclficggio.CbfJ^emrduraJlc  óUro  non  wrJtrifpÓderftpifiea4ctiimiei,Ettlla  tumedefinoti 


donna  mi  chiamò  cortefe,&  bella. 


N 


Voce 


CORPO 


Voce 


lyi 


ti/poiiJi  Hi fpomb;  lo  nm  piango  altro  tbe  me  fleffo.  Con  tiitdiiarrèramimmcarfiiOHfomaufiaHote,ckmnteytle 
allbor  rijpofe^  con  un  uoUo.Riljiofiinguifa  i'hnom  dalla  ijlt/la  noce , ujaio  da  Da  u.  Indi  fcntonmu  gente 
thè  parla, & plora.  Et  ella  banrebbe  a me  forfè  r^poilo  che  fi  nicibia  igei' altra  botgu. 

QjiaUbe  fama  parola,  ioc.uediall'lndite.  quando  jla.  Tadcurnità.  Lju.  taciturna  at.  ualfiilentio.B  oc. TalTa 
per  fruttare  fi  Teadere,ucdi  a qzSM  per  guardare  ijqf  àlurtuià  fiata  per  lo  frefio  dolore.  Et  toion  Taùtumitd 

&percomrafiaréa^9t,  fon  arcata  di  mandar  kta.T«.Ani.Euaanumutie 

Happorlare.  Lal.deferre,referre,quafi  retro  fero,per  riferì-  Taiuurm  infieme . 

re.Boc. Ilrapportare male dolE uno aW altro. lUberap  Tacito.  Lat.taiitus.  P et. CbifapenfariluerTacitoelH- 
port  andò  d famiglia  a mefiere  Ceri.  Il  ihe  efiendo  allo  In.  me.  0 inmdia  ; Ter  qualfrmier  cofi  Tanta  intrafit.  Taci- 


quifittore  rapportato.Et  fetido  cb'cgh  mi  rapporti.  Et  tro 
natolo  lui  efjere  urna, (fi-  ingrati  fimo,  aleiii  rapporti . 

1401  Silendo./.4t.  HarpocratedjuoDio.PA  a i.defirmendo il 
Silemio  cofi  dice.Dom.inda  a coflei  l'.4ngelo,ibe  uia  Dtb 
ba‘tener  Si  tbe'l  sdennotruoue  ; Difiela  Fronde,  già  co- 
fluì  folla  Fra  uirtudi  habiiar,et  non  altroueXon  Seni det 


ta,e  lina  loia  fi  fidea . Taciti  sfauillando  oltre  lor  modo 
CU  ocihi. Tacito  ho.T acito  focile,  yedefti  ben, quando  fi 
Tacitoarfi.  Tacito  fianco  dopo  firn  chiama.  B o c.Taci^ 
te  Si^fiioni.y ergognofifi  Taciti  fe  n’andarono.  Stanano 
Tatui  fitfrlpefi  adaicultare.Tatitoprmcipio.Tacitamen- 
tcécendo.  hefieuimiando  Tacitameme  .uedi  alt  Indice. 


Ufi  con  quelli  d'Helta  Tirile  Badie, quando  erano  anebor  Tacere.  Lai.  filcntinmfiaiitumuai,  iquandouno  bainco- 
nnoue,  FiaeleScHoleafiaideltfuauua.Altempodi  Ti  mmitato  a parlare,  (fi  SilereX  quando  uno  non  ha  colma, 

tha-gora  ,^iMribua.  Mancati  que  Tbdafopbt , e quei  ciato  a parlare.^  ìt.  Tacer  belio . mai  piu  Tacer  gli  i 

faniitCbelofolean  tener  pel  camm  riUo,Dagti  honefli  co  noia  .Et  l amar  forza,e’l  Tacer  fu  mnute.Ei  bel  Tacer, 

ftnimfi'bauea  marni  Feceale  fceleraggm  tragitto  ; Co-  & quei Janii  cojiumi . 

mincii  andarla  notte  con  gli  amanti  Indi  co  i Ladri,  e fare  Tatere-Latjaccrefitueerefiomicere.  Tbt.Io  nonpoflo  fa. 
deUtto:  Molu  col  tradimemo  egli  dimora  : fieduto  ter.  Il  meglio  i fili’ io  mi  mora  amando  fi  taccia. Et  io  pien 


1404 


tbo  con  l’honucidio  aacbora.Con  quei,ibe  falfin  le  mone- 
te ba  njaaga  Di  riparar  fi  in  qualche  buu  {cura , Cofi  fpef 
fi  compagni  mutafi  flanga,  Che'l  ràronarlo  tifana  ueu- 
tura,  .Ma  pur  ho  itinfeffurtelo  fperanga  ,SeÌ arrtuar  a 
wuga  notte  bé  cura  -4  la  cafa  del  Sonno  fruga  fallo  Te- 
rrai (che  quiui  dorme)  ritrouallo.  & ritrauotoio  mila  ta 
fa  del  Sonno  fequita.llSiUmh  ua  intomo,cfi  faUfeorta. 


dt  paura  trcmo,e  taccio.Hor  ; che'l  iiel,e  la  terra  e’I  urti- 
U tace. Ella  fi  tace,  diiund  10  tacca.  La  doglia  miajaqual 
tacendo  / grido . Et  tacendo  dtcea . Tacerein  quefla  fonte, 
Mataa  ignd'alfin  majoffn,^  taciMgiamai  poi  la  Un 
gua  ima  non  tac que. ond' amor  teco  non  tacqui.  B o c.Tij 
felamentc  fi  taequero.efi per  paura  lacci tero.  moko  farcb 
he  meglio  bauer  taciuto.  uedtaWucdue, 


Ualefiarpe  dtfcltrofi'l  manlel  bruno , Et  a quanti  u’in~  Muto,^  Mutole  Jjt.  & ebnguii,  & hot  etingue,  i quello. 


che  ipriuo  di  loquela.  P at.  Mute  Rime  , Lingue.  B oc. 
-dgutptdijòrdafifi  di  Mumta.corne  fiatue  dt  Marmo  Mu 
tote.  Facendo  funi  atti  come  MutoU  fanno . Qmtfi  Muta- 
lo diuenuto  .Stara  moda  di  Mutolo  fruga  far  motto,o  gir 
toakuno.  Dan.  libito  non  udir,ttefiarmi  Mnto.S  a n. 
quando  IO  in  fuaprcfmga  era,oupaUuUiu,  tremana , ^ 
dtnemua  Mutolo. 


contrari  lontano.  Che  non  debbanuegir  cenua  con  mano. 

, { '.  Segfia<coflaa[orecchio,epianamemeVjtngelgUdtte, 

& altroue  figuratamente  parlandone  due,  fenga  ri 
fpolia  a bocca  chiufa.gfi  altroue  "He  pur  Xun )ól  fifpir  la 
ripercuote. &dPtr.  SilemioDolct,Raro,Subiló.DeU 
notte.  Et  un  atto  che  parla  con  Siientio.Qjiefii  pofer  Site» 
tio  al  Sig'tor  mio . In  Sileatio  parole  accorte , (fi  faggie. 

"Pollo  b it  Silemio  a più  foau accenti , m mife  in Stlent»  -dmmntire.lat  nmiefcertfifi  fdere,obmutefcere,conticere. 
Quelle  labbra  ropue.B  o c.Jmpofc  Silenttoalla  giouane.  retuere.ual  farfi  muto  fifi  tacere.  D ah.  Tisnaltrimen 

nell  all  indice , ti  fiupulo  fi  turba  II  montanaro.^  ritnirando  ammutì. 

Htto  è fuono  di  bocca  fifiualSilentio,^  cheto,  lat.fignnm  ’R.OCO.lat.raueui.ual  rauco  della  uoce.TtT,  Quando  ■ 
fileniium,  taecte,qutete.nebifcat.  B o c.  Senga  fio  mot-  frejfo  il  fno  tuon parue  già  Roco.O  Roto  mormorar  di  lu- 
to fi  Zitto  alcuno  pothiljìiiti  tefli  ut  hanno  Zitto.  cid'ande  .Hor  fana  forfè  un  Roto  Mormoraior  dicorti, 

iqoj  'Piinomueceéqnelo.lat.tacitus,fLicidut,qiiietuiJiumi-  Tueridimerci  chiamar  già  Roto.  D a u.  Rendile  a co- 
Usjcpidus.  P h T.DiClaudiodicoabenottnmo,(fiTiaua  ùufib’era già  Reco, 

Come l titetauro  uide a purgar  uenne.  &per  ampioa  Chioccii.  Lat.rauca,qujfiebiufa,oagtofidarechedino-  1405 
i79q&perbumile,^balioaqqi.(fipertbiarofifipjm  tafarlauocedeUaCbnociia,ouerogaUina  quando  uuol 
lefe  a lóSi.tà' per  L pianura  ai  10^.  eouare.D  a v.  Cominciò  pluio  con  la  noce  Cbiocfia.  S’i 

yian  rtano , noi  quetameme , a pianamente . Lat.  tacite  . haueffè  te  nme,tT  afpre,  (fi  Cbifecfrfrieft  ojeurt,  a giiifa 

fummiffa  noce.  Tit.  Tofeia  fra  me  Tua  Tutto , Che fai  detta  rauca  uoce , 

tu  la/lo  f ^ 

Pianarne  nte , «a/  quietamente.  Lat.  tacite,  quiete,^  fine 
flrepitu.  B oc.  Et  Tunamente  paJSando  dalla  cella  ém 
firn  Tuttamente  fcopreudolafiide,  che  cofi  era  betta  ignu 
dafiome  ne!htaLat.teuiter,&  leniter,&-leneSe  rientri 
Tunameme  netta  camera,To{iole  la  fua  mmofifòprail 
petto  Tuttamente  difie.  Et  andamk  oltre  Tuttamente  le 
lilafargu.  uedi  ‘ff  Indice . 


ìAeMQ.Lat.mentum.nilil  barbuggo, detto, da  barba, 
fio  c.  Etd  Mentonontiratoinfmri,maritondofixcon 
camm  mego . Col  Meutom  fuori  ut  fu  nnoltata  .Fu  In- 
tignynlodeua  harbadel Mento  glidinrlfi.  JlbettifSimo 
Mento  lungim'.nte  da  -4meta  atnato.  D a N.Cb'i  non 
leuai  4 fu  eoa. mio  ri  Mento.  Et  perire  Menti  Coccia- 
uattpuotO,(fi  fanguinoja  baua , la  Memo  a gufi  t or- 
bo in  fu  lauua. 


biulfo.Lit.iiatpariarfuiio.ifilacere.  D Ati.Matucbifi!  Barbx  LaL^debarbiwim.&anobarbusJhuomt  baia  bar  , 
tbonfuloftugli^lfiufe,pro)uufiu.neHpartt,  baroffa,ififpnlUmaimqj0ui,Ubjr^dc^(jpra.Im‘A 

<«Mif 


à 


«pKJj  fpK;; 
MU 


Faccia 


COR 


pnbirjmpubei,&  imberbi} , le  sbjrbate,aci  finza  bar- 
ba . & myliax,(is.jinio  i pcli,t  be  nafiono fitto  d nafi.cbe 
ttal%armcnte  fi  dhnaniaao  i nolìaubi.Boc  CcnuM 
barba  aegra , ej  folta  al  uolto.  HaucrM  la'fiarba  gran- 
de, a.gra,  & tinta.  Con  Barba  trofia . Era  dmeatato  Bar- 
buto. Lat. barbata}.  D a h.Ter  uivr  fi  dolerne  al^a  la  Bar 


ba . Lunga  la  Barba,&  it  pel  btaneo  mofira.  San.  Bar- 
abda . 


ba  Squali 

pibarbare . Lat.  defilare.  D a m.  C(«  men  di  rtfiSlenga  fi 
dibarba  RobuSio  terrò . 

3uhieTO . Lat.barbitonfir .Ticinio  fu ilprnao tht toadu- 
xefie  Barbieri  di  Sittlia  a Rema,  Boa.  Si  (oauimenie  la 
Barbiere  ha  faputo  menare  d Rafoio . Vaa  di  quefle  Bar» 


V O Facda 

ca,&  glouaae  del  yifoJ)ifegno  eoa  la  mente  il  fiu>  bel  FU 
fi.Uorie  bella  parta  nel  /ho  bel  Fi  fi.  La  doma  cbe'l  mio 
cornelFifi  porta.  Et  Caria  del  bel  Fifo.Cbedi  bianca, 
paura  d Fijo  tinge.  Et  di  lagrime  boneSle  il  Fifa  adorna- 
e i bei  Fifi  leggiadri, Cbe’mpaUidarfeH  tempo , & morte 
amara.  Boc.  Fifa,  Ueto,Fago,BcUifitmo,Rigido,¥er- 
mo,  Tiaceuole,  Ridente,  Morto,  Bafio,  Forte,  -Amorofiiy 
Chiaro  fiatano  fimiagnato,Sog^,Lungo,etStrettoCrkr 
bato,Cagnazjp,Diutfato,  Contrafatto,  Dolce.  U nato  il 
Fifo  I n<Mi  Spauentato . 'Hel  Fifi  diuenuta  per  nri gogna 
uermiglta.  Con  malFifi.  Il  Fifi  di  Diamlo.il  Fifi  riton- 
delto  tott  color  aero  di  hiancbigigb , & diatrmiglie  rofe 
me  fiolato  tatto  jplendido , 


biere.  meta,  in  acce  di  una  Tuttana,  o ladra,  o mariaola . Vilaggio  ,èiiF ijo  afato  daD  a k,  Cofi  rotando  ciafiana  d 
Kafoio.  LataiouaculaJ  quello  coltello  che  adoperano  li  Bar  Ftjaggio  Drrggatia  a me , 

buri  a radere  la  barba.  Bo  c.  Si  fiduemente  la  barbuta  Vifcra,cr  Fi  fiera.  Lat. bai  tuia  fi  cofa  fo(la  aaanti  a gli  oc- 
ba  [apulo  menare  il  Rafoio  . iht.B  oc-nelTu.  Marte  gU  alo^  la  Fijera  dell  elmo. 

Et  albata  la  Fifera  delCelmo-Bafimala  Fifira . tir  Fi~ 
F U C C 1 .4,  fierepergltocibialiaieJia  ijaó, 

S aifare.Lat.delere.fea  deturpare  faciemaialgatt  fi  are  il  ai- 
Accia,  Sfacciato  fi'oltofi'ifo,Fifaggìt,Fi  fi.  Boc.  .Alla  croce  <f  Iddio  io  ti  faifirei  .ne  lefii  laoder- 
fiura,Mufo,  Ceffo,  Grifo,  .Afielto,Vrefen-  ni  fi  legge,  che  io  te  ne  pagerei . cr  quando  fla  per  efierc 

•ga,Maieflade,Fifla,.Aria,t!rUert,Con-  funga  autfu,ueé  ad  aat fare  a il6q. 

[petto,  Cera,  Labbut,Scmbiante,.Af  pareti-  M uib.  lax.  roftram  ; ridut . è quello  de  gli  animali,  fi  come 


t^za,.Apparifiente,-duenente,Laruo,Ma- 
jibera,Dinajtgi,  Donanti, Innaagi.faifare,  ammufare, 
acceffare , 

Faccia.  Lat.faciet, &ot,  orit.aalilaolto.  V n.Alaila 
Faccia  lagrtmofa  e trijia  Fa  nauiUtto  intorno  ricoaerfe. 
Toi  quel  tb’a  Dio  famigliar  fa  unto  Ingratiaa  parlar 
feto  a Faceta  a Fauia.  B o c.Et  nella  Faccia  chiara  mo- 


d Becco , 0 rofiro  de  gli  acce  Ut , & la  bocca  dell'huomo . 
Boc.  FntefcbiocPaftno  tafana  palo  col  Mafòaerfo  Fi- 
renze. VareachemimettefieilMufoin  feaonelfimllrm 
lato  ; (parlando  S una  aeltra).  .A  gaifa  d’un  matto  bora 
col Mafo  ,bora col  éto  mofirato. D a u.Stani  ranocchi 
par  col  Mafofaori.  A R i.Correndo  mene;  e‘t  Mafo  agai 
faportaCbe'lbracco. 


Sraaad  mio  lieto  flato . Le  Fauie  chiare, & lucenti,  ae-  Ammufare . Lat.  riBum  riBai  tangere . i porre  P un  Mafo 
diaU'indice.D  AU.Coeat  fi  fecer  quelle  Faccie  lorde  De  apprrfio  all'altro.  Dan.  S'ammafa  Cuna  con  taltra,- 

lo  demonio  Cerbero,  Haaefie'n  Dio  ben  letUqaeflaFac-  formica. 

aa.i.  la  facciata,  chiana  parte  feruta  di  una  carta  S un  Ceffo.  LaL  roflram,&  riBat,a}aiifitl  mafi  de  cani,tfidf 
hbro.  Ar  i.iqpnera  Faccia  pia  giocomla,e  bella.  altri  ftlHiliaainiali,acapicndo  detto.  D A che  peti 

Sfacciato  Lat.  impudent . i qatllo,cbe  non  teme  uergogna  de  dal  nero  Ceffo  i Braito,7qpn  altrimenti  fan  di  fiate  i ca 

qaafi  finga  faccia.?  ir. TattaSfacciata  dou’baipoflo  ■ mHorcopudi,horcolCeffb,qaandomorfiDapulcijon, 

tne.  B o c.  Egli  i flato  fi  ardito,  ir  fi  Sfacciato^bepar  da  mofehefi  da  tafani,  onde. 

TI  mi  mandi  una  fermna. 

Volto.  Lat.  uultm,trfacie}.&queflo  filo  fida  a gli  huo- 

mini,&  non  a gU  ammali,^  in  do  i differente  d aolto  dal  ceffaJSi  chefipaoipuifcofamente  accaffijjtcciaffi. 

Lafaccia,chenelaoltofidimofiralaaoiont3jaqaaleper  Grifo. Lat. rofirum,riBa}id grugno  del porco,erp>gllafi 


ijot 


Accieffare.  Lat.cafire  .per  acciaffare,  ebeaal  pighare,& 
rapire  col  Ceffo,  I>  a s. Che  une  a queHa  leare  cb’igtiac 


dmotodtU’aaano  nella  faccia  fi  dimoflra.  onde  V ■ t 
SpemuuL’ufimulat  ,premitaltum corde dolorem.  P et. 
Si  chiaro  ha'l  Folto  de  celejlirai . in  megp  del  mio  Folto. 
E'I  Follo , & le  parole,  che  mi  flanno  Altamente  confit- 
te in  mezjo'l  core . Doppia  doUeggia  in  un  Folto  debbo. 
Tanti  Fobi;  cbe’l  tein^,&  morte  bau  guafii.  Fra  tan- 
ti, & fi  bei  Fobi  tlpiuperfetto.  Cangiati i Fidti  ,&-ta. 


aacbo  per  b>  mafo.  B oc.l  "Porci  col  Grifo,  & poi  con  gli 
denti.  Deliberarono  tutta  tre  di  trouare  modo  é unger  fi  il 
Grifo  alle  ffe fedi  CalanJrinoadefldmafi,oai[o.  Qjiando 
ella  andana  per  la  aia,  fi  forte  le  nenia  dal  cencio,  che  al„ 
tro  che  torcere  d Grifo  non  focena,  qaafi  paggo  gb  uenif- 
fiécbiunqueaedefle,ofcoairaffe.  A K l.  UpieM,antt- 
rhri,dcapou'lGrifi>. 


:«j' 


na.  & l’abra  coma . Fi  nidi  dtpieute  ornare' l Fobo . La  Afpetto.  Lat.  afpcBat/>i,ori}jpr£fcntiafllafaccia,o  la  prò 


te  fla  or  fino,dr  calda  neae'l  Folto . il  F alto  di  Medafa 
Boc.  Con  un  buon  Fobo  diffe . Spefie  aobt  dgaardaua. 
rulFobo. 

1407  Vifo.  Lai.  & aabai^ faciet.  riBatil  r.ifi.'Pm.  Fi- 
fi  Adorno,  Amaro,  A fciatto,BafiotSel  "biaro,CboK>, 
Dipinto,  Dolce,  Hamano,  Innamorato,  Leggiadro,  Lieto, 
Santo, Sereno enufio.Tm  cl. Aumam.  lodato  m pia  di 
miOe  carte,  li  Fifi  i un  file . E'I  Fifi  di  pieiifi  cotorfarfi. 
Torccndo’lF'ffoapri 

^ • V 


fiaza.  P E T.  Afpetto  GeatU,Venfifo,Sacto,Fartato,Aa 
fpetti  Adrifiemgm.Ofcan.TrometteKdonipau  ne  l'A-, 
[petto.  Boc.  Era  formofa,& di piaciuole Affetto . Di. 
tmgbore  Afpettoabe  alcun'alt  ro  partaa.ìLflprimo  A- 
fpetto.  llbaonAfpetto.Terquedii,ibeneaoftri  Afpctul 
ti  comprenda.  Dan.  Afpetto  Trifto,SrBto,  Real,Strt- 
no,  Gcntd,  Benigno,  Tranquillo,  Dolc^amaar,BcalÓ, 
Santo,  Diamo,  Lieto.  7s/oa  mutò  Affetto . "ìirl  Affetto 

fiero.'Hsl primo  [petto  .^AfpetfitÈBpfitlh  i . '^’-i 

’■  Trefena. 


ì: 


.r 

•I 


et'. 


Facci»  C O R P O Faccia  191 

uoo  :^dimt.ltt.pr4ltntU.T  ET.  Dtuea'lcìrlaJomxr  U fu*  nuLtuéiu.P  tr.TermirarUSembiair^ilit<UkiCb‘all 

Vrefem^ . Cìk-'h  fiw  Trefon^  Mépm  iaro't  morir  ,ibe  tborUfiinelcui  nedare  fperj.iPmugtm , thè  il  Sudarla 

tU4cr  Ctata  ■ SiaethmtendeiUb)  dolcemente  Jiulto  Infila  di  Cbrifio.L' angelica  Sembianza  bm^,&  punajjtma 

Trefcnza.  B o c.  'Hella  Trefetrga  d Iddio , In  Trefenza  w altra  Sembianzaj.fmiUiudme.  "Hpn guardar  me  ; ma 

di  IMW  In  tua  Vrefenza . l’alta  fua  SemhianzaJaiUaftmilitHéne  d ìddio.&  quan- 

Hipprelentare.  Lat.exhtbere,&feofiendere.  P e t.Mì  rap  doànotadtmoftrattone,uedta  lé  5 
prefcnto  carco  di  dolore.  Roc . Per  /p  frefcodolore  Rappre  Sembiante.  Lat.ftgnum,nutus^fpe{lus  ; per  tafpetto,  0 ce 
fenialoneueflimeniiofcuri.  ilcbe Domeneéo  uuoletbe  ra/mcroallo,'ifegnodelmfo.Ttt.Tcràdiperdonarniai 
quim  r.ipprefeKato  ti  fia . non  fi  fitta  .A  cbt  col  cor, ir  cim  Sembiante  bumile.  Tm 

,4pprefentare,per  rapprefentare.  Dan.  Ma  perche  toura  uoltegia  dal  bel  Sembiante  bumano  Hoprefo  ardir . Tfed 

tanto  è piu  gradita  De  [operante  ; quanto  piu  apprefenta  ella  a me  per  tutto' l fuo  difdegno  Torrà  giamai , ne  per 

De  la  bontà  del  core, ondò  ufeita.  In  che  piutoflo  ogni  S embtantc  oj'curo  Le  mie  fperanxe.Gliocibi,&  Ut  fronte, 

bora  s'apprefenta . Mai  noni  apprefenta  natura,  & ar~  ni  bel  Sembiante  bumano  bafciòUe.fe  tu  m'amafli  lìuan 

te  Tiacereddelì  diede.  ">  Sembianti , & nei  tuoér  moflrafiLUtti.  B o c.  Et 

Maieftadc,«&-  Maeftà.Lat.mairflat.  Vtj.Con  tanta  Ma,  ton  Sembiante  turbato  un  JìledtffeJ.  uifo.  Cofiei  non  face 

iejiade  al  coriofferfi.  B o c.Tale  ànanzi  alla  fua  Mae,  ua  miglior  Sembiante  ad  uno,  che  ad  un  altrd.t.  cera.fat 
m facciamo  proiuratore.  to  banca  Sembianti  dandarealbofco.i.atti,odtmo[lra.. 

Vifta.  Lat.facies,niCus,afieSus.  per  la  prefenxa,cr  afpetto.  tioni.iijiattrobuomini,cbe  nel fiinbtante  ajsai  bonoreuo 

P E T.  f'iHa  .Angelica,  Ornata,  .Alma,  Amara.Bruna,  h mi pareuanoj.nel  afpclto. 

Chi  iradJ0lce,Humana,fetla.  Fiorita,  Oliura,Signorile,  Appari,  ma.  lat.ajpeflus , per  la prefenza, &afpetto,ui~ 
Supeiba,Scolorita,Serena.('ifle  Leggiadrctte.'NÒur.Ten  Jia , dimoflratione.  B o c.  Spauenteuule  neltApparcn- 
filimela  P’ifta.La  yijia  del  kl  utfo.  De  la  fua  yiHa  dal-  sy.  In  Apparenza , & in  coflumi  non  mica  giuuane,ihe 

temente  acerba . Et  quelle  uogtie  giouanib  acceli  Tempri  ad  ufura  haucjie  prefìato  ; ma  piu  toRo  re  ale.  Et  m quel- 

eoa  «u  l'ifla  duUe.ir  fella.  Tal  che  [occhio  la  yifla  non  lo  che  moflraua  la  fua  Apparenza . Con  altre  afSai  Ap~ 

joferfe.  B o c.  ydla  Horrtbtle.Fiera.  Era  nella  yisia  af  parente  grandifiime.  Dan.  Coft  quello  fbigor , che  già 
faimanincomofo  yifla  uifiuaaiedia  ijja.  ne  cerebuFiauinto  in  Apparenza  da  lacarne.  Diuen- 

In  uilla.  Lat.  uifu,&afpe(lu.  P t r.fiTurbata,Lieta,Hu~  taui  Apparenza  poco  Alrfcnro.  Tanto  uitrafporta  L'a~ 

malia , Vallida , Aftiutta . fi  Dolce  in  uiRa . In  uifia  ft  mor  de  l'Apparenza. 

raU.  gra . burnii  fi  moflraua . yanno  fuperbt  in  yiRa  1 Temenza  per  apparenza.  LatafpeSus.  Dan.  Che  la  fua  jiji  » 
fiumi  domu  rbe’n  yifia  naia  altera , fir  difdrgnoja . O Varuenza  ft  difende. 

noflra  ulta , cb'è  fi  bella  in  yifla . Il  ciel  tinto  in  yifta . Apparifccnte . Lat.  optima  indolii , ingenua , honefla , & 

Turbato  in  yifla.  fetta , fatte , ri  gw  intuitu  ; è quello  che  ha  buona  Ap~ 

Hto  Aria  peri  A fpetto,o  prefenza.  lat.  afpeSui.prafintia,  parenza:& Afpelto.Boc.Terciocbe  troppoera  gu- 
P E x.Q.ue[aria  dolce  del  bel  nifi  adorno  Tiacciaaqne.  nane,& Apparifcente . Fanugli,irtutligliuiioleAp- 

ft'oeihi.Boc.Ladonnaridettdo.cbeébnona  Aria,&  parifeenticome  fei  tu . "Ns  le  fece  una  ghirlanda  borre-, 
nolente  donna  erxj&  forfè  bauendo  cagion  di  ridere  nfpo  note,&  Appo  reme. 

fifiicfl  é buona  uogUa . A tien en ce>  C io  ilìefio  < he  Appari feente,  ueJi  a 6-ji. 

Aere.  Lat.  afpe(ìui,prxfentia.  P E x.Aer  facro,  & fireno,  Mafcbera.  Lat.  larua,&  perjona.  Boc.  Mefiegli  una  co- 
Ou  amor  co  begli  occhi  il  corm’aperfi.S’a  figni  delmio  tena  incollo^  una  Mafcbera  incapo.  Se  non  che  la  Ma- 

folfAtr  conofco.Bo  c.ynadonnaafSmpiaceutdeAlrdi  fcherahaueuauifidtDiauoto.A  frate  Alberto  traffrU 
buon  Aere. &quandodmotaloelementadel[Aria,uedi  Mafcbera. Ordini  d‘haMereu\a  di  quefie  Mafchereche 

a o9$.& per  lo  Spatio  a 17  pq.  ufar  fi  fogUoiloaccrti  giuochLS  a u.  Hauendogli  pofU 

Cofpctto.Lat.confpeSusJaprejfenza.  P e T.Hebbon  tanto  due  uolti  Orribili  di  Majebare, 

uigor  nel  mio  Cofpetto.  Boc.  Tfel  Cofpetto  di  tanto  gin-  Larua.  Lat.  & perfinaoul  Mafcbera,cioè  faccia  fima,oue 
dice . che  fempre  a lui  frana  nel  Cofpetto  .Et  al  imo  amor  ro  ombra, & cofa  mofrruofa,  che  per  tmagmatiune  ,0  per 

fin  nonno  nel  Cofpetto . Si  come  fe  queflifufie  nel  cofpetto  paura,  oper  qual  fi  ucglta  altra  cagione  di  notte  ci  par  ue 

beatoli  inalcuni  teHi  fi  legge  ambo  Confpetto.  dere.  Ttx.  EtM  tra  ma  m'appameQuel  T raditor  in  fi 

Lihhii,per  [afpetto,&  la  cera.  LatAfpeRus,liifns.P  ST.  uuntiteLarue.DAS. &ei:Selu  bauefi  cento  Larue 

Ouele  penne  ufate  Mutaiper  tempo, Crleime  prime  Lab  Soprala  facaa,\K  i.  Lofatondiabolicbefiie  LameTAt 
bia.D  A N.  Qjfe fra fauilla  tutta  rmraccefe Mia  confrien  rerdaqnelénerfijcbefilea  .cbeglifiarue,  Comcfpartr 

tiaala  cambiata  Labbia . Toi  fi  riuolfi  a me  con  miglior  foghon  notturne  Lame. 

Labbia.!,  con  miglior  parole,  &a)petto.  Con  fi  contenta  Tìinìmi.  Lat.  coram  .in  uete  finprefinza  .T  s T.Benmi 
Labbia  fempre  attefex  con  uifra  contenta , & ridente . crtdea  Dinanzi  a gli  occhi  fnoi  Fu  Dinanzi  a bigi  occhi 

Boc.AinphionOconLabbiaconfolata.Conobbialfuon  quella  nebbta,Che  fu.  L'alto  figliar  dinanzia  (ui  nonna, 
delfuodalce LiutoThebefu  priaic mun circonJUta.y  t,  le .Qjtelanticomto dohe empio  fignore  Fattacttar Di.  : 
df  quando  figm fica  le  Labhra,ueé  a 1J7<.  nauziaUReina.Chemitito^efitofroDinanzi. 

>411  C rz.  Lat.uuhus;i[afpeito,fruifiper  laqualficonofiefal  Ifiuanti.  Lat.  ante.coram.P  E T.Cb’arfi  quanto'ìmio  foco 
legrezz^txi'lamefiitia  deWbuomo.  T.  Cera  allegra,btni  bcbbi  Donante.  Boc  Et  bocci  Donanti  pofridifiretigia 
gna^gritiolijurbata.  nani.  ynfèrmagbogbfeDauantiappiccare. 

S nbiaiua. LaEfimlitudci^uaf fig/trajefrigfefrmagine,oft-  Innanzi , Lat.  ante . m ueofimprefenza.  P » T.  Forfilt 

.■*  - . - . . ^ ^ 


i 


1414 


M»5 


CoU  CORPO  Gola 

Uerime  fini  gmu  Jauan^  a U pitti  fkMrtut . H<uur  U G oU.  Ut  gftUftr  lo  nitit,&  Ihw  defetti  pittati  morta- 
wmrte  Imuitzi  a gli  occhi  parmeJìjicfta  per  mille  jirade  U.V  tt.U  Cola  4 lònao^  l’otiolé  piarne  Haaito  dal  wo» 

Sempre  Imuìh^  mifa.&cbi  mntace  Sempre  m'ilamn  do  ogni  uiriii  ibandiu.  b oc.  Se  nel  peccato  della  CoU 
mpermadoUepem.Toraam  Jbihb^j,  come.  baueua  a Iddio  dislaccialo. Tiabuomim  lucift  la  GoU 

' che'lioltello.D  AS.  EtSanaltrorimanattiborlaCola. 

C .4  T Q.  IpmiidiTbojianaTocotempoiuiqiuftaColaferaj.iial 

le  jirctta  detta  da  Unni  fauiei . 

Capo.C4iitjle,Co,Te{}a,Tellbio,Zucca,'Huea.  Golofo.  Ut  gHlBlÌ4S,btratbrofinit,conudo,onis.  heluo^a 

Capo  lJu.capiit,perlateSia.T  I r.ChefelfoUeamator  neoMco.crtigaruor.ualeingordo.bQC.Golofi.heiti. 
del  Capofcemo.  Di  porpora  Medita,  t‘l  Capo  d'oro  Sanjò-  ton.&  ebbmcbt . llaucndopoflo  nome  alla  Golofità  fa- 

né, che  per  cianiie  In  grembo  a la  nemica  ilCapoponei  ileiuatione.Ue.ingliiiiies.&Hell’AM.SÌnaniopiioicac- 
B o c.  JEl  koljc  il  Capo  in  fuori . Il  naia  tutto  afumalico  cierai  da  te  gli  Coluji  éjn . 

in  Capo.Sopra  il  Capo hionJi(fimo. .Alzato  ACapo.Leua-  Parafito.  Ut.  & qm  aliena  ninit  quadra  .iquello.ihe alle 
to  il  Capo  .limai  del  Capo.  Dck.I  nidi  un  bullo  fetK(a  tnenjè,& a conmti,&  col  mangiare  Caltrm  fi  uiue, 

CapoaUire.E’lCapotronco  tenta  perle  ibiome.ct  quan  Strangolare.  Ut.Jiranguloenecare.i  affogare  per  la  goU  . 
dofignificailprincipio,tà-lafme.utdia  i6o8.  bocXuttautagliparueuederefidaorfo,odalupollra 

Cipita\e.Ut.tapitala.iqueUo,tbemcrtalapunittondel  gelare.  Come  A fiero  lupo  le  iimtde  pecore  jenga  diffefa 

capo , cioè  t fiere  deeapitato , oucro  quello , che  è pronto  a firangola.  "P  b.  A'a  capejlro  gliguiò  alla  gola , & tirò  fi, 

nwnredifirro,cioiinbattaglia.  Ah  i.Chepertandoco,  iheloflrangolarono.SopragiuiuouiilDuiaJuillrangoU 
ninne  a chi  m jale  Eeeetto  1 duo  guerreri  è Capttaleà.pce-  Tono.  Am.Tboper  caueriie  , & berribil  borroni  tan- 
na capuit.  Doma  far.m nemici  CapitabJ.  nemici  morta-  ciullo auezi^  a firangalar firpemi . 

h Ut.  hojles  capitakt . Strangoglioni.  Ut.  offa [Irangulata,  & firang<ilatus,ut. 

Co,  ual  Capo.  Dkv.  Onde  mi  trafie  infino  al  Co  la  fpolaj.  ui;]iueJlrangulatio4ll'angolamento.fonoquetrilliboc, 

infinoal  Capoicioi  infiuoalfint.ucé  léol.  1616.  tanhthefmuquajiper  ftrangulareihiltmaugia.boC. 

Teda.  Ut.  caput.  P a T.  Tefla  Honoraia,  .Aurea , Bionda,  -dllegiouani  1 bui  boicotti,  et  alle  uecebiei  Strigi glioni. 

Mouea  la  Tefla.  piegar  la  Tefla.alga  la  Tefla.Sue  paro-  Lcrco.cr  lurco.Ut.  luna  dicilurgulolus.  D ah.  Et  come 
le  mi  trono  ne  La  Tefla . Creouui  amor  penfier  mai  ne  U là  tra  U Tedejchi  Lurcbi.D'un  mede  fimo  peccato  al  moa- 

Tefla  i Qu’i  miferi  mortali  algan  la  TcHa.  B o clagbir  do  Uci.i  auiài^r  cupidi  come  fono  tgokfifi  brutti,  e mac 

landa  meflè  le  [opra  la  Te fla.Ghfpiccò  dal  bu fio  la  Tefla.  cbùliditalpeccaio. 

la  Tefla  cerrotta.P'oltala  la  Tefla.  Stanano  con  le  Teìlo  Bcuicori, Ebbriucht. uediaBaecoDiodel  uinoa  117. «I  iqig 
bafie.SopraleTefiedegliRe.L)  A u.mapafiandoperle  luogojuo. 

Tefle  Forte  percofie’l  pie  nel  tufo  duna.  A Hi.  Et  iorron  Ingordigia^  Ingordo.uedi  a t}  80. 
fiafrirTefla  pcrTelìaUt.arietant.  Gomo.  Ut.  guttur.ejr  gurgulio. &pigliafiperlagola.  & 

1accidnuetcdclcapo,otella.ueéaZHCcap-uttoa  iiStf.  JrumenUt.ilogroppo,onododellagoU.D  a v.Hfpor 
Ttfchio.  Ut.caluana.a. ualU  tefla  fi  tapomona.Vij.  ta  anebor  pelato  ilmentoe’lGogm.  A r i.alfincouute» 

yincc  Olopherne  •,&  lei  tornar  folctuCanun'anetlla,&  che  manie  L'amariffimo  calice  nel  Go'gpip.  i>umil’ar- 

(onCbumbdTeiibio.Boc.ycirebbedTiflbiodajino  mento  a La  calda  bora  efiiua  Si  ruraheua,poi  c’baueua 
in'lù  un  paio  : Cbe'l  Te  fi  hto  deU'afmo  non  uoli'ù.  Dan.  pieno  il  Go^« . 

TqonaltrimtHiiTidcofirole  LeTempiea  Mtnalippoper  Ingin^re.UtJttgurgitarejialemàdareperUgola.  D a n. 
dfdegno.Cbe  qui  facea’lTifthio,&  Coltre  cofe.  jl  chi  del  fango  ingo^p^a.  B o c.HauenJone  alquantedri 

Huc3,i  la  lommitàdelcapo.  Ut.occtpul  ueloecipitm.cioi  me  ingoT^ate  (parlando  del  fieno)  A R i.ll  malgiunto 

lapariedinanzidcleapOi&Smciputdapartedtdietrofil  Martano  alquanto  ingogp^a. 

CKniuogliono,chefialapalattna.D  AH.  Ldoue’l  cernei  Sorgozzoiie. Ut.aUpa fiotepercoffa é mano fopra ilgoc 
t'aggiunge  con  la 'Hjfca.  Ahi.  .4 flolfo  in  tanta  perU  gp.B  o c.Cbe  mi  uienuogliaédarti  un  So'goz^e. 

fiùicagna  VadaU  'Finca  fin  fopra  le  ciglia  Cercando.  Ingoiareeiaglmio.  Ut.gluareaiale  ingliMiire^r  diuorare, 

Dan.  Graffiagli  ffirti , & ingoia . & ifquarta.  Ari. 
COL  Jl,  Moltinefquarta,euiuoalcunneingoia.Cbe[Orcononti 

finta  fi  non  t' ingoi. 

0\2,  Collo, Gorgo,  Cane, Foce,  CoBotttda,  IngbMtire.Ul.glutire,&deglutire,clxfignificairgoijrr,  1417 
CoUare,Fermagbo,  Coppa, 'Figca.Golofità,  0 deuorare.B  o c.  'Heltuno  ingbuiltifulaprejente  nane. 

Cbìoltonia.Ingordigia.GolQfi4euaoTi,la'  nelP  u Aedi  a i}Si. 

jTJ  gorà ,Gbiolti,Luribi,Urzi,Manucalori,  Trangbiotlire,TrangugÌ4re.uedi a ij8i. 

Sorgoggpne. mgoggare, ingoiare, mghiot-  Ghipctonia. Ut. beluatio.onis fiale golofaà. B o c.’HS» 
tircjiranguggiare.  potendo  UfuapoJfibiUidjòfleuere  le  ffeje,cbe  la  fuaCbui 

Cola.  Ut.  gula.i  la  parte  dinanzi  del  colle,  rb’iuguluiila  toma  ricbiedeua . 

fontanella  della  cannadella  goU.Vs  i.Gola  Candida,  Chiotto.  Ut.  heluo,liguritor, Uno . ual  auido,&  uolon- 
Mamurea,Ebumeafl>eluata,Crofia.d-dUbaflro.Boc,  terofo.  D a n.CbeiiTor  abbracciar  mi  (acca  Cbiotto.ma 

•per  farlo  appiccare  per  U GoU.  V nell' A u.  La  candida  nelathiefaCt  fanu,&  intauernaco'tJhiot:  Boc, 

• CoU  cinghiata  di groffexga  piaieuole , non  fòuenhia.  U Huomo  Chiou.fiimo  quanto  aliun  altro  (offe giamai.i.go 

dritta  G4auaga  ne  mtttfuoi,Dclitata  Marmorea,  ' ^hfiff imoXa  maggiore  mllama, ibi  mai  fi  diiejte  a Qbiot-  . 

«CI- 


Gola 


CORPO 


l(me,ideflatri{{9.  Cheti  par  Gìmttmei  Ch'egUem 
Ctottoacelio. 

Cumc.l-at.fjuecSifoao  k fauci  della  gola. Ù a K.Lagiftó 
dentro  a kbramoji  Canne.  A ntjtuide  Canne, &ijuan 
do  énota  .Arundo.LatJtedi  a 1 1 9 j , & per  Ihromento 
da  fonare, a ió6. 

Stannare.Lat.nigulare4a  céna  che  fignijica  la  gola. B o c. 
Tareujgli  tratto  tratto  che  Scannaéofi  douefie  Uuare 
riito,tà‘qniuifcannarlm.A  t.  i.Comc  fcannato  dt  faetta 
cadde  4t  fua  man  f cannate . 

Strozza,r  1/  canak  che  giunge  dal  polmone  alla  boccafer 
cm  mene  il  ftato.chepcn  npercojSo  nel  palalo , nella  liil^ 
gua,& ne  denti  fifa  noce  articolata , & dijltnta,& pi- 
glia fi  per  la  gola.V)  A n.Qjiell'binno  figorgogiion  ne  la 
Stro^iuAii  i.Etla  fpada  gU  pon  dritto  a la  Street^ 
I+l8  Stradare lètalmente tflringerelaStroc^a  che  impedì' 
toil  fiato  thuomo  fi  affoga,  t!r  Hrangola . Lat.  iugula 
rc,aoc.^lta  fine  da  loro  atterrato, et  firog^ofu  fubtta 
mente  fuentrato. 

Foce.  Lat.fauxiU  canaktto  della  gola,& tneta.la  aflret 
tex;ga  deUe  ualli,  le  bocche  de'  fiumiiche Jono  prefio  il 

mare , chefauces  écono  i lati  ni.  Boc  .Con  un  buon  uen 
to  infino  nella  Foce  della  Magran  andarono.  Dcu.S'a 
la  man  delira  giace  alcuna  Foce . Minos  la  manda  a la 
fettina  Foce.i.al  fettimo  cerchio  dell inferno.Ee  io pin  he 
uè  che  per  altre  Foci  T^andaua.i.per  U cerchi  del  purga 


Spalle 


S T .A  L L B. 


m 


VALLE  ,Tergo , Homeri.  Gibbo, 
GhmboJiKuruo,  Tortatore,Baiulo, 
Eraccio,Cubiio,Lacerto,  AfuUe,Di 
tellajiturgarc.pi,rtare,apporiare,  ri 
portare,trajportarc,  recare,  adduie- 
refrarrc. 

SpiUc.Lat.fcapuUdergaJuemeri,  14; 
er  tnterf  capilium,ilolpatio  tra  Cuna  fpalla , & [altra. 
e!r  pema/e,&  petafo,oms,tj  petafuncului  ildiminutiie», 
è la  jpalla  filata,  cioè  ilprejcuitto  ,P  t t.  Ad  ogni  altro 
fa  uoltar  le  Spalk.lafi  1 dentro  alle  Spade,  fa  ombra  con 
le'Spalk.La  morte  ni  fopra  k SpalltMolto  ; A Homa  il 
u ‘ifo,&  a Babel  le  Spalle,  t'hù  dopo  k Spalle ,e  1 mtfi  gai. 

A cui  tutto  Ifrael  daua  le  Spalle.!,  uoltauafi  a tergo  Et 
farui al  bel  defir  uulger  k Spalle.Tc  nitc  nga,elr  dolor  do 
po  le  Spalle.Boc.TUifio  la  man  fopra  la  Spalla.Kecaua  jó 
pra  k Spalle  un  pam  di  yangaiuole.  Citelli  caditi  fopra 
le  candide  Spalk.  A m . Dando  le  Spa  Ile  a quefto  uentoi. 
fuggendolo  j;t  lafciando  dt  dtetro.comc  no  curanteStc  n. 
L'uno Jbfferia  [altro  con  la  Spalla . Et  firetto  m’accojlat 
tuttogeltto  A k fidate  Spalle.  & qui  fon  pofie  perla 
forga  perche  Latini  pongono  humerot  per  la  forga 


. . . I 

m’affettai  m fu  quelle  Spatlacce. 
tono  ftretti.Terir  al  fine  atentrar  della  Foce  ikieft  del  Tergo.  Lat.tergus.ual  dopo  le  fpalk  ,o'  pìgfiaft  perefia 
porto.  ...  . 


Col\o.Lat.collum,cerui.r,&  obIiipiis4,Un,  k Collo  tor- 
toicomedeglihtpocriti.  Pi-e.Coilo  BeUo,Càdido,  Gentil. 
Cinto  di  ferro  i pk,k  braccia  e'I  Collo.  Che'i  nodoyJi  ch'io 
parlo  Ji  dif doglia  Dal  Collo.  Et  a me  poji  un  dolce  giogo 
al  CoÙo.Le  bianche  treccie  Jópra’l  Collo  fciolte.Che'ntor 


fpalla,&  homero.Pt  t . Et  parte  adhorad  borfi  uolge  a 
T ergo.MaUhi  fé  [opra  gli  nenia  da  T ergo.Dc  H.chefiiu 
, udiriet'auofiriTergbi.A  a t.MadaTergpPadugna  e 
batte  luami  Aedo  non  fe  k uolga,tr  nonl'agganni . Il 
fierpaflor  ch'a  lor  nenia  da  Tergo . T u gran  Leon,  a cui 
■premonkTergaDekcbiauideldeL 

no  al  Collo  bebbe  la  carda  auiura.  Dunque  bora  i'I  lenir-  Ì4ttergare.  Latjurtere  terga,i  nuoltare  la  parte  dman^  di 
^dakuare  il  Collo  Dal giogo.Boc  .Cello  Debtato,}>lor  ' dktro.D  a u-Aronta  iquel,cb'al  neutre  glt  ìattergaà.. 
bido.m  fiaccate  il  Collo.  Vorlommt  in  Collo,  rmfigctte-  felifa  fpalk  al  neutre. 

ri  al  Collo.  Lat.iiiuadei  mcollunr.T.  abbracciatolo  al  CtbboXat-.gibbnsgibbt/jr  gibber  gibberisAinota  grojjèo^ 
Colio.Lat.cirtnndàrtbraebiaCollo,  ttanelk fpalk,^Mak quanta  Cobbo,lL>t.it.Et)annun 

*4*9  Collite.Lat.collare,monlk,ioraamentodel  coUo.&me-  Gibboiche  fi  chiama  Latria  Di  fotta alqualiconfecrato 
bum  Jq,  fine  millui,  nel  nubim.  Il,  ilo  collare  del  cane.  nn’Ermo.i.certagrofiafportaiufnoridamonti. 

Boc..Cou  unCollare  (Coro  alla  gola.  Chembo  a gibbo  LatJial  torta . t>  c u.Tra  eno,et  piano  141 

Coìlotto\A4  la  noce  del  coUo.Lat.ceruidsnodnt,^  comm  eraun  ffntier  Chembo  .aUnrn  leggono  Sghembo  cb'i  il 

pago  Tbnius  Ceruix  articulorum  nodii  lungitur.  Ami.  medefimo. 

Che  dentro  a la  Collottola  gli  mijc  II  fterLurcano  uncol  ^curuo.  Lat.inenrum.  Boc.nel[  A».  La  terra  rot- 
• po,tbe[uciife.  ta  da  Saturno  conR/enruo  aratro  . Et  data  fortna 

Fermaglio,  lat.monik.é’-genmjrumorbicnlni.ioma-  con  Ricnnu>aratroallaiuiouaterra.AppameilRicur- 
mento,che  fi  porta  pendente  al  collo.Boc.Etoltfeaque  no  Delfino. 

fio  uno  Femiagbo  gli  fece  dauanii  appiccare  ; nebfuak  Homeri  Lat.hnmeriderga.ual  k fpalk.Vvt.  Sopra  gli  Ho  - 
eran  perle  mai  fiuub  non  uedute  .TiiW uno  di qneììi  far  meri  haueafol  due  grani[abjbeUtHomenuela.Hor(ù  - 

( OtferiilamiacorouadauergareMedìpomofmoltemie 
belk  cintnre,Fermargli,aaella,  &ogm  altra  tara  gioia 
che  IO  ho. 

Coppi.Lat.cerui.vJ  quella  parte,ch'i  trakfpalk,c‘lccU 
lo.  Da  k.  Sopra  k [palle  dietro  dalaCoppa.Che'lfol 
uagheggkt  hor  da  Coppa  Jtor  da  cigim.i.bor  énanttf , Cr 
horé  dietro. 


[ Homero  defirOiCr  hor  fu’l  manco. Boc.Gb  cui  capelli  (b 
pragli  candidici'  delicati  Homen  ricadenti.!  crini  pen» 
denti  [òpra  i candidifiimi  Homeri.^  nelC  Ani  il  finijlro 
Homero  gli  adorni  con  un  forte  feudetto.Gb  Homen  de  i 
gni  (T effère  fonante  iPamorofipefi  premuti.  Dak.  Mi  t’ac 
cofli,&  [Homero  m’offcrfe.FenamClfil  in  fu  l'bomero 
de/iro.  Che  ne  conceda  1 fuoi  Homeri  forti. 
Vortare.La.&baiularefferre.&  ftriferifee effi al  corpoco-  14J 
me  al[  animo, & no  filo  d-l  bene  ma  anebo  del  male  jet  na 
k portar  attualmctedt  mitabnente.Pt  v.Tobfpaiupor 
■ taitenelaftorx^.Coltorpojkutcojfba  gran  pena  portai 


Spalle  C O 

fliielta  ch'ai  cielo  ne  portò  le  ihiauiSimil  non  creilo,  che 
Jalòn  portale  M neÙo.Ma’l  uento  ne  portana  le  parole. 
Zt  doglia, & mone  dentro  a gliocthi pona.Quantefpe- 
ram^  fe  ne  porta  U nento.cojc,  C’ho  portate  nel  cor  gran 

tempoafcofe.Bnc.  Et  feco  pensò  di  portare  tre  paiu.'Hg 
fioj amente  facendo  da  lei  portare  ma  queflotcflo,  Tor- 
taado  nelle  mani,chi  fiori,^  chi  herbe  odorifere.  Terehe 
portandofenela  tl  hipo.jenxa  fallo  jirangolaia  Chauribbe. 
Tronai  geme jche  port. mano  il  pan  nelle  ma‘^ . Senza 
alcuna  malauoglienza  alla  fua  donna  portare . Cremete 


R P O Mani 

cia,Le  Braccia  a la  fudna  indarno  moue  Vantiquifltmo 
fabro  Siciliano. Monegiaper  ferir  alxato’l  Braccio, 

B o ciCon  le  Braccia  apenegli  corfe  al  collo.  Le  Bracci* 
nude.  Tropnefiolct,  Gentilh  Di^efe.  L’un  de  Bracci  con 
tutta  la  rpalla.Deflro  Braccio  In  Braccio  recatakft.  Brac 
ctaletu.uedi a Marte a-j^i.  Dak.  Et prefigli’l Braccio 
col  ronciglio  .Hoiod  Braccio  a tal  niefiier  difàolto . Lo 
collo  poi  con  le  braccia  mi  cinfe.  Lat.  circondare  brachi* 
cotlo.Con  le  Braccia  m'auinfej&nufòfienneMa  Barba- 
^ riccia  il  cinfe  con  le  Braccia. 

di  cfueila  Ulta  pafiò,di  che  ejit  pan  compafitone  ponaro  Abbraciamenti . ,Abbracciare,Rabbracciare.uedi fetta 
ru.Ter  beniuolenta  da  bro  a meVortata.  Che  la  uerità  F enerea  6~)6. 

dee  tuoi  maefln  mi  fu  porta , idefl  riferita . Egb  fi  pana  Cubito.Lataubdui,i>r  cubitum.i  la  curuaturadel  Brac- . 
uafauiamente  molto  ideflprocedeuanelfejferfuo . The-  cb  volgarmente  detto  il  gombido.SAu.'ìie  caddi  fi,ch  an 

ho  piucbiari  ha  porli  i raggi  fuoi , idefl  portalLA  u.Lat.  cormiduolilCubito.Oniio  rimango  in  fui  finiflroCu- 
porrigere . Irno  . 

vtpporiare La.& afportare.Ti T.s‘amor nuiuo configli» lÓ  ACccl\e.LatatxilU,è la concauitkpelofa  fitio le bracciavol 
m’apporta.aecolfuo  dirm'apporta  Dobe^lla  Dan.  Et  garmentedettelafene  linFentttafiaio  ,& dittila  fo— 

s' altri  non  et  apporla.i.guida.Cofifi  fa  la  pelle  bianca  ne  no  nominate  dals  o c.  onde  Da*.  Due  braiube  ba- 
ra 7{el  primo  afpetto  de  la  bella  figlia  Di  quei,ch' apporr  uea  pelofe  infm  f -ifcelle.I  nidi  cmrar  le  braca»  per  f .A- 

tamane,&lafciafera.  Et  queflo  apporterai  nel  monda  fcelle. 

uoiiro.  Ditc\\ì.Lal.axill*.i  bifteffoche  AfceUa.Boc.’HelPangui 

Riportare. Lat.quafi  retro,e!r  iterimi  portare.B  oc.Checo-  naia  jo  folto  le  Diteli*  certe  enfature.lntomo  al  coUo,& 

lni,che  morto  fojfe,fi  doucfse  chetamente  riportare  a ca-  fotta  le  Duella  fmaltato  di  fuiidume. 
fa fua,&  quindi  lafciarb.Togliqueflo  mortaio, &ripor-  Lacerro . Lat.  è parte  del  braccio  ufato  perb  tutto  da 
talo  a Belcolore.  HauendingU  renJuto indietro  Ubar-  Dtu.SicbeJlraccialo  ne  portò  un  Lacerto. 


Ja,&  la  cinturajche  gitele  riportaJ3e,Tomò per lacafi* 
fua,&  cold  la  riporto  doue  buata  l’hauea . Rapportare 
per  rif trite, uedi  «1411. 

HJ  J Trafportare.Lat. tranif erre :fr<ì)erertnf erre, abducertvb- 
ftrabere,remauere,auertere,traducert.  Pir.  Che  mal 
nuo  grado  a morte  rm  trajporta , Lafio  amor  mi  trafior- 
ta,ouio  non  uoglb.  Cb'artzfl  mio  dì  mi  trafportaua  al  fi 
ne.  B uc.  Tu  tiiapiagliempitidelI'iratrafportare.Do 
uetutilafcttrafportare  alLinganneuob amore.  Con  piu 
abbandonate  redine  de  nolìri  perigli  ne  trafporta,  mi  pa 
rt,\cbe  lira  fui  quello . Et  poi  doue  la  fortunapiacefie  gli 


M J: 

A ni.tJ"  mano.Deflra,&  Siniflr*JDita,Fn 
ghie,  Valma,Tugno,Tunxane,Spanna,Bri 
t<done,Carpone,Ecco,Ttttto.  jl  man  guru 
te, ,4  man  piene, .4  man  faluajoccareipal 
pitare,atlingere,tangere,grattare,  tmpal- 
mareipuKZccchuireJbrancobrt,taliare,tencre,atlene- 
rtjcarparejrugart. 


trafportafie.Tareuafeco  quella  coiab  infermità  nel  toc  Mìno.Mani,&  Man  Lat.manus.  P 1 r.Bbnche,  Eburne,  14  jj 


tare  trafportafit. 

Recare  jper  portare  ,&ancbo  per  dare.  Lat  a f erre  .Par. 
Tlan  chi  recò  con  fua  ioga  bellrz»^  In  Grecia  affarmidn 
Troia  ultimi  flridi  i.portòfi diede  Bo -.Et facciami i miei 
panni  recare.Et  fatta  recare  acqua  fredda  ^gettarglte 
la  nel  utfo.QjieÙa  dote  me  ne  porti  eh’»  ci  recai.Recami 
toBo  i mia  parmi.Seco  fèmpre  recando,  & bene  da  man, 
giare , tF  bene  da  bere  . All'incontro  recandogli  certi 
aneUetti  contrafatti. 

Adducereper  rapporcareAediacondueereaqii. 

Trarre  per  portare.  P t r.Cbemi  conforte  ad  altro  che  a 
trar  guai . Togliendo  per  lei  tempre  trarguai , tS" 

quando  flà  per  buareviouere, uedi  a 148;  ,&perex- 
trahereaqiq. 


Tronte^ottili, Strette,  Ferguii.  Propne,BeUa,  Deftra, 
Dritta anca,  Smiflra,  TreBa,  Honorata,  Ignuda,  Si 
pietà.  Col  cor  leuandoal  citi  ambe  lemam.  Spargi  conle 
tue  Man  b chiome  al  uento.  di  Man  m'hai  loluit  freno. 
Hetacendopoteadifua  Man  trarb.Difua  Man  propri* 
hauea  defintto  amore.  Fna  Man  fòla  mi  rilàna,&pun- 
ge.Ei  di  cader  in  Man  del  mio  nemico.latJn  poteflatem. 
Che  uergpgna  con  Man  da  gli  occhi  forba . per  Man  mi 
prefe.l  fuggì*  le  tue  Manie  l cor  prefe  con  Mano.  Et  te 
neanfipermanoadue  adue.Bo  c.  Con  armata  Mano, 
ConunaUncia  fopra  Mano  gU  ufci  addofio . a Mande- 
fira,&  Stmjlra,Latetquimanui.  Douendo  a Man  deflr* 
tenere. Con  la  Man  Diritta , Debeata , Faticata . Le  no- 
Hre  Man  iefire.  Data  C acqua  alb  Mani.  Con  b proprie 
Mani.Lemumammedefrme.&nelt  Ku.Callofe  ManL 
Le  candide  Mam  conanicubte,  cF  difbfe  dita. 


Von*tCìre.Lat.& baiulut, &phalangariut.B  o.c.Et  con 
[aiuto  d’aUunoTortatoretraheuano  dalle  loro  cofci  cor 
pi  de'paffatt.Tre,  0 quattro  bare  da  Tortatorì portate.  A tnan  (àlua.  Lat.  lutò,  impune,  rebus  iittegris.  Boc.A 
Jltiulo.Lat.ualportatore.D  nu.Di  qud,Aefe  col  Baiuh  man  falua  furono  prefi.Kv.  i . Doue  hauerlia  man  fabui 

' feguente.  fanno  filma. 

1424  Rriccio  &Braccia.Lat.braehium,P  > r braccia Accor-  AmtLn^ìintc.Lat.palmufiippbcéus  ' ocMercè amo. 
te,BeUefietttibfPietofe,Trefie,Crude  . Ma  troppopefò,  A man  giunte  li  chiedo. 

BÓdabmb  Bracaa.È'n  duo  rami  mutar  fi  ambe  b Brac  A man  p\ene.tat.pbnis  manibuLV  mManibus  date  lili* 


Mani 


CORPO 


Mani 


ij>4 


f tmf.DA  M.Tatti  diceuan . BentiiSus  qui  uemt  ; E fior 
gmando  di  fofra.e  <t Marno  Mambus,o  date  blu  pUnis. 
Ari. T'innbo  d'herbe^  di  fior,Che  da  ycrom,  e da  fincm 
fin  amene  dónejc  doirtfliegmano  .A  man  piene ^he  t ha 
ueano  fparto .A  manpuneje fpargean  d'clerm  fion  Di 
dolce  ambrofia,e  di  foaut  odori. 

I4j6  J>eibTi.Lat.dextra,ir  dexlera  manui.Vi  t . .Amor  con  la 
man  Delira  dlato  inanco.M’aferfe.Et  la  man  Defira  al 
cor  già  fianco  porge.Torgctra  la  man  Defira  in  quello 
bofco.B  o c Lauirtu  delle  nojlre  man  Delire. 

Dritta, Dmita.LatJexiera.  P n.Da  man  Dritta  lo 
flral  da  l’altra  [arco. 

Sm(ÌT»,Lat.&  Uua,e.P  t r.E’l  ferro  ignudo  tien  dala 
Sinifira . 

Diti,  Di  ta  Dito  nel  numero  del  men.Lac.digiti;&  pol- 
lex  lo  dito  graffo  della  mano.Index,& falutarn  lo  dito  fe 
condo,mediut  lo  ngus.Impudituiari  mfamujo  duo  di  me 
oip,Digttus  anulartseO'  mi dicui  il  dito  penubmo , Digi- 
tui  auritularisjodiiopiiciolo  P > r.Diltfthietti  fbaui  a 
tfpoignudi.ì  fareuditOjEtmoflratone  a Dito.Omtioa  Di 
I to  ne  farò  moHrato.Lat. Digito  nionflrari  'Pcrf  ìo,.At  pul 

CTum  efl  digito  mofirari,&  dicterhic  efi.Boc.  Le  Dita 
premute  daW.Afino.yn  rubino  in  Dito.ll  Dito  del  fpnri- 
to  fanto.ll  Duo  grafia  del  pie.Lat.allex^  allux,eis. 

.Adàtare.Lat. digito  monflrarejeu  indicare  ut  iilud,Terfii, 
pulemmefi, digito  mejirari^  dicierj.iic  efi^alemojlra 
re  col  duo,  P « t.  Che  per  cofa  mirabile  i addita.  D a k. 
.Addttan^mi  un  baltp  pofio  in  fue.yirgibo  i quefli,  che 
I <e/i  mi  dtce,Etadduatlo.  Ma  prego  che  tu  m'adéti  Ut  ca 

I gionej.che  apertamente  mt  moliri  ( & additò  col  duo  in 

nantti)^ efio lom'addùa.At.t.Ma  quella  fpada  («  lor 
lafpadaaddita,Cie  cólta  baueafui  do  per  fìcurtade,i. 
impugna, 0 brandi fce. 

I4J7  t.cco,Lat.ecce,tò'en,ufafiquefìapartitella  quando  fidi, 
mofira cofanonafpettata,&forta  aWimprouilò.Pt  j. 
Ecco  nouellamente  la  tua  barca,Ecco  i tuoi  minillri.  Ec 
co  lo  flraU  ond’amor  uol  ch’i  mora,0  uoi,cheirauagba- 
te  Ecco’l  camino,Ecco  Danle;&  Beatrice  Ecco  Seluag 
I gf<t;  Ecco  CiH  da  TiHoia  . Eccoi  duo  Guidi.  B a c . 

Mentre  naie  donne  erano  cotai  ragionamenti;  Ecco  en- 
trare nella  chiefa  tregiouam,Eflendofi  pofh  a tauola  pc  r 
cenare,Ecco  Vtetro,Eccole,Eciomi,uedi  ali’Indice.DA  n 
Ecco  [ ìnfidie,Che  dietro  a pochi  gin  fon  nafcojè. 

\n^hie,tyj'nghiaju.unguit,^  ungula  qucUadegUani 
mah  che  non  hanno  le  dita,&  onyx  per  lo  bianco  dell’un, 
ghia,<^rpblilanfurajaunghubuncadel  cauallo.P  i t. 
Eofe  fe  dentro;  e i denti, et  l'ynghie  indura.Di  cmque  per 
le  orientai  colore, Et  fol  ne  le  mie  paghe  acerbi , & cru- 
di.Ba  c.CodentiA^  conynghielajuatrafata.yngLie 
taglie  nti,Tagbentc  Enghione , Forte , Enghiuti  piedi. 
DAU.Chagu  [ynglnefmorte.  £"/  uentre  largo  At  Vn- 
gbute lemani-Ohubicantefacheiugb  metti  Gb  En- 
f ghumi  addofio.  A ut.  Le  man  rapaci,  cSr  l’Enghie  meur- 

^ uejir  torte. 

Crattare.Lat.fcalpere,&  fcabcrcfi  da  raptarejcbetrahere 
lignifica  T>Av.Lafciapur  grattar  dou’ilarogna.Ma  ite 
mo^h'ello’HpB l’appareccka  a grattarmi  la  ngna.ia 
to'  •ermiiprouerbio  cbecofidinota.Buc.Enam  òtagna 
Grattugiato . Co  andare  Grat 
i piedi  alte  dipinture/ielLt  EpiftoU  confortatona 


Graffiare,^  Graffio, ueii a npq.Grifare,&Gnfagno,ue-  14 
diagli. 

pilli  coce.Lat.prurigo.dr  pturitusii  il  gran  difo  di  gratta 
tare, Itine  quelli  c’hanno  la  fcabbia,che  Lombaeoi  diio- 
uofcadore.O  a h .Ter  la  gran  rabbia  del  Pintore, on- 
de pn^carc  ucrbo.Lat.ui  llicare. 

Gbtrmtredagluo.la.ibefigmfcaualde  fir:ngo;uale  piglia 
re  co  [unghie  perfor^.ÙA  s.Etei  tenta  de  pie  ghermì 
toil  nerbo.Ei  fu  con  lui  foura'lfofio ghermito j.Hreiio,  e 
auiluppato  alta  zuffa.  Aai.U  Re  pagano  Orlando  hebbe 
gJxrmtto.B  o c.kt  fccatalafi  m piedi  jòpra  lafihiera  for 
te  glxrmua  la  teneua.  p h . 

G hermi  ivllc./ono  inganni,  ut  di  a 741 

Palma.  Lat.pabua , a,manus,  & uola.  e la  parte  di  dentro 
della  mano.Tt  i.  Moflrar  la  palma  aperta  e‘l  pugno 
& [berba  Con  le  palme colpir lnfca,& juperba 
B o r. Battendoli  a Talmc  cominciò  a gridare  ,c  nella 
Eifioneamoroja, l’alta oittoria  Che s'acijuillò  c'oCuna, 

& [altra  Talma,D,K.BatiendofiaTalme.  L’altro  ut, 
ietet’ha  fatto  la  guancia  De  la  jua  Talma  jolpiradolet 
to.  A > i.Sufpbuail  pianto,  e'IbatterValma  aValma. 
Lat.plangorjriirC'  per  loarbore,ucdi  a 1 166.  & per  la 
uitlona,uedi  a 540, 

Pìltno.Lai.palmus,  cr xpithama , dr dodrans,  diguorum,  iqsp 
xq  mator,&  minor  diguorum  iilj.i  mijura,  che  fi  fa  con 
la  palma  della  mano.P  ir.  .Allhor  injit  me  in  men  d'un 
Talmo  appare  Eifibilmentc.  Ai  1.  Et  hauea  un  pabno 
anihora  difuperchio,uedia  SommcfSo  piubafso. 

Impalmare.Lat.palmos  connettere , coniungerej  giungere 
una  palma  con  [abra  in  fede.  B oc.  Et  g.ouamfiauano 
feroci  hauenJogia  dannata  la  lor  uba , ficurt  della  bat- 
tagba  imipalmatifi  alia  morte,  augi  che  commeiare  utbf 
fimafuga,P  h. 

Spalmare , tr  R/mpalmare,perfar  piano,  & uguale,  & è 
proprio  delle  nani  quando  iinfèuano,uedi  a 145  } . 

Spitinu,Lat.fj)bhama.Eo.Gr.i  mifura,  che  fifa  co  mano. 

D A K.Per  giudicar  da  lungi  miUemigba  Con  la  ueduta 
corta  d’una  Spanna.Aii.  T{e  ci  terrebbe  hormai  Span- 
na di  terra,uedi  a Sommeffo , 

Somtneffo,iquello,cbefifa  con  mano  akeando  diritto  il 
pollice  fòpra  la  mano  oche  uien  ad  efiere  abo  quoto  i una 
palma  di  manosi'  mega,che  fècmido  la  nufura  de  gli  an 
tichi  Romam  iun  Sefquipalmo,chi  fei  dita  perche  face, 
nano  d pabno  di  quattro  dna , che  i grande,  come  ilar- 
gajdr  alta  Ut  pabna  della  mano,  perciò  fu  detto  pal- 
mo.Hora  [intende  un  palmo  quanto pm può  allargare  la 
mano  dal  capo  del  pollice  fino  all’ubtmo  del  àio  migno- 
b),ouero  picciolo  ; C dicefi  boggi  Sommeffo  qua  fi  fitto 
mefio  al  detto  palmo,  perche  i mifura  imnore  qua  fi  la 
terga  parte;  & perciò  direi  ioSommefSo  Latinamente 
Sefquipalmus , hoc  efl  palmus  cum  dimidio.  B oc.  Et 
era  una  triflanguebi,et peggio  che  non  era  alta  un  Som 
me  fio . 

Pugno,lat.&  eoUphut^ondybis , i Ut  man  chmfi.T  « t,  1440 
nidi  Zenone  Moflrar  la  palma  aperta  e'I  Tugno  chhifò, 

Vumone,ualpugMJai  pundio^cuf>io,pugnut.  B o c, 

MefitrThdippo  come  utdeBtond^o  fattogli  fi  incontro  gli 
dteniluifoungran  Tuu.yne  . Egli  gli  hauea  dati  forfè 
mille  Tungpntpcrlo  uifo. 

TupgecchiareJLatfungere,fliniuUrr  pugno , ual  toccare 
^ BB  H 


Mani 


CORPO 


Mani 


(ol  puono  urtando, come  fi  fa  ad  uno  forte  addormenta-  Brancolone  aJuerbio,lo  ifiefo  J/é  Carpone.  Lat.mcede- 


lo.B  o c.Diche  danni  maramgltandofi  punzf  echio  un 
poco  la  donna,el  difie  Tefiajodi  tu  ifucl  ih'i  odofDev.Bt 
dt  Dami  i matuap  puitxelii.txonfigU  maluagi . 

Ticto.Lat.talìuix  i'uno  de  cinque  fentimenti  del  corpo. 
Pi  r.-4lcuniacquafidifocotlgulioe'lTatto  .Acque- 
tanX.A  l’uélOfidorato,gullo,&  Tatto,  ne  rende  poi  il 
lor  debito  lenjò. 

ìnt3tco,Lat.intallus,ual  non  toeco,& per  meta  .Immacu 
Lito.A  u i.A  trarla  quindi  immaiutata  e Intatta. 

Toccare. Lat.tangere.P  i t.  Tignlatoccarimareuerenlea 
picdi.Ledi.7ipn  è quefto'l  terren.th'i  toccai  priaf  Tip  to 
fa  i i he  mi  toichi,  Tregan  pur , che‘1  bel  (ne  la  prema,  o 


re  mambus,Cttrpiim/juadrupedum  morc.Boc.Lomincio 
Brancolone  a cercare  i’egli  U troualfe. 

Carpone  aduerbio,è  il  medcfirno  che  Brancolone, & naie 
andare  carpendo  la  terraiò  mani,  ^copiediagmja  che 
fanno  t bamhim.che  con  le  branche  fi  palme  per  terra  ca 
minano.?  tr.Et  hor  Carpone , hor  con  tremante  pajfo. 
Boc. (Tcrciothe  Carpone gb  conucmuaftare.)tt andò 
Ca  rpone  fin  prejfo  le  donne. 

Carpare  è andare  Carpone, & ilmedejjmo  che  brancolare, 
DAU.lmi  tfortai carpando i^preljò lui.T.  Et  [uno,& 
l’altro  pie  carpandograde  Còuento,  al  cui gurar  jon  uin 


i-r-, r--r »-  to,&nanco.  . . , 

toccbi.Tipd'cfier  tocco  da  luoi  fanti  piedi,  che  fi  bel  pie-  Talparcdat.hoc  e]l  leuitcr,  & blande  tangere , uai  toccar 
de,7ipn  toccò  terra  un  quanto,  B o c.  A/4  anchora  il  toc-  joauemente  A ut.  Conia  jinifìra  man  prende  la  briglia 
care  I patini  fi  qualche  altra  cofa  da  quegh  infermi  Ha-  Con  Cabra  tocca,(Cr  palpa  ilcollo,  e l petto.  CbcgUne 
tatociafi adoperatane! toccatoretrafportareXrati  mi  palpinell'ufitrdelftpo.  . r • • 

nori,cbe  danari  non  ufano  di  toccare,  uedialClndicc.  Talpnare.Lai.ipropno  quiHodibattimento,che  fa  un  am-  144; 


M4I 


Da  u.Che  la  uofira  mijèrta  non  mi  tange. 

Toccare, p appartenere  fi  conuemre,Lat  prrtinere,conueni- 
re  becere  jnlerefSe.P  • r. Tarmi  pur  cb'a  tuoi  di  la  gra- 
na loccbi.Boc.Tamptnea  auiptndofihea  lei  la  uolta  do 
uefie  toccare.  Le  leggi  deeono  efsere  comuni  ,&  fatte 
con  confintimento  di  coloro  fi  cui  toccano,  che  a lui  tocca 
ua  il  doucr  di  re . Egb  ci  par  efier  moUo  certi,  che  m parte 


male  uinno  alla  morte, cr  come  il  pefee  fuori  delC acqua, 
onde  affolutamentefi  dice,  la  carne , & il  cuore  anebor 
gli  palpita.  Pi  T.th' al  mio  danno;  Jlquald),&  notte  cir 
palpitando  cercoadcftdubitando,  & temendo.  Boc.  nel 
la  F i.Ilfuoamantepienodifangue,  & amborcoHpoca 

ulta  Talpitante.s  a u.Con  uitpalpitardi corfifbneicloe 
ueramciite. 


titoccherdilualore  ditroppopiu,che perdutononbaij.  Stugptfcare.Lat .fcalpere , fodere,  è toccare  pianamente 
bauerai.Tion  che  c[aUrafemuia,mada  toccare  la  prò*  coldno , ofimde  ,onde  fiut^iar  ne  dinti  fi  dice,  Boc. 

prtatuamogbe  ti  conuUnajlenere  J.ufarecarnalmen-  Da  uguale Mpetito  tirati,  commciatofl  a (iugpiuare iu- 
te,uedi  ah' Indice.  fietnepie  tefii  moderni  fi  legge  fola^re  che  piu  mi  piate 

TcKCitncaCO.Lat . ta8us,(!r tallui,e!r  contoHui.  Boc.  Frugare.Lat.coUuflrare,manu  quarerealajricare,& frie- 
Huafi  tulli  dal  toccaméto  di  quello  corpo.  Il  Toccamen  re.Lat.proterere,quxrttare indagare ,fc  ruttrtfit  pf  r/i  r» 


tàAu  cagione  di  rafiicurare  un  paco  gb  animi  ad  aprire 
gb  amorofi  difn.Le  rocòe  T occanti  il  cielo  j.che giunge- 
uano  al  cielo, 

jlltiiigcre.LatMallouareleuemente.Koi.Ea  come  prima 
al  dolce  bto  attinge  fikfl  tocca,  & quando  Ha  per  cauar 
acqua,uedt a iiiB. 

Tajlare,ual  ifperimentare, cercare  fi  tentare  Uccando.Lat. 


tari  ual  fbmoUre,molefiarefibaltere.  Boc.  Deùequali 
[una  frugando  in  quelle  parti,douefapea  cbeipififfi  na 
fcondcuano.Dc  n.Det  luogofi  per  maluffifihegb  fruga. 
La  rigida giuHitia  thè  mifrugaàdtftflànoU,omuleJia. 
Ouc  ragion  mi  fruga.idcft  ibaite.purga , cf  netta  . Cefi 
frugar  còuienfi  i pigri  lenti -dd  ufar  la  loruvgba  quan- 
do riedc,idefl  punge. 


palpare.tenlare.B  o c.  Con  le  tremòti  numi  tafla  tiuagbi  Tene  re,queflo  nerbo  ha  uari  fignificatifi  coniogli  fuoi  ag-  >444 


pomi  del petto.Di  n.Ter  qucl,(be  Cbo  il  con  tcco  tafla. 

Tentare, per  cercare,far  prouafitafìare.Lat.&  experiri,et 
probare.Pcr. Ch'ogni a^ra  ma perfua falute  tenta. Tcn 
ta,fe  forfè  anebor  tempo  farebbe  Da  feemar  nofiro  duoL 
E'nuerfitcntofhrda,&  rtgid'abna.B  o c.  Ladonnaftdi 
giofe  a uoler  tentare, come  qucUopoteJSeofferuare.  Et  fa 
tendo  fembiante  if  hauermi  riebU  fia  per  tentarmi. lo  te- 
nto forte  che  quefio  non  faccia  per  leni  armi  à,prouanni. 
Tiu  uobe  tentò  [ufcio  [aprire  lo  pote^.Et  tétatolo  pri 
mterameleco  certe  domandepiedtl'lndicefiediaióq^. 

7ent2tiotìi.LatJeHiatio,  tentamenta.  Boc.  Tipnprefer 
guari  itudugu  le  Tentatiom  a dar  battaglia  alle  forge 
di  tofiui. 

144S  Brantolare.Latjn  tenebruqutrerejjallutinarifiacuiire,è 
andare  conUmam  attaltaudo.efr  pigbàdoal ftUro.Boc. 
Cominciò  ad  andar  brancol  ,ndo  per  la  tafa  per  fapere  fé 


giunti  ultra  b prhni  del  fempbce,  t quab  tute  fimo  collo, 
caci  a gli  fuoi  luoghi  fionie  per  tfxtmpio.  P i t.  Cheuofiri 
dolci ldegm,e  le  aolcire  Tener  mub'anm  m dubbio  il  mio 
dcfire.i.fece  dubbiofo  Ha  purché  fuoi  far  tra  duo  mi  len 
tte.i.lra[ufctoe'ltnuro,cioifofpe^,  odubbtofo.  .Amor 
Hor  mi  tien  in  fperanga,^  hor  in  pene.Ch'anchor  me  di 
me  fiefio  tienm  bàdo.i.bandifce. Quando  nua  fpeuie  Ciuu 
fe  nel  cor,Cbe'l  fonno  tenea  chiufa  i‘1  defir  moUeà.thiu- 
deafihegb  ubimi  Hridi  Mttengonad  ogni  hor  di  pace 
in  bandoJ.pnuo  dtpace.Efler  giunto  al  camin,cbe  fi  mai 
tienfi.ixonofctftfi  che  fi  mal  fi  camma,  gfi-  ha  pefto  in  do 
glia  L»  mio  cor;cbe  uiuendo  m pace  il  teuneà.tormentò,o 
cruuòòlbel uifo,ChefdegnOfigelofta  gelalo  tennejjaa- 
fiofe.E  natura  fi  pietà  te  il  cerfo  tenne. t dirrtgtò  T enem- 
mi  amor  anni  uentun  ardendo  Lieto  nel  focoJfibbrufcian 
do.B  o c.ucdil‘Inéce,&laTauola. 


fcalafi  porta  trouaffe,doue  andar  fe  nepoteffe,  ilqual  Attenerr.lat.detmere,irtcnerc,ualtenerfiforle,appigbn 

refiattacaie.Bqc.jtttenendofiaWjIrcione.Et  [egbfi 
fu^  bene  attennto,non  farebbe  d fondo  caduto.Atti  •» 
dofiSalabeto  alla fua  fempbce  pTt.  'f''  • Itdandof.  > 

tenendo  per  fermo.  ^ 


BrancuLirefentendolefemiiie,chedelleerailo,tomineia 
rono  a direfiht  i LiiD  a r onde  mi  diedi  Cùt  cieco  a bran 
colar  four a aafcuno,E  trei'.i  U chiamai, poi  che  fur  tnor 
ti.K  1 brancolando infin  the'lkltotreua. 


TETTO 


? 


C O'  R"  P O 


195 


«44$ 


PETTO.  T»pp<irt.Ut.fKfcre,U(Un,UallittjrefiÌjìtàrt.tn>\.'l 

Tittv.Sci)a,Fonatj.Stu«uco,Cjlfo,Mamm4,Mjnimlle,  ' <aHrùUmMrifmjin{oitlantigio^cofi{ei foppaM»e,co- 
Tttrr,7’oppe,Cr{^e.f'brri,Ttnii,Lutte,  Skccofopp^rf,  me  U nuire  haurebberfato. 
Utture^Uature.tttt»TejMccurc,mkngere.  Cìi2e,Lat.m4mm£jjiiberj,rkmityèitmedefmochrp»ppe 

Petto.Lu.pcdui.Vi  r.TeitoBel,Ùijdegiwfo,GiokJial.T<.r  delkcrbotr^reperUuire.B  o r netti  i'ifsene emort 
^kitjcntier«>li  iMÌuentrafii  Inqkiibil  Tetto  ; Solfar  fa.EtanchorqkimneUlkafigMrjVjiUafi  uedejnoe 
elelTello  & de  gU  ocM  efton  onile.  Et  tunimme  degno  dMoferpeiitiUaefkeCr^edjr<rkdeJmorj'kra,(imen.> 

di qiulTetto.iheéptato  porto nelVetto . tdon tonti-  dendodt Cleopatra. 

tnromoréTetlodjfi.DuoUonfiiri.Dtfojjnrmultimi  Sk(cure.Ut.fkprr.D  a v Ercuìpmro/iafLimmuSkcctà 
J'gron.btkt  'I  Tetto  ,e'l  Iole  Git  fkor  de  P oceano  mfin  al  idefi  che' l fuoco  lira  afe  la  hkmtditt  onde  fifa  la  fiaiiur. 

Tetto,  Ha  fijkantatineportoilTettoe  tpanni . Titn  Leccare.Lat. Ungere, uedt a ijii. 
diTtiilofophialalingka  et  Petto , per  tsfogar  tl  Tetto.  \beTÌ.UtJjkbcra,lom>lemammelle;poppr.S  a k.Etdtton 
Og'u  grtueT^  del  fko  petto  fgobra.Tot  mia fe  la  noie  far  le  Um;,&  manger  gli  f'beri. 
tn  me^'lpetto.Boc.Tctto  MatkroJio^o,Toco  rilckt-  Pomi.per  te  Màmelii,Lai.hkbera.B  oc  nel  fin.  La  cinta 
*o,SodoJódofielJ)eUcatiTttu  Et  ni  lòe  colobi, ma  eoe  kefir,  laqkale ntiiue della  grandrj^  de  eelefitalt  To-t 


«447 


mt  nafeonde,!  tfuaU  refifientt  al  morbido  drappo  della  to- 
ro dnre^rendono  kiracifinno  tefiimom,Il  uefitmen- 
to  ebegran  parte  fi  naprina  a rignardanti  egli  non  toJ 
gUeka  alla  kifia  la  forma  de  tondi  Tomtjtqkali  lon  fot- 
tilecopntkraafiondononfifiiHii  fareanotbe  uoleffcro 
mofirat  fi  mal  grado  del  ktfitmtntc.T.Tomi  raccolti  in 
parte  pm  perfetta  Tiem  é fiicco  pm  Pambrofia  ameno. 


I44S 


gaLt irohft  ti  la  crefiatekata.Pcttotutiproiedono.Pii. 

Tettoreggure  Lat.pcflorofkmfrgeirre.Boc.tt  fi  forte  col 
Tettai krtò,ih'e  credette  ethakerlo  jaito  cadere , ma 
egli  forte  fi  ritenne  pctloreggianJo.pM. 

RimpcttO..^  Eimp<iio,&  DiEunpetto.  Lat.contra,ire 
gione,a  fromedaconfi):  (Ik.kal  a fronte, al  èrtilo  ,è  rin- 
contro,pi  r mcT^fi  aU'oppcfrto,et  me  ne  d fei  idoa:t  ter 

•^p  cafo  & dima nerfò Ikogofi  perjona  Boc.MeJ.oa  la  L3nc,ùt.làc,&fiiecks  matérnm.Pi-e.Con  noci  anthor  no 
noia  Dirimpetto  alla  fua  dina  Fkmtfioafedcreapkn  preUeDìUiigka,theèlMtefifcompagna  , Ondeogni 

toDiRtmpetloalF  njeio  della  camera . Et  Dtliimpeltoa  Latte  perdona  fkaproua,Chorfofi'toJpento  alLatte,et 

fe  fece  Harlei.Iokidi  Dirimpetto  alla  bottega  è quello  allacuila.Bo  c.'Fèpn  efiendo  anchora  del  nuouo  parto 

Icgnaikoloktìarta.y  nifolaquafioTrapam  dirimpetto.  rafiiuttoil  Latte  del  petto, 

DA*.Toliiacheifiori,et(altrcfrejiUherbcite  -4rm  Laitare,latJaBare,&laeprabere.Boe.nette  rimeifAa. 
peno  di  me  da  Poltra  f fonda  Uberi  fur.  Et  nelle  braccia  to  crebbi ,&  lattai, 

Picchiipcttofi  ècco  quello  fi  a queUa,  che  fingendo  il  è .Allattare.B  o c.L'altro  era  unfamiullo  picchio,  il  quale 
uoto  tutto  è fi  batte  il  petto  con  mano . Lat.  hypotryta.  La  madre  tfiefia  aUattauafifr  abloBart;  per  ditlattare. 

B o c.Laqualeiunauecthia  Tttthupeuojpigplilìra.  Succo.Lat.fuccuimatimujdntiece  è lalte,onde  V i a.& 
Iorc3iti.è  la  forcella  del  petto.  Da  H.Toiidirameinfin  SKccu5peeori,^latfubducitur  agm.DAu.lìuefi'iSe- 
a la  Forcata.  miramis,è  cut  fi  legge, Che  Succo  dette  a 'bfmo,  e fu  fiut 

1^6  Scno.Lalfinut..PiT.Seno  -dngelico,Càèdo,Bcl,  E'ttfinili  fpofa  fietefiimoèni  fi  legge, Che  futetdeiteaiimo.ma 

fifpir  del  mio  Scn  lolle.  Et  un  di  tauro  trabe  del  fuo  belSc  neUi  piu  antichi  ho  lettojL  he  Succo  dette  utdia  loìj. 

h>,iom'hiiomch’ardee'lfocohainSeno.Lofpiritoppar  Mungere, Lat.&  mulgere,ualcauare  il  latte  de  gb  uberi. 
tirdiqnelbelSeno.B  o c.Tareailx  mimcliejìe  tlmufo  li  a u. Et  m eterno  munge  le  lagrineà.afiiuga.Lalemi 

inSeno.RtquellipanmmcficfimSeno^quandoènota  m'era  del polmon fi  mùta.i.feua  a quella  liniUtudine 
golfodi  mare,uedia  io;<>  perlopaefi  a Sjq.  del  latte /tei  quale  i munta  tdefi  ufetta . 

ÌA2mma.,Lat.&  huber,pro  buber  ji  die  intendere  quello  Ciimc3t2.Lal.umculata,kimitrtferla.B  o c.Et  digiuit- 
rfi  dintro  della  Mamma,;!;  prò  Mamma , perquePodi  thiCiuttcata,&  mi  B u.TuUele  firade  tCherbe  , & è 
fuori  anmente.onie  V 1 t.rwosalii  hubire  fatui,&  al  fiori  Giuncate. 

iroue.Lxta magisprcfiiimanaiàt ubera nammit.Pte.  'Votr.ito.Lat.& naufta,a,naufeoladim,cr orexis,i.s. 
Camilla,&  Patire  andar  ufi  in  I alt. gita  Con  la  fimflra  Stomaco  Lat.fiomaihus.  P«  t.  Flambi , Siomaih  1 febri, 
jota  imi  ra  Màma,& Marna  fcr  la  n.adre,uidt  a 1 5 1 8.  ardélifanndfParer  la  morte  amara ptu'ib’ajfento.Boc . 

Mammdla<iVif/m(r.HtiM)  è Manima.Lat.min,uL',&  ma  Ter  grande  angofita  distornato. 

milta  drpapilla,x.iloeapiietto  dello  poppa.  Ptr  Dal  di  Ciifo.Lat.lborax  ,ptflus,iofi  dettoperche  capifeetin- 
óte  la  Mammella  Lafdat. Boc.MàmeUe  non  altrtrntnm  tertora,  queilaparte  deliorpoehei  detta  bufio. 

ti  note  fi!;  uigptefihe  fiauna  uefcita  gonfiala. T.  Ttcne  di  Hak.Lc  cofiiecon  le  gambe, il  uemre  e‘l  Caffo . Tot  uidi 

jucco  più  di ambrofia  ameno.  D a K.Terifcetidémoa  la  genti , thè  è fuor  él  noTenean  la  tefta,&  anthor  tut- 

defira  MàmeUa.iÀalladefira parte.  tòlCaflo,apparueefiertrauoltoCiafiundal  mento  al 

Toppìfi  il  medrfimo  tbe  mamma.Lat.huber,ruma,c  pa-  principio  del  Cafro.  ' 

{■  filta;ileaucdellodellaToppa.Bo  c.  ynneofiqualera  \tnbclico,&BctUio,Lat.'umbiUcus;a'eJHìgam(iumhl 
fitto  la  fttùPÌTaToppa.Guardatcui fono  la  Toppa  man-  leftinonnii.DAs.Ei  firn  nel  pernj^p  intorno  de  la  ripa  Da 

caSÌAu.L’andarvafiràdoconle  poppe  il  pel  to.yoUan  Pymbiliio  ingiufeiutti  quanti. 

dopefiperforxadiToppaidcnèpettofiouefonolepop  Bellico.  Lau  umblicui . B o c.ntlL  a.  Lemammetles 
. ee.Chiron fi  uoiji fu  la  delira  Toppa.i.dal  deftro  tato.  Chefe  eqftar  lelajiiaji,  ,forfeinfino  al  BcUte»  te  ag- 
Boc.T •/«*  • 'nppelitne  toude,&  fode,&  quando  di  gmnger  ’uno. 

notala  parte  iella  naue,ueè  a 1049.  Schk\\iJM.rtneifrumbt,fiinokreni.Boc.Et  tofifeet 


è. 


■i 


■ 


I4JO 


H5« 


CORPO 


li  Schiend,^  al  Ventre  ,&aBec9fcie  ,fir /die  gambe,  fttlo,epelne7ttreinjinaP^n(be. 

OutdDletiÙ'partoUfer Sibiena.ViKn.Cbetaluoltala  ìiitic\\e.Lal.natet,& tlunrs.lS  o rjielL*  .Hanendele  1 jl 
Schiena  tiimanea  de  U pelle  tutta  brulla.  'natiche  grofie,&  fiolpite  mfuori,^'  parlandone  coper 

Doffo.Lat.dorjuitiiè  la  parte  é dutrodetrbuttmo,  & del-  tamentedue.  Ti  dirò  adunque  pm  auanti  del  borgo  del 
tammal  Indoffo  énota  intorno  ponendo  la  parte  per  lo  mal  peri  ugiopofl  otta  duerileuatimonti.Cb  ucnnefat- 
tutlo, aliare  Addotfo,cioè jopra la perjbna.  P i t.EI  to di diuenire paffuta, e Tiqiicuia.ucdi  alTIndice.D^. 

emmt  ogni  hor  addoffo  quel  caro  pr/ó.j  Lane  di,  ^ notte  Cbe'l  pianto  de  gli  oiihile  Tialiihe  bagnaua  per  lo  jcfio 

Ràmi  .Addofio  Col  poder.Et  hauea  Indoffo  fi  cidida  gon  idefl  che  le  L:grime  fiendiuano  per  lo  filo  della  fibuna 

na.Elta  haueaindoffo  lidi  candida  gonna.B  o c-Vii  rie-  traWHntuheml  canale. 

dui) imo  drappo  Indoffo  hauea.  Chi  -iddopo , o Indo  - Culo , Forame  Jtoue  fi  trulla, Tello , Correggia , Merda, 
fòcf  un  afmogu  ponepe . Et  quafi  tutti  i capelli  ^ddo  - sterco,Cacatoio,DePro,  Lalrina.'m  ctpario , frullare, 

orni  fento arricciare.  Racconciò  il  Farfetto  .A  Juo  dof,  paére. 

fi.  O A ujl  Doffoal petto.&ainenduelecofie .&pon-  Cii\o,Laanui.& podex,&  manica, a JfirolecrePe,omor 
tare  Addoffo  uale  effere  cotrarioitraffalioneprefa  quan  nebefi  morene, ibe  ui  ngono  al  iulo,dttlo  da  calare,per 

donnona  addoffo  ad  uri  altro, lioè  còtra/iper  batterlo, o cioebe  di  quello  calano  le  brutture  del  corpo. T .C  ulo  Bian 

per  annaa^garlo.B  o c.Ter  laqualcofa prefalaqiiangen  co,Tondo,Morbido,Brutlo.  B o c.  Con  la  penna  in  Culo, 
doellafempre  forle,al  palagi  del podeffa  ne  fu  mena-  'Honglitoccaua  lacamifiia  ilCulu,lebracheglitrag- 

ta;Qjiiui  poniandoleaddopo  lo  Siramba,cp- lo  Alliccia  giamo  dal  Culo.Era  lapiubcUa  di<nna,iht  ftrouaptm 

to  compagni  di  Tafquinoamo  giudice  ferrila  dare  indugio  lutto  il  Cultiiano  della  bumana  gcnerattone  (irrifirie) 

alla  eofafimije  ad  efiaminarla  del  fatto.  K i i.Ch'unal  D a u.Roitodalmento  mfindoue  fi  trulla, 
ta  rocca  fopenea  fui  dopo,dr  quando  Doffo  dinota  alie:^  Foramc.cr  Foroperlotulo.T.  Che  dal  Bellico  in  giu  fin  al 
gaatedia  1775.  ForameTagliò.TuiridvForanie.lsoc.lheaglihuoini- 

Addo(fo,lndoko,uedidi  fopraa  Doffo.  m,&  alle  donne  fi  dtjdtca  dir  tutto  diForo,CauigUa, 

HenLLatrenes.  B o c.  Tanto  Iddio  il  faccia  fino  delle  Re  Moriaio,Telìcllo. 

m,quanto  ne  procaccierò,o  ne  gli  manderò  ninno . Co/i  TruUare.Lat.pedere^ppedere,^  cacare, ufatodaMartiOm  14JJ 
giungepeegbtePinelleRenia  Calandrino.DAu.Etan-  le  trulla  perlouafiincuijiuotailuentre  ; ondetruUa- 
dauan  col  fil  nuouo  a te  Reni.  re  naie  notare  il  uentre,o  come  altri  fiongono  far  uento 

Croppi.Lat.clunit;èlapartedidietrodelcauallo,&iral  del  forame  di  lòtto  lonPrepito  Lat.^repuut,& crept- 

tro  animale,cp'poPilena,a  fi  la  grapperà  ,&eflltgnum  tui  uentrii,e  la  coreggia,  onde  Dak.  Rollo  dal  mento  in 

fine  lorum  fub  cauda  lumenti.  Boc  .Gli  cominciò  a darei  fin  doue  figruUajJoue  fi  traggepett,o  correggie,cr  al- 

tnaggion  colpi  del  mondo  fiora  per  li  fianchi , bora  fipra  troue.Et  f Wi  haueadtl  cui  fatto  T rombetta . 

la  Groppa.Et  cofi  fece  alla  Schiena,t!r  al  uentre,o‘  alle  Merda.iar.^ortKJ.D  a u-Vidi  un  col  capo  fi  di  Merda  lor 
Groppe.OAuJljiante  bifiieegli  hauea  [oprala  Grop-  do,Cbe nonparea,s’cralaico,ochcrco. 
pa.Etcheponicofiuiinfu  la  Groppai&uuoiche’ttoc-  Sterco  Lai.Percusfi  lamerda,&  catharticum  i la  purga 
chiDiceua  Funtaltroinfu’lGropponeiAm.Co  le  Grop  tiondel  «rnfrr.DAN.  Vidi  ginteaiuffaia  10  uno  Sterco, 

peildePrierb  fariffoPa.Ltfcia  la  Groppa , e fi  ripone  Padirca»  Smaltire.Lat.concoBui,peppi,digeflio,&iudige 
m Sella.  Sìiojl  non  paotio/i jmaltilo.  T.  Credimr,ch‘ogni  uin  non 

Sgroppato  ,uale  [en^a  groppe.  La.depygisfioc  depyge,  on  i Tadibile. 

de  Horatio,Depigis  .nafuta  breui  latere,ac  pede  Ugo  efl  Cìcatoio,Hecrffariofi)eJìro,T^  nato.  Calcilo  fi  Latrina, 
&Strvytt>‘lui  natibui  tritìi  fnnt , dt  exibbus;diBeriu  Lai. latrina, a:,iloaca,a,irf  ale JiiJcapl  iù fi.  T.Gb'.è pel 

era!  m Athcmenfcsfiompoflo  ab  a parttcula  pnuatiua,  proprio  bifigno  corforaleTer  tutto  oue  tu  uai  commo- 
& tròfica  che  uuoldirenatitd  fine  natibus.B  o c.  Il  giu-  do  Deliro. 

dice  era  magro,&  Sgroppato.i.non  hauea  natiche.  Membro,  V erga.  Viete, Triapo,!' entura.  Coda  ,Tiuolo, 

V\inco.LJt.iba,ttpUuntis,i  la  duglia  del  fianco.Pir.An  TefleUo,Cau-’gUa,Mag^a,Ttnra,Saetta,Sà  Crefci,San 

Ileo  Fianco,Fortunaio,Tormrntufi,Duro.Vomerdi  pen  Crefcimanfiiencbia,Belìiafi>eflner,Ro:tjgn,Stendar- 

na  con  (òfptr  del  Fianco,  Che  l'un  & Callro  Fianco  Mor  do,Cagltoni,TePicob,Orinafiegno. 
deuan  forte,Chim'ha'l  Fianco  fento, &chCl  rifana.  A Membro  uirile.Iat.metnbrumfiatura,Priapus,  «errtrii, 
lei  di  farai  bel  Fianco  colonna . Spira , ouamor  ferì  nel  mentula,fa[iiniumdnguen,mutofimifieniidiJirutheui 

Fianco  Apollo.Colferro  auelenato  demro  al  fianco.Ta-  ei,uerpafi,Temum,CatuLGrauidafiemedif  Tenta  uocan 

Uìpr  li  uidi[  tali  Sproni  al  Fianco.Conarcoinnianofici  re  uirifilr  ithpaUuj  la  membro  diritto , ér  duro,&  phi- 

faette  a Fianchi.Ch’to  prono  per  lo  paio,  & per  li  Fian-  mofis  è il  capo  del  membro  quando  non  fi  può  lenarii  cap 

fin.Boc.ljipareuahauereimaIiiniaFianchi.  puccio,cioedifcapellare.T>AH.Diuentaron  lo  Membro, 

AaCifiilgallone,daanfiLat.ilÌJ,tluHrs,naiei,ifcba,che  chethuomtela. 
dinota  qualunche afa fport a wfuori  del  fio  nrpo;&  PTÌapo.Lal.priapui,fdiode gli hortij  a u.Tcffl  fiomrg^  *454 
perche  anfi  è anco  la  giuntu  ra  [otto  ilgtnocchio , refi  il  :^o  dipinto  un  rubicondo  T^po,Triapo  e fuor  de  gli  bar 

gallone  è giuntura  principale  drl  buffo,  c;,- delle  gambe.  ti  [enga  [alce. 

S o c.Et  bora  per  le  Anche,^  hnrafiper  le  [palle  bai  Codaperlo  mfbro  uirde.Ltt  eauia,&  pemi.BoeAl.Co 
tendola.D  a m Quando  noi  [un,.  ^ douela  copta  Si  noi-  da  ruta  ci  ucnifli,a  Coda  ritta  ir  ri  andrai. t{tuua  afa  re 

geapuntoinfu’lgroffode  t.  c ,ht,om[ei  fi  batte  TAn  fiàdogll,[e  ni  appiccare  la  Coda.Qjic'^a  è iella  Coda  é 

ta,  Cercaua  un  peccator  conamuo  l' Ambe.  A tt.  Et  pel  tauaila,Che  coji  fea^a  Coda,  come  fin'ga  faneila  fifie, 

T^iuolo 


CORPO 


tifò 


piuolo.  in  ucce  it  Vriafo.Vne.^h(fta  la  cami!iia,&pTe  nmore  quatti»  fot»  per partarire^u  tute»  (b’elle  hab 

jo  U Pmolo,  (oi  quale  egU  piautjua  gli  huomuu,  er  pre-  biano  buon  Cotalegrande. 

Jiataenu  ueljiiUo  per  no  fatto  meffolo.  MalForo,|>cTÌi<ii>i<i4  Bo  z.Ilmal  Faro  non  uuolfrfla, 

Peficllu  per  lo  metiibro  turile.  Boc.S'ella  non  mi  prefleri  il  prouerbio , 

mortj.ojm  non  leprelleò  il  TeHello.  ih' a gb  huomint^  Mortaio  ^er  U uutua  B o c S’ellt  non  mi preflera  il  Mor 
alte  donne  fi  dtfina  dir  tutto  di  Foro.Cauiglia , Mortaio,  lotoso  nonleprefiero  il  pe(letlo,u  diapqq. 

Vefìtllotueé  a gp.\. 


Si 


Finca ./«  ucce  il  Vri.ipo.B  o c.Mlqualmcéio  Bufalmac- 
co  iijje.  Vinca  mia  da  lente. 

Mizcì,in  uecediTriapo.B  o c.Chemcfier  Maxja entraf 
fe  in  monte  nero  perfora  con  Ipaigimento  di  jàngue. 

Stcttl.t«eia,per lomembro.A  u i.TupuotpenJar iallho- 
ra  la  Saetta  Dirr^ai  Mmor , iinine:tpit  cor  mi  tocca. 

Caiiiglia.pcr/d  uerga/i  meinbro.Boc.Cbegeneralmente 
fi  dildiia  a gli  buoni  ini,  & alle  donne  di  dir  tutto  di  Fo- 
ro,Cauig  lu.Tefiello. 

San  crcicie  in  luogo  di  Vriapo-B  n c.  Ho  poi  feruiro  a San 
crefee  ut  ual  caua  . yicinoa  San  Uraniano  fiette  un 
buon  buomo, 

Vcntnra,prr/a  uerga  BocJìeh  non  mi  fare  andare  a ca 
fa,ihe  uedi  ch’io  ho  fi  ritta  la  Fentura  tefie;cbe  non  ci 
per jonatche  forfè. 

Bcilia, per  io  membro.  Boc.  La  donna  caualcando  allhora 
feit^  Iella  La  tiefiia  di  fan  Uraneatio  , onero  di  San  Cio- 
uanni  Cua Iberto  nlfiofii  Gnaffe  manto  iuio,io  mi  rime- 
no quanto  io  pof  o. 

>445  DcftriertVflKCit  d-  Vriapo.Au  i .Ma  neWincoiro  il  fuo  De 
Rricr  traboccati' h'at  di  fimo  nfponde  il  corpo  infermo, 

Kozzoa,i  cauallo  irifioionde per  triflo  membro  uirile  fu 
pojiodalf  A%i.douedue,Ma  quclptgro  Ko^oJiJtonpe- 
rofalta,ìndamodfrenglifiuoie,Ò-  lo  tormenta , EenS 
può  far  che  tenga  la  tefia  alta.  Et  per  comparatione , lir 


tiztUTi,Lai.perla uutua  Boc.uolidone copertaméte par 
lare  cofi la  circóf crine  nel  Laberinto  d' amore.  Come  thè 


nel  nero  io  non  fappia  btite\da  qual  parte  io  mi  debba  co 
Mtnciarea ragionare delgo/fo é Secalia , mila  ualle  di 
uichc  ronte,ripofto  fitto  ghlcurt  bofibi  di  qm  Ila , fpefie 
uolle  rugginofi,  & d'unagoma  (pumofi.fpiai  euoli,  &JJ 
animab  di  nuoua  qualità  ripu  n., ma  punì  dirò.La  bocca 
per  laquale  nel  porto  ì entra, c tanta,  ^ tale,!  be  quan- 
tunque tlmio  lignetloièafiai  gràie  albero  nauteaffe, 
nò fugiamai, qualunque  bora  l'aiqui  furono  minort,cbe 
tonoii  bauefit  fernet  II  óetanni  di  nulla , adun  lòpagno, 
thè cen  tumore arburo dime  nauieatofcfe,  potuto  far 
luago.Dib  ebedteo  toìL'armata  del  He  Euberio,  qualh» 
ra  egli  la  fece  maggiorr,iuiia  infieme  incatenata, lenxf 
calar  uela,o  tirare  in  alto  il  limone , agrandifiimo  agio 
ul potrebbe efiere entrata;^  i mirabil cofa , ibernai  le- 
gnato non  u entro, ihe  non  ut  peri  fie  theuinio,^ 

firaccofuonfion  ne  foffe  gittata  fi  come  la  in  Cintia , la 
Sulla,  & la  Canbdi  fi  dice  thè  ftnno;ibe  Luna  iràghot 
ttfee  le  naui,&  Coltra  le  gufa  fuori,egb  i certo  quel  gol 
fo,uua  uoragine  uifi  rnale, laquale  allhora  fi  riempie  reb 
befi  fallerebbe  a he  tl  mar  d’acqu  : ,oil  fuoco  Jtbgne.  lo 
mi  tacerò  de  i fiumi ]anguigntè&  de  i rocei,  iheCi  quella 
a uicenda  difeendono  di  bianca  muffa  faldella  ti  fiat uolta 
non  menoat  nafiifibe a glioccbìfpiateuolìfiir perla 


l 


tura  propria  fiu’di  tf  i;  87. 

per  meta  jndtuerfimodi.K  t i.Cbenonfapendo  ciò  che  tiatuT3lefi>ercunnaticaBoc,Tutlipettareinluffurijfit 
fitta  gonne,Si  naicondefie  uahdo,  ^ gagliardo  , Mina-  non  foto  nella  'naturale flia  nella  Sodomitica, 

gheggiauanconlifiiuofguard».  lofenzalcaletnfula  Cokii,lat.coxa,&eoxenJit.Boe.LaCrufen^laCo-  1447 
rocca  folto,  £t  io  Stendardo  piantoni  dibotlo,E  lane  fcia.Coleihauer  rotta  la  Cofua.SpiccataCuna  delle  Co- 

fctedellaCru.GlimifeunpaioJtCofciabingàba.  Dah. 

nido  noi  fummo  Li  ione  la  Cojiia  Si  uolgc  apùtom  pii 
grofio  delf  ambe  Ella  pur  ferma  m fu  la  deftra  Cofcia. 
Mccofiiare.Ljit.conglobaiefi  incoxasfiial  federe  come  fan 
no  le  donnefi/uando  ritirando  legàbe  le  aggiungono  alle 
cofiiefimeroda  raccogliere, pereto fcdbdo  fi  ractogUe  tut 
toinuno.D  a u.Et hor iaecofcia,et bor inpiede  fante. 
Sficcofiiaref  ilmedefimo  accofciare.D*  u.Coitiolemendo 
tutto  mi  racco  ftio.i.niirafieiio  nel  modo  che  mi  Rana 
prima  che  mi  mouefii. 

AnCiUÌn3Ìì.Lat.inguiaafonole’parli'dinaiigidel!e  cofeie 
deWhuomo.Bocut  mafibi,^  a fcmiue  panméie  neltMn 
gumaia  , 0 fono  le  duella  certe  enfialure,Da  n.  1 nidi  un 
fiato  a gutfa  di  Liuto  Tur  ch’egli  baueffe  bauuto  PMn- 
guinaia, Tronca  dal  lato, che  thuomo  ha  forcuto. 


mica  mia  mi  caccio  lotto. 

Tefticoli  £af  teficub fie fn,colei  forni  coglioni,  firotum, 
CTofiheonfla  pelle  de  cogtioni.B  o c.nel.  F h.  Con  carne 
et  infamale  Streghe  conTefiuoUdiLupo. 

Orina  Lat.urwa,i^  loiiumai.B  o c. Medico,  che  s'intenda 
iPOrina  i Mfino  Sopra  C ufiio  della  uta  un’Ortnale.Lat. 
matiilafit^matella,a,Mingere , miBurire,  &iitet- 
re,per  piffare. 

Segno, per  rorina.B  oc  Jl medico uedenio il  Segno,  l medi 
CI  un  Segno, & t altro  guardando  di  lui,  & non  potendo 
la  Ul  fermiti  conofeert. 

Scolatura,  0 Diflillatione  del  membro,cbe  uieneagiouoa 
ni  pertaluUl.i  delle ucni,&  induce  bruforefinceiìdio,  dr 
aduthonem  quello.Lat.  Cauma,tis,CT Siriajis . 

Vottl.'Hatura.7{qturale,l'ulua,Conno,Fica,  Fejìa,  Co. 


tale,Conian,Figaruolo,Malforo,l'alcaua,Mortaio,ll  Ginocchi».Lat  genu/ri genut,ni.  Pii. "Pcrtheinibinar  a 


porci!  di  tenere, Golfo  di  jètalia , nella  yalle  diMcbe- 
ronte,yoragine  infernale. 

1446  Pottz.Lat.natura  cunnusfiiubia.T.Stnita, Larga,  Gran- 
de,Dolce,Oue  natura  pofe  ogni  dolce^,  & Muhebra 
il  mefiruo  de  le  donne. 

Val  Cf\\3,per  la  •mlua.B  o c.  He  poi  feruito  a firn  crefci  in 
F'altat,  ■. 

Coti\e.per  la  UHlua.Boe,le  ed»  alle  f emine  fare  fi  g'on 


Dio  molto  cóuieiie  Le  Ginocchia ,elamfte.Bo  c.Lui  1 be 
inG.nocihionfaualcuòinpie.Tiàgendo  in  Cinocibion 
dinàgial  Soldaqpgittaiofi.Di,  v, Credo  che  l'era  f Ginoe 
chic leuala.Fa  chi  le  Cmocihia  cab  i.chc  facci  nuofga 
Inginoccbiarr.Lat.gtniculari.gemfiBerejl  porfi  in  gitioe- 
ch.oni.Bic.  Laquale  D ginotibiaiafi  da  duo  ntafhni  li  nu  144  S 
ta  forte, gli gndaua  mercè.lngmocchialcfi  reuerétenen 
te,ceinmiaio  ietiutndò  altìe.Ch  iiugmcibiò  a piedi, 

-1 


.r 


a 


Piedi  CORPO  Piedi 

Cambe.t<ff.fn<M,  et  uba  eH  a .fura  un  pofìtrior;  tUuifiuolietuTitàbelleMmiaieldJù.^^ 

Crux  ex  fura  ,<Jr  téu  cuitHae.B  o e.Si  comienu  dei  tut- 


recchi  Vicìi  di  Bafibco  Sjlermuno . 


to,7ùlb^r  Ulte  U G jmb.1  fi  morire,  /'ae/io  fraudo, 1 1 Pie  fing.& pia.  P • r. Fiaccali,  Lafìiraghi,  SoUurt,  Bel, 

■ ■ _ I - . — Candido  Et  ch'i  Pie  miei  non  fon  panali,»  ia(ii.Cbe  col 


qn  ile  hauea  nella  Gamba.  Bi  difccmere  la  tonda  Cam. 
la  da  ninno  aliiami-to  coperta.  A h .Sopraie  caio;a  é ma 
giu  fi  mi, e le  Gambiere,?  «.Il  Gambo  era  fiai/umo  on. 
Medi  all’indice.  Dan.  Fuor  de  la  bocca  ciafeun  Ihpercbia 
Ma  O’nnpeccator  i pieJi,&  de  le  Gambe. 

LcrzCiO  Ber^edòno  le  Gambefecondo  il  Lancbno;  Ma  a me 
piu  par  connenieate  che  fune  i frgni  i he  reflano  dopo  le 
perco/ie,o  batlitnre  delle  lcuriate,cbe  di  CUOIO  fi  fanno, 
pereiocbeLer^fono  le fcnrialeo fer^e  ,eBer7fabry. 


7ie  ruppe  le  tartaree  porte. Che  co  Vie  k.ighifolitari,ec 
lafii.Chc'l  pu  ua  umairi^i.&rocchio  torna  indietro.!' i. 
di  in  t’.n  Pie  colni,ihe  mai  non  flette.Bnc.  Vampinea  le.- 
uatafi  in  Tie.mejjoil  piede  nella  jlaffa  montò  fu.  Ver  piu 
potere  penfa  re  a fuu  piaci  rc;picdi  mnan-ci  Viefc  mede- 
fimo  t rafportò  penfando,  uifn  nella  pigneta.  Cofi  adun- 
que loftoivTiedi innamiiVie uencndofene  c4«4m/o,cir 
ciani  iando  perneunero  al  Palagio  piedi  ail’ Indice. 


H59 


fa  che  pur  figmlìca  cuoio , & meglio  Rara  il  te^o  di  PeàaXe^iltroncofi  futiodcl(aìbcro,fcnxairami,  t7  fia- 
li A s.cbe  due.jh  come  facenan  lor  leuar  te  Ber{enA  5f4  la  radnt.Boe aieìt F,  ».  Hauendo  neduto  dell  hurnor 
le  prime  percoBe  i & tu  nejiuno  Le  feconde  afpcttaua  a un  giouaut  no  rampollo  di  pero  Ai  uno  antico,  6'r»bu- 
neU  terre. ucé  41215.  fi»  T'odale  nafeere  nn  bello  garzone, &altroue  ktUidi 

Zanca  ual  lagamba  ujato  da  lì  un  .Dt  quei , che  ft  pian  diruti  VedabAi  dinerfi  alberi  fpefii,&  diHaii  a mifura. 
ocua  con  la  ZancaJ'elfe  la  tefia.oueetlthauca  le  Zan-  Pedate  fono  poi  le  ora*.-, e?  le  ueliig:e,iii  d(  4 146». 
fbe.Honida ufare.  C3.\cigniLat.catcanea,(!r  calcan  i,& pernio.^- perniun 

culus  il  diminutmo  firn  le  fpironaglie,')  bugaitge,  cioi  ma 

V 1 E D I.  le  che  uitne  al  cabagao  pi  rio  freddo.  B o c.  Io  gli  darei 


Iedi,Vie,Viàie,Calcagna,Dita,Tuntei'tt 
ghie,Calci,!'efiigi,Vefla,Vedaie , Orme, 
Traccia,VAio,Trapafie,ContrapifIoAoU 
leiiiudine,Vròtez:^,Hancura,Frelta,Fu 
ga,Ci>aloppo,  Trotto,  Dauanti,  Dinanxi. 
Corfo,.Àrtngp,Salto,P'ago,Srguate,  Rapi 


tanto  di  quello  scioltolo  nelle  Calcagiu  . Che'l  n-ifoti 
tjihiacct nelle Calcagna.l)  a n.&bai  iaterrale  Calca 
gne,Tateratì  da  Calcagni  a le  putte  CtxfoloapuJa  de 
le  Calcagne  A « 1 . Chequato  può  minar  de  te  Calcagna, 

Tentar  di  br, glia  col  Calcagno  prejlo  Fciea  pretti  dc- 

, flrier  far  le  uie  corte. 

do,Ratto.Repente‘,ipeduo%lkcttòfro^ò,'Prello7cuàc  T inon.Ut  talui,cr  fi  pone  per  la  parte  del  pie  uitina  al  i |di 
eio,lmmatinettte.l'  etoce,Cclereyjigde,  Leggiero,Ejfie-  TaUone.P  > t. Vuota  poi  nel  Tallon  da  unpicciolangue. 

ditoAnello,DejiroJ‘ronioAreltolafo,CoTfoTefiada,DÌ0.  S a u.ClidiedeiolTaUonc  dietro  alla  giuntura  dcllegu 
moranxa,Indugu>,V.gritu,Raltenlo,Tartua,  Diparti-  nocchia  una  gran  butta. 

ta,Diuorgp  Tardo,Unto,  Inerte.Vigro,  Iniemptflmo,  Pantcdepudt.lM.acumaipedum.Dau.TaleraUdacal 
Capone,.AtentoneJniietro,Iunanzi,OUra,Oltre.VUT  cagni  a le  Vuote. 
uia,-4ndata,-dndatura,ljcenga, Congedo , Commiato,  Dica,&Diti,ueéa  f'nghie.tqtj. 
andarefri,gire,ua.auiare,preeederesomare,rttarnare.  Piante  de  piedi.Lat.planla.D  a n.EtpoaruauleVianteli 
Jiornare,traJloraarcAtlloiuareJrjfiomare,  riddere,  ar  fra  loruamtà  i.picdiEorte  fpringana  con  ambo  le  Tio- 
retrare,parttreAipartire,fieurare,arriuare,capieare,ag  tcideRpianle. 

giungerc,liggiuttgere,lvpragiMngerr,ibfiungere,uigiun  Calci  /4f.‘4/r,<ù.  B o r.Itre  ina'nadien  il  di  frguente  an 
gere,meare,auangarr;pa(fjre  ,trapajpiere , trapcLu-e  , darono  a diede  calcia  rouata  i.  furono  apiccali  Tale  pu 

tranare,trjfandare,procedereaurcare,ualtcare,corre-  gna,&cata  li  ée.Ledieper  luna  la perfona pugna, 
re,ricorrereaiemrejoprauenire.fuggire,ftampare,cam  Cj/ci.Ph  Et  Calcitrar  non  nate. 
fare,liguire,fegHÌtare,lraportare,palfeggurt,liconda,  Ricalciti‘are.fM.rccalcitrare,ualecnntraRare,  ^oppor- 
re,cactiare,monere,dimouere,fialpitareJirpere,tarda-  re.nAu.VercbencaliitrareaqucUa  noglia. 
re,ratteuereatb!>.idon  trejifiiarr,reùnqnere  ,migrare,  Springcre.Lat.extendrre  crnra.e  muouer  te  gambe  confu- 
ritrarre,  reddirejriedere, cogliere, ritogbereÀattere  ,di  ria  per  percnotere  alirui,onde  fi  dice  fpringere  il  cauallo 

battere,ricalcitrareufj>ettare,attendm,  indugiare,  tar  de  calci  quaft  [piegare, & fendere.  D a n.Forte  Ipringa 

dare,reflare,rimanere,altétareAimorarcjcercare,  licer  ua  con  ambo  te  pioie. 

tare  jtentare,arreRare,mandaee, rimandare, faltare,lan  Orme  fono  le  ped.ur,ouelligie  de  piedi,lat.ueRigia,Ptr.  tq(a 
aare,gnigp^are,ilfedire,afrettare,raffrettare,auaccia-  "Hjo  P Ormciu-Frelfedetaniate  piaute..A  fegutr  l Orme 

uoPreintpniparte,&per  queft'Orme  Tornea  ueder. 

Ombra  di  iti  aie  pur  de  [ulti  piedi  Orma . Sorga  lor  a ben 
far  non  mr.fii  un  Orma, .A  feguir  i una  feraabemiftrug 


re,li>BecHareJludiare,proiurare4iroeacciarejrancurare, 
prontart,  grggearraong'ifuoi  deriuatù 
■ 14do  piedi.  Lal.prdfS,iFpeda,&  pedatura  la  pedata  delChuo- 
mo,rt  pediolutJopicJe  picciolo.PtT.Viedi5àti,Bei,Snel 
UjdibeiU.il  Vi  de  Manco, Candido,  Ceu  quanti  luoghi  dt 
frgnò  col  Viede.SibelVirde  non  toccò  terra  un  quanco. 
E i Viedi  in  ch'io  mi  fletti^  mofii,&  corfi  ,pur  i mofii  m 
dtiViedi.TiepuI  de  fùoiTUedi  orma.  Mareuerentea 
Itedì.Le  di,Dri7Xap  in  Piedi,  & cea  l'ufaia  uerga  Mo- 


te La  uocea  pajli,&  f Orme  èncerear  deCOrme  ; C he’l 
bel  pie  fece!  quel  cortefegiro  Men jòlitarie  f Orme  Forau 
de  miei  pie  LfiiJo  de  la  trua  nemica  cercar  P Orme.  B o e . 
-d  tlù  feguita  teine  Orwt.D  a-  n.  Ritromam  l'Orme  no 
fireinfirme  rattoà.quA  mede  fimo  luogo  per  cm  uenim- 
no.ElferutoriflriufeinfiemetOrmti.-mtM. 
tulafcbiera  fua  loaucmente.  R o eja  Tiedeil  fece  loia-  \eHigio,<!rf'efligia,  Velligi  nel  ntanerodcl  piu , ti" 
re,conmani,&  Vicii  in  terra.Ter  ogni  fufcelt»  di  paglia  fno  effert  di  dtu,tÌF  di  quattro  filUbeJC oJM.  & ò prò- 

> - 


Piedi 


CORPO 


Piedi 


'97 


nclamirat  frrìtU  y»  trafa/iamloj.LiftiJiidt  a dutro. 
iljufl't qutU'diro rmo  'iifHtonmtit  ibe  trapape,^ 
temniue.El mquelU  trapaj.  0 Jojj/iranilo lotrj- 
pjfiomntir^iyofl  Ctflnmo  i t.c.ucéaU'laduc,  C7 
quaitduduKtuitmpo^cdij  ìpp-dr per narire a 1617. 


frio  U forma. dK  la  'iia  il  pu  in  terra,  (he  aa.'garmt  me 
Jidiic  Oruufi lrai(ia,oniU diiumu laittiiigan , orma- 
rtiC  tramare eqaauOujigmliaimiU  pidau  SaUnnof 
trvuarlo.iome  amba  fama)  1 caiu  tal  naia  di:iroal/epe- 
tbte.PfiJ'efligiSami,Sei,'&SparJi,  ycjiigic  Hh. 

tnan,& alto.El delbelpude aliun ytpigioprbe.y ejU-  ConttapaOoJUt.pitnatabomiJeKindoiheilpoiKUl.aa 
giajj>are.Boc.netPìi.Stgkédo  te  yifUgiadilforie  JJio.  dina , data  da  Dollari , noi  chi  teglia  la  uuiio  adelimi 

Da  v.Setrtka  nouitatem  fko  ycfltp:a"  kcie  di  kejtigio  ibe/ia  tagliala  alireji  ad tj^ol)  a k.CoJi lopetka m mt 

ifor^ta  dalia  rima  la  inferno  lajtiar  te  Ikt  yejìigie,cr  lo  Lontrapajio , 
qktflo  biomol'atnime.  y arcare  tò'  yaiùxtrc.mdia  yario. 

’TtìQÓl.Lat  ueibgikmàtcr.kalucPigie,uedi 4 1 1 04.  jtuan'jfrepertrapafìare.Lat.l'iipirarejtranfiMare  ,ante- 
tedìti.LatJiefi!gikm,pedi3imprepìO,kalOrma,&yefli  icdcre,aiittire.Boc.Uaueiituelladimaliiei:niauan%a 
gio,Boc.£gii  nanfe  ne  appare,  a quelle, ile  jaiiie  fono,  la  l'era  dei  dokciebauen  bauulo  marno . Tari  lido  loto 
neVedata,ne  Ormaj.figno.Hoti  kededoper  la  jelua,ne  malta  di  ma  bamagbaltn  auakTtau . 

■ ma, ne  jinUiro,ne  Vedala  duanal  timofuudoki . Scguu  Meare.lat.ual  rrapaj  are , & procedere  ufalo  da  Dan. 

landa  le  koflre  Vedale.  thè  quella  mua  Ikicaheji  mi  a Dal  fio  Ikunie. 

Vefli.Lai.kelligmm;pedumf:gna,kalOmia.K  « t.LaVe-  Vrecedere,Lat praicére.er ameitdere,peramL.re mnan- 
jia  feguiui,ìhe  mi  condujje  'Helbofio.  S;i.  Ua  x.Cbr  preiedeiie  Jimeiu  ggiaiidu. 

iq6}  Vz(\'o,ey^  Vafii.Lat  crgreU'ki.P  § e.VafiiCiufii,Honefli,  TranaredialtrapafiareD  a u.Uai  Jt  Ik  l' oci  biade  la  men 
ClortBji,Dulci,Sparfi,Loiilani,Tardi,  icnti,Uitifiel.  lo  teiraai. 

ini  nuolgo  indietro  a ciafeuH  Vajfa.La  ftama  ueubtaril  Trapelare, ual  trapafiarr  uedia  iqtj. 
lapedigiim  KaidnppuiVafii,  .AiquaiiVaJiip  lafil  AiulnTeJjilaimbklatiodnfe)ius.f>ir.^ndarCelePe,Di- 
uaperdi  perdiudo  lautUiiienie  lami  VaJii.raddoppia  1 uin,Hktiian,lJingodi irga  trauar franta ,toJa  l’hal no 

Va/Si,uo'gcieiVafii,(^‘ qui  ritenne  ilVaifo.Boc.Cenpa  Jlro  .Andar  lofiemoleJla.'N.on  era  1“  .Andar  Ino  lofi  mor 

riVaJio,Ltnto,Soake,ii  tome  ! y eiihi  a pian  Vafjduc» 
nendone.Con  jludiofò  Vafjà,raMulti  1 Tapi. 

PìfToiVaJfo.tà'  a VaJsoA  Vaffo.Latpedttemim.Vn.ya- 
ghi  peiijìer, thè  lofi  VafioTaffo  itorto  m'hauttea  ra- 
gionar t.u'alto.Cbe Vajjo Vafio a dietro tumutb'aVaf 


lalc,'N£H  human  uerantcnte,  ma  diurno  .Et  con  t .An- 
dar Air  col  foaue {guardo  i’aetordanledoliif  ime  parole 
Il  conofìo  a l’.Andarc,t'l  penfit  r da  C Andar  mollo  dif- 
falca. Et  le  catene  e ! ceppi  Eran  pm  dolci,  che  C A nda  re 
fcioho.Bo  e .uedi all’ Indice. 


fo  a Vafsoi  poi  fatto  fignorea.a  poioapoco.la.panlaimi  Al  lungo  inóaie.lat.poll  longum  tempusdiedi  a joo. 


Vlffì^po.uaìtranfilo  Lai  iranfilus,  & traiiftio , B o c 
yn generale  Vaffaggio  dacbrifliani  fatto,  llqiialeal 
piedefhno  Vafiaggio  andare  di  Eraniia  i apparecibiam 
ua.Et  propoli  di  non  noie  re  al  VafSaggio , alqual  anda- 
na,m mar  entrare, fe  non  in  Ccnoua. 

Pairaincnto  Lat.traiifcurfus.moleShaAccepio,  aduentus. 
Bac.Lequai  cofe  fenga  Vafiamento  di  noia  non  (redo  ibe 
pojiaiio  iiileruenire.Incommiiò  a fare  te  Vajiate  dinan- 
71  alla  ca{a  di  colici. 

Vì»3re.Lat.lraaftHsJeambulatio,oms.  Boc.  S’aciorfe 
ro  della  cagione  del  fuo  Vajìare. 

14^4  TaJìare.Lat  jranfire, per  andare  inangi  Pir.Vafialanaue 
mia  carta  d’ohho.Cb'iopafSai  con  ddi  ito  afìai  granpog, 
p.Vafiaiiimo  al  tempio  poi  di  pudicitia.  Che  l'aura  de  fi 
fjiir  per  tanto  fpatia  Vafiano  al  i lelo.Ueii  fiort,Cbe  ma- 
donna pa/ìando  premer  fole.  Al  pafiir  quella  ualle . Et 
tino,al  cuipa{>ar  l'herbafioriua . Idu  indo  udì  dir  fu  nel 
pafìarauaniiruhikdete.  La  {Iradaa  niefilfuoi:  ch'mdi 
fafìarodn  fu  lafrefia  riua  La’nd'io  pafiaua.Ljberc  in pa 
(e  pafianam  per  quella  l'ita  mortai.  Vajlauan  doliemf 
,te  ragionando.Elia  oltre  pafìandoAf  pur  paf3i.idefl  uia 
fe  u'anJo.  B o c.nedi  alL indice',  cr  quando  dinota  tem- 
po , uedi aapg.drpcr trafigere af}).girper  morire 
41617. 

Tdfiegg'-'red'al andare  a pafSo.Lat. ambulare. D a u.yicin 
al  fin  de  pafseggiati  marmi . 

Tr*pafiare.Lat.tranfgrcé.pracedcre,anteire,  trifmittere, 
tranfmm-rexerthrr  iranfireojuando  mouimentofignifi 


Andare  in  corA),ab^  in  lum  fliigéus. 

B o (.Entrò  m de fiderioé  iapere  ibe  cofafofte  l'Auda 
re  in  cor  fa. 

Andare.Lat  ire,&  iter  rape  re,profici{ii , precedere , prop. 
drmcta.Pt  T.yedilo andar piin d'ira,  et  diéjJiguo.Et 
qual  innanzi  andar , & qual  fguire.  Cefi  lungo  Canate 
riur  anln.Ma  fofpirando  andai  mJltmoAlf  /•  ra.Andan 
do  tulli  ire  fimpre  ad  ungmgo.Horlaleia  andana. fiora 
nre.y idiunaginte  andarfin  quelaaiueta,andarfi  la- 
mi mando . ( b aitdatli  n fempre  lei  foU  cantando.  Tute 
n'.indalh.Al'anda  afionojtmto,&  pi  tkgrino , L'oiibio 
iLpenficr  m'andaua  diuifindo,Mcco,&  col  fiume  ragio- 
nando andaui  Andarci  a ueder  Ut  Andrcn  cercando  l’au- 
raAudrò  piangendoper  ogairiua.B  o c. aedi  [Indice. 

D A u.Cbedclbtl  monte  il  corto  andar  tllolfe.  Lofi  umo 
andare.Etgli  occhi  fi. wdàdotnionumoui.'Hpn  iferrga 
raglan  f aiidare  al  cupoAoi  potete  andarne.  Ella  e'I  fon- 
noaduna  fi  n’andaro.Andatenenefuper  quella  grotta, 

“Hot  aniauam  per  lo folmgo piano . Hor  uoibe  fàppi  m- 
nangi  che  tu  amb,m  uecedi  uada;ibe  piu  non  luf'a . Deb 
finza  fcortaandiancifob.  Ale  cofe  mortaU  andò  da  fo- 
pra.Andouipoi  le  uaidtleuionc.Mapoio  tempo  andri 
idcfl  paffera, andrò  parlando. 

And2t3.lat.aecifiut,iicr  progrefnt.  D a u.Toi  mi  promi  tq$6 
feficura  [Andata.Vcr  qutSIaandatj.Boc.Voiremo  di 
re  la  forinna  efiert  alla  andata  noli  ra  fauorcuole . Che 
douefieloroptacer^tn  cofi  fatta  Andata  tenere  loro  com 
pagm.a,che la fua  Andataoci ulta fofi  .Lama  A ndjta. 


utA?-  i-j.u  uitt4n\i,olafiiar  adtitro.V  i t.quando'l  Anditmi.LatJnccfui.Boe.'HpnaUraAndaturafa. 
tHoUlr  T rapajiaadbor  adbor  fufatalpgge.  Onde  pm  cofi  (cndojcbe  figlia  fare  la  non^  fpofa.Au.  Cb'i  diuenu, 


Piedi  CORPO  Piedi 

to  jtndatoredi  nofte.Lat.ambulator.  Sc3lpiccio.Lat./>etlimi/hims,  tà'ptdtreclipedepiilpirr  ,i 

7i  aftndare . Lai  Mitrare  ^rajctndcTe,  diuertere  iratifgre-  tjatlla  r(morefillrepito,che  fi  fa  co  piedi  caminaado . 

dt,iberare,dedi»areideceatredeuÌ3,ualtrapiffare,<^  Bor..SrniemloloScalpiccio,cbeRinMcaocopiefauiia, 
uarcare  fiHero  come  altri  dicono  adormentare.  B o c.Si  Cs\pe(iio,éUmedefimocheScalpiccto.  Boc.  Sentiun 
come  tgtouani  amanti  molto  fpéfio  fanno  ; trafandafie  . gran  Calpeflio  di  gente  andare.  Ari.  Che  un  Calpefli» 
y à.yiMada,uado,uai,uanno,prop.ey  meta.Vo  t.Chc‘1  pie  le  par,ihe  uenir  jenta,^  haueua  ilKeJèuiito  il  Capefìio 

yà  innàri  È&  l'occhio  torna  indtetro.Focion  uà  co  ijuefh  chejempre  il  letto  fiofe.yn  lungo  Calpeftio. 

tre  di  fopra.Ha  coft  uà  chi  fòpra'l  uer  t’efiimj.Come  for  A ttentone  aduer.Lat.fenfim,pedeprejiim,&  pedetenttm 
tuna  uà  cangiando  flile.Che  non  sà  ouefi  uada  Che'n  ut~  uale  andare  a palpigone,o  attailoue^on  timidjta  di  non 

fta  uada  altiera, drdifiliguolà.  i't  coft  uada  s'i  per  mio  periuoter  co  piedi  in  qualche  copi,andando  al  fcurofen- 

delimo.i.fta  S'io  dormo/i nodo, Tonerà,  tà'ituda  uai  Vhi  ^4  lnmr,comeallacieca^nt{apohlidice Piantone; 

loft>pbia.yagoaugeUetlo,cbe  cantando  noi.  Et  le  piaghe  un  a dal  nerbo  untare.B  o c.^ttentone  dirittamente  al  . 

thè  n ftnalcormi  uanno  L'alma  uaffcne  piu  4 Iti.  yurte  letto.douc  il  manto  dormiua  fe  n'andò ..41  tentare  per  af 

ne inpaceoueramortalDea,  yòdelalperantaaltero.  federare jiedi a tx66. 

yòcantando,yòfofpiraHdo,Taciioyo,yòcolcorgela  Tcntonc,è ihnedeftmu che  .4tentone.Au  t.  Entrapian 
toMcur tuò.yommene a guifa d’orbo  fenxaluce.  Boc.  piano, e ua  Teuton  colpiede. 

Da  indi  in  là  Ci  yà  per  aegua-Lat  iiur . Tertioebe  ìeglt  Sapuccìo.Lat  lapfm,us,ui,iquellc,cbeftfacolpiedein» 
yà  in  corte  di  Homa.Lat  uadil.Tirro  corri,  yà  reca  una  tappando  inaducrtt  atemente  in  qmlche  pietra,  0 cefpite 

fcnre.Lataiade,&i.yàuiaftgliuolmio.D  a u.QjtegU  caminaadoSciipucciare.Ljt.offeHdtrepedem. 
altri  ainon,ihe'ntorno  gli  uonno , Si  chiamaa  tbrom,  ut  Trocedere.Lat  ual  andare  auanti.Boc.Etuolendo  già  il  fra 
ucce  di  nanna  per  La  nma.  te  procedere  alla  ajfolulione . Di  bene  in  meglio  procem 

Ire.Lat,per  andare.Pur.Del  mioftlungo  Ir deftamlo. D' in  dendo.Selemieoraiioniuigionerannoprocederemo  tn~ 

uiduIrpieno,bifbgnalrUue,perfargltalcielIriui .Ir  an^ uedi Cinéce,& per dertuare,o uemre a I ; 91. 
dritto  m'infegna,ui  far  Irfuperbifralta . Itecaldtfo-  procciVo  di  tempo, ardi  al  tempo  a 108. 

fpir.Ite dolci penfìer.ne rime doienti.liefuperbi,& mi  pimre.La.dircejfus,abfceftuseabfccl.<io,&Halall6tanare,  1459 
fertthriHiam.Che  fe  col  tipo  foffe  ttoauan^mdo.  luan  rimanere.?  t r.Tartirefubilo.  .41  tempo  del  Vanire, 

rifrette.  Boc. Et  mi  cóuicn  Ire  a Firenze  Sabato.  Scn  - Lat,éfcefSus.  Et  poi  al  Tarttre  fmpm  leni  cche  tigre.  Et 

^ dire  ad  alcuno  perche  Ito  ut  foffe.  nel  nostro  Tartir  tornano  infieme . tiel  tuo  Varar  par- 

I-M7  Cire.ljtt.ire,per  andare.?  1 r. La  penna  al  buon  uolernon  il  del  mondo  amore.  B n c.Comechegrauegliparefieil 

pnogirprefio.Gir  diparilapenacolpeccato.  Ter  gir  a pariire.'HelVaniredaRhodi.  Qjiantunque  duro  gli 

miglior  porio.Cir  fra  le  piagge.  Gir  in  fra  la  gente.  Gir  fufiiiiPirtìtddaloro.  Maperem  che'lVartirftdaUa 
perCaer  fireno  flette  erranti.  Gir  mi  fece  errando, Che  fa  uerità  dette  tofe  fiate  piel  noutliare,  è gran  minuire  di  di 

riangirimonti,& ftariftumi .Chemifeagir  altero.  1 letlo.-dcciocbecoipfioVartirfi  ncouvrfelafuauenuta, 
■tmeifòfpiripiu  benigno  catte.  Haurian  per  gire  ,ouelor  Vartire,per  allontanare,  drrimouere.Latatbire,difcedere, 
fpeme  i uiua.Co  1 nobili  poeti  Già  cantando.  Ctrmen  con  recedere  ptbfcedere.Pn.Cbe’l  uer  donde  fi  parte  Qjte- 

ella  in  fui  carro  di  Heba,& giffe  al  loco,  Ch'a  [humana  fio  mgrato.Da  che'l  fot  fi  pane J dolci  colli , ou’io  lafctai  ■ 

falute  era  già  eletto.  Ut  feri  e gita.  Gite  fecurehomai . meflefSoVanendo,ondepartirgiamainonpofto.Qjiat 
Ou'e0oègiio,Giua'leordipenfter  inpenfierquando,con  d'io  mi  pani  da  lui.  Daluipartmwiilagrimando.  Ver 
dui  cantando  giua. Giuan  ragionando,  cr  giuanfi  per  uia  pariirfi  da  noi  C eterna  luce.  Vanijsi  quella  difpietata,(p‘ 

parlando  mfieme.B  oc  Latrai  gita  uia.i.palfata  yna  rea,uedi  l’imlice. 

IttceJeglioccbifuoipanendofifiibitamentealcuore  pe-  P3Ttiti.latasbilU5Mfcefius,&abttio,onii.?ir.  Vanita, 
meirando  uegm  D u u.Queflagran  tempo  per  lomondo  Honefla,ylttma,penfàte  alaVartita.Bo  c.LaVarrita 
geo  ..4ppref>o  il  Duca  a gran  pafli  fen  gl.  fin  che  i binalo  fatta  da  mefter  Guafparino . Verch'cgli  hebk  poi  poco 

giui.i..indaui.  Et  gimmo  in  uer  to  meggp  per  un  fcntiero.  la  fua  Vanita , Tdoiofa  Vanita , & per  lo  adiettiuo.Le 

Zaggeare,ÌHOcedicontado4p-  naie  andare  a tomo  atfpaf-  Vanite  Forgr.Lai.amiftamres. 

^.Lat.deaiubutare,uagan.Bo  c -4ndandod  prete  di  fn  Pincma.LatJifcefius.  P > ■tSubita,inftiqueflaTanen-  iqio 
to  meriggio  per  la  eótrada  bora  qua,  e bora  là  gag^aii  ga.B  oc.  nella  F 1 . Vanente  -dmara . Di  tal  Vanen- 

do troni  Bentmenga.  Il  tefìo  amico  ha  gag^ato.Chean  ga  mi  dolfi . TVr  la  iiuoua  Vartenga,  troppo  affrettata 
date  noi  ^ggeato  per  quello  caldo  f nel  teflo  antica  fi  Vartengq . 

‘gotcoiiato.  Vanire, per  diuidere.Lat.partiriMuidere,femngereeihiim- 

Serpere.Lat.&repere,i  andare  aonde  aguifa  di  ferpe,eioi  gere^leparare.Pft.Ch’appenmnpaneee'lmar  circonda, 

auinchtando  ,cr  flenderuio  ? ■ t.  i>ual  per  muro  ,0  tir  l‘alpe.Cofipartialerofè,^leparole.'Boc.Et  cofita- 
per  tronco  hederaferpe.  Ani.  Strifeia  fra  rherbe,e  ua  ctutefi,tra  [eleuigibe,(!rteguardie  fecretamente  parti 
firpendo  a proda.  tono  per  coglirrecojlei.  Et  per  fi  fatte  maniere  U fuefa 

I4fg  Scalpiture.Lat.calcarepedibus.ual  calpellr.irc,t!r  calcar  co  lidie  partirono,che  egli  lepote  componare.  Sempreed 

piedi.B  o c.  Scalpitando  la  nette , Lt  rugiadofi  betbe  con  peneri  ri  Iddio  ho  partito  per  meg^o . 

lento paftofcalpitando.Vrr  lo  fa.iguinofo  puwp  fcalpitan  Tanire,perfeparareJatt.fegregare,fecernere , ut  fupra 
do  i moni.Pn.Erano  come  fango  da  loro  fcalpitati,ììr  an  Vi  r.Leuàdo  il  pane  dogli  plfter  mle.V'he  teme  del  cor 

m:llati;&peggiockemoneoninmaneujKofpixgati,&'  themtfipane.L’almacuimonedel ftu  albergo  caccia 

auiliti.Li.lloggifcalpitcraimo  ipicà lecencre.P  *.  Damefipartei  &àtalaodoftiotta  ."ìi^deltiiogiogi 


Piedi 


CORPO 


Piedi 


19» 


tmor  tabu*  fi  fàrtc.t  n c.Rccat  ifcla  in  braccio , pre  Tra  duo  minori  egualmente  Diuilò. 

fata  bcne,fi  che  partir  non  luotea.  Mai  dalla  faffa  non  lndiuiribi\c.LuJniUuiduus,  nate  infeparaUle.  R o c.  nel 
lefipariiuaMaquandoauieneche  tbuomodaUe  nmfo  P H.Terciocbe amoreindiutfibiU cofafi iroua,p  t r.  Cr 
fi  pane.  noflra  forte  Comeuedi  è tndtmfa. 

Tartire,perfepararfidaqMtflo  mondo, noi  morirea  161  (5.  Diuoczo.La.diuortium,i  la  Jrparation.thefifa  tra  mari 
D^anire.Latjbjcedere, recedere , ab  ambulareabfudere.  lo/:  luogbc.Pij.f'olea  d aUun  de  [noi  già  far  Diuorxo. 

Vtr.DaleinóimJiparta.Qkefi'animagéiil,ihefidipjr  Sttkrare.LatÀiuidere,feparare,legrigare  P > i.DiJìmdì 
te.,A  tbe  luttodiparte,quel,Tie  dipani  con  fue  fiale  pa  jjitrahomai  fuUmia  fera , Che  jteuri  lame  deiuiuoter- 

rolc-ida  me  non  liépario.B  o c.ll padre /ton  fàpédola  da  rcn  tonde.  Su  per  tonde  fallaci,tS-  per  Ujcogb  Sceuro  da 
fe  dipartire, non  la  maruaua.Tanliilio  di  qui  ti  dipani,  morte  con  un  pKiml  legno.  K x i.Cafidifieegtiioihedi- 

& nel  tuo  luogo  marna.  Et  que fio  fatto  fi  éparti.  La  on  uijà  e Sceura  E lungi  era  da  me.i.mliparaia. 

de  ci  dipanimiao.tt  da  lei  fi  dipartirono.  Spariire.Lat.diuulere,feparare/egregare.B  o c.  Di  coRu- 

Dipartìrc^4(  .Ab  umbutalio,  Jdbficjsio.  P • t.  L'anima  mi  jf  unite  dall' altre  ut  dmollrate.  Spanni  adunque  in- 
ai Dipartir  prefta  raffrena.Ch'al  Dipartir  del  tuo  fom-  fioro  per  la  piuiola  cafa,parte  rìanhi  nella  coru  i.diuifì 

mo  diftoj  uoflri  Dipartir  mi  fono  duri, Ver  lo  fuo  Dipar  er  fégngaU. 

tir  in  punto  iuolta.  Dqpaiare.Lat.diuidereJrgregaro,J!parare.DAN.Ouelacol 

Dipicttta-Lat.difcefius/ibitus.tìr  abitur.  Pvt.iopotem-  pa  contrariagli  difpaia.Cbe  per  f altt^ga  il  fàliior  difpa- 

pu  Dtpartiia,0  dura  Dipanua  Boc.  La  mattina  nel  Di  u.La  grane  tdropifia/be  fi  difpaia  Le  membra  con  tho 

partirfì.  <4^  antunque  ruiofogb  fofie  da  lui  Dip.trtirfi.  nor,  iLc  mal  eonuene,iÀifpareggu. 

Licenza, 114/  comimato.latJieentia/irma.Boc,  Data  a tut  Oirparo.Oi/funjui/i  a 1660. 

ti  Utenga^auta  Licengait andare  alquanto  fuori  della  Difunirejàt  difmngerefipanre/tperire/ia’  partire.  Dz  ». 
c:ttà  a dipwXfViena  Liceioyi.La  uofira  Ltcerrga.  Che  non  fi  dtfuru  da  lui/ie  it amor,  che'n  cortinirea'. 

Litenture,i dan licenga,dr accommiatare.  Lat.  dare ue-  Sparare.Lat.diuidere,ual  partire. A t.i.Mifento  tipetto 
mam/limiltere,remiltere,abilionim  permittere.  Boc.  già  f parar  di  duolo. 

Licentiata  la  brigata.  Dalla  Rana  licentiati  fen'andaro  Torture. Lat.reuerti/'epedare , redire  quafi  retro  uenere, 
noSetrgaefitre  heentutife  n'andarono.Senga  effere  U P > r. Di  tornar  a ueder  la  donna  noflra , tornati  loto  a 

cemiatofi  iimafe.Con la fiubeneiitione gU beentiò,  ue-  la  u.iWc.Cbe'lpie ua  mnanii,& Cocchio  tonua dietro. 


di  a l’Indice . 

Cc^miito.Lat.commeatus,nufsio,elalicenga.Boc.Chie 
fe  al  Re  Commiato.Mi  conuien  prendere  CommiatoJea- 
ga  chiedere  Comimato,Bruto  Commiato  datole, 
Coneedo.Lat.eommeatus/iale  commiato,o  Uceneca.Boc, 
nella  yiftone  amorofa.La  donna  tacque  *llhor,eìr  to  Con 
gedo  Vrefi  in  un  alto  a me  molto  contento,^  ne/  P k . £t 
quiui  peruenuto  dalC Ammiraglio  prefe  Congedo.  S a k. 


no uerfo la fua\ capanna.  A > i.  Dai  quattro  caualier 
Congedoprefe. 

\ile.Lat.(y  l'alue/ifafiquefla  noce  in  chieder  licé^a/i  nel 
d partire /n  uarit  modi  appo  run,&  appo  gli  antichi  alle 
Molte ftufaua  ralle  efcquie  de  u,arti;come  V 1 n.nelle 
efequie  di  MifcKO;Lufirauitq;uiios  : dixilijinouifiinu 
uerhatdr  C Ari.  Co  fi  a quel  foco /he  1 kiudca  il  core.Difi 


147J 


torna  fcrnpre  diuoto,tornami  a mente,  torrundo a Camo 
roja  una.  Ma  tornandomi  a mente , toiruno  1 piu  grani 
fojpiri/il  del  tomarfi.Tulti  tornate  a lagran  madre  an- 
tica.Send’io  tornato.Tomaua  conhonor da  la  fua  guer- 
ra.Tutti  uoUi/be'ltempa,(fr  morte  ban  guafli  Torne- 
ranno /ndietro  tomi/emp'i  ch’io  torni . Tomo,  don' ar- 
der u.di  le  fautlle.  Uefperot  doldd)  tornino  indietro. 
b o c.ucdi  Cmdice, 


L'un  dopo  C altro  prendendo  Congedo,  fi  aidirtgjicufiu  Ritornare.Lat.reuenere,redire,repedare.V  t T.eonMÌen)»» 

ritorrurJluandoilpianeta/htéflitguePhore  Adal- 
bergar  col  tauro  fi  rhoma . Et  ritornai  ne  le  terrene 
membra.  Tolto  uedrcfle  in  polue  Ritornarle  L'abna  nua 
fama  iritomata.Ben  che  Lucretia  ritornaffe  a Roma. 
Che  fati' a miglior  tfpo  anche  ritorni.  Et  lal  nero  fplen- 
dorgiamai niomo.ln libertà  ritorno fòfpirando .Boc. 
uedialf  indice. 


partendo  le  parole rflremej.yale &.T.EI  tu  che  m'hai  Difiornare.Lot.diflurbare/lejUllere.PerSaltroaccidente 
riffiofloi  uoci  rottcf.i  Eccho)0  qual  tu  fei/>mortal,o  im  no'léfiorna. 

mortale  Voi  eh  ridondi  a mie  noci  prerotte  Deh  fammi  Stornare, per  ritornare  indietro  JMxeuerti/edireirrtrahe 
degno  almtn  et  unbumd  l'ale  ,&  bene  E ale  m buona  re,reuocare,emendare.corrigere.B  o e.Ilnpriderecofi 
parte,  fi  ufi.  chefalta  Stornare  nò  fi  peffa.ll  uofiro  piacere  farete,ct 

Dùtidere.Lat.perfeparare.allontanare,  rhnouere  ,parthre,  non  chea  queflo  io  ui  florm/na  confortar  ut  de^io.p  n. 
Ti  r. Ter  cui  fola  dal  mondo  iopmdiuifò,m'hauean  tutto  Traflomare,ual  tornare  a dietroAt  ridure  a nulla.  Latóm 
diuifo^pernoneffrrpiudaleidiuifo.'hlonfaripiudi-  pcdtre,diuertere/lefie3ere,dtfeludcre.B  oc.  Et  eraful 
uifo/po<a>apoco,Ma.Dacoflornonmtpotemponc  loco  vutrimomo  per  dmerfi  accidenti  piu  notte  trajiomato, 
Diijder  mai.Lafio  che  fiaife  forfè  ella  diuide  CU  occhi  altri  leggono  Fraflornato,  ne  i buom  tefli, 

fuoida merce B o c.f'ntauolato tilquale  diuidca  Cuna  Fraflomare/iedi éfopra aTraBomare. 
camera daltabro.'Hó potendo diuidei U C uno  cadde  mor  Arretrare  p tornar  idietro.La.ritroire/rtIroccdcre.retrog* 
toMiuifa  la  preda.Tipn  efSendo  tra  noi  muna  cofaebe  le  </i.D a u.yeramfte/ie  forfè  tu  t' arretri Mouédo  Pah  tue 

mogli diuifà;uedi a 1616.  Redire,Lat.rcddcre.Xìkti.Maperlamente/benon  puort 

X)ivà(o.Latjimfus/ial  hmtanojrimoto,  0 feparato . P 1 t.  dire  Sopra  fé  tanto. 

Odipietra  dal •nar noftro  Diuifa.DiuifaAlma,Diuife,  Riedere.La.redire/ialritomare.TiT.Onì^lcorlafforiede, 
yogiu:,Luc.,i.;l/9no/Sr  ^unamame  antico, & fàggif  7i(enurjei/ea  la  mi  temei  quel  giorno,&  Trogne  rude 


*474 


fifdi 


C O R P O 


predi 


CóLtfort3ji>l.ptoii:jptio.aldulcealb(rgorii‘df.^fjT  battere  alt  ìMMìn  A«i.  lottmd»  a Là  rifitfe  diRimni 

miUgnmar  Jignor  nàorudi.DAK.  Et  fediuoiaUmintl  do.i  botta  perrij^fia. 

mondo  rude  KedàjìtaifriittodelaluUcaherba  ,ahum  ^rrmare,ual aggiungere, uedi a Eiua  a 10-41 . 

ni  tefli hanno  reddcpiit  thè  mnmi piace  ne  poo  flare.E  Capitare,Kalarrmare  aU'mprvuifa  in  un  luogo,Lat.  adeffe 

feto  mai  nel  dolce  mondo  rtgge,in  ucce diVergis  Lai.  appcl!ere,pcruimrc,utdi  4 lo-j  i. 

Ritrarre. Lat. rctrévre ualriurare . P 1 r Acquiti' ,Anra  Ciugm  re,<y  Giui.gerc,per amuare.Lat  ajftpiUutJuenire, 
Ritrae  potepi,comecolui,che'l  colpo  teme  Di  Ciouc  ir  am  Vta.Cofal'cguir.d'rgtugncrmei  nò  popaaiuocihioal- 

tof  fi  ritraggea  diiiro.CiaJcun  p fe fi  riiraheua  in  alto  trui  nò giugue.QuàJo giugne p gli  O'.ihi  al  tor profondo 

Ter  uedirmegLo.^  uolerpoi  ritrarla.  Vero  Jan  bieJa  L’miagin  dàna.Mi  gmnfe  al  cor,  cgiugncrà  l cjlriti.", 

ritrarfimpoftojOtrarmiaccortamltedalo/Iratio.Da  Ciugnca la uifla  con l'antnbe carte.  Cofi gtugncvmo a 
miU'atti  inhoncfli l'ho  ritiratto  .Terhtrbea)  periiuan  la  città [òprana  'Boc.  uedi  l'Indice, 
ti  a li  ritrarlo.Dfiqie  bora  e'I  tempo  da  rttrarn  d collo.  Gingcre.V  tt  l'idi  da  l'altra  parte  gmger  quella, Che  trahe 
Dal  grojo.B  o c.l^olendofi  famaynere  riirarre.t.ritirare  Chuom  del  ftpulcro.Tipn  fia  ch'ai  mcn  ni  giunga  al  ima 


0 nmouere.  Cheiocomc  magnanimo  mi  ritragga  dalpum 
nini  della  tua  m tluagità  1.  ritegna.  Et  ordinato,  coinè  di 
quindi  fi  ritrahefiono  Coe  tu  fai  io  fimo  p ritranui  dei  lut 
lo  di  qui.i.rimouertni.Et  no  poredo  ciìuo  honor  riirarft 
da  far  quello.  .Kki. Che  quei  no  faceà  altro  che  riirarfi, 

Rifiiliare  per  ritornare  in  utile,o  danno.  Lat.condutere,re- 
dund.lre^tll.'ìlell  rttnuarfi  inmeg;gple  laftella  Del  pa 
dre  in  alcun  utdgL  rtfuUa. 

Kittltco,ualfomigliàga.Lai.efligiesJmjgo.Roc.tfiifan 


dolore  Tra  qualunque  leggiadre  deue,  & bt  ile  diga  co 
flci.Et  giógendo  quancCattri  nóm'ajpctta  . Ma  poi  ch'io 
giugo  a la  duina  parte  ■ Quiiogiitje  a Simon  l'alto  con 
ceno.  Giunfe  a man  delira  Giunji  jol  co  amor  ptfofo,  & 
tardo.C ultimo  biffo  de  miei  giorni  allegri  Ciuiit'era.lbe 
ui  dtdofi giuta  inforga  altrui.  S on giunte  innàgi  a la  pie 
tà  fuperna,e  I lunghi  affanni  Son  giunti  al  fine . Tot  che 
fe  giunto  a Chonorata  ueiga.  Giunta  .Altjfandro  a la  fa- 
mofa  iomba,at  fin  fongiuiito.Rcc.  ut  di  l'indice. 


no  Ritratto  da  quello  onde  nati  lòno.i.raff  migbano.Pur.  .Aggfugerejis-  Mggiugnere  f arnuare.LatJifftqui,adueni-  >477 


I lu  la  uide,&  la  ritrajfe  in  ca  rte.i.riduÌJe,o  pinfe. 

H75  Indictro.t4f  retro,&  pedi [ìruere  t.fugere,Cd' retrocede 
re,quàdofigmfiia  mouimento.P  i x.  lo  mi  riuolgo  indie- 
tro a cufciin  pafiojorna'lndietro.Cbiamarui  tato  ladiem 
tro.'Hi  è eh' Indietro  uolga.  Qjiàd'  10  mi  uolgo  Indù  irò  a 
mirargli  anni  1 pafii  torji  Indietro.  Che'lpie  uà  innairpj. 
tìr  Cociho  torna  indietro.  Bo  c.Et  prefo  un  balione  gU 
cani  cacai  Inéetro.Dubitandofifttra/ieInéiiro.Et  uol 
ti  ipafi’i  Indietro,^  quando  figmfica  luogo.urdia  965. 

Dietto.Lat.retro,&  retrorfum,quàdo  i moutmento.  Pi  r. 
Et  fioben,ch'iuo  Dietro  a quel  che  m’arde. Ter  fuggir 
Dietro  piu  che  di  galoppo,  uanno  in  Dietro  , fi  traggo  in 
Dietro^  miei  penfier  Dietro  a lei  uanno  Dietro  le  uà  pur 
toft  pafSopafio.Uientrc  al  uolgo  Dietro uai.B  o cjgioua 


re.puenirc.  P 1 r ch'aggiuger  ni  può  flit, ne  ingegno  bu 
mano.  "lir  altro  farà  mai,ib'al  cor  m’aggiunga.  Data 
man  dejlra eh' a buon  porto  aigiuge . t't  fi  ro  paffo/.ue 
m'aggiunié ait.ore.Dui; gran  nemichi  infittile  , ranoag- 
giunte.Cb'alJomiiio  del  mio  bi  n qua  fi  tx4  aggiùto.Ro  c, 
yupaio  dibrache,che  il  fendo  loro  infila  a mega  gembg 
gli  aggiugea.  Inquàtolauédeltadee  trapafiarc  l’offe- 
faje  quello  ni  aggiigerà..Aht  laffo  me  eie  aggiungerò  io 
alla  Lberalità  delle gri  cofe  di'Nathan;nÓ  che  iole  ira- 
fafUjcie  IO  cercof  Q^uàtuque  il  maggnre  a diaotto  anni 
nonaggiugeffe . Chi  potrebbe  filmare  thè  lemia  braccia 
aggiungeffergiamai  li  doue  io  l'ho  tenute.  Etdoue  l'eg- 
giungcuanojU  mordeuano,c!p  per  congiungere, accrefit 
re,uedia  1697. 


ni  andar  Dietro  le  uaniiati,&  quando  fi  dal  tempo , uedi  Sopragiungere.ual  aggiungere  .fllTimprouifa-LatAeprehen 


derejuperuenire.aduenire.p  ■ x.'Hemai naftojè il  ctel 
fi  folta  nebbia, Che  Sopragiunta  dal  furor  de  uenti  fiqn 
fugg  fft  da  i faggi  gir  da  ù ualit  Boc.  Tanti  preghi  (òpra 
giugni ndo.Lat .tot  fuperadditis  precibus . Sopragiunfì 
l'adirato  marito.!  fergenti  del  capitano  della  terra  ut  li 
pragiunjcro.  Se  prima  da  morte  non  fiamo  fopragiunte 
fu  da  loro  Sopragiunto,&  prefo. 


a tti.&cdluogoa  q6s. 

Daiianci  con  mouimento  Lat.ame.Pt  x.  Dauanti  a i colpi 
de  la  ittoriefuggo.B  oc.//  fuggir  lur  Dauantij&  quan- 
do dinota  tempo,ucdi  a itb.&tnprcjinga  a 1412. 

Dinim'ì.Cat.i  conlpedu  con  mouimento.P  è c.  t'ala  dinan 
•gl  al  lento  correr  mio. Ter  fuggir  Dinangi  a la  mia  pace, 
et  fuggir  ual  niente  Dinangi  a l’aU , cIh’I  Signor  nofiro 

ufa  Fuggi  Dinanzi  e lor  la  fiate  e' lucruo  ,&■  quandodi  Soggiungere.làt.lubiungere,addere'Boc.Etfoggiunfe,che 
Hoiainprejinga.uedia  ìqii.&  quando  i tempo  a 185.  ben  fapeua  quanti,&  qualtbefele  marnale  facefiero  a 

^ quando  i luogo  a g6t.  mariti.Et  oltre  a queHo  foggiunfero  ùdiffro. 

147^  Mandare. Lat.miieere,abmittereotblegare.Pir..^mor  mi  Difiungere.Lal.éfiugere,&diuidere,abalienare^biugere, 
manda  quel  dolce  peiifiero,ma  tranquilla  oltualietà  mi  bo  c.LeDifgiunteciglia,nel.AmetopiuuoUeripticate 

màda.O  uiuo  Gioue  Manda  prego  tl  rniu  prima,  che’l  fuo  ingiungere,per  ordinare /i  tmponere.  Lataniuiigere impone 
fine.Che  madonna  mi  manie  a fe  chiamando.il  conche  re.iubere,mandarerpraiipere.RocJLa  Reina  mgiunfira 
mal  fuo  grado  a tomo  mando,e  cofi  fili  Tenne’l fuo  dolce  Tbilofirato.chenouellajfe. 

fguardo  Ch'ai  cor  mando  Mandò  fi  al  cor  timagine  Raggiugere,idinuouogiugere.Lat.depTehendere.PcT.Ma  1478 
fua  uiua.B  o c,uecli  alTI  ndice.  già  ti  raggiHt'io  métte  fuggiubV)  a «.ìfinchefi  raggiuge 

RimanJare.Lat.remittere.  Bnc.El  quiui  a uoi  mi  ha  rtman  Mpponere.lat.p  aggiugere  .Ù  a u.Sichefe  nons'appon  di 
data.Tofcia  che Iddht'ba  qui  rimàdato.F'Limaméte dal  dteindie.Lotépoua  iintomo còle  forge.  Trincipto  fu 
la  fua  camera  alla  fianga  di  lui  Rimandatolo  Et  conten-  del  mal  delta  ctttade,CÓe  del  corpo  in  cibo,  cbet’appone, 

ti  L rimandò  a cafa  toro . e quàdo  fia  per  incolpare^  accaggionart  • uedi  4 1 274,. 

Rim>  ^Mtt. repercutio, remato,  uicifim  mieto,  ual  ri-  Cogltere,Latxapere^prebendere,uale  aggm,igere  alTint 

frouifo 


X- 


ì 


Piedi) 


CORPO 


Piedi 


>99 


prokiJh.Vtr.Cofi  caddi  a la  rete,  CT  fiim'ha  colto.Et  f uUem.Spirti^aga  MHt,OfimoM,Vitadc  gii  amanti. 

\ me  augello  m ramo  Ouc  mi  teme,iui  pm  lofio  i colio.  E’I  f' agile  Stelle, Di  P'aga  fiera  le  krftigiajfaifi  .V,tn  d'un 

padre  i colto  ,e‘ipopol  ad  un  uejihio.Boc...4l  corpo  et  Id  f'agopoifier.chemidiJma.OpaJiijparli.oprnlicr  i'a. 

dto  ch’io  lo  coglierò  altroue.  ,Aciiothe  nò  lo  cogtiefie  qui  ghi  er  pronti, uclo,Ch'a  Laura  il  L'ago , & biondo  capei 
ui  il  tempo.Ter  certo  egli  conuerri  i h’w  lo  colga.  chiuda.Tfig  per  fcreno  eielir  L'agbe  Stelle. 

,4ccoglierepl medefimo Ufi cegliere.Pct.Che sbigottifce,e  £tr3te.Li.&  multiuagus,&  plàs,ntisaial  uagaU^.Pt  i.  1480 
duolfiacioltoìaito.i.rillretto,gintoall’improuifi.O  * n.  mémi,sefferpo,hbtraeefiiolta  l'Etràte  ruta  eijone. 

Et  piu  l'auiencbe  fortuna  t’accogba,&quàdoJla  prue  lcuilotto,Tnliano:& glialtri  Erràii.Spirtodogtutjò  Er 

nere  benignamente  a 1^6  j.&p  raccogliere  a 17  00.  ròte  mi  rimibra  Ter  fpcluiu  he  deferte,  & pellegrine.  Et 

Treuemre.Lat.pr£uemre,ual[oprjgimigerc.Vex.Treuen-  una  Cerna  errante, & fuggmua  Cateto  cóunbue  gpppo 

tofu  del  fuo  fiero  defililo.  infcm,o,&lcnto,Errameuolgo.ucdia^p%. 

\enire.LatMuentiis.P  • t.  Dunque uicn  morteàl  tuo  f'e  SegiiìcLLa.fcquacct  ft(laiorts,& pedipiqut.Pix..A  quel 
nn-m'icaro.Mieucnturealt'emrlim tarde, cr pigre.  crudct,ihejuoi Seguati imbiauta.  Et  cb'i  Stguatifiioi 
yemre.lat.dr  actedere,fuenire,aduenire,  procedere.  Pir.  nel  bojco  alberga.Coinaiiair  proprio  a Juoi  Seguati  inthl 

Soiperueniral  Lauro.Ter  far  forfè  pietà  uenir  ne  gli  oc  U.SicomeimuiScguactdijtoioro,le  rime,lhe  jon  Stgua 

chi.  Et  fperando  uenire  a miglior  porto,ch’al parlare  Un  et  de  la  mente  affiata. 

gua mortai prefontuofa uegnaoudiouegno . .Amorucn  Seguire,ar Seguitare.Lat.fequi ftfitri.Prx .e tal figuir fon 
nofco.In  forma  eCagnel  ueiie.  Ch'a  dio  ne  ueiiga  il  le7;gp.  tardo, còuien  ch'altra  uia  ligua,e  lei Jegue  a hiilemo.Se 

yengan  quanti philojofdii  fur  mat.uengo  a ragionar  con  guido  oue  thiamar  m'udia  il  litio.  Et  f guendo  talhor  le 

lei.Cuno  con  lorucnia.y iman  tutti  a quell'orJine  eh’i  di  uÓmi  a uolo.Chemiire’l  l<gui,al  iainino  ben  t'inuia.  I fé, 

co.Tur uiiiendo ueniafi  lomeuemnioimu'ifpirii  man  guìtàloauantiilmioéfire.Ch'^dpollolaJiguia.Sigutl 
caiido,et  feiito  al  cor  ucmmti.Sola  uentfie  a fiarfi  mi  una  la  amor  cèfi  mirabil  liprt  .lljuon  ligun.ti.o.Seguir  l'au 

noitc.Drb  ucmte  a uedcrlo.Com’  ella  uenne  in  quefto  *1-  ra  efiiua.Et  lajcia  pfiguirla  ogni  lauoro.  Ei  fé  la  lingua 

uerbaffo.  Sìuandoucnmm  terra. L'hore  del  punto, che  difeguirloiuaga.  Seguirò  [ombra  é quel  dotte  lauro, 

fon  già  ucitute,Che  jòn  uenuli,e  ucrran  toflo  meno.  Tem  Sai  quel  ,chef  figuirii  Iv  già  fòffério  . Son  tardi  p (tgmr 
pouerrà anebor forfè , tofiomeno  uerran.  yerrifiem  ut,quclla,iheuaftguitanJo,pfarmtcofianteafèguiiare 
grembo  a quefio  fiifolato,a  ferir  nel  uolto uifme..Anior  licito f offe  a fegintarlo.  Seguite  1 pochi , c »<">  la  uolgar 

uien  Hti  bel  uifo  di  coSìei , & uiene  a Koma.  Onde  a ben  geie.^/ircgifeguite  là, dotte  ut  chiama.  L'un  ftgmnil  ni  - 

far  p uiuo  efScnipiouiéfi.Boc  Et  ueggendo  che  uoi  ue  ne  pote.Ch’tfegua  la  mia  dute/uirando  l'io  la  figua.a  o c. 

ueneuate..Allaquale  noi  uenauamo  ad  iniittarut.  Ma  ue.  uedi  alt  Indice. Xì  a u.l  nongh  conofcea,ina  efiguette  Co 

grumo  alla  feconda  ragione,  ynauolta  almeno  a uedere  mefuolfeguitarper  aliuntafb. 
mi  uegnate.yerraeci  troppo  bt  n fatlo,&  ambo  parlan-  Seguitare.Lat.progrefiut.B  oc.La  Beino  hripofe  ilSegui- 
do  delle  tofimantmate.  Le  uiuande  delicatamente  fatte  tartallaFiammetta.LaBfinaaPbiliimeru  uoltaiafilt 
uemtero.Et  conundò  laReinacheli  firomcmiikTiifieio;  impofe  il  Seguitare. 

S A v.ytngo  a me  adunque ;tlquale  in  quelli  eUrèrnian-  Sep,\KMC.tal.feqHens.Boe.La  Seguente  mattina,  f'cnu- 
ni.i.toriui  parlando  a me.  totidì  Segiicnte.Le  Seguenti  giornate  mion.inilate.  Et 

1479  Soprauenrre.La.fuperuenirt.Bor.EccoSruno  Soprauenire,  gli  due  di  seguenti  a quelle  cofcuacando. 

Sopramnidoiltépo.Peraiemioaciiafreliipraueahtogli.  Terfeguire,&Ttrfrguiiare,Lapfequiualefeguilarecofde  1481 
Soprauenédo  la  notte . Che  gite  nona  nona  fiipram  nga.  gno.  P < x.Qual  Tharaon  1 pfeguirgh  hebrci  .ya  pfeguen 

Qganda  pur  foprauenipc  li  b.fògnoptedt  [ I ndite.  do  mia  una  che  fugge.TerfeguiJomi  amor  al  luogo  ufi 

^ccedfre.La.pNcinreatppropittquare.  lÌAK.Cuardawibi,  to,&le  fortune  perfegmre.Boc.lhe  feda  cento  mila  dia 

benfonjocn{ónlieatrtce.LòedtgnafiiJaccedaralmòtc.  uolifufferoperfeguiiati.Come  antiquifsimo  mmcocon 
BÌcorrere,f  torrurepuntrefi  andare. Lat.recurrere  ,reuer  ogni  odio,&-  conia  forga  perfeguire  intendo , Tfe  guari 

ti,repeJare.Ptx,H/ctorro  al  tipo  ch’io  uiuulipriiiu  ..A  di  [palio  pcrfeguìragionàdo.i.procedette.DAu.Chequan 
lorfimpre  ricurro,c5e  a fontana  d'ogni  ima  faluie.  B o c.  do  Domitiangli  pcrfeguilte. 

Tfieiohauidodouepiu  lofio  ricorrere  per  acqua , Come  Confeguire.Lat.  confiqm.T.  Però  ih'un  ben  fcruir  premio 
fe  ad  uno  neramente  fama  per  me\ano  della  fua  gratin  ri  confègue. 

corrcfinno.Mafiirga arme irouandofiricorfe aprendere  petfecutore.LalJnfeflator.B  o c.Bigidifiimo  TerfecutOm 
unrama  di  albero  in  luogo  di  baflone.  re  dmenne  di  ciafeuno. 

Higrare.LatMal  partire,&  tornare  indietro.Pt  t.  Career  Secondare.Lat.fecunJare,ualfiguire,  onde  diciamo  [acque 
oue  fi  uien  p firade  apte,Oue  p jiretteagràpena  fi  migra  andar  alla  feconda  quando  nonno  alla  in  giu.T)A  u.Come 

yagare.Lat.uagorjntunlnerbuc  atqueillucferor,ftuepaf-  a fèiundagiu  l’andar  per  nane.  Cbe'l  maeftro  con  gli  oc- 

firn  eo,ual  andare  errindti.B  oc.  Et  fi  come  a hi fognoft  eHfifeconda.Ptj.EtungranuecthioxlfeiÒdauaap, 

di  uagart  alquanto,&  uagandoripreitder  forga,  rien  pr^o.B  o c.Thilomcna,allaqnale  il  Re  impoSìo  hauta 

trar  fottoilgiogo,Teriheabelagio  poterono  gli  fpinti  chefecondafir.dipr maltiinitefiiftUgge fgutffe.Efìen  . 

andar  uagandodoue  gh  pia  eque . Ma  Ji  ritornare  (per-  do  a feconl",  e gii  piaceri  d’a  more, 

eiocheafìai  uagati  fiamo.  Monimcnco.ZiU.iiio/lt  ,moiio^iouimenlu,e  itatip  Bnc, 

^'igo.Lal.et  erro  flit, et  multiuagui,et  plìs.ntis.ual  erran  L'ira  mnna  altra  cofaL  che  uno  Mouminto  jubiic,.'~  ™ 

te^  ’ 'W"  prwf.&  meta.Ti  t. L’ago  Tffier, Cerno,  con fderato  da jentita  t-  'fliiia  fofpmto.  Crani  cofcjf/ 

EugclUiia,..ugeilo,Sàgue,Capel,yaghi,Augelli,Titfin  toje  fono  i'Mouimemi  della  fortuna.  Halanatuiaa  . 


X 


Piedi  O O 

donne  date  le  corporali  fon;e  leggieri , le  noci  piaceuoh, 
tà'  i Monimettti  de  membri  {oani. 

1 4 8 » Mo  ira.cir  Mojie.  Lat.carceres,repagitlitm,  & repagei,gis, 
lono  quelli  termini  che  ft  pongono  a quelli  che  corrano 
il  palio,  noi  donde  fi  mouono.Pzj.In  fu  la  prima  Mojfa. 
Boc.  Dalla  quale  allrauotia  haucua  prefe  le^AloJic  quan 
do  andana  a correrle  giumente.  D*  N./»nc«;i  che  Jdtro 
poi  Mojialedea.i.inna:tiihefipart.i  dal  tarpo. 

Mouctc.Lat.motui,moito,monirmum,  mpuljus  agitalio. 
Pi  T.  l'olirà  uaghet;^  aiqueta  un  Mouerdouìm  Mo 
uer  foauenume  laura  efiiua, 

Mouere  Lat..t  ■ t.I ueggio  T^elmouerde  uolìrocchiun 
dolce  lume.Semta'l  qual  non  jàpea  mvuer  un  pafio.  Ella 
già  Muffa  é/ie.Si  mafie, & difie, E i piedi, in  thio  mi  flet 
li,mofii,c!r  cotfi,ne anihur fon  mofio.  L'altro  idun  mar 
mo,ibe  ji  moua,o  fpiri.  Dal  Ino  orientai  fi  mouc  un  fiato 
i.parte.Che  dolccmetei  piedi, et  gli  ouhi  moue.ln  me  mo 
uendo  de  begli  ocihi  i rai.Seiit^a  mouerfi . Mouefi'l  uec- 
cbiarel  canuio,c  bianco.  Hor  moui  ni  fmarir  Coltra  com 
pagna,:ir  meta.Col defio  ni  poifJo  muiterCalt,  Chaurai 
quiuil pie  moffu  a mouer  tardo  Et  da  begli  occhi  mofie'l 
freddo ghiaccio.Mofiem'illor leggiadro  habito  tirano, 
mai  nò  niojfen  tròda.Hp  [pero  che  gianiai  dal  pigro  fim- 
no,Moua  la  teita.Lafiiandn  ttnebrofo  onde  fi  moue,e‘l 
parlar  iaggio  humile,Che  monca  d’alto  loco.  Qjiàdo  i mo 
Ito  I Jofinr  a thiamar  uoi.uedi l'Indice.D  t u.Cofi  di  retro 
a noi  piu  tojlo  mota  lenendo , &trapa(fando  fi  ammu 
raua,idcfi  mojfa. 

Motore  per  Dio,  uedia  ó.Moto  celefle  a 6.Motto,Motti, 
& Motteggiare  a igpq. 

-g.  Kimouere.Latjremouere,abiungere.V ir. lincio  haueari- 
^ ^ moljó.Quandodalpropriofttoftrimoue.L'arbor.Bocjie 
cof  t farebbe, che  mai  lo  facejfe  rhnouereje  da  nuoui  ra- 
gionamenti non  e rimofia.Et  le  uiuàde,  & le  tauolefuro 
no  nmafie-A  callello  .Amare  fe  n’andò,  ^ ini  forfè  una 
baie  tirata  Eimofio  dalCaltr'habitation,  Che  co  preghi  da 
CIO  non  l’ingfgiiafie  di  r'anouerloaiedtl’ Indice. 

Smouerc.  Lat  raiiouere.  P t t.  talhornonfifmoiia.Boc. 
Et  egb  flefio  a'  puntare  col  upo  nel  coperchio  delC anel- 
lo fi  forte  I he  fmoffclo,perno  che  poca  Smouiiura  banca 
idefl  era  fatile  a mouere. 

Trattare.  Lat.traClare , &ual  mouere  frequentemente. 
D A u.Traitando  l'aer  ton  l'eterne  pine  .Tratto  Trat- 
to aduerbio  di  tcinpo,ucdi  a l}9l, 

Diflrahfrr.Lat.&  retrahere,  dr  remouere , ual  rimouere. 
S 4 N.fHg  é amarla  mifapea  éflrabere. 

Leuare.lat.^  tottereexu{eree,mouere,remouere,  liberare 
exoaerare^al  mouere,rimouere,algare,  e per  lAerare. 
tfoc.Er  tutto  empia  tracciato  di  ni  fo  che  cofa , fi  ficca 
che  non  fi  può  leuar  con  l'un^ia.i.rhnouere . Si  pifo  uo- 
lerlofi  limare  da  dofio  per  quefia  maniera.  Trocniare  la 
propria  morte  leuare  Cifippo  dalla  croce.i  liberate  lena 
adunque  uiaeamfi  difcactia  del  tutto  oueflo  tuo  folle  ay- 
peUto.Tcr  leuarfi  quefia  feccaggine  da  gli  octhfie  quado 
fla  peralgare,uedia  iqso  & per  leuar  di  letto  a 71.. 

Trarre.per  leuare  fi  mouere.LatJrahe.t  ,mou.  , liberare. 
P fT.TalichemitrabeJalcorog.  altragioia.  Tiemi 
trabe  ftmpaccio.'Ne  tacendo  potè.,  di  fua  man  trarlo, 
rtedi  Ulta, odi martir quell’.  Ima.Ma  p troni  d’af 
atd'i  datoa  parer  tale,tfi-  quàdo  fla  perponarefiie 


R P O 


Piedi 


diaiqjq.&perextriéereaqiq. 

Dimenare,Latjnouert,quafiare,cOHCulere,cicre,ual  mone 

re  B o c.Cbeuuol  dire  queflo  Dimenarci  Et  prefilo  per  14S4 
la  jpallaf  incominciò  a dimenare , et  a thumare  diebdo. 
Tinucio  de  fiat!.  Tu  dai  tal  uolte  per  lo  lettofibc  tu  fai  di- 
menare chihecii.  Chi  la  fera  nonccna  tuttamttefl 
dtmena.Anotf  hi  dimenate  bene  fiabe  jetofi  fi  dimenaf- 
fe  quefio  pero,nan  ce  ne  rimarrebbe  fufi  una. 

Scuotere,^  Scotere.letexcuiire.coniutere  ,qualere  ,ual 
ftrollare,^  battere  ilmienandofifiedi  a 4; 

Dibaitcre,Vellarc,iiedi  al  detto  luogo. 

Abbàdomire.Lat.relinquere  aliqué.deferere,  defiituereale 
relinjuere,defittre,ty  habere  prò  derchClo.?  i r. Le  qua 
uilnicte  il  fècola  abbandona.  Hor  m’abbandona  al  tempo. 
D'abbandonam.i  fu  Ipefio  m tra  due. Ma  non  m’abbondo 
nate  in  queftipàm.  Et  bino  i corpi  abbandonati  m terra 
abbàdoni  un  piu  bel  lume.ll  noiìroamor,  uo  th'abbando 
m,&  lafce.Cume  Ulta  antbor  non  abbàdono.Boc.Sen^ 
uolerla  mai  per  altra  abbandonare,  tT  troni  di  roba  pie 
na,&efierdagli  habitanti abbandonata,  Angipofiia- 
mo  con  ueriti  dire  p:u  ti. fio  Abbàdonaie.I  fam  qua  fi  A b 
bandonatiper  tutto  langutuanofiedi  C Indite.  D a k.  che 
la  ucrate  ma  abbandonai.Qnàdo  Tbetonte  abbhdoni  gli 
freni.i.lafcio.Toi  thè  le  ripe  tedefihe  abbandonò,  abban- 
donar lo  nido.Trima  t hi  la  mihtia  s'abhandom. 

Ahbxndonito.Lat.rehClns.derehBus,  dclhtutus  ,qui  fòt 
us,nuUui  tu.  turfiefenditfijui  nulli  cure  fit,  qui  nudus fit  4>  8 5 
a propinqui!,  ab  animi  fi  defenforibus.  Bo  c .Con  piu  Ab 
bandonate  ridine  de  noflri piericolt  ne  trafponaafieliBa 
tir  per  lo  participio, uedié  fopra  Abbandonare. 

In  ibbindono.lat.habere  derclidui , fortunt arbitrio, 
ual  feirga  cuHodia.B  oc.Se,&  le  pie  cofe  mefie  In  A b- 
bandono.Lafciata  la  camera  di  Trote  Cipola  aperta , ér 
& tutte  le  cofe  fue  In  Abbandono. 

Reliquere.La.ual  abbàdonarc.PAT.Cie  adiuicne.a  chi  uirtu 
rclique.  ah. e ni  retique.  Che  nòne  cerihi  fin  fittole  fiale 

Lafciare.La.  relmquere.cr  p doppio  fi  anebo  i fiato  ufato  al 
luna  uolta  ne uerpfit  mafiimamente  nelle  definhfidal 
Pir.  crdaD  A K.anchora chela  pronuncia  thofea  noi 
conceda, ma  nelle profe poidalBoc  pfi  fempre fe troua. 

V A X.  Il  mio  cornhe  p lei  laftiar  mi  uolle.  710  mi  tafiiar 
in  fu  Pefirimopiqfio  11  noflro  amor  uo  che  lafce,gli  afpet 
ttlafaerannoA  mone impttuafaigmniladri,mcdoue 
lafii  ftifilaCo,mi  lafcia  t dubbtoqprefo  lafiiai  menarmc. 

Et  lafiiale  cader,  lui  hier  lei  lafii.imo.  Lafeian  le  mibra. 
Lafiiàdoaterra  la  terrena  fior^, fu  detta  cofleilafciar' 
mi.Lafciafll  ì terra, 1 guerra  m'ha  lofi  iato , p ni  lafiiarti 
fe/rga  ciclufion,nii  lafciauan  fòl  un  pito.in  quelfuo  albtr 
go  fido  La f CIÒ  radici. Qui  lafih.  Lafciogliil  nome . Toi  ri- 
péfjndoaidoUebcncb'iolafio.BeK.jicditIndice.DA  k, 
fin  tre  cerchietti  Di  grado  m grado  ,'comeque,chelafiL 
A « I .Che'l  uomer  al  paflar  tagliato  baffo. 

IntralafdareJ.  a.dimhterefial  difmettere.B  oc.  Et  in  tutto  148^ 
.Tingi  gna  di  fare  che  la  copi  habbia  effetto.pciochefe  cofi 
s'intralafciajfe,io  ne  morrei  filcum  leggono  tralaftiart. 

Tralafciare.id  medefimo  cb'i  iniralafaare.uedi  difipra. 

Mollare,La.ceffareJitare.rrlinqueTrfial  lafeiarefi  allenta 
re.Bo  r.Tfi  mollò  maifibe  diuenne  amico  é Buffalmaco. 
Laquale  di  ciarlare  mai  no  ceffo, mai  ni  i-dlxamai  no  fio 
na.L  A. c quando  fla  per  bagnare jfiediaitrìt.  . 

V ■ ■ ' ‘i,  ■ f'i^o.^nrrert! 


i 


300 


Piedi 


CORPO 


Piedi 


.orrere.U:.curfiis,fljéum.P  ■ t.  Toii  dinairtt  al  Lento  Atalanta  figUa  di  Scbeneo,nel  torli,  & nella  caccU  fama 


Correr  mio.Corrente  Gorgo,  RufitUo,  Correnti  Dì . 1 dì 
nueipiu  Corremi,ibefaetu. 

Correre.Lat.tnrrere.PiT.'Hongia  Correr  cofi.Corre a mor 
teli  fanciulla  di  Tifone  Correa  gelala  al  juo  antico  fog- 
giorno.  Vhibppo  e'I  jigtio,che  da  Telia  agC indi  Correndo 
ninfe  paefi  diuei  fi.  Corro  a la  mone.  Mia  mia  ieorfa.  do 
ne  amor  corfe,  corfiala  dolce  ombra . ho  già  il  pm  torfò. 
Qiielii  i corfo.Po  e.nedi  alT indice.Di  k.Ei  tanto  buon  ar 
dir  al  corm.  corfe,Che. 

Coriò,^  il  luogo  lime  fi  torrc.Lat.curruuUit.&  quello  atto 
del  corrtre.Lat.eurfus.  P t t . yeloci  Corji.Fuor  del fuo 
Corfo.ynfren,chedel  fuo  Corfo  indietro  il  uolga  il  tuo. 
Corfinonfrena.il  Corfi  Icnne.ConkienpeHorgarallett- 
taril  corlo.Riprefe  il  torfii  piu  neloce  afiai^t  lalpenfier 


fayn  altra  .Atalanta  è celebrata  da  poeti,  ella  altreiì 
cacciatrice  ardentancnte  amata  da  Mimalione , laquale 
alcuni  dicono  effere  fiata  .Argina  figlia  di  lofio,  il  cui  pa 
dte  fu  Ubante  Re  à .Argo  JUri  di  UrcadUa^  nondime 
no  Ouiéo  la  figba  dt  Schcneo  danojìra  effere  fiala  pur  df 
Urcadia  nominandola  bora  T egea  fiora  Onacria\Uta- 
làta  anthora,  cir  figba  à Scbento  differo  quello  che  ami 
Meleagro  figbo  d'Etea  Re  di  Calydoma,dellaquai’rgbfe 
Tartenopeo.Quefia  Utalama  baufdo pcri'uracuto,  de 
gbe  ne  uietaua,dtliberato  di  no  prendere  maruo,et  ejfen 
do  da  molli  domandata  per  leguima  donna,  diffe  con  co- 
lui uolerfi  maritare , che  Tanamtaffe  nel  corfo  ; Ma  che 
morte  haueffe  chiunque  rimanefie  uimo  da  Ut.yno  Hip- 
pomene  figbo  di  Megarco  nt  potedi  Tleituno  ,fra  tomi , 
che  ne  fecero  proua,et  uintijcr  morti  ne  furono  accefe  lei 
d'amore,&  di  pietade  col  fuo  tei  uifi,&  con  tre  pomi  d'o 
ro  hauti  da  ytnerejhora  tl primo, Cr  bora  il  fecendo,ei  al 
fine  il  tergo  gitlando/tentre  th'ella  fi  fi  rmaua  a logbe- 
re ciafcuno  nel  i orrere,  la  utn\e,  & l'btbbefir  mtgbe . 
P I T.ttuidi la  crudel figba  di7iiJi,F uggir uolando,C" 
correr  Utalanta  Da  tre  palle  d'or  uinta,  dun  lelut- 

fi>;Et  feto  Hip f om  neijfibe  fra  cotanta  Turba  a'amanti, 
& miferi  tur  fon  Sol  di  un  tona  fi  rallegra,Cr  nauta. 


preiipitaua  al  Corfo.y fato  adì fuiarmi  m meggp'l  Corfi. 

C he  gpppo  de  fio  e'nira'ui  aftgranCorfii.Horauoidng 
gol  mio  Corfi.o'  per  lo  Corfi  de  la  uita.nedi  a 1 5 93 . <7 
per  b)  andare  in  Corfoa  1465. 

DifcorrimcntOji  il  cÓcorfb.lat.cÓcurfus.'Vni.  Quid  uult 
cciurfin  ad  amné.Boc.  In  tanto  tumubo,ct  Difiorrtmen 
to  di  popolo.Tenfofii  paffaua  d Difiorreuot  tempo.Fl. 

Scorrere,ualtrafiorrcre.Lataranfcurrtre.  Da»  .Che in 
babbi  peri  la  ripa  fior  faa.del  lutto  cor  fa. 

1487  Arringo, dr  Uringo,i  yo.Tr.  tfr  dinotalo  fpath  del  corfi.  Hippodaoiia  uclocifimia  ncl  corfijicdi  ihifhna  a Mira 
Lat.hippodrcmon.anchoraibe't  Landmo  dicafignificare  toomarea  iqSs. 

UpulpilOiO luogoekuato.lat.putfitum,fegeJiumt&pro  Lada curfore ueloafìimo cclebratoda Catullo, “bionLadac  , 
rofirisjmde  fi  dice  bt  Ringhiera  da  amgouerboLat.  che  ego penmpet  ueTerfcus.  • ° 

Snota  eleuo,et  da  talauttoruà  mofii  uogboao  alcuni  che  Fuga  da  fugare  per  fiacciare,ernon  da  fuggire.^  perito 
condoppiorrfifcrma,«irnonimparel}'eremcdtolitano  unfilogfifinueiat.&aufugfum.tjf  \i.Et  per  troppo 
dal  uero,perciocbe  quando  ScunouHol  rmgare , fi  uè»  fpronar  la  Fuga  i tarda . y eggio  la  Fuga  del  mio  uiuer 
de  correre  ogni  uno  per  udirbi,&  per  quefìo  ancbofipo-  Trefta.U  feguitar  cofieichénFuga  i uoUa.Roc  Fu  tan 

triaSie  UCorfo.&TeridouedueDuu.M'ihuopoev*  to  fu  Fuga  della  naue,  la  dolorofaFugaSUadonnafi- 
tfar  ne  tUrmgo  rimafoji  può  intendere  il  canto,cha  da  guitatada  cam. 

cantare.iamngareilpubbco.abriuogUonocheuéga  da  Fugarc,pcrfcacctate.Lat.fugarejexpelleTe,eiicere,exige- 
ringojche  figmficaeffere  malto  fiato  fi  fignonaarcggen  re,detrttderefiXturbarefiBfugamionuenere  per  fugare  . 

do  fi  a rigeo  lat.cbeSnotaborrco.cheualetnettertpau  cofa  dar.nofa,^  fpiacaade,iamelemofcbe,dalui^,gb 

ra.&il  Boc..Ampifiimocampoi quello , per loqualeiioi  gbucceUidallabiada.DuuJ'irtu  cofipernin.icafi  fuga  , 
hoggifpatiando  andiamole  ce  ni  aliuno,che  non  ch'uno  Da  tutti.ufi  fiaccia. 

.4r‘ngo,ma  dieci  ram fi  potefie affai  leggurmenie  corre-  Fugicc.lai.fugax.PfrJugaeedotcegga.  Fuggitiuo  rag- 
re.tfrqubiiifìcomedifoprabjbLiamo  dento  delCauttori  gio.Diletti  Fuggitiui.  Bac..FugalrueSgjbfcelerattaf- 
i tà  S DAK.fi  puointemlere  il  corpi  SI  noueliareà.  SlTar  faltiS  CupidoJ.fiacciatrice.P  h. 

ringare.Cr  altrouc.  D’efjér  colei,  che  corra  d primo  .Ann  Fucgita,oi/«ggiriJ,tMÌ  jilla  sfuggita  aduerbudmtU.La. 
go.'Ugl  cominciar  Slt .Aringo.iJel  ccrfo.P  «.Tip  abbaf  de  repente  furtimfilanculù.uaU  toSìo^  nafiofimente. 

ferai  bt  lancia  nel  pnnctpiodeir  .Anngo,perctoibe'lfiuio  Boc.Etquejiodetto  una  folta  fola  fi  bafciarono  alla  Sfug 

nimico  prenderebbe  riparo  alluoSmfito  colpo.  Ph.  Co-  gita;&  andarono  nia.Il  Fuggeuole  tempo. F I. 
minciauano  b toro  .AringhifCr  diruti fopra  le fiaffcfihm  F uggire.Lal.fngere.'V  1 u.'Hpipatruimfugimui;  & dnlcia 
fi  fitto  i feudi  con  le  punte  Sbe  lem  lamie, luttama  eguat  bnqumms  aruafugmus  fpumamibus  undit.ual  feantpam 

mente portandoUquafirafinte  terra fielacifi'tmipin  che 
aura  correuano  1 loro  caualli.  F /. 


1418 


Jìjngbiare , ualgoueraare , ofarfaura . aUumdieono ,che 
ringhiare  fi  proprio  da  camfia  ring»  Laube  noi  crucaar 
fi,^ per  ira  lorure  la  bocca,come  fanno  i cani . D a h. 
fotob  nona  poi  uenendo  giufoRingbiofi  piu,  che  non 
cbieS  lor  pejfa.Et allhardifdtgnofa  torce  il  mufò.Slau- 
ui  Minos  hombibnenteAiT  ringhia  proringaj.gonema, 

tr  fa  paura  a tutte  fanmie, che  u entrano.  

C rfori  celebrati  da  m^ri  p»eti,Pt  .Turba  itamanti,  & In  uolraJMi in  Fuga,&  fiSce  efSere  In  uelta  uno  quandi 
•niferiC  ferie  uà  finga  nutoria,Cp-qiuòidoPefìercito  irono,  la. 

I bUo  croiontata  cur^e  uelocifiimo  ceUbrato  da  TU-  dare  m pedes,retrocederejì  u m‘  yeggtndo  d duca  mio 

'me  feria  fua  cafbiaJat../{ib^i.  tornar  In  ntitaà.fetigf  yUnria.yelu, &yobeper  le 


re, correndo  fortemcnle.P  t t.  Quel  ebe'n  que fio  uiaggio 
f"gga,ofegua.El  lei  non  lìrigni;che  t’appiatta.eir  fngge. 
Il  tempofugge.mia  mia  fvgge.perche  fuggendo  nati  Egli 
i Sfnor  morir  fuggendo.O  jole,&  tu  purfuggi.  Fuggi  di 
nangfUrla  fiate  fi  l nerno.I  fuggia  letuemani.'Boe.RH 
fino  IO  non  ji  perche  il  dianolo  fi  fugga  d'inferno.Fugghi 
nogb  Iddij , chetab^  felli  a fi  fatti  cafit  ne  producejfero 
.1. non  fa  ccianu.  K u .ned,  t Indice.  Dan.  .Accioibe  fugga 
quefìo  mal.  & peggio. 


I 


Piedi  't  O R P O Piedi 

cantine  a prò  mcesaij^^.  Cercare,q«andBinouimmofigmfica.Lat.quirere,i>iflrJ-  i ji 

Campare,&  ijijtmpare.prr  fnpgire.Lat.  fiigere  , euadcre,  re,explorare  Pur  .Ter  ccriar  terra,  & mar  da  lutti  li 

Boc.  LandoLpho  buffato  tmpouerito  diuicu  corfàle,  & da  é Cercar  tu  ha  fatto  difetti  paefi  .Sol  de  la  tuia  nemica 
Uenouefi  prefo  rompe  in  mare , & fopra  una  cajfiiia  di  cercar  torme.Tum  habbtamoa  cercar  altnpaeft.Ec  cer 
gioie  fanjlime,d'campa.  Tietra  coinpiaiuo,  thè  noi  fiamo  ca'l  mar,&  tutte  le  fue  riueJe  urfligia  f oarje  Cercai  per 

afjalili.  uedt  C Indice.  & quando  Jia  per  liberare , uedt  a poggi  fotilari,&  ermi  Con  qcejli  duo  Cercai  monti  diuer 

^•t,&  per  uiuere  «J 1 5 87.  Ji.Che  mi  fece  ir  Cercando  piagge,  & manti.Ccrcido  hor 

Scampare  perfuggire.fox.'Ì{pn  ueggio  ouefcàpar  mi  pof-  quejla,<S-  hor  quell' altra  pane.  Et  ho  cerco  poi  il  mondo 

laiiomaUochiedereiafcamparnon^anne  annali.  Che  a parte  a parte  Uercato.Boc.Et  certo  per  tutto,  & no 
fpe7^'l  nodo,ondiio  lemea  fcàpare.Boc.fbno  flato  carni  trouatoglifi  piaga  ne  percola  alluna,  fu  creduto  di  dolor 

nando  in  gran  pericoli jie  quali  tuta  Scaiupato,pure  fo-  efsere  iiiorio.Hauédone  adunque  il  he  molti  certbia.cer 

no  la  notte  poi  Hata  uibuonluogo.  Ma  fermamente  tu  caii.uedi  [Indice  et  quatto  cercare  imhiale.uedia  tipj. 

non  mi  fiamperai  dalle  mani  ìch' io  nome  ne  pagln.tlr  Ricercare.Lat.iierìi,quicrereandagare,inquirere,liiftrare. 
quàdojla  per  hberare.uedia  ^oH.&’peruiucrea  1587.  Pn  .Chi  non  m'inthini  aricercar  de  [orine . dt,&  notte 

Mucciare.ual  fuggire,et  feparare.DAU.Et  10  al  duca,ddli,  andana  ncercàdo  dal  laio.& dentro  a [acque  Ricercàdo 

thè  non  muccu  che  non  fugga,&  non  fi  parta.  del  mare  ogni  penéce.Che  fol  uà  riiercàdogioriio,etnot 

Saltare.Lat.Pir.Et  quella  greca, che  fallò  nei  Mare.  Boc.  te.  Cofi  uà  ricercando  ogni  contrada  Ouiola  uidt  Boc. 

Et  fatcttdo  colali  prone  fancùiUcfcbcJì  tome  di  correre,  ,/dccivche  10  dietro  a igni  particella  Jeno/lrepaJJàieim 
O-  di  lattare.  Oa  quefla  parte  gli  (alta  [oci  bio  alle  dille  ferie  per  la  città  auenute  piu  ricerca  odo  non  uada. 

Jè braicia.LA.Caurioh,& conigli  per  mc^  loro  jàltan-  Trocautare.per cercare/) procurare.Lat. procurare.  P i t. 
do.fopralanauede  Rhodianiftltòi  pero  finn  procaccio  Quinci,  & quindi  alimenti  al  uiuer 

Saltellare,  ual  far  falli  fen^^  ordine . lì  o c . Et  quale  il  corto.boc.eS' pereto  a fuo  potere  uolea  procacciare  col 

forte  loro,riceuuu)  il  mortai  colpo . funofo  in  qua , & tn  papa,i  he  difpenfajfc.  Che  la  mia  donna  alcuna  fua  ucntu 

là  (alleila  icpenotendo.  F I.Cumct  fitriofi  lori  ricemito  ra procacci  .Tcrcio uà,  eh  proeaciia  la  uentiira  del  tuo 
U colpo  del  pefante  maglio  quà,&  là  finga  ordine  faltel-  amame.Efjo  procacciando  la  mia  fduie.nedi  [indice, 

tana.?  h.D  a H.Chegtrnonfa,maquà,&làjaltella.  Trocnrare,per  cercare/) joHecitate.  Lai  procurare.  P17  , 

1^91  Saltahellare/ialfaltareborwnattg^/èrborindictro.Boc.  Ch’ai  corpo fano haprucurato  (cabina.  lIoc.Ttlofatto 
Cominciò  un  Saltabellare  ,&un  nabijfare  grandtfimo  pronttfsmo  procurarela  propria  morte  per  laiarc  Ciftp 

fu  per  la  piagga.  po  dada  croce. Mi  eonfighauocb'io  procuri  del  pure. 

< Silco.Lat.faltus/us,lui.Ptr.TrimierSalto.lauitache  PTOc\xra.Lat.pr»curam.Bnc.RiceuutaSerCiapeUemU  149} 
trapajfa  a fi  gran  Salu.Boc.Etpojia  la  mauo  (òpra  una  Trocura,Trocuraria.procuratore. 

diqlle  arche, che  gride  erano  (fi  come  cobùitM^eggenf  procnrarìi  lat.procuralio.B  a r..  Hauendoallamauife- 
ftmo  era,prcfe  un  SaltOy&fujiigutatodaU’aUra  parte,  HafimomaTrocuraruipoflonome. 

sballare , ual  lanciar , & fallare  come  balk-lLal.  (ùrofile-  proc\XTìtorc.Lat.procurator,midatariuc/lrfenfor,  aBor, 
re.S  A u.Et  con  un  [aito  poi  [apprendi, (hSbalgatL  Boc.^  mene  tal  uolia  che  tale  dinìgt  aita  maeftd  d'iddio 

Lanciare.per  fallare  in  alto,  o a m.  Q^uale  quel  toro,  che  fi  facciamo  Trocuraiore/he  da  quella  con  cterm  efiiUo  è 

Lmcu  In  qMcUa,c’ba  riceuuiogia’Uorpomortale.  iJcacciato,Solleciio  Troturatore  della  mia  morte . .Atti 

¥\a([o.Lat.fluxus,dal  latino  filiere,  tolto  itti  corfo  deli'ac  quali,fi  cornea  Trocuraiori  informati  per  efperiéga  del 

qua /he  uclocemente  fugge.& Dyfenteria,aJo  flujfo  del  la  nojira  fragiUu  forfè  no  audaci  di  porge)  1 j reghi  ucfbri 

uemre.eSr  coliacui,et  Jyfentericus,dn  patifee  ilfluffo  del  Tentare.  Lai. per  cercare. far  prona,  [aliare,  (perirueniare.- 
uentre.  A ui.Etcb’eran  [altre  trimfiiorìe,^f luffe  Spe  uedta  1+41. 

rangc  humane,&  é poco  momemoaJiabtli.  Trouare.Lat.inuenire.Tir.Spiro  tremar  pietà  non  che  per 

Cuiggare.Lau;Ubi/iibrare.ilaaeiare,&ueiocemente  fug  dono..Al  fonte  di  pietà  irouar  mercede  0 feliie  lotuiAhe 

gire,&  moucrfi,&  è proprio  de  pefei  che  m Lat.fi  dice  Ti  trema  H uado  Di  qHelioidpefire,tr  rapido  lorrfte.Doue 

Jculubricut.  Boc.Queflipefcifuperlamenfaguig^a-  pace  trouaid’ogni  mia  guerra.  Trouaama  l'opraajfai. 

uano.Kki.GuèccanoipefctaglialìMiin  fulaamaOue  ptulcmo/Cr  frat.Toiirouauàoldi  dolce,&  iamarpie- 
folean  uolargh  augelli  in  prona.  T.  Cuigo^n  d’argento  no.Beaii  [pini,  che  nel  fornaio  coro . Si  iroueranno/i  »r*’ 

pefcuiUn  tranquilli.  nano  in  lalgrado.Ter  non  irouarui  1 duo  bei  inmi  aicefi. 

Guizzo. tal Japfus,uibra/io.iquello,cbe  fati pefee.  Boc,  EtfbgUauerdenottfitrouimtiuro.Solunripofo  trono., 

nella  F l . Dalle  mani  de  quali  piu  uoiie  con  Guiggi  diuer  Trono  lama  d'entrar  m fibel  corpo  ; T ruuom’in  pianto, 

fi, & con  forge  maggiori  mi  eri  detti  ruram.D  A «.Su  Trvuòmiamerdeliuttodijarmalo.lomrifiuotoi^iro  ■ 

perii  Punta  dandole  quel  Guiggo,ClK  dato  bauea  la  Un  nomi  fi  uudo.Et  temer  é tremarti . Seuga  rroiurmi  deuu 

guj  il  lorpaffaggh.  gh  (rertiofi  dice  lingua  lubrica.  Co~  troalcnguerneri.Cbe  trouaron  dt  maggio  ajpra  pafiu- 

me  abuon  c.ìaior  buon  ci,  orlila  Fafeguitarlo  Guìg.  ra.&ipegnequalaccefairouaffe.etftTTOuaflefLtuia 
gp della cordaJ.il ueloce toccare d Uaiorda/iualèlHbri  fi^atiopoggi.chefitiuara  tròLiTrona(li.Sìuandofia, 

iiEA*  i. Con  mille  Gneggi.rm.lleilraneronie,  che  fua  pari  al  modo  troueiBoc.uedil'lndicr.  (uatort 

Gu  zziate  Lat.uibrantei,^ lubrici.B  V c. nei P H.Et  Gh)  Trouitotc.Lat.muftor.Boc.IollffioueglioeJferìoTàe~ 
utibiarofi  (lauatra  Cmgjantipcfct.  Uaueuagianel  R/trouare.Lat.repeTirr/nuemre.P  t i.Terrttrouar,oue‘, 
/tueghrno;EtTean,tbeutll’uUimapartedtllaCuigf  (PrtifioappoggiSiclKdimilleun/òlun.  ,„„n».'Ssgi*  1494 

fante  coda  di  .Amaltbea,  mairuroMaiinnc0,nefroudiT^iien<iratt.  Edionou  ' 


M9S 


Piedi  CORPO  piedi  »oi 

Titwumdo  intano  Ombra  di  tei.  lederla, udirla,  & ri-  forfè  ad  ut  tratto  de  pietra  uenire  con  FreUolefi  pafil , mi 

troMtrla  in  terra.  Tal  paura  ha  di  ritrouarmi  fóto . Che  pajlore.  Ari.  Come  il  uiUanJ^rettoloJò  a uictar  ée  non 

perib'io  non  fapea  daue,ne  quando  He'l  ritranaffe.  qual  afonde  I uerdt  paftjn. 

buam  per  doglia  mfano,Che  molto  amata  cofà  non  rttro  .A pattare,  tot.  fellmare,  properare,  eelerare , accelerare, 
ue . m che  tcrràile  prvcella  I mi  ritrouafol  fenza  gouer  maturare.  P i t,  &Jiu  , &piu  {affretta . Quanto  più 
no.  Che  quanliomi  ritronodal bel  uifo  Cotanto efier di-  {fretta  piu  w l'affmte.pur  ch’i  m'affretti.  Boc.  Qui 

«l/i.  Boc.  ueé  aH' Indice  . lo  può  {affretta  é celebrare  le  no^Jl  negromante  a^ 

-Atcattare.pt.rtrouare,&  ritenere  fi  togliere  ad  impreHo,  tondo  lo  ffacio.qir  affrettando. 

Lajnuluarifimerc,mercari,odaacfipiOfit  capw.Dun.  &affrettare.LatfellmarefielerarefiCcelerare.è  far  in  fretta, 
lien  Dio  offende,  &menluafimo  accatta j.troua fi  nce  &foUeàtare.  D a x.  t'olgendo'lmfo  ra  frettò  fuo  pafio. 

ue.B  oc  Et  ogni  giorno  piu  aaauàdoj  pigUandoa  ere  Preda.  Lat.fejlinatto,  cclentas , ual fretta.  & Tre/ladilie. 
ditofi togliendo impreflo.Etmancàdo danari  accattaua  Da  u.!^-Tre:tjfi.UcuiporgeiamanononfapreJSaM'a 

no.Macerto  caro  Raccatterà  la  tua  iniquttàjjcompreri.  come  fa  chi  guarda  poi  fa  PreT^ . 

Lcggicr.  LitJenii.  Vcj.Idi  miei  piu  U^ier  ; che  iie/iuu  -Auactiare.Lat.fcflinareJproperare.per  affrellare,ifpeére, 
cerilo . fei  fatto  conforte  De  miei  nemici  fi  pronti,^  Leg  & auani^refi'oMiticoTbofcano.  B o c . B hauendo  Cem 

gieri.  Et  de  lacci  ddiuorLeggiera,eftioUa.Tiu  Leggie- 
ra tbei  uentofiue  Leggiera,  ^fciolta  "Pianta  lianrebbi 
uopo.  Qjiel , che  de  l'effer  fuo  defiro,  & Leggiere . Che 
quant’m  uidi'l  tempo  andar  Leggiero.  Boc.  Qjiefla  è 
Laggiercojàfofa  Leggiera.  Il  tempo  che  Leggier  feii  ho 
la  laggericofc.HuemoéconditioneaflaiLiggiero,td- 

efl Hiie.Leggiirijitiuo,Leggiermente,LeggieriJiimatiten  Auaccio aduerbiofiol tofloatedià api. 
te.  Dilcggier  fi eoncedercbbe.Lat.faale.'^nupoterfi  Prcllo.  Lat.fefbnus,celer,promptUiualfoUecitofirontofip  j 

t\à  t—3  * A ff  uuào  t meoeijoft  fioro  0 .^eiiintrofiofioo^.^^  fi  otrfire  ni  oOfi  f ^ ^ im  aa*  «ma  am-  m — jdm  — r 


amo  al  douerfi  auocciareotuacciandofi fòpragiunfe  Rad,  - 
rato  maruo.lt  pregai  hunulmftcfihe  di  rr armene  t'amu  e 
tiaffe  prima  ch'altro  pericolo  ne  fopraueniffe . fediate  te 
redine  del  deflriero,érauaaiatoji  n'andò  al  trai  palagio. 
Ta.D  A u.  Si  cbefauaccii cordiuemr  fante.Et  quel- 
la angofiia.ihe  m'auacciaua  un  poco  .Anihor  la  lena , 


Di  le'.gicr  Jlraltiare.  Leqiiah  Di  leggieri  t addormenta- 
no . .ACiioibe  Di  IrgperinonfofJeda  canal  gutato..Al- 
tri  non  fi  riudgerebbe  cefi  Di  bggieroj&  quando  dinota 
pocopejòuedia  I7J4- 

.Alleggureperalleggenre..Alleg^imettto,-4Ueuiatnemo. 
nidi  a 17(4. 

Lette,  & Lieue.  Lat.  leuis.  per  leggier  ueloce,  & lofio  con 
mouimento.  Pbt.  Et  ueggio  il  tempo  andar  ueloce  , & 
leueXofi  Lene  effeiua,e  lieta  Raima  La figua . Bi fogna 
ir  Lene  al  perigbofe  uarco.  non  fapendo  w che  Lene  ye- 
aifìe'l  linde  miei  ben  non  inUgri  Et  poi  al  partir  fin  piu 
Leni  che  Tigre  "lioncorfenuifiLeuemcntealuarco.tr 
quaudodinoiaeolàdipocopelò.ueéa  1774. 

Efpedica,  & Iffedtta . lae.&  bbera,& fUnia.  P t t.  Co/i 
iene  Efpedita,& lieta  l'alma  La  Regna . 

Jfpedire,Ì!rffiedirefi  dice.  LataxpedirefixequL  uedia  tf  01. 


i M9< 


parectbiato.T  E r. .Amor  mi  manda  quel  dolce  penfiero, 
Uaicom'har  Tre  fio  a quel  cb’tobramofiffero . Camea- 
de ;cofinddirfuTrefio.  qualangel  fufiPrefìo.Aporu 
tar  fòpra'l  del.  ne  nocebier fi prejto  -A  uolgtr  naue.Tre- 
fla  .A  ntma.  Età,  Fuga, Lingua.  Et  leipiu  TreHa  affai  cb* 
ffammafi  uenn.'Prefle  Tarole.yocinon  Treflt . Fortuna  '..^4 1 
cb’almiomalfèiMreè  fiTreffa.  Mmorteria  ,comea 
febumtar feiPreffa . "Preflo  Carrier , Sguardo.  PreflocU 
nauigar  a ciafeun  uento.  Boc.  Cbeegb  era  dalla  fica  par 
te  "Preflo  a donerà  fare  do, cbeegb  comanàffie.  Et  i "Pre- 
flo  di  torre  per  moglie  colei . Effondo  ogni  cofà  Preflo , ^ 
ninna  altra  co  fa  ; che  la  uenuta  del  marcbejè  leiaffettan 
do  J.  apparecchiata.  Ch’era  Prelìa  a fare  do,  chea  GuU 
fardo  ^effe . Dar  materia  a gli  inuidioft , & Prefli , a 
mordere  ogni  laudeuol  ulta , uà  R Indice.  0"  per  lofio  ut 

diaipi. 

Velo  ceXaè.uelox,fefivtuifiim,ta,iumfiernix,&  perni-  Predo  aduerbio  in  ueu  di  Toflo  cantra  la  opimonedi  moltìi 
atatadda  udodtà.P  £ t.O  é ytlod  piu  che  uento, 0 flra  uediaipi. 

li.  Lui  quM  altro  al  mal  fuo  fi  yeloce  Ipbi.  Intelletto  ye-  .Appreffarejper  preparare,  IM. preparare.  D a uJ^idi  co- 
lore piu  che  pardo.  Piu  ueggio’ l tempo  andar  yeloce,  & li  un  angelfibe  tapprefla  Per  uenir  uerfi  noi. 

lene  ..Al  ben  yeloce  ,&àl  contrario  tardo . Prouidentia  Ratto  aduerbio  da  rapttm.Latjuedi  a ipiafrquando  dinou 
yeloce.  Sibreue è'itempofi'ipenfier  fi  ueloce.  Riprefe il  ta  erto.uedia  1777. 

corji  piu  yeloce  affai.  Per  la  mirabil  fua  yelodtate.  Lau  S libito  adiettiuo.  Lateeler,feftinutjrepentinut,  tumuUutu 
elrfeftinatio.  B o c.Correndo  y elociffimameiite..Anda»  tini, tir  frafentaneuiut  uenem,  lemperaneus  utpluuia, 

do  un  di  a Mela  yelociff imamente  la  nane.  P e t.  Subuo  Partir,Splendort,  Silentio.  Subita  Panenu 

edere . Lat.  & ftflinus , ual  ueloce  .Ari.  Celer  miniflro  xa,Partita.  B o eyna  Subtta,t$‘difufataaMaritia.Su- 

del  fulmineo  flralej.R .Aquila.  bitafPnua.Subui .Accidenti . Subito  Sonno  .tfr  quando  i 

Frettx  Lai.feflinatioffefìiiianlia,tir  celeritas.ual  la  preffa.  aduerbio.  Latàllicofftatimjudi  a xpq.  . 

a feruar  che  dinota\caldo,  & foUecito,  Ptr.Dio  ritira-  Rapido.  Lat. (ir  uelox,  celer.  ual  uelociffimo.  P e rJRapido 
tunJoamega  notte  in  Fretta.h  o c.Senga  moflrare  Fiume,Torrmie,BapideOnde."ìlelaftaponcbe'ltielR/t 
troppo  gran  Frclla.Per  troppo  Fretta.Tanto  fu  la  Fret-  fido  mchina. 

M.  £>  A s.Che  meglio  fleffeate  che  alarla  Fretta.ijil  fai  Innanzi  quando  dinota  moumiento.Latfintejiltrtprop.&  14  p| 
licitargli.  Ari.  Ella  fu  piena,& atterrata  in  F retta.  meta.  P e t.  Tanto  Innangt  fin  ffinto.  y aliene  Innanzi, 

FECttolofo.  Lat.  fefìiuus, celer. è quello  che  ftin  fretta,  tuo  corfr  non  frena.I  dolci  coll,  MiuannoInnanT^.Che'l 

V oc.Etdcltoqueflo;fipartìFreitolofa.i.in  frettaA  u.  pie uaInnairtifitRoctbio toma adietro.cbe {affanno Cb* 

Ala  bara  con  F’'-''obifipaffiallapiuuiÀnatbieptjdtri  ua  Innanzi  al  morir  non  dogUa  forte,  & io  Irappaffo  In- 

^iS”*  frezAi  jìi.Sau.  Ójtftido  nidi  difcoQo  da  noi  naut^  yerfo  R efiremo . Son  t'aura , ìnnaitLi  a cui  mi4. 

. cc 


Piedi  CORPO  Piedi 

m$4 fygge.l'n»  gùtalmiain^i xenidn  dopo,  mquelioctBtiMìiurtnoimabiumape^.Dkmde fitta. 

{«41  andar  liuuin(i,&  (jualftgmre  Caa^^n  l’ma fo-  ùnouafit.  lominoaò  di  paffare  per  tiaeUa  contrada , , 

' retili  poco  innanzi.  B oc.  aedi  aU"  indice  .&qnan-  ContìnQ\io,diConiinouo,&Continoaamente,Lat.afii. 
do  dinota  tempo , aedi  a jqq  & in prefenza  a 14x1.  cJr  dMe,freqaenter,  e5"  contmaejiedt  4191. 

per  dananii,o  prima  a 16  ij.  Battere.  Lat.percaecre,paljàrc.  T et.  Che  cofiei  batte  taU. 

0\XTtr&  Oltre  fi  diceqaandoleaocichefep,ailanoincomm  Battendo  tali  aerfot  aurea  /ronde.  B oc.  il  polfo  pia  for 

tianodaa.Oltradique/io,(!rOltreaqaejlo,ma  nonio/-  te  cominciò  a battergli.D  ati.ionon  ti  atrrò  dietro  di 
Jiraato.Lat.altra,&  altenat.  dr  alcanaaolta  dinota  pia  galoppo  .Ma  batteròjvpralapeceCali.^  qaando  jUper 

lnnanziconmoaimento,prop&meta.P  ET.Cbe'lfjgir  percaoierejiedi a 

Qltra  (parlando del  iorpo).Ella  Oltra  parlando  pajiò.f'a  Dibattere.  Lat.  moaere,concati.  B o c.  ilpoifo pia  forteto, 
go it adir noacUe  Olirà  Itti  mift  .Mentre  che  aago  Oltra  mintiò  a dibattereaedi a 

congli  occhi  nano  l'idi.  iUmiraado  oue  l'occhio  OU  StadiareJjit.follecitarelìadere,carare,dareoperamdncam 
tranott  aarca. Che  fide  Oltra  tmgegno  non  fi  /lenite,  bere,hierisaacare.P  BT.S'adirhaialtro  Jiadiaife/fcr 
'Honelfermipa/iatoOltralagonna.aedia^TO,  breae.  B o c.'bipi ti  credemmo doaer  potere  entrarem 

01trc,*<i/  pia  innaiizi.  P e t.U  mal  co/btme  Oltre  la /pigne.  fireitze,&  non  cifiamofi  /àpati  Badtare,  che  noi  non  fu 
Et  corcherafìrl  fot  là  Oltre  oniPe/ce.  Boc.TrnheBefa  moqai  pure  a cofi  fatta  bora  gianti.i.rficre  fi  foUeciti. 

oltre  la  raano.  Et  qaafi  come  /bai  pa/faggio  Oltre  mare  .Antiihibaomm^  aalorofineloropianutariannifom 
andar  aole[fe.  Difiaeiofo  Oltre  modo  diaederla.i.fuordi  inamente haaere /latitato  di  compiacere  alle  donne.i.dato 

modo  Lat  miram  in  modum,  miri/ice.  Et  Oltre  a dae  pie.  opera . Haaea  piacere , dr  forte  jiaéaaa  in  commettere 

cadi  miglia  fi  dtlangò  dalla  città.  Lat.prtter.T. Oltre  do.  tra  parenti,  dr  aimci  mah , & nnaii  itie,&  fcandah . dr 

Lat. proporrà.  quando  Jla  per  dar  opera  alle  lettere. aedi  a i8j. 

Oltrare,peralUintanare.DnK.ta  t'arretri  Moaido  Tali  tue  Studio  .per  la  foUecitudtne.di!igenza,iiuiaSiiia,&opera.  1501 
credendo  oltrarti.i  pia  tejli  hanno  alirarti.cbe  dinota  al-  Lat./ladiam,  T e r.Et  certo  egra  mai  Stadio  in  quel  trai 

Xarti.  p’eraVardt  sfogare  il  doloralo  core  iiiqaaUhe  modo. 

Inoltrare. Lat. altra  ire.aal  entrar  altra.  Dan.  Vero  che  ji  con  che  Stadio  ta'l  fai . Qtunro  canai  con  quanto  Stadio 

i inoltra  ne  lo  abiffo . corno,  Vafeo  nelC oceano . Man.  oa’ogni  arte.dr  tatti  loro 

Tur  UÌ3.IMÌ  Oltra.latt.altra.alterias.  P et.  Et  tu  Tur  aia  Stadi  Tofer  natura  e'I  del.  B o c.  Uopo  lungo  Studio  de 
é poggio  in  poggio  forgi.  medicifa  guaraa.  Ma  con  ogni  Stadio  cercare,  dzopera- 

1499  SoBccitudine.& SoUUitudine.  Lat.  fJicitado.aal  diligen-  re.Ete/fendogli piaciuta  una giouane.qaellaconogni Sta  , 

Za./Tetta,pre/lezp(j.Boc.Qifelle,che  fonie  forathanno  dto  fcgattandocomiruiò  per  Ut  a fare  maraaigliole  corte- 

tanta  SoUeatuthne  de  t honore  loro.  Et  con  tanta  SoUed-  fie,&  felle.  Il  bafilico  fi  per  lo  lango,et  c ommoao  Studio, 

tadine.cbeiupothi  anmdiaennericchi/ìimomercatanu.  fi  per  la  grafjezjift  della  terra  precedente  dada  teHacor- 

Congran  diligenza,  & SoUecitudme  ogni  cofit  rimifeinor  rottaahaenne  belli/funojtadiofo  TaffoStadrofamente.ue 

dine.  Senza  l'infiàite  Stdltcitaditù , & paure  di  ebe  Val-  di  f Indice.  D ah.  Cbe  Stadio  di  ben  far  grafia  rinaerda. 

Itzga  de  regni  i piena.  Et  tatto  occupato  di  graadifiime  & quando  dinota  lo  Stadie  delie  lettere.aedi  a i 8j. 

Soltècitadiaidalto afare.  Et eflendograuiaUa  donna  le  Spedito. Lat. expeditai.ùber.aalfiiolio.pre/ìo.V  et. e' l 
Sollccitationi  dei  caaalieredì^nto  i preti,&  frati  fia  pia  Spedito  CtogoTuarrmfaoLEtriprendtaa  un  pia  Spe 

no  {olk*cit<tori  delle  menti njf{re.Sollecitameme.  duo  aolo.i.pTefto.yia  corta, ez  Spedita  jjarn  torta.  Et  fc- 

SoUccito.cir  SoUicito.  Lat.folicitus.accaralus,curiofas.Ji-  gaie  lei  per  aia  dritta,  & spedita . 

hgeniipipigcT-P sT,Selleciiofaror,^Stadio.Boc-Si-  Spedire .érlfpedire.qaa/i pedam  ligamenta  difiolao.aal 
curano  Sollecito  a aolere  della  faa  innocenza  far  chiaro  fpacciare, fimrr .sbrigare, & liberare.  Latjcxpedsre  [BOC; 

Bemabò.Leleggi.^iBettondqiuUafiaiaoltequafi  Sol  iddnano  che  accio  non  haaea  (animo,  peraaemara  per 
leciti  mae/ligatori  del  aero.  Di  fe  medefitma  alquanto  di-  alcuna  opportunità  naturale  fi  leuò,allaqaale  Ifpedtre  an 

aenne  SoUecua,  dando . M 'hlpgromante  dfie  che  Vifpeiifie , Gas  tacca 

Sollecitare.Lat  '.fiihcitareeqaafi  fola  citare j.ex  fao  loco  mone  Tbilomena  della  faa  noaeUa  Ifpedita , Haaergli  aacaa , 

rejul  afrtttare.B  o c.La  cominciò  a foUetUare  a quello  dr  ifpedtta  lafciaca  la  pofieffione . EffenJo  Ifpedui , ^ 

che  egh  di  lei  é/ideraaa.  .A  che  foUecitando  il  Duca.  Ma  partir  doaendofi . 

co/iai  con  ambafciaie  SoUedtandolamoho.D’amarlane  DeRro  ,aal  atto,  commodo,  tifatile  da  fare.  Lat.  dexter. 
difoliecitarlafi  rimaneaa.Laqaale  molto  dalla  fante  Sol  TET.IopenfsaaapatDe/iroeffer/atale.Mentrelaai 

lecitala,  aedi  alt’ Indice.  laiDeBra.BocXl  peraeantiinanlaogp  /àhtari»,& 

Rancura, rincrefcimento,& Rancarareual  ra  rimato , ueggeadafi  il  Deflro,  Lorenzo  uccifero.uoamn- 

maricareAa  r ancore cb'ioho occulto,  fecoraio A Landu  dità. Cioaane leggiadro, drDeHro a qaaUinque co^aor 

ru.&  io  direi  rancararefiUecitare,&  affrettare  l'o.fcr-  ltffefart.utto.aitame. 

rartfe.dr  Rancura  SoUecitudine.th-  in  tal  modo  ilfenjò  di  Addefirare  ; aedi  a Dcfhiero  ino. 

T>  AH.  figuiriabetttfiimo.cbedice. Et  fiaefiito andando  SocBo.cr  IfncUa. LatjtgiltsJeais.graeilis,  I'e.Trouen  nel  150X 
miRancaro.  Laqual  fa  dclaonaer  aera  Rancura.  aeloceAeJlro.fueboqchietto.dintto.P  uT.Riai.^Tie- 

tfao  Continoaare.Iat.&perfiaerare.peragere.aal  follecitare,  di  SneÀL  Snelle  Fere. &Meaaùppe,cr  ctq/cana  fi  Sael» 

frequentare.  Boc.Cominctò  a contmoaare  quando  a pie,  la.DAu.Cordanonpinfemaidafe/jetta.Cbeficerrrf. 
th- quando  a caaallo.Et  cofi  fa  rliaamente  ghlorcengiau  feaia  per  taer  Snella, Come.  Con  aafrilo  Snelle, 
g/menti  contmtuando.CommeMdndoillorofolazzp.Et  to, drleggfcn.'Hptàapprepaa^  a quelle  fere  fre& 

A ai 


tot 


piedi 


CORPO 


Piedi 


A R l.Ctpri  l/hflli.Diperfoìta  robitfa  eri,& IjhtlU . 

Agile.  Latjul  Jefiro,  di^Jlo^  lt/fftdro,Ufgien  del  iorfo. 
Ari.  E a nemra  iroxar^ple,e  defiro . 

Pronto.  Lat.promptus  ,ual l»Ut(ùo,puraio.  P e t.  Tronto 
Tenfier^  Spirio,Troma  trilla,  l>oniu,^nima  ^Ima. 
Tronti  'ìiftmit  Tcnfier , HrPhore  fon  fi 'Pronte . Man  fi 
Tronic,  & noi  Spinti  fi  Tronti . Tanto  amor  arane  Tron 
toalei  ferur. Hoc. Tronto  incigno.  Qjianto  uoìptit 
Tronto  flato  fiele  a compiacermi . Trema  rijpofla . Èa- 
giom  TrontiJJime . Tito  fattol'rontifiimo  aprocnrarla 
propna  motte . 

Prontezza.  Lat.promptitnio,folliciiiido.  B o c.  Ma  «/òn* 
<fo  la  fua  trafenrata  TrontcT^ . 

Troiitarc,KalfoUecitare.D  A n.  S'altraragionin contrario 
non  pronto.i.non  ita  pronto/i  non  liìUciia , 

In  dugiOiai>  mdncijt  quod  oemm  indnBum  ftt.& nal  Tardo 
& Dimora . Lat.  mora , tarditat.  P i T.  Ma  quinci  da 
ia  morte  Indugio  prendo . Et  cbibenpotnonr  ,non  cer- 
chilndugio.  B o c.Etfenga  dare  alcuno  Induffo  all' ape* 
ra . Saiga  troppo  Indugio . Laqnate  ninno  Jnangh  prefa 
cominciò. 

Indugiare.  Lat  onorari. moram  dncere,cnnSari.  Ttj,  Poco 


la  fna  ninola  n’andò  ifmga  fermarfiXa  mortifaa  pefii- 
Unga  fenga  reflare  d nn  Inogo  in  un  altro . Se  dt  niente  ut 
domanda/se ^n  dite  altro,gìr  per  ninna  capone  feto  refla 
te.Qnim  in  terra  gutate  lepietre,iheri(olie  banenano,al 
quanto  con  le  guardie  de  gabellieri  fi  n flettere. mai  ri 
Jieite  ebefn  in  Firengc.E  per  cejlare.tipnfaiédo  la  piog 
già  uifla  alcuna  <U  douae  reflare  .La  fante  non  restando 
di  lagrtmare,dipe.  Effendogia  di  cantarle  cicale  reflate. 
Sduaniunque  Tbiloflrato  reflato  fofie  é nonellaredlauen 
do  Hoberio  un  gran  peggpfuggito,^  colui  non  refiato  di 
jegnitarlo . Cometa  Giannetta  nfei  della  camera  il  batti-, 
mento  del polfii  nSìctte.Et  per  mancare.Jflpina  enfi  refla 
pm  afareSaltro  a dir  ci  refla.  Il  Reflmta  la  fua  nouella, 
ne  alcun  altro  reflando  a dire.  Etmnnacola  fnoritbele 
frutte  reflana  a dare  nella  cena.Et  però  non  rtSìandoci  al 
tri,cbe  egli,^  io  a nouellare.  tfiuna  cefi  reflandogli  a fa 
re,fe  non  appiccare  la  coda.  .Adelifa  reflana  [ultimo  co- 
mandamento della  Keina.  Sìnanto  di  quella  notte  reflana 
fi  pMaggaronoJ  quanto  anangana  di  quella  notte.  Da  h. 
Ri  flemma  fu  nun  piano  Soitngo  piu,  ebe  ftrade  per  difetti . 
Dunque  ch'i, perche  refla  i T^tcì  reflammo  immobili, 
& fofpefi . Copie  riftretti,&  togb  occhi paffai. 


banca  da  indugiar. Ciò  che  s' indugia, i proprio  per  tuo  dau  -Arreflare,&,Arroflarcperafftrinare,nedi  aqo.ìl. 
no.'tfonu'indngiatefuCeflremoardore.iSnc.Tiaciiani  Seffàre.Lat.  & cmtare,enadere,fugtreMal  reflar.fcampa- 


di  tanto  indugiare  la  effecutione . Sperando,  c he  Iddio  in- 
dugiando egli  lo  afflare,  manda fle  qualche  aiuto  alfeam 
po  fico . Indugiando  fi pur  di  qui  a domani . 
Rattento,«4Ì indugio.  D a s.  Che fier  la  fetuajenga  alcun 
I Rallento . 

j Tardare,Tardi,Tardo.nediatempoaì'jS, 

I ijoj  Tenareperindugure,  tardare Jlare.  Lat.  tnorari,cun[!ari, 
laborare.  Boc.I  pouani  non  penato  troppo  a diltberar- 


re,fmmuire,ftar  difeoSìo.  B oc.  Cominciò  a ceflaxe  ddep 
derh.Melchifedecb  giudeo  ton  una  fua  nouella  di  tre  anel 
la  cefSa un  gran ^perttoloi.fcampa  o fugge ,o  fi  libera . 
"Npn  Ceffando  dpunto,dr  le  lagrime,  -d  cui  non  era  t ira 
fefiataj.fminncta , Il  che  ceffi  DioJil  che  Dio  non  faccia, 
0 il  che  tolga  Dio . Cefiò  il  battimento  del  polfo.  Dan. 
Ma  flien  le  male  branche  un  poco  in  iefjbJali}cófie.A  r x, 
Doue  muggire  nò  cefia  a tombraeallele.i.refia,ofinifce. 


fi.i. tardarono . Fe  il  medico  fltiiare  un'acqua, Uqualejta-  'Rimanere.  Lat.remanere^d  re  flore  Reflare, aflenere.V  ET.  I J05 


ueffe  beuendola  l'infct  ma  tanto  a far  dormire,  quanto  efié 
auifaua  di  douerlo  potere  penare  a curare.i.iarda  re,o  in- 
dugiare . lo  dubùOfCh'io  non  haneffi gran pegg^a penato  a 
trouar  tema  da  ragionare . Coflni  a coSlel  moSirana,  che 
ii giacere  con  una  donna  unauolta  fipenauaa  riSìorare 
non  fo  quanti  dì . Tercioebe  come  io  haurò  loro  ogni  cofd 
data, mentre  che  io  penerò  ad  ufetre  deli arcajefii  frn’an- 


Rimaner  fenga’lfiio  fòle,  S'ella  rmanfr-a’l  tert»  Intne,^ 
Marte , Rimanetiui  in  pace  0 cari  amici . U uer  rimanga 
in  fella,  in  fignona  rimango.  Et  jòlim  con  noi  rimau- 
fii  amore,  ritnanfi  a dietro,  rimanti  in  queflibofcbi.  La 
lucem‘irimafa,&  feco  firimafe .rhuaferuinti.io  fon 
qui  rtmajò . com’buom  cieco  nmaJò.Lat.  reliBut,  B o c. 
uedil’ Indice. 


>< 


daranno  pe  fatti  loro.  ConofeendoU  collume  efferde  Gre  Rimanente,  nal  reflante.  Lat.  refiduum.reliquum.  B o c. 


CI  tanto mnangf  fifiiingerfi,  con  romon,  ^ con  minaccio, 
qnaniopeuauanoatroitare  chi  loronffrmdefSe , 

Bada.  Lat.  mora,  tempom  dilano . ual  indugia , ^ alcuna 
uoltafigmftca  perdimento  di  tempo,&  ambo  ajferanza, 
oa  requifitione.  P e T.  Che  con  arte  Hannéale  a Bada 
tenne  a.  Mugiando.  B oc.  Stando  a la  Bada  del  padre, 


Che  tutto  il  Rimanente  de  cittadini  fumo , 'Hfrnte  del 
Rimanente  fi  curarono,  il  Rimanente  dei  giorno.  Etnon 
bajlandoal  pagamento  le  loro  poffiefimm  ,per  loRtmo- 
Hente  nmafono  in  prigione  . In  quefto  poco  di  Rima- 
nente di  Ulta  ,cbe  lanua  ueccbtegj^  mi  ferba  . uedi 
aie  Indice. 


& de  frate^j.  a ffieranga , oarequifiuone.  D a N.rd/  Rejinare,Rilinare,é!' Raffinare.  Lat.ceffitrt,defitnere^ffe, 


IJ04 


parue  .Anteo  a me  ; che  flaua  a Bada  Dt  uederlo  chinar, 
uedta  ii8t. 

Badare.  Lat.  tardare,uacare.  f'o  Trjtale  afpettare.flar  aU 
unto,dr  indugiare.  7 e t.  Ci  folate  Ui  dunque,  ib'ancber 
bada  i.indugia.o  afpetta.  Hoc.lUhe  fepper  quelle , che 
acciò  badauano.i.  afpettauano.  D a n.  fe  [mtellctto  tuo 
ben  chiaro  badajMtende,o  pone  mente,  uedi  4 1 z S 1 . 

ReSlare.ualfermare,cejftre,mancare.Lat.rrflare,fuperef- 
fr^e/Sare,remanereJdeficerejlcefieA!l rcliquùefie.V  s t. 
'uando  reflare  l'idi  in  un  pie  colui,che  mai  non  flette, Co  > 
m'huomauc  u.  ■,Jlandoadognipafio,Etgnarda.Dcbre 

V ll4teaueder.,quaii'lmto  nule.  Boc.  Sengareftarcon 


ualhauer  fine,ma  nihude  la  negatiua  con  fico.  B o c.  C« 
fi  Giannotto  di  jollccitarlo  non  ri  finaua  giamai.ite  teftì  am 
tichi  fi  legge  jiniua.  Giofrppoper  tutto  queflonon  refna- 
ua , an:^  ton  piu  furia.  Et  in  tutta  la  notte  di  fofptrare,t!r 
ih  piangere  non  nfinò.i.nvnfi»Ì.D  A n-AmicifrirtaiCa- 
morahequi  raffina. 

.Affiettare.  Lat.expcBare  manere,  morari,cun8ari,  operhri 
PsT.  Chi  non  firn  forte  adafpettar  la  luce.  Coi  ' 
eh’ a nocer  luogo,i[r  tepo  afpetta.  in  afpcitando  uu^-urn 
Snella  .Alpetiata  al  regno  degli  Dei.'Ffcd'afpeltato  bcf 
freftbe  mmelìe.T^ò  afpettate  die  la  mortefcocchLCheia 
fbetti  non  tà , te  foia  alpetio,  Boc.  uedi  l'Indico.  Dan, 
f CC  q 


i 


Piedi  CORPO  perfona 

Harquì  mjg>ett*.Q>tiiiidi  ripofartiffmnoa^tl  Vht  infimalhora  flatotarJo,&Tign,qii4,djllimacfìrf 


1506 


alhctumto/seHzaaAtaarhfiiaitariM  ^rtgaT^a-  fHeglialft.1Hr(bepwTigre,&UnteaUja<firajalutet  - 
R^VJiodafigmrlò.  Et  quiui  t tthono giorno  pigntia.  Lat.difiiia.frgnuici.&lignuia.  torpor,  ignaxia, 

alpetteremo.DM  muto  jfpetli  quindi  le  nont  Ile . inertu,  & fotordu,et /iiordia  è U ptgnua  deUon.B  oc, 

^tttadtre,pcrafpettare.Lat.exp,(}arr.  P e T.Qaantinor-  il  jomtoammmiflraiore de  mondani  min. &■  la  prdda  TU 

rei  quel  giorno  attender  anni . Cht  pur  agogni  ( ondefoc-  gntia  nutrice  di  qnelti.  A m O a n.  Che  la  Tigritta  fojie 

(orloatundt' Ogni  lòccorl'oétuaman  s’attende.  Boc.  jua  firocihia . 

fettrariprenfioneatundere  da  uoi.'HS»  pf'  ""«Ifita.  Inertia.  Lat.èUpigritia.&dapocaggine.  \y.  E cofid 
cheioatuthiidelljin^wriJ,  La  donna  lieta  dtt  dono, fiortU  ti  beili  anni  fnoi  in  lunga  Inetua  hautt  potrtA 
attindcndoifhaMerdeglialtri.Cofuirifpofr.ibeloatin-  toniamo. 

derebbe nolemieri.Et  io  uattinderò.Che  la legnmie  mal  Inerte.  Lat.  iners,  nal pigro , & dapoco.  A.r  i.  EfeiTro~ 

tmafattendejreadeftnare.uedilladice.Dtn.Cb’jtten  binpareruili,e!r  Inerti . 

de  eia  finn  buoni,  ebe  Dio  nontenie.Colui  ih’ attende  la  p Zoppo,df  Zotto.  Lat  claudui/luafipedibuscUufusJ.iinpe  ijol 
qui  mimena.Spente  dijs'ioji  un  .Attender  certo  Di  gloria  dttus.  TtT.Et  col  bue  Zoppo  andrò  tacciando  t aura. EX 
^ura.ma  qui  m’ateendi.ei  diffe  a me.Toflo  uerrà  difrpr*  una  cerna  Caccio  con  un  bue  Zoppo  infi  rmo.e  U nto,  'hlon 


CIO  cb’i  attendo,  f^n  poto  attefe,  eirpoi  da  th'cifi  tace, 
Diffe'i  poeta  a me  non  ptrdcr  t'hora.i.af^nòjiette  iheto. 
Dimorare.  Lat.  morari;  cunffare.morani  trahert.  per  Ilare. 
P s r.flual  ella  è hoggi,  e'n  qual  parte  dimora  B o C. 
Qjielia  pafiione  et  amore  dimorare  nelle  fcioccht  anime 


fia  Zoppa  la  legge.  Etfuggo  anihor  cofi  debile, & Zoppo. 
Che  Zoppo  n’eicoe’ntra'uiajigrantorjo.  Boc  Menan- 
doquimt  ZoppiAttratiire  lUiUi.  Dan.  I^idrafiiat  Cmt 
to  ai  CerufalemmeXutto  in  lingua  Calabrefe,ualg'  ojio- 
Lino , beftiat . 


degiouani.Inuoifolailfarmihetodiniora.Dinioraia'Pa  Sciancato  Lat.  claudut,mancus.ifchiacus,^  fcbidiacus 


rigi  In  cotale  dijpofnione  émoraado . ne  per  lungamente 
dunorarui.  Voto  tempo  Dimorata  con  lui  rimaji  uedoua 
Dimorato  cofi  gran  pe^g^a . Con  lut  come  moglie  dimorò 
uedit  Indice. 

Dimora.  La.moraA>morula,cutlatio.fntercapedo,tra(tut, 
uijUi.  Boc.  Dimora  ujàtx . Certa,  Lunga,Dura,Molta. 

Dimoranza,  èiimcdcfinui  thè  dimora.  Boc.  .A  mJerela 
jòlita  Dimoranza  tafeùre.  Lunga.  Dimoranxe accidiofe . 
V «.Dimorante  in  Irlanda . 

Dimoro,ualdimora.  B oc.  nelV  n.Et  fèngaateun  Dimo- 
ro peruenue  don  ella  trouò.  D A K.  Dimandò  U Dnca  mio 
fetrga  Dimoro  . 

lento.  Lat.ual  pigro,  & tardo.  7»  & t.  Lento  Bue, Correr, Om 
tlo,’Popolo.Lenta  l'eccbu,  Pio^m.  temi  VafiUSoffnri, 
,Allamemar  mi  fa  paurOj''o,&  lento . Trouaimi  a Copra 
uia  piu  Lento, e frate.  Che  non fofjè  fiato  mi  lMito,f  tardo. 
Boc.LentoVa§i.Lenta ialce.Ladotmafu  Dima. 

I J07  Lemure. Lat.  cx boxare,  tkficere,per fumare, & mancare. 
VtT.&per  Lentar  i Jenfi  Gli  humani  affìtu  non  fon  me 
no  ime  fi. 

.Allentare,per  tardare /la  ad,&  lentus,^  Lat.laxareJobK 
rejentaredentcfiere.iptalcere,  moUm,pUicaremnuere. 
T E T.Viaga  per  allentar  tarco  non  fona.  Vorui'l  foto  aL 
lemar,thc’leortriH'ange.  Ceno  parlando  iaUentarmia 


ual  Zoppo  perdifeltodianca.h  o c.  Et  oltre  a lutto  que 
fio  era  Stiancata,e^  un  poco  numia  dal  lato  dtfiro. 
Stxoppidto,& ..Attratto. ucdi a 15  io. 


T E fi  S 0 ’H.^.A. 


1 Erfona,  Imagine,Volblla,Forma,Figura, 

I Stampa,  Impn filone.  Sigillo,  Suggi  lio.Se- 
i gno,  Macihìa.  Sihegp , Sihiag^,  Fatnz- 
I v,  Durjò  .con  gli  tuoi  utrbi , CT  di  nuatiui. 

j P.-rlbna.  Lat.v fignificatuttoilcorpo,^  ijoj 

jìiefaitex;ge  j di  qualunque  huomo , 0 animale , <Jr  ambo 
duiuiatbuomo,&  donna  m genere.  P e t.  Vcr.ona  Bella, 
Gentile,Santa, Trasfigurata,  f'iua.iome  Lodar  fi  pofiam 
carne  altra  Ver\ona.Ver  far  Ji  marmo  una  "PerloHa  mua. 

De  La  Verfona  fatta  in  paradiiò.  Ogni  Verlòna . Dirai  co- 
me Ter  fona  ,acui  non  calfe.  Che  per  fi  fugge  tutt’aitre 
“Perfine.  Come  fono  mgamtate  le  Verfòne . Sol  due  Terfo- 
ne  chieggio.  Boc.  Da  Terfima  degna  di  fede . Tropria, 
Bnona .Imcrpofiia,  SoUazgeuolej&  .Anuibeuole,  Pura, 
tìtmefta.Terfone,Triuate,Solutedtinchiufe,LafcmeX>if 
foiute,  Diuote,  fielighfe,  Diuerji,  Ciouam . ucJt  t Inéce  t 
D A u.drponeuamlepiante  Sopra  lornamtàitbe  par 
Verfo>.a,tH  uree  di  buomo . 


pena.  Ch’attentar  non  i^cuua  il  dura  affanno.!,  ammolli-  Imagine./wago.O'  Image.ueJi  fotta  Mercurio  4 8 1 J IiM 
re,o  imeni  rire  ; da  tenius,ihe  dinota  molle.  B o c..Allen.  ginatlone,&  Imaginatiua  4 1 1 J 7. 

Uta  alquamola  fferanga  D a u.Sitcmio  pofeaqnella  poiHIIa  Lat.mugi>dtmuUiru,lpes.il4Ìnugineriprefematt 
dolce  lira  Et  fece  quietar  le  jante  corde  ,Cheladejiradel  ma  del  hnomo,o  nel  fpect  bus/)  neW ai  qua.  D ah.  Tornado 

citi  allema,'  tira,  Dific'l  maefiro^bc  t andar  aliemi  i nofiri  nifi  leVofiille  Deboli  fi.et  qu.ìdo  dinota  breiK  firttm 

fiaUemare.iai.rHaxare.uedi.AUemardifipra.Kalcam-  Tipan,et  figurare  nidi  fitto  Mercurio  Sto.  (luraa  80S 
moUire,intcnenre,atltggerire.  V t z. Bagna, e rallema  le  Formi.  Lat.  & imago, per  U per  fina, magme,  0 figura.  «*r 
giafianebe  fané  fol  una  fauiUa  Rallenta  de  Cmendio,  ingenere.  P f z.  Forma  .Angebea  ,CeleS}e,Immi,rlalr, 
che pitnfi.tmma  . “Ng RalUmatelt catene.o  fiofle.  Con.  InuipbUe,  Miglior,  biflata,  Vera.  Dn angtl  Di diua . Di 

jiien  per  forz^  rallentar  li  corfijttffrenare. 

Vat.defis^sffcimficbes,.ts^ncrsJorpens,Ignauui, 
jHiJimfus.leiaus,  lefiuéntus,refisdu,  fegnit,&hocfe» 

Igne,  ual  temo  tardo.  ignauifsmui,tr  inertif}imui,uatpi- 
'grifiimo.Tt  T.  TigroCelo,Sanno,uAmmal,Sttle,Imel. 
ktta.Vtgre  f'tntureaiuemr.  Tigra  fiA0Vi,'lÌQ  c.llBu 


nimphaTorme  .Altere  ,C etefh  .Honefìe  ,Immortati,T^f.. 
ne.Vughe  fate. Di  tnangob.toudi,,  t Forme  quadre  Fra 
quelle  uagbe  none  Fo’iui  bmn  fU-.La  dt fiata  noti ra  For- 
ma uera.  Co^  cangiato  ogni  ma  Fortr’  baurri  Che  Fot 
matundeluaruto  afpelto  Forma  par  kou  fu  mai  dai  à 
cb’ .Adamo  .Aptrfe gli  octlii  Boc  forar 

. TurpffsX 


A-  > 


\ 


Pcrlbna 


C O R PO 


Ptrfoni 


*0J 


fmrfifiime  d’huomm . & Multifomis  l>oc  multtfome,  effigiare , figurare , typis  excladere.  P e t.  Similfortkike 

^ di  motte  forme.  Stampamtamta^iiiékM’ombra^edalLtoSlampaa 

Difforme.  LatÀe forma.  P i t.Sulia  Diforme.  Boc.Efo  Ha'lfole.Oiu  uelhgio  baman  la  rena  Stampi, 

fondo  IO  Difomtaia.  F i . Jmprimerc.LalMal Jtampare,&  formare.  P e r.  ond’etta  fa 

i{U  Formarr^lfigkrarc.fimre.eerficere.Lat.plafmare^ffigia-  niilcorpoCh'amorcul'mubegU  otihiaUorm’imprefie . 
rttCumpaiKre.P  n.Ond'ioHOHpoiimai  formar  parola,  eb’ alto  keihgio  Vtmprejìe  aUore . 

Forma  undiadema  nainral . Forma  fonn(am  un  fi  caro  Impreflc.  P s T.  ImpreJSe  Ferùe.&  Orme. 

monile,  oue  l'acculto  Dolor  formaka  ardenti  koci^  belle.  Imprefsione.  Lat.imprefio  typiu  Bac.  Tipn  era  alckna  . 

tt  formai  i lojpin,& le  parole.  Sute formali  é minor  uir  Imprefiune di  ctiladmejìo  piacere . 

Ikle.  B o c.T  remando  abea  pena  potata  le  parole  forma  Trojilare.  Lat.  éngerejcxpolireridamkfoimfid  normamdo  151» 
re.  Corfe  a formargli  kn  proufiograkifimo  adofo.ijt  fori  tare,  lineare,  ual  Untare , & dirrwre.& profiU  fono  cer 

ttergU.GU  éfiBeltraino  noi  fiele  bomai^ranie,&  For-  ufiU,cbe  p pongono  intorno  le  kcfli^cbe  filetti  fi  cbiaman. 

mato.i.compi:o.  D a N.’Houkaccorgelekoitihekoifiam  1)  * v.Setk  ngnardii  figni,  Cbet/keSìi  porta,  & cbe 
kermi  Tiati  a formar  l'angiUcafarfaitaJ  l’akgel  profila, tdejl  come  profiU  gU  fanello  tcHa.C  ; 

Informare  fo  dar  cognitione  dt  quello  cbe  no  fi  fa.  Latànfinte  Limbks  U "Profilo . 

Tt.  V tx. Et  è fiiffiento  ogni  benigno  btme  Del  àel^ier  cki  Improntare.Iatjmprimere.D  a s.EttalconnieHihe'hnal 
l’informa  bumana  mtax  recene  la  forma  d bkonio.  Lat.  aUrut  mprontt  1 imprima  Jemro  da  fé.  Tertbe  non  fimo- 

formitwr.Ma  tkm'infdrmeUfogkurd'knaferaà.mi  dai  itela  foa  Imptontaadefilafitaimpnfiione.Dimetnn- 
cognilune.  lì  o c.L'.Abaie  per  poterfipik pienamente  m prema  com'iofoélktjjmpronta. 
formare  del  fallo  commeJJo  da  coflki.  La  donna  Informa-  Riga,«S-  Rega  a regata  detta,kal  linea  éritta.LaUiniifiit, 
la  di  ai  cbe  a fare  banefe.Da  l bolle  fin  Informato.  Lki  regala.  Dak.EI  cornei  Crn  nan  cantandoi  lor  lai  Fa- 

detlafka  inteniioneinformòaiedtl'  Inéce.D  a tt.Cbeda  cendo  in  aer  di  felnnga  Riga  fola  lineila  RigaUpniiarcbe 

fotfa  la  pelle  sinfomuna  i.fi  flampana  li  pelle  Lofi  rima  refìi  dopo  il  fot  partuo.  Lai.  kirgnla . \ 

foie  ne  l'intelletto  yogUo  informar  é foce  fi  mnace . Scendali,  nal  lifle.  D a m.  Qiufii  Stendali  dietro  eraa  mag 
hiforme  Lat. nal  di  dee  forme. &oc.nellaF  i.yenere  col  gioii, Che  La  nuanifla.  r 

fko  Biforme  figlinolo , Lìniamcnci . Lai.  Uneamenta  imago , effigies  linea.  Boc. 

Informatione.Ì4r.  uiflrk(ho^titia,pranotio.  B o c.Pa  .^lenita  rammemoratione  de  pnerili  uniamenu  del  mji 
/endogti piena  Informatione  hanere dell'opera.  Et focon  delfitofiglinob.  i 

dola  Informatione  bakktada Brano . Mitndanei  rice-  Si^\lo,& SnggelIo.Lat.figillkm,& figni.D  a n.E qktflo 
kkia  la  ìnformatione . fia  Snggel  cbe  ogm  hnomo  fgarnii  in  nece  di  S igeilo . 

Scroppiito.Lat.maucks^aleattratto,rattrappato.T>Aìi.  Sigillare  ,&  Snggillare.Lat.  pgillare , figlilo  imprimere. 

Vedi  com'i  Stroppiato  Macometto.  D a N.  Perche  non  fi  mone  la  fina  nnerontaSlkando  ella  . 

Attritto.Latjaancku&mébriscaptusJekdebilit.kalalli  figlila.  Et  però  lormnorgironSnggellt  tseljegnofuo  ,& 
derato  .firoppiato.  B O C.  Martellino  infingendo  d'eflcre  Sodonia,  & Caorfit . 

Uttratto.  Menando  qnfoi  "goppi,  Uttratti,CT  ciechu  Dififfllare.  Lat.fignitm  dolere  deformare  ,definiere,kal  per- 
ieli Rajtrappare.  Lat.  atirahere , naie  attrarr.^  oc.Qjtafi  dere,Cr  éifare  il  Sigillo.  D A tt.Cofilaneke  allolfidift- 

iktto  Rattrappato , come  potè  il  migUo  a capi  fie  ne  tomo,  gdla.i. perde  la  forma  fna,tr  perdo  fi  confmna . 
ideH attrattode ghnenti.  Lat.debiUtatks.D  a n.  Cbe'n  Marchio.  Lat.fignnm,^ canterinm.  A r i.Sepiatiambi 
fkfitfiende,&dapiefirattrappa.  £knMorchio,(j- inno  raggia. 

Trasformare  .Lat.  transformare , mutare.'?  ST.Cb'i  nidi  Scgiìo.Lat.fiffikJialtermitte,meta,&broccaoues’indrig-  if  ij 
dko  amanti  trasformare.  E i duo  mi  trasformaro  inqnel  ' le  faette  de  gUarctrri.ibe’l  greco  dice  Sct^.&an- 

ah'io  fono . Et  s'io  non  pofio  trasformarmi  in  lei.  in  colar  che  nal  indicio, pegno.  P e r. Segno  Deflinato,Cbiaro.  Di 

tanti.,  Inqnanti  fiammeggiando  trasformarfi.  Et  non  fi  piotate.  Segni  yjali.  Del  bel  ufo.  I rinol fi  ipenfier  tutta  , 

trasforma fe  in  nerde  fcfoa . trasformato  fki.V amante  ne  ad  un  Segno.S'a  Segni  del  mn  fol  l'aer  conofcO.CbigU  ocm 

t amato  fi  trasforme.Di  fobia  in  fobia  ratto  mi  trasformo,  chi  mira  d'ognt  iialor  Segno . Umor  m'ha  pofio  come  Se- 

qnandu  in  felce  trasformollo.  Boc.  uedi  alt  Indice.  gm  a firale.cbe'l  mio  dir  giunga’ l Segno,  et  per  tal  Segno 

Sformare^al  far  brutto,^  qua  fi  mancar  é forma.  Lat  de-  Si  uede’l  noiìro  amor  tenace,&-  forte.  Pur  FanHina  tifa 

formare,  mutare  ,transformare.  Boc.  Efiendo  di  per-  qui  fiar  a Signo.  Cbe'n  quella  fibiera  andò  piu  preffoal 

' foiupicciola^ Sformato.Cottuifopialto,& rincagnato,  stgno.Boc.Trappaftre inalcunaltoilSegnodcUara»  ■. 
chea  qualunque  de  Baroagi  piu  Sformato  t hebbe.  gnme.  La  ghirlanda  fu  poi  mentre  durò  la  loro  compagnia 

Tarchiata,  ual  ben  formata, & cbe  ha  le  mebra  grafie  for  man  f e fio  Segno  a ciaf inno  delia  reale  fignoriaj.  tndiew, 

.ti,&  ktuaei,&hkontrauerfo.  Lat.  quadrata, Jùcciplena.  0 fognale . Uccioibe  lu  mi  creda  ,iotilajiieri per  Segna 

B o c.  Era  pur  nel  nero  una  pixceuole  forefoxx},&^en  quejlo  mio  tabarro  tbiadatoa.per  pegno  uedi  t Indice,  cr 

Tarchiata  attta  meglio  fàpere  macinare,  che  alcun' altra,  quando  Segno  dinota  la  oriua.ueé  a 1451. 

Volgere ,pertraifomure.  Latanutare.  P e r.i  neruif  Coffa  se%tsi\e.Lat.fignum,mditiumanaculaaniprcfsioairgumena  , 
mi  uolfe  indura  felce.  tum,nota,imacchia,indiciu,[egno.Boc.IoJiedi  un 

Stsunp2,ual formaai  fegno  Lat Jùrma^^s figura. P s t.  grandiffimobajcioairUngrlotale  ; che ui  fi  parràilSe- 

’f ergine  ccbi,CbeiadertnfiilaspictataStam  grude  parecchi  dì.  Diede  un  manif elio  Segnaleiiocfiere 

\ fa  del  tuo  caro,,  jfio. ila  croce.  uero,cbeUiùbrogiuolodieeua.ManiunoScg>uiledapo- 

Staipparecperformarefifegnarc.  lat.  imprimere,  formare,  tere  rapportdre  Ututde  fuori  cbe  un  neo . Seadalfuno  Sem 


Pcrfona  CORPO  HVOM.O  ; 

pule  riuHofcere  la  crtjeift , Thauefit,  U fin  brutta  toja  iti  mo>iio.i.iiSihi^fiMÀ 

$epure.LAt  ji%uarcav>Uireimeart.  T i y.fiede'Honmcù  Schizzi.  Ii«f.  mtxtatiope  . finoquelU  mactbieptittele,  «J* 

terra  un  tjuMuo-,  Come  ejueliiiihc  gu  jèguata  ftjli  .Oue  jj>rj)è,che  fanno  irougnutocaualli  quando  caminano  per 

da  quel  bel  piede  Segnata  è Cberba  Segnato  Calìe.  B o c.  io  fango  bquido,  fopra  le  uejle  de  caualtanti.  B o c.Tut- 

T.rtbe  Segnato  il  luogo,  a fuoifatnigU  torni,  Etanehe  ti  molli  ueggendofi , & per  gU  i < hig^  (bei  ronginifaiuio 

Jcgnaiilleltodicantoincautoamimedelpadre,&delfit  copiedim  quantità Zaccberofl. Da  u.Dat  tapoaptedi 
tho,&dell}>intoptn:o.  Sihig^imaiulati . 

,a(fiegnart.Lat.a/iigaare,lìatuere,deputare,conflituere,de-  Bo\ìa,&Bulla.Lat.iitlinagth,thefa  f atqua  quanM  bol- 
JlinarCyper diinuJlrare.B  o c.'He alluna  ragione hauen  ieioquando  ptoue,  D a s.  Ma  non  uedeuam  ejja,Ma 

ione  faputaaffegnare ."Hen  jilamente  buon  falanogti  thè  Bolle, the'l  bollor  leuaua.  a guifa  ituna  Bolla  Cui 

affigrii,niaa.conjiitui.a/segnatogliadunqueuniauaùo,  manca  laequa. 

come  quello  gouemato  banca.  D * u.Chegba/iegnifet-  Bollare.  Ulfiglllaredmprimcre.  B o c.I  priuilegi,bquaii  a» 
te,efr  linqueper  dieci,  chorachea  bollare  niente cofiafiero, 

1514  Macchia.. Lat. macula, labes,btura,nota,& alcuna uolta  PatKiie.ualdijpofmoniiperlóna,ftmibtudine,beUt:t^ft  ijitf 
per  la  nota,  0 infamia.  B o c.  Gli  niJe  nel  petto  una  gran  mt  mbra  benfatte.  Lat.  forma, (pei  iei,e;^glrt,fatiej,puU 

Macchia  di  ucrmigUo  tinta.tipn  uoglute  cèfi  fetta  Mac 
chia , fio  che  glorufamente  acqmfiato  hauete  guaflare, 
idefi  infamta  0 nota.  Et  ueggendoTaJqutno  già  tutto  en- 
fiato, ó"  pieno  di  ufeure  Macchie  per  lo  uijO.S  ’mtommctò 
la  quabta  della  predetta  infermità  a permuure  in  Mat- 
chie nerc,&  Itutde.  & quando  figmfica  un  cefjntgbo  dt 
filine  tufieme  adunate . a iiii . 

Macchiare,  ual  imbrattare.  Lat.  maculare,  Tar.  Che  tutti 
fiam  macchiati  i'una  pece.  Lat.  notali, 
linmaculata . Lata,  non  maculata.  A r t.,Atrarla  quindi 
lmmacula:a,e  mtatta.T,y»go  ab  eterno  purae  Im- 
maculata . 


chritudo.  P 1 1 .Raffigurando aie Fattea^  conte.B  o Ck 
Donna  di  Fatte^belbfjime.  Turpareanolr  (uefattrgr 
xebeUijinnea  Tencone,ideftifuoiatli.  A R i Manafeon 
dea  quelle  Fattigge  praue  Con  lungo  babito. 

Nudo , & Ignudo.  Lat.  nudai,  ual  priuo . prop.  eJr  meta. 
T • T.  Tonerà,  & Hada  uà  Fbtlojopbia.  GiafuHu  nu- 
drita  'Nuda  . al  del  "Nuda  è gita . S 1 enne  uirtùTiudali 
fiima.di  ualor'Nuda,cfz  macra.Ombre'Nude.-àmor  cie- 
co,& "Nudo,  trouómiji  'Nlfdo.ch'ibqggi'Njidofpirto,'^ 
poca  terra.Boc.fopratatiuda  terra  ,& mal  marne 
I addormentò . Con  le  braccia  'Njfde  .D  ah.  Di  poco  e- 
ra  é me  la  carne  "Nuda . 

Magagna.  Lat.  macula,labei,contagio,dcfe(ius . ual difet-  Ignuda.  lat.nudui.  P e t.  "Popolo,  Ferro , Spirto , .Amor, 


to.B  oc.  La  Magagna  di  quejlo  trafuedere  dee  procede- 
re dalTero. Dan. .Ahi  Genoucfi buomini  dmerfi  D'o- 
gm  coflume,dr  pten  d'ogm  Magagna . 

Magagnare . Lat.  mficere , maculare , ual  guaflare,  ferire . 
B o C.  llqual  dente  non  folamente  e Magagnato,  ma  egli 
i tutto  fiacido.  ij-nelT  u.ChriSlo  fonò  l'orecchiaal Mam 
gagnatoj.  al  ferito  Matto . Toi  che  per  lungo  ffiano  tom- 


Ignudi  amanti. Diti,Tontefici,ìmperadon,Moriati  Ign» 
da,Mano,Tcrra,Fcra,Dtana,.Aima . Ignudo  Stalue,Ri- 
me.-dmor  de  la  jua  luce  Jgnudo,e  caffo.Et  10  fon  qui  rima 
fo  Ignudo,g^’.ci<co.In  una  fonte  Ignuda  Si  fiaua.'flabbili 
Ignudo  l’offa . Di  fuor,  & dentro  mi  uedeie  Ignudo . V idi 
qualufc)  già  del  fuoco  Ignudo  II  Re  di  lidia.  B o c.  Don 
Gianni  fete  fpogliare  Ignuda  nata  Comare  Gemmma. 


battendo  bebbero  durato  tornandone  molti  dall' una  par-  Oltre  ad  egni  comparatione  Ignuda  gb  piacque  Rie  Ciardo, 


te,  & dall’altra  Magagnati . Come  d porco  magagnan- 
do conia  Sanna. 

Nota  per  la  maccbia,& peccato . uedi  a 5 99. 

L.-ntigine.  Lat.  lentigodnii,fono  certe  macchie  che  uet^o- 
HO  in  fu  U faccia,& anebo  per  la  per  fona,  & non  m tutto 
nerc,&  Lemigmofus,  ual  pieno  di  leatigim, 

1515  Nc*o.  Lat.mtuuieifrgmnaturalfipra  la  carne . onde  nauo- 
fui  naie  abbondante,^  pieno  dt  "Nsi-  Boc.Ma  mnnofe 
gnale  da  potere  rapportare  le  uide , fuori  che  nn  "Ns»  • 
quale  era  (otto  lafiniflra  poppa . Dieoti  die  madonna  Gi- 
neura  ha  fiuto  la  finiflra  po^a  un  "Neo  ben  grandicello, 
<f imomo  alquale  fin  forfè  fei  pcluggi  biondi  tomoro. 

7'acchcrelle.  Lat,  nota,  incifura,  fino  tacche, 0 tagb,cbe  fi 
fanno  fipra  un  legno, & peri  mene  ad  efiere  difetto  fi,  et 
per  meta  fi  due  un'huomo  hauere  tacche.!,  difetti  .B  oc. 
Senga  che  egli  ha  alcuneTactberelle  co  quelle  ,chefitac 
ciano  per  lo  miglioreJai  Scolare,cbedi  malpelo  hauea  tot 
cata  la  pelle. ne  tefli  moderni  fi  legge,  banca  coperta. 

Indicio.Lit Jdf/ figno,nota.  B o c.Et  anebora  era  certtffi- 
molnduiodt futura  morie.ForfebuonoIndiciodàdoaiio, 
thè  nella  fguente  gurnata  fi  dee  raccontare.  Et  trouando 
per  «fiat  mani  felli  Indici  Im  efiere  neramente  Ciuffredi . 

Chiax^re,ual  macchiare.  LatJnatulare,mfietgere.  Boc. 
£ tutta  di  fangue  Chiaan^ta  farebbe  parata /t  fin  ueJuu 


& lei  nule  Ignudi , &fcouerti  dormire , Effò  tutto  Ignu- 
do Slaua. 

Denudare . Lat.  & meta.per  manifeflare.  Ari.  Et  aceto, 
che  meglio  il  nero  ti  denué.i  mamfefli . 

LIBRO  SETTIMO 
H y o M 0. 

VoHo,  Donna,  yiro,’lfano,Ma- 
Jchtod’emina,Manto,Moglie,Spo 
fi,Spofa,Conforte,Connubio,Ccjm 
la.  Matrimonio,  Mantaggio,Ta- 
dre,Madre,Babbo,Mima,Matri-'^ 
piu,'Nouerca,Figltuolo,  Figliuola, 
yaigenito,Figbaflro,Fraiello,  So 
rella,Legittimo,Bafiardo,Genero, 
nipote, Germano, Cuginojbfauo, Suocero,'Nuora,Co-  ' 
guato , Zio, -duo.  Compare , l ornare , Tutto , Tofi, 
Carzpn,  Infante,  Fanciullo,  Fantolino,  gambo.  Creata»  • 
ra,  Ciouane , ytnle , l'ecchio,  yerg;'»  f ' - 

dona . -Adolefcentud,  Infamia , Fondu Jeeifga,  Tueriti. . 
Giouemi , F'irilad,yectbui^  ,Decripitd . Con  turni  ' 


H V 

fmi  nerbi,  & iermati , 

i)fj  kÌAOLlAt.& ^djmnyfrimhm>mo,tà‘prmififurtt{li 
diojècondo  Li  mterpretationc  delU  btbufigmjuii  teHt^ 
(alare/)  leflimomo.  uifie  aimi  f}0.& flette  nel  Limbo  an 
ni  5 1.  dal  principio  dei  mondo  infino  aixytii.  anno  del 
l'imperio  di  Tiberio, netqiial  ChnHopatt , però  dice 

Dan.  Trafleci  C ombra  del  primo  parente , l>',Abel  fuo 
figbo . Ver  morder  quella  (a.piauta  ) in  pena  ,irin  difio 
CmqHemd’aum,  C pm  T anima  prima  (j.^dam)  Bramò 
tolni , cbe'l  morfo  IM  fe  punto  (.i.Cbriflo).  Similmente  il 
mal  feme  d ^damo.Che  quefli/chc  nien  i/ieco,pcr  lo'tuar 
(0  Oe  U carne  S,Adamo  .Tutti  cantauan  ; benedetta  tue 
Tqe  le  figlie  d^Adamo.  &ilVtt.T al  notte  non  fur  mai 
dal  dì  eh' .Adamo  Apertegli  occhLForma  parnon  fu  mai 
dal  di  ih' Adamo  Aperfegli  occhi  in  prima.pot  che  l’adur 
noSuo  mal,eirnoflromdc  prima  Adamo . 
promotbeo  fu  U primo,  che  formò  [hnomo  in  pittura, 

H uomo.  Lat.homo,  ab  bumo  dt8ut,&kir.  T rouafi  quella 
uoce  uariamente  nfata  da  noflrt  Toeti,&  prima  deli'Huo 
mo  come  animai  rationalejdice  il  noflro  P s T.  Quaud'era 
in  parte  altfHuom  di  quel  eh' io  fono.  Dindi  fa  quella, 
eh' a nulTHuom  perdona.  Che  tanti  affanm  Huom  mai  jòt 
to  la  luna  'Hpn  lòjferji.  ^uafi  Huom  che  teme  morter& 
ragion  chiede.Difendermi  da  Huom  coperto  danne.  Onde 
al  ueroualor  conuienc'Huompoggi.  Com'huomch'a  nom 
ter  luogo,  & tempo  aflietta . Com'Huom  dì'ifano , c'n  un 
momentoammorba  .Ittguifad'Hiiomch'afcolta . agmfa 
dHuom  che  fógna.  Hauea  color  d'Huom  tratto  d una  tom 
ba.Vur  com’io  fufli  un  Huom  é ghiaccio  al  JòleJLuomint, 
e!r  Dee  jolea  uincer  per  forza,  B o c.  /o  hofempre  inufo 
tHuomo  e fiere  il  piu  nobile  annuale, che  tra  mortali  fufie 
creato  da  Iddiojir  apprefio  la  f emina.  Ma  f hnomo  fi  co- 
me generalmente  fiuede,&  crede  per  opere  è piu  per- 
fetto,i3'hauend/>pmdtperfettione,feirt^alcunfabodet 
hauere  piu  éfermcoQA  thè  non  ha  iafemina,  & coft  ha. 
Jl  primo  H uomo  ,c  he  a gli  occhi  occorfeAT  nel  La.  Ricor- 
datiabe  tu  fa  huomo  fatto  aìlaimagineA}'  allafimtlitudi 
ne  d Iddio,  animale  perfetto , ^ nato  a ftgnoreggiate,  & 
vonad  efiere  fignoreggiato;Laqualcofànel  noHropri- 
tno  padre  ottimamente  dimoRrò  coluifiquale  poco  dauan 
ti  lo  hauea  creato.mettédogli  tutti  gli  altri  ammali  dinan 
facendogli  egli  domare ,et  alla  fua  figmria  fupponen 
dogU/l fòmigliame apprefio  facendo  é quella  una,  &•  fo- 
la f emina, ch'era  al  mondo, la  cui  gola, & La  cut  difòbidien 
Zfc&letui  perfuafiom  furono  é tutte  le  noHre  miferie 
cagione,&  origine . Tfpbilifiima  cofa  è adunque  [ Huomo 
ilquale  dal  fuo  fattore  fu  creatopoco  minore  degli  angfli, 
& fe'lminor  Huomo  è da  tanto,  da  quanto  douea  ejfert 
colui  Ja  cui  nini  ha  fatto,  eh'egfi  dagli  altri  ad  alcuna  ee 
cedenza  fta  eleuato  iuedi  [Indice, 

Huomo  circa  le  parti  del  corpo.  V e zjiuom  Mortale.  On- 
dio  firn  qui  com'Huom  cieco  rimaja  .ogni  offro  ingegno, 
tr  fero  Focena  humile,  & ogni  Huom  mi  gagliardo . Da 
far  innamorar  un  Huom  Sctuaggio . Si  grani  i corpi , & 
frali  De  gli  Huombii  mortali  Hoc.  Hiiomo  Ciouane, 
f'ecchio  Antico  d'anni/ir  di  fer.no  innamorato . Attem- 
pato molto.Di  meza  età.Grande  di  perfona.  Betlo,&  pia- 
feuole  nel  uifò,  M*gro[Secco,& di  poco  fptrito,  Diperfo- 
. pa  ’Picciolo,ò‘  innato,  & col  uifò  rtneagnato,Robuflo, 
Temente, Forte,  "Poi  della  perflm , 'Uffrbuta,  Leggiadro, 


OMO  „4 

TuUto,  Ricco,  Ricchiflìmo,  Touero,  Mutolo,  Sordo.  T, 
RellofHitto,Leggiadro,Vubto,Gcntile,  Galante,  Ornalo, 
y enuflo.Fonnop  VeUegrino,Amorofo,DoUe,Cjro.SoL. 
leiuo,TrSto,Treftofiubuod>efl  ro,Aitite,S  nello,  Agile, 
Gaghardo,Vofiétedorte  Audace,AlteTo  .Brutto,Spor 
co,  Siomaiofo , Lordo,Sucido  ,Fracido,  Mania, 

Vuz'Zoteie.Tigro,Lfio,TardoiTnflo, Inerte  dopilo.  Acci 
dtofo,Mifcrodralc,Inetto.Da  poco  'negligente, Defuia- 
to.Moftro,  Malfatto,  Stroppiato, AtlrattOfAfiiderato, 
Zoppo,  Gobbo,  Slorto,SlancatoJclancodtoncoiSforma- 
to[rrasformaio,Contrafattofirbo,Cieco,Guercio,Lofco, 
Slralunato,Lippo.  ytuo,Mortale,y  ero, 

Huomo  circa  le parttdell’amma.P  e z. Era' l grand' Huom,  i flft 
che  d Aphrica  s appella  Huom  beato  chiamar  non  fi  con  ^ 
uiene . Huom  Febee  [Saggio,  Bafio,  Turo,  Ligio,  Mi  fero. 
ElfaperfamagliHuommiImmortaU.Etdegli  Huomi 
ni  mdt  ai  mondo  diui.  B o c.  Tiobile  di  dt  coflu» 

mi  Aucnturato.  Grande,& y alente  ingrammaiica.ya 
lente  é cuore.  Senparlante.Buono,  Santo,  Santodantif. 
flmo,Vro,  Tfode,  y alente.  Gentile,  Accorto,  Leale,  LU 
berale,&  Gratiojò,Tiaccuole,  SoUazg^uole,&  Fefleuo- 
le. Innamorato,  Coft  untato,  Aueduto,<!r  Cortefe.  yene- 
rabde.  Cattino,  Rigido,Crudele,&  Imquo,Vej}tmo,MaL 
uagtodefliale,Ghiottifiimo,Materiale,etGrofio,Reo,Do 
lorofò,Dolitt,Gelafo,Malaueduto,ytllano,Idtotadalua- 
tico.  Ebbro  .Triflo  piu  che  alcun  altro , Teggiore  che  mai 
nafeefie.  Famojò  per  lefue  ruberie.Di  cattiua  uita.Di  bia 
pmeuole  fiato . Di  uibjfima  condithne . Di  conditione  af- 
fiti leggiero  jna  ricco.  Di  bafia  conditione . Di  natione  affai 
bumile . Di  natura  benigno , & Amoreuole . Di  grande, 

& reuerenda  auttorità.  Di  grafia  pafla . T.  Huomo  Sag. 
gin.  Sapiente,  Scientifico,  Dotto , Letterato , Eloquente , 
Elegante,  Arguto,  Sottile,  Facondo,  Verità,  Eccedente, 
Famo/ò,Graue,  Everta,  Sagace,  Ingenhfo,ARuto.Iffn 
rame.  Ignaro,  Indotto,  Jnfipiente,  Incauto , Mal  accor.. 
to,  Mezp,  Seluaggh,  Rozfo,  Graffo,  Rimuzzato,  Mat- 
to,Stolio,Stolido,Vazzp,Sciocco , Infimo,  Fatuo,  leg- 
giero, Furiofò,  Fode,  yano , Buffóne,  Deliro , Schermto. 

Derifo . Ciuile,  Tigbile,  Gemile,  Vat  ritto , Degno,  Egre* 
gù,  Generofò,  Magmfico,  Honorato,  Reuerendo,  Chiaro, 
Sublime,  Signorile,  Rigale,  lUuflre,Jnuitto,GranJeJtìca 
co, Splendido, Liberale , Largo,  Magnanimo,  Prodigo, 
y diano,  yde.  Infimo,  Tonerò,  Famelico , Mifero , Men- 
dico, Tilocco,  Furfante,  Gaglioffo  ,Seruo,  Schiauo^Aua 
ro , Cupido , yfuraro , Varco , Scarfò . Baffo , Semplice  , 
Manfueto,  Humile , Mite , Via, Tacilo,  Pudico,  yera 
gogfufó  > "Ptetofii , Vlacabde , Ciememe , Benigno , Mi- 
fitricordiofi , Compaffioneuole , Gratiofo , Placido  ,A- 
mico , Rationabde , Trattabile , Temperato  , Leale . Su- 
perbo , yanaglortofo,  Glortofo , Vompofò , Gonfiato,Fau 
ftofo , Arrogante , Temerario , Vrofbmuofo , Audace  , 
Iiffòbrme  ,Ambmofb,  Fafbdiofo  , Irreuerente , Orga, 
gbofb.  Strano,  Teruerfo , "Houijo,  Pertinace,  iràfeibile. 
Iracondo,  Sdegnofo,  Importuno,  Sfrenato,  Colerico , Im» 
paiieme , Infopportabile,  Impetuofo,Implacabde,Incle-  ' 
meniedeftiaie,Crudele,A(crbo,Afpro,  Atroce,  Empio, 
Fello,Vtauo,Terfido,Crudo,Seuo,  Seuero,  Vroteruo,Du 
ro,Diro,  Feroce,Ftero,Riffdo . Coflame,Siabile,Fermo, 
Scbietto,SinccTo,Certo,yerodmmobile,Immutabile,Di 
ftreto,Cofideralo,Circ2Jbetlodìegao,Maturo,Moderalo 
« ' ' iiij 


H V O M O 


Donna 


Moiejfo,Vnidenle,  Tornito,  Accorto, Idoneo,  {nfgmto, 
lntrgfo,ChUn,Eletto,^.tro,SmgoUre,y^i:M,Solo.Mu- 
tabUe,ltt!ìtbilr,1ncanHMte,Incerlo,yolubde,l'ariAiir, 
Dnbbiofo,  Mobile, BugÌjnh,Mi‘HiUce,Bigarro,f'dgabon 
do.yjm.Difleate,  Falfo,  Conirario . Religiofo,  Tallente, 
Tndico,HonrJìo,CaJìo,Contin,iitc,^flmcnu,InuioUbi~ 
le,Buon,B  ato,Ben  <Uta,Sa'iio„Almo,  Ùnto, Immortale, 
Sommù,'>emidto.  Mnlteroyiolatore,  Stupratore  J,ian 
^nrbatore,yerlipeUe,  iHioniincnte , Sodomito , Cornar- 
reo,BHggieronejl.fiiate,Barilajfa,Laliuio,lmpiidiio,Ef- 
frenato,  Jnkonejlo, Beico,Lenone,  Ritgiano,Tabauhino, 
HeretLo,GiMd-o,TnrLO, Marrano, Saraceno,  Moro,Inli- 
do.  Mago,  Incantatore,  Diabolico,  Tligromante , Felice, 
Fortunato,  Contento,  Ctoriojò,  Ciocomlo,  Ueto„Allegro, 
Giubilante,Tran<ikillo,Feflo;b,Fateio  In)elice,Sfortuna 
to,Siontemo,Sionj'olato,,Addolorato,,A^annato,^tto- 
nito„Angofiiofo,  idnjìo,  Dolente, Duloroji>,Dcbole,  Egro, 
t Infermo,  Malato,  Eìienuato,  Elàuiio , Faticato,  Frale, 
■ ' Fiacio,Ftoco,  Gramo,Lafio,  Fefio,Ln’gnida,Lagnmabi- 
le,Maiilcnto,Magro,MeJio,Taltido,TdUido,TaHeneofo, 
Sqnalido,Sbigottito,Tremante,Trillo,Tiint.ro[o, Traila- 
gbato . Ubero , S ciollo.  Slegato  .Legaio,Trijo,,Auotto, 
,/fkinto,  Scrrato,Stretto,Incatenato,lUaqucato,  Circon- 
m>lkto,lmprigionato.In  lacci  anolto.  JnmJu,lngraio,  Sce 
lerato,ScoHofccntefieo,  Olhnato . ^Adulatore,  Simula- 
tore , Soutore , Irrisore , Blando , yerberone , Fauolofo, 
loquace,  Malduente,  Mormoratore,  Detrattore,  Calu- 
rnatore , Mordace,  Doppio . Litigiofo , Ugio,  "Hequitolb, 
Maligno , Frodolente , Maiiuolo , Odiojo . Iodio , Furo, 
Rubatorr„Alìalfiao,  Malandrino,  Tirata , Sicario , Infi- 
diatare , Traditore,  Fai  fario , Rèi  ilo,  S pione,  H omicida, 
Tatricida,Matricida , Fratricida  ficcifort,yenefico,yen 
dicatore , Fugguiuo , Efule . Bibace , Ebbro , Briaeone  , 
Tauemero,  Golofo,  Ingordo,  Difioluto,  l'oratore,  Barat 
tiero.  Baro , Giuocatore , Lufore , T ruffatore.  Inganna- 
tore , SeHeinmiatore . Macflro  di  Giujlttia , Boia , Mom 
mgoido,  sbirro , ta^o,  Brietone,  Impiccato . Baflardo, 
Spurio,  'naturale.  Mulo , Coglione,  Cafinne,  Caprone, 
Minchione , Maccherone , Cialtrone , Buffalo , Ignauo , 
Da poco.Pt  T-pariantedeiriiuomo.  ,4lioda  terra.C'ha 
del  pellegnn,  dr  del  gentile  contento  di  fim  forte.  Coper- 
to if  arme.Drgno  dbonore.  Di  carne, dr  Sofia  Jìifferan- 
cca  altero.  Dtflrojù  l ah.  Eterno  di  Fama.  Fermo  in  cam- 
po. Grande  con  atti  foaui.  Ilqualc  ogm  buomo  bonora.ln- 
utdo,dFfuperbo  d'honor  tanto . Ueto  nel  foco  .Tentilo  de 
mal^efi  anni . Tien  di  pietate , Tienéffeme  ,&di  difio. 
Tnirn  di  ua^eina  ginuauile,  RiHretto  ejptttante  guerra. 
Salito  inquaUhe  famaJtamoépenfirrJlancoé  mirar 
non  fatto,  y ago  Suàr  none  Ile.  Carco  d'idilio.Carco  di  do- 
lore. Colmo  di  doglia,  dr  di  defire . Che  fegna . Del  nuigo. 
Di  formato  al  campo.  "Nudrito  mjèlua . Tirn  di  paura, 
difilpetto.Tien  difpauento.Tien  di  Tatfier  uam,drfcuic 
chi  Ticn  di  fojpiri.  Scacciato  fuor  del  dolce  alberge.Trat 
tod'unaTomba  Huommi.uedtalC Indice . 

Viro . Lat. ual  buomo, Dan. D'mfanti , di  femine ,df  dt 
ybri. 

Nano,  tal,  nanut,  pumilio , dcpigmaui  ; i buomo  jiicciolo. 
Ari,  Quindi  mirando  utdttn  Jtrana  luna  ,Ch'un'Ha, 
no  auìiicibialo  era  con  quella . Et  era  quel  pKcin,flato/i 
dotto.  Che  UBiegina  bontà  meffa  di  fotta.  Due  caualier  i 


c' haueau  per  guida  un'tfano  .yengon.  (rmdffie  UT^- 
no)perfarproua.CofifurendotlSaracmbit;^rroSinol  ' • • 
gial'ìÌano,edice . 

D O a*. 

Onna> F emina, Tuttana .Tutta,  Mere- 
trice , Sianfarda , Com  ubma,  Bagajcia . 

Tarn , Tregm  ^e , Fajte , Culla , Rocca  , 

Fufo , Conocchia , Tcnnecchio , Uno,  Filo, 

Stame,  ,Ago„Arcolaio,  Sulbio,Cafje,Cal- 
Lole, Spulo  .filare,  cufetre , ordire,  lifitrt, 
puiianegBiore . 

Eut  prima  Donna,& prima  madre,  laquale  col  fuotfrena-  ijoj 
to  appetito  ci  fu  cagione  di  eterna  tLnmaiionc  ,& ptribe 
di  queSlo  le  catte  ne  fon  piene , non  alirimi  nmicfi,  nde- 
remo  fe  non  de  quanto  ne  parlano  i iioltri  f orli.  P tT.<  bel 
pianto SEua  inallegreggiatonii.D  A u.'Heqnaniuiuine 
perdio  Cantica  madre,  y alfe  leguantie  piene  Ji  ri  giada. 

Che lagrimaitdononlomaficr aire.  Lapiaga.the  Maria 
rÌHchiulcr&uiffi,QneUa,ib'itantubcUa  da  jnupudi.  k' 
colei, che  l’aperfe,&  thè  la  pnnje.  fimendaido  di  Eua). 

Donna.  Lat.  muùer.  alcuna  uoltapgmfica  figuora.  tallo  da 
Trouenr.alt,& ufatu  dagli  Thufcantft  prima  urea  le  bel 
ifljsy  del  corpo.  P E T.  in  ucce  di  M.  Laura.  Lat.  domina, 
amica, amafia  Donna  Bella, Guiuane, Mortale,  Ricca, Li g 
giadra,-4ltira^lta,  Tufi  ente.  Che  l be  uoflr  occhi  Don 
Ha  rm  legare . uergngnando  lalbor  ih’amhor  fi  taccia 
Donno  per  me  noflra  belletiTa  in  rima.  Del  mio  cor  Don- 
na. La  bella giouanetta.c’bor  i Donno , E’n  burnii  Donna 
alta  beiti  diurna , O in  Donna  ,cbenaiDi  gumeniute,  & 
di  belli  ^ altera  Fra  quantunque  leggiadre  donne,  e bel 
le.  tìr  Donna  per  Maria  uergmc  per  la  Chiefa.prr  Roma, 
per  la  Ragione,  per  to  Morte,  fono  a gli  filai  luoghi.!,  o c. 

Donna  Bella  é corpo  ; di  forma  BeUifjima,yaga,Gcmil, 
Leggiadra,Delicaia,  Gmuane,  DifiioHa,Trefla, Deftra. 
-Aliante  delta  perfvna.  Grande  di  ptrf>na,lkta,Gratio- 
fit,  Tuceuolf,  -Aueneuolr,.Acconcia,FrtfianAréta,Bal 
dan^fa  Di  buon  -Aria.  Dome!UtaScfianieJi.uca,  Mor 
bida , Brunaccu , Tarchiata , Donne  yaghe , Delicate, 
mdi  l’Indice, 

Donna  circa  la  belirg^e  delC animo.  P s t.  Donne  Gentil, 

Liete , penfofe  accompagnate , rj  fole.  Dodici  Donne 
honefiameme  lafle . Donne  Ektte  Eccellenti  nelrffi  una, 

C he  fan  eoflrifopra  le  Donne  altera. Tei  mé  fra  le  Don- 
ne Teregrme  Quella . E'n  belle  Donne  HoneRe  atti  fon- 
ici , Dolce  cantar  HoneRe  Donne , ep-  Bette.  B o c.  .Ac- 
corte, -tuedute.  Sanie , Sobrie,  Ttetofe,  Buone,  Re  bgio- 
fe , Manfuete,  Honefte  , Dif .rete.  Moderate , Renerenn,  . 

Horreuoli , yalonfe , Gratiofe , Benigne . Donna  Dmom 
ta, Spirituale  .Buona,  Honefla , Santa , Sempbce,  Obe- 
diente.  Temperata , Mifiricordtofa,  Tietofa,  H untile. 

Cheta  , Tallente , Gentile  , Corte  fi,  Cofiuaatt.  Ben 
Tarlante , Sueghata , Trefta , .Aueduta,yalcnte,Ccnn, 
pinta . Dotata  da  natura , Dtfcreta , Gtoriofa , Famoja, 
yeneranda.  Grande,  Liberale, Leale  .Ferma,  Ornata, 
uedi  all’Indice. 

Donna  circa  le  norie  proprield.  P * t.  ffc  V an  v»f>  fiat*  1 410 
In  cor  di  Danna  piciiol  tempo  dura.  Donna  aitend 

tglorwfii  fama , Di  filmo , di  uator.écartrfiia.  yeri 

hoof slà, 

.hi. 


1511 


Donna  H 'V  O 

botielU  che’n  btlU  Donna  fta . Quando  una  Doma ajSai 
fronla,&  fuura  Di  tempo  antica,&giouane nel  ufo . Di 
quella  JoUe  mia  ncniiia^  DonnaXollet  ch'ijra  le  Don- 
ne un  Iòle.  Le  Donne  lagrmoje/l  uoìgo  inerme.Ttang^ 
te  Di‘niie,&  ton  noi  pianga  amore  S cndo  di  Donne  un  bel 
numiroektto.f'té  fra  nude  Donne  una  già  tale . Boc. 
DonnaTk’ghtuole, Sdì gaofetta, .Amata da  tnolii.Ttena 
duoniupijtibiledefidtno.  Intiàma].ActefifInnamoraia  ^ 
Dura,.Acerbetta.Salkatica  ^ Forte  truetiofi  ,^tteiata 

d'ira,OdioftnAérata,Sònacibiora,Mahtiofa,Maluagia, 

Orgcgbofat'F^pftntetli’gidaf  Cruda^itidiale^  Crudele  » 
^uara,Coloja,  rolonterofri,  Mifera,  Donne  tome  Hatue 
di  marmo  Maiale, Dipinteci  Frepate.'H^gh  animi  limi 
dei  TJunfc.Tigre.UntltMobiliMrofr , 4 ofpettofr,  Tu- 
fiHanimr.Taurolc,  Focofe,  Del  corpo  beUiJJime,  ma  mmi- 


M O 


Donna 


*05 


utrfa  moltitudine  fiagelofa,  tSe  ritrofi/mbieiofa^inuidio 
faj&  dciira,ne  quanto  ella  nel  far  fi  Jèruirefia  imperiolà , 
Hotojà^ex^a.flomacolaA^  importuna , ne  altre  cofiafi 
jàlitequali  molto  piu  jjiiaceuoli,ehe  le  narrate  fi  ne  potreb 
bona  contare,  uedi  all  Indice  .Ari.  He  tra  gU  buonuni 
tnal,ne  tra  tormento.  Che  Feminaami  Femina  ho  troua- 
tOiHon  por  la  donna  alPaltre  dine  bella,  Hs  o cerne  cer 
ua^  a le  agnelie  agnello.  V i K.Famina  fieminco  corre- 
pta  cupidine  nulla  eJl.Hfin  si  trouar  cagione  acaji  miri , 
Se  non  quell' una,  che  F emina  fin . yeggio  che  non  può  far 
cofaperjettt,Tercbe  natura  Femina  uien  detta  (parlan- 
do della  natura)  Gh  du  perduta  quefia  caufit.o  unita, E no 
l'arbitrio  di  Femina  leue  ,Che  fempre  inchina  a quel , che 
menfardeue . Faciiamde  lelor  Femmead  altrui, Quel 
ib’alin  delenojire  ban  fatto  a nu. 


fi:ianime,T>aurófr,Foeofe,DtlcorpobeSiJfime,mammt.  cDaimaeienoiirenaniaicoanu..  ^ 

{hedhonejià  Sono  naturalnienlemteU  Donne  Ubile  ft  Uvnina^uece  di  puttana  Ut.  meretrix.  6 oc.  Ella  ni 
inchineuoh  &irouarimlprincipiodellaoratione.Don-  diuenutoFeminadimondopurperao. 

nefca,Donne%menie,DJnefio^.uediall'lndi.e.&Ìnge  Hemiuphtcs<isto.Ul.&adrogyimsatalmafcbio,&femi- 
urrr  V f M cuinuUacale  rcnond'honorc  ..Afitttata  na,ucdla|.^^.  . „ wfi.- 

al  rigL  de  li  Da . ( hc'l  cielo  bonora . ch'a  tutJl  mondo  s T C6  fg»  Mafihn 

famaiolle  CittaénadelctUfiengno.DeU  Donnealtero,  penjicr  de  Palma  toUeiJmtfihio  Air  utrile.B  oc.^afiad 

XonHiriucreaxa,e-<thonorc.D,gnadipotmarartJJimo,  rereéfie.Fg'iuoliMafihiAir  FmiM. 

cJ'd'hHlorUMcl  «ti  fircna . EfempUr  5wwo . Fior  de  le  \m\e.Utaiirilit.  naie  dthuomo,&  aUt^uolta 

fJeMe^loriadiLflraeladelnninahumde.Uggia.  &magnanimo.ondeaPti.f'iJi-dnafiarcointr^id^^ 

d'anZe.  HoHra  Dea . One  albe  rga  honor , & cortefia . tele  magnifieintia  del  Re  C«i»..  Uquah  Virilmente  conu 
Ornata,&  calda  di  uirluteardcnie.Tiu  bella  del  fide,  & battendo  acquifiarepofiiam,  a dimimi 

eiu  lucente  TieìoPa  teiiTJ  fdegno . Stella  in  terra  . Saura  PutnnaA^  Putta  a puteo  Ut.  l^  .&Upula  il  dimim 

l-aa,  ulri/i  y Ku  o elenttuo  di  beUerza  .Inuoltainur 


IfU 


te,^  leggiadria,  yniio  ef empio  di  beUdi^ . Inuolta  in  ut 
fte  bruna.Triua  ttorgoglioJohnga  da  l'tnfegne  d’amore , 
Turbata  in  mfia.  Volta  in  fuga  . Vota  d'ogni  ualore. 
A R i.  Molti  configUde  le  Donne  fono  Miglio  improutfo , 

ch'a  penfarui  ufcici.Hpu  fiate  pero  tumide  efafiofe  Dm- 

ne,per dir  tbePbuomfiauojlro figlio , Cbe  dalefiinean- 
chor  nafion letofi,E duna  fetida berba nafte  il  giglio; 

Import  uneiuperbeabjpettofe.Tnue  d amor  ab  fede,  c:^  di 
eonfigio  TemerarieArndclianique , ingrate  TerpefiiUn- 
eterna  al  mando  nate . 

)onna  beUtfmaJ*Jtr<>nacaratMatronagenerofa,Sig^ 

^ ir-  lÀmm  U0nnr.tmls - 


ttMOtjCOnmmfief  mcritrtA  K fun.t 

ilcorpo  fuo,et  per  danari uendePhonortAe la  caftita  fua, 
ma  non  però  ogni  femina  impudica,  dr  lufSuriold  i detta 
TnttanaAir  Utjneretrix.  B o CJgU  non  fi  uergogna  di 
mena  notte  dire  che  tnfe  Tuttana;  qua  fi  come  non  ti  co 
miieliimo.  Igkottonià  tauemierià  Puttanieri,  & gli  al 
tri  di fimtie lordura dtiboneHihuomini. Ti  a u-AlaPut 
tanadelanoutbelua  . Thaidai  laPuttaiu ,cbe  riAoJe 
.Aldrudofuo.  DiCefartnon  torfegboeòtPuttij.falft, 
adulteri . P i t. Putta  sfacciata  doue  bai  pollo  fieme. 
Atcì.ManoauipuogiàberchilbaPuttana  (parlando 

QnaibeUiirima,Tatr<>aacara,Matronagenero]a,stgno-  dellemogh.)  r„Ucùare  Tì  u u 

ZfAutfamina,drmuIier.TBr.Feminaicofi.mobU  che  aPi[amm,mgUf  Potere  la  den^  cento  BAgufisom 


■^7 


'4 


Dobiu  H V O M O ■ Donni 

Ztn^ìiii  da  , & tbc'l  barattiere  corritppe  il  m la  fiia  diletta  Sfofa.  B o c Sfofa  'ì{goHa,'HsUelta^  uen^ 

f obolo  nel  parlare . tHrata,Lt^iwma,Bella,&  Gemde,Gtouane,  Spofe  Tii;^ 

JlMfiiino,  Lat.  leno.h  o c-  Chfdentrodella  cafa  era  Huf~  ue,Spofo7ipiiello,SpofjrefcacaJà.]lpapa  feteleSponlà- 
fiano  dellabkona  femma.  Di  ladrone,di  fili ffiaao,éfatji-  Ime  celebrare.  uedll’Indue.D  A n.iiel'boracbe  la  Spo 

riojii  un  grande  predii  aiore  dinennto . ^ gHipt  di  A»/-  fa  é Dio  {urge  U mattinar  lo  Spofo^rtbe  Carni, 

fiana  predicale  per  lo  {igliiiolo.  Spafare.Lat. {fanfare.  B o c.Tollogtiinmannn'aneth  Ufi 

}luf)iancfìniQ.,/>it./cm)r/aMm.  B o c.  Laqnale  otttmami  f ecejpojàre.  Trima  ibe  tu  li  moMa^Jà per  tua  legittima 

te  Carte  fapea  del  Ruffiane  fimo.  moglie  la  Catarina.  Iiiiendena  fccomio  lanofira  Uggedi 

Bordello . lat.  Inpanar.v  Inpanarim  .fummamumjM-  ffiojarla.  'Hajiagio  Spofatala,C  fatte  le  fne  nm^  In  pre 

Hrum,ganea.  è done  fianno  le  meretrici  publitbe.  Dan.  /énjji  di  tutti  la  Jposo. 

.Ahi  ferita  Italia  di  dolor  bojlelto  ; 'Hane  fenxa  nocchier  Sponlalitic . Lat.ffionftlitia,  & ffionfaìiafimm  .R  oc.  Et 
in  gran  tempi fla  , T^n  donna  di  pronincie,  ma  Bordello . qnini  il  Tapa  da  capo  fece  le  Sponfalitie  celebrare . 

hlicnQ.Lat.&  uir  niri.  necgamus.a,um,  & nconympbks,i  Pronuba  i quella, che  nel  far  delle  poì^J  dada  parte  deb- 
lo  ffiofo.0  marito  nonetto . P e t.  Tianfe  morto  il  Marito  la  donna. 

dijkt  figlu.TuMaritOftu  padre.  QjfetCaltraiInlta,&  AixCpice  è poi  quello  che  i d-illa  parte  delChnomo . ^ ^ 

diiolfi  del  Manto.  Et  uedrai  ne  la  morte  de  Maiiti.B  o c.  Matrimonio . Lat. &coniugium,connubium,  tbalamus . 

Che'l  Marito  di  lei  era  auariffimo,et  cattino.  Sopragiunji  A Kl.  Il  Matrimonio  cb'.Auffiice  hebbe  amore  ; £ Vro- 
C adirato  Manto.  Hebbe  duo  Mantt.Le  beffe  a gli  fiioctbi  nnba  la  moglie  del  paCiore . .Anjpue  i quello , che  nel  far 

Mariti  fatte  dalle  loro  fame  mogli . uedi  C Indice . & Inu»  delle  no^  è da  parte  delChuomo , & Tronuba  da  parte 

fta  Lat.  non  maritata . delta  donna , & amendue  uoct  Latine.  .Alda  Jiia  figlia  in 

13  Lt-tAnritiggio.  Lat.malrimonium,&comiubium.B  oc  Che  Matrimonio  aggiunga. 

maiionoafitròditalMaritaggiocontento  .Stàdoaduque  Connubio.Lat.à  il  matrimonio.  A Kl.  yirlù  faràdt  tal 
in  quelìt  termini  il  Maritaggio  di  Sopbronia  ,!>r  di  Tuo.  Connubio  dtgno.fe  non  quamo  da  Dio  Ter  C onnublo^  le- 

Maritare . Lat.  & nubere.Boc.uoleria  honorcuoUnente  gittimo concejìo . 

maruare.Toca  cura  fi  daua  di  piu  maritarla.  La  tua  poca  Copula.  Lat.nexum,&  uinculum.  ual  congiuntione  ■ Ari. 
fottei  il  Udine  di  maritarmi,  yeggendo fi  mantataaduno  Già  molto  tempo  iwiain^  defiato  Sduefia  Copula  bauea . 

artefice  lanaiuolo . "Hpn  fapendola  dafe partire  la  marita  Conlbrtc.Zjr.ron/òw.er  uxorjiel genere  maf.  & femjul 
uà.  Mi  piace  che  uoi  mi  marniate . ueé  allTndice . partecipe  compagno . P E T.  ì^al  Roffignuolo  ; che  fi 

Rimaritare.  Lat.  iterum  nubere  .hoc.  Che  uoi  ad  alcuno  foaue  piagne  Forfè  Juoi  figli,  0 fua  cara  CoiqorteJ.compa- 

non  uilafiiate  rimaritare . Da  fratelli  coliretta  a rimarla  gna.Rendemi  s’efier  po , ubera , & fcioUa  L'errante  mia 

tarfi . Che  tu  m' affetti  un  anno, & un  mefe  ,&undl  feru  Confiti  te.  yola  un'augel;  che  fot  ferrta  Confitrte  Di  uotoum 

5JI  rimaritarti.  tana  morte  Rinafce.  Et  fei  fatto  Conforte  denuei  nemici. 

Moglie,^  Mogliera.  lat.uxorjù-  coniux.  B o c.  Marito,  Ak  i.Dife  far  copia  altrui,  che  al  juo  Coitfòrte.i.marito. 

&■  Moglie  diuennero.  Conciofia  copi  che  la  Moglie  fumi  De  la  bella  figliuola  il  fa  Confitrte . 

bro  del  marito , Habbiama  dette  noilre  MogU  parlato . \edoui.Lat  uidua  ; qua  efl  fine  uiro.  uedi  a i^jt. 

A R i.Ditemi  un  poco;  è tra  uoi  forfè  alcuno,Cbabbia  fer  hidie.Lat.pater,gcnitor,èr  Tarentesal  padre  al  la  madre.  1 5 17 
nato  a la  fua  Mogbefede  i Conofceie  alcun  uoi, che  non  la  yo.  poetico.  P e r.TaJre  Diletto  .Maggiore  .Eterno  ,Som 

feiafie  la  Moglie  fola  ,anchoche  fiijie  bella  per  fegutrd-  mo,Fiero,.Armaio,Scbermto,Morto,OràTadre,Detiiem 

tradonna  fefferafiembreue  ,&  facilmente  ottener  quel-  la.  Tot  uié  il  Tadre  nojlrori  cui  fu  dettoci  .Abramfy  e- 

la  i Cbefartbbeegli  qmndo  lo  pregaJSe,  O deffe  premio  a ner  e’I  Tadre  con  benigni  affettu  Cioue  E'I  Tadre  i colto 
lui  donna  fi  donzella  f Credo  per  compiacere,  hor  quejle , e'I  popol  ad  un  uefeoj. .Amor. Che’l  Tadre  e'I  figlio  ad  una 

bar  quelle  ,Cbe  tutti  lafciaremoui  lapette.  morte  offerfi.i.Decio  .De  li  Stoici  il  Tadre  aitato  in  Jufo 

Mogliera.  P e r.  Che  Canora  MogUer  ì Umphiarao . Che  Ter  chiaro  fuo  dirJ.Zenone.Citiefe  Tadre  degli  Stoici.Ta 

la  cafia  Mogliera  affetta , & prega.  hoc.Tuodicbela  drem’eraui  houor,in  amor  figlio.  Herodoto  di  greto  biffo  , 

miaMogliera  Cbauenduto.TralefueMoglierequefta  fa  riaTadre.yidi’lTadrediqueflofiir  uiél’auo  DuoTadri 
vàia  fua  principale.  P h.  A R i.  Cb'ad  Ituom  fi  giunga  ,e  darre  figli  accompagnati . a cui  nefiun  pò  torre  Lefuebg 

non  gli  fio  Mogliera . Che  fi  fiente  il  manto  e la  Mogliera  gì  Tacerne . B o c.  Tadre  Dlffietato , Fiero , Car.ffimo , 
fempre  garrir.  a yecebio.  Morti  i Tadri  loro . 

Moglieta/(iii  moglie  tua  parlar  da  plebei  .Boc.EtaMo-  Padre  nomt  n ueneratioms . B o c.  R/ffofè  fer  CiappclUtto 
gheta  di  che  ti  fio  flato  muoialo.  Et  nomò  come  mi  torma  al  fiate  Tadre  mio.  Et  qui  trouai  il  uenerabil  Tadre . yoi 

.yr  cafaaMogliema,tbenonme'lcrederàj.moghemia . fietemioTadreffiriiuale.Ciannottolodomandò,tbedel 

\ì*4  .Ammogliare  icongiungereiiffitparià'ilmente  .come  fifa  tra  fantoTadre.ó'de  Cardinaliddclpapa. 

marito,&moghe.Lat.coniugare.D  ANMoltifonghaui  Pitrimomo Jjt,  So  c.'Hella mente bauendo che  la  ho* 
mali,a  cui  i' ammoglia . neflq pouertà  fia  anucojù'  la  rfjnfiino  Tatrimonto  de  no» 

SpoCb.latffonfui.  & naogamut.tfi  aeonympbus,  è lo  nuo.  bili  cittaém  di  Roma.  Et  con  hi  mfieme  del  gran  Tatrimo 

no  ffofo.  P E T.  Sluetla.che  per  lo  diletto,  cr  fido  Spofofio  nio  di  la  uenne  bereie . -4  comunicare  U jut  ampifiimo 

MrEnea,uols'iralfine  .tledonnaaccefàalfuoSpofoé-  TatrhnonioconGifippo . 

ietto , Ch’amar  pio  del  fuo  Spofo  a morte  ffinfe . Et  Roma , hitricidiUat.parriuL  l quello  che  uccide  il  padre  h o c, 
chedeifuoSpojòfilagna.Tiantofu'lmio di  tanta  Sfofa  Et  cefi  madrci& Moglie -iunboradelf  ac  e Pairictda 
berede.  Ceffi  foccorff  a la  fua  amata  Sfoja,  {fonar  altrui  fiutdetifeliaf  t, 

gabbo. 


DoniU 


Bonn*  H V O M O 


JOÓ 


BàbbO)iu/p«lrr,mrf  dafanàuUim  4puauh  ihianumo  il  pa  uoflro  Figihcch . 

drt  toTOydj  ^hba  uo(eSirUa,cbe  datorj padre.  Das.  Da  ¥ritello.Lai.frater,gemianui.  P e r.Etqaaiitaal  padrt,et 
lutgua,tbf  cbiami  mamma , o Babbo . idcfl  non  è materia  al  Fratei  fu  rea,T anta.  Tadre  ni  era  m bontrjtt  amar  fu 

dafammllim,  Bambo  poi  dmotafanciuUo,uedi  a ~ gito.  Fratei  ne  gitami,  hoc.  Fratei  mio  dolce.  Fratello 

al  luogo  Ino.  del  Re  di  Francia . ilmiio  mio  maladetto  F rateilo.  1 Fra 

HidTc.Lat.mater,&genitrix.yo.poetico.  P e t. Madre  teUidelladonna. Fratti. 

.Autiia,Benigna,men'Pu^'eTa,Gran  Madre,  D'errori,  ¥Tite  in  ucce  é Fratello.  Lat./rater.  P e r.  l'idi  Tamar; 
Irreuercute  a tanta, & a tal  Madre . Fin  che  nel  regno  di  ibe’lfuo  Frate  Mbfalone  Dtjdtgnofa,  & dolente  fi  rUhia- 

Jua  Madre  «enne  Madre  per  Maria,pcrla  Terra,  perla  ma.  Bea  fi  può  dir  ante  Frate  tu  uai  Mojlrando  altrui  la 

Jtalta,per  Roma , per  yenere  tutte  fono  a gli  fuoi  luo-  ma.  Frate  rijpoft  .B  oc.  La  moglie  a Calandrino  cornai- 

gbi.Madre,antica,umuerfale,fioflraaiedi  a Terra  a i op6  ciò  prouerbiando  a éieMaiFrate  il  dianolo  li  ci  ree  a.Fra 

£ o c.  H abbimi  per  la  piu  crudel  Madre, ebe  mai  portai^  te  bene  ijta . quefta  noce  fin  fa  nelle  proje  quando  parlano 

fi  fidinolo . Qjiiui  umne  la  doloro  fi  Madre . L’amifid , fi  gente  idiote . 

come difcretifiima Madre dimagmfceirja,CTÌÌhonellà.  ¥Tici:l\ama.Lat. germanitas.h  o c.Cominoua  concordia, 
ebe  carnali ftma  Madre  é figliuoli  la  uedeua.Di  fame  le  eircontinoua  fratellame  ynaFratellairga,&  una  arnim 

loro  Madri  liete  , itila  fi  grande . 

MiKrno.Lat.matemies.eioi  di  madre.  P e t.  llqual  lico  ue  TriteWi  uolc.Lat.fratemui.  B o c.  Che  con  puro,&  Frat- 
niadalMatem'aluo.Boc.Con  molte  parole  dolci, &■  teuoleammo.atenerelorocompagmafldouifierodi^r-. 
piene  di  Materna  pietà.  re  .Ut  tra  umenti  amore  ftitemaiefe  ne  piglia  giufto  , ^ 

1518  Mitnmi-rdgenimatrem.LatJiouercaV  tT-ituncbenon  & pio.  nelle  rime  d’ \>c. 

uolle  Con’amr  al  furor  de  la  Matrigna. h o c.  Quanie  SoTelÌi,ér  Sorore.Lat.  foror,germana.T  tt.Et  fuaSorel-  ijjj 
Udite  ha  già  d padre  la  figliuola  amata,  &■  la  Matrigna  U la  par  che  fi  rinoue.  Cangon  Cuna  Sorella  i poco  tnaangi  ; 

figiiafiro . .Amore  alcuna  uolta  le  Matrigne  fagratiofea  Et  l'altra  jento  in  quel  mede fmo albergo  .Apparecchiarfi, 

FigUaflri.f  i.  Atcì.THottfuda Eurifiomaiaion  fumai  S'ildifiiiuuquanonueggian  gltocck  muiSol  cburo,o 
tanto  Da  la  Matrigna  efiercitato Mlade  In  Lernaftt'Hs  fua  SoreUaà.la  luna.  Trefo  menar fradue Sorelle  morte . 

mea,  in  Tbracia,in  Enmanto  ,Mle  uallt  / Fabolia  ,ale  & "Progne  nede  Con  la  Sorella  al  fuo  dolce  negotio . ( in- 

'Huimde.  tendendo  Phdomena)  CheCunabebbe  ,& Thefeot altra 

Hoiierci.  Lat  ualla  Matrigna.1)  AS.Qualftpartì  Hip-  Sorella.Come  anoilSdl , fi  fua  Soror  Cadondira . B oc, 

pulito  iMthene  Per  Uff  telata,  & per fdafifiuerca . SoreUa,&Sorelle.uediaWlndice.D  a u.  Et  con  leSuo- 

Matnma.  noce  ebe  ufano  1 bambim  quando  chiamano  U Ma  re  fue  DeidamiaJ.forelle . 

dre.  B o cJo  fon  cofi  uergme;  come  io  ufei  del  corpo  deUa  Sorore,  uale  SoreUa.  aedi  difopra  a Sorella . 

Mamma  mia . Dime  padre  mio.cbe  dite  noi  (La  Mamma  Sirocchia.^  Ì4  Lat.  forar  germana.  Bo  c.Elia 
mia  dolce  che  mi  portò  in  corpoalcuni  tefii  hanno  madre . di  Palermo  Shrouhia  di  uno  Perugino  facendofi  .Dan. 

D A tì.fis  da  lingua  che  chiami  Mamma , 0 Babbo.  & Che  fe pigriiia  fojfe  fua  Sirocebia . A r i.Vtpote  a Co- 

quando  dinota  U Mammella,opoppa/iedi  a 14.46.  Hamin  per  USirocchia.  Et  quando  ntrouiUmia  Siroe- 

FigliuoIOjC^"  Figlio.  Lat.  filtus,natus,&  nata,  uocabotipoi  cbia  Tutta  coperta  d'arme  eccetto  duijb. 

'tici,&ltheri,ilfigliuolo,&  UfigliHola,&patrimus ,uel  ìiipoK,&'fiepote.Lat.  neplù,isda  nepote.& neposdisJo  , 
pairimajlfigliofifigliachailpadre  muo  .V  E T.Figliuot  aepote.P  et.  L'un  frguiua’n^ipote,^Caltro’lfiglio. 
Saggio.  Di  Marte.  Di  Latona.  D’Mmilcar.  Di  Laerte.  La  Seco’ t figlio  e'I  fiipote;acui  fu'lgioco  Fatto  delleduejfo 

uedoua  ; che  ftfecura  uide  Morto'l  fìgliuol . Buon , Mio  , /r.  B o c.  Laquale  era  affai  bella  donna , df  era  Tlepale 

Suo.  B o c.  Figliuolo,  FigliuoU,  Figltoletto  , Fitliohno  . d'uà  fratello  del  uefeouo.  Et  il  ■g»  abbandonaua  il  firpo-  r 

uedi Clndice.DAN.E’l duca  mio,Ftgliuolthe  Usu guardo,  te.  Et  molti  altri  fratelli,&  "Hsfoli.  A r i.'Nipwc a Co- 

Figlio.  Lat.fitms.  P e T.  nuà  pietofa  madre  al  caro  Fi.  HantinperU  Sirouhia. 

glh.  Et  uidiU  crudel  Figlia  diìiifo.  Quai  figli  mai,  qual  Cencro.Lat.gcner.  Pet.?<?»/*/»  «rifciitt  CefareinPbar 
madre  Pianfè  morto  il  marito  di  fua  Figlia . Cioue  s’alle-  faiia  Contra’l  Genero  fuo.  hoc.  Con  grandi/iima  fefia 
gra  di  mirar  fua  Figlia.  Padre  m'era  in  honor,  in  amar  Fi  lei  e'I  fuo  Genero  riceuette  .Che  ne  parrebbe  a te  donna  , 

glio.  Che  Ipadre  el  Figlio  ad  una  mone  offerfe.  Hippoliu  fe  io  cefi  fatto  Genero  ti  donafSi  ÌAk  i.Poteffe  alfuoft- 

del  Figlio  affluta,l&tnaa.lì  A s.D'MbelfiioFiglio;&  gnor  Genero  far  fi . 

quella  di  H^Jjopiu  che  padre  mi  dtfie  Figliole  yienbor  Cognato.  Lat.  fororius,  lenir . &glos,  ris,  & fratria,*,  U 
mé.  in  uece  di  fgliuoletto,&  usòiluocatiuolattno.Per  Cognata.  AKi.Orlando  col  Cognato;  che  non  poco  Bifoa  . 

eflerFidipietroBernardoneJ  figlio.  gnohauea.  ■- 

i lS,ìfiglùre,Ldtt,germmifefMalfarfigUu4tbnfatodaDA  N,  Nuora  ,o7iifra,Latut!^Murus  fiUjHXor . Ar  i*nuiro/r»t 
BtnfaBagnacaual,  che  non  ri  figlia.  per  T{ura.  e fuatfurami  faccia. 

\nigenito,i  il  figliuolo  folo,  uedi  a 170J.  Barbai^  noce  Lombarda,  dr  ual  il  Zio.  Lat.auunculus.del- 

Piglnflrr>  far  priuignui  B o c.Quanteuolte  bagUoma-  U madre , dT  patruus  daparte  del  padre , cioè  fratello  del 

to  la  Matrigna  il  FtgUaHro.& nella  F i.  Funofa  Phedra  padre  .Dan.  Et  parranno  a dafeun  Papere  fogge  Del 
deltamore  del  Figlìaflro.Mmore  alcuna  uoUa  le  matti-  Barba . 

gnefagranoDaFigliatìri.  Zio,&  ZU.Lat.patruui.&*mita.&malerUra.&ualil 

Figlioccio,  i juello  ch'è  leuatodalfàcro  fonte  .h  o c.  In-  barba,&  t amila.  Bo  C.  Corretta  ad  un  fuo  Zm.Perla 

caiitaua  iuerimntolFi^cio.BtCatetiiinbraccioquefio  morui’unfuoZioerarimafpricthifiano-.Cbeuna  Ziadi 


toa 


Doiin»  [ 


H V O M O 


Donna 


Cilamirinofimor)  EtdefiioiZuildjimrifiora.A  ri.  fito  ijucl  tempo, che  alla  aóflrafanciitUe:^im  fiiijiif  ■ 

ìngutfitbe  da  Ut h Zia  cndeleOffieja.  Che'lZia  ri^len-  pthjicreimuiKOTJti . 

dcrà  nel  (ho  Itgruggio . YìatoUno.Lataafaiu.  HalpicàolofaaciuUo.'D  a m.  f'olfi- 

Saocero . Lai. (our,&  picrut  ma(c.&fem.V)  a n.Ta-  mi  tal  nfprttv  ,Cal  ipialeti  Faiuotiii  torre  a la  mamma 

dre,&  Suocera  (a  del  mal  di  Francia.  A R i.L'alir'hier  Quando  ha  paura.  Et  come  Faiaoim,tbe'nuer  lamantma 

n'bebbe  dal  Suocero  noucita . Morto  il  Suocero  mio  dopo  Tende  le  hructia,poicbe‘li  ttteprcji  .Simib  fattiubaal 
* Cinquanni . Fàtolmo,Cbe  muor  perfamc,et  cacaa  ma  la  Boba.  Quafi 

A liolo,^  ^uo.  uedi  4151.  F'fccbio,&  yecthUzpta (otto  bramfi  FanioUn,  ér  nani.  Com'ai  Fantia  fi  fa,  cb’i  uin- 

Saiurnoi.fg.Gioujnr,&Ciouaitùa  i}S.  tool  pome. 

CupnQindiffirentementeulàio,&dclTateUi,e2rdiSorel.  Adolo(centÌR.l4r. S A n-Bicordandorniinqitefla  feruid* 
le.  ez  pur  tra  Latintuififadiffcrruza  ,percuuhe  dicono  Udoloftentia  depiateri.  Quiiprmcipif  della  tua  addolo- 

conlbbrinia>mitim,&  patrui  les,&  matrueles.  B o c.Con  fcentiabai  tra  pafìon . 

uno  fuo  Cugino  ,&  una  fua  cameriera  entrò  incarnino.  lnfìntLLar.fonofanctullicbenonfmnoparLire,abin,& 
Cugina  dimefiere  Mlejfio.  fando.  Dan.  D’ Infanti, & di  f emine,  Urdiuiri. 

Cermano.  Lat.&  frater,iil  medefimo  ib' è fratello.  A r i.  ZiccUaiO  Cucila.  Lat.  puclla . ual  giouauetta.  B oc.  Io  fo< 

Fedi  Folto , che  par  ch'ai  pio  Germano . Ciò  che  m Italia  quefla  caualla  diuentare  una  beila  Zitellaj&'  fiomint  con 

haueatuttohabbiadato.yenmdolétiiduoGermamprefi,  efia. Copertala  piuiola  Zitella  con  uno  ricco  drappo , la 
Bilàuo.  Ut  proauui,  da  bis,  & auo,  eh' è il  padre  deli ano . pofe  in  braccio  altamadre . Che  cofi  fia  Cucila . ueii  Cln- 

D A N.  Mio  figbo  fu,  & tuo  Bifauo  fue.Chefu  Bifma  al  due , doue  latgmente  ne  habbiamofcruto  Aicl.&al- 

cantor,che  per  dogba  Del  fallo  éfiemifereremei.  leuatiSifòncon  noida  teneri  Citelli.  E nhebbe  di  na- 

I5JO  Compare.  Lat.compater,l'o.chrifliano.Boc.  Et  quafi  fcoflo  una  dulia. 

di  tuttiquellidella  contradaeraCompare,o  amico.Efien.  Pucritia  Ut.  D a K.’Prima  che  fuor  diTuerinafofie.quai  ,,  j, 
do  adunque  Binaldo  diuenuto  Compare . Compare  noSira  furgb  anm  Che  fi  fegnaro  m uoFìra  Tiieritta . ’ 

Tiero.  Ho  trouati  piu  miei  Compari.  Sotto  la  couertadi  Puerili . /4T.  D a n.  Beate  nepuot  accorger  per  buolti  Et 
Comparatico.  ancho  per  le  ucui  Tuerili. 

Comare.Ut.obfletnx,&nutrixèquellachealleuagliin-  Pargoletti  Ut.paruuli.P  i rSolapenfandoTargoletlaxt 
fauti,&comtnater,énnatrima,e!rpatrimusfimulcum  fctoUa.Cbericoprule'Pargolctte membra.  D A n.Fcde, 
maire umentes.y o.nout,& chnjltam ilacomarc del bat  &innocentia  fon repirecSoloneTargolctti .AKi.Tig 

tefimo . onde  il  B o c.  Efiendo  madonna  lafctta  ro«  una  la  innocenua  a Vargoktto guma. 

fua  Comare.  L'amore  ch'alia  fua  Comare  portaua . Io  mi  Targoleggiare.  Ut.puerafcere,r.puerafcereJinolanon  flar 
giacca  con  una  mia  Comare . yéto  che  é là  non  fi  teneua  fermo  in  un  propofuoz^ome  fanno  i fanciulb  piccioii,oue- 

ragiom  delle  Comari, cominciò  a far  beffe  di  queilalua  roVargoleiii.lì  n u.  Uguifaàfantiulia,Chepiangen~ 
fcioccbcz^Xà . doz^7^  ridendo  pargoleggia. 

SantolOftlrSantoccio.uedia  li.  Basnho.Ut.infans .uaifanciullv,ondebambini  fonodetti 

Canon . Ut.  adolefcens , &■  pufio . fed  m malam  partem , quelli  ,cbeulàno  ponete  le  monache  fopra  gli  loro  altari, 

ual  fanciullo.  P E x.  CargpHconfalizunpiato,mauiuo . che  fono  allalimilitudinedefamiulluu.Bo  c.  l'na  gio- 

, Sopra  un  carro  di  foco  un  Gargoa  crudo  Con  l'arco  in  ma  uane  donna  Bamba,&  fciocca.i.ih'era  come  fanciulla . & 

«o,&conftettcafuntbi.MlprmofiifiodelGarzoaHe  Babbo  poi  ual  padre,  uedi  a 1518  Ak  i.  .A  domandar 
bree  .Bue.  Carinone , Garzoncello  , Garzpnetto . uedi  da  pane  di  Cornino  Erano  al  padre  il  tenero  Bambino . 

/ Indice . Vergine . Donzella,  uedi  a Diana  4118. 

Tofo,«5-r«^  Ut.puer,&puetla.uaIgiouanezi  fanciullo.  WcdoisaUtJudua.P  tj.  yedouaOrba,Sconfolata,Inue 
Vo.  MiUnefee&  Gotbico.  B o cMt  hebbeui  di  queUizhe  ftauegra.U  y edema  che  fi  fecurauide  Mono'l  fig'iuolzt 

intender  uogbono  aUa  milamfe , che  fofie  meglio  un  buon  tal  uendetta  feo,Cb’uuife  Ciro,  yedone  l‘lxrbe,zz  sorbi. 

■porco,  che  una  buona  Tofa.  de  fon  Pacque.  ifon  fia  ludttb  la  yedouetta  ardua . yedi 

TanciMo  lat  mfanieirpuer.T6-t.Majffueto  Fanciullo,  qtà  ben  fra  tante ffade^r  lanae  .Amor  je'lfomm  ,a-  una 

Comefanciid,cb’apenayolgclalinguazb-fnoda,Cbedir  yedouetta yinceOlopberne.B  oc.  yna  doimayedoua 

non  là.  Cb’ifuggo  lor  ,come  Fonemi  la  uerga . S ta  mane  dei  corpo  belbffima.yeflita  di  nero  come  le  noftre  yedone 

era  un  Fanctul,&  hot  fon  uecchio.  Ter.  le  camere  tue  Fan  nonno.  In  habitoyedouile . ycdouattco . F i. 

■eiullieiruecchi  yanno  tre  fiondo.  U Fanciulla  di  Tttone  .Balia.  Ut.  nutria  fibfietrix,  altnx , quafi  bene  aleni  ual  la 
Correa  gelata  al  fuo  antico  foggiomo.  B o c.ynfuoFon  nuirUe.Boc.UBalia,Dolente,Sauia,FideleJ'namia 
dui  picciolo,  yoi  uederete  il  Fanciullo  fimo.  Et  fece  gli  fe-  Balia  éanni  anticazT  di  fenno  nonghuauile.  Dan.  Si, 

fìaiomeiFanuulttmpicciolifanno.ladoimache'lFan-  htiUfattiubaalfantolmo ,Chemuordifame,  ircaceit 
ciullo  fio  bouea  per  mano.  Egb  mi  lafciò  picttola  FàciuUa  uia  la  Boba . 

iuTolemio  unaFandullina.  Tri:ganzc,Torto:uedialla  Dea  Giunone  a ì}6. 

TancìuWcfco. Ul.mfontiht,&pucnlu.Bo  c.D'unoeo-  Ctcatura.Ut.&fj>eacszffigieszmage,formaJbomo.Boc. 
tale  Fanciulle feo  appetito  mofia.  Opera  FanàuUefca . Et  Tfon  efiendo  amhoradi  tanto  tempo  granula  che  perfetta 

facendocotaiproiic  Fanciulle febe.  S A N.  coleidifdifii Fi  potefietfiereU  Creatura.  Cafiumata  Creatura  » Mfona. 

cmllefcamente  meco  giocando . rno  delle  piu  belle  Creature . che  md  doli  - —tura  fofie 

VanÙM\\eria.Ut.mfontio,e,&pueritia:B  esc. Da  la  Bataformota.  Oltre  a unto  nula  Creature 
murammllez^conlutrmfimmuecebuio.Egfièpafi  Crtare,^Crureuetbo,uediai^ya*.  . . 


Lciham, 


f 


1 


Donna  H V O M O Donna  *07 

lepnìmo. IM. fecuadum legcm  faBK7H.& naie lonue-  funTier  ùìtm^. 

mmcsiuflo.  Pbt.&coJÌ  uad^(h,Hnque  amor  Lfg  tti  GRTardo.Cfrai-Jb.GiMtóo, & CherarJo.  Vj  t.  Ehuc- 
SVL. £ i nod,furonrom  B o c. !>«•  f,» iMumua con OMo c 

li.  P E r.  -Proprio  Sito^oUrr.HoJr.-Home,  Mbcrgo . CmcHra  tua  moglie  ha  (òtto  la  ftmftra  poppa  un  ncobcn 

Errore,Oblctto,Tortamento.lHii»elìihumamadirPro-  granàcctlo.  j;  ri, 

prio  L'guaria.propriammo.lJt.propric.C,ò  Giorg.o.  B o c.Pafiato  ilbracaodi  fan  Cicrgo,. 

lia  i iLpno  ^r  L danno.  ^«iSo  10  u’odo  parUr  fi  dol  G**CopO.GMiowo  ;«<)po,«  D A ^ 

crmcmeam^morPropnoaluoi  IrguaumUiUa.Sa/Scl  Cuco^dicca.daSdht  .AndrfaCbrtigiouatodimc  (a. 

G . b . c.  -«  i. 

^ppropnaredat.aliribere^lumere.ualfarproprio,&al  lungo  tratto  DtfeioU  beati . , rh,  rhrilìn  ttr 

euJuoltaperufurpare.Dns.  Et  chi'l  i’appropria,&  <hi  Luca.  D A N.  Et  ecco  fi  t^  ne  ferme  Luca  Che  Cbnflo.& 

aluiioppone.i.ufurpat.L’unoalpubUcofeg»oigie,ligiU  ^ „ ni  fan  nati  Thi~ 

U Opp^,  & Calti^ppropria  quello  a parte . Luigi,»/  fuointero  i Lodouico.  D A N.  fi»  me  fon  nati . Pln- 

ifji  B»Hardo,  è il  contrario  Mlegilimio.lat.  nolbui  fiiurms.  lippta&  Luip. 

Dan  ÒRomagnuolttomatimllanardi.  Marghcrita.lM.Maigareta.Boc.MadonnaMar^e^ 

Bozzo,  f'o.  Pio.  h baflardo,&  come  traUgnato,  & éce-  ta  di  Chijoluri.  il  tefi  antuo  ha  Malgherita,<!r  cojifi  dm 

Mjftlemoxi^ffjrSmtalm4n{O^MJUÌoiafjieHaf:ilto.  ctt/tBoiogna^  * - / .a n * v rfc»i  mji m- 

2rief^JlUr^eÌicrefiHttim-o!lruofii  ondeberj^ac  Polo  tó.T>4»»/«,».. * T.»»/. a u.Ch monco- 

(biomucdtaiiZt.DAHMdMecoranehjnfattoBoi^^^n  nofcoUpefiatorneVolo.Lat.paulHS,  ^ ni 

HotniproprimedilatauoU^qucUocbej  gnita.  Tadco.D  a n T^ioAp^/o^P^rcaimòi-jf.-^  Dt- 

XcioiiinolAzuflnio,&.Augullm.Amborcbequefiotal  netro^Hoautfe,&aTadto.  . 

lomefiaftamnepa^Uifecoli  tra  molti  celebre  flon  ipe-  Thomafo  ufa^  nelle  pr^.& 

rìmcLatempiLftridatoillMflratodalmiomoUo  Re-  maJio.&Thoma.  ^boiiM». P E T i^cm, 
uercndopadre[mIefiro.AgofitnodeR:ghtni  deU-ordine  tlruidi-ibon-rhoimfio.DAH.dicmThomaDtn^^ 
mmoreMfironohiliifimo  cittadino  di  Ferrara,perciothe  rmouemrfuficorteje. 

oltre  l^uere  ottenuto  i primi graé  di  égmti  ,<?•  tome  Tobia.  D a N.  £i  taltro,che  Tobia  nfécefant» . 

nere  mi  fi  potrebbe  fi  per  t antica  amuitia  tra  noi  /oirtirr  C#  ,Spola  t ^go,  Cnna , . ,a' 

jiatafiperCaffettionedelUpatriauolcndoragioaaredel-  Coaure, Filo, Refe. fafciare,ordire^fie  e,f  f ,} 

le  fue  Hmme  lodi , degne  neramente  da  efiere  deferitte  da  fare , filare.  ^i.ii-  c-n-ij  , 

piu  degno  Icnttore  dime,  che  io  parU/fifuor  del  ragione-  Fafcia.  Iat.&  fafcioia  dàmt. 
iolermilfòrgeretperquantoin  me  fofiedi  fapere  farlo  f 

notoal  mondo,ma  non  però  confi  famojo  grido , che  egli  fi  f 

babbia  (aito  nelle  citta  piu  principali  di  tutta  Italia  con  tedafancmlU.  P E T.£  credo  che ^ te  fafcie,& 
t ZiffnóbaL^^^^  U.allhor  che  m'^i^rrmua  m Ff  ' 

d^li,&dtmoltiPrencipi,&SignoTi;mafeauerrà,che  giimorttmFafie.D  a h.  Et  nardo, &im  f 

qTa^^Lldcnm^e  rlferba . bora  ulenio  alle 

luttoritd  de  nofirtpoeri  fecondo  il  feruato  porremo  quelle  già.  Deutnla  »»  m»/e  Fafciata  in  un  ^ 

d,  D A N douepJkntede frati  rlunoridTe.  illuminato,  uiluppo di  zendado  FafciMa  umpicciola  cafielia.  U A N. 

t\uflinronZnci.Chòfur  de  primi  fcalt^pouerolli,  Fafciatiquina,& quindi  da  Ugrollaa.circoni^^^^ 
Chmflm^firoa  Dio  fi  fcr amici. quejli  duo  furono  de  CMz,&Cnna.  Ut.&cunabulum^ 
primi  f ompg»-  di  fai Luce  fio . ^alerone . Et  (otto  lo  C borfoSfio^entoal_  Late  ,&  aUa  Culla  .L^n^  pju  l 


ynmi  «»  jtro  a . w a- 

cui  cenare  fòrtiro  Francefeo, Benedetto,  „Agosiino,  Et 
gU  altri.  &quefii  furono  cqpi di  religioni .&pm oltre. 
Del  CUI  Latin  .ylgpflin  fi  prouiJe. 

Battifta.Lit  Baptifla.  Dan.  lo  fui  de  la  cittdiche  nel  Sat- 
tifia  Cangiò' l primo  padrone . La  l^afoggellataihl  Sat- 
ufia.  Che  imi  ro’l  Battifia  nel  defèrto.  Lat.Bapi  ifia . 

Damiano  nome,  tir  cognmt.  Dan.  £*  in  quel  loco 


mour  necebio  ché"n  Culla . Et  credo  dj  U fifee  ,&dala 
Culla  .Al  mio  miperfetto  a la  fortuna  aduerja  Qui  fio  ri- 
medio  prouedelfe  il  cielo.  Et  fera  Culla  doue  naiogut  ifui. 
B o c.Senga  curar  fi  della  culla  .La  Culla , nell  ’^'led.. 
picciolo  fanciullo  teneua.  Da  N.Pofdauidt  autiit. 

It  Cuna  Del  triomphal  uebicolo  una  uolpe  ùnelc., 
L’unaueggbiauaat  ftudtodtlaCuUa. 


i 


J5J4 


I 


Donna 

Rocca. Ll^^o/Hf,^  U cono:  ibk  cioè JlromrMo  wncbefi  fi- 
U,&  a CUI  fi  rti.o'g'Jipra  il  Uno  per  /larr^»  :/i  rauoùtt, 
lì  o c.  lioijcq  mli  app  ai  alia  Hocco , fir  ai  Jii/u  liajlitm 
mo . farai  riporre  ijHella  mia  Hoiie , ibc  io  la(ieio  qui , 
{)  A N . Vana  trahi  ndo  alaHocca  la  caioiiia  faMlc^giat 
ai  conti  faifinti^lia . 

Conocchia . lac.  lolaijUaHocci  coìtimi  [opra  da  fiate, 
qaifi  conianfla  .D  A u.  X?"  bilica  tratta  anthura  la 

Conoctbia,t he  dolo itnpouc  aciafiit na  jc  co laf  iglia  iM 
aciijtuna  la.roica  ton  la  liofpa  jafo  rauoita.A  r i. 
lambì  uhauefie  Jiorii  "Per  U piu  uih,  e timide  Taitane , 
ebeda  Conouhie mai trabeper lane ( 

pennecchio,^  quello  lunikto  di  uno,  o Jloppa, o di laiu.cbe 
Jl  pone  [opra  la  rocca  per  filare,  lat.  peujam,  piuma,  puu 
pimacutum  coli  t.dem  rocca.  D a n.  £//c 
fue  donne  al  fafo,&  al  Teaiiecchio . 

Lucignoli,  fono  le  lane  canmttate,ihercflanoaepeuini  del 


H V O M O 


Donna 


peraito  i tefloii.  D a k.  ^eà  le  trifle,cbe  lafcitron  tago, 
LaSpola  ,é‘lfafo  .Sengiaa  foaraefiot acqua  lene  Come 
Spola,  doue  alcuni  ifiiógono,efiere  nauigto  afiai  ficun  da 
t acque . aedi  4 1 048  A a i.  Tutti gtiatlri  a la  Spola , a 
l'aio, al  fujo,.Alptttme  ,&a[ajfia  jbiu  intenti , 

Ordire.  lat.ordin.Plin.araneusorJiturielat.TsT.Oueo- 
gmhijioria  humana  i ordita . Di  che  oréfii  il  fecondo.  La 
tela, c bora  oréfici,  un  taci  io,cbe  é feta  oréua.Cbe'n  con^ 
tra  me meéfimo fieppi ordire. nodo, Chepiubelmainófiep 
pe  ordire  "ÌL^tura  .Boc.  Fare  orére  una  tela  .Ari. 
Col  drudo  hauendogià  la  tela  ordita.i.orémta . 

Tefiere . Lat.  texere . P e t.  yié  tela  prtlil  teffier  Cbrifiippo . 
La fiuatclagentiltePer Cleante. Quant'almondo  fi  tejfie 
opra  £ aragna . L'auro,cb’amor  éfiua  man  fila,  & tefje . 
Tefiendo  un  cerchm  a l’oro  terfio , &ircjpo  i oue  natura 
Votò  lefjendo  il  mio  dolce  ritegno,  ciédagottna^i  texta; 
ch'oro, & neue  parca  mfirme . 


iefalétle.a  cornicile  della  tana,dr  i fcat/dapieri  da  Lati-  TcHorc.Laijextor . è quello  che  tefie.  Va.  .Al  buon  Xe- 


ni detti  larminarij/indepcr  meta.fii  diee  a un  pi^^fi  una 
nunatOiO  brancata  élanajo  barba  Lucignolo.  Lat,  mania 
pulus  lanx,ttr  abirum  rerum  jiUe  fialciculuir&  particu- 
la.  Boc.  Bufiimando  i Lucignoli,  pettim,  dr  gli  ficar- 

dajji.  Et  prcjìamente  lui  prefb per  uno  Lucignoleitopiccio 
lo  della  barba  il  tirò  jorridindo  fi  forte  ,/che  tutto  del  mito 
gUcl  éuetfie.  & Lui  ignoto  ambo  è lo  doppino,  0 panerò , 
che  fi  poru  alla  lucerna, & alle  candele,  Lat,  lychnui. 

fuCo.Lat.fufiusfiufi,  P E T.  lnuideparibe,cbereoenteilFu 
fioTront  afle.Toi  con  gran  S ubbior&  con  mirabil  Fujo  Vi 
ditela  fonti  tefier  Crifiopo.  B o c.L'ago,e’lFu(o,^rar- 
colaio.Dl  lana  filata  citai  Fupt  auolgea..Alla  Rocca,&  al 
Fufo.  U A H.^céletrijle,  che  lifiiiiron  Pago  fLa^la, 
e'I  Fufii, 

Fuiàiolo,»  ucniceOo  ihe  fi  pone  in  capo  del  fufo  accioebe  cS 
piu  facilità  fi  uolga  quando  fi  fiU.  Lai.  uerticulum,uerti- 
utlumAr  rhombui . 

Arco\Ai0.1at.alabrum.  è il  dmanatoiofi  l’a^fia^,o  ma 


Sìor  degb  amorofii  élli.Uompofitore.  Boc.  Per  fare  il 
panno /errato  facciano  leTepttrui.ueé  a Calcolep  aicu- 
m tefll  hanno  Tejlrici . 

ConceBa . Lat.  contenta,  ual  tefSuia,  Cp  compojìa . P e t. 
yiéunantueTuttad'auono,&d'ebeno  Contejla.h  r 1. 
unafopraueda , Che  riccameilte  ha  di  fua  man  Contefla . 

AgO,<l  tagufetla  che  fiadoperapcrcufcire.Lalacui.etacuu 
culaildiminutiuo.  & polymatria,t.i  quella  che  fa  iauo- 
roéago.  B o c.Perciocbe alfialtre  eraafiéf.Agp,La 
^la,e’lfufo.  Ari.  Tutti  gli  altri  a la  ffiola  a C.Apal 
fufo.  & .Ago  anebo  figmfica  il  becco,  0 f aculeo  dell'apafi 
uefiia.  LatMuleus.  onde  D ah.  Et  come  uefi>a,ibe  ritrag 
ge  C Ago  A le  trabendo  la  coda  maligna . 

Cmm.Lat.fbramenacut.  i il  forame  dell'Ago,  che  oleum» 
lo  domanda  coroncUa,o  culo,per  effere  mondo.  D a tt.C» 
me'l  uecebm  jàrtor  fa  ne  la  Cruna.Si  mie  dtmandando,per 
la  Cruna  Del  mio  éfio.  metaa.ha  fatto  a punto  come  ba- 


ueainfantafia. 

taf/'aro  molinello  dromento  da  rautlgere il  filo.B oc,  Cod\ue,fonolecofciture.Lit.futurit,&rutori*compagi- 
Vagoa:'lFufo,&  (A'tolato . nes.Bo  c.  Hor  per  lo  co/latojtora  per  le  anche  ,&  bora 

Afpo . Lat.  alabrum , è lo  arcolaio  ,0  tuffo, 0 maufiaro.  ut  p le  fiiallebattédola  forte  le  andana  te  Colluretrouàdo. 

A.Ki.urtafemina  cuna  Fila  a un  Affi  trabea  da  tutti  Cufiire.lM.fuere,coul’uere  ,infuere.Boc.&i»capodelia 
que/h.  Tutti  gli  altri,a  la^oUui  fac»ùdfufo,Alpettme,  ficaia  fi  mifeafeéte;  & commetó  a cufcire . 

& a l’Alfa  tono  intenti . Sdrufcirc.  & tfdrufcire.  Lat.  éffuere,  aperire,  foluere . male 

i'ilacoio./ji/  tìnmhus.  è lo  nolinello  con  che  fi  fila  la  lana.  fcufeire,fendere,  &fcbiantare  .Boc.  AUe  colf!  fidru 


fate . Sentendo  la  nauefdrufcire . Soprala  Sdrufcita  nane. 
D A il.  Gli  felintir, come  Tutta  (drufeia.  A Ki.  che  ip^ 
ft/:'l  ucnto  Legiano  aprendo,tb'erano  fdn^citefparland» 
élifle.)  Lat.  éffut*.  TerirongliaUri  col  legno  fdrufeit» 
Jnpredaalmar. 


Boc.  Fare  acconciare  il  Filatoio  mio. 

SubbioJat.iugum,&-  retmaeulum . Ouiéo pendei  tela  in. 
go . i dromento  ,fopra  élqualefi auolge la  orditura  per 
tefitfe,  Ptj.Che  pur  deliberato  bo  pedo  al  Subbio  firi 
par  fe  bomai  èia  mia  tela  breut. Poi  con  gran  Subbio,  e 
conmirabilfufo  yidi  cela  gentil  tefier  Cbrifippo  .San,  UnoUloppa,lana,Bambagia,Gotlone.  ueé  ajqi. 
Mia  telabreue  al  é^ietato  Subbio . Vilo,Hefefipqgo,Stame^ramaJiJare.  neén/qo. 

Ciicole. Lai. infilila  firum.  fònofiromenti  da  tefierejcofi ^ 
te  oerche  fi  calcano  co  piedi.  Boc.  Har  che  menar  é Cai 
tole,&  di  tirare  lecafiea  fe  per  fare  il  panno  ferrato  fac- 
ciano le  teflrui.  meta,  è reuenerea . 

Ci{fc.Latcapfa  textorum  pcffeiicontinens.i/lromento  con 
ebe  fi  trfie  la  tela  fi  panno  a capiendo , penhetra  loro  ca- 
f ifee  la  orditura  èlpamo,o  tela.  B o c.Horcbemenar 
i*te,&  tirare  le  Cafle  a fe . ueé  é [opra  a Calcole . 
t'OSpuola.Lat.  pamis  i ^ panie  ula  a éminutiuo . i 
.lamentOifópraèlqualefiamge  ilfiltfiUmtcbt  ado- 


H A B I T 0. 


A\>\to,yefleJ'’efiimentiJ'efìiri,Spoglia , IJJ J 
Scorcia, Panm,Paiimcelli,  Drappi,  Manto, 
Amrninro,MaHieUo,Pailio,  Gonna,  Gou. 
nelU,Roha,Hfibone,Toga,Giubba,Zamar.  . 
ra,GuarnacciaTronica,Caffettaua, Berma , 
Sberma, CiuarJina,Tibarro, Giornea, Pi  iciomefiiola, 
Cafpa,Pmùk,Rgahcfto,Cairff,Cam^iu,  Carmfuone^  : 

Cami- 


1 


Habito  H V O M O Habito  »o8 

Cjmifciolt9,C‘‘ci‘U‘>tF‘tr^tU>,Giiébonf,Boricii),Cilicio,  uoUa.'&  ocStfattaldii  iullimeiititttittn{6rmÌTÌiic- 
CiurnelloiGotgicra.Cappi  Uo,Cafpmtio^rretta,Ciif-  Sìire . Si  rmelti  peribe  ignuda  flaua.  Di  una  nobile  ruba 

fuselo, BédUiMacicchiuuJ^a'i^uloJ^rrMUo.Cttbmie,  dellefue  la  nutjhrono.  Et  poi  ihe  bagnati  fifunno,!!r 

Saggiale, Cintura,Cnnolm,Corcggia,  fibbia,  Borjà.Ta-  imefiui . 

.fca,Scarp.Uj,Calge,Calgari,t'<^j/^jàtti,Scarpe,Zocf0li  Suefttrc.  Lat. lpoliare:4enudare.  D A N./r/i  fuejle  La  fem- 
C»ami,Bracbefirimbo,Lemba,  Gheroni, Falda,  C re^a , biaaga  lainfua.  Ari.ì^  lutla  notte  mai  C arme  fi  faeJU, 

Tugi/'n;;gaJijiga.jliogliare,di^ghare,ftiiigere,liai-  ,AdJobb.ire.yojrattiejèa<aiomare,etantboueliire.Ù  a n. 
l(areaiejiircidifuejlire,logare,a(ldobbare,appannare,am  0 Htlioi,ibtjighaidiobbtJjajit}iire^nduere.&omart, 
Pianure  Jmborfiire,iHtalcare,tffU/bure.Tanno,  Drappo,  exomare  ,iUujlrare . 

Seta,Serico,TeÌa,f'elluio,Ojlro,Vorpora,Scartato,Erot-  Pznni,perltuejiimi»tì.?  s-r./'erdipanni,làiiguigm,olCH 
tatoJ)oagio,Feltro,Stiamtto,Zendado,'Portaiiiemo,Fog,  n/:  perfi  Houueiìi  donna  unquamo.Laftiari  ut  ré  Tii~ 

gia,Guift,Manura,  Mvdv,CoJlume,'i^rma,  Efiempio,  luMoitraidoimpurCombrafiuelofi  Vanttt.Lt ptrk,^ 
l on'i'ueiuime,  f finga,  t'fo.  f'egja,  ,Aucggp,  Stile,  idt.  le  gbirlande,e  i Tanm  atiegru  u cono  fio  tentando  ,4  l'an- 

to,Tale,^ltrtmenti,,4ccogliengj,Ornameiiti,^aelli,  dar,a  lauoerioliultoaiVaaiii.MaJijuauupatportoil^ 
Mondi, Fermagli.  pettoyeiVanm.hoc.HrattiatogbuittuTnnniin  ètf- 

Habito.lJ/.  babuus . i lo  quinto  Treécamento  i.AriSìo-  jà.U  donna  gU  fece  troure  Tini  fiati  del  manto.  f'eHili 

tele,&  ha  quefio  accidente  Cefiert  fuo  nel  [oggetto  nò  per  é Tanm  bruni  aflai  boneftuTtuert  Tanni , Lungf»  Tan-  ^ 

parte  fiperco[atbe  fu  mefiof>ggetto,maper  cauli  èco  m.  CatttuiTanm.Lat.firutaaìrum, 

fa  cfitnore,& appbcabile  al  fuo  foggetto,li  tome  le  uefiu  Panni,tJf.  perU  dr.api . B o c..'He  d'altri  Tanni  gentili , 
luema  aWhuomo , tir  per  quefta  tale  apphi  atione  efirin-  ma  di  lanag'o/iafaiti.  Fior  che  menar  é la'cole,  &éii 

fecale  fi  uune  a caujare  quefio  tale  accidente  detto  Uabi-  rar  le  cajse  a jiperfare  il  Tanno  ferrato.  Hauendomi  re» 
te,ch‘i quello  bauere,oquelLtadherentiaèlneSlimcnto  cati danari, che  mi doueuadare U Tanno, ebeio  gfha- 
ai  fifgetto,&  imperò  noni  altro  ibe  uno  oc  udente  e finn  nca  nenduto . 

fico  cbcaémcne  dal  fumetto,  che  non  ié  natura  diefio  Piatùce\lo:Lat.pannnelinm,pamicalus  fndarinm,tp-per 
fcggelto,airgiidaqneltoJiuetfo,Eiqneftai:oefiereue-  lo  dmunntiuo ludanolum . i panno, onero  drappoéU- 
iiuo,ouero  armato,  cui  lo  banere  miorno  éféfe  nefii  ,o  no . B o c.  Credi  tn , che  io  ti  jòfferi , che  tu  m'mtpegm  la 

farmi,  &nons‘mtendequtlonelbineMloperlo  Habito,  gomulluecu mia, tir gbaltri miei  Tanmcelbiidtlt peneri 

percuihe  quando  s'intende  per  lo  neshmento  quefio  Tre-  panm.Et  entraticene  con  firn  Tamicelli  romagnuoligrof 

écanu  tuo  non  farebbe  accidente,  i b'i  quello  hauere  ;ma  firn  quella  caia . 

farebbe  nel  Tredicamentoèlla  Soflauga , perche  le  uefli  Pannilani , ual  panm  é lana , B o c.  Con  tanti  Tanndaniy 
fino  follanga.  borauenendo  aUeauttontà  delP  gx.  Habi  che  alia  fiera  di  Salerm , Aerano  auangati . 

u»idomo»Alto,CeleHe,Eletto,Gentde,Houefio.Totla  Pitinìlìni.lM.bnteadialpanniébHO.Boc.El fnttoft ieila 
nuié  m altro  Habito  folaJn  Habito  diufit,  in  popol  folta  Jua  camijiia  un  paio  é Tamitiiu  da  gamba  J,  ctdge  é te-  '■ 

FuqueUaSthura.Cangiòpermiglurpatna  Habito, & la.&auUa,eirperipetalmadts,lopanPoéraggp, 

Sialo.  Boc.  In  Habito  Lugubre.  F'edoudedìemiiale,To-  Panaaccio^a/ pirugrofSoéconaHaccn,oftmde.Latipm%- 
hero,F'd,t'tUefco,Saraciiiefco,Tellegriiio,  Tompojò.  nis  rués ,carùàaceut ,aut camdimut.  Bo  C.  Etgiltouui 
\eiÌ3.iat ueSiisfindumentum.  P a t.  FreSia'ìiegra,Turm  fufouuTaniucciod'umfaeeotiecbefatto  baueadéuo- 
f urea  Boc.  Quando  per  mutar  ^eSia . & bpaciuthma  tare.inaltn  tefti  moderni  fi  legge  Canamccio  che  i quel- 

uefiis.  Lat.  i la  uefie  é granai  é panona^ipa:p  paga  fui  lo  . 

ìqutUa  forma  é legno  a guqaéSlittua  dàuci  farti,&  al  »4ppamure,uale  coprire.  ueéaptS. 
tri  tengono lufò  le  F'eSii , (jr  quando  fignifica  d corpo  hu-  Soppanno,  ual  lòtto  panni.  Boe.  Hauendoft  tutte  le  ctr- 
mano  ueé  41817.  neépinte  Soppatmoélmidori.  ne  tefti  moderni  fi  legge 

Vcllimt  nto.Lat.nefiimentnm,armSm.B  o C.  Squarciati  i fitto  a panni . 

f'efitmcnti,Caridionorcuob,  Femimli,  Fattala  é t'olii-  Drappi,  perii  uefiimenti . Lat,  nefiet , B o c.  l^eeOa  che  fi 
mentia  leiconutttiemiuellire,Tochi,Rtali,'Hpbdi,F'efh  uedcmdofiopiufcrituti,&^piu4iergaliDrapp^,&pm 
menti  da  Cuoio.  Di  lina  fotldiffimo,<p-  biaMco.Tanta  fittile  fregiati . Fi  torre  Tamii, (p^Droppi.  Et  per  lopannodi  te- 
che nUme  delle  candide  carni  nafeondeua.  la.  Boc.DipmcolorichemmDrappi  fufierourtart- 

Vefkiri  nagbomueflnnenti.Bo  cauli' A uJopra  i nafeou-  fchifi  méam.  Senfilié  Drappi.Dra^uergati.Cnnafo 
denti  F'cfiiri.lnuuaftmigliairgaifuùl'efiiTiridnfie.  derataé Drappo,^ [altradt  yau ,1'uwiaatelloéuin 

iqjé  f'eflite.Lat.tà' indnere. Par. F'efitre Schietto. -4nima,clie  riccbijfimo Drappo , 

é nofira  humamtate  fé  fida  noi.  Di  porpora  l'esula . Di  Dn ppi’rìa.  Boc  .Lealiffimo,&  é gran  traffico  di opera  di  iqqi 
foi  y e flit  a.  Tutte  yeflitc  a brun  le  dome  Terfi . Di  tene»  Drapperia , Limali  erano  Drappuri . 

bre  F'eSìito.Cht  uefie' t mondo é nouel colere . Sìuando  fi  Minto.Litamiàus,us,m^itogiuiHJÌfi  uefie é fipra , tr 
neSlci&fiogba  Di  frondai  bofeo.  yerdi  panni  dànguigm,  meta,  ud  coperto.  P a x. Manto  Rtal.Tl  fm  Bel  Manto,  il 

0liuri,O-  perfi,  Tign  utfiì  donna  unquanco.Inconunciarfi  uuario  di  Cbrifio  con  la  fama  De  le  chuui,&iet  Manto, 

il  mondo  a uefitriberba.  Hor  ueSUrftboneJlamenle,bor  cbel’ammo  ciafinna  Snapjfsicmfitto'l  cemtrarin  Menda 

kggiadria.CofiHtflifledlnnaiorctiffiirme.Boc.ueé  Ricopre.  D a s.  Dal  luogo  uguì,donrbnome^  ‘**<0'  ’ 
all'lnéte.  Manto.AmXbeialhorcrefceuna  bettJnnbelM,  .. 

rinefiire.  Lat.  itemm  ueflire,  inducere,  amicirt  .Ttx,  Che  A mroaato.  Dan.  Difua  imtoria,&  del  papale  .Antg  « 
Mugraui  mtadàm firmèSe.'Permefiirftnpoiuntltra  (v.mMa  dz Marno»  francefeot^  pmertd  per  qtùfii 


Habito  H V O M O H»bito 

Ammanti  Treiuh  boramai  «fi  mio  purto-  di f ufo  xfcr  lare  aadata fette  al  firn  fofpediaiu  trafjetii  U Tabarro . 

qutfu  farlariioferujdiiot'bodetu . San.  Chi  per  difenderli  daUe  piogge delguat^ofo  uer 

ÌAisuclliKLat.paUiuut^^palliolimildimimtiuo&pal  mdefiderauaunCuiiiÙo,ouaTabarrodi  pelle  iilupo. 
luftrum  t.  Ulte  paiitum,  & firagula. B oc.  Et  fattodel  Lat.  fiortea , a. 

Mantello  grtmoo.tmaùippafo  in  un  gran  Mantello.  CU-  V,ohone.Lal.lMj,aÀ  ueflimemo  di  lanafodratoJ  doppio  , 
.tatogliaddofio  un  Mantello  duna  mibiffbno  drappo.Due  inguifa  di  Tabarro , & fecondo  "blpnio  i uefle  militare. 
Mantellatci  uectbi  da  romagnuolo.Et  innato  modo  diba  \ ik.T yrio^  ardebat  murice  Lana . 

, nere  un  Mantello  fnmleaquello,ibe  al  Re  ueduto  bauea.  Spoglia.m»d.  per  la  uefte.  Lat.  uejlit . & quando  fignifica 
.4mmantare.  Lat.Ugrre  .ualcoprirediManto  tOdiMan-  il  corpo  per  meta,  uté  a tyió. érquandodinota  la  pre- 

, fello.  P a X,  L’altra  (atterra;  cbe  i begli  ocibi  ammanta . dacbejifade  bem  de  mnuiijiedi  «540. 

-D  un.  f^n corollario uogbo  che  t ammanti. i.quejlo che  Spogliare.Lat.^ciiare,exuere,ualefuejtire.C' per meta.per 
■dir  tt  nogho  ù cuopra  per  modo  che  piu  non  dubbi,  la  luce  prtuarc.  P e t.  L’alma  d’ogm  fuo  ben  Spogliata , & m- 
-tbe m'ammanta.  Coprire ueé a pxd.  ua.Horhai^gliatanojtrauita,&lcoffa.Solrimeiru>ran 

Pallio.  Lat.  è mantello  ujato  dal  hoc.  nella  Fiammetta  in  do  ancbart  anima  fpogba.  Si  urJtc,&jpoglu  .Che  del  tuo 

nate  à drappo . L'effi^  dkU’ amato  gionane  rinuoUa  nel  caro  dono  a Uri  Hejpogite . Et  perche  mt^ogbate  wimami 

fotuU  Tallio . «ente  Del  beni  Boc.  uedilTndice . 

Roba,  i ueHa  fignorile  .Boc.  D'una  nobile  Roba  la  noe-  Diffugitare , è il  inedefimo  ihe  Agliate  .D  t.ti,Tanro,che 
flirotto.ClifumrfiomdofiounaRobaaila  gufa  farad-  tardi  tutta  fi  difjngliaj.  fiparte . 

nefia.  H^iliffimamente  duna  fua  ricca  Rima  f e ueSiire  .Scorza . mcta.perkHefie.  Lat.  ueflis  .&  quando  dinota  il 
\ fece  fare  pmbeUe.a' ricche  RiÀe.Due  paia  é Robe/ una  corpo.uedia  i}ij.&perlauefla  deltarborea  1155. 

foderaladidrappo,& Caliraé  uaio  ,nonuca  citiaJine-  Sconcare  per  pnuare  di  ulta,  ucdi  a ìjlj. 
fcbe^damercataiiti^na  da  [ignori,  uedillndice,  ìrac{i:tco.Lat  centunculus,&diploisjiungonneUino,ogiub 
, j Tonica.  Lat.  tunica,  era  apprefiode  Romani  una  uefìe  fen-  bone.  Boc.  Racconciò  il  Farfètto  al  fuo  dofio . Lui  in  pie, 

!^4  inattu.be,&  corta  fletta  a luendo  torpore  .hoc.  Era  dolo  Farfètto  reflàdo  Sopra  i Farfetti,Vfopra  1 nell  delle 

frate  Rmaldo  fjiogiuto  in  TonUella . & Tumea  è detta  da  donne.  Che  io  mi  metta  U pelUcaon  [opra  il  Farfètto . 

molli  la  camijcia.  CioTnc:2.Lat.miitoguim,lacerna^xomii.i  nelle  faldata. 

Toga . lai.  era  ut fle  comune  apprefjo  de  Romani  fi  degli  frappata^tì'  fentfa  maniche  che  ufàua  i foldati,  & huomi- 
' buomini  come  delle  donne,  detta  a tegendo  quòd  corpus  tp  m d'arme, & era  tanto  donami  quanto  di  dietro,  & anti- 

get.ho  erteli’ k a ChileTcgatepacir&cbigliamorofi  eameme  fi  ufaua  generalmente  ,0- in  uartefo^ie. 

auueninit/itiudirefidilettano.  ' PeìUccione.  Lat.  Mllicuim,0-Mllida.&pelliieauelìis.L 

Togare,per  copnreMitJegere.D  un.Etuedi  luf^cbe’lgran  ex  pelle,  i ueBe  fodrata  di  peÙe.  Boc.  Mtfiofi  indofio 

•.petto  li  ioga,  ucdi  a Doga.  unTeUiccionearouefcio.CbeibaueffeaduuaUro  fatto 

CoDaz.Lat.p4lia.U,i  certa  uefiedi  huomo,&  di  donna  prò.  fcuotere  il  Telliccione.  meta,  de  re  uenerea . Igiouani  con 
Clrmcia.P  ux.CounaCaudidadjnueMortaledxggia-  maggior  forca  fcuotanoiTelliccioni.  Cbe  10  metta  ilTtl- 

dratFrJeQffflamiagrauefhler&moTtalConna.'Hsnl  Ucctone  fopra  il  Farfètto. 

efierm  pafsanoitra  la  Goaiu.yafit  dt  iingne^tèCarme,  Rouc(cio,o  a Ronefdojual  riuoUato/jueUo  di  dentro  di  fuo 
.vdelc  Gonne.  Sidl  duro  Ugjoo  i<tr  fitto  [afpre  Gonne . ri,&  i li  contrario  del  diritto.  Lat.  retrorfum.h  o c.  Mef 

À>.Ai  if.  ad  io  ^Undor  che  uà  di  Gonna  in  Goonaj.di  pelle  fòfi  m dofio  un  Telbccione  a Rane  filo , 

in  pelle,  lijii  farem  punto;  come  buon  fartore.  Che  come  Vùo,ifr  f'aiXat.pellu  uaru  qua  bicutor  .fono  certe  pelli  , 
eglibadclpanno  falaGoimo.  Ami. 0 lor  lolle  arme  t . conche  fi  fodrano  le  neflc  da  nte^gp  tempo, Boc.  come 
Oiuula.if‘ quando  figmficadcarpo.uedi  a lìiq,  cb'egbliucdeffcily éatuto  affumuatotneapo  a.ilCa. 

Cooai:\\3jkt.palla^*.BO.c.TUlIimgalaGonnella,cbe  pucciofodrato  di  pelle  éyaiycheufauxnoi  dottori  da  por 

laguaruaecia.Chctu  m'impigm  la  Gonnellucàa  mia.Tom  taremeapo . Efiedo  una  pecora  tomi  tutto  coperto  di  pel 
fiig,HorOarme,&forOGonoetle,  AKl.efedellaCon-  lidiyaw.Tercufcunoduepatadirobe  Cuna  fodratadi 

nella  DflctHcfìtrCantiquadawigeUa.  draepofialiradtyaio.Còpànilugbi,etcifcarkii,ct  yai. 

Cuarnaeda , 0 Gnarnacca , come  fi  legge  ne  tefli  antiibi. , GiabDa,Giuppa,Lat.ueflii  manuleaia,ct  tbirodota.  i certa  1541 
lat.  baruacida.ho  c,Sitri^iedt  ftitoalla  Cuamaccia  ueSle  fatta  alla  turcbefcafiinga.tSr  con  maniche.  Boc. 

uua  heilifiinfaborfa.  .Al  buio  fi  mife  una  Gnarnacca  del-  In  una  Giubba  di  Zendado  uerde  rtmafe . Due  Giubbe  di 

Jadonna.Tiu  lunga  la  gonnella  che  UCuarnaccaMctIen  Zendado  belbfitme.  A Mi.Gmppetrapume. 

dofi  indofio  una  delle  Cuamacebe  mie.  Stola,  Lat.  i uefle  kngamfino  a pué.é'i  anche  certa  fa- 

1 540  jGuarncHoXMJawca.  i uefle  da  donua  di  tela.  Boc.  lei  fck  fi  fetta  che  fi  pongono  al  colto  i prtti.Lat.f»cak,iu,& 
delk  camera  ufcita  m Cuantcl  bianco,  & co  capelli  nnoU  orarium  era  kSiok,  cioè  uefle  ptcerdotale  chefiponca- 

H qtrfopo,  noi  predicatori  quando  preJicauano.L)  AH.  F'annocou  r 

Sbemiat*  Bernkfi  Gauardma  .Lat.  gaufapina,*.  ti  dt  kgraue  Siola.Q^Hi'e'1  conuemo  de  le  biancbeSiOm 

ZiunanaJLat.  nulotaA,penulapi  fi  uefle  fodrata  é pelle  di  le.  Ami.  Tcrctfie  il  fennofi  fi  flraciii  la  Stek. 

peeprafidi  taprcuo , Cocolla, 0 CuculU,Lat.cucuUui,ibabito  da  rtbgiofi,  da 

T'Bpr'-  .Lat.colobiumji^ueflimehtofihefiportadifipra  Mouache.hoc  Et m dofio mefiaUntraCocoik.es'  mrU 
^manube.hoc.lictioihelnmicteda^ukfcie-  kyifumeamorofà.yer’icbebenc’bauefierlun^utfie, 

"ri  quefìo  imo  Tabarro  ibiqdaio . lo  negbo  che  tn  fappia  ; C-Cuulktoil  capo.  D a H.Chedrfcialrfaiinofi  CucuU 

fbc  qucfloTabarro  egfii  di  doagfo fiat  trtagfodfi  Befio^  la.  ( parlando  diSerapbmi)  fii  le  Cocolle  Sacca  lon  piene 

.1  èfarina 


Habito  H V O M O’  Habito'  109 

iif<n'nuria.SKìi.CbipeTdife»ieTfiit^efiouedtigiurj^  m Capucch.CalMdraioTicultt  il  Caf  uccio  fno 

umo  dcfiJerj  un  Cuculio , 0 Tahirro  di  felle  di  lum  Scapolare.  Lar.r<>p»jn>  il  co f uccio  de  frati,  b oc.  Et  qual 
^ addofio.  capfa,i>rqual  Scapolare ae irabcuano^efiodeUe  mani. 

Cilicio.  Lai.  i ueflhtiento  fatto  di  fitolt  di  animale  fiuero  é Cappa.  Lat.  toga  monacorum . i propria  habito  da  frate , o 
lane  grafie.  Bue.  nella  F 1.  L’anima  ornata  di  uiriù  ha-  monaco.  B o c.  'HuUa  altra  tofa  hanno  di  fiale,  fe  non  la 
Jla;neforgjfaji'liorpoéCtlicioèuejiito.  D a ti.  Di  mi  Cap fa.  Doue  da  gli  inuemon  de  fiati  furono  le  Cappe  or- 

Cibcio  tutti  eran  uejlm . énate  lirette,&  mifere,&  di  grojji  panni.  Le  loro  Cappe 

Naldaicrj  una  certaforte  S uejie,  che  ne  tempi  del  Bo  c.  larghijfime. 

iufiua  cofi  detta  daliognome  di  quei , che  prima  la  comin  Capello.^;  g]lerus,capitiumfileus,ei-fileolut,&fileo- 
ciarono  ad  ufare.  .Aliando  i Gheroni  delia  Gonnella , ette  lum  il  dimi.è quello  che  cuopre  il  capojjr  1 cafelh.B  o c. 

alla  "hialda  non  cra.cr  facendo  di  quelli  ampio  grembo . Cheli  ponea  le  come  fopra  il  Capello.  Trtfero  dal  lauora~ 

Cimici. Lat.podeni,ucjiecheupmanolotiùiihoralàcer-  toreinfreliann;aduomamellactidiromagnHoio,&duo 
dot! , lunghe  infino  a piedi . B O c.  / fiali  nettili  con  Com  Capelli  tutti  rofi  dalla  ueccbiett^ . 
mici,&  Tieuult.  & DalmaUfa  ueftu  i la  toniia  che  ue-  Incapeliare  è porre  il  capello.Lat.cooperire.  D a k.  L’altifiU 
fh  il  Diacono . mo  lume  Degnamente  conuien  che  iincapelk.i.sincorom. 

Picuialc,  0 Ttonaìefi  Tluuiale.Lat-cohibikm,i>,&  caladi-  Cuffia  è quella  chedinotte,  & antbo  di  di  fi  porta  m capo . 

Ila  ueSUt  impluuia  . i uejie  fàcerdotale , tìr  che  ufiuano  Lat.uitta,&  infula  fàcerdotalis , & reticulum  é cuffia  fot 

portare  ifacerdoti  nel  tempo  dei  uerno.B  oc.  uedidifi-  ta  di  rete.  B o c.  Madonna,!' Iddio  u'aiuti,annodateut  la 

fra  a Camici.  Cuffia.  Con  una  Cuffia  m capo  con  una  gag^enna  bionda, 

Rocchet  CO,<  uefie  da  Cardinale . uedi  a6pì.  Et  flracciatagli  la  Cuffia  del  capo.  Aui.Mabené  ferro 

154;  Ctmifcii  Lat.tuaica^adufium,chindota,& macrochera , afiai  Cuffie  lucenti . 

la  camifiia  conlemanuhe  lunghe.  B o c.Cacctalaft  m diffi'  Benda  portale  donne  al  capo.Lat.fafcia,  P a T.Cbe  noli 
fó  una  Camtlda.yna  bella  Carmfaa  nuoua.Spogltatofi  un  pur  fotta  Bende  .Alberga  amore  .BoC.Ha  fopra  il  capo 

Camijcione.Sopra  i loro  Carmfciom  bianchi.  A.  til.Cbefo  poflala  Benda  bianca.  Lungbifiime  Bende, 
fra  una  Camilaa  ella  fi  mifc  bianca , ^ fattile . Frenello, taf  amentum,&  reflti.itertolegame/iueroffia-  1444 

CamiTcìot  co,o  Camtfcione . Lat.fubucula , i certa  uefie  il  ghetto  che  portauano  le  donne  nella  fronte  che  hoggi  piu 
piudilinoichefiportafoprafaitreuefle.  non  fiufcBo  c.  Chiedi  pur  tu,ouogli  un  paio  di  fcarpet. 

fjorgen.  Lat.gulluristegmen  fine  omamentum.dettaa  te  fi  uogli  un  Frenello, 

gurguglione.  Lat.  è quella  parte  della  camifeta  ebefià  in-  N aftro  .6ir.dr  amentum.  è la  cordella.  Dan.  fi  partì 

tomod  Collo,maV>  A h.  La  pofe  per  la  gola  doue  dice.  Di  la  gemma  del  fio  tf^ro  X dal  luogo  oue  era  collocata, 

cmfegò  FurengfilaGorgera.  Aki.  Co  fi  talhor  un  bel  purpureo 'Natìro  Ho  ueduto^ 

Borrìco . Lat.  indufium,fiueintufium,è  bora  certa  fòrte  di  tir  tela  targento  Da  quella  bianca  man  piu  ch'alahafiro.  ) 
ueHe  picciola , che  fi  folca  portare  fopra  i canafdotti , .Altriintreccia, altri  m 'Hnftro  eran  raccolti , Molti  a le 

fatti  quafi  come  le  gfomee , che  già  portauano  gli  huomi-  ffialle,  alcuni  al  petto  fciolti . 

ni  i arme . G rembi  ulc . Lat.  perif  :eliidù,&  cinfliculus . è quello  che 

Velo.  Lat.  ueluM , tegmen . i quello  che  portano  le  donne  in  tieu  dinanv  le  donne , &gh  artegtani , detto  da  grembo . 

tapo.P  BT.Lafctarilyelo,operfole,operombraDtn-  Bo  c.EthauendounGrHnuledtbucatoinnaugifempre. 
nananuiuii’ui.Tofia  abagnare  un  leggiadretto  yelo.  Grembo.tat  fmus,gremium,dettoagrtgando.V  it.Fa.. 
Tortomi  face  il  yelo,  & la  man.  .A  C ombrai  un  bel  Ve  ma  ne  Pbonorato,&  ricco  Grembo.Teiqier  m Grembo  fit 

io.  & meta.  <jr  da  fquaraar  il  yelo  ,Cb’i  fiato  audto  in-  nomate  in  braccio,  yerrefli  in  Grembo  a queflo  feonfota- 

torno  a gli  occhi  uojlri . Ma'nnangi  a giucchi  m’erapofio  to.  In  Grembo  dia  nemica  il  capo  pone.  B o C-Algandofi 

un  yelo . B o c.  yelo , yeti , yelu^p . uedi  l’Indice , tir  i gheroni  della  gonnella,^  facendo  di  quelle  ampio  Grem 

quandadinou  il  corpo,  uedi  a ptp.&y  do  per  lauda  bo.  Col  Grembo  aperto.  D ah.  Oue  la  co fia  facea  di  fe 

a 1050.  GremboXfófiatofiualloue.Au.i.He'lCrenibiofilafciò, 

Vdime  per  lo  copertofiedi  a pip.  ne'l  fino  uoto. 

ydartpercopriree&fuelareperfcoprireddetto  luogo.  Scheggii\e,o  Scaggialefi  Scegffale  come  ne  te/li  antichi  fi  ■ 

Vello  dell’oro.ueé  la  hifloria  aiafone  a qqi.eSr  quando  dU  legge.  iilgrembiule,o  certa  cintura  di  fica  alquanlo  lar. 

nota  lalana,ucdta  1 ip8.eTydiiperhcapellia  ijqt.  ga.altn  uoghouo che fiuunauefiedadonne diuiUa.Boc. 
Salterò.  Lat,  pfalterium  fi  può  dire,  i il  uelo;  che  portano  le  Et  lo  Sceggiale  da  i di  delle  fede , che  io  recai  amento. 

monache  in  capo.  B OC.  Et  credendofi  torre  certi  ueh  pie-  Cincura,dr  Cintola.Lat.cinliurafifrpracinliura,ciraut,  154^ 
gatifi/udidle  incapoportano,&  chiamang'iilSaltero , us,ut,cingutiem.i  quella  contaquale  lilegbiamo  al  tra, 

le  uenne  tolte  le  brache  del  prete,&  tanta  fu  lafrettatche  uerfo.  Boc.D'un  fuoform  trofìe  alcuna  Cintura.  D.tl- 

finga  auederfinefinluogp  del  Salterò  le  fi  gatòtncapo,<&  la  Cattura  in  sù  tutto  ignudo.  Molte  b<  Ile  Cinture,  &fer- 

ufet  fuori.  magli.yna  leggiadra,& cara  Cinturelta . 

544  Csipuccio.Lat.capitiumacapite,rrcapìeistegmea.Boc.  Cincoll.  Lat.cingulum.BOe.Ledonneacalà  rhnifrtffi 
yna  delle  robe  del  prete fion  un  Capuccio  fatto  a gote.  Fi  ■ tengono  le  mam  a Cintola.  Mefìer  'Hicola  haueua  ui 

gliuoli  benedetti  trarreteuiiCapucci.i.lebcrette.  Dan.  naiuolo  a Cintola.  Come  filo  nonhauefii  delle  hot].' 
Erlihauean cappe  con  Capucci  baffi.  delle  Cintole . 

Capuccio , Lat. cuimUus.  èildtmi. di  Cappa . B o c.  Dagli  Ciato.Lat.fuccmgulum,baitbeut.S  a N.Toififimmerfi bd  , 
qualche  Capucòiouecthio.ii  datole  un  fuo  far  fitto, & (utto  infine  al  Cinto, 


Habito 


H V O M O 


Habito 


CintoMrà,  fotte  aiulU  con  che  fi  UgaiK  intornile  gambe  di  eTa^facendodiifiielliampio  grenòo,  i 

fottodaginocctn.Zo  c.Ladonna,ftcomecoleiaUaqMle  ^3.\Ai,eS-faldediiieiie,iiedia>i%j, 

Jirmgeuano  i Cintohni.i.fiiprj  modouolontero/i.  Piega.  Lat.fUxwra,^ fiexni,  B o c.  nell  A M.  Jl  Mantello 

Cingere, &Cigntre  fi  dice  .Ut.cmgere. VBX. & con  lei  condoppiaVHgafopraleginoiihu.llmMtello  inTUga  ‘ 
MarteCinuidiferroipiilebraccue'lcollo.Sirattoufci-  rucioUo  Ulto  U braccio.  Donne  TiegbcuoU.D  AK.ibe 
uadfolctmodiragp.Eraiàiinel  cbe’l  Re  di  Siriaiinfe  niiugiiur  nojlro  ha  tante  pieghe . 

D'un  magnanimo  cerchio,  hoc.  eli  fece  una  giada  cin-  Ttegare  .noi  ihinare  fi  torcere  fi  rmonere.  Lel.flt({ere,tor 
gere.Huoua  babitatione  , laquale  cingerà  di  profondi  qucrc.cuiuare .V BX. L‘altroe'lfgltuoli’.Amdcaricbt 

foSi,&  d'altiffime  mura.  Th.D  an.  Coft  difceft  del  noi  piega  ineotam'anni  Italia  tutta  ,&  Roma  .cui  gran 

cerchio  prunaio  Ciù  nel  fecondo,  che  men  Imgo  cinghia . faJctopiiga.Ter  chinargtiocchi  ,&ferpitg.,rlatctia,  i 

idefl  cinge . Che  per  merito  lor  punto  fi  pii  ghi.Lafiome;  ch'io  non  li 

Scingere.  Lat.  difeingere  .VBX.  ueggendo  quella  goda  fein-  in  qual  parte  picghudal  drillo  mio  fetitier  mi  piego,  hoc. 

ta.  Che  fece  al  fignor  mio  fi  lunga  guerra.  &giamainijn  aedi  all'Indice. 

mtfcinfi.  idefl  fciolfi.  B o c.  fattolo  fingere,  & falla  re.  S piegare  jud  mamfefiareffianareda  explico.  lat.  Vbx.& 
care  acqua  fredda  per  gittarghela  nel  uifo.t'iderodalToL  cufiauolge,&giega  Lo  fiatile  de  la  Ulta . L'aura  foaue  , 

traparteCalandrmoSclhto,&anfaiidoaguifa  ihuomo  ch'ai  folffiega.&uibra  L'auro.  In  legnga  fortuna  ogni 
lafiofederfi,  fuapoinpa.Ch'mgegnohumannonpòlpiigarincarte  lui 

Difeingere.  Lai.  P h x.  Leuata  era  a fUar  la  uecchiareUa  Du  ^ gloriofe fpoglie  La  bella  uincitnce . B o c.  (duello 

felina,  & fcahea . che  le  fante  leggi  dclfamicitiauoghono  noni  mia  inien- 

Coreggia.^  la  cintura  di  cuoio.  Latxorrigia.^baltheui,  tionedijjnegarealprefènte  . Doue  dal  cacciatore  ^lu  ca- 
la con  ggia  del  faldato.  hoc.  Et  efiendolafciato  a tut  gmneuoimentclercti  fi  pieghino . km.V>  ah.  laltuna 

te andarebbe dietro  perdendola  Coreggia.  maiditalmembrafigitga.i.fihbera,orimoue. 

1J47  Coeenguà.Lat.ftipiies  larari  ad  tnticumcnucleandum.  Digiegare.Lat.expbcare.D  AH.Sicbedijpiegalebelle^ 
fono  quelle  ma'tpie,  con  Uquali  fi  batte  tl  grano,  anebora  ^e  eterne. 

che  altriigiongano , che  fono  quelli  di  una  certa  campa-  Ctcfpi.Lat.ruga.tfr  gela finus,  fono  quelle  crejpeilx  fa 
gaia  che  portano  le  con ggie.B  o c.Che  mi  rechino  quelle  thuomo  quando  nde.  P e x.  Crtffc  Chiome,Criffi  Capei, 
gombine  per  li  Careggiali  miei.  lat. crifptcmcimiati,Crefi)o  Laccio.  Te  fendo  un  cenino  a 

Gtmbiae.Lat  lora,^rcrinacula  fotloqttellicuoi.coquaU  l'oro  terfo,&  Crefbo.  Bo  c.Ilmiouifònonniofirjuaan-  '■  • 
fi  legano  quelle  »i4^ , onero  ha 
gr ano.  hoc.  che  mi  rechino  qi 
reggtatt  miei. 

CaintuLot.chirotheea.dettoda 
matto . P E X.  Candido  leggiadra 
copria  netto  auorio , & fre fiche  r> 
paflorale  ,&la  mura , & Cua» 

Guanri,quali  a tantafiT  tale  am 
fegno  di  età  mofirarono  il  (ìuaatt 
Brache,/!»»  mudaade.Lat.fnbliga 
ltt,campefreaidumbare,isfinax 
perrtpnium.ntrgmum,  il  uelo,  co 
cuoprono  le  mammelle . B o c. . 
tolte  le  Brache  del  prete . Mefiti 

brache  .ConleBracheincapo.l'  ^ 

Siche  la  ripa  ch'era  Terigpma  l 
Sìraua  ben  tanto  Di  fopra . 

Offolieri,o  Ffiolteri  come  altri  Irgt 
fitaghetri  con  che  fi  ferrano  le  nu 
cum  ejjtoneno , che  fono  liringhe 
dall'uno  de  capi.  Lat.  fubligaculi 
hoc.  Et  uedendo  ciò  che  la  Ba 
gli  Ofiolieri  dalle  brache  fibe  di  q 
1548  Lembo.  Lat. Ihnbus.ilaeflremit 
nefletngmfàdtorlofilifia  Pbx. 
bo.Turpurea  uefla  et  un  ceruleo  1 
per  lo  Lembodclla  Guamacca.D 
du>;  e gridò,  qual  marauiglu 
>,*3Jni,/&i»i  lampi  della  uefiee. 
nomilo  quelle Vf^fiuero  fette  1 
. feiefi  una  per  vada  fi  ad  altre  nefl 
.4h(andofiiCbcnm  della  gonne 


Habito  H V O M 0;J  Habito  ■ * tio 

Straccio^  Stracci.  Lat. lacera  ueflis,  Rragula,  eemuncut  tajir  lignlam  ambo  fi  pipita  per  qmlla  che  ferra  te  aefii. 

lui.  Mal  panm  rotti, & per  ueuhteT^  confumatt,  tir  non  h OC.  Le  fm  Scarpe  tutte  rotte  .Ouuoi  un  paio' di  S car- 
pio buoni  ; & li  mcdrjinio  i Cencio . B o c.  Efiendo  gli  pette . Che  io  non  mi  polena  pagare  i Cabtfn  i te  f carpe . 

Stracci  d'un  penero  huomo  di  cotale  infermità  morto,  git  Zoccolo,cT  Zoccoli  ji  ’zppelU,  o co^i  di  legno . tot.  calopo-  ! 
tati  nella  uia  pnblica.  Tcrcbe  in  alcuni  Stracci  niioUete  ; dion,fiue  catapodium^occus,  C Socculus  il  diminutiuo . 

louorrci  mnanxf  andare  con  gli  Stracci  indofio  ,&[cal-  & calonei,&ì  detto  Zoccolo  daxpcco fi  cioeco,cb’è  legno 

i^j\,&efiere  bene  trattata  da  te  nel Utto . [ecco.  B o c . .Andare  in  Zoccoli  per  Cafimtto  prouerbio . 

Stracciare.  Lat.  lacerartyiilaniare . ual  rompere , dr  fquar»  idejl  andare  nelle  pam  pofiemn,  perche  i Zoccoli  fi  por- 

ciarcinpe^unaiofadipàiufifimile,perfor^émanL  tono  per  lo  pnouofo  tempo . Et  Unno  deZoccoUà  San 
hoc.  Et  Jlracciaiidoipianmdtiiair^,&moJlrando  il  pct  Gerardo. 

to.Lét  donna  Stracciata, tutta  liuidanelutfo.  Et  lei, che  piiaeSle,TantcfoltfiSoiiretticbeportattltdomie,fbnoj}iu  . ^ ^ 
tutta  era  firaidatai  alcuna  delle  fue  robe  riuelìi.  Con  gli  tic  di  cal%art  coljoutro.  Lat.  TantopbiU,  [uberei  a [ubea 

pannitutti  firaccialijCrfracidiindofio.Tebaldotficimede  re  arbore  giani[cra  {&  fandatium . 
fimo  flraeciògli  ueflimenti  neri  indofio  a fratelit.  Vfatti,  tT  yo[énelnumerodelpiu,fonoSiaiali,dr  fliua-. 

Batolo.  Lat.  Rota  ohm  muUerumfiunc  iiirorum,&[a[cia.  è letti,  Lat.  ocreafiotbumuia.  hoc.  che  trarebbele  [ar- 

quella[etta  finero  Jìolafiheportanoi  dottori  al  collo,  0 fi-  mede  gli  y[atti . nel  teflo  antico  fi  Ugge,  che  trarebbele 

fra  la  [palla.  B o c.  f'nmaeflro  Simone  ueflito  é [caria-  pur^ibere  de  gb  ('[atti  .Cbeuoimt  facciate  rendere  uno 

to,  & con  un  gran  Batolo  di  uaiofiottore  di  medicine. i te-  mio  poto  i f'oje , lequaU  egb  mi  ba  inuolate. 

fit  antichi  hanno  Batolo.  fibbia.. Lat.fibula,&fibraipoilaraduedelfgato.uem  ; 

Calza. Lat.cabgafilr  caligula il diminutiuo.h oeXe Calze  dia  i^ip. 

firn  fette.  Con  le  Calva  campanella.  .Affibbiare.  Lat.  fibularefionne(tere,compoHere,  coniungere  j j ^ j 

Caiiin.Lat.f>lra,luberei,&crepidx.[oHolefcarpe.Boc.  ualc  allacciare  le  fibbie.  Dan.  ùalbtogoingfù.dou'buo. 

Tlpn  patena  a pena  pur  pagare  i Calzari . Calzolaio  , (jr  mo  affibbia'l  manta . 

Calzoleria,  uedi  alt  Indice.  Borfa . Lat.crumenafi[coperaf6Uii,marfupium,pafceobn. 

Calzare.Lat.calceare.Cr  cale  eoi,  [eu  caligai  induere.  B O C.  & facciperium  il  borfello  ,&la  borfa  grande . & Borfa 

Lafeceuefiire,&  calzare.  Io  [on  ben  ueflitae&  calzata,  detta  da  bjrfà  che  è cumojdeiquaU  fi  fanno  le  borfè.hoc. 

Mal  ueRitt , dr  peggio  Calzati , Mi  mando  una  Borftfip-  una  cintola.  D a n Jn  una  Borfa 

Scalzare . Lat.  denudare  crurafiìr  emittere  caligai  fiat  col-  gialla  uià  azurro , 

ceoi.  F £ T.  Leuata  era  a filar  la  uecchiarella  DifcintafiSr  Imborfare  ual  porre  in  borfa..  dr  meta,  per  tenere . lat,  in 
Scalza.Ma  nuda  al  uento,&  Scalza  fra  li  Siecebi . Si  fu-  marfupmm  imfeere  .santi.  Et  in  quei , che  fidanza  non 

de,tì’Scalvmmezzoifiori,&[herba.Boc.Gb[ece  jimborfa. 

fcalz^e,&  nnfrefeare  alquanto  con  finiffimi  uini . Cfuini  Tafca,c  la  borfa  fi  furfelta.  Lat.  crumenafiiantica.perafit 
Scalzer&  conlebracaamdeperPacquaandando.  perulaildimtnuttuo.DAS.ChedalcolUiaàafunpen- 

'Rincalzf  re.  Lat.  perféqui, late  fiere  ,repetere.  ual  [ortifi-  deaunaTafca.S  a s.  lo  ho  del  pane,  & piu  cofeabrein 

care,dettoancbodacalcand>.hoc.neiTH.llcafìel-  Tafca.  K%\.  Et  aduna  fica  T afta  da  di  piglio, 
lana  non  reRò  di  rincalzare  le  [ue  preghiere  finde  Tbilo-  Intafcareaial  porre  in  tafca.LatJncrumenam  ponere.  Ari. 
eoio  cofi  rincalzalo  dtfie , D a n.T^h  ti  marauigliar  li  (he  l'orco  non  l’intafchi. 

la  rincalzo . ScaTrella.Lae.mantica,perafil  perula  il dimiaietta  da  quel» 

Rincalzo.Lat.pefiului,&meta.perlecutiofmpulfuiiicer-  lodxfafcarfo.iHmedefimocheborfatafca.uedia 
to  legno  picciolo  che  fi  pone  alle  botti  [opra  le  toppi  accio-  Moccichino , ì il  fazzoletto  per  nettare  il  nafo . Lat.  lin- 
ebe  ^no  falde,  & ferme.  Dan.  -AUhor  fi  ruppe  U>  co-  teum,  & Itnteolum , fudariobim^.  hoc.  Con  un  bello 

mun  RtttcalzpJIuno  efiendo  altaltro  appoggiato  erano  Moccuhtno allato. 

Kincalzp  comune . Fazzuolo,  Fazzplettodl  medefimoche  Moccuhino . 

ìacaliameati.  Lat  fiimulationes,fobcitMdines.ualconflré  Tela.ÌA(.P  et.  Tela  Sottile,  Breue,  .A  laTelaTqpuetla,  . 
gimemi,&  follecttattoni , B o c.  nei  7 h.  £(  alcuna  fiata  ebora  ordifeo.  Ter  accorciar  del  mio  uiuer  la  Tela.hoc. 

conpicàola  nani  cella  falcando  le  fidate  acque  con  mae  Saper  far  ordire  una  Tela,  Incontanente  mandai  in  l^fo 

ftreuoti  reti  pigbauanoipaurofiteruijÉr^efieuolte  agli  li  ad'muefiire  inTde . 

lUceUideU'aerenonpauroficomepiupotetidiloro/laiìa-  Seta. Lat. fericum ,&olofericusfialtuttodi feia.V  cr.un  1554 
uojHcalzameniiéletteuobariguardanti.  laccio  che  di  Setaordiua.  nidi  una  nane  con  te  farte  di  Se-  > 

Jncdzare . Lat.  fiduttare,[limidare,  propellere,  ual  foUeti-  ta , & d'or  la  l'eia . B o c.  Lauorare  lauori  é Seta . 

tare,ej-coHfiringere.hoc.nelTK.TrtgauailTaflore  f'napezzadidrappoéSeta.lì  AU.Qunfianimaléfua 
chefonaffe,  & come  uaga  del  fuono  tmalzaua  a fonare , Seta  fa  fiato . idefi  fi  comeuermieeUo  mot f nel fnofoUt- 

Thtlocdo,cbea  fimi  preghi  dir  non  uokua,  enfi  Incalzalo  cello  della  Seta . 

pur  difie . . Serico.  Lat.  P £ t.  D’un  bel  aurato  Senco  trapunto,  hoc. 

Contige  erano  calze  folate , & coperte  di  cuoio  traforato,  yeRito  di  drappi  ftlibfihni  Serici  .Fi. 

D A N.Hfn donne Coatigiatefion cintura. perdoebe Co-  Olho. Lat. à porpora, 0 fiarlatto iP  et. Et daltro ornata 
tegiata  donna  fi  (biamaua  quella,(be  portauatab  c.ilze,  diedi  perle,  od' Oflro.yetbquant' arte  dorae'mpcrla. 

Scarpe. Latfolea,&calceus,&baxea,è la fcarpafòlalaal-  e’nofirxjjomadiofirofiperpora . Kn.  i. ornar  ComeaU  ^ 
> tapojlolica.eìr  ligula  i quella  bngua  di  cuoio  clx  ferra  la  cunfualdipannidioroettOilro . : 

[carpa  Martiaàiì^sntxV'ema  fidrt  iuiiata  ligula  pian- ScaiiittpJLMAOtubyliim^eiibuifi[lru,muresfurpura, 


. • t Portamentò  ' H ' 'V  O ' M ' O : Portam^to 

iioleTt iigratù.HcJiaiii,  Vft.SaumcmiùòcbcfuffimqualMamctaTrattat»  ' 

Sciamito . Lat.  Ikbftriciim.  ifjiftiedifeU.  toc.  Ftflit»  fono.Bo  c.  La  leggiadra^  ornata  MaaicTa,del  Conte. 

tL'un  Siiamito  nerde.Feflita  tt  un  uermtglioSciatlttto.PH.  StUa^endijtTeta,Miracvlofa,Me!Ufma,  Simile,  Ffu 

\ Muto . Lai.  holofencum . è drappo  di  jctapekjo.  B o c.  ta,.AUa  Maniera  .Atefiandnna  ballò.  Con  fi  fatta  Mante 

Fn  ncco  letto  tutto  dt  Felluti,  CT  di  drappi  dioro  fornito . ra.Con  Maniera  alquanto  Tietoft.  .Altre  Maniere  dt  nuo 

fjr  uejlis  heteromafcaia,  la  uejir  peloft  da  una  fola  parte . ni  antmaL  Le  Mamere  del  Tapa.Cf  de  Cardinalt,Laude~ 

Zeodido.Lat.fnbliricumundulalum.Ìdrappo^ptaJottim  uoU.Dilelteuolt, 'Huoue,Diuerfe, Farle, "blotofe. 

le.  B oc.  Inunagiubbadi  Zendado  uerde  rimafe.  Le  due  Modo:  Lat.  modus,rttui,tnot.ualmamtra,forma,guifa. 
giouanclte  m due  giubbe  é Zendado  beilifimte.A  r l.Cbe  P i t.  Modo  Morial,tiatural,.Altro,.AUuii,  Tal,  Qual, 

Henne  auolta  in  un  leggur  Zendado . CotafQjtaUbejen  Modo,ln  Modo.Oltra  lor  Modoat  lor 

1 ; 5 5 Doagio,rr4  certa  qualità  é panno  cofi  detta,  tir  cefi  T rea.  Modo,  "hle  matn  tuo  aniorrichiifialt  rv;  tbe  Modo.  Modi 

gio.Lluatiragio.fi  conte  farebbe  bora  di  cmquanta,frfian  Dinerfi,Leggiadn.B  o c.Modo  Conu<neuole,Stmil,.Ac~ 

ta, ottanta  A3’  fmuli.  alcuni  dicono  effere  tela  come  il  boc-  coruio.  .Al  Modo  ufito.  Ter  un  Modo  Tarenteuole.  Ltefi- 

caecino.  B oc.lìmioTabarrOAOgliotbelufapptaeb'e-  dero!òolcreModu.Latjtllramodù.ModiSpiaieuoli.  fii»- 
gbidtDoagtomjinoaT  reagio  At  baca  dt  quelli  nel  popol  crtfeuoli,Fecciofi. 

nofiro,ibc  lo  tengono  é Lluatiragh.fìmo  ibi  efjioneno  de.  Trafuiodareiipallareilmodo,&  la  mi  fura . Lat.  tranjgredi 
ndendu.cìr  alludendo  a DcagiOA3  TreagiOi&  iheefiendo  modum.D  AS.La  bellezp^a  tb'i  nidi  fi  trafrnoda . 
poi  di  ilMtiragio  ungila  am  bora  piu.  Corner  cIkvii  ucce  d‘in  qualique  modo  fi  marnerà.  Lat.  quo 

TeWtOfilpeta di pauiouile,& nontcfiuto;ma'D  a K.doue  quoniodo.  P et.  Ma com’ella gli gouemifi uolga.  B O c, 

due.Etiua  HauonfaràtraFeltre,& feltro mtefedtFeU  BtdijfiacafiuidoueuoUuaejiere iondotto,i3  Comtebe'i  '■ 

tre  città  nallamarcaTriugi.tnaAt  di  Feltro  Cafiello  nel-  menajse  era  contento . 

la  Marca  d' .Ancona,  tra  quali  dommauatl  SignoreCan  Comcfibeualincbemodo.Lat.quopaLto.quomodo.Boc.  > 
della  Scata,SignorediFerona,  ebefu  la  iflelia  liberalità.  Lo  non  iò  Come  la  moglie  mia  fi  faccia.  Deb  fe  Idèo  tt  dta 

(p-amuoè  D a u.ilquale  nei  detto  luogo  èce,infm  cbe'l  la  buona  uhnraèmmi  Come  tuli  guadagn.ifli.MdMm 

FeltroFerràcbelafartmonrèdtglufiituiidoadefìo.  bngiuolo  comandò  cbe'l  nero  ècifle,  ComeaiScmabi  • 
S.Caii,&  alla  fua  liberahu.  «r  aiiroue . Pungerà  Feltrt  uimt  bauefle  cinquemila  fiorini.  Falere  prima  fapere  Co. 

auiboca  Uèffalta.C  il  B o c.  nella  nouella  è Bergami-  meandatafoflelacofa.uediaii^S- 

no  della  liberabtà  del  detto  Signor  Can  ne  fa  mentuHe.&  Comunc{ue.Lata>mniiaodo,quomodocunc^ue,ual  come.  & 4 
quefla  ila  fua  nera  iflmfitioHe.  mtuttiimoé.'Boc.EgliififcioccoAbegUi’accoHcieri 

Comunque  noi  uorremo. 

T 0 R T M M E "H^T  0 . Cinibo  uiendagarbo,cbeftgmficamodo.  forma  .D  auc 

Damando  a lor  angelico  Carnbo . 

On»mento,Foggia.Guifa,ManieTaJHo.  Tempre.Latjempcrus,tempcratio,ifperatura,babitudo. 
do,Carnbo,Caflume,'Horma,Elempio,Mo  ualmodianamere.i^anibocomordairge,^rime.P  n.  . 
deflia.Tempre.ConfueludineJ'fauxA^fo,  TqemaiinfidoUi,oinfiloaui  Tempre  hi  fonar  [cppi.i.ru 

FetxOrSiiie,Cimtt  gno,Mtto,Mccogiiéza  , me,o  concordami . Et  fiumi,&  felue  fappuu  di  tbe  Ttuu 

Tale,Mllrameote.ufurefiufarefiueggare,  preSialamia  uita.Et  tende  lacci  in  fi  dmerfeTipre.  Co» 

fòitre.  uoeiaLbordifimirabilTtmpreKtfliofr.Cbipòfaucrtulte 

1556  ^'^ctimctìto-Lat  babitui,uelluui,&ueflmientum,Crin.  l'bumaiK  Tempre  Ter  non  prouar  de  tamorufe  Tempre. 
dunumum.ualemcdo,foggu,gutlaèiitflire.  P et.  Por  Moderato.  Lat.  ual  temperato. B o c.  Con  piu  Moderata 
tumento  Mltcto,Diuino,  C t Ufiedtnmil,Leggtadro,Tro-  campa fjione.  Sendo  uw  tutte  èfcretiffime , ér  Moderate , 

prio,Stngulare  ,&poiueraundrapelleDiTortamenti,  Iluiuere  Moderatamente. 

(3  èuolganHrant.  SmodcT»timentc,iilcontrariodimoderatamilejMJm 

Toggia.  Lat  bid>auijruuifis,ui,mosAÌi,ftmilitudojiaima-  modice.B  o c.La  fortunajaqualenon  Jifiretamentefina  ’i\  ci 

uicra.gmfà,  JimiliiuiLue.P  sr.  Difujàta  Foggia.  Boc.  come  t'auiene  Smoderatamente  il  pm  delle  unite  dona.  - 

nel  L A.  Le  donne  alle  Foggia  nuoue  non  ufate,anxi  lafci.  Coftome.  Lat.  moijris3ttus,ut,  ui.uale  ufàtrgafilr  bora  m 
ueA3  alte  èféieuo'ipompe  fi  danno  .Dan.  Hon  fatta  buona  ^ bora  in  mala  parte.  P e t.  Coìiume  Mito,  Bel, 

ifoggufattUAbecolei.  BoUe,Lungo,Mai,futto,Real,Sito,FjatoAdalCoHume, . 

C iii<a.  Lat.rittitfiifiifiuijrit,Modut,paBum,forma,haln-  Coflumi  Santi,Fariati,DuTÌ,'t{pflra  natura  urna  dal  Co 
ludo  fiflu,coufuetudo,fimilitudo.ual  forma  fiuodo.manie-  Rume.Tie  natura  pò  ftar  contrai  Coflumc.Ouctla  hebbe  F. 

ra,ufim:a.&  i Fo.Tr.  Ptt.Guifit  Monale.Tot  fiammtg  in  Coflume  Cafra  le  piagge  e'i  fiume.Lhcgti  anni  e'ipe- 

guuaa  Guifit  iPunpiropo.  aCurfa  iCun  cbiaro  lume. A lo  cangiano  iCoflumL  Ter  c'hai  Loflumtuartau  ciprio. 

Cuifa  duna  rofa  Tra  minor  fior  M Gufa  di  chi  brami,  Bo  c.Cofiumelodeuole,Mnttco,DonnefcojGiHcrai,Co. 

C3  troni  cojà  Onde  poi  uergognofo.  cr  lieto  uada.  cr  ti  m Rumi,Cortefi,Trimi,ConformiJie,Riali,  TiotabiliiCor- 

qual  Cuifa  L'amante  ne  l'amato  fi  trasfòrme  nonmieue  in  rolti/'itupereuob,'Huom  .ISak.(3  qual  Coflume . Le 

Cuifadorbo.MidaràpennemCmlàdiColombu  .Boc.  fa  parerai  trapafiar  fi  pronte. Lhc  la  Cohuma  ricca 
Come  duro  pareffe  a Frate  Mlberto  andare  in  colai  Cui-  Del  garofano  prima  éfeoperfe  .Ab  i.O  fi  uvltano  pur 

faj.babitofiforma.  Et  in  altre  Gutfl.  aedi  Plmbce . algkigoal  colio  Secondo  la  Cojluma Jottopurrt  M prouar  jC  - 

Miniera. Lat. riiuui,moi,modui,ufut.ualrtgolajiuido,  ' menalaCoflumaria. 
ufiutzaAfl‘cofidiitnamedtfanaf>ru(f>tfiian»i^iemt.  Coùutuato.lat,moratMf.Bc-c.Cefluma,ofLuti»>.  C».^ 
.....  .1  fininuti  ■à:-‘ 


H V O M O 


Portamento 


HI 


Portamento 

l^^t,B^iÌj^au.trahetla^C«flHm4U,Coli,maU  ^aa,f'fitiScgni,iagtiorm,Carnilla.&raUrta»dar 
OmM04u:,Crmiira,Co;iumJtcCiokjm,Cellkmatil}ima.  yjembattaglu.  S > » 

Sconumato  .Ut.inkrhjaui.iUcpiJin.uuruéiM,.ìioc.  yfarc.UiMijuUnuatcoftkmarcJyakeremH'b 

D'amoryjai  y,kfc Hambal,t nÓfcppe ufarpo, tó 4. mt 
1 wne,'à/«4»#t»r4.  Comelitckf,.  C^crSi  ih'mòU 

.eco  J cercar Ujùammc.ìioc.iicéaU'Jndice 

o >’^-H‘‘fc‘4ig<^&oc.yJjkbua,&D,fklb,L^ 

f^oat:ito.Lat.ctaccoruSiiaHperatMS,?  hJ,  Modella  Fv»  ruta  ut  ùti  apparita , 

^For:uu.Boc.AtcJtJloHkomo.HMOmiaiMoJt{ìi.  Dtfkfm.Ut.defkefct  're .Mnati .ohOjUaere.Xì  at,  Che’l 
O-ilibMnjcotKbiioiie.IUgjonMaModcJh/imamcmc.  nkùamorcUlammedifula.i.faibénok  s‘kfi. 

le^efirdmt.lM.ca^^  ^kfarc^iérneflua,e,aHmarc  .alTHeture  ,o  mluru» 

Regolato  on/i»4,«,trt./>fr4/«.B  o c.  Terf^pcrebu  D a k.  /o  ybfie  óclfko  ucmin  teagoM  canto  mn. 

•mure  neUa  mente  concepnlo  tU  poco  RegoUuo  appetito . & qnal  meco  lanfa  Rado  Se  n parte. fi  tanto  l appato  Si 

Regolare.  Ut.  ordinare,  r,ggere,dtj{ionere.  ualgoMernare.  ebe  t anfi  un  poco  prima  l fenfo  .Al  trifio  fiato  i fialine- 

Boc.EtfeirgalapromdetiKeti^alcunbnomvfilàppiam  facaa  Ma  perche  t’anfiu  dirla  fite. 

regoUre.  , , , , „ ^’^^('^»‘°-‘-^r.Crin,iluics.P  Bj.HaàoInnfitato.lnnfi^ 

rHorm2eLat.^rtgf4U.italreg9la,forma.FliT.Mtfa(U  tata  dolcetto 
brnnapcrpetnatiorma . & abnomunii; nal irregolato.  Unfare.  Ut.ajinefacert . B o c.Coflei poRatmlafeminil 
Erempio,e^  Exempio.Lat.<»-arcbetypo}exemplnm.&  morbidcg^a.eracanalU.&aUarmcMnfatafi  Ep  In- 
exemplarja  prunaformaj'onginale  P s r.Efi  mpio  Ma.  fino  a tanto , che  tu  poi  .Adafato  il  fapralMenere  T H 

mfeftoj'olgare.ymo.  0 beltà  fi  u^aEfempto  altera,  & Solere.  Ut.  j cornei  confketo;ifobto  ;é  in  ufo.P  s r.Meco 
rara  in  qual  Idea  Era  CEfimpio  tonde  natura  tolfe  linei  non  uenga  come  uenir  fole . Come  talbora  al  caldo  tempo 

bei  nifo  leggiadro,  yergtnelóla  al  mondo  Jiirga  Efempu . foU  SempUcettafarfalla  al  lume  auena  Lieti  fiori  ; Che 
Diibefon  fatto  a moUagenteElcmpio,!  prtfi  Efempio  de  madonna  pafiaudo premer  fole.Oui  coUi.ih'efercùar  ni 

hr fiati  rei . Ma  temcirga  m'accora  per  gli  alena  Efem-  fide.  Etfe  pietà  pi  quant'ellafole.Et  fi  qui  U memora  no 

pi.  Ter  dar  forfè  di  me  non  bafii  Ejempi.R  oc.  Efim-  .-'.ir.  r — -r.-n t _i  „ . . 

pio  Buono. hauendone  dato  Efimpto  a pai.  Da  molto 
buon  Efempio  alle  gnmani  .Bfimpt  Mamfefii , Diibtme- 
m.  Molti. 

Rito.Ul.riius.  nal  coBumeaifaiixa.  A r utipn  potè  udire 
.Afiolfo  ferrea  rifa.  Delauicina  Brada  H Hw  Jlrauo. 
ldè»,yo.Gr.(fi  antigraphinmrtntiiypum.tpegraphoa.  Ut. 
exemplar.i  quello  che  fi  tien  dauàn  gli  occhi  per  ritrarre 
« IH  carta.o  in  tela,  onero  imaginatma^ome  quando  il  pit 
tore  uuol  formar  una  figura  prima  con  la  mente  forma  il 
fuo  fembante.  P e t.  M qual  parte  del  cielo  fin  qual  Idea, 

Era  Cefempio;  onde  natura  tolfi  Opel  bel  uifo . 

I jrfo  Confuetudinc.iat.fon/KMaiioy^/iujWw;  confuetudo.  noi 


lS6t 


* , . * I— jc  *fmt  M memoria  w 
m aita.  Come  [uoljare.  oue  fuol  alherg  ir.Morle  hafben. 
to  quel  fol  ch'abbagliar  fuolmi . Oue  jolea  fpuntarfiogni 
Jàetta.Sicom’iofoieua. Huomtm  , tr Dcijilea uincer per 
far^  lìuel  uiuo  lauro, oue  foleanfar  nido  Gli  alti ^ fieri . 
Solcano! miei penfier  joauemenie  Ragionar .Soleafi  nel 
*Hu> cor fiar bella , & uiua Ilmio auerjàr.o  in  cui  ueder 
fdete  Git  occhi  uofiri . Mai  non  ni  piu  cantar  tom'io  fo- 
leua..Ardomi,&  Bruggo  anchor,t<miio  feda . ondhauer 
uitajigbo.  pur  come  fòglio,  non  come  foglio. ‘iiual  altrui 
far  non  figlio.  Onde  ben  che  talhar  doler  mifcglto.Ufera 
defiar  fidar  C^ora  Soglion  queBi  tranquilli,  efi  lieti  a~ 
tttanti.Cufiuo’iu  far  d mio  fimno  almen  degno  De  la  tua 
tuBa.  B oc. aedi alC Indice . 


tfi  VP  V..i»«u4au  inaue  n 

ufairga.  B OC. Ter  troppa  lunga  ConfnetnduK.lgiouaiu,  yezio.UtMttium,nequttaJblanditia,&delita.  ualnjlu, 
raualì  Li  rnnfuytuAiw  A^if fabeuoMù . nu:  m m m.  - :i..h  . 


r--7 7-'  HM»  IWJtW* 

me;  & ambo  le  careetgcje.  Ttx.  Ch’altri  cangia  U pelo  fin 
Xi che'ly f^o.  B o c.Haueauna  fiiaHipoie  chiamata 


ferycT^ Ciefca..AUaqualeellatuttacajcaittedi  yet^ 
f'^ie.i.fiauh.-xpfa.Lufiigjlofaghyexjii.cart'i^.parc 


iquah  la  Confuetudme  dett anello  fa^uano . 

V (anza.Z4t  ufns,confuetudofitos.nal  coftume,cofiietudine. 

•P  B T.  yfanxa  .Antica , Ria, Te]Jima,Tref crina , OUra 

[yfairga.Teryfanga:.Contratuayjatix^LyfiBtxf,mi  _ . . ^ 

trajfiorta  B oc.Umtay purga juol eficre  éconfefiarmi  uaùpiuyeggfijacofa'delmoHfi.t.pien^dtye-^et^beì- 

una  uo'ta  la  fitttmana . Tiacenoley finga . L'yfanT^Ja-  lafifi  dilelteuole  da  uedere.yc^gpfè  Donne.ycggnfi  fan- 

quale  i la  feconda  natura  chiamata . I coBumi.& l'yfan  ciuUi . ycggpfamente  parlare.i.iÓcarezze  alhgre.  Ari, 

‘gedegUhuomim.Beltefi!rlodeuoliyfangeS>  Ati.Ondio  mifarejUyt'ggj.  * 

4 uifitarlt  prtfi  yfata.i.ufiitga.  -dueggfire.Ut.  aJ)Uefacere,etajfuefcereMereàufiruire, 

\fo.Ut.iifui.B  n.DoUe,Lungp,Migliort.O  amor  fimo.  uaieanfjre,afuefareAfidarurggo.TBT.&horfiaaueT 

dtnnaaltr'ypi  impari  Oltra  nofir’yfo . B o c.  y l feorfe  ‘Za  U mente  a contemplar  fola  coftd.Semplicettafarlal- 

un  y fi)  qua  fi  dauanti  mai  più  non  nàto.  Il  naturale  yfo.  la  al  lume  Uurgg^.lu  quanto  amaro  ha  la  ».  ia  una  auer 

deluentre.  V-CboctlH;Ufio,cofiprimagliaue-ggiai.Boc.fii‘a^ 

Vfato.  Ue.folituififiuetui.  P e x.yfato-dffanno.Confor-  uegg.ia  cibi  del  monaco  .A  r i.  Doue  lafilato  baueait 
tofingegnt,  Soggiorno, SoBegno,StiU,TributoJj/cgp,  caualli.Auvgja. 

Trigioj^iuere,!' fato -Arme  ‘■ormc,Ttnne,yfata,Ltg-  Contegno  4diier  conueniente  a donne  che  Ranno  in  comi. 
gudfa,'ì{eblHafi'erga,yia,.’ita,Figurafiuerra,Ugge,  Hrttga,UigrauiterJ'upcrbe,&ciimfaPu.Boc..Aiidaua 


ijtii 


‘/a 


IT41V»'; 

itt’ilrj,: 


DO  nj 


Portamento 


H V O M O Parentado 

>10  teji  II  mio  duro  aucrfxrio  ji  uè  [comi . Si,  th’i  mhwrl» 
mdarnovtjffMUo.Si,ih'<Koffj  delia  Iperaitz^ altero . 
Sii  thè  mille  feme  1'(£  finita  /tambe . Shih'icaaguua  tl 
giciijml  ajjiitlo.Sijtbe'l  tot laj}o aitroue  non  rigira, 
^ mor  armato  Si  ith'ancbo  mi  fur^a  ,Hor  nini , Sub'* 

Dionenengattle7^o.ììoc.iiediaU’Indice. 

P s^T.  Stile Unucoyari^.y (no.  Cantra  Inastile . Tia-  Siem ntte di  St  iuò.D  a k.I  nolfi  il uijo , e’I  fafio  non men 
temi  almcn  d baui  r tègiato  S tile . Co/i  hanijìio  i frim'an  toflo  .^pprrpo  a i l'aiiii  tbe  parUnan  Sie , Che  (andar  mt 

m Trefu  lo  Stil,c  bar  prender  imbit$na.e'n  ciò  jigue  fno  fateandt  nulla  colio.  Lat.Jit  ut,  gfita  ut. 

Stile.  Omfio  nò  col  peiifier  canttando  Stile.  Cerne  lortnna  Altramente, e!r  .Altrimenti.  Lat  aliter . ual  per  altro  mo- 


pur  oltre  in  Contegno . 

Conte^noro.Lat.graniSitumidHS  ,fuperbiii,  mfLttns,eUr 
tui , fafiofut . è quello  thè  in  fi  fi  contiine,  tr  cheRàfu 
la  gramtà . Lat.  gramtas.  B O C.  llquale  ContignoJ'o 
uegneudo  . 

Stile, per  lo  cuflume,&  ufanxa/i  maniera . Lat.  rdus,  mot 


P E r. andrei  non  .Altramente  .A  neder  lei,Che’l  utd- 
go  di  Mednft.  Di  mia  jalnte  ; Cb‘ altramente  era  ita.  Lat. 
alioqum.  B o c.  Sene*  mutale  .Altrimenti  con]  gito . Ma 
ella  andrà  .Altrimenti.  7v(us  altrimenti  tbe.  D A N.'Kps 
.altrimenti  fan  di  fiate  i cani  .fi  tu  mai  odi  Originar  la 
mia  terra  .Alirimemi.T^on  .Altrimenti  Video  fi  rofe . Le 
tempie  a Menabppo  per  élpetto.  tbe  quei  falena. Tion 
.Altrimenti  Achille  fi  nfcojìe.  T^n  Altrimenti  ferro  di[ 
fanilla.'Hsn  altrimenti  i cuochi  a i lor  uafialli . 

■PARENTADO. 


Arcntido,  Famiglia,Tribo,  SucceJJìon.Le 
• gnaggio,Ceppo,Ca,  Cafa,  Tiatione,  Ralfga  , 
Dijtcndé^(iangue,Confanguimtà,Germe  , 
Vianta,  Seme,semenxa,Trole ,Trofapia , 
Trogenie,Scbiatta,  Ceneologia,Stirpe,  Li- 
nea.Orgine,  Sobole , 


uà  càgiàdo  Stile.Et  fnnpre  un  Stile ouunque  f<  fìe  tenne 
Atto  fer  lo  modoicr  toJiume.Lat.ritMS,mos,riigeflus,ba- 
bitus.V  E T.  Atti  Scout,  Dolci, yeghi.  Adorni  .Gli atti 
d'allcgrc'^  jpcnti.Et  CU  atti  faci  joJUiincte  altcri.l'era 
intorno  al  nobile  bubiglio  Al  i,eUo,a  Gli  atti  di  que  primi 
due.  hoc.  Si  come  a tolui,tbe  in  ninno  Atto  ho  Camma 
di^flo  a tal  materia  Jn  cefi  fatto  Atto. tu  citai  Alto.Di 
niinuire  in  ninno  Atto  l bonejià  delle  donne . Et  fece  un 
Atto  con  labocca.!' [andò éiontrafar fi  con  nuouiAtti. 
con  Atti lufingbcucp. Cogli  Attieet  colepo role piaccuo- 
U,&  amorofi.  D a k.  Aht  quòta  mi  parca  ne  (Atto  acer 
bo.Ci  Atto  doUe  di  inadre.Realmite  ne  (Atto  anebor  prò 
terua.L>uiui  cLfcide  a CuUime  potere  Giù  d’Atto  inAlto. 

Accoglienze.  Lat.ampUxus,ualabbractiamento,&  rice 
uereioncarec^.V  i T.Accoglien:^  Benigne JSolci,Tie, 

Calle,AccogUcmca  Bclla,Sercna.h  o c.AcccgUeKtfHo 
nejle,Liete,Strette . Dan  TofiiacheCAcioglienxebo 
nelle, CF  liete  Fur  aerate. Toflo  che  parton  CAi  cogUen- 
■FaamicaXtuidilbNonAccoglttordelquale,Diofcoride  l>3LTcnt3ido.Lat.affinttas,etiwbilaat.uedifamigliahoc.  ijtfj 
dico.  A RI.  Con  Accoglienza  grande  il  cauaUero  Fu  dai  TarentadodJorreuole,TiuouoA>onadigran  Varcntado. 

fanti  alloggiato  in  una  Raima.  Per  Parentado  iongiume.TrattarVarentaà,&amifià. 

Aciogfàcre . Lat.fuicipcre  benigne  .ualriceucre con  beni-  f zrente. Lat. a ffinis, cogaam, fimtiiuus, & propmquui . 
gnità.  P E T.  Se'n  breue  non  n,'acioglte,onon  mi fmorfa , B o c.Parente  T^uono,  Caro,  Parenti  Antichi,  'Hsuflli 

D A ti.  fecondo  Che  buoia,  a rei  amor  accoglie, & uigUa.  amici,  & Parenti  Per  modo  Tarcnteuole  .Vsr.  Madre 

Sempre  (amore  che  qmeta’l  cielo , Accoglie  in  fe  loft  benigna,&  pia;  Che  copre  l'uao,& PaltromioParenU . 
fatta  falktc,&  per  raccogliere  a \qo  o.ct  per  eggiungere  Lat.  parentet.  cioè d padre,  & la  madre . Iljonno  è nera» 

uli'improuifaa  tq-j8.  mciite,qualbuomdiceParentede  la  morte. 

Citi.izc.UtdilandiM,illectbra.  ual  accogìieirzr,  eramo-  Famiglia, per /o/vire)«4<io . Ut.  affinitas,familia  ,gcnus, 
reuolezge  fatte  con  untò.  Boc.Tlu  che  mai  gltfaceua  flirpsJiemma,gent,gentiUtat,proUs,progcmei,  profapia. 

Carezze grandi.Eflomarau  gbandofidi  (ofi  tenere  Carc^  propago,gnesdocui,ut  inobfturoloco  natus.h  O c.  Di  F* 
ge.EtiaUti  alle  gran  fòle,  fi  ricominciarono  le  mirabili  Ca  miglia  tra  le  Romane  affai  borrcuole.  Qjiantunque  di  buo 

rczv,& fette  Ph.  nuFamgliafofJe.&perlamoUitudinet&gentedicafa, 

Carez^re,& Carcggiare.Ut. blanditi.  B o c.  DcgniePifSe  uedia  i^jS.tlrpcr lacortedelpodeflàa 

re  cariggiaii  dalle  toro  donne.  Molto  più  l’bonoro,&  ca-  Tiibo,è  famglLoJjitJribus.i.pari  popuU.  Dan.  Se  dimo- 
reggiò  co  conuui . firàndo  del  piu  alto  V riho  DegU  altri . 

Tal  che.  Ut.  adeo  ut,  haquod . ual  di  maniera , di  modo , fi  Cibi  ueee  dt  Cafa  per  la  famiglia  Latgenitdomnscprofapia . 
che.  P E T.  Tal  ; che  nuW altra  fia  mal , che  mi  piaccia . B o c.  Madonna  Ufetta  da  Ci  Qs'rmo.  unii  apip. 

Tal;  che  adegni  altro  fauoltar  lefpalle.  Poi  la  tiuidi  m al  Colonnaper  la  famigUa.Lat.tolt,mmacprogtte  columma, 
tro  babitofUa  Tal  ;cb'i  non  la  conobbi. Tal;  che  fòl  del*  de  gente  columnia  P sz.Gloriofa  Colonna  jncmsappog 


noce  Fa  tremar  Babilonia.  Tal  ; ch’io  non  penfo  udir  tofa 
giamai  Che  mi  conforte.Tal;  che  mt  fece,quani'igU  arde'l 
• cteloTutto  tremare -Tal;  ih’ a buon  folamc  nte  l'ufcio  ehm 

de.  Tal;  tb'i non  temadelnoccbierdiflge.Tal;  ihefifec- 
thi  ogni  fua  foglia  uerdc  .Tal;  che  mi irabe del  corogn’al 
tra  gioia , Tal  mi  gouema , ch'io  non  Jou^  ntzjpj . Lat. 
fic,  & taliter . 

Si  c\\c,m  luogo  di  talmite, di  maniera^  modo.Latàtaquod, 


già  Tloflra  fferanxa,e’lgran  nome  Utino.  yn  Uuro  ucr 
deAna  gtntd  Colonna  Sinodici  (una, ^ (altra  diciot'an 
ni  Tortai  'ho  in  fcr.o;  & giamai  non  mi  fan  fi.  Rotta  è (al- 
ta Colonna, c'I  uerdc  Uuro,Che  fac  ean  ombra  al  mioflàu 
co  penfìcro  .Da  (altra  pa  rtc  il  mio  gran  Colonne  ji , Ma» 
gnanauoficntd, Colante,  dF  largo . 

Succeffione.  ual  parcntado,ofatr.iglia.  Par.  BeEa  Succef  i^6t 
fion  inftno  a Marco . 

adeo.  Pft.Et  pietà  lui  medefmo  bauea  cangiato  Si;  che.  SuccclTore.Ut.  tà’  gcntilii  Per.  Il  Sucre f or  di  Carlo.  M,a 
Si^be  la  negbittofa  rfea  del  fango,  e'ipenftcr  mto,Cbe  fui  Vino,  Douc  laf’io;  e'I  foo-  au  SuciiJ.-re . Ma  L'un  non 

di  Iti  Si,cb‘altra  non  ha  parte.Si/baucndo  le  reti  mdat-  Succef  or  difaHia  UuaJSo  .^antefàmoferhch  ^ fi 

uider* 


Parentado  H V O M O Popolo 

mitro  femff  Sucajiore  debito  rimaiere.^ndò  queilo  ilikJlri,Cbe  non  han  par  di  m/btllateé  mondo, 

anello  di  munomuum  a mola  Sneerfiori  .SaccesCtui-  ìiinanc,perlaorigpte.Ltt.ori^ofirtus.boc.  Hnotnodi 
UM-ntc . tir  loft  SmcrfSiiumeate  injiao  alla  duodecima,  'Ustione  afiaihutmle.Iluomo  il mfima'Hatiottc. Di  nobile 

Lat.  demetpuM grado  in  grado . ’Hatione.l^ngìoiune àpici  loia  "NationeXcrneche  àgrà 

incceà  re.  Lat.  B o c.  Come  gli  effetti  Succedano , auenne  ; "Ustione  >ionfoffe.&  per  la  moltitudine,  uedi  a 1 5 7 J. 

thè  fu  à minore  honella  nel  tempo  che  fuccedettr.  Dan.  Natio , ualruuuo  ,&  originano  Lat.natalii.  P c t.fug- 
Sìueti’i  Scmi/amii^  cui  fi  Ugge.Chej'uccedette  a 'Njno,  go  dal  imo  natio  dolce  aer  ibofio . Colgouemo  à fua  pie~ 

X,  & fu  fua  ffo^.netefiianttihilKlelto.Cbefucco  dette.  taTfaiia. 

Kimogm,  naie  fuccefiotàoifegmre  nel  maggio.  i>  A N.  Difccndenti.  lat./àiccr^orrj.  U oc. In  perpetuo  lafciar- 
■ Co  fi  a fixìr  a noi  buona  Bomogna.i.  & a noi  jia  febee  fuc  no  ne  fum  Difiendenii . Il  finiile  ordinò  nefuoi  Dijcenden- 

cejSo^  proffero . tu  Lui,&  firn  Dificndenti . 

Lcgnaggio,»4/y?/rpe.  Lat.genspropago  .P  ST.Tianger  Cetiacinueceà  Laura.  Lat.germenmaa,V  u T.  Chefuel 
taerja  terrajc'lmardourebbe  L’huma  Legnaggio.i.  l'hu  tohaià  uirtute  il  chiaro  Germe . 
mona  gente.  BO  c.Cofteiialto  Legnaggio  uedendofi  na-  Germinare,  lai.  germinare  pullulare.  San.  yergngna,& 
la.  Donna  à Legnaggio  afiat  gentile.  Huomo  à Legnagm  duol  conuien  ih' al  cor  fi  gemine. 

gnaobile.As.l.Trodurràl'ornamenio, il  fior, laguna  Semenza  per  la  origine.  P bt.  a purgar  uenne  Di  ria  Se- 
D’i^ni  Lignaggio , t babbi  il  fol  mai  mfio  Tra  t Indo . menga  il  buon  campo  Romano.  Lat.femen  mela. 

Trabgnare. Lai. degenerare . i nonfeguirela  ma àritta, & Seme .perlaongne.TBX,  Che quejia ,&meJun Seme 
buonadefnoipngenitori,come  quello  che  taglia  un  ligno,  Trodufie  un  parto.  Et  i quefio  del  SemeTerpiu  dolorici 

& nonfeguendo  la  uia  àritta  à quello  lo  guafia  .D  ah.  popol  finga  legge.  Che  di  utrtute  il  S eme  Hai  qua  fi  ffen- 

Cbi  far  lo  pojSa  tralignando  ofeuro.  A a i.  Cbemaitralu  lo.  B o c.  .Alqual  medico  difie  Buffalmacco  Tinca  mia 

gni  a la  progenie  mia 


Ralignare.  ueàa  Legnoa  i ip  i. 

Ceppo.  Lat.cippus,& llirpes qujfi  {lipei,ualelaftirpe,o 
famiglia.  D A N.  Il  Ceppo  à che  nacquero  1 Galfucci,era 
g à grande jjl  primo  aficniente  .Ari.  Di  tempo  in  tipo 
habbiam  corporee  falme  Dal  Ceppo  ;che  raàce  in  te  ba- 
uer  dee.E  de  uojlri  ./tuiilluflriil  Ceppo  uecchio . 
ij<7  Sangue.Lat.faiiguis.per la famiglia,o cafataV  ir.  Innobil 
Sangue  ulta  bumil,(T  queta.C.ntilexct  d>  Sangue,  et  l’al 
tre  care  Coft  tra  noi.Cbeg'i  dà  il  tempoatmor,mrtute,  e'I 
Sangue.Latin  Sangue  gentile.  B o c.O  fimgolardolcegga 
del  Sangue  Bolcgnefe.  Ciafeuna  àSangue  nobile,  Dan. 
Di  gente  ingente  ,&ifuHO  inoltro  Sangue . 

Conlanguimtà.  Lat.  uà! il  Tarentado,o  Sanguiniti  come 
fileggenetefiiantUhtdel  B o c..Ad  alcuno  di  loro  per 
Conjanguinità  era  congmnta.  Di  Confangmnità  ftrettiffU 
mo  alia  bella  giouane . 

Origjine.Lat.origo,archetjposd.primafonnajialparentea 
U,natione,&pigbafiancboperlopnncipio.T.  Etpelpec 
catonin  rejUrne  Origine,  che  poco  regna  quel  co  liào 
uuolffernere. 

Originare  ami  dire  la  origine.  V ah.  Cbe  fé  tu  mai  oà  Ori- 
ginar la  mia  terra  alirtmemi.  Lat.genui  ducere . 

Rat  za.Lat.genus,ual  natione.  Ari.  Quinci  quinà  i guer 

rierà  buona  Rag;ga.  .Altn  àceaccome  flou  bene  mfieme 
Segnati  ambi  i'un  Marchio, & iuru  Ragga . 

Schiatta.Ltt.progcniei.&  flemma,che  ual  grado  à p.rren- 
tado.  B O c.O  quante  memorabil  Schiatte  fi  mdero  fhrga 
fiuccefiore  àbito  rimanere.Io  non ueg'do  mojirare cCefie- 
re  à Schiatta  à ci  battolo, che  incótanete  fi  uuol  adirare. 

Prole.Lat.&progenies.  S ah.  Età  ogni  tempo  fi  ueggono 


da  Seme.irrifore.&  per  lo  Seme  àlta  terra.ueà  <11157. 

Pianta  per  la  origine.  lal.Jlirps.  & per  meia.in  ucce  àM.  i jdp 
Laura.  P ir. .AlcadenTunaTiarua  , che  fi  fuilfe  .Che 
genlilTianta  inarido  terrenoTarchefiàJconuengaMa 
de  laViantagiàgraàta  al  cielo.  Calìa  bellcg^  in  habilo 
gentile  Sanie  radici  de  la  nobil  Idioma . .Anchor  io't  nido 
dipenfieri eletti  Tofi  in  quefl’alma  Pianta . Et  da  radice 
SiuellaTHanta  felieeSubtio  fuelfe.ViàSolon,àcuifit 
r util  Pianta  .&  per  la  Pianta  propria . ueà  a 1 1 5 7 . (7* 
perlapianta  depieàa  tqói. 

POPOLO. 

Opolo , Republica , yniuerfiti , Comum- 
ti,  Comune,  General  ione,  Setta,Plebe , 

L'olgp.GétedSrigata,'ììatione,Compagnia  , 
Canaglia,Turba,Torma,Calca,Foba,  Frot 
ta,  Furia,CarouauaJrioltttuàne,  Somma, 

Mafia , Collegio , Drapello , Trebo , Mafnada , Ciurma  , 
Famiglia,  f'icmanga.  Plebei  fi'olgari,Terraot^ni,Pae- 
fani,  Mecamei,  Fiirn,  Trojjimam,  Compagni.'Hpflrali, 
Stranieri,  Foreflieri,  EHrani,PeUegrini,lnfieme,lnfie- 
memeiite , .Ad  una , Con,  Co,  Col,  ItaUam,  Romani,  Ro- 
magnuph , Latini , Greci , .Argolici,  Hebrei,  Giudei,  Col 
ài, .Arabi, Turchi,  Cimbri  ,Teàf chi , Barbari , Ba- 
uarichi , Siracufini , Fiamenghi,  Frijbni,  Borgognoni, 

Eluetif , .affiiri , Goti» , Longobarà , Hunm , Chàellini, 

Guelfi , Giganti , Centaun  , Sabine  , accomunare , co- 
municare, raccomunicare,  diuutgare,  atcompagnare , 
feompagnare , conuerfare , bacica  re,  ammafiare  ,cdca- 


_ _ _ ^ re,limmare. 

dilalte,&di'Proleid)bonàuoli.A  r i.Piacciaui genero-  Popoio.Lat.populus.P  et.PopolAlLPopolo Romano.Gre  tyjo 

a, I t .A  . ex.  9 i fi ....  A......  T\è  w 


fa  Herculea  Prole,Oenamento  efflendor  ài  feeot  noflro, 
prolapia.Lir.  & antica  progenies.  San.  Daantuhiffima , 
tà-generofaProfapiaàfuff.Etquami  pallori  nella  fua 
Profapiaeram  in  alcun  tempo  flati  famofi,^  chiari . 

I J 68  Progenie.  Lat.  progmies,fatmlia,genus,  proles,  profapia  , 
Siirps.  Ari-  IdomerdlalùaPecgcniebeUa^omcoriia 
il follia  machma  ài  monà  ylcctò  che  àh  due  Progem 


# 


co.  Buon,  Dogliofo,  Ignuà,lnfelicefi?auentofo,Di  Mar- 
te,0’ oriente,  Serrga  legge . Ma  ben  ucggibor;fi  come  al 
Popol  lutto  Fauolafui  gran  tempo . In  habito  diuerfi  ; in 
Popol  folta  Fu  quella  fchiera.  E’I  padre  colto  e' l Popol  ad 
un  uefeo.  Et  PupoU  altri  Barbarefihi,t^  fìrani.  hoc.  !l 
Popolo  di  quefla  terra. TuttoilPopolo  della  Città.  Et  a 
picn  Popolo  raccóli . alcuni  tefli  bino  inpien  Popolo.  Lat, 

D D iiij 


f 


•7  V 


Popolo 

fieno  pofklo, participio  ajfobito.  della  feccia  del  Tofolac~ 
do  di  Roma.  Dnegioitam  Topolani.i  parrocchiani,  jc  rnmc 
Topotane.  non  d'amnio  Tnpolelca . ludi  l’Indice. 

Comune , & Comunità . Lai  tommcmtai . alcuni  la  feri- 
uonocon  la  m [empiite , & fi  uolgari  tome  Ialini . B o c. 
yn  fondaco  tenuto  per  lo  Comune . 

Comune  odieB.  fing.  & piu.  Lat.  comuni! , & repubtica . 
Boc.  di  ComuH  Tadre . Comune  Mone. Il  ben  Co- 
mune. Comune  Confemimcnto  ,Theforo  , Comuni  Leg. 
gi , Tiacertj,  Come  una  Comunal  mela . Comunaimeme . 
Pet.  Del  Comune  nemico  in  guardia  po/è . Toco  era  fuor 
■ ie  la  Comune  flrada . yfeenào  fuor  de  la  Comune  gabbia. 

.Accomunare  per  far  comune.  Lai. comunicare.  Boc.  Tot 
che  le  donne  hebbero  cianciato  detl'accommunar  de  He  mo 
gli  fatto  da  due  Jènefi. 

Communicare.  Lat.  ualfar  comune , conuerjare , & parlare 
infieme  .&amho  per  pigliare  il  facramento.  Boc.  Ter 
lo  comunicare  infteme  s'auentaua  a [ani. i.  per  lo  con. 
uerfare  .Senxa  comunicare  ad  alcunoj  ferrea  parlare,  o 
dire.  Fattohberalijjimoacomuniiare  il  [ùo  patrimonio 
J.a  far  comune.  Da  lì  a poco  licomuniiò.i.f  refe  il  fa. 
cr amento,  &■  abommari  per  fiumurucare , & .Abomina, 
tui,  lo  feomunicato . 

Raccommumeare  ,ual  far  comune.  B o c.  Et  non  effóndo 
tra  noi  due  niuna  altra  toja  che  le  mogli  diutfa,  che  noi  an 
chora  quelle  raccibnunuaitto , nebuom  lejli  fi  legge ac- 
comunichiamo. 

5 7 1 Gcnerationc.  Lat.genus^generatio , B o c.  Ter  la  falu 
te  della  Humana  Generatione.  Generathne  pejstma  che 
uoi  flètè. 

Generare,  per  creare . uedb  4 1 5 89. 

Settl.Lat.  fe(la.Da  gli  antichipinlofophi  fu  partita  la  feien 
^4  m Sette  dtuerfe,cioè  Cimct,Stoi(  l,Teripatetici, .Acade 
mici,Tlatomci,&  Epieuri.P  e t.  Thetnijlocle,^  Thefeo 
con  quefta  Setta.DuK.Che qucjla  era  la  Setta  cattiui. 

V\ebc.Lat.plebi,Hel  plebei  J quella  parte  del  popolo  piu  mie. 
tlmedcftmo  ch'i  yolgo  .P  n.  Jippto  conobbi  a glt  occhi 
fuoi  che  grani  Enron  fempre,Cr  molelìi  a l'humiì  Tlebe . 
S A N.C/i  iniqui  odu  della  ignara  Tlebe.  \rci.La  uépe- 
fa  Tlebe  andò  é fuori . 

Plebeo  Lat  plebems.  T t r.tion  di  gente  Tlcbea,  ma  di  pa, 
trrtia.  B o c.'Hguaguifa  diTlebeo/na  di  fignore.Saulo 
huomo  Tiebeoema  caro  a Romani . In  quelli  gli  eccettuali 
nobili  con  la  moltitudine  Tlcbea . A m. 

\o\go,&  yulgo.LatMulgus,èilmedefmu>iheTlebe.Tir. 
yolgo  Sàocco,lnermei^uaroJgnoiattle,'Henmo,  a me 
Othofi,  Huom  del  yolgo.  ^ri/4  leda  dal  yolgo  m' allon- 
tana."tfe  del  yolgo  mi  col fle  di  fortuna.  RifpofejnitTeal 
V olgo  dietro  uai.Et  a la  opinion  fua  c ieca,  et  du  ra  Efferfe 
lice  non  pò  tu  giamai.  Ma  chiunque  fi  poi/!  il  yolgo  parie. 
Boc.  "Usn  foggetto  al  popolaicio , non  alT infido  yolgo . 
Toi  che  partito  fu  il  yolgoà.moltnuime.D  u n.  Chefor 
fe  parrà  forte  al  uojlrouolgo.S  x t.  che  pare  .A  [igno- 
rante yulgo  un  grane  ecccjfo.  Sciocco.  Ignaro . 

1571  Volgare, &yulgare.LatJiulgarii.P  e r.Ejìcmpio.Gente, 
yolgari.  Stram.  Boc.  Secondo  il  loto  yolgare , yolgar 
Motto,OpinioneJn  yolgare  Eiorcntino.T  ra  Iq  gente  yol 
gare.  Si  Juol  ère  fra  yolgari . 

‘ I>iuulgare.lat.propaldre,emittere,celebrare,percrcbelterr, 
forai  edere  in  medtu  uulgut  mduccre,effcrre,ì  uulgui  in.. 


H V O M O Popolo 

dicare  in  apcrtù  tfferrein  luce  dare,  qua  fi  comune  onmt- 


buifàcio.ual-.firpalefr.pubUcare.Pt'i.I  l’efaltoeciiuuigo. 

M0ilerno.Z4i.^  neotneus.  ualnuouopul  tempo pn finte . 

P ET. Ter  lo  Jlil  de  modcrm,e’l  fermon  frifco.Oue  raffigu 
rat  alcun  Modèrni.  Bo  c.Co/i  ne  Moderni  lépi,  come  negli 
antichi.Teriache  quella  uirtùibegiafu  Uc  gli  animi  deOc 
paliate,  hanno  le  Moderne  riuolta  ut  ornamétidel  corpo. 

Mcccamco.La.methanieus,meriénanus,mcTitormifahtr. 
i de  utl arieti  manuale.Boc.Sccondolaopinione  de  Me  c 
canili . Da  quanto  douea  eflere  colui , ilquale  1 Jairi  fincli 
de  lla  Thilofophia  ha  dalla  Meccamcalurba  feparaioiLic. 

Canaglia.Lac.lurba,plebs  uilior  plebi  tula,uulgui  mcrs.ual 
gentagliaiir gente  mle.iofi  delta  d.1  cani  A R i.Doueri- 
tìretta  injieme  è la  laiugliajlegaie  il  laualier  ( gridò  ) 
Canagliafllconte a majnadtert . ) 

Brigara.Lat  rnultiludogens,manu!  ual  compagnia,  C moi 
la  gente  infume  intricata.P  t T.Cefi  u.  ma  quella  Briga- 
ta allegra . Con  la  Brigata  al  juo  maiflro  eguale  .Boc. 
Brigala  IIoneJla,Honeflifiima,Littai^tgia  me.  yna  grà 
Brigata  é maluagi  huommi.Raun.ita  iiiu  buona  Br.gaia. 
f'na  Brigata  di  forfè  umtticnque  huomint.  Dluerfe  Bi  iga- 
te.  y anno  di  male  Brigate.  Il  migiiure  Brigante  del  mon, 
do.i.buoncompJg»one.Lat.uirfeJliuui,&  iipidus.D  A N. 
Federico  Tignoio,if  fua  Brig.ita. 

T crTaizanì.Lat.conterranci  fono  quelli  che  habaano  nella 
terra 0 città,  fi  r i.FacircÓdar  l'alb.igoaiTtrraa^cani. 

Paefitni  Lat.nojlratesqonterrani,mumcipei,  & niuniccpa, 
lei  indigena.  Aut.dr  ogn’una  Terfonajo  Taefana,o  uià 
dante.  CauatierTaefan,neTeregrino . 

Ccntc.Lai gens.iul  naiionefamiglia.P ,t.y..Alkgra,.Al  ,j.j 
tera,CiecaiIumana,Lagrimoft,Leggiadra,Mijia,Mife- 
ra,TatriiiafPlebea,Toca,yanai-'olgareilonorata,  Mol 
ta,Greca,adrmatadiferro..A  cut  fifa  mute  iunarrgi  fera. 

Di  pietà  dipinta,  tfemica  di  p.ue.  ut  1 ut  morir  i.cri  bbc . 

Oltra  mifura  altera.  Centi  .Affiate.  Dure.Strane.Rijc  fra 
Gente  lagriino[a,crme[ia . l'ho  condotto  al  ffn  la  Gmte 
Greca  EtlaT  roiaiu . Onde  colei , che  molta  Geme  atiri- 
Sìa  Fatto  fignor,^  Dio  da  Geme  uana  Gente, che  Ì amor 
giuan  ragionando . Del  mam fello  accoigerdele  Genti. 

Boc.  Coire  Mmuta,Metj^na,'Hiioua,.Armata,  Toue 
ra,Grofia ,Mala.Le  Genti  Circ oRami,llorreuoli . 

Natione.Lat.natio.  perlagente,&  moItitudme.B  o c Tra 
'Hqtion  non  conofctuta,eT  piena  d'ingaam.ct  di  tradimen 
ti.'ìiqcquetratHna'Hqtioneqi l’altra grandifiima  unni 
Hà.& per  la  origine,  uedi  a 1568. 

Cotnpagnia.Lat.lòcietai,commercìum,u,confortium,iiaS 
fortioqiit.  & compaget  che  figmfica  congiunlione, &adu 
untume.  Pet.  Compagnia  Dolce . Salila  .Boc.  siiOHa, 
HoneSìa,HorTeuole,UrnicheuoleJitlla,  Tota,  Infera, 
bile,Grandifiima,'Hpbile,hdata,Contiiioua . 

Compae,na  in  ucce é compagnia.  P e r.Toiihe frutta  Co  1574 
pagna  , 0 finga  [corta  Mi  nule . Che  dolce  m'era  fi  fatta 
Compagna.  Sfuella  bilia  Compagna  er'iui  accolta,  A r i. 

Si  ragunafie  tutta  la  Compagna . 

Compagno.  Lat.fociut,  & cornei.  P e t.  dr  B o c.  Fido, 

Forte,  Minore,  Compagni  Fié , Fidatifrani , Eterni  To- 
■ chi  ialtoing  gno,Cr  da  iraftuHo.Compoffia  Cara.  Lea- 
le, a cut  la  Compagna  di/ie . Compagne  Canfiime , Mi- 
aor.  Elette,  Imùdiofe,  Benigne  fielle,  che  'impi^uc  fri  fi 
,dl  fortunato  fianco. 


.Accom- 


« 1 


I 


Popolo 


H V O M O 


Popolo 


MI 

rii 


/ 


^uomptfnare.Lat.fatìarc^ungerc,coniungm,T  » r.L’in 
figHt  ibnjiiam/Jimeaccompagna.Ucte,peafofe^aom- 
pagiutc,&foit  Doane.Lagrnne  tnjie,&  mu  lune  le  «ol- 
ii Aì’jccompagttate.Occhi  pungete  auompagiute'l  con. 
Duo  padri  da  tre  figli  .Aciompagnatt,  Et  tutta  notte  par 
che  m'actompagnc . B o c.  Inptme  i anompagnarom . 
Era  la  BadeJJa  auompagnaia  da  un  prete . D A n.£  do- 
ue  Site,&  Cagnan  s’accompagna . 

Scompagnare.ual leuar  di  compagnia.  Lat.  dtfJociare.V  t t. 
Chiunque  amor  legittimo  fiompagna . Ma  wrtù , che  da 
buon  non  fi  ficompagna . Tu,  che  da  noi  fignor  mio  li  fiom- 
pagne.  Di  lingua,cbe  dal  latte  fi  fcompagne. 

^ffoture.  Lat.  per  accompagnare.  Ari.  f'ntì  quel  gioco, 
che  due  jerptajfotia . 

Conuerfare.  Lat.  coituerfari,  con fuetudme, uri  ualpraticare 
mfteme.V  BT.e’l  Conuerjar  bonejto . 

Ba^care,oBacicareiuoceplebea.  Lai.uerfari,&diuerfa- 
ri,conuerjan . ualpraticare  jouente  inun  luogo.  B o c. 
{■'aliene  netlacajd  dipaglia,cb’iqui  da  LatOyih'iil  miglior 
luogo,cbe  CI  fu  ,pcrcioiheiionuibao^ca  maiperjoiia.  uc 
tejii  antichi  fi  legge  bactca. 

InlìcmciCfi Infeme. lat. in fimul,uni.iunliim,copulati. 
P ET.  Et  la  coppia  £ ^nnuno  che'nfème  {'anno.  Si  ue- 
drem  poi  per marauiglia Infime  Sederla  donna  nofira. 
Ma  chi  pensi  ueder  mai  tutu  Infème  Por  afialtrmi  il  cor. 
Et  d'un  dolce  faluto  Infème  aggiunto.  Il  noflro  efler  Infi- 
me i raro , e accorto . Et  di  ciò  Infime  mi  nuirico,& ar- 
do. Se  tutte  le  mie gratie  Infime  aduno.  Dieta  ridendo, eir 
fojpirando  Infime . Hor  uedi  Infime  [un,  e [altro  polo . 
Hoc.  Le  femine  rannate  Infieme  Quel  cuore  con  [al- 
tre interiora  In  fieme.D  a u.EofferomunafcfiatuttiIn 
fimbre . 

Inficmcmcnrc . IM.  in firnuU  unJ,  iunffim,copuJal,uicifi 
firn , àe  quinti,  in  unum/tquabter,  pariter,  communiter, 
ciim , equi , adaque.  B o c.  "He  fu  una  bara  fola  queOa, 
che  due,  otre  ne  portò  Infiemeniente  .cfi-nrlTu.  Dando 
Infiemcmtnteefempioa  fuoidi  fofienere  ogni  grane  af- 
fanno.Il  Duca  Infiememente  con  Fiorio. 

Aduna  aduerbialmente  ual  mfieme.Lat.unà.  D a n.Ji  che 
com'elli.Aà  una  mibtano , Cofi  la  gloria  lor  infiteme  luca. 

A mano  a mano , ual  Infiememente , incontanente , poco 
dapot . uedi  a 195. 

Con.  Lat.  cum,  prcp.  copulatiua , thè  dinota  compagnia, tir 
congiuntione.  P e t.  Htman  legato  Con  maggior  catena . 
Thuommi  amare  lagrime  dal  nifi  Con  im  uento  angofih 
fo  di  fofptri.E  con  molto  penfier  lui  fi  fucile. Ci  lei  f^S'io . 
Ond’io  gridai  Con  carta,  e Con  imhioflro.  Con  la  corona . 
Conia  filma.  B o c.uedi[ Indice.  D a u.Conlatrfi'alta^ 
Con  rabbiofafame.Conlafua  magret^.Conlapaura.mo 
rir  Con  doglia  Con  lei  ti  lafcierò.uedi  « 1 85  7. 

Co  in  uece  di  con  Ufi  con  gli.  (fi- infide  Tbofeani  nel  nume- 
ro maggior  del  maf ;bio,&  neutro  genere  .&  fi  fi  troua 
altrimenti  ,i  piu  lofio  errore  i-e  ragiono.?  E T.  Coi  pie. 
Coi  penfier.  Coifòfinr.  60  i nobili  poeti.  Cobegboc- 
chi.Cofuoi  Co  crm.Copie.Comantiii.^oc.ucdi[ Indice. 

Coi  m luogo  di  Con  ìL  P e t.  ColTauro.  Col  Sole.  Col  fuon. 
Mirar^embiante,Teccato,TedefiO,Figliuol,Defio.Cieco 
drfirSuofuggir.Coltuolume.uedia  1857. 

1576  Turba.  Lat.  C'  turbula  il diminuliuo.&manus.uspti.mul- 
lUudo.  ila  calca, la  ini  itudine.  P e i.CranTurba.Tcr 


molti  tempi  quella  Turba  magna.  Ma  per  la  Turba  a grò 
é errori auegga.Turbadfamanti.O-mifiri  lorfori.Emi 
randa  la  Turba  tal,e  tanta.  Sonde  la  Turba,^  miiiuien 
Jéguire.  Ditela  Turba  almi  guadagno  mtefa.  B o c.  Tur 
ba  de  canu  f 1 . Turba  de  fratelli.  San.  Tafioral  Turba. 

A R i. Tal  cantra  Orlando  [empiaTurbatrefce . 

Moltitudine.  Lat.multitudofiequentia,turma,turba,Hn- 
da.a,corana,catUf,ui,ui.&ionft/Sus,MS,hi,la  moltitudi- 
ne de  gU  huomim  fedemi.cuneus,eija  moltitudine  in  gutfa 
£ efferato  de  fanti,  agmenasja  moliitudme  moffa  con  im- 
peto per  combattere.coronamentum,  la  moltuudme  di  co 
rane  .firuiitum  ,lf,la  moltitudine  de  fcbiaus.failtulatio, 
oniSfla  moltitudine  de  firui.  theatmmfija  moltitudine  de 
jfeculaton  intorno  al  Theatro  per  uedere  1 giuocbi.  cÓuen 
tus,us,uija  moltitudine  de  gb  buomuà  affrontantift  tn  un 
luogo, & de  fanti, 0 pedom . concio,omida  moltitudine  de 
gli  Imomintafioltantt , come  iht  fta  alla  predica . imbcr, 
ritja  moltitudine  £acqua,pmua,  &fimUe . mandra,ada 
moltitudine  de  carnaggi,  pecuarta/t,  la  moltitudine  dt  pe 
corf.iuuentus,tis , & pubes,is,  la  moltituéne  de  giouani . 
fem  3us,tiija  moltitudine  de  uecebi  remigium,itJa  mol- 
titudine de  reitti,& de  galeotti.uallum,tJa  moltitudine  de 
palttìr turbula, la picciola  moltitudine. B oc.  filoltitudi 
ne  Inefltmabile.Era  toma  la  Moltuudine.I'na gran  Mal 
tiiudine£-drabi  Crandiffima  Moltitudine  di  gente.  Tut- 
ta la  Moltitudine  delle  fimine . 

Frotta.  Ltt.  multitudo,turba.uedi  Moltitudine,&  In  Frot 
ta^defl  in  quantità.  A R s.Ciuoca  di  fchiene,(Sr  mena  cal 
CI  In  Frotta . Ma  tojlo  nirouò  la  mqua  Frotta . Onde  la 
ffiauentata  ignobil  Frotta  Senga  ordine  fuggia  fpegja- 
ta, erotta. 

Somma  per  la  moltitudine,  uedi  a nat. 

ammafiare  .uedi al  detto  luogo  1718. 

Collegio . Lat.  & conuentus,  us,  ui . dinota  compagnia , 0 
congrcgationediperfine.  Dan.  Ch’ai  Collegio  Degli  bi- 
pocriti  irifii  siuenuto.  Ari.  E tra  le  prone  forfè  del 
CoOegto. 

Calca . dal  nerbo  calcare.  Lat.  frequentia.  ual  moltitudine,  1577 
prefia.funa  B o c.  Co»  la  maggiore  Calta  del  tnondo.La 
Calca  li  moltiplicaua  ogni  bora  pataddojfomagpore. 
Crandiffima  Calca . Calcata  gente.  T h.  P 1 t.  in  tanto  il 
noflro,  & fuo  amico  fi  mife  Sorridendo  con  lei  ne  la  gran 
Calca  .Dan.  Qual  Ifiueneo  già  uide , & .Afopo  Lungo 
di  fi  di  notte  furia , & Calca . Cofi  da  la  gran  Calca  fi 
difende. 

Calcare  per  premere  fileprimere.  uedi  41757. 

Furia.per/a  Calca preffa.D  a u.uedidifòpraa Calca. 

Folta.  Lat.denfa,ficqutns  P e T.  /»  habitodiuerfadnpo- 
pol  Folta  Fu  quella  fibieraà.di  molti  huommi . 

Tonna.Lat.lurma.i  la  moltitudine  di  gente  £arme,& fi  pi 
ghaperagmmoltitudine.&compagnia.D  AK.Correiulo 
ad  una  Tormaahe  pafsaua.Terguadagiar  la  donna  de  la 
TormaàdeU' armento.  S a H.-dcciocbe  Inumerò  delle  no 
flre  Torme  per  peffinta  fiagione  non  fi  feeme.  Ari  .Hon 
fu  ueduta  mai  piu  flrana  Torma. 

Cirou2ni.Lat.frequetttta,turma  ualmoltitudine,quami- 
tà.  B o c.Terciò  eh' una  gran  Carouana  di  fame  fopra 
muli  pafifluano . 

Mafnada,  F'o.  Tro.  ual  compagnia, 0 turba  à mafnadieri, 
à malfattori jù'  rubatoli  daftrada,  quafi  fimul  manens. 


•/r. 


I 


Popolo  H V O M O Popolo 

h oc.ntlTHMejfefifeir^ortUaelafcelerataMt^^  »»Uàmoflra^ 

da^  allegri  (U  mal  operare  Mcbiamò  la J^rfa  Majta-  Latini.  L«.  P E T.  Clorhfa  (oloma,  in  ni  s'appoggia  'K?-  i } 8« 

da /òpra  gU  fette  compagni.  O A H.Cofs  mi  so  quella  Mom  fira  jperan;(a/lCrannotHe  latino, al{iioadeiragu»ur 

fnada  frefca.Et  poi  ngtungerò  la  mia  Mafnada.  latino. yna  uergme  Latina,  Che'n  Italia  a T rotante  tana 

Mafnadjcri/oiio  compagm, malfattori,»  rubatori,daftra  ta  noia.  Latin  fanguegentile.Mafei  Latino  e’I  Greco  Tar 

da,uediajq}.  laudi  me  dopo  la  morte  ; i un  uento.  U o c.  parlando  La 

1578  Dcape\\o,è numero infieme unito, & riiìretto.Latagmen,  ttnoj.latinameute.llloidano,crcompagm,et famigUtut 

globus.manut.  TtJ,  Et  poi  uera  un  Drappello  Diporta  ti  Japeuano  Latino,  ajiutifjimamemt  fi  guardano  dalfal- 

menti,e  di  uolgariflram . In  un  bel  Drappi  lU  no  iuan  ri-  fo  Latino J.M  non  far  qualibe  error  parlando . La  giouane 

ftrette.Aui.Epoich'auicinarquenoDrappelloSiuede.  udendo  la  fauella  Latina . 

(chicra,c!r  Schiere  piedi  a 5 0 o.  Tcdcichi^oi»  udlatnaniit.  Lat.germ.mi,teutones,allobro- 

Ciarni2,perlamoltttHdine.ucdia  1054.  ges,rhcnicole.V  ft.ToileTedefihe,cbeconafpramorte 

fìmigba.lal.fanuba.perlagentedtcafa.P  ET.Zephiro  Seruar  la  lor  barbarua  bonejlate.  ColTedejco  furor  la 

torna,e’lbeliemporimena,Eifiori,efhcrba,fuadolce  fpada  cinge.  Mano  poi  ; che  lugurta  et  Cimbn  atterra 
Famiglia.  B’I  paiìor  eh’ a Coba  ruppe  la  fronte  Tianfe  la  E'I  Tedefi  0 furor.Sluandodelalpi  fihermo  Tofe  fra  noi, 

rtbeiiante  fua  Fatmglia.-Ch'almondo  non  fu  maifimil  Fa  & laTedeJca  rabbia.  B oc.  La  pia-t^  è piena  de  Tcdc- 
migba.  Mouefi’lucccbierel  canuto,  e bianco  Dal  dolce  lo  - fcbi.Effcndofultima  irtigua  finita  co  Tedeft  hi. 
io,EtdalaFamigltuoiasbigottita.Boc.TerlaFami-  MìXtianai.Lat.alcmani  fonoiTedefibì.  Boc.i/  Ke  di 
glia  fua  uolea  filare  il  porco.Hauendo  grande  ft  bella  Fa  Francia  molte  tnegue  fatte  con  gli  ^Alamanni  morì . 

miglia . Ter  la  uilU  alleggiata  tutta  la  fua  Famiglia . & Tiirchi.Laueucfrpeuirui,tà-  turca.?  e T.Turthi,.Arabi, 
quando  dinota  il  parentado,  uedt  41)65.  C Caldei.  B o c.£t  diejfi  a rubare  la  roba  é ogni  huomo. 

Vicinanza.  Lat.uuimtas,&uiiinia.  B o c.Layicinanga  &maffimameme  fopraTuribi.  OsbechRedeTurebi.- 
ufcita  tuonai  romore.Tutte  fi  per  l'uinangapipcrparcn  SactteTuribefche.  E credendo  iheTurcofoffe,lofeceb.a 

taào  congiunte,  T^lle  loro  l'icinange  fiandofi  a mtgbaia  tit^re.Tunbiofi  Ugge  nel  teflo  antico, 

per  giorno  tnfermauano.  CimmetaJnuecediTurchi.P  t x.  Che’l  fepolcroé  Cbri, 

Vicino  loH.LatJiicÌHus,eontiguui.proximus.P  i r.Toue-  floi  in  mandi  Cani.  A a i.Cboraifuperùhemifcncbri 

ro, .al ffro  .Dolce.  SìuclTbnio  F'eronifefuoF'iiino.  Col  fliani  Con  bufino  lur,lafciano  in  man  é Card, 
gran  fuonoif'icm  dmtomo  afiorda.h  oc.  Molte  aUre  }ìi.brci.LatJ>ebrai,fonoi  Giudei  ab  Heber,quifuitabnepot 
donne  delle  fiue  F'icine  .Abbandanati  gli  in/ci  mi  da  y ici-  Scmfilq  X?c.  Tet.  Slual  Tiraraonin  perfeguir gU  He- 

ni,&da  parenti.  Molli  de  ctrconflanti  f'icini  defU  fi  lena  bró.Iudit  Hebrea  la  foggia,  cafla,&  forte . 

rono.Equafinmnof'icittchautfie  cura deW altro.»  quan  Biuarichi. Lat.bauaricus.&batauus.  P Ei.'Heuaccor-  1J81 
do  i aduerbio,&  aduttmopicé  a gfi,  gete  anebor  per  tante  proue  Del  Bauarico  inganno . 

profsimi.  Lat,proximi.  T t j.Cbe  uò  nuiando  Trofiimi,&  CildciLat.ch.ildei.  T t r.Col  Tede  fio  furor  la  fpada  cmge 
kntam.  hoc.  Dinanzi  alla  tradii  morto  co fuoiTrofii  Turcbi„Arabi,&  Caldei . 

• mi  fi  raunano  1 fuoi  uuim,&  cutadim  afSai . Cimbri . Lat.  P e x.  Mario  poi  ; che  lugurtba  e i Cimbri 

Nollrale,H4/  di  nofiro  paefe  ad  imitatione  de  Lat'tnt.  Dan.  atterra. 

Et  con  cofe  T^ofirali,  & con  tflrane . Siraculani.  Lat.fyracufini.  P e x.  Con  Un  miranda  quinci, 

I J 7P  Fort  Riero.  Lat.  aduena,  adueniiiiutfixtraneui,externut,  & quindi  fifa  Hieron  Siracufan  conobbi  ; e'I  crudo  Ha- 

cxolicusjtrenfis.pcri  grinuspiouut  homo,  è quello,cbe  ha  miUar . 

Ulta  fuori  delle  nofire  contrade  detta  da  Forefia.  uedi  4 Borgognoni.  Lat  Jmrgundi.&burgundionei.Boc.Borgo 
1 106.  B o c.yno  Tellegrino  Forefliere.  I cittadinifit  Fo  gnom  buomim  ritrofifit  di  mala  comlitione.ir  difleaU. 

rtflieri  Itonorò.La  domandi  fi  Bologne fefofie  0 ForeSìie-  Fiammcnjhi.o  Fiamminghi.Lat.cimber  bn.  D a K.Qjial 
ra.Leifintenioquiforeiiiera. Lat.aUemgtna.  iFiammengbnra  Guizaute,^- Bruggia. 

ERranio.  Lat.extraneuspulflranicro,  Foreliiero,&alie-  Frìibni.  Lat.pbrygq.fimo  buommi della  Thrigia  bureale,et 
no.  T.et.  Merci  chiamando  con  Efiraniauoce,  Ari.  parte  della  Magna  molto  grandi  piu  che  m altra  parte  del 

Da  l'altra  parte  il  caualtere  EHrano . mofldo.D  a n.  Che  di  giungereala  chioma  Tre  Frijoni 

Straniero,  cr  Straniere.è  lo  Forefliero.  Lat. aduena.  ut  fu-  sbauriandalo  mal  uanto . 

pra.  Boc.Q^ual  cagione  recò  Heleru  ad  inamorarfi  del  Ghibellini, Guelfi,  fono  dueparti  nemiche  t una  cantra 
Straniere Tarit. V u . Et cofi le  ufaua lo Strauiere,come  t altra.  Boc.  Terch  ib'egli i Ghéelbno . Qjuntunque, 

Fhaurcbbeil  proprio  Signore  ufate.Tiacciam  <T infegnar-  che  alcuna  che  quivi  era  ChibeL'ina,  cimcndar  non  uolef- 

cifpercioche  Stranieri  fumo)  doue  noi  poffiamo  meglio  fi.FuronodlFirenzeiChiheUinicacct.tti,erilornaronuii 
albergare  J quali  come  meffer  Torello  utdeptuuò.cbegcu  Guelfi.  Et  quivi  come  colui  ch'l  molto  Guelfo. 

tilbuomini,&  Stranieri  fofsero.  Afsirì . Lat.  affyrif.  D -a  n.  Come  in  rotta  fi  fuggian  gli 

7>opolL  'ìlationi,&  Centi.  Italiam  uedi  ad  Italia, Romani  .Affiri . 

a Roma,RomagimoU  a Romagna  Jiauegnani  a Ravenna,  Eluecii.  Lat.  helvetq,  & belga . fono  Svizzeri.  Ari.  Ecco 
Cartbagtnefi  a Carthagine , Greci  a Grecia , ..Areum  a tona  il  Francefe, eccolo  rotto  Da  l'infidele  Elnetio  : cb'm 

-Arez^,  Ciudei,SiaUam,  Indi,&  Indiani,-Arabi,Barba  fuo  aiuto . 

ri,.ArgoliciaCrecu  .Barbarefchi , Francefi,SpagnvoU,  Gothi.AiI.  A R l Ediede  Italiaa  tempi  men  rimoti  In 
Tedefihi,  Elueti . lutti  fono  alti  fuoi  luogbiprincipaU,  co-  preda  agli  Hiinni,A  1 Longoba  rdifii  Coti  . 

medtfipraad  ltidurù,Romani  ,i  notato, tir  comelata-  CigancL  Lai.gganutdh':ancs,ct  itrispbkgM.'hlgni 

coft 


«58J 


Viti 


H V O M O 


Vita 


*14 


ttli  fjbulofa  iht  furie  flati  i Giganti,  Terciethelrbiflo- 
TK  HebnCt&U  KomaacntfcnHonoiamefn  'H^mbnth, 
Hcnole„Àiiteo  ; Furono  mStcìlux^n  lugbiltcrra.Et  ,Au 
ftlu  ^<<g  ilimo  aft  rma  baucr  uiduto  milito  delt,Apbri 
caadi'iuaótià  un  diate mafitUarc  fi  grande,  chedi 
eptelio  fi  ,arebboaofutn  ermo  denti . Dopo [n  iue  thepoio 


nuotare,  auantare,  proiurre,geaerare,trtfcere,  aicre- 
frere,  dmemare,  dtucmre,  proredere,  durare,  fiorare,  re- 
fior  are,  sbuffare,  halttare,  libare,  mangiare  traboccare, 
bere , definare , praadere , merendare , ceiure  ,pafcere  , 
nudnre  ,paHurare,fatiare,jatoUare  ,gufiare  ,g>dert  > 
tnomphare,  campignare . 


auami  la  ucnuta  de  Goibi  in  Italia  ,fu  a Homa  una  jemù  Vita.  Lat.  Vet.  oicerba,  ,/tluU„Amara,,AageUca„/tn- 
na  diffet  ie  Gigantea  ; aUarjualuedi  re  tutto  U popolo  cor-  gpfciopi,Urdua,  ,Affera,  ,Aufltra,  Beflmie,  Breue,  Ce- 

rca . onde  L>  a n. Terreggiauan  di  wta» la  perjbna  Gli  lata,Crudele,  Difiorata, Doglioj'a, Eterna,  Fatuofa.Fra 
boribili  Cgintticui  minaciia  Cioue  del  itelo  anibora  ♦ le,Caiofa,Graue,  Grauofa,HumanJ,Humile, Inferma, 
quando  tona.  & deferiuendo  la  figura  M Hembroth  dtee,  locoada,Ubera,  \.ieta.  Migliore, Mortàle,'ìioioja,  Ofin 


1584 


La  faccia  fua  im  parca  lunga  ,& grafia  Come  la  Tina  di 
fan  Piero  a Roma, Et  a pia  proportion  era  Paltr'offa.  & li 
P s T.  Conno  furor  ; qual  10  non  fo  fé  mai  ,Al  tempo  de 
Giganti  fufleaThlegr a . 

Giganti  celebrati  da  noflri  poeti . ,4nteo  , Briareo,  Ence- 
lado , Ephialte , Colta , Tipbeo , Tuia , Tfembrotb . ne- 
dia  Marte  a 454  collocati  a gli  jnotbiogbi  peroréne 
di  ,/llphabcto . 

Centauri  lelibrati da  noflri  poeti.  D a h.  Correan  Cen- 
tauri armati  éfaette . 

Chitone  Cf tauro  figUuolo  di  Saturno.uedi  la  bifloria  a 97 


ra , Tenfofa,  Tota , Tre  ferite,  lìuieta.  Ria,  Siofia,  Sere» 
na,Solttaria,  Soueribia,  St-nca,  Tcrrena,Tmuda,Trana 
qutliafrrtfla,yaria,f'ile/'ptta.  La  l'ita  Fugge , drnon 
sarrefia  un  bora,  iìuefia  l'ita  terrena  è quafi  un^rato. 
0 noflra  l'ita  cb'è  fi  bella  m uifla.La  l'ita  il  fine;  e lé  lo 
da  la  fera.  Signor  de  la  mia  fine, e de  la  Vita.La  ytta,che 
trappafSa  a figrà fìlli  ir  cofiauolge,epiigi  Lo  flanude 
la  yitnabe  m'idata.  Cb’un  bel  morir  tutta  la  l'ita  hono 
nora.Tiimda.  ardila  l'ita  de  gli  amanti  Le  l'ite  fon  fi  cor 
te.  Si  gratti  I corpi,  &fraU.  B o c.  «fé  f Indice . macro, 
bius.  ideft  é lunga  l'ita . 


Neflb  Centauro.  Coflui  fcampando  la  guerra  de  Uphiti  fug  L’altra  uita,  cioècelefleeo  beata.  Tet.  Qjufl’anima  gen- 


^ in  C tlidonia  In  quel  tempo  battendo  Heriole  moto  .A 
cbeloo , fi  ne  menaua  Detamra , laquale gb  hauea  data  in 
moglie  Eneo  foo  padre,  ty  Re  é Caiidonia . giunto  alfiu» 
meHebmo  afSaig  mfiato  per  U flrutle  neui,crouù  Tiefto, 
itqual  fi  offerfé  papare  Di  unita  in  falla  groppa , rmgra- 
tutolo  Neri  ole,&  dati,  gliele,  non  fofiricando  di  frauda  al 


lil,  ebefi  diparte , .Augi  tempo  chiamata  a Paltra  iuta . 
Ma  del  mtfero  flato , oue  noi  femo  Condotte  da  la  l'ita  al- 
tra ferena . Tiacciati  bomai  ,toltuo  lume  ib'io  torni  Ad 
altra  l'ita,  (ir  a piu  belle  imprefe.  l'id’ui  le  'nfègne  di  que 
fl’altra  l'ita.L’uitimo  di.  cb'è  primo  a l’altra  l'ita.  Ch’ai 
lumi  queHa  l'ita,  & [altra  adorni . 


cuna . Tdsffo poi  ibe  l’oebbe  portala  alt altra  npa,le  mite  Viuere,  & uiuer.  Lat.  mta^uflu.  T e t. Bello, Grene,Cor- 


far  niolenga  ,iUbe  conofeendo  Hercole  per  lo  grtdare  di 
Dcianira  lo  faettò  con  le  fune , lequab  erano  intinte  nel 
ueUnofo  [angue  dell' Hidra.  Conobbe  il  colpo  mortale  Tlgf 
f>,&  fubito  pentì  alla  uendetta,  & Deianira  porfé  lata, 
mi  fu  lorda  del  fuo  fangue  diccndtgli,[e  mai  lo  tuo  mari- 
to fard  occupato  it  amore  d' ah  una  altra  donna , dr  lugli 


to,Tocofijflo,Lieto,T[ato,Amaro,'bìoliroA-tffo,Mor- 
tal, Duro, Grane,  il f'mir m'igraue . Hpia mi' l l'iuer. 
Ter  fòrga  conuerrdcbc'l  l'iuer  cange.Ch'al  corfo  del  mio 
l'iuer  lume  danno.Et  uiuoce'l  l'iuer  pin  non  m'i  concejpK 
era  giunto  ai  mio  l'iuer  preferittoJ  o c.ll  ben  l'tue 
re  itogm  mortale.  Et  da  que  fio  uemr  d nofhro  l'iuer  lieto. 


miti  quella  carni  fi  iaffubite  tornerà  attuo  amore . Serbi  l'iuere . Lat.  V Et.  Geme  cui  per  amor  uiuer  incrtbbe  .Se  j j g j 


Dcianira  la  camifcta , & dopo  alcun  tempo  efiendo  occu- 
pato Hercole  neW amore  é lole,gbela  mandò^glt  felami 
fe,  & per  tal  ueleno  mori,  & tn  quefla  guifa  fi  uendied 
Tiglio . & però  dice  D a m.  Toi  mitenti,&difle;  auegU 
i Tfefio  i Che  mori  per  la  bella  Deianira  Et  fedifeta  uen 
dettatgbfitfio. 

Sabine , rapite  daRp.TEj.  Toi  uidi  Herfilia  con  le  fine  Sa 
bme,ScbKra,tbc  del  fuo  nome  empie  ogm  libro, 

y IT  A. 

I Ita,  l'iuere, l'ino.l'iuace,l'itale,'Hatu- 
' ra,Tiafimento,'Hgturale,Eflere,Troffeu 
rità,  Corfo,  Stato,  Conditione,  l'igorc,?olm 
■ fo.  Lena , Fiato , Buffa,  Scampo . Efla,  Ci- 
bo,Taflo,Tafiura,Tafco,l'iuanda,Dape, 
^Tittanga^Albaento,  Tfodrimtmo  ,Trtompbo,  Satolla, 
Alma.  Vrandio,Difiiare,Ccna,Merenda . Tane,Scbiac. 
mata , Focaccia , l'ino , Sale , Cafeto,  Formaggio,  ^ona, 
TomaceUa,  Lafagne,  Jjuanica,Sahtccia,  MoJlarda.Bro, 


tanto  uiuer  pò  ben  culto  Lauro.  É flato  infiaa  qui  cagion 
ch'i  uiua.Et  neffunft  qiiamo  fi  uiuajo  mota.  Onde  conuen 
ch'armato  uiua  La  ulta . uiuere  uitam  latinamente . Ma 
la  forma  miglior  ,the  uiue  ani  bora  Et  uiurà  fempre . 1 mi 
umea  dt  mu  forte  contento . l'uol  che  uiuendo  ùgrimanu 
do  impari.  Cb’i  uiuereianchorpmcbemat  lieto.  Ch'aita 
mente  uiueRe  qui  fra  noi . Horuiui  fi , ch'a  Dio  ne  uenga 
il  legp^.  OniT iogionfi  uiuo.l'ifsi  m jpemefoor  nino  pur  di 
piamo,  dr  uiuomi  intra  due . Et  uiurà  fempre fu  ne  l’alto 
cielo.  Senga'l  qual  non  uiurei  in  tanti  affanni,  l'iurommi 
un  tempo  homaLSarò  qual  fui.uiurì  com'iofonuiffo . ma 
utuuto  ufa  la  prtfa,  & i Tbofeano  ; anchora  cbe'l  B o c. 
nella  F I.  ufafSe  uiflo  Là  doue due , Egb come  ueccbio  ì 
fuggito  moli' anni  il  mortai  colpo, & piu  ci  è uifio  che  non 
fi  conuicne . eS"  altroue.  Ma  a mecche  guari  lènza  te  uiffa 
non fono,ne  uiuer  fenga  te  faprei.ma  nel  Decamerone  usò 
fempre  uiuuto,uiuuta.  Il  Come  poi  con  la  donna  gloriofit- 
mente  uiJ3e,ma  D a v.  forfè  troppo licenthfo  usò  uiuette 
nel  preterito  in  luogo  di  uifie  ; Joue  èco . l'golin  iAzpfo, 


^ ^ che  uiuettenofeo. 

do.  Manna,  zùcchero  Ambròfim,'Hjettare.'Menfa,Ta-  Vitto. Lat.uiflus, ut.  Aki.Co/c  èuerfe,e  necefiarieal 
uola,Defi.,Touaglta  Bicchieri.  uiuere,autuare,cam-  Fitto. 

pare,fiamparepiaftt  ;,nnafccre,rcfufcitare^rearefiU-  \MO.Fiui,Fiua,&Fme.Lat,uiiiiu,aum.?Er.Fm  igi6 


> 


Viti  H V O M O l'iti 

iAHTt, Sifio,Sok,Liinu^more,Chitccio faggio, T er-  Tiaiura cl cid, perfirfi htnoreXbtittiol  udir  ^uttm 

ren,Gioue,Epempu,CorpoXii‘>i‘‘>rc,Trmpio,Hu<m,Car  qiupQ  Hgittra,E’l  ad  trami , uenga a tiirar cafin.lbt 
lgon.Legi fey tuo, e l padre mortojiioljc.ì’i efca y mode  'tintura al mtUr  uaperf:  toh .Obcéa'ìigtiira i» 

dabbiojiflcgU . Che  y tuo  ,& lieto  ardendo  mi  manttnne,  i'imeglie.  Fcee  temer  ;thi  perTiflinra  /pregga.BoC, 

SnnumoineniagUfbinortitO- yim . Et  fatgUaitcrtff  Tifiura Bentgna ,Dt[iretilùma.MaeflradeUe(ofr.HedÌ 

tteluolandotryim.  Et  qual  morti  da  lu,qnal  prefi  ymt.  i'Jndice.  & quando  dinota  la  mdka.iicé  a 14$  o.  B l u. 

• ^perlofbfi.Deytuimfrrm.yinaCoUmtta.Domu^or  ieUHatnraMot^.V  n. 
za.  Fonte,  Figura,  JmJgine,’N£He,Thtrj,VerfotUySc~  Naturai, maf.cìrfem.Lat.natkratii  V n.T^ural  Co~  |jt8 
menta, yoce.  0 yiuamorte,oélettufbmale . Beatigli  (dj[:oHume,ConjiglM)J3ifto,Dote,yigor,yiriute,lorfo, 
ouhi , che  la  uider  ytua . Sol  di  hi  ragionando  yiua,£f  Dudctna,  Modo,Beltà,  t unfine,  Ticmica.  T^nraimt  S- 

tmrta.yme,F'autUe,  Fontane , Varale , yoti,  yene.  teé piace Etperibe'HatiiraliaenteiaitaCvniralattior 

hoc.  uedì  ali’ Indice , te  ogni  animai  terreno,  c però  lieta  Vlaiuralmenie  quia 

AluiuoadMerbio.LatjiduiKumrefecare,Tull.deamUitia,  diji  diparte. Boc.Tiaturalcorfodelieco]iJiagione,y t 

tjrtniut,e!r  incute.  P e t.  Verche  prona  col  ferro  ,.41  m-  na.Coìore.Tutti  peccare  in  tujiuria,  & nonjòio  nella  Via 

no  apnlta . prouerbialmente  ufua  tutto  di, quando  fiamo  turale, ma  nella  Sodomiti t a.  Tigluraiineme. 

punti  oue  ci  duole  ; cioè  la  uinfe,& cofìrinjè  a uolerpace,  Natiuità.  Lat.  dr  din  naialugenefii.  B o c.  Dopo  la  Xa- 
cime  piacque  al  uincitore.  liuitàdelfuuiuUo.Hcbbeuufantmllo  apprejio  laVialt. 

\iuace,ualélungauiia  Lat.uiuax^iuace  Cerm,Coruo,  uitàjielqualepafiò dtquefiautta . 

Cornacchia, àquila.  P Br.yiuaceamor;cbenegbaf.  Natio,  T^tia,&Tiaiiane. uedi a ijtfS. 
fanni  crefce.  Tdafcere . Lat.  nafci , dal  nerbo  najcor , &•  Orior.  P » x.  Chi 

yuuici.^braamuifieanni  \q^.  4dam  anni  p%e>.  Ama-  uol  far  d’Hiluona  najcer  jiume.  Onde  fi  bella  donna  al 
rainmoglie  é luchabel  ijj.  Lem  i}y.Jfmacl  ijq  Io-  mondo  nacque.  Colici  per  ceno  naique  in  paraéjò.  Et 
jèph  iio.Caath  tyy.  Ifaac  tio.  Lamech  yyy.Moife  nacque d'otio,^élaliimahumana.Rittgraliandonaiu- 
1 zo.Setb  piì.lared  9Ó  i. Enoch  } (c^.Matbufaiem  999.  ra  e’I  d)  ch’io  nacqui.  Et  leco  nacqui  in  terra  tbofca.Onde 

'N.oe9SO.Sarra  moglie  di  Abraam  t ly.Enos  90;. Cai-  falcunbcljrutto  'Nafte  é me  ,iUuoiui.n  prunai  feme, 

nunzio.  Malaleel»9%.Arpbaxat  j}». Sare  a.}}. He-  Tal  Jruitodi  coiai  radice  .Sua  uemura  ha  tufcundaldi 

ber i^6q.Vbaleg  1 ì g.Beu,  0 Ragù  yot.Saratb  i}Q  ’N*  chenajce.  1 fijpin.  Che  nafceau di  dolore . Dijé  nafct ndo a 

cor  iqt.TbaresioS.  lacob  idq. Cameade  philojipbù  Roma  non  fe grana . Dital;thenafccrà  dopòmtU’aum, 
Vino.  90.  Mille  uolte  il  di  moro,&  mille  I»  fio.  ilumciuafcoH  le  U- 

talc,  che  ci  folben  in  uita.Lat,uitalis.  P e t.£‘  f aura  mia  grimo  e i martiri.  "Nata  Canyon,  Rofajloliez^.  Cbe'n 

yital  da  me  partita.  troppo  humil  terren  mi  trouai  nata.QueJio  temer  (t antl- 

ijSx  Aumare.Lat.uiuificare.Xì  a n.Maefiroilmiouedert’am-  che  prone  i nato.  B o c.uedi  all  Indice , 

uaSirulcuolume.Colpreuojocorpocbe  Cauiua.  Come  Rinafcere.Lat.renafct.V  ■ t.  Et  l'u  l’uccido  piu  forte  rina 
l’autualojpuardeuenti  Carbomufamma.  Quindici ftel-  fce.  Di  uotomaria  morte  nnafce.  Voi  tbt’ntena  morendo 
le  ; che’n  dinerfe  piaggie  Lo  cielo  amuan  di  tanto  fereno , al  ciel  rinacque . 

CofiquellapacificaarialiammaTitlmegpt’auiuaua.  Nafcenzi ,imale cbenafcefopra  laperjbna.  Lat.apoHer 
Viuiio.LaiJiiuanum.iluogo  ui  acqua  ferrato  per  confcrua  ma , uomua , fuppuratio  lumor.  B o c.  Ver  una  "Na- 

reipefciuiuuiedia  1094,  fcemtacbaueanelpetloi&malera  fiatacurata ."Ns- 

Scampo.Iat.  falusaffugium,&  refugium.  ual  il uiuere,re-  fcenga  putrida . 

fugtOyfalute  , aiuto.  Pet.  fi  non  fi  prefla  Fofie  almto  KeCanenione.  Lat.titillatio,& incrementum.  B o c,  Ef- 
Scampo  Li  ut  rfiit  aurora.  B u c^pcranga  che  Iddio  man  fèndo  Ruflico  nel filo  defideno  accefo,per  uederla  cofi  beU 

dajie  qualche  aiutoal  fuo  Scampo  ,'Ns»  neggendo  alcun  la,  nonne  la  Refurrcttione  della  carne, 

ruaedio  al  juo  Scampo.  Refufcitare . Lat.  reuiuefcere.  Boa.  La  donna  lieta  ,&li.- 

Scampare. Lat. umere,^  feruarefè.  P s x.  Duefontihat  bera  quafi  dal  fuoco  Rifufcuata a cafit  fene  tornò  glo- 
thiile Cuna  beo,  mor  ridendo, &tbideralirafcampa.  riofa,idefihberala. 

Sottili  qual  fi  trùpha  non  pur  ftampa.  BocJn  talguifa  Creare, & Cnare.Lat.crcare,per  generare.  P ■ r.'Nonguar 
auifando  fcampare  .Qjtafi  tutto  tl  rtfiodelli  Scampati  dar  me , ma  chi  degno  crearme . Crcouui amor  penfter 

cbnlhauidalui  a man  lalua  fu  ronoprtfi,idefi  uiut.  Et  fe  mai  ne  la  tefia  i Cria  i amor  penfter,atti,& parole. Oue'l 

M qmmi  e fio  nino , & fiampoj.uiua . che  non  fcatnpi  te-  ben  more;  e’I  mal  fi  nutre, & cria.Cbecno  quefl’&  quel- 

fiajjum  rimafe  unto  alcuno , & per  liberare,  et  fuggire  a Caltrohem^ero . Anji  tre  é creata  era  alma  in  parte  fi 

qot.&a  1490.  come  a morte  torre  Ogni  lofa  creata.  Qjunt’icreato,um 

Campate  per  utuere.  B o c.  "Npn  perciò  tutti  campauano,  te,  & cangia’ l tempo . Qjianlo  Dio  ha  1 reato  bau,  r fog- 

Et  duroni  materia  di  giamai  piu  in  tal  follia  non  tadtre  ; getto.  B o c.  uedi  aW  Indice.  Creatore  per  Dio . uedi  a 6. 

fe  tu  campi . & Creatura  a 1 5 ; i . D a n.  Dinanzi  “ nen  fur  cofe 

Natura.  Lat.  P e x.  Vietofa,  Reale,  SchiauaSmarrha  dal  create.  T.  In  me  cria  dtfrr,  forma  parole . ^ 

.corfofuo.'Npflra'Natura  uimadal  collume  .Colè  fopra  Generare  .Lat. &ggnere  .ujd  creare. Boc.  Hauerge- 
Tqatura  altere,e  noue."N£  'Nìtira  po  fior  contra’l  còfium  nenia  fighuota.  Di  cui  quefiopa'-'o  fi  gene  rafie.  Figl.uo- 

meMtngratiando  Natura, e’ l di eb'io  nacqui.  Onde "Na-  lidauoig-nerati.llqualfigluiob  ^ iatcgrnerato.yofir» 

tura  toife  Qjiel  bel mfo  leggiadro . Fem'ua  i cofa  mobil  marito,che'l generò . La  lopiadi  cofegrm  1 fafiiào. 

per'Natura.  òianfiu'ogmarte,^  tumlorofiuàVi^er^  Giwli.  ijx.  Aa  l.  Bagnar  di  pi,  oiGfniahlctti.i.dout 

pginera. 


T 


Viri  r • 


Viti-  H V O M O • 


*iy 


^fcnertficrU.'Po^obiitexìlGattallettiì  fecondo  in  mt  alcitldmmaiepto, 

^ un  padigltoH  ampio, e capace.  Dinemre.Lat.fien,mutari,euadere,ualdiuentare.VE  T, 

i } jo  Crtfccrc.  Lat.  incrememum.  ual  aumento.  B oc.  per  lo  Che' n tjuefla  età  mi  fa  éuenir  ladro . Che  dtuenne  un  bel 

Crefeere  cbe’l  corpo  facea  fiorfen^alcun  frutto.  Et  quel  ibe'nuerdi  noidiuennepie 

Crefcere.Lat.dr  augere.V  n.Si  crefeer  finto  il  mio  arden  ira.B  o c.L'aurora  tommaaua  a diuentar  rancia  .Ogni 

te  dtfiro.Cofi  crefcailbel  Lauro.Tanto  crefce'ldefiOythe  bora  in  ucnto  piu  forte  dmemndo . .An^i  chela  mia  mu 

m'mnamora.  t'mace  amor,  che  negb  affanni  crefee.  Ter  dtueiiga  piu  uile . Molto  aHratto  da  gli  buamim  dtuema . 
ftttoHnoncrefce’luernefcema.Crefcendom  queflauo-  yoidiuemfle fua carijfiiua  amante. Da  u.Ter ch'iodi-  . 

gha . yenuto  idi  dì  in  di  crefiendo  meco.Fiume,che  ffefSo  uenni  tal  quando  lo’ntefi . 

del  mio  punger  crefei.  La  fiera  uoglu, che  per  mio  mal  Trocedere.  Lat.oriri.ualuenire,oderiuare.V  Bj.Ondepro  155» 
crebbe.  Che  come  crebber  [amerebbe  [tnuidu.B  o c.  cede  tagrimofa  riua.  Da  uoifolaprocede  llfble,ilfoco,e'l 
ueditindice.  unto.  B oc.  Che  da  purità  cCammo  proudeua.il  pcn- 

Crcfcente.ZJt.  creIcni.Bo  c.&gia  Crefcnteil  fuoco  fiero  dal  quale  quefta  infermità  procede.  & per  andar 
neUaacufanaue..4Tilioefiere  fcmprepiccicatodaglt  auanii uedi a iq68.  .1 

.Auoltoi  d Bicrefeente  Fegato.  F 1.  ProcrlTo,  chefpatio  di  tempo  fignifica . uedi  4193. 

Rincrefccntc  ; cioè  che  rincrefee,  0 rinoua.  uedi  di  [opra.  Co.rfo  della  natura,^  della  ulta.  Lat.  curfus,  curriculum,  a 
Accrclccre.  Lat.accefiio.Boc.f'no.Accrefcere  fflendo-  P e e.Corfo  T{atural,FJtal,MortalJ^nduroCorfahag 
re  alla  fua  maturità.TiutoSio  delia  loro  gioita  fuffe  ./le-  gio  a fornire,  a lui  chiedi  foccorfo  Si  che  fum  fecoalfiiie  ' 

crefcitric  .‘/he  guaflatrice.T  h.  del  tuo  Corfo.  coki  cb'amiglior  riua  yolfè'lmioCorfo.  Et 

,4ccrefcere.  Lat.augert/iugefcere/umentare,amplificare,  del  imo  Cor fo  ho  già  pqfiaioilmegp.Ond’èdelCorfò  fuo 

addere,accumulare,muUiplicarf,uerbit  txtoÙere/ira-  quafifmamta'Flpflra  natura  unta  dal  cojlume.  Ch'ai 
tunem  exagerare.  B o c.  Con  arte  quelli  cercare  di  ac-  Corjo  del  mio  muer  lume  danno  Che' nterrompendo  di  mia  ; 

crefeere  le  parole. -decrebbero  fenxa  fine  lafamadella  uttaUCorfo.B  oc.  Contro  alCorfo  della  naturadijgra- 

fantiti  deIl'Abate,accrtfceuano,  -dccrefciuto,  CT  atcre-  untare.  Seguendo  il  Corfo  della  natura.^  per  io  corfò  che 

feono  ,uedt[  Indice.D  uK.Ter  allegrex^  nuouasihe  fifacopitdi.a  1 qS6.  & per  lo  andare  m Corfò  a 1465, 
t'accrebbe . perche  s'accrefeerà . Vigore,  per  la  poffa,gaghardia,projj>erità  del  uigore  natu- 

Bicrefeere.  Lat. renafa  ,&iierum  crefeere.  B o c.  -dffer.  rate.  Lat.uigor.  P e t. yigor ifalurale.  Tlon hebbi tan- 

mando  eh'i  carboni,  tjuaiido  piu  Sciemauano  a far  quelle  to  ne  Figor  neffatm . due  uniti  ; Tercbe'l  Figor  che  uiui, 

eroti/auto  piu  ricrejceuano  nella  affetta . gli  moflraua.Hebber  tanto  Figor  nel  mio  ciotto.  B o c.. 

Adulto.  ii>rjMÌ  crefeiuto.  Dnn.d  cu’ingegno  T[e  la  fiam  F n monaco,  d Figor  detquale . Ter  Figor  ielle  leggi  • <!F. 

ma  d'amor  non  i -ddulto . . nelT  H.  il  nemico  ueggendo  ogni  bora  pm  Figorffo  dua. 

Aumento, lo accref amento. Lat. accretio,incrementum,'.  biterà della  tua\igoTohti.  La Figorofa.o' beliagia- 
amphficatio . uane:c^a.Lat.uegeta.FtgproféEoi7;eJeFigorofamente  > 

-dumentare.Lat.augum(tare,augere.ualaccrtfcere.Boc.  tifoflieppofla.F  1.  . 

La  uentà  chnfliana  ; fi  come  finta, & buona  fempre  prò  Binuigorire.  Lat.  uegetare.  B o c jiri  P nJlorio  tutto  fmar 
fferarc,& aumemarfi . & Incrementnmjo  Jtumento.  rito ,ricordandofi  diBiaucofiore  rinuigf>ri,t!r  riprefeU 

,4uaitgm  per  accrefcereJat.augere.  Tn.Cbefecol  tem  fpauentate  for^e . 

pofojje  ita  auairgando.Miro  com'buomjcbe  uolentkr  {a-  polfo . pulfui,  & uena fino  le  uena  pulpttili  c'hanno  piu  1^9 J 

uan:^.L  che  defideriaccrefcere  il  fuo  fflendore,  onero  che  ffirito  ,&menfangue,apulfandodetto.P  tT.Qjulba 

fi  affrettilo  che  fi  faccia  piu  olirà  permteJere.  Et  io  m'a-  già  i nerui  e i Tolfi/  i penfier  egn.ep’  die  lor  Toljo,&  le- 

uanxi  de  perpetui  affanni.  B o c.TIm  i dubbio  che  fè  que  na.B  oc.  Il  medico  gli  cominciò  a toccare  d Tolfi.Il  Tot 

. fio  amore!  nuance,  fi  come  noi  ùe,cbeeglihacimiin  fo  cominciò  a battergli  pm  forte  che  [ffato.perctocb* 

ciato.  D AV.SteÙai  pafii  noHri  in  bene  auamcf . quando  [huomo  teme,  0 ha  paura  dpolfi  batte  pm  forte, 

*59*  Troiurre,&Troducere.Lat.& edere.uatcreare,generare.  Lena, ioti Forga,aLene.LathalitU!,fpirituj.&relpiratio, 

V sr.Troducehorfrutlo,cbequel  fioraguaglu.  Cheli  aoiqueto,&  tranquillo  anelito  onde  procedela  forcfi&- 

mal  culta,mal  frutto  produce.Cheproduionfiauoi  felici  peri  diciamo  uno  hauer  buona  Lena  quando  nelcorrere, 

effati.Toi  piacque  a luijcbemiprodufSe  inulta  Chiamar  cantare,&  finali  che  fi  adopera  dfiatoi&lofptriio,fidu  i 

mi . Lei  dauanii , & me  produffe  unparto.Boc.  Concio  ra,  & mantiene,  fengafiraccarfi.  Tir.&'die  lorpolfi, 

fgffe  cofà,cbe  quel  terreno  produca  apode  famofe.Tiace fi  & Lena  B o c.  Frate  mio  tu  bai  buona  lena , 

fe  a Iddio,che  quella  nofira  contrada  produceffe  cofi  fatti  Titto.Lat.flatusJ}alitui,fpiritus . i lo  ,Alito,tr alcuna uoU 
genttlbuominLCiafcunoproduffefuoridfuoanello.BiM.  tafiponeperlo  utnto  come  latini.  Tu. Dal  litoorieu- 
Belle  mondane  cofe  producitrice . tal  fi  mone  un  Fuco  ; Che  fa  fteuró  d nauicar  femfarte, 

Genefare',perprodnrre.uedia  iiqg.  ,B  oc.  Dal  cut  uelemfero  Fiato  auifarono  queUaSaluia’  1 

Diuentare,&  diuemre.Lat.fieri^urti,&  mutari.  T e t.Di  - effereuelenofi  diuenuta.  D a x,  Cofi  quel  Fiato gU  fpiri- 

uemar  due  radici  fòuraConde.  Che  facea  marmoéuen-  tintali  ,tdeflumto. 

tar  lagente.Diuenta  eterno.  La  done  .Apodo  éuemò  prò  .Alitare.  Lai.  anhelare . balitare,  ual  fiatare.  Soc.  Marte 
pheta.  Tfe  diuenti  altra . Diuentò  ingiunofi,&  importu.  glt  alzò  la  uifiera  ded’Eàmo , Cr  ahtogfi  nel  nifi,  polla, 
no.  Sa  ben  amor,  qual  io  0 uento . Omt 10  diuento  fmorto.  racebiufe. 

B oc.  Io  foquejiacauaU  diuentar  bella  cuella.Tm  bel  AMto.Lat.halitusi&anbelitut.D  AU.leri^erangru- 
Udmentò.db.-merémo  tmigliore-DAti.£tdi fólte  mattittnamuffiTaCUlùodtgfn/fKHiftppafia, 


fi  « 


vita  ; 


H V O M O 


Vita' 


Anticlo.  Lat.ujhtifiamut&tiiihrljnte.D  a n.^ì/bo/ì- 
ghopillidOi&Unhelo.  S a K.Suuino  aJiife  daU'altra 
rma  affannati’,  c!t  ^nhclarut . 

5 94  ,Anfare.  Lai.  anbtlart.  iion  Jiffcnltà tirar afe,& mandar 

fuori  il /ùfo.B  o c.  ^Anfanio  forte,  &jiidanio  fjfiìi  del 
la  prefeme  uita  ; ,Anfanio  a gufa  d’bnom  Lffo.Douc  an- 
pmdo  giHHto, 

Spirare,  & Hiffirare.  aedi  ad  Eolo  re  de  uenii  a 1 1 j . 

Buffi-  dot- ofjiatns,  & rixa.  iuento  che  fifa  lon  bocca. 
• - D ite.  Hor  poi  neder  figtmol  la  corta  Buffa  De  ben,  che 
fon  cimefii  a la  fortuna  Perche  labumana  geme  fi  rabbuf 
fa,  nula. per  Ut  uamtà.  Irato  Caltabrina  delaBuffaj. 
eontrouerfta.  Lat.  rixa . 

Sbuffare.  Lat.  fuffiare,  bucca  fiare,phymagmos,loibuffar 
che  fa  il  cauaUo.  D un.  & che  col  mufo  sbuffa. 

Proipcrita.  Lat.profferitas,  felicitas,  \ecundtres  Pet. 
'ìirgranTroffertta’l  mio  flato  aduerfoTo  confolare. 

Profpcro.Lat.Boc.hauendo  Trofpero  uemo . Effendo  le 
toje  de  Longobardi  Vroffere  Trofpi rendi pafii.  Vn.Tro- 
fperamente  uennero  al  loro  utaggio.Eolo  profferofanume 
piegaua  la  naue  a defiati  Un.  T h. 

S tato  per  lo  e fiere,  & per  lo  uiuerr.  Lat.&  conditio.  Pet. 
StaloReale,Felice,TraaquiUo,Dolce,Immortale,Clorio- 
fo^imile,Bio,Mijcxo,Folco,lnquicto,  .Amorofo,  Migliom 
re.  Fiorito, Bello,Vrimo,  Ceutile,Diuino,Dogbofofiafio, 
Mduerfo,  Infelice,  yile . Di  fuo  Stato  meerto.  Ferirmi  é 
Saetta  in  ijuello  S tato  pere  he  lutale  Stalo,  E dolce' l pian 
lopiuìch'altrfnon  crede  .Ifutlo  Staio  agguagliar  fi  al 
mio  potrebbe . Cangiò  per  miglior  patria  h^ito , e Stato. 
Io  prefi  effempio  de  futa  Stali  rei.  B oc.  uedi  alt  Indice, 
eìr  quando énota lo  flato  temporale,  uedi a gSp.& per 
hSpiritualeaóS. 

Conditione  perloStato,Fortuua.uediai^y. 

595  £flerc,pf r lo  Stato AT  prr  lo  uiuere.  Lat. flatus.  Ttr.Etin 

«n  Efier poco  tempo  dura.  Da  lor  cono feotEfier,ou’iofim 
no.  Ma  fi  d' Efier  upflro  Ftffsi  degno  udir  piu.  L' efier  mio, 
gUriffofinon  fòileneT amo conofeitor .Frate ,nfpoft  tu 
t fiitEffermio, 

£(litrc,  per  lo  tronarefiflare.  Lat.  efie.  Pet.  L'efier  couer 
to  delle  bumche  piume.  Canyon  fi  t Efier  meco  da  mattL 
no,  0 fera  ti  ha  fatto  di  mia  fcbiera . Quel  ; che  de  t Efier 
fio  deliro,  eìr  ùggiero  Hebbe'l  nome . Il  noflro  Effer  in- 
fime è raro,  & corto , L' Efier  altroue . Cotanto  C Effer 
sunto  gU  dilpucque  . Difconuienfi  a Signor  t Effer  fi 
parco.  Tipcque  ad  alcuna  ga  (Efier  fi  bella.Tamo  ritien 
del  juo  prim' Efier  uile . 

Effeeeueroodt  fumea  eli.  U cuitermbn  fono  qua  fi  infiniti 
pur  porremo  foto  gli  ufati  dalT  ir.  E'.emmi,  era,  eran, 
erane,erano,eranui,eri,efiendoffieruijiuui,fora,foran, 
fifie,&fufieffofferjofii,&fufiffolie,folìi,fofluffujuu 
ne,furfMrmiJuro.&foroffuronSia,fiami,fianJiateJìe, 
fienffiaefii. fon, fimo. fònfin,  B oc.  ueéC Indice. 

Suto  dai  nerbo  efferein  ucce  di  flato.  Boc.  Hor  ben  tu  mi 
dl,cbe fil  filo  mercatante,  in  alcuni  tefli  fi  legge  flato.Dal 
noio',0  autunno  fiito  per  adietro  Jpogliato.  A u.Tdthe 
pulii  eauatier  fono  futi  tra  (noi  pafiatix flati.  Le.  Km. 
Felice  fe  finta  occhi  io  fuffi  futa . Se  legata  a la  man  non 
fifffcfutafldeQ  flata . 

Sipa  in  ucce  di  Sia oioceBotognefe  plebea.  D a k.  .AdicerSi 
patta  Sancnae'llvno,JSoc,CbequtflimaeHro$ipa 


andana  cereandoJLcbiama  coft  queflo  medico  percb'eri 
Bologne  fi, & cofifi  legge  ne  tefli  più  antichi  ,ma  ne  gU  al- 
tri in  lucgo  di  maiflro  feipa  dicono  maeflro  pecoraxt  qui 
do  S cipa  dinota  canate. flirpare.  uedi  a r 8 1 9. 

Efl'cnza,sir  Effentia.Lat.  D a k.jC^  nel  effer  parte  per  dùcer  ■ 
fe  Efienge  Del  del  diHmte . 

Softanza.  Lat.fnbflantia . ch'i’lprimopredicamentoijl,  159$ 
rilìottle  i quella  cofa,cbeper  fi  flà,  & foflenta  tutte  (al- 
tre cofe  accidentali , onde  i detto  Subflanttaa  fibflando. 
qniafiblìal  accidcmibui  fi  come  lo  huomo,cbeper  fe  flà, 

& folìentagliatddenti,come  lagrandcggayla  bianebeì^ 
ta.  eJr  fi  diutdeqnefla  Soflantainprima,etinficonda.La 
prima  i la  fmgoUre,come  Franccfco  Tietro . tir  cbiamafi  > 
prima  perche  primieramente  foggiace  a gbacddemi.  La 
Sec5da,come  l hnomoff  animale,  e'I  corpo  animato,cbe  fi 
no  caufi  feconde,perihefottoggiaccionofecondartamentc  ’ 
a gb  accidenti, Tercioibel'buomo  fi  dice  effere  bianco^  . 
dotto  in  quanto  che  Franccfco,  0 "Piero  i dotto,gr  m quait 
to  ihe  efio  huomo , ch'è  feconda  fifiianga , im  Framefeo 
Piero . Ch'i  prima  SoHanxa . ^ i meritamente  queflo 
preditamentoii  prmioper  effer  la  Soflanga  piu  noodede 
gli  accidenti, & il  follcntamtnto  di  tfii.  elida  notare ,cbt 
Soflanga,'Hatura,  Eflcn’^,&  Qjndditade fono  una  co- 
fa  tflefsa  realmente . 

5'ollentamcnto.  Lat  fuflcntaeulum,fuldmenium,  nuiri- 
memum . i notnmento , ainto.  B o c.  per  douere  alcuno 
diporto  pigbare  a Soflemamento  della  noflra  finità , ^ . 

della  Ulta . 

Solìentare^r  mantenere.  Lat.  altre,  confiruare,  manute- 
m re.  Boc.  Per  fofttntare  la  uita  mia . Per  foflentare,  U 
Ulta  fuajcon  una  fiua  caualla  cominciò  a portare  mercatam 
tiamquà,(ìrinlà  Età  Soflentare  la  uinù  delle  altre  don 
nejche  trafiorrere  non  filafiiano  ficonuieneil  baftone 
che  le  fiftegna,  deche  le  fpauenti . 

Subnilcnzea\/iif}4»3;e.  Lat.fubiìanlùe.D  a u.paruemill 
nouelle  Subfiflenx,e . 

Soffoicare.  Lat.  fuffulcire,  &fuUirt . ual fofientart.  D a h.  , 

0 quanta  é t ubertàdbefifuffolce  In  queUe  arche  ricebif- 
fime  .jiiiefl  ripofla , tp-  ritenuta.  Ari.  Volte  colomee  i 
capitelli  (Coro  Da  che  igentmatipaUhi  eran  fuffoltt,  idefi 
fidenuti. 

Elea, Lat. & cibus.  Pet. Efia .Amorofa, Tfgoua .Chimi  \ 59^ 
conduce  aWEfca.  Ch'io  non  euro  altro  ben,ne  bramo  al- 
tr'EfiaXEfia  fù'l  feme,  eh' egli fparge,  dr  miete.  In  tale 
ftella  prefi  (Efca , drthamo . Ou'eranoatutt'bore  Di- 
fpofliglt borni,  Ou'io fui  prefialtEfia  .(f’perla  Efia  del. 
fuocoa  99}. 

EfcatOiifa/  inganno  coperto  folto  (Efia.  Lat.  illidum,  detia 
pulum, efca hamata. Boc. Ella  hauea  fatto wfEfeato, 
come  per  pigliare  i colombi  fanno  gb  uccellatori.  La. 

IncCcm.  Lat.  irretiri  .illefii,  deceptt,& capti  efca.  P è x.. 

"Hf  però  fmorfo  i dolci  Inefeat’hami . 

Adefcare.  Lat.  eaptare,allicere^lle(lart,attrabere.  iìndua 
cere  gb  uecelli  coni  efca  per  poiergU  con  facilità  pigliarti 
& per  meta,  i inductre  altrui  con  buone  parole  atfùo  uom 
lere.  Da  n.Vl  tronco;  fi  toi  dolet  dir  m’adefthi;  Ch’i 
nOHpoffo  tacere. 

Cibo.  Lat.  & efca.  mafiea^-  m.dS’  ma(lea,orum.fono 
-leutuaniepreciofe.V  tx.Cibi  fpbite,Seramo.IlCibo 
affintio,etofto,OdCib^,ot;  Ifiporautfimprtab^ 


Viti  H V O M O Vi»  titf 

àmtU  lagrìme,&  daglu  il  cor  laffp  tudrifco.TepiJi  foli,  ti\  A goilì  i nn  chiaro  lume  Cui  V(^rmemo  » 

giochi,  cibi,&  ctio.  Hoc,  Con  poco  Cibo'.,  & con  molto  poco  a poco  manca.  B o c.7(»dni  wi  Alimenti.  F i. 

égmiio . Che  fcnipre  non  può  l'bnom  nfire  un  Cibo . Cibo  'Hnèrire,&  'Nutricare.  Lat.& altre  P e iXalma  T^jidri.. 
Salato . .Abbondane  de  Cibi  delicatifiimi.  Lxa.  cupesja  ta  fempre  in  doglie  e'n  pene , Che  mi  fa  in  uifla  un  buone 

0ipedia,orum,puliuentuiie.  D Ati.laudand‘ilCibo,cbe  ’HudruomfclM.'NjidritodtpenfierdolciAS'jàaki.L.gri 
la  fufipr.inde.  nu,& dogtiailcorlajSonndrifco.CiantmfoUunudrita  m 

Cibare. lai. &alere,nktrire.Hoc.L'anima  miadel  fko  pmmeal  re^ . il  mio  nido  One  nndrito  fui  fidoUemen- 

amoregià  C ibata.  Dan.  Mefio  t'ho  innairgi  homai  per  te.  Di  quei  fojpirifinHio  nudnua’l  core.  Oue'l  ben  morene' l 

te  ti  liba . 0 benedetto  angel  cheui  eéa.iÌMiU  nonci-  tnalfnktre,&tna,  Etdi  ciò  infume  mi  nkdnco,&ar., 
beri  terra  ne  peltro.  do.  Hoc.  Sempre  a fuoi  cari  cakrioh  bauendo  amore,& 

iJpS  VzHo.  Lat.Cr  pabulum. kolcibo.D  AN.Labocca  folleuò  facendoUnutricare.iuifinutrUa.ibilenutricano.'ìiii- 
del  fiero  Tajio . (trito  allenato  ,&crefc:uto  fopra  un  monte  faluati- 

Pidurz. Lat.paflùf&pafcua.iluogodoue  pafcolanogli  co,& Jolitano. 

animab.  P e T.  L'orfa  rabbiofa  per  gli  orjaccbi  fuoi  Cbe  Allenare , per  nudare . Lat.  educare,  dr  alere  nutrire , tt" 
trouaron  di  maggia  afpra  Taflura.  Bue.  Buona  Taftura  nutricare.  Dan.  "Honfu  la  ^ofi  dt  Cbriflo  allenata  Del 
ut  trouaua.  In  quefiaguilà  il  tenne  gran  tempo  in  Pajiu-  fangue  mio . 

ra.  meta.ue.il  t'IiKhce.deajOi.,  Alma  ; adie.cofa  cbe  da  imdrimento,augmento,&  cbe  man 

PzCco.Lat.pafcua.iilmedefirno  cbe  Tajlura.  P i T.Che  tiene,da  aleire.Lat.  che  dinota  nuinre.ondey  i u.Alma 

con  pietola  uerga  Mi  meni  ai  Tafeo  Itoinai  tra  lefue  grtg,  .Fenni, perche  per  ejia  fi  mantengono  tutte  te  Jpetie  degli 

fe.Az  i.  Cbe nonafonde I uerdiTafcbi ,& la  jperata  anbuali  onde almusualcreatore,ut  t'enus .nutritiuout 

lada. Va  furare,  uedi  4 J04.  Cerei.  Cloro,  ut  àei  nobile  ,ue  Sobolet , Vrogeniei.  P e y. 

Vafeere.  Lat.&  céare,  nutrire,  alere.  Vtr.Di  tua  memo-  Alma  Luce,FamaXergmeX‘fla,  l'ita.  Vanta , Alt»» 

ria  ,&didolorftpafce.Cbedelmioduolfipafe,drdel  SoU.VaeptJjtme.&iper  [anima,  ueéaxijì.  ^ 

mio  danno  Di  memona,& di^eine'l  corpafccnio.Vafcen  Prandio . Lat,  ual  U difmare.  Ttr.yn  duro  Vrandio  una 
dofi  di  duel  ,d[ira,dr  d’affanno . 'Hpn  credo  che  pafeefie  terribil  cena , 

maiperliluaSiaffra  f era.  Cb'i  mi  pafeo  di  lagrime,  & Vrandere.  Lat.ualdefmare.Yì  zn.tauiandtilcd>o, chela  f» 
tu'lyti,  Vafcolamented’unfinobilcibo,Cb’ambrofiao  fiprande, 

nettar  non  buddio  a Gioue.  Di  mia  morte  mi  pafeo,  e uiuo  Dcnnare^  Defèuare.Latq>ranàu,quafi  predium.  Hoc, 
in  fiamme . Vafeomi  di  dolor , pungendo  rido.  Hoc,  uè-  IllDefinare  efiere  apparecchiato.  Vn  magnifico  D.finare, 

di  [ Indice . La  fine  del  Definire.  I piu  belli  D tfinari  del  mondo. S a n> 

Mantenere.  Lat.  fuflentare,alerejreficereuallollentare^le  Effondo  [bora  del  Definare  qua  fi  pafiata. 

.uereinutta.  P e r.  Amor  coi  rimembrar  folmi  mante-  Definare.Lat.praitdere  ifme  fumere  prancUum.  B o c.P'o- 
ne.  Che  mi  mantieneXlfecol  nofirohonora.Et  quello  filo  ierc  conloro  definare,  a definire  era  àafcuno.La  donna  (O 
anchor  qunnimàtene.  Cbe  umo,a- beta  ardendo  mi  man  medrfinatobebbe.Ogmgentcbagiaiùfinato.Conunfii» 

tenne.Graue  foma  ì un  mal  fio  a mintenerlo.i.fopportar-  (unico  defmaua.  Definauanoinjieme, 

lofifoiientarlo.Mantienti  anima  trifiad.fofientati^t  con  Cena.  La.  catta,»,  i d mangiare  delia  lira.  P e T.[^n  duro 
fonati.  B o c.  Et  oltre  accio  qui  fio  falcone  il  mantiene  Trandio,uua  tembtl  Cena,  B o cEinita  la  Cena.Verche 

almondo.i.fojlenta,^  conférua . Ingrande,&  bonoreuom  la  Cena  era  fiata  magrajecondo  Cena  fproueduta  furono 

le  fiaoapprefio  di  [eh  mantenne.  afìaibene  feruitL  La  cera,  tbeui  fi  arde  a quelle  Cene,  Et 

Sofienere.  Lat.  fufiinere. per  mantencre.Pm. Ma  tolgaU  cominciogli  a dare  le  piu  belle  Cene, 

mondo  triflo,cbel  Sojlene.  Et  per  uirtùlde  [ amorofa  fpe-  Cenare,  he.  canate Xt  canitare.  B 0 c.’Per  andare  a cena- 
me,Cbetilòfiennenelauitaacerba.  QjKfiafperantanù  real[alhergo.DigU,ichequafineuengaaifuocOr&fictu 
fofiemteuntempo.&  perfopportareneàaóyCrSofitn  meri,  ConMettocenarono.Socbenonhaceuato, cenare- 
tare  per  mantenere,  a 1596.  mo  per  lo  freddo.  A grande  agio  ceidl.D  a n.Vrma  cita 

1599  'Vmzndz.Lae.dapei.plu.&ftn.anchorfilegge.&epuU,  quefle noz^ ceni , 

arum,&fercu[um.ualcibo.PtT£tpotlamenfaingpm  lierendz. Lat.&antecaniumfii.& ientaculum ante pran 
braDipoueref'iuande.Diuinferua,diLettt,&ib  f'iuan  dbim,iilmangiaretraildefinare,&lacena.Bo  c.Ha- 
de.Hoc.  Vrima  y manda Xbima,  Diletteuole,  'Hpbtle,  uendo  ragionato  di  fare  una  Merenda . Hauendo  da  Uà 

Degna.t'iuande  Dmerfe,Grofie,Buone.Leyiuandedldi-  di  buone  Merende, 

catamente  fatte,  ymindetia.  uedi  alt  Indice . Pane.  Lat.panisapafcendo  t CT  pani}  primarius  il  pan  bian-  160 1 

Dapc . ht.figmfica  le  uiuande  regie , onero  diurne.  Dan,  co^oi fatto  di  fiore  à firma,  panii  fecundus,c  fecunda- 

Cofi  la  nume  mia  tra  quelle  Dape,  rius,d  pane  fatto  della  feconda  farina,  tioi  canalone  il  fio 

Pietanza,  i quella  Umoftna,  cbe  fi  da  a frati  pel fuo  uiuert.  re . punii  abariui  ; il  pan  groffo  da  mangiare , pani}  dul- 

uedia  ijSomlbiogofuo.  ' ciarius,ilpanfattoconmele.panisnauii(usjlpanhif(ot- 

. Aiimento. ht.^ ^ubù,&.TiutrimeMum.'P  ST.Verò s'i  to.Mnu cxrulcmdlpanmuffoo fiorito ,^pifirir,um,^ 

mi  procacciojìjnnci,^  quindi  Abmenlial  utuer  curio,  pifirina  la  panattena.  P EX.f'ie  piu  dolce  fi  troua  tacqui 

Boc.neSaFi.Verq.  •ftoueccbiopetto.dalqualtupri-  e’IVane.Hoc.Vanduro  Freddo  .VortanoilVanruUe 
ma  Alimenti  prenJefi  , ti  prego.  Altmemi  TÌudntiui . max^,  Hcndere  Van  per  focaccia . Digiunare  inVaneit 

lìudrimc.:.,!.  Latiti^  vufuarb»entu,&eduUa.P  ir.  in  acqua. Seco  pentò  ^rtaretreVani.AKi.Ocbitidbt 

Cofimancandonlam.  uitafiancaQifelcaro'Hfdrimttt  dclTane.SengailTanedifctmeTdaltgbiande, 


: V!»  H V O M O Vift 

Fetta  di  fine.  Ut.  huculU,  B o c.C/i  forti  dut  Fetit  Touaglia  della  da  tauola.  Ut.  mappa,a,a^dpfiiU  ildi- 
di  Vane arroftito . il  tauagliolo,& mintele, manille,  ila  touaglia 

Schiacciata,*  Focaccia  come  fi  legge  ne  lefli  antichi, et  Co  da  tauola,&-  da  mano,& ganfafe.it  .&  mamiculare  la 

fauia prt.ferifce ilthofco. Lat.platenia,collyridaaulcoL  touagludafcmgarle mani,  hoc.lnuna Tanaglia bia» 
^ra.a,artoiyrnm,  & epithyrum,  cotopbinm,  la  focaccia  cbijitma  gli  fece  portare  due  fette  é pane  arrojliioja  ma 

ioti  1 ;otti  lecenere/ibrace.  B o c.  f'oim'hantterendn^  Tonagliabiancbiffima  fece  portare  l due  capponi  lejfi. 
to  pane  per  Schiai  data. Tu  fai  molto  bene  rendere  alma-  le  tauole  meffe  uulero , con  T ouaglte  bianchifitme, 

rito  tuo  pan  per  Schuedata . & con  bictbieri,cbe  d'argento.pareuano . 

Foc*ccia,come  hanno  i tefli  antichi  è la  Vin^a,  Schiaccia-  Bicchieri.Lat.baccharuim,ual  baccber,cyathui.& gutm, 
tajo  Fogateina.  ueJi  di /opra  a Schiacciata . &guttulusil  dimi.  i uafo  da  bere , c'ha  la  bocca  Jlrelta . 

Vino,&  fé  mi.  ueà  a BaubofuoDioa  119.  hoc.M  meno  un  Bicchier  et  acqua  rm  fate  uemrt.Et  di 

Sale.  Lat.  fal,in  ogni  numero , & cofe  ji  del  genere  mafeo-  nino  un  mexp  Bicchier,  uedi  a Baccho . 

lino,come  del  neutro.Z  o c.eraunpocodolceé  Sale.Si  Tagliere  cofi  detto  da  tagliare  penhealla  menfaui  fiia- 
come colei, c^focoSalebaueuaiirguccj.  l)  » K.!4eiler  giijòpra.Lat.orbisóltaglieredouefilaglialacameminn 
potete  benper  alto  Sale  yojlro  nauigio  fcruando  mio  fot  ta,& maxpnomum , & lana  il  tagliere  grande  da  portar 

co  i.per  alto  mare.  le  uiuande.  B o c.  l^Jiefia  mattina  Cbauete  hauuto  fui 

1^91  Salata  adie.  Lat.falft.  B o c.Doueunafeminaper  auentu»  Tagliere  (parlando  del  falcone  arroftito.) 

rafuoi  fto-  iglicon  la  rena,&con  Pacqua  Salata  lauaua.  Tormiggio.Lat.cafeusi&matalatlis,is.i  la  forma  delfor  1604 
Siito.  Lat.  faljui  .itufa  filata.Tt  r.Salfe  Onde , .Acque,  maggio.  B o C.  yiia  montagna  tutta  di  Formaggio  farmi 
D AH.  Ma  chi  ti  mena  a fi  pungenti  Salfefideti  purgenm  giano  grattuggiato.  lofio  fare  la  eftierieirga  delpane^  del 

ti  percufthni,  & afpere, perche  il  ftlepofto  fopra  le  (eri-  Formasgio,&  uedremo  é botto  chi  l'ba  hauuto. 

te  induce  bruf dorè.  Cifóo.Latxafeut,&hipfaceAi,locaJbcauallo.Boc.Co 

t Jnfalare.  Lat.  [oliere , ual  fòle  condire . aut  filfum  reddere . me  il  pane,a'  il  Cafeio.  Et  alla  maghe  mia  Cafciaiapnehc 

B o c nelTn.ìn  noftre  partila  doue'lpo  tm[ala.D  a n.  ta,dolciata.i.bianca,&  tenera  come  il  Cafidofrefeo. 

Doui  CacqHadiTeueresmfalaj.fifafalata.ljiuroLtfue  Maccheroni  Lai.paSUlù,eiriuh,orumJixula,arumad-fe 
doli  i acque  infiala  In  maggior  uafie . mihxuU . i mangiart  di  fafta  , che  ambo  fi  dimandano 

lnfìpido.44r.Mal  n«»  filato.  B o c. Di  gran  lunga  i da  eleg  gnocchi.  B o c.  Gentt,cbe  aiun  altra  cofa  facenanojche  fa 

gerepiu  lofio  il  poco,&  faporofio,fhe  il  molto, & Infipido.  re  MaceberomSar  Maceberom,^  rauiu»oh,&  caocet- 

lefuefcioecbe,&Iiifipiiiefarole.i.femfie,&dtpocofa-  hm  brodo  di  Capponi. 

fore^doi  fèntimento.  K2\ùuuoh,fifannodicafiioftefco,diuoue,&i{berbHCCie, 

tictttteJjit.neSar;èuino  degli  Dei,o  Munto  licore  di  Ciò  B o c.Ben  ti  dico  cheionerrei  una  uolia  conefio  lece  pur  . 

ue,  fecondo  alcuni;  tir  ambo  il  mangiare  come  altri  uo-  per  uedere  fare  il  tomo  a quei  Sauiuuoli,  & maccheroni, 

girono  ; <Sr  Tah  lo  Mmandano  diuino  licore,  & chi  negu-  e!r  tormene  una  faiolla . 

fta  fimantiengiouane  ,&ncmmaimore.P  tJ.Ch'anr-  Ton2.Lat.pulmentanum,teftuaceum,tp‘pnlsjii.  Boc. 
hrvfia,&  nettar  non  muidio  a Cioue.  Chihauerea  fare  ilmigliaciio,o  la  Torta  al  fnodeuoto 

Ambrofìa.  Lai.  b cibo  diuino,o  come  alcuni  di  Càute  odegfi  .Alcun  brodaiuolo  manucator  M Torte. 

Dei,  C 'Hetlareiil  nino.  P e t.  Ch'.Ambrpfia,o  T^tar  Lifiagne.LatJaganumjtt.Boc.nel L A.maritate  Ufàgne. 
non  muidio  a Càute.  D a s.Cbefe  femir  £ Jimbrofia  C 0-  Salciccia.  Lat.  Incanita  Jiila, a Jongauo  fin  longauo  fanut, 
rex.ga.  tr  .Ambrefia  anchoi  barba,  uedi  Ttinio . prò  inteftmo  redo.  B o c.  in  una  contrada , che  fi  chiama 

iAinni.Lal.&  rot  fyriacus.i  rofada  dolce  matulina,  & ti  eengodijiellaquale  fii  legano  le  uigne  con  le  Salctccie, 

bo  affai  noto.  Dan.  Qjiel  duca  (J.Moife)  fotta  cut  niffe  LucimciJM.Ha  Salaccia,ucé  di  [opra . 
di  Marma  la  gente  ingrata  mobile  aP"  ritrofa . Tomacelia.  Lat.tomacula,  ir  perfyncopem  tomacla.  Juu. 

Zucchero  Lai.  faccarum.B  o c.Tofctafece  dar  loro  le  co-  ir  infitium.Candiduli  diurna  tomacula  porci,  i certa  com 

uerte  di  Zucchero.  po fu  ione  falla  contarne  peSla  ,& fegato  mguifach  po- 

ÌAenfii.Lat.ilatauola  douefi  mangia.  V tr.EtpoilaMen  mo,  ma  febiaedato . 

fa  ingombra  di  pouereumande.Bo  cJlueftipeftifuper  Soni,!  cibo  di  panile  di  pefee  fidiate  a legume  come  altri  uo 
laMeafaguixplMano.MenJiReah.prime.Ù  a n.  Diquel  ghono.B  o c.Vrimicramentehebber  del  cete  At  della  Sor 

thè  cade  da  la  uoftra  Menfa.  ra/>r  appreffo  del pefer  d'Umo  fritto . 

iCof  Tiuo\i  Lat.  menjd.  ir  monopodium  èia  tauola  da  mangia  Brodo,  lat.  iusAliufcuhmb lo  brodetto,et  broda  uolgar-  l6o( 
re  di  un  piede.  & cihba  a/edpotiutcìbilaAcibo.ilata,  menteè  laUuaturadeuafii,chefidaaporci.B  o c.Etca 
mdtriionda.  Boc. Meffata  Tauolacon  touaghe  bian-  cergliinBrodode  cappam.Due  caldaie  di  BrodaJAtnqui 
chiffime.CiponemmoaTauola  per, cenare,  elitre  fami-  fitorefientendomordcrela  lorobrodamolabipocnfiaAut- 

glifcruiuanoaUeTauole  .TauokftrmetteretanoUper  lo  fi  turbò.  Mafia  dalle  parole  d" un  frate,  ilqualedoueim  . 

fare  coniato  .aOS6.  effere  un  Brodaiuolo  manucator  dt  uneJ.fj>orco,et  lordo. 

DdeO.  latjificuit&abacusjliefcoiotauola  di  cucinarla  D a n.  Maeftro  molto  farei  u-ga  Diuedarlo  tufiàrt  m . (c, 
noia,  0 menfa  quadra,  fi  ot.  Fece diUendere  t{koHrato  quefta  Broda . 

fopra  un  Defeo.  La  Belcolore  borbottando  fileno  delDe-  \òuo, et  h\ua  nelnumerodelpi  lat.ouum  ,etluteum 
fio.TronoilainfiemecoaBentiuegnaaDejco,chedefina-  emtèloubctìo.torloflrefiodcln  .lAtputamenlafcorzgt 
nano.  hit. FeUa  fieuegghiar  fapeaaoa  DefcoFinibe  del  uouo.BocuAliit  come  uno  moAtal...  ,.uMoùe  ' 

detindo  ilfolpqfiajjiilguado.  youafi-elcbeJtn^ibeinfinoa,  naàtti  a cuocere  gnjlA 

deyotu 

^ *.  - 1.  ’i 


Vita 


H V O M O 


' Principio  1 1 7 

de  FoimJìjelLt  «Off  ^ónofi  mólfcmm  con  dite  punti  Satolla.  Lat.pttHrd,ar  fttmus.mil  unt  corpaccuu,o  pun  1607 
f/prailpunoo^MuofiucroioiiUgrauefiìpraUpri-  cuta.doi  un  palio  chejatoUi.Bo  c.louerretmuuolta 
mo  ù,crfvpra  U pnuo  ò,  cioè  ùtmo  a dinouré  cbe'l  pruno  tonejfo  tccoper  uedcrfar  il  tomo  a qua  raumoli,  &■  mae 

»,&  il  pruno  oji  dibbono  pronMnturefcparaumme;&  (beroni^  tormcne  una  Satolla  j tato, che  10  ne  fofii  fitio. 

eojiji  dee  intendere  quando  quejio  fi  troua  in  m«(0 , iella  ^dempicre,pcrfodiifare,a  far  fallo.  Lai. adtmplere  fonare, 
dttiwne  co»  lai  notale  imiany  allan  per  uotale  come  jàtierare.  P t x.  E’I  l'uoéfctto  di  tua  gratia  adempì,  rer- 
Tmóio,Uttmilo,figliùòlo,Uttticikòto,Lactmòlo,fa--  gmetudt  fante  Lagrime, & pie  adcmpi  il  mio  cor  lafio. 

mòlonomeproprtoti}^ fimiii.ouiroViùòio ,Ucùùòlo.  U o c.  S'amorc adnnpia  febcemcmetuofìrìdeftTi.  Fi. 
finoa  fàrnatiaiacuocer  gufila  diy  oua.  Da  u.Mapercbe’lJacro  amor  t’adempia  nuglio.& quel  ' 

Inlàlatiitza  to/i  detta  daljàle,ibe  tfiniro  tufi  pone, & fi  co  lo  officio  adempie.il  tuo  allo  dcfio  S’adempiera  in  fu  [ ulti- 

ma fficra;  Oue  s'adcmpion  tutu  gli  altri  e’I  mio . 


me  da  Lat.acetariuui,0‘  oxybapbonpcr  lo  aceto  la  ibta. 
mano.  livc.JU  molte  uolie  baiieua  bauuto  defideno  di 
hauere  totali  Infalatux^d'herbutiie . 

Mangiare, & Monacare  iiome,à-  uerbo.uedi  a ij0. 
Bcre,Beuitore.  uedi  a Dm  Bacibo  0117. 
Jmboccarc,ncJiabocca/i  177^  OulUre,&Cufloa  i J8i , 
Godere. Lat.gauderc  fini  jepulan,  per  triompbare,Jguai^ 
re mangunio^btuendo,prop. pineta.  P e x.  l'ofiqua 
giufi^de . l' una  de  lui  ,&clde  tali  ragade.  Sem(_aUra 
pompa  digoderfi  ui  fimo . Del  pre finte  mi  godo,g>r  meglio 


TRI  ’ìi^C  I T I 0. 

^ Rincipio,  Trincipal,Comineiamenio,Ori- 
i\gme,f  andamento  ^iadice,Cagione,Elotdto, 
'Proemio,  .Abttcrno,  Capa,  Co,  Tetta, Tru 
mo,  Tna,  Primicr,  Vrinupdo,  yno,  Unte, 
4ntecejiore,.Antenare, Innanzi,  primipii 


re, cominciare, incominciare  fondare, radicare,  prendere, 
affieito  In  libertà  mi  godo.  In  ilei  mi  godo,  b o c.Mcio-  Principio.i»/.^  butium.  P e T.Prmcipto  Buono, Comune,  160S 


che  goda  della  preda . Difie  Bruno,tu  te  la  g',derai,  Difie 
Bruno,uogbamogbmii  inuolare  quel  porco, &pofaacel 
goderemo  inficme  col  domiuei  Ricciardo  in  fe  medefimo 
godcua di quetie parole,  yenéil  porco,  & godumoài 
danari, 

.)6o6  Godere  nome.  Lai  gaudium,fetiiuitas.  hoc.  Il  bere  af. 
fai,& il  Godere ,ty  lo  andare  cantando  atlorno.Compniti 
. ^ i upponi,  & altre  cofi  necifiane  al  Godere , 

Godimenti,  iat.  uoluptatts,deUUamenta,& iutundiut. 
B o c nell' A n,ln  locodouefi  danno  interi  Goduuentt 


Cloriofi.Di  morte. Dornia,!  he  bela  net  principio  miftro  T 
tlai.Dolce  a la  fine  ,&  nel  Principio  acerba  Principiodeli 
mio  fiato.  Di  continuo  affivmo.S’al  Pnni  ipio  nfjiottd’tl  fi- 
ne e'I  mriijo.'Hcl  Principio  di  mia  guerra.  Che  fu  Principio 
a fi  lungo  tormento.  Omuidia  nemica  di  uirtuee,  Cb'aba 
Principi  kolentier  contraili.  B o c.  Prmeipio  Grane,  & 
1>lpioio.  .Alto  Principio  ha  dato  la  donna  a mici  fecondi 
amori,  'bici  PrmcipM  della  quarta giornita , I Trmcipij 
delle  cofi. 

Principale . Lat.  & pracipuus.  B o c..Trim  ipal  Cagione. 


TTÌompho.perlogodimemo.Lat.gaudmm,iuhilum,ltti-  , pafiorc.LefefiePrimipali.Trintipalmente.  Comtcmrecf 
ùa.  b oca  La  cajà  de  due  fiategU  fudtltcta  fctia,&di  ftr  tranoialiunoPrincipalequaliMiÌMnoriamo  ,& ubi-  ; 

grande  Triompbo  ripiena.  diamo  come  maggiore . 

Gozzouiglia , ual  godimento  ,&triompbo  in  compagnia  eterno . Lat.  aternum , & atemo . naie  nel  principio , 
f'o.comadmefio.  Lat,  compotalio,  coiicanalio.  conm-  Boc.  Che,Abetemodi^fio  fi>/ie,cb'ellanondiGifipa 
uium.  boc.Etpbi  uobe  fecero  poi  infieme  CoggipuigUa,  po  ma  mia  éuenijie . Quella  una  jpofa  dello  ffiiruo  fanto 

ideti  Buon  tempio . per  non  uemre  ad  habuare  nel  porcile  delle  femine  moder 

Campignare,  ual  triomphare,fguaxg^re , & godere  ilmon-  ne  .Ab  eteriM  fi  le  preparò, fi  come  degna  camera  a tanto, 

do  ! yoce plebea.B  a c.  Et  rfii  fi  campignauano  come  que  ^ cotale  Re.  La. 

fignori . ne  telìi  antichi  fi  legge , Et  efiifi  carapignauano  Capo.  Lat. caput  initium.  per  lo  prinàpio.  B o c.Perche  io 
cerne  que  fignori,  & ne  moderni  fi  troua  Et  rfiifi  riface-  fommameniedefidcratobochea  Capo  fe  neueniffe.Mef- 

uana  come  befiignori.  alcuni  hanno  Ed  tglinofii  fi  rifecio-  fer  lo  prete  non  ne  potea  uemr  aCapo  .Daltunode  Capi 

no  amebe  fignori . dellacafa  airaltro.DairunodeCapi  mfinoatla  fine  raccon 

Satiarc,&Saioilare.Lat.fatiare,&faturare,uale contenta  tòloro  ciocbe.  Etcofi dettoda Capoti rabbracciò.iuaal 
re,cfamare  V ET.Cliocchimieiflanchiàmirarnonjàti.  tra  uolta.& quando  énota  il  fine  Medi  a i6i6. 

Peròdtperdonarmainonì  fatta  .Stancogiidimirar  non  Coperloprmcipio.Lat.caput.D  a u.Tofiocbe  lacquaa 
fttioancbora.Se'iialtromodocercad’eJier  fatio  yotlro  correr  me  tte  Co, Hon  piu  Bcruco, ma  Mincio  fi  chiama, 
fdegno  erra.  Et  io  per  me  ne  fui  contento,  &fatio.b  oc.  L’offa  del  corpo  mio  fonano  anchora  hi  Co  del  ponte  pref 

Lafciami  [aliar  gli  occhi  di  quefio  tuo  uifo  dolce.  'Hs»  al-  fi  a Beneuenlo.  Caperlo  fine  a 16 16. 

trimenti  che  un  Leon  famelico  neW  armento  de  giouenc  hi  Tcfta  per  lo  principio.  Dan. Si  uiiio  moucra  uenir  la  Te» 
uenuio  bor  quefio,  &bor  quello  fuenando  prima  co  denti.  Ila  Di  quella  mandria.  & per  lo  finea  1616. 

tir  con  unghie  la  fua  ira  fatia  che  fame.  DifargUbonoa  Cominciamenco.  Lat. imtium.captum,&cieptusorfHS,  t6og 
re, & fella  non  fipoteuanoucdere fatte.  &orfa.  boc.  Commeiamento  Horrtdo  .Si  come  primo 

Satkuok, ual noiofofafiidiofo.uedi  a 1168.  darCominriamcntoinieudo. InqmfioCominciamcnto.Lt 

Satollo.  Lat.  fàtur,crfiturio,oms.  ual  pieno  di  cibo.  Boc.  fortuna  anofin  Cominciamamifauoreuole. 

Gh  akmilialle  loro  cafela  notte  fi  lornau.ino  Satolli  i.fa  Coniinciato.Lat.iaptns,ta,tum.  Boc.  Cominciato  Ordì 
tii.  Da».  Ricoréni/bcraf"  matadetti  rmuob  fornu  ne. Cominciata  Tcmpcila.  Commeiate  Spefe . 

ti  ; che  Satolli  Thefeo  coi  ' iiter  poi  co  doppi  petti.  Ari.  Cominciare.  Lat.  iintium  orfus,  & orfajirum.  Ter.  "bigi 


UfuodcfirfintiadiluiS  Ilo, 


^ Coniinciqr  credia  Trouar  . Fuinmi in  fui  Cominciar 

J"  ■ ££ 


Principio 


H V O M O 


Principro 


tmo  cortffi.  £’/  Comincur  non  fùt  per  tempo  homaù  buommera'lTrim.'H$rt^ròTrim»^fkc$nàe^ter» 

Da  x-Si  chedalComincurtiitiofitoBe.CbefìiimlCo-  Lat.primKS.B  o c.ueib  atfjiubce , 
mmciarcotantololìn.Terib’ioolConwicùttneUnrimai.  Vrimiero .Lai. prinuriut.V Br.Trimier  sfolto, Sotto,  j^n 
Comincure .Lot.  iiuipere, mitium {aure.  Ps  r.a  mepor  Soccorfo.QuanioTrimurm'occor{ì.Lat.pnns,^mprt- 
pare  Senno  a non  comintiar  tropp'altc  imprcfe , Come  mis .CbiTnmier s actorfe .gb oubiQjmndoVrmuer fi 
c'ha  ferino  innan^ , cb'a  parlar  cominci, Et  io,da  che  co  fifo  Cb  tenni  nel  bel ùfo.  B o c.Egb  non  fi  compiè  il  qnor 

minila  la  bell'alba.  Cominciai  a mirar  contaléfio.lnéi  toannodaldidelfnoTrimiero  innamoramento.  Tuffino 
miei  danni  a niifurar  congb occhi  Comimio.  Qjiando  a-  forza  facea  al  "Primiero . 

mor eomtnai dami battagba.Et  quel, che cominciòpoila  Primaio . iUr.  pnmariui.  D a n.\Cofi  difuft  del  cercbmt 
gran  torre.  Bue.  uedi  aWinéce.  D a s.  ^ poi  tornio-  Trimaio  Ciu  nel  fecondo.  B o c.lofui  il  Prmaio  bu9mo, 

eia’ io.  l cominciai.  Et  cominciommi  a dirfoaue,  & piana,  a cui  egb  écefie . 

lntomittciare.Lat.incipereànitiare,mcboare auAicari.P b t.  Pnnu,Trij,&Primiera.Zat,primo,primnm, dr priui, ^ 

Etgb  aogelktti  meormneian  lor  kerfi.  lauaado  s'mcomin  potius.  Via,  Prima  quod  ad  troiam  prò  ebaris  reperat 

eia  udir  di  fare  il  fuon , ’P{e  fen^a  Squille  s'incomincia  af,  argis.  P s t.  Prima  Cagiun,  Età!Etade,Hora,RadiceP^i 

ftbo.  Piu  uoUe  mcominciai  a f vriuer  uerfi.on£i  miei  guai  fta, Donna.  Su  la  Prima  Moffa.Su  l'bora  Prima  il  di  Jèfio 

Ttel  comune  dolor  s'incominciaro.Incommciarfi  il  mondo  dt aprite . Dirò  di  ned,  & Prima  del  maggmre.i.  pramera- 

a ueSìir  itbcrba . da  incominciaua  a prender  fecurtade . mente  .Q^uelcbe’n  fi  fuperba  uifla  uu  n Prima  è Ce  far. 

Che  mai  non  incomincio  affai  per  tempo.  Et  dolu  incomm  yié  com’arde  Prima.  Prima  cb’a  fi  dolce  alba  amuilf» 

ciòfarfilamorte.Ploc.uedtall'lndice . le.  Se  bianche  non  fonPrima  ambele  tempie.  Tantomi 

Prendere , per  cominciare . Lat.  capere.  Pbt.  Ond’io  prefi  piacque  Prima  il  dolce  berne.  Due  tu  Prima,  drpotfu'm, 

col  fuon  color  iun  cigno.Et  gran  tempo  è,cb'io  prefi  Upri  uefcat’io.Bo  c.  Prime  Piaghe,  Oline,  Rbne,Luci,  Lab- 

nuer  falto.Prefi  a mirar  il  buon  popol  di  Marte.  bia.Prtmameme.  lat.  primitus . 

Erordio.lat.exordium.ualpriiicipiod'oratione.DAu.Pur  lnPcimì.Lat.principio,prius,ante,inprimis,rtanteomnt4. 

.Agnus  dei  eran  le  loro  EJbrdia . Vbz.Poì  che'n  Prima  arft . ch’era  fmamto  m Prima  , 

Proemio.  Lat.procemium,  imtiumjiel  exordium,fiueprn»  .Amor;  che'nPnma  la  mia  lingua  fciolfe . dal  di  ch'.Ada 

fatio . è quello  ragionare,  che  fifa  nel  principio  del  oratioo  mo  .Aperfe  gU  occhi  Prima . Qjiando  Socrate , & Ubo 

ne.  A Kt.  E dopo  un  uerfimil  fuo  Pivemio  Gb  èffe , nidi  in  Prima . Cacciarmi  innanzi , ch’era  giunto  in  Pri- 

1610  Tondimcnto.  Lat.  fundamentum,& fundamea  ,oripo,  ma.h  o c.uediFlndice. 

hoc.  La  doue  effi  Fondamcnto.&foSìrgnoeflcrdoureb  Da  Prima.  Lat.a  principio,abÌHÌtio,a  primordio,anteànpri  i(n 
bona  della  cbrifliana  rebgione.  Le  cafe  injino  a Fondamen  mis.  P e T.Lafto,cbe  med  accorto  fui  da  ProuaXafio,coft 

ti  mandarono  giufo.  Difegnòi  Fondamenti  delle  future  daPrimagliauezzgi.^OQ.uedii'ìndice, 

mura.  Th.  Vtix.Lat.prtma.V  Bt.Prtfedelleterreuememhra  Pria, 

Tonditore.  Lat.  fundator.P  ET. Fidi'lgranFondatorde  Sjianto  Cangiata  ernie  da  quel  diPna.  Et  perche  Pria 

i regi  cinciue. Contrai  tuoi  Fondatorial"^  le  toma.  tacendonon  m’impetroi'Upnèqucflo’lterrenicb'io  toc 

Fondare,ualflabibre,femiare,et  per  fabricare.Lat.fundare,  cai  Pria  i Chi  douendo  languir  fi  morì  Pria  .&-Pnacbo 
firmare,{labibre.  P t T. Fondar  in  loco  {labile  fua jjifue  j rendi  fuo  diritto  al  mare. Ma  Pnafia’l  uerno  La  flagion  de 

S olio  onde  ; e’n  rena  fondo , e ferino  in  uento  Torre  in  alto  fori.  Per  domar  me,'onuienii  uincer  Pria  Triomphar  uU 
ualor  Fondata^  fdda.  Fondata  in  cafla,  0-  burnii pouer-  di  di  colui ,cbe  Pria  P educo  banca  del  mondo  triompbare, 

tate.  BOC.&  {òpra  quello  fondò  la  fua  imentione , Pna  tempo  Pria.cbe  dedicò  Solpitia.  li  oc.  Et  ^efio  ma 

biro  terra  per  habitatun  perpetua  fondarono,  A >1.  Icdbco  ilgiornor&  Chora,  Che  Pria  m'apparueilfuouifo 

Sfondare.Fondo  diacquajuéa  1089.  amorofo.£l  a K.PiHoiamPriadincgrifiéfmaga. 

Ori"ine,perioprintipio,(!rparentela,&originare,liedi  primiera.cS'  Prmera.Lat prima,& primaria. Bo  c.  Cer. 

a ii6q.  to  uantaggio nefu,tb'elbtfu la  Primiera.  Et  uoi anibora 

Radice.  Lat.  radix.  meta.per  lo  fondamento.  Pbt.  Et  del  non  m'hauetemoflrato,  che  minata  fi  debbano  fare  delle 

cor  tuo  difuelli  ogni  radice. 0 del  mio  dolce  mal  prima  Ha-  f emine  Primiere, iome  da  àgium,& dalie  uigilie.  ne  tejii 
dice.Q^efio  bel  uariar  fu  la  Radice  di  mia  fabite.Si  dolce  modermnonui  fi  legge  Primere . Egb  non  fi  compiè  il 

è delmio  amaro  laRadice.  T al  frutto  nafte  di  cotal  Radi-  quarto  anno  del  fuo  Primiero  hsnamoramento.Primui- 

- cella  Raécen  bai  fuelta  mia  fabite.  Et  da  Radice  quella  uauita.  Ah. Primieramente, 

pianta fuelfe.ideltutto.che latinamente fidirebbe radici.  Primipi\o,Lat.erailprimoordineneglieffcrcttiRonianidt 
tus.ei  piedi  Diuentar  due  Radici  foura  fonde.Son  le  Ra-  fobùti,&  chiamò.  Dan  .Pnmipilo  Pietro,  perdocb'egli 

dici  de  la  nobil  pianta . Sifur  lefue  Radici  acerbe , & em_  fu  d primo  ordì  ne  della  cbiefa  Jone  dicefLa  gratia,cbemi 

pie,  B o c.ueéall’Indice.Radice prop.  radicare.&dira-  da.cb'iomsconfefii Comincia'io  deCaUroPrimipilo. 
dicare.a  11^6 , Vn,yno,f'na.uedi al "Hjimero a 

Jtmo,Primiero,trPrim<ào  adie.  lM.prmus,tà- prima-  htsK.Lat.ual  atnanzf.  P e t.  Per  quanto  non  uorre» 
rius.Ps  T.  Primo  afjabo,Colpo,Errore,C»noJ^uro,  fte  .opofeia , odiate,  Dan.  Telucis.Ante,fideuo- 

,Alloro,Sonno,T etnpoJ'idoref.A ffanno,Miratolo,  Stra-  t amente . 

le.  Loco,  Di,  Saffo,  Pittor,Amor,Morsr,So^iro,Qccor-  Anteriore  Latatnterioroial dbnangf.  D a K.Coipiedi me- 
fo.  .Anmbal  Primo,  Pitagora,  .Arnaldo,  pamello,  Spir-  z?sh  auinfe  la  pamia,Et  congb  .vitcrior  le  braccia  prem 

to,Pianto,L'ubimoera'lTrimo/ralaudati.delfuoPri-  fe.  7'oi  gb  addentò,^  l'una.ilr  ;bra  guamia. 


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Mone  H V O 

d>e  fono  flati  aKunti.  D a s.Terò  fon  due  le  thiam,Chil 
mio  ^meiejjor  non  hebbe  care , 

l6ij  ìntuimi.LatMte,iialprima,odiuanti.  V si. Fien catena 

10  Ctouc  lnna»xitl  carro.DeCanreo albergo  con  t aurora 
Innanv.Ma  Innan^ti  atutti,ch'a  rifar  fi  Hanno  K quel, 
la  (.i.Laura)  qual  in  liti  giorno  tamorofafleUa  Suol  uc- 
nir  tConcnte  Innanzi  al  jòle.hoc.Q^ueflecofefiuoteua 
no  penfarc  Innam^  tratto.  Et  perdo  auiiò  di  farfi  Innan- 
XI  tratto  la  parte  jua , Et  andando  la  donna  Innanzi  per 
guardare  je  perjona  ucniffe  .&  quando  tempo  flgmflca, 
ucdi  a 2Sy.&  quando  imommento.uedi a iqpS.&  in 
perjonaa 

AIpha,&  o.  Grò, &lat.  ual principio , & fine , percioche 
.Alpha  i la  prima  lettera  grecai  ual  principio,^  ome- 
ga,dai  m,i  he  dinota  la  0 grande  è la  ultima  lettera  greca, 
che  figm fica  fine  .onde  D a u.Loben,thefa  conuntaque 
fta  corte  ; Alpha,  &oié  quanta  fciittura  Mi  legge  a- 
more  Ueucmente/i  forte . 

MORTE. 

OneMorire,Terire,TafSare,Eine,Efìre 
mo.f'Utmo.y  limo  fine,  yitimodi.  Termi- 
ne della  ulta,  yn  foflnr  breue.  Eflremo  paf, 
fo . yltmium  tcrrihilium . Donna , & Fine 
per  la  morte . Morti , Mortiferi , Mortali, 
Triui,tflmii,spi  nti,  Defonti,yccifi,Ta(iati,Cafii . Tar- 
cbe,cioi  ClotoXacbrfi,ar  Atropo,  Arca,Autltu,Sepol- 
€TO,Sepoltura,FoJia,Tumulo,Conca,Monumento,yrna, 
Eeretro,Marmofiaffo.Efiequie,Funerale,Comtto,LMgu 
bre . Cimiteri, Beccamorti , Becchini fiare.  morire,  mori- 
re agìnaJo,perire,  finire  tpajSare,  rflingurre,eéalare, 
ammorxare,^gnere,  priuare,  cadere,  partire,  diuiCere, 
termina  re,conchiudere  Adempiere  jampire,  fornire  Jipel 
lire, confumare  dileguare . 

14  Morte.  Latanorsfitum,funus.ittteritus,us,nilethum fi.  li- 
burna A.obilusAt>ui.  occafus,pemii  ìcsaìaxuus,  neceffl- 
Us,dijcejfusAXcepus,fupremus  dici,  extremum,  jfiruus, 
dijioiuuo  Ulta . ualpriuatione  di  uua.  UbUinajt  la  Dea  de 
morti,&laifle{fa  Mone.  P e t.  A/o«e  Amorofa,  Beila, 
Dolce,Honefta,Manfueia,yoluntaria, Acerba  ,Amara, 
A^ra,  Auara,  Crudele,  Cieca, Dura,  Dijfietata,  Mera, 
Impetuolà,Inegorabite,lmponuna,Lunga,Talefe,Talli- 
éa,Trcfla,  Rea, Ria,  Sorda,Viua  . fanno  Tarer  la  Mone 
amara  pili  che  aflenno . Ai  mone  ria  come  a fi  biantar  fit 
preHa  li  frutto  é molt'anni  in  fi  poih'hore . Morte  bella 
pareanel  fuobel  uifi.A  rijpettodi  quella manfueta  Et 
dolce  Mone , eh' a mortali  è rara. Sento!  mejji  di  mone . 
Egualmente  mi  fpiace  Mone,  & Ulta . La  uua  fugge,  & 
non  Carrella  un'bora  Et  la  Mone  uien  dietroagrangior 
nate . Tolto  m’hai  Mone  il  mio  doppio  thefauro . Ver  Sa- 
per tefferpo  Monepietofa  .La  Mone i fin if una prigion 
ofeura  Aghanimigentili,aglialtriinoia  Cbannopoflo 
nel  fango  ogni  lor  cura.'I{pn  affettate  chela  Mone  feoe* 
chi.  Odiar  ulta  mi  fanno, & bramar  Mone.  Mone  m’ha 
monor&  fola  può  far  Mone  Cb’i  tomi  a riueder  quel  ui- 
fi  lieto. 'Ne  cantra  Mor  •Spero  altro  che  Morte,  Vregp 
cbe’l  punto  mio  finifea  ; tee . Lafeiato  hai  Morte  fenga 
fòt  il  mondo  '^Ipnpnofa  Morte  ildoUe  uifit  amaro  l Ma 

11  dolce  nifi  dfHce  Ione.  Mone  ha  fpenio  quel  fol 


M O 


Morte 


iit 


ch’abbagliar  fuotmi , Io  fon  colei, che  t'importuna,  e fiera 
Chiamata  fon  da  uoi,&  /òrda,  & acca.  Gente  tatui  fifa 
nette  innanzi Sera,lo  ho  condottoal  fin  la  gente greca,Et 
la  T roana  al  ultimo  i Romani  Con  la  mia  fpada , laqual 
pungCAfeca  ; ér  quel  che  fegue . Et  una  Donna  auolta  in 
netta  nera  Con  un  furor.  Fin  che  f ultimo  di  chiuda  que- 
fl'ocihi.Bo  C,Morteangofciofa,Infelice,Mala,Inopina- 
ta,yituperofafiiihoneHaJiramata,Afftttata,Vropria, 
Futura.& nel  Acp.O  ultono  termine  de  dolori,  Infallibi- 
le auenimento  di  ciafcuna  creatura;  Tnfliuadeftlici;De 
fiderio  de  miferi,  Ineuuabil  Morte  ultimo  fine  delle  cofe 
noflre.  Ferito  a Morte  fide fl  Mortalmente,  Cbeuuiuen- 
doognihoramtlie  Morti  fento, 

Fin,fine,(jr  Finire  per  la  morte,&  per  lo  morire  a 162^, 

LlÌKtno,&Efiremodifcrlamorte.uedia  16  2 p, 

Vltimo  di, per  la  mortejueód  di  fopra,&  a 1616. 

Morire.  Lat,perire,mterire,diem  tlaudcre,  extremum,de- 
cedereeuita,  P e •iMorir,Beatofiel,Bello,&  dolce  Mo- 
rir era  allbor, quando  Moremt 10, non  mona  mia  una  mjèu 
me.'Naftt  una  gente  a cui’l  Morir  non  dote.  M'i  piu  dol- 
ce’l  Monr,ihe  umer  fenga.Era  queltibe  Morir  chiaman 
gtifiioeibi , Dehdimmife’lMonr èfigranpena  ."Negar 
èffe  non  po/iotche  I affanno, Che  ua  innanzi  al  Morir  non 
doglia  forte.  Ch’un  bel  Morir  tutta  la  ulta  honora.La  bel 
ladonna.che cotanto amaui Subitamente s’è da  runparti 
ta.  Et  fperoAh’al  por  giu  di  queftafpoglia . 

Monre.LatMoriAbire,perire,tnterire,cadereAccidert,dece 
dere,uiiamfinire,&  claudere,&  difioluere  ; diem  Claude 
re  extremum.decedere  i uita;mortem  obire,^  oppeterei 
e Ulta  minare  Air  excedereaàtalia  lumina  linquereAui- 
mam  afflare,  & agere,  eflremum  fpiritum  edere,  fupre- 
mum  diem  agere , laborare  in  extremit,  ludt  bone  ufurS 
reddereA  corpus  umeulit  tanquam,  e carne  euoluere Aita 
rum  morte  còmutare.  V £ x.CfcV  bel  morir  mentre  la  ul- 
ta è deflra  .fermo  in  campo  Starò,  ch'egli i difnor  morir 
fuggendo. i he  ben  può  nulla,chi  no  può  morire.  Farmi  im 
mortai  perche  la  carne  mm.Et  nefiun  fa  quanto  fi  uiuaA 
moia.  Chi  ben  mor,  chi  morendo  efee  di  deglia , ne  credo 
t'buom  di  dolor  mora.  Che  bel  fin  fa,  chi  ben  amido  more. 
Mala  fama,e‘l  ualor,  che  mai  non  more . Ma  perche  ben 
morendo  honor  s'acquifla.Et fi;  fama  mortai  morendo  ere 
fce.Cbe  tal  mori  già  trillo,  e fcon/hlato . Che  douendo  lan- 
guir fi  morì  poi.  Vhetonte  odo,  che'npò  cadde,  & morio. 

Et  ella  ne  morio . Mille  uolte  il  é moro , dr  mille  nafeo . 

E i fior  i Aprii  marrano  in  ogni  piaggia.  Del  cui  amor  ut 
MO,&  fenza’l  qual  morrei.Et  foih'i  ne  morrò  ueracemen 
te.  Sluanti  felici fon  già  morti  infafee.  Morte  m’ha  mor- 
to . Che quefi’i'l  colpo, é che  amor  m’ha  morto . Et  la 
ragioni  morta.  Morta  fra  fonde  ila  ragion,  & Car- 
le, B o c.  Accioche  tu  non  niuoi , Io  non  morrò  a ciuci- 
la bora  , che  io  confolata  non  moia , Auenne  ibe'l  Re 
Mori.  Dopo  non  mollo  tempo  fi  morì.  ynaziadiCom 
landrinofi  morì,  y iurte ,& morite  ficuro ,che io ui. 
uerò  morirò  moglie  dtmefier  Torello , che  al  meno 
muoia  come  CbriHiano  .Dan.  Moflo  Talermo  a 
gridar  mora  mora.  Che  muor  per  fame,  dfcauiauia 
labdia. 

Morro adte, Lat, mori" t , exanimatus ,funHS,extmHus,  i< i j 
morte  deleSus , fenfus  ac  ulta  careni , qui  iim  nufquam 
tfl,  qui  ex  bac  uita  migrauit  t libitia  ila  dea  de  morti, 

' «f 


Morte  H V O M O Morte 

P I T.  Morto  il  Taire . il  Figlmol . il  Sperar . il  Tempo . Dtmdne.  Lat.& meta.perfeparare  deUa  ulta.  Vtr.ii  quel 
il  Marito , Colore , Morta , Madonna , Beltà , Tietà . U nno  Cb'anxi  tempo  ha  di  uua  amordmtfi.  EfienJo  i/J/w 

B o c.  Morto  Corpo . Lat.  bnlìum , Marito , Morto  i toguda  lei  dmifo.uediai  1 47  x. 

Corpi  Morti.  Tenre.Lat.ual  morire.  Pt-r.£t  bramo  di  perir,  echeggi  i6vj 

ìtlora  fi/l.  P E T.Viena  de  morti  tuttala  campagna.  E'n  m aita.Mapenr  mi  dai  citi  per  queiìa  luce.DnroaitederU 

momemogltfo Morti, & him.Tìo  c.Setondola  qualità  mtal  modoperire.  Etgliocihiuaghi  ]iencagtoH,cb‘io 
del  Morto  ni  ueiiia  il  chcricato . Ter  [anima  de  Mora  pera . & [empia  uogUa  ardente  Lufengando  affrenò , 

(noi.  Huomo  Morto.  Launanimus.  pertb'io  non  pera . In  cefi  lunga  guerra  ambo  non  pero . 

MOTtifero.Lat.morttfer,fiue  mortiferut,pemitiofus,&  le-  B o c.  Innamorata  ft^ei  mio  cor  pere . tutti  quamt  pe- 
ibifer.TtT.MaMuannuntio.cbeuoi  feteoffe/i  D'un  rirono.  Mcciocbeaiun'horanonpenfcalamiaiiita,& 
grane  ,&  Mortifero  lelbargo.  B o c.  Mortifera  acqua , la  uoHrafama . 

Mediente  Mortifero , Tafiare.  meta. per  morire.  Lat.  obire,  iranfire,  e-ire  e uita. 

Mortale  adie.Lat.&  exitialis  boc  exitiale,&  exitiabibs;  fé  P s i.Tiaccialeal  miopafiar  ejier  accorta.& ebe  tu  pa/ii 

ralisjiethabs  boc  letbale.  letbiferjethicus.  Pbi.  Mortai  Sen^  paura,  & feirita  alcun  dolore . Fa  cb'io  mi  t roui  al 

Corpo,  Corfi,Efctto,HuomJ^elo . Viuer  'Hr’nico,  Colpo,  uarco,  One  felina  tornar  pafiòi  mip  core . Tajìato  i quel- 

Occho,Guardo,Modo,  Tregp,Cofa,FamaMngua,Tcrra,  la.  Hoc.  Voi  ebe  tu  di  quella  uita  pa/iaHi . Con  gran- 

f'ifion,rt/ia,f'ita,Domia,Cui(a,Bellectg:a,Dea,Opra.  difimio  dolore  della  madre  é quejlamtapajli.  Tafiùdi 

Mortali  Huomim,Treghi,Ttaghe,Strettre,Tarole,Fa-  quc/la  ulta . 

mc,Scioccbi . lunumerabih  Ciechi  .&fijl.O  neramente  Trapelare  per  morire . Lat.  obire  .P  bt.  Et  de  la  uita  il 
Sordi  Ignudi,e  Frali  ; Toueri  ([argomento,  & é configtio  T rappafìare  è corto.  Roc.H  fanto  frate,  ibe  conf  fiato 

Egri  del  tutto  je  Mi  feri  Mortali . "niente  in  lei  Mmo  era,  f banca,  uedendo  che  egli  era  trapaffato.  Aerano  di  queU 

0 Mortale.  Boc.  ueà  aW  Indice . k, ebe  di  iiueFla  uitafen^a  tejlimomo  trapaJLauano.Ut. 

Moralità.  Latdues,pemiciei,exitium,interneciò.ualroià-<  diemobibantextremum. 

nadimorte.Bo  c.^elpenilentiofotempodellapafiata  Pitt'itu.morti.Lat.mortuidefunili  Bo  c.  CU  corpi  de  Taf  ' 
Mortabeà.la  pe/lifera  Mortalità.TeJlilentiofa  Mortali-  fati.  Furono  i futa  Tajiati  Centilhuomim.  Ter  l’anima  de 

I tà.Cominaò  una  granéfìima  infermità, & Mortalità.  Tafiati.I  mici  Taffati  MuoU . Lineila  uirtù,cbefu  neU’a. 

ì6l6  Tramortito.  Lat.  intermortum,fimimortuus,  exammus . nimo  delle  TaffateJÀelle  donne  ebe  già  furono. 

Boc. Limui uedendofi Tramortitaci manto,&  1 fgUuo  Predecea'oii.Lat.maioresnoJlri.precrJIortt,& etiam ante 
U chiamando  cadde  in  fui  Uto.  EtgU/pirtt  Tramortui  co-  cefioret.  fono  i pa/fati.i.morti,& ambo  [intende  de  uiuen 
mimi-trono  a ritornare  a loroluoghi.Tn.  ti.  Boc.  Come  fatto  haueailmio  TredeeefioreJEt  fecon- 

Sopito.Lat.fopitut,tialtramortito/>  come  addormentato  jet  do  il  cojlume  de  fuoi  Tredecefion . La  Reinaper  feguire  de 

fuor  di  fi.  A.  Ki.  Le  /tararne  bauea  del  fuo  furor  Sopite.  fuoi  Tredeceffori  lo/ìileJi  come  i fuoi  Tredeceflori.  San. 

Chiìilo.MortoaChiadoimortrealiemo,comeaUrauol  ùemfignedemiei  Tredeceffori  chiaramente  duno/lrano 
la  habbiamo  ejpo/lo  Aghiado  aduerbialmente.Lat.  bio-  da  antichifiima,&  generofa  profapia  difcefi. 

tbanatus,aaiiu,uale tagUato a pn^.ocome fi diceeg/i i Eflmguere.é" extinguere. Lat. opprimere, deùreaial uccide-  16 iS 
fatto  freddo  jiratto  per  meta.dal  ghiaccio,  onde  fi  firma  il  re,  cr  éjlruggere  ,& ancho  per  ammonire,  0 fiegnere. 

nerbo  agbiadarc.  tir  il  Ferrarcfiàceun  Cbiaéoaduno  P • x.Chegiain  fredda  baneflate  erano  eflinti  Idorati 
che  [Ha  come  agghiacciato,che  in  Ferrara  fiéce  abretigi  fuoi /IraU  acce  fi  in  fiamma. per  la  tua  Ungua  Pregacbeim 

to.  B o c.  Mirti  preghiamo  lddio,che  ni  dia  tanti  ma[an  eJlingua,Mm(i.a  [ ultimo  [efiinfe.&hanne e fimto.Ku.u 

»(  che  uoi  fiate  morto  M ghiado  ,fi  come  d pm  dtfieale , e'I  Lo  fiexgfiffi,cbe  quel  cauatlo  eiiiafe . 

maggiore  traditore  che  urna,  quella  noce  non  fi  ufarebbe  Mmmorgare . ualfiegnere.Lat.extinguere.  Pbt.  Com’ac- 
hora  perche  non  è leggiadra.  qua  il  foco  ammorcta.T)  u u.O  Capaneo  in  ciocche  non 

VcdfioneC'ccifi,f'ccidereaiedi  a Marte  afgq.  f'ammor^  La  tua  fuperbia,ii  tu  pm  punito.  Che  uolontà 

Defonti,  lat.  defunih,mortui.ual  priui  di  uita.  D a s.  Et  fi  non  uuol  non  [ammor^  Ma  fa  come  natura  face  in  fbm 

defeendendo  nel  mondo  Defonto . La  uifla  in  te  fmarrita,  co,Cbe  /opra  fe  tutte  fiammelle  ammorta . 

e non  Defunta.  A r i.Tofcia  cbe'l  rtilo  fragile  i Defonto.  Esbalare.  Lat.exbalare.  ual  fiirare,  er  meta . per  sfogare, 
Cadaucro.  Lat.  cadauer , i proprtod  corpo  morto.  Ari.  A r i.Ter  esbalar  tomo  amoro  fi  foco. 

Ella  prefio  al  Cadauero  fi  mette . CU  fu  fir%g  il  Cadou  Spegnere, & SpengereMtjextinguere.P  e x.Ter  fpegner  de 
«ero  lafciare.  le  menu  fiamma  tnfana.  Ma  talbor  bumdià  fiegne  difde. 

Tartire.Lat.difcedere,&  mcta.ual  (èpararfi  da  queHo  uum-  gno.Ognifpenta  faceUa  Mccende,  & fpegne  qualtrouifie 

dojcioè  Morire.  P e t.£(  «idi  duo,ihe  fi  partir  hierfera  Di  accefa . a/iai  poche  fauiUe  Spengendo  fien  tranquille . Si 

quefia  noflraetade,^' del  paeJe.Slueilauien  per  partir  cbe'lfoco  di  Cioue  inparte  fpenfe.  Se  mai  foco  per  foconi 

à,ondemidogfio.LabcUa  donna,cbt cotanto amaui Su-  fìfimfi.Racccfiilfoco,elpenfeUpaura.Toicbe  prima 
buamente  se la  noi  partita . E'  L’aura  mia  miai  da  me  arfi,^giamai  non  mi  fpenfi . T^gn  come  fiamma,che  per 

partita.  Che  di  quella  mifena  fìa  partita  Et  giunta  a mi-  firga  è fpenta.Cbe  pietà  non  hauefiefpente  [ire . l Lauti 

gbormta.mefierCino7Ìguelkmcnte  s’èdanoi  partito,  mieifinfpenn.llfiìc’bafpentdrmauiriùuifiua.  Jlfocoi 
Boc.  belati  gli  occbi,&  ogni  fiufoperduto/bqueSiJ  do  fiento.  Boc.  uedi  [Indice. 

lente  mia  fi  partì.  Et  cbe'l  corpo,  delquale  lagrattofa  ani  Eifpengere.Latjtcntm  extm^ueri  Pbt.  poi  cbe'nfiaKma- 
tuatipaTtua,foffefepeUito,iTquandofiaperdimdereje  tan>ebbeRifpe^e.lauirtùgel  ajeheila. 
feparart,&  alioitt*nare.uedi  a 1470.  SpcntL  ual  efitntijfr  mtttdiM.  stinti^  ttefwi8i.  uedi a 

Morto 


Morte 


H V O M O 


Morte 


*19 


. ^»rto  Pt;r Spemi lumi^tti.Spmtf^nime.  Spinto  Ok dentro fepttltiu'eratto;&ilmodo  e^ìaeaoiom-  '^riu 

Difio^MeS^a  FamlU.  5 oc.  Spemi  Carbom.Spen  laro  mone . Hpn  baflando  Ut  terra  (Ina  aUe  Fepol  ture 
^ogmUmeS^o il coHtiipifubile Minore.  fi  faceiiano  perlicmuteri.D  an  Et cialiim/era cml 

Cadere^nand0Mlperire.Lat.ViiT.Onefcende[at<ita.ch'al  delU jkafepaUnra . ^ craeent 

“">^i  Brermoi  SepeWre.  Lat.&  tumulare.  T s r.  Si  Ceco  il  Ceppe  quella  Ce- 

di  fuHcfioauguno.  Cui  uedeafjrcofiFuaeflo pianto.  uedi all' Indice . ^ 

A R I . Funefta  uallc . Dopo  non  molto  la  bara  Funebre  Arca,  lat.per  la  Sepoltura.  B o c L'.Arca  lamtaU-  a; 

cluadatautomal:  tanta  procella  ; Cb‘in  .Africa  ogni 
cafa  ji  funesti  pietra  falda  /opra  pietra  refit. 

Corrotto.  Lat.dcploratio,lu(lus,&plan(lui,e<r  fUtus  lu- 
gubri! feu  fiuicbris.è  il  duolo  che  fi  fa  per  li  moni, per  ef- 
ferei'ammo  corrotto  di  dolore.  B o c.  Mentre  il  Corrotto 


l6it 


, T* -^n.a  Ilgicionio 

ri.  EfSendo quelle utrche grandi é marmo. Et  poflala 
manfopra  una  é quefle  .A  rche.  Dan.  Che  fepeihte  dea 
tro  da  quelf  .Arche  Si  fan  feutircon  gli  fogne  dolenti. 
Ari.  Eraquella  .Arca/ unapietradura  Lucidafter- 
fa,F  tome  fiamma  rojfa,  & quando  dinota  caffone,  0 fnm- 
le.  uedi a ly^j. 


j - ... I»  cvrrvini  »c.  WTO/ « 1 757, 

Auello.prrfo/cyo/fr»,otf,rafibfrfn^«//fOrtR,»Mrro  & 


Lugubre.  Lat.  ual  mefluia  con  piamo  per  la  mone  tf  alcu- 
no. B oc.  ydtti  li  diuini  uffici  in  habito  Lugubre.  A r i 
E trouar  uerfi  non  tanto  Lugubri . 

^(fv(jwc.Lauxeqma,plu.taHtHm,fiiitHiJuSia.pompa,fu- 

ftatkraartmoà  d4r^a  . a^ 


— fci/v  Hu»  wvynrc.  o o C.£rj JfatO  lOt^ 

terrato  in  uno  Anello  fuori  della  chiefa.Cefi  uefiito  come 
era,  il  fece  P A bme  mettere  in  uno  Anello . In  fu  uno  di 
questi  A uelli  rileual  idi  fuori  di  lÌDita  Maria.  Tutti  gli 

altrct  cefa  tt  mancaua  ad  hauere  còpmte  tEffciiHie  rana  fparte , 

^ r (••'"'•It»’-  s * M.  a ffia  ciprefSi  ài  farete 

tecchtaffero.S  . u.Effiquial  uerfi . I girti  tuoifepolti  an  un  TumuUo.Chefia  nel  mondo  dirLmorteindicJ E con 

^(Effequie'HelfaHgo.An.i.Mentreapparecchiofifa.  Tumultuaria  e poca  geme, 

a ^grandi  Eficquie  e di  funebri  pomM . Monumento.  Lat.monumernù.  A r i.UMonumemi,eU 

kJic  o^ccamoni,&  Beccbmi.Lat.uigiloHei.jbno  quelli  chepor  troplui pompofi . 

tajmalU  fattura  i corpi  morti  dipefle . & ToUindoril  roff3,pèrUfepoltura.Iat.&fouea,etfcrob,.bU  TstE'I 

^J^uTia'^  ' i»mehagemoAchiugin^aFoga.  Tign  porla  mai  in 

pTauenitidiMnutagemc,cbecbiamarfitfaceuanoBec,  piunpojito  porto Tfr’n piu  tranquilla  Fofia  Fuzvr U 
eh, ni.Et  coH  fa,utodedcti, Becchini.  canJtrauagZtaAPogl.B  o cMnoatmoTLt 

Beccuo.Lat.lanms^m^^  iU  FofSaalfommo  fi  perucma.Ilqualrecatofeloin  brmàa 

beccheria- miebodouefiuendeilpefee.p  a n.FigUuol  Ugrónando,nonaltrimente  c^efe della fX il tLefie. 

1""/  “T  ® ° ’»«“*»  "«•-  SifaceuanoperU  Cimueri  Foffe  grandiffje 

tonperlecomaiHBeccberu.Lat.camarium,tj.  tUnotaconcauitd.uediatili.  ^ ° 

b^^o,inueceéSepoltro.PiiT.Che'luoSironomeamio  itfii 
godouefipongonoicorpimrt,& butium.coM  danno  fi  ferina  In  M Marmo.  Sluelfocoimorto.e’l 

t>,funu!,riifarcophagus,fedesas.tumbaA,tumultus,i/a.  copre  un  picciot  Marmo.  B o c.  In^^cadiM^ 

xnm,nmrmor,monumentum,arca,fepoiturafoliumu.a  Siffo.muecedetfepolcro.Lit.faxum.  Pet  FeUcesàf. 
f^Uroépietra  .&camaphiumuM^  fo.chel  beluig  ferra,  oue  chiufà  inunSafio.  intL- 

&M^r,umdluo^douefiamoifepokhri^  chi  Saffi  Cbiufe  il  mio  lume.  EiSafSidoue  Sur  chiugle 

t^pollintior,oris,lojepellttoredemorti.t!Tpollin8us,&  membra,  ^ ■* 

*c7-7''  fl  * Vma  IM. iuafo cTacqua.&permeta.lafepoltura.TMÙ. 

fepolcrobtUoATbianco.Cheluofironomeamiodaniiofi  rabUf'ma  fonnon  /opra  tamosMamirM  per  quel 
firma  In  aUunmarmo.Et  temofcb  unSepolcro  ambedue  che’nme  fi  ferra.  1“  r 

chiuda.  Cb/l^cro  di  Cbrillo  iin  man  de  cam.  B o c.  ConciJjit.concba.per  la  fepoltura  ufata  dalPA  ui  oue  U 
CheinHierufalemandauanoauifitareil  Sepolcro. doue  bella  Conca  in  lrrhiua.aa.1  m...'n—..i....e./r.  -.1 


ChemHierufaUandauanoauifitareU  Sepolcro.doue  MlTTn^aTn  ftThl^a^’^^^^^^^^^ 
cMtengonoper  ldéo  fu  fcpe^o.Fe^amendue  baldeo-.ycggiinuecchioZTgZ^X^^ 
luuMbZ  ^^'^  * "■  <^o”“’>'”^fuabarca.eìrmeta. 

ScpotiJn.UtgpuUÙraMmedefimocbef^^^ 

Atuiiifucrudelmeme  ime^ttaLa  patria  SepoUura.  Cmitero.&Cimacno.I'o.Gr.drLat.cAmeteriumAp-re. 

^J‘''‘‘”^H"<‘>‘be/oro,a  pulchretum.èluogodouc  fi  fepeUtfeomi corpi  nwti 

ÌaTsTX^nL  &oc.AlCim!t2,defrJtim,nori.  Si  fac7uano  per  U 

^“ramScawu^oJnuu  le^ftma  SepoUura  furono  pom  Cimiteri  delle  ebùfe.  Foke.  D a u Suo  Cemiim  da 

fil , ^ gpt.  e^ajiritii  u Hfignijicami,  chi fujfer quelli,  quella  parte  hanno  Con  Epicuro  tutti  i fuoi  fcguaci . 

££  <y 


Fine  H V O 

f<Ltt%aiel  Cimiuriomiocloaca.  A ki-Tu  giorni  fia, 
fb’in  quello  Cimitero  ^enni  .Come  kittime  tratte  ai  Ci- 
miteri De  i morti  figli . 

Bara,  è la  letlica  con  che  fi  porta  i corpi  morti  alla  fepoltn- 
ra.  Lat.feretrHmjir  capulus.geJlatorÌMmJociiliis.& de- 
caphorm^fla  Bara  portata  da  dieci  bHoniiiii.  B o c.  una 
mamera  di  Becchimi  quali  folto  entrauano  alla  Bara.T^e 
fu  una  fola  Bara  quella,  cbe.  Tre,o  quattro  Bare.  Dan. 

fuo  corpo  non  uoUe  altra  Bara , tdefi  non  ui  nolfe  altra 
cofa  intorno.  A tei.  Di  uerdi  rami  una  Bara  comporre . 
la  Bara  Funebre , 

Feretro . Lat,  pheretrum . & capulus  ,èla  Bara  con  clxfi 
portano  i cadaueri.  Ari.  Che  lo  fe  riportar  fopra  un  Fe 
retro:  E ntrouandol  morto , 

1 tf  a j Parche.jUt.  parca,fatales  Deejir  fatajanifica  .fino  le  tre 
JòrellefecÓdo  che  fingonoipoeti^gltedi  Demorgngpne,o» 
nero  fecÓdo  Cicerone  di  Erebo,&  della  notte.che  dinotano 
Uprincipiopl  mezo,&  tifine  della  ulta,  ^ della  morte,o- 
uero  prefente,preteriioe&  futuro . lequab  fono  Cloto,Lat 
chefis,& -dtropos.  Cleto , che  tien  la  roca  figmfica  tlprin 
àpio  della  ulta,  l^chefts  fila,&  dinota  d tempoahe  fi  «f- 
ue.  .Atropos  rompe  il  filo  fattoi  queflaila  morte.  £ lot 
tini  poeti  antichi  appellarono  quejte  tre  Turche  HonaJJe 
àma,&  Morta  .& fono  dente  Turche  perche  a neffiin 
perdonano.  P ■ t.  deflro  corno,  o qual  manca  corni- 

ce Canti' l mio  fato,  o qual  Tarca  Clnnajpe.  Dan.  Ma 
perche  la,  cbe  é,  & nette  fila  7(on  gli  hauea  tratta  an- 
ebora  la  conocchia.  Che  cloio  impone  a ciafeun,  che  com 
pila,  Innanà,  ch’.Atropos  moffa  le  dea,  Sun.  Lo  fiume, 
fhe  le  Tarwe  al  fuji  auolgono  .A  TbiUi  mia  gridaua,  o 
Clotbo,oLachefi.AK  i.Le  ueccbie'fon  leTarche,che 
ton  tali  Stami  filano  ulte  a noi  mortali.  T,  Et  ella  può  dar 
leggi  a te  foreUe,  Che  fan  [bumane  ulte  lunghe,&  corte, 

F I E 

Ine,  Vltimo,  Sexgau),  Diretano,  Eflremo, 
Tdouilfimo,  Compimemo,Termine,Conclu- 
fton,  CapOiCo.  Al  uerde,f'iuagno,Orlo,A 
punto, Colo,  In  [orna,  Hor . fimre, ultimare, 
terminare, determinare,  conchiudere,com- 
pireJormre,gnamireanancare^guareJùenire,confu- 
mare,logorare,élacuTe, fondere, priuare . 

1614  Fin . Lat.  fintt,modut;ierminui,falxfxttut,extremujextre 
mitas.Ttr,  Al  Ptndi  fua  giornata. Trarrebbe  a Fin 
que{l'afj>rapena,&  dura.  Al  Findegliaffanni.  Speran- 
do al  Fin  alcun  ripojò.  Al  Fin  fi  giunto  £ ogni  tua  dolceg- 
Fin  de  miàpianti . ColFindele  paroU  i pafii uolfe , 
ymtoala  Fm  dalgiouane  Romano.La  morte  i Fin  funa 
prigion  ofeura,  Honorato  Fm.Bo  c.'Hpl  Fin  delle  paro- 
le.Fin  perla  morte, uedi di  fatto  & proufque .uedia 
allungo  fuo. 

Fine.  Lat.  finis . uedt  fin,VBr,  Mal  Fine . poner  Fine  a gli 
affanni.  Hor  fia  qui  Fine  al  mio  amorofo  canto.  Del  lungo 
odio  ciud  ti  pregan  F ine.  S'al  principio  r^pondtil  Fine  e'I 
mex.0.  Se  Chnjio  al  Fine  meco  non  i‘adira.Morte,o  mer- 
ci fta  Fine  al  mio  dature.  Senx/i  Ftne,o  beata . l'idi  uerfo 
laFined  faradno.^ata.Fineil  fefio  Veiren  là  fufi, 
Boc.uedialtlndiee. 

Finire.  Lat.  & perficerc  s compiere  , abfiliiere , trangefigr. 


M O 


Fine 


cLtudere,termtnare,conqutfcere,per  orare,  modi  Jlatutr 
rt,fafligium  imponere,  ad  umblicum  ducere , ad  exitum 
perducere , ual  far  fine.  P e T.  Fuggendo  j^ra  i finn  do- 
lo rfinire.Fimr  augi' l mio  fine.Et  fida  poi  finir  tanto  dolo-  ) 
re.  Prego  ; cbe'l  pianto  mio  finifea  morte . Tlg  però  trono 
anebor  guerra  Finita.  Et  F insto' l ripofo  pien  £ affanni . 

Finareperfar  fine.  B o c.Laqualedi  cicaùire  mai  non  re/la,  1 

mai  non  molla  ,mai  rum  fina,dalle,  dalle,  dalle, dada  mat- 
tina infine  alla ]ira,&  la  notte  anchora. 

Filiale . £or.  defimtiua.  B o c.Che  tu  fopra  efia  dia  fenten- 
:ta  Finale . Et  in  cmfcun  luogo  giunge  altrui  la  morte 
conmorfo  Finale. 

Fin.  ual  eìlrmo,& meta,  per  la  morte, operlo  morire. 

T BT,  La  ulta  al  Fin,e'l  di  loda  la  fera.Cbe  belFin  fa  chi 
ben  amando  more , Tur  giunto  al  fin  de  lagwmata  ofeu- 
ra , QjielLi  ; cbe  con  fuaforga  al  Fin  mi  mena . a bon  Fin 
non  giunge.Oue  fccnde  la  ulta  ch'ai  Fm  cade.  Ogni  cofa  al 
Fm  noia.  Al  Fm  fimgiumo . Tho  condotto  al  F mia  gente 
greca. il  fuo  Fm  reo.  B o caiedi  <dl’ Indice, 

Fine,  perloejlremo.  Lat.&  extremut.  P £ r.CloriofoJDo-  l<»5 
gltofó,  BeL  abuon  Fine . Si  che  ftamo  feco  al  Fine  del  tuo 
corfo.Manda  prego  il  mio  prima  che'l  fio  fine.Finir  am^l 
mio  Fine,Qjiefle  noci  mefehine.  pò  molto  lontan  rf- 
fer  dal  Fine,  Cb'angi  il  mio  di  mi  trafforlaua  al  fine.Et  al 
Ihor  piffirai  uerfo' l mio  Fine , Signor  de  la  mia  Fine,&  de 
la  ulta.  Qjiella,cheper  lo  fuo  diktlo,&  fido  Spofòjiò  per 
Enea  noli' ir  al  Fine  .Tura  ueder,  & comemplar  il  Fine: 

Che  far  conuienfi  non  piu  £una  uoita . Et  quanto  pofjo  al 
Fine  m'apparecchio . & non  tardar  al  Fine , 0 felici  quà- 
r anime , che'n  uiaSonao  faranno  di  uenir  al  Fine,  Boc, 
uedi  alClndice , 

Sfinimento,^  l sfinimento, da  finire . Lat,  exanimatio . ual 
mancamento ,àoè  uemr  al  fine , er  come  andare  in  ango- 
feia,  B o c.Di  chea  madonna  Hor  retta uerùua  un  fudo- 
re,&  uno  Sfimmento  di  cuore.Egli  uerme  dianzi  di  fubito 
uno  Sfinimento,cbe  io  mi  credetti  cbefufle  morto. 

Piu  in  uece  di  al  fine.Lat.fed,attamenset  demum,  P e t.Tut 
acqueta  gli  arditi  miei  deftri.Tur  io  moffi  indi  i piedi.Tur 
mi  darà  tanta  baldanza  amore.i.finamente. 

Tanto  in  iiece  di  alfine.  Lat  Meo  m.  P i t.  Tanto^b'io  fui 
per  effer  di  quegli  uno . 

HorNOce  conclufiua  dei  parlarescome  ptriafinaisnenteXat. 
tandem,  nunc,  & demum.  Pbt.  Hor  queBo  i quel , cbe 
piu  d'altro  n'attrifla . Hor  lafàa  andare . quand'ella  Hor 
mira,&  leua  gf  occhi  un  poco.  Hor  chi  fu  cbe  ne  f campii 
Hor  dentroad  una  gabbia.  Hor  Cojlantmnon  toma,  Hor 
ecco  in  parte  le  ragion  mie  none. Hor  mira  il  fiero  Herode. 

Hor  fon  qui  laffo.  Horfia  giamai.  Hor  fia  ma'l  di,cb’io  ui 
riueggia,&oda.  B o c.ueà  alt  Indice . 

Alpha.A!rm.cbeualprinàpio,&  fineaiedia  i6ij. 

Amme  in  ucce  di  Amen.Lat.&  naie  cefi  fiaaifato  daDMt. 
E(uno,e  feltro  cboroadicerAnnne.f'nAmmenonfa 
ria  potuto  dir  fi  J ofla  cofijcom'à  furon  fparitL 

Capo  quando  dinota  il  fine.Lat. caput  .à’mcta.fistts.  Boc. 

Tercbe  io  fòmmamente  defiderato  ho  cbe  a Capo  fi  ne  ue- 
nifleMeffer  lo  prete  non  ne  potea  uentr  a Capo.&  quan- 
do dinota  il prinàpio.  uedi  a 16'}. 

Co,perlafine.D  A u.Terappr  derdaleiqualfulatela, 

. Onde notttrafie affinai  Cola ^ ala.&perlo  princ^, 
uedia  i6q3,  • ... 

TefU 


. < 


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*! 

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Fine  H V O M 0‘  ' Fine  210 

TeRi,pcrljline.lat.adcalceM^climbilùi.D  AnCofian  ti,  donate, 'Tank,  7>erqiiefti  EBretni  due  eonitari  . 

(horfitperU{lriviaTejUlDiqkelfcltimoierthio.elper  fanno.  Effe  non  ihe'l  fno  lunuaCEBremo  hebt  For- 
lapnmipio.utdia  lóoS.&procapnta  14.1J.  iera'lpniHo.^aCEBrctno  Cangù  per  miglior  patri* 

Wtimo.Ut.i^po/ircmns.nouiffimusjial  il  Diretano.V  e t.  bahito,eflaio.Migiwifeai  cor,giMnger.i  l'EBremo.  E fon 

f'iumo  .Aiino,ColpoJ>i,Giorno,Momento,  Orr(pHte,Taf  forjc a l’Ellremo.  F'erfo  CEHremo.  Che  fEBremo  del  ri 
fo,'Piamo,Spitto,F'oio,Bijogno.F'ltimi,jtniu,Stridt.THr  lo^iaglia'lputo..Anxf^Ejlremo.  Ani.For:^  Eftreme. 
lom'huommeUtti  l'itimi  iiàno.l'ltimapariitj,Sthiera,  hlÌKnwi.Lat.extreniua}.B  o cja  EfiremuadeltaUe- 
Sera,ipemr,VroiiaJiora,l'eubifgga.l'liime  Spoglie,  gresil  dolore  occupa. 

Rtme,Strida.efottfragUanimalil'l'limo.L'l'ltimolaj>o  Stremici.  Uu.extremuas,{init,  & calx meta .ual fine , 

^ de  miei giorntalltg.i.Etl'f'ltimoera'l  primo  tra  laudali.  lio  c.  .Anibora  erano  uernagU certi  nuuoUtti  uelC ucii~ 

' A l’ultimo  lelhn’é.  Io  ho  condotto  al  fin  la  gente  greca,  dente, ejù  udogia  quelli  dell' oriente  nella  loro  Stremitàfi- 

EtlaT  roiaita  a C ultimo  1 Romani  Con  la  mia  Spada . miU  a foro  luci  niipmu  diuenuu . 

Boc.uedi  all’Indice.  Stremo. lat.  extremus.D  a s.CofiamborfuperlaStre- 

I3iietino,g!r Deretano.  Lat.extremus,poflremui,ultimus.  matefla.  ho  c.7{ellafua Strema ueccbiec^ Huomini 

ual  ultimo.  B o c.  S^uando  il  Re  il  Diretano  luogo  nferm  dt  mia  tanto  Strema  j.mtfera,Cf  mendica . 0 dt  famigUt  - 

bando  a Dioneo,  cofi  cominciò  a parlare.  D ah.  Gli  Di-  rtmafiStremij.pnui.FuordeiliStremiienmmdellater- 
retamalecojcedtfcejejdeficopiedididietro.  Derelanofi  rainefiibo  perpetuo  rdegatLi.  ultimi .■  Egli  poti  in  jid 
leggerle  tefiiantichi.  Ari.  E’I  Deretano  m damo  ag-  Stremohauerefifattacontruionc,cbelddtobebbemiji- 
gira  ,e  jnoda . ricordi*  dtluiMluf ultimo  punto.  Efiendo  Federico  uenu* 

Setzo.  Lat.poJirenius,&pollremo,demum,uliimui.ual ul-  lo  allo StrernoxalC uUtma  pouertÀ. 

timo.  P I T.  Che  furgu  primi , quiui  eran  da  Se^J,  Colo.  Lat.  colonianembrumjual  perfetto}  & ili  punto  ohe 
dal  fine.  B o c.  Si  fanno  a quei  ; ebe  jU  làran  Srcg^.ijil-  fifa  poi  che  la  oratione,  & fenientia  i fintta  perfetta. 

tlnu.TercertoqueHafie  la  Serbia,  che  tu  a farai  mot,  D ah.  Dimandai  tu,cbepmgb  t’auicini.  Et  doleemente  .S 

idefi  la  ultima . iluafi  rilcrbijSe  C adirar  fi  dalSexglp,  ficbeparUaColo.i.theparlipertnodotbefimendt.<dcna 
D A M.  f'eni.nmoapiediuna  torre  al  Da  ni  uogliono  leggere  accolomuecedt  accoglierlo , c me-, 

ue.Che  la  piaga  da  Sem  fi  rieufaa.  qui  ludicatit  terram.  Merlo, fargli  carccje,fi  che  parli . 

furSex'gat.  A R i.  E ìhe  fauide  del  fico  errorda  Sc^gp,  Or\o  da  ora.  Lat.ch'i  laeflremitàdellaueftefiif  altra  cofa. 

"ìie'l  uedendo  apparir atolfe  da  Seggp  Egli  rfier  quela-b'a  et  onficium  i lo  orlatila  cdfia,arcafi  jimdei  ty  la  Ibm- 

ritroua  rio  andajie . mai , & apertura  dilla  bocca  é qualunque  cofa.  B o c. 

l6fj  Noni  fsimo . Lat.  ufato  da  Cicerone  in  qua . ual  ultimo . T>ojio  il  petto  fopràf  Orlo  dell’arca.  Tenendo  forte  con  le 

D AK.  Qjiali  beati  alTipuifinuo  barulo  Surgeranpre-  manigh  Orlidetlacafia.D  a u.'Pna  che  fi  parta  tOrto 
fit.  Kn.i.InterraunpaioaddorvienlatofitfejCb’id'Ho-  de  la  uitaa.il  fine. 

uiffimo  di  forfè  fia  detto.  Viuigno.Lat.ora,a.fem.gen.  i(  orlo  che  fi  pone  iutormk 

Termine. Lat.ualfine.Pt  r.Etdituauitail  terminenou  uelUdettodariua  ,cioieflremttà,&cofilo  poli  Da  k. 
fot.  iìuefto,  & quel  corfo  odunT emine  uanno.  B oc.  Et  Perche  a appar  pur  a queflo  Fiuagno  i 

feirga  indugio  concaiifi  gli  ultimi  Termini  d’amore  conob  Vetde,meta.perlofine  toltodalla  candela  che  nel  finti 
bero  .& quando  dinota  tempo  .uedi  a quando  fi-  tmtaconun  pocodi  uerde.  ondeil  Psr.Qjiando  mia 

gm fica  luogo  p-j-j.cr  per  l'accidente  a t^-j.  ^eme  giacondoiiaalFerdeGmnfèneltore.tìAu.MeM  . 

Terminare.  Lat.CT  finire,  per  fimre.  B o c.  Et  la  mortai  ut-  tre  che  la  fperanga  i fuor  del  uerde  ,ideft  mentre  che  uim 

tatermmare  .Come  feinfirmafofSefiataper  terminare.  Mela  ^r airta,ctoi  che  noni  arriuauduerde-,  che  ua- 

tdefl  per  morire.  Fenga  adunque,  & la  mia  ulta  crudrk,  k,  che  non  i giunta  alla  morte , cb'i  il  fine.in  deunt  tefli 

e ria  termini  col  fuo  cólpo  il  mio  furore.  In  kttlia  co  lei  ter  fi  legge  Mentre  che  la^eramca  ha  fior  del  Ferde.  che  ual 

nunògliamtifuoi.D  AN.LàyOuetcrminaHaquellaMalk,  quello  tflefSo . 

Diterminare.  Lat.  determinare,  decidere,  definire,flatuere,  Cenchiufìone,  cSrConclufione.  Lat.  amclupo , feutentia. 
decernere,  diliberare,  ualdeliberare , concludere.B  o C.  finti,peroratio.  nal  detcrminatione.  P e j.Fna  Conebut- 
ToBoandiannc  là, doue  determinato  ida  tua  forella.  fioni  cb'a  te  fia  grata.  B oc.  Giannotlo,ilquale  affetta» 

Meta.  Lat.  i quello  termine,  0 fegno,  che  fi  pone  a comtari.  ua  dirittamente  contrana  Conchiufionedquejia,come  lui 
S AH.  Oue  qualunque  per  uelocuà  primo  la  de  fintata  Me  cofi  udidirrfuilpiu  contentobuomo  ,chegiamdfufie, 

ta  toccaua  era  di  fionda  di  pallidi  oUui  bonoreuolmente  ai  ConchiudereJ.at.concludereJiiiire,t2r  perorare.  P E T.  Cia- 
fùondi  Sampogne  coronilo  per  guiderdone . Et  ffauinà-  feunper  feeotubiude.Bo  c.Concbmdendoefiereimpojii 

tare  Carino  poco  bauea  a correre,  che  la  difi  gnata  Meta  bik.  Et  a tutti  narrò  concbiudendo. 

toccata  baurebbe,quando.  Ari.  Fidi  k Cade,ela  Me-  In  fomma.  Lat.in  fumma,Summa  efi.  V i u.T^uiget  bue 
ta,che pofe  M.  i primi nauiganti  Hercok  inuato.Il  mio  uo  fumma  efi . & breuiter, tandem , denique  demum . ud ta 

kr  cercare  oltre  a la  Mela,  Che  de  la  donna  fua  cercar  conchiufione,in  fine.  P e r.E'n  fomma  tal, cb'a  morte  i 
non  deue  Fa.  metapborice , & Meta  in  guifa  dt  Pirami-  mi  ritogbo . In  jòmma  fo  com'i  ineonfiaute,  & uaga  Ti- 

de . aedi  4 1 1 1 é.  mtda  ardita  una  de  gli  amanti. 

\6x8  Ldremo, & Extremò  ’ at.&ultimus. ual ubbno, fine,  Friliteagìiatamente.  Lat. pradfisuerbù.uakcor.cbiu-  tSgo 
Morir, in  fomma.  Pi  EBremo  Mrdort , Occidente  ,•  fiuamente,  qua  fi  tagliate  ,&moxvk  parok  ufatedal 
dotilo . EBrema  Cur  .Miferia.,  Smte , Flora  .Gli  E-  B o c.  parlando  Bufiabnacco,cr  beffandoUmedicoJFra- 
JlremiDi,Giorri,Mc  ì,Mifìi.  Ejfireme Bore , Par-  ftatagltatamenteMidico, 

££  hi 


Pine 


H V O M O 


Ffdc 


^dunque. tot JgitKr, ideo. paniceUaaducrbule, che uale  ioben  guerniié. 

perfeetione,  & concbinfione  delta  cofa . ouero  ad  boc,cbe  G uarni mento, «ir  Cuermmemo.  LatMurnmen^rnameii.. 
pai  preterea , & come  ergo , ir  itaqae  da  Latim.  Tbt.  tum,  apparatHS,ornatP>ru.  aal  formmdmo,et  ornamele^ 

^dHtiqne  Beatigli  occhi  che  la  uder  Mina.  B o c~.Admu  to.  Boc.iì,  Mutiglt  fece  urta  Jpada  cmgere,U  cui  Gaerma 

meacoft  fatto  partitoli  folle  amore  éReRagnone  ,&  meato  non  fi  faru  di  leggieri  appresto.  CltRoraamef. 

l'ira  delta  Tdiaetta  fi  coridHj}ero..AdMttqiie  difie  la  donna;  ferali , bqiiali  niuno  altro  Gaarnimemo  per  fodiifactme* 

debbo  IO  rimaner  nedona  1 .Adunque  Henendo  al  fatto  di-  to  delta  natura  portanano , che  un  poco  é farina  per  uno. 

(0  ; che.  .Adunque  cofi  rmferamente  m pochi  giorni  i due  £ p.  lat.  commeatus . 

piiferi  amami  fenza  alcuno  frutto  del  loro  amore  bauere  Mancare.Lat.deficere,deeffeAiefiinere^efiare,finire.peruem 
feniito  di  mala  morte  morirono . Tiiuna  nprenfione  .A-  nir  meno , diminuire , refiare.  P ■ t.  Ch’io  temo  forte  di 

dunque  può  accadere . Licentiata  .Adunque  dalla  Reina . mancar  tra  ma . .4  la  lunga  uia  tempo  mi  manca . Come 

Dan.  Qtiel  cinghio,che  rimane  .Adunque  è tondo.Rifiiom  colei^be  d’hora  in  bora  manca.  Due  la  firada  manca.Cofi 

fe  .Adunque  piu  che  tu  non  jferi.  Facemmo  .Adunque  piu  mancando  nòdi  giorno  ingiomo.  Che  punto  di  ualore 

lungo  uiaggm.Rij^fe  .Adunque  io  fon  fiate  .Alberta . Mancafie  mot  ne  (indurato  core . tfpn  i mancata  homai 

Punque , medefimo  ch‘i  .Adunque . Lat.  itaque  ergo . la  lingua  e'I  fucino . Toco  mancò  ch'io  non  rimafi  m cielo.i. 

Tet.  Cercate  Dunque  fonte  pm  tranquillo.  Dunque  ho-  reSiò,o  di  poco  meno.  Lat.  parum  defuu.  Boc.  'Hgn  no- 
ta i'I  tempo  da  ritrarre  tl  collo  Dal  giogo.  Che  Dunque  la  tendo  della  fua  fe  maruare . Cominciò  a mancare  uerfo  di 

nemica  parte  fjiera  Tip  (bumaneditefe.Bocjielprincù  Uil'amore.  Che'llòl  fiedecbnato  .e'IcaUomancato . Et 

pio  dell  oratane, ir  con  fdegno.  Dunque  farò  io  uiUan  Ca  - niente  acquifiando  le  ricche^  mancarono . 

ualiere  in  quella  guifa  da  uoi  delmiodifiderio  febemita  i Mancamento . LatJefeSui , errar , delidum  ,diminu:io. 
Dunque  uoieie  uoi  che  noi  uegnamo  meno  di  nofirafede  i ual  difetto,  a diminuimemo.  uedi  a 1 66 1. 

Dunque  èffe  il  gelofi  dimmi  chi  èque  fio  prete.  Recare  per  mancare.uedia  t ^oq. 

Compimento.  Làl.complememum,completio,fupplemen  Dileguare.  LatJiquefcere.ual  confumare, firugitre,&dhfa 
tum,  finii . ual  finimento.  Boc.  Daremo  al  no  fin  amo-  re  a poco  a poco  ; trper  meta.fmarrire,& fuggire;  & di 

rtinten,&piaceuoleCompmento.Compimentodelto-  quinafce  cbe’ltholco  quando  alcuno  fi  parte  da  gli  occhi 
pra.  Compiutamente  far  quello.V  et.  Locar  Compiuta.,  nofiridiceefferfidileguato.  Lat.euanefcere.  P e T.Cheper 

mente  ogni  uirtute.  éjdegnoilgiullo  fi  dilegua  Etpwfi  ffargeperleguancit 

Compire.Lat.complereJinire.TtT.Eteompiimie  gioma  ilfangue.Uo  c.lcamapprefiodilei  fempre  lacerando- 
tc  innanzi  fera  j.  fini.  La  mia  fonala  breue  igta  compita . la,  ir  in  picciolo  bora  fi  dileguarono , di  maniera  che  pm 

Bt  fe  mia  uoglia  in  ciò  fofie  compita.  Boc. Et  non  alcuna  Hafiagio  non  gb  poti  uedere . Ch’io  nu  dileguerò  ,&aua 

altra  lana  la  tela  douefie  compire.  "Perche  io  per  ben  dire  dronne  in  parte.  Et  pregandola  che  di  quelle  contrade  fi 

la  nouella  Compiuta.i.fino  al  fine,cioe  integra.  LapiuCom  dilegua jfeLfi  parlijfe  di  maniera  che  di  là  niente  fi  fapefm 

f mta  donna  di  tutte  quelle  uirtù.O  leggiadrie  Compiute,  /e.  A a i.  Con  gli  occhi  fiffi  al  del  lo  fegue,  quanto  Bafia  il 

idefi  piene  infiaiiU  fine.  In  Siena  due  gfà  per  età  Compiu-  ueder  ;mapoi  chefidilegua  SiAbelauiSlanonpuocor-  ' 

ti  huomini.ideft  fatti,  àoe  giunti  al  fine  della  perfettione.  rertamo,Che  piu  ne  Rabicana. 

D AN.Gianon  compii  di  tal  configlio  rendere.  Deb  fe  Dilaccare,  per  dileguare  usò  D a «.dicendo  Horuedicom'i  i6jj 
quel  di  fio  fi  ampia . nùdilatco.T.Tn  credi  che  perteiomi  dilacca  ,"iqgcbe 

Romire.  Lat.perfitere^omplere,finire.  per  compire  a finire,  mai  t'habbiaéboncor  amata  i 

V ET.  Fu  duro  cmf a haggio  a fomtre.  .A  forrwr  il  uiag-  Confumart.  Lat  delere,confumere,conterere,impedireAX- 
gio.mi  manca  a fornir  (opra  .Alquanto  de  le  fila  benedet  baurire,profundere,diffipareAonfitere.  P t T.Cbe  dolce- 

te.  Etformto'l  mio  tempo  a mezo  gli  anni . Fm  che  morte  mente  fi  confuma  ,e  flrugge . Ogni  cor  addolcifie , e’I  mi» 

il  fuo  a f alto  bebbefomao.  1,‘età  fua  in  fili  fiorir  era  fini-  confuma . In  triflo  bumor  uo  gb  occhi  confumando . Can- 

ta.B  oc. "Heancborapienamentefhaueapotuto  forni-  fumar  ubb  marmi,  & pietre  falde . Deb  peribe  innanzi 
re.Fonàdidar(altre,cheadarehauea.  Fnacacciajd-  tempo  ti  confumei.Acciocbe'1  rimembrar  pumi  confu-  ’ 

qnalefomita,fu  finitala  fefia.PoicbeformtofufOfficio,  me.  Comem'ha  concio  tlfocodi  quejia  piàra.i.confuma. 
b AN.CbelecappefornfcepocopannoAÌrquaHdoibao-  to.  Boc.  Di  uederlo  confumare  fi  di^fe.  Etoltreaccio 
ta  prouedere.  uedi  «418.  confumarfi  neK albergo  con  fuoi caualb.  Confumata  effin»  ' 

fornire.  Lat.ornareA>rapararemiunire.ptrguamire,oma-  do  la  mnù  del  beueraggio.  Et  confumari  nell’amore  i’una 
re.B  o c.Ilpalagiodi  tutte  le  cofi  opportune  fece  forni-  doruu.  Confumerò  drimanente  di  quella  mattina  m cer- 

te. Fna  beìlanaue  ,& fornirù  di  do  che  bifognaua.  cargbi.pafferòmuano  .Qiiafimialanotie  infarfibef- 
yna  bella gnuane, laquale egbdinMi  ueHtmenti fe£rlfcoUreconfiimarono.D  a «.Perche penfando um» 
di  altre  gioie  teneua  Formta . Fece  fare  un  letto  di  Ma*  fumai  la’mpreft . 

terqjfi , & é drappi  doro  Fornito.  & quando fta  per  prò  Confumamento^or.  confumptio.  B o c."Poi  ueggio  che, 
uedere.  uedi  a qit,  quello  fuo  Confumamento  piu  tojlo,  che  ammendameni» 

ifjl  Ri/òrnireJat.  iteri  munireaial  di  nono  fornire.  Bo  c.Siui,  deHacattbiitàdelmaritopotrebbeefiere.llcbequanto,et 
uila  loro  nane  di  temone,  & dalbero  rifornirono.  P h . quale  Confumamento  fita  delle  catuudle . 

Ouamire,(!rGutrmre,ft  legge  ne  teflianticbLtat.exoma-  Coafumato  .Lat.  Boc.  Confum  a il  matrimonio,  lat. 
rt,inflruere  ,apparare,armare, munire  .per  fornire,&  coniugio  ahfolutoperfeSo,  & ompleto  . Coufumaia 

frouedert,  B oc.  Il  legno  dogm  cofi  opportuna  armò,  lauiriù  del  beuen^u».  latti  t nonamh'w  fi  Cor^ 

^gfundottimtuente,  /itBuVn  bei  tallio, tmohu  taaf0,the,  ■ ^.  . . 


H. 

c 


ALITA  tu 

toprart  *ligurioljUm».fer  crnifunuire  .Lat.umfumert.  tUe  Scaliti  ii  ciaf  ama  cementuali.  la  Qualità  ,&  la 

B o c./i  come  fiuta  fi  éffofe  égUtarfi  alia  Brida  ^ uo  quantuà  ielle  noftre  mijirie , Qjulttà  del  lenip  ,&ie( 

lenlogoran  deWiitruu  pafcerfi , Et  quante fupe  Logori  camino . Diuerfe  Qjtalttì, Secondo  laQuiltti  del  morto 

a filare  una  dodiana  di  lino  .La.  ne  hauremmo  da  poter  .i.  lonJtttone , 

p.-.gir  (acqua  che  noilcigonamo.\  r i.Jluedermilograr  Colorct  Colon, q>r  Colorire, Medi  folto  Mercurio  al  Df  uh 
de  I miglior  armi  .logoro  uedt  a loo  i.  Urea  8l). 


Locorijiu/  conjumati.  Lat.  confumpti,  ieleti . B o c.  nel- 
(A  UL  Demi  mal  compojit^  ljogori,C‘giaIli-Da  Logori 
ueflimeniilafitatoignudo. 

Fondere.Lat.fundere.uaHiquefare,& disfare. H a n.  Bi- 
fcccx^i^.Ù'  fonde  la  fui  f acuitale.  Dio  b fi  sà^ual  poi  mia 
Ulta  f ufi.  ifat.  profunii,  che  fi  direbbe,  con  quama  fatica, 
tr  maceratbne'fi  me  condufji  pm  b munita  prof  Irata , 
profiitta,&  infima  da  quella  di  prima.  O"  nonfufiprofof  li 
fiiCbe  fi  ferme  per  o,&  peri  duplicato. 

Trinare.  Lat.  ual  leuar  é libertà, fogliare . & priuus  Lat. 
noi  unui,folHS,fingularis.  P e t.Cbc  àlluce  prmar  mia  ni 
ta  filerà . Onde  di  jpiruTrma , fiala  mia  carne . L'alma 
d^ogm  fno  benfiogUata,& priua.  .Acqueta  cofe  dognidU 
"ipr  Triue.Fortuna  il  priua  dì  ogni  fno  confòrt  o.Ma  la  uU 
Ba  Trinata  del  fno  abbietto,  di  che  noi  morte  ha  prim.  f*r 
fedi  noi  jin  prua . Chepriuo  m’ha  di  fi  doUe  jperanza  • 

B o c.  Delibero  di  priuire  di  quella  felicità  d Trence.  Lei 
frma  i honore.ma  bar  ne  fon  dolerne  me  pnuata  Cofitiel 
lepubliceopportumti  comenebifogni  Trinarti. 

Cado . Lat.  dr  priuatus , deletus,  & JifimnClus . ualpriuo . 

F s T.  .Amor  de  b fui  bceignudo,&  Cajio.  Demotrito, 
Terfuouolerdilume,&£oroCaf!o. 


0 D 0 & t. 


LIBRO  OTTAVO- 

Q^y  jl  L IT  jt\ 


HoTefidoratofidorifero,  Odorofo,  Odora- 
re,Obre,ObgpàBofcaUySapone  mofiatoedr 
garofianato^cqua  Tignfa . 

Odore.Lat  lÀor.V  ET.unuerdecollecon  iSjfi 
fi  fottui  Odor, Con  fi  dolci  acque.L’un  urne  ec- 
co d Odor  b fui  gran  fiivne.  die  s’ alcun  urne  SolitOdore, 
Lbdornar  fi,cb’al  ciel  riandò  l'Odore . Cauri je  t Odore, 
e'I  refrigerio,^  (ombra.  Quelched'Odoreret  é cobrum 
tea  L’odorifero,&  beido  oriente  .Boc.  Tur  nondimeno 
incontanente  conobbe  ( Odore  materno . Et  tutte  allhora 
fiorue, fi  grande  Odore  per  bgurdin  rendeuano,  che  me- 
feobto  mfieme  con  quello  di  molte  altre  cofe , che  per  lo 
giardin  oliuano,parea  bro  efiere  tra  tutte  b fietierie,  ch( 
mai  nacquero  ut  Oriente,  grande  Odore  di  refi . Voi  ne  U 
camera  entratifcne  quiui  maramgUofo  Odore  di  legno  a- 
be,&  di  uccelletti  ciprianifi  fenri, Odore  puceuole,et  tir 
fortatiuo.Stimando  efiere  co  fa  Ottima  il  Ciebbro  con  tali  ^ 

Odori  coifiòrtare.  Mephiti  Dea  di  grandifiimo  Odore . 

Odorare  annidando,  uedt  aUffii, 

Odozito.Lat.i  (uno  de  cinque  fenthaenti  del  corpo,  Boc, 
.AranciAS"  Cedri  jbquidi  hau/endoueccbi  frutti  Air  nuoui, 
fiori  ancboraAumfabmentepmeuok  ombra  a gli  oc- 
chi; ma  anebora  aK  Odoraufaceuan  piacere. 

Odorifero-LatAfi"  obduì,&  odorusAjum.V  e t.  L'Odorife 
ro,  & bado  oriente  .hoc.  Il  bafiUtò  diuenne  bello , & 
Odorifero  molto.Sotu  OàoriferaAt  piaceuole  ombra.  Odo 
ri  fera  acqua  rofa.QueUe  camere  non  fono  meno  Odonfea 


V A L 1 T A',bqualelicodo.Ari- 
Botole  una  forma  acadentab  ,&  . . _ . 

per  bquab  a dimandiamo  QjU-  re  che  (uno.  Odorifere  acque.  Herbe. 

li,fidmidem  quattro  bette Jo  pii  Odorofo.  Lat. odorus  ualpienoJiodore.hoc.Etogmct 
ma  i (babttoAlr  b éjpofitionefòt  fa  di  Herbuccie  Odorofe , & é fiori feminata . Odorofi  ia- 
to del  qual  fi  conuengono  tutte  le  ctnfipofifòpra(altare.L  i.  \ 

feientie ,& b Qualità  ffintuali.  Olire.Lat.okre.ho  c Laqual camera à rofejbfiordìarana 
La  feconda  i bpotemtafiuero  (tm  rift  filtri  odori  tutta  oliua.Cpn  molte  altre  cofe.  che  per 

potenza  natutab.pcr  laquale  fiOm  bgurdin  oliuano.et  nelb  ytfiione,Cheéàuerfioderifoa 

ma  potenti  di  operare , o non  operare.  La  terza  i b paf-  ite  oliua.  D ah.  Su  per  b fuolAhe  dogni  parte  oliua. 

fumé joueropafitbilequaluà Air idmùdataT^nefer-  Olezare.ualdareodore.  Lat.fragrare ,odorem  emiitere. 
che  i confata  <( altra  Qualità , comeb  rofiezja  confata  V l R-  Redolente  thjmo  fragrantia  niella.  D a n,  drofc 
dalla  nergogna,&b  pallidezza  confata  dal  timore  ,&  z*T‘‘*^aimpregnatada(herbajù-dafiorL  , 

àmàdafipafiàde  QualUà,percioche  b mone  i fenfiàqnam  Sidolere.Lat.redolere,perobrt.  D a h.^  ridale  Odor  di  Io- 
li ritenendo  tali  Qiialiùpatifcono . La  quarta  i una  for-  de  al  fior,the  fèmpre  uema . 

wuAf  fig/tra,  fi  chiama  forma  ferchedà(efiereacciden-  Linfa,  i acqua  odorifera.  Lat.  aqua  odorifera, & odora, 
taleAt  éce  fi  figura  perche  eUa  termina  b cofe  corporali . Ai  i.  che  macinar  molim  Totrknfar  (acque  LanfoAbt 

^quefioidterzppredicamemodi.Arifioteb,&i(ot-  fonquiui, 

tono  capo  delb  mfira  Fabrica,fotto  delqnabfi  contengo.  Nanfa , è acqua  fatta  di  fiori  1 aranci . Lat.  aqua  odorife- 
no  uarb  QuqUtà  comeA:obri,Odorifiapon,Comparalio-  ra.hoc,  é acqua  di  fior  di  gflfomtm  ,& qualdi 

ne,Soimgliaitz^JSimibjRi^tto^onforme,Egiùb,Tab,  acquatianfa. 

Coub,Quab,Come,SecondoXofi  Si,Aparo  ,Aparofi>i-  Mofeato  è compoflo  da  mnfthio.  Lat.  mofehatusA  mofcho, 
faroA^imzZd>&  f-  che  iuocabob  arabi  fio, hoc.Elbmcdcfima  con  fapoL 

tìjiateaw  it.qnalitat.P  et. Et  prendi  Qua-  ne  Mofeato,  & garofanato  marauiglbfameiue,& bene 

Itti  dal  "•••ilmne.Cl  loncangiafffQuabtateatempo.  tutto  tanè  Sabbetto. 

amanti Suotr da fo  .Quabtatibnmaiie:fioc.7is>»*  SipoaemfiateJMfapomufcbaiiuMdidifopra.à-mat- 


ifi7 


Sapore  Q^V  A 

futa  pila  è la  palla  di  fapone  conciato . MartiaU,  Recipe 
Mattucat^uo  libi  cabla  pilai . &allrouepoilpi>r  nomi- 
nando d Sapone  àie,  Spnmam  CanHicam,  & Batauam. 
Amomo.iiff.V  I K.McUalluaiitilli,fcrat,criibutajper 
^momuM.  D a n.Ma  fold'lncenjò  Lagrime,ct  d" ^mo- 
na. & Rinomo ancho  i arbore . 

Mirra.  Lat,  myrrha.  aedi  di  [opra  ad  ^momo,  ér  4 1 1 <$4. 
inpenfb . Lat.  thus,  & bbaimm  è la  gomma , & [arbore . 
B 0 c.  £t  tre  granella  dincenfo . D a .n.  Ma  jòl  d'incenm 
fo^grme,(f  iremmo,  uedia  iiyg, 

S 0 R E. 


Apore,  Dolce, ^maroy^grOjLa^,  Ace- 
to(o,Mcerbo, Garbo, Saljb,  Some,  Dolce^^, 
Soamtà , Liifiiore,  .4ndjrofia,  "nettare, Me- 
le,Sale.  addoUire/iijàcerbare,  mfalare . 
Sapore,  & Sonore . Lat.  fapor . & melixp- 


L I T A Sapore 

ta,t'ergine.Do\ci  -4ccogliem;e,.ytcijue,-itnrt,  ^AccftL, 
^ffew,Mwtt,Atn,Càpi,Cam,Ccppi,CoUt,Caieue,Cian 
cie,Dnre^d^akille,Faci,Gli  occhi,Hami,  Intelletti,  Ire, 
Lumi, Membn,Tipé, 'nemici, 'nsmi,Ocibi,Tact,  "Pafli , 
Tiagbe,Rime,Rai,Sdigni,S(gm , Sgnardi . Si  Dolce  è del 
mio  amaro  la  radice. He  mai  piu  DoUe,&piauermefi 
moli  ri . Si  Dolce  in  utjla  , ^fifoone  in  noce.  Fu  forfè  un 
tempo  Dolce  cofà  amore,  'tipn  può  far  morte  U Dolce  nifi 
amaro:  Ma’l  Dolce  ufo  Dolce  può  far  morte . Cbfalguflo 
i Dolce,e  a la  falute  è rea . Cb' un  poco  Dolce  modo  amar» 
appaga,&  col fòaue  (guardo  S'accordan  le  Doicij^ime  pa- 
role. Boc.  uedi  all’Indice . 

T)o\cc,aebier.  Lat.  dulce,&  dulciter.  ual  dolcemente.  P e Ti 
"He  pero  fmorjo  i Dola  inefeati  h.nui . Cbi  non  tà , come 
Dolce  ella  fobica . Et  come  Dolce  parla, & Dolce  ride,  ibi 
fi  Dolce  apra  mie  cor  .Si  Dolce  allbor,  ibe  unto  mt  ren- 
dei . Era  fua  uijla  fi  Dolce  fuperba . Ficn  da  begb  oc- 
chiai fin  Dolce  tremanti  . Dolce  amar  boneSìe co  ine , 
& belle. 


mumjil  brodetto,o  fapor  fatto  con  mele.B  o c.  Et  del  por 

rou!  mangiate  le ^ndi,leiiuali  non  fedamente  no  fonoda  Doìcefofi.Lat.dulcedo4ulcitas,dulcor.PsT.Ets'Fboal. 
nulla , ma  fino  di  mabiagio  Sapore  .Dan.-4  molti  fia  cun  Dolce  dopo  tanti  aman.D'ogni  altro  Dolce,  & Labe  ^ 


Sauor  deferte  agrume . 

Saporito.  l4r./4piiÌMr.  Boc,  Saporito  bere.  Di  gran  lun- 
ga è da  eleggere  piu  tofio  il  poco,t!rSaporito,che  il  molto, 
XS-  infipido.  Saporiti  Bafci. 

l6gS  Saporoso,  ual  pieno  di  fapore . Lat.  fapidus  .R  oct.Et  di 
ebe  IO  mi  mungo  del  mio  gregge  è Saporofi.  A M.Lenuoa 
ue  herbettegU  miniflrauano  Saporofi  abi.  F i .Comincia- 


al  fondo  bibo.  ctuna  fame  Mone’ l Dolce, et  tamaro  find  io 
mipafco.Toitrouaiùlol  di  Dolce, & d’amar  pieno.Cbe  tam 
mar  mi  fé  Dolte,e'lpiàgergiocoMdiquelfalfo  Dolce  fug 
gitiuo.'Élel iiollro  Doli  e quali  be  amaro  metta. De  [bone, 
fia  pr.gion,del  Dolce  amaro . Et  tempra  il  Dolce  amaro , 
ebe  m'ba  ofefo . Cofed’ogm  Dolgar priue  .Dan.  Lctifm 
che  trafccnde  ogni  Dobtprc . 


na  a bere  Saporof amente  qiiefto  fuo  umo  .Dnn.FeSa,  Dolcezza . Lat.  duteedo , dulcitas  , dulciiudo . & dnlcor . 


uorofe  con  fame  le  ghiande . 

Jnfaporate  i pigliar  fapore.Lat. gufare, & deguJlareJÌAKi 
Ld  doue fuo  lauoro  s'infapora . 
liquore.  Lat.  Ari.  Che  di  àuerfo  effetto  homo  Liquore. 
Quel  liquor  difecrclo  uencn  mijlo.  L’almo  Liquor  cb'a 
meditorifuoi  Fece  Icaro  gutìar  con  fuo  gran  danno,  (in- 
tendendo del  nino  ) uedi  a 1 644. 

Olio,  non  Ogho.Lat.oleum^gtaucinum.itolio  giallo  uer 
gme,ouero  nucuo , & da  feixprcfio . carynum  itoliodi 


P E I.  clr  B o 5.  Honefla  , Somma,Souenbia , Doppja , 
Falft  i Fera , Strania . Singoiar  Dolcegga  del Jàng/ie  Eo-  ' 
lagne fc.  Cantar  con  tanta  Dolcet^.Mi  punge  contai 
Dolccgga . Enne  ignudo  di Dolccgpt . Qicanta  in  lei  Dol- 
ccggapioue.  Empie  il  cielé Dolcegga.il  parlar  di  Dol- 
cegga.  Giunta  al  fin  é'Dolcegga.Dolcem  Empit,Uuut 
re.  Sante,  Tante,  ^ Tali.  Tutte  tabre  Dolcem  del  mon 
do  fono  unabeffaanffetta  di  quella  quando  la)cnàna  upt 
conCbuomo. 


noce  ,neopum  è Polio  di  mandole.  Irydrelcum  itolio  mi-  Dolzore.  Lat.  dulcor.  P et.  Cofe  d’egei  Dolgpr  priue. 
ilo  con  acqiif.pifielconi  [alto  fatto  à pece . rhodmum  Dan.  Letitta , che  trafeeade  ogni  Dolzore  . non  è 
nel  ro factum  oleum  li  olio  fatto  dirofe  .omphacinuml  Tbofeano. 

foU»  fatto  Soliutacerbe.  Dolcemente. Lat.dulciter,&dulce.Pst.^lRofgnuol 


l6fp  Dolce.Lat.duliisanafc  vf<emìninoproprie,&  meta.Vir. 
Dolce  .Affanno,Amaro,.An>ko,Utlo,.Albergo,.AeTe , 
.Alloro,Brae,Bianio,&  7ìrro,Concetto,Conforto,Colpo, 
Coflumefi),Defio,Detto,Dormire,Dir,Errore,Falfo,Fo- 
co,Cbiaciio,Gielo,Giogo,Ciorno,Honore,Humorea.Lan- 
^rt,Lauio, Lume  Jjoco,LcgHo,Lameniare,Male,  Mon- 


che Dolcemente  canta.  Che  Dolcemente  mi  confxma,&' 

ftrugge.  Come  amor  Dolcemente  gbgoucma.Quand:  10 
u'odo  parlar  fi  DoUemente.Dolce  parlar , (^Dolcemente 
intifo.  De  tu  fua  uifla  Dolcemente  acerba.  ff.rtofebte;cbe 
fi  Dolcemente  yolgi  quegli  occhi.  B o c.Dolcemen:e,& 
DolcifSimamcnte.  uedi  [Indice . 


re, Mormorare, 'ììigotto;tljdo,Or«,Tarlare,Tegno,Ten  Dolcia to,W  dolce.  B a c.  Maeflro  mio  Doliiato . ta  ruo- 
fìero,Tefb,'Piano,Tianto,'Poggio,  Tiacer,  'Poco,  'Pregio , glie  miacafciata,melata,Doliiata . 

Ragionar,Ri(ctto,RidutioJiiJo,R4ggio,  Ritegno.  Saluto , .Addolcire,  ual  far  dolte.Lai.dulco,&  edulco  Pm.E‘1  mele 


1^1 


fOgno^guardo,sikntio,Soccorfo,Soggtomo,Sole,Signo- 
re,Sonno,Spiiio,Stiie,Suono,Succo^fauillare,SeTcno,Sé 
tir.Tempo.f'icinoJ'ifo.yiuereJFfo,  yeneno , (jr fonmin. 
,Acqua,.Alba,.Aria,.Aura,.Aere,  Beatrice,  Cala»iita,CS 
pagnia,C»fa,Cbia»e,Doima,Falda,Famigba,Fanella,Fià 
ma.Forza,Figura,Cuerrrra,IIoncftade,Inuidia,Idioma, 
Ira, lima,  Libcrtate,  lingua.  Laura,  Memoria,  Morte, 


umaroc&  addolcir  [af]entio.Quei  può  fóto  addolcir  la  gl» 
na  mia.  Et  dolendo  addolàfce  tl  mio  ddare.Ch'og'ii  cor  ad 
dolcifceee'l  mio  confùma  I miei  fófpiri,cb'addoltafiou[jum 
ra . yoce  ebe  m'addolciua , &borm'accora  .Boc.  Ter 
non  addolcire  il  tuo  éfordinato  appetito  .La.Dak, 
Quinci  addolcif  ce  la  uiua  gmjlitia  I noi  l'affetto.  Se’l  citi 
gfi  addolcia  fi  t inferno  gbattofcaj  idoUijce. 


'Hemica,Ombra,Taura,Tena.Tiaggia,’Piiiggia,  Rapina,  Raddolcire.  Lat.dulcarej.dulcèfacer,  & duUefiere.àJuk» 
falmu,Scbiera,Sm'^,Sme,Strte,SperaaTfi,yiJla,yi-  feri.'&oc.CbetàaiklnitiaJrgi  'a fi radaolcifce . . 

,4mari. 


Sapore 

^ M ^ KU 


ALITA 


Amin,^mmtudme^loe^fie«tiOtFeU,T<)f(o,  f'ekno , 
^fftOy^gro^gnunc^cctoior/lUTboJbtz^.  éfaur 
bnre,uiactTbjre . 

itf^a  Amaritudinc.ii(f.  amaritkdo,&  «marar.frof.&mtti. 
Mal  dolorc.tordogliofalJione, &prmo  é doUc-gjaSoc. 
CLparue tempo  é douerla  trarre  i ^mantudute . fu 
tanta , & fi  lunga  l'amaritudine  .Etera  tutta  piena  di 
lagrime,  & ilStmarituduie , L',/imaritudine  dell' .Aloe 
fentendo. 

Amaro . Lat.  ualpriuodi  dolce:^a  prop.  & meta.  Par. 
,Aataro  Dtletto,OoUe, Mele, Lamentare , ,Amore,  Fifa , 
yiuer,.A  nutrì, .Anm,Efibf, .Amara  Morte,  Fita,Fijla , 
Co(a,sAmare  Dokes^^Pene,  More , Dolce  fentier,  che  fi 
.Amaro  riefei . del  dolce  .Amaro  colpo  .Mt  fula  uttapoco 
men  che  .Amara.  Et  s'i’bo  alcun  dolce  dopo  tanti  .Amari. 
B o c.  .Amaro  Tianto, .Amara  Fita,.Amare  Lagrime , 
Tene,.AmariJfimi  Tenfieri,  .Amaramente.  Dan.  Colui 
da  la  ueduta  Ztmara,ÌAmara  Morte,.AmariVaffl,Ama 
ro  Morf),Cibo,.Aer,  Sojpiro.  Ctù  per  lo  mondo  finga  fine 
.Amaro.  Come  ufar  può  di  dolce  femeuimaro. 

Amaro  fofl.  Lat.  amaror.  Pax.  Vjtmar  m'è  dolte.  Si  dol 
tei  del  mio  .Amaro  la  radice.  Et  al  principio  del  tua  .A- 
maro  molto.  Cb'uitpoco  dolce  molto  Umaro  appaga.  Fol 
fe  in  .Amaro  fue  fante  dolceg^e . Foi  ueder  in  un  cor  di- 
letto,&  tedio  Dcdce,ef  .Amaro , tiel  uoftro  Dolce  qual- 
ebe  .Amaro  metta. 

i6qj  AUreJM.dr  Gr.i fucco d berba amarifiimo,  t^rancboèle- 
pu odorifero. Vir.O poco  mel,  molto  jdloe  confele. 
B o c.  Jtloe  patuo . L'amaritudiae  delT.Aloe . Odóre  di 
Ugno  .Aloe. 

Aflentio  berba  amarifiima . uedi  atijo. 

Fele.  Lat.  felfellii.  Par.  lìuefloful  fel,  quefiigli  f degni, 
fr  l ire . molto  .Aloe  con  Fele  .Dan.  Tratterà  quella , 
che  piu  ha  dt  Fede,  coniali  dupUcata  l'uiò , come  il  Lat. 
per  far  la  rima;&  imperò  difie  aUroueJ'eggio  rinouellar 
l'aceto  e'I  Fele , Et  tra  uiui  ladron  efierancifo . 

TofeOj^r  Feleno,  uedi  aiiq-j. 

Appio  berba amarifiima,uediairberha'a  1 169. 

AgT^.Lat.acer,&  acidus,a,dumjial  acerbo,a^ro,molefio, 
dr  alle  Molte  per  cndeU.  Par  Da  Coltra  parte  unpifier 
r doUe,&  .Agro.  Dal  colpo^  cui  [attende  .AgroA^funem 
fio.  Che  condia  di  doUegga  ogni  .Agro  fliU . .Agre  Ranu 
pogne . che  par  dolce  a cattiui,  dr  a buoni  .Aera.  hoc. 
Ogni  altra  cofa  .Acetofa.et  .Acra.Mgre  Riprenfiom.L  a. 
}^ienze..Agrifiimopugaatore..Agramente.  t)  ah.  Et 
con  tempefla  impetuofa,&  .Agra.'Hsn  fora  éfie,  quejìo 
ate  fiJfgro.Cbepurpertagbo  m'erap.irut'.Acro.'iqpn 
ruggii  ft,ne  fi  mojlró  fi  .Aera  Tarpeaj.moleJia,ajpra. 

Agrume.  Lat.  acredo,  ual  acerbità.  Dan.  ut  móki  fa  fa, 
■uor  di  forte  .Agrume . 

LxtzoJAtjtcer^  fapore  a^ro,dT  reflrittiuo  come  quello  di 
Sorbe.  D A N.  Et  i ragion  ; che  tra  li  Lagv  Sorbi,  Si  difi 
conuien  fruttar  il  dolce  fico . 

AcetoCo.LatjOcetofus .utlagro.  B o c.  Et  ogni  altra  cofa 
utcetofa,&  uigra. 

itf+4  Acerbo.  Lat.  & tmmit.  ^ immaturusjialajpro  ,feuero, 
durojmmaturo,&  alt  figmficatkmi  diuerlé.PiT..Acer 
bo.Ai>Wtte~fi^>etto,'  nttD»ltre,Fruttofiiomo  ,Suco 


Sapore  aia 

iberba,.Acerhi,uttti,  FrondiSteethi,  uicerbaHerba  i 
Etatedilorte,Vsmtca,Tenadtagione,Fita,  Fifta . Ella 
(cidi  Laura . ) uteerbe  T'iaghe,Vene,Radici.Confamopl 
beltade  .Acerbo  aruhormt  trofie  a la  fua  fibieraj.tmnuu 
turo.  Et  mie frer auge  .Acerbamente  ha  ffente . B o c. 
.Acerbo  Odio, .Acerba  Guerra,  Molti  perirono  .Acerbi  J. 
non  maturi,tioi  troppo  giouam,.Acerbamente. Inacerbiti 
SpirituD  A N.Ter  indi.oue  quel  fumo  ipiu  .Acerbo.i.piu 
grande  AL' folto  Femr  chiamando,  oui  [.Acerbo  i.il  cru 
deU.  Lamio  temprando  dolce  con  [ .Acerbo  ,.Acerbe  Mé- 
bra,Cofe,AlcrTba  herba,Vietate.Et  per  trouar  a conuero 
fion  uteerba  T roppo  la  gente . 

Difacerbare.  ual  addolcire, dr  maturareXat.  milefiere^ua- 
turefierefiuUefcere.  Par.  Tercbe  cantando  il  duol  fi  di- 
facerba . Con  diletto  [affdmio  difàcerba  a.  fi  fa  Uggiero . 
AKi.Tarcbe fruente éfaterbt, & ifogbi  De [ amoro fr 
p^iion  il  core. 

Inacerbire  ,per  indurarcdrritarefare  acerbo.S  an.  Et  quafi 
uno  inacerbire  di  dolore  alla  mal  faldata  piaga , 

lÀcoKXat.bquor.icibofoaue.  Pax.  Cercate^nque  fonte 
piu  tranquillo  Che'l  mio  d'ogni  Licor  frfteue  inopia.  T.  Lim 
cor  foaue  a la  mia  dolce  fitte,  uedi  a i6}9. 

AmbroCisc.&T^ttarcibidiutniateéa  i6oi. 

Soauiti.  Soaue.  uedi  a Fenerea  ópj. 

Mcle.Lat.melidrmulfaAila  acqua  melata.  P a x.  E'I  Mei 
amaro,  dr  addolcir  l’afientìo  .Opoco  Mei  molto  a !oe  con 
feU.  B o c.  Fofie  legato  al  fide  unto  di  Mele  La  foauità 
delle paroU  Melbflue.  La  mogbe  mia  addolciata  Melata . 

1 preghi  Melati  .D  an.Sì  tome  ftudio  in  ape  Di  far  lor 
MeU.  uedi  ad  .Api, 

Solfa.  Lat.  [alfamentum,dr  falfurafr  fapore  fatto  co  herbe.  i6qj 
B O c.  Che  premendoti  tutto  non  ufeirebbe  tanto  fugo, 
che  baftafie  ad  una  falfa  . .A  uoidi  cui  tuttofrremenaoui 
non  fi  farebbe  un  fcodellin  di  Solfa. 

Sale,Salato,SalfoJnfalare.uediéfopraa  1601. 

Helatione  pojìa  d'.Arislotele  nel  quarto  predicamento  i 
quel  Ri^etto,ouero  quella  CÓparatione  qìial  i Ira  una,& 
un'altra  cofa.  Rifrettopercioebe alcuna  unita  due  cofe  fi 
nominano,hauuto  rifretto . & relalione  necefiaria  tra  ló- 
roferche  mancando  [una  di  quelle  fialtra  non  fi  potrebbe 
cofi  chiamare, fi  comelhuomo  che  fi  chiama  padre, & pa 
drone per  ri  fretto  del  figliuolo  Ar  del feruo,ct  pel  contra- 
rio  il  figliuolo  At  il  feruo  cofi  fi  addimàdanoper  lo  nfretto, 
dr  relatione  del  padre, et  del padroneiMa  e folo  difrerfga 
in  quefloAhe  d padre, dr  il  padrone  fi  chiamano  cofi  rifret 
to  del  figliuoloidr  del  feruo  per  fuperiorttàAfitndo  in  frode 
Jlà  loro, ma  il  figliuolo,& il  feruo  cofi  fono  nominati  a ri- 
fretto  del  padre  At  del  padrone  per frggcttione,efìendo  fot 
topojlt  a quelli,  CÒparatione  fi  può  addtmàdare  equipera- 
ttone,quido  che  per  una  medefima  qualità,  0 per  un  mede 
fimo  nome  una  cofa  i coparata  all'altra,come  farebbe  co- 
lui,ch’i  filmile  ad  uno  filmile  ameba  come  fomigliàga,  dr 
colui  cb'i  amico  dell’amico  mio, mi  é amico.  Sotto  queflo 
predicamito  adunque  in  quàto  che  è rifretto  fipofiono  ac 
comodare  il  Fitto, dr  la  Firtù.IgnorangaAT  Scienga,  dr 
fintili  che  hanno  ri  fretto  tra  [ uno,dr  [altro. Et  in  quanto 
cb'i  Comparattone  ut  fi  può  accommodare  Simile,  Egiia- 
le,Taragone , dr  tab  ufati  da  noftri  poeti  con  le  loro  aut- 
toritati.  Come per  li  capi  deWumAr  dell'altra  qualità  or 
dinatamente figuita.  , 


Q_V  ALITA'  CompaMtiòné 

yi^uila  fuole.  neiU  a bilda . Quii  to  (Ugno  a [argento , il 
rame  a l'oro,ll  campcSlre  Tapaucrea  la  rvft,  Taliido (al 
le  al  jlmpre  uerdt  alloro.  Dipinto  uetro  a gemma  prtm  ' 
fa . ilMal  ì tolni  (he  prima  oda  U tumulto , £ de  le  [atre 
Squille  d batter  jjicJio.Cbe  mggail  fuoco^  nefiun  altrooc 
culto,Cb'afe,chepmglitO(ca,iglièptuprelSo.Tal'èdRe 
Carlo.iidtndo  d nuouo  infulio  £ (onoficndopoi  co  l'occhio 
ijicijo.  Come  Ugno  fi  dri^  i poi  che  l'orba  Lenta  d aoc- 
ihier,cbe(rejierfented  Coro  Cofiprejlo  rri^opi  Rodo- 
monte Dai  colpi , che  giitardourian  un  monte.  Cornei* 
Tigrepoi,cbin  uan  dijeende . ucdiaTigre  Come  purpureo 
jior  languendo  more.  L he‘1  Vomere  alpajiar  tagluto  lafm 
ja;0  come  carcoéfupercbio  bumore  II papauirne l’bor 
tod  capo  abbafia.  Cofigm  de  la  faccia  cgiii  colore  Caden- 
do,Dardincl  di  una  pajSa.  Qual  jògtion  [acque perbuma- 
uo ingegno. uedia  loH}.  Come  ne Cdl omarL gno  talhom 
ra,Cbeda  duo  ucmi  fa  perceflo , e uinto  ; C Ima  uno  m- 
namQihamandaioi^bora  yn' altro  al  prono  termine 
rifiiiuo,E  Chan  girato  da  poppa,  e da  prora;  Dal  piu  pof- 
fcutealjin  re  fa  fjpmto:  Cofi  Tbilandro  tra  molte  conte  fé 
De  duo  penfieri , d manco  rio  l'apprefe . Qual  uemr  fuU 
nelftljo bto  l'onda  .uedt  ad  Onda  Come  dl'illan;fefuor 
per  [alle  ffoiide  T rapela  d fumé , e cerca  nuoua  fi  rada  ; 
f rettole  fu  a iiictar,ihc  non  affbnde  1 uerdt  pafibi,  elijpe 
rata  biada;  Chiude  una  uiaje  un  altra  fi  confonde , Che  fi 
ripara  quinci , che  non  cada  ; Qiundi  uedi  lafciar  Cargmi 
molli;  E fuor  [acqua  jpUciar  con  piu  rampolli . Come  par 
tendo  afflino  Tauro  fuole  .ut  di  a Toro  Qud  al  cadi  rdele 
cortine  fuole  Tarer  fia  mille  lampade  la  Scena  ; D'archi , 
e di  più  d'una  fuperba  mole  D'oro,e  di  fatue,  e dt  pitture 
piena;  0 come  fuol  fior  de  la  nube  il  file  S coprir  Ui  faccia 
limpida  e firena;  Cofi  [elmo  leuandofid.il  uifóMollròlt 
donna  aprifie  U paradifo . Qual  firpente  ; che  ne  ihafia , 
eh' a la  fabbia  La  tenga  fifa , indarno  i denti  metta  0 qual 
maflin.uediaCioitolo.  Come  d gran  fiume;  che  di  l'eful- 
«0  cfie;  Quanto  pò  piu, e uerfo  il  mardifccnde , E che  con 
lui  Lamhraee  Tefin  fi  mefce,E  .Ada^ gù  altri  ; onde  tnbm 
to  prende;Tanto  piu  altiero^  impetuojo  crefee.  Cofi  Ruga 
gier.  Si  come  Lupo,  che  di  preda  uada  Carco  a la  tana,  ue- 
di a Lupo  Come  d Mafim  fitto  il  feroce  .Alano  ■ uedt  ad 
Alano  Le  comparationi  delPir.delBoc&diDAS. 
fino  a gli  fuoi  luoghi  piuproprif. 

■ta.uediaCanea  iio^.Come la  l'olpe  Che'lflgbo grida-  Rupetto,&  A Rifpetto.ualcomparaiionc.  Lat. compara,  i6qj 
re  'Hel  nido  oda  de  [Àquila  di  giufi,S'aggira  imornt,  & Itone, rcfpe{ìii,collatione,congreffu  rationcedala  pomate. 

nontiiheftfare,Toiche[abnonbadagirlàfiifo.C*me  P tJ.Ml  fu  la  uiia  poco  men  ; che  amara  A Rilpetiodi 
(eppotJlhor,ibelemcdotleRareeeuotebabbu,epofieal  quellamanfucta.  Et  dolce  morte.  B O c.Trefe  quelle  pn- 
fuoco  fia;  Toi  thè  per  gran  calar  qucU'ana  molle  Refi*  co  che  cofi  che  prendere  potemmo  ,poco  écoper  Rifpetto  alte 

futtta,ch’in  meiljp  [empia  ; Dentro  rifuonaAton  frepito  molte  Jcquahhaueiiatno . La  dottrina  di  qualunque  altra 

molleTanto  che  quel  furor  troui  la  uia;  Co  fi  mormora  e ètardaaRiffiettodellalua.Hau(ndoRifpcttoalla  qualiU 

Rride , e fi  cor  uccia  Quel  Mirto  offefa,e  al  fin  apre  la  bue  del  caualiered.  riguardo , Et  finga  troppo  Rifpetto  prende 

eia.  Come  fmciuUo,che  maturo  frutto  Ripone,  e poi  fi  fior  re  alla  rifiofla  dtfleJLindugiofi  dimora, 

da  oue  i npoSlo;  Et  dopo  molti  giorm  i ncondutto  ÌÀ,do-  A petto,  ual  a paragone  a comparatmne.  lat.  exaduerfi,  e 
UC  troua  a cafo  ilfuo  dtpoflo;  Si  marauigba  dt  uederlo  tut  regione,contra.  hoc.  Molti , iquaU  A petto  a noi  niente  ' 

to  TutridoA  guafloA  non  come  fu  pofio;  E doue  amarlo  je  fono,  altri  te  fi  hanno  a comparation  di  uoi.Lat.utbu  ad- 

carohauer  fila  L’odia, lpregf,a,[ba  fibiuo , e getta  uia;  lati.Faceua  itobilifiimetcle,^  didiuerfiimagini  fìgura- 

Cofi Ruggiero.  Et  qualfagace cannelmonte ufato  Auol  teApetto,allequali,omiferaAragneletuefarebbomt 
pi , 0 lèpri  darfiefSo  la  caccia  ; Che  fila  fira  andar  uede  panie  offu fiate . P h. 

daunlato,'Heuidaunaltro,eparfprcx^latraccia;Al  PitigOne, ual  la  prona, dr  efir  tk^.  Lat.  coticula,*,  .A, 
uarco  poi  lo  fintone  arriuato.Cbe  [hagid  in  boccaA  [apre  index.  & lapis  lydius,^  panni,  o c.  Come  il  Varago- 

fl  fianco, e Jiratcìa. Tal  [Eremita.  Come  d’alto  ualamlo  nt  t [on,(ofi Cadiierfità  dime  cbii  Jmta.  £i>. 

Ari, 


CpMTAnATIO  X.B, 

Ompirotionc, Rifpetto, a Rifpetto, Tara- 
gone,Taraggio,a  Tetto,Efperien:ta,Troua, 
VroucrbioAii>iileAlmigbat;a,Smiitiuidine, 
Simigbeui>le,Medrfimo,Conforme,Cóuemé 
re,Coueneuole,S  còuencuole,  Sconueneuolc^ 
ÌA, Taglia, tguale,Dilcguale,  QuaJe,Tale,  Cotale,  Cefi , 
Chi,Tar,Si,Sc(Atdo,Dijparo,a  Taro  a Taro,Difaguaglià 
‘Xa.Difintioue.  paragonare,prouareApprouare,  tentare, 
fimigbarcAfìoiuigliare,rifimigitjre,fimbiare,fimhrare  , 
ajlemprare,aficmbrare,ionueme,difionuenireecoufare  , 
agguagliare  Adeguare Agu<ffaTe,pangg:areA[puriggia 
re,diftmgucre.  ù'  per  li  aiuirbeii  txonirapofii,  f'iriu,  (T 
('ilio,Scu:ntia,&  Ignoraiitia,Bene,  & Male , Buono,  &• 
Cattino, Migbore,tlr  Teggfore,Verfetto,&  Imperfetto , 
ycro,&  falfo,CinoeÙ'  lnurto,Secrelo,&Talefi,Ocfut 
lo, (ir  Manifeflo,Chiaro,  & Ofeuro,  Fatile  , & lAfliale  , 
Toffibdc,0’  Impoflibile,Meglio,ey  Teggio,yule,&  Dà- 
nodello,  & Brutto,  Diritto,  & Torto,  Duro,  Tenero , 
Intcro,&  Rotto, Ameno,&  Alpefred>olce,&  Amaro, 
Stdbtk,&  Inliabile,Samtà,&-  Infernutà,Tace,ar  Cuer 
ra , Trinaph,  & Fine,  l'ita,  & Morte  filmili  congli 
fuoi  deriuati,compofU,de  quali  parleremo  con  le  auitorità 
de  iiofln  Toetieir  de  nerbi  come  mrgtiorare,peggiorarr  , 
certificare  Accertare,  fiujdrejubbiare,occultarc,nafiou 
dere  ApptattareAcqnatlare.palefàreAppab  fare , man^ 
iiare,ricopTÌre,fcoprirc,djfioprirejrutelare,ddcbiarare, 
finare,rifauareAnigliorire,guarirt,peggiorare,anmor 
bare,  indurare,  intenerire , rintenerire , ammollire , am- 
morbidire , éri^are,  rr^are,arricciare  torcere  Jhrceu 
re,  contorcere,  diJloriere,piegare,fpiegare , trauetfart, 
attrauerfare . 

l6q6  Comparationc.Lat.&collatio.ual ricetto, fimUeAgnafit 
parangone.  Boc.  Se  ut  fila  gli  era  piaciuta;  oltre  ad  ogni 

Comparatione  Ignudagli  piacque.Che  noi  glialtn  buo 

mini idu>ti,&  non leieeraiijìamo a Comparationi  diluì, 
& deglialirihuominifcientiati  peggio  che  haommi  mor 
ti.  nobile,  et  ricco  finta  Comparaiione. 

Con\parìtionì,& SinuliludininotanJi.  ufatidal[\RU 
Come  fòglion  talhor  duo  can  mordenti , Come  fi  fpingeil 
ca  ne  al  lupo  addofio.  Come  il  ucloce  can,(  be'l  porco  afial- 


1 


Comparatione  Q^V  A 

Ari.  Di  nera  TmUcttu  è un  Ttragone . Mojirarti  un 
Tiragon. 

Vuz%^\0,  ud  paragone. La. fimlius^ualitas  P ET.Tfr 
tbeuedraffi in tjuel poco Tar aggio, Chi ui  fair  fuperbi , 
orSjCj-  terreno  Ejie/re  Jlato  danno,&  non  uaneaggio. 

"Paragonare.  Lat.  comparare,conferre,ti]uare.ual  prouare, 
ejpcrimemare  ,P  et.  Si  paragona  pur  co  piu  perfetti . 

Efpcricnz2,l^crienga,&  Experientia.Lat  & periclitatio 
expertmentum . ual  proua . P e T.  Ejpenentia  Lurga , 
Motta.  3 o c.  Ter Efferienga della nojira  fragilità . Ter 
lunga  Effenerrga  .Diihegli  occhi  miei  prejèro  cofi  fatta 
Pjperienga . Come  per  Ejperieirgabauete udito . Con  piu 
certa  Jjperienga . lo tifarò la Ijférienga  del pane,& del 
formaggio.  Come  che  troppo  repulafrero  agre  le  Jjfcrien- 
Tif  prefe  delta  fua  donna . 

Efpcrto,^  Experto.  Lat.  expertus,probatm.ual  probato, 
V ET.  Hor  ab  E xperto  uoftr  e frodi  intendo  .Har  tei  dico 
per  cofa  Efperta,^  nera.  Onde  a la  uifla  huom  di  tal  Ulta 
Efperto  Dirà.  ^ oc.  Ejperto  nelle  cofe  fue  ijuanto  lo  fla- 
to fuo  fi  ricbiedeua.  Ch attempati  fi  come  Ejpcrti  Cintone 
netle.cofr bellicojè  Ejfcrtijfimo . 

Spetto,  per  efjierto.  D a n.  Slue  fio  fuperbouoUeejierSper 
to  Di  fua  potentia  cantra  il  fommo  Ctoue . ideft  uolte  far 
ejpeneitga . 

1^48  Pfferimentare.  per  prouare.  Lat.  experiri.  B o c.  Lacuiar 
te  già  ifferimentata  baucte.  Urterà  potuto  trouar  me- 
dico , anchora  che  motti  fe  nefofrero  effenmentati . 

Sperimentare . Lat. experire .è far effenettga , ejr prouare . 
Dan.  Tion  frenmentar  con  l'antico  auerfario . 

Ab  experto.  Lat.ualper proua,  Pet.  Hor  Itb  Experto  uo 
fire  frodi  imendo. 

Proua, d"  Truoua  da  pndrare.  Lat.  experimentumjexperii 
tu  periclitatio.  uale  efperientia.  Pet.  Troua  Coutinoua , 
Certa,  t'itinu.  Oue  ogni  latte  perderiafua  Troua  .Come 
parche  tu  mofiri  un  altra  Troua,  Marauighofa,  & Tlg- 
ua.  Oue  fra  chi  per  Troua  intenda  amore  Spero  rroiAirpie 
tà.cheperTrouailfai.arme  Temprate  inmongéelloa 
tutte  Troue.linn  u'accorgeteanchorper  tante  Troue  Del 
barbarico  inganno.Sìuefio  temer  dC antiche  Troue  i ruto . 
B o c.  Ter  TrouaeejSer  alia  Troua, far  Troua, Gran  Tro 
ua.Ciafcuna  Etilmulattieruinfe  la  Troua.i.la  pugna.Do 
mani  uedremo  che  Truoua  haurà  fatto  il  con  figho  uà  al 
ponte  alf  oca.ixfperierrxa,o  frutto . Truoue  fanciutlefcbe . 

I A Proai.LatJid  amulationem.  ual  talmente  fare, come  prò 

ture  chi  piu  può  del  compagno  per  effere  ibuincitore.P  et. 
Et  uiue  poi  con  la  Themce  .A.  Troua . Le  fielle,  e"/  ciel,& 
gli  elementi  .A  Troua  Tofer  .hoc.  udendo  forfè  uinti 
maniere  di  canti  d’f'ccetli  quaft  jl  Troua  f uno  deWaltro 
cantare.  -Aragne  tu, che  con  Tallade  hauefie  ardire  di  la- 
uorare-4  Troua . P h.  D a n.  Che  ciafehedun  .A  Tro- 
ua fi  ricor  fe . 

Prouatore.  Lat.  probator.  che  fa  proua . B o c.  Cofi  come 
gli  Iddìi  fono  otumi,et  Uberali  donatori  delle  cofi  a gli  Imo 
mini,Co/i  fono  fagacifiimi  Trouatori delle  loro  uirtù . 

Trouare,ualiifenmitareJM.probartrexperiri,perulttari. 
P E T.Ben  tà  cbflproua.uegumai  talpefòprouai.In  me'l 
conofco;et  proua'l  ben  iunque.Trouan  Valta  uirtù  quel 
lath’tncende.  "He  degn-  • prouarfuaforgaaltroue.  Tato 
frouato  h'uea'l  tuofiei  trtiglto.  Trouerai  tua  uentura . 
Ultro  diletto  loi'httfar  ■ non piHI».Boc,ueéC Indice, 


L I T A 


Comparatione 


,Approuare.Lat.appti>barefomprobare,lauiarejualefperi- 
mentareaentare,& per  confermare  .3  o c.Ter  appro- 
uare  la  fua  ctSìatega . Et  perciò  fi  uui  il  mio  configbo  ap- 
prouate.i.confermate.  Dxs.Et  quel  configlioper  miglior 
approbo . Fm  che’l  maejiro  la  queftione  prepone  Ter  ap- 
prouarlaaionper  terminarla.Si  ch'i  approuo  ciò  che  fuo- 
ri emerfe . 

Rìprouare.Lat.iterum  probare fiuexperiri.P  e T.Hornpro 
uato  humilia r quell'alma.  Dapoi  piu  uolte  ho  riprouato  in 
darno.  3 Oc.Trouando,^rtprouando  quella dolceiLpia, 
laquale  effa  prima  aWaltre folca  biafimare.  CU  ualtti  buo 
rmni  udendo  quefio  anchora  con  piu  parole  riprouarono], 
ma  non  potendo  trarne  altra  rijpofia  alla  madre  d dijfero. 

Ca.xi,& .Agara.Lat.adamulauonem.  ualaproua.fi.  r i. 
Corrono  a morte  que  miferi  A Gara,He  perche  cada  f un 
l' altro  non  cefSa . MettendoloTurpino, anch'io  fbomefSo 
'Hpttper  maliuolentia , ne  per  Gara . 

Tentare.  Lat. ual  far  proua , & cfpertmentare  .3  oc.  Gran 
follia  è remare  le  forgf  dell'altrui  mgegno . lo  temo , che 
quefionon  faccia  per  tentarmi.  Egli  temo  piu  uolte  fepo- 
tcfie.uedia  1441. 

Ritentare.Latjterùtentarefiuprobare,aut  experiri,  Pet. 
Che  gioua  amor  tuo' ingegni  ritenta  re . 

Prouerbio . Lat.  & adagiumaul  adagio  finis, parcentta,n, 
quafi  commune  ommum  uerbumtuel  quod  uerbum  prò 
nerbo ponatur.V  e t.  l'ero  e'iTrouerbio, ch'altri  càgia’l 
pelo  Àngi  che'l  uct^.  B o c.quel  Trouerbio  che  fi  Sire, 
che  fempre  le  femine  fi  pigliano  alpeggiore . Come  che  gli 
huommi  un  colai  Trouerbio  ufino;  Buon  cauaUofi  mal  ca 
ualto  uHolc  fprone . 

Trouerbiare,per improuerare ingiuriare,  ueJi a 6, 

Pcouetbi,SenttnT;eJ3etti,'Holatuit . Tutti  quelli  delP  et. 
del  Boc.  &diD  A s.  fono  polii  a gli  fuoi  luoghi pm 
principali , & qui  porremo  filo  quelli  Jelf  Ari.  Tonar 
comefidiceaSamoiuaftiqpitoleaAthenefit  Crocodtli 
a Eguto.  quefio  iufato  da  Greci,  & fi  attribuifee  quelli  , 
che  uoghono  infegnare  a chi  là.  Terewehe  in  Atbene  fbiKt 
nottole  in  grandìfiima  copia.  Debitameme  muore  una  cru 
delti  Ufin  chi  da  uita  al  fuo  amator  fedele . Ben  s'ode  ra- 
gionar,fi  uede  il  Udito  Ma  iemro  Upetto  mal  giudicar  pof 
fi.Ma  fr'l  maltuo,c'hai  ft  uicin  non  uedi;  Teggio  f altrui , 
eh' a da  uemrpreucdi.  cHa  gli  nemici  gli  buomini  fian  cru 
di  In  ogni  età  ferii  ueduto  efempio;  Mudarla  morte  a chi 
procura  fi  fiudi  II  tuo  ben  fempre  i troppo  ingfufio , & 
empio.  Che  raro  fu  tener  le  labbra  chete  Btafmo  ad  alcun; 
ma  ben  fpe/ìo  utrtute , Teme  di  qualche  tmpedimento  J^f 
pi;  Che  tra  il  frutto,&  la  man  non  gli  fra  me  fio.  Ben  i fe- 
lice quel  donne  mie  care , Ch'eRer  accorto  a l’altrui  jpefr 
impare.Chefiiueme  in  prouerbio  il  uolgo  dice  Cader  de  la 
padella  ne  le  bragie . i benefici  Sempre  hanno  forgia  ri aca 
quifiargli  amui  fol  perche  cafra  uipe  Tenclope  non  fu  mi 
nor  ri ylifie.Ma  uulgo , &popoLntgtp  uogho  dire  Degno 
prono  che  nafea  di  monre.Lafciamlo  andar  ; ch'io  ui  pro- 
metto certo , Che  le  mercede  haurà  fecondo  il  mirto.  Che 
s ognun  iroua  in  uoigpata  iulienga;'Hon  ui troua  peròfa- 
cil  eredeur^a.  Altri  dieta jcome  Sion  bene  mfteme  Segnati 
ambi  ri  un  Marchio.&riuna  Ratty^ . Tuffa  di  uita , eSrpt, 
paffar  con  lui  L’ard.r,&  la  uiriù  ài  tutti  1 fui . Morir  teeo 
con  [arme  i meglio  molto;  Che  poi  di  duol/auien  che  mi 
tq  tolto , Che  farebbe  pelate  r non  troppo  attorto  Trendtr 


Comparatone  Q^V  ALITA  Comparatione 

ftue  uiui  per  fallar  un  morto.^Uim  non  pM  pper  da  (hi  Sin.il  a quella, che  nel  cielo  eterna  Mone. Di  ponete  uluau 

fia  amato  iìnando  felice  mfkla  mota  [tede . 0 felice  mo-  de  Simili  a quelle  gluande . et  fece  ilfuo  Staile . Simile  Sla 

nrfi  dolce  fato  Che  tome  erano  j corpi  Jm  cofi  fede,  Ch'an  10,'Hebbta.  CheS  imilmerite  non  auenga  a noi . Swiilmen 

dar  Palme  abbracciale  a la  ior  jide.Se  nàte  dir,i  he  d’ar-  te  ti  colpo  de  uojirocihi  Donna  fenlijle.  neth  aW Indice . 

émenio  pnua  La  uil  plebe  fi  mollri,&é  cuorbafio;  7iS  SimigUantc.Lat/imiliter,  fimiUinie  adner.  fimilisadie. 
m maraiiigliate  ihe  natura  £*  de  la  lepre  hauer  fempre  uai  limile.  B o c.  ir  nello  eleggere  dello  amante  noi  face, 

paura.La  Jiiocca  turba  grida  cdalli, dalli, Et  ftà  lontana, & fte  il  Simigliarne.  La  lòrella  a la  Simighanle.f'ua  gioua- 

ie  nouelle  affetta . Ch'a  donna  non  fifa  maggior  difpitio  ; ne  laquale  éperjoua  gb  patena  Simigtiante  a quella.  Far 

Che  quando,  0 uecthia,o  bruna  le  men  detto.  L’orecihie  conto  éme,&  da  quanto  che  io  imfia,tà-il  Simigbante 

abbiala  ,comeuinlo  ,&Jlanco  Dcftrier , c'ha  inboccail  delie  mie  coje.  che  egli  pafiati  alquanti  di  non  gli  rimouef 

frenglijprom  al  fianco.  Facciam  noi  quel , thè  fi  può  far  fé  leSimigltami  parole.  Ltquali  anelli  furono  fiSimiglian, 

per  noi  Habbia  thi  regge  il  del  cura  del  refio  0 la  fortu-  ti  al  prmio^he  a pena  fi  conofceua.  Simigliantifìima , Si- 

na,fi-  non  tocca  a lui. Ognun,  che  uiue  al  mondo  pecca , & migliaiucmente . 

erra, "ìig  di ffenf ce  m altro  tl  buondal  rio  Se  non  che  l'uno  Simiglicuolc.  lat.fimillimut.ual  fimile.  B o c.'ì{pn  fape 
è ne  nto  ad  ogni  guerra, Che  gU  men  ino fia  da  un  piccini  de  ua  egli  fitfSo,qualdilor  due  fufie  quella  chepiugìipiacef 

fto,L'.iltroruorreaCarme,&fiéfende ; Maie'lnemiio  fe,fieranoJitutlelecofe/unaStmiglieuolealCaltra. 
iforte,anih'ei  fircnde.Tunitotfierdebb' io-,  che  cieco  fui  Simig\iim2.Lat.fimilitudo,exemplar,  forma,fi>ecits.iial 
Cieco  a dargliene  impre  fa  ,&  non  por  mente,  Che’l  foco  fimilitudme.  hoc.  Le  mufe  lotto  donne,ct  benché  le  dott- 
erete la  paglia  fadlmeiue . L’animo  i pronto,  ma  il  uoler  è iie,quel  che  le  muje  uagliono,non  uogiiono.pure  i fie  han- 

•^ppu.  L‘altronontafceltauafcnonquantoS'afcolti,un  nonclpnmoeff'ciiolaSiniigtianieadi  quc.le. 
ch'afiai  parli, & fippia  poco.  Io  fua  non  fon,  ned  altri  fon  Similit  iidinc.ÌJ/.(Ìr  parilttas,&  xqualitat.  ual  fimiglian-  i j i 
thè  mia  fiunque  me  tolga  a me  chimi  di  fila.  Com'cpofji-  vi.  B o c.TrefunJelaRetnadaSmtititudtnedi  coìtumii 

bil,iheu'arriuiogn’uno,Se nonne puonelmódoefierpiu  (Tdiper.ona  ejicre fiata  ingannata, 
i d'uno.  Il  uolgare  Ignorante  ogn’un  riprende  , Et  parla  piu  Simigliare, cr  Somigliare. Lat.fimilo,as.  P et.  Chefolfe  fief 

di  quel;  che  meno  intende. Se  piu  che  crini  bauefSe  occhi  il  fa  a nuli’ altra  Simigha.  Boc.l  Inani  hi  fior,  i gialli,  0-  i 

tnaiito  Hon  poma  far,che  nonfoJSe  tradito.  Tanto  di  bel  uermigh,Et  tutu  quanti  gli  uò  fimigliando  .Al  uifo  di  co, 

lo  ani  bor  però  te  auanza,Cbe  con  le  grane  .A  mor  ui  può  lei.  Quando  amene  che  l buomo  daUe  mufe  fi  parte,  dilet- 

hauer flan^.Cbe  quel,che manda d nel  for^a  è fii teglia.  tarfi  éuedercofa  ch'elle Som.gli . fignor  mio  peraò  ue 

neuditi  iniquo  ame  ; che  tu  fai  bene , che  non  fi  può  fai-  la  fomighai . E'  bea  nero , che  quelle  due  famigliano  ro, 

uar  chi  taùrui  tiene.  Che  poco  faggio  fi  può  ér  colui  Che  be;  di  che.  Che  alcuno  mtantoii  Somigliaffe , che  fufie 

perdeii  fuoper  acquifiar  l’altrui.  Se  ne  gli  affanni  teco  creduto  lui. 

fui;  pere  bora  Tipn  fon  a parte  del  guadagno  aniborai  T.  udfiomigUare.Lat.afiimilare,  (otnparare,fimilem  facere/u. 
Totendo  a pena  la  lingua  a perfetta  parola  coiiducere,pur  Boc.Terihe  lui  alla  fua  mula  haurfie  afiomigliato . 
rifpofi.'Hpn  può  la  penna  andar  prefioaluolcre.'Npn  co-  Da  n.  Che  non  potrebbe  qui  affomigliarfi, 
mfi  0 in  me  tanto  di  fapi  re, che  perfi  itamente  lo  poteffi  de  Rifàmighare.  Lat.  afiimilare,  & referre  .'hoc.  In  ueritd  , 
fcriuere . Et  perche  lo  ifogare  con  parole  fiuole  alli  miferi  che  uoi  ui  ri.bmighate  piu  che  huom , che  noi  uedefiimo 

efhrc  alle  uelte  alleggiamento  di  carico,  io  lo  pur  dirà.  0 mai  r,habbia,  fomigliare,  un'altro  uofiro  compagno . 

, preclari  ingegni  pafiaii.O  aurea  ueraméte  età, quando  la  Imitare,  lat.imitari.ual  feguire  S altrui  l’efimpio.Ktc  l. 

uirtute  combattea  con  la  fortuna  fola  a quefio  fecole  ab-  & babbia  Motto  la  man  di  lei  bene  mutato . 

bandonata  ; hereditaria  la  ignorani^a , & auantia  emula  effiHores.  0 pantomtmif,  0 gefticulatorei fi 

dafiafii . Tucomegiouanepiu  la  uolontà  feguitaiue , che  no  auelti  che  iotttrafanno,0  imitano  in  detti, et  fatti  i mo 

la  ragione  amafiu  Radeuolte,o  non  mai  fu  ad  amor  pale-  di  d'altri , 0perà  fono  nele  fceue  i gefiiculatori  .Ari. 

ficoncedutof  lice  fine.  E ffettacolt  e Mimtefcemci  atti . 

li j I KTediilmo  inprofa,0inuerlòMedefinofifiriue.ual  quel  Scmbiaiite,i(j/  fimile,oconfiìrme.Lat.fimilis,parilis.p  t.  t.  l6ff 
loiflefSo.  Lat.idem,/lludidemaUemet,illeipfe.  Vm.Et  Qjiel  fior  antico  di  utrtute,0  darmi  Coim  Sembiante 

.pietà  lui  Mede  fino  hauea  cangiato.  Et  Cabro  fento  m quel  Stella.  Sluando  donna  Sembiante  a la  Stagione . L'un 

Mede  fnio  albergo . Di  me  Mede  fino  meco  mi  uergogno  .a  fòle , 0 labro  qua  fi  duo  leuanti  Di  bebate  ,0  é bone 

me Medefmopiacqui.Mapenbefi Medefina ficonfume.  fi  Sembunti . 

Ch’e  Mede  fini  porian  falciar  la  piaga.  B o c.  l'uà  Mede-  Sembiante,  quando  ual  dimofiratumefiarere, fingere  fi  far 
fima  maniera féruata.  Quella  Medefìma  colpa.Turche  uiSla.Lat.fiCho,fimulatio.  h o c Didormire  jeceSembii 
noi  Me  defime  noi  diciamo.  Et  cani  Medefimifidebffimi  a te. Et  facendo  Sembiante  che  efieregbpartfSe  Siato  affai 

•gli  huorruui.  Seco  Mede  fimi  cominciarono  a ragionare.'He  con  quella  giouane . Martellino  eominaò  a far  Sembiante 

fapendo  efso  .Mede fimo  eleggerea  qual  piu  lofio  lafctarela  di  éflendere  l'uno  de  dui,0  poi  la  maiio,0  U braccio.  Si 

doueffe . fortemente, 0 fenga  abun  Sembiante  moflrare  di  leii'ae 

Simile.Dif . ftmilitfial  conformefiale,egiiJe  epfi.V  i t.  Si.  cefé.Di  ritenerlo  con  fiuti piaceuob  Sembianti  nel  fuo  amo 

mtl  Frulto,MartiroficamM,Croce,F ariògba,Ombra,lM  refi  iforgfua.Lat  moribut.il  monaco  che  fatto  bauea  SI, 

'ce,Ten.tfiarchctta,Frenefufbellevga.Cahna,Siittilalfuo  btantidandare albofeo.  Seilco  eantamtafigbuola,» 

■fattor  flato  ritiene.  MafempeCun  ^rl’abro  Simil  pog,  nonsòfitaegU  ne  fa  gran  Semb,  .ti.  FauoSembiantidef 

■già. OquellofiShml indi atc'fa fitte rìipnmde un  Simil  fhremferma.0pertoa^to,c  'iera.uténiaii. 

fardlamanii'ltnondo.CuinepriiimfuSimil,nefcconda.  Semb'unzi.Latfifienfm$m^r  >ioffigi’iicatio,dèekta- 

tio. 


q_y  ALITA 


Compararione  114 


fio . è Ufmile  che  Sembiante  per  la  dtmoBratione , 0 ap-  ^rart^a  fi  conface.  B o c.Come  fi  canuieneofi  confa  a te 

pann^.  B o c.  fot  ueriti  che  ha  troppo  piu  di  quello  Vxijginui  maiuro  il  carolarei  L a.  Et  donatile  doni  quali 

cb' ella  fu  di  men:^gna  Sembiàga.Ter  mejfo  bomaifi  per  a lei  fi  confaceuano . Et  quelle  gratie  renduteal  Re,  thè  a 

Sembun^  merci  ti  cbtedoyi  dolce  miofigaore.fjr  quando  timo  dono  fi  confaceuano . Ella  perla  fua  uirtù  fi  confa- 

dinota  la  egigxfi  fimilitudme . uedi  «1411.  rebbe  a maggior  principe, che  io  non  farò  mai.  T h. 

Sembiare  per  parere, odimofirare.Lat.  uiden.  P E T.  Ch'ogni  Tie,ht,ualfi>iulitudine,oionformità.Latfnnilitudo.  Dan. 
altro  piacer  mie  Seinbiarmifx.  O a n.  nu  Enrenttno  Mi  fatte  de  laTagtia,Cbe  per  gli  monaci  m Cotogna  fafii.  & 

fembli  neramente  quando  io  t'odo . Taglia  fi  chiama  tejfera  da  Latim  detta  talea,i£r  taleola . 

Sembrare, per  parere.yo.Tro.Lat.uideri.B  o c.Ter  lequali  eJr  T aglmolo  che  i una  uerga  di  uue  fenja  radice, 0 diarm 

lofi  qui, c7  fuor  di  qui,Crm  caja  mi  fembrafiar  male.Ri-  bore  piantata  in  terra,o  inferta  fopra  altri  alberi,  da  lati 

^l'etl  Re  ; donna  non  ui  ftmbroiobuomo  da  poterci  altra  ni  ftmtlmente  i detta  talea, 

mila  efiere  fiato  i altri  leggono  non  ui  paio . Altresì  aduerJ'o.Vr.e^uale  Similmeme,tr  anebora  cofi . 

Ra/iembrare.  Lat.fi fi  offerre.oflendere,  reprefentarc.  P K T.  non  sufa  mcdto.  Lat.  etiam,etiammim,fiie.  B o c.  Tofe  i 

quella,  fi  ben  fi  filma  Tiu  mi  rafiembra . fuoifigbuoli  a cauallo,&  egU  montouui  Mltrei) . yoi  non 

^Jiembrare,perparere.Lat.oftendere.D  a ti.Quando labri  conofione let Mitreti .Teìaò dt  cofi douere  fare egU Mi- 
na in  fu  la  terra  ajiembra  L'tmagine  di  fua  bianca forella  , Irtu.'Hs  ' capelli  Mtireii  mi  tagliafii.Et  potrebbe  fi  onda 

Ma  ^co  duna  la'Juapenna  tempra.  re  la  bifigna,ibe  ucciderti  Mltreiì  lofio  luicomeegUmt 

Conforme.  Lat.  ual  fintile, conuenicnte.  P b t Cofi  uefiifie  idefi  cofi.  JD  a n.Lagiù  cajiberò  io  Mltreii  quando  Ver» 

iun  color  Conforme  .Boc.Fu  la  fortuna  Conforme  al  ri  cobii . 

fuo  appetito  . Che  gb  huormni  fufiero  Conformi  a loro  Confi ffiCfiK,cioiTer  Confegneme.Lat.  con fiqueui, confi 
lofiumi . quenterjiemcepi . ual  altreiì,  anebora,  cofi,fimilmente. 

1654  Conucnicnte.  Lat.  conuemens,proprium,dtcem,  & deco-  B o c.  Afi  Tare  che'l  uofiro  pafiore,  ^ Ter  Configuente 
rui.  ual  conforme . B o c,  ydendo  il  fuo  mal  Conueniente  tutti  gb  altri.  Età  quella  m tanta  ira;  Ter  Coìfiguen 

parlare  ri^fi.  Et  per  moglie  pre fi  una  gentildonna  .mal  te  in  tanto  furor  trt^corfe.  Che  tutte  le  cofe  fieno  ncUema 

Conueniente  a lui.  Et  apprefio  per  nomi  àie  quablà  à ni  àlta  fortuna, & Ter  Configuente  da  lei  d’uno  in  altro  , 

ciaf  una  Conuentenli . Et  con  moà  piu  Conuenienti  a bem  & d’altro  in  uno  efier  permutate.  La  'Hiuettagli  incomin 

fila cbeadbuomo.Mfioltar  cofe  afià  Conuementt  alle  ciòamcrefiere;0-Ter  Configuente  amancar  uerfoà 
honefie dorme . lei  Camere.  Lat. propterea. 

Conuenruole.  Lat.  conueniens,& condHàbile.i, utile , ual  Perconfcgnentc.  ueàdi  Copra  a Configuente. 

conueniente.  B o c.  Conueneuole  cofaicanfitme  donne , Tal,c!r  Tale  ualfimile,  cofi.  Lat.  tabi,  & hoc  tale,  pmibi, 
che.  Et  il  prendere  gbfiram  non  faria  Conueneuole.Ter-  P et.  Talf'eutura,Madrefiratia,  t'ita,  Fama,Stella, 

òocbe  con  Conueneuole  motto  gb  haueua  jchemiti.CUfe-  Fatto,  'biodo,  Honore,  & Stato , Tali  Treghi , Inganni , 

te  torre  un  fiafeo  Conueneuole . Et  oltre  al  Conueneuole  Mmanti,Sproni,Cofe,  ùolceTge . Et  hor  iun  picciol  bar- 
della tenera  età.  Et  prendendo  a Conueneuob  bore  tempo,  go  un  pU  n’ha  dato  ; Tal  che.  Et  fi  non  fife  borTale,  Se, 

colmutohfiandauanoatrafiullare.Craiie  ConueneuoU,  ‘ ' 


ConuKneuo\ciii.Lat.conuenientia,àceniia.Boc.Oltn 

ad  ogitt  ConueneuoU^auotle  ufare  la  fitrcfa . Et  oltre  ad  turba  Tabé"  tanta.  0-  quando  dinota  ttdmecoloro,  queU 

ogm  Conueneuole:;^  douerchiederui  un  dono.  U. aedi  a ipii. 

Scomieneuolc,  ualnon  conueneuole; Lat. indeceni,iUici  Ti\e.Lat,tabter,adeodtout^talmente,quando,fi,oà 
tum,non  coaueméi.B  o c.Tua  amorofa  diuenne^aueuga  modojo  per  tal  modo.  Roc.Se  non  che  Tale  fu  la  crudd- 

ebe  S conueneuole  ate,0alei  carnale  amiflà  prende fit.)  tà  ài  cieloj.fi  fi  à modo.lMaàta.  Che  io  mi  tengo  a poco, 

Lafiieré  lo  S conueneuole  amore,  fi  quello  uorrai  far  che  che  io  non  ti  dòTaleinfula  tefia,cbe’l  nafo  ti  fcbiacci  neL 

fi  conuiene.  Liquab  da  groffi  falan,0  Sconueneuoli  tira-  le  calcagna  j.  per  modo . 

tiferuiuano Tiif0Ta,mueceàtaU.P  £ r.Tà Segni,  LamentùDa  Tai 
ScoDacncuolezza.£4t.  màcentiafimpudentia  ,audacia.  quattrofiuille,&  non  già  fole.Tiafie’l  gran  foco,E  i fafii, 

ti  oc.  Che  quanto  piu  era  à Cifippo  la  bberabtà  fianto  à àuefur  chiù  fi  le  membra  Da  Ta,  che  non  faranno  fenga 

lui  ad  ufarla  pareua  la  Sconueneuoleg^  maggiore . fama.Tiu  notte  l’boconTa parole ficorta.Et  tra  duo  Tane 

itf  5 j Conuenire.per  confare, & concordare.Lat.  & fnaul  uenire , mici  i fi  fecura.  DaTa  due  luci  i C intelletto  ofiefo.Et  rUOm 

concordare,pertinere  .Boc.Le  cofibrene  fi  conuengono  nula  onihordaTa  duo  nodi . 

molto  meglio  a Hudianti.Et  male  a me  conmenft  mfi  alto  Ta,  in  ucce  à TaU,oTm.  uedi  di  fopra  aTai. 
luogol’ardoreàli'ammomioindrigT^are.Siconuemfiero  Si,in ucce à Tale aduer. Lat  talitir.adeout.V  i t.  Cbepoi 
maiinfieme.Jnuntantofieonuemuano,  che  amici  erano  àfcefi  in  pretiofa  poggia , Si  ihe'l  focodiCioue  in  parte 

àuenuti  .D  ah.  Et  più  con  un  gigante  miconuengo  Che  fienje.  Si  ch'io  cangiana  il  giouanit  affetto . 

giganti  non  fanno  a lefuebraaia;  yeàhoggimai.quan-  Cotal,c!r  Cotale.  uattofi,0fimile.0bamfemaggiore 
t' efier  dee  quel  tutto , Cha  cofi  fatta  parte  fi  confacaa . efficacia  thè  Tale.  Lat.  buiufmoàjicperinde . P e t.  Tal 

Difeonuemre.  Lat.  ààcere.  P e r.Chegentilpiania  m andò  fiutio  nafte  à Colai raàce.Cotal  ereglt.  a coiai  modo.  Co 

terrenoTarchefiàfeo,  -nga-DifionuienfiaSignorCef  tal  uciiia.  Colai  ha  quella  malitia  rimedio. 0 Taolo , od 
ftr fi  parco . Mpbritan  fofiin  Colali . B o c.  Facendo  caàte  pietruc- 

Confare.  per  connenirt . La  vmieqfire.  P e t.  Qual  a [alta  eie,  & Cotabfufccllim.i.fmiib , Tareua  feto  quella  Cotale 


Conueneuolmente . 


Coraparatione  Q^V  ALITA  Coniparationc 

infermità  nel  toccatorelrajjitnafie.'ìit  fu  peraòtpittti-  tcfi  fiotuia  come  fi  dtcetia  ; 

tunqnc  Cotal  aft^o  di  luiiojo ft  durile,  la  d’oiu  rcfuta-  Quale  èpromme  nùuaio,^  fimeal  mafe.  (am.  tcnfi-^ 

U fiiocca . Lat.  tacite  ahqHJntulam . gnijicatldàierfi,  come  nella  tauoU  appare  alcnm  ucUa  i 

Vìe  ,Tare  ,&TartmlMCgodt  igHaie  ,oftmile . lat.par,  nomelbfl.ibedaotaqualità.Lat.oiialii.D  AK.Cb'Mliir 
aqiialis . P b T.  »/<  non  si  ; s ai  mondo  mai  Tar  mjfr . douea  di  Im  t'I  Cbi  e’I  Oliale.  Et  mai  il  buon  acccgbtor  del 
Verdepgia,^  fn^aTar. FcrmaTarnonfn mai/nóbile  Qi!‘‘^a. della qnabtà delle cofe.h  oc.  Tignlono  le  mie 

Tar  de  le  mrtM  diurne . ibe  jolfim^aaltnnVar  al  mondo  belleT^  daUjaareamarenedatale  ,neda  Oji>de  j.  da 

fue . Gumga  tcjici.i  bai  ixcmio  non  ha  Tare . Gir  di  Tari  ogni  qualità , o condttione . 

la  pena  colpiccato.Lat  pariter.'Hqn  fointtnakoi  par  le  Q^ilper  ftniil,o  cotale.  Lat.  fimilis, V tr.  Qual  mi  fec’itt^ 
ragion  Tari . Ella  fcl  ride,&  non  è Tan  il gioio.  Quando  quando primier  m'accorfi . 

fia  cbejua  Tari  al  mondo  tioui.  lo  non  tà  jc  le  parti  jaran  Qlial  in  luogo  di  cbi . Lat.  quia . B o c.  Minuccio  defìatofi  jg . ^ 
Tari.yidiSifaceTaria  fmal  fieti.pio . B o c.  Di  Tari  di/se,Qjialfetu  1 Et nojln  liltadinida Bolcgna  cttomoa 
confcntimcnti  contraffcrolr  ^onfilitu . Con  Tari  Utitia  no l^al giudice, & Qual  meéco,&  QualmitaioJ.tfat- 

inficme  fi  ritrouarttto . Zeppa  noi  fiamo  Tar  Tari.  Lat,  to  chiamare  il  finifialco  domandò  Qual  gridafte,&Jiual 
par  pari  referre . Sopra  gli  homeri  de  fuci  Tari  nera  por  fqfie  del  remore  la  cagione . 

tato . Ma  ibe  può  una  mia  Tari . ,4  majtbi,&  a le  fimi-  Chi  in  uecediqual.Lat  quts.  P £ t.  Tenfandomecoa  Chtfn 
ne  Tarimcttte.  que fio  intorno . Chiucdràmaimdunnaattoperfetto.Cbi 

A paio  SI  paro  ,ual  egualmente,  uedi  a i66o.  udirà' l parlar  di  faper  pieno,  ydì  dir  non  so  a lhi;maL  > 

A par.D  ak.  & poiibinò  latcfla:  Cadde  con  ifia  ,4  par  detto  fcrijji.Tot  ih’io  feppiCbiera.tdefi  diqual  gente. 

degli  altri  cu  chi.  Lat. una  fimul.  Minji>imi,cr  éfie  uolentierftprei  Cbitufe.Tuuuoila- 

Cofi  ,ual  in  tal  niodo,o  in  qutfio  modo.  Latficut , ita.  per  Chi  fon  que fi' altri  ambora.idcH  quah.Boc.Tarli 

P £ T.  Cofi  laudar , & riut  rir  infegna . Cefi  lofio  talhor  Chi  uuol  m contrario . idefi  qual  fi  uoglta  : Lat.  quijquis . 

uò  ctrcand'io , Ejfcr  nonpògtamai  Cofi  com’era.  Cofilnn-  La ’ì^uellaé  Dioneo  era  finita, &aj)aile  donne , Chi  da 

go  Carnate  riue  andai  Et  Cofi  uada  Chiunque . Cofi  joc-  una  parte,&  Cbi  da  un'altra  tirando , tp-  Chi  biafmand» 

corre  a la  fua  amata  JJ>o/à . Che  mi  Slruggon  Cofnont  al  unacofa  ,Cbiun’aitraintoinoadej}alodandoncttcbaMc~ 

fol  ncue . Cofi  cangiato  ogni  ma  forma  baurei . Ma  Cefi  nano  ragionato . idefi  quale . 

uà  ,ihi  fupra’l  uer  t'efiima  . yaghipenfier  che  Cefi  ^afio  Ecpùtà,ctoigiuflitia.Latjequitas£c3c.Si  può  a buona  Equi 
palfoStortom'hauete.  Cofi Icmprefacciamo.Cofifu  loda  tàdoltrfu.giuflamcnte,ion ragione. 

" ''  begli  occhi  lucenti  Et  nuli  dolce  [aiuto  inficme  aggiunto.  Eguale, &yguale,lguale,&  Equale.Laticqualit.ualpa- 

Coft  cifolCio  intero^  uci  contento . Cofi  uefiijfe  a' un  co-  ro,  fimile,o  conforme  .P  ir. Et  ha  fi  Egual'a  le  bellt-gje 
lor  conforme . B o c.  uedi  all'Indice,  D a n.  CofiC  animo  orgoglio.^  cmefier  Egualper  gratu  tbicggio.Seuirtùfi 

miOyi  b'ancborfuggiua  .Cofilidijffi.  yuolfi  Cofi  colà . Cofi  beltà  non  bebbe  Eguale  II  mondo.  .4  gli  jpirtt  cele  (li  in  ui 

fen  nonno . fia  Eguale.  Tur  quafi  Eguali  a noi  fiamme  amorvjè.  Con  Ia 

af  5 8 Si,/n  uece  é cofi.lat.ficut.  Pii.  Si  lofio  come  auien  che  Car  brigata  al  fuo  maefiro  Eguede.Egualmeme  mi  (piace  mor 

co  fiocchi.  Lat.  quam  pnmum . C b'un  di  cacciando  Si,  co~  te,ep-  uita.Latatque.  T ra  duo  minori  Egualmente  dtuifò . 

m’iojòleua.  Io  fon  già  fianco  di  penfarSi  come.  D'error  Qfiafi  uil  finta  Egualmente  dijpngi.  Bo  c.  Quafi  da 

Si  nono  la  mia  mi  me  i piena.  & in  uece  di  enfi,  & tanto . yguale  appetito  tiratt.'He  pur  a lut  yguale.  Da  un  mede 

Lat.  ficfita,adco . Onde  fi  bella  donna  al  mondo  nacque,  fimo  creatore  tutte  le  anime  con  y guab  foixe,coH  y guali 

che  fi  alto  miraron  gli  occhi  mici.  Breue  confo!  toa  Si  lun  poterrgejcon  f'guah  uirtù  create  J'gualmeme . 

go  martiro.m'auoi  non  piace  mirar  Si  bafio  con  la  mente  Difiiguale.  Lat.  maqualis.  A.  ai.  Son  fattiaquefia  legge 
altera . Tic  mai  in  Si  dolci, a in  Si  (baut  tempre.  Ella  par-  Dijcguale  yeramente  a le  donne  efprtfii  torti, 

lana  Si  turbata  in  u fia. Lenite  fon  Si  corte. Si  granii  -4gguagliare.Lat.*qutparare,comparare  .ualfar  eguale . i(io 
colpi,  ^ frali . Io  faro  forfè  un  mio  lauor  Si  doppio  .Era  P e t.  Qjial  ingegno  a parole  Tona  agguagliar  il  mio  an 

Jua  mfia  Si  dolce,  & fuperba  .SoaueSiiihe.Eo  c.  uedi  gofeiofo  pianto!  Conparole  mortali  -Agguagliar  (opre . 

aW Indice . Chi  potria'l  manfueto  alto  cofiume  -dgguagbar  mai  par 

Si  (ome  in  luogo  di  cofi  come,  Lat. fieni,  ficuti  mietuti.  P e t.  landò . lupi  parlar  che  nullo  fili  agguaglia . .Agguaglia  la 

Si  come  al  popol  tutto  Fauolafui . Toi  figuirò  Si  come  a fperansta  col  defire . Ugn  che  (agguagli  altrui  parlar , • 
luin’incrcbbe.Sicome'l'Flild'altocaggendo.  Stcometal  mio.'Njlbo fiato agguagbarfe almto potrebbe.jljjliaco- 

horfole.TianfipcrgliocibifuorSicom'ifcntto.Sicome  fiimortalpote  agguagliarli  .hoc.  Se  tu  alla  moglie  di 
boralo  comprendo . Conobbi  allImrSi  come  inTaraéfi  Hercolanomiuolefii  agguagliare. D Ati.Cbe'l  numero 
Vede  (un  l'altro.  Si  come  piacque  al  nofiro  eterno  padre.  nofiro  Con  (eterno propofito  t'agguagli.  Ch'agguagliar  ft 

Di  fuor  Si  come  dentro  anihur  fi  (ente. Io  fin  fi  fiancodi  potefiealami’ala.D' agguagliar  farebbe  nulla, 

penfar  Sicome  I micipenfien  in  uoi fianchi  non  fono.Si  co  ,4deguare,il medefimo  cheagguagliare.Latatdicquare.Pir. 
me  eterna  Hitaèueder  Dio.  hoc.  uedi  (Indice.  Ter  adeguar  col  nfoi  dolor  iàti.Chi  le  Difiguagbauxeno- 

Pur  come , ia  uece  di  Si  come . Lat.ficut , quemadinodum . ftreadegua.Lat.inaqualuas.  Ari.  Con  quel  definer  che 
Dan.  Tur  com’buom  fa  de  (hombd  coife  : i uenti  ad  corfi  adegua . 

Secondo  in  luogo  di  fi  come  ,&  cofi.  Lat.  fiicut , prout,  iu  -Agueffare  per  eguagliare , & aggiungere . Lat.  adequare, 
uP,  P E T.  Secondo  lei  conuien  mi  regga , & pieghi  Boc.  D a n.  Je  (ira  fiura'l  mal  noie  lagueffad.  fifa  eguale. 
Secondo  che  medici  diceuano.La  nouelda  Secondo  che  [con  Tareggiarc.  ual  afiimigliare,&fa  guale,o  pari.  Lataqui- 
OtafiàccuaperueimeneKbofleoKoreccbiedel  he. idefi  parare.?  ir. Ben nonba Ime.  eibc'lmtomalpateg^ 

^ 7^» 


• 


i66i 


i6ix 


CoTiiirin'one  V A 

VS’tfrpireggt  a la  quii  piu  {'apprezza.  Cb'i  nidi  quel, 
thè  penjier  non  pareggia.cbe'1  mio  bel  fòia  è tale,Coogm 
huom  pareggia.  Boc.,/d  cm  diléniio  pareggiaiia  Sala- 
mone.D  a n.Cbefa4iie.Taregliel'altrecqjè,Etmillafa 
ee  lut  di  fe  l‘eretJdo.Ui.par,ris, 
m4fpareggiart.  lat.  eqmpoUere,comparare,  cenuenire. 
ti  oc.  "Nj/ina  ainuuij  a quella , che  uerlo  é me  bai  par 
talaji  può  appari ggiare.  Tu.  Che  dtrpotejit  cofe,cbe  al 
le  delle  apparrcggiajfam. 

A paro  a paro,K«/  egkaimente.Lat.parigreffH,  et  paflu. 
T * i.yaa  giauane greca  .A.  paro  a paro  Co  t nobili poe^ 
ligia  cantando. 

Dilparo^/ difegnale.Ut.difpar.T  t t.  Etgb  fuei  magifìe 
ri  a/iai  Dijpanj.éiierli.B  o c.  Tercioibe  Biancofiore  alta 
nobiltà  di  B torto  é dijpari.  Ph.Dan.  Lentia prejt  a J ogni 
altra  ù^panulenza  pana  me . Difparmente  angojcme 
tutte  a tondo. 

Dijpaiare  per  feparare,t!r  diuidere.uedi  a 1471. 
Dilie,u»g\iini3,ualuiequalttj.lal.in£tjuabtas/iifiimilim 
tudo, V ir.  Chele Dijaguaglianze nojlre adegua. Da k. 
Omt L,thefon  mortai  mijento  in  quella  Diptguaghanza. 
Oifhnguere.Lat.  ej-  dtuidere,expbcare, definire , deje  ribere, 
ariiiularc  ual éfhntamente  feparar. Pi  r.  Et  poi  conuien 
che  l mio  dolor  diflingua.i.diflintamente  ragioni.  Tutià- 
de  uiifio  iibe  ben  difiingue  F t empirei  lochi,  & loropre 
leggiadre. i.deftriHe  ditlintamente.B  n e. Cimane  cormn- 
tio  a diSìmguere  le  parti  di  lei  lodando  i capelb.i.dibgciu 
temete  confiderare.Hanno  i di  delle  felle  Diftinli  da  quel 
b del  npojò.i.diuifi./ir  feparati. 
Stinguere.Laijrxtinguere.D  a k.Sì th’ogm fuccìdume nubi 
dtflinga  prò  Hmgua . .A  poco  a poco  al  mio  ueder  fi  fiin- 
fe.i.dijlmfe. 

lArticolareperéflmpnere.Laiairticularetitraniculatimdi 
flinguere.Di  ».V  articolar  del  cerebro  i perfeltoj.quan 
do  il  cerebro  ha  difltnti  i fuoi  meati perfetti. 
umintione.Lat.diflindio , explicatio , enoditio,differemi 
tia . ual  differenza  .Boc.  Dalla  madre  al  ei  noma  Di- 
flmtion  fecero . Senza  fareDiftrntionealcuna.DiJìbitam 
mente  cominciò  a dcnnandarbi.i.dibgeiitemfte.  Ogni  cofà 
Difiintaméte  ueduta  haueaà.per  ordine,  & con  dibgfza. 
VirtUif»  yirtute/'irtuofo,yirtuofe.uedia  Minerua  a i8«. 
Vitio.Iat.uitium,  è il  contrario  della  ytrtujt  uno  quod  ui- 
tandumfit  ac  fugiendum.P  • t.  Verte  fpera  faldar  ogni 
fuoynio.Et  tabrui  l'ilio  IlluUra  lor.L’auara  Babilonia 
ha  colmo  il  picco  D'ba  di  Dio,&  di  yitq  empi  jet  rei.Fra 
gb  armi  de  l'eli  matura  honefla  tCbei  yiiij  fpogba , et 
Firtu  utile  e bonora.B  o c.Ogni  F'uio  può  m gràéfiima 
^noia  tornare  di  colui  che  tufa.lo  non  p>  tu  mi  dica, che  fia 
Occidental  ynio.  Hanno  nella  feccia  de  yiiij  i mtjeri  ui- 
uentiabbandonati.Diibonefliyitif.La  ytttopi  ,&  lorda 
una  de  cherici.yuiofamente. 

Tùktto.LatÀefeBus,deb(lHm,fcelns  ,facmus , erratum, 
nal  mancameiiio,  dclitto.V  ■ r. Colpi iPanioraion già  Di^ 
fetta  iPane.Me  u era, che  da  uoi  fofie'l  Difetto.  Che'l  ue- 
rofinde  fi  parte  Qjicflo  ingrato  éràfenzaDtfetto.Boe. 
Ter  Difetto  de  Ih  opportuni  prutp.  Io  conofeero  il  Difet- 
to efiere  flato  grande-Ai  cieche'l  fuo  Difetto  ilìefio  mo- 


L I T A--  Comparatione-.  11  j 

ranno DifettoJ.careftia.  Correggere  i Difettimmdani. 


Hrt.MortalDifetto.Zop  ■,  Ciecht , di  qualunque  Difetti 
mpeditij.mancamemoy  femiiti,dimt  gb  altri  n'hau- 


Cb  altna  Difeui.Crandiflimi,  per  tutto  Jit  ben  cotnpoflo 
ne  Dtfettofo  in  parte  alcuna.  L a . 

DifFalta,cir  Disfalta.adeficio.  Lat.defe{lus  ,&  ddiHum, 
che  uoi  dtfettOe& peccato.D*  u.Ver  jua  Diffalca  qui  di- 
morò poco.Ver  fua  Diffalca  in  pianto,  eSr  tn  affanno  Cam 
biò  boncHo  rtjò.zp'  dolce  gmco.Turgberà  Feltro  anebora 
la  DufaUa  de  t empio  fuo  paflor.  alcuni  leggono  intuita 
tre  I bioghi  Disfaba/U  misfatto  che  ual  malfatto,^  pet 
ca,&mijuemreaMemr  meno. 

Difalcacdai  LatÀefaUo,amputo.et  falcò  abfcido^jcemare, 
màcare,el  togbere.Pt.h  7 péfier  de  C adar  molto  di  falca. 
Mancanicntojui/  difetcoXat.debquium,  defc8us,us,  ni. 

Boc.  Ter  joucrcb»  cibo , oper  Mancamemo  di  quello, 
ueéa  lógl. 

Vitvperio.Lat.& dedecut, infami, t ignominia,  labes.  Boc. 
Tarlando  ne  b haurebbe  yitupeno  recaio.ynmerfàluer 
gogna yituperio  di  tutte  le  donne  di  quella  terraJ'im  ' 

tupercuoliCoflumi.yituperoJà  morte,  yunperofe opere, 
fargb  yituperofàmente  morirc.yituperata,y imperato. 

A ■ t.  Che  dopo  tanto  yituperio. 
yituperare . Lat.  et  dedecorare , deformare , uibpmdere, 
notareMmnareanfamare,probro  dare,uitio  dareagnoa 
mmiam  inurere.Boc..A  pregarbper  Du),che  noldouefi  , 
jeuituperare.dannano,&uttupnam  a gran  torto.  SOZ;- 

Zp  cane  uiluperato^unque  mi  fai  tu  quefio!  Che  da  Mu- 
letto nonfojie  il  monafleno  uituperaio.  Che  10  non  ti  uitu 
pero  in  prefenza  di  quanti  parenti. 

OpprobriOjtìr  Obbrobno.Lat.opprobnum,dedecus:et  ine 
{amia. ual  uaupeno^ergogna.  Ari.  C‘hor  con  eterno  Op 
Wobrio^  uituperto.D  a m.  In  Obbrobrio  di  noi  per  noi  fi 
legge. HoHri  nefandi  Obbrohnofi  errori. 
\cTg,ogn»,ucrgi)ffiare  in  buona, & u malapartc.  & fuer 
gognato.uedi a xig. 

DÌshonclH.Diiboneflo.Inhoneflojirdia  11 1. 

Bcn,eir  Briic  (oH.Lat.honùaibquàdo  duitur  amor,  beniuo- 
lentutaiffi  tius.ò  il  contrario  del  Mab.  P g T.  Sommo  bm 

(perDio)Dolce.Maggiore.Dilulato.CaducoJ^ragile.Dol 
ce(p>er  Laura)Terauio,Tanto.l  di  miei  fuggir  com'ome 

brai&  non  uiderpiu  Bene.Del  Ben  cb'adhoradhot  l'anu 
ma  finte.s' al  Béuehce,et  al  contrario  tardo.  Sd^ueflo  no 
fin  caduceo^  fragilBeneiCh'èuentoitfz  ombra,tz  ha  no 
mebelute.B  o c.Tantoiamord  Ben,  che  per  te  jentoal 
Ben  comune . Vero  Ben  mio  dolce  mula  configbo . Ogni 
fuo  Bene  Mobile  , &Jlabilej.hauere . Ti  prego  caro  imo 
Bene. Se  uoi  mi  uolete  coiàio  Bene. Degna  d'ogntgrandif- 
fimo  Bene.B  o c.Sìuando  lacofa  peni  piu  perfetta , Tm 
Jeme’lBene. 

Bene  aduer.ual  ottimamcnte.perfitttamite.lat.exaCie,  ad  166^ 
unguem,ad  amuffimJ>e«f,prrf  eBè.P  i t.  dapoi  ehefiBe 
ne  Hai  fpiato  ambo  duo  gb  affati  mici.S  ’lo  difeemo  Bene. 

Bene operàdoJien  cubo  lauro.Ben locato offit lo.Ma  per- 
che Bf  moredo  boitor  sacquilìa.  Et  fe  ben  guardi  a la  ma 

giondiÙu>Mirai,s'io  guardone  giudico  Bcndruto.Bne. 

Toi  che  pafiiuli  erano  Bene  il  giamo.  Ch'io  per  uentmi 
Bene  horreuole.ZUa  di/se  Bene  iHa,feuoi  uedat  andare, 
andate,  tlquale  fe  loro  piacerà  Bene  flarà . "Hg  anebora 
jpuntauano  1 raggi  del  fole  Ben  BmejÀel  tutto.  • j 

heafar.Lar.benela8a,Hirtui,bona  opera. Por.  lui  ha 

FF 


k 


A L 


Comparatione  V 

Mfvo  Benfjr  torma  ft  faina.  A Bmfar  m’iniuce.  S en 
^loraBenfarnmmo/ìiiinotma  . Di  Bmfar  fo  fuoi 
tjfempi  miaitamara  . Onde  a Bmfar  far  hìuo  eficmfio 
Hicafi. 

Usìfon.Lat.matum,fatinai,fcelirs.èiieoHtrariodelBme. 
T t r. Dolce MaLDtlcUolo.fìranJe.Fiitnro  Infiwto.Tap 
fato . ette  non  ben  fi  i ifente  De  /' «n  Mal  ,tbi  de  l'altro 
saffarecclìia. Quanto  Mal  feria  mondo  hoggi  fi  jpande. 


ITA  Comparatione 

Sferanxe.Bo  c.Buon  Hnomo,  Letto , Coflnme , frin. 
JnBnonbora  .Tinnaltramedicma  effere  cofi  Buona, 
id  eli  utile . Buoni  Configli . Baomffima  donna.  Due  Bno- 
nijiime  Terre.  Con  Bnonifiinu  f'm . D * k.  Con  forni 
ad  ogni  odor  foauitò'  Buoni,  Buon  Duca  . Maeflro, 
.Atcoglitor , Signore follo , Vulcano,  Buona  ..dm-- 
ma , Imagine , t'oglu , Sferan\a , Bjfent;a , Sembian- 

Stella. 

'comeJjiieme^altroMalnonrente.raddvffiars’i  Ma  Buon,Buona.in nece di molto,& grandc.B  o c.Fnadmqtie 
li.Tuube  uedi  i mia  Mali  indegni, & emfi..Ac<lketino  nnagiouane  Buon  tanfo  faffato . Ut.  multo  fofl  tempo* 

i lor  Mali . JTt  di  mille  miei  Mali  un  non  fapea.  Facendo-  re . Buona  quantità  é danari  .Et  naie  alle  noUe  una  ter* 

mi  profitto  l'altrui  Male  Boc.  Deh  quanto  Mal  feci.  Mal  ta  Empha/im  come  Buon  buomo . Buona  femtna.& Mol 

del  corpo,  yoifatc  un  gran  Male . Come  conira  natura  to  Buono.Lat.ualdebonuietfprobui. 

ungrandifftmo.&fcelerato  Male  foffe  flato  commejjò.  Cittiao.Lai.nequam.ueàaTriflofmbaffo  i fuoUtini.  1667 
Maxtor  Male . Ugranicreja  de  Mah . In  commettere  ual  trifiu  ,pt{iimo  .Crreo.  Bn  c.  Vn  Tcujiero  Catti- 

' uo , Cattino  Huomo  , Catiua  yita  , Fnnma,  Le  riffo- 

fle  Icguitaiiano  Cattine , Cattine  Cofe.  D » n.  Heiuba 
triiiamifera.O'  Canina.  Et  certo  fui.  Che  queHaera 
la  fetta  de  cairim . Di  Cattino  diuenne  ualorofo . Me- 
fcbutefonoaqucl  CatlmoCltoro.  P • t.  Cbe  pardolee 
a Cattm  , & a buoni  aera . Et  ual  dolente,  meil  o,me- 
fchtno.  Boc.  Dolente Cattino hauendone  alquante 
dramme mgo^Xa  .pur ne ufei  fuori.  Tuta  mi  uenne  di 
quella  Cattmelta.  U donna  Cattéoella  a gran  fatica  file 
uódtterra  .FIcbbtrucdutoil  Catiiuello  tC .Andreuccio. 
Confderanda  la  Iti  del  Cattiuella.&  per  panerò  a J fi. 
&feruciihio  a per  mal  anno  a 


Mah,&  inimicitie. 

Mal.  adie  Ut.malus,la,lum  Ptr.Mal  Coflume,F'to,Frutto, 
Gouemo,  Fine,  Tefo,  Di  fiourirle  il  mio  Mal  trefo  Con  fi- 
glio .acaocbedi  lei  fterpi  Le  Male  piante , che  fiorir  non 
fanno. ridi  Solon,di  cui  fu  Funi  Tianta.Che  si  Mal  cuba 
Mal  frutto  produce.  Bo  eli  Mal  concetto  fuoco . Di  Mal 
Talento,yifo,Causllo,Malpertugio,  Mala  códitionc.Ver 
QjieSle  contrade  uaimo  di  Male  Brigate. 
i66^  ÌAiladuer.Ut.male.Pi  t.Malaciorto.Malfar.Malope- 
rar , Malnatericchn^ . Malitiiogrado  Ut.meinuito. 
Mal  conofcinto.Malguariato.Mal  iulta.Mal  pernoi.Di 
Mal  in  peggio.Mal  fi  cOnofce.Mal  i accorda.  Effer  giunto 


alcaminlchefi Mallienfi.Malchicontrafla.cp- Malcbi  Cìtaund.Lai.fiiluiflagiiiumfaiiiikiaiequitia.uaitrilii* 
pnafeonde  L'altaphgaamorofa.che  Malcelo.CheMal  tia,&fielerità.Boc.U  uitiofà  uitade  Cberici,  quafi 
può  proueder  chi  teme,»  brama.Toi  uié  quclla.ibe  Mal  é Catmità  fermo fegno . U bruttura  é tuua  la  Catti- 

uideTrcia.B  o c urdi  alFIndice.  uitàdeuiliJsimibuomim.Diladroiucci, &tfaltre  uilif- 

Difmalare,i  Tmouerdmale,&rifanarr.Lat.fanare , mor-  fime  Catliuità  era  infame  .perle  fue  Caitiuitd. 

bumdepeBere.Diu.Lomonte/be  filendoaltri  difmala.  Ttitlitil.Latfiagitium,ualfcelerità.BocJieiouoUfiiaU 
Mh,i  particella,  cbe  fignifica  diminutione,cioi  meno  quali*  tenderea  queflefueTriflitie  che  tudici.i.(ctlerità.  In  fe- 

do i congiunta  con  altre  uoa,&  perdo  Male , onde  Mif-  minar  xficama,  indir  catliuità , & Tnflitie . Etrimpn- 
credenxa  ual  mata  credenxa.Misfatto.i.malfattoaA pec-  aerare  i mah , te  uergogne,&  le  Triflex^uere , tT  non 

ta.MifuenHej.uennemeKO.Misleale.i  ditleale.Tioc.Huo  nere,  tr quando  figmficamcfìuia.uedt  a j6S. 

mim  Misleali  .Et  cbe  per  Misfatto  d'un  fuo  maggior  fi-  TMo.lat.nefarins  .profanui,  teter . dirus , malia , fcele- 
gUuota,&  ribaldo,  il  conte  urJtndo  quefto  tutto  Mifuen  ratus  , & fcclerofus  , fai  inorofus , fiagitiofus , tnspia- 


He.TqpH  di  cioaliruiandodi  Miitredeuxa  neli'iaquifito, 
Bontà, Bontate.Lat.honitas.probitai.i il  contrario  della 
rtbalderta.B  o c.TrrkfuaBouiànifHj^è  amboraa- 
mato  affai.  D A V.  Bontà  infinita  . Mia , Sua,Bontà  non 
i.La  Bontà.  Et flrrrpando natura fSr  finaBontate  . La 
diuina  Botttate . Cefi  la  intelligcntia  fua  Bontate  Mul- 
tiplica. 

t666  Bon.IiOlìO.& Buon,Buono . Lai.  boms.fòfl.P  tr.Tal  cb'a 
Buon  lòltmente l'ufiio  chiude.  Et  fia'l  mcndo  de  Buon 
fh  ^ I -fèmpre  in  memoria . Et  ritolta  a men  Buon,  non  a piu  de 


tus,ajnnt.tmpurus,  nequam . ual  fcelerato  ,cdr  pefSi- 
mo.  Boc.  Dtrgb  fa  maggior  uillanùt , che  mai  fi  dicef- 
fe  ad  alcun  Trillo . Egli  s i innamoralo  di  una  donna  co- 
là fu,  tir  ella  i tanto  Trilla , ch'ella  fi  ua  richiudendo 
affai  fpeffo  con  efio  lui,idefl  impudica , & fcelerata. 

Son  certa;  thè  effendo  bene  ebbro  fi  niiffeà  giacere  con 
alcuna  fnaTriflaj  meretrice,  ch'ella  portaua  figliuoli 
ch'erario  T riflifitmi.& quando  dinota  meflo^  taffo.ue* 
dia  jti&  per  infermo, 0 debole  a léSq.cr  per  pene- 
ro, drmifèroa  }it.  * 

gni'.Cbepardoltea  cattiui,  & a Suoni  aera . Tofeu  ye-  jlttriflarc , <jr  Coni  ri  Bare,  peraffligereaiedi  a ijot. 
fpafiancolfigbnolmdiHBuonoe'l  bello, non gia'l bello  ifconci. Lai. inrpii,famofi,&  infames, impudici,  firn-  i6io 
e'I rto.Bae.uH poco  di  Bnonu , ibe  mi  piace . D A N. ^ fler. ual tnfli  inetti , & mal  condì.  Boc. Di djmauti*  . 
Buon,  cbe  Cu  ti  cale . Saper  et atiun  è Buono.i  Buono  an-  re  in  muno  ottolaboneBà  delle  ualorofe donne  con  Ifccn 
thor , che  buona  fia  la  etra  . Calcandoi  Buoni.  Buoni,  àparlari. 

Cjr  rei . Di  ragionar  co  Buoni . Et  adie.P  * t.  Buon  Fruì-  ReOiCT  Rio . ual  cattiuo,trifiO.Lal.malksjnfelìxàn*uf}iica 
to.'Porio,So^omo,Seme,Tempo,Trlior,yoler,Fine,  tus.'Ptr.Reo  Falco.  Tercheuedendoancbtr  il  fuo  fin  Beo. 

CÌHdietoprhomaffo,Marce,Ttrro,Sant, Giuda , ReMaf-  Bea  Fama.Maric.Mcdea  Rei.4BHi.Dt.yttB..Atti.Cboe 
fmifia , ReSkiUaHj}nce,Caflida,Stre,  Figbuol,  Campo,  ibi  Stati.Cb' al gnlìoi dolce  t la  JàluteiRea.  Tortai 

Romano, Buina  CofiStanxa  Buoi' Mma,  Buone  Cop,  quella  divietala,  O'Rf ai*  rte.&fofi.penhenone 

.uf 


à 


Comparatione  VAL 

fori  "Primi  imigliori,&  lafcia  flar  i Rei.B  o c.Rei  Hu» 
maLCbe  togli  ho  tutu  per  Rei . pnrtl  mot  Reo  iti  capo. 
Chi  è Reo,<^  buono  è tenuto. 

mo.Lat.mjhii.P  i t.Rio  Tenfier.Stato.Tempo.Rut  Babtlo- 
nia.Fortuiu.  Infami*  . Ombra.Semm:^.  f'Jam^.f'tta. 


ITA  Comparadone  n6 

uni  andar  di  mal  in  peggio. B o c.Temendo  condithn  non 
peggtorare.Chedt  leggieri  peggioriamo  nojlra  londmo- 
ae.Si  che  tu  mi  peggiorarelu  ui  duo  modi.i.mi  fareJU  dan 
no.^  quando  Jignitica  aurefUntento  dimale,uediéd  iiu 
fermitàa  1684. 


Morte.Mirra.Che'l  danno  igràdc^  la  uergogna  è Ria.  PcCsimo.latjial  pm  che  peggiore  .Tu.  Già  de  l’ufanxa 


Et  neggiola  paffar  fi  dolce,  et  Rut.Se  Riaionde'è fi  dulie 
ogni  lormEtotll  buon  e’I  bclio,nógutl  bello  e'iR».  Boc. 
mrimaperi.  Etlamiauuacrudel,(’rRia.C  llarem 
Ulta  Ria. 

Migliore.  Lat.melior  tèli  contrario  di  peggiore.T  t t.  Mi- 
glior Dnce.Cuado.Luogo.Maeflro.Tarto.  Stato.  Tempo. 


Tefiana,&  antica.B  o c.Tejiima  Generatione.  (j-  yna. 
Tejiimi  amm.Tefitmo  Huuino,  &Tartilo.EUa  non  0/4 
ua  farft  ad  alcuna  jineiira  ne  fuori  di  caja  guardare-, per 
laqual  copi  la  ulta  fua  era  TeJimiaajmJerrima,^'  mfe. 
bce.  Dube  ella  uiuea  Tejiimameiite  contentai,  maiifi 
mente. 


F'jò.Tarte  Riua.Opra.f'ita.P'ia.Tatria.MigUor  "Hptu  PeT{cno.Lat.perfc{luiualcompiuto,& menda,  & 


Tempi  & per  lopPiTeribe  morte  fura  Triina  1 Miglio 
n,(Sr  lafua  Ilari  Rei . & ueggiv,ch'ella  Ter  lo  Mtgbore 
al  IO*  deftr  cótelè.S' anmdan  ftfche  jimpre  il  Migliorge 
me.&  uiniera'l Migliore.Boc.Di  Miglior  panm  rimef- 
ft.Ter  poter  effer  tenuto  Migliore,  et  T amo  Migliori, 
léip  ÌAc§,\io.Lat.mebui  è il  contrario  di  peggio.T  • t.  Del  pre- 
mute migodo,&  Meglio afjKtio.  Il  Megboi  ch'io  mimo 


i il  contrario  £ Imperfetto.  Tir.  "Perfetto  .Atto,  & Ho 
nore.  Perfetta  Coji,er  "Pietà.  Perfetti  Giorni,  & Ciudi 
ttf.  D'un  fpirilo  conuerfo,  & piu  s"eliima  ; Che  di  nonan 
tanoue altri  Perfetti.  Si  parangona  pur  co  1 piu  Terjeu 
II.  fra  tanti,  & fi  bei  uoliiilpiu  Perfetto.  B o c.  .Amore 
grandijjimo^  perfetto . L’buomo  della  donna  è piu  per- 
ielio. Che  Terfeua  poieffe  eJSere  la  creatura. 


ra  amando , & toc  tu . Che  Languir  per  lei  Meglioi,  che  Perfetrione . Lat.perleQio,&  abfolutio.  Hoc.  L'huomo, 
gioir  iahra.Et  ueggiotl  MegUo  ,&•  .li  pi.ggior  m’appt-  la  donna  hanno  ptu  diPerfettionc.il  giouanil  defide 

gbo  Qjiant'era  Meglio  algarda  u rra  l’aU.Obcdir  a na»  no  quafi  in  punto  hebbe  Perfettione. 

turauitutto  è"l  Meglio.Cujiuu  prrfefi  ritrahina  m al-  Ottimooial  molto  più  che  buono.  Lat.  optimus.P  ■ t.  .An- 
to "Per  ueder  MegUo . Se  Megbu  e’I piu  li  diedi,  e'I  men  ti  "gl  uiuea  di  me  l'Ottma  parte.Boc.  Il  uino  Ottima  tofa  4 

tolfi.Iliuflra  lor,ihe  nulla  Megliopopre.Boc.  Dibene  in  uiuenti.  Otliim  umi . Reputo  Ottimo  di  mutarfi  di  qma. 
Meglio . ^ uuului  il  Miglio  del  mondo.  Seiu  fpjii  malto  ottima  tofa.  Ottimo  Halle . l'igne  portanti  Otumijfimo 
Meglio  a canali*  di  Im.  y modici  .Ameto.  Ottimamente. 

hAcm  ucce  di  Meglio  toltadbi  gli  antichi, che  meiufauano.  Fino,iCr  Fin^ial  perfetto,aoicofa  ridotta  a fua  perfetlio- 
Lat.mebus.P  ■ r.Mi  u eruche  da  uoifoljel  diffetlo.Bac.  ne.  Lat.perfellus,  optimti.  P i j.l  capei  £oro  Fin  farfi 

Deuehó  nera  ne  grande  ne  piciaolo,ibe  non  rm  uolelfe  U itargento.Tier  la  chiufa  m or  Fin.la  tefla  or  Fino.  Cbio- 

Mè  del  modo.  Come  poti  il  Mi  a Roma  fi  ne  uéne.  Dtu.  me  d'oro  fi  Fino  a l'aura  fciolfi  i Ch’oro  Fino , ep-  topati 

Mifoffe  fiate  qui  pecore  fi  -^be.  Kxi.  ftringe  la  buona  al  collo  tegna.  B o c.FiniJfimi  yim.Finiffimo  Cantatore, 

ffadafi  Mi  lo  feudo  imbraccia.  & quando  Mi  dinota  me  .Afiinare.lat.  perficerefixpuigare.  ualfar  fino,&  ridurre 
tfo . uedia  ijiq.  alfine  di  perfetlione.  P t r.  In  che  ifiio  flralt  amor  £ora, 

lmmegliareJjtt.meborefcere , dr  etiam  meliorem  reddere,  & affina.  lui  com'oro  che  nel  foco  affina.L'altra  i Tortia 
Crfacrre.uat  far  migliore.  D*  u.Cbe  fi  derma,  perche  ui  cbe'l  ferro  e'I  foco  affinaj.cbc  il  ftrro,^  U fuoco  fa  fina  fi 


l6rjt 


t'immegli. 

Miglioramento, i dmanutitmedi  male  nello infernojiedi 
a léSl. 

MigUorare,  per  accrefeerefi  auangtre.  Lat.augertfineliore 
fcere.i.meliorfien.Boc.Credendo  la  fua  condmone  miglio 
rared.acc  refcere.Deh  perche  non  ci  migboramo  noi  que- 


perfetta  nella  fede  promeffa  a fuo  manto  SrutOrpehe  pri 
ma  fi  proni  col  ferro  fe  Siar  poteffe  coHante  alta  morte, 
pofeia  co  carboni  acce  fi  succife.  D < n.  Poi  iafcoji  nel 
foco  chegbaffinafideji  chegU  purga,  & nettada  pecca* 
tifit  fanji  perfette  Perche‘1  ben  nojìro  in  queflo  ben  Taf 
fitta.!,  fi  fa  perfetto. 

fii tre folib.i.auan:^amo.& quando figmfica diminuire  il  Imperfetto  ,iilcontrartodiTerfetto.lat.  hnperfeBus. 
maleaiedi  a ióSj.  Ptr.  Ma  tanto  ben  fot  tronchi,  et  fai  imperfetto.  .Almio 

Peggiore,^  il  contrario  di  Migbore.Lat.peior,e!rdeterior.  Impcrfctto.Senga  laqual  il  fuo  ben  i lmperfetto.Sem(al 

T u.O  quanto  era’lPeg^ior  firmi  contento.  Et  ueggio  qual  Imperfetto  E loro  oprar,  et  Se  parole  fai  fonolm- 

U meg/iofip-  al  Peggior  m .^piglio . érper  lo  aée  ; Cotal  perfette . 

er'egb,&aHcboraPeggtorpjtto.Boc.Ufenuneinogni  \er ,&yero.Lat.uentatfofi.&ueruififim,adie.Pa  r.  l6y% 
cofafimpre  pigliano  il  Peggiore.Egb  era  il  Peggiore  Imo  Che  s’al  yer  mira  quefla  antica  madre.  Ma  cefi  ua, 

chi  fopra'lyerTellima..Angi  le  difiTlyerpien  di  pau- 
ra. doparlo  per  yer  dtre  . Del  yer  fempre  nemica, 
yinca'l  yer  dunque,  & fi  rimanga  tu  fella  Et  uintaa 
terra  caggia  la  bugia  . Chi fitpenfar il  yer,  tacito  efU- 
me.  Cb'adirilyer.  Fubenyer.  Cbe'l  yer  nafeofò, 

& fconofmto  giacque . Perfittum  non  crefce'l  yer  ne 
feema.  Mentre  che  Tun  con  C altro  yen  accoppio . Hpn 
fi  fe  l'ero , 0 Faifo  mi  pare* . tal  hor  men7;cgna , & tal 
bor  l'ero.  Ho  ntrouato  le  parole  fu.  yerodtri.  Petreb 
be  effer  yen.  Se  yen  al  cor  Tocilno  ridice . i fi  pref- 

FF  ij 


mo  forfè  che  mai  nafcejfe.Inuidia,fuperbia,&  ftmdi  co- 
fefilr  Tegguin,  fi  Peggiori  effer  e panno  tn  alcuno. 

Peggio.Lat.peiui.ual pm  che  cattiuo.Pn.Et  temo  no'l  fe- 
l6yo  fido  emr  fia  Peggio.  Ma  Tur  di  mal  in  Peggio  quel  cb'a 

ua»ga.Et  pm  certe^  bauerne  forai  "Peggio  .limai  mi 
preme , & mi  fjiauettta  il  Peggio . Ma'l  Peggio  i umer 
troppo.Cbe  pm  Taf^ta:  0 che  potè  effe  "Peggio!  (bor  che 
tra  può  far  Peggio.)  B o ^eh  uedefii  cbe’l  Peggio  della 
batlagbahauefiid.U  pe^  or  pane.  T u. 

Teggforare.lat.in  Peitu  rm  jdetenorem fieri , diminuere. 


i 


Comparatione  V A 

dir  il  l'ero  fifra  la  fua  fede.  Le  diffe  che  rio  era  f'eroJMa 
donna  'Hel  l'ero  egli  mi  diffiacqne  ben  un  poeo.i.certa- 
mente . Eqnai  T^l  l'ero  non  jeppi  bagnar  é Lagrime. 
Etperloadie:Prr.l'eroDio..Amico.  Camino. Honore. 
Huomo.Tregio.TregtoneroSplendorr.  Fipi.  Et  come  ri- 
cordar di  Vero  forme. l'era  Fama.TietJ.Imagine.  Hn- 
milti.  Lrggiadru.  Coft.  Donna.  Cuida.lìiimdtateMeatri- 
ce.Dea.l'era  -4mica  di  Cbrilìo . Veri  Guadagni.  Et  Fé» 
ramenle  degno  di  quel  fetto.l' cramente  ftam  noi  polue- 
re,& ombra . Et  Meramente  è fra  le  flelle  un  fole . Et  fu 
Veramente  .Argo. ^oc.  Vera  Tejhmomanxa . Vere  Ra- 
gioni,&  Parole.Veri  TeSUmoni.VeriJiimoTeBimonian 
jji.  Li  Dij  delle  future  cofe  Veridici  Troueditori-Alcune 
Vere,&  alcuni  Veriftmili.'bion  come  Veritiero  buomo. 
L /..Veramente. 

Veri  tà,dr  Veritate.Lat.ueritas,quefla  mai  non  ha  fine,  & 
fra  tutte  le  co  fi  è tanto  priuilegiata.che  ella  del  tempo, et 
non  il  tempo  di  tei  trhmpha , perche  fecondo  la  fi  ntene 
dmtna.piu  faàl  cofa  farebbe, che  il  àelo,& la  terra  finif- 
fe,  chela  Verità  perire-,  & fecondo  .Aulo  Gellio  la  Veri- 
tà i figliuola  del  tempo,&  fi  trono  nel  profondo  de  poo^. 
B o c. Verità  lnf.tllibile.Tofiiamo  co  Verità  dire.  In  buo 
na  Verit.ifCome  efia  mede  finta  può  con  Verità  tefiimo, 
mare) Delle  Ventò  dimoflrate. 

In  uencite.Lat.certe,feriu,uel  feriodicere.V  ■ rSi,che'n 
Ventate  I farei  già  di  quelli  penfierfora. 
i6jj  \exzceJjttMerax , ual  pieno  diuerità , cioè  piu  che  uero. 
T > rJ'erace Dio.Figtiuol di Dio.Oriente ,&fo,chene 
morrò  Veracemente,!!  o c.Quale  delle  tre  leggi  tu  repu 
tilaVerace.VeraàfihnocorpodiChriflo. 

Dadouero,»4/  in  ueritd,&  è U contrario  di  beffare.  Lat.fcm 
rius,a,um,&  firium,uel fieno  dicere.  Boc,  Ch’egli  fojie 
fiato  non  attratto  Dadouero . Che  Dadouero  parlaua  la 
donna . Vna  beffa , che  fu  Dadouero,  fatta . Io  dico  Da- 
• donerò. 

Innerare,  è fare  uicino  al  uero.Lat.uerificare.D  a k. Credo 
perochepiuditeiiinueraà.ha  piudel  uero,&piu  com 
gnitione. 

.Auerare.  Ut.  certificare,  ual  affermare,& accertare /t  fir 
la  cofauera.  Dcu.Hor  ti  potè  apparer  quàt’ènaftofii  La 
ueritàalagente,ch’aueraCiafiun  amor  in  fi  laudabil 
cofà.La  tua  dimanda  tuo  creder  m'aucra  Effer,cb'iofof- 
fiauaro  in  f altra  uita.B  o c. Et  narrando  io  tutti  quefli 
fògnij  quali  de  ficreti  di  Fiorio  alcuna  cofa  fentiua  m’a- 
uerò  quello , che  uedutohauea  e ffcrmi  fin^a  alcun  fallo 
apparecchiato;  fi  io  da  Marmorina  non  mi  partiua.  T h. 

Fur>m  ueceé  ucramente,cereamrnte,fin^  dubbio.Lat.cer 
te  quidem.  ? it. Ma  Tur  fi  afpre  uie,ne  fi  feluagffe  Cerm 
tot  non  jò.Che  Tur  non  hebbi  anchor , non  dirò  lieta  Ma 
rieofata  unhora.Tarmi  Tur  ,ch'atuoidila  grada  toc- 
tvi.Turcom'un  di  color, che’n  Campidoglio  Triomphal 
carro  a gran  gloria  conduce.  Boc.  M'i  fiato  inuolato  U 
porco  ; Diffe  allhora  Bruno, Deh  come  puote  efiere  que- 
fto  Ilo  lo  nidi  Tur  hieri  colli. 

Lnlri.  Lai  .fidet,obferuantia.ual  ueriià,&  fidelti  detto  da 
reali!  Latino , onde  Realtà , & Reale  fi  dice  in  molti  luo- 
ghi, & s'intende  quello , che  non  manca  di  fua  parola , 
tome  Re  ; & imperò  fi  dice  effere  parola  di  Re . B o c. 
La  cui  Lealtà , ér  dirittura  ueggendo  Giannotto.  Di  ho- 
nejle  cofe  ,&  di  Lealtà  andauauo  con  lui  fauellando. 


L I T A Comparatione 

Le»mi,ual lealtà.Lat.fides,ueritas.B  o cjielV  «Jagra»  i6-jq 
Leamgach'ioho  trouaumte.  Et  per  quella  Lean^ , che 
in  gentU  donna  deue  efiere. 

Lezle.Lat.legalisJiduspieridicus  ’Boc.Leal  Donua.Huomo. 
Lealifiimo  CauaUiere.Lealmentei 

Dk\cima-Disleale.Misleangq.uedi  <«581. 

¥i\fo,foft.Lat  mendatium.faliacia.è  il  contrario  del  uero. 

P n.Cheparland' egli  d uero,  & Falfi  a pena  Si  difeerm 
nea.BocJJ  quali  afiai  uolte  del  uero  famio  d Faljò  prona 
re. Il  che  certifiimamete  è Faljò. Et  adie.  Ut.fallui.P  ■ t. 

Falfo  Dolce  Faljà  opinione.Babilonia.et  Dolcexp^.Falfi 
Guadagni,^  Opiniom.Falfi  Speràxe.Fame,  ér  Imagud 
no  FaÌfi.etScuje  nÓ  Falfi  Boc.Falji  Confefiion.Tefitmo- 
mantia,et  Sojpitane.Falfi  Sacramèti.Sogm  Falfiamente. 
Falftrio.Etaduerbio,pfalJàmFte.Ut.torue;male,  falfo, 
et  falfe.Ptt.S’io  no  Falfo  dijeerno . Che'lmio  ualorperfe 
Falfi  sefiima.Upnfo  fi  ueroji  Falfo  mi  pareo. 

Falfita'ji  ilcontranodella  uerità.Lat.falJitas.  Boc.THh  ere 
dulo  alle  altrui  F alfità,  che. 

Falsatori  di  monete.uedi  a Moneta  a iji, 

Bugii.Men:^ogna.Bugiardo.uedia  ijp6. 

Bugure,per  mcndrc,o  dir  bugia. uedi  a ijg6. 

Mcntire.Lat  mentm.p  t r.Mapiuquand'io dhifent^men 
tire.Boc.Ma  di  do  non  mi  lafci  mentire  Mafie  deljàg- 
gio.Eglimenteper  la  gola  . Tofto  uedremmo chi haurà 
mentito  fi  tufi  io.Efii  mentono  tutti  per  la  gola.  Se  le  uo- 
Sìre  parole  non  mentono.D»  u.Dipirccchi  armi  mi  men 
t)lofcntto.ijiegò.A  n i.Tu  te  ne  méti,che  ladrone  io  fio. 

Il  qual  Lurcano  pojio  far  memire. 

Mentitorc.Lat.mendax  ,ds.Boc. Sèmedefimo facendo 
Mentitore  fe  ne  penta.E  r.Mentitrice.F  •.  P i r.  "Poi  tra 
uia  m'appxrue  Quel  traditor  in  fi  mentite  Lame. 

Ticcion.ualfimulation.Lat.fimutatio,oHentatio  nana, fu-  lift 
CUS.P  a r.Ter  Fittton  non  crefie'l uer  ne  ficema.k  xs.Gli 
dia  quella  medefima  creden-ga,Che  fi  fuol  dare  aVintk- 
ni,o  afide. 

Finto.Lat.fi(lut,fimulatus  ,fucatus.  ual  fimulatio  .Ter, 

S"  una  fede  amorofa  fin  cornonFinto.Boc.ncl  Pus.  pitti- 
ciafii  moiìrò  nelfuo  uiftàfimulatafi  jintaj^itticic  Taro 
le.Fittici  .Amici .Atti.  CofluiFitticiamente  cadendo, 
gli  fi  gittò  a piedi,  fiat. Corti  regali,  & fplendidi  palagi, 
Ouela  caritade  è m tutto  efiima;  llg fi  troua  amidtia  fe 
non  Finta. 

InfÌHgere.Latfimulare.ualfimulare,&  mojlrar  dinon  fape 
re.etanchoperformare,oficcare.PfiOhraalauiHa  a 
gli  orecthifirna,Cr  infinge  Sue  noci  uiueXformafi  ficca. 

0 i infinge  fi  nS  cura,o  ni  s'accorge.  Boc.MarteUino  infingi 
dofi  attrato.Infiugeuole  Occhio.  A u.Infinito  parlare  La. 

Da  u.Ilpeccator,ch’mte(e  non  s'infinfe. 

Simulare.  Lai.  fimulare,  fingere  ,fucum  faterei  fingere, 
tir  dimofirareojuello,  che  non  è.Kut.Quàtunqueil  Simu 
larfia  le  piu  uolte  Riprefofi  diadimala  mente  indicasi 
troua  pur  in  molte  cofe  a malte  Hauer  fatto  eutdenu  be- 
nefid,E  danni  fi  biafimfi  morti  hauer  già  tulle  : Che  non 
conuerfiamfemprecongliamiciinquefia  afiai  patfeu- 
rafihe  ferena  Vita  mortaista  tf  inmdia  piena. . 

Simuìition.Lat.fimulatio.Ani.  Ma  conSimuktion  mena 
t(pgne  e frodi  Legano  i cor. 

Scwfir&Ificufa,èilcontrariodt  ccuft.LatfixcufatiojpitrA  1^7^ 
gari0,fàtisfaffio,ciiufi,B  e c J (fidente ScufaJStwga  al- 


Comparatiohe  V A L 

tuna  S(nf>  fari.  Se  ih  nolefii  a quelle  cofe  irouare  Scafi 
bMgt.trdc.Ter  Ifiufaéfi. 

tCMfire,&lfiMfire.Lat.excufire,fMrg3re.fvtàlnoHfo- 
' ter  un  fin  fi.  Che  mi  fcafi  appo  Moi  dolce  mia  pena  .Ina  fi 
^toaunfiri^  hor  mijiafa.Ch’i  conofio'l  mio  fallo, et  no 


ITA  Compàratione  itj 

nafiefiero  loro  un  corno  nella  fronte,  il  qnak  fc  defSe  TC‘ 
fiimottianftia  di  do  Ae  fattohaneflero.GU  nccetU  jn  per  li 
aerdt  rami  cantando  piaceaolt  nerfi  ne  danan»  a gii  orecm 
cbeTeHimoniaKf^TelUmonianzefalficonfommo  dilet 
to  rithiefio  ^ no  dicena. 


iofcufo  llcufinla imartiri,Et un p(fier,ebefjloangofiia  Tc{timorào.Lat.tefli},teftimoninmJniexgen.eom.B  o c. 


lo  fari  fimpre  imaaxt  a Iddto,e!r  agli  buomim  fermifii- 
tno  TeJUmonio  della  tua  bone  fi j.  Ter  fai  fa  fifpiiione  ac- 
cnfata,&  con  Tefìimont  non  neri  banerto  condotto  a do- 
nere  morire.S’efiernolefiinio  Teltimonii  (parLidodidon 
ne)  diedi  quella  aita  Jérn^a  Tcjlmomo  trapa/iauano. 
Lat.fignator.ex  nell  A w.  Sta  la  deità  reuertta  da  uot  Te 
fiintoma  delle  mie  parole. 


P3Xek.Lat.publicuiM>ùfefius.U3lpifi>lico,  manifefto.^  i 
ano  di  feereiOiOcciilro.Pt  x..Ate  Talefe,a  tutt’al 


dalle.Bo  c.Ma  io  mi  ti  uoglio  un  fitto  fcufire.  Et  con  qne 
fio  fiufindoftSon  nettata  a fcnfarmi..Actnfare  firtlr  ijcnm 
firelui.Cbe  in  parte  mi  bauefli per  Ifinfata. 

ACcuf3,& accujàre,uedi  aóot. 

Certo  aduerbio,ual  certamite.è  il  cStrario  J Incerto.  IM, 
certe/}uidem,profe{lo,adepol,  hercle,fctlicet , cenò  fine 
dubto,  fani,netnpi,quippè,eqMidem.i.ego  quàlern . P • t. 

Et  nons’ajpiraalgloriofi  regnoCertotn  piu  falda  nane.  Telltmomare.Latjelìificari,teflatHmreUnquerT,notnmfam  \6ft 
Certo  fe ni rimfbra  di  idarafSo.ìAa  certo timio Simon  cio.teftibusfinno,teliimoniumdico.itoc.Sico»ier[iame 

fuinparaéfo.Certobomainontem’to.  Giuflo  duole erto  defmupuocò  ueritàtefiimontare.Secido  che  color  the‘1 

a lamentar  mi  mena  . Et  Certoogni  mio  fludio  m quel  unterò  telltmomanano.ConCautontàdelJuouifitelUm« 
temp'era.CoftuiCertoperfigianonmifpiacque.cheper  maua.A  h. 

Certo  Inlìnita  ila  fihiera  de  gli  fcioechi . Et  Certo  fu  fra  Teftificare.LatJeJlifìcari.ual  ridere  tefltmonìan:ta,&  chiù 
noi  Qjial  Bacco.Certo  di  ninna  cofa  dubito.  Ter  Certo  <o  o c.TeSiificando  per  quello  quanta  fa  la  fede,  ■ 

thaurii  già  fatto. Trono  cofiet  per  Certo  non  efier  morta.  che  egli  ha  in  iioL  Co  fi  tutte  tefif canti  noi  bauere  dell'al 

Et  per  lo  adie:  P i r.Tlpn  figuir  piu  penfier  uanofallacei  truigouerno  bifigno. 

Ma  faldo,&  Certo.Le  fperano^  dubbtofi , e'I  dolor  Certo 
.ifrefinte.Ter  forni  Certo.tatmfato.Certo  finche  noi  di»  il  contrario  di  fedi 
• - cefteallhoraittondubbto{o.DidogbeCcrte,etdi'allegre^  tricouerto.Ondemorte iTalefee'ncendto aperto  . Che  '• 

* incerte.  B oc.  Tarmi  efier  Certo . Certifiima  nouella.  non  fan  tutte  uanità  Talefijii  moftrarla  in  Talefe  arér 

Io  fon  Certifiìmo.CertiJfimamente.  Certamente.Cerufca  nonhaue.Lat.palam,pnblice,mantfefle.Boc.In  occulto,/» 
t».Certi,&  Certe  in  luogo  di  alcuni , & alcune.  LatatU-  m Tale  fi. mt  ti  fici  Talefi.'Helle  cofe  Talefi. 

qui,&  nonnulli.uedi all'Jnéce.D  a uJl_ualche  tu  fie,  od  Talefare.Lat.publicarepnamfefiare,palam  facere, publicS 
ombra fid  buomo  Certo.Incontanente  mtefi,  Cr  Certo  fia  ftcere.B  o c.ll  cui  nome  non  interidopalefare.Tarue al- 
che quefla  era  la  fetta  de  Cattiui.  Uiora  aTbebaldodipalefarfi.y’hopalefàto  quello,chei» 

Cexteitì.Lat.eertitudo  .Ptx.  Et  piu  Cm«^4  haneme  forfè  anebora  u’haurti  nafcoflo.Qiaflo  fno  amore,  fi  co- 

fora'lpeggio.B  o c.Maggior  CerteT(^,&  Piena.Confin  me  fiuio  a ninna  perfona  il  palefaua.  .A  te  fi  come  a pa- 
Certexga.  drepatefirò.  i 

Certificare.Lat.cerciorare,& cerciorem facete , ifar certo.  .Appalefarefi il medefimo che palefire.T oi.Matunrap 
B o c.yolendolo certificare delTamore.Cotttétod’efiere  pfJÒ , C altro  tafeof e.Bo  cj)oueiomicredeffi,cbetunon 

certificato  della  fua  Intentione . Infin  a tanto  che  certifim  Ceppale fifii. 

tato  non  fi  i.  ’Riaciìtione.  Lat.uaticmariofiraculu.'B  oc.  Et  a pieno  po- 

l6jj  ^ccertare.Lat. certificare, certiorare,eerciorrm  facete,» f-  polo  racconti  la  Riuelatione  fattagli  per  la  bocca  del  an- 

firmarctifierpere.B  o c.lo  u’accerto,che  Thebaldo  i ni-  gelo  Gabriello.  » 

uo.Io  t' accerto  fhe  fe  tu  noi  fai  fi  mie  mani  il  faranno.Et  Btuelare.Lat.(p  mamfeflare,  publicare.  P ■ i.'l^lqual  ho- 
nolfdofidclla imaginatione accertare.  D c u.Terotipre  neSìoamor  chiaro  riuelaSuadolceforga.Boc.Secon- 
go,&tupadrem'acctrtaj.mifacerto.Terchelamano  doebtriuelatomifu;Ter  quello  che  Iddio  mi  riueli, 
ad  accertar  t'aiuta.Qjtaluenne  a Cltnune  per  accertarfi  A « iXt  qm  fin  fiata  acciochetirmeli,Qjielidban  dite 

Di  cio,c'hauea  incontr’a  si  udito.  già  Statuito  i cieli. 

Chiaro  in  ucce  di  certo,drmanifeflo.Lat.clarus.3  oc.Vi  Publico.Lat.^  mamfeflus.ualpalefe.P  t x.Tublico  Dana  l6qf 
prego  mi  facaate  Chiaro.Tiacemi  di  faruene piu  Chiare.  no.yiaggio.  Grido.Pubtica  Fama.B  o c.  ydcndo/l  cofi  In 

■ Chiara  uedea  la  fua  difauentura,  e)-  in  altri  figmficati  ue 
di  alla  Tanola.uedi  a itf  So. 

Chiarire,percertificare.Lat.cerciorare , cerciorem  facere. 

Boc.Di  poterti  in  do  Chiarire, 

SAiarare,i chìanre.D  c u.apiuanguflouaglioTiconuien 
fchiararj.farti  chiaro. 

Jneerto.Dubttatione.DubbiofiubiarejdubitareJorfi.Fal- 
lace.lnflabile.uedia  Fortuna  a 17J. 

Secreto, Secretario.uedi  a Mercurio  a 7 79. 

Te&imonilinzz.lat.tefiata,te/limoHiumdndicium,certi- 


Tublico  commidare.Tensi  di  uolerli  inpubbco,&  éfuo 
tofarmorire.Lat.palà.efiendoTidilico.TublicaSrrada. 
Tubltchi LuogiK.TiAhihe  Leggf. Opportunità  Traltode 
la  corte  Tublica.  Tubhcaméte.Lat.publice  ,pal.à.T.yói 
mtenderete  que fia  cofi  efiereTublica  nella  noce  d'ogni 
buomo.Tubltca  noce,  & fama . Se  non  m'inganna  qui  la 
fama  e'I  grido. 

In  publico.Zdt.pit/iim,  publice,manifcfie.ucdi  di  fopra. 

Occulto.Celato.Couerto.  Qjiatto.  oecultarr,nafòdereatp 


jUi 


piattare,acquattare.  tt  filmili, uedi  fitto  Saturno  a J7». 
.tudo,fidet.ualcertegp^  .fede.Bnc.Lepmne  e piedi,  e’I  ’Ricopnre.Lat.occultarejcelare.Bo  c.  La  donna  fiuiamen- 
■ becco  le  fece  inTefimui  dga  di  do  gettare  auanti.  Et  per  te  la  fia  nergognaj&  quella  della  figliuola  ricopriua.jte  ^ 

far  loro  interaTefitmoi  ot^adidocbefattobauefie.Se  ciochecolprefioparurfiricoprifìelafiiadishonefià  ut* 

' FF  tq 


> 


t I T A Comparatione 

0 di  uergogna  EHÌàcnttfi  pcncolo^be  (eguire  ne  potere 


Compararione  Q_  V A 

MHt. '.Di  (bela  Badi fit  auedatafi del  fMproprit  fal- 
lo, t • uedenio  che  da  mite  uenuo  era,ne  haueua  Rico-  hjnea  potato  ne  rumpere,ne  piigare..4p*i  Eaidìtc  jlr 

perla,  matò  fennone ,i.occulta  efckftttone.uedi  a 6ii.  gontemo.Euidctiiememe. 

lat  ^paihcMS.claras,  aperta!  Pi  r.Mani  Solarre,Lat.perdiihiarare,e!r  Iraardidabbìo.Voc.Etdif 
fefto  tfiempio.  Del Manifeflo accorger  dclegenti.cbeH  fe.  Triiorein.iei  fattimi  trsggonoa  dover jalaereUda 

aero  Fara  ut  pia  cbiaraaoce  MamfeUo.Mamfclla  .Al  ra  quejiione  di  cojloro,& per  liberare  ptedt  a J.^9.et  per 

legreT^,Fedediouma,M  attifeHc  cofe.Bac.Segnoacta  diijare.aqqg. 

fcaou  Mamf elio , Dove  aiuto  Mamfefto  alla  loro  jattità  piano,Lat,claruSApertus,planKS,percHaropnamfeHo,et 
conofcefie.Mamfefla  Simonia  ,1'crità, Mille  Effempt  ne  palefe.V  i r .Ma  C interprete  nuome'l  fece  Tiano. Ben  fa 


paiono  Mantfelh.Mamfelh  ìndici,Manifeftamente. 

I <i  80  ManifeJìare.Lat,  dr  palata  falere , ér  publtcare.  Boc.ìl 
mio  padre  pojìo  homai  ficuramente  manifeUare . Seirga 
manifellare  cofa  ad  alcuno.  DiJ3e,otu  manifelìa  di  cut 
quello  parto  ftgener afSe fi  tu  morrai.ll  non  bavere  ar- 


chtlprouajir  fiati  cofa  Tiana  .AnTjmill'anni.Yìa  K.ht 
cammciommiadirjòaue&Tianaj.apcrta  obajia,  & 
quando  dinota  ampio  di'  largojutdi  a per  quan 

toa  iqi}.&  per  la  pianuraa  iioj  .cy-pet  burnite  ,& 
bafiojtqj  I. 


dito  mai  di  manifeHarlo.  f'ndtilmanifelìi  alla  madre.  ^ppianare,per  far  piano,& /pianare.  Lat.explanarefi.xpe 
Squadernare  fier  mamfeflare.Lat.propalare  fipertre  ,pate  cbreyDAu.dfgrantumorm'appiani. 

facere,emergere,illiiflrarr,dtlatare,referre,refignare,  %ìniti,Ijit.faimas,iolumitas,d!- mcolumitas,  iti  cantra-  i6Sl 


relaxarefialamfacere.  D a n.  Oo  cheperì'umucrfoft 
fquaderna  piedi  a 447. 

Aprire, per  manifefiarejjttaiperire.  Da  s.Tofcia  tht'n  con 


no  della  infermn.i.B  o c.Ogm  cofa  opportuna  alla  Sani 
tàacquifiareJl  tornò  nella  prima  Sanità.  Riehama  la 
perduta  Sanila. 


tra  a la  Ulta  prefente , De  mi  feri  mortali  aperfe  il  vero,  S3Ìnte,corporale.Lat.falus.Ttr.Tanlodalafilute  mia 

fi  Um*iI  1 /T._  1 a-l — I.  ..  ...j»  Il  — r *1 


QjteUafibe'mparatbfa  la  mia  mente.  Come  vedrai  con 
.Aperta  ragione.Cbe  la  ragion  .Aperta, &piana.P  ■ t. 
Ftaogni còjcientia  Diiiangi  atuito"l%Ódo apta.e nuda. 
Apcrto,aduerbiopialmanifeftamente.Lat.mamfelie,aper 
ie,perfiiicue,ilarefionobfcure,palam.Pn.Totch'ibrb 
bi  ueduto,&  veggio  .Aperto . Se  fu  de  gli  occhi  uoflri 


firn  lungo,  che  per  hauer Salute bebbe tormento  . t'I 
parlar  di  dolce^a.dr  di  Salute . Ch'ai  guflo  i dolce  fi  U 
Salute  rea.B  o c.  Verche piu  pigre , ep- lente  alla  nafìra 
Salutel.AiCioche  lamor  miofojfeiagivne  della  [ua  Sa. 
lule.Saluteuole acqua, RmiedioSaluiijero,pfr  la  Salute 
Spirituale.ueéa  19. 


.Apertodono,&  per  lo  adie..Aperto'Penfiero,  Incendio,  Sino,Lat.fanui,mcolumiipialidHs,urgeius.PcT.Ch‘alcor- 

ft  risnOfiMt»  rinifiet  tu  furti  J U rtiu  ui  ..u.aA  e ......  L..  A.r..ì.L..  n r 


St  Diogene  cinico  in  fuoi  fatli,.Afiaipiu  che  no  vuoi  ver 
gogna  .Aperto.Bo c.  .Apertamente confejiaronofe efier 
fiati  coloro, che  Stuide  .Apertifimamente  l'.Abpte  ad 
afcoltare . .Apertifsimo  argomento  contranoi  .Dan, 
Ma  perche  piu  .Aperto  intendi  anchora.Lat.aperte, 

S coprire, &S covrire ,permanifeftare,  ut.  dettgere.  B o c. 
Tu  nonmtttuiapjbna  del  mòdo  feopriref  annuo,  che  piu 


posano  ha  procurato  fcabbia.Con.'huom  ch'è  Sanoc'n 
un  momento  ammorba,Che  Spi  fio  occhio  benSanfa  ve- 
der rorto,oue  leggiadra, drfiioliaTiantahaurebbe  uo- 
po,&  Sanad'ogm  parte.Boe.Cbe  la  donna  era  urna , dr 
Sana  y[ar  con  gP  Infermi  vada  a Sani  infermitadeSlue 
fìa  pefhlen'ca  sauenti  a Sani  jl  coloro  1 he  Sant  rimane 
vano. Def deri  nonfani,uoi  faretetofiofS.Sanifiimi. 


utile  tifofie  di  me.U  cagione,^  laquale  venuto  oragli  Sanare,ual guartre.Lat.dr  incolumitatt  rtfiituo,  fanumfa  ■ 
feoperfe.  Et  do  facédohaurebìiefcopcrto  quello  che  eia-  cio,redmttgro.T  t r. "Piaga  per  allentar  d'arco  non  fatta, 
fcun  dee  ricoprire. Ma  ficuramente  ogm  defiderio  mi  fio-  T^on  fa  com'amor  fona  jet  come  ancide-  Ch'altri  che  mor 

pri.Laqualmiamltànonfenga  granrofioreti  feouriro.  tefid  ella  fanti  corpo. 

Difiopnre.Lat.reuelare,detegere.B  o e.Col qual Ciannuole  Rifanare  Lat.refanare,rurfutfanare,reJliluere.P  t -t.yn* 
ognifuo  amore  difeoperfe , non  folamente  il  fuo  fecreto  man  fola  mi  rtfana,dr  punge, 

amore efiereéfcopertoifi  vergognò  didtfcopnrlo.  Mig,lionmcnto,ual diminution  di  mal  neltinfermo.Lat. 

Cniico,quando  fignificaaperto , di  mamfeflo.  Lat.  dare,  ualiludo  bona , di  mala. B o c.  Il  giovane  pieno  dt  buona 

apertefiianifeHe,palam.f  1 x.Chiaro  fogno  amor  pofe  a fperartxa  in  breve  tempo  di  grandifimo  Mighoramcnto 

le  mie  rttM.Ter  far  Chiaro  fuo  dir  finii  Zenone.  Che  piu  moftròfigni  Dicheiljanciullolictoildì  medefimo  mo- 

Cbiara  che  Ifol  i la  mia  fede.  Che  Palma  fconjólata  afiai  firò  alcun  Miglioramento.  Il  Re  prefiamenteintefe  quel 

ttonmoftriPiu  Chiari i penfier  noflri,Ilconofcer  Chiara  lo,chequefio  Miglioramento  uolea  dire. 
meme,ma  per  tno^rarfiTiu  Chiaramente  ne  le  cofi  ecm  Migliorare.Lat.ióualefcere,recupcrareualitudinem.  Boc. 
CelfeJi  uedren  Chiaro  ^.ifihiaramite.'Helqualhonefto  Et  anchoraè  forte  amalata, Ut  ucroche  da  nona  in  qua 
amor  Chiaro  rtueU,Chiaromofiridoalmòdo,icui  Chia  eUaìfortemigborata.Dimandòfe  la  infermità  dtBiaa- 
rortfulfeàncuifi  moHra  Chiaro  quant'ha  eloquenza,  cofioremigliorataera.P  u. 

&frutti,&^ri.Bor..brnemfteuifaroChiaraméteco  Cuarire.Lat.jànare.Pt  r . Sjiando'lprimoHrale  Fecola  i«8j 
meftato.era  l fatto  narrò  ogni  cofit,rt  quàdo  dinota  Iliu  piaga, omf io  non  guarro  mai.B  oc.  .A  trarglt  Lofio  po- 

J"^’"i"^q°S-tpcrlucidoa6iiApcr  certo  a 1677.  trebbeguarire.Ilgiouaneguari.Cofieidicefeir^noiadi 
loti  Dit^rare.Lal4eclarare,manififiire  fiale  paleftre,o  mo-  me  in  picciolo  tépoguarirmi..Accio,  che  quefio  mi  guari 

stran.B  o c.ll  nifi  mio  fiji  gli  fludii  il  pofiono  dichiara-  fia.CheuoifiatecofitoSloguarita.Toicheguaritolarete 

re.Utheojuanioinpoucofa  CiPìi  fomauil  dichiarafie,  lnfetmiti.di  Infenmtade.l  il  contrario  della  fanilà.Ut, 
FYfepiudicbiaratoPhaurebbePajpettodilaldonna.  mfirmitaj agrrtudo.agrotatio,  ilitudo,languor .Bnc. 

f.uiamte,Utfiuidens,ualaperto  .chiaro,  &manifrfio.  Tanta  i fiata  la  noia  'della  mu  Infermità,  Tamolauou 

8 ocjlquaiemupafoi'gadtpropontmentofidiconfiglio  rò  che  una  Infermiti  gli  fcfrau  vne.Dauaapaùh^trmi 

I de 


Comparatione  Q_  V A’  L I T A Comparatione  iis 

4e.  Mejferepoì  cbeiioibenemfenttte,tempoiufcire  Tumor Di Smgue.LatJmHorfangimjpoJlema,  èia ptjle 
dìnfermeria^iUftdtlluogodoue HannogClnfcrmuLai.  ma,opo{la.P  i ■t.ToiiieaiaqMel;cbe'tluiid»,(!riuah» 

maiuuMnarmm.  gaoTHmrdtfangue btitoprando  oppnfic  f'olunmno 

lnferfno.Z4r^g;r,e^  ualetiidinarÌKs,è  quello  che  è mal  fa  hit  d'alta  laude  digm,  D a n.  £(  granTumor  m'appiani 

TO.P  • T.  Tenfter infermo.  Bue  Tpppo  & Infermo , Àe  noce  Latina, che  ual  gonfamemo,& fuperbia. 

fe'l  mio  Infermo,(^  bmno(.i.ucchio  ) Inferme  Belie^px,  Ammorbare  ,per  infermare  dt  morbo  fi  peSie.Lat.tabefcere 
Credemce,lnferma  l'ita, Stima,  Gli  ouhi  Infermi . Co.  peflifera  lue  injici.TtT.Com’huom  ib'i fono,  è’n  un  mo- 
nte buom  eh' è Infermo, & di  tal  cofa  mgordoJSogno  itln  mento  ammorba. 

fermi,&fola  é romanzt.B  o c .Infermo,  Infermi , uedi  SlOTbo,Lat.morbus,è  lapefiilentia,  & agni  infermità  del 
all  Indice.  corpo.  A % t.Come  thauefieU  Morbo  fi  ninna . 0 pur  la 

t.groto,Lat.tgrolusfialeInfermo.Aui.Che‘lmio  fratei  morteifiefia. 

iodebole,&  Egroio.  Gonìncioll,uoceuillcfca,èlaghliandola.Lat  .morbus. 

EgT\,Lat.<egri.Pn.Qualha già  inerui eipolfi,e  ipenfier  B o c.f'a renégUeltoflo,cbe Gotlanciola  ti uenga. 

Egri  Cui  domeSlicafcbre afSalir  deue.  A a i.  Cb' anch'io  G ìV.Ocàoìo,detiofiglandula.Lat.è  certa  mfemnta , che 
fon  al  mio  ben  languido,(P'  Egro.  mene  il  piu  delle  notte  nella  angutnagha  a gli  mf.  rmi/dr 

1^34  lAaìico,(!r  .Amalato.  Lat.agerinuabdm,langmdui,ual  al  prefinte  fnhiamaglait^la  fi  carbonctlio  ;& uiUfia- 

inferino.B  o c.I'oi  erauale  pur  teflifi  malata  fiomefie-  mente  Coitanciola  . B o c.  Comincio  li già  delio  Cauve- 

te  cofi  lofioguaritaiLa  figliuola  aiubar forte  .Amalasa.  dolo  mottifero.Lequali  enfiature  u uolgart  noit.iiiauano 

Tercmbe  fentonogb  efiecutori  di  quelle  fi  motti  fi  jlma  Gauoccioli. 

latifiUum  tefli  hanno  Malato,  & Malati.  ¥i(iolo,è  mal  incurabile  aguifa  del  gauoccioìo  ,da  fiflula.  léSo 

Ttì(io,Lat.&mualidus,languidusfialeintemio,malfano  Lat.^permeta.ftgnijtcatldiauuto,parlardidina.Bac, 
dolentefibbolefimejìo.Boc.Sitifìcuc^ietrTristairguol  Che  fiele  tutti  piti  jiarji  che' l htiolo.  lifinoa  tàioihe’l 

mi  parete.  hfiolo  ujiijie  da  dofio  al  juo  ma  tuo. 

C.AtÙuo,Lal.miferjnfehx,muabdus,ualmrflofiIolente,  P3.Thru,Lat.parjyfiifibeualtorturadenerui,  anche 
mal  ftno.Bo  c . la  donna  caitiuella  a gran  fatica  fi  lena  morbo.  Dm.  Forfè  per  fórga  già  é Varia fia. 

dt  terra.La  madre  miajlaquale  mi  par  fi  trafitta  la  Cat  Efhhie,Lat.febnsaferuore,&  amphumeunon,la  febbre 
jiuella.Cattiuo  per  trifio.uedia  i66'j.&  per  panerò  a continoua.dr  bamitritaut,ci, la  febbre  terganadoppia, 

J I a.&  per  uecchioa  149.  P 1 1. Cui  dome Jiica  Febbre  afialir  debbi, Fiancl:i,S  toma 

ÌAe{lo,uedi  a g6j.ASlitto,uedi  a 1 jo8.  tbi,FebbrtardenttfannoVarerlan.oiU  amara  piu  che 

•pe^torare.Laungrautfcerejtnpemsualere , quando  naie  affenm.Bo  c. Levi una  fiera  Febbre  guarirono,  liuan- 
accrefetmento  di  male  nelltnjermo.B  n c . Veggiorando  10  piu  le  Febbri  fbghono  con  egual  caldo,o  freddo  F i.  Di 
altra  modo  hebbe  [ultima  untione , Tionfi  era  anebora  rem  noi  perdo  che'l  urna  noce  a Febrtcitanti  che  fia  mal 

potuto  irouaremrdico,cheé  CIO  Ibauefie  potuto  guari-  uagioiAui.Tomafiamefibe  conia  Febbre  riaLafiia- 

re,  ma  tutti  Ihaueanopeggiorato.i.inpeius  redahum.  Il  la  baueua  in  dubbio  de  la  morte, 
giouane  di  fubilo  fieramente  peggiorò,^  quando  dinota  Tificuzzo,^  infermo  che  molto  fiiuta.Lat.Thlificus.  B o c. 
anJardimateinpeggio.uedia  1669.  SiTificustp:p,&  triSìansfUolmiparete. 

Tliciduti,la.reiidui,ual  rmfermatt  aoc.nella  Ei.Qjian  EtWico,Lat.èloinfermodi  febbre,che  fempre hafete, onde 
to  piu  le  fi  bri  fogliano  con  igual  caldo,  0 freddo  uegnen-  fi  dice  Etbua  febre,et  etbuusanco  ual  morale,  come  [E  ■ 

do  ogi  udire  gli  Eicadult  mfermi  che  te  primiere.  tica  ilMrifiotelefinde  Da  u.Come  [Ethico  fa fihe  perla 

Mal  caduco,La.BivrLusiomicialis,lunaticusaiiuinus,  ber  fete  L’un  uerfo  il  mento,  & [altro  mfu  riuerte.  (mten- 
culeusfiiaior,cr  Jacer.  M al  di  irudre.LatJieeri  nel  lo-  dendo  de  la  bbri.) 

curum  niubibriumdulor,&  matrixeflfo:mina,qu*fa!  idropifi2,iinfeTmitàfihecioihefimàgia  inacqua, ^in 
tus grana  (m(ur,Mal,o  doglia  di  Fianco.Lat. dolor  iba  uiiofi  tramuta  Jji.aquaintercusJhydroptfis,ei  Ir^rops, 

eusfialculusfioiuui  dolor,ibordiosfit  cbordapfos,et  Iliofi  generis  mafc.& hydroptcus  lo  infermo  di  tal  male  Fiora- 
gli mfermi  di  tal  male. Hai  dt  Tieira.  Lat.clauduijitbia  tius,Si  notes  fanus  cures  bydropicus.Dn  k.  La  grane  Idra 

fit.&  morbus  calculopn . M al  Formtca-La.myrmeau.  pefia.che  fi  difpaia  Le  mébra  co  l'humorfihe  malcóuene 

Lae,Lat.lues,ifpeciedi peflc,oinoiboft  nelle  creaiurebu  Sc»bbi»,Lat.fcabies,einfermità,  cbemolto  appeiifie  il 
mane.come  ne  gli  animali, e nc  Ile  piàie,cbe  fubito  uccide  grattare  con  [unghie.  Par.  Ch’ai  corpo  fàno  ha  procura 

^ lofio  fi  parte  Ats.Sufannebauia  la  maladetta  Lue.  toScabbiaJ^ati.EtfitraheuangiH  [unghie  la  Scabbia 

LKChirgo,F'o.Cr.&  La  uelernus.è  infermità  gride  nel  Comecoltel  difcardoualefiaglie.S  a uMacurargrig- 

cerueUo,la quale  mànce  grane  fànno,  & obltuionc  d’ogni  gi  da  la  infetta  Scabbia. 

cofii.PtT.cheuoifieie  ofiifi  D'un  grane,  & mortifero  Tignsi,Latfilopecia,afithorrt,iinfermiti,cbeuieneinea  iCSf 
Letbargo.Du  n.ynpumo  foh  m'i  maggior  Leihargo  po  a fanciulli  il  piu.D  a u.S’hauefii  hauutu  di  lalTtgna 

idefi  obbuione.  brama.iditalpeccatojnaiotenuifih'ello'Hons'afparcc 

1635  Pci\i\cma,Lat.morbusJuet,peflis,&pelhlentia.Bo  c.Te  chi  a grattarmi  iaTigna,che  naie  a battermi.B  o c.Tir 

fiileirca  Crudele,Tafiata,Morufera,Vefiilentiofa.Mor  cu  coiai  grado  ha  chi  tigna  pettina . Ch'io  non  mi  pongo 

talità,Veflilemmfii  7 empo.Tefiifera mortalità.  con ragac(^,ne conTignofit , 

to{Ì2,laitfipoflcma,u  naca  ,et  luppuratu  ,ual  poflema.  Lamtnc;,i>nale  che  mene  afanciuUial  capoinguifa  diTi 
Boc.CheunaVofla  icinaaltuorefeglierarotta;cbe  gna.La.alopcciafiphiafitfirea,ctpfore in capilibuiiitfan 

sfogato  [bauea,  , tii,&  uUeraquamcapiiemanàtJérpiitatq;ittpapulat 

m fb  ini 


t$SS 


Comparatione  V A L T A Comparatione 

trumpunt, andare  Celibe  Tlinio.i  oc.  la  cuifcientut  Tenero,  ^ d contrario  é Dttro.LaXmoliisJtoc  melle,tener, 
non  fi  elienJeua  furfcpin  oltre , che  medicare  i fantmUi  a^m.P  i t.  Tenero  Fior.Tcnera  Etate^Tiene,Tenem 
del  Lai  limerò  Lati  urne  fecondo  alcuni  tefti,enetefli  mo  re  f rondi, & Tiante.B  » c.Tenero, Teneri  fTaierj.Tene 

derni  fi  legge  tigna.  nfmio,TeneriJ>ima7nente,Tenerjmente,ueJillndice. 

Cottc,LatareunLtrismorbMs,apnplexia,  & podagra  jò-  Intenervre.Lat.  tnoUtre,&  moUefcere,ualfarfi  moUe.Ttt, 
no  le  gode  de  piedi, & ihiragra  quelle  delle  mani,i  infer  .Apri  tu  padre.je’ntenerifci,&  f noda 

mnàincurabtle.B  ae.'HniialincmdiOotte  gl’mfcrma  Rinteacnre.Lat.remolUftere.Bo  c.L’anlica  morte  permei 
no.E/iinonfiuergognanoelsereOottufi.f'àrendiglielio  te  lagrime  [parte  per  adietro,  non  nmenerì  li  cuori  con 


Ilo  che  Gottanciuola  ti  uenga.i.giiandola,  onero  diminuti 
nodi  Gotta ,uoce  utllefca, 

Cil\o,  Lat.callus,&  caUumjl  dureg^‘  tarne,  che  mene 
a pteé,iralle  mani.?  k t.  "Kqnfate  cantra' t nero  al  cor 
un  Callo.B  o c . nel! A«.  Cailafemanì. 

Durcz/.a,r  il  contraria  diTenereg^.  Lat.  durities.  P i t. 
Indi  maiifuetiidine,iSr  Duregota . Quando  tt  ruppi  al  cor 
tanta  Duregja, Dolci  Durc^fe,&  plaude  repulje.B  o c. 
5i  ammohf-a  la  uoHra  pjjiata  Ourcgotain  dolce  amore. 
Pofegiu  lafiiaollinaia  Dureg^a. 

'Duxa,Lat.i  d contrario  diTeiicro,ual  oflinato^ljiro,  cru- 


tantapieta.p  h. 

Mo\\c,.La.molltsJeniiJìoclenej'acilis,piui,ualtenero.Ptr 
Molte  Tetto  fiolore.yn'ljblelta  delicata  e Molle.  D*k. 

Et  come  a quel  fu  Molle  fuo  Re.i.pie^uole , & quando 
ftgmfca  bagnatopieé  4 i o > i . 

Ammollire.  Lil.mollire,placare,  mitigare , molle  reddere, 
ual far  molle,bumilurei&  radolcire.B  o c.ji  ammoUf- 
ca  la  uoflra  paffuta  dureg^a  uerfo  di  me.  Ogni  cola  dui  a ' 

in  procefo  di  tempo  fi  per  matura , tir  ammellifct.PH. 
Mmoreicheammolifteiduricori.  a u.Coinr  le  dettile 
ammollifcono  con  gli  corpi  gli  animi  de  giouam.k  h. 

dele  prop.crmcta.T tT.  DtiroMffetto,Mfiro,Corfona  },{orbidciz3,Lat.pingMtdo,mollitudo  ,mollities,  delaie,  lòfio 
turale  ,Ef  ilio.  Freno,  Inarco,  Lturo,Maniio,  Marttr,  Boe.TollagiulaftniiiiileMorbidegtLa.Tercmbeih'an 
Morjo,Tenfier,Trandio,Scàpo,Safio,Tofeo,  Fiuer.Cor,  chora  non  erano  le  Morbidezze  d Egitto  fenon  in  picao 
Orgogtio.Et  Duro  campo  di  Datitglia  liletio.  Dura  Co-  la  quantità  irapaffaiein  Tbofeana. 

fa, Morte, iq,ptte,TeHa,Salita,i'oric,  & Dipartita.Duri  Mon>idi,Lat.moìltidenella,dtlicata, dehRiofa.B  o c.era  j 
Dipariiri,  Penfuri,Durc  Ocati.Onde  Spine.  Si  m'è  Duro  jrefca,&  Morbtda.Morbide  Camere,  Donneale  corpi  ■ 
lafciar  l'ulàia  Ulta . Fummi'l  cui,  & amor  men  che  mai  beate jir  Morbide.Morbidi  ne  utflimcnti. 

Duiv  B o c.Doue  IO  rigido,^  Duro  iJiaua.Lat.ceruicu-  Immollare.Lit.emobre , per  intenir  da  molilo  Lat . D A »•. 
fus.Tar  a modi  Duro,&graue.Si  Dura,&fi  crudele  pa  0 cieca  cupidigia, u ira  foUetCbe  ft  ci  [proni  ne  la  una  i.-i. 

ruta  tijònoMura  Tena,Conditione,Mquai  efSo  Durifii-  ta,Et  ne  Celerilà  poi  fi  mal  t'nnmolcJ.nefai  ft  nel  mon- 

fimo  difie.Durainente,Durantela  guerra.  do  gagliardi,er  poi  neli’mferno  cofiudi  ,akritfprtmono 

Indurìto.LatjnduratuSfUalfatto  duro.Ptz.Jndurato  Co  hnmoleàdeH  bagni. 

re,Mffeito,Chiaccio.  Mmmorbidire,ual  ammollire, tir  intcnerire.Lac.mollire,im 

Indurare.Lat.&durefcere , ual  farftduro.T  tz.Eicor,  tigare.Bn  c.'ìie  alcun  fi  duro,ozptuo,  che  non  ammor 

che'n  Àura,et ferra  Marte  crudefér fero,e  i detl,& Cun  bidifca  bene. 

ghie  indura  fialla  indurarfi  in  pietra  offra, et  alpe  fra.  Rammorbidire  ual  far  morbido  ,et  tenero.Lajno!hre,placit 
Onde  come  nel  cor  m'induro  e'n^ro,D  a k.  'HpÌTaltra  re,lenire, placare.  BocJlammorbidaregU  macerai  fpi- 

piàla,ihefacefiefronda,OindurafSeuipuothaiieruita.  riti.Ma  già  per  quefsomuna  pietà  rarmnorbidì  gtiindu 

Crotareecj- lncroiareepenndurare,& mcrojiartyo.Tro-  rattcuori..P  h. 

uenzale.Lat.crullare.  Da  n.  Col  pugna  b percpfie  C epa  Dritto, Dintto,èd  contrario  di  Torto.  Lat. reBus.PcT. 
Croiaji.come  crolla  indurata.  Dritto  Camin,tS-  Seniier,Dritta  F'ia,  Dritte  Strade,  kt 

Rigidezzi.Lat.ngtàtas,afferitas,pertinaciajial oflinath  fe  mot  da  uia  Dritta  mi  lorfi.Dritto  per  Paure  aljuo  de 
ne,et  duret^.  B or. Chela  tuaffuera  Rigidei^a  doni-  fir  feconde.Druto  a mortem’inuia,&  pria  che  rendi  Suo 

Dritto  al  mare.Lil  fuo  debito,o  douere.  Et  è ben  Dritto 
Se  ninfei  moudo,&  altri  ha  muto  luUgiuflo.  Latacquu 
efl.Ir  Dritto  aUo  m'mjegna.Ioicom'huom;cb'erra,  e poi 
piu  Dritto  eShma.La  conJurriper  Drutifiimocalle.Al 
uerauoriite.Boc.yna  Coionna,cbenelmexp della  fiore 
te  Diruta  era.Lat.normata.  lo  rm  Icuai  Dmtta.i.in  pie- 
di.yie  ampbfiime  tutte  Dirute  come  firaU.  Leuauft  tut- 
ti Diritti, & riguardando. Diritto,  & leale  huomo.igui- 
fio.dfol  ferma  alla  [coperta,  & al  Diruto  fopra  d leaem 
roeorpo.i.apunio,Facendofi  poidethro  Dintu  pagare 
idefi  biro  dcmio.Driltamente.La  cui  Leaba,^  Dirittura 
ideH  boutà.Lat.aquitai,re(Ìio,iui.D  a u.CoU  Diritto  fo 
fra  d Merde  [malto  t. diruto  a quello . Fedi  là  Farinata, 
che  Ti  Dritto.K  a i.  Che  parca  Dritto  afiidela  fiaopia. 
Lat.normatuSt&fofi.ln  fulattmpia  fnbito  tattafia 
D'unDnttoufcke  par  che  datar' cada. 

[ciò  lafronte.In  lui  t’ingegna  dimetiertTenerez^adel  Driggare  ,&  Dirizzare.  Lat.  dtrig  re,  erigere.  P tz.  che  i6fit 
tuo  hcHore.  puoi  drigf^ar  In  fiato  Li pm  mon  rebut . Drig^La  a buon 

»,  P»"* 


nuifea  quello  fido  mio  atto. 

Rigore..Lat.& Jiucruas,acerbitaf.dMritas,ual  ofiinata  du 
regga.P  i zjerimprefforigorgran tempodura.  An  i. 
Si  che  temprando  d fuo  Rigore  un  poco . 

Rigido.lat..afper,dure  ccruiiit,rigidiu.P  i zJ)i  qual  pie 
tra  piu  rigida  TiutagUa.euuerft tento  fbrdaje  Rigid’at- 
ma.Boc.Rfgida  yendetta^l  yoce,RigideTroue,et  -Al 
pi.Rigidi  acchi.Rigido  buomoJiigidtfiimoJUgidameuu. 
i6Sfi  Ruaidojialrigido.lat.rigidut.ruibi,afferacerbus.  Pi  r. 
Ennio  é quel  caiuò  Ruuido  carme.  B o c.  L'idtro  bufi» 
iCuuo  Ruuido  fitìro.  A n.  Era  un  Ruuido  buomo.  Ter  die 
RMUuUmrntegli  riffofe. 

yenerezz3.,itoppofitoéDuregga.Lat.pietas,tcnmtaT,’ 
Ù teneritudo,molbciet,moL'uudo,rt  molilo  Js.  B o f.Tau 
tafu  la  T eneregga.che  nel  cuor  gli  ;ienne , Qiixfi  da  Ih- 
uerchiaTenerez^impeduafo(3e,pot  lagrhnanJogbba 


Comparatione 


Q_  V A L I T A Comparatione 


119 


fono  taffinnau  ueìa.DriT^intc  gli  oechi  alUior  foa-  irai  per  aie  Diflone.D»  k.  qui  iiflorfe  La  hoc 

uememe.Drr;^arfi  mpudi.Ei  la  tuta  tona  uij  Drn^  a cay&gU  octhi^  fuor  trofie  La  Imgtu. 

buon fine.Hora  uoidrnf^o'l mio  torfuM  o c Vrejata/ca-  Tugarc^picgare^tfpiegareper  tarare  0 thinarea  i 
laìaconuaaòadm^re.Sicommuò  a intere  uerfo  y^ro.Lat.ualtorto.D  a u . tanno iJepoUbri  tutto'l  loia 
finta  Maria.i.auiare.l'erjò  la  ihitia  fi  intimo,  yer-  yaro^defi  per  tulio  fino  (cpoUhri,  &percioii  luogoè 

fòleifidiri^^.D  A u.Drrtjapnmadfuopouero  calle.  tortOr& uaro. 

Et  qui  dritto  uolando  fiufiU  petto.  A il  u nci.Latjtduncus,ual  turno.  P a t.&  del  mio  campo 

^ft;f^e.Latxngtre.io  c.  Difartoin  tre paci,<^ recare  mietaLappole.&SlecchuonUfalce.Aduma.T.perlin 
ammat^laj.jiardintlocomemattj^^edi  alt  Indice  la  lix  giunge  quelia,Cbe  cól' .Adunca  falce  adegua’l  tutto 

fpofiitunc.  .AduncareAat.dr  incuruare,  per  torcere,  mancare.  S a u. 

.Arncciare  uaj  far  riaio  .lat.obrigerexowrabcrelè  ,hor  fmtogmferropoiperjortt^adunihefi.T.Cofijaià  di 

re,erigerecaptUoi.hoc.  Et  quaji  tututcapelh  adioffo  noi  nel  loco  tetro  iiuella, che  tutti  con  la  falce  adunca, 

mi  fcnto  amiCiarr.'Hpn  hauenda  pelo  addofio,cbt  arrtc  Valtare,La.ual  torcere  detto  dalla  falce  che  è tortJ.Ì)A  n. 
ciato  non/oj(/r,DA  n.Gm  mi  feniia  tutti  arricciarli  peli.  Tale  per  quel  gtron  fu  pafio  falda. 

Aui.ogm pelo arrtcctoffe Et  fcolorofie al Jaraanoil nifi  Rincagnatovi/ torioj-itorio,& erefpo oolgarmcte fi di~ 
£rgere,Latxrigere,ual  drenare , er  inalzare.  P t t.  Loco  ce  rigbignalo  da  ruga.Lat.corrugatus,  rugojus,  cantnus, 

non  fiaJoutU  uolernon  s’i  rga.tjtadaji  aui.Tcri  ch’ai-  lSoc.EfiendodiperJonapiiciolo,eiformaio  col  uifipiet 

bora  abora  S ’erge  la  fpeme.O  piacer  jondc  l'alt  al  bel  ni-  to,c  Rincagnato.i.eagiitno. 

jo  ergo.Et  mentre  gli  occhi  alti  ergo.  A Ai.C  he  dal  del  lo  Sgngniao  ual  gobbo.  Aai..A  uno  Sgrignato  mofiroecoiu 
bandi  fiato  cilene  terga.Tencre,perdinz^re.Lat.  din-  trafatto. 

gere^olucre^ertere.Pre.Tenejfe  uolto  per  natura  fichi  Obliqiio.Ì4f,ii<i/ «ho  P < r.Dura  legge  ifamor , ma  ben 
ua  a Roma'l  uifo,^a  Babel  le  jpalle.Et  natura, & pietà  che  obliqua  Seruar  conuieufi,  tir  mxmder  la  obbqiiità. 

teilcorfo  tenKei.dmzgiproftu.  Bieco. A'o.  Tr.  dinota  (guercio , colui  che  guarda  in  tono. 

j6pi  TortO.Lal.toriiui,tortui,nonrc(lus,ohliquuf,iilconera-  Lat.ohbqiius.DA  n.Oli occhi ériiti torje  allhora  in hie 
rioiiDritto,tTpermeta.ualingiullo.ÌAdbc.Pie.Leflel  chi.Siatcfedtb,&  ano farnon Biect.inuecc  di  Biechi 
le  uagber&  lor  maggio  Tono,T oni  Sentieri,  Et  la  mia  idefi  nonjlorttjcioc  floltt.Onde  ceffar  le  fue  parole  Buche 

TortamactTtz^ahuonfine.Delalurnonconcej}'a,&  ide/i obbquc,& inéreite,aj]'aicon touhio  Bieco  Mi  ru 
Torta  uia.fsoo . LathoccaTorta,  tir  le  labbra  graffe  .Et  mhrauan  (enga  far  parola . r,  1 1.  Con  occhi  Biechi  piu 

meta  peroblitodngmJio,ingiuJlantenteAirpcr  lo  erroie.  chebraccia  ropi.Et  lhemnfu,finonqueWatto  Biecco, 

Latjniuna.P  t r . Ondepiangtndo’linHro,&f altrui  Che  di  lei  inde, idtft  torto,  tp-disbonefto.  Con  guardo  fi 

jorto. Che  fpefio  ocJnobenfin  fa  ueder  Torto . Torto  mi  men  de  C ujàio  Bieco.Uorbido  ,etho rnbiie.  Hafd  un’oc 

ftceiluelo.  che  m’hanno  congiurato  aTario  ut  cantra,  cbiox  lguardo,jcuro,c  Bieco. 

Le  helle,itr  crude  braccia-,  Cbem'anctdonoaTorto.Lat.  InnaneWnto  ,ualtrelpoxmtorciato,uedLa  ijqg. 

''  ■ tmufie,crmmrta.ynochegbbebbeinuidiaxtuidelTor  DlKìweTfo.Lat.tranfuerfuijtranuerfa , prò  tranfuerfe. 
to.  SobiKr.mectudcbafigranTorto.Boc.ynomiom.  Viu.tranfuerfiilueutibuihirquts.Ptrxtccco  Da  tra- 
cino,die  a maggiur  Torto  del  mondo  aio  factua  altro  tut  uerfiTutia  deniorti piena  la  campagna.  Boc.  yeiundu 

toé,che  batter  la  Oiigbc.  Doueguxrabi.eutr  da  Torto  do  Menedon  Da  trauerfi  con  la  feure  m mano.P  u. 
appetito  tiraie.i.obb!jua,cr  aducr.  La  uergogna  che  mi  Trauerfare.LatJranlgrcdtAefieBereaiaricare.Bo  c .Ter 
uoifarriceucreaTorto.Coluulìa  Torto  n.'ha  abbanda,,  ciò  non  uifia  grane  lo  hauere  alquanto  la  ma  Trauerfa- 

uaia.Et  certo  mmaTorto . Itquab  tiiolsc  uituperatoa  ta, per  meno  dijagio  hauere.Et  Umofinàdotrauertò  l’iji 

graiiTorto.D  A M.Daluifapraidtfe,&deluoi  Torti.i.  Ia.ll  famighoper  certe  (bade  glitrauerfi. 

ielle  fue  imquitàiouero  del  torcer  tuo  ih’ egli  fapeldobire  .Attrauerj'areJjit.idiuaTicare,traiifueheremobUquum  uer 
'Torcire.Lat.torqtierc,intorquere,ficSerr.iAfic(ìere.  P « 1'.  tere.Pn.Et  la  man,che  fi  fpefio  fattrauerfa . Fra’l  mie 

Torcer  Carne  le  mtc  fatali  fi  eite.C  he  doucan  torcer  gli  fonano  diletto  Et  gUoccht.'&oc.  .Ma  il  mulo  bora  da  que 

ncchuDal  troppo  lume.  Torcendo’ l nifi  a preghi  honejti,  fia  parte  della  ma,  et  bora  da  queWaitra  attrauerfando 

eìrdegm.Ch'anchor  non  torfi  dal  aero  camino  Se  no  ch'i  fi.Et  a legami  con  morte  1 baSioni  attrauerjo.  Dau.FcU 

Uen  pafii  in  dietro  torfe.  Si  t amor  in  odio  torfi . Torfele  gore  pare  fi  la  UM  attranerfa.  ^(oi  demmo’ l do  fio  al  mia 

il  tòpo  po  mpm  laidi  nodi.  Fafemai  da  ma  dritta  mi  to-Cm  fero  uallone  Saperla  ripatche’l  cinge  £ intorno  .Attra- 

fi.D  A n.Semtlb:uolteuioleHtiailtorza.i.torca.  ucrfmdo  feazA  alcun  firmone.  iiuatfdffc  -Attrauerfate 

-Attorcere.Lat.turqucrc.DA  n .M.  tmnotti.i  portò,  que»  0 quai  catene  T rouafti(-Attrauerfato,e  nudo  e per  la  ma 

gli  attorfe  Otto  uobe  la  coda  al  doffo  duro.  Tofiialipie  Cometuueit. 

di  riaro  mfieme  Mttorti  Dmentaron  lo  membro,  che  hmeno.Latjamanm^alidetteuole,  è il  torneano  é.Al- 
thuom  cela.  peJIni.T.In  loco  .Amenoc&  porto  defiato.Fra  Ceba , tir 

Contorcere, naltorcere,^  riuolgerc.lat.comorquere.Tt  i.  'Htjfiatie  le  piagge  -Amene. 

li amata  (paia  infeHefia  comorfe.  Klpemo, Lat.alpeSlns.ual  a]pro,tirfaticofi,  detto  dal  fa 

StorureJatjorquereaff-fleSere,PtT.DaCutide  Liti  oueP  hrdeiralpiqualèfattcofo.Pii.Diquelh-Atpeftro,era 
iLf.unt’ha  llorto.Boc  .Martelhuo  fi  Horfit  mgmfa  le  ma  pido  Torrente.  Alpe  fin  Deferto,  Alpeiira, Salita  ,Ta- 

mjedita,e!r  lebraec-,& le gambe,t!r oltre aqueUola  ftorelLt.Tetrafi'ena,Alpe{iri  Tfotti,»  LuoghiD  a m. 
boica,a-  gli  orchi,&  1 -tio  il  uifo.  AlpeSìro  Monte  Ai-  Loco, Che  dmnad  Hamtbale  paf 

DifloTetre.Latjuiorquci  &diftorquere.P  k e.  Giunto’ lue  fan  f AlpeUre  Bocche. 


> 


Numero  V A N 

Intero,#  il  nntrjrio  di  Rotto. Lat.integer,  iiuolumis , hoc 
incolume. Pt  r. Intero  Arbitrio, Giuduio , Intero  Mam- 
nu,'Porte,I'erginc.Mt  perche  meno  Interi  Siete  forma 
ti.  Coni  ondo  anni  uent'uno  Interi  appTeffo,y ergine  pura, 
&dìogm  parte  Intera.i.non  maculata.  E‘n  tenebre  fon 
gtiocilx  Interi  sfaldi.  Cofi  cifoJTio  Intero^  uoi  lèten 
toj.col  corpo  & con  t amma.  iie  fi,  ne  no  nel  cor  mi  fuona 
Interoà.interamente , o determinatamente,  f'emjfe’lfin 
de  miei  ben  nonintcgri.i.non  conipiti.Boc.Intera  FedeJ. 
ampla.Hpn  poteua  raccogliere  lo  fpirito  a formare  la  pa 
rota  Interoj.compitafiperfetta.Con  Intero  animo.  Mo- 
ftrà  che  i capelli  tagliati  non  gli  hauea,ma  Interi, dr  fal- 
di.i.wn  inacklali.Fu  .Ambrogmido  Interamente  pagato 
i. compiutamente. 

Rotto,#  il  contrario  d'intero,uedi  a rompere  4 444. 

Pofsibilc.Iat.P  t r.ejuam'èTofiibile inaltriii.Boc.'i^ga 
re  non  uogtio  efSere  VoJiibile.Temendo  de  pericoli  Tofii- 
bill  a diiieaire. 

linpofsibiIc.iJ/.  P » T.  / uolca  dir-.ejucll'è  Impofiibil  coft. 
Effer  po  in  prima  ogn  Impofiibil  cofa.Boc.Impofiibii  do 
uer  efere,che  mai  ifuoi  benefici  di  mente  gli  ufciffero.Im 
pofiibile  efier  il  poterfi  difendere  dallo  II  imolo  della  car 
ne,Dnequafi  Impopibili  iofe,uedi  (Indice. 


T I T 


M E 


Numero 

« O. 


Vmcro,#  una  moltitudine  di  miti  campo 
fla,cjr  effa  unità  non  è numero , ma  bene  è 
prmcipio,tìr  fondamento  di  ciafeun  nume 
ro,et  per  quefioft  può  anebor  dir  egli  effer 
numero,  & mediante  effa  umta  ogni  cofa 
e detta  effere  una.T utti  1 nomi  numeri  eccettuandola  il 
primo  ch’è  y no  jimo  indeclinabili,  fi  come  hanno  un  fot 
nuniero,che  è quello  del piujcome  dMe,tre,quattro,&pe 
rò  procedendo  ai  capi  di  effo  numero  porremo  per  Juo 
prmcipio,yno,yna,I'ne,&  Fmeo , Soi,Solo,  Singulare. 

Due, Duo,  .Ambe,  .Ambo , Gemino,  Tar,  Coppia  ,Tre, 
iiuattro,Cinque,Sei,Seite,Dteci,Cento,Millr.Trimo,Se 
condo.T enip.Quartoffìumto.Mejp,  Mr^ano,Metà,  Me 
riggio,Iniermc‘:^oJ‘ra,T ra.  Infra,  Intra , Indiuifibtle, 
Doppio,.Affai,sprlio,Souente,Ben,Moltu,Tur,Troppo, 
Souen  hio,Maf\a,Compagne,Somma,y  ta  piu, F la  men, 
y la  maggior,Tanto,Si,in  ueceditanto,Tutlo,.4ffatto, 
iìuanto,.Alquanto,0)ente,Cotanto,Fiate,y olle.  Forte, 
per  niolto,'Parecc‘'’,Innumerabili,Infinili,Moltit  Udine, 
Fotta,Calca,Turba,Torma, Drappello,  Ciurma,  "HulIa, 
Zero,Raro,Rado,Siuafi,Perpoiomen,Manco,Minimo, 
,Atmeno,Toco,'Hiente,Mica,Micolina , Randa,  Sctr^, 
CouelteJ^rullo,Cioche.Ter  tutto  nòyA  poco  a poco,Mb 
bail)iera.numtrare,nouerarerinnouerare,  citare,  atcon 
tarr,giungere,aggiungcre,Congiungere,ncongiungereJò 
pragiungrre,liuerchiare,j(immare,adunare,raguniireje 
raunare,conuemreaippaflare,ammqfiare,annnaficciaa 
reAogbere,aciogliere,raccogbere,compitare,conuenire, 
ponere,ripanerepnettere,nmettcre,  diuidere,  partire, 
eompariire,temprare,doppiare,raddoppiare , addoppia- 
re,menomare,auallart. 

la  giudicarono  alla  Soflà'gacgua  ^umcro.Lat.Tiumerut.Ptr.Smdodidonne  unbelnume  tifi 
leiperche  largamente  conobbe-  ro  elettole  noci  In  numero  pm  IpefieM  fld  piu  rareyer 
rofhe  per  modo  aUuno  cofa  al  gme  Saggia  ,/!S-  del  bel  'Humer'una.h  o c.Tffbaurebbe 

mondo  fenia  lei  non  può  dura-  potuto  uedere  fenza  Humero.  Lat.  tnnumerus . Oltre  al 
re, Laquale  fi  diiiidc  in  due  parti  Humero  dellt  Scientiati.  Dan.  I2jiefla  natura  fi  oltre 
cioè  contiaua,e7  difcreta.La  con  s’tngrada  In  numero;cbe. 
tinouai  quel  la, le  cui  parti  fino  congiunte  a cereo  tenni  Itmuinerabilc.Lat  innumerabibs,ual  fènt^a  numero,  qua 
ne  comune,  come  il  ferro,  il  legno,  il  fifio.  Laéfcretai  fi  infinito.?  1 r.Et  di  Lacciuoli  Innumerabil  carco.  Din 
quclla.le  cui  parti  non  fono  aggiunte  ad  alcun  termine  torno  Innuinerabili  monalt.ttoc.Innumerabilequanii- 
comune,couie  i.i.j.Dellaquale  efiendone  largamente  tà di iiiuentijnfimti,uedi a 17)0, 
flato  finito  da  .Arillotele,ilquaU  la  pofe  per  lo  fecondo  .Annouerarepial  numerare, onouirare.lat. numerare, coL 


LIBRO  NONO 

Ci_  V A N T I T A*. 


V antita'.  Quefla  èdi  tanta 
tee.  eccellenza,  ‘he  molti  Thilofophi 


fuo  predtcamcnto,eyda  molti  altri autori'diuerfi,porrei 
mo  filo  li  capi  fono  di  effa  appartinenti  con  le  autorità 
de  nofÌTi  fopradetti  poeti. 

Quantità, Numero,Pcfo,&  MifuTitGrandezzPtCran 
de,Siaggme.lmmenfo,Difutile,  Mtizj.a,  .Ampiezza, 
Lunghez^,Largezza,Sommuà,Salita,Cima,Eminen- 
te,Eccelio,Eleuato,R)lcuato,Sopra,Su!i,Su, Tota  diaro. 


hgere,recenlere.y  1 u.Buqi  ée  numerane  ambopecut,  al 
ter , a hados.  Per.  ad  una  ad  una  annouerar  le  flelle . 
BoeSe  ne  furiano  a fai  potuto  annouerare , ad  annouem 
rare  le  pentole, & le  (t<ùielle,annoueraf e fono  linque- 
cento.Etiogli  mifSi  in  una  capa  lènza  armeueraigli . Et 
di  prefème gUaniiouerò idanari.D  u u.Se  tuannouo 
rar  le  credi. 


Meno,Minimo,.Alquàto,Baficzza.BaffoJmo,.Anguflo,  Contar. Lat. numerare,computareAalculosfuhducere,ratit 


Ticchio,  Corto,Stfelto,Breue,  Ogniun.Ciafcun,  IÌM 
lunque,-4ltriyAlcuni(raH,Cotaii,Moltitudint  ,Drap- 
peUo,Ciurma,polta,Calia,  Stuolo,Lifia,Trtfca,F rotta, 
Tornia,Mafiudafiomm.r. 

Quìmiti.Lat.quantitas.B  oc.  Innumcrabile  Quantità  di 
uiuenti , Grandifìima  Qjiantità  di  moneta . Fna  buo- 
na Qjiantita  di  danari,  Ticciola  Quantità , Vna  certa 
Quantità. 


nesctmferre.Pft.Che;i'aliontarnonerro;hoggi  ha  fiu 
t'anni.Ch'io  comincio  a contar  il  tempo  e i danni.  O mifeo 
ro  coluiahe  1 giorni  conta.Contando  ihore.Et  uo  contan- 
dogli anni.Contando  icafidela  mia  noflra.Coutando  am 
ni  uent’uno  interi prefo. 

,Accomare.Lat.numerare.computare,rtcenfcrt , ti  calcn- 
tum  reuoca  rejia  ad,(fr  contai  dinota  conoftere;  ra 

gionare.Bo  c .Tercioche tragf.  tltribuomuu  ualorofi, 

cria 

.1  - 


t 


Numero  ijo 

toHalieri  nel  palagio  adunati . D*  n/tip/ha  mriu , (he 
di  Uggiersadona^.iinifie^  uree  di  aduna  perla  rima. 
Tiptpajj'auanjn  perfombre,  Cb'adonaja  grane  pioggia 
idt  fi  aduna, i^iongrega.  .Ambo  fi  qua  nona  fcbicra 
l’aduna.Coji  nidi  adunar  U bella  [tota . Se  l'aduuajfe  an 
thor  tutta  la gente.Tutte  .Adunate  panbber  mente.  Gli 
Colombi  adunali  alla  pa fiuta, 
non  giunge  ojjb  a tu  ruo  i.iongiunge  .0  Juggtndoab  non  RagunareAI^  Raunare,uàleriduteTtii^ttme,oaduiKi.Lat. 


Numero  Q^VANTITA 

dir  da  molto , ch'io  accontai  mai , egli  i per  certo  uno  di 
piu^deli  conobbi  a 

Conuento.  lai.  conuentus  ubi  multi  ccnueniunt.  Dan, 

Quant'fl  Conuento  de  te  bianche  hvie.& per  lo  Lonutn 
to  de  frati,  nidi  a q6. 

\6p~!  Giungere jSt  Ciug>ureJLatjurgere,cjraddere.  ualponere, 
omtttcre.T i t Giungtedo b gne alfoio,oueluardi.O' 


giunjca  le piante.lf'  fon  giunte  le  rhnc.ogni  belle^^/i- 
gnicoilume  Giunti  in  un  corpo  .Giunto  m'ha  amor  fra 
be!!e,&  crude  bracaa.Com'i giunta  honefià  con  leggio» 
dna.  poi  ih'a  fiar  fccofurgiunte.  dr  quando  fio  per  arri 
uare.uedia  iqqó. 

Giunca,;/  [opra  piu  che  fi  da  nel  comprare.  B o c.  Hauen 
doji  un'oca  al  di  naio,dr  un  papero  giuiaaj.lopra  il  mer- 
caio.Saluo  fe  io  uolefii  a quella  maluagia  derrata  far  u- 
na  maii  Giunta.  LadÓnauedidoah’igll  nella  prima  Giù 
ta  altro  mal  che  dipanle fatto  non  Chauea.carnuata. 

.Aggiungere,^  .Aggiugnere.Lat.congiungere,augereuid- 


coniungereAonuemre.P  i r.Quel  the'n  molfanni  a pena 
fi  raguna.R  o c ..Alcum  di  quejit  tuoi  Uictm  deeeffere fio 
toedr  perciò  fe  tu  gb  pote/ii  raunare . l patemi  di  Gifip. 
po,dr  quelli  di  Sophroma  in  un  tempio  fe  raunareyui- 
maUa  fónte  fecÓdo  tufaio  modo  fi  raunarono.  Et  Rauna 
lofi  ad  una  fefia  con  una  gran  brigata  di  donne  loro  or- 
dinatamente raccontò  la  nouella.  fatto  fonare  a capitolo 
& li  frati  raunati  in  quello . Ctafcuno  nel  luogo  ujaio  fi 
raunòj)  a k.Kojmjj  le  fronde  [parte. 
Conuenirc.Latfonul  ucnire,per  congiuigerefi  adunare  in- 
fiitme,ucdia  i$i^. 

dere.peraicrefcere,^  pcrcongiungere.Bo  c.Dinonag  .Appafiare.lMJnacerareJui'grre,ual  cor  giungere', in fie- 
giungere  al  fico  danno  uergogna  Intra  le  bidihe  colombe  me , come  fa  pafia  con  pafia.  Lat . congiur,gcrc,ufatv  da 

aggiugnepiu  di  billetta  un  nero  corba  . Etdietroalla  DAK.Leripeerangròmaled'unan.ufi'al^tilaneliiodi 
mllama  aggiignca  grandijfime  minacele . Et  fopra  que-  giu  che  ut  tappa fia . 

fio  aggiugnendo  digiuni At  quattro  tfpora.  Ma  loCaggiu  Compilare.Lat.ual  raunare  piu  cofe  in  uno,  onde  Compilato 
gnerei  de  mici  armi  fe  io  potefii.  D A s.  Et  io  u'aggiunfi;  n fimo  i Compofiiori  di  dmerfi  co(e  ponendole  injieme. 

drmorteéfuafihiatta.Etpercongiungere.Boc.Ag-  Duìi.'Hongii hauea tratta ancborala  Conocchia,  Che 
giuntofi  contoro'biello.D  An.Chedouetargomcntode  Ciato  impone  a tiafcun,cbe  compila,  ide fi  che  compone 
la  mente  S'aggiunge  al  mal  uoU  r ,&  ala  pofia,  La'ue'l  non  e da  ufzre. 

ceruelt' aggiunge  con  la  nuca.Etdtjubitoparuegiomoa  Comporre. Lat. componerejdr  fimul ponere,ccniungere,cu» 


giorno  Effere aggiunto aT  per  arriuart piedi  a 1476. 

Congiungere.Lat.comungere,<*r  fimul  iungereptal  accom- 
pagnare.Pit.luim'aggiunjì ,&  micongiunfi  amoreà. 
con  modo  maniale.Co't  bel  nodo  iPamor  teco  angiunge. 
Et  benedetto  il  primo  dola  affanno , Ch't’bchbi  ad  effer 
con  Amor  congiunto..So  c.Li  quai  amor  uiui  non  hauea 
potuti  congiungere. La  morte  congiunfe  con  mfeparabile 
compagnia. Si  congiugnerà  la  mia  anima  con  U tua.Infie 
meficongiunlèiv.trala  cameradiTitoa  queliadi  Ci- 
fippo  congiunta.Lat.citiguaj.propinqua.Cbe  Corrado  ha 


dereAXCuderepexere,iomexere,ordin,  cantre  jcnbcre, 
exorarej&  compilare. .toc.Le  donne  già  m‘furon  cagio 
ne  ad  aiutarmi  a cóporre  mille  uerfi . Et  baueua  una  gre 
ca  uecchia  maefira  di  compor  uclem.  Et  faprci  fitto  altri 
nomi  cmrporlaAp-  raccontarla  Compofeil  corpo  fio  Jó» 
pra  quello al  filo  cuore  accofiò  quello  dtlmorto  aman 
te.ÌACCOnciò-Andreuccio  udendo  que  fia  fauola  cofi  ordim 
natamente  compoHa  da  cofiui.Doue  uot  tutti  gli  altri  ue 
derete  co  nifi  ben  Copofii.i.ben  fatti, e quàdo  fia  p toleroa 
re,uedi  a 4 1 .c  per  ordinare  a ic.drp  accordare  a fio. 


ueffe  a tanta  benignità  recato;cbe  Cianotto  còlei  bauef-  Cogliere. Lat  xolbgere  piai  adunare,  ragunare,por  infume. 


fi  congiunto.! jnamato. 

Ricongiungete, Lat. iterum  iungere.Boc.  SetuilmioTam- 
pbilv,  fnomc  da  me  il  diuioefli,  meio  il  ricongiungi,  F i, 
A coflei  mal  da  me  conofiiuta  fui  ricongiunto.i.dato 
per  marno  dopo  la  morte  della  prima  moglie.?  h. 
Sopragiungere.lat.fiiperadderepialfipra  ponete , accrefee 
re  B o c.Tanti  preghi  fipragiurgendo. 

1698  AualLre,peraggiungere.Lat.anne(iere,hnponere,fuperpo 
nere,afipliiare.D  » n.  Cofi  li  tu  chi.  a cui  la  roba  falla. 
StannoaperJoniachtederlorbifigna,  Et  l'uno'!  capo  fa 
pra  [altra  aualla  i.aggiunge,o  appoggia. 
Coroì\2TÌo,Lat,connexio,eonfiquent,cr  eonfiquemia,  cr 
dinota  aggiunta  corrifpondente  alle  cofi  dette  di  fopra, 
D A K.Duotti un  CoroUarioamhor  per gratia, 
Adunare,Lat.& congregar  e piai  ractogliere,giungere,uni 
reAT  congregare  infieme.P  i r.Onaio  perche  pauento 
Adunar fèmpre quel,  ch'un'hora  fgombre,  fCeggiam, 
quando  col  tauro  il  fc  iaduna.Se  tutte  altre  mie  gratie 
infime  aduno.  Boc.Fei:  Gualtieri  tutti  fioi  amici  aduna 
reJn  una  della  parte uebU  cbiefa  adunatefi.Lc  donne jàr 


PiT.Accogbcrfiorimqueiprali  cfmtomo.  Honpotei 
cogber  mai  ramo  ne  foglia. Sol  per  uenir  al  Lauropmde  fi 
coglie  Acerbo  fruito.Ccgbendobomai  quaUh'uu  di  que 
Hi  ramiMel  fio  bel  mucr  già  cogtundo  1 frutti.  Onde  tal 
frullo,^  fimilefi  colga.Du  u.Etcolfiun  ramufcel  cU 
ungranprunoiucdia  i}j.&a  1478. 
accogliere, per  adunare.Lat.coUigere  Adunare,  congrega- 
re.? t -r.QjiaUellaiditmmoruipncuiìucoglia.SijiaH 
ta uede uirtu.Tiu folta fihiera ih fofpiri actoglia  .Eiua 
gbilpirti in  unfilpiro  accoglie.  Ch'accolga'lmio  fpirto 
ultimo  ’mpace.ln  rete  accolgo  [aura.Quài[ un  cor  tante 
in  (e  uirtuti  accolfe  { Sola  i tuoi  delti  U prefente  accolfii 
Quella  bella  cópagna  era  lui  accolla . Accolte  Chiome, 
Beitele  £1  fóndila  fi  dolcemente  accolti-Accolto  Duol 
Dolore.  DAu.Dela  ualle  S abiffo  dolorofa,Cbe  trono  ac» 
coglie  et  infiniti  guaUuis  accoglie  [uno , [altro  infe- 

me.Tero  che't  benph’è  del  uoler  obietto  Tutto  1 accoglie 
in  lei  i 'accolfiro  a quel  luogo.  Cofi  da  i lumi, che  0 m'ap- 
parimo  S'accogtiea  per  la  croce  una  melode  Che  mi  rapi 
uaJ>olct  colord'oriental  Zapbiro , Cbesacfogfieua  nel 


Numero  V A N 

iiiùiio  ajfietio.'Poi  come  Turbo  tutto  in  Jè  s'Mcolfe.che  la* 
grime goccia  Lcqiiati  accolte  forin  quella  gratta.  & 
qkàia  Ha  pergmngerealTimprouijàuecbaiqq^.&per 
nceaere  con  benignità, uedi  4156?. 

Accoa;\itor.Lat.coUe(lor.D  A n.  Ettiidìl buono  ,AccogU 
tordelquile,Diofcoride àteo . 

Raccogliere,&  Rtcogliere.Lat.coUigerc,congregare.  P t t. 
^fpargt  quel  dolce  oro  Et  pof  l raccogli ,e‘n  bei  nodi  t m 
crefpe.Etpoi che't  frenperforga  a fe  raccoglie.  & racco 
gUea  con  ji  foaui  nodi.  Stllhor  raccolgo  f alma  a megli  oc 
chcraccolji.lnfe licffa  Raccolta  . Raccolta  Humamiale. 
Etermlà-Raccolte  EcceUentie.Tte  dolci,  & cari  nomi  ha 


T I T A Numero 

chiome  pofle  in  oblio.  Coftgli  ho  di  me  polli  in  fu  la  dina, 
fu  pojlo  m croce . C’hanno poflo  nel  fango  ogni  lor  cura. 

Bo  c.uediali’Inécc. 

Riponete. Lat.repottcre.9  i che  riponpiulafperàga  in  170» 
luti  D'arabi  monti  lei  ripone, & ccla.Ripon  entrai  bel  uu 
fo'l  uiuo  lume. Me  rtponete,ouc'l piacer p ferba.  Che  fpen 
fe‘ll<)l,am^lnpofeincielo.  Cofi hauefiuripojlt . Dagli 
occhi, ou'era  Rtpoflo  il  guidariin  Sogni  mia  fede.  Ripo- 
{loluogo.Seggto  Ogni  mio  ben.B  o c.^nihora  Iddio  il  ri 
porrebbe  là  ;doue  la  fvrtnna  Tbauena  gatato . Sotto  la- 
qual  fcala, era  unihiufo  di  tauoleda  rtporut  alluna  cufa. 

Et  ripofi  fi  a federe.  1 1 fpiccato  il  porto  ma,  a cafà  nel  por 
taroiio,  et  Ripojlolo  fe  nàdarono  a dormire.  Fuori  del fuO 
caflello  m un  bofeo  fi  ripofe  in  aguato. i.fi  mife,  0 afeofe. 


in  te  racco'ti  Lo  fpirto  ha} fi  raccolto.  Et  Vamorofofguar 

do  ha  in  fe  raccolto.  Maraccoghendolefucfpartefronde.  . , . . . _ . 

B n c.Et  quindi  Cacqua  per  canaletti,  quafiperogni par  Mcttere.Iat.ponere.V  t r .Tra  la  fpiga,!<!- la  man  qual  mu 
te  del  giardino  difcorreua,  & raccoglicndofi  ulttmainete  ro  i mcffo.oue'l  noflro  ferro  mife.e  ipenfier  caflt.  Che  nel 

cor  giouaml  natura  mife . l'ago  Suér  nouclte  oltra  mi 
mifi.Et  mifil ju  la  ma  quafi  fmarrita  .Come  m’hauete  in 
flato  baffo  niefio . "Elei  noìl ro  dolce  qualche  amaro  met- 
ta.Ch' acqueta  l'aere, & mette  1 tuoni  in  bando.  Bo  c.  Et 
Mcfia  m terra  pine  di  loro  gite . Et  m eafi  Mefialafi  Et 
Mefiaui  fu  la  terra, ui  piantò . Tei  tutto  hanno  mejie  le 
guardie.  Et  mefiem  é buone  [petie  affaure  pani,&  quel 
li Mepefi IH feno.  la  fua bella roba,t!r  Mefiolafi in doffò. 
Mefiofi  in  camino.  L’acqua  mife  netta  coppa . Et  metta  fi 
a fentire  quello,ch'i  S -drrighetto.Con  ogni  picciola  fan- 
camimetterebbonom fondo  . Mt  metterò  la  robamia 
d.  Ilo  fiarlaito.  Et  cofi  per  ordine  tutti  mctteuano  tauoU 
.t.faceuanopaflo.  Et  fpendo  il  mio  in  mettere  tauola  per 
honorarei  miei  cittadim.i.far  conuito.  Ella  non  fapeivi  he 
ne,che  cofafofie  il  Mettere  in  aia  con  gli  fcolari  i.a  inco- 
minciare a darfperanga  di  fare  alcuna  cofx,& poi  man- 
care. Mcttirore  di  maluagi  dadi  era  foleitne.Dc  u.Oue 
Etheocle  col  fratei  fu  mifo,in  ucce  di  mefio. 

Rimettere. Lat.reponere.T  f c.Tmdaro  •,  .Anacrconte,che 
rimefie  Haueafue  mufe  fot  d’amorm  porto . Boc.  Fatta 
rimettere  la  tau  la,  fece  uenir  la  cena.Rimettt  re  il  diano 
lo  nclt inferno  . Rinicf  aladonnamllebraceiadi'Hieo- 
flrato  fi  tornò  a frderr,Er  Rimefiafi la  fhiauina  . Et  ri- 


in  una  pa  rte.ll  Re  udite  quelle  parole  raccolfe  bene  la  ca 
• gtune  del  conuito  delle  galline.  Ejù  a fare  de  loro  piaceri  in 
una  parte  del  gi.trdino  fi  raccolfcro.i.riurarono,o  ruluf- 
fono . Buffalmacco  recatofi  in  mano  unodectottoU  , che 
raccolti  h tura,  diffe  a Bruno.i.raunati.Da  quei  pallori  ef 
fo  per  pietà  fu  raccolto  j riceuuto.uedt  all'Indice.  Dai*. 
Cb'ei  tronca, (ir  raccogU.i.raccoglie,ouero  raccogliegli. 

1701  Rtcoglterc.Lat .Uerum  colhgcre.B  o e .Calandriuo  doiiunque 
alcuna  pietra  nera  uedeua,fi  gittaua,dr  quella  ricoghen 
do  fi  meli  tua  iiifeno.  Jlfarfctto  noi  il  rtbauremopertrf 
tacin.que  Ioidi  ricogliendol  teliò.i.rifcotcndoto  dal  pegno. 
Il  famiglio  quella  parola  ricolfe,&  come  che  motte  ne 
ncogtieffe  cammando  tuttodì  feco.Hel  mtgp  delta  firada 
gittata  da  me  fu  ricolta. Calandrino  cofi  graffiato, & tut- 
to pelato, ricolta  il  capuccto  fito,  & leuatofi. 

-4mma(fare.Lxi.macerare,compagÌHare,cóponeTe . per  far 
maffaro  cumulo.B  o c.  llquale  non  ad ammaffare  dana- 
ri , come  i miferi  fanno , ma  f pendere  gli  .Ammaffati  s'i 
iato.lM.congefli. 

^mmafiicciare.  Lat.coaceruare,cumulare,  exaggerarejco- 
agmitare4ure9:ere,lapidcfcere.  ual  ammalare  ,aggiun 
gere.OtK.Iltergn,  che  di  pipras'ammafiiccia  porfido  tm 
parea.alcuni  efpongono  che'l  tergo  cerchio  era  di  Maci- 
gno.Maffa.i.cumulo,o  coadunattone  a 1718. 


? 


mefiela in  cafa  di  encomino. 

^ecumMlare.Lat-ueruare,accumulare,cumulare,augere,  Scommettere  Lat.cómi:tere,detrabrre,alicuiinfìigare^if-  170J 
udaugere,implert,coaccrHareptalponere  infiemejer  far  fidtum  querere,&fercre.uat  mettere  male.ct  fiminar  di 

cumulo.S  A u.TqpndifpregT^rciochc'ntuaglonaaCCU-  fcorée.D  a k..A quci,Cbe  fiammeltédo acqutfian carco. 
mulo.T.  Et  io,che  tutto'l giorno  roba  accumulo , .A  gran  Sojfotgcre  Lat.fuffulcirefitletttare.ual  foppmere,  & furto- 
fatica  ui  poffo  refifiere , Che  quanto  auarrgp  nel  uiuer  poncre  .Dan.  Terchc  la  uifia  tua  purfifoffolge  Lì  giu 
confumolo.  tra  fombrelrific  f 

Cum\\o.Lat.cumulus,acemus.S  a u.Quifempretifaròé  Tendere.Lat.prrponerc,ó'  prrdiflendere.Prr.Et  tende  tac 
fiori  UH  Cumulo.  Aki. E poi  f atti  n'hauean  Cumub  fpefii.  din  fi  diuerfe  tempre.  Et  la  rete  tal  tende  ghermii  piglia. 

^ Lacci  amor  mille, & nefiun  tende  muanoMn  Inetto , che 

di  fila  ordiua  Tefe  fra  l’herba.una  leggiadra  rete.  D'aro, 
et  dt  perle  tefe  folto  un  ramo.Hebbe  un’altro  Laccmol  fra 
l'berba  tefo.B  n c.  Fecero  tendere  un  padiglione  fòpra  un 
uerdc  prato . f’edrai  due  fctugaiei  te  fi  alla  finefira  della 
camera  mia.  Saputo  u fiate  del  laciiodlqual  dmantQ  a pie 
di  fenduto  gli  hauea. 


Tonere,&Torrefidiee.Lat.ponere.ualmettere.Pfr.Etpo- 
ner  fine  a gPinfimti  affanni.  Da  por  fua  cura  m cofeahe* 
re,rr  noue.Tor  fine  al  mio  dolore.  L altre  poigiafò  age- 
uolmente  porre.Tommi  oue'lfòlef laida  ifìon,&fhcr- 
ba.  Chipon  fieno  a gli  amanti  fi  da  lor  legge.  In  grembo  a 
la  nemica  lil  capopone.Mifrr  chifpeme  in  cofa  mortai po 
ne;  (Ma  chi  non  urla  ponef)  drs'eifiiroua  .Alta  fine  in 


gannato  i ben  ragione.  L'un  tr  falere  ponendo  in  liberta  Tcnditorc.Ì4f  e.rtenforuel  qui  tendn.  Bue- Io  mede  fimo 
te.  Et  pongafi  a feder  m ju  la  riua.  Quando' l foaue  mio  fi-  fui  lo  Tenditore  de  lacci, ne  quali  fon  t aduto  .P«.  Tende, 

docanfortoTonfidellettoinju  lafponda  manca. Etmi  Trabaccbe,Taàgliom.ucdìlbttoirMarte. 
tolfedipace,tìrpofèiaguerra.t’lmiomalpofimoblioJa  7'^  0 

fajloreUaTojU  abagnar  un  leggiadrelto  litio, famate  \noJ'nJ'na,l(neJ'nauoltaJ'ndtra.-Alcunauolta.ad 

~ itma 


Numero  V A 

yna^i  un  triUto.ymca.Siagokre^ol,Solo,Sola,Solc, 
SoU,SoktU,SoUmente,SoliUirio,Solitiuùne . "hlsncbe. 
Tur  ynigenuo.Scemfio. 

1704  \ no. Lat.umu.é prmapio,&fi>nilimento(rogni  numm;et 
fetondo  aUuni  anche  effe  ynoè  numero  per  ejfere  prmà 
méogmnumero,comeè  detto,  quàdo  quella  uote  yno 
■ halamcolofi  non  tha.cofi  fegui'.andoui  quelle  noce  .Al- 
tro/ hauràjo  non  C haurà.come  per  effimpio  !'no,&  .Al 
trojir  runo,&t.Altro,& quello  fempre  fi  trout  ojfer- 
uato  dal.B  o c.  bor procedendo  alte  .Autontati,&pnm* 
delPtrAiremo.f'no.SpirtoceleHe.Qjiel  yno  irono. 
Tanto  ch’io  fiu  per  eJJeré  quelli  Vna  Tennemiamor  an 
ni  uent’f'’Hoardendo.hort'no,&yn  altro  . y no  Speco. 
B o c.y emendo  yno  in  cafo  dt  morte . yno  Mona  fiero, 
yno  .Arciere.L'yno  negàdo  .A/altro.Tuttn  yno. Da  k. 
fecondo  ch’era  In  numero  dijlintopiu  da  [f'no. 
y n.Latjtnus,&  diumui/h  un  é^t  tabor.concolor,  & mo- 
nocromatosjunicolor/L  un  colore . unammus , di  un  ani- 
moun  uolere.unhculusrdi  un’occhioAnmcutus,di  un* 
anno,&  homus  ut  agna  unmt^l  hmus  anm,  & homoti 
nus/i  un  nonie,o  di  unagéte.pretiolus,di  un  preg^.  có- 
Jors^t  fal,nux.geHtdis.di  una  condnionefi  qualita.Ti  t. 
yn  Di.ynSoleJ'n  yento.Huom.Tenfier.Faggu.  Lauro. 
Mar.ynfol  conforto.yn’.AlMa.Hora.Orma . Imagine. 
.Angofcia,Mmma.ljHetta.lHfegna.  Abete,  Altro,  Au. 
reo  crine. Ombrofo  Colle. yn  Batter /occhio  .B  oc.  Di- 
fior  fe  yn  ujò.qujfi  donanti  mai  non  udito . yn  mio  uici- 
no.  yn  Fiume,  yn  Leon  famelico  J'n  poco.  Che  poteuano 
malere  yn  cinquento fiorini  <f oroxctrca , 0 intorno . yn 
Sfuanco.Come  farebbe  ad  yn  altra . Et  qual  col  ghiaccio 
il pefcatore d’occupar  ne fmmi  molti  pejci  Aduntratto 
.i.in  una  uolta.P  1 r.Cbe  paura/olor,  uergogna , Cs"  ira 
Eeanneluoltofuotutt'Aduntratto.Dk  u. Siche  co- 
m’eltiAd  una  militano.i.inficme.Lat.unà. 

Ad  mi.ual'inficme.Lat.unà.ueéa  1575. 

Vna.ia/..piT  yna  Donna.Forruna.Tqptte.yendetta.Fon* 
le.Tarte.  Gente.Spene.Gloria.Mano.  Cotona.  Rouma.  Dol 
cegga.tal  fama.B  o c.  Il  quale  d" yna  jùa  donna  haiieua 
finga  piu  yna  jiglmoia.far  y na  di  quelli  cofe.  ynagrà 
dote.yna  buoni  quantità . Cuna  mi  tà  couenédo  ne  miei 
bifogni  Caltra  metà  dando  loro. 
\ne,]icomedaI.atimfitroua  nel  numerodel  piu;come 
unas  Itterat  cofi  appo  il  Boc. nella  Gi.fcconda , nouella  7. 
àrea  il  fine. Et  quello  de  t yne.tr  de  Caltra  faccia. 

1705  \nìuohi.Lat.fcmel,t!'tantum,.P  ■ t Camma,  che  pec- 
cò fot  yna  uolta.tr  non  pur  yna  uolta.anri  chifia  Cina 
roynauolta.fiachiaroin  etemo.Bo  c.Tqe  auenneyna 
uoltarna. Ch'io  difii  yna  uolta  mal  di  lui . Io  befit  tnmiai 
yna  uolta  la  mia  madre.yna  uolta,  & altra. i.fpeffe  uol 
te.Et  ufaudo  yna  uolta,  tr  altra  con  lei . Ofoprayna 
qualche  cafa  diihahitata. 

TriCto,uat  una  uolta.Lat.jimel.P  i t.  Che  paura , dolor, 
uergogna  .ed  ira  Eran  nel  uoltofuo  tutt’Ad  un  tratto. 
B o c.Etqual  col  ghiaccio  il  pefcatore  d’occupare  ne  fiu 
mi  molti  pefii  ad  un  T ratto.Laquale  in  tifa , che  far  po- 
tere intorno  accio  fempre  del  manto  temendo  non  ne  la- 
fàaua  aftrTratto.i.lat.ntbil  intentatum  relinquebat. 
Auì.ynTratto /arto  fuor  de  flrada  ufeiro.  LatjtraHus 
arcHtMcdiaqji. 

\a'ilaz,yiCaltroAat.aiiits^a,  aliud.  )p%  r.yedi  y/aU 


N T I T A Numero  tjt 

tra;A’amor obietto fceife.Tfpmando  y/altra  amarne 
acerba.tr  fellaMra  uederta  y /altra  ualoroft . Ma  con 
queflo  penfierVn’zkTOgioJlra.Cinuolohoruno,a-  ho.- 
un'altro  guardo. Et  dinou'efca  y /altro  foco  acelò . Ter 
riueHirfenpoiy/dtrauolta.  Laijterum/lu.tndo  Al- 
cuna uokìUolgeteillume.S’Alcuaauolta  ndo  rican- 
to. Alcuna  uolta  fut  tn  danga . cb’i porto  Alcuna  uolta 
Inuidiaa  quei,chefonfu  Caltra  riua.  Et  ei  [ha  detto  Al 
cuna  uolta  in  rima.  Ltt.aliquandoriliquotiesrpiandoque. 

Vnico.Lat.unicus,&fingulans.T  i i.Bellegga  y/ca, 

Sola.y ergine  ymca.gr  Sola. 

Dtfumre,perpartire,&diuiJere.uedia  1477. 

Vnigcmto.Ì4f.cr  unigeua  i.folui  genim.ual figliuolo  fo- 
lo,cioi unico.B  o c.Conciofucofà,cb’egli ajuoiymgent- 
tofta.nelTu. 

Singularc.Litt.t:^  unicus.T  t r.Singular  Tortamen(o . Et 
fatto Singular da  Caltra  gente.LeggiadritSiugular , Cr 
Tellegnna  Boc.O  Singular  dolcegga  del  fangue  bologne 
fi.L’armIlà  di  Singular  riuerenga  degna.  Smgulare  amt- 
citia.Bella.Tqnmtìà.SinguLve  f'irtu. 

Solo.Lat.foluiniUtitjraduerifolum, & fòlummodo .Tir.  vjo6 
Solo  Amor.Coforto.  Dnlore.Giouane.Taefe.yfo.yn  paf 
fo.QiielSolo.SolopercuiC.tnimarcfpiraa.folamenie.Sa- 
btoin  qualche  fa  ma  Solo  perni:.  Quel  pò  Solo  addolci  r la 
doglia  ittia.QuelSoltche  Soloa  gli  occhi  miei  rifplende. 

Solo  / un  Lauro  tal felua  ucrdeggia.  Qui  miflo  sòloj.fo- 
lus.Ou’i  uorrei  fiar  Solo.&famnu  al  mondo  ir  Solo.  Tal 
paura  ho  di  rurouarmt  Solo.Colui,cbefpleiide  Solo.  Boc. 
in  u/huomo  Solo.Tutto  Solo. 

Solo  che.  Hai  purche.Lat.modo3  0 c.  Solo  che  C appetito 
io  chieggia.Solo  che  la  netefiaà  della  fua  infermità  tl  n- 
cbiedcffe.Qjjefio  farò  io  uolentieri , Solo  che  uoi  mi  prom 
mettiate , per cofa/ìì’io dica,  niunodoueiji  muouere  del 
filo  luogo. 

Soldtttece  diSoto,drdiSola.Lat.fotus.Tir.yn  Sol  confor 
toj-'n  Sol  giomo.yn  Sol  Sguardo.Tu  Solmi  fcorgi . yna 
Sol  TiptteJ'na  Sol  Spene. yna  Sol  uolta , Sol  una  fide. 
Boc.ma  Soldi  chiaro  foco.i.folamente. 

So\a.Lat.ual  finga  pare,&  fcompagnata.T  i rSola  Alma. 
Bellcgga.Cagion,  Colà.  Efia.  Fronde. Imagine , Infigna. 
Morte.OmbraJ-'na  man.  yoi.  Qjiefia  Sola  fra  noi  del 
del  Sirena.Di  uederlei,  che  Sola  al  mondo  curo . & Sola 
fico  fi  ragiona . Toi  la  riuidi  in  altro  habito  Sola . Alma 
Sol  quella  fionderà)  io  Solaamo.Tu  prima  amalìi.  Boc, 
Daliaqual  Soia  ogni  mia  pace  uenirpote.  yna  Sola  Cairn 
fcia.TÌp  fu  una  bara  Sola. 

So\e.i.fingapari.Lat.foUpinica,rart,fitngularei.  Tir.Et 
Caccorte parole  Rade  nel  mondo  0 Sole.Et  celefh  Belleg^ 
ge  al  mondo  Sole . Cb’i  nidi  eran  bellegge  al  mondo  Sole. 
&perScompapuuc.Sole  Lagrime.  Luci.  Fauille.  Cofi, 
Donne.Buc.Sàein  tanta  afflittione /hanno  lafi  lite. 

SolLLat.foli.T  u r.oueroeonleparolelntellateda noi  Soli  1707 
ambedui.Boc.SoU,i(p  accompagnati  di  di^  di  notte. 

So\ctto.Lat.fòlus,prorfut,^defirtusà.dercliltus.Tir.La 
fianca  ueecbierellapellegr'ina,Etm  cofi  soletta . & una 
nedouettaymceOlofheme,&  lei  tornar  Soletta,  Con 
u/ anelila, & con  Chorribil  tefcbio.B  o c.Tutto  Soletto  fi 
mife  incamino.yideUglhanSolettoandarepaffeggian* 
do.  Che  ella quiuiin  quella  barchetta  cofi  Soletta  foffe 
arriuata. 


Numero  Q^VANTITA  Numero 


Solamente.  JM.  tantummodojaiitum,folum.  P s t.  Td, 
(h'd  buon  SeUmcmeufcio  fi  dnude.Sdtmite  quel  aodo; 
Cb'jmorcircottdiaU  mu  lingua.  B n c.  tiqnjòUmriite 
molte  dorme  moriuano,mj.'Hoa  Soiamite  iifuo  coafigLo 
lodarono,ma.Lat.  non  folum,non  modo. 

Non  che,per  non  folamente.lai.  no  modofton  éco/ed  Lat. 
antepoiutur  cum  fri  pojlea,  ut  non  modo  pietatcm  fed  ue- 
niam.  Pir.Spero  trouar pietà  ibe ^rdono.Boc.Che 
un  fiuporeera  ad  udire,  T^n  che  a riguardare.  Et  Tdjm 
che  altri,  ma  i frati  minori.  Che  'ìion  che  in  Vifìoia,  ma 
in  tutto  il  modo,  lluento  potenti  fimo  poggiaua  meontra» 
no ,ia  tanto  che  "hlpn  che  efi  del  picciolo  jc  no  tifar  poteffe 
to.nu.  'nonché  la  Dio  merci  anihora  non  mi  bilògmj. 
benché, 0 non  /diamente,  altri  leggono  che  la  Iddio  taci  ci. 

Pai, e'Pure, Soiamite.  Lat.  modofedjdhimmodo.  P r c.Tri 
nuHCra  per  me  "Pur  non  i mai.  Et  non  Tur  qucfla  mife. 
ra  roiiina.  'Hp  Tur  qualfu.e  riucrir  infegua  La  uoce  iflef 
fa,Tur  ch'alin  ut  cbtamuJummodojo  folamente.  Che  rio 
Tur  pitto  bende  .Alberga  amore . 'Non  pur  quel  che  t'a- 
pre a noi  difuore.  Da  x.  Ma  perche  poi  ti  bafli  Tarla  ui 
Ha.  Che  copna  Tur  i piedi. i.  Solamente,  nota  non  Tur  in 
una  fola  parte. i.m  molte  parti . Eoe.  T cnendoft  beato  chi 
Ture  un  poco  di  quelli  poteffe  hauere.i.uixpauxillum  ue 
His.  Tic  auéne  Ture  una  uolta.  Se  io  hauefii  Ture  haute 
inpenfieroéfareunadi  quelle  cofe  che  uoi  due , credete 
ch'io  creda,che  Iddio  m'haueffejoslenuto  tanni 

1707  Solitario,  io/fMrio.ejr  Sobngo.  Lat.  fohtariui.  nal  foto,  & 

luogo  oue  non  i alcuno,  pur.  Solitario  -Albergo . Cerna . 
Horrore,  TajScrsSaUtaria  Piaggu.t' dia, t'ita.  Solitarie 
Orme.  Solitari  Toggi,Tte.  B o c.  Laqual  chiefa  in  luogo 
affai  SoUtano  era.  leggendo  U luogo  Soletarto,  & chiù 
jo.  f'n  luogo  Soletaria  & romito  trouato.-AUeuato  fopra 
un  monte  faluatico  & Soletario.  In  luoghi  Soletari  fenga 
compagma.  La  contrada  molto  Soletaria. 

SoUngo.  il  mede  fimo  che  Solitario.  Lat.  Monotropo],jòliua 
gus.  Pi  T.  coHei pule  De  Indegne d amor  andar  Solinga. 
B o c.  Luogo  motto  Sohngo,&  fuor  di  mano.  D tu.  Come 
fuoleffer  tolto  uifhuom  Solingp  Ter  conferuarfua  pace. 

Solitudine.  Lat.  i proprio  nutrice  de  concetti  Boc.  Legrì 
forge  dell'otio,  & deUa  Solituéne. 

Scempio.adie.Lat.  fimplcx.ual  folo,&fcompagnatopl  fuo 
contrario  doppio,  onde  ft  dice  un'huomo  Scépio,cioileg- 
giero,&  dt  poco  ingegno  per  effert  fcompagnaio  dalla  ra 
gioite.  Hcdi  a I 

Due.  DHo,Dui,Dui-4mbe,  -Ambo.-Ambedno,  -Ambedue, 
-Ameiidue,-Ainendunc,  -Amenduni.Trambo,  Intrambo, 
lntrambe,]Intrambi  Tar,  un  Tato,  Coppia,Gemino,Se- 
condo.adunare,accopputc  Abbinare. 

1708  Due.  Lat.duo,&  biduum,ual  dt  duo  giorni  biennium,  duo 

anni.  biferusAOcm,  che  fa  due  notte  come  1 frulli . bifor- 
mi! ffi  due  forme.  bipons,Ji  due  frouti.btgamm,di  due  tno 
glie.  big  t'ma,duorum  nuptut,  bifugut,hl  carro  di  duo  ca 
Halli . biUbrit , di  due  libre . bilinguit , di  due  latgue . bi- 
manSfdi  duoman .btmeSÌTisffiduomcfi  bimus,diduo 
anni, ut  uinum.  himulus  ,\di  duo  anm  ut  animai  bimatus, 
i lo  fpalio  di  duo  anni.bimembrti,di  duo  membribiiuHiù, 
lo  rpalu  di  due  notti  bipatmus^  duo  palni,bibedalis,  gir 
bipes,di  duo  piedi,  bipatensffi  due  parti  aperto  ut  oHium, 
biroium,di  due  rote,  biuiumffi  due  uie.  bdxiret,  dt  due  he 
rednà  bcrede . biforii,  da  due  parti  forato . bipdut,  in  due 


parti  rotto,  bidoni  di  duo  anni,ut  agnui  ; & anche  la  gap 
pa  che  ha  duo  denti,  bicepsffi  due  teffe.  bicolor,di  duo  co- 
lori. bicorporisffi  duo  corpi . biclinium,  è il  luogo  doue  fo- 
no due  letti.  & Due  conte  uoci  di  femina  le  pm  uolte,tro 
uoeffer  offeruato,&  Duo  con  te  uoci  del  mafchto.  P • t; 

Due  -Ale,cr  .Ab,ConpneJ^onti,Frondi,Luci,Tarti,  W- 
uure,Hole.Sorelle,Sielle,Treccie..Ambedue.Fra  noi  Due 
Tra  Duerni  tene,  ymorm  intra  Due.  D’ abbandonarmi 
fu  fpeffo  intra  Due . Et  teneanfi  per  mono  a Due  a Due. 

Bo  c.  In  capi  di  due  fategli.  Due  grandi, dr  peri  mafie. 
m.  Due  gioua  ni . Due  tofe.  Due  equali  infieme  la  notte  e- 
ranoanLttiadinuolare. 

Duo.  Lat.Pn.  Duo lumi,Begli occhi,Cerpi, Contrari, Fin 
mt,-Amantt,Toggi, Sproni,  Segm,  'biodi,  Leon,  Folgori, 
lupa  Duo . E i Duo  mi  trasformaro  m quel,  ch’io  fono. 

A « I.  Che  datogli  in  arbitrio  hauea  quei  Dm,  Che  foli 
odiati  effer  douean  da  lui. 

Dapn  luogoé  Duo.  D a k.  Dk  archi  paralleli, & cS  colori. 

Due, dr  Duo  con  le  Jùe  prerogariue,dignirJ,c!l  nolandi  bel-  17®> 
hffimi.Dm)  fono  i lumi  gràii  del  cielo  S^J&  Luna,  l’u- 
no perla  luce,&  Coltro  per  la  notte.ctoè  Ucce,  & Tene- 
bre. I'ita,&  Morte.  Haiionale,&  Irrationale.Trincipio, 

E me.  & quafilnpnttt , de  quali  affai  ne  fono  a Relatione 
a 1 64  5 . confideriamo  il  corposi'  il  uiuere  nofìro  tra* 

ucremo  mollo  confiHere  in  queHo  numero  binario,  come 
Due  num.Duo  pedi.Duo  occbi.Due  orecchie.Duo  fonnel 
tufo.  Duo  TeficolL  di  del  corfo  naturale  poi  Freddo , <$r 
Caldo,  state, & yemo.  Bene,  CT  Male . Fame , eJ*  Sete, 
Dormire, et  yegghure.  llSolejèffHuomogfnerarel’buo 
mo.  Due  ragione  di  bene, cioè  bene  extflenteydT  bene  ap- 
parente. yita  attiua,  di  yita  contemplatiua.  Duo  infer- 
ni , uno  effentiale  netqnal  fono  le  anime  di  quelli  che  fon 
morti  m peccato  mortale,Ì altro  i il  morale Acltfmili’i»- 
tende  efiere  qualunque  ha  fatto  tal  habilo  dt  uitio , che 
non  fe  ne  può  rimouere . Due  cofe  fanno  dir  bugie,  la  pri- 
ma quando  che  per  qualche  cagione  Jinoflra  uobmtà  di- 
ciamo quello  che  ftpptamo  efer  falfo  ; La  feconda  quando 
bend'e  nunuuleffimo  dirilfalfofiienteiimeno  lo  diciamo 
credendo  quello  effere  uero  ,opererror  pre/ò,  0 per  fem- 
piiciriyO  per  mala  inf  irmatione.  Due  Specie  iC alchimia, 
uera,drjòpkiPiia,  la  ucra  è betta , la  pphifìica  i lUiciia. 

Due  pumi  del  Turgalono,Leihe,dI  Eunoe  ; Letbe  éno— 
ta  ohliuione, Eunoe  buona  mente.  Due  perfecutioni  hebbe 
la  chiefa An.i  da  gbimperadori  ,C altra  da  gli  heretiei. 

Duo  furano  i latrom  croctpffi  con  Chriflo.  e quafiinptuli. 
.Aiiutreju^lc  duplicare,da  ad,dr  duo.  Lat.  combinare, 
dupbcare.Dku.  Sopra  laqual  doppio  lame  s’addua. 

Ambo.r<r  P et.  -Alpn  -Ambocoimerfial  giufo  pggio.  IJIO 
Ch’-Awbo  noi,mepfpinfe,&te  ritenne . Da  «.  J fon  to- 
lui, che  tini  -Ambo  te  cbiaui  del  cuor  di  Federico  JEt  .Am 
bo  le  penila  fail'eran  pietra.  -Ambo  le  Tiame.  Le  brac- 
cia,L'-Ambe.Gb  orecchi.Le  mani.UTalme.-Ambo  due. 
Ambe.  Lat  Ambo  A,a.  P t T.-Ambelebraccta.Lenuu 
ni.  Ltlépie.Leci.'iaMi.  Ambeduo  noi.EtUMO,ih’unfi 
polcro .A mbeduo chiuda.  Et  lor de C ufat'arme  .Ambe- 
due fcofii.  Hai  fpiaio  .Ambedue gli  affetti  miei.  Ambe- 
due Cale . Et  Hrmgenio  -Ambedue  uotgerfi  a torno . J 
gUboueduti  alcun  giorno  Ambedui  Lenarft  mfiemt. 

Da  m.  -A  federfiponcmo  ni  -Amhtdut . Quando  -Ambo 

ducbp^àLatona.-Ambelema.’n. 

4 -Amendne. 


4 


V 


Numero  Q_  V A N 

Amcnduc . Lit,  utert/iie , $atMpie , utrumqui.Z  o c.T r. 
tendo  fdne  con  Emenditele  mani gUorh  della  a^la.In 
quello  medi  fmo  fuoeoion  E mtndue  le  galee  quello  ac- 
codò alla  naue.  Emedue  nel  umaioji  ne  cniraroao^l- 
quale  Emendue  eolloro  riuollt  di/sero.U  quali  coje  tua, 
tiofia  coja , thè  Emendue  ftano  in  me . ne  Itjlt  anittht  fi 
le^e  Etticndune  delle  femme , ir  Eméduuide  majibt, 
ehebogginonsufa.D  A u.Hurua;ibeunfol  uolcre  è 
dt Emendue . Ter  cui  trcmauan  Emendue  le  jfiunde.  Oh 
de  nut  Emendue  fofiiamo  ufiini . b.t  Emendue  incerti 
Dino/trama. 

Trambo  dinota  tra  ambo . Latdnter , uirafque  tnter  am- 
bas. Da  u.Toi  parue  a me,cbe  la  terra  laprtJSe  T ram* 
ho  le  rote. 

lntrambi,Kt  Intrambe,&  JntrambL  Lat.uterque  uteriut. 
ualtutttduo.e  > r.L'undiuirtute,a-  nonttamorman- 
cipio , L'altro  d’Emrambi . D a n.  piante  eran  acce- 
fea  tutti  tatrambe.Siibei IntranAt  un  jol lòfiglio  jet. 
Infin  che  U primi  paremi  Intrambo  fenfi, 

Cenuno.Lat.ual  doppio,  onde  gemelli  tono  detti  quelli  duo 
cbcnafiono  adunparto.9  n.O  folainjignaalGemim 
ualore.T.t'na  barbuta capra,tbe fi  sforma  Dtfarmt  fem 
■ prei  parti  fuoiGemelb. 

ijll  Coppia lat par,bim, m piu. pares , &paria,coniuget, tir 
comugium , ual  duojunparo,o  parità  .ftr.Etla  Cop- 
pia d'Erimiao , ilx’nfeme  f'annofaiendo  dulorojó  pian- 
to . che  C oppu  i quefia  ; Che  mi  par  de  le  cofc  rare , ir 
fide.  O qual  Coppia  d'amanti  .B  o c.'Ugnefiere  fattole 
flette  una  firnile  Coppia  a quella  del  Marcbefe , ir  della 
fua  donna. Ari  .Ma  tifaro  di  mille  fcelta  Suna,Odi due 
Coppie. Sol  per  ueder fi  bella  Coppia  tnfienie. 

Ecco^utre.ual  giungete  infienie.  Lat  copula  re^coniungere. 
P A t.Mentre  che  l'un  con  Cabro  nero  accoppai.  Dan. 
S2jii,&  altroue  queUofiu'io  Cactoppio.  5 a v.Stgmficatm 
do  l'hora^heglt  Eccoppiatt  boui  jóghono  alla  lattea  ufa 
ta  ritornare.  A > i.  Bea  ui fitte  Eccopptati. 

\npìio.Lat.par,utamicorS,par^panajulduo.A  u i. 
In  terra  un  Tato  addormentato  flej'e. 

T? ir. Lat. ual  coppiafluo.  T » r.tipn  utde  unfimtl  Tar  d’a- 
manti dSoie.  floc.Z  eppa  noi  fumo  Tar  pan , ir  per- 
do è buono,  che  noi  fitamo  amia  ii^'ieme.t.eguab.Lat.par 
pari  redderr. 

Binato.  Lit.<^bùnitriu.D  a u.Criiaron gli  altri, ir  Canim 
mal  Binato. 

hefimprefi  dice  nel  genere  del  mafie.  & delta  fem.  Lat. 
tres , & hoc  tria.  P i t.  Tre  EcceUentie . Tarn,  donne. 
yolte,DifiHomi,Spirti,Eigli,Solt,Tbeban,  Cefari  augu- 
fiijQjfe  Tre  folgori, &Tre  Scogb  dtguerra,da  Tre  pai 
lettor  uinta,& iunbeluifo. Tiocton  ua  con  queflt Tre 
di fòpreMille  T recito  uentifiette  a pitto.  Sai,cb'en  Mille 
Trecento  quarant’otto.  Continouando  il  mio  fòjpir  Trilu- 
flre.Bo  c.Tre.di,Leggi.Due,oTre.  Tofla  la  padella  fui 
Trepie.utdtaU Ittdice.&TreiperTre pofie.D  a m.  Cen- 
no una  ruota  di fe tutti  eTreu 

171*  Tre.Lat.ter.aduerbium  numerale  feu  ordinale,  o'  trefstt, 
ual  tre  daruri.tricepijtts^i  tre  tefte,  0 capi,  trtduum , i 
jpaito  di  treé,ir  triduanus  di  irediarienna,ennu4itre 
annijir  triennium  lo  jfatie  di  tre  anni.trictcrit,dt  tre  au 
mjrinoClitimjtre  notti  contmoue.t  rifaux,  cis , di  tre  go- 
le fi  bocibe.trtgemimfirefitfiiij,trtbx,di  tre  bccifi  di  tre 


T I T A Numero  tji 

ordini, come  la  coragpia.trifidusfin  tre  parti  diuifio.  tnga, 
la  carretta  di  tre  caualh,trigonfire  anguU,cr  trigonaus, 
di  tre  angobfi  càtom.trigamuifli  tre  moglie.  tngaina,di 
tre  manti firtmaiui.jpaiiu  di  tre  anni.irimuiui,ai  irean 
ni  ut  animai, tnmejlriiyii  tre  tnefi.trmiixos , la  lutema 
di  tre  paueri,o  Incigni,  trihbris  di  tre  libre . & jetondo  i 
maihiiuatict  è numero  perfetto,  & comune  ni  legrau- 
dijjtmi  mifleri  iimpercioJx  ultra  le  altre fue  ecceUert^, 
lunatura  fimam[efla  ogni coJa  creata  eptre deriuaia. 
onde  che  Tre  fono  1 principe  naturali,  cioè  Materia,For- 
ma,ir  Triuanonefid  ogiu  coinpojito  c ancori  emuTre  *n- 
cho  fono  le  fòrti  de  gU  aiumab,cioé  yegetatikofi  enf lituo, 
ip  lntelUttmo,come  le  puntefiiumaii  bruti,  or  perfine 
ratioiuh.Treanchora finale  don  prmcipaL  aelfanima, 
cioè  Intelletto , Memoria , & yoiontà,  mcéantc  lequalt 
tulle  le  nofireoperaltom  fi  reggono,  &■  gouetnano  . ir 
parlando  poi  dell!  ternari  Jpirituali,  tiouiamo  Taire,  Fl- 
gliuolo,&Spirilofanio.Trecole  erano  in  Erta fadeni, 
yerga,Manna,ef  la  Legge  mofaica.  Con  tre  lettre, uuc* 
ro  caratteri  fi  fcriue  il  nume  é dio . Tre  joao  1 luoghi  al- 
[buoìHO  deputati  in  laUra  ulta, liif  era  , Purgatorio,  & 
Taraéfi . T re  fono  1 priniipab  peccaii,Lufiuria,Super- 
bu,&  Euaritia  -,  iqualt  il  nufiro.D  a k.  aflnmglio  a tre 
animah,cioi  LeonzaUxonefit  Lupa.T re  fono  le  parti  del 
la  I udisfatione  Icmno , Lernofina,  ir  Granone . T re  fino 
ofjefi  nel  peccato,Iddio,Se,er  il  Trvfinno . Tre  fono  1 Te- 
fiiiiiom  in  cieloTalre,yerbo,cr  Spirito  finto.  Tre  fonoi 
gradi  della pemienza,Comrittuac,Conftfiione,  cr  SodiSu 
faiiione,irq;ufli  dal  ttoflro.  Da  n.fuiono  figurati  nella 
canina  del  purgatorio  per  U tre  gradi  della  itala  dt  tre 
colon  diuerfi , noi  Marmo  per  la  contntione,Ttetra  ne- 
grajij-  muda  per  la  confefuone , & Porfido  roflo  fianu 
meggianteperlafodisfattione  . Tre  fono  ghordou  fiacri 
nella  clnefa  mihtante,cioi  Suddutconaiofiltaconato  ,& 
Tresbuerato.Treparti,&  non  ferrea  miClerio,fa  U fiteer 
dote  dellicratifiimo  corpo  nella  mefla,  ir  Tre  uolte  dice 
Egniii  dei,Ei  Tre  fantlut.& fi  guardiamo  alle  deuotio* 
mdinoichrillianifiiroueranno  conflituite fitto  queSio 
numero  ternario  i onde  fé  del  peccato  et  uogbamo  aflol- 
uere  bifigna  dir  Tre  uolte  fina  colpa . ir  dir  tre  uolte  col 
Citunone  domine  nò  fon  dignus.  T re fino  le  utrtu  thtolo 
gice.  Fede,  Speranza,  et  Charuà.  T re  fono  mende  fra- 
ti motori,  elei  Toucrtà , Obedienx.a , & Calhta  . In 
tre  modi  i cornette  il  peccato  fiol  Care,con  la  Bocca, et  con 
le  ifiere.Tre  cofepnntipalifòno  nel  paradifi,cioè  Giona, 
Diuitiafifi-  GiuftitiaTregralie.the  ueiigonoda  dio,Gra 
tia  peruemente, Gratta  illuminante, & Gratta  pei  ficien- 
te.Tre  cefi  fa  la  cificienzafirtmafi  rimorde,  et  duole  del 
peccato  commeffi , Secondo  che  fempre  fla  lontro  .1  noi 
quaft  come  tefltmomofihe  a rtmproueri.Tcrxa  che  giudi 
ca  il  fupplicio,che  menta  il  peccato , che  piu  del  terna  no, 
fi  non  quello  che  dice  il  propbcla , Tu  fignacutum  fanfl* 
T nnitatiije  uogliam  parlare  del  filo  noflrojlrouaremo 
Tre  eflere  le  parti  priniipah,cioi  Efia.Efrica,  & Euro 
pa.Tre  cofegoutmano  il  tutlo,uoi  'fiumero,Tcfofit  Mi 
fura.  Tre  fino  1 lemiint  delle  cofiefihi  Tnncipto,&  Me- 
tto,& Fme.Trtfono  le  fune  infernale  Eletto , Tifipbo- 
ne,&  Megera. T re  fono  le  pare  he,E  tropo}, Lai  he  fu, ir 
Cloto.Tre fonagli  nemici  dell  anihraiil  d.auolod  Modo, 
& la  Carne.Trt  fonai  pericoli  del  n.ido,civc  Correre  fi- 


Numero  QVaNTITA  Numero 


fra  un  uuaUo^’Hauigare,  & ì'iune  folto  tiranno  .Tre 
cefi  non  fono  flimate,  for^  di  baHagh , Configlia  di  po- 
uer  huomo,et  Bellex^  é pultana.T re  tofe  fommamente 
^{piacciono  a Dio, Ricco  auaro, Tonerò  frperbo,  & Vec- 
chio Luffuriofo.Tre  fibri  di  Vulcano, ^teropc,Tiragmo- 
ne,et  Brome.Tre  maghi,Galpar,  Melchior,  cir  Bildajar. 
Trefuronole  Gorgone, Stheno,Enriale/t  Mi  dujì,le  due 
prime  furono  immoriab,et  Medufa  mortale.Tre grane, 
,Aglaia,EuphroJìne,et  Thaha.^  tre  cofe  nonfidtepre- 
flarfcde  ,AU' Mchimifapouerofi  Medico  infermo,et al 
C Eremita  graffo.  Tre  cofe  flanno  male  in  quello  mondo  ; 
Vn  uccello  m man  Sunpuilod'’n  fiafco  in  maticfun  the- 
dejlo,  pihe  fempre  lo  fquaffa,e7  una  giouane  in  man  cf un 
uecihio.Tre  forti  di  perfine  godono  quello  mondo,  Matti, 
Trofontuofi,&  Solleciti.  T re  cofe  non  panno  ilare  occul- 
te Je  Fufa  in  unfxcco,la  donna  rinduuli  in  iafa,et  la  pa- 
glia nelle  fcarpe.Tre  uolte  fi  fuona  la  campana  per  l'^- 
ue  Mana.Tre  cofe  dknotarc,-4mor  non  uual  beUtxifa, 
.Appetito  non  uuol  fapore , Comperar  non  uuol  aniiiitia. 
fir  còperar  f Olio  dt  Joprafl  Vin  nel  mexp , et  il  Mele  nel 
fondo  di  qualuque  uajo.T re  Iòne  di  metalli  principali  del 
le  monete,Oro,Argento,et  Rame.Tre  ordini  di  uiuere  de 
g li  huomini,U  primo  fu  paitorale  ne  primi  fecali, perche 
uiffona  tra  gli  an»enti,e^  greggi . Il  fecondo  nel  loltiuar 
U terra, et  muere  de  frutti  di  quella  II  tergo  fu  ciuilejiel 
quale  babitàdo  mfieme  fecero  le  città,&  conjlituirono  le 
republu  he,  le  leggi,  & à magiflrati , che  le guardaffero . 
Tre  uirtu  fpeculatiue,Intelligétia^cia,  et  Saputia  et  Tre 
morali,GiuJlittaJ^orte:m,et  Tfperàtia . Tre  greci  giufi 
pino  nelTlnfemo,che  esaminano  leaìejaoi  Minoi,Eaco, 
et  Rbadamàto . Trefpccieidanni ufaronogli anucbijdoè 
.Anno  Lunare,Solare/:t  Grande.Jdnno  Lunare;  che  è da 
una  cogiMtione  della  luna  col  folefnfino  alt altra  ; et  qfto 
fpatio  i di  giorni  alquSte  Imre  meno  che  trita;  fchejtam 
tiafeuno  fegno  duogiomi,et  fei  hore,et  duo  terQ  ifbora , 
febei  giorni  ly.rt  bore  B.ritomaondeerapariita  dalfo, 
lejma  fcheillolei  ito  in  quel  tipo  piu  di  ly.  graé  ePun  fé 
gno.cifuma  il  reflo  infin  che  lo  rigiuge,  et  co  luip  cógiun 
ge.ll  fetido  anno  i Solare,cioi  quàdo  ilfoleba  fatto  la  re 
uolutionc  fua  flutti  i dodici  jègm  del  zodiaco , laquale  i 
di  J6J. g orni,&  horefci,etu  cetcfima  parte  cTunhora, 
tir  comunemente  dicendoli  anno  i intende  dt  queflo , pera 
che  il  corfo  filare  fa  tutti  i tempi . Il  terzo  i detto  dt  li  a- 
firologi  anno  Grande,  che  quando  finiti  tutti  i corfi  d fd 
con  tutti  gli  altri  pianeti  ricommciano  e corfi  da  un  me- 
de fimo  fegno  ; il  qual  flato  benché  uarie  fumo  le  opinioni 
comunemente  dicono  effere  q6.  milia  anni . Tre  difcepolt 
furono  affanti  da  C briflo  nel  marne  Tabór  quàdo  fi  traf- 
figuri.Tii  trojacobo,et  Giouanni,ebe  fono  p figura  delle 
tre  uirtu  tlu ologice.onJe  D a K.Siuàdo  lefu  4 Tre fe piu 
chiarezV-Co  Tre  uolte  Tre  1 1, che  fino  jj.fi diftit^uo‘ 
no  le  parti, che  debbono  hauer  la  donna  a uofer  efier  bel- 
la cipimento , cioè  T re  cofe  lughe,eTre  corte  fi  fanno  la 
dina  bella,Tre  laighe.Tre  firettelTre grt}ie,Trc  fotttlt. 
Tre  rotide,Tre  pucuAe.Tre  biancbe,T re  rafie  jet  Tre  ne, 
re;UqualtuolédopaTucolarmcuteéflmgneredtranopri 
ma  che leTre  lunglK  fino  iCapelUda  Manosi  la  Càia. 
Le  Tre  corte,fono  i Dfti,C Orecchie At  le  Màmelleje  lar- 
ghe Ja  Erite,d  Tetto  jt  Fiambi.Leflrettei  nelTraucrfo, 
nelle  Copie, la  terga  è poi  quella  otte  natura  pofe  ogni  del  ' 


cezzaiLeCrtfiticSmifùraperòifmo  leTreccieJeBrac-  \ 
cu,et  le  Cofcie.Lefottiliii  Capelli  Je  Dita  jet  t labn.LeRo 
tonde-, il  Collo Je  Braccia At  le  Groppe.  Le  Ticeiole,la  Boc 
cajil  Memo,  et  il  piede.Le  Bianthe-,  i Denuda  Cola,&  la 
Mano  Le  Rqfìcile  Gote, le  Labra  ,ct  i CapitcUt  delle  mam 
l»(  llc.L'ulttme  fono  le  Tqere,cioi  te  Ciglia,Cti  ecihi , i 
Ti  letti  della  natura.c  che  pano  rari,a  alquàto  crefpettt; 
ElfeoUra  le  nemalrc  parli  fopradette  fono  poi  actipa- 
gnate,eò  la  grana, co  la  mamera,  et  col  leggiadro  porta- 
mito-,  fi  può  dire  co  uerità  quella  effere  heUtfìima.Stmilr. 
méte  ci  Tre  uolie  Tre  dieci  , cioè  Trita  il  medejimo  laii- 
naméte  fi  mofira  come  i quejll  uerfi,àoè  T rigmia  Iute  ha  .' 
beat  qua  uult  formofa  uoiari  Lamina  , fic  tlclcnàfama 
fuif]erefert,Albj  iriaAolidem  nigra,lria  rubra  puelle. 
Tritbabeiliigai  rci,loiidé  qua  brcuehTer  craffatAOiidé  . 
gracileiArialIriBa  tot  ampia  Smt  ilidem  buie  forme,  fit 
quoq,  purua  tria,Alba  cutttjniuei  déteiutlbiq-,  tapilli,7ii 
gri  Oiulijtunnui,nigra jiipciliaiLabragcne,atque  unguec 
rubri, fu  corpore  loga,Sim  ligi  irmt,fit  quoq-,  liga  ma- 
nusiSitqi  briues  déteiAuru,pti,pc8orelaca,Et  cluuui  di  > 
fict  ipfa  fupiilkiCuims , et  Cijlridum  cingùt  ubi  cinguta 
Jlri(la,Sim  coxcjct  iulusjuuluaq-,turgidula,Subtileidigi 
Il  crincs,&  labra  puellii  Taruui  fu  najus , parua pupilla 
caput.Cu  nulle  aut  rare  firn  baefarmoja  uocart , 'Huìla 
puella  pii,  rara  puella  pit.T re  jpelic  di  fiere  bàno  la  pelle 
éfiinla  é uaric  macchie  lomepone-Dc  h.II  Lupo  cene 
ro, che  greci  dtcon  Lynce,TarJo,rt  Tàtera.Tre  generation 
m di  huomini  fecondo  Hcjiodoi  li  pruni  fimo  detti  Oltimi, 
pebe  p propria  fiipiemia  cotiofcono  quel  che  fiati  bene,  et 
la  diruta  uia/t  quella  feguuano,  et  quefli  fimo  rarifiimi. 

Li fetidi fimo  quelli  che  conof tendo, che  pfe  mede  fimi  non 
fanno^olflieri figuitano  il  configlto  di  chijà,&  à quello  . 
ubidifeonoAt  quefli  mentano  ni  poca  cimidationeM  ter 
fonoólliAhf  p fé  ni  fanno  Aie  uogltom  il  configlio  di  cni 
faAt  f fri  ni  fono  utili  in  alcuna  parte. Tre fpetie  di  Ladri, 

La  prima  i quella  di  qlli,ihe  anchora  ni  hano  fatto  babcA 
tojna  trouàdo  toccafivne  di  rubare  non  iafiegono,  pche 
come  fuona  il  proutrbio  ad  arca  apta  giuflo  ut  pecca . La 
fetida  è di  qlli , l'hàno  già  fatto  rhabito , e fempre  l'uige 
gnano  dt  furare,  memedtmeno  afono  tòta  difcretioncAhe 
ni  furano  ogni  cofa,ne  in  ogm  luogo  Aie  ad  ogni  pfona.  La 
terga  è di  qUiAhe  ni  bàno  ngiiardo  ne  a luogo,  ne  a tipo, 
ne  a pfona. T re  fette  di  Thìlofophi  appreffo  gli  H ebrei, cn  ' 
è Effetti, SadnceiAt  Thanfii.T re fpetie  d'amore  , nel  fi- 
gliuolo Atei  padre At  nella  moglie ,gli fuoi  epiteli  fimo  ,a- 
mor  doUe,aoc  nel  figlinolo,  amorfia  nel  padre , et  amor 
lieto  nel  matrimonio  l’amore  defcedcAt  ni  afccdcAt  pelo 
il  padre  ama  piu  il  figltuolo,che  egli  InuTre ^Uc  di  Labe 
n,àoé  Ingenui.LibertiAt  Libertini.Ingenui  louo  ijlb,che 
fimo  nati  ùberi  di  padre,»  dt  madre  fempre  Uberi . uberò 
smtende  quelU , che  quando  che  fio , furono  fcrui  j dapm 
per  haner  fedelmente  fcruito  fimo  fatti  liberi,  & di  qne- 
iii  eleggeuangli amichi queÙiAbe  per  fedej&  pruJétu 
fitfi'm‘aeiialgouernodomcftico,ettranauargh  quaft  cn 
me  figliuobj&  timriteuanli  tutta  la  cura  famtgùare.  Li 
benmi  erano  qllt,cbe  biche  fileno  nati  ùberi,nifledmie 
no  e loro  genitori  erano  flati  fierm.Tre  uitrteoU  hall  cuo- 
re humano.Ci  T re  tbiodifu  tifitt„  i croce  il  nofirofigno 
re.  Tre  furono  i fanciulli  pofli  nella  fornace  arde  nte,  Sy- 
draih  , Mifiith,&  Abdenago , che  dinota  fimo  di  clom 


\ 


Numero 


Q^V  A N T I T A 


Kemero 


*}f 


ruà.InfineilTn-contrcfolelettere  fifcriiirtpprefiode  !UtU^ortn^,^TemptrMn;a . 
ttoi^anji  come  anthv  appo  iMim  d Tct.tift  nel  atro  no  Qu2rco,krJi  fono  l ordino  del  ViubO  a ty  ir. 
landa, ly  pren^aiiua  non  coturjfa  ad  alt  uno  altro  nume  (.  1nquc-.LK.711/n1/vr.  & tjmmjuenmum  ual  di  cinque  anni 


to.  Di  quello  numero  Ternario  ancho  fi  pito  ncder'appref 
fò  di  Jinfonio  Gallo, & in  d'acni  Tbedefio  nel  dialogo 
th'i  gli  fa  della  Triade  Rimana , 

Teno  .nedi  finto  [ordine  del  Trmoa  1711. 

latrea,i  formato  daire.La  terwrì.fen  ternus  jù  ri.  D A N.Cfar 
Hofidifnna  da  lui,ne  [amore,Che'n  lorimtrea  ijininna. 

Jttrare.  Lat.  ual  repLcare , a triplicare . A r 1.  ?o<  i6r  (On 
lunghe, & Iterale  preci  "Hpn  potè  bauer  qui  albergo  U 
caualiero. 

Qji  acero,  j numero  còpofio  di  duo  binari,  & della  unità  col 
tre.  P { r. Quattro dejirier ma pmiheiKuebianthi.Toi 
thè  portar  noi  pofio  tn  tutte  Quattro  Tarti  del  modo.  Dal 
Borea  a [.dullroei  dal  mar  Indo  al  Mauro  Io  beato  direi 
tre  uolte,&  Quattro,&  f.t.Dt  fai  Quattro  faudle,ts  non 
ffà  fole,  hoc  T re,o  Quattro  tate.  Quattro  fantt,Tic~ 
iuAi  ptu  diore.  Tempora . 

Q^ttro.lat.quatuor.  & quadricnmurm,nnt  quattro  anm, 
.quadtmus,  di  quattro  anni  ut  in  rebus . qiiadrtmulus , di 
quattro  anni  ut  in  antmaiibus  .quadrimejìrts  ,di  quattro 
rnefi.quadrangulusji  quattro  aigoli.quadrifidus,  in  quat 
troparii  diuifo.  quadriformis^i  quattro  forine.quadriun, 
<7-  quatriduum,lpatio  di  quattro  di.  quadratus,&  tetrom 
^on*i,  di  quattro  cantoni  quadrijugui , di  quattro  eaualli 
uno.  tctraplafius , di  quattro  lati . letradoron , é quattro 
falmi,ictrapbarniacum,fatto  di  quattro  cofe.  Queflo  nu- 
mero quatemario,i  tópagno  del  ternario, & nullofima- 
gnificap-t  particolarmente  nella  compofitume  di  ciafcnna 
lofi  come  appare  porgli  quattro  eleméti,cioi  T erra  ,jlc- 


qumquertmis  la  galea  di  1 inique  remi,  pentadoron,  di  cin- 
que palmi.  pentaphannacum  , cibo  fatto  é imqueiofi. 
pentagonus,Ji  cinque  eàtoma)  angoii,qumcor,  sul  cinque 
oniie.  Per.  Di  Cinque  perle  oriintalcotorc.l  regi  Cinque, 
Siuejli  Cinque  triomphim  terra gmiò.  Roc.Cinquecinto 
fiormiiToro . Cuiquemilafiormt d'oro.  V a K.Quandoal 
Cinquccintefitmoannoapprcjso.Del'un  ,fe  fi  conojcc  il 
Cinque  e'I  fei  Et  uolendo  parlare  dette  fuepremnenta  il 
nmoabe  Cinque  furono  le  lingue  Greche,tioi  .Attua, Eo 
bea, Ionica  fiorita, Comune.Cinque  fiumi  detf  Infèrno, 
Ceibe  che  dinota  obliuione.  Conto  piant  'yAcheròte  primt 
tion  dt  gauéo;  ‘Paludefiigie,niiefiitia,7'bligetonte  a rdo . 
Cinque  fono  i corpi  regolari  come  tratta  Euclide  nel  deci- 
motrrttopUcimoquarto,&  detimoquinto , lioi  Thetraee- 
dró,Efacedronfiiue  eubus.  OttocedronfHuocedron.Duode 
teiron.Ctnque  fono  le  ctpne.  Cinque  diti  pt  r mano,&  Cin- 
que per  piede  .Cinque  piaghe  dtl  noftro  Signore . Cinque 
triomphi  del  no  fin  Tetrarca . Cinque  finttmenti  del  caro 
pofi'tdere,ydirt,Odorare,Gufiare,  trToecare . Cinque 
fono  te  fiietie  di  fognare fioi  tre  uere,^  duefalfe , aedi  a 
S ogno  n I 5 .Cinque  cofe  erano  in  Romafipra  tequali  fi 

haueua  fuprema  lùgdair^a,  in  che,  ne  il  Senato  ufaua  ne- 
gligemfapu:  muna  legge  le  difpenfaua,  & erano  quefie  1 1 
Sacerdoti  ebefufiero  honefii.  Le  yergini  utUalt  molto  et 
He.  I Censòri  molto  giufit . I Capitani  molto  uatorofi.  CT 
quelli  eb'mfrgnauano  agiouanetti  molto  uirtuofi;  nefipre 
-metiena  m Roma  che  colui  ch'era  maefiro  di  fcientie  fujje 
difcepolodeumi. 


«7«5 


qua, Acre, & fuoco,CT  ^r  le  Qjiattn  Stigmi  delTan-  Incinqua , ijeftfi  fa  cinque  uoUe.Lat.fii  qmnmsjtel  quinut. 
MO,itaic,Trimauera,Autunno,^  yerno . Qualtnfono  Dnìi.&pria  che  mota^ìiuefio  cétefinfanno  AncMr 
Le  qualità  pnme,Calidiu,Erigidità,Humidita,^  Siccità.  cinquaj  cinque  notte  ritorna,ebe  fiiràno  anquecito  anni. 
Quattro  huuiardcli'huomo.  Sangue,  Colera,  Fleuma,  ey  Qjlinto,iirÌl  jilto  all’ordine  di  Tròno  a 171». 
Mabnconia.QujitroetatideU'buoino.Tueniia.Cioufiù,  Sa.Lae.fexmdrcliuabitt.^hexagonus,di fii angoli, (fife- 
J'eecbiigga,Cr  Defcepità.Quauroparti del  mondo,Orii  mefirii,  éfiimcfi.&bexametrosphfàimfurt.Q^uefi* 
Je,Ociidinie,Aquiiu)uAdcgpdi.Qjiattrotfircmtdtl  mS  tra  tutu  gUaltn  numeri  perfetti  ottiene  il  principato , ^ 


però  nonferacagranmifteiio Iddio  fornii  nel  fefiogiomo 
C buomo  alia  imagine,&  fimilttudine  fua.  ffi  requieuit.  M 
di  fello.  P tx.  Quefie  Set  uifiom  al  fignormio.'I>e  uoltet 
& quattro,C  iri.Ciw^^  aìtn  Seifi  cmgrctìa  fi  uanta , 
Boc.Vs  baueano  Sci,& otto,  & tii  tudtapm.  D a m; 
De[un,li  ficonofeeilciaquee'lSei, 
de  Da  n-yenneroapprefio  ti  QMttro  animali  Coronati  ScRoAedtfottoaU'ordniedclTrimoa  1711. 
ciafcundinerdelrondi.QuattroApofioiichc fecero  fepim  Sene. Lat. feptem  mduUméde.  P s t. Sette  Anni,Colli.Lt  tqi6 
ftole,lacobo,Tietro,  Gtouanni,  & Inda  .Dan.  Tot  nidi  nogba,& la  ragion  eombattut'hanno  Sette , & Scusan- 


do MarIndo,Mir  Manro,Boreaxt  Auflro.  Qiiattro  yi 
ti  principali, Oi  tcniale,Occidcntale,Oflro,^  T ramólana. 
Quattro  dottori  della  chiefa,Gòolamo,Gregorio,  Kmbro 
po,(fi  AuguHtno.Quattm  Eiiigcliflt,Mauheo, Marco, 
luca,efi  GiouiniQuattro  animali  figurati  perii  quattro 
yangtliSli,Leonejm,.Aquila,& in  forma  Humana,  otu 


Qjurtro  inbunule  paruta.Quattro  doni  del  Corpo glortfi 
cato,Agibià,Soitilità,Claruà,&  Impi^ibilità . Qjiattro 
predicamentiprincipati,Saflanga,Qiialità,Qjiautità,(!r 
Kelauone.Quattn  ^mtdclparaéfo  terrefire,  Gm,Ti- 
grts , Euphratet , & Ei/son . Qjiattro  CMud'.idel  carro  di 
Tlutonc,Orneo,AlaHro,Etbonc,&  Morpbto.  Qjiattro 
Caualli  del  Sole  fecondo  0 tulio, Tiroo, Eoo  fithon,&  Tbt 
gon.  altri  le  nominano  Erithreo,Attcon,Lamproi,Tbila» 
geo.uedt  al  Sole  a 6 li.  Quattro  fono  le  caufe  Tbdofopbim 
ti alenale, Formale  fiffic  ente^  Finale.  Quattro 
pe  de  fuppitcn  di  traditori  pone  Dante  nclT interno.  Qu.ita 
trodÌAfi  tre  notti  confumi  Dante  m cercare  U Tnirgato- 
rk.  Quattro utrtù  carànali priacipalt,TrudttUia,Gitt- 


tù.  Sette,  & Sttt’anm  per  Rachel  fermio . B O C.  Setti 
gunumi  donne , Et  mi  cofiò  delle  bbre  ben  Sette . D a n.- 
yemmmo  a pie  d un  uobde  caSlello  Sette  notte  Cerebiati 
d alte  mura.  Ocaro  duca  mia  ihepmdi  Sette  yolte  m'hai 
ftenrti  riduta,&  ratto.  Moft  ufi  dunque  cmque  notte  Set 
u yocaliAfi  lonfoaanti  ; 0- io  notai  Le  parti  fi , come  mi 
pa  rue  dettesDiligue  iufimam  primai  Fur  nerbo,  et  nome 
di  tutto’l  dipinto:  Qjti  luduaris  terram,fur  figpfoi.  Giunti 
ebefiamo  al  numero  fevenarlo  perfrtuffmo  deglialtri  rm 
merifiiidoali nnt,i  necefiario  di  ufare alquSto piu  di diUu 
giga  in  d,  firiuere  gli  fiuti  qua  fi  infiniti,  & minuolofi  mt 
fierq  che  nó  babUamo  fatto  ne  glialtn  numeri  pafiati,  et 
prima  fe  riguardiamo  nel  formare  ded'bumana  creatura 

6G 


Numera  QJV  A N 

tniurmotKtilhr^agran  mi/IrriafMr/io  numero  tfiere 
refluito , onde  ihetlfémebununo  poho  net  debito  Uiji 
delti  donno;  fe  per  fette  bore  fi  ritiene , fi  crea  l'buomo, 
& il  Settimo  dì  Lt  natura  li  einonda,  & uejle  di  certi  pel 
Uculitfome  quella  della  jpoglu  ejlrema  che  cirtóda  il  imo 
no  dell'uouo . ^l  Settimo  mefe  U parto  nel  uentre  hiitna» 
no  fi  maturi . onde  fi  dice  la  femuu  in  fèi  nu  fi  formar  le 
membri, fjrthuomo  nelSittimo.  c^dopoibetbuomoè 
nato  nelle  Sette  bore  da  cbi  é ej^rto  é tal  cofa  ,fi  cono/ce 
fi  bidauiuere,onò,&in  Setlebore  fi conope quando 
fbuoino  more  fi  jpira  ,ono,&per  qucliolafantamdre 
tbtefa  non  uuole  ebe  ti  corpi  de  mom  fi  diano  alla  \epoltn 
ra  innan^  S ette  bore.&  dopo  due  S ettenarq  desumi  co 
tmncia  ad  aprire  gli  occbi,&  dopo  Sette  uotie  Sette gtor- 
nùcioi  49.  uolte  la  faccia,  & il  capo  fecondo  ebe  gli  egg^ 
ti  lo  trabe  in  quàj&  mlì.&  dopo  il  Settimo  me;e  cornm 
ciano!  denti  a uolere  ufàre . cr  dopo  due  Settenaru  de 
mefi  cui  14,  può ficurameme  federe,  & tenerfit.&  dopo 
tre  Settenanf  di  mefi  curi  ii.  la  noce  fua  nelle  parole  dif- 
rompe.  !>/•  dopo  quattro  Settenarij  di  mefipioi  1 8.  non  fò 
fornente  dià,& fiedei  maandbora  camina;&  dopo  il  qum 
to  Settenario  di  me  fi, cioè  ; 5 .comincia  bauere  a fajhdm  il 
latte  della  nutrice.faluo  inaUum  de  lurgamente  fi faiu 
no  lattare, 0-quefli  tali  dal  nolgo  fimo  detti  uei^fi , & 
nella  lor  probi  età  nonbanaopoi  quelle  forze  corporali, 
tome  quelli  ebe  alle  fatiche  fino  ufati . Dopo  Sette  anni  ti 
di  riti  che  pròna  erano  nati  cominciano  a cafeare , dando 
luogo  a migliori  che  dopo  naf  cuna  ,iquilt  fino  poi  con  fer~ 
itlbora  interamente,  e*r  rettamente  può  parla 
rer&  queflo  bafii  quanto  alla  creatura  hurnana,ani  bora 
che  afiii  altre  cofefi  hauriauo  potuto  ère , tome  del  cre- 
fitre,&  del  mancare  delle  foriere?  fiinili  cofi.  Sette  bo- 
re foiu  deputate  alla  ègeflumenaturale.&  al  comun  fòri 
no  dclthuomo  Sette  bore  figli  concede.  Sette  fineflrefino 
nel  capo  bumanoper  èfimttoue,  & atutti  delf  intelletto , 
Sette figliuoUpuoportare  la  femóia  fecondo  che  naturali 
toncludono.SettelàHo  le  Età  della  ulta.  Infantia  infino  ad 
anni  y.Tueniia  lafino  ad  anm  iq  Mdedofeentta  a zt.Gie 
nentù  j j.P'inùta  a qp.t'eccbiet^  a -jy. Decrepità,  fin  a 
morte.Settcfono  le  età  àffirentule,  prima  di  tre  anni  ad 
pna  Sene , Secondo  da  tre  Sene  ad  un  canejihe  fino  cpain- 
pi.Tergadaire  Cam  adunCauallo,cbe  fouozy.anm, 
duartadatreCaiiaUiadunbuomo,ibefono  St.  anno, 
iluinia  di  ire  buomini  ad  un'oca^  fono  iqfaimii . So- 
fia da  tre  oche  ad  uno  leone,  che  fono  yip.anm.  Settima 
da  tre  Leoni  ad  un  Ceruo,  che  fino  >187.  anni,  <jr  qneHo 
t intende  fecondo  U comune  cor  fi  del  uiuere , anebora  che 
yirgdioji/’aUri,altrimenti  loi^nano.Setteetà  delmon 
dojjtprima  da  .Adam  a 'Upe.SecÓda  da  Hpead.Abrai, 
Tergada.AbraamaDauit.  Qiiartada  Dautt  infino  all* 
trafnugratioHe  è Babiloma.QjUnta  dalla  trafintgralione 
è BaUonia  alla  natiuitàè  ChrfiioJefia  da  efia  natimti 
infino  algiudiiio  unvierfile , Settima  dtigiucùao  umner- 
filr  infilo  in  eterno . Sette  Tianeti  figurati  per  li  Sette  di 
della  fittimana  ,&perliSeue  metalli,  cioè  Saturno  per 
lo picnnbo.Cione  lo  Stagno, Marte ilferro,Soleioro;  A'e* 
wereil  rame, Mercurio  C argento  lauo,  efi  Luna  per  lo  .Arm 
tento.  Sette  Dormienti,Marco,Mafitmuno,CoHflantino, 
Majfimo,Ciouanm,t^  Scrapume.  Sette  fino  le  fetemie  li- 
kcr*li/;r*mmatic»jJietont4jMgica,Mubmaica.Cen 


'ITA  Numera 

metria,.Alhrolegut&  Mufica  Sette  lettere  dominicali  fi 
no  nel  Calendaru.  Sette  lettere  fino  per  nota  del  canto, & 
del  fuono.  ConSette  lettere  fi  firme  li  nome  è Chnfio.  Set 
te  furono  i precetti  dati  da  Dui  a Moife  nelle  fàonda  la- 
noia.Sette  fino  le  bore  canomcheS  t tte  fitto  li  filmi  firitti 
da  Diuu.Jopo  che  fece  uccidere  f'ruSctte,cr  Sette  anni 
fi  mete  Jacob  per  Rachele . Sette  anni  pafiotò  .Apollo,  le 
armeiuo  del  Re  .Admeto  m forma  paliorale.  Sette  unite 
oblò  EUfiopropbcta  per  filettare  il  figliuolo  della  uedoua 
Sunamiti . Lauofli  Sette  nelle  Himan  ftro  per  mondarft 
élla  lepra  nel  fiume  Sette  di  Slette  Marta  leprofi  per  mi 
darfi  nel  defèrto . Sette  furono  gli  anm  , che  tfabueb  Re 
andò  in bouile  figura.  Sette  fiate  richiefeTletro  a Chrù 
fio  per  perdonare  al  peccatore  ret  S ette  uolte  Settanta  gli 
fn  coHcefio  da  efio  Chrifio . Sette  fino  1 lejlimoni  orènali 
nel  Testamento  . In  Sette  uolte  Sette  anni  finiua  il giubi 
leo  grande.  Sette  furono  i manti  morti  a Sarra  da  .AJmom 
dea . Sette  furono  1 leoni  che  confi-ruarono  Damele  nelU 
Cifierna.  Sette  capi  tagliò  Hercokatf  Idra  Sette  Colli  cm 
gono  RomaSette  fonale  porte  del  Klifo.  Da  pbifici  è mol- 
lo riguardato  queflo  numero  Settenario  nel  uificargl'm- 
ft  rmi.  Ver  Sette  moé  fi  può  mouere  thuomo,Ì£r  non  piu, 
Cir  cofi  egm  anonale,cioi  mnanìy,  indietro,  ingiù , in  lù  , 
uerfodefira,  uerfo  fuufìra,  & ciriolarmcntea)  uiroobU- 
quamentc.  Sette  alUgrexyg  è:lU  noflra  donna  ,Cr  Sette 
dolori . Sette  tube  furono  quelle  1 he  l'onj  rono  Sette  facer 
doti  Sette g orni  comtnouiperfarcaderlemuraèH  eri- 
ca. Sette  Oracom  furono  figuriti  nclLt pnimiiui  chi.  fi. 
Sette  Udite  ufi  il  lingue  ai  uitcUomorto  ptr.Aron,co- 
me  appare  nel  leuitico.  S ette  fpirtti  infernali  cauò  l bri- 
fio  alla  middalena . Sette  parole  èfie  Cbnfto  in  fi  la  Cro 
ce . Sette  fono  le  cbiefedeferitte  di  Giouanni  cunngel'fi* 
nelTifola  di  Taihmos,  cioè  Eplufum , TK  rgamum,  Smir- 
na,Sardi,  Teatira , Laudocea,  o Vbiladelphia  , ejr  Serre 
fiiritimde  lui  altra  paffanriSette  Candelabri  (taro  fino, 
^ lui  è feruti , perii  Sette  doni  dello  fiirito  finto, ^ Setm 
te  Stelle  uide  nella  defin  di  ChriSlo,  & Sette  ^ere  piene 
è lumijSette  occhi,Sette  c*rone,Sette  figiili,Sette  fegna- 
11,0'  Sette  fiale  piene  é fede.  Sette  .Angeli  con  Sette  tu- 
be, che  memre  elle  fimuino  uenmi  m terra  molti  mali , 
O Sette  capigli  uidefengi  uelo , & Sette  Capi  net  drag» 
condiea  corna  figurato  per  .Anticbtifio,Sette  .Angeli  ci 
Sette  piaghe . Sette  erano  gli  anni  delia  rem; filone  nell* 
figge  antica.  Sette  uacebe  magre , O Sette  grafie  fogni 
Tharaone.  Sette  fono  1 ficramenti  della  ebiefi , Batte  fi- 
mo,Crefima,Conféfiiime,Comumoae,Ordinejacro,  Eflre» 
ma  untume,  O Matrimonio . Sette dom  del fiurito  fante, 
SapientiaJntellttto,Configlio,ForteTga,Sciemia,'Pietà, 
OTimorr.Selteuirtùpnnfipafi,Fcde,Speriitga,  Carità, 
Ciufbtu,VrudÌtia,Foriegjta,0  TFperantu.  Sette  opere 
della  mifericordta  jjurituatl.  La  prima  è ammaefirare  con 
luadadottrinalignorante.LafecÓda  configlur  fidelmfte 
d)iJomanda.Terza  correggere  con  carnato  errate  Sìt^ 
ta  lanfJaregfi  af finti  Quinta  perdonar  tingane . Se  fi* 
fò^rtareimtiaji.Setttmapngar  Diopcr  gUnemHijgr 
tgenfiri.  Sette  opere  delU  mferuordu  corporale  ,fitiar 
lo  affamato,  dar  bere  allo  afiedute,  ueShrt  Umido , utfi- 
tar  l'wftrmo,SouemrgfincaTceTati,Albergar  U VeUegri 
UO,SepeUlre  il  morto,Seite  peccau  mortali,Suptrbi*  ma., 
dre  demti,lraU»uiàa,UuidiapAM4tilu,G*Lt,  et  Utf. 

furu. 


Numero  Q^V  A N 

JhrUSme  doni  inferti  neW amnu,  & nel  corpo . Il  primo 
fi  ihuma  Incida  kifiont . Secondo  fienra  intentione , ijnal 
torrifiiondc  allajperaKia,^  alla  carità.Term  U thàre%^ 
^ cb'è  conforme  alia  Cmjluia  Quarto  Impafiibilità  cor- 
r^ttdente  alla fortn;p^.  Scjlo jòm^beijafi  rarità,  i he 
eorrijponde  alla  prndcno^  ; & U Settimo  aplità  corrijjioil 
dente  alla  temperante . Sette  fiictie  di  fonetica,  Cojian- 
te,Conjidcn^,Magitanmutà,Digmtà,Liberalità,Terfe- 
nerante'  ^ sicurtà . La  Luna  fi  mone  nel  numero  Sette- 
nario j perciocbe  m ijiiattro  ttoUe  Sette  che  fino  ut  m'otto, 
tir  otta  bore  torna  m quel  mede  fimo  luogo  del  cielo,  onde 
era  partita  dal  fide.  Sette  furono  i Re  de  Romani , che  diet 
dero  ottimo  foniamtnio  allo  Romano  imperio. Romolo 


T I T A 


NiJmero 


»i4 


però  dice  Efiia  mangiate  il  buono  ,&  nelLi  grafie:^  fi 
diletterà  f anima  nojlra . In  Sette  modi fi  offende  il  L rea- 
me, "Primo  col  cuore.  Secondo  con  la  bocca.  Ter^o  colmo 
re,&  con  la  bocca . Quarto  con  Capere . Quinto  col  cuo- 
re, & con  Capere . Setto  con  la  bocta,dr  con  Capere  fiu^a 
il  cuore . Settimo  quando  fi  mette  il  cuore , la  bocca  & le 
opere  ne  cattiui  e^tti,  & quefio  è maligno . Molte  altre , 
& qua  fi  infinite  cofcjipotriano  aiicbora  tUre  di  quefio  mi 
mero  Settenario , ma  per  conformarmi  con  Dio , ilquale  il . 
Setttmo  giamo  da  tutte  fuefaticbe  firipoià  ,&beneditl 
di  Settimo . cofi  bauendoiopiu  di  Sette  uolte  fitte,  fritto 
di  quefio  numero  Settenario  dando  rtpofo  alla  già  Hanca 
penna  gli  fari  fine. 

primo  buomo  molto  beliico fi  fece  il  popolo  intrepido  con-  Scttimo,ueé  fitto  Cordine  dclTrimo  a 1711. 

tra  ad  egiù pericolo.  "CCj/ma  Pompilio  fecondo  Re  indiifie  Ouo.Lat.oClo  B o cSeifiOtto,^  tal uoltapiu.  .Ambora 


pace,&  religione.Tuliio  Hoflilio  terz$  Re  buomo  di  gran 
de  animo, & di  non  minore  ingegno ffu  qua  fi  prmioaulto- 
red'ogmdifciplina,c1  uténe  mitOare.iinco  Uaruo  quar 
to  Rt,&  nato  di  una  firella  di  Hunia  cinfe  la  città  di  mu 
ra.  Hsfn  <t  picciolo  omanmto  Tarquino  Tifico;  Et  Scr- 
uto Tullio  jlquale  fu  primo  che  ordinafie  il  confi,  tì-leim 


che  quefio  numero  fa  poco  degno  di  mcmoria,pur  fi  troua 
che  1 uenii  principali  fino  Otto , cioè  Leuante , Occidente , 
Tramontaaa,.Aufiro,Creco,Garbino,Sirocco,  & Mae- 
firo,  dellt  quali  babbiamparlatoad  Eolo  dio  di  efii  udnti  a 
1 IO.  Otto  jino  le  bcaiituéne  che  Iddio  promette  nelCcui 
gebo  a fio!  eletti.cioi  Beali pauperei  ffirttu . 


pofitioni,conlequabimibtihauefiero  fildopubbco.Tart  tioìiejai  noucm,&  noucndiaUiJioc nuuendialejial  dino- 


qumo  l'uperbo  diede  cagione  che  la  città  fi  riduceffe  mbbtr 
t j.  .Adùque  fu  il  popolo  Romano  fitto  Romulo  audace. S ot 
to  'Suina  rebgfofi. Sotto  Hofiibo  armato.  .otlo.Anco  fiteu 
ro.Sotto  Pnjco  ornato.  Sotto  Seruio premiato , Sotto  Su- 
perbo bberaio.  Regnarono  i Re  in  Romaanni  tqq  Dan. 
Sai  quel  che  fecel  malde  le  Sabine  Ul  dolor  dt  Lucretia 
i Sette  Regi  y incendo  intorno  le  genti  uicine.  S ette  fingu- 
lari  particolarità  erano  nella  Manna  che  piouue  nel  defir 
to  a gli  H ebrei. La  prima  che  quella  ueiitua  dal  cielo  agni 
fa  dt  rugiada, & quefio  figni fica  il  tefiimonio  della  fede  no 
ftra . Seconda ,fbe  efia  difeudeua filo  doue  erano  i giudei, 
ér  allhora  elladiffarue , quandoeff  entrarono  nella  terra 
dt  pronttfftone,  a dinotare  che’ Ifacr amento  non  i conferà 


Manna  difcédea  dal  cielo  filoper  fei  éjet  il  fetiimo  th’era 
il  Sabato  ceffaua , & quefio  a dinotare  cbe'l  finto  facrom 
mento  ne  pafie  per  fei  di  fiprala  terra  nella  peregrina- 
tione  nofira,il  fittimo  dì  poi  hMiamo  ripofi  intendendo 
nella  prima  legge . La  Sìuarta  è che  ognuno  coglieua  una 
certa  mifqra  di  quefia  Manna  thè  fi  domandaua  Comor , 
C<r  tanto  ne  hauea  Cuno quanto C altro,  & ituefio dinota , 
che  in  ninna  hofiia  i maggiore  ne  minore  il  nero  corpo  di 
Cbrifio . Quinta , quando  il  file  incominciaua  a fcaldare 
la  terra , efia  Marma  fi  liqucfaceua,&  auanti  tifile  finta 
teneua  ,cofiil  ficramento  foQicne  perfettamente  il  fuoco 
deldiumo  amore;  mailfoiedelCbumana  curiofità,ilquale 
procede  fecondo gb  efferimcnti  philofiphici , che  uuol  na- 
turalmente cercare  la  ragione  di  quefio  ficramento  lo  fa 
TÌfoluere,&  uemrc  a niente . Sefia  che  ninno  ardiua  a ri- 
firuare  dt  quefia  Mannadaungforno  all'altro  ,&  fi  al- 
cuno pur  ne  riferuaua  cntrauagb  fubito  1 uermi , che  uie- 
ne  a fìgnilicare , che  nfiruando  il  ficramento  a merca- 


1717 


uedt.P  hi.  Tioue  yolte.Lat.nouiet.  Che  di  nouamauoue 
aUriperfetti . B o c.  Mcfi , yolte , lluomini . uedi 
f Indice . Et  per  notare  alcuni  de  fuoi  eccellenti  miUerij , 
prima  porremo  cheT{oue  fino  le  Cerarchie,cioè  ^Angeli, 
.Arca  ngeb , & T rom,  Dominatiom , Trincipali , & Vo- 
tefiali , yiriuti.  Cherubini , & Seraphini . uedi  al  biogp 
fuoap.a  IO.  Sode  fino  le  Mufe,  cioè  Clio,  Euterpe, Tba 
Ha,  Melpomene,  Tberpftcore,  Erato,Tobmnia,yrania  , 
&Xatbope . uedi  ad  efle  mufe  apf,  "Spue  furono  le  figli- 
uole di  Tiero  della  città  di  Tolla , lequali  furono  conuerfi 
in  "Piche  peruoU  rfi  equiparare  alle  M uje,tbifioria  ì a "Pi 
ca  uccello  a 1 109. "Per  la  prona  del  none  fi  prouano  le  ra- 
gioni m anthmclica . 


tofenon  nella chiefiA^ manca quanJoJicntranelia ter-  SonsL,perl’horacanomca .uedia  161. 
ra  dipromifiione,  cioè  nella  patria  celefie . Ter:^ , quefia  Dicd.LatJecem,&  decanui,  i lo  capo  di  dieci  buomini . & 


decadorus,i  cofi  lunga  dieci  palmi.  & decempedafi  la  per 
ticadiéecipiedipermifurar  la  terra.  &decenmum,i  b 
fpatio  é dieci  aioli . dr  decimefiris  hoc  decimefire  ,ual  di 
dieci  me  fi  & decimus  in  ordine.  & myriasfiujual  db  dieci 
mila.  &myriaches,a,  il  capitano  di  dicci  mila.  £oc. 
Da  Dicci  fi  dodici  de  fuoi  metm.  Dieci  piantoni  di  Datteri, 
T H. Diecimila  uolte.  Et  uolcndo  parlare  de  miflenj  di 
efSo  numero  diremo,  che  Dieci  fino  i "Predicamenti  S,Ari 
flotele  cioè  Sofiantut,  Quqntitate,  Quabtate , Relatione  , 
Habito,.Altiotte,"Pafiione,Quando,Doue, & Sito , Dieci 
fino  i capi  della prefenie  opera  nofira,  cioè  Dio,Cicb,Móa 
do,Elemcnti,.Aaima,Corpo,Huomo.Qualitì,  Qgantiti  , 
& Inferno . Dieci  fino  i Capi  per  bquali  fi  goucrna  t in- 
clito Senato  yeneto.  Dicci  furono  le  SibiÙcfiioè  Terfica , 
Libua,Delphica,Cum<u,EnthrcadSamia,Cum0ia,JtMal 
ibea  nominata, Hellcfiontica,  "Phrigia,  Tiburtina  chiama 
ta .Albunea .Duci  fono i comanJamemi della  Ugge, cioè 
ynimcoledeum. 


tantia,o  per  cupidità  terrena  diuenta  uerminofi. Setti-  Gecimcione , è noce  greca,  che  ual  dieci  giomi,o  dicci  1718 


mafira  quefia  Manna  a tutti  fecondo  Ugufio  bro,di  ma- 
mera che  non  hauea  un  mede  fimo  fipore , cheuiene  a fi, 
gmficare  cbe’l  finto  ficramento  porge  a tuttitlgufio  fico 
ib  li  defideno,  inttndendtferò  feetmb  le  mmi  iuotc,& 

.0  - 


parli  cofi  domandò  il  nofiro  Boccaccio  il  fio  bbrofer- 

eioibe  tu  duci  d)  furono  recitate  le  fie  nouellefiuero  per- 
che ogm  giornata  èdiuifa  in  àcci  parti  da  dieci  perfine 
rceùate. 

CG  f 


m 


Numero  Q^V  A N T I T A Numero 

Dccurìone.l4f.^eir/K)</iijieW humim. D a n.ondeil De.  Ottinta..Lato8uagmta.K  r i. OtiìttmiUcorfi manerof 
CHTio  loro  Si  kolfe  intorno  intorno  con  mal  piglio , T.  Furo  fe.Era  kennto  a i'Otunteftmo  anno.  B o c Ottanta  anni. 

Celiarihi,&  far  Centurioni  Ma^iflri,&re^itor  de  Ca-  Nouontì.Latjiona^iura.  P c t.  Che  pm  gloria  è nel  regno 
kahertiBi  éetro  a iorfnron  Decurioni . degli  eletti  D'un  jpirito  conuerfo , cr  pm  s'efitma  ,Cbedt 

Decennc,ualMdiectanni  latjecennis. D a v.Tant'eran  'Hyuantanoue altri  perfetti. 

gli  occhi  miri  fifji^t  atleti  A dtibramarfi  la  Decine  fete.  Ccnco.lat.centum  indeclinabile.  & centumpondium,  ij,  di 
Decimo,  uedi fono  l'ordine  del  "Primo  a tji}.  cinto  bbre  come  lo  cantaro . dr  centuno,  oms,  lo  capuano 

Vudecimo, uedialdettolkogoa  vjij.  diciniofanti  V hj.  Et  degli  amanti  piu  ben  per  un  Cen- 

Dodici,!,^  Dodeci.Lat.duodecim,  Ttt.  Dodici  donne  bone  to.  B o c.Ctniomila  ireaiure.Centornda  Dianoli, lat.eeu 

Jlaméu  lajìe,.ÀH'^  Dodici  Stelle, e'nmiT^  un  Jole.  Boc.  tieiniilies,rj  ccntenamilUa, 

di  età  di  Dodici  anni  Dodici  de  jioi  kictni . & per  notare  Centinaia,  lai.  centena,^  centenaria,  detta  da  cento,  & 
alcune  delle  fkeprerogatiue,  &■  prima  per  la  piu  not.tnda  uat  gran  numero.  Boc.  .4  Centinaia  fimettenano  i fo- 

diremoahc  Docùci  fino  gli  articoli  della  fide,  iquali  debbe  prakegnenti..4  ragione  di  trenta  per  Centinaio . 

[apere,& credere  cgnifidel  chrijiiano . Dodici  furcnogli  Mille.  Lat.boc  mille Jikiui  mille,^  bx  mitlia,borkm  rtùlìik, 
a^flohai-j.g^  Dodiciipalad.m  fattiperCarlo  magna.  jbflamiuo,& del  genere  nektro.&ibiliarebks^.è  lo  capo 

Dodici  onde  fanno  una  libra.  Dodti  i piccioli,  o bagatini,  a di  mille  foldatt,&  è nome  numerale;  et  Milia  del  numero 


èttari fannoun  folduèmonita  comune.Doàaborefo- 
no  il  di.  Dodici  meji  dell'anno.  Doéci  fono  i fegmcelejll , 
uedi  a 8y  8. 

Dodicina.  B o c.  yna  Dodilina  di Uno.Lat.duodccmta.  &■ 
dodeca  theona.cana  duodeem  durum . 

Duodecitm.uedi  folto  l'ordine  di  Primo  alito. 

1719  'Jxedià.LatJTedtcim,& irrjdecim  Boc. SÌu'i fun uenuta 
fe  non  perTrtèci  porle  .Che  jùa  moglie  Tredici  anni , CT 
piu  era  fiata . 

Tri-decimo . uedi  fòlio  forène  del  primoa  171?. 

QulXtOTdici.Ltt.quaiuordeiim,bisfi.ptnn.lioc.  Già  fona 
S>uatordui  annipafiali.il  fole  il^aiioriiiciuolteadun  me 
defnno  punto  i ritornato  .Pu, 

QuatorJecimo.  uedi  ali'ordmedelprimoa  171  j, 

Qwnd'ici.Lal.qutn(Utitn,terquini}ue . P s T.  liuindici  Fu 


delpm  fi  due  ,&  Mila  ambo  fi  dice  quando  égiuntocon 
altra  noce, come  Centomila,  tremila . & ambo  Centomi- 
Ha.?  st.  Mille  uolte,Fiate,.4nni,  Deferì,  Offefe,  yaUi , 
Penne,Carte,Piaghe,Morli,ScogU,CoSìe,Serali,Straile, 
"HoéJiiuolie.  Et  altre  Mille  c'bai  f.ollate,&  lette.  Tt  fio 
prete  fiie  piaghe  a Mille  a Mille. Siche  è Mille  un  fidui 
fi  ritroua , Di  Mille  un  non  [campa.  BOc.Et  d'alberi  ben 
di  Mille  mamere.M'ha  ben  Mille  uolie  promr/Se.  Lat.nul 
bei.  Che  lutto  tì  Mille  efimpi  ne  paiono  manifefii . 
lmmiliar,-,è  niuUipUcare  in  migUau.Lat.muiiiplacare^  ad  1711 
numera  peni  infinitu  aggregare.DAS  Eteran  tite.cbe'l 
numero  loro  Pm  cbe'l  oppiar  de  gU  fiacchi  s'immiliia . 
MigU2Ìz.Eatjuilliariuiyi,um.&  mille.  Bo  c.  ^ Migliaia 
per  giorno  infermauano.Tuè  Migliaia  dijofiiiri  l’baifat 
_ to  albergatore, 

na,&  l’altra'diciotl’aim.  Boc.  fono  Qmidicidlpaf  Milia,e!r  Mila.Lat.millia,&millies/nilleuolte.B  o c.  0/- 

fati. Dieta  forfidiSlttinaitiaimi.  tre  a Cento  Mila  creature  bumane  fi  crede  per  certo  di  ni 

Sedici.Lat.fexdecim,&  Sefiodccimo , uedi  folto  [oréne  del  ta  toltt.Serrga  rffer  andato  oltre  a duemila  paffi . Et  Cfto 

primoa  lyij.  Mda  uolte lei, ér il fuo amore,{!r fi cbe fidato ferFeraba- 

DiceP.-ttc . Lat.  decem  &fiptem . P e t.  Dicefitt’anni  ha  uea  maladetto . 

già  riuolto  il  cielo.  Millanta.  Boc.T’i»  di  Milltnta,cbe  tutta  notte  canta.Egli 

Dtciotto.Lat.decem  droBoaiuode  uiginii.'P  e tJluindici  hauea  de  fiorini  piu  è Millanta  noue  .irnfirie . 

fun.1  ,& l'abra  Diaoil'anni'l’ortaioboin  fino.  Boc.  MiWefimo.  Lat. V ir.  MilUfimo. dnno.  la  Millcfinu  par 
‘Hìunaera  minore  di  Dicioit'anni , te  di  mia  giou , 

Diciotte(itno,ucé  a l'ordine  del  primo  a 172}.  Miglia,  érA/i^/w  quando  èwdaffatioà  nulle  pafii,  uedi 

Venti . leu.  uigmti , numero  indeclinabile . P i t.  Tenemi  a 1 10.}. 

.A  morUnm  yem  'uno  a rdcndii,nnui  fupra  uignai.  Mille 

trecento  yemifine  a punto.  Et  per  tardar  anebor  yen-  P H I M 0, 

ì anniiOtrenla.  Boc.  Chemem  di  yciuiiinque  annifuf 

fi  l'età  di  colui.  Lafeiò  f correre  duo  foldi  per  yemiquattro  Primo.  Prima, Prtnu,  Prime , Primiero , Primaio  ,Tria,  172» 
danari, yentidue porte. Delle quabniuna  y ent’otto anni  ]nPrima,daPnma,.4nte,Imuuti,ueèfolloa  Trinci, 

pio  a 1610, 

Secondo,  i quello  chefigue  il  primo.  Lat.ficundus.  p s t. 

S econdo  Errore,  Morire,  yalore , Miracolo , & Tiodo . 
Seconda  Fiamma,Secondi  Honori  Quella  bouorata  man 
ebe  SecoudoamoJ.dopo  il  nifi.  L'atie  riccherp^e  a nuli  al 
tre  Seconde. i.Simib.Cuine  fu  prima  fimit  ne  Seconda . 
Machine  prima  fimilneSeconda.Hpn  dirò  primo, ma 
Secondo,  & tergo . hoc.  La  Seconda  fiammella  chia- 
meremo . tr  quando  dinota  profpero , e>r  febee . «e di  a 
706.  ^paficome  165  8.  & fecondare  uerboperfiguia 
tare  a 1481, 


hauea  paffali  .Dietàé  y ent’otto  ami  fi  trenta,  lat, duo 
deiriginta. 

Ventèlimo, dr  yigefimojieè  fitto  il  primo  a lyij, 
Trentì.lat.triginta.  P e t. Et  per  tardar  amhor  umt'an- 
nifiTrenta  .Boc.  Et  perciò  uorrei  che  uoi  mi  ècefle  te 
T rema  mefie  di  San  Gregorio . Che  il  lafciafSe  per  Tren- 
t'otio  fbldi  cb'egb  ual  anebor  Qjiaranta , 

1710  Quaranta.i4t.  quadraginia.  Boc.  Di  età  forfè  di  Qua- 
rant'anni.Conuien  cbednri  Quaranta  è.Qjiaranta  noue, 
OMnotefimo. uedi  alTorènedelprimo a I1J{, 
Ciaqaintz.lat.qumquaginta.  Pet.  Et  quel  iherefleaum 


Cinquantafei.  BOC.  Cinquanta  pam  noHrhBtn  CmquoM  Teno.lattertius.  Pet.  Tergo  Cerchio, Cielo,  lume„4n- 
U de  maggiori  cittadim,  ao,HeronilTertp,yamUZtrto,EouTervdelael, 

H. 


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Numero 


i;  »7*J 

i! 


Q_V  A N 

& Tenp.  B o c.  Era  flato 
due  uolte  }>alcflratoflubitanio  delta  T en^.  Sopra  la  Ter 
^ roba  matigiaua . 

Quirto.Lat.i/uartus.P  I r.  Se  fi  pof^efitto’lQjurto  ni- 
do. B oc.  Squarto  .Amo.  La  Squarta  tmiUa.  La  Oliarla 
V oUa.  D A s.D'ua  Orarlo  tunie,ib'i  uié con  noi . 

Quinto, Lat.quiìitHs.  P & T.'ìielO'ii'itogirononi.'abitreb- 
u’cUa.  Boc.  La  Ouima  Lauretta , Taflata  la  Ouinta  ho 
ra  delgiorno . 

Serto,  Lai.  fextus.Qjieflo  che  Ira  i numeri  è principalmen- 
te perfette  ; peraocbe  giunte  infieme  le  fne  parti  integre 
fanno  il  mede  fimo  numero  .come  la  metà  dihiire  ,&il 
terepcduo.&ilfelioi  uno.the giumi  tnfieme  fanno 6. 
tir  quello  numero  Je  cui  parti  inh  gre  giunte  inficme,  fan 
no  manco  di  eflo  numero  partilo,  fi  chiama  diminuto,  &• 
quello,  le  ciu  pani  eccedono , &faM0  piu  del  numero , fi 
chiama  Juperfluo  .Tercbe  de  U perfetti  numeri  habbia- 
tua  iiifino  al  cento  il  6.eirilii.t!r  infino  al  mille  il  495. 
C7inflnoalitzi.cbei  d quarto  numero  perfetto  flou  ue 
ne  jouo  piu  a dinotare, che  fi  come  in  tutte  le  cofe  co  fi  an 
chopel numero Ibnopochiflimii  perfetti.  P tr.  Il  é Se- 
flo  d’aprile, ini' bora pwn.f.  L'bora  pernierà, e'I  di  Seflo 
d' aprile  .Et  a la  fine  tl  Seflo  uedremo . Boc.  La  Sella 
T^ciphile.  Dan.  Ter  lo  calar  de  la  temprata  HellaSem 
fla  , che  dentr  a fé  n’bauea  ritolto  . 

Settimo.  Lat.flpttmus.  B o c.Come  fece  Iddio  flhe’l  dì  Set 
fimo  da  tutte  te  fatiche  fi  npoià . del  numero  Settenario 
largiflunamenlehabbiam  parlato  a 1716. 

Ottano.  Lat.  oSauus.  Dan.  Lofi  [Ottano,  e'I  "blgno;  & 
(iaflbeduno  Tiu  tardo  fimoueai  fecondo  ch'era  Jnnume 
ro  diflinto  piu  da  [uno . 

Nono.  Lat.  iionusfledi  di  [opra  ad  Ottano . 

Dcciaìo.Lat.decimus.  P s t.  Bfn  pnfio  al  Decim’anno . 

V ndrcimo . Lat.  undecimus.  P s i.  Hor  uotge  fignor  mio 
(VndecManno . 

Duodecimo , Lat.  duodecimut.  'Boc.  Et  cofit  fuccefliua- 
mente  andò  injinoalta  Duodecima. 

Terdecimo.Dit  deemuttertiufiB  o c.  Et  alla  Terdecma 
uolta  tornata  di fle. 

Quirtodccimo.Lat.quartusdecimus.P  i t.Del  QuartOt 
decimo  anno  ch’io  f^ro . 

Sertodecimo./4t./etrtiit  decimut.  P e t,  Rimanfi  a dietro 
ilSeHodecmi anno . 

Diciotteltmo.Lat.deàmui  offauus.B  o c. Era  già  U Diciot 
Il  fimo  annopafiato . 

Venceiimo,e^  yigefimo.Lal.uigefimut.Boc.Tadre  mio, 
forfè  il  y ente  fimo  giorno  dopo  la  mia  partita  .T  ut.  Son 
già  ardendo  nel  V igefim'anno 


T 1 T A 


Ntimero 


coperto  .feminudut,me%p  nudo.femipondium,&  femili- 
bro^mexa  hbra.bemiflichtum,mnfp  uerfo.  intfptfla  nox, 
& noQu  fdemia,  la  me^a  none . meJtui  longus , impudi- 
cus^  infamuàl  duo  dt  metto  della  inano . auflcr,di  mt  tfo 
giorno  i uento,  & quafi  in  inflmlo  fi  potrebbe  procedere . 
dr.AnchoracbcdtqutJla  noce  Metto  aflaia  fuflicienita 
ne  habbia  ragionato  nelle  Riccbetfpce  della  lingua  uotga- 
re , non  uoglto  però  per  bora  re  flore  di  non  darne  quattro 
pandette;  perche  alcuni  lo  ufaoofcnuere  con  un  tt^,  & 

tali  con  due  a me  parrebbe,cbe  quoto  alla  pronuncia, 
che  un  z fcriuerefi  deueffe  quando  pero  figmfiia  la  mediu 
latina,maquandopoiduiotatenero,(i-molledamiluLaa 
tmo,per  doppio  zpjcriucre  fi  debba  ; auenga  che  di  raro 
occorra.  Tercuciie  poma  mitia  fono  quelli  periflhe  efien- 
do  troppo  maturi  fi  lominciano  a putrefare  ,CT  quefli  i 
Fioremim  dimandano  Mezpt/,&  cefi  qualunque  Jtra  com 
fàlenera,ttìrmolleftdiceMezpia.Óndel’A  R i. Corrotto 
tutto  tire flo , epm  che  mettttpj.che  cominciaua  a putre- 
far fi, & lo  accorda  con  prez'ip , & auetCXp . M O R.  Clte 
con  un  colpo  la  teflagltfpezpta  E cafcògtù  come  una  pera 
A n.Moniadiaantti  ch'io  uo^io  eflcr  Mezp, 
& lo  accorda  con  la  rima  dt  riprezp  ,&di  nego  ,cbe  per 
un  ttfifcriuono.Talmifemìunuento  darper  Metta  La 
flonte,mrimadiOletta,0diOreza,cheperun  zji  fcri- 
uono  Mor.  & ritrouofii  al  regolato  in  metto  Di  faracin 
che  homai  faran  Lettp , eir ii  P E T.  Fanno  trefeando , & 
Belzebub  in  Met^,  in  rana  di  regp , dr  di  letto . & figui- 
tando  alle  altre  auttorità  di  effo  Tetrarca,  Sorge  nel  Me- 
tto giorno  una  fontana.  Sento  nel  Met;p  de  le  fiamme  un 
gelo. Et  tutti  i mia  penfier  romper  nel  Metto . S’al  pnnct» 
pto  rifponde  il  fine^’l  Mezp.& del  mio  cor fo ho  già  pa fla- 
to il  Metto,  a Mettf'l  dietattuffi  in  Mezfi  l’onde.Qui  doue 
Mezp  fon  Sennuccio  mio.  Metto  rimango  lafjo,  dP  Metto  il 
turco.  .Amor  con  cui  penfier  mai  non  ban  Mepp.  Ter  Me 
t^  a quella  ofeura  ualle.  Me%a  State,  Tdotte,  Fia  .Boc. 
uedi  aW  Indice . Ak  i.  Cento  uolte  gli  bauea  infin  a Me- 
Zp  Mefio  il  brando  pe  i fianchi . & lo  accorda  con  Lettp  > 
Òuiui  egli  entrò  per  npofarfi  in  Mettp , & accordalo  con 
Orettpflt  Kiprezfl.Durò  [afialto  un’bora,epiu  che'l  Me- 
tto D'un  altra flt  lo  accorda  con  Re^,et  Intermettp-Eran 
nel  bcfio,e  non  flauan  al  rez».  Fra  quali  entrò  congran- 
de audacia  in  mettp. 

Mè  in  ucce  di  mezp  quando  i egli  dopo  la  per , ual  per  me- 
tto, dirimpetto,  diritto,  apprefio,  e regione,  prope,  apud . 
B o c.  Et  come  fu  per  Me  Calandrino,  cioìpermezpftdi 
rutofl dirimpetto. Et cofi andando l'auemie per  Mi  tace 
fla.i.diritto,o  apprefio.  altuni  tefli  moderni  hanno  per  me 
ttpjdr  diritta. 


Cì\x3.t3.nt<^mQ.Lat.quadragefimus.Boc.llQparatitefim  Mn3tnoflalmediatore.l4tjncdiatorconciliator,pararius,  lyjj 


«7»4 


Ilio  giorno  uenuto,  T h. 

Mezoi^tr.  medtui.  dr  femisipii,tfi-ficilicuj,  ual  meza  on- 
cia. & lèmiuir  naie  mettp  huomo.  er  fcmtmat , mezp  ma- 
fcbio.femipeifliettppie.  Jemipedalit,di  mettp  fi‘de.  femica 
nusfliezo  canuto.  femiaflui,mettp  arroflito.  lime  fui,  me- 
tta mangiato.femilacer  fliezo  firaciiato.femimadidus,ine 
Zp  bagnato  .fimeflrujòoc  femeflre , di  mezo  meli . ut  lu- 
na, femicrematusfliettp  arfo.femicirculus,  mettp  drcolo. 
fimijugerum,mettp  moggio.  femiplenui,mezppienoànon 


drparanimpbus,  ilo  melano,  0 fcnfàle  delle  nottttp.& 
proxeneta  lofcnfele,& muffirne  de  gli  baffuti  B o c.Ifii- 
mò  coilui  doucre  eflere  ottimo  Mezano  tra  lei  ,C  tl  fuo . 
amaiite.Facido  noi  noflro  Mezpno  un  fuo  netniio,  cìr  and 
co  credendolo  ci  efaudifce.  Et  in  breue  tanto  lo  fpaurì,  che 
il  buon  huomo  con  certi  Merini  gli  fece  con  buona  quan- 
tità della  grafia  di  fan  Ciouìnt  Boccadoro  unger  le  acni. 
Molti  altri  feruauano  tra  queflidiio  fipradetti  una  Me- 
Zanauiiflon  flringindofi,ne  allargàdvfi.  Meganagentc. 


mtutlopieno.femiTuptui,meotprattofladuto,oroutaato,  h\i:tiJju.mtdietas,parifls.Boc.Fnapelliferamortali- 
fettuatmspnettp  motto, dr  tibtgottito  ifemumUtui , mettpt  tà, qua  fifa  Metà  delia  gente  fe  ne  portò.  Toco  pne^s  mi 

I > '4  iq 


1 


Numero  QJV  A N T I T A Numero 

ftrnbbe  la  uiu  a douerc  dareptr  U Metà  di  quel  diletto.  Tartire.  lat.dtuidere.  Vtr.^  partir  teco  i lor  penfierna- 
L'hiu  Metà  conucrtcndonemia  bi[ògm, L'altra  Metà  dà  Jiufi.  partir  feto  i doloroft  guai.  Coftpartia  te  rofe , dr 

dolora.  Tionfarebbonoperlj  Metàdi linque  lire.  k parole.  Bo  C.  quello c’bo guadagnata;  fempre copou* 

M .■zo  di.  Meriggio, & Meridiano, iiedta  z6q,  ridi  Pio  ho  partito  per  mc7p,l'utu  metà  cenuertendo  ne 

1 n tennezo,  Lat.  interm.-dius,a,um,  interpafituifnterpofi-  miei  bijoguij.' altra  metà  dando  loro . er  quando  flà  per  al 

ita.d^- interjlitiumà.traquejio tempo.  Àk  i."ì{e  npola-  lontanare, ortmouerc ,ucdi a 14^9. 

ta,o  fatto  altro  Intermc;^ . Compartire , ual  éuidere , da  partior  Lai.  P BT.  Et  la  uirtù  tjzj 

T i ì,¥Tl,Pitra,&  Infra,  tat.  inter.  P E T Me^  tutto  quel  thè  Camma  comparte . 

d:  Tra  uiuo,& morto.  Tra  l’bcrba  uerdee'l  monte  uictiio.  Temprare, er  temperare.Lat.&rnoderari,ermodtficarijiam 
ibiutLqu  albergaTraCarona,e'ltnontc.Tra  lo  fili  derno  te  acconture,  adattare,  et  ridurre  alla  uu  del  me^p  lato 

faecuDìua.P  ht.Temprarpotejiein  fifoauinotelmiei 


fòjpir.Ét  tcmpra'l  dolce  amaro  che  mha  ofefo.  Et  indi  rtg 
ge,&  tempra  Cunmerfo.  Ma  temprai  la  tua  fummatol 
mio  uifò . che  le  mie  infiammate  yoghc  Temperato.  Tdpn 
temprafje  l'arfura  che  m’incende . Se  no'l  temprafien  dot» 
rofiflridi  Onde  col  tuo  gioir  tempro' Imto  duolo.  Et  queU 
le  uoghegioiiamliacccf  eTemprò  con  una  uijia  dolce , dr 
feila.L’arme  Temprate  in  Mongéetto  a tutte  prone. Tom 
mi  ; ouè’l  carro  juo  T emprato , & lene . Et  qual  e'I  niel 
Temprato  con  Cajfentio.  Ù o C.  temperare,temperafem 
peròjilr  gb  altri  termini . uedi  C Indice  .D  A n.  Che  fole  i 
enn  [otto  l'acquario  tempra.Et  l'hauea  temperalo  con  fu* 
hma.i.  fabricatu. 


demi , cr fermon  prifco . kol  che  tra  duo  contrari  mi  di- 
Siempre . Tra  lafptg  i,  & la  man  qual  muro  i mefìo.  T ra 
fiori, Cr l'herba  .Tra bojchi,& colli.  Cefi  coflei,ch’èTra 
le  donne  un  fole . Com' buoni , che  Tra  ma  dorma  .Tra  te 
chiome  de  lor  nafcoji  il  Laccio.  & Tra  le  Statue  ignude. 

Hoc.  Gran  petq^a  JhtteTrapenfifò,iirpaurofo,&con 
quefìi  aàettiui  ha  molto  é ornamento . Et  nel  fcntimen- 
todella  fi,  quando  piu  duna  uoUa  i detta , tome  farebbe, 
fi  per  queflo  fi  per  quello  che  ual  quanto  la  partim.  Lat.& 
tum,&tum,ès-  ciim,ir  tum.  non  però  Tempre  ui  fi  ag- 
giunge laper  .Tal  che  10  pojia  Traperle  tue  parole, & 
per  quelle  comprendere.  Si  che  Tra  per  Cuna  cofa,^  per 
l'altra  IO  non  uolll  piu  fiare.Etgtà  Tra  per  lo  gridare, & p 
la  paura,&pcrlo  lungo  digiuno  tra  fi  iiinto  che  piu  auan  Tanperantia.  Lat.  & temperamentum,temperalio,  tem- 
ti  non  polca . Tra  per  lo  difetto  delti  opportuni  [eringi,  & peratura,modui,modcfliaanodcratu,medioiritat.  B o C, 

per  laforxa  della  pefidenga  .Et  alcuna  uolta  naie  quan-  LaT emper arnia  in  og  m cr[a  dimora  bene , ella  moltipbca 

tolaln.Sicomecolui,chedakiTraun.iuolta,&  altra  le  laué  ,C  gbhonon  aumentala  uua  ;& la  foniti 

hauea  hauuto  quello;  che  ualeua  ben  trenta  fiorini  iCoro.  ferua  fen^a  affanno.  Th. 

Et  Giouanni  ydlani.  Squali  mandarono  in  Lombardia  TempenLLai.ttmperiei.1i  a c.MailReebedibuonaTem 
benmille  caualieriTra  due  notte. & in  uece  di  tutto,  pera  tra,  fatto  chumarTmdaro, gli  comandò  che  fuori 

Tra  ciò  che  nera  non  ualeua  altro  ebedugemo  fiorini  trahrfiela [ua  cornimuft. 

doro  .Lat.  omne  idquod  .idefi  in  tutto  ciò  cheuera:al-  TempetMO.Lat.temperatuiatal  moderato  jnodelio,mori- 
euni  tefU  hanno  non  ualeua  oltre  a dugento  fiorini  doro',  gerato.  Boc  . dourebbeefferepiu  Temperato  che  un» 

Et  replicata  Tra  per  la  paura , Tra  per  lo  amore . Lat.  rcbgiojò.Ei  fe  con  queflo  cablo  il  mefccderaijentta  fallo  il 
lum , & tum . fole  juitirai  Temperato . Laqual  donna  piu  calda  é uno , 

6 In  Tra.  Lat.  mter.  P e t.  E’n  tra'l Rodano  e’I  Reno.InTral  ehedboneflà  TemperataXa  non  Temperau  uolonti.Tim 
carro,Cyle  colomte.et  iiitiomiin  Tra  dut.D'abbandonar,  peratamente.  T emper anffimamente . 

mfu  ffefio  in  Tra  due.  Lat.  anceps,&  dubiui.  E'n  Tra  la  Rattemperare. Lat. itcrum  temperare, piccare,  moderari,  fre 
fronde e'imfco,  Boc.  Etm  Tra Caltreutut  notte mde il  nareaibliinere .h  o c.  lohauTti[aetoildiauolo,mapuT 
Re.  ma  In  Tra  gU  altri . mi  fon  rattemperata.Rattemperatofi  adunque  da  queflo  . 

Fra,<  tl  mede  fimo  che  TraXat.inter.  ual  dentro,  0 in  mrgp . Stemperare.  Lai.  Uquefacere.  Hoc:.  Lo  Stemperato  yelen» 
P E j.  un  laccio  tefe  Fra  therbauerde.  Quando  Fra  Tal-  [entfapaura  benne. Pt  r.  Ma  non  in  guifa;  che  lo  cor  (i 

tre  dorme. F ra  cofi  gran  turba.  One  Fra'l  btamo,  & Cau-  Slempre.  Lat.  liquefeat.  Ter  me  non  pofio,etpar  ch’io  m* 

reo  colore.Sduandodefalpi  febermoTofi Fra  noi,&la  neflempre.Lat.liquefcam,&meturbem. 
tedefea  rabbia.Tcnbe  Fra  gente  altera  ir  ti  conuicne.  To  Diflemperare.Lat.  perturbare.  P e T.  yol  ; che  tra  duo  ccm- 
feta  Fra  me  pian  piano  .Frafi  contrari  uenti  mfralebar-  trarimi  Jiflempre.Sou  te  cagion,  ch'amando  imi  diflem 

ca.  Queflo  prouio  Fra  tonde.  Frale  nane  ^erà'ge  e'I  uan  prc.Et  ella;  a che  piu  piangi,  & ti  diflemprei  Simnci’l  mu> 

dolore.R  o cJScoppiauano  dirifa,&  Fra  fediceuano.lM.  gelo;ond'ancbortiéflcmpre. 
[icuirLFraneimctconuncoltelloiumanofimife.Fraqui  'Doppio.  Lai.duplex,P  b T.DoppioThcfòro.Iofarò  forfè 
ad  otto  dij.di  qui  ad  otto  dì.  Lat.  bine  ad  odo  diet . un  mio  lauorfi  ISoppio.Doppia  Colouna,&  Tietate.Roc. 

In  Fri.Lat.inter.P  BT.GiàterrainFralepietre.tirinFra  Doppia  pietà.  Le  tappe  [anno  larghe,  Doppie.  Era  il 

lageme.Toiche'nFraglifccglièrilenuta.  Etlerofiutr  Doppioptu  ricco.iaioppiameme.1 11  molti  Doppi  moltipluò 

migtiein  FrataneueJn  Fra  Scilla, & Cariddi . in  Fra  le-  laiaiiia.  In  mille  Doppi  faceftefamoreradd»ppiare.Dop 

quali,  Lucret  'ta  da  man  defìra  era  la  prima . B o c.  .itn^  piamente  offende . 

qua  fi  tutti  In  Fra’l  ter^  giorno  moriuaao . Et  (èco  pen-  Doppiare . lat.  dupUcare,  duplare , & geminare.  VsT.t)" 
fare  quali  tu  Fra  piccai  termine  doueano  diuenir  le  [ue  bel  sia  mi  dogLo . Doppùdl  martir  Et  doppiando  l doier^op- 

le^.Lat.breuitemporeJnFratitermimifunapiccio-  ptalofble. 

la  cella . Raddoppiare.  Lat.  itcrum  duplicarejterarepnultiplicartaho 

Diuidere,  ual  partire  ,0 [èparare . Indiuifibile,  Indiuifa,  ue-  pio  augere.  P s t.  Raddoppia  a l’alta  imprefà  u mio  ualom 

diniqqi,  MAtdJ»ppiaipafii,&piu,&piMÌaffreita.Trouam’ut 

punto; 


1718 


Numero  Q^V  A N T I T A 

fuat»;  ^ raddvjr^afi  i mah . ^ [noi  corfur  raddoppU- 
t'era [ar^.B Oc. La jiu  nciheÌ^(U]i<leraiidoraiiJop 
piarla . Kitnmò hauerrjddoppiatoilfito.il  fuoamorem 
Jet  ft  raddoppiò, 

.Addoppiare. Lat. duplicare, duplart.  P E TJi;ib'al  mio  uolo 
Cara  addoppi  iuaiuu. 

Cr^'ctrr^' ,Ac(rcJccre,kedi a go„Aggiungert per met- 

krctnjicme/tactrcjceredtcdia  1697. 

.AmgJre.Ltt.UJlporgtre,djreatccrefcert.uedia^i-p, 

Somma ,prr  U moltitudmc.  Lai  f marna .Pbt.  Con  thè 
la  homm  i è di  ima  morte  rea , & per  alla , &ftag»lare . 
media  16. 

^fiommare.Lat.adfummHm  colligere,  uale  racergliere,  & 
far  eolUttùme  di  piu  cofi/i  numenjoparoUinfiemc.  Dan. 

JU  fe  tanto  lauoro  io  bene  afiommi  II  fiato  lenericcioche 
tu  afìommi  Terfettamente  àjj'e  ,dtuo  camino  a.  produci 


NimuTO 


al  fonimo , cioè  al  fitte  1 adfmnmum  ducat . 


Mafia;  W cumulo  fi  iOjdunation.Lat.&  ccmgcries,coagmé 
ttim,cumulus,aceruut  .boc.Tu  uedrat  noi  d'una  Muf- 
fa di  carnefiutti  la  canehauere.  La  Mafia  d'oro  é briga 
cagione.  A m. 

.4mmafìare,et  ,Antmafitciare,perfar  nufia,o  cumulo,  lat. 
cumulare,  ftruere,congercre . medi  a 1 7 o i . 

Cotnpige.Lat.compjgofiiiisfiompagetdi.  ual  congiuatio- 
ne,&aggregatume.D  AOi.Cht  Jouerehide  Caereegni 
Comp.ige. 

lyip  Molto  adieM aiuer.cioi grandemente.latjnultusfiaulto, 
dr  mulium,&  plurimum  per  lo  aduer.Pht.Molto  .Aloe, 
Z)cfir,'Penfiero/'oUr,  .4  maro,  .Accorto,  Lontan,  Molto 
piti  die  Uolto.Terche  inihinar  a Dio  molto  conuiene.  Ha. 
miliare  da  lor  Molto  diuifo.  Molto  contrario  Ugmdardou 
da  Copre,  Molto  mi  fido . D'muidia  Molta  ir  punto.  Molti 
,4nm,  Afanni,Faflidi,Tempi,TenfierJlofiir,  Molte  ytr 


Arte.Ch’al  fine  Unta  fù^ella  Infinita  Miapatietitia,  on 
ito  hebbi  la  una . B o c.  Infinite  molte . SoUecttudtm , cr 
Taure,  Infiniti  nkilé , Stromenti . lUpcale  Iddio  efiendo 
egli  lnfiniii.i.femtafiiie,oimmenfo.EJiédo  da  Infinito  mar 
battuti.  Là  dome  efit  f accrefeono  in  Infimo. 

Troppo.iaf  nimium,tirnmiuifidim,adieMad- 
UtT.  C E J.TroppoArdtre,Lume,Alto„Alti,Altamen. 
te,Spronare,lIumile,Erto,'PoPcnte^iuer,V'edere,  Lun 
ga,Febce  amante, Troppo  niaitempoXafiottgltaji  cader 
uà  chi  Troppo  fole.  Chi  Troppo  il  crede.  B o c.  Troppo  li 
go  ofiìiio.  beuuto  hauea  Troppo . Da  Troppo  uoloma  tra~ 
jportato.tte  potrebbe  Troppo  malfiguire.Troppobf,  Tiu, 
Fretta  filtro  trotto,T  roffa  Crauex2^,Difikultà,  Sen‘ga 
T roppj  Jcliberatione,Aufgi  ne  gli  ho  10  bene  jbfierte  Trop 
*pe.  A R I.  In  parole  con  lei  non  fi  éfiufe , Che  dt  natura 
non  ufjua  T coppe , 

^ Forte  aduer.Lat.multumdiimiS.  ual  molto  fi  troppo.  P e t. 


CbefiHoterforte,&  folleuarlaponno . L’arhor  gentil, thè 
Forte  amai  molt’anm.  Ch'i  teme  Forte  di  manca  r tra  mia . 

Io  amai  fempre,tìr  amo  Forte  anchora.  Dolmene  Forte  af 
fai  piu  ch'i  non  mofirofi  Forte  ti  difiiace . Quello  gU  Ita 
fattoti  fubito  amar  Forte,  hoc.  lo  dubito  Forte.  Comin 
ciò  a gridar  Forte.Si  cominciò  Forte  a marauighare.  Ca- 
landrino commcià  a fofiiare  Fortemente . Fortemente  di 
lei  t’accefe. 

Speflb  aduer.Lat. pepe, fapiut, ficpenumerOtfrcquentei.  ual  vjjt 
fornente.  P e x.  /a  donna  SpefSo  dal  fanno  lagnmando  de- 
fla.  Et  comeSpefio  indarno  fi  fofinra . Et  Spefib  l’un  con- 
trario C altro  acceufe.  Et  la  manfiheft  SpefSo  s'attrauerfà 
Fra'l  mio  fommo  diletto  Et  gli  occhi.  SpefSo  m’adiro.  Spef 
fo  mi  maramgbo.Ma  Spefio  ne  la  fronte  il  cor  fi  legge  Che 
SpefSo  occhio  ben  fan  fa  ueder  torto.  B oc.  Rimandatolo, 

& molto  SpefSo  riuolendolo . 


tuti,Ofitfi,Miglia,Varti,Lagnme,Gran  cofejou'iofcerfi  Spefle.  Lat.fiifia,crebra,  denfa,frequentes , iterata . adie. 
Molti  di  quei,cbe  legar  uidi  amore.  B o c.Molta  Sperali,  P e x.  Spefie  yollefiiate,Viaghefioci,Luci,SpefSi  Tre, 

Xa/'irtù,Famiglia,MolteRi[a,Cofe,I'olteJiIolti  Dì, Co-  ghi.  Luoghi.  B o c.  Spefie  Macchie , Spefia  Cragnuola . 

me  mtdtihanf atto,  yeggendofi  Molto  meno  de  gli  afSah-  O A ti.LaSelua  dico  di  Spiriti  SpefSi. 

tori.  L’honoraua  MoUo.Moltofuofignore.  Molto  piu  to-  Crebre.  Lat.  creber,ra,rum.  ual  fiefSe.  A r i.  £à  dome  fece 
fio, Leggiadro  Molto. IlMolto.D  Ks.  QueUathegiua  le  firida  piu  Crebre  Con  un  batter  di  man  gireale  ftelle. 

intorno  era  piu  M alta. i. troppa , oafSai . Quella  gente  che  Saliente  fio.Tro.da  fape  Lat.ual  fieflofi  fiefSe  molte.  Onde 
preme anoiè Molta.Chc Moltam  AUi'ta,et  Albia  'mmar  Souente , Dimemedefmo  meco  miuergogno.Siuedrem 


ne  porta,& in  quello  luogo  Molta  è fiume  in  Boemia . ma 
molli  tefli  hanno  motta  ^ non  Molta. 

Molti  tudinc,Ca/fa,rnrfea,  Folta,Torma , DrapeBo.ueM 
a 1^66. 

Cairì,ualmolto.Lat.multum,  Vo. Tro.  eJ"  quafi femprefi 
pone  col  tipo  paJSato  con  la  negatiua,  come  appare  a 1 8 1 . 
^quando  dinota  fiatio.B  o c.  Serrga partirmi  Guari  dal 
Fefietto.i.lontano  Et  non  Guari  lontano  <d  luogo . Ad  ua 
bofehetto  non  Guari  lontano  al  palagio  fi  nandò . 

770  Parecchi  Lat.  plcrique  omnei,multififr  parei,  pariles , & 


chiaro  poi,come  Jenenfe  Ter  le  cofe  dubbiofe  altri  sauan 
Xajtanno  noia  Souente . ledete  ben,  quanti  color  dipinge 
Amor  Souente  in  meg^o  del  mio  molto  dome  Souente  Fo- 
lle fmarrito,cSrhor  fe  piu  che  mai.E'1  bel  uifo  uedrei  con, 
giarSouente-Anebortoma  Souente.  Alma  felice  che  So 
mente  tomi  A conJòlar.Che  mi  fea  UetojO'  fifiirar  Souen 
te.  B oc.  Et  quei  camino  facendo  affai  Souente.  Et  Souen 
te'dalla  cuba  pafiando  gli  uenne  ueduta  lagiouane.Ma  co 
me  noi  ueggiamo  affai  Souente  auentre  AUequah  afSai  So 
mente  faceua  ingiuria . 


fimUei.ttalmoltifilcumfipiu.P  ex.  Con Tarecchi altri;  A(lai,<iaad,&fatìs.Lat.fatis,multo,&multum,ualde,ue-  1771 


(ir  fummfl  nome  detto  D alcun  di  lor.  B oc.  Tarecchi 
Anmfii,Lupi,Tjreccbie  Gioie.  Tratte  di  corda  .Dan. 
Salendo  super  lo  modo  Tarecebio  A quel  che  fcendejdeft 
fimile,otguale. 

Innumcrabili . Lat.  ualinfiniti,  & finga  numero . ueé  a 
1696. 

Infinitilat.cS'  innumeri.i.finn  fine,o  numero.V  e r. Infi- 
niti Mali, Guai , AbiJH , Infili  ielUT^  ; Trudentu, . 


bementer , admodum , non  mediocriter , per  quam  ,fme 
quam,  impenfe,  imprimis,rtiam  atipie  ctiam , ita.  tir  per 
ladte,  multi'plumni,c-  quamplurimi.  ual  molto,  quando 
è aducr.  (7  quando  iadirttiuo  dinota  molti,^  accompa- 
gnita  col  nerbo  ejìerefitgm fica  ballare.  Ptt.  Et  dico  Ani 
ma  Afiai  ringratiar  deiAfiai  mi  fido.  ClfAflaifiatio  nò 
haggio . Onif  Afiai  può  doler  fi  il  fiero  monte . Cb' Afiai  ti 
fia  penfar  di  poggio  in  poggio. l'idi  Affai  perigtiofo  U 

CG  6q 


Numero  Q^V  A N T 1 T A Nomerò 

FIMO  maggia,  ^fiui  per  tempi . Di  che  amor,  dr  me  Beffo  te^pefie,  f^ube.  Tre  Folte . B o c.  Kade  Folte , We&f , 

^ffai  riagratio.Ma  forga  ^ffai  maggior  (he  d'arti  ma.  X>Miue,Diece  mila  FoUe,Cemo  mila  Folte,  Infiwe A* 

ghe.Fiu  donna  pm  bella  .Affai  che’llòle.  Dnolmene  forte  nffime,Affat  Folte . 

.Affai  piu  chi  non  mojlro..4ffai  nun,  Affai  poco.  B o c.  fme.Utjcices  tempora . ut  fupra . ual  Folte  .Psr.  MiSt 
uedi  all’Indice . Da.  n.  Che  piaitgon  tutte  Affai  mifera-  fitte,Spcffe  Fiate,QMme  Fiata.  B o c.  AfiWe  Fiate,  & 
mente.  Etinfua  ulta  fece  col  ftwio  Affai, & conia  ffada.  piu , Fna  Fiata , Tal  Fiata,  Cn  fendo  tutta  Fiata . idejl 

Fnpog^o  Affai  largo  jdr  profondo  Affai  piu  baffi  Affai  contmauamente.  Lunga  Fiata,  idefl  lungo  tempo.  D A K. 

leggiermente.SÌ  meritai  di  uoi  Affai,o  poco.  Et  nomund-  Laifuale  ffeffe  Fiate  l'huorno  ingombra , Haurci  quel- 

mente.  B o c.  Affai  huomini,&  donne  abbandonauano  le  f ineffabili  delitte  Sentite  prima  AF  poi  lunga  Fiata . idefl 

proprie  città , Cofe  Affai  contrarie . Affai  uolte  Furono  lungo'jempo . 

lagrime fparte Affai. Dan. Cofioro,&Terfeo,& io,dr  'V\c:cnda.Lat.uicesAÌciffim,&uiciffitudo,alternauo, tom- 
Altri  Affai.  Et  Affai  ffinti  lUuBri  uedrai.  Che  fono  Af  mutano  , dr  mntatio  ,èla  uolta  che  bora  ad  uno  bora  ai 

fai  piu  porci.  tot  altro  tocca.  B oc.  Ben  che  le  pinzochere  aUreti  duo-  ■ 

Bei»  in  nece  di  affai . Lat.fatis,  bene,  ualde , multum.  P e t.  notdr  ancho  fanno  delle  cofttte  botta  per  Ficendaj.quan 

Ter  cui  Ingente  Ben  non  i’affuura . Ch’i  fon  già  crefeendo'  io  la  uolta  gli  tocca  fanno . Et  come  cheio , & ciaf  unii 
in  quella  ucglia  Benpreffo  al  dccim'anno.  B o cAuenne  quefli  botta  per  Fuenda  acqua  uerfaffhuo . La.  Fò  per 
che  egli uendei panni  a contanth&guadagnonne  Bene.  infino  acittaper  alcuna  mia  Ficendaà.facenda noce  da 

yjjj  piu. Lai. plus,&mjgii.dFquandobafarti(olocomeilpiu  contadino. DAS.Siffeffouien  che  Fuenda  lonfeguc. 

dinota  la  maggior  parte.  & alcuna  uolta  ual  la  ampliut , A uiccnda.  Lat.  uiciffiin.  B oc.  Io  mi  t.tceri  de  i fiumi  fan 
Lat.  come  non  dir  piu  altro.  & ual  mollo  quando  è dupli-  guigmAH'  crocei,chedi  quella  A uicenda  difendono.tdefl 

tata.  & per  comperatiui  Latini.P  tt.TutAluraffume,  l'uno  dopo  (altro.  L a.  D a K.FannoAuicendaciafun 
Tiu  ardente  file, Tiu  caro  pegno,Tiu  lieto  pregionier,Tiu  uelgiudtcìo . 

corte fe  aprile, Tiu  bel  fiore , Tm  fredda  nau , Salda  nane,  V ia  pin.Lat.multo  plus,&  longe  plus,ual  affai  piu,  o molto 
Hpbil  monarthia . Che  quando  ho  piufferanza  tbe'l  cor  piu , con  nomi  fuperlatiui  mi  fi  aggiunge  la  Tm  ; non  con 

n'efca . & prò  magis  Tiu  mi  confumi , Tiu  m'tnuagbifce , comparatiui.  P e t.  Ter  far  Fta  piu,clje  fe  ('un  l'altro  de 
Tiu  m'i'icende,uohi  Tiu  alto, Tiu  di  mille/nolta  Tm,  Qua  gnojredi  Sanfon  Fia  piu  forte  che  faggio.  Tura  Fta  pm , 

to  Tiu  po, Tanto  Tiuff'ia  TiUiTign  Tm , Ti(o»  altro  Tm,  (he  candida  colomba  J^ia  piu  dolce  fi  trono  (acqua  el  pa 

Radoppia  i pafft,&  Tiu.  & Tiu  laffrettaJ.  molto , Solo,  neA'ia  pm  (h'inanzi  noi  tenea  gitile.  Et  ia  nel  cor  Fia  pm 

Cir  penfofo  i Tiu  diferti  campi  Fi  mifurandoj.  de  campi  i freddo  cbeghiaccto.Ter  cui  nel  cor  Fiapm  che  carta  feri 

difertiffuiii . B o c.  Della  Tmbellem,& della  meno  del  uo.Cbe  fora  glt  ocdii  tuoi  Fiapmf elici. Trouacmt  a fo- 

le raccontate  nouelle  éffmtando . idefl  della  maggiore.Piu  pra  Fia  pm  !ento,& frale . Quattro  deBrier  Fia  pm  che 
& Piu  riguardandolo,  idefifpeffe  uolte,  o tuitauia , Et  af  neue  bianchi . Che  Fia  maggior  in  fu  la  prima  moffa . Et 

folutamente . Et  con  Air  fiandra  fettzaPiu  entrarono  al  quel  di  Coa^befe  Fia  miglior  l'opra.  \u.l.  Ma  Fia  pm 

Papa . Et  fenga  piu , Piu  Folte , Piu  é mille  miglia , Piu  affiutadi  malinconia , 

al  uentreferuenti.  idefl  magit . Tra  (altre  gioie  Piu  care , Vie  piu,  per  affai,  o malto,  il  mede  fimo  che  Fia . lat.  longe 
IlPiudeuicini  moffi, non  meno  da  tema  che  dicarità.i,  plus.  Boc.Fie  piu  grande  uagheggiatore.  Come  queUa 

lamaggiorparte  Et  perciò  cfiiffPiu,o  dafferanza,opie  cheeraéaltoingcgno.&amorelafaceuaFiepiu,  Oltre 
tàruenuti.  Il  Piu  delle  uolte.  La  Piu  deua  gente  mene  gli  altri  piaceri  un  Fiepiumaggiore.Fiepiu  ibernai  fi 

reputerebbe  matta.  Giorni  tediofi  alle  Piu  genti.  Io  lesi  mofiraua  innamorato.  Fiemendie  prima.  Lat.  longe  mi- 

raccomanderò  quanto  io  potrò  il  Pm , Pm,  & Piu  giorni,  nus.  Fie  peggio  effere  perduta  Aie  fi  nel  fuoco  fuffe  flatu 
Piu  cofìumato  ,&Piuda  bene.  Da  Piu , uedi  oK Inéce . gittata . Lat.  multo  peiut, 

D AH. Piu  non  (è  huopo  aprirmi  d tuo  talento,  idefl  am  'Vii,quando  fignipea  Qltra,Lat. ultrajet  eia.T  e t.  Et  tu  piu 
pUus . Simonide , Agathone  ,a‘ altri  Tiue  Greci . in  «e*  Fia  di  poggio  ia  poggio  forgi.Lat.ultra.  B oc.  Fa  Fia  fi- 

ceéPiu.  gliuoloch'équeltocbctu£iLat.eia.^inuecediconccf-  ‘ 

Piu  uolte.  Lat  fapef(tpius,& pepe  numero.  Ptj.Pm  uol  fione,che  ual quàto  sàfijtltra.Fiafacciauifi  un  letto  qual 

te  incominciai  a fcriuer  iter  fi  .Piu  uolte  già  per  dir  le  lab  < egli  ui  cape.  Lat.  nunc  ergo  .Horuia  dianglt  dt  quello  che 

bra  aperfi . Pm  uolte  (ho  con  lai  parole  feorta . Piu  uolte  uà  cercanio.Hor  Fia  mettiti  auaatijo  ti  uerrò  prrfio,coa 

amorm'haueadeitofcriui.CofiPiuuolteha'l corraccefo,  melarebbeaàre,Horfumettitiauanti,ofiiiifcu  Lat.  eia, 
& ffiento . Onde  Piu  uolte  uago  de  bei  lumi . Piu  uolte  già  age,i  nunc . Fta  leuaudi  qui  uuonunemej.  lior  sù . Lat. 

del  bel  fimbiante  humano.In  poche  notti, & fi  cangiò  pm  eia,TH.  Fia  auanti , qui  non  bifognano  al  predente  quefli 

uolte.B  o c.  uedi  all’Indice . & di  {opra  a Pm . preghi . Fia , uiliffima  parte  della  mia  cafa  .¥  i.  Da  n. 

Piu  duna  uo\(i.LatJtenem,&  plufquam  femel  P sj.  Et  Fta  coflà  con  gli  altri  caniJdefi  offra  con  atto  di  fiparare, 

cb'efSer  non  fi  pò  Tiu  Suua  uolta.  Che  far  conuienfi , non  o allontanare  da  fe , Doue  Offerto  fu  per  ciafeun  di  torre 

Tm  d'una  uoffa , Fia  Fiorenza.  ideB  leuarlafidisfirla.  Lat.  mere  fuudi- 

0\ttl.prepo.tnueceéTiu.Lat.Orater  ,ultramodumAl-  tur.  falò  aauare. 

traquamdicipoffit .?  fc.L'dmanùa  fiamma  Offrale  Yniùi,  ual  Incontanente.  Lat  àlli(0,fltiimjtne  mora,  uè 
belle  bella,  diaigó. 

Ifìq  Volte,«i4Ì fiate.  Lat.ptpiuijrarojniiIlies, forte j, ter,  muffo-  Tinto jtduer.Lat.tantwn, ual fi.cofi, maggiormente.  P e t. 
ties,quotiesjUeiefmmesceiUiefmillies, perpetuo,  rartffi-  Tam'Alto,LaiJta,a.Uo.  F rondi Tam’bonor,tte.  Ch'iTan 

mt,P  kr.TiuFoffeAMe  Foffe,UtUf  Folte, Taiue  Fai  t'amo.Tanto  ne  porge  àdoUezga. Tanto  treful  defìo,- 

Tant'auauti. 


mi 


Niimcfo  Q^V  A N T I T A Numerò 

Tuft'aumti.T jnt'amtti  copi.  Se  tanto  nìner  po  ben  cui-  il  mondo  lontana . 

to  lauro.Et  mi  fu  di  fogne  Tanto  cortcfe.Hebhon  Tomo  ni  Quinto  ,lin(inta,iìtianti,^  Quante,  Lat,  adie.  thè  altro 


gor  nel  nuo  cojjretto.T anto  tranquille, Tanto  per  cui  fi  pia 
gne.Tantopiu  li  prego  j.maggiormeme , Tantopin  bella. 
Tanto  ch'io  fui  per  ejier  di  qutgbnno.i.  al  finche.Bo  c. 
Tanto  pin  anebora  quanto . eo  pini , Che  io  poffa  parlare 
alquante  parole  alla  donna  noflra  Tamoda  ogm  hnomo 
feparato , ch'io  d’altrui  ,ihecLla  nàto  mmjia , idefl  jom 
laminte. 

Tanto , 0 Qjianto . lat,  tantum , ant  qnantum  ^ultum 
aut  paruin , nal  mica , o niente.  V tr.Ettu  fi  Tanto, o 
quanto if  amor  finti.  CoSiei noni  che  Tanto  ,o quanto 
Jlringa.  Lat,  nihil. 


non  naie , che  una  certa  dmioflrationepiu  ejfirefia , finita 
eccetuone.  P e t.  Qjianto  mar, Quanti  fiumi.  Quanta 
Glona,DoUexpi,Fatica,  fede,  Innidia . in  cui  l'actoglia 
Qjtanta  uide  uirtù,Qjianiabeltate,  Qu^ante  Monta- 
gne,&,Acque,ymuii,Varii,Colori,f'otteJtiate,Lagri- 
me,'Hote,yie,Fefie,Ijtfinghe,Spade,Lanciej&-hiamere. 
Quanti  A'f  r/i,  Vajfi,  Vregbi,  Capei,  finmi,foggi,Luo- 
ghi,Milrri,Lieti,Doloroft,Lameiui.Quanti  fnr  chiari  tra 
Tento, ^ Hebrt.in  luogo  é tutti . Che  luce  fonra  Qiian- 
t'il  fol  naftonde.  Quanti  prefio  a lui  nafeon.  Tutti  SÌua»- 
ti.  B o c.  uedi  alt  Indice . 


l6g6  Atincooialallhora.D  Aìc.Ettacque  ,4tanto.LaUunc,  Alquanto  aducrbialmente,ual  unpoco.Lat.aliquantu- 


&adhoc  . 

In  tanto, «ai  4 quello  tempo, 0 in  quefto  megp  di  tempo.ue- 
dia  lyg. 

Da  tantopia/  é tanto  fapere.Lat.ita  prudeni, tanti  confilij, 
uir  tantui.  Boc.Se  ella  Da  tanto  fiato  fojfe,  che  bauejse 
intejo  Se  Da  tanto, ir  fi  nubile, cj  bella  riputaua.  Tento 
che  noi  cono/cea  Da  tanto. 

Tanto  adie.  Lat.  tantus.  P e x.  Tanto  Spatio,  rigor.  Bene, 
Honore,Tanta,Baldanza,Taura,l'irtute,idadre.Spene, 


lum,  & aiiquanto  ; non  nibil , abquid , paululum.  P e r. 
Ma  però  ,cbe  mi  manca  a finir  l'opra , ..Alquanto  de  le  fi- 
la benedette.  Ma  ricoperte  .Alquanto  lefauille.  Toi 
eh' .Alquanto  di  lei  ucggi'horpiu  innanzi . r n'ombra  .Al 
quanto  men  de  Paine  trtfia.  B o c. Lungo  Alquanto  lon- 
tano . EfSendo  hoggi  Alquanto  riflrette  le  leggi.  Dan. 
Alquanto  di  lungi  da  la  f^nda . Che  Alquanto  indietro 
gl/il . Et  qui  Calliope  Alquanto  furga . rfr  per  gunio  di 
tenipo.uediaijj. 


Dolceg^,  Maielìade,  Cratia,Gloria,Fe,Fede,Tace,Ltu  Alquanto, diir.  Ìat.aliquit^UquaAiliquod,  uelaUquid.ir 


bert.i,Luce,Doglia,Guem, Leggiadria  Jieltate,rittoria, 
Ltte,S pofa,  Rabbia,  Fermeg^,T urba,&  Credenta.T an- 
te Lagrime  ,Tocì, Herbe,  Ca  rte,I  mpromeffe.  Spade,  Ten- 
ue, Torti,  Ricebr^e,  rarietati,  rirtuti,  Belleg^e,Cofe, 
Dolcegge,  Stelle, Vuote,  '}{ote,Fatiche,Forme,  Qui  rele. 
Lode,  ride,  rittoria,&  Corna . T auti.  Capelli,  Amari, 
Dolor,TafSi,Color,Affdnni,Animali,Augelli,roti,So- 


aliquantulum.ual  alcuno.  D a n.  Già  mi  parca  fintire 
Alquanto  reato.  P et.  Ma  iPAlquantediro.  Alquante 
.Anime,  Donne,  Alquanti  Huomim,  AnimaU.  Ter  Al- 
quanti Di . rdiu!  Alquanti  c'ban  turbati  i mari,  B o c. 
Alquanta  fede  prefiajiero  alle  parole  Alquanto  hauendo 
della lor  lingua  apparata.  Alquante  Fami-Tarole  Carat 
tere.  Alquanti  di  paffati . 


filli.  Lumi,  Tormenti,  Deftr,  Armati,  Spirti,  TaefiMt  Chente,  ì relatmo  che  dimoflra  qualitd,  ^ ual  quanto,  & 


t!  ,Teafier , & Lacciuol . Tanta,  & tal  madre.  Tan- 
te, & tali  dolcei^i . B o c.  Tanta  fu  la  crudeltà  del  cie- 
lo. Tanta  era  la  Moltitudine . Tante  mifirie . Tanto  A- 
more,Giudice . 

si  in  ucce  di  tanto.  Lat.fic,adeojam.  P e x.  Si  ^ debil  il  filo  a 
cut  l'attcne  Lagrauofamiauita , Sipofient'i’luuler.  Ter 
fuggir  de  fofiir  Si  grane  fome.  Si  fidiaco  io  fin.  Si  moleSla 
farji.Si  dolce  lume  ufda.Si  lunga  guerra.Rifilendon  fi.E: 
le  intagmi  lor  fon  Si  cofiarteSi  m'infiamma.Si  mi  trafior 
ta.Eti  Si  uaga  anebor  Si  che  di  mille  un  fol  ui  fi  ritroua, 
idefiin  tatuo.  Boc.uedàaW  Indice,^  a 1917. 

Altreccunto.Lat.tantundem.T  ST.Cofi  hau^Piodelhel 
nifi  Altrettanto,  & d’Altrettant'etade.  Et  Altrettante 


quanta,&  alcuna  uolta  quale.  Lat.quantus,qualu,^  tom 
lit.Boc.O  amore  Chente , & quali  fono  le  tue  fvrge.ù 
quante.  Quale  la  fua  riccheij^a,  dr  Chente  Itfua  pouer- 
td.i.quanta,  Togb,noi  la  ti  diamo,  quale  noi  pofiiamo , & 
Chente  la  tua  fede  Cba  meritata.i.  quale . Cominciaua  a 
bere  quefio  fuouino,  laqual  cofa  hauendo  mefier  Geli  u- 
na,  & due  mattine  ueduta , àfle  la  eer(a  Chente  Cifli  i 
buono  i j.quefto  i buono . Lequai  Chente  elle  fi  fianoj.in 
qualunque  modo.  Lat.quacunque.O  amore  Chente gU  con 
figli, & ebenti gli auedimentii .i. quali, ^quanti.  Tali 
fimo  le  tue  cannoni  Chetili  fono  le  tue  nouelle , ideft  quali, 
oincbemodo.  Lat. talis  pater  quaUs  film  .cuti  Chente  il 
padre  tale  il  figliuolo . 


Ardite,^  fcelerate.B  o c.  Altrettanto  pane.  Cheuale-  Quantunque, ibd  diuerfi  figmficati,0‘i  indeclinabile, 
nano  Altrettanto . Altrettanta  remacela . Altrettanti  ucdi  alle  Tarticelle  a 1907 . 

Torci.  Altrettante. D u n.Terlo  remunerar  cb'i  Al-  Cotintoeifiaificonfbrmacontanto.&aduer.ualcofigri 


trettanto.fero  Altrettanto. 

Q.uanto,  aduer.  Lat.  & quam . ual  infino  che.  P e x.  Che 
Quanto  piace  al  mondo  i breue  fogno.Quanto  ciafcuna  i 
men  bella  lii ki.  Quant'i  fiinofo  calU. Se  tu  haueffi  orna- 
menti, Qjiani'hai\uoglia  .Di  Q^uanto  per  amor  già  mai 
fofferfi,Se  Uffufo  i,  ^ant'efier  di  gradita.  Quanto  ptu  di 
fiofe  tali  fianio.Sel  cui  ha  for^a  in  noiJQuant'alcun  cre- 
de.Quanta  più  po,  B o c.  Dolorofò  Quanto  mai  alcuip oL 
irò.  SequeQo  concedanole  kggi.  Quanto  maggiormente 
a noi.  Tanto  dico  Quanto  alla  noflra  digniri  l’appanieiie. 


demente.  Lat.  adeo  tantum.  P e x.  Cotanto  C efler  umto  li 
difiiacque.Che  quando  io  nu  ritruoui  dal  bel  ufo  Cotanto 
efferdiuifo  La  bella  donna, che  Cotanto  amaui.Qiiefl'i  U 
terra,  che  Cotanto  piacque  ,a  rmer.  Et  morte  m fua  rou 
gion  Cotanto auara.  B o c.Tiétudiki  Cotanto.TifoCo 
tanto honore.  Ch’egli  Cotanto  m'amafie  come  tu  di.Ma fi 
Cotanto  del  tuo  honore  ti  cale,  redi  quello  che  hauenuto 
in  bocca  CotantoJ.tanto  tempo,  D a N.Tochetu uuoi  fa 


per  Cotant'a  dentro, Et  color  ,che  tu  fai  Cotanto  mefli.Che 
_ - _ . . ft  cominciar  Cotanto  tofla . 

Ma  Quante  fitenfante  ,Quantopoderofe,& di  Quanta  Cotintoadie.B  o c.Cotanto  Amore, Difio  .Et  queOiCo-  17J9 
ben  puaek  forge  '"amore,  D ah.  Che  durerà  Quanto  tanti  erano  buomint  ,<!Tfemtne.i,  quelli  quanti  fioficro. 


Numero  A N T 1 *T  A- 


f^HWefp 


CMhgrurmo  due  Cotantu  il  depph . Tre  Cotanti  Ltre  Cb'imora  ^fattt.  A » l.  tran  gtouani  tutti ebelll^fl 
uoUetanto.TH.tatnaboneSli  jiata  Cotanta  faràcono  jaito.Chnnm  a Hiftdtjie affano gluontefe, 

fiotta  tjfir  fiata  [alfa.  Tfj.  fra  Cotanta  Turba  ifaman  Stjuvtchio.tà' ivpertbio^al  molto  grande^uan^.fipra-- 
ti.Qjiefio  m'auanza  di  Cotanta  fin  ne  ($•  no'l  piega  In  Co  findare.aiHcr.Q-  adte.  Latabui}dam,rcdundam,ei  qtu4 

tani'aom  (tal{a  tutta,  & fiotna.  Cotante  carte afiteigo.  [uptifiititaomius,aaim  ? E T.  Souercbio  affanna . De. 

Comcmuecediiljianto.Lat.cum.utpofiqujm.itcdia  190  fir,Tiaur,Uime,Or^oglio.  souercbia  DuUeoi^-^.& y tta. 
Tutto.  Lai.toiu:,  HnRi,otnnes.  P e T.Ond'io  Tutt'ardo.  ii  Saturi hie  yoglte.  U o c.pcrSouertbtodtIetttia.perSo- 
(cmf  a'  p/ipolTufto  Fattola  fui  gran  tempo . Q_uamfio  tiiribiodt  noia.iijtiSla  tuaanilata  i di  Soueribto.  Souer 
fon  noitoTuttoin  quella parte.TuttoquctdiTuti'itrwm-  ihiortlò.Soueribia lentia. Celvfia,Copia.l>  a s."Honfar 
flo.Tuttoperbòfo.llprigiuiuofiroTutie.ftdiTult'Mtro  foura  la  pegola  SoutnbioJmm  aitai, xaréjopra. 

d fibiuaj. d'ugni  altra  col'a . Colui ibe Tutto intefe, tdeft  Souerchiare. Lat.fuperare, ual auanx^re. B oc. la mabtia 
pgnicpfi  drlTuttodi^drinatu.i.daogm parte. Tutto d.u,  Ìuno  foHenbiare d jemioiCun altro, con grandanmt  del 

tro,& di  fuor  finto  cangiarmi.  L’aceefomiodrfirTutto  Seuenhiato.  Di  mi  fina  ,&  dt  auaritia  ugn' altro  fa- 
ifautila.TerTuttoc,o.i.pertama..Aniortu  fai'lTutto.i.  uerthiaua. 

ogm  cofia.Cieto  ehi  tutto  j.in  tiafeuna  partc.Latjomniacpt  Poco,  aduer.  Lat. parimi farittnper,paHlo,  paululum,pant  17^1 
rmus,prorfus.IohopUndid.fir  qucfi'aer  tutto. liuc.  xiUum,paHlatim.'PBT.Toco  preluda  quel.ib'ogni 
Del  Tutto.facejie,!  be  feto  la  mtnaficj.per  ogni  modo.  In  huom  de]i.i . Poco  iiu  ualfe,o  uale . una  Sorella  è Toco  in- 

T Ulto.  Del  Tutto  ucdt  all' Indice  . nanzj.  Toco  banca  d’andare . Toco  manco . .Affai  Toco, 

Tm  to  che, ual  poto  manto  iberni  bora  tbe.poco  quafute-  ,Ajfai,o  Toto.Toco  era  fuor  de  la  loinnae  firada.  SiVom 

di  a 1849.  co.Toiomen  .Tato attorto.  B o c.Toio  paffdioucjprtu 

T u tutto, Tu  Tutta  Lat.tcium  penitiis,ucl  prorfut.iii  luogo  Cantiamo  infieme  un  Toco.  .A  Tato.  .4  Voto  a Totojte^ 

4iTut:oTutto,TkttaTutta.Boc.ftde  micioithiTu  diClndice. 

tuttos'aciefe.ucdia  191J.  Poco  Rintc.Totofa.Toco  innanzi,  utdia  tempo  a iqqi 

Tuctetijifi.  & adte.  lai.  pnrfus,  totus.  B o c.  Tutto  Solo.  Poco  adic.  & fofl.  Lai.  paucus.  parum.  B o c.  TotoDane. 
Tuttouno.Ettuttek  parti  ti  tfeunanfionde  onde  fi  ben  Tiatere.diToco,iT  groffotngcgno.ynToio  Sbonore  f'n 

al  Tutlo,e’l  Tutto  alle  tue  parti  i^e  no  in  inganna  quel  thè  Toco  d’acqua  frefia.  Tiu  lofio  il  Poto  Jjpartto,ihe  il  mol 

0 nafionde,  A u.Colm  dquale  ii  Tutto  fu  failore.T ulto  di,  to,& infipido.  Pii. Fa  Toco  dolce  molto  amaro  appaga. 

1740  Tutt4  adie.  Lai.  cunCIus,omnis,totut.  P e T.  Tutta  Ignuda.  Qjiel  Toco.TocoSpatio,Honoi  , ImetietlOyMal,  Canape. 
Lontana,  a la  magion  di  Dio, Ch'arde  bvggiTutta  .Tutta  Poca  adie.  T e T.  Tota  Fafia,  Meri  ede,  Tiaxpia, Terra, 

ftaìiahottora.Tuttaletàn.ia.  TultaqueUajthiera.Ter*  fita ,Cente,Carta,redr,Hxmma,B.agume,'Hcbbta,ToU 
che  tutta  fialme  La  mia  bari  betta  la  itela  T ulta  i'auo-  ue,Toluere.  Pochi  Mi  fi.  Compagni , Defir , Di,  Ctorni, 

rio,&  d lituo  lomelia.  Et  ribombaua  Tutta  quella  ual-  Tenfier,Sajii,Fra  magnanimi  Toihi  SiueToibi.  Toche 

k.yidt  una  parteTulla  in  fi  r.iccolia  .Tutta  lieta,  Scuu  Tiolii,  Fauillc,  Compagne.  Boc.  Tota , Toibe,Totbi, 
ra,7ipite.  Tutte  Terfonc,Hon,'Hplli,Troue . le  carte.  Toihitto,Toibilfimo,  Tocolm . ucdt  t' Indite, 

te  marauiglie.  L'acque.  Lor  forze.  Le  fatiibe.  l'buniane  A poco  A poco,  Lat  paulatim.P  ■ t.  Cb'.4 poco  .A  poco 
tempre,  fue  bme.  Lingue . Le  Vie . T ulte  uefiite  a brun  le  par  thè' l tempo  mefihi.  .A  poco  a poco  conjumanJo  jug- 

donne  Tirfi.TuUtoprederagni.Jatti  Latatmnet.cun-  ge.Ciaittiomintiauaa  prendere  fu  uriade  La  mia  cara 
Pi.Tullt  Sette iCoUt-TultiClialtriddetti MaTutti colpi  nemica  .A  poco.Apoco..AguiftiCunjoauc,&ihtaro  Ut 

juoteoniii.clle  al  uento.da  Tutt'i  lidi.  Et  Tutti  ruggiadofi  me  Chi  nutrmumo  .A  poto  a poco  manca.  T>lpn  farà  pm 
gli  occhi  fuoi.Tutl'mfiime.EtdiTuttilpiucaroTutti  fon  diuifo  .A  poco  a pocoi.'ila  tutto  tnfieme.it  o c.Mnfactio 

qmpregion  li  Dei  di  yarro.Tulu pam  macchiati  duna  pe  .A  poco  a poco , Ser  Cuppelli  Ito  lui  .4  poco  fi  comnmeò. 

te.  FraTutlClprimo.  Tutti  aduntratto  .Tutti  tornate  rcTpoco,Lat.paulopofl.feri,propè  p:ni,ualquafi.  B o e„  174» 
alla  gran  natre  antica.  D A n.yofira  natura  quando  Come  haureibeTtr  poco  ditto  igUfitfio.  Li  onde  egli  co 

pectò  Totafiel  fime  fuoiinuccedi  Tutta. Boc.ucdi  mmaò  fi  dolcemente  fonando  a cantare  quefloluono,ibe 

alt  Indice . quanti  nella  reale  fola  t rono,pj  renano  huomim  adih  ra- 

Ogni,  i indeclinabile, & in  ogni  numero  fi  da  al  vutfihio,tt  li,p  tutti  Fianano  taciti.^  lòficp  ad  a fiottare;  &dRt 

alla  femina  .quafi  infinite  uolte  ujàio  iitutti  tre  b noSìri  Ter  poco  pm  che  gli  altri  Et  dtcefi,the  uedédoDio  quel 

Torti.  Lat.omms.  P e Ogni  fot  uagStato,fiuom,.Ani-  Uitio  lontra  la  natura  bumana  operarfi , Ter  poco  rana 

mal  Benigno  lume  Ogni  altra  Ogni  cofia  Ogn'un.lat.om-  fi  di  non  incamarfi.p  h .lat  parum  defua,  quin, 
nia.B  o c.Ognt  copi confiderata.Ogni  cofiktta.Ogmgrà  Càjiifi.Lat  ttfere,propf,ptni,u(tuli,fiiut^t  quemadmo- 
tofa.  Et  fubitamcnte  fu  Ogni  eofa  di  Tumore,  & di  pianto  dum  quodanmodo.t  ■ -i.Oiutèdal  torlo  fuo  Qjiafifinar 

rtpicno.Tampinea  fatta  rema  tomandò,che  Ogni  uno  ta-  rifa , Et  mifil per  la  uia  iijufi  jmarrita . Fatto  bauean 

tejie;  in  alcuni  teSli  fi  Ugge  Ciafeun.  A R t.Dibreui  Qjiafi  adamantino  finalto.D'unSfuafi  nino,  ^Sbigottì  ■ 
legni  d Ogn’ intorno  ibiufa . tofiffo.Cbe  qua  fi  un  bel  fireno  a meza'l  dir.  lìuafidlìtó 

Ciò  che.  ualtutto  quello  thè.  Lat.quicquid,ilìud  totum  eke^nadìuafificbincadaUdronionfaiii.  Etgiafin 
quod.  uedi  01850.  QjiaJi  di  criflaUo  1 fiumi . lopertne  fin  Qjiafi  un  ler- 

Pcr  tutto  ciò,  uni  per  tomo.  Lat. hoc  non  ob/lante.P  et.  reno  af<iuiio.Qua/i  uifibilmenre  il  lor  iraiute.Bocjie- 

Ter  lutto  ciò  la  mente  non  1 acqueta . di  P Indice. 

A fatto,  ual  al  luiloan  effetto,  totalmente,  0 ad  ogm  modo.  A pi  n»,uat  quafi,lat.uix.Ti  r..A  pena  fiutila  in  oriente 


Numero  Q.V  A N T I T A 

pem  yotgc  la  Unffu,  & froda.  Od  in  nou  in- 
tcrrotte..A pene  imrJ'e.Cb'i  u'aggiungrna  eoi  penfter  .A 
pena, eh' ^ pen  i rUonofeo  homai  me  flejfo . Cb'Sd  pena 
gb potei  render  falnte.Et  ella  .A pena  dimiWun  najcolta. 
ebe’i  nome  uoflro  .A  pena  fi  riiroua.  A pena  bebb’io  qne 
fle  parole  dette  i Che  parland'egbilueroe’lfaljòApena 
Si  difceriiea . Qjiel  che'n  molt'anni  A pena  fi  raguna , 

B o c.uedi all  indice.  D ^ H.ChenoiApenapoieuamfn 
montare.  Cb'a  pena  pofeia  gli  baurei  ritenuti . Ch'io 
cbe'l  uidt  A pena  il  mi  conjento , A gran  pena . uedi  a 
faikaa  850. 

Preffb  m luogo  di  quafi,  & circa.  Latfropì.  Ver.  Già  era 
il  mio  Jefir  Vrefi'o  che  fianco.  B o c.  Ogni  cofa  collò  del- 
le libre  Tre  fio  a cento  di  bolognmi  .giade  gli  anni  Trefio 
a dieci.  Credo  cheiotaporiafii  ’Prefio  che  una  balestrata. 

Di  lungi  dal  caficUo  Trefio  ad  un  nugUo.Ea  uenirgU  Tref 
fio  che  fatto . 

Men,&Meno.Lat.tninui  aduer.  & alcuna  uolta  nome,  ual 
m.inco,&minore.  Lat.minor.  P t r.Men  Bella,  Cruda, 
Degna,Frcfta,f'ergogna,Crudo.  Men  Grane  gioco . Men 
£ un  palmo . Men  di  Jolce^jia . Men  molli  gli  occhi . Men 
pfajcolta.Afiai  Men  fia.  Men  per  molto  uoler  le  uoghe  pi 
tenfe  itiiolfidMen.  Fia  Men.  tot.  multo  rmnus.  B oc. 

Et  a Men  doler  fi  hauea  coimnciato.Men  cautamente  che 
nonfi  conuenia.D  AN.Men  che  dramma  di  f angue  m'è 
rimafr  Che  non  tremi jdefi  nmna.L’altra  piangeua  fi;  che 
épietade  S ueiini  Men  cofi , coin'io  morijfe . Lat.  exanu 
mutatcl  exantmatus  fum. 

Meno.  Lat.  minus.  P £ r.Meno  Interi,Ofcura,  Intenfi,Al- 
tera . Ter  Meno  Oggetto  J.  minore , uenir  Meno.i.  uemr  a 
manco,  men  Meno.Meno  m'agghiaccia.  B o C.Mofii  non 
Meno  da  tema  , che  da  carità . Sen7;a  cbeaUamia penna, 
non  dee  eficT  Meno  dauttorità  conceduta,  che  fia  al  pen- 
nello del  dipintore.  Ma  ueggendofi  motti  Meno,chegli  afr 
fiilitori.cominciarona  a fuggire  J.  di  minor  numero . Dotte 
MenoeradifoKtaj.dimtnore.D  A u.Che  molteuolteal 
fatto  il  dir  uicn  Meno. 

Mcnoir.o.LatJmmmus.ualmancocbepicciolo.B  o cjiella 
fi. Et  molto  piu  tal  fiata  alle  Menomo  genti.Cotale  acci- 
dente , & é cagton  Menomtffima  del  amor  ch’io  gli  porte. 

1744  Menomare^al  mtnuire,o firmare.  Lat.  minuere,dàómnuere. 

B o c.  £t  per  confequentememe  aggiungere,&  menoma 
re  pofiiate  a uoHro  piacere. lo  con  pietofi  preghi  le  tue  fa- 
tiche m'ingi  gno  di  menomare.  F 1 Ma  per»»  che'l  mio  la 
gnmare  niente  il  menomerebbe.  T h .Ma  Camorofr  fiam- 
ma non  mancò,  ne  menomò  il  éfio.  Fi.  Il  mio  amore  mai 
per  diflanxa  non  Menomato  j. non  friimùto. 

K\tnen,&  Almeno.  lat.faltem.V  t r.Tiacemi  almendba 
Iter  cangiato  Siile.  MoSlnmi  Almen  ch'io  éca.tìpn  fi  fin 
tiffe  Almen  qualche  fauilla.Cb' Almen  com’tofioleapofia 
sfrgarme . prouedete  Almeno  Di  non  fiar  fempre  in  odio- 
fa  parte . C hebber  Almeno  il  naturai  defio.  Ter  hauerpo 
fa  Almeno  infino  a l'alba.  B o c£gliui  conduce  Almen 
ripofato . Et  cercaron  l'altrui , 0 Almeno  il  loro  contado . 

Dan.  Et  fi  non  fcritto,Atmen  dipinto.De  la  uaa  citta- 
de  Almen  la  torre. 

Manco,  ual  Meno.Lat.mancus,&deficereèuenir  manco,et 
deefie mancare.  P t r. Che  uede' Icaro paire uemr  Man- 
co,Vamma,a  cui  uien  Manco  ConftgUo.Terò  i di  mici  fieit 
lagrimofi,^  MancbL  _ . ^ 


Numt.ro 


ij8 


.Mancare,per  diminuire, & uemr  meno.uedia  i6j  a. 

Aualtare,per  confondere, 0 dimmutre.Lat.confunderejhniu 
nuire.  D A N.Cbe  cima  é giuécià  non  l'aualla . 

Raro,e^  Kado.aduer.tjr  aée.  Lat.rarusjtìr  raro.  P £ t.  R4 
ro,o  nel]'uii,cbc‘n  alta  fama  faglia  Fidi  dopo  codini. Il  no- 
firo  efiere  mfieme  i Raro,&  torto.  Raro  MoSlro,  Strale, 
Silentio,  StiL.  Rara  Ecceilentia,  Firtù,  Beltà,  Concordia, 

Requie  jGloria.Rare  Anime, Lagrime  d'ociAF  Cofi.  Ra- 
ri Amici.DoniAS'  Gmdtcq.  B o c.  £r  erano  Rari  coloro  fi 
corpi  de  quali  Jlarifitmenolte . 

Rado.  Pfc.OpueperdiefiRado  Mi  date  quel  findio  mai  ni 
fon  fatto  { Rado  fu  al  mondo  fra  cofi  gran  turba.  Et  per  al 
irui  fi  Rado  fi  dtferraJdade  co{e,Tarole,Folte.  Ho  c.Ra 
de  Molte  fi  non  mai. Rade  mogli.  RadifSime  Molte. 

Diradare , ual  far  chiaro  una  cofa  denfà . Lat.  rarofis,rarea 
fio,  & rarefacio,  & rarefo,  aSiui, &paffiui.  O a x.  ££ 
effere  in  parte  One  adorega poco  fi  dirada.i.  poco  fi  disfa, 
liquefa  per  efiere  m luogo  ombro  fa.  quando  iuapor  bu 
miéfi  fpefr  A diradar  comincunfid.a  firfi  radi. 

hiuìli.Lat.nihtl,& nilfiullus,Mal nientefif-luno,&[altro  j 
mdeclmabile,quando  la  Trulla  ual  mente.  & alcuna  uol- 
ta fen^  la  negatiua  aff'erma,&  dinota  alcuna  cofa.Tn. 

Trulla  Fifa  mi  fia  miofa,o  trifla.t.niunafiiuila  coft  mor 
tal,Tietà,Tétione,'hljéc,For^.  T^daltro.  t{utt altre, 
et  "ì{ulCaltro.A  quel  ch’io  fentoi'FluIlad.niéte.'tiulU  fe 
ne  perde.Ma  T^Wè  al  módoan  c’huoin  faggio  fi  fidcojuà 
t’ io  prendo  i’Hulia.&'NjiUa  Aringo.  Cbebenpo  Tiulk 
chi  non  po  morire.  'Hutla  mi  noce.  Cbefeitga  te  firn  TÌifh- 
la.pc,idi  "blMlla  certo.  B o c.  Altrimenti  mai  non  ne  farò 
7^Ua.et  qui  pofe  due  negatiue.Tfpn  ci  ho  a far  Tlulla.  Et 
fe  tu  hai  a far  Tiulla  con  lei  tornerai  domattina.!.  aUum 
cofa,  perciò  che  fìnga  la  negatiua  afrìcrmaChe  glimom 
Rraffefe  egli  uoleffe  "Hulla . 

tiaìio,inuecedi ninno. Lat. nuUus, & nemo. P > t. "Hullu 
Stato,Sforgp,Stile,Ingegno.a  TiulTbuom  perdona.Boc. 

Ma  ogni  altro  aiuto  era  'Hullo.i.uano. 

Annullare.Lae.prÌMare,dclerefibolere,  abrogare,  oblitera- 
te, nullum,feu  irritum  facete , ual  anmchdare,priuare, 

S A K.Leiexterminando,&humiliandoannullò,&qui^ 
ad  extrema  perditioue  ricondufie . 

Niente.  Lat.  mhilfitl,  ual  nulla,  0 non  mica.  P • t.  'menu 
•ppreg^ , ma  éuenta  eterno. e’ l fuggir  ual  intente, 
"^nte  in  lei  terreno  era  fi  mortale.  Ma  mfino  a qui 
te  mi  rileua.B  o c. 'niente  del  rimanente  fi  curaronoMa 
do  era  Tijfnte.  Quafi  ai  'tifente  uenuti  erano.  TXofa  da 
'tfjente.  lat  Jbe&ajó' bulla. 

Iota,  Fo.Cr.&  lati  la  piupicciola  lettera,  onero  caratu- 
re fibe  fia  appo  grea,(ì'  lat  ini, & però  permeta.fi  piglia 
per  cofa  mmuta,nientefipunto.A  r 1 .Che  manchi  un  lo» 
tadele  fueparote.&‘  cofi  s'intende  nella  fatta  firittura. 

Couellc,o  Cauelle  come  fi  legge  ne  teRi  antuhi,  i noce  Ro- 
magnuola , & ual  niente , 0 qualche  cofa . Lat,  ahquid , 

B o c.  Sipotrefiihauer  CouelieJ.qualchecofa.Sibeneri 
frofe  Majo,  fi  i Couelle. 

Raiìdu,Fo.Trouenzale,ual  quafi,  niente,  a pena.  Lat.  nix,  ijqi 
mini.  Dan.  Qnui  fermammo  1 piedi  a Randaa  Randa. 

Lat.  propi  feri, iuxta.ualeappreffo  apprejfo,&  cbenieu 
te  ui  mancaua  che  non  entrafiimo  demro;onde  quando  un 
uafo  i rapi  die  piu  mente  ui  può  ftare  da  lalim  e detto  Ra 
file ,douepoi  fi  dite  rifibiOjcbcuale  auicinarfi  lantoai 


Numero  Q^V  A N T I T iV  Pefo 

fina  coft,  come  ad  un  fiume,  che  (juafi  dentro  nifi  ca^^ia,  qui  mi  tauoli.Lmi  fi>iufe  a forila, 

ceper  rifchio  dinota  pericolo.  Semi  ,& ancho  Sauxa  nella  profa  fempreha  dettoti  Boc- 

Ztro,  èproprio  quella  figura , che  fola  neW  arithmeiica  caccio,i^neuerfipoiSenea.Lai.fine,&cotttaiì’eualeeo 
mcmenleua;&qniint'uugia,mlMmbarJlia,&inmol  magis  P E t.Btnelfuolcttoilmar  icinfpnde giace.  Che 
ti  altri  luoghi  fi  dice  nulla,& pero  due  f Ari  . f he  già  len  fa  jicuro  il  luuicar  Sen^arte.  leggio  Senz’occhi , Siuafi 

toimilta  haueanfiimalo  un  Zero,  Emfuga  borjeneua  (enzagouerno,^  Senza  anteuiia  Legno  inmar  Senza  ut 
jeiiza  coraggio,  Et  tanto  piui  che'lfuoliiigioèunZcro.  uidiaaleuna.Senza  alcun  frutto.  Lateuanidui.Senzala~ 

Mica.  Lai. è particella,cbe  quafi  mente  figmjica;  fi  come  ap  grime.'Ns  Senza  squille, iuicoauncia  afialto.  Senza  mcn 

po  Latini,  & con  la  negatma  dinanzi  ual  mente.  P e T.  tire . Del popol  Senza  Ugge.  Lat.  exlexgii , & iliex  gii . 

7{e  Mitatrouoilrmoardcniedefio.  B o c Signore  mio  ui  A r i.Scuzaarme.LaUnermisboimernie.Scnza^eran 
non  franetico  Mita,  yoi  non  apparafle  Micat' a.b.C.  in  fu  za  Lat.  expet.  B o c.  Sanza  alcuna  uergogna.  Lai  per- 
la mela.  .Ad  un  fiate  minore  non  Mica  giouaue,  ma. 7^  fiifia  fi’ontii  homo , impudens . Sanza  piuj.  fenza  altra, 

Miga  a gui fidi  padre, ma  é pouero  huotno.Lat.  minime , Sanza  che  elU  fono  me»  forti  a fofteiiere  che  gli  huoniini, 

Micoìinooialepocheieo.Lat.paululum,  pauxillum,&pau  Lai.  eo  magli , priftcrquam  quod , Senza  alcun  indugio, 
xiUuIum.boc.  Cominciò  a dire  al  marito,  radi  quiui,&  Lat. fine  mora.  T.  mori  Senza  tejlamcnt  o,  Lai.  & abinte., 

quim,& anche  coU,&  uedine  qui  rimafiun  Micoluio . fiato/tx  mie  fìat  ut . 

Frullo^'/t  uecedi  niente.  Lat.  bitum.Ck.  oec  proficit  bilum.  Abachicra.  Lat.  è maeflra  diabaco,cioè  di  far  conto  • uedi 
oboÌMi.&  obolum  quidem.  i un  certa  offa  forato  nel  mezp,  «785. 

Cz  con  certa  corda  nel  b»co,cbe  tirandola,  ^ allargando- 

hfauncertofuononelfuoaggirare,comelaiflefiafuaua  TESO. 

' cefuonacofideifo  .efrconquefloifattcìuUifitrafiuliano, 
onero  come  dice  alcuni,  quello  fuono  chef  fa  col  dttagrof 
fo  ciputtto  col  dito  lungo  della  piano  fcroccandogU  furio 
dall'altro.  B oc.  Et  éfSe  parole  afiata  Tagamitojcqua- 
It  no»  montauano  un  frulltu  un  niente , 

.^47  Vunto.Lat.puiiQut^ puiiLlum,mmmm.ualmicaM nien- 

te,o  alquanto.  Pei.  Che  Tonto  di  fermezza,  odtualore  iarc,caricare,grauare,aggrauarc,dtfgrauare,librare, 

MancafSe  maine  t indurata  colini  ; ne  queltaL  fiancare  ,premere,  calcare . Cai»  fu  il  primo  che  trono  i 

tra  mia  ttcmica,ch'ifuggia,tnilafciauan  fol un  Tuto.Lat.  Tefi,  & le  mifure. 

unguemUitum  aondiicedebant. Che  per  mento  lorTunto  Pcfo.Lat.pondus,onusuelhonus.P  e x.Tefo  Graue.Terrer  tfcii 
fipicghi  .Sedei  configUo  mio  Turno  ti  fidi.  Lat.  quid,  ali-  no,T  erreflre  Dolce,  Mal  Tefo . 'Upgiamai  tal  Tefo  prom 

quid,aliquantulum.  B OC.  Se  noi  mi  uolete  Ti(nto  di  he-  ual . 7fe  mai  Tefo  fu  grane  ; Qiiauto  quel . ne  mi  grauan 

ne.Tion  facendo  Turno  di  uento.  .Andiamo  a ueder  i elfo  Te  fi. Ma  trono  Tefo  non  da  le  mie  br  ac  eia.  Tefo  ierren,nS 

toipuniojpento.D  A N.Slual  di  quefia  greggia  s'arrefla  fia  piu  chef  aggraue.Valtr’erainterradimalTtfa  car- 

TMUO.&  quando  tempo  dinota,  uedt  a 174.  co.  B oc.  Telo  Craue.lljàuercbioPefo  dal  uentre.IlTe- 

A punto  aduerbio , ual  propriamente  a pelo , che  niente  ui  fò  dell bonore,  Maggiore,Trofi>ercuole,TefiJ3iTefo.  uedi 

manca,  lalad  unguem.  Tir.  Et  mille  trecento  uciitifit  Pinéte. Tefo  uguale.  Lat  aquiUbrium . 

te -A  funro-DA  u.Se  fofSe,A  punto  la  cera  édutta.  Tejare.Lat.pondcrare,penfare,grauareroneraie,^teénr,  ; 
A.»  i.  .A  cui  fi  conuerrà  tal  nome  .A  punto.  & dolere,grauem,  & molefium  effe,  per  granare, & per 

Puntalmcnte.  Lat.aduvguem,adamufStmMnormamAd  rmerrfiere.P  » r.Etfòchedelmtomaltipefi,&duole, 

regulam,pricitfeattfUntla  Bo  c.CkecofiTunlahpente  ideflinctcfie.Horbenth’ameumpefi.Boc..AllequaU 

adcgiiitafamidomandiate,comefemaicottfefia(onÓmi  ffigohfire  donne  le  parole  piu  pefano,che  fatti  igrauaaa, 

fufii.  S » U.EI  ueda,&fenta  VutUalmite  ciò  che  noi  bog  Da  buomo  Tefàlo,& grane.  & pereto  parlando  a queUe, 

^infuaricordaUQnefifafopralatmouafepoUura,  cbem'hannnopefaio.tiedia  ijoi. 

Far  Tauola  Trouerbio,cbe  figmfieafar  nulla  -,  Lat  Aqua-  Machina . Lat.  & molet  tieofa  grande , ér  ègra»  pefo , 
lis  calcub,ut  inpnm.ir  magnuiàjoonusqifiufirafiufla  Av.\.Co»  quella  efìrema  forza,the percuote  La  Machu 

tio  luéAquatuc  ludus,  neuto  uilfor,  neutermcit  neutra-  na,cbe'mpvflafu  due  nani, Et  leuala  con  buommi,&  con 

litu'iSoriaxnctaxoltaddgmocodofiaccbircheriiucendo  ruote  Cader  fi  lafiia  ful'aguzv  irjui.Vt  t.il^ualum  •. 

fili  Bea  late,  che  noneficndo  fiaceomatto  non  fi  può  me-  Euboico  Baiarum  littore  quondam  Saxea  pila  caétona- 

narefinon  in  fcaceo,&  il  giuoco  non  è mmo, ne  perduto,  gnisquammolUbuiantt  ConLìruàam  iaciunt  ponto. Di 

chiamafi  Tauola  perche  non  fi  può  compire  il  giuoco  1 Macbme,di  ruote,  e é tornirmi . D'.iUo  cader  finte  gran 

onde  tauolare  è fare  tauoLaà.patto;^  però  éce  il  B oc.  fafiiAgraui  Da  Macbine  cacciati  e da  tomit  '..’i . 

Etfalteleaozzebelle,et»agiufiche,purperlaprimaiiot  SomacAalpefoficarico.  Lat.geflamen,rnut,impcdtmeua,  1750 
te  incappò  una  uolta  per  confumare  il  matrimonio  a toc-  farct»a,&  f arcinula  ddimm»tm-'.  PiT.j'oaM  Grane, 

: farLti&épaeofaUÒAbeegbqucltaimanifacefieTaiio  -AiHiea,tril,RiccaJDepenfieriJ>c  jofpm.Dc/echiauuSo 
UJpocomancòicbeiiócompifiedifani.ebeiioIgarmepte  me,Afi>re.Dannofi,Graui,.AHtùbe.Sigrauementeiop- 
fi  dice  poco  mancò  ebe  non  ì'andajie  bufi.ÌAacua.  prefìa,& é tal  Soma.k  i aUnhomeri  Soma,che  da  tuoi, 

174!  Tauolare,!  far  tauola  J.patto.  Lat.pacifiifintabuUi  redire,  B o c.  l'uà  gran  carauanaéSoinefoptacamelh.Seari- 

fi^uffrari.admbitmreducere.Boc.nelTa.Tbiloeot»  care  le  fonte,  nidi  alTlndiee  acquando  dinciail  tarpa 
efftmionefgfmodeffaccbi  fer  mttarefi  (oftelfoio^  pnortale ^uedi  a Somma  per  U tnòitnuéne 4 


JLfo,Macbitta,Soma,Salma,Carico,Iaearc- 
10,  Scarico,  Tondo,  Grauezza,  Grane, Fa- 
fiio,  Conénfttà  , Sopprefio . Liggicrczz^ , 
Leggicr,Leue.Dipoco  pijà.  Bikncia,lance, 
Statcra,Làra,Qncia,Dramma,Caratco.pe 


I 


1 


0 


Pefo  A 

tyii.&peralUj&ft/igiiUna  i6. 

Somiere,  i quello,  ihe  forti  U fonu.Lat.  afiimt,  mulus,cU 
tetlariiis,»  ueterirnut.B  o c„AlUqual  cofifare,Hea  noi 
fagitoTe,neirtu:bor[ibifognerì  ne  Somiere.  A a i^o- 
fra  un  Somieri  come  te  mene  iufa. 

Salma,  ual  SoMJ.Lat.onuSigeflamenjjreina.P  ■ r. Salma 
Diletteuole,  Faticofa, Grande,  tliggiore,'tlobile.Salme 
Famoje,Care.  laquaU  ogni  Mira  Salma  Di  nowfi  penfier 
dilgombrnallhora.A  a i.  Tipn  hall  tuo  Ugno  la  debita 
Salma.  ^ quando  dinota  il  corpo  mortale,  uedia  i S. 

Sllmeria,foHo  pili  fame  mJieme.Lat.impedtmentaJaracina 
rum  copia.  B o e..4c,orapagnato,0- conmoUa famiglia, 
& con  gran  Salmcria  auanti.  Il  Simfcalco  fatto  ogru  altra 
tofa  fcaricarc,con  la  S almeria  n’andò. Sìuando  il Simf  :al 
co  Ulta  lofi  con  una  gran  Salmeria . 

Carco,d!'  Canco.lat.onut,&  cneratui.  P e t.CarcoCra- 
ue.Etdt lacauoi  mnumerabil Carco. Boc. Gran Cari- 
co.Con  unfuo  Carico  nameò  in  .AUjìandna  i.  con  fuo  nani 
ho  caricato.!' n Legno  Cariiodi  uariemerce.i.pieno. 

Carco.  Lat.  onerata,  onufta.  Pst.  in  fraU  bana  Si  Uue  dì 
fauer  tCerrorfi  Carca  i.piena.Tqane  di  merce  pretufe  Cor 
. ea.'blaiie  Carca  di  ricca  merce  honcHa..Amma,che  di  no 

firn  humaniiate  yefiita  uai  non  comeCaltre  Carca.Boc. 
CaricaTiaue.  BateUra  .LeTauole Cariche . Caricati. 
D A N.Sembi.tiia  Carca  delafua  magre^a. 

Caricare.Lat.  om  rare,grauare.  P e t.Ond'io  foUagir  carco. 
Cofi  carco  { oblio.Mi  rapprefento  Carco  dt  dolore.  L'altro 
era  in  terra  di  mal  pefo  C arco.  Boc.  Fatta  ogni  cofa  com 
ncare.Si  caricò  bene  di  mno.i.empii . 

17 j;  Otm&o.Lataialcarieoaée.AK  i.Iuincitorufiirdelefu 
nelle  Porte  uede.mft  di  gran  preda  Onujìi. 

Incarco.  Lat.  onns.  P e c.Incarco  jdmorof>,Felice  hanrei 
giapofloin  terra  Sìjielìe  membra  noiofe,&  quello  Intar 
co.e'n  rime Sfogo't mio Incarco.iajfanno. Boc. .A lau- 
retta  lo  Intano  pojedeìla  feguente  nouella.  Dan.  On- 
d io  da  gf  Incarnati  mi  f arti.  quando  dinota  il  cor., 

pohunuiu.uedia  1;  1 8. 

SciTCo,& Scarico, è d contrario  di  Carco.  lat.exoneratus . 
P B T.  Leopardo,Ubero  in  felua,o  di  catene  Scarco.  Salen 
do  quafi  un  Pellegrino  Scarco.  Dan.  Co/i  prendemmo 
uia  fu  per  lo  Scarco.ijl  luogo  [caricato. 

Scarìc.imL'nto.  Lat.  oneris  leuamen.  Boc.  I [limano,  che 
fta  Scaricamento  iogm  grane  pefo . 

Scaricare.Lat.  exonerarc.  P e t.S'ìo  credeffi  per  morte  efie- 
re  [carco.  Quando’ l cui  fofie  piu  di  lubbia  [carco.  Boc. 
Scaricar  le  lame.  Facendo  [caricar  le  mercatantieMt  quia 
ui  [caricato  U molte  putre.  Lat.  exoneratut. 

Pondo,  Lat.  ual  pefò.  Pm.  Pondo  Craue,lmmobile . Che 
de  la  uijla  non [offerfe’l  Pondo . 

pondcrofo.Cdr. potens,ualiduiJ'ortit, ual poffente.  S oc. 
Congregò  una  bella,&'  grande, & T'oderojà  hofle.Et  ueg 
gendofi  bella,<^  freftar&  fcntendo[i  gagliarda, tir  Pode- 
rofa.Ma  quante  fien[ante,quantoPoderofe,&  di  quan- 
to ben  piene  U forge  d'amore . 

1 75 » Fafeio.  lat.  fafcii, &fa[ces,erano  U infegnedemagiUrati. 
dr  dinota  pefo,grauexja,&  faflidio.  Pe  t.  Fafcio  .Anti- 
co,Picciol.  OuogmFafcuid  cor  laffò ripone . D’unpicctol 
ramo  un  gran  Fafeio  piega.  Motte  gran  cofeUpiccioiFa- 
fóo  jlringo  ixoUctia,  0 coadunation.  Boc.  Sopra  un  Fa- 
jito  di  paglia.f'n  Falcetto  di  Ugne.  A a 1,  e gran  Fajlelii 


N T I T A 


Pefo 


*39 


Dicbiofe.Fafcie,&Fafciare.uedia  15  jj. 

-Afftfcure . Lat.fajciare,  ual  far  fafeio.  San.  Prima  che  i 
metitor  le  biade  aff'afctno. 

Grauczza,cT  Greuezga.  Lat.graucdo,gramtas,pondus,et 
pondiufculum  U diminutiuo,  ual  pefò  , & per  meta,  mole- 
Jlia,  ima.  P e T.  Ogm  Crauezga  del  Juo  petto  j^mbra. 

Boc.  Craue^ut  2 peufur.La  Crauezga  del  jeenderecet 
del  faUre.i.  moUHia.  L'abate  temendo  di  non  offendere  la  i 

gtouane  perla  troppa  Grauezga , non  [oprati pettoé  là 
jm  ; ma  lei  [oprali  fuo  petto  po]ej.pejò  corporeo. 

Gtiue,& Greue.Lat.grauit.  [uno  del  uerfo,&  (altro  del- 
la proia,fecondo  aUum  pur  fempre  trono  ejiere  ufato  Gra 
ue.nelLfprofa,  & nel  uerfo,  ma  rude  defincntu  l'uno  , & 

(altro  tiS"  ualponderofò,  moUflo,  noiojò , grande.  P e T. 

Grane  AffanHO,Affalto,Core,CordogiioJìannoJ)olore, 
Efiilio,GiogpAxiargo,Penfier,Pondo,Soffir,  Stile,  Felo, 
yiuer.  Cordoglio,  Sonno,  Anima,  Canu,  Colpa,  Gonna, 
Madonna,Offefa,Pena,Salma,SomaJ'ecchiegj;p,  l'ita. 

Catena  ,dr  GrauiAccenti,  Corpi, Oci  hi.i.fuperbi,Penfier, 

Sofpiri,  Fortune,Leggi.i.affreTemprfle,Some,  QuereU. 

E'iPo  doue  dogUojòjÒ'  Grane  borjrggioJ.  afflilto,&  laf 
fò.Et  farà  fuor  del  Grane  giogo,  (*r  ajpro.ijiffopportabim 
U.Poichedel  fuoptacerrm  fe gir  Grane  j.caruo  .Cbe’l 
Re Jòfferfe  con  piu  Grane penaXaffra . Qjiel giorno  ch’io 
lajaai  Graue,&penfofa  MadonnajÀeboU,  cr  me^d  in- 
ferma. Che fpefio  ha  gia’l  mio  cor  racconfolato  Hor  Gra- 
ne ,&  faggia,atlhor  bonefla,dr  bella.i.prudcnte.  D'un  lun 
go,& Grane [onnomirtfue^oi.profondo,dr  poffente. 

Delie  fortune  mie  tome, & fi  Grani  ùgrandi.'Hp  mai  pem 
(ofu  Grane  Qjianto,  idefl  pondero^,&  meUfto.  Si  Gra- 
uemente  i oppreflo,&  di  tal  fòma.i.  grandemente.  Boc- 
La  prefenieopera  haurà  Graue,dr  noiofo  principiod.me- 
flo . Ma  peraò  cbe’l  parlare  della  fecreta  prouidenxA  de 
gli  Iddi)  pare  a molti  duro , & Grane  a comprendereJaiU 
to,& grande.Grauemente  ufferma.i.grandcmeme.'Helle 
dure  cofe,&piu  Grauanti.i.d’importanga.Crauetta.Cra 
netto,  Grampano,  Crauifiimamente . ucdt  alClndice. 

D An.Eth,MaeSinch’itantoGrrtuAlor;chelamen 
targhfafi  forte . Temendo  au’l  mio  dir  li  fu  ffe  Grane . I 
fon  al  tergo  cerchio  de  la  pioua  Etemamaladetta  ,fred- 
da,&  GreueJjioiofa.Co  Grani  àttadtnjcol grande  fluolo, 
idefl  punì  digrauitd^ude  il  Lat  Jiomo  granii . 

Grauolb.  Lat.ponderofui,  onerojus.  P • t.  Grauiffo  Aere.  17 
Grauofa  7{ebbia.  'J<OM,e!r  l'ita.  Grauofi  affamò,  Boc. 

Cofa  Grauofa  a comportare.Grauo[amente.  P h. 

Grauare,ual[aHidire,&  dar  carico.  Lat.  granare, onerare, 
moleflare.  Ptj.  ne  mi  grauan pefi.  Qjiefte  uoà  mefebi- 
ne  T^n  grani  al  mio  fignor.  Boc.  "Ugnuolle  piu  la  don- 
na granare  di  tal [eruigio.di  che  foru  mi  grauarduole.Et 
di  quello  mi priega,eìr  grauaj.dona  carico.  Laqualinfer 
miti  dopo  alquami  é fi  lo  grauò.ijnfermò. 

Aggrauare,  per  calcare,  comare,  annoiare.  Lat.grauare. 
premere , onerare , premere , moleflare.  P e t.  One  non 
ffira  folgore^  indegno  uento  maijcbe  [ aggraue.  Et  per 
che’ l duro  efftliu  piundaggraui . Tcfoierrennon  jìapiu 
cbel'aggraui.V)  Aìi.le^ddemembraibelanotteag-  ’• 
grana.  Elluiuedeatbinarfiperlamone,Cbe(aggra- 
nana  già . 

Difgrauare.  Lapoxonerare.  D a n.Deb  fegiuflitiaj^ pietà  , 
ui  dij^reui  Tojlofi  cbepofjiate  mouer  (ala . 


Mifura 


Pclb  Q^V  A N T I T A 

Trcmrrr.  Lit.HjlgrJUjre, calcare, Prengrrejenerir.P  et.  mi, da  quel  é, che  fu  detto  aue  ,41  fot  io, m che  mia  maJre 

Uciili^r:;Che  Maiona  p ifianJo premtr f'-L'.L'berì>eitc  e eh' ihor lama  S'alleuiù  di  me  «tiJ  tragraiie , 

tforVrega»pur,cbc‘lhclptcghpremafitocchi.  "Hsn  è Stidcrt.Lat.fjT Uax,i}' iyiiip<i>ium,0'  ougida,et trutina, 
maggior  ilduol,percb'altri'lpmua.  lauiiìaima  CUI  mag  i Jlnniento  fòibe  ]i  pija.  bo  c.,4  Oioji  cogliono  le  ueii 

^ior  bue  pTeme.i.iiiipi  dtj'ce  ouit  quiuS  ella  preme  Cti  juo  dette  lanciare  ,itiiuale  tau  dritta  iiadi  rariudea  ctafcuiu 

candido  Ceno  un  uerdc  ccjho.il  mal  ini  preme, & mi^aicn 


candido  feno un  uerde  ccjpo.il  maini  preme, & nu ^ai  en  (iiondo  ihe  ba  m ni ato,  V h 

ta  il  peggio.Et  poca  terra  ilmio  ben  prcmeUuil  ; che  l'a-  iilincii.LatdanxJhilanx.^  aginaè  ilbucodeUalinguclU 
nima  notlraprnnce'ngcmbra.  Fra  iraimlbi’n  dir  tire-  delta  bitamia.fp  librile  è La  biiguelia.  P tr.F'olu  infra 

uc  afeondo,  & premoTipnfia  ludit.  B o c.T^iibauem  IcBilanna  apper.de  ,fT libra,  li n c.  Laquale ton 
digUanchoraCafinoleuatoilpied'mlulcdita.mj  premi  Bilancia  tulle  le  jue  opcratiom  mena  ad  ejfitio.ly  as. 

do  tuttauiaforie . 'Hon  ti  conajii  tu  daieuie,tbcpremen-  Fan  loft  cigolar  le  lor  BiLame.  V feta  digange  già  conte 

dolituttono»ufcirebbetantofugo,chebajlaf>eadunal'al  Bilance, 

fa . L'acqua  jprutfjando  parca  da  lungi  ai  g.ntoutuo , che  Lzncc,Lat.lanx.liel  numero  del  meno  i taJladerafibiloBCia 
d'alcuna  coja  Tremula  mmutamemcgirH-fg^ape,  da  pejarc.  Lai.  lanx,&in  piu.  Lancts,ibe  fono  proprio  le 

(premere . Lai.  exprimcrc.  Dan.  Tctó  quando  piccarda  due  jiodclle  della  bilancia,  P e T.  £f  quefe  dolci  tue  falla 

quello jpreme.  ci  ciance  Librar  con  giujla  Lance . 

Calcare.  Lal.&  deprimere, & comprimere pede . ual  preme-  Oncia.£<>r.  uuc  ta.Ha  duodecima  parte  duna  libbra.Hoc. 
re.  P E x.Vonmente  al  temerario  ardir  dtXerftiCbefo-  Condennuii  prefatori  m dieci  Onde,  lì  a n.£<  forno 
te  per  calcar  inojiriliti.Hor  l'boueduta  fu  per  therba  cbe'lp.elajj'eadOiicia,adQncia.lbì  potrpi  in  cent'anni 
frejea  Calcari  fior.  B o c.  Conaltcgp^diammofetoprom  andar  uu  Oncia . 

poji  dt  lalcare  la  mijcria  della  fortuna . Libbra.£4ti  dodici  Oncie.Boc.F'na  Libbra  dt  galle  digen 

SopprclTo.lat.fupprcf  us.ual  calcato.  D a u.Cbefudapie  giuo.  L'amma  occupata  lungamente  m Libbra  tenne adrf 
diCaionghSoppr,fa.  feffefa.F  i.& quando  fgmfica  monda,  ueàa  1J4  fjr 

1754  Leae,& Lieue,Lat.leur,&lcuis,i cofafiniNpefo,comeilfu  per Uì frgno ccbfe a «éa. 

mo,o  dipolo  ptfi,come piuma, paglia,o [loppa;  fjr  Lene  i hbrare.lat.&  ponderare,trutinare,examinart.ualpefare. 
quello  ih’è  inwHiianie  ,&  ebe  faitimentejimulad'opi-  7>  e t.  i'olte  in  frali- Bilancia  appende, {f  libra,  tirar 
Kon  ,iS-tiile,f<Tuanu,iT  dipoio,onullomomnto,Cf'da  con giuTla  Lance. 

MH . fi  rgb  prtliatofcdc;  &pir  picciolo  ionie  U l'ino, Do  Dramma.  Lat.  dracbma , i pefo  óltre  fropub , onero  di  fei 
lon-.crper  t ggirofacile,  fjr  poto  pallente  c'ualiofo  oboli  jciondai  Greci.  P i r.Et  non  laida, in  me  Dramma, 
aiuirbto,periiucbc  una  lolà  leggiera  ua  piu  lofio  i be  u 1,4  Che  non  fa  foco,  & fiamma . Jivn  hibbeniaiéuc  ro  ua- 

cojj  geiue.^  ponderoja.P  fi. Tiu  Leni  ogiiicffeja.Lim  lor  Dramma, Camilla. ìioc  llmedito  hauendone  al- 
Spirti  Cagion  O che  Leueimgannar  ibi  sapuuraj.faci-  quante  Dramme  ingaggiate.  Ari.  Dramma  del  fuo  do- 
h . Eraautquei,  ch’amorfi  Lene  afferra,  iluanl' 10 joff.  rfi  loie  può  mmutre. 

maifiaue.^ Leut.Dipi  iiifigoair  Lune  alfc>tgl.ulouar  Citlttiuentiquatiro fanno lafine-^dell'oro. Lat  tÓditio, 
co.Ku  iJtede  rajjiradougelia  ilbraiiioilurtc,Hequel  porlio,pari  D A s.C'baueanlre  Caraltidj  mondigki. 
dii  eaualier  nemtio  i Ueuej.m.  n grane  Jiuggier  riffofe  a 
lut,rKÌfiràiitue  Differir  qui  Sla  fugiiaj.facile.  CT  quanu 
dodiUMfra  mcmmcntojiidi a 1465. 

Ltggicr  ,per facile.  Lal.lcuisffaiuii,  P i r.Furdelafede 
mia  non  L ggter pegno.  B o c.  Uggier  CoJa.  uedi  T indice, 
ir  quand.!  pgntfcamouauenioìiedt  a 1494. 
t4ll  ggiare,  ual  alleggerire.  Lal.exonerarefeuare, liberare. 

B o c.  ('alcuna  manimonu  gU  affigge  hanno  molti  mo. 
didi  alleggiar  quella.  Credendofiio  lotalguifilamanife- 
fla  mia  maitntomaaileggiare. F i.D  a vMuontifaràper 
alltggur  la  ma.  talboradalieggiar  la  pena Mof  rana  al 
con  de  peccatori  U àofo . 

Aleggiami  nto.  Lal.leuamenjeuamentum,&  allenameli 
tunì,cjT  leuatto . naie  alicnamento.  Boc.od  quali  fa  Ino 
go  alluno  UUiggiamei.  lo  preSlare . il  pregò  ^r  JlUeg 


M 1 s y B.  jE. 


I7S 


lyjtf 


\(\STA,fn-àfurato.,Arca,Caffa  fianco  fPa» 
ca,  Soppedìano,  Fortiere,  Bigoncia, Sacco, 
Moggio,  Staio,  Siuaria , Bijacaa,  yabgia. 
Bolgia  J'afca,Zamo,y tre.  Braccm^Palmo, 

Spamia,Sommeffo,.Alla.T.cno„Apltnufii 

pitna,tiupimcnio,Co!mo,  BaSianga,  Soffiden-xa,l'atuo, 
yoto.  Sterno,  ,4  noto,  f'ano,lnuano . Tane,  Tarieiipe, 
Sparfi  Sparli.  mifurarc,commenfurare^Mptre,n- 
emptre , inficiare , uacuarc, notare  ,iob»are  ,baflarc, 
éffalcare , fumare , fondere , menomare , agguagliare, 
ffandere,ff>arg;re.ionffatgcre,nuerjiire,gutare,diffutt- 
dere,rifoluere. 


giamento della jua noia. SlututofuocoMbi date ad.4l-  ÌA'irurx.Lat.meufura.eìrhoSloriumè quellolegno  diruta,  1757 


teggiamenlodelmio  f-eddo  Et  Ushauere  nelle  uuf  rie  com 
fógni  luoleefferegràde,4llegguimcnte  di  quelle, &due 
dereeet  il  ricordar  fi  delle  maggiori  aduerfni  m altri  ffuole 
0 dimemicanga , 0 areciare  .AUcggiamento  alle fur.E  r. 
a7Jj  Alleuiamcnco.Ì4fji//eim»tiuS.  iioc.óduifm, 

donòéiiu  .AlUutxmitoddrmfireievgf  ndCinquifuoJìo 
polo  MlleuiamentodeluofnpefoàÀÒpoilparto.Tr. 

,4teMiare,filmtdrfwioibeaiitxgi»re,Lat.exiqyrare,&le  OltnimCuti.Lat.iiBmenfu,pr<lcrm»dum.uedidifopr4, 
uem  reddere.  SPiau.U  nuefUif  carne  atltuviido.  piffcn  Stsùfucucì.lauàmcniutjmniiideraui  ual  fuor  di  mijiira. 

Soc. 


col  qual  fi  rade  la  mifùra  del  grauo/i  et  altro  quando  è col 
ma.  P I T.  Fuor  di  Mifura.  Lat.  immcii[ui,prttcr  modi. 
Gente  altra  Mifura  altera.!,  fuor  di  mifura . il  uago  lume 
tUra  Mifura  ardea . Mifurata  ulllegreiza  i.  moderata . 
Mifkratamente,  B o c.  Sen-ga  modo , dr  Seugq  Mifura. 
Latjrnmoduee&mmodcrate.Ohra  Utjura.  Molto  Mtfu 
ratamente  parlare.Lat. moderate. 


ì 


Mifur»  Q^V  A N T 1 T A Mifura  140 

® o c.  Smijiirjto  Untore . SmifuMte  Coricfie . ^caf»  Moggio.  Lat.moàwn^  mifura,che  cotakneinfe  piu  mifu 
$niifurutamtme  deUa  fua  bilieija.Et  tftu  pjntr  là  Sitò  re,  6 oc.  Le  dirai  ut  prona , thè  io  le  uoglto  mille  Moggia 

furatamenupiaceniogluV  il.ComechiStmfurataiaen  di  quel  bene  da  impegnare. 

te  uolej.imnuderate . Staio.  iMModm^  lojlaro.  D a N.£t  Calli,  & qua  tb'ar 

Mifura  re.Latjuetiri.  P e t.  lodi  1 mia  danni  a nàfurar  con  rojfanper  lo  Staio . 

gli  oecbt.yomlUrandoipafii  tardi, & lenii.  Giouam;&  Zaino . Lat.  pera  pafloralit,i  certa  bi faccia  jcbeufanoipa 
imjurate  il  tempo  largo.  Boc.  Et  gli  altri  éfetri  con  gU  flon  fatta  dipelledipecorafi^altroammale.  Kki-Fu 

loromifurare . Gli  anni  delmiomarttofimotroppi,fe  con  fuo  capate  Zaino  en^e  ambo  T.Tercheuiuentenòmi 

mieifimifHrano.  'Nonbautndobenelefueforzeconral  dieJeHnainof'uòtoTgliilZaaio,eciocheuitiendrento, 
trui  Meniate . \tK.Lauuterutrii.è  la  pelle  della  ladra, 0 lontra  animale, 

Commenjurare.Lat.fimul  metiri,commetiri dal  uabo  còmen  che  uiue  in  acqua, & di  montone,  ty  anche  d'altre  bejiie, 

tm,ns,  enfus,fum.  D ah.  Ma  nel  lommenfurare  de  nom  che  chiufo , tir  fatto  in  foggia  di  fuco,ui  fi  pone  dentro  0- 

Bri  gaggi  Col  meno  i parte  di  noftra  letitia . lio,pegoL,  acqua , & fimili.  Ari.  Hauea  feto  recalo  un 

BigonciiJja.congiut,i.uinimenfura,aquadiBacfl,laBi~  ('tre  uoto.'PrtfojCr  legato  in  quello  y tre  rimane, 

goncia  quafidne  con^ . i certa  mifura , ufato  daDau.  Bifatdc, /bi»  due  fatcbemfieme,  che  fi  ufàno  ari  caualeart 
T roppo  farebbe  largala  Bigoncia . che  alcuni  le  dimandano  Bolge, & Latiulgt^nanàcnjio- 

Cz((i.Lit.capfa,&arca.  Boc.  Ct^a,Cafte,Caf}etta,Caf-  cult,uel  hippopera.  pere, & perule  il  damnutiuo.  Boc. 

fettma,Cafioueaieé  alt  Indice.  Ch'ale  una  per  fona  non  toccajje  te'cofe  Jue,  tp-  ^lalmen- 

Atcì.Lat.  P i t.Di  qua  da  lui,cbe  fece  lagrand'arca.Boc.  Ulefue  Btlàccie,perciochein  quelle  erano  le  cofefacreM 
per  lo  cadere  delt  Arca  dubitò  fine . yn'A  rea  non  tropm  la  prima  cola  che  uenne  hr  prefa  per  cercare  fu  la  Bipu.- 

pò  grande,  yenutt  all'Arca  dentro  «rii  miféro.  D * n,  £ damila  quale  era  la  penna . 

buoi  trahendot Arca  fonia  .Che  non  cur afte  di  mtìter  in  Valigia  Lat.eoryciumaiduanticaA.&pera,èdoue  fi  porta  vj6o 
Arca.CbetArcatrafmutòdi  uillamuilla.&quandofi.  ipanm,o  ftmilcofequando  ftcaualca,ouainuiaggiopm 

gnifica  la  fipoltura,  uedi  a 1611.  grande  della  Biptccia.  Boc.  'Perche  riueBitofi  de  pannt 

1758  Banco,uallcdia,&pattcadiceilThofco.Lat.fcamnum  hn  Jkoi,che  nella  y aligia  erano.  Io j^uenuto  a ricbiamamU 

gum,Omd.AmefocotolmfcamnosconfidiereloH^mot  diluid'una  yabgiaJaqualeeglim’hainmlata.Etpofto- 
erat.cS-  fcabellum.  Boc.  Entrò  fitto  il  Banco  doue  il  giu  uifu  due  y aligie  forfè  piene  à paglia . 

écetcneua  i piedi.  Qjiàdo  fedeuano  a Banco  della  rogwa;.  Spanna, Palmo', 5 onuneflb^òao  mufurejcbe  fi  fanno  (M 
D A H.Qjfandofcendeannelfior  di  Banco  in  Banco.  mano.uedia  1479. 

Panca,iui  banca.  Lat.fcamnnm,&  fcabellum.  Boc.  Ilqua  Alla,^  uoceInglefi,che  naie  mifura  é due  braccia  alla  Fm- 
le fatta diprefente una bellaTaneauenire.Etfattifiuicim  *entma.T>  AU.EtuenmmoadAntto,cbebeHCÌnqu’Al 

ni  alle  Tanche Jipra  lequat  mefier  lo  giudice  fedea.Et  p«  le  Senga  la  tefla  ufaa  fuor  de  la  grotta, 

uedere  me,  tir  la  miafamigfta  dormire  fuper  le  Tanche.  Parte,  foB.  IM.pan , regfo  ornamenta.  P E T.  yna  Torte, 

Marco  Cario  da  gli  ambafeiatori  di 'Pirro  efiere  flato  tro  Mille ftma,  trilla,  SeUa,  Giufla,  Beata,ùiuina,Ottima, 

uatofipra unarufiicaTanchettafiderealfnocoi&man  Migùore, Iniqua,Odiofa, Scacciata,  Minor,Tal,Gran, 

giare  in  fcodàla  di  Ugno.  E ».  Torti  Elìrtme . Io  nonfo  fi  le  Tarli  fkran  Tari.  Quattro 

Scanno.  Lat.feamnum,fubfelUum.&fuppedanenm,&  fca-  Torte  del moHdo.Tranquille,Belle,Supeme,SignorU,Sa» 
bellum  d diminutiuo . naie  fìdia,  & meta. per  lo  dominio.  te,Mille,MolteJ)imilleTartitana.  D’mgegnopo^  ta  oc 

Bo  c.Difiderofoédareafe,&afuàftmileScanno.Tn.  cordar  leTariU.  le  diffirenge.  Dall  altra  Torte.  Boc. 
Dan.  yenni  qua  giu  dal  mio  beato  Scanno . Cofi  dmerfi  aedi  t InJice.&  quamto  luogo  dmota,uedi  «1051. 

Scannim  noflra ulta Rendon  doUe  barmonia tra  quefle  PtnèinuecedimentrefiinqueUomezp.Lu.donecàtemm, 
rote.Hor  tu  chiii,che  uuà  federe  aScannoTergfudicar  interea,quoufque.D  ah. Torte  fen  già,  tp- io  dietro^ 

da  lunge  mille  miglia . andana.  B o c.Tarte  ciré  lo  fcolare  queflo  ditea  la  mifira 

Forziere.  Lat.capfa.  B o c.yna  guamacciadi  uno  fho  Tot  donna  fèmprepùngea  continouo.Tarie  ebe't  lume  teneua 

ttfert  trofie. Quel  f orrore  jche  la  fortuna  gli  tolji.'HglC  u Bruno, che  la  Battaglia  de  topi,&  delle  gatte  dipingeua. 

no  à quelli  For^ri.  Et  quella  lettra^he  tu  mandata  ha  Pirte,per  laportme.Lat.portioj&pan.  B o c.Et  darti  U 
uenijratta  duna  Forgerino.  L a . Tane  di  do  che  tu  rifcoterai,che  conueneuole  fio . 

Soppidiino.Lat.fuppedaneum.idbanco ,cbe fladinanxi  Paxtcperlafattìone,opartiaUtà.Lat.fafIio. Boc. Terào- 
al  letto  de  mllani.  Boc.  La  Belcolore  andatafene  al  fuo  che  di  Torte  aduerfa  alla  fiuterà  U caualiere , 

Soppidiano  traffene  il  Tabarro.  Parteggiani , fono  quelli  che  mantengono  le  farti . uedi 

VJJ9  Sicco.Latfactus.&facculus,&làccellufUdimLloculut,  <717. 

pera,&  montica. nel  numero  dà  piu  fa  Sacca.  T 1 rXa-  T0ieggiare,ual  lenir  partififattioni.  Iat.fa3iofium  eflefiu 
uara  Babilonia  ha  colmo  il  Sacco  D’ira  di  Dio,  & de  uitu  fiditiofiim.D  AH.  Et  un  Marcel  diuenta  ogniuillano, 

ampi,  & rei.  B oc.  Ma  fe  gli  piacefte  fuo  Sacco  le  donaf-  Che  parteggiano  mene.  Ari.  Che  ne  in  fatto,  ne  in  detti 

fé , & hauefie  quella  co  fa . Reeaiofi  il  fuo  Sacco  in  collo . alcun  parteggi . 

Sciolfi  il  fuo  Sacchetto.  Etgittouui  fufònnacaneuaccia  Pirte,  aduer.  Lat.partim  ulterms,preterea,t!r  tum.  P ST.  If6i 
iunSatcone.  Por  tonano  il  pane  nelle  mag^  ,e'luino  Si/hebegfi  occhi  lagrimauanTarteJ.  inquaUheTane. 
nelle  Sacca . Et  Tane  dtuucor  fàggio  foffnrandoX  oltra  di  do.  Lat.  ti. 

lnfaccareiporreinfacco.Latjngertrtmfaceulnm.D  AH.  Maficoi'hnomtalhorìthe  piange,  & Tane  yedecofii. 
(be'lmal  deS’uniwtt'otutto^aua.  Étparteadberadborfiuolg/ta  tergo.F^mirautr  me; 


Milùra  Q^V  A N 

PjrW  fluirà . Di  che  Ufvgio'l  mio  ben , & Varie  ìhoI- 
m.  Tarn,  ùrefi  m batUgUa,  Vane  «i  tiji,Varteferui  da 
fkngimi  iifati. 

pi  Tua  Parte/)  da  mia  parte. Lai.  nomine  f io,  mco  nomine, 


T I T A Mifura 

bkfceUi,&  di  uerdt  fiondi  Hipiene..Akfiandrt  di  mirabile 
allegre%pi[u  Ripieno.  Et  cefi  in  mam.0  é due  ètte  fu  tot 
ta  Ripiena  t' megia.  Le  poltic,^  ornate  camere, compiuta 
mente  Ripiene  di  ciò,tbe  a iomera  {appartiene. 


naie  a juo,oa  mio  nume.  B o c.  MarauigUoJidnmmiha  EmpimcntD  Lat-implemcntuni.  hoc  uiutfitadotb'Einm 
da  fua  Vane  proferii.  Et  li  it  pregherai  da  mia  Vane,  pimento  à fiorini  nella  fua  mano  iiedoucfie  proiedere. 

fct  U piaccia  é uenir  da  me.pt  pregogh da  parte  é tutte.  Empire.  Lat.  fariireimpUic.  V i *.  Impleuitq;  meropaie~ 

Con  mèamO/o  tmtm  4/^  om»ute%  À 1 'TEeO  al»  f'oamv.  • À»È»  .7.  1 t ii 


Ettrouatamejfer  Calfariuoda  Vane  é Currado  diti- 
gentemcnie  il  pregò. 

Da  Partc.i.  da  banda . Lat.fcorfum.  B o c.Tirato  Virro 
da  Varie  l’ambafitata  gli  fece. 

)n  parte, «ai  tata!  moda.Lat.hi:  ubiatal  adeofaliter,  et  par 
tim.  V ir.  .Antri  tre  dt  creata  era  alma  In  parte  Da  por 
fua  cura  miofe altcrcyù- nouea.in  tal  modoabepoteua 
forre  fua  cura  in  lofi  alte  ,&  marauigltofe , Hur  ecco  in 


ram  Ttt.Maper  empir  la  tua  giouanil  uogha . "Èlgihi 
gli  empia  é fj>enm,tà-  di  duol  lotnu.  Tutto'l  cor  é dolte^ 
tra,  & iamorCcmpie.  de  {arme  empii  lo  fiieco.  Jol 
delfuo  nome  yò  empiendo  l'aere.  "bCempteffi'l  nel  di  fia^ 
morofijlridi  Di  pranza  m'empiete, irdidefire.  tfco», 
fion  il  bojio  de  gU  ombrofi  mirti.  B oc.  Il  grembo  di  pie., 
tre  empii. Empiutagli  riafcofaiuéte  ta  man  di  dauanj'na 
_ . graneoppatomanUi,ib’empiutafoffediuiuo. 

Tane  le  queflioui  mie  nour.i.m  àmfiioufi  lue  ouer  da  lau  Riempire.  Ut.  reptere.  B o c.  fatto  tl  bottiuae  riempire  dì  n(  j 
to,  Et  fe'l  minor  In  parte  d’AlcfiandroJ. in  queito.  Ver  queUomedefimoumo.Surfe  un  tempo  fieriffimo,&tempe  * ^ 
feolpirla  tmaginandu  In  parte  Onde  mai  ne  perfarg^  ; ne  iìofo,ilquale  U cielo  dinuuoli,  & il  mare  é tipeliufiuétai 

per  arte  .Mofiò  fàràaan  luogo.  Da  fi  fiefio  fuggendo  arrir  riempii.  Cotefio  tuo  pochetio  di  utfo  rieptcndo/odtcìtjbe. 

ua  Inpane,Cbefa  ucndetta  uedi  a pfi.  La  eonfortarono,&  di  buona fperanza  la  nempitrano . 

A parte  a parte.wai  del  tuttofi  in  ciaf  cuna  parte.Lat.par  Impigliai  e, per  empire.Latmiple  refilrcumplae.Ù  a n.(  è« 
tlculalim,&mibratim,omnieparte.P  n.Clxm’arde,  difigbartaiCmipmiimfiglt*. 
eftrem  daino  A parte  a parte.  Cb',A  parte  a parte  ai.  Colmo  det loda  culmine.Ut.er  culmns,&  culmusd. fiumi 
irò  a beghocibi  leggo . Et  ho  cerco  foli  mondo  U parte  a ti  calamut  a colenda  Jidui.i  ta  fomnnt.i.  onde  fi  due  la  co 

partea.da  ogm  banda.i.huc,^-  illue, (Srubique,  fai  in  Colmo  .i.  infitto  Joucla  può  andare.  P k i.  fauara 

Partt  dpe.Li/  particeps.  B o r Jo  uogliomfino  ad  bora  thè  Rabiioma  ha  (oblio  il  facco.Vafia  la  nane  mia  Colma  d a. 

uoiJiate,VaniCipeditutlelemicperdunamcr,tirdiquiu  bUo  hoc.  In  fui  Colma  dei  quale  era  un  palagli  tira 
Tater  nolfn  io  dirò.  Mi  fece  Vartecipc  delle  fue  finip,  reti  li  Vadigboni  mojirano  1 Colmi  loro.  Albarelb  di  Ultvita- 

quie.EtionluroaccordatofiVamtipidiMUHerodilpodc  riCoìmi,  S n u. Conti  fatchiCobmdicaccia. 
reéUafmo.PlJ.OdelmiomlUVarteiipe,eprefiigp.  Colmtre.nal  empire  infino  al  colmo.Ut. comare  fidfummi 
Pieno.  Ut  plcnHs,Teferm,confertUi,c<mpletui,rcdundàs,  implere.  PtT.Vcr  cdmarmìdi  doglia,  & é defne . Jìa 

aJfiues,iMmuUtus,mmuacuvualabbondaate,coim!i>ànT  fbigfiempia  dtfbeme.&édmÀcobm. 
gombrato,omato.  P e t.  Vien di  paura.  Didolcejpp.  pi  BafUreibauerafufiuienzaquafiherifiare.Lat.fugicerefit 
uaghczzf.  Oi  Merauiglifi.  D'fii'i  tto.  Di  Dcfir.  Di  Veti.  fotU  rfie.  Vtr.  Rafia  ben  lauto  ;cp  aUro  fiironnim  hoUL 


ficr.Di  uergogna.  Di  fauilte.  fiaurei  Vien  Thfltfi  Ratro. 
llgtorm  Viendi  mmutefieUe.Taaita  dolcezgia  haueaVti 
l'acre  luento.VicHoera'l  mondo  dtfuot  honor  perfetti  U 
bella  bocca angebeaà perle. Vun a , & dirofii,  ipcdofiolif 
parole. yua  Vicna  defafiidiMantme  beate  Vurnedimarf 
mgUa,iS-  di  Vietate,  yaite  di  Luficnti  Viena.  ydn  T/etifi 
dtuento.  B <1  c.Il  SeotbumtVtcu  iacquaCen  udite  Vie- 
ne di  preunfi  uim.Voi  eh' ogm  parte  era  VienaJìjianii  ha 
buariperadictro  di  famiglia  Vieni  rtmaferaumuLEficn 
do  già  il  mare  tutto  Tieno  di  menaiamie , che  notauano. 
Tiaceuolegiouane,cìrVunoé motti.  Efieadoognifofit 


Tip  bafia  benfib'amorjortuna,  & morie  Mi  fanno guer 
ra.Cr  non  le  bafiafie  il  dolor  foto.  BafU  dunque' l de  fio  fin» 
na  I b'iu  dica.ffalliche fi  ritroui  in  mezp'l  campo  Che  ba 
fio  ben  n mille  abre  uende/te.  S oc.  lenza  uoler  piu  do- 
nerà bafiare.Ma  non  bafiandogbegU,&  fimi  compagni 
diuenutl  riicbifiimi.  Abe  quali  non  ballano  le  ime  lagri- 
me, U fiqneme  notte  non  ti  baflarebbe . Bafliii  adunque 
queflo.  Dan.  Lo  fondo  iiupofi;  che  non  ci  bafia  Locoé 
ueder.  Ufefinrza  laqual  ben farnonbafta . Ma  Verebe 
poi  II  baffi  pur  la  mfla.  Et  qutfio  bafìi  della  pruna  ualle. 
Bafluii& batti  a terra  le  ulcague . 


^9  a tu*  ^ e,  9,  . a a a»  un  f P**  vi»  ^ 

Tiena di ncue.Ei ricoucikirfi VienamemecolluoTehal-  Scetno,dafemu.lM.diimnuiM.iunitai,&i»imiio ualdi-  1764 

Ae>  ! rr\9utntutjtm»^f*.AÌiatu‘».mifit»f»  1 At  r.otaa  CttAt^num  ZT*  : j i>.  ^ 


doj.coinpiutamemefi  interamente.  Ut.fatti Jùperque.Et 
fofì.  SduclCacqua,ibefoprabbòdauaalVtenodcllefoateà. 
nel  luogo  pieno. 

A pieno.  iaiMberlim,abunde,làiisfidplenumjial  interom 
mente  fi  compimento  fi  a pifficienza.  P e T.fi/r  fi  pobeaa 
noi,  non  far  fi  U pieno , yerri'l  maelìn,cbe  dàlcnua  ik 
pieno. B O C.  T^n  baueudo  a pieno  cvfitl  firn  depdtrio far 


rmnulume,rr efier manco deil'mtegro.Vtr.ludif,  Che 
fe'i  folle  amatordelcapo  Scemo . D unbcldiammitc  qua- 
droa^TVon  mai  Scemo,  Trouo'l  gran  foco  de  la  meateSca 
mo.E'l  mio  del  miofptrar  fallace  fi  Si  cmo.  Cbe  per  cantar 
ba'lfioriefuoiéScemo.EtleSceuuta  mia défìrt^aut 
forxa.QjndeCbofhlt  honor  Caiu  noueliaT^pn  Scemai» 
congfi  occhi  a tutti  piacque , 


nua.0  fin  foiolatriHa  uua^amara  dimoflri^  pieno . Al  Scicmo.  LatÀiminututfiaiuuifinanitfialmancamentodi 
puHVopohraccontòUreueUuonefattqgfiperlabocca  eeru.lfi,.B  oc.  frate  AO>enocimoUxmiontineme,cbe 
lUlfitngelo  CabrulloUgranpopolomprcfcttza  di  tutto  cofkifeniiua  del  Scicmoa.ibe  era  poco  fauta  Lat  ctnbro 
jlpc.pohUKSJoiumpoffi>ritrardituuiApKno.  frCbecfiihidiStiemoneUafedefiniifkcninriBefcmu 
lUpicno/»i<.  Utfieplttus.  B o C.Habbi  per  certo/Ixegli  . rn.Dau  Gemefeder  propinqua  a quello  Scemo  J.  deut 
nonuifioppanealtroaipieao,ibeia(ame foladi  due  nuncauadluogo,doinelfiaejMpr*eipui 
_ &0(fSMcbknLLu.&adie.EraAdatoluopdiuarq^^  Scemarej(srScicmare.iiifimancare,d'  ^re,&amho£, 

wdere. 


Mifura 


Q^V  A N T I T A 


Gratult'zza 


*41 


^^6i 


i^re.  UÀmunmre,mamre^Mnarr^fiurf,iHàdcrr,  Cuure^fnffjndere.Ut.eg'uuderr.  B o c.  Comimiòatit- 
dmere^CMugtrt,fcparare.T  t -t.Teiaade lorjéaathor  tarUgrme.UqHal  fmana  «.ttaMtant'acma . ^ 

tffojanbbcUifcmirnoliniuBl.Mafttricjicmafuclo  DtffkniUre.latftrJpaiidenJM  Jiffkndere.pTT.Eiito/lri 
ite  parlando.^  Jutm  no  crefce’lnermSuvu.Sitmido  bonmmmierbne  Diffhfi.noc.Io  [etmmconDtffHro 

U niuu,iht  Ijeagir  prrfto.h  o c.^ fermate  frate  cipol  fèmoae  le  jke  earolr.  S a k.  UUuaa  imita  fidiffimde  in 

la, we  quanto  ejujucmauano  affare  quefte  croci,  tàio  piu  apene,&  larghe  pianure . 

creJceuanoKlia  caffctta.Tìjjn  faemata^a  molto  crtliiu  yerfare.Lat.iial fendere.  P e ■t.Cuna  piaga  arde , & uerfa 
tanbaurcbbeUJuaiiergogna.D  A t(.Lafe fra  compagnia  foco,&ftamma.Vonde,cbegliocthitrifliiierfanrempre. 

i^uejijce^.l  fr  duade  da  femit  Lai. che  ual ia  miti . Terch’io  tante  uerfai  lagrime e'mhioHro . a cbepiu  uerfi 

5u^re,pcrfcaiiare,opermàcare.Laut  mcidcrejiuiiertt  Da gU occhi trifri un  dolorojo fiume I Hor  uersom una  0- 

jMrabere.  P e t.  Quanto  del  nero  bonor  natura  jcindi,  gnifua  Largitale.  Boc.  Commab  a uerfare  tante  Ugn. 
tutm^  I accorger  Hoflrofctfloj.éuifotda  fiindo  me.yerfata  la  terra,  per  una  gua fradetta  itaequa  yerfa 

DiJaUare.LatMcfalcare/ledMcere,fubtrahere.pcrjcemare,  taM  uerfiiogb  [opra  una  loujglia. 

mancare  ,&  togltereMcà  a 166  r.  Rinerjàre.  Lat.  reuertere,  reuoìuere,  i onuertere,extendcre. 

Vo  to  jMi  uacuo.Latjmcuus,expers.inaiiii.T  e t.£<  roto,  P et.  Onde  cù  ,&  notte  fi  riuerfa . Ben  ihe'n  lamenti  il 

et^ddo  Intdo,  IH  cb  ella  giacque . Come  fu  ilprimo  non  duo!  non  fi  riuerfi.  B o c.  Ut  tauola.fopra  iaquaie  Lan- 

dmfiuiia  yoto.yotoirergmuator,piend’ogrii  orgogbo.In  dolfb  era  riuerfato  andò  jòttoronJe,  Mefiofi  m dolio  un 

megp  Ijoro  hombilmeme  yoio.Con  jlragon  lafaerà  yo  ffeUtccton  .Arrouefibio . 

ta  LJifagna.Tienafi  i bumiltà  yota  £orgogUo.Sue  prò-  Hijoluerefer  nuerfare.  Lat.rejòluerejtquefcere.  P e 
tvfi  e di  je, come  firn  yote.  Boc.  Lemure  yote  della  no-  <T acqua, che  per  gU  occhi  fi  rijòlua.yrta  nubbe  lontanami 

ftrocittà.O quantibabitaririniafer yoliJ.doimcllia. La  ’ ' > • - r. 

nofrra  città  qua  fi  yota  dbabitaton.  LatJnquiltm.D  a n. 

S'elle  non  fian  di  lunga  gratta  youà.priue. 

SoltOjO  ^cioitOgetfciollareperrouinare,aptire.  yo.calabre 
fedeltà  dal  nerbo  faogltère,et  naie  rarefano, non  fretto. 

Ètti  COdÉitfìltn  ^ tìtrrvOMntuu  •/  ^ ^ - 7 


difpiacqiiefraqual  temo,  ebe’n  pianto  fi  rifiline  ; nel  modo 
inditattuo  in  ucce  del Jòggiunto , 


GB.UVJDZZZ.A, 

Randezza . .Altexxa  > .Ampiexxft  > Lun- 
ghezxaJairghexza,Maggioramca,Loma- 
nanxA,  Diflanza,  Grofiezza,  Spaiio.Cam- 
po,Uria,Lato,Tiano,lnterfimo,lnteruallo. 
Grande  Mole,Maggiore,  Maggio,  Magno, 


l^66 


lù  còdenfato,ee  i proprio  quido  il  ferro  m alcuna  parte  nò 
e ben  còdenfato,  e ftdoana  la  fila  dètro  da  je  unno, e però  fi 
dice  neltanne  lajjòltafinde  infiiUare  ual  far  uamjet  infra 

bile,  fi  come  il  balefrriere  ditnngandofi  dal  bersaglio  piu  

thè  importa  il  fuobaiefrroUcolpo , chetraheinfMai.in.  Mafrimo,Unipio,Spatìòfi^lto%ngo,  Largo,  OiHàtè, 

uantfee.  Dan.  Efe  mifena^ejio  luogo  Sullo.  Cofi  la  mia  lontano,CroJlo,Mirabile,lMegabilefrncredibile,  Intenfo, 

durerai  fatta  SolUJ.molie.Terebelafugal’ioidtral-  DiOittle,Crefrente.-pezxo,Fettaj:ruflo,Brano,  Chiappa, 

AuotodMlindarnoiòmuanoMeéaópj.  (tromfoUa.  Scbeggia.coa  gbfiioi  nerbi, &deriuatL 

In  uzao,!iefrg,,oiialiuttameHle,&kacitojiedia69q.  Crindcizi.Lat.magniiudo,paiidaas,nafritas,moUs,  im-  Ij6l 
hottotopri.Lai.furfnmdeorfum,&furfumnerfiiiretro^  mamtas, prop.& meta.  Boc.  La  Grandezza  dell  ani- 

Jic  Cicero.!  jmierfoordine.ual  alla  rmerfa.  Pbt.  Et  fm-  mofim.La  Grandezza  de  maU.yna  Botta  dimarauiiUo, 

net  mondo  Sottofoprauolto.  fafirandezza. 

Sozzopra. ilmed^imoth  Ijòttofrpra.  A R iMandritardo  Grande.  Lat.&magnns,lenormisjtnmenfiisdngen3aiafiut 
e Badomome  fim  tutti  Sog^ppr aX'Jfercilo  chriftian  mofSo  ut  aquor.  abfonus  ut  clamor,  comentut  ut  nox,  grallato- 

atumulto  Sozzopranajenzafapereilfatto.Slauanco»  *intutgreffuiinrnodicuiutlàido,iimHams,&bocitH- 
gran  tbefòr  quutt  Sozzopra.  turpis  ut  crudeli!,  iufius  ut  amor,  luculentui  ut 

Spargpre,&Spaitdere.Utfargere,pandere,  expandere/x  tmltus/upremusutiupiter.  tetricus  ut  peBcn . uacuusut 
difrendere.  P e t.  Qm«o  rnalperlo  atrium.P  • t.  Grand:.Albergo,-4ltide„Atride,.Augkfio, 
mrnlaboggifiiljrandeJluantopiu  difioftfali  fando.Che  ,Amtco,.Alt,  Mcafrlonorefriuom.  yedi  quel  Grande'l- 
farga  l fartgue,&.  uenda  C alma  a prezzo.  Chele  lagrime-  qual  ogni  huomo  bonor  a .CheiuapoientiafiaTqeleielfi 
miefijfiarganfole . E quando'l  uemo  farge  le  pruine.  Le  Grónde,  come  fi  ragiona.  Difio  Gride. Grandi  SàptoniEr 

thio’iujeqiiabellajpargeafidotceinente.spargendoater  rori.Boc.Grande,Graiutuello,Cràdifìimofiràdemenie.  ■ 
rate  pie  chiome  ecceljé.-Peribefarger  al  cietfifejjopre.  Crm,plu.&ftn.mafcu.  &fern.  Ut.grandis.  Tet.  Graie 
ghtiSfargi  con  le  tue  man  le  chiome  al  uento.Terlagri-  Bijègno . Caldo,  Cagion , Corfit,  Danno  fi* firn,  Defitrejii, 

me  ehm  Ibann .,  ri.'..-.  i /..  offoorto  .Dolore , Duol , Fafeio , Filifleo,  Paco,  Folgore, 

freddo,Ptutto, Giorno, Ciour,Greco,Lauro,  Lume,  lume 
Romano.lMme  lattno.Maie.  Maefiro  d'amore . Mttndau 
le,Miracolo, Ti^mico,  Tqjdo,  'Piacer, ‘Pianto,Platonico, 
Tluimo,Pregio,RifchioJlomore,Safio,Seruigio,  Subbio, 
Succejfìre,TempQfrrttoliuio,Torto,y ecibto.yeccbto  mau 
ro,y eneno,yiJggio.C-  ntlfem.Gran  Colpa, totonna,Fa 

tica,Fortuua,CiufHaa, Gloria, GuerraXuee.Madreanti 
co.  Marauiglia, Paura,  Peru,Tuneta,Wpggia,Profpe- 
Titd,Speranza,TemeHza,Torre,Turba,yendetta,yirtK,  c 
Cofejlrep,Cienate{H£tttt.l  duogri  Terfi,'Poggi,Sattt,- 

au 


me  eh  tofargo  a mille  a mille.  Ch'una  treccia  nuoUa,  ^ 
t altra  Sparja.  Sparfi;Bitne,ChiomeJR.ofeyefligu,FrÌdi 
a terra.  Sparfi  Sofirifr.'efrigi,Capei,PafSi,  Fiori.  Sparfo 
Lembo, Cenere.  L’arme  Bimane  furatt^rjt.  Gli  Idoli  fiu 
ranno  a terra  farfi.  L’acqua  nel  mio  mi  jjrarfe.  Spana  la 
mortai gomu.Sparte  F ronde frTreccie,FortuneJparti  ye 
lem . quanti  uerfi  Ho  già  farti  al  mio  tempo.  Boc.  uedi 
nlClndice.D  A s.CbeJfiandeJt  parlar  fi  largo  fiume. 

C of^ere,  ual  in  diuerfe  panifargo^a  con. et  fargo.  Lat. 
‘bfergere.P  e T.ElunagmilorfonfiCifparte.  Cbe'nun 
fletto  ogmfiella  cofpnfeddiffiane,&ad  uno  éfìife . 


Gnndezza  A N T I T A Picciolczza 

Maggiore.tiif.wj/ur.c’rmjw.l’  E T.Miggior  Bc>k,Fo.  no,a  Brano.  A r i.  Co  i dentila flrauiaua  a Brano,  a Bra 

co.  Furore,  Grido,  Tane,  Taura , Salma, òa^^io.  Sfar-  nu.i  a pezzo  t pezzo.  Lat.  numbratim . 

■fo , fTupo , Catena , Ombra,  Forza,  tuie . Hon  è muto-  Frufto . Lat.  ual  pezzfl , o boicone.  U a m.  Mendicando 
re , ne  .Vlagjior.f'ia  .Maxtor  .Tuttii  Mapgior.b  oc.  fuauitaa  Frujioa  Frujio  ,tieitaboccamdi  pane.idejt 


0 in  tutto  ,0  in  Ma^or  parte . Maggior  Coja.  Mag- 
gior Fatica  del  mondo . Dal  Maggiore  al  minore . Mag- 
gioriMab*  Miime , Maggioihicnte  . & in  uece  di  su- 
periore . ucdi  at^cJ, 

Maggioranza ftr  la  fuperiorìià . ucéat^oj . 

1768  Maggio,  (n  ueee  di  Maggiore  .Lat.  maior.  D a w.  Tro- 
ttammo Cabro  afiai  piu  fiero,  Maggio.  Teribenan 
gli  uedrem  minor  ne  Maggi . gf-  Maggio  per  lo  meje . ue- 
diaj^j. 

Migao,pergrande,&famofi>,uedi  fottoaGiouea  jpS . 

Mole".  Lat, moles  ,ftgmjica  co  fa  grande, &é  gran  ptfo, 
come  grande  edificio  ;dr  meta,  per  tofa  diffiilte.  Ari. 
Imita  tjuafi  la  fuperba  Mote,  Che  fe  .Ariano a l’onda 


fruJliUatmt. 


VìCClOLZZZ-4. 


. Iccioiczza , Cortezza , Strettezza . Tic- 
1^,  (loto , Ticiin  , Targate  no , .Angujìo , Mi- 
|j  nore , Corto , Breue , Stretto , Diftretto  , 
Kisiretto,  Conjiretto , Mimmo,  Mefehino, 

Trito. con fuoidertuati, puerili.  . 

l'icciolczza,o  TttcoUzfa.  Lat,paruitas,breuttas.  hoc.  i-jjo 
falciamo  Jiare  le  cafielia,  cheftnuli  erano  mila  loro  Tu-. 
eudezzaaSa  eutÒM' mgegnaua  trapaffare  tgiomia  me 
nella toroTiceiolezza grauofi. F t. 


Tiberina  . Taccia  qualunque  le  mtrabd  [ette  Moli  del  Picciolo.  Lat.  parut,& paruulus  il  diminuttuo.uefcus. 


mondo  in  tanta  gloria  mette . 

Pezzo,  CrTez^  ,quandodinota quantità. Lat.pars,Tarm 
ticula  ,fruftulum , buccea , eSr  buccella . jrujlum , fragm 
mentum , & iugera  la  pczga  delta  terra.  Hoc.  Et  pre- 
ftamenteperuna  Tezja eb drappo  dt  feta  la  mandò.  Lat. 
inuolucrum  ,fertcum.  Et  datile  un  Teg;zo  di  carne  fa- 
lata la  mandò  con  pio  . Che  ti  potè  nano  coji  ben  marita- 
re in  cafa  de  conti  Cuté  con  un  Tezzo  dtpane.i  per  poto. 
Lat.frufiofiu  fruflulo  panis.  Che  non  grida ffe , sella  non 
uolefie  ; che  egli  fofie  tagtiato  a Terzi  • & quando  tem- 
po dinota.  uedtmSi. 

Fetta.  Lat.  fruflrum,parti(ula.  è cofaflrettazir  fonile  qua 
fi  fejia,  & è differente  dal  pezzo  »l  quanto  cheèpiugrof 
fo,&  non  lungo,  B o c,  0 ucgb  una  beila  F etta  di  ftanu. 


argutus , exiguus . & exilit  hoc exile  ut  domus , tenuieu- 
lus  ut  apparatui.manis  hoc  mane  ut  ludus.minufeutus 
ut  pes  aumm.pujio,  oms,  lo  ptecoUn  f annullo,  P e t. 
TUcioI  Borgo , Camino  , Fiume,Interfitu>,  Mamio,Tem 
po,  Metro,  Melo,  Kamo,  Foco , Mngue , Fafeio . Tketota 
Merga.Bo  c.TicciolLepio.Famiulto,Faueiutlino,Fal- 
lo, Termine.  Di Ticetol Malore. Lat. mimmi  uahni,g^ 
paruiprMH . TucUda  Montagiictta , Copi,  Tq^ioue,  Co- 
me coUi,chc  Tuciola  Leuatura  bauea,  ideji  ehe  perfacil 
eofafiadiraua.Due  Ticciolenagiia  fi  dibengò.Ticiich  Do 
ni.'ìipn  era  grandette  Ticciolo.Terao  che  Tueioto  di  per 
finta era.MticaTicctolettaifòla.Ticaoletti  Figlmob.Tic- 
ciolettodeiia  perjona.Mnfanàul  Tunobno.  InTiceiobJJi 
ma  parte  del  filo  cuore.  Ttccioliffime  Coje. 


ùUHunapezzadipannogrofioaguifiidiantiira.Cbpor  P ìlgo\etco.&- pargoleggiare jKdi a i;;i* 


t tò  due  Fette  di  pane  arroFiuo. 

Chiappa.  Lat.  gradata  nipei.  i pezzo  di  pietra,cbe  alcuni 
la  dimandano  fcbeggiaanibor,che  differenza  ui  ftazome 
di  fatto  diremo.  Dan.  Toteuanfu  montar  di  Chiappa  iq 
Cl)iappaJ.pergradus,uelgradatim , 

1769  Sc\ii:^px.Lat.ffa3ura  Jragmtnta,&fiagmea.  è urta  par 
ticeUa,  che  per  taglio  fi  lena  da  un  legno,  0 perperioffa  di 
monello  da  pietra,  oi altra  cofada  ,thefcinderet 

Lat.fiigmfica.  D A v.Cofi  da  quella  Silieggia  ufciua  mfie* 
me  Taroie,Érfingue.&peT  la  fcorciaj.per  lo  cuoio . Lat, 


Piccin,M  Nne  é piceioitno.  Lat.paruuius , pumilio,  nauus. 
usò  f A K i.  parlando  di  un  JignOfCioi  di  unhuomo  pie  do 
lo  fuor  di  mijk  rajoue  dice  ; Et  era  quel  Ticcm  flato  fi  dot 
to,  Chela  Efina  hauea  meffa  di  finto  i 
Minore . Lat:&  infimus,  inferior , muiimus.  P e r.  Minor 
Pane,  Mirtute,Bellezz,a  Fior,Du(d,Compagne.  Minori 
Stelle.  Tra  dut  Minon.  Et  fei  Minor  in  pane  di  Thilippo. 
B o c.Mmore Morire, Morfo,DiUgenza,Monefià.Tmilo 
Minore  Udijpiaure.'Nj  era  Minore  di  ditMtefjAWh) 


Pai  maggiore  Mi  minore, 

corticc  .Che t’imbeFiiò  neCintbefiiatcS'chegge.  Eluolna  Minimo. Lai  é'mmufculus/ingufliUimus, A r iJennede, 
delira  fopralafuaStheggiaJ.lòpraunapanedelfugfio,  ch'ogni  Minmofbggumto,Cbe  faceta, 

cioè  jòpraildoffo.  Minuto.La.èpiuchepiciiolo,elualfoiiitiffimo^o.hoc, 

Schcggioni  ,&  Scheggk.  Lai.  fdfiut,us,fiif3ura  ,&  rut  Tfon  per  uendere  poi  la  fua  fiienlui  a Minuto.  Lat.mi. 
pel  ,&gradut.  fono  fejfure  del  fioglioaUalunga,&»»CM 
chi  poi  fono  al  trauerfe , & è anche  una  pane  non  dmfa 
dal  fcoglio.  D A n.Tra  le  S cheggie  ,&  tra  Eoa  hi,  de  lo 
fcoglio . Schegguni  fono  ambo  quelle  pile  de  ponti,  thè  fi 

Cfi,  ■ ... 

Tragìi  

ifino  a [altro  Scheggio  JScbeggione . tio.B  oc.  La  fama  di  Tfathau  Diminmmento  della  fua 

Sdteggiare  .Lat.  frangere  ,rumpere  ,eripere.  Dan.  Ter-  Himaua  .Che  lemieopere  farebbono  Dammamemodella 

cbeuedraila  piantaonde  fi  fcbeggut.ideftdacuifipiglia  famadt'Hatban. 

lafcbeggid,cioècbedifiendeallareligfime,periÌ?e  egbè  Piminuire.Lat.éminuert,obliterare,mitigare.Jioc.Tir 
la^anta,  dimbiuire  la  generale  opinione  é ha  bauuia.  llmtoamo- 

Br2n<ì.Lat.lrullumM>embrum,ualTezzo.D  AK.Etquel  reper  femedifimo  fidimim.Dtucla  fua  feJedmimmr 
iilattrato  a Brano,  a Brano.  T roncando  fi  co  denti  a Sra-  fi  futdea  .La  tua  ngidi  ^ dtmmu  ■ ^ca  qui  fio  foto  mio  at. 

....  to. 


. ... 

fanno  per  lor  fortezza  qua  fi  fchiaiitide  ponti,  che  fiede 

Tra  gli  Sche^ion  Riporne  quatto  quatto . Cofior  fienfal  Diininuimcnto.  Lat.  diminutioàaFlura,  mutilano,  perdi- 
niinfu 


1771 


nuitm . Le  carni  il  fide  Minuto  Minuto  le  aperfe.  Lat.  mi 
ttutantim . Minuta  Tolue . Mutui  e Macchie . Minutijfi- 
ma  Herba , Gioia . Mìnuliffimamente.  Ttz.  E’igwmo 
andrà  pien  dt  Minute  ftelte.  Ari.  Tdfl  dito  Mtnutopoji 
[anello . 


Altezr*  Q^V  A N 

tó.  Dammàto  nati  caldo  in  grati  parte . 

Trita.  La.  iialefmuar^ta,t^jj>r/ia.  B o c.f'idelofcola 
re  fare  fu  per  la  nette  una  carola  Tritanti  ptono  £ tot  bat- 
ter de  denti  ih' egli  fatta  pn  lo  freddo.  Aa.t.EnelaTri 
la  polne  in  modo  appiata.  Che. 

T mare.  Lat.  tritua  rare,  dal  participio  di  tero,nal  mitui^p^- 
rr.  D A H.  L'altro  ch'apprefro  me  la  terra  trita , ideji  che 
uà  iiuitktamente,&  t raametue.  Boc.&piu  Tritamenm 
lec/Jattunando. 

^ L T E Z Z 


Ltczza^ttnra,  Ultere^,  Ertexfa,  Ra 
rr^  1 Satnmttà , Cima , Cacttme,  Giogo , 
Dofjo , Dorfo , fletta , Eminente , Eccelfo  , 
EtenaloJ(ileiiaio,Sopemo,SoiiranOySoUe- 
nato.sAlto,  ^Itno,  Ratto,Sommo-Adaf- 


T I T A 


Altezza 


po  .Altamente.Cbi  dC amor  .Altamente  ficot^iglia.%  o r. 
netti  all' Indice.  D A n.Maio  finti  finar  tot  Alto  corno. 
La  gittògiujoin  qitell'Alto  Buratto.  Alto  MMro,Tunio, 
Marzeggio , E'i  joter'Alto  già  pin  di  due  bore.  Lei  pin 
A ito  TrUto  .nel  Alto  Olimpo.  L'Alto  padre,  per  Dio,  0 
mnfrfi  Alto  ingegno  bor  m’aiutate.  Ctufliaa  mojfi'l  mio 
Alto  Fattore,  o-adunbialmente  fittela  fift.  affoUtamen 
te.  Seia  lucnna , che  tt  mena  in  Alto.  Ad  Alto  forte 
toflo  ch’io  montai . Colui  che  piu  frode  Alto.T alhor  parla 
t un  Alto , et  l'altro  baffo . Si  lena  un  colle , & non  forge 
molt’Alto . Gb  occhi  miei  leuarftpiu  Alto . Gridanan  fr 
Alto.  Alta  Vrouidentia,  Cloru  Jiipa,  Fantafia^ocaa, 
yirtù,Selua,I'ittoria,Rota,Cantà,Letitia,Spene,Luce. 
& na  con  la  T ejla  Alta-Alte  Torri,Spoglie,Mura^tri 
da.  Sìumi  fofpin  piami, & Alti  gnau  ne  fr  Altt.ne  figrof 
fi . Et  come  Abttoin  Afro  frdijgrada.  Chef  tu  Alto  felli 
na.  F'mum  non  habent  Attamente  dtjfe. 


lo,Sopra,Su,Sufi,Difu, Di fufo,lnfufo,Lafiù, Scala,  Mterezzi.ualgraiideii'i^.Lit.elatiotnbonam.&inma-  rjyj 


Gradi,  Momata,  Salita  polire . at^reànaio^re,  colla, 
re,  Uuare.litUcuare,  rihuare,trarre,falire^mare,firm 
monta  re,trainomare,  af tendere,  apprendere,  aggrappOM 
re,appiccarc,impiccare . 

I y Altezza.^.  aititudoJìiminitas,cacMmen,eminentia,pra- 
flamiafubUimtataelfrttudOjproccrieas.  CTfigmfrcalapar 
tefruperiore , et  la  Trofoiida,prop.  tjt  meta.  P et.  Ch’o- 
gni due  rompe, & ogni  Altexxa  inchina.  Sono  i miei  frnu 
fr  nagbi  pur  d’AUerja.  B oc.  Di  Afreo^  danmo. 
L' Attenga  della  fribita  gloria , Intorniato  da  fa  monta- 
gnettedinontroppa  Altex,xa.Salitoaltagloriofa  Alton 
tta  diTbilofophia.  Saliti  alla  Altectpcade  regni  Hauen- 
dogtifr guata  l'Alte^ga,  che  mfrtio  a terra  ejj'ere  polena . 
Dan.  'Per  Altettga  d’mgegno.Et  quando  la  fortuna  noi 
fembaffotAlteTtgadeTman.  Et  fi  le  famafrenoflre 
■ fon  bafre  A tanta  Alte^Xf.  Lt  mila  mianel‘ampio,et 
neCAltcgf^  Tqpn  fifmamua . 

Altura , in  ucce  dalte^ga  uiòilBoc.  nelPn  u.Et  fr  come 
U palma  uerfot Altura  frflende.  Lat.  altitudo. 

Aito.  Lat.  altut,  procerus,  u^us,fublimisrereSut,  precel- 


lam  partem . magmtudt , & magnanimitas  in  bonam . 
Pii.  Domita  l’Alterettga  de  gli  Dei.  b oc.  Et  come 
fauiohaueatAltereccgagmpoJtai  ^ qui  fr  piglia  in  ma- J 
la  parte.  , 

Altiero , et  Altero.ual  friperbo , & in  buona  parte  il  piu 
delie  uoltefr  piglia.  Lat.elatnt,excelfm,prxilaiu^rajla- 
bilu,excetlcm,egregÌHt,eximiut, magnammnt. P et.  Al 
tiero  Fiume.Habitodngegno,'Portamemo,Baggio,Liime, 
Seggio.  Ter  adornarti  fello  jiìr  Altero.  O de  le  donne  Al 
tera,^  raro  moH  ro.  Che  mi  fra  uiuer  lieto,&gir  Alte- 
ro,Altera  Donna, Feitefira,Fenice,Fronde,Gente,Ltu- 
ra.  Luce , Meme , 'ìiemica , Opra , F'ifla . 0 bella  fenica 
efrempio  Alterati  rara.  Digfouemute,&àbelle:^ 
%e  Altera.  Ainouagenteidtramifrira  Altera.  Lari- 
mditnen  bella,  ^ meno  Attera.  Alteri  Atti.  Altere 
Forme . Alteramente  s'è  leuato  a nolo , E i dola  fdegm 
• Alteramente  butmh.  B o cJ.' Altiero  uofiro  animo£ra 
ontfloTropoìlobaldan^fo,& Altiero.  Oper  fuano- 
bilti  fr  Altiera  dmenuta.  Dan.  Come  ti  flaui  Altiera, 
&difdegnofa. 


fui,  altiaduer.  et  altum  abfilute prò  calo,  et  mari,  odi-  Altcrationc.  Lat.perturbatio,  motUi,motio,  momemum, 
tus,ut  locut,  arduut , et  fupremuy  ut  moni,  celfus  ut  no-  adatto  jmpu^ut.  Dan.  Ubero  èqui  da  ogni  Alteratio 

bilu,  cometa  ut  uox,  cauum  ut  flumen,  praruptus  ut  ru,  ne  Di  quel  che  l cielo  in  fi  da  fi  riceue . 

pei,!*rfaxum . fydc reni  ut  fiatua . & dinota  la  fomrmtà,  Ab;are,&  Inahfare.  naie  eteuare.  Lat  jef erre, txtoUeTe^ 
C la profondità,ut altum calum,altummare.  PetAI  ùllere.T e T.Deuefrealprimo bonor abcarmaitaliSut 

.to  Culo , Mare,  Achilie  , Concetto , Confrgbo,  Cojìume,  conocchierdinotteaktflatefra  .timeUettoalgai.Qjti 

Cor,Dio,De!lino,Diletto,Habito,  Iniperio,IngegnoJn-  miferi  mortali  al^M  U tefia . Mirai  alando  gb  occt. 


teliettoUi)co,Miracolo.Tenfrero,T’iano,  Toggui,  "Pregio, 
Eicctto,  Secri  to , Signore , Soggetto  ,Soggiorno , F alare, 
Caggendod'Alto . Se  fi  Alto  pangir  mie  franche  rime. 
Ir  dritto  Abo  m'tnfrgna.  HorAlio,hor  baffo.Cbe  fr  Al- 
to mirarongb  occhi  miei . Che  per  Dio  nngratiarfur  po- 
frein  Alto. montana  tropp' Alto. ragionar  tanl'Alto. 
Ciafcunpcrfifr  ritrabeua  in  Alto  Ter  ueder  megbo.  Sa» 
Itr  fr  Afro,  Sabrtam' Alto.  Difpofloa  foUeuarmi  Al- 
to da  terra . Chi  di  te  fi  Alto  fcrifre.  Alta  BeUeiga,Bel- 


graui, et  franchi . iiuanto  frudio,&  amor  n£al%aronCa., 
Et  queft'una  uedremo  alxar^fr  a nolo.  Congb  angeb  in 

Ubrac- 


ueggio  aitata  a nolo.  Morte  gu  per  ferir  Abtato  ili 
do.Ou'atcato  per  fe  non  fora  mau  m'al^ua  a tamo  amo- 
re.Comra  tuoi  fondatori  algi  le  coma.  A quefro  un  frrido 
Lagrimofo  al-cp  ; Sgrido . Et  lei,  cb’atanta  fpeiieal^’l 
tmo  core,  fi  o c.  uedi  alt  Indice.  Dan.  <t/^ar  le  mam.  Le  ' 
mani  alt(ò,con  ambedue  le  fiche.  Et  comra  il  fuo  fattomi 
, . CQ le ci^Trefeando alitato [bumileSalmifra. 

tà,  Cagion , Colonna , Donna , Eloquemia , Fama,  Fede,  Inali(ve.  LatMtoUere,cxioUere.  fi  o c.  Ma  già  inalbando  il  17  74. 
lmpre\à.  Luce,  Tipuella,Tiaga,Tietà,  Senfriiairta^ede,  fole,parue  a tutti  marnare.  D a n.  Poi  ebe'n  ahtpi  un  po 

Speranta,Firtute,Foci,HumiltateJjuideMatropp'e-  copiuleciglia . 
ra  Alta  al  mu  pelò  terrtSlre.  Alti  Colli,  Defiri,lmel-  Collare  per  inaltare.o  tirare  in  fu  fo.uedi  a 1787. 
letti,  Luoghi,  Marni,  Tenfieri.  Gb  occhi  ,Srnfi,  Stili,  ù"  ERollere.Lit.cxtoliert,uaie  inoliare, tir  per  meta.perma- 
Alte  Fcnefrre,  lmprefe,Sebte,  Tarale,  Bellette,  gmpeare , et  cfialtare.  A ut.  La  fama  del  mio  faiigue 

Biccbez^fi'ocifOpu  om,  Afrifftmabumamtate.Ttop..  JpKgaiuatmiTcrmtoUnondo,tfrnalcieli'csloUe .in 
. HH  ii 


Altezza  Q^V  A N T I T A Altezza 

iHczo  il  tempio  utn  culoima  efloìla . 

Sonmwi.Lat.j'ummiusjialaUezzf.etpiiiiiJctditmlafum 
maj/>  citpello  é etUfùiOyCome  de  torri,&fimt 

li . cr  pmiu , è U fommuà  de  merli.  K o C.  Effendo  d jote 
alUftij  ntjpgiore  Sommità.  In  fulk  Sommihiéiijfium 
nu>nugiietu.Cui  nelU  Sommità  de  pm  alti  monti  apparim 
nano  t raggi  della  figucme  luce. 
domino.  Lat.fnmmui . ual  fononitàjoaltcx^-  P E T.  Ch'ai 
Sommo  del  mio  ben  qua  fi  era  gwnto . fono  al  Sommo 

anihor  giunte  le  rtme.Vrodujje  ai  Sommo  PeéfUio  fante. 

B o c.lnfino  a tanto;  ebe  della  fdjfa  al  Sommo  fi  perueni  S opre  in  uece  é Sopra  pójè  in  rima  il  Pei.  Tbotion  ua  to 
ua.ir  quando  è adicttiuo  dinota  alto  JingulareMedt  a i6.  queflitredt  Sopre. 

Ciim.Lat.  cacumen.fumimtai.cla fommuà,&  la partepiu  Sourajte. Lat. harere,  dubitare,tardare, ajlare.ual  indugia 


«775 


di  foco  ungargon  cndo.Sopra  l'herba.  Sopra  la  Hane.Se  - 
pra  (acque . Sopra’l  monte  Tarpeo.Sopra'l  Stmitar.  So- 
pra un  JafioaJJiJi.  Et  Sopra’l  buon  Saul  cangiò  le  cigba. 
Ma  lofi  uacbi  Sopra' l ucr  s'ejtima . Et  nolo  Sopra'l  i leL 
Cefi  Sopra  natura  altere nouc.In  damo  bar  Sopra  me 
tua  forza  adopre.E'lparta  in/uito dal fignor  di  Sopra.Se 
ur’ogm  jlato.Soura  un  rufcel  torrente.Soura  (onJe.Scura 
le  jpalle.  Boc.  Sopra  il  mare  .Sopra  la  tefta . Salito  m 
furor  e con  la  fpada  ignuda  ut  man  Soprala  figliuola  i or- 
fe  fide  fi  addofio . 


alta  di  liafama  cefo.  PET.&cofiinfula  Cima  De  fuoi 
alti  penfier  al  jol  fi  uobic . & poflo  in  fu  la  Cima . ibe’n  fu 
la  Cima  Son  di  nera  honeflateÀel  fuo  lume  in  Cima.  Cbe  la 
partcéuina  TtatdinofiranatHrae'nCimafède.ìì) k n. 
Come  la  froHda,che  flette  la  Cima  peroebe  la  Cima  è pro- 
prto  la  fommità  dtUberbe.  Boc.  Le  piu  eleuate  Ctinede 
gli  alberi. 

Cacume . Lat.  è la  fonanità  de  monti.  Dan.  Mofirando 
Pubertà  del  fuo  Cacume.  Et  per  lo  monte, del  cui  bel  Cacu 
meMontafi  fu  Bifmantoua  in  Cacume.  Ari.  la  tor« 
re  condotta  al  fuo  Cacume . 


re,ftarfopradifc;  ofiar  fofpejò.Vtt.Ma'l  flurapar 
ne  la  prigion  terreflra.  Latjmbiguum  effe,  palpare  in  te 
m bni.  h oc.  cbe  come  io  fo  altrui  Hincertttofifimdnun 
le  fi)  a me  mi  di  fimo  foura {lare.  Latannure  fe  ipjum  Stan 
do  a bada  del  padre, et  defratclUabe  delle  fitte  notte  le  fu 
fopraflaniio  tre,  oqnattro  amu  piu  che  non  debbono  a 
puntare  Lat.diffcrre.  7{on  {àpcitdo  che  dir  fi  lungarni  nte 
lòpra flette,  poi  in  miglior  fenno  riuenuto  dtfie . Lat.  laida 
uit.Milndaiiei,tlih<ira foprafiate  alquato  al  njpondire. 
Lat.moram  duxit,di{iulit.S  un.  Et  non  ftpendo  a fe  me 
deftmo  foprajlaretfiionfumaxfuptrare  fe. 


Giogo  .Latjugum.ilajòmmitàdclmonte.'P  ir.f'crfo  il  Soprailantc.  Lat.fitperflaiis,fupcrimmweni,fiiperMcnift, 
maggiore  e'ipai  fpedito  Giogo  tirar  mi  fuol  un  defidirio  aduenicns,prapms.lio  C.Viudipauradctta  Soprafian- 
intenfò.  Ari  Jluafl  a la  ama  del  Giogo  fuperno  .&  per  te  morte  pi  njofo,  cbe  di Jprranga  di  futura  fallite  .Conia 

quello  de  buoi.uedt  a qqs.  fina  Sagaiicà fuggi  U pencolo  Sopraftante . 

DodoJjatJorfum.è qualunque ctfiaaltaahefòttofthabbia  Uncizi,  Eno,& Berta. da  crtSo Lat  &altitudo  ,fublu 
cono, amie  le  parti  di  fuon  della  mano.  Dan.  Che  non  ti  mitas . excelfitat . & dinota  dintto,  & alto.  Lat.  ardnui, 

baflaLocoauederfenn/imStaralDopoDelarco.CoDof 
fide  la  man  facendo  mfegua . 


cliuofus,altut,eref{as,accliuii.T  i t.  Cbe  fin  fi  fianco, 
e'Ifentierm'ètropp'Erto . Ratte  fcejia  (entrar a tufiur 
Erte.  Boc.  yna  montagna  afpra , & Erta,  Fria  al- 
tifiima  montagna , tanto,  ihepareua  , che  trappaffando 
immoli  con  le  {Ielle  ficcngiungefjiperlafua  Emxca. 
7h.D  AN.  £t  eccoquafial  cominciar  de  l'Erta,ide(l 
delfabre.  .A  lire  firn  a giacer , altre  dan’ Erte . iheper 
Ertezza  il  faltr  difpaia . alcuni  tedi  hanno  .ytrtczga  che 
ual  {hettura , 


Dorfo.Lat.  i U fimtmità  darmnti.K  r i.  Tdgl  calar  giu  de 
U montani  Dor fi. 

Adolfo,  ual fiipra.  Lat.  (ùpra  mJ.contra.V  i t.OUicaru- 
leusfupra  caputatfiitit  onber.  P e t.  La’ue  dì  ^ notte  fiam 
mt.Adefiocol podere. &emmi-ddofio  Sìuel  caro  pefò . 

B o cjf  .Abate  pofiole  l'occhio  .Ado{ioà.{òpradilei.  Ben 
trentafanugltufc)  .Adofio  S cofloroJAll’mcontro. 

.Addofiart.  Lat.adarere,  toniungcrei  unire  fe,per  andare  a-  Rattezza,  ual  ertezza . or  anebo  ual  malageuolevza.  Lat. 
do{Soufatoda  D \n.Comele  pecorelle  efion  del  chiufo  afun{us,alpcritas,&diflicultat.D  AH.tUqueUacoSla 
.Ad una adue,a  tre ;ofr ('altre  Panno  Timideite ailer-  làdou'eÙa  flangeTmfuaRattezza. 
rondo  (oebioe’lmufò;  Elciocbe  fa  la  prima,  & (altre  Rutto.  lat.a{per  ,difficilii  ,arduus.ualerto.D  a K.7«(an 
fanno  .AddolfaaJifii  ala;  t’ella  iarrefla.  Semplici, tir  laf ciò  per  andar  cbe  fofie  Ratto  & quando  dinota  prefto, 

quiete,& lo  perche  non  lànno.  {ubito.uediaioj.eìra  1499. 

\ettì.Latjàttaxcapiiis ligamentii,t!rpccacumen,&fHm  Su, tir Sufò.Lat.fuper , circa, citeiter ,fupemè  de  fuper, 
mitasfi  la  cnna/i  fòmmicà . non  è noce  thofea.  D ah. Tu  Jurfum,  & fur{iim,  & fufum  anticamente  detto . ual  lo- 


ia uedrai  di  {opra  in  fu  la  Vetta  Di  que{io  monte  ridente, 
felice.  Ari.  Ma  uoi  cbe  furo  afeefi  mfula  Vetta . 

Eminente , Lat.  ualpiu  alto  de  gli  altri  quafi  f 'upra  alias 
manere. 

177(5  Eccello, dr  Excelfo.Lat.ual  alto,^ grande.  P e t.Ma  piu 
per danoPrarfi  Ttu  cbiaramentene  lecofeEccelfè.Sparh 
gendo  a terra  le  fue foglie  Eccelfe.  B o cJx  Ecciàfi  T or- 
ri.  gli  EccelfiTini.  Ah. 

SapcrnOidt  Supremo.uedi  a 16. 

Souritio,& Si^ranoXat  fuperus,fupremusj'upernusflum 
musjtalfomma.V  i x.ll  flgUuoldi  Latoaàbauea  già  none 
Volte  guardato  dal  balcon  Soutano.D'egm  omaiuento.et 
del fimran fuo  honore.Cofìgfungeadoa  la  diti  Soprana. 

Soptt,crSoura.  Lat. fuper fupra.  P e t .Sopra  un  urto 


pra.Pir.Q_ual  fi  pofima  in  terra,  & qual  Su  (onde. 
Eiamma  dal  del  Su  le  tue  treccie phua.  Tlonu  indugia- 
te SuCefiremoardore . hmiiiaaquà  ,the  fònSul'alta 
xiua.  Hor Su (homerodeflro,er  iior  Sulmanco . C'bor 
Sudai  del  tanta  dolcez^  {bile.  StaS  umifero  che  fai4 
Volando  tanto  Su  . Su’l  duro  Ugno.  i>ual  fior  cadea 
Sullembo,QualSuletreccie  bionde.  Tute  ne  uatcol 
mio  mortai  Sn'l  corno.  Su  nel  primiero  {corno.  Sunti 
allo  cielo. Volando  tanto  Su  nel  bel  fcreno.Su  per  la  riua, 
Superl'berbeSu  per  (onde.  Superl'alpL  Su  per  le  fiale, 
poàoinSutacimaJuSulanona.  Lat.circitrrnieridum. 
luSula  rma,JnSuhf  rana  uilla.lnSu  la  porta.  InSu 
l'efiremo.JnSH  l'età  {ionia  .In  Si' t primo  pouauiler. 
rote,  Cbi  nonba  albergo  pop  fi  iSu'lucrde.  In  Su’l 


«777 


«77» 


F 


Allcczza  Q^V  A N T 1 T A iiallczza  14/ 

tttTToiHelia.  primo  aprir  de  fiori.  QjtalmSiil  dofidafcdereJjtitatampielicmtiòlabrigataXealtetor* 


turno  tamorofa  ftella , Cofi  di  Su  da  la  goafiatauela . Et  rtfi  le  piu  UMte  cime  de  gli  alberi.&  quando  fia  per  mo- 
del ben  di  la  Sm  fede  fra  noi^defi  fupertutbeaniaits.  Ch'an  ucre,rmoicerejicdia  1481.  quando  jla  per forgert  del 

tbor  Lafìu  nel  ctel  uedere  fjiera.L'aiiime^be  Laffu  fon  cit  letto  a fio. 

tadiue . Mojirar  quagm  quanto  Laffu  patta . Tur  Lafiu  Leu3tura.mcM.  Lat.motu  leuisdraciida,uolubilis^mobilis^ 
non  alberga  ira  ne  JOrgno.  B o CMcél'Ind.T)  a njlfeee  leuit,crcdula.  B o c.Ladonna,cbe  picciola  Leuatura  ha- 
uqiHe  Che  Idi  Su  tiendilbito.i.lapariedijópra  tié  di  folto  uea.i.ibefubito  andana  incoUura^  s’adiraua . La  doma 

Sufo.Lit  furfum,iuins  coutrariu  ett  deorfum.  P e t.  Degli  che  di  poca  Leuatura  hauca  dibifigno.  Meffer  Thilippo  u- 

Sioiiitl  padre  aigaio  m fuUper  far  chiaro  juo  dir.  Seia  dcndocoftui  (come  colui^hepiccula  Leuatura  bauea.) 
Sujo  è quant'ifier  dee  gradita.  ^aLì  fine  il  fiflo  Dio  per-  Solteuare . Lal.fubleuare,  toOere,  eleuarc , efferre,  erigere, 
mettente  uedretn  la  Sujo.lopenfoife  la  Sulu.  P e r.  Hor  ti  JòUeua  a piu  beata  fpene.Cbe  feoter  forte  ^ 

Sofà  in  ueu  é Suio  usò  D a m,  Ond’eileuò  le  ciglia  un  poco  JòUeuarlaponno.Difiiolìoajòlleuarmialtodaterra.Hor 


in  Soli 

Surfeinuecedi  Sufi  usò  Dau.E  fela  Surfedrig^  gli  occhi. 
Sue  per  jù.  D A s.Et  dimanda  /è  quinci  fi  ua  Sue. 
SuainuecediSu.  D a sJiifiemmoSunun  pian  jòlingo . 
Infufouerboualeinalgp.lat.extollo.lÌA  n.Ocarapietra 
murcbefit’iajufi.  tutte  licerne  Danteftbe. 


mi  jòUeuoJur  caggu.  B o c.  Tur  foUeuandola  adun’bo- 
ra  lei  ejfere  la  Sinuna,&  mona  conobbero.S'accolU  al  let 
to/huelagioManealquàtoSolleuMacoldifio  t altana, 
Meuccio  fi  ricordò  della  comare , & Solleuato  alquanto  il 
capodifìe.  D A N.  La  bocca  follcuò  dal  fiero  pafio . 
Rileuare,  per  algore.  Lateleuare.  B o c.  L>i  donna  alquanto 


lttfu.Lat.fuper,circa,circum,propè,in,&ciràter.Boc.  Jpauentata  cominciò  a uolerlo  riuelare.  Sisforgòdinle- 
Ittfu  La  rma  morte.ln  fui  megp  di.ln  fui  mercato.]  n fu  la  uarfi,tir  di  uolcrfi  aiutare  per  uftime . In  fu  uno  di  quelli 

nona.&  quafi  fempre  ui  propone  la  In.uedi  di  Sopra  a Su.  anelli  Hileuali.il  luogo  Rileuato,&iaUo.  & per  importOa 

Jllita.Ì4Z.  afceufusjud  montata.  T E r.Et  quanto  alpefira,  re.Lat.reuelare.  Tbt.II  fempre  fo^ar  nulla  rileua.  Ma 

d-dura  Salita , fin^a  qui  niente  mi  rileua . 

1779  Salitore,^  quello  che  afeende.  Lat.qiii [alit.  Boc.E'  uenu  -dppeiidere.per  algore Jòfpendere,& appiccare JM.appède 
toandatoreéttoite,&Salitored  alberi  re  ^t  fu^édcre.V  bt.Dou  i^che  morte  ^ una  infime fpef 

SiiÌK,ual  af tendere,  0 moni are.  Latatfeenfio , & afeenfus.  fe  yolte  m frale  bilancia  appenderle  libra.D  ns.&per 

Pe  r.,AltroSalire al cielpcr altri poggi.Certo  fimpre  lameftaSeluafirannoinofìricorpiappefi.iaippiccati. 
del  tuo  alcielSalire.lì  o c.  .Accioche  muno  potejieimpe  .Appiccare , & Impiccare.  Lat.  appendere , ual  fogienclere. 
dar  il  S altre  f opra  la  nauc . B o c.Farlo  appiccare  per  la  gola.  Et  appiccare  le  ima ff 

Salire  nerbo.  Lai. da  falioJiS,faliui,uel falij,^  afeenderesuo-  ni  della  cera  fecondo  la  promifiione  fatta . .Appiccandogli 

lare,aduolare,petere,aéae,fcanderejtollerefidirea:leua-  a certe  morfeiun  muro . Credendo  efiere'il  fecchione  ap- 
re,ef  erre.  P t T.  Ma  qual  fuon  poriamai  faltr  tanfalto.  piccato  alla  fune.Cheappiccatofiatuper  Ugola,  equado 

Et  U uU  difilla  al  del  mi  mofira.Cofa  onde'l  uoSìro  nome  fio  perappighare/t  attaccare.  LatatpprehendereJiedi  f 

m pregio  faglia.Et  dtfU/a  cader  ua  chi  troppo  fole . Salen-  Impiccare.LatappfdereJùMdere.  Boc.Mi  minacciò  di  far 
do  quafi  un  Tellegrino  fcarco.  tfon  foli  mai  in  tutta  que-  mi  Impiccare  p UgoU.Cbe  ne  debbiamo  far  altro  fenóim 

fio  etate.  Et  f quel, eh' io  ne  fperi  i al  del  faina.  Et  fòli  al  piccarlo  per  digito  degli  Orfini  ad  una  di  quefie  querdt 

ciel  faiito  in  qualche  fama  Solo  per  me,  dx'l  fuoimelletto  Di^tccare.Lat.fi^nfum  foluere.  i il  comrariodiappica- 

algai.  Giunfè  a man  de  firn,  e’n  terra  ferma  falfe.Boc  re.D  Au.Diueraluce,&teHebredigiicchi, 

uedialTlndice.  . Spiccare,i ilmedefimo cbeiMiccareJi^a  qq. 

M ontare,&  T ramantart^ormontare,RimoHtart,Smonla-  So^endere.  Lat.fu^endere,furfum  pendere Jilte  ItgareJMe 
re  Medi  a monte.  uare.perfolleuare^gare.T)  a u.  Tutu  li  lor  caper  chi  e- 

.Afcendere.  Lat. ual  falire.  Vtr. Et  coft  n’afcenìemmo  al  lo-  ran  fòfòefi.i.algatii&  aperd.Conobbi  che  in  quel  limbo  e- 

coaprico.D*  u.g<r  qua  fu  non  afeende.  ranfo^fid.po{ii.&alcunauoUafipoueptrdiibitarc,o 

Afccndcnce.  Lat.  afeà^us , nel  afeendens.  Vo.  afiroloffco.  flare  in  dubbio^  fufpenfus  animo . 


Boc.nelTu.Et  ueggendo  che  già  Citherea  donna  del-  .Aggrappare.  Latadre^e^apprthendere.ualarrappare^f 
tAfcendente  loro  s'eradmtomo  toro  ne  fuoi  cerchi  uol-  f errare, appiccare xame  Cheì 


edera  a mnrijouero  andare  co 
me  animai  reptile.  B o c..Aggrappatoftperparte,ehenó 
nifi  farebbonoappiccatii  Ticcbi,Hel  giardino  fen  entri  J, 


arrappatifi.Dns.  Dicendo  foura  quella  poi  t’aggrappa. 
Tal  uolta  a foluerancbora,the  aggrappa  a fcogtio/i  altro 


tata  U fella  uolta,  't{elcelefiialToro  Si feendente delta 
loro  natiuità . 

S candere.  Lat.  per  afeendert.  D a n . Io  benjcbe  tutto  il  rf  ■ 

gno,cbe  tu  [candì  Folgr^gouema.  

1780  Leuareper algore. Latjeleuarejiollert jextoUere.V  xr.Er-  .ÌMppicca,etaff'erra.Etaggrappoffià[pelcom‘buomche 
rai  fenga  Icuar  occhio  a Uuela.Hor  mira,  & lena  gli  oc-  Scx\s.Cradi^calinijiedt  a Mondo  a pqj,  ( foie, 

chi  un  poco.  Ma  l'un  non  fitccefior  di  fama  Una.  Leuan  da 
terra  al  ciel  noRro  intellcito.  Col  cor  leuando  al  del  ambe 
le  mani.Senga  leuarmi  a nolo  hauend  h l’ale , Se'l  fol  le- 
uarfifguardo.Lat.furgere.  per  leuarfi  da  terra.  Leuart'il 
cor  a piu  felice  flato . Son  leuati  a uolo . Lcuimi  da  terra. 

Leuomi  a nolo . Leuommilmio  penfiurin  parte  Oliera 
queUa.  Hoc.  Tiathan  fece  leuareinpie  Mtcndanet.  Lat. 
furgere , ^ erigere.  Her  Uquat  cofx  capo  leuando  quella 
tauoU  con  lui  tafiemef.  'ondo  quindi  giufo,  lìmndi  lenanm 


B.ASSEZZ.A. 


m 


aiho^ 

OiJ^  11/’ 


AiTczza.  Bafio,Imo,  Sotto,Ciu,CiufoiSce- 
I fa,Chino,Curuo,Caduta,Tomo,Tendulo.  ab 
I baflare,adtmare,  abbattere,auallare,fcen- 
dere,defcendere,  deriuare,  dirocciare,  tra- 
__  I montare, pendere,  deponere,  fpianareccaU- 

re^btnarefincbmarejcadcrtjtomare. 

HHCC  iij 


1781 


BafRzta 


BiflTcm  Q^V  A N T 1 T A 

lySj  ^iffoico)itrapoiìoaU’^lto.adie.&aduer.ualdijotto,om  permMakemffer», 

gmfò,prop.iT  mctt.LH.  kHHttlu^mMs,MfimM!,defrrf,ut,  Ciu,dr  Cmjo.Lat.àiorfim . U Giu,  il  piu  delle  Hollt  fi  etm- 
deteliui.lubmiflut,  infirius  ,iufernus,  mferior.V  n.  giunge  con  Là,Qjuà  ,Cojii , Colà  ,iìi<Mi,e*r  Al  Pe  t. 

Bjffo  Defire.Mormorar,Tenfier,St4to,Suon/'mer,f'ifit.  Ujiando'l  colpo  morut  là  Cai  difiefi.  l h'^potloUfiguta 

Loco,Jngegno,Huomo.  B4fi>efiempi,0cchuTutte  lor  kie  qui  Cm  per  terra . Ond'alfuoregnodiquàCiu  fi  uartà. 
fon  BificMirar  fi  Bjfio  con  U mente  alter jxfi  bajSamcn  Ter  far  fide  qiuì  Gin  del  juo  bei  uijo . lluando’l  bel  parto 

te.Eila  non  égna  di  mirar  fi  bajio . Horako,  Hor  Bajìa.  Giu  net  mòdo  fiefe.  Cm  pe  r lucidi  riui  fin  Ui.E'lpioucr  Giu 

B o c.  ^ppiccauate  la  coda  troppo  Bafso  i.  ingtufii.  Sta-  dagli  occhi  un  dulie  humore.al  por  Ciu  di  questa  Jjfoglia, 

nano  con  le  tefieBafic.^AUe  parti  piuBafie.Gti  occhi  un  ìior..Se  ne  Henne  Ciufeefe  Giuda  iném  Giu  laigp.alla 

poco SaJfi.Tiu Baffo difcefi.EfkndvilfolBafio.BalfaM la  inCiu.Da  v.usàCiueperla  rima, 
fonte . BafSaio  il  uifo . Bajiamente.  Dan.  Si  ihe'l  pie  Giufb.  P e T.  Calere  puoi  Giufo  ageuolmente  porre . Et  li 
fermo  fempr  era’ l piu  Saffo,  tanto  BafSo.uolfem  Bajio.  Ciufò  irimafitl  rmobelucla.  OndequaCiulounbenMm 

fi  M/ó  Baflo , Lot  o,  Inferno, Letto . Baffa  yogha , Fronte.  tofo  core  Talhor  fi pafee  degli  altrui  tormenti.Qjiefii  cin 

BafeStelle.coHgh  occhi uergognofi,&  BafJi-ijfaipiHBaf  que irtomphi in  terra  Giufo  Hauemueduti.  B o c. 

fi  Baffi  termim,LitiJjé.Bafiiffimopcnc^.  ita  tauola  con  lutitfieme  fe  n’andò  quindi  Giufo. 

Baffare  per  chinare.  Lat.  deùccre , deprimere,  acclinare,  de-  Scefi.Lat.defcenfus.i  la  difcepi,luogo  douefi  fcende,afifmort  j 
tmttere  burnì.  B o c.  Figliuol  mio  bafia  gli  occhi  a terr.i . ta.Ttr.  Batte  Scefee  al  entrar  atufeir  erte . 

bafiò  la  teiia.  Qjieflo  detto  bafsò  il  uifo.  Dan.  Baffan.  Scendere.  B oc.  Et  lui  quanto  piu  poti , allo  Scautrrefo. 
do'luifo,mapocoli  ualfe . pra  Osbet  h foUecu  ò. 

udbbaffare.  Lat.humilan  reddere,&  facete.  Ttr.Elgìioc  Scendere, ual  di/cendrre, /montare.  Lat.  defeendere,  da  de,  &■ 
chi  a terra  lagrimàdo  abbaffo.  .Afficttaua  la  jìguerue  not  fcando.P  ■ a.  Sijianif  io  ueggio  dal  cietf tender  l’aurora, 

te  di  fare  abbaflare  la  coda  ritta  alla  fantafuta , Ecco  chi  Ouefi  feende  poetando,  & poggia . Ter  ben  llar  fi  [tende 

abbaffer.i  la  tua  fuperbia  i humiherà.  T h.  molte  miglia.  Da  be  ramifcendea,'ìdotte,ir  di  meco  difio 

,Abbattereferabbaljàre.  Lat.e.rtendere,claudere,porrige-  fofcendi.Se  non  [effe  fra  noi  fcefa  fi  tardo.  J/puaangetet- 

re,exj>orrigere,&  rxporgere  B oc.  Et  le  cortine  del  let  fa  Scefe  dal  ciel  in  fu  La  frefea  riua.  B o c. Cominciò  a firn 

to  Aobattutejcdefl  abbafiate,o ferrate. Lat.claufa.To-  deredilpero.,A  luitifaporlafcalaperlaqualtufienda. 

fi  ia  eh' IO  ueggio  abbattuto  il  nemico  della  miahoneflàj.  Scendendomenoauedutameme  caddedetlaicalamterra . 

abbaffator&uinto.  Lat.fuperatusjdeteSus^ejolatus.pro  .Alqual'Hicoflratoéffefccnidigiu,  egliftefe.  La  Bel- 
Jlratiii.D Gliramilchianta,abbatte,e7 porta ijlori,  colore Scefa giufo. 

Che  non  l’abbatta  eflo  Carlo  nouello  Co  Guelfi jitoi.i.  utn-  Pifeendere.  Lat. defeendere  ual  feendere.  P e t.  ondedifien- 
cant,flemat,profiiget . de  Da  gli  altijfimt  monti  maggior  Cambra . Mentre  ch'ai 

,/iuallare  ,per  abbacare . Lat.  deiteere  ,demittere.  Dan.  mar  de feendtr  anno  ifiumt.Qjiando  tanta  dolcestpia  in  lui 

Tqon  altrimenti  Che  uergine , ebegU  occhi  bonefli  auatU,  difccnde.Qjiando’l  colpo  mortai  la  giu  dil'cefe.Che  poi  di- 

uedi  4 1 7 S 4.  fiefe  in  preliofa  pioggia.  Che  fu  Difeefo  a prona  r caldo,  t!r 

lmo,ualba/fo,&profondo.  Lat.imut.  P e t.  Inifudeflh  gelo.  B o c.  Dijeende  l'angela  diaetoinierra.Qjimil'ac 

natoondedaimo'Produffealfommol’edtficio  famo.Inal-  qua  uerfoilpiaiiodifiendtndochianffima.lepiaggedelle 

to  poggio,m  Halle  Jma,cr  paluflre.D  a n . SImìI’ì/òU  tta  quai  montagnette  cofi  digradando  uerfo  il  piano  difcende- 

intorno  ad  loioad  Imo  La  giu  cala,doue  la  batte  tonda.  uano.La  donna  nella  grotta  Difcefa,  Di  mibilijfimiparenti 

17  S J ,4dimarexial  uemre  da  alto  ai  baffo.  Lat.  infiàmarejdefccn-  Difcefa.i.nala  U Di/cendere  a gli  atti  degli  huomini. 
dere.  D a u.lntra SeHeri,&  Cbitueriftadtmaf'ua  fin-  ’D'iCcetfdenti.uedtaparentado  i;68. 
mona  bella.i.corre  dalla  m fu  alla  in  giu . .inoliare  per  difieniùre  Lal.deqcere,demittere.D  a N^'ra 

ln(tTÌote.lat.utiirferiorueflri,dgemtiuoperlottblatiuo,  pondi  là,oue’l'tfiloi’aualla.uedia  178). 
al  modo  de  GiecLche  no  hanno  dblatiuo.  Ari./  fimulacri  Dcrmare.  Lat  C ortri,nafci/leducered>rtgiiiem  ducere . per  7 7 8; 
Inferiori  in  mano  Haueam . dtfeendere.  T i r.L‘acqua,cbe  da  Tartufo  fi  deriua. 

Sotto.Lat.fùbfubterfiubtus. Ttr. Sott‘,4cqua.Solt’ydn,  Diroccure.Lat.denuare,erkpere,efjluerr/ffundere. D a k. 
tandro.Sotto  Breno.Sotto  un  Lauro.un  Sa/foom  Bamo.un  Por  cerfo  in  quella  molle  fi  diroccia . 

yclo.Sorto  il  Sole.il  Scudo.il  Tempo.d  Giornoal  Fafiioan  Diroccare.  Lat.dctrudere,  dcqcere. per  uerdr  con  furia  dallo 
ttcoJl  Manto.il  CieUl  Freno.il  SÌjuTio  mdoSotto  le  Stei  al  bafio.  A R i .Tercbe  gin  diroccando  a ferir  uenne . 

le.La  luna.  L’ali.  Sotto  Bende,  Gonne.  Qjtell'arme.  Fura  Caduta,  Lat,&  excidmm,cafus,pracipttium,ruina,lapfuu 
flella.  MiUe  catecù . Et  fune'l  mondo  Sotto  [opra  uolto.  Boc.;7^Mm  mal  fi  fece  nella  cadua.Etper  còtmoiui  Ca 

B>oc.Sottoakunaregolaconflretti.ComeUfolepirdper  iuta  la  molle  acqua  rompe,et  fora  la  dura  pietra.T  u 

andar  Sotto.  Mortogli  il  Cauallo  Sotto.  D uh.  utò  Sotto  per  lo  adie.f'na  cafetta  anticaquafi  tutta  Caduna.P  e t. 
perSolto,per  larirua.  Cadutaèlaiuagloria;&tuuòlu/di. 

Sottentrare.  Lat.fubhre,&  lemter,irrepere.  ual  entrar  fotta.  Ciàn.lat.prolapfiodapfus.  P t T.Cader  Maligno.'Nòfu’l 
B oc. Comedfmnofottilmente  fottentranedefiderofioc  Cader  di  fubno  fi  flrano  Dopo  tòte  uittorudHaunéalle. 

chi.  Th.II  fanno  non  aueggendomeru  io  fòttentraua  al  Caduco.Z^r.  caducus,dectiuuu  P l r. Caduco  Beiu.Cadum 
lafio  corpo.  F tjecebini,  iqualt  Sotteutrauano  alla  Bara.  che  Sperarne,  Che  fi  poca  mortai  terra  Caduia.  B o C. 
Similmenteil  ueuto  con  fattili  Sottentrameuti  Jltmorar  (lafciamoftar  la  belleg^eh’i  fior  Caduco.) 

tonde.  T k.  lat f uh  latentibutjiimulare  undtt  Cadere.Lat.&  mere,et  mtàere.per  feendere, et  percipitare. 

Appreflb  che  ualé  fitto. Lat.  detnde.B oc. Ma  penbe  Tor.  Etécader  mmandelmtor'wco.ataderuachi 
qual[ofielacagfotte,peribelccefi^jKvdpprejfofileg-  troppo  fole.  Cade  utrtù  da  C mfium  Mte  toma,  Slraudo 

A cade 


Bairczza  Q^V  A N T I T A BaiLzza 

cade  dal  citi  fin  lenta  pioggia.  Che  chi  pofiendo  (lar  caddi  far  coUare/>UTt'orure,efSaminarca.tormeiaare,o  dar  la 

ira  maamde  in  un  rm,che  l berba  afcondc  Caddi.  Qnant' io  corda . U giudice  dtlpodeflà  fieramente  contro  é lui  prom 

caddi  neU'acijua,  & ella  fjurue . lo  cadrei  morto,  ouepiu  cedeuai&gta  Cbauea  coUato.Era  per  auemura  nel  pori» 

muer  bramo.yeggioéman  cadérmi  ogm  fperanga.Ter-  detta  littàuna  nane  di  mercatanti  carica  per  andare  a 
che  con  lui  cadrà  ijuelta  jperanza-Forlifi  lome’l  ililiCal  chiarenzA , deltaquale  duegiouam  erano padrom,  & ha* 

to  caggendo.Et  uima  a terra  caggia  la  bugia.  B o c .Infi-  uca  collata  la  uela per  douerji  come  buon  tempo  fóJJ'e par- 

no  che  già  ogni  fiella  a cader  cominciò  che  jatuaj  in  occa  tire.& non  calata  fi  èri  tn  quejlo  luogo,  perciò  che  era  ti 

fum  ncrgrre.Deltequaii  Torri  Cella  cade  piu  giu  andar  nò  rata  fufo  . Cimone  fuUa  prodaa  queiti  che  jopra  il  legno 
puo.y nfiHniiuUoÀtqual  cadendo  per  balx^è  pietra  urna,  d'iphigenu  erano,  forte  gridò,  ^rreftateui,  & calatele 

focena  un  gran  romore.  Quantunque  alquanto  cadejle  da  utlejo  noi  fpeltate^ejfereuinti,&  fontmerfi  in  mare  ; & 

alte.uedi  all'indice.  D a n.  Voi  apprejio  conuien  che  que  qui  non  fi  dice  coliate  percioebe  s'intende  abbajs'are  giu.  et 

ila  caggia  Infi-a  tre  foli,  Ts{e  aualt  tl  doloralo  fòco  cafea.  hauendolo  cala  to  nelpcr^ . & non  coltalo  ,&ioJiJi  die 

Cadendo  H ibero finto  Calta  libra,La  giu  cafeherò  io  altre  intendere  de gC altri  fimih , 

sì;  quando.  Caduto  fi;  è quella  dolce  terra . Et  caddi  come  ColU.latfidicula,harum  fiduularum.  i il  tormento, cioè  la 
Chuom.cuifimno piglia . cordadatormentarejodarlacordaaira.ucdia  Collare, 

ijSé  'Ricadere. Lat. recidere.  Ma  ricadendo  afferma  Di  mai  non  ue  Colla,  Lat.glutmum,i,  glsttenfisAcnde  gluttnofus  ual  mfeo- 
der  lei.  hoc.^ngifi  ogni  uinùfiufitma  le  chiufero,cbe  fio  come  il  ubo, ir  conglutinatto  oms , lo  incollamento,  o lo 

qua  fi  morta  nelle  braccia  del  figliuolo  ricadde.  & bora  in  incoUare.è  certa  materia  tenace  uocabolo  notoat  ichthyo 

qud,& bora  in  la  ricadendo  pure  ne  ufii  fuori.  Tanta  ac-  colla  fi  la  Colla  dipefce . 

qua  nell  fonte  chiarifiima  ricadeua . Tendere, per  denuare  Lat.&  deriuarefifipendere,  defccnde,  1788 

Ricadenti . Lat.recidentes, delabentes. B o c. Clicuica-  re. P t s. La cuifalutedalmiouiuer pende. yndaperga- 
pelli  erano  crefpijbmghi,  ©■  oro.jjr  fopra  gli  candidi  ho  mo  il figue  da  lui  pende  l’arte  guajla  franoi.Boc. 

men Ricadenti.  Capelli  Rtcadentialei  foprale  candide  Sirimafi:la  qutjlioneinpeadettte,cancborapende,ideft 
fpalle.  A M.  JoJpcfa.Et  udendo  ciò  che  la  Bbadcjia  haueua  in  capo,& 

Scadere, ual fuccedere.  Lat.  obuemrc,  cadere, oblingere,  gìioffolicridettebrache,ibeéquaej-  èia  pendeuanod, 

B oc.  Et  del  lutto  do, che  a leiperberedità  fcaJutoera  che  lalauanogiufii. 

il  fece  fignore.i.fucudutoJei  tu  cofi  pufitlammoc  cofi  S ca  Pmdix\c.Lat.pmduU,accliaa.&  labeonesAl  labrones,qifel 
dutofcoli  nelle  fitte  rtmafòi  cofi  fioppiato  ècerro,oè  b ^be  hanno  le  labbra  gmjie.  B oc.  Le  labbra  fue  fono  to 

grotta  i Latdeuolutus.  me  quelle  delPoraccbiuto  a fino  Tendule.  A m . 

Tomare.Lax.  ruere,deciderefieuoluere,pradpitare . è cader  Pcnfok.Lat.penjiles.  ual  pendenti.  Dan.  E’ Uopo  tronco 
a baffo  m luogo  concauo,da  T omba  ch'i  luogo  concauato.  tenta  per  le  chiome  Tenfol  con  mano  a gufa  è lanterna, 

V n.Trimach'itormauoilucentijielle  ,0  tomigmne  alcumiefiihannoTefolAbe ènoceUapolttana . 
CamorofafiluaJ.caggia.D  AH.Ma  fino  alcentropria  Spenzohtc.ualpendenti.lat.pmdfteifieieflt.Boc.Ettu  . 
conuien  thè  tomi . Semiile  fiate  fu  l capo  mi  tomi.Uiri.  mtlorniacafac5lemaHÌSp(^plau,quàdotu  dourcftief 
AkiSu‘1  mar  in  tant»,o’ fpefio  al  ad  Ulano.  L’afftitto,  fere  a lauorare.i.pfditije  feux.a  hauere  cofa  alcuna  in  effe 

& conquaffato  legno  toma . Curao.Lat.curuusfiexus,  contortus,pandusAt,um.  Ari. 

tomo.  Lat.  cafus,ruina,(altutfi  la  caduta  albafio.B  oc,  Eflaua  fopra  ilmarCuruo,e!r  pendente. 

Ter ueder fare  tlTomo a quelli  rauiuoli  ,&  maccheroni.  Chino,  Lat.  incltnatus,  accUntsfiecliuu,bocdeclme,tSrual 
Deponert.  Lat.perponer  j;i».P  ir.Depojla  hauea  l’ufàta  bajio  ; e fcefa.  P e T.Hutmdigliocchtfempree'l  uijoChi 

leggiadria.  Oue  ÌUpofìo  baurei  De  miei  jlicbi  penfier  fan  no.  B o c .Caualcare  la  capra  uerjò  UCbmo.L  alla  rmera 

fica  fima  .Toi  che  Depoflo‘1  pianto,  & la  paura.  La  bella  fa, perche  il  naturai  della  capra  ì è afeendere,  & non  dt- 

umcitrice;  iut  depofe  Lefue  uittoriofe,  & fiere  foglie.  feeniere . Ser  Bernabò  èfpuiando  con  dmbrogiuoto  ca- 

tjij  Sponcrefideponere.D  A u.QuiuilòauementeJpoJèil  carco.  ualcaffeU  capra  inuerfou  Cbmojadlafce fati  ah  Jìjutl 

• Calare. Lat. deficndere, decimare, incbnare,uergerefiemitte-  i fioretti  dal  notturno  gebi  Cbinati,^  Cbiufi. 

re.è  andare  da  abo  al  bajio.  T e rJìjiando  uedc'l  pafior  Chinare, per  abbajiare,piegare.  LatJncbnarefieijcere,demit  1 7 89 
calar  i raggi  Del  gran  pianeta.  Bo  c.  Dentro  mandò  le  tere  ,fieSere.  P e t.  Ter  chinar  gb  occhi , 0 per  piegar  la 
gambe  per  douerfi  giu  calare.  Debberarono  è calarlo  nel  teSìa.  Chmaua  a terra  il  belguardogentde.  Boc.  Sopra 

fOjCgp.  Quantunque  il  fide  uebeemente  calafiealt  occafo  la  coppa  chmatafi  piangendo.Egli  fi  tbmò  per  bafeiare.  Et 

Si  calò  nella  grotta.  Forx  gridò  arrejiatem  ; & calate  le  cbmandofi  il  trono. 

uele,ouoiaJpetialedle{ierutcifi , fp-jòmmerfi  inmare,  Iachitìeuole,ualpiegheuole.Lat.accbnisfiexibilis.Boc. 

D A N.Calarleuele,^raccogberleptrte.  Inchineuoledefiderio.yeggendociaccionaturalmente  In 

Collare.  LatdoUereAormere  funefi  propriamente  inalbare,  cbineuob.  Sono  le  femine  tutte  labtb,&  Inchtneuoli, 

0 tirar  fujò,onde  collare  tormentare aìoò  dar  la  corda  dal  lnchinare.Latànclinare,uergere,fit(kre,reuereri,deifcere, 
uerbogrecoupMifee,  trucio,  eSrtorqueo,  Onde  Colla  figni  demùtere . ualpiegare,abbajjare,bumibarc.  P et.  Per 

ficaia  fune  da  tormentare  ireb&  collare  anche  iuocabo  che  inchinar  a Dm  mollo  conuiene  .Tig  la  jlagion  ,cbe'l 

lo  marinarefco,  onde  fi  dice  la  uela  i a collodi  in  colla^quà  del  rapido  inchina . Ch'ogni  dur  rompe , efi  ogni  abe^ 

do  quella  è tirata  in  cima  all' albero, che  fiflain  ordine  per  inchina.  Ratto  inchinai  la  fronte  uergognofa.  Cb’inÓm'm 

partirfi,cioèperfaruela.ma  quando  fia  per  abbajiare  giu  clima  a ricercar  de  forme . aìlhor  m'inihtno  Tregandobu 

jò , cioè  dall'abo  al  baffo  fi  èce  Calare  com'è  detto  é fi,  milmcie.Con  k ginocchia  de  la  mente  inehine,  Boc.  Se  a 

pra.ey  non  coliate,  duenga  che  m tutti  tieliiquefio  con-  miei  prieghif abo  uofiro  animo  non  ìincbma.Ciaerail 

fufmiente plegga.Aco  c.  ytfabro  gbbaurebbe  uobai  fole  imbinatoaluefpro . 


HH  C.C  ini 


T 


Lunghezza  A N T I T A 

RjnaicchUre,  mi  nflrmgiftfi  in Je  fieffo.'Dut.  La  ^rane  ccn 
ditian  di  lor  tormento  Sterra  gUranmuhu.hu  i Hor 
U MÒtire  altieri  hor  raimiuhiarft , 

Rrfiettere  Lat.reji  fiere,  naltmbinare.radopfiare.hf.  i. 

Che  faidmenteogm  (inja  i’admette  Quando  m amor  la 
tolpa  fi  rijiettc.Cr  per  nucrberurejieai a di']. 


Cortezza 


LrtiCHEZZ,A. 


fi  liende,  B o c.  £t  fiendtndo  lo  pie  per  lo  letto  g/ì  itenae 
abbattuto  a quello  fpago . Terdie  Stefx  oUre  la  mano,ac- 
cBi  fi  fuegUajie.  Et  nedendo  parimente  lonobbe  le  braccia 
Siejejópraiacapa . La  BeUoloreftefiigmJhfii  panni  i» 
terra  Ò a»,  ,4Uhora]iefeal  Ugno  ambe  le  mani. 
Difendere . Lat.  txtendere.  li  o C.  Dilìendere  le  braccia  a 
gufa  di  Crocifijfo . Su  Cherba  tapeti  difendere . Cominciò 
./irrigo  a difendere  la  mauo,&  il  braccio,  & cofi  lutto  a 
uentrfidilleneUndo.uidiaU'laiLte. 

1790  h Wn^hi:zii.Lurgo..A!lungoandare../illa  h\h  dùleli.  Lat.raptim,ieleriter,ucloater.h  oxi.llca- 

ditiefa . .Allungare,  dilungare,prolungare.  Hallo  .quando  col  dille fo  capo  corre  .Atta  dtfefa,  V n.Sttr 

allontanare Jltnderefbf cadere, differire.  nere.  Lai.ualdifendere. D A ti.Loduer  mio,ib’at tuofen 

Lunghezza.  Lat.loagitudo,if  pioceritai,  tir  fi  fernafdell  fi  faccia  chiaro.  T.f'edrete  aljìn  uodre 

Ulungbe^^,&aUe:t!^.&diuiurHaas,la  profapie  fernere . 

lunghezjia  del tempo.Cr  proUxuai  utjeriKonii.  B o c.La  Strafemare.  Lat.  raptare,raptitare,& per  terram  trahere . 
Lainghcz,^  del  tempo.  Lat.  diuturmtai.  La  Lungbexja  B o C.Lo  frajcinòinlaaguinandoil  piano  con  lefue  pu-  , 

della  miuella.La  Lunghetta  della  notte.  gbe.  7 h . D A n.Qui  lejtrqjunareino.  A K i.MoUi,difa 

Laago,adic.Lat.  tongus,& procerus,lungo,tà'  aho.  eJr  éu-  camlUfrafcinando . 

tius,<^diKiurnut.uai  di  lungo  fi  di  molto  tempo.&proli- 

xus  ut  férmo . & promifSm,  à"  fummifius  ut  captllut,  CT  CORT  EZZ.A. 

barba.  Ttx.  Lungo  .Andare  Jiffanoo,Camino,ùi  Mar  Conezzx,Corto,Breue  .atcortarefibbrcuiare,actoniare. 
tiro,Martire,Soiino,Tempo,Tormento,Stratio.  Fora  Lun  .1 

go  a ricontare.  Lungaguerra.  Hiforia,'Hjia.Tema,Spe-  Cortnzi  ,&  Curtett]^ . lat.breuitas.  B O c.  Chi  non  fa 
me,Stagtoiied'ita,frta,Morte,Ef‘erieutta,Tittura,f'o-  che  la  Umgbieg]^  & la  Coric'^  del  tempo  allunga , «y 
glia,Età.LungbeFattcbe,&Tene  Lunghi .Affanm,Mar  accorcu  la  noia . 

liri,Tumi  ,Sojjiiri.  Che  ne  fa  uaaeggur  fi  Lungamente  . Corto,  Curto.  Lat.turtus  ,argutui  ,ó'  improcerusut 


B.oc.  Lungo  Lunghi , Lunga , Lunghe . b!  gran  Lunga, 
Lunghetta,Lu’gbiljimo,  Lungarni  me,  Lungammo.uedi 
tlndtce.D  un.  ìioa  era  Lunga  ancborla  uolirauiaDi 
quadal  fanno  quando  mdi  un  joco.  Luogo  quando  figm- 
fiea  manOfipprefio.ueéafi]ì. 

Allungo  .Andare.  Lat.pofl  longutn  taiipusjeedi  agoo. 


corpus.  P E T.  Cono  Tempo,y iuere,yedere.  Combatter. 
Etdelauita  il trapafiar  fi  Corto . Etuidi .e'iuederno- 
fro  quant'è  Corto . Lat.  tuliitofi,myopet,  uyclalopa,è 
quellocba  la  uiLla  cona.Cona  Medicina.cr  F'ua.  torte  ; 
f'ue.Corii  Ripofi . Vero  fi  mi  procaccio  quinci , & quindi 
alimenti  al  Fmcr  Curio . 


.Allungare,uai  allontanare.  Lat.abefie  longe,  dtfcedere,prom  .Accorciare  ,daad,efr  cuna.  lat.  decano,  uale  accurtare, 
pciJci.P  ixSonfuggtt’ioper allungar Uuita.Lat.proro-  &abbreuure.uediaxp].  , 

garefiUferre,protrabereaxtendcre.  Ma  quanto  piu  m'al  Breue.  Lat. &argutus.iompendiofus  ut  fermo.eompendia- 


iungo,CP  piu  m'apprcffo.B  o c.Tfpn  molto  Ut  galea  allun 
gata.  Quàdo  i due  cauahen  fi  furono  allungati.  D ak. On 
de  quoto  potengh  occhi  aiiùgarfi.y  la  natura,cbe  dal  fuo 
fatiort  S'era  allungata.!  mJi  entrar  le  braccia  pt  rtajcel 
le  E eUiepie  de  la  fiera,cb'eran  corti  Tarn' allungar  quan- 
to accorciaua  queUeo-farfi  lunghi.  Lat. prolungarunt.Vo~ 
co  allungati  l'erauam  di  linci . 

Dilungareoullontanare.LatJifferre,protrahere,extetide~ 
re^rofrahere  ,fémngere.  P s T.  Terdifjierauuia  fidi- 
ìnngaro.  fi  o c.Ogm  fatica  ntrouandouana  douerfi  dilun 
gar  del  mondo.Diiungandormdalla  mamera  tenui a.yide 
nel  mare  non  tnoUo  dilungata  la  tamia . Dilungitofi  con 
àueutione  di  non  mai  piu  tornare  .Come  atto  miglia  dalla 


nus  ut  uia . dee.  tmprocerus  ut  corpus . nrcunlcripius  ut 
jyltogifmus.T!in.temporaneus  ut  tempus.&  tacomfmos  è . 
lo  brace  parlare  Cice.adte.mal.^  fem.uai  cono,&puiio 
lo.P  t T.  Breue  Confòrto,  bir.  Gioco JUpolò,SoU,Spatio, 
Sogno/'iaggio.  Lat.  iompcndiarius,q.  Sonno,  Furor, Ca~ 
mmo,Cbioma,hauola,Guerr*,Ciou,StiUa,Telap^iaPie- 
qme.Breuiffimo  n/ò . Quaiao  più  m'auicmu  al  giorno  efre 
mo,Cbcl‘bumana  mileria  fini  far  Breue  .Breui  Cumi, 
7dotti.&  Rifa.  Boc.I  motti  perciò  che  Breui  fono.  Breut 
Cvfe.Breucmente.  Dan.  Breue , Tertugio,  Fella,  yfo. 
Che  la  fialetta  i de  tre  gradi  Breue . Breuemente  farà  ru 
fpofo  a uoi  Breuemente  mi  n^ofe  quando  i aduerbm, 

che  dmota  tempo. uedi  aTempoazp].& quando  figmji- 
ta  ferii  tura,  Lat.  diploma, cis-  ueJi  a 8oi. 


riua  dilungati  furono,  uedi  t Indice. 

Throlungare.Lat.differre,comperendinare,procraflinare/iif-  .Abbremarc^  aecorciare,uedi a Breue aduerbio  a sp], 
ferre  in  longumaUem  de  die  ducere.B  o cJat  cena  per  lun 
gofiiatioànotulaprohpigò.  L.ARGHEZZU. 

1791  Differvre.LatjdifferreiidiRarefilseffe  .ualddungareproUau 

garefardare.  hui. Ognun, cheuiuealmo^opecca,&  Arghezzx. Largo ,.Ampieviti, .Ampio,,  lyjj 

etra, 'big  digérifce  in  altro  il  buon  dal  no  Se  non, che  B9  Tiana^patio,Campo,.Aria.Lirgare,alUr 

Pun iuintoadpgnignerra .mi  fari  heue  Différirquefla  garefimptare,^liare. 

pugna  fin . Br  latUudo , laxuas , iJeli 

jlUontaaare.Lfintanare,Lontanojiedi4  p6s.  ESmS  diLualio. 

Stemdere.Latxxtendere.  P i r.THemut  uofìra  ragion  la  n3  Largo.  Lat  larguiJatuiJaxusaialeampio,^atiofoMo,& 
fiflende.CbefidoaltraPmgtgnOHonfifende.Toiflenden  aUuna uolta dmota  magnificoMtralr.P  a j. Largo  Cie- 
dolauiIlaquant'iobaflo.Diqutliofiue'lbtlguardiimm  lo.lAt.amptum,  Largotempo.  i .^aUofum,  Lar- 

l» 


largherà  QJV  A N T I T A Strctttaza  145 

go  Tributo.Ltl.magmim.Lirgo  l'olo.Lat  f^atiofnm  Lar-  Kni.Utjitr,&  catum.pcr  lo  Spatio.  P i t.  SÌMaata  .Aria 
go  Coloanejé.Ui.»uinificus.Lirgj  f'ena(.t.iel  dtre.)Lat.  dal  bel  mio  mi  àfarte,^  per  lo  elemento,  nedt  appf.<^- 

fécm$Ja,facmtdj^tuberrtma.largayia.Lat  ampia.  CoU  per  lo  affetto  a 1410. 

donepiM  Largo  il  cor  traboccbij.abbondeuolmente.Latjif  Campo.pfr  lo  Spaiio.Ut.foinm^iiperficies,  jpatiim^am- 
fluentcrMa  il  nofirofangiée  pione  Tm  Largamentejar-  pm,ptanitJ3^planmei.  P e t.  In  Campo  nerde  un  cali- 


gata al  fin  con  l'amorbp:cbum.i.  fciolta.Latlaxata.Zoc. 
ynaTauotu  Mollo  Larga.  Laighecappe.  Larghi  panni , 
Tipi  habbiam  molto  Laigo  parlato  delle  noflre  mogli  jjar 
gamenter&  ampiamente.  Lat  ampia, ampluerdate,  diffu 
Je.  Largo  jpaiio.  Largbtfimte  leggi.  Larghifiano  patrimo, 
tnoj.amplo,  Larg.iiuente . 

Largare.LatJaxare^crire,fiiungere.P  t T.  Largai' Idefio 
ib'i  tengo  bor  molto  a freno . 

.Allargare.  Lat.  élatarejaxare,ampllarr,  proferre . P E T. 
.A  le  lagrime  Irifle  allargat'l  freno.  Di  h perche  tacqueat 
allargò  la  mano  iboc.Se  alquanto  t’allarga  la  uoLlra 
bonejla.  t{p  maitre  di fioìutiom  allargando  fi  qnantoi  ji. 
colari.  .Allargò  le  for^p  allo  affiderato  tuore.V  H.  D A N. 
Sciroppa  ficnrtà  m'aUarga'l  fieno . 

Lato.  Lat.  cr fjiatuJui,patutus^mpluiJaxHi.T  e t.  Talho 
ra  per  tua  (aera  fi  per  uta  Lata  . 

Ampiezza, larghccga.  Lat.  anqdituJoJaxitas.  B o c. 
Rompendo  la  calcata  gente , laquale  haueua  riempiuta 
[ -dmpiegrca  del  fatto  certbio.  P H.  D A n.'tipn  (‘ingan- 
ni f .Ampiezza  de  f entrare.  Dcntra  t .Amputala  di  que 
fio  reame. 

A mpio,ual  largo;  tir  ffiatiofò.  Lat.latus^mplus,fpaliefus , 
patulus.  B o c.  ,AmpioGrembo,-4mpia  Hereétd..Ampi 
Campi..Ampie  Tromeffe,  .Ampifìtma  Cotte,  .Ampifione 


dtdo  armelhno . <Jr  quando  dmota  la  campagna . uedi  a 
1 10^.^  per  lo  ef eretto  a qgS. 

STRETTE  ZZ  .A. 

Trettmz, Stretto  JbflrettoJìiflrctio,  Co~ 
firetto,RomitOrAffifio,.A  rto,  .Angufiojhin 
gere,riftrmgereyiifiringere . 

Strettezza.  Int  angufita,arum  ,firi(lurjt; 
comprefiusauairdui.&  artio.  B oc.  Che  la 
troppa  Strette^pc/i  della  mtenlione  delle  cofi  dette  non fuf 
fe  altrui  materia  di  di^utare.  Vn  monaco g»uane,d  utgo 
re  del  quale ^ la  Strettegpia/ie  i égium,  ne  le  uigilie  po- 
teuano  macerare. 

Stretto.  Alt.»  arUusAngufliSiConfertus^  turba/xiguut, 
brtuuatrCiordniquus  ut  ^iumotale  ptcciolo.Ptj.  Stret 
ta  Gabbia.  Che  Li  ima  ndil  preda  no  piu  Stretta  Tenm  al 
btfogno.Tercbe  tìea  uerfo  me  le  man  fi  Strette.  Career  ;one 
fi  uten  per  firate  aperte , Onde  per  Strette  a giran  pena  fi 
tmgra,(!r  fofiantiuoMa  Maratona,  CT  le  mortab  Strette 
àxnrguiìtt.B  o c.  Fn  Cbit^ictlo  Stretto.Fn  luogo  Streh 
to.  Col uifò  molto  lungoect  Stretto.a  Stretto  configlio. Ter 
una  uia  afiaiStretta.Stretta  domefiitheg^Tioi  fiamote 
nule  Strette.  Stretti  m fumé, Tenendo  gb  firom  Stretti  al 
corpo . Strettifiimo . Strettifianamenie . uedt  alt  Indice . 


HercditàyAmptfiimo  Campo,-4mpiaii  Regm.  Dan.  Hot  Stringere  Strignere.Ltt.firingere,ar8are.9ix.et  le  duo 


fe  tu  bai  fi  .A  mpio  priuilegio.La  uifia  ima  ne  t Ampio aSt 
ne  tAlie^fta  non  fi  fmarnua.I  utdi  un'Ampia  fofia  mar 
cotorta  fuor  de  t Ampia  gola  dmfemo.  Licerebi  corpora 
li  Jòn’Ampi,&arei. 

1794  Ampiare. Lat. ampliare Aiciéderefiatefatere.  per  allargare. 

' B O C.  Quafit animo  ampiando.ifi  2.  Etiampiareal  tuo 
potere  piu  con  cofefallCAbe  con  parole  la  fama  fina'.  L a. 

Viini.Lat.plana,aquabiJa(ilii,plaiidaJauis.p  e t.  Che  mi 
conduconperpiu  Tunauia . Alqualueggio  fi  larga, Cr 
"Piana  uia. 


bracciaSon  a {irmger  il  cor  timido,  & piano.  Che  fèrro 
mai  nonfirigne.EtfifoautmentelegaAfingneJ>icbemil 
lapietàpar  ebeui  SlrmgaStnoncbemifiringeafoldite 
puta.Etfiringendo ambedue  uolgerfi  a tomo. Deh  firitt- 
gilo  bor  che  poi.  Et  nulla  fi  ringo,&  tullo'l  mondo  abbrat 
CIO.  e'I  tuo  dir  Siringi, & frenati  laccio  Alqual  miSlrinfi 
amore . Et firmfe’l  cor  d'uà  laccio  fipoflente  .Allbormi 
Sìrinfi a l’ombraSunbelfaggio.Legatofonpercb'to fiefio 
mi  Slrmfi  .B  oc.  uedi  all’Indice  .Dan.  legteuam 
un  giorno  per  diletto  Di  Lancilotto,  come  amor  lofirinfi . 


Spitio  ,& Spoeto àce il thof(o.Lat.&interuallum,curri-  Biilretto,ualfèrraloinfieme.Lata>bflri{lns,o(clufui,  con- 


tuluma>emculum,curfutpbflantiatntercapedoanterSii- 
tiumjra8ut.& ficularu.boc  feculare,  lo  fpatio  duitoan 
ni.  interordmiumdofpatiotragltarbon.tlr  mtercolum- 
mum,è  lo  fjratio  tra  le  colonne,  ual  luogo  ampio,  Cr  fpatio- 
fòfiuero  dtflarrzf  • B o c.  Et  prima  per  S patio  dt  piu  dun 
miglio élungati  furono.  P e T.  E’npocoSpatio  lamia  ai- 
ta chiude. Breue bora opprefìe,Cr  poco  spatio  afeonde. 
Con  tauro  de  fofpirper  tanto  Spatio  "Pedano  alcielo. 
D A N.  £0  Spa'^o  era  una  arida,& ^efia.  Et  nÓ  pur  una 
unita  quello  Spattgp  Girando  fi  ru^efea  noflra  pena . er 
quando  figmfica  tempo.uedi  <119. 

Spallare. Lat  fpatun,late  uagariAmbularejial  cambiare AT 
andare  per  lo  ^atio.  B o c.Amcnifsnno  campai  quello. 


cUifusAeclufus,compatlut.  p e T.  Riflreltoaguifa  ithuom 
cb’afiietta  guerra.In  un  bel  drappeUetto  iuan  Riflrette.Et 
le  tre  parti  fue  uidi  Rifirette.  Era  la  mia  uirtute  al  cor  Ria 
filetta.  B oc.  la  cattiuella  della  paura  della  dimandata 
pena  dallo  Stramba  RifirettaSlaua.Lat.pauida,timidaAt 
menculofa.  Rifirette  nel  picciolo  circutto  delle  lor  camere 
rincbiufe  dimorano.  Rifirettiin  fegb  fifiritifimori.Hauen 
do  fólto  certa  legge  Riflretti  ragionato . "Helle  fpalleRi- 
firetto . Et  Ibpra  quelli  marmi  Rifirettofl,effendo  il  fred- 
dogrande. 

RiSlngnere,&  R)Hringere.Lat.adflrmgere.  Pet.  Rifirette, 
&■' RiSìrcttaAedt  di fòpra.  B o c."blon  intendendo  rifirett 
germi  (otto  alcunaffetttlitd . 


per  loquele  noi  hoggi  Spanando  andiamo . "Poi  che  Thilom  Diltretto.ln/  éfirifluiAal  Slrelto,o  rifirelto.V  E l.Rup- 
mcna  ragionando  ui  Romagna  i entrata , a me  per  quella  prfim  tato  dt  uergogna  il  noda,Ch'alamia  Imgua  era  Dia 

fimilmenie gKua  i andare alquamo  panandomi  colno-  flretio intorno.  Boc.Cbe'lmto  cor  tien Difiretto.  qui 
uellare.  Alquanto  con  lento  pafio  dal  bel  palagio (u  per  le  do  dinota  la  prigione  jieé  n J4 ; . 

rugiadefanaiidofiiallontanarono.S  A K.Siuedeanomol  Diflrignere.Lat.4Ìflritigere.  P E T.’Hfdiluicb’atalnodo  nà 
ti  armenti  che  andiuano  paficndo  ,&  fpatutndofi  per  li  difirigne.O  bella  mancbemiddfingrdlcore. 
uerdiprati,  CoRietto.Lat.coaSbu,cdufinllut,  cobibitus,  Tcfr*natut, 


Q^V  A N T 

P E T.  DigeLttapMM  U lien  Ct^rtm.i.V affretta.  B o c. 

Co^rettodanecrfinà.i.tfQr%atOfifptronato.  lat.  coaÙni , 
ftrifius.  D'amor  CoJIrt  ttt.  Da  fame  Cofiretta . 

• f^xto.Lat.arChn  jln(}iis,mtujui,prtlmsiangujius.ual^ret. 

fo.D  A N Lagmnel  fondo forauHato,& ^rtojj  Cerchi 
torperali  firn  ^tnpi,e!r  ^rti  Già  di  larghe^;  che’l  me} 
fo  di  lutto  Intero  a contenerlo  farebbe  Mrto.  Boc.  Et  ar- 
tatamente prefe  concoflki  una  fretta  domeHiibeo;p^a.i. 
lìrettamcttte,iy  con  afluiia,  'Non  lòlatnenie  glul  comin- 
ciò a comendare , ma  Artatamente  a foUecitarlo  a ciò 
molto  }pe}3o.la.impéle.i.arfle^r8tJJimi,  ualde  opprime. 

Romitoyiif.*»/  foto,&  in  fertflretto.Lat.]òlus,unusjbli- 
tarius  jblmagus,de}èrtus,  remotus . P s T . Feggiola  in  fé 
raccolta, a- fi  Romita. lo  Ipirto  Con  tutte  fue  uirtuti  in  fe 
Romito.  BO  c.ArifloieleJlar conattoph,  Tacitoriguar 
dando  in  (è  Romito  ,¥  i.  D a n.  & l’ombra  in  fe  Romita 
Surfe  uer  lui  del  loco,oue  pna  flauaJjt  piu  Romita  uia  era 
una  fcala.i.piu  diferta,^  inufttata.dr  quando  ifo}iantiuo 
dinota  quello  ehehabita  trremo.uedia  147. 

A.n^{lo.Latjir8us,exiguus,brtuii,  ual  picciolo, & flirf- 
to.V  hT.lncofi  Angufa ,iirfolitaria  uilla  Eralgran- 
tPhnom  che  d' Africa  s’appella  ,D  as.A  piu  Anguflo 
uaglio  Ti  conuien  (chiarar . 

Croflezza.  Lat.crafiitudo,&  craJfamentum.B  o c.Di  che 
Croflrtéia  i quejia  pietra  i Quelle  pietre  fono  rfx  nane 
Crofiizxs. 

Groffo.Lat.cra/Ins  pinguis^enlùf,j}>ilfus,plemit,còcrttttf 


I T A 

LIBRO  DECIMO- 


j ViF  £ R KO. 


N F E R N o,  Abifo,Tartareepor 
teXittà  di  Otie,Diauolo,Demonio, 
AuerfariOiFijlolo, Folletto,  Tinnì 
eo,Tenebre,Scurttà,Ofiurità,  Late 
bra,TipttrXuio,Tenebrolo,Scuro, 
Ofeuro  t Ottenebrato , lipttumo , 
Tiegro, Bruno, Tetro,FolcoXolto , 
Condenjà,  T orbalo  ,Turbo,  Tetro , 
Vunitione,Dinatiane,  Oi^eratio- 
ne,Dijperatl,Dannati,HereticiXIaladetti,Tormenii,Sup 
pltctj,Tene,Stenti,'Pianti,Lagrime,Cemiti,lainemi,  Ra- 
marichi,Lai,StridiXiff>iri,Singultt,  LagrimabiU,  Lagri- 
mofi,Ttnofi,Ttetd,Ah,Abifihime,  Hui,0,  Bruiteti  > 
Sporchez^,Soz^ra,Mondigba,Immondiglia,SuCiidn- 
me,Fraadume,Tuxjia,Lezj;p, Brutto,  Fecuofò,  Fetido, 
Fracido,Vutndo,Manio,Corrotto,Laido,Scrtjp,iucido. 
Carro  dcBa  notte.  Ammali  notturni , Fiumi  dell  inferno . 
T^oijw'  de  Dianoli,  pumre pagare, piangere, plorare,  lofi  i, 
rare,gemerc,ràmaricare,garrire,patire,lòjlenere, (lenta 
re  fenarejiipareXtf^tpare, Imperare  pianare,  codennare , 
ofcurare,fcurare,offujcare,abbagliare,ittuiare,imbrum 


1800 


re,abuiare,annoiiare,an’ierarejmbrattare,fihicherare . 
tjT  alcuna  uolta  in  uece  di  grande  .Boc.  Grafia  Kocf  j.  Inferno . Lat.  infemus,infemaUs,  & mferus  untimns,  &• 


profundmjcatogeumj^  domicibum  fnbterramum,tarta 
rui^artarensJ>arathrumArebus,orcus,auemus,&  auer 
nalis,plutomus,cocytus,acherufÌHS,pbegetiiteus,Uygiut, 
Aiheruntheus , Letheus . Lo  Inferno  i La  piu  bafla  parte 
del  mondo,&èdetto  Inferno  da  quefia  dittione  In  fra, che 
fignifica  di  fatto  ; tr fecondo  la  maggior  pa  rte  de  fcrittori 
lo  Inferno  è nel  centro  della  terra, 0 poco  lontano, ér  meta 
phoricefipone  per  queflo  mondo  ,S’ perla  ulta  mortale . 
P E T.  Tion  uorrei  rmederla  in  quello  Infemo.i.  in  quella 
una  mortale.De  uiui  Infemofparlàdo  di  Auignone.  ) Et 
leifigue  aKinfento.  DianoldelTInferno.  & 

nella  F t.Dif  de  gli  immortali  regnidiStige,oombreIn- 
fernaU  fi  eterno  Chaos,  A R i.ch’ a mirargli  parlarne- 
derC  Inferno.  Tfon  sòfeda  l’Inferno,  0 da  qual  fède , 


grande. Le  Labbra  Crofie.Cominciò  a gittar  lagrime,  clx 
pareuan  nocciuoleji  eran  Grafie.  Grofit  Talafreni,  Sala- 
ri.i. grandi.  Grofiifiime  Terle . Grofiifiimo  Mare . 

lngnfiarefrfarfigropo.lat.crafiefcere,pinguefcere,pàde- 
feerefit  luna  crefeentefrumentagràdefeunt,  cioè  l'ttigrof 
fano.  Dks.f'afii  caggendo,  & quanto  ella  piu  ingrofia 
Tamo  piu  troua . 

Sottile. Lat. fubtilisfixilis, tennis, gracilii.V  e t. D'amor 
traggo  indi  un  bquido  S ostile  Foco . Tion  hebbi  a Si  Info  il 
miodir troppo  humile.Drgna  d'afiai  piu  alto,&  piu  Sotm 
file.  l'idi  tela  Sottil  tefier  Chrifippo.  Boc.  Sottil  Corda , 
f'etro,Sottilrydtre,Artificio,Sottiletio  Ceribio , Sottili 
Aueiimenti. H uomini  magri ,rt  Sottili,  Sottili  Ciglia^ ot 
tilifitmo,SottiglicZga.uedi  alt  Indice. 

1199  Affottigltare.  Lai.  acuertfixtenuare,maireflcre.  P et.  E»  \nfetnd.\e  Lat.infemus,c^-inferusja:thtMSfifimft  aomus, 
chi  troppo  affottiglia  fi  feauegga.  B o C.  Dopo  lungo  fba-  afiim.Sibiiui.Degeneres  ammas  tenebri!  dàiiauitaornii. 

rio  a^ttigUandofi  la  nebbia.  Quelli  che  hanno  ne  gU  jiucb  TIJI  òdi  DE  DIABOLI, 

gftng'gmafiottigliati.i.fatti  acuti,typronti.ì)  a n.Cer.  Diauolo.Lat.éabolui,calumniatoritp-anchoingreeofigni 
to  a colui  che  meco  l'affottigba.  frcacalumniatorefiediaCalummaa  i48.<>‘ Demonio. 

Aguzzare.  Lat.acuere  perafiottigliare,prop.&metaphc.  Lat.Damon,eudxmem,  cacodxmon  probono,  v malo  da. 
p B T.  Sempre  aguzptando  ilgiouanit  de  fio.  B o c.Amor  mone,  ual  fapiente  perche  demon  in  greco  fignifca  fapere, 

gli  banca  agut^to  Cmgtgnò.  D a nxigugga  uer  me  toc  Belzebù  fignifica  buomo  di  mofebe,  cioè  d anime  pecca- 
duo  Si  che  la  faccia  mia  ben  ti  difeapra.  Agutga  qui  let- 
tor ben  gli  occhi  al  ucro  Et  fi  uer  noi  aguzgauan  le  cigba. 

* & per  far  la  punta,  uedi  4 5 J 8. 

Aguzzo.  Lat.acutus.DA  K.Chegiàperbarattarbafoc- 
chio  Aguzg.oa.ag1e7g.ato . 

Acu  to,et  Aguto  per  fittile  Latateutus,  & aiutulus  il  dimi 
nutiuo,&argutut.P  E r.Torphiriochedlacuti  Sillogif- 
nu.  Boc.  era  d' Acuto  inge^.ì.pronto, &frutde . <jr 
quando  dinota  puntidofiedi  a s 18. 

J^^mzzcotc.Latauutor.  S A u.  Apollo  fi  lime  ad  Agu^- 
\atore  de  pcregrìm  bigepiiJM.  a^ruilor. 


1801 


trio.  Belial  finza  giogo  fi  nero  frnzafignore.peribefem 
Crea  quelli  repugna.  Satanisaduerfario.  Bebemorh 
beflia . Leuiran  arrogimento  di  quelli  che  accumulano 
peccato  a peccato . Lucifero  del  primo  ordine  della  fu- 
prema  bierarchia,&  in  quella  terme  il  fupremo  grado  ,a 
cui  come  a pnneipe  molti  di  tutu  1 chori  fi  accollarono;  co 
Bui  fu  accecato  dalla  confideratione  della  fua  bellcgga . 
Boc.  Efiere  nelle  mani  del  Dianolo . Da  ebe  Dianolo  fu- 
mo na,poi  che  noi  fumo  uecebie . da  Cento  mila  Dianoli: 
yna  fucina  di  Diaboliche  operanoni  ah.  Del  Diaual 

nini  afiai  ; tra  quali  udìcb’igb  èbuttardo  padre  é 
•I  tuertzpgna. 


è.ml 


i 

I 


INFERNO 

Hitttfpu.Tmt'tiimù  AlichinOiC^ Olcabrina  com  SpÌTÌti,&SpÌTtÌ7miligiii,f^mfiniàli,Lat.giirnitsJartutJa 
miH<io tér,^ IH  CagnazzOi & EubuìccizgMdi U mu,umbrtcJepiiires,orum^iies,& lymphatum lo 
Libicocco  Draghignazzo  Ci-  ntaio.  D a n.  Ter  trarn'Kit  Spirto  Jet  cerchio  JiCmJo. 

haccio  fanmto^  Cratìcanr^  Farfarello,  <?•  Ru  Ttrcb'ipregailoSpintopmeiiaccie.TKttifonpienàSpir 
bicanccpii^.  ti  maUÌeiti.Cbe  non  i Spirto  cbeperlaer  uoLi. 

Ncmico,f rr lo Duuolo. Boc-Tu mifarejli dare  CMtma  F y RIE  1V,F  ER  Tiyi L I . 

altifimco.  Tre fonole Furie ìnfemili,Megero,^leto,&Tbefiphone.  jgo,j 

DcmotùomgrecofigaificapipieiUr.LttJiemoH.  Boc.Ter  LotMrre,AtberimugeHxitcumitr^ apad  m}eros,ca- 
puMiameiui  di  Demoni.^  famr  gl’infermi,  et  a liberare  nei  apud  m.ortaleifnru,(p-  hydrigena,  ^ colubri  fere  di- 

gli Indemoniati  .Dun.  Maeflro { tu cbeninii  Tulteleeo  fUfu>it,!p-aqiieftegliantichideJicaronolaTalpaanima 
Je.fuorcb'i  Demon  duri , Caron  Demonio  con  gli  occhi  di  Ietto  che  hahtta  jitto  la  terra,  onde  Dan.  Quejl'è  Urge 

brapa.Delo  Demonio  Cerbero  ch'introna  L'amme.  ra  dalfinijiro  canto  Quella  che  pange  dal  dejiro  i ,4let- 

1801  Aucriario , perlodiauolo , 0 demonta.  K r i.  Ma  Cantico  w;  Thefiphoni  nehnnco,&  tacquea  tanto . 

Autrfario  che  fece  Eua  A Cimerdittopomo  al^r  la  mauo.  Alctto.Lar.  -Stello  figlia  di  .Aeberome,  & della  nane,  & 
Belzebub.  P e x.  yanno  trefeando , & Bel'^bub  in  me%p . mtnifira  di  Tintone. &fignifica  fén^a  quiete ,&  la  inqme 

I)  A K.  luogo  la  giù  da  Beb^bub  rimoto . Km.  Belj^m  tudme  iilprincipio  del  furore.!)  a NMedidifimra. 

bubmabgno.  Tbertphonc.Lat.tbiftpboue,&inlinguagrecafigmficau( 

Situo, & Satbanafioénota  auerfario.  D a s.TapeSatan,  dicatrice  iucctfione,^  quefioiil rimoifodelU  confeie»- 

pape  Satan  a Cheppe  Cominciò  Tinto  con  la  noce  chioc-  t^a.  Km,  Di  man  trarla  a Theftphoneé&  a la  morte. 

ZM.  A R 1.  Farò  fuggir  Tintone  ,&Satbanajìo  ,E'l  Con  Mteera.  Ut.  magera,&trahefuafigmficationedaodto , 
in  foncé  leuerò  ddpafio.  iklquale  fi  permene  in  eflremo  furore, C piglia  fi  d furore 

Pluton . Lat.  tr  orcui  .Dan.  Coimmoù  Tinto  con  la  noce  pel  difordmatoappetiio  .Ari.  Ch'abommabd  pefie,  che  i 

chioccia,  uedi  a Tluton  Da  nell' 01  dine  del  cielo  ai}}.  Megera  E'  uenuta  a turb,ir  gli  humani petti!  D a s.ueu 

LuciftToncdidi/òpraaDiauolo.Boc.  farmi met  dtdifopra. 

tere  in  bocca  di  lucifero,  D ah.  La  creatura  ibebbe'l  bel  !.iiae.Ut.& Gr.erinuytjuria  infemalis.  fono  le  furie  infer 
fimbunte . uab.  Dan.  Guarda  tm  d^Ie  Le  feroci  Erme. 

Cerbcro.Lat.efi-  lanitor  orii,rriformiidrifaux,lriceps,cu,  F ly  MI  DELL’  ITl^FERUP . 

fiat  berchi  .Dan.  Cerbero  fiera  crudele , & diuerja  Con  The  fon, Gian,  Tigrii,Euphrate,.4tberonte,  Lethe,  Talude , 

»rr  gole  canmamente  latra.  Quando  fi  feorfe  Cerbero  grò  Stige,Cocito,Tblegeton  uedi  a FiuMÌ,cbe  fecondo  Cordate 

uenno.  Da  lo  demonio  Cerbero  ch’introna  L'anime.Knt.  dtU'udlphabetofonofofilagb  fuoituegfn. 

E'icantrifauce  leuerò  dal  pafio,  Stige  palude  infiernah.  uediafimnia  loyp.  D a «.Fuggir  x8of 

Barbarìccia  Lat.fubruffus^cmtuijbarhatapriia.  Dan.  tofidiuan^adunth'alpafioTafiauaStige  con  le  punte 
Et Batbanccia guidi  tadecina.Macome  fapprepana Bar  nfiiulte.  Fanno -4theronle,Stige,&  Flcgetonta . 

bariccia.Ma  Barbariccu  il  chiuli  ne  le  braccia.  DitCiècutà  deWinfemo.dt  Tintone  f»ofignor,fomeadefin 

Charon/»  Caron  Lat.&  portior,&  nauta  flygius.nocchit-  Tlutonea  1:6.  B o c.Iocredo  che  ninna  furia  rimane fie 

' ' ro  infernale  icr  fecondo  dice  Seruh  è detto  nftrà  rii  ui  uellactttddiDite.'V  a.D  AN.chelagranprtda  Leuòa 
nlfgarm.  cioè  per  contrario  fintimento  ìci%y  ^alftu , DitedelngnofupemOyS'appreffalacUtichanome  Dite, 
cioeaelgodert,perchetifaattnflarenóallegrare.Maio  Tuturcepone.Lat.tartaree,&infororumporte.PtT. 
credo  cbegliantichitmponefiero  a lui  quello  nome,perche  Che  col  pie  ruppe  leTartaree  pone.  Km.  Omaladetto, 

Canimedelcorpo  bberate  debbano  raOegrarfi  per  ufeir  oabomiHofioidigno,CbefabricatonelTartaTeof<mdoF0 
della  pngione,& ritornare  al  cielo  uarcandoi  luoghi  fii-  fti  per  man  di  Belzebù  maligno, 

gl,  {Jr  però  dice  d Pet.  Tal  ch'io  non  temadel  mccbierdl  Tenebre.!*».  P e x.  £»  da  fi  fòlteTenebremi  parta . Fin- 
Suge.!)  A «.Charon  Demonio  congliocchidibragia.Et  u'ituo  folle  mie  tentbrenoueSxleTentbrenofire  altna 

però  Charon  di  te  fHageu.Et  ecco  uerfo  noi  uetàr  per  no»  fann'albaJjingaRagiondiTenebreueftito.Cbequafiun 

ue  yn  uecchh  biàco.Il  duca  a lui,Cbarou  nÓ  ti  crucciare.  belfereno  a megp'l  die  Fer  leTenebre  mie.Cbefim  nmOm 

1 80J  Minos  figliuolo  di  G,oue,& di  Europa,fu  Re  di  Creta,  fòiuT enebre  e’n  martire. E'n  T enebre  firn  gli  occhi  interi, 

primo  che  diede  legge  a Cretenfi,fu  manto  di  Tafiphe  che  & jaUi.  B 0 c.  OTenebre  dogm  luce  nenuthe.!  l.Etgli 

poi  fu  mgramdata  da  un  toro  Jse  fece  d Minotauro,tir  fè~  occhi  della  mente  hauendo  di  T enebre  o^feati , 

tondo  .Ariftotele  fuuccifò  in StcdiaprefSo Camerino  co,  TenebTQfo.Lat.V  iJ.TenebrofoHorrore,Tenebrofa  Gdfr 
fieUo  dalle  figUuole  di  Crotalo  Re, (fi-  dopo  la  fùa  morteti»  bu,Tenebrofi  Luo^.  Lafeiando  Tenebrofo  onde  fi  mone , 

poeti  fu  detto  giudice  del! tnfemo, uedi  Minotauro,^  Tom  Stenebrare,!  leuar  le  te  nebre,  Dan.  Quai  lumi^  qua  i can- 
fiipbe.Lat.&quafiitor,gortyniuipifiaus,^oriiarbitet.  dele ti ftenebrar fi.  Lat.  illuminare,^ iliuce fiere. 

D A N.Cfcf  quejii  uiue:  Et  Minos  me  lió  lega.K  n i.  'Hel  Ofeurità.  Lat.  objiuntas,taligojatcbrofus,d  litogp  ofinro, 
manfueto  ubino  Fece  entrar  un  degliangelde  Minojjo . tenebtiiofus,  ut  nox,&  latebra . 

Folletto . Lat.  fatuuifi»Uus,damonui,^  damon  arem . è Scuro.**/  ofinro,^  buio,Lat,obfiurui,ater,umbrofus,opa*  1 806 
^tiediffnrtoaereo  i«  wre*  deluulgo , ^ fa  cofepazjg , (ui,caliginoliitiettenebrofus,  et  tmebricolui.pieno  diofiu 

or  uaiic,(fi-  alcuni  lodemandano  Mat^^ruolo, tali  Ma-g_  rùd.&illuminus  uttempusJ.fengalume.P  e T.Miran- 
Zapengolo,  (fi-altriaitnmcnti  .onde  l'Kn  i.  facendone  doldidolol  turbaloai  Scuro.i.ofcurato£t  in  unpunton  è 
mmtione  dice,L'atiima  incantata.  Che  d'i  » Folletto  tue-  Scurato  il  Soie . B o c,  Salabetto  come  alquanto  fu  fatto 
que,&-Junafat-.&perinliabtlelopofiD  A H.doutdi-  Scuroalei  fin’andò.i.fattonotte. 

ce.  Quel  FoUttnl  Gianni fcJicb* . • Ofeurth  Lat.  opacm(obfiurus,»ier.  utfiupra . ual  coperto  > 


% 


punfero  a momria . Tu  fi  tofìo , come  il  fòle  compkmh 
(ujato  camino  baurigU  funi  raggi  nafcofi , occultamente 
itpariirai.Giahaueua  Vbebo  tujiojiiilìat  raggi  nelle  ma 
mie  onde  quando.  "HeU’bora  cbel  fole  cerca  Coccafd . CU 
lafciaua  Tbcbo  ucdere  la  [uà  cornuta  foretla  dtfiofa  cb  tor 
uare  atijuanio  con  la  fua  madre.Et  ben  cbe  Thebo  co  fum  • 
caualhfi  luftjìe  nelle  onde  ifhejjieria  non  toglieua  egb  lo 
ro  il  feltcggiare . ^ quel  cbe’l fUe  nafcojb  loglieua  jiippU  I 
nano  le  aciefe  fiaccole  gratioji  alle  non  co  fi  bellegtoua- 
ni.uediMrindice.D  A K.  la  Luna  quafi  a “ìlottc 
tarda  f acca  le  /Ielle  a noi  parer  pm  rade  Fatta  com'uu 
Secchione  cbe tutt'ardaà.era  paffuta  la  terga  partedelU 
notte. S A u.Ma uenuta  laofcura  Hpttepielofa delle  mo 
danefaticbeai  dar  npofo  agliammalt.  A ki.  Già  inogni 
parte  gli  ammali  laffiDauannpofo  a trauagliati]pirti,(bi  • 
/klepiume,&  cbi  j’u  duri  jajiifit  chi  fu  Cberbe,&  chi [k 
faggio, 0 MiriiyTu  le  palpebre  Orlando  a pena  abbafii  Et 
eradfolgià  [otto  tonde , Et  era  fparfo  il  tenebroforexp  c 
De  t oriccpufin  a le  fireme fjmnde.  Ma  poi  ibe't  fol  lafciau- 
do  il  mondo [ofco  .A  la  nudrue  antica  fe  ritorno , Et  orfi, 

& caprese  ferpi  fenga  tofco  .Et  altre  fere  hebbont  il  ctH 
adorno. Lena  alfingUoccbi,&  uede  d fol  che' l tergo  Ha  - 
uea  mojlrato  a la  città  di  Hocco;  Et  poi  tera  attuffato,  to- 
me il  Mergo  Ingribe  a la  nutrice  di  Marocco.  Et  ne  l ho-  c 
ra  the‘1  foldel  carro  [monta . 


INFERNO 

ufccfoi&fenxf  lume.  P £ T.Ofturo  Mere,Ciomo,Luogp, 

■■  Mondo,SeHibiinte,Varlarc,Oi.uri  Ciomi,Mjpettl,TaH- 

ni,VÌ/icri,Ofi  ura  Giornata, Glori  i,lnjigna.ìigbbia,'}iot 
tefPrigion,Rjffonc,Terra.t'aUe,t'ina,f’iia.&-  tana  del 
bel  mp  nieuo  Oftura . B o c.  Ofiura  Tiotte . Tieno  di 
Ofiure  Macchie  per  lo  utih . Oleari  ye/limcnti . Luogfn . 

• TiSJippeThiloflratoparlare  ji  Ofiuro delle caualle  par 
fiche  che  le  aucdntc  danne  non  intende  fiero  j.Ji  coperto  . 

Ofikrijfima  Tratte.  Oftunjfnno  CietodenunoL  Lat.ienem 
bricoJum.B  i u.Daolcuroetepc/ioJÒKemboafialiii.At. 

Ofeurare.Lat.obfcurarepbuMbrare,  opacare,  obtenebrare . 

Ptr.  Si  uedemmo  ofeurar  l'alta  bellezia . Ocelli  miei 
Ofiuratoe'luojirojoie.Stmde  rubbu  par  cb'ofiuri,eT 
copra . 

Scurare.Lat.  obfcurare.  ual  of curare.  Tei,  Et  in  un  punto 
riè /curato d fate. 

Liti.bTZ.LatJimttatHcnte  ufata  da  Latebro.Latat  latéula. 
ual  ofcurità.  D a a-Ajiai  ti  ma  aperta  la  Latebra . 

Rofriif  condtnfità,&  tenebro/ità  de  uaporihumtdi.cfcon 
denfati . Lat.  cahgodcnebre.  U a n.  Si  purga,  & rijidue 
la  Ho  fa. 

1807  Buio,;<4/  ofeuro.  Lat.caligo,tenebra.  Hoc.  Incitandogli  d 

Bmo,&l‘agio,^ilcaldodeUetio . Et  eimni conuenuto 
mangiare  al  Buio.Et  leuatofi  al  Buio  fi  nuli  unaguamat- 
ca,  irperCadie.opacuia>bfiurHtpter.Ofcuri/fnHoénuuo 
li,& di  Buia  notte  era  d cielo.Et  la  notte  era  fi  Buia,&  fi  Notturnc.La  nodunut.  San.  Tiottume  Efeubie . Frodi, 
ofiura.  D A K.Butoi'mferno/& dinottepriuata.lanarra  T.  Hottume ombre.  Lat.lemuretainmpum.plu. 
tiouBuia.UBuiacampagnaTremòBuiaContrada  .Fai  Annotcure.Lataduefierafcere.ualfarnotte.  &abno8are 
' le. &Luoghi,tr  Segni  Bui.  irdbergarfuonénolte.Boc.nelPAu.Etgiàueggen- 

.Abbutare . ifar  buioa&  ofeuro  ;daab,&  buio , cbe  dinota  do  delle  /Ielle  adorno  II  cielo  in  me  dello  Annottar  cSgbo- 

efeuro.  lat.  obfiurari,obunàraripàuefierafcere,  Dan.  fo  l^uindi  partimmi  fenga  far  foggiamo . 

TrocacciamcUfalirpria  ches'abbui  .&inlmguaaretma  Amettare.  Lat.adue/ber^cere.  ual  far  notte.&ifcurarfi. 
fignificagittare .secondodLandino  oue Dame  usò  burli  D AK.^uamoUdidurapiaquandoiannotta.Oquando 

in  ueced!  bui.  doue  dice , Gridando, perche  tieid,  & per-  tHemifieno  noSìro  annotta.  Ari.  Caualca  quando  an. 

che  burli  t .i.gttti  uia . notta,&  quando  aggiorna. 

C rigiocai  buioAr  ofcuro.Latjiigcrpter,obfcurus.  Dan.  Tcmottare.Lat.perno(lare,i  albergare  é nolte.DAK.  Luu- 
Al  pie  de  le  maligne  piagge  Grige,  god  peculio /ito  que fio  pernotta. 

BrunOy&Imbrumre.uediaSii.  Scxi.Ut.ferumdiapefitr,uefierapcfierugo,trlucifiroc^ 

ìii:ffo,/!Ìl-'tÌeroJMimgerpter.percftiito.PET.Hortri-  aduus.&ueficrttnumtempus.  iCultimaparte  del  H, 
ih  augurùj&fogràAS-  penfier  T/egri.  Forfè  prefago  de  di  V et.  La  Sera  defiar,  odiar  l’aurora  Seglion  quefli  tran 

■■  lrifii,&'N egn.Chtarodifnor.t’r gloria ofeurapt  Higra.  - - 

B o c.  Opelgioimoa  me  T/egri/Jimo , & quando  Raper 
locolore.uediaiifS. 

Hero.Lat.nigerpter/nafius.'B  o c.Tebaldofiracciògliue- 
fionenu  'Èiffn  indofio  a fratelli , tiri  bruni  alle  Sirocdne . 

Quattro  funi  fratellt  tutti  di  Tdsro  uefiitLLat.puUati.I  fra 
teih  di  Tebaldo  uefiiii  a "Hero  .et  per  lo  colore  a 8 1 8. 

Annerare . per  far  aero  Air  bruno,  uedi  n 8 1 8. 

1 808  Notte.Lat.nox, Terra /ma  Air  Tarcarum,  & Eumenidum 

mater,^  intempefia  nox,&noQiifidentium , ual  meg* 
uotu  fi  fui  primo  formo.  V E T.Hgtle  Ang/ifcio(a,Alcu- 
uaj^loml^, Dura, Mega, Oftura, Tranqudla,  Tutta,  Sol 
una  Tdottc.  Che  n un  punto  "Po  far  chiara  La  Hottefifcu 
To'lgiomo.Hotti  Atre,Crude,DogliofeJ>olht,  Miglior, 

Tenofr, THiebe, TriRe,S^frnUe.'Ntda  tefieromaime 
Fere  710111. Ter  lo  dolce  filémio  de  la  ’Hptte.fra  la  Tigcte 
e’i  di.  Gente  acni  fi  fa  ’^tteinnàxf  feratB  o cjielT  h. 

Dopocbe'l  fole  nafeefiifuoi  raggi  nelleofcure  tenebre, 
tir  lefielle cominciarono  a moftrar la  lor  Uu.Qjumdo 
Tbcbo  lafcutodnofiro  Hetmfpera  fruga  btee.  Cbeprinta 


quiUi,e  lieti  amami.  A me  doppiala  SeradogUa,^  pian 
ti.  Et  compii  mia  giornata  inni:^  Sera.Mattino,a-  Sera. 
V Itima  Sera.  Dal  Mattino  a la  Sera . Tfpn  efeon  fuor  fe 
non nerfb  la  Sera.Qjundo  la  Sera  fraccia  d chiaro gjomo. 
la  mta  d fine  a’ l di  loda  la  SeraJ'eggio  la  Sera  i buoi  tor 
nate  [ciotti.  B oc.  la  Serauegneme.  La  paffata  Sera.La 
uenutaSera.SonopocbeSerech'egbmfiuada  inebbrian 
dopnletauerne . citneirAu.GiàbaueaTbebonafcofii 
fuoi  raggi  nelle  marine  onde Afuando.Giàlaffiaua  Tbebo 
uedere  la  fua  cornuta  Sorella  .Dan.  Ti;  Cbora  che  non 
può  calar  fiu  d’uno  Intepiàr  pin  il  freddo  de  la  luna  Fimo 
da  terra  Air  taihor  daSaturuo-Giàerail  Sole  a l’Orhtpn- 
tegmmo.Trirua  cbe'l  poco  Sol  bmnait'amdé.  S an  lUu 
di  ueggendo  cbe'l  fide  era  per  declina  re  uerfo  t occidente, 
&thei[aflidiofl  Ordii  buomaciauano  a firiderc  perle 
fifiure  ^Ua  terra  .fimendofi  di  memo  le  tenebre  ciella  not 
te. Era  già  per  lo  tramontare  del  fole  tutto  f oriente  fiarfò 
à mille  uanetà  di  nuuob,quali  cerulei,  & oleum  f angui», 
gmfiltritragi.  ’lo,ernero^talifirducemipcTlartper 


1809 


. - , n ■ ' ^"fi'^uederaggebeéforbitOi&fimPrDorupareuano.. 

tiKlfokU [ut Ufi mefiehauefie  fitto  fonde oiCidtmli  T<tro.Za/.W«/Wt<2r/ii»'«.Pii./'awi/^i,tSrfi  |8io 

chiari 


L 


INFERNO  147 

hoc.Fachetumi  reihi  un  foco  di  carta  mn  nataci  un 
ytftjlrtUauiMO.cjnell' tt  M IgaiuculUdauanoìucgoa 
yipillrtlUgù perla  tahgmofa  aerefiorrenti.D  A NÀue 
grani  all  7iun  bauean  penne , ma  di  THpiflreUù  Eran  lor 
modo  .San.  fora  che  i yipiHreUi  i/naliaUbora  dejlati 
ufiinanodtUeufatecaueme ,ralitgrandofidi  Molare  per 
l amica  ofcurità  della  notte . 


chiari  in  career  Tetro.  D AS.DiUfu  per  lofofio  Tetro . 

A a I.  Morlea^ettaua  obominofaeTelra , 

Totbido.LujumduiiConturbatui,  confnjns , non  elarus , 
commotui.  uallj>ef>o,confhfo,&non  churo.PBr.Torbido 
CigliOfTenfiero,  TorbìiiTempefla , Confnfion, Torbide 
^cque.Ho  c.nelTAM.Etli  tiniperadiecrocbiariho- 

raTorbidiffimi.  - . . , , , 

To\to.Lat.denjus,&afulto.Lat.tbeualef>^cnuto,pert»-  Vlula.i4f.  V 1 K.Certent^eygnuyluU.uedta  leij, 
iheUcofadentUpiudtliiacM fi fofiunc.VBJ.FoUoBo-  ZiiaiiijallrimenliSanxalaJal.tiilex^a  1005 
fco^oUa  'ìi^bia,Qmbra^chiera,  Folte  Tenebre . Il  fe- 
eol  pien  d'errori  ofturi,  & Folti.  Tiu  Folta  fchiera  di  ^i 
V actoglu.Bofco  Folto  di ^ini,  B o c.  Cm  ani  barba  nt- 
gta^  Folta  al  uoUo  : 

T urbo,per  torbido, &fcnropofii'fi  A N.  Confórme  afnabo 
ta  loTurboe'l  chiaro. 

Turbamcnto,Turbato,Tnrbare,Turbatore,Torbido,Tor 
bidare.nedia$6p. 

Carro  della  'Hptie.lat.planJlrMmJèptentrioneshootes,ar, 

Qopby!axa>r(loi,tà-  urfa  manr,&  minor  bbyflis,cynoliu 


■pyzz^  BKyTTyfiU.  . 

\zzx,Tug^,Le^JjirdMra,Sox^a,lma  igia, 
mondttia.  Mondiglia,  Quifimlia,  Carogna , 
Corrnttione,Gromma,Mkffa,Feccia,  Leta- 
me, Spag^ura , Succidioue , Fratidume., 

VuTj^nte , Tutrido,  .A  bommeuole,  Lor- 

Oo,!iporeo,SoTe^Uauherofo,Fraado,Marcio,  Corrotto, 




ns,calylioniaJjc4onia,hyperborra.P  E T.'Upue'tcarro  BrutTuri,Brulio,TurpeJaido,Fedo.  pntire,pir^are,ap- 
Jlellaito  in  giro  mena.  piKt^are^fpuaziredihicherare.imbraitare. 

Piìzz»,&Tut^.  lat.piitorrinns,fatorjoetiditas,0‘j<tiu- 
tas  la  bruttcTyca,  cluuies,  graueolentia  ut  oro,  opicusut 
opitt  murci,protuuium.fitusaisati,Cobi.uitibns  fitum  de- 


WHIM-ill  "HJìTTyRVJ. 

,4loceo,Barbagiàm,  emetta , Cuco,  Cuculo,Farfalla,Cufo  * 
Gritlo,Gatlo,Lafciuolo,Lncàola,'Nsttola,Tipifirello,Sti' 
ga,ytula^ipiflello,  Zant^ara . 

Barbagiàni.  Lat-bubo^.auis  fcr^s,Cfacra,&  noSico- 
raXyCis.  & CreumentenylUtora,dtcitkr  enim  a nyx  ny- 
SosJ.nox  oviJis,& eorax.i.coruut  no(lurttUi,è  uccello  nò 


da  .& pador , orit,  i la  de  piedi,  barba,  & fonile, 

hoc.  lo  fimo  la  maggior  Tuzga  che  mai  fi  potejiefen- 
tire.Cbe  Paria  tutto pareffe  dalTutgpde  morti  corpi  cor» 
preffo  ,crTuxgplcnte.  Lat.feetidum  ’PerloTugg.ochea 
Imi  di  lui  nenia. 


tamograde  come  CMocto,et  ha  la  penru  fitto  la  pancia  Vuzzo\vnK.Lat.putiduf,putredulus,tabidus,fdtidut,putt-  > 
bianimfima,crmolie,&^l‘afiettoin  foggia bumana,  dmfiulus.ucdidilbpraapuz^. 

& Jlà  diruto  III  picé  tome  l’buomo,  & non  tome  gli  altri  Tmov,pnggare,&  a^ux^t.Lat  .puterejdtere,male  okr 

re,putrfcered.maltolorii fieri.  B o c.  Entrati  demro,fe» 
ttreno  ogni  cofà  putire,  lo  ni  dico  ch'ella  ni  potrebbe  git-  > 
tare/) percuotere  in  parte  che  ni  putirebbe  je  loro  uedere 
cbelaboecapntiualoro.EtAhulreMccioputendoforte  dif 
fePuno,nonpotremmom)itronaremodocbecoflmfiia- 
uafie  un  poco^ue  che  fia  che  egb  mmputifie  fi  fortemen 
teiD  Kn.Vntelaterracbe^fioriteue.KKl.Cbeba 
he  già  buono  odor  fior  putta  forte . 

,4ppuxgare,i  il  medefimo  che  putire.  Lat.  patere  J^atere^ 
maleolerepi^iuo,ma  poUuert,  coittauinart,  contamina- 
nella  F i.  0 mifero  Gufo  coma  fiora  l’ infelice  tetto . onde  re  ,fitiare , afflai  .Dan.  Suo  colui  che  tutto'l  mondo 

OuidioBubulathorrendumferaUcarmineBtbo.apùrefio  appugga.  è nerbo  attiuo.ideli  che  dà  trifto  odore  a tuu 
gli  amichi  era  fegno'dipefiimo  augurio,  neh' A Mjididen  to'lmoitdo,  aoipercoHui  tutto  dmondoiidipeccati,tìr  » ■ 

teGufidoHametrisHaugumanuoMÌmatrtmotfi.&  nel  dinulitia pieno, 

•P  HjOuedCuccoioe’lGufohaueand7iido.S  Mir.l^s*-  Abonùaeuo\e,perpitgg!>lemeJLat.fatidia.BocMefier 
turno  Gufo.  lo  Medico  femendofi  in  quello  luogo  fi  .Abammenole , & 

LafàuoUyfifimilealtaCiuetta^alquantopiupicciolo^  quando  fignifieamaladetto.uedia^  99. 

fifibudi  nottc.T.Tafior  cantanti  fi  uedean  fu  ntomi,Cae  Lezo.  Lat  jator.i  proprio  fetore  difiiaceuolenocedenle  da  1813 
ciar,pefcar  nell’acquea  ntcelbal  uifeo  Tigùar  con  Lafd-  corpi  uiui,come  di  ludore.et  euaporatione  ihegfltaun  cor 

nolo  al  fchergar  pronti . po  non  corrotto;  onde  la  capra, & d becco  non  putono,ma 

Lucciola.  Lat.  ciiindulaAlii  niudula  fid  non  fàtii  bene . filmo  da  Leggano  quando  procede  da  corpi  mortilo  doni 


uccePi cuTuaeo . 

C iuertaXif.noffaaja/a/a,^  buboJT.  E polio  ad  altoptpra 
una bacheitaTiglieri affai pmuccei eh' una  Ciuetta.  ■ 

Cuccolo , & Cucco. Lat. cuculus ,&cucmIIus .Boc.nal 
T H.  Oue  d Cuculo  til  Gufo  baueano  i loro  mdi.  A ni. Tea 
nendubafie  [ale  come U Cucco. La  fuauocei  euculare  , 
&fiigulare. 

Tìlitlla'.Lat.pyraulia. Media  loo^lGrillouedia  IÌ19. 
Gatloa  iiiS. 

C ufo.Lar.  bubo . La  fua  noce  è bubulare , 0 bùbare . B o c. 


Cr.  Lampirtdes . uedt  a 1 007. 

Nottoii.  Lat.  no8ua,cÌ!- bubo,  onii.  lucifuga  ila  ciuetta. 

S A ti.MameJieJlrigi,etimportunenoctoiejudia  tooS. 

PipittrcUo,&yipifirtllo.Lat.uefiertilio,onii,  uedi  difètto 

yipillrtllo.  , • "r  a.  -1 

•Vip'llÌKÌÌo,TiptIlrelloAyilpifirello,&a  .'ooHottola,»  Vumdo.Lat.&pmnifiacidut,corruptuid>utrcfaaut.  ual 
Barbaftello  fi  dir'.  Lat.  utfhertilic,&  rai-  uf.Da  gitanti-  marcio^corrotto.BocnclPH.Infinoa  tanto  che  la  pia, 

ibi  fuigfifacrdtoaVrofetpin^la  ''  oee  i liridere . gafituffconderdmcdico,diideneeUaVutTÌd^,etguaflail 


dono  pnzgg  P ET.  Horuiui  fi  tira  Dio  ne  uenga  il  Lego , 
BO  c.nelL  u.'Honalirimemitipofio  dire  del  Lego  com 
prtno,ilquale  tutta  la  corporea  mafia  quando  da  ceddo  , 0 
defatica  incitato  fpnra.D  ah.  Che  fin  la  Ut  faccia  fpiccar 
fuo  Lego.  A R cTolto  c'bebbedelmÓdoil  puggp_  et  Lego  - 


Pozze 


INFERNO 


Puzza 


ferfo.Qum4oltfu^(onor€tmti,^lhoraftfanMOcon  dKMaMMffa.mfàiiiJipraaCrunitiui. 

pia  a^emte^  clteìe  netihie  già  Tutn  fatte  non  fama , Lordura.  Lat.  bmr^kiitet,l'èibliuncs , i oUuuio , nllnmet , 


eluMus^  (loacjcJctJtruia  itabriiiet^t  ungitisfurdes, 
inm,  fqualor , & padcr , nt  torpore hnmano , iirtgmenta 
eqnornm,faiLtat.natlpO'ihe\to.  D A n.Kojfia»L%,rJtti, 
finale  Lordura . B o c . Ter  lo  mjo  giiundoglt  (hi  una 
Lordura, tr  ihiun altra,  l «iHollomaiauernierid  putta,- 
nieri,(^  glialtn  m finale  Lordura  dishonefii  huomittt,Er, 


Mircio.Lat.pniridus,putru  muiofui.ef- muiidus  nt  uinum, 
nal  putrido,  gnafio  .hoc.ttle  ninno  mai  Marcio  fu  di 
qnefla  Rx/cnK^pnirnii)  uitlana,  tu  fifm^a  niun  dub 
bio  difio.  F I.  Nrprr  uecihux^  Marcita , nn^i  piu  che 
mai  fiori fce  la  gloria  del  nofiro  nome,  ne  tefti  moderni  fi 
legge  arnmarcìta.  Marxp  per  lo  mejè.uedi  azgj. 

Mi.Tcii,(htniennellecarniperpntrrfatiiOHe,Lat.faniei,ta  LoTdo.Lat.luridusjmmnndui,infilìui,iiiainlofut ut lynx , 
bei,  pni,ris . Cortielius  rupos , fifluU  punì  erumpen  nt . opicui,ut  opta  murei,pollutui,)àrdidut,et  lordidulm  il du 

Celfnt  ,-Ahud  emplajhumeodcm  nomine  puri  mouendo  Vii.ffurcui,fqualidni,uter.  i o c.  La  nita  fc  eierata,  &• 

efi.  & pumUntn!,&  tabidnsjual  pieno  di  Marcia.  Lorda  de  cberici . 1 j a n.  Coiai  fi  feur  quelle  facce  Lorde 

ÌAttiO,  da  miti!  Lat.  onde  poma  feu  pira  maia  .fono  quelli  De  lo  demonio  Cerbero, 

feri  (he  efiendo  troppo  maturi  fi  cominciano  a putrefare.  Sozzura.  Lat.  uedia  Lordura  di fiipra.  noi  lordura, brutte^ 
thethofcanigtichiamano  Me^,et  amhoénotatenero,  za.&OC.rulTn.Et  poi  la  fama  fede  prendendo,  O' 

molle  in  genere . Afe  {."Hgn  era  in  lui  di  fimo  altro  dttgniSoj^alauato. 
ebe’l  nome  Corrotto  tutto  U refloepiu  che  mexy^.i.che  Sozzo.LatfuccidutattLtna.immundus,mfeflui,opicm,ob- 
fi  coeninciaua  a putrefare . & nel  Motgante . Che  con  un  fianus,mfanus,deformis.turpi<.  B o c Sog^  cane  uttu- 

colpolatefiagU^ez^c&cafcògmcom'unaperaMeZrn 
%a  .uedi  ilexp. 

fracidumc.Lae.putrrdo,fordei,illuuies,ccrruptio,mucor, 
ila  putredine.  hoc.SetudafiarealFraiidume  delle pa 
rote  d'un  mercatamuccio  di  feccia  età  fino  t 
Fracido.  Lat.  pueridutftal  marzo.  B o c.  unofio  traodo, 
tlquale  banea  nella  gamba.  Il  dente  i tutto  f radio.  Et  co 
panm  unti ftracciati,&  Fraudi . 

Comittionc . Lat,  cormptii,  putredo , ual  putte fattione . 


i9i6 


V 


feralochetu si. Dtftndcmidafi  Soz^a  niorte.Tu.  Che 
ione  prima  era  bella  parefiepoi  jempre  Saf^l>ima,& 
eomra fatta.  O a n.  I4  fionofeente ulta  chea  feSozpX 
brutti  per  la  infamia, 

S uccid  u me.  Lat.illuuies.ut  fupra . i la  bruttez^a,&  lordit^ 
za  fatta  pel  fudore.  B oc.  Et  ad  uno  fuo  farfitto  rotto, et  ■ 
npez^to.&  intorno  alcoUo,&  fiotto  le  dittila  fmallaio 
eh  fui  iidinne . yfanza  ideile  donne  é lauarfi  la  tefla , ^ 
ditoruiaognipolMere,tà-ogniSuciidume.  ■ 

Bo  C.  DatematbelaCotruitione  de  morti  non  l'offen-  Succido.Lat  lundut  ut  jupra. ual  jbz^,& lordo,  B o c, 
defie.DA  N.Corrultéileamhor  ad  immortale.  Imaginaquefte  mie  paròle  tc^iSuctidiySrcofiflomaeoJÀ 

CoTTOttO.Lat.iorruptut,refiilmut,pulridui.BOc.  Comt  L n.Etfiactialo  dal  uifoiSuii  là  [udori  ionia  roza  ma~ 

ta  TeliaJ.putrefatta,Corrotta  yuaJtnfta.Corrolta  Mi  no.  A M.  D A N./uptT  IcSucude  onde. 
-ttjJumfana.CorTOU-CorpL  Coftutm . ep- Conottoperlo  Sporco.Lat.fimrcusjnfcHusropicus .nate  immondo.  A r i, 
fumo,^  lamemo  che  fi  fa  a morti . ueà  a 1619.  Da  lungo  il  nalb,e’l  fin  bauofo,&  Sporco . 

Ctrcygm.Lat.fitiorfuiredo  fordesxnrrupiio,^urcitietóm  Zacchcro(b.  Lat.lutofmàmmundMsfiuto  perlitus,confjnar, 
•om^ian,elu»Ki,prolMuuem,putiàufcuiui,  grauealemia  calus,lutuUmtut.  ual  mbrattato,Cr  fangofo  da  fibizzf  M 

' moris.i  qnelUche  per  io  fuotriSìo  odore  perturba^mol-  ti  da  caualli  nel  cauaUare.B  oc.  Ter  gli  SchÌ7(zt  che 

to,& offende  l'odorato . B o c.  Np*  altrimenti  che  fi  giU  Ronzini  fanno  co  puà  m quantità  Zatcherofi.  & Zactbt 

ti  C auokoiò  allaCarogru . re  fono  quelle  che  fi  fanno  per  b fango  nelle  ejlreniiti  dei 

Frccia.L4Z.  {axjexcrermma^amceta^  jrateiexoleo,  dr  le  uefit  co  pieà  nel  caminare,  Lat.  lutamcntum . 

faXydr  fioces  utm  che  ila  feccia  dei  nino.  B oc.  "ilei  do-  Sibiaherare,ual  imbrattare,^  fibiattinare.La.lutaTtaBi  1817 
gliomi  pareche  cihabbiateteuutodentro  Feccia  .la  Fec  uo,c£r  Iute  fiere  pafiiuofadare,poUuere  B O c.Etcvfipo 

eia  iella  ttofira  città,del  nofiro  fangne.\idefi  et  huomini  uili  tremo  arricchire  fenza  hauere  tutto  dìdaf Jnccherar  Ir 

'che'itatmdtcefucemiiuitatts.JononfiMperò  nato  della  muraamodo  che  fa  U lurnoia. 

Feccia  deipopolazjtp  àRima . Letame.LatMctamenojuod ìttos  agrotfaciat,  & fierau,tt 

fSlf  FcEeiofo.Laf.firculentut,mueafus,mucides.uaibrutta,Jf>or  fimus.B  o cJLamfermttàdel  mio  freddo  loicaUodel  Le, 

co^lordo.B  o c.,A  cuigUmoàFecciofidellaixpotedi,  tante  puzzolente  fi  conuenne  curare.  ,Acciocbe  non  forfè 

fbiaceuano  fieramemea.  abominenoli , meta,  tratto  dal-  f odore  del  letame  la  Rema  nutafie.  Dan.  t alcuna  fur- 

it  Feccia,  geanchor  nel  lor  Letame. 

Ciomtni.  a gummi  Lat.  dei  materia  che  fi  attacca, 0 a ìrr.mondhii  Lat. quifqudiajmmundiuafurgamita,ffur  ■ 
grumo  quod  efl  terra  collefbo.Lat.  fitus,lanugo^orruptio  atta , ^ffurciues . tulffiorcbc  zy^  R o c . Ter  laqnalt 

lUuuiet^baiiei,faxi&fi>rdei.ieertafuperficiegenerata  molte  Immondiiie purgata  la  ettu. 

per  humìdiid  pitomo  amuri,(r  dentro  da  pozp,&  i an-  MondigIia.L>r.pi>rg-tmc7iM. ^ profrio  quella  parte  che  re- 
do quella  feccia, 0 fiiperficie  che  fati  mno  dentro  dalle  fta  nel  criuelto  quando  fi  monda  il  grano.co fi  àttadamó 

batti,cbecdcnm  la  dimandano  tarfaro,orafina.D  A K.  Si  dare^Sr  piglufi  per  egei  brutmra.Latquifquilia  Dan. 

d'iUmuffadou'eraUGromma,i.douefiileuanemrebuo  Cbauean  trecaratlià  Mcmàgba. 
rtoodort,Boraui  netrifio.IxnpeeranGrommofed’una  QuifquiliaX(r.^i/7Mli.r  naie tminond.t'ia.D  a s.Cefide 
muffaj.chelamuffanieraappiccata  .Boc.nelP  H.Le  ghocehimieiogniQuifquibaFugóB.atricr. 
mure eranCrommofiàfiiflidiofa Muffa,,  Spazzatura. Lr(  immundttta,qu:fquil'.a,ualfforthezzf  , 

}do(fz.Lat,mueor,om,ulpanit,um  ondepamsmaciduiil  Boc.yuocb  uaraccoglitndilaSpazzaturadaSauta 
pan  muffò,  ^ muàdus  Hai  mu^fo,&  muccofò.  BO  e.  Di  Maria  a yerg  'ut . 

biancaMuffafaldtlUtuDAti.Le  r'tge  eraa  grommofi  Spazzate, Ut.  fa  ’r.m’mi*ftjitericre,furgar^.BDO, 

fiiafettd 


Puzza  INFERNO  Puzza  »4* 

Ma  fitto  im  era  guari  Umaiu,ma  fa  colio  ni flt  di  dargli  noiacon  parole. 

tigre  la  corte^ntte  quelle  cefi  ndina . Commtiò  a Difitpurc.Lat.éfiipare,dtjijcererdift^ere,confmereiialtor 

re  le  camere^  oriurleMqiule  tonde  tutto  Spaijate.lo  mmarejjierare,&  confumare.  Dan.  Come  quando  la 
tm  ricordo  che  io  feaal  fante  imo  un  fabbaio  dopo  nona  nebbia  [i  difiipaj.fi  jpanjce.  Lat.  euanefcit . 

fpK^e  la  cafi . Stipare  fi  il  mede  fimo  ibe  fitrpare.LatÀijioluere^firahere, 

1818  Bruttura . Ut.  ipurcitiaJìeraisjIluuiesjnmundiM . naie  confcerejcxnrpare,  & euellere.  D a n.  £( perche nofira 
Bruiteti  jjponbixXri,  lordura . B o c . yinegia  i ogm  colpa  fi  ne  fcipa.  Che  la  memoria  il  fangue  ambor  mi  fiipa 

Bruttura  mettoMa  tutto  della  Brutturafit  che  d luogo  .L^rge.  &Sipain  uece  difta.ai^pó. 

.era  pieno  t imbratti  le  terrene  Brutture.  ì,UrureJoH.perlotormettto.Uuormentumfupplicium,  ,gio 

Bruto  nome  proprio;  e quando  i aée.  noi  .Animai  Bruto  ; truiiaiuu  BO  c.Et  nel  Manire  mi  sfaccio  a poco  a poco, 

quando  poi  dinota  Sot^ofiorco,di}Jòrmato.  fi  fcriuecot  Che  per  minor  Martir  la  morte  bramo. ueé  a ijii. 

doppio^ioi  Brutto, ueé  di  fitto . Martorio,*  lo  tormento.  Ut.  tormemùJùpplicium.B  o c. 

BiaKO.Utjtrformis,tmmiaidus,faduigurpis.  i d contrario  £t  lo  uoleuano  porre  al  Martorio . Et  mejjo  al  Manono 

di  betioj6r  quando  i nome  proprio  fi  firme  con  un  filo  t fin  confefli . 

deilVBT. O grandi Scipioni fi fidel Bruto. B o c.Agm-  MaTtoriare.Lat.torquere,afiUgere,excrucme.  ualtorme^ 
fa  iTammalt  Bruti  .Maellabadpm  Brutto  nifi,  C il  P«  tare  jet  collare  fitoi  dar  la  corda.ueà  a 1787.  BoC. yn  al 

toutrafatto.Dtmàdarcm  .Andreucctofihe  quiut  coft  Brut  trogh  baurebbe  uoluti far  coUarefiiartomre,  ef amina- 

to facefle  i.coft  imbrattato fporcolat.confpuratui . Et  re.  Uquale  Martoriata  confepò.  Dopolafua  pafiione prt 
Brutto commiatodatole.tarilto.Upiu Brutta cofa delmó  file  Martorrc^te  reliquie  in  notabile  luogo  le  fipelli- 
do.EtqueJiaiBruttiJfimacopi.DAìi.Brutt'HarpieBrut  rono.Tn.  ^ 

tiporci .S'eifufib^om’eghihora  Brutto.  Stento.Ut.Uborfjtigatiojnquiti,iaquietudo,fiUicitudo , 

AkinibruttijjimadefcrtitadallA  r i.TalUdo,trefio,&  molellujinxiiiat. sono  oleum  che  uoghono  cbenonfipof 

macilente  hauea  McmaduifijUrinraro,c;  canutoJua  fa  ufire.Stentonome/na  fi  Stentare  nerbo , nesò  perche 
n * fiatiJbf et  palmi  non  gtungea. Ogni  dente  dt  bocca  era  cadu  caufanonfi  pofia  dirStento,ti'daluerbofimnarfiil  no- 

to,CbeptuiCHecuba,  & poi  de  la  Cumea  , Et  hauea  piu  me.  Cr  però  porremo  alcune  auttontà  ufau  dal  Boc.  nel 
• d'ogm  altra  mal  umuto.  Ma  fi  Corti  ufa  a nostro  tempo  la  fuaepillola  confortatoria,douedice.  EttiratafiaUefca 

Ignote,  Che  bella, & gtouanetta  parer  potè . donane,  dr  le  Cemoniane,  doue  morendo  a Stento  fu  lungamemeob- 

bella  ella  fi  fa  con  arte  Si  che  molti  ingannò  come  Ruggie  brobriofo  Renaiolo  di  colorocbt  defuoi  mah  prendeuano 

ro.UlcmabeUtjUima.uedia666.  piacerejJt«ntalauiente.Ut.lottgo.eruciuiufiXcarmfica- 

Bruttare.Uf.fadareaoinqumare,conlpurtarefieturpareàa.  tut.lo  potrei  oltra  queSU  mettere  limanti  le  catene  d'oro 

^re,deuafiarejdeformaie,pollueTe.ualefarbrutto,  & divario  U protone  à Olimpiade,  Ufugadi'Nerone.U 

imbrattare , B o c.  bruttarfi  le  mani  del  faugue  del  fùo  Stento  di  Marco  .dttdio  .(r  in  altri  luoghi . 

fiottilo.  Se  egU  ne  l'amorofo  fangue  non  fi  hauefte  le  mani  Bi(ict\to.Ut.tormentum.ualeStento,uoceda  femineple- 
bruttate . epiteli  a.  Ella  ha  tanto  dimtio  in  fi  j ch'ella  bee.  Boc.  ci  ha  tutta  notte  tenuta  in  Bijlento.  i tefti  mo- 
ne brutterebbe  lacorona  imperiale.  Se  punto  di  gentile:^^  demi  hanno  Jftento,  ^ 

ganelfanimo hai,tutta  ChaureSii bruttataj&guajlafio-  Supplido.iitf.Ka/ tormento.  Ani.  ben  dt'iafia  certa,Cb  io 
Sleiamando.D  AH.  Cadenti  fango, &si  brutta,&  porterò  del  nùo  parlar  Supphcio. 
la  Soma . Stentare.  Ut.  pati,  ual  patire.  Boc.  Intendo  di  uolereatn} 

Imbrattare  fiale  mhruttarefi  bruttare.Ut  feedare.  Boc.  con  efio  ha  in  un  mede  fimo  fuoco  morire  che  dopo  lafua 

Ma  tutto  deUa  Bruttura, di  che  quel  luogo  era  pieno  s'tm  morte  uiuendo  Stentare.T  h.  D a K.£t  a tal  modo  llfno 

brattò . Seir^  utderfi  del  fangue  de  preti  imbrattarfi  le  cero  fi  Stenta  in  quefla  fofia . 

mani.  Punitione. Ut. puniiiofinimaduerfu>/nulta.ualcaSiip.  jgn 

l8ip  Tucpe.Ut.ualbrutto.D  AH.  S^uhii  fu  io  da  quella  gente  Boc.yno  monaco  caduto  m peccato  degno  di  Tunitiom 

- turpi  Difuiluppatodalmondofallace,Il  cui  anurmoU’a-  ue.  Et  cornei  fallimeritanoTuttitione,cofii  benefici)  mem 

mme  deturpa.  ntano  guiderdone . 

l-li<lo.Ut.deformÌ3fiieptusfadHSjturpii,inboneflui,inde-  PuaicoTe.Ut.punilor,ultorfiafligaror.  B o C.  Senonebe  l 
comi,  ual  brutto,&  lordo  .Dan.  Che  dopo  ha  uerrd  di  fuoco  di  cofi  fatta  maluagita  Tumore . 

piu  Uida  opra . Tumre.Ut.&  caftigarefiiuttare,ulcifci,liendicareanimaJa 

Bedo.Ut.fmiusfiale  brutto.cr  deforme. D ah.  Da  tutte  uertere.P  e t.  Et  punir  in  un  ih  ben  mille  ogefe.  Et  fien 
parti  Salta  Halle  Feda  Tremò,  col  cor  punite  ambe  le  luci.B  oc.  Che  10  come  magnam- 

Tormento.  Ut.  tortus.usfiijcmàatusjtculeus.&fuppli-  mo  mi  ritragga  dal  punirti  della  tua  maluagttd.Ter  t mU 

iium,èquellodolortfiliipphciocbefictaadaleHnoper  fi-  quità  delle  feritine  ficonutenc  tlbafion  cbelepunifca.Et 
pere  la  uerità  di  alcuna  cofa.  P e t.  Tormento  .AfiroJjm  perciò  liberalo, & me  che  lo  mcrilatopumfci.  ,4ceiò  che  i 

go,DolceJ'ormentiDiuerfi,Tanti,TalborftpaJcedegli  peccati  fieno  puniti. 

altrui  Tormenti.  Mdleptactrmnuaglian  unTormento.  M\t\ti.Ut.& pumtio,po:na  umd^a,ultio,caPigatio.ualp» 
ColTormemofofianco.Boc.OgnihoracTefceilmioTor  mtione,cafligo.  Ari.  noncb'tUaCUhauefje  atordegli 
mento.  Crudelifiom  Tormenti.  CrauiJSimi.  & quando  dim  errar  fucn  la  Multa , 

nota  f artigliarla . uedi  «447.  Impunito.  Ut.&  inultusjiber/olutus  petms,  & impunit . 

Tormemare.Ut.affiigerejiorquere,excrucie  e,  lancinare,di  ual  firrtgpcna.  Boc.  Et  fico  pensò  di  la feiarione  partire 

fterpertdacerar'fiormcmum  inferre  ,1'  ic.Et  infino  la  Impunito  U diuinagmftitia  non  ha  uoluto  lafcure  Impu 

mex.a  notte  non  ftfnò  la  dof'ia  iti  tarlo,  ideSì  dt  nito.lo  non  miendo  la  fetore  quefla  utndetta  Impunita. 


INFERNO 

Tiigdre  per  punire  fi  cafligare.Ul.punirefienJicare.  B o c.  gene  tejli  antichi  dal  Lat.  tmarico,  thè  utl  exacerbo,  tud 

(iauo  auoreofi  dell’inganno  di  Utondellt/,  fe  ne  propofe  di  iaiu.mo  con  noce  di  rtprenfione , Lai.  expojlnlatiojhmetu 
dontrlo  pagare.Se ninna  cenentenealleorecdiifitoiti  pam  tnm, querimonia.  Boc.  Itlamemodi  Gieremiaja  pafiio- 

gheremo  di  qncfta,&  é quella.  Ha  perla  croce  0.' Iddio  io  ne  dei  Saluatore,cr  il  Ramaruo  della  iiaddalena.C alato- 

fe  ne  pagherò  , a cui  Vinnci  io  dtjie  ; diche  mi  pi^herai  i drino  continuamente  il  fiio  Hamarico  diceua;  Girne.  Il  Ra- 

chemipotreJUfartni  Ma  tu  nonmiJiampcraidaUe  ma  manco  della  donna  fu  grande,  luollnRamariihipm  da 
ni  ch’io  non  te  iiepagfìi . ragione  incitati . Dopo  molti  fefpiri,^  Ramamht . i>HÌui 

Tatire,per  tollcrare,&  joffcrire.  uedi  a Tatietrga  « 41,  hanno  luogo  1 Ramaricamenii,  Dal  caro  amante  Ramarim 

1 8;  1 foJienere.La  fubflinere, pati, ferrefiokrarejufferre, per (wi  cheuolt  mormoni  jentirono  le  rme orecchie,  F i.  Lat,  quem 

re.  PiT.  Cercale  dunque  fónte  piu  tranquillo  ,Clx’l  mio  rutaimurmuraiionei, 

d’cgnihcorfoftetteinopia.Occhipiangeteaccompagnate'l  Ramaruare,ff  rammaricare, per  lamentare  ,^d<dere,&  jgj^ 
core , CIk  di  uoflro  fallir  morte  joflene . L’alma  che  tanta  hiafimare.  Lat.  amaricare^xpoflulare,  conquen.  Boc. 

lucenonfoJlene.Morirmnaetticbejiruirfàflenne.Roc,  lodtfporrò  queflacofainguija  che  tu  non  haurai  darò-  . 
(ofleneua  egli  per  non  ifjiendere  difetti  grandiffimi  nel  mà-  mancare.  Terciò  chi  é ciò  fi  duole, 0 fi  ramarua  non  fa 

giare, ef  nel  beuere.  Mefier  Ricciardo  udendo  queHe  pa-  quello  che  dee.  Di  cui  mi  ramaricai  l’altrbieri . Tu  adun- 

role  fofieneua  dolore  incomportabile.  Il  medico  auijando,  quc  piangendo  atiriftandoli,  cr  ramaritandoii.  Io  babbia 

che  l'infermo  efiere  alloppiato,  non  follerebbe  la  pena,  ne  ragione  di  piangere,^  di  ramaricamu . Sa  ut  rgognandofi 

lafciarebbe medicare , di  ramartcarfeneconalcuno.Terfaperdiebeiutiramari 

Cò\pi.Lat.caufafineritum,crimenfiulpafiioxa,&noxiafi,  chi.  Da  v.Stqualefcedclcuorcbe  fi  ramarca,Taluo- 

reatus.  P E T.  Gran  Colpa, Grane  Jl’amore,  D'altrui , De  ce  ufci  del  del , 

le  fielle,y  ofira  i la  Colpa  .Stia  Colpa  i é tal  che  non  ha  laà.Lat.quaflus,usaùfiiulatioaesjiT  eiulatut . nel  lamemi . 
tura.Miai  laColpa,'ìÌpnperfuaColp4.Taribedinuo-  Dan.  Tig  (bora  ibe  comincia  ilnBi  Lai  La  RondineU .. 
uo  a fica  gran  Colpa  moia.  DelemieColpefeflefia  perdo-  la  prefi’a  la  mattina  Fort' a memoria  de  juot  Indi  guai , 

ni. &oc.Rimprouerando al fuo,4baie quella medefima  Et  tornei  Gru  uan cantando lor  Lai.  et 

Colpa . Grauifjima . lo  ho  purgato  con  grautjfima  pena  le  Lagna/mi  affanno tcrfafhdm.  Lat.  langor  .Dan.  Leuati 
Colpe  mte.Si  come  Colpeuole.iiudfifielammo  fino  uerfo  quìnti,& non  mi  dar  piu  Lagna, 

i Colpeuoha.noxiot  : Lagnare,ualdolere,  da  langueo  Lat.& conqueri,&  eiutare . 

Venì,p<r  la  doglia, & penare  perflentare.uedi  13  ti.  T m,  ./Lima  non  ti  Ugnar,  ma  foffri , a"  taci.  Et  Roma 

Pene,  perii  tormenti  dell' Inferi» . Lat.  crucialuififfliSk) , thè  del  fuo  fpofofi  Ugna.  Tathor  tace  U àngui,  e*/  cor  fi 

Boc.-dUe  Tene eurnalidannati.Et pormi cb'cgU fieno  Ugna.EtdelutlTulomeofiUgaa,&plorattlefrondi,ir 

neà'lnfemoingràdifiinie  T’ene , Che  Tenefideffendilà,  gà  auget  Ugnarfi,(!rl’acque.  He  altro  ttnpeàmeaco,  on- 

per  eialcuno  de  peccati, che  quà  fi  commettono , d’io  mi  Ugm.Ch' altro  che  menò  ho  é cui  rm  lagne.  Da  n, 

T<.nicK,Lat.noxiaUsfctnalisàetemus.yo.dadoamquanJo  EtperòfeCbaronditefiUgna.  S a u.&  di  Ugnarli  de  le 
uogfiiono  parUre  del  fuoco  mfemale,i.  che  dà  pena,  boc.  tue  crudeàfiime  Difueniure . 

.Accio  che  Iddio  lo  tragga  dt  quel  foco  Tenace  ,Trat ani-  l-ia^axc. Lat. loHgar, dolor jmoeror filai  dolere  fil  lamentare, 
me  dannateaifitocoTenacetieU'lnferao.Saraimefianel  PET.LanguirDoice.yeggioa  moào  Languir  poca  mer 
foco  Tenace . cede,  Boc.  Deb  dogàali  Jignor  del  mio  Languire . 

1S13  J-!Unentó,Lat.lamentumfiiuUlus,& eiuUtw.querimonia,  Languire.  Lat. Unguere ,Ungue fiere ,deficere  ,fUtefiere. 

qucfluifigritudocueiuUtu,fletuifiuarorfirifiuU,PiT,  P ST.  Come  feirga  languir  fi  more,crUiigue.  Che  douen-.  . 

idiianti  Lamenti  Ugrimofit,  ffarfi.  Et  meflejfò  riprendo  Di  do  languir  fi  morì  pria.Et  del  non  efier  qui  fi  flrugge , 

tal  Lamentici  U tua  ombra  acqueta  i miei  Lamenti  Ma  Ungue.Colne  fior  colto  Ungue..Ardaai  mora  ai  Unguifia, 

fiffiri,et  Lamenti  infina  l' alba,  y alle  ebedi  Lamenti  miei  ai  letto  in  ch'io  Unguifeo.  B o c.Mnxt  infermandone  mal 

fa  piena  S’ a U mia  uogU' ardo;  omS e'I  pianto , e'I  Lamen-  ti,  quafi  abbandonati  per  tutto  tauguiuano , <2r  Uuguteua 

tot  BOC,  Fumo  il  duro  Lamento.  Maggiori  Lamenti,  bannoi  tciliauliebi , 

sciocche  Lamentane , A K 1.  DopononmoltoUbarafu-  Languido.Lar.eir  niafiusjffìusffefiui,uifirmusfikbiàuial 
aebre Ciunfe a fplendor de tortbi& di facelle Là,douefe-  mejlo,^ dtgàofojiappo. P ET.L‘oro,&le perle , e t fior  . 

celefiridapiu  crebre  Con  un  batter  é man  gire  a le  ilei-  uermigà,(j  bianchi  cbe'iutrnodouru  far  Languidi, 1^ 

le;  Et  con  piu  Uena  fuor  de  le  palpebre  Le  Ugrime  mondar  ficchi.  Gli  occhi  Languido  uo’go,  cr  ueggft  quella . 

pcrle.mafceUe,Mapiude[ailrenubiofe,&atreEraU  Sofpico.Lat.fiiffutunp,gemiiui.P  e x.SojfinCaidifiLoaefii,  {'^25 
faccU^lmifèropatre.  .,  ,Ardeuii,Iniiiiili,Lui:ghi,Miile,TaHli,'^anti,Leati,Tarm 

LÌmevb^c'.Lat.quefius,querimonia.Ptx.'Eldolceamau  di,SoauiJ)oUi,Tronii,Crauifiioiti^entoàeSofpin.  Mu  ' 
ro  Lamentar  cb’i  udia , ra  de  Sofptn.MaS^&i,&  Uurendmfirìa  l'alba.  Idjui»- 

lamcntare.lat.lfi{onqueri,querirdoUrefiiuUre,fiereJuge-  {io  mono iSoffir  a chiamar uoijii  uagjai  ffirtiinuaSo- 

re,pUngere,lamtmari,expofiuUre,& deplorare .P  E r.  ff ira accogàe .Onde' l premo Sffftr  iniginnie  ai  core. La 
il  Lamentar  che  naie,  CiuJloJuol  certo  a Lamentar  mi  gucrradeSiffin,StuolodarmattSotpiripafi.oilcordtS* 
mtna.HpnfiàiUmenurfi'aUnCingamta.Odi  poi  lami  f^.RpmpeiuiocoiSoffirl'aerda  prefia.  En  te  dokeSoa 
tar fra  Patire  mefie.Tutte  le  notti  filamenta, (ir  piagne . ffir  Palma  t'acqMfla.t.doUeinenielojpirar,do.  Boc. 

Di  ciò  d fùperbofi  Umenta,  &fcme.  Hs  maggnt  per  a*  ffir,Suffirofi  .\piri,S<ff>iretio.  uedi  all  Indice  .Dos.  Et 
tUrfiUmentando.LamiahnguaauiataaUmentarfi.T^e  Beatrice Sojpii-  fa,(yTu.i.piena.diSo:piri. 
par  che  fi  ntrgogm  Lamentar  fi  di  me.  SoCpiru  Lat.fufi  <wm,&jufpirauo.  P ; r S’iobauefiipeu 

BtmincotoBfiiitncbioj&uelpiuJSammibijucmefileg  fiuocbeficare  'nBmIejioctdeSoJpir  .meiinrima  Fatte 

tbaurci 


iSitf 


INFERNO  149 

t iuKm  hi  SofpiTJr  mio  prima  In  numero  pin  ^ejfe , in  fante  rima  fero  noti.  0 atonie  memorabili  fcbiatte  fi  nide 

fili pm raro . ro  ferrea  fiucr fiore  dtoao rimanere, 

Sofpirar  .lat.fnfpirare. trabere  fpiritnm  ab  imo  pe3ore.  HacCii.Lat.bnrefiiji8a,dog^^fciplmaabfienfi0,fedi~ 
Vn.Miha  sformato  a fofpirar  mai  fempre.Cb' altro  ibe  rio,fa8ioaipmio^tortUa.  P e t.  Stbola  S*mu , cr  lem- 

fi^irar  nulla  m'anair^.  L’alma  pi  r lei  ji^&a.chi  per  noi  pio  S Hertfia . 

fojpira . Et  alihor fluirai  uerfo'l  mto  fine . Cbe  fofpirando  Hercnarcha.Litf.  barefiorca^  barelicornm prhueps.  ft- 
nò  il  rina  in  rina . C he  quando  lojpirando  ella  fòrride . Et  gmfica  pnntipt  degli  Heretki  ,D  KK.Et  egliameiqui 

ndi  lofiiiranJo  dtr  parole, Che  farian  gir  1 monti , & fiar  i lòngli  Herefiache  Co’lor  fegnaa  d'ogni  fetta. 

fiumt.Kimafigraue,&  Mirando  andai  O noi  ehefo^ra  Hcretico.  Lai.  hareticnt.  B o c.  Inqntfitore della  Hcreti- 
le  a miglior  notti.  Ragion  e ben  ih’ alcuna  nolta  i canu,Te  ca pranità . 

ri  cbo  fofjnraio  fi  gran  tempo.Ingnifaihe  Jofpiri.  Sidol-  Hcretid  ceUbratida  noflripoeti.  .Anafia fio  papa.  Fatino , 
femente.Dei  qnartodeimt’anno  ch'io  fofptro . B o c.  ncdi  Aiatto . 


alt  indice. 

Affollare,perfofpirare/tnbeUre,&  anfàre,da  fiare.Lat  oda 
FoUu.Lat.ihe  dinota  il  màtice.Lat.rtfpttare.,afflare,anhe 
lare.  Dan.  Fin  ihefit  ifogi  a PaffiMar  del  lofio. 
tiinco,Lnito,Flelo,Comiito,Lagnme,Viangere^grima- 
re,Tlorarr,Cemerejtedi agliocibia  ij6i, 

Pie'ta,^  lamito  atto  a cómonere  a capa  filone , 0 nero  hanere 
compafimne  ialtrni.Lat.qnemlanoxjpietai  miferiiordia, 

(lemitiajmtfèratio.  Pbt. Tutto  di  Titta,  & di  paura  fmor 
to.dtcojjii  lamemifi  di  compafiione.  0 Vièta  Cù  terra  in 
fra  le  pietre,  D a n.  La  notte  ch'io  pafiai  con  tanta  'Pièta. 

Senonibemiiìringea  folditeViétajjltnolamento,  oue  Fotino  HereritojaedidifopraodÀnafiafiopapa , 
rolacompafiioneiheiohaucadite.  Acido  Herettco,neJi  di  fipra  al  detto  luogo. 

Ai,&  Ahi.  Lat.heu,tìreheu,eab,&  ah  ah.  fòfpirandofi  co  Mi\idcno.Lat.maleé8usaiefanut,uecors,fceleratus,fceu 
fofpiro.& i noce éefclamaiione, quando uogliamoijpri-  leflis.hoc.Di quello  Maladetloda  Dio  uoflro amico. per 

mere  alcuna  giufta  indignatione  cètra  a chi  et  par  cbe  mem  le  parole  di  uno  Maladetto  frate. Il  Maladettofi.olare.Ma 

riti  biafimojouero  quando  uogLamo  mofirare  Ugrandex^  ladetta  fia  la  crudeltà  di  colui . Et  noi  Maladetti  beftem- 

:tadi  alcuna  cofa.  Pbt.  Ai  crudo  amor , Ai  «obli  pelle-  miate  Iddio,&  la  madre ,&  tutta  la  corte  del  paradifo . 

grina.  Al  quanti  pafii  per  la  felua  perdL  Ai  dolorofà  for-  Maladirefi  Maledire, 0 MaladicereJatjnaledtcere,abonti- 
te,Aibellaliberti,Ailafio,Ai  orhomèdOyAidt^ietata  nari  ,execrari.  P bt.  Et  maledico  il  dì  ch'io  uidiil  fide. 


Anaftafìo  Tapa  Romano  Heretico.fidial  tempo  di  Theodo  | gj  q 
ngolmperadore,ilquale  perfuajo  da  Fotiao  chierico  di 
Thefiaglia,&  da  Acath/jualitenenanoibe  lo  fpcrito  fan 
tonon  procedefìe  dal  padre, & cbe'l  padre  fofie  maggiore 
che'lfighkolofaceuaprofefiioneétale  herefia,  {Jr  efieum 
done  riprefo,uenne  in  tòta  ofhnatione  che  uoUe  ottenerla 
in  publico  conci fioroima  interuenne  che  difputando  fucóu 
antro  dada  necefiiti  del  neutre  andare  a porgli  il  pefo  , 
doue  ad  un  tratto  gli  kfei  tutte  C interiora , & cofimori, 
DAN.D’ungràdc  aueUofiu'io  uidi  una  fcritta,Cbe  diceua 
Anafiafio  papa  guardo  Loqual  trafictotin  dela  ma  dritta. 


morte,Ai  crudel  morte.  B o c.  ^fci  lafia-Aht  quanta  i 
mifira  la  fortuna  deUe  dine.  Ahi  traditori  noi  fiere  mortù 
Dan.  Ahi  dura  terra  perche  non  t'aprefit . Ahi  Ceno- 
ne fi  huomini  diuerfi.  D'ogni  coflume.  Ahi  ferua  Italia  di 
dolore  hofteUo . Ai  Confiantin  di  quanto  inai  fu  maire . 
Ai  Viftoia  Viftoia . Aigiufiitia  é Dio , Ai  quanto  cauti 
gli  huomim  efier  denno , 

Aime. Lat.beu me mifierum.D  A N,  Aime ebepiaghe nidi 
nelormembri. 


hOc:.Maladelto  fiaUgìomodi’iodaprima  tiuidi.  F i. 
Maladetto  fia  il  giorno  del  mio  uafeimento  : 7 u.  Maio- 
detta  fia  qucUa  Deità  che  fi  m’ha  fatto  uile.  V h.  SecoSief 
fo  maladicendo  lajua  fortuna . maledirei  la  natura  pari- 
mente,& la  fortuna . & fpeffo  maledico  ilgiomo,&  t boa 
ra.uediaUf  indice, 

Bc(lemmia.Jj>r.  bLfphemia^xecratio,deteftatio,  maladi- 
centta.  Dan.  i^lunque  ruba  quefia,  0 quella  fJnonta 
Con  BeSlemmu  di  fatto  offende  a Du> . 


Ah.Lat.tìrah ab. inuecediAhi. Ari. Ah lafia cbeppfi’io  Beftemmiatorc.Lmis dem maledicus^iuum,comèplor,  igaS 
pm.EgndòyAhfortunatia  quantapena.  |<r  fpretorabeot  qui  negai  deumefie.  B o c.  Befiemuiia- 

Oime,cr  OL  Lat.  0 me  miferum,o  infelicemi  uoce  di  dolo-  tore  i Iddio, & de  poni  tra  grandifiimo . 

rereff  giunta  con  la  me  fa  OimeJ.dolente  me.  P e T.Quan  Btflemmiare.LatbL^pheman,exetrare,maledieere,  & dis, 

M cigMa  Oaneda  quel  di  prima  Cime  terra  i fatto  il  fuo  talumniam  inferre.  B o c.Deb  perche  mi  fate  difperare. 


bel  mfo.Oime  il  bel  uifiii  Onne  il  foaue  jguardo.  Ohne  il  leg 
{Miro  portamemo  altero;  Omu'l  parlare.  Cime  lofio, 
B o c.  Oime  annua  mia  aiutami  ch’io  moro . Cime  mifera 
me.Oime  lafia  me/loleiite  me.  Ornie  diffe  f altra  cb'i  quel 
locheiudicilA  r t.  Se  laperfuafione  Oime  fu  finta,  & 
Ome  difiepm  uolte.  D a n.  in  uecedi  Oime.  Boc.Oi  fe, 
dolente  fe  cbe'l  porco  gli  era  fiato  inuolato.  Lat.  0 fi  mife- 
ncmfiinfelicem. 

Hui.  Lat.  & hemàrafcentii . uoce  di  dolore,  & di  ammira- 
lioue  .Dan,  Alto  fojpir  cbe  duolo  lìrinfi  in  Hui , Mife 
fuorprma. 

O.Lat.  beu.  particella  di  dolore  con  efclamatioue . B o c.  0 


tir  befiemmiare  Iddio,  tir  fanti . Io  befiemmiai  una  uolta 
mia  madre . Ch  huommi  beftimuno  tutto  d giorno  Iddio  , 
ir  fanti.  Et  noi  Maladeitt  beflemmiate  Iddio , er  la  ma- 
ére,&  tutta  la  corte  del  paradtfb . Et  fi  pi  rdina  egli  a chi 
fi  pente ihauerlobefiemmtato.Ma  befiemmiò  tacitamen 
te  fe  che.  Sono  due  fòrte  di  beftemmia,cioè  di  parole,^  di 
fatti,  di  parole  i quando  fido  con  le  parole  offendiamo  t ho 
«ore  di  Dio.  Di  falli  è quando  manchiamo  ne  fatti  in  hono 
rare  Iddio , come  ci  mofira  perefempio.  Dan.  cbe  be- 
Remmiaua  duramente  anebora , Befiemrman  quiui  la  uir 
lùdiuina.  BeflemmuuanoIddioe'lorparettti.Concor  ne- 
gando ,&  beficmmiando  quella , 


caro  amante  del  qual  prima  fui  0 dolorofà  f-Ha.0  caro  he  DiÌ’peritione.Lat.defperatio,furor,uefaitia.  ual  fem(a  fpe- 
ue,Olàmmo  mio  ripofo.O  quanti  pranpal  ,1  per  adietro  ran7;a  ,P  et.  EtperDiJjieration  fattaficura  .Boc.In 
é famiglie  pieni, u,fignori.ryà"umne,h  <it  al  minimo  totùt  Difperationa  dottorando . 

*>■  Il 


PARTICELLE 


DifpcTUo.LatJel}>eraius,fiirhfiis,fifnrtpTecitMs.itiueU  ^(laFartm  lui^Chiron.Ter  contraflar  ^Robcrtù 
htbcè  fuori  éjjicranxa.  P e T.  Dijferata  kia.Et  quella  ^ Cutfeario.  B O c.  Quamunquegrauiffimofoffe  a compor 

, chelapennaiUmandeJiraCome  <ù>glio[a  ,& Dt^crata  tare  ^TalaHO.^nu JìcrToretlo  dati  altra  parte  pare-  • 

fcriua.  B o c ^ guifa  di  Dij^ata.Si  come  del  fuo  amore  ua  the.Toi  cb‘^  fer  Ciappelletto  hebbe  molto  commenda 
Dijjterata  lat.lpe  dcic8a,jfe  fruflrata  .Tornando  a cala  to  quella  fua  ufamta.La  domandò  fe  ni  l peccato  della  gola 

perDifperato.ComcÙiffirato.QuafiDi^erato.uedialFln  bauejse^  Idéoéjjiiacctuto.El  nei  nomi  delle  ctttà.Vir. 
dice.  AKi.Tiaga  cruciti  che  jopraogni  dolore  Conduce  Difenafctndo.AkomananfegraUa^Giudeafu\ì  un. 
fhuom  che  Dilato  more.  Sich'.A  Ftorenzafa]cbtopparlapamta.Siipiodiftje.A 

Diljierare.latJtjperare.  ualnoniperart.  P ST.Cb'mcomtn  Roma  La  gloria  del  mondo. 

liai  a deaerar  delporto.Et  l’alma  differandu  ba  prefo  ar-  Et  ne  i nomi  Soflantiui  accipagnata  da  gU  .Adiettiul,  ^ feti 
dire.  B o c.Deb  ^nbcmi  fate  dimore.  Horajperando,  •^a.  P t r..4morm'bapoliocomefegHo.A  Sleale.  .A  tem 

dt  Itera  dijperando . Quafi  fe  ne  dijfieraua . Si  dSerauauit  pi  migliori  jempre  penJando.Tiacmn  almen  d hauer  canm 

della  fua  falute . Di  h uicni  ch'io  non  dijperi . lo  Ljia  quafi  giaiojlile  Dagli  occhi  jl  pie . Cbe  dietro  .A.  pochi  Gin  fm 

mi  dijpero.D  UN.  Il  colpo  tal  che  dijperar  perdono.  tiafcife..A  molti  fu  fauordd  forte  agrume.cbe  piu  non  dee 

1 8:p  Dannationc . Lat.damnatio,condemnatio,perduio.Boc.  .A  Tadic  ciafeun  figlio , B o c.  Teiisò  queUi  commettere 
Gb  peccati,  cbe  poi  tu  farai  non  faranno  fermi  a tua  Dan  .A  piu  perfone.  lo  giuro  .A  Dio . Et  quando  comprende  m 

uatione , fe  [articolo  Li.  Sluello  che  danno  .A  poueri.  Cbe  n'baureb 

DìnniciLat.addi(h.damnati,perditipnultati,puniti  P e T.  he  fatto  uenir  uoglta  .A  morti.  Debbolo  io  gii  tare  jl  ca- 
Con  pili  altri  Dannati  a fimd  croce . h o c.Tra  Camme  mCUpnguardare  .A  nojlri  errori.  .Anttijaràgittato  -4  - 

Dannate  del  fuoco  penate  deW Inferno.  Micidiali  Dannati  foffi  a guifa  d'un  cane . l'ila  fòglia  di  laluia  fregandofi  A 
della  ragione. i.condennati.  denti.  D u n.  Etpnacbeconducejiei  Greci  A fiumi.  La 

Dar.narc,Lat.damnare,ab<bcaTealiqu'id,mul8are punire .fii  pioggia  cadde,  & A fojfiuetme . 

Scere,  perconiennare.  B o c.  Dannarono  a perpetuo  eft  Et  accompagnata  con  uarifTronomi,&  Relatiui  P E t. Sofie 
Uo  lui.  Et  i dannata  alle  pene  deW Inferno . Dannati  fono  a giujla  cagwn  A uoftrifdi  gm , A noi  nuolgo  il  mio  debile 

capitai  pena.  Son  Slato  dannato  da  IdSo  aqucflapena.In  Jlile  Inujirc)  Acuì  mia  Ulta  fugge  Lat.ante.  Dicendo  A 
Infemo,nelqualDomenediolbaueadannato  .Et  fimo  alle  medtciònófarparoLi.Che  colui  eh' A tem'inuita.  DuH. 

pene  eternali  dannato.ueS  all’Jndite . A quali  anthora  non  uedefli  la  faccia.  Molti  fmgbam- 

ConJannare.Lat.condemnareanulSiere,punire . P e t.  7isl~  ”taii  A cui  s’ammoglia.Mifcbiate  fon  A quel  catliuo  cbo. 

fu»  pianeta  a pianger  mi  condanna . Tal  biafina  altrui , ro.  Tarlarti  A quei  due . Degna  S uemr  a quefioguimo . 

ihe  fejielfo  condanna.  0 li  condanni  a fempitemo  pianto . B o c.  Coloro  A cuifofiero  le  lagrime  concedute.  Hone- 

R oc.  Che  come  tolpeuole  nedouea  efiere  condannato.  Sio  A noi,&  A qualunque  altro.  Efempio  dato  A colo- 

"Hella  tefia  il  condannarono . Molli  peccati  a quella  mede  ro  cbe  foni  rimaneuano.  Ticm  bene  a fi  conueniente.  a riue 

fona  pena  Condannati  che  io  fono.  "Piero  Condannatottfien  tenga  S colui  Acuì  tutte  le  cofe  uiuono  .i.  fecondo  lauo- 

do  da  famigli  menato  alle  forche . Efjendo  come  tnaliojì  tonta  delquale.  LatJngratiam  .Acbeellemi  tirauanoj. 
Condannatoal  fuoco . allaqual  cofa.  A cui  Rinaldo  rijpofi . 

A,  nelfentimento  delfAccufatmoinuece  della  prepofitione.  i8j  i 
AdAìr  con  uerbifigmficanti  moto  & Slato, &[engal‘ar. 

PARTICELLE.  ttcolo.Pi-t.Cbe'lénoJlro  noia  Agente  che  Slà.Cbe. 

mal  mio  grado  A morte  mi  trajpona . Et  uinta  A tara 
le  Particelle  auerbiab  del  luogo  fono  in  due  maniere  ipcro..  caggùt  la  bugyi  .&  cefi  nei  nomi  delle  attd . Et  uiene  A i 

che  parte  figmficano  il  mommentojjora  da  luogo  aUuno,  Roma.QmitBacco,Alcide,EpaminondaATbebe.&- u 

borapaquaicheluogo,cioòinS,altronde,onde,Squà,di  nerbi figmficantilofiare.Com'buomCh'A  nuocaluogo  . . 
là,&fimiliuoci.Tartedinotano,horilmouimento,bora  & tempo  affetta.  QiiattSi  mono  ifo^r  A chiama  uot. 

lo  fiere  in  qualche  parte,cioioueAttroue/iai,giu,a' Sai  A uederuiicorfi.D  A N,  Fard  uenirli  A parlamento, 

tre  fondi  4ellequaUatUuoghi  loro  ne  babbiam  parlatoti"  . MofionlelcdiramieunpocoArifii.Hardefiendatdobo- 
paebe  ue  ne  fono  alcune  cbe  non  hanno  bauuto  collocattoa  mai  A maggior  p.éta . Ta  altri  porti  uerrai  A piaggia  . 

ne  nella  nofira  Fabneapa  efia  parte  molto  necefiaria , Come  folean  nel  mondo  andar' A caccia.&  ne  i nomi  delle, 

quiut  le  noteremo,dr  prima  le  ittcomineianti  dalla  lettera.  attd.T^onuannoilorpenfiaiA"Hagarate.Boc.A 

A eoufolatioiiSnoi.AmeconuienecfiaequefiafiraAce» 

Trouafi  quefia  fittaa  in  diuafi  maniere  na,& Adalbergoaltroue.Et  cdtreAMe puciolenitglia 

ufata  da  nofiri  poeti,&  prona  in  ucce  S no  fi  dilungò  dada  cittàjjiltra.l' nagtouane  che  tu  tenem  A 

melapojiil  B o c.  che  uedendo  egli  fignifi-  tua  pojtajui  A pochi  gmnifi.trouò  con  la  "Umata.  lofi 

tare  (AlfhabetodifieAgUcredfirebbe  cbe  no  ifia  mane  Amammo.  , 

uoifapefie[A,B,C,  Etcheuoi  nonappara  Et  aduerbialmente accompagnata  da  nomi  ,& da  nerbi,  & 
fleimcaPAdifJnfulamela.Lat.Abtu-  aduerbimSuaficofieruaimmSSre.V ut.  Cbeconarte  . 

darius.Etquandoèpropofitionefenga  Particelo  con  di-  AmballeAbadatenntaaidmdugto,ouidtigiàdoMct.jfÌ  i 

uerfi  cefi  aggiunta.  te.AbelfludiocrTajjtolitaTiamiteffÒie.HsnAcaloè  * 

A.utlfenttmento  del  Datino  nei  nomi  propri,  drfemcA  Par  mrtutc.i.aforte.Ch’iomoraAfaUojJUlMto£tmoflram 

ticoh.  Pur.  eh’ A Laurailuago,efibiódo  capei  chiuda , Ione  A StoJ.notato.Cbeti  la  morie.A  Itnaatpptefiofi 

A Dw diletta obtSeute ancella. D AN-tlpn fifie Hata  nicino.Forau  liignoAlatoaquelcb‘iaécoi.arifpa- 

ACeJireuoutrca,CbefedeitemgremboADÌdo.Lirh>  to.UorApofi  d^nùtiuitnth'ioli..  aaatucigUaMiUe.  ' 

trecento 


PARTICELLE  ijc 

trecmt uemilhte ^ punto Jji pelo.Ter  c hanno ^ (ibi-  Jiofi a fidere co» Im.^pittuHa belìiffima  fontana , ér 

foo%ni  cofa  mortale j.a  noia  fi  in  faUitUo.Si  uolge  ^ ter.  churj,cbe  nel  giardino  era  a Harfi  n'andò . Et  domandò 

goundictro.  £l  jbl,  & tutto'l  nel  disfar  fi  A tondo. i. qui  quanto  egli  dimorajie  prefio  a Tarigt . 

togira.Il  cor  thè  mal /no  grado  ^ torno  manJo.i.erràdo.  Etpro  Sccundum . «»Rf  ilPsT.hor  ^ poflaiCaltmi  fgjj 
Largai' l dt  fio  c'bor  tengo  molto  .4  fieno.  Mgmfa  if  huom  conuicn  ch’io  uadaj.ficondo  la  uolomàdt altrui.  B o c.  ia 

che  fógna  .Che  non  cangiafier  qualitate  U tempo . O fen-  tanto  eh' .A  finno  é nefiuna  per  fona  uoleua  fare  alcuna 

lirmi  fi  faccia  coft  .A  dentro  .Dan.  Tal  parue  .Anteo  a cofa,  ne  altri  poteuafaral  fuoa.fecondo  la  fua  utdoiità . .A 

me,cheflauaJtbadadi uederlo c hinar.i.tndugiando .Et  guifa  che fogtion farle battitureafecondofi in modoMac-  f 

quel  Mafetto  che  fi  retto  .A  confglio  Tar  con  lui.  idefi  fe,  conciò  U far  fitto  .A  fuo  doffo . 

cretamente  coufigliarfi.  l'auno.Auicenda.i.uicijfim.'Us  Et  prò  Werfus.  usò  ilP  n.Tenefie  molto  per  natura  febi- 
per  parer  digito  .A  marauiglia . idefi  lutrahilmente  ,o  ua.A  Koma  il  uollo,&  .A  Bahel  le  jpalle . 

grandemente . T^n  parliamo  .A  uoto.i.uacante,  o in  ua-  Etpro  Digcnitluo.Boc.Ma  alla  piu  uicina  cl  f-fa  le  piu  uol 
no.  Tfipi aggirammo  .A  torno  a quefia  firada  i.circum. Io  teli poriauano  dietro  .A  quauro, ofei  co  poto  lumei.pofL 

diffi  parlando  .Agioco.Io  mi  faprei  Icuarper  Faere  A no*  Et  prò  Velis  B o c.  ^ difetto  dite  io  sòcio, 
lo.  D^armemeangofcKfe  tutte  A tondo.  Bone  iteoeua  EtcoulaquiproHacfiielbucuJquecomeD  nti.Si  uenuedi 
gli  occhi  fi  .A  poftaXex  indù  fina.  Colui  che  là  éfefi.Aui  ducendo  iiifino  .A  qutnci.La  bacca  t’apeip;  mfino  .A  qui. 

foaperto.Terò  irafeorro  .A  quando  mi  fuegliai.  tu  fia  leg  Se  quanto  infino  .A  qui  à lei  fi  dice  .Boc.  Elia  haueua 

gieriuCome  .A  feconda  gmi  andar  per  nane  .Doue  la  co-  infoio  .A  qui  taciuto. 

fila  fi  uolge  jl  puto  la  fnlgrofio  de  Conche.  Chi  porla  mai  Et  prò  Circi,  o intorno  .Boc.  Ogni  coft  cofiò  delle  libre  : i 

dir  con  parola  jl  pieno,.A  prona ,ji  pm,.A  meno,  .A  mi  preffo  .A  a nto  de  bolognmi  già  de  gli  anni  prefio  .A  diecL 

defira,.A  man  fioufira,.A  man  manca  ,.Ama»  dritta,.A  Et  con  la  cbeànterrogantis.PBi.  .A  che  pur  piagai;  & ti  di- 
maa  flanca,.A  manctna,.Afiotifira,.A  deftra.  Et  nomami  fiemprel  Lat.ad  quid , nel  quorfum . 

le  jt  dito.  Lafcialt  digrignar  pur  .Alar  fetmo  i.comeuo-  Et  in  ueu  della  pre^fiitone.Di.  P ir. L'iti  d&  non  sò  .A  chi, 
gUono.  BOC.  .A  migliata  per  giorno  infermauanoà.feaza  ma’l  detto  fcrifii . Et  torre  Palme  .A  corpi,et  darle  altrui. 

uumcro..Andatoci  .A  ruba  ogni  cafcutfacco,  oabutmo.  Torre  A la  terra  fi' a del  fame  una  fielia  .thè  Laura  mia 

I fratelli  di  Tebaldo  uefittt  A nero  Lat.puUati,  atratifiu-  poleffe  torre  A morte . 

gubresJitnùciA^adatratta.Lathofies  capitale!.  A pie  A tnelfeniimentodell’Ablatiuoia  ucce  della  particeUaln 
no  popolo  raccontò.i.fiequenti  populei.  Et  quello  con  tutta  con  nerbi  figmiicami  io  fiore , elrfengaìarticolo  .Dan. 

la  ciurma  bebbero  A man  faina . Lafciatena  prtma  uede  Si  fanno  grafi!  fiando  A concifioro.  Conuicuti  ancbnr  fi- 

reAmiofenuottonpotendoficofiApuntoinqueldiCor  dereunpocoAmenfa.tì'ne  i nomi  delle  Cutà.f'é  già  di 
dine  feguitareà.compiutamruteJi  leueranno  A ramare . re  A Bologna . Et  uifii  A Roma  fitto  tl  auono  Auguflo . 

Trouatei  la  donna  una  in  cafà  unafemina  A ftretto  confi  lunga, ^ grafia  come  la  pina  di  firn  Pietro  A B.oma.7ig 

gliojfiheflrettamenteficoufigliauanoJuiApoco.  lonon  quelchecaddeaThehegiùdemuriJofià  abateinfanZe 
sò  A che  nu  tenga . no  A L'erona.  Boc.  A chiefà  non  ufaua  giamai.Bencbe 

EtmuecedellaparticeUaPcTufatodalP  ir.Come  A for-  idttadininonhabbianoafarcofàdelmondo  A palata 
%a  de  uenti  Stanco  uoccbierJ.perfòrx/t.Cb'A  /orjji  ogni  pur  taluolta  ni  uanno.  Fai  ricalerete  per  un  cento, & pof 

fuofitg»oindietrotira.D  uu.lumeuidatoA  bene,gp‘  federeteloAuitaetema.Upnerafiato  AquetHaducm  , 

A malitia.i.per  bene/ir  per  mahtia.  Mia  madre  A prua  cellare.Lapiata  la  donna  A guardit  d’uno  fuo  famigliare . 

d’uufignormipolijperfèruo.'Hegiàcoufidiuerp  Con*  ii»cufiodia.^nenomide& Città.Egftcomeerri  conofee 
uameUa  Caualiermdt  mouer  file  pedoni , He  nane  A fe-  refi'egbs’ufaA  Firenze  di  trarre  le  brache  A giudici.  A 

gno  di  terra  fidi  fìella.i.per  figno.f'engono  A guardia  Tifloiadimorauano.Eglifipuobendireche  ucufiete/iato 
della  ualle,  Boc.  Le  bufie,lequalt  rgb  ai  diede  A mie  ca  A Bologna . Propofe  di  non  douere  in  mare  entrare  p rum 

gioni.i.pa  mia  confa  .Ciò  che  tu  facefli , farefti  A forca . A Genoua . 

eh' effae  da  lui  rico»ofciuta.Auiu»  partito  crcdeuaxper  EtiuuecedellaParticellaConopeTuatodaD  KnSatten-  l8;4 
u^utt  modo.llqualepouero  buomo  efiendo  dt  portare  pefi  do  fi  a palme  J.con  palme.Se  tu  Aragionéluiti  piagni.  Et 

A pregio  ferutua.  le  labbra  A fatica  la  formaro(.Lla  uoce)OndeA  forzami 

Et  in  Logo  della  prepofitione  In, con  nerbi  fignificanti  il  mom  ritrafit.  g/rdalBoc.In  un'orto  che  lauoraua  Afue  mo- 
to. P s T.  O fèntir  mi  fi  faccia  co  fi  A dentro.  Et  uinia  A ni.  Con  t altre  dorme  pofia  andare  A p5Kfcoperta.Se  egli 

terra  caggia  ia  bugia  .Dan.  Che  per /aMn"  periglio  A fi  uorrà  A buon  concio  da  me  partire.i.con  buono  accor- 

contro,  A grato  Sife  di  quel  che  far  no»  ficonuenaeJJam  dio.  Corpfi  adunque  A furore  alle  cafedel  conte  .Se  io  te 

toutroydr  ni  fauore.  Tot  che  tu  uuoi  faper  cotanto  A den»  domefticamente^  A fidanza  richiederò.  Pit.  Ch'io  noi 

troJlimafi  A dietro.  Boc.  Arriuò  A Genoua.l'eune  a cangiafii  Ad  una  riuoka  { occhi . 

torte  tabate.  Colui  che  s'abbatte  A donna  non  conueméte  Et  che  comparatumefa , che  nel  Lat.fi  rifòlue  nella  prepofia 
a fe.Gliuenue  A memoria.  Propofe  di  tornare  A Parigi . none  Priè . come  il  B o c.  Molti , iquali  A pettoai  noi 

Etpro  luxtifiomeil  Pbt. Piu  dime  lieta  non  fluide  A ter  niente  fannojaparanganéuoUa  dottrina  di  qualunque 

raHgue  da  Fonde  combattuta , tfruinta . L'eggio  trarmi  altro  i tarda  A rifpetto  della  tua . 

A riua . A riua  un  fiume  che  nafte  in  Cebenna  .Dan.  A,  aduerbialmmte  repbcata  con  nomi  [oflantiuifidiettiui,et 
L'enmtmoApieiunatorrealdapggp.L'nlacoApiede  aduerbi.V  ST.AmanAmanconluicantanilogiuallmi 
l'alpeA  piedun  monte.  toan.idefl  infieraemente.  Duocb'A  mano  A mano  pafia- 

EtpnPropc,uelSecas.cheualeapprefiofi  'idno.P  st.  ua».  che  fi  nnoueHel  bel  nerbo  d Apollo  A mano  Anuu 

CbetOttlamorteAlato.toc.£tAti'  Saqualepo-,  noxapocoapoco.ArdeTde»tTO  Aparte  A parte.idefi  del 

Il  il 


PARTICELLE 

tuno.Hocmopoi'lmcndo  Apjrte.i.per  tutto. yiia^ic-  frmifto.uciit  i6oS. 

uaae  greca  A faro  A paroj.cgiulméte.  Ch' A ^afio  A faf  Acciò , ^ A nd . Lat.  ai  hoc  ,&ad  illui . ual  a qutfio , € 
fo  i fot  fatto  fignote.Ch' A foco  ^focof  arche  Itépo  me-  quello, aialcofa. V BT.Eipenhe  A ciim'iakOgtia.Che 

fihi.  A poco  AfocoioaJinnaHiafufge.  Ti  feof  rete  fue  pia  uemUita  iiluith'A  ciò  rie  mena.  Amor  eh' A uà  m'inuo- 

ghe  A lutile  A mille . A parlar  fecoA  faccia  A faccia,  glia  .oniecouuienih'Aciò  proueggu. Bo  c.  Et  tra  gli 
H A a.Tromaniofi  co  JeuttAbraitoAbranoLapett^  altri , Che  Acni  aniauano.  ù’ efiere  multato  AciHa^U 

apt^^.Cheiue  nature  mai  A fronte  A froiite'Nou  traf  tana.  Motto  Aceti  ualeuole  apparare  . Dteiiro  mime 
muti . Meniicanio  fualntaA  fruflo  A frufioJ.a  bocconi  Aciiò  che  affare  haueffcroinfulpartirejai  quello.  Et  oL- 

épane.Chicercafie  A figlio  A fogtiof'ojlrouolume ,A  treAcciò. 

goccia  A goccia,  A mille  A mille,  A piu  A piu,  A muta  A Acciò  che.  lat.  ut  ualeafitieche.  P tT.  Acciò  che'lrimem 
muta,  A rania  A randa,  A poco  A poto,  A faro  A paro,  brar  piu  mi  lonfumi.  Acciò  ch’ogni  imo  ben  iifferga . Ac- 
A uerfo  A ut , fo.  Compartendo  la  uijìa  A quando  A quan  ciò  che  di  lei  Heroi.  Alai  che  mai  da  lei  non  mi  diparta  . 

do.i.quaado  quà,&  quando  Li, A due  A due, Come  le  peto-  Acciò  che'l  mondo  la  conofca,t!'  ame.  Acciò  che  diìei  Sler 

rellcefconiel  chiufo  Aduna,AdueA  Ire.  B o c.  A ma-  pi.  yi  mendicando  Aceti  che’n  face  il  porte.  B o c.  Hora 

no  A mano  douefiero  mirare  in  camino.i.  inmantincnte . Acciò  che  muna  parte  ci  refli  a fare.  Aceti  che  alcuno  den 

Mi  ifacao  A foco  A poco.  A botta  A botta  la  prefentaua.  tro  non  ci  potefie  rinchiudere . Accio  che  te  nefire  mtferie 

come  fi  mettono  le  mcrcatantie  nelle  nani  A juoloA  fuola  recitando  non  naia. 


.ilunafcpra  l’altra, 

1 8 j 5 A con  t articolo  nel  numero  del  piu,&  del  mcao.P  et.  .A  gli 
occhi  nojlri.  Infimo  A Palba.  Dai  pireneo  A f ultimo  On- 
^onrr . Cefi  jòccorre  a la  fina  amata  jpofa  .Dan.  dietro 
A i fenfii.  bauer  riffetto  A i regi,A  i piedi  Ac  i tuoi  Ac  i fia- 
ti firn  raccomandò  la  fiua  donna  piu  cara . A gli  Jjilendor 
mondani.  Aglisfer^gti.Siuolge  A ( acqua. lnnatn;i  A 
l’alba . A l'alto  de  la  gola . B o c Alti  loro  ufei . A gU 
huomini , Alle  loro  cale , Alla  Slag/on , Alla  morte , fd- 
Halire. 

A con  l’Infinito.  PiT.Afar  altro  di  me , Stiamo  amar  a ue 
derlaglorta  noftra.Taich'incommcio  Adifberardelpor 
to.A  ueder  la.  Deh  refiate  A ueder,  quel  ctri’l  mio  male. 
Afilar.A  fermr.DA  n.TofiocbetacquaAcorrermeh 
te  cò.Mi  tragge  A ragionar. Et  m'indufìero  A batter  i fiom 
ront  .A  far  lor  pri.  B o c.  Hmoltofi  A riprendere  il  po- 
pola. Cominciaua  Abere  fifapontamenle . Tancredine 
Anegare,iie  A pagare  jòndifjmfta.alcunidelli  fopra- 
datt  fipofsono  nfUuerc  nel  Ialino  elegantemente  per  lo 
gerondio . 

A replicata  per  ornamento,^  per  necefiità.  B o c.  Cibc  una 
donna  naturalmente  fofia  fare  A preghi , Alle  lufitngbe , 
A doni , A mille  altri  modi.  Et  dopo  quella  A cantare , & 
A fonare aT  A carolare  cominaurono.Cbi  andò  A dormi- 
re,&'  chi  A gmocare  A fcacchi,&  chi  A tauole.  (f-Acó- 
ferare ,&  A uendere  .Vbt.  A te palefe  A tutt' adiri  co* 
Meno.  Et  jan  condotto  A tale,Ch'  Anona,Aucffro,Atal 
ba,&A  le  Squille. 

Tutte  le  fiopradette  auttorità  fii  trouano  notale  aglifuoi  luo* 
gbipiuproprii. 

Aleppe,M  ucce  di  Alefb  prima  lettera  degli  bebrei  fecondo 
che  ha  effofio  il  Lamiino,  cofa  che  molto  dal  nero  finfo  i li 
tana^t  perciò  io  leggerei  alheffe  che  fiignifica  ale  bebbe; 
percioebe  quella  noce  beffe  in  luogo  di  bebbe  iBologne- 
fie , (7  Komagnuola  tonde  che  Tlutoneibiamandom  fio 
aiuto  Sathanuedendo  cefi  all’improuifi  in  un  batter 
iT  occhio  efler  giunto  iui  Dante, O'  non  fapendo  come,  dice 
admirantis.  Certo,  onerami  te  hclfiie  ale  a Molami  cofi  rat 
tor&  in  tal  modo  U fienji  quadrerà  benifIimo,D  a n.  Ta- 
pe Sathan,Tape  Satban  afheppe . 

l8j6  Ab  ,iuocelaima, ma m compofitionediuentauolgare  an- 
chora che noflrt  Toetil'habbtano  ufiato,come  l/  P E T. 
Hot  Ab  experto  uofire  fiodi intendo.^'  D a v.  Che  difee- 
(édafiefiolAbantiio,  ffU&oc.  Ab  eterno, che  ualntl 


A ciò,ual  a talcofia.Lat.ad  hoc,  uedi  difiopra  ad  Accio . 

Ad  lat.èprepofitione,  che fiemprefi  fimue  quando  dopo  efia 
uifieguita  uocale,&  altmueii  poi  fi  pone  A,  come  Ad  amo 
re.  Ad  buomo , Ad  bonore.  Ad  t feinpio . maper  forga  del 
uerfo  fiat  P e r.&  da  altri  non  i in  tutto  ofieruata  quefia 
regola, come  Li  doue  dice  "Hel  fonetto  TUgn  fur  mot  Gioite, 
yolfie  a uederla,efuoi  limemi  a udire  : yenendo  in  terra 
a lUuminar  le  carte,  ^ in  altri  luoghi  ueé  alla  particella 
A.  a I Sjo.o'  nel  fentimentodel Datino , & deuAccufii- 
tiuo.VtT.Tal  cbAd  ogni  altro  fa  uoltariefpalle.Tal  ch’io 
non  penfio  udir  copi  giamai.  Che  mi  conforti  Ad  altro  cb’a 
trar  guai.Ad  una  gabbia  .Ad  un  tempo  mgltore.  B o c. 

Ad  Alcuno, AiEfibo,Adufura.ìì  KU.Marauigbofa  Ad 
ogni  corficuro.Etfi  di  quella  Adun’altroarcoffalle.Ho 
fareindtffio  Adhuomo  et  intelletto.  Ad  alto. forte  lofio 
ch’io  montai Jid£ua,Ad  immortale.  Dentro  Ad  ifio.  In- 
torno Ad  ella, Infino  Ad  efio,DinangiAdun. 

Et  nei  nomi  propnf,&  delle  città,  P ET.  A quel  che’l  filo  fi-  igjy 
glmol tolfe  Ad Euandro.  Boc.Ad Abbecb.D  a n. Sico 
me  Ad  Arbtoue’l  Sodano  fiagna . Che  dietra  Ad  Hanibal 
pafiaro. 

Et  con  nerbi  figmficanti  mornmento^  fiato.?  i t.  Ad  alber 
gareoi  tauro  fit  ritorna.Qjufio  bauea  poco  andar  Adeffer 
morto.  B Q c.  Ad  afcoltare  le  queftioui  criminali  comin- 
ciò Adentrare  inoltri  farnetiebued  attendere  a fatti  lo- 
ro.D AH.  Ad  aficoUar  erto  del  tutto  fifio.Tertbela 
mano  Adaccertariaiuta.EttHohauefiineldirtantadi- 
uitia  Quanta  ad  imaginar,  quanto  buomo  Ad  andare.  Ad 
ir  fiufio. 

ECquandofirifòlue  inuarij  fignificati.&frimaproyerfui, 

Lat.  D A N.Et  t’iohauefiiuoitigliotetnAdefia.'Hpn  te 
nerpur  Ad  unlocolamente.Cr  prò  In  Lat. Conferito  fino 
T cco^  con  glialtn  Ad  una  potefiate.  1v(oii  fiate  come  pi 
naAd  ogni  uente.  Chi  Ad  altro  ftnfa.  Ter  efiere  Ad  acqui 
fio  d'oro  ufitta.  Che  l'honefiatt  Ad  ogni  atto  difmaga  La 
miamente,trprocuuLat,lafpofadicoluicbeAdalte 
grida  Diffoii  bii  colfÌBiguefienedetto.  P e T.Cb’ioiìolean 
giafii  Ad  una  Sutolta  d'occhi.  & proTer  Lal.Boc.Et 
fé  Ad  hora  gfunger  poteficro.  ideH  per  tempo . Se  la  entro 
Ad  alcuno  firuigfo  dimorar  mlefie . Dan.  Talhar  co- 
fi  Ad  alleggur  la  pena  Moftraua  alcun  de  peccatori  d 
doffio. 

Et  in  alcune  ofi,  uationi  di  dire.?  s TJVd  una  Ad  una  atmo- 
uerarlefielU  •aifolaafila,DAii.'i-icb’ella,e’lfonno 

Aduna 


INFERNO 

mu  le  n' induro  tjnfumtXintiUin  tutti  infume 
una  noce,  done  queltimrtu  ^d  una  Gridaro  a noi . 

EtrepUciliadueroiilmente.  1‘  e t.  ^dhor  ^dhor.^dbo 
ra  ^d bora.^d un.Mun.,Ad una.  ^d una.  B o c.  ^d 
bori  ^dhonr.Dus^dhor^dhor^dbora  .Ad  bora. 

.Ad  uiu  .Ad  una. .Ad  oncia  .Ad  ondi . .Ad  imo  .Ad  imo. 


»5« 


monaco  troppo  con  la  danna  Mia  fcapefiraìaxfne^a  fica 
no. Et  ioimendo  bonorar  noi  .Alla  perugina  j.  fecondo  il 
coflume  di  Teru^ . .ArmeggumM  egli  .Alla  caulanaJ. 
come  I Catelaui.  Le  duole  mcjìe  Mia  reaU.i.realmente  i 
.Alia fine.  triulTn. Il cauallo quando  col  dillefocapo 
corre  .Allaéjiefa  .AlNntica . 


18^8  hA}in<\UQ,tà-DHnque.ualecomelaLit.ergo,&itaqi,oue  A \e,irMle.  LaUtd.  P E T.Odarfoccor]b.Aleuirtiiti.Af 


toadhoraheual prtterea^  i particella  aduerbtalc,  che 
fignifica  perfettnne , (T  conclufione  della  cofa  detta  come 
i(cl  lat.ér  il  pm  fi  ufi  nel  prmcipio  delf  oratione . B o c. 

(.Adunque  ualoroji  donne  gran  tempo.  Dico  .Adun 
, que.  Era  .Adunque  al  tempo  del  marchefe.  Caminando 
adunque Mefiandro.uedt  a t6qo. 


fiitte..A  le  lagrime  trifie  allargali  freno . Raffigurato  Jl 
lefatte^conte..Aktue  braccia..A  le  mie  parti  interne. 
B o C.  Mie  mura, Mie peflileir^,.Alle  loro  camere rAl 
le  cui  orecebie potile  gui^nele.D  a n.  .A  le  qua  poi  fé  tu, 
uorraifalire..Ale  nere  parole  che  ti  porfe.  .A  le  fango fe> 
gemi . Che  fur  parole  .A  le  prime  dmerfe. 


Dunquc.Ptr. Lagrima  Dunque  che  daglioccbiuerfi.Du-  Ali  .Alli, articolo,  che  quando  ni  ffiguita  Ltuocaleft 
quei  al  ucdcruoi  tardimi  mcffi.f'inca  liner  Dunque,  &■  fcnuepoiAglicomeapparealluogofuo.Lat.ad.  Bo  c. 

caggia  la  bugia.  Dunque  bora  e' l tempo.  Dunque  ch'i  non  Da  preghi  MU  quali  noi  medefimi  ,fi  come.  Ogni  bora 

rmsfauii.DnnqHesacquctihomatUor.Cofi Dnnqne  fai  ch'io uetno bene  riguardando  SdUinofirtmodi  diquefia. 

tu . aedi  a 1 6}  o.  mattina . 

Marticolo,  in  ucce  di  a lo.  odi  allo  nel  jintimento  deltapre-  A lo^eJ-  Mio . B o c.  Vdiron  la  fante  faueliareMUo  fedam- 
pófittone  .Ad  Lat.P  e t./>  come  M popol  tutto  Fauolafui  re.  Et  .Allo  babito  conofcmtalaMlo  in  giù.iMla  china .. 

gran  tempo . Che  quanto  piace  M mondai  breue  foffio . Moia  gmipur  corfa  Ìacqua.i.alta  ba[!a..AUiniontro . 

firalamtauinute  M-corrifiretta,  ChepotefieM  Ufo-  Da  v.  Mbor  f u’ io  piu  timido  allo  f co  feto,  che  fedenrro 

gnoprrndcr  [arme.OueroMpoggiofincofòi&tdto.M  .A  laluo  Di  que fia  fiamma.  Etto  guardaua  ancbor.Al- 

beL  M cor.  .Al  fin.  .Al  tempo.  Boc.M  parer  mio.  M [ altro  muro . 

nien.Mdafegq'o.iMl’ultimo.  L' andare Mprefcnteind  Alcunfnuece di .Alcuno,&  alcuna uolta  fittonanelnu.» 
fun luogo.MioleigriJo iati gridoé colei. Ò Air.  Lara-  meroplu.Ut.aliquiSASf  quii. tT naie qumttoqualch'uno, 

ginn  (òttumet  tendo  M talento . Quel  fu  M modo  per  fona  ^ ueruno  .PtT.Mcun  jòccorfo  da  tardi  fo^ . Mcun 

g/onofa . fede  portar  Mglom(6  ufficio.  l'anno  a meenda  giogo  maggwre . .Alcun  ìntueripofoMt  ibo  .Alcun  dolce 


aafcun  AlgiudicimAlthora  fiefe  Al  legnoambe  le  mani 
tadiuenimmo  Mfine . 

Etinueceditì.el,&In.V  tT.OndefibeUadomuAlmoH- 
do  nacque . Ritorno  M tempo  cb'i  ni  iòdi  prima . Benigna 
mi  nduffeAl  primofiato.Ma  nulla  è Al  mido,in  c’huom 
fàggio  jifideS  o c.yemte  Al  mente.i.m  mente.Cofi  Al 
prelintcamo.D  a ìi.Aittmp»deliDeifalfi,q!rbttgiar- 
di£t  ecco  quaft  Al  cominciar  de  l'erta . Et  fanno  pulular 
quefi'acquaAl  fi>mmo.Etqm:ldimrxp  cb'Alpetto  fimi 
r’a.S  aranno  i corpi  npfiri  Appefi  Ciajcun  Mprundetom 
bra  fuamoiefta , 

Et  umutdo  fi  rifòlue  in  nane  figmficatiom  .Dan.  Cb’io  mi 
Jtrinfi  Al  poeta  per  làffiettoj.Col  poeta,  ydfmà  almae-_ 
fira.i.yerffiilmatfiro.EiioriuoltoAlmar.Mi  uolfiAl 
poeta.  M'accofiai  M duca  rmo.Etbtrantìi.BocMcor 
pod’Iddh ch'io  dico dadouero. 

iSqp  Et ufiutrbialmente.li  cs  c-Allungoandare.Altardi,Aldi 
rfito,Al  uiuo.uenire  Al  niente.  Al  dafegpio.i.alf  ultimo , 
A\z.Cr  Alla  articolo.quefta  in  pTo(a,et  quella  in  uerfolat. 
ud.mlfiniimentodetdatim),etdeU’acculktiuoVBr.'Pren 
dece  bora  Ala  fine  Breue  conforto.  Cb'acquijian  fede  A 
la  peuofa  uitaSon  giunte  mnàzi  A la  pietà  fupema.  A la 
tua  barca  A la  fua  amataffiofa.A  la  marina.  Boc.Al 
[ Uchiefa.  Alla  città.  Alla  loro  età.  Alla  uofirafalute, 
Alla^uane,AllhoraAiraltraAll’i(ola.I>  a n.Clioe 
chi  Mofiri  n'andar  fufoAla  cima,  fa  che  di  noi  Aia  gente 
faucUeS' aggiunge  Al  mal  uolercX!'  k pofia.Sicome 

fece  A la  puw  di  Thltgra . A (a  man  Slanca  nidi  nona 
pietà.  A la  finifira  noftra. 


Et aduerbialmente  ufata  dal  b oc. Ma  che rihauefii  ffitio  AllormO(lo.Lat.mKri;romm.J3  a n.  Prrfb’Aiior  modo 
Allabuonafejiauefiefei fiorini f II foUg'  d'^atoame-  [intelletto attuia. 

Xpghrnoferiua  Alta  leoperta.  Calandri  'gUmuitòaci  AUnen,&  Almeuo.Lat.faltem.uediatyqq, 
nacofiAllatriJiajA'larnlèr'r.Ssr^  uu/ì  mefier,  lo  Altto,ancorcbefiaHoccdifimihtiffiìnc,puratcuMauoltafu 
U.  il  iif 


1840 


dopo  tomi  amari.  Alcun  Diletto.  Alcun  bil  frutto.  Alcun. 
tempo.& nel  numero  plnOue  raffigurai  Alcun  modernij 
D A uSenga  Alcun  jifpetto.'tipn  Irebbe  Alcun  ritegno  . 
Dopo  Alcun  configlioj'Alcuttlatino  i tra  afiaro.ir  fi» 
ga  il  foft.$'Alcunu'igfufto.Difcefemai  Alcun  del  pri- 
mo grado . S’ Alcun  di  noi.  tfSere  Alcunàmfbra  terra . 
"Hontit  conobbi  Alcun.'HonneonofcoMcun.BOC.L’an 
dare  dprefente  in  Alcun  luogo  fanbbe  fciocche^.Tiu. 
eh’ Aleuti  altro  era  iracondo.  Mefiere  Ut  ho  anebora  Ab- 
cun  peccato  ch'io  non  ni  bo  detto  Altun  giamo . 

A\enm,hlcune,Alcum,tlr  Alcuno.  P et.  Ets'Alcum  fua 
mfia  a gli  occhi  piace. S' Alcuna  ha'l  mondo.  SerecA  inuiàa 
Alcuna.yide  md tante SìeUe  Alcuru notte.  Alcuna  co- 
fi  . Alcuna  uolta . B o c.  7{oa  curando  i Alcuna  cofa. 
iqeui  percotead  Alcuna  parte  il  fole . Seirg^  fare  Alcum 
nadifhntione.D  a n. Alcuna y ia, y ifU , Cofa , Torte , 
Tianta,  Stella. fatta  fi  fofL  eh' Alcuna  feneriuefla, 
S' Alcuna  forge  anebor  nel  lor  letame.  Alcune.  P e T.«Sr 
ffid  Alcune  parlo.  B o c.  Che  di  porgere  Alcune  cofead- 
domandate.  Come  che  delle  altre  Alcune  non  fufjero  pa- 
renti. Alcuni.  D A ti. Doure’io  ben  riconofeer  Alcnni. 
B o c.  Se’pur  Alcuni  ce  rufom.  Alami  nano  di  piu  cru- 
dele fem  mento  . Alcuno . P E T.  Tace  tranquilla  fritga 
Akuno  affanno . A Ithor  mi  SI  rinfi  a rimirar  i Alcuno  Rico 
uofceffi.^ Alcuno uiucdeffi.Bo  c. S’Alluno conofiefie. 
Tal  Udita  Senza  Alcuno . Senza  Alcuno  Alleggiamcmo.. 
D AK.  flonbai  tu  fpirto  di  pittate  Alcuno.  Et  egli  a, 
me,fàper  d' Alcuno  i buono . fìgn  trouandoli  in  terra  ci- 
bo Alcuno, 


1841 


PARTICELLE 


gnifin  iiuerjò^omt  ilVs  T.oiie  noi  fumo  Condotte  lU  U 
tuta  flirti  ftrmn.Ce  ifnaitdo  ni  fégne  Kno,fircondo  tb’igU 
ha  l'jrticulóyO  non  <‘Af  ,«/i  lo  ruhiede,o  ao'l  ridntde  ; O" 
eofifi  trono  femprenfu»  del  B o c.f'no^-t  ^Uro  l'uno, 
& C^Uro.L'^lirohieri.'ìier^Uro  mando  Che  faremo 
noijdicenaCnn^W altro  dtcoflnit,4ltra  uoUoMnU'.Ai. 
trameéàna.Et  ben  thè  mille  notte  ragionato  ne  fnjie^l 
tra  che  dilettare  rii  debhaeinbora  ^Itro  tato  parUndo- 
Bf.  P ET.  OT  ,Altru  h.tbito.  C ^ItroX^ltro  autdeme  no'l 
dillorna.^ltro  [tbermo^ltTogionui  ni  tbtfgio.  che  fin 
ch’altro  nattriHa.  fi  d'altro  tmorpreciik.  nnU’^Akra. 
Ogni  ^Altro.tntt' jiUro.VnnV^ttTO^ltridoniu, d'.dl 
tra  kifioM  f ^Itra  parte . d ona  in  Ultra  guerra . Ognt 
ultra  J'if Ultra nolta. Et  Ultre  mille,  cCulire fiondi, 
L'Ultre.  Dan.  flueVUllri  Thebo.&  d’uno  in  Ultra 
fangne.  tenete  Ultra  modo.  & Ufiointo  fen^ilfofl.  Toi 
che  in  ultra  pon  la  fpeme.  Credendo  eh'Uitro  ne  nolefie 
dire. Tra  tntt' Ultra  ch'io  temo.  La  fiera  maghe  piu  di  Ul 
trvminoceJSuardarCnnr Ultra.  Che nedtfie  Ultra  che 
la  fiamma  fola.  & col  foll.UUra  Sorte, Cura,  f'ta, t'aita, 
Sponda,Sihiera,Sorte,  DalC Ultra  banda . Come  t Ultre. 
uerrem  per  uofire  foglie.  Che  prima  tutte  f Ultre  hauea 
ingaunateUkre  Sette,bifcipline,'Voteutie,  “Parti. 

Altri,<u/  alcuni, & alcuno , nel  primo  cefo  fempre  fi  troua 
nelnumerodelmeno,0'diqa;llodelpiu.et^andoi  prò- 
ttomedifofianga.Ultrui^ine glialtricafineCuno,  & 
ne  Coltro  numero, come  al  fino  luogo.  P e t.  nc/  plu,Che  di 
nonantanoue  Ultri  perfetti,  oner  per  Ultri  ingegni,  Ul- 
tnpoggi,Ultri  KamijCh  Ultn.MdC  Ultri,  T utt' Ultri . 
&■  fm.  che  non  po  ffiauentarme  Ultri  che'l  fide.  Et  non  ci 
uedefi'Ultriche  le ftelle  Ultri  ch'io  flejfoUltri  ibe  noi , 
Ultri  ch'il  prega,  fi  diUguajirfugge~Altri  al  ghiaccio  fi 
ftruggeUM  di,tìr  notte  la fno  morte  brama,  t'iuer  qui 
a'Ulirimi  ttrrd  per  morto  .Dav.  nel  fin.  per  cb'Uitri 
m'oda  Ter  cb'Uitn  lormomi.yultri no  preme.Uitri  no 
ha  di  me  cura.  & nel  plu.di  queft’Ultri  mal  nati.i!r  Ultri 
UfiaiU  tutu  gh  Ultri  jjitrti  éfioidt foprajon  Ultri  ra- 
gionameniLvo  cnelplu.ibequelladegltUltrifu.Etde 
gli  Ultri  dùe,Ultri  luoghi,  Ultri  amici.  & nel  numero 
del  pm.Egli.O'  nonUltriliMnaquefio  beneficio.Cbem» 
na  per/ena  et  fia  rtmalà  Ultrt  ebenoi  Lat.prater. 

Altrettanto  compoflo  daaltroi&  tanto . Lat,  tantundem . 
ueéa  17J7. 

1 841  Al  tnii  ,/i  trona  ne  cafi  obliqm,  & Ultri  pei  nel  primo  tufo . 

naie  aitrifi  alcnni,  tfi"  altro , 0 alcuno . P E T.  m forza 
Ultrui.iaCaltri.Et  le  tenebre  noflre  Ultrut  fan  aCbt.iài 
altrm.Su  la  mia  aita  ih'i  celata  UUrut.Dou'èutua  colei 
th'Ultrui  parmoru . Che  già  d' Ultrui  nonpiuenirfal 
grafia.  One  io  piango  tlnolìro,tfiCUhrui  torto.  Ifuoi  jim 
jfiiri,&  bor  gli  ultrui  commoue . Donna  quant’i  poffibile 
mUhrui.TerCUltruimpouerir(iricca,(fi- gràde.&oc. 
Chetocojadtcefie  ad  UltruUofitmo  che  egh  fia  granfia 
no  a pigliar  del  bene  quando  Domenedto  ne  manda  adUl 
trio . Ubbandonarono  le  loro  cafi,  cercarmi  CUUrui . 
CheiodaUltruichedaleiudaononfu.Egb  fi  Ironerd 
hauermefio  il  Lufigmuoto  nella  gabbia  fua,etnó  nell’Ul 
trui.  Dan.  'Fregoli  che  a la  mente  Ultrui  mi  recbiC  he 
fuol  4 riguardar ^uar  uttna.Ch'io  mofiri Ultrui  que- 
llo camm fitueftro . "tfpn lafiia Ultrui pafiar  perla  fua 
uia.  fi' tu;  thè  cofi  rampi^m  Ultrm.  Che  mena  dnt 

touUrui  per  ogni  ralle. Qniui  mi  ànfifi,com'UUrui  pine 


que.Et  la  prora  ht  in  giù,  com' Ultrui  piatqne', 

hnìcoflGliUrtiioh jenzfi  1 nomi  non  hanno  luogo. ne  i no* 
mifeittfldiejji,pcrla  maggior  parte  in  pie  fi  reggono , & 

Jàno  principalmente  quattro^  quattro  pm  non  principa- 
li. U pnncipah  fono  Lojiy  U;  La,&  Leu  duo  primi  del  ma 
Jihu  nel  numero  dei  men,&  del  piu;  cr  1 duo  ultimi  del- 
la feiaina  del  meno,&  del  più.  U nò  prinapah  fono  11,  Gli, 
l,&£m  uece  é la,&  tutti  del  malcbio , il  primo  deime. 
no,&  li  tre  dtlpauU  difcreufa  di  quejU  tutti  Urtuoli, 

«f  com.  ufiire  fi  debbano,uedi  a gh  tuoi  luoghi  ficido  l'or 
dine  dcil'aipbabtio,  U doue  fimo  ordiaatameme  éllintì . 
Auegna  che,oUuengache,ualbencbe,anchora ,oquan*  ig.j 
tunque.  Lai.quanquam,quamuis,&fitametfi,PBT.Uui 
ga  ch'io  ni  fora  D habuar  degno,  one  uoijola  fiele  .Soc. 
Uuengt  che  penero  fiifie.  Uuengacbe  Gaheno  non  ne 
parli . Taluno  efiere  fiato  fi  fernenie  amore  conuil  mio, 
Uuenga  che  di  pm  febei  tl  numero  ne  /il.  E i.  D A n.  £t 
Uuenga  che  gh  occ  hi  miei  con  fu  fi  Fojfer  alquanto.  Uue. 
gita  che  la  fubuaaa  fuga  Difjiergcfi'e  color  perla  campa- 
g^.Uuegna  eh  ipeufieri  Mi  rimanejier , & ihinan,& 
jcemi.Uurgna  che  fi  mona  bruna  bruna,Uucgna  thè  con 
pepo!  fi  ranni  Hoggi  colui.  Unegna  che  fiali  mondo  indi 
difirutto. 

Ben  che  Jait.quamkii,quàqHam,hcet,& fi.  Ptr. Ben  che'l 
mioduro  fcempto.Bencb’iom‘arrtfibLBen  ih'n  non  fia  di 
quel  gfrandehanor  degno.Ben  eh'»  fia  terra.  Ben  ch'a  me 
non  pefi  .Benché  fia  indegna  Cherha.  Ben  che'l  parlar  fia 
m damo.  Ben  che  la  fimmai  di  mia  morte  rea . Ben  che'l 
mortai fiamlocoofcuro,&bqflo.Benfhe  Lucretia  ritor. 
najie  a Roma . Ben  che  la  gente  ciò.  non  u . Che  Ben  ch'io 
fia  mortai  corpo  dtterra.B  oc.  Ben  che  a me  non  parue,  • 

Ben  che  h nolperdeffi  inno.  Ben  che  tu  dica,  che  mai , 

Che.  alcuna noitai  pronome  ,aUnnaaduerbio,& alcuna  1844 
congiunitone.et  allhora  quando  la  Che  è cógiuntione  figtà 
fica  Terehc,Ucciocbe,Si  che, Onde,  & Quando , tir  naie 
quanto  le  due  Ialine  ut,& quod,&  figuuàdoM  queHi  ad, 
nerbi, cioè  Vrima,ToiJìa^’Pofcia,  Ungi,  lunàgi.Tn, 

& Meno  fila  ella  per  ht  ouqmlatuia,tìrgenrratmfie  qua 
do  dopo  la  che  ni  fegue  u h,  nella  profa  fempre  fi  ferme 
fenta  lo  apoSìrapbo,come;  che  hora,t he  bnom,cbehai,et  • 
fimih& cofi  quando  ut  fi gueuocale,c<mu;  cbeè,cheh, 
che  a,  &ftmih , anchora  che  chi  quejìo  puntaJmente  non 
operuafie  non  potrebbe  efiere  daUa  ragtime  afiretto . Mn 
poi  nel  uerfo per  generai  regni*  fi  dee  jeriuereapofiro^a 
togietando  uia  la  beXr  fido  ritenendo  la  c,come , c'hora , 
c'buom,c'hai.erfegnitaiidoui  la  notale  fii gaia  la  e, come, 
cb’i,ch’ella,cb'aL  dr  qumido  ni  figuita  Ut  fi  iafha  receet- 
tuandoui,niàndi,drio.  come  che’l,  ebe'u,  Che'ngegno,  & 
fimiii,poi  cb'iofb'iut,  & ch'indi . 

Che  M uea  dtàlipiale.Lat.quLP  t T.dtuel  Ch'infinitaproui 
denlia,&  arce.Cbe  criò  queli'&  fieli' altro  bemijpero.  E'I 
tiome,Cbenelcormi  fc'nffeamdn.La  dona  che  colui  Ch'n 
te  ne'nuia.  Che  uendetta  è di  héCb'a  ciò  ne  mena . Quan- 
do'l  pùneta,Che  difiingue  Cknre.  E'I  rofignuol , Che  dot- 
cemtnte  a tombra . Foco  prtz^do  quel  Ch'ogni  buom 
difia . Ch'ai  elei  tt  feorfe  per  deliro  femtero.  L’amerof»  ca- 
min  Ch'egli  conduce.  B o c.  Mandò  uno  a Rubo , Che 
banéfie . Cono/cere  quello  Cbepòfionogb  oiu . Tolli  di- 
chiarerà amo'  femphtiqueOo  Che  n,  Ih  Lrviapiu.'H/ 
fine  fu  appei  ■ utJmo  riano , Che  di  ladrone . Et  poi 
ciafetmouitm  imriio^chtmmtabiia.Mcoiie.iHui.ClM 

amboia 


PARTICELLK  151 

' mcbora  perlefuo  configlio . miegio  degli  amami  Qgtiido  in  noi  adhùen,Che gU  occhi 

Che  PI  nece  é taquale . Ut.tjute.PST.^  fegnitar  ceflei , gin  J'eroi.dx’l  dolce  manfuetorifo.  Et  Jo  bea,  Cb’iouo 

tU’n  fuga  è Molta . La  dotine.  Che  colà,  Cb  a le  ae’nma . dutroa  quel,cbe  m'arde.  Kergognàdo  talhor.  Ch'ancbor 
yitamortal,Cb'ogai  animai defia.  Coja,Ch'al  aoflroaa-  fi  taccia Donmpernie.Tal,chemiU'altrafiamai,Cbe  mi  - 

■darfoflemotejla.Cofi  cojìà, Ch'ètra  te  donne  un  fole,  tei , piaccia. B o c foglio  che  tMfappi,CbeegliédidMJgio  in~ 

Ch'ai  cui  II  jcorge  per  deliro  camino.  La  lnce,Che  m'arde,  fino  a treagio,  & bacò  di  qneUi  nel  popolo  noftro , Che  lo 

& lirngge.  Tronan  l’altra  Mirti  qMella, Ch’incende,  line  tengono  di  qMaltragio . Tregi  colMÌ,cbeagMaiiareil  me*  ■ 

,Jla,C}>e  col  mirar  gtiammifMra.lacoronj,Che[Mol  ornar  naua,Cbe  gli  piacefiediattenderetantoM/^aJi  colui  Che 

■ chi  poetando  feme.  Et  Roma,  Che  del  Imo  fitofi)  fi  lagna,  lo  attenderebbe.  1 

hoc.HaMendolacontritMuu,CheiotiMeggio.  Certimi  Cheproqnam  Lat.V  ìt.  enfiando  affligge  piu  Che  non 
nutageme,cJhe  c biamare fi  faceuano  Recchmi.  La  madre  confbna.'blgn  altrui  ÌHcolpando,Che  me Jlefl'o.  QjieJla fé 

mia  dolce.  Che  miportòm  Cotto.  Mii  caduto  nell'animo  puidcuota  Cbenonfole.Eranpiudolci,Cbetaniarefciol 
Donne  me  belle  di  mofirarui  nella  nouelta , Che  mi  tocca  toj^ummi’l  cul,<p-  amor  piu  Che  mai  duro.  Boc.  Mofii  ‘ 

a ère, come . non  meno  da  tema.  Che  da  carità . Mi  hanno  alla  memo* 

CheinMecedeliquali.Lat.qMÌ.P  EX.gliocchi,Chedilagri-  natornatauna  nouetU , non  guari  meno  èpericoh  infi 
me  fon  fatti  ujcio,^  uaxeo.  1 penfier  C hanno  la  méte  de-  continente, Che  la  narratadalla  Lauretta.  altrui  in* 

fiàdo  morta.Soaanimali  é fi  altera  fiHa , Ch’incontr’al  colpando,Che  me  flefio.Che  noma  perjona , La  quale  hab- 

folpur  fi  éfende.  per  gli  occhi, Che  è fimpre  pianger  ua-  bui  alcun  polfo,&  douepofia  andare,come  noi  babbiamo, 

gbi.Et  io  firn  un  è quei,Che’lpiaugergioua.  Si  duo  lumi , ci  fu  rimaja  altri  C he  nou.preterquam. 

c’ha  fimpre  il  noftro  polo.  Qjtefiilònque  begli  occhi.  Che  Che  in  uece  è che  cofa  con  iotterrogatiuo.Lat.quidaàquis,  ^g.y 
l'imprefeDelmwfgnoruittonoji  fanno.  BOC.  Due  grò  tfqua.PET.  ChedunquelanemuapartejperaiBoc.  ' 
eam,Che  del  macello  hauea  menati,  -d  coloro.  Che  fimi  ri  Cotefto  T abarro.  Che  ti  coftò  egli  {Che  facciam  noi  quii 

maueuano.VermiUecaft,Cbepofiono  Jbpraucnire.lH  mol  Che  attendiamo  noU  Che  piu  fi  può  èrà  Chi  è quel  i Lati 

ti, Che  perauentura.  quis.&fingaloptterrogatiuo.7{onfiepeHdoCbefiuolef- 

Che in uece è lequali.Lat.  qux.P  e r.L'horedelpiamoChe  fe.i.quelloche.EtCbemaggiortolai Lat-qua.  > - 

fin  già  uiwte.ìnghilaerraconCifiite  che  bagna , Benigne  Cheinueieèpercbe.Lat.quu.PET.Ch’amorperfuana- 
fìeUe,Che compagne  ferfiMlfortunatofianco.de  le  fila  turadfarefito .Che  uendetta  idilui , ch’acumi  mena, 
benedette,  ch'auanz^o  a quel  mio  diletto  padre  fitto  Che  uede’ Icaro  padre  uemrmeno.chejpera  gioir  forfè  nel 

quell' arme, che  gii  da  il  tempo,amorjnrtuie,  e'I  fangue , foco.Cb’io  non  fon  forte  ad  iettar  la  bue. Che  fentendo’l 

le  parole, Che  fanno  altrm  tremar  è maramglu.le  paro-  crudetfii  ch’io  ragiono-Chegùif altrui  non  può  uenir  tal 

le  f iue,Ch’anebormifinanheìamenie.  Boc.  ebeionon  gratu.  Che  pmgfiria  è nel  regno  degù  eletti  D’unflnrito 

hoin  capi  donne, Che  mi  fàppunoaccóciare  le  camere , ne  conuerfi.Confilate  lui  dunque. Ch’ancbor  bada.Boc.  Che 

fare  molte  cofe,Cbeacofi  fatta  feda  fi  ricbieggano.Q^  non  tifai  infegnar  quello  incantefimo . T^on  nu  guardare 

leuiuandeCbeper’Parmeno  faranno  hnpofte.  perche  infermo  fu;  Ch’io  amo  nfilto  meglio. D a n.  Che 

Che  in  ueceènelqnale.Lat.in  quo,&pro  qui , qua , quod . quella  beftia,  per  laqualtugriè  "Hen  Ufciualtrui pafjar 
P £ i.Era  nei  giorno, Ch’ai  fai  fi  [coloraro.Ricorro  al  tem-  per  la  fiu  uia. 

po,Ch’iuuitprmu£i  duomi  trasformaro  in  quel  chili-  Cne  prò  curLatMolpercbe  con  fiinterrogatiue.  Boc.cbe 
tto.yntempofu,ChànuficPoil{entmi.Qjufiamtater*  Huaimpure  auuituppandoper  cafa  t Mafe  tubai  cofi 
rena  i quafi  un  prato , Chàl  firpente  tra  fiori,  cjr  Vberba  gran  uoglta  èfcendere;Cbe  non  te  gittt  tu  in  terra  i 

g/act,'Neldì,cbeuolentiercbiufiglihaurei.Ìluelbeluifo  Che  fin  uece  è dapoi  che.  Lat.poftquam.P  et. Si al  princi- 
leggiadroin  Ch’ella  uolfeMoftrar.Horfia  mali  dì.  Ch’io  pio  nfioHde  il  fine , e'I  me^tp  Del  quartodeóm’amio  Ch'io 

ui  nueggia,&  oda.  Boc.  Dal  dì  Ch'io  nacqui  hdìn’a  que  fiflnro. 

do, Che  confefiaio  mi  fono . Che  in  uece  di  percioche.  Lat.  ideo.  D a n.  Cbr  quella  ui- 

Chcinuecedinellaquale.Latinqua.PBr.Dico;fe‘nquella  ualuce,chefimeaDalfuolucéte,cheuòfièfunaDalui.  . ^ ' ( 
etate,  ch’ai uerohoHorfur  gli auimi  fiaccefi.'Npnti  fi  CheJnueceèniétefiècofaalcuna.Lat.quid/diqnid.Boc. 

«ir»  di  quell’ulthna  fera , Du'ella , Che  lafciai  gU  oci/h  tenga  mangiare  Ji  come  colui  che  non  hauea  CheJi;  che 

ptoi  molli  i [anima  tua  non  babbia  in  uecchw^pp.  Che  rimprouerare 

Che  in  ueceè  lequali.Lat.quibui.  P e t.  Onde  le  perle  ; in  alle  carni. 

CÌfàfiange,Cr  affrena.  Che,inuecedife  nonjcccettoftduofipinche.Lat.  quamnifi 

Che  in  uece  è quoLLat.quoiLP  E T.Miferoanunte,a  che  na*  Boc.  1 quali  è nana  altra  cofilerutuanoi  Cbeèpor- 

gbr^  il  mena.  gere  alcune  cofe . Del  ualore  é Cmfeardo^o  non  credetti 

i8q6  Che  in  uece  è quando.lat.  quando.  P ET.  Ch'ibeuoflr’oc-  adalcunaaltraperfina,Che  a quello  delle  tue  parole,e  de 

tbi  donna  mi  legaroJijielcbe’n  finita  prouidentUj&ar  mieiocchi.'Hiima  altramonetafpendcndo,chefenTpco-  - 

te,Che  creò  queflo,t^  queU’ altro  henHjpero.  uia  per  quei  paefi-tqiuna  altra  nouelta  altro  Chelieta.ue- 

Che  in  uece  è onde. Lat.  quapropter  uediagjg.  è ad  Mitro  chea  1 8 J o.llquale  in  tutto  loglio  della  fua 

Che,«d/  accio  che. Lat.  ut. Bo  c.piacàaui  di  tanto  indugia*  uita  non  bebbe  Che  una  fila  figliuola. 

re,Cbe  faper  fi  pofia.Se  egli  è cofi  tuo  come  tu  di.  Che  non  Che  fin  uece  è fi  che,  om  modo  che  Lat.  ita  quod , ita  ut , a 
ti  fai  h^egnare  quello  incantefimo,Cbe  tu  pofia  far  caual  deout.Boc.  Et  feto  nella  fua  cella  la  menò,  Cbemuna 

la  è mea.acciocbe  tu  pojia.  perfina  fe  n’accorfè. 

Che  prò  quod  Lat. P ET.  Che  quanthpiai  Umondoèbre-  Chechc,ualpertuitoqueUocbe,qualunquecofa,etàoche 
uejogtto.Chepérjofimiridifi'tiiMtra.  btquefioipri-  Lat.quicquid.  B,o  c.CbeChefenedeboaparerealpadre 

li  hif 


PARTICELLE 


Uio.Che  Chfuoi,&miei  frittili  fi  credano.  Che  lìx  aueni 
nnedomfie  CheCbeefitrenedoueffe.  ( Cbt  die  fofie  U 
cagione.)  Ala  Cbt  Che  fi  fu.  Afa  CheChefet  babbu  ntofio. 

Che  chi,«j/  colui  the.Lat. ut  lìle  qui.ìi  o c.Lequai  lagnine 
ère  non  fi  pofiono  ; Cbt  Chi  le  èce , &■  ibi  l'ode  non  bab~ 
bia  ccmpajìiOne . 

Che  non.LatMt  non^uod  non.  P e t.  Ma'l  cor  ibi  legherà, 
ebenon  fifciogtu . 

1 849  Che  non  che^d/  non  folamente.LatJion  modo  .Hoc.  .4 

tanto  il  recarono  ,Cbe  non  che  la  bugia , ma  la  uentà  non 
tra  in  Imola  chi  gli  ircdcfie.  Che  non  ihetu/na  lojlui  me 
dejimo  che  il  mega,dirà  ; che  10  dica  il  nero . 

Non  chc,«d/  non  follmente, tir  benihe.Lat.  nedum,nó  mo» 
do,  non  folum.  B o c.  Ch'uno  Ilupore  era  ad  nére , Tv(oa 
che  a riguardare.  Tdon  che  jjiegnert.ma  pur  raffreddare. 
Tronche U Dio  merci  amhoranonmi  bifogna.i.benibe. 
Pet.  Speroirouar pitiaUgn  ibe perdouo.ueé a 1797- 
&a  189J. 

Tutto  che, tu/  benche,ancbora  che  qua  fi,  0 poco  meno  che . 
Lai.  quimuii  .Dan.  Tutto  che  quejia  geme  maladctta 
In  ucraperfeitiongiamai  non  uada , & uat  qua  fi , 0 poco 
meno.Lat  fcri,pauiominus,parumdefuit,quin.  B o c.  Et 
cofi  écendo  fu  T ulto  thè  tornato  a cafa . Da  quii  penficr 
Tutto ihe  rattenuto fu.i.quafi  ,opoio  meno . 

1850  Checca  rartuolo.&apojiopbratoet  femea.  P E T.Ch'egiu 

fti  prtghluheliond’amor  uol  die  mora.i.cbe  ei.Che'l  pri 
mo  affalto.Cb'i  mici  fenfi  Uhe  ti.Cb'i  ui giuro  c’hebberfa 
ma  ilio  l'bor . B o c.  nella  profa  Cbei.  che  era . Che  a 
queflo , che  hauea,  che  bora,  chein.Cbeio  ,&rarifìime 
uolte  ch'io  che  il,cT  alcuna  uolta  che'l  Che  La.  Che  le.  & 
rartiiime  uolte  Chella,Chelle . ueè  la  regola  nel  principio 
del  Che. 

Con  tutto  che,nalbenche,ancbora ebe.  Lat.quamuis.Con 
tutto  die  la  fuajperan^  fofie  buona, & ferma  ^on  cefia- 
ua  però  è dubitare.  T H.tie  da  Diana  mi  fu  donato  Con- 
gedo,come  a CaliJlo,Con  tutto  che  una  uoùa  grauememe, 
come  quella  apparifii  nelle  fue  forni.  A m.  fon  tutto  che  cA 
tre  il  doutre  lotra  di  me  U uedefii  faluatico,  pure  diamor 
uinta . A M. 

Solo  <ti\e,ualpur  che.Lat.modo,dummodo.  B o cSolo  che 
la  necefiità  della  f ea  infermità  il  richiede fie.  Et  molto  piu 
[altrui  cafe  facendo fiolmeme  Che  cofi  femifiero  a gra- 
do,oinplicere. 

l8j  I Ciò  cbe,ual  tutto  quello  che.  Lal.illud  totumquod,quica 
quid.  B o c.  Chequamoio  amerò  Li  Spina , tanto  fempre 
^r  amor  è lei  amerò  te  Ciò  che  tu  mi  facci,  & hauerotti 
in  riueren^.  Ser  Ciappelletto  èffe,  io  ho  intefo  Ciò  che  è 
me  ragionato  hauete.  Pet.  Et  Ciò  ch'io  nidi  dopo  lor  mi 
^nacque  .che  CIÒ  ch'altri  hanpiu  caro  ame  fan  mie.  Ciò 
eh' a glialtri  aggrada. Et  Ciò  che  nò  i leiemin  Ciò  che’l  del 
chiude. Ciò  che  l' indugia  i filo  per  mio  denno . Ciò  eh' a uoi 
éfbiacque  Che  mal  fi  figge  Ciò  eh' a gli  occhi  aggrada. 

Di  che,Md/  delquale . Lat.  propterquod , de  quo,  qua  de  re . 
B o c.Ch'u  faccia  quello  Di  che  tu  m'bai  pregato , Ts/pn 
prender  fi  per  noi  a quello.  Di  che  ciafeuna  è noi  mental- 
mente teme  alcuno  compenfo.  l'/pn  cade  fiimo  in  quello  Di 
che  noi  potremo  /campare,  & in  uecedellaqual  lofi . Lat, 
cuius . Di  che  olirà  snodo  fu  dolente.Di  che  efii  furono  con 
tenti  molto. Di  che  Brunetta  efiendo  turbata.  ^ nel  prin- 
cipio deli’orattone  fina  dependeirta  alcuna.  Lat.propte» 
tea , Di  che}  tra  per  il  difetto  degli  opportuni  feruigi,  & 


per  la  forila  della  pefiilen^ , era  tanta  la  mortalitate.i. 
per  laqualcofi  & nelfittedéU'oraiione , La  fame  piange, 
uajì  come  quella  che  hauea  Di  ihcj.caufj.la.  unde,quid. 

& fin^  la  Di . Sent^j  mangiare , fi  come  quello  che  non 
hiueua  Che.  In  farmi  dilcitare  è quello , Ch’egli  fi  dilet- 
tauaj.delquale . 

Come  che.  ueé  a Come  «1557. 

Altro  che jiai eccetto  cbefinonfiluo.  Lat.mfhpraterquS, 
Pet.  Ond'ionoupoteimai  firmar  parola , Che  altroché 
da  me  fie  fio  f offe  ente  fa. Et  non  ciuedeffe,4ltriihelefttl 
le.&oc.Conmuna  perfonacifia  rimafa .Altri che noi.L 
fi  non  noi  altri.'He  JtUro  s'ode  chele  cicale  lùpergb  olu 
ui.T uste  [-Altre  ihe  la  mula  fiatlarono,Tfiuna  -Altra  per 
fina  cè -Altri  che  noi.  & con  la  Aia  Jiiianr/usò  Dan. 
lui  medi  fimo  fentmiento,doue  dice. 11011  hauea  piato,  ma 
che  di  fojpiri.i.fi  non . I uedea  letjna  non  uedea  in  efia  ma 
che  le  bolle  .(noni  ibofcano . 

A che,iM/  percbe.Lat.cur,  ad  quod.  Hoc.  Io  non  lò  .A  che 
mitenga^beio  .A  cheEjnaldorijpofij.aUaqualcofa.  -A 
thè  elle  im  tirauano.Q^Uo  .A  che  naiural  pacato  mi  tu 
raua.  P e t.  Al  ifiro  amante  -A  che  fortuna  il  mena.i.quaL 

I n cheiii.i/  m qual  cofi  the.Lat  an  qua,qua  dere.Boc.In 
che  mi  farete  grana.  K r t.I  nauigantt  a émofirar  effet- 
to t'anno  de  [arte  In  che  lodati  fono . 

M a che, ual  fi  non . ueé  a Aia  «1885. 

Chi.  Lat.  quijjuis,quuunque,quabs.ji  ferine  nella  profa  co 
me  la  cbejna  nel  uerfi  quando  ut  figuita  la  In  ,c^  la  II.  fi 
gitta  uiala  i al  contrario  della  Che , auenga  iberarifiune 
uolte  occorra,come  th'il,ch’tiu&  ch'i  ch'ai 

Chi  jnuece  è colui  che, qual,& daino ffempre  fi  dàaper- 
fona  nel  primo  cafo,&  in  ciafeungene  rermbora  che  dira 
do  fi  troni  ne  cafi  obliqui , ne  quali  poi  la  Cui  ui  ha  luogo . 

B o c.  Laquale  Chiaìlbora  lumia  là  neeuerej.colui  che. 

Cbifa  bene,àT  Chi  fa  male.i.alaino.Et  glidtri  che  uiui  ri 
mafi  fono, Chi  quà,Cr  Chi  là  uanno  fuggendo.  Hon  credi.  ■ 
tu  trouar  qui  Chi  il  batte  fimo  ti  da  S Tarli  chi  uuole  in 
contrarha.qual  fi  uogUa.  & quando  [là  in  ucce  di  quale . 

Et  nel  obUquo.Boc.  0 ritornaui  mai  Chi  moreidifie  il  mo 
nato  fi  Chi  Dio  uuole.  & interrogantis.  Cbt  fe  ne  potreb- 
be tenerel  Chi  feti  Chi  iquai  Pet.CÌ»/  mi  cSduceal’efia, 

Hot  Chi  fia  che  ne  [campi  i Oue  fu  Chi  per  prona  intenda 
amore J colui  ilquale . Cbi  unolfar  d'Helicona  nafier  fiu- 
me.i non  fin  forfè  Chi  tu  crediXquella  laquale.TernÓ  ra- 
uicinarmia  Chi  mi  Siruggeie  non  fia  chi  la  [negli  J.  alcu-  ’ 
nojlquale.  Che  fi  non  è Oli  conpiaà  m'afcolte . Toi  ch'io 
feppi  Chi  eranJ.  di  qud  gente  uolentier  [aprei  Chi  tu  f e in 
nangi.Che  mar auiglu  fanno  a Chi  [afcouajai  cobii  che  , 
come  a Chi  la  miraJ^ra  magnanimi  pochi,  a Cbi'l  ben  pia 
ceda  i quali.  & qua  fi  infiniti. 

Chiche,udthiunquej&ciafeMno.Lal.quifquisjfuiuu,  & 1851 
quicunque.  B o c.Óiicheefiifi filano. -A  iniLanttaé  Chi 
che  fi  fia.  Chi  che  gliele  rapportajie . 

Chiuncpie.Lat.quicunqurjuieeiafcuno  ;&  da  fi  fi  regge, 
&fidi  fidamente  d numero  de  gU  huommi.  Pet  Cbiun 
quedberga  tra  Qaronae'lmome.  Chiunque  amor  legttU 
mo  fiompagna.efr  pronai  ben  Chiunque  E'iufin'aquI. 
hoc.  Egb  i flato  fempre  diruto,  come  cJuunque  è noi. 
lo  nejlarò  alla  [enterrga  è Chiunque  uoi  torrtte.O  dono- 
flrare  a Chiunque  ci  apparifice  thè. 

C'ìò.Latjdhoc,  c bac  reijcd  queflo , quello , ^ tal  cofi  è 
delneutro.h  Et  EtOòfepp'todapoi.Óò  ne  fitfombra 


w 


PARTICELLE 


ria  del  grane  Melo.  SeCionon  fofie.&Cio  fu  fer  mie  fe- 
tte. dr  thè  dt  do  tnauenne  ditto  non  far  paroU.  cr  é do 
fon  contento.  "H;  di  Ciò  dnolmi.  Trima,cb’i  trout  m uopa 
ce  netregna.  E'icieloin  Cios'adopra.  e'n  Ciò  [igne  fuofii 
le.Boc.'ìdediCio  mi  maraniglio.E  di  C10  m'ba  jt  bene  am 
tato  li  mio  creatore.  Che  molto  li  pucena  Ciò.  Oltre  a Ciò. 
Ciò  che.  Lat.  iliud  totnm  quod  , quicqnit , ual  tutto  quello 
che.a  1 8;  o. 

Ciò  c.Lat.  iJefl,  ouidelicet,boc  eli fcilicet,  uediapj  p. 
Cio,inuecediial  cofa,oque^.uediap-jp. 

A ào,cbeualaquejiojieéalla pariicelia .Accio  i8}6. 
Co,Coi,Col,  Colio.ittuecedtconli,ocongli,oconi,Conil, 
Con  lo.  uedt  alia  particella  Cona  1857. 

Colei.  Lat.illa  ea.ual  quella.  &fida  folamente  alle  perfone 
che  fiotto  alquante  lontane.  P • t.  Conte  Colei  ^betC  bora 
iti  bora  manca.  Onde  Colei^he  molta  gente  attriSia  T ro* 
uòJja  morte . lo  firn  Colei^be  fi  importuna,  e fera  Chia- 
mata fonda  uiH,& fiordo^ cieca.  Tot uien  Colei, ebai ti- 
tol  d'efier  beUaj.HclcnaSemta  Colei,cui  fola  par  ebe  pre- 
ghi.i.  Scilla.  & in  ucce  di  M.  Laura . Fin  che  mi  fimi  il  cor 
Colei,cbe’lmor/è.Etpiu  Colei  Jo  cui  bel  uijò  adoro.  Oue  le 
belle  membra  Vofe  Colei, che  fòla  a me  par  donna . yeder 
pcnfxro  il  uifo  di  Colei , Ch’auair^a  tutte  l'altre  maraui- 
gbe.&  in  altri  luoghi  affai.  B or. Io  fece  fare  a Colei,cbe 
Talpe  natta  quefia  rilpofta . Che  egli  ut  trotterebbe  me  in 
luogo  di  Colei.  Cola  fola  i caHa,  che. Odifie  Colei,  quelle 
coji  fi  promettono.  Si  come  Colei . 

Itjj  Coloro.  Lat.iUijir if. ualqHeUi,qttellefieffi,&effe.&fida 
alte  perfone  che  alquanto  lontane  filano  ,Si  come  Cofloro  fi 
da  a quelle  che  propinque  fiano  a colui  che  parla  .Medila 
regola  alla  particella  Cofloro-  &tlBoc.lba  fàlamente 
ujato  in  ucce  di  quelli  fi  di  ejiifiioi  parlando  fempre  di  huo 
mini,fS-nonàfemine,dottedice.Ma piamente  Coloro  op 
prime,!  quali.  Et  pochi/iimi erano  Coloroa  quali.  Sofle- 
nedo  i éfelli  di  Coloro  i quali. Fece  Coloro  rimanere  fcher 
ititLEt  quanto  fia  maggiore  quella  di  Coloro  i quali , 
CoIui.I^r.  ille.ual  quegli  che  piu  i m ujb,&  fi  troua  in  tut- 
ti i cafi,  i della  profa,  dr  del  uerfo,  & fida  folamente  alle 
perfone.  P e t.  che  Colui  ch’a  te  ne' nula . Voi  che  morto 
i colui, che  tutto  intefe . (intendendo  meffer  Ciao)  Qjud 
piu  gente  pofiede  ; Colui  è piu  da  fuoi  nemici  auolto.Onde 
come  Colui,the’l  colpo  teme . -i  fulminar  Cidui,  quello  a 
ferire.  & Colui  in  ucce  à Dio . Ter  mirar  la  fembiam^  di 
Cciui.Ch'ancborla  fu  nel  del  uedere  fpera.l  mi  fido  in  Co 
lut  fibel  mondo  regge.Et  di  Coluifib' amando  in  te  fi  pofe, 
di'in  ueceS Amare . Cabli, che  del  mio  mal  meco  ragio- 
na. Elia  non  fitta  Cobii,cbegligouema.  Fuor  di  man  di  Co 
lui,cbepunge,dr  rnolce.  B o con  ucce  di  Dio.  DaWammi 
rabile , dr  Santifiimo  nome  di  Coki,  che.  Di  uenticinque 
anmfoffe  l’età  a coki.  Coki  a cui  piacerà . 

Come.  Lat.ut.  Sìiundo  quefia  uoce  fi  da  ad  alcun  cafò;  quel 
^ cafofegh  da, che  ha  la  uoce  con  cui  comparatune  fi  fa, co 
meperejfempiodel  B o c.Jo  fon  mercaiante,&  non  phi- 
lolòpbo,dr  Come  mercatante  io  rifponderò.  Donne  mieta 
re uoipotete,fiCome iomolte  uobehauereudito.Da  do- 
uere  da  una  donna  Come  io  fono  efiere  amato . Come  per 
amore  di  Anthioco,Come  foreUa  farebbe  trattata.  Ignu. 
da  Come  io  nacqui  corfi.  T 1 t.Cotnhuom  ch’a  nocer  ko- 
gotempo  aJpetta.Com'huom  che  trai!  ■lorma.Com'ogni 
membroaCanimanfponde.Com'hdm  irnoauampi.Ba- 
menta lor Com’hog:ifofii ■ ■ ’ ' -«o» uo’jim cantar 


*51 


Com'io  foleua.Amic’hor  uedi  Com'h  fon  bella,dr  chiedi, 
l'tftua  uat,  non  come  [altre  carta  .Si  bella  Conte  quella, 
chemifpogtia. 

Come  fin  uete  à quanto.  Latattquam.  B oc.  leuatafi  co-  1854 
me  pitt  tolto  potè  deUa  camera,dr  del  palagio  fi  ufrì.Lat,  ^ “ 

quai/i  primum,quantocitms.Deh  ComebenfaceHiaue- 
mrtenefihe  meglio  farebbe  Hare  con  dtauob,che  confemi 
ne.Otmekjfo  Come  in  pucwl  tempo  ho  io  perduto  tintfuan 
ta  fiorini  /oro,  & una  forella . Et  pereto  Come  pui  tallo 
potete  ue  ne  andate  conDto.Ionoalofeiu  hai  pollo  men- 
te Come  noi  fiamo  tenute  flrette . Et  Come  meglio  gU  pa- 
refie^acefjej u uedi  Buffalmacco  come  Calandrino  i auom 
ro,dr  Come  egU  beue  uoleniien  quando  altri  U paga. 

Come,tn  uece  di  che.  Lai.  quodfiit,queittadmodum, quo  pa- 
lio. B o c.Mandò  a Gcnoua  fcriuendo  a'.la  fua  donna  Co- 
me tornato  era,  dr  che  lei  uemfse.  Et  uiuiuidendo  Come 
Cofiantmo  m lajctua  ulta  fi  flaua  in  Cbms . Che  per  certo 
fepofiibile  fofie  adhauerla;  procacciartbbe  Come  egli 
C bauefSean  oleum  celli  fi  legge  fihe  egli  [haueffe . 

Come  in  uece  di  poi,  odi  quando . Lai.  cum,  ut  poflquam, 
uedia  tSi. 

Come,  in  nere  lii  perche  interrogantis  .Lat.  cur,  ut,  quid  j 
hoc  eli.  B o c.Come  noi  chiami  cui  Difie  donna  Cameni 
paruta  quefia  uiuandj  i La  donna  udito  queflo  flette, poi 
èffe  Cornei  che  cofai  quella.  "Hg  mai  pm  ardiri  è pin 
poruemi  a piedi , Come  difie  il  frale  ,noni'iegb  reflato  di 
darti  noia  i 

Come  con  émanda  di  ammiratione.  LatJiuomodo,quo  pa- 
So.Boc.MaU  frate  accefo  difie;  Come  il  puoi  tu  nega- 
re makagto  huomoi  eccole.Come  i adunque  da  farei  èf- 
fe Buffabnacco.i.qmd  ergo  agemkm  efl. 

Come  contariicotoil,& uieneamofbrare  la  cagione  del  185) 
fatto  col  modo.  Lat.quo  paSo  id.  B o c.  yogUangU  noi  in 
Molare  ifla  notte  quel  porco  idiffe  Buffalmacco  Comepo- 
trem  noi  i èffe  Bruno , il  Come  ho  iohen  uedutofiiegU  noi 
muta  è là,doue  era  teHi.El  raccontarono  il  Come . Sett- 
ica cercare  dei  Come  la  cagione . 

Comeinueceèmentre.Lat.dum,cumfiionec,intereadum.  ' • 

B oc.  Et  Come  io  lo  uoleua  dimandar  che  fofie,  & che 
hauefie,&  ecco  meffer  Lambertuccio  unir  fu . 

Com  in  kogo  di  Come.  P e T.Com  ferde  ageuolmenteJn  un 
mattino  Lluel.Ma  Compm  me  n allungo  jCS-  piu  m'appref 
fò.Duti.O  namcella  Com  mal  si  atrca.O  uanaglorut  dé 
Phumane  pompe  Com  poco. 

Come  fin  uece  è In  che  modo.  Lat.quomodo,ut,  quemadmo 
dum.  Bo  cJomi ridoèl modo  neiquale to legu^gnai, 
a cm  Sicurano  èffe.  Deh  i Idèo  ti  dia  la  buonaueiuura 
èmmi  Come  tu  leguadagnafli.  Io  non  fo  Come  la  mia  mo 
glie  fi  faccia,  yolere  prima  fapere  Come  andata  foffe  k bi 
fogna.  P I T.  Come  pofion  quelle  membra  Da  lo  fpirito 
lor  muer  lontane.  Canteri  Com’u)  uifii  in  bbertaè.  A le 
lagrime  tnfle  allargai  freno.  Et  lafaièle  caèrCom'a 
lorparueateèa  ijjy. 

Come  fin  uece  di fubuofit  poi  che.  Lat.  poflquam,  ut,flatim 
Ht.  D A N.  Com’io /m  dentro  [occhio  intorno  inno,  o 1 8t . 

Come  che.  Lat.quanquim,  quamuis . quando  ènota  ben- 
ché fi>  anchora  che.  Boc.  Come  che  pochi  ue  faceffe.  Co- 
me che  per  auentura  piu  foffe  fiteuro  Come  che  ciajcun  dor 
miffe  forte . Laquale  ilgiouane  ama,  come  ch'ella  non  fi 
n’accorga  per  quello  fihe  to  ueggia.£t  Come  die  grane  gli 
pareffe  tlpartire^ure  fi  leni.  Come  che  uarie  cofegli  an- 


PARTICELLE 

4affe  fer  lo  capo  é doucrp  fare  ,pur  élibcrò  far  iiifla  di  Co  i nobili  poeti  gU  cantando , 

dorruire.  (Come che pou forza nmafa  gli  jtifie)  £i  Co-  Co  Jènza  i’artuolo  V BT.Sicome'l  fòlCo jnoi  pofiemirai 


Co  mantta,  col  fuoco , &■  congbfpeccbi.  che  ni  fa  cofuQi 
raggi  alte,ar  jUperbe.  che  col  bel  mjó,  & Co  jòauifdigm. 
Che  Co  pie  graui  loluari,  & loffi  Vorio'l  cor  grane.  Et  col 
belmfo,&  Copinfieri  fihmLtobtgUoccbi.tioc  Co  futi 
proffimi.Co  Hojiri  uumi.Co  duo  caurioii.Copamu.Co  cpia- 
li.Co  pouen.Co  capigli. 


me  che  tu  buomo  ».  Warme  epcrcitato  ti  fu.  l ome  che  du 
To  pareffe  a frate  .Alberto  Candore  in  colai  gmfà.  Come 
iheqiicftì  co  fi  uariamente  opinanti  noti  morijj'ciio  lutti, 
no»  perciò  tutti  campauaav. 

Come  chean  *«<■  ">  qiiahoufue  maniera.Ltt.quoamque 
modo, quaquamodo.  V i z.  Ma  Come  ch'ella  gh  gouemt, 

o uolga . & fenza  laCbe. Hoc. Et  difsi  a cojtui  doueuo»  Col  in  luogo  diconilP  et.  ^d  albergar  C ol  tauro  fi  riior- 
leua  efiere  condotto, & Comeil  mcnajfeera  contento.  na Sd^uaatopiupuojColbuon uoUr i'aita.'blpnbomai tre  ■ 
uedi  a 1 1 1 7 • gna  di  (ofpir  Col  fòle . Ond  io prefi  Col  fuon  color  d'uu  ci- 

1856  Comelegata  conia  SiJ.SiComepiuperornamentocbeper  ,gnofrlHeflacheColmirargitaninujura.Boc.Colpiaie  . 
necefrttà.  Lat.ficuliaanquamaiclutiattpotè,nempe,  prò-  noie  aJpetto.Col  continouo girare.Col  prezzo.  Colguada- 
uttUtficuti.Ho  c.SiComeafraiuolteiipvtutouedere.  gno.Colpnore.Colpiacere.  ' ’j 

Difptacque  mollo  alla  donna , Si  Come  a colei,  che  quiui  Coìlo.Boc.Colloftile.CoUafuabeneéitione.Colla.mag-  jgjt 
fòla  fi  ucdeuaJijteUo  a te  Si  Come  a padre  palefrrè.Si  Co  gior  calca  del  mondo. Colia  forruu.CoUa  lauandata  ferra 

me  ella  m’ha  piu  uolte  detto.  Si  Come  bocoitofctuto.  Tet.  ta  la  cella  Colla  tbuue.CoUa  penna  m lulo.Su  Colla  rnom 

Ma  ben  ueggihor,Si  Come  al  popol  tutto  Fauola  fui  gran  la  uentura.CoUe  calzf  a campanelle.CoIlc  fpalle.  CoWope 

tempo.Voifrgutrò  Si  come  aluinencrebbe.Cbe  di  lagrime  re.ColC aiuto. 

fregm  Sten  gii  occhi  miei,Si  Come’l  cor  di  doglu.  EorJijSi  Concio  foiTe  coCz,cbe  Lat.cum  effetti  hocfuifiet,quod, 

Come'l  'mi  d'alto  caggendo . Boc.  Concio  foffe  cojà,cbe  Caere  parefie  da  puzzo  de  cor  ■ 

Comedo  rijpojla  della  particella  ColìXat.utprout.PEr.  pimorti,&dailainfermteà,(!rdallemedicinetmlocom- 
Che  come  (noi  pigro  animai  per  uerga.Cofi.  R o c.  Della  prefio,dr  puzzplime.Conciofofie  coji, che  tutte  le  donne 

bellezza  di  quefU  donna  domandò  il  ducajè  Cofi  era  mira  carolare ]apcffcro.Coniiofope  coja,  che  effo  U fimilmeme 

bile  cofa.  Come  fi  ragionano.  EtComeDiolafuafòreUa  andajfe. 

dimenticata  non  banca,  Cofi  fimilméteiCbaurre  Imamen  CondoCa  cofa  clic.  Lat.cum  boc  fit,quod.R  o c.Concio- 
te  dimofirò.l filmarono  Cofi  Come  erafiui  hauer  fatto  que  fta  cofa,cbe  a me  paia.  Conciofia  loja , che  te  buone  fi  m- 

flOfCbe  Cofi  fu  Come  uoiéte.&  quando  la  Cofi  procede  ore  poffonogiouare.Conciofia  cofa,  cbegUamitinoibab-  •< 

la  Come.LatJta  ut.  Ve  z.Efier  non  può  già  mai  Cofi  Co-  humo  quali  cogli  eleggiamo. 

mera.Che  mi  ftruggon  Cofi  Come’l  fàl  neue.  Cofi  uedefr’io  Cofiei.Latina  becjual  quefia,&  fi  da  alle  terze  perfone  nel 
ffoCom'amor  dolcementegligouerna.  genere feminino,& daffi a quella perjona  che fia  mema  a 

Come  Iddio  ué'I  dica . mudo  di  dire  per  accrefeere  gran-  colui  che  parla^piu  ne  cafi  obbqui,^  di  raro  nel  orrma. 


dezza  a quello  di  che  fi  ragiona , come  a dir  tanto  male, 
che  dir  non  fi  poiria.  fi  oc.  Ogni  uolta  che  beuutobauea 
troppoiegli  [ acconciano  Come  Iddio  ue't  dicaa.batleua . 

Como  ,tn  ucce  é Come  usò  D I u. inrima. Et  qualèqnci, 
che  cade,&  non  fa  Como . 

1857  C00.C01,  in  nece  di  con  li.  Co  finta  C articolo  in  tute  di  Con 
Ufi  con  i.o  con  gU.  Co’l  in  ucce  di  Con  il.C  olio, Colla,  Colle. 
uiòiIb  o c.  in  luogo  di  Con  lo,  con  la  fion  le. 

Coad>repofitione.lat.cum.P  e t.&  Roc.Tie  aura  da  pu. 
lir  Con  la  mii  lima . Mirar  fi  baffo  Conia  mente  obera . 


P E T.'Per  lotuoScipione,&per  Cofieii.Sophonisba.  Fu 
cotenta  Coflei  lafciarmil  rcgnoÀStratonica.  dfin  uecedi 
M.Laura.  .A  feguitar  Cufici ,cbe’n  fuga  i uoba.  Cofi  Co- 
Lleifib’i  tra  le  dowie  un ^.Come  Cofiei, ch’io  a l'ombra, 
ealfole.Ma  che  fua parte  habbiacofiet  del foco.Lamen-  > 
te  a contemplar  fòla  Cofiei.  cinabri  luoghi  affai,  fi  o C 
Tofano  uedendo  Cofiei  fi  tenne  feomato . S'auemaua  alla 
gola  di  Cofiei  Coltre  uedendo  Cofiei  cofi  fattamente  parm 
lare.Era  troppo  piu  innamorato  di  Cofiet.  Cofi  fatta  don- 
na come  i Cojttt. 


Merci  chiamando  Con  eSìrania  uose.  L’acqua  nel  mjb  Co  Co  fioro.  Lat.  hi,&  ha.ual  quefli,  & quelle  ,ocffc&effi.  i g j jj 


le  man  mijbarfe.  Con  Gioue  fia  uinta  ogni  abra  fiella.  Co 
ben  cento  fionm.Con  Ièri.  Con  ogni  art e.con  le  parole JCÓ 
letfcfi'io  da  che  fi  parte  dfile.  Conefio  ki.Con  meco.Con 
teco.Con  bit  infume,  uedi  a igjg.  Et  repbcata  peroma- 
mento.  OntCìo  gridai  Con  carta , & Conincbiojlro . Hor 
Con  la  bngua,  hor  Con  laudati incbiofiri.  O Con  le  brune  ^ 
0 Con  le  bianche  chiome.  Sol  Con  quefii  prnfier.  Con  abre 
chiome  .Da  un  mede  fimo  creatore  Con  uguali  forze , Con 
Mguab  potenzeiConuguaU  mrtu  create.ll  finto  frate  Con 
buone  parole, 0-  Con  buom  ejfempi  confermi  la  diuotione 
ùcoHui.uedia  IJ75. 

Coi,  in  uece  di  con  i,o  diconfro  di  con  gli,  cofi  ì ufo  deTbo 
fram  nel  numero  magiare  del  mafchto^  neutro  genere, 
& fe  abrinuntifi  nona  ipiu  tofio  errore  che  ragione. 
P 1 T.  lederla  ir  fola  Co  i penfier  fuo’ infume . Co  1 uagbi 
raggi  anchorindi  mi  fcalda.S'il  dffii  ; Co  ifofpir  quant'io 
mai  /«.Co  I foffiir  foanemente  rotti.  Conle  palme,  &Coi 


fóefiefta  f&fuperba.SiparagoiupurCoipiu  perfetti,  Cofim.Lat.bicjnal 


nel  genere  maf.&fem.& il  fintile  i ColorotLat  illipiel  tf, 
ma  IO  non  uferei  ne  l'uno  ne  ( altro,  fr  non  fi  ragionale  di 
huomitti  & difemine  infiemc,come  usò  ilBoc.in  qurflo 
luogo,doue  dice.C  alloro  adunque, parte  per  lo  giardino,  et 
parte  uerfo  le  mobna.& parlante  di  buvutim  Hauea  Ca- 
landrino la  mattina, che  Cofioro  gtunjero , ua  1,0  il  porca. 
Et  cofi  fi  diccua  pur  tefii  tra  CoìiortiSer  Ciappelletto,  il 
qualgiaceuajà  doue  Cofioro  cofi  ragkmauanopidl  do  che 
Cofioro  diceuanoJlaucdolo  Coflorond  pozzo  calato. 
prona  effeagb  occhi  corfero  é Colìoro,che  CoHoroJuro 
no  da  eJSe  ueduti.  P E T.  parlando  di  donne.  In  Collor  non 
hai  tu  ragtone  alcuna. <ìr  parlando  di  huomini  Lungo  Co- 
fior  penfofo  Efaco  fiare.Da  Cofior  non  mi po  tempo  ne  lu- 
co DiuiderJii  Cofior  piagne  quella  gentil  donna  i.  Roma. 
Con  Cofior  colfidgloriofó  ramo . Cofior  ihiudcan  queU 
Cbonorata  fcbtei  ■. Contro  CoftorColui, che fplende fola 
S’apparecchiaua 


•■ciofit  C.  da  all  : perfons,che  fia  uU 
■ ehi 


PARTICELLE 


*54 


dnaacolMi  ihe  parla.  ^ il  piu  ite  cafi  obliqui.  & dirada  Di, prò  circa,  oititonio.  Bo  c.  Comperare  Da  ueruiboui , 
al  uomiiutiuo  perche  ufi  pone  Qui  fit  in  ucce  di  Coflui  D un.  E'lmaruroSofferfe,&  poti  inferno  Dadue  ami. 

che  fempre  fi  pone  nel  prima  ci^o,&  non  mai  negli  altri.  Da  che , ualpoi  che, quando  ihe,o  da  quett bora.  Pur.  £t 
comealfuoluogo.Ttr.ttaCvJiui  di  mille  donne  elette  to,DathecommciaUbell‘alba..Afi.uolertombra.Conlci 
eccellenti  n'elejti  una.&  pur  amò  Cojiut  Tiu  gmfiamenie,  fàfi'io.  Da  che  fi  parie  il  fole . 

Colini  certo  per  fegiaiiuttmifpiacelUro,oikrlfun,cbe'n  Di  mie  pane,  nate  per  mm  nome.  Lat.meo  nonàne.Boc. 
altra  fama  faglia  yidi  dopo  Lojlui . Cingea  Cojini  fuoi  Dirai  cefi  al  Sere  Da  mia  parte, 

duci  rvbufU.ZiUnnauolta  fi lafiianellapenna ilfiio  fe-  DiTantoaialélanlufiipere.Boc.Terciocbenolcoiiofcea 
gno,  come  la  doue  dice.Giouaiielto  pofi  io  nc'l  Co/lni  regno  Da  tantoSe  ella  Da  tanto  fiato  fofie,tbe  bauejfe  mteJo.Se 

utuece  Ji  dire  nel  regno  di  cofinuBoc^DiCofiuibaga-  Da  tanlo,Cr  fi  nobile  repntaua. 

fila.  'Hpi  habbiamo  Cofiui  tratto  della  padclla,à' gittato  Da,  quando  fi  ragiona  de  gU  atti  efieriori  fi  dee  ufare  nelfe.  1 8é  » 
nrlfuoco.Cbett  par  di  Cofini  { Se  Cojiui  muore.  Cofiui  fiocafo.  P %c.  Da  ghocebt  uofinufuo’l  colpo  mortale  pl- 

qualiolpoprocedeuadaatti  efieriori,  & di  dentro  ujci- 
ua,  ^ quello  nerbo  ufetre  dinota  l'atto  di  dentro , & qui 
chiede  il  fecondo  eafo  , onde  dtrajji  yenuto  da  Bologna 
dimofirando  [atto  perfetto , & uenendo  di  Bologna  figm- 
ficando  Catto  pendente,  onde  dBoc.  uenendo  é MugeU 
lo . ttuenga  che  non  cofi  Jèmpreèofferuato . 


adunque. 

Piotile?  Colale,  ual  fimile,cofi,uediai6^6. 

It  oc  Co  Certo,  Cote  firn,  cr  Coyfia.Latafie,ifia,ifiud  fi  danno  fi 
halle  cofé,chefono  dal  lato  di  colui,cbe  afcolta  cioè  in  fé- 
condì  per  fona , ^fono  dilla  ptopt.  B o c.  0 Cote  fio  ta- 
barro , che  naie  egli  i Entra  in  Cote  fio  digito . Togliendo 


uu  Cote  fio  pocbeito  dt  nifi.  0 diffe  fer  Ciappelletto  Cote-  De  .prepofiuone  fempre  fi  da  al  plurale , & fi  acccompagna 


f ioni  duo. Trendi  Cotefii  danari . Dinne  una  bella  fiiu 
uuoiubenottuogliaiu  Coiefla.Come  dite  noi  Cotefieparo 
le  i Tancredi  ferbatt  Cote fie  lagrime  a meno  defìderata 
fortuna.  Cotefle  fono  cofi,  che  fanno . 

Coccrtui.  B o r.,Di[fe  Bruno  fe  Cotefìut  fe  ne  fidai  ben  me 
He  pojio  fidar  hJion  imufi. 

Cui.  ferue  a tutti  i tafi  dal  primo  in  fuori,dr  del  maf & del 
fem.  0 in  ogni  numero.&\cel  figno  delC  articolo,  ir  ferri  t, 
comeil  P IT,  C ulne  prima  fu  fimU  ne  feconda,  yoi  Cui 
fortuna  ha  pofio  in  mano  il  fienoyoHra  merci  Cui  tan- 
te carte  uergoyer  Cui  poco  già  mai  mi  ualfefi  naie  Con* 
tra  Cui.  B o c.  Onde  fufiu,  dr  Cm  figliuolo  i "bipn  fo  Cui 
Mi  poffi  lafiiare  a nfcuotereil  mio.ijt  cui.&  col  figno  del 


con  l'articolo,tome  DeUo,DeÙa.  o De  lofie  la,DegU;  ma 
non  De  li  ; perciocbe  fi  dee  (criuere  fole  De  in  ucce  di  de  li, 
0 dei  per  piu  ornamento  dt  parlare. come  De  padri  in  uece 
diDelipadn,edeglipadri,e}rfimili.&nonuifeguitan- 
do  l'articolo fempre  fi  dee  fenuere  Di  come, Di  me.  Di  lui. 
Di  fi,  Dt  te.  Di  pianto . dr  cofi  quando  m figucta  d nerbo, 
come  Di  andare. Di  fiate.  Di  fenuere.  B o c.  Dell’agnolo. 
Degli  altrui.  Delle  fette  uolte  le  fn.dr  firrgf  tarticolo.De 
cittadini  j.  de  li  cittadini. De  finoi.  De  morti.  Da  comanda- 
memi  Depadn,Delle  madri.De  frategli.  De  mantl.T  t t. 
-4  pie  DecoUi,ouelabellaueHa, intendendolo  articolo 


la.  dei  colli . Il  finn  De  proni  dolci  accenti  fnoi.  nedi  alta 
partiesUa  E m uece  di  articolo  a iS66. 

C articolo.  P E T.  Sotto'l  Cui  giogo  giamai  non  réfitro . Et  Dee,  nerbo  dtliufiniio  Deuert.  B oc.  Si  Dee  credere . Tfgm 
più  coleila  Cuibeluifoadoro.  Et  a Cuimai  di  nero  pregio  Dee  rUeuereunamedefiniapena..Alcuno  Dee  effere  fiato 

calfejn  Cui.Ver  Cui.Con  Cut.  B oc.  Il  Cui  nome  era  Mei  Deh  particella  di  interrogauone  con  bmmltd.  uedi  d 141  (x 
cbifedech.  Di  Cui.  In  Cui.  Cu  in  uece'fii  cui  usò  D a ti.  Et  Di,  prepofttione,  fempre  fi ferine  nel  fingolart  non  fegmtan-  1 86 J 


Colar  Cu  tu  fai  cotanto  mefìi,&  in  altn  luoghi. 

1861  Dl,prepofitionefimga  l'articolo  neW  ablatiuo  ne  uomi  lòfi  et 
aJie.'Pt  r.&Bo  c. Date  campagne jdr  da pilcati  colli. 
Da' Dio.Da  pietà  camnio/iaJ)agioiiau,dT  da  ledonne.Da 
morte  fopragiunto.  Da  fiieranga  ritenuti . Da  tema  mofji 
Da  Genoua  tornate.  Ser  Ciappelletto  Da  T>ratoJ.pratefe‘ 
Sicurano  Da  Finale  J>al  nurebefe  .Aigp  Da  Ferrara.Bf 
naldo  Da  Efiii  della  famtglu  degli  Efit,  oDa.Afii  come 
hanno  1 tefii  antu  hi.  liquide  um  che  d giamo  Da  Trocida 
ad  ufare  ad  Ifcbia  per  uederla  ueuifie,  ma  già  molte  uoUl 
di  notte,  non  hauendo  trouata  barca  Da  Trocida  mfino  ad 
Ifchianotando  eri  andatoia  quefio.Da  tutti.&  con  C ar- 
ticolo Da  glibuommi . Dalla  celta.  Dalla  gente  .Dato. 
Dal',  ir  con  pronomi . Da  fe.  Da  me.  Da  te.  Da  lui.  Da 
lei.Daejfa. 

VllHdiuerfi ofieruatiomdi  dire.Boc.  tuccamiaD*  ft- 
leàÀa  tenerui  dentro  fakJo  non  fui  figliuola  Da  ciò  j che 
faceffe  tal  cofaMa  piccioli  era  fiatain  continone  fatiche, 
tdefi  da  che  fu  piceiola.  Effeado  ella  di  età  Da  marito.i.at- 
ta  a maritar  fi.  Maeflro  mio  Da  beuej.difiimarfi  per  bua 
HoMijfc  Li  Reina,Dioneo  quefìa  è fèntem^  Da  te.i.conue- 
uiente  a te . 'Haufono  DajmdaiJa  mente , Se  Da  cena  ci 
ba.Lper  cenare.'hIpntroMarebbe  Da  mat^urti.che  man 
giare.  Et  fefortefi  credeuaefiertDai  .iakartJ.da po- 
tere caualcart . • 


doni  dopo  l'articotojCr  cofi  fempre  s'accompagna  col  ner- 
bo, fi  la  fòlla  Di  quando  dopo  quefieprepofitioni  yerfò, 
.Appreffo,Cont  ra.  Sopra,  ni  feguita  U pronome  me,te,noi, 
uoidui.&  trouandofi altronitijdirenflert  errore  di  ftam 
pa,  anchora  che  una  fot  unita  fi  tram  nelTm.Ld  dona 
diceyerjb  di  uoi,a  dolce  febiera  amica . & altroue  poi  di- 
ce, y erme  fpietata.  Cantra  te  fiuperba . Cantra  me  fiefia 
ber  mi  nfcaldo.Ter  uendtearfo^a  not.drBoc.La  tuta 
benignità  yerfo  te  non  banca  meritato  t oltraggio.  Cran- 
difianaueramentefipuodirelabenigmtà  {Iddio  yerfo 
noi.  & doue  dice  Hauefiero  cagione  di  mormorare  Contr* 
di  lui  Dioneo,  che  appreffo  dtlei  fidena , u duri  Cantra  lui 
fenta  La  Di,&  appreffo  lei.  Dan.  Che  qui  ./ippreffo  ma 
cofi  fcintiUa . 

Et  quando  accompagna  il  nerbo  per  logerandio.  Di  uede- 
re.  Di  fuggire.  Dt  rubare.  Di  dire. 

Et  nel  feniimeuiodelgenitiuo.  B oc.  Di  me.  Di  te.  Dife. 
Di  uoi.Di  lei.Di  loro  Di  colei.  Di  qualunque  fia  di  cofloro. 
Et  co  nerbi  nel  femiinento  de  IT  .Ablatiuo.  Tratta  fi  la  gbtr 
landa  Di  capo.  Efii  fono  per  madre  di  fee fi  Di  poltromcri . 
Et  ne  nomi  fofiantiui,  & adiettlui  quando  richiede  il  geni 
tmo.'Hpbile  Di  pingue  ; Bella  Di  forma.  Ornata  Di  coflu- 
mi,dr  di  leggiadra  bonefià.Terfona  degna  Di  fede.  Di  fan 
ta  uiia.H uommi  Di  mala  conditione.  Tn.CheDi  lagri- 
me fon  fati’ ufeioi^  uarco  .Et  hor  Drpicciol  borgo  un fid 


PARTI 

riha  iota  .OjtaluaghttXA  Vi  laure, qual é mirtei  Che 
utndrna  è Oi  lui,t  b'a  tie  ne  Wiiu.  cIk  nelle  il  moitJe  Vi 
noucl  catare.  Vi  fuor , 

Et  con  gcmum  qnaado  épcndom  da  foliauiiui  I»  una  ar 
la  Di  tnarmo.Tie  infermità  ne  paura  Vi  morte.yn  ualen 
tehuamo  Di  corieXa  gianane,  ibe  non  era  Di  ferro,  o Di 
diamante.  Tt  t.  un  laccia,chc  Vifeta  ordiua.  C o c.Ei- 
Ltu'cdiuenuta  fcmina  Di  mondo  predo,  idrfì  puttana , & 
quife  m hauefieronolnto  dare  lo  articolobaurebber  det- 
to f emina  del  mondo  ; & delia  feta,&  non  di  mondo,  ne  di 
fila  ,came  usò  il  ìi  oc  douedi/iepregaiidolache  te  piace fm 
feprejiargli  il  merlalo  fuo  della  pietra,  à-  quini  non  dijse 
di  pietra,  perche  ui  uolfe  mettere  io  articoio.ueé  di  fapra 
ailaparliceliaDe. 

Et  quando  igenitiui  dipendono  di  loro  nerbi.  Oltre  a cen- 
tomilia  creature  effereDi  uita tolte.  ysoDi  digiunare 
in  pane,  Hr  in  acqua  . Haiteano  fi  gran  uogba  Di  ridere, 
chequafi  fcoppiauanoDinia,  Diche  gli  due  fraleglifi. 
ioleuauo  forte . 

1 S&4  Et  alcuna  uolta  con  nerbi  che  richieggono  le  piu  uolte  Cac 

cufatiuojCr  piu  per  ornamento,che  per  nece/ittà.  B oc  Je 
riandò  a Milano  jet  tornerà  Dt  qui  a fei  mefi.Coimnciò  ad. 
bauerc  coi  manto  Di  fconcieparole.Sempre  non  può  l'buo 
vioiifareundbojniataluolùdefidera  Di  uarij.Tcrcio- 
tbelanegromaatiaiDtgrandtjsmo  dijjnacere  D’Iddio, 
lequalt  ne  fanno  Digrandtjfimi  dijjdaceri,& di  gran  dan 
ni.Et  aduerbulntente  con  nomi  fofiantiui,&  adictuui.  Et 
Dinmpelto  a fe  fe  flore  Li.lo  uidiDiriinpetlo  alla  bottega 
eh  quello  legnaiuolo  un'arca.  QjieflaegUDtuogba  fecea. 
molto  Holentieri . otniòqucfloaneUo  Di  mano miaaiio . 
atndaua  Di  giorno  in  giorno  Di  moie  in  peggio.Dl  bene  ui 
meglio proeeMndo . CbeDidì,à'DinaueniOriuaHO.Di 
netto  col  capo  innatismi  lo  giuà  nella  fofla;  Et  Di  tanto  Co- 
mò Iddio,  che  nullo  male  fi  fece.  .Andando  il  prete  Difitto 
fitto  meriggio.  Et  uedremo  Dt  butto  chi  l'ba  battuto ^fl 
fuhao.  CbeailanauetemenafleroDi  prefente ,ideSlfu, 
fitto  ,hor  bar, Di  rado.  Di  leggieri,Di  lontana.  Di  pefi.Di 
fontinouoMi fubito.Dt  fouercbio.  Di  najcofo.  Di feemo.  Di 
fitto.Dinair^.Dianzi.Dintorno.  Di  canto  in  canto.Io  ha- 
nea  Di  poca  quefle  parole  finite,  quandoJ.  poco  fiat»  era 
pafiato.  A u.Di  nouo.LatMbtntegro,dinuo. 

Et  in  compagnia  detlt  aduerbiJi  o c.Cbe  tu  efta  Di quà. 
che  noi  Di  U nell'Mra  usta  douete  hauere . Che  pene  fi 
, d^iero Dilàperciafcunodepeccati,cbe  Diquà  Jicom- 
mettono.Che  Diquà,Cr  Di  là  prendeuano.CbeegUnÓpuo 
efier  Di  qui  doinanUx  uirtù  Di  quà  giu  parttUfi.La  fan- 
te Di  qua  entro  nmafaMijèro  la  fante  Di  fuori.  0 coma- 
re io  finta  Di  coftà  il  compare. Il  Re  rifiofi  Di  nò.  Egb  non 
ni  faprddir  Di  nò.Ciappelletto  rifiofi  Di  li.Il  buon  buamo 
nfiofe  dì  fi. -dfer  Bonaccori,  cbem’aiutiDinofit  bi^ 
mi  ha  fato  citare  .yi  prometto  Dipnoi  piu  in  ciò  non  pec- 
tartX roppo  rii  di  lungi.  Ter  le  cagioni  Di  fopra  moflra- 
te. Et  recata,  Eragiouane  affai  Dipcrfòna , Ct  Diuifi 
beliifimoaoflumatojpiaceuolejù-  Di  ìkIU  maniera. 
l8tfj  Di,p^b giorno. uedi a i6i  .&DumneceéDei  .ueà* 
Ùoa  I . 

Di  iti  nerbo  dire  in  ueet  é dici.  Hoc. Et  d^egli,Di  da  mia 
parte  alla  nuouafiofa . Se  cofiti  difiuccionogbfiiaceuoh 
eometuDi.Etfirciola  canzone ,<ptal  tu  Chat, cotale 
la  DLiJa  uogli proferire . Guarda  quelle ^be  tu  Di,  Qitne 
tbeiquellOjcbetuDii 


CELLE  • 

DclToif  Defia:L/t.ipfe,ipfimetJpfe  iiiquam,fit  ipfa.naglion 
no  quanto  Effo,&  Efja  ma  mofltano  maggiore fireffiene, 

. & dimodiratiene,cS'feruouo  filo  al  primo,  £^^  quarto  la- 
fiaegb  altri  cafi  nel  mmu  to  del  maio  hanno  Lutje^-  Efjb, 
del  mafibio,&  lei,  & Epa  della  femma , & ambo  EUoì 
& Elia  miutrfo.PEe.Ch'igrido,eUÌhaiDrfia;au- 
cboriin  una.  B oc.  Ditemi , quii  i Deffat  Ella  i Def. 
fa . Egb  i flato  Defio . Dicendogli  ch’era  Defio . Tu  non 
mi  pan  De  fio. 

Dunque,  & .A émque particella aduerbiale.ucdi .Adun- 
que a t6jo . 

£' . quando  inerbo  fempre  fi  ferine  eoa  la  grane  a eUfierentia  i^C6 
detta  E congiumione , quefloi  generalmente  ofieruata 

nonfolameme  da  noflrtpoeu,ma  da  tutti  i buoni  firmari.  '■ 

P.e  inerbo  mò  D a n . »i4  licentiofàmcme. 

E,  pro,&  congiumione.  Lat.ac,  atque,  è generalmente  ufa- 
to  nelle  profe,  O’neuerfi.ancbor  eie  alcuni  uogluu.  o (ne 
quefloa  mefiiace)  che  la  E fi  ponga  dinanzi  alle  uoa  in- 
cominciami da  confinami  , i£rla  'Et  atte  incommetamidn 
uocali,ma  non  però  cefi  fimpre  fi  troua,come  apprefia  il 
T E z.doue  dice, Olirà  Li  nifta  agli  accbiarna,E  infinge. 

Sue  noci mue,&  fuotlàmtfifiirt.  &altraue.  Calcar  uer 
me pactfico,E  burnite,^  in  aiiri  luoghi,  {fi-  quefla  non  pe 
ro  rende  buon  f nono  nel  proferire . de  lle  altre  pei  ne  fino  ‘ 
piene  le  carte. Ma  quando  fi  ferine  apoflrophatoflmpre  ni 
fi  pone  E,come  E’idn  uree  ib,  (fi  il,  (fi  cofi  ne  uer  fi  come  > 
nelle  profe  ; toft  dinanzi  alla  In  o incompofitione , o pofla 
dafe  fi  gittala  I,tfi- ferme  fi  rin,  se’nfit  ucce  diein,&difi 
in,&cofi  quando  la  Se  fóffe  nella  Iìm  della  noce,  come an 

2 e njn  ucce  di  andafle  m.  cbe’n,ctoi  Che  in,  (fi  queiio 

proceder  per  la  pam:tela,cbebaUEa»n  la  I,percbo 

diciamo  emptere,emrare.  ma  nelle  profe  non  fi  dilAer  pom 
rò  difi  riuere,(fi  in.  perche  non  tomi  accenti  uiflaanola- 
ne.  aedi  alla  particella  Et.ai&qi. 

R,  ut  ucce  deli  articolo  Ià  P e t.  Ringratia  lui,th’K  gtufii 
pre^i  bumaui  Benipumente , fua  mercede , afiolta . si 
che  E br^  occhi  Ugrimauan  fempre.  .Amor fu  eh’ E pe» 
fier  nofirt  diffenfiTt  eh' E pie  miei  non  fin  fiaccati, (fi  lofi  j ' 

fi.  B o c,  il  che  fanno  E cittadini.  Et  perciò  trarreteui  E 
capuccL  Lodando  E modi  fimi . Beftemmiando  e lucignuoa 
litE  pettini fgbfcardaffi.Tercbflaccunfi  E morditori. 

Et  col  nome  reUtiuo.  Equa!  (poi  che  nueflitifi  furono.  B 
quali  quafié  muri altra  cofi  feruiuauo,cbe.  1 cauaUenE 
quali  turbali  cotwfceua. 

Et  quando  gfiadielua  precedono  a fiflamiui.  lu  altra 
parte  allogati  E fuoi  pesfieri . Imbiancai  Emuiueli  coi 
Solfo . Ricoprire  E uoflri  falli . Lorengo,  tbe  tutti  E iom 
fatti  guidaua. 

Et  ne  gemimi  con  la  D.P  et.  ìlfiumdteprmt  dolei  ac- 
centi fimi  i,  deli  pram.  uC  pie  d’e  coUtAu  me  mouendo  Dt 
begli  occhi  i rai . De  be  uoft  rocchi  iftolcc  lume  adombra. 
Eflmtrin’lfuan  De  mici  grani  fifj<ieLRoc.EtDefuoi2if  l 
d danno  tiflora.  E’benore  De  tutf parenti . Certifstmo  Da 
fucu  danni . La  matuagia  hipocima  De  rtligfi^ . ucdt  alU 
particella  De.Et  con ^ aJucrfb.io.bo  pur  E pm  bei  libri, 
che  medicùdiFirenze.EtneCafidegltablatiui,(fifimiU 
Con  lutti  E fkoiemròin  camino , 
mueceé Egli, (fisi, (fidi  quefla  fofit,P%T.  Eccolo  i8j7 
Jlral  ; onri amor  uél,cb’E  moraà  cbe  tgba  et  moraJi  mi 
con^fieuetgog.  H,!fitardo.  ytrodiròtfarfeEparri 
Pttnzpgna , & qt  fi  potrebbe  dire  i be  ^giuficbi  cme'sia  co 


s. 


PARTICELLE 


»55 


loft  parrà  memcogaa.tbe  è il  acro. 
B o c.  yttta  ejjinreptu  ihemai  del  Ztppa  quandi)  £ no- 
Irfiexxglifi  cjJoManift  Jiartmo  il  fattolilqiiaU  jilon  pia 
ferÀbcae  fiarà,/è nonpiacera,£  laràpnr fatto.  B'  tatua 
U bnignità  d’iddio  che  confi  fi  andogb  £ perdonarehbe  li 
bcramrme.  Et  apprtfio  qui  fio  menati  i grntiibuotmni  nel 
giardino  cortijcnicnte  domandò  chiEfnfierox  ibi  egli,  o 
ei.  Li,innecedi  egli,urdipuiba/ioalfMoliKgi>. 

Eccetto.  latjiifi,prater,praterqnam . nal  fenonfalno  thè. 
Media  iiSq. 

I.d,iauecedi  Et.  Per.  Ed  ella  nella  afatafna  figura  jitdi 
alla  particella  Et  A 1 87 1. 

1 8tf  8 Egli.tJ-  Elit,nel  primo  calò, ma  Egli  è fin  in  nfoi  negli  altri 
cafi  ha  iMitrfigmfica  qHeUo,&  efpi,ma  non  pero  fempre 
fi  pene  in  ùcoge  di  nome , peraoche  ambo  fi  ufi  alle  Molte 
nel  principio  del  parlare^  cefi  nel  mexojper  ornamento, 


toftt  lontana, & fempre  fi  trona  nel  eafb  retto.  & Bei  nel- 
tobtiqno;  & ptrà  tlla  fitupre  fi  trotta  nelprincipio  delle 
éttiom,eir  non  Lei,ma  con  la  particella  Con  ; alinna  Mol- 
la ambo  fi  trona  in  eafo  obliquo . er  fpetiaimeme  nel  fi- 
fìojeeme  il  P ET.  Cirmen  con  Ella  m ju'l  carro  iPHeliai, 
iei.Cbe  i accompagna  nolcntier  con  Ella.  on'Ella  obba  la 
noia  e'I  mal  de  la  pafjata  Mia . La  f torta  po  non  Ella  efier 
dmfa.El  Ella  il  prefè  ingioco.Omfanien/b'Ella  more  al 
In  fi  dole.  m th'EUa  MolfeJHofìrarqua  gin , quanto  la  fu 
pelea  i Ed  Ella  ne  la  nfata fiia  figura.l^d  Ella  a me  per 
tutto  ilfuo  dijdegno  Terrà  giamau  & in  ucce  di  Madonna 
Laura.  Ella  parlauafi  turbata  in  utSìa . Stenla  mirarla, 
end  Ella  bebbe  uergogna . Tiel  quinto  giro  non  babiirtbm 
b'EUa.& in  altri  tuighi  afiai.  B o C.  yuoi  mojirare  qneo 
flacofi  efiere  molto  leggiera,  ma  Ella  non  à.  DomandoUa 


cioch'Ella  faceua.Ellafbla  noUe  le  utuande  ordinare. 

& per  le'ggiadrìa,&  enfi  nel  uerficcome  àncho  nella  prò.  Elle.  Latjllt,ual  quelle, ér  effe.Boc.Le  diuine  cefe,  come 
fa.  P ET.  L'efca  fn’l  feme,cb’Egb  fparge,&  miete.  Cbipo  Elle  fi  fuffinofi  a facrificifi  a benefici  appertinentiA  daiut 

dir , com'Egli  arde , i’npiitiol  foco . E’t  fol  nagheggio  fi:  ri  nendenano,  & comprauano . Ma  Elle  arfero  allemeffe 

cb’Egbhagia  fpento.  Ter  quel  cb'EgU  imparò  ne  Urna  (intendendo  di  candele.) 

fcola.& per  leggiadria  del  parlare, Et  t’Egb  iuerche  tua  Elleno  ufaronoipm  amichi  Tbofeanicma  i meno  antichi  dif 
potemia  fia  7Ìel  cui  ftgraude,come  fi  ragiona;&  qui  di.  fero  Eglinc},  fono  nondimem,& runa,  tir  t altra  in  boc- 

rei  che  fignifichi  quejla  cofa,cioè  Et  fé  quefta  cofa  i nero,  ea  de  popolari.  B o & Et  perdo  infino  a tanto  che  Elien» 

che  tua  potentia  fia  nel  del  fi  grande  & altroue.  S’egb  è per  tro^  commonanxa  non  dinenifiero  noiofe. 

uerquelch'i  odoBeatoil  padre .S’Eglihpur  nùodeflmo.  ’EMi.ifjit.iUijtal qnelb,&efii;^è noce anticarnemenfata,  1870 
Jl  o c.  che  egb  di  Giudeo  fi  faceffechrijluoio . Doue  che  anebora  cbe‘1  P e t.  laponeffe  una  Molta  iudefmenxa,do 

ueàce;  tu' IfapraiTer  te  flefio,ri^fe;&  farai  d’EìltM 
altroue  ,Et  ueggu)  ben,qMant'Elli  a fcb'mm'bÌBo.  Dan. 

Onde  Bili , bor  ti  conforta , che  conuiene  Clfi  fobia  il  mio 
de  fin  anzi  ch'io  moia.tfinelpbt.  Elbgiuanénanzi,&io 
filetto. I moderni  nfano  Egbj&  Et  in  quella  Mtce,&-  i più 
leggiadro  aiedi  al  luogo  fuo. 


Egb  nada.di  cofa  che  Egb  oda,o  utggia . Et  Egb  pmtoflo 
della  fua  bejliabtà  pumre  che  lei.  Egli  era  il  pegffor  buo- 
mo.Jtuenne  che  Egb  infirmò.  Hor  uedete  che  buomo  che 
EgUè,chedirefle  uoi,f  ehfofit  nella  uia  come  è Egb , & 
Egli  fojfe  in  cafa  come fòn'io.InfedlIddio:cb'io  dubito  che 
uoi  non  crederefle,che  Egb  dieeffi  il  uero,EgU  dice  a pun. 


lo,  che  io  ho  fatto  do , che  io  credo  che  babbia  fatto  Egli.  EWo,Etla,Elle,&Elb.  LatJUefillaólluiLtìr  net  più.  UU,illa, 


Effomi  credette  Ipauentare  col  gittare  non  foche  nel  pog, 
XP  ; Ma  hor  uolefie  lddh,tbeEgb  uififoffegbtaiodado. 

' uero,&  ajfògatofijcbe  il  mnoMquaCs  Egli  di  fiuercbio  ha 
bcuuto  fi  fiflemolto  bene  inacquato,  ir  nel  plu.ìì  k u. 
Se  cofàappar  onde  Egli  habhia  paura.  Etnei  principio 
delCoratwne  per  ornamento  del  parlare,&  niente  figntfi- 
cante.  B o C.  Egb  i uerOych’io  ho  amato  amo  Cuifear 
do.  Egb  non  i anchora guari  tempo  pafSato . Chi  lofaprà  i 
Egb  no'l  fiprà  perfma  mauEgb  ò nero, che  io  bieri  le  leg- 
gi diedi.&  nel  mexo . Et  tanto  piu  anchora , quanto  EgU 
mi  piace. Difle  Bruno  a me  pare  Egb  efiere  certo  jebe  Egfi 
i bora  a cafi  a definare.Et  ricordoui  che  Egb  non  fi  difii- 
ce . Che  uifa  EgU,  perche  eltafopra  a quel  ueronefi  dor- 
malEt  nel  fine  deltoratme.Difie  la  maire  fi  figbuola  mia 
che  caldo  fa  Egb  i 

Egli  RelTo.Lal.ipfemet.  ual  quello  fleffi,o  efiofleffo.  Boc. 
Tipn  fipeua  Egb  Hefio  qual  di  lor  due  fi  foffe  quella,  che 
piu  gli  piaceffi.Come  haurebbe  per  poco  fatto  Egb  ileffi . 
D nn.Elledifela  uendeita  Egb flefio.Cofidifie’lmae- 


illa;&fidannoa  perfine, & a cafi  molto  lontane J),  nel- 
lo,Quella,  QjuUe,  & JQuelli  fi  danno  alle  meno  bmtane, 
QjteJlofiìjieliafilueBefi  Qjtefl'i,fi  danno  poi  alle  uidne. 
tp  fi  danno  al  maftbio,tp-  alla  fenóna  quartdofono  accóp* 
gnate  però  ; perdoclxfikfipiificano  quefla,o  qudla,o  tal 
cefi, cornea!  fuo  btogodiremo.tr  doue  quejie  due  ultime 
non  fipoffitto  mandar  fuori,fe  non  fono  accompagnate,  &• 
a ciafeuu  cafi  feruienti.le  prime  fi  pongono  fole  ,&  di  ra- 
do fi  non  mai  net  fecondo  fiel  terzo  fi!r  nel  quarto  fi  trotta- 
no pofle,perdocbe  del  fitondofiferuonoiblJii,irdiLei, 
&perloterxo  delleloro  abbreuiature  ,&  per  lo  quarto 
é quelle  quattro  abbremature,cioè  Il,’&  Lo,  che  d 
pm  deHeiùlte  fi  pongono  in  luogo  di  Elio  nel  quarto  ca- 
fi però;  come  idettoiir  La  m luogoib  Ella.  P e t. 
efia  dir  il  nero  non  fu  degna  cThauerta.&Leinuecedi 
Elle.  Te  t. Trafiele  il  tempo  poi  mpm  faldi  nodi , (inten 
{tendo  delle  chiome  di  Laura)  Elio  non  mal  nel  primo  cafi 
fi  trouar&  anebora  che  non  fia  ufato  da  modemi,&  èra 
ro  apprefie  gli  antichi . 


flrv,&  Egb  ficifi  Mi  uolfi.ma  non  fi  dirà  effi  fieffi,necfio  Eflo,  ual  Lui,  ep- anche  Elio, ma  è raro  l nfito  nel  nerfofi- 


ftefii.Setfionediai^i9.&SeSteffoa  191 5 
UfiuecediEgb.  V ET.Eifiche'lgrande-Atride  ,&taì- 
to.Acbille.  Et  Ex  tba  detto  alcuna  uoltam  rima.  locon 
tremanti,  Eicon  uociaUe , & crude . & Ei  quandbebbe 
bue  fi  Lamia  nfjiolla  firridendodifie.Ei  fi  che‘1  uero 
parlo . D’crroriunfu fipien,com'EiuerHoi  ,Et  poi cad- 
ÌE1  finto' l fama  fi  teiMio . 

i8<p  Ella,  Z4t,W«, /pii.  f •'#  oqteBa,trf  *-ta  perfina,oa 


uenga  che'lP  e t.  ilponefie  una  uolta  in  defimenzA,  doue 
èce , Di  do  m'i  flato  coufigberfil  Efio . & ferue  ad  ogni 
genere,  & numero,  quando  con  aUro  pronome, 0 altra  uo 
cefipOtte.EjJipoinilprimocafo,&ne^altrifiponeLo 
ro  ,&conUpropofitionefiufa  ne  gUaUri  cafi,  come  per 
ElJì,Ejfi {ìelft,^  Efioflefio,Efiinoi,Effi  Lero.B  o C.Con 
Effi  lui  fiora  Effe  noi  (p-  conFfio  Lemani.fi-  tungb'Effo 
la  eanura.Et  prima  Efie  agboccbi corfero  è coftoro.Cbe 


PARTICELLE 

tu  EjJi  mfcutma  .Oriinauuni(»tudi  f etere  flendere,  U Gìi,doue dice , Queflofu  il  fel,  qweffi  li  fdeffù,  T irei 

irlMirectm  ifia.  V ir.  Et  Effe  f>U  hauràU  jatiut’l  Càtidod'accjketar  Ujdtgm^  hux  fcatrA  fri  LiJleuhL 

grido.Mi  fun  toncrart^t  EJft  ugm  baroiufeUi.CÓ  Efra,  fraLi^irti  eUtti.Boc.OU  amici.Gli muidioji.Gli atiri.Gti 
e!r  (on  amor . Quando  aoju,  noi  fo  ; jaljei  propri' Efra,  habaati.Gb  frram  CU  lìrométi.Gli  tre  fratrgli-lmbitana 

i)  A s£t  io  rima  fi  in  uia  con  Ejfo  i duej.loro  due . no  forte  ,nonfer  Ciappelletiogb  ingarmaffej,  efti.  Et  nel 

^{lt,&Efie.  Lat.bxc,hje.ual  quefrt.  fj  qucfle.  Tir.  Tic»  terzo  cajò  in  ucce  dt  a Lai.  Tir.  Tian  mi  ual ^ronarlo^ 

ucUad’Efta  aita,  che  inaiLLgtij.qaaUh'una  d'Efìe  noeti  dargli  uolta  Che  darli  anchobaurebbe  potuto  dire.B  o e. 

Chiuda  homaiquefle  due  fonti  di^auto.  Farebbe,  che  di  prefente  Gli  farebbe  portato.  Gli  difiej.n 

ijt  Et  congmneione.  Si  ufa  generalmente  diporre'la  Et  dinanzi  lai.  & nelquarto  tafoin  uece  di  Efri.  P ■ r.CofiGbbodi 
a noci  incomincianti  da  confonanti  come  tanto  Et  quanto.  me  pofli  in  fu  la  iima.Si  pone  amhor  quefla  particella  nel 

me  Et  te.cantare  Et  ridere . amore  Et  bentuoglieirza . & frnt  dt  alcune  uoa  quando  la  uoccahe  dopo  ai  feguita  pria 

non  pereto  cofi  fi  prof enf ce  la  tnel  pronunciare  in  quefla  cipta  dauocale,o  dalla  sfigmtandoaialtra  conjonanteco 
luogo  perche  impedì fee  molto,  & perù  mi  parrebbe  che  mequigli,fraitglt,begli.etcofincl]ineéaUumuerbi.ue~  , _ 

frrturre,&priqerirefiikmcjfee,&non(y-.maqaaitda  di  a gli  juoi  luoghi . 

potlenociincemincianodauocaìifélhora  fi  àe  jeriuere  C\\e,uaUalai,eiftrupre  fi  ferine  nel  dattiuo.  Boc£( 

Et,  come  Fraticcfco,Et  Antotào.Faticofo,ér  alto.  Pnxu-  in  breue  di  cifi  fatti  Glie  ne  dtffe  molte . Glie  la  pofr  la 

denza,Et  arte.Et  è fi  ^ento.Et  aneborpoi.  & alcuna  uol  fulnero. 

U in  uece  della  t ai  fi  pone  la  d per  fuggire  quella  difionan  G licl  Lat.illi,et  et.  ual  a lui,e  dimoflra  il  fentmtento  delDt  ] g ^ ^ 
za,&  per  far  la  fiUaba  piu  piena  ,0-  piu  gratnfa,  et  que  tino.  P t t.  Ma  Circe  amando  Cbel  ritiene  cngnmbra.St  ^ 

flopia  nel  uerfo  che  nella  profa  fi  coftama.  come  iITot.  nonGlieliol]etempeftate,ofcogli.ho  c.  Et  Ovmandollo, 

Ed  ella  ne  l'ufata  fica  figura. Et  io  non  ritrvua  ndo  marno  doue  tanto  tempo  flato  foffi;  il  buon  huomo,i  he  'Unto  ha 

intomo  Orma  dtjei.  La  notte , e'ighmoail  caldo,  Et  a la  uea  nome  : Gitel  d^ie.i.  U difiea  ha.  Trattoli  uno  anello  di 

neue.'HedellaamepertuttoilfitodildegnoTorrdgia-  borpt,dapartedella fuadonnaGheldonù i.il  donò  alai, 
mai.  Si  troua  in  molti  luoghi  molte  uohe  replicata  la  Et  .Accio  abe' Izima  Glielproferifa'mdomi.Cbe  Iddio  Chel 

per  ornamento  jcome  nei  hoc.  doue  dice.  Uggiangendo  doueffe  perdonare. 

digiam,^  quattro  tépora,&  uigilie  iP^poflo//,  & mille  Gliele , naie  a Lei.  B o c.Et  per  prezzo  di  quella  notte  Gite 
altri  fanti  ,&  uenerdi.tà'  falÀiatiAr  ledomerncbe  ddfi^  ledono.  Tercbe  fatti  dorati  popohnidt  argento  Ghe- 

gnore^la  quarefimatutta,cycertipuntidiluna,&al-  lediede. 

treeuettiottimoltc.Et  olirà  le  altre  jiiefignificaiioni,&  Gnaffe,  i noce  plebea , et  da  donne , et  fi  pone  nel  principio 
offeruatiom  fignifica  ella  alle  uolte  cioè, & nondimeno,  delragionareneluolerfarriffr)fia,etaaleqaantolariaa 
tir  iufòdelLatiao,  come  ilPt  r.Laqual  tu  poi  tornando  érepermut  fe, o made,et  ftnnle.b  oc.  Difjé  li  maefiro; 

al  tuo  fattore  Lafiiafli  in  terra , Et  quel  fiume  uelo.  Che  tu  uuoi  dir  Ipocrafio,  et  .Auicenna  ; dijie  arano  Gnaffe  io 

per  altro  deSlia  ti  uenne  in  fòrteoMoe.Et  di  quefla  noiofa,  non  fo . Diffe  il  monaco  fiaino  di  lungi  piu  di  mille  miglia, 

tir  grane  carne  laprima  Eujuale  croi  tdichiarando  quello.  Gnaffe  ,coieiioi  bene  afflai  dtfte  Ferendo.  Biffe  il  /rnte,in 

tbeprimahaueadato.ErabeH  forte  la  nemica  miai  Et  gannaflu  mai  perfina , come  fammi  mercatanti  (Gnaffe 

lei  utd'io  ferua  in  mezo’l  coreàJbencbe  foffe  forte , Et  cioè  diffe  fer  Cutrp€lletto,nuf}ér  ftà.  come  farebbe  a dire  made 

nientedimeno  la  uidi  ferita.  niùeffer  fi  i et  come  Gnaffe  fi  in  uece  dt  made  fi. 

Eciandio.  Lat.  etiam,  uel'ftiamnum  .ual  anebora , benthe  I articolo  m uece  di  la  fi  fcrate  quando  la  noce  che  gli  fegui  j 
cui.  B oc.  Etiandu  i fempUa  ficrva  di  cu  feorti  ,iTnon  ta  mcomincia  da  confonante,come  1 toUiJ  monti , t pre> 
tttrami.Etiandafeparoiatmnbaueffedetta  .aehpfota-  ti,J  fiati, L cimandamemi,! piu btlU.  Ellpm  ditaUfer 
tente.Et  Etiandu  delie  fatiche.  Et  perdo  Etiandio  ttnlcu  aigi.I  benaennti,!  futuri  frutti,  I bnom  proponimenti,! 

no  medico  morra  pudicata  fu.  tuia  medico  Ella  Etiandu  fnot  uidni,  I loro  parenti , 1 quali,  e^-fela  particella  Ter 

che  fiampare  non  potefie.  Etundu  tffendo  certo  di  gfrm~  gli  [ara  prepofla  fi  frriuerà  Terliqnah,  & qaafi  in  injiui 

gerlo,cbe  non  si,tuUdourelli  fuggire.  ti  luoghi  .ma  quando  commeufie  dalai  accompagnala 

ijx  Ch,& Li,l,& E,quandof»noartuolinonhamMlatmoiper  cenaUra confonanteallhora Li,oCh fifcriucrcbbe come 

che  tal  lingua  non  gli  ha, ma  quando  poi  fimo  pronomi,  o dimoflrianuaghfuol  luoghi, 
altro  aUborafi  panno  iiaerpretare  latinamente  ; & fono  fu  m ufo  de  Troueuzali , & offemato  poi  da  tbofeani  di 

una  cofaiflefla^fiano  articoli  fi  pronomi,  opearte  di  altra  aggiungere  lai  nel  principio  émolteuoci  meommeianti 

uote,ér  anchora  che  nella  ofiematune  circa  il  parlare fit  da  i accompagnata  da  altra  tonfimantet&  aniborchela 

finuere  nifi  faccia  differenza;  perdochefimpre  laGbfir  noce  dinanzi  termini  in  notale  i indurente  mente  in  ufi 

ue  al  plurale  con  le  uod  cominaanti  da  uocaU.  & co  fun..  di  pomi  la  1 1 ome  Ifchifare.  ìHcffo^rmiere,  Ifi  olpire, 

tominciinti  da  s figuitandouiappo  un  altra  confonante  fit  lflrano,lfllmare.tutlo  Jgnudo.cfleddo  1 flato  atttfo.comt 

I imeilopergeneralreg/ilafinengacbrfilrouiantlMquau  a dafiuna  perfina  iflu  bene. 

, doni  frgnuadue  confinanti, &aMtÌio dalla  confinante  EtaUenoUenetnerfifigmfiialaldccnu.Quanilfuipre. 
fempltce^  cofi  fi  troua  indifferentemente  ufato  da  noflri  foJJoJ  mi  rmangp  m fignonaii  lui . l benedico  ti  loco  e'I 

poeti  fii-  nella  profa, ^ nel  nerfi.tome  per  le  autoritati  ap  tempo  fi  tbora.Si  ib'i  no  gù  Jelafferanza  altero. Ter  cui 

pare.  P i r.GÌiaffaniu.Glioechi.Glibuomtni.Gliabbar-  fòla  dal  mondo  l fin  diuilo,  Cb'l  ueggm  al  dipartir  gli  atti 

htglia.Clthauefierofiir  tonlaconfinaute.Ghpiacque.Gli  foaui.elinaltrtluoghiaffaiufiudal  P et. 
gouerm.o  uolga.Gh  conduce.  Gbfpirtimm.Gt  ingrati,  0 Et  alcuna  uoba  per  bauer  fuonodebdeui  fi  aggiunge  laG, 
datgrati a^occbtmfln.Chfibermi.maaoapcrò  firn-  comeGianone,C  ’ae,Ciaho,GiaflitUjCnre.et/ia.ih.Da. 
pre  fi  troua  jueHo  qffcruato,perci»cbe  nùiPif  boli  urne  plkafi  alcune  nob  maUmiipiuratniel'iife,ma  non  miai 


JPARTICELLE 


»5« 


i8tj 


hjCOiKr  Dij^dd$fjHj.Tmcipifiet  tali. 

11,  non  ni  fègmtandu  naca  le,  o note  principiante  da  t acconu 
pannata  aa  m altra  confinante  ,fcmpre  fi  ferine , gfr  non 
nut  el  & dopo  Ter,Con,^  Tignjum  mai  ni  fi  pone  la  II, 
perciocheni  fi  firme  la  Lo,comeal  fino  luogo  diremo . per- 
de nondimeno  la  fna  notale  dopo  le  nocali,come  nerfo’l  ma 
re.  fn’l  monte  da’l  cielo,  cantra' l cofinme.  ad  albergar  co’l 
lanro . E'I  mel  amaro . cf"  Onefio  i pm  del  nerfo  che  della 
profa.  ma  fignaandonipotìa  confonante  fcrineraffi  poi  il 
tome  II  nento.  Il  mtnhefe , Il  battefimo.  Il  contrario.  & 
tofi  ne  nerbi  ijnando  nominalmeme  pmopojii,coitte  II  cbie 
der  merci. Il  nedere.ll  finiire. 

Etqnandoipofia  con  nerbi  che  denotano  il  fent inumo  del 
la  copi, che  precede  al  ragionare,  naie  quàto  Ini,  qnellojo. 
B o c.  Ma  Ciappelletto  II  chiamauano.i.lo/i  Ini  chiama» 
nano  t Et  per  fer  Ciappelletto  il  conofienano.il  portanano 
dietro  a quattro , ofei  cbenci . Qjtafi  muno  II  conofeena. 
Chela  fama  della  fna  bellexxn  il  ni  trabefleJ.  lo  ttrafie 
làJo  II  ti  dirò.lo  II  ni  dirò . He  negare  II  mi  puoi . Uccio 
tbe  nelle  nojlre  contrade  line  potefie  portare . 

Et  in  énerfe  ofiernatiom  di  parlali  polla  con  gU  aJnerbi. 


flefio  forte. 

Et  in  ucce  di  nerfo.  V i -1.10100  monendo  de  begli  ot- 
thiirai. 

Et  mramis.  B oc.  In  fe  d’iddio  tndtU  nero . 

Et  tn  dtnerfi  modi,&  offematnun.B  o cJhgjomo  Ingior 
no.In  gm,&  Infit.In  qnà,&  in  là.  Da  una  nolta  In  fu.  In 
fnluejprojjnelUioradtlue^ro.  InJnÌfardeldìfilenò.In. 
fn'l  dì. In  fu  la  notte  .Infoia  meza  terza . lenatafi  In  pie. 
Ma  pertbefare  non  fi  pno,  ragumaremo  In  piedù.  {landò 
in  pudi.  la.  In  luogo  di  quello  ,che  morto  era,ijn  nece.  Et 
In  contrario  fono  éqnellt,cbe.ln  fin’allbora.  Infin'alfine. 
In  fino  al  nino  trafitto.  In  imo  nome.  In  torneano,  nmaje  ■ 
la  qneHione  Inpendeme.  In  una  ho  raccolte  le ^arte  cu-  ■ 
re.  A u.  In  nentà.ln  mamineme.Fatte  le  ncthegioupor 
re  In  [alno.  In  brene.  Gli  panmgli  furono  In  doffo  firateia 
ti.Dal  papa  In  fnori.Inqnelmezg.In  qnamo  per  me  fi  po 
lefie.  In  tomo.  In  terpetno  ni  amerò . In  qneUaatn  quello 
ifiame.  In  non  fofiiiro.  In  nero.  In  uerfo  occidente.  Et  me 
fempre  Inpadre  terrai  jJnluogodipadre.^H.  In  aruefe. 
Inpnblico.In  abbandono  Jn  brene.  In  afietto.  In  tutto.  In. 
corfò.ln  jbrte.  In  fine. 


llpindeuicimtJa  maggior  parte.  Ilpin  delle  nolte.  Sen-  lo,&Tn,fitrouanfemprenelprimocajò,&me,&te  ,&  liq-j 


fapere  II  perche  t la  cagione.  Il  che  fimilmeme  alt  U~ 
batefn  dettoulaqual  cofa.Il  perche.iper  laqnal  cojà.  ba- 
uendo  udito  II  perche.Teràothe  efii  llpmjoda  fiieranza, 
0 da  putì  ritennti.Et  raccomarono  II  cometJl  modo,  ne- 
diaCbea  iSq^.&alo.  i88i. 

1876  prepofitione  i dello  ifleffofigmjicaloapponoi,comeap- 
prefio  de  Latini,  drlaìieM  mede  fimo  figiiijicato  quan- 
do monimemofiflan^dinota  ima  traloro  itale  differen 
Xfifbe  la  In  non  mai  fi  pone  quando  ni  fegmta  l’articolo, 
ma  in  quel  luogo  fi  pone  la  Hf.Come  In  culojn  terra,In 
mare.'Hs^‘‘“l'“‘‘'^^  fuoto,7ieCabi{io.&fimilianen 
gacb’inoShi  poeti  non  fianoinaoHati  molto  offernato- 


mt,&U  negli  altri,ma  mi,&  ti  non  mai  hanno  tarticolor 
come  al  luogo  fno.  Tur.  Di  queifii^ri,ond  Io  nodrina  tl 
core.Q.Hand’10  monoi  fò^in  a chiamar  noi  Donna.non  ni 
uidlo.AIentrioportauaibepenfiercelati.  Boc.Iomiti 
raccomandodo  mi  ti  noglto  un  poco  fcufareJìeh  dirò  Io  di 
no.  & quando  fi  rifenfee  al  lnogo,&al  tempo . Io  fcrifiL 
loandàii&Ioho  fcritto, Iohodetto.fi  nferifieapoco 
tempo  pafiato.come  hora,mo,&  per  lo  prefinte  lohoba- 
unto.&  replicata  Io  conofeo  là  don' Io  era.  Io  non  fi  per- 
ch'io noi  {accia . Io  mt  rtmeno  quanto  lo  pofio . Io  mi 
rimarrò  giudeo  com'lomi  fimo.  uecedt  lo.  uedi 
a 1874. 


rijcome  U9tT.  doue  due.  Il  di  fijlo  d aprile  la  l'hora  pri  L»,ffi-le  articaloi femiente  al  genere  femimno  ne  nomi  prò 


ma.MabeutipregoCbelnlaterzaffiera  Guitton Jilnli. 
drilBoc.nel  uerfiecioì  nelle  ballate  ima  nella  profa  no 
mot  done  due.  T atte  le  ueggio  Inlajfieranzamia  .&pnr 
credendoUpeggio  Di  quello  auifi,In  [altre  ejfere  àfiojet 
Dan.  molte  uoltefimilmente  cofi  ha  nfito . & però  di- 
rei dieadimitationedenofiripoetinfamioloneluerfi/tta 
di  radoperò^icmfipeccberebbe  in  jfiirito  fantu.  Tarlando 
dellepartidi  tuttalaperfonaHOnmaifiponel’articolo,co 
nxilB  o c.Toflofitil  Cacto  IncoUo,ne'Uillocollo.&al- 
troue . Con  un  [no  baftone  in  collo . GUtatoui  il  braecioln 


prijy&aàettiui/ifieruatoDa  nojlrt  poeti.  Boc.  La  Lift. 
L4  CatherinaJjt  Gofianz/i.La  Dàfca.Geneura  La  beÙa, 
1 fitta  La  bandajnadonna  La  Eema.Ladonna.La  tafaJjt 
attà.  La  foreUa.  la  mattina.  La  cui  lealtà.  La  loro  Rema. 
Laquale  afe.  Pb7.  la  pietà.  La  turba.  La  gola.  La  rete. 
Lanaauirtute.labtUadoima.Lauoce  fiefia.La  fetur* 
firada.elrnelpln.  Ledonuedecafi.Leforelle.Fralenaae 
fierait^ . a'Unminar  Le  carte,  che  Le  piaghe  alt  ruiXe  ri- 
ue  e i colli.  Boc.  Lequali.  Le  loro.  Le  nojlre. Le  leg^  &" 


quelli  due  termini  non  mai  altrimenti  fi  mutano . 
coUa.ToiìoHÌtemaniInlèno.Lamadremiadolce,cbemi  Liiuueceélei.Bo  c.  la  domandò.Lafigittòapiedi.qual  1878 
ponòlucorpofuoildi,&Unottenouemefi,&pOTtom-  prima  Ladouefieficomenare.Salabettomarauigliaitdo- 
mi  In  collo  piu  di  cento  uolte,&fiimtli.  fi  La  fi  recò  in  bracdo,&  cominciò  a piangere  con  lei. 

In  che,  naie  in  quello  che, 0 in  quella  cofii  che.  uedi  a che  a Lionde,&Udoue  inuarieo/Iemationidiparlare.Boc, 


U44. 

Etnei  fèntimentofigiàlicanteloflare.  Boc.  Era  Inqnei 
la  corte  quella  ufanz/t.  'HonejSendolahuona  {emina  In 
tafaSeruendointaleferùgio.  P Br.GloriopicoloHna,In 
cui  [appoggia  H^Bra  fieranza..4  qualunque  animai  al 
berga  In  terra . Ma  nulla  è al  mondo , In  c'bnom  /àggio  fi 
fie.Et  fignificante  il  moto.  B o c.La  mluffe  a ionere  fi- 
co andare  InLunigiana.Correndo  Inunapiaggia.  Coniai 
entrando  In  camino . In  qnà  ,^Inlà.  D'andare  Infimo  a 
Roma.  P t T.  Seguendo  In  terra  a'Uummar  le  carte.  Di 
filualnfelua. 

Et  in  nece  di  contee  Vbt.  adiate  iuM  ;i,&po’Infe 


.d  campi  Là  done  il  fnopoderetto  era  fe  n’andò  a Jiare.i. 
nel  qual  luogo.La  cÈna  lo  incominciò  a pregare  gli  ioueffe 
aprirle  j percioche  ella  non  uemua  Li  onde  l’anifaiia . Se 
n'andò  m corte  di  Roma , Là  doue  pemenuto  .Glihonori 
del  medico  fatti  a coHoromnlttpìicarono,  Là  onde  ejfi  go- 
dendo j.  perlaqualcofa . Il  Re  comandò  che  fnfle  aperto, 
&trouoffi  ejfere  quella , che  era  pieno  diterratLì  onde 
dijfej.perlaqual  cofi . fd  Lampolecebio,  Là  onde  egli  era 
fi  ne  tornò  J. del  qual  luogo.  Pbt.  Làfioue  fil  fra  beipcn» 
fier  d’amore  Sedea  lÀ'ue  dì,  ep-  notte fiammi  .ddojfo  col 
poder.i.nel  lugo  nelquale.Mi  ruondnee  di  firmato  al  cam 
po  Li’ ue  fempre  fin  aiuto . là’ ne  cantando  andai  dite 


PARTICELLE 


moU'flnm.  E Li’iie  i miri  pcnfier  ferini  tran  turni  Et  eor» 
cbtraJs'ilSolLavltre  omi'eJee.LatJinde. 

J.Ì  aduetbio  locali  figmiiiaiitc  lo  Jialoe’lnioto.B  oc.  Se  li 
utmffc  ucdktu  Là  Vuuio  i.m  quel  luogo.  Ttnfa  thrtali  ji 
no  Laiprelati.Cbipicihu  Li  giù  i ibi  piagne  Là  fuiDiJie, 
tbiilài&perlo mouimemo  Diffe ahbora LionàelloiBe 
netouòuerlo  Là.i.inqHclluigo  ,oin  quella  pane,  (bi 
qua  ,&ibiLÀ  in  Jiucrfe  parti  fuggendo j.  t hi  m quella 
parte, t!"  cbi  in  quell' altra.  .Andate  Là  giufo  ad alfcltar- 
lo.  Che  Là  fu  ne  ucmjie.  "Hello  Là  fu  n'andò.  Et  auompa- 
gnata  con  La  Di.  B o c.Eti  hef r t iberici  Di  Là  entro,  che 
aduibraamdoueJJinodareilballefimo.Cbeegli  fecricat 
nume  in  una  camera  Di  Là  emro guardato  jojj'e  Et  tf\cn 
do  la  uia  lunghetta  Di  Là  onde  fi  paruuano,acolàéme 
tutnapied'andare  intendruano. 

LeAriicoio  feruieme  al  genere  ftmnino'iKl  numero  piu.  lUm 
di  di  firpra  alla  particella  La, 

1879  LeAccompagnata  col  nerbo /la  fi  mpre  ndfcnthnentodelda 

ttuo,& finferfee aper/onafemimnaprocedime.  Hoc. 
le  dte  cagione  di  mandare  adeffitto  la  fua  feconda  cofa.i. 
a let.ll grande  amore  che  io  Le  portaua.La  Rima  a Thilo 
mena  uoltatafi,Le  hnpofe  il  feguiiare.  Fate, che  noi  ce  me 
marno  una  colà  fiié  quejle  papere  10  Le  darò  becca.. 

re.&  quando  tra  la  Le,&  d uerbo,la  fi  ,ì interpone.  Le  fi 
coricò  al  lato.Le  fi  fece  incontro.  Et  oltre  a que/lo  le  do- 
lca fi  forte  late  Jia,  che  panna  theLefifiuzvjle.  Etnei 
medefimofenttmento  quando  la  Gli  precede  alla  Le.  per- 
che la  Le  fi  riferifie  alfiminino  datino, & la  Gli  all aciu- 
fàtmodel  mafihio,  B o c.TrattofiUtabarroglie Ledie.i. 
tldiedealet.  Chefiperlei  flcfiediuenirealfuocótadoglie 
Le  fignificaffe.se  il  fuo  amarne  fu/iem  IndiiaAiglie  lefom 
rò  prcjlamenuuenire. 

Tranafiancholalenel  femimemoiellaccu fatino  quan- 
do la  noce  precederne  ha  forma  di  neutro  laiino,  come  le 
frutta,  le  latoraJU  Calcagna.  Boc.  Turo  cominiiò  a git 
tar  le  perc,&  mentre  Legittaua . 

Et  quando  tra  la  Le,  & il  nerbo  fi  ti  interpone  la  Si,  0 la  Ti. 
Boc.  Lo  Stradilo  que/le  lofe  udendo,^  gran  piacer  pi- 
gliandone,(p-  allafante,&  a Ruggieri,&  al  Lignaiuolo, 
& a predatori  piu  uolte  nére  Le  fi  fece  .Leti  raccoman 
érò.  'N/uu  altra  cofa  Umancaua  adbauere  compiute 
t'effequie,fe  non  le  lagrime  é colei Jaquale  tu  uiutùdo  co 
tanto, amajh,& io  Lf  ti  darò. 

Le  m ucce  éaiii  nel  terzo  tufo.  V n.UnvU  difii’l  uer 
pienépaura.  'Honlatotcar,ma reuerenteapiedi Leé, 
ih' io  farò U lofio tb’upoffa.  Etunpenfier ,ibe  fòloan- 
gofeia  dalle. 

Lei  v»  uece  di  effa,tà‘  ella  ueé  a Lui.a  1887. 

1880  Liarliccb  feruenteal  plurale,  epa  noci  incommeiaati  da 

coufonami,ma  quando  incominciano  da  uocak,  0 nero  dal 
la  S, accompagnata  da  un'altra  confòuanxe^lihorafiifcri 
ue  la  Gli,come  gli  amici, gli  honori,gli  efiempi.gli  f :olari, 
gli  ^i,Gli  ftrali,&  come  ad  ejfatarticclla,Gli,habbtam 
dimoflraio;  queflo  Irono  affé  Bene  efiere  ofSeruato  dal 

B o c.  DM  non  cofi  dal  Tetrarca4oueéie.Camandoelau 
quetar  Lifdtgmr& lire .& fcalz/ttra  Ufiectbt.Horfe 
Jueghata  tra  Li  ffirti  eletti . & quando  doM  la  particeÙa 
De  ui  feguita  la  Li;  per  piu  ornamento  fi  taf  da  efia  Li,co 
medepadrialenomi,dedttadim,iuMecedeli,odegUpa- 
driuedi  alla  particella  De. 

Si  filine fipulmente  la  Li  quando  mfi  tremt  innanzi  Ter^ 


Con,&  Tign.  P e r.Ter  lifianihi,pcr  Lifie-gH.per  li  colm 
li, per  li  c imiten , per  luiuali  ,&  fendala  per  fi  diria  poi  i 
quali.Conlifr.ili.Conliprcti.'Hpn  b credo . ma  figuilando 
uocale,o  la  t,  accompagnata  da  un'altra  lonfonante  fife  ri 
uerà  poi  Gli.  come  Con  gli  ffectbi.  Ter  gli  errori,  ufo  fi poi 
gineraììnentequandoui  /ignita  lonjonante  é porrosa l 
in  uece  élla  Li, come  1 mat  jirifi  padria  buoni.ma  non  pe- 
ro tutte  fonopumémente  o/ieruate  da  no/l  ri  poeti,  ucé  a 
GUa  1371. 

i , in  uece  é a Lé  nel  terzo  cafo , & non  élrimenti.  P £ t 
Terò  al  mioparer  non  Li  fu  honore  .CotamolejSermmo. 

LI  difpiacque . Che  Li  fece  incontr'a  mizp'l  corjo  .Che  Li 
ual  ; fe  Tirgotele,  0 Lifippo  L'mtagliar/^o;&  .Appelle  il 
dipinfei  Horm'ha  po/lo  m oblio  con  quella  donna;  Cb'i 
Li  ée  per  colonna. 

Et  anche  nel  quarto  cafo  in  uece  é Eili.  P e t,  Toi  ch'io 
Liuiéinprima , 

i,  ual  quel  Luogo.  Lat.éi.ueé  a Luogo. a pót. 

.0  annoio,  ogni  uolta  che  la  noce  incomincia  da  uocale  ec-  | gy  | 
cettuandoui  la  I ,fifcriue  apo/irophato , & 1 articolo  él 
me  no  perde  1 ultima  fua  notale Aomet animo,!  anima  fi’ a 
mito,}  herba  fi  honore  fi" oro/ uno,l'altra.mafe  ma  mmcia 
da  I,  efia  noce  la  perde , & lartiiolo  la  litirne  ; dopo  taf 
/cguendo  la  Tifai  la  M,  nellaquale  fi  fia  la  Tfcangialaaom 
me  lo‘ngegno/inganno,la'nuidiajo'mpcradorejo'nifi/fi 
bilefio'mmortale  .perche  oue fi  guiffe  altra  li  Itera  all'in- 
contro auuerrcbbe/iratofi’iraoue  perde  lanuolo  EU  ue 
TO  che  quelle  due  particelle  le'nuio,&  le'uoglia,m  uece  di 
lo  muio/ìr  lo  tnuoglia,cbe  tolta  la  0,éli'aniiolo,(!r  can- 
giala la  I del figuFie  nerbo  in  E,s'è  étto  le' nulo.  & te'n- 
uoglia, onde  perde  lanicolo,& laparticella  mfieme.hacu 
éndoperòdel  uerfo.Ma  Canicololl,  quando  fi  guefia/tia 
la  fua  uocale,  dr  fi  giunge  con  quella , che  ne  Ua  innanzi, 
onde  fi  éie/el/al/elaol,cbelail;  m uece  éfe  il,  da  il,dt 
daoil,cheil,ail,ibenonlouoinufo.ueé ad  Ila  \ Et 
quando  U noci  incominciano  dalS  ,figuitandoui  dopo  lu- 
na é que/ie  confonantiAÌoi  c.d.g.m.n.q  pj.come  Lo  Sta- 
lo, Lo fpirto  forno,  lo  fcolare,  Lofconucneuole  amore.  & 
perciò  doue  nelfi  z.nel  capitolo  élla  morte  fi  legge  Ef- 
findo  il  fpinio  giada  lei  dimfo , leggere  fi  doun  bhe  Sendo 
loffirtogiaélcidiUt/oa:omebannoibuoni  teHi.Sipuo 
anchordare  a noci  incommi  lanti  é conlbnanie  quando 
efle  noci  filano  di  una  fòla  fillaba,  come  lo  mio , Lo  fili,  LO 
quéj.ocor,locé.  P e t.  Tra  Lo  fhl  de  moderm,e'tfir- 
mon  prifco . Lo  qué  inforza  élmi  pre/io  a Icliremo.Lo 
mio  fermo  defir  uien  da  le  flelle.Ma  nò  uiguifi  che  Lo  cor 
fi  flempre . Et  piu  to/let , Lo  cui  bel  uifo  adoro . ma  queflo 
non  fi  ufartbbe  nelle  profext  cofi  dopo  Tir,Con,ep  "Hcn, 

& te  uocijche  per  honore  fi  égmtà  altndfi  diauoprece- 
éndo  larlicoto  ha  lucgp,come  Monfgnor  Lo  Re.  Meffcr 
LoTodefii.  Signor  Loduca  MefferLofrate.Ter  lo  mou 
é.Con  Lo/liie.  7{(mLopotea  fare.et  auchota  ihed 
B o coma  uolta  écc/ie  Ter  il  difetto  égli  opportimi  fer 
ép.& queltuna  érti  effer  errore  é /lampa.  'HegU  altri 
termim  fi  ferine  pollali,  céne  al  luogo  fuo  babbiamo 

fia  éttojis-  cofi  dopo  fe  riebéé  un'altro  articolo  quando 
occorra,  come  lo  feudo  èli  oro  fi  nero  fi  udo  doro  lenza 
larticéo.  Lo  mortaio  della  pie  tra, Et  quiéproccéa  ucr 
bi  non  è articoli  mafia  nel  fentitnenteél  élmo  oélac- 
cufatiuo dinoti  eia  cofajche precede.  Et  ueére  fe ftruirt 
le  utleffe.  Et  i Soléóu poiwteraw^eLo  foéifece.Li 

qcali 


P A R T 1 C 

liquidi  uedenJoicbe  ejfo  Lo  domaiuLiua,  preHamenie  Lo 
ftaono . ^pprejjb  dijeu>  immeane.  Seco  Lo  fece  jedere. 
StqnjiiJo tra U Lo ,& il uerbo Hit  UTi,oUf’'i,c<me, 
dijse  Lo  Scalca  lo  Lo  ii  moSìrerò . 

ISS*  i-or,& Loro  protnmefempre  fi  fcriue  nel  numero  del  piu  ; 

^nelnumerodel  menobaLm Lei.  cS'perofipone 
inuecedi  coloro , quelli , efìi,si.  in  tutti!  cafidalpri 
moin  fuori, nelquate  ha  ElU,  O di  rado  fi  trono  nel  quar 
locajo,& fegU  da  t articolo,  odi  ma f.  odtfem.iecon 
do  che  nchude-,  ma  nube  notte  fi  pone  fenr^figno  alcuno 
nel  terzo  cafo  per  piu  leggiadria  ; come  ilP  ir.  Et  nel 
regno  del  ciel  fece  Lor  parte  fide  fi  a loro . Man  ; ou'ogni 
arte,e  tutu  Loro  fiudiTofer  natura.  J tempi  ,etlno~ 
^1 , cy  Loro  opre  leggfiidrt . Chiuder  poi  Lor  Centra- 
la. Dato  finruo  Lor niuer lontane.  Di chefiierato ha- 
nea  già  Lor  corona . Che  per  merito  Lor  punto  fipieghi. 
Ma  in  lor  nece  un  abeto , un  faggio,  un  pino . in  uece  di 
loro;  & qnafi  in  infiniti  luoghi.  & colfegno  Mi  fa  di  LOm 
rounaperpetuanoma.  Circonà,& moni, tir tlmofia 
da  Loro.  'Honennehefi  fia  é Loro  in  terra.  fofC  io  con 
Loro  Fuor  di  lofjiir.  D a h.  Po  fece'lfegno  Lor  di  fama 
croce.  Tal  ; che  farebbe  Lor  difio  qnetato.  B o c.  Die- 
de Lor  credere . Fece  Lor  bere . Fu  Loro  dato  un  frate 
amico  .TuttaChifiori*  narrò  Loro  .Come  U fuggir  Loro 
donami.  F'erfo  Loro, che  fermi  fiauano a riguardare. 
Che  gli  piacejfe  di  douer  Lor  dire , idefi  adeJfi.Et  fuLor 
caro  il  partir  Loro . In  cafa  Loro . Ter  Loro  jòmma  confoa 
latione . & col  Segno . Ter  le  raccomate  cofe  da  Loro . 

> iToglio  che  domani  fi  dica  delle  beffe,  lequati  per  faluamen 

to  di  Loro  le  donne  banw già  fatte  a ior  mariti , idefi  di 
à.  La  lorobrodaiuota  bipoerifia . 1 Loro  disif . I Loroa- 
manti . Il  LoroRudio . liloro  fflendore  .Di Lor.  U Lori 
Fra  Loro. Tra  Lor. le  Lor. Tutte  Lor.fiupta  fcriuere 
quefia  particella  tronca , «Jr  Mera  fecondo  che  meglio  ri. 
jponde  aie  orecchia  à chi  ferine . 

Etnei  fentimemo  del  datiuo  fenza  l’articdlo  fi  pone  dinan 
V,o  dopo  il  nerbo.  Come  megtu  piaceua  Loro.  L'al- 
tra metà  dando  Imo.  Le  limofine  fatte  Lor  da  fcioccbi. 
Et  loro  fi  dieeffe  la  Loro  imemione . pregafier  fi  ; che 
donefie  Loro  piacer  in  cefi  fatta  andata  Loro  tenere  com- 
pagnia . Et  nel  quarto  cafo  ambo  nsòilTi  r.done  di- 
ce . yiffimi  che  ne  Lor,  ne  aUn  offe  fi  .&ilBoc.EtLo- 
ro  con  predofiffimi  confettili  ottoni  nini  ricenette,& 
riionfortò. 

Lai, Ui,er  Loro. Lat.ipfe,ipfa,&ipfi.  uagliono  effo , 
òffa,  &e(fi,&  ambo  elio , ella  jet  elU  nel  uerf>  però , & 
fi  danno  a perf one , che  lontanijfime  fiano.inon  pro- 
pinque ail'occbu  ,necUchi  parla , xe  di  colui , co’lqualfi 
titgiona  .eynon  mai  fi  debbono  porre  nel  primo  cafo , net 
quaieùifipo»eEgbinueeedtlui,ma  fiben  femprenel- 
tobliquo , e!r  fo/i  fi  troua  generalmente  Remato  dal 
P E-t.&dalhoc.fe  bene , & dirittameme  fi  giuàca , 
&fepur  fi  troua  nel  primo  capi  ,farà  dietro  algeroudui 
tome  iITet.  àrdendo  Lei . thè  come  un  ghiaccio  fiaffi . 
&D  un.  Latrando  Lei  con  gU  occhi  in  giu  raccolti , eir 
que fio  auiene  perche  a quefia  taluoce  fempre  fi  fuoi  da- 
re il  primo  cafo , onde  diraffi  amando  Io,ér  Uggendo  Tu, 
&non  amandoMe,&  ledendo  Te .&dou.  i Tet. 
dice  CIO  che  noni  Lei.  Ha  lutare , ebe'l  uerbo  efie- 

re,  ncbtcde  molte  uolte  il  quarto  cafo  hpofi,tSrmag- 
gurrneme  qnai'Jo  il  primo  cafo  che  Ih  dinanzi  i dinerfo 

t 


£ L L’'£ 

da  quello  che  ha  dopo.  Tercioche  quando  foffe  quello  ifief- 
fo',  amendue  fi  porrebbono  in  uno  ifieffo  cafo  come  per 
qùefiieffemptj  jiuede . Credendo  egli  che  io  fofiite,^ 
non  difSe , che  io  fofji  tu.  Se  tu  fófSi  Lui.  Se  egli  foffe  me. 
lo  firn  Io.  Io  non  ci  fui  Io , & MarauiglMi  forte  Tebal  • 
do , che  alcuno  tamo  il  fomtgliaffc,  ebe  atéito  Lui, 
non  diffe  chefofie  creduto  egU . Trono  per  nero  Lui  ef- 
fer  flato  quello , che  Tebaldo  ucdfe . Si  uergognù  di  fare 
al  monaco  quello,  che  egli  fi  come  Lui , hauea  meritato  ; 

qm  non  jta  in  uece  é colui,come  iffongono  alcuni,  per- 
che quando  alla  particella  come  ftdaaliun  cafo.  fi  le  dee 
dare  quello , che  ha  la  noce  ,in  ernia  comparatione  fi  fa, 
come  per  effempu , Donne  mie  care  uoi  potete  ,ft  come  io 
molte  uoUe  bauere  udùo . di  modo  che  pei  quello  fi  può 
comprendere  che'l  B o c.  bo  po fio  lui  nel  primo  cafo, per* 
aoche  dopo  la  particella  Come,  & la  fi  Come, quel- 
le noci  , che  fi  reggono  fottoeffa  particeÙuper  fimditu- 
dine ,oper  comparatione , dr  altro  nerbo , fatto  delqnale 
effe  uvei  non  fi  reggono  ,nonfegue;fi  pongono  nel  primo 
tafo,&  nel  quarto  come  è dima  firato  per  b fopra  notati 
efSempijtppreffo  done  dice,  Vedendo  la  donna  quefie  cofe, 
conobbe  ch'egli  erano  delle  abre  eofi  fame  cameeffa  foffe. 
drpiu  olire,Tero  ebe  pin  al  uifo  é Lei  andana  guardando 
che  al  cammo/ió  efiendofi  iofi  tofio  come  Là, de  fami,che 
uemuano  auednto.  &però  quando  effe  uoà  da  un  uerbo  fi 
reggouo,  che  ut  foguiti  la  Come,  in  quello  cafo  fi  pongono 
ebe'l  fuo  uerbo  richiede, come  ancho  habbim  detto . 

Et  quando  aLui,draLàui  fogne  la  particella  Cbe,ua- 
gbono  quanto  colui  tlqHak,& colà  laquaie.  P et.  Ma  qua 
do  Udì  fi  dote  Di  Lui  che  pa fio  pafio  a dietro  tornt.Hctìder 
a Lm  che' n tal  modo  gb  guida  ..Alzando  Là  ibe  ne  miei 
dtttihonoro Ardendo Làthccomeun  gbiaeth  flafii.Et 
Lei  eh' a tanta  foene  Alzp'l  mio  core.  Lei  òe'l  àel  non  po 
tria  lontana  fanne.  Dan.  Ma  perche  Let,che  dì  & ^ot- 
te fola, TdongU  banca  tratta  anchora  la  conocchia.  Alcu- 
na uoba  naie  quanto  quefio  pronome  Se.?  et  Hom^en- 
do'lduol  ebe'n  Làs’accoglie,&flagna.B  o c.  Efibno  co- 
firn  douere  e fiere  ottimo  mezano  tra  Lei,et  il  fuo  amante. 

J3afii  alcuna  uoba  Lui,&  Là  alle  cofe  infenfibiU.  Et  uerpt 
ta  la  terra  del  tefiojuidero  il  drappo,  dr  in  quello  la  teHa 
uouancbor  fi  confumata  che  efiialla  capàUtma  non  co. 
nofcefiero  Là  efiere  quella  di  Lorenzo. 

Et  in  uece  di  Colui, & di  Colà , P s t.  Ardendo  là  che  co 
mennghiacaofli^i.Lcola laquale.  Roc.  Ma  egU  fece 
Adamo  mafebio,  ey  Euafemtna  ;&a  Lui  medefimo  che 
uolle  per  la  falute  della  bumanageneratione  fopra  la  ero 
te  morire , quando  con  un  cbiouo  quando  con  due  i pie  con 
ficca  in  qnella. 

A lati, & A Lettale  a quello  ,&a  quella , P e t.  Cen- 
iti ramo,  oue  piacque  A Làdifaralbcl  fianco  colonna , 
facendo  A Lei  ra^n  ,&  ame  fa  forza . Tot  fogunò  fi 
tome  A Lù  nencrebbe . Toi  piacque  A Lui  chrmipro- 
dufiemutta.  Boc.  Et  A Lui  fenza  alcuna  ucrgngna 
ogni  parte  del  corpo  aprire.  Dinanzi  A Lui  prefeuurfi  : 

La  ghirlanda  A là  mife  (òpra  il  capo.  Et  A Lei  diffe  chi 
ella  era.  Et  fonza  la  A .Ak  i.  Il  paJbrun  narrò  Lui,che 
quella  riuaTutta  tenean.  D A N.  0 dipi  Lui  non  fii  tu 
OdorifiiLi,  inHeeedilMinrlterzp  cafo  ucdt  al  fuo  luogo 
<t  1 88o.  Le.  in  uete  di  a Làjcedi  al  luogo  fuo . 
ui,rt  Lei  nel  primo  cafo.  Tercbe  alcuna  uoba^fiedue^ar  18I4 
tictUe  fi  trouano  pofte  nel  primo  utfo  da  no  fin  poetano  uo 


PARTICELLE  : 


gUomibe  rejlartdi  nonpoaere  alquante  delle  automi, 
loro . B oc.  nell' A h.  Ma  foibe  tei  fu  nominata  Co- 
toia.&qneflononèfiimtc  aqneUo,ibi  à foprahabhum. 
detto , ibe  dice , tbe  fvffe  creduto  Lui , Terihcbe  il  tajò, 
pollo  dopo  il  nerbo  nel  te  rjfl  luogo  non  fi  lonutene  rjjtre 
primo  lafo,  come  ne  fopradettt  primi  eflempti  è deilo.& 
aliroue,  Hedca  figlitmla  dei  fde  nife  ni  potè  anthora  Lei 
eoi  le  pallenti  uoii  difendere,  ne  qui  érfi  può  che  Lei  fta 
io  luogo  di  Se , anihor  che  alluni  ifpongano  dicendo  i fiere 
tio  in  ucce  di  non  ferie  poti  anchora  Se  liefia  difendere.& 
inoltri  luoghi . Ma  peribe  i tejii  potriino  effere  cor  rotti  ji 
foto  da  feguir  quello,  che  generalmente  ha  ufato  il  V ut. 
& ilh  oc. noi eUa,& egli fempre m cafo retto,  tr  lui, 
ér  lei  fempre  in  cafi  obliqui , lUuiare.uale  entrare  in  lui, 
ofarfilui.Lat.iniUum,uelineumire.D  a nMiouedetut 
to,&luo  ueders'iUutaj.entra  in  effo  Dio  lnleiare,i  farfì, 
centrare  pileilat.m  tUu,uclmeàire.DAH.Et  pero  pri- 
ma che  tu  piu  tmlei.nòjono  da  ufare  n'm  prolàjn'in  uerfo 
1 3 8$  Ma.  Lat. fcd,at^Sleitqui,atque. & ueto,&autem antece- 
dente aliquafiiQione.  P E T.  Ma  ben  ueggibor . Ma  poi 
cb'amor.  Ma  non  fi  raro.Ma  io  farò  futierraMa  percbe'l 
temoo  i corlo.,Ma  S un  piu  largo  fiume . Ma  quella 
ria  Sla  feuola piu  allo.  B o c.Ma  peribe  non  julamente. 
Sla  poi  tbe  le  rifa  ritnafe  furono.Sla  poi  che  l'bora  del  mi 
giare  fu  ucnuta.Ma  follmente  aioloro.D  a uMafe pref 
jò  al  mattin  del  uer  fi  fogna.  Ma  nuft  me  per  alto  marea-, 
perto.Ma  come  Collant  in  ibiefi  Silueftro . 

Macht;.  Lal.nifi,pratcrquam.ualfènon,ufàtoda  Da  m. 
Tiinhauea  pianto  Sla  che  di  liffitri.  luedealei/nanon 
uedeam  efiaMacbele  bolle  ibe'l  boUor  leuaua , noni, 
tbofcano . 

Me  ,& MLlamr  riceue  fempre  la  prepefitkme  ,&  nonio. 
Mi,come  a Merda  Slefdi  Me,  con  Sie,per  Me, in  Me,uir. 
Me^erfo  Me.et  cofi  nelle  uoei  di  lamentamenlo,come  Oi- 
treiLafJo  Slejlolente  Me,Mifero  SlejO  Me  dolcnte.nelle 
profe  Icmprefi  dice  SU  nel  pruuipio,&  nel  fine  del  nerbo  ; 
^ Me, et  SU  turi  fine  del  nerba  m uer  fi. SI  a quando  la  Sic 
fi  giunge  col  nerbai  per  qiiahbe  maggiore  euidencia,oke 
roper  quaUhe eecetetoiK  ibiamata  Hmphafi,ptrcioebe 
nói  poca  differenza  a ère  mi  mnee,o  umcemifbc  me  ma 
eejo  mnicute,penbe  quejio  ultimo  ba  maggiore  efficace, 
&piu  importa . onde  iIPbt.  Me  empie  d muièa  fatto 
dftlce,&  llrano,&  nondifie  mi  empie,  e*r  quetìo perdimi 
tare  la  éffertnv  perfone  ,dnui  fi  parla , efi  quefia 

taldifircnt^noni  comprefa  appo  iMtni ,ficome  appo. 
Crea, quaglino  pai,  (fi  kimi  l'encUto  che  fa  cena 

emphafi.  ferir  Me  è faeita  in  quello  fiato;  Elauoi  arma, 
ta  non  moflrar  pur  [arco,  quii  Meba  riguardato  alla  par 
ticeUa  Foidopo  èttar&  anibora  che  me,&Sefianoap-, 
prefio  d uerbo  nella  £ aUuna  uolta  fimfeono.  P ■ t.  Lei  i 
chei  cui  non  paria  lontana  fanne.  Et  Cbefpeffonelfuoui 
fo  uederpamie  ."He  èduolpieètemapoffoaitarme.  (fii 
per  la  Se.  De  qua  due  tal  romor  al  mondo  [affi;  ma  quefl», 
auiene  peri  nelle  rime , come  lo  ijleffo  P e z.Varmi  d'udir 
la  ; udendo i rami,&  fore,,A  farmi  lagrimar fgnor  mia 
nedi.  Et  con  un  nifi  pei  piu  doglia  danne  Dffem . Et  uni 
fiprelii  a darmi  angofcu.jCr  duolo  Sofiiin.  altri  lu» 

grafiti.  (fiBoc.EtforfinonmncetebbeMeJlmiopa 
ne^he  Slefboueduto  firanare . Me  ueufi)  fuori . Me  uè 
ricordo.  DiuudooMei»inte.lidi»,&Uueritàf arme 

ferSSepr(nderamt,Si(omtpielffaéMe,PtT.Ufm 


feto  Sle,cbe  uoili . Slifere  Me , che  tardo  itmh  malfrppit 
lajfo  Sle,eb'i  non  fa  m qual  pane  pieghi.Tertbc  tren  uer 
fo  Siete  man  fiftretie.  fer  Sic  fine  tata,  centra  te  fuper- 
ba.da  Siejn  Sle.di  Me.u  Sle.  ucàa  SU . 

Mq,in  ucce  di  mi  gito, & gli  antichi  éuuanomei  P e z.tsi  1 1 M 
nera,  che  da  uvi  iofi'e'l  difetto.  Hoc  Doue  non  era  gran 
denepicaolo,ihenonmiuolefieil  ni  del  mondo  .Come 
poti  li  Sii  a Roma  fe  ne  ucnne.D  su. Mi  fofle  fiato  qut 
pecore/!  zebe .EnonUpermuanzifignifiia  ptrmczo,a 
rtmpettofi allincontro.  BocSi cofiaadidoiaucnntper 
Mila  lefiafi  peTmei.i.èruio,oapprijfo  la  ufia.Etco 
me  fu  per  Mi  Caiandmo.aUum  tejii  hanno  dirittoa  C* 
larùirino, 

Immiare.uale  entrare  in  Ue,o  farfì  me  fDsttSio  m'ìhim 
iafii,  tome  tu  ti  Immij , 

Meco.  iAt.mecum.ual  conme.PB  t.  Di  me  medefino  Me- 
co mi  uergogno.Cbe'l  defio  Sleco  non  uenga.  Et  ècea  Me 
co  fecoRetrm  ffelra.Kagionando  con  Meta,  & io  con  lui. 
CanzgnfeCefier  Sleco  dal  maiun  a U fera,  £ o c.  ^ rÈ. 
der,tfia  cantar  ton  Meco. 

Mi.Liir.  me, quando  laMii  uicina  al  uerbofi  dinanzifi  dopo 
fempre  fi  fcriue,efi  d fintile  fi  fa  detta  Ti,  come  èficmi/ià 
difie,&fimdi,& lofi  fi  firme  lapin  lontanadal  uerbo, 
tome  U pili  Ulema . Io  Mi  lidi  in  preda . if  acque  Mi  ui 
paiono  dolci,  ucè  è [òpra  alla  panieelU  Me  a t38j.iÌ0- 
ue  a baftanza  ne  babbuino  ragionato Ja  Mi  fempre  fi  ac 
compagna  coi  nerbo,e  non  la  Me. 

Ne  negatiua.lat.nec.  & prima  in  luogo  delgenitiuouet  fin-  i S 87 
timetttodeilaeopicbepreade.7d.epmperoniamenie  ibe 
per  nteefluà  Tig  in  uree  di  noLUe  in  ucce  dtln.’Hemue- 
le  della  0.  “Hg  accompagnata  con  la  me/e/e,gti,  le . Xs 
repluata  per  doppia  mgatiua . 'bfg  quando  fignifica  mom 
Himcmo  di  tuogo.Td£  in  uece  è ne  i,o  ne  gli,  (fi- in  altre  ofi 
feruationièére . 

Ne  negauua.  lat.  nec,  P E T.  **>  nalfiieronarlo/)  dargli 
Molta.  Xs  oura  da  pulir  con  la  nua  tima.'He  meno  amhor 
m’ agghiaccia.  Omora  è lei,  Tls  pur  de  fuoi  ptediorma. 

Xe  lieto  piN  dal  career  fi  difierra.  Ch'intorno  al  collo  btbm 
he  la  corda  auinta . Xp  li  ben  anche  che  è la  mi  creda , 

"ÌHg  mai  in  fi  dolci/)  in  fi  fiumi  tempre  Rtfimr feppi.  Xp  ta 
eeudopotràdi  fua  man  trarlo. He  per  noua  figura  dori 
ma  alùr^Seppi  iafiiar , X?  natura  pollar  couira’l  coflu» 
me.  Boc.Xp  altro  fi  ode  che  le  cicale  m per  gli  obui.'Hm 
tu  medicina  efiert  migliore,'Hf  enfi  buena.'He  prima  èf- 
fe a ritocchi  cor  fero  di  cojloro  che.  He  altra  cjponetra  le 
triple  ci  ba  fatto  fuggire . 

Et  nel  meéfimo  figmiicaiopreeedendoci  la  Tfon  per  mag 
gur forza  detta  negatiua . Lai. ncque .PiT. no» helbe 
lauto  Xp  uigor.Hs  fiialio.  Lagrima  aueior  Hon  mi  ba, 
gnaua  d petto,  Hprompea'l  formo.  Eiferfe  T^onfur  mai 
lanle,Hs  sdi.  Bo  C.  Io  uon  uoglio  tbe  dime  dubitate  , 

Xp  babbute  paura . Il  altro  rijpoft^Hpn  to,H‘  'a  difi'e 
cpluiijma.  Et  altrimenti  mai  Xo»Xp  faremo  rmtla , <Jr 
qui  pofitre  mgaime . 

Et  m fmnle  figmfieaio  replicala  piu  afferma  la  mg  ama . 
lAtM(,& uique,  PtT.Httdhar fol,H$gtr, ei,  altri d 
(biama  Or/ò  e non  furon  mai  fiumi  Hf  fiagm.Hs  mare  , 
ou'ogni  riuo  fi  éjgombra;Hs  <b  murofii  é pog-groA  M ra, 
mo  ombra  ; Hg  m-bbu,  ael  eopr4  e‘l  mando  bagni;  Hs  al 
(rotmpedtmcui.  Eic-aefinHe  meuo foràjAt.nce  pini. 


PARTICELLE 


nce  mmm^ud,  idem.  Che'l  nero  dicendo  'He  in  confrfiio. 
tu.  Tic  in  alt  coatto  fi  peccò  gumai.  Che  hnomo  ijcolini^ 
gitale  He  ncuhuXge, He  mfermila,Hsponra  di  mor- 
te , anfbora  d IdJio  delia  Jka  maiuagità  thaimopotn 
to  rimviiere,He  f-tec.  Hi  pm  forte , Tir  pi»  fido  compa- 
gno.La  donna  Hs  altro  HilOflie  altre  parole  facendo. 

Ne  affermatma.Ktdia  ii8». 


»5« 


Terfarim,&  Hpgli  occhi  fiu  difefe.  TeròtmgegHoaht 
fna  fona  ejiima,He  Coperauò  tatto  t’aggbiaccta.EdelU 
He  l'nfata  fua  figara  T ofto  tornando. Onde  pm  cofe  ne  la 
mente  firme  yotrappafiando.  Cofi'ldifio,  che  ficco  non 
t'accorda,Hs  lo  s fenato  obietto  nun  prrdédo.  “He  CefiiU» 
infieltce  alena fioecorfi.  Boc.  He’lfi»oco,'Hg l'acqua,  ae- 
di alle  particelle  tiel.Sella,Nellod)  He  la,  ttelo. 


1888  He  ebe  fi  njoiuere  col  nerbo  in  luogo  del  genitiuo , nel fienti.  Ne,  in  acce  di  copula, cioi  della  O.Ti  r.Trima  ch'io  troa’m 


Mento  della  cofia^be precede.  Vtr.  Qjiand'iofiaiprefo, 
&HÒme  Tis  guardai.  Hf  fojjó  mdoainarehi  me  Tip  fio» 
gba.  Si,  che  molt'anm  Europa  fii;  che  mille  penne  Hs  Jon 
già  liancbe.In  fino  a Roma  Tifiidirai lo  feoppio;Cbe  quan 
do  ho  pm  ff  cromia  cbe'l  cor  H'ef^  -dUbor  piu  nel  bel  ai 
forni riauefica.fi nulle aolte  H^auefii quel  ,tb‘ifiilana 
norrei. Si cbiufiamente, cb'ifolme Tfiaceorgo. Boc.  Con 


CIO  pace  He  tregua,  yide  mai  dalto  mar  nane,  Hj  legno. 
Credete  uoi,cbe  Cefiare/i  Marcello,  0 Taolo,ad  .Apbrieà 
fofiin  cotali  Ter  meude  giamai , He  per  martello  ( Se  gli 
occhi  fino!  tifar  dolci  ne  cari.  & quello  alcuna  uolta  adU 
mene  (ma  di  rado)  tra  Latim.  \ io.  Jpfie  diem/io(iem^ 
argot  difiiemere  culo,  Hec  memimfie  ma  meda  Talmu- 
rui  in  unda.&  qui  pofi  Hecm  luogo  di  Et. 


(aiuto  d'alcuno  portatore  quando  bauere  Hspoieano.  Nednurcedellanei,odellanegbnelnumero  pluralequan 


Doue  la  mattina  fpetialmente  Hs  haurebbe potuti  uede- 
re.  Tignfio  fi  a noi  He  parta  quello,  chea  me  Hs  parreh 
he.  U uoler  dire  quello,  ebeioTie  finto . Di  quello  alcuni 
rami  colti.  He  le  fece  una  ghtrltncla . Vn  nino  cofi  buono, 
che  He  berrebbe  Lbnfo . Ne  fuuuabara  fila  quella  chi 
due,  0 tre  He  portò  iufiememente. 


do  non  ai  feguUa  (articolo.  Boc.  Et  cofi  detto  ad  un  bom 
ra  mejfiefi  le  mani  He  capelli,  & rabbuffatigli,  ^ {trac- 
ciatigli tutti  fu  rmebiufi  Ne  monalieri . Et  in  perpetu» 
Itficiarlo  Htluotdtficeuienti.Hanettdoalcu»oodio  He  Fio 
rentiai.  morbidi  HeuefiimentLHenoflnbifogniJHequalu 
Hemiei  bifiguL 


Ne  nel  medefiimo  leniimento,t!r  piu  tofio  per  ornamento  ebe  Nc  accompagnata  con  la  medeJ'e,eeJe,g(L  Boc.  Se  quello  1 8)« 


per  necefhtà.  P E T.fii;  che  milie  penne  He  fon  già  flambé. 
Couira  colpiiCamor  però  N'amlai  Secar.  Toifiguirò  ; fi 
come  a lui  Tfieneroboe  T toppo  altamente.B  o c.  L’abate 
ferratala  nella  ceila,in  la  fina  camera  Ne  tornò.  Quinci  le 
nateci  Tip  andremo  alquàto  jidlaiceando.  Inuitato  ad  uno 
micido  finxA  negarlo  mai , uolontariamente  Hs  andana. 
Et  iu  tanto  fin  la  fortuna  piaceuole  alia  beffa , che  mentre 
CaUndrinoper  lo  fiume  'Hpuenne,&ipotperUcittd,Hm 
na  perfona  gli  fece  motto . 

Noquandofiiaccompagnanella  fine  del  nerbo  fa  tanto  dipo 
tert,che  ambora  che  le  noci filano  al  nerbo  mcinejc  nettai 
terminar  dourebbero  ,le  fa  terminare  in  quella  ijiefia  E, 
(beella  pnifce,come  ilP  E j.  yommene  in  gufai  orbo  fien 
za  luce,  yattene  irnianxi,  e’ituo  cor  fi  non  fena  He  flan- 
(hexza  ne  fionno.  yattene  tn{la,cbe  non  ua  per  tempo , 
yattene  in  pace  0 nera  mortai  dea . 

Et  quando  fi  trema  aecompagnau  con  la  Se,&  te,ancbo- 


meT{e  dee  figure,  che  tu  ragioni.  “He  auenne  pure  una 
uolta,ma  fi  ne  fianano  potute  annouerare  é quelle.  Cala» 
drtno  fiemta  arrefiarfi  fi  ne  nenne  a rafia. Séparé  alcuni  ce 
Hs  finojts-  conlanon.& conta  ne  aedi  di  fipra. 

Et  con  la  Le,&  La,iu  ucce  di  lei,  Boc.  La  buona  femina 
quello  udendo  He  le  prefe  pietà,  alla  cafia  Ne  la  porta- 
rono. 

Etcon  la  Gli  nel  fientimento  deWahiatiuo  Ne  gli  huo- 
mtm. 

Et  quando  la  gli  {la  nel  fènttmento  del  datiuot&  della  Ne 
con  inerbi  mefira  la  cagione  delia  cofi.  Boc.  Et  tanto 
lauorò,cbeuna  infermuaNegbfiprauenneadeJlalui. 
Et  indiuerfiifientimenti, Bruno  dall’altra  partegbnffon 
dea  alle  fuetmbaf date, & da  parte  di  lei  Ne  gli  focena, 
idefl  a lui.  Il  famiglio quefta  parola  ncolfi,e!r  come  che 
molte  ne  ncogheffe , niun' altra  ,fie  non  in  fimma  lode  del 
Re  dire  T{e  gli  udì. 


ra  che  fila  ucina  al  ueidio  finirà  nella  E.P  ET.  .Aprir  nidi  Ned,ia(ieceiiine,  xe/  uerfo  pero.Tt  r.Hedellaameper 

uno  ficco , Et  portarfene  ficco  La  fante  e’ l loco;ondean-  tuttoilfiuo  difidegno  Torràgiamai. 

chor  doglia  finto.To  ben  poi  tu  portartene  la  f conca. et  qui  NclTun,é''  Heffuno.Lat.nullus.  naie  muno,et  nullo^  et  è pin 


dinota  inouimento  di  luogo . & alt  rane,  hauuto  rifietto  a 
quello.cbe  di  fiopra  i detto. Qual  colpo  i da  firexxar' , (fi 
qual  d'bauerne  Fede,ch’al  defiinato  fiegno  tocchi , 

I S 8p  Nejn  ucce  dt  noi.  Latjnt,&  nobis.  T et.  Che  uendetta  è di 
lui,th‘ a ciò  Hs  Mena.D'amorofipenfierilcorHs'ngom- 
bra . Et  bar  iun  picchi  borgo  un  jòlH’ba  dato.  Boc. 
Qjtantoagrado  Ne  fio . Tercmbe'l  mandarlo  fuori  di  ca 
fa  nolìra  ufi  offermo,Ht  fiarebbegran  biafimo.'Hgtlo  ne 
afcolta  ne  "Hsuuole  udire . Il  cielo  anebora  che  crucciato 


dei  nerfi,e  Hpeno  piu  della  profia.T  e T.Htffitu^neta  a 
piagner  mi  condanna.  Et  fio, eh' altri  che  noi  Heffuu  m'in- 
unde.  I di  miei  pm  leggier,  che  Hefiun  ceruox  alcun.Hi  fi 
firn  uiffe  giamai  piu  di  me  lieto.  Heffuu  uiue  piu  trifio,  é" 
giorm,  & notti  Hefiun  ui  riconobbi.da  Heffuu  lato.che 
Heflun  mai  torna.  Hefiun  altro.  Raro,  e Hefiuno&il 
Boc.  nelle  Ballate.Io  non  ini  curo  prrciocbe  Heffuno  Co 
m'hti  può  cantare.  & nella  profa  mò  fempre  Hiuno. 
aedi  di  fitto. 


uefiaaion  perdo  le  fine  bellezze  etemeTì  e nega.  "Hoi  non  Ni  U0i<!r  Nwbo.  Lat.  nuUut^ale  neffuno  ; (fi  i piu  della  prò  tSpt 


abbandoniamo  perfona  anzi  ne  pofflamo  dire  piu  toHoab 
handonate,  che  file  in  tanta  afflitthne  Ne  hanno  laficiate. 
(fi  cofi  quando  ul  nerbo  fi  aecópagna.  P ET.TrendeuDh 
per  fcàparne  Humana  carne  al  tuo  uirginal  cbiofiro.L  per 
fiampar  noLyenue  a faluarne  in  fu  gU  efìremi  giorni . 

Neon  ucce  della  In.et  fempre  fi  ficriue  quando  ui  feguita  tar 
ticolot&  quando  la  uoce’p  cui  ella  fi  da,  non  hat articolo, 
fificriuelnji  urne  dUnìff firn  baUmm  ro^fOtateStT. 


fa.  Boc.  (fi  Ufciamo  fiate,  che  quafi  muno  uicino  hauef 
fé  delf  altro  cura . Teraocbe  Hiuu  fa.  Rinaldo  cominciò  a 
riguardare,  fie  datomo  alcuno  ricetto  fi  ucdefle , m.i  Hiun 
ueggiendone  . allaqual  coft  ho(gi  potbi.o  non  Hiuno 
ha  l'arco  tefo  all’intelletto  .&q»i  pofe  due  nrg  itine  ne- 
gando.Hmna  perfuna.'Hiun'altra  medicina  efiere  contro 
alle  pefitlenze  migbore.Hjun  altra  copt.'Hiuna  ripitnfio 
ne.Hsfiuno  uii  nelle  ballate,  uedé  fiopra: 


Nò»  IM.  mnièpartictUa  negmika,  cowritrij  alla  Si,cbe  af  iheTisn  lefi  era  comefopialo  hauta . 

ferma,  & quando  la  "Hunfi  eggiuage  fon  Hn’altra  noce.  Che  non  che.  Lai.  ut  non  modo.  B o C.  Che  non  ibe  in 
laquote  hahbiaforga  di  negare, non  afferma  come  fi  fa  af  Vlfioia,  ma  in  tutto  ilmondo.  Il  uentopotentijsimopogg/a 

foilalint.  .Alcuna  Molta  ella  fi  pone  nel  fine  del  parlare  uam  contrario  in  tanto  Cbenoncbeeflidelpicàoljenou- 

fer  conclufione.come  ithoc.  doue  dice , Rifjuife  Monff  fctr  potefftro,ma . 

gnore  "Nò.  Ella  uoleua  con  effe  lui  digiunare,  ma  fare  al-  Non  pur.  ual  non  amhe,non  folamente.  tot.  nedum.'P  k t. 
tra  Tip.Coluì  intendo  di  am.ire,maaUro1d^.  P H t.Can  Suiio’lqualfiinomfha'Honpurfcamfa.'D  a u.  Quefli 
nua  Hò',nta  pianto.  Di  le  piangendo  Hp;  ma  de  miei  fi  pcrcotcaH  7{pn  pur  con  mano.  Ma  con  la  lefta.Sono  chi 

dmm.Qjii  mai  piu  tipinta  rmcdremla  altioue.Refiiondo  hanno  elpoSìo,che  quella  Ma,  non  fi  da  per  la  frguente  al 

io  'Hpima  chi  per  fi  la  uoiji.Tallida  Tiiima  pm  che  neue  la  non  conpna  alla  non  pur, & i il  nero  quando  la  non,cbe 

htanca.Me  Tip;mal  fòL  Cortefe  Tiò;ma.  Io  Vp.  SÌJteHi  i pofta  nel  parlar,  che  jìgue  dopo  queBo,  nelquale  fegtin 

7d},&  altrimenti  fi  direbbe  tipn  to,&  "Non  queHt.  lentia  Ma.Tercioche  ui  poni  fie  prona  la  non,che  la  Ma 

Eiquandofiponefonlat^nfaduenegaliue.ViT.'Npn  fi dourctheper confeguente ,come lo  ijlrfiolì  An.tfsn 
fon  imo  Tifi . hor  Vpn  piu  Eoe.  .AlU  quali  dire  di  che  di  pcfa.ma  di  minor  pena , che  dicendo  alto  incontro  fi 

"Hò  'ilpnfipuoee.  Tion  frane  tuo  "Hi,  direbbe  di  minor  pcna^um  che  di  pofa&  il  Bo  c.doue  di 

Et  quando  fi  troua  coniasi  P E r.’NpSi.ne'Nònelcor  ce  Che  unojluporeeraadudire,Tignchea  riguardarla: 

tnifona  iateroBoc.nella  F I.BeHiheilSi,&  WHicrt  Si  direbbe,  non  che  a riguardarla.  Ma  ad  udire  era  un 
dendonelcapomiuacillaffe,  fiupore. 

Et  nel  megp  della  orai  ione.  P e r.Marianne  chiamando.  Pur  non.  latAutem  non;fid  auté  poRponiiurpro  fed  ad 

tbe'ìlprode.Queflo'Ho.rifpoCio.B  o C.Ma  ouolefjero,  altreéttiom.  T • i.Trimaueraper  me  Turnonimai 
oHp.gli  fafpmfialla  terra.&quandoui  fidaCarticolo  Hoti  ae.LatÀe  eo.B  oc. Et  altrnnentil^H  ne  fari  nulla, 
fi  dice  'Hp.  B o c. Tutti  affirmauano  del  "ìls.cofi  dopo  la  .Auenga  che  Caheno  tlpn  ne  parli  m alcuna  parte . tlon 

c.y  Di.  Dirò  io  mai  éTio  della  prona  tofa,  che  quella  genid  nedoueffeu  dicertomorire.cheiononme  neruetiaafam 

donna  m'ha  richieflo.Tlpa  uolcudo  egli  dire  ditlp.  Se»  re  ciò  che  promrfio  l’ho  iaunrimarrd,fe  ben  douefii  mori 

finza  dire  maidi  tip  dt  me  fteffagb  concedeua  iutera  co-  re^he  non  mi  metta  a fare  lio  che  ho  promejfo.  che popo^ 

pia,  0 Hp,  lefcaniente  fi  direbbero  no,fia  che  fi  uoglia  U fari  ne  tejli 

iSpi  So%che  ualenonlo,ononil.P  ■ ■t.Laffo'HplfoimaficO-  moderni  fi  legge, "Hpn  ne jèdoueffe  io  di  certo  morire . 

nof  co  i«  bene.  V" ife  nò  amor,  che  mot  Tlg’l  lafcta  un  pafi  Non  piu  jm/  non  altro  piu.LatjunpluiAon  ultertui.V  E T. 
fo,  I Tfp'l  pofio  ridir;che  7{p'l  comprendo.!  Tdp’lpofio  ue  Hpn  al  fuo  amante  piu  Diana  piacque . Sluel  tomo  a me, 

gar  donna,& ’Hp'l  nego,  i Hp'l  nego  l'ergine;  ma  ti  pre-  "Hpn  piu  del  uuurgtoua.  Boc.  La  fante  piangeua  forte 

goMa»  iio'l  credo,  ue’l comico  in  uifia.  Ch'io  Ho'ifo  ri  finièndofibatiere,&‘  anchora  ch'ella  alcuna  uolu  diufie 
penfar,non  che  ridire.  I Tlp't  diri , perche  poter  "ìlo’l  fpc  otme, merci  per  Dio,'Hpn  piu  eraji  la  uoce , 

ro.  Io  mai  ’ìlp'lpettli,cb't  m arda  Air  ireme.ty  mai  lip'l  Non  folaincnte.Lot.ses/oMWiBa»  modo  con  la  Ma  corri 
penfii  ch'io  non  treme.  Cb'»  porto  muulia  aglibuomintt  fiiondcnte.B  o c.'HsnfoiamettteChauerefittorranno.Mn 

6 Tlp'ltielodnuecedi  nonalcielo.  forfe.T^n  fbtamented  fuo configl» lodarono. Ma.Tutli 

Non  Lat.  particella  negatiuaAome  laTdp,&fi  troua  diuer  peccare  m lupurta,&  "Hpn  fido  nella  naturale , ma  nell* 

punente  accompagnata,^  mdiuerfifenttmenti.& prima  fodomitna.inon  folamente. 

fempbcemente  ufata.  7 e T.  Che  'Hpn  fa  aue  fi  nada  ,&  Non,  con  la  Si  com^udente.  P e zJ>i  je  uafeendo  a Soma 
pur  fi  parte , Et  ìdpn  mi  fianca  primo  fonno,odalha , tr  Tdpnfe  gratta  .4  Giudea  sL 

quel  eoe  in  me  sou  era. ‘Hpn  e firmi  paffato  olirà  la  gon  Non  per  canto.  Lat.  tamen.  Boc.  Comineii  d He  alquan 
na.'Hpn  di  Tento;  ma  itun pm  altero  jiume.Cbe  Hpn  oen  to  a marauigliareAonofcendo,cbe  quiui  quantunque  leui 

fi  npente.'Hpn  come  f altre  corca.  Boc.Tipn  curando  uandediuerji  fufiono,twn  per  tanto  di  muna  tofa  efStrt 

italcuna  copi. 'Hpnaltrimenti,cbe.'Hptt  meno.  altro  che  di  gaiitne. 

Non  mai.  U>r.  non  unquam.B  oc£ti  parenti  rade  notte.  Non  fo  quanti.  Lat.  nefeie  quot.  B o c.fi  penano  a riflor* 
oH»»  mai  fi  mfitafirro.'Hellequalicafe  rade  notte  fi  "Nfi  reHon/òquamidi. 

mat  andana  ptrfona.  Senoncbeditantofiamodifirenti  tion  molto  &inteXat.non  multo pofl.ual di  poco  tempo, 
daloro,tbteglt'tipnmailarendono,&noilareriidtamo  4 BÓ  c.  ita  molto  ftantt  partorì  unbetto  figliuolo  ma fchio. 

7 • T.  Trimauera  per  me  pur  Tlpn  i mai . Et  forfè  Hon  Non  replicala  in  lutgo  di  due  negatine,  P e t . óijti  nonp* 

fur  mai  tante  ue  tali.  lazp,Kontheatrofi  loggia.Honfonmn  NÒ. 

Miinon.  Lat.unquam  non  ,uelnunquam.T  n. Ter»  Non  niente. Lat. nàti  acirefiouoqut fie  due  negatine  la  ne 
di  perdonar  Mai  non  i fatta . Che  ferro  Mai  non  ftringe , gatiua  fenga  afirmattone.  Boc.  DifJ'eallhora  Thdome 

B o c.  giurogli  di  Mai  non  dirlo.  Che  Maidiquefia  to  nafi/uefio  Non  monta  niente  là; doue  io  honefiaméie  urna. 

' fammfaprebbenullaniuno,fenonuufuocompagm.Gli  Konmic2,ualmmgia.Latminime,KoqMÌdcm  Boc:.llqua 
oc  nife  neW animo  un  penfiero  Mai  pm  non  i fiatoni.  le  fu  chiamato  Guglielmo  Burfiere  Nimica  fimile  a 

189^  Nonche,M<nm  folatnenie,non  pur.  Lat.  im  modo.  7 e t.  tii  quali  fono  boggi.li^  già  cA  d un  frate  minore,  N S mica 

Hpnche'lgieloadomardimmifiori.Boc.Tercheanoi  ghuune , ma  di  quelli.  Duepatadirohefiinafodratadi 

Ufi  fia  bene  à cofi  fatte  cofi  "Hpn  thè  gli  amici, ma  gli  fira  arappo,&  f altra  di  uah  ; Non  nuca  tilladineji  he,  ne  da 

ni  npigtiare . Mofii  'Hpn  meno  da  tema,  che  da  caiità.ue  mercatamifiia  di  fignori.Non  mica  buono  di  poco  affare, 

dia  fjoj.  Nomi  : I nomi  fimo  ih  due  fpecte;  SofiamiuiAir  ,4dieiiiuifit 

Che  non.  Lat.  quod  non,  P e T.Cbe  non  bolle  la  poluer  iE-  in  due  modi  fi  dmiJouo,  tioi,o  che  per  fe  ponno  ftare,o  ue 

ibiopia.  fì^pefUfepÌMdeiuit*,ibe'Hsnfole,yeggp»do,  toebe  fóma'^tonti  ; quelli , thè  pmu»  da  fi  fiore,  fono 

di 


particelle 


»5i> 


di  tre  foni,  thè  del  nn  fi  bio,  della  femina,  & del  neutro. 
,41  nome  del  mtftlmnel  numi  ro  del  menofeg'i  da  ,4, E. 
CT  O.come  il  TVeta,  l’Oratore,  il  Cielo,  & fimilt,&  tutti 
qnefti  nel  numero  del  piu  fnnpre  mi  terminano,  come 
"Poeti, Oratori, Cielt,& limili  1 nomi  della  femaia  nel  nu- 
mero del  meno  in  due  tirmim  finifiono , cioè  nella  ,4.  &• 
nella  E.  & fìmilmente  in  quello  del  piu  in  due  terminano, 
netta  E.  & nella  1 in  tal  modo,  che  tutti  quelli,  che  ha  mio 
nel  numero  del  meno  ,4 . nel  fine , in  quello  del  piu  hanno 
Jrmpre la  E, come  Femina femine , Donna  donne . Coft 
quelle  noci  che  net  numero  del  meno  hanno  la  E, nel  nume 
ro  delpiu  fini  fono  nella  I,come  Virente  uirtuti,&  furali, 
eccettuandoui  Mano  che  nel  piu  ha  mani,àr.4la,et  Fron 
da.che  pur  feminini  fimo,  & nòdtmeno  hanno  coft  nel  mag 
gwre  numero, come  nel  minore  due  fini,pereiocbe  in  quel 
lo  del  meno  nella  ,4,&nellaEfimfcono.atlcuneuocife- 
mpuli  hanno  ilfuo  fine  in  0,iome  Dido,  Saffo,  anihor  che 
Didone,Cr  Saffone  dir  fi  pofià . àf .Orecchio,  & Orecchia 
4 ' delmaf.(lrdellafem.fitrona,chenelpiuhaortcchi,eto- 
reccbie.cofi  Fonte  mafdrfem.^  nel  piu  FoniiSonoui  poi 
alcuni  nona  proprif  fintemi  m I,  come  Rinieri,  Manfredi, 
Cifli , Ceri . tS-  due  adiettiui  Tari,  & Ogni  ;é"uno  in  V, 
Crurdr  ilpronome  Tu.Coft  ne  i nomi  delle  famiglie.  Dan- 
te ^Alighieri,  Guido  Canalcanti,&jèmpre  nel  numero  del 
piu,e  fcnxaC artìcolo,^  ancho  co  t articolo  usò  il  Boc.Te 
baldo  degb  EhliÌ4taltroueTebaldo  Elifei;ma  nei  nomi  fé 
minini  trono  fempre  con  rarticolo.boc.Malgherita  de  Ci 
foheri.  Ma  non  peri  tutti  i nomi  delle  famiglie  fiiùfcono  m 
7.  percioche  nette  altre  uocali  hanno  arnhoUtor  fine,  come 
F rance fcoVetrarca.Corrado  Mala ff  ina.  CughelmoBor- 
fiere.  Cuuanni  Boccaccio.  Michele  Scotto,&  fonili.  I no- 
mi della  feconda  dechnathne , che  nel  latino  terminano  in 
r.  in  0 fiidfcone,come  Fabro,Cerbero,Genero.Suocero,Mi 
féro.Maefìro.  ma  qmtti  delia  terza  perlopiù  inEfimfio- 
noemaaffai  ue  ne  fono  eccettuati,  come  Huomo,  Albero, 
Touero,  Marmo,Dauietlo,Gabriello,&  tati . Molti  nomi 
ni  fouo,che  bora  in  £,&borainO  terminano,  come  Ca- 
icatiero,caualiert . àIartiroanartire,crfimili . I nomi  del 
neutro  fono  quelli, che  nell'un  numero  tengono  Partitolo 
del  mafihio,&  nell' altro  quello  della  femina , ti"  fempre 
termmano  in  0 nel  numero  del  meno , & in  quello  del  piu 
in  A.come  Caiìetlo,CafìellaMembro,membra.  Anebo- 
rà  che  una  uolta  il  Psr.ufaffe  Membri , doue  dice, "He 
dolci  Membri  del  tuo  caro  figùo.  De  nomi  tronchi, cioè  che 
mancano  della  fua  ultima  letterato  filtaba  fipoffono  ufare 
nel uerfojna  non  mai  nelle  profe,o  di  rado . Quaft  infiniti 
altri  termini  fi  haurebbono  potuti  afiignare  jopra  queSio 
"Hpmealequali  tutù, ^ de  gli  [opra  annotati  ti  puoi  cbia 
rire  per  te  auttorità  poHe  ai  luoghi  loro  particola  ri . 
lìpfi  Nondimeno,  lat.  tamen . ual  nientedimeno,pur,aachorai 
tuttauia.é uocepmdelleprofe chedeluerfo.h  o c.T^o»i- 
meno  tutte  firn  fatte  qui  come  altroue.  Et  nondimeno  eflo 
alquale  niuna  copti  occulta . Hauendo  T<l^imeno  tutta 
uia  penfiero  come  trarre  il  poteffe  delle  mani  del  popolo . 
Tur  Hpndimeno . uedi  alla  particella  Tur  a i go6. 

Nofeo . Lat.  Hobifeum . ual  con  noi , non  i noce  thofeana . 
Dan.  Euripide  u'i  "H^feo  : Anacreonief!imonide,Aga 
tbonej&  altri  piue  Crea;  che  già  di  lauro  ornar  la  fromr. 

O particella  che  a diuerfi  qualitati  fi  eSiende,  chi  0,  in  uc- 
ce dt  Ouero.&  in  ucce  dt  "ìdj.  0,  dolemis,  & lamentamis. 
exclamamudrrid'niii,uoc4ntii,admirvUis,  reminif :tn. 


ùi,mifircniis,reprebendeHtii,iiicrepatttii. 

O ,uu  ce  dio  nero , o ueramente . Lat.  uel.  PtT.'hle  mi 

ualfperonarlo,0  daigli  uolta. Ma  come  ch'ella  gli  gouer- 
niOuolga.  Lafiiar  li  ueloO  per fólfi  per  ombra.  Verdi 
panni fangutgni,0  puri  O perfi  "Ffon  uefit  donna  un  quan 
< ojngegno  O , orza,0  dimandar  perdono.Ver  cui  poco  già 
m4i]m  ualfe,0  uale . & quafi  infiniti.  Boc.  Due,  0 tre. 
Vobfftmo,0  doueffimo.  0 dafferanga,  0 da piità  ittenu- 
ti.O  per  atmfià,0  per  memanzajO  per  pa  rentado  congiun 
te.  0 tn  tuttojO  in  maggior  parte.O  uoglia  elta.O  nò.Kade 
uoUe, O nonmai, 0 db  di , Odi  notte.  D a u.Vfciccimai 
alcun, 0 per  fuo  merto,  0 per  altrui  : che  poi  ft^e  beato  i 
O fico  mmori,0  faran  fi  eontenti.O  per  eremoto,0  per  fi- 
flegno  manco.  E fi  di  cui  uuoi  fede,0  tefhmontu.Oper  trop 
po  0 per  poco  dt  uigoreMa  quando  al  mal  fi  torce  jO  con 
pm  cura,0  con  meìi  thè  non  dee. 

O ucr , & 0 uero,  ualeo  ueramente.  Lat.  uel.  P • t.  0 «er  i 
per  altri  inganni.  In  ramo  foglie , 0 uer  mole  m terra . O 
uer  quind'etla  preme  Col fuo  candido  feno  un  uerde  ceffoi 
Cofi fortuna , O uer  colpa  mi  priua . Sol  quando  parla , O 
uer  quando  forride.  Ella  piu  tardi,  0 uer  u piu  per. tem- 
po. 0 uero  al  poggio  faticofo , & alto  Ritrarmi.  B o c.  O 
uoi  mi  lafciarete  andar  con  Dh,0  uer.Liberalmente  0 ue 
ro  magnificamente.  Dau.Ouer  la  mente  doue  altroue 
mira  f Robufio  ceno  O uero  al  noftral  uento  , Onero  a 
quel  de  la  terra  d'Hiarba, 

Oa,in  ucce  dilaO  prò  uel  Lat. che  alle  nolle  nel  uerfofi  pre- 
pone alle  uoci  ineomincianti  da  uocaltperfar  la  pronuntia 
piu  leggiadra . come  il  Tir.  Et  non  mi  fianca  primo  fon- 
no  Od  alba.  0 fptrt*  ignudo.  Od  buom  di  carne,  (fi-  iTofia . 

0 Taolo  Od  Aphrican  fofjin  cotali . Oue  porge  onAra  un 
pino  alto.  Od  un  colle  .Ala  matura  etate  , Od*  a Cacer- 
ba.Tomm'il  cielo.  Od  in  terra.  Od  m abiffo.  Tomm'm  bn- 
milfortuna,OdinfiipeTba.  ubero  ff  irto.  Od  a fimi  mem- 
bri apffo.&  in  altri  luoghi. &nenelDau.  Qital  che  tu 
fie,Od  ombra  Od  huomo  certo . T renu  forfè  piu  giu  poco, 
Odaffai.  A R i.Cofifeuieulaffada.obafiaJodalta. 

O,  dolentit,^  lamentantis.  Latjch  ben.  P e t.O  incofiantìa 
deChumanecofeTnrquefi'èfnm.uedia  i8i6. 

Oncxclamantis. Lat. oh.pE  T.O mifera,& bombii nifione  lipg 
£' dunque  uer.  O felice  quel  dì;  che  dal  terreno  Career 
ufeendo.  0 che  dolci  accogliente,  & cafle,&pie.  Dan. 
Ouanagloriadel'humaneMn^,  Compoco  ,0  auaritia, 
che  puoi  tu  ptu  fame  Tot  cbai’l  fangne  mio  a te  fi  tratto. 
Ocìdnel  cuigirar  parnon  ficreda  le  comUthndi  qua 
gin  trafinutarfi.  O imaginaiina  ,cbe  ne  rnbe  Tal  uolta 
fidifuor.O  gente  humana  per  nolar  fu  nata,  Tercbe . O 
Romagnuoii  tornati  in  bafiaré . 0 Bertlùmro  che  non  ■ 
fuggi  uia.  £ o c.  o fingular  doUezzd  del  fanguebolo- 
gnefé,quama  fe  tu  fiata  tèmpre  dai  ómendare  in  cofi  fat- 
ti cafi.  0 felici  annue  alle  quali  in  un  medefimo  dt,  auen- 
ne  Uf cruente  amore, & la  mortaluita  terminare.  0 difie 
Calandrino  cotcHo  è buon  pacfe.O  benedetto  fu  tu  éfSe  il 
fiate.  D A N.  0 quanto  fora  meglio  effe  r uicine  Sfuelle 
gemi  ch'h  dico.  OBuondalmonte  quanto  mal  fug^iU 
nozze  tue  per  gli  altrui  confini.  0 diffefa  di  Dio  perche 
pur  giaci  io  cupidigia;  eh’ e mortali  affende  Si  fatto  te.  O 
nero  sfauiliardel  fanto  ffirto  Come  fi  fece.  0 ignota  ric- 
chezza,0 ben  ueracc. 

Oo,  exclamaniis.  hoc.  Et  fattofi  alquanto  a quelle  Gru 
pm  uicino, grido  Oo,  per  loqual  grido  le  Gru  comiu- 

£.&  iij 


PARTICELLE 


eianttoafHggìre.dr  piu  oltre.  Mtumnongridttfle Oo^ 
tjuelUdihierlèra,  chef  e cofigriituobixkcjte, 

O,  irridettlu.  ueéa  ij$9. 

O in  ucce  di  Tlg . Lu.  nec.Vtr.Vled  amor  uifco  temi , 0 
Ucci,  0 reti,'tis’ nganno  “itrut  contra'l  tuo  fenno  naie. 

1 899  O^ocantii.  Lat.obJìcus.P  i t.  Mille  fiate  0 dolce  mia  guer 
riera  {'“baggio  proferto  il  cor.  0 alenata  dal  del  beata, 
&bclU  .Annua.O  pafii  fparfuO  pcxfur  uaghi,  e pronti  ; 
0 tenace  memoria;  Ofi  ro  ardore, 0 poffente  difir;Q  dcbil 
core  ; & quello  ebe  fegue.O  inuidia  nemica  di  Minute  Ter 
qualfintieriO  beila  manj.  he  mi  di  fi  ringPl  core.O  carne 
retta;  che  gu  folli  unporto  U le  grani  tempefle  mie  diur 
ne.O  letticiikoliche  requie  eri,&  amforto.O  dolci  Iguar- 
di,0  paroUtte  accorte, 0 chiome  bionde,0  dolce  ii.gamto. 

. O tempo,0  ciel  uolubil  ; che  fuggendo  Inganni  i cui  hi  &• 

tmferi  laortab  ; 0 di  Melaci  piu  che  uenio,  oHrali  Ode  le 
donne  altero , & raro  mofiro.  B o C.  0 Calandruio  imo 
. doUe,eMordelcorpomio.Cbeèquefio  0 CaUndr.no  i Ofi- 
gliuoU  mia  diffe  huflico,quefto  i il  diauolo,dt  che  t'ho  par 
Uto.  Biffe  0 don  Cianniju  non  ui  up  coda;  10  non  uiuoca, 
da.D  AN.Etio;0  creaiura  ; che  ti  mondi , Ter  tornar 
belU  a colui,che  tifece.O  Marco  nuo,dtfi  ’tojben  aigomen 
ti.  & dicea,0  regina  Tenbe  per  ira  hai  uolut'e/leruulUl 
O anima , che  tanto  hcnfauelle  Dimmi  chi  folli,  dtjji  ; Cr 
perche foU.Oanim.ì  éji'io  : cheparfiuaga  DiparUr  me 
co . 0 'tu  ; che  uai  pi  r non  effer  piu  tardo.  Ma  .0  tu,  che 
tèdiUdal  fiume  facro.O  6 odala  10  eletto  a U gran  una 
Delbencdcttoagnelloichf  ui  uba.  & uocatio repetita . O 
Virgiho  chi  i quifia  Furamtnteditea.OglonoftJlelle,0 
lume  pregno  dogmuirtù.  A > i.  lo  uegUo  il  tuo  cannilo. 
Oh  U,non  odi,Sogffunfc  OrUndo . 

IfOO  O,  inuocamii.  D un.  0 fante  mufe  poi  che  uoftro  fono . 0 
aroma  ; che  uai per  effer  beta  Con  quelle  membra  con  le- 
quai  najcejli  f'eniangruUndo,un  poco  il  pafj'o  piega.OTa 
dee  nofi  ro,cbene  deli  Hai . 0 dotte  lume  ; a cui  fidanza  i 
entro  Ter  lo  rumo  camin.  0 doUepadre  mio  fi  tu  m'afi  oL 
te  1 ti  dirò . 0 dolce  Frate . 0 fatrofante  Vergini  fi  fami, 
fr<ddi,o  uigilie  mai  per  uoi  foferfi,  Cagiou  mtfj>rona,che' 
mercè  tu  chiami . 0 cara  pianta  mU  ; ine  fi  t’infufi  0 di~ 
urna  Tcgafca  ; che  [ingegni  Fai  glonofi,  & rendigli  Un- 
geuifEt  efji  teco  leattadtet  regni;  lUu/lrami  di  lefitch'io 
rileui  Le  lor figure . 0 militia  dei  del  cu  io  contemplo 
dora  per  color.  0 trina  luce . 

O,  admiraniii.  lM.obofih.  Media  itpj. 

O j rtminifientis.  D a s.Odifft  Lui,  rum  fii tu  Odorifi L’bo- 
mr  i .Agtebu)  ,&  Chonor  di  quelFarie  ,Ch‘ alluminar  è 
chiamata  mTarifii 

0/uifcrentisr&  dolentie  D a n.  0 T^ohe  con  che  occhi  do 
lenti  yedeu’iote  fignalainfuUflradaTrafelte,tfi- fitte 
tuoi  figliuoli ^nti.  0 Saul  come’n  fu  U proprU  fpada  Qui 
uipareui  morto  in  Celine  .0  Folle  Aragna  fi  uedea  io  te 
CU  mi  ta  aragna  trifla.O  Roboan  già  non  par  che  mmac 
ciQuiutè’ltuofigao, 

O,  reprehndentis,& increpantis.J)  av.O  fuperbi  ebrifiian 
mfiri,(ir  Ufii;  Che  de  UuiHa,^  de  U mente  infermi  Fi 
dangìnueteiKritrofipaffi  Hpnu' accorgete  uoi,  che  mi 
pam  ucrmi  0 poca  mfira  nobiltà  ò f angue,  Seglo 

riar  di  te  U gatte  fai  Qjut  gm  doue  t effetto  mflro  Ungue 
Mirabil  copi  0 infenfata  cura  de  mortali  Qjianto  firn  de. 
fettiui  fiUogifim  Qjiei , ebeti  fanno  in  bajlo  batter  toh. 
P E T.  Ite  0 fuperbi  tmijèri  tbriJUam  Confumando  (m 


[altro , & non  ui  caglia  Che'l  fipolcro  di  Chi/lo  Un  man 
decani . 0 utnù  mia  perche  fiiièlegue  Fra  me  fiefi- 
fodicea. 

Ver prrpofitume.Lot.prOipropter. quella  accompagnata  ip» 
con  ttomi.& uerbi,  ajìegna  la  ragione  della  cofa,chefi  par 
U.ho  c Diedi  U maggior  parte  dclU  mia  roba  Ter  Dio, 

&poi  Ter  fojit  ntare  la  mta  mU,&  per  poterne  aiutare  i 
poueri.  Laqualc  ufanxA  le  donne  Ter  U \alute  di  loro  btt- 
ueuano  ottmiaiiuitte  apprejà.  Et  quando  in  compagnia  di 
diuerfi  nomi,  & uerbt,dimofira  éuerfi.dr  uarif  figmficot 
ti , ofieruattom.  Boc.A  migliaia  Ter  giorno  mfer- 
mauano.i.ogm giorno.  Ea prrgagbTer parlcdiiutte . Le 
éuine  lofi  efiere  di  piu  nuerentfi  delle  mondane , & Ter 
quello  fi  ritem  ua  affettando.  Ter  quanto  egU  baurà  cara 
la  uojira grafia.  Tropojè  di  non uolere  al pajiaggio in  mom 
reenirarc  fi  nona  Cenoua,acdocheqmui  Ter  terra  an- 
dando,ideH  perca  mino  .Chea  pena  fi  jàrebbe  potuto  tre. 
dire  [un  [altro  Ter  Uuia.Et  come  fu  Ter  me  CaUndri- 
nofidefl  per  mcxflfi  al  Jirimpeiio.Lequah  nongU  £ alcu- 
no proponimemo  tirate;  ma  Tereafom  una  delle  parti 
delia  I bufa  adunatefiaxafualmente,  Efii  fono  Ter  madre 
difiefi  di  poUroBien.i.da  parte  di  madre . 

Et  perciò  Ter  me  non  fi  credere,come  tu  a me  ti  fefii  ue- 
mrejdefl  fecondo  il  miogiudicio.Ter  me  non  fiata  tnor  co- 
fa, il>c  grado  ti  fiajdeH  per  cagm  mia.  Et  fimprc  Ter  da 
molto  l hcbbe,& per  amico.L^  huomo  £af.<ai.Lequab  pa 
rote  Ter  fi  fatta  maniera  negammo  del  Re  di  Eraaaa  enm 
trarono.H  ihe  noi  habhiamo  forte  Ter  maleXt  ibiamoUa 
Ter  nome  ctoèoCrtfclda.Quafi  per  niente  bauendoquet- 
U prefura.  Andando  due  preti  con  una  croce  Ter  uno . Si 
chiamò  TtnÓunto.Tcrfermo.Ter  certo.  Teruero.Tet 
ordine. Ter  mexp.Terpolere.Terfare. 

Et  quando  è giunto  con  l'infinito , che  fi  rijUue  nel  gerom- 
dio,comcappoUV  t e.Ter  far  fede  qua  giu  del  fuo  bel  ui 
Jò,idcfl  accioibefacefirfede.Ter  mtritr  Ti^tleioapnun 
fifòfidtfi  ambo  (he  miraffe.Hed  ella  a me  Ter  il  fuo  difSe 
gno  Terrà  giamaiJ  cou  tutto  il  fuo  dtjdcgnoai  uero  perche 
fia  d^àegmfa.  hoc.  Mandato  Ter  piu  fuoi  parenti , & 
amici  toro. 

. Etiurantu,  B o c.  Sehlepongp  le  branche  addoffo  Ter 
lo  nero  carpo  di  Cbrijlo,cbe  io  le  farò  giuoco.  Ter  lo  corpo 
di  Cbrillo,che  io  le  uolli  dare . 

Et  replicata,  hoc  Et  già,  tra  Ter  lo  gridare,  dr  Ter  lo 
piangere,  & Ter  la  paura,  & Ter  lo  lungo  digiuno  era  fi 
unito . Tutte  [una  altaltra,  0 Teramifiàfi  Termtuian- 
xa,oTer  parentado  congiunte , 

Et  PI  ucce  di  Come.  B oc.  Tomandofi  a cafa  Ter  èffe- 
rato. 

Te, in  ucce  è Ter.  Boc.'Rfon  folameme  Tepiam,ma 
anebora  per  le  profoude  uaUt  mi  fon  ngegnato  é an- 
dare. 

perche,  in  ucce  di  perciocbe.Lat.quia.  B o c.  Colui , che  ipos 
andò  trouò  il  famigliare  fiato  da  me  fiere  Amrngo  man- 
dato, che  bauendole  UcolteUOt&Uuelenopolloimau- 
zi  I Tercbe  ella  cofi  toHo  non  elrggeuade  dieeua  uillama. 

'hlon  mi  guardate  Tenbe  io  infent.o  fia . Ma  è dirlo  a 
mi  Tercbe  mi  fiele  amico,  dr  fiche  altri,  mi  direte , non  ^ 

mignarderò.Ttr.CbeTenb'iomafapeadouejttquan  W 

do  Mei  ritrouafiia  lui  non  fi  po  torre  Suo  prego,Tercb'ix  ' 
uoi  [andar  fi  togUa.  MaTerch'totemo,ibe  farebbem 
nano.Tercb'a  la  lunga  utaièpv  ne  mica.  Eaccu>l,Tenl>>i 

non 


-? 


PARTICELLE  i6o 

mnhojitm ipieJFma  t'U da  celar . Tercbe meno mun  della  cagione. Lal.enr^l ipia de caafa  idfaClum . 

Siete  formati.  Chir  forfè  nel  foto  perche  jplende.  Tercbe  Verào  ftale  per  tinello  ,e!riempn:de^ndedalparUreàfd  ijej 
cantando  d duci  fi  dtfacerba.& in  altri  Inoghi  affai . prò.  B o c.Ben  uanmrPercio  ^ffo  defuoi  fedenti  da  tor 
£t  naie  laqnal  cofa^t  per  laqnal  cofa,Lat.qnare  qma^nr  no.  Ter  certo  egli  no  cè  nennto  d'india  ninno  a tortili  por 

qnàmobrem.  P e t.  Donna  mi pnga;  Tercb'io  nogbo  di-  co,  ma  alcnno  di  qnefli  tnoi  iiitmdeeejfertJlato,Et  Ter- 

re.Tcrch’io  é lor  parlar  non  mi  funro.Qjà  fon  ficnro-,  ^ ciò  fi  tngliOoteSIi  rannare.Lat.propterea,trideo.  Mi  pa 

nonni  dir  Tercb'io  "Hon,  come  fòglio  d folgorar  pauento.  re  che  qnefte  noflre  battaglie  più  conaràen,cbe  con  altro 

Tercbe  molto  mi  fido  m quel , th't  odo . Verebe  a gli  occhi  facciate;Et  Tercio  one  fi  tronafie  modo.Et  come  che  qnt- 

mialafii  Sempre iprefente, hoc.  Et  fanne  cercare , Jlicofineram<nteopinantinonmoriflonotntti,nonTer- 
che  tn  tronerai  fermamente  ch'ella  i tua  figliuola,Tercbe  do  tutti  campanano.Tarendogli  bella  ajiai,flimò  con  co. 

penfando  Bemabnccio  fi  ricordò  lei  donere  hanere  una  fìei  potere  banere  aita  afiai  confolau  ; Et  Terao  finta 

margine  a gnifa  di  una  crocetta  fopra  t orecchia  ftmlìra  ; piu  auanti  cercare,coflei  propofe  é nolerefpojàre.  Et  Ter 

Tercbe  fenxaalcnnindugiopigltare,auollatofiaGiaco-  eioaccu  cheta  noncredaabe.  Etperaoaccio  che  non  c* 

mino.  0- qui  la  prima  Tercbe  ual  laqnal  cofa,&  la  fiton  deffimo . 

da,per  laqnal  cofd . ,4  i qnai  lanoratori  Fortarrigo gri-  lmptrciojmprrciocbe„4cciocbe.  uedi  aglifnoi  bmgbi, 

dando  finrte,incommciò  a ère,  pigliatehqngliatelo  ; Ter-  perciò  chc,iu/  tanto  quanto  perche,  Lat.qnia,qnoniam,^ 
che  efhahi  con  uanga,c^-rbi  con  marra  nella  flrada  para  enim,<!retemmJidpollpofiti,  B o c.Fighnolamianòdim 

tifi.  Il  che  lagiouaneneggendo  comintma  dubitare  ,non  re  è nolerti  nccidere.TerdocbeJi  tn  l'hai  qui  perdutole 

quel  fno guardare  cofi  ftfo  moneffe  la  rnflicbext*  di  Ctmd  ridendoti  anche  nell'altro  mondo  il  perderetii;  Tercio  che 

ne  ad  alcuna  co  fa , che  nergogna  le  potefie  nenire,Terc  he  tu  anderefti  aW  inferno  Ji  doue  io  fono  certa  che  la  fina  aà 

chiamate  lefuefemine,  fi  leni  fu  dicendo.  ma  noni  andata  ; Tercio  che  buono  giouanefu.  Et  fé  egU 

Et  tn  uece  è accioche.  Lat.ut.  T • r.Etfal,Terche'l  pec-  pur  fi  confefia  fi  peccati  funi  fono  tantt,<rfi  horribilKcbe'l 

carpmfipauente.Rifcaldailcor,Tercbepiuiempoauam  fimigliante  n'auerrà, Tercio  che  frate  ne  prae  ci  farà, 
pt.Boc.Terlaqualcofail  mulattiere prefa una  flecca,  cbe'luogUa ,nepoffaaffoluere , Hora  Terriocheionon 
prima  afiai  temperataméte  lo  cominriò  a battere  Tercbe  intendo<Cefferueneptuguardiano,tuttouerhofattoue- 

paffafie.D  AH. Ma  Tercbe  poni  bafli  pur  la  uifla.  ère. 

Et  in  uece  è Bencbe.hat.quomam,&  quamuis.  Vst.  Et  Però.  Ut.  ideo  ; fempre  depende  dal  parlar  è fopra , & 

Tercbe  accio  m'inuoglia  Ragionar  de  begli  occhi  .Mah;  ual  Terch,  Terchebe,  Benché.  B o c.  Teusò  lui  effèr  de- 

Tercbe  s'attugi  in  meo^  fonde.  Et  laffi  Hi^agna . Tercbe  gna  utuanda  è cacai  donna , Varò  tiratogli  il  collo  ad 
quel  che  mi  trofie  ad  amar  prima  .Altrui  co^  mi  toglia.  unafua  fanticella  il  fe  pelare . Io  bo  grau  def  'iderh  di  barn 

Farmi  immortai,  Tercbe  la  carne  moia , 'Fie  mi  ritenga,  tur  è quelle  pere,Terò  ua  montaui  fu . In  quanti  modi  tu  , ò. 

Terch’anebor  m'inuifcbi . Tfì  m'apra  il  cor , Tercbe  di  fai,tipunfi,&  trafifii,  cjr  Terò  ch’io  mè  nonnùfon  accot. 

fuorCincifcbi.Tercb'iot'bèibia  guardatodi  menzogna.  foche  dal  nuo  piacere  partita  nfia. 

Boc-TerebePegetto della pafiatafomigUflonuidouria  Pet\nqualcoù.Ut.quadere,quMrem,ideo.  Boc.Ter  jgoq 
però  egere  men  cara.& m altri  luoghi  agat.  taqual  cofa  pofio  che  agai  uolte  de  fatti  é Calandrino  det 

Et  in  uece  di  che.  Lat.cur,uel  quod.  B oc.  Marauigliate*  ufi  fu  tra  noi.Ter  laqnal  cofa  il  Duca  uenne.Ter  lequai 

HI  noi  Perche  egli  le  fiain  piacereèuére  untare  l'ufi-  cofe  non  che  la  mal  fina, ma.&m  altri  luoghi  affiù. 

gnuoloi  Cheuifaegli  Tercbeella  fòpra  quel  ueronfi  Petttiao,ualinogèbiogo,Lat.quocHnquet&mriq-,.'PiT, 
dormai  Matuafamarealpertuttoa^iunge.Boc.Tertuttodo 

Etiuuece  di  .Anchora  che.  Lat.  etri,  & quanquà.  P e t.  lirofi  pianti  uèremo.Defiuoi  oaruni  fi  ueggono  Ter  tutto, 

(Ch'd  crederi  Perche  giurando  il  dica.)  Boc.Che,Ter*  Difeorrendo  Ter  tutto. 

che  egli  pur  uolege,egb  non  potrebbe,  ne  faprebbe  ridire.  Per.  tu  tto  do,#  aduerbh  compofito,  & ual  per  tanto  fi  qui 
Et  in  uece  è per  laqual  per  leqnali  perquefìo.P  Er.Cofi  Ua  dire  oltre  a rio  che  babbum  delto.Lat.propter  id  om~ 

colei  ; Tercb'io  fin  m prigionexper  laquale  ..A  dir  di  lei,  m.Ptr.  Ter  tutto  cui  la  mente  non  t'acqueta.  B o c.  Zi 

Terch' h carnai^  arfi.f'dendo  leLTercb'h  im  éfcoloro.  quabdagrofii  filari  fit  fconueneuob  tratti  feruiuaoo,qni 

Qjufli  fin  que  begli  octhi,Tterch'io  è lor  parlanti»  mi  tunqueTer  tutto  rio  molti  non  fugcroèuenuti. 

ftancod.per  liquah.tfpn  Terch’h  fiaficuro  anebor  del  fi-  PcMcmpo,  ual  a buona  bora,  è mattino.  Lat  temporiui , 
ne.Lat.qniai.perqueflo.Tqpnperch'iolappiailquando.  Boc.  Che  il  marito  è lei  fi  leuageogm  mattina  Ter  teno 

Etquandoiimerrogatiuo.Lat.cur,quu,uelpropterea-  po.  La  mattina  uegnente  per  tempifiono  lanaufiuTtr. 
quod.  1».E  r. Et  perche  pria  tacendo  non  m'impetrcd  Ter-  uedi  a tempo . 

chetienuerfomeleman  fi  Prette  Contea  tua  ufantja  i I pei^morcfial  per  confa  .Lat.caufa.Tn.Teramoritun 
mieifofihriame'PerchenontoltiyQuandochefiaiTercbe  che’n  mezodiduefiumiMicbiufi.Ter  fuo  amorm'er'to 
no'l  grane  gugof  ì^che  di , tir  notte  gb  occhi  miei  fon  mego  a faticofiimprefa.Boc.Ter  amore  dtnba  madre, 

nuUit  Et  diceame,Tertbe  fuggendo  noi  iTercbefparger  <p-ème. 

al  del  fi  f^fii  preghi  { Per  Dio . precantii . Lat.  quafo,  & deoi  quafi,  ut,  per 

Et  quando  i particella  confile , & nominalmente  polla . T s r.Ter  Dm  queflo  la  mente  Talhor  ui  aaua.  Ma  tigli 

Boc.Et  hauendo udito  il perchej.la  ugtone.Lat.curjicl  i amor  Ter  Dm  che  cofaAsr  qualei  J.ui  r amente.  B o c,^ 

uufam.ll  Tercbe  fi  potrebbe  permolte  raghni  émofira  Io  ui  prego  Ter  Dio,cbe  noi  mi  perdomate.Etgbfece  da. 

, re. Il  Tercbe  comprendere  fi  può  alla  fiua  poren^  egere  redo  mangiare  Ter  Dmà.per  amore  è Da.  , 

ojgiM  c«/4  figgetta.  Lat.  quare  uri  quamobrem  .'Domanda  Per  ailietro , naie  già  per  lo  pagato.  Lat.  obmfibquando, 
uda  UidelTerfbt.Sat^aUuna  cofa  dire  dcLpetcbti,  pncttrifit  temporibus, nuper.Bo  Q,  famore  che  io  bd 
'4.  , KJC  m| 


PARTI 

Ttr  adietro  gelato . Si  come  VO’odktro  era  flato  fatto , 
Qmiui  nobili  lìobttan  Ver  adietro  pieni  éfaimgUeJe  da 
capo  mi  [offe  dato  da  jpendere  <pumo  Ter  adutro  ho  già 
flnrJo.Che  Ter  adietro  non  pare,  che  habbiate  fitto. 

Per  Ter  lo  mnan'^al  nello  auenire.  ho  c.Fi 

gimolmio  bene  bai  fatto, ir  coft  fi  hhoI  fare  Ter  mnanV' 
Cominciò  Ter  lo  innanzi  admenire  fatuo . 

Pecpocu,  Lat.quafi.  aedi  o 1 741. 

Per  aurntura.  noi  forfe.Lat  f>rte,forfitam, forte, fortuna, 
cafu.  Boc.  (come  Ter  auentura  pm  ft{feficHro)..A  qua 
b Ter  auentura  per  lo  fenno,o  per  la  loro  buona  uentura 
non  btfognaua.  Sola  fe  n’andò  ucrfo  la  cafa  della  donna,ir 
Terauemuratrouatalaporta apertaentrò  dentro.  Acr 
ciochemi  non  cade  fimo  in  quel, diche  noi  Ter  auentura 
per  alcuna  maniera  uolendo,  potremmo  feampare, 

Pt  r conlèguente.  tat.  confcqnenter,  & per  confequemia, 
&per  cottfequem.  B o cXa'Hiuetta  gli  cominciò  a rin~ 
trefcere,&  Terconfequente  a mancare  uerfo  éUi  [amo 
re.Cbe  tutte  le  cofe  fieno  nelle  mani  della  fortuna,&Ttr 
tonfeguente  da  lei  £ uno  in  altro,  ir  £ altro  m uno  e fiere 
permutate.  .Accio  che  ciafeun proni  il  pefodella  folUcun 
dine  colpiaccre  della  maggioràza.ir  Ter  conjiguente  da 
una  parte, ir  daU' altra  tuttiMipare  che't  uojiro  paflore 
et  Ter  cÓfeguente  tutti  gli  altri  fi  procacciano  di  nduccre 
a nulla  la  enfiiana  religione. 

Per  lOjCir  non  mai  per  il  fi  troua  appo  tutti  i nofiri  Tneti,  an 
tbora  ebeuna  uoitafi  troni  ufato  dal  Boc.douedtce. 
Ter  il  difetto  de  gliopportunt  feruigi.it  quiui  dtretejfere 
errore  di  ftampa,  et  queflo  per  bora  tibafli  quanto  a 
queflapartuella  TVr. 

I po6  Pur^  Turefarticella  aduerbiale,&  ha  diuerfi fgniflcati. 
Lat.  tamennihtiommuedkrmnodo,iaju  quo.h  o c.lt  che 
quefto  a fuoi  ntuna  confolatme  fia  Ture  a me,  nelle  cui 
braccu  egli  è morto  fard  in  piatereJ.nonémeno.Benfo 
pero,cbe  Tureaquella  bauendo  riguardo,  con  imnoredtli 
geuttafie  lamia  udtta.Ttr.  Et  fepur tarmatalbora 
dtderfi.Dentro  Tur  focotirfuor  dt  canéda  neue.Cb'alJ'ai 
patio  non  hagffoT^a  penftr  com'io  corro  a la  morte. 
Cercandi,ir  notteTur,  che  glie  n'appaghi. 

Etinuece  di  jòlamente.lM.iolumtnodo  tantum.uedia 
tJo6. 

Et  per  finalmente , 0 al  fine.  lait.  attamen , demum,fid. 
Eoe.  Quantunque  la  materia  della  mia  feguente  nouei- 
la  fia  in  parte  men  che  bone fla,  ne  la  Ture  dirò,  utdia 

i6if. 

Et  perancbora.T  > r.Cbe'ncontroal  folVur  fi  difende. 
Trtmauera  per  me  T’ur  non  i mai . ne  Tur  de  fuoi  piedi 
erma.Zoc.'hiiunaioftèalmondOfChetantoledijpiac., 
eia  peonie  fai  tu  ;&  Ture  tu  li  uai  riprouando , Et  dine  tu 
Turemfulatua  oHinationefleffi  duro. 

Etper certamenteaieramente,fingadubbio.nedia  i6qj. 
Et  in  ucce  di  non  cheto  aeancbe.lat.nedum.B  o c.le  hia 
de  anchora  abbandonate  erano  fcnzflefiere  non  che  rat- 
tolte  ;ma  Ture.fegate.ijion  che.  Lat.  nequidem.  Por.  Et 
a noi  armata  non  moflrar  Tur  [ arto  Jjie  anche  uolle  mo- 
ftrare li-modo  ebebauenada  ferire,neftuiiiadiueier- 
ni  ferire. 

Et  m uree  di  cafu  quo.  B oc.  Ma  fe  Ture  tuemffetcbe  Jd 
dio  la  uoflra  ben  diffoUa  anima  àtuanaffe  a fe£t  fe  Tu- 
re fi  cifefia  i lini  peccati pmo.Et  morido  fenzA  tifefiume 
fardgntatoa  fafii,0-  l’e^Turfitot^ffai  fintpetutli^ 


CELLE 

fono  tali, che  il  fimigliSte  ne  auerrLi.cafu  eptofi  anchora. 

Et  m ueu  di  dummodo.  P i r.Ma  Tur  ch'altri  ut  chianti. 

Et  in  uecedtqutdcm.  V>a».Et  uuii  un , che  miraua  Tur 
luedMerfodiHie. 

Et  inoltri  uarq  figniflcati.  Vtz.  .Ambo  men  duci  Tur 
ch'io  me  ne  rimembri  i.quandofi  nero  ogni  uolta.LatJuo~ 
do.  Boc.  Tur  come  buom  fa  de  [borritili  cofe  J.  fi  come. 

"hlsfa  non  Tur  in  una  fola  parte,i,mmolte  parti , 

Pur  nondimeno.  Lat. iameH,mbilomumi,ji  come apprejfo 
Cicerone  nella  pillola  feruta  aUtgido  figulonel  quarto 
Ubro. Boc.  Tur nondtmeno  tuitauu Jòfpeuaua . ueà  a 
T'ipndimenoa  tSfib. 

Puruiapialpiuobra.  Lat.ulterius.nedi  a 1498. 

Qualunqpe.Zitr.f  ual  ciafcunoAon  una  certa  em  ] 907 

pbafi  figmjicante  copi , 0 molto  grande,  0 molto  infima,  fi, 
come  fi  direbbe Jia  come  fi  uogbaAJ  fi  da  alla  qualità  dii  • 
le  cofe  deltequab  fi  ragiona , ne  da  jé  fòla  frigge  come  la 
chiunque,  ér  però  gli  conuiene  bauere  fecola  uoce  diche 
fifa  il  ragionamento . 0-  troua  fi  nelnumero  fing.  & più.. 

P a r.  .A  Q.^alunque  animai  alberga  m terra. Togliendo 
anzi  per  lei  jtmpre  trar  guai  Che  cantar  per  Qualunque, 
Boc.  Inuitato  ad  uno  niuido  ,oa  Qualunque  rea  cofa , 

T ra  amici,&parenii,et  Qualùque  altra  perfona.ln  Quit, 
lunqucfepoltura  feoperta  irouauano,piu  lofio  il  meiuua 
no.Io  conofeo  muna  altra  cofa,  altro  1 m buona  dir  fi  potef 
fi  di  QuaUmqiiefiadicoHoro. &fcompagnata.Da  mipe- 
trare  Qualunque  gratuc.C- nella  f 1 .^alunque  donne  fi 
fiauo.P  tz.Qualuuque  piuChumana  uifta  imgombra. 
Qualunque  herbajo  fior  colgo  Credo  che  nel  terre  no  Hag 
già  radice.  & con  la  Se  dopo.  B oc.S’iobauefJebauuio, 
pureunpenfieruzxo  dtfare  Qualunque  SeVunadele  co- 
fe abe  uoi  dite  i.pure  [una  di  quelle .(fr  nel fignijicato di- 
chiunque.  D A sEatle  col  remo  Qualunque  [adagia , 

Quandiinquc/td/r  quando  mai  A ogni  uolta  ibe.  Lat.quan 
docunque.  Dan.  Quandunque  [una  d'efle  tbiaui  falla 
nonidauftre.ucéazBp. 

Qiuntunquc.  Lat.  qnantuncunqueAamctfi.  ual  ben  che  fi 
quantOfO  quante  fi  fianc.  P i T.  topo  Quantunque  offefi 
amerei  uene.i,dopo  tutte  leoflfefe,&  pano  quante  fi  ucc-, 
gliano . T ra  Quantunque  leggiadre  donne  belle.  Chi 

uuol  ueder  Quantunque  ponaturaa.  quantoandectitnihi- 
le , Hs  trouarpoi,  Quantunque  gira  d mondoi,  quanto . . 
Dan.  Cignefl  con  la  coda  tante  uolte  Quantunque  gradi. 
UMolAhegfufìamolpa.i.quanti,Toimifarai,Qjjantuiiqiit 
Morrai  fletta. Che  Quantunque  la  tbiefagua rda  ; tutto  £ 
de  la  gente  che  per  L>io  dtmandaj.ogni  tofa.  B o c."Hat» 

. ral  ragione  i di  ciaf  cuna,  che  ci  nafte  la  fua  ulta  Qiuinttitt 
que  può  aiutare,  Crconflruare,t^  difendere. i.ciuanto. 
Quantunque  appo  coloro.iajuamo,o  ben  cbt.  Cualtieri  ai 

Ìfnalpareua  pienamente  bauere  uedutoQjiaHtunqMe  de- 
ideraua  della  parienzn  della  fua  donmUJutto  quello  che,. 
Quantunque  egli  fi  fin.i.fia  cbefiuo^.Lat.  quantufiua-, 
que,&  idi  maggiore  ftgui ficaio  à quanto,  efl  in  ucce  di 
anchora  che.  Qganiuuque  ciò  ibaragionu  Tampinea  fin 
ottimamente  dei  IO , non  ipcrciìcofida  torretea' farlo . 
Quamnqut  dà  per, 'ina  degan'Mfede  udita  [bauefie.  tot. 
quanquàm.Quamunque  uobe  gralufifiime  dimneà.qua» 
te  Malte  mat.  noni  da  ufare. 

C^M.iAt. db  fiale  queUi,quegU,&  OMei.&  i del  uerfo,  càci  ipo® 
lapmfa.Pt  j.Toltam'ipoiéQuebiondi capeiii  Lofi» 

U dalie  Milla , cr  Qjit  detti  fiam  Jdi  ferine  eutr'ua 

diamantn 


I 


/-r- 


PARTICELLE 


a<i 


ipoy 


dkmante  in  mexp'l  ctrt.  Que  pochi.  Qjit  duo.  Qju  pruni 
dno.SìjiebtgUoccbi.  Boc.La piu  bella femma che  fine- 
defiem  que  cempi  al  motido.Qjte  mercatanti,  iìkt  dana- 
ri,Taiim,Campi,l{aiiiiioli,Barom. 

Qucgli)i^«ftó,J^f,^  QnrLlat.iUi.marnltimoè  fola- 
mente  dei  nerfo,Cr  naie  coloro  fi  qntUi,&  fono  del  pruno 
cafo  del  numero  del  meno  .Slue  Ito,  ^ colui  di  tutti  i cafi 
del  nujc.  Sljiella,(Sr  colei  della  fem.  & quando  dopo  ut  fe- 
guita  U notale  fi  la  l accompagnata  da  un  altra  confunan 
te  jimpre  fi  ferine  Qjf  g'i,e!r  non  Sluelli,  come  ilPtr.  In 
Siigli  e fiUfiinanto  luide  amarmi.  Tanto  ch'io  fui  peref 
fer di  Quegli  uno . Che  prò  i fe  con  Siagli ocJn  ella  ne 
sfacci  Volga  Slueglt  occhi  piu  churi  c^’l  fole.  E'uterrom 
pendo  Sljiegli  jpirti  acce  fi  .&  il  B oc.  Slueglt  amori , 
Sluegli  octln,S^egli  fpirttJlHegliJludif , 

QiiegIi.l4/.i//« . nate  colui, & quello, gli  funi  obliqui  fono  di 
quello  fi  quello,con  quello  .hoc.  Da  una  parte  mi  trabe 
t amore dlquale  io  t'ho  fempre  piu  portato  che  alcun  pa- 
dre portape  a figliuola  fiT  dall'altra  mi  trabe  giuflijjiiao 
pegno  prejo  per  la  tua  gran  follia  ; Slueglt  uuole  che  io  ti 
ferdom , & Sìjieflt  uuole  che  io  conera  mia  natura  in  te 
merudehf  ta.Dico  che  a ciafeuno  per  un  giorno  fi  atenbut- 
fca,&ilpeJò,&Chonore,(^  chi  il  primo  di  noi  ejferedcb 
ha  della  eletuone  di  noi  tulli  fia  di  quelli  che  fègutraimo  , 
comethoradel  ueffiro  t'amemerà  Sluegli, o quella  fia  che 
a colui  ,0  a colei piacerà  che  quel  giorno  baurà  hauuta  la 
fignona . il  mae/lro,ficome  Quegli  che  lutto  Iremaua  é 
paura  fion  fapeua  thefarfi.  V.Àoaie,  fi  come  Q^h  ihe 
con  chino  mentehaiieua  a fare . 

Quei.  Lat  illi  fiale  quelli,&  fi  dà  alle  cofi:  & quando  uifè- 
gue  la  che, Male  quanto  toloro.P  s rJii  Sìgei  jàjpir;on£io 
nodriua  il  core.  Che  a Sìjiei  preghi  il  imo  lume  era  Mari- 
to. Locar  compiutamente  ogni  mrtuie  In  Sljiei  bei  lumi  • 
Da  quei  foaui  jpirti . Che  prefio  a Slyi  d'amor  leggiadri 
nidL&  Quei  lami  cofiumj&  Slua  dolci  lunù-A  coglier 
fiori  in  Slmi  prati  i imerno.  Sluei  duo.  B o c.  Sluamun- 
quedi  Sluei  é fe  ne  butmafie . Slgeigeutilhuomini. 

Et  in  uece  di  coloro , P s t.  Co»  tutti  Quei  chefiiera»  neOi 
Dei, Et  io  pmundiSlueicbe’l  pianger  poua.  Inuidiaa 
Qjiticbe  fon  fu  faitrariua  .&  falSlgeicbene  more. 
Eranut  Slim  ch'amar  fi  leue  afferra.Et  Qitet  che  fur  conm 
quifi  con  piu  guerra,luieran  Quei  che  fur  detti  febei, 
ktnclfin.P  ST.  Et  Qjiei  che  delfuo  pingue  non  fuaua- 
roj.ChriJlo. 

Q^VUtallefilladllud.  P e t.  Che  tóndi  me  Sluei  dentro , 
iSriola  fiorila . Metto  tutto  Situi  é tra  nino,  tir  morto , 
SluoMo  cangiata  oime  da  Slgel  di  prima.  Mi  dateSlgel , 
Dnf JO  mai  non  firn  fatto.  Sluei  mal  fine.  Sluei  nuuol  d'oro. 
Sljul  dolce Lauro.Sl!ul  ardente  defio.  Sitai  uecebiofian- 
eoJljal Viaggio,  foco,  Gumo, Core, Crudel . ho  c.a 
SltiriTovto, 

Quel  che , naie  colui  ilquale , P i t.  Sitai  che’n  Thefiaglia 
bebbe  le  man  fi  pronte,  Sljal  ch'infinità  prouidemia , dr 
arte,  Tercbe  S^el  che  mi  trofie  ad  mar  primaXb'i  nidi 
Sluei  che  penfier  non  pareggia , Conofeete  inaltrui  Sluei 
che  noi  fate.  Et  non  pur  Sluei  che  t’apre  a noi  di  fare, 
Slueichepiudefiiauamuoim’itello.Etùbench'ioHÒdit 
tro aSluclcbe  m'arde  .Eidno  mi trasformaro  m Sljul 
ch’ifono. 

Q^cltititofiolfòlameme.  LatJdtantnm.V  ti.  Sluei  tan 
Mamenonpiudetmner  gjona,  :-  . 


Tutto  qucifUalognicofa.  Latxmne'td.  P s T.  £t  Tmto 
Sluei  ch'uno  rouina  inuolue . 

Quella . Lat.  ilio,  uale  colei  .&fidà  aperfimofi  a copi  non  | j j o 
mollo  lontanati  quando  i accompagnata  fi  dà  alla  noce 
fem.  & fola  poi  fignifica  quella  cofa . & fempre  in  uece  di 
M.  Laura  la  pofe  ilTtr,  T^el  bel  uifo  dt  QjteUa  che  uba 
mont  .& Sljuella  ùicuiCeude'H.ofira fi mira.'hls Sluei 
la  prego  che  però  mi  fiioglia.  Elione  prego  amor  ,&  Sitai 
lapirda  fChemilafiiòde  fuoi  color  aqnnto , Ter  Sliielia  , 
clf  alcun  tempo  mofSem  nano  Ifiuoi  foAtr  .Simila  Situila 
che  nel  cui  eterna.  Mone.  Et  Sljulla  che  guardando  ti  cor 
mi  firugge.eJr  riconobbi  in  terra  Sljulla  che  se'lgiuàtcus 
mio  non  erra,  E ra  piu  degna.  Slfella  leggiadra, & glono- 
pi  donna  : Cb'iboggi. 

Etiuuecedi morte. P t T. Lafiobensòche  dolorofepre-  ' 
dt  Di  noi  fa  Sljulla  ch'anuU'huomperJona.  Ver  far  uoi_ 
certo  cbeglieJlrtmimorfiDiquellacb'ioeotttutto'l  moa, 
doafpetto. 

Et  col  fufUn  uece  deltadó.  P i t.  Toh  man  in  Situila  utm 
nerabil  cbioma.Et  Sljtella  dolce  le^iadretta  feor^a  fiotto 
in  Sljietia  parteJluetla  mia  nemica.Sijulla  inef^ile  dol 
tr^.QuelSaltraà2jiellaFronde,Fera,Ingiuria,Spadam 
Stagione,Sulute,Speme,Etade,  'Flrbbia, 

Etmueceélaquale.P  BT.Vrouanl'altrauirtàSliulU 
ch'incende.  -j 

la  que\i»,uale  in  quello  ifiante,  Lat.  illico.  Bo  e.  Se  non. 
che  frate  Rinaldo  no  firn  comporre  d uenne  In  Sljulla.  et . 
nel  V H.  In  quella  Fiorio  s'apprefiò  atei.  In  quella  ihei, 
reali  fopradelti  ragionamhi  fi  faceano  dude  itgioìmo  luo, 
goailafoprauegrutttenotte.ueéaiói. 

QQeWejiujlUeO'pdàallecofi.PkT,  L'opra  fu  ben  di  Sljut 
lecbenelcóloSiponnoimaginar.Matardenon  fur  mai 
grauediumelnQjuUefptncbe.FraSliielleuagbenou* 
fórme  bonefìe.  Fra  Sljielle  uogli  giouanib  uctfe.oi  Situi . 
le  carejulle  membra  bonefìe.  Slmile  pietofe  rime.  Qjielle. 
tbiome  blende.  Sljielle  Libra  ropue.  Sljulle  pótofl  brac- 
cia. In  Quelle  cafieortethu.  Sljulle  SljiadrcUa , cSnato- 
de,Varti,BelUxge,'Qotti . 

Et  in  uece  di  coiioro  parlando  di  donne,ma  di  rada  fi  tro- 
na.Bo  c.llcbe  in  Sljulle  che  neguarirono,forfefu  di  mi 
nere  honeflà  nel  tempo  che  fuccedette  cagione . 

QjKlli,Quegli,Quei,ÌlrSliu.qnandononuifiguitaiioea-  jqtt 
le  fi  la  t accompagnata  da  altra  confònante  QueUi  fi  fcri- 
ne.  Medi  la  rtg^ a Qiugti.  irariffime notte  ujato.  Boc. 

Et  CliuUi  tanti  eranòhuomim,&-  femine  di  pocoe&  grif 
foingegno. 

Quello. titf.iiliu/.  Hate  quella  cofafifr  fi  trouain  cafo  rette, 

PtT.  ma'l  nofire  Studio  è Qjulio,Cbefa  per  fama  gli  bue . 
mini  immortab.  Tò  Qiullo  in  me  che  nel  gran  ueceb» 
mauro . Si  dirà  ben  Quello  , out  coflei  afptra  E cofa . Et 
Qjulloincb'iofperauaJàÌufiiiga.hoc.Credendoluaa  . -j 
godi  Qiutlo  che  fono  , dr  dcono  efSert  uagbiglt  huomini, 

Che  Quello  che  il  naturai  corfe  delle  coje  non  haiica  potu 
toaptuqmofirare , 

Et  in  uece  deWadietliuo.  Lat.  ille.V  st.&Boc.  Ferir 
me  di  faina  in  Quello  Slato,  Quello  Siefio,  Qj^tf  altre, 
Quell’incarcq,  Da  Quello,  Di  QiuUo,  Con  Quello,  utdi . 
alla  particella  Elio  a iRyo. 

QjAlìi.Lat  hac.fi  dà  aperfona,^  a cofa  uicinx,  & prima 
accompagnata  con ptjl.  in  infiniti  luighi fi  trona  Mfòto  dal 
Sij.&dalhoc.Q^ftaViUiTnbuUtione,Doaiia,. 


PARTICELLE 

3ffmt,SpeHfJperjon^j,t'ogìid,TemtiK(j,f'‘tlle,  TemUf  Et  afloluianunte  fnrM  jl  fefl.  p e t.  Qyrfl»  poferfilen» 
TJtnxfìfiura lutile, yltim^lilmra pulirà  rokuu^uu  hualfigiwrmh.QiielìifitrfjbTuati  jopra  CacijkcD'am 

ptetrt,GentildoiOM,  Queflj  fiolu  . bifio.  ( ptrkmlodejpecihi  ) C^ejti  far  con  influì  gfm. 

Et  in  uecedicoltei.P  ET.  QneflmbecclmirsrghMÌmi  gamiimtt. 

fura . Si  bella,  come  Qnefl’t  iberni  fpogUa  . Qjicfla  fola  Quvtìo.Lat.bicJ»  utee  di  adie.& fi  JJ  alle  cefc , eir  quindi 
dal  uolgo  m' allontana . cxsefla  per  mille  firade  Sempre  i aciompagnato  fi  dà  al  maf.  & lòto  poi  fignifiia  quella  co 

Che  Quefla,&  medun  fernet  aflai  fifleme  Ter  fa.  p et.  che  trio  Cìntilo , & queWaUro  bemi^tro . Che 


belUjfimoamorQjiefia't  fuo  tempo 
Et  afiolutamciite  fitrga  il  nome.  P e t.  Qjiefla  fe  piu  de- 
nota che  non  fole.  ( iiitendrndogfme)cbe  Qvefia  fofle 
giufla  cagione  a uoflrifJcgm . 

Et  in  ucce  dt  nome.  Boc.yi prometto  li  Cìuefla  mi  per- 
donate di  mai  piu  non  peccare.i.quefla  uolta . 

191%  Quefle.LatJjjt. ual cofloro.  P e t. L'altra Tenclope;  Q^ue- 
ftegli  flrah  Et  la  Tharetra , & Carco  hauean  ^et^to 
jl  quelproteruo.  Con  Quefle,ér  con  alquante  anime  cam 
re.Cbe  fla  de  C altre  fi  Ciaefl'arfe,& aijii  Et  fra  Quefle 
una  uergtne  latina. 

Et  afiolutamente  Con  Q_uefieali;ato  ungo  a dir  hor  afe. 
Et  col  nome  fojl.  dr  adie.  Q_uefle  uoflre  diue.Cluefle  yo 
ci  meftbine , Danno  fe  Some,  yane  firerange , Set  mfitont , 
Due  fonti,  Horribil  onde.Quefle  dolci  fallali  cuncie,Que 
fle  membra , Chiome,  Impreffton  ,yalli,  Cofe,  Tempie , 
'?iagge,Fomi. 

Q^c{ii,iuocedelprimo  cafo.ct  Coftui,ct anche Cotefluian 
tkamenteuftto.Cìyflo  Coteflo.  Ciò,& anche  Efio di  tut 
tiicafidel meno  dei inalchio.  Cìuefta  Coflei,  Cofln,Efla, 


Qyeflo  iprimlegw  de  gli  amili.  Ciac  fio  mio  bi  n.mio  cor, 
mionido.ln  Quefio  tieiolcgno.ln  Ciuefiopciifier.  Q»f- 
fto  Stato, Rimedio, ColpOy.AmorJ'erren.  E oc.  Da  Muem 
fio  argomento  mi  mofu.Et  afiolutamfte.P  e t.  Tei  torna 
il  primo,&  Queflo  da  la  uolia.Tiacciati  homai  di  Qjtf^o 
hauer  merceac(parlando  del  core .)  Et  di  Qgt/?o  in  quel 
dimincordaua(imendendo  dell'effetto.  ) 

Etm  uree  di  tal  iofa,o  di  qurfla  cefi  . Lai.  hoc.  Pet.& 
Qwf  Ho  Ibi  m'aita.  Sechi  m'impofc  Queflo  non  m'mgaum 
nò  Se  da  le  proprie  mani  CìueHon’auien,  hor  ibi  fii  che 
nefeampi.  Et iCìuefloielfemeVerpm dolor, del  pnpU 
Ihrga  legge.  Ver  Dio  Q»ff}o  la  mente  non  ui  mona  C^'c 
fioprou'io  fra  (onde.  Quello  ch'ia  noi;  t'olia  fel  uede,£3- 
tace  ÌB  oc.  Sia  cerlodi  Queflo.  Ver  Cìurflo  non  rimi, 
ga . Et  certo  in  Cìueflo  pofi  ogni  mia  uirtu  di  non  nolere  a- 
n,&  a me . uedi  alla  particella  Etto  4 1 870. 

In  quello  mezo . naie m tanto . Lat.  interim , in  crea.' 
Boc.Ti  cónerrebbe  In  Queflo  m«j)  dire  certe  oratiam,' 
Coee(ho,Coteflui,&  Coteflero.  uedia  1 860. 

ERajC"  • Eflefm  ucce  di  quefla,^  queflcMeé  a 1 870. 


^anchoSta  fino  uocideCfieu  firmiti  al  fem.  ér  Quelli  Siluo.Ottjufi.  ualeeccetto,o  fenon  uedu  1 184. 
Cotefii.'Cofior»t&Eflidelpln.e!rmafc.  Quefle  Coiefle,  Se  pronomefiuero  fecondo  che  uoglionoaUum  adornamento 


eJr  fem.  a tutti  i cafi  firmono . Cotefio,CotefiMÌ,  & Cote- 
fte,fitdannoaIle cofe.ueéalluogol*ro.&nelLat.p  rifol- 
neno  quelli  dn  iftedfladflud^uefii.&di  hicjuic,  hoc. 

Quelli  nel  numero  dolmen  ; tr  nel  pruno  c^o  ual  cofluijn 
ucce  di  nome  proprio,e^  fià  da  fi  folo/ie  uuole  dopo  fe  re- 
Utiuo.  Lat.  hic,^  i del  uerfo  della  profa.  P e t.  Quejii  in 
aecchie^a U {campò  da  morte,  Quefii  hatiea poco  andar 
aiefier  mortosi  dirà  ben  quello  fine  Q_uefii  ajfira  E'io- 
fa  it fiancar  Uthene , ,Arpmo . <ìuefii  m'ha  fatto  men 
amare  Dio  Cb’i  non  dionea,  Difie,u  Seleuco  fon,  & Qne- 
fk  i ,/ineitco  mio  figlio , osante  uolte  difi' 10  Q_uefli  non 
ama,jlirti  arde,  a fiat  f iflenne  Ver  belliffimo  amor  Qitr« 
, fli  al  fuo  tempo.Dirà  Queftiardet&  del  fuo  flato  è incer- 

to. B oc.  Ri  ffofe;  Quefli  che  auonucanalcai  unogio- 
uanetto  nefiro  parente.  DaWuna  parte  mi  trahe  l'amore, 
dall’altra  il  giufiiffimofdegno.C^uegti  uuole  ch'io  ti  per 
dom,& Quefli  uuole  che  tu  le  mcrudchfca . Et  tuiioloro 
fiudio  pongono  inffauentar  le  menti  degli  fcioechi , acciò 
che  forti  Qnefli  ilpane,cotm  mandi  il  uno/pulC altro  fac 
eia  la  pietanza  per  (anima  de  morti.  Lat.bic,&  ille . .Ani 
fondo  che  Cìuefli  accorto  fe  ne  fofle . 

191J  Queflinelplu.erferueintuuiieafi.Lat.  h.V et. Mi ceUm 
Ogelii  tuo^  alpeftri,^  feri.  Qsefli  fon  que  begli  occhi . 
Son con  Quefii penperjn  Qyfltpamu.Iu  Quefh bofehi 
QSelli  dolci  amici.  Boc.  Stando  in  Quefh  termini  uno 
Bra  città.Ma  damare  aiutato.Qjieflh&glialtripanrofi. 
penfieri  uscendo,  & in  molti  luoghi 


di  parlare,&  non  pronome;  è conginuthne  conditiona  • 

le  in  ucce  della  Si.Lal.?  et.  se  a lui  foffe.  Et  fi  qui  la  me 
mena  non  m'aita.Se  coftei  mi  ffeira.  Se  l honorata  fronde. 
Et  Se  pur  l’arma  talbor  a doler  fi  ,Boc.Se  egb,Se  ui,Se 
iofiri  prrghi,Se  flati  fofjero  .&  qua  firn  infiniti  luoghi , 
fise  troua  con  la  particella  Tfe accopagnata  aniiora 
che  uicino  al  nerbo  fi  troni,  fintri  nella  E.  Pe  t. .Aprir  ni- 
di uno  fftco,&  portarfène  fece. la  fonte  c‘l  loco , onde  aiu 
thoriigUafento.  &nel  firn  poi.  De  qua  duo  ta  romoroL 
mondo  fafie,ma  queflo  però  nelle  rime.  Et  actompagnau. 
conlecLaujiiie  affermanti  giuramento . Se  m'aiuii  Dio. 
Et  nel  pluran  ucce  del  pronome.  B o C.  Rifpofero  ghgio- 
uani  lietamente  Se  eflcre  apparecchiati . (onfrffiuono  Se 
eflere  flati  coloro  che  .Che  fi  come  le  lofi  temporali  finn 
tranfinorie.dr  mortali, cofi  in  Se,dr  fuor  di  Se  effere  piene 
diuoia.&nel  fia.Trouaudofipoucrhdr  mendico  di SCAÌf 
non  é lei  fi  ha  a rinuricare.  In  grande,!^  honoremle  fin 
to  appreflo  M Se  lo  tenne. al  cui  Vampoiea  uà  ialtra  ma- 
niera che  Se  fimilmcnte  tutti  i fuoipenfien  bèUtfledaSe- 
fcacciati lieta rtffofe . P E T.  Chanuo Semidio ,t^lafo- 
nerchia  uita.Fauno  noiajouente,  Cr  a Sf  danno.!  a lore,o, 
ad  efiL  Et  poi  che'l  fren  per  forila  a fe  récoghe.Et  é tbia 
marmi  a Se  non  le  ricorda.  Tregge  a Se  il  ferro,  ^ fura. 
Et  alcuna  uoUai  particella  non  conMionalt,ma  ^precam 
tona;  come  quando  diciamo,  dunmfil  nero  Se  Dio  ti  aiuti, 
quafi  dica  u prego  Dui  che  ttamti.  Se  turni  dui  nero: 
Dan.  Dimmi  Se  mai  tu  ritor^. 


Et  in  ucce  di  cofloro.  Boc.  Et  tome  (Que  fli  cofi  uaria.  Sedaluerboefiere  ,&ualqnantofèi,cirBellaprofiilpiufi 
mente  opinanti  non  morifiero  tutti.  Marauighofii  Varrom  ufa  nel  finedcU'orattone.  Bob.  Che  dopo  lapeiuttm»  or 

ne  della  inflantu  di  quefli  due.  V ET.ConQpefliduocet  nonfiapeccatore.cometuSeVoicbetufibuonocòporta-, 

coi  monti  diuerfi.  Vòoàon  uà  con  Quefh  tre  éfòpra.Que  tara  ue^eJletì,&-  maluagia  buomo  cbetkSe  . lioi  fumo  ' 

fiifon  Rocchi  della  lingua  mtflra.  ■.  moftoufaiiàfardacenaquam^umci.Se.Siitccoibetu. 

Si, 


PARTICELLE 


2^2 


ili 


Seypftucredi.T^coShalo  Selk  aueduto  di  do  ^ P e t. 
Talché  Se  giumoathonorMakerga.  Fojiì  fmarritOyC 
bar  Se  pm  i he  mai.  Et  come  già  Se  de  miei  rari  amici.  Tu 
Se  armato , Dokc  Seguinto,  & doue  Se  émfo  i 
I j I j Se  ttciì'Oplktapfcmct.b  o c.  Terche  delia  fkj  colpa  Se  ftef 
fa  rima  fa.  Terder  ceti  latta  quella  rict  he^ga  Se  flefio.  Fu 
da  Se  Jie/ìo  olirà  modo  dolerne.^  Se  fiepaduendo.  P E T. 
che  fai  Se  flePa,&  nuU'altra  fmiglia . 

Sene.  Lai.  fa  de  co  àtei  fe  hinc . quando  ui  fegue  il  uerbo  non 
ila  in  luogo  delia  fi,  come  idettodt  fopra  ,mafi  regge  da 
quel  nerbo  che  ni  frguita.  B oc.  Et  chi  Se  ne  potrebbe  te- 
nere ucggcndo  tutto  di  gli  huormnifare  le  fconcie  coji.'Có 
glifiioiamefi  fuor  fané  ufei,  Doue  fi  era  partito  Senetor 
nò.  Lat.fi  bilie.  Credo  che  pienamente  Se  ne  fia  detto. 

Et  quando  noni  legata  col  uerbo,  ma  chela  Sepiu  lofio 
fiàperfiiUpo.Utoudmoagh  altri  fimilmeme  facendo 
dalia  mala  uentura  Se  ne  f laiupa . 

Et  quando  tra  laSeà&  il  uerbo  Jià  la  Lo.He  copi  farebbe, 
che  mai  Se  lo  facejfe  mnouere . 

Sendn  uecc  (tifane,  ufeto  da  Vocìi.  P e t.  Cofi  nulla  Sen  per 
de.  Dan.  Cefi  firn  uarmo  lù  per  l'ombra  bruna . B o c. 
nelle  Ballate,  Che’ltempo  che  leggieri  Sen  uolaTultoin 
nagheggiarmi  fjiefa.Et  al  mio  amor  Sen  uàno  nel  còjfietta. 

Se  noiuLat.  mfijùal  eccetto.  PtrSe  non  che  forfè  ,Apoltofi 
difdegna.Se  non  s’alquanri , ("hanno  in  odio  il  fale.Se  non 
cbe'l  ueder  uoi  fiefio  u'i  tolto.  Se  nongliel  toifi  tempo fiom 
te,o  fiogti.Se  non  come  per  fama  huom  linnam..  ,T{pn 
ejcon  fuor  fe  non  uerfa  la  fera.  Et  Se  non  ch’ai  defir  crefie 
la  jfieme . Facool , perche  non  ho  Se  non  quefi'uua  yia  da 
celar.  Se  non  ftarfacomjìn'a  [bora  efirema  (Se  non  quan 
do.Senoncome.Senon  fida  cofiri.Boc.Hmi  curando 
alcuna  cofaSenondifa.TdmnaiUtracolàajpettauaSe  non 
[ efi  ere  prefa  dalT  una  di  toro.'Hiuna  altra  co  fa  riffiofr  "Ha 
than.  Se  non,  dunque  Iboh  meritato, 
ipi6  Se  non  re,&  Se  non  ne . Lat.  mft . uagbonolaSenon  ,mafi 
come  quella  una  Jòluoltaè  uf.ua  dal?  £T.^  quefla  una 
faluoltadal  B oc.cofinoileufaremononmai ,oéraro , 
fimo  alium  che  dbcono  che  fi  troua  Mque fio  fentimemo  la 
Se  non  fidaquale  fimpre  fi  ponecoluerboefiere,  comeSe 
non  fi  furono  itali,  ma  io  credo  eh' ella  fiaper  abbondan- 
•Mjcomefitroua  in  molti  luoghi,come  per  ornamento  pot 
ÌL.  P e t.  ^ qualunque  ammal  alberga  in  terra  Se  non 
fe' alquanti  c'hanno  m odio  ilfole.i.fuor  d'alquanti , àoi  fa 
non  fono  alcuni  Jien  che  la  particella  alquanti  é numero , 
et  alcuni  fila  di  fofian'ga . èr  naie  quanto  fe  non, come  che 
a piu  antichi  poeti  fi^e  piu  famigliare . B o c.  £ ' hnpofii- 
bUe  da  tal  nodo /legare  Se  non  fa  quando  a lui  piace. 

Se  fì.  B o c.Se  fi  racconterà.Io  nonsò  Se  egli  mi  fi  uerrà  fot 
iodi  forni  uedere. 

Se  non  ne.lat.praterquam,ffnifi.fcguendouiinomifiuli 
inogm  cafa,è~ fempre ricerca, eruuole il cafa papato, 0 
cbe'l  ui  bijogna  intendere  .fi  come  ilBoc.  Che  habbiam 
moia  fare  altro  Se  non  ne  metterfila  nella  fcarfella,0‘aH 
dare.  Tuttauia  quel  che  egli  fi  habbia  a me  detto , io  non 
~ ' uogho  che  uoi  ui  rechiate  Se  non  ne  come  da  buomo  ebbro. 

Il  Re  inoltro  non  uoUe  prendere  cagione  di  douerlamette 
re  in  parole,Se  non  ne  delle  pie  galline . 

Se  non  ne  che , che  latinamente  fi  rifolue  in  praterquam 
quod  ,&famprefiufaficondoilfuo  uerbo , fi  come  appo 
Thnio  Onmia  nobis  ex  unto  fuccefierSt  prati  rfuam  quod 
in  itinere  defuuQam  matrtm  audmmusjir  'ome  ilBoc, 


che  piu  fi  può  dire  Se  non  ne  che  tanta . & tale  fu  la  cru- 
deltà dei  cteb. 

Se  n 0 n fi  femp  re  fi  pone  col  uerbo  e/fere,  uedi  a Se  non  fa. 

Seco.Lat.facum.  nate  con  luijrafe,o  tra  loro, ma  di  raro, 
hoc.  Et  quafi  in  cerchio  a federpofiefi,  dopopiufafairi , 

Ufciaio  Stare  d dire  de  pater  nofin,Seco  della  qualità  del 
tempo, & uarie  cofa  cominciarono  a ragionarej.tra  loro. 

Seco  flefio  difie  di  uoleree/Sere  piu  che  mai  amico  del  Zep 
pa.ljra  fa.  P e T.  Del  cor,c'ba  Seco  le  fauiUe , ^ PefeaJ, 
con  luij&  filar  Seco  non  uolfa.  Elportarjene  Seco  La  fona 
teee'lloco.Si  che  filar  Seco  alfiiae  del fin  corfa . tir  in  ucce 
di  con  lei.Cofil  fafiio  che  Seco  non  s'accorda.  Madonna,  ^ 
foldSecofiragiona  .Secoparlaiulo , & a tempi  migliori 
Sempre  penfiando  .&  in  altri  luoglx  aliai.  Dan.  usò  Se- 
go in  luogo  di  Seco  doue  difiie  ,St  faconnot,  come  l’huom 
fi  fa  Sego. 

Si,  in.'iece  di  nome.  B o c.  nella  Fi.BencbeH  Si  i&ilTls 
nel  capo  mi  uacillajfa. 

si.  Lat.  ita.aduerbio  affermatiuo.  aedi  a iiSi.Etcon  irri- 
fioue . B o c.  Difie  Buffalmacco  Et  perciò  fe  lugli  potefii 
rauiurefio  lòfar  la  ijferiemta  del  pane,&  del  formaggio, 
tir  uederemo  dibotto  ehi  l'ha  hauuto . Si  difie  Bruno  ben 
fatai  capane,  & col  formaggio  a quefii  gemilotti  che  ci 
ha  dattorno  che  fan  certo  eh' alcun  di  loro  l’ba  hauuto . ut 
dia  ii8i. 

Si  che  fu  ueceditaxto,& di  talmente  dale,o  di  nuniera.Ltt.  , ^ t g 
adeo  ut,  fic  ut,  ita  ut,  P ET.  Si  ch’ala  morte  munpunto 
farriua. Benebbi  nuoduro  fcempufia  fcritte allroue ; Sì 
cbermlleptmie'Hs  fihnpà  fiauche.Sicbelamgbittofa 
efea  del  fango . Si  che’l  foco  di  Ciane  in  parte  faenfe . Si 
flbe  di  mille  un  fot  m fi  ritroua.ian  tanto.  Breue  confortoa 
Si  lungo  martiri)  La  tanto.  Enron  materia  aSigfii^  difille 
gno.  B o c.  Ma  Si  eraauaro  chedifua  uolontd  non  tha- 
urehbemai  fatto.  Le  promefieà  adoperare  Si,  e!r  per  tal 
modo  che  pm  da  quel  cotale  non  gli  farebbe  djto  noia.'ìqi 
fapea  egli  Sieffo  qual  di  lor  due  Si  faffe  quella  che  piu 
pìacefie,Si  erano  di  tutu  le  cofe  una  finughante  alt  altra. 

Io  non  sò  ben  ridire  qual  fu  ilpiacere,cbe  Si  m’ha  mjiam» 
mata  ch'io  no  trono  di  ne  notte  luogo.  Innamorata  Si  cbe'l 
mio  cor  pere.'Npn  focena  altro  tutto  dì  che  battere  la  mo- 
.glie,Si  eh’ io  difi  inno  netta  méélui.manonSi  che  tutta 
la  golanon  bauefiieguaflo.uedia  17;$. 

Et  quando  fi  accompagna  co  nomi  abitini  fagmtandom 
la  die  ffigm fica  meaejiMamente  tanto  come  di  /òpra  è dee 
to.Boc.1  peccali  fmà  fono  tanti fi  borribtli  che  il  fò- 
nàghante  ne  auerrà . Erano  de  duo  mercatanti  gli  amnti 
Si  accefii  che  l'obligarono  Fune  altaltro , 

Et  fenga  la  cornf^eu'ga  della  che.  B o c.'Pon  fine  amor 
conefiiaa  gli  mici  guaiji’l  cor  di  uita  Si  mi  fera  ffoglia . 

S't,  quando  iati  principio  della  oraiume  fiiàella  in  uecedi 
TtrcA,Terò,Oucroà>Verlaqualcofa.'Boe:.Cheiefi)- 
no  f emina  come  le  altre  ho  uogUadi  quello  che  le  al- 

tre; Si  che, perche  tome  ne  procacci  non  è da  dirmene 
male. 

si  accompagnata  con  la  TerjrepUcata  con  due  claufule  diuer 
faautlequanto  loaJuerbiopartim,&tum&tum.  Lat.  ■ 

B o c.Macbeegtiiioleuaguardarclechiaiiidc  mag.rri» 
ni,Siperpoteremofirarela  ftamercatanna  ,fa  riduca 
gli  fafie,és-  Siacciochc  niuna cofa  gli poteffe  eflere  tocca . 
iis  fò  alcuna  cofa  del  momltl,per  cui  10  potendo  la  mifaccf 
fifft  io  non  la  facefili  perkoétfi  perche  u’am  quanto  fi  cò- 


s? 


PARTICELLE 


w 


mcne,&  Si  perche  le  KoltreperaUjl  popolo  di  quejla  ter- 
ra^lqualc,Siper  li  i"<flrome{liero,  lìquele  loropareim- 

dimt;  tir  cucco  et  jiorno  ne  dicono  mjlei&Si  per  la  uo 
i che  belino  é mbeni/i  lederanno  a rumore . 

£t  nel  principio  dell'or juone . Si  perche  mi  pere  noi  effere 
etterati  a dwioflrare  con  te  nouetle,  quanca  jta  la  forila  del 
le  belle  rilpofler^T  Si  anebora  percbe,couie  negb  huommi 
i gran  ferum  cercare. 

ip  1 8 Siafuande  i compolla  con  le  parlicetle  facca, falle, faciijdt- 
to,elr  fatiamcttce.  hoc.  Lequati  parole  per  Si  falca  ina- 
dkra  neWaHime  del  Reenirarotto  elee.  T rouojjì  bauere  ri 
te-,&  Si  falle  pieire  che  egli  era  il  doppio  piu  ricco.Recar 
tic  meco  delie  ftte  cofe  piu  care,&Si  falli  indicij  t he  ni  me 
defimo  conft  jSerai.  Era  con  Si  fallo  fpauenio  quejla  tréu 
laiionc entrata  ne  petti  degli  huomtni , Che.  Sii  adunque 
Re,&  Si  fattamente  ne  riggi , che  del  tuo  reggimento  à 
babbiamo  a lodare . 

si  femprcfi  accompagna  col ucrbo,&  non  mai  Se,&  atlbo- 
ra  non  i aduerbio , ma  paniceda  che  hì  legata  con  nerbi 
pafimi.  P E T.  Era't giorno  ch'ai  fol Sifioloraro,irai.Che 
foglia  uerde  non  Si  traui  in  LauroXal  che  natura  e'I  tuo- 
go  Si  nngratia  Se  non  che  forfè  .Apollo  S i àfdcgna.Si  tra 
uiato  e' t folle  mio  de  fio.  Sol  per  uenrr  al  lauro, onde  Sito, 
glie  .Acerbo  futto . & in  ntoltiPom  luogl» . B o c.  nedi 
all'Indice. 

Ex  con  diuerfi  uerlùperun  certo  ornamento  di  parlare^ 
quafipernece^iù.Bo  Q..'Hpn  curaua  dhauerea  funi 
firuigt  huomoapial  che  egli  Sifofìe  e gùuaite/iaUro.  Cre 
diamo  la  nollra  una  cS  piu  fòrti  catene  eflereh gaia  al  no 
flrocorpothequeUadegli  altriSi  fuc! IngannaHu  mai 
perfùna^omefanm  i mercatanti  { Cnt^e  ifie  Scr  Ciap- 
peÙeuo  Uefier  fi,ma  io  non  lòchi  egli  Sifufe  rio  che  una. 
£t  rtcordout  che  egli  non  Si  difdice  piu  a noi  honeflamente 
muere  che  Si  faccia  a gran  parte  delle  altre  lo  jiare  duho 
neflamente.  McH  cautamente  che  non  Si  conuenia . Lui  m 
rmerenza  bauendo  ne nojlribifogrù glifi  raccomandare- 
mo  ficurifitmi  iefiereudni^tà'  qm  Si  tacque . Che  queio  a 
toroSi  conuengaAS'neSidifdica. 

£J  fono  aUum  nerbi , a iquali  non  ui  fi  aggiunge  la  parti- 
jelÌaSiiome,&nuf.hi,&fimitteinfermauano,&mm 
Si lafermauami . yojira  eccellerrxanon  fdegni  amarmi, 
non  fi  fdegiii , auenga  che  nel  uerfò  in  tutto  quefio  non 
fi  oflerua . 

Sip»  ucce  di  cofi.a  i6^8.&  alla  particella  Si  come  4 i6j  8. 
Et  tu  ucce  di  coft,^  di  tanto.  P E t .Onde  Sibelladonnaai 
mondo  nacque.  Che  Si  allo  miraron  gli  occhi  miei , Mirar 
Si  bafio  con  la  meme  altera.  7'(e  mai  in  Si  dola , o tu  fatui 
tempre  Rifonar  fippi.  Ellapareua  Siturbalaiuuijla.tr 
in  altri  luoghi. 

si ^n  ucce  di  ianto.Lat.ficAdeo,  tum . uedi  a lyqq. 
ip  ip  So,  non  può  efiere  partuella  liparata  , ma  congiunta , come 
Signor  fi  in  ucce  di  dire  Signor  fuof  noce  popolare  fa  tho. 
fatta,  come  i ambo  MogUcmajir  MogUaaJn  uece  di  mo 
gUe  mia,tr  mogUe  tua.  D a k.  ^ ragagg^  affettato  dal 
Signor  fo. 

Sci,muecedi  quefU  ,fruefolameuteaquefletreuoei,  chi 
Sta  notte  Sta  mane,  ep~  Sta  fra . tr  alle  unite  Ifta  notte  , 
Jfla  mane, Ifla  fra.  Etlndlfiejieuc  Ifiajnuecedibenlìa 
ufuo  il  tutto  dal  Boccaccio . 

StcÌTo.  Lat.  met  naie  medefmt/oio.fcmpre fi  congiunge  col 
fronomejO'  quando  fi  troua  fir^apur  ui  i intende,  come 


il  Per.  mi  furo  De  Perror , ou'h  Slefìo  m'era  iauoltt 
Lat. ego  met.  Et  mi  fece  obliar  me  Slefò  a forza . Lat  me 
lacl.ìhe  quello  SteJìo,thor  per  me  fi  Iole. Lattile  mctJ'n 
tempo  fu  ihe  te  Silfio  il  fcoiiui.Lat.  Iitmet.  Et  fiate  ho- 
mai  di  Ufi  Strfio  pm  auaro.Lat.nos  mtt . Cofi  laudare,  (Jr 
nuerir  infigna  La  noce  Stefia.  lat.  ipft  met . Ch'altro  thè 
da  me  Stefio  fofie  miefaxjia  me  fòla  B o c.Ho  meco  Sief 
fo  propofio.  Tcrche  feto  Stefio  commciò  a dire.Tu  te  n'hai 
data  la  peniti  rrga  tu  Sieffa.EUe  rum  fanno  delle  fette  uolte 
le  fei  quello  che  fi  uogliono  loro  Stefie.  Hauendo  i fii  Siefii 
quandolanieTano.fi  Ugge anchora  Iflefio,  Ijlefia . 

Se  utflb,  Sf  fiefia.ucdi  aia  particella  Sr  4 ■ p i j Egli  fief 

fiai868. 

Sui.Lat.fuuiAdim.con  nomi  /b/l.cp’  adie.  P i r.Ter  far  una 
hggiadraSuauendetla  .ife  tacendo  potrà  di  Sua  man 
trarlo.  La  Sua  dolce ombra.Sua  mercede afolla.a  la  Sua 
amata  ^ofa.Siia  cara  amicaSua  'Halura£tdS'ita,  For. 
Za,Scorta,FiguTa,f'trtù,TemiontSorella,  Figlia,  Farni- 
gliaSctle^.B  oc.  La  Sua  ultima  bora  tffere  mnuta. 

.A  Baffauemeper  alcuna  Sua  hi  fogna  uh  gentilhuomo. 

Sae.Lat.fuifunduadtt  uece  dell' adtetttuo.P  e t.Cob  Suefaa  , j jo 
te  uelenofe.tlr  empie.Sueuoci  urne.  Sue  dolci  parole. De  te 
tenere  piante  Sue  par  tb'efa.Sue  Belle7^SieUe,ViJghe, 
BracciaSpalle,  Radici,  Tromefje,  Spefe,  Gregge,  Mata, 
Sohi,Loé,(ìuadrella.  B oc.  Setta  non  farà  chi  ta , elU 
potrà  hauere  deile  Sue. i. delle  bajlonat  Et  in  uece  di  Su  . 

Sìuefl . „kanié  tromba  manna  che  tutto  di  uiao  ta  gà, 
dr  III  Sue.LatÀeorfum,dr  pirfum . 

Suo,  pronome  fempre  nel  numero  delmea  nelle  profe&  nel 
numerodelpiuhafuoi,&fue.hoc.TraodSuo  frano, 
drualore,&  coni aiuto  del  Suo  fuoceroegh  conquiflòpoi 
la  Sorta . P e t.  Moftrò  nel  Suo  rmrabit  magifìero . Suo 
naturai  corf.  delSuo  cader  maligno . del  Suo  altero  lu- 
me , Suo  fattore.  Strale  ,Sttle , Spefo , Regno  , Sangue  , 
.Amante. 

Suo  net  numero  del  piu  ne  nerfù.per  fuoi,fue,  & fui anttea- 
meitte  detto  .PsT.Seio  ben  cb'a  uoter  chiuder  in  uerfi 
Suo  laudi  fora  fianco.  D nn.Cbe'nluttiiSuoprnfieTpii 
gt-.cf  t'atinfij.  .A  Dio fpuccnii,($-  a nemici  Sui . - 

Suo' in  uece  Jt  fini. P ET.  Di  ben  far  co  Suo' ef émpi  m'imta 
mora,  lederla  ir  fola  co i penfier  Suo'mfieme.Che  eoa 
Suo’ugfinnitutto’l  mondo  atterra . 

SuoLl4r  fui.  Pet.7/  fuon  deprimi  dolci  accenti  Suoi.dc  Suoi 
fempre  uerdi  rami.  Et  gli  atti  S noi  fòauemente  alteri . Chi 
dopo  lafcia  i Suoi  di  piu  ferem . Si  furongli  atti  Suoi  dolci , 

& fòaui.  Occhi  Suoi, Suoi  nodixueti  i colpi  Suoi, Suoi  figli , 
Raggi,Color,SojpinJìrraati, Mcfii  Suoi;Suoi  begli  occhi. 

Occhi  Suoi,  b O cJUceueua  i Suoi  Topolaui,  tT  megUo  le 
toro  donne.  Hpa  curauaétbauer  a Suoiferuigi  hucmrj. 

’TifintuogodiTaiioTali.uedi aTai  a 

Tli,inuecediTahficotali.B  o c.Tu  daiTaiuoltaperloUt 
to,cbe  tu  fai  dimenare  ciò  che  ci.ucdi  4 1 6 ; 6. 

TaI,T4lr,c^  Tali,  quando  ni  fi  aggiungeCanicelo  ual  quxm  ipi  i 
to  colui-,  come  il  Tale,&  gb  Tali,  cr  glialtnTabà.qutgli 
tati. &■  finga tarticotoualealiunoAlcuna,alcum.  P et, 

DiTal  che  nafeerà  dopo  mtlf  anni.  Ella  colpa  idiTal  che 
non  ha  cura.  Et  la  rete  Tal  tende  che  non  piglia  B oc  Et 
anebor  credo  che  farà  Tal  che  dirà.  Tali  furono  che  per  dia 
fato  di  bareàdeji  dcuni.Et  i piu  di  Tab  fruigi non  ufati. 
ideSiaUum,ofimiti. 

Itptrloadie  t$-uale  quanto  quefio,  qutfia,  f mde , o to- 
tale. 


PARTICELLE  s6^. 

uU.Ptr.  "Hel benigno gindiciomaTal fuma. (.fintile,  Teco non teeqiii.S'anehor Veto U trono mmiglior pam. 

Et  cbe'lumino  aTul  mia  mi  frrra.Tal  Gratta  J^'emura.,  ChenonpofiocangiarTeconiaggio.  Bo  c.Emiputceun 

Soma,7ipJo.  B O c.  Ma  in  nano  Tal  proponimento  pren-  poco  con  Teco  l'opra  quefta  cofa  ragionare . 

cleiie.i.qiteilo.£t  iiiTal gntfaamfando  fcampare.ijn  que  Ten,mneceJitene,njatoJapOcti.P  e T.Delpopolmfclite 
fta.Faitofi  adunqne  nemr  ferri  aTal  femigio.i.qnefio , o it  oriente  ytttona  Ten  promette.  D an.O  Tbofco  che  per 

a totale. Ter  Tal  accidente  fTal  amore. Tot  che  Jetnro  me  la  città  del  foto  Fino  Ten  nai , 

di  T all  ii^anm  Fece,  duo  Tali  amanti  Talhor  ti  nidi  Tali  Srn,;'n  nece  di  fine,  nedi  41915. 
ffiroiii  a ijiancbi.Cbe  pon  qui  fnejjierair^e  in  coje  Tali.Ho  To,iil  nece  di  togli, opigli  Lat.accipis.  B O c.  Dmqne  To  tu 
digrampctifierTalnnambbiaj.una  fi  fatta  nebbia.  rtcordair^  dal  Sere  {alcuni  ledono  toi.tìnn  nece  ditno. 

Et  alcuna  uolta  fa  comparationefi  fimtlitndim:,&  partu  Ma  tn perche  non  noi  dal  fignòr  Toi  .i.dal  fgnor  tno.Lat, 

gione,tonie  Tale,&  quale.  P E T.  Tal  già, quatto  mi  ilan  inni,  modo  di  parlare  da  ferntemapiu  nonjinfa. 

to.SforxormiTelfer  TaUJÌaole  a l’alta  fjierair^a  fi  confa,  Tu,& lo.  nonno  fempre  nel  primo  eafo,  come  alla  partietUa  ipi  j 
ce.EtmirandofainrbaTalet&tanta.Irreuerenteatan-  Io  è detto,  {j- quando  è pronome  fi  pone  pin  peromamen- 

taft  aTal  madre.Et  forfè  non  fnr  mai  tante  ne  Tali.'F{el  to  delparlart  che  per  necefiità,o  per  maggioreefprejshnt. 


?mal  prono  dolerle  tante,dr  Tali.  B o c.  Tanta,&Tale 
H la  crudeltà  del  cielo.i.fifi  di  modo,&  per  ftmtle,  0 cota- 
le.? tt.  Onde  Tal  frutto,  dl-finiite  tacer  gita  J.di  tal  colo 
‘ rec&ditalfàpore. Benché fiaTal;ch'ogiiiparlare  anan. 

Tal  fife  quella  fera  .Talmigoucmach'io  non  fon  gii 
me:^.ijimodo. 

Tal  cbc,nale  di  modo  che,o  di  tal  maniera.lataideo,itaquod. 
Hoc.  Che  io  mi  tengo  a poco  che  10  non  ti  dò  Tate  in  fu  la 
tefta  che  il  nafo  non  tifchiacti  nelle  calcagna.!  di  modo , 0 
pertalmoJo.uedta  I5<$;. 

T»lhor,ualealcuna  uolta, 0 alle uolte.Lataliquando.  Boc. 
Et  Talkora  a Ijudeft  fuoi . uedi  a 7 69. 

19:1  Tal  uolta.  Lat.  ahquando.ueàa  269. 

Tt^t^  Ti  pronome  panilo  come  la  Me,&  Mi,&  am,..e  la  Te 
con  la  Se^edt  al  fuo  luogo.&  fempre  la  prmu  perfona  del 
fmgularc  fimfee  in  Ti,&  la  fetida  del  plu.in  Te,come  per 
la  prima  tuamafiifcrtuefti.&perla  feconda^oi  amate, 
amajlefo]ie.&  eofi  noi  bauetejbabbtatej’tete,c  non  ha- 
uetijnbbiatifieti . non  peri  fempre  fi  muta  nella  I termi- 
nando dico  uicino  al  nerbo, 0 ne  le  rme,o  alerone  che  cada} 
percioche  da  lui  lontano  nella  E fempre  termina,&  altri- 
menti trouandofi  direi  efiert  errore  anebor  che  nel  P ET. 
fi  legga  Di  mie  tenere  fròdi  altro  lauoro  Credea  moHrar- 
te.  ma  altrouepoi . Tu  non  narrai moftrarti in[ciafcun  lo- 


SeTu  negli  che  10  faccia  quello  diche  "fu  m'hai  tanto  pn 
gato.Ser  CiappellettofcmeTu  fai)iofanperritrarmidA 
tutto  di  qut  Et  darotuparte  di  quello  thè  Tu  nfcoterai.Et 
per  moflrare  efficacia  nel  parlare  in  perfona  di  colui , di 
cui  fi  parla.  Hoc.  lobo  trouato  donna  da  moltopiucbe 
Tu  non  fè,^  meglio  mi ha  conoftiuio  theTu  lum  facefli , 
et  acciò  cbeTu  del  defiderio  de  gli  occhi  mieipofii  mailer 
certrgptanelTaltromondofiortare  che  non  mojlri,  che  Tu 
in  quefio prenda  delle  mie  parole ,gittatt  giù  piu  tofto.T<{el 
lo  ritenutofiun  poco  lo  comineiòa  guardare  in  uifi, a cui 
Calandrino  difie  che  guati  Tui&  tlello  difie  a lui , bai 
Tufenttta  quefla  notte  cofa  ninna  i Tu  non  mi  pari  defio. 
Turni  panTutto  cambiato.  P e t.  usò  Tu  molteuolte,ma 
ofieruà  fempre  é direTu  in  morte  di  M. Laura, ^ in  una 
usò  di  dire  uoi. 

Et  per  dare  maggior  forila  al  parlare  fi  troua  replicata . 
Et  sòcbeTufofUdefioTu  .CredtTu  di  faperepiu  dime 
Tu.  Deh  che  non  ceni  T uffie  Tutiuuoi  cenare . 

E con  interrogatione,  er  non  fedamente  nel  principio  della 
orathne.ma  anchor  nel  megp  nel  fine. Hoc.  Et  Tu 

creà  ch’egli  perdoni  a te  quefio  iTercbeuuoi  Tu  entrare 
in  quefla  faticai  0 fignot  imo  didce.o  che  finti  Tu  i 
Et  accompagnata  con  la  Ti.Hoc.Sietidicolui,a  cui  Tu 
ti  defli.ComeTuti  fi  ingegnato  di  àmoflrarmi . 


co.  & fempre  riceue  la  prepofithne/i  Te,  da  Te,  diTe,inTu,  in  uea  di  Tutto , acco^gnata  con  la  Tutto  in  uecedi  191^ 


TesperTe.&  fenga  la  prep.  Ou' amor  me , Te  fid  fortuna 
mena.  L’altabeltà  ch'ai  mondo  non  ha  pare  “b^ia  Te.  Me 
legò  innan^jtìr  Te  prima  difchlfe.  Te  foto  affietto  .Boc. 
Et  per  honordiTe,  t'increfca  dime  .Se  io  qui  non  fentiffi 
Te. Et  Te  folo  hauere  per  amadore.Tercioche  credendo  ef- 
fo  che  iofoffi  Te,&  qui  non  difie  che  io  foffi  Tu  .c  net  fen 
timentodelDatiuo.IomrdefimaTe’l  fenouenutoa  fignifi 
care.Cbe  chi  Te  la  fa,f agitela.  Ch’io  Te  loti  dire.  Tinnuc- 
cioioTefho  detto  cento  uolte . 

Te,in  ucce  di  togli, fi  come  fi  dice  Vi  in  ucce  di  uedi,  antica- 
mente ufati  .Boc.  Terche  "Peronella  difie  a Giannello 


Tutto  T utto  ufato  da  piu  antichi  thofcani.LatJoium  pa,> 
nitusaielprorfus.Hoc.nellebidiate  .Etcom'h  sò,cofi 
P anima  mia  Tu  tutta  gli  apro,&  etichi’ l cor  defia . altri 
leggono  Tutta  fenga  la  Tu.  Et  di  miei  occhi  Tu  tutto  toc 
ceji.tp-altrouefi  legge.fi  tutto  s’ acce fe.  & nelle  prò  fi J ut 
ani  cominciaronoTu  tutti  a riprendereTofanoft  a dare. 
laadpaaluLhorafiufamiruellauctedanoflrié  dtrepo 
poco . auenga  che  Tu  tutto  fui  piu  toflo  nome  che  altra  par 
ticella.tfineU’A  u.  Che  del  fuo  lume  Tu  tutto  s’accende, 
usò  quefio  fimilmente  Ciouan  Villani  doue  èffe . La  notte 
uegnente  la  Tu  fami  j.la  pdennità  di  tutti  i fanti . 


Te  quello  lume  buono  huomo,dr  guarda  fe'l  doglio  i net-  Tue, in  upee  dtTuusòTS  t ti.  doue  dice  pur  come fe  tue  Par 
toatuomodoJ.togli,opiglia.EtdifieTe ,fa  compiutamen  tifiianebor  lotempopercalendi, 
te  quello  chc’l  tuo,&  mio  fignore  t'ha  mpoflo . Et  ueden-  lntuiare,ual  farft  tu,o  entrare  in  te.  Da  k.  S'io  m’intut 

do  che  Calandrino  la  fua  hauea  fiputata , difie  afiettate , iafii,come  tu  tiimmif.  ■ , 

forfi  che  alcuna  altra  cofa  gliela  fece  fiutare, tenne  un  al-  V’inuece  di  Vi,tS-  di  Ve, che  uagl'mo  uoi,& in  quel  luogo  ,• 
tra  ; & prefa  la  feconda  gliela  mife  in  bocca.i.pigliane,  0 quando  fi  accompagna  col  uerio  principiante  da  notale  fi 


togbne.  Cr  nelT  K.Telaprefentelettera,laquale i fiere 
ttffima  guardiana  delle  mie  doglie  .&Tom  uece  di  togli , 
& di  tuo  uedi  al  fuo  luogo  piu  baffo . 

Teco.LatJecum.  ual  con  te.  ?tr..jd partir  Te<<  i lorpen- 
fier  n3fc0fii.Se  CbrifìoTecaol  fine  no  serir  onSydmor 


ferine  apolìrophato,& nel  fentimento  del  datino , & del- 
Paccufatiuo  che'literbo  lo  richiede.  & prima  in  uecedi 
Voi.  P E T.  Tlgl  bel  lofi  di  aueUa  che  V'ka  morti.Et  tan- 
to firn  di  uoi,  q<:anti  piu  v'ama . Con  le  non  fue  bellegge 
" ' ■antora.Senoncbe'lnedcruuiPlefieV'itoltOt'Hgn 


^ r 


PARTICELLE 


t''inÌHgute  r»  trflrem»  tràore.  Mt  F’cra  che  dj  yoifiif 
fe'ldifilie  B o c.lo  y he  ftnoimixdcrcloy'bo  dette. 

Mi  IO  y’ho  urne  ^Merdjto . 

Zt  nuido  jipujiia  IH  iiHelUioitfim.Vi'C.Mii’ioy'tTa 

tot!  jildi  tbmi  fpo.clx  y’traidi  UctHolfomeJi  uouejLt 
ji  lungi  U rtna,Ch’i  y'jggikHgcim  col peiificr apiHa.Tor 
Mini  <x  ineHte,an^  y’c  dentro  qnelh.  7{ipuH  m ricunobm 
bir&  iiUuiy'erii  Di  mia  HOtiiix  hauea  cargtato  mila . 

• ma;  y'era  aHgi,o  dietro,  h o c.  Oltre  a \i,aUHtukolta  per  ttaghe^.iff-  ornamento  di  parlare  fire 

qiiejio  Caere  affai  pm  frefio,&  di  quelle  tojé  thè  alia  tuta  phca  lon  la  yot.fieonie  ancbora  auieiie  della  Mi,&  della 

cifognana»e  y’è  copia  maggiore , Et  Capendo  che  la  mo-  Ti,  come  ailnogofHO.Eo  c.lo  nomò  jiy et  yteonofee- 
glie  dt  Imi  non  y’era  andata.Hauendo  tutto  mutato  prepo  teTalano . 

fito  di  quello , perche  andato  y" era . \iC\^al  quanto  in  efia  fi  mrpo.Lat.  ibiuelineo.perlayi. 

Ijlj  \cfiheuoidinotafiitinquellu<^o;  fi  ferine  non  feguitandum  ir  la  St  prue  potai  nerbo  tmper'finalc.VfiM’unbildta 
MJ  tl  nerbo  fina  quando  dopo  niftgueil  nerbo  fi' t fi  ferme , mante  quadro  non  mai  feemo  yi  fi  ueJea  ne  l inofo  un  feg 


firitroua.Bo  c.  loVitimenerò.Mmfie  chela  fama  del 
la  fua  bclteg^a  il  yi  trahepe . Sere  andate  qui  nella  cn- 
pannafi.be  non  ytutene  mai  per jona.  Che  non  y ilari  per 
jonaebettuenga  uedia^^^.  Etnei  pnedel  nerbo  nelle 
proféfiomc  amami,  farutfilarui,  ma  quando  nella  rima  el 
la  fi  Hi  lottoCactento  del  nerbo  fierrt^  termine  ft  ponga  A 
tondo  ebeji aciommodt  alla  riMM,cr  yltCìr  t'e parimen- 
te érajiifiome  darui.tà'  darne . 


tome  al  lutp  fuo.  Bo  c.  A'f  f hofi'e  ne,  ye  la.  lo  ye'l  dim 
ri.  Le  top  fono  mie  fitta  l'elle  ui  piacciono  fio  yt  le  donerò 
nolentieri  .Che  yefe  ne  conuiene . 

Sa  quando  i conghyita  conlaTlgfi  ferine  fanpre  Ve , & 
non  Vi.  B oc.  Et  bora  non  Ve  ne  ruorJate.Ver  oj;iu  me 
tento  Vene  pano  renduteSt  non  Ve  ne  trotterei  Vno.Che 
Ve  fette  conuiene  Se  non  fi  Ve  ne  dnrateJju  ite  Pateuedi 
^ ancho  di  fotta  quando  luogo  dinota . 

Et  quando  fgnipca  in  qnel  luogo,  orni.  B Oc.  Rmgralian 
do  Iddio  che  condutto  Ve  lo  hauea.'Uglla  noPra  atti  affai 
belle , dr  laudenoli  ufange,  delle  quale  boggi  ninna  Ve  n'i 
rmaft.  Toebe  Ve  ne  troni.  P e t.  Mifcr  tbi  fjieme  in  cefi 
mortai  pone  (Ma  ibi  non  Ve  la  pone  i)c-  set  fi  troua  a 
lapne  mgannato  i ben  ragione .&  in  quefio  luogo  iinnem 
te  di  aduerbu).  uedi  a P5  J. 

Ve,  IH  ucce  di  oue.uedi  apqj.&in  uece  é uedi  a ijpj, 
tp:6  \i,ual  quanto  Voi,&  in  qual  luogo,  t^pmne  fi  accompa- 
gna col  nerbo  Ji  nel  principio  tome  nella  fine.  & olirà  che 
' fi  troua  nel fentimento  del  datino , & deU’accufatino , fid 

per  dichiaralime  Ji  quello  che  dt  fopra  fi  ragiona  ft  quido 
fi  precede  la  Me  ini  medefimamite  fintfee,  come  IC acque 
Vi  pjion  dolci.  & non  folamente  quefio  auiene  nel princim 
pio  del  nerbo, ma  antlior  nel  fine , come  quefie  ombre  ei  ti 
debbono  e fiere  al  bifogno  la  flate,&  paionui  dolci  ma  nel 
larimaanihoracbeJoitoCaicitodelnerboinfimto  fifiia 
per  accommodarla  rima,&  nella  nella  E termina . 
P E T.  Donne  ime  lungo  fora  a rattontarue  Qjianto . & 
Dante  nella  rima  poi  mi  é mofirarui , & fidufami . pur 
dì  altri  Vi  chiami J. chiami  Voi  ■ Donna  non  ui  uii  io  Toi , 
Mapoitb'amordimeyifece  accorta . Occhi  miei  lafii; 

L*.'>  fr;  L^I  Jl  JO,--.ÌÌM  rUm 


g 0 altero.  B u c.Dopo  molte  dtjaette  Vi  fi  corno  (hauea 
Oo  prima  parlato  del  letto.  ) 

Voi . Lai.  noi  .noce  di  honore,  o uogliam  dire  di  adulamtte, 
iaqHalefie'fiàe  origine  al  tempo  di  Cefarc  ,ilqualc  ifieiido 
Da  tatare  perpetuo,  &■  bauendo  incUio  tutti  gitali  ri  m.-gfi 
firatifoltolafua  potefia,  tà’pertió  quido  I huomogli  par 
lana. gb  parca  parlare  a pm,  ^ non  duca,io  pregate  Ce 
fare  ,mapregoV  oiCefiirei& cefi  Roma  fu  la  prima  che 
utò  tale  adulaiiine  a Ce  fare , nelqual  Voi,  i eitiadim  Ro- 
mani heggi  non perfeueiano , penioebe  da  quei  tempo  àn 
qua  ,quaji  tinte  natiom  dicono  Voi  ad  uno , ecrelto  i Ho- 
manich'  'onoTuadunobuomo  ,coMehabbtaman.ho 
dettoo'..:jare  come  il  Pn.  in  neie  di  note  di  honore , 
Sfuondo  I mono  i fiffir a ebumaryoii.M.  Laura , Ligel 
che  pindefiiua  in  ynm’i  tolto  .Quando  inVoi  adiuten 
fheglioccbigm.L'anwia  efeeaUt  eor  ptr  j -guir  Voifi  Voi 
Stefiofi  y <n  Stefia.  iy  in  molti  altri  luoghi  & Boc.Voi 
dite  il  uero.Ter  uno  con  Voi  perdere  bbono  te  utere  de  fi 
gmali,figrammatuamenteflraeamate . dtffe  Bruno,  Voi 
dite  U nero.  & nel  piu. Vi  T.Voi  cb'afcoltale  in  rime  ffar 
fitiifuoHO.  Et  lutti  Voicb'amor  laudale  m runa.  Lagrime 
trifie,&y 01  tutte  le  notti  M’accomp.gtate . Et  Voi  fi 
pronti  a darmi  auge fciafilr  duolo  Spirti.  Voi  fide.  B oc. 
Donne  mie  tare  Voi  potete  bauere  udito.  Et  Voi  fimilmen 
ted  potete  comprendere.  .Andate  goccioloni  che  Voi  fiem 
te.Voinon  fipcte  eliche  Voi  ut  dite . Crquando  iuerbo 
uedi  altmfiatto  uotere. 

Et  in  uece  dtuocaiiuo  finga  Uo.Vtr.  Voi  thè  afcoltate 
ili  rotte  ffarfe  d fuonoajo  uoi  che  afcoltate.  fenga  non  mai 
efierui  ^rola  cl<e fi  rtfenfijt  a quel  Voi . 


meni  re  ch'io  Vi  giro  'Hel  bel  nifi  di  quella  che  V' ha  mor  V ui  finueudi  Voi  nelle  rane.  P et.  In  quello  Rato  firn  ehm 

ti. Ricorroat  tempo  ch'i  ViuidUprima.Cenofe  Virnnem  naper  Vui.  O a n.Et  parleremo  a E'ui. 

tra  di  tigrafio.  Tietà  Vi  mafie . Ma  quante  uolte  a me  \ofin  uece  di  uoi pofe  D A s.Incoininciatc  Vo fiele  d padre 

yiriuoìgete.  Vano  emr  Vi  lufinga. B oc.  Et  oltre  a mio.  Vomì  date  aparlar  tanta  baldanga. 

quefio  Vi  ui  dire  una  nouella.  Io  d Vi  ui  dire . Egli  i mef  Vofeo.  Lai.  uohifium.  ual  lonuoijion  i tbofi  ano.  P n.  Ite 

fere, come  io  Vi  di co,&  quando  VepuedaudVi  fari  ue  feenr  homai  cb'amor  pien  Vofeo.  D a n.'N.on  li  fi'l  nome 


dere.Toi  che  Vi  pur  piace. Ter  ogni  fufiello  di  pagua  che 
Vi  fi  uolge  tra  pieà. 

Et  quando  figm fica  in  quel  luogo,  oiià.Vs  j.'Heffim  Vi 
Tuonobbi,  & I alcun  V" tra.  Mao  come  huom  che  uolen- 
per  l’auangi  S' alcuno  Vi  uedefiL  Si  che  di  mille  unfolVi 


fieogiamaifu  Vofeo.  & 7ido  uiò  anebo  Dan.  Evripi- 
dcH'i'ìi^co.i.connu,  Lai.  aobifiuui . 

ILEI  'H,E. 


Digitizedby  G- 


Studio  P Cruostomi  Sj*.!. 
2010 


BIBLIOTECA  NAZIONALE  CENTRALE  DI  ROMA 

Scheda  di  riepilocx) 

Interventi  di  Restauro  Conservativo 

6.  4L  M.  22 

1.  Spolveratura  delle  carte  con  pennello  a setole  morbide.  Pulitura  a 
secco,  ove  necessario,  con  bisturi  a lama  fissa  Controllo  della 
numerazione.  Scucitura  mediante  taglio  del  filo  al  centro  dei 
fascicoli. 

2.  Lavaggio  delle  carte  in  acqua  deionizzata.  Deacidificazione  in 
soluzione  semisatura  di  idrossido  di  calcio.  Ricollatura  a permeilo 
con  meli Icel luiosa  Tylose  MH300p  al  2%. 

3.  Risarcimento  delle  lacune  con  carta  giapponese  di  adeguato 
spessore  e colore  e velina  Vang  50200.  Sutura  dei  tagli  e degli 
strappi  con  velina  Vang  S0200.  Rammendo  alia  piega  con  velina 
Vang  50200.  Adesivo  impiegato:  metilcellulosa  Tylose  MH300p  al 
4%. 

4.  Confezione  di  nuove  carte  di  guardia  in  carta  Ingres. 

5.  Nuova  cucitura  in  filo  di  lino  su  tre  nervi  singoli  in  corda. 

6.  Nuova  indorsatura  in  carta  giapponese  e mussola  di  cotone. 

7.  Nuovi  capitelli  con  cucitura  secondaria  bicolore  in  filo  di  seta  su 
anima  in  pelle  allumata. 

8.  Nuova  coperta  semifioscia  in  pergamena  di  capra  con  quadranti  in 
cartone  per  la  conservazione;  capitelli  passanti.  Titolo  e 
collocazione  manoscritti  ad  acquarello  sul  dorso. 


F 

Stadio  P.  Crtsootomi 
anno  restauro